Innamorata di una Stella. di LaUrA43587 (/viewuser.php?uid=129597)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontri Bruschi. ***
Capitolo 3: *** Presentazioni. ***
Capitolo 4: *** Nuove Amicizie ***
Capitolo 5: *** Voci ***
Capitolo 6: *** Sogni ***
Capitolo 7: *** In Pista ***
Capitolo 8: *** Chiarimenti ***
Capitolo 9: *** Ricatti. ***
Capitolo 10: *** Resta al mio fianco. ***
Capitolo 11: *** Ciò che realmente desidero. ***
Capitolo 12: *** Dichiarazione ***
Capitolo 13: *** Pazzia ***
Capitolo 14: *** Amore e Ricatti ***
Capitolo 15: *** Illegale ***
Capitolo 16: *** Innamorato di una Stella ***
Capitolo 17: *** Sorpresa Inaspettata ***
Capitolo 18: *** Svolte ***
Capitolo 19: *** Una Nuova Vita Con Te. ***
Capitolo 20: *** Un Finale Felice. ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
PROLOGO
Quel
pomeriggio il quintetto di giovani ragazzi erano particolarmente
agitati su quel jet privato in volo da ormai un’ora.
< Non
ci credo che stiamo andando in Italia e che ci resteremo per tre mesi!
> pronunciò ansimante Onew mentre guardava le candide
nuvole fuori dal finestrino.
<
E’ vero. Dalle foto sembra davvero un bel posto e nel paese
in cui andremo non c’è molta gente. Non penso
proprio che ci saranno persone che ci conoscano. > disse Key
sfogliando alcune foto del luogo.
< Ma
che dici! Sono convinto che qualcuno ci conoscerà. >
protestò Jong
<
Sarebbe meglio di no. In fondo andiamo lì per una vacanza!
Solo fino alla fine dell’estate> concluse Minho.
< Tu
che ne pensi di questo viaggio Taemin? > chiese poi Onew
interessandosi al più piccolo del gruppo
Il biondo
esitò un po’ per poi rispondere:
< Non
saprei proprio. Credo che sarà una vacanza piuttosto
interessante >
E
lui ancora non sapeva quanto avesse ragione.
Note
dell’autrice:
ciao a
tutti! Questa è la prima fiction che scrivo in questa
sezione (la passione per questi ragazzi è davvero recente,
ma li adoro tutti e cinque!).
L'inizio è molto
breve, ma mi occorreva per far capire che i nostri puffetti preferiti
sono in viaggio e prometto che il secondo capitolo sarà
molto più lungo!
Baci!!! Recensite!!!
Ps:
I LOVE SHINee!!!!
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Capitolo 2 *** Incontri Bruschi. ***
Incontri
Bruschi.
Passarono
svariate ore. Il viaggio fu stancante e arrivarono in Italia
precisamente alle nove e mezza di sera.
L’hotel
in cui gli SHINee dovevano alloggiare non era molto distante e durante
il breve viaggio Jong approfittò per farsi una bella dormita
mentre gli altri quattro guardavano costantemente fuori dal finestrino
rimanendo letteralmente meravigliati dalla bellezza del paese.
Per strada non
c’era molta gente e in più il quintetto viaggiava
in una macchina che non dava troppo nell’occhio (durante la
vacanza volevano rilassarsi e non essere assillati costantemente da
delle fan urlanti).
La cosa che
più colpì i ragazzi non fu né la
strada quasi deserta, né le mille e mille luci che
illuminavano la città ma fu il mare. Passarono proprio
davanti a quest’ultimo che brillava sotto la magnetica luce
della luna piena.
< Whooo!
Guarda che bello il mare di sera Minho! Dio mi ci butterei anche
adesso! > disse Taemin attaccato al finestrino.
<
Qualcuno svegli quel dormiglione di Jong! Si sta perdendo tutto!
> urlò felice Key che già si stava
avvicinando per scuotere il ragazzo ma non ce ne fu bisogno
poiché questo aprì da solo gli occhi.
< Tanto
domani pomeriggio ce lo godremo tutto e poi se mi muovo adesso dal
sedile potrei rimettere sui capelli di uno di voi. > in effetti
Jong aveva proprio una brutta cera ma come biasimarlo dopo otto ore e
passa di volo?
Onew rise dando
una pacca sulla spalla all’amico come per dire
“tieni duro. Ci siamo quasi”.
D’un
tratto però l’autista che era rimasto muto per
tutto il tempo mugugnò inizialmente delle parole a bassa
voce per poi chiedere: < Ragazzi, qui vicino
c’è un ristorante. Non avete mangiato da quando
siamo partiti dalla Corea. Mi fermo? > intanto
l’autista interamente vestito di nero rallentò
proprio davanti all’insegna di un ristorante. <
E’ questo qui. Volete assaggiare la famosa cucina italiana?
> domandò voltandosi verso le star.
Era difficile
capire se volessero andare o meno perche Jong sembrava mezzo morto sul
sedile e aveva lanciato una debole occhiata all’insegna
luminosa con scritto “Ristorante Parodi!”, Minho,
Key e Onew sembrava pensassero che fosse una buona idea cenare
lì dentro, mentre Taemin aveva ancora lo sguardo incatenato
al mare.
< Mmmh
bhè….. io un po’ di fame
l’avrei. Ma sì dai, andiamoci! > concluse
da solo Onew.
< Onew
guarda che il pollo lo vendono anche in Corea >
ironizzò Jong scoprendo finalmente i denti lustri. <
Ahaha! Bella questa. Però m’ispira
l’idea di mangiare qui. > commentò Minho.
<
Taemin? Hai fame? > chiese Key notando che il più
piccolo non stava dando nessun commento in proposito.
<
Letteralmente > sussurrò.
Allora era
deciso: si sarebbero fermati a cenare in un grande ristorante del posto
che tra le altre cose era assai vicino all’hotel a cinque
stelle.
Appena
entrarono notarono immediatamente le sgargianti pareti gialle, il
lampadario al centro della sala ricoperto da molta, molta gente.
Rimasero quasi stupiti dal cambiamento: fuori era deserto e dentro si
veniva letteralmente investiti dalle persone, ma una cosa positiva
c’era e cioè che nessuno sembrava riconoscerli.
Un uomo alto
sulla trentina partì dalla cassa e si avvicinò a
loro. Indossava il solito abito da cameriere nero e bianco,
donò ai cinque un falso sorriso e li fece accomodare in un
tavolo da sei.
< Ecco a
voi il menù > disse lasciandoli con un sorriso da
Monna Lisa.
Qui per loro
partì la scelta cruciale. Fortunatamente però
accanto ai piatti c'era la traduzione inglese e spagnola. Un ristorante
ben preparato senza dubbio. I cinque lessero per la prima
volta piatti a loro completamente estranei del tipo:
Lasagne al
forno (pesto o ragù)
Spaghetti coi
frutti di mare
Riso nero di
seppia
Pasta pomodoro
Ravioli
Grigliata di
carne
Okey. Lo
sguardo dei cinque era un misto tra indecisione e sorpresa. Non avevano
mai assaggiato nulla di tutto ciò.
Gli occhi di
Onew s’illuminarono quando lesse “Pollo al
forno con patatine fritte”, ma era molto indeciso
anche lui.
< Magari
io mi butto con la pizza. > disse Minho leggendo attentamente il
menù come fosse sacro. Jong invece ancora doveva prenderlo
in mano e rispose allo sguardo degli amici con un < Io prendo
quello che prende Key. Abbiamo gli stessi gusti in fatto di cibo
>.
Taemin aveva
puntato il dito su “ Lasagne
al forno con ragù” anche se non aveva la
minima idea di cosa si trattasse ma sapeva che non era affatto
schizzinoso in fatto di cibo.
Dopo un
po’ tornò il cameriere con un block notes ed una
penna nera pronto a scrivere le richieste dei clienti.
< Avete
deciso? > chiese cortese.
< Si, io
prendo il pollo al forno > esclamò Onew < Non
avevamo dubbi > dissero gli altri all’unisono, ma il
cameriere scrisse senza badare al commento dei ragazzi.
< Per me
una pizza… ehm.. Margherita > riferì Minho
< Riso nero > per Key e successivamente anche Jong
optò per quel piatto. Credo che penderono quello perche
ricordava loro il riso della Corea.
< Io
invece lasagne col ragù > concluse Taemin richiudendo
il menù.
Il cameriere
scrisse facendo segno anche all’autista che rispose facendo
un cenno negativo con la testa.
Sicuramente
aveva già mangiato prima di andare a prendere gli SHINee
all’aeroporto.
< Da
bere invece? > - < Acqua > risposero tutti e
cinque.
Così
il cameriere entrò in cucina agitando le ordinazioni con la
mano alta. Un cuoco lo afferrò, leggendolo e si mise subito
a lavorare.
Nessuno del
gruppo aveva mai mangiato cibo italiano prima d’ora e non
erano neanche mai stati in Italia. Riuscivano ad intendersi con le
persone grazie alla lingua inglese (che sembrava parlassero tutti
perfettamente. Italiani compresi).
Poco dopo la
porta del ristorante si aprì e vi entrò una
ragazza non molto alta, occhi color nocciola, pelle chiara, capelli
castani chiari mossi fino ai gomiti che finivano benissimo con dei
graziosi boccoli color oro.
Una ragazza
molto bella senza ombra di dubbio, che indossava jeans blu attillati ed
una maglia bianca con scritta una celebre frase di Audrey Hepburn.
Nonostante
l’abbigliamento indicato per un’uscita serale, la
giovane entrò in cucina lanciando uno sguardo distratto alla
band.
I ragazzi la
guardarono per un po’ ma distolsero tutti quanti lo sguardo
da lei quando si accorsero che li stava guardando. Il solo invece che
continuò a fissarla fu Jong che sembrava ne fosse rimasto
letteralmente affascinato.
< Ehi
Jong. Sta male fissare la gente > lo scosse Taemin facendogli
passare una mano davanti agli occhi.
< Ehm
si, si. Hai ragione, ma era davvero bella > si riprese Jong
continuando tuttavia a tenere gli occhi puntati sull’entrata
della cucina.
Quella sera la
cucina era davvero molto affollata. C’erano cuochi e
camerieri che camminavano da una parte all’altra e la ragazza
castana era letteralmente fuori luogo lì dentro.
< Mi
scusi, Ania dov’è? > domandò
cortesemente ad un cuoco.
< Sta
finendo di servire un gruppo di vecchietti al piano di sopra >
rispose l’uomo calvo scocciato.
Senza esitare
troppo, la ragazza salì le scale di legno e
arrivò al secondo piano dove sembrava di stare in
tutt’altro posto. Il pavimento era di grandi piastrelle
arancioni (al pian terreno erano grigie) mentre le pareti rimasero
invariate.
Se al primo
piano c’era caos al secondo non si riusciva neanche a
respirare. C’erano tavoli praticamente ovunque e la gente che
rideva e parlava faceva un rumore infernale, ma poi la ragazza
riuscì a trovare la ragione della sua visita.
Un’altra
ragazza mora, alta, abbronzata (ma non troppo) con gli occhi castani e
capelli legati in una coda da cavallo si avvicinò. Anche lei
come l’amica aveva capelli lunghi mossi fino alle braccia.
<
Jennifer! Che ci fai qui? Finisco tra un’ora! > disse
Ania superando agilmente due tavoli.
< Si, lo
so… ma mi annoiavo! Hai finito con quei vecchi decrepiti
laggiù? > chiese indicando un tavolo in fondo alla
sala.
< Si. Ho
appena portato loro il conto. > confermò la mora
pulendosi le mani sulla divisa da cameriera.
< Guarda
quella donna seduta laggiù sta cercando di ordinare >
Jennifer indicò un tavolo poco distante da loro con una
donna sola che si guardava intorno alla ricerca di un cameriere.
<
Sì, l’ho vista. Se ne occuperò Lilli.
Carlos mi ha chiesto di servire i piatti a degli asiatici al piano di
sotto > neanche il tempo di finire la frase che già
si dirigevano al pian terreno.
< Uhuh!
Si ci sono passata prima. C’è un ragazzo con la
frangetta bionda davvero figo… però li ho
già visti da qualche parte…. Mmmhh Si son sicura
di averli già visti ma non saprei dove. > disse
Jennifer parlando più a sé stessa che ad Ania.
< Dici?
Allora aspettami in cucina. Servo ancora loro poi chiedo a mio padre di
farmi uscire prima! E’ tutto i giorno che sono rinchiusa qui
dentro >.
Arrivate alla
cucina, Ania fece sedere l’amica su una vecchia sedia e la
pregò di aspettare la fine del suo turno lavorativo. Poi
sarebbero uscite.
< Il
piatto è questo? > s’informò la
mora.
< Si,
è questo. Gli altri già li ho serviti >
rispose l’uomo che aveva precedentemente preso
l’ordinazione agli SHINee.
Ania
afferrò il piatto di lasagne, uscì dalla cucina e
si diresse verso il tavolo. Inizialmente la ragazza notò il
ragazzo –che ancora non sapevo si chiamasse Onew- che
mangiava il piatto di pollo con una velocità quasi
impressionante.
Si mise dietro
un ragazzo dai capelli biondo ramati che non aveva assolutamente fatto
caso alla cameriera che si avvicinava e si alzò bruscamente
urlando < Io vado al bagno > ma appena si alzò
fece inciampare Ania sui piedi della sedia e per non cadere per terra
dovette mollare il piatto di lasagne che cadde accidentalmente sulla
maglietta pulita di Taemin.
Il cantante
ebbe però dei buoni riflessi perche riuscì ad
afferrare Ania che rischiò di cadere.
< Cazzo,
scusa! Non mi reggo più neanche in piedi > disse la
mora tenendo lo sguardo verso il pavimento guardando il piatto rotto e
le lasagne sparse a terra ancora fumanti.
< No,
scusami tu. Mi sono alzato di scatto senza guardarmi attorno >
Taemin intanto continuava a tenere la ragazza.
Quando Ania
alzò lo sguardo e vide gli occhi di Taemin ne rimase
particolarmente colpita. Non aveva mai visto un simile viso angelico in
tutta la vita, la pelle le sembrava liscia e morbida e i capelli gli
cadevano disordinati sulla fronte.
Rimase a
guardarlo per qualche secondo. A lei le parvero ore, ma era certa di
una cosa: sì, l’aveva già visto.
Note
dell’autrice: Ehi
ciao!!!
Ho
continuato! Ho iniziato a scrivere alle dieci ed ho finito alle undici
e mezza! WoW!
Spero
vi piacci!!! ;)
Ps:
ringrazio le sei persone che hanno già messo la storia tra
le seguite ^.^
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Capitolo 3 *** Presentazioni. ***
Presentazioni.
Chissà
quante persone avrebbero pensato che quegli occhi, quei suoi occhi,
sarebbero semplicemente appartenuti ad un normale ragazzo asiatico.
Quante persone avrebbero pensato che fossero dei normali occhi marroni?
Bhè,
probabilmente molte ma non era quello che pensava Ania. Quegli occhi e
specialmente quello sguardo premuroso l’avevano completamente
stregata e per diversi secondi fu completamente incapace di muoversi.
Quando
però il buonsenso tornò in lei, chiese
immediatamente scusa vergognandosi di aver fatto una brutta figura non
solo davanti a lui, ma anche davanti agli altri quattro ragazzi e
perciò la mora non potette non arrossire.
Dopo aver
raccolto il piatto frantumato e le lasagne ora immangiabili, si
precipitò in cucina a buttare i rifiuti.
< Che
è successo? > una voce maschile le giunse da dietro
le spalle.
Si
voltò e vide un uomo alto, castano scuro (con diversi
capelli bianchi), denti verdiccioli e diciamo una pancia abbastanza
visibile.
<
Papà…. Si… bhè…
sono andata contro un cliente e gli ho rovesciato il piatto addosso. Mi
spiace > pronunciò lei abbassando lo sguardo.
<
Tesoro, non era mai successo prima. Sei stanca non è vero?
Vai a casa, qui ci penso io. > si preoccupò il padre
poggiandole una mano sulla spalla.
< No.
Prima voglio dare dei fazzoletti a quel ragazzo e servirgli
decentemente queste lasagne. > - < E va bene. Sei proprio
una testona > l’uomo –Francesco-
accarezzò la guancia della figlia e poi si
congedò a cucinare il piatto.
Francesco era
molto affezionato alla sua unica e sola figlia e non
l’avrebbe persa per nulla al mondo perche quando non
c’era nessuno ad aiutarlo, quando nessuno era al suo fianco
Ania l’aveva aiutato in ogni modo umanamente possibile.
Era andata a
lavorare per portare soldi a casa che mancavano fino a pochi mesi
prima: quel lavoro seppur non molto umile era la loro ancora di
salvezza.
< Ania!
Hai servito il tavolo di quelli là? > ecco la sua
migliore amica che si avvicinava allegra e pimpante come sempre.
<
Magari. Ho sporcato uno di quei ragazzi. Che stupida che sono e non mi
sono solo limitata a rovinargli la maglietta –che dubito
fortemente che possa tornare bianca- ma ho fatto una figuraccia davanti
a tutti Jenny! > Dio che brutta cosa.
Era un anno che
faceva la cameriera e non era mai successo nulla di simile!
<
Spiegati meglio >
< Si,
Ania spiegati meglio > ecco un’altra voce maschile
provenire da dietro di lei. Questa volta però non era il suo
caloroso padre, ma bensì il suo capo…. Forse la
persona che più odiava.
Un uomo sempre
vestito elegante, la cravatta non mancava mai ovviamente, ma si
abbinava orribilmente con le scarpe. Per non parlare poi delle sue
numerosissime rughe! E i capelli grigi che somigliavano in un modo
pazzesco ad un manico di scopa!
< Hai
investito un cliente? Ragazza cara, se lo sento ancora tu qui non ci
metti più piede, sono stato chiaro? > chiese con voce
arrogante < Limpido > fu la risposta.
< Vedo
che ci capiamo. Io non ho tempo da perdere coi principianti. Ti ho
già detto una varcata infinita di volte che ti ho presa
perche mi facevi pena. Anche io ho un cuore che credi? Ora scusati con
quel cliente e servigli un piatto in modo decente e per quel che
riguarda le continue visite di questa ragazza, la pregherei di
aspettare Ania fuori dal ristorante. > ordinò Paolo.
Anzi, il Signor Paolo ecco come desiderava essere chiamato.
<
Capisco signore. Farò come ha chiesto > Jennifer fece
qualche passetto indietro fino a nascondersi completamente dietro Ania.
< Bene.
Ora se volete scusarmi. > neanche il tempo che le ragazze
potessero rispondere che l’uomo se ne andò immerso
dai suoi incarichi.
< Che
rompi palle. Come fai a sopportarlo Ania? > - < Pensando
allo stipendio cara! >
Pochi minuti
dopo apparve Francesco con un nuovo piatto di lasagne in mano. <
Tentativo numero due? > ironizzò.
Lei si
soffermò a sorridere, per poi afferrare il piatto e tornare
nella sala in cui erano già stati rimossi i piatti degli
altri quattro ragazzi mentre Taemin ancora doveva cenare.
Questa volta il
biondo non si alzò di scatto così che lei potesse
tranquillamente poggiare il piatto davanti a lui. < Scusa ancora
per prima. Ho davvero la testa tra le nuvole… Se
c’è qualcosa che posso fare per
sdebitarmi… > Ania non aveva il coraggio di guardarlo
negli occhi anche perche non sapeva che effetto le avrebbero fatto.
Non sapeva come
avrebbe reagito nel rivedere quel volto angelico.
<
Bhè, potresti consigliarmi una spiaggia tranquilla? Noi
cinque non ci orientiamo affatto qui e domani vorremmo fare un
rilassante bagno in mare. > Taemin invece la fissava e la
squadrava da capo a piedi come se per lui fosse una cosa del tutto
nuova.
Ma in pratica
le stava chiedendo di fare loro da “guida
turistica”? O una cosa del genere almeno.
< Non
ascoltare troppo questo ragazzo, non ha tutte le rotelle che
funzionano. Se non hai voglia non ti preoccupare che ce la caveremo!
> il ragazzo vicino a Taemin reagì al silenzio di
Ania credendo che quest’ultima non avesse alcuna voglia di
fare da baby-sitter ad un gruppo di stranieri.
< No.
Voi dove alloggiate? Cioè… Così domani
pomeriggio passo e …. Perché.. > Dio
com’era impacciata ma era un difetto che aveva avuto da
sempre.
< Noi
stiamo all’hotel qui vicino. E’ un hotel a cinque
stelle, non dovresti confonderti. > rispose Minho.
“Un
hotel a cinque stelle”? pensò Ania. Wow ne avevano
soldi in tasca.
< Si, ho
capito. Passerò domani alle undici… se per voi va
bene. V..vi dispiace se porto con me quella ragazza laggiù?
> indicò Jennifer che si stava guardando tutta la
scena davanti all’uscita del ristorante.
A questo punto
gli occhi di Jong sembravano essersi illuminati e forse leggermente
dilatati. Sembrava ovvio che la risposta fosse si.
< Nessun
disturbo!!! Non temere! Siamo molto sociali noi cinque. > disse
Onew sorridendo.
Cinque ragazzi
semplicemente allegri e vivaci. Avevano tutti un sorriso davvero
affascinante!
< Ok.
Benissimo. Posso portarti qualcosa per pulirti meglio… ?
> non finì la frase con Jong la interruppe <
Taemin è il suo nome. I sono Jonghyun, lui è
Minho, Key e Onew. Piacere! La ragazza laggiù invece
è… > - < Jennifer. > questa
volta lo interruppe lei.
Guardai tutti i
cinque ragazzi: okey Taemin quello a cui aveva fatto cadere le lasagne
addosso, Jong dai capelli castani con la frangia bionda ed il
più muscoloso del gruppo, Onew castano più grande
rispetto agli altri, Key moro ed anche colui col quale ancora non aveva
conversato ed infine Minho anche lui moro coi capelli però
più lunghi.
Lei era sempre
stata una frana coi nomi italiani figurarsi con gli straniere, ma
valeva la pena fare un tentativo.
<
Capito. Ta…Taemin ti dovrei portare qualcosa con cui
pulirti? > chiese Ania.
< Non
preoccuparti, l’autista ha già pensato a tutto.
> e solo ora la cameriera si accorse dell’uomo in nero
seduto lì accanto a…. ehm Key.
Ma…
Autista? Hotel a cinque stelle? Vuoi vedere che stava parlando con
delle persone di un certo rango?
< Ah,
okey. Ora scusatemi, ma devo proprio andare. Ci vediamo domani
pomeriggio. Buona serata.>
Quella infatti
per gli SHINee fu una buona serata almeno per tre di loro. Si, perche
arrivati in hotel vennero a sapere che i posti erano quasi tutti al
completo e che perciò due di loro dovevano dormire in una
stanza matrimoniale.
Visto che
nessuno voleva condividere la stanza con una persona disordinata come
potevano essere Taemin e Jong si decise che questi ultimi avrebbero
dormito assieme.
Le camere erano
davvero belle, grandi, spaziose e luminose.
Il primo ad
addormentarsi fu Jong nonostante la presenza del più piccolo
che si addormentò subito dopo di lui.
Erano davvero
stremati dopo quella lunga giornata ma la mattina non tardò
ad arrivare. Quando la luce illuminò la camera di Minho
questo si svegliò immediatamente, aprì le
finestre, si lavò e si vestì controllando poi
l’orologio. Erano solo le 10,45…. Di solito si
svegliava più tardi e questa volta addebitò la
colpa a fuso orario.
Ma aspetta un
attimo… Le 10,45? Fra un quarto d’ora sarebbero
arrivate le ragazze e che figura ci avrebbero fatto se mentre loro li
attendevano, la band ancora dormiva?
Corse
immediatamente nella stanza di Key che si svegliò dopo
diversi minuti.
< Cosa?
E’ così tardi!? Non ho sentito la sveglia diamine!
> corse a vestirsi e poi insieme a Minho bussarono alla stanza
del loro leader. Il mitico Onew che a quanto sembrava era
già sveglio ma aveva completamente rimosso il fatto che alle
undici sarebbero arrivate Jennifer e Ania.
Tutti e tre
insieme andarono poi davanti alla camera di Jong e di Taemin senza
riuscire a trattenere le risate.
< Ahah!
La faccia di Jong ieri sera! Puhah! Non dimenticherò mai
come ha guardato Taemin! Haha! > Onew sembrava davvero
divertirsi, ma anche Key e Minho non erano certo da meno.
<
Già! Nel letto matrimoniale! Ma ce li vedete? >
Senza che se
accorgessero stavano parlando ad alta voce. In effetti la situazione la
si poteva classificare come comica.
D’un
tratto però la porta si aprì e ne uscì
Taemin che indossava solamente la canottiera ed i boxer. I capelli
scompigliati ed i viso ancora disabituato alla luce.
< Non
siete divertenti. > commentò a fil di voce.
<
Dì a Jong che le ragazze saranno qui a momenti >
disse Onew.
Ed ecco che gli
occhi del ragazzo si ingrandirono improvvisamente. Si era dimenticato
pure lui?
< Jong
svegliati cialtrone! Jennifer ti aspetta! > urlò
ironizzando ed accendendo la luce che illuminò la camera.
Jong da parte
sua si svegliò di colpo e cadde dal letto rianimandosi
immediatamente < Sono già qui!? > si
guardò attorno alla ricerca di un orologio poi si
ricordò di avere il suo al polso.
< Le
11.00! Merda! Taemin dove sono i jeans!? > gridò.
Ecco…
Mettere due persone così disordinate nella stessa stanza
forse non era poi stata una buona idea.
< Jong
sono in quella specie di lavandino in miniatura! Le scarpe invece!?
> chiese Taemin mentre si vestiva.
< Sotto
al letto. >
Intanto che i
due si vestivano Key, Minho e Onew guardavano divertiti la scena
davanti a loro. La prima mattina lì e già si
divertivano.
Nessuno dei
cinque ancora sapeva cosa sarebbe accaduto in quei tre mesi che li
attendevano ma di una cosa erano certi: Ania e Jennifer erano
sicuramente giù fuori ad aspettarli.
Note
dell’autrice: ciao!!!
Spero
vi piaccia questo capitolo (forse un po’ sbrigativo, ma spero
non troppo).
Grazie
per tutte le recensioni ricevute.
Eh
wow, siamo già a 8 persone che hanno aggiunto tra le seguite
e la storia ha già superato le 100 visualizzazioni.
Grazie
davvero!
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Capitolo 4 *** Nuove Amicizie ***
Nuove
Amicizie
Sinceramente
sono nervoso per come mi guardi
Non so se hai
una buona immagine di me
Posso solo
essere nervoso, non posso voltarmi indietro.
Testo Ring
Ding Dong
Era
un pomeriggio molto caldo e afoso. Quando gli SHINee uscirono fuori
dall’hotel si resero conot di aver fatto un errore a mettersi
tutti e cinque i jeans lunghi.
Ci
saranno stati minimo 28° gradi e l’autista con il
solito giacchino che riusciva a fargli mantenere quell’aria
professionale, lo stava sicuramente distruggendo dal caldo.
<
Non è necessario che lei stia tutto il giorno con noi.
Può farsi un giro per il paese! > disse Onew
all’autista mentre uscivano fuori dai grandi cancelli che
delimitavano il confine del giardino dell’hotel.
<
Già! Scommetto che c’è sicuramente
qualcuno che conosce qui. > aggiunse Minho dando una pacca sulla
spalla all’uomo che però scosse la testa.
<
Non mi hanno incaricato di farvi solamente da autista, ma anche da
guardia del corpo. > rispose freddamente mettendosi gli occhiali
da sole.
<
Non credo proprio che le ragazze abbiano dei coltellini o roba simile
nella borsa. > pronunciò Key ridendo ed immaginandosi
la scena dell’uomo che li difendeva da due ragazzine.
Ma
ripensandoci i ragazzi in quegli ultimi anni si erano spesso ritrovati
spalmati sul pavimento a causa di centinaia di ragazzine urlanti che
approfittavano di un momento di distrazione da parte delle guardie del
corpo per sotterrarli di abbracci e baci.
In
quel caso però era diverso: né Ania né
Jennifer non sapeva chi fossero realmente Taemin, Jong, Minho, Key e
Onew.
<
Non si può mai sapere. E comunque non vi
assillerò tutta l’estate. Potete stare tranquilli
su questo e poi non sono certo solo a badare a cinque ragazzi
spericolati come voi! Ho almeno altri nove colleghi in questa
città. > disse l’uomo mostrando leggermente
i denti.
Fantastico.
Altri nove colleghi. Questa notizia non rese certo gli SHINee di buon
umore, ma anzi s’incupirono leggermente capendo che nessuno
dei cinque avrebbe potuto avere completa libertà.
Quando
furono completamente fuori dall’hotel, tutti
s’iniziarono a guardare attorno senza riuscire a trovare
né Ania né Jessica. Dov’erano?
Il
marciapiede era carico di gente, ma nessuna di queste sembrava
somigliare minimamente alle due ragazze: e se si erano dimenticate?
Jong
diede un’occhiata fugace all’orologio che segnalava
le 11.10. In fondo erano solo dieci minuto, no? Potevano aver avuto un
piccolo imprevisto, ma tutta quella situazione sembrò loro
così strana e nuova.
Solitamente
erano le ragazze ad aspettarli e non viceversa, ma
c’è una prima volta a tutto.
Taemin
appoggiò la schiena ad un muretto sbiadito e si
iniziò a sventolare il viso con la mano destra mentre Key si
sedette sul marciapiede ad attendere.
<
Non voglio portare male ma credo che vi abbiano dato buca, cari!
> disse l’autista.
Nessuno
dei cinque gli rispose. Non sapevano neanche il nome
dell’uomo perche nessuno si era preoccupato di chiederglielo.
Passarono
almeno altri dieci minuti; il sole diventava via via più
caldo e restare con gli abiti pesanti era una tortura!
Proprio
quando Key si alzò deciso a dire che ormai non sarebbero
più venute, si udì una voce femminile ed un forte
suono di passi che scavalcò il rumore delle altre voci.
<
Ohiiii!!! >
Una
ragazza mora si avvicinò a loro correndo e fermandosi
proprio dove, fino a pochi secondi prima era seduto Key.
Ania
era accaldata e ansimava a causa della corsa appena fatta. Non ci volle
più di tanto perché Jennifer la raggiungesse
ridotta nelle stesse identiche condizioni dell’amica.
Però
al contrario degli SHINee, le ragazze erano vestite molto
più leggere: Ania coi jeans corti ed una canottiera nera. I
capelli li teneva sciolti così che potessero muoversi
liberamente ad ogni passo della ragazza.
Jennifer
invece, indossava dei jeans corti strappati, ed una maglia bianca a
maniche corte. I capelli legati in una coda da cavallo.
<
Scusate il ritardo! Eravamo già a metà strada
quando questa qua si era accorta di aver dimenticato il costume e
allora siamo dovute tornare indietro. > disse Jennifer cercando
di riprendersi e indicando Ania.
<
Non preoccupatevi. L’importante è che siate
venute. Non siamo poi qui da molto e poi c’è
più gusto
ad avere certe cose se devi aspettare per averle. >
pronunciò sensuale Taemin staccandosi dal muro ed
avvicinandosi ad Ania che ricambiò lo sguardo fisso del
ragazzo arrossendo leggermente.
Le
parole di Taemin avevano sbalordito tutti gli altri quattro componenti:
probabilmente se l’era preparata nell’attesa quella
frase.
Ci
furono diversi secondi di silenzio che venne però interrotto
da Minho < Ehm.. si, credo che prima di andare in spiaggia
però sia il caso di pranzare. >
Non
aveva tutti i torti: se avessero mangiato adesso, avrebbero evitato la
valanga di gente che si sarebbe presentata a mezzogiorno.
<
Ottima idea Minho! Ieri sera da queste parti ho visto anche un
ristorante cinese. Possiamo andare lì? > chiese Jong
animandosi improvvisamente.
Ma,
aspetta un attimo: cibo cinese? Certo, magari per gli SHINee non
c’era problema, ma per le ragazze poteva risultare assai
difficile mangiare con delle bacchette.
<
Ehm. Okey. Ma non prendeteci in giro se ci cade il pesce addosso!
> disse Ania afferrando l’amica per il braccio e
camminando verso il ristorante.
A
dire il vero non ci andava volentieri lì dentro, anche
perche non avevano mai mangiato cinese e poi quel ristorante faceva
molta concorrenza al ristorante Parodi.
<
Non potremmo mai! Anche perché nessuno si è messo
a ridere quando Taemin si è ritrovato cosparso di lasagne
> ironizzò Onew seguendo le ragazze.
Tutto
il gruppo si mise a ridere (autista compreso) e solo adesso Jong si
accorse dei tatuaggi che sia Ania che Jennifer avevano sulla schiena.
Non
sembravano molto grandi, anche se parte del tatuaggio di Ania era
coperto dai capelli e dalla maglietta e restava quindi impossibile
capirne la forma, mentre Jennifer aveva chiaramente la scritta
“JL” sotto al collo.
<
Se non sono troppo indiscreto posso chiedere per cosa sta
“JL”? > chiese Jong curioso.
A
questo punto Jennifer si mise più vicina al ragazzo che
ricambiò all’istante l’improvvisa
vicinanza. < Sta per Jennifer e Luke. > - < Luke?
E chi è questo qua? > domandò Jong con una
nota di gelosia nella voce.
A
questo punto Ania si mise a ridere, ma visto che nessun’altro
rideva, smise subito coprendosi la bocca con la mano.
<
Luke è mio fratello minore. >
Eccola
la figuraccia del giorno. Ovviamente non poteva mancare!
<
Oh… Ehm… E’ strano
però… voglio dire… Jennifer e Luke
sono nomi inglesi eppure.. > - < Padre inglese, madre
italiana > lo interruppe Jennifer.
<
E tu invece? Hai fratelli o sorelle? > domandò Key ad
Ania
<
No. Sono figlia unica. > Ania non amava parlare della sua
famiglia, anzi si poteva liberamente dire che era una cosa che odiava,
infatti non aggiunse altro.
<
E invece cos’è il tuo tatuaggio? >
s’informò Taemin cercando di rompere il ghiaccio.
<
E’ una rondine. Simboleggiano la libertà >
Andarono
per un po’ avanti con la conversazione, finche non arrivarono
al ristorante.
Entrarono
uno alla volta avvolti dall’aria condizionata e dal forte
odore di pesce. Il posto non sembrava molto grande, anzi, sembrava
avesse una sola stanza, con un solo piano.
Si
sedettero su un tavolo da dieci e pochi minuti dopo li raggiunse un
cameriere che domandò in italiano: < Cosa prendete?
>
Gli
SHINee guardarono le ragazze con una faccia assai confusa e queste non
poterono non ridere. A quanto pare il cameriere non aveva capito che in
quel tavolo la lingua dominante era l’inglese.
<
Certo che l’italiano è una lingua strana. >
affermò Key.
Fu
a questo punto che il cameriere (cinese) si corresse e rifece la
domanda in inglese. Adesso per tutti fu chiaro anche per i cinque o
meglio per i sei coreani (l’autista non li mollava neanche
per un attimo dannazione!), perciò tutti ordinarono lo
stesso piatto, ovvero del riso alla Thailandese.
<
Hai detto che l’italiano è una lingua strana? Non
so quale sia più semplice se coreano o italiano. >
schernì Ania bevendo un po’ d’acqua.
<
Bhè, sai non me intendo ma credo che l’italiano
sia più difficile. Basta sentire come parla la gente per
strada. E’ tutto un intreccio strano di parole tutte diverse.
> assicurò Key.
<
Dici? Mmmmh… Come si dice in coreano
“Dog”? > chiese Jennifer divertita.
<
“Kè”. In italiano invece? >
pronunciò Minho.
<
“Cane”. Invece “dad”? >
si intromise Ania ridendo dalla pronuncia coreana.
Prima
che gli SHINee rispondessero, i cinque si guardarono e risero
ricordandosi della loro “esperienza” avuta facendo
i padri del piccolo Yoogeun.
<
Si dice “Appa” > disse Taemin senza riuscire
a smettere di ridere mentre una valanga di ricordi divertenti
d’intromise nella sua mente.
<
Perche ridete? > chiesero le ragazze all’unisono.
A
questo punto Onew tirò fuori dalla tasca il portafoglio e ne
estrasse una piccola foto che mise al centro del tavolo per renderla a
tutti ben visibile.
< Vedete questo bimbo? Noi eravamo e
ancora siamo tutt’ora i suoi “Appa”
> pronunciò ridendo, ma le ragazze ancora non
capivano.
<
I suoi “Appa”? Quest’adorabile bambino
è il fratello di uno di voi? Mmmh secondo me è il
tuo > constatò Ania indicando Minho che si
appoggiò immediatamente allo schienale della sedia ridendo
sonoramente.
<
Si, vi somigliate! > continuò Jennifer.
<
Ahaha! Lo dicono tutti che si somigliano. Ma questo bambino non
è in alcun modo imparentato con noi. Ve lo spiegheremo
più avanti come mai ci chiamava “Appa”
> disse Jong.
Poco
dopo arrivarono i piatti.
Okey,
dai non poteva essere tanto difficile: si doveva prendere le
bacchettine di legno e afferrare con esse il riso.
Jennifer
cercò di portarsi il riso alla bocca ma fallì
facendoselo cadere sulle gambe: 1 a 0 per le bacchettine.
<
Ehm… Facciamo che magari chiedo un cucchiaio. >
costatò Jenn mentre rideva sotto i baffi guardando
l’amica che fissava i bastoncini con aria di sfida.
<
Dai ragazze non è difficile! Basta fare così
> Key riuscì a mangiare diversi chicchi in una volta
sola senza farne cadere neanche uno. < Buono! > disse poi.
Lo
imitarono dopo Onew, Minho e Jong, seguiti da Taemin che
affermò che era proprio il riso il suo piatto preferito.
Ci
vollero diversi tentativi, ma alla fine le ragazze riuscirono a capire
come funzionavano le bacchettine (anche se quando non riuscivano per
far prima ne afferravano un po’ con le mani).
Quando
uscirono dal ristorante, la temperatura era certamente aumentata e
decisero così di andare spediti verso la spiaggia.
Arrivarono
dopo dieci minuti e occuparono immediatamente diversi posti al sole con
gli asciugamani: a quanto pare tutti i componenti della band avevano il
costume sotto i vestiti perche decisero proprio di togliersi gli altri
indumenti lì e quando rimasero in costume, Ania e Jennifer
rimasero affascinate dal fisico che si era fin’ora nascosto
sotto gli abiti.
Tutti
e cinque avevano un fisico scolpito, fantastico e molte altre ragazze
nei dintorni fissarono il gruppo interessate.
<
Cosa c’è? Avremmo dovuto cambiarci in cabina?
> chiese Jong notando gli sguardi delle ragazze.
<
Ehm… n..no si può fare anche così.
> si riprese Jennifer cercando di non guardarli troppo.
Poi
toccò ad Ania togliersi gli abiti e rimase con un costume
nero che si abbinava benissimo coi capelli e col colore della sua
pelle. Questa volta fu Taemin che fissò la ragazza in
maniera inopportuna, ma doveva ammettere che anche lei non era male in
quanto riguardava l’aspetto fisico.
Ania
fu seguita successivamente da Jenn che rimase in costume in un batter
d’occhio accolta da un sonoro fischio da parte di Jong che la
fece arrossire.
Gettarono
tutti i vestiti dentro le rispettive borse o sacche e poi si tuffarono
tutti in acqua (meno l’autista che si accomodò
sotto un ombrellone a leggere una rivista).
Note
dell’autrice: Ciao
a tutti!!!!
Questo
capitolo l’ho fatto finire un po’ diversamente ma
posso assicurarmi che dal prossimo in poi ne vedremo delle belle XD
Se
tutto va bene il quinto capitolo lo dovrei pubblicare
venerdì prossimo!!!
Già
che ci siamo:
TANTI
AUGURI DI BUON COMPLEANNO KEY!!!!!!!!!!!!!!
20
ANNI FA E’ NATA UNA DELLE CINQUE STELLE CHE ILLUMINANO TUTTA
QUANTA L’ASIA!
|
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Capitolo 5 *** Voci ***
Voci.
Così
quel
giorno ci siamo incontrati
Hai ancora l’aria
innocente,
non posso dimenticare il
momento in cui ti ho
vista
Cit. Kiss Kiss Kiss
L’acqua
salata del mare ancora fredda era semplicemente un
sollievo per la pelle accaldata e focosa degli SHINee.
Il primo a tuffarsi fu
proprio il leader Onew. Era
stupendo vederlo così felice tra le spume delle onde che
andavano agitandosi
sempre di più. Fu seguito poi da Minho e Taemin che si
esibirono facendo una
corsa lunga pochi metri per poi tuffarsi di testa. Key e Jongh
restarono
esitanti per qualche secondo, ma poi si dissero qualcosa in coreano
incomprensibile per le ragazze e fecero un bellissimo tuffo a bomba che
fece
schizzare molte gocce d’acqua a destra e a sinistra.
< Forza!
L’acqua è stupenda!! > urlò
Taemin
agitando il braccio sopra la sua testa.
Ania non si fece pregare
una seconda volta, quindi
si tuffò poco distante dal maknae che applaudì
rumorosamente dopo la piccola
“acrobazia” della ragazza.
< Vieni Jennifer!
> disse Ania usando la sua
lingua madre, ma l’amica era sul lungo mare indecisa sul da
farsi: come minimo
stava gelando dal freddo.
Con grande sorpresa di
tutti Jongh uscì dall’acqua
dirigendosi proprio verso Jenn la quale intuì immediatamente
le intenzioni del
ragazzo.
< No, no! Mi tuffo
da sola! > disse ridendo,
ma le sue preghiere furono inutili perche Jongh la prese in braccio
–come si
prendono le principesse- e la gettò in mare scoppiando poi a
ridere.
< E’
davvero bello! E’ proprio vero che le cose
più semplici sono anche le più belle >
pronunciò poetico Minho mettendosi a
pancia in su.
<
Già! Ehi volete andare sulla boa? Certo non è un
gran
che, ma almeno facciamo qualcosa! > propose Ania guardando
esclusivamente
Tae, come se stesse parlando solo con lui.
<
Bhè, si, però non so se sia sicuro lasciare le
borse coi
cellulari sulla riva…. Ehi!? > le parole di Jennifer
non furono ascoltate
perche gli SHINee si misero a fare una gara per vedere chi dei cinque
fosse il
più veloce.
Il
primo fu Minho che arrivò con poco anticipo rispetto agli
altri: in effetti era lui il più sportivo del gruppo.
Salirono sulla
piattaforma giallognola e solo cinque minuti dopo sopraggiunsero le
ragazze che
arrivarono con una calma impressionante mentre discutevano in italiano
di
quanto fossero simpatici e carini i ragazzi con cui avevano deciso di
passare
la giornata.
<
Di che parlate? > chiese curiosissimo Key
<
Mha! Niente di che…. > pronunciò Jennifer
salendo
sulla boa aiutata da Jongh (possibile che quel ragazzo guardasse solo i
movimenti di Jenn?)
Poi
toccò ad Ania salire, ma nel fare ciò il suo
bracciale
dorato s’impigliò sulla catena della boa emettendo
un piccolo suono metallico.
<
Ti serve una mano? > chiese premuroso il maknae
<
No, no. > sorrise e poco dopo salì pure lei.
Restarono
lì a conversare per un bel po’ finche Onew si
alzò
e si tuffò facendo una stupenda capriola
all’indietro per poi tornare
armoniosamente a galla.
<
Wooo! Bravissimo leader! > urlò Jongh.
Le
due ragazze corrugarono la fronte e lo guardarono con
sguardo interrogativo: leader?
<
Perché l’hai chiamato così? >
domandarono
all’unisono.
Ops.
Che
avrebbe dovuto rispondere adesso? “Ehm, oh si ci siamo
dimenticati di dirvi che noi siamo una delle band più
acclamate in tutta
l’Asia! Ma sono dettagli!” no…. Non era
molto saggio rispondere così.
<
Ah, come ve lo posso spiegare…. Forse avremmo dovuto
dirvelo prima ma noi siamo > - < Molto legati! E per
questo ci diamo
questi … soprannomi! > s’inventò
Key interrompendo Minho.
Ania
e Jenn li guardarono tutti uno ad uno per qualche
secondo non sembrando troppo convinte, ma decisero di non indagare
più di
tanto.
<
Fateci vedere un tuffo > disse Taemin cercando di
cambiare discorso
Controvoglia
Ania si alzò e solo ora si rese conto che le
mancava qualcosa: il braccialetto non era più al suo polso.
<
Oh no! Dov’è il bracciale? >
guardò lungo tutta la
piattaforma, ma non c’era traccia dell’oggetto in
questione.
<
Credo che tu l’abbia perso mentre salivi >
ipotizzò
Onew.
Non
diede neanche una risposta e subito si tuffò a cercare
tra il fondale marino quel piccolo oggetto invisibile da vedere a
occhio
scoperto sott’acqua e poi la sua apnea non era
sufficientemente lunga, perciò
riemerse facendo un lungo respiro per poi tornare giù, ma a
anche questa volta,
fallì.
Tornando
a galla,
Ania si rese conto di aver esaurito il fiato e si appoggiò
ansimando al bordo
della boa.
<
Era “quel”
bracciale? > chiese Jennifer
preoccupata.
Prima
di
rispondere Ania inspirò ed espirò ancora per ben
due o tre volte < Si >.
Senza
dire nulla
Taemin si tuffò prontamente fino ad arrivare al fondale:
l’acqua era profonda
almeno quattro metri buoni, difatti il ragazzo ci arrivò con
una certa fatica
ed iniziò a guardarsi attorno e a cercare, finche non vide
un qualcosa che
scintillava in mezzo alla morbida sabbia. Si avvicinò,
l’afferrò per poi
tornare subito a galla a riprendere fiato.
<
Dio Taemin!
Sei ancora vivo!? Sei stato giù per almeno quaranta secondi
> parlò Key.
Difatti
il maknae
non disse nulla, ancora troppo impegnato nel riprendere la
respirazione.
<
E’…Questo?
> Taemin mostrò il braccialetto scuotendolo davanti
agli occhi nocciolati di
Ania che cambiò subito espressione diventando immediatamente
sorridente e
raggiante.
<
Si! Grazie
mille Tae! >
<
Figurati. Te
lo dovevo dopo averti fatto cadere il piatto ieri sera e poi da quel
che ho
capito per te è importante quest’oggetto:
conservalo con cura > si preoccupò
lui.
Dire
che Taemin
era un ragazzo bravissimo, gentilissimo, carinissimo, sarebbe stato
poco in
quel momento. Nessun complimento sarebbe bastato per ringraziarlo
secondo Ania
e poi Tae aveva profondamente ragione; il bracciale aveva davvero
un’importanza
unica e non per il valore dell’oro, ma per la persona che
gliel’aveva donato.
Dopo
quel fatto,
tornarono tutti e sette a riva dove si asciugarono, si abbronzarono e
si
ripresero dalla nuotata.
Passarono
almeno
due ore e sembrava che la guardia del corpo fosse sparita, almeno non
era più
alla sua solita postazione di guardia e ciò parve strano
agli SHINee visto che
quello non li aveva mollati neanche per andare al bagno da quando erano
arrivati in Italia.
I
capelli dei
ragazzi erano ormai asciutti e liscissimi, come seta, mentre Ania e
Jenn
avevano ancora le punte dei capelli bagnati e mossi al contrario della
band.
<
Ehi, avete
voglia di un gelato? > propose Jenn.
<
Ma certo!
Forza scansafatiche, in piedi! > pronunciò Jongh
alzandosi subito.
Presero
i
portafogli ed i cellulari e si diressero verso il “Bar
Roma” dove trovarono la
fila che iniziava dalla gelateria e finiva fuori da essa, a vederlo
sembrava
dovesse essere una coda piuttosto lunga.
<
Perche tanta
gente qui? > chiese Onew
<
Bhè, questa
è la gelateria migliore del paese. Qui la roba è
tutta artigianale e non
mettono coloranti o schifezze varie nei prodotti > rispose
precisa Jenn.
Rimasero
tutti in
silenzio per un po’, stando in coda, pensando al gusto di
gelato da prendere,
riflettendo sulla dolcezza di quella splendida giornata estiva.
Nessuno
dei
cinque ragazzi credeva di essersi mai divertito tanto in
così poco tempo con
due ragazze per così dire “normali”. Di
solito in Corea partecipavano a
programmi televisivi in cui DOVEVANO
ridere alle pessime battute dei paparazzi o dei
giornalisti. Ma con
quelle due non c’era bisogno di fingere, non era necessario
mentire e per la
prima volta dopo anni sentivano la mancanza di una vita comune.
<
Jenn, Ania!
E’ tutto il giorno che vi chiamo! Ma dov’eravate?
> il silenzio fu
interrotto da un ragazzo alto, castano, dagli occhi azzurri e fisico
scolpito.
<
In spiaggia
furbo! Pensavi fossimo rimaste segregate a casa? > rispose Ania
italiano
rendendo il dialogo incomprensibile per gli SHINee che restarono in
silenzio ad
osservare.
Senza
che questo
rispondesse, si avvicinò dando un bacio a stampo a Jennifer,
che però non
chiuse neanche gli occhi per godersi il momento: non appariva molto
convinta di
quel gesto.
<
La mia
Jennifer bellissima come sempre > disse accarezzandole i capelli
<
Grazie
Marco. >
Okey
i ragazzi
sicuramente non erano riusciti a comprendere una sola parola, ma il
bacio lo
avevano visto tutti ed era un gesto universale. Jenn era fidanzata e
per Jongh
non fu proprio la notizia più bella della giornata, infatti
non distolse gli
occhi da Marco fulminandolo con lo sguardo.
<
Ora scusa,
devo andarmene! Ale e Fede mi aspettano dal beatch! >
costatò Marco prima di
andarsene e sparire in mezzo alle persone.
<
Non voglio
farmi gli affari tuoi, ma….. Chi era quello? Il tuo
fidanzato? > chiese
subito Jongh approfittando della piacevole assenza
dell’estraneo.
<
Bhè… si.
>
Man
mano, la fila
diminuiva ed ora se non altro erano dentro la gelateria pronti a
scegliere i
gusti dei rispettivi gelati. Il posto era piuttosto piccolino, con le
piastrelle azzurre ed i muri color lilla. Appeso alla parete un disegno
di Winnie
The Pooh che mangiava il gelato e vicino ad esso una grande televisione
che
trasmetteva canali di musica.
<
Da quant’è
che siamo in coda? > domandò Key
<
All’incirca
da dieci minuti. > rispose Minho controllando
l’orologio da polso.
Finalmente
toccò
a loro. Presero il gelato ed uscirono con la merenda tanto agognata tra
le mani,
ma proprio mentre uscivano, dalla tv partì una canzone a
tutti loro conosciuta “Just
Dance” di Lady Gaga.
La
voce uscì in
modo naturale dalla bocca di Jongh che iniziò a cantare e a
muovere le gambe
attirando così l’attenzione di diverse ragazzine.
<
Cavolo!
Canti benissimo! Hai fatto qualche corso? > chiese curiosa Ania
rimasta a
bocca asciutta.
<
Non lo
chiamerei proprio un corso di canto. Diciamo che il canto è
come un…
passatempo. > improvvisò lui.
Le
ragazze non
ebbero neanche il tempo di dare un commento che suonò il
cellulare di Taemin
facendo partire una canzone coreana piuttosto strana, ma assai
orecchiabile che
iniziava con un “Baby… Negae banhae beorin neagae
wae irae…. Ring Ding Ding….”
e poi proseguiva con altre parole difficili da pronunciare per uno che
non ha
mai sentito il coreano, ma la cosa che incuriosì e
attirò l’attenzione di Jenn
e Ania non fu la musica, ma il fatto che la voce del tale che stava
cantando
era esattamente identica a quella di Jonghyun.
Note
dell’autrice: scusate
il ritarduccio!
Vi
avevo promesso questo capitolo la
settimana scorsa! Scusate tanto!
Bhè,
spero vi piaccia e spero anche di non
farvi attendere più di tanto per il prossimo capitolo!
Fatemi
sapere che ne pensate con una
recensione!!!
PS:
Per “Kesha”, sì l’idea di
mettere le
frasi delle loro canzoni all’inizio è davvero
carina!
|
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Capitolo 6 *** Sogni ***
Sogni
Incontrandola
t’innamori.
Io
mi sono innamorato.
Non
la conosco ma la voglio comunque.
Per
tanta bellezza vale tutta la
fatica; sei tu quella che merita il mio amore.
Cit
“Amigo”
Corri,
corri, corri.
Scappa
più veloce che
puoi da lui. Si da lui che ti sta
inseguendo pazzamente con quel dannato coltello in mano che attende
solo
d’immergersi nella tua calda e morbida carne.
Corri
in quello spazio
nero, completamente deserto, buio e nero. Non c’è
nessuna luce, nessuna via di
fuga, nessuna minima candela accesa.
Corri
ansimante fino
ad inciampare in qualcosa che non sei riuscita a vedere, non riesci
più ad
alzarti; “l’uomo nero” è
così vicino a te ora… Riesci a sentire il suono
dei
suoi passi fino a che la lama ghiacciata ti perfora la spalla sinistra
liberando una quantità infinita di sangue. Gli occhi
sembrano spegnersi
lentamente, sembra tutto finito, tutto perso.
Proprio
ora, c’è una
luce, si…. Due grandi fari che t’illuminano il
volto ed un ragazzo ti sta
correndo in contro. Non riesci a vedergli il viso a causa delle lacrime
che ti
appannano la vista, ma tu sai perfettamente di chi si tratta. Sai chi
è.
<
Salvami >
sussurri mentre l’inseguitore alza in aria il coltello per
darti il colpo di
grazia.
Ania si
svegliò da quello che apparentemente sembrava un
incubo. Era tutta sudata dalla testa ai piedi ed aveva il respiro molto
affannato: sembrava avesse appena affrontato una lunga, lunghissima
corsa.
Restò
svariati secondi seduta sul letto a pensare, a cercare
di capire… era stato così vero, così
limpido e chiaro.
Si
portò una mano al petto e l’altra ad asciugarsi il
sudore
della fronte e restò sorpresa a sentire il proprio cuore che
battere così
rapidamente.
<
Calmati… era solo… solo un sogno > si
tirò da sola
una piccola pacca sulla testa per riprendersi, poi sospirò. Si, perche non era la
prima volta che faceva
quel sogno; era già successo due sere precedenti, quando
aveva visto per la
prima volta lo sguardo di Taemin.
Cercò
di non pensarci più, si alzò dal letto
barcollante e
si diresse subito nella camera –un tempo matrimoniale- del
padre, ma non vi
trovò nessuno a parte un letto tutto disfatto.
Non erano solo
i letti che si trovavano in condizioni
disastrose, ma anche tutto il resto della casa: abiti ovunque,
biancheria sulla
sedia, un odoraccio mai sentito prima, il divano carico di graffi fatti
da
Roxy, i piatti sul lavandino tutti sporchi da lavare e tornando ai
letti… bhè
non era neanche il caso di rifarli se la sera poi si sarebbero disfatti
nuovamente, no?
Ania
andò in sala non badando troppo al solito caos , accese
le luci e aprì le finestre per poi andare a guardare
l’orologio: le dieci del
mattino.
<
E’ al ristorante > pensò Ania ad alta voce
tirando
fuori uno yogurt dal frigo.
Si sedette,
iniziando a mangiare accendendo nel contempo in
cellulare –che ormai aveva più di tre anni-.
Subito arrivò un messaggio:
TAEMIN: “Ehi Ania!
Dovrei chiederti un piccolo favore. Non è che
potresti passare dall’hotel alle tre? Key ha bisogno di un
centro commerciale e
… anche noi, ma non abbiamo la minima idea di dove possa
trovarsi. Ci
aiuteresti? Scusa il disturbo!” c’era
scritto.
Era fin troppo
ovvio che non avrebbe detto di no. Sorrise e
si affrettò a rispondere “Nessun disturbo. Ci vediamo
dopo!”.
Riaffiorarono
subito nella mente i ricordi della giornata
precedente. Era stato semplicemente magnifico stare con Taemin,
Jonghyun, Key,
Minho e Onew.
Non si
ricordava di essersi mai divertita tanto in un giorno
solo e specialmente non in quel periodo.
L’unica
cosa che l’aveva lasciata perplessa era la faccenda
della voce di Jongh che era assolutamente identica a quella della
suoneria di
Tae. Di questo ne era certa.
Ma loro avevano
negato che le due voci combaciassero e non
avevano neanche detto quale fosse il titolo della canzone, coreana
senza ombra
di dubbio.
Ania
tornò a guardare l’orologio. Ora erano le dieci e
dieci; alle undici doveva essere al ristorante, ma c’era
abbastanza tempo per
cercare su internet il nome della canzone.
Così
accese il portatile –vinto due anni prima ad un torneo
di tennis- e iniziò a digitare i pulsati sulla tastiera:
“Band coreane”
scrisse.
Sul motore di
circa apparvero subito varie band: Bing Bang,
SHINee, Super Junior, 2ne1, SNSD, B2st.
< Wow.
Nomi piuttosto strani da dare a dei gruppi
musicali > si disse.
Decise di
guardarli tutti a partire dai Big Bang e ne
ascoltò la canzone “Stupid Liar”,
pensò che non erano affatto male: testo
carino, musica orecchiabile, cantanti carini.
Affianco al
video della canzone, apparve un’altra fila di
canzone coreane tra cui “Lucifer” degli SHINee.
Bhè… erano i prossimi della
lista e tanto valeva dare un’occhiata.
Così
cliccò sul video e …..
La mattinata
lavorativa passò molto lentamente per Ania, che
non riusciva a pensare ad altro se non a quel video.
< Forse
sto ancora dormendo > pensò servendo un
tavolo.
In teoria il
suo turno di lavoro doveva terminare alle tre e
mezzo, ma visto e considerato che il giorno prima aveva fatto
un’ora in più di
sera, suo padre le diede il permesso di uscire un’ora prima
cosi che potesse
andare all’hotel per accompagnare i ragazzi o
meglio… gli SHINee.
Uscì
dal ristorante dirigendosi verso il luogo d’incontro
pensando a cosa: avrebbe dovuto dire loro che sapeva tutto? Che sapeva
chi
erano realmente?
No…
non avrebbe dovuto forse. O forse si?
Se
gliel’avesse detto probabilmente sarebbe sembrato che lei
preferiva la loro compagnia solo perche stava con persone molto celebri
in
Asia, ma se invece fosse stata zitta sarebbe sembrata …
falsa?
In una decina
di minuti arrivò e trovò i ragazzi già
fuori
che parlavano in coreano. Sembravano piuttosto sorridenti.
< Ania!
> urlò calorosamente Taemin andandole
incontro.
<
Taemin. > lo salutò lei freddamente alzano una mano.
<
Qualcosa non va? > si precipitò a chiederle.
Ovvio che
c’era qualcosa che non andava! Insomma…. Ania, una
ragazzina, una cameriera, stava parlano con i ragazzi più
celebri e dell’Asia!
Aveva passato la giornata precedente con dei cantanti e ballerini
professionisti e neanche lo sapeva.
< Nulla
> cercò di sorridere ma non le riuscì
molto
bene. Ma doveva cercare di comportarsi in modo normale.
< E
Jennifer? > intervenne Jongh ridendo.
<
Bhè… Lei finisce di lavorare alle cinque oggi.
Magari
la chiamo dopo? > propose lei iniziando a camminare verso il
negozio di
vestiti.
< Che
lavoro fa? > s’intromise Onew interessato.
< La
baby-sitter da un anno ormai. > rispose lei.
<
Davvero?! Che bello! Io amo i bambini. Sono bellissimi…
Far ridere un bambino secondo me è una delle cose
più belle che una persona
possa fare > pronunciò Minho.
< Si,
anche lei, ma non sempre riesce a “tenerli a bada”!
Uno vuole andare a fare una gioco, un altro vuole saltare la corda. Non
è mai
troppo facile >
<
Potremmo darle una mano noi! > disse Key.
< Si,
è una bella idea. Per te Ania si potrebbe fare?
> chiese Taemin
<
Bhè… per
me non
sarebbe male, bisogna vedere che ne pensa Jennifer, ma credo proprio
che
accetterà > sorrise.
Arrivarono poi
ad un negozio chiamato “di tutto e di
più”.
Entrarono e subito Key iniziò a guardarsi attorno alla
ricerca di una camicia,
di un paio di jeans strappati e di un paio di occhiali.
< Si..
se non si vede lui è un patito dello shopping >
ironizzò Onew.
< Ahaha!
Si vede solo un pochino! >
< Ehi,
ehi ehi! Io compro solo quello che ritengo utile!
> cercò di discolparsi Key
< Si,
perché è risaputo che gli occhiali luminosi siano
di vitale importanza > commentò Jongh
<
Bhè, quelli però erano troppo carini. Tu Ania non
compi
niente? > Key cercò di cambiare discorso.
<
Ehm… no. Per ora passo > rispose.
< Ehi,
ma quello non è il… fidanzato
di Jennifer? > chiese Jonghyun marcando in un modo
strano la parola “fidanzato”
Non ci fu
neanche il tempo per rispondere che subito le
braccia di Marco avvolsero la vita di Ania, la quale si
voltò di scatto
guardando il ragazzo non troppo bene.
< Ehi
moretta, ce l’hai una sigaretta? > domandò
facendo
una rima che gli SHINee non capirono.
< Non
chiamarmi moretta. E comunque si, la sigaretta ce l’ho
sempre, lo sai. > Aprì la borsa ed estrasse da essa
un pacchetto di diana blu
donandone una al ragazzo.
<
Grazie. Ehi, senti devo chiederti una cosa > - <
Un’altra?
> - < Non fare l’acida. Se ti dicessi di venire
in discoteca questo martedì
sera con Jennifer? > chiese aggiustandosi i capelli.
< Ti
risponderei che ci saremo sicuramente. Sono tre mesi
che non mettiamo piede in una discoteca. Ora sparisci che sono con
altre persone
e senza offesa non penso che tu stia loro troppo simpatico >
disse lei indicando
i cinque ragazzi ancora leggermente scossi dal pacchetto di sigarette
che ancora
teneva Ania in mano.
< Dici?
Mmh… Mi è venuta un’idea. Fai venire
anche quei cinque
martedì. Hanno l’aria di saper ballare. >
pronunciò portandosi la sigaretta alla
bocca.
Note
dell’autrice: e
rieccomi!!!
Come
butta? XD
Okey,
basta dire cavolate,
eheh! Bhè spero vi piaccia questo capitolo e
tornerò presto col prossimo dove vedremo
gli SHINee in una discoteca! Baci!
|
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Capitolo 7 *** In Pista ***
InPista.
Questo
sentimento misterioso sta diventando
incontrollabile.
Il
mio amore si è svegliato.
Non
paragonarmi agli altri ragazzi perche
sono io la tua perfetta attrazione!
CIT.
“Electric Heart”
E
così passarono i giorni…. Giorni meravigliosi,
fantastici,
memorabili in cui Minho aveva aiutato Jennifer coi bambini diverse
volte, in
cui Jonghyun e Taemin si stavano innamorando senza neanche rendersene
conto.
Arrivò
così, il tanto atteso martedì sera in cui gli
SHINee avrebbero
dovuto essere alla discoteca alle 11.00 in punto. Jennifer e Ania
avevano
mostrato loro la strada più corta per arrivarvi a piedi, ma
c’era solo un
piccolo insignificante problema di cui la band stava giusto giusto
discutendo
in quel momento:
< Come
evitiamo la guardia del corpo!? > chiese Taemin
tirando fuori delle scarpe da sotto il letto.
< Gli
diciamo che andiamo a prendere una boccata d’aria
Tae. > rispose Jongh calmo mentre cercava il cellulare tra le
pieghe del
letto ancora disfatto.
< Si,
secondo te è normale andare tutti e cinque a
prendere una boccata d’aria alle undici di notte per tornare
alle tre del
mattino? > costatò il più piccolo
alzandosi in piedi e attendendo che gli
altri tre bussassero alla porta della loro stanza.
< Dove
cazzo è il cellulare? > si domandò
Jonghyun. A quanto
pare la sua preoccupazione di base non era affatto la guardia del
corpo.
<
E’ un piacere parlare con te Jongh. Il cellulare
l’hai
lasciato in bagno > lo aiutò Taemin.
< E
perche non me l’hai detto prima!? E’ da
mezz’ora che
lo cerco qui! > - < E’ divertente guardarti
mentre cerchi qualcosa >
rispose.
<
Grazie….. >
Pochi secondi
dopo si sentì finalmente il suono di qualcuno
che bussava alla porta in un acuto “toc toc”.
<
Aprite. Siamo noi > pronunciò la voce oltre la
soglia.
Taemin
aprì e vide subito il volto entusiasmato di Onew
seguito da Key e Minho. Tutti e tre vestiti in modo estremamente
casual.
Key indossava
jeans neri attillati ed una t-shirt grigia
sempre attillata. Minho una giacca di pelle nera, jeans blu scuri. Onew
una
camicia bianca accompagnata da un giacchino scuro e dei pantaloni neri.
< Wow
come vi siete fighettati. > commentò Jonghyun.
Anche lui però non era da meno! Si era tirato i capelli su
col gel. Coi jeans
neri attillati ed la canottiera grigia stava d’incanto mentre
Tae indossava
jeans blu strappati e una giacca di pelle.
<
Dovreste fighettare un po’ la vostra camera! Sembra ci
sia passato un trattore! > criticò Minho.
In effetti la
stanza era in condizioni disastrose: vestiti
ovunque, per terra, sopra e sotto i letti, le scarpe buttate negli
angoli, le
coperte per terra….
< I
vestiti vanno dentro l’armadio ragazzi, non per
terra. > notò Key.
< Si,
si, come dite voi. Ora però andiamo! >
l’interruppe
Jonghyun spingendoli fuori dalla camera.
<
Dov’è la guardia del corpo? > chiese Taemin
scendendo le scale dirigendosi verso la hole, ma la risposta gli si
parò
proprio davanti agli occhi: il tipo era lì, seduto sulla
poltrona rossa della
hole mentre si leggeva un giornale italiano. A pochi passi da lui
c’era la
porta per uscire.
< Ora
spiegatemi come facciamo ad uscire! > disse
Onew.
< Ho un
piano ragazzi! Io distrarrò la guardia mentre voi
uscite. Aspettatemi fuori dall’hotel > propose Key.
Nessuno ebbe
nulla da controbattere così Key si avvicinò
alla guardia richiamando la sua attenzione.
<
C’è qualcuno in camera mia! > lo
avvisò.
L’uomo
non ci pensò due volte: si alzò di scatto e si
diresse al piano di sopra accompagnato da Key che prima di fare le
scale,
lanciò un occhiolino ai suoi compagni che uscirono di corsa
dall’edificio e
attesero poi l’amico che li raggiunse dopo pochi minuti.
< Cosa
gli hai fatto? > chiese curioso Minho.
<
Diciamo che rimarrà bloccato dentro l’armadio di
Taemin
e Jongh per un po’. Visto che loro non lo usano,
l’ho preso in prestito io.
> rispose ghignando.
< Sei
proprio una volpe! Ora andiamo! Rischiamo di fare
tardi! > disse Minho.
< Ehi
barman! Un altro bicchiere di vodka alla menta! Mi
raccomando riempilo per bene! > urlò Ania barcollando
sulla sedia.
<
Quand’è che mi paghi!? > domandò
il cameriere
accontentandola.
< Aaha!
E che ne so? Quando mi capitano dei soldi in
tasca. > rispose bevendo tutto d’un fiato
l’alcolico.
<
Ricorda che ti concedo tutte queste bibite solo perche
sei amica Marco. Altrimenti saresti già in bancarotta.
> - < Si, si! >
Le luci della
discoteca si accendevano e si spegnevano a
tempi regolari. La valanga di gente che ballava in pista e le coppie
sedute
nelle poltrone che si scambiavano varie smancerie.
< Adesso
un po’ di limoncello! Grazie! > comandò la
mora.
< E una
bella fetta di culo? > fece acido il barman
ubbidendo comunque ai voleri della ragazza.
Ania neanche se
ne rese conto, ma Jennifer si era seduta
accanto a lei con lo sguardo preoccupato.
< Ania
dovresti smetterla o quando arriveranno i ragazzi
tu potresti vomitare loro addosso! > urlò per
scavalcare il forte suono
della musica.
< Ancora
questo e poi smetto ahahah! Si si.,. >
rispose portandosi il drink alla bocca.
<
Dovrebbero essere qui a momenti! Ho detto di aspettarci
fuori dalla discoteca! Usciamo un attimo, andiamo a vedere se sono qui
fuori.
> disse.
Ma Ania
sembrava essere già ubriaca persa e questo lo si
capì ancora meglio quando si alzò per andare a
ballare: sbandava tantissimo.
< Amore
mio, vai tu a prendere quei cinque. Mi occupo io
di Ania > le sussurrò Marco all’orecchio.
Jennifer non
rispose e uscì dal locale trovando immediatamente
la band fuori.
< Ciao
ragazzi > li salutò gentile.
< Ciao
Jenn! Ania dov’è? > domandò
immediatamente Tae.
<
E’ dentro con Marco ma….. Come dire…..
E’ già partita
per la tangenziale da un po’ > pronunciò
guardando i ragazzi che corrugarono
la fronte senza capire.
< Voglio
dire che si sarà già scolata almeno nove
bicchieroni di superalcolici. Non riesco più a farla
ragionare > disse
andando poi a guardare Jongh.
Senza dare
spiegazioni a nessuno, Taemin corse dentro al
locare e venne subito assalito dalla musica, dalla marea di persone che
ballavano, dalle mille e mille luci.
Ma vide subito
una figura femminile seduta su una sedia
barcollante che beveva avidamente un liquido giallo chiaro. Si
avvicinò a quest’ultima
capendo immediatamente che si trattava di lei.
Si, di lei che
già aveva capito di essersi innamorato. Di
lei gli aveva fatto passare quattordici bellissimi giorni, di lei che
era in
grado di farlo ridere e di farlo stare bene come nessun’altro
era capace.
< Ania?
> mormorò al suo orecchio.
Al sentire il
suono di quella piacevolissima voce la ragazza
si voltò immediatamente per incrociare lo sguardo di Taemin.
Quegli occhi
che sembravano essere così pieni di vita, pieni
di felicità, della gioia che invece a lei era stata
strappata da anni ormai.
<
Tae… Ti stavo aspettando. > disse finendo di bere il
limoncello.
< Basta
con questa robaccia. Ti fa solo male. > disse
ad alta voce togliendo la bibita dalle mani della ragazza.
< E lei
non dovrebbe non servire alcolici ai minorenni!?
> si girò verso il barman che li guardava con
disinteresse mentre con uno
straccetto asciugava l’interno di un bicchiere di birra.
< Si
certo. Qui vengono più minorenni che adulti
ragazzino. Se non dessi da bere ai minori io qui sarei già
in banca rotta da un
bel po’ > si discolpò l’uomo.
< Dai
Tae non prendertela col fratello di Marco… >
sussurrò lei sensualmente al suo orecchio.
Quella voce
fece tremare la schiena del ragazzo che non si
ricordava di aver mai udito una persona parlare con un tono così….
Strano e melodico allo stesso tempo.
Taemin si
voltò verso Ania ed ora le loro labbra erano così
vicine che lei poteva benissimo sentire il suono del suo
respiro…. Riusciva a
sentire il suo buonissimo odore invaderle le narici.
<
Ania… io… > borbottò lui.
< Shh.
Non interrompere questo momento. > e
così lentamente le loro labbra si unirono
generando in entrambi una sensazione nuova, meravigliosamente
piacevole.
Successivamente lui aprì la bocca ed intrufolò la
lingua in quella di Ania che
la accolse e giocò con quest’ultima.
Il suo sapore
era così bello…. Non si sarebbe mai saziata di
lui…. MAI.
Quando si
staccarono per riprendere fiato, lei si alzò dallo
sgabello, ma le gambe cedettero subito. Per fortuna il ragazzo
l’afferrò
esattamente come fece la prima volta che l’aveva guardata
quella sera al
ristorante.
< Sei
ubriaca Ania. Non ti rendi conto di quello che sta
succedendo…. > le disse.
E in effetti
ora Taemin iniziava ad avere paura. Paura che
Ania non avrebbe ricordato quel bacio il giorno dopo. Paura che quel
gesto
sarebbe rimasto incastrato solo dentro la sua memoria.
< Invece
si… > disse per poi ribaciarlo con foga e
passione.
Continuarono
così per un po’ finche le mani di lei non
s’intromisero
dentro i jeans di Taemin che si scostò immediatamente.
< No
Ania…. Non così…. >
Minho, Key e
Onew iniziarono a ballare in pista attirando l’attenzione
di molte persone che fermarono i loro movimenti per guardare i tre
ballerini.
< Sono
davvero bravi > disse uno < Strabilianti
> si sentì dire da un altro.
E mentre loro
erano catturati dalla musica, Jongh si
chiedeva dove fosse finito Taemin. Era un quarto d’ora che
l’aveva perso di
vista.
Smise di
cercarlo solo quando vide qualcosa che catturò
maggiormente il suo sguardo: Marco che parlava, o meglio, che litigava
con
Jennifer vicino all’uscita.
Sembrava che
Marco fosse davvero molto arrabbiato. Jonghyun
restò immobile a guardare la scena per un po’
finche non vide Marco lanciare
una forte sberla sulle candide guance di Jennifer che cadde a terra col
labbro
insanguinato a causa della botta.
A quel punto
qualcosa si accese in Jongh, qualcosa di così
forte che non fu più in grado di controllarsi e
così corse verso Marco e quando
lo raggiunse gli tirò un pugno talmente forte sul naso che
per un attimo credette
di averglielo fratturato.
Note dell’autrice: ciao a
tutti!
Il
fatto di aver
ricevuto ben 6 recensioni nell’ultimo capitolo è
stata una cosa che mi ha
riempita di gioia!
Grazie
mille a tutti
quelli che mi seguono!!!
Un
bacione!!!
|
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Capitolo 8 *** Chiarimenti ***
Chiarimenti
Anche
se mi arrendo e dimentico tutto per un attimo,
i
nostri ricordi più nascosti rimangono sempre
perché
sei ancora qui…
nella mia stanza.
Cit.
“In
My Room”
<
Com’è saltato in mente a Jongh di tirare un pugno
a
Marco? > si chiese Jennifer entrando nel bagno di casa sua dove
vi trovò
l’amica inginocchiata davanti al gabinetto mentre vomitava.
Jenn
corse
immediatamente incontro alla mora per tenerle i capelli che altrimenti
si
sarebbero sporcati.
<
E’ già da
mezz’ora che rimetti Ania! > disse ad alta voce.
<
Coff, coff.
Con tutto quello che ho bevuto è strano che non abbia ancora
vomitato i
polmoni! Coff, coff! > si giustificò tirando la
catena.
<
Dai mettiti nel
letto. Io e te dobbiamo parlare. Innanzi tutto: che hai fatto con
Taemin? Aveva
un aspetto strano > giudicò Jennifer sdraiandosi nel
letto matrimoniale dei
suoi genitori, che in quel momento erano fuori città, per
fortuna.
<
Ma…… niente!
Gli ho semplicemente rubato un bacio o due. O almeno così mi
sembra di
ricordare. Hai una sigaretta? > domandò
<
Si, Ania. Ma
credo che per stasera possa bastare. Continua a raccontare. >
propose
Jennier.
<
Continuo a
raccontare sul terrazzo con la mia bella sigaretta. > disse
dirigendosi
verso il terrazzo, afferrando la borsa dell’amica ed
estraendone un pacchetto
di camel light.
<
Sei proprio
una testona Ania. > commentò Jennifer mettendosi
accanto alla ragazza che
già aveva acceso la sigaretta. Jennifer la imitò
subito dopo.
<
Jennifer…..
ora chiamami stupida, ma…. Credo di essermi innamorata di
Taemin. > disse
espirando il fumo.
<
Ah okey. Mi sa
che la sbornia non è passata > pensò
Jennifer.
<
Jenn…… Sono
seria. E la cosa brutta si qual è? Che non potrà
mai essere mio. > - <
Perche dici questo? > chiese.
Jennifer
ancora non
conosceva la vera identità dei cinque ragazzi: Ania era una
semplice cameriera
piena di debiti e Taemin un cantante sud coreano famoso in tutta
l’Asia. La
differenza era quasi abissale.
<
Accendi il pc
> disse Ania rientrando in casa dopo aver spento la sigaretta.
Jennifer
tirò fuori
il portatile, lo accese e la mora scrisse subito sul motore di ricerca
“SHINee”. Apparvero immediatamente immagini, video
di interviste e di concerti,
fans, balletti e canzoni.
<
Ma questo è
Jonghyun! Che ci fa su un palco!? Guarda! Tae e Minho! Key….
Onew……. > li
indico sullo schermo quasi volesse romperlo.
<
E’ da un po’
che so che i ragazzi che noi abbiamo iniziato a frequentare
normalmente, sono
dei cantanti famosissimi. Sono qui per una vacanza
Jennifer….. >
Ania
guardò
Jennifer che rimase in silenzio per qualche secondo per poi esordire
con una
sonora bestemmia.
<
Anche se non
richiami tutti i santi Jennifer! > disse Ania ad alta voce
<
Si, ma ora che
cazzo facciamo!? > - < Non lo so Jenn….
Davvero non lo so. > rispose
triste chiudendo il computer.
<
Come diavolo vi è saltato in mente di chiudermi per tre
ore dentro quell’armadio!? > urlò la
guardia del corpo completamente sudato
della testa ai piedi che sgridava i cinque ragazzi ora seduti a testa
bassa sul
letto di Taemin.
<
Non avevamo altra scelta! Lei non ci avrebbe mai
permesso di uscire! > cercò di spiegare Jonghyun.
<
Infatti guardati! Hai fatto a pugni con qualcuno
ragazzo!? Quel labbro non era così tre ore fa! >
disse l’uomo indicando
Jonghyun.
In
effetti Marco, dopo aver ricevuto il pugno dal cantante,
si era immediatamente rialzato e avevano così iniziato a
picchiarsi.
Fortunatamente Jennifer era riuscita a dividerli con l’aiuto
di Minho, Onew e
Key.
<
Sono solo inciampato! Non è niente. > si difese lui
andando a toccarsi la parte dolorante.
<
Ora, se non le dispiace, potrebbe andare? Dovrei fare
una chiamata piuttosto importante. > s’intromise
scocciato Taemin.
Quell’uomo lo infastidiva assai e specialmente ora che voleva
sapere se Ania
stava bene e se Jennifer era riuscita a portarla in casa sua col
motorino senza
fare nessun tipo d’incidente.
<
Senti un po’ ragazzino, mi pagano per fare da balia a
voi, chiaro!? > dicendo ciò l’uomo
alzò ancora di più la voce e questo fece
innervosire particolarmente il maknae, già messo k.o da un
fortissimo mal di
testa.
<
Possiamo licenziarti in qualunque momento, hai capito!?
Ora porta il tuo grasso culone fuori dalla mia stanza ! >
urlò alzandosi dal
letto e aprendo la porta facendo segno all’uomo di uscire.
Questo
nuovo atteggiamento del ragazzo stupì tutti gli altri
quattro componenti, che di solito erano abituati a vedere Taemin come
un
ragazzo tranquillo.
<
Tae ha ragione. Esca di qui e se può, perdoni il nostro
comportamento: siamo stanchi e vorremmo farci una bella dormita. Ne
riparliamo
domani. > disse il leader cercando di calmare la situazione.
Così
la guardia del corpo lasciò la stanza fulminando con lo
sguardo il più piccolo del gruppo che lo fissò
con gli occhi carichi di odio.
<
Ora Taemin spiegaci cos’hai > chiese Minho premuroso.
<
Ma niente. Sarebbe rimasto qui dentro a farci la predica
per un’ora se non fossi intervenuto. E poi voglio sapere come
sta Ania > si
spiegò componendo il numero e portandosi il cellulare
all’orecchio.
Dall’altra
parte del telefono si sentì pronunciare un sonoro
saluto, ma Tae non fece in tempo a proferire parola perche Key gli
rubò il
cellulare dalle mani.
<
Pronto! Volevamo sapere se andava tutto bene > disse
Key.
<
Si, si tutto bene. Stavamo per metterci a dormire!
Salutami tutti! Domani verrò lì con Jennifer. Vi
dobbiamo parlare > rispose
Ania con voce stanca.
Il
ragazzo chiuse la conversazione e restituì il cellulare a
Taemin.
<
Perche non hai fatto parlare me? > domandò alzando un
sopracciglio
<
Perche se fosse stato per te, avresti parlato con lei
per tutta la notte. > rispose di botto.
A
questo Taemin non seppe dare una risposta. Non seppe come
dire che non era vero. Cosa gli stava succedendo? Da quando era
diventato così
diverso? Prima di quella vacanza non si sarebbe mai permesso di parlare
male ad
una guardia del corpo, non si sarebbe mai preoccupato di una ragazza
tanto
diversa da lui.
<
Taemin, ti sei innamorato di Ania? > chiese d’un
tratto Onew che era rimasto zitto fin’ora.
Il
ragazzo strinse i pugni quasi fino a non far più arrivare
sangue alla punta delle dita e rivolse lo sguardo verso il basso. Gli
tornò in
mente il bacio di quella sera, la sensazione che questo gli aveva
provocato, il
volto di lei, il suo odore, la sua voce….
<
Io…. Io forse sono solo un po’ stanco. >
queste
furono le sole parole che riuscì a dire.
<
Si, lo siamo tutti. E’ meglio andare a dormire. >
constatò Minho uscendo poi dalla stanza seguito da Onew e
Key.
Così
rimasero solo Tae e Jongh in camera: passarono diversi
minuti ma nessuno dei due sapeva che dire.
<
Chi ti ha ridotto il labbro così? > chiese poi Tae
dopo innumerevoli minuti
<
Quello stronzo di Marco, chi sennò? A te invece che
è
successo piccolo? Non ti ho mai visto così. > si
preoccupò Jonghyun
infilandosi dentro al letto matrimoniale.
<
Ho baciato Ania ecco cos’è successo ….
> spiegò
semplicemente sdraiandosi e portandosi una mano sulla fronte.
<
Tu... cosa?! > disse il Bling ad alta voce.
<
Shhh! Non urlare! Questo mal di testa mi sta
distruggendo…. Ti spiego meglio domani, che magari
sarò un po’ più tranquillo.
>
Infatti
i due si addormentarono dopo pochissimi minuti ed
entrambi vennero avvolti subito dagli innumerevoli sogni.
Il
sole non tardò a sorgere illuminando il candido volto di
Jonghyun che si svegliò subito a causa della luce che
filtrava dalla finestra
che la sera prima si erano dimenticati di chiudere.
<
Mmmh.. Tae…. Vai a tirare le tende.. >
mugugnò il
ragazzo girandosi nel letto, senza avere nessuna risposta da parte
dell’altro.
<
Tae….? > lo richiamò aprendo gli occhi,
senza però
trovare il ragazzo.
Jonghyun
si guardò intorno cercandolo, andò a controllare
in
bagno, ma non era neanche lì: dove si era cacciato
dannazione?!
Dopo
un po’, trovò un biglietto attaccato allo specchio
del
bagno. C’era scritto: “Se
leggi questo
messaggio molto probabilmente è perche ti sei alzato
stranamente presto. Sono
andato a fare una camminata sul lungo mare. Non preoccuparti e torna a
dormire.
Tornerò verso l’ora di pranzo. Taemin.”
Lesse Jonghyun sospirando.
<
A fare una camminata sul lungo mare? > si chiese tra
sé e sé.
Accese
il cellulare per guardare l’ora ed erano esattamente
le undici e mezzo. Chissà a che razza di ora era uscito
Taemin e specialmente
perche.
Non
passarono neanche due minuti che qualcuno bussò alla
porta di Jongh. Il primo pensiero del ragazzo fu che si trattasse di
Tae, di
ritorno dalla camminata, perciò non si preoccupò
di andare ad aprire la porta
nonostante indossasse solamente dei boxer azzurri.
Tirò
la maniglia e disse < Taemin ma dove….? > si
bloccò subito stupendosi del fatto che la figura davanti a
sé non era né Taemin
né un altro componente della band, ma bensì si
era trovato davanti Jennifer.
<
Che ci fai qui!? > domandò corrugando la fronte.
<
Ma come? Ieri sera Ania aveva detto a Key che saremo
venute. > disse lei con aria innocente.
Jonghyun
allungò il collo per vedere se dietro Jenn ci fosse
Ania, ma la mora non c’era.
<
Si, ma Ania? > chiese
<
E’ al ristorante. Verrà questo pomeriggio >
rispose
entrando nella stanza sorprendendosi delle condizioni di
quest’ultima.
<
Puah! Cos’è quest’odore?! >
chiese lei tappandosi il
naso.
Come
definire il cattivo odore? Era un misto tra umidità e
fetore che la guardia del corpo aveva emanato la sera prima
quand’era stato
rinchiuso dentro l’armadio.
<
Bhè…. Non ci crederesti mai se te lo dicessi.
Meglio non
dirtelo > ironizzò Jongh.
<
Si, sono tante le cose che tu non dici. > commentò
acida Jennifer.
<
Che vuoi dire? > - < Jongh, tu… chi sei in
realtà!? Quando parlo con te, con chi sto parlando? Chi
siete voi!? Perche ieri
sera hai picchiato Marco? > disse tutto d’un fiato la
ragazza.
Jonghyun
non capì cosa intendesse Jennifer con “Chi siete
voi?”, ma quando nominò Marco fu come se un
cattivo ricordo si riaprisse.
<
Perche ho picchiato Marco, mi chiedi!? Secondo te?
Quello non deve toccarti Jennifer! Non puoi soccombere a lui! >
disse
alzando di molto la voce.
<
Lui è il mio ragazzo e… può farmi
quello che vuole. Jonghyun
ora però smettiamola! Voglio sentirla da te la
verità, voglio che esca dalla
tua bocca! > urlò lei.
<
Cosa vuoi sapere!? Cosa!? Non ho niente da nascondere!
>
<
Ah no!? Se ti dico “Lucifer”, a cosa pensi? Se ti
dico
SHINee cosa ti viene in mente? Eh? > gridò Jenn.
Jonghyun
si bloccò di colpo… Non pensava che Jennifer
stesse
parlando degli SHINee. Che stupido era stato a non capire prima.
Per
un lampo era stato come se avesse completamente rimosso
il ricordo della band. Come gli era potuto accadere!?
<
Jennifer… io… > Jongh tentò
d’inventarsi qualcosa, ma
non gli venne in mente nulla.
<
Cosa?! Tu, cosa? Perche non l’avete detto subito..?
Avete aspettato che Ania s’innamorasse per dirlo, eh? Avete
aspettato che io….
> non riuscì a finire la frase che gli occhi si
riempirono di lacrime salate
che non potevano più essere trattenute.
<
Jennifer… ti supplico non piangere. > la
implorò lui.
<
Come posso non farlo. Per la prima volta nella mia vita
ho avuto l’impressione che qualcosa finalmente andasse bene e
invece vengo a
scoprire che …. Che tu… >
Ancora
non finì di parlare, ma questa volta non furono le
lacrime a impedirglielo. Furono le labbra di Jonghyun che si posarono
su quelle
di Jennifer che le accolsero calde. La ragazza ricambiò il
gesto di Jongh che avvolse
subito le braccia intorno alla vita di lei che chiuse gli occhi
godendosi il più
possibile quel momento.
Note
dell’autrice: scusate
il ritarduccio ma ho avuto da fare! XD
Non
facevo compiti (per carità
quelli mai!), ma ero mezza intenzionata a iniziare a scrivere una nuova
ff, ma poi
mi sono bloccata visto che devo finirne molte altre!
Spero
che questo capitolo vi
piaccia!
Un
bacio!
PS: scusate se la prima
parte è scritta in modo "diverso" dalla secondo ma questo
capitolo l'ho scritto su 2 diversi pc! ^.^
|
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Capitolo 9 *** Ricatti. ***
Ricatti.
Ad
essere onesti, tu non sei la prima.
Ho
provato l’amore e ho anche rotto.
Ma
tu sei diversa, stavolta metterò tutto me stesso
in gioco.
Non
posso esprimere quanto vali per me.
Cit.
“Hello”
Ormai era
già mezzogiorno passato e a quell’orario il
ristorante Parodi era pieno zeppo di persone. Non a caso Ania aveva
iniziato a
servire i clienti con un ritmo quasi impressionante per una ragazza
così
giovane e che per di più la sera prima era stata ubriaca
marcia.
< Scusa
! Ho ordinato una lattina di cola dieci minuti fa
e non mi è ancora arrivata. > disse un ragazzo ad
alta voce.
< Si,
ehm… la vado a prendere ora > si scusò
Ania
portandogli ciò che aveva chiesto.
Mentre lei
lavorava, il suo capo di lavoro non faceva altro
che fissarla e tenerla d’occhio pronto a rimproverarla anche
per il minimo
errore o per una piccola distrazione.
Era chiaro che
durante l’anno Ania aveva fatto progressi: il
suo equilibro stava migliorando sempre di più e ora riusciva
a portare anche
più di quattro piatti di porzioni alla volta.
< Volete
ordinare? > la mora si avvicinò ad una coppia
di anziani che avevano il menù davanti agli occhi da un
quarto d’ora ormai.
< Oh,
certo… vediamo un po’… da bere
vorrei… ehm… Un
attimo… > il vecchio era ancora indeciso. Fare quel
lavoro non solo
richiedeva un certo dispendio di energie, ma anche molta, moltissima
pazienza.
Intanto che
Ania attendeva una qualche risposta da parte del
cliente, questa non si rese conto che Taemin entrò dentro al
ristorante e fu
immediatamente accolto dalla voce del Signor Paolo.
< Salve!
Mi dispiace molte, ma al momento siamo al
completo. Ma se vuole può sempre prenotare! >
l’uomo finse un sorriso e si
alzò davanti a quello che lui probabilmente definiva
“un pollo da spennare”.
< Non
sono qui per mangiare. Vorrei parlare con Ania.
> rispose il maknae serio.
< Mi
dispiace molto, ma la ragazza sta lavorando e finirà
tra tre ore. >
< Si, ma
è piuttosto urgente. Non ci metterò molto, solo
pochi minuti. > si giustificò Tae.
< Non so
come si dice da voi, ma qui dentro il tempo è
denaro. Ha capito che intendo, vero? >
Certo che aveva
capito.
Che uomo
spregevole e viscido.
< Non ho
intenzione di pagarla per parlare con Ania. >
e detto ciò il ragazzo superò il l’uomo
e si diresse verso la mora che stava
portando una porzione di pasta a dei signori.
< Tae!
Che ci fai qui? > chiese lei contenta di
vederlo.
< Ho
poco tempo, quello stronzo del tuo capo di lavoro mi
prenderà a calci in culo per cacciarmi fuori. Alle 6
vediamoci davanti alla
spiaggia: devo parlarti. >
Lei non fece in
tempo a rispondere che subito Paolo afferrò
Taemin per la manica della t-shirt.
< Sei
una testa dura ragazzino. FUORI DAL MIO RISTORANTE
> gli urlò nell’orecchio destro.
A questo dire
Tae guardò per un ultima volta Ania e poi uscì
come gli era stato chiesto e si diresse verso l’hotel.
Jennifer non
ricordava di essere mai stata meglio tra le
braccia di un ragazzo. Jonghyun le stava regalando infiniti secondi di
tenerezza e anche se per poco Jennifer riuscì a dimenticarsi
di tutto ciò che
la circondava. Era come se tutto d’un tratto i problemi e il
nervosismo fossero
spariti e fossero rimasti solo loro due all’interno
dell’hotel come all’interno
del mondo.
Poi
però lei si staccò risvegliandosi da quel momento
di
piacere.
<
Jongh.. no… non posso > disse Jenn facendo qualche
passo indietro avvicinandosi sempre di più alla porta.
< Scusa,
non ho saputo trattenermi. Sei… stupenda. >
pronunciò guardandola incantato credendo quasi impossibile
che al mondo potesse
esserci una creatura così meravigliosa.
<
Fregatene di Marco! Fregatene di tutto e di tutti! Io
voglio stare con te e non immagini nemmeno quante botte sarei disposto
ad
incassare per farti felice Jenn. > continuò poi
notando che lei era rimasta
in completo silenzio.
< Ma
perche non capisci? Non posso lasciarlo altrimenti….
Lui… > non ce la faceva a continuare e non sapeva
come avrebbe reagito Jongh
se avesse finito la frase, così aprì la porta
alle sue spalle ed uscì di corsa
dalla stanza.
Il ragazzo la
seguì scendendo le scale e arrivando nella
hole dove non vi erano già più tracce di Jenn, ma
vi trovò Key che lo fissava a
bocca asciutta e non solo lui, ma anche tutte le persone lì
presenti.
< Jongh!
I vestiti! > gli urlò il ragazzo in coreano.
Solo ora il
ragazzo si ricordò che indossava solamente i
boxer perciò si scusò coi presenti e
ritornò in camera seguito da Key.
< Ora
spiegami che cos’è successo. Perche Jennifer
correva e cosa più importante, perche tu la stavi seguendo
mezzo nudo? > a
raccontarla così in effetti si poteva facilmente
fraintendere.
< Non
è come pensi Key! Non sono un maniaco. Lei ha
bussato ed io ero già così perche sai che io
d’estate non metto mai il pigiama.
Poi mi ha rinfacciato che noi non avevamo mai accennato minimamente al
fatto
che noi siamo dei cantati famosi e mentre lei piangeva….
L’ho baciata >
raccontò sintetizzando il più possibile.
< Tu hai
fatto cosa? > chiese ad alta voce spalancando
gli occhi.
<
L’ho baciata e lei è scappata. > rispose
mettendosi
un paio di pantaloni a caso che non sapeva neanche se appartenessero a
lui o a
Taemin.
< Bella
mossa casanova. Ma Tae dove l’hai messo? >
domandò guardandosi attorno.
Subito la porta
della stanza si aprì e comparve il maknae
piuttosto sorridente che guardò i due ragazzi prima di
cadere in una sonora
risata.
<
Ahaha!!! Ragazzi non potete neanche immaginare! Al
piano di sotto ho visto una ragazza che aveva come sfondo del cellulare
la tua
foto di te in boxer! La guardia del corpo che la pregava in tutti i
modi di
cancellare l’immagine, ma questa qua non capiva niente di
inglese! Avrà avuto
tredici anni! > disse piegandosi in due dalle risate.
Jonghyun non
rispose, prese un cuscino a caso e lo lanciò
all’amico il quale reagì afferrandone un altro e
salendo sul letto.
< Fatti
avanti nudista! > lo provocò Tae.
< Con
piacere ! > lo raggiunse sopra al letto
iniziando quella che sembrava una battaglia di cuscini.
Non ci volle
molto prima che anche Key si fece trascinare e
perciò afferrò le coperte e le mise in testa a
Jongh che cadde sul letto
perdendo l’equilibrio.
Non si resero
neanche conto che Onew e Minho entrarono
rimanendo stupiti nel vedere i tre amici che facevano la lotta sul
letto
matrimoniale.
< Ehi
branco! Questa ragazzo ha fame quindi giù dal letto
e andiamo a nutrirci ! > urlò Minho interrompendo
Key, Tae e Jongh che
scesero dal letto solo per fare il solletico al rapper che cadde a
terra dal
ridere.
< Tae,
Jongh siete due animali ! Guardate la stanza in
che condizioni sta ! > esordì Onew notando che ormai
tutte le coperte del
letto erano a terra.
< E tu
sei una bestia! > ironizzò Jonghyun prendendo
in braccio il leader e buttandolo a peso morto nel letto.
Dopo almeno
mezz’ora di “lotta” i cinque si decisero
a
scendere al piano di sotto dove mangiarono ingozzandosi di patatine
fritte e
pizza.
< Ehi
ragazzi non è che poi il sottoscritto diventa
obeso, vero? > si preoccupò immediatamente Key
pentendosi di aver mangiato
tante patatine.
< Ma che
dici!? Siamo una banda di anoressici e tu credi
di ingrassare? Ti preoccupi troppo mio caro > rispose tranquillo
Minho.
< Che ne
dite se dopo andiamo a correre e a provare i
passi dei balletti alla spiaggia libera? Le canzoni le abbiamo nel
cellulare,
quindi il problema non esiste > propose Onew.
< Finche
si corre va bene, ma credo che sia meglio
provare al chiuso: meglio non attirare l’attenzione della
gente > disse
Jonghyun portandosi alla bocca del salame.
< Il
Bling qua c’ha ragione. Meglio limitarci alla corsa.
> disse Taemin.
Così
quel pomeriggio passò tra la corsa, le chiacchiere e le
risate.
Taemin
raccontò di aver baciato Ania e di essere stato al
ristorante quella mattina, mentre Jongh chiese consigli sul da farsi
con
Jennifer e specialmente che fare se mai avessero rivisto Marco.
Verso le cinque
e cinquanta, Tae lasciò gli amici per
dirigersi verso la spiaggia dove vi trovò Ania seduta sulla
sabbia.
Ma
c’era qualcosa che non andava perche Ania non era sola.
Da lontano Taemin non riusciva a vedere chi fosse la persona in piedi
davanti a
lei che sembrava parlarle piuttosto arrabbiato.
< Tommy
ti ho già detto di lasciarmi in pace! Da me non
avrai più niente, capito?! > disse Ania ad alta voce.
< Sono
io qui quello che dà ordini piccola. Quindi o fai
tutto quello che ti dico oppure vado seduta stante dalla polizia a
raccontare
TUTTO quello che ho visto, intesi? > la manipolò un
ragazzo alto,
visibilmente in sovrappeso dai capelli castani e occhi azzurri.
< Quando
finirà tutto questo? >
<
Più dura e meglio è dal mio punto di vista. Ora
dammi
quello per cui sono venuto >
Note
dell’autrice: ciao!!!
Scusate
il
ritarduccio, ma ho iniziato a guardare una telenovela asiatica chiamata
“Mars”
e quindi ho dedicato molto tempo libero a quest’ultima e ho
un po’ trascurato
efp.
Chiedo
umilmente
perdono!!! XD
Spero
vi piaccia il
nuovo capitolo! Bacioni!
|
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Capitolo 10 *** Resta al mio fianco. ***
Resta
al mio fianco.
Resta
al mio fianco, guardami, anche se
Non
conosco ancora l’amore.
Resta al mio
fianco, veglia su di me.
Creando
l’amore insieme e facendoti sorridere per sempre.
Ora
stringi le mie mani.
Cit:
“Stand by me”
Il suono delle
onde che s’infrangevano sulla riva era forte
abbastanza per far sì che Taemin non potesse sentire
assolutamente nulla di
quello che stava dicendo Ania ad un completo sconosciuto là,
sulla spiaggia.
Non sentiva
nulla, ma vide chiaramente Ania tirare fuori
dalla tasca molti soldi che diede a malincuore all’estraneo
che li afferrò
avido mettendosi poi contarli.
< Questi
sono gli ultimi … Ora non cercarmi più >
lo
pregò la ragazza quasi sul punto di piangere.
<
Sentimi un po’ troietta qui sono io che decido, chiaro?
Ci rivediamo tra due settimane dal beatch alla solita ora. Intesi? Se
non vuoi
pagarmi in denaro puoi sempre offrirmi altro….> disse
lui viscido.
La mora
restò a testa bassa capendo che non aveva altra
scelta se non ubbidirgli.
Doveva fare
esattamente come diceva, altrimenti non osava
immaginare cosa sarebbe accaduto.
< Ho
capito…. Farò quello che dici….
> disse con la
voce spezzata dalle lacrime che stavano iniziando a rigarle le guance.
< Brava.
Ci vediamo > e dopo questo dire, il
“viscido”
(è così che lo chiamava Ania) si
congedò lasciandola completamente sola.
Le gambe non
ressero, e Ania si ritrovò in ginocchio con le
mani che andavano a coprirle il volto. Stava piangendo e allo stesso
tempo
pregando che tutta quella situazione potesse finire il prima possibile.
Non ci volle
molto prima che Taemin la raggiunse di corsa
per poi inginocchiarsi accanto a lei mettendole una mano dietro la
schiena per
farle sentire che non era più sola.
< Ania,
che ti prende? Chi era quello?! > chiese ad
alta voce cercando con lo sguardo il “viscido” che
ora sembrava sparito nel
nulla.
Ania
alzò gli occhi, incontrando quelli preoccupati di Tae:
lui non doveva sapere nulla o l’avrebbe cacciato sicuramente
nei guai.
< Non
era nessuno…. Non preoccuparti… E’
tutto okey.
Semplicemente gli dovevo dei soldi, tutto qui. > rispose
singhiozzando.
< Allora
perche stai piangendo? Ti prego parlami, voglio
aiutarti >
Era facile da
dire per lui: Taemin non aveva mai conosciuto
la povertà, non sapeva assolutamente niente del crudo
passato di Ania.
Lei non voleva
in nessuno modo rovinare la vita di Taemin;
sapeva ormai che per lei c’era ben poco da fare, ma lui
doveva restarne fuori,
perche la sua vita era bella per davvero e valeva la pena di viverla.
< Taemin
vattene. Non sai niente di me! Non puoi
aiutarmi… nessuno può. > disse freddamente
rimettendosi in piedi.
< Non me
andrò finche non ti dirò tutto quello per cui
sono venuto. > affermò prendendole le mani per poi
proseguire il discorso.
<
E’ vero che non so niente di te. E’ vero che ti
conosco
da poco, ed è sempre vero che veniamo da mondi diversi. Ma
non m’importa! Tu
sei la prima ragazza che riesce a farmi sorridere con poco. Sei
l’unica che non
vorrei mai vedere piangere. Ti prego non tenerti tutto
dentro…. > disse
Taemin serio guardando quella ragazza che in poco, pochissimo tempo era
forse
diventata una delle persone più importanti della sua vita.
<
E’ questo il punto. Taemin io so chi sei: so che sei
una…. Stella. Non posso chiederti di rinunciare ad essere
quello che sei per
una persona come me. Tu hai un talento che pochi hanno e gettarlo via
per
niente sarebbe un errore. Non puoi rinunciare a tanto! > disse
lei ad alta
voce con gli occhi lucidi.
Dire quelle
parole le costava davvero tanto, anche perche
lei stessa era la prima a volere che lui
restasse, voleva averlo con sé sempre.
< Io non
posso rinunciare a te! Cosa vuoi che m’importi di
vivere in un mondo stupendo se tu non ci sei? Perche continuare a
scrivere
tutte queste canzoni d’amore e poi non sapere a chi
dedicarle! > urlò il
maknae.
Ania lo
guardò per diversi secondi, poi corse verso di lui
abbracciandolo come non si ricordava di aver mai fatto con nessuno.
Era la prima
volta che qualcuno le diceva frasi così
profonde. E non ricordava neanche più quand’era
stata l’ultima volta che si era
sentita così al sicuro tra le braccia di una persona.
Riusciva a
sentire i battiti del suo cuore.
Percepiva ogni suo
respiro, avvertiva le sue braccia
che
la stringevano ed era così che avrebbe voluto restare: solo
loro due, in quella
spiaggia deserta davanti al mare e ad un tramonto che
l’illuminava avvolti
dalle leggere brezza marine.
< Resta
con me…. Solo per questa notte >
Ania
aprì la porta di casa sua con il solito calcio (visto
che la porta era arrugginita da un bel po’ veniva difficile
aprirla solo
spingendola), facendo entrare prima il nuovo ospite che
iniziò immediatamente a
guardarsi attorno.
Le piastrelle
sotto di sé erano –o almeno dovevano essere-
bianche, i muri bianchi (più o meno) ed i vari mobili
arredavano la piccola
sala.
< I tuoi
genitori dove sono? > chiese lui.
< Mio
padre ha conosciuto da poco una bella bionda e
molte sere si ferma da lei. Mia madre …. Non viene mai
> rispose facendolo
sedere su una sedia.
< I tuoi
sono divorziati? > domandò nuovamente.
<
No…. Mia madre è morta quando io ero molto
piccola. Ho
pochi ricordi di lei. > disse aprendo il frigo e cercando
qualcosa da
mettere sotto i denti.
< Ah..
Mi dispiace… non volevo. >
< Non ti
preoccupare. Non lo potevi sapere. Allora, cosa
posso offrirti? Ho una mela con la muffa, latte scaduto da un mese, un
pezzo di
piazza che non ricordavo neanche di avere o una birra presa oggi?
> certo,
non era proprio la cena perfetta e romantica dei film
d’amore, ma almeno la
birra era buona.
Taemin si
alzò andando ad abbracciare Ania che intanto aveva
già tirato fuori la birra pronta a berla direttamente
“a canna”.
< Direi
che per questa sera sono apposto così. > disse
lui mostrandole uno dei suoi perfetti sorrisi.
< Si, ma
mi dispiace: ti fermi a dormire qui e non posso
neanche offrirti niente. > affermò Ania dispiaciuta.
Senza dire
nulla, Taemin la baciò esattamente come avevano
fatto la sera prima, con la differenza che questa volta lei non era
ubriaca
marcia. Il bacio durò diversi secondi e quando si staccarono
per riprendere
fiato lui disse < Ora siamo pari. >
Ania si mise a
ridere per poi dagli un tenero bacio a
stampo, dopodiché aprì la finestra e si accese la
solita diana rossa.
< Cosa
ci trovi di bello nel fumare? Ti fa solo male.
> commentò Tae.
< Hai
ragione, ma è il mio calmante. Quando sono nervosa,
arrabbiata, contenta o in qualsiasi altra situazione è bello
fumare. Certo…. Ho
una resistenza che fa schifo però non importa. Vuoi provare? >
chiese aspirando.
< No,
grazie. Sai, per un ballerino è abbastanza
importante la resistenza. > rispose baciandole la testa.
Ania spense la
sigaretta e la lanciò da qualche parte fuori,
poi si voltò verso il ragazzo che la guardava felice e si
ritrovarono
nuovamente sul punto di baciarsi, ma il cellulare di Ania
squillò ed interruppe
il momento.
Tirò
fuori il cellulare dalla tasca, lesse il messaggio e
rispose per poi spegnerlo, così che non potesse
più interromperli.
< Chi
era? > chiese Tae
< Il tuo
amico: Jonghyun. Mi ha chiesto se Jennifer
domani lavora e io gli ho risposto che domani mattina la può
trovare al parco.
>
Detto
ciò Taemin tornò a guardarla, ma questa volta con
uno
sguardo abbastanza preoccupato e senza preavviso, la prese in braccio
iniziando
a camminare alla ricerca della camera.
<
Tae!!!! Mettimi giù! Ti viene mal di schiena poi e le
tue fans mi uccidono perche poi non balli bene ! Mettimi
giù! > strillò
ridendo.
Taemin la
lasciò solamente quando raggiunsero la camera di
lei facendola cadere a peso morto sul letto.
< Hai
gli occhi stanchi mia cara ! Forza, sotto le
coperte! > ordinò ridendo e mettendosi a cavalcioni
sopra di lei che lo
baciò nuovamente.
< Si,
però tu dormi con me. E ti avviso che io d’estate
dormo solo con le mutande. > disse lei vergognandosi abbastanza
e pentendosi
di quanto aveva appena detto.
< Ah,
si?? Una ragione in più per dormire assieme a te
>
Così
quella sera passò tra baci, abbracci e coccole di vario
genere finche i due non si addormentarono per poi svegliarsi la mattina
seguente
l’uno abbracciato all’altra.
Il giorno dopo,
Jonghyun si svegliò completamente solo
chiedendosi che fine avesse fatto il suo compagno di stanza. Non se ne
preoccupò molto e pensò che, come il giorno
precedente, fosse andato a fare una
camminata.
Perciò
il ragazzo, si vestì ed uscì dall’hotel
all’insaputa
degli altri membri del gruppo.
Si diresse
verso il parco dove vi trovò in poco tempo, la
ragazza che giocava con le bolle assieme a delle bambine che non
avevano più di
quattro anni.
Decise di
avvicinarsi e Jennifer, sorpresa, lo guardò
preoccupata.
< Jongh!
Che ci fai qui? >
<
Passavo per caso, quando ho visto una fata incantevole
che giocava con le bolle e quindi ho deciso de fermarmi con lei. Spero
che la fata
non scappi di nuovo questa volta. >
Note
dell’autrice: ciao a
tutti!!! In questo capitolo ho
lasciato molto spazio per Ania e Tae ma nel prossimo vi assicuro che le
cose si
chiariranno anche con Jenn e Jongh.
Un
bacio e al prossimo
capitolo!
|
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Capitolo 11 *** Ciò che realmente desidero. ***
Ciò
che realmente desidero.
Appena
apro gli occhi ricordo…
I ricordi di ieri tornano da me.
Maledette lacrime di ieri.
L’amore
è così, si cresce e si ci sostiene a vicenda.
CIT.
“Hit Me”
L’atmosfera
regnante all’interno del parco era semplicemente perfetta. Il
suono delle foglie mosse dal lieve venticello, i moltissimi fiori
bianchi presenti nel prato rendevano il luogo molto luminoso e allegro,
le risate dei bambini sull’altalena, il sole del mattino ed
infine due adolescenti innamorati. Una di questi era Jennfer, rimasta a
sorpresa dal sentirsi essere paragonata ad una fata e Jonghyun in
attesa di una qualche reazione da parte di lei.
Restarono
a fissarsi intensamente diversi secondi, quando un’adorabile
bambina richiamò l’attenzione della ragazza che,
per un attimo, aveva completamente rimosso il fatto che stesse
lavorando.
<
Lui gioca con noi? > chiese la bimba vergognandosi e
nascondendosi dietro le gambe di Jenn.
Lei,
chinandosi verso la più piccola rispose < Ehm,
veramente lui non può giocare con noi. Parla
un’altra lingua e ora non capisce quello che ci stiamo
dicendo io e te. Gli dico solo una cosa poi ti faccio andare sullo
scivolo, va bene? >
La
bambina, rimase visibilmente offesa, poi tornò a guardare il
ragazzo e continuò: < Ma allora viene da un altro
pianeta? >
<
Volete fare capire qualcosa anche a me?! > intervenne Jongh
scocciato.
<
Non ti preoccupare. Ti ha appena dato dell’alieno, niente di
che. >
Il
Bling finse un sorrisetto e mentì: < Simpatica la
bambina. >
Dopo
che finalmente la piccola intrusa si rimise a giocare con
un’altra bimba, Jongh potè parlare liberamente con
Jennifer che comunque continuava a tenere d’occhio i piccoli,
proprio come farebbe una madre premurosa e attenta.
I
due si sedettero su una panchina sotto un’incantevole albero
che li copriva dalla forte luce solare.
<
Jennifer, mi dispiace per l’altro giorno all’hotel.
Non volevo ingannarti non dicendoti chi sono io veramente…..
Tu mi hai fatto sentire per la prima volta dopo tanto tempo come una
persona normale. Di solito nella nostra vita non
c’è mai niente di concreto se non il bene che ci
unisce, ma grazie a te ora io finalmente so cosa significa vivere senza
avere costantemente qualcuno che debba commentare tutto quello che
faccio o dico. > disse piano Jongh guardando la ragazza che lo
stava ascoltando attentamente.
<
Sai cosa vorrei veramente, Jennifer? Questo >
continuò indicando le due bambine che giocavano
rincorrendosi. Lei corrugò la fronte non capendo
inizialmente le sue parole < Un giorno vorrei avere dei figli e
sedermi al fianco di mia moglie per vederli giocare….
Crescere. > pronunciò
sereno.
<
Si, sarebbe anche il mio sogno. Ma.. vedi Jongh io sono scappata da te
perche in quel momento avevo paura e ora ne ho anche di più.
Tu sei un ragazzo meraviglioso e non sono io quella che merita di stare
al tuo fianco. >
<
Paura di cosa? > chiese lui, ma appena fece ciò gli
si parò alle spalle quella scocciatura della sua guardia del
corpo che lo afferrò per la maglietta facendolo alzare.
<
Kim Jonghyun! Meno male che ho trovato almeno te! > disse in
coreano
<
Ora togliti che sto parlando. Ah, un’altra cosa…
sei licenziato > rispose crudele Jongh. Non ce la faceva
più ad avere quell’omaccione sempre intorno.
<
Ma ero venuto qui per dirti che… >
<
Non m’interessa perche sei venuto qui. Ti voglio fuori dalle
palle per almeno una settimana. >
<
Taemin è sparito! > urlò l’uomo.
<
Ti ho detto…! Come scusa?! >
In
quel momento a casa di Ania….
Taemin
era già sveglio da almeno mezz’ora, ma nonostante
ciò aveva deciso di non alzarsi dal letto e di continuare a
guardarla. A guardare lei che ora se ne stava a pancia in
giù, senza maglietta con la schiena completamente nuda. A
guardare quell’incanto di volto ora illuminato dalla luce
solare filtrata dalla finestra e nel mentre ad accarezzarle i capelli
così morbidi e allo stesso tempo strani per lui: erano mossi
come non li aveva mai visti dalle sue parti, almeno non al naturale.
Dopo
un po’ Ania si svegliò sentendo la mano di Tae
accarezzarle i capelli, la schiena ed il viso.
<
mmmh, allora non era un sogno > disse guardando il ragazzo
rimasto solo in boxer.
<
No, era realtà. La realtà più bella
del mondo. > sorrise guardandola.
<
Tae, ce la fai a sporgerti un attimo per guardare l’ora?
> chiese sapendo che l’orologio era appeso alla
parete, ma lei in quel momento non aveva neanche voglia di muoversi.
<
Si. Sono le undici e mezzo. >
<
COOOSA!? > urlò alzandosi frettolosamente dal letto
ed iniziando a vestirsi.
<
Mi ero completamente dimenticata di andare al ristorante! >
disse lanciando gli indumenti a Taemin.
Si
vestirono di corsa ed uscirono di casa (nel mentre Ania tirò
fuori dalla borsa la prima sigaretta della giornata).
Fecero
la strada insieme e quando lei dovette entrare si ripromisero che si
sarebbero rivisti quel pomeriggio alla spiaggia tutti insieme e si
salutarono con un dolcissimo bacio a stampo.
Quando
Taemin rientrò in hotel, trovò tutti e quattro
gli amici nella hall preoccupati e in pensiero.
<
Ragazzi cosa sono quelle facce da funerale? > chiese alla band.
<
TAEEEEE! > strillò Minho correndogli incontro
< Non sono mai stato così contento di vederti!
> e tutti gli altri seguirono il rapper e l’andarono
ad abbracciare.
<
Cos’è quest’accoglienza? >
domandò contento, ma allo stesso tempo abbastanza confuso il
maknae
<
Sei stato fuori tutta la notte. Non rispondevi ai messaggi e ci siamo
preoccupati tantissimo! > disse Key.
<
Ahhh! Non c’era bisogno di stare in pensiero! Ho passato la
notte da Ania…. > si giustificò il
cantante.
<
Eh bravo il nostro maknae! Ho dovuto abbandonare Jennifer per venire a
cercare te e poi scopro che te la sei spassata alla grande. Meno male
che l’ho invitata oggi alla spiaggia! >
ironizzò Jongh.
<
Verrà anche Ania. Ci sarà da divertirsi. >
Quando
si rincontrarono, il pomeriggio, si diressero subito in spiaggia dove
si tolsero gli abiti rimanendo con il solito costume. Iniziarono a
scattarsi diverse foto ricordo dopodiché si fecero un altro
piacevolissimo bagno per rilassarsi e poi uscirono dall’acqua
con l’intenzione di abbronzarsi per il pomeriggio e
così fu… almeno finche non si presentò
Marco assieme al resto della sua beata combriccola. Questo, si mise
davanti a Jennifer che si preoccupò all’istante
appena lo vide.
<
Jennifer io e te dobbiamo parlare. > disse arrabbiato non
preoccupandosi degli altri. Sapeva che gli SHINee non riuscivano a
capirlo se parlava in italiano.
<
No, non dobbiamo dirci proprio niente. > rispose tranquilla
cercando di far capire a Jongh che non si doveva preoccupare.
<
Invece si! Alzati! > urlò, ma lei non aveva
intenzione di farlo. Chi era lui per dirle quello che doveva o non
doveva fare?!
Jennifer
non si mosse minimante, ma al contrario Ania si mise in piedi e
mollò una forte sberla al biondino.
Jennifer
allora si alzò all’istante tirando indietro la
mora, ancora incosciente di un grande segreto riguardante il ragazzo
che aveva appena picchiato, ma Ania non se ne preoccupò ed
iniziò a provocarlo.
<
Ora apri bene le orecchie. Questa ragazza qua è la mia
migliore amica e tu non sei nessuno per venire qua a darle ordini, mi
sono spiegata? >
Già…
Ania non sapeva che cos’era capace di fare Marco e non sapeva
neanche che diverse sere prima il ragazzo davanti a lei era stato in
grado di alzare le mani su una ragazza senza problemi.
Di
conseguenza Marco spinse con tutta la sua forza la mora che cadde sulla
calda sabbia graffiandosi le gambe con le pietre.
<
Puttana! Non ti ho chiesto un’opinione! > le
gridò
Non
ci fu bisogno di vedere altro che Taemin scattò
immediatamente in soccorso di Ania ancora leggermente stordita.
<
Come hai osato…! > disse il maknae assalendo Marco
seguito successivamente da Jongh che collaborò aiutando
l’amico.
<
Ragazzi, vi prego smettetela! Non vi picchiate! Per favore basta!
> urlò Jennifer piangendo.
E
mentre succedeva tutto ciò, nessuno si rese conto di una
cosa piuttosto importante….
Note
dell’autrice: ok!!!!
Forse questo capitolo è un po’ menoso e con un
po’ troppi conflitti alla fine, ma che ci posso fare!? Adoro
partecipare/guardare le risse XD
Spero
che il capitolo vi piaccia!!!! ;)
Un
bacione e fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!
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Capitolo 12 *** Dichiarazione ***
Dichiarazione
Non permetto di donarmi
facilmente.
Abbracciami e fammi diventare
il tuo
amante.
Questa notte io e te
diventeremo una
cosa sola.
CIT. “Get
it”
A quella che
ormai si stava trasformando in una rissa, si
resero partecipi pure Onew, Minho e Key, intervenuti sola quando un
compagno di
Marco aveva sganciato un forte pugno nello stomaco di Taemin.
< Marco
smettila! > urlò Jennifer mettendosi in mezzo
tra Jonghyun e Marco.
<
Levati! Ora io e questo risolviamo le cose una volta
per tutte > disse freddo Jongh tastandosi il labbro sanguinante.
< No! Tu
non centri niente Jongh! E’ una cosa tra me e
lui, non t’impicciare! > rispose lei rendendosi conto
solo dopo che la frase
appena pronunciata avrebbe potuto offendere il ragazzo, che difatti
fissò Jenn
con aria furiosa, mentre faceva per scostarla riavvicinandosi al
rivale.
Sembrava che
né Jonghyun né Marco la stessero ad ascoltare,
perciò Jenn si voltò per osservare il resto della
situazione e notò Key in
difficoltà, aiutato però da Onew, mentre Minho
alzava le mani contro due
ragazzi contemporaneamente. Taemin invece stava cercando di far
rialzare Ania,
che sembrava essersi fatta male alla caviglia durante la caduta.
Quando Jenn si
accorse che Minho stava iniziando a perdere
colpi, decise di avvicinarsi al ragazzo che però le fece
segno di non
intervenire.
<
Claudio! Lascialo in pace! Non ti ha fatto niente,
perche te la devi prendere con lui? > gli gridò
rendendo incomprensibile a
Minho la frase.
< Hai
ragione! Meglio prendermela con te che invece sai
ogni cosa! > imprecò lui lasciando Minho a sfidare
l’altro ragazzo. Claudio
si scagliò contro Jennifer, sollevandola dalla sabbia e
trascinandola
faticosamente verso l’acqua.
Quest’ultima
si agitava costantemente e cercava di sfuggire dalle
grinfie di Claudio, che però le impediva di scappare in
qualunque modo facendola
avvicinare sempre di più al mare finchè, quando
immersero i piedi sulla riva, non
la spinse nell’acqua salata.
Lei urlava, ma
in quella spiaggia sapeva che non c’era
nessuno che li avrebbe aiutati… Erano in una spiaggia libera
e poco distante di
lì c’erano proprio le fogne: nessuno sano di mente
avrebbe mai osato immergersi
lì dentro e perciò non c’era nessun
bagnino, solo poche persone che si
divertivano a guardare la scena.
Claudio
l’afferrò per il collo, facendo si che non potesse
muoversi
e le immerse la testa sotto l’acqua.
< Ahaha!
Ora non urla più. > disse Claudio.
Quando Taemin
vide la scena s’immerse immediatamente in mare
spingendo via Claudio da sopra Jennifer che finalmente potè
riemergere dal mare
emettendo una forte tosse e riprendendo ossigeno.
< Jenn!
> le corse incontro Ania zoppicando
leggermente.
D’un
tratto si udì un fortissimo sparo e Jonghyun, che si
trovava proprio lì affianco, si sentì rimbombare
il cervello ed esordì con una
bestemmia coreana.
Tutti si
voltarono nella direzione del suono interrompendosi
ed intravedendo un uomo vestito interamente di nero che li fissava con
sguardo
serio, con la pistola nella mano destra ed una telecamera nella
sinistra. Era
la guardia del corpo degli SHINee e non era sola, ma accompagnato da
altri tre
uomini.
Dopo pochi
secondi passati dal forte suono, molte persone si
avvicinarono per vedere cosa stesse accadendo in quella che era sempre
stata
considerata una spiaggia tranquilla.
< Che
sta succedendo qui? > chiese ad alta voce l’unica
guardi di colore.
I rivali si
allontanarono dai ragazzi guardandoli però con aria
di sfida che fece venire voglia a Taemin di riempire loro la faccia di
pugni,
ma si trattenne.
Le guardie non
vollero sentire storie e obbligarono si gli
SHINee che le ragazze a seguirli in hotel per raccontare loro quanto
fosse
accaduto.
< Non
abbiamo iniziato noi! > protestò Key seduto sul
letto.
Sembrava un
dejà vu per gli SHINee visto che avevano già
dovuto discolparsi quella sera che erano andati in discoteca e che
Jonghyun era
tornato con un labbro gonfio.
Si trovavano
tutti nella stanza del leader, ritenuta la più
ordinata di tutte.
< Oh
invece si miei cari. Voi non ve ne siete neanche resi
conto, ma è già da un mese e mezzo che vi stiamo
pedinando. > disse un’altra
guardia in inglese.
L’uomo
tirò fuori una piccola telecamera dalla tasca e
mostrò i diversi filmati di quella giornata e di quelle
ancora precedenti.
Guardarono di
quando Jongh si era fermato al parco per
parlare con Jennifer, di quando Taemin era andato a recuperare il
braccialetto
ad Ania, di quando ballavano in discoteca e il video più
recente, di quando
Ania aveva tirato una sberla a Marco: la prova che avevano iniziato
loro ad
alzare le mani.
<
Com’è possibile che non ce ne siamo accorti!? Cosa
siete stalker? > chiese Minho osservando i video.
< Vi
avevo detto che non ero solo > pronunciò
superiore la guardia da loro reputata la più odiosa.
<
Ragazze, possiamo chiedervi gentilmente di uscire?
Vorremmo parlarvi in privato > disse la guardia di colore.
Taemin
battè fortemente la mano contro un mobile per poi
affermare < Loro restano qui! >
< Non
preoccuparti Tae. Ci vediamo domani…. > disse
debolmente Ania voltandosi verso la porta, ma fu subito bloccata perche
Taemin
l’afferrò per il braccio e la strinse in un
caloroso abbraccio.
< Se hai
bisogno di qualunque cosa io sono qui. >
sussurrò lui al suo orecchio.
Lei lo
ringraziò per poi uscire dalla stanza con Jennifer e
con la guardia di colore che le accompagno gentilmente fino alla hall.
< Vorrei
chiedervi un favore molto grande > disse l’uomo
una volta arrivati davanti all’entrata.
< Fare
il mio lavoro è molto complicato e… da quando gli
SHINee sono qui la causa di tutti i loro problemi siete state voi due
>
constatò l’uomo dispiaciuto.
< Lo
sappiamo e ci dispiace. Faremo di tutto affinchè non
accada più nulla del genere > rispose Jennifer.
< Per
favore… state il più lontano possibile da Onew,
Key, Jongh, Taemin e Minho. Ve lo chiedo per il loro bene >
disse
<
Ma…. Lei non capisce! > si ribellò Ania.
<
Capisco perfettamente invece! Sono anni che faccio
questo mestiere. Vi credete innamorate di quei ragazzi, ma non siete
diverse
dalle altre fan! Se non fossero famosi li amereste ugualmente? >
chiese
< Si! In
principio non sapevamo che fossero una band e
ora che lo sappiamo non è cambiato niente tra noi! >
disse sicura Ania.
< Anche
se fosse, una volta finita l’estate verranno
nuovamente inondati di concerti e di nuovi impegni. Saranno troppo
indaffarati
per ricordarsi di voi! E ora sparite! Non vi voglio più
vedere. > si
arrabbiò l’uomo.
Le ragazze non
contestarono. Ania filò a lavoro per iniziare
la serata e Jennifer tornò a casa sorprendendosi di trovarla
vuota.
Si
infilò il pigiama e si distese nel letto a pensare a
quanto accaduto in quasi due mesi d’estate: dalla prima volta
che aveva visto
Jonghyun, incrociando il suo sguardo al ristorante oppure in spiaggia,
quando l’aveva
presa in braccio, quando si erano scambiati quel bacio in hotel.
Ripensò ai
suoi bellissimi occhi, alle sue labbra carnose e perfette, a quei
capelli….
Lo voleva
vedere. Ora e subito.
Stava per
prendere in mano il cellulare quando le tornarono
alla memoria le parole della guardia del corpo: “state il più lontano possibile da Onew,
Key, Jongh, Taemin e Minho”.
Ma in quel
momento non le importava. Gli scrisse dove si
trovava casa sua, gli diede tutte le informazioni possibili per
arrivarci e gli
inviò il messaggio.
Non
passò molto tempo prima che Jennifer sentisse una voce
maschile chiamarla da fuori dalla finestra. Aprì la porta
accogliendolo in
quella casa assai più grande di una piccola stanza di hotel.
La casa aveva
due piani: al pian terreno c’era la sala, la
cucina ed un bagno, mentre al piano superiore si trovavano le varie
camere da
letto ed un altro bagno.
< Sono
contenta che tu sia potuto venire > disse lei
portandolo al piano di sopra.
< Non
sarei mai potuto mancare. Superare le guardie è
stato difficile, ma in questo momento credono che io stia dormendo come
un
agnellino > rispose felice.
Una volta
arrivati nella camera di lei, le venne spontaneo
chiudere la porta a chiave.
< Che vi
ha detto quella guardia oggi? >
< La
verità…. Ci ha chiesto di starvi il
più lontani
possibili. Jongh… io sono la fonte di tutti i tuoi problemi.
E’ meglio che tu
stia lontano da me. > disse a bassa voce.
Jonghyun si
avvicinò lentamente a Jennifer afferrandole il
mento con la mano facendole alzare lo sguardo.
< Io non
voglio stare lontano da te. Io ti amo > le
sussurrò.
Jennifer si
staccò da lui tirandogli un pugnetto sulla
spalla destra mentre Jonghyun la guardava con aria interrogativa.
< Perche
me lo hai detto? Ti amo anche io, ma se sapevo
che tu non provavi lo stesso, una volta finita l’estate me ne
sarei fatta una
ragione e invece…. >
< Voglio
stare con te Jenn > le disse dandole un dolce
bacio sulla fronte.
Lei scosse la
testa < Io non faccio parte del tuo mondo
>
< Forse
no, ma ormai fai parte della mia vita! Cosa devo
fare per fartelo capire? Ti amo e voglio stare con te a costo di
perdere tutto
quello che ho creato in questo anni! > pronunciò ad
alta voce per poi
baciarla passionalmente.
In modo
istintivo, si sdraiò nel letto lasciando che
Jonghyun si posizionasse a cavalcioni sopra di lei, iniziando a
baciarle il
collo, a morderle le labbra.
Le
slacciò il reggiseno massaggiandole le tette. Questo
gesto fece ansimare Jennifer che si stava iniziando ad agitare: aveva
paura.
<
Jennifer… stai… stai tremando >
notò Jonghyun
preoccupato.
< Non
è nulla… > disse lei togliendo la
maglietta al
ragazzo.
Lo voleva.
Voleva che lei Jonghyun diventassero una cosa
sola, almeno per quella sera.
Lui
continuò togliendole i pantaloni e lanciandoli in un
punto indefinito della stanza per poi infilare la propria mano
all’interno
delle mutande di lei.
< Argh!
>
<
Jennifer, avresti potuto dirmelo >
<
C… Cosa? >
< Che
sei vergine >
Non ci voleva
uno scienziato per capirlo: Jennifer era
impacciata coi movimenti e quando lui fece entrare anche solo un dito
lei si
agitò terribilmente.
< Non
volevo che ti preoccupassi > disse spogliando
poi Jonghyun dei suoi pantaloni.
Jongh non
rispose e riprese i suoi movimenti mentre
Jennifer, ansimante gli toglieva i boxer tastando l’erezione
del ragazzo.
Quando Jongh
percepì che Jennifer era pronta,
s’intrufolò il
più delicatamente possibile dentro di lei.
<
Ti…. Ti faccio male? >
< Mmmh!
Stai… stai fermo così ancora per qualche secondo
>
E lui
ubbidì per poi riprende dando delle spinte
inizialmente leggere, poi sempre più profonde e forti.
< Ti amo
Jongh! > disse lei tra gli ansimi
< Anche
io Jenn! >
Avrebbero
voluto far l’amore per tutta la notte, ma quando
Jonghyun arrivò al limite, si accasciò stanco di
fianco a Jennifer e i due si
addormentarono lasciando che il sonno facesse fare loro i sogni
più
meravigliosi.
Note dell'autrice: e finalmente Jonghyun e Jennifer
<3 ;)
Spero che questo
capitolo vi piaccia ! Fatemi sapere cosa ne pensate ! Un bacione a
tutti!!!
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Capitolo 13 *** Pazzia ***
Pazzia
I
miei
incredibili sentimenti verso questa ragazza che ha rubato il mio cuore
Non
farti del
male, apri il tuo cuore anche solo per un momento.
Cit.
"Talk To You"
<
JENNIFER!!!! APRI LA PORTA! > urlò qualcuno che
bussava disperatamente fuori dalla camera della ragazza.
Jonghyun
aprì immediatamente gli occhi scuotendo Jenn che
ancora dormiva. I due erano abbracciati sotto il lenzuolo ed entrambi
erano
completamente nudi.
<
Jennifer, ma ci sei?! > urlò nuovamente.
La ragazza si
alzò dal letto coprendosi con un paio di
mutande e la maglia del pigiama senza lasciare tempo a Jonghyun di
poter finire
di mettersi i pantaloni.
Quanda Jennifer
aprì la porta si ritrovò davanti quella
piattola fastidiosa di suo fratello minore Luke. Era un ragazzino alto
e
slanciato dai capelli castani e occhi verdi e fissava la sorella con
una faccia
da cane bastonato.
< Luke!!
Ma sei tu! Cosa vuoi? >
<
Ahh!!!! Sorellona perche non mi hai mai parlato di lui?
Ora capisco perche non mi sentivi… Eh brava Jennifer!
> disse sorridente il
fratello salutando con la mano Jongh che non seppe se ricambiare il
saluto
oppure sparire il prima possibile dalla circolazione.
Lei lo
guardò prima leggermente imbarazzata ripensando alla
sera prima poi tornò seria e domandò nuovamente
al fratello il motivo della sua
indesiderata visita.
<
Jenn… Mi sono finite le sigarette…. Non
è che … >
< No,
non te ne do. Ma non hai altro da fare?Non puoi
uscire con gli amici!? I tuoi 15 anni li hai….>
< Mi
tolgo dai piedi se mi dai tre sigarette oppure dico
a mamma e papà che un extracomunitario ha dormito nel tuo
letto! > la
ricattò
<
Brutto…..! Sgorbio! > ma non si oppose più
di tanto
perche sapeva che avrebbe avuto il coraggio di farlo per davvero, prese
tre
diana rosse e le porse al fratello.
< Ora
sparisci! Non voglio vederti per tutto il giorno
> disse con un cenno di felicità nella voce
< Sempre
bello fare affari con te ! > e detto questo
prese le chiavi ed uscì di casa.
< Sembra
simpatico tuo fratello > commentò Jonghyun ed
una volta vestito diede un dolce bacio a stampo a Jenn.
< Una
roba guarda. Vuoi fare colazione? > domandò
notando che erano le dieci e mezzo.
Jonghyun non
rispose, le afferrò le mani e la andò a
guardare negli occhi. In quei suoi grandi occhi marroni in cui riusciva
a
vedere il riflesso di sé stesso che proprio ora appariva
così felice e
premuroso. Cercava di dirle quanto lei valeva per lui, quanto fosse
diventata
così indispensabile in poco tempo, quanto l’amasse.
<
Jenn… Quello che è accaduto ieri notte
è stata una
delle cose più belle di tutta la mia vita, se non forse la
migliore > si, ma
questa frase non bastava e lui lo sapeva benissimo perciò
proseguì < Quello
che voglio dire è che tu sei la prima ragazza in tutta la
vita che mi apprezza
per quello che sono come persona, non per quello che guadagno. La notte
passata
con te è stata la più magica, stupenda e
indimenticabile di tutte. Vorrei non
andarmene mai più via da qui…. Jennifer io ti amo
> disse tutto d’un fiato.
< Anche
io. Vorrei tanto poter venire in Corea con te
alla fine dell’estate…. > disse immaginando
quanto sarebbe stato bello.
< Allora
parti con noi. Prendiamo l’aereo e voleremo fino
alla Corea insieme, ti farò conoscere il mio mondo, la mia
vita! Si, perche il
resto della mia vita la voglio condividere con te >
pronunciò sognando ad
occhi aperti ed entusiasmandosi.
< Jongh
non è così facile come la racconti….
Devo ancora
finire il liceo e non posso abbandonare qui la mia famiglia >
<
Finirai le scuole in Corea e verremo a trovare i tuoi
genitori ogni volta che vuoi! > propose lui.
A questo punto
Jennifer sembrava essere quasi convinta, ma
avrebbe preferito trattare bene l’argomento anche con Ania
visto che era ovvio
che sarebbe dovuta partire pure lei.
Però
Jennifer stava pensando ad un altro problema… Lei era
pazzamente innamorata di Jonghyun e dopo il giorno prima doveva cercare
in
tutti i modi di sbarazzarsi di Marco il prima possibile, ma sapeva
benissimo
che non era affatto facile e si sentiva il dovere di parlare con Jongh
della
situazione il più dettagliatamente possibile.
<
Sarebbe bellissimo, ma prima di fare ogni cosa voglio
parlare con Marco. Deve sapere che provo per te quello che non ho mai
provato
per lui > commentò pensando già a come
dire a Marco la verità.
<
Chiariremo le cose con lui questo pomeriggio. Verrò con
te, non ti lascio sola con quell’individuo >
E infatti
così fu. Jonghyun e Jennifer andarono a mangiare
al ristorante dove lavorava Ania che li accolse con un caloroso saluto
intuendo
quanto fosse accaduto tra i due la notte precedente,
dopodiché i due si
diressero verso la spiaggia libera dove il giorno prima se le erano
date di
santa ragione. Era lì che Marco aveva chiesto a Jenn di
presentarsi e lui
difatti non ritardò ad arrivare, ma quando vide Jenn
accompagnata da Jongh la
sua espressione si fece subito cupa.
< Perche
volevi vedermi? > le chiese scocciato con le
mani in tasca.
< Volevo
parlarti Marco…. Volevo dirti che non vedo il
motivo per cui si debba continuare la nostra storia. Non mi hai mai
trattata
come la tua ragazza, ma solo come un oggetto da mettere in mostra
davanti ai
tuoi amici. > disse arrabbiandosi e tirando un calcio alla
sabbia calda.
<
Ahah!!! Questa è buona Jenn! Ahah! Tu non puoi
lasciarmi! > disse ridendo in principio per poi tornare serio.
< Invece
si che posso, lo sto facendo. Ho incontrato
qualcuno che mi ama per davvero > e detto ciò prese a
braccetto Jonghyun che
guardò Marco come per dire “E se provi a
contestare ti strappo l’uccello”.
<
Jennifer non osare! > ribattè Marco mentre guardava
i due andarsene dalla spiaggia.
< Te ne
pentirai Jenn! > urlò per poi andarsene pure
lui.
Quelle parole
intimorirono moltissimo la ragazza che strinse
il più forte possibile la mano di Jongh che iniziava a voler
sapere qual’era il
problema con quel ragazzo…. Cos’avesse che non
andava.
Il Bling e Jenn
camminarono sul lungomare per almeno un’oretta
durante la quale non ci fu poi molta conversazione….
Jennifer sembrava
spaventata e intimorita da quanto accaduto sulla spiaggia.
D’un
tratto Jongh si sedette su una panchina facendo segno
alla ragazza di imitare il suo gesto e questa difatti si sedette
appoggiando la
propria testa alla forte spalla di Jonghyun contemplando il mare e
facendosi
cullare dal suono del respiri del ragazzo.
<
Jennifer…. Ti va di raccontarmi cos’è
successo con
Marco? > chiese il cantante accarezzandole i capelli.
Lei fece un
lungo sospiro cercando di ricordare come fosse
cominciata tutta quella lunga agonia.
< Lo
conosco da…. Sempre. Eravamo alle elementari insieme
e ricordo benissimo che era un bambino normale, come tutti gli altri.
Aveva un
bellissimo sorriso ed era molto socievole… giocavamo sempre
insieme io lui ed
Ania. > e qui s’interruppe dando spazio ad una piccola
smorfia delusa.
< Nelle
medie invece non era nella nostra classe e l’abbiamo
rincontrato al liceo, ma era più lo stesso. Suo fratello
–il ragazzo che lavora
come barman nella discoteca- mi ha raccontato che in terza media
l’aveva
minacciato di morte ed il giorno stesso aveva tagliato i capelli ad una
bambina.
Dopo vari esami si resero conto che Marco aveva dei seri problemi
mentali e
diventava giorno dopo giorno più aggressivo, ma quando Marco
mi rivide in prima
liceo cambiò radicalmente: se io gli chiedevo di non fare
determinate cose lui
mi dava ascolto > raccontò
Jenn
guardando un punto indeterminato della sabbia.
<
Così i genitori di Marco mi hanno pregata di stargli
accanto il maggior tempo possibile e così ho fatto fino ad
oggi > concluse
andando a cercare il volto di Jongh che aveva ascoltato con tutta
l’attenzione
possibile.
Solo ora Jongh
si rese conto di quanta bontà custodisse Jenn.
Aveva avuto la pazienza e la forza di aiutare un ragazzo di cui aveva
paura.
< Perche
non me ne hai parlato prima? > le chiese
< Perche
tu, Ania ed i genitori di Marco siete i soli a
saperlo. Persino Marco stesso non è consapevole di avere dei
problemi > rispose
triste.
A questo punto
Jonghyun accarezzò la guancia di Jenn la
quale sorrise leggermente guardando Jongh, guardando quel ragazzo
così bello,
protettivo, comprensivo e buono.
Alle otto
però Jonghyun dovette tornare in hotel mentre
Jennifer rincasò costretta a dover dare delle spiegazioni al
fratello minore.
<
JONGH!!!! TI PREGO SOLO PER QUESTA SERAAA! >
lo pregò Taemin a mani unite.
< Ti ho
detto di no e poi no! Non dormirò in un letto
singolo con Onew solo perche tu vuoi far venire qui Ania. >
rispose cattivo.
< Se non
esci urlo a tutto l’hotel che ti sei fatto Jenn!
> lo minacciò
< E urla
a tutto l’hotel, come se di figure di merda non
ne avessimo ancora fatte da quando siamo qui. > rispose
più che tranquillo.
< Ok, se
non vai tu via vado da Onew e lo caccio dalla
sua stanza. In parole povere stasera Onew dorme qua. > disse
uscendo dalla
stanza e portandosi dietro un cuscino.
< mi
raccomando Tae! E’ la tua prima volta quindi vedi di
non deluderla, ok? >
<
farò del mio meglio >
Note
dell’autrice: qui si
scopre il passato di Marco:
finalmente XD
Ringrazio
tutti quanti
:D La storia ha superato le 500 visite e per questo sono molto felice.
Poi
non so se voi lo
sapevate ma……
TANTI
AUGURI A TE,
TANTI AUGURU A TE, TANTI AUGURI A MINHO, TANTI AUGURI A TEEEE!!!! :D!!!
Il
nostro rapper
preferito oggi fa gli anni!!!! Yuppi!!!!!
|
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Capitolo 14 *** Amore e Ricatti ***
Amore
e Ricatti
Quella sera
Taemin era particolarmente agitato e nervoso.
Aveva convinto Onew a cedergli la stanza ed ora era solo in una camera
così
ordinata a fare avanti e indietro mentre si mangiava le unghie.
Era
mezz’ora ormai che andava avanti così e che
aspettava
sempre più impaziente che Ania bussasse alla porta.
< E se
ci ha ripensato? E se non le piacessi? E se faccio
una brutta figura? > Taemin continuava a torturarsi di domande e
quando
pensò di essere arrivato al limite della sopportazione
aprì la porta e scese
nella hall dove vide Ania seduta su una poltrona. Ma c’era
qualcosa di diverso
in lei, o meglio nel suo sguardo: era spento, vuoto….
Taemin le si
avvicinò poggiandole una mano nella spalla.
Questo gesto fece sobbalzare la ragazza rimasta immersa fino a quel
momento nei
propri pensieri.
<
Ehi… Che stai facendo qui? > le domandò Tae
<
Io… non mi ricordavo più il numero della tua
stanza e
non volevo essere di disturbo per gli altri >
improvvisò lei.
Non appena Ania
si alzò dalla poltrona il maknae notò tre
cose: i suoi pantaloni erano sporchi di terra e nella spalla, proprio
accanto
al tatuaggio, c’era un graffio apparentemente appena fatto e
un livido nel
gomito.
< Dove
sei stata? E questa ferita? > chiese lui.
<
Ah…. Non ti preoccupare. Al ristorante un collega mi ha
tagliata per sbaglio. Non l’ha fatto apposta. Ora posso
chiederti io una cosa?
Perche…. Mi hai chiesto di venire qui stanotte? >
domandò sorridendogli e,
nonostante già sapesse qual era la ragione
dell’invito, voleva che lui glielo
dicesse apertamente.
Taemin non le
rispose, ma la prese per mano portandola fino
alla camera di Onew e una volta accertato di aver chiuso la porta a
chiave
prese a baciare Ania, prima piano poi sempre con più foga e
passione. L’abbracciò
dandole dei teneri baci sul collo per poi passare a mordicchiarle
l’orecchio.
Arrivati a
questo punto Ania diede una piccola spianta a Tae
che cadde sul letto accompagnato successivamente dalla ragazza che si
posizionò
a cavalcioni sopra il cantante.
Mentre lei
pensava a togliergli la maglietta lui la fissava
concependo che era davvero quella la ragazza per la quale aveva perso
la testa,
tutte quelle canzoni d’amore scritte erano rivolte a lei. Era
Ania la sua
Juliet, la sua Jojo, la persona con cui avrebbe voluto condividere la
vita.
Taemin le
afferrò i fianchi andando a rimuoverle la t-shirt
e i pantaloni sporchi e così lei rimase col solo completo
intimo nero. Man mano
che i vestiti diminuivano, la tensione di Tae saliva e quando Ania gli
tolse i
jeans andando a posizionare la propria mano sull’erezione del
maknae, questo la
fermò.
< Che
hai? > gli chiese la ragazza con una nota di
dolcezza che fece pentire Tae di averla bloccata.
<
Ania…. Io non mi sono mai spinto così oltre con
una
ragazza. Tu sei la prima > disse il maknae ora spaventato dal
giudizio che
gli avrebbe potuto dare la mora.
Ma lei sembrava
essere sollevata a tale dichiarazione e
difatti gli sorrise dandogli un tenero bacio in fronte.
< Non
devi avere paura, altrimenti rovini tutto. Lasciami
fare…. Ci penso io. > sussurrò Ania
sensualmente infilando la mano all’interno
dei boxer di Taemin iniziando a masturbarlo.
Fece passare la
propria mano su e giù per l’erezione del
ragazzo finche non decise di togliergli i boxer andando a baciargli la
punta
del pene.
<
A…. Ania… Non devi farlo per forza se non vuoi
>
pronunciò ansimante e sempre più eccitato.
< E
invece è proprio quello che voglio > rispose
lussuriosa.
Così
glielo prese tutto interamente in bocca iniziando a
succhiare avidamente lasciando che Taemin emettesse gemiti di piacere
che
riuscivano ad estasiarla sempre di più e quando lei si
accorse che il ragazzo
era al limite, si fermò prima del suo orgasmo.
Tae
boccheggiò un po’ per poi unire la propria bocca
con
quella di Ania slacciandole il reggiseno e massaggiandole le tette.
Taemin….
Tutto di lui la faceva impazzire. Era la sua
perfetta attrazione, il suo amante, la sua passione. Era
dall’inizio dell’estate
che non faceva altro che pensare a Tae tutto il giorno e tutta la notte
e ora
che poteva accarezzarlo, toccarlo, sentiva che nessun ragazzo con cui
era stata
precedentemente era come lui. Nessuno aveva quell’odore, quel
corpo e quegli
occhi di cui subito si era innamorata.
Quando Ania
percepì che entrambi erano pronti per la parte
migliore, fece sdraiare Taemin accarezzandogli piano prima i pettorali,
poi
scese sempre più giù afferrandogli il membro. La
ragazza si posizionò a
cavalcioni sopra di lui ed iniziò a muoversi emettendo forti
ansimi di piacere.
< Ahhh!
A…nia!! >
Tutta la stanza
venne preso invasa dai loro versi e dopo un po’
Taemin decise di invertire le posizioni e lasciò che Ania
restasse sotto di lui
il quale prese a muoversi più velocemente.
<
Ania… Ti amo > le disse.
<
No… mmmh! Così non vale > gli rispose
baciandolo.
Non voleva che
lui le si dichiarasse mentre facevano l’amore,
non era quello che desiderava perche a dire “ti
amo” in quella situazione tutti
erano capaci.
Quando Taemin
raggiunse l’orgasmo si mise affianco alla
compagna che iniziò ad accarezzargli i capelli.
Lui sorrise
esausto chiudendo gli occhi e dicendole < Sei
splendida >
< Ma se
non mi stai neanche guardando > rispose
apprezzando il complimento.
< Non
c’è bisogno di guardarti. Sei sempre bellissima
>
La mattina
seguente, quando Taemin si svegliò non riuscì a
trovare Ania da nessuno parte e quando accese il cellulare lesse
“Grazie per l’incantevole
serata. Ci vediamo oggi pomeriggio con Jenn e gli altri!”.
Lui le rispose
con un “ok” per poi rimettersi nudo sotto il
lenzuolo dove vi trovò un bigliettino che prima non aveva
notato.
L’afferrò,
ma non riusciva a capirne il contenuto poiche era
scritto in italiano e questo non lasciò dubbi al maknae:
Ania l’aveva perso da
qualche tasca la sera prima e ora era curioso di sapere cosa
significasse, ma
doveva trovare qualcuno che glielo traducesse.
Si
vestì e scese al piano inferiore dove trovò Key,
Onew,
Jongh e Minho che facevano colazione.
< Tae!!!
Vieni qua peste! > lo chiamò Onew.
Taemin lo
salutò, ma non li raggiunse, andò anzi dalla
guardia del corpo seduto come tutte la mattine a leggere un giornale
italiano.
< Mi
scusi, avrei bisogno di un favore > disse Taemin
richiamando l’attenzione dell’uomo.
< Di
cos’hai bisogno? >
<
Riuscirebbe a dirmi cosa c’è scritto qui? >
chiese consegnandogli
il biglietto.
L’uomo
lesse il tutto per poi pronunciare < Dove hai
preso questo biglietto? >
< Non ha
importanza, mi dica che significa. > rispose
cercando di non alzare la voce.
<
E’ come una lettera di ricatto. Cito testualmente “Domani mattina dal beach con quello che ti
ho chiesto. Vieni da sola. Quello di stanotte non è stato
nulla in confronto a
quello che sono capace di farti” > disse la
guardia.
Taemin non
esitò ed uscì dall’hotel di corsa
dirigendosi
verso il ristorante.
< Il
graffio, il livido…. Dio come ho potuto essere
così
cieco!? >
Note
dell’autrice: mi
dispiace di aver scritto un capitolo così corto!
Spero vi
piaccia ugualmente!!!!! Bacioni!
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Capitolo 15 *** Illegale ***
Illegale
L’amore
deve solo andare avanti.
Mentre mi avvicino tu vai anche più
lontano
Con la fiducia che ho in te, sopporterò di nuovo.
CIT.”Love
Stll Goes On”
Correva,
correva, superando adulti e bambini che guardavano
con sorpresa il ragazzo che si muoveva agilmente tra le strade del
paese.
Entrò
in un vicolo percorrendo un piccolo tratto di salita e
finalmente arrivò al ristorante dove trovò subito
il capo di lavoro di Ania che
già sgridava un cameriere.
Taemin si fece
avanti, stanco dalla corsa appena fatta e
attirò l’attenzione di Paolo con un colpetto alla
spalla.
< Mi
scusi, Ania è già entrata? > gli
domandò
< Tu!
Sei lo sgorbio dell’altro giorno! Esci
immediatamente da qui! > gli urlò contro Paolo.
< No,
no! La prego mi ascolti. Ho solo bisogno di sapere
se Ania è qui o meno… mi deve
aiutare…. La supplico > pronunciò sperando
che
l’uomo gli rispondesse, ma ciò non accadde
poiché Paolo lo afferrò per il
colletto della maglia e lo condusse fuori.
< Tu qui
non sei più il benvenuto. >
< La
comprendo, ma la imploro! Vorrei solo…… >
non
finì la frase.
I suoi occhi
erano stati attirati da un qualcosa di più
singolare che pian piano si avvicinava a loro: si trattava di un uomo
che
superava la quarantina, dai capelli neri (e in parte bianchi), la pelle
piuttosto abbronzata e quegli occhi così uguali a quelli di
Ania.
< Che
succede? > chiese una volta arrivato davanti
alla porta del ristorante.
< Questo
ragazzino non vuole andarsene! Non fa altro che
chiedere di tua figlia > rispose in italiano.
Taemin non li
stava neanche ad ascoltare: quell’uomo
somigliava davvero molto ad Ania… gli occhi in modo
particolare.
< Di
Ania? > ripetè sorpreso voltandosi verso il
biondo che ancora lo stava fissando.
< Parla
in inglese. Digli tu che non deve mettere piede
qui dentro, magari a te dà più ascolto! >
disse ad alta voce rientrando nel
ristorante.
< Qual
è il tuo nome? >
<
Taemin…. Lei…. Lavora qui? > chiese il
cantante.
< Si.
Perche cerchi mia figlia? >
Tae
spalancò gli occhi stupito. Padre e figlia che
lavoravano nello stesso luogo! Era la prima volta che lo vedeva e
capì che non
c’erano dubbi: la somiglianza diceva tutto.
< Sua
figlia è qui!? Devo saperlo e non mi cacci via pure
lei. Non saprei a chi altro chiedere >
< Ania
non è qui. Ieri sera mi ha telefonato dicendomi
che si era presa il giorno libero. > rispose al ragazzo.
< Cazzo!
Sa dirmi allora dove si trova il beach?! >
non avrebbe saputo dove altro andare a cercarla se non lì.
Sul biglietto c’era
riferimento a questo beach, ma Tae non aveva idea di dove si trovasse e
sperava
che non fosse troppo lontano.
<
E’ vicino ad un campo da calcio azzurro. Sai dove va
Ania a fare il bagno? >
< Si
>
< Ecco.
Se arrivi lì e continui e camminare dritto, dopo
un po’ trovi questo campo da calcio di cemento e a due passi
di lì c’è questo
beach. >
Taemin
memorizzò tutto quello che gli stava venendo detto e
appena l’uomo terminò la frase lo
ringraziò rimettendosi a correre verso la
spiaggia.
< Ania
sto arrivando >
Ania era
arrivata al beach da un po’ ormai, ma non vedeva
nessuno…. Sembrava quasi fosse tutto completamente deserto.
La sabbia le
bruciava i piedi ora privi delle scarpe, ma non le importava.
Il suono delle
onde la rilassavano e il lieve venticello
sembrava dirle di non avere paura e che prima o poi quel momento
sarebbe dovuto
arrivare.
Riusciva a
vedere il sole e avrebbe tanto desiderato che si
potesse spegnere in quel momento… Voleva tornare da
Taemin….Non desiderava
altro se non lui, lo voleva accanto a sé ora e per sempre.
< Ania.
> la chiamò qualcuno, ma quel qualcuno non era
affatto Taemin.
Lei si
voltò nella direzione del suono e vide il
“viscido”.
< Tommy > disse lei ferma.
< Hai
portato i soldi? > le domandò avvicinandosi a
lei.
< No. E
ho intenzione di non portarteli mai più. Avevamo
detto ancora fino all’inizio dell’estate e ormai
l’estate è quasi finita! >
pronunciò furiosa.
< Credo
che tu non abbia capito bene. >
< Ho
capito perfettamente! Non puoi condannarmi! Lo sai
meglio di me,no? Lo sai quante persone finirebbero dietro le sbarre
> disse
lei.
< La
prima saresti tu! Subito dopo Jennifer, Marco e
tutti i suoi amichetti. > disse Tommy calmo.
< Anche
tu ! Ti credi innocente? Ti sbagli! Io non
pagherò mai più per il tuo silenzio. >
disse lei con le lacrime agli occhi.
Non ce la
faceva più…. Voleva solo uscire da quella
situazione. Tutto per uno sbaglio del passato! Avrebbe voluto solo
dimenticare
e vivere un nuovo domani solo lei e Taemin…. Solo loro due,
senza nessun
problema al mondo.
<
Piccola… Se tu non fossi stata tanto ingenua tutto
questo casino non sarebbe successo. > disse accarezzandole una
guancia.
< Ti
prego lasciami in pace. > lo supplicò lei tenendo
lo sguardo basso.
< Ti
faccio una proposta: il mio silenzio in cambio del
tuo corpo > propose Tommy.
Ania si
allontanò dal ragazzo facendo qualche passo indietro
< No, mai. >
<
Pensaci bene. Non sarebbe tanto male. Basta un solo
rapporto adesso e io sparirò per sempre dalla tua vita. Non
mi rivedrai mai
più. > pronunciò lussurioso abbassandole
già una spallina della maglietta.
< Non
toccarmi! > gridò spingendolo via.
< Non
dovresti fare così. Ti sto solo facendo un favore. >
disse Tommy innervosito dall’atteggiamento della ragazza.
Ania non voleva
assolutamente consumare un rapporto con
quell’individuo: avrebbe piuttosto preferito la galera.
< Stammi
lontano! Non ti avvicinare. > si voltò e fece
per scappare, ma Tommy le fece uno sgambetto che la fece cadere a
pancia in giù
lasciando che la sabbia le bruciasse la morbida pelle.
Tommy
approfittò della situazione mettendosi a cavalcioni
sopra di lei che faceva di tutto per togliersi il viscido di dosso.
< AIUTO!
> urlò Ania con tutto il fiato che aveva in
gola.
< Shhh!
Non gridare tesoro mio! > la zittì con un
bacio che Ania non gradì per nulla e difatti gli morse il
labbro inferiore
ferendolo.
< Ahia!
Ti piace col sangue!? > le chiese cattivo
tirando fuori un coltello dalla tasca e puntacelo al collo < E
ora vedi di
tacere…… vedrai che non durerà molto
>
< Sei un
verme, infame! >
Tommy non la
stava neanche ad ascoltare poiché le stava
togliendo la maglietta e proprio in quel momento si sentì
essere spinto via con
forza e il viscido si ritrovò in un lampo sdraiato sulla
sabbia con Taemin
posizionato sopra di lui.
Il cantante
l’aveva preso per il colletto e gli stava tirando
parecchi pugni sul viso.
< Non la
devi toccare! > disse Tae furioso come
nessuno l’aveva mai visto.
Intanto che
Tommy subiva i pugni del ragazzo cercava di
afferrare con la mano il coltello che gli era caduto prima, quando Tae
gli era
saltato addosso come una furia.
Tommy
riuscì ad afferrare l’impugnatura del coltello e
fece
per colpire Tae che però riuscì a vedere in tempo
il luccichio della lama e
potè, per fortuna schivare il colpo mettendosi in piedi
davanti ad Ania.
< Ania
chiama la polizia! > le disse, ma lei non
ubbidì.
< Non
posso > rispose solo.
< Ahaah!
Certo che non può! Ania, non ti facevo così
bugiarda. Perche non dici al biondino il motivo per cui ora siamo in
questa
situazione? Digli cos’hai fatto! >
Taemin si
voltò per guardare Ania, che però non faceva
altro
che stare con lo sguardo puntato sulla sabbia… Non voleva
che Tae sapesse, non
ora che aveva capito da amarlo.
< Di
cosa sta parlando? >
< Taemin
io… ti amo …. Ti prego perdonami, perdonami,
perdonami. > sussurrò lei ad un fil di voce
mettendosi in ginocchio.
< Se non
glielo dici tu, lo farò io ! > la minacciò
ancora Tommy divertito da quella situazione.
< Ania!
Dimmi che cosa sta succedendo. > la implorò
Tae mettendosi in ginocchio accanto a lei.
<
Succede che la ragazza accanto a te, l’anno scorso,
è
stata scoperta dal sottoscritto intenta a spacciare e a fare uso di
droghe
ovviamente illegali. Entro breve Ania compierà 18 anni e
allora potrà essere
arrestata senza problemi con la sua amichetta. A meno che non decidano
di farmi
tenere la bocca chiusa in cambio di parecchio denaro > disse
Tommy tutto d’un
fiato.
Taemin, si
staccò leggermente dalla mora che ora aveva preso
a piangere. Non sapeva cosa fare: da un lato avrebbe dovuto essere
furioso con
lei perche gli aveva tenuto segreto una cosa così importante
e pericolosa, ma
dall’altra parte sentiva ora più che mai il
bisogno di proteggerla e di starle
accanto scacciando via quel ragazzo fastidioso.
< Perche
l’hai fatto? > non voleva sapere altro….
Solo
il motivo di quel gesto.
< Non
avevo scelta. >
Note
dell’autrice: ciao
a tutti!!!! :D !
Questo è un capitolo che non dice tanto dì per
sé, ma mi occorreva un capitolo
intero per far scoprire cos’era Ania prima.
Spero vi
piaccia!
BUON
NATALE!!!!!!! :D !!!!
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Capitolo 16 *** Innamorato di una Stella ***
Innamorato
di una
Stella
Non
voglio crederci
Ehi,
ti amo Jojo
Resta!
Ho coperto entrambi gli occhi, ero cieco.
Tutto
andrà bene, quindi Jojo dimmi solo perche
Avrebbe dovuto
essere una mattinata piena di gioia: si
sarebbero dovuti svegliare l’uno abbracciato
all’altra, avrebbero ricordato con
allegria la sera precedente per poi andare in sala da pranzo a fare
colazione
col resto del gruppo. Era questo quello che si era immaginato Taemin e
mai
avrebbe immaginato che invece si sarebbero trovati lì sulla
riva della spiaggia
a discutere sul passato di Ania.
Tommy li aveva
lasciati da un pezzo ed era forse passata più
di un’ora da quando Taemin era arrivato al beatch, ma
nonostante ciò la ragazza
non voleva, o meglio non riusciva a rivelargli la motivazione di quel
suo
gesto.
< Perche
non mi hai detto niente? Perche l’hai fatto!?
> continuava a chiederle sperando in una risposta.
< Non
pensavo che…. Non volevo coinvolgerti…. Volevo
solo
rendere tutto migliore… non potevo fare altro. >
farfugliava lei senza
lasciare la mano del cantante che avrebbe solo desiderato conoscere
meglio i
pensieri di Ania.
< Ti
prego parla. >
<
Io…non ci riesco > disse solo la ragazza in lacrime
lasciando la mano del ragazzo e mettendosi a correre verso casa.
Taemin, sia per
la rabbia, la tristezza e l’indecisione sul
da farsi decise di lasciarla andare. Semplicemente la guardò
mentre spariva tra
le persone. Iniziava a pensare che forse era stato un errore passare
una
vacanza in Italia, innamorarsi perdutamente di lei e voler perdere
tutto pur di
farla felice. Tornò lentamente in hotel invaso da mille e
mille pensieri che
gli tormentavano la mente e la prima persona che vide nella hall fu
Jonghyun
che sorrise al più piccolo andandogli incontro e
abbracciandolo come si
abbraccia un fratello.
< Ehi
fungo! Avete fatto un casino ieri notte….! Wow! Dai
raccontami tutto: com’è andata? > chiese il
Bling preso dalla curiosità di
sapere.
<
Jongh…. Ho sbagliato tutto. Mi sono innamorato della
persona sbagliata. > sussurrò tenendo lo sguardo
basso e ricordando della
prima volta che aveva visto Ania: se la ricordava così
bella, fragile. Lei, i
suoi occhi, il loro scontro al ristorante, le sue mani così
premurose di
volerlo far star bene, i suoi capelli che tanto aveva accarezzato con
dolcezza
e le sue labbra così morbide, che sembravano fatte apposta
per lui.
< Che
cosa? >
< Io
l’amavo e lei…. Lei non mi parla! >
urlò
indiavolato tirando un forte pugno al muro. Tutte le persone
lì presenti si
voltarono a fissarlo e a questo punto Jongh decise di farlo salire al
piano di
sopra per capire meglio cosa fosse successo di tanto grave.
Ritornarono
nella loro camera da letto (in disordine come al
solito, ma ormai sembrava fossero abituati a quel casino).
Jongh si
sedette sul letto a gambe incrociate e incitò Tae a
sedersi accanto a sé, ma questo rifiiutò
l’offerta facendo avanti e indietro
per la stanza.
<
Allora? Vuoi fare ancora qualche chilometro per la
camera oppure mi dici che hai? > disse Jongh cercando di
sdrammatizzare.
Il maknae si
bloccò tenendo i pugni saldi, quasi come se non
volesse fare arrivare sangue alla punta delle dita.
<
Ania… Mi ha tenuto segreto una parte di lei troppo
importante…. Ha detto che l’ha fatto per non
coinvolgermi > pronunciò lui
guardando verso l’alto.
<
Cioè? Ora non venirmi a dire che è una
prostituta! >
disse il più grande provando a far sorridere Tae.
< Jongh
sono serio. >
< Ok,
ok… Ti chiedo solo di sbrigarti a dirmelo perche
dovrebbe arrivare Jennifer da un momento all’altro. >
Jennifer! Ma
certo! Lei sapeva di sicuro il perche Ania
aveva deciso di spacciare droga, doveva saperlo per forza.
Non ci fu il
tempo per commentare che qualcuno bussò alla
porta con un sonoro “Jongh, sono Jenn! Apri!”.
Fu Taemin ad
aprire la porta, ma non fece entrare la
ragazza, bensì fu lui ad uscire dalla stanza dicendo
all’amico < Te la rubo
per dieci minuti. Devo chiederle una cosa >
< Ehi
Tae! Com’è andata con Ania? >
domandò Jenn
sorridendo al maknae.
<
Usciamo un attimo Jennifer, poi ti lascio con Jongh
> rispose senza considerare la domanda di lei che si
limitò a seguirlo giù
per le scale fino all’uscita dell’hotel.
< Cosa
mi devi chiedere? > chiese sempre con quel
bellissimo sorriso stampatole sul volto.
< Ania
era una spacciatrice? Se si ti prego dimmi perche.
> disse lui tutto d’un fiato.
A questa
domanda Jennifer s’impallidì ed il sorriso che
aveva fino a qualche secondo prima sparì sostituito da
un’espressione
preoccupata.
< Come
fai a… >
< Lo so
e basta. Voglio una risposta. > disse serio
<
E’ meglio se te lo dice lei… Io non posso >
< Lei
non me lo dirà mai Jennifer. Aiutami almeno tu! Tu
prego, non so più come comportarmi con lei. Ho paura che
dovrò lasciarla andare…
>
< No!
Ok… La vita di Ania non è mai stata facile. Lei e
la sua famiglia hanno sempre dovuto combattere contro la
povertà. Sono sempre
stati ad un passo dal baratro e quando la madre di Ania è
morta…. >
< La
madre di Ania è morta quando era molto piccola. Me
l’ha
detto lei >
< Era
una bugia Tae… La madre di Ania è morta poco
più di
un anno fa! Suo padre non ha retto il colpo e per un lungo periodo ha
lasciato
il lavoro. Ania non poteva lavorare, non aveva ancora compiuto i sedici
anni e
non aveva neanche un lavoro part-time. Io ho provato ad aiutarla, ma
non
bastava. Finche un giorno Marco non le ha proposto quella
soluzione e in quel momento sembrava pure essere una buona
idea. Lei non voleva farlo, ma non voleva neppure morire di fame, lo
capisci!?
> disse Jennifer rimembrando alle condizioni
dell’amica un anno prima.
Taemin rimase
muto, scioccato da tale storia. Come aveva
potuto trattarla così? Aver pensato anche solo per un
istante che Ania avesse
fatto tutto ciò di sua spontanea volontà.
< Da
quando sei apparso tu nella sua vita lei è diversa. Tu l’hai cambiata, tu l’hai riportata sulla
retta via, tu l’hai
fatta innamorare! Lei ti ama, non l’ho mai vista
così
felice. >
< Perche
non mi ha detto niente? > domandò Taemin
portandosi una mano davanti agli occhi cercando di nascondere gli occhi
lucidi.
< Voleva
tenerti lontano da tutto questo…. > disse
Jenn a bassa voce.
Taemin si
rinchiuse tutto il pomeriggio nella propria stanza
approfittando del fatto che Jongh fosse uscito con Jennifer per andare
al bar a
prendersi un gelato.
Era da solo,
sul letto a fissare ininterrottamente il
soffitto. Immaginava Ania, la sua Ania
tra le mura di casa in lacrime. Desiderava parlarle al più
presto per chiederle
perdono per essere stato così cieco, per averla lasciata
andare senza dire
nulla e per non averla compresa.
Piano piano
arrivò la sera e quando Jonghyun tornò in stanza
vide Taemin disteso a pancia in su sul letto matrimoniale: non si era
mosso da
quella posizione per tutto il giorno.
< Ehi
piccolo è da molto che sei lì? >
Il biondo si
voltò guardando l’orologio. Erano le 9 di sera.
<
Più o meno da 5 ore. >
<
Wow….Sei in pausa di riflessione? >
<
Esatto. Visto che sei in piedi puoi prendermi il
cellulare? E’ sul comodino. >
Il comodino era
proprio attaccato al letto e a Taemin
sarebbe bastato allungarsi per afferrarlo, ma proprio non ne aveva
voglia di
muoversi di lì.
< Guai a
fare troppi sforzi. > disse Jongh lanciandogli
l’oggetto.
< Hai
mangiato qualcosa almeno? > chiese il Bling
infilandosi il pigiama.
Taemin quel
giorno non aveva mangiato nulla se non le sue
unghie. Aveva giusto bevuto un po’ d’acqua prima di
mettersi nel letto.
< Certo
>
Detto
ciò inviò un messaggio ad Ania con scritto
“Ho bisogno di parlarti. Ci vediamo
tra dieci
minuti sul lungomare. Non mancare”
< Jongh
mi passi le scarpe? >
< Ma lo
sai che alla fine delle braccia hai ben due mani
per prenderti le cose da solo? > ironizzò lui
afferrandogli ugualmente un
paio di all stars nere che il maknae s’infilò ai
piedi prima di uscire dalla
stanza.
< Grazie
mille. Ci vediamo dopo > disse prima di
chiudere la porta dietro di sé.
< Vedi
di non tornare domani mattina! > gli urlò Jongh
da dentro la camera.
Una volta che
Tae raggiunse il lungomare si sedette sulla
sabbia portandosi le gambe al petto e mettendosi a fissare la luna. Era
uno
spettacolo mozzafiato vedere la luce lunare così chiara
riflettersi sull’acqua
salata….
D’un
tratto qualcuno si sedette proprio affianco al ragazzo
e non volle molto per capire chi fosse. Non si dissero nulla per i
primi minuti
e rimasero entrambi muti a fissare il mare, apparentemente
interminabile.
< Mi
dispiace. > disse ad un certo punto il cantante.
< Sono
un’idiota. > rispose Ania posando il proprio
sguardo sul profilo segnato di Taemin che si alzò
improvvisamente guardando le
stelle.
<
Guarda: sono così tante, così belle e luminose.
>
sussurrò lui porgendole la mano a facendola alzare.
C’era
una stella in particolare più brillante delle altre,
più grande e ben più visibile.
< La
vedi quella? Tu per me sei quella stella… Sei
così
raggiante, così solare, bella. Tutte le altre per me sono
irrilevanti. Ania io
mi sono innamorato di quella stella, sono innamorato di te e non
m’importa dei
tuoi atti impuri, non m’importa di cosa ti sei macchiata. Ti
amo all’infinito e
non voglio mai più vederti piangere. >
pronunciò accarezzandole una guancia
e baciandola passionalmente. Non c’era niente di
più bello: solo loro due visti
dalle stelle, davanti al mare che rispecchiava la loro immagine.
Note
dell’autrice: ciauzzz!!!
Non so mai cosa
dire qui se non che spero che vi piaccia il
mio stupido capitolo. Grazie mille a tutti!!!! :D Un bacione grande!
|
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Capitolo 17 *** Sorpresa Inaspettata ***
Sorpresa
inaspettata
Non
lasciare andare queste mani.
Fino
alla fine io sarò felice se potrò correre da
te.
Se
pensi di riuscire a decollare allora vai avanti,
vola e vivi.
Cit:
“Better”
Taemin
perdonò Ania e da quella sera vissero felici
vedendosi tutti i giorni senza nominare nuovamente la droga, ma
scambiandosi
opinioni, baci e quant’altro. Jennifer li chiamava
“la coppia del cuore” perche
sembravano inseparabili dopo quanto accaduto. Anche Jennifer e Jonghyun
non se
la passavano male, al contrario questi ultimi avevano ultimamente preso
l’abitudine
di fare l’amore quasi ogni sera in hotel, mentre Tae e Ania
in quanto
attrazione fisica ci andavano più alla leggera e facendo
comunque molta più
attenzione.
Ora Jennifer e
Ania avevano preso più seriamente l’idea di
partire per la Corea assieme agli SHINee e difatti avevano
già iniziato a
pensare a tutto: la lingua, il posto dove stare, la scuola….
L’estate
era ormai agli sgoccioli ed era difatti il primo
giorno di settembre quando Ania e Jenn furono invitate in hotel per
discutere
sulla loro partenza.
< Io in
pratica dovrei smettere di lavorare come
cameriera e la cosa mi riempie di gioia, però allo stesso
tempo devo dire a mio
padre che andrò a vivere dall’altra parte del
mondo con persone a lui
sconosciute. > pensò Ania ad alta voce stando seduta
a gambe incrociate sul
letto matrimoniale di Jongh e Taemin.
<
Proverò a parlare io con tuo padre, ma mi è
sembrato un
tipo piuttosto calmo e ragionevole. E poi non starai via per sempre: ho
intenzione di fare molte vacanze qua in Italia > le disse calmo
il maknae
seduto su una sedia.
< Ok ora
passiamo ad un altro problema: loro vivranno con
noi cinque? > domandò Key già eccitato
all’idea di condividere la casa con
quelle che erano diventate buone amiche di shopping.
< Casa
nostra è grande e quindi ci stanno senza troppi
problemi > rispose Onew < Siiiii!!!! SHOPPING TUTTI I
GIORNI! > esultò
Kibum.
< Ahaha!
Almeno ora ho qualcuno che venga a correre con
me al mattino visto che a Jenn piace la corsa >
pronunciò Minho esaltato.
< Si, mi
piace correre, ma diciamo pure che non sono una
lepre. >
< Altro
problema! Scuola! > s’intromise nuovamente
Ania alzando una mano come per chiedere il permesso di parola.
<
Neanche questo ci ostacola mia cara. Visto che non
avete nessuna materia da recuperare starete un anno intero senza scuola
per
imparare il coreano, poi v’iscriverete in una scuola, farete
gli esami ed è
fatto. > rispose Taemin facendolo sembrare quasi un gioco.
< Non
vedo l’ora di fare lezioni di coreano ! Iniziamo
con saranghae Jennifer! > parlò ora Joghyun che era
rimasto zitto ad
ascoltare per tutto il tempo.
La ragazza
guardò il partner con sguardo interrogativo per
poi chiedere a Minho se l’avesse appena mandata a fanculo.
< Ahaha!
No ! Vuol dire “ti amo” > la corresse il
rapper.
< Ohh!!
Ti amo anch’io Bling! > disse Jenn dando un
tenero bacio a stampo a Jongh.
< IDEA!
> urlò ad un tratto Ania facendo sobbalzare
Onew.
< Tae la
tua tipa ha la voce più squillante che abbia mai
sentito > commentò proprio Jinki mentre si
massaggiava l’orecchio < Lo so.
Il bello è che a volte urla anche quando parla pensa un
po’ te. >
< Qual
è la tua idea? > le chiese Jonghyun curioso.
<
Stasera andiamo tutti e sette a cena da dove lavoro io.
Tanto oggi sono in pausa perche ho già fatto il turno ieri
sera e così lo
diciamo a mio padre: che ne dite? >
<
L’idea è buona, ma ho paura che quello stronzo di
Paolo
mi cacci appena mi vede. > le ricordò Taemin.
< Fidati
che se mangi e quindi paghi lui non ti caccia.
Allora? Vi va di cenare da Parodi? > lo rassicurò lei
mettendosi poi in
piedi sul letto agitando le mani imitando i cantanti durante i
concerti.
<
SIII!!! > urlarono tutti all’unisono.
< Non vi
ho sentiti!!!! Più forte! >
<
SIIIIIIIIII!!!!! > - < E’ così che
vi voglio !
>
Taemin
afferrò poi Ania come se fosse un sacco di patate
facendola scendere dal letto e lasciandola accanto a Jennifer la quale
saltò
sulle spalle di quest’ultima urlando < Al galoppo!
>
<
Jennifer sei tanto dolce e tanto bella, ma mi si spezza
la schiena. > commentò Ania.
<
Ehi!!!! Ci fate un mini concerto davanti? Vi prego
cantateci qualcosa! > supplicò Jenn scendendo dalla
schiena dell’amica.
< Ahaha!
Ma si dai. Così tanto ci alleniamo! Jongh metti
“Lucifer”
nel cellulare > disse Key prendendo già posizione.
Così
Ania e Jennifer si sedettero sul letto ad osservare gli
SHINee ballare quella canzone così bella, veloce…
Vederli ballare e cantare
così da vicino era un qualcosa di meraviglioso: sembrava
stessero volando e le
loro voci apparivano così melodiose e angeliche.
Quando Jonghyun
emanò il suo altissimo acuto qualcuno bussò
alla porta urlando < L’abbiamo ancora finita con
questo casino!? > era un
uomo anziano, lo si sentiva benissimo dalla voce.
A questo punto
tutti e sette si misero a ridere sonoramente
fermando sia musica che balletto.
< Magari
stava pure dormendo ! > disse Onew ridendo ed
immaginando la scena del vecchio che dormiva e che veniva svegliato
bruscamente
dalle loro urla.
< Guarda
visto che ha interrotto il mio meraviglioso
acuto e l’ha pure chiamato “casino” ci
godrei se l’avessimo svegliato >
disse Jonghyun.
< Jongh
sei il solito > gli disse Jennifer andando ad
aprire la porta, ma quando fece per afferrare la maniglia le si
appannò la
vista e perse l’equilibrio. Fortunatamente accanto a lei
c’era Minho che l’afferrò
prima che potesse cadere.
< Ohi!
Tutto bene? > le domandò il rapper raggiunto in
un velocità spaventosa da Ania e Jonghyun.
<
Ehm… si, si, ho solo perso l’equilibrio >
si
giustificò lei sedendosi sul letto.
<
Sicura? > chiese Ania preoccupata < Si > fu la
risposta.
< Forse
è meglio rimandare la cena di stasera a un altro
giorno … > propose Jonghyun sedendosi accanto a lei.
< No,
non occorre. Ora sai cosa faccio amore mio? Vado a
casa mia con Ania e ci facciamo belle per stasera. Ci vediamo
più tardi dal
ristorante. > disse Jenn dandogli un altro bacio, ma lasciandolo
lo stesso
perplesso.
Così
le due ragazze uscirono dall’hotel dirigendosi verso
casa di Jennifer ovviamente spopolata ed iniziarono a truccarsi, ad
acconciarsi
i capelli e a scegliere abiti adatti.
< Ehi
che dici magari alla fine di stasera invito Tae a
casa mia. >
< Wooo
si ! Ti ci vuole un completino sexy! >
< Che
ovviamente mi presterai tu! >
< Hai le
tette troppo piccole Ania ! Ahaha! > rise
Jenn mettendosi la matita nera.
< Ah Ah!
Che ridere…. Ma sei sicura tu piuttosto di stare
bene? > si preoccupò nuovamente la mora.
< Si. E
sai una cosa? Ultimamente faccio dei sogni strani….
L’altra sera ho sognato di essere vestita con dei fiori e che
fossi circondata
dalla natura. > raccontò Jenn lasciando
l’altra sbigottita.
< Tu sei
strana > canticchiò difatti Ania.
<
Sarà…. C’ho una fame da lupi! Mi
mangerei qualsiasi
cosa. > affermò andando in cucina e prendendo un
pacchetto di grissini che iniziò
a mangiare velocemente.
Ania
seguì l’amica in cucina con un dubbio in testa e
mentre
la guardava mangiare le venne in mente una cosa che forse
l’avrebbe potuta
benissimo intimorire.
< In
questi giorni ti è capitato di vomitare? >
domandò la mora avvicinandosi lentamente.
<
Vomitare no, ma la nausea si. Perche? >
< E da
quant’è che non hai il ciclo? > chiese staccando il
calendario dal muro e
porgendolo a Jenn che rabbrividì intuendo a dove Ania
volesse andare a parare.
<
Da…un mese… Non starai forse dicendo
che… >
< Credo
che il signor Jongh dovrebbe comprare
profilattici più resistenti. > le disse con la
schiena appoggiata al muro.
< Oddio!
Ania ti rendi conto!? Come fai a startene lì
tranquilla! Forse sono incinta e ho solo diciassette anni! Non so se ci
arrivi
>
< Non
vedo il problema Jenn! Hai solo da essere felice.
Pensaci un attimo: avete i soldi per mantenerlo e vi amate. Meglio di
così!
>
< Si, ma
diventare madre quando io stessa sono ancora una
bambina non mi attira molto….magari poi sono solo
coincidenze Ania. > disse
Jenn toccandosi la pancia con la mano e mordendosi il labbro inferiore.
< Per
toglierci ogni dubbio ora io e te usciamo e
compriamo il test di gravidanza. Forza! Prendi le chiavi e la borsa.
> disse
la ragazza cercando di mantenere la calma.
Uscirono di
casa e si diressero in farmacia dove comprarono
ben due test per essere sicure di quanto Ania affermasse. Andarono al
ristorante usando subito la toilette dove Jennifer provò il
primo test.
< Tra
due minuti mi compare il risultato! Sto in ansia.
> pronunciò la diretta interessata facendo avanti e
indietro per il bagno.
< Stai
calma! E se fosse positivo questa è la serata
giusta per dirlo a Jonghyun! >
Attesero pochi
minuti prima di leggere che il risultato del
test fosse….. positivo
|
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Capitolo 18 *** Svolte ***
Svolte
Il motivo che mi spinge a
respirare sei TU
Il motivo per il quale canto sei
TU
Il motivo che mi spinge a
correre sei TU
Il
motivo per il quale io ballo sei TU
Il motivo per cui vivo sei TU
"CIT. Y.O.U"
Ania e Jennifer
rimasero in bagno per quasi un’ora, finche
non decisero che era giunto il momento di incontrare gli SHINee
all’entrata del
locale per poi consumare insieme la cena.
Mentre le due
ragazze scendevano le scale, Jenn potè
chiaramente vedere il suo ragazzo con la schiena appoggiata alla porta
d’ingresso che le stava aspettando accompagnato dagli altri
quattro compagni.
<
Ania… Ho paura… > le disse prendendole il
braccio.
< Jenn !
Di cos’hai paura? Preferisci stare appollaiata
in bagno e aspettare l’illuminazione oppure mangiare e dire a
Jongh la verità?
> domandò la mora.
<
Mmmmh… Appollaiata in bagno! >
< Non
fare la stupida. Guarda! Ci hanno viste. Fai ciao
con la manina e sforzati di sorridere. > pronunciò
Ania sorridendo a Taemin
che ricambiò il gesto avvicinandosi alle due.
Il maknae fu il
primo ad andare loro incontro seguito
successivamente da Jonghyun, Minho, Key e Onew.
<
Buonasera amore mio bello. > disse Taemin baciando a
stampo Ania che lasciò il braccio dell’amica per
afferrare la mano del partner.
< Ciao
Jenn > salutò Jonghyun cercando di imitare
l’altra coppia, ma Jennifer si limitò a
sorridergli e a donargli un breve
abbraccio.
< Ciao
ragazze! Siete splendide! Dove ci sediamo? >
chiese Key.
< Ho
prenotato quel tavolo laggiù. Dai mangiamo che
Jennifer sta morendo di fame > rispose Ania conducendoli al
tavolo da lei
indicato.
Mentre gli
altri si sedevano Minho notò che Jennifer aveva
l’ombelico scoperto. < Jenn, hai la pancia scoperta.
> disse difatti.
< Stai
dicendo che sto ingrassando? Che sto diventando
più grassa di una balena!? Bè scusa se la mia
ciccia straripa da ogni dove!
Anche io vorrei essere magra come voi cinque, ma invece sono una palla
di lardo
che rotola invece di camminare. > rispose la ragazza stizzita.
Tutti la
guardarono con aria interrogativa, in modo
particolare Jonghyun, mentre Ania si mise a ridere sonoramente.
<
Er… non dicevo quello… volevo solo farti notare
che hai
la maglietta corta…. > disse Minho non capendo
cos’aveva detto di sbagliato.
<
Si…. Ordiniamo? > propose Onew interrompendo
quell’atmosfera.
Così
tutti e sette mangiarono la loro porzione di cibo, solo
che Jennifer mangiò pure buona parte del piatto di Jonghyun
che ancora pensava
alla reazione precedente della sua ragazza.
Jennifer decise
di mangiare pure un dolce, ovvero due grandi
palle di profitterol al cioccolato e ripiene di panna.
< Quindi
domani all’aeroporto facciamo sette biglietti e
non solo cinque? > domandò Onew.
< Si.
Questa sera ne parlerò con mio padre, ma mi ha sempre
ripetuto di dover seguire i miei sogni ed il mio sogno è
Taemin. Non ci posso
rinunciare. > disse Ania guardando il maknae.
< Ohhhh!
Che teneri che siete assieme! Tu Jenn? >
chiese Key notando che però l’altra ragazza
sembrava essere completamente assorta
dalla conversazione. Jennifer difatti aveva lo sguardo fisso sul tavolo
e la mano
destra appoggiata alla pancia.
< Jenn?
> la richiamò Minho, ma ancora nessuna
risposta.
< Amore
ti senti bene? > intervenne Jongh e solo a
quel punto Jennifer si alzò bruscamente dalla sedia correndo
verso il bagno con
una mano davanti alla bocca.
Jonghyun non ci
pensò due volte e la seguì fino alla
toilette dove la vide rimettere sul lavandino tutto quello che aveva
mangiato
durante la cena. Si avvicinò a lei prendendole i capelli
facendo si che questi
non si sporcassero e appoggiò una mano alla sua schiena per
rassicurarla, ma
nel profondo iniziava ad essere davvero preoccupato.
<
Jenn… Non è che hai la febbre? >
<
…. N-no… Ho mangiato troppe cose
stasera…. > rispose
sciacquando il lavandino con l’acqua.
< Sicura
di stare bene? Vuoi che ti accompagni a casa?
>
Quella sarebbe
stata l’occasione perfetta per parlare con
Jonghyun e perciò acconsentì. La coppia
salutò tutti, uscì dal ristorante e
s’incamminarono a piedi verso la villa della ragazza.
Rimasero
entrambi in silenzio per tutto il tragitto e si
decisero a parlare solo quando arrivarono davanti alla villa.
<
Bhè…. Ti senti meglio? > chiese il Bling
guardandola
ancora preoccupato.
< Si.
Vieni, entra in casa: dobbiamo parlare > disse
Jennifer facendolo poi accomodare in salotto.
< Mi
vuoi scaricare? > domandò Jongh già
preoccupato:
di solito quando le ragazze dicono “ti devo
parlare” le loro intenzioni sono
abbastanza ovvie.
< No, ma
che dici? Spero che sia tu a non scaricare me
quando ti dirò quello che ti devo dire… >
rispose Jenn sedendosi accanto a
lui.
La casa era
deserta fortunatamente: Luke era fuori con gli
amici, mentre i genitori erano come al solito fuori città
per lavoro.
< Che
succede? >
<
Ricordi quando siamo stati al parco a guardare i
bambini giocare? T-tu dicesti queste esatte parole “Un
giorno vorrei avere dei
figli e sedermi al fianco di mia moglie per vederli
giocare…. Crescere.”
> recitò Jennifer
socchiudendo gli occhi e ricordando il tono di voce con il quale
Jonghyun era
riuscito a pronunciare quelle parole.
< Si che
me lo ricordo. Dove vuoi arrivare? >
<
Jongh…. Se quel momento arrivasse un po’ prima del
previsto? Se potessi vedere tuo figlio tra nove mesi? > Jonghyun
spalancò
gli occhi in modo esagerato, si alzò di scatto in piedi e
guardò Jenn sorpreso.
< N-non
dirmi che… > balbettò lui.
< Sono
incinta. Lo so che questo ora può sembrare un ostacolo
o un intralcio per la nostra relazione, ma … è
successo e non voglio abortire….
> pronunciò la ragazza alzandosi a sua volta e
afferrando la mano del
cantante che ora si era messo a fissare il pavimento con aria
incredula.
< Non
scappare… > lo supplicò.
Jonghyun si
voltò lentamente verso la ragazza e con una mano
le accarezzò la guancia asciugando una sua lacrima. <
Ricordi che altro ti
dissi quel giorno? “Spero
che la fata non scappi di nuovo
questa volta”
e tu non
rimasi con me per tutta la mattina. Non ti lascerò mai
Jennifer. MAI. Ma ora ho
solo un po’ di paura… > disse Jonghyun
abbracciandola affettuosamente.
<
Di cosa?
>
< Di non
riuscire a fare il padre quando io stesso sono
ancora un bambino… paura che tu dovrai sopportare i dolori
del parto a soli 17
anni. > rispose lui.
<
Bè… ne compio 18 tra un mesetto
perciò… > cercò di
sdrammatizzare la ragazza.
Jonghyun le
sorrise a la baciò afferrandola per i fianchi e
successivamente insinuò la propria mano sotto
l’abito di lei andando a toccarle
i seni.
<
J-Jongh… Non qui. > gli sussurrò lei
all’orecchio
conducendolo nella camera matrimoniale dove entrambi si spogliarono
lasciando
cadere gli abiti disordinatamente a terra.
Jonghyun si
posizionò a cavalcioni sopra di lei iniziando a
masturbarla prima con un dito, poi con due ed infine con tre, mentre
lei gemeva
facendo scorrere la propria mano sull’erezione del cantante.
< Sei
pronta? > le domandò stando ben attento a non
urtarle in nessun modo la pancia.
< Si
>
Lui la
penetrò prima delicatamente, poi sempre con più
velocità finche la stanza non fu invasa solo dai loro gemiti
di piacere.
Dopo qualche
minuto Jonghyun raggiunse l’orgasmo e si
accasciò stanco accanto a Jennifer che lo coccolò
accarezzandogli i capelli e
lasciandogli dei lievi baci sul viso.
< Domani
voglio venire con te in aeroporto e dirò ai miei
che ho intenzione di starti accanto per sempre >
pronunciò Jenn dolcemente.
< Come
farai a dire loro che sei incinta? Mi ammazzeranno…
>
< Non
glielo dirò infatti. Almeno non prima di partire.
>
La mattina dopo in hotel
Taemin e Ania
erano nudi, abbracciati sotto le coperte del
letto matrimoniale mentre lui portava la mano sui fianchi di lei, sui
seni e
sulle chiappe belle sode.
<
Mmmh… eh dai Tae ieri sera ci abbiamo già dato
abbastanza, non credi? >
< Si, ma
lo sai che io sono insaziabile, vero? > disse
baciandola a stampo, ma lei si alzò dal letto vestendosi
lasciando il maknae
coricato sul letto col broncio.
< Vado
al ristorante: devo parlare con mio padre della
mia partenza. Glielo dovevo già dire ieri sera, ma quando ti
sei messo la
cravatta di Minho non ho saputo resistere. Adoro gli uomini sexy in
giacca e
cravatta > pronunciò aprendo la porta della stanza.
< Poi
fammi sapere ! Ci vediamo dopo amore. >
< Ti
amo! > disse lei ad alta voce prima di uscire
dirigendosi al ristorante dove subito vide Paolo adirato come tutte le
mattine.
< Sei in
ritardo! Ancora! Sarà la quindicesima volta in
un mese che arrivi in ritardo ! > gridò
l’uomo alla ragazza che però non lo
degnò neanche di uno sguardo e si diresse subito in cucina
trovando suo padre
intento a preparare la sfoglia delle pizze.
< Ania!
Che fine hai fatto ieri sera teppistella? > la
salutò il padre caloroso.
< Ho
dormito da Jennifer. > mentì lei <
Papà io me
ne vado…. >
< Mi
raccomando guardate bene gli orari del treno e torna
a casa presto che vorrei mangiare ad un orario decente. > disse
finendo una
sfoglia ed iniziando subito a prepararne una nuova.
< No,
non hai capito. Me ne vado via dall’Italia. Vado a
vivere in Corea con Taemin, il ragazzo di cui mi sono innamorata.
> comunicò
tutto d’un fiato.
<
C-come? Parli di quel ragazzo che qualche settimana fa
è venuto a chiedermi dove ti trovassi? >
< Si,
è lui. E sappi che non ti ho chiesto SE posso
partire, io ti ho INFORMATO che tra qualche giorno me ne
andrò. > rispose
fredda.
Lui lo
guardò tristemente lasciando il lavoro con le sfoglie
e abbracciando la ragazza che ricambiò il gesto avvolgendo
le proprie braccia
attorno alla sua schiena.
< Voglio
solo che tu torni a trovarmi di tanto in tanto…
> disse il padre stringendola.
< Non ti
preoccupare. Verrò ogni volta che mi è
possibile. Ora scusa, devo fare una cosa che ho sempre sognato >
pronunciò
Ania staccandosi e tornando verso l’entrata dove
c’era ancora Paolo che
accoglieva ogni cliente con sorriso falso.
< Ania!
Perche ancora non hai la divisa? Sono stufo di
doverti ripetere sempre le stesse cose! > le urlò
contro.
< Non ce
ne sarà più bisogno, perche io mi licenzio! Me ne
vado via da questo paese di merda! MI LICENZIO! >
gridò la mora facendo
voltare tutti i presenti.
< Ma
come ti permetti? >
< Ma
come ti permetti te a rompere le balle alle persone
e a trattarle come delle bestie! Io me ne vado! > disse facendo
per uscire,
ma le venne in mente un’altra cosa da fare, perciò
tornò indietro, afferrò un
bicchiere di vino e lo versò in testa a Paolo che
s’indiavolò guardando la
ragazza con disprezzo.
< Questo
è per aver cacciato il mio ragazzo > e ora
sì
che potè uscire soddisfatta dal ristorante.
Note
dell’autrice: mancano
ancora due capitoli alla fine di questa fan fiction :D !!!!
Mi sono
divertita tantissimo a scrivere questo capitolo e
ringrazio tutti quanti J! Un bacione!
|
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Capitolo 19 *** Una Nuova Vita Con Te. ***
Una
Nuova Vita Con
Te.
Grazie
a te so cos’è l’amore.
Sei
la mia M.V.P. Sei così bella, guardandoti divento
matto.
Anche
se è un vero peccato, io ti ho dato un vero amore
in questa giovane età.
Cit
“Replay”
Dopo essersi
licenziata in uno dei modi migliori del mondo,
Ania telefonò a Taemin per dirgli che era andato tutto bene
e che si sarebbero
rincontrati nel pomeriggio per stabilire il giorno della partenza
assieme a
tutti gli altri.
Tornò
nell’appartamento in cui viveva per iniziare a
racimolare un po’ di roba in valigia, tra cui documenti,
passaporto e carta
d’identità. Si rese conto però che non
aveva neppure la valigia, così radunò
tutti i propri vestiti sul letto del padre per poi chiamare Jennifer
proponendole di vedersi tra dieci minuti dal tabaccaio di fronte casa e
difatti
le due si incontrarono serene e felici dopo pochi minuti.
< Perche
mi hai chiesto di venire qui? > domandò
Jennifer sorridente.
< Ho
pensato che sarebbe stato furbo comprare un po’ di
roba prima di partire. Poi magari ci mangiamo qualcosa fuori,
dopodiché andremo
in aeroporto con i ragazzi. > rispose Ania afferrando un
elastico e
legandosi in capelli in una coda da cavallo.
< Mi
sembra buona come idea. Cosa volevi comprare? >
<
Quattro pacchetti di sigarette, più tabacco, cartine e
filtri. Non ho idea di che cosa fumino in Corea e io non voglio stare
in
astinenza. > pronunciò la mora entrando dentro il
tabacchino e uscendo
qualche secondo dopo con la borsa piena di pacchetti.
< Tu hai
smesso? > chiese estraendo una Black Devil
dal primo pacchetto.
< Non
credo sia molto salutare per il bambino. > disse
Jenn anche se comunque era tentata pure lei di entrare dentro e
comprarsi un
pacchetto.
< Ah
già ! A proposito: come l’ha presa Jonghyun?
> domandò
mentre s’incamminavano verso un negozio
d’abbigliamento per poi passare subito
dopo a comprare più valige possibili.
< Subito
non ci poteva credere, mi sembrava piuttosto
scosso. Ma poi…. Si tutto è andato per il verso
giusto insomma. > Jennifer
ricordò la sera prima di quando il fidanzato
l’aveva baciata, accarezzata,
calmata….
<
Capito. Avete già pensato a un nome? >
< Eh?
N-no…. Cioè… non ne abbiamo neanche
parlato. >
< A te
piacciono i nomi giapponesi, no? Perche non ne
proponi uno al Bling? Pensa se è un maschio figo come il
padre ! Sarà pieno di
ragazzine che gli corrono dietro >
s’immaginò Ania fumando.
Le due
acquistarono diversi oggetti importanti per la
iniziare una nuova vita tutta diversa, lontane da tutto quello in cui
erano
cresciute durante quei 17 anni. Ania decise di prendere tre grosse
valigie per
essere sicuri che ci stesse tutto.
< Come
l’hanno presa i tuoi quando hai detto che partivi?
> chiese la mora bevendo una bottiglietta d’acqua
minerale.
<
Gliel’ho detto stamattina e ho anche presentato
Jonghyun. Mio padre era leggermente adirato e guardava Jongh come se
fosse un
mostro. Mia madre era “neutra” mentre mio fratello
si è messo a piangere. Ma
sapevamo che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato. >
rispese Jennifer
con un velo di tristezza osservando l’amica intenta a
prepararsi la prima
valigia.
Al contrario di
Ania, Jennifer non sapeva proprio casa
pensare della loro scelta. Era stato tutto così improvviso,
così veloce che
credeva di vivere dentro un sogno e che prima o poi si sarebbe dovuta
svegliare. Il problema era che neanche lei sapeva definire tutto
ciò il sogno
più bello del mondo, oppure un immenso incubo.
< A che
pensi? >
<
E…se stessimo sbagliando? Se poi ce ne pentiremo? Se
poi quando arriviamo in Corea, Jonghyun avrà altre cose da
fare invece che
stare con me? Se poi lui viene preso male a causa del bambino? Se
succedesse
qualcosa di grave nella nostra assenza? > disse tutto
d’un fiato la ragazza
sedendosi sul divano.
Ania rispose a
tutta quella miriade di domande con una
leggera smorfia, ma poi le sorrise accarezzandole una guancia per
calmarla.
< E
se… e se…. E se… ! Queste sono le cose
negative che
ci potrebbero accadere. Perche non metti in luce quelle positive?
>
< E
quali sarebbero? > domandò mostrando un bellissimo
sorriso.
< Ma me
lo chiedi anche!? Vivere in un paese diverso,
abbandonare tutta la merda da cui siamo state ricoperte per anni,
abitare con
Taemin, Jonghyun, Minho, Key e Onew, imparare una nuova lingua,
continuare gli
studi a Seoul e diventare qualcuno. Avrai un figlio da Jonghyun! Sarete
la
famiglia più felice del mondo Jennifer! >
pronunciò Ania contenta al solo
pensiero di poter vivere diversamente fuori dall’Italia.
Jenn non ebbe
il tempo di commentare perche fu interrotta
dallo squillare del cellulare di Ania che rispose felice a quello
dall’altra
parte.
< Amore!
Novità? …. Mmmh… ok…. Siete
stati cattivi però !
A quando il volo? …. Va benissimo! Si… ora lo
dico a Jennifer. Ci vediamo
stasera in hotel e ti racconto tutto. Ciao Tae!! > e
riattaccò tornando a
guardare l’amica ansiosa di sapere quanto si fossero appena
detti i due
fidanzati.
Dopo diversi
secondo di silenzio, un nuovo sorriso si fece
spazio nel volto di Ania mentre Jennifer era ancora seduta sul divano
in attesa
di notizie.
<
Allora!? Che ti ha detto!? >
< SI
PARTE TRA DUE GIORNI! Sabato mattina alle sei c’è
il
nostro aereo! Sono andati in aeroporto senza di noi quei cattivoni
perche si
erano dimenticati che volevamo venire anche noi. Ma poco importa! Hai
mica
visto il mio passaporto da qualche parte per terra? > disse Ania
raggiante
lasciando Jennifer senza parole.
Sarebbero
partiti così presto?
Tanto meglio,
almeno si sarebbero tolte l’ansia che
sicuramente le avrebbe tormentate per quei due giorni di attesa.
< Non
sei contenta? >
<
Contenta? Non ci sono parole per esprimermi ! Mi sembra
di poter toccare il cielo con un dito ! ANIA SONO STO PER PIANGERE DI
GIOIA !
> urlò alzandosi di colpo.
<
Ahaha!! Si Jennier! E’ così che ti voglio!!!!
Ma…. Dov’è
il passaporto !? > chiese nuovamente Ania fingendo di piangere.
< Ora lo
cerchiamo, ma certo che sarà un disastro >
< Cosa?
>
< Sia te
che Taemin riuscite a perdere di tutto nell’arco
di due minuti. Credo che nella nostra futura casetta ci sarà
un caos pazzesco.
>
< Ahaha!
Speriamo di no! > risero entrambe iniziando
così la ricerca del tanto agognato passaporto.
2 giorni dopo in aeroporto…
Erano
precisamente le 5.15 del mattino quando gli SHINee e
le ragazze si presentarono in aeroporto con una faccia a dir poco
sconvolta. La
sera prima erano andati a letto alle 3 ,poiché si erano
tutti messi a fare
baldoria in una discoteca e verso le quattro Ania era passata a
prendere tutte
le valigie per portarle nell’hotel in cui alloggiavano i
ragazzi. Aveva passato
il resto della nottata nella camera da letto del partner a fare
l’amore fino a
quando Onew non li aveva chiamati per vestirsi dicendo loro che di
lì a poco
avrebbero avuto l’aereo. Perciò sia Ania che
Taemin erano visibilmente
“distrutti”.
Ma
ciò che più sorprese Jennifer e Ania fu la
presenza di
centinaia di ragazze urlanti in aeroporto che continuavano a scattare
miriade
di foto alla band che si sforzava il più possibile di donare
alla folla un
sorriso decente.
Jenn
afferrò istintivamente la mano di Jonghyun che
camminava rapidamente cercando di far stare il meno possibile la
propria
ragazza sotto lo sguardo delle fans che già si bisbigliavano
e si facevano
domande sul perche sia Taemin che Jonghyun camminassero con quella nuova compagnia.
< Dici
che le vostre fan ci odieranno? > chiese
Jennifer a Minho che passava con la mano alzata per salutare le
ragazze.
< Solo
un pochino > rispose scherzoso.
< Come
minimo siete già su internet. > intervenne Key
che procedeva con le mani in tasca.
< Wow.
Ora si che mi posso iniziare a preoccupare. Ma
come facevano a sapere che avremmo preso quest’aereo?
> domandò la ragazza
curiosa.
< Senza
dubbio sono andate sul sito ufficiale della band
per vedere. E’ bello sapere che nonostante l’orario
ci siano tante persone
disposte a vederci, anche se per pochi secondi. >
pronunciò Onew allegro.
Così
salirono sull’aereo e partirono precisamente alle 6.oo
come già stabilito precedentemente. Era la prima volta che
Ania prendeva
l’aereo, e nonostante la stanchezza, passò molto
tempo a tenere lo sguardo
posato fuori dal finestrino per guardare il cielo, le nuvole. Si
addormentò
sulla spalla di Taemin solo dopo tre ore di viaggio e fu costretta a
risvegliarsi circa sei ore dopo, quando l’aereo si
posò sulla pista d’atterraggio.
Ovviamente pure
lì le fans si erano precipitate per
guardarli, per scattare loro diverse foto o video e si sentivano
ragazze che
urlavano frasi intraducibili per Jennifer e Ania.
< Che
stanno dicendo? > chiese Ania a Key, il quale si
guardava attorno con aria visibilmente stanca.
< Cosa
del tipo “ci
siete mancati”. Quella laggiù ha appena
chiesto a Minho cosa ci facciate tu
e Jenn con noi. > rispose Kibum indicando una ragazza davanti
alla folla.
< Ah! Mi
fa strano vedere che fuori è già buio >
commentò guardando la vetrata fuori che
mostrava chiaramente la visuale notturna.
< Qui
siamo avanti di un bel po’ di ore rispetto
all’Italia perciò è più che
normale. Quella laggiù ti sta chiamando > disse
Key facendole notare una ragazza non molto alta, dai capelli castani e
gli
occhiali da vista. Era senz’altro una giovane molto carina,
ma Ania non si
spiegava di come sapesse il suo nome. Continuava ad urlare Ania, poi
parole
incomprese e poi di nuovo Ania.
< Che
sta dicendo? >
<
Ehm…. Meglio non dirtelo > rispose la diva
portandosi una mano davanti alla bocca per coprire un sorrisetto.
Fuori
dall’aeroporto c’era una grande macchina nera
parcheggiata e che attendeva solo gli SHINee con le due nuove arrivate.
Vi
salirono salutando le fans e dirigendosi verso la villa della band che
si
trovava poco fuori dalla città.
< Vi
prometto che domani vi facciamo fare un giretto
turistico per Seoul, ma ora sono troppo stanco > disse Taemin
prendendo la
mano di Ania ora intenta a guardare le mille e mille luci che
illuminavano le
vie, i palazzi, le case e i grattacieli.
<
E’…. bellissimo . > dissero Ania e Jennifer
all’unisono.
Il maknae
sorrise donando un dolce bacio sulla guancia alla
mora per poi appoggiarsi allo schienale e ripensare a quanto accaduto
negli
ultimi tre mesi.
“Credo che sarà una
vacanza interessante” aveva detto quando avevano
preso il volo per l’Italia.
Quella vacanza gli aveva cambiato la vita, gli aveva regalato
esperienze
bellissime, aveva potuto incontrare nuove persone, si era innamorato
per
davvero. Non avrebbe potuto essere più contento.
<
Ania…? >
< Dimmi
Tae. >
< Ti
amo. Non scordarlo mai. >
< Non
dimenticherò nulla di ciò che riguarda te. Ti amo
anche io. >
Note
dell’autrice: scusate
per l’attesa, ma
ultimamente avevo un sacco di cose da fare :D !!! Manca solo un
capitolo alla
fine ragazze care J !!!!!
Grazie mille a
tutte !!
|
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Capitolo 20 *** Un Finale Felice. ***
Un
Finale Felice.
Quando
si ama, non vi è nulla di meglio che dare sempre tutto :
la
propria vita , il proprio pensiero , il
proprio corpo e tutto quel che si possiede.
Bisogna
mettere tutto in gioco e poter dare sempre di più.
[ Cit. Maupassant ]
Ama
chi ti ama. Non amare chi ti sfugge. Ama la
persona che per te si distrugge.
7 Anni Dopo . . .
< Tae ! Sbrigati
a vestirti o faremo tardi ! > urlò Ania dalla camera
da letto di Onew mentre
si finiva di fare una coda da cavallo. In quegli ultimi anni aveva
deciso di
lasciarsi crescere i capelli ,che ora le arrivavano fino al
fondoschiena e
anche se Taemin spesso la pregava di dare una spuntatina, questa
rispondeva
sempre affermando che era sempre meglio lasciarli crescere
all’infinito,
piuttosto che rovinarli passandoci frequentemente nuove tinte sopra.
< Ho quasi
fatto. > rispose salendo le scale e raggiungendola al piano
superiore <
Ehi amore, dov’è Serena? >
domandò guardando all’interno della stanza.
< Minho ha detto
di raggiungerli al parco. Ci siamo solo noi in casa adesso. Meglio
andare altrimenti
ci danno per dispersi > disse chiudendo la finestra per poi
dirigersi nelle
altre camere e fare lo stesso.
Taemin
l’afferrò
per un polso facendola voltare per baciarla con foga < Quando ci
ricapita di
essere da soli in casa? > chiese guardando la ragazza fisso
negli occhi con
sguardo voglioso.
< Dai che ci
aspettano. E poi mi sembra che tu non ti faccia troppi problemi, anche
se ci
sono tutti in casa. > rispose sorridendogli e andando a prendere
le chiavi in
salotto.
< Su piccola,
facciamo una sveltina e poi andiamo. >
< Tae, non siamo
più dei ragazzini alle prime armi che trombano sul tavolo
della cucina. Stasera
faccio quello che vuoi, adesso è meglio andare >
< Ok. Per
stasera non prendere appuntamenti perche sei tutta mia > e la
baciò a
stampo.
Anche se erano
già
sposati da tre anni i due si amavano come il primo giorno che si erano
visti e
non avrebbero mai dimenticato quell’estate di sette anni
prima, quei problemi
che avevano passato e vissuto assieme, quelle risate, quei ricordi
allegri che
erano riusciti a creare, quelle notti magiche …
Era una giornata
meravigliosa, il sole brillava e splendeva sulla magnifica
città di Seoul,
impestata di persone apparentemente così solari e allegre.
Avevano scelto un
momento stupendo per andare a fare un picnik al parco. C’era
quella lieve
venticello estivo sempre gradito che ricordava ad Ania
l’Italia, anche se non
sapeva bene il perche. Da quando era partita aveva rivisto il suo paese
solo
altre due o tre volte, anche a causa del suo nuovo lavoro che la teneva
spesso
occupata: era diventata psichiatra e doveva frequentemente aiutare
ragazzi con
problemi con la droga, con la famiglia, con la loro psiche…
Taemin l’aveva
ritenuto più volte un lavoro
“pericoloso” visto che alle volte Ania si trovava
faccia a faccia con dei carcerati, ma quest’ultima aveva
detto più volte di non
preoccuparsi.
< Guarda !
Eccoli laggiù. > pronunciò Taemin
indicando un gruppo composto da sei persone.
Erano seduti su una
lunga distesa d’erba e appena la mora notò Minho
venirle incontro con un
qualcosa tra le braccia, non ci pensò due volte e corse
verso di lui con un
bellissimo sorriso stampato sul volto.
< E’
proprio una
dormigliona! > affermò porgendole delicatamente la
creatura che teneva fino
a poco prima.
< Grazie mille
Minho per averci pensato tu. >
< Figurati.
E’
davvero bellissima > rispose riferendosi a quella bambina
così piccola e
apparentemente fragile che riposava tra le braccia di sua madre.
Quei pochi capelli
che le rivestivano la nuca erano neri, gli occhietti marroncini e
leggermente
allungati e quelle manine ora poggiate sul petto di Ania. Ci volle ben
poco
prima che i due fossero raggiunti da Taemin.
<
Quant’è bella
tua figlia, maknae? >
< Ahaha! E ti
stupisci? Guarda che bel tronco di figo che ha come padre ! >
ironizzò dando
un tenero bacino sulla guancia alla sua piccola Serena.
< Andiamo a
mangiare va, che è meglio > disse Ania ridendo ancora
per la battuta fatta
dal proprio partner.
Così i tre,
o
meglio, i quattro raggiunsero il resto del gruppo che già
stava mangiando
amabilmente.
< Grazie per
averci aspettati . > disse Taemin sedendosi accanto a Onew. Non
c’è neanche
bisogno di dire cosa stesse mangiando il leader in quel momento.
< Figurati,
è
stato un piacere. > parlò Jonghyun mentre mordeva un
panino al tonno. Seduta
tra le sue gambe, c’era una graziosa bambina di sei anni che
lo guardava con
aria quasi severa.
<
Papà! Avevi
detto che avresti aspettato lo zio Taemin prima di mangiare. >
disse con
quella voce adorabile che hanno tutti i bambini a
quell’età. La piccola aveva i
capelli castani, lunghi e mossi, gli occhi chiari con un taglio
stupendo, ma
non troppo allungati e una pelle chiara.
< Misaki, ormai
lo dovresti conoscere tuo padre. > intervenne Jennifer che porse
un panino
al prosciutto alla bambina.
Si, avevano deciso
di chiamarla Misaki poiche quel nome stava a significare
“bellezza che sboccia”
o qualcosa di simile e per di più Jenn aveva sempre avuto un
debole per i nomi
giapponesi.
< Ahah! Ho come
l’impressione che sia Misaki a dover insegnare a Jonghyun le
buone maniere >
disse Kibum scherzoso andando poi a posare lo sguardo sulla piccola
Serena.
< E io ho come
l’impressione
che se continuerai a difenderla, questa ogni notte viene a dormire in
camera
tua > rispose Jonghyun.
Effettivamente
Misaki, la notte diceva che avrebbe dormito assieme a Jennifer e Jongh,
ma
verso le tre del mattino si alzava e si rintanava tra le braccia di Key
dove
riposava sonni tranquilli.
< A me non
dà
fastidio. Poi col pigiama che le ho comprato è proprio una
meraviglia > si,
peccato che il pigiama fosse fuxia col leopardato nero.
< Non
è vostra
figlia quella che dà fastidio, ma siete voi che fate un
casino assurdo appena
questa cambia stanza e và da Key > disse Onew facendo
andare di traverso a
Jennifer un pezzo di pane.
< Coff, coff !
Te l’avevo detto Jongh che ci sentivano >
affermò Jenn
< Cosa
sentivano, mamma? >
< Niente,
amore….
Ehm… Ania, ieri sera eri tu quella che è rotolata
dalle scale ? > chiese
Jennifer per cambiare discorso.
< Veramente ero
io. Quando Serena si è messa a piangere, sono sceso in
salotto per cercare il
ciuccio, ma non ho visto uno scalino e sono caduto. >
spiegò Taemin
sorridendo a Misaki.
< Agility
è il
tuo secondo nome, eh Tae ? > ironizzò Kibum.
< Ehi Jongh,
quand’è che vi sposate tu e Jennifer? >
chiese Onew.
In tutto quel tempo
ancora non si erano sposati, ma c’era un valido motivo per
cui non l’avevano
fatto : Jennifer avrebbe voluto che al matrimonio fossero presenti i
suoi
genitori e visto che gli anni prima non potevano andare in Corea, si
era sempre
rimandato, ma ora mancava davvero poco prima delle nozze.
< Tra circa tre
mesi. Finalmente > rispose Jonghyun baciando a stampo Jenn.
< Bleaah !
>
disse Misaki ad alta voce alzandosi e sedendosi sulle gambe di Onew.
< Traditrice
> scherzò Jonghyun facendo una pernacchia alla
figlia.
< Dopo pranzo
chi vuole andare al parco giochi ? > chiese ad alta voce Minho.
< IO ! >
risposero tutti all’unisono.
Erano davvero una
grande e numerosa famiglia, forse anche la più strana che ci
fosse. Ma dopo
tutto a loro che importava? Avevano tutto quello che potevano
desiderare, ogni
giorno per loro splendeva e anche se Kibum, Jonghyun, Taemin, Onew e
Minho non
sempre potevano essere presenti, Jennifer e Ania era più che
felici poiché quella
vita, la LORO vita era diventata
meravigliosa grazie a quei due ragazzi.
Ania era stata
salvata da Taemin, il quale le aveva donato un’altra chance,
una figlia, un
matrimonio ed una vita che valeva la pena essere vissuta.
Jennifer poteva
vivere con l’uomo che amava, senza essere più
obbligata a fare niente, senza
essere forzata a fare l’amore con chi non ama.
Entrambe erano ancora follemente
innamorate e quelle due stupende
bambine non erano altro che la prova di quell’amore
così forte che nulla
avrebbe potuto rompere.
Entrambe vivevano senza avere
paura del domani.
Entrambe potevano
liberamente dire di essere
innamorate di una stella.
“
La luce del giorno è come te: potrebbe essere un
po’ infantile, ma
mi piace.
Se
sono al tuo fianco quando mi sveglio, non ho niente di più
da
desiderare.
Voglio
vederti.
Non
pensare che non possiamo amarci perche siamo troppo giovani.
Prima
che sia troppo tardi, prima che io invecchi, puoi stringermi.
Amo
solo te, tanto quanto il cielo.
Sei
veramente la ragione per cui vivo.
Veramente,
veramente, voglio abbracciarti da impazzire.
Stiamo
andando troppo veloci, non è vero?
Ogni
volta che i i nostri cuori s’incontrano, mi chiedo se il
sorriso
che cresce sul mio viso potrà mai raggiungere un angolo del
tuo cuore.
Sussurro
dentro il tuo bell’orecchio, dentro il tuo cuore incerto, i
sentimenti d’amore che provo per te.
Ti
prenderò ragazza, lo so senza di te mi mancheresti.
Ti
vorrò per sempre.
I
miei sentimenti di desiderio e speranza, il mio amore profondo
cresce ancora… Non posso nasconderli a lungo.
Tu
sei la mia ragazza.
Il
mio cuore ti afferrerà e non ti lascerà andare
via.
Lo
senti bene?
Prima
che sia troppo tardi, prima che io invecchi, stringimi.
Posso
dirti che per me sei unica?
Andiamo
tutti insieme : uno, due e tre , iniziamo.
Tu
sei l’unica, tu sei il mio tutto.
Davvero,
davvero, voglio il tuo amore come un pazzo.
Posso
averlo adesso, giusto ?”
[ Canzone
: “ One ,, ]
NOTE FINALI
DELL’AUTRICE
: e
così siamo arrivati alla fine di questa storia che spero
abbiate gradito J
E’
dall’estate scorsa che ci lavoro e non ci posso ancora
credere che l’abbia
finalmente terminata ! ^.^
Voglio
ringraziare :
-chi ha
aggiunto la storia tra le preferite e tra questi
c’è
1
- adela97
2
- Aicchi
3
- FranChan
4
- KesHaMaRaKesha
97
5
- kikkylove95
6
- Kore_chan00
7
- RISAhottest
8
- Sissi_94
9
- _FedeFreaxx
10
- _Zaynseyes
-chi
ha
aggiunto la storia tra le seguite
1
- adela97
2
- Aicchi
3
- Chrome_th
4
- Federica_25
5
- HyeSoo
6
- katy95
7
- KesHaMaRaKesha
97
8
- KeyKey_Chan
9
- Lollipop
In Danger
10
- MikiMallow
11
- MimiFci
12
- MonaBerr
13
- sam_91
14
- shekkosa
15
- Shinee
16
- SHINee
Girl
17
- TomlinsonCarrots
18
- Zocky
-chi
ha
recensito
adela97
KesHaMaRaKesha 97
Aicchi
MikiMallow
SHINee Girl
Chrome_th
Denji Lee
Shinee
Rowoonie
Sissi_94
Kimmie
Minny17
RydenSH
karlek_
shekkosa
HyeSoo
LoveJoker
kikkylove95
sarettablack
Grazie
mille !
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