Un giorno, il destino di lei si catapultò in uno più felice.

di Lucywrites
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una grande sorpresa. ***
Capitolo 2: *** Amore a prima vista. ***



Capitolo 1
*** Una grande sorpresa. ***


Il mio nome non vi interessa. O meglio, per ora no. Per conoscermi l'importante è capire il mio carattere.
Sono una ragazza, questo credo si sia capito. Sì, ma non come le altre.
Le altre fanno le 'fighe' solo per schiacciare quelle come me ed emergere, amano i trucchi e roba varia sempre e solo per emergere. Si sentono grandi a dire parolacce, mettendosi scarpe con tacchi vertiginosi, dicendo la parola 'ti amo' al primo ragazzo carino che passa senza saper coniugare nemmeno il verbo amare.
Bene, io non sono così. Non mi piace mettermi in mostra, attirare l'attenzione e roba varia. No. Io me ne sto in un angolino, l'angolino più nascosto possibile dagli occhi degli altri, a scrivere qualche appunto, a leggere un libro o semplicemente a riflettere.
Ora voi penserete che sono una sfigata (non mi offendo, è quello che penso anch'io), che non ho amici e sono un tipo solitario. Sbagliate solo in una cosa. Non è che io non abbia mai provato ad avere amici o nessuno mi ha mai voluta, io di amici ne ho avuti. Direi anche troppi, ma tutti falsi.
Di recente ho conosciuto una ragazza, non voglio nemmeno nominare il suo nome. Siamo diventate 'amiche' ma ho subito capito che non era la tipa che si puo definire amica. Non le puoi confidare niente che lo sa mezzo mondo, cerca sempre di far emergere i tuoi difetti e nascondere i suoi e alla prima occasione che le capita ti molla e se ne va con altre.
Lei è l'opposto di me: si ricopre di non so quanti chili di trucco, ama vestirsi in modo 'seducente', la discoteca, i ragazzi e naturalmente, come tutte le ragazze che frequenta, fuma. Poi abbiamo rotto, diceva che ero troppo semplice, troppo diversa da lei e devo dire che quell'occasione fu la mia più grande fortuna.
Non so nemmeno come ho fatto a frequentare gentaglia del genere, forse perchè ero troppo depressa e senz'amici, non riesco proprio a spiegarmelo.
Resta il fatto che da quel giorno sono rimasta di nuovo sola. Sola a gironzolare per le strade del mio paesino, sola in casa mentre i miei genitori erano a lavoro e sola sempre.
La cosa più importante da sapere di me è che non sono innamorata. Non mi va proprio di assumermi responsabilità della vita di uno che non sa badare a se stesso, voglio solo stare per i fatti miei e magari incontrare una vera amica con cui puoi sfogarti e sentirti compresa o capita da qualcuno.
Non ho sorelle o fratelli, sono figlia unica perciò se devo sfogarmi lo faccio con il mio cane che mi sta a guardare come a dire 'mi sono scocciato di sentirti, ora mi porti al parco? mi dai i croccantini?' ma in fin dei conti ha ragione pure lui, è solo un cucciolo di 3/4 mesi, perciò mi sfogo su alcuni foglietti di carta scrivendo quel che penso e aspettando che qualcosa di nuovo cambi la mia monotona e insignificante vita.
Ed un giorno questo accadde.
Mi svegliai verso le 7:00 del mattino, mi alzai pigramente dal letto per andare in cucina, convinta che fosse una giornata monotona come le altre, ma lì trovai una sorpresa, una grande sorpresa.
Era lei, proprio lei: Sam. Era la mia cugina adorata, eravamo cresciute insieme fino al triste momento in cui ci separammo perchè lei andò a vivere in Francia con mia zia. Le saltai addosso facendola cadere, perfortuna sul divano, l'abbracciai a più non posso e poi mia madre mi disse:
« Lù, tua zia ti ha invitata a stare lì in Francia per un po' da lei con Samantha.. la tua risposta è sì credo, vero? » e fece un gran sorriso abbracciandomi. Non ci credevo, la mia insignificante vita si stava trasformando in un sogno. Piansi per la felicità, abbracciata stretta a mia madre. Oh, vero. Ora avete scoperto il mio nome: Lucia. « Partite domani, l'areo è alle cinque del mattino. Perchè non fai la valigia, tesoro? » disse mia madre. Tra le lacrime e il sorriso feci cenno di sì con la testa.
continua..

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Capitolo 2
*** Amore a prima vista. ***


Non poteva essere. No, non poteva.. ma allora perché stava succedendo?
Qualcosa in me stava cambiando. Mi sentivo strana.
Provavo qualcosa, un'emozione.. forse quella che tutti chiamavano felicità e che io non avevo mai provato ma ora sperimentavo cos'era. Sapevo che era un'emozione bellissima, che ti rende piena di te e ti spinge a continuare la vita.
Nel mio cervello frullavano troppe idee, non riuscivo più a controllarle. Poi, mi accorsi che dovevo ricordarmi di vivere e così tornai con il cervello nella mia camera, dove un enorme valigia regnava sul letto.
Non sapevo che portarmi dietro, in quell'enorme valigia. La prima cosa che tirai fuori dal mio comodino fu quell'ammasso di fogli che chiamavo 'amico' e che mi aveva assistita per tutti quegli anni, non potevo lasciarlo lì, a prender polvere in un comodino di legno, lo strinsi forte al cuore e lo misi come prima cosa nella valigia.
Poi capii che quella valigia era troppo grande per trasportare le mie cose più care, troppo. Presi il primo zaino che vidi nella mia stanza, ci misi dentro il mio diario ed alcuni libri che mi avevano fatto crescere durante il mio percorso (nel vero senso della parola).
Non pensai ai vestiti eccetera, quelli gli avrei comprati in Francia con il gruzzoletto di euro che con tanti sacrifici avevo ottenuto.
La mamma mi dette un panino, il solito panino che faceva con tanto amore dai tempi in cui frequentavo la scuola.
Mi strinsi forte a lei, come se i nostri due corpi si fossero uniti in uno solo. Una lacrima scese dai miei occhi verdi e percorse il mio viso.
Dopo quella che sembrò un eternità mi lasciò andare, io le sorrisi, mi misi lo zaino sulla spalla e con Sam mi avviai al aeroporto.
Prendemmo l'areo. Ci vollero tante ore prima arrivare a destinazione.
Dal mio finestrino scorsi il mio minuscolo paesino che pian piano si faceva più piccolo fin a diventare un piccolo puntino disperso. Pensai alla vecchia amica che conoscevo. Di cosa avrebbe fatto nella vita, quella. Ma poi smisi subito di pensare a lei, non volevo caricarmi dei suoi problemi. Di problemi ne avevo già molti senza che lei li aggiungesse.
« Ma cos'hai?! sei in silenzio da circa due ore.. » disse Sam. Ritornai con la mente nell'aereo dove mi trovavo, mi stavo disperdendo nei pensieri troppo a lungo.
« Oh, niente. » dissi.
« Oh, non fingere con me. Ti conosco troppo bene, sai?
Lì a Parigi ti presenterò tanti di quei ragazzi che alla fine smetterai di pensare sempre e solo alle cose infelici. Vedrai! » e mi sorrise. Lei mi capiva, lei sì che era una vera amica. Una che ti fa sentire capita, compresa.
Durante il resto del viaggio non mi andava di pensare, dovevo sentire Sam, darle retta per una volta.
Poi arrivammo. Prendemmo un taxi per la casa di Sam. Parigi era bellissima, fin troppo.
La villetta di Sam era straordinaria. Tutta color pesca, con un giardinetto adorabile.
Entrai, Zia Marghe (così la chiamavo) mi strinse tra le sue braccia come una madre.
« Oh, come sei cresciuta Lù! » le solite frasi che dicono parenti e amici « sei diventata bellissima, anche se lo sei sempre stata! » ok, che sono cresciuta lo accetto pure ma dirmi che sono bellissima mi fece venir da rimettere. Comunque, credo che avrete capito che tipo di discorso mi fece.
In quella casa avevo una camera tutta per me, era abbastanza grande. Ci sistemai il mio zaino e corsi da Sam.
« Vedo che non hai portato nessun vestito.. beh, che ne dici di un po' di shopping?! » ci fu un momento di silenzio. Odiavo ed odio tutt'ora fare shopping, ma effettivamente avevo solo il vestito che indossavo. « Allora?! » disse.
« Ok. » chissà com'era fare shopping nei negozi di Parigi. Presi il mio gruzzoletto e lo infilai in una borsa a perline. Dieci minuti dopo eravamo fuori casa, per le vie di Parigi. Com'era possibile che io, proprio io che odiavo tanto quella roba, me ne andavo a spasso con mia cugina proprio per comprare quella roba? bah, continuai a fare quel che stavo facendo senza pensarci troppo.
Ci fermammo a vari negozi. Sam decise per me, non mi andava proprio di catapultarmi in una montagna di vestiti e gonne. Comprò scarpe, gonne, vestitini, pantaloni e roba varia.
Provai ogni singola cosa e, notai che sembravo anche carina. Decisi di togliermi nel negozio stesso la robaccia che avevo addosso e indossare un vestitino estivo e scarpe più decenti. Il vestito che scelsi era tutto bianco a pois lilla, in regalo davano una collanina graziosa che misi. La parte più assurda del mio abbigliamento furono le scarpe. Scarpe bianche con un laccetto viola e avevano anche un bel po' di tacchetto. Non ho mai pensato o immaginato che nella mia vita avrei indossato abiti così graziosi e che attirano l'attenzione ma non so perché, quel giorno lo feci.
Sam diceva che ero uno schianto ed io, ci credevo tanto! Nella strada del ritorno incontrai un ragazzo. Sam me lo presentò, si chiamava Dan (diminutivo di Daniele) un nome italiano. In effetti questo ragazzo, con mia grande meraviglia, parlava perfettamente la lingua italiana.
Mi sembrava carino. Capelli chiari ed occhi color nocciola e parlandoci scoprii che amava i libri come me. Sam si inventò una scusa andandosene ed io e lui rimanemmo da soli, insieme a dialogare.

continua..

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