Blow the candles out

di gleekitalian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. All'ombra dei ricordi ***
Capitolo 2: *** 2. Sogni nel cassetto ***



Capitolo 1
*** 1. All'ombra dei ricordi ***


Era una fredda domenica di metà Gennaio, i cipressi accarezzati dal vento freddo, il corvo sul ramo dell'olmo che scrutava un gruppo di persone vestite di nero, riunitosi in un angolo di quel cimitero di provincia, davano l'idea di quanto la cittadina di Westerville, Ohio, fosse un posto dimenticato dal mondo intero. Forse era proprio per quello che Blaine aveva desiderato farsi seppellire lì, anche se in gioventù aveva odiato quel posto, perchè legato al ricordo di suo padre e sua madre, pensava che in fondo non c'era posto più tranquillo in cui potesse riposare per sempre e trovare la giusta pace meritata, perché Blaine se l'era davvero meritata.

Kurt aveva preso parte al funerale e si era fermato oltre tempo fissando la bara con il suo nome, l'unico uomo che avesse mai amato in vita sua, l'uomo che tutte le mattine aveva il piacere di ritrovare sdraiato accanto a sè, l'uomo con cui ogni giorno condivideva una tazza verde di pessimo caffè che sapeva di loro, sapeva di un amore che li aveva tenuti insieme tutti quegli anni spesi a vivere davvero, senza rimpianti.
I solchi adesso scavavano il viso di Kurt, ma questo non gli importava, era vecchio e gli erano ormai rimasti pochi affetti, la perdita di Blaine lo aveva fatto diventare pazzo anche se sapeva che ciò aveva messo fine alle sue sofferenze, perché Blaine non sapeva nemmeno più sorridere messo in ginocchio dalla malattia che lo avrebbe diviso per sempre dal suo Kurt, dal suo amore. A 75 anni compiuti Kurt aveva perso il suo spirito vivace diventando un vecchietto schivo sempre più chiuso in se stesso.
Trascorreva la maggior parte della giornata in casa, nel loro appartamento di Lima, quel luogo pieno di ricordi, dove le lenzuola sapevano ancora del suo profumo, dove i bicchieri e i piatti sporchi di una settimana prima si trovavano ancora nel lavabo in attesa di essere lavati, non teneva più al suo aspetto ed usciva soltanto per comprare quelle poche provviste alimentari necessarie per vivere.

Si svegliava spesso nel cuore della notte cercando il suo uomo, toccava le lenzuola che sentiva ancora impregnate del loro sudore, si alzava dal letto, andava in cucina per bere un sorso d'acqua e pensava, oh quanto pensava! Era vecchio ormai ed aspettava ogni giorno che il buon Caronte venisse a prenderlo per portarlo dal suo Blaine, non andava in chiesa perché non credeva ma voleva credere che avrebbe rivisto l'amore della sua vita almeno per una volta. Finiva col ritrovarsi addormentato sulla sedia del tavolo in cucina molte volte e si svegliava con un fortissimo mal di schiena da aggiungere ai numerosi acciacchi che aveva contratto con la vecchiaia.
 
Era un martedì pomeriggio di fine Marzo e i fiori cominciavano a sbocciare nei campi, annunciando la primavera che veniva, le giornate si erano fatte più lunghe e il sole più caldo, quel giorno non si sarebbe mai immaginato di trovare Finn davanti alla porta di casa sua dopo aver suonato varie volte il campanello mentre Kurt si trovava in bagno. Aveva un pacchetto di biscotti in mano, e sorrideva come solo un amico può sorriderti, cercando di portare un po' di felicità.
"Ciao Kurt, ho pensato di venirti a trovare ora che Rachel è a Pittsburgh coi nipotini.." il sorriso in faccia del suo fratellastro era un sorriso che aveva dietro di sè una vita di lavoro, di affetti, di soddisfazioni, di famiglia.


Finn aveva sposato Rachel nell'ultimo anno di liceo, avevano poi deciso di trasferirsi a New York negli anni dopo il diploma per consentire a Rachel di frequentare la Nyada mentre Finn aveva frequentato per tre anni la New York University, avevano finito col dividersi dopo un lungo periodo assieme, nel quale avevano condiviso un piccolo appartamento a Brooklyn. Finn aveva deciso che quella non era la sua strada che avrebbe portato avanti l'officina di Burt mentre Rachel avrebbe concluso il percorso di studi. Erano stati lontani per due lunghi anni, durante i quali Finn non esitava a prendere il primo aereo per New York non appena avesse avuto una settimana libera dal lavoro, per poter stringere forte quella che era sua moglie. Rachel aveva infine deciso che la sua carriera era meno importante del loro rapporto, aveva rinunciato a tutti i suoi sogni di ragazzina, aveva rinunciato a Barbra, a Brodway, a vincere un Tony e un Grammy, aveva scelto la vita con Finn e si era impegnata per mettere su una bella famiglia.
Dopo la morte di Burt Carole aveva lasciato loro la casa a Lima scegliendo di rimanere nella stanza degli ospiti. Gli anni passavano, Rachel pensava con rimpianto agli anni in cui frequentava il liceo McKinley, gli anni in cui era la stella del Glee Club e il suo unico sogno era poter diventare famosa, e forte delle sue ambizioni era convinta che ci sarebbe riuscita, ma non aveva tenuto conto degli ostacoli di percorso. E' triste dirlo ma Finn fu il suo unico grande ostacolo che le impedì di diventare l'artista che voleva, regalandole d'altro canto una famiglia che l'amava e un uomo su cui contare, sempre. Gli anni passavano Mark e Thomas, i figli di Finn e Rachel, andarono al college, intanto Kurt e Blaine avevano vissuto a New York per tutti quegli anni dopo essersi rincontrati nel periodo dell'università, avevano avuto raramente occasione di rincontrarli e dopo che a Finn giunse la notizia della morte di Blaine e del fatto che i due si erano trasferiti da qualche anno a Lima non esitò ad andare a trovare il suo fratellino, perchè gli mancava tanto e sapeva che avrebbe avuto un disperato bisogno di lui.


"Ciao Finn, cavolo ma che fine avevi fatto? E' passata una vita.." rispose Kurt un po' sorpreso della visita.
"Si beh ecco, ho saputo di Blaine e volevo vedere come stavi.. Ho portato i tuoi biscotti preferiti, so che non sono fatti in casa e hanno i conservanti però potresti comunque assaggiarli"
Finn era rimasto sempre il solito ragazzone un po' buffo e questo strappò un dolce sorriso a Kurt.
"Che maleducato! Non ti ho fatto ancora accomodare..vieni dentro.. entra, scusa la confusione ma sai in questo ultimo periodo non sono stato molto bene.. vuoi qualcosa da bere Finn? Sai abbiamo, cioè ho della limonata oppure dell'acqua quello che preferisci.."
"Va bene l'acqua Kurt, grazie.."
Finn prese il bicchiere e ne bevve un sorso, poi impacciato come sempre inizio a fare domande a Kurt.
"Quindi ora che farai? Se vuoi puoi venire da noi, c'è posto da quando nn c'è più nessuno in casa, i ragazzi sono grandi e vivono per conto loro.. sai sono nonno? Lo sapevi Kurt?"
Kurt non lo sapeva e gli prese una fitta al cuore ripensando a Finn e Rachel e a quanto fossero affiatati durante il periodo del liceo, così tanto da arrivare fino ad invecchiare insieme, come lui e Blaine. E ora avevano anche dei nipoti, che storia.
"No, cioè sono anni che non vedo Mark e Thomas, so di essere stato molto assente in questi anni ma Blaine è sempre stato impegnato col lavoro e io avevo il mio teatro.."
"Kurt sai che non è un problema per noi.." Dopo un lungo silenzio la voce stanca di Kurt prese parlare.
"Mi manca così tanto Finn... e nessuno potrà mai ridarmelo indietro.. ricordo quando eravamo ragazzi e pensavamo che saremmo stati invincibili anche davanti alla morte, che saremmo stati insieme per sempre, ma non è stato così perchè nella vita non esiste il per sempre, tutto è finito perchè siamo fatti di carne ed ossa e come tutto si trasforma e muore e se esiste un anima beh allora so che quella di Blaine è sicuramente in paradiso tra gli angeli perchè .." la voce era rotta dal pianto e Kurt non riusciva più a continuare il discorso. Finn lo abbarcciò e Kurt si sentì protetto tra le sue braccia come un bambino che ha bisogno del papà perchè ha paura delle cattiverie del mondo.
"Kurt, possiamo parlare se vuoi.."
"No Finn è una lunga storia.."
"Ho tutto il tempo che vuoi..."
"Beh, mi sento un po' vecchio qui a raccontarti la mia vita" I due risero insieme e Kurt inizio a raccontare.
"Sai Finn tutto è cominciato quando ero all'università con Rachel, terzo anno, ah quanto tempo!..."
 
 

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Capitolo 2
*** 2. Sogni nel cassetto ***


  1 Settembre 2012
Kurt si muoveva incerto in mezzo alla confusa marmaglia di persone che affollavano il JFK, l'aeroporto di New York, era la seconda volta che prendeva un aereo quindi era comprensibile che non si sapesse muovere bene all'interno di un aeroporto così affollato, in più era anche da solo con una valigia pesantissima da trainare che racchiudeva tutti i suoi vestiti costosi. C'erano un sacco di cartelli con indicazioni ma lui non riusciva comunque a trovare l'uscita.
Un giovane addetto del personale notò la sua difficoltà e lo condusse all'esterno dell'edificio dove Kurt dopo averlo lautamente ringraziato ebbe la possibilità di chiamare un taxi.
"Alla Nyada signore, sa qual'è? La mia amica Rachel mi aspetta già la, quindi vediamo di sbrigarci, è lontana? Perchè non vorrei che fosse tipo come da casa mia a casa di Santana a Lima, allora sarebbe un bel guaio.."
"Senti ragazzino se vuoi salire sul mio taxi devi chiudere la bocca e rimanere tranquillo per tutto il tragitto!"
"Oh mi scusi, sa è solo un po' l'agitazione, è la mia seconda volta a New York.."
"Nessun problema, vuoi salire?"
"Oh sì, certo"
Kurt non parlò durante tutto il viaggio, pensava che il tassista fosse uno stronzo e cominciava a credere che i manifesti che acclamavano New York come la città cosmopolita si erano dimenticati di dire che gli abitanti sono proprio dei maleducati.
Aveva fatto un volo tranquillo seppur da solo e non vedeva l'ora di riabbracciare Rachel, la sua migliore amica, che era arrivata nella grande mela due giorni prima di lui per risolvere alcune faccende burocratiche. Lui e Rachel avrebbero vissuto in un piccolo appartamento a due isolati dall'università, generosamente offerto da Burt che non poteva sopportare l'idea che suo figlio avrebbe vissuto nei dormitori annessi al college con la possibilità di nuovi atti di bullismo o violenza.
Finn invece era stato preso alla NYU (New York University) dove avrebbe studiato economia, un po' spinto dalla voglia di stare accanto a Rachel un po' per provare a se stesso che era in grado laurearsi.
Kurt non potè fare a meno di pensare fissando il finestrino; aveva cominciato a piovere, la periferia della città si rivelava così grigia e spoglia pronta a lasciare spazio alla città più luminosa e caotica del mondo. Contava le gocce di pioggia che picchiettavano sul vetro, quel suono dolce gli ricordava quella volta che lui e Blaine erano in camera di Kurt e fuori pioveva ma a loro non interessava, anzi avevano una scusa per stare in casa, accoccolati sul letto, si amavano e quello era tutto ciò che contava. Kurt lo amava ancora perchè Blaine si era preso un pezzo del suo cuore e l'aveva tenuto con sè, se l'era portato via e Kurt adesso si sentiva tanto solo e incompleto.
Erano statti costretti a lasciarsi, Blaine, avrebbe frequentato quest'anno l'ultimo anno di liceo e nonostante le promesse tra lui e Kurt, che si erano giurati di rimanere insieme e vedersi una volta al mese, entrambi avevano realizzato che tutto ciò era impossibile, perchè entrambi erano impegnati ognuno alle prese col proprio futuro, quindi con una grande tristezza nel cuore si erano salutati, sicuri che si sarebbero rincontrati un giorno.
20 Agosto 2012
"Immagino che questo sia un addio.."
"Kurt lo sai anche tu, non potremmo mai andare avanti in questo modo.."
"Ma Blaine, io potrei venire a Lima ogni mese, prenderei l'aereo solo per vederti, per vedere te! Blaine capiscimi, io non posso stare senza di te.. ti prego"
Kurt stava ora piangendo, e Blaine si trovava lì impotente davanti a lui, davanti al ragazzo che amava, con cui aveva condiviso un anno bellissio della sua vita e un'estate insieme, erà lì davanti a lui e non poteva fare nulla perchè il corso del tempo inesorabile aveva deciso per loro che si sarebbe separati, e anche se entrambi sapevano che i loro cuori sarebbero stati legati per sempre da un lunghissimo filo che li teneva uniti in qualunque parte del mondo si trovassero, sapevano anche che non si sarebbero visti prima di Natale e questo faceva molto male.
"Kurt non rendere le cose ancora più difficili di quanto siano, sai anche tu quanto vorrei poter stare con te .. ma non si può cazzo! Non si può Kurt capisci? Io, io non ce la faccio, ho bisogno di vederti, toccarti, stare con te e non mi basta .." Anche Blaine stava piangendo, un pianto di rabbia, rabbia perchè la vita era sempre stata ingiusta con lui e anche adesso voleva toglierli l'unica cosa bella che gli fosse mai capitata, il suo Kurt "e poi anche mio padre ha detto che .."
Quando Kurt sentì nominare suo padre si ridestò dal pianto "Tuo padre Blaine? Tuo padre? Non era forse lui che diceva che non dovevi stare con me perchè questa storia dell' "essere gay" era soltanto un tuo capriccio, un modo per ribellarti ai tuoi genitori? Blaine dimmi che lo fai per tuo padre e io potrei sparire per sempre."
Blaine aveva sempre vissuto un'infanzia felice, era il figlio perfetto di John e Margaret Anderson, un figlio modello in tutti i sensi, amava giocare a tennis con la madre al club, era bravo a scuola, aveva molti amici e i genitori pensavano per lui a un futuro come dirigente della società del padre. Quando Blaine aveva fatto il coming out tutto era cambiato, i genitori inizialmente credevano fosse solo un suo capriccio, un modo per mettersi contro di loro, comportamento tipico degli adolescenti, poi aveva iniziato il liceo ed erano iniziati anche i primi attacchi dei bulli.
Blaine ricordava bene quando lui e Chris furono pestati a sangue la sera del ballo; Blaine aveva deciso di andare con Chris perchè era l'unico altro ragazzo che gay della scuola e i bulli avevano ben pensato di dare loro una lezione che non avrebbero scordato.
 
Fu costretto a cambiare scuola e si trasferì alla Dalton. Alla Dalton c'era una politica di tolleranza zero per ogni tipo di discriminazione e grazie anche alla disponibilità di un dormitorio aveva la possibilità di rimanere là durante la settimana e di tornare solo per il weekend, ma lui decise di fermarsi anche nei fine settimana e i genitori furono contenti perchè volevano allontanare quel figlio che aveva rovinato i loro piani, quel figlio che si era inaspettatamente rivelato gay e ora stava scombussolando la loro vita, così avrebbero anche potuto evitare gli sguardi indiscreti dei vicini di casa e le chiacchiere di tutte le persone che frequentavano il club.
Intanto Blaine cresceva e i suoi genitori si rivelavano sempre più assenti e quando c'erano il padre cercava soltanto di fargli cambiare idea riguardo la sua sessualità presentadogli qualche ragazzina, figlia di colleghi, e la madre cercando di parlargli e fargli capire che era solo confuso.
Alla Dalton si fece un sacco di amici, divenne il capitano del glee club della Dalton, gli Usignoli, si era costruito un personaggio sicuro di sè, un punto di riferimento per tutti, fino a quando non arrivò Kurt che entrò inesorabilmente nella sua vità deviandone il corso, allora capì cosa significava davvero amare una persona con tutto il cuore, sentirsi parte di una stessa cosa, non curarsi di nulla se non di essere insieme a lui, un dono venuto da chissà dove per portare un po' di felicità a Blaine.
 
"Kurt, ascoltami, sai come la penso su mio padre e non potrei mai seguire un suo consiglio, quindi non pensarlo nemmeno, il fatto è che non voglio soffrire e stare lontano da te mi fa soffrire tanto, quindi per accettare la realtà è meglio salutarci, non che sia facile ma la vedo la strada meno dolorosa per entrambi.."
"Io dico solo Blaine che quando l'amore ti attraversa il cuore, quando ti senti bene soltanto perchè sai che c'è qualcuno per te pronto a combattare, a lottare, a starti accanto, beh allora forse non ti verrebbe mai in mente di dirgli ciao Blaine, ma evidentemente siamo diversi quindi, ciao Blaine, ti amo.."
"No Kurt aspetta!" Ma Kurt se n'era già andato, Blaine era rimasto seduto sul prato del parco di Lima, il sole caldo di agosto che gli risplendeva in faccia, non sorrideva più e si sentiva uno stronzo, ma sapeva che un giorno si sarebbero incontrati di nuovo, era solo questione di tempo.
"Siamo arrivati bello" Disse il tassista incalzando Kurt.
"Oh si, quant'è?"
"40"
"Grazie e buona giornata"
Adesso Kurt non voleva distogliere l'attenzione per nessun motivo al mondo dai suoi piani, era a New York, pronto a varcare la soglia di quella che sarebbe stata la sua scuola per cinque anni e forse anche il trampolino di lancio per il mondo dello spettacolo.
Quanti sogni racchiusi nel cassetto che ora erano pronti ad uscire con prepotenza, ad impossessarsi di Kurt e guidarlo fino alla loro realizzazione. Adesso Kurt era felice, non desiderava essere in nessun altro posto se non lì, Blaine era stato per un attimo messo da parte e da adesso aveva intenzione di concentrarsi soltanto su se stesso e sulla sua carriera, sperando che i ricordi legati a Blaine si sarebbero affievoliti col tempo fino a diventare delle idee confuse di cui non avrebbe avuto più cognizione se non per qualche pensiero vago.
D'altra parte in cuore suo sapeva che Blaine non se ne sarebbe mai andato dal suo cuore, dalla sua testa, sarebbe forse rimasto lì per sempre, e Kurt un po' insofferente avrebbe perso colpi a causa dei ricordi fino a quando non sarebbe crollato e allora soltanto Blaine avrebbe potuto salvarlo.
 
Preferiva comunque non pensarci un po' per rabbia un po' per rassegnazione, così dopo aver firmato dei moduli nella segreteria dell'università si diresse all'appartamento che suo padre e Carole avevano scelto per lui e Rachel, dove la ragazza aveva sicuramente già posizionato le sue cose. Non era molto lontano quindi optò per andare a piedi.
Arrivato all'angolo svoltò a sinistra e pochi passi più avanti notò un grosso portone rosso e lo torvò aperto, salì le scale e al secondo piano trovo un'appartamento con la porta spalancata, dall'interno proveniva una voce melodica.
 
Tonight, tonight
It all began tonight
I saw you and the world went away
Tonight, tonight
There's only you tonight
What you are, what you do, what you say

Non c'era dubbio che quella fosse Rachel, notò compiaciuto che fosse un appartamento pulito e discreto e non appena fece per entrare Rachel si catapultò verso di lui.
"Oh Kurt come sono felice di vederti! Allora stavo pensando che potevamo cominciare a mettere su qualcosa da presentare all'università! Vedrai saremo imbattibili Kurt e io andrò a Broadway e vincerò un Tony! E poi un Grammy, un People Choice!
"Sono felice anch'io di vederti Rachel!"
"Entra su!"
"Si ecco devo poggiare le mie cose e poi vorrei riposarmi, sono decisamente stanco.."
"No no caro, è proibito riposarsi, oggi usciamo e andiamo a fare shopping!" Kurt non poteva certo dire di no allo shopping per cui si lasciò convincere dalla proposta della ragazza e questo gli riportò il sorriso. Si preannunciava un anno di scoperte, nuove esperienze e tanto divertimento Kurt era sicuro che Blaine sarebbe stato davvero un ricordo lontanto e che lui avrebbe forse trovato un altro ragazzo che avrebbe saputo amarlo e seguirlo ugualmente, ah quanti sogni!
 
Angolo dell'autore:
Mi scuso per non essermi ancora presentato, è la mia prima fanfiction e spero che possa riuscire bene, mi sto ancora ambientando quindi consigli e critiche sono ben accette.
Questo capitolo è di passaggio ma se avrete la pazienza di continuare a leggere la mia storia, potrete capire come tutto è collegato, grazie. :)

  

 1 Settembre 2012
Kurt si muoveva incerto in mezzo alla confusa marmaglia di persone che affollavano il JFK, l'aeroporto di New York, era la seconda volta che prendeva un aereo quindi era comprensibile che non si sapesse muovere bene all'interno di un aeroporto così affollato, in più era anche da solo con una valigia pesantissima da trainare che racchiudeva tutti i suoi vestiti costosi. C'erano un sacco di cartelli con indicazioni ma lui non riusciva comunque a trovare l'uscita.
Un giovane addetto del personale notò la sua difficoltà e lo condusse all'esterno dell'edificio dove Kurt dopo averlo lautamente ringraziato ebbe la possibilità di chiamare un taxi.
"Alla Nyada signore, sa qual'è? La mia amica Rachel mi aspetta già la, quindi vediamo di sbrigarci, è lontana? Perchè non vorrei che fosse tipo come da casa mia a casa di Santana a Lima, allora sarebbe un bel guaio.."
"Senti ragazzino se vuoi salire sul mio taxi devi chiudere la bocca e rimanere tranquillo per tutto il tragitto!"
"Oh mi scusi, sa è solo un po' l'agitazione, è la mia seconda volta a New York.."
"Nessun problema, vuoi salire?"
"Oh sì, certo"
Kurt non parlò durante tutto il viaggio, pensava che il tassista fosse uno stronzo e cominciava a credere che i manifesti che acclamavano New York come la città cosmopolita si erano dimenticati di dire che gli abitanti sono proprio dei maleducati.
Aveva fatto un volo tranquillo seppur da solo e non vedeva l'ora di riabbracciare Rachel, la sua migliore amica, che era arrivata nella grande mela due giorni prima di lui per risolvere alcune faccende burocratiche. Lui e Rachel avrebbero vissuto in un piccolo appartamento a due isolati dall'università, generosamente offerto da Burt che non poteva sopportare l'idea che suo figlio avrebbe vissuto nei dormitori annessi al college con la possibilità di nuovi atti di bullismo o violenza.
Finn invece era stato preso alla NYU (New York University) dove avrebbe studiato economia, un po' spinto dalla voglia di stare accanto a Rachel un po' per provare a se stesso che era in grado laurearsi.
Kurt non potè fare a meno di pensare fissando il finestrino; aveva cominciato a piovere, la periferia della città si rivelava così grigia e spoglia pronta a lasciare spazio alla città più luminosa e caotica del mondo. Contava le gocce di pioggia che picchiettavano sul vetro, quel suono dolce gli ricordava quella volta che lui e Blaine erano in camera di Kurt e fuori pioveva ma a loro non interessava, anzi avevano una scusa per stare in casa, accoccolati sul letto, si amavano e quello era tutto ciò che contava. Kurt lo amava ancora perchè Blaine si era preso un pezzo del suo cuore e l'aveva tenuto con sè, se l'era portato via e Kurt adesso si sentiva tanto solo e incompleto.
Erano statti costretti a lasciarsi, Blaine, avrebbe frequentato quest'anno l'ultimo anno di liceo e nonostante le promesse tra lui e Kurt, che si erano giurati di rimanere insieme e vedersi una volta al mese, entrambi avevano realizzato che tutto ciò era impossibile, perchè entrambi erano impegnati ognuno alle prese col proprio futuro, quindi con una grande tristezza nel cuore si erano salutati, sicuri che si sarebbero rincontrati un giorno.
20 Agosto 2012
"Immagino che questo sia un addio.."
"Kurt lo sai anche tu, non potremmo mai andare avanti in questo modo.."
"Ma Blaine, io potrei venire a Lima ogni mese, prenderei l'aereo solo per vederti, per vedere te! Blaine capiscimi, io non posso stare senza di te.. ti prego"
Kurt stava ora piangendo, e Blaine si trovava lì impotente davanti a lui, davanti al ragazzo che amava, con cui aveva condiviso un anno bellissio della sua vita e un'estate insieme, erà lì davanti a lui e non poteva fare nulla perchè il corso del tempo inesorabile aveva deciso per loro che si sarebbe separati, e anche se entrambi sapevano che i loro cuori sarebbero stati legati per sempre da un lunghissimo filo che li teneva uniti in qualunque parte del mondo si trovassero, sapevano anche che non si sarebbero visti prima di Natale e questo faceva molto male.
"Kurt non rendere le cose ancora più difficili di quanto siano, sai anche tu quanto vorrei poter stare con te .. ma non si può cazzo! Non si può Kurt capisci? Io, io non ce la faccio, ho bisogno di vederti, toccarti, stare con te e non mi basta .." Anche Blaine stava piangendo, un pianto di rabbia, rabbia perchè la vita era sempre stata ingiusta con lui e anche adesso voleva toglierli l'unica cosa bella che gli fosse mai capitata, il suo Kurt "e poi anche mio padre ha detto che .."

Quando Kurt sentì nominare suo padre si ridestò dal pianto "Tuo padre Blaine? Tuo padre? Non era forse lui che diceva che non dovevi stare con me perchè questa storia dell' "essere gay" era soltanto un tuo capriccio, un modo per ribellarti ai tuoi genitori? Blaine dimmi che lo fai per tuo padre e io potrei sparire per sempre."
Blaine aveva sempre vissuto un'infanzia felice, era il figlio perfetto di John e Margaret Anderson, un figlio modello in tutti i sensi, amava giocare a tennis con la madre al club, era bravo a scuola, aveva molti amici e i genitori pensavano per lui a un futuro come dirigente della società del padre. Quando Blaine aveva fatto il coming out tutto era cambiato, i genitori inizialmente credevano fosse solo un suo capriccio, un modo per mettersi contro di loro, comportamento tipico degli adolescenti, poi aveva iniziato il liceo ed erano iniziati anche i primi attacchi dei bulli.
Blaine ricordava bene quando lui e Chris furono pestati a sangue la sera del ballo; Blaine aveva deciso di andare con Chris perchè era l'unico altro ragazzo che gay della scuola e i bulli avevano ben pensato di dare loro una lezione che non avrebbero scordato.
 
Fu costretto a cambiare scuola e si trasferì alla Dalton. Alla Dalton c'era una politica di tolleranza zero per ogni tipo di discriminazione e grazie anche alla disponibilità di un dormitorio aveva la possibilità di rimanere là durante la settimana e di tornare solo per il weekend, ma lui decise di fermarsi anche nei fine settimana e i genitori furono contenti perchè volevano allontanare quel figlio che aveva rovinato i loro piani, quel figlio che si era inaspettatamente rivelato gay e ora stava scombussolando la loro vita, così avrebbero anche potuto evitare gli sguardi indiscreti dei vicini di casa e le chiacchiere di tutte le persone che frequentavano il club.
Intanto Blaine cresceva e i suoi genitori si rivelavano sempre più assenti e quando c'erano il padre cercava soltanto di fargli cambiare idea riguardo la sua sessualità presentadogli qualche ragazzina, figlia di colleghi, e la madre cercando di parlargli e fargli capire che era solo confuso.
Alla Dalton si fece un sacco di amici, divenne il capitano del glee club della Dalton, gli Usignoli, si era costruito un personaggio sicuro di sè, un punto di riferimento per tutti, fino a quando non arrivò Kurt che entrò inesorabilmente nella sua vità deviandone il corso, allora capì cosa significava davvero amare una persona con tutto il cuore, sentirsi parte di una stessa cosa, non curarsi di nulla se non di essere insieme a lui, un dono venuto da chissà dove per portare un po' di felicità a Blaine.
 
"Kurt, ascoltami, sai come la penso su mio padre e non potrei mai seguire un suo consiglio, quindi non pensarlo nemmeno, il fatto è che non voglio soffrire e stare lontano da te mi fa soffrire tanto, quindi per accettare la realtà è meglio salutarci, non che sia facile ma la vedo la strada meno dolorosa per entrambi.."
"Io dico solo Blaine che quando l'amore ti attraversa il cuore, quando ti senti bene soltanto perchè sai che c'è qualcuno per te pronto a combattare, a lottare, a starti accanto, beh allora forse non ti verrebbe mai in mente di dirgli ciao Blaine, ma evidentemente siamo diversi quindi, ciao Blaine, ti amo.."
"No Kurt aspetta!" Ma Kurt se n'era già andato, Blaine era rimasto seduto sul prato del parco di Lima, il sole caldo di agosto che gli risplendeva in faccia, non sorrideva più e si sentiva uno stronzo, ma sapeva che un giorno si sarebbero incontrati di nuovo, era solo questione di tempo.
"Siamo arrivati bello" Disse il tassista incalzando Kurt.
"Oh si, quant'è?"
"40"
"Grazie e buona giornata"
Adesso Kurt non voleva distogliere l'attenzione per nessun motivo al mondo dai suoi piani, era a New York, pronto a varcare la soglia di quella che sarebbe stata la sua scuola per cinque anni e forse anche il trampolino di lancio per il mondo dello spettacolo.
Quanti sogni racchiusi nel cassetto che ora erano pronti ad uscire con prepotenza, ad impossessarsi di Kurt e guidarlo fino alla loro realizzazione. Adesso Kurt era felice, non desiderava essere in nessun altro posto se non lì, Blaine era stato per un attimo messo da parte e da adesso aveva intenzione di concentrarsi soltanto su se stesso e sulla sua carriera, sperando che i ricordi legati a Blaine si sarebbero affievoliti col tempo fino a diventare delle idee confuse di cui non avrebbe avuto più cognizione se non per qualche pensiero vago.
D'altra parte in cuore suo sapeva che Blaine non se ne sarebbe mai andato dal suo cuore, dalla sua testa, sarebbe forse rimasto lì per sempre, e Kurt un po' insofferente avrebbe perso colpi a causa dei ricordi fino a quando non sarebbe crollato e allora soltanto Blaine avrebbe potuto salvarlo.
 
Preferiva comunque non pensarci un po' per rabbia un po' per rassegnazione, così dopo aver firmato dei moduli nella segreteria dell'università si diresse all'appartamento che suo padre e Carole avevano scelto per lui e Rachel, dove la ragazza aveva sicuramente già posizionato le sue cose. Non era molto lontano quindi optò per andare a piedi.
Arrivato all'angolo svoltò a sinistra e pochi passi più avanti notò un grosso portone rosso e lo torvò aperto, salì le scale e al secondo piano trovo un'appartamento con la porta spalancata, dall'interno proveniva una voce melodica.
 
Tonight, tonight
It all began tonight
I saw you and the world went away
Tonight, tonight
There's only you tonight
What you are, what you do, what you say

Non c'era dubbio che quella fosse Rachel, notò compiaciuto che fosse un appartamento pulito e discreto e non appena fece per entrare Rachel si catapultò verso di lui.
"Oh Kurt come sono felice di vederti! Allora stavo pensando che potevamo cominciare a mettere su qualcosa da presentare all'università! Vedrai saremo imbattibili Kurt e io andrò a Broadway e vincerò un Tony! E poi un Grammy, un People Choice!
"Sono felice anch'io di vederti Rachel!"
"Entra su!"
"Si ecco devo poggiare le mie cose e poi vorrei riposarmi, sono decisamente stanco.."
"No no caro, è proibito riposarsi, oggi usciamo e andiamo a fare shopping!" Kurt non poteva certo dire di no allo shopping per cui si lasciò convincere dalla proposta della ragazza e questo gli riportò il sorriso. Si preannunciava un anno di scoperte, nuove esperienze e tanto divertimento Kurt era sicuro che Blaine sarebbe stato davvero un ricordo lontanto e che lui avrebbe forse trovato un altro ragazzo che avrebbe saputo amarlo e seguirlo ugualmente, ah quanti sogni!
 
Angolo dell'autore:
Mi scuso per non essermi ancora presentato, è la mia prima fanfiction e spero che possa riuscire bene, mi sto ancora ambientando quindi consigli e critiche sono ben accette.
Questo capitolo è di passaggio ma se avrete la pazienza di continuare a leggere la mia storia, potrete capire come tutto è collegato, grazie. :)

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