Harry ebbe appena il tempo di leggere il bigliettino una
volta, che Alice glielo aveva stappato di mano e incenerito con un incantesimo.
“Al pari di Moody…”pensò distrattamente.
Chi diavolo era R.A.B.?
Pensò alla frase sul biglietto.
E, come gli era già successo, una
casa apparve tra i numeri 24 e 26.
Era inutile provare a chiedere di R.A.B.
ad Alice, e altrettanto inutile era avere ripensamenti ora.
Perciò si diresse con passo deciso verso la porta ed entrò.
La porta, aprendosi, emise un sinistro scricchiolio, di
quelli che avrebbe potuto sentire nei film dell’orrore.
Non era decisamente un buon inizio.
La casa era decisamente sinistra. Le finestre inesistenti.
L’intera casa era in penombra, e l’unica fonte di luce
sembrava venire da destra, dove, probabilmente, un fuoco crepitava.
Proprio davanti alla porta c’era una scala di legno.
Non si poteva dire che il posto fosse pulito, ma non era
neanche sporco.
“Vai, ti sta aspettando” disse Alice, spingendolo verso la
luce.
Andò avanti, e arrivò in una stanza, probabilmente il
salone.
Il fuoco sfrigolava allegro nel camino, irradiando luce e
calore nella stanza.
Su una poltrona, posta vicino al fuoco, sedeva un uomo sulla
trentina: capelli neri incorniciavano un volto di grande bellezza.
Aveva un’aria vagamente familiare.
“Ciao”.
“C-ciao” salutò Harry.
Non si aspettava certo un tipo così…cosi…informale.
“Sai perché sei qui?”gli chiese. “Sai perché Alice ti ha
portato qui?”
Era un tipo che non perdeva tempo in preamboli, tanto cari
agli inglesi.
“No” rispose Harry con sincerità, “Non ne ho idea”.
“So della profezia”.
“Eh?”.
Harry avrebbe giurato che se fosse stato in un cartone
animato babbano le sue mascelle avrebbero toccato terra.
Come diavolo faceva a saperlo?
“Sai, tempo fa, nel maggio del 1979, alloggiavo alla testa
di Porco proprio accanto ad una vecchia stramba che diceva di avere la Vista”.
“È impossibile…”pensò
Harry “assurdo…”.
“Le pareti” continuò, “erano molto fini…e la sentii…
abbandonò il suo tono di voce mistico ed etereo che
assumeva di solito, e quello che sentii fu invece aspro:
‘Ecco giungere il solo col potere
di sconfiggere l'Oscuro Signore
nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese...
l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui
sconosciuto...
e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se
l'altro sopravvive...
il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del
settimo mese...’
Ecco perché sei qui”.
La mente di Harry stava ancora cercando di accettare le
parole che gli erano appena state dette.
“E quindi, cosa vuoi da me?”
“Aiutarti ad uccidere Voldemort, tu sei l’unico che può
farlo. E tu lo vuoi, vero?”
Quindi questo Rab voleva aiutarlo
ad uccidere Voldemort.
Certo che voleva ucciderlo, ma…
Come avrebbe fatto un ragazzino di diciassette anni ad
uccidere il più grande stregone oscuro di tutti i tempi?
Solo per una stupidissima profezia?
Impossibile.
“Se non fossi così immerso nei tuoi pensieri” disse Rab “sicuramente mi vorresti chiedere perché Voldemort non
è morto quando l’Avada Kedavra gli e’ rimbalzata contro…nevvero?”
“Sì”
“Vedo che non sei sorpreso…Alice e’ stata brava a gettare
l’esca”
Ci fu qualche attimo di silenzio.
Harry si stava in tantino innervosendo:
“Allora?”
“Voldemort e’ sopravvissuto grazie ad un potentissimo
incantesimo di magia nera…Gli Horcrux”
“Horcrux?”
“Si…crearne uno e’ il modo per avvicinarsi all’immortalità’.
Il mago oscuro spacca la propria anima commettendo l’atto malvagio per
eccellenza: l’omicidio.
Spaccandola, ne ripone un pezzo in un oggetto, facendolo
così diventare un Horcrux”
“E tu come le sai tutte queste
cose?”
“Per pura fortuna ho visto Voldemort crearne uno”
Poi prese da un armadio li vicino
una ciotola di pietra: Harry la riconobbe subito.
“Penso che tu sappia già che questo è un pensatoio”.
“Di chi è il ricordo?”chiese il moro.
“Mio…correva l’anno 1978, e Voldemort era nel pieno del
potere.
Quello che ti mostrerò accadde in
una fredda notte di febbraio di quell’anno: Voldemort con venti dei suoi
seguaci si introdusse nel Ministero della Magia, riuscendo addirittura ad
uccidere il ministro in persona.
Io in quel periodo era l’assistente del ministro che,
coraggiosamente, mi nascose e si fece uccidere. Sapeva che scappare non sarebbe servito.”
La mente di Harry era vuota, forse per la storia, forse per
la stanchezza, o forse solamente per la rocambolesca successione di eventi che
si era andata susseguendosi quella notte.
Si tuffò nel pensatoio.
Era in un ufficio.
Una scrivania di legno massello, un armadio e una sedia
ornavano la spartana stanza.
E un anziano signore in piedi davanti alla porta.
Sembrava stesse aspettando qualcosa.
“Smaterializzatevi!”ordinò una voce simile ad un sibilo,
proveniente da fuori.
Crack
La porta si aprì.
Lord Voldemort.
“Ministro…”
Il volto del ministro era una maschera di terrore.
“…addio. Avada Kedavra”.
Ci fu un lampo di luce verde e il ministro cadde a terra,
morto.
Harry avrebbe voluto urlargli un avvertimento, avrebbe
voluto poter cambiare quello che era solo un ricordo.
Ma non poteva.
L’Oscuro Signore estrasse dalla tunica un medaglione.
“Guardalo bene”gli disse Rab.
Harry lo fece.
Quante volte aveva visto quel simbolo ad
Hogwarts?
Tante volte, troppe.
Eppure era lì, inciso su quel medaglione.
Il simbolo di Salazar Serpeverde.
Cosa ci faceva lì?
Poi Voldemort cominciò a parlare, parole di potere uscivano
dalle sue labbra, parole oscure…
“Ego occido”la sua voce si
era fatta incredibilmente bassa e tenebrosa, come le parole che si accingeva a
dire…
“Ego rem maximam
malvagiae duxi.Nunc meum animam
laceravi.”La voce continuava a salire di tono “Vir
tenebraurum fragmentum animae in hoc constituit.”Fece
una pausa.“Nunc Horcrux est!”urlò infine.
Un cerchio verde illuminò l’oggetto.
La luce si espanse.
Poi tutto divenne verde.
Un Horcrux era stato creato.
***
L’attimo dopo in cui la vista era venuta meno, e tutto era
divenuto verde, Harry si ritrovò nuovamente a casa di Rab.
Ansimava.
Non sapeva perché, in fondo doveva essere solo un ricordo…
Voldemort…sembrava che le tutte le disgrazie del mondo
magico provenissero da lui.
“Non è una bella scena, lo so”disse Rab “Ma volevo che tu
capissi”.
Ci fu qualche minuto di silenzio.
“Quanti Horcrux ha creato? Dove sono? Come facciamo a
distruggerli?”
“Sul numero non ne ho la minima idea…potrebbero essere tre, il numero perfetto, sette, il numero magico più
potente…oppure qualche numero che gli sta particolarmente a cuore…Sul dove
sono, io ne ho già preso uno, il medaglione che hai visto appunto, e sono sulle
tracce di un altro…la loro distruzione varia da oggetto a oggetto”.
Harry ciondolava sull’orlo dell’incoscienza…aveva bisogno di
un bella dormita.
Forse la mattina dopo avrebbe avuto la mente più riposata.
Ora come ora, non riusciva a pensare come voleva.
Anzi non riusciva proprio a pensare.
Ma una domanda gli rimbombava in mente, una domanda che
galleggiava nella sua mente, solamente quella domanda…
“Chi sei? Per cosa sta quel R.A.B.?”
“Preferisco non dirtelo” gli disse .
Quel Rab, per qualunque cosa
stesse Rab, era certamente un tipo senza peli sulla
lingua.
“Ora, se non ti spiace, vorrei andare a letto. È l’una
passata ed ho sonno…”.
Harry capì di esser stato congedato.
“Buonanotte”disse, uscendo dalla stanza.
“Buonanotte”.
Come supponeva, l’aspettava Alice.
Non sapeva comportarsi con lei: che rapporti aveva con Rab? Perché lei era lì?
“Ti ha detto della profezia e degli Horcrux?”.
“Si” rispose Harry, laconico a causa della stanchezza.
“Ti accompagno in camera tua”.
Mentre salivano le scale, che emettevano un sinistro cigolio
ogni volta che si pestava un gradino, Harry si chiese se Alice conoscesse la
vera identità di Rab.
Da quanto lo conosceva?
Quanto ne sapeva?
Ma tanto valeva rischiare, in fondo cosa
aveva da perdere?
“Tu sai per cosa sta R.A.B.?”
Alice rimase qualche secondo in secondo, fermandosi.
“Se non te l’ ha voluto dire lui, io non sono autorizzata a
farlo”
Salite le scale, Harry si era trovato nel bel mezzo di un
lungo corridoio.
Alice lo condusse a destra.
C’erano tre porte.
“Qui dormirai tu” disse, indicandone una, “questa
stanza” proseguì, indicando la porta accanto “è la mia e quello è il bagno”
concluse, indicando la porta di fronte a quella dove lui avrebbe alloggiato.
“Chiaro”confermò Harry.
“Buonanotte” disse la ragazza entrando nella sua stanza.
“Buonanotte” augurò Harry.
Perché non farsi una doccia?
Sentiva che ne aveva bisogno, si sarebbe rilassato.
Inoltre, si sentiva sporco.
Aveva degli elementi su cui riflettere.
Mentre entrava, una parte di Harry
sperò che le sue preoccupazioni e dubbi sarebbero scivolati via con l’acqua.
Quelle stessa acqua che ora stava
scivolando sulla sua pelle.
Era veramente piacevole sentire quel liquido, bollente ma
non troppo, scorrere sulla sua pelle.
Voldemort, gli Horcrux, Rab…cosa
importava?
Si sentiva così bene adesso…
Perché turbare la propria mente con pensieri che potevano
benissimo essere tralasciati?
Tralasciarli…ci avrebbe pensato dopo, quando questo
piacevole torpore avrebbe abbandonato il suo corpo…
Poi un velo.
Sirius…
Le lacrime si andarono a mischiare con l’acqua delle doccia.
Sirius…
Non gli importava cosa potesse dire Silente, era colpa sua.
Soprattutto colpa sua.
Se solo…se solo…se solo…non avesse avuto quella mania di fare l’eroe…
Andò in camera sua, dopo essersi messo un accappatoio.
Era una camera piccola e spartana: un letto, una scrivania e
una sedia.
Si sdraiò sul materasso.
Era così stanco…
Quanto gli sarebbe piaciuto che tutto fosse finito…
Sarebbe stato così bello
essere normale e preoccuparsi solo della scuola…
E tre questi pensieri, Morfeo lo
prese tra le sue braccia.
***
Eccolo Sirius! Come aveva potuto non vederlo? Era dietro quello stupidissimo velo!
“Harry?”
Sirius era stramente triste, come mai? Non era felice di
essere VIVO?
“Perché…”
La voce, era triste, l’aria stessa intorno a lui emanava
tristezza, una tristezza infinita mischiata ad una malinconia ancora più
grande…
Cosa succedeva?
“Perché…perché mi hai fatto morire?”
Una paura senza nome e senza volto prese possesso di Harry:
il volto di Sirius era quello di un cadavere in decomposizione.
“Perché? Avrei potuto avere una vita felice, Harry…senza di
te Harry, io sarei ancora vivo…è tutta colpa tua, Harry…”
Harry arretrò.
“Harry…perché scappi? Non vuoi stare più con il tuo padrino?
Adesso che sono morto non lo posso più essere?”
Ed Harry Potter scappò.
Corse, corse e corse ancora.
Poi la vide.
Sapeva che era morta, eppure i suoi occhi non potevano ingannarlo.
Sua madre.
Lily Evans.
“Mamma…”
Sua madre gli rivolse un sorriso affettuoso e aprì le
braccia.
“Harry…”.
I due si abbracciarono.
“Harry…perché mi hai ucciso?”
Harry sciolse l’abbraccio.
“Io ero felice Harry, con tuo padre…ma
poi sei arrivato tu, Harry…e siamo morti.Capisci,
Harry? Morti!”
Harry si allontanò.
“Vieni Harry! Non vuoi più stare con la tua mammina?”
E corse.
E incontrò anche lui.
Suo padre.
“Harry…Hai freddo? Vieni…e scaldati…”
Fiamme.
Fuoco.
Una delle paure ancestrali dell’uomo, la paura del fuoco,
sconfitta solo quando riuscì a dominarlo, si fece largo in Harry.
Suo padre ne era avvolto.
Aveva paura.
E anche questa volta non chiese perché, non chiese come,
scappò.
E fu il buio.
“Harry…”
“Sirius…”
“Hai sete? Ecco…prendi il mio sangue!”
Rosso.
Tutto si fece rosso.
Il sangue continuava a salire.
Doveva scappare.
Ma i suoi piedi non volevano.
Il sangue gli arrivava alle ginocchia.
Ora lo sentiva infilarsi nei polmoni.
Doveva morire così?
Stava veramente morendo?
***
Harry Potter si svegliò di soprassalto.
Stupidissimi sogni!Non bastava la realtà a rendergli
l’esistenza un autentico inferno, adesso ci si mettevano anche i sogni!
Sospirò.
Era ancora in accappatoio e ci era rimesto per tutta quella
maledettissima notte.
Probabilmente si sarebbe ammalato.
Sospirando di nuovo, si vestì.
Non si sentiva troppo in vena di fare domande.
Né per farsi domande, su quel sogno, sugli Horcrux o sull’identità
di Rab.
In effetti non si sentiva in vena
di fare qualsiasi cosa che non fosse lo stare strare sdraiato su quel letto…
Ma lo stomaco la pensava diversamente.
Quindi, con una sforzo sovrumano,
si alzò.
Chissà che ore erano.
Come uno zombie si strascinò fino in corridoio, dove,
magari, sperava di incontrare uno dei due abitanti di quella casa.
Forse li avrebbe trovati lì, dove lui e Rab
avevano parlato qualche ora prima.
Sempre che non fosse ancora notte fonda.
“Buongiorno”gli disse Rab, intento
a divorare del porridge.
Per fortuna non lo era.
Mormorando qualcosa di incomprensibile in
risposta, Harry si sedette a tavola.
Era stanco persino per spiccicare parola.
Dopotutto, la nottata non era stata delle migliori.
E non voleva pensarci.
Si sedette e cominciò a divorare anche lui il contenuto
della tazza che gli veniva offerto.
“Alice?”
“E’ una pigrona…”gli rispose Rab
con un sorrisino “Starà ancora dormendo”.
“Non mi pare proprio”.
A pronunciare quella frase era stata niente meno che
l’oggetto della conversazione, Alice.
“Oggi andremo dal primo Horcrux”.
Tutto il porridge che Harry aveva
in bocca finì in faccia a Rab, insieme a una buona
dose di latte.
Il tutto farcito da una sguaiata risata di Alice.
“Di già?”chiese Harry
“…sì”rispose Rab, pulendosi.
Una vena di curiosità si risvegliò in Harry.
La stessa curiosità che l’aveva animato durante gli anni a
Hogwarts con Ron ed Hermione al suo fianco…quanti ricordi…
“Dove sarebbe questo primo Horcrux?”
“ ‘Conosci il tuo nemico meglio di
te stesso stesso’, cosi recita un antico proverbio.
Ed è quanto mai vero, Harry, anche nel nostro caso.
Per sconfiggere Lord Voldemort bisogna prima conoscerlo.
Io in questi anni ho fatto questo.
Ho imparato a conoscerlo, sono entrato nella sua perversa
psicologia, quasi fino a perderci, ricostruendo il suo passato, capendo, cioè,
quello che ha fatto di lui quello che è.
E capii e che i suoi preziosi Horcrux devono
essere contenuti in luoghi a lui cari, in oggetti potenti e famosi, magari
appartenenti ai Fondatori di Hogwarts.
Perché per Voldemort, Hogwarts era una casa.”
Harry deglutì: era esattamente quello che provava lui.
“Voldemort passò tutta la sua infanzia in un orfanotrofio,
un orfanotrofio babbano, senza sapere di essere un mago”.
Harry deglutì di nuovo…un’altra somiglianza con Lord
Voldemort.
“Quindi è molto probabile che abbia nascosto lì uno dei suoi
preziosi Horcrux”
Il discorso filava.
Filava senz’altro.
“Come ci andiamo?”
“Ci dovremmo accontentarci della metro
babbana”
***
“D’accordo” pensò Harry mentre
dietro di lui si chiudevano le porte della metropolitana di Londra “Sto
andando, con due semi-sconosciuti, nel posto dove il più grande mago oscuro di
tutti i tempi ha passato la sua infanzia”
Una reatà strana,
ma strano era il destino, e in special modo quello di Harry Potter, che
aveva propensione a cacciarsi in situazioni pericolose.
Ma nonostante Harry dicesse che non era lui che cercava i
guai, ma erano i guai ad andare da lui, sapeva, nel suo inconscio, che non era
così.
Anche lui si cercava i guai.
Probabilmente se non fosse stato il
bambino sopravvissuto avrebbe comunque indagato sulla pietra filosofale,
durante il suo primo anno; avrebbe comunque ficcanasato nella camera dei
segreti; e certamente non si sarebbe tirato indietro durante il suo terzo anno;
per non parlare del il Torneo Tremaghi…
Tanti ricordi…così lontani, eppure così vicini…
Ma il flusso di coscienza di Harry venne
interrotto da una scena…una scena che avrebbe ricordato per il resto della sua
vita.
Un ragazzo palpò Alice.
Rab mise una mano sulla spalla di
Harry.
“Povero ragazzo…” commentò.
Già perché, pochi secondi dopo, probabilmente non dovuti
alla lentezza di riflessi di Alice, ma quanto al prender atto di quello che le era stato fatto, il piede di quella si conficcò nel mezzo
delle gambe del ragazzo.
Ovviamente quello cadde a terra, esanime.
Ma non bastava ancora.
Alice continuò per una buona decina di minuti a calciare il
malcapitato, sotto lo sguardo esterrefatto di Harry e dei passeggeri presenti.
Quello di Rab,invece,
che era laconico.
Inevitabilmente, alla fermata successiva gli unici a
rimanere nel treno furono Rab, Alice e Harry.
Probabilmente quello non era il momento più adatto…ma si doveva togliere il dubbio.
Doveva fare quella domanda, quella domanda che si poneva da quando si erano incontrati:
“Alice…come hai fatto a trovarmi, ieri?”
Harry notò le guance di Alice arrossire appena.
Quasi impercettibilmente.
Rab ridacchiò e disse:
“Beh…per quel giorno avevamo messo su in ottimo piano per
distrarre la guardia e farti incontrare nella casa dei tuoi zii da Alice…ma…”
Quel Rab sembrava onnipotente.
Sapeva che era sorvegliato(quando
lui stesso ne dubitava) e sapeva con chi abitava.
“Ma?”chiese Harry
“Ma Alice non arrivò all’appuntamento”
“E come mai?”
“Alice non ha alcun senso dell’orientamento, si era persa”
-Probabilmente- pensò tra sé e sé Rab –anche se Alice non lo ammetterebbe mai, è uno dei
membri del club “Aiutateci a ritrovare l’orientamento”*-.
Harry era un po’ titubante.
“Non sai quanto abbia penato per
fargli imparare la strada che conduce a casa mia…”
Intanto Alice si era allontanata e fischiettava, facendo
finta di non sentire.
“E come ha fatto a trovarmi, poi?”
“Non ti ha trovato infatti, lei era
ancora in cerca di casa tua…”
“Quindi mi ha incontrato…”
“Esatto, ti ha incontrato per puro caso”
***
Attraversarono un’animata strada londinese.
Camminarono un altro po’, guidati da Rab,
fino ad un cancello.
Lo attraversarono e davanti a loro apparve un edificio
squadrato e tetro, circondato da alte ringhiere.
Quello era l’orfanotrofio in cui Tom
Riddle era nato e cresciuto.
Il trio salì pochi gradini, e un portone gli si parò
davanti.
“Dovete sapere che questo non è più un orfanotrofio da circa
tre anni. La causa era la pericolosità dell’edifico,
troppo vecchio ormai”
“Quindi?” disse Harry che non vedeva il motivo di quel chiarimento
“Quindi, il sottoscritto comprò l’edificio e lo rese di
nuovo stabile, tra un mese gli orfani ritorneranno qui, nel frattempo avremo
tutto il tempo necessario per cercare l’Horcrux”
Da una tasca dei suoi Jeans tirò fuori una chiave, che
inserì nella toppa del portone.
“Allora, è la prima volta che vengo qui,
quindi non so come possa essere dentro…”
Entrarono.
Si presentò a loro un grande androne abbastanza polveroso,
con un’ enorme scala che portava al piano di sopra.
Poi due corridoi, ai lati della scala, che erano in
posizioni diametralmente opposte.
“Ovviamente potrete usare la magia” disse Rab.
“E il Decreto per la Ragionevole Restrizione
delle Arti Magiche tra i Minorenni?”chiese Harry, pari pari a come il Ministero lo chiamava.
Era già stato processato per un reato di quel genere e non
voleva certamente mettersi in mostra davanti al mondo intero, sopratutto ora
che era un fuggiasco
“Il Ministero è capace di rintracciare il luogo dove avviene
la magia, non chi la esegue”
Quindi tutto si spiegava, pensò Harry. Si spiegava, per
esempio, perché lui fosse stato accusato dell’incantesimo di Librazione
praticato da Dobby durante la sua prima vacanza da
Hogwarts.
A quanto risultava al Ministero, Harry Potter era l’unico
mago residente a Privet Drive, di conseguenza, se una magia avveniva in quella
zona, il colpevole era lui.
“Allora, io perlustrerò l’area est” disse Rab indicando il corridoio che si estendeva alla sua
sinistra.
“Tu e Alice perlustrerete l’area ovest”continuò “Appena
avrete finite, o se per caso noterete qualcosa di strano: tornate immediatamente
qui! Non fate pazzie, né azioni sconsiderate… sono stato chiaro?”
Harry annuì.
“Cristallino…”sussurrò Alice.
“State vicini; Harry, ti ricordo del senso d’orientamento di
Alice…se vi allontanate ho paura che lo ritroveremo in qualche sperduta steppa
russa, convinta di essere ancora qui vicino. Ok,
andiamo”
Con passo svelto si diresse verso est… ed Harry credette - lo avrebbe giurato - che Rab gli avesse fatto l’occhiolino!
Così The Chosen One, col piacevole sottofondo gentilmente
fornito da Alice fatto di manacce di morte sussurrate alla volta di Rab, si avviò verso ovest.
“Lux!” sussurrarono i due.
Erano appena entrati in un enorme stanza
che un tempo doveva esser stata un dormitorio: era piena di letti.
In quella stanza avevano dormito, fino a
poco tempo prima, chissà quanti orfani.
E sembrava che non fosse finita lì: c’erano delle scale che
salivano fino ad un secondo piano.
“Perlustriamo il piano, letto per letto”
Lo fecero: guardarono sotto i letti, li spostarono, e
guardarono ancora.
Niente.
Tutto era normalissimo.
Salirono la scala, e il paesaggio non cambiò molto.
Gli stessi letti…la sola differenza era una fila di bagni
alla fine della stanza.
“Dici che dobbiamo ricontrollare tutto?”
“Penso di sì”
Ricontrollarono…ed ottennero lo stesso risultato.
Poi perlustrarono anche i bagni, ma niente da fare.
“Ma” pensò Harry “quanti anni fa Voldemort ha posizionato qui il suo Horcrux?”
Perché sicuramente doveva essere rimasto celato per molto
tempo…sotto gli occhi di ignari babbani.
Di conseguenza doveva essere qualcosa che non si notava…
Ma Rab gli aveva detto che
Voldemort usava oggetti appariscenti per conservare i pezzi della sua anima.
Quindi…doveva essere qualcosa di prezioso, eppure comune.
Sembrava una contraddizione.
“Vabbé” gli disse Alice con fare
stizzoso “andiamo a incontrarlo”
***
Erano venti minuti che aspettavano davanti all’entrata.
E stavano cominciando ad arrabbiarsi.
“Eccomi…trovato niente?”
“No”
“Beh, era ovvio…e neanche io ho trovato niente…”
“Perché è ovvio?”
“Beh…perché per sbaglio gli orfani avrebbero potuto
prenderlo, e romperlo…”
Rab parve riflettere per qualche
secondo.
“OK, andiamo”
E si avviarono.
Quando, salendo le scale, arrivarono in cima, si ritrovarono
in un lungo e largo corridoio, che dava su varie porte.
Sulla prima porta a sinistra c’era una targa:
“Sala dei trofei”
“Forse qui dentro…”sussurrò Harry
Era una stanza larga, e sugli scaffali erano riposte delle
coppe.
Una di quelle poteva forse essere un Horcrux?
“Come facciamo a capire se…”
“STUPEFICUM!”urlò Rab
L’incantesimo si abbattè si varie
coppe, rompendole.
“Vedi, quelli non sono Horcrux…STUPEFICIUM!E nemmenoo quelli...”
Alla fine del trattamento, nessuna delle coppe era rimasta
integra: nessuna di quelle era un Horcrux.
Andarono quindi nella stanza successiva.
Una normalissima stanza, un letto, un bagno, un armadio e
una scrivania.
Lì analizzarono minuziosamente, ma non trovarono niente di
sospetto.
Continuarono a cercare nelle altre stanze, senza trovare
alcunché.
Harry stava
ispezionando un bagno, senza però prestargli troppa attenzione: ormai era
convinto che non ci fosse alcun Horcrux, lì dentro.
Ma un particolare che notò gli fece cambiare idea.
Un particolare insignificante per molti…ma non per lui.
Perché lui l’aveva già visto.
Si ritrasse indietro.
Non poteva essere.
No! Invece era perfettamente logico!
Ecco come c’era riuscito.
Lo guardò di nuovo.
Gli occhi di Harry esperivano un misto tra paura,
soddisfazione e curiosita’.
Guardò il serpente inciso vicino a quel gabinetto.
La nuova Camera dei Segreti doveva essere aperta.
*L’associazione sopra citata conta tre membri: Ryoga(Ranma
½)e Mihoshi (Tenchi Muyo) e Alice.
Ognuno con un senso dell’orientamento peggiore dell’altro.
Poveri loro!
Commento dell’autore:
Beh…cosi, il 24 dicembre riesco finalmente a postare
qualcosa…non so a chi possa interessare, ma ben venga!
Quindi, che ne sappiamo di Rab?Ha
lavorato al ministero ed e’ un mago veramente formidabile per aver preso un
Horcrux.
Gia’ quello nella caverna.
Perché, beh e’ successo.
Poi, mi sono accorto che il mio stile di scrittura e’ come
dire…non scompifferante.
Non riesco a rendere cosi’ come
voglio i personaggi…per non parlare che ho l’impressione che tutto stia
avvenendo troppo in fretta, consigli?Suggerimenti sono ben accetti.
Eppoi…che vi costa lasciare un
commentino?Mi aiutano veramente molto…se non altro per spirito natalizio!
Per Kagome-chan:Grazie
per il commento!^___^Allora, beh, rispondo alla richiesta che mi hai fatto nel
commento del primo capitolo, credo di esserci riuscito:Alice non potra’ essere una Mary-Sue…con
caratteraccio e il senso dell’orientamento che si ritrova…
Hai ragione…chi lo capisce e’ bravo!
Mmm…Severus
Piton, si penso comparira’
nella storia, e ovviamente non come il solito cattivone.
Ti ricordo chi fu ad ascoltare la profezia dalla Cooman?
Esatto proprio lui.
Poi, Harry, scappando, sconvolge tutto il piano che, secondo
me, Piton e Silente hanno architettato…culminato con
l’uccisione di quest’ultimo.
Beh, se Alice, comparira’
stabilmente…penso di si.
Purtroppo non mi e’ piaciuto troppo come Ginny
ed Harry si sono ‘innamorati’(sospetto ci sia di mezzo una pozione d’amore),
quindi, non vedendo alcuna candidata possibile(tranne Federica, la mano amica!XD), ne ho creata una.
Ron, Hermione e Ginny non penso
compariranno molto, anzi quasi per niente!
Sperando che commenterai anche questo capitolo, Buon Natale!
Buon Natale anche a chi legge(che vi costa commentare?!T-T)!
Un ringraziamento speciale va alla mia beta-reader,
Elfina!