L'Appuntamento di Jun

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***
Capitolo 3: *** Ultima Parte ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


Quel pomeriggio Ren stava lucidando tranquillamente la sua lancia sciamànica, quando sentì la voce di sua sorella Jun dall'ingresso che lo salutava.

- Ciao, fratellino - esclamò lei, con voce particolarmente allegra.

Subito Ren drizzò la testa e, lasciando perdere per un momento il suo lavoro di lucidatura, si recò nell'ingresso per capire meglio il motivo di questa strana euforìa.

- Come mai sei così allegra oggi?
- Ah, niente di speciale - rispose lei con noncuranza, sistemandosi meglio le nere scarpe col tacco. - Un amico mi ha invitata ad uscire con lui, tutto qui!

Ren strinse gli occhi sospettoso.

- Un amico, eh - sottolineò con evidente disappunto.
- Andiamo, fratellino - fece Jun con una smorfia. - Non sarai mica geloso?
- E chi sarebbe questo... amico? Così, giusto per curiosità!

Per tutta risposta Jun lo squadrò severamente dall'alto, tenendo ambedue le mani premute contro i fianchi, al che il povero Ren si ritrovò del tutto spiazzato.

- Senti un po' - esclamò la fanciulla con un forte tono di rimprovero nella voce. - Non avrai intenzione di sorvegliarmi, per caso? Per quanto ne so, non mi sembra proprio che io debba renderti conto delle persone con cui esco!
- Beh, no - ammise l'altro imbarazzato. - No, certamente no, però...
- Ren!

Lo sguardo di Jun era pungente e penetrante come una spada, tanto che perfino Ren non seppe assolutamente come ribattere.

- Scu... Scusami, sorellina - balbettò appena. - No... Non volevo, mi dispiace...
- Va bene - sorrise lei comprensiva. - Comunque non staremo fuori fino a tardi, non essere così apprensivo, ciao!

Così dicendo, Jun prese la borsetta e uscì fuori lasciando Ren con un palmo di naso.

- E' giusto, non sono affari miei - mormorò lui tra sé, tornando ad occuparsi della sua lancia. - Figuriamoci se vado a mettere il naso negli affari privati di mia sorella, non sono mica un impiccione come Yoh!

Mentre borbottava queste cose, senza rendersene conto, cominciò a sfregare sempre più velocemente il panno sul metallo.

- Jun ha la sua vita, i suoi amici... Ciò che fa non deve interessarmi - disse sottovoce, tenendo gli occhi socchiusi, senza badare al sottile filo di fumo che stava sprigionando dall'arma. - Però, ora che ci penso, perché mai tutto questo mistero? In fondo le ho solamente chiesto il nome di questo amico, non ho mica detto che... che... Eh?!? Ahiaaa !!!

Quando finalmente si rese conto di aver frizionato troppo con quel panno, purtroppo fu costretto a lasciar cadere l'arma con un urlo di dolore e a soffiare ripetutamente sulla mano ustionata.

***

Poco dopo, il giovane Yoh Asakura ricevette una visita inaspettata.

- Ciao Ren, quanto tempo...
- Risparmiati i convenevoli - tagliò corto il ragazzo dai freddi occhi inespressivi. - Ho bisogno che tu mi dia una mano!
- Ma certo, volentieri - rispose Yoh prontamente. - Ma a fare cosa?

Ren strinse gli occhi, riducendoli a due fessure sottili, tuttavia fece cenno a Yoh di avvicinarsi in modo che potesse parlargli all'orecchio.

- Accidenti - esclamò Yoh, sgranando gli occhi. - Vorresti pedinare tua sorella per... Hmpfff... Hmpfff...
- Chiudi il becco, allocco - sibilò Ren, tappandogli la bocca e assicurandosi che nessun altro avesse sentito. - Voglio soltanto sincerarmi che Jun non abbia stretto amicizie pericolose!
- Non capisco - fece Yoh perplesso. - Di quali pericoli dovrebbe preoccuparsi? Lo Spirito di tua sorella è nientedimeno che Lee Pailong...
- Non sono tranquillo, va bene ?!?

Lo scatto rabbioso di Ren fece scendere un brivido gelido lungo la schiena di Yoh ( gli occhi gialli dell'amico/rivale e il suo volto deformato dalla collera facevano quasi più paura dell'espressione di Anna in assetto da guerra ).

- Va bene, va bene, ho capito - disse Yoh, cercando di tranquillizzarlo. - Ma sei sicuro che tua sorella non si arrabbierà, se scopre che la stiamo spiando?
- Per questo ho bisogno del tuo aiuto, cretino - rispose Ren, quasi sottolineando l'ovvietà della cosa. - Sei l'unico di cui mi possa fidare, anche se mi secca ammetterlo, e se stiamo attenti in due non dovrebbe accorgersi di niente!

Yoh sorrise.

- Lo sai, Ren - esclamò. - Non ti facevo così premuroso, si vede che vuoi molto bene a tua sorella!
- Hmpf - grugnì l'altro stizzito. - Guai a te comunque, se solo provi a farne parola con qualcuno... Mi sono spiegato?

( continua col prossimo capitolo )

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
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"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


Mentre camminava per la strada, passando davanti al negozio di un fioraio, Jun sembrò non accorgersi dei due grossi girasoli esposti in vetrina... Cosa piuttosto insolita, visto che i vasi di quell'espositore contenevano tutti delle camelie. Ad ogni modo, la ragazza si fermò con le spalle al negozio e dette un rapido sguardo all'orologio.

- Sono arrivata in anticipo - osservò. - Forse potevo prendermela con più calma!

Nello stesso momento, con un sordo rumore di terra smossa, i girasoli si sollevarono dai loro contenitori e rivelarono le facce di Yoh e Ren. I due ragazzi infatti, non sapendo come pedinare la fanciulla senza dare nell'occhio, non avevano trovato niente di meglio che mimetizzarsi tra quei fiori. A dire il vero Yoh non era molto d'accordo ma, poiché Ren non gli aveva dato molta scelta, si vide rassegnato a ingollare e sputare un bel mucchio di terra.

- Peuh! Ma non potevamo scegliere un altro nascondiglio? - chiese Yoh sottovoce, mostrando appena un palmo di lingua con evidente disgusto.
- E' l'unico che c'era - tagliò corto l'altro con voce gelida.
- Capisco, ma...
- Ssst, taci, arriva qualcuno!

Messo in allarme dal rumore dietro di loro, Ren ficco nuovamente la testa di Yoh nel vaso e si accucciò a sua volta. Il vecchio proprietario del negozio, un omino tranquillo con due occhiali spessi come fondi di bottiglia, si avvicinò infatti per riversare nei vasi un pizzico di concime fertilizzante. Non appena si fu allontanato però, sia Ren che Yoh vennero fuori verdi in volto dalla nausea.

- Questa è l'ultima volta che ti faccio un favore - esalò Yoh con un filo di voce.
- Me ne ricorderò, quando sarai tu a chiedermelo - replicò Ren, con lo stesso tono cadaverico di Bason.

In quella qualcuno si mise a chiamare forte Jun per nome, cosicché sia Ren che Yoh si immobilizzarono cercando di assumere un'aria più "vegetale" possibile. La ragazza rispose al richiamo con un sorriso ma... Quando scoprirono chi era "l'amico" con cui lei aveva appuntamento, entrambi non credevano ai propri occhi.

- Eccomi qua, scusami se ho fatto tardi - esclamò Ryu, facendo sfoggio del suo solito charme.
- Oh no, figurati - lo tranquillizzò Jun. - Sono io ad essere in anticipo, non ti preoccupare!
- Bene allora - tagliò corto l'altro. - Dove ti piacerebbe andare?
- Beh, non so... Tu che avevi in mente?

Ryu le cinse amichevolmente la mano sulla spalla, cosicché a Ren si infiammò lo sguardo, ma sia l'uno che l'altra sembravano completamente ignari del fatto di essere osservati.

- Ma come si permette quell'idiota di metterle le mani addosso? - sussurrò Ren.
- Suvvìa, Ren - provò a calmarlo Yoh. - Almeno adesso sappiamo di chi si tratta, non hai motivo di preoccuparti e...
- E' quel bellimbusto che farebbe meglio a preoccuparsi, invece - lo interruppe l'altro con voce gelida. - Lo avevo avvertito tempo fa di stare lontano da mia sorella... Peggio per lui, allora!

Così dicendo Ren fece per sguainare la sua spada ma, grazie al placcaggio provvidenziale di Yoh, entrambi evitarono di essere scoperti per un soffio.

- C'è qualcosa che non va? - domandò Ryu stupito, vedendo Jun voltarsi di scatto.
- Non so, per un attimo m'è sembrato che...
- Mhm ?!?
- No, nulla, devo essermi sbagliata - concluse lei tranquilla. - Allora, vogliamo andare?

Raggiante di felicità, Ryu le mise ancora una volta la mano sulla spalla e con l'altra si massaggiò la nuca imbarazzato. Quando Jun aveva accettato il suo invito di trascorrere insieme il pomeriggio, quasi non riusciva a crederci... Sembrava tutto troppo bello per essere vero. In realtà Jun non aveva assolutamente compreso le intenzioni romantiche dell'altro, non avendo molta esperienza in fatto di ragazzi, cosicché era ovvia la sua ingenuità. Certo Ryu non aveva cattive intenzioni in mente, questo era altrettanto chiaro, ma difficilmente Ren si sarebbe convinto della sua buona fede.
Vedere sua sorella assieme a quel bellimbusto fece infiammare il suo Furyoku in modo tale che Bason si materializzò subito al suo fianco.

- Ha chiamato, Padron Ren? - domandò lo spirito con evidente rispetto.
- Re... Ren - balbettò Yoh, osservando lo scintillìo minaccioso dentro ai suoi occhi. - Che... Che intenzioni hai?
- Per ora nessuna - puntualizzò Ren, facendo cenno a Bason di seguirlo. - Ma se quell'idiota si azzarda a fare il passo più lungo della gamba, rimpiangerà di essere nato!

 

( continua col prossimo capitolo )

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Capitolo 3
*** Ultima Parte ***


Nonostante le sue intenzioni fortemente omicide, Ren non poté fare altro che seguire a distanza il bellimbusto che ci stava spudoratamente provando con sua sorella. Più volte Yoh dovette intervenire affinché l'amico/rivale non cedesse alla collera, rischiando di farsi scoprire e incorrere così nelle ire di Jun, ma per fortuna il giovane Tao riuscì ancora a mantenere il suo autocontrollo.
Ryu intanto era al settimo cielo.
In genere era sicuro del suo fascino, del quale peraltro era molto orgoglioso, ma non era altrettanto sicuro che Jun avrebbe accettato il suo invito. La prima volta che la vide, dimenticando che si trattava della sorella di Ren, rimase colpito dalla sua bellezza e dalla dolcezza del suo sguardo. Ai suoi occhi, la bella Jun apparve come una fragile e delicata fanciulla da proteggere... anche se, di lì a poco, Yoh e gli altri gli rammentarono che l'avvenente donzella era una doshi di alto livello.
Da principio Ryu non sapeva molto bene in che modo giocarsi le sue possibilità con lei ( non che ne avesse molte, in effetti ), di conseguenza i suoi vari tentativi di approccio furono talmente goffi da risultare addirittura imbarazzanti.
Eppure Jun aveva accettato ugualmente di uscire con lui.
Ancora Ryu non riusciva a crederci, sembrava un sogno. Trovarsi a fianco di una ragazza così bella era troppo bello per essere vero, tanto da rendere necessaria la classica prova-pizzicotto...

- Ahio - gemette Ryu, strizzandosi il dorso della mano tra il pollice e l'indice.
- Che cos'hai - esclamò Jun preoccupata. - C'è qualcosa che non va?
- Come ?!? Ah no, niente... figurati, tutto a posto!
- Ancora per poco - mormorò Ren nascosto, fumando di rabbia. - Se solo si azzarda a fare l'idiota con lei, io... IO...
- Ren, vecchio mio - fece Yoh sottovoce. - Andiamo, cerca di controllarti; stanno solo facendo una passeggiata assieme, non c'è nulla di male!

Frattanto Ryu e Jun si ritrovarono a passare davanti l'ingresso di un parco pubblico.
La ragazza si fermò un attimo ad osservare la tranquillità dell'ambiente, dove i bambini giocavano a rincorrersi e alcuni vecchietti leggevano tranquilli il giornale, cosicché propose al giovane se gli andava di fare una sosta. Ryu si massaggiò la nuca imbarazzato, temendo dentro di sé di poter fare o dire qualcosa in grado di rovinare quell'occasione così favorevole, tuttavia gli occhi di Jun brillavano di una luce calma e rassicurante.

- Allora? - chiese ancora Jun con un sorriso.

Ryu deglutì.
In quel momento, vista la sua esitazione,Tokageroh si materializzò al suo fianco per sussurrargli qualcosa all'orecchio.

- Accetta, allocco - suggerì lo spirito. - E' una splendida occasione!
- M... Ma io, ve... veramente non...

Ren e Yoh, nascosti all'ombra del muro che circondava il parco, osservavano la scena senza fiatare.
Bason, sotto forma di testa fluttuante, notò i chiari brividi e le vampe sul volto del suo padrone. Nella sua ingenuità di spirito, la prima cosa che gli venne in mente fu che Padron Ren potesse avere la febbre o comunque covare qualche principio di influenza.

- Padron Ren, non vi sentite bene per caso?

Gli occhi del ragazzo erano ridotti a due gialle fessure triangolari, tanto che ricordavano quelli di un serpente inferocito, e lo stesso Yoh avrebbe preferito essere da tutt'altra parte.

- Guai a te se accetti, brutto imbecille che non sei altro - imprecò Ren sottovoce, guardando Ryu come se avesse intenzione di incenerirlo. - Non ti azzardare, non ci provare nemmeno, oppure...
- D'accordo - rispose Ryu raggiante, vincendo la propria timidezza.
- Bene - annuì Jun soddisfatta, stringendosi al suo braccio. - Andiamo, allora!

I capelli di Ren si accesero di un'improvvisa fiammata color del sangue.
Bason, preoccupato, fece materializzare una borsa del ghiaccio che però si sciolse completamente a contatto con quelle fiamme di pura collera. Yoh era chiaramente terrorizzato, al pensiero di ciò che Ren avrebbe potuto fare in quelle condizioni, tuttavia l'altro parve acquietarsi un poco.
Mentre Jun entrava assieme a Ryu, teneramente a braccetto di quest'ultimo, Ren agguantò Yoh che cercava di defilarsi e lo trattenne per la collottola.

- Dove credi di andare tu?
- Ehm, da nessuna parte ma... ecco vedi, mi sono ricordato che dovevo ricordarmi di...
- Tu resti qui - tagliò corto Ren categorico. - Perché se quello stupido si dovesse spingere oltre, sarai tu a portar via il suo cadavere... mi sono spiegato?

Yoh annuì più volte col capo, assumendo un colorito ancora più pallido di quello di Amidamaru.

 

***

 

Seduti su una comoda panchina, uno accanto all'altra, la cornice era perfetta per un dolce quadretto romantico tra quei due. Jun si passò la mano con grazia tra i suoi capelli raccolti, allorché Ryu poté ammirarla in tutto il suo splendore, e si abbandonò completamente alla sensazione di quiete che regnava in quell'angolo di verde. Tokageroh si lasciò sfuggire un'imprecazione, dando sottovoce al giovane dell'imbecille, dopodiché si dissolse in una nuvoletta di fumo e scomparve.
La situazione richiedeva un minimo di coraggio e spirito di iniziativa ma, anche se il suo aspetto tamarro da ELVIS faceva pensare il contrario, in realtà Ryu era un ragazzo fortemente timido. Forse con un'altra ragazza, un po' meno appariscente e sofisticata di lei, si sarebbe sentito molto più tranquillo... ma oltre ad essere una doshi, e in quanto donna fatta e molto sicura di sé, Jun non poteva certo definirsi una ragazzina ingenua o facilmente impressionabile. La paura di Ryu infatti era quella di poter dare una cattiva impressione di sé, di conseguenza non sapeva bene come comportarsi.
Tutta la sicurezza ostentata fino a poco prima, man mano che percepiva che tipo di donna era Jun, sembrava quasi scomparsa del tutto.
Vedendo la sua espressione imbarazzata, e indovinando senza troppa difficoltà a cosa stesse pensando, Jun comprese che forse era il caso di dire qualcosa per metterlo a suo agio.

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- Guarda che non ti mangio mica - disse lei scherzando. - Non hai motivo di essere così agitato!
- I... Io agitato? Cosa? Come? Perché, so... sono agitato ?!?

Jun nascose una risatina soffocata con il pugno.
In fondo Ryu era simpatico, un tantino buffo forse ma simpatico, e tutto sommato non le dispiaceva affatto.
Subito il giovane comprese di aver fatto una gaffe, cogliendo l'aria divertita sul volto dell'altra, e si rammaricò ancora di più per la figuraccia ottenuta.

- Che razza di salame - commentò Ren aspramente, nascosto tra i cespugli. - Ma come fa Jun a perdere tempo con un simile imbecille?
- Beh, lo sanno tutti che la donna è volubile - osservò Yoh, sollevando l'indice. - Può darsi che lui sia il suo tipo e...

L'occhiataccia che Ren gli scoccò di traverso, carica di elettricità ad alta tensione, fece rabbrividire il giovane Asakura al punto da congelargli le parole sulla lingua.

- D'accordo, d'accordo, sto zitto - aggiunse in fretta Yoh, coprendosi la bocca con le mani.

Frattanto Jun si avvicinò di più a Ryu, sfiorandogli leggermente la mano, e questi fu incapace di distogliere lo sguardo dal blu intenso dei suoi occhi. La fanciulla vide che non c'era alcuna traccia di volgarità nel suo sguardo, bensì il garbo e il pudore di un giovane di buon cuore. Passato il primo momento di stupore, Ryu parve rilassarsi un poco e provò dunque ad avviare la conversazione.

- E'... E' una bella giornata, non trovi anche tu?
- Sì, certamente - fece lei sarcastica, contemplando i nuvoloni e il cielo color grigio ferro sopra di loro. - Perlomeno non piove!

Silenzio.
Il povero Ryu si strinse la testa nelle spalle, mentre Tokageroh prese a bersagliargli la schiena con frecce/giocattolo che recavano scritto: "idiota"...
Ad un tratto Jun disse una cosa che lo lasciò completamente di stucco.

- E' un peccato che tu sia così taciturno, oggi... Ti preferisco quando sei loquace!

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La faccia di Ryu era semplicemente impagabile.
Le parole di Jun ebbero lo stesso effetto di una quantità enorme di Furyoku fuori controllo. Per un attimo si mise a fissarla con occhi sbarrati, allorché lei lo riscosse dal suo torpore con un leggero buffetto sul naso. Ryu scosse la testa incredulo, sforzandosi di ignorare i cuoricini colorati che Tokageroh si divertiva a fargli esplodere con l'indice. D'istinto il giovane si ricompose, prendendo la dolce mano di Jun tra le proprie, e si sforzò di assumere un'espressione il più possibile seria.

- Jun - esclamò. - Posso... Posso chiederti una cosa?

La fanciulla annuì.

- Attento a te - sussurrò Ren, spezzando un rametto con la sola pressione delle dita. - Se solo provi a dirle quello che penso...
- Una camomilla, Padron Ren? - domandò Bason servizievole, materializzando una tazza di infuso fumante.

Ren prese la tazza e ne sorseggiò appena il contenuto.
Frattanto Ryu raccolse il coraggio a due mani e domandò a Jun quello che più gli stava a cuore sapere.

- Non... non stavi scherzando, vero? Vuo... Vuoi dire che io ti piaccio almeno un po' ?!?

Per poco la camomilla non andò di traverso a Ren, il quale la sputò completamente addosso al povero Yoh. Entrambi si acquattarono dunque sul fondo del cespuglio, salvandosi in extremis dall'essere scoperti, e dalla loro scomoda posizione poterono ascoltare la risposta di Jun in merito a quella domanda.

- All'inizio, lo ammetto, non ero molto sicura se accettare o meno il tuo invito - confessò la fanciulla, guardando dritto davanti a sé. - Non ti conoscevo abbastanza ma, per quel poco che ho visto, ho molto apprezzato il tuo coraggio e la tua gentilezza!
- Sul serio?
- Sul serio - confermò Jun, tornando a guardarlo con occhi colmi di affetto. - Mi piacerebbe imparare a conoscerti meglio... sempre che a te non dispiaccia, ovviamente!
- Oh Jun, nulla potrebbe rendermi più felice di questo!

Tokageroh prese a fluttuare attorno alla coppia, recando in mano trionfante un cartello con su scritto: WINNER...
Ren credette di non aver sentito bene ( o meglio "sperava" di non aver sentito bene ) tuttavia, vedendo come quei due si guardavano l'un l'altra negli occhi, non c'erano dubbi sul fatto che tra loro ci fosse del tenero.
Lo stesso Bason, dinanzi a tanto poetico romanticismo, non poté fare a meno di sospirare commosso.

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- Come sono carini insieme!
- No, no, no... NO, DANNAZIONE - imprecò Ren a denti stretti. - Tutto ma questo no: di tutti gli stupidi di questo mondo, mi va a scegliere proprio il PIU' stupido...
- Al cuor non si comanda, dovresti saperlo - sottolineò Yoh col suo solito sorriso irritante. - Però, adesso che lo sai, puoi cominciare ad accettarlo più facilmente!

Ren non rispose.
Yoh lo conosceva troppo bene ormai: il suo orgoglio, misto alla sua apprensione come fratello, non gli avrebbe MAI permesso di accettare Ryu come "fidanzato" di Jun; ma sotto sotto, Yoh ne era convinto, anche lui aveva a cuore che la sorella fosse felice con una persona che le volesse bene sinceramente.

 

FINE

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