Shan e Yori

di Vahly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cronache di guerra della terra di Lilyhan ***
Capitolo 2: *** Il risveglio ***
Capitolo 3: *** In partenza ***



Capitolo 1
*** Cronache di guerra della terra di Lilyhan ***



***ATTENZIONE***
Questa storia contiene elementi slash, se vi da fastidio non proseguite.

I personaggi sono una mia invenzione, ogni riferimento alla realtà è puramente casuale. Inoltre, tutti i personaggi di cui è narrato sono maggiorenni.


SHAN E YORI, Cap. 01

Cronache di guerra della terra di Lilyhan





Nel regno di Lilyhan non c’erano mai state guerre o lotte per il potere. Diviso in tre principali zone, i vari esseri magici convivevano pacificamente. Nel NORD del regno vi erano una maggioranza di fate dei boschi e ninfe, mentre nella zona SUD, separata da quella del nord da una lunga catena montuosa, la prevalenza era di elfi. Precisamente, gli elfi bruni e quelli scuri si trovavano prevalentemente nella regione OVEST, e quelli chiari nella zona EST.
Il governo era formato da un consiglio che riuniva un membro per ognuna di queste creature – una fata dei boschi, una ninfa, un elfo bruno, uno scuro ed uno chiaro – ed in genere si riuniva una volta l’anno; ciononostante era difficile che ci fosse qualcosa di cui fosse effettivamente necessario discutere.

Era il 17 maggio del 176° anno, quando Yon, il membro del consiglio appartenente agli elfi bruni, morì, ed il suo figlio maggiore Yami gli succedette.
Egli si rese ben presto conto che la spartizione delle terre non era equamente ripartita, e che la zona abitata dagli elfi chiari era di pochissimo minore di quella abitata dagli elfi bruni e da quelli scuri, ossia da due popoli a cui spettava dunque il doppio delle terre dei loro parenti dell’EST. A nulla valsero le parole degli altri esponenti, che gli ricordarono il fatto che la loro non era una vera e propria spartizione politica, come negli altri regni: la divisione in zone era solo nominale, e qualunque elfo bruno si sarebbe potuto facilmente trasferire ad est, volendolo. A dimostrare ciò valeva il fatto che non esisteva un vero signore per ogni zona, ma solo un consiglio, e che se anche ogni membro doveva vigilare sul territorio assegnatogli, egli non aveva un vero diritto decisionale.
Yami, tuttavia, era più che deciso a far valere le sue ragioni, ed in accordo con gli elfi scuri e con buona parte delle fate dei boschi, che avevano sempre avuto una preferenza per loro, mosse l’attacco alle terre dell’est, con lo scopo di conquistarle.


***Due anni dopo***


Yori si era appena chinato sulla riva del fiume per dare una rinfrescata a sé stesso ed il suo cavallo. Si trovava nei pressi di Lleni, un villaggio all’estremo confine della regione ovest, con il compito di reclutare soldati per la prossima spedizione a Shell-di, una delle più grandi città dell’est.
La guerra si protraeva già da due anni, e ciononostante non sembrava che una delle due parti volesse cedere, né che fosse in grado di vincere. E Yori di certo non aveva intenzione di alimentare altre battaglie, ma suo padre era stato categorico (“Non tornare senza dei validi soldati!”) e lui era stanco di discutere per ogni cosa. Se non altro, avrebbe fatto una gita, si era detto… e così eccolo lì, a vagare in cerca di qualche pazzo che avesse avuto voglia di farsi ammazzare. In verità aveva già trovato qualche possibile soldato, e gli aveva dato indicazioni per raggiungere il luogo di raduno. Forse sarebbe stato di gran lunga più semplice far circolare qualche dispaccio, invece di mandare gente in giro per il regno, o almeno questo era ciò che pensava Yori, ma nessuno aveva voluto ascoltarlo.
Sospirò fortemente… non sarebbe tornato a casa tanto presto, a quanto pareva.
In effetti la cosa aveva i suoi lati positivi, dato che ad attenderlo c’era la sua promessa sposa, scelta personalmente da suo padre, una donna che lui non amava affatto e che non avrebbe mai potuto amare. Però doveva ammettere che gli mancava casa sua.
Come gli mancavano i suoi amici, i suoi fratelli, e l’aria di familiarità che non avrebbe mai potuto ritrovare da nessuna parte.
Era ancora immerso nei suoi pensieri, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
C’era qualcosa che brillava, tra i cespugli… e che si muoveva impercettibilmente. Per chiunque altro, forse, sarebbe stato impossibile accorgersene. Ma Yori aveva allenato i suoi sensi in modo tale da acquisire un’acutezza sorprendente.
Si avvicinò cautamente, facendosi largo tra il fogliame, e vide cosa… o meglio chi era.
Riverso a terra, privo di sensi, un giovane dalla carnagione pallida ed i capelli di un biondo chiarissimo. I suoi vestiti erano lacerati e leggermente macchiati di sangue, e dall’aspetto sembrava essere stato attaccato da qualche animale feroce… o da qualche paesano che l’aveva sorpreso nei pressi del villaggio.
Dal suo aspetto, infatti, tutto sembrava indicare che si trattasse di un elfo chiaro, e loro non erano assolutamente ben accetti in quelle zone.
Sebbene molti si fossero resi conto che la responsabilità del conflitto era da imputarsi unicamente al loro rappresentante, infatti, la stanchezza per le battaglie ed i frequenti attacchi anche nelle zone di soli civili avevano dato via ad una sempre crescente tendenza razzista.
“Strano, però…” pensò Yori “gli elfi chiari hanno dei discreti poteri curativi. Se è stato attaccato, quindi, perché non si è curato?”
Yori rimase un po’ a fissarlo, pensando sul da farsi. Gli scostò delicatamente i capelli, che dovevano arrivare più o meno all’altezza delle spalle, dalla fronte. Il suo volto indicava che era giovane, probabilmente della stessa età di Yori, ed i suoi lineamenti delicati sembravano essere perfetti.
Alla fine l’elfo bruno non se la sentì di abbandonarlo a sé stesso, e decise di portarlo nel villaggio per curarlo.
Si slacciò il mantello, per poi avvolgerci il misterioso straniero, e lo mise sul cavallo, epr poi salirci a sua volta, e recarsi a Lleni.
Per qualche ragione, sentiva di stare facendo una cosa rischiosa.
Ma fece finta di non notare quella sensazione, ed andò avanti.



***Continua***



Holè! Come vi è sembrato il primo capitolo – praticamente un prologo? È la prima volta che scrivo una storia originale… spero sia accettabile.

Allora… una precisazione.

La classificazione tra elfi bruni, chiari e scuri non è farina del mio sacco, ma l’ho trovata in un libro (il cammino dei maghi o qualcosa del genere, ora controllo). Però mi sono divertita ad immaginarli proprio secondo il loro nome, cioè:

Elfi chiari : carnagione pallida o comunque non troppo scura, capelli ed occhi chiari (ossia: biondo, castano chiaro o al limite rosso, occhi grigi, verdi e turchesi, o al limite un nocciola dorato) Elfi bruni: carnagione un anticchietta più scura, o olivastra. Capelli dal castano medio al bruno, occhi dal nocciola dorato al nero. Elfi scuri: carnagione scura, o nera. Capelli dal castano scuro al nero, occhi idem.

Spero che la mia storia risulti quantomeno interessante.

Lasciatemi un commentino, eh?

Kisses, Vahly

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Capitolo 2
*** Il risveglio ***


SHAN E YORI, Cap. 02

Il risveglio





Quando entrò in città, Yori la trovò quasi deserta. I pochi abitanti lo guardavano con sospetto, e così lui si premurò di coprire lo straniero che aveva salvato con il mantello in modo che fosse impossibile vederne il volto pallido ed i capelli biondi.
Non gli ci volle molto, prima di trovare una locanda con due posti letto disponibili: non c’erano più molti viaggiatori, se non si calcolavano i guerrieri dell’esercito o i soldati mercenari, e nessuno di loro aveva motivo di recarsi a Lleni, che tutto sommato non era una delle città più importanti del regno, e per questo non era necessario difenderla.
Il proprietario non fece molte domande, e questo tranquillizzò Yori, che portò su personalmente i suoi bagagli ed il ragazzo ancora avvolto nel mantello. Si sentì quasi come un omicida che tentava di occultare un cadavere… ridacchiò al pensiero.
Ma se quella guerra fosse continuata, prima o poi avrebbe DAVVERO dovuto ammazzare qualcuno. Forse perfino il ragazzo che ora aveva tra le braccia. E lui non ci teneva, nel modo più assoluto.
Una volta nella stanza assegnatagli dall’albergatore, liberò il biondo e lo posò sul letto.
Poi cominciò a dare una sistemata ai bagagli. In fondo, era stanco del viaggio, e due o tre giorni di riposo gli avrebbero fatto solo che bene.
Era nel bagno, a darsi una rinfrescata al viso, quando sentì dei movimenti provenire dal letto.
Si affacciò, e vide l’elfo guardarsi attorno, smarrito.
E quando Yori si fece avanti, all’altro per poco non prese un colpo.
- Non sono stato io, sul serio. Perché continuate a perseguitarmi… io non ho fatto niente!
Disse convinto, cercando di apparire più sicuro di quello che in realtà era.
Shan ridacchiò, e si sedette sul letto, di fronte a lui. che si ritrasse.
- Ehi, calma. Non voglio farti niente. Come ti chiami?
- Shan. Dove sono? Mi hai portato tu qui?
Yori annuì.
- Bene, Shan. Sei in una locanda della città di Lleni. Ti ho trovato ferito e svenuto nel bosco, e pensavo avessi bisogno di una mano.
- Perché l’hai fatto? Tu… non sei un elfo bruno?
- Che importanza ha? Ce l’ho una coscienza, e non potevo lasciarti morire lì. Non ho nemmeno avuto il tempo di controllare se sei ferito…
Shan scosse la testa.
- Nulla di grave. Qualche graffio qua e la, ma mi rimetterò.
Sembrava più tranquillo, ora.
Yori si avvicinò.
- Perché sei stato attaccato? Cosa ti è successo?
Shan abbassò lo sguardo. Non sapeva se fosse il caso di continuare a parlare con il moro… dopotutto, in teoria loro erano nemici.
Però lo aveva salvato… sì, glielo doveva.
- Sono qui per cercare una persona, e per vari motivi che non posso spiegarti. Sapevo che era rischioso, ma dovevo provarci… almeno tentare, non so se mi capisci. Anche a costo di rischiare la vita. Sapevo che non dovevo farmi vedere da voi… cioè, dagli elfi bruni, né da quelli scuri. Però ero stremato dopo giorni e giorni di viaggio, e non ho notato che alcuni di loro si aggiravano nel bosco. Stavano cercando il responsabile di… Beh, hanno violentato ed ucciso la figlia di uno dei paesani… lui è molto popolare, ed ha il più vasto campo agricolo della zona… in pratica dà da mangiare a tutti nei paraggi. È per questo che erano così infuriati. E quando mi hanno visto, mi hanno accusato di esserne il responsabile… Ma io non c’entro niente, te lo giuro. Mi hanno malmenato, e credevo mi avrebbero portato con loro al villaggio per punirmi più severamente… Non so perché non l’abbiano fatto. Ma forse è stato meglio così.
Yori annuì.
Gli dispiaceva per lui, sapeva che con gli ultimi eventi, i bruni odiavano i bianchi e viceversa.
Ma accusare qualcuno solo perché veniva dall’altro lato del regno era assurdo.
O forse potevano avere ragione.
Ma Yori decise che Shan gli sembrava sincero, e volle credergli.
- Capisco, Shan. Immagino sia dura per te viaggiare da solo.
- Sì, in effetti… e tu, invece, che ci facevi lì? Non è esattamente una zona molto frequentata…
- Io… sono in missione, diciamo. Ma non è un argomento di cui mi va di parlare, se non ti spiace.
Shan scosse la testa.
- Oh, no, non preoccuparti. Piuttosto, volevo chiederti… dopo quello che è successo, devono avercela a morte con me… come hai fatto a portarmi fin qui?
Yori ridacchiò, e l’altro lo guardò perplesso.
- Ti ho avvolto nel mio mantello come un sacco di patate.
Il biondo aprì la bocca, come per dire qualcosa, ma la richiuse subito.
Poi distolse lo sguardo, e mormorò.
- Comunque… grazie.
Yori rifletté un attimo. Poi, parlò nuovamente.
- Di nulla. Piuttosto… volevo farti una proposta.
- Cosa?
- Beh… tu viaggi solo, io pure. Sinceramente, mi annoio a non poter mai parlare con qualcuno, ed inoltre non si può mai sapere quando puoi trovarti in pericolo e aver bisogno di una mano. Tu… non direi che sei esattamente in un’ottima posizione. Sei uno straniero e un nemico, in molti ti odiano e non è il caso che continui ad andartene in giro per i cavoli tuoi, tra l’altro credo che avresti proprio bisogno di qualcuno che ti guardi le spalle, non mi sembri esattamente un guerriero… Perciò, perché non vieni con me? Ti aiuterò a trovare la persona che cerchi, il regno non è poi così grande. Ed io non ho una meta precisa, mi basta girare un po’ di città, e non ho problemi.
Shan ci pensò su un attimo.
- Allora? Accetti?
Lo incalzò Yori.
Shan annuì.
- Va bene. Accetto.


***Continua***





I capitoli non sono lunghissimi, ma comunque si va avanti.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato.
Thanks a lot. Fatemi sapere come vi sembra!
Kisses, Vahly.





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Capitolo 3
*** In partenza ***


SHAN E YORI, Cap. 03

In partenza





Era mattina presto, e Shan ancora dormiva, quando Yori si alzò dal letto e decise di scendere a chiedere un paio di informazioni all’albergatore.
Sapeva che l’altro non si era ancora del tutto ripreso, per quanto continuasse a ripetere di stare bene, e così decise di non svegliarlo. Non appena sarebbe stato meglio, sarebbero ripartiti.
Stava quindi parlando con il proprietario, chiedendogli informazioni su come raggiungere il villaggio più vicino, dopo essere stato informato che i pochi giovani disposti a partecipare alla guerra erano già partiti, quando sentì un urlo provenire dal piano superiore.
Subito sia lui che l’albergatore, un elfo basso ed un po’ robusto, corsero a vedere cosa stesse succedendo, e Yori fu molto sorpreso di constatare che la donna che aveva urlato si trovava di fonte alla porta aperta della sua stanza.
- Rea, cosa succede?
Domandò preoccupato l’albergatore alla donna, che si scostò nervosamente dal viso una lunga ciocca di capelli neri.
- Io… io ho visto che il ragazzo era sceso, e così ho pensato di dare una sistemata alla stanza… di solito lo faccio di prima mattina, ma non volevo disturbare… Però, quando sono entrata, ho visto…
- Cosa?
L’elfa puntò il dito verso l’interno.
- Lui. È… è un elfo bianco! È un nemico… come fa ad essere qui?
Yori tentò di entrare nella stanza, ma l’albergatore vi si pose davanti.
- No, non entrare. Non sappiamo come sia arrivato qui, ma può essere pericoloso.
L’elfo assottigliò lo sguardo.
- Ce l’ho portato io, razza di idioti. Era ferito, e non è pericoloso.
- Ce l’hai portato tu? Come osi far entrare un nemico nel mio…
- Non è un nemico! Ed ora lasciami passare, oppure…
Non aggiunse altro, ma dal fodero che aveva sulla cintura estrasse un pugnale e glielo puntò contro. L’albergatore si scostò, guardandolo malamente.
Yori corse nella stanza, e si avvicinò a Shan, in piedi davanti al letto, con lo sguardo basso.
- Ehi, stai bene?
Gli domandò.
Il biondo annuì.
- Mi… mi dispiace. Non dovevi esporti per colpa mia…
Yori gli posò una mano sulla spalla.
- Fa niente. Non è colpa tua, stai tranquillo.
Shan sorrise leggermente, avrebbero rimandato le discussioni a dopo.
- Dai, ora aiutami a raccogliere le mie cose. Credo che il signore non voglia ospitarci ancora, no?
Disse con un tono leggermente ironico, rivolto all’albergatore, che tagliente rispose:
- Infatti. Fareste meglio a togliere il disturbo il prima possibile, prima che decida di chiamare qualcuno…
Yori prese una grossa sacca di pelle color panna, e ne passò un’altra simile al compagno di stanza.
- Questa è più leggera, prendila tu.
- Ma… posso portare anche…
- Non discutere.
Shan sospirò. Probabilmente per il momento era inutile tentare di ribattere. Poi Yori si mise a tracolla la cinghia che legava il fodero della sua spada, e diede a Shan un piccolo pugnale.
- Per il momento, non posso darti niente di meglio, accontentati di questo.
Il biondo annuì, e poi insieme si allontanarono dalla stanza per scendere.
Ma, sulle scale, stavano salendo un paio di uomini che avendo sentito l’urlo della donna da fuori avevano forzato l’ingresso, che a quell’ora era chiuso a meno che il proprietario non l’aprisse per far uscire i suoi clienti.
Quando videro Shan, uno dei due disse con tono duro:
- È quello della foresta! Cosa ci fa lui qui?
Yori gli si parò davanti.
- Sta con me. È stato accusato ingiustamente e ferito… voi due ne sapete niente?
L’elfo che aveva parlato poco prima, un tipo particolarmente alto e nerboruto, con un ringhio si fece più avanti.
- Certo che ne sappiamo qualcosa. Ma non ho finito il lavoro… Peccato, credo che dovrò scomodarmi adesso.
- Provaci e sei morto!
- Bene. Vediamo cosa sei in grado di fare, soldatino…
Disse con un ghigno, notando la collana che aveva al collo. Era lo stemma del consiglio, ma era molto simile al simbolo di riconoscimento dato ai soldati che lavoravano per quest’ultimo.
Yori ridacchiò, l’aveva sempre detto che i due stemmi erano praticamente indistinguibili, ma come al sempre quando diceva cose in disaccordo con il padre, nessuno gli aveva dato retta.
Lasciò la sacca, che fu subito presa da Shan, e sfoderò la spada.
- Qui per le scale?
Domandò Yori con aria di superiorità al suo avversario.
- Dove vuoi… per me non ha grande importanza dove ti ucciderò.
Yori si voltò, per guardare la posizione di Shan. Era dietro di lui, e se fossero rimasti lì non avrebbe avuto scampo, ma…
- Andiamo giù. Non vorrei che il proprietario di questo bel posto e la signorina al suo fianco possano farsi male…
- Ed anche il tuo amichetto, no? E va bene, andiamo giù.
Disse accomodante. Se Yori non avesse conosciuto la situazione, avrebbe giurato che fosse particolarmente allegro.
I due scesero le scale e si ritrovarono sul pianerottolo d’ingresso, mentre l’altro elfo che era accorso era rimasto nella sua posizione iniziale.
Non appena furono scesi, Yori si voltò ed urlò a Shan:
- Molla tutto e scappa!
Il biondo lo guardò serio, mentre il nemico gli si avvicinava.
- Non preoccuparti. So badare a me stesso…
Yori avrebbe voluto rispondergli, ma avvertì il suo avversario muoversi per attaccarlo.
Si voltò di scatto e bloccò il colpo con la sua spada.
- Colpirmi alle spalle… che azione ignobile… Non si fa, lo sai?
Disse come se stesse tentando di insegnare qualcosa ad un bambino piccolo.
L’altro, la cui arma somigliava ad una lunga katana di acciaio, da cui si differenziava solo per la punta acuminata e sottile, ghignò.
- Volevo solo darti una morte indolore… evidentemente ti piace soffrire.
- Evidentemente. O forse sarò io a farti la pelle… Com’è che ti chiami?
- Cosa ti importa?
Domandò con aria di superiorità l’altro, mentre gli girava attorno.
Yori alzò le spalle.
- Volevo solo sapere che nome dovrò mettere sulla lunga lista di quegli incapaci che sono crepati nell’inutile tentativo di battermi…
Il nemico scattò il avanti, ed alzò la spada per colpirlo, quando Yori gli sferrò un calcio sulle ginocchia, facendolo cadere a terra.
- Ehi, non…
- Cosa c’è? Non vale? Andiamo, non farmi ridere…
Ghignò Yori, puntandogli l’arma alla gola.
- Avanti, perché non mi uccidi?
Domandò l’altro, con evidente rabbia nella voce.
- Non subito. Innanzitutto… In base a cosa siete tanto convinti che Shan abbia stuprato quella ragazza?
- Che cazzo di domande fai…? È un bianco, non lo vedi? È ovvio che sia stato lui… che cosa ci faceva altrimenti nella foresta?
- Non ti sembra un po’ superficiale, come giudizio?
Alle loro spalle si sentì il tonfo sordo di un corpo che cadeva.
Yori sperò mentalmente che non si trattasse di Shan, ma non poteva voltarsi a controllare.
Inoltre, il moro udì chiaramente dei passi avvicinarsi.
- Quale ragazza?
Domandò dolcemente la voce di una donna.
Era Rea.
- Cli.
Rispose semplicemente l’elfo, ancora in ginocchio di fronte a Yori.
- Ma non è stato quel giovane… l’ho riferito anche agli uomini del servizio di vigilanza…
L’elfo sbarrò gli occhi.
- Cosa vorrebbe dire questo?
- Ma come… non lo sai? Suo padre… suo padre voleva punirla per essersi sottratta al matrimonio che le aveva combinato… e la ha consegnata ad un uomo molto più anziano di lei, dicendole che se questa volta non avesse accettato, avrebbe dovuto ucciderla… così lei è andata a vivere con lui, ma non voleva sposarlo, né avere rapporti con quell’uomo che odiava… così lui l’ha violentata, dicendo che era un suo diritto andare a letto con la donna promessagli… ma lei ha tentato di ribellarsi, così in un attacco d’ira, l’ha uccisa…
- E tu come fai a saperlo?
Domandò sconvolto l’uomo.
- Io ero sua amica, e sapevo della sua sofferenza. Ero andata a trovarla, quando ho visto quell’uomo con il suo… con il suo corpo in mano… senza vita… è stato… è stato orribile…
Singhiozzò lei.
Shan le si avvicinò per consolarla, cosa che fece sentire Yori piuttosto sollevato, ma la donna si scansò.
- Credo che qualcuno debba delle scuse a Shan, vero?
Domandò Yori all’elfo, a cui puntava ancora la spada alla gola.
- Non credo proprio. È comunque un nostro nemico.
Proprio in quel momento Shan corse su per le scale, ed afferrò le due sacche che erano rimaste in cima.
- Andiamo. Sta arrivando qualcuno.
Disse a Yori.
Il moro lo guardò perplesso.
- E tu come fai a saperlo?
- Andiamo e basta!
Il moro fu stupito di sentire l’altro così deciso, ma decise di fare come diceva.
Andarono a prendere il cavallo di Yori, che avevano lasciato fuori, e vi salirono sopra entrambi.
- Credo che ti dovrò rimediare un cavallo al più presto!
Esclamò Yori, mentre con gli stivali colpiva i fianchi dei cavalli per farlo partire.
Shan, seduto dietro di lui, gli circondò la vita con le braccia.
- Sì, ma ci penseremo un’altra volta. Ora è il caso di darci una mossa…
Rispose preoccupato, mentre guardava alle sue spalle arrivare altra gente.
Il cavallo partì, al galoppo, mentre il biondo mormorava al nuovo compagno di viaggio:
- Grazie.


***Continua***






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