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Un ragazzo e una ragazza uscirono da una stanza nel Quartier Generale
dell’ Esercito a Central City, insieme a una folla di ad
NDA: Salve
a tutti ragazzi ^-^! Rieccomi qui con un’altra storia pazza... sarà un
crossover FMAxHP, anche se i nostri maghetti appariranno dal secondo capitolo
XD! E ricordate che il protagonista non è Ed. Ambientata nel 5° libro di HP,
seguirà parzialmente gli avvenimenti di esso.
AVVERTIMENTO:
questa è un’AU, se non vi piace il genere non leggete.
Disclaimer:
T_T no, non mi appartiene FMA. Vorrei che quel figo di Ed mi appartenesse, però
*_*. E non mi appartiene nemmeno Potter. Però mi appartengono Emma-chan e
Jay-kun ^-^
Magical Alchemy
Un ragazzo
e una ragazza uscirono da una stanza nel Quartier Generale dell’ Esercito a
Central City, insieme a una folla di adulti. I due erano molto simili tra di
loro, entrambi avevano occhi dorati, capelli biondi- e diciamocelo, entrambi
erano piuttosto bassi. Tutti e due sfoggiavano un sorriso soddisfatto, e la
ragazza canticchiava. -Jay-Jay, è stato facile, vero?- Lui sbuffò al
soprannome. –Sì, e chiamami Jay, ti prego, nee-chan...- Lei mise su un’aria
offesa. -Sei cattivo, siamo fratelli e non posso darti un soprannome...- Jay
scosse la testa rassegnato. –Lasciamo perdere.- A volte Emma è così infantile... Non posso credere che siamo gemelli...
–All’ultima domanda non ho fatto in tempo a rispondere, però...- Lei gli
sorrise. -Non ti preoccupare, nii-chan. Nemmeno papà ha completato l’esame. E
papà è un genio, il...- -... Più giovane alchimista di stato in tutto
l’esercito, lo so...- Jay sorrise a sua volta, e i due uscirono dall’edificio
avviandosi verso l’appartamento dove vivevano con i genitori.
Emma
ripensò a quanto aveva detto sul padre. In effetti i loro geni facevano
faville. Dopotutto, la persona da cui avevano preso tutto, il loro papà, era
Edward Elric, il Fullmetal Alchemist e da un paio d’anni il Colonnello nella
divisione di Central City. La loro madre, invece, era meno famosa ma comunque
brava: poco dopo essersi sposata alla giovane età di 18 anni, aveva passato
l’esame per diventare alchimista di stato e si era meritata il nome di Gold
Thunder Alchemist per via della sua tecnica, un cerchio alchemico inciso sul
suo bracciale grazie al quale poteva provocare lampi a comando. Emma e Jay
avevano 15 anni, stavano a loro volta entrando nell’esercito, e avevano appena
sostenuto l’esame scritto. Il giorno dopo avrebbero avuto la prova pratica, e
sapevano già come stupire Roy Mustang, colui che avrebbe presenziato all’esame
in vece del Fuhrer, impegnato in una campagna militare, nonchè neo-generale
dell’esercito di Amestris.
-Siete
stati bravi ad arrivare fin qui, ma ora viene il difficile... Ora fate una
lista del materiale di cui avete bisogno per la prova pratica.- Mustang era
fermo davanti ad un piccolo gruppo di persone. La maggior parte erano uomini,
con l’eccezione di un paio di donne e di due adolescenti, un maschio e una
femmina. Il suo sguardo si soffermò sui loro volti mentre percorreva la fila di
alchimisti. Conosceva quegli occhi fin troppo bene. Gli venne da ridere. Tale padre, tali figli... Anche in
altezza... Un paio di soldati distribuivano fogli e penne con cui annotare
ciò che serviva agli aspiranti Alchimisti di Stato. Tutti impiegarono un pò di
tempo a scrivere, con grandi progetti in mente, suppose il generale. Solo i due
adolescenti riconsegnarono il foglio dopo pochi istanti, e la scritta identica
su entrambi i fogli lo fece stupire per un attimo. “Nulla”.
-Emma
Elric!- tuonò la voce imperiosa del generale Mustang. La ragazza andò al centro
dello spiazzo e indossò una collana, il cui pendente d’argento era un
complicato cerchio alchemico, in qualche modo simile ad un fiore. Ghignò e
portò una mano sul cerchio, chiudendo gli occhi. Alcune spaccature comparvero
nel cemento davanti a lei, facendo spaventare gli altri alchimisti. Dalle crepe
iniziarono a spuntare dei grossi tralci, che si intrecciarono salendo verso
l’alto, per culminare con una grande rosa rossa. –Con la mia tecnica utilizzo i
semi presenti negli strati più profondi del terreno... Uso la mia energia per
farli crescere.- Alcuni applaudirono per un paio di secondi, era davvero una
grande idea. Emma sorrise e si ritrasse, osservando compiaciuta il volto sorpreso
di Mustang.
Come se se
ne fosse accorto, lui si riprese, e scostandosi una ciocca di capelli corvini
dal viso chiamò Jay. Anche lui camminò fino al centro dello spiazzo, e alzò il
palmo della mano su cui compariva il tatuaggio di un cerchio alchemico. Chiuse
gli occhi come per concentrarsi, e una sfera d’acqua iniziò a formarsi
velocemente davanti alla sua mano. Qualdo ebbe raggiunto dimensioni
consistenti, con un movimento brusco del polso la scagliò lontano. La sfera si
infranse su un muro non molto distante. –Grazie al cerchio alchemico che mi
sono tatuato sulla mano, posso concentrare l’acqua presa dal sottosuolo,
dall’aria, e anche dal mio respiro. Poi posso farne quello che voglio.- Anche
qui partirono alcuni applausi. Il ragazzo si ritirò con espressione trionfante.
Roy era sempre più stupito. Non hanno
preso solo la statura, dal padre...
Qualche
giorno dopo dopo, i due alchimisti erano nell’ufficio del Colonnello Elric,
insieme ad un uomo. Avevano passato l’esame. Non poteva andare diversamente, si disse Emma ridendo dentro di sè.
Sembrava che Mustang avesse visto un
fantasma, che faccia aveva! Represse un sorriso, non era il momento. Suo
padre si alzò dalla sedia e arrivò fino all’uomo. Gli consegnò il suo agognato
orologio d’argento e una busta. L’uomo l’aprì e la lesse velocemente,
sorridendo. Poi spostò lo sguardo sul colonnello e fece il saluto militare,
guardando verso il basso. In effetti Ed non era cresciuto di molto, e quel
tizio era decisamente più alto di
lui. Irritato da quello, il biondo lo congedò, per poi spostarsi di fronte ai
gemelli. Li guardò, orgoglioso che anche loro fossero entrati nell’ esercito.
Alzò il braccio, dalla cui mano penzolavano i due orologi. –Sono fiero di voi- Disse
semplicemente, e li fece cadere nelle loro mani. Gli porse anche le lettere e
tornò serio. –Mustang vi ha... anzi, ci ha
affidato una missione... Ma prima leggete i vostri nuovi nomi.- Emma aprì la
busta per prima e tirò fuori la lettera. –“Per il potere conferitomi...” Bla,
bla, bla...- Saltò il resto per arrivare subito alla fine. –“Le dò il nome di
Flower Alchemist”! Wow... il Fuhrer ha buon gusto per i nomi... Il tuo,
nii-chan?- Jay sorrise. –Da questo momento chiamami Wave Alchemist!- -Va bene, ondino mio bello...- -Ha parlato il mazzolin
di fiori che vien dalla montagna!- Si guardarono per un attimo in silenzio, poi
scoppiarono a ridere come pazzi. –Basta voi due, è il momento delle cose serie.
Mustang ci vuole nel suo ufficio.-
-Hawkeye,
non potrebbe farlo sloggiare?--Nossignore, non se ne andrà finchè non
risponderà alla lettera.-
Il Generale Roy Mustang, il famoso Flame Alchemist, guardava storto un grosso
barbagianni appollaiato sulla sua scrivania. Reggeva in mano una spessa busta
di pergamena (ovviamente Mustang, non il barbagianni.) sul cui retro una
persona dalla calligrafia sottile aveva scritto “Per il Generale Roy Mustang,
Ufficio 105-A, Quartier Generale dell’Esercito, Central City, Amestris”. Quello
che lo spaventava non era la precisione con cui conoscessero la collocazione
nel suo ufficio, nè il volatile che aveva consegnato la lettera. Era il contenuto della busta. Uno scherzo di
qualche pazzoide, a prima vista, ma pensandoci bene, ad Amestris non c’erano
barbagianni selvatici, men che mai usati per consegnare lettere. E poi il tono
era ufficiale. La rilesse ancora una volta.
Egregio Generale Roy Mustang,
sono Albus Percival Wulfric Brian
Silente, preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Inghilterra.
Per quest’anno abbiamo intenzione di introdurre una nuova materia per i nostri
studenti, cioè Alchimia. Mi rivolgo a voi per trovare due insegnanti per
quest’anno, sapendo che i massimi esperti in questo campo sono tra le vostre
fila. Sono anche venuto a conoscenza del nuovo arruolamento di due giovani
alchimisti, che se vorranno potranno prendere parte alle lezioni tra gli
allievi del quinto anno. Ovviamente mi riferisco a Emma e Jay Elric.
Sperando
che accetterete la mia richiesta,
Albus Percival Wulfric Brian Silente,
Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Pensò
ancora un attimo e poi alzò la testa. –Hawkeye, ha fatto chiamare i giovani
Elric e il Colonnello?- La donna annuì, sempre impeccabile anche con la
minigonna ora parte della divisa (Mustang era riuscito a convincere il Fuhrer a
questo cambiamento!) –Sì, signore. Saranno qui a momenti.- Infatti, la porta si
aprì di scatto, rivelando tre persone, tutte e tre bionde, tutte e tre con gli
occhi dorati e... mi fermo qui, 1.perchè avete capito chi sono, 2. perchè se
dico l’ultima cosa quei tre mi strangolano. Emma e Jay fecero il saluto
militare, mentre Ed rimase impassibile. –Ecco, Fullmetal, loro somo molto più disciplinati di te... Dovresti
imparare da loro.- Mustang mise su il suo solito sorriso beffardo. –Stia zitto,
Generale Bastard, perchè ci ha chiamati?- Invece di rispondere, quest’ultimo
porse la lettera al gruppetto, che la lesse in fretta. Già alla prima riga, i
gemelli si erano messi a ridere. –M... Magia? Questa è una stupidaggine!- -Per
una volta mia sorella ha ragione! Non esistono cose come la magia, dai...- -Sarà,
ma in questa stupidaggine voi ci andrete. E alche tu, Fullmetal.- I due ragazzi
smisero all’istante di ridere. –E... Perchè?-
-Numero uno: io andrò come insegnante, e ho bisogno di una scorta. Numero due:
ho intenzione di stringere un’alleanza con il loro governo, quale modo migliore
il portare due studenti di scambio? Numero tre: se vieni, Emma, non sarai
costretta a indossare la minigonna.- La ragazza smise immediatamente di
lamentarsi. Mustang ghignò. Facile
corrompere le ragazze...
Cucù! XD Ed ecco a voi la vostra autrice preferita (seee
come no Ndtutti) col secondo capitolo della storia! Scusate se non aggiorno
spesso, ma sono davvero pi... ehm, volevo dire occupata. Sì, sono molto, molto
occupata. °-° Comunque sì, sono ancora qui a rompervi, tutto questo perchè
voglio far sembrare il capitolo più lungo di quello che è XDD Vabbè, iniziamo
che è meglio. Ah, approposito, mi ero scordata di avvertirvi, nella fic Ed ha
ancora i due automail e Al è un’armatura...
Disclaimer: No. Non sono la Arakawa. E non ho abbastanza
soldi da comprarmi i diritti di FMA. Quindi non mi appartiene. Anche se lo
vorrei tanto.
Magical Alchemy
-Jay-jay, puoi ricordarmi perchè siamo qui?- Quattro persone
erano alla stazione di Central, in attesa del treno che le avrebbe portate a
Londra. –Siamo qui perchè TU ti sei lasciata corrompere da LUI!- Jay indicò
Mustang. Emma sbuffò. –Non essere così fiscale, nii-chan!- -Voi due, basta
litigare!- Il colonnello Elric si era intromesso nella discussione. –A
proposito, pap...ehm, Taisa...- -... Perchè Al non è potuto venire?- Ed
sospirò. –Non sappiamo ancora che genere di cose accadano in quel manicomio che
si ostinano a chiamare scuola... Ma
un’armatura parlante verrebbe subito notata, non vogliamo essere presi per
pazzi anche noi, no?- Vennero interrotti da Mustang, che gli faceva cenno di
salire sul treno. I tre Elric presero i bagagli e andarono alla ricerca di un
sedile libero.
-Eccoci!- I due gemelli osservavano la grande stazione di
King’s Cross, dove era appena arrivato il loro treno.-Taisa, adesso cosa
dobbiamo fare?- Roy rispose per lui. –Dovrebbe arrivare qualcuno a pren...- La
voce gli morì in gola, come vide avvicinarsi un omone alto due volte una
persona normale e largo almeno cinque. Aveva un aspetto terribilmente
selvaggio: lunghe ciocche di ispidi capelli neri e una folta barba gli nascondevano
gran parte del volto.* Indossava una immensa palandrana di pelo marrone. Il
gigante notò il gruppo e il suo viso peloso si illuminò.-Ah! Lei deve essere
Roy Mustang!- Il generale sobbalzò sentendosi chiamare per nome, e realizzò che
quel tipo era la persona designata per accompagnarli. –Ehm... Sì, sono io. E
lei è...?- L’omone gli prese la mano e la scosse energicamente, rischiando di
rompergliela. –Rubeus Hagrid, Guardiacaccia e professore di Cura delle Creature
Magiche ad Hogwarts!-
Hagrid spostò lo sguardo dal generale intento a massaggiarsi
il braccio ai tre Elric. –E voi siete i nuovi studenti, vero? Anche se Silente
mi aveva detto che erano solo due, e per di più del quinto anno...- Roy scosse
la testa. Povero, povero Hagrid. Non sa
cosa ha appena detto. Una vena iniziò a pulsare nelle tempie dei tre.
Mustang si portò le mani alle orecchie pronto all’esplosione. Ed fu il primo a
urlare, seguito a ruota dai gemelli. –A CHI HAI DATO DEGLI ESSERINI
MICROSCOPICI CHE POSSONO ESSERE SCAMBIATI PER DEI MARMOCCHI? SONO UN ADULTO! HO
TRENTASETTE ANNI!- -COSA STAI INSINUANDO CON “DOVREBBERO ESSERE DEL QUINTO
ANNO”? NON SIAMO BAMBOCCI DI UNDICI ANNI! NE ABBIAMO QUINDICI! DOBBIAMO ANCORA
CRESCERE, VA BENE?-
Le voci dei tre nanet... ehm, alchimisti si sovrapponevano
in una serie infinita di insulti, e il povero mezzogigante era completamente
allibito. –Ehm... Scusate, non intendevo questo...- Il generale, intanto,
faceva del suo meglio per trattenersi dal ridere. Già gli era difficile quando
il piccolo alchimista se ne usciva con una delle sue frasi “anti-basso” da
solo. Figuriamoci moltiplicato per tre. La folla guardava la scena shockata.
Alla fine, Mustang riuscì a domare le risate e decise che era meglio riportare
la calma. Approfittò di una pausa per respirare in mezzo alla sequela di
ingiurie e si mise fra Hagrid e gli Elric. –Voi tre, basta. Non ha detto niente
del genere.- -Ma...- -Emma, un’altra parola e ritiro quello che ho detto sul
non indossare la minigonna. E la faccio mettere anche a voi due...-
Il trio si zittì immediatamente, e un silenzio imbarazzato
calò sul gruppo mentre Hagrid li guidava fuori dalla stazione e verso un pub
chiamato “Il paiolo magico”. Alla fine il mezzogigante si decise a parlare.
–Ah, ecco... Le vostre liste del materiale- disse consegnando ai gemelli due
buste di pergamena. I due le aprirono contemporaneamente e lessero il
contenuto, diventando più sconcertati a ogni riga. -...B... Bacchetta?
Calderone? E’ uno scherzo?- Chiese Jay sconcertato, guadagnandosi un’occhiata
stranita da Hagrid. –Perchè dovrebbe esserlo? Nessuno scherzo!- Emma non
rispose, troppo concentrata sull’orripilante idea di sè stessa girare agitando
una grossa bacchetta rosa shocking con una stella dorata sulla punta, in puro
stile fatina dei denti. Scosse la testa per scacciare il pensiero. –E dove
troveremo tutta questa roba?- -A Diagon Alley, è ovvio!-
Hagrid li aveva portati in un pub buio e dimesso, dove
alcune vecchie sedute in un angolo sorseggiavano un bicchierino di sherry. Il
vecchio barman era completamente calvo, e la sua testa somigliava vagamente a
una noce di gomma. Quando vide entrare il mezzogigante, fece un sorriso
sdentato e lo salutò. –Il solito?- -Mi dispiace, Tom. Sono in servizio per
Hogwarts.- -Capisco... Bene, passa a berti un bicchierino un giorno o l’altro!-
Dopo il breve scambio di battute, il gruppo uscì da una
porta posteriore ed entrò in un piccolo cortile circondato da un muro, dove non
c’era altro che un bidone della spazzatura e qualche erbaccia. –Ehm... Hagrid,
può spiegarci cosa ci facciamo qui?- Ed pareva interdetto. L’omone
semplicemente sorrise e si avvicinò al muro opposto all’uscita, tirò fuori un
grosso ombrello rosa tutto contorto, e premette una serie di mattoni in
sequenza con la punta di esso. Un buco iniziò a formarsi, mentre i mattoni
scomparivano nel nulla. I quattro alchimisti guardavano a bocca aperta.
–Fantastico! Non pensavo che fosse possibile una cosa del genere!- -Dev’essere
alchimia avanzata!- I due gemelli esaminarono il muro curiosi, cercando una
qualche traccia di trasmutazioni. Hagrid ridacchiò. –Questa non è alchimia,
questa è magia... Benvenuti a Diagon Alley!-
-Wow...- Il gruppo era in mezzo a una via trafficata, ai
lati della quale due file di negozi che vendevano gli oggetti più disparati
facevano mostra di sè. C’erano pile di calderoni, gabbie contenenti gufi e
civette, barili colmi di strani ingredienti, e un sacco di altri oggetti. Gli
Elric e Mustang si guardavano intorno affascinati, quando quest’ultimo li
riportò alla realtà. –Ehm... Voglio ricordarvi che non abbiamo soldi...- -A questo si pone rimedio
facilmente!- Rispose Ed con una strana luce negli occhi. –Hagrid, posso vedere
una delle vostre monete?- -Un galeone? Certo!- Il mezzogigante estrasse una
moneta dorata da una delle numerose tasche della sua palandrana e gliela porse.
Lui la esaminò attentamente. –E’ oro, vero?- -Esatto...- Ed alzò lo sguardo, un
ghigno malefico sul volto. Ghigno che andò riflettendosi sugli altri due Elric.
–Pensate anche voi a quello che sto pensando io?- Roy sembrò afferrare
improvvisamente. –NO! Fullmetal, è illegale!- -Solo se ci scoprono!- E il trio
diede in una risata sadica. Hagrid guardò Mustang sconcertato. –Fanno così
spesso?- -Diciamo che per loro il concetto di “legale” e “illegale” è molto
elastico.-
Intanto Ed aveva trascinato i due figli in un vicolo
laterale, dove un mucchio di sassi giaceva abbandonato in un angolo. –Credete
che possa bastare?- -Direi di sì!- Edward battè le mani, sempre con quel ghigno
sadico stampato in volto, e le posò in cima al cumulo di pietre. Con un lampo
di luce blu, i ciottoli divennero monete d’oro identiche al Galeone mostrato da
Hagrid. Quindi fece sbucare la testa dall’angolo del vicolo e chiamò gli altri
due. –Ehi, qui abbiamo finito!-
*Frase presa e riadattata da Harry Potter e La Pietra
Filosofale, pagina 18.
Ok, era corto ed era in ritardo. Giuro che il prossimo sarà
lungo! E che lo metterò su presto! Comunque spero che vi sia piaciuto!
Ok,
non ho aggiornato per un tempo spropositato. E lo sapete perche'? PER COLPA DI
UN CA**O DI VIRUS! Perdonatemi, vi prego... Il mio PC è stato sistemato il 31
dicembre. E dopo quella data non riuscivo a mettere due frasi insieme, giuro
;_; pietà di me, vi prego...
Disclaimer: I do not own Full Metal Alchemist or
Harry Potter. Watashi
wa Hagane no Renkinjuntsushi to Harry Potter o nai motu. NON POSSIEDO FMA O
HARRY POTTER!
MAGICAL ALCHEMY
Il gruppo camminava trascinandosi dietro un
sacco di galeoni. E quando dico un sacco intendo proprio un sacco.
Letteralmente. Ma lasciamo stare. Hagrid faceva loro da guida, mostrandogli i
vari negozi e descrivendogli gli oggetti che si vendevano al loro interno. Alla
fine arrivarono di fronte a un enorme edificio bianco. -Ecco, questa è la
Gringott, la banca dei maghi!- Entrarono, e quello che gli si presentò davanti
fece imanere gli alchimisti a bocca aperta. -Sono... Chimere?- Hagrid guardò il
Colonnello stranito. -Chimere? Quelli sono Goblin!- -Chi li ha creati?- Il mezzogigante
era sempre più confuso. -Non sono stati creati, sono nati...- I due gemelli si
scambiarono uno sguardo sorpreso. Dove erano finiti? Gli sembrava di essere in
un altro pianeta, un pianeta in cui le chimere invece di venire create
nascevano da sole, un pianeta in cui i muri scomparivano se li toccavi con
l'ombrello, un pianeta con bacchette magiche, scope, calderoni. Un pianeta
senza Scambio Equivalente. Tutti e quattro i militari rimasero zitti e pensosi
(a parte Emma, che dopo un paio di minuti si era stufata e aveva cominciato a
pensare al tipo carino di Resenbool che aveva incontrato durante una visita a
Winry e Pinako, ma lasciamo stare), osservati da un povero guardiacaccia
confuso, stupito e imbarazzato dal silenzio calato sul gruppo. Alla fine Hagrid
interruppe i loro ragionamenti contorti. -Ehm... Andiamo?- Gli altri sembrarono
riscuotersi e Mustang fece cenno al mezzogigante di guidarli. Si diressero
verso uno sportello per aprire un nuovo conto.
Mezz'ora dopo il gruppo guidato dal professore di Cura delle
Creature Magiche era davanti al negozio di Olivander. -Questo posto non mi
piace- commentò Jay guardando la vetrina spoglia. Hagrid lo ignorò e fece loro
cenno di entrare. Un lieve scampanellio, proveniente dagli anfratti del negozio
non meglio identificati, accolse il loro ingresso. Era un luogo molto piccolo,
vuoto, tranne che per una sedia dalle zampe esili su cui Hagrid si sedette,
nell'attesa.* Intanto, gli alchimisti osservavano curiosi le migliaia di
scatoline lunghe e strette impilate lungo le pareti, che ricoprivano
completamente i muri fino al soffitto. All'improvviso dal retrobottega spuntò
un ometto anziano con occhi grandi e scoloriti. -Buon pomeriggio- disse con
voce sommessa. -Salve- fu la risposta simultanea dei gemelli. -E voi siete...?-
-Edward Elric, lui è Roy Mustang e questi sono i miei figli Emma e Jay.-
-Capisco... Siete qui per le bacchette, giusto? Bene, iniziamo da lei,
signorina Emma!- La ragazza fece un passo in avanti titubante, e quello che
doveva essere Olivander tirò fuori dalla tasca un lungo metro a nastro. -Qual'è
il braccio con cui usa la bacchetta?- -Ehm... Sono ambidestra.- -Alzi il
braccio sinistro, allora.- Il metro allora si mosse da solo e iniziò a misurare
varie parti del corpo di Emma, che lo osservava sorpresa. Intanto Olivander era
davanti a uno scaffale e tirava giù una scatola dopo l'altra. Le depositò sul
pavimento, poi prese quella in cima alla pila e ne estrasse un bastoncino di
legno scuro dall'aspetto assolutamente normale. Per fortuna non è niente di
eccessivo, posso nasconderla nella manica e nessuno la vedrà. -Basta così-
disse il negoziante, e il metro si afflosciò a terra. -Provi questa, signorina
Elric. Legno di melo e piuma di fenice. Otto pollici, rigida ma ottima per la
trasfigurazione.- Olivander le porse la bacchetta e lei la prese in mano.
Seguirono attimi di silenzio. Lunghi
attimi di silenzio. Una balla di fieno rotolò in mezzo al negozio. Le cicale
iniziarono a frinire. Nella stanza entrò un uomo vestito da cicala con un violino.
L’uomo-cicala suonò un valtzer e se ne andò. Nessuno sembrò notarlo. Alla fine
Emma aprì la sua bella boccuccia per parlare, ci furono alcuni secondi di
altissima tensione, per poter sentire la sua meravigliosa perla di saggezza...
–Ehm... Che cosa ci devo fare?- Caduta generale anime style. Quando sì fu
rialzato, il negoziante le spiegò che doveva semplicemente agitarla. Lei lo
fece e una cascata di scintille dorate uscì dalla punta della bacchetta. –Bene,
benissimo! Al primo colpo! Adesso venga lei, giovanotto...-
Uscirono dal negozio dopo aver trovato una bacchetta anche
per Jay –Legno d’acero, corda di cuore di drago, flessibile, sette pollici e
mezzo (E qui è doveroso ricordare la scena di ‘affetto fraterno’ fra i due
gemelli: ‘La mia bacchetta è più lunga della tua!’ ‘La mia ha un colore più
bello!’ ‘Ma io sono più alta!’ ‘Non è vero, siamo gemelli! E poi che c’entra
con le bacchette?’ ‘Non lo so! Ma sono più alta lo stesso!’ ‘Scema!’ ‘Idiota!’
‘Tappa!’ ‘Nano!’ ‘Piatta!’ A quel punto Emma aveva quasi ammazzato Jay. Mai
offendere le misure di una donna.)-, per Ed –Legno di salice, dieci pollici,
molto flessibile, ottima per gli incanti offensivi- e per Roy –Legno di
corniolo, undici pollici, flessibile, adatta agli incantesimi (soprattutto quelli
di fuoco, chissà perchè)- e fecero tappa in ognuno degli altri negozi,
comprando il materiale. Fu necessario scollare Ed dalla vetrina del Ghirigoro e
i gemelli da quella del Serraglio Stregato. Roy ci provò con metà delle
commesse, ma nulla di fatto perchè i malefici tre finsero di essere suoi figli
(sì, compreso Fullmetal) e scoraggiarono tutte dall’andare con un uomo sposato.
Hagrid iniziò a farsi domande esistenziali come ‘Da dove vengo?’ e ‘Cosa c’è
dopo la morte?’ ma soprattutto ‘Perchè non sono nella Foresta Proibita con mio
fratello Grop invece che qui con questi quattro malati mentali?’
Dopo il casino total... ehm, lo ‘shopping’, il gruppetto
tornò al Paiolo Magico. –La scuola inizierà l’1 Settembre, nel frattempo
resterete qui, Tom vi ha riservato delle camere.-
NdA: ;____; WAAAA! Schifoso, corto, e in ritardo. Potrei
suicidarmi ._. vero che mi perdonate, sì? ç_ç