Il mio prof di Latino

di Satellite_29
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazioni. ***
Capitolo 2: *** Lezione al parco. ***
Capitolo 3: *** Mille e mille bolle blu. ***
Capitolo 4: *** Piccoli progressi. ***
Capitolo 5: *** Barcollo ma non mollo! ***
Capitolo 6: *** Heaven doesn't seem far away. ***
Capitolo 7: *** Sergente Cuor di Pietra a chi? ***
Capitolo 8: *** Prima o poi il ghiaccio si scioglie. ***
Capitolo 9: *** Una buona dose di incoerenza. ***
Capitolo 10: *** Ci si vede a lezione, Hunter. ***
Capitolo 11: *** Soltanto un bambino viziato e presuntuoso. ***
Capitolo 12: *** Niente cose sconce in cucina! ***
Capitolo 13: *** Io non ci credo. ***
Capitolo 14: *** Lui ha puntato te, e non vuole arrendersi. ***
Capitolo 15: *** Guerra sia. ***
Capitolo 16: *** Aiutare un amico ***
Capitolo 17: *** Cosa non si fa per un pacco di caramelle! ***
Capitolo 18: *** Missione spionaggio. ***
Capitolo 19: *** Roma, damme 'na mano a faje di de sì ***
Capitolo 20: *** Piccoli tranelli ***



Capitolo 1
*** Presentazioni. ***


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Capitolo 1: Presentazioni

A cosa stai pensando?

Saranno affari miei, no?

Mi vengono sempre i nervi quando Facebook mi fa certe domande stupide. Sarà per questo che lo uso molto poco.
Da pochi giorni oltre a dire cosa pensi, devi anche scrivere dove sei e con chi stai. Manco fosse mia madre!
Io non capisco l’utilità di certe cose. Forse non c’è proprio.
Ma per adesso non ho nulla di meglio da fare quindi rispondiamo a questo stupido quiz-catena.

Nome? Lavinia
Cognome? Merryweather
Età? Quasi 16 anni
Compleanno? 20 Maggio
Altezza? Normale
Colore dei capelli? Castano chiaro con le punte bionde
Colore degli occhi? Grigi, ma cambiano colore a seconda della luce
Tatuaggi? Se me ne faccio uno i miei genitori mi spezzano le gambe!
Credi nel vero Amore? No
Il tuo sogno più grande? Fare l’architetto
Ti piacciono gli animali? Si, ho un gatto.
Che scuola fai? Liceo Classico
Materia preferita? Storia dell’Arte
Materia odiata? Latino
Credi nel colpo di fulmine? NO

Guardo quello che ho scritto. Cancello tutto e non condivido nulla. Non credo che a qualcuno interessi davvero quello che si scrive in questi stupidi test.
L’ho detto e lo ripeto: è una perdita di tempo! E oggi di tempo da perdere ne ho da vendere. Quindi inizio a navigare annoiata tra i vari link, ascoltando qualche canzone su Youtube.
Che ore sono? Le sei meno venti. Quasi quasi chiamo Brooke e le chiedo se viene a casa. Tanto per domani non devo studiare niente.
Compongo il numero dal cellulare e aspetto che risponda.
- Pronto?
- Brooke sono io, che c’hai da fare oggi?
- Oltre a studiare Latino, fare una versione di Greco, fare i sistemi di Matematica e ripassare Storia? Niente credo, perché?
- Ti va di venire a casa? Non so che fare!
- Studia! Hai 4 in Latino!
- Ma lo sai che sono negata! Greco è molto più facile. – Lo so che a sentirlo verrebbe da dire “Questa è matta!” ma per me studiare Greco è facilissimo, sono capace di fare una versione di 10 righi in 1 ora, quando i miei compagni di classe (e non solo loro) ci impiegherebbero due ore piene piene. Ma il Latino proprio non lo digerisco. Persino Cesare, che viene definito l’autore più semplice, mi sta antipatico. E alle interrogazioni è un miracolo se prendo 5 e mezzo!
Ora vi chiederete “Ma se non sai tradurre, come hai fatto a non essere bocciata?”. Presto detto: io frequento il quinto ginnasio, cioè il secondo liceo per voi comuni studenti, e l’anno scorso mi sono salvata il fondoschiena grazie a Brooke che mi ha passato l’ultimo compito. Lei prese 9. Io presi 8, ma fu sufficiente ad aggiustarmi la media finale. Quest’anno però non è più possibile perché le versioni sono più lunghe e più difficili e la mia povera amica va nel panico e non riesce a passarmi tutta la versione.
Per questo i miei genitori mi vogliono mandare a ripetizioni. Per me è indifferente, tanto il Latino non lo studierò comunque! Il mio problema è che non riesco ad affrontare la materia, ad ogni cosa che riguarda quella vecchia lingua antica mi blocco come una stupida.
In generale, vado abbastanza bene a scuola, perché capisco subito quello che leggo sui libri e non mi ci vuole molto a ripetere quello che studio. Ma con il Latino è tutta un’altra cosa!
Durante le interrogazioni sudo freddo e tutto quello che ho studiato il giorno prima, puff! , appena cerco di ricordarlo svanisce dal mio cervello. Ho capito che studiare quella materia è una causa persa.
Ma i miei genitori insistono tanto, meglio accontentarli. Per ora, non hanno trovato nessuno che può darmi ripetizioni  quindi il problema non si pone proprio.
I miei dicono che un professore di ripetizioni potrebbe aiutarmi molto.
Bah! Non credo proprio. Ora torniamo al mio ozio sul pc.

- Lavinia! Vieni subito qui! – urla mia madre dalla cucina. Che vorrà mai? Vado in cucina e la trovo seduta al tavolo da pranzo, con la sua rubrica aperta e il cordless in mano.
- Che c’è ma’? – chiedo scocciata.
- Ho chiamato la mia vecchia amica Poppy, ti ricordi di lei vero? Beh, mettiamo il caso che lei abbia un figlio disposto a darti ripetizioni .. E mettiamo il caso che sia disposto ad iniziare oggi stesso.
- Ma’ dove vuoi arrivare? – chiedo spazientita. Tanto lo so che non ha trovato nessuno e cerca di convincermi a trovare qualcuno spontaneamente. Ma se lo può anche scordare, io gliel’ho detto che non ci voglio avere niente a che fare.
- Tra un’ora arriverà il tuo professore di ripetizioni quindi ripassa il più possibile e cerca di non rendergli il compito più difficile!
- Cosa? Lui verrà qui a casa? – No, non è possibile! Alla fine ci è riuscita. Ma di solito non sono gli alunni che vanno a casa dei professori?
- Si, ed è così gentile da venire qui lui stesso. E’ impaziente di iniziare, dovresti essergli grata.
- Grata? Grata un cavolo!  Non voglio un estraneo in camera mia. E non voglio un tizio che mi fa ripetizioni, visto che è completamente inutile.
- Lo so come ti senti: pensi di poter risollevare la situazione con le tue sole forze. Io e tuo padre non mettiamo in dubbio le tue capacità, vogliamo solo facilitarti il lavoro. – Si certo, le solite scuse.
Ma ormai il danno è fatto, e ora l’unica cosa utile che posso fare in questo momento è andare a riordinare la mia camera, visto che è un completo disastro.

Do you still remember December’s foggy freeze when the ice that clings on to your beard is screaming agony.
And you snatch your rattling last breaths with deep-sea-diver sounds, and the flowers bloom linke madness in the spring.
Jethro Tull, penso che tu sia un mito.
Con la tua canzone sei l’unico che riesce a farmi calmare in questo momento. Sono super agitata per colpa di quel professore. Tutta colpa del Latino! Se non fosse una stupida materia obbligatoria ora non sarei qui a cercare di calmarmi aspettando che un perfetto sconosciuto cerchi di farmi capire una lingua che per me è Arabo puro. Chissà com’è ‘sto tizio. Mia madre ha detto che è il figlio di Poppy, ha compiuto da poco diaciannove anni e sta frequentando la facoltà di Lettere Classiche.
Sarà il solito sfigato che per racimolare un po’ di soldi per cambiare città è disposto a fare ripetizioni ad una ragazzina come me. Deve stare messo proprio male per voler iniziare così presto.
Sarà bello fisicamente? Conoscendo Poppy, sono molto pessimista. E’ una donna sui 45 anni bassa, tozza. Simpaticissima, per carità, ma non si può dire che è una bella donna. Però mi piacciono molto i suoi occhi.
Sono marroni chiaro, diciamo ambra, con piccolissime sfumature tendenti al verde. Però non conosco il marito: è vedova da molto tempo ormai e non ha mai voluto risposarsi.
Non so se è stata una scelta sentita o dovuta, visto che sono pochi gli uomini che apprezzano le donne come lei.


DIN DON

Oh. Dev’essere arrivato il prof. Mi scoccio ad andare ad aprire. Tanto andrà sicuramente mia madre per sapere come ha intenzione di organizzarsi il professore.
Infatti, sento la porta aprirsi e chiudersi. Per fortuna ho appena finito di sistemare la mia cameretta, che ora è più lucida di uno specchio. Spero che ne valga la pena.
Mia madre mi ha fatto persino cambiare. – Almeno per la prima lezione cerca di fare la persona educata e civile, e per favore levati quella tuta di dosso! – manco fossi una barbara. Così ho messo i jeans e una camicia, con le maniche arrotolate visto che in casa si muore di caldo. Sento la porta della mia camera cigolare e aprirsi, così scatto in piedi dal letto.
- Lavinia, ti presento Kyle Hunter, il tuo professore di ripetizioni di Latino.
Tutte le teorie sul povero sfigato figlio di una povera vedova erano sbagliate, completamente.
Nella mia stanza c’è un bellissimo ragazzo, che non ha nulla a che vedere con la vecchia amica di mia madre. E’ alto, con i capelli biondi pettinati all’indietro, gli occhi color ambra come quelli della madre, il fisico scolpito che si nota dalla maglietta verde aderente.
E io dovrei fare lezioni con questo tizio che potrebbe benissimo essere uscito da Abercrombie? Non che lui mi dispiaccia, ma non credo che sia il massimo per la concentrazione. Prevedo giorni duri, molto duri.
- Piacere – dice lui, stringendomi la mano. Fidati, il piacere è tutto mio.
- Allora vi metterete qui e farete un’ora di lezione, per un totale di 3 lezioni a settimana. Naturalmente Kyle, se ritieni necessario, potrai aumentare o diminuire le ore a tuo piacimento.
- Vorrei utilizzare subito quest’opportunità: da quanto mi hai detto Lavinia è messa proprio male, quindi preferirei seguirla costantemente per tutta la settimana – Ok, questo tizio deve avere un bisogno assurdo di soldi, se è disposto a sopportarmi per 5 ore a settimana!
- Per me va benissimo e per Lavinia andrà bene per forza – dice mia madre sorridendomi. Che bella considerazione che hai di me! – Ora vi lascio alla lezione, buon lavoro!
Mia madre chiude la porta e io mi giro verso Kyle. Cioè, il professore. Che mi sta fissando.
- Perché mi fissi così? Non penso di essere un fenomeno da baraccone quindi smettila. – Ok, i buoni propositi per la mamma stanno allegramente andando a farsi benedire.
- Non mi sembri la tipica ragazza da 4 in Latino.
- Non nominare quella parola!
- Quale, Latino?
- Si! Già solo sentirla è una tortura!
- Andiamo bene. Dai mettiamoci al lavoro – prende la sedia dove fino a 10 minuti fa erano ammucchiate mille magliette sporche e si siede vicino alla scrivania – fammi vedere i tuoi libri di testo.
Prendo lo zaino e butto sul tavolo i miei 3 libri di Latino. Poi prendo l’astuccio e il quaderno e mi siedo alla scrivania. Intanto Kyle sfoglia il libro di grammatica. Più va avanti con lo sfogliare, più si incupisce.
- Ci credo che odi tanto il Lat..
- Per favore!
- .. questa materia. La tua professoressa non poteva scegliere un libro peggiore. Non solo la grafica fa venire un’angoscia enorme, ma le regole sono spiegate proprio male. Allora sai cosa faremo con questo libro?
Lo guardo dubbiosa – Ehm .. che ne faremo?
Indica il cestino che sta dall’altra parte della stanza e ci butta dentro il libro, lanciandolo come se dovesse fare un tiro a pallacanestro.
- Bravo! Così mi piaci! – dico ridendo.
- Da oggi in poi non seguiremo più quello stupido libro, ti farò io tutte le spiegazioni di cui hai bisogno. Ora dimmi, trovi più difficoltà nello scritto o nell’orale?
- Beh, considerato che allo scritto ho 3, e all’orale la professoressa mi mette il 6 solo per pietà ..
- Ho capito, ho capito. Per ora cerchiamo di migliorare all’orale, così siamo sicuri che capisci le regole, allo scritto si può rimediare dopo.
Annuisco. Mi piace l’ottimismo di Kyle. Riesce quasi a farmi diventare ottimista. Forse non è male come pensavo e la mamma ha ragione. Spero solo che quest’ottimismo duri a lungo!

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Capitolo 2
*** Lezione al parco. ***


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Capitolo 2: Lezione al parco

- E poi che avete fatto? – mi chiede curiosa Brooke. Abbiamo finito di pranzare e io e la mia amica siamo sedute su una panchina cortile della mia scuola, il Liceo Classico Privato Phoenix, e le sto raccontando quello che ieri mi ha fatto fare Kyle durante la lezione.
- Ha cercato di farmi capire come si traduce la perifrastica passiva. I suoi tentativi però sono andati a farsi friggere. Poi ha provato a farmi tradurre Cesare, e per poco non strappavo il foglio della versione in mille pezzettini. Però ha avuto molta pazienza e studiare con lui non mi ha per niente pesato!
- Sono contenta! Chissà se magari grazie a lui ti passa questa paura.
- Sono molto pessimista a riguardo, ma tentar non nuoce. Fino a quando è lui che viene a casa, non è un problema.
- E’ lui che viene a casa? – mi chiede sbigottita Brooke.
- Si perché?
- Di solito sono i ragazzi che vanno dai professori. Ma quanti anni c’ha?
- Diciannove.
- Sul serio? Così giovane e già insegna? – Brooke è sempre più sorpresa. Se solo l’avesse visto! Io annuisco e aggiungo – E’ anche un bel ragazzo!
- Lo voglio vedere! Oggi fagli una foto.
- Convinta tu! Quasi non lo conosco e già gli faccio una foto? Ma fammi il piacere!
- Dai! Che c’è di male? – come se fare foto a professori di ripetizione che sembrano modelli sia il mio lavoro! Magari si mette anche in posa!
- Non lo faccio nemmeno se mi paghi. Almeno fammelo conoscere un po’ meglio.
- E va bene. Cattiva, te lo vuoi tenere tutto per te! – dice la mia amica, con la voce da finta offesa.
- Ma che dici? – dico ridendo
- Si, qua gatta ci cova. Secondo me quello lì non ti farà solo da professore ..
- Che cosa intendi, scusa?
- Che prima o poi tu prenderai confidenza, diventerete amici e poi .. insomma hai capito!
- Ma che stupidaggini stai blaterando? Io e Hunter insieme? Ma dai, lui è più grande di me, e di sicuro avrà una ragazza.
- E se non ce l’ha?
- Se non ce l’ha .. E’ dell’altra sponda! E poi sarà bello quanto vuoi, ma non voglio essere fidanzata con quello che mi fa ripetizioni. – altro che ripetizioni! Mi deconcentrerei e penserei a tutt’altro.
Farei tutt’altro.
Suona la campanella, io e Brooke torniamo in classe. Sono tornati quasi tutti, io mi siedo al banco e mi sistemo la giacca della divisa.
Purtroppo noi del Liceo Privato siamo costretti a indossare queste stupide divise.
Per i ragazzi è composta da una camicia bianca e un pantalone beige chiaro, con una giacca rossa. Per noi ragazze è uguale, solo che al posto dei pantaloni siamo obbligate ad indossare una gonna che arriva un po’ più sopra del ginocchio.
Sulle camicie e sulle giacche è cucito lo stemma della nostra scuola, una fenice rossa e arancione su uno scudo verde scuro.
- Oggi che giorno è? – mi chiede Jules Connor, una mia amica.
- Se non sbaglio è il 3 Aprile. Si, mi ricordo che l’altro ieri Daniel ha provato a farmi Pesce d’Aprile per tutta la mattina, quindi è il 3 – Mi ricordo perfettamente che mi ha tormentato per attaccarmi uno stupido pesce di carta dietro la schiena.
Sono stata costretta a camminare schiena a schiena con Willow Blossom, un’altra vittima di Daniel Storm.
- Che palle, manca ancora un mese e mezzo al ballo! – quella che ha parlato ora è Leslie Temple, una mia vecchia amica d’infanzia, che si è trasferita nella mia classe da poco più di un mese.
- State parlando del ballo di fine anno? – chiede Lucas Blazer, il mio migliore amico. Io, lui e Brooke siamo un trio inseparabile, ci conosciamo solo da due anni, ma è come se ci conoscessimo dai tempi della culla.
Grazie a noi, anche i nostri genitori sono diventati amici tra loro, e spesso organizzano delle cene insieme a tutti gli altri amici.
- Si, sai come sono le ragazze: appena sentono la parola “ballo” si eccitano e vanno in iperventilazione! – dice ridendo William Radcliff. E’ un presuntuoso di prima categoria, ma questa volta gli do ragione: tutte le ragazze al sentire quella parola magica diventano felici come non mai e sperano che sia la serata più bella della loro vita. Si fanno tanti film inutilmente, e poi quando capiscono che non succederà niente mettono il broncio per una settimana.
Certe cose proprio non le capisco. Forse perché non sono la solita romanticona che in ogni occasione spera di trovare il principe azzurro. So benissimo che i principi non esistono, né azzurri, né di altri colori, quindi perché illudermi?
Potrete definirmi una senza cuore, ma io ormai non credo più nell’amore. Non sono più una bambina che legge le favole e crede che possano diventare realtà. Io non sono più quel tipo di persona.
Non c’è un motivo preciso in realtà, semplicemente crescendo ho cambiato la mia opinione, non ci dev’essere per forza un motivo.
- Non è vero, io non vado in iperventilazione! – dice Jules arrossendo. E’ stracotta di William e appena lo vede si agita, poverina. Non credo però che sia ricambiata, visto che William la deride ogni volta e Jules ci rimane malissimo. Intanto sono arrivati anche gli ultimi ritardatari e Lucas si siede affianco a me. Arriva la Palmer, la mia professoressa di Scienze e io inizio a scarabocchiare sul libro. Lucas mi scrive:
- Alla fine hai risolto con tua madre?
- Si si, alla fine è riuscita a trovarmi un professore.
- Chi è?
- Hai presente Poppy Shirleen? Hai visto il figlio più piccolo, quello che ha diciannove anni?
- Lo conosco di vista, so che ha appena iniziato Lettere Antiche. Ti fa lui da prof?
- Si si.
- Almeno al posto di andare a casa di un vecchiaccio farai lezione con un bel vedere
xD
Ridiamo silenziosamente tutti e due. Adoro Lucas! Riesce a farmi sorridere sempre. E’ qualche centimetro più alto di me, ha i capelli scuri abbastanza corti, e gli occhi color nocciola, che sembrano quelli di un cerbiatto.
- Che cosa ridete voi due?
Brooke ci ha mandato un bigliettino da dietro. Mi giro e la vedo improvvisare un finto broncio e mi viene da ridere ancora di più. Rispondo brevemente al bigliettino e poi le rilancio il bigliettino.
Per chi non lo sapesse, nella nostra classe lanciare i bigliettini è d’obbligo. I prof si arrabbiano se parliamo, ma rimangono indifferenti alle migliaia di palline volanti. Strano ma vero! Così noi ne approfittiamo.
Mi giro per vedere se ha letto il bigliettino e vedo la mia bionda amica che tiene la mano davanti alla bocca per bloccare le risate. Cerco di seguire la lezione, ma proprio non ci riesco. Non vedo l’ora di fare lezione con Kyle.
E’ l’unica maniera per digerire meglio quel boccone amaro chiamato Latino. Ieri mi sono trovata molto bene, perché non abbiamo fatto solo lezione. Abbiamo riso e scherzato e rispetto agli altri giorni leggere il Latino è stato meno spiacevole.
Se continuo così forse riuscirei anche a migliorare. Non pretendo il 9, però forse con l’aiuto di Kyle riuscirò a prendere una sufficienza piena sia allo scritto che all’orale.

La cosa più bella da fare dopo aver terminato le lezioni è tornare a casa, togliersi l’uniforme e spaparanzarsi sul proprio letto a sentire un po’ di musica. Peccato che oltre alla prima cosa, ho il tempo a stento per levarmi la giacca. Dopo la lezione con la Palmer, io e i miei migliori amici siamo andati a prenderci un gelato e mi ero scordata che ore fossero. Eravamo impegnati a scommettere se Kyle fosse single o no. Io credo di no, oppure che è dell’altra sponda. Lucas pensa che è un donnaiolo ed è per quello che non è fidanzato. Brooke pensa che non è fidanzato e che magari gli piaccio. Naturalmente l’ipotesi di Brooke è da scartare. E ora è arrivato il diretto interessato. Sento suonare alla porta e vado ad aprire. Non c’è nessuno in casa,forse riesco a convincere Kyle a studiare in cucina visto che non ho il tempo per riordinare la camera.
- Ciao Kyle, entra pure. – lo saluto sorridendo: magari se gli faccio un sorriso irresistibile mi perdonerà per il disordine nella camera.
- Oggi studiamo fuori. E’ una bellissima giornata, voglio sfruttare tutte le ore di luce possibile!
- Ma per domani ho una versione, dovrei portare il vocabolario. – cerco di fargli gli occhi dolci per non farmi portare il vocabolario. Lui mi fissa e poi ride – Ho capito, te lo porto io il vocabolario!
- Grazie! Mi tolgo l’uniforme e andiamo, tu intanto accomodati dove vuoi.
Quella di studiare fuori mi sembra una bellissima idea. Una bellissima idea per non farmi concentrare! Oltre al fatto che qui al parco non siamo soli e c’è tutta la gente che parla e il rumore del traffico cittadino che si sente in lontananza, Kyle non migliora la situazione con le sue occhiate mentre cerco di tradurre Cesare. Dico io, cosa me ne importa che doveva combattere contro gli Elvezi e i Sequani? Che poi per raccontare le sue gesta, si nomina in terza persona. Si doveva sentire molto potente per scrivere il suo nome ogni 2 righi.
- Qui c’è la perifrastica, come hai detto che devo tradurre?
- Fammi vedere .. Doveva combattere e vincere.
- Quindi ogni volta che c’è la perifrastica si esprime un dovere e il tempo, il modo e la persona cambiano a seconda di com’è coniugato il verbo sum?
- Esattamente. Vedi che non ci vuole molto? – mi dice sorridendo. Cavoli, ha uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto. Farebbe cadere ai suoi piedi tantissime donne.
- Tra il dire e il fare, c’è in mezzo il mare – dico ridendo – il fatto che io abbia capito non significa che tradurrò bene ogni perifrastica passiva.
- Però è un buon inizio! Sai, mi piacerebbe capire perché sei tanto pessimista in certe situazioni.
- Io non sono pessimista, sono realista, che è ben diverso!
- Si si, dicono tutti così – dice Kyle, ridendo. Ci guardiamo fisso negli occhi. Sono bellissimi, come quelli della madre. Il loro colore sembra quello del sole fuso, con una puntina di prato di campo.

E mentre ammiro l’immensità dei suoi occhi, parte It’s my life di Bon Jovi.

- Pronto? Si. Non sto a casa. Ancora no. Aspetta un attimo! – metto la mano davanti al telefono
- Kyle scusami per la domanda ma sei fidanzato? – presumo che stia diventando rossa per l’imbarazzo. O forse fucsia. Anzi, credo viola. Kyle mi fa una faccia strana, poi mi risponde di no scuotendo la testa.
- E va bene hai vinto tu! Ma vai a quel paese Brooke, non posso certo fargli un interrogatorio. No. Forse con Lucas, ma non credo. Lo sai che non è il mio genere. Dai ora devo andare ci sentiamo dopo.
- Perché la tua amica voleva sapere se sono fidanzato? – mi chiede ridendo Kyle.
- Niente – rido anche io – avevamo fatto una scommessa e ha vinto lei.
- Non pensavo di essere oggetto delle tue scommesse
- Non lo eri, fino a un’ora fa
- E a cos’era riferito il “Lo sai che non è il mio genere”? – mi chiede, sedendosi a gambe incrociate davanti a me e mandandosi indietro il ciuffo scrollando la testa.
- Parlava del ballo di fine anno. A cos’è dovuto tutto quest’interesse per gli argomenti delle mie telefonate?
- Penso che se voglio sbloccarti dalla paura del Latino, dovrei conoscerti bene. Magari nel tuo inconscio colleghi il Latino ad un brutto evento. Come farei a saperlo se non ti conosco? E poi, non pensavo ti arrabbiassi tanto per un po’ di conversazione.
- Non è che mi arrabbio. Piuttosto trovo .. strano il fatto che il mio professore si interessi della mia vita privata.
- Io sono il tuo professore, ma prima di tutto sono un ragazzo. Non puoi pretendere troppa serietà da me! E non credo che se noi due diventiamo amici il Latino ne potrebbe risentire.
- Beh sei tu il professore, se dici che non mi danneggerà, allora non lo farà – sentenzio sorridendo. Anche lui mi sorride, e riprende l’argomento.
- Così, hai detto che farete un ballo di fine anno. Mi sembra ovvio il fatto che ci andrai.
- In verità avevo intenzione di fare il contrario!
- Non ci credo!
- Invece si. Come stavo sottolineando a Brooke a telefono, non sono il tipo da balli e feste in generale.
- Scommetto che dici così solo perché non hai un accompagnatore, ammettilo! – dice lui ridendo
- Non è vero – rido – Il possibile accompagnatore c’è!
- Ma non è quello che vorresti – dice lui. Mi sta sfidando?
- Perché Lucas non dovrebbe essere il mio accompagnatore ideale?
- Questo puoi saperlo solo tu.
- Tu hai mai partecipato ad un ballo? – gli chiedo, curiosa.
- L’anno scorso ho partecipato al mio primo e ultimo ballo.
- Che ne sai che è stato l’ultimo.
- Sai com’è, non credo che al di fuori di balli scolastici parteciperò ad un altro ballo. E ne non ti ricordi, io ora faccio l’università.
- Potresti andare con dei tuoi amici più piccoli.
- Diciamo che l’idea non sfiora nemmeno l’anticamera del cervello – sorride.
- Comunque io qui ho finito! – Kyle mi prende il quaderno e il libro dalle mani. Dopo due minuti scoppia a ridere. Io lo guardo male, e lui se ne accorge.
- Scusami, ma una frase te la sei completamente inventata! Certe traduzioni di fantasia sono davvero il colmo! Come se uno traducesse Carpe Diem con Il giorno della Carpa.
- Perché non significa quello?
- Decisamente, no! Non dirmi che l’hai tradotto così!
- Ehm .. – inizia a ridere ancora più fragorosamente, e io lo guardo sempre peggio. Lui se ne accorge.
- Dai, in fondo le prime 3 frasi le hai tradotte bene. Rispetto a ieri è già un miglioramento no?
- Ma vai a quel paese! – mi riprendo il libro e inizio a leggere un po’ di regole, tanto per far finta di fare qualcosa.
- Lo so che stai facendo finta! Dai per oggi finiamo qui col latino, ti offro un caffè!
- Se proprio insisti! – gli faccio un sorriso a trentasei denti. Non vedevo l’ora di abbandonare Cesare! Mi porge i braccio, mi appoggio e ci avviamo insieme verso il bar.

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Capitolo 3
*** Mille e mille bolle blu. ***


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Capitolo 3: Mille e mille bolle blu

- E dai, smettila! Non ti sopporto quando mi sfotti così! – metto il broncio. Kyle mi ha portato in un bar vicino al parco e stiamo aspettando che il cameriere ci porti i due caffè.
Gli ho raccontato dei piccoli aneddoti sulle mie traduzioni di Latino. Secondo voi “Cesare mutatis mutandis” cosa può significare? Con una traduzione ad sensum, come dice la mia professoressa, io ho pensato a “Cesare, essendosi cambiato le mutande”.
Oggi ho scoperto che significava “Avendo cambiato le cose che dovevano essere cambiate”.
- Ma dai come si fa a tradurre quell’ablativo e quel gerundio con “essendosi cambiato le mutande”? E’ assurdo! – disse lui ridendo come un pazzo.
- Dai scommetto che se non fossi stato così bravo, l’avresti pensato anche tu! – lo accuso ridendo.
- Non è vero! – ride. La sua risata è contagiosa. Stiamo ridendo come pazzi da circa un quarto d’ora. Poi arriva il cameriere e cerchiamo di ritrovare il nostro contegno.
Kyle cambia argomento.
- Ma perché ti sei messa a scommettere sulla mia situazione sentimentale?
- Veramente è stata Brooke ad iniziare. Io ho solo accettato la scommessa – dico, stringendomi nelle spalle.
- Sei stata sfortunata. Se avessi fatto la scommessa qualche giorno fa l’avresti vinta tu.
- Eri fidanzato? – gli chiedo sorpresa. Lui annuisce e beve il caffè tutto d’un sorso. – Si chiama Meredith e ha la mia stessa età. Eravamo fidanzati da due anni ormai, ma lei ha voluto troncare.
Si è trasferita a Milano per un corso di Alta Moda e Design che durerà per 5 anni. Diceva che non sarebbe mai potuta funzionare una relazione a distanza.
- Mi dispiace. – e sono dispiaciuta davvero.
- Non dispiacerti. Se è stata capace di lasciarmi ora, lo avrebbe fatto sicuramente dopo. Vuol dire che non ci teneva seriamente.
- E tu ci tenevi? – gli chiedo curiosa.
- Sinceramente? Devo ammettere che Meredith mi piaceva tanto, ma non credo di essere mai stato innamorato di lei. Probabilmente lasciarci è stata la cosa migliore, ci illudevamo soltanto.
- Se la metti così, hai ragione tu – dico, e bevo il mio caffè.
- E tu come stai messa a ragazzi? – chiede lui sorridendo.
- Io non ho una situazione sentimentale – rido, e finisco il caffè.
- Dai, non ci credo che una ragazzina carina come te non ha un fidanzato.
- Ehi non chiamarmi ragazzina, ho solo tre anni in meno di te! – gli dico, e non considero minimamente il fatto che secondo lui sono carina.
- Scusa scusa! – ride – Sul serio non hai mai avuto un ragazzo?
- Mai. Ma non perché non piaccio, anzi! Sono sicura al centodieci percento che in questo periodo mi vengono dietro tre ragazzi della mia scuola. Ma al  momento fidanzarmi non è la mia priorità. – ci alziamo, Kyle paga il conto e ci incamminiamo verso casa mia.
- Come mai? – chiede curioso.
- Semplicemente non mi interessa. – alzo le spalle - Molte ragazze pensano che senza un fidanzato non vivono. Io penso che ci siano cose più importanti come la mia famiglia e i miei amici.
Non ho bisogno di complicarmi la vita andandomi a cercare un fidanzato. Poi pensa se magari è anche geloso! Non sopporterei il fatto di non poter fare tutto come dico io.
- Su questo sono d’accordo. Però se due persone si piacciono, perché non si dovrebbero mettere insieme?
- Non ho detto che non si devono fidanzare. Ho detto che non trovo indispensabile fidanzarsi.
- Secondo me dici così solo perché non hai trovato quello giusto.
- Forse. Ma io non credo né nell’anima gemella, né nel colpo di fulmine, né tanto meno nell’amore. Non credo che sarà facile trovare quello giusto per me.
- Nessuno dice che è facile. Spesso è tutto il contrario. Ma se davvero si prova qualcosa per l’altro, vale la pena rischiare e mettersi in gioco.
- Per poi rimanerci male quando si viene lasciati? No grazie!
- Spesso il gioco vale più della candela.
- Non credo.
- Io invece penso di sì. Non puoi saperlo fino a quando non ti accade.
- Bah! – sbuffo, mi metto le mani in tasca e continuo a camminare.
- Non è che dici così perché hai ricevuto una delusione in amore?
- Ma scherzi? Te l’ho detto, non c’è un motivo in particolare. Non ci credo e basta.
- Quando troverai qualcuno che ti farà battere il cuore, cambierai subito idea.
Ci fermiamo e lo guardo fisso negli occhi – Perché ci tieni tanto a farmi trovare l’anima gemella?
- Non voglio trovarti per forza un ragazzo, sto solo dicendo che il tuo modo di pensare è sbagliato.
- Sarà anche sbagliato, ma di certo non sarai tu a farmi cambiare idea!
- Che ne sai? Magari un giorno ci fidanzeremo, poi ci sposeremo, avremo tanti figli ..
- Ehi vacci piano! – non so se sto diventando bordeaux per l’imbarazzo o per la rabbia – Non ci penso nemmeno ad avere dei figli!
- Ok leviamo di mezzo i figli. Allora immaginaci davanti ad un bel camino, al calduccio nella nostra casetta ..
- Tu non hai capito, io no immagino proprio un bel niente! – dico un po’ incavolata. Ma poi rido subito, perché mi fa una faccia da cucciolotto irresistibile – E non farmi gli occhi dolci!
- Io invece te li faccio, brutta insensibile! – dice ridendo. Io gli do le spalle, ma ricompare da dietro con un faccino dolcissimo. Mi giro di nuovo, e lui si rimette davanti a me.
Mi rigiro, e più mi giro, più me lo trovo davanti. Mi fermo, lui perde l’equilibrio perché si stava di nuovo spostando e cade. – Ecco così impari! – e ridiamo a crepapelle.
Dopo cinque minuti gli porgo il braccio per aiutarlo a rialzarsi, lui lo afferra e mi butta col fondoschiena per terra.
- Anche tu devi imparare! Devi imparare che se Cesare si cambia le mutande di certo non lo scrive nel De Bello Gallico! – beh in effetti non ha tutti i torti.
Ma Cesare ha tutte quelle manie di grandezza!
- Che ne sai? – dico ridendo.
- Non credo che per Cesare sarebbe stato molto decoroso descrivere il suo cambio d’abiti, quindi perché menzionarlo?
- Beh … - Lo guardo e lui capisce che non trovo niente di intelligente con cui ribattere. Mi fa un sorriso come a dire “Vedi che ho ragione io?” e poi mi aiuta ad alzarmi.
- Dai che ti accompagno a casa! – così continuiamo la strada verso casa, fino a quando passiamo per la Grande Piazza, dove veniamo inondati da miriadi di bolle di sapone.

- Ma che cos.. Guarda che figata! – urlo.

La piazza è piena di gente, dai bambini agli anziani, tutti con le bottigliette per le bolle di sapone. Alcuni bambini avevano anche delle pistole che sparavano bolle e correvano inseguendo i loro amici.
Raggiungiamo dei ragazzi che hanno più bolle di sapone degli altri e gli chiediamo che succede.
- Non lo sapete? E’ un flash mob! L’abbiamo organizzato da qualche giorno su Facebook, i nostri amici che hanno aderito hanno portato quì le loro famiglie e i loro amici e ora vogliamo inondare la città di bolle di sapone!
- Dacci due bolle! – dice Kyle. Uno dei ragazzi gli da le bolle e poi spariscono. Kyle mi porge una delle bottigliette con le bolle, io lo guardo male.
- Stai scherzando vero?
- Per niente, dai che ci divertiamo!
- E’ da bambini!
- Ed è un problema?
- .. Non dovrebbe.
- E allora andiamo! – mi prende per mano e mi trascina al centro della piazza. Inizia a soffiare ed escono tantissime bolle di sapone.
Ci provo anch’io, ma a stento esce una bolla.
- Uffa non mi esce niente! – Kyle ride e per sfottermi mi soffia tutte le bolle in faccia.
- Eddai! – ci provo anch’io. Escono un po’ di bolle, ma una singola bolla si avvicina tranquilla verso Kyle e scoppia a contatto col suo naso. – Ce l’ho fatta! Hai visto? – Kyle sorride e si pulisce il naso – Ce l’hai fatta finalmente!
- Pensavi che non ne fossi capace? – mi avvicino a lui e lo guardo con aria di sfida.
- In effetti si, pensavo che non ce l’avresti fatta – mi dice avvicinandosi e usando il mio stesso tono.
Per tutta risposta gli butto mille bolle in faccia. Cerca di evitarle, ma le bolle lo colpiscono tutte in faccia.
Continuo a mandargli bolle ma lui scappa. – Che fai, hai paura? Codardo vieni qui! – gli urlo correndo a perdifiato per la piazza.
- Non sia mai che io venga chiamato codardo! – detto questo si blocca e inizia a spararmi bolle a più non posso.
Io naturalmente continuo l’attacco di bolle e nessuno dei due ha intenzione di arrendersi. Ad un certo punto il flash di una macchinetta mi abbaglia e Kyle ne approfitta per sferrare l’attacco finale.
- Basta, basta! Mi arrendo, mi arrendo! – Kyle sorride soddisfatto e poi alza lo sguardo.
Alzo anche io la testa e rimango a bocca aperta: le bolle sopravvissute volano libere nel cielo. E’ uno spettacolo meraviglioso.
- Dai torniamo a casa prima che tua madre si inizi a preoccupare. – in effetti da quando siamo usciti sono passate quasi 3 ore e mia madre lo scopre si arrabbia come una bestia.
- Peccato però, mi stavo divertendo.
- Immagina come ti divertirai domani, quando ti farò tradurre un’altra versione di Cesare! – dice ridendo.
- Bastardo! – rido e poi ci allontaniamo insieme dalla piazza.

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Capitolo 4
*** Piccoli progressi. ***


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Capitolo 4: Piccoli progressi

- Che cavolo dite?!
- Diciamo la verità! – urlano Brooke e Lucas all’unisono.
Sono venuti a fare i compiti da me e gli ho raccontato di quello che è successo ieri, e del mio dibattito sull’amore con Kyle. Ora anche Lucas pensa che io piaccia al mio professore.
Ridicolo!
- Come potrei piacere a uno come lui? Per quello sono soltanto una ragazzina, e vi ricordo che si è lasciato da poco con la ragazza.
- Veramente ha detto che gli sembrava strano che una ragazza CARINA come te fosse single – puntualizza Lucas.
Stanno analizzando ogni minima parola, diamine!
- E poi ha confessato che non si è mai stato innamorato dell’ex – continua Brooke. Si stanno mettendo d’accordo per farmi arrendere alla loro ipotesi o sbaglio?
- E’ ovvio che non voleva far capire che ci teneva.
- Se non gli piacessi non sprecherebbe tutto questo tempo a parlare con te, non credi? – dice Brooke.
- Si, si, certo, come no.
- Ma oggi non dovrebbe venire a fare lezione? – chiede Lucas.
- Guarda, non lo so. Qualche ora fa ha chiamato mia madre dicendo che forse non poteva venire perché aveva un esame.

DIN DON

- Ha finito l’esame in tempo. – sospirano i miei amici.
- Vado ad aprire la porta, torno subito! – esco dal salone, dove ci eravamo messi a studiare (c’è il tavolo abbastanza grande per tutti i libri e poi la mia camera è ancora inguardabile) e corro alla porta, scivolando sul parquet con le ciabatte.
- Ehilà, buongiorno raggio di sole! – mi saluta Kyle, raggiante.
- Buongiorno! – lo saluto io, forse ancora più raggiante. Mi chiedo il perché: quando arriva lui di solito vuol dire che devo studiare Latino, perché dovrei esserne felice?
- Senti, oggi sono venuti due miei amici a casa, ti va di fare lezione anche a loro? Tanto non hanno il mio stesso problema, non ti daranno molto fastidio!
- Non lo so .. – dice, grattandosi la testa – Tua madre è d’accordo?
- Al momento non c’è, ma credo che lo riterrebbe molto stimolante! – bugia, mia madre penserebbe che non combineremmo niente di buono. Ma non tornerà prima delle nove di sera, e per quell’ora avremo già finito.
Kyle mi guarda divertito, capendo che gli ho detto una bugia, e poi dice – E va bene, ma se tua madre si arrabbia non ti difendo.
- Non ti preoccupare, a mia madre ci penso io! – dico ridendo e quasi saltando ritorno in salone con Kyle.
- Ragazzi, vi presento il professore che dovrebbe essere capace di farmi prendere la mia prima sufficienza in Latino, Kyle Hunter!
- Ciao ragazzi. – sorride e saluta con la mano.
- Loro sono Lucas Blazer e Brooke Morgan.
- Ciao.
- Allora, cosa vi ha spiegato la professoressa oggi? – chiede Kyle, con fare molto professionale.
- Le proposizioni complementari dirette introdotte dai verbi di timore. – risponde Lucas.
- Da dove sono uscite ‘ste cose? – chiedo sorpresa a nessuno in particolare
- Dalla spiegazione che tu come al solito non hai seguito. – dice Brooke ridendo.
- Mettiamoci al lavoro. Prima di tutto, dimmi un verbo di timore in italiano. – mi chiede Kyle
- Ehm .. temo? – sparo il primo verbo che mi viene in mente. Dai, se sono verbi di timore, il verbo temere sarà uno di quelli!
- Brava! E quali sono quelli in latino?
- E pretendi troppo figlio mio, mica sono un vocabolario! – sbotto spazientita. Sul serio, è già tanto che ho azzeccato il verbo in italiano.
- Scusami, dovevo immaginarlo. – ride, e con lui ridono anche Brooke e Lucas.
- Visto che vi divertite così tanto, ditemeli voi i verbi di timore in latino! – dico io arrabbiata
- Timeo, vetuo, mereor .. – inizia Brooke
- .. e valgono anche le espressioni timor est, metus est, periculum est e in magno timore sum. – finisce Lucas.
- Visto? Non serve essere un vocabolario per saperli. – mi dice Kyle sorridendo – Ora, chi mi sa dire che cosa reggono i verbi di timore?
- Delle subordinate completive volitive, introdotte da ne oppure da ut, che è uguale a ne non. – risponde Lucas.
- E che differenza c’è tra le due costruzioni? – continua a chiedere Kyle.
- Ne si usa quando si teme che avvenga qualcosa che non si desidera, mentre ut quando si teme che non avvenga una cosa che si desidera. – risponde Brooke
- Esattamente! Lavinia, hai capito?
- Era una domanda retorica, oppure a trabocchetto? E’ ovvio che non c’ho capito una mazza di quello che hanno detto!
- Forse è meglio fare degli esempi. Se ti dico Timeo ne ames, come lo traduci?
- Uhm .. Temo che tu ami?
- Esatto. Ma secondo questa costruzione, io temo una cosa che avvenga una cosa che desidero oppure no?
- Boh! Mica sono nella tua testa!
- Non ci siamo, non è vero? – chiede Lucas a Kyle.
- Non ci siamo proprio – midice, scuotendo la testa. Poi mi sorride in un modo che trovo confortante.
Tutti e tre si mettono d’impegno per tre quarti d’ora per farmi capire come funzionano i due costrutti. Alla fine si arrendono e Kyle prova a farmi direttamente tradurre delle frasi.

- Allora, traduci Non vereor ne quis me haec vestri adhortandi causa loqui existimet.
Scrivo la frase sul quaderno.
Non vereor ne sarebbe non temo che. Quis significa qualcuno ed è pronome, soggetto della completiva. Existimet è il predicato verbale e significa pensare.
Quindi, Non temo che qualcuno pensi.
Aspetta. Adhortandi è gerundivo, perché va con vestri!
Cavolo, come si traduce? Mannaggia, il verbo significa esortare, ma che modo devo usare?
Momento.
Perché dietro c’è causa? Se non ricordo male, causa o gratia più genitivo formano il complemento di causa. Adhortandi è genitivo del gerundivo.
Quindi esprime un complemento di causa! E si traduce per esortarvi.
Loqui
significadire, il soggetto di loqui è me. Ehaec è il complemento oggetto. Ci sono!

- Non temo che qualcuno pensi che io dica ciò per esortarvi! E’ così vero?
I miei tre amici sgranano gli occhi.
- Come diamine hai fatto a tradurla se non avevi capito la regola? – mi chiede Lucas sorpreso.
- Non lo so .. Forse a furia di ripeterla, me l’avete ficcata nel cervello.
- Il risentire più volte le cose può essere d’aiuto. Però mi sembra strano che non sappia dire la regola. – dice un po’ preoccupata Brooke.
- Io credo che sia un blocco psicologico. Ieri ha fatto la stessa cosa, solo al contrario: aveva detto bene la regola, ma non l’ha saputa rendere al meglio allo scritto.
Ma non ci corre dietro nessuno, con un po’ di pazienza si fa tutto! – dice Kyle, guardandomi soddisfatto. Io gli sorrido, poi Lucas propone di mangiare qualcosa, così vado in cucina a preparare dei panini. Dopo un po’ arriva Kyle.

- Sono proprio fiero di te, sai?
- Grazie, ma non ho saputo dirti la regola. Non è proprio buona come cosa.
- Ma è già qualcosa! E’ normale che non diventerai bravissima da un giorno all’altro, devi imparare ad aspettare. – cerca di confortarmi.
- E se non ce la faccio? E se non riesco più a studiare il Latino? – lo guardo preoccupata. In fondo, al Liceo Classico sarei stata per altri tre anni dopo quello, non potevo continuare a salvarmi all’ultimo compito.
- Ce la farai, non ti preoccup.. Hai detto non riesco più? – Kyle mi guarda fisso negli occhi.
- Si perché?
- Quindi prima lo studiavi il Latino, o sbaglio?
- Alle medie facevo quel poco che si fa di solito .. Hai presente? Si studia fino alla terza declinazione, più o meno.
- Ma lo studiavi. Allora è come dico io, hai un blocco! – quasi esulta per la scoperta. Si, la scoperta dell’acqua calda!
- Che ho un blocco si è capito da almeno cent’anni. Il problema è, perché?
- E’ quello che scopriremo. – mi dice fiducioso. Intanto ho preparato quattro panini, li metto su un vassoio e li porto in salone. 

Dopo aver mangiato, iniziamo a parlare di argomenti vari.
- La sai la nuova? Alla fine Georgia ha convinto i suoi per la discoteca! – dice Brooke. Georgia è un’altra delle ragazze che vengono in classe con me.
- Quella per il compleanno? Gliela lasciano fare?
-A quanto pare sì. Pensa, è riuscita a farsi dare la sala di sabato!
- Sul serio? Come ha fatto?
- Avrà sganciato più soldi del dovuto. Lo sai come funziona .. – dice Lucas, con l’aria di chi la sa lunga.
- Che poi, senti che cavolata vuole fare: per entrare bisogna avere per forza un accompagnatore!
Quasi sputo l’acqua che sto bevendo – Che cosa? Ma è ridicolo!
- Infatti! Ma lo sai che su certe cose è fissata .. Tu con chi vorresti andare? – chiede Lucas dandomi una gomitata nelle costole.
Oh oh. Qui gatta ci cova, e sento puzza d’imbroglio. Guardo male Lucas e poi mi rivolgo a Brooke – Non lo so, ma se non sbaglio voi due avete l’intenzione di andare insieme e lasciarmi sola come una fessa! Ma mi vendicherò! – e inizio a fare il solletico a Lucas,
che soffre tantissimo. Inizia a ridere come un pazzo e urla di farmi smettere. Intanto Kyle e Brooke ridono vedendo la nostra scenetta.
Poi smetto col solletico perché ho ancora sete, visto che prima non sono riuscita a bere in santa pace. Kyle mi fa cenno di dare un po’ d’acqua anche a lui.
Beviamo quasi in contemporanea, e Brooke dice – Perché non porti Kyle alla festa?
Non l’avesse mai detto!
Immaginate una fontana bella grande, che spruzza acqua da ogni parte. Ecco, io e Kyle sputiamo tutta l’acqua che avevamo intenzione di bere e ci facciamo la doccia a vicenda, poi sbottiamo all’unisono – CHE COSA?
-Si, perché no? Tanto un invitato in più un invitato in meno, non farà alcuna differenza! – dice Lucas, resuscitato dalla sua morte apparente post-solletico. Si stanno mettendo d’accordo, ma se credono di fregarmi, si sbagliano di grosso!
- E per me non farà alcuna differenza andare o no a quella stupida festa!
- Ma dai! Dicono che sarà la festa più bella dell’anno! E’ in quella discoteca famosa poco lontana dalla città, quella che ha anche la discoteca all’aperto!
- Non ci penso proprio! Poteva risparmiarsi questa stupida trovata delle coppie – dico, mentre mi asciugo la faccia con un fazzoletto. Intanto Lucas ne passa uno a Kyle.
- Vale solo per l’entrata, dentro puoi fare quello che vuoi!
- Se è solo per l’entrata, per me va bene. – dice Kyle, alzando le spalle.
- Non lo so, ci devo pensare ..
- Dai, non puoi perderti la festa di Georgia! Ti prego, fallo per me – dice Lucas supplichevole. In fondo che sarà mai, è solo una stupida festa.
- E va bene mi arrendo: verrò a quella stupida festa in discoteca.
- Evviva! Dai che tanto ci divertiremo!
- Ma quindi quand’è la festa? Sabato prossimo o quello dopo? – chiedo a Brooke, che sembra essere la più informata a riguardo.
- Veramente .. è questo sabato, cioè domani.
- Che cosa? Non può essere domani!
- Perché? – Kyle mi guarda perplesso.
- Perché non ho niente da mettere! Su forza, accompagnatemi a fare shopping, ORA!
Alzo di peso i miei amici, prendo i soldi dalla “riserva segreta” in cucina e andiamo tutti insieme in giro per negozi.

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Capitolo 5
*** Barcollo ma non mollo! ***


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Capitolo 5: Barcollo ma non mollo!

Ieri alla fine siamo stati due ore in giro, perché non trovavo nessun vestito che mi piacesse.
Dopo le fatidiche due ore, ho comprato un vestitino blu notte senza spalline con degli strass alla fine del vestito.

- Come sto? -  Mi chiede Brooke, indossando il suo vestito verde chiaro. E’ venuta a prepararsi a casa mia, così poi Kyle ci viene a prendere e andiamo tutti insieme alla festa.
- Stai benissimo Brooke! E io? – chiedo, sistemandomi il vestito.
- Apposto! – dice, mostrandomi i pollici voltati all’insù.
- Oggi farai perdere la testa a Kyle con questo vestito – mi dice, facendomi l’occhiolino.
- Non dire stupidaggini. Piuttosto, tacchi o ballerine?
- Tacchi! Ma non mettere quelli che hai messo l’ultima volta; ti ricordi che il giorno dopo ti erano uscite le vesciche ai piedi?
- Chi se le scorda! – mi metto le scarpe, mi sistemo i capelli e mi guardo allo specchio.
- Manca qualcosa .. certo, una collana! – prendo dal portagioie una collana d’argento con un piccolo pendaglio a forma di cigno e esclamo – Molto meglio!
Sento il telefono che squilla. Chi sarà mai? Numero sconosciuto, e ti pareva!
- Pronto?
- Cenerentola è pronta per andare al ballo? – dice una voce ammaliante dall’altra parte del telefono.
- Kyle! Da quand’è che hai il mio numero? – quasi urlo per la sorpresa.
- Me lo sono fatto dare ieri da Lucas. Allora volete scendere o no?
- Si, si. Stiamo scendendo. – chiudo la telefonata, irritata.
- Andiamo? – mi chiede Brooke. Io annuisco e usciamo.

Kyle è appoggiato al cofano della sua BMW scura. Indossa un paio di pantaloni scuri, una camicia e una cravatta nera.
Brooke si sbagliava: più che fargli perdere io la testa, sarà molto più facile che lui la farà perdere a me. Kyle, che stava guardando il telefono, si gira e ci sorride.
Entriamo in macchina, e mentre andiamo a prendere Lucas mette un po’ di musica alla radio.

A drop in the ocean, a change in the weather, I was praying that you and me might end up together. It’s like wishing for rain as I stand in the desert, but I’m holding you closer than most ‘cause you are my heaven.

Brooke si sporge in avanti e cambia stazione radio.
- Perché l’hai fatto?! Rimetti subito quella canzone! – urliamo io e Kyle all’unisono. Poi ci guardiamo e gli sorrido imbarazzata.
- Calmi, calmi! Ora vi rimetto la vostra adorata canzone! – così ritorna alla canzone di prima.
 Intanto, siamo arrivati sotto casa di Lucas. Gli faccio uno squillo e dopo due secondi è giù.
- Allora qual’è questa discoteca? – chiede Kyle a Lucas.
- E’ il Torquemada. Devi andare nella periferia, vicino al vecchio Luna Park, se vai sempre dritto c’è un cartello che ti indica il posto.

Dopo un quarto d’ora arriviamo alla discoteca, e vediamo tantissima gente fuori che fa la fila. Scendiamo dalla macchina e ci avviciniamo al serpente di gente.
- Come mai tutta questa coda? – chiede Kyle ad un ragazzo biondo platino con un piercing al labbro.
- La festeggiata si è inventata ‘sta cazzata dell’entrata a coppie, e tutta la fila che vedi qui – dice, indicando la folla – sta cercando di trovare un compagno all’ultimo minuto.
- Noi non abbiamo questi problemi – dice Kyle ridendo, e io gli stringo la mano. Perché lo faccio? Non lo so, ma stringerla mi da più sicurezza.
Così superiamo tutta la fila e entriamo nella discoteca. Si divide principalmente in due sale: una interna con le pareti rosse e i divanetti in pelle nera, una zone esterna delimitata da un recinto in legno dove c’è il bar e dove si può ammirare la torre di regali della festeggiata. Trovo Georgia vicino al bar e le faccio gli auguri.
- Buon compleanno!
- Grazie Lavinia. Sono contenta che tu sia venuta. Sai, si vociferava che tu non saresti venuta perché non trovavi l’accompagnatore. – mi dice, guardandomi con degli occhi maligni. Non mi pensava capace di trovare un accompagnatore?
- Invece sono venuta con il mio amico Kyle. – dico, facendo avvicinare il soggetto della nostra conversazione.
- Ciao – saluta Kyle e poi mi chiede sottovoce – Voi due siete soltanto amici?
- Si, perché? – le chiedo un po’ sorpresa. Mi sembra ovvio che sia solo un amico, perché dovrebbe essere il mio fidanzato?
- Allora mi permetti di rubartelo per un po’? Sai, è così carino .. – dice, facendomi l’occhiolino. Che troia! Scusate il termine, ma si è lasciata da poco col ragazzo e già ne cerca un altro. Ridicola! Vorrei poterle rispondere a tono, ma Kyle mi precede.
- Io pensavo che si entrasse a coppie per un motivo migliore del fregare i ragazzi alle altre. Anche se è il tuo compleanno, mi dispiace dirtelo ma non mi interessi. Preferisco stare con la mia amica. – con un braccio mi stringe la vita e mi avvicina a sé.
Bravo Kyle, non dargliela vinta!
- Ok, ok. Allora ci vediamo dopo ragazzi. – ci congeda, e mi lancia uno sguardo assassino con i suoi occhi color ghiaccio. Appena di gira e mi da le spalle, le faccio una linguaccia e Kyle ride.
- Ma fa sempre così la tua amica? – mi chiede Kyle ridendo.
- In realtà è stata fidanzata per sei mesi con uno. Forse voleva usarti come rimpiazzo. – gli dico, alzando le spalle.
- Ehi Kyle, da quanto tempo! – una ragazza con i capelli rossi, corti fino alla spalla e con un vestitino bianco che la copre a stento si avvicina verso di noi.
- Ciao Cassie! Non ci vediamo da quasi un anno in effetti, come va?
- Abbastanza bene. Che ci fai qui? – chiede la rossa a Kyle, guardandomi con aria interrogativa.
- Ho accompagnato una mia amica, tu invece?
- Sto con Morgan e gli altri. Vieni, di sicuro ti vogliono salutare! – lo prende per un braccio e lo trascina dietro di sé. Sento in tempo Kyle che dice – Scusa, ti raggiungo tra poco.
Meno male che poco tempo fa aveva detto che voleva stare con me! Sembra molto amico di quella lì. Forse era una sua ex. Però lui poteva evitare di lasciarmi sola come una stupida.
Come se non bastasse non trovo più nemmeno Brooke e Lucas. Forse stanno facendo ancora la fila. Che cavolo, non c’è nessuno che conosco qui, ci sono solo ragazzi grandi.
Vediamo se c’è qualcuno al bar. Mi appoggio su uno sgabello e chiedo un bicchiere d’acqua.

- Solo acqua? Mi scusi barista, ma devo per forza offrire un bicchiere di Vodka a questa ragazza! – dice un tizio da dietro le mie spalle. Mi giro e vedo Daniel Storm mezzo ubriaco.
- Storm non la voglio la tua stupida Vodka! – urlo arrabbiata.
- Dì la verità: non la reggi, eh? Hai quasi sedici anni e non reggi l’alcool! – mi sbeffeggia Daniel.
- Io lo reggo l’alcool, ma non ho voglia di bere stasera. - Bugia. Una sola goccia mi fa venire mal di testa, mezzo bicchiere mi fa diventare brilla e con un bicchiere sano vado all’altro mondo.
Non ho voglia di provare a bere proprio stasera che c’è Kyle. Non ho paura che lo dica a mia madre, ma non ho voglia di farmi vedere ubriaca da lui.
- Bugiarda! Scommetto venti euro che bevuto questo bicchiere vomiti subito!
- Io non vomito! – Questo è vero. A meno che non mi scoli tutta una bottiglia di alcool. E un bicchiere non mi fa questo effetto.
- Allora bevi! – grida lui. Ok, è solo un bicchiere. Cosa può farmi di male? Guardo verso i divanetti dove la rossa ha portato Kyle. Sta ridendo e scherzando con la sua amichetta, si è scordato di me! Infuriata, decido di accettare la proposta di Daniel.
- Va bene. Preparati a darmi venti euro! – scolo il bicchiere tutto d’un fiato e subito la testa inizia a girarmi.
- Devono passare dieci minuti. Tu intanto vai pure a divertirti in pista, ti tengo d’occhio. – dice sogghignando e poi si allontana. Intanto Lucas e Brooke sono entrati e li raggiungo.

- Ragazzi, dove siete stati? Kyle mi ha lasciato sola per andare con la sua stupida amichetta! E voi che addirittura pensavate che io gli piacessi! L’avevo detto che a lui interessano altre ragazze, tipo la rossa con le curve mozzafiato con il micro vestitino che a stento le copre il culo!
- Lavinia che cosa stai dicendo? Non sarai mica gelosa, spero. – Lucas mi guarda come se fossi una pazza.
- Ma non vedi che ha bevuto? Da sobria non avrebbe mai detto una cosa del genere! – urla Brooke.
- Non puoi essere ubriaca! Riprenditi, riprenditi! – Lucas mi da dei buffetti sulla guancia per farmi calmare.
- Smettila! Io sto benissimo!
-Tu non stai per niente bene, e non puoi tornare a casa così! Tu stasera dormi da me, non si discute. – urla Brooke disperata.
- No! I tuoi chiamerebbero subito mia madre. No, no, no. Io così non torno a casa. – affermo, un po’ agitata.
- Vado a chiamare Kyle, forse lui ci può aiutare. – dice Lucas, andando verso Kyle. Intanto io non mi reggo più sulle gambe e mi appoggio a Brooke, che dopo cinque minuti mi porta a sedere su un divanetto.
Dopo poco tempo Lucas ritorna con Kyle, che appena mi vede con la testa china e le mani tra i capelli, inizia ad agitarsi.
- Lavinia, che ti succede? Stai bene?
- Non lo vedi che NON sto bene? Oppure sei troppo occupato a pensare ai fatti tuoi?
- Tu vaneggi .. Cos’hai bevuto? – mi chiede, sedendosi vicino a me.
- Solo un bicchierino di Vodka. Ma era una scommessa!
- Ma come ti è venuto in mente? – mi urla Kyle arrabbiato.
- Era solo un gioco. E poi tu te ne sei andato con la tua amichetta, quindi non hai il diritto di dirmi cosa devo o non devo fare. Manco fossi mia madre! – gli urlo contro, e alzandomi dal divanetto mi avvio verso la pista da ballo.
- Ma stai male!
- Sto benissimo! – e, ovviamente, rischio di cadere inciampando sui miei stessi passi. Ma Kyle si alza prontamente e mi regge con un braccio.
- Andiamo, ti porto a casa.
- Macché a casa! – mi stacco dal suo braccio e gli urlo contro – Io sono venuta qui per divertirmi, col cavolo che me ne torno a casa.
- Ma se non ti reggi in piedi! – mi urla Kyle, mentre continuo a dirigermi verso la folla di gente che balla. - Barcolli ad ogni minimo passo!
- Barcollo ma non mollo! – e finalmente raggiungo il centro della pista.

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Capitolo 6
*** Heaven doesn't seem far away. ***


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Capitolo 6: Heaven doesn't seem far away

Prima mi abbandona e poi crede pure di decidere quello che non devo fare. Ma mi faccia il piacere! Se ho voglia di ballare non può certo impedirmelo.
Mi posiziono al centro della pista e inizio a ballare.

- Dimmi come hai fatto. – una voce mi solletica il collo, ma so che è Daniel che è incavolato per la scommessa.
- Come ho fatto a non vomitare? Io un bicchiere lo reggo, peccato che tu non potevi saperlo. – gli dico sorridendo.
- A scuola ti darò i venti euro. Intanto balla con me. – dice, e abbracciandomi da dietro, inizia a ballare. E io ballo insieme a lui.
Chissà se Kyle mi sta guardando.
Chissà che starà pensando ora di me.
- Ma lo sai che sei proprio bella stasera? Mi piacerebbe stare più tempo con te .. – le mani dalla vita passano ai fianchi e scendono sulle mie gambe.
- Che cosa vuoi fare? – Daniel cerca di mettere le mani sotto al vestito, ma io mi scanso subito.
- Ma come, non vuoi stare un altro po’ con me? – i suoi occhi si fissano nei miei, e cerca di bloccarmi di nuovo.
- Non sai quello che stai facendo. Puzzi di alcool.
- Scusami per la puzza allora. Ma stasera mi divertirò un po’ con te – dice, avvicinandosi ancora di più.
- E’ la convinzione che ti frega! – dico, e poi gli ficco un tacco nel piede. Mentre lui saltella per il dolore, ritorno al divanetto dove ero seduta prima.
Non c’è nessuno. I miei amici mi staranno cercando.
Inizio a cercarli in mezzo alla pista ma non li vedo. Poco male, loro volevano portarmi a casa. Prima fanno tanto per convincermi a venire e poi non mi vogliono far rimanere.
Meglio approfittare di questo momento senza di loro per ballare ancora un po’.
Dopo cinque minuti, dei ragazzi si avvicinano a me e mi ballano intorno. Dopo dieci i minuti i ragazzi si moltiplicano e diventano almeno il triplo di quanti ce n’erano prima.
Forse dovrei andarmene. Ma che m’importa? Almeno ballo un po’! Ma questi si avvicinano troppo e quando cerco di andarmene mi bloccano.
- Ragà fatemi andare! – urlo, ma non serve a niente. Poi qualcuno mi tira dal braccio e finalmente riesco ad uscire da quella bolgia.
Quando il mio salvatore si gira vorrei sputargli in un occhio.

- Kyle, perché non sei tornato dalla tua amichetta?
- Semplicemente perché quella è mia cugina. Era andata in Germania dai suoi fratelli che studiano lì e non la vedevo da un anno. – O cavolo. Che stupida sono stata! E io che pensavo fossero stati fidanzati!
- Ma mi hai lasciata sola! E non c’erano né Lucas né Brooke.
- Così hai pensato di farti offrire da bere per attirare l’attenzione?
- Me l’ha offerto quel pervertito di Daniel di sua spontanea volontà. – dico, girando la testa per non guardarlo. I suoi occhi lampeggiano di rabbia, e forse c’è anche della preoccupazione.
- Allora era lui quello che stava ballando con te prima! – Doppia figura di merda: non solo ho scambiato sua cugina per la troia di turno, ma mi ha anche vista mentre Daniel cercava di ficcare le sue mani nelle mie mutande.
Per fortuna che in quel momento ero abbastanza lucida da capire che mi dovevo allontanare da quel pervertito. Io annuisco e abbasso la testa.
- Perché te ne sei scappata quando stavamo sul divanetto?
- Lucas e Brooke hanno fatto tanto per portarmi qui, e ora volete farmi andare via. Ma io mi voglio divertire! – quasi urlo, sbattendo le mani chiuse a pugno sul suo petto.
- Allora scendiamo ad un compromesso – dice, prendendomi i pugni tra le sue mani - Ti faccio ballare qualche altra canzone e poi ce ne andiamo, ok?
- E va bene. – Mi appoggio a Kyle e iniziamo a ballare.

Intanto inizio a perdere la lucidità che avevo acquistato con l’incontro con Daniel e inizio a sparare cose senza senso.
- Kyle ti posso fare una domanda?
- Dimmi pure. – dice sorridendo.
- Mi sai dire il coccodrillo come fa?
- Cosa? – scoppia a ridere.
- Si, voglio sapere come fa il coccodrillo!
- Perché lo vorresti sapere?
- Perché .. perché sì! – dico ridendo.
- Ma ogni volta che bevi inizi a fare queste domande assurde? – chiede, continuando a ridere.
- Forse.
- Allora non bere mai più quando ci sono io, perché non ti saprei rispondere! – ridiamo tutti e due insieme, all’unisono.
In questo momento penso che siamo fatti l’uno per l’altra, solo perché l’unione delle nostre risate ha un suono quasi cristallino. Intanto il dj cambia tipo di canzone e mette A Drop In The Ocean, la canzone che prima avevamo sentito alla radio. Ripenso a quando abbiamo urlato contro Brooke perché aveva cambiato la stazione radio. E rido.
- Ora ti metti a ridere da sola? – mi chiede Kyle.
- Si. Stavo pensando a prima, quando abbiamo detto all’unisono a Brooke di rimettere questa canzone alla radio.
- E ridi da sola per questo? – chiede ridendo.
- Sì.
Kyle sorride – Sei proprio ubriaca.
Io gli prendo la cravatta e lo tiro vicino al mio viso – Lo so – poi lo bacio. Oddio, perché lo sto facendo? Non lo so nemmeno io! Mi stacco e Kyle mi guarda sorpreso. – Non sei ubriaca, sei uscita proprio fuori si senno.
- Perché?
- Non l’avresti mai fatto da sobria.
- Ho fatto male a baciarti? Oddio non dovevo .. – ma prima che mi esca una fontana di parole Kyle mi zittisce poggiandomi l’indice sulla bocca.
- Non ho mai detto che hai fatto male. – e detto questo, stavolta mi bacia lui. Al contatto delle sue labbra con le mie mi sento strana. E’ una sensazione che non ho mai provato prima.
Mi sento proprio bene. Non riesco a capire se nella mia pancia ci sono delle farfalle che volano per l’emozione o se è solo la Vodka che gira nel mio stomaco. Mi sento più leggera.

Heaven doesnt’ seem far away anymore. No, no, heaven doesn’t seem far away. ‘Cause you are my heaven.

Mi levo di dosso le coperte. Per essere Aprile, mi sembra che faccia troppo caldo. Quant’è comodo il mio letto morbido, il cuscino è bello fresco. Il mio pigiama poi è .. aspetta.
- Dov’è il mio pigiama?! – urlo mettendomi a sedere. Al posto del mio pigiama azzurro indosso una maglietta rossa, fin troppo larga.
E guardando bene la stanza, mi rendo conto che non ho dormito nella mia camera. Né in quella di Brooke, o in quella di Lucas.
- Finalmente di sei svegliata, buongiorno!  - Kyle appare nella stanza. Indossa solo un asciugamano bianco legato in vita, ha i capelli bagnati che gli coprono la fronte.
- Tu .. Io .. Ti prego dimmi che non ..
- Non ti preoccupare, non abbiamo fatto niente. In realtà, fosse stato per te avremmo fatto qualcosa.
Mi tiro indietro i capelli con una mano e con l’altra mi copro la bocca spalancata per lo stupore.
- Io non mi ricordo nulla. Mi ricordo solo che ero incavolata con te, che ho bevuto, che Daniel ci ha provato con me e che mi hai salvato da un cerchio di ragazzi con le stesse intenzioni di Daniel. E poi.. – Poi mi ricordo cos’è successo, ma mi vergogno troppo a dirlo. Però dopo il bacio sul serio nono ricordo più nulla.
- Dimmi con esattezza cos’è successo – guardo un po’ preoccupata Kyle e stringo le coperte con le mani per calmarmi.
- Dopo ci siamo baciati.
- Non me lo ricordo.
- Dovresti, visto che mi hai baciato tu.
Ci guardiamo fisso negli occhi. L’ambra e il grigio. Grigio che ora sarà diventato azzurro per la luce del sole. che arriva dalla finestra.
- Ma dopo che è successo? – Mi ricordo fin troppo bene che mentre mi venivano i sensi di colpa lui mi ha baciata di nuovo, lo deve ammettere!
- E’ successo che dopo il primo bacio, ti ho baciata di nuovo. – grattandosi la testa, si gira a guardare la finestra. Ah – ah, l’ha ammesso!
Io guardo la maglietta che indosso. Mi arriva a metà coscia e io cerco di coprirmi un po’ di più.
- E dopo che è successo? – gli chiedo, un po’ ansiosa.
- Brooke voleva farti dormire da lei, ma i suoi genitori avrebbero chiamato i tuoi. Stessa cosa per Lucas. Così ti ho portato a casa mia e Brooke ha chiamato tua madre dicendo che avresti dormito da lei.
- Prima accennavi al fatto che, se fosse stato per me .. insomma hai capito!
- Si – ride – Dopo che ti sei tolta i tacchi mi hai buttato sul letto e hai iniziato a sbottonarmi la camicia. Io ti ho bloccato e sono andato a prenderti la maglietta. Quando sono tornato in stanza mi hai chiesto di aiutarti a togliere il vestito, perché non arrivavi alla cerniera. – Lo fisso, arrabbiata ma preoccupata allo stesso tempo.
In fondo lui è ancora il mio professore di Latino! Non posso provarci così spudoratamente e pretendere che non ci siano conseguenze.
– Non ti preoccupare, non ti ho toccato! – continua lui - Dopo, visto che avevi fame, ti ho fatto mangiare un panino e poi ti ho fatto addormentare.
- Mi hai fatto addormentare? – chiedo incuriosita.
- Sì. Non so perché non riuscivi a prendere sonno, e ti sei messa a cantare “Le tagliatelle di nonna Pina” e  “Ho tante noci di cocco splendide”.
- L’ultima non è qualcosa che centra col Re Leone? – chiedo ridendo.
- Non lo vedo da tanto tempo, ma mi ricordo di sì. – ride anche lui.
Ripenso a ieri sera, quando ho pensato all’unione delle nostre risate. Ripensandoci, non sarebbe così strano se io e Kyle ci mettessimo insieme.
Siamo quasi sempre in sintonia, anche se ci conosciamo da soli quattro giorni. Però devo ricordarmi che è il mio professore di ripetizioni, quindi devo stare attenta a quello che faccio.
- Comunque ho fame, mica c’hai qualcosa da mangiare? – gli chiedo mentre il mio stomaco rumoreggia sdegnato.
- Ho una fetta di torta Kinder, ti conviene mangiarla ora prima che mi venga fame.
- Allora corro! – mi alzo dal letto e puntualmente, inciampo nei miei passi. Kyle per fortuna mi prende e io riesco a non cadere.
- Sarà la decima volta che cadi in dodici ore – dice Kyle  ridendo.
- Non puoi capire quanto mi fanno male i piedi in questo momento – dico imbarazzata, cercando di salvare la situazione.
Mi gratto la testa e poi mi dirigo verso la cucina.

Apro il frigo e trovo una fetta enorme di torta Kinder. Mi appoggio sulla sedia e ne mangio metà, poi faccio un giro di perlustrazione per la casa.
L’arredamento è molto spartano. Solo il salotto e lo studio si salvano. La prima stanza è grande e luminosa, con una grande finestra da dove si vede una gran parte della città.
Lo studio invece ha i mobili completamente in legno ed è pieno di libri. Probabilmente studia qui visto che ci sono molti libri di Latino e Greco. Mi avvicino a una delle librerie e noto una porta chiara.
La apro e vedo una stanza completamente bianca, con una finestra grande quanto tutta la parete. C’è un pianoforte al centro, e su una parete è appoggiata una chitarra, dove affianco c’è un piccolo scaffale dell’Ikea pieno di fogli e quaderni. Ne apro uno con una copertina azzurra e vedo tantissime note. Mi siedo affianco allo scaffale e inizio a sfogliare un po’ di quaderni.
Ci sono gli spartiti di tantissime canzoni moderne. Alcune sono state corrette, perché vedo delle cancellature e degli asterischi che portano a pagine successive.
Mentre rimetto a posto il quaderno che stavo leggendo, trovo un quaderno dove è disegnato un tramonto sul mare sulla copertina. Lo apro e trovo un indice di tutte le canzoni che contiene.
All’inizio trovo i titoli di molte canzoni che conosco, come la colonna sonora del nostro bacio, altre non le ho mai sentite prima. Vado a vedere gli spartiti, mi sembrano abbastanza complicati dalla quantità di note disegnate sopra. Alla fine di questi spartiti sconosciuti è sempre segnato un simbolo. Sembra una H, ma all’interno ci sono dei segni diagonali che ricordano una K.
Ma certo! Queste canzoni le ha composte lui, e il simbolo sarebbe la sua firma.
Sento Kyle chiamarmi, così ritorno nella camera da letto.
Ora indossa dei jeans e una maglietta bianca, i capelli sono ancora un po’ bagnati e gli ricadono sul viso, nonostante li mandi all’indietro ogni cinque secondi.
- Vedi che tua madre ha chiamata Brooke, lei le ha detto che eri appena scesa per tornare a casa quindi preparati così ti accompagno.
- E cosa mi metto, il vestito e i tacchi? – gli chiedo guardandolo un po’ storto.
- Mi sono fatto portare un cambio da mia cugina mentre tu dormivi, te l’ho messo in bagno – mi dice, indicando una porta alla mia destra.
- Ah ok. Comunque scusami per tutto il disturbo che ti ho dato, mi dispiace davvero. – dico, chinando la testa e guardandomi i piedi.
- Non ti preoccupare scricciolo, non ti avrei mai lasciata sola nel momento del bisogno – mi si avvicina e mi accarezza la testa sorridendo. Poi mi abbraccia e io lo stringo forte.
– Tu non capisci. Io ho bevuto perché ero gelosa della tua amica .. cioè di tua cugina che avevo scambiato per una tua amica. Se non fossi stata così stupida non sarebbe successo niente di tutto questo.
- Tu eri gelosa? – mi chiede. Io annuisco – Per colpa sua mi avevi lasciato sola come una fessa, e non l’ho presa per niente bene.
Kyle inarca il sopracciglio, poi scoppia a ridere e mi stringe forte.
- Allora devo ringraziare mia cugina.
- Perché?
- Perché se tu non fossi stata gelosa e non avessi bevuto tu non mi avresti mai baciato.

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Capitolo 7
*** Sergente Cuor di Pietra a chi? ***


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Capitolo 7: Sergente Cuor di Pietra a chi?

Io rimango bloccata sul posto quando mi dice quelle parole.
Io non l’ avrei mai baciato se non fossi stata gelosa. Ha ragione.
Ma perché ieri sera ero gelosa? Lui è solo il mio professore di Latino, un confidente, un amico.
Non può essere altro. Non posso permettermi di pensare a lui come a qualcosa di più.
Mi stacco dal suo abbraccio.
- Lavinia, tutto bene? – mi chiede Kyle.
- Si, si. Vado a cambiarmi. – mi dirigo verso il bagno.

Chiusa la porta mi accascio a terra, con le ginocchia vicino al mio petto e le mani nei capelli.
Che cosa ho combinato? Ho baciato Kyle e lui chissà cosa pensa! Facciamo due conti: dopo che l’ho baciato e mi sono venuti i sensi di colpa lui ha detto “Non hai fatto male” e ora mi ha detto che dovrebbe ringraziare sua cugina. Che gli è venuto in mente? E se Brooke una volta tanto avesse ragione e io gli piaccio? No, non può essere.
Forse vuole usarmi come rimpiazzo al posto della sua ex ragazza che sta a Milano. Se è davvero così, giuro che gli farò pentire di aver solo pensato a quest’idea! Però non mi sembra il tipo da certe stupidaggini.
Ma cosa ne posso sapere io, lo conosco da pochi giorni. Vabbè ora è meglio che mi cambio sennò mia madre potrebbe sospettare qualcosa di ieri sera.
Prendo i panni appoggiati al lavandino. Indosso la maglietta verde prato e noto che mi va abbastanza larga. Ci credo, quella c’ha un seno enorme! I jeans invece mi scendono molto meglio.
Mi allaccio le scarpe e poi esco dal bagno, ma non trovo più Kyle. In compenso sento il pianoforte che suona piano.
Ritorno alla stanza vicino alla biblioteca e vedo Kyle mentre prova l’accordo di una canzone del quaderno col mare in copertina.
- Kyle, da quanto suoni? – gli chiedo gentilmente.
- Praticamente da tutta una vita. – sorride.
- L’hai mai fatto il conservatorio? – lui scuote la testa – In casa la musica era vietata, suonavo di nascosto. Mia madre non mi avrebbe mai permesso di andare a studiare lì.
- Come mai? – gli chiedo avvicinandomi alla coda del pianoforte, in modo da guardarlo bene in volto.
- Mio padre era un compositore. Da quando lui è morto lei non è riuscita a reggere il colpo e ogni cosa che lo ricorda la manda letteralmente in bestia. Così, facendo lavoretti vari, sono riuscito a comprarmi questo appartamento e con la scusa dell’università me ne sono andato di casa.
- Mi dispiace.
- Non devi dispiacerti, non è stata colpa tua.
- Non puoi dirmi quando e se mi devo dispiacere. Mi dispiace punto e basta. – mi siedo a cavalcioni sullo sgabello del pianoforte e appoggio la testa alla sua spalla. Lui ride – E va bene scricciolo, come vuoi tu.
- Com’è che oggi ti sei fissato con ‘sto scricciolo?
- Perché tu sei uno scricciolino indifeso – dice ridendo e scompigliandomi i capelli.
- Eddai! Non mi spettinare i capelli! – gli dico ridendo. Lui si ferma, mi guarda negli occhi e poi torna a suonare. La musica prodotta dai tasti del pianoforte è dolce e melodiosa, ma ha un retrogusto amaro e triste.
- L’hai composta tu? – gli chiedo curiosa. Lui annuisce.
- E’ bellissima. – gli dico, e lo penso sul serio.
- E’ incompleta. Questa è solo una bozza. – dice, come per sminuire la bellezza di questa melodia.
- Allora muoviti a finirla che sennò ti ammazzo! – gli sorrido beffarda e lui si gira verso di me. Il suo sguardo color dell’oro passa dai miei occhi alle mie labbra e si avvicina un po’. Io sto per fare lo stesso, ma quando le nostre labbra si stanno quasi per sfiorare lo fermo.
- Scusami Kyle ma io … Non ce la faccio. Tu dovresti essere il mio professore di Latino, noi non dovremmo …
- Scusami tu. Non ci avevo pensato, hai ragione. - Si passa una mano tra i capelli pensieroso, poi mi dice che è meglio se mi porta a casa. Io annuisco e dopo una ventina di minuti sono in camera mia.

Mi butto sul letto. Sì, sul mio letto che come copriletto ha le paperelle della Trudi. Mi metto le mani in faccia, come per coprirmi per la vergogna, anche se non c’è nessuno che può vedermi.
Sono le dodici e mezza, mia madre sta iniziando a preparare il sugo della domenica e mio padre chissà dov’è. Sento uno scricchiolio proveniente dalla porta. Ah, è solo Matisse, il mio gatto.
Salta sul letto e si accoccola affianco a me.
Mentre gli accarezzo il pelo chiamo velocemente Brooke col cellulare.
- Pronto?
- Brooke ho fatto un casino! – esclamo, con il tono più  drammatico possibile.
- Che è successo?
- Beh non so se lo sai ma ieri sera ..
- Si? Che è successo ieri sera? – chiede la mia amica curiosa.
- Beh .. Quando ero ubriaca ho baciato Kyle.
- Uh mamma!E lui? Come ha reagito? Che cos’ha detto? Si è staccato subito? – mi pone le domande così velocemente che quasi non riesco a capire quello che dice.
- Ehi calma, una domanda per volta! La prima a staccarsi sono stata io però ..
- Però cosa? Lavinia, non tenermi sulle spine! – dice, alzando la voce.
- Dammi il tempo di finire la frase, diamine! Lui subito dopo mi ha baciato.
- Sul serio? Che bella notizia!
- Ma vedi che non ti ho finito di raccontare! – dico ridendo – Stamattina, dopo aver scoperto che ho dormito da Kyle, lui ha provato di nuovo a baciarmi!
- Hai visto che avevo ragione io? Tu gli piaci, tu gli piaci! – dice gongolando dalla gioia.
- Il fatto che io gli piaccia non è una buona cosa. Io non devo piacergli. E lui non deve piacere a me. Niente discussioni.
- Ma perché? – chiede, quasi piagnucolando.
- Perché lui è il mio professore di ripetizioni. Tra noi ci dovrebbe essere un rapporto serio, distaccato e puramente professionale. Non ci deve essere niente oltre a questo.
- Mo pretendi troppo. Non potete essere nemmeno amici?
Ci rifletto un po’ su e poi rispondo - In teoria non potremmo.
Allontano il telefono dall'orecchio per non rischiare la sordità per colpa di un urlo disperato di Brooke.
- Ma lui è proprio cotto! – protesta Brooke dall’altra parte del telefono.
- Certo come no! E’ un guaio! – urlo mezza disperata al telefono.
- E’ un guaio il fatto che un bellissimo ragazzo ci provi con te e tu ancora gli resisti!
- Immagina se lo sapesse mia madre!
- Poverina, si darebbe la zappa sui piedi per aver permesso tutto ciò. Ok forse hai un pochino ragione. E se teneste nascosta la vostra relazione?
- Mi sa che tu non hai capito bene il concetto. Tra noi non ci dovrebbe essere niente. Anzi, perché ho usato il condizionale? Non c’è niente.
- Non dire che non c’è niente sennò vengo fino a casa tua solo per darti quattro ceffoni!
- Ok, ok – dico ridendo – forse c’è qualcosa. Ma è così microscopico che è praticamente inesistente!
- Convinta tu. Secondo me a quest’ora Kyle si sta chiedendo il perché gli piace una ragazza tanto fessa che si lascia scappare queste belle occasioni!
- Ehi, io ti ho chiamata per chiedere incoraggiamento, non per sentirmi dire che sono una stupida!
- Ma io sono la voce della verità! E tu ti sei fatta fregare.
Mi giro a pancia in su e Matisse, contrariato, si sposta e salta giù dal letto, dirigendosi verso il mio balcone.
- Non mi sono fatta fregare proprio per niente!
- E invece sì, sei proprio una fessa! Io al posto tuo mi sarei buttata a pesce!
Matisse inizia ad annusare il vetro della porta del balcone. Strano, di solito odia stare lì.
- Ma io non provo niente per lui! – quasi urlo. Questa volta Brooke mi sta facendo proprio venire i nervi con le sue stupidaggini!
- Non dire cavolate che sennò mi arrabbio! – urla ancora più forte.
Brooke continua ad urlare al telefono e Matisse inizia a miagolare in direzione del balcone.
- Matisse! Ti ci metti pure tu adesso? – gli urlo. Lui miagola ancora più forte e da una zampata al vetro.
- Brooke ti richiamo tra due minuti, devo badare due secondi a ‘sto fesso di un gatto.
Lo prendo in braccio e apro il balcone.
Solo a quel punto la sento.

E’ la musica di stamattina, quella che ha suonato Kyle al pianoforte. Quasi lancio in aria il mio povero gatto e mi sporgo dal balcone. E lo vedo giù sul marciapiede che strimpella con la chitarra. Vorrei poterlo fulminare: io abito al terzo piano e devo per forza urlare per farmi sentire.
- Kyle! Che cavolo ci fai qui?
- Ti sto facendo una serenata, da bravo corteggiatore! – urla lui. In faccia ha uno di quei sorrisi storti descritti spesso nei libri. A parer mio, quelli capaci di mandarti in brodo di giuggiole in meno di due secondi.
- Sei pazzo? Sta mia madre in casa che potrebbe sentirti!
Alza le spalle divertito  - E quindi?
Mi appoggio alla ringhiera del balcone e con un sorriso soddisfatto gli dico – Non so se ti conviene far sapere a mia madre di tutta questa storia. Potrebbe non farti più entrare in casa.
- E io entro di nascosto – mi dice, e dopo mi fa la linguaccia. Peggio dei bambini piccoli!
- Chi ti dice che io ti aprirò la porta? – gli chiedo ridendo.
- Ho le mie armi. Dai, scendi!
- Perché dovrei? E’ quasi ora di pranzo e mia madre ha fatto il ragù!
- Buono – dice, leccandosi i baffi che non ha – Per favore, solo 5 secondi. Il tempo di farti ascoltare una cosa e poi Sali subito.
- E va bene ora scendo. Aspetta un attimo.
Esco dalla camera, mi fiondo in cucina, dico a mia madre che scendo a controllare la posta e dopo due minuti sono subito giù.
Apro il portone e lo faccio entrare. Kyle mi sorride entusiasta.
Farei lo stesso, se non fosse venuto fin qui per farmi una serenata. Ci sediamo sulle scale.
- Allora, che mi devi far sentire?
- Ho finito la canzone!
- Ma non era per pianoforte?
- C’è sempre una versione per chitarra. Senti!
Kyle inizia a suonare. La sua musica è più dolce del miele. Quasi riesce a farmi dimenticare dove sono. Chiudo gli occhi ed è come se stessi in un mondo lontano, nella mia fantasia.
Vedo Kyle sorridermi e porgermi la mano per un ballo. E stiamo così, abbracciati, dondolando a ritmo di questa soave melodia.
Ehi aspetta. Perché sto pensando a queste cose? Apro gli occhi e blocco un attimo Kyle.
- Tutto bene? – mi chiede gentilmente.
- Perché stai facendo tutto questo? Perché hai provato a baciarmi? E perché  ora sei qui a farmi la serenata?
- Non pensavo che fossi così inflessibile, Sergente Cuor di Pietra. – mi dice ridendo
- Come mi hai chiamato scusa? – quasi urlo per la rabbia e per l’imbarazzo. Come mai da scricciolo siamo passati a Sergente Cuor di Pietra?
Lui per tutta risposta mi accarezza una guancia con le sue dita lunghe e affusolate. Mi passa un dito sulle labbra.
Io intanto lo guardo contemplare il mio volto e mi specchio nei suoi occhi dorati. Poi si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce sensuale – Tu mi piaci molto, Lavinia. Però com’è che hai detto .. Ah già, al momento le relazioni di coppia non sono la tua priorità. Beh sappi che ti farò cambiare idea. Ad ogni costo.
Io rimango immobilizzata a quelle parole e lui ne approfitta per darmi dei lievi baci sul collo. Quasi non li percepisco, per la loro delicatezza.
Divento rossa/viola/fucsia per l’imbarazzo. Poi dal collo passa alla guancia e dalla guancia ..
- Ho capito, può bastare! – gli dico staccandomi da lui.
- Avevo appena iniziato a divertirmi, scricciolo.
- Ne riparleremo un’altra volta. Ora devo ritornare sopra che sennò mia madre si insospettisce. – dico, alzandomi dagli scalini.
Kyle si alza e mi cinge i fianchi con le mani – Sai, ho proprio voglia di uno dei tuoi baci ..
- Kyle, non è né luogo né momento adatto per certi discorsi! – gli dico,scansandomi da lui e salendo velocemente le scale.
Quando sono già a metà della rampa successiva lui mi dice – Domani avremo tutto il tempo a disposizione.
Lo sento uscire dal portone.
Solo quando mi sono accertata che è abbastanza lontano mi concedo un – Merda!

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Capitolo 8
*** Prima o poi il ghiaccio si scioglie. ***


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Capitolo 8: Prima o poi il ghiaccio si scioglie

Quanto può essere comodo avere un balconcino personale? Beh, per un ragazzo che fuma di nascosto dai genitori, è l’ideale. Ma è utile anche per una non fumatrice come me. Tira un venticello fresco, io sto seduta sulla sedia sdraio con le cuffie alle orecchie e Matisse accoccolato sulle gambe. Mi sento in pace col mondo, con una bella vista del parco davanti casa, una canzone rilassante in testa. Non c’è nulla che può rovinare questo momento ..

DRIIIN!

Tutto tranne Kyle. Appoggio Matisse a terra e vado ad aprire la porta mentre mi sistemo l’ iPod in tasca.
Kyle sfodera uno dei suoi migliori sorrisi. Io lo saluto indifferente. Ha rovinato la mia tranquillità interiore! E poi chissà che intenzioni avrà oggi. Penso a quello che è successo ieri e rabbrividisco al pensiero.
Speriamo che  Kyle è tornato in se .. Ah, ma se ricomincia con lo stesso capriccio due schiaffi non glieli leva nessuno!
- Oggi avremo un bel po’ da fare. Mi sa che la prof mi vuole interrogare. – dico, scoraggiata al pensiero di dover studiare tutte quelle regole di Latino.
- Allora diamoci da fare. – mi dice Kyle sorridendo. Sempre ottimista lui. Questa cosa mi inizia a dare sui nervi.
Mentre mi siedo vedo che caccia una custodia rettangolare dalla borsa a tracolla. La apre e caccia un paio di occhiali da vista neri della Ray-Ban.
Avete presente quel modello molto usato, anche per gli occhiali da sole? Ecco, quello lì. Gli danno un aria più .. matura? No, matura proprio no. Però hanno quel non so cosa che solo uno come Kyle può avere.
- Perché mi fissi così? – mi chiede lui alzando un sopracciglio.
- Sei diverso con quelli. – dico, indicando gli occhiali col mento.
- In che senso?
- Non lo so hai un aria più ..
- Sexy? – chiede, facendo quel sorriso malizioso che mi fa tornare la voglia di prenderlo a schiaffi.
- Stavo per dire matura, ma ci ho ripensato – dico, guardandolo fisso negli occhi. Quell’oro dei suoi occhi è così lucente che ad ogni sguardo sembra emanare scintille. Kyle soffoca una mezza risata e poi inizia a correggermi la versione che ho fatto prima. Lo vedo tutto concentrato mentre legge la versione, alla fine fa un sorriso soddisfatto e mi dice – Bel lavoro, davvero.
- E’ andata bene? – lo guardo speranzosa. Sul serio ho fatto un buon lavoro? Kyle annuisce e io quasi voglio urlare dalla gioia. Prima di ridarmi il quaderno scrive qualcosa con la matita nell’angolo del foglio.

Sono fiero di te scricciolo ;)

Lo guardo male, però dopo due secondi scoppio a ridere di felicità. E’ da praticamente quattro anni che non mi usciva bene una versione!
- Beh, ora che hai fatto bene la versione, dovresti essere capace di dirmi le regole alla perfezione.
Mi sento sprofondare – L-le r-reg-gole? – balbetto impietrita. Lui annuisce divertito. Cacchio, non ci avevo pensato.
- Allora, dimmi qualcosa sulla sintassi del nominativo. – dice lui serio. Io sgrano gli occhi. Che cosa dice la sintassi del nominativo? Chi si ricorda ..
- Che, per caso, c’è la costruzione di videor? – gli chiedo titubante. Mi ricordo di aver studiato qualcosa a riguardo, ma non sono sicura.
- Si, videor c’è. Mi sai dire com’è costruito?
- Beh .. – ci rifletto un po’ e poi esclamo – Ci sono due costruzioni, quella personale e quella impersonale!
- Brava, vedi che va molto meglio rispetto a una settimana fa? – mi dice soddisfatto. Io annuisco. In effetti, se mi avesse fatto una domanda del genere prima di avermi fatto ripetizioni, non avrei spiccicato una sillaba.
- Ok, per oggi abbiamo finito. – mi dice lui tranquillo.
- Cosa? E tutte le altre regole della versione non me le chiedi? – sbotto io. Lui per tutta risposta si sporse un po’ sulla scrivania e mi prende il mento con la mano, avvicinandomi al suo volto.
- Ti avevo detto che oggi avremmo avuto tutto il tempo per certi discorsi .. – io arrossisco improvvisamente e mi stacco da lui.
- Che cosa hai intenzione di fare? – gli chiedo, alzandomi di scatto dalla sedia.
 - Te l’ho detto, voglio solo riprendere quel discorsetto di ieri. – dice, con il suo solito sorriso da schiaffi. Si avvicina a me, prendendomi per la vita e avvicinandomi a lui.
Cerco di farmi indietro ma la sua presa è di ferro, e a due centimetri da me c’è il muro, quindi rinuncio subito all’impresa. Con la mano mi scosta un ciuffo caduto davanti agli occhi.
- Noi non dobbiamo riprendere nessun discorsetto. – gli dico, gelida.
- Ne sei proprio sicura? – chiede lui, abbassando un po’ la testa di lato. Io annuisco, ma lui fa finta di niente e continua a starmi vicino. Lo squadro un momento – Ti vuoi staccare o no? – gli chiedo seccata.
- Chi ti ha detto che mi voglia staccare? Hai detto che non dobbiamo parlare, benissimo. – dice sorridendo maliziosamente, poi mi sussurra all’ orecchio – Ci sono tanti modi per comunicare, no?
Capendo a cosa allude, arrossisco violentemente e cerco di liberarmi.
- Kyle lasciami andare! – lui stringe più forte. Intanto il mio gatto, che era uscito sul balcone, ritorna nella stanza e ci fissa.
- Ma che stai guardan .. Cos’è quella cosa? – chiede con gli occhi sgranati dalla paura.
- Sai, quello sarebbe un gatto. Non ne avevi mai visto uno? – gli chiedo ridendo. Ha proprio una faccia da pesce lesso in questo momento!
- Spiritosa. Non sapevo avessi un gatto. – dice, ma Matisse si avvicina a lui per annusarlo e lui si stacca da me e si appiccica impaurito al muro.
- Levamelo di torno!
- Hai paura dei gatti?
- Non ho paura, ho il terrore! – dice lui, spaventandosi ancora di più vedendo che quello gli stava annusando le scarpe. Io rido e prendo Matisse in braccio. Glielo avvicino al muso e gli muovo una zampa contro, come per graffiarlo. Lui trema dalla paura così poggio il mio gatto a terra e lo faccio uscire dalla stanza.
- Non era divertente. – dice serio. Io rido – Invece era divertentissimo. Tremavi come una foglia davanti ad una palla di pelo! – lui mi sorride e si stacca dal muro.
- Se ti chiedessi un appuntamento, usciresti con me? – chiede tranquillamente.
Io ci rifletto un po’ su. Forse, se vado all’appuntamento e gli faccio capire che con me non ci deve provare, smetterà di fare il cretino e ritornerà tutto alla normalità.
Oppure potrebbe intestardirsi ancora di più.
- Uhm .. Forse. – gli dico pensierosa. Lui mi fa la faccia da cucciolo e io cerco di non sciogliermi davanti ai suoi occhi dolci come il miele.
- Probabilmente si,ora sei contento? Smettila di farmi gli occhi dolci! – gli dico un po’ arrabbiata. Lui ride soddisfatto – Sapevo che non avresti resistito.
Io sbuffo infastidita e lui si toglie gli occhiali e li rimette in borsa. Vedendo che si rimette il giubbotto di pelle gli chiedo – E ora dove stai andando?
- A casa, no? Hai detto che ti va bene se usciamo insieme quindi mi vado a preparare.
- Tu intendevi oggi? – lo guardo sbigottita – Non se ne parla neanche! Domani c’è scuola non posso fare tardi, e poi se mia madre scopre che sto fuori si incavola come una bestia. Assolutamente no, oggi non posso andare da nessuna parte. – gli dico, scuotendo la testa. Lui mi fissa per un po’, poi mi sorride. – Tua madre quanto tempo starà via?
- Oggi fa il turno di notte all’ospedale quindi tornerà domani mattina. – Kyle fa un sorriso malizioso e prendendomi per il mento mi dice – Allora preparati, perché stasera ti preparerò una cenetta squisita.

- Sul serio? O MIO DIO! Che ti avevo detto? Che ti avevo detto, eh? – urla Brooke al telefono.
- Ok, ok avevi ragione tu ma ora calmati! – le dico, forse un po’ più agitata di lei.
Le ho raccontato di quello che è successo poco tempo fa e alla sola idea di un appuntamento, si è elettrizzata.
- Io mi calmo, ma promettimi che ti farai carina per stasera.
- CHE COSA?
- Si, ti devi fare carina per Kyle. – dice, come se non avessi sentito.
- Io non mi faccio carina per quel fifone. – dico, ricordandomi come aveva reagito davanti a Matisse.
- A costo di venire fino a casa tua, tu ti vestirai carina per lui! – sentenzia convinta.
In effetti casa sua non dista molto dalla mia e Kyle ha detto che non sarebbe ritornato prima delle nove e mezza. Scrollo le spalle esausta - Non ti scomodare, hai vinto. Cosa mi dovrei mettere?
- Allora, prendi quella maglietta celeste con disegnata la farfalla a lato. Se non sbaglio dovresti avere dei leggins perfetti per quella maglietta. Poi mettiti quella collana dorata che ti sei comprata qualche giorno fa, sistemati i capelli con una treccia o uno chignon e il gioco è fatto! Se magari ti trucchi e ti metti anche i tacchi saresti perfetta.
- Col cavolo che metto i tacchi!
- Ok, ok. – ride - Un paio di ballerine andranno benissimo.
- Va bene, ora ti lascio che mi devo preparare. Domani ti dirò com’è andata.
- Non me lo puoi dire stasera quando se ne va Kyle? Tanto io mi addormento sempre tardi! – dice con voce supplicante.
- Sinceramente, non so per quanto tempo rimarrà a casa Kyle. Sa che mia madre non tornerà prima di domani mattina, secondo me cercherà di approfittarne.
- Secondo me, oggi sarà una grande serata! – dice lei entusiasta.
- Che vuoi dire? – le chiedo sospettosa.
- Che magari,  dico magari, quel bel professorino farà sciogliere il tuo cuoricino di ghiaccio e finalmente vi fidanzerete!
- E io dico che magari, e dico magari, ti si è completamente fuso il cervello!
- Ma perché non vuoi stare con lui? – chiede quasi piagnucolando.
- Perché è il mio professore di ripetizioni, se mi innamoro di lui tutte le mie speranze di migliorare in Latino andranno allegramente a farsi friggere!
- Che ne sai? E se invece migliori proprio perché ti innamori di lui?
- Io non mi innamorerò di lui. – dico, improvvisamente seria.
- Sicura? – mi chiede Brooke sospettosa
- Più che sicura. L’hai detto tu stessa che ho il cuore di ghiaccio, no?
- Però il ghiaccio prima o poi si scioglie.
- Di certo non si scioglierà a causa sua. – dico, ma inizio a dubitarne.
- Se lo dici tu mi fido, a domani Lavinia!
- A domani! – chiudo velocemente il telefono e mi butto sotto il getto d’acqua calda della doccia.

In un certo senso, ho paura per quello che succederà stasera. Se Kyle ha intenzione di fare colpo su di me, credo che in minima parte ci sia riuscito.
Sennò sabato non sarei stata gelosa della sua amica. Pardon, sua cugina.
E non credo che l’avrei baciato.
E anche ieri mattina, quando mi stava per baciare vicino al pianoforte, se non mi fossi resa conto della situazione, l’avrei lasciato fare.
E dopotutto non mi dispiace il fatto che sia venuto a farmi la serenata e che stia tentando di conquistarmi.
Quindi ormai lo devo ammettere, un po’ mi piace. Però la cosa deve fermarsi qui, non può e non deve andare oltre.
Esco dalla doccia, mi asciugo velocemente i capelli e me li lascio sciolti sulle spalle. Indosso gli abiti che mi ha raccomandato Brooke e poi inizio a sistemare la tavola. Sono le nove in punto, tra circa mezz’ora arriverà Kyle.
Sono nel panico più totale. Questo è il mio primo appuntamento, per di più con un ragazzo che non dovrei frequentare se non come confidente, come amico.

DRIIIN!

E' in anticipo.
C’era da aspettarselo.
Ora inizia lo spettacolo.

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Capitolo 9
*** Una buona dose di incoerenza. ***


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Capitolo 9: Una buona dose di incoerenza

- Bonsoir, ma cheriè. Sei pronta per la nostra cenetta? – mi chiede Kyle sorridendo maliziosamente.
Indossa un completo nero con camicia bianca e cravatta blu e ha un mazzo di rose rosse in una mano. I capelli sono pettinati all’indietro e i suoi occhi brillano di entusiasmo.
Ok, è decisamente attraente.
- Più o meno. – dico sorridendo, imbarazzata. Prendo i fiori e mentre cerco un vaso dove appoggiargli gli dico – Non sapevo di dovermi vestire elegante. Ho messo i primi panni che ho trovato, scusami.
Lui mi fissa dalla testa ai piedi e poi ride – I primi panni che hai trovato, eh? – e mentre mi allontano noto che ha una busta con dei sacchetti.
Lo accompagno in salotto, dove ho apparecchiato per la cena, e gli chiedo che cosa contiene quella busta.
- Ho preso qualcosa al ristorante cinese qui vicino. Ti piace il cinese?
- In realtà non ho mai mangiato cinese. Mia madre pensa che gli ingredienti principali dei piatti cinesi siano le cavallette. – dico ridendo.
- Beh, oggi potrai controllare se ci sono cavallette o no. – dice sedendosi, e toglie dalla busta un primo sacchetto.
Lo apre ed esce un vassoio diviso in quattro piccoli scomparti: nel primo ci sono gli involtini primavera, nel secondo ci sono dei gamberetti, nel terzo e nel quarto ci sono due salse.
- Su, cosa aspetti? – mi chiede Kyle.
- E’ che non so da cosa incominciare!
- Prima di tutto prenditi un involtino e un gamberetto, poi immergi il primo nella salsa rossa, e l’altro lo immergi in quella rosa. – faccio come dice, ma quando devo mangiare l’involtino cosparso di salsa, fisso il cibo dubbiosa.
- Non ti preoccupare, non è avvelenato. – dice ridendo. Ma nonostante tutte le raccomandazioni, non mi decido a mangiare.
Non so, è come se non avessi più tanta fame sapendo che devo mangiare cinese. O forse è solo l’agitazione per l’appuntamento che mi gioca brutti scherzi?
Non ho il tempo di rispondere a questa domanda, perché Kyle mi sfila di mano la forchetta e la muove davanti a me come si fa con i bambini piccoli per farli mangiare.
- E’ il comandante dell’aeroplanino-involtino che vi parla. Torre di controllo, ci date il permesso di atterrare? – dice ridendo, mentre continua a muovere l’involtino davanti a me.
- Se continui così quell’involtino non lo mangio più. – dico, ma mentre finisco la frase, Kyle riesce ad imboccarmi. Mastico un po’ e poi ingoio. – Ehi, è buono!
- Che ti avevo detto?
- Si però ora l’aeroplanino lo faccio io. – prendo un gamberetto, lo immergo nella salsa rosa e glielo faccio mangiare. Dopo che ha ingoiato, con la voce da bambino piccolo mi fa – Ancora aeroplanino, ancora!
Io rido, e cosi lo imbocco di nuovo.

Ridendo e facendo aeroplani, ci finiamo il vassoio e dopo una mezz’oretta siamo arrivati all’ultimo sacchetto, che dovrebbe contenere il dolce. Kyle tira fuori un piattino con 4 panzerottini e 2 biscotti della fortuna.
- Ma questo non dovrebbe essere il dolce? – chiedo a Kyle, guardando i panzerotti.
- Infatti quella è nutella fritta. – lo guardo indecisa – Vedi che è buona, assaggia!
Prendo coraggio, per evitare un'altra ondata di aeroplani di Kyle, e mangio la nutella fritta. Cavolo se è buona! Kyle si accorge del mio stupore e mi sorride.
- Hai visto? Se vuoi mangia anche i miei, sono sazio.
- Sicuro? – gli chiedo. Lui annuisce, così mi mangio anche le altre due nutelle fritte.
- Ora scegli uno dei due. – mi dice, indicando i biscotti col mento.
A caso, scelgo il biscotto a destra e Kyle prende l’altro. Lui lo apre e legge – Il verbo amare non sopporta l’imperativo.
Io apro il mio e leggo a mente  il messaggio.

"La ricetta per la felicità contiene sicuramente una buona dose di incoerenza"

Che cosa significa? Non mi so spiegare il perché, ma penso che questa frase mi riguardi in prima persona.
Ma certo! Secondo il bigliettino, se sono incoerente rispetto ai miei propositi, otterrò la felicità.
E in questo caso la felicità sarebbe stare con Kyle.
Arrossisco al pensarci. E Kyle se ne accorge.
- Che cosa dice il bigliettino?
- Niente di importante. – dico, diventando ancora più rossa.
- Dai, fammi leggere! – dice, e allunga un braccio per cercare di afferrare il fogliettino.
- No, è un segreto. – dico io ridendo. Lui ride e si alza dalla sedia per prendermi il bigliettino.
- Vedi che se mi fai arrabbiare faccio venire Matisse che ti graffia tutte le gambe. – dico, cercando di essere seria.
Rimaniamo due minuti in silenzio, poi scoppiamo a ridere all’unisono. Kyle prova ad afferrare il fogliettino, ma io giro attorno al tavolo.
Sembriamo due cartoni animati che girano attorno come scemi, fino a quando qualcuno se ne va e l’altro, non accorgendosene, continua a girare da solo.
Io mi butto sul divano verde acqua e nascondo il fogliettino in mezzo ai cuscini.
Lui si butta (a pesce, oserei dire) sul divano e cerca di scovare il bigliettino, senza riuscirci.
- Dove l’hai nascosto? – chiede ridendo.
- Non te lo dico! – gli faccio una linguaccia.
- Non me lo dici, eh? E allora ti faccio il solletico!
- Vedi che io non soffro il solletico, quello è Lucas. – gli dico, ricordando la scena di qualche giorno fa.
- Allora sarò il primo a farti soffrire il solletico. – dice ridendo, e inizia a muovere le dita sui fianchi e sulla pancia. Mi viene da ridere vedendo come si impegna.
- Mi dispiace, non succede niente. – dico alzando le spalle. Lui alza un sopracciglio – Tu dici? – e in due secondi lui è sopra di me, mi alza un po’ la maglietta e mi solletica i fianchi. Stavolta sobbalzo.
- Mai dire mai. – Dice lui soddisfatto.
- Ma non vale! Pure io riesco a farti il solletico così! – gli dico un po’ imbronciata.
- Non ci sarebbe il bisogno di alzarmi la maglietta, lo soffro comunque. – dice ridendo.
Io gli sorrido – Allora vuoi la guerra! – e così inizio a fargli il solletico anche io e lui ride come un pazzo.
- Dai basta, non ce la faccio più! – dice ridendo.
- Io non la smetto fino a quando non smetterai tu. – gli dico.
- Allora ci stoppiamo insieme.
- Al tre? – chiedo. Lui annuisce.
- Uno, due, tre! – diciamo, e ognuno stacca le mani dalla pancia dell’altro. Io sorrido, sollevata. Anche lui mi sorride con uno di quei sorrisi mozzafiato.
Lo guardo negli occhi e in quell’oro fuso vedo il mio riflesso. Sono sconvolta, ma sembro .. felice. Che quello scritto nel biscotto della fortuna fosse vero? Dovrei lasciar perdere i miei principi e dargliela vinta a Kyle?
Sto per perdermi nei miei pensieri, quando il biondo mi porta alla realtà. Inizia a giocare con le dita della mia mano.
Le sue dita sono lunghe e affusolate, mi provocano dei piccoli brividi lungo la schiena. Se mi provocano dei brividi quando toccano le mie dita, invece quando hanno toccato la mia pancia sembravano quasi bollenti.
Però la sensazione del contatto tra le sue dita e la mia pelle era piacevole. Molto più che piacevole.
Gli prendo la mano e la poggio sulla mia pancia scoperta. Lui mi guarda perplesso, ma poi inizia a muovere le sue dita sulla mia pelle.
Le muove come se volesse fare dei ghirigori, dei disegni con delle trame intricate, e più le muove, più vorrei che continuasse all’infinito. Kyle mi sorride malizioso, e si china sulla mia pancia e le da un bacio quasi impercettibile. Se prima i brividi e il calore si alternavano, ora invece arrivano insieme.
Perché? Non dovrei sentirmi così con lui. E’ il mio professore … Ma chi diavolo prendo in giro.
Lui è Kyle, e io mi sono presa una bella cotta per lui.
E’ inutile fingere, mi illudevo di non aver bisogno di nessuno al mio fianco.
Invece ho bisogno di Kyle. Da quando l’ho incontrato la prima volta la mia vita è cambiata. E’ migliorata.
Perché lui è sempre così dannatamente ottimista, e alla fine riesce a coinvolgermi nella sua interminabile felicità.
E mi fa stare bene.

Ora mi sta fissando, dev’essersi accorto che stavo pensando ad altro.
Avvicina il suo volto al mio, ma lascia una certa distanza per lasciarmi decidere se farlo continuare oppure no. Lo tiro verso di me prendendolo per la cravatta.
- Perché in certe situazioni mi tiri sempre la cravatta?
- Per farti avvicinare più velocemente, mio caro. – gli dico sorridendo. Gli allento la cravatta e poi gliela tolgo del tutto, gettandola per terra.
Lui sorride e poi mi sussurra – Grazie per avermi liberato da quella cosa infernale.
- Se la ritieni una cosa infernale, perché la indossavi?
- Per far colpo su di te, no? – mi dice, con tono di ovvietà.
- Sai, da ora credo di avere un debole per gli uomini senza cravatta. – dico ridendo.
- Allora vedrò di non farmi più certi problemi. – dice, avvicinando le sue labbra alle mie. Gli sorrido, e lo bacio.
All’inizio Kyle è un po’ incerto, ma vedendo che io non mi tiro indietro, ritorna sicuro di se e il bacio diventa più passionale che mai. Dopo un po’ ci stacchiamo, lui ha lo sguardo divertito e un po’ sconvolto.
Quasi famelico, ritorna a baciarmi appassionatamente. Mi sento come un fuoco, lui mi fa sentire come un fuoco.
Affondo le dita nei sui capelli e gioco con qualche ciocca. Si stacca e quando vedo il suo sorriso, penso di poter morire.
Cavolo, mi ha conquistata davvero.
Guardo il suo collo, libero dalla cravatta. Istintivamente, inizio a sbottonargli la camicia sotto il suo sguardo interrogativo.
Sbottonata completamente la camicia, ammiro il suo corpo scolpito. Sembra una statua greca. Devo avere un’espressione proprio imbambolata perché Kyle ride.
Poi, come avevo fatto io prima, prende la mia mano e la poggia sul suo addome.
Ok, il suo corpo non è scolpito, di più.
Poi ritorno a guardare il suo viso e gli vedo un sorriso compiaciuto stampato in faccia.
- Ma si può sapere che cosa diavolo c’era scritto in quel bigliettino?
- Qualcosa che mi ha fatto aprire gli occhi. – gli dico sorridendo.
- Allora dovrei ringraziare il cinese che ha fatto i biscotti. – disse ridendo.
- Penso proprio di sì. – gli dico. 
Poi gli prendo il volto e lo avvicino alle mie labbra, in modo da poter riprendere quello che stavamo facendo.

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Capitolo 10
*** Ci si vede a lezione, Hunter. ***


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Capitolo 10: Ci si vede a lezione, Hunter

Non ci credo. E’ tutto un sogno e tra un po’ mi sveglierò e mi alzerò dal mio letto. E’ impossibile che sta accadendo proprio a me.
Suona la campanella che segna l’inizio della quarta ora, la professoressa di Latino esce dall’aula.
Io mi alzo di scatto e inizio ad urlare – Ho preso sette! Ho preso sette! E’ un miracolo!
Gran parte delle mie compagne si avvicina a me e si congratula. Brooke e Lucas mi abbracciano, ma per il loro slancio rischiamo di cadere.
- Hai visto che hai preso la sufficienza? E tu che dicevi di essere un caso senza speranza! – mi dice Lucas felice.
- Ragazzi datemi un pizzicotto perché non ci credo! – dico scherzando. Naturalmente Brooke mi prende sulla parola e mi pizzica la guancia. Io sobbalzo dal dolore e mi alzo dalla sedia per contraccambiare il gesto,
ma con la coda dell’occhio vedo che il professore di Educazione Fisica sta per entrare in aula per prendere il registro. Mi risiedo e inizio a chiudere la cartella, intanto sento il telefono vibrare.
Mentre chiudo lo zaino apro il messaggio ricevuto. E chi doveva essere se non lui?

Alla fine la prof ti ha interrogato? Kyle

- Di chi è il messaggio? – mi chiede Lucas sporgendosi, nel tentativo di leggere il messaggio.
- Non sono affari tuoi! – dico ridendo e nascondendo il telefono alla sua vista.
- Sul serio non vuoi dire al tuo migliore amico cosa c’è scritto nel messaggio? Sul serio? – chiede lui con tono offeso.
- Di che parlate? – mi chiede Brooke, che è tornata vicino a noi.
- Del fatto che Lucas è un impiccione. – dico io scendendo la scalinata dell’atrio.
- Scommetto che è Kyle. A proposito, alla fine ieri com’è andata? – chiede Brooke dandomi una gomitata nel fianco. Lucas ci guarda interrogativo. Io divento rossa e gli dico – Ieri Kyle ha cenato a casa mia.
- E che è successo? – chiede Lucas curioso.
- Beh.. – dico io facendomi ancora più rossa in viso.
- Beh? – chiedono i due all’unisono.
- Ehm .. Niente! Che doveva succedere? – gli dico io imbarazzata, e faccio uno scatto in avanti per evitare altre domande.
Loro mi seguono a ruota e corriamo verso la palestra.
- Fermati! – mi urlano dietro.
- Ma nemmeno per sogno! – urlo ridendo.
- Tanto prima o poi ti fermerai! – urla Lucas.
- Io sono come le Duracell, non mi scarico mai! – gli urlo.
- Squallida! Dai fermati che non c’ho più fiato. – urla Brooke col fiatone. Io mi giro e li aspetto. Il professore mi passa affianco e mi guarda storto, forse non avrei dovuto fare quella corsetta.
Brooke e Lucas mi raggiungono e insieme entriamo in palestra.

Dopo esserci cambiati nei rispettivi spogliatoi ci sediamo alla panchina.
E’ da qualche lezione che stiamo facendo degli esercizi alla trave, ma io e i miei amici abbiamo già avuto il voto su quegli esercizi quindi durante quest’ora possiamo oziare quanto vogliamo.
- Allora spara, cos’è successo ieri? – mi chiede Lucas.
- Kyle ha portato qualcosa dal ristorante cinese e poi ..
- Poi? – chiedono loro due. Sembrano due bambini di cinque anni che aspettano con ansia il finale della storia della buonanotte che gli racconta la mamma.
- Poi ci siamo baciati. – dico imbarazzata. Ancora non realizzo il fatto che abbia potuto fare una cosa del genere. Io, tanto determinata ad essere soltanto un’amica per Kyle.
- Ci devi dire tutti i particolari! Com’è successo? – chiede curiosa Brooke.
- Come ti sei sentita? – chiede Lucas.
- E’ stato bello?
- Ma mica avete fatto qualcos’altro, vero?
- Una domanda per volta, vi scongiuro! – gli dico rossa in viso. Faccio un respiro profondo e inizio a raccontare.
Al solo pensiero di ieri sera mi vengono i brividi. Il solo pensiero di me e Kyle insieme mi fa sentire strana. Quando lui se n’è andato mi sono sentita male.
No, non era per il cibo cinese, non era quel tipo di malessere che dipende dalle malattie fisiche. Mi sembrava che mi mancasse qualcosa. E mi manca tutt’ora.
Mentre rispondevo alla loro domande Lucas e Brooke ascoltavano attenti le mie risposte, ogni tanto spalancavano la bocca o sgranavano gli occhi, ma poi mi lasciavano continuare tranquillamente il discorso.
- Quindi il messaggio era di Kyle ..  Che ha scritto? – mi chiede Brooke.
- Se Latino mi ha interrogato. Gli avevo detto che c’erano molte probabilità che mi interrogasse.
- E ancora non gli hai risposto? – mi chiede Lucas. Io scuoto la testa e lui mi urla – E a chi aspetti a farlo?
Io prendo il telefono e mentre rispondo al messaggio Brooke mi fa una domanda.

- Ma lui non ti ha chiesto di essere la sua ragazza?
- No. – dico pensierosa. In effetti ieri sera non ha proprio accennato a questo particolare.
- Allora oggi si deve assolutamente dichiarare! – sentenzia Brooke con l’aria convinta.
- Mica si deve dichiarare per forza oggi. – dice Lucas.
- Sarebbe da codardi non farlo! – gli dice contro.
- Che dici magari per certe cose è timido!
- Ma stiamo scherzando? Ti ricordi di chi stiamo parlando?
- Me lo ricordo benissimo ma ricordati che non lo conosciamo bene!
Mentre Lucas e Brooke discutono animatamente su quando Kyle si dovrebbe dichiarare il cellulare vibra di nuovo e leggo il messaggio di Kyle.

Sono fiero di te scricciolo :) a che ora esci oggi?

Alla quarta, praticamente tra mezz’ora perché?


 Che voglia venirmi a prendere? Se ha chiesto a che ora esco è molto probabile, ma perché vorrebbe vedermi ora? Tanto oggi pomeriggio deve venire a fare lezione, se avesse qualcosa da dirmi potrebbe dirmelo benissimo dopo. La fatidica mezz’ora passa lentamente e la curiosità mi distrugge. Intanto Brooke e Lucas non hanno trovato un accordo e si fanno il broncio a vicenda e quando suona la campanella fanno come se l’altro non esistesse.
Vengono tutti e due da me e dicono – Lavinia, andiamo a casa.
- Veramente .. – sto per dire che devo aspettare Kyle ma Lucas mi ferma.
- Non dirmi che te ne devi andare con una che pensa che i ragazzi in fondo non possano essere timidi e romantici.
- In realtà ..
- Non ti azzardare nemmeno a pensare di poter tornare a casa con qualcuno che spara certe stupidaggini!
- Se mi fate finire di parlare magari vi spiego ..
- Allora, con chi te ne torni a casa? – mi chiedono tutti e due. Guardo prima uno e poi l’altra. Vorrei scoppiare a ridere per le facce buffe che hanno, ma so che se la prenderebbero a morte.
- Ragazzi vi dispiace se per oggi vi rubo Lavinia? – chiede Kyle gentilmente con un sorriso a trentadue denti. Mio salvatore! Loro lo guardano storto, poi guardano me.
Si arrendono e mi lasciano andare, e li vedo allontanarsi insieme.
- Perché hanno litigato quei due? – mi chiede Kyle guardando i miei due amici.
- Soliti battibecchi, oggi pomeriggio torneranno amici come prima. – dico alzando le spalle. Mi accorgo del suo sguardo e abbasso velocemente gli occhi. Alla mia reazione, Kyle mi fissa ancora di più.
Mi alza il viso prendendolo per il mento e mi chiede dolcemente – Perché sei agitata, scricciolo?
- Io non sono agitata! – sbotto, negando spudoratamente l’evidenza.
In realtà un dubbio tremendo mi sta assalendo da quando Brooke e Lucas hanno iniziato a litigare.
E se dopo quello che è successo ieri Kyle non volesse più stare con me? E se io fossi soltanto uno stupido obiettivo da raggiungere, in mancanza di altro? Magari è per scordarsi la ragazza.
Kyle intanto mi cinge le spalle con un braccio e ci incamminiamo verso casa.

- Sei contenta del sette? – mi chiede Kyle dopo un lungo silenzio.
- Contenta? Sono al settimo cielo! – gli dico felice. Lui ride e io lo guardo male. Che ha da ridere?
- Non guardarmi così, ma hai fatto una faccia troppo buffa non sono riuscito a trattenermi! – dice lui scusandosi.
- Io ho una faccia buffa? – gli dico ridendo – Questa me la paghi Kyle Hunter! – e gli do uno schiaffo sul braccio.
- Ahia! Mi hai fatto male. – dice ridendo, intanto si massaggia il braccio che ho colpito. Guardandomi divertito mi minaccia – Tu oggi finisci male!
- Non contarci troppo! – gli dico correndo verso il parco davanti casa mia.
Lui mi insegue, ma non riesce a bloccarmi o a superarmi. E’ già la seconda corsa in un’ora, alla terza mi farò comprare un gelato!
Entriamo a perdifiato nel parco e ci addentriamo nel verde degli alberi. Io mi giro per vedere dov’è Kyle, ma rischio di andare a sbattere contro un albero e mi fermo bruscamente.
Ok, il mio naso stava per schiantarsi contro un grosso albero, c’è mancato proprio poco.
Mi giro e Kyle sta riprendendo il fiato a qualche metro da me. Io mi siedo alle radici dell’albero e lancio lo zaino un po’ più lontano.
Kyle mi guarda e sorride, poi si avvicina e si siede affianco a me. Oggi i suoi capelli sembrano più ribelli, forse perché il ciuffo pettinato all’indietro è riccio e non liscio come al solito.
Lo studio,mentre lui sembra fissare un punto vuoto con la faccia seria.
Una ciocca di capelli gli cade sulla sua fronte e io la pettino per farla tornare al suo posto.
- Come mai quella faccia? – gli chiedo un po’ preoccupata.
- Niente – dice tranquillizzandomi – stavo pensando.
- A cosa? – gli chiedo, preoccupandomi di nuovo.
- A noi due. – mi dice, prendendomi una mano e giocandoci con le dita.
- In che senso? – domando, con il cuore in gola.
- Sai ieri, quando ci siamo baciati, per me è stata una vera sorpresa. Non credevo che alla fine avresti ceduto, determinata com’eri. Forse ti sembrerà strano ma, in un certo senso, non so come comportarmi. – dice serio, continuando a guardare il vuoto.
- Sul serio non ci avevi mai pensato a questa possibilità? – gli chiedo sorpresa. Lui scuote la testa.
Non saprei dire se è una cosa positiva o meno. Non credo: ha fatto come un bambino che all’inizio stufa la madre perché vuole un giocattolo, e visto che alla fine non sa che farci e lo butta.
E io in teoria sarei il giocattolo che viene buttato.
Spero che quando ha detto “non so come comportarmi” non abbia voluto dire “ora che ti sei arresa non so più che farmene di te”.
Il cuore dalla gola fa un brutto tonfo sullo stomaco e la testa mi inizia a girare, ma cerco di non darlo a vedere.
- Forse dovresti sapere cosa vuoi veramente prima di fare certe azioni. Non credi che qualcuno ci possa rimanere male? – gli dico irritata e alzandomi in piedi.
Kyle mi guarda sconcertato e fa per alzarsi ma io lo blocco.
- Non scomodarti, in fondo per te sono solo un giocattolo vero?
- Lavinia non era questo quello che intendevo! – dice alzandosi di scatto e cercando di bloccarmi.
- Allora cosa intendevi? Sai, io ho capito questo e spero davvero di aver capito male. Tu hai fatto lo sbruffone dicendo “mi piaci, ti voglio conquistare”, alla fine ci sei pure riuscito e ora non sai come comportarti? Cosa dovrei capire da questo, che volermi conquistare era solo un modo per passare la giornata? Vai al diavolo Hunter! – gli dico prendendo lo zaino e avviandomi verso l’entrata del parco.
- Non potrei mai fare una cosa del genere, dovresti saperlo! – mi urla Kyle arrabbiato.
- Ti conosco da solo una settimana, non posso saperlo! – gli urlo senza girarmi. Sento che corre verso di me ma io faccio finta di niente e continuo a camminare a passo svelto.
Vedendo che io non mi fermo lui fa uno scatto e mi supera cercando di bloccarmi. Cerco di oltrepassarlo ma lui mi blocca per i polsi.
- Quando ho detto che non so come comportarmi non volevo dire che ti lascerò andare. E’ solo che tu sei diversa e quello che provo per te non è quello che provavo per Meredith. Anzi, se metto i due sentimenti a confronto so che quello che provavo prima per lei non è niente in confronto a quello che provo per te adesso.
Io mi paralizzo. Sbaglio o sta dicendo che io per lui sono molto più importante della sua ex? Che i miei dubbi fossero infondati?
- Quando tu non sei con me, io mi sento morire e non aspetto altro che vederti il giorno dopo. Quel sabato sera mi sono sentito in paradiso quando mi hai baciato e il mio cuore avrebbe voluto sprofondare quando la domenica mattina mi hai detto che non dovevamo stare insieme. Con te provo delle sensazioni indescrivibili e mi sento realmente bene, per questo motivo non ti lascerò scappare.
Ci guardiamo per un po’, il grigio contro l’oro dei suoi occhi. Gli do le spalle e mentre ritorno sui miei passi gli dico – Ci si vede a lezione, Hunter.

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Capitolo 11
*** Soltanto un bambino viziato e presuntuoso. ***


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Capitolo 11: Soltanto un bambino viziato e presuntuoso

Ah, che bello stare a casa ad oziare senza nessun pensiero per la testa! Ok, la verità è che mi sono attaccata da 3 ore alla play station 3 e non posso deconcentrarmi.
Comunque il comportamento di Kyle mi ha proprio dato fastidio. Prima fa capire una cosa e poi ne dice un’altra!
Lo so che è anche colpa mia che molto probabilmente ho frainteso, ma lui poteva anche far capire subito cosa intendeva! Per di più, per scusarsi faceva la parte dell’innamorato perso, ma a chi la vuole dare a bere?
Quasi non mi conosce e già dice che per lui sono più importante della ex.
Qualcuno potrebbe dire “Mai sentito parlare dell’amore a prima vista, del colpo di fulmine?”.
Si, ne ho sentito parlare fin troppo, per questo non ci credo per niente.
Penso che per innamorarsi di una persona si debba conoscerne a fondo il carattere per apprezzarne i pregi e per sopportarne i difetti. Come si fa a capire il carattere di una persona in una sola occhiata?
A meno che in giro non ci siano dei telepatici geneticamente modificati tipo X-Men, non credo che una persona possa veramente innamorarsi così.

 - No, no, no, NO!! – urlo io appollaiata sul divano. Cavolo perché non attacca quando premo il tasto! ‘Sto boss non lo batterò mai se continuo a giocare così male. Aspetta ..
Aaah ma è solo scarico il controller. Mi alzo dal divano e collego il joy-stick alla play e mi sdraio sul tappeto. Ricomincio a giocare, ma qualcuno bussa alla porta. Ti pareva, sono già le quattro!
E ora devo fare lezione con Kyle anche se vorrei proprio evitare. Leggermente scazzata (proprio leggermente, eh!) vado ad aprire la porta e al posto del biondo che mi aspettavo davanti a me c’è mia madre che era scesa cinque secondi fa.
- Ma’ perché sei risalita? – le chiedo mentre lei cammina velocemente verso la sua camera.
- Ho scordato le chiavi della macchina e sono tornata a prenderle. Ah comunque ho chiamato il tuo professore per assicurarmi che sapesse del bel voto di oggi e mi ha detto che questo pomeriggio non sarebbe venuto.
- Ah, perché? – gli chiedo, cercando di apparire più normale possibile.
- Ha detto qualcosa riguardo ad un problema di famiglia. Magari lo chiami per sapere come sta, ora devo scappare. – mi dice, dandomi velocemente un bacio sulla guancia. Io le apro la porta e lei mi saluta.
Kyle ha un problema di famiglia? Ma questa scusa non si usa quando uno vuole giustificare un’assenza da scuola? Dai, di solito quando si marina oppure non si ha voglia di andare a scuola e i tuoi ti lasciano rimanere a casa, si usa questa scusa! Kyle vuole marinare la lezione? Beh, tanto meglio. Oggi non avevo proprio voglia di studiare.
E se invece ha davvero un problema? Penso che per sicurezza dovrei mandargli un messaggio, almeno per sapere se è tutto ok.
Dovrei davvero sentire come va, ma prima devo ammazzare questo boss del cavolo!

- Muori, muori, muori! – urlo seduta sul tappeto e premendo furiosamente i tasti del controller. Il personaggio del gioco finalmente sferra il suo colpo finale e uccide il boss.
Soddisfatta del mio risultato salvo la partita e spengo la play station. Guardo l’orologio, sono le sei e mezza. Ok, forse dovrei mandare quel fatidico messaggio a Kyle.
Magari con la scusa di sapere se domani fa lezione gli chiedo come va. Torno in camera per prendere il cellulare e vedo che lo schermo lampeggia. Sblocco la tastiera e il telefono mi segnala una chiamata persa, proprio di Kyle. La telefonata è di cinque minuti fa, sono ancora in tempo per richiamare.
- Pronto? – risponde Kyle dall’altra parte del telefono.
- Kyle, sono Lavinia, perché mi hai chiamato? – gli chiedo con voce neutra. Spero sia una voce neutra, perché mi sto preoccupando seriamente.
- Ah allora è te che ho chiamato! Scusa volevo chiamare mia zia ma ho sbagliato a telefonare. – e io che pensavo chissà che fosse successo! Vabbè, a questo punto ne approfitto per sapere qualcosa.
- Ma perché oggi non sei venuto? Mia madre non mi ha potuto dire il motivo perché andava di corsa .. – gli dico rimanendo sul vago. Così posso sapere se i problemi di famiglia sono veri oppure no.
- Ho detto a tua madre che avevo un problema di famiglia ma in realtà ..  mi devo preparare per un appuntamento molto importante – mi dice evidentemente dispiaciuto per aver mentito a mia madre. Allora avevo ragione io!
Ma con chi dovrebbe uscire oggi Kyle? E se fosse .. No, la ragazza sta a Milano, per quale stupido motivo dovrebbe essere tornata? E se invece è qualche ragazza dell’Università? Sarebbe anche peggio!
- Sul serio? Con chi esci? – gli chiedo curiosa.
- Con .. un mio vecchio amico d’infanzia. Si era trasferito a New York e verso le sette arriva il suo aereo. Pensavo di andarlo a prendere per fargli fare un giro in centro e poi andare in un ristorante che hanno aperto da poco. – dice, esitando un po’ sulla parola amico. Si Kyle, ci credo molto che esci con un tuo amico.
-  Ah, capito. Non ti preoccupare non dirò nulla a mia madre, tranquillo! Quindi domani lezione normale?
- Si, si. Scusa ma ora devo andare, ci sentiamo domani. – dice, e poi chiude il telefono. Questa cosa dell’amico dall’America mi puzza non poco. Entro su Facebook e mando un messaggio in chat al gruppo segreto.
Si, per comodità abbiamo fatto un piccolo gruppo per scriverci le notizie più importanti, in modo che tutti conoscono la notizia nello stesso momento.

Me: Ragazzi alle sette venite sotto casa mia!
Brooke: Perché? O.o
Lucas: Lo sai che questo gruppo è solo per le cose importanti, se volevi dirci questo potevi mandarci un sms u.u
Me: il motivo per cui ci dobbiamo vedere è importante, contento adesso? u.u
Brooke: che è successo? 
Me: è lungo da spiegare e manca un quarto d’ora alle sette. Muovetevi e venite!
Lucas: giuro che se scopro che mi fai venire fino a casa tua per una sciocchezza ti picchio!
Me: Lucas spegni il pc e MUOVITI!


Mi disconnetto da Facebook e mi cambio velocemente visto che ho ancora i pantaloni della tuta. Mi metto un jeans chiaro e una canottiera verde chiaro con una felpa larga verde scuro.
Mentre mi allaccio le converse sento suonare il citofono. Quasi inciampo nei lacci, ma alla fine riesco a rispondere.
- Chi è? – chiedo irritata.
- Il postino. Avrei un pacco da consegnare alla signora Jane Keats. E’ in casa?
- No, mia madre non c’è.
- Allora può scendere un attimo per firmare la ricevuta?
- Va bene, un attimo e sono giù. – dico. Prendo le chiavi di casa dalla mensola e scendo velocemente le scale. Controllo l’orologio, sono le sette. Apro l’armadio e prendo anche la borsa, sperando che Lucas e Brooke siano già arrivati. Esco di casa e inizio a scendere velocemente le scale. Quando arrivo all’ultima rampa di scale, alzo la testa e mi blocco.
- Non sapevo che da oggi facessi anche il postino. – gli dico ironica. Kyle mi sorride divertito.
- Dovevo trovare una scusa per farti scendere. Come mai hai la tracolla, vai da qualche parte? – mi chiede, ancora più divertito. Io lo fulmino con lo sguardo. – Devo uscire con Brooke e Lucas, problemi a riguardo?
- Nemmeno uno, fino a quando dovete uscire per una sana passeggiata. – mi dice mettendosi le mani nelle tasche e appoggiandosi a un pilastro dell’atrio del palazzo.
Solo ora noto che indossa un completo blu notte con camicia abbinata.
- Beh, allora che mi dici del tuo completo nuovo di zecca? Per l’amico americano eh? – gli chiedo fulminandolo.
- Ovviamente. Non voglio fare brutta figura con il mio caro amico! – dice lui, evidenziando con la voce la O di amico. Io rido e poi dico – Certo, come no.
Vedo dalla porta di vetro che Lucas e Brooke sono arrivati così finisco di scendere le scale e vado verso di loro. Kyle mi fissa e quando passo affianco a lui mi tira a sé con il braccio e mi sussurra all’orecchio – Sai Lavinia, non devi essere gelosa solo perché qualcuno ti ha rubato il professore.
Ma che cos’ha nel cervello, il fieno? E io che volevo anche scusarmi per avergli risposto male! Ah ma dopo questa non la passerai liscia Kyle Hunter, te lo giuro!
Così io mi stacco da lui e gli dico con il tono più tranquillo del mondo – Perché dovrei essere gelosa? In fondo tu sei solo un bambino, soltanto un bambino viziato e presuntuoso. Perché mi dovrebbe importare qualcosa? – lui sgrana gli occhi stupito da quelle parole. Non te l’aspettavi, eh? Ben ti sta! Lui però mi stringe il polso e mi dice quasi ringhiando – Io non sono un bambino.
- Mi dispiace, è solo una settimana che ti conosco, tu mi hai fatto capire questo. Dovresti imparare a relazionarti meglio con gli altri, allora. – gli dico arrabbiata, strattonando il braccio e staccandomi da lui. Kyle rimane immobile a guardarmi imbestialito mentre io esco velocemente di casa.

- Abbiamo visto tutto dalla porta, che è successo? – mi chiede Lucas leggermente preoccupato.
- Allontaniamoci, vi spiegherò tutto in un posto lontano da quel deficiente. – quasi mi vengono le lacrime agli occhi per i nervi.
Non solo ha mentito a mia madre, ha mentito anche a me! E osa anche dire che non devo essere gelosa, come se ora fosse diventato il centro dell’universo. Intanto io e i miei amici ci dirigiamo da Hope a prendere un gelato. Sebastian Hope è il proprietario della gelateria dove io, Brooke e Lucas andiamo sempre a prendere il gelato o a fare colazione la domenica mattina.
Ormai per Hope siamo diventati clienti abituali, così ci ha dato il permesso di chiamarlo così. Ci sediamo ad un tavolino e ci facciamo portare tre thè freddi e tre coppette gelato.
Quando Morgan (il cameriere più gentile di questa terra, a mio parere!) se ne va, Lucas e Brooke iniziano a tempestarmi di domande.
- Lavinia per quanto ci vuoi tenere ancora sulle spine? – mi chiedono spazientiti.
- Vi racconto subito. Dopo che ve ne siete andati, io e Kyle siamo andati al parco e lui mi ha detto che non si aspettava che io mi “arrendessi” e ha detto che non sapeva come comportarsi.
- Che cosa? In che senso scusa? – mi chiede Brooke.
- Sembrava che ora che dopo aver raggiunto me non sapesse che fare perché in realtà non voleva fare niente. Io da questa frase che potevo capire? Dite la verità, anche voi avreste capito così?
- Io sì. – dice Lucas sincero. Brooke annuisce concorde con lui.
- Però lui non intendeva quello. In poche parole mi ha detto che non sa come comportarsi perché per lui sono troppo importante e non gli è mai capitato di sentirsi come si sente con me.
- Insomma si è dichiarato. – dice. Stranamente Brooke non sta saltando di gioia perché ha ragione per prima, ma è molto seria in viso.
- E allora che hai fatto? – mi chiede Lucas.
- Visto che ormai mi ero già innervosita, quando ho sentito quelle cose mi sono innervosita ancora di più. Dai, io non ci credo a quelle cose che mi ha detto! Magari in parte quello che ha detto è vero, ma io non ci credo che per lui sono diventata più importante della sua ex.
- Perché non dovresti crederci, scusa? – mi chiede Lucas mettendosi le mani nei capelli.
- Lasciala finire di raccontare! – sbotta Brooke, fermandolo. – E dopo?
- Io me ne sono andata. Verso le quattro doveva venire Kyle per la lezione, pensavo di scusarmi per come gli avevo risposto, perché in effetti, SE la motivazione è vera, non c’è nulla di cui arrabbiarsi. Però mia madre mi ha detto che non poteva venire per un problema di famiglia.
- E tu invece hai scoperto che non voleva venire. – dice Brooke intuitivamente.
- Esatto. L’ho chiamato e lui mi ha detto chiaramente che ha mentito a mia madre e che doveva vedersi con un amico che viene da New York. Per questo vi avevo chiamato. Volevo scoprire se usciva veramente con l’amico oppure no.
- Ma allora perché è venuto sotto casa tua? – mi chiede Lucas dubbioso.
- Sinceramente, non lo so perché è venuto. Forse ha capito che sospettavo qualcosa. Infatti mi ha pure detto che non dovevo essere gelosa.
- Che stupido, così si è fatto proprio sgamare! – dice Brooke irritata.
- In effetti, se doveva davvero uscire con l’amico, non sarebbe venuto sotto casa tua, e soprattutto non avrebbe detto quella cosa. – dice Lucas, più tranquillo di Brooke.
- Ma quindi ora che si fa? – mi chiede Brooke.
- Semplice. Andiamo a scoprire chi è l’amico venuto dall’America. – dico io ironica.

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Capitolo 12
*** Niente cose sconce in cucina! ***


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Capitolo 12: Niente cose sconce in cucina!

Stasera il cielo è bello stellato. Uno spettacolo meraviglioso. Peccato che io non possa godermelo dal balconcino di casa mia.
Devo assolutamente scoprire con chi esce Kyle stasera. E’ una questione di principio, non mi va per niente giù il fatto che mi abbia mentito.
Lo so, lo so, ora vi sembrerò una piccola stalker, ma voglio proprio sapere per chi si è fatto bello stasera. Ora sono all’uscita dell’aeroporto, Kyle è entrato lì di fretta, probabilmente perché era in ritardo.
Avrebbe potuto benissimo arrivare in orario, se non avesse voluto fare il galletto sotto casa mia! Eccolo che esce con ..
- Non ci credo, alla fine era davvero un amico. – dice Brooke sconcertata.
- Aspetta, sta uscendo qualcun altro. – dico sottovoce.
Kyle viene dalla nostra parte. Ci nascondiamo dietro una macchina e io vedo che ora affianco all’amico c’è una donna. Si vede che non ha la sua stessa età, avrà una trentina d’anni.
Quindi non è la vecchia fidanzata, buon per lui. Entrano nella BMW di Kyle, così io tiro i miei amici e ci fiondiamo in un taxi.
- Dove vi porto ragazzi? – ci chiede gentilmente il tassista.
- Segua quella macchina! – sbotta Brooke. Io, Lucas e anche il tassista, ci giriamo a guardarla sbalorditi.
- Ho sempre sognato di dirlo! – dice lei, imbarazzata sotto i nostri sguardi truci. – Ok, però deve seguire veramente quella macchina!
- Ok, ragazzina, ma poi paghi tu. – dice il tassista ridendo.

Seguiamo Kyle fino a quando non si ferma vicino alla Grande Piazza, dove lascia l’amico davanti ad un portone blu, ma la donna non scende ancora dalla macchina. Kyle si ferma soltanto dopo aver parcheggiato la macchina e apre lo sportello alla donna. Brooke paga velocemente il tassista e scendiamo dalla macchina, ricominciando a seguirlo nell’ombra. Kyle porge il braccio alla donna. Però, se l’è scelta proprio bene. Hai i capelli biondi lunghi raccolti in un’elegante treccia, indossa un vestitino rosa pallido con dei sandali beige bassi. In altezza Kyle la supera di poco, e considerando che Kyle è bello alto, lei è molto alta per una donna normale. Si dirigono verso un bar .. Ma è quello di Hope! Oddio, speriamo che Hope non c’è, sennò ci farà sgamare in cinque secondi.
- Va al Crystal Cafè. Che facciamo se c’è Hope? – mi chiede Brooke turbata.
- Già, non possiamo permetterci una scena come quella dell’altra volta. – dice Lucas serio. Rabbrividisco al solo pensiero.
Hope è un ragazzo di trentacinque anni alto e magro, gay a malincuore di molte ragazze, con i capelli lunghi fino alla spalla e di un rosso molto acceso. E’ molto stravagante, basta notarlo da come è decorato il suo bar.
Lui non ci considera solo dei clienti abituali, noi ci confidiamo con lui quando abbiamo un problema, e lui ci tratta come se fossimo i suoi confessori personali.
Ma l’ultima volta la sua confessione è stata un po’ troppo .. hard. Aggiungendo il fatto che il suo tono di voce è sempre stridulo e altissimo, quella volta abbiamo fatto proprio una figura di merda davanti al locale pieno.
- Deve entrare uno di voi due a controllare se c’è. – dico seria.
- E che facciamo se è nel bar? – mi chiede Lucas.
- Lo fate uscire, così gli spieghiamo la situazione. Sperando che non vada a spifferare tutto ad Hunter. – dico io, sospirando preoccupata.
- Ok vado io, di solito sono quella con cui urla di meno, magari mi risparmierà una brutta figura. – dice, guardando verso l’entrata del bar. Mi giro anch’io e vedo che sta accogliendo Kyle e la sua amica, dopo un po’ di minuti li lascia sedere al tavolo e si mette a parlare con Olivia, la cassiera del bar. Brooke si gira verso di noi e io e Lucas incrociamo le dita sussurrando – Buona fortuna!
Io e il mio amico ci appiccichiamo al muro affianco alla porta spalancata del bar, in modo da sentire quello che si dicono Brooke e Hope.

- Buona sera signorinella, qual buon vento ti porta? – dice, quasi urla, Hope a Brooke. Ti scongiuro, speriamo che Kyle non la veda!
- Hope, dovresti uscire un attimo fuori. – dice Brooke e bassa voce.
- E perché mai? – chiede Hope – Dai, proprio ora mi è arrivato un bocconcino .. – dice sottovoce. Rabbrividisco al pensiero di Hope insieme a Kyle. Sono certa che Hunter non apprezzerebbe le coccole di Sebastian!
- Ti prego! I miei amici al momento non possono entrare ma ti spiegheremo tutto fuori di qui, ci serve il tuo aiuto! – dice Brooke supplicante.
Hope sbuffa contrariato – E va bene, ma non trattenetemi per troppo tempo!
Così i due escono dal bar e Hope quando ci vede ci stringe così forte da toglierci il respiro. – Buona sera ragazzi! Da quanto tempo non vi vedevo!
- E’ un piacere anche per noi, credimi. Ma se ci strozzi così non possiamo parlare! – dico soffocando nell’abbraccio di Hope.
- Scusatemi, lo sapete che sono fatto così!  - ci dice sorridendo. – Allora, che è successo questa volta?
- Il tuo “bocconcino” ci sta causando un po’ di problemi e noi lo stiamo spiando da un’ora! – gli dice Brooke.
- Oh, ma è così tenerino e patatino! Come può un ragazzo meraviglioso come quello – dice, indicando l’interno del bar col pollice – a crearvi problemi?
- Fidati, quello non è così tenerino come pensi! – gli dico io irritata al solo pensiero della discussione di poco tempo fa.
- Qui qualcuno sembra molto arrabbiato con il mio tenerino patatino! Cosa ti ha fatto di male quel pasticcino? – mi chiede Hope.
Ok, è abbastanza imbarazzante sentire nominare Kyle con “tenerino patatino” e “pasticcino”.
- Non è che non te lo voglio dire, ma è troppo lungo da spiegare! E io devo entrare assolutamente al bar per …
- Scusa, se volevi entrare perché non l’hai fatto? Certe volte mi sembri una vera sciocchina! – dice Hope contrariato.
- Devo, cioè dobbiamo – dico indicando anche Lucas e Brooke – entrare senza farci scoprire. Lui non sa che lo stiamo spiando, e devo continuare a non saperlo.
- Piccolina, lo sai che questo si chiama stalking? – mi dice, indicandomi minacciosamente con il dito.
- Ti prego, devi aiutarci! – lo supplica Lucas.
- E’ per una buona causa! – lo scongiura Brooke.
- Sarebbe? – chiede Hope dubbioso.
- Ci sono delle probabilità di non far rimanere Lavinia zitella! E tu eri il primo a dire che non eri d’accordo sulla sua zitellaggine! – dice Brooke esasperata. Poi a voce più bassa dice – Ok, non credo che la parola zitellaggine esista.
- Potevate dirlo subito! – urla Hope e i suoi occhi verdi si illuminano come dei grossi fari.
- Allora ci aiuterai? – gli chiedo speranzosa.
- Si, non ti preoccupare carina. Voi entrate in cucina dalla porta sul retro, io vado già lì. Quando saremo di nuovo tutti insieme ci metteremo d’accordo per il piano! – dice Hope determinato. Cavoli, sembrava quasi il comandante di un esercito! Hope rientra nel bar e io e i miei amici andiamo alla porta sul retro.

Bussiamo e ci apre il nostro amico, facendoci entrare. Ci avviciniamo alla porta che sbuca nella sala del bar e dal vetro si vede chiaramente Kyle, che è rivolto dalla nostra parte.
- Allora cos’hai in mente genio? – mi chiede Lucas, notando Kyle seduto praticamente davanti a noi.
- Non ci ho pensato, ero troppo preoccupata per la figura che ci poteva far fare Hope!
- Che cosa stai insinuando ragazzina? – chiede con il tono offeso.
- Che se fossi entrata mi avresti strozzato con un abbraccio e Kyle se ne sarebbe accorto! E non dire che non è vero!
- Allora è così che si chiama quell’angelo venuto dal cielo. – dice Hope. Se fosse stato un cartone, in questo momento avrebbe gli occhi a forma di cuoricino.
- Ma chi è quella tizia con lui? – mi chiede irritato.
- E’ quello che stiamo cercando di scoprire! – dice Lucas.
- E come farete? – chiede Hope curioso.
- Ascoltando la loro conversazione. – dico io tranquilla.
- Ma lo sai che io potrei aiutarvi! Potrei fargli delle domande, facendo finta di essere un impiccione che non sa farsi i fatti suoi e ..
- Perché quando ti impicci dei fatti nostri fai finta? – gli chiede Lucas divertito.
Hope ci pensa un po’ e poi risponde - Sono un terribile curiosone, questo dovete accettarlo! Però loro non sapranno mai che voi sentirete quello che mi diranno. Provarci non costa nulla!
Io e i miei amici ci guardiamo. Pensando che fino a quando non dice nulla di noi, non rischiamo nulla, decidiamo di lasciarlo fare. Dopo mille raccomandazioni su cosa deve e non deve dire, lo mandiamo fuori, lasciando la porta aperta, in modo da sentire quello che dicono.Hope sistema prima una cosa nel bancone dove è poggiata la cassa, poi si avvicina alla coppietta.

- Il gelato è piaciuto ai signori? – chiede gentilmente, cercando di non sbavare dietro a Kyle.
- Era davvero ottimo! E’ artigianale, vero? – gli chiede la ragazza con una voce è cristallina. Deve aver sorriso, perché Kyle sorride guardandola.
- Naturalmente! Non vorrei mica avvelenare i miei clienti! – dice Hope scherzando. La ragazza ride, e Kyle con lei. Devo essere diventata rossa dalla rabbia, perché mi sento le guance calde.
- Allora raccontatemi un po’ – dice sedendosi su un divanetto e appoggiandosi col braccio allo schienale – da quanto state insieme voi due?
- Noi non stiamo insieme! – dice Kyle arrossendo. Kyle che arrossisce? Questa è una bella novità!
- Allora che aspetti? Dichiarati a questa bella ragazza! – dice Hope quasi esasperato. Lo ammiro per il suo coraggio! Io non avrei mai avuto il fegato di iniziare così una conversazione.
- Forse lo farebbe, se io non fossi sua sorella maggiore. – dice la ragazza ridendo. – Comunque, grazie per il complimento!
Ma è possibile che ogni ragazza attorno a Kyle sia sua parente? Rischierò di fare molte figure del cavolo in futuro!
- Oh, quando le cose sono vere, bisogna dirle. Io sono di questo parere! Ma tu ragazzo mio, una fidanzata proprio non ce l’hai? – chiede Hope. Lo so che Kyle è un bel ragazzo, ma non è dell’altra sponda, fidati.
- Beh .. – dice Kyle arrossendo.
- Diciamo che ci sono dei lavori in corso! – dice la ragazza, dando una pacca sulla spalla del fratello.
- Capisco, si vergogna a parlare con uno sconosciuto. Beh, se vuoi puoi parlare direttamente con la tua ragazza!
- Che cosa? – chiede Kyle sbalordito. CHE COSA? Hope è completamente impazzito! Io guardo Brooke e Lucas, capendo cosa vogliono fare, cerchiamo di uscire dalla cucina senza farci sentire da Hope.
- Lavinia, lo sai benissimo che ho un super udito. Se non vuoi che ti faccia venire qui tirandoti per le orecchie, muoviti. – mi dice Hope, guardando nella mia direzione.
Io e i miei amici ci blocchiamo, colti in flagrante. Kyle si alza e si ferma davanti alla porta.
Ci giriamo tutti e tre verso di lui, Brooke con la faccia nascosta dalle mani, Lucas rosso in viso e io con la testa china.
- Ragazzi che sono quelle facce? Su, venite qui. – ci dice, facendoci segno con il dito. Usciamo dalla cucina, Lucas e Brooke si siedono sul divanetto davanti a quello di Hope, mentre io mi blocco davanti a Kyle.
- Oggi volete fare i muti? Ditevi qualcosa, almeno un “ciao”! – dice Hope irritato. Mannaggia a me e a quando ho deciso di fidarmi di lui!
- Forse preferiscono parlare da soli, non credi? – dice gentilmente la sorella di Kyle. Ora che la vedo da vicino, ci assomiglia tantissimo! Stessi capelli, stessi occhi, stessa statura, tutti e due magri.
Come ho fatto a non notarlo prima?
Hope sbuffa – E va bene. Vi presto la cucina, ma non fate cose sconce, eh! 

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Capitolo 13
*** Io non ci credo. ***


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Capitolo 13: Io non ci credo

Perché, perché, perché ho deciso di fidarmi di quel ficcanaso di Hope? Sarà simpatico quanto voglio, ma devo imparare che per cose che necessitano di una certa discrezione non devo MAI e poi mai chiedere aiuto a lui.
Chiudo la porta della cucina e dal vetro vedo che Hope mi manda un bacio. Perché non posso incenerirlo con gli occhi?
-  Sentiamo un po’, di che dovremmo parlare? – mi chiede Kyle scocciato. Ehi bello, qua l’unica  che può fare la seccata sono io, tu non hai nessun diritto!
- Di come ti sei comportato oggi! – quasi gli urlo, girandomi verso di lui. Lui incrocia le braccia e si appoggia ad un bancone.
- Come mi sarei comportato scusa? – mi chiede lui guardandomi fisso negli occhi.
- Per prima cosa, hai mentito a mia madre. Poi, non contento, hai mentito anche a me! Come ti è saltato in mente? Se volevi stare un pomeriggio con tua sorella, potevi benissimo dirlo! E poi prima te ne sei venuto con il tuo “non devi essere gelosa” come se dovessi uscire con chissà chi!
- Permettimi una parola. – mi dice con quel suo mezzo sorriso, come se volesse sfottermi – Dopo che mi sono dichiarato e tu mi hai liquidato con un “ci si vede a lezione” volevo una piccola vendetta.
- Volevi che ti seguissi apposta? Bene, ci sei riuscito. Hai avuto la tua vendetta. Contento? Peccato che così hai solo peggiorato la situazione. Fottiti, Hunter. – gli dico, girandomi per uscire dalla cucina.
- Cazzo Lavinia, ascoltami! – sbotta Kyle, battendo un pugno sul muro.
Io mi giro, spaventata dal rumore provocato dal suo pugno. Lui ha la testa bassa, alcuni riccioli gli ricadono davanti agli occhi.
- Io ti ho confessato quello che provo per te e tu continui a non accettarlo. Come mi dovrei sentire? Eppure ieri sera eravamo così … in sintonia. Eravamo perfetti insieme ieri sera. Pensavo che tutti i tuoi dubbi su di me fossero svaniti. E invece appena ti ho detto che tu ormai sei il mio unico pensiero fisso, che sei diventata la persona più importante della mia vita, che non so come comportarmi con te per paura di ferirti e che non voglio lasciarti andare, tu te ne sei andata. Dimmi, come mi dovrei sentire? – mi dice con la voce rotta dal pianto.
Un momento: rotta dal pianto? No, non ci posso credere. Non riesco a vedere se sta piangendo oppure no.
- Kyle, io .. io non ci credo. – Gli dico a testa bassa. Sul serio, non ci credo che in così poco tempo io sia diventata così importante per lui.
- Come? – mi chiede lui, stizzito. Io annuisco. Lui sospira, rassegnato.
- E va bene, non crederci. Ma sappi che non mi scorderò facilmente il fatto che tu non abbia voluto credermi. Probabilmente ci saranno delle conseguenze.
Appunto. Ecco, lo sapevo. Che cazzo hai combinato Lavinia? Mannaggia a te e a quando hai bevuto sabato. Se non l’avessi baciato tutto questo non sarebbe mai successo!
- Ci vediamo a lezione, Merrywheater. – mi dice serio, e poi esce dalla cucina. Lo vedo prendere la sorella per un braccio e trascinarla fuori dal bar.
Perfetto.

- Sei una stupida, una stupida! Non ho mai visto una cosa del genere! – mi urlano Hope, Brooke e Lucas. Gli ho raccontato quello che ci siamo detti.
Dovevo immaginare che sarebbe successo qualcosa del genere. Eppure io, da grande deficiente che sono, l’ho lasciato fare. Perché?
- Che cosa avrei dovuto fare? – sbotto io nervosa. Fin da quando è entrato in camera mia per la prima volta, sapevo che non avrebbe portato nulla di buono. Maledetto Kyle!
- Di certo non avresti dovuto dirgli che non credi a quello che dice! O per lo meno, avresti potuto dirlo in una maniera migliore. – mi dice Hope, come se fosse ovvio.
- Io preferisco dire sempre la verità, non celarla come ha fatto lui con me! – dico io, innervosendomi sempre di più. Non capisco il motivo del suo gesto.
Lui è venuto apposta a stuzzicarmi di seguirlo, eppure quando mi ha visto qui al bar era sbalordito. Ora ha detto che voleva farmi ingelosire, però evidentemente non aveva previsto che io l’avrei seguito sul serio.
Oppure, è soltanto un bravo attore.
In effetti, prima mi è sembrato addirittura che piangesse, ma sul suo viso non è scesa nemmeno una lacrima.
- Se gli dovevi dire la verità, allora avresti dovuto dirgli anche perché l’hai seguito. – mi dice Hope sogghignando.
- Io l’ho seguito perché .. – cavolo. Perché l’ho seguito?
- Allora? Perché non ci rispondi, Lavinia? – mi chiede Hope sorridendo.
- Beh .. L’ho seguito perché lui mi ha spinto a farlo! E’ venuto sotto casa mia a dirmi che non devo essere gelosa se qualcuno mi ruba il professore. Ma se lo tenessero pure!
- Certo, certo. Poi vedremo se te lo lascerai far scappare così facilmente. – dice Hope ridendo. Poi guarda l’orologio e DOLCEMENTE ci chiede di andarcene perché deve chiudere il bar.
Così io, Brooke e Lucas torniamo verso casa mia. La cassetta della posta è mezza aperta, così la apro completamente per vedere se dentro c’è qualche lettera.
Appena la apro, cade giù una busta color rosa antico. Guardo dubbiosa i miei amici e poi raccolgo la busta. La apro e leggo un invito.

Alla famiglia Merrywheater,
siete invitati alla mia festa di compleanno che si terrà questo giovedì sera alla villa di campagna.
Cordiali saluti, Poppy Shirleen.

- Col cavolo che ci vado! – urlo a mia madre. Non ho niente contro Poppy, ma in questo momento vedere suo figlio è peggio di un mal di denti.
- Ma perché non vuoi venire? Verranno anche i tuoi amici, non ti annoierai!
- Non è per quello. Non c’ho voglia e basta. E’ giovedì sera, il giorno dopo si va a scuola. E poi molto probabilmente ci saranno solo adulti.
- Veramente il giorno dopo non si va a scuola perché ci sono le elezioni. E per la compagnia, c’è sempre Kyle. Potresti stare con lui. – Si certo, come no. Te lo vorrei dire che preferirei il mal di denti, ma poi capiresti che cosa c’è sotto.
- Non ho voglia di andarci, va bene? – sbotto scocciata.
- Non hai voglia? Allora ti farò andare con la forza. Un mese in casa senza uscire se non per andare a scuola, non potrai andare a nessuna festa e non ti farò organizzare niente per il compleanno.
- Ma’, lo sai che al compleanno ci tengo! – dico io arrabbiata.
- E’ più importante il tuo compleanno di uno stupido giovedì sera? Non so se ti conviene non venire .. – dice tranquilla mia madre. Quando fa così è proprio una serpe!
- Ok, ok! Ma non pretendere che io abbia la felicità stampata in faccia. – sbotto, chiudendomi in camera.

Apro velocemente il computer mentre Matisse salta sulle mie gambe. Mi connetto su Facebook e scrivo subito a Brooke e Lucas.

Me: Se giovedì non venite al compleanno di Poppy siete due ragazzi morti!
Brooke: Immaginavo che l’avresti detto xD
Lucas: Io ci sono, tanto i miei mi costringono per forza :S Ma sai se va qualcun altro?
Me: Non ne ho la più pallida idea! Per questo voi dovete venire per forza u_u
Brooke: Che palle! Ma non possiamo marinare la festa?
Me: Io ne farei volentieri a meno, mia madre mi ha ricattato come al solito!
Lucas: Pensa positivo, di certo tuo padre tornerà in città. Lo sai che adora i compleanni.


Lo so, lo so fin troppo bene.
Mio padre, Philip Merrywheater, non vive più con noi da sei anni. Gli hanno offerto un lavoro molto importante fuori città e lui, per permetterci di vivere al meglio, è disposto a trascorrere un sacco di tempo senza di noi.
Papà è un bell’uomo e naturalmente, senza mia madre a controllarlo, molte donne potrebbero aver fatto qualche pensierino su di lui.
E magari possono aver attuato i loro pensierini. Mia madre crede che lui l’abbia tradita, perciò non lo fa tornare quasi mai a casa. Se non durante gli eventi più importanti, tra i quali c’è il mio compleanno.
Per questo ci tengo così tanto a festeggiarlo. Beh, probabilmente Lucas ha ragione, mio padre non si vorrebbe mai perdere il compleanno di Poppy, visto che è stata una sua cara amica durante il liceo.
Però mia madre potrebbe anche aver telefonato mio padre per dirgli di non venire. Uhm ..

Me: Ho trovato il modo per vendicarmi di mia madre u_u
Brooke: Aspetta .. Tu vuoi far venire tuo padre al compleanno di Poppy? Tua madre ti segregherà in casa per tutta la vita O_O
Lucas: Ti prego, dimmi che non hai già preso il telefono ..
Lucas: Ohi? Lavinia non farlo! :O


Mi dispiace, l’ho già fatto. Schiaccio il tasto verde e parte la chiamata.
- Pronto?
- Ehi papà! – dico io felice.
- Ehi cucciolotta! Da quanto tempo non ti sento. Come stai?
- Quante volte te l’ho detto che non mi devi più chiamare in quel modo? – dico io, fingendo di essere arrabbiata.
- Non importa quante volte lo dirai, tu sarai sempre la mia cucciolotta.
- Si, si certo, come no. – dico ridendo – Pa’ senti, ti è arrivata la lettera?
- Che lettera, tesoro?
- Ma come, Poppy non ti ha invitato al suo compleanno?
- Ah sì, ma non credo che verrò. Lo sai cosa pensa di me tua madre .. – dice lui, incupendosi di botto.
- Non ti deve importare niente di quello che pensa mamma. Tu verrai, punto e basta! E se lei ti chiede perché sei venuto, dille che ti volevo un po’ con me. E poi non credi che Poppy si offenderebbe se non venissi?
Mio padre fa un sospiro – E va bene, se lo vuoi così tanto, verrò al compleanno.
- Grazie, grazie mille papà! Allora ci vediamo giovedì, va bene?
- Ok, scricciolo. Buonanotte!
Chiudo la telefonata e mi sento scottare le guance. Mi ha chiamato scricciolo, come faceva Kyle.
Come farebbe se non fosse ancora arrabbiato con me.
Lui potrà anche avere il diritto di arrabbiarsi, ma lui prima mi ha mentito! Come faccio a credere a quello che ha detto se mi ha mentito per attuare una sua stupida vendetta?
Questa volta non mi importa, io oggi pomeriggio stavo per chiedergli scusa e lui ha sprecato un’occasione. Ora si frega!
Un assolo di chitarra elettrica rompe il silenzio della mia camera, spaventando Matisse.
- Pronto? – dico, rispondendo al telefono.
- Lavinia? Sono Julie Hunter, la sorella di Kyle. Ti disturbo? – chiede gentilmente la sorella di Kyle.
Beh, in realtà stavo per andare a dormire, ma se hai da dirmi qualcosa di interessante sono tutt’orecchi.
- No, non ti preoccupare – mi scappa uno sbadiglio. Lei ride – Lo so che è tardi, magari ti chiamo domani?
- Se è importante dimmelo subito.
- E’ un po’ importante, però possiamo parlarne domani con calma. Ti va bene se ci vediamo al bar di stasera?
- Ok. A che ora?
- Non so, quando è più comodo per te.
- Ti va bene per le cinque? – chiedo io, sbadigliando di nuovo. Mannaggia al sonno, non fosse stato per lo sbadiglio di prima, Julie mi avrebbe già detto tutto.
- Perfetto! Ci vediamo domani, Lavinia. – dice lei allegra, così chiude la telefonata.

Bene, ora non riuscirò a dormire per la curiosità di sapere cos’ha da dirmi la sorella di Kyle.
Hunter, mi pagherai anche questa!

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Capitolo 14
*** Lui ha puntato te, e non vuole arrendersi. ***


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Capitolo 14: Lui ha puntato te, e non vuole arrendersi

Sono le quattro e quarantacinque, è da quasi mezz’ora che sono qui. Sono nervosa per ciò che Julie ha da dirmi.
A casa mi sentivo come in gabbia, con mia madre LEGGERMENTE arrabbiata perché ha saputo che mio padre verrà giovedì sera. Non ci si può fidare di quello spione.
Mamma aveva intenzione di segregarmi in camera, con la scusa che dovevo andare in biblioteca e non potevo rimandare, me ne sono scappata e sono venuta al bar. Per la fretta mi sono scordata pure l’iPod, quindi non posso ascoltare la musica. Lucas e Brooke dovevano studiare per le interrogazioni che hanno in programma per domani, così sono seduta da sola ad un divanetto color verde mela.
Non c’è nemmeno Hope, perché lui fa il sonnellino pomeridiano e non arriva mai al bar prima delle sei. In compenso, sono passata per la libreria e Phil, il mio commesso di fiducia, mi ha regalato un libro.
Gli ho detto che gli avrei portato domani i soldi, ma lui ha insistito per non farmelo pagare.
Il linguaggio segreto dei fiori. Sembra interessante.
- Ciao Lavinia. – mi dice Julie sorridente. Indossa una canotta lunga a righe e un pantaloncino di jeans. La saluto con la mano e lei si siede. Chiama un cameriere e ordina un  frappé.
Quando siamo di nuovo sole inizia a parlare.
- Mio fratello mi ha detto cos’è successo ieri sera.
- Tutto? Anche quello che è successo prima che ti venisse a prendere all’aeroporto? – le chiedo, impaziente. Lei annuisce, seria.
I suoi occhi tra il verde e il nocciola mi fissano intensamente e non ho il coraggio di abbassare lo sguardo.
- Mi ha raccontato tutta la vostra storia. Deve tenerci davvero molto a te. Forse anche di più di ..
- Non dirlo. – le dico, innervosendomi – Non tirare in ballo la sua ex.
- Ok. Se ti da tanto fastidio, non lo farò – dice lei, scrollando le spalle. – Ma quando dice che ti vuole tanto bene, devi credergli. Può sembrare un bambino a volte, ma è abbastanza maturo da non illudere una ragazzina come te.
Le lancio un occhiata di fuoco al “ragazzina” e lei, accorgendosene, ride – Scusami, ma io ho quasi trent’anni, non sono abituata a parlare con le sedicenni.
- Ammettiamo pure che lui sia maturo come dici, deve comprendere che ho bisogno di tempo. – dico, seria in volto.
- In che senso? – chiede lei, incuriosita.
- Lui sa bene che non credo nel colpo di fulmine, nell’anima gemella e cose simili. Se vuole che io mi fidi di quello che dice, sempre che sia vero, allora deve concedermi un po’ di tempo.
Julie mi guarda, come se volesse entrare nel mio cervello e capire quello che penso in questo momento. Tutto a un tratto sorride, e appoggia il mento al dorso della mano.
- Sentiamo, perché non ti dovresti fidare di lui?
- Perché potrebbe dirmi cavolate. Come ha fatto ieri, ad esempio. – le dico. Ma ha capito com’è la situazione si o no?
- E perché dovrebbe dirti cavolate? – mi chiede, con un sorrisetto divertito che mi ricorda suo fratello.
- Perché vuole semplicemente divertirsi. Non vuole avere storie serie, soprattutto perché è stato lasciato dalla ragazza. Ha trovato un bel passatempo e vuole sfruttarlo.
- Kyle è un bel ragazzo o sbaglio? – dice lei, con quei suoi occhi luminosi fissi sui miei.
- S-si ma che centra ora? – chiedo titubante.
- Sinceramente, tra tutte le ragazze che potrebbe avere, perché dovrebbe divertirsi proprio con te? Per lui, basta fare un po’ il galante, dire qualche battuta, fare il sensuale e puff! Dopo nemmeno cinque minuti starebbe a letto con qualcun’altra. Non credi anche tu? – mi dice, sorridendo tranquilla. Il solo pensiero di Kyle con un’altra donna mi fa ribollire il sangue nelle vene. Questa era una provocazione bella e buona.
Dev’essere una cosa di famiglia provocare la gente.
- Onestamente, ragazza mia, ne ho viste migliori di te. Naturalmente, parlo dell’aspetto fisico. Non oso contestare il tuo carattere, manco ti conosco!
- Cosa vorresti dire con questo? – le chiedo irritata. Si vede che sono fratelli, hanno la stessa capacità di farmi arrabbiare in pochi secondi.
- Che se vuole stare con te c’è un motivo serio, e non è per divertirsi. Elementare, no? – dice lei, appoggiandosi allo schienale della sedia. Mi guarda altezzosamente, esattamente come il fratello quando sa di avere ragione. Ma se lei crede di stare dalla parte del giusto, non ha considerato l’altra faccia della medaglia.
- Beh, allora deve dimostrami che fa sul serio. Lo conosco da troppo poco per concordare su quello che mi dici tu. Io non credo che sia così maturo come pensi. – le dico, lanciandole dei fulmini con gli occhi. – O per lo meno, non si è dimostrato maturo con me.
- Lavinia, te l’ho detto, Kyle può aspirare a meglio. Non perderebbe tempo con te se non provasse davvero qualcosa per te. – dice, diventando seria.
- Lo dimostrasse. Dimostrasse che è un ragazzo serio che si prende seriamente un impegno. Può anche essere che tiene particolarmente a me, ma devo capire fino a che punto vuole arrivare. Non ho intenzione di rischiare per chicchessia.
- E va bene. – dice lei spazientita. – Fai come vuoi! Ma non tornare da lui quando ti farà comodo. – quasi urla, alzandosi di scatto dalla sedia. – Ma se vedo Kyle stare male come ieri sera per colpa tua, giuro che la pagherai cara.
- Kyle è stato male? Cosa? – dico io, alzandomi dal divanetto per inseguire Julie.
- Stai ferma. – dice lei, bloccandomi prima ancora di poter muovere un piede. – Potrete parlare con tutta la calma domani sera. Ne avrete di tempo, immagino. – dice, con una voce che suona estremamente cattiva.
Si butta all’indietro una ciocca di capelli che le era caduta davanti agli occhi ed esce dal bar.

Quasi contemporaneamente, Hope entra a perdifiato nel bar.
- Tu! Lo sapevo che avresti fatto un’altra cavolata! – mi urla con un tono di voce che supera decisamente i decibel consentiti in un luogo pubblico.
- Che cosa stai dicendo? – gli chiedo arrabbiata.
- Mi sono fatto dire tutto da Lucas e Brooke e ho scoperto che ti saresti incontrata con la sorella di quel figone del tuo prof! Era incazzata nera, che cos’hai combinato stavolta? – mi chiede alla velocità della luce, facendomi capire metà del discorso detto.
- Abbiamo soltanto parlato. Calmati, Hope. – gli dico io sbuffando.
- Soltanto parlato? Perché minimizzare una comunicazione verbale con questo “soltanto”? – chiede lui.
- Eh? - chiedo perplessa, cercando di capire perché non avrei dovuto utilizzare il “soltanto” nella frase.
- La parola è un mezzo per  esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni, sensazioni. E’ un modo per comunicare tutto quello che ci passa per la testa! Non puoi dire che avete SOLTANTO parlato. – dice lui, fingendo di piangere per la disperazione.
- Ti rendi conto che stai contestando un “soltanto” mentre ho ben altro a cui pensare, vero? – gli chiedo, alquanto perplessa.
- Voi giovani d’oggi, non imparerete mai! Ecco perché non esistono più gli scrittori di un tempo! Ecco perché ..
- Hope?
- .. I poemi, le poesie ..
- Hope?
- .. Ora è tutto ridotto ad un misero sms ..
- Hope mi ascolti un secondo?! – urlo io spazientita. Il rosso chiude finalmente quella sua dannata boccaccia e sembra aver intenzione di stare zitto per un po’.
- Dimmi, cara. – dice tranquillamente, come se il fatto che gli avessi appena urlato contro non l’avesse toccato minimamente.
- Va bene, non abbiamo soltanto parlato. Abbiamo discusso su me e Kyle. Lei dice che se non gli piacessi davvero, a quest’ora non starebbe perdendo ancora tempo con me, che è abbastanza maturo da non illudermi e cose così. – gli dico io, sbuffando.
- E tu cos’hai risposto? – chiede avvicinandosi a me, con quella faccia curiosa tipica dei bambini che hanno voglia di conoscere il mondo che li circonda.
- Ho detto che preferirei che mi dimostrasse questa sua maturità, perché io in lui non l’ho vista.
Hope scuote la testa contrariato, ma non inizia ad urlare come al solito.
- Posso capire che tu non ti fidi di lui, ma credi di stare tirando un po’ troppo la corda? – mi chiede, improvvisamente serio.
- In che senso? – gli chiedo io.
- Essendo un ragazzo anch’io, so cosa sta pensando Kyle. Sua sorella ha ragione, cavolo se ha ragione, quando dice che Kyle potrebbe ottenere di più in poco tempo. Eppure lui ha puntato te. – dice, indicandomi con il lungo dito sottile – E nonostante tu sia un bocconcino difficile, non vuole proprio lasciarti andare. Ragazza mia, credimi quando ti dico che lui non vede altri che te. E’ letteralmente cotto! E tu pretendi ancora dimostrazioni di serietà o maturità? – dice, inarcando il sopracciglio. Io lo guardo e non so cosa dire.
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, poi Hope si alza dal tavolo e dice ammiccando – Tanto voi ne avrete di tempo per parlare domani sera, no?

- Mi state pigliando in giro, vero? – sbotto io al telefono.
- Purtroppo per te, questo non è uno scherzo. – mi dice Brooke con voce rassegnata.
- A quanto pare Poppy ha ingaggiato Hope e la sua squadra di camerieri per la cena di domani sera. Ce l’ha detto proprio prima che andasse al bar.
- Ok, siamo finiti. Vi rendete conto di quello che significa, vero?
- Ci farà fare milioni e milioni di figuracce, non ci lascerà un attimo in pace. Si, lo sappiamo.
- Se ci va bene, forse deciderà di svolgere il suo lavoro al meglio sperando in qualche mancia .. – dice Brooke, non molto convinta di quello che ha appena pensato.
- Non speriamoci troppo. Ci torturerà per tutta la serata!
- Secondo me si divertirà un mondo a farti fare figure di merda con Kyle. – ammette Lucas ridacchiando.
- Per favore, non farmi pensare! Incrociamo le dita per domani, ragazzi. Dai, io chiudo perché tra un po’ devo andare a mangiare, ci vediamo domani!
- Ciao, Lavinia! – mi salutano Brooke e Lucas dal telefono. Chiudo la telefonata e mi accascio sul letto, esausta.
Matisse salta puntualmente sulla mia pancia e si accoccola sopra. Mentre il mio gatto si stava quasi per addormentare, il mio cellulare vibra e Matisse scende dal letto all’istante.
Non ho voglia di sentire nessuno in questo momento, ma il mio gatto mi fissa come se volesse sapere chi è stato a disturbarlo, così la curiosità mi assale.

Domani verrai alla festa?
Sobbalzo nel vedere il mittente. E’ Kyle.

Mia madre mi ha costretto, ma ne farei volentieri a meno.
Passano cinque, dieci minuti. L’attesa è quasi insopportabile,  ma alla fine arriva la risposta.

Domani dobbiamo parlare.
Ma dai! In tutta la giornata non mi hanno detto altro. Certe risposte mi fanno cadere le braccia. Prima che io possa rispondere Kyle mi scrive un altro messaggio.

Seriamente. E dovrai credermi questa volta.
Ok, dopo questo messaggio non farò altro che rodermi per la curiosità e l’ansia di sapere cos’ha da dirmi. Perfetto, passerò un’altra notte insonne.

DRIIN!

Chi sarà mai a quest’ora ..?
- Sono a casa! – urla una voce calda e familiare.
- Papà! – urlo, correndo verso la porta di casa e saltando letteralmente addosso a mio padre.
- Mi sei mancato tanto! – dico, abbracciandolo e stringendolo forte.
- Anche tu cucciolotta mia! Tua madre è in casa? – chiede, abbassando il tono della voce.
- Si è fatta assegnare il turno di notte apposta per non vederti. – ammetto, abbassando lo sguardo.
- Molto confortante. – dice, triste in volto. Però dopo pochi secondi ritrova la sua solita energia positiva e prendendomi sottobraccio mi dice – Vuol dire che trascorreremo una bella serata soltanto per noi due.
- Vedendo i film sul divano come ai vecchi tempi? – quasi urlo dalla gioia.
- Esattamente – dice lui sorridendo. I suoi occhi azzurri si riflettono nei miei e nonostante la gioia che prova nel vedermi, noto come un velo nella loro lucentezza.
Gli dispiace davvero per la mamma, e a me dispiace che la mamma lo faccia soffrire così tanto.
- Prenotiamo la pizza? – chiedo io cercando di essere più felice possibile, per fargli scordare tutti i suoi problemi.
- Certo, scricciolo. – dice ridendo e scompigliandomi i capelli con la mano.

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Capitolo 15
*** Guerra sia. ***


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Capitolo 15: Guerra sia

Scendo timorosa dalla macchina. Brooke mi ha fatto davvero esagerare con questi tacchi.
Mio padre scende velocemente e apre la portiera a mia madre, che gli sorride. In questo momento non sembra più la persona acida che odia a morte suo marito. Philip e Jane sono davvero belli insieme, è come se non fossero mai stati separati un momento. Lui le offre il braccio e lei, arrossendo leggermente, accetta. Devono essersi messi d’accordo sui vestiti. Lui indossa un completo grigio con camicia e cravatta celeste, che va benissimo col colore dei suoi occhi, mia madre ha un vestito color acquamarina monospalla che le cade morbido sui fianchi. Io invece indosso un vestitino bianco con delle borchie che avevo intenzione di mettere da un po’ di tempo.
Mentre entriamo scorgo la macchina di Lucas e decido di aspettarlo. I miei genitori si accorgono dei Blazer e decidono di aspettarli.
- Jane, Philip! Da quanto tempo! – esclama il padre di Lucas, trascinando mia madre e mio padre con se.
- Emozionata per stasera? – mi chiede Lucas sottovoce. Indossa un pantalone nero e una camicia bianca. I capelli scuri sono spettinati come al solito e i suoi occhi sembrano due pozzi senza fondo. Io sorrido imbarazzata. Lui ride e stringendomi la mano mi accompagna nell’atrio della casa.

Una luce abbagliante quasi mi acceca gli occhi e solo dopo averli sbattuti un paio di volte mi rendo conto che era solo il flash di una macchinetta fotografica. Il salone è a dir poco enorme, e nonostante le sua grandezza gli invitati entrano quasi a stento. Riconosco subito Hope con la sua chioma rossa, così io e Lucas andiamo a parlargli.
- Hope, per caso hai visto Brooke?
- E’ arrivata più o meno un quarto d’ora fa, vi stava cercando. – ci dice Hope sorridente.
- E Kyle? – gli chiedo io col cuore in gola.
- Mi stai chiedendo se è già nella sala oppure se ti ha cercato? – chiede ammiccando divertito.
- Tutte e due le cose. – dico, cercando di incenerirlo con gli occhi.
- In realtà l’ho visto un po’ di tempo fa, ma non ha chiesto di te. Per lo meno, non lo ha chiesto a me. – dice sospirando.
- Ragazzi, finalmente vi ho trovato! - Brooke ci saluta calorosamente e poi ci sussurra nell'orecchio - Ho delle notizie per voi che potrebbero interessarvi ..
- Ehi ragazzina, non escludermi dai tuoi piani malefici! - ci dice Hope, contrariato dal fatto che Brooke aveva abbassato la voce.
- OK, scusa. Comunque, il bellimbusto è sempre sorvegliato dalla "cara" sorellona, quindi non so se riuscirà a scollarsela per parlarti. E poi ho incontrato Daniel quando sono entrata.
- Quel demente? - chiedo, sorpresa che ci sia anche lui.
- Già. Però so come attirare l'attenzione del pollo .. - dice Brooke sogghignando. Hope guarda interrogativo Lucas, che inizia a ridere. Aspetta un momento ..
- Non ci pensare nemmeno, Brooke. Non ballerò con quel pervertito! - quasi urlo, ripensando a come aveva provato ad alzarmi il vestito alla festa.
- E' per una buona causa! Se vedremo che Kyle non farà nulla se Daniel ci prova, ti aiuteremo noi. - dice Lucas, rassicurandomi.
- Fatemi vedere chi è questo Daniel, sono proprio curioso. - Hope alza la testa cercando di vederlo.
- Non credo che Daniel sia così stupido da fare il cretino, sapendo che i suoi genitori sono qui.
- Dovresti sapere che a Daniel non importa un fico secco di quello che gli dicono …
- Ragazzi, non vorrei interrompere il vostro allegro dibattito, ma guardate un po’ chi c’è – ci dice Hope indicando col mento verso una scalinata laterale.
Kyle ha appena sceso l’ultimo gradino e si sta sistemando la cravatta nera del suo completo. Oddio, sto per svenire.
- Lavinia, togliti quell’espressione da ebete e vacci a parlare, muoviti! – sussurra Lucas all’orecchio e spingendomi verso la sua direzione, facendomi quasi perdere l’equilibrio sui tacchi a spillo. Mannaggia a me e a quando mi sono fatta convincere a metterli! Quando rialzo lo sguardo però, vorrei svenire sul serio pur di non guardare quello che sto vedendo adesso.
Una ragazza dai capelli neri lunghi quasi come quelli di Raperonzolo scende le scale. Kyle le offre il braccio e lei per ringraziarlo gli da un bacio sulla guancia. Purtroppo devo ammettere che è bella: alta, snella e formosa. Insomma, un fisico da paura.
- Non dirmi che non te ne ha mai parlato. – sento una voce femminile da dietro. Mi giro.
- Possibile che dalla tua bocca esca solo veleno? – le dico, senza guardarla negli occhi. Julie ride e mi alza il viso verso il suo, più alto del mio anche per colpa dei suoi tacchi/trampoli.
- Il mare è popolato da tanti pesci, se poi ti capita davanti proprio la tua ex ragazza non puoi resistere. – Ha un sorriso quasi maligno stampato in volto.
- Immagino che il ritorno di Meredith non sia stato casuale, giusto? – le chiedo, anche se conosco già la risposta. Torno a guardare verso i due piccioncini; lei sorride a chiunque le passi affianco, lui sembra avere occhi solo per quella ..
- Immagini bene. Ho pensato che a mia madre facesse piacere rivederla, ci era molto affezionata. Ma a quanto pare anche qualcun altro ha gradito la visita .. divertiti finché puoi Lavinia, perché da adesso si inizia a fare sul serio. – mi sussurra, avvicinandosi ancora di più a me per non far sentire nulla a orecchie indiscrete. La guardo camminare tranquilla verso il fratello ondeggiando sui suoi tacchi blu elettrico, intonati al colore del vestito.
Uno affianco all’altra sembrano quasi gemelli, tutti e due belli come le statue greche, belli da far stare male. Sento gli occhi pizzicarmi per le lacrime, ma prima che riesca a voltarmi o a prendere un fazzoletto dalla borsa, una lacrima riesce a scendere sulla mia guancia.
La asciugo prontamente, ma alzando di nuovo lo sguardo comprendo che Kyle ha visto tutto.

- Che cazzo, non è possibile che quella ragazza debba rovinarmi la vita solo perché suo fratello è un cretino patentato! Non è normale che questa ce l’abbia con me, porca miseria! – urlo a Brooke nel bagno al piano di sopra. Ormai sembro un panda, con tutta la matita sbavata a formare della righe sulle guance. La mia amica mi passa l’ultimo fazzoletto del suo pacchetto e si appoggia al muro davanti a me.
- In effetti non capisco il suo accanimento. E’ sua sorella, non una ex che torna all’attacco! – mi dice, cercando nella sua pochette un pacchetto di salviettine struccanti. Appena lo trova, quasi lo strappo dalle sue mani.
- E adesso che hai intenzione di fare? – mi chiede Brooke. Scuoto la testa – Voglio proprio vedere cosa succederà stasera. Se ritorna con la ex, con me ha chiuso. – rispondo, mentre pulisco l’ultima sbavatura di matita sotto i miei occhi. Se non fosse che sono rossa come i pomodori, si direbbe quasi che non sia successo niente.
- E per le ripetizioni? Non puoi dire a tua madre cos’è successo! – mi dice Brooke preoccupata.
- Visto cosa succede quando non si ha un rapporto DISTACCATO con i professori? Merda, lo sapevo dall’inizio che questa cosa non avrebbe avuto un buon finale. – urlo, e mi sfugge un'altra lacrima per il nervosismo.
- Dai adesso calmati. Non devi fargli capire che stai male per lui, le darai solo più soddisfazione. Usciamo da questo bagno e fai vedere a quella coppia di fratelli sciagurati che tu non devi stare alle regole di nessuno. E fai vedere a Kyle che sei capace di divertirti anche senza di lui! – mi dice, buttando i vari fazzoletti e salviettine che avevo usato e dirigendosi verso l’uscita del bagno. Aprendo la porta Hope e Lucas cadono come dei sacchi di patate dentro al bagno.
- Sono modi questi? Non sapete che prima di aprire una porta si bussa? – ci sgrida Hope, con la sua voce più stridula. Io e Brooke scoppiamo a ridere.
- Io sapevo che si bussa solo quando si entra, non quando si esce. – dico, ancora ridendo. Hope sbuffa in modo teatrale e Lucas si rialza, sistemandosi le pieghe della camicia.
- Allora, qual è il piano? – ci chiede, guardandoci in modo interrogativo.
- Vi consiglio di sbrigarvi. Se state in bagno un altro po’, finirà che arriverà il momento della torta e non si farà più nulla. – ci dice Hope, sbrigativo.
- Da questo momento in poi, non c’è nessun piano. – dico seria – Vediamo che succede, e poi agiremo di conseguenza. Va bene? – i ragazzi annuiscono decisi, Hope sogghigna.
- E va bene, andiamo a studiare quel pollo arrosto.

Rispetto a qualche ora fa, c’è molta più gente. Soprattutto, ci sono molti più ragazzi.
Intravedo molti miei compagni di classe e qualche ragazza che sta nella classe affianco alla mia. Hope é ritornato alla sua postazione vicino al buffet, Brooke e Lucas stanno litigando per non so cosa e si sono allontanati.
- Lavinia? – mi chiama una voce sconosciuta. Mi giro e mi trovo davanti un ragazzo pochissimo più alto di me (beh, ho i tacchi) con gli occhi da cerbiatto e i capelli scurissimi che gli cadono scompigliati sulla fronte. Ho la sensazione di averlo già visto, anche se non mi ricordo dove ..
- Forse non ti ricordi di me. – dice sorridendo, mi porge la mano. – Christopher Murray, andavamo alle elementari insieme.
Oddio, non dirmi che era quel bambino che adoravano tutte le bambine tranne me, perché ci facevamo sempre degli scherzi a vicenda?
- Tu sei quello che mi rubava sempre le merendine? Quello che mi dava i pizzicotti e quello che mi toglieva la sedia da sotto il sedere, facendomi cadere per terra? – domando, un po’ ridendo e un po’ nervosa. Da piccola era il mio rivale numero uno.
- Esattamente. Mentre tu eri quella che mi dava sempre i calci e che mi mordeva il braccio per ripicca. – risponde ridendo.
- Da quanto tempo! Sei completamente cambiato. – ed è vero. Prima era un bambino orribile mentre ora ..
- Vedo che sei cresciuta anche tu. Per tua fortuna, prima eri una nanetta! – dice facendomi la linguaccia.
- Ehi, non è vero! – gli dico, rispondendo con una sonora pernacchia. Ridiamo tutti e due, poi lui mi offre il braccio.
- Che ne dici di concedermi un ballo, in onore dei vecchi tempi?
- In realtà, se dovessimo fare qualcosa “in onore dei vecchi tempi”, dovrei darti un bel calcio nel fondoschiena. – gli dico, scherzando.
- Giusto. – conferma sorridendo – Allora balliamo per i tempi che verranno. Spero che potremo sentirci in questi giorni. – mi sussurra all’orecchio.
- Accadrà sicuramente. – gli sorrido. Mi cinge la vita con le braccia e io appoggio le mie sulle sue spalle. Balliamo a ritmo della lenta canzone che si sente per tutta la sala. Una canzone romantica, e ti pareva!
Quando la canzone sta per terminare, Christopher fa per dirmi qualcosa, ma si interrompe.
- Qualcosa non va? – gli chiedo.
- Non ti preoccupare, te lo chiedo dopo. – mi dice sorridendo – A quanto pare qualcuno ha qualcosa di più urgente da dirti.
Mi giro di scatto e vedo Kyle camminare a falcate verso di noi. Il suo sguardo è serio e duro.
Non si deve nemmeno azzardare a dire che non posso stare con altri ragazzi, non ne ha nessun diritto.
- Lavinia. – mi dice, ansimando (ci credo, ha quasi corso!) – possiamo parlare un momento?
Mi giro verso Christopher – In realtà ..
- Non c’è problema, fai con comodo. Vado a prendere qualcosa da bere. – mi dice tranquillissimo.
- Allora? – mi chiede di nuovo Kyle. Io sbuffo, lui mi prende per il polso e mi avvicina ancora di più a lui. Come se prima non fossimo già abbastanza vicini.
- Lavinia che intenzioni hai? Mi spieghi cosa sta succedendo? – mi domanda all’orecchio. Mannaggia a lui e alla sua vicinanza. Se non fosse che sono arrabbiata con lui, lo bacerei all’instante.
- Io che intenzioni ho? – gli dico, strattonando il braccio e staccandomi dalla sua presa. – Tu piuttosto! Ti ho visto mentre sbavavi dietro a Meredith. E non dirmi che anche questa volta mi sono sbagliata, era palese che fosse lei! – quasi urlo. Meno male che la musica è abbastanza alta, nessuno riesce a sentire.
- Tu non sai come stanno le cose. Trai sempre conclusioni affrettate. Se una volta sola mi dessi l’occasione di spiegarti ..
- Spiegare cosa? Spiegare perché prima dicevi “Non ho mai amato Meredith, tu stai diventando molto più importante” dopo poco tempo che ci conoscevamo, e adesso non avevi occhi che per lei? Sei ridicolo. – gli dico, poi mi giro e mi allontano velocemente da lui, cercando con lo sguardo Lucas o Brooke.
- Aspetta! – mi urla Kyle, che corre verso di me e mi abbraccia forte. Le mie gambe vorrebbero sciogliersi come burro e le mie braccia vorrebbero stringerlo come sta facendo lui. Ma non glielo lascio fare. Eh no, questa volta ha davvero esagerato.
- Vedi che se stringi un altro po’ va a finire che non respiro. – gli dico. Mi scappa un sorriso, ma per fortuna lui non può vederlo.
- Non voglio che tu scappi. Se ti lascio, mi prometti che non te ne andrai? – mi chiede nell’orecchio. Sospiro.
- Non posso prometterlo, e visto che credi di conoscermi, dovresti saperlo bene. – Non capisco perché ogni volta fa come se io non gli avessi mai detto che non credevo nell’amore, nei colpi di fulmine, nella forza di una relazione. Dovrebbe sapere che sono più ho la testa più dura di un muro, e se davvero vuole farmi capire qualcosa deve dirmela fino a quando non la capisco.
- Hai ragione. Comunque, ammetto che rivedere Meredith dopo tanto tempo è stato uno shock e forse ho fatto trasparire più emozioni del dovuto, ma non voglio buttare all’aria quello che provo nei tuoi confronti per colpa sua. Quando dicevo che mi piacevi lo pensavo sul serio, e lo penso tutt’ora.
- Però non ti è dispiaciuto il fatto che Meredith si sia magicamente ricordata di te e sia ritornata in città, o sbaglio? – gli dico, con un tono velenoso che farebbe invidia persino a quella serpe di Julie.
- Tu non puoi sapere cosa c’è stato tra me e lei, è normale che dopo tanto tempo che non la vedo possa essere un po’ confuso.
- Questo sarebbe un modo elegante per dirmi che con lei ti sei fatto le migliori scopate della tua vita? – gli dico, guardandolo negli occhi. Merda, forse questa me la potevo risparmiare.
- Anche se fosse, non sarebbero affari tuoi. – mi risponde secco.
- Certo che lo sono! Sai, non credo di poter competere contro una ragazza che può offrire decisamente di più di quello che posso offrirti io! E mi sembra inutile perdere tempo. – gli dico, cercando di staccarmi da lui. Questa discussione sta prendendo una brutta piega, una bruttissima piega. Lui mi stringe ancora più forte a se.
- Non ho mai detto questo. Te lo ripeto, aspetta prima che io finisca di parlare. – mi dice. Non riesco a fare a meno di notare Julie e Meredith fissarci, con gli sguardi di chi ha intenzione di incenerire chi ha davanti.
- Stiamo dando spettacolo, te ne stai rendendo conto vero? – gli dico, cercando di apparire più rilassata possibile, nonostante tutto.
- Se intendi dirmi che le due comarelle ci stanno fissando, l’avevo notato da un bel po’ prima di te. – mi dice ridendo – Ma non mi importa. Parlerò con Meredith e le dirò ciò che ho detto anche a te. E dirò a Julie di lasciarti in pace. Mi ha detto come si è comportata con te e non mi è piaciuto affatto.
Finalmente una buona volta mi da ragione! – Penso che mi odi, o qualcosa del genere.
- Non è che ti odia, è solo che le stai molto antipatica perché mi fai letteralmente uscire pazzo. – mi dice sorridendo, e io ricambio imbarazzata il sorriso.
- A proposito, mi spieghi chi era quello con cui stavi ballando prima? – Mi chiede, mentre iniziamo a ballare confondendoci col resto degli invitati.
- Un vecchio compagno di scuola. – dico, scrollando le spalle.
- Chissà perché i vecchi compagni decidono di attaccare bottone solo quando le ragazze sono belle e cresciute. – dice, sarcastico. Io sbuffo – Non puoi pretendere che farò la monaca di clausura fino a quando non mi dirai la tua scelta.
- E infatti non ti ho chiesto questo. Solo, stai attenta. – mi accarezza piano i capelli. Perché deve fare così? Lo vuole capire che dopo questa notizia che mi ha dato sono come una bomba ad orologeria?
La musica si abbassa gradualmente e dalle casse si sente riecheggiare la voce di Poppy.
- Un attimo di attenzione, prego. Tra un po’ ci sarà il taglio della torta, avvicinatevi al tavolo del buffet per averne un pezzo!
- Meglio che io vada. Sicuramente mamma vorrà fare una foto con la famiglia. – allenta la presa, tenendomi la mano. Guardo le nostre dita sfiorarsi per pochi istanti, alzo il viso e vedo che anche lui guardava la stessa cosa. Quando se ne accorge, stacca prontamente la mano e mi saluta. Lo osservo entrare nella folla di gente che si accalca vicino al buffet. Sospiro e decido di andare anche io.

- Com’è andata? Vogliamo tutti i particolari! – mi dicono Brooke, Lucas e Hope quasi all’unisono. Quando fanno così farei mi viene voglia di ridere ogni volta.
- Prima voglio sapere dove eravate finiti voi due! – esclamo, tirando Brooke e Lucas per le orecchie e avvicinandoli a me.
- Ammettetelo che siete tornati in bagno per fare gli sporcaccioni. – dice Hope, stranamente a voce bassa, mentre sogghigna. Io li guardo per vedere la loro reazione: Lucas diventa rosso bordeaux e tace, invece Brooke inizia a sbraitare e inveire contro il rosso. Intanto che i due litigano, ne approfitto per interrogare il mio amico.
- Di la verità – gli sussurro, dandogli una gomitata nelle costole – che è successo mentre stavo ballando?
- Che cosa doveva succedere secondo te? – dice, ridendo quasi istericamente – Abbiamo litigato per le solite cose, avevamo scommesso su cosa avrebbe fatto Kyle e ci siamo messi a discutere. Come a scuola. Cose banali, niente di che! – mi dice, con le guance più rosse dei capelli di Hope.
- Sarà, ma ci credo poco .. Vi tengo d’occhio! – esclamo, facendogli il gesto con le dita. Lui annuisce, cercando di tranquillizzarsi. Mi giro verso i due litiganti, e li fulmino con gli occhi. Loro smettono subito di prendersi per capelli (letteralmente, si stavano prendendo per capelli!) e si guardano in cagnesco.
- Cos’ha detto il fesso? – mi chiede Brooke.
- Che non si è rimesso con Meredith, perché non vuole perdermi. Però ha bisogno di pensare al da farsi, quindi mi ha chiesto un po’ di tempo. – le dico, omettendo volontariamente la parte in cui ballo con Chris la peste.
- Dai, alla fine è normale, in fondo sono stati insieme per due anni .. – mi dice Lucas.
- Signorinella, perché non ci dici tutto? – mi domanda Hope, avvicinandosi a me e guardandomi fisso negli occhi.
- Che cosa vai blaterando Hope? – gli chiedo anche se so che, ficcanaso com’è, mi avrà sicuramente spiato mentre parlavo con Christopher.
- Vorrei sapere il motivo per cui Kyle, appena si è girato verso la pista da ballo, ha quasi rotto il bicchiere che gli aveva servito uno dei miei camerieri ed è letteralmente corso via. – ok, sono stata sgamata in pieno.
- Stavo parlando con un mio vecchio amico delle elementari, niente di che. – gli dico, guardandomi la punta delle scarpe. Dire che Chris è “niente di che” significa avere i prosciutti davanti agli occhi. Cavolo, era mozzafiato! Che mi importa del fatto che da piccola lo odiavo, ora sembra essere diventato per lo meno civile.
- Qualcosa mi dice che stavi più che parlando ..  Esattamente come ha intenzione di fare la spilungona con Kyle. – afferma serio, indicando con la testa verso il tavolo dove era poggiata la torta. Dietro a quel monumentale dolce, Kyle, Meredith e Poppy hanno appena finito di fare quello che sembrava essere un set fotografico per un giornale di moda.
O di gossip, visto che Meredith non ha fatto altro che abbracciarsi e strapazzarsi Kyle. La vedo mentre trascina Kyle verso la scalinata da cui era scesa all’inizio.
Senza farmi notare, se non dai miei amici che subito mi seguono, inizio a pedinarli per vedere che intenzioni ha quella vipera di Meredith. Ormai tra l’ex e la sorella di Kyle, non so chi sia la più stronza!
Salite le scale, faccio segno ai ragazzi di fermarsi, mentre io proseguo orientandomi col suono dei tacchi di Meredith, visto che non si vedono più. Il corridoio è pieno zeppo di porte, solo una è socchiusa. Furba lei, farsi sgamare così facilmente. Che l’abbia fatto apposta? Mi accosto allo stipite e vedo i due seduti uno davanti all’altra su un letto. Per fortuna lui è di spalle e non può vedermi.
Kyle sta parlando e lei annuisce senza nemmeno ascoltarlo, gli occhi sono assenti. All’improvviso mi guarda, sogghigna, afferra Kyle per la giacca e lo bacia.
Rimango così, immobile, vergognandomi come una ladra e dandomi della stupida per averli seguiti.
Dopo pochi secondi lei alza lo sguardo e se non fosse per il fatto che la testa di Kyle la copre, scommetterei che stia sorridendo. Giro i tacchi e me ne vado.

Volete la guerra? E guerra sia.


Non finirò mai di scusarmi per la mia assenza, ma il fato mi è stato avverso in tutti i modi. Prima, ho perso i file perché il computer si era rotto. Quando poi sono riuscita a ritrovarli, tra i vari impegni e altro, non trovavo mai il momento giusto per scrivere. E quando ci riuscivo, la mia ispirazione andava a farsi un giretto lontano dalla mia testa. Ringrazio in anticipo tutte quelle ragazze che, nonostante il mostruoso ritardo, continueranno a seguire questa storia, e spero di riuscire a scrivere con la stessa frequenza di un tempo.
Clau2929

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Capitolo 16
*** Aiutare un amico ***


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Capitolo 16: Aiutare un amico

I rapporti tra mamma e papà sono migliorati dalla festa di Poppy. Papà è rimasto per una settimana da noi, visto che non aveva impegni, e la mamma si è comportata come se non avessero mai litigato.
Che quella serata le abbia fatto ricordare i vecchi tempi, in modo da raddolcirla? Lo spero davvero tanto.
Questi sette giorni appena trascorsi sono stati tranquilli: per tre giorni non sono andata a scuola per le elezioni, e sono riuscita a godermi il clima familiare. Quando sono ricominciate le lezioni, mamma ha chiamato Kyle, dicendogli che poteva anche non venire, visto che papà è un asso nel Latino. Naturalmente lui ha ben pensato di ascoltarla, probabilmente perché si vergognava di ciò che era successo con Meredith.
Anche se in effetti, lui non sa che io l’ho visto. A meno che quella brava ragazza non gli abbia spifferato tutto.
Che la mononucleosi si abbatta su di lei.

- Mi mancherai, lo sai papà? – dico, abbracciando il mio papà fino a farmi dolere le braccia.
- Certo che lo so, piccolina. Mancherai tanto anche tu. Ma ci rivedremo presto, vedrai. – mi conforta, sorridendo. Io mollo la presa, in modo da fargli prendere il treno in tempo.
Prima di salire sul vagone, si gira e mi saluta. Ricambio, ma ormai è già salito. Per fortuna questa mattina entriamo a scuola alla seconda ora, perché manca la professoressa di Storia, e ho accompagnato papà alla stazione.
Però se non mi muovo andrà a finire che arriverò in ritardo e mi chiuderanno le porte della scuola in faccia!

Suona la campanella. Anche questa ora di strazio è finita. Usciamo dalla classe per fare la ricreazione, che dura un quarto d’ora.
Per oggi, non dovrò fare la solita fila alle macchinette perché papà mi ha comprato un cornetto al cioccolato prima di partire.
- Ehi fortunella, dammi un pezzo di quel cornetto! – esclama Brooke, provando ad addentare la parte finale.
- Non ti azzardare! E’ piccolissimo questo cornetto, fammelo mangiare in santa pace. – le dico, nascondendo la brioche con le mani.
- Quello è piccolo? E’ come se io dicessi che il criceto di mio fratello non è obeso! – mi dice Brooke indignata. Con due dita riesce a staccare quasi mezzo cornetto.
- Ti prego oggi facciamo la sesta ora, morirò di fame! Mi ridai almeno la parte col cioccolato? – le chiedo implorante.
Beh, per chi non lo sapesse, fare la sesta ora e uscire alle due e mezza da scuola è devastante. Durante la sesta ora nessuno segue, anche se i prof ti minacciano di mettere una sospensione.
Si ha sempre troppa fame e spesso si sente echeggiare il ruggito dello stomaco di qualche alunno.
- Eh va bene tieni, rompipalle. Vado a fare la fila alle macchinette, non ti aspettare che ti compri qualcosa. – dice sbuffando, mentre mi ridà la parte di cornetto rubata. Mentre cammina nel corridoio in direzione delle macchinette, ne approfitto per finire il mio cornetto. Rientro in classe per prendere la bottiglietta d’acqua dallo zaino e vedo Lucas seduto sul suo banco con le gambe incrociate e la testa bassa su un foglietto.
- Questo di chi è, la tua nuova amante? – dico sogghignando. Provo a allungare il collo per leggere il messaggio, ma appena Lucas si rende conto che gli sono affianco, lo nasconde sotto il sedere.
- Niente, lascia stare. – si gratta la testa, come fa sempre quando è nervoso, e poi fa per alzarsi.
- Ehi aspetta! Ti ricordi di me? Sono Lavinia, la tua migliore amica, quella a cui dici ogni minima cosa, che sia stronzata o segreto. Perché in questi giorni fai sempre come se dovessi nascondermi qualcosa? – gli chiedo, bloccandolo e sedendomi affianco a lui.
- Evidentemente non è nulla che ti riguardi, Lavi. Dai, lasciami stare. – mi dice. Probabilmente in quel bigliettino non c’è scritto nulla di buono se Lucas fa così.
- Sul serio stai dicendo che non posso saperlo? Voglio soltanto aiutarti! Non ti ho mai visto con questa faccia, che ti prende? – gli chiedo, cercando di guardarlo negli occhi, anche se ogni volta che ci provo abbassa prontamente lo sguardo.
- Sono problemi di cuore? E’ per questo che non me ne vuoi parlare? – gli chiedo. Lui annuisce.
- Beh, forse capisco perché non me lo dici. – rido – So di non essere esperta in questo campo. Non pretendo di essere nessuno in grado di dirti cosa fare. Ti chiedo solo di sfogarti con me, se ne hai voglia. Se non me lo vuoi dire, non ti posso forzare. Però ci terrei tanto a saperlo, così potrei darti tutto il sostegno possibile. Tutto qui. – gli dico. Vedendo che non reagisce, alzo le spalle e esco dalla classe.
Se sono fortunata, ho ancora qualche minuto per stare fuori in corridoio.
- Lavinia, aspetta! – esclama Lucas, scendendo dal banco.
Mi giro dalla sua parte e lui mi sussurra – Mi piace Brooke. Mi piace da un casino di tempo e in questi ultimi due mesetti ci stavamo sentendo più spesso. Alla festa di Poppy avevamo litigato perché io le avevo detto che forse Kyle non avrebbe fatto nulla. In fondo era sotto l’occhio della sua ex, di sua sorella, di sua madre e soprattutto di tua madre. Allora Brooke ha iniziato a dire la sua solita idea “se qualcuno deve dire qualcosa, lo faccia ora o mai più”, proprio come quella volta il palestra, ricordi? – io annuisco e lui continua – La discussione stava andando per le lunghe, Brooke si rifiutava di ascoltare cosa ne pensassi e a quel punto l’ho baciata. Sia perché lo volevo fare da un po’, sia per farla zittire. – dice, arrossendo leggermente. Io gli sorrido – E quel biglietto?
- Me l’ha dato stamattina prima di entrare. Dice che anche lei prova qualcosa, ma ha paura che se dovessimo lasciarci, non saremo più amici come adesso.
- E tu che ne pensi? – gli chiedo, occhieggiando fuori dalla classe per controllare se arrivi Brooke.
- A me Brooke piace sul serio. Cavolo, è dall’inizio del quinto ginnasio che mi piace, e adesso siamo a metà aprile! Però non ho una sfera di cristallo e non posso sapere né se ci lasceremo né cosa succederà dopo. Ma se preferisce così, meglio di niente no? – dice, sorridendo amaramente.
- Eh no che è meglio! Tu vai da Brooke e le dici tutto quello che hai detto a me. Se le fai capire che vuoi una storia seria, magari proverà a rischiare. Perché dovrebbe stare con qualcuno che non le fa capire cosa prova e che si arrende alla prima difficoltà? Devi parlarci, il prima possibile.
- Forse, poi vediamo ..
- Eh no,caro! Lo so che quando dici “poi vediamo” alla fine non fai mai nulla. Oggi usciamo io, tu e Brooke e ne parlate, così risolviamo questa cosa!
- E tu che fai, la candela? – mi chiede Lucas guardandomi di sottecchi.
- Vedi che sono disposta a fare pur di aiutarti? – dico e Lucas mi abbraccia e mi sussurra un grazie.
La campanella suona e i ragazzi rientrano in classe e confabulano tra di loro aspettando la professoressa. Kyle mi sussurra – Ma tu oggi non avevi di nuovo lezione con Kyle?
- Cazzo è vero! - mettendomi una mano davanti alla bocca dopo aver urlato nel silenzio più totale.
- Oh quando dovete parlare vi state sempre zitti. Cavolo, parlate! – dico alla classe, che riprende a chiacchierare come prima. Brooke si gira verso di me e mi guarda interrogativamente. Con il labiale le dico che le spiegherò tutto in seguito. Mi rigiro verso Lucas – comunque per Kyle non farti problemi, posso rinviare la lezione a domani, tanto quella di Latino la vediamo tra due settimane, dopo la gita.
- E che gli dici, che salti una lezione per aiutare un amico? – mi guarda scettico.
- Certo! Io non gli dico puttanate come fa lui di solito. E poi quella che deve dargli i soldi sono sempre io, non può costringermi a vederlo per forza. – dico, sperando che mia madre non abbia intenzione di chiamarlo giusto oggi.
- Non si sa mai, incrocia le dita.

Sono appena tornata a casa. L’ho sempre pensato e lo ripeto: la sesta ora non si regge proprio!
Meno male che vicino scuola c’è il MacDonald e mangiamo tutti insieme. Sono le tre e mezza, devo avvisare immediatamente Kyle.
Che faccio, gli mando un sms? Però sembra brutto. Lo chiamo? Sì, meglio chiamarlo.
- Pronto? – risponde Kyle, con una voce calda e impastata dal sonno.
- Kyle sono Lavinia. Possiamo spostare la lezione di oggi a domani? – gli chiedo, leggermente nervosa.
- Okay, non preoccuparti. Domani sempre alle cinque? – chiede, io rispondo affermativamente. Dai, forse mi sono scampata l’interrogatorio.
- E sentiamo, perché vuoi saltare la lezione oggi? – scommetto che sta sogghignando. Si, da come l’ha detto sta decisamente sogghignando il deficiente.
- Ecco, è stupida come cosa, ma devo aiutare Lucas in una faccenda. – rispondo, rimanendo sul vago. Tanto lo so che Kyle vorrà invadere la mia privacy come al solito.
- Questa faccenda .. Sarebbe? – come avevo previsto. Vabbè, almeno ci ho provato.
- E’ troppo lunga da spiegare. Problemi d’amore. Ho intenzione di far chiarire un po’ di cose tra Lucas e Brooke. Non posso dirti altro sennò Lucas mi ammazza, anzi, ho detto pure troppo! – confesso. Lui ride.
- Non preoccuparti, non voglio immischiarmi nei problemi dei tuoi amici. Mi devi togliere solo una curiosità: come hai intenzione di farli chiarire? – chiede, con il suo solito tono da persona superiore e strafottente.
- Facendoli parlare. Come vuoi che chiariscano, facendo il gioco dei mimi? – gli dico gelida.
- Non intendevo quello e lo sai. Mi riferivo al fatto che tu mi hai sempre detto di non essere ferrata in materia amorosa e adesso cerchi di fare il Cupido della situazione. – dice tranquillo. Io mi butto sul letto – Voglio solo aiutare due amici. Oggi usciamo e ad un certo punto io mi eclisserò magicamente, in modo che possano parlare in libertà.
- E questa sarebbe la tua idea geniale? – chiede, scettico.
- Non ho mai detto che era un’idea geniale, ma se la metti in questi termini l’idea è questa. – dico io – Hai un’idea migliore, genio?
- Certo, ma almeno la prima parte del piano prevede un quarto elemento. La seconda parte prevede soltanto uno spionaggio spietato. E a questo punto ..
- Ti stai proponendo come candidato per uscire con noi? – gli chiedo ridendo.
- In realtà volevo consigliarti di uscire con quel ragazzo che ha ballato con te, visto che sembravate tanto amici. – afferma, con un tono velenoso – ma se proprio ci tieni, posso aiutarti io. Ma devi seguire alla lettera ogni cosa che ti dico, in fondo sono io l’ideatore del piano.
- Oddio, basta che non mi chiedi di ridicolizzarmi in pubblico e mi va bene tutto! – rido, anche se sono un po’ preoccupata.
Cos’avrà in mente Kyle? Sento la sua risata attraverso il cellulare – Nulla di preoccupante. A che ora ci vediamo?
- Alle cinque al bar di Hope. Ti ricordi qual è vero? – certo che se lo ricorda, non facesse il finto tonto!
- Sì sì, me lo ricordo fin troppo bene. A dopo, scricciolo. – mi sussurra, e poi chiude la telefonata.
Le guance avvampano improvvisamente. Possibile che riesca a farmi arrossire anche senza vederlo?

- Non ci credo, tra cinque giorni andiamo in gita! Per una settimana a Roma! Finalmente, un po’ di relax ci voleva. – dico, mentre mi siedo con Brooke su uno dei divanetti sistemati in giardino da Hope.
Il rosso non si è fatto ancora vedere, per mia fortuna.
- A proposito di gita, noi due in stanza insieme giusto? E chi altro stava in stanza con noi? Ti giuro, di tutto quello che abbiamo organizzato in classe non mi ricordo più nulla! – Brooke inizia a vedere il menu del bar, modificato da qualche giorno, in cerca di qualche novità da provare – Uh allora era vero che metteva in Ginseng! Io prendo quello e la solita ciambellina, tu?
- Io un gelato, oggi si muore di caldo! Vado a vedere che gusti stanno, prendo l’ordinazione anche per te? – chiedo a Brooke, avviandomi verso la parte interna del bar. Brooke fa un mugolio che sembra essere un sì. Mentre cerco il reparto dei gelati, mi scontro (letteralmente) con Hope.
Vi prego, ditemi che è solo un incubo ad occhi aperti. Il rosso mi squadra da cima a fondo.
- Jeans attillati, canottiera scollata, trucco ben fatto .. Signorinella, sbaglio o oggi hai un appuntamento? – chiede, con la sua solita voce alta.
- Non è come pensi! Non fare domande, voglio solo aiutare Lucas e Brooke a mettersi insieme. – gli dico a bassa voce.
- Se i protagonisti della vicenda sono loro, perché sei tu quella vestita carina? E Lucas è pure in ritardo! – dice, abbassando il tono della voce. Sia ringraziato il cielo, questo è un miracolo!
- Gliel’ho detto io in realtà. – risponde una voce che avrei riconosciuto fra mille. Kyle mi prende per un fianco e mi stringe a sé.
- Ora capisco .. Se cercavi i gelati, stanno da quella parte. – dice, indicando un bancone dietro le sue spalle – Ora sparite e fatemi lavorare.
Io e Kyle ci avviciniamo verso il bancone dei gelati, prendo le ordinazioni e poi ritorniamo al tavolino dove stava Brooke.

- Che cavolo, hai fatto la guerra o cosa per ordinare? – mi chiede Brooke, poi nota Kyle dietro di me, che la saluta con la mano e mi sussurra sogghignante – Ho capito perché ci hai messo tanto adesso.
- Zitta tu! – le dico, ridendo. Dall’interno si sente un urlo di Hope – Oggi è il tuo giorno fortunato, ragazzo mio!
Dalla porta esce Lucas tutto imbarazzato e rosso dalla vergogna. Io e Kyle cerchiamo di non scoppiare a ridere, mentre Brooke ci guarda sospettosa. Ci sediamo tutti al tavolino, mentre Lucas sceglie cosa prendere.
Quando ha finito si alza per chiamare un cameriere ma Kyle lo blocca – Ci penso io. – dice sorridendo e facendomi l’occhiolino senza farsi vedere dai miei amici.
Dopo che Kyle è entrato nel bar, Lucas e Brooke mi chiedono all’unisono – Che ci fa il pollo con te?
- Beh, mi ero scordata che dovevo fare lezione e ha detto che senza di lui non potevo uscire, sennò avrebbe spifferato tutto a mia madre. Quel rompipalle. – dico, con uno sbuffo.
Mi sono messa d’accordo con Kyle su certe frasi da dire: non posso confessare la verità a Brooke e Lucas!
- Non è che invece l’hai invitato tu? Se vuoi vederlo nonostante tu sia arrabbiata possiamo capirti .. – dice Lucas a bassa voce.
- Ragazzi, davvero, è come vi ho detto io! Perché non mi credete una buona volta? – chiedo, con una faccia sconsolata.
- Perché tu hai troppi pensieri nella tua testolina! E ti ci vuole un po’ di tranquillità! – urla Brooke punzecchiandomi la testa, io rido – A proposito, hai avvisato Kyle che per quattro giorni non fate lezione? Vedi quanto sono brava, ti faccio anche da segretaria! – afferma, ridendo.
- In realtà, Kyle non sa nemmeno che devo fare una gita scolastica. Vabbè poi lo avviso. E tu ricordati di comprare i marshmallow! – dico a Brooke mentre Kyle rientra.
- Marshmallow? Che mi sono perso? – chiede, sedendosi al suo posto.
- Parlavamo della gita scolastica e di cosa portare. – dice Lucas, tranquillo.
- Beh, di solito si portano alcolici, non dolci. – ride – Ma se mi ricordo bene, qualcuno qui regge poco l’alcool, quindi porta pure tutte le caramelle che vuoi. – dice, sorridendomi. Io lo incenerisco con lo sguardo.
- In realtà ci siamo divisi tutti i compiti, gli alcolici stanno a non finire, è solo che non li porteremo noi nelle valigie. – confessa Brooke.
Kyle rimane un po’ stupito – Ah. Allora mi affido a voi per non farla bere troppo. La voglio bella in forma. – dice, dandomi una pacca sulla spalla. Hope entra nel giardino e ci porta le ordinazioni.
- Gelato nocciola, pistacchio e panna per Lavinia, spremuta d’arancia per Kyle, ginseng e ciambella per Brooke e coca cola per Lucas. Ah, in aggiunta c’è questa fetta di torta sacher, la tua preferita mi hanno detto! – dice Hope, porgendogli la fetta di torta. Lucas lo guarda interrogativo – Ma io non l’ho ordinata.
Hope guarda verso Brooke – Qui qualcuno ti vuole così tanto bene da offrirtela. Oh, c’è anche un cuoricino sopra, che cosa dolce! – fa notare, con il suo tono più smielato, poi sembra ritornare in sé – ora però devo lavorare, a dopo piccioncini!
Io guardo Kyle interrogativa, lui ricambia lo sguardo sbalordito e con il labiale dice – Non è opera mia questa.
Osserviamo Lucas e Brooke scambiarsi degli sguardi smielati e noi due sorridiamo. Mi avvicino all’orecchio di Kyle e sussurro – Se siamo fortunati, non abbiamo bisogno nemmeno del tuo piano. A proposito, cosa prevede il tuo piano?
Kyle mi sorride maliziosamente e sussurra – E’ una sorpresa, non continuare a fare domande o rovinerei tutto. – io scrollo le spalle e inizio a mangiare il mio gelato.

Dopo un po’ di minuti, tutti finiamo le nostre consumazioni e ci alziamo per andare a pagare. Hope per fortuna non è alla cassa: ci siamo scampati qualche figuraccia per adesso.
Ci avviamo per il corso che poi porta alla Grande Piazza. Questa zona centrale della città è sempre movimentata, anche durante i momenti lavorativi.
Ogni tanto organizzano flash mob, come quello delle bolle di sapone di qualche tempo fa, oppure mettono degli stand per varie fiere.
Fino a due giorni fa, questa strada era quella più tappezzata di manifesti e striscioni elettorali. Per fortuna, sono riusciti a togliere tutto in pochi giorni, anche perché  domani è venerdì e organizzeranno sicuramente qualcosa.

Io e Brooke ci distacchiamo un po’ dai due ragazzi, per commentare le varie vetrine dei negozi.
Mentre commentiamo la vetrina di una pasticceria, piena di muffin colorati e torte mozzafiato, le chiedo se è stata lei a offrire il pezzo di torta a Lucas. Lei arrossisce.
- Non so se lo sai, ma Lucas ha una cotta per me. Solo che non avevo mai pensato veramente all’idea di metterci insieme e ho paura che poi non saremo più amici come adesso. Visto che oggi gli ho scritto un bigliettino dove gli ho scritto quello che ti ho appena detto, pensavo di raddolcirgli la giornata regalandogli un pezzo di sacher. – ammette, imbarazzata. Non l’ho mai vista così, la cosa potrebbe essere più seria del previsto.
- Sai come lo fai felice quel ragazzo? – le dico, indicando Lucas con un cenno della testa – Dicendogli che, nonostante tutti i tuoi dubbi, lui ti piace e che vuoi rischiare.
- Ma io non lo so ..
- Brooke, ascoltami. Io ho tentennato con Kyle, e lo ha visto anche tu che è successo. Sto perdendo un ragazzo d’oro. Io posso cavarmela, mi arrangerò in qualche modo. Ma tu? Vuoi davvero perdere Lucas? Perché se gli dici che non vuoi rischiare è peggio che rischiare e poi lasciarlo. Secondo me, vale la pena rischiare per Lucas. Dovresti saperlo. – le dico, seria – Detto questo, non voglio assolutamente costringerti a fare nulla. Pensaci bene, però. – Brooke annuisce, così torniamo dai due ragazzi, intenti a parlare anche loro. Kyle è stranamente colorito in viso.
Che stiano parlando di me?
- Oddio, cos’è tutta questa folla in piazza? – chiede Brooke, notando che la Grande Piazza è piena di gente che balla a ritmo di una canzone romantica.
Ho detto romantica? O cazzo ..
Do un pizzicotto a Kyle e gli chiedo - Kyle Hunter, è questa la tua sorpresa?

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Capitolo 17
*** Cosa non si fa per un pacco di caramelle! ***


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Capitolo 17: Cosa non si fa per un pacco di caramelle!

- Sai, non mi ricordavo fosse così facile organizzare un flash mob. Ma probabilmente, è perché adesso si usano tantissimo Facebook e Twitter e le informazioni volano. Ho pensato che con un’atmosfera romantica, sarebbe stato più facile parlare. – mi sussurra Kyle all’orecchio, facendomi diventare più rossa di un pomodoro.
- Spero per te che funzioni, Hunter. – dico, acida.
- Funzionerà di sicuro, non preoccuparti. – dice, prendendomi per mano e portandomi al centro di quella che era una discoteca all’aperto piena di palloncini a forma di cuore e altre cose romantiche.
Brooke e Lucas si guardavano sconvolti, poi Lucas trova il coraggio di prenderla per mano e la porta a ballare con sé. Io sorrido e Kyle mi guarda interrogativo. Gli faccio cenno di vedere i due piccioncini, e sorride anche lui.
- A quanto pare sta funzionando. E tu dubitavi di me! – dice, facendo il finto offeso. Gli do un buffetto sulla guancia – Non avevo dubbi sul fatto che avresti fatto le cose in grande. Dubitavo che loro due avrebbero quagliato qualcosa, che è diverso. – preciso io, lui inizia a ridere. Intravedo molte coppiette di mia conoscenza che ballano sulle note di I Will Always Love You di Whitney Houston.
- Non hai paura che a qualcuno possa venire il diabete con tutte queste canzoni sdolcinate? – scherzo, mentre cerchiamo ancora di spiare Lucas e Brooke, anche se sembrano essersi volatilizzati.
Quei due hanno la capacità di sparire in un lampo quando vogliono!
- Io l’ho scritto che ci sarebbero stati soltanto lenti e canzoni d’amore. A quanto parte la cosa è stata gradita, vedi quanta gente c’è! – dice, quasi orgoglioso di se stesso. Io gli sorrido, e lui mi afferra per i fianchi e mi tira ancora più vicino a sé. Come se non fossimo già abbastanza vicini.
- Ti ricordi quando a telefono ti ho detto che avresti dovuto fare come ti dicevo? – chiede e io annuisco sospettosa. Ecco che arriva qualche fregatura.
- Tra poche canzoni un tizio al megafono urlerà di baciarsi. Non ti dico che devi farlo, il punto è che verremo tutti quanti filmati e sarebbe brutto che si vedesse qualcuno che non segue il flash mob. – dice, con il suo solito sorrisetto. Mi ha incastrato, avrei dovuto immaginarlo. Preferisce sempre i sotterfugi alla verità vera e propria.
- Perché stai con me al posto che stare con Meredith? Perché hai deciso di aiutarmi invece che passare del tempo con lei? – gli chiedo. Probabilmente è stato un grosso errore tirar fuori l’argomento, ma ho bisogno di saperlo.
Lui mi guarda e sospira – Ancora non l’hai capito che di lei non mi importa più niente? L’ho mandata a quel paese.
- Ma io vi ho visti mentre vi baciavate, durante la festa di tua madre ..
- Allora eri tu con i tacchi che facevi rumore nel corridoio! Comunque, se avessi spiato meglio, avresti visto anche che l’ho allontanata dopo un po’ e me ne sono andato. – mi dice, serio in volto.
Mi accarezza una guancia e continua a dire – Non mi importa se Meredith è tornata per stare con me, io voglio rischiare il tutto per tutto su di te. Non mi importa quanti ostacoli dovrò superare, quanti ragazzi ci proveranno con te, io per te voglio esserci. Mi piaci sul serio, riuscirò a dimostrartelo se ancora non mi credi.
Un esplosione di coriandoli a forma di cuore invade improvvisamente l’aria sovrastante la piazza e ben presto tutti i ballerini si ritrovano coperti di cuoricini.
Ha organizzato tutto questo per impressionarmi?
- Ragazzi e ragazze, al ritornello della prossima canzone voglio vedere i baci più appassionati che riuscite a fare! Forza ragazzi! – urla un tizio al megafono, come aveva annunciato Kyle.
Hanno messo Dj Got Us Fallin In Love di Usher. Il ritornello si avvicina pericolosamente, io e Kyle riprendiamo a ballare. Mi giro a destra e intravedo Lucas e Brooke abbracciati.
Ti prego fa che succeda qualcosa .. Non ci credo!
- Si sono baciati, Kyle! Si sono baciati! – urlo, per colpa della musica troppo alta. Kyle sorride e guarda nella mia stessa direzione – Sono contento per loro.
Lo guardo, mentre lui è ancora impegnato a vedere i due piccioncini. Osservo le linee dure della sua mascella, le sue labbra rosee, il suo naso dritto, i suoi occhi ambrati e i suoi capelli “spettinati” all’indietro.
Glieli sistemo un attimo e lui subito si gira verso di me. Gli sorrido e sussurro – Non posso far fare brutta figura all’organizzatore del flash mob.
Lui sorride e ci baciamo.
Era tanto che non accadeva, sentire le nostre labbra unirsi e poi dischiudersi. Lui mi stringe forte i fianchi, quasi per impedirmi di scappare. E chi vuole scappare stavolta?
Affondo le dita nei suoi capelli morbidi, come se fossero la mia ancora di salvezza. Di salvezza da cosa, non lo so ancora.
Il nostro bacio non ha nulla di ciò che dovrebbe avere: al posto della pacatezza e magari dell’imbarazzo dopo tutto quello che è successo, c’è soltanto passione.
Dopo un tempo che è sembrato interminabile, ci stacchiamo tutti e due. Siamo così vicini che riesco a vedermi nelle iridi dorate dei suoi occhi. Kyle ha le guance rosate e mi guarda come se volesse mangiarmi.
Mi accarezza dietro la nuca – Penso che con questo bacio non ho fatto la pessima figura che mi aspettavo.
- Credevi che ti avrei lasciato come un palo? – dico, ridendo. Lui annuisce e io lo stringo forte a me. Profuma di erba appena tagliata e di sole. Lo so, il sole non ha un odore, ma se lo avesse sarebbe quello di Kyle.
Ci guardiamo negli occhi e Kyle mi da un bacio, questa volta a stampo, come per essere sicuro di aver baciato me e non un’altra persona.
Sento il mio cuore battere all’impazzata, forte come un tamburo e spero che lui non se ne accorga, anche se sicuramente se ne sarà accorto prima di me.
Lavinia, sei ufficialmente cotta a puntino. Insomma, sei fregata.

- Ma tu oggi non dovevi fare lezioni con Kyle? – mi chiede Lucas, mentre è impegnato a cercare un pacchetto di patatine.
Ho costretto Lucas e Brooke ad accompagnarmi al supermercato per prendere un po’ di roba da portare in gita. La lista è lunga, per fortuna siamo già a metà.
- Sì, infatti ci vediamo alle sei e mezza. Mi ha chiesto di posticipare per non so quale corso all’università e io ne ho approfittato. Così abbiamo il sabato libero e la domenica possiamo fare le valigie in pace!
- Sai, non è bello passare il venerdì pomeriggio chiusi in un supermercato per colpa di quelli di classe. Scommetto che alla fine non mangeranno nulla e che non ci pagheranno nemmeno per quello che ci hanno chiesto! – sbuffa Brooke, spingendo il carrello vicino a me. Lucas ci butta dentro un po’ di pacchetti, poi schiocca un bacio sulla guancia di Brooke che arrossisce.
- Non fatemi venire il diabete, piuttosto. Ci sono già i dolci per quello. – dico, scherzando. Quando sono insieme sembrano emanare energia positiva, sono bellissimi.
Continuando il giro per i vari reparti, riusciamo a prendere il tutto e ci avviamo per fare la fila alla cassa. All’improvviso mi ricordo che bisognava comprare anche gli orsetti gommosi per Willow e ritorno al bancone dei dolci.
Eccolo, è l’ultimo! Qualcuno prende il pacchetto prima di me.
Non posso permetterglielo, Willow mi uccide!
- Mi scusi potrebbe ridarmi il pacchetto? – chiedo al ragazzo che mi aveva preceduto. Si gira e lo riconosco.
- Da quando ti piacciono gli orsacchiotti gommosi, Chris? – Il moro scoppia a ridere – In realtà sono per mio fratello Jonathan che ha dieci anni. Tu piuttosto, perché li vuoi?
- Mi servono per la gita. Ci siamo divisi le cose da portare e io mi occupo del cibo insieme ai miei amici. E quegli orsacchiotti sono importanti. – gli dico, speranzosa di riavere il pacchetto.
Chris sorride e mi lancia il pacchetto, che afferro al volo non so per quale miracolo.
- Sei debitrice di un pacchetto di orsacchiotti gommosi a mio fratello, ricordatelo.
- Cosa posso fare per sdebitarmi? – chiedo, leggermente sospettosa.
- Vediamo .. potresti uscire con me. – dice, avvicinandosi a me.
- Ma non ero debitrice verso tuo fratello? – rido, nervosa.
- Sì, ma lui non lo sa. Fidati, lui non ti lascerebbe gli orsacchiotti, sei fortunata ad avere un’alternativa. Dai, giusto una passeggiata.
- Stasera? Non posso assolutamente, alle sei e mezza ho ripetizioni di Latino. – dico, sperando di levarmelo di torno.
- C’è sempre domani sera. Hai impegni? – chiede, calmo. In realtà si, avevo intenzione di chiedere a Kyle di uscire, visto che poi non lo vedo per una settimana, ma per colpa tua dovrò mandare tutto all’aria!
- No. Sono libera come una farfalla. – dico, sorridendogli. In realtà mi sto rodendo il fegato per l’occasione sprecata con Kyle. Magari avremmo potuto chiarire la situazione fra noi due, decidendo per una buona volta il da farsi.
- Perfetto! Devo scappare, ci sentiamo domani. – mi fa un cenno con la mano e si avvia dalla parte delle casse.
Certo che dalle elementari è cambiato completamente: prima era brutto, maleducato e antipatico, invece adesso sembra esser migliorato almeno nei primi due campi.
Ritornai da Brooke e Lucas con l’aria di una che è stata calpestata da 10 elefanti.
- Ohi, che ti succede? – mi chiede Lucas agitato.
Io gli sbatto il pacchetto di caramelle sul petto e dico, sillabando ogni parola – Tu non sai cosa ho dovuto fare per questo!
- Cosa? – chiede Brooke. Si vede tale e quale che evita di guardarmi per non ridere. E’ girata verso Chris che sta facendo la fila qualche cassa dopo la nostra.
- Per colpa di questi stupidi orsetti, sabato non posso uscire con Kyle e ho un appuntamento con Chris.
- Bello schifo. Cioè non Chris, quello è un figo pazzesco. – dice Brooke, meritandosi un’occhiata strana da parte di Lucas – Tu e Kyle avete bisogno di parlare prima della gita. E se scopre che ti vedi con lui si arrabbia come una bestia, soprattutto adesso che sembra che stiate per fare pace.
- Lo so, ma mi ha incastrato! – dico, arrabbiata.
Avrebbe potuto chiedermi di uscire tutti i giorni che voleva, anzi, avrebbe potuto anche evitare visto che la sua classe viene in gita con noi!
- Mica avevi già detto a Kyle che volevi uscire con lui? – mi chiede Lucas. Faccio di no con la testa – Speravo me lo chiedesse lui, gliel’avrei chiesto solo se non avesse fatto nessuna mossa fino a sabato mattina.
- Incrociamo le dita e magari non ti chiede nulla per sabato. Ma se ti invita ad uscire che gli dici? Non puoi stare con due persone la stessa sera. – dice Brooke preoccupata.
- E che gli dico .. La verità. Ci farò una figura di merda, si arrabbierà come una iena, ma ormai ho promesso a Chris che uscivo con lui. – scrollo le spalle, sconsolata, e inizio a poggiare sulla cassa i vari acquisti.
La cassiera ci guarda sogghignando – Beati voi che potete permettervi di mangiare tutti questi dolci!
Io e i miei amici sorridiamo alla cassiera, poi Lucas le da i soldi mentre io e Brooke ci affrettiamo a mettere tutto nelle buste. Usciti dal supermercato, ci dividiamo le buste in modo equo e ognuno si avvia verso casa.

Dopo più di due settimane, riprenderò a fare lezione con Kyle. Chissà come andrà la lezione: un conto è uscirci normalmente, un conto è farci lezione assieme.
Uh, lupus in fabula!
- Scusami, ma ho dovuto fare delle spese urgenti e mamma sta facendo il turno in ospedale. – dico subito a Kyle che aspettava davanti al portone. Si affretta a reggere qualche busta.
- Spese urgenti? Che cavolo, da tutte queste buste sembra che a casa tua il frigo sia vuoto! – afferma ridendo.
- Spiritoso, sono i fantomatici dolcetti che porteremo in gita. Li ho comprati oggi per non comprarli domani pomeriggio. – apro il portone e saliamo le scale.
Appena entrati in casa, abbandono le buste in cucina e inizio a separare le cose dolci da quelle salate.
- Dimmi che oggi studierai seriamente e non mi costringerai a aiutarti a fare le valigie speciali dei dolci. – dice Kyle, serio. Io rido – Non preoccuparti, voglio solo che sia tutto in ordine, così se mamma vede il tutto non mi fa la solita ramanzina.
Matisse entra miagolando in cucina, salta prima sulla sedia e poi sul tavolo, avvicinandosi ai dolci.
Kyle si blocca terrorizzato. Lui e la sua stupida fobia dei gatti.
- Non è pappa per te, Matisse. – lo prendo in braccio e faccio segno a Kyle di seguirmi.
Entrati in cameretta, faccio scendere il mio gatto oltre la soglia e chiudo la porta. Povero piccolo, per colpa dell’ailurofobia di Kyle si sentirà solo.

- Da quanto tempo non studi Latino? Oggi non ne hai azzeccata una! – mi dice Kyle scherzando.
- Da quattro giorni, l’ultima volta l’ho fatto con mio padre e non è che ci siamo impegnati tantissimo .. – confesso, ridacchiando.
Quel giorno avevamo iniziato col piede giusto: eravamo seri fino al quinto rigo della versione, il problema arrivò dopo, quando abbiamo mandato Cicerone a quel paese e ci siamo messi a giocare alla wii come due cretini.
Kyle scuote la testa – Prega che la tua professoressa non ti interroghi appena ritornata dalla gita, sennò ci fai una bella figura di cavolo.
- Vuoi unirti a me in preghiera? Magari se siamo in due mi fanno la grazia! – esclamo, ridendo. Kyle si alza dalla sedia e si appoggia sul letto. Incrocia le gambe e posiziona le braccia come un monaco Buddha (con il pollice e l’indice uniti, avete presente?) e inizia a sussurrare “ohm”.
- Sul serio sei buddhista? – gli chiedo, avvicinandomi a lui, incuriosita. Lui, con gli occhi socchiusi e con molta lentezza prende un cuscino e poi confessa – No, in realtà era solo per fare questo. – dice, e mi lancia il cuscino in faccia, colpendomi in pieno. Io urlo per la sorpresa – Questa è guerra! – prendo un altro cuscino e glielo lancio, colpendogli un occhio. In cinque minuti, la mia stanza diventa un macello per colpa dei cuscini volanti.
Ad un certo punto, rimango senza cuscini da lanciare e Kyle inizia a tirarli tutti contro di me.
Mi butto sul letto, cercando invano di difendermi con un cuscino, ma Kyle  si butta addosso e inizia a farmi il solletico.
- No, il solletico no! Per favore, smettila! Ho detto smettila! – urlo, ridendo. Kyle continua e per sbaglio la sua mano finisce sotto la maglietta, a contatto con la pelle della mia pancia.
Un brivido mi percorre la spina dorsale e improvvisamente smettiamo tutti e due di ridere e muoverci. Mi accorgo di esser arrossita dal calore sulle guance, anche Kyle sembra averlo notato.
Deja vu: durante il nostro primo appuntamento ufficiale, circa tre settimane fa, eravamo stesi esattamente così.
Avvicina il suo volto al mio. Vorrei scostarmi, ma sono come paralizzata. Lui sfiora le mie labbra con le sue, senza baciarle, come se aspettasse che io gli dia il permesso. Io gli metto una mano dietro la nuca, in modo da avvicinarlo e colmare il vuoto tra di noi. Al’’inizio è un bacio lento e delicato, poi diventa passionale come accade sempre quando ci baciamo. Sembra come se tutti e due avessimo un disperato bisogno dell’altro e non volessimo farlo scappare.
Ci stacchiamo un momento solo per riprendere subito dopo. E continuiamo così, in un mare di baci, fino a quando tutti e due siamo sfiniti e sfiatati.
Kyle si appoggia affianco a me, abbracciandomi per la pancia. Avete presente il famoso abbraccio “a cucchiaio”? Siamo sdraiati proprio così.

Dopo qualche minuti di silenzio, iniziamo a parlare del più e del meno, della gita, di come va tra Brooke e Lucas, di come sono state le vacanze.
Insomma, ci raccontiamo tutto quello che non sapevamo di questi giorni. Poi arriva la parte brutta.
- Domani sera vuoi uscire con me? – chiede Kyle, sorridendomi ottimista. Kyle, se solo me l’avessi chiesto prima di andare al supermercato ..
- A volerlo, vorrei, ma purtroppo ho promesso ad un amico che uscivo con lui. – rispondo, guardando mesta il soffitto della mia cameretta.
Lui si incupisce di botto – Non dirmi che è sempre il solito rompipalle che ti gira intorno.
Io sospiro – E’ sempre lui. Mi dispiace, gliel’ho promesso.
- Beh, possiamo sempre vederci quando avete finito, no? – chiede, speranzoso. Io lo guardo triste – Non so quanto durerà quest’appuntamento. Se vuoi ti invio un messaggio.  
Kyle sospira - Speravo di stare un po’ con te prima che partissi. Vai a Roma per una settimana ed era da tanto che non ci vedevamo .. – ammette Kyle, scuro in volto.
Io mi giro verso di lui e lo stringo – Dai, in fondo sono solo sette giorni, non moriremo. E domani sera farò il possibile per vederti, va bene?
Kyle sorride – Va bene, scricciolo. Ora però devo andare, è ora di cena ormai e tua madre arriverà a momenti. – dice alzandosi. Mi alzo anch’io, aspetto che raccolga le sue cose e lo accompagno alla porta.
- Durante la gita fatti sentire, se hai bisogno di qualcosa chiamami quando vuoi. – mi dice, prima di darmi un bacio a stampo e scendere.
Lo saluto con la mano e poi mi chiudo la porta alle spalle.
In questo momento vorrei avere un bazooka e ammazzare Chris. Perché deve chiedermi di uscire con lui nei momenti meno opportuni?

7 e mezza davanti al Crystal Cafè :) lo conosci, si? Chris

Da chi si sarà fatto dare il mio numero? Non me l’ha mai chiesto, nemmeno stamattina quando mi è passato affianco e mi ha sussurrato “A stasera”. E’ strano quel ragazzo!

Lo conosco, non preoccuparti :)

Il problema è un altro: che diamine mi metto? Odio gli appuntamenti, non so mai se devo uscire vestita elegante o meno! Messaggio qualche minuto con Brooke e lei mi consiglia pantaloncini e una camicetta.
Andata. Prendo un paio di pantaloncini scuri e una camicetta azzurra. Indosso i sandali bianchi, mi metto una collana lunga e inizio a fare la borsa.
Cavolo, sono le 7 e 10 e io non sono ancora scesa. Purtroppo il bar di Hope dista un bel po’ da casa, a piedi ci metto venti minuti.
Do i croccantini e l’acqua a Matisse, urlo un “Ciao mamma, io esco!” e poi esco di casa. Cammino veloce dando un’occhiata all’orologio ogni tanto.
Un po’ prima di arrivare al bar, incontro Lucas e Brooke. Si tengono per mano, che carini!
- Ehi ragazzi! Come sto? – chiedo, più rivolta a Brooke che a Lucas. Brooke alza il pollice – Sei fantastica, ragazza! Tutto merito mio, modestamente. – afferma ridendo – Dove vi vedete?
- Da Hope. Prevedo tante figure di merda, soprattutto perché lui parteggia per Kyle. Non so che effetto gli farà vedermi con Chris. Speriamo che non faccia scenate! Voi che fate?
- Andavamo lì. Volevamo raccontare a Hope com’era andata, visto che è da un po’ che non andiamo al bar e non sa ancora nulla. Se vuoi possiamo anche non andarci, così state da soli .. – dice Lucas, ma io lo blocco subito.
- Non azzardatevi! Non vi dico di uscire con noi però, osservatemi da lontano e datemi una mano se è il caso. Vi prego! – li imploro. I due si guardano per un po’, poi sospirano.
- E va bene. Sappi che ci sei debitrice di un appuntamento romantico! – dice Brooke.
- Certo, tanto lo so che recuperate in gita. A proposito Brooke, ti avviso che alle 4 io vado a dormire, quindi se state nella nostra stanza, finite per quell’ora. – affermo e i due arrossiscono come due pomodori/peperoni.
- Io mi avvio, sono già in ritardo, ci sentiamo! – li saluto, mentre vado a passo spedito verso il bar.

- Speriamo che Chris non ci provi troppo con lei. Immagini se Kyle li vedesse? Darebbe di matto! – mi sussurra Brooke mentre Lavinia se ne va.
Io scrollo le spalle – Per quello che ho sentito dire di Chris, è un puttaniere. Fa prede molto spesso, purtroppo.
- Lavinia non si farà abbindolare! Si vede lontano un miglio che stravede per Kyle! – quasi urla. La conosco bene: quando vuole avere ragione alza sempre la voce, come per convincere gli altri ad ascoltarla.
- Lo so, ne sono convinto anche io. Però mi hanno detto che Chris sa essere particolarmente persuasivo e ostinato a volte .. Incrociamo le dita! – dico, prendendo di nuovo la mano di Brooke, avviandoci per il bar.
Ad un certo punto mi squilla il cellulare. Brooke mi guarda interrogativa, io ricambio lo stesso sguardo. Il numero è sconosciuto.
- Pronto?
- Ciao Lucas, sono Kyle. Dovresti rendermi il favore che ti ho fatto qualche giorno fa.

* * *
Ciao a tutte! Da come si può intuire a fine capitolo, quest'appuntamento di Lavinia e Chris sarà un po' movimentato.
Il prossimo capitolo sarà un po' speciale, perchè sarà uno dei pochi dal punto di vista di Kyle ** . Perciò, vi chiedo un po' di pazienza e spero che non rimarrete deluse.
Ringrazio chi recensito in questi giorni e anche chi ha solo letto. 
Un bacione, Clau2929

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Capitolo 18
*** Missione spionaggio. ***


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Capitolo 18: Missione spionaggio

- Dimmi tutto. – mi dice Lucas attraverso il cellulare. Non posso permettergli di rubarmi Lavinia, non ora che sta andando tutto per il meglio.
- Ho bisogno di seguire Lavinia, devo controllare che il tizio con cui esce non faccia nulla. – dico, serio.
Sono in macchina, giro verso il parcheggio affianco al centro. Sono sicuro che sia da queste parti.
- Senti, posso capirti benissimo, ma non so se è il caso. Se ti vede potrebbe farti una scenata o cose simili. In fondo non vi siete messi insieme ufficialmente, in teoria non puoi pedinarla perché sei geloso. – mi dice Lucas, pacato.
In questo momento sono come una bomba ad orologeria. Ho bisogno di vedere Lavinia, di vedere che non si farà raggirare da quel damerino.
Parcheggio la macchina e scendo velocemente dalla mia BMW.
- Se vuoi la teniamo d’occhio noi. Lei stessa ci ha chiesto di farlo, così se ha bisogno la aiutiamo. – mi dice Lucas.
Cammino verso il Crystal Café. Scommetterei la mia casa che sono lì.
- La voglio vedere con i miei occhi. Se non vuoi aiutarmi, posso fare da solo. – dico, mentre cammino a passo spedito.
- No! Meglio che tu stia con noi. Così teniamo d’occhio anche te, senza offesa, ma non ti sento tanto tranquillo. – mi confessa. Sogghigno – Non preoccuparti, ti capisco. Dove state?
- Dentro al Crystal Cafè. Gli altri stanno a pochi tavoli da noi e Lavinia è rivolta in direzione dell’entrata, ti conviene aspettare fuori. Non credo che qui combinerà qualcosa, prima sentivo che parlavano di un ristorante. – mi dice Lucas, abbassando la voce.
- Non è che potresti chiedere al tuo amico proprietario di farmi usare la cucina per spiarla? L’avete fatto anche voi una volta. – dico ridendo.
Me la ricordo quella volta: ero uscito con mia sorella per un gelato e Hope aveva provato a attaccare bottone, quando poi ci ha rivelato che Lavinia, Lucas e Brooke erano in cucina a spiarci.
Lucas sospira – Non so se si può fare. E’ sabato sera, non sai che viavai c’è dalla cucina ai tavoli. Ora glielo chiedo. – sento Lucas scusarsi con Brooke e allontanarsi.

Un po’ mi dispiace aver rovinato la serata a quei due, ma non sono tranquillo sapendo che quella piovra di Chris (si chiama così? Non me lo ricordo nemmeno!) allunga i suoi tentacoli sulla mia Lavinia.
Non ho nessun diritto di comportarmi così, ma per lei provo dei sentimenti troppo forti da poterli gettare via al vento. Non ho mai provato quello che provo per lei per nessun’altra ragazza, nemmeno per Meredith.
So di piacere a Lavinia, il problema è che lei è sempre così maledettamente insicura quando si parla di relazioni e non capisco che intenzioni abbia.
Considerando che in questi ultimi giorni siamo stati bene insieme, credo che forse abbia preso qualche decisione.
E adesso che forse stiamo per risolvere tutto, arriva ‘sto Chris a sfasciare le cose!

- Kyle ci sei? Hope mi ha detto che ti può prestare la cucina, però per non farti scoprire ti conviene entrare dal retro. Ci sai arrivare? – mi chiede.
Dico di sì, lo ringrazio e chiudo la telefonata, dicendogli che appena se ne fossero andati, ci saremmo risentiti. Io corro verso il retro e entro nella cucina.
L’ultima volta che c’ero stato, io e Lavinia stavamo litigando soli. Adesso ci sono due cuochi a preparare i vari rustici e pasticcini per gli aperitivi e qualche cameriere entra e esce per prendere i vassoi.
Dico un “buonasera” ma nessuno risponde. Scrollo le spalle e mi accosto vicino alla porta. Certo che da qui si ha una bella visuale. Per fortuna, riesco a vedere bene sia il volto di Lavinia che quello di Chris.
Lei è raggiante come sempre, lui sembra avere almeno un’aria dignitosa e intelligente. Diciamo che lui rispetto a me è proprio un altro ragazzo, almeno fisicamente.
Lui è moro, io sono biondo, lui ha gli occhi scuri, io ho gli occhi chiari. Si nota persino che è più piccolo di me: ha un po’ di muscoli, si vedono bene nonostante la camicia, ma non avrà mai la mia stessa stazza.
Chris si alza per chiedere il conto. Ok, scherzavo quando dicevo che non ha la mia stazza.
E’ alto per essere un sedicenne, io alla sua età ero un nanetto!
Lavinia, te lo sei scelto bene il mio avversario. Devo sperare che mi voglia davvero bene e che, nonostante il ragazzo sia carino, lo lasci perdere.
Ho bisogno di sentire cosa si dicono. Sarà simpatico quanto me?
Cazzo, Lavinia gli sta sorridendo. Eh no, allora un minimo di spirito quel cascamorto ce l’ha!
- Permesso, permesso, permesso! – si sente una voce stridula oltre le cucine. Purtroppo per la mia faccia e per il mio naso, non riesco a spostarmi in tempo e mi arriva la porta in faccia.
Mi appoggio al muro reggendomi il naso, come se potesse cadere da un momento all’altro per colpa del dolore. Hope mi riconosce e si spaventa, vedendo che mi cola del sangue dal naso.
Merda, mi sono sporcato la giacca nuova!
- Niente di rotto vero? Oddio, scusami tanto piccolino! Ti do del ghiaccio? Qui ce n’è in abbondanza! – Hope inizia a tartassarmi di domande. L’avevano detto che era un leggermente fastidioso.
- Non preoccuparti, ho bisogno soltanto di un fazzoletto. – gli dico, ritornando con lo sguardo verso il tavolo di Lavinia e Chris.

I due si stanno alzando per andarsene. Intravedo Brooke farle un cenno con la mano e Lucas sorridere educatamente. Prendo il telefono e chiamo Lucas.
- Se hai intenzione di seguirli tutta la sera, meglio dirlo subito. – dice, guardando verso di me.
Io esco subito dal retro della cucina – Vi vengo a prendere con la macchina davanti al bar. Puntuali, cinque minuti e sono lì! – dico, chiudendo la conversazione. Faccio una corsa verso il parcheggio ma ad un certo punto mi blocco.
Il bastardo ha una moto. Non vale così! Chris porge a Lavinia il casco e poi salgono insieme sulla moto. La moto sfreccia velocemente lontano da me. Corro alla macchina e ci salto letteralmente dentro.
Accendo il motore e in due minuti sono davanti al bar di Hope. Lucas e Brooke mi fanno un cenno e mi fermo proprio davanti a loro.
Lucas entra al posto affianco al guidatore, Brooke si siede dietro di noi.
- Allora, qual è la nostra destinazione? – chiedo, rivolgendomi a Lucas. Mi sembra di fare il tassista!
- Che ti sai fatto alla giacca e al naso? – chiede Brooke preoccupata.
Rido – Il prezzo da pagare per essermi messo dietro la porta a spiare. – dico, togliendomi la giacca e rimanendo solo in camicia e cravatta blu – Puoi appoggiarla dietro?
Brooke annuisce e fa come le ho detto. Lucas prende il telefono e legge il contenuto di un sms ricevuto prima.
- Dobbiamo andare al Ristorante delle Rose. Noi non abbiamo la più pallida idea di dove sia, sarà nuovo.
- E’ più vecchio di me quel ristorante. – sogghigno – Il nostro novello Romeo vuole fare il romanticone, ma con me non la passa liscia.
Detto ciò, accelero e mi avvio verso il ristorante.
Ricordo fin troppo bene quel ristorante: mio padre ci ha portato mia madre il giorno in cui si dichiarò, e ogni anniversario la cosa si ripeteva.
Mi ci hanno portato fino a quando avevo 10 anni, per i due anni successivi mi lasciarono a casa con mia sorella, il terzo anno mio padre era già morto. Una lacrima prova a scendermi sulla guancia, ma la ricaccio indietro prontamente.
Il Ristorante delle Rose è famoso proprio perché molti ci portano le proprie fidanzate quando hanno in programma serate romantiche o quando devono dichiararsi. C’è un atmosfera particolare, per questo è così gettonato dalle coppie.
- Cos’hai intenzione di fare, Kyle? Se Lavinia ti vede con noi, siamo morti tutti e tre. – mi dice Brooke.
Io sorrido – Non preoccuparti, sarà come se non ci fossi. Conosco bene quel ristorante, so come avvicinarmi senza farmi notare. Però dalla mia postazione posso solo sentire cosa dicono, ma non posso vederli. E qui entrate in gioco voi due. – dico, girandomi verso Lucas. Siamo arrivati davanti al ristorante. Parcheggio e poi scendiamo tutti e tre dalla macchina.

Entrati nel ristorante, bello come lo ricordavo, chiedo al primo cameriere che passa di darci un tavolo per due. Il cameriere ci indica il tavolo affianco a Lavinia e Chris, che si sono appena seduti.
- Merda, non posso farmi vedere da Lavinia. – dico a bassa voce. Poi mi viene un lampo di genio – Brooke, di a Lavinia di andare in bagno, svelta. E’ lì a sinistra. Lucas ti manderà un messaggio per dirti quando tornare.
Brooke annuisce e digita subito il numero dell’amica - Lavi? Vieni in bagno, è urgente. La porta è quella dietro di te. Muoviti! – dice e poi chiude la telefonata.
Io e Lucas la vediamo sgattaiolare nel bagno. Qualche minuto dopo Lavinia si scusa e si alza per seguirla.
Pericolo scampato, per ora. Io e Lucas ci sediamo e sospiriamo di sollievo.
- Che sta facendo il cretino, ci ha notato? – chiedo a Lucas. Per fortuna sono di spalle, così non può riconoscermi. Lucas fa di no con la testa – Sta messaggiando, credo.
- Senti qua: devo cercare di ficcarmi sotto il loro tavolo. Ora tu vai a parlare con il tizio e gli chiedi di andare in bagno perché gli devi dire che … Che Lavinia esce da una storia difficile, quindi gli chiederai discrezione quando parla di amore e roba simile e gli chiedi di non dire nulla a Lavinia. Io intanto mi sarò nascosto sotto il loro tavolo e potrò sentire cosa dicono. Quando vedi che lei sorride o lui le fa gli occhi dolci o qualsiasi altro segno strano, manda un messaggio. Conto su di te! – dico a bassa voce. Lucas annuisce e subito si alza e va da Chris. Evito di girarmi per non essere riconosciuto, lo faccio solo quando sento una porta aprirsi e chiudersi.
I due sono andati. Mi alzo, mi assicuro di non essere visto da nessun cameriere e poi mi nascondo sotto al tavolo dove prima erano seduti Lavinia e Chris. Per fortuna siamo soli in quest’ala del ristorante e nessuno mi ha visto.

Sento una porta sbattere e qualcuno dire ad alta voce – Non ci credo, adesso è in giro a cercarmi? Ma che cavolo gli salta in mente? – oddio, Brooke si è inventata che la sto cercando per tutta la città.
Beh, se Lucas non mi avesse detto subito la verità, adesso la starei cercando sul serio, però si poteva anche evitare di dirlo!
- Dai, adesso non c’è da preoccuparsi. E’ dall’altra parte della città e non può disturbarvi. E comunque non lamentarti perché anche tu l’hai seguito una volta, con la differenza che tu ci sei riuscita e lui no. Sei in netto svantaggio, sai?
- Ma significa che non si fida di me. Crede che se succedesse qualcosa non glielo direi? Avrei potuto risparmiarmi di dirgli che uscivo con Chris, eppure non l’ho fatto. Gli ho detto che ci saremmo sentiti appena me ne sarei andata e lo farò! Certe volte mi manda proprio in bestia. – dice, arrabbiata. Meglio che non mi sgami, è davvero arrabbiata.
In effetti ha ragione, però sbaglia nel dire che non mi fido di lei: non mi fido di quella piovra di Chris, che è ben diverso!
- Ora siediti e stai tranquilla. Sei fortunata che Chris sta in bagno e non ha visto tutta questa scena, se ne sarebbe andato di corsa. – dice, accompagnando Lavinia vicino al tavolo.
Sento la sedia spostarsi e ad un tratto i piedi di Lavinia mi appaiono davanti – Sarebbe stato meglio. Almeno potrei andare da Kyle, come avevo intenzione di fare sin dall'inizio. – la sento sbuffare.
Brava la mia ragazza, se solo potessi abbracciarti ..
- Sono ritornate anche le ragazze dal bagno. Beh, che posso dire, trattamela bene la mia amica! Da adesso, ognuno pensi a sé. – Lucas saluta Chris e ritorna al suo tavolo.
Sento Brooke schioccare un bacio sulla guancia a Lavinia e sussurrarle – In bocca al lupo, ne avrai bisogno tesoro.
Lavinia sussurra un “crepi” che probabilmente ho sentito solo io. Chris si siede e vedo spuntare anche i suoi piedi sotto la tovaglia. Mi vibra il cellulare, è Lucas.

Quando Chris guarda Lavinia, ha perennemente la faccia da pesce lesso.

Ma io a questo lo ammazzo. Chris chiede a Lavinia se ha già ordinato, lei gli dice che ha fatto.
Chiamano un cameriere e prendono le loro ordinazioni. Altro messaggio di Lucas

Le ha preso la mano, lei è arrossita.

E va bene, è proprio che vuole morire questo qua. Spostando il peso, schiaccio per sbaglio un piede a Chris.
Oh merda.
- Che è stato? – chiede Chris, tirando via il piede.
- Uh scusa, devo essere stata io per sbaglio. – dice Lavinia, punzecchiandomi uno dei polpacci che avevo steso. Sospiro di sollievo senza farmi sentire.
Questa serata passerà molto lentamente se continuo così, devo persino stare attento a non farmi dare calci.
Lavinia Merryweather, questa me la paghi.

- Tu non l’hai mai vista la terrazza di questo ristorante? - chiede Chris. Lavinia risponde negativamente, il moro si alza (finalmente, non dovrò pensare ai suoi piedi!).
- Signorina, mi segua. Voglio farle vedere la terrazza, il paesaggio è fantastico.
Non ci avevo pensato, dannazione!  Come ho potuto dimenticarmi che il ristorante è famoso soprattutto per la vista della sua terrazza, complice di molti innamorati?
E adesso, come li seguo? Se mi alzo e li spio in terrazza, non potrò mai ritornare sotto al tavolo e sentire le conversazioni.
Qualcuno deve anticiparli.

Lucas, andate in terrazza e seguite Chris e Lavinia. Non voglio che succeda nulla, evitate che lui provi a baciarla o cose simili!

Incrociamo le dita. Il mio cellulare vibra e leggo la risposta affermativa di Lucas. Ne approfitto per sedermi meglio, non vorrei rischiare di essere scoperto di nuovo.
I minuti passano lenti e non c’è traccia né di Lavinia né di Lucas.
Vogliono farmi impazzire, già lo so! Qualcosa mi tocca il fondo schiena.
Sono tornati? Come mai sono muti? Oddio no, scommetto che l’ha baciata e adesso aleggia quella solita aria imbarazzata post bacio. Maledetto Lucas, avrebbe dovuto avvisarmi.
Momento, ma perché mi stanno mordendo la chiappa?
Alzo leggermente la lunga tovaglia che mi copre e noto un cagnolino che prova ad annusarmi. Cerco di scacciarlo con il braccio, ma quello non fa altro che guardandomi come se fossi stupido.
Ci mancava solo lui. Il cuccioletto si accoccola vicino alle gambe e io inizio ad accarezzarlo lentamente. D
ev’essere un cucciolo di Cocker o qualcosa di simile. Gira il musetto verso di me e inizia a leccarmi le scarpe. Sorrido e lo lascio fare: almeno lui apprezza ciò che faccio.
Sento delle risate. Il cellulare vibra e leggo immediatamente il messaggio di Lucas.

C’ha provato, ma per sbaglio un cameriere gli ha versato un bicchiere sulla camicia e siamo tornati qua. Se l’avessi visto com’era incazzato ti saresti fatto quattro risate ;)

Sia ringraziato il cielo e il cameriere! Lavinia si siede e per sbaglio colpisce il cagnolino. Cavoli, questa volta Chris era alzato.
- Oddio ho urtato qualcosa! – dice, spaventata.
Già immagino Lucas e Brooke bianchi in volto e pronti a giustificarsi. Devo fare qualcosa prima che mi sgamino.
Scusami piccolino!
Spingo il cucciolo prima che Lavinia o Chris possano alzare la tovaglia.
Lavinia lo nota subito e tranquillizza tutti. Mi concedo l’ennesimo sospiro della serata.
- Quant’è carino! Ha una medaglietta, magari dovremmo cercare il proprietario ..
- Non preoccuparti, troverà da solo la strada. Lasciamolo un po’ solo e vediamo che fa. – propone Chris. Stupido ebete cascamorto, muovi il culo e cerca il padrone di quel cucciolo! Non pensare solo a Lavinia, tanto non te la da!
- Va bene, però se poi non lo ritrova da solo lo cerchiamo noi. – dice Lavinia. Il resto della serata scorre tranquillo, tra una chiacchiera e l’altra. Devo dire che nonostante tutto, Chris sembra simpatico.
Arriva il momento del conto e, come da manuale, c’è la solita discussione su come si debba pagare. Lavinia insiste per pagare “alla romana” mentre Chris vorrebbe offrire la cena da bravo gentiluomo.
In questo caso, devo dare ragione a Chris: è sempre l’uomo che deve pagare. Dopo esser riusciti a pagare, per la gioia del cameriere che ha aspettato per un quarto d’ora vicino al tavolo, i due si alzano e fanno per andarsene.
- Ti ringrazio della bella serata. – dice Lavinia, educatamente.
- Prego. Dovremmo uscire più spesso noi due. – dice Chris. Eh no, non ci sto a pedinarli un’altra volta!
Improvvisamente vedo la tovaglia tirarsi verso un lato. Merda, dev’essersi impigliata con i lacci dei sandali di Lavinia. Tiro la tovaglia per non farla alzare, ma ottengo un effetto del tutto indesiderato: la tovaglia cade a terra, insieme a tutte le stoviglie rimaste sul tavolo, corteccia di pane compresa. Il fracasso causato dai bicchieri rotti e le posate cadute fa spaventare i presenti in sala.
Alzo lo sguardo e vedo la faccia di Lavinia passare dallo spaventato all’arrabbiato.
- Oh cazzo. – impreco a bassa voce. Lucas si appoggia esasperato sul suo tavolo mentre Brooke si mette una mano davanti alla bocca per non urlare.
Non so come abbia reagito Chris, perché in questo momento gli sto rivolgendo le spalle.
Ho combinato davvero un bel casino.

Pagati i danni e scusatomi un’altra volta con uno dei camerieri, usciamo tutti e cinque dal ristorante.
Chris sembra essere irritato dalla mia presenza, Lucas e Brooke sono rossi dalla vergogna. Lavinia per adesso tace, ma durerà per poco.
- Voi due, siete due traditori. Perché non mi avete detto che Kyle era qui? – urla Lavinia, quando siamo abbastanza lontani dall’entrata del ristorante. Prima che uno dei due possa dare spiegazioni, li blocca.
- Preferisco non saperlo. Tu piuttosto. – si gira verso di me, dando le spalle a tutti – Come ti sei permesso di seguirmi e di spiare ciò che dicevo da sotto il mio tavolo? Cos’hai nel cervello, i trucioli?
- Se mi lasci spiegare ..
- No! Non voglio spiegazioni. Sai benissimo che potevi evitarlo, perché non l’hai fatto? Sei un cretino! – dice, camminando lontano da me.
Brooke la raggiunge per provare a calmarla lasciando me, Lucas e Chris come tre pali. Dopo pochi secondi di silenzio imbarazzante, Chris fa sentire cosa ne pensa.
- In effetti, se proprio volevi spiarla, potevi evitare di metterti sotto al tavolo. Scommetto che eri tu a farmi piedino in realtà.
Gli lancio uno sguardo di fuoco, anche se probabilmente non lo vedrà per la poca luce del parcheggio.
- Se non fosse stato per te, tutto questo non sarebbe successo.
- Se non fosse stato per te, lei non si sarebbe incazzata. E probabilmente ciò non farà che avvicinarla ancora di più a me. – dice sogghignando. Il bastardo ne vuole approfittare!
- Non ti azzarderai brutto ... – dico, preparando un pugno da assestargli sul naso. Lucas capisce subito le mie intenzioni e blocca il braccio prima che io possa caricare.
- Adesso siamo tutti nervosi. Meglio che ognuno se ne vada a casa sua a sbollire. In fondo avremo una settima per dimenticare quello che è successo oggi. – dice, e allenta la presa sul braccio quando capisce che mi sto calmando.
- Oh, sarà una bellissima settimana. Potrò godermi Lavinia quanto vorrò. – sussurra Chris.
Purtroppo per lui, sia io che Lucas abbiamo un udito più che buono. Lucas però mi precede: gli assesta un pugno nelle costole.
Quello barcolla leggermente, poi afferma – Siete fortunati che voglio fare bella figura con la signorina. Io vado, ci si vede in giro ragazzi. – si avvicina a Lavinia per salutarla e poi sale sulla sua moto nera come la pece ed esce dal parcheggio. Lurido verme, non posso permettergli di sfruttare Lavinia. Io e Lucas ci guardiamo negli occhi e, come se fossimo telepatici, andiamo spediti dalle ragazze.
- Dai, vi accompagno a casa, salite in macchina. – dico aprendo lo sportello anteriore della BMW. Lavinia ci si fionda dentro, forse per non guardarmi in faccia.
Chiudo lo sportello e salgo al mio posto. Quando sono sicuro che siano saliti tutti, accendo il motore. Accompagno prima Lucas e Brooke, poi Lavinia.

Arrivati davanti al suo portone, le blocco lo sportello per non farla scendere.
- Ehi, guardami negli occhi. Voglio chiarire questa cosa prima che tu te ne vada a Roma. – le dico, cercando di guardarla negli occhi. Lei abbassa lo sguardo e mi evita.
Sbuffo e le prendo il mento con due dita, non troppo forte per non farla male, ma in modo che non possa abbassare la testa.
- Mi dispiace. Scusa. Non avrei dovuto farlo, lo so. Ma quando si tratta di te, il mio cervello va a farsi fottere e agisco solo seguendo il mio istinto e i miei sentimenti. E’ vero, c’è modo e modo per fare le cose, ma non potevo rischiare che quella piovra ti abbindolasse con i suoi trucchetti e che ti conquistasse. L’ho fatto per proteggerti. Chris non è il santarello che vuole farti credere. Detto questo, ripeto, mi dispiace. Non volevo che finisse così la serata.
Lavinia mi guarda. So che vorrebbe tanto poter fulminarmi con gli occhi, lo vedo dalla sua espressione. Mi lancia un’altra occhiataccia e poi mi abbraccia.
Cosa? Mi abbraccia?
- In questo momento dovrei ucciderti, ma non ce la faccio a stare arrabbiata con te. Non prima della gita. In fondo l’hai fatto per me, no? – afferma, poi allenta la stretta e ritorna a guardarmi.
Quanto la posso adorare? Quanto?
- Un avviso: la prossima volta non stare sotto al tavolo. Non ti sei annoiato? – ride. La sua risata è cristallina come sempre e mi infonde calma.
- Un po’. Per fortuna c’era quel cagnolino ogni tanto. Poi che fine ha fatto? – chiedo, preoccupato. Se è ancora in giro per colpa di Chris, lo ammazzo sul serio.
- Prima di pagare l’abbiamo visto scodinzolare vicino a una coppietta che poi l’ha raccolto da terra. L’hanno chiamato anche per nome, mi sa .. Benji, si doveva chiamarsi Benji. – afferma, abbastanza convinta.
Io sorrido – Adesso è ora che tu torni a casa, domani devi preparare le valigie. Ho sbloccato lo sportello, puoi uscire tranquillamente.
Lavinia apre lo sportello, fa per scendere ma prima si gira verso di me. Devo avere una faccia sconvolta, me lo sento.
Mi da un bacio a stampo e poi esce velocemente dalla macchina. Solo quando ha aperto il portone ed è entrata mi allontano e mi avvio verso casa.
Quella non è una ragazza normale. E’ la mia Lavinia, e farò di tutto per non lasciarmela scappare.

* * *
Beh, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! :) Adesso arriverà il momento di raccontare la gita, ci saranno tantissime sorprese, la nostra Lavinia non può stare tranquilla un momento, poverina xD
Ringrazio tutte le persone che mi seguono e che mi recensiscono. Siete voi che mi spingete a continuare a scrivere, sul serio.
Un bacione, Clau2929

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Capitolo 19
*** Roma, damme 'na mano a faje di de sì ***


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Capitolo 19: Roma, damme 'na mano a faje di de sì

Che cosa orribile dover partire a l’una di notte per arrivare a Roma in mattinata.
Dico, farci andare il treno o in aereo non era più comodo? L’unica cosa che mi consola e che, stranamente, nessuno ha voglia di far baldoria. Avranno tutti sonno come me.
Mi giro su un fianco, rivolta dalla parte del finestrino. Dove diavolo ho messo gli auricolari? Ah, eccoli, ingarbugliati come al solito. Sento un rumore vicino all’orecchio e sobbalzo.
Brutta cosa essere sedute vicino a Eric Gilmoure.
E’ carino, simpatico, gentile, un vero amico, ma è uno dei pochi che russa così forte. Sinceramente, avrei preferito sedermi vicino a Brooke, ma mi dispiaceva farla stare senza Lucas.
Ora sono addormentati insieme, lui con la guancia appoggiata al finestrino, lei con la testa inclinata sulla sua spalla. Riprendo a districare i nodi dei miei auricolari, quando ricevo una telefonata.

Leggo il nome e sorrido.
- Da quando soffri di insonnia, Hunter? – chiedo, con un tono divertito, al mio caro interlocutore.
- Da quando ho un esame a breve e in questi giorni non potrò studiare. Ho cercato di anticiparmi tutto il possibile, spero di farcela appena tornerò in città. – risponde.
E’ esausto, già lo immagino con la testa tra i libri e le palpebre più chiuse che aperte.
- Dove devi andare? – chiedo incuriosita. Abbasso un po’ il tono: non voglio che i ragazzi svegli ascoltino la mia telefonata.
- Fuori città a partecipare ad una conferenza tenuta da uno dei miei professori dell’università .. Quello con cui devo tenere l’esame tra dieci giorni. – sbuffa, come se non gli piacesse parlarne – Ci ha praticamente costretti ad andare, perciò sarà meglio che io mi faccia vedere. Vorrei poter concedermi anche io una settimana di pausa come te!
- Si certo, come se la mia gita fosse una vacanza. – rido – Cosa credi? Cammineremo tutto il giorno a destra e a manca tra musei e monumenti vari. E poi ..
- E poi la notte non dormirai per colpa dei festini che avete in mente di organizzare. – conclude lui, ridendo.
- Esattamente. – rido, insieme a lui – Sarà una gita distruttiva, altro che vacanza! Se non fosse stata Roma la destinazione, quasi quasi non ci sarei andata.
- Ma non dire cavolate! Le gite si devono fare tutte quante, dalla prima all’ultima. Sono sempre esperienze, e ci si diverte sempre.
- Ma tu – inizio a dire, e mi scappa uno sbadiglio – non hai sonno?
Kyle ride per il mio sbadiglio. Cos’ha che non va il mio sbadiglio? – In realtà ho tanto sonno, ma ho anche tanta voglia di parlare con te. – a quelle parole avvampo improvvisamente.
Lavinia, e vabbè che dormono tutti, ma datti un po’ di contegno!
- Dovresti dormire. – gli dico, sorridendo – Domani devi partire anche tu se non sbaglio. Dai, non mi offendo mica! – rido, facendo scoppiare a ridere anche lui.
Mi ricordo quando le prime volte che eravamo usciti pensavo sempre a quanto le nostre due risate messe insieme fossero in sintonia. Sorrido a quel pensiero.
- Come vuoi tu. Dormi un po’ anche tu, se ci riesci. Buona notte, scricciolo. – dice, quasi sussurrando le ultime parole.
- ‘Notte Kyle. – sussurro e chiudo la telefonata. Riprendo a districare l’ultimo nodo dei miei auricolari e riesco a sentire un po’ di musica. Piano piano mi addormento anche io, senza che nessuno mi dia fastidio.
Se solo Kyle fosse con me ..

- Pigrona, alza le chiappe e svegliati! Siamo arrivati nella capitale! – mi urla Brooke dopo avermi staccato gli auricolari dalle orecchie.
- Ma sei impazzita? Mi hai fatto male! – urlo, massaggiandomi le orecchie.
- Dai che adesso ci sarà tutto il bordello per le stanze e le valigie, preparati. – mi dice, alzandomi dal sedile del pullman e aiutandomi a prendere il giubbotto nel vano sopra la mia testa. Appena scendo dal pullman vorrei non essermi mai portata le felpe in valigia.
- Ma si muore di caldo! – sbotto, Brooke ride – Sai, siamo a fine Aprile, sarebbe anche normale.
- Ma io in valigia ho tutte cose calde! Me lo sento, questa è la volta buona che me ne vado all’altro mondo. - esclamo, togliendomi la felpa, rimanendo solo con una canotta celeste.
Brooke mi da un colpetto sulla spalla e sussurra – Mi sa che se proprio devi morire, non accadrà per colpa del tempo … Guarda lì chi c’è.
Mi giro e vedo la quinta L al completo (al liceo classico il quinto ginnasio sarebbe il secondo liceo). Per la cronaca, la quinta L è la classe dove ci sono tutti i ragazzi più carini della mia età.
Alcuni nomi? Jake Lovelace, Eddy Caran, Mike Singh, Sebastian Gier e naturalmente all’appello non può mancare Chris.
Tutte le ragazze sono girate dalla loro parte: dire che hanno fatto un lago di bava è poco.
- Ehi voi due, chiudete quelle bocche che tra un po’ toccano il suolo per quanto sono aperte. – ci dice Lucas, mentre con due colpetti alza le nostre mascelle, facendoci anche male.
- Ahia! Come ti viene in mente? – dico io, massaggiandomi vicino ai denti. Brooke fa lo stesso e lancia uno sguardo di fuoco al ragazzo. Lui scrolla le spalle – Non fate troppa ricotta dietro a quelli, siete impegnate voi due.
- Io tecnicamente non lo sono! – sbotto, prendendo la mia valigia nello scomparto del pullman.
Lucas sospira e Brooke prendendo le sue cose gli fa – Vedere ma non toccare, almeno questo concedicelo.

- Ragazze, vi rendete conto che siamo nello stesso piano di quei bonazzi della L? – ci sussurra Elisabeth Prism mentre siamo impegnate ad ascoltare la guida del Colosseo.
- L’abbiamo notato fin troppo bene. – sogghigna Brooke. Meno male che Lucas non c’è, le avrebbe fatto un bel discorsetto.
Liz sorride come se avesse già un piano malefico in mente – Ragà, io a uno di quelli me lo porto in camera per forza! – io e Brooke scoppiamo a ridere.
Per chi non la conosce, Liz può sembrare un po’ troia, ma lei dice certe cose soltanto per scherzare.
- Elisabeth stai zitta, che tanto nessuno ti piscia.
Eccola la vera troia della classe. Clare Stockwood, la solita biondona occhi azzurri con una quarta di seno e alta un metro e ottanta. Insopportabile come sempre.
- Clare, un po’ di cazzi tuoi mai? Visto che ne hai tanti a cui badare … - le dico io, acida come non lo ero mai stata. Liz e Brooke sgranano gli occhi e poi ridono per il doppio senso.
Clare sbuffa inviperita e torna a sparlare con la sua schiavetta Georgia (quella della festa in discoteca, vi ricordate?). Brooke mi da il cinque e tutte e tre ci affrettiamo a raggiungere Willow e Leslie e Jules per chiacchierare un po’.
Le intravediamo sedute molto dietro la guida, intente a parlare con tre ragazzi. Quando ci rendiamo conto di chi sono, ci blocchiamo.
Aspettiamo che finiscano di parlare e prima di andarsene il castano saluta Willow dandole un veloce bacio a stampo. Quando siamo sicure che i tre si siano allontanati, ci avviciniamo.
- E tu da quando stai con quel tostacchione di Ed? Non dicevi che era sempre antipatico con te? – le chiedo, dandole una gomitata nel fianco.
Willow ride e arrossisce – Stiamo insieme da un mese, dovresti saperlo. Ah giusto, sei impegnata a stare dietro a quel tuo amico .. Come si chiama?
- Kyle, e ne vale 100 di quei ragazzi, fidati Willow! – ride Brooke. Cerco di minimizzare, ma Brooke intralcia tutti i miei tentativi.
- Comunque, ringraziatemi per il regalino di stasera. – dice Jules facendoci l’occhiolino. Io e le mie due amiche la guardiamo interrogative.
Lei ride – Grazie ai contatti di Willow e al mio sorprendete carisma, stasera si esce con i Magnifici 5!
Si, è alquanto stupido, ma per scherzare li chiamiamo così. Io e le mie amiche urliamo – Che cosa?!
- Si, stasera ci vediamo giù nella hall dopo che le vecchie zitelle hanno fatto il loro giro di ricognizione e ci facciamo due giri per Roma. Non è fantastico? – esulta Jules.
Io la guardo di sottecchi – Ma a te non piaceva Will?
- Infatti è tutto un piano malefico per farlo ingelosire. Ci scommetto un occhio della testa! – dice Leslie, rivolta a Jules.
Lei sbuffa – Lui continua a ignorarmi? E io me la spasso con Jake, alla faccia sua! – fa una linguaccia, ipoteticamente rivolta a William.
- Potevi benissimo uscire con lui senza mettere noi in mezzo! – le urlo. Forse sto esagerando, meglio darmi una calmata.
- Non dirmi che uscire con Christian Murray non ti farebbe piacere. Lo sanno tutti che vi sentite! – dice Jules. Io sgrano gli occhi – Non è vero, ci sono uscita insieme per una scommessa, ma è finito tutto lì!
- Se se, dicono tutti così. – Dicono Willow e Leslie, ridendo.
- Brooke, almeno tu dammi ragione! – le dico, quasi supplicandola.
- In effetti la situazione è alquanto strana ..
- Ragazze, smettetela di disturbare la guida! Zitte e ascoltate. – ci urla la professoressa di Matematica che ci ha accompagnato.
Mi siedo su un gradino e sbuffo, pensando al guaio in cui mi hanno cacciato. Io non avevo la minima intenzione di rivedere Chris, non mi sembra giusto nei confronti di Kyle.
Dopo tutto quello che ha fatto sabato sera per controllarmi dovrei tradire la sua fiducia? Non mi va proprio, nemmeno per stare con un ragazzo bello come Chris.
Però, cavoli se è bello. Siamo tutti seduti sulle gradinate del Colosseo e lui è seduto qualche gradino più sotto di me, alla mia destra. Riesco a vedere perfettamente il suo profilo lineare e i suoi capelli così scuri da sembrare neri.
Si gira dalla mia parte e notando che lo sto fissando mi sorride e fa un cenno con la testa, come per salutarmi. Ricambio il sorriso  e poi torno a guardare la guida. Bella figura di cazzo che hai fatto, Lavi.

- Oddio, non dirmi che dobbiamo camminare ancora. I miei piedi vogliono staccarsi dalle caviglie! – dico implorante a Lucas.
Lui ridacchia – Non preoccuparti, stiamo tornando in albergo per mangiare. E’ solo che ci torniamo a piedi.
– E’ vero che mi prendi in braccio e mi porti tu per tutto il tragitto? – gli chiedo, facendogli gli occhi dolci e la voce da cucciolo bastonato.
- Mi dispiace, è impegnato a portare me! – urla Brooke, saltando sulla schiena di Lucas e appendendosi per il collo. Per l’impatto Lucas stava quasi per cadere in avanti.
- Brooke, mi stai soffocando! – le dice, cercando di spostarle le mani sulle spalle. Non capisco nemmeno io come fanno, ma si sbilanciano e cadono tutti e due col sedere sul marciapiede.
Ci mettiamo a ridere, e smettiamo solo quando ci accorgiamo di aver perso le tracce della nostra classe.
- Oh merda, avete una cartina? – chiede Lucas. Io annuisco  e gliela porgo. Per fortuna che ho segnato tutti i posti dove andremo in questi 7 giorni, compreso l’albergo. Il mio amico individua la strada e ci incamminiamo.
Durante la passeggiata parliamo tranquillamente del più e del meno, e in dieci minuti siamo davanti all’albergo. Che strano, si trova davanti a un liceo classico.
Facciamo per entrare quando una voce fin troppo riconoscibile ci urla alle spalle.
- Ehi ragazziiii! Che ci fate voi tre qui?
Rabbrividisco. Non ci posso credere, ma questo qui non ha un lavoro?
- Che cazzo ci fai tu qui, Hope? – urliamo noi tre all’unisono. Il rosso sogghigna – Non penserete mica che io sia il vostro angelo custode che vi segue dappertutto, vero? Sciocchini, sono qui per lavoro. – dice, guardandosi le unghie ben curate. Io sospiro – Sentiamo, che incarico hai questa volta?
- Un convegno sulla cultura classica. Oggi c’è stata la prima conferenza. Se non mi credi guarda tu stessa: lì c'è il manifesto ufficiale e tra un po’ usciranno tutti i partecipanti dalla scuola.
In effetti, un po’ di gente c’era lì davanti. E adesso ne sta uscendo altra. Do le spalle alla scuola, guardando i tre in faccia.
- Sapete, stanotte mi ha chiamato Kyle per sapere come andava, e mi ha detto che avrebbe partecipato a un convegno fuori città. E se fosse qui anche lui? – chiedo.
I miei amici guardano il cancello della scuola interrogativi e dopo cinque minuti buoni a fissarlo si guardano e scoppiano a ridere.
- Hunter qui? E’ assurdo! – dice Brooke, ridendo e piegandosi quasi in due.
- Ma dai, non potrebbe essere! – fa Lucas, facendo un risolino. E’ una mia impressione o sono risate sforzate?
- Sarebbe troppo bello se il mio patatino biscottino pasticcino adorato fosse proprio qui. – dice Hope, con lo sguardo rivolto alle porte della scuola.
- Ma che diamine avete da guardare? – dico, girandomi.
- NIENTE! – urlano i tre, girandomi di nuovo verso di loro. Li guardo con un sopracciglio rivolto verso l’alto e loro mi sorridono.
- Quei sorrisi sono più finti dei denti di mia nonna. – gli dico, provando a girarmi indietro, ma i tre mi bloccano prontamente.
- Per il tuo bene, cara, non ti girare! – mi dice Hope con un tono stranamente serio.
Un motivo in più per girarmi.
Riesco a liberarmi dalle loro strette e finalmente riesco a vedere anche io il motivo del loro atteggiamento strano.
Lo guardo stringere la mano a numerosi uomini, che dall’aria sembrano tutti professori. Cavolo, perché non sei rimasto a casa tua a studiare per quel maledetto esame, Hunter?

Dopo un’abbondante decina di minuti, Kyle si gira dalla nostra parte e mi fissa. Scende la scalinata e mi si avvicina.
Oddio, e adesso?
- Perché non mi hai detto che saresti venuto qui a Roma? – gli chiedo di getto, prima che possa dire o fare qualsiasi cosa.
- Mi hai detto che andavi al convegno, tanto valeva dirmi tutto. – conitnuo. Il tono è serio, ma non sono arrabbiata veramente.
Solo una notte prima desideravo stare con lui e adesso che ce l’ho davanti a me non posso certo fare l’incoerente e desiderare che se ne vada!
- In effetti ti avevo chiamato per dirtelo, ma poi ho preferito tacere per farti una sorpresa. Una sorpresa che non è andata in porto però, visto che si siamo incontrati prima del dovuto. – fa un sorriso sghembo.
Dal tono di voce pacato sembra che abbia paura di qualche mia strana reazione. Dopo quello che è successo tra di noi e dopo tutti i nostri litigi, lo capisco.
- Ragazzi, voi salite pure in camera. Se la prof mi cerca dite che mi sto facendo una doccia. – dico ai miei amici, che prontamente entrano nella hall. Hope sembra essersi volatilizzato insieme a loro.
Kyle mi guarda leggermente sorpreso.
- Penso che noi due abbiamo un bel po’ da dirci. – gli dico, abbassando lo sguardo. Lo vedo annuire – Ci vogliamo sedere? – chiede, indicando con il mento la scalinata della scuola di fronte. Dico di si e ci sediamo sui gradini in pietra.
- Cosa dobbiamo dirci precisamente? – chiede Kyle, teso. Io gli prendo la mano, per rassicurare lui. E per rassicurare anche me.
- Voglio capire che diamine stiamo facendo. Da quello che è successo alla festa di tua madre in poi, non ho capito più niente di quello che è successo tra noi. Insomma, tu eri ancora indeciso su cosa fare con Meredith …
- Merryweather – mi interrompe – te lo ripeto un’ultima volta: quello che è successo alla festa con Meredith non ha significato nulla. Per me è come se lei non fosse mai tornata in città. Voglio stare soltanto con te adesso.
- Allora perché non siamo già fidanzati e ci scambiamo baci senza aver deciso qualcosa di effettivo? – gli chiedo. La voce è strozzata da un pianto che cerca di uscire, ma che tento di soffocare.
Più diretta di così si muore.
Perché alla fine è questo il problema: Kyle parla e parla, ma quando si tratta di passare ai fatti non quaglia nulla. E non ne capisco il motivo, visto che dice di avermi detto la verità quando mi ha detto che gli piacevo.
Kyle mi guarda sorpreso (lo avevo detto che ero stata troppo diretta!).
- Vuoi sapere la verità? – mi chiede, sorridendo. Io annuisco, preoccupata.
- In realtà, dopo quei baci di venerdì e dopo che non ti sei arrabbiata con me sabato, pensavo che fosse sottinteso che stessimo insieme. – dice.
Vedendo la mia faccia scandalizzata, ridacchia – Lo so, scommetto che adesso hai intenzione di picchiarmi, vero?
Vorrei strozzarlo. No, ma che dico, strozzarlo significherebbe fargli un favore! Gli devo far passare le pene dell’Inferno!
- Mi spieghi come cazzo fai a sottintendere certe cose?! – gli urlo e inizio a pizzicarlo sulle braccia. Lui sopporta per qualche secondo, ma non riuscendo a resistere di più, cerca di farmi smettere facendomi il solletico.
Brutto bastardo!
- Se continui a farmi il solletico giuro che mi incazzo sul serio, Hunter! – urlo, ridacchiando.
Lui sbuffa – Peccato, mi stavo divertendo.
- Si, solo perché avevi la meglio. – dico ridendo e lui alza le spalle – Touché.
Io mi appoggio alla sua spalla e lui appoggia la sua testa alla mia. Brutta cosa stare affianco ad un figone alto un metro e ottantacinque, si nota davvero troppo la differenza!
Rimaniamo un po’ tranquilli, fino a quando Kyle non rompe il silenzio.
- Quindi, se non ho capito male, vorresti che io ti dicessi ufficialmente se siamo fidanzati. E’ questo il problema? – mi chiede, mentre mi accarezza lentamente i capelli.
Io annuisco e lui mi gira il volto verso il suo prendendolo con due dita.
- Lavinia, mi piaci da impazzire. Vuoi concedermi l’onore di essere il tuo ragazzo? – mi chiede Kyle, sorridente, a un centimetro dalla mia faccia. Io faccio un sorriso a trentasei denti – Sì.
Colmiamo il vuoto tra noi e ci baciamo. Il nostro è un bacio delicato, quasi insicuro, come se non riuscissimo a credere a quello che sta succedendo.
Quando il bacio sta diventando sempre più impetuoso e passionale, il mio telefono squilla sonoramente.
Mi stacco controvoglia da Kyle e rispondo – Pronto?
- Lavi, ma tu lo sapevi che la nostra camera si affaccia proprio sulla strada principale? – mi chiede Brooke ridendo.
Io alzo immediatamente lo sguardo e vedo Lucas, Brooke e Hope (che cavolo ci fa lì quell’impiccione?!). Anche Kyle lo nota e iniziamo a ridere.
- Dai piccioncini, ci dispiace separarvi, ma tu hai un orario da rispettare. Dalla regia mi dicono che tra un po’ si mangia, quindi muoviti! Dai la buonanotte al mio zuccherino anche da parte mia! – urla Hope, che ha rubato il cellulare dalla mano di Brooke. Faccio per ribattere, ma il rosso ha già chiuso la conversazione.
- Ma quello quando la smetterà di chiamarmi con stupidi nomi? – mi chiede, visto che aveva scoperto in che modo lo chiamava Hope.
Io gli sorrido e imitando Hope gli rispondo – Penso che non lo farà mai, pasticcino patatino!
 Lui scuote la testa divertito – Prevedo tempi duri con te, scricciolo.
- Ti ho sempre detto che non sono una tipa facile. – rido e dopo avergli schioccato un bacio sulla guancia mi sussurra – E mi piaci anche per questo.


* * *
Sono tornata con questo nuovo capitolo! Beh, adesso le cose tra Lavinia e Kyle sembrano essersi stabilizzate, visto che finalmente hanno chiarito come stanno le cose tra di loro. Ma c'è sempre la quiete prima della tempesta ..
Proverò a fare il possibile per aggiornare al più presto, grazie mille a tutte le ragazze che hanno recensito e a quelle che mi seguono.
Un bacio e alla prossima! Clau

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Capitolo 20
*** Piccoli tranelli ***


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Capitolo 20: Piccoli tranelli
 

Toc toc. Io e le mie compagne di stanza ci guardiamo dubbiose.
- A quest’ora può essere solo quella vecchia zitella della Crayer. – dice Liz a bassa voce. Jules va ad aprire alla porta e, come si era aspettata, la nostra acida professoressa di Storia entra in camera.
- Castell, Connor, Merryweather, Prism. Bene, ci siete tutte e quattro. Mi raccomando, non voglio essere costretta a rimandarvi a casa. Adesso andate a dormire. – ci dice, con la sua voce da cornacchia.
- Sì, professoressa. A domani. – Le diciamo in coro, mentre lei è già sgattaiolata via dalla stanza. Io e le mie amiche ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
Eravamo tutte e quattro col pigiama, intente a fare la parte delle santarelline con la prof. Pensa che staremo zitte e tranquille nella nostra camera? Beh, diciamo solo che non sentirà nulla solo perché la stanza sarà vuota fino a stanotte.
Ci spogliamo velocemente dei nostri pigiami per indossare i nostri vestiti normali. Oddio, l’aggettivo normale vale solo per me, visto che le altre hanno indossato tutte minigonne e vestitini.

- Brooke perché non ti metti quel vestito che ti sei portata? Quello blu che non vedevi l’ora di mettere .. – dico alla mia amica.
Lei mi sorride – Non ho bisogno di fare colpo, io rimango con Lucas stasera.

- La ragazzina vuole già darsi da fare! – commenta scherzando Liz. Ridiamo tutte, Brooke fa un sorriso timido e imbarazzato.
- Ragazze, forse è meglio che non esca con voi. – dico, pensando a come potrebbe reagire Kyle sapendo con chi devo uscire stasera.
- CHE COSA? Assolutamente no! Tu devi esserci! Cinque sono i ragazzi e cinque dobbiamo essere anche noi. – urla Jules contrariata.
- Ma che dici, non è assolutamente necessario che venga anche io! Tanto non siete coppiette ufficiali, non farà minimamente la candela. – dico io, ripensando al sabato precedente. Era stato gentilissimo per ogni minima cosa, mi piacerebbe uscirci di nuovo. Ma solo come amici, e con Chris preferisco non rischiare visto che è palese che mi venga dietro. Non sarebbe giusto nei confronti di Kyle. E se mi vedesse?
- Ma l’intenzione è proprio quella! Dai, chi è che non combina qualcosa in gita? Non fare la parte della zitella e vieni con noi! Ti prego! – mi fa Liz, terminando con la vocina da cucciolo a cui non so resistere. Al diavolo tutti i buoni propositi.
In fondo, non è detto che debba succedere per forza qualcosa, giusto?

- E va bene. – sospiro sconfitta. Liz e Jules esultano – Dai, ci divertiremo!
- Non credi sarebbe meglio dire anche a loro quello che è successo? Così puoi vederti con Kyle. – mi sussurra Brooke preoccupata.
- Non preoccuparti. – le sorrido – Penso di poter gestire la cosa. In fondo, per stare con Kyle ho ancora una settimana. – le dico all’orecchio.
Lei scuote la testa – Sarà, ma Chris non mi convince molto. Anche Lucas mi sembrava turbato quando ha saputo che voi cinque uscite con quelli lì.

- Che vuoi dire? – le chiedo, insospettita.
- Non mi ha detto di preciso cosa gli da fastidio di Chris, penso che dovresti chiedere meglio a Lucas.
- Vabbè adesso non c’è tempo, glielo chiederò domani. – le dico, mentre le mie due amiche hanno finito di preparasi.
Mi alzo dal letto e saluto la mia amica, ma quando ho già chiuso la porta, mi rendo conto che Brooke ha sussurrato qualcosa che suonava come un “Sì, quando la frittata sarà già fatta”

* * *

Sono appena tornato dal ristorante. Quanto cazzo è buona la cucina italiana! Guardo l’orologio, sono le nove e mezza. Chissà Lavinia cosa starà facendo. Quasi quasi le chiedo di uscire, tanto uscirà sicuramente con le sue amiche, ci potremmo incontrare in giro. Giro la chiave nella serratura ed entro nella mia camera. Appoggio la giacca su una sedia vicina e accendo la luce.
Mi guardo nello specchio dell’armadio, che riflette quasi tutta la stanza, e sobbalzo.
- Sorpreso di vedermi, ciccino? – mi chiede Meredith, sdraiata con nonchalance sul letto matrimoniale, con una voce più melensa dello zucchero.
E’ vestita (più che altro, svestita) con un completo intimo di pizzo rosso e nero e sopra ha una vestaglietta semi trasparente che, molto teoricamente, dovrebbe coprirla.
- Meredith, che cazzo ci fai qui? – chiedo, evidentemente irritato. Lei si alza lentamente, cercando palesemente di sedurmi con i suoi movimenti.
- Sai, questa tua fuga a Roma non mi è piaciuta affatto. Soprattutto perché non mi hai avvisato. Ma possiamo sempre rimediare .. – lascia la frase in sospeso, passando un dito sulla mia camicia. Mi allontano bruscamente.
- Lasciami in pace. Io con te ho chiuso, te l’ho già detto. – le dico. Lei scoppia in una risata.
- E pensi davvero che io ci sia cascata? Si capisce benissimo che mi vuoi. – sussurra, e appoggia le sue braccia sulle mie spalle.
Si avvicina al mio orecchio e mi dice a bassa voce – Pensaci, in fondo con quella nanetta non puoi fare ciò che vorresti fare con me. Posso ben immaginare che tu sia in astinenza da un po’ e che voglia .. diciamo sfogarti.
La solita gatta morta. Non la sopporto quando fa così. Però in quanto ad astinenza, purtroppo le devo dare ragione. Deglutisco rumorosamente, e Meredith sorride soddisfatta.
- Dai, dammi quest’ultima possibilità. Se dopo continuerai a dire che non vuoi più stare con me, me ne andrò per sempre. Tornerò a Milano e ci lasceremo definitivamente. Almeno, ti sarai fatto una sana scopata dopo un bel po’ di tempo che sei stato a digiuno. – afferma, stranamente seria. Io scrollo la testa.
- Questo è il punto. – prendo le sue braccia e le lascio cadere via da me.
- Tu vuoi semplicemente scopare. Io invece voglio stare con Lavinia proprio perché lei mi vuole bene sul serio. Dopo tutte le volte che l’ho fatta incazzare, mi ha perdonato: ha avuto la forza e il coraggio di perdonarmi perché mi vuole bene per quello che sono. – Meredith ha gli occhi spalancati. Non si capacita di ciò che le sto dicendo.
Mi avvicino al suo orecchio e sorridendole le sussurro – Ti dirò un segreto: a lei piaccio io, non l’amico dei Paesi Bassi.
- Come ti permetti?! – urla, dandomi uno schiaffo. Di certo avrò una faccia stupita, ma l’espressione di Meredith è impagabile. A stento riesco a non riderle in faccia.
Impettita, indossa il suo impermeabile nero come i suoi capelli e attraversa il corridoio della mia stanza. Apre la porta, si gira un secondo verso di me.
- Te la farò pagare. Puoi scommetterci, ciccino.
Detto questo, esce fuori sbattendo la porta. Quel “ciccino” alla fine della frase era alquanto inappropriato e inquietante.

Afferro velocemente il mio cellulare e compongo il numero della causa di tutti i miei problemi.

- Pronto? – risponde una voce femminile.
- Adesso basta fare la santarellina, cosa vuoi da me?
- Fratellino caro, come saluti le persone tu, non c’è nessuno al mondo! – risponde ironicamente, mia sorella Julie. E’ l’unica che possa aver detto a Meredith che ero a Roma. La sento ridere dall’altra parte della cornetta.
- E’ già arrivato il regalino? – chiede, curiosa.
- Fanculo, Julie. Mi spieghi che cazzo hai intenzione di fare? Solo perché Meredith fa tanto l’amica con te, non vuol dire che mi deve ronzare attorno peggio delle mosche! – le urlo. Lei risponde impassibile.
- Voglio aiutarti. Sai meglio di me che Meredith è il tuo vero amore e che vuoi soltanto giocare con quella lì. – dice quelle ultime parole con un veleno che non credevo potesse avere.
Julie non era mai stata così con me. Era sempre stata la perfetta sorella maggiore, persino da piccola.
- Sai bene che non è così. – le dico. È
 vero, il primo giorno che ho incontrato Lavinia, forse ho pensato che potesse essere uno svago. Mi era parsa una sfida: lei così ingenua e innocente, non credeva all’amore. Volevo farla innamorare per gioco, dicevo a me stesso. Eppure mi sono innamorato di lei prima che potesse farlo lei. Quando è tornata Meredith, ne ho avuto la prova: nonostante lei si volesse concedere a me, e nonostante io fossi in astinenza da mesi, non ce l’ho fatta. Quella sera ho capito che non sarei riuscito mai più a fare sesso senza amore. Ho capito che amo Lavinia, come non ho mai amato nessuno prima d’ora.
- Vuoi forse farmi credere che ti sei innamorato di quella troietta? – chiese, con un tono canzonatorio.
- Non ti azzardare mai più a chiamarla così. O giuro che non mi sentirai più per il resto dei tuoi giorni. – rispondo, incazzato come non mai.
- Non fare il bambino, Kyle. Credi davvero che lei ti ami? Pensi sul serio che voglia avere una storia seria con te? Me l’hai detto tu stesso che non è propensa a questo genere di cose.
- Quando l’ho detto, intendevo dire che lei non è mai stata fidanzata e che aspetta il ragazzo giusto. – quasi ruggisco. Mia sorella si è dimostrata una vera cogliona. Non capisco cosa le importi se sto con Lavinia o meno.
- Certo, come no. E che mi dici di quello con cui ballava alla festa di mamma? – continua, la serpe. Cerco di ribattere, ma lei mi anticipa.
- Si vede lontano un miglio quando sei geloso. Non ho potuto fare a meno di notare chi fosse l’oggetto del tuo sguardo rabbioso.
Prendo un respiro, per raccogliere le idee e per provare a calmarmi. Peccato che non ci sia riuscito.
- Adesso basta. Julie, non so che cazzo volete tu e quell’altra puttana da me, ma sappi che questa te la farò pagare. Non voglio avere altre grane quindi avverti la tua cara amichetta di stare lontana da me. O giuro che non sarai più mia sorella. Detto questo, vai a dormire. – ringhio, chiudendole il telefono in faccia. Dopo essermi assicurato che la chiamata sia terminata, mando un messaggio a Lavinia.
Alzo lo sguardo e vedo un Kyle sconvolto, in tutti i sensi. Non bastava Meredith a rabbuiarmi, si era messa in mezzo anche mia sorella che mi ha insinuato più dubbi di quanti ne possa sopportare.

Ho bisogno di vedere Lavinia. Adesso.
 

***

- Una volta per tutte, ci spieghi perché non ti sei messa una gonna o un vestito? – mi chiede Liz mentre aspettiamo nella hall i ragazzi. Sbuffo per l’ennesima volta.
- Primo, ho portato solo jeans e leggins. Secondo, non devo fare colpo su nessuno, ergo, non ne ho bisogno! – esclamo. È davvero così difficile per loro capire che Chris non mi interessa?
- Come se non si sapesse che Christian ti ha puntato. Peggio per te. – afferma Jules. La guardo di sottecchi. In fondo è colpa sua se mi trovo in questa situazione.
- Dai adesso basta litigare, tra un po’ i ragazzi saranno qui. – dice Willow, cercando di calmare le acque. Povera piccola ingenua, non sa che cosa aspetta Jules! 
- Buonasera ragazze. – ci saluta Eddy, con lo sguardo da ebete rivolto a Willow. Sembra cotto a puntino, il ragazzo! Lo seguono i suoi amici Mike e Sebastian.
- Scusate se abbiamo fatto un po’ tardi, abbiamo avuto un contrattempo. – si scusa Mike, con un sorriso cortese.
- Quei due ancora non sono scesi? – chiede Sebastian irritato, riferendosi a Jake e Chris.
- Parli del diavolo, e spuntano le corna! Da quanto tempo, caro! – grida Jake alle spalle di Sebastian. Il biondo sbuffa nervoso. Mi viene spontaneo alzare un sopracciglio.
- Non puoi capire che gli abbiamo fatto passare in camera. – mi sussurra Chris all’orecchio, facendomi sobbalzare per la sorpresa. Gli lancio uno sguardo di fuoco e lui, come se non avesse notato nulla, mi sorride benevolo.
- Allora, andiamo? – chiede Leslie, tirandomi una gomitata nel fianco, facendomi sussultare e tossire non poche volte.
- Prima che mi prendo un infarto, meglio che esco. – dico a bassa voce, in modo che solo Chris, il più vicino a me, riesca a sentire. Lui scoppia a ridere e mi dice nell’orecchio – Non preoccuparti, potrei sempre rianimarti io.
Ecco, è esattamente quello il problema!

- I miei poveri piedi! Non puoi capire il dolore! – urla Liz, che mi sta sfruttando come stampella per reggersi in piedi. Io l’ho sempre detto che è meglio evitare di mettere i tacchi quando si sa che di camminerà per un pezzo.
Le altre ragazze almeno evitano di sbraitare le loro pene ai quattro venti, mentre Liz, impulsiva com’è, non riesce a farne a meno. Willow e Eddy sono andati a fare un giretto da soli.
E a quanto vedo, anche le altre coppiette che si sono formate hanno intenzione di fare lo stesso. Soltanto a me non importa nulla di quei cinque?
- Se vuoi cerchiamo una farmacia insieme. Credo che qui in centro ce ne sia almeno una che faccia il turno di notte. – dice Mike a Liz. Almeno dall’espressione, sembra esausto anche lui delle sue continue lamentele.
Quando finalmente Liz si è convinta a comprare dei cerotti ed è abbastanza lontana da me, tiro un sospiro di sollievo.
- Che fai, non vedevi l’ora di stare sola con me? – mi chiede Chris all’orecchio, facendomi spaventare per l’ennesima volta. Ecco a cosa non avevo pensato: tutti gli altri non ci hanno messo tanto quanto Liz e Mike a defilarsi!
- No, è solo che era diventata peggio di un’ambulanza. – affermo, esasperata. A sapere che sarebbe andata a finire così, però, avrei preferito tenermi stretta quella sirena nelle orecchie.
Il mio telefono vibra. Guardo lo schermo: è un messaggio di Kyle.
- Questo adesso lo prendo io. – sussurra Chris, sfilandomi il cellulare dalle mani con tutta la nonchalance di questa Terra.
- Ehi, che vuoi? Dammi il telefono! – urlo, ma lui non cede. Tiene il telefono sopra di lui in modo che, nemmeno saltando, riesca ad afferrarlo. Odio i ragazzi più alti di me!
- Per adesso, scordati pure di avere un cellulare. Lo terrò in ostaggio. – afferma, sorridendo beffardo.
- Dai, potrebbe essere importante! – urlo, cercando inutilmente di acchiappare il mio telefono. Ma questo qua che diamine vuole adesso?
- Se fosse stato realmente importante, ti avrebbero chiamato. – dice lui, con fare da sapientone.
- E magari potrebbero farlo, se non rispondo a quel messaggio! Smettila di fare il bambino e dammi quel telefono. – dico io, arrabbiata. Il gioco è bello finché dura poco, soprattutto se ci va di mezzo il mio rapporto con Kyle.
Chris non da segni di comprensione e continua a tenersi stretto il mio telefono.
- Te l’ho detto, adesso è un mio ostaggio. Lo potrai riavere solo se mi farai un favore.
I nostri due volti sono vicini, troppo vicini. Lo guardo dubbiosa.
- Che genere di favore?  - chiedo. So dove vuole andare a parare, ma può scordarsi un “favore” di quel tipo. Chris sorride, irriverente, e mi alza il mento verso di lui.
- Un bacio. Nulla di più. – sussurra, visto che siamo a così pochi centimetri di distanza. Istintivamente, mi allontano.
- Sei impazzito o cosa?! – urlo. Mi guardo attorno: per fortuna siamo in un vicoletto e non passa nessuno. Momento, che via è questa?
- Nessuna delle due. Lo rivuoi il tuo telefono o no? – chiede lui, tranquillamente.
- Sono fidanzata, col cavolo che ti bacio! – urlo, incrociando le braccia al petto e sperando che mi ridia il cellulare. Chris si blocca per un attimo. La notizia deve averlo colto alla sprovvista. Ma poi scoppia a ridere.
- Non preoccuparti. – si avvicina lentamente a me. Non riesco a muovermi, sono paralizzata. Mi accarezza il braccio scoperto. Sale su fino alla spalla e poi si sofferma sulla mia guancia.
Si avvicina al mio orecchio e sussurra – Non ne saprà mai nulla, io non parlerò se tu non parlerai. E adesso è occupato in faccende da sbrigare nell’albergo …
- Aspetta. – dico, ritrovando la capacità di muovermi che avevo momentaneamente perso.
- Come fai a sapere che Kyle è qui? Non lo sa nessuno tranne me, Lucas e Brooke. E qualcosa mi dice che con loro non hai parlato molto. – affermo. Lui ride.
La sua risata non mi piace per niente, non è allegra. È derisoria. È quasi cattiva. Mi ricorda tanto quella di una troia di nome Julie.
- Diciamo che ho un’amica molto fidata che conosce i suoi spostamenti. – risponde.
Non mi ci vuole molto tempo a fare due più due. Quella serpe è capace di mettersi in mezzo anche quando non c’è.
- Vai a farti fottere, Chris. – dico. Riesco a rubargli il mio cellulare dalla tasca, e scappo letteralmente da lui.
Corro alla cieca, poiché non ho la più pallida idea di dove sia. Non ho una mappa e ho perso completamente l’orientamento. Il mio telefono, il mio caro e vecchio telefono, non ha nemmeno un gps o delle mappe satellitari.
Sono sola, persa in una città che non conosco.
Bella situazione di merda.

Mi siedo su una panchina di una piazzetta. E’ notte tarda, non c’è nessuno. Non passa né un taxi, né un autobus. Sono disperata.
- Aoh, signorina! Le serve una mano? – urla un tizio su una Vespa grigia.
Dalla corporatura e da qualche ruga sul viso, si direbbe che abbia più o meno quarantacinque anni. Rimango ferma e muta come un pesce.
Già non so come tornare a casa, non ci tengo ad avere altri guai!
- Signorì, sto dicendo a te! Non c’è molta gente qui in giro, sai? – dice, sorridendo. Alzo lo sguardo verso di lui. Perlomeno, non sembra un maniaco.
Lo sconosciuto appoggia il motorino ad un palo della luce e si avvicina.
- Successo qualcosa? Mi si stringe er core a vederte così, potresti essere mia figlia.
Ed è a quel punto che scoppio in lacrime. Non mi importa di fare una figura del cavolo davanti a uno sconosciuto. Troppe cose messe insieme, ho assolutamente bisogno di sfogarmi.
- Signorina non fare così! Te l'ho detto, mi si stringe er core! Fatti abbracciare. – dice col suo strano accento, e lo lascio fare tranquillamente.
Verso fiumi di lacrime, come ho fatto poche volte in vita mia. Tra le lacrime e i singhiozzi, provo ad articolare una frase, non riuscendoci. Riesco solo a fargli capire che mi sono persa.
- Eh, e qual è il problema? Ci sono qua io! Lo vedi quel bel motorino? Adesso tu mi dici la strada di casa e ti ci porto sana e salva. Non avrai paura di un motorino? – dice lui, come se tranquillizzare le ragazzine fosse il suo mestiere. Scrollo la testa, così l’uomo si rimette in sella e mi fa accomodare dietro di lui. Gli dico la via dell’albergo e lui, senza chiedere nulla, mi ci accompagna.

Dopo una ventina di minuti buoni, siamo davanti all’entrata dell’hotel. Durante il tragitto ho avuto modo di calmarmi, perciò cerco di scusarmi in qualche modo con lo sconosciuto.
- Davvero, mi scusi per tutto il disagio. È solo che sono una turista e mi ero persa. Niente cartine o mappe. E in più sono venuta a sapere di brutte notizie. Non so come ringraziarla per avermi aiutato. Avrebbe potuto passare avanti senza fare niente, e invece si è fermato e mi ha riaccompagnato. Se posso fare qualcosa per lei, non si disturbi a chiedere. – dico, togliendomi il casco che mi aveva prestato l’uomo. Lui mi sorride.
- Tranquilla, nessun disturbo. Se proprio vuoi farmi un piacere, vieni a trovarmi in questi giorni, così puoi spiegarmi tutto con calma. Al Ristorante Alfredo, a Piazza Augusto Imperatore. Devo andare, se vedemo signorì! – dice, mettendo il
casco sulla testa e sfrecciando sulla sua Vespa.
Giuro che lo andrò a trovare. In fondo, qualche spiegazione gliela devo.

Salgo su per le scale, mi infilo nel corridoio della mia stanza. Quando la raggiungo, trovo una sorpresa.
- Mi dici dove cazzo sei stata per tutto questo tempo? Perché non mi hai risposto al messaggio? – urla Kyle, preoccupato.
Non rispondo. Semplicemente, gli salto addosso e gli lego le braccia al collo come solo i cuccioli di koala sanno fare.
Per l’impatto, Kyle perde leggermente l’equilibrio, ma riesce a rimanere in piedi. Appena stacco il viso dal suo petto mi rendo conto che sto piangendo di nuovo.
- Scricciolo, qualsiasi cosa ti sia successa, ci sono qui io adesso. Non piangere, ti prego. – sussurra, asciugandomi le lacrime che scendono copiose sulle guance. Annuisco, cercando di calmarmi nuovamente.
Kyle bussa alla porta della mia stanza e subito ci apre Brooke in pigiama.
- Lavinia! Eravamo così in pensiero! – urla, stringendomi tipo piovra. Lucas, che stava nella stanza, ci raggiunge subito. Prima di assalirmi con le domande, mi fanno sedere sul letto. Kyle si siede affianco a me e mi prende la mano.
- Tesoro, stai tranquilla adesso. Ci puoi spiegare che è successo? – chiede Brooke, con un tono molto più pacato del solito. Annuisco e, tra qualche singhiozzo e un'ultima lacrima, inizio a raccontare tutto il piano che aveva architettato Julie.


***
Eccomi qua! Dopo tre mesi (lo so, la puntualità non è il mio mestiere) sono riuscita a sfornare questo nuovo capitolo.
Beh, da questo momento in poi, verranno scoperte un po' di carte in tavola. Se Lavinia sperava di allontanare i problemi allontanadosi dalla città, sbagliava di grosso u_u
Si è capito che Julie non sa farsi i cazzi suoi e che si diverte a dare noie a suo fratello e alla sua novella ragazza, Meredith non smetterà mai di fare la troia, e Chris si è aggiunto a questa combriccola di "cattivi".
Spero di poter scrivere il prossimo capitolo al più presto, intanto ringrazio tutte quelle persone che hanno recensito fino ad ora e quelle che recensiranno. Per quelli che seguono e basta, non fate i timidoni, mi fa sempre piacere conoscere nuovi pareri!
Alla prossima, Clau :3

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