CAMBIAMENTI di lynn12 (/viewuser.php?uid=11521)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Henka ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Atarasisa ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Shingetsu ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Yakkai No Sirusi ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Deai ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Yuukai ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Tsuki ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Konnan ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Syoototu ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Mirai ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - Henka ***
CAPITOLO 1: HENKA (Cambiamenti)
I lievi raggi del sole filtravano
attraverso la chioma degli alberi, creando un particolare gioco di luci ed ombre
sul tronco del Goshimboku, il grande albero sacro soggetto di numerose leggende
e testimone di centinaia di anni di storia. Ai suoi piedi, una ragazza era
seduta a gambe incrociate, le mani appoggiate sulle ginocchia, gli occhi chiusi
e l’espressione seria e concentrata. La leggera brezza autunnale accarezzava la
sua figura, facendo oscillare la lunga chioma corvina. Tutto intorno regnava il
più assoluto silenzio, rotto solamente dal lieve frusciare delle foglie.
All’improvviso, senza apparente
motivo, Kagome aprì gli occhi e sospirò.
-Inuyasha, ti avevo detto che
volevo restare sola per poter meditare in pace- disse apparentemente rivolta al
nulla
Invece, un attimo dopo, una figura
vestita di rosso e dai lunghi capelli argentei sbucò dal folto degli alberi,
andandole incontro.
-Ma come hai fatto a sentirmi?-
esclamò stupito Inuyasha –Ho fatto in modo di non produrre il minimo
rumore!-
-Infatti non ti ho sentito...-
replicò Kagome con un sorriso –Ti ho percepito-
-I tuoi poteri di sacerdotessa
migliorano di giorno in giorno- si complimentò il mezzo demone
-Già, e riuscirei anche a
controllarli meglio se potessi allenarmi senza continue interruzioni- fece la
ragazza di rimando con finta aria di rimprovero
-Lo so, è solo che mi annoiavo. Da
qualche mese ormai non succede niente! E poi...- Inuyasha si interruppe,
muovendosi a disagio, mentre un lieve rossore, segno del suo imbarazzo, appariva
sulle sue guance
In effetti, da circa tre mesi a
quella parte, ossia dal giorno in cui la Shikon no tama non esisteva più, gli
attacchi al villaggio di Edo da parte dei demoni erano gradualmente cessati,
fino a diventare qualche sporadico evento causato da qualche demone in cerca di
cibo.
-E poi cosa?- lo incitò Kagome,
incuriosita
-E poi...sei qui da tutta la
mattina...Mi mancavi- disse Inuyasha fissando il terreno, imbarazzato
Un dolce sorriso distese le labbra
della ragazza a quelle parole. Nonostante il suo hanyou preferito restasse la
persona più orgogliosa e testarda che avesse mai conosciuto, negli ultimi tempi,
e in particolar modo da quando stavano insieme, aveva iniziato ad essere più
aperto e sincero riguardo i suoi sentimenti e spesso se ne usciva con qualche
frase affettuosa o romantica. Come quelle due semplici parole, “mi mancavi”, che
le erano arrivate dritte al cuore, facendogli fare una capriola nel petto e
facendola sciogliere come neve al sole. Kagome scosse la testa, continuando a
sorridere e guardandolo con affetto. Che tenero! Aveva condiviso tutto con lui,
risate, lacrime, rabbia, paura, dolore, felicità...Gli aveva donato il suo corpo
e la sua anima...E Inuyasha ancora si imbarazzava nel dirle che gli mancava!
Kagome gli si avvicinò e gli cinse
il collo con le braccia.
-Anche tu mi mancavi- gli disse
prima di sfiorargli le labbra con le proprie
Rassicurato, Inuyasha la strinse a
se.
-Mi dispiace se ho interrotto la
tua meditazione-
-Oh, non fa niente. Avevo deciso
comunque di tornare al villaggio. Anche se, dopo un’intera mattinata di
allenamento per riuscire ad usare meglio i miei poteri, non mi sembra di aver
concluso molto...-
-Sono un po’ di giorni che ti
alleni assiduamente...Come mai questo accanimento? Inoltre mi sembri
preoccupata, va tutto bene?-
-In effetti ho una strana
sensazione...-
-Che tipo di sensazione?- le chiese
perplesso l’hanyou
-Vedi, è come se, da quando la
sfera è scomparsa, dentro di me sia cambiato qualcosa, come se i miei poteri si
siano intensificati...- gli spiegò Kagome –Mi sento molto più forte, ecco. Ma
non sono sicura che le due cose siano collegate-
-Uhm...Hai provato a parlarne con
Kaede?-
-No, ma credo proprio che lo farò-
Non le sembrò il caso di dirgli
anche che negli ultimi tempi non si era sentita molto bene. Si sentiva spesso
molto stanca e ogni tanto aveva un po’ di nausea, ma preferiva tenerlo per se
per non preoccuparlo inutilmente. Probabilmente tutto ciò era causato
dall’intruglio che le aveva dato Sango. Visti gli ultimi sviluppi nella sua
relazione con l’hanyou e visto che nell’epoca Sengoku non esistevano i
contraccettivi e che spiegare a Inuyasha cosa fossero sarebbe stato troppo
complicato e troppo imbarazzante, aveva chiesto consiglio all’amica
sterminatrice e questa le aveva dato un infuso di erbe che le donne di
quell’epoca utilizzavano per non rimanere incinta. Lo si doveva prendere una
volta al giorno, nella settimana del mese più fertile, Sango diceva che
solitamente veniva usato da donne più mature, quando queste decidevano di
smettere di avere figli, e sembrava funzionare a meraviglia...Tuttavia, aveva un
sapore veramente orribile. Kagome aveva pensato di andare da un medico della sua
epoca e di farsi prescrivere la pillola, ma, essendo ancora minorenne, avrebbe
dovuto farsi accompagnare da sua madre e non voleva che lei sapesse che il suo
rapporto con Inuyasha si era evoluto fino a quel punto. Non sapeva come
l’avrebbe presa, e poi era troppo imbarazzante!
-Allora torniamo?- le chiese
Inuyasha distogliendola dai suoi pensieri
Kagome annuì e, fianco a fianco, si
incamminarono verso il villaggio.
-Senti Kagome, se non ricordo male,
tra qualche giorno avremo qualcosa di cui festeggiare...- disse ad un certo
punto il mezzo demone
La ragazza lo guardò stupita.
-Non dirmi che ti sei ricordato del
mio compleanno?!-
In effetti, tra quattro giorni
Kagome avrebbe compiuto 17 anni. Erano già trascorsi due anni dal giorno in cui
era caduta nel pozzo ed era capitata nell’epoca Sengoku. Oramai non era più una
studentessa delle medie, ma era entrata alle superiori. Tuttavia, visto che
trascorreva la maggior parte del tempo in quell’epoca, la mamma e il nonno
avevano deciso, usando sempre la scusa della sua salute cagionevole, di farla
studiare a casa. A Kagome un po’ dispiaceva non poter frequentare la scuola con
le sue amiche come tutte le studentesse normali, ma conveniva anche lei che in
quel modo era tutto più semplice. Le dispiaceva persino non poter più indossare
la sua uniforme, che era divenuta la sua tenuta abituale...Ora, invece, portava
un kimono da sacerdotessa come quello di Kaede, anche se il suo aveva la parte
inferiore verde scuro invece che rossa. L’anziana miko lo aveva confezionato
apposta per lei e aveva scelto gli stessi colori della sua ex divisa da
studentessa per farle piacere.
Due anni...A volte aveva
l’impressione che il tempo fosse volato, mentre altre si sentiva come se quella
vita le fosse sempre appartenuta. C’era da dire che in quei due anni ne erano
successe di cose...E lei si sentiva diversa dal giorno del suo quindicesimo
compleanno. Ed era certa che gran parte di quel cambiamento era dovuto
all’incontro con Inuyasha e dall’essersi innamorata di lui. A volte si chiedeva
come sarebbe stata la sua vita se quel giorno non fosse stata trascinata nel
pozzo da quel demone e se non avesse mai incontrato Inuyasha...Probabilmente
avrebbe continuato con la sua vita da studentessa, uscendo con le amiche, con i
ragazzi, magari si sarebbe messa con Hojo...Di una cosa era sicura, però.
Nessuna vita e, soprattutto, nessun ragazzo le avrebbe mai fatto provare
emozioni così intense come solo Inuyasha sapeva fare.
-E ora perchè fai quella faccia?!-
esclamò offeso l’hanyou –Ti sembra così strano che io mi ricordi del tuo
compleanno?!-
-Beh, a dire la verità l’anno
scorso te lo sei dimenticato...-
-Che c’entra? L’anno scorso stavamo
ancora dando la caccia a Naraku, perciò avevo altro per la mente...E poi non
stavamo ancora insieme...-
-Questo vuol dire che quest’anno
avrò diritto ad un regalo?- gli chiese Kagome allegra
-Certo- annuì il mezzo demone
leggermente imbarazzato
Lei allora si fermò e gli allacciò
le braccia al collo.
-Grazie, Inu-chan! Sei davvero
dolce!-
-Kagome, quante volte ti devo dire
che non mi piace quel soprannome?! E men che meno essere chiamato dolce?!-
-Sì, sì, va bene, scusa. Me n’ero
scordata-
-Tsk. E io dovrei
crederci?-
Kagome gli sfiorò le braccia con le
proprie.
-Sono perdonata adesso?- gli chiese
poi
-Mmh...Non ancora- rispose Inuyasha
prima di chinarsi a baciarla
Un bacio che ben presto si fece più
appassionato, lasciandoli senza fiato.
-Kagome, hai fretta di tornare al
villaggio?- le chiese il mezzo demone mentre la sua bocca scendeva a baciarle il
collo
-No...Perchè?- rispose la ragazza
facendo finta di non aver capito dove voleva andare a
parare
Con un sorrisetto malizioso,
Inuyasha la sollevò agilmente tra le braccia e si diresse dietro un gruppo di
cespugli...
Quello stesso pomeriggio, Kagome
parlò con Kaede delle sue impressioni riguardo i suoi poteri spirituali.
Le due stavano passeggiando per le
vie del villaggio.
-Mi aspettavo che succedesse prima
o poi- fu la risposta dell’anziana sacerdotessa
-Cosa vuole dire?- le chiese
perplessa Kagome
-Vedi Kagome, una volta che la
sfera dei quattro spiriti svanisce dopo che il desiderio è stato espresso,
l’anima di Midoriko, che era contenuta nella Shikon no tama e che teneva legati
i quattro spiriti, ritorna nel regno dei morti-
-I quattro spiriti? Intende Ai, Yu,
Shin e Chi?-
-Esatto. E perchè questi non si
disperdano, creando confusione tra gli elementi, essi trovano dimora nel corpo
della sacerdotessa protettrice della sfera-
-Vuole dire che i quattro spiriti
sono ora dentro di me?- esclamò stupita Kagome
-Esattamente- rispose Kaede
-Ed è per questo motivo che i miei
poteri sono aumentati?-
-In un certo senso sì. Vedi, i
poteri dei quattro spiriti uniti ai tuoi poteri di sacerdotessa ti hanno resa
una dea immortale-
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Atarasisa ***
CAPITOLO 2: ATARASISA (Novità)
-Una che?? Una dea immortale?-
Kagome era sempre più sbalordita dalle parole di Kaede
-Bada bene, però, che con immortale
non intendo dire che tu non possa essere ferita e uccisa. Tuttavia, il tuo corpo
ora è molto più resistente e il tuo ciclo della vita è rallentato. È un po’ come
per i demoni e i mezzo demoni, che possono sopravvivere a ferite che per un
essere umano sarebbero mortali e che possono vivere anche per centinaia di anni-
Per qualche minuto, Kagome continuò
a camminare a fianco di Kaede in silenzio, riflettendo su quello che l’anziana
sacerdotessa le aveva detto. Tutto si sarebbe aspettata, tranne che venire a
sapere di essere diventata una dea immortale. Tuttavia, doveva ammettere che
quella notizia le toglieva un peso dal cuore. Più di una volta, infatti, da
quando lei e Inuyasha stavano insieme, aveva riflettuto su quello che sarebbe
potuto essere il loro futuro e, per quanto si amassero, c’era una cosa contro
cui non potevano fare nulla: lei era umana, mentre lui era un mezzo demone.
Inuyasha poteva vivere anche per centinaia di anni, mentre lei no. Si ricordò
che, prima che decidessero di esprimere il desiderio di lasciare il pozzo
aperto, l’hanyou si era offerto di diventare umano. Ma Kagome aveva
categoricamente rifiutato. Nonostante fosse sicura della sincerità della sua
offerta, sapeva quanto Inuyasha odiasse trasformarsi in umano nelle notti di
luna nuova, quanto si sentisse impotente in quella forma e sapeva che, prima o
poi, si sarebbe pentito di quella decisione, rimpiangendo la sua forza e i suoi
poteri. Inoltre, Kagome non voleva che Inuyasha cambiasse, gli piaceva così
com’era. Si era innamorata dell’Inuyasha mezzo demone e amava tutto di lui: la
testardaggine e l’orgoglio che derivavano dal suo sangue demoniaco, ma anche la
dolcezza e la generosità che provenivano dal suo lato umano.
-Senta, somma Kaede, come posso
fare per controllare i miei poteri?- chiese alla fine Kagome –Ho tentato un
sacco di volte, ma proprio non ci riesco...-
-Non ti preoccupare, ti insegnerò
degli esercizi da fare. Vedrai che, se ti impegnerai, molto presto non avrai più
alcun problema- le rispose l’anziana miko
Kagome stava tornando da Inuyasha
per parlare di lui di quello che Kaede le aveva detto, quando si sentì chiamare.
Si voltò nella direzione da cui proveniva la voce e vide Sango che le correva
incontro.
-Accidenti, Kagome-chan...- esclamò
la sterminatrice fermandosi di fronte a lei con il fiatone –Saranno almeno dieci
minuti che ti chiamo, non mi hai sentito?-
-Scusami, Sango. Ero totalmente
immersa nei miei pensieri- le rispose Kagome
-Devono essere pensieri molto
importanti...- le sorrise Sango
-In
effetti...-
Kagome le raccontò quello che le
aveva appena detto Kaede.
-Caspita! In confronto a questo la
notizia che ti devo dare io è quasi banale!- commentò la sterminatrice di demoni
alla fine
-Perché? Che notizia devi darmi?-
le chiese Kagome incuriosita
-Ecco...io...aspetto un bambino- le
guance di Sango si tinsero di rosa
-Oh, Sango...È fantastico!- l’amica
l’abbracciò di slancio –Sono così contenta per te e Miroku!-
Le due ragazze restarono ancora un
po’ a parlare, poi Kagome si congedò per andare da Inuyasha.
Lo trovò in cima al tempio
shintoista del villaggio, intento ad aiutare a riparare il tetto dell’edificio.
Si fermò a guardarlo con un dolce sorriso sulle labbra. Fino a qualche tempo
prima, una cosa del genere sarebbe stata impossibile da vedere, ma oramai
Inuyasha si era integrato interamente e la gente del villaggio lo aveva
accettato come uno di loro.
-Kagome!- Con un balzo, l’hanyou la
raggiunse –Allora, cosa ti ha detto Kaede?-
-Vieni, andiamo a fare due passi-
gli disse Kagome prendendolo per mano
Si incamminarono verso la collina
che spalleggiava il tempio, sulla cui vetta si trovava un’enorme quercia. La
ragazza raccontò anche a lui tutto quello che la vecchia miko le aveva rivelato
riguardo ai suoi poteri.
-Una dea immortale?? E questo cosa
significa?- esclamò Inuyasha alla fine seduto ai piedi della
quercia
-Significa che non dovremo più
preoccuparci del fatto che tu puoi vivere centinaia di anni e io no. Ora, grazie
ai miei poteri, il mio ciclo vitale si è rallentato e anch’io posso vivere
quanto un demone o un mezzo demone-
-Accidenti!- esclamò l’hanyou
colpito
-Eh già...-
Kagome, in piedi di fronte a lui,
lo guardò rimuginare su quanto gli aveva appena detto.
-Sono sollevato- disse infine
Inuyasha
-Sei sollevato?- fece lei perplessa
-Sì, sono sollevato-
-Beh, mi sarei aspettata che mi
dicessi che sei sorpreso, scioccato...persino felice, magari...ma sollevato...-
Con un sorriso, Inuyasha le afferrò
un polso e la fece sedere sulle sue gambe.
-Beh, sono felice. Ma sono anche
enormemente sollevato- le disse guardandola intensamente negli occhi –Vedi, da
quando io e te stiamo insieme...Anzi, a dire la verità già da prima, la nostra
diversità, il fatto che tu fossi un essere umano e io un mezzo demone, mi ha
sempre preoccupato. Io ho già qualche centinaio di anni, Kagome, mentre tu solo
17 e, se non avessi subito questo cambiamento, per quanto a lungo tu vivessi o
per quanto a lungo io fossi in grado di proteggerti e vegliare su di te, tu
presto o tardi mi avresti lasciato. E vederti morire... Perderti è l’ultima cosa
che voglio. Perciò avevo deciso che, appena tu mi avessi lasciato, io ti avrei
seguito-
Kagome lo guardò, profondamente
turbata dalle sue parole.
-Io...non ne avevo idea...Davvero
questa cosa ti preoccupava così tanto?- balbettò emozionata
-Sì. Puoi darmi dello stupido,
mandarmi a cuccia per aver pensato di togliermi la vita, ma io lo avrei
fatto...Perchè non posso vivere senza di te-
Al contrario delle sue aspettative,
Kagome gli buttò le braccia al collo e si strinse a lui.
-Non posso darti dello stupido o
arrabbiarmi con te...- mormorò -Perché se i ruoli fossero stati invertiti, io
avrei fatto lo stesso-
Stringendola nel suo abbraccio,
Inuyasha le cercò le labbra per unirle in un bacio intenso e passionale.
Visto che quella sera Sango e
Miroku li avevano invitati nella loro capanna per festeggiare il loro bambino e
il “nuovo stato” di Kagome, la ragazza lo costrinse a tornare nella sua epoca
per comprare un regalo alla coppia. Saltarono perciò nel pozzo, si fermarono
alla casa di Kagome per cambiarsi e poi si recarono ai grandi magazzini. Per più
di due ore, lo trascinò da un negozio all’altro, estasiata di fronte ad ogni
sorta di vestitini, peluches, giocattoli e chi più ne ha più ne metta.
Ad un certo punto, mentre Kagome,
indecisa tra una tutina verde con disegnato un coniglietto e una rossa con un
orsacchiotto, cercava di scegliere, Inuyasha si fermò a contemplarla. Era
bellissima...Ed apparteneva a lui. Così come lui apparteneva a lei. Sapere che
sarebbero rimasti insieme per sempre, che oramai non c’era più alcun ostacolo
tra loro e il loro futuro, gli riempiva il cuore di felicità. Felicità... Fino a
qualche tempo prima, non conosceva nemmeno il significato di quella parola. Così
come non sapeva cosa significasse realmente vivere finché Kagome non lo aveva
liberato dal Goshimboku. Lei gli aveva donato così tanto...Fiducia in se stesso
e negli altri, amicizia...amore. Lei lo aveva accettato così com’era,
apprezzando i suoi pregi e perdonando i suoi difetti, amandolo senza chiedere
nulla in cambio. E lui che ci aveva messo quasi due anni per capire quanto fosse
fortunato...Che idiota che era!
-Inuyasha? Inuyasha! Ci sei?-
Kagome gli sventolò una mano di fronte agli occhi
-Eh? Sì, che c’è?- rispose l’hanyou
tornando alla realtà
-Ma a cosa stavi pensando? Saranno
dieci minuti che ti chiamo!-
-Ehm...Niente, niente. Ti sei
decisa alla fine?- sviò lui
-Sì, scelgo quella rossa. Ora mi
dici quello a cui stavi pensando?-
-Uff, quanto sei curiosa! Ma perchè
ti interessa tanto quello che penso?-
-Perché, quando hai
quell’espressione seria, significa che stai pensando a qualcosa di
importante!-
-Beh...Sì, in effetti è così- fece
Inuyasha sibillino senza tuttavia aggiungere altro
-Allora? Ti decidi a dirmelo?-
insistette Kagome
Invece di risponderle, Inuyasha la
prese tra le braccia e la baciò. Non era bravo con le parole, meglio passare ai
fatti.
-Hai capito ora?- le chiese poi
-Uhm...Più o meno...Credo di aver
bisogno di qualche altra spiegazione...- rispose lei sorridente prima di unire
nuovamente le loro labbra
-Guarda quei due ragazzi, che
carini!-
-Già. Probabilmente lei aspetta un
bambino...-
Le voci delle altre clienti
riportarono i due innamorati sulla terra. Rossi per l’imbarazzo, si affrettarono
a pagare il loro acquisto e ad uscire dal negozio. Appena fuori, tuttavia, non
poterono fare a meno di scoppiare a ridere per la figura appena fatta. Poi, mano
nella mano, tornarono verso casa.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 - Shingetsu ***
CAPITOLO 3: SHINGETSU (Luna nuova)
-Mi ero dimenticata che oggi era
una notte di luna nuova- disse Kagome mentre, tornati nell’epoca Sengoku,
camminavano verso il villaggio di Edo
-Già- rispose Inuyasha senza
aggiungere altro
Arrivati al villaggio, si recarono
subito alla capanna di Sango e Miroku, dove tutto il resto del gruppo era già
riunito. Cenarono e chiacchierarono allegramente per tutta la sera, ridendo dei
battibecchi tra Sango e Miroku, visto che quest’ultimo ancora non aveva perso la
sua mania di allungare le mani, e di quelli tra Inuyasha e Shippo.
-Beh, si è fatto tardi. È meglio
andare, Sango non deve stancarsi nelle sue condizioni- disse Kagome ad un certo
punto
-Kagome ha ragione- fece Kaede
alzandosi –E poi, anch’io preferisco andare a riposare-
Così, dopo aver salutato Sango,
Miroku e Kohaku, gli altri si incamminarono verso la capanna di Kaede. A
quell’ora di notte, il villaggio era deserto e immerso nel silenzio, tutti gli
abitanti erano nelle loro case a dormire, visto che per tutti la giornata
sarebbe iniziata molto presto la mattina dopo.
-Io vado a fare un giro. Ho bisogno
di prendere un po’ d’aria- disse Inuyasha quando furono arrivati
-Vengo con te- replicò Kagome
-Kagome, non ce n’è bisogno...-
-Vengo con te- ripeté lei decisa
-State attenti- raccomandò loro
Kaede con un leggero sorriso prima di entrare nella sua capanna seguita da
Shippo
Inuyasha e Kagome camminarono in
silenzio per un po’, dirigendosi fuori dal villaggio, verso la foresta. Arrivati
ad una piccola radura, attraversata dal ruscello che arrivava anche al
villaggio, il mezzo demone si fermò.
-Perché hai insistito per
seguirmi?- le chiese
-E tu perchè ogni notte di luna
nuova ti rinchiudi in se stesso e ti isoli dal gruppo?- replicò lei –Odi così
tanto il tuo lato umano?-
-Non è
questo...-
-E allora cos’è? Da quando stiamo
insieme hai iniziato ad aprirti di più con me, mi parli di quello che pensi, di
quello che provi...Di tutto, ma non di questo. Perchè?-
-Perché non mi piace parlare delle
mie paure- rispose Inuyasha fissando lo sguardo al bagliore delle stelle che si
rifletteva sulle acque del ruscello
Kagome restò a guardarlo per
qualche secondo, sorpresa dalle sue parole, poi, addolcendo lo sguardo, gli
chiese quasi sussurrando:
-Di cos’è che hai paura?-
L’hanyou si voltò verso di lei,
facendo incontrare i loro occhi.
-Ho paura di non saperti
proteggere-
-Inuyasha...- Kagome gli sorrise
con dolcezza –Oramai sono in grado di difendermi da sola, con i miei poteri di
sacerdotessa. Puoi smetterla di preoccuparti per me...Per non parlare del fatto
che anche da umano sei molto forte-
Inuyasha le si avvicinò e le
accarezzò il viso con una mano.
-Kagome, io non potrò mai smettere
di preoccuparmi per te- le disse con un lieve sorriso
-D’accordo...Allora potresti
preoccuparti un po’ di meno, ok?-
-Ci proverò- fece lui prima di
chinarsi a baciarla -Ti va di restare a dormire qui stanotte?- le chiese poi
quando il bacio ebbe fine –Voglio restare un po’ solo con
te-
-Va bene- rispose Kagome –Vado a
prendere una coperta e torno-
-Non ce n’è bisogno- la fermò
Inuyasha prima che si allontanasse
-Ma siamo ad ottobre...-
Senza ascoltare le sue proteste, il
mezzo demone la condusse ai piedi di un grande albero. Si sedette a gambe
incrociate con la schiena contro il tronco e poi la fece accomodare sulle sue
gambe, evitandole il contatto con il freddo terreno. Infine, si tolse il pezzo
superiore del suo kariginou e vi avvolse entrambi per tenerli al caldo durante
la notte.
-Stai comoda?- le chiese Inuyasha
-Comodissima- gli sorrise Kagome
circondandogli il collo con le braccia e stringendosi a lui –Buonanotte,
Inuyasha-
-Buonanotte, Kagome-
Per un po’, l’hanyou rimase a
guardarla dormire, godendosi il calore del corpo di lei contro il suo,
inebriandosi del suo profumo e controllando che non avesse freddo. Infine,
cullato dal dolce suono del respiro di Kagome, chiuse gli occhi e si lasciò
vincere dal sonno anche lui.
Poco distante, nascosta dietro il
tronco di un albero, una figura immersa nell’oscurità si allontanò
silenziosamente...
La mattina dopo, Kagome fu la prima
a svegliarsi. Ma, decisamente, non fu un buon risveglio, poiché la nausea tornò
a tormentarla. “Accidenti! Questa è già la terza mattina consecutiva!” pensò con
un sospiro. Eppure in quel periodo non stava prendendo quella specie di
intruglio che le aveva dato Sango...“Forse mi sto prendendo l’influenza” Per
cercare di calmare il malessere, chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi su
altre cose, come il respiro caldo di Inuyasha che le solleticava dolcemente la
guancia o il battito regolare del suo cuore...Ma neppure quello sembrava
funzionare. Riaprì allora gli occhi e il suo sguardo si posò sulle orecchie di
Inuaysha, che oramai era tornato ad essere un hanyou. Con un sorriso birichino,
Kagome allungò le mano e iniziò a giocherellare con quelle adorabili e pelose
orecchie da cane. Il mezzo demone faceva un sacco di storie quando gli chiedeva
di farlo, ma alla fine cedeva sempre e lei sapeva che, sotto sotto, gli piaceva
quando gliele accarezzava. Quasi a conferma delle sue supposizioni, l’hanyou,
ancora addormentato, iniziò ad emettere degli strani mugolii, quasi delle fusa,
segno che apprezzava quello che lei stava facendo.
Inuyasha, in realtà, non stava
affatto dormendo. Anche quando si concedeva un po’ di riposo, i suoi sensi
rimanevano sempre all’erta, soprattutto nelle notti di novilunio, nel caso di un
eventuale attacco. Non poteva correre il rischio di farsi cogliere di sorpresa,
men che meno quando ad essere in gioco era la vita di Kagome. Per questo motivo,
appena lei aveva iniziato a muoversi, si era svegliato, ma non aveva aperto gli
occhi, deciso a godersi ancora un po’ la vicinanza del suo corpo e il delizioso
tocco delle sue mani sulle sue orecchie. Non aveva mai permesso a nessuno, prima
di lei, di toccargliele...Beh, tranne a sua madre ovviamente. Loro erano le
uniche due persone a cui aveva dato la sua totale e incondizionata fiducia.
-Ti stai divertendo?- le chiese
malizioso sentendola ridere leggermente senza tuttavia aprire gli
occhi
-Ma allora sei sveglio!- esclamò
sorpresa Kagome
-Ti sembra che avrei potuto
continuare a dormire con quello che stavi facendo?- replicò il mezzo demone
aprendo gli occhi
-Non sembrava che ti dispiacesse,
però- fece maliziosa la ragazza
-Non ho mai detto questo- l’hanyou
incontrò i suoi occhi, guardandola con intensità
Stava per chinarsi e augurarle il
buongiorno con un bacio, quando avvertì un odore familiare che si avvicinava.
-Accidenti!- borbottò
contrariato
-Cosa c’è?- gli chiese Kagome
perplessa
-Sta arrivando Miroku- le rispose
Inuyasha
Qualche secondo dopo, infatti, la
ben nota figura del loro amico monaco spuntò dalla foresta.
-Oh, eccovi qui, piccioncini!-
esclamò Miroku vedendoli
-Che cosa vuoi, bonzo?- gli chiese
brusco Inuyasha
-A quanto vedo ci siamo svegliati
di cattivo umore, eh Inuyasha? Eppure dopo aver trascorso la notte in dolce
compagnia della divina Kagome dovresti essere al settimo cielo...- replicò il
monaco malizioso
-Ci stavi cercando, Miroku?-
intervenne Kagome prima che Inuyasha prendesse a botte
l’amico
-Sì, la divina Kaede vuole parlare
con noi. E dalla sua espressione non sembrano essere buone notizie-
Kagome e Inuyasha si guardarono, un
unico pensiero attraversò le loro menti: la pace e la tranquillità che avevano
regnato finora sembravano essere finite...
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 - Yakkai No Sirusi ***
CAPITOLO 4: YAKKAI NO SIRUSI (Segno
di sventura)
-Sono venuta a conoscenza di alcuni
rapimenti che sono avvenuti nei villaggi poco più ad ovest- disse loro l’anziana
Kaede quando tutto il gruppo fu riunito nella capanna della miko
-Rapimenti?- le fece eco Miroku –E
da parte di chi?-
-Da parte di alcuni demoni, ma non
si sa da chi fossero guidati. Tutto ciò di cui sono a conoscenza è che ad essere
rapite sono state delle sacerdotesse-
-E che se ne fanno dei demoni di
alcune sacerdotesse?- intervenne Inuyasha
-Non posso dirlo con certezza, ma
credo che qualcuno voglio utilizzare il loro potere per un qualche scopo. Molto
probabilmente qualcosa di maligno. Inoltre...si stanno avvicinando sempre di più
al nostro villaggio- disse Kaede
-E scommetto che tu vorresti che
andassimo a indagare su questa faccenda, non è così?- chiese il mezzo demone
L’anziana miko annuì con un cenno
del capo.
-Bene. Allora partiremo domani
stesso- concluse Kagome
-Scusa, e perchè non oggi stesso?-
chiese perplesso l’hanyou
-Beh...Perchè prima vorrei fare un
salto a casa...- rise nervosamente la ragazza –Dopo tutti questi mesi di pace
non sono preparata per affrontare un viaggio!-
-Uff, e ti pareva!- sbuffò Inuyasha
–Ogni scusa è buona per tornartene di là!-
-In realtà, a tutti noi farebbe
comodo un giorno per preparaci al viaggio- intervenne in quel momento Miroku
–Non sappiamo quanto tempo ci vorrà, né cosa ci aspetta, perciò sarà bene non
essere frettolosi e rischiare di farci trovare impreparati-
-E va bene- cedette l’hanyou –Vi
concedo un giorno, partiremo domani mattina all’alba. Prima partiamo e prima
risolveremo questa storia-
-D’accordo. Allora sarà meglio
andare a levigare l’Hiraikotsu- fece Sango alzandosi
-Sango...- la fermò Miroku –Sarebbe
meglio che tu restassi qui al villaggio insieme alla divina Kaede. Nelle tue
condizioni potrebbe essere pericoloso venire con noi...-
-Non se ne parla neanche!- rispose
decisa la sterminatrice di demoni –Non ho alcuna intenzione di lasciarvi partire
da soli, mentre io me ne resto qui a preoccuparmi! E poi sono solo nei primi
mesi di gravidanza, vedrai che andrà tutto bene- concluse facendo l’occhiolino
al marito e prendendogli affettuosamente la mano
-E va bene...Tanto tentare di farti
cambiare idea sarebbe tutto fiato sprecato- cedette il monaco –Tuttavia,
Shippo, tu resti al villaggio e su questo non si discute- fece Inuyasha
-Cosa? E perchè mai? Io voglio
venire con noi!- protestò il cucciolo di kitsune
-Non sappiamo quello che ci
aspetta, ci saresti solo d’intralcio!-
-Non è vero, io sono molto
utile!-
-Hai ragione, Shippo, tu sei
indispensabile per noi- intervenne Kagome –Proprio per questo devi restare qui
al villaggio, chi lo proteggerà altrimenti finché noi siamo via?-
-Beh, in questo caso...Va bene,
resterò io al villaggio a fare la guardia- promise Shippo con espressione fiera
e solenne
-Grazie mille, Shippo-chan- gli
sorrise la ragazza facendogli una carezza sulla testa
-Bene, ora che tutto è stabilito,
accompagno Kagome nella sua epoca. Ci vediamo più tardi- disse Inuyasha
alzandosi
Anche Kagome salutò e, insieme, i
due uscirono dalla capanna e si diressero verso il pozzo.
Quella sera, mentre tutti si erano
addormentati, Inuyasha era ancora sveglio. Giocherellava distrattamente con i
capelli di Kagome, che si era addormentata con la testa sulle sue gambe, mentre
rifletteva su tutta quella storia. Kaede aveva detto che quei demoni rapivano
solo sacerdotesse...E Kagome era una sacerdotessa. Inoltre, aveva un brutto
presentimento. Sentiva che, tra tutti loro, lei era quella che correva più
pericoli, anche se non sapeva per quale motivo. Oltretutto, ora lei era una dea,
il suo corpo era diventato più resistente, perciò non aveva motivo di
preoccuparsi in quel modo...Chinò la testa per osservare il viso di Kagome
addormentato, rischiarato dalla debole luce del fuoco. Dio, quanto l’amava...Il
suo amore per lei sembrava crescere ogni giorno di più. Voleva trascorrere il
resto della sua vita con lei. Aveva deciso che, una volta risolta quella
faccenda dei rapimenti, le avrebbe chiesto di andare a vivere con lui, in una
capanna tutta loro. Era stanco di stare nella casa di Kaede, non c’era un minimo
di pace, ogni volta che lui e Kagome volevano stare soli dovevano andare nella
foresta! Sospirò, accarezzandole lievemente la guancia con la mano. A quel
contatto, Kagome si mosse leggermente, accoccolandosi meglio sulle gambe di
Inuyasha, e sorrise nel sonno. Vedendolo, Inuyasha a sua volta accennò ad un
sorriso. Chissà se avrebbe accettato di vivere con lui...Al di là del pozzo lei
aveva la sua famiglia, i suoi amici, la sua scuola...D’altra parte, anche lì
nell’epoca Sengoku aveva degli amici...e aveva lui. Perchè non avrebbe dovuto
accettare? Con un altro sospiro, Inuyasha decise di rimandare questi pensieri e
chiuse gli occhi, lasciandosi sopraffare dal sonno.
La mattina dopo, poco prima
dell’alba, Kagome si stava sciacquando il viso al ruscello in preda ad un nuovo
attacco di nausea, quando fu raggiunta da Sango.
-Buongiorno, Sango-chan! Già
sveglia?- la salutò
-Nausea mattutina- rispose la
sterminatrice con una smorfia
-A chi lo dici...- borbottò Kagome
-Soffri di nausea anche
tu?-
-Sì, da un po’. All’inizio mi
capitava solo di tanto, ma adesso succede praticamente ogni giorno. Forse sarà
un po’ si stanchezza...O forse quell’intruglio di erbe che mi hai dato tu per
evitare gravidanze!-
-Mmh...Quell’infuso non ha mai dato
problemi a nessuno, è strano...- mormorò l’altra con uno strano sguardo –E
dimmi, Kagome-chan, per caso hai avuto anche dei giramenti di testa, un aumento
della fame e ti stanchi più facilmente?-
-Sì...- rispose sorpresa l’altra
–Ma tu come fai a saperlo?-
-Kagome, questi sono gli stessi
malesseri che ho io! Non hai pensato alla possibilità che potresti essere
incinta?-
-Incinta?! Stai scherzando, spero!
Io non posso essere incinta!- esclamò shockata Kagome
Sango la guardò con un sorriso
malizioso sulle labbra, senza dire nulla.
-Ok, va bene, tecnicamente potrei
essere incinta, ma è proprio per questo che ti ho chiesto di darmi quell’infuso!
Tu hai detto che funzionava!-
-Beh, sì...Ma è stato fatto
pensando a donne di una certa età e magari non funziona su una persona giovane
come te...- ipotizzò Sango –E in ogni caso, non è infallibile-
-Oh mio Dio! E adesso cosa faccio?-
fece Kagome nascondendosi il viso con le mani
-Perché non ne parli con Inuyasha?-
-No. Non finché non ne sarò sicura.
E poi mi impedirebbe di partire con voi. Uff, se potessi tornare nella mia epoca
potrei fare un test di gravidanza...-
-Nella tua epoca esiste un test per
sapere se aspetti un bambino o no?-
-Esatto. Qui nell’epoca Sengoku
invece come fate ad accertarlo?-
Sango scrollò le
spalle.
-Una donna le sente queste cose-
rispose
-Beh, io invece non mi sento
niente!-
-È perchè ora sei confusa, Kagome-
l’amica le passò un braccio intorno alle spalle per confortarla –Lascia passare
qualche giorno e vedrai che, una volta che ti sarai schiarita le idee, avrai la
risposta che cerchi-
-D’accordo. Ma nel frattempo non
dire niente agli altri, va bene?-
-Hai la mia parola-
-Grazie, Sango-chan. Sei davvero
un’amica-
Le due ragazze si abbracciarono con
affetto.
-Guarda, si sono svegliati anche
gli altri- le disse poi Sango indicando alle spalle di Kagome, in direzione
della capanna della vecchia Kaede
-Kagome!- Inuyasha le andò
incontro, mentre la sterminatrice si dirigeva verso Miroku
-Buongiorno, Inuyasha- gli sorrise
lei
-Va tutto bene? Hai un’espressione
strana...Di cosa stavate parlando tu e Sango?- le chiese l’hanyou
-Ehm...Nulla, nulla. Cose di
donne...-
Giunsero al villaggio più vicino
solo dopo un giorno di cammino. Kaede aveva detto loro che i demoni si stavano
avvicinando da ovest e il primo villaggio in quella direzione era abbastanza
lontano. Inoltre, il gruppo di Inuyasha e compagni si fermava abbastanza di
frequente per far riposare Sango e, anche se nessuno ne era conoscenza, anche
Kagome era grata di queste pause. Nella sua testa continuava a ripensare alle
parole di Sango e si convinceva sempre di più che l’amica avesse ragione. Era
davvero incinta. I suoi sintomi parlavamo chiaro, inoltre doveva ammettere di
sentirsi diversa, come se dentro il suo corpo stesse avvenendo un cambiamento.
Solo che non sapeva assolutamente come comportarsi...Lì, nell’epoca Sengoku,
avere un bambino a 17 anni era una cosa più che normale, ma nella sua epoca era
tutta un’altra storia...Come avrebbero reagito i suoi amici e la sua famiglia?
Sua madre e suo nonno si sarebbero arrabbiati? L’aspettavamo giorni alquanto
difficili...Eppure, il pensiero di non avere quel bambino non le aveva nemmeno
sfiorato la mente. Quella creatura era il frutto dell’amore tra lei e Inuyasha e Kagome già sentiva di amarlo
come amava il padre.
Gli abitanti del villaggio dissero
loro che non erano così fortunati da vantare la presenza di una sacerdotessa,
perciò non rappresentava un possibile bersaglio per un attacco dei demoni. Le
persone dotate di poteri spirituali erano molto rare, per questo motivo erano
pochi i villaggi che avevano tra gli abitanti una sacerdotessa. Inuyasha e i
suoi compagni decisero di proseguire ulteriormente, ma di trascorrere la notte
che stava giungendo lì al villaggio, in modo da permettere a Sango e Kagome di
dormire su di un comodo futon.
-Mmh...Non mi piace per niente...È
un segno di sventura- mormorò Miroku con tono preoccupato
Lui e Inuyasha erano fuori sul
patio della casa del capo villaggio aspettando che la cena fosse pronta, quando
il monaco aveva notato qualcosa di strano.
-Già, credo tu abbia ragione- fece
il mezzo demone
-Cosa c’è che non va?- chiese in
quel momento la voce di Kagome che stava uscendo dalla casa insieme a Sango
-Guarda lassù- le disse l’hanyou
facendo un cenno col capo in direzione del cielo stellato
Sopra le loro teste brillava una
tonda e luminosa luna piena.
-Ma come può esserci la luna piena
se solo ieri notte era il novilunio?!- esclamò Sango
-Credete che questo abbia un
qualche nesso con la storia delle sacerdotesse rapite?- chiese Kagome
-Non saprei dirlo, divina Kagome-
le rispose Miroku –Ma c’è un solo essere in grado di controllare le fasi lunari:
Tsuki, la dea della luna. Il suo castello si trova sulla cima più alta della
catena montuosa dell’Ovest, il monte Hosi-
-E tu pensi che ci sia lei dietro
tutto questo?- intervenne Inuyasha
-Non mi sentirei di escluderlo,
tuttavia...c’è qualcosa che non mi convince. Tsuki è una dea della natura e per
questo è un essere buono...- fece dubbioso il monaco
-Beh, per avere delle risposte non
ci resta che andare a fare una visitina a questa Tsuki- concluse l’hanyou
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 - Deai ***
CAPITOLO 5: DEAI (Incontri)
La mattina dopo, ancora prima
dell’alba, la prima a svegliarsi fu di nuovo Kagome. Questa volta non era stata
solo la nausea, ma anche il fatto che praticamente non aveva chiuso occhio per
tutta la notte. Il suo cervello aveva continuato a lavorare incessantemente: lei
che era diventata una dea, i rapimenti, il sospetto di essere incinta, la luna
piena...Troppe cose erano successe e tutte insieme.
Cercando di non svegliare gli
altri, si alzò e uscì sul patio, stiracchiandosi con un sospiro. La casa del
capo villaggio era immersa nel silenzio, tutti stavano ancora dormendo. Decise
di approfittare di quella pace per fare qualcuno degli esercizi che Kaede le
aveva insegnato per imparare a controllare i suoi poteri spirituali.
Mezz’ora dopo, era veramente
soddisfatta di se stessa. Grazie a quegli esercizi riusciva a utilizzare molto
meglio i suoi poteri di sacerdotessa. In quel momento, sentì la porta dietro di
se aprirsi e subito dopo vide Inuyasha uscire.
-Buongiorno!- lo salutò con un
sorriso –Come mai già in piedi?-
-Sono sveglio da mezz’ora in
realtà- rispose il mezzo demone –Mi accorgo subito quando non sei più accanto a
me, ma ho visto che ti stavi allenando e non volevo disturbarti-
-Mi dispiace di averti svegliato-
gli disse lei in tono dolce
-Non importa- Inuyasha si sedette
accanto a lei –Piuttosto, come mai ti sei alzata così presto?-
-Non riuscivo a dormire. Dopo tre
mesi di inattività tutti questi misteri mi mettono agitazione!-
-In effetti sei un po’ pallida, sei
sicura di stare bene?-
-Sì, non preoccuparti-
Improvvisamene a disagio, l’hanyou
le prese una mano e si mise a giocherellare con le sue dita.
-Senti, Kagome, quando tutta questa
storia sarà finita, dovrei parlarti di una cosa- le disse
-D’accordo...Ma come mai non puoi
parlarmene ora?- gli chiese perplessa lei
-Ecco...è una cosa importante,
perciò preferisco parlartene con più calma-
-Va bene, allora. In
effetti...anch’io devo parlarti di una cosa-
Inuyasha la guardò incuriosito, ma
non disse nulla. Si limitò a voltarle le spalle e a lasciarsi cadere indietro,
così da appoggiare la testa sulle ginocchia della ragazza. Come per un tacito
accordo, Kagome iniziò ad accarezzargli i capelli. L’hanyou adorava quando lo
faceva. Sentire il tocco delicato della sua mano lo faceva rilassare
completamente e sentire in pace con il mondo. E i kami sapevano quanto ne avesse
bisogno in quel momento. Il suo sesto senso gli diceva che presto avrebbero
dovuto affrontare una battaglia e che non sarebbe stato per nulla facile uscirne
vincitori...
-Oh, quasi mi dimenticavo!-
Inuyasha si rialzò a sedere improvvisamente e le sfiorò le labbra con un bacio
–Buon compleanno, Kagome-
Lei gli
sorrise.
-Grazie- gli disse, poi, con una
smorfia:-Anche se me l’ero immaginato un po’ diverso!-
-Non preoccuparti, festeggeremo una
volta tornati a casa- la rassicurò il mezzo demone
-Hai ragione. E allora mi darai
anche il mio regalo?- gli chiese Kagome maliziosa
-Promesso- rispose Inuyasha
facendole l’occhiolino
Uno dei due villaggi che
attraversarono dopo essersi rimessi in viaggio era stato attaccato di recente.
La descrizione degli avvenimenti che gli abitanti fecero loro confermarono che
si trattava dello stesso gruppo di demoni a cui stavano dando la caccia. Anche
lì una sacerdotessa era stata rapita. Poiché erano ormai vicini al monte Hosi,
decisero di affrettare il passo e arrivare ai piedi della montagna prima del
tramonto.
Giunti alla meta, si accamparono in
una piccola radura ed accesero il fuoco. Stavano per mettere a bollire l’acqua,
quando Inuyasha balzò in piedi e sguainò la sua Tessaiga.
-Cosa succede, Inuyasha?- gli
chiese Kagome
-Sta arrivando Sesshomaru- rispose
questo fissando guardingo un punto preciso della foresta
Da quello stesso punto, qualche
attimo dopo, comparve il potente signore dell’Ovest, seguito dal suo servitore
Jaken e dalla piccola Rin.
-E ti pareva. Dove ci sono guai c’è
sempre anche il mio fratellino- esordì Sesshomaru fermandosi di fronte a
Inuyasha
-Che cosa ci fai tu qui,
Sesshomaru?- gli chiese Inuyasha ignorando il suo commento
-Sono venuto a conoscenza dei
rapimenti che stanno avvenendo e sono venuto a controllare-
-Tsk. E come mai sei così
interessato a questa faccenda?-
-Se non fossi così ignorante lo
capiresti da solo. Questi territori appartengono alla nostra famiglia, perciò
ora sono sotto il mio controllo. Tu, piuttosto, cosa sei venuto a fare qui?-
-Non sono affari tuoi! Comunque, se
vuoi saperlo, i demoni responsabili di questi rapimenti si stavano avvicinando
al nostro villaggio, perciò siamo venuti a dare un’occhiata-
-Non lo sapete che tra fratelli non
si dovrebbe litigare?- intervenne in quel momento una voce sconosciuta
Tutti si voltarono in quella
direzione e videro di fronte a loro un demone dai lunghi capelli blu e occhi
dello stesso colore, dalla pelle chiara e vestito con una sorta di kimono bianco
e blu. Sia sul volto di Inuyasha che su quello di Sesshomaru si dipinse
un’espressione di disappunto. Come mai non lo avevano sentito arrivare?
-Non stupitevi del fatto che non
avete avvertito la mia presenza...- disse il demone quasi leggendo loro nel
pensiero –Io sono Kurai, un demone dell’oscurità. Posso rendermi invisibile e
annullare la mia aura demoniaca-
-E cosa diavolo vuoi da noi?- gli
chiese con fare aggressivo Inuyasha
-Siete entrati nei territori della
mia regina. Perchè siete qui?-
-Se permetti, questi sono affari
nostri-
-Vi conviene andarvene, se non
volete fare una brutta fine- disse Kurai percorrendo con lo sguardo il gruppo
–Ma quella è una sacerdotessa...- fece poi con un ghigno soddisfatto
soffermandosi su Kagome
–Questo è proprio il mio giorno fortunato...Lei viene con me!-
Inuyasha si frappose tra il suo
sguardo e Kagome, sguainando Tessaiga in posizione di difesa.
-Te lo puoi scordare, maledetto!-
esclamò con ira
-Vorrà dire che prima mi divertirò
un po’ uccidendo tutti voi, cagnolino- replicò Kurai schioccando le dita
A quel segnale, una ventina di
demoni circondarono il gruppo.
-Uccideteli e portatemi la
sacerdotessa!- ordinò loro
I demoni partirono all’attacco, ma
erano troppo deboli per Inuyasha e i suoi compagni e per Sesshomaru e ben presto
Kurai si ritrovò da solo.
-Devo dire che la fama del signore
dell’Ovest e del suo fratellino mezzo demone non è immeritata- esclamò Kurai
ironico –Bene, la prossima volta non sarà così facile, vi avverto-
Detto questo, il demone in un
secondo divenne invisibile. Né Inuyasha né Sesshomaru riuscirono ad avvertire la
sua presenza nelle vicinanze.
-Questa storia mi piace sempre
meno- disse Miroku qualche minuto dopo
Il gruppo di Inuyasha si era seduto
attorno al fuoco, gustando uno dei piatti precotti portati dal suo tempo da
Kagome, mentre Sesshomaru, Rin e Jaken si erano accampati ad un paio di metri da
loro, abbrustolendo dei pesci che Jaken era riuscito miracolosamente a pescare
in un lago vicino, poiché mai e poi mai il signore dell’Ovest si sarebbe
abbassato a condividere qualcosa con il fratello.
-Che cosa ti preoccupa, Miroku?-
gli chiese Inuyasha
-Quel demone, Kurai, sembrava
conoscere molto bene sia te che Sesshomaru, ciò vuol dire che probabilmente si è
informato su di noi...Magari ci ha persino spiato-
-Intendi forse che il nostro arrivo
potrebbe non essere risultato inaspettato per loro?- intervenne Sango
-Proprio così- confermò il monaco
–Anche l’attacco di oggi...Ho l’impressione che sia stato più che altro un modo
per saggiare la nostra forza-
-Pensi che Tsuki ci stia tendendo
una trappola, vero?- fece il mezzo demone
-Credo di sì-
-Ma, allora, credi che anche i
rapimenti siano solo un pretesto per attirarci qui?- gli chiese Kagome
-Mmh...No, non penso che si darebbe
tanto da fare se non avesse un valido motivo. Penso che, come ha detto la divina
Kaede, i poteri spirituali delle sacerdotesse rapite le servano per qualche
oscura ragione, solo che...- Miroku si interruppe, incerto
-Solo che?- lo incitò Inuyasha
-Solo che ritengo che lo scopo
principale che la spinge ad agire sia attirare qui la sacerdotessa protettrice
della sfera- concluse il monaco
-La protettrice della sfera?
Intendi Kagome?- gli chiese stupita Sango
Il marito annuì.
-Ma per quale motivo? La sfera
ormai non esiste più!- esclamò Kagome
-Questo proprio non ve lo so dire-
Sesshomaru, le spalle rivolte verso
il gruppo, ascoltava quei discorsi senza farsi notare. Anche lui aveva
riflettuto su quegli strano rapimenti e sull’attacco avvenuto poco prima ed era
arrivato alle stesse conclusioni del monaco. Tuttavia, nemmeno lo youkai era in
grado di capire quale fosse il motivo che spingeva la dea Tsuki ad agire in quel
modo. Poiché Tsuki dimorava in un castello che si trovava sui territori di suo
padre, Sesshomaru aveva avuto modo di conoscerla in passato. L’impressione che
ne aveva avuto era di una donna disgustosamente buona e gentile, un po’ come la
donna di suo fratello Inuyasha. Allora perchè aveva deciso di rapire quelle
sacerdotesse? Qual’era il suo piano?
Le sue riflessioni furono
interrotte dalla voce di Rin, che gli annunciava che il pesce era pronto. Senza
dire una parola, afferrò lo spiedino che la bambina gli porgeva e iniziò a
mangiare.
-Signor Sesshomaru, ha visto? Anche
stasera c’è una bellissima luna!- gli disse entusiasta la bambina
Sesshomaru alzò lo sguardo verso il
cielo e, proprio come la sera precedente, vide che sopra le loro teste una
splendente e perfettamente circolare luna piena rischiarava la notte.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 - Yuukai ***
CAPITOLO 6: YUUKAI (Rapimento)
Il sentiero che portava alla vetta
del monte Hosi era difficoltoso e irto di ostacoli, era evidente che non veniva
percorso da moltissimo tempo. La pendenza del cammino era resa ancora più
insopportabile dall’aura maligna che si avvertiva sempre più distintamente a
mano a mano che si avvicinavano alla vetta, divenendo sempre più spessa e
pesante. Inuyasha e Miroku, dopo aver insistito non poco, erano riusciti a
convincere Kagome e Sango a farsi trasportare da Kirara, in modo da limitare la
fatica.
-In realtà, io avrei preferito che
tu ci aspettassi ai piedi del monte, Sango- le disse Miroku
-Scordatelo, Miroku!- replicò
decisa la sterminatrice –Non sono una di quelle moglie che aspettano il maritino
a casa preparandogli da mangiare! Senza contare il fatto che Tsuki deve essere
molto potente e io posso esservi di aiuto-
-Tsk, figuriamoci! Io basto e
avanzo per occuparmi di quella!- esclamò Inuyasha con tono arrogante –Tu potevi
benissimo aspettarci al villaggio insieme al rospo e alla mocciosa. E anche tu,
Kagome- “Così io sarei stato più tranquillo” aggiunse il mezzo demone tra se
Il viso di Kagome si
adombrò.
-Inuyasha, a cuccia!- gridò
L’hanyou come al solito fu
brutalmente attirato verso il terreno. La ragazza lo guardò storto. Sapeva che
Inuyasha diceva quelle cose solo perchè era preoccupato per lei, però la
infastidiva lo stesso quando si comportava in quel modo. E poi era nervosa e
mandarlo a cuccia era un ottimo modo per scaricarsi un po’!
-Ma che ho detto?- si lamentò
Inuyasha rialzandosi
-Sai benissimo che non sarei
rimasta ad aspettarti per niente al mondo! Sono due anni che combatto al tuo
fianco e intendo continuare a farlo!- rispose lei decisa, poi, con un sorriso
ironico, aggiunse:-E poi, se non ci sono io, come minimo ti metteresti a
litigare con Sesshomaru e ti dimenticheresti del motivo per cui siamo qui!-
Il signore dell’Ovest, infatti,
stava seguendo il gruppo di Inuyasha. Visto che lo youkai era lì per il loro
stesso motivo, Kagome aveva pensato di invitarlo ad unirsi a loro, pensando che
l’aiuto di un demone potente come lui potesse sempre fare comodo. Quando
Sesshomaru, senza dire una parola e senza perdere la sua usuale compostezza,
aveva iniziato a seguirli, l’aveva preso come un “sì”. Come dire, chi tace
acconsente! In quel momento il signore dell’Ovest stava osservando i loro
battibecchi a qualche passo di distanza con espressione tra il disgustato e il
rassegnato.
-Sono felice che tu abbia una così
alta considerazione di me!- esclamò offeso Inuyasha
Kagome, Sango e Miroku scoppiarono
a ridere di fronte a quell’espressione così conosciuta. Un battibecco tra il mezzo demone e la sua compagna era
un metodo eccellente per allentare la tensione!
-Se avete finito di perdere tempo,
possiamo rimetterci in cammino- intervenne in quel momento Sesshomaru in tono
freddo
-Tsk. Per una volta sono d’accordo
con il mio ghiacciolo di fratello- disse Inuyasha ironico –Muoviamoci!-
Al tramonto, decisero di fermarsi e
accamparsi per la notte. Avevano ormai compiuto più di metà della scalata e, se
tutto andava secondo i piani, il giorno successivo sarebbero giunti al castello
di Tsuki.
-Stranamente oggi non abbiamo
subito nessun attacco...- commentò Sango mentre Inuyasha e Miroku accendevano il
fuoco
-Non è strano affatto- replicò
freddamente Sesshomaru
-Già, stanno cercando di farci
innervosire- intervenne Inuyasha –Probabilmente ci attaccheranno durante la
notte o, al più tardi, domani mattina, prima che possiamo raggiungere il
castello di Tsuki-
-È opportuno che questa notte ci
sia sempre qualcuno di sveglio in modo da non essere colti di sorpresa- fece
Miroku –Io, Inuyasha e Sesshomaru ci daremo il cambio-
Dopo una veloce cena a base di
ramen precotti, Kagome, Sango, Miroku e Sesshomaru si misero a riposare, mentre
Inuyasha rimaneva sveglio per primo a sorvegliare i dintorni. Tuttavia, Kagome
non riusciva ad addormentarsi. Durante il giorno non aveva il tempo di
riflettere su tutto quello che era successo e così alla sera i pensieri si
affollavano nella sua testa. Primo fa tutti quale sarebbe stata la reazione di
Inuyasha alla notizia che sarebbe diventato padre. Si portò la mano al ventre
ancora piatto in un gesto protettivo. Non dubitava dell’amore che l’hanyou
nutriva nei suoi confronti, ma, a conti fatti, loro due stavano insieme solo da
pochi mesi, nonostante si conoscessero da due anni e insieme avessero affrontato
ogni sorta di situazioni e di difficoltà. Erano davvero pronti per avere un
figlio? Non che avessero molta scelta, comunque...
-Kagome, cosa c’è? Non riesci a
dormire?- Inuyasha le si avvicinò e si sedette al suo fianco
-Mmh...No. Stavo pensando ad alcune
cose- rispose la ragazza
-Dovresti cercare di riposare.
Domani sarà una giornata dura e per sconfiggere Tsuki ci serviranno anche i tuoi
poteri di sacerdotessa-
Kagome si alzò a sedere con aria
sbalordita.
-Che c’è? Perchè mi guardi così?-
le chiese il mezzo demone
-Questa è la prima volta che mi
chiedi apertamente di aiutarti in una battaglia!- esclamò lei
-Tsk! Io ho sempre pensato che tu
fossi molto forte-
La ragazza lo guardò con dolcezza,
poi, però, un’ombra di preoccupazione le attraversò lo sguardo.
-Credi davvero che domani potrò
esservi di aiuto? In fondo non sono ancora in grado di controllare bene i miei
poteri...-
-Sono sicuro che ci riuscirai- la
rassicurò Inuyasha –E poi...tu mi sei di aiuto anche solo stando al mio fianco-
concluse chinandosi a sfiorarle le labbra con le proprie
-Grazie, Inuyasha- gli sorrise
felice Kagome
-Ora dormi-
La ragazza si distese nuovamente e
chiuse gli occhi. Rassicurata dalla vicinanza di Inuyasha e cullata dalla
dolcezza delle sue mani che le accarezzavano i capelli, riuscì finalmente ad
addormentarsi.
Tuttavia, un paio d’ore dopo, fu
svegliata da una brutta sensazione. Sentiva che un gran numero di demoni si
stavano avvicinando. Anche Inuyasha e Sesshomaru se ne erano accorti ed erano
già pronti a combattere, mentre Miroku stava svegliando Sango.
-Kagome, resta dietro di me- le
disse Inuyasha estraendo Tessaiga
Pochi istanti dopo, Kurai, seguito
da un nutrito numero di demoni, era di fronte a loro.
-Oh, peccato, siete già svegli...E
io che speravo di svegliarvi a modo mio!- esclamò ironico il demone
dell’oscurità
-Fai poco lo spiritoso e vedi di
levarti dai piedi!- replicò Inuyasha bellicoso –Non ho voglia di perdere tempo
con gente inutile come te e i tuoi amichetti!-
-Se fossi in te starei attento a
come parli, cagnolino. Sai, la luna piena ha uno strano effetto sui demoni, li
rende stranamente aggressivi e basta un niente per istigarli-
-Questo perchè sono dei demoni di
basso livello- commentò sprezzante Sesshomaru
-Vedremo se tra qualche istante
sarete dello stesso parere- fece Kurai con un ghigno –Tuttavia, stanotte mi
sento generoso, voglio darvi la possibilità di vivere ancora un po’: se mi
consegnate la sacerdotessa, vi lascerò andare senza farvi nulla-
-Te lo puoi scordare!- gridò
Inuyasha –Ti ammazzerò prima che tu possa anche solo fare un passo in direzione
di Kagome!-
-Bene, l’avete voluto
voi-
Detto questo, Kurai ordinò alla sua
schiera di attaccare Inuyasha e il suo gruppo. Questa volta lo youkai si era
portato appresso un gruppo di demoni più potente, ma, nonostante ciò, non ancora
sufficiente ad avere la meglio su di loro. Uno alla volta, i demoni venivano
fatti a pezzi dalla lama di Tessaiga o dagli artigli di Sesshomaru, tranciati i
due dall’Hiraikotsu o dal bastone di Miroku oppure distrutti da una freccia
sacra di Kagome. Questa si teneva in disparte per non intralciare i suoi amici
e, non fidandosi ancora dei suoi poteri, si limitava a tenere a distanza coloro
che cercavano di avvicinarsi a lei grazie al suo arco e alle sue frecce. Ben
presto, i nemici furono tutti sconfitti.
-Tsk! Credo che tu stia continuando
a sottovalutarci- esclamò Inuyasha in direzione di Kurai dopo aver fatto a pezzi
l’ultimo demone
-Forse sei tu che dovresti essere
un po’ meno sicuro di te stesso- replicò Kurai schioccando le dita
A quel gesto, un altro numeroso
gruppo di demoni circondò il mezzo demone e i suoi amici.
-A questo punto dovreste essere
alquanto affaticati e non credo che riuscirete a cavarvela così facilmente
stavolta-
Ad un altro cenno, gli youkai
partirono all’attacco. Kurai aveva ragione. Inuyasha e gli altri avevano
esaurito gran parte delle loro forze per neutralizzare il primo gruppo di demoni
e non si erano aspettati un secondo attacco. Oltretutto, questi erano di livello
superiore rispetto ai loro predecessori. La lotta era difficoltosa ed
estenuante.
Soddisfatto di quello che vedeva,
Kurai si diresse verso Kagome. La ragazza, accortasi che si stava avvicinando,
gli puntò contro l’arco.
-Non un passo di più o scaglio una
freccia- lo minacciò
Per nulla preoccupato, il demone
continuò ad avanzare.
-Forza, provaci. Voglio proprio
vedere cosa sei in grado di fare- la schernì con un sorrisetto sarcastico
Prendendo di mira il petto, Kagome
scagliò la freccia, che, avvolta dalla sua forza spirituale, si diresse precisa
verso il bersaglio. Tuttavia, un attimo prima che il dardo lo colpisse, Kurai
scomparve come per magia e la freccia si andò a conficcare nel tronco di un
albero. Stupita, Kagome si guardò intorno, ma il demone sembrava sparito nel
nulla. Improvvisamente, Kurai riapparve alle sue spalle, puntandole un pugnale
alla gola.
-Mi dispiace, ma non hai avuto
fortuna- le sussurrò all’orecchio –Ora lascia cadere a terra quell’arco-
-Ti illudi se credi che riuscirai a
rapirmi indisturbato- rispose Kagome obbedendo
-Sei convinta che il tuo mezzo
demone arriverà in tempo per salvarti, vero? Beh, se fossi in te non ci conterei
così tanto. Guarda là-
La ragazza spostò lo sguardo nella
direzione indicata da Kurai. Quello che vide la fece inorridire. I suoi amici
erano in seria difficoltà, feriti e stremati, stavano dando fondo alle loro
ultime forze per non soccombere. Persino Sesshomaru sembrava dover impegnarsi
più del dovuto per riuscire ad abbattere i demoni che lo attaccavano. In mezzo a
quella confusione, gli occhi di Kagome cercarono allora Inuyasha. Una morsa le
attanagliò il cuore. L’hanyou aveva uno squarcio che gli attraversava il petto e
sembrava fare fatica persino per tenersi in piedi. Anche lui stava per esaurire
le sue energie.
-Inuyasha...- un gemito soffocato
le uscì dalle labbra
Nonostante fosse lontano alcuni
metri, il fine udito del mezzo demone riuscì a sentire quel richiamo. Si voltò
in direzione di Kagome e la rabbia gli montò in corpo vedendola minacciata dal
pugnale di Kurai.
-Maledetto bastardo, lasciala
andare!- urlò in direzione dello youkai
Incurante delle ferite e della
stanchezza, cercò di avvicinarsi ai due, ma un demone lo colpì alle spalle con
un grosso bastone di legno, facendolo cadere in ginocchio.
-Inuyasha!-
Kagome avrebbe voluto correre da
lui, ma la morsa della mano di Kurai che le stringeva il braccio e la lama del
suo pugnale a pochi centimetri dalla sua gola le impedivano di farlo.
-Non agitarti, il tuo mezzo demone
può ancora salvarsi, ma tutto dipende da te- le disse il demone dell’oscurità
-Che cosa vuoi dire?- gli chiese
lei continuando a tenere fisso lo sguardo su Inuyasha che stava disperatamente
tentando di rialzarsi
-Se vieni con me senza fare tante
storie, ordinerò a quei demoni di lasciare in pace i tuoi amici-
Kagome esitò per un attimo, poi
disse:
-D’accordo, verrò con te. Ma prima
voglio che ordini ai tuoi demoni di ritirarsi, voglio vederlo con i miei occhi-
-Come vuoi-
Kurai emise una specie di fischio e
a quel suono tutti i demoni si fermarono improvvisamente. Stupiti, Sango e
Miroku si guardarono intorno per capire cosa stesse succedendo e fu in quel
momento che videro Kagome prigioniera di Kurai. Anche Sesshomaru si volse verso
di loro.
-Kagome!- gridò spaventata Sango
muovendo alcuni passi verso di lei
-No, Sango, resta dove sei!- la
fermò l’amica –Voi tutti, non muovetevi. Io...devo andare con lui. È l’unico
modo per salvarvi la vita-
-Che stai dicendo?- esclamò
Inuyasha –No, Kagome, non ti permetterò di fare una cosa del genere!-
-Inuyasha, mi dispiace...- Kagome
lo guardò con le lacrime agli occhi –A cuccia-
Il mezzo demone fu scaraventato a
terra e perse i sensi. Kagome lanciò un ultimo sguardo ai suoi amici, prima di
sparire insieme a Kurai ed i suoi demoni.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 - Tsuki ***
CAPITOLO 7: TSUKI (Luna)
Giunti al castello di Tsuki, l’aura
maligna aveva raggiunto un livello così intenso da risultare mortale per
qualsiasi essere umano, ma, stranamente, Kagome non ne risentiva affatto.
Probabilmente questo era dovuto al fatto che ora era una dea immortale. Lo
stesso Kurai si stupì di questo fatto.
-Sei più forte di qualsiasi
sacerdotessa abbia mai conosciuto- le disse mentre attraversavano il cortile del
castello diretti all’entrata
-E allora?- si limitò a chiedere
Kagome
-Potresti essere quella giusta- le
rispose il demone
-Giusta per cosa?- fece lei
perplessa
Ma Kurai non disse altro. Erano
arrivati all’entrata del palazzo. Lo youkai l’aprì e, dopo aver attraversato un
dedalo di corridoi, giunsero in una grande sala, completamente spoglia, tranne
per un grande trono al centro della parete di fronte alla soglia. Su di esso era
seduta una figura femminile, dalla pelle candida come la luna e i capelli blu
come la notte. Anche gli occhi erano blu, di un blu così intenso che era quasi
ipnotizzante. Quella doveva essere Tsuki, la dea della luna. Eppure, Kagome
avvertiva qualcosa di strano in lei, come se...come se dentro di lei ci fosse un
conflitto tra due entità differenti.
-E così tu sei la sacerdotessa
protettrice della Shikon no Tama...- esordì la donna
-Lo ero. La sfera dei quattro
spiriti non esiste più- rispose Kagome –Che cosa ne ha fatto delle sacerdotesse
rapite? E che cosa vuole da me?-
-Non preoccuparti, le sacerdotesse
stanno bene...almeno per ora- le disse Tsuki –Per quanto riguarda il motivo per
cui tu sei qui...Ho bisogno che tu faccia una cosa per me-
-Maledizione! Perchè siamo ancora
qui a perdere tempo?!- sbraitò Inuyasha –Dobbiamo andare a salvare Kagome!-
-Calmati, Inuyasha. Lascia che
Miroku ti medichi quelle ferite e poi ci metteremo in cammino- gli disse Sango
-Sango, ha ragione- intervenne
Miroku –Come credi di riuscire a salvare la divina Kagome ridotto in queste
condizioni?-
-Tsk! Io sto benissimo! Questi sono
solo graffi!-
Tuttavia, l’hanyou non poté
trattenere una smorfia di dolore mentre Miroku gli applicava un impacco di erbe
per fermare il sangue sullo squarcio che gli attraversava il petto. Il monaco
era molto contento che la notte di luna nuova ci fosse appena stata e che quindi
la prossima fosse lontana, perchè quelle ferite gli sarebbero state altrimenti
fatali.
-Ti hanno ridotto proprio male,
Inuyasha- fece Sesshomaru con tono ironico –Forse è meglio se ci aspetti qui, ci
penserò io a quella Tsuki-
Il mezzo demone si voltò verso di
lui con espressione così feroce, che persino il signore dell’Ovest ne fu
sorpreso e, quasi, spaventato.
-Niente mi impedirà di raggiungere
quel castello e salvare Kagome!- esclamò Inuyasha con rabbia mista a
determinazione
Sesshomaru dovette ammettere che
quella ragazza era capace di tirar fuori dal suo fratellino una forza che aveva
dell’incredibile. Per lei avrebbe dato tutto, anche la vita. Tutto, pur di
proteggerla. Sesshomaru non avrebbe mai capito questi sentimenti umani...No, in
realtà questa era una bugia. Perchè da quando una bambina aveva deciso di
seguirlo nel suo viaggio, anche lui li aveva provati più di una volta.
Dopo aver terminato le medicazioni
ad Inuyasha, il gruppo si rimise in cammino, ma avevano percorso solo un breve
tratto che furono costretti a fermarsi nuovamente, poiché l’intensa aura
demoniaca stava avendo la meglio su Sango.
-Sango, non essere ostinata. Non
puoi continuare!- la supplicò Miroku –Devi pensare non solo a te, ma anche al
bambino che porti in grembo!-
-Credo tu abbia ragione, Miroku-
cedette la sterminatrice –Voi continuate, io torno indietro e vi aspetto ai
piedi della montagna con Rin e Jaken-
-Non ti lascio andare da sola, è
troppo pericoloso. Vengo con te- le disse il marito
-No, tu devi andare con Inuyasha e
Sesshomaru e aiutarli a sconfiggere Tsuki- replicò Sango –Non preoccuparti per
me, ci penserà Kirara a proteggermi-
-D’accordo, ma sta attenta-
I due si scambiarono un tenero
bacio, sotto gli sguardi, l’uno imbarazzato e l’altro insofferente, di Inuyasha
e Sesshomaru, dopo di che si separarono e Sango si incamminò nella direzione
opposta alla loro.
-Oh, a proposito, Inuyasha...- dopo
qualche passo la donna si voltò di nuovo –Guai a te se non mi riporti mio marito
e la mia migliore amica tutti interi!- gli intimò puntandogli un dito contro con
finto tono severo
-E ti pareva! Sono sempre io quello
che ci va di mezzo alla fine!- sbuffò l’hanyou pur tuttavia con un leggero
sorriso
Sango gli sorrise, poi si rimise in
cammino, seguita da Kirara, mentre Inuyasha, Miroku e Sesshomaru facevano lo
stesso. La cima del monte Hosi si faceva sempre più
vicina...
-Allora, sentiamo, cosa dovrei fare
io per te?- chiese Kagome alla dea della luna
-Voglio la sfera dei quattro
spiriti- le rispose Tsuki
La ragazza la guardò
stupita.
-Non so se ne sei al corrente, ma
la sfera dei quattro spiriti non esiste più-
-Lo so benissimo. Ma voglio che tu
ne crei un’altra per me-
-Cosa?! Stai scherzando, spero!
Primo, non sono in grado di fare una cosa del genere; secondo, perchè mai dovrei
fare una cosa del genere? Per donare un immenso potere ad una persona che
sicuramente ucciderà me e i miei amici?-
-Potrei anche risparmiare le vostre
vite, se tu creassi la sfera-
-Resta il fatto che io non ne sono
in grado-
-Certo che lo sei. Sei una
sacerdotessa molto potente, sei stata la protettrice della sfera e...sei una dea
immortale anche tu-
-Come fai a saperlo?- le chiese
stupita Kagome
-Tra dee ci si riconosce- le
rispose ironica Tsuki
-Eppure tu non mi sembri proprio
una dea- replicò seria la ragazza –Per quanto ne so, le dee sono creature
generose e buone, che non sanno nemmeno cosa sia la crudeltà e l’ambizione.
Inoltre...c’è qualcosa di strano in te...-
-Cosa intendi dire?- le chiese
l’altra con un sibilo
-In te percepisco due entità
differenti, come se il tuo corpo ospitasse due anime. Questo mi porta a pensare
che tu non sia la vera Tsuki-
-Ah sì? E chi sarei allora?-
-Non so esattamente quale sia la
tua vera identità, ma credo tu sia un demone che ha preso possesso del corpo
della dea della luna per rubarne i poteri. Ma questi non ti bastano ancora e
così ora vuoi aumentarli utilizzando la sfera-
-Molto bene. Devo dire che sei più
sveglia di quanto mi aspettassi, ragazzina- si complimentò con un ghigno la
finta Tsuki –In realtà il mio nome è Rikosyugi-
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 - Konnan ***
CAPITOLO 8: KONNAN (Difficoltà)
-Ora che sai la verità, muoviti,
crea la sfera per me!- le intimò Rikosyugi
-Mi dispiace, ma se sapessi come
fare, non accetterei mai!- replicò decisa Kagome –La sfera è un oggetto che può
donare immensi poteri ed è in grado di esaudire qualsiasi desiderio, non posso
permettere che un essere malvagio come te ne venga in possesso-
Il viso della falsa Tsuki si
deformò in un ghigno che non prometteva nulla di buono.
-Bene, vedremo se quando arriverà
il tuo hanyou sarai dello stesso parere...-
-Che cosa vuoi dire?-
Ma prima che la domanda di Kagome
ottenesse risposta, si sentì un forte boato e la parete sinistra della stanza fu
ridotta ad un cumulo di macerie. Dalla polvere sollevata dal crollo emerse
Inuyasha, seguito subito dopo da Miroku e Sesshomaru.
-Inuyasha!- esclamò sollevata
Kagome
-Kagome, stai bene?- le chiese il
mezzo demone avvicinandolesi
-Sì, sto bene, non preoccuparti- lo
rassicurò lei
-Bene, visto che Kagome non è
ferita, ti concederò una morte breve e indolore!- fece l’hanyou all’indirizzo di
quella che credeva essere Tsuki, facendo per lanciarlesi contro
-Aspetta, Inuyasha!- lo fermò
Kagome afferrandolo per un braccio
-Che c’è? E adesso perchè mi
fermi?- Inuyasha si voltò seccato verso di lei
-Perché non puoi ucciderla, quella
in realtà non è la dea della luna-
-Che cosa intendi dire?-
-Voglio dire che un demone si è
impossessato del suo corpo e dei suoi poteri. Il suo nome è Rikosyugi-
-E allora cosa dobbiamo
fare?-
-Non possiamo ucciderlo, altrimenti
con lui scomparirà anche la vera Tsuki che si trova dentro di lui- intervenne in
quel momento Miroku –Dobbiamo trovare il modo di separare le loro due entità-
-Il tuo amico ha ragione, Inuyasha-
disse Rikosyugi –Ma non credo che riuscirete così facilmente nel vostro intento-
si voltò poi verso Sesshomaru –Ma bene, vedo che qui c’è anche il potente
signore dell’Ovest...A cosa devo l’onore, Sesshomaru?-
-Tsk. Tra poco non avrai più molta
voglia di fare lo spiritoso- replicò gelido lo youkai
-Questo lo vedremo presto. Kurai,
occupati di lui-
-Con piacere- rispose il demone
dell’oscurità
Si diresse lentamente verso
Sesshomaru, estraendo la sua arma, una lunga katana dalla lama completamente
nera.
-La tua fama ti precede, potente
signore dell’Ovest. Sarà un onore per me ammazzarti-
-Devi solo provarci-
I due demoni incrociarono le spade,
ingaggiando una lotta all’ultimo sangue.
Soddisfatto di come stavano
procedendo le cose, Rikosyugi si rivolse nuovamente a Kagome.
-Bene, ora ti darò un buon motivo
per accettare la mia proposta...- le disse
-Quale proposta?- chiese Miroku
-Vuole che io crei per lui un’altra
sfera dei quattro spiriti- rispose la ragazza
In quel momento Rikosyugi chiuse
gli occhi e iniziò a mormorare qualche parola in una lingua incomprensibile.
Improvvisamente, Inuyasha sentì le proprie forze venire meno, la stessa identica
sensazione di quando si trasformava in umano nelle notti di luna nuova...
-Ma che diavolo...?!- esclamò
sorpreso
Preoccupata, Kagome si voltò verso
di lui e si accorse che l’hanyou si stava trasformando: i suoi capelli stavano
diventando neri e i suoi occhi viola.
-Cosa mi hai fatto? Perchè sono
diventato umano?- chiese un infuriato Inuyasha in direzione di Rikosyugi
-Come ho detto prima alla tua
donna, io posseggo i poteri di Tsuki, dea della luna, e, poiché sono a
conoscenza che nelle notti di Shingetsu ti trasformi in un essere umano, ho
voluto dartene una piccola dimostrazione. In questo modo non mi creerai alcun
problema-
-Come diavolo fai a saperlo?
Nessuno, tranne i miei amici, lo sa-
-Semplice, mezzo demone, vi ho
fatto spiare da Kurai. Da tempo cercavo il luogo dove viveva la sacerdotessa
protettrice della sfera e voi siete stati così gentili da condurla qui di vostra
iniziativa, senza che io dovessi scomodare i miei demoni per rapirla-
-E le altre sacerdotesse? Che cosa
c’entrano in tutto questo?- intervenne Miroku
-Ho pensato che, utilizzando i loro
poteri spirituali, avrei potuto rendere la sfera ancora più potente-
-In ogni caso, è stato tutto
inutile. Io non creerò mai la sfera per te!- esclamò Kagome
-Sei ostinata, ragazzine. Bene,
vediamo se questo ti farà cambiare idea-
Con un gesto della mano, Rikosyugi
scagliò un fendente di luce in direzione di Inuyasha, che, essendo anche da umano molto agile e forte,
riuscì a schivarlo. Tuttavia, a quello ne seguirono altri, che il ragazzo non
riuscì ad evitare completamente, rimanendo così ferito. Stremato e sanguinante,
cadde in ginocchio con un gemito di dolore.
-Inuyasha!- Kagome corse da lui
-Questa non ci voleva!- fece Miroku
raggiungendola –Ora che Inuyasha è umano, le ferite infertegli nella precedente
battaglia con i demoni di Rikosyugi potrebbero essergli
fatali...-
Kagome lo guardò sbarrando gli
occhi dalla disperazione.
-Non diciamo sciocchezze!- replicò
Inuyasha con un filo di voce –Non morirò certo per questi graffietti!- cercò di
alzarsi, ma le gambe non lo ressero e ricadde in ginocchio
-Inuyasha, ti prego, non sforzarti-
lo supplicò Kagome
-Allora, sacerdotessa, ti sei
decisa?- intervenne Rikosyugi
La ragazza spostò lo sguardo da lui
ad Inuyasha, incerta su cosa fare. Alla fine, parve prendere una decisione.
Chiuse gli occhi, unì i palmi delle mani e si concentrò. “Ti prego, fa che
funzioni...” pensò “Devo riuscirci...” Qualche istante dopo, una luce rosata
fuoriuscì dal suo corpo e andò ad avvolgere l’hanyou, formando una barriera
intorno a lui.
-Ma che succede?!- esclamò questo
sorpreso –Kagome, cosa vuoi fare?-
-Combatterò contro Rikosyugi-
rispose lei aprendo gli occhi e puntando lo sguardo con decisione sulla falsa
Tsuki –Come ti ho già detto, non creerò per te un’altra sfera dei quattro
spiriti, ma non ti permetterò nemmeno di fare del male ad Inuyasha-
-Ma sei impazzita?!- Inuyasha cercò
di uscire dalla barriera ma non ne fu capace –Kagome, non puoi combattere da
sola! Fammi uscire di qui!-
-No, Inuyasha. Sono una
sacerdotessa e una dea immortale, devo imparare a cavarmela da sola- la ragazza
lo guardò con amore –Lo faccio anche per te...per noi-
Inuyasha la guardò sorpreso, poi il
suo sguardo si addolcì.
-D’accordo, Kagome. Ho fiducia in
te- le disse
Lei lo ricambiò con un magnifico
sorriso.
-Devo dire che ne hai di fegato,
ragazzina- fece Rikosyugi ironico –Ma questo tuo coraggio ti porterà solo alla
morte-
-Questo lo vedremo- rispose Kagome
con fare sicuro –Miroku, ho bisogno del suo aiuto- disse a bassa voce rivolta al
monaco –Dobbiamo riuscire a dividere l’entità di Rikosyugi da quella di Tsuki-
-Va bene, divina Kagome. Contate su
di me- le rispose Miroku
I due si posizionarono fianco a
fianco e si concentrarono. La lotta stava per iniziare...
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 - Syoototu ***
CAPITOLO 9: SYOOTOTU
(Scontro)
Era la prima volta, in tutta la sua
vita, che in uno scontro Inuyasha aveva il semplice ruolo di spettatore. Quando
si trattava di combattere, lui era sempre stato in prima fila, pronto a dare
tutto se stesso per sopravvivere e per proteggere ciò che gli era caro. Mai si
sarebbe aspettato che, un giorno, avrebbe dovuto rimanere a guardare mentre la
donna che amava, la persona per cui avrebbe sacrificato anche la propria vita,
lottava per lui. Certo, era già capitato che, durante le notti di luna nuova, i
suoi amici dovessero uscire a combattere contro un demone mentre se ne stava
nascosto. Ma alla fine, stanco di quel senso di impotenza, Inuyasha si era
sempre unito alla lotta, nonostante la sua natura umana.
E sicuramente lo avrebbe fatto
anche in quel momento, se non ci fosse stata quella barriera a fermarlo. Quello
che aveva detto prima era vero, si fidava di Kagome e dei suoi poteri, ma questo
non gli impediva di avere paura. Paura di perderla. Paura di dover restare a
guardare mentre la persona più importante della sua vita soccombeva sotto i suoi
occhi. Altro che paura, quello era terrore puro! Un sentimento che mai Inuyasha
aveva provato prima di innamorarsi di Kagome. Stringendo i pugni dalla rabbia,
maledisse per l’ennesima volta la sua debolezza umana e quel senso di impotenza
che sperimentava ogniqualvolta i suoi poteri demoniaci lo abbandonavano.
Nel frattempo, lo scontro tra
Sesshomaru e Kurai continuava. Il demone dell’oscurità si era ben presto reso
conto della potenza del suo avversario e aveva deciso di far ricorso alla sua
capacità di mimetizzarsi per coglierlo di sorpresa. Sesshomaru, lanciatosi
all’attacco, si fermò di botto, non aspettandosi una mossa del genere dal suo
avversario. Tuttavia, ci voleva ben altro per mettere in difficoltà il potente
signore dell’Ovest. Chiuse gli occhi e si concentrò per avvertire ogni minimo
spostamento d’aria, in modo da percepire la presenza di Kurai. Pochi istanti
dopo, li riaprì e lanciò un fendente con la sua Tokijin alla sua destra. Il
demone dell’oscurità riapparve proprio in quel punto, il braccio sinistro
sanguinante.
-I tuoi trucchetti non funzionano
con me- disse gelido Sesshomaru
-Già, me ne sono accorto- rispose
ironico Kurai –Ma non credere per questo di aver vinto-
Detto questo, si lanciò verso il
suo avversario tenendo fermamente la sua katana nella mano destra. Il signore
dell’Ovest parò il suo attacco senza muoversi di un millimetro dalla sua
posizione, sicuro della sua superiorità.
In effetti, ben presto, oltre a
quella sul braccio sinistro, Kurai presentava numerose altre ferite, mentre
Sesshomaru non aveva nemmeno un graffio. Senza esitare, scagliò verso il suo
avversario un ultimo fendente di luce, il colpo finale...
-Miroku, quando te lo dirò io,
scaglia uno dei tuoi amuleti magici verso Rikosyugi- disse Kagome al monaco
mentre si preparavano alla battaglia
-Va bene- rispose Miroku
La ragazza chiuse gli occhi e si
concentrò, cercando nella sua mente e nel suo cuore il sortilegio di cui aveva
bisogno. Prima di partire aveva chiesto alla somma Kaede il motivo per cui non
le aveva mai insegnato nessuna formula magica per combattere i demoni, ma
l’anziana miko le aveva risposto che le persone con poteri spirituali, e in
particolar modo lei, che aveva dentro di se la forza dei quattro spiriti, non
avevano bisogno di imparare nulla, poiché tutto ciò che serviva per sconfiggere
un demone o altro si trovava già dentro di loro. Il tutto stava nel controllare
i propri poteri e nel trovare dentro di se il modo giusto per sconfiggere un
nemico. Kagome sperava con tutto il cuore di essere in grado di farlo. Doveva
riuscirci. Perchè da lei dipendeva la vita di Inuyasha, il suo compagno e il
padre del bambino che cresceva nel suo grembo.
All’improvviso, nella mente di
Kagome, iniziarono a formarsi delle parole, frasi in una lingua antica e di cui
tuttavia, anche se non sapeva come, conosceva il significato. Iniziò a recitarle
e, pochi secondi dopo, una luce azzurrina cominciò a scaturire dalle mani unite
della ragazza per dirigersi poi verso Rikosyugi. Il demone dalle sembianze di
Tsuki fu avvolto da quel misterioso alone.
-Ma che sta succedendo?- esclamò
questo –I miei poteri si stanno indebolendo!-
La falsa dea della luna tentò di
resistere al sortilegio con tutte le sue forze, ma sembrava in seria difficoltà.
In quel momento, Kagome aprì gli occhi di scatto.
-Ora, Miroku!- gridò in direzione
del monaco
Questi lanciò uno dei suoi amuleti
magici puntando al petto di Rikosyugi, ma il demone, utilizzando le ultime forze
rimastegli, lo schivò e lanciò un fendente di luce in direzione della ragazza.
-Kagome, attenta!- fece Inuyasha
spaventato
Ma Kagome, senza mostrare il minimo
segno di paura, non si mosse e aspettò l’arrivo del colpo, che, invece di
colpirla, si scontrò con la barriera che lei aveva eretto in sua difesa. In
quello stesso istante, alcuni serpenti di luce arrivarono dalla sua sinistra e
andarono a imprigionare le braccia, le gambe e il corpo di Rikosyugi. Erano
stati lanciati da Sesshomaru, che, dopo aver sconfitto Kurai, si era avvicinato
al luogo dello scontro tra la donna di suo fratello e il demone. Non che avesse
voluto aiutare gli amici di Inuyasha, ma quella storia stava iniziando a
stancarlo e voleva farla finita una volta per tutte.
-Ora finalmente te ne starai un po’
fermo- disse in direzione di Rikosyugi –E voi due, cercate di sbrigarvi. Vorrei
andarmene da questo posto- fece poi rivolto a Kagome e Miroku
Abituati ai suoi modi freddi e
sgarbati, i due non si scomposero e ripresero da dove si erano interrotti. La
ragazza intonò nuovamente la formula magica e, al suo segnale, il monaco lanciò
un altro dei suoi amuleti magici. Questa volta il talismano di carta andò a
colpire il petto dell’avversario, da cui scaturì una forte luce. Qualche secondo
dopo, dal suo corpo fuoriuscì una figura: il vero aspetto di Rikosyugi, un
enorme demone dalle sembianze di un rettile.
-Maledetta ragazzina! Me la
pagherai!- gridò infuriato in direzione di Kagome
Ma un fendente di Tokijin lo fece
tacere per sempre e il demone fu spazzato via in men che non si dica. Kagome
tirò un sospiro di sollievo. Per fortuna era andato tutto bene, ce l’aveva
fatta.
-Siete stata bravissima, divina
Kagome- si complimentò Miroku al suo fianco
-Ti ringrazio, ma senza il tuo
aiuto non ce l’avrei fatta- gli rispose lei con un sorriso
-Ehi, voi due, se avete finito di
chiacchierare, vi dispiacerebbe farmi uscire da qui?!- esclamò irritato Inuyasha
Con un gesto della mano, Kagome
fece scomparire la barriera che lo proteggeva. L’hanyou mosse un paio di passi
nella sua direzione, tuttavia, a causa della debolezza e della perdita di
sangue, fu incapace di proseguire e cadde in ginocchio.
-Inuyasha!- spaventata, Kagome
corse al suo fianco –Dobbiamo portarti subito via di qui!-
-Non è necessario- intervenne una
voce femminile
I due si voltarono e videro Tsuki,
la vera Tsuki, in piedi vicino a loro. La dea della luna stese le proprie mani
sopra la testa di Inuyasha e, pochi istanti dopo, questi era ritornato nella sua
forma di mezzo demone. Tornato in possesso della sua forza, l’hanyou si sentì
subito meglio e poté alzarsi.
-Vi ringrazio per quello che avete
fatto per me- disse loro Tsuki –Mi avete liberato dal demone che si era
impossessato del mio corpo-
-Feh! Quella che devi ringraziare è
Kagome. È lei che ha fatto tutto il lavoro- le rispose Inuyasha
-Hai ragione, Inuyasha...È così che
ti chiami, vero? Ma anche tu hai rischiato la tua vita e, se me lo permetti,
vorrei ricambiare-
-Ricambiare? E in che modo?- chiese
perplessa Kagome
-Esaudendo un desiderio che
entrambi sognate- rispose Tsuki con un sorriso
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 - Mirai ***
CAPITOLO 10: MIRAI (Futuro)
-Un desiderio che entrambi
sogniamo? Ma che vuol dire?- fece Inuyasha perplesso
-Vedete, mentre Rikosyugi era in
possesso del mio corpo, io ero cosciente di tutto quello che succedeva intorno a
me e ho visto come ti sentivi mentre eri un essere umano, ho percepito il tuo
senso di impotenza nel non poter aiutare la tua compagna e la tua rabbia per la
mancanza dei tuoi poteri demoniaci...- gli disse Tsuki
-E allora?- replicò il mezzo demone
con tono brusco, un po’ imbarazzato per come la dea della luna gli aveva letto
dentro come un libro aperto
-Potendo controllare la luna, le
sue fasi e tutto ciò che la riguarda, posso far scomparire l’effetto che la luna
nuova ha sul tuo corpo-
-Vuole dire che in questo modo
Inuyasha non si trasformerà più in un essere umano?- intervenne Kagome
-Esattamente. Allora, accettare
questo mio dono?-
-Feh! Sono domande da fare? Certo
che accettiamo!- esclamò l’hanyou
La dea della luna sorrise, poi
chiuse gli occhi e stese le mani sopra la testa di Inuyasha, come aveva fatto
prima per farlo tornare un mezzo demone, e si concentrò. Subito dopo, un fascio
di luce di un intenso colore blu fuoriuscì dalle sue mani e si divise in due
flussi: uno andò ad avvolgere Inuyasha, mentre l’altro si diresse verso il
grembo di Kagome. Alcuni minuti dopo, il rituale ebbe fine.
-Già fatto?- chiese il mezzo demone
-Sì. Per me è un procedimento molto
semplice da compiere- gli rispose Tsuki
-Ma per quale motivo il tuo fascio
di luce si è diretto anche verso Kagome? Cosa significa tutto ciò?- fece
perplesso Inuyasha
-Questa è una cosa che dovrà
spiegarti lei- la dea della luna sorrise alla ragazza
Kagome arrossì, capendo che Tsuki
si era accorta che aspettava un bambino e aveva annullato l’effetto della luna
nuova anche su di lui. L’hanyou la guardò con curiosità.
-Ehm...Ne parleremo più tardi,
Inuyasha- gli disse impacciata –Ora che ne diresti di tornarcene a casa?-
-Ottima idea- intervenne in quel
momento la voce di Miroku –Sango si starà preoccupando per noi-
-Aspettate! Dobbiamo prima liberare
le sacerdotesse rapite!- li fermò Kagome
-Non preoccupatevi, ci penserò io.
Rikosyugi le ha rinchiuse in una baracca nel lato est del palazzo- li
tranquillizzò Tsuki
-La ringrazio, divina Tsuki- fece
Miroku con un piccolo inchino
-E Sesshomaru che fine ha fatto?-
chiese in quel momento il mezzo demone guardandosi intorno
-Se n’è andato- gli rispose il
monaco –Ha borbottato qualcosa sul fatto che queste sciocchezze da mezzi demoni
non gli interessavano minimamente e ha girato i tacchi-
-Tsk! Tipico da parte sua!- fece
sprezzante Inuyasha –Forza, andiamocene anche noi-
Dopo aver salutato Tsuki, i tre
ridiscesero il monte Hosi e raggiunsero il punto in cui Sango li stava
aspettando. Felice di vederli tutti sani e salvi, la sterminatrice saltò al
collo di suo marito e, mentre si incamminavano verso il villaggio di Kaede,
questi le raccontò tutto quello che era successo alla dimora della dea della
luna. Felici che anche quella volta tutto si fosse risolto per il meglio,
Inuyasha e Kagome rimasero un po’ indietro, camminando tranquillamente mano
nella mano e godendosi la luce dorata del sole al tramonto che si infiltrava tra
le fronde degli alberi dal cielo ormai sgombro dall’aura demoniaca di Rikosyugi.
-Inuyasha?-
-Mmh?-
-Sei sicuro di stare bene? Le
ferite non ti fanno male?- gli chiese Kagome un po’ preoccupata
-Non preoccuparti, sto benissimo.
Le ferite sono già in via di guarigione- rispose Inuyasha -Piuttosto... Che ne
dici di organizzare una piccola festa questa sera?-
-Per festeggiare la sconfitta di
Rikosyugi, intendi?-
-Beh, sì, anche. Ma soprattutto per
festeggiare il tuo compleanno...-
-Hai ragione! Con tutta questa
storia mi ero quasi dimenticata del mio compleanno!-
-E poi, se non sbaglio, devo ancora
darti il mio regalo...- le disse Inuyasha guardandola con dolcezza
-È vero- gli sorrise Kagome “Anche
se, a dire la verità, sono io quella che ha una sorpresa per te” pensò poi tra
se e se posandosi una mano sulla pancia
Era una serena notte autunnale,
spirava una lieve brezza che faceva ondulare le fronde degli alberi e l’erba
alta. Il cielo era completamente sereno e le stelle erano luminose e ben
visibili.
Appoggiato alla parete della
capanna della vecchia Kaede, Inuyasha guardava divertito la sua Kagome
chiacchierare con Sango, osservando la sua espressione felice ed eccitata per la
bellissima festa che i suoi amici e gli abitanti del villaggio le avevano
organizzato e per i regali che le avevano fatto. Poi, la sterminatrice si staccò
dall’amica per raggiungere Miroku, mentre Kagome si avvicinava a Inuyasha.
-Oh, Inuyasha, sono così felice!-
esclamò la ragazza –Non immaginavo che gli abitanti del villaggio mi avrebbero
fatto così tanti regali!-
-Beh, ora tu sei la loro
sacerdotessa. Credo che ti ci dovrai abituare- rispose l’hanyou
-Però, se non sbaglio, c’è ancora
un regalo che non ho ricevuto...- Kagome lo guardò maliziosa e con un sorriso
birichino
-Stavo solo aspettando che avessi
un momento per me. Vieni- Inuyasha la prese per mano e la condusse ad uno
spiazzo erboso, poco distante dalla capanna di Kaede
A qualche metro di distanza, si
poteva scorgere anche l’abitazione di Sango, Miroku e Kohaku.
-Allora, cosa ne dici?- le chiese
il mezzo demone fermandosi
-Di cosa?- rispose lei perplessa
guardandosi intorno –Scusami, ma non capisco...-
-Del posto che ho scelto per
costruire la nostra casa- le disse Inuyasha guardandola serio
Kagome si voltò verso di lui
sgranando gli occhi per la sorpresa.
-La nostra...casa?- balbettò
emozionata
Il mezzo demone le si avvicinò di
qualche passo.
-È una cosa a cui stavo pensando
già da un po’...Oramai vivi la maggior parte del tempo da questa parte, hai
accettato di essere la sacerdotessa del villaggio e, cosa più importante, sei la
mia compagna. Per tutti questi motivi, credo sia il momento di avere una casa
tutta nostra...-
Sentendo quelle parole, Kagome non
seppe più trattenere le lacrime.
-Oh, Inuyasha...- emozionata, gli
buttò le braccia al collo –Io...non so cosa dire...È sicuramente il più bel
regalo che avresti potuto farmi!-
-E non è ancora finita...- le disse
lui con un sorriso sfiorandole le labbra con le proprie
Poi, da sotto il suo kariginou,
tirò fuori un sottile cordoncino, a cui era attaccata una lucente pietra bianca
a forma di goccia.
-Questa collana era di mia madre,
me l’ha data prima di morire, dicendomi che un giorno avrei trovato una persona speciale, che mi avrebbe
amato per quello che ero. Mi disse che avrei dovuto donarla a quella persona e
proteggerla per tutta la vita- Inuyasha le accarezzò dolcemente il viso –Prima
di incontrare te non credevo che avrei mai trovato una persona del genere, non
credevo nell’amore... Pensavo che gli umani fossero esseri crudeli, incapaci di
accettare quelli che erano diversi da loro e spinti ad agire unicamente dalla
bramosia. Ma poi sei arrivata tu...E hai stravolto il mio mondo, facendomi
innamorare di te. E oggi hai persino combattuto per salvarmi la vita! Nessuno
aveva mai fatto una cosa del genere per me...E per questo voglio ringraziarti-
l’hanyou le mise la collana attorno al collo
-Ma...Inuyasha, io...non posso
accettare...- balbettò Kagome commossa
-Io voglio che tu l’accetti,
Kagome. Sei la mia compagna e voglio che tu lo sia per tutta la vita-
Lei gli sorrise, radiosa.
-Ti ringrazio, Inuyasha-
I due si scambiarono un lungo e
profondo bacio.
Poco dopo, mentre erano sdraiati
sull’erba a guardare le stelle, Kagome ruppe il silenzio che si era venuto a
creare.
-Allora, sei contento del fatto che
non ti trasformerai più in un essere umano?- gli chiese
-Molto contento- rispose Inuyasha
–Lo sai, non ho nulla contro gli esseri umani, ma quello che ho provato oggi,
mentre me ne stavo lì, impotente, a guardarti combattere per me...Non voglio
provarlo mai più- chinò la testa per poter guardare negli occhi Kagome, stretta
al suo petto –Per quanto tu ora sia molto potente, voglio essere io a
proteggerti. È una promessa che ho fatto a me stesso molto tempo fa-
-Lo so, però sono contenta di
essere riuscita a controllare con sicurezza i miei poteri- rispose lei –In
questo modo, in futuro, potrai preoccuparti un po’ meno di me...Anzi, di noi-
concluse con un sussurro
-Hai ragione, sei stata bravissima
oggi. Ma, del resto, ero sicuro che ce l’avresti fatta...- Inuyasha si
interruppe, registrando solo in quel momento le sue parole –Aspetta...Che
significa quel “noi”?- chiese perplesso
-Ecco...C’è una cosa che dovrei
dirti...- iniziò impacciata Kagome –Ti ricordi quando hai chiesto alla dea Tsuki
per quale motivo una parte del suo potere si era diretta verso di me e lei ti ha
detto che la risposta avrei dovuto dartela io?-
-Sì. E allora?- l’hanyou continuava
a non capire
-Vedi...il motivo è...che aspetto
un bambino-
Kagome alzò lo sguardo per studiare
la reazione del mezzo demone. Lo sentì sussultare e lo vide sgranare gli occhi
dalla sorpresa.
-Vuoi dire che...sto per diventare
padre?- balbettò Inuyasha
-Proprio così. Lo so che è una cosa
inaspettata, che in fondo stiamo insieme solo da qualche mese, però è successo
e...-
-Kagome...- lui cercò di fermare
quel fiume di parole
-Ti capisco se sei spaventato...-
continuò lei imperterrita
-Kagome...- tentò Inuyasha di nuovo
-Anch’io sono molto spaventata...-
-Kagome!- stavolta fu quasi un urlo
Comunque, ebbe l’effetto sperato,
perchè Kagome si zittì.
-È vero, è una cosa inaspettata. Ed
è vero anche che sono un po’ spaventato...Anzi, un po’ tanto a dire la
verità...- vedendo che lei stava per replicare, il mezzo demone le poggiò un
dito sulle labbra per farla tacere –Però...è anche la notizia più bella che
potessi darmi- concluse con un sorriso
-Dici davvero?- gli chiese Kagome
titubante
-Assolutamente- le confermò lui
-Oh, Inuyasha!- Kagome lo abbracciò
felice –Ti amo così tanto!-
-Anch’io ti amo. E sento di amare
già anche il bambino che porti in grembo- le disse Inuyasha prima di chinarsi a
baciarla
THE END
Un grazie speciale a: Elychan, MarySaeba92,
Sania, Sushi_chan, lucy6 e Resha91 per i loro commenti e un grazie
enorme anche a chi ha semplicemente letto la mia storia!! Un bacione,
Lynn12
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