Santana Lopez e lo specchio magico

di londra555
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Note: dopo un lungo dibattito ho deciso di pubblicare questa storia. AU naturalmente, glee e Hogwarts cosa volete di più dalla vita?
Grazie in anticipo a chi vorrà leggere questa storia! E un grazie speciale alle persone più pazienti del mondo!
 
1.
 
Il ragazzo passeggiava mano nella mano con il suo fidanzato lungo il corridoio. Non aveva certo paura delle conseguenze, quella era la scuola più sicura del mondo e poi lui sapeva benissimo come difendersi. Si voltò per sorridergli. Ma in quel momento un forte colpo sulla sua spalla lo fece voltare, giusto in tempo per vedere il ghigno divertito di una ragazza di Serpeverde che lui conosceva benissimo.
-L’ha fatto apposta, Kurt! Di nuovo! Mi spieghi perché non vuoi difenderti?
Kurt sollevò gli occhi al cielo.
-Blaine tesoro sta calmo! Per piacere!
-Ogni volta che ti vede ti colpisce. E con quel ghigno fastidioso poi! Dovresti denunciarla ai professori, quella tizia è un arpia!
-Tesoro, tesoro davvero! Lo so che l’ha fatto apposta.
-Ok questo è troppo! Adesso tu mi segui e andiamo direttamente dal preside e …
-Blaine! – lo fermò per cercare di attirare la sua attenzione – Posso dirti un segreto ma devi promettermi di non dirlo a nessuno altrimenti quella ragazza mi torturerà per il resto dei miei giorni.
Blaine lo guardò semplicemente con le sopracciglia aggrottate e un espressione confusa disegnata sul viso. Kurt si guardò intorno per essere sicuro che non ci fosse nessuno a portata d’orecchio. Prese un respiro.
-Santana Lopez è la mia migliore amica. I suoi genitori erano Griffondoro come i miei! Siamo cresciuti insieme, passiamo l’estate insieme e, nel castello ci vediamo di nascosto.
Sollevò lo sguardo su quello di Blaine che aveva spalancato la bocca. Pochi secondi dopo scoppiò a ridere. Kurt lo guardò infastidito.
-Per un attimo ti ho creduto! – disse tra le risate Blaine – Non so se fosse meno credibile che i suoi genitori fossero Grifondoro, quando è evidente che quella la cattiveria dei Serpeverde ce l’ha nel sangue, o che sia la tua amica d’infanzia!
-Blaine. Blaine! Non è uno scherzo!
Il ragazzo smise di ridere di nuovo per assumere un espressione confusa uguale a quella che aveva pochi secondi prima.
-Ma …. Ma se non vi parlate.
-Non ci parliamo “ufficialmente” perché lei è un idiota e non vuole che i suoi compagni di casa sappiano che è amica di un Grifondoro. Voleva essere il capitano della squadra di quidditch dal primo anno ma sapeva che non avrebbero mai lasciato quel posto a una persona che fosse in buoni rapporti con un Grifondoro. Sai come sono tradizionalisti in Serpeverde.
-Ma quindi ha preferito il quidditch a te?
-Non la metterei così. Semplicemente ci vediamo quando nessuno ci vede. Dove credi che vada quando salto le lezioni o quando esco la notte?
-Quindi hai appuntamenti segreti con Santana Lopez. La stessa che quando ti vede ti colpisce con forza fingendo di non farlo apposta!
Kurt lasciò sfuggire un sorriso.
-Si! Diciamo che è il suo modo di salutarmi!
-Perfetto. Non ci credo!
Kurt sbuffò.
-Hai presente che tutti quelli che mi prendono in giro magicamente si ritrovano verdi per un paio di giorni? Almeno questo succedeva i primi due anni. Poi nessuno si è più permesso di farlo proprio per quell’incantesimo.
-Si, non mi hai mai spiegato come ci riuscivi.
-Perché non lo facevo io! Era Santana! E il verde era il suo modo per firmarsi! – Kurt rise al ricordo – E, a essere sinceri, non mi ha mai detto come ci riusciva. Credo che sia un incantesimo di sua invenzione.
-Sinceramente? Non sono ancora sicuro se crederti o meno!
-Lo sapevo! Ho perso la scommessa!
-Scommessa?
-Si l’altra sera ho detto a Santana che volevo dirtelo e lei mi ha detto di farlo! Tanto tu non mi avresti creduto!
Blaine gli prese la mano con più forza e lo trascinò verso la lezione. Kurt non gli aveva mai mentito ma era comunque difficile credere a quello che gli aveva appena raccontato. Si strinse nelle spalle, magari avrebbe chiesto maggiori informazioni in un altro momento.
 
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-Santana! Santana aspettami!
La ragazza si voltò di scatto.
-Cosa vuoi Puckerman?
-Niente, stai andando a fare colazione? Vengo con te!
La ragazza sollevò gli occhi al cielo. Aveva un nodo allo stomaco che le impediva di pensare correttamente e non era sicura che fosse una buona idea avere gente intorno a lei. Era riuscita a sgattaiolare fuori dalla stanza senza che Rachel, con cui divideva il dormitorio, se ne accorgesse. Non aveva voglia di parlare, ma forse Puck si sentiva più o meno come lei quel giorno. Annuì e si sedette con lui nel grande tavolo di Serpeverde. Si accorse che la sala a quell’ora era quasi totalmente deserta. Fatta eccezione per un paio di giocatori di Tassorosso che giocherellavano con i loro piatti. Santana scosse la testa. Poteva capirli.
-Sei nervosa, vero? – chiese piano Puck mentre prendeva un cucchiaio e una scodella.
-No perché dovrei? – rispose senza guardarlo.
-Vediamo. Perché tra tre ore c’è la prima partita dell’anno. Perché tu sei il nostro cercatore. Perché è la tua prima partita da capitano. Perché …
Santana sentiva il nodo in gola stringersi con più forza ad ogni “perché”. Sollevò una mano per fermare quell’interminabile elenco.
-Ho capito il concetto!
Puck lasciò uscire una risata nervosa.
-Io al posto tuo non so cosa farei! Sono già andato in bagno tre volte!
Santana fece una faccia schifata.
-Non c’è bisogno che mi racconti i particolari! E si! Sono nervosa!
La ragazza si alzò di colpo.
-Dove vai? – le chiese Puck stupito.
-In bagno, ci vediamo al campo – mormorò mentre si allontanava.
Il ragazzo solo lasciò scappare un’altra risata prima di concentrarsi di nuovo sul suo piatto.
 
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-Ed è stato fantastico! E quando ho afferrato il boccino con quell’incredibile giro della morte? Tutto il pubblico si è sollevato e ha iniziato a urlare il mio nome in coro!
Kurt guardava la sua amica che camminava avanti e indietro nell’aula buia e silenziosa, aveva in mano una bottiglia con un liquido trasparente e un sorriso enorme sul viso.
-Si, me l’hai raccontato circa un milione di volte e solo nell’ultimo minuto! Adesso se l’adrenalina che hai in corpo te lo permette, siediti e racconta con calma!
Santana lo guardò per un secondo, poi si sedette su uno dei cuscini che Kurt aveva fatto apparire, a gambe incrociate. Con un movimento della bacchetta, a sua volta, fece apparire dal nulla due piccoli bicchieri. Il ragazzo la guardava scettico.
-Cos’è?
-Dobbiamo festeggiare!
-Ma non potevi stare nella tua sala comune a festeggiare?
-Andiamo Kurt! Lo sai che sono dei palloni gonfiati i miei compagni di casa. Preferisco stare con te …
-Però si che sei felice! Non mi aspettavo certo un complimento del genere …
-… sei la cosa meno peggio di questo castello! – concluse la ragazza.
-Ed infatti ho parlato troppo presto! – disse abbattuto aprendo le braccia in segno di resa.
Santana versò il liquido trasparente nei bicchieri e ne porse uno all’amico. Questo lo avvicinò al naso per odorare e iniziò a tossire.
-Cos’è? Ma sembra fortissimo! – disse con le lacrime agli occhi.
-Vodka, femminuccia!
-E cosa diavolo è?
-Un liquore babbano! Bevilo! Ti piacerà!
Kurt sollevò un sopraciglio ancora poco convinto.
-E tu come fai a conoscere questa cosa?
-E’ una storia lunga – disse con un alzata di spalle – E sinceramente i particolari non li ricordo!
Kurt sbuffò buttando giù il contenuto del bicchiere tutto d’un colpo. Riprese a tossire immediatamente dopo tra le risate di Santana.
-Piano piano! E cerca di non fare troppo rumore! Vorrei evitare che ci prendano qui quando dovremmo essere nei nostri dormitori!
-Si certo, quello che mi manca oggi è che tolgano punti a Grifondoro a causa mia!
-Ma chi se ne frega dei punti! Ne va della mia reputazione!
Kurt sbuffò strappandole la bottiglia dalle mani e versando un altro paio di bicchieri.
-Sai che l’altro giorno ho detto a Blaine che tu sei la mia migliore amica?
Santana sollevò lo sguardo incuriosita.
-E?
-Si è messo a ridere! Non mi ha creduto!
-E come sempre Santana Lopez ha ragione! Arriverà un momento in cui mi stancherò di questo? Credo di no! – disse la ragazza sollevando un bicchiere per un brindisi.
-Racconta della partita, su!
-Abbiamo vinto!
-Si questo era chiaro!
-Lo so che la squadra di Tassorosso non è la migliore. Hanno il peggior cacciatore nella storia di questo sport! Voglio dire quel Finn è un pericolo sulla scopa e poi sembrava avere la testa da qualunque altra parte meno che in campo! Non ho mai visto nessuno venire colpito tante volte in una sola partita dai bolidi.
Kurt si mise a ridere.
-Credo che a un certo punto Puck abbia avuto pena per lui e abbia smesso di prenderlo di mira. Forse perché sono amici.
-Ma dai! Sei la solita esagerata. In fondo Finn è carino. Un po’ goffo, ma carino!
-Figuriamoci! C’è una sola persona di Tassorosso che può attirare la mia attenzione. – disse con un sorriso.
Kurt fece un ghigno.
-Oh sono sicuro di sapere a chi ti riferisci. E mi pare proprio che abbia giocato oggi, vero?
-Si! Il capitano della squadra!
-In che ruolo gioca?
-Cercatore. Certo ha dovuto mangiare la mia polvere, oggi! Ma sul campo quella massa di capelli dorati non lo può certo salvare da me!
-Povero Sam!
-Comunque, la partita non ha avuto storia. Sono troppo scarsi per noi. Ma è stato comunque fantastico!
-Ti abbraccerei se tu non fossi un asociale!
Santana fece una faccia schifata al solo pensiero e scosse la testa bevendo un altro po’ di vodka.
-Forse quando sarò abbastanza ubriaca – disse sollevando le spalle.
Quando si alzarono un’oretta dopo nessuno dei due riusciva a stare dritto. Santana continuava a sorridere mentre Kurt si stava già lamentando per le occhiaie che avrebbe avuto la mattina dopo. Si appoggiarono a tutte le pareti disponibili cercando di evitare i corridoi che, di solito erano frequentati dai prefetti nei loro giri di controllo notturno. Quando arrivarono al primo piano Kurt salutò per dirigersi verso la sala comune di Grifondoro e Santana fece lo stesso iniziando a scendere le scale che l’avrebbero portata ai sotterranei. Sentì un rumore in lontananza e si accorse che probabilmente c’era qualcuno. Fortunatamente era ancora abbastanza lucida da accorgersi che farsi trovare in quelle condizioni nei corridoi di Hogwarts non era una buona idea. Voltò a sinistra e fece un paio di passi rapidi. Trovò una porta chiusa che non aveva mai visto e provò ad aprirla. Era chiusa a chiave. Estrasse la bacchetta velocemente e si stupì di non riuscire ad aprirla con un semplice incantesimo. Rimase perplessa, fino a quel momento non aveva mai trovato una serratura che le resistesse. Pensò rapidamente. In fondo era la migliore del suo corso in incantesimi, alla fine provò un incantesimo più forte e sentì uno scatto. Sorrise e si infilò dentro mentre una luce si avvicinava lungo il corridoio. Rimase vicino alla porta aspettando di sentire i passi che si avvicinavano per poi proseguire oltre la porta dov’era nascosta Santana, senza fermarsi. La ragazza sorrise e aprì la porta per uscire e raggiungere i dormitori. Ma qualcosa la trattenne. C’era una canzoncina, qualcuno stava canticchiando dietro di lei. Si irrigidì, chi c’era li? Si voltò lentamente ma la stanza sembrava vuota. C’erano un paio di sedie appoggiate alla parete più lontana e un tavolo di legno che aveva visto tempi migliori. E poi c’era qualcosa nascosta da un grande lenzuolo polveroso. Ma, soprattutto, c’era ancora quella canzoncina nell’aria.
Forse fu l’alcol che le correva nelle vene, o l’adrenalina che pompava ancora il suo cuore, Santana non lo sapeva con certezza. L’unica cosa che sapeva era che la curiosità stava diventando più forte della prudenza.
Si avvicinò lentamente e afferrò un lembo del lenzuolo. Lo tirò via con forza. Dietro c’era solo quello che sembrava un comune specchio. La ragazza aggrottò le sopraciglia. Quello specchio era strano, in effetti. Non rifletteva quello che c’era nella stanza, a essere precisi non stava riflettendo nemmeno la sua stessa immagine. Santana si grattò confusa la nuca. Guardando lo specchio poteva vedere una stanza diversa da quella dov’era lei. Sembrava luminosa, come se fosse giorno. E c’erano tante sedie e un tavolo simile a quello che c’era dalla sua parte ma molto più pulito e nuovo. E soprattutto, continuava ad esserci quella canzoncina. Non sembrava uno specchio. Sembrava la soglia di una porta. Santana provò ad allungare una mano e, con stupore, si accorse che stava toccando la superficie dello specchio. Doveva esserlo per forza. Era liscia e fredda.
Chiuse la mano a pugno e bussò.
Si morse il labbro nervosamente quando si accorse che la voce aveva smesso di canticchiare la canzoncina. Fu tentata di bussare di nuovo.
-Chi c’è?
Santana fece un salto e un rapido passo indietro. Quella voce veniva dallo specchio? Lo specchio le stava parlando?
-Mmm …. Io.
Si morse il labbro appena quel mormorio le uscì dalle labbra. Non avrebbe mai potuto dire una cosa più stupida.
Vide qualcosa che sembrava un ombra davanti a se e poi qualcosa apparve nello specchio. Santana solo spalancò la bocca. Davanti a lei c’era una ragazza bionda con una curiosa espressione in volto. Indossava una tunica nera simile a quella di Santana ma vi era bordato lo stemma di Tassorosso. La latina fece in tempo ad accorgersene prima di incrociare lo sguardo con quella ragazza. Per un attimo che alla mora sembrò lunghissimo sostennero a vicenda lo sguardo. Poi la bionda sorrise.
-Ciao! – disse allegra e battendo le mani.
Santana, senza riuscire a chiudere la bocca, iniziò a fare dei passi indietro lentamente. La ragazza davanti a lei parve accorgersene. Il sorriso si spense lentamente, sostituito da una espressione triste che ebbe il potere di fermare la latina.
La bionda abbassò la testa prima di parlare.
-Vai già via? – chiese con un tono che fece stringere il cuore nel petto a Santana.
-No – disse a voce bassissima.
Ma la bionda la sentì e sollevò la testa piano con una scintilla di speranza negli occhi.
-Puoi rimanere un po’ con me?  
-Credo … credo di si.
La ragazza dello specchio si sedette per terra e le fece gesto di avvicinarsi. Santana fece come le veniva chiesto e si sedette di fronte. Era sicura che ancora aveva la bocca aperta ma non riusciva a riprendere il controllo del suo corpo. Non del tutto almeno.
-Io sono Brittany. – si presentò la ragazza.
-Brittany? – chiese con voce curiosa.
La bionda la guardava con un sorriso.
-Si, non hai mai sentito di nessuno con questo nome?
-Eh? No, certo che no! E’ che …
Santana si guardò intorno, possibile che quella ragazza non capisse la situazione?
-Cosa c’è che non va? – chiese la bionda come se le avesse letto nella mente.
-Ecco vedi, Brittany – rispose marcando quel nome – Forse è perché ho bevuto un po’ troppa vodka ma sai, non sono abituata a parlare con persone che vivono dentro uno specchio.
-Vodka? Non dovresti bere! – la sgridò, ignorando totalmente la parte che riguardava lo specchio – Sei ancora giovane, dovresti fare attenzione.
Santana spalancò ancora di più la bocca. Quella ragazza le stava facendo una paternale? Si massaggiò le tempie.
-Non posso credere che sono qui, seduta al suolo e parlo con … aspetta un attimo! Sai cos’è la vodka?
-Certo. Sono cresciuta nel mondo babbano. – rispose sollevando le spalle.
-I tuoi genitori sono babbani?
-Non lo so! Non li ho mai conosciuti.
-Oh, mi dispiace – aggiunse piano Santana per poi mordersi la lingua. Doveva ancora risolvere tutta quella storia dello specchio.
-Non è colpa tua! Qual è il tuo nome?
Santana aprì la bocca per rispondere, ma poi si fermò. Non era sicura che fosse una buona idea dare il proprio nome a una creatura che viveva in uno specchio, qualunque cosa fosse. Scosse la testa.
-Non so se voglio dirtelo.
La ragazza si rattristì immediatamente e, per la seconda volta in poco tempo Santana si sentì male per essere lei la causa di quel dolore. Mosse le braccia in avanti come per scusarsi e si affrettò ad aggiungere:
-Aspetta, non prenderla come una cosa personale. Ma non ti conosco e ….
-Ma io ti ho detto come mi chiamo!
-Ecco hai fatto male! Come sai che non sono una pazza omicida?
Brittany scoppiò a ridere.
-Sei una persona strana!
Santana aggrottò le sopracciglia. Quindi adesso quella strana era lei?
-Non sono strana! Come fai a sapere che ti puoi fidare?
-Si vede dai tuoi occhi – disse la bionda con un’alzata di spalle.
Santana si bloccò di colpo e guardò quegli occhi azzurri illuminati da quella risata cristallina.
-Sono Santana – si arrese alla fine.
-Sono felice di averti conosciuta, San.
Un brivido percorse la schiena della latina. Ed era una sensazione piacevole. Si accorse che stava sorridendo solo qualche secondo dopo. Poi un rumore proveniente dal corridoi la riportò alla realtà. E la realtà era che doveva essere tardissimo e che stava davvero rischiando che la prendessero fuori dal suo letto.
Si sollevò di colpo seguita da Brittany.
-Devo scappare. Se mi trovano fuori dal mio dormitorio sono finita!
Brittany appoggiò il palmo della mano dalla sua parte dello specchio. Sembrava triste ma non disse niente. Santana la guardò per qualche secondo. Per qualche strana ragione non voleva allontanarsi da lei.
-Tornerò – disse prima di accorgersi di quello che stava facendo.
Il volto di Brittany si illuminò in un sorriso.
-Davvero? – chiese piano.
Santana annuì e sollevò la sua mano per appoggiare il suo palmo su quello dell’altra. Sentì una pugnalata di delusione quando riuscì a sentire solo la superficie liscia e fredda dello specchio. In quel momento avrebbe dato un braccio per sentirne il calore.
-Te lo prometto – sussurrò prima di andare via. 

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Capitolo 2
*** 2. ***


 
Note: secondo capitolo prima del previsto!!
2.
 
-Santana! Santana! Sveglia!
La ragazza mugugnò qualcosa mentre nascondeva la testa sotto il cuscino per cercare di sfuggire a quella voce.
-Maledizione Santana! Alzati è tardissimo!
-No, altri cinque minuti, Brittany.
-Ma quali cinque minuti! Arriverai in ritardo alla lezione di pozioni! La Sylvester ti mangerà viva! E poi chi è Brittany?
Santana si riscosse. Si mise a sedere con un movimento troppo rapido che le diede un forte senso di nausea.
-Brittany? – chiese mentre si passava una mano sul viso cercando di aprire gli occhi.
-Ma quale Brittany! Oggi sei più strana del solito! Dovresti smettere di bere tanto!
Santana sollevò lo sguardo trovandosi davanti una Rachel già perfettamente vestita che teneva le mani sui fianchi e la guardava come se fosse sua madre.
-Berry?
-Almeno mi riconosci! Chi è Brittany?
-Cosa? Brittany? Tu come fai a conoscere Brittany?
Rachel si portò le mani tra i capelli.
-Questa discussione sta diventando troppo strana per un lunedì mattina! E sei in ritardo! Alzati!
Afferrò il braccio di Santana per sollevarla dal letto. Questa si infilò la tunica che era appoggiata sulla sedia al lato del letto. Aveva un terribile mal di testa. Dopo un paio di tentativi e un milione di sbuffi da parte di Rachel riuscì a infilarla dal lato corretto e fu trascinata fuori dal dormitorio verso la lezione di pozioni.
-Allora chi è Brittany? – chiese Rachel mentre correvano giù dalle scale.
-Ho fatto uno strano sogno ieri notte. – rispose Santana scuotendo la testa.
-Un sogno?
-Si, doveva essere un sogno. Realistico ma pur sempre un sogno.
Finalmente arrivarono all’aula e entrarono. Rachel si sedette al lato di Puck che giocava con una coda di scorpione che ancora si muoveva. Santana sollevò gli occhi al cielo quando vide qual’era l’unico posto libero.
-Fabray – disse a modo di saluto.
Quinn Fabray sollevò lo sguardo per dedicarle un sorriso ironico e un occhiata divertita.
-Lopez, hai un aspetto terribile. Hai festeggiato ieri?
-Non sono affari tuoi!
-Perché? Mi fa piacere sapere che festeggi le tue vittorie, finché puoi!
-Se credi che quest’anno riuscirai a strapparmi quel dannato boccino dalle mani come l’anno scorso, ti sbagli di grosso.
-Sono tre anni che Corvonero vince la coppa di quidditch. Da quando sono cercatore! Vinceremo anche quest’anno!
-Scordatelo! Sto allenando Puck con pupazzi a cui metto la tua faccia! Non uscirai nemmeno sulle tue gambe da quel campo!
Quinn cercò di reprimere un sorriso, si divertiva a infastidire Santana Lopez. E, dopo che l’anno scorso era riuscita a vincere la partita afferrando il boccino all’ultimo, non perdeva occasione per rinfacciarglielo. Ed era stato il suo modo di vendicarsi della bruciante sconfitta in quella stupida sfida di duelli che aveva organizzato l’insegnante di difesa contro le arti oscure. Santana l’aveva fatta finire per terra in meno di un secondo. E ancora non riusciva a capire come c’era riuscita.
Lo scambio di battute fu bruscamente interrotto dalla Sylvester che entrò come una furia sbraitando ordini. Le due si scambiarono un occhiata rassegnata e si concentrarono sulla lezione.
  
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Kurt lanciò un occhiata a Santana che le passò al lato con la testa bassa. Era passata quasi una settimana dalla loro piccola festa privata e lui non era ancora riuscito a parlarle. La vedeva vagare per i corridoi o a lezione con aria pensosa, c’era sicuramente qualcosa che la stava preoccupando. Quella sera l’avrebbe vista e avrebbe avuto delle risposte, a costo di strappargliele con la forza.
Aveva passato la giornata con Blaine, era stato un sabato piacevole. Ma adesso, mentre sgattaiolava fuori dalla sala comune di Grifondoro, non riusciva a non pensare a Santana e al fatto che era un po’ preoccupato per lei. Raggiunse l’aula nella quale si incontravano e la trovò vuota. Si sedette al suolo guardando fuori dalla finestra, poi sentì la porta aprirsi lentamente e Santana entrare.
-Scusa il ritardo, ma quasi mi ha beccata Fabray!
Kurt si alzò e le andò incontro per chiudere la porta dietro di lei, non prima di aver controllato che il corridoio fosse deserto.
-Io non ho avuto problemi! Oggi c’è Blaine che controlla per Grifondoro e so a memoria il percorso che segue.
-Come se fosse un problema! Anche se ti dovesse trovare fuori probabilmente chiuderebbe un occhio.
-Stai mettendo in dubbio l’onore del mio ragazzo? Sarebbe costretto a togliere punti a Grifondoro.
Santana sbuffò come se fosse un idea ridicola e si guadagnò un occhiataccia da parte di Kurt.
-Allora, Santana, cosa c’è che ti preoccupa? – chiese a bruciapelo il ragazzo. Era inutile girarci intorno, la Serpeverde non era famosa per la sua pazienza era meglio essere diretti.
-Niente – rispose distogliendo lo sguardo.
-Oh andiamo San, sai che non ti lascio in pace sinché non mi dici tutto! Non perdiamo tempo!
La ragazza lo guardò per un attimo. Poi scosse la testa.
-No davvero. Non ho niente.
-Giri per i corridoi senza sollevare lo sguardo dai tuoi piedi. Durante le lezioni guardi dei punti indefiniti. L’ultima settimana sei sparita. Allora cosa c’è?
Santana si guardò intorno.
-Ho fatto un sogno strano l’altro giorno. – sussurrò alla fine.
-Di cosa stai parlando?
-Domenica scorsa, dopo la partita, quando siamo venuti qui a festeggiare. Quella notte ho fatto uno strano sogno e adesso non riesco a togliermelo dalla testa.
-Racconta. Andiamo non farti pregare.
-Va bene. Per farla breve ho sognato di essere entrata in una stanza che era chiusa dalle parti dei sotterranei. In quella stanza c’era uno specchio e dentro lo specchio una ragazza.
-Una ragazza?
-Si, era strana. Positivamente dico, era bella e aveva una tunica di Tassorosso. Abbiamo parlato un po’ e mi ha detto che si chiama Brittany. E poi le ho promesso che sarei tornata a trovarla.
-Aspetta ma sei sicura che stavi sognando?
Santana fece un’espressione confusa.
-Certo, cioè non ne sono sicura del tutto. Era tutto così reale. Ma non può essere che un sogno.
-E questa Brittany, cosa ti ha detto?
-Non so, mi ha sgridata perché avevo bevuto e poi mi ha detto che non ha mai conosciuto i suoi genitori e sembrava triste quando stavo andando via.
-Hai provato a ritrovare quella stanza?
-Certo che no!
-E non sei curiosa?
-Non lo so. Cioè è vero che non faccio altro che pensare a lei, ma andiamo, Kurt, una ragazza intrappolata in uno specchio? E’ troppo anche per Hogwarts!
Kurt si alzò in piedi con uno scatto rapido.
-Andiamo! – disse solo.
-Andiamo dove? – chiese confusa Santana.
-Voglio conoscere questa ragazza che non riesci a toglierti dalla testa!
-Ehi! Chi ti ha detto che non riesco a togliermi dalla testa Brittany? E’ solo la situazione che è strana.
-Certo! – disse con una punta di ironia Kurt.
Uscirono dalla stanza guardandosi intorno per essere sicuri che non ci fosse nessuno. Scesero le scale e arrivarono al primo piano, dove erano soliti separarsi. Santana gli fece un gesto con la testa perché la seguisse e stava per infilarsi nelle scale quando una voce li fece gelare.
-Bene bene! Guarda chi abbiamo qui!
I due si voltarono contemporaneamente e si trovarono davanti una ragazza bionda che conoscevano bene.
-Lopez, Hummel! Ma che strana coincidenza! – disse con una risata divertita.
-Fabray, che diavolo ci fai da queste parti?
La ragazza si indicò una spilla che brillava sul bavero della sua tunica.
-Ricordi, Santana? Prefetto! Stavo facendo un giro di controllo.
-Va bene Quinn, cerca di essere breve. Toglici questi punti e facciamola finita – Santana mosse una mano come se non le importasse mentre Kurt era bianco come un cadavere.
-Potrei chiudere un occhio con il nostro Kurt. Ma Santana lo sai quanto mi diverte darti fastidio!
-Aspetta, non è giusto. Hai trovato entrambi fuori dalle nostre rispettive sale comuni dopo il coprifuoco. La punizione va per entrambi. – disse Kurt.
Quinn sorrise divertita.
-Potrei chiudere un occhio per entrambi allora se mi date una buona ragione per spiegarmi perché un serpente e un grifone siano in giro a notte fonda. E poi voi due che, teoricamente, nemmeno vi conoscete.
-Quello che pensi tu non mi interessa Quinn. Non devo dare spiegazioni a te.  
-San, vuoi comportarti bene? – la fulminò Kurt e Santana abbassò la testa.
Quinn li guardò con la bocca spalancata.
-Non posso crederci! Voi due siete amici? Non ho mai visto nessuno rivolgersi a Santana in quel modo e non venire attaccato verbalmente, beh anche fisicamente a dire il vero!
Santana si massaggiò le tempie con aria stanca, non poteva finire quella tortura?
-Allora dacci questa punizione e facciamola finita. Voglio tornare a dormire e dimenticare questa giornata e l’intera settimana se fosse possibile.
-I patti valgono sempre. Se mi date una buona ragione io non vi ho visto. – disse spalancando le braccia.
-Stiamo cercando una ragazza intrappolata in uno specchio! – disse in fretta il ragazzo.
-Kurt! – disse indignata Santana.
-Aspetta. Cosa? – chiese confusa Quinn che non poteva credere a quello che stava succedendo.
-Se ci segui ti raccontiamo tutto. – concluse Kurt mentre spintonava Santana che lo stava guardando come se fosse uno scarafaggio.
I tre scesero le scale, Santana percorse rapidamente il corridoio dove, almeno sulla carta, c’era la porta dietro la quale si sarebbe dovuto trovare lo specchio. Nel frattempo raccontò brevemente tutta la storia a Quinn che aveva un aria scettica.
Davanti alla porta si fermarono, guardandosi intorno.
-Quindi li dietro c’è uno specchio magico? – chiese Quinn con un tono che era un misto tra incredulità e ironia.
-Senti Fabray, sei voluta venire tu con noi! Potevi mandarci in punizione e basta. Quindi togliti quel sorrisino dalla faccia o te lo tolgo io!
Kurt sollevò gli occhi al cielo. La sua amica non aveva un minimo di gentilezza con gli altri. Le spostò entrambe ed aprì la porta per farle smettere di discutere. E poi, siamo sinceri, la curiosità lo stava uccidendo.
La stanza era in penombra. Era esattamente come l’aveva descritta Santana e, automaticamente, sei paia d’occhi si posarono su uno specchio ai cui piedi vi era un lenzuolo bianco.
-Beh, lo specchio c’è davvero – sussurrò incredula Quinn.
-Non posso crederci nemmeno io – aggiunse Santana con lo stesso tono.
Kurt si avvicinava lentamente e, con la stessa lentezza, sollevò una mano fino a toccare la superficie dello specchio.
-E’ vero. Non riflette quello che c’è da questa parte. Sembra una porta come hai detto tu, San.
-E questa ragazza misteriosa? – domandò Quinn che a sua volta aveva allungato la mano per toccare lo specchio.
Santana si strinse nelle spalle.
-Non ne ho idea! L’altra volta era li che canticchiava!
-Canticchiava? – domandarono in coro voltandosi verso di lei.
-Ehi! Ciao!
I tre fecero un salto e urlarono contemporaneamente quando, dal nulla apparve una ragazza dall’altra parte dello specchio. Questa fece un espressione corrucciata per la reazione dei tra ragazzi davanti a lei.
-Vi faccio paura? – mormorò guardandosi i piedi con una strana espressione triste in volto.
-No, certo che non fai paura! Solo non ci aspettavamo di vederti apparire così – si affrettò a dire Santana, guadagnandosi un luminoso sorriso da parte della ragazza dall’altra parte dello specchio.
-Sei tornata davvero. – mormorò questa passando timidamente il peso del suo corpo da un piede all’altro.
-Si – mormorò piano in risposta la latina.
-Se per favore vuoi smettere di flirtare con lei e fai le presentazioni …. – disse Kurt subito zittito da un occhiata omicida dell’amica.
Brittany spostò l’attenzione sui due nuovi arrivati mentre batteva le mani con entusiasmo.
-Si, questa qua è Quinn e lui è Kurt – disse rapidamente Santana.
Quinn fece un passo avanti ricambiando il sorriso di Brittany che nel frattempo aveva riportato la sua totale attenzione sulla ragazza di Serpeverde. Tutti si sedettero al suolo e iniziarono a parlare contemporaneamente.
-Mi state confondendo – si lamentò Brittany che li guardava a bocca aperta.
-Brittany esattamente chi sei? – chiese Quinn che cercava di riprendere il controllo della situazione.
Ma la ragazza a cui aveva fatto la domanda semplicemente scosse la testa con la stessa espressione confusa.
-Brittany! – rispose con un alzata di spalle.
-Si ma voglio dire… sei reale? – chiese Kurt.
La ragazza si toccò con le mani la faccia.
-Si!
-Ok e sei una studentessa di Hogwarts? – continuò Quinn mentre Santana sollevava gli occhi al cielo.
-Si! Guarda – disse Brittany indicando lo stemma sulla tunica con un sorriso orgoglioso – Sono un Tassorosso!
-Brittany – iniziò Santana che non sapeva bene come affrontare l’argomento – Sai di stare dentro uno specchio?
La ragazza si incupì immediatamente a quelle parole e Santana si pentì di aver fatto quella domanda.
-Lo so – mormorò a voce bassa.
-E sai come ci sei finita? – domandò Quinn dopo un momento di silenzio che stava diventando imbarazzante.
Brittany si morse il labbro nervosamente.
-Non ricordo bene.
-Oh non fa niente, Britt. – disse rapidamente Santana – Non devi parlarne se non vuoi.
Kurt sollevò un sopraciglio al sentire il tono gentile della sua amica. Non l’aveva mai sentita parlare così dolcemente, cercò di nascondere un sorriso.
-Però voi siete i primi che parlano con me, qui – continuò Brittany senza guardarli.
-Da quando sei dentro lo specchio? – domandò Kurt curioso.
Ma la ragazza scosse la testa mentre manteneva lo sguardo verso il suolo.
-Britt? Va tutto bene? – chiese piano Santana.
-Prima di finire qui dentro. Nessuno mi parlava. Forse perché non avevo una famiglia. Mi chiamavano strana e mi stavano lontani.
Santana strinse i pugni con forza e digrignò i denti. Automaticamente Quinn e Kurt gli appoggiarono una mano sulle spalle per cercare di calmarla.
-Passavo le pause dalle lezioni da sola. E un giorno sono entrata in una stanza e c’era uno specchio – continuò Brittany con un espressione seria, come se stesse cercando faticosamente di ricordarsi qualcosa – E poi…. non so bene cos’è successo.
Nessuno parlò per qualche minuto. Ciascuno perso nei propri pensieri. Poi Kurt iniziò a raccontare un episodio divertente su un professore e Santana lo guardò confusa. Ma, quando sentì la risata di Brittany, capì cosa stava facendo l’amico. Cercava di farla divertire e tirarle su il morale. Anche Quinn lo capì al volo e si unì a lui. Santana sorrise mentre guardava Brittany che era tornata allegra.
Dopo qualche tempo Quinn si alzò in piedi.
-Dobbiamo andare. Inizia a essere tardi, nemmeno io posso farmi trovare in giro a quest’ora. Usciamo uno alla volta. Io vado per prima, il mio dormitorio è il più lontano.
Pochi minuti dopo uscì dalla stanza anche Kurt dopo aver salutato le due ragazze.
-Devo andare anche io – sussurrò Santana alla fine.
-Tornerai?
-Tutte le sere.

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Capitolo 3
*** 3. ***


Qualche informazione di base: la storia è finita quindi posso pubblicare un capitolo al giorno. Grazie a voi che seguite la storia!
 
3.
 
Qualche giorno dopo Santana vide Quinn che parlava a voce bassa con Kurt e li guardò curiosa. I due si accorsero della sua presenza e le fecero un impercettibile gesto con la testa. La latina si diresse verso la lezione di incantesimi che avrebbe diviso con Corvonero e attese.
Quinn entrò pochi secondi dopo e si sedette al suo fianco nonostante la classe fosse ancora mezzo vuota e ci fossero molti posti liberi. Nessuna delle due si accorse dello sguardo curioso di Rachel che era entrata proprio in quel momento.
-Ho cercato informazioni – sussurrò Quinn guardandosi intorno per essere sicura che nessuno prestasse attenzione a loro.
-Cos’hai scoperto?
-Niente. Non ho trovato informazioni di nessun genere su quello specchio.
-Com’è possibile? Voglio dire deve esserci qualcosa!
-Se non ci sono informazioni può voler dire una cosa sola. Dobbiamo cercare nella sezione proibita!
Santana fece una strana smorfia.
-Ma non abbiamo l’accesso.
-Lo so. Abbiamo bisogno d’aiuto. Dobbiamo riuscire a entrare. Ma questa non è la cosa che mi preoccupa di più! Se si parla di quello specchio nella sezione proibita vuol dire che è davvero pericoloso.
-E di Brittany? Voglio dire se era una studentessa ed è sparita allora ci deve essere qualcosa!
-Guarda San, non è così facile. Sai quanti incidenti ci sono stati in questo castello? Molti più di quanti immagini. Ma noi non sappiamo quando è sparita, né come. Non sappiamo niente.
-Forse dobbiamo cercare informazioni prima di tutto.
-Kurt ha fatto una piccola ricerca. Ha provato a parlare con il Frate grasso, il fantasma di Tassorosso. Ma lui si è rifiutato di parlargli. Dice che i segreti della sua casa rimarranno nella sua casa.
-E adesso cosa facciamo?
-Abbiamo bisogno di un Tassorosso!
Santana spalancò la bocca. Non stava suggerendo quello che sembrava stesse suggerendo. Per niente al mondo!
-No, Fabray! Non possiamo chiedere aiuto a un Tassorosso! Mi rifiuto categoricamente …
-Lopez, abbiamo bisogno di un Tassorosso! Vuoi riuscire a sapere qualcosa o no?
-Va bene, va bene! Ho capito! Parlerò con Sam! – si arrese alla fine.
-Rimane il problema della sezione proibita. Abbiamo bisogno delle chiavi. Me ne occupo io. Tu tieniti pronta e cerca di scoprire qualcosa di più da Brittany.
-Come fai a essere sicura che tornerò li? – chiese secca.
Quinn la guardò cercando di non ridere.
-Non ci tornerai quindi?
Santana spostò lo sguardo per non guardarla.
-Si certo che ci torno.
Quinn sollevò un sopracciglio divertita, poi si voltò per prestare attenzione alla lezione. Avrebbe avuto tempo per darle fastidio con quell’argomento.
Alla fine della lezione Santana prese lentamente i libri pensando a come riuscire a parlare con Sam. Era tanto presa dai suoi pensieri da non accorgersi della presenza di Rachel dietro di lei.
-Santana! Cosa stai combinando?
La ragazza si voltò di scatto.
-Berry, non so di cosa stai parlando!
-Cosa state combinando tu e Quinn?
-Ripeto, non so di cosa stai parlando.
Rachel fece una smorfia.
-Quindi non siete interessate alla sezione proibita della biblioteca?
Santana fece uno scatto e le chiuse la bocca con la mano. Si guardò intorno preoccupata.
-Maledizione Rachel! Vuoi urlarlo?
Rachel provò a parlare ma naturalmente uscirono solo dei suoni confusi e incomprensibili. Santana scosse la testa.
-Sto per togliere la mano. Ma abbassa la voce!
Rachel annuì, poi finalmente sospirò quando fu liberata.
-Allora cos’è questa storia delle sezione proibita?
-Non c’è niente di cui discutere! Non sono affari tuoi Berry!
Santana si voltò ignorando la voce di Rachel che le gridava che lei poteva aiutarla.
 
--------------------------
 
Santana prese un respiro profondo. Fece un passo e si fermò. Respirò di nuovo cercando di convincersi che quella era davvero una buona idea. Ma era difficile. Si sarebbe dovuta avvicinare a Sam, un Tassorosso, lei li evitava come la peste, i tassi. Strinse i denti. Quel pensiero poteva essere vero qualche giorno fa, ma non adesso. Non adesso che passava tutti i suoi momenti liberi con una ragazza intrappolata dentro uno specchio che indossava una tunica come la sua. Tranne che per un piccolo particolare: quello stemma giallo e nero. Si coprì gli occhi con la mano e poi la spostò lentamente per guardare Sam che, nel giardino interno del castello, discuteva animatamente con Finn. Dal loro gesticolare stavano sicuramente parlando di quidditch.
-Sicura che non vuoi che ci parli io?
Santana si voltò di scatto.
-Kurt, che diavolo fai qui?
-Supporto morale! Stavo passando da queste parti e ti ho visto qui. Quinn mi ha detto che avresti provato a parlare con loro. E visto che non c’era nessuno da queste parti mi sono fermato per darti coraggio. Vuoi che venga con te?
-Credo che saranno già abbastanza sorpresi di vedere me li! Non attiriamo troppo l’attenzione.
Kurt annuì.
-Fallo per Brittany, San! E per favore, cerca di essere gentile!
La ragazza lo guardò storto prima di voltarsi e dirigersi verso i due ragazzi. Quando arrivò a un paio di metri si fermò schiarendosi la voce. Sam fu il primo a sollevare lo sguardo. Gli ci volle un attimo per mettere a fuoco chi aveva davanti e spalancò la bocca. Finn seguì lo sguardo dell’amico e scattò in piedi appena vide la ragazza.
-Ciao, ragazzi – mormorò Santana, così basso che ebbe il dubbio di averlo solo pensato.
I due ragazzi si guardarono tra loro e poi intorno, come se stessero cercando qualcuno.
-Dici a noi? – chiese stupito Sam accorgendosi che, effettivamente, non c’era nessun’altro li intorno.
Santana si passò una mano sulla nuca imbarazzata. Era meglio non girarci intorno perché prima l’avesse detto prima sarebbe finita quella situazione imbarazzante. Cosa le aveva detto Kurt? Ah giusto, gentilezza.
-Si, mi servirebbe una mano.
-Da noi?
-No dalle persone invisibili che ci sono qui intorno e che sicuramente sono molto più intelligenti di voi due messi insieme! – Santana si morse la lingua. Maledizione doveva essere gentile!
I due ragazzi si guardarono di nuovo per un attimo poi scossero la testa e si voltarono per andare via.
-No! Aspettate! Va bene sentite mi dispiace!
Sam si voltò con la bocca aperta, la ragazza pensò che se non si toglieva quell’espressione stupita dalla faccia gliela avrebbe strappata lei a forza di incantesimi di trasfigurazione.
-Sentiamo, cosa vuole Santana Lopez da noi? Devi essere davvero disperata per chiedere scusa!
Santana digrignò i denti.
-Ho bisogno di un informazione sulla vostra casa.
Sam aggrottò le sopraciglia.
-Che informazione?
-Voglio sapere quanti incidenti ci sono stati con studenti appartenenti alla vostra casa. Soprattutto sparizioni. E soprattutto ragazze.
Sam fece un passo verso di lei. Sembrava aver attirato la sua attenzione.
-Queste informazioni si trovano in un qualsiasi libro di storia di Hogwarts! Perché hai bisogno di noi?
-Perché quello che sto cercando non c’è nei libri. Ho bisogno del vostro fantasma. Lui conosce tutto quello che è successo.
-E quindi hai bisogno di un Tassorosso che ci parli? Capisco. Va bene – disse sollevando le spalle.
Santana non ci poteva credere. Era stato tutto troppo facile.
-Bene! Allora mi farai sapere – disse titubante.
Sam sorrise.
-Non abbiamo parlato del compenso.
Santana sollevò un sopraciglio, non era così facile come aveva pensato, dopo tutto.
-Cosa vuoi? – domandò secca.
-Io ti do le informazioni. Parlo con il fantasma e ti faccio un elenco di tutte le cose strane che sono successe nella nostra casa. Ma tu in cambio farai una cosa per me.
Santana si irrigidì di colpo. Quel discorso non le piaceva.
-Vai al sodo Sam.
-Avete qualcosa tra le mani. L’altro giorno ho visto Kurt che provava a parlare con il Frate e, per quel poco che ho sentito, ha provato a chiedergli la stessa cosa che vuoi sapere tu. – si fermò per sorriderle – E poi c’è Quinn Fabray, nell’ultimo periodo è sempre in biblioteca e ogni volta che la vedo ha un libro di storia o misteri della scuola. Soprattutto su Tassorosso.
Prese un respiro mentre Santana inclinava la testa per guardarlo meglio, quel ragazzo era più sveglio di quanto potesse sembrare.
-Sto ancora aspettando.
-Voglio sapere cosa sta succedendo! La verità.
-E se i tuoi giochetti da investigatore privato fossero sbagliati? Se non ci fosse niente di strano?
-Tu decidi. Io parlo col Frate stasera stessa. Se vuoi sapere cosa mi racconta dovrai essere tu la prima a parlare. E dovrai essere convincente!
Il ragazzo si voltò e iniziò a camminare verso il castello seguito da Finn che, a giudicare dalla sua espressione, non aveva capito niente di quello che era successo.
Santana li guardò infilarsi nel corridoio e sparire dalla sua vista. Sollevò gli occhi al cielo. Chi l’avrebbe mai detto che un tasso potesse essere così astuto?

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Capitolo 4
*** 4. ***


4.
 
Brittany stava seduta davanti allo specchio battendo nervosamente il piede al suolo. Non sapeva quanto tempo era passato da quando era finita li dentro, sapeva solo che, fino a pochi giorni prima, non le importava molto. Non aveva niente che la legasse a Hogwarts né al mondo esterno. Questo prima che apparisse una strana ragazza con occhi profondi e un espressione infastidita con tutto e tutti. Le piaceva trasformare quello sguardo duro in un enorme sorriso.
Sentì la porta aprirsi e sollevò il viso per trovarsi davanti Santana che le fece un rapido gesto con la mano prima di chiudere la pesante porta dietro di se. Le si avvicinò con un lieve sorriso sulle labbra. Si sedette al suolo come faceva sempre e iniziò a lamentarsi dei suoi compagni di squadra che ultimamente stavano prendendo troppo alla leggera gli allenamenti di quidditch e ormai mancava poco alla partita contro Grifondoro.
-Hai mai giocato a quidditch? – chiese improvvisamente la latina.
-No, non ho mai provato a volare.
-Oh non preoccuparti! Quando ti tireremo fuori da li ti insegnerò io!
Brittany fece una faccia strana a quelle parole.
-Volete liberarmi?
Santana si fece immediatamente seria. Allungò la mano per appoggiarla sullo specchio e immediatamente Brittany fece lo stesso.
-Fosse anche l’ultima cosa che faccio ti tiro fuori. Te lo prometto.
Poi strinse il pugno e colpì lo specchio abbassando lo sguardo con ira. Brittany si inginocchiò appoggiando entrambi i palmi sulla superficie che le separava.
-San – la chiamò – San, guardami.
Ma l’altra teneva lo sguardo basso e i pugni così stretti che le nocche erano diventate bianche. Non sembrava intenzionata a parlare.  
-San, ti prego. Cosa c’è che non va?
-Io … vorrei solo poterti toccare. E sentire che sei vera e non solo il frutto della mia immaginazione. Vorrei … vorrei prenderti per mano.
Brittany colpì la superficie con entrambi i palmi aperti. Il suono richiamò Santana che sollevò appena gli occhi lucidi.
-Metti i palmi sui miei – sussurrò la bionda.
Ma Santana scosse la testa.
-E’ inutile, Brit.
-San, per favore.
La voce era così triste che Santana non riuscì a resistere. Si inginocchiò anche lei e posò i palmi su quelli di Brittany che le sorrise. Ma Santana non ci riuscì. Vedeva le mani ma sentiva solo il freddo specchio. Scosse la testa con rassegnazione.
-E’ inutile.
-Chiudi gli occhi San.
La ragazza aggrottò le sopraciglia ma incrociò lo sguardo con quello sicuro di Brittany. Fece come le veniva chiesto senza protestare oltre.
-Adesso ascolta solo la mia voce.
L’espressione di Santana si addolcì un po’ e aumentò la pressione sulla superficie.
-Io sono qui, San. E tu lo puoi sentire. Lo sai che sono qui.
Santana voleva scuotere la testa. Ma poi cercò solo di ascoltare il suono di quella voce. E improvvisamente lo sentì. Sentì il calore delle mani di Brittany sulle sue. Sospirò e avvicinò lentamente la fronte sullo specchio. Aveva ancora gli occhi chiusi ma sapeva che, se li avesse aperti, avrebbe visto che Brittany aveva fatto lo stesso. Poteva sentirla, poteva sentire il suo calore. Lentamente aprì gli occhi e la trovò a pochi centimetri da lei. Era sicura di essere arrossita. Poi anche Brittany aprì i suoi e le sorrise. Santana si alzò piano.
-Devo andare Britt. Devo vedere Quinn e Kurt. Dobbiamo parlare delle novità. Tornerò dopo.
Santana si voltò per andare via poi si fermò di nuovo e la guardò.
-Ti ho sentita – le disse a bassa voce prima di uscire dalla stanza.
 
-----------------------------
 
Kurt camminava avanti e indietro nella stanza. Santana era in ritardo e lui era isterico. Poco prima aveva incontrato Blaine e Mercedes nei corridoi. I due l’avevano fermato per chiedergli dove stesse andando a quell’ora di notte. Aveva dovuto inventare una scusa in fretta. Aveva detto che aveva dimenticato un libro che gli serviva nella classe di incantesimi quella mattina. I due prefetti l’avevano guardato scettici e Kurt sapeva perfettamente che avevano sentito che stava mentendo. Ma naturalmente l’avevano fatto passare senza ulteriori domande perché, in fondo aveva ragione Santana, sapeva anche lui che avrebbero chiuso un occhio. Ma, allo stesso tempo, sapeva che Blaine gli avrebbe fatto una serie di domande da cui sarebbe stato difficile scappare. Si voltò di colpo quando sentì Santana che lo salutava.
-Sei in ritardo – furono le sue prime parole.
-Si, lo so. Ero con Brittany.
Kurt fece un sorriso che non passò inosservato a Santana.
-Togliti quel sorriso dalla faccia.
-Ultimamente passi ogni minuto libero con lei – disse semplicemente lui con lo stesso tono con cui si commenterebbe il tempo.
-Vado solo a farle compagnia.
-Sembra proprio che ti piaccia.
Santana si sentì avvampare.
-Mi fa pena. Chiusa li da chissà quanto.
Kurt scoppiò a ridere.
-Ti piace! E non pensavo che sarei vissuto abbastanza per vedere la terribile Santana Lopez arrossire!
-Non sono arrossita! E non mi piace!
-No, hai ragione! Non ti piace!
-Smetti di ridere!
-Scusa ma è divertente vederti innamorata e poi di una Tassorosso! – disse scuotendo la testa Kurt.
Santana gli puntò il dito contro.
-Non dirlo nemmeno per scherzo! E poi è una ragazza! Non penserai davvero che possa piacermi una ragazza?
Kurt si fece immediatamente serio.
-Cos’è quel tono? Sembra quasi che l’idea ti faccia schifo! Non dirmi che la mia migliore amica è un’omofoba!
-Cosa? No! Certo che no! Lo sai è solo che… senti è vero, mi piace. Tutto qui, ma è dentro uno specchio e poi non so nemmeno se lei possa davvero essere interessata a me e se non fosse …
-Santana, stai andando in iperventilazione! Vuoi calmarti?
-Di cosa parlate?
La voce di Quinn che era appena arrivata fece girare entrambi.
-Niente, di Brittany – disse Santana senza guardarla.
-Ah le hai fatto ammettere che le piace? – chiese Quinn a Kurt che scoppiò a ridere.
-Vogliamo andare? Sam ci aspetta al piano di sotto. Voglio vedere se ha scoperto qualcosa. – tagliò corto Santana.
I tre scesero rapidamente le scale e si infilarono nell’aula di incantesimi dove, per loro sorpresa trovarono Sam accompagnato da Finn.
-Cosa ci fa lui qui? – chiese Santana.
-Mi ha aiutato ad ottenere le informazioni che ti servono. – si strinse nelle spalle Sam.
-Questa situazione ci sta sfuggendo di mano! Andiamo siamo in troppi! Siamo un bersaglio facile, ci troveranno subito – disse con una nota isterica Santana.
-Sta tranquilla San, abbiamo due prefetti qui – iniziò Kurt indicando Sam e Quinn – E anche quelli di Grifondoro non sono un problema se ci trovano.
-Si ma rimangono Karofsky e Rachel!
-Ma sono i prefetti della tua casa! Karofsky oltre ad essere prefetto è il battitore della tua squadra! Non manderebbe mai in punizione il suo capitano! E Rachel è la tua compagna di stanza! – continuò Quinn cercando di far calmare Santana che andava avanti e indietro.
-Allora Santana, noi abbiamo le informazioni che ci hai chiesto – disse Sam mostrando una pergamena con un lungo elenco – I patti erano chiari. Voglio sapere perché ti servono!
Quinn, Kurt e Santana si scambiarono un’occhiata eloquente. Poi la Serpeverde prese un profondo respiro.
-E’ meglio se ve lo facciamo vedere. Ci muoviamo in gruppi. Tu vieni con me. Finn, Kurt e Quinn andranno per primi. Muoviamoci.
Il primo gruppo uscì di soppiatto dalla stanza mentre Santana e Sam stavano in silenzio. Dopo qualche minuto la latina fece un gesto con la testa mentre apriva la porta. Passarono lungo il corridoio e scesero le scale. Tutto sembrava andare per il meglio mentre infilavano il corridoio che li avrebbe portati alla loro meta. Ma non si accorsero di due ombre che seguivano i loro movimenti in silenzio.
Santana aprì la porta e fece entrare Sam che spalancò la bocca quando vide Finn che sorrideva e scherzava con una ragazza bionda che sembrava gli parlasse da dietro uno specchio. Scosse la testa e si voltò verso Santana senza formulare nessuna domanda. La ragazza solo si strinse nelle spalle e gli fece gesto di avvicinarsi.
-Ecco qua. Brittany, questo è Sam.
La ragazza sembrava essere al settimo cielo per la presenza dei due nuovi arrivati.
-Ciao! Anche tu sei Tassorosso e … sei il prefetto?
Sam continuava a fissarla a bocca aperta. Santana le si avvicinò posando, come sempre, il palmo sulla superficie, che subito fu seguito dalla mano di Brittany.
-Grazie San – sussurrò questa piano.
Santana arrossì vistosamente accorgendosi dello sguardo che si erano scambiati Quinn e Kurt, ma naturalmente, non si allontanò.
-Oh mio Dio!
La voce acuta che procedeva dalla porta che era aperta li fece saltare tutti per lo spavento. Si voltarono con gli occhi spalancati e si trovarono davanti Rachel e Karofsky che era stato rapido a tappare la bocca alla ragazza che altrimenti avrebbe continuato a urlare. Quinn corse verso la porta per chiuderla mentre Santana si copriva il volto con la mano. Quella era la fine. Erano stati presi.
Karofsky trascinò dentro Rachel a forza mentre questa aveva gli occhi spalancati e fissi su Brittany che sorrideva felice per la presenza di due nuove persone.
-Cosa sta succedendo qui? – chiese secco Dave Karofsky mentre si guardava intorno.
Nessuno sapeva cosa dire. Poi Finn parlò.
-Veramente non lo so nemmeno io! Io e Sam siamo appena arrivati e ci hanno presentato Brittany – indicò la ragazza attraverso lo specchio che manteneva un sorriso radioso e muoveva la mano per salutare.
Dave sentì Rachel mugugnare qualcosa attraverso la sua mano ma la ignorò. Era ancora troppo presto per liberarla. Avrebbe aspettato che si calmasse prima.
-Possiamo ricominciare con calma? Chi è Brittany, ma soprattutto cosa ci fate voi tutti qui?
Quinn gettò una rapida occhiata a Santana che non sembrava intenzionata a partecipare alla discussione e decise di intervenire. Si sedette e fece cenno a tutti di fare lo stesso. Dave fece sedere anche Rachel senza toglierle la mano dal volto per paura che ricominciasse a urlare. Quinn raccontò per filo e per segno tutto quello che era successo mentre Brittany annuiva seria.
Alla fine Rachel alzò la mano per indicare che voleva fare una domanda. Dave la guardò scettico ma Santana gli fece un gesto per indicare che la liberasse. Rachel prese un profondo respiro dalla bocca finalmente libera.
-Quindi questa è una missione di salvataggio?
-Si, più o meno. Non sembriamo proprio in grado di salvare nessuno! – Santana la guardò spalancando le braccia.
-E quindi volete entrare nella sezione proibita della biblioteca per cercare notizie su specchi magici?
-Si questa è l’idea, ma non è così facile – spiegò Quinn.
-Ma io ho le chiavi – disse Rachel con un sorriso.
-Si, le chiavi sarebbero l’ideale. Ma dovremmo riuscire a prenderle alla bibliotecaria mentre è distratta. O forse è più facile provare con uno dei professori. Non so – disse Kurt mentre Quinn e Santana annuivano pensierose.
-No, dico che io ho già le chiavi. Possiamo entrare quando volete. Magari di notte in modo da evitare domande – spiegò meglio Rachel alla quale le brillavano gli occhi di emozione.
-Hai le chiavi? – domandarono in coro tutti che finalmente avevano capito cosa stesse dicendo.
-Si, certo! Faccio un corso avanzato di storia della magia. Ho accesso a quella zona da quest’anno! Posso entrare solo accompagnata da un responsabile per essere sicuri che non prenda i libri sbagliati. Certo un tale onore e fiducia bisogna guadagnarselo con l’impegno e la perseveranza e ….
-Si Berry abbiamo capito! Ma stai dicendo che infrangeresti le regole? – domandò curiosa Santana.
-Certo! E’ emozionante!
-Va bene. Decidiamo come comportarci allora. Quinn e Rachel vi occuperete della sezione proibita. Siete prefetti entrambe, potete muovervi con maggiore libertà nella scuola.
-Si ma se ci trovano li nel cuore della notte non ci salverà essere prefetti! – esclamò Quinn.
-Vi copriamo le spalle noi. Manca solo Grifondoro, Kurt pensi di poter fare qualcosa? – domandò Sam.
-Posso parlare con Blaine e con Mercedes. Santana che ne pensi?
La ragazza si guardò intorno e alzò le spalle.
-Non credo che due persone in più ormai facciano molta differenza! Insomma c’è mezza scuola in questa stanza!
Poi si alzò e prese Sam in disparte, voleva sapere cosa aveva scoperto, ma non voleva che Brittany sentisse niente. Non sapeva come avrebbe reagito, ogni volta che si parlava della sua situazione o del suo passato si incupiva.
-Io ho rispettato la mia parte del patto, Sam. Adesso tocca a te. Cos’hai scoperto?
Il ragazzo prese una lunga lista dalla tasca della tunica e si schiarì la voce.
-Allora 1649, una ragazza del terzo anno si è trasfigurata in teiera. Non si sa cosa le sia successo poi. 1693 un ragazzo del quinto anno si è perso nel bosco proibito, non sappiamo bene se sia sopravvissuto o meno. 1702 una ragazza è sparita durante una esercitazione di incantesimi, pare che si sia miniaturizzata ma, anche qui non si sa se poi alla fine siano riusciti a farla tornare normale. 1734 un giovane del ….
Santana lo guardava con la bocca aperta.
-Sam, Sam! Ti sembra che queste cose possano avere a che fare con questa situazione? Andiamo veramente mi vuoi fare l’elenco dal 1600?
Il ragazzo arrossì mentre si grattava la testa.
-Scusa.
-Arriva al sodo. Adesso sai cos’è successo! C’è qualcosa in quell’elenco che possa aver a che fare con questa situazione?
-Veramente una cosa ci sarebbe. Si tratta di una cosa successa non più di una cinquantina di anni fa. Il frate grasso mi ha raccontato una storia e anche la mia famiglia ne aveva sentito parlare. Sai siamo Tassorosso da generazioni!
-Si, si! Arriva al punto.
-Si dicevo. Si parla di una ragazza che è sparita. La descrizione più o meno corrisponde. Bionda, occhi azzurri. Si racconta che non avesse molti amici, sai come possono essere crudeli a volte gli studenti di questo posto. Veniva dal mondo babbano. Si pensa fosse figlia di maghi ma non si sa molto, solo che fu ritrovata in un orfanotrofio. Era passata da una famiglia all’altra ma tutti la riportavano all’orfanotrofio perché intorno a lei succedevano cose strane.
-Capisco – disse Santana guardando con la coda dell’occhio Brittany che rideva di qualcosa che aveva appena raccontato Finn.
-Insomma, era abbastanza solitaria anche a Hogwarts. Poi un giorno, semplicemente, sparì. La cercarono nel castello per giorni. Ma non trovarono tracce. Alla fine pensarono che fosse tornata nel mondo babbano e la cosa perse importanza.
Santana si grattò la testa.
-Dobbiamo tirarla fuori, Sam.
-Conta su di me. In fondo è una Tassorosso, troveremo il modo.

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Capitolo 5
*** 5. ***


5.
 
Santana entrò nella stanza e trovò Brittany seduta davanti allo specchio, come sempre. Le sorrise e si avvicinò piano.
-Scusa, oggi non sono riuscita a venire prima.
Brittany le sorrise appoggiando la mano sullo specchio.
-Non importa, adesso sei qui.
-Oggi c’è una luna bellissima – aggiunse guardando la finestra.
-Qui è sempre giorno, non vedo la luna da tanto – rispose piano Brittany.
Santana rivolse la sua attenzione verso di lei.
-Vuoi vederla? Posso spostare lo specchio vicino alla finestra! – disse con entusiasmo.
Brittany annuì felice mentre Santana prendeva lo specchio e lo spostava lentamente. Alla fine riuscì a portarlo proprio davanti alla finestra e la luce illuminò la superficie. La bionda sorrise ancora di più e poi allungò la mano per toccare la superficie con le dita. Santana non riusciva a staccare gli occhi da lei, la luce della luna la rendeva ancora più bella del solito. Sollevò la mano e le strinse le dita. Brittany spostò lo sguardo sulle loro mani e poi intrecciò le dita con le sue. Entrambe sorrisero e poi si rivoltarono verso la finestra. Passarono appena un paio di secondi prima che entrambe spalancassero la bocca e gli occhi e tornassero a guardare le loro mani intrecciate.
-Brit … la tua mano… - disse Santana a voce bassissima.
La ragazza dentro lo specchio la guardò curiosa e fece un passo avanti. Chiuse gli occhi pronta a sentire una barriera che la fermava. Ma non fu così. Quando li riaprì si trovò fuori a pochi centimetri dal volto di Santana. Questa non riusciva a chiudere la bocca, né a credere a quello che vedeva. Lasciò la sua mano e fece un passo indietro, Brittany la guardò e la seguì. Di nuovo era a pochi centimetri da lei. Santana fece un passo più lungo e si trovò fuori dalla luce che veniva proiettata dalla luna piena. Brittany provò a seguirla di nuovo. Ma quando provò ad attraversare la zona della luce si trovò davanti un muro invisibile. Il sorriso sparì dal volto di entrambe.
-Non posso seguirti. Posso stare solo dove c’è la luce.
Santana le andò rapidamente al lato, si avvicinò alla sua mano e la sfiorò. Non poteva uscire dalla zona della luce ma era li, con lei. E lei la poteva toccare. Brittany sollevò piano la mano e le accarezzò il volto. Santana chiuse gli occhi a quel contatto. Sentiva il battito del suo cuore farsi incontrollabile. Si mosse rapidamente e la prese per la vita, spingendola verso la finestra. Quando aprì gli occhi si trovò a pochi millimetri dalla ragazza e vide quegli occhi azzurri che la guardavano spalancati.
-Scusa – sussurrò senza sapere bene di cosa si stesse scusando. Forse del fatto che fosse troppo vicina a lei per essere una situazione socialmente accettabile.
Fece violenza su se stessa per cercare di allontanarsi. Riuscì a muoversi di pochi centimetri prima di sentire le mani di Brittany che facevano forza sulla sua schiena e la riportavano alla sua posizione di partenza. Con la coda dell’occhio vide la mano della bionda che percorreva il suo braccio con lentezza disarmante, saliva sulla spalla e si riposava sulla guancia. Prima furono solo i polpastrelli che la sfiorarono appena, poi fu tutto il palmo che riscaldò la sua pelle. Brittany non staccava i suoi occhi da quelli di Santana. Poi lentamente mosse il pollice per accarezzarle le labbra. Il movimento distrasse la Serpeverde che abbassò lo sguardo per cercare di vedere la mano e sentì un brivido che le percorreva la schiena.
-Scusa – sussurrò questa volta Brittany mentre allontanava la mano.
Santana scosse la testa e sollevò rapidamente la sua mano per impedire all’altra di allontanarla.
-Britt, io vorrei…
Ma il pollice della ragazza si posò sulle sue labbra indicandole di non parlare. Non c’era bisogno. Spostò la mano e si avvicinò piano. Santana deglutì così forte che Brittany non riuscì a trattenere un sorriso. Ma fu solo un attimo. Poi le sue labbra si posarono su quelle di Santana e non ci fu più niente.
 
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Blaine e Mercedes guardavano Kurt che cercava di raccontare tutta la storia di Brittany e dello specchio. Erano seduti in uno degli estremi dell’enorme tavolo di Grifondoro e parlavano a bassa voce.
-Senti Kurt, lo sai che sei un mio caro amico ma non capisco perché mi stai raccontando questa storia! – disse Mercedes mentre si portava la forchetta alla bocca.
-Perché abbiamo bisogno della vostra collaborazione! Gli altri prefetti sono praticamente tutti d’accordo.
Blaine aveva un sorrisino ironico che a Kurt non piacque per niente.
-Quindi mi stai davvero dicendo che c’è un gruppo di salvataggio composto da membri di tutte le case?
-Si!
-E tra questi anche Santana Lopez, Quinn Fabray e naturalmente Sam Evans?
-Si! Ma anche i prefetti di Serpeverde e Finn!
Mercedes e Blaine scoppiarono a ridere.
-Tesoro, mi dispiace perché si vede che ti sei preparato tanto, ma dovrai cercare altre persone a cui fare questo scherzo.
-Ma Blaine non è uno scherzo! Mercedes almeno tu, datemi una possibilità! Stanotte vi porto nella stanza dello specchio!
-Oh no Kurt! Io non ti seguirò stanotte tra i corridoi oscuri del castello per poi arrivare in una stanza dove …
Non terminò la frase perché vide arrivare verso di loro una ragazza trafelata. Quasi le cadde la forchetta quando questa si sedette al lato di Kurt e lo fece voltare.
-Kurt! E’ uscita dallo specchio! Ieri notte!
Il ragazzo si voltò con gli occhi spalancati.
-Cosa?
Blaine e Mercedes si guardarono l’un l’altro. E quasi si misero a urlare quando dal nulla apparve anche Quinn Fabray che si sedette con loro dopo un rapido saluto.
-Cosa succede Santana? Ti ho visto correre per i corridoi ma non ti sei fermata quando ti ho chiamata.
-Ieri notte è uscita dallo specchio – ripeté la ragazza.
Per quel momento tutte le tavolate avevano spostato la loro attenzione su di loro. Dal tavolo riservato a Tassorosso si alzò Sam che si diresse verso il loro gruppo.
-Cosa succede ragazzi? Novità? – domandò sedendosi al lato di Quinn.
Santana sollevò gli occhi al cielo. Quante volte avrebbe dovuto ripeterlo?
-Può uscire, solo con la luce della luna piena! Quando la luna tramonta c’è come una forza invisibile che la spinge di nuovo dentro.
-Questo è interessante – iniziò Quinn.
-Cosa è interessante? – domandò Rachel che era appena arrivata.
Sam fece un rapido riassunto delle ultime novità. Rachel ascoltava interessata. Poi Kurt richiamò la loro attenzione.
-Ragazzi forse è meglio se rimandiamo questa discussione – sussurrò.
-Cosa? Aspetta io voglio sapere i particolari, abbiamo bisogno di sapere tutto. E poi dobbiamo decidere un piano d’azione … - iniziò Rachel mentre gli altri annuivano.
Kurt si guardò intorno facendo un gesto della mano perché gli altri lo imitassero. Solo allora si accorsero che tutti avevano smesso di parlare e la loro strana riunione era diventata il centro dell’attenzione di tutti. Anche nella tavolata dei professori la Sylvester li guardava sospettosamente. E, se c’era una cosa che volevano evitare, era proprio l’attenzione dei professori.
-Stanotte. Solito posto – mormorò Santana.
Poi si alzarono tutti di colpo e si diressero verso le rispettive case a testa bassa. Santana andò a sedersi vicino a Karofsky che l’aspettava per capire cosa stesse succedendo. Lo stesso fece Sam che fu raggiunto da Finn in un angolo del tavolo. Quinn fece un gesto col capo verso i prefetti di Grifondoro che la guardavano come se fosse un alieno.
Kurt riportò la sua attenzione verso il fidanzato e l’amica, aveva un sorriso vittorioso sul viso.
-Stavamo dicendo. Stanotte vi porto a conoscere Brittany.
I due riuscirono solo ad annuire.

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.
 
Santana leggeva un libro seduta comodamente in una delle poltrone della sala comune di Serpeverde. In realtà non riusciva a concentrarsi, aspettava il momento giusto per uscire senza che nessuno le prestasse attenzione. Pochi minuti prima erano passati Rachel e Karofsky che l’avevano salutata prima di uscire. Ma loro non avevano problemi, erano prefetti e nessuno gli avrebbe fatto domande. Lei invece si sentiva stranamente ansiosa quel giorno. C’era qualcosa che stonava, un piccolo particolare che aveva visto ma che la sua mente non aveva registrato a livello cosciente. Girò una pagina perché passare un’ora senza farlo era decisamente troppo sospetto. E, con quel rapido movimento, si accorse che c’era davvero qualcosa che non andava. A pochi metri da lei c’era Puck. Aveva un libro di pozioni tra le mani. E già questo era abbastanza strano. Santana si alzò di scatto e, in pochi rapidi passi, lo raggiunse. Il ragazzo non si mosse anche quando Santana fu davanti a lui con le mani sui fianchi.
-Puckerman! Cosa stai facendo?
Il ragazzo sollevò lentamente gli occhi con sguardo stupito.
-Studio, a te cosa sembra?
Santana sollevò gli occhi al cielo esasperata. Allungò la mano e gli strappò il libro. Lo chiuse e lo colpì con quello.
-Avevi il libro a rovescio! Idiota!
Puck si massaggiò la testa guardandola male.
-Ti stavo controllando – mugugnò tra i denti.
-Controllavi me?
-Si! Cosa stai facendo?
-Studiavo – disse a voce bassa.
-Sei una bugiarda! Tu non hai mai studiato in sala comune! Ti da fastidio la luce verde! Voglio sapere cosa state combinando!
-Niente! – rispose troppo in fretta lei.
-Oh credi che stamattina non vi abbia visti nella tavola di Grifondoro?
-Stavamo discutendo del torneo di quidditch.
-Sei una bugiarda! E io sono tuo amico! E non so niente di quello che sta succedendo! E, se è qualcosa di illegale, io potrei aiutarti e lo sai bene!
-Puck abbassa la voce!
Il ragazzo chiuse la bocca guardandosi intorno, ma la sala era deserta a quell’ora. Santana sospirò facendo dei rapidi calcoli mentali per sapere quanta gente si sarebbe trovata nella stanza di Brittany quella notte. Decise che ormai era inutile mentire.
-Puck, io esco adesso. Tu fatti trovare tra mezz’ora alla porta. Rachel passerà li. Dille che hai parlato con me lei ti porterà dove dobbiamo vederci.
Puck sorrise come un bambino e la salutò con la mano mentre Santana usciva dalla sala comune.
Raggiunse rapidamente la stanza di Brittany ed entrò. La bionda l’aspettava seduta ma appena entrò si alzò e le rivolse un enorme sorriso. Santana si sentì avvampare in modo preoccupante. Si avvicinò piano senza staccare gli occhi dai suoi. Sentiva il cuore che rimbombava nelle orecchie, sapeva che ancora non aveva detto niente ma non era sicura di riuscire a pronunciare parole coerenti. Non poteva fare a meno di pensare alla notte precedente, a quelle labbra sulle sue, strinse i denti pensando che avrebbe dovuto aspettare un mese intero prima di poter riprovare quella sensazione. Doveva liberarla, qualunque fosse il prezzo da pagare. Appoggiò le mani al vetro e fece una smorfia. Brittany sorrise a quel gesto, si avvicinò un poco a quella barriera che le divideva.
-Vorrei poterti baciare – sussurrò.
Santana divenne, se possibile, ancora più rossa. Provò a dire qualcosa ma uscì solo un lieve rumore che non assomigliava a nessuna parola conosciuta. Si schiarì la voce mentre sentiva la risata cristallina di Brittany.
-Anche io, non puoi immaginare quanto …
-Di cosa parlate?
Santana fece un balzo di un metro mentre allo stesso tempo si voltava con gli occhi spalancati verso i quattro nuovi arrivati. Blaine e Mercedes entrarono titubanti mentre Kurt e Quinn si diressero velocemente verso Brittany per salutarla.
Il prefetto di Corvonero stava spiegando ai due ultimi arrivati la situazione. E Santana ne approfittò per fare un paio di passi indietro per provare a riprendere almeno in minima parte un po’ di controllo. Ma fu immediatamente raggiunta da Kurt che aveva un sorriso che le faceva venire i brividi.
-Quindi ieri notte è uscita dallo specchio – sussurrò quando le fu accanto.
-Si – rispose rapidamente la ragazza senza guardarlo.
-Bene, e cosa avete fatto mentre era fuori?
-Parlato – disse con una nota isterica nella voce.
-Ah, capisco. San?
-Si.
-Ti rendi conto che il tuo colore naturale non è il rosso Grifondoro? – disse avvicinandole al volto la tunica dove spiccava lo stemma della sua casa.
Santana allontanò la mano dell’amico e si coprì il volto, mentre Kurt rideva piano per non attirare l’attenzione degli altri che, per fortuna, erano troppo presi a parlare di tutte le volte che Brittany si era persa tra i corridoi di Hogwarts. In particolare ricordava una volta in cui era rimasta bloccata nella sua torre perché non riusciva a imboccare la scala giusta. Il fatto che alle scale piacesse cambiare la confondeva.
Santana mormorò qualcosa. Kurt aggrottò le sopraciglia e le prese piano la mano che copriva il suo volto per spostarla.
-Puoi ripetere San?
-No.
-Santana!
-Mi ha baciata – disse in fretta.
Kurt sorrise e le si lanciò al collo.
-Lo sapevo! Lo sapevo!
Santana non trattenne un sorriso per l’entusiasmo dell’amico. Ma in quel momento entrarono Sam e Finn seguiti da Puck, Rachel e Karofsky. Santana fece un gesto con la mano per salutarli, poi si voltò verso Kurt e si avvicinò al suo orecchio.
-Per favore Kurt, dobbiamo tirarla fuori da li.
-Te lo prometto – rispose semplicemente stringendole appena la spalla.
Si sedettero tutti in circolo, Santana prese il suo posto al lato dello specchio. Fece un breve riassunto per i nuovi arrivati prima di dare la parola a Quinn.
-Dobbiamo prepararci per entrare nella sezione proibita. Abbiamo un'unica possibilità, perché se ci prendono è finita. Probabilmente potremmo evitare di essere espulse ma …
-Espulse? – disse Rachel tremando.
-Berry stai calma! Siamo in un milione in questa stanza anche per potervi dare copertura assoluta – tagliò corto Santana.
-Dunque, se ci organizziamo possiamo vigilare tutti i corridoi d’accesso alla biblioteca. Tutti i prefetti dovranno essere ai propri posti. E dobbiamo pensare a un diversivo – continuò Quinn.
-Cosa intendi con diversivo? – domandò Puck.
-Chi non è prefetto deve essere pronto a intervenire in qualunque momento. Al minimo segno di pericolo deve farsi trovare fuori, inventate quello che volete, un litigio, una festa, semplicemente dovete fare in modo che, se un professore si avvicina troppo alla biblioteca, voi lo attiriate lontano.
-Ci metteranno in punizione per mesi! – sospirò Finn.
-Solo se è necessario! Se va tutto bene Quinn e Rachel entreranno nella biblioteca, troveranno quello che cercano e saranno fuori prima che qualcuno possa accorgersene – specificò Kurt.
-Va bene. Ma rimane un problema. Abbiamo bisogno di comunicare tra noi per poter avvisare di eventuali movimenti sospetti o per dare il segnale per far partire i diversivi. Qualche idea? – domandò Blaine.
-Non so, ci sono incantesimi che vi vengono in mente che possiamo usare? – chiese Puck mentre si grattava la testa.
-No, sono incantesimi superiori, non potremmo mai riuscire a dominarli in così poco tempo – sospirò Santana.
Sam sorrise e li guardò.
-Forse non c’è bisogno di usare la magia. I miei genitori sono babbani, ho appena avuto un’idea! In un paio di giorni mi farò mandare tutto.

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Capitolo 7
*** 7. ***


 
7.
 
Nei giorni successivi, ogni mattina, appena arrivavano i gufi per portare la posta l’attenzione dei membri del “Gruppo di Salvataggio B”, si spostavano automaticamente verso il tavolo di Tassorosso. Il nome del loro gruppo era stato deciso da Finn e Puck, Santana lo trovava ridicolo e troppo evidente ma Brittany era stata così entusiasta di quel nome che non aveva trovato la forza per opporsi. Semplicemente le aveva sorriso e poi aveva lanciato un’occhiataccia a Kurt che ridacchiava al suo fianco.
Non si vedevano tutti insieme da ormai quattro giorni, avevano deciso che dovevano limitare i contatti al minimo. Spesso due o tre si erano trovati nella stanza di Brittany dove, appena avevano un momento di libertà, andavano per farle compagnia.
Avevano deciso che la successiva riunione sarebbe stata il giorno in cui fosse arrivato il pacco che Sam stava aspettando. Il ragazzo aveva spiegato, a grandi linee, cosa gli avrebbero mandato i genitori, ma la maggior parte dei membri del Gruppo di Salvataggio B non avevano idea di cosa fossero visto che non avevano molti contatti con quelle diavolerie babbane.
Così, in una mattina che sembrava uguale a tante altre, un enorme gufo nero entrò nella sala dove le case erano riunite per fare colazione con un grande pacco tra gli artigli. Passò sopra il tavolo di Grifondoro facendo sollevare gli occhi ai prefetti e a Kurt che ne seguirono il volo con interesse crescente, e poi planò dolcemente verso Sam che sollevò le braccia per ricevere il pacco, gli diede una rapida occhiata e sorrise. Sollevò il pollice, cercando di farlo nel modo meno evidente possibile. Il movimento fu captato da Quinn che, a sua volta, fece lo stesso in direzione di Blaine. Il ragazzo sorrise e si voltò appena per incrociare lo sguardo pieno di aspettative di Santana. Questa fece un rapido gesto d’assenso e si voltò verso Rachel.
-Preparati Berry. Stanotte riunione. In un paio di giorni parte l’Operazione Proibita!
Puck la guardò sollevando un sopraciglio.
-Abbiamo deciso che si chiamerà Operazione Biblioteca!
-Cosa? Tu e Finn avete già scelto il nome del gruppo! Operazione Biblioteca è troppo stupido.
Puck fece un sorriso mentre prendeva una forchetta.
-Come vuoi. E’ un peccato perché a Brittany piaceva tanto il nome Operazione Biblioteca!
Santana sollevò gli occhi al cielo e si rivolse di nuovo a Rachel.
-Dicevo Berry, l’Operazione Biblioteca partirà in un paio di giorni!
Poi si alzò rossa in volto e andò via tra le risate di Rachel, Puck e Karofsky.
 
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-Sei sicuro che questi cosi funzionano, Sam? – domandò Santana.
-Per la millesima volta, si! Metti solo l’auricolare nell’orecchio e non cambiare la frequenza. Semplice!
-Vogliamo sbrigarci? – domandò Quinn con una punta di nervosismo.
Rachel era al suo fianco e non smetteva di tremare come una foglia. Kurt cercava di tranquillizzarla mettendole una mano sulla spalla. Santana aveva proposto di darle un paio di schiaffi per cercare di farle passare quello stato di shock nel quale si trovava, ma Puck era riuscito a fermarla prima che potesse passare ai fatti. Brittany li guardava confusa mentre Finn cercava di spiegarle qual’era il piano d’azione. Karofsky stava appoggiato al muro pensando che li avrebbero presi tutti e che poteva dire addio alla partita di quella domenica contro Grifondoro.
Quando Sam ebbe finito di controllare che tutti avessero gli auricolari e il microfono acceso i gruppi si divisero. Uscirono prima i prefetti che si sarebbero sistemati vicino ai corridoi di accesso della biblioteca. Santana e Kurt si diressero verso una delle aule del secondo piano, pronti a intervenire se fosse stato necessario e lo stesso fecero Puck e Finn. Alla fine, quando tutti si trovavano al proprio posto uscirono anche Quinn e Rachel che si diressero senza problemi verso la biblioteca. Si muovevano in fretta, passarono davanti a Sam che fece un gesto per indicare che la via era libera e finalmente entrarono nella grande sala della biblioteca. Quando si trovarono davanti alla porta che separava la sezione proibita comunicarono la loro posizione prima di inserire la chiave nella toppa e far scattare la serratura per entrare.
-Ricevuto – sussurrò Sam al microfono. Tutta quella situazione era eccitante. Erano un fantastico gruppo di salvataggio. Non ci sarebbero stati problemi. Il ragazzo sorrise mentre si voltava lentamente e quasi si lasciò sfuggire un urlo di terrore.
-Ricevuto cosa signor Evans?
L’alta figura della professoressa Sylvester spiccava davanti a lui, aveva la sua solita espressione di fastidio che si accentuava ogni qual volta si vedesse costretta a parlare con un Tassorosso. Sam deglutì.
-Professoressa Sylvester, posso esserle utile? – disse con voce flebile.
Gli altri ragazzi sentirono le parole del prefetto di Tassorosso e si gelarono.
-Sam se dobbiamo intervenire di la parola d’ordine – sussurrò Santana tramite l’auricolare. E in quel momento si rese conto che per Sam non sarebbe stato semplice utilizzare la parola “spilli da balia” in una conversazione con la professoressa Sylvester. Decise che, se mai si fossero salvati da quella situazione, cosa di cui dubitava fortemente, Brittany, Puck e Finn non avrebbero mai più scelto insieme nessun nome in codice.
-Evans cosa ci fai da queste parti?
-Giro di controllo professoressa.
La donna lo squadrò dalla punta dei piedi alla testa e poi il suo sguardo fu attirato da qualcosa.
-Cos’è questo filo che ti sta spuntando dall’orecchio? – disse socchiudendo gli occhi sospettosamente e allungando la mano lentamente.
-Professoressa Sylvester le sconsiglio di toccare quel filo.
La voce di Karofsky li fece voltare entrambi. La donna strinse le labbra con espressione infastidita.
-Il fatto che tu sia il prefetto della mia casa non ti da il diritto di dirmi cosa posso o non posso fare!
-Professoressa le chiedo scusa se le sono sembrato inopportuno. Ma quell’oggetto che vede è una diavoleria babbana. Io e lei la pensiamo allo stesso modo su quelle cose, non capisco come il preside permetta che questi maghi di seconda categoria portino queste cose dentro la scuola – gettò un’occhiataccia di disgusto verso Sam.
-E’ un oggetto babbano? – domandò curiosa.
-Si professoressa serve per … - iniziò Sam.
-Non sto parlando con te stupido tasso – tagliò corto la donna.
-Non sono un esperto in queste cose ma dovrebbe servire per ascoltare musica. Senta posso accompagnarla verso i sotterranei? Avrei bisogno di chiederle un paio di cose sul compito di pozioni che dobbiamo preparare per la settimana prossima.
La donna gli sorrise mentre Dave passava al lato di Sam spintonandolo di malo modo. Si allontanarono senza voltarsi indietro.
Sam sentì distintamente dei sospiri di sollievo provenire dal suo auricolare.
-Ce l’ha fatta! Ricordatemi di ringraziare Karofsky domani. – disse Sam con un sorriso.
-Meno male. Adesso però c’è un prefetto in meno, l’accesso nord è scoperto – disse Santana.
-Non preoccupatevi. Abbiamo le informazioni. Missione compiuta, adesso usciamo da qui. – comunicò Quinn con un sussurro.

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Capitolo 8
*** 8. ***


8.
 
Nonostante avessero tutte le informazioni decisero di organizzare la riunione solo il lunedì successivo. Quel fine settimana sarebbe stato abbastanza impegnativo a causa delle partite di quidditch e, visto che molti membri del loro gruppo, avrebbero dovuto giocare, dovevano rimanere concentrati. Santana passava nella stanza di Brittany appena aveva anche solo un secondo libero e non l’aveva mai trovata da sola. C’era sempre qualcuno che le faceva compagnia. Riuscì a passare da lei anche un paio d’ore prima della partita di quella domenica per farle vedere la divisa della squadra e la scopa che usava. Brittany era felice e le faceva un sacco di domande, poi, dopo qualche minuto, con grande stupore di Santana entrò nella stanza anche Blaine, con la sua divisa e la sua scopa. Si guardarono entrambi con le bocche aperte, poi il ragazzo sorrise. Non fece in tempo ad avvicinarsi allo specchio che sbucarono dalla porta anche Puck e Karofsky con le loro mazze da battitori.
-Sembra che abbiamo avuto tutti la stessa idea – sorrise Blaine.
-Ma siete meravigliosi! – Brittany batteva le mani con entusiasmo – Non ho mai visto una partita di quidditch intera ma se potessi uscire verrei a vedere voi!
-Non hai mai visto una partita intera? – domandò Puck.
-Si ci sono troppe regole! Mi confondono!
-Ma no è facile! Allora ti spiego. Iniziamo dai ruoli! – Karofsky si sedette al suolo mentre iniziava a spiegare.
Brittany lo ascoltava con attenzione poi divenne triste di colpo e tutti si fermarono.
-Brit cosa c’è che non va? – chiese Santana preoccupata.
-Se ho capito bene voi due – disse indicando i due ragazzi di Serpeverde – dovete cercare di colpire con dei palloni i vostri avversari.
-Beh si questo è il nostro ruolo – rispose Puck confuso.
-E Blaine ha detto che l’anno scorso un bolide lanciato da te – indicò Karofsky mentre continuava – l’ha fatto cadere dalla scopa e si è rotto il braccio.
-Si ma non è che volessi fargli male! E’ che queste sono le regole – provò a spiegare Dave.
Ma Brittany si incupì ancora di più.
-E quindi adesso nella partita cercherete di colpirlo di nuovo – sussurrò con gli occhi bassi.
-Brittany non devi preoccuparti sono il cercatore e sono preparato – iniziò Blaine – E poi anche i Grifondoro hanno i loro battitori che mi difendono e cercheranno di colpire Santana.
Si morse la lingua appena finì la frase, quello che aveva appena detto aveva peggiorato la situazione.
-Ti prometto che dirò ai miei battitori di non cercare di colpirla. Ti do la mia parola Brittany! – disse alzandosi e sorridendole seguito dagli altri. La ragazza sembrò riprendersi un po’ a quello parole e dedicò un “in bocca al lupo” a tutti. Santana le fece un gesto mentre si allontanava, attraversò la porta seguita da tutti. Poi Puck tornò indietro verso lo specchio e si avvicinò a Brittany sorridendole.
-Ti prometto che non cercheremo di colpire Blaine! Se la vedranno lui e Santana, prenderà il boccino chi è più rapido. E ti posso assicurare che nessuno dei due si farà male!
La ragazza lo ringraziò con un enorme sorriso e lo lasciò andare a raggiungere gli altri.
-Santana mi stavo dimenticando una cosa. Kurt mi ha detto di dirti che rimarrà lui da Brittany durante la partita – disse Blaine mentre attraversavano il corridoio incuranti delle occhiate curiose che gli lanciavano i pochi studenti che incrociavano. In effetti era strano vedere i due cercatori di Serpeverde e Grifondoro chiacchierare tranquillamente mentre si dirigevano al campo di gioco prima di una partita.
-Non viene a vedere la partita?
Il ragazzo scoppiò a ridere.
-Credo che lo renda nervoso una partita tra noi due.
-Ha paura che ti butti giù dalla scopa? – chiese ironicamente Santana.
-No! Ha paura che mi accorga che tifa per te! – rispose il ragazzo con un sorriso.
Santana spalancò la bocca per rispondere ma poi la richiuse scuotendo la testa. In fondo sapeva che aveva ragione.
 
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La partita stava per iniziare quando Kurt entrò nella stanza dello specchio. Brittany gli sorrise con espressione preoccupata e lui le si avvicinò con lo stesso sorriso teso sul volto.
-Mi hanno detto che ti hanno spiegato le regole del quidditch – sussurrò il ragazzo.
Brittany sollevò le spalle.
-Non credo di averle capite tutte ma credo di aver capito benissimo cosa fanno i battitori e cosa sono …
-I bolidi – terminò lui.
-Già. Tu non sei preoccupato?
Il ragazzo rise mentre dalla finestra entrò un boato che gli fece capire che i giocatori dovevano essere appena entrati in campo.
-No, non sono preoccupato, è molto meno pericoloso di quanto sembri.
Brittany sembrò rilassarsi a quelle parole. In fondo se Kurt, una delle persone più apprensive che avesse conosciuto, le diceva quelle parole, poteva stare davvero tranquilla. E poi Puck e Blaine le avevano promesso che nessuno si sarebbe fatto male e lei sapeva che non le avrebbero mai mentito.
-E allora perché sei teso?
-Perché non so chi vorrei che vincesse!
-Non possono pareggiare? – domandò Brittany con curiosità.
-Non credo che succeda Brit!
-Perché dici che non sai chi vuoi che vinca? Tu sei Grifondoro e Blaine è il tuo ragazzo! Dovresti tifare per loro – disse con un alzata di spalle.
-Già! La tua logica non fa una piega! Solo che ti dimentichi un fattore importante!
-Quale?
-Santana!
-Lei mi parla spesso di te, sai?
-Si? Ho paura di chiederti come parla di me!
La ragazza sorrise.
-Quando parla di te si illumina sempre! E’ dolcissima.
Kurt si avvicinò allo specchio.
-Posso dirti un segreto, Brit?
-Oh si mi piacciono i segreti!
-Credo che sia dolcissima solo con te!
Brittany ridacchiò prima di guardarlo seriamente.
-Sai, prima di incontrarla non sapevo nemmeno da quanto tempo fossi qua dentro – aveva un espressione seria come se stesse cercando le parole per spiegare quello che voleva dire – Qui non c’è il tempo, è sempre un solo lungo giorno.
-Brit come sei entrata li?
-Non lo so davvero bene, ci sono delle cose che non ricordo. Ricordo una voce che mi chiamava. Ricordo di aver provato a toccare lo specchio e di aver chiuso gli occhi. Ricordo di essermi trovata da questa parte e di aver deciso di vedere cosa c’era oltre questa stanza. E ricordo che, una volta tornata verso lo specchio, questo era coperto da un telo bianco. Non so quanto tempo fosse passato, per me erano solo pochi minuti, ma potrebbero essere stati anni.
-E cosa c’è dall’altra parte? – chiese Kurt con curiosità.
-Hogwarts! Il castello, solo estremamente silenzioso e immobile. Senza tempo.
Kurt le dedicò un sorriso triste. Poi la ragazza prese un respiro e continuò.
-Ed ero senza tempo anche io. Poi è apparsa lei, e tutti voi, e da allora ho scoperto che il tempo non è sparito, posso sentirlo qui – finì indicando il suo petto.
-Cosa vuoi dire?
-Che quando vi aspetto, quando aspetto lei, mi concentro sul battere del mio cuore. E, anche se intorno tutto è immobile, lui batte. E’ come se mi indicasse i secondi che passano prima di rivederla. E, se chiudo gli occhi, lo immagino come un enorme orologio che scorre lento.
Kurt chiuse gli occhi per un attimo e strinse i pugni. In quel momento riuscì a capire cosa doveva provare Santana, l’impotenza mischiata con la voglia di liberare quella ragazza e stringerla. Batté il pugno contro lo specchio e aprì gli occhi quando sentì la lieve risata di Brittany.
-Scusa – le disse.
La ragazza scosse la testa.
-Sembravi Santana! Siete più simili di quanto possa sembrare.
-Brit, ti tireremo fuori da li, qualunque sia il prezzo.
-Ho paura Kurt.
-Non averla Brit.
-Ho paura perché voi andrete via da Hogwarts. Ho paura che non ci sia via d’uscita. Ho paura che i miei battiti mi indichino il passare del tempo ma che, arriverà un momento, dove non ci sarà più nessuno di voi da aspettare.
-Quinn mi ha detto che un modo c’è. Non so i particolari ma se c’è anche solo una possibilità ci riusciremo.
-Promettimi una cosa – sussurrò Brit.
-Dimmi pure Brit.
-Prometti.
-Devo prometterti qualcosa senza prima sapere cos’è?
-Ti prego, Kurt.
-Perché ho il sospetto che non mi piacerà? – domandò preoccupato, ma la ragazza lo guardava con quegli occhi a cui non si poteva dire di no – Lo prometto. Qualunque cosa sia.
-Promettimi che, se non riuscite a portarmi fuori, cercherete per lo meno di distruggere lo specchio con me dentro.
-Aspetta, cosa? Non mi stai chiedendo di …
-Kurt. Non voglio sentire il battere del mio cuore se non posso dividerlo con il suo.

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Capitolo 9
*** 9. ***


9.
 
Santana uscì dalla stanza dello specchio seguita da Kurt, Sam, Rachel e naturalmente Quinn. Avevano deciso di non parlare di quello che avevano scoperto in quella stanza. Non si fidavano dello specchio e pensavano che era meglio che Brittany non sapesse quale fosse il piano d’azione. Ammesso che fossero davvero riusciti a preparare un piano d’azione cosa di cui Kurt non era particolarmente sicuro visto il volto cupo e tirato di Rachel che sembrava non promettere niente di buono.
Arrivarono in una delle stanze più nascoste del castello al primo piano e si sedettero. Santana passava lo sguardo da Quinn a Rachel che cercavano accuratamente di evitare di incrociarlo. Alla fine fu Sam a sbuffare.
-Andiamo, dite quello che avete scoperto. Prendere tempo non cambierà le cose.
Quinn e Rachel si scambiarono una rapida occhiata come per decidere chi dovesse parlare, ma poi riabbassarono la testa insieme.
-Provate a iniziare con le buone notizie! Mi hai detto che c’è un modo per salvarla.
Rachel si schiarì la voce prima di rispondere con un sussurro basso.
-Sulla carta c’è, ma è l’unica buona notizia che abbiamo. E non sarà facile.
-Va bene, non sarà facile ma un modo c’è. Possiamo farlo, ne sono sicura! – disse Santana con un sorriso.
Quinn finalmente alzò la testa.
-Certo, se pensi che noi possiamo riuscire dove Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero hanno fallito!
Nel silenzio che seguì tutti si voltarono verso Santana, che deglutì visibilmente, il sorriso era sparito dal suo volto. Mosse una mano per indicarle di proseguire, voleva sapere tutta la storia.
-Inizia dal principio.
Quinn prese un profondo respiro.
-Una delle più antiche leggende che riguardano la spada di Grifondoro, voleva che il grande rubino dell’elsa fosse in realtà la pietra filosofale.
-Ma non è vero, lo sanno tutti che fu scoperta da Nicolas Flamel molto tempo dopo! – interruppe Kurt.
-Si Kurt, era solo una leggenda, quello è un normale rubino infatti! Ma un alchimista di nome John Dee la pensava diversamente. Si ossessionò tanto con quella storia che decise di sfidare Godric Grifondoro a duello per il possesso della spada – Quinn fece una pausa per mettere in ordine i suoi pensieri – Naturalmente perse e solo la nobiltà di cuore di Grifondoro gli risparmiò la vita.
-Come gli sarà venuto in mente di sfidarlo? La sua abilità nei duelli è leggendaria! – commentò Kurt con un moto d’orgoglio per il fondatore della sua casa.
-Si quindi ha perso ma è stato risparmiato! Questo cos’ha a che vedere con lo specchio? – domandò Santana ignorando l’amico.
-John Dee non si diede per vinto, il suo animo divenne sempre più oscuro e vendicativo. Se non poteva avere la spada e il rubino pensò che almeno avrebbe potuto presentare il conto a Godric per la sua umiliazione. – Quinn si fermò e gettò un’occhiata a Rachel, questa decise di proseguire.
-Riversò la sua rabbia in un unico incantesimo. Lui divenne lo specchio, la sua anima oscura è dentro lo specchio. Era una trappola per Godric Grifondoro. Voleva lui. Voleva catturarlo per sempre. Lo specchio gli fu inviato come dono ma, naturalmente, si accorse che c’era qualcosa di sbagliato e riuscì a evitare la trappola.
-Capisco ma allora perché non è stato distrutto? – chiese Sam.
-La magia che c’è dietro lo specchio lo rende praticamente indistruttibile ….
-La spada! Perché non ha usato la spada? – domandò Kurt con foga.
-Ci ha provato. Ma non basta un’arma per quanto potente – rispose rapidamente Quinn – Serve la concordia tra le case.
-Cosa vuoi dire? – Santana fu la prima a fare la domanda che passava per la testa a tutti.
-Vuol dire che può venire distrutto solo se c’è la collaborazione tra tutte le quattro case. Per questo non ci riuscirono Godric, Tosca e Priscilla. Salazar Serpeverde si rifiutò di collaborare. E loro tre con la spada non bastavano. Quindi conservarono lo specchio nel castello in attesa di tempi migliori ma poi si perse la memoria di quell’oggetto.
-Bene! – esclamò Santana facendoli voltare tutti verso di lei.
-Bene? – domandò Sam per essere sicuro di aver sentito bene.
-Si certo, noi siamo tutti d’accordo, no? Ci manca solo l’arma!
-Un gioco da ragazzi! La spada di Grifondoro è conservata nell’ufficio del preside, possiamo andare da lui più tardi e chiedergli se ce la può prestare un paio di giorni – disse ironicamente Kurt.
-Non sarebbe comunque così semplice. Non possiamo distruggere lo specchio e basta adesso che c’è Brittany dentro. Significherebbe perdere anche lei – aggiunse Quinn tra lo sgomento generale.
-Possiamo sempre aspettare una notte di luna piena! Lei può uscire e noi possiamo colpirlo! – Santana si alzò mentre esponeva il piano.
Rachel scosse la testa.
-C’è un’altra cosa.
Tutti si voltarono verso di lei meno Quinn che teneva lo sguardo fisso sui suoi piedi che non le erano mai sembrati così interessanti.
-Cosa Rachel? – domandò Sam visto che la ragazza non sembrava intenzionata a proseguire.
-In questo momento lo specchio sta “dormendo”. Lo spirito di John Dee va risvegliato se vogliamo eliminarlo. E non sappiamo cosa può fare. Abbiamo l’incantesimo per farlo e il compito spetta a te, Sam, perché Brittany è della tua casa. Sei tu che devi richiederla indietro.
-Va bene, ricapitoliamo quello che vogliamo fare. Ci serve un piano per prendere la spada, Sam deve risvegliare lo spirito di John Dee, dobbiamo aspettare che ci sia la luna piena sperando che Brittany possa uscire anche quando lo specchio sia sveglio e poi dobbiamo distruggerlo – elencò Santana con voce un po’ preoccupata.
-Più o meno. Ma abbiamo bisogno di un piano che possa funzionare o almeno di una via d’uscita nel caso tutto andasse male …. – iniziò Quinn.
-Prima di tutto dobbiamo parlare di una cosa importante. – disse Kurt senza guardare nessuno.
-Di cosa stai parlando? – chiese Santana che lo guardava aggrottando le sopraciglia.
-Ho fatto una promessa a Brittany e intendo mantenerla. Ma viste le premesse ho bisogno che tutti siamo d’accordo. Compresa tu, San.
La ragazza inclinò la testa incrociando lo sguardo deciso dell’amico che si era finalmente deciso a sollevare la testa.
-Che promessa? – gli chiese con un filo di voce.
-San, sarà l’ultima possibilità. L’ultima! Solo se tutto il resto è andato male. Ma Brittany mi ha fatto promettere che, se non c’è modo di farla uscire, almeno dobbiamo distruggere lo specchio con lei.
Sanatana urlò “no” ancor prima che l’ultima parola della frase uscisse dalle labbra di Kurt. Gli si avvicinò pericolosamente costringendolo ad alzarsi e con un’espressione minacciosa. Quinn e Sam furono svelti a piazzarsi ai lati della ragazza che fronteggiava Kurt. Nessuno dei due sembrava voler retrocedere di un passo. Rachel si portò le mani alla bocca preoccupata.
-Noi non l’uccideremo! Non te lo permetterò! – disse Santana con un sibilo carico di rabbia a pochi centimetri dal volto del suo migliore amico.
Ma Kurt non si sarebbe fatto intimorire, non quella volta.
-E’ quello che vuole. E’ intrappolata li dentro da non sappiamo bene quando! Non ne può più! E’ la sua volontà e io ho intenzione di rispettarla.
-Hai bisogno di me per farlo! E puoi scordartelo!
-Non ho bisogno di te! Ho bisogno di un Serpeverde! Vuoi smettere di essere egoista? Vuoi fare questo per lei o sei troppo presa con te stessa per capire quanto possa soffrire? – Kurt mantenne la voce bassa ma la tensione cresceva.
Santana allungò la mano per prendergli il bavero della tunica.
-Il coraggioso Grifondoro vuole trasformarsi in un vile assassino?
-Ci vuole più coraggio per fare quello che ti sto dicendo io piuttosto che lasciarla in quel limbo per chissà quanto. Contro la sua volontà. E contro quello che desidera.
I due rimasero a fronteggiarsi ancora per qualche secondo. Santana sembrava soppesare quello che aveva sentito. Kurt sentiva il cuore che sbatteva con forza nel petto. Poi il ragazzo si passò una mano sul volto con aria triste.
-San, ti prometto che sarà l’ultima possibilità. Quando non ci sarà altra possibilità anzi se non ci rimarrà nessun’altra possibilità! E ti giuro, davvero, che se posso dare la mia vita per lei lo farò. Ma se tutto fallisce, se non ci rimane più nemmeno la speranza, allora io rispetterò la sua volontà. Anche se farlo mi porterà via un pezzo della mia anima.
Santana si voltò allontanando di scatto le mani di Sam e Quinn che riposavano sulle sue spalle per darle coraggio.
-Non puoi chiedermelo – disse con un sussurro basso.
-Non te lo chiedo io. Lo devi fare per lei.
Santana strinse con forza i pugni. Kurt non poteva vederla in volto, sapeva che era combattuta.
-Lo prometto – sussurrò ancora più basso alla fine.
Kurt chiuse gli occhi. Non le credette nemmeno per un attimo. Ma quello non era il momento di discuterne ancora. Adesso dovevano preparare un piano e sperare che funzionasse.  
 
----------------------------------
 
Santana si sedette al lato di Puck nella grande tavola di Serpeverde. Gettò una rapida occhiata alle pietanze che erano già apparse per la cena. Ma sentiva lo stomaco chiuso. Quella notte ci sarebbe stata la luna piena e lei non vedeva l’ora di poter correre nella stanza dello specchio ed aspettare che la fredda luce lunare si riflettesse su quella superficie creando la porta che avrebbe consentito a Brittany di uscire e stare con lei almeno per una notte.
Stavano aspettando il momento opportuno per mettere in pratica il furto della spada. Ma sapevano che ormai avrebbero dovuto aspettare il mese successivo. Santana sospirò, non riusciva a togliersi dalla mente che quella poteva essere la sua ultima occasione per stare davvero con lei. Fu visibilmente scossa da un brivido.
-Tutto bene? – chiese piano Puck che la guardava preoccupato.
-Si, stavo solo pensando.
-Stai tranquilla San, andrà tutto bene – voleva essere incoraggiante ma suonò più come una domanda.
La ragazza annuì piano. Fu allora che il preside Figgins si alzò attirando l’attenzione dell’intera sala e di tutte le case.
-I prefetti sono pregati di venire qui!
Ci furono dei veloci scambi di sguardi preoccupati tra le tavolate. Santana incrociò per un attimo lo sguardo di Kurt ma si scosse subito. Era ancora frastornata dalla loro ultima conversazione. Quinn passò tra il tavolo di Corvonero e quello di Serpeverde accompagnata dall’altro prefetto della sua casa, un ragazzo alto e dai tratti somatici chiaramente orientali di nome Mike. Lei lo conosceva bene visto che era anche il portiere della squadra di quidditch di Corvonero e probabilmente era il migliore in quel ruolo al momento. Vide Quinn che le sorrideva impercettibilmente ma non riuscì a risponderle, anche perché si accorse che lo sguardo di Mike aveva seguito quello della sua compagna di casa e adesso era posato su di lei.
I prefetti si ritrovarono davanti al tavolo delle loro case e si muovevano nervosamente. Nessuno si sentiva particolarmente a proprio agio, era una situazione nuova e, quasi tutti, avevano qualcosa da nascondere. Il preside si schiarì la voce mentre guardava i ragazzi uno a uno.
-Ultimamente ci sono stati troppi movimenti. Il castello ha occhi e orecchie in tutti i muri e c’è qualcosa che si sta muovendo.
I ragazzi si guardavano tra loro con la coda dell’occhio.
-Da questo momento la sorveglianza sarà aumentata. Voi stessi verrete sottoposti a regole più ferree. Potrete uscire solo in coppia con l’altro prefetto della vostra casa e la sorveglianza dei professori sarà più stretta.
Santana incrociò lo sguardo con Kurt che scosse la testa. Quello poteva essere un problema. Un aumento della sorveglianza non avrebbe reso le cose più semplici. Inoltre avrebbero dovuto coinvolgere altri due prefetti e questo la preoccupava. Mike sembrava troppo ligio alle regole e non sapeva se poteva fidarsi davvero, ne avrebbe parlato con Quinn e avrebbero deciso. E poi c’era il secondo prefetto di Tassorosso. Guardò la ragazza al fianco di Sam che si guardava intorno, sembrava non aver capito cosa stesse succedendo. Santana cercò di ricordarsi il nome ma senza successo. Puck si chinò su di lei.
-Dovremmo dirlo anche a Mike e Sugar? – le sussurrò.
Almeno adesso sapeva il nome della ragazza. Scosse solo la testa incrociando lo sguardo di Kurt nel quale poteva leggere la stessa domanda che aveva appena posto Puck.
-Per il momento vediamo cosa succede. Il piano rimane lo stesso, prima di prendere un’altra decisione preferisco parlare con Quinn e Sam.
Il ragazzo si passò la mano sulla cresta mentre il preside continuava a parlare delle misure di sicurezza più strette e delle punizioni più severe che sarebbero state inflitte a chiunque fosse stato trovato fuori dai propri dormitori dopo il coprifuoco.
-Stanotte può uscire dallo specchio vero?
Santana non riuscì a nascondere un piccolo sorriso.
-Si – sussurrò – Spero solo che la Sylvester non mi impedisca di andare da lei.

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Capitolo 10
*** 10. ***


10.
 
Santana  sorrise mentre entrava nella stanza dello specchio. Vide Brittany che l’aspettava e le fece un gesto con la mano.
-Oggi c’è la luna piena – le disse piano la bionda e Santana si trovò ad annuire.
-Tra pochi minuti la luce entrerà dalla finestra.
-Porteresti lo specchio li vicino?
Santana prese lo specchio senza dire una parola e lo spostò. Sentiva le mani pruderle per l’aspettativa e vedeva la luce lunare che lambiva appena la parte bassa dello specchio ma saliva rapidamente. Parlavano della giornata e di quello che aveva detto il preside per ingannare l’attesa. Brittany teneva entrambi i palmi poggiati sulla superficie e Santana non riusciva a guardare nient’altro, aspettando con ansia di vederle attraversare quella barriera e di poterla prendere tra le sue braccia.
Quando finalmente poté uscire fu tutto più rapido di quanto si aspettasse. Nel rapido battere delle ciglia si trovò stretta nell’abbraccio di due lunghe braccia. Sospirò chiudendo gli occhi mentre nascondeva il volto nell’incavo del collo dell’altra. Rimase interi minuti in quella posizione, semplicemente respirando e assaporando il calore di quel corpo così vicino. Alla fine mosse la testa per avvicinare le labbra all’orecchio di Brittany.
-Mi sei mancata- sussurrò sentendo come un brivido scuoteva il corpo della giovane Tassorosso.
Sorrise a quella reazione e mosse le labbra seguendo la linea della mascella a pochi millimetri di distanza, senza toccarla davvero ma abbastanza vicina per farle percepire distintamente il percorso che stava seguendo. Vide come Brittany chiudeva gli occhi in attesa che arrivasse alle sue labbra.
Fu allora che la porta si aprì mentre entrava Kurt con Quinn e Rachel. Santana spalancò gli occhi allontanandosi velocemente e incrociando lo sguardo di Kurt solo per un attimo prima di abbassare gli occhi e arrossire. Fece inconsciamente un altro passo indietro sentendo lo sguardo di Brittany che le bruciava addosso. Anche senza vederla poteva leggere la confusione e forse la delusione che provenivano da lei. Strinse i denti mentre vide entrare anche Puck che discuteva con Blaine e Karofsky della partita, da quando Serpeverde aveva vinto non perdevano occasione per ricordarglielo. Non fecero in tempo a chiudere la porta che apparvero anche Sam con Finn e Mercedes.
Santana alzò gli occhi notando un lieve movimento di Brittany che faceva un piccolo passo verso di lei. Strinse i pugni e uscì dalla zona di luce. Sapeva che non l’avrebbe potuta raggiungere. Vide come abbassava lo sguardo tristemente prima di essere raggiunta da tutti che volevano abbracciarla. Santana si maledisse domandandosi come fosse stato possibile che non avesse pensato alla possibilità che tutti volessero vederla fuori dallo specchio in quell’unica notte. Kurt le rivolse un’occhiata accusatrice, lei sapeva di cosa la stesse accusando. Decise di ignorarlo e si allontanò di un altro passo approfittando del fatto che tutte le attenzioni fossero rivolte su Brittany. Lei poteva vedere anche da quella posizione come i suoi occhi azzurri si fossero velati di tristezza. Distolse lo sguardo, non poteva guardarla.
-Cosa stai facendo?
Si voltò di scatto per vedere Quinn che aveva la stessa espressione che aveva visto poco prima negli occhi di Kurt, la stava accusando. Deglutì.
-Faccio spazio. Siete venuti per vederla mi sembra giusto, no?
Quinn sbuffò.
-Perché le stai facendo questo? Non soffre abbastanza?
-Non capisco cosa intendi, sto solo cercando di far si che tutti possiate salutarla!
-No! Tu stai scappando e le stai spezzando il cuore! E le stai facendo credere che ti vergogni di lei.
-Perché dovrei vergognarmi di lei!
-Infatti non ne hai motivo. Ma dovresti vergognarti di te stessa.
Santana sollevò lo sguardo posandolo su Brittany che cercava di sorridere mentre tutti parlavano insieme. Poteva vederla, quella lacrima che si stava formando sull’angolo dell’occhio destro. La vide solo per un attimo prima che sparisse per un rapido movimento della mano. Fece un passo verso di lei. Poi un altro più deciso sentendo distintamente la luce lunare che le accarezzava la pelle. Si avvicinò a Brittany cercando di attirarne lo sguardo ma rendendosi conto che l’altra non voleva guardarla. Si sentì persa per un secondo. Poi allungò appena le dita per sfiorarle il dorso della sua mano. La sentì ritrarsi e pensò che forse non sarebbe bastata una semplice scusa per il suo comportamento. Si inclinò un poco verso di lei.
-Brit? – chiamò mentre sentiva le conversazioni sempre più distanti, c’erano solo loro due in quel momento.
La bionda non si voltò, solo sollevò rapidamente la mano e Santana seppe con certezza che stava facendo sparire un’altra lacrima prima che le sfuggisse.
-Brit, per favore, guardami. – supplicò di nuovo.
Brittany mosse rapidamente gli occhi nella sua direzione ma poi li riportò al suolo. Santana sentì una stretta di colpa nella bocca dello stomaco.
-Brit, ho bisogno davvero che tu mi guardi. Solo un attimo, ti prego.
Questa volta la supplica ebbe l’effetto desiderato. Brittany si voltò lentamente e incrociò il suo sguardo. Santana provò a sorriderle ma non ottenne risposta. Allora sollevò la mano per portarla dietro la nuca della bionda e l’attirò a se. Chiuse gli occhi prima di appoggiare delicatamente le labbra sulle sue. Le conversazioni si fermarono. Si staccò piano per incrociare lo sguardo di Brittany che la guardava meravigliata.
-Bene direi che è ora che noi andiamo – disse Puck rapidamente.
Tutti sembrarono scuotersi e parlare allo stesso tempo. Santana vide Kurt che sorrideva poco distante e gli sorrise a sua volta. La stanza si svuotò rapidamente come si era riempita.
-San, io…
-Ti amo Brit. E ti libererò, a qualunque costo.   
 
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Percorrere i corridoi stava diventando sempre più rischioso. I professori avevano serrato la vigilanza soprattutto nei piani alti dove c’era la biblioteca e l’ingresso della stanza del preside. Quinn da giorni non riusciva a raggiungere la stanza dello specchio perché Mike sembrava essere la sua ombra. Aveva preso seriamente i nuovi ordini del preside e non la faceva mai muovere da sola. Sam aveva decisamente meno problemi visto che Sugar, se poteva, evitava qualunque tipo di lavoro, compreso quello di controllare altri studenti. Santana ultimamente si domandava come fosse riuscita a diventare prefetto.
Sam si sedette pesantemente al lato della ragazza di Serpeverde che guardava la superficie increspata del lago mentre dei deboli raggi di sole riscaldavano quel sabato pomeriggio. Si voltò per fargli un cenno di saluto. Avevano deciso di vedersi alla luce del sole perché avevano pensato che il modo migliore per nascondersi fosse non farlo. Pochi minuti dopo arrivò anche Quinn sbuffando rumorosamente.
-Chang non si stacca da me da più di una settimana! A volte ho paura di vederlo apparire dentro la mia stanza per assicurarsi che io stia dormendo!
-Cosa facciamo con loro? – domandò Santana.
-Sugar non credo che sia un problema. Insomma potrei liberarmi di lei in fretta e uscire senza che se ne accorga in qualunque momento … - iniziò Sam.
-Si ma se ti dovesse trovare qualche professore senza di lei saresti comunque nei guai. Avresti una punizione e non possiamo permettercelo se vogliamo che funzioni. – lo fermò Santana.
-Se è necessario io ho fiducia in lei. Sembra che abbia la testa tra le nuvole e, a dire il vero è proprio così, ma mi fido. Non credo che potrebbe mai tradirci. Anche Finn la pensa così.
-Va bene, ma rimane Mike. Cosa ne dici Quinn, in fondo l’unica che lo conosce sei tu.
La ragazza prese un respiro mentre pensava a cosa rispondere.
-Mike potrebbe essere un problema. Voglio dire è un bravo ragazzo, se dovessi farlo gli affiderei la mia vita, ma in questa situazione? Non lo so. Non è prefetto per caso, non l’ho mai visto infrangere nemmeno una regola, nemmeno la più piccola. Ed è inflessibile. L’ho visto togliere punti a Corvonero perché qualcuno si trovava a studiare nella nostra sala comune fuori dagli orari consentiti!
-Ma non possiamo perdere te. Sarebbe un disastro! – esclamò Sam.
-Potresti provare a parlare con lui per sondare un po’ il terreno. Vediamo come reagisce. Ma dobbiamo fare in fretta. Abbiamo bisogno di quella spada e ne abbiamo bisogno presto – disse Santana spostando lo sguardo per vedere proprio Mike che camminava poco distante da loro con la sua ragazza.
Nel frattempo arrivò anche Kurt che si sedette il più lontano possibile da Santana. Non si poteva dire che avessero litigato ma da quella famosa sera non riuscivano a comportarsi in modo del tutto naturale. La ragazza rispose al saluto con un sospiro, sapeva che lui era preoccupato per quello che lei era disposta a fare per salvare Brittany e, in un certo modo lei sapeva che aveva ragione a esserlo. Perché Santana aveva deciso che avrebbe fatto qualunque cose per liberarla. Qualunque.
Sam stava spiegando velocemente i dubbi che riguardavano Mike e Santana inconsciamente sollevò lo sguardo per guardare il ragazzo che stava a pochi metri dalla riva del lago tenendo per mano la fidanzata. In quell’attimo si accorse che lui stava guardando loro. Deglutì preoccupata. Probabilmente non gli era sfuggita quella strana riunione. Non che fosse una cosa rara per gli studenti di varie case stare insieme. Molti, soprattutto nelle famiglie di maghi, erano amici da molto prima di dover andare a Hogwarts. Ma Santana sapeva che lei godeva di una fama negativa che si era faticosamente costruita durante gli anni, tutti sapevano che era meglio non rivolgerle la parola senza un buon motivo se non si volevano ricevere risposte taglienti e sguardi sdegnati. Sospirò distogliendo lo sguardo, sicuramente Mike non era l’unico ad aver notato il cambiamento, ma sembrava l’unico davvero interessato.
Kurt sembrava essere d’accordo con loro sul mantenere una certa prudenza nei confronti di Mike, alla fine decisero che Quinn si sarebbe potuta avvicinare a lui in quel momento e usare le sue famose doti dialettiche per parlare con lui senza esporsi troppo. Si alzò con calma e si diresse verso la coppia che chiacchierava poco distante. Videro come sorridevano e iniziavano a parlare.
-Perché Mike sta indicando noi? – domandò confuso Sam pochi minuti dopo.
-Sarà un caso, non sappiamo cosa gli stia dicendo Quinn – provò Kurt.
-E allora perché Quinn sta tornando verso di noi con quella faccia preoccupata? – domandò Santana mentre  notava la ragazza di Corvonero che tornava da loro a grandi passi.
-Vuole parlare con te! – disse semplicemente indicando Santana quando fu a poco più di un metro di distanza.
-Con me? Ma sei sicura? – chiese Santana a bocca aperta.
-No, non sono sicura, adesso che ci penso potrei aver interpretato male io la sua frase “di a Santana che se vuole qualcosa da me deve chiedermelo lei”!
-Kurt ti sta contagiando la sua pungente ironia? – chiese questa alzandosi con un sospiro – Questa faccenda finirà male lo sento!
Santana si diresse a passo svelto verso Mike che l’accolse con un sorriso.
-Cosa ti fa credere che voglia qualcosa da te? – gli chiese lei quando fu a pochi passi.
-Ciao anche a te Santana. Conosci Tina? – rispose lui senza perdere il sorriso.
Le due ragazze si strinsero la mano, naturalmente si conoscevano, erano allo stesso anno ma non avevano mai parlato, nemmeno nelle lezioni che avevano in comune.
-Allora Mike, sto aspettando ancora una risposta.
-Santana credi davvero che non sia capace di vedere cosa stia succedendo?
-Non credo che tu possa nemmeno immaginare cosa stia succedendo.
Il ragazzo alzò le spalle.
-No, è vero. Ma Quinn si comporta in modo strano da troppo tempo. Sparisce spesso dalla sala comune, torna tardi. Poi improvvisamente tu sei diventata socievole con tutti! Non posso ancora credere di averti visto arrivare all’ultima partita con Blaine!
Santana sollevò un sopraciglio, quel ragazzo aveva un notevole spirito di osservazione, doveva ammetterlo. Stava pensando a cosa dire ma lui l’anticipò proseguendo.
-E poi questo improvviso aumento nella sicurezza del castello. Insomma è evidente che non sappiano esattamente cosa cercano di controllare altrimenti vi avrebbero già impedito di fare qualunque cosa abbiate tra le mani.
-Senti facciamo così, immaginiamo che tu abbia ragione. Perché dovrei fidarmi di te?
-Perché se avessi voluto accusarvi l’avrei già fatto! Non ho prove ma ho abbastanza sospetti e se li avessi espressi al preside vi avrebbero già tenuto sotto controllo.
Santana aprì la bocca per rispondere ma la richiuse subito. Aggrottò le sopraciglia, non era abituata a trovare qualcuno che riuscisse a lasciarla senza parole. Ma, in fondo, non poteva dargli torto. Le sfuggì un lieve sorriso mentre pensava a cosa dirgli.
-Siete dei nostri allora. Dobbiamo prendere in prestito la spada di Grifondoro. Per liberare una ragazza chiusa in uno specchio che nemmeno Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero sono riusciti a distruggere.
Mike e Tina aprirono la bocca e si guardarono a vicenda. Santana ghignò pensando che aveva anche lei qualche asso nella manica per lasciarli senza parole.
-Stai scherzando vero? – domandò alla fine Mike.
-Ci vediamo stanotte, Quinn vi darà più dettagli e tenetevi pronti. Non abbiamo molto tempo.

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Capitolo 11
*** 11. ***


11.
 
Kurt guardava con aria scettica Puck e Finn che saltavano e muovevano le braccia a pochi metri da lui, cercò di attirare l’attenzione di Santana e Tina ma le due ragazze discutevano a voce bassa degli ultimi dettagli del piano e sembravano non essere minimamente interessate allo strano comportamento dei due ragazzi.
-Si può sapere cosa state facendo? – chiese alla fine senza riuscire a trattenersi oltre.
-Ci stiamo riscaldando! – rispose Finn senza smettere di agitarsi.
-Riscaldando per cosa? Non abbiamo una partita di quidditch! Dobbiamo riuscire a entrare silenziosamente nell’ufficio del preside e rubare una spada senza che ci scoprano! Come può aiutarci che voi due siate grondanti di sudore?
-Dovresti provare anche tu! Rilassa! – aggiunse Puck che aveva iniziato a sbuffare come un toro.
Kurt scosse la testa e riprese a camminare avanti e indietro. Quando ripensava mentalmente a quello che stavano per fare era sicuro che l’avrebbero preso e espulso. I suoi genitori l’avrebbero ucciso, non c’erano dubbi. Ma mentre era immerso in quei cupi pensieri la porta si aprì ed entrarono Sam con Sugar. Santana e Tina scattarono in piedi e anche Puck e Finn, per enorme sollievo di Kurt, smisero di muoversi come degli ossessi.
-Siete pronti? – chiese Sam.
-Si – rispose annuendo energicamente Santana. Anche lei era cosciente che probabilmente avrebbero avuto quell’unica possibilità ma sembrava particolarmente sicura.
-Ricapitoliamo le cose, il percorso da seguire è semplice! Gli altri prefetti sono ai loro posti. Noi vi seguiamo a debita distanza sino al secondo piano. Se incontriamo professori li potremmo distrarre. Poi ci fermiamo sulle scale e vi prendono in consegna i prefetti di Serpeverde.– proseguì Sam.
-Va bene, sin li sarà semplice – disse Puck con fiducia.
-Vi apriranno la strada. Dovrete essere silenziosi e cercate di muovervi nell’ombra. Se potete infilatevi in qualcuna delle stanze che abbiamo definito sicure nelle varie prove che abbiamo fatto! – continuò Sam.
-Siamo sicuri che non ci perderemo? – domandò Finn.
-Limitati a seguire noi! – tagliò corto Santana che voleva uscire da quella stanza il prima possibile.
-Va bene gli ultimi prefetti saranno Quinn e Mike che vi accompagneranno sino all’ingresso dell’ufficio. Mike sa la parola d’ordine e sarà lui a pronunciarla. Se ci fossero problemi toccherà a te, Tina.
Questa annuì piano, visibilmente tesa.
-Ripensamenti? – domandò Santana guardandoli tutti negli occhi.
Nessuno disse niente, si limitarono a scuotere la testa con convinzione. Sam si voltò e uscì in corridoio seguito da Sugar che camminava al suo fianco cercando di stargli dietro. Kurt guardò di sfuggita Puck e Finn che si muovevano tra le ombre guardandosi intorno con aria seria e pensò che forse erano troppi e che sarebbe stato meglio andare solo con Santana. Ma ormai era troppo tardi per cambiare idea quindi semplicemente sperò che tutto andasse per il meglio.
E tutto sembrò effettivamente andare per il meglio. Sino all’ultimo corridoio quando Quinn e Mike si trovarono davanti il professor Shuester. I due si bloccarono di colpo mentre gli altri si accorsero che in quel corridoio non c’erano stanze. Approfittarono dell’oscurità per nascondersi il più possibile dietro una serie di armature. Santana attaccò la schiena al muro e chiuse gli occhi cercando di concentrarsi solo sulla voce di Mike che suonava incredibilmente calma e rilassata.
-Professor Shuester, anche lei da queste parti?
-Mike, Quinn. E’ un po’ tardi per voi, le regole sono cambiate, lo dovreste sapere.
-Ha ragione professore, ma abbiamo sentito degli strani rumori e abbiamo deciso di fare un controllo – disse rapidamente.
-Rumori? Bene vi accompagno allora non vorrei che incontraste la Sylvester, lei non è così permissiva come me! – rispose il professore con un sorriso.
-Da questa parte allora! – esclamò Mike con entusiasmo mentre indicava la parte opposta a quella dove si trovava il gruppo.
Santana sentì un sospiro di sollievo provenire dalla sua destra e sorrise anche lei. Si sporse per fare un cenno agli altri per farli muovere. Uscì dal suo nascondiglio seguendo con lo sguardo i prefetti di Corvonero che si allontanavano accompagnati dal professor Shuester. Fu allora che un fortissimo rumore di metallo che si schiantava al suolo fece voltare tutti di scatto. Santana chiuse gli occhi mentre vedeva Finn al suolo con un’armatura. Poi sentì solo la voce di Shuester che urlava contro di loro.  
 
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Kurt lanciò lo straccio sul tavolo e sbuffò.
-Rivoglio la mia bacchetta!
-Oh sta zitto! Non fate altro che lamentarvi a turno tu, Puck e Finn! Se ci avessero lasciato la bacchetta non sarebbe una punizione! – gli disse Santana mentre cercava di afferrare una delle coppe di quidditch. Si accorse che era dell’anno 1753 e che era stata vinta da Grifondoro, la lasciò dove l’aveva trovata per prendere quella al lato che portava il nome di Serpeverde.
-Santana dobbiamo pulire tutti i trofei! Vuoi smettere di prendere solo quelli vinti dalla tua casa? – chiese Finn.
-Sta zitto anche tu tasso! Se non fossi un gigantesco essere con poco equilibrio non saremmo qui! – sbuffò Santana iniziando a fregare la coppa.
Ormai da quasi una settimana passavano le loro ore libere nell’enorme sala dei trofei dove dovevano scontare la loro punizione. Per fortuna avevano evitato il peggio. Shuester aveva creduto che fossero in giro semplicemente per organizzare una festa segreta e si era limitato a obbligarli a pulire tutti i trofei di quella sala senza l’aiuto della magia. Ma la vera punizione per loro era sopportare Santana e il suo pessimo umore dovuto al fatto che non riusciva a vedere Brittany per più di una manciata di minuti al giorno.
-Certo che potrebbero venire ad aiutarci anche gli altri! Avremmo finito prima! – affermò Puck.
-Perché non state zitti tutti? Puck non ti sei accorto che Shuester viene a controllarci praticamente ogni dieci minuti? Sarebbe interessante vedere la sua faccia se trovasse tutti i prefetti che ci aiutano nella nostra punizione! – sbottò Santana.
-Ma è sempre così? – domandò piano Tina in direzione di Kurt sperando che la ragazza non la sentisse.
-No di solito è più tranquilla ma credo che sia in piena crisi d’astinenza da Brittany – sussurrò in risposta Kurt, deglutendo preoccupato quando vide l’occhiataccia che gli aveva rivolto Santana.
-La prossima luna piena è tra un paio di giorni, abbiamo tempo per provare a riprendere la spada – mormorò Finn che veniva divorato dai sensi di colpa.
Tutti si voltarono verso di lui. Ancora nessuno aveva avuto il coraggio di affrontare l’argomento a voce alta. Almeno non davanti a Santana.
-Se hai qualche idea geniale, cosa di cui permettimi di dubitare, dilla pure! Siamo controllati a vista – Santana fece cadere la fronte sul tavolo con aria sconfitta.
-Beh potrebbero provarci i prefetti adesso – provò a dire lentamente Finn.
-Potrebbe essere un’idea, ma non ci sono più possibilità rispetto a quello che abbiamo già provato. Forse abbiamo bisogno di un piano diverso – sospirò Kurt.
-E se provassimo a fare qualcosa di così grave da venir mandati nell’ufficio del preside? – domandò speranzoso Puck.
-Hai fretta di finire la tua istruzione a Hogwarts prima del tempo? Ci sospenderebbero e non otterremo niente! – sbottò Santana riportando la coppa appena lucidata al suo posto.
-San, dammi una mano, ci manca quel trofeo lassù ma non riesco a raggiungerlo – la chiamò Puck.
La ragazza si avvicinò e sollevò la testa.
-Cosa dovrei fare?
-Io e Finn ti tiriamo su e tu la prendi.
-Scordatelo! Questo colosso qui ha un senso dell’equilibrio abbastanza discutibile finirei al suolo!
-Cosa facciamo allora? – chiese Kurt che si era avvicinato stiracchiandosi.
-Lasciamola li! Non credo che se ne accorga nessuno che non l’abbiamo pulita! – esclamò Santana sollevando le spalle.
-Credo che il professor Shuester se ne accorgerà sicuramente. – disse Tina tenendo gli occhi fissi sulla coppa.
-Dici? Secondo me ha ragione Santana – disse Finn che non aveva nessuna intenzione di contraddire la Serpeverde.
Ma Tina si limitò a scuotere la testa e indicò la coppa con un dito.
-Quella è l’unica coppa di quidditch vinta da Tassorosso. Credo proprio che Shuester la controllerà. Lui è il direttore di Tassorosso, se ne accorge di sicuro.
Santana si massaggiò le tempie stancamente. Tina aveva ragione.
-Avanti voi due, sollevatemi! E, Finn, cerca di fare attenzione o trovati una nuova scuola di magia dove finire la tua preparazione, ho sentito dire che c’è un bellissimo castello in Siberia.
Il ragazzo deglutì visibilmente mentre si avvicinava a lei insicuro. Puck gli diede una pacca sulla spalla per cercare di tranquillizzarlo e poi afferrarono la ragazza sollevandola dal suolo. Santana allungò le mani, maledicendo chiunque avesse avuto l’idea di mettere quella coppa lassù.
-Pochi centimetri ancora – sibilò Santana mentre sfiorava la fredda superficie dell’oggetto con le dita.
Puck e Finn sbuffarono per lo sforzo ma riuscirono a sollevarla quel poco che bastava. Santana afferrò la coppa e la sollevò al cielo in segno di vittoria con un piccolo sorriso. Sorriso che sparì immediatamente quando i due ragazzi persero l’equilibrio e iniziarono a barcollare pericolosamente. La ragazza di Serpeverde si lasciò sfuggire un lamento e, istintivamente lasciò cadere la coppa per potersi afferrare con una mano alla cresta di Puck e con l’altra all’orecchio di Finn che gridarono dal dolore ma riuscirono a non cadere al suolo.
-Siete due idioti! – disse Santana mentre metteva con un sospiro i piedi per terra – Bella presa – si rivolse poi a Kurt che aveva preso la coppa al volo impedendo che subisse danni per la caduta. Ma il ragazzo guardava dentro con la bocca aperta e non sembrava averla nemmeno sentita.
-Kurt, va tutto bene? – chiese Tina.
Il ragazzo sollevò gli occhi verso gli altri che lo guardavano aspettando che spiegasse cosa fosse successo. Infilò la mano nella coppa e estrasse qualcosa. Tutti spalancarono la bocca quando videro che si trattava del cappello parlante. Kurt, con un rapido movimento lo voltò e, prima che potessero capire cosa stesse succedendo aveva in mano una spada d’argento con l’elsa tempestata di rubini. Kurt sorrise raggiante.
-Un aiuto verrà sempre dato a chi ne ha bisogno a Hogwarts - disse solo.

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Capitolo 12
*** 12. ***


 
12.
 
Sam camminava lungo il corridoio ripetendo qualcosa a voce bassa, alla sua destra c’era Quinn e alla sinistra Mike che non si staccavano da lui e ogni tanto sussurravano qualcosa.
Santana li vide passare con sguardo preoccupato ma non si avvicinò a loro.
-Sam non è ancora pronto? – le domandò Kurt che nel frattempo era apparso dal nulla alle sue spalle. La ragazza si voltò piano e sospirò.
-Ripete l’incantesimo da due giorni ma non riesce a dirlo in modo perfetto. Credo che sia per lo stress.
-Potremmo sempre chiedere a Finn se lui alla fine non ci riesce!
-Stai scherzando vero? Avremo più possibilità se provasse a pronunciare l’incantesimo il tuo gufo!
-Andiamo San, vuoi perdonarlo? – le chiese ridendo.
-No!
-E tu sei pronta per stanotte? – Kurt decise di cambiare argomento.
-Certo.
-Sai cosa dobbiamo fare vero?
-Si, Kurt, si! – rispose lei stringendo i denti.
-Devi fare quello che abbiamo deciso. Non pensare nemmeno in una delle tue geniali idee!
-Non ne voglio parlare.
-Ma io si! Voglio essere sicuro prima di farlo e io ho la spada San!
-Mi stai minacciando? – chiese lei voltandosi di scatto.
-No, ti dico le cose come stanno! Sono sincero e dovresti esserlo anche tu.
-Mi limiterò a fare quello che devo – sussurrò lei prima di andar via.
   
-----------------------
 
Il sole stava tramontando quando Santana entrò nella stanza dello specchio con lo sguardo basso. Aveva deciso di non provare nemmeno ad andare a cena, sentiva una stretta alla bocca dello stomaco che le impediva anche di pensare a mandar giù un boccone. Si avvicinò lentamente a Brittany che le sorrideva ma la guardava con una strana espressione preoccupata.
-Va tutto bene, San?
-Si.
-E allora perché sei così tesa? Oggi c’è luna piena, non vuoi che io esca da qui? – provò a insistere con un sorriso.
Santana provò a restituirle il sorriso ma sembrò più una smorfia.
-Non sarà una notte come le altre – le rispose semplicemente.
Brittany sembrava confusa ma Santana sapeva che era normale. Non le avevano ancora detto cosa sarebbe successo, avevano deciso che si sarebbe solo preoccupata. E non si fidavano dello specchio.
-Stanotte ti libereremo – sussurrò Santana alla fine.
Vide gli occhi di Brittany che si aprivano mentre muoveva la bocca un paio di volte cercando qualcosa da dire. Santana questa volta riuscì a sorridere davvero per quella reazione così spontanea.
-Cosa? Quando? Come farete a …?
-Brit, tranquilla. Tu non devi pensare a niente. Penseremo noi a tutto, tu solo cerca di non spaventarti per qualunque cosa possa succedere. Me lo prometti?
La ragazza annuì ancora a bocca aperta. La porta si aprì mentre entravano Kurt e Quinn seguiti da Sam che sembrava pallido come un cadavere.
-Dalla tua espressione direi che Santana ti ha detto cosa faremo stasera – disse Kurt cercando di sorridere in direzione di Brittany.
-Siete sicuri? – domandò quest’ultima passando lo sguardo da uno all’altro.
-Che bella domanda – rispose Sam con un filo di voce.
-Sam stai bene? – Quinn si voltò verso il ragazzo che si stava appoggiando alla parete e annuiva lentamente.
Santana sollevò gli occhi al cielo e gli andò vicino sussurrando qualcosa al suo orecchio e poi l’accompagnò a sedersi davanti allo specchio. Il ragazzo sembrava essersi tranquillizzato e stava riprendendo un po’ di colore mentre sorrideva a Brittany.
-Cosa gli hai detto? – chiese Quinn con curiosità ma abbastanza basso perché la potesse sentire solo Santana.
Questa si strinse nelle spalle.
-Solo che può farlo. E che Brittany crede in lui.
-Anche tu!
Santana non rispose ma si avvicinò alla finestra guardando la luna che spuntava all’orizzonte. Strinse i pugni con forza e prese un attimo per respirare profondamente, poi si voltò.
-E’ l’ora.
I quattro ragazzi si trovarono davanti allo specchio. Quinn strinse la spalla di Sam e annuì nella sua direzione. Lui fece un passo avanti e pronunciò le parole che avrebbero risvegliato lo spirito di John Dee chiuso in quell’oggetto. L’atmosfera si fece cupa mentre il suono di quelle parole sembrava echeggiare tra quelle quattro pareti. Kurt deglutì cercando di calmare il suo cuore impazzito quando sentì una voce profonda che parlava.
-Cosa vogliono quattro ragazzini da me?
Sam si schiarì la voce, non voleva che suonasse debole e non voleva farsi spaventare dal tono incredibilmente ironico di quella domanda.
-Sono qui per richiedere indietro la mia compagna di Tassorosso. Non appartiene a te John Dee, appartiene alla mia casa.
Passarono diversi secondi di silenzio prima che, per la seconda volta, quella voce spaventosa parlasse. Questa volta era sparita qualunque traccia di ironia sostituita da una lieve rabbia.
-Vedo che sapete di me più di quanto potessi pensare.
-Sappiamo tutto, adesso falla uscire – continuò Sam che sembrava aver acquistato maggior fiducia.
La risata che seguì li fece tremare.
-Perché dovrei ragazzino?
-Perché hai davanti tutte le quattro case e sai cosa significa! – esclamò Quinn.
-Vedo e, ad essere sincero, dovrei essere preoccupato. Se non foste quattro mezzi maghi!
-Sai che possiamo distruggerti in qualsiasi momento. Ma se ci restituisci Brittany possiamo semplicemente fingere di non averti mai visto – propose Santana.
-Interessante proposta! Se non fosse una menzogna! Non sei in grado di fingere come faceva il fondatore della tua casa! Quello si che era un mago! Se sapete chi sono e come distruggermi sapete anche che se lo fate con la ragazza intrappolata perderete anche lei! E non avrete mai il coraggio di farlo! Non siete abbastanza forti!
Sam e Santana fecero un passo avanti e afferrarono i lati dello specchio e lo portarono di spalle alla porta, davanti alla finestra in modo che la luce della luna, ormai alta, potesse riflettersi sulla superficie.
-Cosa credete di fare? – domandò la voce profonda ed a Kurt sembrò di sentire una, ben nascosta, punta di scherno in quelle parole.
-Guarda caso oggi c’è la luna piena! Brittany esci fuori – esclamò Santana.
La ragazza di Tassorosso posò i palmi delle mani sulla superficie e trovò il solito muro invisibile che la fermava. Si incupì mentre scuoteva la testa e guardava con occhi lucidi Santana.
-Non posso uscire - sussurrò.
Per la seconda volta echeggiò la risata dello specchio, questa volta più forte e sicura.
-Siete davvero divertenti! Davvero non avevate pensato che, una volta sveglio, avrei avuto il controllo totale? Avanti, distruggetemi adesso con la ragazza intrappolata!
I ragazzi si guardarono tra di loro. Kurt strinse i pugni quando incrociò gli occhi scuri di Santana che lo guardavano velati. Deglutì sperando che rispettasse quello che aveva promesso.
-Ti propongo uno scambio. Un serpente per un tasso. Falla uscire, prendo io il suo posto – le parole di Santana furono seguite da un pesante silenzio.
Kurt strinse i pugni mentre chiudeva gli occhi e abbassava la testa. Per un attimo pensò che si trattasse di un sogno, uno di quei sogni che sembrano così reali che la mattina dopo ti rimane la sensazione di averli vissuti davvero. Ma poi il “no” urlato da Brittany che sbatteva i pugni sullo specchio e che fu la prima a reagire, lo fece ridestare. Non era un sogno. Si voltò per guardare Santana.
-No, San! Non erano questi i patti! – le disse.
-Non mi interessano i patti con voi. Non mi interessa il prezzo da pagare, ho detto che l’avrei liberata e intendo farlo.
-Non te lo lascerò fare! Non rimarrò qui a guardarti mentre lo fai vincere – Kurt spostò Sam per prendere Santana e scuoterla mentre fissava il suo sguardo deciso.
-E allora vattene! – Santana lo spintonò via con forza facendolo cadere al suolo per la sorpresa.
Kurt sollevò lo sguardo mentre appoggiava le mani al pavimento e si sollevava a fatica, rifiutando l’aiuto di Quinn.
-Sei un idiota! Non doveva andare così! – le urlò dimenticando le precauzioni.
-Kurt calmati, litigare tra voi non migliorerò le cose – disse Sam cercando di appoggiare la mano sulla spalla del Grifondoro.
-Calmarmi? Cosa otteniamo da questo stupido scambio? E voi non avete niente da dire? – il ragazzo spostò bruscamente la mano di Sam mentre sentiva gli occhi bruciare e il cuore battere con forza. Santana stava immobile senza distogliere lo sguardo da lui ma senza voler intervenire.
-Vuoi farlo? Sai una cosa Santana? Sei una Serpeverde idiota! Non mancherai a nessuno quindi sono d’accordo con te, fai questo scambio.
Poi si voltò di scatto, se l’avesse guardata ancora per un solo istante non sarebbe riuscito ad andarsene. La pesante porta in legno si chiuse con un rumore secco dietro di lui.
-Sapete perché sono immortale e indistruttibile? – domandò la voce profonda dello specchio sempre più divertita – Perché l’amicizia tra le vostre case dura quanto la vita di una farfalla. E adesso Serpeverde, accetto la tua proposta.
Santana si voltò distogliendo a fatica lo sguardo dalla porta che si era chiusa alle spalle del suo migliore amico. Evitò lo sguardo supplicante di Brittany e le sue guance rigate dalle lacrime.
-Cosa devo fare? – chiese con una voce che non sembrava la sua.
-Attraversa lo specchio.
Santana chiuse gli occhi ignorando la voce di Brittany e la mano di Quinn che cercava di trattenerla e fece un passo avanti. Poi sembrò dubitare un attimo e si fermò aprendo gli occhi con sguardo confuso.
-Un momento! Come posso sapere che, una volta che io entro dentro tu la lascerai uscire? – chiese con voce incerta.
-Ragazzina finalmente dici qualcosa di intelligente! E’ vero, stavo cercando di ingannarti! – la voce si mostrava sempre più divertita – Ma, visto che mi avete messo particolarmente di buon umore faremo le cose onestamente.
Le mani di Brittany, appoggiate sulla solida superficie, furono le prime a uscire. Quando la giovane si accorse di quello che stava succedendo si buttò tra le braccia di Santana stringendola a se. La Serpeverde chiuse gli occhi cercando di trattenere le lacrime, non voleva che Brittany soffrisse e, anche se lo stava facendo per lei, sentiva un dolore al petto e le prese le braccia per allontanarle dal suo collo. Manteneva la testa bassa, senza guardarla e la spinse, gentile ma risoluta verso Sam che la trattenne. Sentiva la voce della bionda ma non capiva le parole.
-Tienila ferma, Sam – disse solo.
Si voltò guardando la superficie dello specchio che adesso non sembrava solida ma cangiante come l’acqua del mare increspata da una lieve brezza. Non riuscì a non pensare che sembrava davvero bellissimo. Fece un lento passo allungando la mano che tremava, pensò a cosa avrebbe sentito se avrebbe provato dolore o sarebbe stato come attraversare una porta. Poi ci fu quel rumore forte, di qualcosa che si infrangeva e Santana saltò abbassando lo sguardo. Una lama aveva attraversato il centro esatto dello specchio e si era fermata a pochi centimetri dalla tunica della Serpeverde. Vide distintamente delle crepe che iniziavano a formarsi da quel punto e si irradiavano sempre più velocemente lungo tutta la superficie. L’urlo di dolore di quella voce che, sino a un attimo prima era divertita, fu il suono più bello che Santana avesse mai sentito. Poi lo specchio esplose in una nuvola di frammenti argentati e la ragazza poté vedere uno sconvolto Kurt che la guardava mentre stringeva ancora l’elsa della spada con entrambe le mani.
Lo vide respirare con forza mentre, probabilmente, cercava di calmarsi. Vide lacrime nei suoi occhi e non sapeva se erano per la tensione, il sollievo o la paura. Poi sentì il rumore metallico della spada che cadeva al suolo e la voce incerta di Kurt che si rivolgeva a lei.
-Ha funzionato, non ci posso credere. Ha funzionato.
Santana gli si lanciò al collo e lo strinse a se con forza, come non aveva mai fatto in vita sua. Lo sentì sorridere sul suo collo.
-E dobbiamo tutto alle tue doti d’attore – gli sussurrò ancora incredula.
-San, sono felice che tu mi stia abbracciando e, credimi, te lo rinfaccerò per il resto dei tuoi giorni, ma credo che ci sia qualcuno che ti stia aspettando!
Santana sembrò ricordarsi improvvisamente che non erano soli e si voltò. Incrociò lo sguardo ancora lucido di lacrime di Brittany che si trovava ancora tra le braccia di Sam, entrambi illuminati dalla luce della luna.
-Brit, io … mi dispiace di averti spaventata ma …
-San? – la interruppe questa facendo un passo verso di lei – Sono libera?
La ragazza non riuscì a non sorridere, poi spalancò le braccia e vide Brittany che le correva incontro, fuori dalla luce. Libera dall’incantesimo.
 
 
NOTE: forse avevo dimenticato di dire che questo è l’ultimo capitolo, adesso manca solo l’epilogo!!! Grazie mille a tutte le persone che hanno seguito la storia!

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Capitolo 13
*** Epilogo ***


 
Epilogo.
 
Santana si sistemava nervosamente la divisa di quidditch mentre usciva dagli spogliatoi. Aveva ancora tempo prima della partita ma non ne poteva più di vedere Puck che, in sala comune, saltava come un matto mentre Dave cercava di spiegargli che quello non era un riscaldamento adatto e soprattutto doveva risparmiare le energie per la partita.
Respirò profondamente un paio di volte cercando di concentrarsi e di pensare solo a quel dannatissimo boccino che sembrava odiarla durante le partite contro Corvonero. Svoltò l’angolo per infilarsi nel tunnel che portava direttamente al campo e ma si fermò di colpo quando vide una ragazza bionda poco distante che si guardava le scarpe. Sollevò un sopraciglio quando vide che si voltava per guardare lei e sbuffò infastidita. La stava evidentemente aspettando e, Santana, non aveva voglia di parlare con lei. Camminò a testa alta facendole un lieve cenno di saluto con la testa quando le passò al lato ma senza fermarsi, pregando, dentro di se, che la ragazza capisse il messaggio e la lasciasse in pace. Ma naturalmente non poteva avere questa fortuna.
-Dove vai? – le chiese.
-Al campo!
-Posso venire con te?
-No!
-Santana!
-Senti Quinn mi hai fatto una domanda e io ho risposto!
-Se vuoi prendere il boccino oggi dovresti calmarti! – esclamò con un sorriso la cercatrice di Corvonero.
Santana si fermò di botto e la guardò con la coda dell’occhio.
-Perché ti sembro tesa? – chiese istericamente.
-E’ incredibile! Hai ingannato uno specchio magico, sfidato tutti i divieti di Hogwarts, unito le quattro case in un’impresa disperata e adesso hai paura di me?
-Oh Fabray non so di cosa parli! Tu ti sopravvaluti! Ma esattamente cosa vuoi oggi da me? Dovresti solo pregare di riuscire a sopravvivere a questa partita perché posso assicurarti che sono disposta a manomettere i bolidi pur di vederti al suolo e Puck e Dave sono stati allenati a …
-Dave e Puck mi hanno detto che hai minacciato la loro virilità se provano anche solo a pensare di lanciarmi un bolide contro!
-Non so di cosa tu stia parlando! – borbottò Santana che aveva come regola di vita quella di negare anche l’evidenza.
Quinn sembrò voler aggiungere qualcosa ma un movimento alla fine del corridoio attirò la sua attenzione.
-Eccovi! – gridò Brittany mentre correva verso le due ragazze e le raggiungeva gettandosi al collo di entrambe contemporaneamente – Vi stavo cercando in sala Grande durante la colazione, ma c’era solo Puck che saltava.
Quinn guardò confusa Santana che sollevò le spalle e spiegò.
-Finn l’ha convinto che è un ottimo metodo di riscaldamento!
-Vi cercavo per augurarvi in bocca al lupo per la partita – continuò Brittany con un sorriso.
-Augurarci? – domandò a bocca aperta Santana incrociando le braccia infastidita.
Brittany abbracciò Quinn con forza ignorando la ragazza di Serpeverde.
-In bocca al lupo Quinn.
-Grazie, Brit.
-Brit? Non prenderti troppe confidenze con lei, per te è Brittany! – disse Santana mantenendo un tono infastidito e facendo sollevare gli occhi al cielo a entrambe le bionde davanti a se che sorrisero divertite.
-In bocca al lupo anche a te – sussurrò Brittany mentre si avvicinava alle sue labbra per posarle un lieve bacio, poi si allontanò con un sorriso e prese la sua sciarpa e la bacchetta per poi aggiungere – Guardate cosa mi ha insegnato a fare Kurt! – detto questo, dopo un rapido movimento del polso, la sua sciarpa di Tassorosso cambiò colore. Una metà era verde e argento e l’altra blu.
Quinn si mise a ridere vedendo il volto di Santana che, evidentemente, non gradiva la presenza del blu. Brittany sorrise di nuovo a entrambe e poi le salutò, dicendo che avrebbe visto la partita con tutti gli altri e che era emozionatissima. Mentre si allontanava Quinn vide con la coda dell’occhio che Santana estraeva la bacchetta e, rapidamente, colorava la sciarpa di Brittany interamente di verde e argento. Scoppiò a ridere, strappando un sorriso anche alla Serpeverde.
-In bocca al lupo per la partita, San. Cerca di stare tranquilla, non rendermi le cose troppo facili!
-Fabray, se credi di prendere il boccino ti sbagli di grosso! – le rispose questa volta con un sorriso rilassato.
-Andiamo in campo – disse solo la Corvonero mentre si voltava per percorrere l’ultima parte del corridoio.
Ma la mano di Santana si strinse intorno al suo polso facendola girare. Quinn la guardò con curiosità e spalancò la bocca per lo stupore quando questa l’abbracciò.
-Grazie Fabray.
-Per averti tranquillizzato prima della partita?
Sentì il sorriso della Serpeverde sul suo collo.
-Perché, senza di te, non l’avremmo mai salvata.   
 
 
 
-Brittany smetti di chiudere gli occhi! – urlò Kurt cercando di attirare l’attenzione della ragazza tra le urla di incoraggiamento del pubblico.
La ragazza di Tassorosso spostò appena una mano scoprendo solo l’occhio destro e borbottando qualcosa.
-Non ti sento! C’è troppo caos, sembra che ci sia tutta Hogwarts qui! – continuò Kurt mentre Blaine e Mercedes al suo fianco gridavano al rapido passaggio di Quinn e Santana che volavano fianco a fianco marcandosi per evitare che gli sfuggisse il boccino che ancora non si era fatto vedere.
-Ho detto che quei bolidi mi fanno paura! Hai visto ha quasi staccato la testa a Puck!
-No, Brit, gli ha solo sfiorato la cresta e, credimi, se gliela avesse tolta il mondo ci avrebbe guadagnato!
-Hanno visto il boccino – urlarono contemporaneamente Sam e Blaine.
-Quinn è in vantaggio! – esclamò Finn mentre si teneva alla balaustra delle tribune con forza.
-Ma si stanno dirigendo in picchiata al suolo! – gridò Brittany che aveva deciso che non avrebbe mai più visto una partita di quidditch in vita sua.
-Si, ma adesso virano, stanno seguendo la traiettoria del boccino – spiegò Tina che aveva finalmente smesso di fissare estasiata Mike che stava dando il meglio di se davanti ai tre cerchi.
-Quando virano? –urlò Brittany spaventatissima vedendo le due ragazze sempre in rotta di collisione velocissima verso il suolo e riportando le mani a coprire gli occhi, aspettando il boato che sarebbe seguito al loro schianto.
-Hanno virato! Hanno virato! E Santana ha preso vantaggio! – gridò Sam prendendo una mano di Brittany perché guardasse con i suoi stessi occhi.
-Vengono da questa parte! – esclamò Kurt mentre il boccino si dirigeva a velocità folle verso la loro zona delle tribune, seguito da vicino da Santana e Quinn che avevano un’espressione concentrata.
-Ci stanno venendo addosso! – Sugar strinse il braccio di Finn che ululò dal dolore.
-A destra! A destra! – urlò Rachel mentre si sbracciava con le mani per indicare a tutti che il boccino aveva virato improvvisamente.
Poi ci fu un boato enorme e tutte le tribune si misero in piedi. La partita era finita. Il boccino si trovava saldamente tra le mani della sua nuova proprietaria che lo sollevava in aria con un sorriso di trionfo. Poi questa si voltò verso le tribune e volò fino a quel gruppo eterogeneo che gridava e applaudiva. Saltò sulla scopa e, al volo si lasciò cadere in mezzo a loro dove venne stretta da un abbraccio comune. Si staccò a fatica per avvicinarsi a Brittany e darle un lieve bacio.
-Hai vinto, San! – esclamò questa con entusiasmo.
-Lopez! Vieni giù da li che la coppa ti aspetta! – gridò con un sorriso Quinn che si era avvicinata seguita da Mike, Puck e Dave.
Santana allungò la mano che venne stretta dalla cercatrice di Corvonero.
-Bella partita Fabray! – riafferrò la scopa e planò sul campo per sollevare la coppa al cielo.
-Adesso andiamo in sala comune a festeggiare! – urlò Puck tra gli applausi dei Serpeverde.
-Puck io vado da Brit. Ci vediamo dopo! – disse Santana.
-No, no! Scordatelo tu sei il capitano e vieni con noi! – disse con un sorriso Dave.
-Cosa? No, vado da lei e poi anche Kurt mi vorrà vedere e io…
-Hanno ragione loro! Devi venire con noi nella nostra sala comune! E’ tradizione di Hogwarts che il capitano della squadra vincitrice tenga un discorso alla sua casa! Avrai tempo per vederli dopo la festa, magari domani! – esclamò Rachel mentre Santana veniva sollevata sulle spalle di un paio di robusti Serpeverde che la portavano in trionfo. La ragazza riuscì a lanciare un’occhiata disperata al gruppo di amici che stava poco distante e che scherzava con Mike e Quinn che ancora indossavano la divisa e stringevano le scope nella mano destra. Fece appena in tempo a vedere Brittany che la salutava con la mano e le sorrideva.
 
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La sala comune dei Serpeverde era una bolgia. La coppa passava di mano in mano mentre i giocatori, che sembravano essere diventati i nuovi eroi, venivano abbracciati e ricevevano pacche sulle spalle. Santana era circondata, si accorse che aveva ancora il boccino stretto nella mano e lo lasciò volare via approfittando degli ultimi residui di magia che gli restavano. Approfittò della confusione che il piccolo oggetto dorato aveva creato per sgattaiolare verso la porta, stava per uscire con un ghigno di trionfo quando fu fermata da Dave, Puck e Rachel che la guardavano in cagnesco.
-Dove stai andando? – chiesero praticamente allo stesso tempo.
Santana si vide in trappola e sollevò le braccia in segno di resa. Si doveva arrendere al fatto che non l’avrebbero fatta andar via. Si voltò lentamente.
-Vai a cambiarti e a farti una doccia! Non pensare di scappare dalla festa! – la minacciò Puck puntandole un dito contro.
La ragazza sospirò dirigendosi verso i dormitori. Se non poteva scappare tanto valeva arrendersi e godersi la festa.
L’acqua calda della doccia batteva sulla sua pelle ambrata e, Santana, chiuse gli occhi con un sorriso. Come sempre nell’ultimo periodo ricordò quella notte. Non sapeva quanto tempo fosse passato prima che arrivassero tutti gli altri che si erano riuniti, in attesa di notizie, nell’aula di trasfigurazione. In mezzo a quel caos aveva solo capito che l’urlo dello specchio si era sentito in tutto il castello ma non ebbe il tempo di preoccuparsi per le conseguenze di ciò che avevano fatto e per le spiegazioni che sarebbero state necessarie perché immediatamente dopo la stanza fu invasa dai professori e dal preside. Il professor Shuester, con uno strano pigiama giallo con sopra disegnato un tasso, aveva detto qualcosa sul fatto che alcune studentesse di Tassorosso erano corse da lui per informarlo che nel loro dormitorio era apparso dal nulla un letto in più. I momenti che seguirono furono concitati e tutti si ritrovarono nell’ufficio del preside che cercava di capire cosa fosse successo. Alla fine era stata la Sylvester a prendere in mano la situazione, dando la parola a Rachel che, nonostante la situazione, non aveva perso la sua parlantina. Fu una lunga notte e dovettero rispondere a una quantità di domande che sembrava infinita. Alla fine vennero mandati nei loro dormitori in attesa della convocazione delle loro famiglie.
Santana, come tutti, pensò che quell’iniziativa non prometteva niente di buono e che sarebbero state prese delle misure disciplinari importanti. Per questo si sorprese quando, dopo una riunione lunghissima, si ritrovò davanti sorrisi amichevoli e strette di mano di congratulazioni per il coraggio dimostrato. I signori Lopez erano raggianti e orgogliosi, Santana quasi si dimenticò di respirare quando le dissero che volevano conoscere questa ormai famosa Brittany perché doveva essere una persona splendida. Alla fine aveva annuito guardandosi intorno per cercarla ma, incredibilmente, non era da quelle parti. Provò a cercare Kurt finché Sam non gli spiegò che era rimasto nell’ufficio del preside con i suoi genitori e Brittany stessa per discutere alcune cose. Santana si riavvicinò ai signori Lopez per chiedere a loro cosa stesse succedendo ma, prima di poter aprir bocca si trovò investita da un forte abbraccio. Riprese a fatica l’equilibrio e strinse a se Brittany che rideva felice. Quando si allontanò da quella stretta le presentò i suoi genitori e sorride vedendo la bionda arrossire sino alla punta dei capelli.
Quando a loro si avvicinarono anche gli Hummel e naturalmente Kurt, Brittany si staccò da Santana per passare una mano sulle spalle del ragazzo che ricambiò la stretta con un sorriso enorme. La ragazza di Serpeverde li guardò accigliata aspettando una spiegazione. “Adesso Kurt è mio fratello” quelle erano state le esatte parole di Brittany. Ma le dovette ripetere un paio di volte prima che effettivamente Santana capisse cosa intendesse. E anche così le furono necessari diversi minuti prima di reagire abbracciandoli entrambi.
Alla fine, quando ormai tutta Hogwarts sapeva cosa fosse successo quella notte con dovizia di particolari, il preside prese una decisione che non aveva precedenti nel castello. La coppa delle case sarebbe stata assegnata a pari merito a tutte le case visto che avevano collaborato in quella che veniva considerata una vera e propria impresa magica.
Santana scosse la testa mentre usciva dalla doccia e si rivestiva in fretta. La coppa della casa era stata assegnata a tutti ma la coppa di quidditch era di Serpeverde e doveva andare a festeggiare. Anche se non aveva perso le speranze di riuscire a scappare più tardi.
Percorse il corridoio che portava nella sala comune persa nei suoi pensieri, per questo motivo non si accorse subito che qualcosa non andava per il verso giusto. Ma, più si avvicinava più si rendeva conto che mancava qualcosa. Mancavano le voci allegre e festanti dei suoi compagni di casa, il corridoio era avvolto in un silenzio irreale. Accelerò il passo con una punta di curiosità che si trasformò in un moto di preoccupazione quando entrò in una deserta sala comune. Si guardò intorno come se si aspettasse di vederli comparire dal nulla da un momento all’altro. Attraversò la porta sperando di trovare qualcuno a cui chiedere spiegazioni.
Sentì una stretta allo stomaco mentre si rendeva conto che lo strano silenzio sembrava seguirla. Hogwarts non era mai silenziosa, mai. Nemmeno durante la notte. Qualcosa andava male. Provò a mantenere la calma e cercò di non correre lungo i vari corridoi che trovava sempre deserti. Alla fine puntò decisa verso la torre di Grifondoro. Avrebbe minacciato la Signora Grassa sinché non l’avesse fatta passare e avrebbe trovato Kurt per dirgli che stava succedendo qualcosa di strano.
Quando vide apparire davanti a se le scale, trovandole deserte, si fece prendere dal panico e si lanciò di corsa trovandosi davanti al ritratto che nascondeva la sala comune di Grifondoro. Sollevò lo sguardo.
-Devo passare, non so la parola d’ordine ma …
Le parole le morirono in gola quando si accorse che la Signora Grassa non era al suo posto. Si guardò intorno spalancando gli occhi. I quadri erano tutti vuoti. Non c’era nessuno. Sentì il cuore batterle nel petto con maggior forza. Si ricordò di quello che le aveva raccontato Brittany dello specchio. Diceva che c’era Hogwarts, solo senza tempo e vuota. Santana sentì un brivido di paura che le percorreva lentamente la spina dorsale. Cos’era successo? Si trovava dentro lo specchio? Non poteva essere vero. L’avevano distrutto, Kurt l’aveva infilzato con la spada di Grifondoro. Lei l’aveva visto diventare polvere argentata. Aveva visto Brittany uscire fuori dalla luce della luna, finalmente libera. Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi. Non c’era nessun rumore nell’aria. E se tutto quello che aveva vissuto fosse un’illusione crudele dello specchio? Strinse i pugni e si lanciò di nuovo lungo quelle scale, percorse altri corridoi passando davanti ad aule vuote e silenziose. Non c’era nessuno, solo silenzio. Senza sapere come si trovò a passare davanti alla porta in legno della Sala Grande e si fermò di colpo. Sfilò lentamente la bacchetta. Li c’era qualcuno, o qualcosa. Sentiva un lieve brusio che proveniva da li dentro. Si appoggiò lentamente alla porta avvicinando l’orecchio ma non riusciva a distinguere il rumore. Chiuse gli occhi con forza per calmarsi, poi prese un profondo respiro e la spinse con forza.
Quello che successe poi si potrebbe definire come un’esplosione. Appena mise piede dentro si accorse che c’era tutta Hogwards, studenti, professori, fantasmi, tutti i personaggi dei quadri per i quali erano stai preparati delle speciali cornici che erano state appese alle pareti. Non appena la videro apparire dalla porta scoppiò un fragoroso applauso, il cielo del soffitto, che per l’occasione era una meravigliosa notte stellata, si riempì di fuochi artificiali. Santana frastornata si diresse verso una ragazza dai capelli biondi che avrebbe riconosciuto tra mille. Si accorse rapidamente che anche tutti gli altri erano seduti insieme. Fu accolta da sorrisi e saluti entusiastici.
-Cosa… - iniziò ma dovette fermarsi per schiarirsi la voce – Cosa sta succedendo?
-Festa! – urlò Puck – Hai pensato davvero che in un anno come questo avremo potuto festeggiare solo noi Serpeverde!
-Ti stavamo aspettando San! In fondo sei tu quella che ha scoperto lo specchio, unito questo gruppo eterogeneo e rischiato la vita per salvare Brittany. Ma soprattutto sei tu che hai preso il boccino oggi! – disse Quinn facendo partire un altro applauso.
Sollevarono i calici in un brindisi. Santana sentiva la mano calda di Brittany stretta nella sua e sentiva il suo cuore che si calmava. Vide con la coda dell’occhio Kurt che si avvicinava a lei con uno sguardo perplesso.
-San, stai bene? – le domandò piano.
-Cosa? Si certo che sto bene!
-Eri pallidissima quando sei entrata e stringevi la bacchetta. Eri spaventata? – domandò con un sorrisino ironico.
Santana scosse rapidamente la testa.
-Io pensavo … - si fermò spalancando gli occhi. Non poteva raccontare a Kurt che aveva temuto di essere dentro lo specchio. L’avrebbe presa in giro per il resto della sua vita. – Pensavo che sarebbe stato meglio festeggiare solo con i Serpeverde – finì con un sorrisino di sfida.
Kurt scosse la testa mantenendo il sorriso.
-Brittany! Santana dice le bugie al tuo nuovo fratello! – disse a voce alta facendo voltare la ragazza di Tassorosso e Santana deglutì visibilmente prima di lanciargli un occhiata omicida per poi voltarsi verso la bionda che la guardava delusa.
-BritBrit! Sta scherzando! Non lo farei mai, lo sai! – disse dolcemente sollevando le mani mentre cercava di colpire con un calcio Kurt che ridacchiava alle sue spalle.
Brittany la guardò con un espressione seria poi si aprì in un enorme sorriso lanciandosi tra le braccia di Santana.
-San?
-Dimmi.
-Ti amo, grazie per avermi salvata!
-Ti amo anch’io – le sussurrò mentre chiudeva gli occhi.
-E mi piacerebbe uscire con te!
Santana la guardò confusa.
-Cosa vuoi dire?
-Che Kurt mi ha spiegato che, dato che lui è il mio fratello maggiore devi chiedere il permesso a lui prima di invitarmi ad uscire!
Santana spalancò la bocca prima di voltarsi verso il ragazzo di Grifondoro che cercava di trattenersi e non scoppiare a ridere.
-Tu! Cosa le hai detto?
-Beh San, sono un fratello responsabile e devo sapere chi frequenta la mia sorellina!
-Fratello maggiore? E’ stata cinquant’anni in uno specchio! – gli disse a voce bassa in modo che la ragazza non la sentisse.
-Non cambiare argomento! Sto aspettando! – disse Kurt sollevando le spalle.
-Cosa? Non vorrai davvero che …
-Vuoi che le dica che sei poco gentile con me? – la fermò lui.
-Posso uscire con Brittany, caro, fastidioso, fratello maggiore?
-Troppo ironica! – disse lui alzando le spalle.
Santana si passò una mano sul volto e si voltò verso Brittany che la guardava in paziente attesa. Sospirò prima di rivolgersi di nuovo verso il ragazzo.
-Per piacere, mi daresti il permesso per poter portare Brittany a Hogsmeade sabato prossimo?
-Troppo falso! – Kurt cercò di non sorridere alla vista dello sguardo omicida di Santana.
-Kurt, sono totalmente innamorata di questa ragazza. Sono così innamorata che, invece di trattarti come ti meriti, sto cercando di essere gentile. Quindi adesso, visto che oltre a essere il suo nuovo fratello sei anche il mio migliore amico, potresti darmi il permesso di baciarla? Perché ti giuro che non ne posso più!
Kurt scoppiò a ridere e poi sorrise annuendo. Santana si voltò di nuovo, le mise le braccia intorno al collo e l’attirò piano a se.
-Credo di aver avuto il permesso! – le disse sulle labbra. 
 
 
 
 
 
NOTE: siamo arrivati alla fine! Grazie a voi per aver seguito la storia e felice St. Patrick’s day!!!

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