Tell me you love me. Come back and haunt me.

di _fedss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


«Stop! Questa era buona, abbiamo finito!»
Non sono felice di sentire queste parole.
Sono sempre contento quando Andrew annuncia che abbiamo finito, dopo un po’ rifare gli stessi movimenti, ripetere le stesse battute anche venti volte al giorno diventa noioso, ma non mi sarei mai stufato di girare e rigirare questa scena!
Stana è sdraiata sotto di me, il seno nudo a malapena coperto dal lenzuolo bianco per non essere intravisto dalle telecamere posizionate alla nostra destra. Io invece posso vederlo e ammirarlo.
Mi sono appena staccato dalle sue labbra,lei abbassa lo sguardo e spero che quello che intravedo nei suoi occhi sia la tristezza di interrompere questo momento. Noto anche un leggero rossore sulle sue guance, è bellissima.
Rimango a guardarla per un altro po’ di tempo, voglio godermi questi ultimi attimi sopra di lei, vestita solo di un piccolissimo perizoma color carne.
Io sono coperto fino al fondoschiena con il lenzuolo, il petto nudo è sopra di lei e mi faccio forza con le braccia per non farle sentire troppo il mio peso.
Qualche mese fa Andrew mi prese da parte e mi disse che sarei dovuto dimagrire prima di girare il finale della quarta stagione.
E io mi sono messo a dieta, sono dimagrito per lei!
Capii subito cosa avesse in mente Marlowe. Aveva deciso di accontentare i fan e di inserire la tanto attesa scena di sesso fra Castle e Beckett nel copione. Precisamente in quello dell’ultima puntata della quarta serie.
«Che fai Nathan? Vuoi rimanere così tutto il giorno?»
Magari.
Mi riprendo dai miei pensieri tornando alla realtà. Stana ha alzato lo sguardo verso di me e mi sta fissando.
«No scusa…» rispondo imbarazzato e scivolo alla sua destra permettendole di alzarsi.
Si copre con il lenzuolo e in silenzio va verso il suo camerino, sbattendo la porta con forza e chiudendocisi dentro.
Perché questa scena mi sembra di averla già vissuta? Ah si, perché sono un coglione e non sono capace di iniziare una relazione seria con una donna, ma non una donna qualunque, la donna che amo!

***Quel giorno iniziavano le riprese di Rise, non c’eravamo visti per due mesi e cazzo se mi era mancata! Appena arrivato sul set lei era già la e dopo aver salutato velocemente il resto del cast mi fiondai da lei. Mi misi alle sue spalle e le coprii gli occhi con le mani.
«Chi sono?
» chiesi camuffando un pochino la mia voce.
«Ahahahah! Nathan riconoscerei il tuo profumo fra mille!» il mio cuore perse un battito e lei si girò. Aveva un sorriso bellissimo. Mi abbracciò e disse:
«Non puoi capire quanto mi sei mancato!» un altro battito perso.
«Anche tu mi sei mancata…» strinsi di più l’abbraccio, non volevo farla andare via, volevo che quel momento durasse per sempre.
Alzai per un attimo lo sguardo e notai quasi tutti gli occhi puntati su di noi.
Jon e Seamus sorridevano maliziosi.
Quando ci separammo mi diede un leggero bacio sulla guancia e andò nel suo camerino per cambiarsi.

Otto ore dopo avevamo finito.
 «Andate a divertirvi, ci vediamo domani!» urlò Andrew con il suo megafono.
Mi incamminai verso la macchina ma non volevo andarmene così, non senza aver salutato Stana per bene.
Andai davanti al suo camerino e dopo un attimo di esitazione bussai.
«Un attimo e arrivo!» urlò Stana da dentro.
Quando aprì la porta me la ritrovai davanti in accappatoio, i capelli boccolosi sciolti sulle spalle e un bellissimo sorriso, come sempre.
 «Nathan… che ci fai qua?»
«Oh, niente… I-Io volevo solo venire a salutarti prima di andare via ecco...»
«Già te ne vai?»
«Si, io avrei da fare, ma niente di importante…»
«Ah, avresti da fare …» si, era un po’ di delusione quella che le comparve sul volto.
«Quindi non hai tempo per restare cinque minuti a bere qualcosa …» continuò sempre più tristemente.
Oddio mio! Non mi sembrava vero!
«Certo che posso! Ecco non era niente di importante. Posso entrare?»
Comparve di nuovo quel bellissimo sorriso sulla sua faccia e mi fece cenno di entrare.
«Accomodati» disse chiudendo la porta alle sue spalle e indicandomi il divanetto bianco, «vado a prendere da bere nel frigo bar.»
Sparì un attimo nell’altra stanza e io intanto notai uno stereo e lo accesi.
Stava iniziando una canzone di Olly Murs, Dance With Me Tonight.
Quando Stana tornò mi porse uno dei due mojiti alla menta che aveva preparato e intanto la musica partì.


Look around there’s a whole lot of pretty ladies, but none like you, you shine so bright!

«Mi piace tantissimo questa canzone …» disse dopo aver bevuto un sorso dal suo bicchiere, «… mi fa venire voglia di ballare …»
«Anche a me …» dissi posando il mio bicchiere sul tavolino e alzandomi in piedi avvicinandomi a lei.
«Posso avere questo onore … ?» chiesi porgendole la mano.
Lei si alzò con un grande sorriso, posò il suo bicchiere e mi prese la mano: «Certamente!»
Iniziammo a ballare vivacemente e dopo un paio di piroette che le feci fare si avvicinò sempre di più a me fino ad intrecciare le mani dietro al mio collo e facendo aderire completamente i nostri corpi.
Posai le mani sui suoi fianchi e mi persi nei suoi occhi che mi fissavano. Grazie alla luce in quel momento erano di un verde così intenso da farmi sciogliere il cuore.
Abbassai di poco lo sguardo e mi soffermai sulle sue labbra. Quanta voglia avevo di sentirle sulle mie?


I just want you to dance with me tonight. So come on, oh baby!

Rimanemmo così a fissarci per non so quanto tempo. Volevo baciarla, volevo dirle tutto quello che provavo per lei e stringerla forte tra le mie braccia senza mai lasciarla andare.
«Balli splendidamente …» le sussurrai vicino all’orecchio.
«Anche te non sei male …» mi rispose con un tono decisamente troppo sensuale e avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra.
NO NEL CAMERINO NATHAN! LEI NON E’ UNA DELLE TUE BOTTE E VIA!
«Ti accompagno a casa Stana?»
«E’? Ah si, si! Grazie mille! Mi preparo in due minuti e sono pronta.»
Sciolse le mani da dietro il mio collo e andò a cambiarsi. Intanto mandai un messaggio a Sofy e le scrissi velocemente che non saremmo potuti andare a cena fuori. Certo, quella ragazza era carina, ma non era Stana.
Nessuna poteva competere con lei!
«Wow Katic! Più veloce della luce!» le dissi quando tornò nella stanza già pronta per andare a casa.
«Visto Fillion? Su forza, andiamo … »
Uscimmo di là e una volta saliti sulla mia Ferrari nera mi feci spiegare la strada per arrivare alla sua nuova villetta.
Arrivammo davanti alla casa in una ventina di minuti, il viaggio fu piuttosto silenzioso.
Scesi dall’auto e gentilmente le andai ad aprire la portiera, facendo un leggero inchino in modo teatrale.
«Prego signorina …»
«Grazie. Se viene dentro le lascio la mancia …»
Mi sentii mancare l’aria e senza dire una parola, ancora boccheggiando, la seguii nella villa.
L’appartamento era piuttosto carino, arredato con mobili moderni e molto luminoso.
«Siediti …»
Mi accasciai sul divano bianco e Stana si sedette vicino a me, molto vicino a me.
«Che hai fatto in questi due mesi?» le chiesi rompendo quel silenzio imbarazzante che si stava creando.
«Oh niente … Mi sono dovuta accontentare di un Demming qualunque mentre tu scappavi con la tua Gina!»
«Ahahah, non sono così stupido come Castle! Se sarei potuto scappare con qualcuna avrei scelto te ovviamente!»
Quest ultima frase mi scappò dalla bocca, la dissi senza nemmeno pensare alle conseguenze: era la verità.
«Bhè, potevi sempre chiedere …» rispose lei con un leggero rossore sulle guance.
«Avresti accettato?»
Si , stavamo flirtando alla grande.
«Ma si … Non avevo ricevuto nessuna offerta migliore …»
«Ah … quindi sarei una riserva?»
«Ma non lo so Nathan, dimmelo te!»
«Bhè, se fosse per me di certo adesso non staremmo qua, a parlare, su questo divano …»
«Ah si? E dove staremmo adesso? Nella camera da letto?»
«Può essere … Ma non solo per una notte …»
La guardai negli occhi, sperando che capisse quello che volevo farle intendere.
«E allora per quanto?»
«Anche per sempre …»
Mi avvicinai a lei, non volevo più pensare, volevo solo agire.
Le misi una mano dietro la testa, sui capelli morbidi e con l’altra le cinsi la vita.
Ero ancora un po’ titubante quando lei mi lasciò spiazzato afferrandomi il colletto della camicia e tirandomi a se.
Iniziammo a baciarci con passione sdraiati sul divano. Ci staccammo dopo un tempo che sembrava infinito solo per la mancanza di ossigeno.
Mi alzai e, sempre continuando a fissarla, la presi in braccio e la portai verso quella che pensavo fosse la camera da letto. Fortunatamente avevo intuito bene.
La sdraiai sul letto e nemmeno il tempo di pensare, lei mi tirò nuovamente su di sé. Riprendemmo a baciarci con passione, a spogliarci e a gemere sussurrando i nostri nomi.
Facemmo l’amore tutta la notte, fu la più bella della mia
vita.
 



Angolo di Federica J :
Salve a tutti, questa è la mia prima FF in assoluto!
 Ho deciso di iniziare a scrivere con una Stanathan perché mi sono sognata l’inizio di questa storia una notte e non potevo lasciarla lì, incompleta nella mia mente!
Il primo capitolo si conclude così, i ricordi di Nathan non sono ancora finiti ma continueranno nei prossimi due capitoli!
Spero sia di vostro gradimento, una recensione mi farebbe piacere sia positiva che negativa!
Grazie a tutti, un bacio!

 Dedico questa FF alla mia migliore amica, a lei che c’è sempre!
Quanta vita mi hai passato, non la chiedi indietro mai!”

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

***
La mattina dopo decidemmo di arrivare sul set separati, volevamo tenere questa “relazione” segreta.
Iniziammo a vederci tutte le sere, o a casa mia, o a casa sua.
Non ci dicevamo niente: senza chiedere l’accompagnavo a casa sua e rimanevo anche io. Oppure le proponevo di salire a bere qualcosa da me e lei accettava, pur sapendo che la serata non si sarebbe conclusa solo con un drink.
Era diventata una routine.
Una cosa che poteva sembrare normale, ma non lo era.
Noi provavamo dei sentimenti. Dei sentimenti forti nei confronti l’uno dell’altra. E allora perché fare solo sesso? Perché non avere una relazione stabile, come una normale coppia che si ama e non ha paura di rivelare le proprie emozioni e quello che sente?


Quella mattina, quasi due mesi dopo la nostra prima notte, mi svegliai da solo nel letto.
Era una sensazione strana, era da tanto che non accadeva.
Il letto era freddo, segno che Stana si era alzata da un pò. Mi infilai i boxer ed andai in salone.
La trovai sulla terrazza, fissava il mare con sguardo perso. Era bellissima. Era il momento di dirle tutto, di dirle quello che provavo, di dirle che senza di lei non potevo stare e che l’avrei voluta per sempre al mio fianco.
Always, come Rick e Kate.
Basta tenersi tutto dentro, non ce la facevo più a vederla triste, volevo vederla sorridere, volevo vederla felice.
Mi avvicinai da dietro e le cinsi la vita con le braccia.
«Sei bellissima!» le dissi lasciandole un bacio sul collo.
«Uh, che fai Nathan? Mi rivolgi la parola?» mi chiede girandosi. «Di solito mi porti a letto e poi te ne vai!»
«Stana ma che stai dicendo?»
«La verità! E’ così ormai! Vieni qua, scopiamo e poi te ne vai come se non fosse successo niente!»
«Non è cosi …»
«Si che lo è!»
«No, ti prego! Non dire così! Lo so che non mi sono comportato benissimo con te in questi due mesi … ma devi capire quanto sei importante per me! Mi dispiace non avertelo mai detto ok? Io non voglio solo “scopare” come hai detto te! Io voglio avere una relazione seria con te, al di là del sesso!»
«Come faccio a sapere che è la verità? Come faccio a sapere che non sono una delle tue sveltine?»
«Le mie sveltine non durano due mesi …» il suo sguardo si addolcì, accennò un leggero sorriso e mi diede la forza di continuare: «Stana con te ho provato delle sensazioni mai sentite prima! Mi devi credere, tu sei troppo importante per me e non voglio lasciarti andare via …»
Una lacrima le rigò il volto e io la baciai prima che raggiungesse il suo mento. Poi spostai le mie labbra e le baciai tutto il viso fino ad arrivare alla bocca. Le diedi dei baci dolci e casti e lei, dopo un attimo di incertezza, ricambiò il bacio schiudendo appena la bocca e lasciando libero accesso alla mia lingua.
Il bacio diventò sempre più passionale e senza rendercene conto ci ritrovammo in camera da letto.
Due ore dopo eravamo sfiniti. Avevamo fatto l’amore senza mai fermarci ed era stato fantastico.
Stana aveva la testa appoggiata al mio petto e io le circondavo le spalle con il braccio. All’improvviso alzò la testa e si girò verso di me: «Mi ami Nathan?»
La guardai negli occhi … “Si, ti amo Stana! Ti amo con tutto il mio cuore, ti amo come non ho mai amato nessuna! Ma perché non riesco a dirtelo? Perché non riesco a guardarti negli occhi e dirti quello che provo?”
Forse la feci aspettare troppo, forse lesse quel cazzo di dubbio nei miei occhi e fu così che si coprì con il lenzuolo, si alzò e si diresse verso la porta del bagno e prima di chiudercisi dentro sussurrò un leggero “vattene”.
La sentii singhiozzare e mi si spezzò il cuore.
Cosa avevo combinato? Come avevo potuto essere così stronzo e fregarmene dei suoi sentimenti? L’avevo persa, me lo sentivo …
Mi rivestii in silenzio e me ne andai come mi aveva detto. Sapevo che ci saremmo rivisti dopo un paio d’ore sul set.
E infatti fu così.


Quando arrivai agli Studios lei non era ancora arrivata. Andrew mi salutò e mi diede il copione. Lo avevo già studiato, ma una ripassatina prima di iniziare non mi avrebbe fatto male.
Dovevamo girare la scena della quinta puntata della quarta serie dove io mi baciavo con quella biondona.
“Perfetto” pensai. Giorno più azzeccato per farmi baciare con un’altra donna non lo potevano scegliere.
Entrai nel mio camerino ed indossai i vestiti preparati dalla costumista appositamente per quella scena. Era un completo nero con una camicia rossa, il risultato molto elegante.
Sentii bussare alla mia porta. Speravo con tutto il cuore che fosse Stana, volevo abbracciarla e scusarmi con lei.
E invece quando andai ad aprire mi ritrovai davanti la biondona!
«Ciao Nathan!» urlò abbracciandomi.
«Ei Kristin, vieni dentro, accomodati.»
Le indicai la poltrona davanti al tavolinetto e le chiesi se volesse qualcosa da bere.
«No, ma che scherzi? Dobbiamo girare, meglio essere lucidi!»
«Già … lucidi …» dissi sospirando.
«Ti senti bene Nate?»
«E’? Ah, si si! Scusa, stavo pensando … Comunque, a che devo l’onore della tua visita?»
«Bhè, sai ho letto il copione. Lo trovo piuttosto interessante, non pensi anche tu?»
Annuii sorridendo, avevo capito dove volesse andare a parare.
«Quindi volevo fare almeno una o due prove, per rendere la scena più realistica ecco …»
«Ho già capito di che scena stai parlando, la trovo interessante anche io sai?»
Forse lei fraintese il mio tono e non capì le mie intenzioni, perché in un batter d’occhio si era già catapultata sopra di me! La scansai subito, non appena mi resi conto di quello che stava succedendo.
«Scusa, scusa Kristin, io non posso! Non adesso! Se deve essere una scena da girare si, ma io e te nel camerino proprio no. Scusami davvero, ma non posso.»
Si alzò, mi guardò e sistemandosi mi disse:
«No, scusami tu! Non so cosa mi sia preso, sono veramente dispiaciuta …» abbassò lo sguardo mentre diceva le ultime parole e assunse un’aria mortificata. Mi avvicinai e la guardai tranquillamente, non volevo apparire arrabbiato.
«Non ti preoccupare, non è successo niente. Ci vediamo fra poco, mi devo finire di preparare.»
Le stampai un bacio sulla guancia e andammo verso la porta.
Quando uscì urlò un: «Ci vediamo dopo Nate!» facendomi l’occhiolino e se ne andò con fare molto teatrale, cosa che non sfuggì a Stana che stava arrivando giusto in quel momento.
Lanciò un’occhiataccia sia a me che a lei ed entrò nel camerino sbattendo la porta.
La giornata era appena iniziata e già mi aveva sbattuto la porta in faccia due volte.



Angolo di Federica :
Eccovi il secondo capitolo, appena sfornato e pronto per voi! Non è lunghissimo, ma con i guai di Nathan siamo solo all’inizio e quindi mi risultava impossibile racchiuderli tutti in un capitolo! Come avrete capito questo è ancora il flashback e non è ancora finito. Volevo ringraziare chiunque abbia letto la storia ma soprattutto chi ha recensito! Mi avete fatto molto felice :D

Per la dedica.. è lo so sono molto sdolcinata, ma questo e altro per la mia Dilets!
Grazie BOYO, tu ci sei sempre e non smetterò mai di dirlo, ti voglio bene!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

***
«Ok, la scena del bacio la rigiriamo, di nuovo! Nathan, puoi venire qui un attimo? Ti devo parlare, ora!»
Avevamo rigirato quella scena quasi venti volte, ma non era venuta mai bene, per tutte e venti le volte!
Mi incamminai verso Andrew, avevo già capito di cosa volesse parlarmi.
«Andrew ascoltami» iniziai a giustificarmi, «oggi non mi …»
«No, ascoltami tu!» era piuttosto arrabbiato, non aveva tutti i torti, ma lui non poteva capire. «Si può sapere cosa ti prende oggi? No perché, sai … io avrei una serie TV da mandare avanti! Ma non posso, perché tu non riesci a dare un dannato bacio ad una donna che non è la tua ragazza!»
«Ma cosa dici? Io non ho la raga… » provai a difendermi ma lui mi interruppe. Aveva capito tutto.
«Senti bello, a me non prendi in giro, capito?! Da quanto tempo è che ti conosco? Da una vita e a me non sfugge niente, lo sai! Quando guardi Stana ti brillano gli occhi, so che c’è qualcosa fra di voi! Ma per favore, non mischiare i sentimenti con il lavoro …»
«Hai ragione, mi dispiace …»
«Dispiace anche a me Nathan, qualsiasi cosa sia successa. Ma sai come è, la produzione mi sta col fiato sul collo e devo consegnare questo episodio almeno per la prossima settimana. Facciamo così: ora giriamo, tu ti concentri e poi stasera ci andiamo a bere qualcosa con tutti gli altri, così ci rilassiamo! Ok?»
«Va bene. Vado un attimo a rinfrescarmi e poi riprendiamo.»
Rigirammo per un’altra mezz’ora. La scena venne bene.
Baciai Kristin, Stana aprì la porta: un “Hey” carico di rabbia e poi uno sguardo omicida verso di me.
Ci dissero che era venuta perfettamente, piuttosto realistica. Chissà perché!
«Bravi ragazzi! Finalmente abbiamo finito! Che ne dite se vi offro da bere? Ci vediamo al solito posto fra un’oretta.»
Mi incamminai verso il mio camerino. Quando passai davanti a quello di Stana mi fermai.
Cosa dovevo fare? Pregarla in ginocchio di tornare da me o ascoltare l’orgoglio e aspettare che tornasse lei?
Non feci in tempo a prendere una decisione che la porta con la targa KATE BECKETT si aprì e me la ritrovai davanti.
«Cosa ci fai qui Nathan?» mi chiese incrociando le braccia sul petto.
Incazzata era ancora più bella.
«Sono venuto a scusarmi, mi dispiace. Non so cosa mi sia preso stama…»
«No, io lo so che ti è presto stamattina!» mi interruppe lei, «hai solamente confermato tutti i miei dubbi!»
Fece per chiudere la porta ma io le bloccai il braccio.
«Stana, mi vuoi ascoltare? Per favore!»
«No Nathan! Pensavo fossi cambiato, pensavo fossi cresciuto! E invece sei sempre il solito e hai rovinato tutto! Stamattina venendo qua avevo deciso di darti un’altra opportunità, ma ho potuto bene vedere che mi hai già rimpiazzata, quindi … Adesso lasciami e sparisci dalla mia vista!»
Aveva alzato il tono della voce e tutti si erano voltati verso di noi.
«Non è come pensi tu!» provai a difendermi.
«Non lo è mai … Ora lasciami il braccio e te lo ripeto per l’ultima volta: sparisci!»
La lascia andare, lei entrò e mi sbatte di nuovo la porta in faccia. Fantastico, quota tre!
Mi girai, mi stavano fissando tutti.
Tornai in silenzio nel mio camerino e iniziai a cambiarmi.
“Cosa mi sta succedendo?
Io non sono un uomo che si fa prendere dai sentimenti, non sono uno che implora una donna per tornare insieme!
Non è da me andare a letto con la stessa donna per due mesi!”
Iniziai a perdermi nei ricordi, nella mia mente riaffiorarono tutti i bei momenti che avevo passato con Stana.
Mi misi a ridere quando pensai al Comic Con del 2010, quando Jon e Seamus proposero di farci leggere pagina 105 di “Heat Wave”. Quegli sguardi che ci lanciavamo, quella non era semplice amicizia, non lo è mai stata.
“Ecco che mi sta succedendo … mi sono innamorato! Fantastico! Ma perché proprio di lei? Ah si! Perché oltre ad essere bellissima è anche intelligente, incredibilmente dolce e maledettamente simpatica. Ha degli occhi in cui mi ci perdo non appena la guardo e un sorriso che mi scalda il cuore. E adesso? Adesso ho rovinato tutto, come al solito.”
Mi finii di preparare pensando a come risolvere il problema, il casino che avevo combinato.
Non mi venne in mente niente, perfetto.

Quaranta minuti dopo  ero davanti al “solito” locale.
Quando arrivai Tamala era già lì.
«Hey, signor Fillion! Pensavo non ti saresti presentato … se io fossi stata in te non mi sarei più fatta vedere sai?»
«Ahah, sempre simpatica Tamala! Dove è il tuo ragazzo?» le stampai un bacio sulla guancia, mi sedetti sugli scalini dell’entrata del locale e mi accesi una sigaretta.
«Jon sta arrivando con Seamus e Juliana*. Aspetta un attimo … Ma da quando è che fumi? »
«Da quando va tutto una merda! Sai, rilassa molto, affogo i miei dolori nel fumo e morirò prima …»
«Quanto sei drammatico! Stana mi ha raccontato e bhè, posso dirti che sei proprio un cretino? Cosa ti è successo?»
«Mi sono innamorato …» risposi sospirando e lasciando uscire dalla mia bocca una grande quantità di fumo.
«Certo che sei scemo! Se sai di essere innamorato perché lo vieni a dire a me ma non riesci a dirlo a lei? Non è una cosa normale …»
«Lo so! Solo che avevo deciso di non farla soffrire, quindi prima di dirle cosa provavo volevo esserne sicuro, e invece così ho peggiorato la situazione! Che devo fare?»
«Forse dovresti …» ma non riuscì a finire la frase che vedemmo arrivare Jon, Seamus e la moglie e anche Stana.
Mi alzai e rimasi appoggiato alla ringhiera. Dopo che Seamus salutò Tamala e Jon le diede un leggero bacio sulle labbra, i due si avvicinarono a me mentre le ragazze rimasero ad ammirare i propri abiti.
«Amico, ti prego! Non dirmi che ti vuoi rovinare così, Andrew non ne sarà contento!» mi rimproverò Jon dopo aver visto la sigaretta che tenevo tra le dita.
Non risposi nemmeno.
Continuai a fissare Stana che mi aveva completamente ignorato. Parlava con le sue amiche ma ogni tanto mi lanciava qualche occhiata di sottecchi. Occhiate piene di rabbia, di delusione.

Un’ora e tre drink dopo eravamo ancora seduti intorno al tavolo. Accanto a me c’era Andrew che intratteneva tutti gli altri sparando una cazzata dopo l’altra. Ridevano tutti, chiacchieravano animatamente e si divertivano.
Io no.
Non avevo spicciato parola per tutta la sera, avevo aperto la bocca solo per ordinare da bere.
Lanciavo di tanto in tanto delle occhiate verso Stana che era seduta dall’altra parte del tavolo. Anche lei ogni tanto mi guardava. Non era più arrabbiata o delusa, ora era anche preoccupata.
Non ero in me quella sera.
Di solito ero l’anima della festa. Intrattenevo gli altri, scherzavo e mi divertivo. Ma soprattutto facevo divertire.
Mi alzai all’improvviso e tutti si voltarono verso di me.
Lasciai davanti ad Andrew i soldi per pagare da bere a tutti e mi incamminai verso l’uscita.
Non feci in tempo ad arrivare davanti alla porta che qualcuno mi fermò da dietro afferrandomi il braccio. Mi voltai lentamente. Appena misi a fuoco la persona che mi aveva fermato un senso di delusione si appropriò di me.
Non era Stana.
Una bella donna, alta, bionda e due occhi azzurri come l’oceano.
«Nathan? Nathan Fillion? Oddio non ci posso credere!»
Elisabeth Crowell. La mia migliore amica per tutti gli anni del liceo e del college. La mia fidanzata per otto anni. Otto lunghi e bellissimi anni. Forse uno dei periodi più belli della mia vita.
 «Ti sei scordato di me Nate?» sentii un tono di delusione nella sua voce.
Le poggiai una mano sulla spalla e dopo un attimo di incertezza l’abbracciai. Un abbraccio dolce e affettuoso, privo di malizia.
Mi era mancata. Quando se ne era andata in Europa per colpa del lavoro mi era crollato il mondo addosso.
«Elis? Elis ovvio che non mi sono scordato di te! Come potrei?» mi staccai dall’abbraccio e la guardai negli occhi, «Dio mio, quanto tempo è passato? Mi sei mancata tantissimo, non puoi nemmeno immaginare!»
«Anche te Nate …» mi accarezzò la guancia, «non mi sembra vero!»
«Ma che ci fai qui? Sono contentissimo di vederti ma mi hai sorpreso!» in un attimo la tristezza che mi avvolgeva fino a poco prima scivolò via.
«Ho deciso di prendermi una vacanza e fare un tuffo nel passato … Sapevo che eri diventato famoso, non pensavo di riuscire ad incontrarti e invece ecco qua!»
«Senti, io stavo andando via … Ti va di venire a fare una passeggiata?»
«Certo! Saluto i miei amici e arrivo.»
«Ok, ti aspetto fuori …»
Prima di uscire lanciai un’occhiata al mio tavolo: mi stavano ancora fissando tutti e Stana trasudava gelosia.
Feci finta di niente e uscii.
L’aria fredda mi colpi in pieno volto e io ripresi padronanza di me stesso. Bastò un momento e tutti i miei dubbi e i miei problemi riaffiorarono. Avevo appena piantato lì tutti quanti per uscire con Elisabeth, come l’avrebbero preso? E cosa avrebbe pensato Stana?
Non avevo voglia di tornare dentro e scusarmi. Mi serviva una passeggiata con una vecchia amica, volevo parlare, mi dovevo sfogare con qualcuno.
Elis uscì poco dopo e iniziammo a camminare, le passai un braccio sulle spalle e lei mi cinse i fianchi con il suo.
Iniziai a raccontarle cosa era successo. Le parlai quasi tutto il tempo di Stana e lei ascoltava. Ogni tanto mi guardava con tenerezza. Mi era mancata. Mi mancava qualcuno che mi ascoltasse così, senza fare battute o semplicemente dire il proprio parere.

Dopo mezz’ora eravamo arrivati davanti al suo albergo.
Io stavo meglio, sfogarmi mi aveva fatto bene.
Mi chiese se volessi salire ma le dissi che era meglio andare a casa a riposare.
Era stata una giornata lunga.
La salutai e la invitai a venire sul set due giorni dopo. Accettò ed entrò nel palazzo.
Io non avevo nessuna intenzione di andare a casa.
In cinque minuti arrivai davanti  la villetta di Stana.
Dovevo spiegarle, parlarle e dirle che l’amavo!
Ma non accadde, non riuscii a dirle niente: era già impegnata!
E pensare che lo stronzo dovevo essere io!
Me la ritrovai davanti, avvinghiata ad un altro uomo. Non riuscii a muovere un muscolo o a spiccicare parola. Stavo trattenendo il fiato e me ne accorsi solo dopo qualche minuto buono. Non avevo mai provato un dolore così forte. Mi sembrò di ricevere un pugno in piena faccia. Anzi no, quello avrebbe fatto meno male!
Me ne andai così come ero venuto, in silenzio e solitudine. Solo che non c’era più quella speranza ad accompagnarmi. Si, perché io ci avevo sperato fino all’ultimo! Avevo sperato in un perdono o anche un semplice chiarimento.
Non ero stato io a rimpiazzarla subito. No, io pur essendo stato tentato due volte non avevo ceduto. E invece lei si, si era accontentata del primo uomo che non ero io che le era capitato sotto mano.
Rimasi deluso da quel comportamento, dalla Stana che conoscevo io non me lo sarei mai aspettato.***


*Juliana è la moglie di Seamus, ovvero l'attrice che interpreta Jenny!

Angolo di Federica:
Buonasera! Ecco il terzo capitolo, puntuale come gli altri due! J
Il flashback di Nathan finisce qui, da adesso si ritornerà al presente.
Volevo annunciare che il prossimo capitolo sarà il penultimo, o addirittura l’ultimo! Mi dispiace, ma penso che come prima FF vada bene anche solo con 4 o 5 capitoli!
Ringrazio ancora chi legge, chi recensisce e chi continua a farlo! :D

E come sempre un ringraziamento speciale alla mia BOYO!
P.s. Sono felice di condividere questa paura dei ragni con te! Ti amo <3

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Mi riprendo dai miei pensieri: questi ricordi fanno sempre male, ma io sono un uomo, un uomo apparentemente forte e non posso mostrarmi agli altri così fragile senza quella donna, la donna che è riuscita a farmi cambiare, a tirare fuori il meglio di me e farmi stare bene davvero, come poche volte nella vita.
La gente e i fan non capiscono. Pensano che noi siamo sempre felici solo per i soldi e la fama. Ma non è così. Siamo persone apparentemente normali solo con un lavoro un po’ diverso dal loro. E anche noi, quindi, amiamo, soffriamo e abbiamo dei sentimenti. Non va sempre tutto bene, a me per esempio va sempre tutto per il verso sbagliato. Quando c’era Stana no però.
Come me lo spiego? Ero riuscito ad essere un uomo migliore, lei mi aveva fatto diventare un uomo migliore. E adesso sono qui, a rimpiangere i nostri momenti, le nostre serate insieme, gli sguardi che ci lanciavamo anche i più piccoli gesti e le nostre litigate per una stupidaggine. Non ci rivolgiamo la parola fuori dal set da quella sera. Non siamo più usciti insieme, io e lei da soli. Non abbiamo avuto più il coraggio di parlare di quello che è successo.
Si è alzato un muro fra di noi, come quello fra Castle e Beckett. Ma io non ho intenzione di rimanere qui a non fare niente, già ho aspettato troppo. Non aspetterò come il mio personaggio che lei mi apra o mi faccia un piccolo buco in questo muro! Entrerò da solo, senza bussare e le dimostrerò che sono un uomo diverso, sono l’uomo che ama e non la farò più soffrire.
«Hey amico stai bene?» mi sono immerso un’altra volta nei miei pensieri e questa volta qualcuno se ne è accorto. Mi metto a sedere coprendomi fino all’addome con il lenzuolo. Jon è in piedi vicino al letto e mi fissa con uno sguardo preoccupato. Tutti mi guardano preoccupati da quando io e Stana abbiamo litigato.
«Si, stavo solo pensando … mi vado a preparare per la cena di stasera che è già tardi!» rispondo guardandomi il polso in cerca di un orologio che non c’è. L’avevo tolto per girare quella scena, ma mi ero dimenticato.
«Che ore sono Jon?» chiedo quindi al mio amico che continua a guardarmi poco convinto della mia risposta.
«Le sei e mezza.» risponde prontamente, «La cena è alle nove, quindi non è tardi!»
«Si ma lo sai, sono peggio delle donne io! Ci metto una vita a prepararmi!» ribatto io con un finto sorriso.
«Ti devi preparare è? Vuoi farti bello per rimorchiare Nate?» mi chiede con lo sguardo malizioso.
Anche quel finto sorriso sul mio viso scompare e riaffiora la tristezza. Come potrei mai pensare a rimorchiare quando in mente ho solo Stana? Mi alzo di scatto e mi avvio verso il mio camerino.
«Ci vediamo stasera Jon!» gli dico girandomi quando sono davanti alla porta con su scritto RICK CASTLE.
Entro, mi infilo i pantaloni che sono sul divanetto, cerco una camicia e dopo essermela messa afferro le chiavi dell’auto e mi catapulto fuori. Guido fino a casa e una volta arrivato inizio a prepararmi. Due ore mi bastano e mi avanzano ma voglio arrivare in anticipo al locale per parlare con il deejay.
Andrew ha organizzato una cena con tutto il cast per festeggiare la fine delle riprese della quarta serie, l’inizio delle vacanze e il rinnovo del contratto per la quinta stagione. Non ci ha ancora detto cosa ha in mente per le prossime puntate, ha detto di non pensarci e godersi le vacanze. Io riuscirò a godermele solo se Stana starà con me e farò di tutto per passarle con lei.

Un’ora e mezza dopo sono davanti al ristorante, lascio la macchina all’uomo addetto al parcheggio ed entro. Il posto è molto bello ed elegante, ci sono venuto a mangiare già una volta con mio fratello quando mi ha presentato la sua futura moglie. L’entrata è separata dal resto del locale da delle lastre di vetro,  i tavoli, anch’essi di vetro, sono disposti intorno ad una grande pista da ballo circolare, in fondo alla quale vi è la postazione del deejay.  Altri tavoli sono disposti ai piani superiori e si affacciano anch’essi sulla pista da ballo. Le luci molto soffuse e la lenta musica che risuona nel locale creano un’atmosfera magica.
Mi avvicino al concierge e mi scuso dell’anticipo, gli spiego velocemente il mio intento nel parlare con il deejay per chiedergli di far partire una canzone al mio segnale quella sera. Mi guarda sorridente:
 «E’ per una donna signore?» mi chiede con quel sorriso ancora stampato sul volto.
«Si» ho tanto tempo prima che arrivino gli altri, che male c’è raccontargli qualcosa? «Mi devo far perdonare da una donna e vorrei parlarle mentre balliamo accompagnati da questa canzone.» gli spiego indicando con il mento il cd che ho fra le mani. Mi guarda ancora sorridente.
«E’ la vostra canzone signore?»
«Veramente no, ma sono sicuro che le piacerà …»
«Allora in bocca al lupo! Prego da questa parte.» mi guida fino alla postazione del deejay e mi dice di aspettare lì che il ragazzo che è di turno quella sera arrivi. Aspetto e dopo pochi minuti mi si presenta davanti un giovane in papillon. Mi porge la mano e si presenta: «Buonasera, lei deve essere il signor Fillion! Stasera il deejay sono io, mi hanno detto che ha una richiesta per me …» sorride anche lui, perché questa sera sorridono tutti?
 «Si sono io, piacere …» lo saluto porgendogli la mano.
«Matthew!» ricambia la stretta e ha ancora quel sorrisino ebete sulla faccia.
«Piacere Matthew! Ti volevo chiedere un favore: ad un certo punto inviterò una donna del mio tavolo a ballare, se lei mi dirà di no lascia perdere, fai finta di niente. Se invece accetterà e vedi che veniamo insieme verso la pista puoi mettere questa canzone? E’ dei Coldplay, si chiama The Scientist. La conosci?»
 «Signor Fillion, ho 22 anni e lei mi chiede se conosco una canzone dei Coldplay!» ride divertito e intanto mi prende dalle mani il disco, «Comunque, sarò lieto di mettere questa canzone, anche perché è la mia preferita, e spero vivamente che lei riesca a riuscire nel suo intento con questa donna! Ora se mi può scusare inizio a preparare il resto della musica per questa sera. In bocca al lupo!» mi stringe di nuovo la mano e se ne va.
Guardo l’orologio, sono quasi le nove e appena alzo lo sguardo verso la porta d’entrata fanno il loro ingresso Tamala sottobraccio a Jon, Seamus e Juliana, Andrew e la moglie. Alzo la mano in modo che mi vedano ed il primo ad accorgersi di me è Jon. Mi indica al resto degli amici e si avvicinano a me.
«Nathan! Che ci fai già qui?» mi chiede Andrew con sguardo malizioso, «sei venuto a cercare una bella donna che ti faccia compagnia per il resto della serata?» Perché sono tutti convinti che sono in cerca di una donna?
Io una donna già ce l’ho!
«No, sono arrivato da poco, non mi sono accorto dell’orario.» rispondo ignorando la seconda parte della frase.
«Ci vogliamo sedere o aspettiamo gli altri in piedi?» chiede Tamala indicando il lungo tavolo davanti a noi.
«Sediamoci, è meglio.» risponde Andrew e dopo aver salutato il resto del gruppo mi siedo intorno al tavolo di vetro, vicino ad Andrew. Alla mia sinistra c’è un posto vuoto, non ci si è seduto nessuno per lasciarlo libero a Stana.
Iniziamo a chiacchierare e dopo poco arrivano anche gli altri. Penny entra sottobraccio al marito, è la prima volta che lo vedo, deve essere un tipo simpatico. Dietro di lei arrivano Stana e Molly: sono due donne bellissime e la loro entrata insieme fa un certo effetto nella sala. Molly indossa un vestito nero che le arriva fin sopra al ginocchio con una scollatura a V che le mette in mostra il decolté. I capelli rossi sono lasciati sciolti sulle spalle e i suoi occhi azzurri sono messi in risalto da un filo di trucco. Per me è come una figlia, le voglio molto bene, si è creato un legame speciale fra di noi in questi anni. Mi vede e mi sorride e io le sorrido di rimando. Sposto lo sguardo sulla donna accanto a lei: Stana sembra una dea, si guarda un attimo intorno fino a posare gli occhi su di me. I nostri sguardi si incatenano ma subito lei distoglie gli occhi imbarazzata. Indossa un tubino bianco perlato che le fascia le ginocchia, la scollatura si lega in mezzo ai seni grazie ad un anello argentato e le lascia la schiena coperta solo da due fasce che si intrecciano al centro di essa. Non riesco a staccare gli occhi da lei e sento che mi arriva una leggera gomitata sul fianco. E’ Andrew, si è accorto che mi sono incantato e mi ha salvato dal fare un brutta figura.
Dietro di lei ci sono anche Susan, Santiago e il resto della troupe. Siamo più di venti intorno a quel tavolo. Stana non si è seduta vicino a me, come immaginavo. Ha lasciato il posto al “capitano Montgomery” e ora sto chiacchierando con lui animatamente. Non l’ho visto per tre mesi, tutte le volte che è passato a salutare agli Studios io non c’ero.
«Allora Nathan, cosa farai quest estate?» mi sento chiamato in causa da Andrew quindi interrompo la conversazione con Santiago e alzo lo sguardo verso il resto delle persone sedute al tavolo. Mi guardano tutti e aspettano una risposta in silenzio, sanno tutti della “situazione” tra me e Stana, bastardo Marlowe a farmi quella domanda.
«Ancora non lo so di preciso …» inizio io, «ma penso che la passerò in compagnia,» sorrido malizioso, «magari in una spiaggia tropicale o non so!» Lanciò un’occhiata a Stana che mi fissa con la bocca spalancata. E’ gelosa marcia e sono contento che appena parlo di una donna rimane così, trasudando gelosia.
All’improvviso si alza di scatto, prende la borsa e dice che deve fare una telefonata. Esce velocemente dalla porta prima che qualcuno ha il tempo di ribattere.
La seguo con lo sguardo, ma che cazzo ho fatto?
Mi alzo anche io: «Scusate, devo andare in bagno.»
Mi guardano tutti maliziosi, hanno capito che il bagno non è la mia destinazione. Quando passo davanti la pista da ballo lancio un’occhiata al deejay che mi guarda interrogativo. Gli faccio segno di aspettare con la mano e in risposta mi fa l’occhiolino. Esco dal locale e l’aria fredda mi investe. Fortunatamente ho la giacca.
Stana è un po’ più avanti, si sfrega le spalle con le mani, evidentemente ha freddo.
Mi avvicino silenziosamente, mi sfilo la giacca e gliela poggio sulle spalle. Si gira e mi guarda con aria interrogativa.
 «Che ci fai qua fuori?» mi chiede fredda. Il suo tono con me è sempre così da quella sera.
«Mi serviva una boccata d’aria … E te?» le chiedo di rimando.
«Anche a me.» risponde abbassando lo sguardo.
«Sei bellissima stasera, te l’ho detto?» le accarezzo un braccio e lei alza lo sguardo.
«Cosa vuoi Nathan?» sta trattenendo le lacrime, ne sono sicuro.
«Stana, io non ce la faccio più ad avere questo rapporto con te! Se proprio non vuoi avere più niente a che fare con me come amante almeno torniamo amici, ti prego … Non ce la faccio a non parlarti, a non poterti abbracciare, a non uscire con te … Da quando abbiamo litigato è morta una parte di me, non riesco ad essere felice senza te vicino!»
«Hai perso la tua occasione Nate!» mi porge la giacca e rientra dentro senza guardarmi in faccia.
Io rimango fuori per altri cinque minuti, tempo di fumarmi una sigaretta. E’ diventato un vizio ormai, quando sono stressato o agitato per qualsiasi cosa mi accendo una sigaretta e mi rilasso.
Quando rientro si sono aperte le danze. Stana è seduta su un divanetto e guarda le coppie che ballano con sguardo sognante. Ad un certo punto un uomo le si avvicina, le porge la mano e vedo lei annuire con un sorriso.
Iniziano a ballare, ho un’idea.
Faccio il giro della pista e mi avvicino alla coppia da dietro in modo che lei non possa vedermi. Con la mano e un finto, anzi non proprio finto, sguardo pieno di rabbia faccio capire all’uomo che è il momento di farsi da parte. Quello lascia Stana da sola lì in mezzo alla pista inventandosi una scusa banale, lei si gira verso di me e non ha nemmeno il tempo di guardarmi che io l’afferro e inizio a ballare con lei tenendola stretta.
«Adesso rallentiamo gente!» annuncia il deejay che ha seguito con gli occhi i miei movimenti e ha capito che è il momento di far partire la canzone che gli ho dato.
«Nathan, che vuoi fare?» mi chiede Stana con lo sguardo arrabbiato mentre continuiamo a ballare lentamente.
«Ballare, non vedi?» le sorrido ed incateno i miei occhi ai suoi. Stavolta non abbassa lo sguardo. «Per favore Stana, dammi solo il tempo di parlare. Poi puoi scegliere di lasciarmi a ballare da solo e tornare da quel nano laggiù oppure di rimanere qui insieme a me.».
«Penso di aver già deciso,» risponde guardando l’uomo con cui ballava prima, «ma una piccola chance te la do solo perché poi non ci vedremo per tre mesi!»
Rincateno il mio sguardo al suo e la musica parte.

Come up to meet you, tell you I’m sorry, you don’t know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you, Tell you I set you apart.”

«Stana, io ti volevo dire che con te mi sento un uomo completo, quando ci sei tu riesco a sorridere anche quando va tutto storto. Sei la donna migliore che abbia mai incontrato ed è inutile continuare a negare quello che provo per te.»

“Nobody said it was easy, It's such a shame for us to part.
Nobody said it was easy, No-one ever said it would be this hard, Oh take me back to the start.”

«Io vivo di emozioni che nemmeno sai di darmi … Volevo dirti che ti amo, che sono innamorato di te dal primo giorno che ti ho vista, dal primo provino per la parte di Beckett! Volevo dirti anche che sono un cretino, quella sera non me ne dovevo andare via con Elisabeth e lasciarti lì cosi, ma avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno! Non è successo niente con lei quella sera, non è successo niente nemmeno con Kristin nel camerino! Quando ho riaccompagnato Elis all'hotel sono venuto davanti a casa tua, e tu eri lì, abbracciata a quell'uomo.. Non ci ho visto più dalla rabbia e sono andato via! Non ti ho detto prima cosa provo per te solo perchè volevo esserne sicuro e non prenderti in giro.. ma così ho peggiorato la situazione, scusami ...»

And tell me you love me, come back and haunt me, Oh and I rush to the start.
Running in circles, chasing tails, And coming back as we are.”

«Quindi ora se vuoi tornare dal nano vai, ma almeno sai quello che provo! »
«Nathan, quell'uomo era Mark Polish ... La ragazza l'aveva appena lasciato e lui era venuto a piangere sulla mia spalla, voleva solo essere confortato da un'amica! Non ti ho nemmeno visto quella sera, se no ti avrei spiegato ... E poi io pensavo che fossi con quella, che non ero importante per te!»
Le scappò una lacrima e io gliela asciugai con il pollice. Poi continuò:
«Ho due cose da dirti Nate, primo: guarda caso questa è la mia canzone preferita e parte proprio mentre balliamo noi due? Interessante ... Secondo: anch'io ti amo!»
Si avvicina, mi allaccia le mani dietro al collo e mi bacia.
Mi riprendo dallo shock ed emozionato come non mai ricambio il bacio con passione.


Angolo di Fede:
Penultimo capitolo con un po’ di ritardo gente!
Avete visto? Si è risolto tutto, ma non è ancora finita..
Al prossimo capitolo fantastico mondo di EFP! :D

Dedico questo capitolo al mio vero Richard, sperando che un giorno riuscirò ad abbattere questo muro che mi circonda e non mi permette di arrivare da te.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 Capitolo 5


Tre anni dopo …
«Vuoi tu prendere questa donna come tua sposa?»
«Si, lo voglio!»
«E vuoi tu prendere questo uomo come tuo sposo?»
«Si, lo voglio!»
«E allora io vi dichiaro marito e moglie! Signore, ora può baciare la sposa …»
Jon si avvicina a Tamala, le lascia un bacio sulle labbra e un grande boato di applausi si alza nella sala.
Mi giro verso Stana che è seduta accanto a me, ha smesso di battere le mani e adesso si asciuga le lacrime con un fazzolettino. Poggio una mano sul suo ventre e inizio ad accarezzarglielo. Lei mi guarda, incatena i suoi occhi ai miei e sorride, appoggiando la sua mano sulla mia mentre compiamo dei piccoli movimenti circolari sul suo pancione.
Il dottore ci ha detto che mancano una decina di giorni prima che i gemelli nascano, un maschio e una femmina, Richard e Katherine ovviamente.
Ci alziamo tutti in piedi, aiuto la mia compagna a farlo e usciamo dalla chiesa seguendo gli sposi.
La cerimonia si è tenuta in una piccola chiesetta vicino al mare, intorno a noi solo spiaggia. Quando siamo fuori il sole sta tramontando, Los Angeles di sera è bellissima ed il paesaggio che ci circonda è a dir poco emozionante.
Ci avviamo in macchina al ricevimento. Nella nostra limousine ci sono anche Seamus, Juliana e Molly con il suo fidanzato. Dopo quasi un’ora di viaggio passata a parlare dei gemelli, del parto imminente e a ridere dei vecchi ricordi arriviamo davanti ad un’altra spiaggia. E’ quasi buio, il posto è illuminato da migliaia di candele poggiate sulla sabbia che illuminano un sentiero di pietre che porta alla riva, dove ci sono tavoli sparsi qua e là.
Il mare è calmo e il rumore delle onde che non lontano da noi si infrangono sugli scogli è quasi rilassante.
Ci accomodiamo al nostro tavolo, è uno dei più grandi perché gli sposi hanno voluto prepararne uno per quasi tutto il cast. Alla mia destra si è seduta Stana, mi giro a guardarla, le candele le illuminano il volto e creano uno strano gioco di ombre sui suoi zigomi ed intorno ai suoi occhi. Sembra una dea, la mia dea e mi incanto a fissarla.
 «Nate, la smetti di fissarmi per favore?» si è voltata verso di me e mi guarda sorridente.
Le prendo la mano e le stampo un tenero bacio sulle labbra,«Come faccio? Sei bellissima amore mio».
Abbassa lo sguardo e compare un lieve rossore sulle sue guance, non riuscirà mai ad abituarsi a tutti i complimenti che le faccio e a tutte le attenzioni che le do.
Iniziamo a mangiare, Stana non tocca cibo: in questo ultimo mese di gravidanza ha perso l’appetito ma il ginecologo ha detto che è normale.
Passiamo una serata fantastica, fra continui brindisi, chiacchiere e risate. Ogni tanto gli sposi si alzano dal loro tavolo posizionato sulla piattaforma che galleggia sull’acqua del mare e si avvicinano al nostro. Non avevo mai visto Tamala così entusiasta di qualcosa! E Jon … Bhè Jon spruzza felicità da tutti i pori, fa una battuta dopo l’altra e non lascia mai la mano di sua moglie.
 «Quindi stanotte partirete subito per la luna di miele?» chiede Andrew quando la coppia ci viene a far visita per la decima volta.
«Si!» risponde Tamala con un sorriso a trentadue denti, «Jon ha organizzato tutto ma non mi ha ancora detto dove mi porta, spero sia un posto magico» continua guardando il marito con gli occhi sognanti.
«E’ una sorpresa amore» le spiega lui prima di baciarla sulle labbra.
«Jon, puoi venire un attimo?» lo chiamo io alzandomi e facendogli segno di seguirmi.
Ci avviamo lontano dal tavolo e gli circondo le spalle con un braccio.
«Complimenti amico, sei un uomo fortunato!»
«Grazie Nate, lo so e non farò errori …»
«Ne sono sicuro!» lo guardo sorridendo, è innamorato perso di Tamala, non ho mai minimamente pensato che lui la potesse far soffrire.
Ci fermiamo una volta sicuri di essere lontano da orecchie indiscrete, si posiziona davanti a me con una faccia seria: «Allora, tutto pronto?»
«Si Jon, aspetto solo il momento giusto. La porto a fare una passeggiata sulla riva e poi farò la mia proposta!»
Sul suo volto si apre un sorrisone, «E andiamo così fratello!», mi batte una mano sulla spalla e ci abbracciamo, in quel momento Seamus arriva velocemente verso di noi.
«Glielo hai già chiesto?» mi chiede, «Perché io non vedo anelli sulle dita di Stana, non vorrei se lo fosse già tolto, sai non è un buon segno …»
«Stai tranquillo, non se lo è tolto! Glielo devo ancora chiedere, sto solo aspettando il momento giusto …» rispondo io guardando l’orologio. È passata da poco la mezzanotte, non mi rimane molto tempo.
«Amico ti conviene sbrigarti allora, fra poco ci sarà la torta e poi io porterò mia moglie in paradiso quindi vedi di fare in fretta e non perdere questa occasione!» mi fa notare Jon.
«Sai Nathan, mi fa strano … chiedere ad una donna di sposarlo ad un matrimonio!», Seamus ha lo sguardo perso lontano, verso il mare. Ma come gli vengono in mente certe cazzate?
Scoppiamo a ridere tutti e tre e ritorniamo verso il tavolo, le ragazze non ci avevano staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, chissà se avessero sentito qualcosa.
«Di cosa stavate parlando voi tre è?» ci chiede Juliana sospetta.
«Infatti lo vorrei sapere anche io, non mi fido per niente quando fate così!!» continua Stana con uno sguardo divertito.
«Niente amore», mi inchino su di lei e le lascio un bacio sulla spalla nuda, «vieni a fare una passeggiata sulla riva con me?» le chiedo sperando con tutto il cuore che accettasse.
«Certo, ma cammina piano che io oltre a portare il mio peso devo sorreggere anche quello di due piccoli Fillion» mi risponde teneramente.
La prendo per mano e molto lentamente ci incamminiamo sul lungo mare. La luna è riflessa nell’acqua ed io non posso far a meno di rimanere incantato da quello spettacolo naturale. È una serata perfetta.
Camminiamo piano, ognuno avvolto nei propri pensieri.
«A che pensi?» mi chiede lei curiosa.
«Stavo pensando alla prima volta che ti ho vista: hai iniziato a recitare il copione che Andrew ti aveva dato con così tanta sicurezza che ho capito subito che tu eri la donna perfetta! Ma non solo per il ruolo, ho capito subito che tu eri la donna perfetta per me, la donna con la quale avrei voluto passare tutta la mia vita, avere dei bambini ed un futuro perfetto insieme. Non avevo mai desiderato queste cose con altre donne, è stata una sensazione strana, non avevo mai pensato al mio futuro …»
«Nate così mi fai commuovere», mi interrompe lei sorridendo e alzando lo sguardo verso di me.
Ci fermiamo, le prendo il viso fra le mani e inizio a baciarla. Ogni volta che sfioro le sue labbra è sempre un esplosione di emozioni! Ogni bacio sembra il primo che ci scambiamo e dei brividi mi attraversano tutta la schiena. Inizio a mordicchiarle il labbro superiore e la sento sorridere contro le mie.
«Nate, non mi sembra il momento migliore per iniziare … Lo sai come sono fatta, non è facile fermarmi e a pochi metri da noi ci sono più di un centinaio di persone» mi fa notare lei quando il bacio inizia ad approfondirsi e si stacca da me sorridendo.
«Oh, lo so che non è facile fermarti!» la provoco con uno sguardo malizioso. Le riprendo la mano e ci rincamminiamo sul lungo mare, dopo pochi metri mi fermo con decisione.
«Hey tutto è apposto? Ti sei stufato amore, vuoi tornare indietro?» mi chiede lei appena ha visto che l’ho fermata.
«No … volevo chiederti una cosa importante», inizio io. Le lascio la mano, solo per spostarla nella tasca interna della mia giacca, individuo la tasca e ne estraggo una scatoletta di velluto. Mi inginocchio davanti a lei, prendo un bel respiro e con tutto l’amore che riesco a raccogliere inizio il mio discorso.

«Stana, tu lo sai quanto ti amo, sai quanto sei importante per me e questi due scriccioli che hai nella pancia ne sono la prova vivente. Prima di conoscerti ero un attore pieno di se circondato da belle donne, che pensava solo a se stesso e che non riusciva ad avere una relazione con una donna che non durasse più di due mesi …» Stana mi guarda dall’alto, ha capito dove voglio andare a parare e mi sorride. Una lacrima le riga il volto, ma non mi interrompe, mi lascia parlare. «Quindi, oltre al fatto che ti ringrazio con tutta l’anima, con tutto il cuore per avermi fatto scoprire una parte di me che non conoscevo e per avermi reso un uomo migliore, volevo dirti che io ho intenzione di rimanere con te per tutta la vita, che non ti lascerò mai sola, che rimarrò sempre al tuo fianco … e volevo chiederti una cosa …» mi posiziono meglio, mi appoggio ad un ginocchio con tutto il peso del corpo e le apro la scatolina davanti al volto. I suoi occhi brillano alla vista dell’anello che vi è al suo interno, è un semplice anellino ricoperto di diamanti, non troppo vistoso, proprio come piace a lei, «mi vuoi sposare Stana? Mi renderesti l’uomo più felice sulla faccia della terra e spero di renderti una donna altrettanto contenta.»
Altre lacrime le rigano il volto, apre la bocca ma non riesce ad emettere alcun suono, così annuisce semplicemente.
Mi alzo e le infilo l’anello al dito, è perfetto.
«Ti amo!» le sussurro stampandole un bacio sulle labbra.
«Anche io ma … Tell me you love me, again!»
«Always!» le rispondo io prima di riprendere il contatto con le sue labbra.


Angolo di Fede :) :
Eccolo qua! Finalmente l’ultimo capitolo (scusatemi l’attesa ma con la scuola è un vero casino .__. )!
Non è lunghissima questa FF ma come prima storia mi sembra che vada bene come lunghezza e (non per fare la poco-modesta) sono piuttosto soddisfatta di questa STANATHAN! :D

Volevo ringraziare di cuore tutti quelli che l’hanno letta, seguita e recensita!
E ovviamente un ringraziamento speciale alla mia BOYO! Ti amo amica mia <3

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