Carnival in love

di historygirl93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Carnival in love, prima parte ***
Capitolo 2: *** Carnival in love, seconda parte ***



Capitolo 1
*** Carnival in love, prima parte ***


 

Carnival of love

 

 

-No! No, no e ancora no. Non insistere Mei!- continuava a ripetere Vietnam.

-Andiamo Kim, è solo una festa di Carnevale da Italia, che male ti può fare?- le chiese Taiwan. Quand'era andata a casa dell'amica ad avvisarla della festa non si aspettava certo salti di gioia, ma neanche il rifiuto assoluto a partecipare.

-Ci saranno tutti, quindi ci sarà anche quel...quel...

-Ti riferisci ad America, vero?- domandò tranquillamente Mei.

Ecco, era proprio quello il punto: America. Dopo che a San Valentino l'aveva baciata, Vietnam non aveva più voluto né parlarne né sentirlo nominare. Non che il bacio non le fosse piaciuto, era stato bellissimo, solo...

Solo che così combattuta con sé stessa. Lo amava o lo odiava? Desiderava stringerlo a sé o tenerselo il più lontano possibile?

Ancora non lo sapeva.

-Ragazza mia, tu non puoi continuare a fare l'eremita solo perchè non vuoi vederlo.- la scosse dai suoi pensieri Taiwan -Se io non volessi avere a che fare con il bastardo, semplicemente lo ignorerei. E tu sei saper fare lo stesso con l'occidentale, anche se lui è innamorato perso di te!

Innamorato di lei dopo tutti gli anni passati di guerra che li aveva visti scontrarsi? Le sembrava una cosa folle. Però il ragionamento dell'amica non faceva una piega, poteva tranquillamente evitare di incontrarlo, con tutte le Nazioni che avrebbero partecipato.

-Va bene, ci vengo.- acconsentì Kim.

Taiwan le buttò le braccia al collo, contenta che la sua amica sarebbe venuta: -Perfetto, adesso dobbiamo andare a fare shopping per trovare vestito e maschere!

-Maschere?- chiese Kim.

-Certo, Veneziano ha detto che bisogna vestirsi in maniera elegante e con una maschera per nascondere le nostre identità. Pare che a casa sua si faccia così da sempre.- disse Mei, prendendo Kim per mano e dirigendosi verso il centro commerciale. -Allora, io posso mettermi un vestito rosa, ne ho adocchiato uno l'altro giorno che era un amore. Per te qualcosa sul verde chiaro, o sul giallo, che ti stà bene...

Ma che in guaio mi sono cacciata?” si domandò Vietnam, prevedendo un pomeriggio interminabile.

 

 

La villa di Feliciano alla periferia di Venezia presentava un magnifico salone, con una balconata che dava dritta sulla laguna. La muisica classica, scelta con l'aiuto di Austria, era abbastanza forte da non essere coperta dal vocio delle Nazioni mascherate già presenti.

-Accidenti, la villa di Italia è davvero bella, non trovi anche tu, Kiku?- domandò Taiwan, mentre si teneva a braccetto con il ragazzo, visibilmente imbarazzato da quel contatto.

Vietnam invidiò la spontaneità dell'amica, lei era molto più discreta e si sarebbe vergognata da morire ad avere un comportamento simile con un ragazzo, specie con uno in particolare...

Ma...ma perchè stò pensando a quel maledetto! Tienilo lontano dalla tua testa Kim, tienilo lontano!” continuò a ripetersi come un mantra,, sistemandosi la maschera dorata sul viso.

Passandosi una mano sui capelli corvini, non potè fare a meno di sfiorare con le dita la stella sull'elastico, quella che gli aveva regalato Alfred (“È l'unica che si può abbinare al vestito!” le aveva detto Mei, quando l'aveva pettinata).

Sicuramente l'americano l'avrebbe riconosciuta al volo, una volta vista la stella, ma forse sarebbe stato troppo preso a saccheggiare il buffet per accorgersi della presenza della ragazza.

Rassicurata da questa certezza fece il suo ingresso nel salone, ma bastarono pochi passi per farle venir voglia di fare marcia indietro.

Tutti i maschi in sala si erano girati verso di lei, facendola arrossire violentemente. L'aveva detto a Mei che non era il caso di comprare quell'abito dorato, le sembrava troppo appariscente. E mei l'aveva forse ascoltata? Sbagliato! Convinta che in quell'occasione tutti potessero fare un'azzardo, aveva comprato il vestito lo stesso. Almeno Kim l'aveva spuntata sull'argomento scarpe, prendendo un paio di ballerine, semplici ma carine.

Spaventata da quella situazione così strana, Vietnam si preparò ad indietreggiare quando un ragazzo, con una maschera blu a coprirgli il volto, la raggiunse.

-Posso avere l'onore di questo ballo?- le chiese, con un sorriso, porgendole la mano destra.

Kim era già pronta a dirgli di no, quando vide che Taiwan la incoraggiava, alzando i pollici.

Perchè no? Ho la maschera, posso fare quello che di solito non farei” si decise, mettendo la propria mano in quella del ragazzo, rispondendo di sì.

Il cavaliere misterioso la portò al centro della sala, dove altre coppie mascherate erano impegnate in un valzer, la strinse a sé ed iniziarono a ballare.

Durante il ballo Vietnam cercò di riconoscerlo, ma dalla maschera riusciva solo a scorgere due occhi azzurri; era certa di averli già visti, ma non sapeva dove e quando.

I capelli invece erano biondo scuro, tirati indietro ad eccezione di qualche ciuffetto che sfuggiva fuori.

Dopo quel ballo ce ne fu un'altro, e poi ancora, finchè non si sentirono entrambi la testa che girava e i piedi doloranti (soprattutto per Kim, che aveva ricevuto un paio di calci involontari dal suo compagno di ballo).

Si diressero verso il balcone, appoggiandosi alla balaustra per guardare la città in lontananza.

-È stato davvero bello ballare con te- le disse il ragazzo, continuando a guardarla negli occhi, come aveva fatto per tutto il ballo -Non mi sono mai sentito in sintonia con una ragazza come con te stasera.

-Anche per me è stato lo stesso.- disse la vietnamita, in totale sincerità. Quel ragazzo era davvero carino, l'aveva trattata con incredibile gentilezza e non le faceva pensare ad America.

In quel momento il vento iniziò a soffiare, portando dal mare l'aria carica di salsedine, le foglie degli alberi si muovevano formando quasi una musica. Era la scena perfetta per un bacio, e il ragazzo sembrò capirlo.

Chiudendo gli occhi si chinò verso Kim, proprio quando il vento soffiò più forte, facendo allentare l'allacciatura delle maschere, che caddero sul pavimento.

-TU!- esclamò Vietnam.

 

 

Note dell'Autrice:

Salve gente! Oggi mi è venuta l'ispirazione per questa long-fic, la conclusione arriverà nel prossimo capitolo, sempre che vi sia piaciuta.

Che dite, si capiva chi era il cavaliere misterioso di Vietnam? Spero di essere stata abbastanza chiara nel descriverlo.

Dite che devo smetterla di leggere le fiabe? Insomma, per molti versi assomiglia a “Cenerentola”! Ai lettori l'ardua sentenza.

Grazie a chi leggerà o recensirà.

Historygirl93

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Capitolo 2
*** Carnival in love, seconda parte ***


 

-TU!- esclamò Kim.

Come aveva fatto a non riconoscerlo prima?

Il colore dei capelli, quello degli occhi, la voce.

Davanti alla ragazza c'era America.

Lui non era affatto stupito di trovarsi davanti la vietnamita, anzi. A giudicare dal sorriso che gli illuminava il volto, sembrava felice come un bambino che apriva un regalo la mattina di Natale e trovava il giocattolo che desiderava.

-Kim! Sapevo che eri tu, ti ho riconosciuto subito, sai? Ancora una volta, l'eroe ha vin...-

-Che cosa vuoi da me?- gli chiese bruscamente lei. Non bastava trovarselo davanti all'improvviso, aveva anche iniziato a parlare in quel suo modo così egocentrico, che non riusciva a sopportare.

Alfred si portò una mano ai capelli, spettinandoli in modo che tornassero al solito taglio con il ciuffo che gli cadeva sulla fronte: -Voglio solo passare una bella serata con te. Insomma, non abbiamo più parlato dopo San Valentino e..- si interruppe, arrossendo leggermente.

Vietnam si sentì in colpa per averlo attaccato in quel modo, lui le rivolgeva solo pensieri gentili e veniva ricompensato con risposte sgarbate e remate.

Ma cosa ci poteva fare? Lui l'aveva bombardata per ben dieci anni, lei era riuscita a liberarsi delle sue truppe solo continuando incessantemente a lottare.

Se quell'occidentale non si fosse impicciato nella sua guerra, forse adesso non lo odierebbe.

Ma davvero lo odiava? Prima di quella sera avrebbe risposto di sì, ma in quel momento, su quel balcone che dava sulla laguna veneziana, si sentiva diversa.

Possibile che bastassero pochi balli per cambiare idea su una persona?

Alzò gli occhi, tenuti bassi fino a quell'istante, incontrando quelli dell'americano.

America prese quello sguardo come un invito ad andare avanti con il suo discorso:- Vedi Kim, c'è una cosa che volevo dirti a San Valentino, ma tu sei stata così veloce a darmi il remo in testa che non ce l'ho fatta.

"Bravo scemo, dalle la colpa per non averglielo detto. Poi non stupirti se ti manda al diavolo, stupido che non sei altro” pensò Alfred accorgendosi della frase poco gentile.

-Ecco, io mi sono...- e arrossì. “Perchè arrossisci? Sei l'eroe, devi essere diretto con lei!” -Mi sono innamorato di te!-

Vietnam rimase di sasso al sentire quella dichiarazione d'amore così diretta, non se l'aspettava proprio. Sapeva che America aveva una cotta per lei, ma non pensava che gliel'avrebbe detto per davvero.

-Com'è possibile?- domandò, rivolgendogli il quesito che l'assillava da mesi.

-È successo durante un meeting con Russia, quando eri appena finita sotto il suo controllo. Ti ho vista ed è stato praticamente un colpo di fulmine.- spiegò lui.

Kim si ricordava bene di quel meeting, erano presenti tutte le Nazioni che erano alleate con i due avversari della Guerra Fredda. Appena aveva visto Alfred, le era venuta una fitta improvvisa alla bocca dello stomaco, e l'aveva attribuita all'antipatia istantanea. E allora perchè quella stessa morsa tornava in quel momento?

-In quel momento ho giurato che ti avrei salvato dal comunista, l'unica cosa che volevo era vederti lontana da lui...e vicino a me.- continuò America, avvicinandosi alla ragazza.

Facendo quel giuramento si era sentito uguale ad un principe delle fiabe, come in quelle che gli leggeva Inghilterra quand'era piccolo.

Perchè un principe ha sempre una principessa da salvare dal mostro cattivo, no?

-E non hai pensato che a me andasse bene quella situazione?- chiese Vietnam, facendo un passo indietro per allontanarlo da lei.

-No, io...-

-Ti rendi conto di quello che hai detto? Dici di amarmi, eppure non hai esitato a uccidere la mia gente, a farmi soffrire.- la voce era incrinata dal pianto e dalla rabbia; quella situazione le sembrava impossibile.

Le avevano sempre detto che l'amore risolveva i conflitti, non che li creava.

Si girò ed iniziò ad allontanarsi, ma Alfred la raggiunse e l'abbracciò da dietro: -Mi sono pentito tantissimo di quella guerra. Non volevo farti soffrire, ma mi sono lasciato convincere dai miei capi, dicevano che era un modo per combattere Russia. Te lo giuro, l'unica cosa che importava per me eri tu! Ho continuato ad aspettarti ed amarti per tutto questo tempo.

Dentro Kim fu come se tutto cambiasse. Quelle parole, insieme alle gentilezze di Alfred, trasformarono quanto restava del rancore nei confronti dell'americano in qualcosa di completamente diverso.

Altro che desiderio di non vederlo e non averlo accanto a sé, era solo timidezza!

Quell'abbraccio, che il ragazzo aveva fatto per timore di lasciarla andare e perderla, era rassicurante e protettivo, la faceva sentire bene.

Lo capì solo in quel momento, l'antipatia a prima vista non esiste, ma l'amore sì.

-Mi dispiace per quello che ti ho detto.- disse Vietnam, rigirandosi e appoggiando la testa contro il petto del ragazzo. -L'ho capito solo ora, ma anch'io mi sono innamorata di te.

Alzò la testa, incrociando il suo sguardo con quello di America.

Il celeste del cielo si perse nell'oro del sole.

Il nero delle ali corvine si accostarono al biondo del grano.

Due cuori, che fino a quel momento si consideravano troppo lontani l'uno dall'altro, scoprirono di essere sempre stati vicini.

Le labbra si unirono per suggellare un'amore che aveva saputo superare rancori e differenze; tutto quello che c'era stato prima non aveva più importanza.

Sarebbe stato un “per sempre felici e contenti”? Non lo sapevano, ma avevano entrambi una gran voglia di scoprirlo insieme.

 

Note dell'Autrice:

non so voi, ma scrivendo questo pezzo mi sono commossa un sacco. Spero vi sia piaciuto.

Ah, sia chiaro che, rispetto a quello che ho scritto, non considero la guerra del Vietnam (o le guerre in generale) come sciocchezze o argomenti da trattare in maniera superficiale.

Vorrei ringraziare Cosmopolita, Bazylyk19 e NaruHina91, che recensiscono ogni storia di questa serie, grazie mille.

Grazie a chi leggerà o recensirà.

Historygirl93

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