Paradiso

di Anor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** AdamPensiero ***
Capitolo 2: *** TommyPensiero ***
Capitolo 3: *** Paradiso ***



Capitolo 1
*** AdamPensiero ***


Eccomi di nuovo qui, con una fic molto diversa dalle altre che ho scritto. In questa descrivo ciò che Adam e Tommy potrebbero aver pensato -beh, mica leggo nella mente XD- durante "Whole Lotta Love", a Amsterdam. Il tutto è visto in chiave molto ironica e leggera. Una storiella quindi senza particolari pretese, che ho scritto per puro divertimento ^-^

Spero che la lettura risulti piacevole e divertente, nonostante l'impostazione poco impegnativa del racconto; e che il modo di pensare dei due ragazzi risulti quantomeno verosimile.




 

Quella canna mi deve aver annebbiato il cervello più di quanto non mi aspettassi.

E' da un po' che ho smesso con queste cose, non ci sono più abituato, decisamente.

Forse è meglio se mi siedo e mi lascio trasportare dai fumi della marijuana.

Manca poco, Adam mi dico 

Tra poco posso tornare in albergo e andare a dormire, il pubblico non avrà niente in contrario se non mi ricordo le parole della canzone, è stato un concerto formidabile, sono tutti in visibilio. Dopo quello che hai fatto al microfono, ci credo che sono eccitati commenta ironica la parte del mio cervello ancora non deceduta.

Seguo la musica e mi lascio andare.

Tommy si è accorto di me e si avvicina.

Lo stuzzico un attimo con la gamba a cui si è appoggiato e lo incalzo, finché non si decide a girarsi verso di me.

Non sono preparato: è vicino, dannatamente vicino, col collo teso e le labbra blu di rossetto pronte per essere baciate.

Mi blocco una frazione di secondo, non è previsto alcun bacio mi dice la vocina.

Ma le sue labbra sono vicine, troppo vicine, e il nostro respiro ormai è uno solo.

Al diavolo la vocina.

La bocca dischiusa del ragazzo mi attrae magneticamente, adesso desidero solo sentire il suo sapore mischiarsi al mio.

Lentamente mi avvicino.

O forse è lui che si avvicina a me?

Chi se ne importa.

Accarezzo le sue labbra con le mie, dolcemente.

Sento il sapore e la consistenza del rossetto, ma non ci faccio caso più di tanto, ormai sono perso nell'estasi.

Gioco sensualmente con le sue labbra che, lo so, stanno dipingendo la mia pelle di blu.

Sono sopra di lui, padrone della situazione che ci siamo creati, e decido di mettere un po' più passione -e lingua- in questo contatto.

Accarezzo le sue labbra, che prontamente si dischiudono, bramose di accogliermi al loro interno.

La lingua di colui che chiamo "fratello" mi accarezza il palato, il suo fresco odore mi invade le narici, la sensazione della sua bocca sulla mia mi fa impazzire di desiderio.

Voglio di più.

Questo non è più uno dei nostri classici baci on-stage, non si limita al piacere fugace di una sfuggente manciata di secondi, non nasce da una decisione pregressa, non è dettato dall'adrenalina accumulata durante il concerto.

Non voglio lasciare quelle labbra.

Con la mano cerco il basso di Tommy, e accarezzo le corde. Ormai lui è quasi sdraiato sotto di me, e non può fare altro che accettare di buon grado il ritmo che io impongo.

Lascio che la lingua del mio compagno giochi con la mia ancora un po', finché in un lampo di lucidità non mi rendo conto del tempo passato dall'inizio del bacio.

Un'eternità.

Con enorme disappunto devo concludere -o forse meglio dire rimandare?- quel contatto così dolce.

Mi alzo in modo da lasciare le labbra di Tommy, ma lui non intende staccarsi da me. Come biasimarlo? Anche io vorrei rimanere lì, abbracciato a lui per tutta la notte, ma mi rendo conto che se cedo alla tentazione di continuare, anche solo per un po', probabilmente finiremo per fare sesso qui sul palco.

Beh, il pubblico non avrebbe niente da ridire.

Ma forse i giornalisti sì, saresti fottuto, Lambert, in entrambi i sensi.

Di quando in qua la coscienza è in grado di fare battutine sagaci?

Forse è ora di darle ascolto…forse non dovrei rischiare di rovinarmi la carriera per una cosa del genere, che posso fare comodamente in camera d'albergo…

Assaporo per l'ultimo attimo le labbra di Tommy e mi allontano.

Non è passato nemmeno un secondo, ma quel contatto mi manca già. Lo sento ancora sulle labbra, che mi mordo come per imprimerci indelebilmente quella splendida sensazione.

Non mi volto verso Tommy perché so che non riuscirei a celare ciò che ho provato, e praticamente mi getto giù per le scale, continuando i movimenti che avevo interrotto.

E' in questi momenti che ringrazio i miei per avermi fatto fare teatro, da ragazzino. Non sarei mai riuscito a reggere una cosa del genere.

Tanto più che Tommy si sta strusciando contro la mia spalla, deciso probabilmente a farmi perdere il controllo.

Oh dio mio, Tommy, non puoi appoggiarti col cavallo dei pantaloni alla mia spalla e pretendere che io stia fermo. 

Vocina, come faccio? 

Ah, Tommy, non la passerai liscia!

Stasera, in albergo, ti faccio vedere io…

 
Note dell'autrice

Innanzitutto grazie mille a chi ha letto questo primo, breve capitolo, e ancor più grazie a chi troverà anche la forza di recensire questa piccola sciocchezza :3
A breve inserirò anche il TommyPensiero (il PoV di Tommy, per dirlo con parole comprensibili da tutti XD).

Anor

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Capitolo 2
*** TommyPensiero ***


Ecco qua il secondo capitoletto, con il PoV di Tommy :)
Sono stata veloce, questa volta (ma non vi viziate troppo, mi raccomando :D).
Beh, non penso di aver nient'altro da dire che buona lettura.


Stasera Adam ha superato sé stesso: oltre al bacio di Fever -che, per inciso, è stato fantastico- e a quello di Purple Haze, prima si è fatto una canna davanti a tutti, poi ha fatto un pompino al microfono.

Se stava cercando un modo di far collassare il pubblico, l'ha trovato.

Io rimango qua nel mio angolino da Pretty Kitty, e mi godo lo spettacolo, finché lui non decide di andare a cantare sul palco sopra le scale.

Maledetto, e adesso io chi guardo? Mi perderò tutto il bello, che palle.

Ecco, adesso inizia anche a mugolare sensualmente a ritmo di musica, e io non posso vedere cosa fa. 

Fai finta di niente, continua a suonare! Presta attenzione agli accordi GLI ACCORDI, TOMMY!

Ma la voce si fa sempre più sensuale, e io non riesco a resistere alla tentazione di guardare.

Scosto il ciuffo dal viso, e così facendo mi volto verso di lui.

E' vicino, molto vicino, troppo vicino e ha le gambe aperte.

Ovviamente sono sordo agli avvertimenti della vocina che mi dice di non guardare lì. Come potrei non guardare? Chi, al posto mio, non guarderebbe?

Solo quando mi sono accostato alla sua gamba mi azzardo a distogliere lo sguardo, spostandolo verso le chiavi del basso per smorzare un po' quell'atmosfera che si era venuta a creare.

Sento il ginocchio di Adam che mi stuzzica, e lui che si avvicina.

Vorrà che mi volti? Probabilmente sì.

Lo faccio e rimango bloccato nel vederlo così fottutamente vicino.

Così vicino che in un attimo mi perdo nello splendore dei suoi occhi e nel suo respiro caldo, e non posso fare a meno di avvicinarmi ancora.

Non ci dovremmo baciare, adesso…

Sinceramente, mi importa poco di seguire la tabella di marcia -anzi, non mi importa proprio per niente-, visto che è Adam a decidere queste cose, ma anche lui sembra essere del mio stesso avviso quando mi sfiora le labbra con le sue.

La mano corre istintiva al cavallo dei pantaloni.

Ci sono momenti in cui mi chiedo se quello che facciamo sul palco sia ancora fanservice o se lo sia mai stato veramente.

Da parte mia lo è stato solo la prima volta, ma mi aveva colto di sorpresa!

In realtà non so cosa pensi Adam al riguardo, non gliel'ho mai chiesto, ma la risposta mi sembra scontata quando la sua lingua invade con irruenza e passionalità la mia bocca.

Tento inutilmente di fare qualche accordo con le dita per dar prova di un minimo di lucidità, ma mi perdo appena sento la mano di Adam raggiungere il basso.

Mentre fa scorrere il microfono sulle corde, tento di raggiungere il suo corpo con la mano.

Sento il bisogno di contatto fisico, di sapere che lui è vicino a me e che, per ora, non si vuole allontanare.

Proprio in quel momento, però, lo sento staccarsi dalle mie labbra.

Non voglio che finisca già.

Era tutto perfetto.

Prolungo ancora un po' il contatto, con la vana speranza di riuscire a tenerlo ancora un po' tutto per me.

Generalmente non sono una persona gelosa, ma quando si tratta di Adam mi sento un po' un fidanzatino isterico…chissà perché.

Quando ci dividiamo resto a guardarlo, perché quel ragazzo è qualcosa di spettacolare quando si muove: potrei stare a guardarlo una notte intera senza stancarmi e senza distogliere lo sguardo.

Sogghigno, quando noto di avergli lasciato una discreta quantità di rossetto sul viso, segno inconfutabile dei miei baci, poi mi allontano e scarico l'eccitazione suonando e muovendomi un po'.

Quando torno al mio posto, un Adam tutto scarmigliato con il gilet sganciato si siede in terra, vicino a me.

La tentazione di strusciarmi al suo braccio è troppo forte, non resisto.

Forse mi lascio un po' trasportare dai fumi dello spinello -che anche io ho contribuito a finire- quando mi appoggio pesantemente su di lui strusciando il cavallo dei pantaloni alla sua spalla.

Lo stuzzico un'altra volta con la gamba, quando il movimento del gilet mi fa ricordare che probabilmente, così aperto, lascia intravedere il succhiotto che gli ho lasciato proprio ieri sera sul petto.

Mi dice sempre di evitare i succhiotti in posti che possono essere visibili, e io gli do retta. Ma se lui tiene il gilet sganciato si vedono!

Stasera mi sente.

Sì, sì, stasera faremo una chiacchieratina, noi due.

Possibilmente da soli, in camera…
 


Note dell'autrice
Grazie mille a chi ha seguito anche questo secondo capitolo ^v^
I vostri commenti alla storia sono sempre ben graditi e le critiche sempre costruttive, per cui se avete qualcosa da dire, non esitate a lasciare anche una piccola recensione per esprimere il vostro parere.

Anor

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Capitolo 3
*** Paradiso ***


Eccomi di nuovo qui, col terzo e ultimo capitolo.

Ho avuto un momento di defaillance durante la stesura, perché il risultato non mi convinceva del tutto: è per questo che ci ho messo un'era geologica a aggiornare, chiedo umilmente perdono a tutti coloro che aspettavano un aggiornamento.

Beh, buona lettura :D

 

 

 

 

 

Una doccia ristoratrice è proprio ciò che serve dopo un concerto come quello di stasera. Relax. Tutto quello che cerco.

L'acqua mi scorre addosso e lava via la tensione accumulata, oltre ad un'enorme quantità di brillantini e fondotinta. Posso quasi vederla scendere e seguire il suo percorso fino allo scarico, dove quell'acqua mista a sapone e glitter forma un piccolo vortice e scende giù.

Una volta finito mi avviluppo nell'asciugamano candido e inizio a frizionare pelle e capelli con l'intento di asciugarli più velocemente, poi finisco con il fon.

Dopo aver controllato per l'ennesima volta la pagina Twitter mi preparo per andare a letto, ma appena poggio il capo sul cuscino, mi ricordo: Tommy.

Mi ero promesso di andargli a dire due paroline, in effetti.

Alza il culo e vai, pelandrone che non sei altro!  E datti una mossa, fidati, ne varrà la pena!

Sbuffando mi rialzo dal letto.

So che è un nottambulo, per cui non mi preoccupo granché dell'ora ed esco così come sono nel corridoio dell'albergo.

Duecentotre, duecentodue, duecentouno. Eccola, la stanza del bassista!

Busso, ma nessuno risponde.

Accosto l'orecchio al legno della porta e mi rallegro quando sento il fastidioso ronzio del fon provenire dall'interno.

Dopo pochi secondi Tommy spegne l'asciugacapelli e approfitto del silenzio per riprovare a bussare.
 

L'immagine che mi si para davanti una volta apertasi la porta è a dir poco celestiale: solo un piccolo drappo di spugna bianco copre gli esili fianchi del mio bassista, che mi guarda per niente sorpreso -ma alquanto divertito- studiando con gli occhioni nocciola il mio outfit.

Beh, in effetti non è cosa da tutti i giorni vedere Adam Lambert che gira in pigiama per un albergo. E se poi il pigiama è di pile azzurro decorato con pecorelle bianche, nemmeno Tommy può resistere dallo scoppiare a ridere.


Le labbra si piegano in un sorrisetto sghembo che lascia intravedere la piccola imperfezione degli incisivi, ed il mio cuore perde un battito.

Quella bocca, con o senza rossetto, è un piacere peccaminoso che non mi stanco mai di guardare. E di baciare, aggiunge la parte più sincera di me.


Non faccio a tempo a riprendermi dai pensieri poco casti che si sono fatti spazio nella mia mente che il bassista, dopo essersi teneramente sporto verso di me alzandosi sulla punta dei piedi scalzi, mi raggiunge con un bacio.

Un istante dopo mi trascina dentro la stanza, tirandomi per la maglietta.

Incontro i suoi occhi e mi sento nudo sotto quello sguardo infuocato, ardente della stessa passione che mi consuma dall'interno. 

Non servono parole.

Mi toglie la maglia, e il suo tocco è un brivido bollente che corre lungo la mia schiena.

Voglio le sue mani, voglio le sue labbra, voglio il suo corpo sopra il mio, ma lui mi tiene in pugno con quel suo sguardo soggiogatore ed io mi abbandono alla sua volontà.

Le dita scorrono lungo il mio addome e dopo aver vezzeggiato il petto si aggrappano alle mie spalle con forza, con passione, e mentre le unghie premono sulla mia pelle, ancora una volta, le nostre labbra si incontrano in un bacio profondo, che di casto non ha proprio nulla.

Una lieve spinta basta a farmi cadere di peso sul morbido letto, seguito da Tommy che senza perder tempo si sdraia su di me.

L'odore mi inebria, il tocco mi infiamma, il sapore mi ubriaca:  tutto di lui contribuisce a farmi raggiungere il nirvana.

Sento le sue mani che, lentamente, esplorano il mio corpo seminudo, e con perizia scoprono quei punti che, se stimolati a dovere, mi fanno sussultare e mi lasciano col fiato corto.

Voglio di più, ed entrambi sappiamo che non resisteremo a lungo.

Quando le nostre eccitazioni si toccano nessuno dei due riesce a soffocare un mugolio, ed è questione di pochi attimi perché ci liberiamo anche dagli ultimi indumenti che ci sono rimasti addosso.

Ghiaccio bollente è la sua pelle contro la mia.

Brividi caldi fa nascere in me la sua lingua, che accarezza lascivamente il mio corpo.

E la mia schiena si inarca, quando la sua fiamma divampa dentro di me.

Ansimi e gemiti ci accompagnano per tutto l'amplesso, interrotti soltanto dai baci e dal suono dei nostri nomi, invocati con dolci balbettii.

Scariche di puro piacere si diffondono dal basso ventre lungo tutto il mio corpo.

Sono in paradiso.

I muscoli delle gambe si contraggono, le mani stringono sulla sua schiena, la lingua e le labbra ricercano le sue con sempre maggior frenesia.

Ho bisogno di te, penso, stammi vicino.

Siamo abbracciati quando con un'ultima spinta Tommy si libera dentro di me.

Un'ultimo grande brivido elettrico mi sale lungo la spina dorsale, portandomi all'apice del piacere.


E poi restiamo così, l'uno tra le braccia dell'altro, mentre lentamente il respiro e le pulsazioni tornano regolari.

I suoi occhi adesso, resi quasi neri dalle pupille ancora dilatate, non brillano più di desiderio, ma soltanto di puro amore.

Mi perdo in quelle gemme scure, sorrido e mi avvicino ulteriormente a lui.

-Agata bruna- sussurro, una volta appoggiato al suo petto.

-Ancora sotto l'effetto di droghe pesanti?- mi dice corrugando la fronte, distendendo però le labbra in un sorriso divertito.

-No, è il colore dei tuoi occhi. E' uguale ad una pietra che si chiama "agata", nella varietà più scura - 

-E sentiamo, da quand'è che ti intendi di minerali?- chiede ridacchiando

-Da quando sono andato a cercare una gemma che si addicesse a te- 

mi sgancio dal polso sinistro un braccialetto di pelle nera impreziosito da piccole sferette di agata e glielo chiudo intorno al sottile braccio.

Sorride imbarazzato, stupito forse per non essersi accorto subito del nuovo bracciale che portavo. 

Aveva altro da guardare, insinua maliziosa la mia mente, e non mi riferisco al pigiama con le pecore.

Osservo le sue lunghe dita che accarezzano la fascetta di pelle e giocano con le pietruzze, prima di venire nuovamente rapito dalle sue labbra che dolcemente si posano sulle mie. Lascio che il suo sapore invada la mia bocca e mi perdo in questo lungo e morbido contatto.

Sotto le coperte stiamo abbracciati, con le gambe intrecciate, tanto vicini l'uno all'altro che entreremmo in un letto singolo, e la cosa senza dubbio non ci disturba, anzi.

-Ti amo- mi mormori sulle labbra.

-Anche io, cucciolo- ti rispondo, prima di abbandonarmi nel tepore delle tue braccia.
 

 

Note dell'autrice

 

 

Oh, e anche questa è finita :)

Grazie mille a chi ha letto e soprattutto a chi ha recensito, mi fate veramente tanto tanto piacere :3

Prima o poi tornerò con una nuova fic. E' una promessa...o meglio, una minaccia XD

Un bacione a tutti,

 


Anor

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