Non di pietra, infondo

di gunnantra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Benvenuto ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Ritorno infelice ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Nuovi Casi ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Qualcosa su cui riflettere ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- Bugie Spezzate ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- L'avventura degli omini danzanti ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- 5 Bersagli ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - L'anima di Sherlock Holmes ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Benvenuto ***


1 Capitolo:
Benvenuto
 
Irene Adler,
Miss Irene Adler,
la “famosa” Irene Adler,
la “chiacchierata” Irene Adler,
la sensuale Irene Adler,
lei, LaDonna, Irene Adler.
 
Non importa quanto io ci provi, non importa quanto io tenti di evitarlo, lei mi perseguita su giornali, riviste scandalistiche, nelle parole fugaci dei passanti e ora anche sul Times.
Insomma, una donna non può cercare di leggere qualcosa di serio senza che il viso, il sedere, la schiena (per lo più nuda) della signora Adler le sia spiattellata davanti agli occhi?
Per esser sexy è sexy (come negarlo?), ha un portamento da far invidia alle donne dell’alta società eppure lei chi è? La Dominatrice.
Insomma, nessuno si accorge che la donna che tanto spiattellano ovunque non è altro che la versione moderna della meretrice?
Macchè! Uomini, tutti fingono di guardare distrattamente e con disinteresse le sue foto, eppure…molti di loro rimangono 20 minuti a guardare la stessa pagina della rivista patinata ricoperta di una sua gigantografia con quattro parole incrociate come didascalia.
Vigliacchi.
 Tutti fingono di disprezzare la vita che conduce eppure tutti vorrebbero “passare” da lei, anche solo per una notte.
Ma questo, per carità, non lo impedisco a nessuno (del resto anche io ammetto che è una bella donna eppure la mia eterosessualità è indubbia).
Ciò che mi infastidisce maggiormente, ciò che mi irrita è vedere lo stesso disinteresse mal celato negli occhi che stimo più di chiunque altro: Sherlock e John.
Li ritengo quasi dei super-eroi.
Mi eccita vederli battibeccare nel mio studio su casi, prove (a lor dire) inconfutabili ma che Scotland Yard non ha nemmeno considerato che potessero esistere, ma ciò che mi piace più di tutto è quando Sherlock si volta verso di me con calma, flemma e sicurezza e mi dice semplicemente “Molly, avrei bisogno di un piccolo favore” e mi sento utile, sento che per qualche minuto il duo è diventato un trio.
Sherlock, John e Molly.
Anche se ovviamente l’idillio finisce solitamente con un “Visto John avevo ragione” e detto ciò Sherlock mi volta le spalle e va via, lasciando John nell’imbarazzo di dover biascicare un “grazie mille Molly, sai che ti è grato solo che…beh, insomma quando è preso da un caso…sai com’è…se non lo costringessi a mangiare sarebbe già deperito” e detto ciò a passo frettoloso va via anche lui.
Toh, un’altra volta l’idillio si è spezzato.
Ma torneranno, lo so che torneranno.
Vorrei soltanto che per una volta fosse Sherlock a ringraziarmi prima di sparire.
Questo mi bastava, mi è bastato per così tanto tempo perché infondo mi dicevo che non ero io a non essere abbastanza era lui che non vedeva alcuna donna come…beh, come “donna” poi….Irene Adler.
Ancora lei.
La “Donna” che è riuscita a scuotere Sherlock dal suo riposo quasi puerile.
Potrebbe avere chi vuole: cantanti, calciatori, uomini dello spettacolo, ballerini, uomini politici, marajà…ma no! I suoi artiglietti smaltati (alla perfezione) hanno puntato Sherlock….
Cos’è per lei? Una sfida? Una questione d’onore? Gli serve un “consulente investigativo” per completare la collezione delle sue conquiste?
Non gli è bastato far l’uscita plateale nuda?
Purtroppo John mi ha raccontato anche questo.
Da quanto (per forza di cose) abbiamo passato del tempo insieme ho cominciato ad ammirarlo sempre più, infondo è un uomo degno di ricevere l’amore di qualunque donna; anch’io avrei potuto perdere la testa per lui se lei (la mia maledetta testolina) non fosse già partita per altri lidi.
Beh, insomma John si è sentito in “dovere” di descrivermi anche l’espressione di Sherlock “Beh Molly, sembrava di pietra, non nel senso di ‘impietrito’ nel senso di…normale sembrava quasi che quel popò di donna che gli si parava davanti non esistesse. Eppure Molly ti assicuro che quella donna valeva la pena di esser guardata, eccome…insomma non voglio metterti in imbarazzo ma lei aveva un sedere da dieci e lode sodo e bello rotondo, due labbra da mordere, due gambe chilometriche che sembravano non finire mai…e non ti ho detto la parte migliore( l’irripetibile parte migliore della “donna” preferirei non ripeterla). E comunque, Molly, so che Sherlock ha apprezzato quella visione, ne sono sicuro al mille per mille, è un uomo per l’amor di Dio e Irene Adler non può esser indifferente a nessun uomo. Lui non ha detto nulla però l’ha guardata con una tale profondità che…qualunque altra donna sarebbe arrossita…”.
Avete mai avuto la sensazione di una fitta al cuore?
Come se un sottile equilibrio o speranza si spezzasse?
Beh, Irene Adler ha spezzato la mia.
 
“Molly, scusa se interrompo i tuoi pensieri ma devo consegnarti questi campioncini…sono un consulente eppure ogni tanto mi piace fare da fattorino. Scherzo, lo odio immensamente ma….insomma mi fa piacere venire a trovarti ogni tanto. Una bella chiacchierata con te è quello che ci vuole per sopportare altre ore lavorative”.
“Come? Oh, Jim scusami. Eh si ogni tanto ho proprio bisogno di evadere da questo laboratorio. Per quanto possa sembrarti strano i cadaveri non sono di grande compagnia”
“Ma dai? Davvero? E io che credevo foste migliori amici!” mi risponde sorridendo, devo ammetterlo ha un bel sorriso. È un sorriso sghembo però, ma che…insomma si “sensuale” lo si potrebbe tranquillamente definire così
“Naaaa solo un tantino freddi, pallidi e silenziosi per i miei gusti” rispondo al suo gioco con un sorriso
“Beh, toh! Eccomi qui temperatura corporea 37°, carnagione pallida ma non troppo e gran chiacchierone” mi ripose aprendo le braccia
“E sia ringraziato il cielo che vieni a trovarmi tu” risponde veramente ricuorata
Jim: il mio compagno preferito di discussioni qui a lavoro.
 
Il telefono squilla…”Sexy back” di Justin Timberlake irrompe con prepotenza nelle strade colorate dal tramonto
“John!”rispondo aprendo la chiamata “mi fa piacere sapere che hai ancora libero accesso al mio telefono a mia insaputa tanto da poterti personalizzare la suoneria!”
“È perfetta non credi? Aspetta una chiamata da Sherlock e vedrai che bel regalino” dovrei aspettare una chiamata di Sherlock per ascoltarla? Allora temo di non essere in grado di scoprire il grande segreto “Ad ogni modo ti ho chiamato per…Sherlock stò parlando con Molly vuoi che le dica qualcosa?” è chiaramente entrato Sherlock nella stanza,  anche il solo sentirlo nominare mi fa saltare un battito. “Molly ti saluta anche lui”
“Sei un bugiardo John. Comunque salutalo da parte mia” rispondo ben consapevole della bugia,a fin di bene, del caro John.
Ovviamente lui è cosciente del sentimento che provo per l’investigatore di Baker Street, non c’è stato bisogno che glielo dicessi esplicitamente,per lui è veramente palese (del resto lo sarebbe per chiunque mi vedesse attorno a Sherlock per qualche ora), ma il nostro tacito accordo è che lui evita battutine e io…continuo ad essergli semplicemente amica.
“Ad ogni modo, John, avevi bisogno di qualcosa?” continuo io
“Ah già, no nulla volevo solo salutarti”
Questo rientra nei comportamenti che adoro di John.
Non posso non chiedermi: se tratta in questo modo un’amica…come si comporta con una fidanzata? Maledetto cuore…perché non mi permetti di innamorarmi di John?
“John! Incredibile” sento una voce in lontananza “Sembri proprio una femminuccia!”
“Vai al diavolo Sherlock”sento che risponde al suo coinquilino “Non ascoltarlo Molly. Sai com’è fatto”
“Fin troppo bene John…comunque dicevamo…”
 
Eccomi qui, Molly.
L’amica.
La temporanea aiutante.
A volta la cuoca.
 
Troppo spesso…la macchietta nella vita del più grande investigatore di tutti i tempi.
 
Sherlock Holmes.
L’investigatore.
Il consulente.
L’amico.    
L’uomo che amo
 
 




Ecco qui capitolo 1
Sono completamente presa da Sherlock Holmes ed in particolare della serie della BBC J
Cosa ne pensate?
Una domanda (rendiamo la storia un po’ interattiva ahah) sarebbe un problema se mettessi qualche scena Hot (grrrr!) o preferite che tutto resti in rating verde?
Fatemi sapere cosa ne pensate e…recensite J
 
Un bacio! A presto!
p.s. prometto che questa storia non resterà inconclusa (odio quando mi appassiono ad una storia e di punto in bianco gli autori smettono di aggiornare…. L)
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Ritorno infelice ***


2 Capitolo
RITORNO INFELICE
 
“Ti piace! È inutile Molly, sei completamente persa per lui”.
Beh, avevo detto che il patto fra me e John era quello di non far battute?
Puntualizzo: non far battute in presenza di altra gente, niente gli impedisce di canzonarmi quando siamo soli
“Hai fatto proprio una bella scoperta mio caro!” e applaudo
“Ma come ti è venuto in mente di uscire dalla stanza senza dirgli nulla? Per la miseria Molly! Devo proprio insegnarti tutto?”
 

Riavvolgiamo il nastro e spieghiamo tutto per bene….
Ero in giro a fare spesa per la signora Hudson perché oramai in casa non era rimasto più nulla (“Per l’amor del cielo! Quei due ragazzi sono così cari, soprattutto John, ma cascasse il mondo se hanno tempo di fare la spesa! Oggi poi ho queste linee di febbre che non mi permettono proprio di uscire”).
Morale della storia? Non ho avuto al forza di negarle questo (ennesimo) favore e sono stata incastrata.
Torno a casa carica di buste e la scena che mi si para davanti è a dir poco agghiacciante: John poggiato alla libreria, Sherlock seduto con le mani sotto il mento con fare pensieroso, rivolgendo lo sguardo verso (niente poco di meno che…) I-r-e-n-e A-d-l-e-r!
Prima che potessi urlare (nella mia testa s’intende) spazientita “Basta! Irene Adler vai al….”, sentì la voce di Sherlock che mi intimò in modo perentorio di uscire dalla stanza (“Molly” disse puntando solo per un breve momento lo sguardo su di me per poi tornare alla Adler “Esci immediatamente da questa stanza. Ora”)
E indovinate cosa ho fatto io?
Sono uscita (dopo aver poggiato le buste della spesa sul tavolo) senza dir nulla.
Dopo qualche secondo ho sentito John mandare anche lui al diavolo Sherlock e seguirmi giù lungo le scale.
“Molly aspettami!” mi fermai, attesi che mi raggiungesse e paratosi davanti mi disse: “Giuro su Dio che se stai di nuovo piangendo prima strattono te, con gentilezza, e poi vado lì su (disse puntando con il dito verso la stanza al primo piano) e lo prendo a pugni per essere un idiota di dimensioni gigantesche”
Alzando la testa e mostrandogli che non c’erano lacrime nei miei occhi (ma dentro di me volevo esplodere) gli dissi accennando un sorriso: “Vieni, ti offro un bel caffè all’italiana al bar infondo alla strada”.
Lui (evidentemente rincuorato, anche se probabilmente consapevole di ciò che provavo realmente) mi porse il braccio dicendo con un bel sorriso: “Certamente signorina, se mi permette le farò da cavaliere in questo bel pomeriggio primaverile. Dopo di lei”.
E detto ciò uscimmo , ma non prima di esserci voltati (contemporaneamente) ed aver lanciato uno sguardo alla stanza del primo piano di Baker Street n°221.
 
Detto ciò, eccoci, 10 minuti più tardi seduti nel bar a sorseggiare un buon caffè italiano.
“Per favore John, non rimproverarmi. Ormai dovresti saperlo che è inutile” dissi sconfortata mentre facevo roteare il cucchiaino nella tazzina.
“Ma…allora. Ti spiego la situazione. Lui è tonto. Beh nelle relazioni interpersonali è cronicamente bocciato e lo sai bene. Non credo che lui abbia capito che tu lo ami e gli muori dietro da anni ormai perché, semplicemente, non è in grado di capirlo. E, d’altra parte, non pensare che lui sia innamorato di Irene. Pensi che un uomo come lui riesca a farsi abbindolare da una donna che chiaramente è così pericolosa?”
“Furba, bella, sexy, sagace. John, questa è Irene Adler. Ha rovinato matrimoni e Stati e non escluderei che abbia causato anche guerre e colpi di Stato. Come credi che la qui presente Molly possa competere con una donna di questo tipo?”
“Perché, mia cara, tu sei un miscuglio di sentimenti e gentilezza e bontà che a Sherlock manca. Cosa se ne fa di una donna calcolatrice come lui? Non pensi che anche i robot ogni tanto abbiano bisogno di un po’ di sano calore umano? E, ti assicuro Molly, tu sei la persona più calorosa che conosca” mi disse sorridendo
“E bravo il nostro John” ci disse niente poco di meno che Antonio, proprietario della caffetteria “Ci siamo fatti la ragazza? Molly?! Tu?! Beh, dovevo aspettarmelo siete sempre qui insieme. Che dolci”
“Signor Antonio, per quanto sarei probabilmente fiero di poterlo ammettere un certo rapporto fra noi, temo che la signorina sia già sentimentalmente impegnata” ripose John semplicemente.
Il signor Antonio andò via chiaramente deluso.
“Si, sono chiaramente impegnata con un fantasma, nella mia testa” risposi un po’ tristemente.
 



JOHN POV
“Tu. Sei. Un. Gran. Maleducato.” Rimproverai il mio amico Sherlock mentre ad ogni parola mi avvicinavo di più a lui.
Da poco rientrato a casa dopo aver accompagnato Molly a lavoro ero finalmente libero di parlare a quatt’occhi con Sherlock.
“Io? Probabilmente lo sono, talvolta. Ma per quali circostanze? Sii più preciso John”
“Molly” dissi semplicemente alzando le sopracciglia  come per segnalare un’ovvietà
“Si, la conosco. Ragazza, medico, single. Era qui qualche ora fa. Ed è a lei che dobbiamo il lauto pasto che, se avrai la bontà di preparare, gusteremo a breve”
“Ottimo Sherlock, quindi?” risposi esasperato mentre già iniziavo a preparare qualcosa
“…quindi….Molly, cibo…che ho fatto? CI SONO JOHN!” dice Sherlock alzandosi improvvisamente in piedi come se avesse risolto un caso “ Tu. Mi. Rimproveri. Di. Non. Averla. Ringraziata.” Scandì ogni parola avvicinandosi di più alla cucina
“Bravo geniaccio”dissi brandendo un coltello nella sua direzione “Chiamala, per lo meno, e chiedile scusa anche per il tuo comportamento”
“La ringrazierò non appena la rivedrò” disse lasciandosi cadere a peso morto sulla poltrona .
Per quanto non fossi d’accordo con il suo comportamento sapevo che era una battaglia persa continuare a discutere.
“Allora, Sherlock, cosa voleva Irene?”
“Bene John, sono contento che tu me l’abbia chiesto.  Ci ha ingaggiati.  La parola chiave è: chiavi” un mio sguardo perplesso fece sì che Sherlock continuasse la narrazione “ Le hanno rubato le chiavi della sua casa. Non si sa chi, non si sa come, non si sa perché. Ovviamente non può semplicemente andar via da lì: la casa l’ha fatta preparare con tutti i crismi: dalle stanze per i clienti, alle varie casseforti disseminate un po’ ovunque e, sono pronto a scommetterci e te lo proverò dopo averli scoperti, c’è anche un passaggio segreto per uscire non vista. Insomma questi lavori le sono costati milioni e non può semplicemente venderla. Se stai per dire ‘ma perché non cambia serratura’ ” Sherlock mi silenziò alzando una mano mentre ero pronto per fare esattamente quella semplice, banale domanda “Beh, mio caro sprovveduto John, ovviamente quelle chiavi, per Irene Adler, non sono semplici chiavi… il perché sarebbe troppo lungo da spiegare, ma sappi solo che è così. Del resto…le hanno rubato le chiavi mentre era in casa….avrebbero potuto rubare molte cose…perché allora le chiavi? Perché….” Detto questo Sherlock si chiuse nei meandri della sua mente
“Dio solo lo sa…e anche tu tra qualche tempo credo. Io ora voglio solo mangiare” mentre Sherlock mi raggiungeva in cucina ancora accigliato e prendeva posto di fronte a me, non potetti esimermi dal dirgli “E ricordati di scusarti con Molly, altrimenti pranzi come questi te li scordi”
 
 
 
 
“Lo sai o no che non si gioca con il cibo? Non te lo ha insegnato la mamma?” dissi mentre mi asciugavo le lacrime dagli occhi ridendo ancora
Jim mi guardò con occhi profondi “Lo avrebbe fatto probabilmente se non fosse stata così impegnata ad abbandonarmi in un orfanotrofio. Vecchia storia…madre dalla vita che, bontà di Dio, Molly, da quello che mi hanno raccontato è meglio che una persona come te non ne sappia nulla e che abbandona il figlio, il suddetto cresce ed essendo deluso dalla società cosa fa? Studia, si iscrive a Legge, si laurea con ottimi voti…la conclusione della storia è davanti ai tuoi occhi” dice lui stringendo le labbra, è un gesto che fa molto spesso con ironia e che lo caratterizza.
John, scusami. Semplicemente scusami” gli dico guardandolo negli occhi
“Lo so Molly non ti preoccupare. Solo che…parlare del fatto che sono laureato in legge , non è mai facile. È un’onta che non riuscirò mai a togliermi di dosso” risponde lui con tono serio.
“Tu e la tua ironia!” gli dico sorridendo “Ad ogni modo, Jim, oggi pago io. Per una volta me lo permetti?”
“Ma che razza di gentiluomo sarei se lasciassi che tu pagassi per me. Più vergognoso dell’iscrizione a legge!”
“Per favore…” gli dico facendo gli occhi dolci
“Solo per questa volta. Bontà di Dio, donna, cosa non riusciresti ad ottenere con quello sguardo” mentre ridiamo entrambi, il suo cellulare squilla, una canzone ritmata, mi sfugge il nome…”Scusa Molly, devo rispondere, sai com’è il lavoro…” io con la mano lo incoraggio a rispondere “Dimmi. E sii breve” dice immediatamente, è incredibile come il suo tono di voce da dolce sia diventato autoritario e perentorio.
Passano alcuni secondi durante i quali resta in ascolto poi dice improvvisamente “Bene, bene. Chiaro. Ovviamente siete stati al di sotto delle aspettative, ma per questo faremo i conti più tardi. C’è altro? Cosa ti fa credere che sia disposto a venire ora? Sono impegnato. Silenzio.  Ti chiamo io più tardi. Tieniti libero” e senza nemmeno salutare chiuse la chiamata, poi con gli occhi decisamente più addolciti tornò a parlarmi con il tono che ero abituata a conoscere “Scusa ancora. Mi chiedo Molly, perché invece che a medicina non ti sei iscritta a legge? Saresti stata un ottimo acquisto per lo studio. Torniamo a mangiare…Hey, chi devo citare in giudizio per avere un dessert?” dice questo rivolgendosi ai camerieri intenti a parlare fra loro dietro il bancone.
Ed ecco qui che la mia suoneria si diffonde proprio quando arriva la cameriera: Sexy back. Oddio questo si che è imbarazzante!
“Scusate” biascico prima di aprire la chiamata “Ora? Sono impegnata a dire il vero. Come? No, non ne parlerò al telefono. Va bene, ci vediamo più tardi. Cia..come? Ma che domande fai? Non mi sembra il caso di…e va bene, e va bene si, è un uomo. E allora? No, no che non ne parliamo dopo, ma che…” John chiude la chiamata senza lasciarmi il tempo di replicare
“Non dirmi che era il tuo ragazzo per favore” mi chiede Jim
“No no assolutamente. Era il mio più caro amico, è un gran chiacchierone ficcanaso, ma in fondo è un’ottima persona”
“Hum sarà…ho ordinato il dessert, poi si torna al lavoro. Tu con i tuoi amici poco simpatici, io con le mie scartoffie…poco simpatiche anche loro”
 
 
 
 
Ok eccomi qui.
Anche il 2 capitolo è fatto! In realtà è pronto anche il terzo e a breve mi metterò all’opera per il 4!
Ringrazio i 72 lettori e chibisaru81 per aver commentato!
A presto!
p.s. per la questione del rating sono ancora indecisa….vediamo come andrà “ai posteri l’ardua sentenza” diceva un ‘tale’  p.s. 2 ragazze il 3 capitolo è pronto :) fatemi sapere cosa ne pensate del secondo con qualche recensione plz ;)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- Nuovi Casi ***


3 capitolo
Nuovi casi
 
 
“Salve signora Hudson” dico entrando a Baker Street, ormai non sono nemmeno più costretta ad annunciarmi, sono (diciamo) un ospite fisso
“Oh mia cara, bentornata” mi accoglie la signora con un grembiule infarinato “Mi dispiace farmi trovare in queste condizioni ma avevo proprio voglia di preparare dei biscotti”
“Non si preoccupi, anzi se vuole le do una ma….”
Non ho ancora finito di parlare che…
“Ciao Molly! Vieni su” Sherlock è uscito da una delle stanze a pian terreno con la solita giacca da camera, pantaloni e camicia blu scuro “Ho proprio un paio di dati da sottoporre alla tua attenzione sull’esperimento della saliva. Signora Hudson mi dispiace ma dovrò rubarle l’amichetta”
Non potendo rifiutarmi comincio a seguire Sherlock su per le scale mentre la padrona di casa si ritira in cucina.
 
“Allora, vorrei chiederti di portare questi vetrini in’ufficio per analizzarli. Te li ho poggiati in quella scatola in cucina” Non aspetta nemmeno una mia risposta sa che non gli ho mai rifiutato un favore e questa non sarà certamente la prima volta “Dopo di che devo ringraziarti per la spesa dell’ultima volta. Se non fosse stato per te probabilmente la cosa più commestibile sarebbe quella testa in putrefazione nel frigorifero”
Mentre lo guardo accomodarsi sulla sua poltrona preferita non riesco a non pensare quanto sia attraente questa sua sicurezza e la nonchalance con la quale si muove.
“Figurati. Immagino che John ti abbia intimato di farlo, ma apprezzo comunque il gesto” visto che sono in ballo tanto vale provare “A proposito…cosa voleva la signorina Adler ieri?”
“Beh, quella donna lì è piuttosto complicata non riesce proprio a non mettersi nei guai. Questa volta però non è stata lei a fare qualcosa, le hanno fatto un danno. Più grande di quel che può sembrare alla maggior parte della gente”
“Un danno dici?” Beh, il fatto che non mi abbia liquidato con un secco ‘è una lunga stori’ è già un passo avanti.
“Delle chiavi, lunga storia Molly. Ti aggiornerò quando avrò risolto il tutto, o potrai semplicemente leggerlo dal blog di John, di sicuro ne tirerà fuori una bella storia” lo sapevo… “A proposito,lui chi è? Chi è che ti ha portato a pranzo?”
La domanda mi coglie un pò di sorpresa “A chi ti riferisci, Sherlock?”
“Sei vestita un po’ più elegante del solito eppure eri a lavoro. Il trucco è curato e sarei pronto a giurare che l’hai anche ritoccato. Per non parlare delle scarpe, hanno un piccolo tacco, non molto comodo per aggirarsi nei corridoi di un laboratorio di ricerca. Emani odore di cioccolato, hai sicuramente mangiato un dolce, e tu non mangi mai dolci a meno che non sia in compagnia. E…hai il retro della maglia sgualcita e sappiamo tutti che le sedie dello studio non hanno spalliera. E non è un’amica perché ho visto John dopo aver chiuso la chiamata che ti ha fatto e sembrava un po’ pensieroso, e sappiamo entrambi che se fosse stata una donna sarebbe stato ben felice di farsela presentare. In conclusione…lui chi è?”
“Sono un libro quasi completamente aperto” rispondo effettivamente ammirata
“Quasi completamente? Così riduttiva? Non ho sbagliato nulla di sicuro” risponde lui  un po’ infastidito
“Non hai detto nulla di sbagliato ovviamente. Ma, solitamente, le cose che rimangono occultate sono sempre le più importanti” mentre mi lancia uno sguardo indagatore decido di continuare “Ad ogni modo è un collega. Un semplice collega” se fossi più intelligente proverei a capire se i suoi ‘assemblatori’ gli hanno installato il chip della gelosia, ma sfortunatamente sono Molly, semplicemente Molly “È un’avvocato. Ed è una delle poche persone con cui è piacevole parlare lì a lavoro”
“E suppongo che non superi i quarant’anni. Altrimenti non ti daresti tanto da fare per essere così carina” risponde Sherlock alzando le spalle
“No, meno di sicuro” Un momento, sii calma Molly “Dici che sono carina?”
“Più del solito. Non male la scelta e gli accostamenti cromatici, anche se credo che il blu scuro ti stia meglio. Ad ogni modo la bellezza, in molti casi, è oggettiva, nemmeno un uomo di scienza come me può negarla”
“E suppongo ci siano tanti generi di bellezza” cerco di rincarare la dose, dovrò farmi bastare questi piccoli (e disinteressati) complimenti per chissà quanto tempo, quindi vorrei tentare di farne scorta
“Certamente. Da quelle effimere, alle quali appartiene la semplice bellezza fisica, a quelle eterne, come l’intelligenza. Per l’amore di John Watson, so già cosa mi direbbe, quindi mi sento in dovere di precisare che non sto dicendo che tu sia stupida Molly. Quell’uomo si è insinuato nel mio cervello, sembra sia lui a controllare me ora”
“È un tuo amico Sherlock. È ovvio che sia così. Quando si diventa amici e si sta molto insieme è ovvio che si assumano aspetti dell’altro” in fondo John riesce anche ad aiutarmi senza essere presente.
“E perché allora lui non è diventato più intelligente?” risponde Sherlock con il suo tipico sorriso sghembo
“Perché lo è già abbastanza per colmare le tue lacune in medicina, astronomia e rapporti umani” dice John entrando “Ciao Molly. Non abbiamo un discorso da fare noi due?” dice alzando le sopracciglia nella mia direzione
“So tutto John. Smettila di fare allusioni” dice Sherlock quasi scocciato
“Ovviamente sai tutto. Ma forse non sai che Lestrade sta venendo qui, ho visto….”
“Sarà qui tra una quindicina di minuti. C’è traffico, non potrà arrivare in meno tempo. Quindi passavo un po’ di tempo qui in attesa che lui arrivi. Molly ti ho trattenuta perché credo ci vorrà anche il tuo parere, perché ci saranno due cadaveri e così ci sbrigheremo prima” dice Sherlock con lo sguardo rivolto verso il muro, in meditazione.
Stavo per aprire bocca e chiedergli come sapesse tutto ciò quanto fui interrotta.
“No Molly, non chiedergli nulla. Gli piace far desiderare le sue deduzioni. Se vuoi fargli dispetto non chiedergli nulla e non lasciargli la possibilità di esibirsi” dice John andandosi a sedere sul divano, mentre Sherlock lo guardava con gli occhi rivolti a due fessure,
Ecco il trio che si ricostituisce.
 
 
“Uomo età compresa tra i 40 e i 45 anni. Postino. Leggermente claudicante a seguito di una paralisi  della parte destra del corpo. Separato da poco, non intendeva concedere il divorzio alla moglie. Continuate voi.” Sherlock ispezionò il primo cadavere poi passò al secondo, donna, sulla quarantina; quando…
“Sherlock è sempre un piacere vederti. Anche se avrei preferito che le circostanze fossero diverse. Magari con meno gente attorno, con luce soffusa e in una stanza chiusa. Ma se preferisci anche un locale affollato per me andrebbe bene, sai riguardo queste cose sono pronta a provare di tutto” con voce melliflua Irene Adler si avvicinò a Sherlock
“Non un cliente immagino…era il tuo postino privato immagino. Quanto lo pagavi per farti recapitare personalmente la corrispondenza?” rispose lui continuando a guardare il cadavere femminile davanti a sé
“Abbastanza per garantirmi la sua fiducia per anni. Sono sicura che con semplici mosse potrei riuscire a garantirmi anche la tua sai? E senza costi…” rispose lei facendo passare un’ unghia sulla guancia del detective che non batté ciglio
Lui non le rispose e invece disse “Molly, da quanto tempo sono morti? Ho una teoria ma vorrei sentire il tuo parere”
“Non più di 4 o 5 ore direi” risposi in fretta, sorpresa che mi avesse tirata in ballo così presto
 “Anche lui” rispose John alzandosi dopo aver esaminato il cadavere dell’uomo.
Sherlock andò da Lestrad e a colpo sicuro prese dalla tasca interna del cappotto dell’uomo penna e block-notes, scrisse qualcosa, strappò il foglio, lo ripiegò, mise tutto dov’era poi porse il biglietto all’ispettore dicendo: “Quattro possibili assassini. Tre donne, un uomo. Erano separati perché lui l’aveva tradita con tre donne a distanza di breve tempo, ma ora voleva rimanere con lei, la moglie qui per terra non voleva saperne anche perché era innamorata di un altro uomo. L’assassino è uno di questi quattro. Io comincerei dalle donne, tra i vari strati i fango sotto le scarpe di lui ci sono dei petali di fiori coltivati quindi probabilmente deve aver calpestato un giardinetto mentre usciva di corsa da casa dell’ultima amante dopo averle comunicato la definitiva rottura. Devo scriverti anche i nomi oppure pensi di poter concludere tu le indagini?” e mentre si allontanava disse “Lestrad, per favore, questo era un caso da quattro meno meno, se mi chiami per casi del genere dovrei cominciare a pensare che il mio solerte aiuto ti abbia fatto adagiare un po’ troppo” detto ciò continuò a camminare “John, Molly andiamo; il nostro lavoro qui è finito. Donna, a rivederci”
 
Una volta tornati al primo piano di Baker Street n°221….
“Troppo semplice, troppo scontato. Che fine hanno fatto i geni del male di una volta? Jack lo squartatore….come lui non ce ne sono più” disse Sherlock lanciando il trench sull’attaccapanni in malo modo e gettandosi sul divano steso con le mani incrociate sullo stomaco
“Le prostitute londinesi ringraziano” rispose distrattamente John
“E anch’io, altrimenti avrei avuto un bel da fare” risposi cercando di seguire le loro battute
“Ah, bella questa!” disse Sherlock guardando divertito nella mia direzione
“Hey Molly, sai, John è ancora curioso di sapere qualcosa dell’avvocato”disse Sherlock chiudendo gli occhi
 
Molly 1 – Irene 1                                                                             Palla al centro
 
“Sherlock c’è un telegramma per te” urlò la signora Hudson
Sherlock si limitò a tendere una mano davanti a sé.
Per fortuna il discorso era stato allontanato dal tema suggerito da Sherlock!
“Signora Hudson temo l’abbia fatto di nuovo” urlò spazientito John “Scendo io a prenderlo” e puntellando le mani sulle ginocchia si alzò con pesantezza dalla sedia, mugugnando maledizioni a destra e a manca.
“Give me five!” dissi andando a battere sul palmo della mano di Sherlock con il mio, il silenzio caduto nella stanza era veramente fastidioso e il malumore dell’investigatore non faceva altro che peggiorare le cose, quindi…tentai di sdrammatizzare un pochino
Sherlock aprì un occhio e mi guardò intensamente senza proferire parola.
Era strano perché non sembrava propriamente infastidito, direi quasi che stesse tentando di mascherare un leggero divertimento.
Sarei rimasta così il più a lungo possibile, ma John entrò dicendo “Ecco scansafatiche” e andando a poggiare un piccolo telegramma sul palmo ancora a mezz’aria dell’investigatore.
Sherlock prese il biglietto, scattò in piedi, si mise alla scrivania lanciando e cominciò a scrivere alacremente.
Io e John andammo alle sue spalle e demmo un’occhiata al bigliettino….erano delle figure stilizzate in strani movimenti come se stessero ballando.
“Ma cosa?” tentò di dire John
“È un codice, mio lento amico” disse Sherlock non distogliendo lo sguardo dal foglio “Devo risolvere l’enigma prima che il mittente bussi alla porta. Andate a fare quello che fa di solito la gente”
“Vivere per esempio?” rispose John, ma Sherlock (troppo impegnato nella decifrazione del biglietto) sembrò non ascoltarlo
“Vieni John, i biscotti della signora Hudson dovrebbero essere pronti a quest’ora” dissi mettendogli un braccio sulla spalla e conducendolo fuori dalla stanza “Buon lavoro!” dissi all’investigatore prima di uscire
Mi rispose con un semplice “Hum”.
Chiusi la porta e uscì anch’io dalla stanza.


Ecco qui terzo capitolo :) grazie a chi ha inserito la storia tra le seguite e a chi legge :) 
anche se spero sempre che qualcuno commenti :P
Un bacio a presto :P
p.s. altri 2 capitoli sono già pronti in attesa di pubblicazione ^^

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- Qualcosa su cui riflettere ***


4 capitolo
Qualcosa su cui riflettere
 

Mentre chiacchiaravamo pacificamente sgranocchiando biscotti nella cucina della signora Hudson sentimmo suonare il campanello per una, due, tre, quattro volte in modo insistente.
“Arrivo!” mentre la signora Hudson si alzava faticosamente dalla sedia mi proposi di andar io stessa ad aprire la porta
“Buongiorno mi di…” mentre dicevo ciò un uomo si lanciò all’interno dandomi anche una spallata e con occhi sgranati, quasi da pazzo mi disse:
“Abita qui Sherlock Holmes? Il mio messaggio è arrivato?”
Avrei tanto voluto chiedere spiegazioni della sua maleducazione ma qualcosa mi fece capire che c’era una situazione grave in ballo.
“E’ nella casa giusta e se si riferisce al telegramma….il signor Holmes lo stà già esaminando accuratamente, mi segua prego”
Avevo fatto solo due passi quando improvvisamente sentì un tonfo e voltandomi vidi l’uomo steso.
Controllai il battito e dopo essermi resa conto che non era il pericolo di vita urlai semplicemente: “John!”
 
 
“Dovete perdonarmi per l’irruzione di poco fa. E in particolar modo deve perdonarmi lei, signorina, se l’ho spintonata. Solitamente non mi comporto in modo così brutale, anzi io stesso mi compiaccio nel definirmi, e nel sentire definirmi, ‘gentiluomo d’altri tempi’; purtroppo le circostanze mi hanno fatto perdere il senno….Lei, signor Holmes, non può negarmi il suo aiuto, deve assolutamente tener fede alla fama che la precede. Lei deve salvare mia moglie e deve salvare me e tutta la mia famiglia dalla follia. Posso pagare, qualunque prezzo andrà bene. Pagherò dovessi anche ridurmi sul lastrico. Scusatemi”
Il lungo monologo finì con l’uomo che nascondeva gli occhi lucidi dietro le mani.
Dev’essere difficile per chiunque farsi vedere in questo stato davanti a degli estranei, infatti io e John immediatamente distogliemmo lo sguardo, ma non Sherlock. Lui rimase ad osservare impietosamente.
“L’aiuterò, anche se lei fosse già sul lastrico l’avrei aiutata comunque. Il suo casi si preannuncia almeno un 8! Non posso mai rifiutare un 8. Ora, signora Hudson, se vuol’esser così gentile da preparare una tazza di camomilla per il signor….”
“Norton. William Norton” rispose immediatamente il signore, rassicurato dalle parole si Sherlock
La signora Hudson uscì solerte dalla stanza.
Solo allora Sherlock ricominciò:
“Bene signor Norton, immagino voglia riposarsi per il lungo viaggio fatto, non dev’esser stato un viaggio breve visto che viene dalla campagna….e certamente prendere un treno a notte fonda, nello stato in cui si trova, non dev’esser stato semplice. Ad ogni modo vorrei prima qualche ragguaglio. Qualcosa l’ho già capita.  Hai mai visto le persone che stanno scrivendo questi messaggi a sua moglie?”
“Ma come ha….” Il signor Norton parve confuso
“Signor Norton, la prego di rispondere alle domande, prima finiamo di parlare, prima potrà rassicurare sua moglie di esser arrivato sano e salvo e poi potrà finalmente riposarsi”
“D’accordo. No, signor Holmes, non ne ho mai visto uno in volto. Ma una volta ho seguito un uomo con un fucile, dopo averlo visto…” e qui il signor Norton porse a Sherlock un altro bigliettino
“…vicino alla fontana immagino, mentre era intento a scrivere il messaggio che mi ha appena consegnato” concluse per lui il detective “Oh, non faccia quell’espressione signor Norton, e nemmeno tu John sembri un beone; è palesemente una fontana visti gli schizzi d’acqua disposti solo da un lato che hanno rovinato in parte la trascrizione e oltretutto sappiamo bene che son giorni che non piove. Quindi non può esser altrimenti! Sei contento ora John? Non ho ‘fatto desiderare’ le mie deduzioni. Signor Norton, veniamo con lei…ovviamente, si rassicuri, domattina partiremo. Prima non è possibile perché dovremmo dar tempo a Molly di preparare le valigie. Sa come sono fatte le donne. Ora vada dopo aver bevuto una buona tazza di camomilla con la signora Norton, chiami sua moglie. Non si disturbi, so già dove alloggerà, la chiameremo noi”
Una volta che il signor Norton fu scortato, ancora meravigliato, fuori dalla stanza da John (che sarebbe poi andato a prenotare i tre biglietti per il giorno seguente), rimanemmo io e  Sherlock: lui immerso nella lettura del secondo enigma, io immersa nel mio enigma personale, lui.
“Ho tempo per rispondere ad una domanda Molly, avanti sono tutto tuo”
Ovviamente lui non si rendeva conto del doppio senso che aveva appena fatto, per questo (dopo un breve colpo di tosse) continuai:
“Perché anch’io?” come altro avrei potuto porre la questione del resto?
“Molly. La situazione è critica, sicuramente lì troveremo una donna in preda al panico per la sua vita e per quella dell’uomo che ama. Non crederai che io abbia la pazienza di mettermi a discutere con una donna per giunta in quello stato! No no, mi serve una presenza femminile. Tu dovresti essere all’incirca della stessa età ed inoltre…te lo meriti dopo la battutaccia del ‘give mi five’”
 “Sherlock…”audacia Molly, l’audacia è il segreto “…ma se le mie battutacce mi hanno fatto guadagnare un viaggio con voi allora dovrò impegnarmi di più! Ora se permetti vado a preparare le valigie. Non chiedermelo nemmeno, la tua valigia non la preparo!”
“Ah no? Beh, peggio per te! Allora sarò costretto a venire solo con i vestiti che ho addosso e tra due giorni dovrò andare in giro nudo!”
“Beh, non saresti il primo uomo nudo che vedo! A domani Sherlock, tienimi informata sull’orario di partenza”.
Detto questo, fiera, uscì dalla stanza dopo aver fatto una linguaccia a Sherlock che era di nuovo intento a guardarmi con quello sguardo capace di perforarmi.
 
 

 
Ore 4.15 a.m. in stazione
Binario 12
Puntuale!
Saluta il tuo amico
e digli che sei requisita per
qualche giorno.
A domani!
p.s. le linguacce sono infantili
SH

 
 
 
Era il primo messaggio che ricevevo dal suo numero da…almeno sei mesi.
Imbarazzata ascoltai per la prima volta la suoneria che John aveva impostato: era una voce infantile che dava bacetti.
O per l’amor di John Watson!
 
 
“E ovviamente non c’era un treno più tardi?” disse John sbadigliando
Erano le 4.34 a.m. e in stazione, nel buio della notte c’eravamo solo io, Sherlock, John e il signor Norton.
“Scusatemi per i disagi che vi sto causando” disse il signor Norton con un’espressione contrita e preoccupata nello stesso tempo
“Oh, no signor Norton, mi scusi. Non volevo….” John tentò di giustificarsi.
Dopo aver lanciato un’occhiata di rimprovero al mio amico, mi rivolsi al cliente e gli dissi: “Non si preoccupi. Ci rendiamo conto che tutto questo è necessario. Chiunque farebbe di tutto per la persona che ama. Quindi non ha bisogno di scusarsi. Anche se in questo momento le sembra improbabile, il signor Watson è davvero una persona gentile e comprensiva…e al signor Holmes che deve stare attento!” e indicai con il pollice Sherlock che era alle mie spalle
Tutti risero e Sherlock mi disse: “Preferivo le linguacce”
Intanto il nostro treno arrivò e salimmo a bordo.
“Sherlock….dov’è la tua valigia?” chiese d’un tratto John dopo aver posizionato i bagagli
“Oh, io l’avevo detto, ma Molly non ha voluto prepararmela.” Disse semplicemente, con tono di sfida
John spalancò la bocca incredulo.
“Non ti preoccupare John, Stamattina, quando sono passata da voi prima di venire in stazione, la signora Hudson mi ha detto di non aver visto Sherlock preparare la valigia, diversamente da te, quindi nella mia valigia c’è anche qualcosa per lui”.
“Menomale. Non avevo proprio voglia di vederti nudo” rispose John rincuorato
“Il sentimento è reciproco!”rispose Sherlock
 
Tutti erano addormentati da tempo, tranne me e Sherlock. Lui era ancora alle prese con il secondo biglietto (confrontandolo con il primo), io ero intenta a giocherellare con il cellulare quando ricevetti un sms:
 

 
Perché non sei al tuo posto di lavoro?
Sono appena venuto a cercarti ma
mi hanno detto che hai preso
qualche giorno di ferie.
Stai bene?
Jim
 
 

Certo! Stò benissimo!
Scusami per questioni personali sono dovuta andare fuori città.
Niente di preoccupante comunque.
Grazie per l’interessamento.
Ci vedremo tra qualche giorno.
Molly

 
“Il cavaliere azzurro è preoccupato?” disse Sherlock tutt’ad un tratto
“Non è un cavaliere ma…voleva sapere dove fossi perché non mi ha trovata al mio posto. Tutto qui”
“Non direi tutto qui. Comunque solitamente la gente che mostra così tanto affetto, finge. Sappilo”
“Come? Certamente un antropologo come te sa bene come vanno queste questioni!” risposi irritata
“Quale questione? Ammetti quindi una relazione?”
Questa sua domanda mi colse di sorpresa…
“No…cioè si…cioè….Sherlock, è un amico, mi piace chiacchierare con lui e talvolta dividere il pranzo. Cosa c’è di male?”
“Devo ancora capire chi di voi due sta illudendo l’altro” rispose enigmatico “Tu con tutti i gli sforzi di sembrare attraente, oppure lui con tutti questi messaggini. Oh eccone un altro” disse non appena un “bipbip” segnalò l’arrivo di un messaggio
“Sempre meglio di quelle scudisciate e di quei versi volgari quando tu ricevi alcuni messaggi” risposi molto irritata, ormai ero a ruota libera e sentivo la rabbia (e la gelosia) aumentare
“Ma IO, a quei messaggi, non rispondo” disse alzando la schiena dal sedile.
Questo improvviso smottamento fece sobbalzare John che si svegliò dicendo: “Oh mamma mia! Non riesco a liberarmi di te nemmeno quando dormo?”
“Nessuno ti ha detto di occupare il posto accanto al mio” rispose con rabbia Sherlock
“Ma che dici? Abbiamo posti numerati!” rispose John guardandomi basito “Molly ma che diavolo è successo mentre dormivo?!”
“Niente John, io vado a prendere un po’ d’aria nel corridoio” detto ciò mi alzai e andai via . non senza prima aver lanciato un’occhiata triste a Sherlock.
Nonostante tutto ero geneticamente inidonea ad essere arrabbiata con lui.
 
 
JOHN POV
“Molly aspetta…Mo….Andata” poi guardando il mio coinquilino dissi “Che cosa le hai fatto? È strano vedere Molly arrabbiata, con te poi è ancora più strano”
“Mi disturbava. Io cercavo di pensare e lei…cliccava quei tasti del cellulare. Troppo in fretta. Così tante volte. Ma cosa aveva da scrivere così tanto!”
“Sherlock mi sembra di aver perso qualche passaggio. Molly stava mandando messaggi, giusto?”
“Si”
“A chi erano diretti questi messaggi?”
“Al suo amichetto di lavoro”
“Bene. E questo continuo ticchettio ti infastidiva, giusto?”
“Si”
“E come le hai esposto questo tuo, insano, disturbo?”
“L’ho rimproverata. Ma, in realtà la colpa è stata sua. Lei ha parlato dei messaggi della Donna”
“Parli di Irene?”
Non credevo possibile che Molly si sarebbe spinta così in là. Addirittura nominare Irene in un attacco di (palese) gelosia.
“Chi sennò. Ha detto addirittura che la infastidisce il suono del messaggio”
“Beh effettivamente è…” come parlare di qualcosa di così fisicamente volgare con Sherlock? “sopra le righe”
“Si ma io a quei messaggi non rispondo! Lei si!”
Un attimo. Credevo di aver capito tutto, invece la storia è più interessante di quel che sembra….
“Sherlock…ti rendi conto che hai appena ammesso che a te da fastidio che lei risponda a QUEI messaggi?” risposi enfatizzando su ‘quei’.
Quelli e non altri, insomma!
Non potevo essere più esplicito.
Sherlock mi guarda con quella sua solita espressione calcolatrice. Sembra però che abbia trovato un’incongruenza nella sua logica e chiaramente questo lo disturba.
“Non ti seguo John. Te l’ho già detto che mi infastidisce quel rumore di tasti”
“Sherlock, la tua infantilità in certe questioni è seriamente imbarazzante. Devo ammetterlo”
“Lascerò che tu rimanga delle tue convinzioni…” detto ciò Sherlock si voltò verso il finestrino esaminando ancora quegli omini.
“Eh no ascoltami. Ragiona per l’amor di Dio, Sherlock!” ero spazientito oramai
“È quello che faccio sempre, John. Per quanto la cosa possa sembrarti strana”
“Ok, ragiona a proposito di quando, in passato, tu….Sherlock, tu hai MAI avuto una ragazza in passato?” all’improvviso una malsana idea mi passò per la testa
“Immagino che tu intenda ‘fidanzata’” rispose lui ancora dandomi le spalle
“Si quindi….”
“Non vedo che cosa centri questo con l’irritante rumore della tastiera di Molly”
Non ero riuscito a rispondergli quando improvvisamente Molly si affacciò al vagone dicendo: “La prossima stazione è la nostra. Prendete i bagagli mentre io sveglio il signor Norton”
 
 
MOLLY POV
Scesi dal treno e mi guardai attorno: sembrava di esser tornati in dietro di un secolo. Se non fosse stato per quel treno e per quelle macchine che ogni tanto sfrecciavano per strada, avrei pensato di aver viaggiato nel tempo.
Tutto era antico, di pietra e ferro, niente plastica o suoni molesti.
 
Una macchina nera attendeva noi a quanto pare infatti il conducente corse subito ad abbracciare il signor Norton appena lo vide.
“Signore, ben tornato signore. Ne sono comparsi degli altri. Sua moglie è quasi catatonica. Mi segua per favore”
Dopo le presentazioni e brevi convenevoli salimmo sulla macchina e ci dirigemmo verso la tenuta Norton.
 
Guardavo emozionata il panorama, avevo completamente dimenticato di guardare il cellulare.
Qualunque aggeggio elettronico mi sembravo cozzare in quella realtà anacronistica.
 
 
 
 
Toh 4 capitolo pronto ;) il 5 ha bisogno solo di essere controllato e il 6 è già in cantiere!
Grazie mille a tutti i 70 e passa lettori.
È un piacere sapere che c’è gente a cui interessa la propria storia.
E fa ancora più piacere legger recensioni come quella di Susy (alias AuraD), grazie mille per i complimenti ^^ spero non ti deluda questo capitolo
 
Un bacio a tutti e (ovviamente) al prossimo capitolo!   

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- Bugie Spezzate ***


5 capitolo
Bugie spezzate
 

 
 
 
“Non so chi possa essere, ve lo giuro. Will perché non mi credono?”
la signora Norton piangeva come una fontana mentre suo marito con gli occhi lucidi la guardava disperato.
“Non le crediamo, signora, per il semplice fatto che lei stà mentendo. Non stò mettendo in dubbio la sua preoccupazione, ma sono certo che lei sappia benissimo chi la stà perseguitando” rispose Sherlock perentorio.
Ormai quella specie di battibecco\tortura andava avanti da almeno mezz’ora.
Era quasi straziante e non riuscivo proprio a capire come Sherlock riuscisse ancora ad essere convinto che la signora Cathrine Norton stesse mentendo.
“Signor Holmes, la prego. Non riesco a vedere mia moglie in queste condizioni. E perché non riesce a crederle?”
Il signor Norton, ormai prossimo al pianto, venne in soccorso alla moglie.
“È palese signor Norton. Non mi faccia perder tempo. Ogni minuto è prezioso”
 
In quel momento il cellulare di Sherlock squillo.
Lo uscì dalla tasca, vide chi lo stava chiamando, rispose e disse semplicemente: “Al momento sono impegnato. Mi farò risentire io” poi chiuse la chiamata.
 
“Molly, posso parlarti?” non capivo esattamente cosa potesse volere da me in quel momento, anche perché dopo la nostra discussione non c’era stato modo di chiarire, gli eventi ci avevano travolti.
Comunque lo seguì nella stanza attigua.
“Parlale. Consolala. Abbracciala. Fa quello che fare di solito voi donne in situazioni del genere. Ma cerca di non farla piangere più. Comincia ad irritarmi”.
“Sherlock! Non essere così insensibile. Chi lo sa cosa stà provando in questo momento quella donna!”
“Molly! Qualunque cosa stia provando non la giustifica. E so di sicuro che…tu non ti comporteresti con una tale mancanza di rispetto verso tè stessa”
“No…probabilmente no…non so…Sherlock…era un complimento?”
Ero sbigottita non l’avevo mai visto così prodigo di complimenti.
Ero piuttosto imbarazzata ma anche lusingata.
“Non lo escluderei” risposta molto evasiva..non sarà mica in imbarazzo?
“Stai cercando di scusarti per ciò che è accaduto in treno?”
“Perché mai dovrei scusarmi? ….John effettivamente mi ha fatto capire che sono stato un po’ troppo…brusco. Ma per il resto non mi pento di ciò che ho detto” e detto ciò cominciò a guardare un punto indefinito alle mie spalle.
“Sherlock, guarda qui!” ed estrassi il cellulare dalla tasca “Erano solo pochi messaggi!” e gli mostrai la casella dei messaggi ricevuti.
Lo vidi inclinarsi allento verso lo schermo e dopo qualche secondo alzò un sopracciglio…infastidito?
Improvvisamente mi strappò il cellulare dalle mani e lesse ad alta voce:

Fuori città?
E per quanto tempo?
Ah, il lavoro non sarà lo stesso
Con chi andrò a pranzo ogni giorno?
Aspetto tue notizie non appena sarai tornata.
Non farmi stare in pensiero Molly…mi mancherai....
Jim

 
“A quanto pare le bugie hanno le gambe corte Molly. Non mi avevi detto che andate a pranzo insieme tutti i giorni. E guarda qui” aggiunse scorrendo fra i vari messaggi ricevuti “ma quanti messaggi ti invia? Scommetto che presto i tasti saranno tutti consumati!”
“Sherlock basta! Restituiscimi subito il cellulare” cominciai a tendermi verso di lui per tentare di afferrarlo…ma lui era decisamente più alto rispetto a me.
“Toh! Guarda qui! C’è una cartella con il mio nome. Chissà cosa c’è di così interessante da essere custodito. E c’è addirittura una password. Non perderò tempo a chiedertela, tanto non me la diresti, farò prima a cercarla io stesso”
“Sherlock come ti permetti!” tutti i miei tentativi erano infruttuosi e oramai mi limitavo a piccoli saltelli puntellandomi con una mano sulla sua spalla
“Ma…Molly….non è neppure questa” ormai anche il settimo tentativo si era rivelato infruttuoso “Dimmela altrimenti non te lo restituisco” 
Era perentorio.
“Ok. La scriverò io. Ma non guardare”
Come avrei potuto giustificare la scelta della password?
Per inciso era stato il giorno in cui, per questioni puramente lavorative, Sherlock prese il mio cellulare e registrò il suo numero dicendomi “Quando le analisi saranno pronte mandami un messaggio”.
Non dimenticherò mai quelle parole.
E da quella fatidica data non passa giorno che io non guardi il suo numero almeno per una volta.
Potrò sembrare (e credo di esserlo) patetica, ma…il fatto di avere il suo numero mi fa sentire speciale. Mi fa sentire parte della sua vita.
In pochi effettivamente hanno il numero: io, John, Mycroft, Irene, la signora Hudson, Lestrade. E credo nessun altro, solitamente quando chiama qualcuno non rende visibile il suo numero.
È fatto così, è ‘strambo’ direbbe John, è uno ‘psicopatico’ direbbe Lestrade, è un ‘sociopatico’ direbbe Mycroft….è Sherlock, ripeto sempre io quando qualcuno mi chiede com’è il ‘famoso investigatore di Baker Street’, anche se fra me e me aggiungo: e non lo cambierei con nessun altro al mondo.
 
“Che significa quella data Molly?” mi chiede improvvisamente mentre gli porgo il cellulare completamente imbarazzata.
Ottimo a quanto pare sa leggere anche se qualcuno scrive al cellulare, al contrario.
Avrei dovuto aspettarmelo, del resto lui è Sherlock Holmes.
Decisi che la miglior risposta sarebbe stato il silenzio, del resto era già interessato (con la fronte aggrottata) a leggere gli sms che avevo stipato nella cartella con il suo nome.
 

Buon Natale
SH
 
Tra venti minuti io e John saremo al laboratorio
SH
 
Non dimenticare di far analizzare i campioncini
SH
 
John ha detto che è consuetudine far gli auguri anche a Pasqua.
Buona Pasqua
SH
 
La signora Hudson sembra abbia bisogno di parlare con qualcuno.
Vieni a farle compagnia Molly.
Non ho tempo né voglia di fingere interessamento.
SH
 
Molly, ho bisogno di un tuo parere.
Vieni subito a Scotland Yard
SH
 
Molly, sono Sherlock,
stò utilizzando il numero di John perché non ho voglia di cercare il mio cellulare,
vieni subito.
SH
 
Molly, sono John,
scusa se ti disturbo ma Sherlock ha detto che ha fame.
Beh, siamo rimasti senza cibo in casa e…
ci chiedevamo se potessi comprare qualcosa…
Sherlock dice di essere affamato.
Confidiamo in te.
Un bacio.
JW
 
Molly, sono John,
Sherlock mi ha chiesto di dirti che ha bisogno delle analisi
che ti ha richiesto al più presto.
Non voglio metterti fretta.
Ma mi stà rendendo matto.
Scusa per il disturbo!
Un abbraccio
JW
 
Ore 4.15 a.m. in stazione
Binario 12
Puntuale!
Saluta il tuo amico
e digli che sei requisita per
qualche giorno.
A domani!
p.s. le linguacce sono infantili
SH
 

 
“Mi chiedo perché mai tu abbia salvato questi messaggi…non ne vedo l’utilità. E mi chiedo anche perché non ci sia una cartella anche per John…non siete diventati ‘amichetti’ nell’ultimo periodo?”
“Ridammelo su…”solo quando distolse gli occhi dallo schermo ci rendemmo entrambi conto dell’imbarazzante posizione nella quale ci trovavamo: io a pochi centimetri dal suo viso con il braccio avvolto al suo collo nel disperato tentativo di raggiungere il cellulare (inutilmente)
“Mi…Molly…” era la prima volta che lo sentivo balbettare
Avrei tanto voluto muovermi da quella  posizione ma…in realtà ciò che desideravo di più era di annullare la distanza fra di noi e…
Sentivo il cuore che mi batteva all’impazzata, riuscivo finalmente a guardare da vicino quegli occhi che molte volte mi ero incantata a guardare nelle più varie situazioni e che avevo visto dardeggiare di fronte ad un assassino, gioire di fronte alla soluzione di un caso particolarmente difficile, chiudersi a fessura quando qualcuno (soprattutto John) diceva qualcosa che lo infastidiva particolarmente…ma non avevo visto mai in un tal stato di confusione.
Ma forse ciò che lui vedeva era lo stesso nei miei occhi.
Ero praticamente paralizzata.
La tentazione arrivò all’apice quando aggrottò un attimo la fronte e reclinò un poco la testa (nella tipica espressione che assume quando c’è qualcosa che non gli torna).
Sentivo il corpo percorso da brividi (certamente non di paura) man mano che continuava a guardarmi.
Stavo tentando di auto-convincermi che in una situazione del genere fosse doveroso baciarlo.
Sarebbe stato uno spreco.
Quelle labbra DOVEVANO essere baciate, lo stavano chiedendo a gran voce.
Quando…da lontano….
“Sherlock? Molly? Dove siete? Dovete-Venire-A-Salvarmi!”
“S…siamo qui John!” Sherlock, con gli occhi ancora fissi nei miei e quella strana espressione sul viso, richiamò John nella nostra direzione
Io immediatamente riuscì a riprendere possesso del mio cellulare e decisi di tornare in sala.
Ma come potevo calmare la signora Norton se ero IO, per prima, ad aver bisogno di una morfina?
 
 
JOHN POV
“Che hai fatto stavolta Sherlock? Era pietrificata!” chiedo immediatamente al mio…coinquilino…amico
“Tu lo sapevi? Sapevi che Molly sul suo cellulare aveva una cartella con il mio nome? Protetta da una password? Cosa significa? Perché conservare inutili messaggi d’auguri o tuoi messaggi in cui le dici ciò che io ti ho chiesto di riferirle? Non sono utili! Spiegami. Devi avere una risposta! In queste cose devo ammettere che sei più bravo di me”
E lui come l’aveva scoperto? Tradussi in parole i miei pensieri….
“E tu come l’hai scoperto, Sherlock?”
“Le ho ‘accidentalmente’ rubato il cellulare dalle mani. Ma questa è un’altra storia…aspetto una spiegazione” disse incrociando le braccia al petto
No, devo ricredermi. Ho sempre pensato che fosse un po’ strambo ma…diavolo! Mycroft aveva ragione: non-è-umano!
Forse aveva seriamente bisogno di una spinta….
“Ti avevo chiesto di pensare al motivo per il quale ti desse tanto fastidio che Molly mandasse messaggi PROPRIO a Jim….”
“John ti ho già detto che non mi infastidiva per….”
Lo zittii alzando una mano, per una volta era lui a dover ascoltare le deduzioni (certezze in realtà…) altrui!
“A te infastidisce che lui le mandi messaggi. Lei salva TUOI messaggi sul suo cellulare, in una cartella personale…ti è amica, cucina, fa spesso la spesa, è qui invece di essere al lavoro, non ti nega mai un favore….per l’amor di Dio, Sherlock, è così tanto semplice che non riesci a vederlo?”
“Tu dici che Molly? Non è possibile…” sembrava che avesse raggiunto il nirvana tanto appariva perso nei meandri della sua mente
“No, Sherlock, io dico che LEI e dico che TU” cercai di aiutarlo ancora
“Io?! E cosa…io?! Non mentire. Non sono interessato, io amo il mio lavoro. Amo la mia mente, amo gli enigmi…ma non Molly. Io non….”
“Sei così bravo nel risolvere enigmi, eppure non riesci a sbrogliare il più grande? Te stesso…”
Qualcuno avrebbe dovuto dirlo. Forse sono stato diretto, in parte forse anche un po’ brutale
“Devo prendere aria. NON seguirmi John!”
Detto questo spalancò con forza la porta e andò via.
Spero di non aver creato un danno!
Beh, nel dubbio Molly non saprà nulla…da me.
 
Rieccomi, scusatemi per l’attesa!
 SVANEH: effettivamente stò volontariamente calcando sul rapporto John\Molly perché mi piace pensare a John come una brava persona e Molly la vorrei rendere un po’ diversa da come traspare (soprattutto nelle prime puntate) dalla serie, infatti a me sembra anche un po’ stupidina all’inizio.
CHIBISARU81: grazie mille per i complimenti! Per ora sono pronta fino al 7 capitolo, mi piace avvantaggiarmi.  Ovviamente però i commenti aiutano anche a dare idee (soprattutto il tuo accenno alla gelosia di Sherlock nei confronti di Jim)
AURADE il nostro Sherlock è geloso del caro Jim, ma credo che preferirebbe amputarsi un piede anzichè considerare anche solo lontanamente questa ipotesi...”  ti giuro che questa frase mi ha fatta morire dal ridere ahahahah Hai ragione comunque riguardo all’errore, chiedo venia. Purtroppo per quanto lo si rilegga i refusi ci saranno sempre. Mea culpa
 
Spero di risentire tutte al prossimo capitolo.
Un grazie a tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra i preferiti e a tutti i lettori!
Al prossimo capitolo carissime\i

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- L'avventura degli omini danzanti ***


6 capitolo
 

L’avventura degli omini danzanti
 
 
Non appena John mise piede nella stanza in cui si trovava la signora Norton, il signor Norton e Molly, fu trascinato da quest’ultima nello stesso punto in cui (poco prima) aveva avuto la ‘chiacchierata’ con Sherlock.
“Aveva ragione John, come al solito aveva ragione Sherlock.
La signora sta effettivamente nascondendo qualcosa! Purtroppo ora la presenza del marito la blocca quindi devo aspettare di poter restare da sola con lei”
“Quindi? Mi stai chiedendo di allontanare il signor Norton?”
“…no non credo sia la scelta migliore ora. Altrimenti potrebbe capire che è tutto un nostro piano”
“Hai ragione.” Capì che c’era qualcosa che la tormentava “Tu come stai? È dalla discussione con Sherlock che sei pensierosa, Mol”
“Sinceramente John io non so cosa fare. Mi da fastidio il potere che ha su di me. Sapere di essere così arrendevole ai suoi occhi mi fa vergognare”
Non sapevo proprio cosa dirle.
Infondo tutto ciò che aveva appena detto era vero.
Molly era una donna molto forte quando si trattava del suo lavoro, era una donna molto combattiva quando qualcuno faceva un torto ad un suo amico (l’ho vista lanciarsi contro Christina, una ragazza che ho frequentato per qualche mese, quando seppe che quella mi aveva tradito), ma quando si trovava di fronte a Sherlock diventava un pulcino.
Spero che quando cadrò anche io nella trappola dell’amore non diventerò un’ agnellino come lei.
Altrimenti non immagino che battutine farà Sherlock…
Guardai la donna davanti a me e sentì che avrei dovuto fare qualcosa.
Allora le cinsi la spalla con un braccio.
In fondo credo che abbracciare sia il gesto più puro che si possa fare verso qualcuno: non comporta implicazioni verso l’altra persona (come il bacio) e non è informale (come una stretta di mano).
“Hey Mol! Infondo ci sono io. Ricordati che sono single. Male che vada invecchieremo insieme”  le dissi piano all’orecchio.
Eravamo così io e Molly, mi sembrava di conoscerla da sempre, mi sembrava di essere cresciuto con lei eppure….non era da molto che il nostro rapporto da semplici ‘conoscenti’ era diventato amicizia pura.
“Oh John. Menomale che sei fuori. Pensavo di dover entrare in quella bolgia in salotto. Molly ci sei anche tu. Staccatevi….e seguitemi”
Sherlock entrò di corsa in casa con il fango fino alle ginocchia, la camicia fuori dai pantaloni, i capelli tutti arruffati e il viso rosso.
‘Adorabile’ starà pensando Molly in questo momento e infatti lanciandole uno sguardo di sbieco vedo che sta accennando un sorrisino.
Beccata!
“Arriviamo” rispondo al sorriso di Molly e seguiamo Sherlock in giardino.
 
MOLLY POV
“Sherlock perché hai in mano un bastoncino sporco e un gesso?” chiede John che guarda Sherlock rassegnazione e…mi sembra di cogliere anche del disgusto?
“Perché, John, ti informo che ho decodificato gli omini ed ero intenzionato a lasciare io un messaggio questa volta , ma se non avessi capito precisamente ‘dove’ lasciarlo tutto il piano sarebbe andato in fumo. Questo ramoscello mi ha chiaramente portato al posto esatto e con il qui presente gessetto ho lasciato il messaggio. Andiamo”
Ci condusse a breve sul retro della casa, poi nel capanno e infine sotto una scala che conduceva ad un soppalco.
“Qui arriva la parte lurida immagino” John cominciò a rimboccarsi le maniche della camicia e dei pantaloni.
Adoravo quella frazione di tempo da quando Sherlock scopre il trucco a quando si risolve il mistero.
Appare elettrizzato, gli occhi gli brillano (ovviamente se il caso è almeno un 8) e smette di tenere quell’aspetto composto che solitamente lo contraddistingue (e che non perde mai di fronte agli estranei).
Vederlo scompigliato, rosso e…sciatto mi elettrizza, perché lo rende umano.
“John sei una femminuccia. Devo farti notare che nemmeno Molly si è preoccupata di mettere i suoi vestiti a riparo dal fango?” dice Sherlock senza nemmeno guardare John, ma con lo sguardo ancora rivolto al soppalco
“Dietro di me” dice cominciando a salire
Io mi arrampico subito dietro di lui e John segue a ruota.
Arrivati in cima mi tende una mano “attenta si scivola” mi avverte Sherlock e una volta assicuratosi che ho i piedi ben saldi comincia a camminare verso l’abbaino in fondo.
“Invece io ho l’attrito di un geco, non è vero Sherlock? Grazie mille “ dice John mentre con fatica cerca di issarsi.
Io l’aiuto come meglio posso, ma è decisamente fuori dalla mia portata
“Grazie mille Molly, è bello vedere che qualcuno si ricorda ancora della mia presenza…e che non ignora le mie lamentele!”
John in realtà non è veramente esasperato, di certo non si aspettava un comportamento diverso da Sherlock; diciamo che si diverte a punzecchiarlo appena può.
“Ed ecco qui il mio messaggio in nome della signora Norton” dice Sherlock indicando piccole figure danzanti sull’architrave della finestra tonda.
“Suggestivo” dico per interrompere il silenzio.
Sherlock respira a fatica con le mani puntellate sui fianchi mentre piccole gocce di sudore gli scivolano sulle tempie.
‘O mamma mia’
Molly, mi auto-ingiungo, smettila di fare pensieri impuri su Sherlock in momenti come questi e soprattutto in presenza di John!
“Giù!” dice improvvisamente Sherlock
“Cosa c’è?” sussurra John
Qualche secondo più tardi Sherlock, senza rispondere, fa segno di seguirlo e a carponi ci porta verso la penombra.
Sentiamo una figura che si arrampica lungo le scale e con agilità si avvicina alla finestra e dopo un’occhiata veloce torna sui suoi passi e corre via.
Siamo tutti e tre rannicchiati il più possibile e riesco a sentire il viso di Sherlock ad una distanza ridottissima dal mio.
Chiudo gli occhi lentamente così da godermi quel suo odore così particolare e unico.
Sherlock non utilizza profumi, di questo ne sono certa.
È semplicemente il suo odore ‘naturale’.
Ognuno di noi ne ha uno, ma il suo è così maledettamente attraente.
Apro gli occhi e di sottecchi lo guardo, gli occhi sono ridotti a due fessure, intanto per la tensione si lecca la labbra (è un gesto che fa spesso…i miei ormoni non ne sono contenti in questo specifico momento).
È una situazione indubbiamente pericolosa, ma io sono una donna cresciuta. Non aggiungo altro.
“Ottimo. Non credevo si sarebbe spinto fin qui di mattina. Ma meglio così. Stasera risolveremo il mistero. Ora dobbiamo solo tornare in casa, aspettare l calare della sera e aspettarlo nel luogo indicato dal messaggio”  dice Sherlock alzandosi di scatto.
“Che sarebbe?” John chiede esasperato
“La fontana ovviamente!” dice Sherlock issandosi improvvisamente in piedi
 
Tornati a casa Sherlock aveva detto tutto il suo piano al signor Norton, chiedendogli che la moglie non ne fosse messa al corrente.
La cena infatti fu tranquilla (per quanto potesse esserlo in una situazione del genere).
Al calare della sera la signora andò a letto presto.
“Bene, credo sia ora di prepararci, imbracciare l’artiglieria e andare” annunciò Sherlock non appena finì la sua fetta di torta.
John e il signor Norton uscirono alacremente.
“Tu, Molly, resterai fuori dalla camera della signora. Non uscire assolutamente fuori da questa casa e non fare di testa tua anche se sentirai dei colpi di pistola” disse rivoltosi verso di me
“Sono venuta fin qui per cosa allora?” chiesi irritata ed anche un po’ spaventata
“Per svolgere un compito importante. Non certo per rischiare di farti del male. John è ben addestrato, io anche, il signor Norton non resterebbe indietro nemmeno se avesse la certezza di andare incontro alla morte; quindi nessuno di loro è una mia responsabilità. Se non ti dispiace preferirei lasciare a te il mio telefono, non vorrei perderlo in una eventuale colluttazione. Non si sa mai, potrei essere costretto ad andare ad aiutare John…sai com’è” disse cercando chiaramente di sdrammatizzare e porgendomi il cellulare.
Tentai di dire qualcosa in extremis per convincerlo a portarmi con loro ma mi anticipò: “Dovessi anche legarti al letto resterai qui. Non ti azzardare a metterti in pericolo. A più tardi Molly” disse battendo (non con forza ovviamente) una mano sulla mia spalla.
“In bocca al lupo Sherlock” dissi…ad una porta chiusa.
Dopo ciò uscì dalla sala da pranzo
 
JOHN POV
Mentre ero intendo a nascondere un coltello, per sicurezza, nei calzini (l’esercito insegnava di non lasciarsi mai nel rischio di essere sguardianati) vidi Sherlock chiudersi la porta della sala da pranzo dietro le spalle.
“Deduco che Molly non verrà con noi”
Me lo aspettavo a dir la verità.
Sherlock si lega la fondina e controlla che la pistola sia carica mentre mi risponde: “Non dire sciocchezze John, credi che sia così stupido da farla venire con noi?”
“Credi possa farsi del male?” effettivamente era un rischio reale visto che non sapevamo a cosa andavamo incontro
“Lo temo sinceramente” detto ciò mi dice di seguirlo senza fiatare
Ha pensato a ciò di cui abbiamo parlato; non me l’ha detto chiaramente, ma me l’ha fatto capire.
Come lo so?
Perché io, John Watson, sono una delle pochissime persone che possono definirsi ‘amici’ di Sherlock Holmes.
 
MOLLY POV
Fuori dalla porta della camera da letto della signora Norton non so come calmarmi.
Guardando fuori dalla finestra  del corridoio che si affaccia sul giardino vedo delle figure che si muovono circospette.
Immediatamente riconosco Sherlock e John.
Vorrei continuare a seguirli con lo sguardo, ma il sentimento di impotenza mi costringe ad allontanarmi.
Guardo il cellulare che ho fra le mani.
Il cellulare di Sherlock, è come avere parte della sua vita fra le mie mani.
Senza pensarci lo sblocco.
Lo sfondo è una foto del 221 Baker Street, per lui quel posto rappresenta la casa, il lavoro, la vita insomma.
Non penso nemmeno ad aprire i messaggi, so quanto tenga alla sua privacy e non mi sento in diritto di violarla in sua assenza (oltretutto sono convinta ci sia una password a proteggerli, e cercare di sbrogliare un enigma di Sherlock Holmes è quasi impossibile!).
Decido di guardare le foto.
Foto di particolari angoli di Londra, foto di particolari camere di Scotland Yard (nelle quali la gente comune non ha accesso e non ne conosce nemmeno l’esistenza), foto del suo studio, foto della camera di John.
E una cartella, protetta da password.
Si chiama “SH”…Sherlock Holmes di sicuro.
Ma cosa conterrà? Foto così importanti per lui da dover essere protette?
Ovviamente la curiosità mi assale ma…ogni tentativo sarebbe inutile.
 
Improvvisamente sento degli spari e sento la voce di Sherlock che urla: “Preso!”
 
 
Corro immediatamente all’entrata e vedo i tre uomini rientrare con un quarto uomo legato che si dimena.
Basta uno sguardo per capire la parentela con la signora Norton.
“Oddio! Sherlock, John…state bene?” sotto sporchi, con qualche piccolo taglietto (forse causato dalle siepi ) ma fondamentalmente vivi.
“Certo” dice Sherlock facendo un occhiolino soddisfatto “”Ti ha dato problemi il mio cellulare?” mi chiede tendendo una mano
“È stato silenzioso tutto il tempo” rispondo sorridendogli felice
Vorrei saltargli al collo per la felicità, ma mi trattengo a stento, chiudendo le mani fino a far diventare le nocche bianche.
Sherlock si muove per seguire gli altri due uomini in cucina, ma passandomi accanto mi tocca un braccio con la mano.
“Come vedi sono, e ti assicuro siamo, sani e salvi. Puoi calmarti ora” dice
“Grazie” rispondo semplicemente
Mentre si avvia verso la cucina sento il mio cellulare che squilla.
 
 
JOHN POV
“Allora Sherlock?”
Aveva detto di voler interrogare l’uomo ma non vedendolo arrivare decido di andarlo a cercare.
E come lo trovo?
Stà giocherellando con il cellulare accanto alla porta, mentre sento Molly che dice al telefono: “Pronto? Oh, sei tu. Ciao”
Lo so. Lo sento quando i guai sono nell’aria.
Sherlock ruota il cellulare nella mia direzione indicando l’orario.
Segna le 23.12….
“Scusami se non ti ho richiamato. Ma la situazione è stata un po’ tumultuosa qui. No no niente di che. Diciamo solo che qualcuno ha tentato di intrufolarsi in casa. Stò benissimo tranquillo. Nemmeno un graffio. Si, lui l’abbiamo preso e…”
Sherlock si volta e il due falcate la raggiunge, le prende il cellulare, lo mette all’orecchio e dice: “….l’abbiamo preso. Non vede che ore sono? Vada a dormire scansafatiche!”
Sherlock chiude il cellulare, lo porge a Molly sussurrandole qualcosa all’orecchio e poi dice: “Andiamo in cucina John”
Ormai è deciso.
Quando la vecchiaia non mi permetterà più questa vita avventurosa mi aprirò un’agenzia di incontri.
Mentre soffoco, malamente una risata (e guadagnandomi un’occhiata di rimprovero da parte di Sherlock) lo seguo in cucina.
 
 Tadaaaaaaaaa!
Eccone un altro :P
Il nostro “sociopatico ad alto funzionamento” (cit. chibisaru81) continua a muoversi a piccoli passi.
SVANEH: grazie per i complimenti! Devo dire che il rapporto John\Sherlock è sempre stato molto bello secondo me, perché in fondo John è la prima (e forse unica) persona ad aver fatto breccia nei circuiti di Sherlock e, seppur allontanandomi dalla storia reale, volevo comunque dare rilevanza a loro. Grazie ancora!
AURAD: grazie  per il complimento sulla caratterizzazione di Molly, in effetti la stò delineando avvicinandomi anche a me. Insomma, questa donna è sulla soglia dei 30, non può continuare comportarsi come una bambinetta :P
CHIBISARU81: : per aprire gli occhi a Sherlock ci vuole proprio il Doc ahah poverino però, Sherlock lo fa proprio spazientire a volte :P Sono contenta che la mia ff riesca a risollevarti lo spirito. Con tutte le brutte cose che succedono è sempre bello trovare qualcosa per darci un po’ di serenità, e sapere che ci riesco anche io nel mio piccolo è una grande conquista e un bellissimo complimento!

Grazie a tutti i lettori!
Un bacio e….al prossimo capitolo 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- 5 Bersagli ***


7 capitolo
5 bersagli
 
Il giorno seguente dopo aver pranzato (e aver incassato una lauta ricompensa) prendiamo il primo treno per Londra.
Il caso era molto interessante.
Presto i lettori del blog di John potranno conoscere la storia della signora Norton.. Di origine zingaresca, era venuta in Inghilterra per cercare fortuna, qui la signorina ancora vent’enne si era innamorata del rampollo della famiglia Norton.
A breve i due erano convolati a nozze , ma la famiglia della (ormai) signora Norton non accettava ancora il loro rapporto.
Gli omini danzanti? Erano messaggi in codice, la cui chiave di lettura era conosciuta solo dalla famiglia della signora Norton e dal suo clan e con i messaggi la intimavano a lasciare il marito oppure quest’ultimo avrebbe subito una ‘punizione’ per averla allontanata dall’uomo.
Chi era l’uomo che si dibatteva?
Intuirlo era facile, anche con un rapido sguardo: il fratello della signora Norton designato dalla comunità per vendicarsi.
Cosa ne faranno di lui e se lo consegneranno alla polizia sarà solo una scelta della famiglia Norton.
Anche se dubito che ne sentiremo parlare; la signora Norton morirebbe piuttosto che vedere suo fratello in galera per causa sua.
 
 
Dopo la pazzia di Sherlock della sera precedente non avevo avuto più modo di risentire Jim, quindi decisi di mandargli un messaggio.
 

Buongiorno Jim
Scusami davvero per ieri
Ti spiegherò tutto non appena ci vedremo
Non so proprio cosa dire
Ora sto tornando a Londra
Quindi domani ci sarò a lavoro
Un abbraccio
Molly
 

Sherlock era steso su un intero sedile della carrozza, quindi io e John dividevamo l’altro.
Lui era sempre così dopo un caso.
Per un giorno o due metteva il cervello a riposo.
E quelli erano i giorni in cui era più trattabile, poi interveniva la noia che lo rendeva suscettibile.
John dice che si arrischia anche ad accompagnarlo a fare la spesa, ma solo quando è particolarmente di buon umore.
 
In un paio di minuti giunse la risposta:
        

Buongiorno
Domani ne parleremo,
Non ti preoccupare non è colpa tua
Ovviamente non vedo l’ora di poterti rivedere
Nessuno può sostituire una chiacchierata con te a pranzo
Jim
 

“Molly, non dovresti avere sonno?” dice Sherlock aprendo un occhio
“Ho dormito bene la sera scorsa, grazie”
“Io no, pensavo…chissà quando ricapiterà un caso come questo. Questi ladri e assassini oggi non hanno più inventiva!” si lamentò Sherlock
“Se ricominci con la storia di Jack lo Squartatore, ti giuro che lo scrivo sul blog!” disse John, intento a premere tasti sul suo pc portatile
“Come l’hai intitolata questa volta?” chiese Sherlock mettendosi seduto con un unico gesto fluido
L’avventura degli omini danzanti,che te ne pare?”  John continuò a scrivere segno che se anche Sherlock non avesse approvato, lui non avrebbe cambiato titolo.
È inutile dire che se Sherlock avesse ‘veramente’ voluto cambiarlo avrebbe tranquillamente potuto prendere il pc portatile, in assenza di John, eludere facilmente la password e modificarlo lui stesso
“Hum, non male. Anche se un po’ infantile” disse Sherlock guardando fuori dal finestrino
Improvvisamente ricordai che potevo dargli qualcosa a cui pensare:
“Ah Sherlock, dimenticavo, questi sono i risultati per i campioncini che mi avevi chiesto. Ho dimenticato di consegnarteli”
Tirai fuori i fogli dalla borsa che portavo sempre con me, era una semplice borsa blu notte con dei dettagli in marrone (lo so che è un accostamento inusuale, ma a me piace).
“Finalmente una donna che porta qualcosa di utile in borsa!” dopo aver preso i fogli chinò la testa per esaminarli, passarono non più di 4-5 secondi che la rialzò “Grazie” disse, poi tornò a immergersi nella lettura.
Imbarazzata biascicai un ‘prego’, mi aveva beccata ad osservarlo.
 
 
JOHN POV
“F-i-n-e-“ dissi scandendo le ultime lettere con il ticchettio di un tasto
“Non vedo l’ora di leggerlo, John” mi disse Molly con un sorriso e una pacca sul braccio
“Ma tu sai già tutto. Non è valido”  le risposi stiracchiandomi.
Scrivere al pc (mi aveva detto una volta Sherlock) ‘comporta un dispendio di energie superiore alla scrittura a mano’.
Doveva avere, come al solito, ragione.
Il cellulare di Molly squillò, lei senza pensarci rispose
“Pronto?” disse allegra, rispondeva sempre così al telefono “Come? Glielo chiederò subito”
“Sherlock” disse poi rivolgendosi al suddetto “La…hem, signorina Adler mi ha chiesto di pregarti di rispondere al telefono”
Lui si fece consegnare il telefono e rispose:
“Immagino ci siano nuovi sviluppi. Va bene. Vengo non appena torno a Londra”
Con ciò la chiamata si concluse.
Dopo aver ripreso possesso del suo cellulare Molly chiese:
“Riusciresti a dirmi come è riuscita ad avere il numero? Perché non ha chiamato John?” chiese Molly chiaramente irritata mentre, vidi in un’occhiata, stava salvando il numero in rubrica.
“La risposta alla prima domanda è che deve averlo copiato dal mio cellulare.
La seconda è che ho bloccato la possibilità di ricevere chiamate da quel numero sul cellulare di John” rispose Sherlock pensieroso
“E quando esattamente?”
Oddio questa storia doveva finire.
È violazione della privacy accidenti!
“Questo non servirà a cambiare i fatti” disse Sherlock “John tu verrai con me più tardi”
 
MOLLY POV
Un altro bip bip del mio cellulare.
 

Irene Adler
Sherlock Holmes
Mycroft Holmes
E,
John Watson
Molly Hooper.
:)

 
Numero Privato, dunque irrintracciabile.
“Sherlock?” chiesi immediatamente
Cominciai a spaventarmi.
Sherlock vide chiaramente il cellulare che tremava nelle mie mani, finché non cadde per terra.
Lui lo raccolse, osservò il messaggio.
“Prendete i bagagli. Scenderemo alla prossima stazione. Molly indossa il cappello che John ha in valigia. Io prenderò il tuo bagaglio. Prendete tutto quanto, anche le carte delle caramelle che avete mangiato prima. Prenderemo la coincidenza che passerà tra trenta minuti. Io prenoto i biglietti in internet. Appena arrivati a Londra ci dirigeremo a Baker Street a piedi. Molly tu verrai con noi. Domani mattina andremo a prendere tutto ciò che è strettamente necessario da casa tua”
 
Una volta arrivati a Londra con un ritardo di due ore e mezzo (Sherlock ci aveva fatto cambiare treno altre due volte), sentendo le lamentele di John, dovette arrendersi nel prendere un taxi, obbligando me a sedermi fra lui e John e indicando al tassista strade alternative (cosa che lo fece spazientire non poco: “pensa che io non sia in grado di fare il mio lavoro?”).
Entrammo velocemente a Baker Street.
“John” disse Sherlock dopo aver poggiato la mia valigia nel salottino” lascia che Molly si rilassi e vieni con me. Molly questa volta più che ieri ti INTIMO a non uscire di casa. Se bussano alla porta fa finta che non ci sia nessuno in casa. Non stare troppo vicina alle finestre e non rispondere a eventuali messaggi” .
“Sherlock, potresti fermarti un attimo e spiegarmi qualcosa, per favore?”
Era in tensione, preoccupato e anche arrabbiato ma non riuscivo proprio a collegare i fatti.
Ovviamente il messaggio che avevo ricevuto doveva avere attinenza con questa situazione.
Andò via, seguito da John, senza degnarmi di una risposta.
Mi sentivo ancora una volta umiliata, trascinata dai fatti e da lui come un pezzo di carta straccia.
 
 
JOHN POV
Non rispose a nessuna delle domande con le quali lo bersaglia da quando mettemmo piede fuori da Baker Street a quando ci trovammo fuori dalla casa di Irene Adler.
Lui cominciò a suonare ossessivamente al citofono, guardandosi attorno circospetto.
Una bella donna bionda, molto bella, ci aprì.
“Prego entrate pure” disse facendoci spazio.
“ADLER!” tuonò Sherlock appena la porta fu chiusa e salì le scale che portavano al primo piano due alla volta
“Come ti è venuto in mente?” le urlò non appena la trovò intenta a leggere su un divanetto nel suo salottino privato.
Vestita, o per meglio dire ‘svestita’ di solo pizzo, Irene lo guardò con occhi da cerbiatta.
“Ci sono stati sviluppi. Se mi avessi fatto la gentilezza di rispondere alle mie chiamate e ai miei messaggi, non avrei avuto la necessità di dover chiamare la signorina Hooper” rispose lei serafica.
“Ed ora lei è minacciata da qualcuno, come tutti noi. Non avresti dovuto”
“Oh, Sherly, ma se la cosa ti crea problemi posso sempre ospitarti qui. Sarà un soggiorno lieto posso assicurartelo” e fece un sorrisino molto eloquente guardando Sherlock dall’alto in basso “E non si potrà più dire Mycrosoft ‘uomo ghiaccio’ e Sherlock ‘il verginello’”
Sherlock si sedette sul divano di fronte ad Irene e prese la testa fra le mani
“Oh John. Puoi anche abbassare la testa, ti verrà un torcicollo. Prego accomodati, non sarai né il primo né l’ultimo ad guardare. Il voyagerismo non è la mia passione, ma in alcune situazioni è gradevole”
“Adler, manda il resoconto delle notizie all’e-mail di John. Andiamo”
Chiusi nel taxi che ci portava ‘A Baker Street’ (aveva detto qualche minuto prima) mi azzardai a rompere il silenzio.
“Perché alla mia e-mail?”
“Perché tu sei già compromesso” disse guardandomi
“Oh, grazie tante Sherly” risposi canzonandolo
Lui mi mandò uno sguardo piuttosto minaccioso che (mi vanto di ciò) sono uno dei pochi che riesce a sostenere.
“Pensi che la telefonata di prima abbia compromesso anche Molly? E cosa c’era sul quel messaggio?” chiesi collegando gli ultimi avvenimenti
Sherlock mi pose il suo cellulare, sul quale (dal cellulare di Molly) aveva inoltrato il messaggio che lei aveva ricevuto.
“Oh bene! Sono sulla Black List in…quarta posizione!”
“C’è poco da scherzare John” rispose lui “E lei, lì davanti, potrebbe fare più in fretta?” rimproverò il tassista
“Ma in ogni caso, Molly è all’ultimo posto. Chiunque esso sia evidentemente non la prende in grande considerazione”
“Innanzitutto non credo sia in ordine d’importanza e secondo punto: Molly non dovrebbe essere per nulla su quella lista!” rispose prendendo il cellulare dalle mie mani con uno strattone.
 
MOLLY POV
Dove esattamente avrei dovuto sistemare tutte le mie cose?
Immaginai che il divano fosse destinato a me, quindi presi due coperte che la signora Hudson mi aveva gentilmente consegnato e le stesi alla ben e meglio sul divano.
“E ora? Cosa faccio?” chiesi più a me stessa che a qualcuno in particolare
“Potresti fare qualche pulizia. Dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno, mia cara” disse la signora Hudson speranzosa.
“Affare fatto” dissi rimboccandomi le maniche
Presi i libri che erano impilati per terra, sulla scrivania, sul letto di John (e sono sicura che non sia stato il proprietario del letto a poggiarli lì), sul camino e li risistemai negli spazi vuoti delle librerie.
Guardai la scrivania e capì che lei sarebbe stata il mio nemico più arduo e vidi che qualcuno (molto probabilmente John) aveva comprato dei porta fascicoli che non erano stati nemmeno scartati; quindi decisi di sistemare i fogli nei cassetti.
Per lo meno divisi per date o dimensioni o…ingiallimento (in alcuni casi).
“Molly cara” disse la signora dalla cucina “credi sarebbe troppo poter buttare quelle parti umane lasciate a marcire nel frigorifero?” chiese con tono speranzoso
“Credo che se mi azzardassi a farlo poi dovrei sostituirle con MIE parti anatomiche, signora”
“Ah, bella questa Molly” disse la voce si Sherlock dall’entrata “In ogni caso, in sostituzione, potremmo usare quelle di John”
Intanto Sherlock e John mi raggiunsero al primo piano.
“Per l’amor di Dio Molly! Sposami! Una donna che riesce a sistemare questo girone dantesco deve avere qualcosa di magico!” disse John estasiato
“Adesso sono confuso!  Non riuscirò più a trovare nulla!”
Sherlock si lamentò guardandosi attorno.
“Avanti detective. Lo so io. Mettimi alla prova!” dissi sfregandomi le mani
“Anatomia 2!”
“Secondo scaffale!” risposi sicura mostrando che il tomo era proprio lì
“Codice Penale Napoleonico”
“Eccolo qui” dissi mostrandolo “In tutta la sua inutilità”
“Non parlare di cose che non conosci, Molly. Ora…libro sugli uccelli tropicali”
“Nella sezione animali…proprio accanto ai tuoi animali su cui vige in divieto di importazione in Inghilterra” risposi “E, inoltre, in questa utile scatola, ci sono tutti i distintivi che hai sottratto a Lestrade e a metà dipartimento di Scotland Yard”
“I libri che erano sul letto in camera di John?”
“Sono lì su quel tavolino in ordine”
“O finalmente! Beh, io ne approfitto per farmi un riposino! A dopo” disse John
 
“Sherlock” chiesi rimasti soli “possiamo parlare?”
“Si. Siediti. La chiamata di Irene ti ha messo in pericolo. Qualcuno, adesso ritiene…ha capito…che …ci conosciamo meglio. Che i nostri…rapporti non si fermano a quelle volte in cui vengo in laboratorio. Non sarebbe dovuto succedere”
“Sherlock…se questo è il prezzo da pagare per esserti amica. Va bene, non ti preoccupare. Non sarò un militare come John e non avrò il tuo fisico, ma non sono una sprovveduta”
“Quale fisico?” Mi chiese aggrottando le sopracciglia
“Beh il tuo fisico Sherlock”
Devo essere ME STESSA di fronte a Sherlock. Devo riuscirci.
“E come sarebbe il mio fisico?” mi chiese pensieroso guardandosi
“Non te ne sei davvero mai accorto Sherlock? Capelli neri ricci, occhi di ghiaccio, longilineo, magro, tornito, portamento elegante”
“Non mi ero mai visto in questo modo. Mi hai osservato molto signorina Hooper?”
 
Chissà cosa gli avrei risposto se solo il radiatore nella stanza non fosse scoppiato…
 
 “John! Devi cedere la tua stanza a Molly. Qui non si può dormire. Fa troppo freddo” disse Sherlock perentorio incrociando le braccia.
John era sveglio da poco a causa del forte rumore.
“Perché io esattamente?”
“Non eri tu a volerla sposare poco fa?” rispose guardandomi serio
“Io vado a dormire. Chiuderò la porta” disse John avviandosi verso la sua stanza
“Questo non mi fermerà” rispose Sherlock facendo scrocchiare le dita
“Oh invece si Sherlock. Io starò benone qui. Basterà solo aggiungere un’altra coperta”
“Ma se avessi freddo. Bussa alla mia porta troveremo una soluzione. Spegni il cellulare stavolta, così non sarà rintracciabile. Ho chiesto alla signora Hudson di svegliarci alle 7 così avrai tutto il tempo di prepararti per andare a lavoro”
“Buona notte Sherlock”
“Buona notte Molly”
E socchiuse la porta della sua stanza.
Sono contenta che lo abbia fatto.
Saperlo a portata di voce mi fa sentire al sicuro
 
 
Rieccomi!
Scusate per il ritardo ma….cercavo un momento di calma per rispondere alle (splendide) recensioni come merititano :)
 
CHIBISARU81:Alcune delle domande hanno trovato risposta vero? Per altre…soprattutto quella riguardante la cartella personale,beh! Ci sarà da aspettare ihih Perché ha lasciato il cellulare a Molly?! Eheh  Del resto…quando mai Sherlock fa qualcosa di non premeditato?! Quando ho letto che la mia storia ti fa bene alla salute…ecco a te un’altra pillola xD Il tuo commento è davvero molto dolce, sono proprio contenta di poterti essere utile grazie mille!
 
LRIG_W: Per una recensione accurata serve una risposta accurata:
1.       sinceramente l’assenza della tipologia ‘het’ nelle indicazioni un po’ infastidisce anche me. Insomma, da quando l’eterosessualità è scontata. Per carità, non ho alcuna malsana tendenza contro le coppie gay (ci mancherebbe!), appunto per questo se proprio ci dev’essere parità….dev’esserlo fino in fondo!
2.       L’avventura degli omini danzanti è la mia preferita del “ritorno di Sherlock Holmes” anche se la fine mi lascia sempre con un grosso groppo in gola. Ti consiglio di rileggerla, ti assicuro che ne varrà la pena
3.       Ti dirò, io Ammiro moltissimo Irene…però in questa storia vedrai (se ti farà piacere continuare a seguirmi) che utilizzerà (come al solito) le sue capacità per il suo (malsano) personale tornaconto. Se adori Irene devi assolutamente vedere questo video su youtube (se non hai visto questa  versione di Sherlock Holmes te la consiglio ;) è proprio così che io mi immagino ‘la donna’ ): http://www.youtube.com/watch?v=fvOb3NrkNN4&feature=related    Buona visione
4.       Molly e John credo (intimamente) che possano essere una bella coppia…se Sherlock non esistessero. Li immagini molto simili caratterialmente  ecco perché ho deciso di creare questo rapporto fra loro. Ovviamente si assomigliano se riusciamo a sdoganare l’idea di Molly come l’insulsa patologa che sa solo fare gli occhi dolci a Sherlock ogni volta che compare nella sua visuale
5.       OTTIMO! Sherlock e John NON sono Gay. Purtroppo molta gente confonde il rispetto e l’amicizia profonda per amore. Ripeto che non ho nulla contro gli omosessual. Probabilmente lo saprai già, molti hanno addirittura detto che Sherlock non ha appunto mai avuto una storia perché segretamente innamorato di John. Io sono di un avviso diverso a dir la verità: Shelock non ha mai avuto una storia perché considera la gente per lo più superficiale, guardandole  dall’alto al basso.
6.       Jim gelosone ahah Beh, rimanendo sul tema dell’eterosessualità, anche gli psicopatici hanno diritto di innamorarsi. E poi…un Moriarty in versione Andrew Scott…devo proprio continuare? A buon intenditor, poche parole
7.       Ti ritrovi in Molly, davvero? Beh, allora è proprio possibile che andremmo d’accordo. Con un po’ più di spina dorsale quella Molly sono io ahah Soprattutto nel tentativo di incoraggiarsi mentalmente
8.       grazie ancora! Al prossimo capitolo, spero
 
AURAD: l’intento del mio commento a proposito del “legare a letto Molly” era proprio quello di far trapelare l’estrema…ingenuità di Sherlock in merito a determinate questioni. Jim l’ha scampata bella però da quello che ho notato Sherlock, a meno che non debba esibire le sue (straordinarie) qualità mentali è una persona di poche parole, soprattutto quando è stizzito. Grazie ancora Susy!  È sempre un piacere ritrovarti ad ogni capitolo
 
SVANEH: A quanto pare anche tu sei interessata a quella cartelletta eh? Ahah Credo che se John riuscisse nel suo intento potrebbe scrivere sull’insegna:
“DA JOHN.
SE CI SONO RIUSCITO CON SHERLOCK HOLMES,
POSSO RIUSCIRE A TROVARE L?ANIMA GEMELLA
A CHIUNQUE”
 
ahah Non sarebbe un’ottima pubblicità? Al prossimo capitolo!
 
p.s. nel capitolo c’è un piccolo indovinello.
Sherlock forse l’ha intuito. Gli altri evidentemente no :)
E voi? :)
 
A presto! 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - L'anima di Sherlock Holmes ***




8 capitolo
L'anima di Sherlock Holmes

Tadaaaaaa!!
Sono tornata! Scusatemi donzelle ma qualcuno mi ha hackerato il pc e ho perso praticamente tutto!
Finalmente sono riuscita a riscrivere 3-4 capitoli come li volevo e ritornerò a postare con frequenza e assiduità!
Per farmi perdonare ecco qui a voi il capitolo della svolta.

A presto mie care :)

Spero riusciate a perdonare la mia assenza!
Unitevi con me all'odi per chi hackera i pc e ti inserisce i virus.

Ma….non sarà stato Moriarty?!?! ahahhahah


 
 
Tremavo, stavo letteralmente battendo i denti.
Non mi sorprenderei se domani sul giornale leggessi che è stata avvertita una scossa sismica.
Si sa che Londra non è proprio Ibiza, ma un freddo del genere è improponibile in Autunno.
Per un paio di volte sono stata tentata di chiamare Sherlock, ma subito dopo puntualmente ci ho ripensato.
Come al solito….Molly perde il pelo ma non il vizio.
“Tu stai tremando. Cosa ti avevo detto?”
Solitamente non sono una persona facilmente influenzabile (ho anche la forza di guardare ‘the grudge’ al buio, sola in casa), ma sentire una voce a poca distanza, nel buio della notte, in una casa ‘estranea’ (soprattutto se è Baker Street ed è quindi la casa del soggetto più odiato dai criminali londinesi, e non solo) è troppo anche per i miei nervi.
Infatti con un piccolo urlo e con gli occhi sbarrati mi voltai trovandomi faccia a faccia con, niente poco di meno, che ‘l’uomo più odiato dai criminali’ in persona.
“Dio Sherlock, mi hai fatto paura” risposi mettendomi una mano sul cuore che batteva all’impazza.
In parte, ahimè devo ammetterlo, a causa della sua estrema vicinanza al mio viso.
“Qualche ora fa facevi apprezzamenti sul mio fisico e ora ti faccio paura? Strane le donne” rispose lui mettendosi una mano sul fianco.
Con la posizione che aveva assunto rivelò completamente la sua mise: pantaloni grigi (chiaramente facenti parte di un completo da jogging), maglietta nera con un piccolo scollo a V, giacca da camera con trama scozzese nero-verde.
Ancora una volta riuscì a sorprendermi.
È proprio vero quel che si dice sulla bellezza: una persona è veramente bella solo se è tale anche vestita semplicemente.
E Sherlock era….semplicemente bello, bello da mozzare il fiato.
Con poche cerimonie con una sola bracciata tolse tutte le coperte e tornò in camera.
Ammetto di aver pensato che lui avesse freddo e quindi si stesse riprendendo ciò che era suo.
Invece un minuto dopo sentì che mi chiamava:
“Pensavo avessi freddo”
In uno stato di semi incoscienza e a piccoli passi, il pavimento era ghiacciato ma purtroppo non riesco proprio a dormire con i calzini, andai verso la “soglia proibita”.
“Permesso?” dissi senza rendermene conto
Non so perchè lo dissi, non so quale risposta mi aspettassi.
Trovai Sherlock che si stava sistemando sotto le coperte mentre il letto era tutto stato appesantito dalle coperte che poco prima mi riscaldavano.
“Hai i piedi nudi. Se sono freddi i piedi sentirai freddo lungo tutto il corpo. Dovresti saperlo, sei un medico del resto”
 
 
JOHN POV
Un piccolo urlo mi svegliò di soprassalto.
Credevo fosse la televisione (non è raro che Sherlock la accenda in piena notte quelle volte in cui proprio non riesce a dormire) e invece poco dopo sentì indiscutibilmente la voce di Sherlock seguita da quella di Molly.
Ci misi qualche minuto per trovare le pantofole e avere il coraggio di uscire dal calduccio del letto.
Arrivato sulla soglia riuscì appena in tempo a scorgere Molly che entrava nella camera del mio coinquilino.
Solitamente non sono una persona che fa pensieri…distorti, ma veramente sperai che Molly avesse preso la situazione a due mani e volesse insegnare a Sherlock che da oggi in poi “Anatomia 2” poteva rimanere sulla libreria.
Invece da quel che sentì era Sherlock che la stava invitando!
 
Rimasi dov’ero e sentì ciò che si stavano dicendo.
“Sei sicuro Sherlock?” disse Molly con stupore e (sono certo pur non potendo vedere la sua espressione) emozione
“Molly, se non riuscissi a dormire e domani sbagliassi il tuo lavoro…a chi dovrei rivolgermi? Sei l’unico patologo in grado di soddisfare le mie richieste”
“Sherlock?” con cautela sentì lei che lo chiamava
“Bel nome non credi, Molly? Vecchio stile come piace a me. È il nome di mio nonno, per questo è stato scelto. Ma il tono della tua voce mi fa capire che non vuoi sentire questa storia. Chiedi”
“Ieri… dopo aver risolto il caso…cosa intendevi dire con…’ne parleremo’?”
“È una questione lunga. E complicata. Non riesco ad arrivarne a capo neanche io”
“E come pensi che io possa aiutarti?”
“Tu devi assolutamente risolverla, altrimenti John non mi darà tregua e inoltre io odio non capire le cose. Ma ne parleremo…non ora però. ‘Notte John!”
Lo sapevo che sarei stato beccato!
Ma chiaramente Sherlock voleva che sapessi (per la seconda volta) che aveva pensato a quello che avevo detto e che….probabilmente la conclusione alla quale era giunto lo spiazzava e lo incuriosiva.
“Sherlock, Molly…buona notte e voi!”
Mentre tornavo a letto sentì Molly dare la buona notte a Sherlock, lo sentì ricambiare e poi più nulla.
 
MOLLY POV
“John mi ha rimproverato. Ogni tanto lo fa e alcune volte non ne capisco il perché. Mi ha detto di averti trattata male, mi ha detto che non è giusto che io ti tratti in questo modo dopo tutto ciò che tu fai per me”
Io e Sherlock eravamo stesi lungo il fianco e lui mi dava le spalle.
Ovviamente nei 15 minuti che erano passati da quando Sherlock aveva mandato via John non ero riuscita nemmeno ad ‘immaginare’ di chiudere occhio.
Quando sentì Sherlock che parlava ne fui sorpresa, pensavo che oramai fosse beatamente addormentato.
“Mi ha detto anche” continuò quasi subito “che tu fai tutto questo per me perché in qualche modo io ti piaccio” promemoria per me: mutilare John Watson! “…mi ha detto che tu fai tutto questo perché vorresti che io mi accorgessi di te. Ma io ti conosco Molly Hooper, io ti ho permesso di entrare nel mio cellulare, nella mia casa. Io ti ho fatta avvicinare a me. Mentre balbettavi quando io ti rivolgevo la parola, mentre arrossivi quando io ti guardavo. Ti ho ignorato, trattata male e, a detta di John, alcune volte ti ho anche umiliata. Ma tu zitta mi portavi il caffè”
“Nero con due zollette di zucchero” dissi voltandomi vero di lui e guardando le sue spalle
“Io pensavo fossi stupida Molly, pensavo fossi un giocattolo utile che potevo facilmente manovrare”
Senza rendermi conto sentì le lacrime che cominciarono a sgorgare sulle mie guance e dei piccoli sussurri tradivano il mio stato d’animo.
 “Guarda!” disse Sherlock voltandosi velocemente, in che mi fece spalancare gli occhi per la sorpresa e l’umiliazione di esser stata colta a piangere.
Il suo sguardo era duro quando continuò a parlare:
“Guardati! Posso spezzarti in meno di 4 minuti. E se volessi, nonostante tutto, potrei chiederti una mano e tu….non me la negheresti. Nonostante ti abbia messa in pericolo, da quando hai ricevuto la telefonata da quella donna, non hai esitato a venire qui, nella mia casa e nel mio letto. Ti sei fidata di me. Perché? Perché ti fidi di me?”
Non riuscivo a rispondere sentivo il suo sguardo che, minaccioso, mi scrutava e io, impotente, continuavo a piangere calde lacrime.
Stavo per trovare la forza per alzarmi, uscire dalla stanza, aprire la porta d’entrata e poi chiuderla alle mie spalle.
Volevo odiare Sherlock in quel momento, ma in realtà ciò che riuscivo ad odiare era solo me stessa.
Perché l’avevo infastidito, le mie attenzioni e i miei sentimenti lo avevano spazientito.
Lo sentì muoversi con cautela, avvicinarsi al mio viso, ascoltare il suono dei singhiozzi che tentavo di rendere silenziosi e poi….posò un bacio sulle mie labbra.
Durò all’incirca 3 secondi era puro, casto, quasi infantile; ma non era timido nè incerto perché l’incertezza non fa parte del codice genetico di Sherlock Holmes.
Qualunque cosa dica o faccia è frutto di ponderazione e parte di un piano ben congeniato nei minimi particolari.
Quando si staccò poggiò nuovamente la testa sul cuscino.
“Io non sono John Watson rinomato per la sua dolcezza con le donne. Tu lo sai bene Molly, io calcolo tutto, cerco di prevedere e controllare tutto e tutti. Stimo e ammiro Irene Adler ma d’altra parte la odio, perché so che qualunque cosa dica è frutto di un piano probabilmente simile al mio. John Watson è il mio migliore amico, probabilmente in Irene avrei potuto trovare una compagna affidabile che, sono certo, saprebbe stare al mio passo, ma non la voglio. Ho preferito John come coinquilino e te come patologa. Sai perché, Molly Hooper?” fino a quel momento non avevo mosso un muscolo per ascoltare a pieno il suo discorso, e anche ora potrei ripeterlo a memoria “Perché io amo ciò che sono Molly, ma ogni tanto vorrei poter non essere pessimista sulla natura delle perone, vorrei saper fidarmi senza problemi, vorrei che il mio cervello non mi rivelasse immediatamente se la persona di fronte a me sta mentendo. Ho imparato a fidarmi di John e ho imparato a fidarmi di te. John mi ha detto che non sono i tasti ad infastidirmi Molly, ma è il recondito pensiero che tu possa allontanarti. Io ti ammiro Molly Hooper, ammiro la tua purezza e la tua bontà; cose delle quali io sono sprovvisto. Per questo ti chiedo ora di non…allontanarti”
Il suo sguardo, man mano che parlava, era diventato più…dolce,.
Non supplichevole, non ho mai visto Sherlock supplicare qualcuno e credo che mai lo vedrò.
Le lacrime, non so quando, avevano smesso di scendere e ora sentivo solo i solchi lasciati sul mio viso.
Non pensavo che avrei assistito mai al giorno in cui Sherlock avrebbe parlato di sentimenti, e il fatto che ne stesse parlando con me, e di me, mi faceva sentire una creatura privilegiata.
“Non potrei. Ci ho anche pensato. Ma…bastava che tu varcassi quella soglia e….sentivo crollare tutti i miei propositi. John mi ha detto che con te avrei dovuto comportarmi come con tutti gli altri, ma non ci riuscivo. Tu non smettevi di guardarmi e io sentivo che….avevo paura di essere giudicata”
“Queste cose le sapevo ovviamente. Ma prima non le consideravo interessanti. Non sono bravo, come sai, a fidarmi della gente. Non sono bravo ad intrattenere rapporti e trovo stupide le manfrine che vedo fare intorno a me. Sai che io non potrei darti tutto questo”
“Lo so da quando ti ho conosciuto, Sherlock. Ma so anche che non esiste un’altra persona come te a questo mondo”
“Tu mi guardi Molly, tu osservi i miei ghigni, comprendi quando sono spazientito e sorridi. Ti faccio una domanda e tu dovrai rispondermi sinceramente, anche perché in ogni caso saprei se stessi mentendo” e si avvicinò ancora di più “se provo ad essere Sherlock e nello stesso tempo ad affidarmi a te…”
Non lasciai che finisse perché capivo che era in difficoltà.
“…io non tradirò la tua fiducia” completai la frase, rispondendo alla domanda che per lui era tanto difficile pormi.
Lui sogghignò: “Anche ora mi hai voluto salvare capendo che non ero certo di come finire la frase”
Poggiò la sua fronte sulla mia e disse:
“Sei una strana persona, Molly Hooper. Buonanotte”
Detto ciò, in quella stessa posizione chiuse semplicemente gli occhi con il viso sereno.
“E tu, Sherlock Holmes, sei un essere unico” dissi in un sussurro, certa che si fosse ormai addormentato
“Ti ho sentita” disse lui muovendo le labbra in un piccolo sorriso
Chiusi anche io gli occhi.
Mi sentivo stanca, come non mai, avevo svuotato il mio corpo di tutti i sentimenti repressi per anni e cullata dal respiro di Sherlock mi addormentai.
 
 
JOHN POV
Non sono una persona che piange spesso.
Ma i miei occhi erano irrimediabilmente lucidi quando mi avviai, sul serio questa volta, a letto.
Pensavo di sentire qualche ironico scambio di battutine, per questo avevo deciso di rimanere nascosto.
Ma mai avrei pensato che nel buio di quella notte avrei visto la vera anima di Sherlock Holmes.
L’anima della quale Molly Hooper e io, John Watson, eravamo custodi.
Non l’avevo mai sentito dire che io ero il suo migliore amico, l’avevo immaginato e l’avevo supposto, ma mai avrei pensato di sentirglielo dire così apertamente.
Per la prima volta sentì la pienezza di essere John Watson: l’Amico fidato di Sherlock Holmes, l’unico vero Amico di Sherlock Holmes.
In silenzio tornai sui miei passi e chiusi la mia stanza.
 
 
La mattina seguente, quando mi svegliai, trovai Sherlock al tavolo che leggeva il giornale e mangiava una fetta biscottata mentre Molly preparava le uova.
“Bongiorno” mi disse subito lei accogliendomi con un sorriso
“Buongiorno” risposi prontamente “C’è n’è anche per me?”
“Pensi che potrei mai lasciarti senza colazione, John Watson?” disse Molly con finto cipiglio
“Grazie” risposi semplicemente
“John” mi disse Sherlock senza alzare gli occhi dal giornale “oggi abbiamo da fare. Ho già dato istruzioni a Molly”
“Sissignore, non la deluderò signore” rispose lei senza voltarsi dai fornelli
Fu un attimo, così veloce che non sono certo di poterlo affermare con sicurezza, ma ho visto Sherlock sorridere, per un secondo.
Non uno di quei sorrisi di circostanza che ‘regalava’ alla maggior parte delle persone.
Sorrisi che alzavano gli angoli delle labbra ma non si estendevano agli occhi.
No, quello era stato un vero sorriso, uno di quelli che regali alle persone che ami.
E ora non sono più incerto nel dirlo, ho la certezza che quella macchina calcolatrice psicopatica, tal Sherlock Holmes, amava.
 
MOLLY POV
Far analizzare dei campioncini per Sherlock, sentire Jim e fare 3 autopsie.
Mentre indossavo il cappotto pensavo al programma della mattinata.
Giunse Sherlock nel vestibolo, con John, e indossò il cappotto in silenzio, pensieroso.
“Torna subito qui dopo il lavoro, alle 13.30. Non parlare con nessuno e tieni sempre il finestrino del taxi aperto, vai per strade trafficate” mi disse Sherlock
“Certo! Buona giornata ad entrambi” dissi avviandomi
Mentre John mi aveva già dato le spalle e stava cercando di fermare un taxi Sherlock mi prese un braccio, delicatamente, e disse: “Buona giornata Molly”.
Dopo di che entrò nel taxi con John e partirono per chissà dove.
Non c’è stato alcun bacio stile ‘Via col Vento’ o romanzo Harmony, ma quel piccolo gesto mi aveva reso felice, come mai nessun bacio in passato era riuscito.



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