Dear One Direction...

di xisthemoment
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vanessa ***
Capitolo 2: *** La Lettera. ***
Capitolo 3: *** Niente Londra? ***



Capitolo 1
*** Vanessa ***


 

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Vanessa posò la penna sulla scrivania piena di libri, cd e cianfrusaglie varie si sentiva libera, libera da tutte le oppressioni.
Vanessa amava scrivere, amava esprimersi in quel modo, ma soprattutto amava scrivere a loro, quella band che le aveva rubato il cuore da più di un anno.
Dal casino della scrivania tirò fuori un quaderno ad anelli rosa, con la scritta ‘LETTERS FROM A FAN’, sfogliò le numerose cartellette di plastica contenenti fogli e si fermò alla prima cartelletta vuota, appoggiò il quaderno sulle gambe e incominciò a cercare il foglio che aveva appena finito di scrivere, quando lo ebbe trovato lo infilò nella cartelletta, per poi richiudere il quaderno e buttarlo di nuovo sulla scrivania.
Guardò l’orologio che aveva appeso alla parete: le 17.30
Vanessa iniziò a guardarsi in giro, scrutando la sua stanza “no, non va bene” mormorò tra se e se.
Si avvicinò ad una delle pareti color panna dove c’erano attaccati numerosi poster e ne staccò uno, Poi si spostò nella parete a lato e lo ri-attaccò.
Si diresse al centro della stanza e con un sorriso si mise a saltellare.
La sua stanza era perfetta, un po’ disordinata, ma perfetta per lei.
Era quadrata, aveva una maestosa finestra che occupava la maggior parte della parte che si affacciava su un parco, le altre quattro pareti erano ricoperte di poster: Taylor Swift, Jonas Brothers, Selena Gomez e loro, i One Direction.
Attaccata ad un’altra parete c’era la sua bellissima scrivania bianca, con sopra un computer e i numerosissimi fogli, quaderni, libri e giornalini tutti tagliati, proco più in là c’era un armadio bianco e rosa anche questo ricoperto, ma questa volta, ricoperto di sue foto con le sue amiche, Vanessa andava in giro dicendo che un giorno ci sarebbe stata anche una foto di lei e dei suoi idoli.
Proprio attaccato alla parete opposta, invece, c’era il letto anche questo bianco, con le coperte rosa.
Era una normalissima stanza di una sedicenne, ma a Vanessa piaceva pensare che la sua fosse speciale,  che avesse qualcosa in più.
Dalla cucina la madre la chiamò e lei si precipitò da lei, ma prima si fermò davanti allo specchio, vicino alla porta, per sistemarsi.
I capelli neri le scendevano fino alle spalle e la frangetta le arrivava poco più sopra i grandi occhi azzurri.
Portava dei normalissimi Jeans e una felpona con su scritto ‘Can you be my Harry? I’ll be your Louis’ era la sua felpa preferita, anche perché gliel’aveva regalata la sua migliore amica.
Si sistemò i capelli e uscì dalla stanza di buon umore, era sempre felice dopo aver scritto.
  
______
Angolo di Niki
Bonsoire belle racazze! I'm back! si, lo so che vi stò fracassando le ovaie anche perchè ho già un'altra Long in corso (che dovrei continuare LOL)
Ma l'altro giorno mi è venuta quest'idea scrivendo una lettera (che troverete sempre su questo sito) e quindi... eccomi qua

AH PRIMA MI CHIAMAVO niki1909 MA TANTO NON VI PUO' IMPORTARE DI MENO!
e dato che faccio casino ora farò un'amorevole elenco puntato:
- questa storia fa parte di una serie, nel senso che se cliccate quel FANTASTICO pulsantino in alto potete trovare anche l'altra One Shot\lettera che vi ho accenntato prima
- questo è un prologo quindi è normale che sia così corto :3 don't worry
- volevo chiedervi di farmi sapere cosa ne pensate di quello scempio di foto (fatto in 5 minuti) ci tengo molto ad essere insultata
- volevo dirvi anche che se volte potete seguirmi su twittah! Mi chiamo sempre xisthemoment
- eeeeeeeeeeeeee ho finito di rompervi le scatole
un bacio,
Nicole






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Capitolo 2
*** La Lettera. ***



 

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New York, ore: 4.30 pm

"Cari One Direction,
Si, lo so, sarà la ventesima lettera che scrivo in due mesi, e sarà l'ennesima che non invieró.
Comunque, l'altro giorno stavo ascoltando Superstar di Taylor Swift.
E c'è una parte che dice:
I'm No One Special, Just Another Wide-eyed Girl
Who's Desperately In Love With You
Give Me A Photograph To Hang On My Wall
Si, io non sono speciale, non sono bella, non sono simpatica non sono nulla.
Sono soltanto una delle tante ragazzine urlanti che è perdutamente e fottutamente innamorata di voi!
Una di quelle che darebbe la vita per abbracciarvi, venderei persino il mio cellulare e il computer pur di avere una foto con voi.
E invece vivo in un fottuto paese, si, ci siete stati due volte, ok, ma per una volta vorrei non essere vostra fan.
Vorrei non stare ore e ore a piangere, ma poi mi capita una vostra canzone durante la mia riproduzione casuale e insieme alle lacrime spunta un sorriso, perchè VOI mi rendete felice.
Quindi per l'ennesima volta vi ringrazio, vi ringrazio per tutto.
Una semplice fan"
"Wow" concluse un moro dopo aver finito di leggere in una mano aveva un foglio tutto strappato e scritto in Inglese, velocemente, e nell'altra un foglio di quaderno scritto in Italiano, con una bellissima grafia.
"dobbiamo ringraziare Marco per la traduzione lampo" disse un altro moro, seduto di fianco al primo.
"non vi sembra strano?" chiese, poi, un terzo ragazzo, questa volta biondo, per poi continuare "cioè, di solito le lettere sono scritte nella nostra lingua, non in Italiano, le fans poi fanno di tutto per scrivere su fogli perfetti, senza errori, sbavature, una piega una parolaccia o quant'altro, mentre questa lettera è..." "strana? Diversa?" chiese un altro ragazzo che fino ad ora era rimasto zitto "secondo me è accattivante" si intromise un ricciolino.
"stà zitto Harry!" gli urló dietro il moro che aveva ancora in mano i due fogli "ok, calmo Zayn, sei un pó agitato o sbaglio?" rispose il ricciolino strappandogli dalle mani il foglio con sopra la traduzione "mi piacerebbe sapere come si chiama" disse il biondino "sembra simpatica"
"uh uh" borbottó Harry, intento a rileggere la traduzione della lettera "potremmo risponderle" disse uno dei cinque "questa si, che è una buona idea Liam! Lou vai a prendere carta e penna!" ordinó il ricciolino "volo!" urló il moro di rimando, mentre correva fuori dal camerino "ma muoviti che tra mezz'ora dobbiamo prepararci" gli urló dietro il moro che aveva ancora in mano la lettera 'originale'


Milano, ore: 9.30 pm

Vanessa stava freneticamente sfogliando le pagine di un quaderno ad anelli, borbottando ogni tanto qualche parolaccia.
Giunta alla fine di tutti i fogli urló un sonoro "vaffanculo" e buttó il quaderno sul tappeto, vicino al letto, dove già c'erano due quaderni ad anelli, tre quaderni normali, cinque libri e una marea di giornalini.
La ragazza si avvicinó alla massa di fogli, libri e quaderni e gli tiró un calcio, poi si giró, e con aria di sfida si mise a scrutare la sua scrivania, messa ancora peggio del cumulo di fogli vicino al letto.
Prese il computer portatile e, con la grazia di un elefante in una cristalleria, lo scaraventó sul letto, lanció altri libri di scuola nel cumulo e inizió ad aprire tutti i cassetti, contenenti altri fogli, tra cui disegni, testi di canzoni, foto e cose simili.
Stremata si accasció sulla sedia ed inizió ad ispezionarli uno per uno, ma nessuno di quelli corrispondeva a quello che Vanessa stava cercando disperatamente da ore.
Con le lacrime agli occhi per il nervoso urló un "mamma!" e scivoló giù dalla sedia per sedersi 'comodamente' per terra.
La madre di Vanessa entró preoccupata nella stanza della figlia, ma appena vide il putiferio nella stanza della ragazza, la sua espressione cambió da preoccupata ad arrabbiata.
"cos'è successo qui?" le disse, cercando di trattenersi dall'urlare, dato l'orario.
"non trovo più una cosa" si giustificó Vanessa
"ovvero?" "l'ultima lettera che ho scritto" disse lei.
"è un compito per scuola?" chiese la madre "no" rispose la ragazza.
"bene e allora metti a posto e vai a dormire, ci penserai domani alla tua lettera" impose la madre prima di uscire dalla camera, sbattendo la porta. "vaffanculo" borbottó Vanessa spingendo a calci il cumulo di libri, sotto al letto. "tanto non se ne accorge" disse ridendo sotto i baffi.
Vanessa prese il suo ipod e andó sul balcone "almeno qui, non mi possono rompere" disse chiudendo la porta finestra che separava la sua camera dal balcone.


Occhi a meeeeeee!
Ecco un nuovo capitolo di: Dear One Direction...
ed ecco un nuovo elenco puntato:
-Spero che il capitolo vi sia piaciuto
-ho cambiato la foto perchè quella di prima era un pò bruttina
-voglio almeno 4 recensioni o non vado avanti.


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Capitolo 3
*** Niente Londra? ***


Milano, 7.30 am
Vanessa si sveglió per il freddo  "ma che..." aprì gli occhi spaventata e si accorse di essersi addormentata su una sedia sul balcone, a febbraio..
Si toccó la fronte e, con uno scatto felino, corse in bagno borbottando, come al suo solito, delle parolacce.
Prese dallo scaffale il termometro e si provó la febbre.
"mamma!" urló con tutta la forza che aveva, la madre corse da lei "Vanessa!" urló, facendo sentire ancora più male la ragazza "perchè non sei ancora pronta?!" le chiese.
"mamma, non mi sento bene" disse prendendo il termometro e sbiancando leggendo la temperatura.
"vanessa! Hai la febbre a quasi 39!" disse prendendo la ragazza tra le sue braccia.
"mamma, io, non so come sia potuto succedere!" mentì.
"tesoro! Sai che sta sera dovevamo andare a trovare papà!"
"si mamma, per una settimana" disse affranta, Vanessa.
"io devo andare per forza, se hai bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa, chiama la zia, ok?" disse la madre apprensiva "ma mamma! Io volevo andare!" protestò Vanessa, guardò la madre e poi borbottò un “ok”
"oh, tesoro, io devo andare a lavoro. Mi porto dietro la valigia. E ricorda, se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiama me o la zia." disse la madre "ok mamma" "sai dove sono le medicine?" "si" "sai cosa devi prendere se ti sale la febbre?" "si" "e sai cosa prendere se ti viene la nausea?" "si" "ok allora io vado, tesoro. E ricordati che..." "se ho bisogno chiamo la zia" borbottó "brava" rispose la madre "ora posso andare a riposare?" chiese Vanessa "beh, si, credo di si. E non ti preoccupare per la scuola, tanto l'avresti saltata lo stesso" disse la madre stringendola.
"io vado, ciao tesoro" disse la madre, mentre Vanessa tornava a dormire.
Milano 7.40 am
"Papà! Ti giuro che stó male! Non senti che continuo a tossire?" disse una ragazza bionda facendo dei finti colpi di tosse "Sophia, pretendi anche che io ti creda?" le rispose il padre a tono.
"ma papà! Ti giuro! Anche se non sembra, non stó bene!" protestó Sophia.
"vuoi rimanere a casa?" chiese il padre scettico. Sophia fece un altro colpo di tosse "si paparino" disse.
"e va bene, ma non fare casini, ricordati che io sono a Londra, a trovare tua madre" "quindi posso rimanere a casa per una settimana?" chiese Sophia facendo un altro colpo di tosse.
"si, ma poi niente più assenze, ok?" "ok" disse Sophia, abbracciando il padre "sei proprio sicura che non vuoi venire? Starai con Allie e Vanessa!" disse il padre, Sophia lo guardó per un pó "no, non ne ho voglia" mentì "ok, vuol dire che stai proprio male" "già" disse Sophia, scostandosi una ciocca di capelli biondi "io vado,ti chiamo Soph!" disse il padre, prendendo la valigia e, una volta abbracciata la figlia, uscì.
"va bene tutto, ma l'occasione di avere casa libera per una settimana... Mi piace troppo come idea!" borbottó contenta tornando, poi, in camera sua.
Milano 9.00 am
Vanessa stava dormendo comodamente sul suo letto quando qualcuno suonó alla porta, aprì subito i suoi grandi occhi, spaventata.
Prese il termometro dalla scrivania e scese le scale provandosi la febbre.
Arrivata all'entrata guardó fuori, sul pianerottolo c'era un uomo.
"cosa vuole?" chiese, un pó spaventata "sono il postino" ebbe come risposta.
"chi mi assicura che lei è veramente il postino e non un malintenzionato?" chiese Vanessa, constatando che la febbre era scesa a 37.
"ho qui una lettera, indirizzata a questo indirizzo, ma se non la vuole..." disse il postino "perchè non l'ha messa nella cassetta delle lettere?" chiese Vanessa un pó scettica.
"c'è una cassetta delle lettere?" chiese il postino, stupito.
"ma è scemo o cosa!? Certo che c'è" urló Vanessa. A questo punto aprì la porta stizzita e prese la lettera dalle mani del povero postino, appena lo guardó in faccia Vanessa si addolcì di molto "sei nuovo?" chiese "si, e spero che gli altri abitanti non siano acidi come te!" disse il postino.
"oh, scusa, comunque io sono Vanessa" disse lei, appoggiandosi alla porta. "io Luca" disse lui "è stato un piacere" continuó "a domani" e se ne andó su per le scale, stava passando piano per piano.
Vanessa chiuse la porta e si diresse in cucina.
Si sedette su uno degli sgabelli e inizió ad analizzare quella lettera era strana, non c'era nome del destinatario, solo l'indirizzo, e perfino il numero dell'appartamento dove viveva!
"strano" pensó.
In quel momento il telefono squilló Vanessa si ritrovó a pregare in aramaico tutti quelli che le venivano in mente "fa che non sia la zia, non voglio parlare con la zia!" disse subito prima di rispondere
"pronto?" disse lei stringendo gli occhi sperando
"sono io" urló una voce squillante dall'altro capo, Vanessa tiró un sospiro di sollievo.
"tu e Sophia siete delle stronze!" urló ancora di più la voce al telefono, con uno strano accento italiano.
Vanessa scoppió a ridere "ciao Allie, buon giorno anche a te" disse in inglese, scoppiando a ridere.
"e poi perchè io e la bionda saremmo delle stronze?" chiese la mora tornando in cucina per prendere la lettera.
"perchè si! Fate venire i vostri genitori e non venite voi!" urló Allie così forte che Vanessa dovette allontanare il telefono dall'orecchio
"Alls, io ho la febbre e invece Sophia... Beh, non so perchè Sophia non sia venuta." disse Vanessa rigirandosi la lettera tra le mani.
"siete delle stronze" urló di nuovo in Italiano, guadagnandosi un'occhiataccia dai genitori "salutaci Vanessa, e augurale di guarire presto" disse la madre di Allie
"Van, ti salutano i..." "ho sentito" "oh, ok" "ricambia" disse Vanessa salendo le scale dell'appartamento a due piani.
"senti Allie, non ti scaldare tanto, tra poche settimane tanto io e Soph dobbiamo tornare dai nostri genitori a Londra, durante le vacanze di pasqua, e poi saltiamo anche una settimana di scuola! Faremo due settimane tutte e tre insieme, come ai vecchi tempi."
Disse calma Vanessa "ma io volevo vedervi oggi!" protestó Allie "Amen" rispose Vanessa mettendo giù il telefono.
Intanto a Londra Allie stava insultando pesantemente una delle sue due migliori amiche.
Allie, Vanessa e Sophia si erano incontrate anni prima, grazie al lavoro dei loro genitori, lavoravano tutti per la stessa ditta e i genitori di Vanessa e Sophia erano stati spediti a Londra, così il padre di Vanessa e la madre di Sophia lavoravano a Londra e ci abitavano.
Ogni mese le due Italiane andavano a trovare i genitori.
Allie era una Inglese di origini Italiane, suo padre lavorava per la stessa ditta dei genitori di Sophia e Vanessa, così le tre ragazze divennero amiche a 11 anni quando, durante un estate a Londra i genitori le avevano portate con loro al lavoro e si erano incontrate. E avevano fatto amicizia proprio come i genitori, in poco tempo erano diventate migliori amiche.
Sophia era una ragazza di 16 anni, bionda, occhi verdi, sempre molto socievole e divertente, ma che a volte, poteva diventare più perfida di Vanessa.
Allie, era la tenera del gruppo, la più sognatrice, quella più pacifica ma che a volte, se si alterava poteva diventare molto pericolosa. Era lei che le aveva regalato la felpa con su scritto: 'can you be my Harry? I'll be your Louis'
Aveva i capelli marroni che le scendevano ricci fino alle spalle e gli occhi verdi.
Anche lei di 16 anni.
Sophia, Vanessa e Allie erano inseparabili, tanto che i figli degli altri lavoratori della ditta erano sempre gelosi di vederle così legate.
Vanessa era persa nei suoi pensieri mentre pensava alle sue migliori amiche, quando sentì di nuovo suonare il campanello, ormai la lettera l'aveva abbandonata sulla scrivania.
Scese dalle scale borbottando parole come 'ascensore' 'palestra' 'vaffanculo' e 'zia'
Aprì la porta senza curarsi di chi potesse essere.
Un uragano di capelli biondi, un pó più alta di Vanessa (che era un pó bassina), entró in casa con delle buste, che mise nelle mani di Vanessa, la quale si ritró spiazzata, chiuse la porta con un calcio e guardó la ragazza davanti a lei
"Sophia! Che cazzo ci fai qui? Ti sembra il modo?!" le urló contro Vanessa. "oh, al diavolo!" disse la mora abbracciando la ragazza davanti a lei.
Aeroporto di New York 4.40 am
"ricordatemi ancora perchè ci spostiamo alle quattro del mattino" disse un biondo, cercando di trattenere uno sbadiglio "non lo so neanche io perchè, Niall" disse Harry
"ve lo dico io perchè" disse Zayn "niente fan, ecco perchè" continuó, trascinando la sua valigia.
"si ma io ho sonno!" protestó il biondo.
"quando torneremo a Londra potrai dormire quanto vuoi!" gli rispose Liam avvicinandosi al check-in
"chissà che starà facendo la ragazza della lettera" disse Harry
"sei serio?" lo guardó Louis
"certo, sono curioso! Mi intriga quella ragazza"
Milano 10.45
"cazzo! Sophia tuo padre ti ucciderà, sono sicura!" disse Vanessa guardando l'amica
"ehi! Tu sei stata mia complice!" protestó la bionda
"se finisco nei guai TU. VIENI. GIÙ. CON. ME" le urló Sophia.
"si, ma secondo me prima uccide te!" disse Vanessa guardando per l'ultima volta l'amica per poi andare a buttare il tubetto di tinta per capelli
"e poi è solo una ciocca!" disse Sophia guardandosi allo specchio "sei proprio brava! Sai?" Vanessa guardó l'immagine della bionda allo specchio "sarà, ma tuo padre ti ucciderà comunque" disse Vanessa, toccando le due ciocchi fucsia della bionda.

Buoooonpomeriggio
Io stò malissimo ma ok!
spero che il capitolo vi piaccio, a seguito vi lascio le foto di Sophia e Amie
La bionda con i capelli fucsia è Sophia







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