Some things never die

di irytvb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** eredità serpeverde: ***
Capitolo 3: *** interesse ***
Capitolo 4: *** ambizione ***
Capitolo 5: *** segretezza. ***
Capitolo 6: *** falsità ***
Capitolo 7: *** get it right ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Some things never die

1. Prologo

Coloro che sognano di giorno
sanno molte cose che sfuggono
a chi sogna soltanto di notte.

(Edgar Allan Poe)

 

 

Harry camminava per la stazione di King Cross.

O almeno, per quella che poteva essere la stazione di King Cross: era troppo pulita per esserlo veramente, e non c' erano nè treni nè persone.

Ad Harry sembrò famigliare, ma non ci riflettè molto, quando sentì il suono di un pianto nell' aria.

Naturalmente corse a cercare la fonte del suono, cosa che qualunque Grifondoro assennato avrebbe fatto, e fu allora che capì dove aveva già visto quel luogo.

Era stato diciannove anni prima, quando si era consegnato a Voldemort nella foresta pribita: dopo essere stato colpito dalla maledizione aveva sognato, o pensato, o anche immaginato, (questo non l' aveva mai capito), di parlare con Silente.

E aveva sentito quel pianto nell' aria, che apparteneva ad una specie di neonato con la pelle scorticata.

Che quello fosse lo stesso posto?

Pigiò i piedi più forte sull asfalto lindo, e non con molta sorpresa vide il neonato.

Era quello il posto.

Ora, i casi erano due: o era morto davvero nel letto che condivideva con Ginny, oppure poteva aiutare finalmente la creatura.

Si chinò per terra, accucciandosi, e rimase immobile, un po' perchè non sapeva che fare, un po' perchè, nonostante si sentisse in colpa pr quel pensiero, era disgustato da quella creatura.

"Non puoi fare niente per lei, Harry." Disse una voce.

Una voce che conosceva molto bene, calma e imperutrbabile.

"Professore Silente?" chiese, sorpreso, mentre l' anziano uomo gli sorrise.

"Proprio io, Harry. Ma adesso fatti guardare bene..." Il professore lo squadrò da dietro quegli occhialetti a mezzaluna, "Sei un uomo, adesso."

Harry non disse niente, un po' imbarazzato.

"Non hai nessuna domanda da farmi?" chiese sorpreso il professore, "Di solito mi sommergevi di quesiti."

"Ho molte domande da farle, professore. Sono solo sorpreso, ecco." disse Harry, sorridendo nervosamente: "Sono morto?"

"Oh, no, non sei morto." gli rispose con voce grave Silente, "Non ancora. Ma prima o poi tutti dobbiamo morire, lo capisci?"

Harry annuì, confuso dalla risposta.

Del resto quando parlava con il professor Silente era sempre confuso, perciò non ci diede molto peso.

"Ma certo che lo sapevi, Harry. Sei il padrone della morte, è stato sciocco da parte mia dimenticarlo. è una delle manie fastidiose dei vecchi insegnanti, purtroppo, non dimenticare mai gli esordi dei loro allievi.*"

Il neonato piagnucolò, e d' istinto Harry rabbrividì: "Cos'è quello, Signore?"

"E' qualcosa che non è dato di sapere, al momento."

"E non possiamo ancora fare niente per aiutarlo?"

"Esatto, Harry. Ma non darti tanta pena per questo: qualcuno la sta per aiutare."

"Professor Silente?" chiese titubante, "Perchè sono qui?"

"Perchè, mi è stato detto che bisognava avvertirti." Rispose il vecchio professore, "devi sapere che certe cose non muoiono mai."

"Si sta riferendo a Voldemort? è vivo, di nuovo? ha creata un Horcrux in più che non ho distrutto?"

"Harry, se lo sapessi te lo direi. Tuttavia, è mio parere che non ci siano stati Horcrux trascurati. Naturalmente è solo una mia ipotesi..."

"Ma le sue ipotesi si rivelano quasi sempre giuste."

"Vero, vero." disse Silente, sorridendo.

"Professore, posso farle un altra domanda?"

"Certamente, ma dobbiamo sbrigarci: il tempo sta per scadere."

"Là... dove è lei in questo momento... c'è mia madre? Ci sono mio padre, Sirius, Remus e Tonks?"

"Non so se sono tenuto a rivelartelo. Ma, come ho già detto in passato, non provare pietà er i morti. provane per i vivi, e soprattutto per coloro che vivono senza amore."

Harry annuì, un po' deluso.

Parlare con Silente ti lasciava sempre con più domande che risposte.

"Questa frase... centra in qualche modo con l' aviso che mi ha riferito?"

"Sei maturato molto." rispose Silente.

Non era una vera risposta, ma Harry la prese come un sì.

"Temo che il tempo si prenda gioco di noi." disse Silente, ed Harry apprese la notizia con un sorriso, nonostante sapesse pochissimo sul pericolo che stava tornando: quella frase l' aveva sentita molte, forse troppe volte, dall' anziano professore.

"Non pensavo ci fosse il tempo, in un posto come questo..."

"Tutto ha un tempo." rispose, e con questa nota enigmatica gli voltò spalle.

Rimasero solo Harry e la creatura dalla pelle scorticata, nella stazione insolitamente pulita.

Poi, proprio qiuando si stava chiedendo come fare a tornare indietro, la creatura si girò verso di lui.

Anche il viso era scorticato, ma non era quello che aveva attirato la sua attenzione, erano gli occhi.

Due occhi scuri che erano estremamente famigliari.

Per la prima volta dopo diciannove anni Harry sentì la cicatrice esplodergli, quasi volesse tagliargli in due la fronte.

Si ritrovò nel letto che condivideva con Ginny, ansante e con la certezza che quello che aveva appena avuto non era un sogno.

^il mio angoletto^
*un paio di frasi le ho prese dai libri: se vi siete accorti Silente dice la stessa frase a voldemort in un ricordo che fa vedere ad Harry, in Harry Potter e il principe mezzosangue.
cosa ne pensate? è solo il prologo, d' ora in poi purtroppo non sentiremo parlare molto di Harry, però mi è sembrato giusto iniziare così.
Vi ha fatto schifo? Vi è piaciuto? devo cancellare la storia o continuarla? ditemi voi con una recensione!!

1 baci8
iry

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Capitolo 2
*** eredità serpeverde: ***


Some things never die

2. Eredità.

 

L' unico dispiacere della mia vita
è che non sono qualcun altro.


(Woody Allen)

 

"Potter Severus Albus ." Chiama la professoressa McGranitt.

Zia Hermione continua a sperticare lodi su di lei, però a me fa paura... pensa Al.

O forse è perchè deve mettersi quello stupido cappello in testa: sul serio, come può uno stupido cappello decidere in che casa mandarmi?

Al si siede tremante sullo sgabello, mentre sente gli occhi di tutti puntati su di lui: certe volte il cognome Potter è orribile da portare.

"Oh, un altro Potter... sai, per tuo padre e tuo fratello la scelta non è stata facile, ma per te è chiarissima." sussurra il cappello. "Serpeverde!" esclama poi, senza dargli il tempo di chiedere di essere smistato a Grifondoro.

Oh, si, è fantastico avere ereditato tutto: gli occhi da nonna Lily, e la sfiga dei due presidi di cui porta i nomi.

Meraviglioso... pensa, mentre si siede al tavolo Serpeverde, sotto gli sguardi attoniti di tutti.

Può sentire anche ciò che pensano, come se lo gridassero: "Potter? da Serpeverde? come è possibile? Harry potter ha ucciso l' erede di serpeverde!"

Il ragazzo biondo a cui è seduto di fianco gli sorride, e con non poco orrore Al vede che è il figlio di Draco Malfoy: "Sono Scorpius." Si presenta, porgendogli la mano, "I cognomi sono difficili da portare, eh?" chiede poi, con un sorriso.

Al gli stringe la mano, pensando che dopotutto se zio Ron gli farà la pelle, tanto vale che gliela faccia per un motivo più che valido.

*poche ore dopo*

Albus entrò dentro la stanza con timore.

Si guardò intorno ancora incredulo, vedendo dappertutto i colori verde e argento.

James lo avrebbe ammazzato, ne era sicuro.

Sospirò flebilmente, mentre raggiungeva il letto a baldacchino, l' unico nella stanza.

Si, aveva una stanza singola.

In realtà ce l' avevano tutti: un po' perchè c' erano sempre pochi studenti nella casa, e un po' perchè ai Serpeverde non piaceva avere sempre qualcuno intorno.

Erano molto gelosi della loro autonomia.

O almeno così aveva detto il prefetto.

Inutile dire che gli venne quasi un colpo quando ci vide disteso un altro ragazzo.

Era più grande di lui, doveva essere addirittura maggiorenne, e se ne stava lì, indolente, a guardarlo con un sorrisino sarcastico, gli occhi scuri quasi socchiusi, come se lo stesse scrutando.

Il ragazzo rinviò i capelli scuri dietro l' orecchio: "Non parlare, o ti prenderanno per pazzo, se ti sentono. i muri sono sottili, e loro non possono vedermi."

Al aprì la bocca per ribattere, ma venne fermato dall' altro: "Mi hai sentito? ho detto di stare zitto, al massimo pensa a cosa vuoi dirmi, ed io lo capirò. Non è una bella posizione quella in cui ti sei messo."

La voce del ragazzo era calda, ammaliante, ma Al riusciva a sentire lo stesso una scheggia fredda, nascosta.

"Chi sei?" chiese, incurante di seguire le regole dell' altro.

"Merlino, ma non mi senti?" sbuffò il ragazzo, questa volta divertito.

"Prima dimmi chi sei e poi prenderò in considerazione di fare come dici tu."

"Oh, allora non è un errore. "

"Che cosa non è un errore?"

"Il tuo smistamento a Serpeverde: se fossi stato un Grifondoro ti saresti fidato ciecamente."

"Grazie...?" chiese smarrito.

"Non era un complimento, ma un affermazione."

Albus era confuso. Dannatamente confuso da come l' altro stava rigirando la loro conversazione.

"Tu chi sei?"

"Chi sei tu." rispose il ragazzo, con un sorriso impertinente sulle labbra.

"Sono Albus."

"Oh, no, non è la risposta giusta."

"Cosa? si che è la risposta giusta! io so come mi chiamo!"

"Non è questo che ho chiesto. io ti ho chiesto chi sei."

Al lo guardò come se fosse pazzo.

"devo rispondere io alla domanda che ti ho posto? perchè in questo momento sembra che solo io conosca la risposta." il ragazzo aspettò che Al rispondesse, ma questi rimase zitto.

"Vedo che impari. Del resto non sei l' erede di Salzar Serpeverde per niete."

"Credo che tu ti stia sbagliando. Io non sono il suo erede. Il suo erede era Voldemort."

"no, l' erede era Tom Riddle." rispose il ragazzo, "e dopo che un erede muore ce nè un altro."

"Ma io non sono figlio di Riddle."

"Però hai il suo sangue nelle tue vene. Probabilmente siete parenti alla lontana."

"Io-"

"Ascolta, questo siparietto è già durato fin troppo. Tu sei l'erede di Salazar Serepverde, altrimenti io non sarei stato mandato per starti vicino."

"Fa molto angelo custode, questa frase."

Il ragazzo fece finta di non sentirlo, infastidito.

"Chi sei?" chiese ancora Al.

"Tom Riddle." rispose, con un sorriso da squalo, come a sfidarlo.

-continua-

^il mio angoletto^

bhè, eccomi qui :)

è il primo capitolo, e spero vi piaccia!!

fatemi sapere cosa ne pensate!!:)

naturalmente i prossimi capitoli saranno più lunghi: possiamo dire che questo è una specie di secondo prologo... sono cosciante anche del fatto che in questo cap i protagonisti non sono propriamente caratterizzati (anche se per le poche frasi di Tom ho sudato sette camicie: voglio che sia completamente IC:)

spero che vi sia comunque piaciuto, e devo avvisarvi che purtroppo questo sarà l' ultimo (o il penultimo, dipende da quanto faccio in fretta a scrivere,) capitolo che scriverò prima di andare in vacanza, perchè non credo di riuscire a pubblicare anche lì. :(
p.s. tornerò il 21\8
e se la storia vi sta incuriosendo o vi sta addirittura piacendo (tengo le dita incrociate per quest'ultima ipotesi xD) lasciatemi un commentino!! anche piccolo ,eh!!

1 baci8

iry

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Capitolo 3
*** interesse ***


 

^note di inizio capitolo^

allora, siccome quasi nessuno conosceva Lord Voldemort col nome di Tom Riddle (si capisce dal 2^ libro ) Al non sa che in realtà Tom Riddle è Voldemort, perchè Harry non ha ritenuto di doverlo raccontare (i motivi verranno spiegati più avanti... perchè si, ci sono dei motivi, e anche molto interessanti... :D vi tengo sulle spine. xD )

spero che il capitolo vi piaccia :)

Some things never die

3. Interesse.

 

sentendo la tua voce inizio a tremare: riporta indietro il bambino a cui assomiglio

backstreet boys-traduzione

Albus si svegliò subito, (il che era davvero strano vista l' ora,) al suono di una mano che batteva sulla porta della sua camera.

"Albus?" chiese una voce, strascicando leggermente la s.

"Scorpius?" borbottò, ancora confuso.

"Si, volevo dirti di muoverti, le lezioni incominciano tra venti minuti."

"Ugh!" le lezioni! se ne era completamente dimenticato, ed in più le sue tempie pulsavano leggermente per il sonno mancato: era stato sveglio per ore, parlando con Tom.

Non si scopriva tutti i giorni di essere l' erede di Salazar Serpeverde.

"Se vuoi ti aspetto." si offrì Scorpius.

"Si, ci metto un secondo!" gridò ancora, fiondandosi verso il bagno, ed iniziando a spazzolarsi con foga i denti, mentre metteva nella borsa il libro che gli sarebbe servito per quella mattinata: "Storia della magia dal Big Bang ad oggi, riveduta e corretta da Hermione Granger."

"Il primo giorno di scuola e sei già di fretta." mormorò Tom con disappunto.

Riddle era seduto elegantemente sulla sponda del letto a baldacchino verde e argento, come se non facesse altro da tutta la vita.

Albus non potè evitare di soffermarsi sul viso di quel ragazzo, dai lineamenti delicati agli occhi ardenti, fino alle labbra pallide e carnose.

Non per la prima volta considerò quanto era bello.

Non aveva una bellezza dolce come quella di Lily, sua sorella, nè una splendente come quella di Roxanne, Dominique e Victoire, le sue cugine veela.

Era una bellezza tutte ombre, la sua.

Una di quelle che ti colpiscono, che ti costringono ad osservare il più possibile per paura di dimenticarle...

Si zittì da solo, quando si accorse di sembrare Lily .

Al aprì la bocca, pronto a ribattere l' accusa che gli era stata rivolta da Riddle, ma ne uscì soltanto la schiuma del dentifricio, che sporcò la mocquette.

"Che schifo." disse Tom, esibendo una smorfia disgustata, "vorrei ricordarti, per l' ennesima volta, che ti basta pensare alle cose per dirmele, così da evitare un altra scena del genere."

Sei un legimens molto potente o qualcosa del genere, giusto? pensò Al.

"No, semplicemente sono una parte della tua testa."

Che cosa? Sei la mia immaginazione?

"No. se ben ricordi io sono morto, " disse lui, storcendo il naso, come se lo disgustasse aver subito una sorte comune a quella di tutti gli esseri umani. "la tua testa funziona come...come un Horcux, possiamo dire. sai cos'è,vero?"

Al annuì velocemente: "quindi una parte della tua anima è racchiusa nella mia testa?"

"Non una parte, tutta. Altrimenti sarei molto più debole, e non mi vedresti con facilità.. sarei meno di un fantasma."

"Wow. Non so se è fico o raccapricciante..."

Tom alzò gli occhi al cielo, infastidito.

Rose scese di corsa dalla torre di Grifondoro.

Non perchè fosse in ritardo, ma perchè non poteva aspettare un altro attimo di più: voleva fare così tante cose! Voleva esplorare tutto il castello, ma allo stesso tempo moriva dalla voglia di fare lezione, ed in più voleva andare a prendere il thè con Hagrid.

Si, con il suo cespuglio di capelli scuri (ereditato dalla madre, purtroppo,) la sua insaziabile sete di conoscienza, e la sua anima avventurosa, Rose Weasley non era certo una persona che passava inosservata.

Volò letteralmente giù dalle scale, per paura che queste potessero cambiare direzione, e rallentò il passo, per poter osservare meglio i quadri che ancora sonnecchiavano.

Sono ad Hogwarts! continuava a ripetersi nella testa, emozionata.

Si sentì osservata, ma girandosi non vide nessuno dietro di lei.

Forse l' emozione giocava brutti scherzi... pensò, mentre riprendeva a trotterellare alla volta di un altro corridoio che si perdeva nelle viscere del castello, con un unico pensiero in testa: "miseriaccia, sono ad Hogwarts!"

Scorpius Malfoy era uno di quei bambini che non sembrava infantile.

Uno di quelli che era cresciuto troppo in fretta, che aveva conosciuto troppo presto le ingiustizie e le schifezze che la vita rovesciava addosso.

Sorrideva raramente, e perciò nessuno avrebbe mai visto sul suo viso magro e pallido altro che uno sguardo serio, come se stesse riflettendo su un concetto inspiegabilmente spinoso.

I capelli biondo slavato attiravano gli sguardi di tutti, e a volte sentiva persino le persone intorno a lui che bisbgliavano o lo indicavano: "Guarda, quello è un Malfoy! Suo padre era un Mangiamorte che ha scampato Akzaban..."

Bhè, ormai Scorpius Hiperion Malfoy era abituato a quegli sguardi, a quei bisbigli, e ora non ci faceva nemmeno più caso.

Se ne andava per i corridoi del castello con la testa alta, sperando che si capisse dal suo sguardo che lui era fiero di chiamarsi in quel modo.

"Ehi? Mi stai ascoltando?" chiese Albus, imbronciato.

Scorpius lo guardò, perplesso: "Stavi parlando?"

"Già. Da quando siamo usciti dal dormitorio."

"Mi dispiace... stavo pensando a-"

"Tu pensi sempre." lo accusò Al, storcendo il naso, "delle volte dovresti soltanto parlare, senza collegare la bocca al cervello."

"Come fai tu?" chiese Scorpius, aprendosi in uno ghigno.

"Può darsi..." ribattè, sorridendo.

"Al!" chiamò una voce, emozionata, e prima che Scorpius riuscisse a spostarsi fu quasi investito da una bambina con al posto dei capelli una criniera.

"Siamo ad Hogwarts!" gridò la bambina, in quel momento aggrappata alla schiena di Al come un koala.

"Lo so, Rose." ridacchiò Albus.

"e tu sei a Serpeverde! Dovevi proprio finire là? io avrei voluto stare nel tuo stesso dormitorio... potevi avvertirmi che avevi intenzione di finirci, almeno anche io avrei chiesto al cappello di mettermi in quella casa!" lo readrguì la bambina con cipiglio severo.

"Non ho avuto intenzione di finirci, Rose..." sospirò il bambino, sempre con un sorriso.

Era un quadro strano vedere la bambina aggrappata alla schiena dell' altro, mentre lo rimproverava per averla lasciata da sola.

"E tu chi sei?" chiese Rose, guardando Scorpius, come se fosse la prima volta che lo notava.

Probabilmente era così, nonostante l' avessse quasi investito.

La vide guardare i capelli biondissimi e gli occhi grigi, per poi sorridere: "Oh, ma tu sei Malfoy. Mio padre mi ha detto di non parlarti, e neanche sposarti..." lo informò.

"Sposarmi..?" ripetè il bambino, perplesso.

Ma Rose lo ignorò, voltandosi verso il cugino: "Tu vuoi proprio far venire un infarto a mio padre, vero?" chiese ridacchiando, per poi scivolare giù dalla schiena del cugino.

"Io sono Rose." si presentò con un sorriso che le illuminava anche gli occhi azzurri.

"Scorpius Hiperion Malfoy." disse lui, serio.

James Sirius Potter era uno spaccone.

Se aveste chiesto agli altri alunni di descriverlo, loro avrebbero usato senz'altro quella parola.

Uno spaccone con un buon cuore, avrebbe detto il cappello parlante.

Il padre invece, Harry Potter, avrebbe risposto con un nome: "Sirius."

Ginny, la moglie del Salvatore, avrebbe detto che le lettere che riceveva da Hogwarts sarebbero state più eloquenti di lei, visto che, soltanto nel corso del primo anno ne aveva ricevute cinquantadue.

George Weasley, invece, avrebbe gongolato che era il suo nipotino preferito, e che avrebbe avuto in regalo qualsiasi oggetto dei tiri vispi Weasley, perchè, (e queste erano parole sue,) " lui si che avrebbe saputo utilizzarle come si deve!"

"è la piaga della mia vita. "avrebbe ribattuto stancamente la ormai ultra settantenne Minerva McGrannitt.

James non si curava minimamente di quello che gli altri pensavano di lui, semplicemente, faceva quello che aveva voglia di fare.

La sua filosofia di vita era :"non rimandare a domani uno scherzo che puoi fare oggi."

E capirete bene che lui la prendeva alla lettera quella frase: appena aveva un idea correva al dormitorio, prendeva il mantello dell' invisibilità, la mappa del malandrino, e la polvere buio pesto, per correre a dare il tormento a Mrs Purr o stuzzicare la McGrannit.

Inoltre, un altro dettaglio non del tutto irrilevante era la sua parlantina: aveva sempre qualcosa da dire.

Non che fosse logorroico, ma aborriva il silenzio e le persone tranquille.

Era un terremoto, in poche parole.

Perciò capirete lo sconcerto di tutti gli alunni e professori quando James si girò verso il portone della Sala Grande e rimase in silenzio, a bocca spalancata.

^il mio angoletto^

ebbene, sono di nuovo qui, e sono dispiaciutissima per quanto tempo ci ho messo ad aggiornare, ma vedete,mi ero portata il pc in vacanza, per continuare a scrivere nonostante non avessi internet per postare, e poi mi sono dimenticata il computer in albergo! me lo sono dovuta far spedire e, in poche parole, si è fatto una settimana di vacanza in più di me! xD
rignrazio le fantastiche persone che hanno recensito (ben cinque! vi adoro <3) e spero che questo capitolo l' abbiate trovato all' altezza delle aspettative, poichè mi sono impegnata tantissimo nello scriverlo.
Purtroppo siamo ancora agli inizi, e questa è risultata essere più che altro una presentazione dei personaggi (il mio Tom quasi non c' era ... :(
prometto un po' più di azione nel prossimo capitolo, in cui (se volete) aggiungerò l' angolo dell' "indizio" cioè vi farò notare dei particolari che saranno importanti per la ff, e soprattutto evidenzieranno le frasi che ci aiuteranno a scoprire perchè Tom è dinuovo qui, e che piani ha... bhè, fatemi sapere cosa pensate, più recensite più in fretta finirò il prossimo capitolo, perchè voi mi ispirate :)
xoxo
       gossipgirl (ok, mi dispiace, ho iniziato a vedere adesso il telefilm e ne sono ossessionata!!! adoro chuck\blair... anche se a voi non ve ne fregherà niente xD)

1 baci8
iry

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Capitolo 4
*** ambizione ***


Some things never die

4. ambizione.

 

Diciamo di ammazzare il tempo come se,

purtroppo,

non fosse il tempo ad ammazzare noi.

 

Alphonse Allais

 

Davanti al portone della sala grande se ne stavano tre primini piuttosto conosciuti.

Uno era Albus Potter, L' altro Scorpius Malfoy, e di fianco a quest'ultimo se ne stava Rose Weasley.

E ridevano tutti e tre, come se uno di loro avesse appena detto una batutta spassosissima.

"Zio Ron mi ucciderà! Me l' aveva detto di non far avvicinare Rose ad un Malfoy!" gemette James, per poi andare incontro al trio, non così preoccupato come avrebbe dovuto essere per la propria vita.

"C'è qualcosa che devo sapere in anteprima mondiale, cuginetta?" chiese baldanzoso.

"Certo: alla prima ora abbiamo lezione con Ruf... è vero che è un fantasma?"

"Si, ma io ti stavo chiedendo di te e Malfoy: sei qui da solo due giorni ed hai un fidanzato?"

"Cosa? Oh, no, Jamie! Cosa vai a pensare? io e Scorpius siamo amici!"

Scorpius sospirò tetralmente, senza però riuscire a nascondere un altro sorriso: quella bimbetta era... era singolare.

Forse un po' strana e dannatamente appiccicosa ma al Malfoy non dava così tanto fastidio.

Forse era ora di iniziare a preoccuparsi... disse una vocina nella sua testa, ma Scorpius la ignorò.

"Allora, siamo ancora qui? perchè non andiamo a mangiare? ho una fame da lupi, e devo essere in forma per la nostra prima lezione! Su, andiamo a quel tavolo..." disse Rose, indicandolo.

"Quello è il tavolo Serpeverde, Rosie." le fece notare James.

"e allora? dai, vieni anche tu Jamie, ho l' impressione che Scorpius ti piacerà..." canticchiò la bambina, prendendo per mano il cugino Serpeverde.

"Zio Ron mi ucciderà..." lo informò James, senza però nascondere un sorrisetto: "sono James." riprese a dire, passandosi una mano sulla zazzera nera che si ostinava a chiamare capelli.

"Scorpius." rispose il biondo, valutando il ragazzo davanti a lui.

Era piuttosto alto per essere al secondo anno, e aveva dei grandi occhi color castagna.

Erano maliziosi, quasi da Serpe, eppure sotto Scorpius riusciva a leggere la lealtà che era disposto a dare a chiunque secondo lui la meritasse.

Per la prima volta in vita sua Scorpius desiderò essere accettato da qualcun altro che non era suo padre o la sua famiglia.

"Sai, non dirlo a Rose, ma Storia Della Magia è veramente noiosa: quel fantasma rende pallose anche delle enormi guerre com migliaia di morti!" gli sussurrò James, scuotendo la testa, quasi avesse appena detto chissà quale blasfemia.

Scorpius sorrise di nuovo, e pensò che dopotutto era l' intera famiglia Potter-Weasley ad essere strana.

In senso positivo o negativo ancora non ne era sicuro.

 

"Credo di non essere mai stato così tanto annoiato in tuuuuuutta la mia vita!" piagnucolò Al, mentre Scorpius, accanto a lui sbadigliava, ripresosi pochi minuti prima dal sonno in cui era caduto.

"Stai scherzando, vero? e' stato assolutamente fantastico!" disse Rose, con gli occhi illuminati.

I due ragazzi la guardarono, sconvolti.

"Cosa c'è? Guardate che è davvero interessante! Non vedo l' ora di fare il compito!"

"Compito? Ci ha dato anche dei compiti?" chiese Scorpius, spostandosi un ciuffetto di capelli dalla fronte, rivelando così l' impronta di un angolo del libro di scuola, su cui probabilmente aveva dormito.

"Dobbiamo fare una ricerca su un mago o una strega famosi... voi chi farete?"

"Potrei fare... uhm... qualche idea da suggerirmi?" chiese Al ai due amici, che camminavano accanto a lui, spediti verso l' aula di trasfigurazione.

"Io farò Voi-Sapete-Chi. sarà curioso, e poi mamma e papà potranno inviarmi informazioni..."


 

Rose era seduta sulla sedia della scrivania, concentratissima, mentre leggeva un libro dalla affascinante quanto anonima copertina nera.

Oh, forse sembrerà strano a molte persone, ma lei adorava starsene lì, finalmente sola, con un libro sulle ginocchia.

O, meglio, con un libro vecchio e polveroso sulle ginocchia, come in quel caso.

Sorrise a sè stessa, mentre rimpiangeva di non poter introdurre in biblioteca della cioccolata di Mielandia o delle cioccorane.

Lasciò vagare i penieri in direzione del suo stomaco affamato (aveva rinunciato alla cena in Sala Grande per poter continuare a leggere) per qualche secondo, prima di reimmergersi nella lettura di quelle righe che probabilmente nessuno leggeva più da anni.

Giorno numero diciassette .

 

Ho trovato tutte le informazioni che mi occorrevano nella sezione proibita della biblioteca.

c' era scritto tutto, non ho domande su come fare ad agire, ma su quanto agire: credo, probabilmente a ragione, di essere il primo a volersi spingere così vicino al sentiero dell' immortalità, e sette è il numero perfetto, giusto?

Ma non voglio correre rischi, credo che chiederò consiglio al professor Lumacorno.

 

Sospirò tristemente: purtroppo i sedici giorni prima e tutti quelli dopo erano stati strappati o mai scritti da quello che aveva capito non essere un libro ma un diario.

Un diario molto strano, certo.

Controllò meglio la copertina nera, e solo allora vi scorse la scritta che un tempo doveva essere dorata, ma che adesso quasi si confondeva con lo sfondo.

C' era scritto: Tom O. Riddle.

Chi diamine era? E soprattutto, che cosa aveva scoperto di così importante sull' immortalità?

Rilesse quasi con furia quella pagina, e finalmente una luce le si accese in testa.

Non una lampadina, una luce: una sola, flebile idea che poteva dimostrarsi completamente errata, o trionfalmente corretta.

sette è il numero perfetto... Quella frase l' aveva già sentita in una delle rare volte in cui era riuscita a convincere zio Harry a raccontare tutte le sue avventure, e l' aveva detta Lui.

Lord Voldemort.

Possibile che quel diario che aveva trovato tra gli scaffali della biblioteca fosse davvero il mitico diario che riaprì la camera dei segreti?

Con il respiro bloccato in gola girò il libricino nella mano, in cerca dei segni delle zanne del basilisco, ma non le trovò.

Che qualcuno l' avesse riparato?

Con tremante emozione afferrò la piuma ed iniziò a scrivere su una pagina bianca:

Ciao.

 

Poi, con una gioia quasi selvaggia vide che, come nel racconto dello zio, delle lettere iniziarono a formarsi sulla pagina.

Ciao anche a te.

 

Scriverò solo un pochino... promise a sè stessa, conscia di ciò che il diario aveva fatto a zia Ginny.

Sei Lord Voldemort, vero?

 

Non ancora.

 

A Rose tremavano le mani: non sapeva se per l' emozione di star parlando con il più grande mago oscuro o se era per la paura.

Qualunque fosse la risposta, non smise di scrivere.

Sto parlando con te dall' aldilà?

 

No. Sono un ricordo.

 

Che agisce di propria volontà? Non credo sia possibile.

 

Per un attimo fu sfiorata dal terrore che ci fosse ancora un Horcrux dentro il diario, ma poi capì che il suo dubbio era infondato: Harry aveva pugnalato il diario con una zanna di basilisco!

Ci sono incantesimi che quasi nessuno conosce, ma che io padroneggio con estremà facilità, signor..?

 

Sono una ragazza. Rose Weasley.

 

Oh. credo di aver fatto la conoscenza di sua madre o di una sua parente, Rose.

 

Intendi Ginny Weasley? è mia zia.

 

Si, esattamente lei... Ma dimmi, Rose, che cosa vuoi sapere?

 

In che senso?

 

Tutti scrivono su questo diario per apprendere qualcosa .

 

E tu rispondi a tutte le domande? Senza volere nulla in cambio?

 

Si, rispondo alle domande, ma non lo faccio gratuitamente: ognuno mi lascia qualcosa.

 

Qualcosa?

 

Si. Tua zia Ginny, per esempio, mi ha lasciato un po' della sua anima.

 

Ed io dovrei darti la mia anima? Assolutamente no.

 

No, se non vuoi no. Non si decide che cosa lasciarmi, succede e basta.

 

Rose rimase a fissare il diario, indecisa su cosa fare. Di una cosa però era certa: era una cosa pericolosa quella che Riddle le stava chiedendo.

Tu hai parlato con Harry Potter, giusto? Che cosa ti ha lasciato, lui?

 

Parlato? più che altro scritto. Mi ha lasciato delle lacrime.

 

Lacrime? e basta?

 

Ed un segreto. un grosso segreto.

 

Me lo puoi dire?

 

Temo di no. A meno che questo non sia ciò che vuoi sapere da me; ma ricorda, tutto ha un prezzo, ed il più delle volte è il venditore ad essere il più felice dello scambio.

 

^IL MIO ANGOLETTO^

Allora, cosa pensate? Rose accetterà lo scambio? James e Scorpius diventeranno amici? Dov'è Al? E soprattutto, perchè Tom è di nuovo in circolazione?
Spero che questo cap vi sia piaciuto (Al contrario di quello precedente che a quanto pare vi ha fatto proprio schifo xD) e spero in una recensione, perchè mi rendono allegra e aiutano la mia ispirazione che in questi giorni un po' va e un po' viene :)

1 baci8
iry


 


 

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Capitolo 5
*** segretezza. ***


Some things never die

 

6. Segretezza

Non sono le stelle a scrivere il Destino,

ma siano noi,con ogni nostro gesto.

 

W. Shakespeare

Rose sentì la mano tremare dalla voglia che aveva di prendere la piuma e rispondere con un "si, voglio sapere il segreto".

Ma non era una mossa saggia, lo sapeva perfettamente.

Però lei era una Grifondoro, ed i Grifondoro agivano d' impulso, giusto?

Si morse il labbro inferiore, profondamente indecisa.

 

Scorpius era seduto contro la parete di un corridoio che ormai non era più usato da anni, intento a fissare il sottile strato di muschio sotto la finestra di fronte a lui.*

Chissà perchè nessuno si prendeva la briga di ripulirlo: a casa sua gli elfi domestici erano molto più bravi, a quanto pare...

Una smorfia salì sulle labbra del giovane Malfoy, al pensiero della sua casa.

Gli mancava già.

Soprattutto gli mancava suo padre, Draco Malfoy.

Nonostante quello che quasi tutti pensavano di lui, Scorpius era incredibilmente affezionato a quel Mangiamorte redento, a quel padre che gli aveva sempre parlato con sincerità a volte anche spietata.

Non l' aveva cresciuto in una campana di vetro, al contrario.

L' aveva cresciuto spiegandogli quanto il mondo era crudele e freddo, spiegandogli che non doveva sbagliare mai, perchè altrimenti non ci sarebbe stata una seconda possibilità.

L' aveva cresciuto in modo che non facesse le sue stesse scelte.

L' aveva cresciuto in modo completamente diverso da come lui era stato cresciuto.

Scorpius lo sapeva, e gli era grato per questo.

Non importava cosa pensasse la gente di suo padre, non importava nemmeno cosa la gente pensasse di lui, di Scorpius.

L' unica persona da cui Scorpius voleva approvazione era suo padre.

"Ehi!" esclamò allegramente James, sedendosi accanto al biondo sul freddo pavimento di marmo.

"Non mi ero accorto che fossi qui..." lo salutò Scorpius con un sorriso.

"Perchè non mi potevi vedere..." ripose il ragazzo con ovvietà. Allo sguardo confuso del Serpeverde chiarì: "ero qui con il mantello dell' invisibilità."

"E perchè andavi in giro con un mantello dell' invisibilità in pieno giorno?"

"Perchè non possiamo stare in quest' ala del castello. Il terzo piano è proibito... bhè, in teoria."

"Stai dicendo sul serio?" chiese Scorpius, improvvisamente agitato.

"Si, non hai sentito il discorso della preside?"

Lo sguardo vacuo e leggermente colpevole del Malfoy non lasciò adito a dubbi.

"Oh, bhè, allora so di non essere l' unico a non ascoltare mai i discorsi dei professori... Comunque non ci beccherà nessuno, i professori sono tutti al sesto piano." disse James con un sorriso sfrontato.

Quel Malfoy iniziava a piacergli. C' era qualcosa in lui, che gli andava particolarmente a genio.

"Come fai a sapere che sono ancora tutti al sesto piano?"

"Bhè, è ovvio, l' ho-" James si fermò, guardandosi intorno con eccessiva teatralità, come a controllare che nei dintorni non ci fosse nessuno.

Poi, si concentrò su Scorpius: "sai tenere un segreto?"

Il serpeverde annuì con impazienza, curioso, e allora James tirò fuori una pergamena dall' aria vecchissima dalle pieghe del mantello: "conosco tutti gli spostamenti di qualunque persona in questo castello grazie a questa."

"Stai scherzando, vero? non c'è scritto nulla!"

"Per adesso! Guarda." prese la bacchetta e colpì tre volte il rotolo di pergamena: "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni."

Poi, come una ragnatela che si dipanava, l' inchiostro iniziò a sbocciare sulla pergamena, formando un paio di frasi che Scorpius lesse ad alta voce, curioso.

"Il signor Lunastorta è lieto di fare la conoscenza di Scorpius Malfoy, nonostante Ramoso sia indignato che la pergamena sia finita nelle mani di un purosangue.

Felpato vorrebbe consigliare al signor Malfoy di appiccare fuoco ai capelli di suo nonno Lucius, mentre Codaliscia si augura che il suddetto Malfoy sappia mantenere un segreto come quello della mappa dei malandrini, perchè, come Felpato insiste nel sottolineare, è stato incredibilmente noioso passare tutti quegli anni nel cassettone degli oggetti requisiti di Gazza."

Scorpius tacque, inarcando un sopracciglio biondissimo all' indirizzo della mappa: "Chi diavolo sono Ramoso, Lunastorta Felpato e codaliscia? E come fanno a sapere chi è mio nonno?"

"Oh, è una storia piuttosto lunga che dopo ti racconterò, ma adesso guarda!" disse James, indicando la mappa, che adesso indicava tutte le stanze di Hogwarts ed i ripettivi studenti, segnati da un puntino ed un piccolo cartiglio su cui era scritto il nome.

I puntini si muovevano.

"è fedele? Cioè i puntini indicano davvero dove sono le persone?" chiese Scorpius meravigliato.

"Certo! Gurda," disse il ragazzo, indicando due puntini isolati al terzo piano, "questi due siamo noi."

"E... ci sono tutti gli studenti?"

"Ovvio! facciamo una prova: cerchiamo Al."

I due ragazzi si ritrovarono a scrutare la mappa in cerca del più piccolo dei Potter, quando Scorpius lo trovò: "è qui nella stanza del dormitorio, insieme a...Tom Riddle?"

"Chi è Tom Riddle? Uno della vostra Casa?" chiese James.

"No, non credo..." rispose Scorpius, confuso.

 

Al era seduto sul letto, guardando con espressione quasi sognante il ragazzo davanti a lui.

Era l' amico che aveva sempre sognato.

Una di quelle persone che si siedono in silenzio davanti a te e ascoltano.

Senza intervenire o raccontare cosa avrebbe fatto in una situazione analoga.

Semplicemente, stava lì, con gli occhi neri fissi nei suoi verdi.

E...l' aveva già detto che ascoltava?

"Insomma, c'è Jamie che è il maggiore, ed è così simile al padrino di mio padre che catalizza sempre l' attenzione, e Harry non può fare a meno che ascoltarlo sempre.

Poi c' è Lily, che è la minore, e dicono tutti che è uguale alla nonna, tranne per gli occhi... a volte ho l' orribile sensazione che mio padre mi odi perchè ho ereditato i suoi occhi.

Credo che avrebbe voluto fossero di Lily."

Al prese fiato, per poi riprendere a parlare: "ho come la sensazione che si aspettino tantissimo da me; insomma ho il nome di Albus Silente... credo che stiano attendendo una fenice o la bacchetta di sambuco."

Al tacque nuovamente, vedendo negli occhi onice dell' altro un fulmine rosso.

Solo un istante, ecco quanto era durato.

Eppure Albus avrebbe potuto giurare di aver visto quel lampo nell' esatto momento in cui aveva pronunciato la parola "bacchetta di Sambuco."

Era più stanco di quanto dovesse immaginare.

"C'è qualcosaltro che ti disturba, vero?" chiese Tom, scrutandolo attentamente.

"Io...si. Lo so che è stupido, ma ho paura di come reagiranno a casa per la notizia... sai, del fatto che io sia un Serpeverde. Papà ha detto che non importava, ma se non fosse vero? O se invece importasse per tutti gli altri?"

"E se anche fosse? Cosa importa?" chiese Tom.

"Come, cosa importa? Sono la mia famiglia."

"Se non ti sostengono non vale la pena avere una famiglia." rispose il ragazzo, con estrema calma.

"Invece si che ne vale la pena! Insomma, pensa alla tua famiglia, che-"

Tom lo interruppe subito: "io non ho mai avuto una famiglia."

Al lo guardò basito.

"Tutti hanno una famiglia." disse poi, dopo qualche secondo.

"Non io." rispose Tom con il primo sorriso della giornata.

E, bhè, era un sorriso folgorante.

Uno di quelli che illumina la giornata alle altre persone, un sorriso davvero irresistibile...

Al si sarebbe butattato da una scopa in volo se solo Tom glielo avesse chiesto con quel sorriso.

 

"Oh, guarda Scorpius!" Esclamò James, attirando la sua attenzione su un punto della mappa: "Rose è qui, in-" fece una smorfia disgustata, "biblioteca. Diamine, è solo il primo giorno di scuola! Che ci fa lì?"

"Ehm.. Studia?" fornì gentilmente Scorpius con un ghigno.

"Grazie, Capitan ovvio." brontolò James.

 

Rose fece un altro respiro profondo, prima di intingere la piuma nell' inchiostro.

Si, Voglio sapere il segreto.

 

Te lo mostrerò.

to be continued

^il mio angoletto^

dite la verità, mi odiate, vero?

bhè è rimandato tutto al prossimo capitolo... (Di nuovo xD)

c'è solo un piccolo particolare: dal prossimo chap faremo un salto temporale di... 5 anni!

Ehhhh già xD

Ma oggi mi sento buona, perciò vi do una piccola anticipazione( come se vi interessasse -.-"): tempo un paio di capitoli ed il nostro bellissimo Tom tornerà in forma xD e solo allora cominceranno i veri casini...
Al prossimo capitolo!

1 baci8

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Capitolo 6
*** falsità ***


Some things never die

7. Falsità.

L' amore.

Ecco il grande problema di Salazar Serpeverde.

Perchè, nonostante tutti pensassero il contrario, anche

i membri della sua Casa potevano amare.

Forse più di tutti gli altri.

Perchè L' amore di un Serpente è subdolo, è falso,

e non ha regole.

L' amore è solo un altro gioco che bisogna vincere.

A tutti i costi.

 

Iry- prossimi capitoli...

 

[Non posso aggiungere altro!]

La verità era solo una: Albus era nei guai.

Era innamorato.

Vi siete mai innamorati? forse qualcuno di voi sì.

Vi siete mai innamorati di un morto? Non credo.

Ma Al si.

L' aveva capito intorno al terzo anno che quei brividi che provava quando era intorno a Tom volevano dire qualcosa; poi, da lì a capire i propri sentimenti era stato abbastanza facile.

Ora era al quinto anno, e continuare a vedere ogni sera Tom seduto, o peggio, sdraiato sul suo letto non aiutava.

Affatto.

Con un respiro profondo aprì la porta della sua camera, facendo un cenno di saluto a Scorpius, che si poteva benissimo definire il suo migliore amico.

Non che zio Ron o suo padre fossero particolarmente contenti di questo... ma a lui cosa importava?

Ed eccolo lì, sul suo letto a baldacchino verde e argento c' era Tom.

Ed era di nuovo sdraiato sul suo materasso... Dio, sarebbe stato la sua morte.

Al rimase lì sulla soglia della stanza, ad osservare l' altro ragazzo.

I capelli lisci e scuri, che toccavano il colletto della camicia bianca che portava, erano sparsi sul cuscino verde smeraldo, mentre la labbra carnose erano dischiuse in un principio di ghigno.

"Stavi dormendo?" chiese Al, quando sentì che il silenzio nella stanza non accennava ad essere infranto.

Tom alzò gli occhi al cielo: "Non essere sciocco, sai che non posso dormire..."

"Oh."

Al si guardò le scarpe con improvviso interesse: era sempre a disagio quando doveva parlare con lui.

"Vieni a sederti." lo invitò Tom, indicando una porzione del letto rimasta libera.

Ecco, adesso è strano, pensò Al, mentre con passi falsamente sicuri s' avviava sul posto indicatogli.

Si sedette lentamente, quasi con timore di fianco all' altro ragazzo.

In quel momento Tom allungò una mano pallida e agguantò la cravatta verde argento dell' altro.

"Lo so."

disse soltanto, mentre tirava giù quella strisciolina di seta, fin quando il viso di Al fu a pochi centimetri dal suo.

"C-cosa?" si ritrovò a balbettare Albus.

"Che faresti tutto per me."

Rispose con arroganza, mentre un altro ghigno gli abbelliva le labbra.

"Non è vero?" chiese poi, anche se sembrò non curarsi della risposta, dato che andò avanti a parlare. "So che mi vuoi."

Gli disse, guardandolo negli occhi con un tale ardore da mettere a tacere le proteste che stava per inscenare l' altro serpeverde.

"Da quanto tempo sai?" chiese infine Al, con voce tranquilla.

Cinque anni nella casa Serpeverde gli erano stati d' aiuto, dopotutto.

"Da prima che tu te ne accorgessi..." gli sussurrò sulle labbra.

"E perchè aspettare?"

"Perchè chi ha pazienza può ottenere tutto ciò che vuole." disse seriamente Tom, prima di sfiorare lentamente le labbra di Al con le sue.

"Tu...?" chiese quello, senza fiato.

"Tu mi ami. Quanto?" Lo interruppe.

"Quanto?" ripetè Al.

"Quanto sei disposto a fare per me?" chiese di nuovo.

Il respiro di Tom era sulle sue labbra, mentre sulla sua lingua Albus sentiva una risposta così da Grifondoro che si vergognava persino di averla pensata.

"Quanto?" ripetè Tom, con voce ancora più dolce.

"Troppo." disse Al, prima di potersi fermare.

Aveva paura.

Quella non era una situazione plausibile.

Non era una situazione in cui si era immaginato.

E lo terrorizzava sapere con assoluta certezza che avrebbe fatto tutto quello che Tom gli avrebbe chiesto.

Riddle nascose un sorriso trionfante baciando piano l' orecchio di Albus.

Le sue labbra erano fredde, e c' era qualcosa che mancava, in quel bacio.

C' era qualcosa d' inconsistente.

Ma per Al, quel piccolo contatto fu come toccare il cielo con un dito, se questa metafora alquanto clichè mi è permessa.

Nessuno dei due ragazzi si accorse che, per un solo istante, gli occhi color ossidiana di Riddle divennero color rubino.

Rose sapeva quando succedeva qualcosa ad Al.

Zio Harry per prenderli in giro diceva che erano legati così tanto che l' uno poteva sentire i pensieri dell' altro.

Bhè, non era affatto così, anche se Rose, in quel momento, avrebbe voluto che fosse vero.

C' era qualcosa di strano nel sorriso di suo cugino.

E lei avrebbe assolutamente scoperto di cosa si trattava.

Strinse a sè la borsa, pensando con fervore al diario nero che era situtato sotto il libro di Pozioni Avanzate.

Non si separava mai dal diario di Tom Riddle.

Scorpius adorava i problemi.

Se erano coinvolte solo terze persone, naturalmente.

Amava vederle perdere la testa per risolvere questioni a loro avviso particolarmente spinose.

Adorava la confusione che ordivano per risolvere i loro problemi...

In quei momenti si sentiva bene.

Davvero bene.

Sorrideva perchè pensava che almeno, anche loro avevano dei problemi.

La loro vita non è perfetta...

Pensava, con un ghigno sulle labbra.

Un ghigno molto Serpeverde, secondo James.

Ecco, James.

James era un enorme problema su due gambe.

Gettava scompiglio sulle vite che incontrava sulla sua strada, e con la forza di un uragano s' insediava sotto la pelle di milioni di persone.

In parole non da purosangue.... bhè, era un casinista dannatamente simpatico.

Per questo lui e Scorpius avevano legato fin da subito: Malfoy adorava vedere problemi in atto, James adorava crearli.

Un accoppiata avvincente, no?

Bhè, no.

Perchè, James era davvero troppo... troppo.

Non si poteva fare a meno di amarlo, e... Sorpresa!

Anche Scorpius lo amava.

Ma non come amico.

Non come un fratello o un cugino.

Lui... lo amava in quell' altro modo, ecco.

Ed era un disastro.

Un assoluto, catastrofico, madornale...(Scorpius era ancora in cerca di aggettivi,) disastro.

Non poteva innamorarsi di Rose?

Sarebbe stato tutto così semplice!

Era una ragazza intelligente, carina e simpatica.

Anche se a volte un po' ossessiva: per esempio, adesso era convinta che Al avesse qualcosa che non andava!

Insomma, se ne andava in giro con un sorriso enorme e piuttosto ebete sulla faccia, e la cugina pensava che avesse dei problemi...

Quella ragazza era contorta.

Cancelliamo l' affermazione di prima: Scorpius si sarebbe dovuto innamorare di... ehm... iniziò a guardarsi intorno, in cerca di ispirazione.

Della professoressa Mc Grannit? Oh, no, no, no.

Questo era malato.

E disgustoso.

Scorpius sospirò, mentre si sedeva sotto la finestra dell' ala proibita, aspettando James.

Distrattamente si chiese se avrebbe passato così, il resto della sua vita.

Aspettando James.

Rose si sedette in biblioteca, nel tavolo che dava sul lago della piovra gigante.

Aprì la borsa con foga, non curandosi minimamente di Santana, una ragazza del suo dormitorio, che la salutava.

In quel momento non era importante.

Sarebbe potuta andare a fuoco la scuola, e non se ne sarebbe accorta.

Non era importante, in quel momento.

Frugò sul fondo della borsa fino ad incontrare la superficie liscia e fredda del cuoio.

Con le dita ripassò l' incisione ormai non più dorata.

Tom O. Riddle.

Tirò fuori il diario e lo poggiò con delicatezza sul tavolo.

Prese la boccetta d' inchiostro e la piuma d' acquila, per poi poggiare anch'esse in un angolo del tavolo.

Infine, aprì la pagina centrale del libro, con un sorriso che sarebbe stato più consono diretto ad una persona amata che in presenza di un banale libro.

O questo fu quello che Madama Pince pensò.

Intinse la piuma nella boccetta, e lisciando la pagina ingiallita dal tempo, iniziò a scrivere.

Ciao.

 

Rose. Ancora tu?

 

Si. Ti sto annoiando?

 

No, sono lieto di poter comunicare con te.

 

Volevo chiederti una cosa...

 

Non puoi più farlo.

Ricordi quello che ci siamo detti durante il tuo primo anno?

Puoi chiedere solo una cosa.

 

E... Non potresti fare un eccezione?

 

No, mi dispiace.

 

Ma, è una cosa importantissima!

Riguarda Al, è così strano! Non capisco cosa abbia, e continua a

dirmi che sta bene...

 

Faresti tutto per sapere cosa gli succede ed aiutarlo, vero?

 

Si, tutto.

Qualsiasi cosa.

 

Allora faremo un compromesso.

Sai cos'è, non è vero Rose?

 

Si.

Cosa vuoi che faccia?

 

Oh, una cosa da niente...

 

to be continued

 ^il mio angoletto^

ed eccomi qui, ringraziando di cuore le due persone che hanno recensito lo scorso capitolo!
Un enorme grazie!
senza parlare delle persone che hanno aggiunto questa storia tra le preferite!!
ringrazio:

 - jennysalvatore [Contatta]
3 - Molly Malfoy [Contatta]
4 - nenne96 [Contatta]
5 - Prinsses_Red [Contatta]
6 - silver_92 [Contatta]
7 - tom13 [Contatta

e la ragazza che  ha messa la storia tra le ricordate:
- Molly Malfoy
 
e quelle che l' hanno messa tra le seguite:

1 - alikea [Contatta]
2 - Allice_rosalie_blak [Contatta]
3 - asia94 [Contatta]
4 - Camsett [Contatta]
5 - cassylucy [Contatta]
6 - chibidaphne87 [Contatta]
7 - danyazzurra [Contatta]
8 - EilishDwyn [Contatta]
9 - Erodiade [Contatta]
10 - Evetta96 [Contatta]
11 - FleurPotter [Contatta]
12 - igniflia [Contatta]
13 - jessicagranger [Contatta]
14 - Molly Malfoy [Contatta]
15 - Queen_ [Contatta]
16 - Sakuruccia [Contatta]
17 - themorrigan1990 [Contatta]
18 - Yuma_29 [Contatta]
19 - _GioMalfoy_ [Contatta]
 

grazie mille a tutti!!

piccolo spoiler per il prossimo capiitolo: è giunto il momento. L' inizio della fine. E Harry non poteva fare niente, se non guardare come un ballo stava per distruggere la società che con così tanto lavoro lui ed i suoi compagni avevano ricostruito.

che dire, spero che il capitolo vi sia paiciuto, e una bella recensione mi farebbe dsavvero felice, visto che ho il ginocchio rotto :\

1 baci8
iry

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Capitolo 7
*** get it right ***


Some things never die

8. Get it right

 

Il giorno in cui voi non brucerete più d'amore,

molti altri moriranno di freddo.

François Mauriac

 

"Devo chiederti una cosa." Disse Riddle, guardandolo con un dolce sorriso.

Un sorriso un po' troppo dolce, per essere autentico, Al lo sapeva.

Era un Serpeverde, ed era cosciente che quella era esattamente l' espressione che indossava quando chiedeva a Rose di fargli copiare la verifica durante Trasfigurazione.

Ma, come poteva dire di no in un momento come quello? Tom provava le stesse cose che provava lui.

Era così felice, in quel momento.

Non aveva mai pensato che fosse possibile,ed invece... era successo.

"Cosa devo fare?"

"Non è che devi fare qualcosa. Volevo solo ricordarti che io non sono davvero qui. Io sono morto, ricordi?"

Bhè, Riddle era un maestro nel rovinare l' umore.

"Già. Mi ricordo." Osservò con voce piatta Albus.

Ma non era vero. Si era dimenticato di quel particolare non appena era entrato nella stanza: semplicemente, Tom era l' immagine della vita, per lui.

Con la risposta pronta, quel sorriso che lo abbagliava e l' ironia pungente.

Non poteva essere morto. Semplicemente, era un insulto alla vita in generale.

"E cosa hai intenzione di fare? Col fatto che sono morto, intendo. Appena andrai via da Hogwarts io tornerò di là. Tra i morti."

In un posto a cui non appartieni. Pensò Al.

Ed era così.

Lo leggeva nel suo sguardo, nelle parole che si erano scambiati al riguardo.

"Posso fare qualcosa, non è vero? E' per questo che lo stai dicendo."

"E' affascinante vedere quanto esteriormente assomigli a tuo padre, e quanto interiormente tu sia diverso da lui." disse Tom con un sorriso.

"E' un modo velato per dire che ho capito cosa devo fare?" chiese sorridendo Al, ormai abituato a scambi come questi, in cui le risposte non erano mai esplicite.

Aveva fatto pratica per anni, in quei sotterranei.

"Nella foresta proibita, c'è qualcosa di cui abbiamo bisogno."

"La foresta proibita è enorme..."

"Allora siamo fortunati che io sappia dove cercare, no?"

 

Il sole si era abbassato, tanto che ormai tutte le candele della biblioteca erano accese, eppure, Rose non era andata in Sala Grande per la cena.

Madama Pince non poteva fare a meno di pensare che fosse sorprendente quanto la figlia di Hermione Granger fosse dedita allo studio, ignara che Rose stava facendo tutto tranne che studiare.

Lo scricchiolio della piuma si interruppe, mentre Rose leggeva la risposta di Riddle.

 

Oh, una cosa da niente.

 

Dimmi.

 

Devi soltanto mettere l' anello che tuo cugino ti darà.

 

E tu mi dirai cosa succede?

 

Esattamente. Ma, devi indossare l' anello l' uno Novembre.

 

Al ballo di Commemorazione?

 

Si, Rose.

 

Ed in questo modo ferirò qualcuno?

 

No.

 

Ed allora perchè devo farlo?

 

I patti non erano che tu non avresti

dovuto chiedermi niente?

 

Bhè, si...

 

Comunque non preoccuparti... Ti prometto che nessuno si farà male per causa tua.

 

Lo indosserò.

Rose lasciò cadere la piuma sulla pagina ingiallita dal tempo.

Avrebbe indossato uno stupido anello, ed in cambio avrebbe saputo cosa stava succedendo a suo cugino.

Era uno scambio equo, giusto? In fondo non faceva male a nessuno.

Riddle l' aveva promesso.

E Riddle manteneva sempre le promesse.

 

to be continued

 

^il mio angoletto^
okay, sono in ritardissimo con l'aggiornamento, ma è tutta colpa della matematica! è una materia che mi odia profondamente :( come la mia prof...
E poi ieri sera sono andata a vedere il nuovo film di Daniel : the woman in black, e lo consiglio a tutti: è assolutamente fantastico! fatto benissimo, con una trama che ti fa morire di paura...
p.s. no, ve lo giuro, non mi pagano per fare pubblicità al film xD
p.p.s. spero che il capitolo vi sia piaciuto, e attendo i vostri commenti con ansia (sempre che ci saranno, eh .. :)
grazie per aver letto!
1 baci8
iry


 

to be continued tototo

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