Vita di una professionista.

di Soru Evans
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1^ Parte ***
Capitolo 3: *** 2^ Parte ***
Capitolo 4: *** Avviso! ***



Capitolo 1
*** 1^ Parte ***


Che dire di questa storia?!
Semplicemente ne vado fiera, mi piace davvero molto, stranamente! Bhè...Del resto uno dei miei soprannomi è Assassina Psicopatica. Mi appassionano davvero molto queste cose, ma tranquilli/e non farò mai niente del genere! xD
E' una One-Shot divisa in due parti, non volevo ammorbarvi con qualcosa di troppo lungo! ^_^
Fatti e persone sono puramente casuali e tutto il resto...
Spero vi piaccia, buona lettura! ;D


Vita di una professionista.

Era passato un anno da quel giorno, ma lo ricordava come fosse ieri.
Era lunedì, il giorno che odiava e amava di più. Lo odiava, perché ricominciava la settimana e quindi il lavoro e le alzatacce; lo amava, perché ogni santo lunedì riceveva un bel po’ di mazzette, c’erano molti più clienti. Quella mattina si era alzata con un forte mal di testa, chissà se ce l’avrebbe fatta ad andare a lavorare?! Era stanchissima, ma si alzò comunque. Arrivata in bagno si guardò allo specchio e si spaventò, non c’era lei davanti allo specchio, ma un cadavere: era bianchissima con due occhiaie che gli arrivavano ai piedi. Non ci fece molto caso ed andò a farsi una bella doccia bollente. Dopo la doccia si asciugò per bene e si vestì; andò a far colazione con un bel succo d’arancia, un frutto, un caffè, una fetta di pane e Nutella (NdA.Che vita sarebbe senza Nutella?!) e un bel bicchiere pieno di acqua e Aspirina. Dopo essersi preparata per bene ed aver preparato la borsa uscì di casa per il suo primo “servizietto”.
Quando arrivò a destinazione rimase incantate per un po’: era una casa enorme, la persona che l’aveva ingaggiata glielo aveva accennato: “ E’ una casa molto grande, a quell’ora dovrebbe esserci solo lui e nessun altro (I figli sono a scuola, la moglie è a lavoro e i domestici hanno il giorno libero), dovrebbe stare nel suo studio a lavorare, mi raccomando si cauta, è un uomo molto potente e se lasci qualche traccia rischi di essere messa in carcere. Ergastolo, mia cara!” Quelle parole l’avevano sconvolta, ma lei era la migliore di tutti gli Stati Uniti, di sicuro sarebbe riuscita nel suo intento alla perfezione, come sempre.
Aveva appena disattivato l’allarme della casa ed era appena entrata. Cauta come al solito, stava girovagando per la casa cercando lo studio, non appena lo trovò vi entrò lentamente senza farsi sentire, la “vittima” era girata di spalle verso la libreria, un’ottima posizione. Vi si avvicinò velocemente, ma in silenzio. Lo prese alle spalle e lo coprì con un pezzo di stoffa imbevuto di cloroformio. Lo addormentò e lo sistemò accuratamente per terra. Gli tolse la sua pelle dalle unghie. Lo ripulì per bene dalle sue impronte o altre prove, che l’avrebbero potuta incriminare. E lo uccise. Lo sgozzò. Un colpo secco. Veloce. Indolore.
Uscì con tutta la calma con cui era entrata e se ne ritornò a casa.
Appena tornata a casa accese la televisione e si sedé tranquillamente sul suo divano rosso in pelle, si tolse le scarpe e vi si spaparanzò sopra. Fortunatamente il mal di testa si era affievolito, ma non era scomparso.
Fece zapping per un po’ finché non incappò in un canale di notizie, stavano dando la notizia della morte di quel tizio: “Allora, ci dica. Sapete già chi è l’assassino?” Chiese la giornalista ad un detective della scientifica, “No, ancora non sappiamo niente, ma sulla scena del crimine abbiamo trovato una goccia di sangue che non appartiene alla vittima,quindi lo scopriremo al più presto!”
La nostra protagonista dopo aver sentito quelle parole sbiancò di colpo e si guardò il corpo per vedere dove potesse essere la ferita, la trovò all’altezza del braccio, dove quell’uomo l’aveva graffiata. Imprecò contro di esso e cominciò a fare le valige, l’avrebbero trovata presto. Nel mentre stava squillando il suo telefono cellulare, rispose velocemente mettendosi l’auricolare Bluetooth: “Pronto? Chi è?” “Chiara, sono io Camilla, hai visto il notiziario?” “Sì, l’ho visto! Sto facendo le valige!” “Bene, metti solo qualche cambio e mi raccomando, prepara tutte le tue armi!” “Sì ok, ma come me ne vado?” Chiese allarmata come non mai Chiara, “Calma, mantieni la tua calma di sempre, sei brava, sai che non riusciranno a prenderti!” “Ok, ce la posso fare!” Disse ispirando ed espirando “Bene, vieni sulla pista aerea il prima possibile, c’è il mio Jet privato che ti aspetta, ti porterà…Ah giusto, dov’è che vuoi andare?” “Guarda, è uguale basta che non sia America (In generale)!” “Ok, quali lingue sai parlare?” “Tutte, le ho imparate tutte, con questo lavoro non si sa mai, appunto.” “Ok, quella che sai meglio?” “Tedesco!” “Bene, la Germania ci aspetta.” “Come ‘CI’?” “Bhè…Io vengo con te, non ti posso mica abbandonare!” “Grazie Camilla, non so come farei senza di te!” “Tutto per la mia cuginetta adorata…! Organizziamoci, prendi la tua macchina, la imbarchiamo. Ricorda: documenti falsi e targa falsa sono nel bagagliaio, prendi tutte le tue armi, solo quelle, i vestiti li porto io. Mi raccomando tutti i tuoi soldi, quelli servono!” “Va bene. E la casa?” “La casa la verranno a demolire i miei uomini tra poco!” “Perfetto, ci vediamo tra 5 minuti sulla pista!”
Dopo aver parlato con Camilla e intanto aver sistemato le sue armi e la macchina si era messa in moto per arrivare sulla pista aerea, andava a tutta velocità, doveva fare il prima possibile.
Subito dopo essere arrivata prese la borsa con dentro le proprie cose e lasciò la macchina al maggiordomo di Camilla, che sarebbe andato con loro, sapeva tutto, ma era fidato, anche lui aveva lavorato nel campo. Imbarcarono la macchina che partì subito e loro salirono sul Jet privato della cugina, fu proprio lei la prima a parlare: “Com’è successo?” Chiese Camilla con un tono di rimprovero, “E’ successo! Quello mi ha graffiato con così tanta forza e io non me ne sono neanche accorta, lo sai no che orma sono abituata a queste cose e non ci faccio più caso. La cosa che mi chiedo è come ho fatto a non vedere la goccia di sangue!” Disse Chiara con una mano sulla fronte come per incolparsi, “Non è colpa tua dai, può succedere a tutti e poi sai che la tua vista si sta abbassando, no?!” Rispose Camilla mettendogli una mano sulla spalla per incoraggiarla, “Sì, hai ragione!” Sentenziò Chiara distrutta da quella consapevolezza.
Dopo un’ora di silenzio, in cui tutti si stavano facendo gli affari propri, il maggiordomo preparava qualcosa da mangiare, Camilla guardava fuori dal finestrino e pensava, Chiara mangiava nervosamente una barretta di cioccolato, Camilla parlò: “Cosa hai intenzione di fare?” “Non so…Ricomincio a vivere, che dici?” “Mi pare la soluzione più giusta, ma anche quella più sbagliata, tu ami il tuo lavoro!” “Lo so ed è per questo che non posso continuare, hai visto cosa è successo oggi, no?!” Rispose Chiara con un tono di tristezza nella voce, “Già, forse hai ragione!” Gli disse Camilla rassegnata “Quindi?” “Eeeeeh, quindi farò la seconda cosa che mi riesce meglio.” “E cioè?” Chiese Camilla con una piccola nota di curiosità, “Programmare Videogiochi!” “Già, hai ragione, come ho fatto a non pensarci prima?! La tua grande passione dopo gli omicidi!” “Appunto…Certo, non guadagnerò bene come guadagnavo prima, ma credo che una bella villetta me la possa permettere, anche con questi risparmi. Visto che tu sculata la casa già la hai!” “E cosa ci vuoi fare se i miei genitori sono così ricchi da potersi permettere queste “casette”?! Almeno posso fare la mantenuta!” Chiara non gli rispose, gli fece solo la linguaccia mentre Camilla gli fece un’espressione snob.

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Capitolo 3
*** 2^ Parte ***


Ok, dovete scusarmi per il tremendo ritardo, ma sono trooooooppo pigra! E poi...Dovete scusarmi per un'altra cosa: ho troppo idee per questa FF, quindi la trasformerò in Long, non so a quanti capitoli arriverò, ma non credo ne scriverò molti.
Posso esultare un pochino? Vabbè...Tanto io lo faccio lo stesso! xD
Sono un fottuto genio! Sono un fottuto genio! *canta* Ora vi spiego: nella mia mente ho cambiato 3 "finali" per questa FF, ma alla fine ho trovato quello giusto, che è una sottospecie di miscuglio tra i tre. Poi, quando questa FF finirà vi scriverò un capitolino (?) a parte con i diversi "finali"! :D


Dopo ore ed ore di viaggio arrivarono. Atterrarono sulla pista privata dei Chroce, i genitori di Camilla, non c’era nessuno, ovviamente. Nessuno sapeva del loro arrivo.
“Allora…Nel frattempo dove ti stabilirai?” Chiese Camilla preoccupata, “Non so…Mi ospiti tu?” “Certo, perché no?! Finche non troverai una sistemazione casa mia è il posto più adatto.” “Aspetta, ho un’idea: non ha senso cercare una casa, la tua è grandissima, in due ci si entra tranquillamente e poi, non ti ricordi che i tuoi genitori hanno fatto allestire una camera anche per me tempo fa? Andiamo a vivere insieme? Ovviamente metà delle spese sono a carico mio. Che ne dici?” Disse Chiara entusiasta dell’idea appena avuta, “Sì, perché no! Hai ragione, vieni da me.” “Grazie Cami, ti voglio bene lo sai vero?!” Rispose Chiara prima di correre ad abbracciarla “Certo che lo so! Ti voglio bene anch’io scema…! Dai, ora andiamo!” Si incamminarono verso la macchina e dopo un’oretta buona arrivarono. “Wow! Che casa sorella! La voglio anch’ioooo!” Disse Chiara piagnucolando, “Mi dispiace cugina, ma questa casa è mia, però...Ti consento di viverci tranquillamente. Sono troppo gentile, dovresti ringraziarmi!” “Se certo, come no…Grazie…” Rispose Chiara con un tono strafottente, “Non sfottere, guarda che ti sfratto, eh?” “Provaci…” “Ok, ho capito, meglio che lascio perdere!” Disse Camilla impaurita, “Brava, hai recepito il messaggio. Però sai che io non mi permetterei mai. Sei troppo importate!” “Bhè…Meno male, pensa se non ero importante…” “Appunto…Mai scherzare con il fuoco.” Dopo il  loro solito battibecco entrarono in casa. Chiara rimase ancora più meravigliata e cominciò a ispezionarla. In 5 minuti aveva già scovato tutti i passaggi segreti ed era riuscita ad aprire tutte le stanze chiuse a chiave. “Questa ragazza è incredibile!” Pensarono all’unisono Camilla e il suo maggiordomo, che non aveva mai visto, in tutta la sua carriera, una ragazza così giovane saper fare tutte quelle cose, che solo chi aveva tantissima esperienza riusciva a fare. Aveva uno spirito di osservazione incredibile, ecco perché la sua vista si stava abbassando, sforzava troppo gli occhi per cercare anche i dettagli invisibili all’occhio di persone non allenate.

Dopo, che ebbe finito di girarsi la casa prese le valige e si diresse nella sua nuova camera, con le sue armi e i suoi soldi, senza considerare niente e nessuno. Si accomodò e cominciò a nascondere tutto per bene nell’armadio a doppio fondo, era riuscita a scovare anche quello.
Poco più tardi bussarono alla porta, era Camilla, “Allora? Ti piace la casa?” “Sì, moltissimo! Ha anche un sacco di passaggi segreti!” Rispose Chiara meravigliata, “Sì, ce ne siamo accorti li hai scovati tutti!” Disse Camilla ridacchiando, “Eeeeh…Cosa ci vuoi fare se sono un genio?!” “Se certo…Della lampada!” “Cosa staresti insinuando?” “Chi? Io? Niente niente!” “Ah, ecco…” “…Comunque: cosa ne pensi della stanza?” “Meravigliosa!” “Allora? Cosa vuoi fare?” “Corro a cercare lavoro.” “Adesso?” “Sì, perché?” “Primo, è ora di pranzo e secondo, a quest’ora non si fanno più colloqui di lavoro, fai prima ad andarci domani mattina.” “Sì, mi sa che hai ragione. Allora andiamo a mangiare e poi a fare shopping che ne dici?” “Mi pare una fantastica idea, andiamo!” “Ok, però andiamo in un ristorante. Va bene?” “Va benissimo, tanto ancora non avevo fatto preparare niente.” Detto questo Camilla uscì dalla stanza ed andò a prepararsi, lo stesso fece Chiara, ma visto che di vestiti non aveva portato un bel niente, prese soltanto una mazzetta per lo shopping e per il per il pranzo; si coprì bene bene con il suo amato cappotto marrone e scese fino ad arrivare all’entrata dove si sedé sul divano ad aspettare la cugina.
Aspettò una mezz’oretta buona, quando alla fine, si era stufata di aspettare decise di andarla a chiamare. Quando entrò nella stanza uno spettacolo raccapricciante gli si parò davanti agli occhi:
Camilla morta. In un mare di sangue.
L’unica cosa che riuscì a fare in quel momento fu scoppiare a piangere. Al resto avrebbe pensato dopo.

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Capitolo 4
*** Avviso! ***


Dopo questa avete il permesso di uccidermi, se volete.

Allora...Vi spiego tutto, questa Storia è nata come One-Shot, ma sta diventando una Long, di non molti capitoli, però sto facendo fatica a scriverla, all'inizio ero entusiasta del lavoro fatto e lo sono tutt'ora, ma sta diventando davvero una tortura, quindi ci metterò più tempo del previsto per completarla. Spero solo che, in questo lasso di tempo voi non perdiate la voglia di leggerla.
Vi chiedo solo di aspettare un po'! :3

Ok, adesso potete venire ad ammazzarmi, ma sappiate che lo faccio per voi, non voglio farvi leggere una schifezza, anche se questo comprende la sospenzione delle pubblicazioni.
E' possibile anche che io domani mi svegli con la voglia di scrivere tutti i capitoli che mancano, ma questo è tutto da vedere, dipenda dalla mia pigrizia.

Scusatemi davvero, cercherò di aggiornare al più presto.

Bacioni (Macchè bacioni e bacioni, qua mi fanno fuori! Nd.Autore),
Soru Evans

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