I sette sorrisi di Ichigo

di Serenity Moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno quando ride veramente ***
Capitolo 2: *** Uno quando è nervosa ***
Capitolo 3: *** Uno quando è in imbarazzo ***
Capitolo 4: *** Uno quando parla con gli amici ***
Capitolo 5: *** Uno semplicemente per educazione ***
Capitolo 6: *** Uno quando si prende in giro ***
Capitolo 7: *** E uno, il più bello di tutti, quando parla dell'uomo che ama ***



Capitolo 1
*** Uno quando ride veramente ***


Rullo di tamburi... Ed eccomi qui!!! Finalmente la vostra Serenity è tornata. Un nuovo progetto, una nuova long fic sui nostri personaggi preferiti che vi terrà compagnia per un po', contenti? :D

Ringrazio anticipatamente quanti leggeranno, recensiranno e mi degneranno della loro attenzione e tutti coloro che mi hanno aspettata in questa fase di One Shot.

Come sempre vi ricordo la mia pagina ufficiale su facebook, vi aspetto lì.

Appena possibile riceverete le risposte a 'Un desiderio per Shirogane-kun'. Vi lascio, buona lettura!

A presto. Baci, bacini, bacetti, vostra Serenity

 

 

I sette sorrisi di Ichigo

 

 

Ogni donna ha sette sorrisi. I suoi erano tutti splendidi.

 

Uno quando ride veramente

 

 

Mi innamorai di lei quando la vidi ridere per la prima volta.

Non la conoscevo ancora, non bene perlomeno, non come ci si aspetta da qualcuno che ti provoca il batticuore e ti fa sudare le mani senza alcun motivo apparente.

Mi era piaciuta sin dal primo momento in cui l'avevo vista in quel lontano pomeriggio di marzo in cui sono prepotentemente entrato a far parte della sua vita.

«Sei più pesante di quanto pensassi».

Le prime parole che le ho rivolto. E chi se le dimentica più? Sono sicuro che non mi abbia schiaffeggiato solo perché ha creduto che fossi pazzo. Chi poteva darle torto dopotutto? Uno sconosciuto balza fuori dal nulla mentre un topo gigante geneticamente modificato da una razza aliena sta cercando di farti secca e ti ordina di trasformarti in un'arma vivente e distruggerlo. Io stesso mi sarei dato del folle. E l'ho fatto.

Intanto ci siamo conosciuti così, in maniera molto concitata e la prima cosa che ho fatto, ancora prima di insultarla, è stato prenderla fra le braccia e portarla in salvo mentre mi accorgevo di quanto buono fosse il suo profumo. Fragola, di nome e di fatto.

Ricordo che all'inizio, quando la portai al locale, dopo la battaglia, pensai che fosse solo una bambina viziata dai modi alquanto maleducati. Però qualcosa già allora mi si mosse dentro.

Fu come un pugno nello stomaco. Sì, un pugno ben assestato che in un primo momento mi lasciò senza fiato per la sorpresa. Non ci volle molto però per riprendermi. Ero ben addestrato a resistere a certi attacchi, figuriamoci se sarei mai crollato di fronte ad un'insignificante ragazzina tanto infantile e che andava in giro addirittura con delle codine. Ma va!

Successe qualche settimana dopo.

Avevamo trascorso i primi giorni da soli, io, lei e Keiichirou ed ogni cosa, anche la più banale, per noi era un pretesto per litigare. Non stava mai zitta. Aveva sempre qualcosa da ridire, un motivo per cui lamentarsi.

'E il lavoro è troppo pesante', 'e le battaglie sono difficili', 'e perché devo essere io a combattere', 'e lo stipendio è una miseria'.

E basta!

Stava esagerando, rischiando per di più di superare i miei limiti di sopportazione. Mi trattenni solo grazie all'aiuto di Keiichirou.

Quando si aggiunse l'altra ragazza, Minto, le cose migliorarono, ma raggiungemmo il massimo senz'altro con l'arrivo di Retasu, imbranata cronica ma dal buon cuore. Finalmente Ichigo trovò qualcuno con cui dividere le sue pene e mi lasciò un po' in pace. Iniziava a mancarmi però.

Era un pomeriggio come tanti. Il locale strapieno come ormai d'abitudine di clienti che chiacchieravano in attesa di essere serviti.

Minto sorseggiava il suo tè ad un tavolo in disparte come se la scena non la riguardasse, Keiichirou spiattellava in cucina, orgoglioso della buona riuscita dei nostri progetti.

Era molto ottimista, lo era sempre stato. Avevo deciso di cominciare tutto soprattutto grazie al suo instancabile entusiasmo. Se non fosse stato per lui forse non sarei mai nemmeno arrivato in Giappone e sarei ancora a fissare incredulo le ceneri dei miei genitori.

Sembrava tutto normale, poi d'un tratto, inaspettatamente, la sentii.

Fu come se tutti gli altri suoni si fossero affievoliti così che quell'unico tintinnare gioioso risaltasse di più, padrone incontrastato dello spazio.

Una risata.

Bella, come mai ne avevo sentite in vita mia.

Mi affacciai dalla cucina per controllare da dove provenisse ed i miei sospetti presero forma.

Era Ichigo a ridere.

Stava ferma con Retasu, seminascoste in un angolo per non farsi notare, in attesa di qualcosa da fare e ridevano. Ma mentre la risata di Retasu era insipida, sciocca, indifferente, quella di Ichigo era come un arcobaleno di colori che si propagava per la stanza e travolgeva tutto e tutti indistintamente, senza freni.

Chissà di cosa ridevano, mi venne da pensare, ma non lo seppi mai.

Ascoltai invece quella risata dolce, piena, come di mille campanelli che danzavano allegri, trasportati dal vento in una notte stellata.

La ascoltai e me ne ubriacai. La feci mia e mentre osservavo Ichigo chiudere gli occhi ed asciugarsi una lacrima sfuggita al suo controllo con le dita affusolate, il pugno allo stomaco esplose, dividendosi in centinaia di migliaia di minuscole scintille dorate che subito presero a svolazzare indifferenti ai segnali di divieto che in teoria avrebbero dovuto addirittura impedirne la creazione.

Le farfalle si impossessarono di me. Chiusi gli occhi e trattenni il respiro. Magari senza aria sarebbero morte.

«Ichigo, torna a lavoro!» la rimproverai. Lei sbuffò, mi fece una linguaccia dispettosa e prendendo Retasu per mano tornò in sala, ma il ricordo della sua risata rimbombava ancora nella mia testa, come musica in una discoteca e le farfalle continuavano a ballare a quel ritmo psichedelico.

Fu in quel momento, vedendola ridere, che ogni parte del mio essere si votò a lei.

Io mi innamorai di Ichigo. 

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Capitolo 2
*** Uno quando è nervosa ***


Trallallà, eccomi qua!

Come promesso il secondo capitolo è arrivato :)

Volevo fare ancora i migliori auguri di compleanno a Lady_Mon, che ormai è diventata una mia fedelissima. Scusa ancora per non aver potuto esaudire il tuo desiderio, ma spero di rifarmi un po' con il capitolo.

Come sempre vi invito a visitare la mia pagina su facebook. Come alcuni di voi hanno visto, da adesso in poi creerò degli eventi appositi per favi sapere quando aggiornerò.

Adesso vi lascio alla lettura. I ringraziamenti alla fine. S.

 

 

I sette sorrisi di Ichigo

 

 

Uno quando è nervosa

 

 

«Ryou questa volta non ammetto scuse! Va' da lei e chiediglielo!».

Non avevo mai sentito urlare il mio amico Keiichirou a quel modo, eppure non era arrabbiato. No, era disperato, esasperato, quasi in procinto di impazzire a causa della mia testa maledettamente dura e del mio orgoglio che mi impediva di fare la cosa più semplice del mondo: chiedere ad una ragazza di uscire.

Che ci voleva? Niente! Ma non se la ragazza in questione era Ichigo Momomiya ed io ero Ryou Shirogane, il suo scorbutico capo che non aspettava altro che il momento giusto per punzecchiarla divenendo così l'oggetto di tutto il suo odio. Non c'era niente di semplice in quella situazione e lui sembrava non capirlo.

«Abbassa la voce Kei, maledizione, o ci sentirà!» mi lamentai accorrendo per tappargli la bocca in qualche modo.

«Sarebbe anche ora!» mi rimbeccò lui e stavolta stetti in silenzio. Non aveva poi tutti i torti.

«Kei, tu proprio non capisci. Non ho speranze. Perché devi per forza mandarmi al macello?». Cercai di convincerlo che era un gioco da cui sarei solo potuto uscire sconfitto ma lui decise di non demordere, anzi continuò con la sua filippica. Perché non avevo tenuto la bocca chiusa e gli avevo raccontato di Ichigo?

«Tu non metterai il naso fuori da questo locale fino a quando non le avrai chiesto di uscire!» sentenziò infine lui, come un genitore che volesse punire il figlio disobbediente. Pensava che condannarmi al carcere mi avrebbe fatto cambiare idea? Si sbagliava di grosso. Ichigo non mi voleva, lo aveva dimostrato più di una volta ed io non avrei perso la faccia chiedendole di uscire quando già sapevo che mi avrebbe risposto un bel 'no'.

«Puoi scordartelo!». Ecco, avevo urlato anche io. Cavoli Ichigo, come diamine mi hai ridotto?

«S-scusate».

Come se si fosse sentita chiamare, una vocina timida ci interruppe e sia io che Keiichirou ci voltammo, sorpresi di vedere proprio lei davanti alla porta a doppio battente della cucina, con la divisa colorata e le mani strette sul grembo.

«Non volevo interrompervi scusate, ma io dovrei andare».

Keiichirou guardò prima l'orologio e poi lei e si aprì in un sorriso. Le si rivolse con una gentilezza che a volte gli invidiavo. Perché lui ci riusciva ed io no?

«Certo Ichigo cara, vai pure. Ci vediamo domani» le disse e lei, grata, gli lanciò un sorriso che mi fece traballare.

Aveva qualcosa di strano. Non era il solito sorriso di Ichigo. Non sapevo spiegarmelo. Fu Keiichirou a darmi la giusta chiave di interpretazione.

«Ehm, Ichigo, prima che tu vada però, Ryou avrebbe qualcosa da chiederti».

Mi voltai tanto lentamente da risultare agghiacciante e fulminai Keiichirou con lo sguardo. Brutto traditore!

Dalla parte opposta, Ichigo cominciò ad attorcigliarsi le dita. Si mordeva le labbra ed evitava accuratamente di poggiare i suoi begli occhi castani sui miei, quasi avesse qualcosa da nascondere e temesse di essere scoperta. C'era qualcosa che non quadrava.

«Sì, Shirogane-kun?» mi esortò con un sorriso tirato. Finalmente capii. Era nervosa! La osservai bene, cercando di capire il motivo della sua reazione che purtroppo mi restava ancora oscuro nonostante la stessi scandagliando come se avessi i raggi X al posto delle pupille.

Dovevo dire qualcosa, sapevo di doverlo fare ma non mi veniva nulla in mente, tranne che Keiichirou me l'avrebbe pagata, oh sì che lo avrebbe fatto.

Ichigo mi interrogò di nuovo con gli occhi ed in quell'esatto istante in cui i suoi incontrarono i miei, qualcosa dentro di me si ruppe, di nuovo. Le farfalle tornarono a svolazzare più forte che mai, provocandomi un uragano nello stomaco che aumentò a dismisura la sua potenza quando lei ritornò a sorridere in quel modo, incerto, dubbioso. Che avesse capito?

Di colpo abbassò lo sguardo, tornando a posarlo sulle piastrelle beige della cucina.

«Ichigo, vorr...». Ebbi un attimo di incertezza e codardo, tornai sui miei passi. Non avrebbe mai accettato. Il Ryou innamorato corse a nascondersi per lasciare il posto al Ryou scontroso che lei conosceva bene.

«Vorresti dirmi perché stai andando via a quest'ora? Manca ancora un pezzo alla fine del turno».

Sentii Keiichirou battersi violentemente un palmo sulla fronte e sbuffare spazientito. Ichigo riprese a tartassarsi le dita con fare colpevole. Poi si portò una mano alla nuca e le sue dita affondarono fra le ciocche rosse e morbide. Geloso, deglutii. Volevo essere io a perdermi fra quei capelli! Poi d'un tratto, ebbi un sospetto.

«Non devi mica vederti con quello lì, Ame... Ayo... Come si chiama... Va beh, hai capito!».

Ichigo sussultò.

«Ma cosa stai dicendo?» disse a voce alta, con una certa nota isterica che tentò di nascondere in una risata. Era stridula, poco convinta, ma mi piaceva lo stesso tantissimo. «Masaya Aoyama» puntualizzò, «non rientra nei miei interessi».

Chissà perché mi sapeva tanto di bugia.

«E allora cosa devi fare?» insistetti. In realtà lo sapevo bene. Keiichirou aveva provveduto a mettermi al corrente di tutto, ma volevo sentirlo dalle sue labbra. Fino a quando le avessi dato da parlare sarebbe rimasta lì ed io avrei potuto godere della sua presenza per qualche istante in più.

«I miei genitori partono per una vacanza e vorrei salutarli se non ti dispiace» disse con una smorfia, incrociando le braccia sul petto come a voler dire: 'prova a contrariarmi adesso'.

Scossi la testa e con un gesto della mano le feci cenno di andarsene, che per quel giorno era congedata, visto che la sua scusa mi aveva convinto. Per tutta risposta lei mi regalò una linguaccia e girò i tacchi contenta.

Mi voltai ad osservare Keiichirou che di rimando, mi fissava furioso. Gli feci l'occhiolino e con le mani dietro la nuca, varcai anche io la soglia della cucina e me ne andai in camera mia.

Una volta dentro, chiusi la porta e mi trovai costretto a fronteggiare il Ryou innamorato, corso a rifugiarsi fra quelle anguste quattro mura, in attesa di fare i conti con la mia codardia. Avevo sprecato un'occasione d'oro. Non ero sicuro che sarei stato in grado di perdonarmelo. Nonostante la facciata indifferente, la cosa mi dava molto fastidio.

Percorsi a grandi passi il pavimento della stanza, avanti e indietro, talmente tante volte che alla fine persi il conto, rimuginando su cosa era giusto fare e soprattutto se valesse davvero la pena restare con quel 'se' a martoriarmi il cervello.

Alla fine presi una decisione. Raggiunsi la porta e me la chiusi alle spalle con un sonoro tonfo.

 

Arrivai a casa giusto in tempo per trovare i miei genitori caricare gli ultimi bagagli sul taxi. Col fiatone, imboccai il vialetto di casa e solo sulla soglia mi fermai di botto. Mi chinai poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato e nel frattempo comparve mio padre. La mamma lo seguiva. Tra le mani stringeva un beauty-case e in testa, un grazioso cappellino le dava l'aria di una donna di gran classe. Posò un leggero bacio sulla labbra di papà e poi venne verso di me per abbracciarmi.

«Tesoro, mi raccomando, per qualunque cosa, chiamaci e noi torniamo subito, okay?».

«Sì, mamma, certo» le risposi senza neanche preoccuparmi tanto di nascondere il tono palesemente bugiardo. Erano anni che non si concedevano una vacanza, figuriamoci se li avrei mai costretti a tornare a casa.

Le strinsi le spalle qualche secondo, poi la lasciai andare per abbracciare papà.

«Ricordati le regole. Niente feste, niente sgarri alle solite abitudini e soprattutto...».

«Niente ragazzi!» completai insieme a lui. D'istinto sorridemmo. Dolce papà, geloso della sua bambina. Gli schioccai un sonoro bacio sulla guancia e mentre lui e la mamma salivano sul taxi, li salutai sventolando la mano. Sapevo già che durante quella settimana mi sarebbero mancati tantissimo. Li guardai allontanarsi e quando furono spariti dietro l'angolo, rientrai. Mi strofinai le braccia per scaldarmi un po' e poi andai in cucina alla ricerca di qualcosa per la cena. In frigorifero c'erano un paio di vaschette sigillate preparate dalla mamma previdente. Ne presi una a caso e la misi a scaldare nel microonde. Qualunque cosa fosse mi sarebbe piaciuta tantissimo. La mamma non mi avrebbe mai lasciato niente che non fosse stato di mio gradimento.

Mentre aspettavo il segnale del forno qualcuno suonò il campanello. Fissai per un po' la porta e prima che mi rendessi conto che dovevo aprire giunse un secondo trillo. Mi avviai lentamente e quando sbirciai dallo spioncino rimasi impietrita. C'era l'ultima persona che mi aspettavo di vedere.

 

«C-ciao».

Ichigo mi salutò balbettando, palesemente sorpresa di trovarmi dietro la sua porta. Dopotutto non potevo biasimarla. Ero sorpreso pure io!

«Ciao» ricambiai. «Posso entrare?».

Lei arrossì e distolse lo sguardo imbarazzata.

«Mi dispiace, non ho il permesso di fare entrare ragazzi in casa quando sono da sola» disse. Mi sembrò di cogliere un velo di vergogna fra quelle parole.

«Ma io non sono un ragazzo. Sono un uomo!» esclamai e lei si lasciò andare in una risata appena accennata, ma divertita. Forse ero sulla strada giusta.

Risi a mia volta per dimostrarle che anche io avevo senso dell'umorismo. In cuor mio la speranza di non fallire, di non essere rifiutato, si faceva ogni secondo più grande.

Ichigo venne fuori, accostando delicatamente la porta alle sue spalle e si sedette sul gradino dell'ingresso. Con la mano mi fece segno di imitarla e senza farmi tanto pregare, la raggiunsi.

«Come mai qui?» mi chiese curiosa.

«Oh, beh, niente di che. Passavo per queste zone...». Feci spallucce per sminuire il tutto.

Idiota, idiota e ancora idiota!

«Oh!».

Quella minuscola ed insignificante sillaba mi colpì come un pugno allo stomaco. 'Oh'. Che voleva dire? E quel tono deluso che l'accompagnava?

'Guardami, Ichigo, guardami e fammi capire cosa ti passa per la mente' supplicai fra me e me e come se lei mi avesse sentito, alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi favolosi nei miei. Sì, eccolo, c'era qualcosa, nascosto in un angolo. Una speranza. Molto simile a quella che anche io stavo soffocando.

Sospirai.

«Non è vero. Non passavo di qui per caso. Sono venuto apposta, per vederti e parlarti. Ichigo, io devo chiederti una cosa e se non lo faccio, rischio davvero di scoppiare». Confessai tutto d'un fiato per evitare di rimangiarmi il coraggio e, ancora una volta, fuggire.

Ichigo mi fissò sorpresa.

«Dimmi tutto» mi esortò col suo splendido candore di bambina. Com'era facile per lei, lì seduta ad ascoltare, quasi la questione non la riguardasse direttamente. Eppure da quello che mi avrebbe risposto dipendeva la mia intera vita, la nostra.

Deglutii forte prima di sparare la bomba.

«Ichigo, ti andrebbe di uscire con me?».

Evitai di guardarla, ma la sentii perfettamente irrigidirsi al mio fianco, colta di nuovo di sorpresa.

«Shirogane-kun, dici sul serio? Non mi stai prendendo in giro, vero?».

«Mai stato così sincero in vita mia» le garantii e per farle capire che poteva fidarsi, osai alzare gli occhi e guardarla, consapevole che non ero più in bilico sul ciglio di un burrone, ma che mi ero buttato a capofitto, con scarsissime probabilità di uscire vivo da un salto del genere.

«Okay».

Pronunciò quella parola in maniera così decisa, che quasi credetti stesse aspettando il mio invito da anni. Chissà, forse magari era davvero così. Forse tutti i miei pensieri pessimisti erano solo inutili ed infondate paranoie.

«Okay» ripetei e feci per alzarmi. Mi auguravo con tutto il cuore che le gambe riuscissero a sopportare il mio peso. Sarebbe stato troppo umiliante crollare come un sacco di patate vuoto proprio di fronte a lei.

«Quando?». Anche lei si mise in piedi e si portò le mani dietro la schiena.

Eh, sì, quando? La sua risposta mi aveva preso talmente alla sprovvista che non avevo pensato ad altro. Avevo già dato per scontato che rifiutasse. Adesso avevo un appuntamento da organizzare, anzi l'Appuntamento.

«Venerdì?» proposi. Avevo altri due giorni per poter mettere su un piano decente. Né troppi, né troppo pochi, o almeno, così mi augurai.

«Okay». Ichigo confermò nuovamente e mi regalò pure uno dei suoi sorrisi mozzafiato che tanto mi piacevano. Quella ragazza sarebbe stata la causa della mia morte, ne ero certo.

Mi congedai da lei augurandole una buona notte ed attesi finché non fu rientrata in casa, poi anche io mi diressi verso la mia, un po' più felice di quanto ero stato negli ultimi tempi. Molto di più di quanto mi aspettassi.

Ryanforever: ciaoooo! Grazie mille come sempre per essere tra le prime a leggere e a dirmi il suo parere. Che carina che sei! *_* Sì, hai detto bene. La fic sarà composta da sette capitoli, ognuno incentrato su un sorriso di Ichigo. Spero di descriverlo bene. Ti mando un bacio. Alla prossima e grazie ancora!

Lady_Mon: Monica, eccomi qui visto? Non troppo in ritardo dopotutto. Scusa per l'attesa, buona festa delle donne anche a te! Figurati, a me fa tantissimo piacere essere seguita con così tanto affetto. Siete proprio voi lettrici così accanite a farmi venir voglia di scrivere sempre qualcosa di nuovo. Grazie per i complimenti. Al prossimo capitolo. Un bacione!

Morgana_94: Benvenuta! Che bello, una nuova lettrice. Grazie per il complimento, spero davvero di non deluderti e che la fic ti piaccia. Un bacio, a presto!

Euterpe_12: Tesoro mioooooooooooooooo! Perdonami, mi sono persa di nuovo. Scusa :( Colpa dell'università, giuro, io non c'entro. Però ogni tanto trovo un momentino per tornare qui. Tu sei sempre gentilissima. Ogni volta mi riempi di così tanti complimenti che poi non so che dirti, se non grazie. Ti adoro! Spero davvero di essere all'altezza delle aspettative e che questa fic piaccia. Io mi impegnerò e come sempre sono sicura che tu mi starai vicino. A presto. Ti voglio un mondo di bene!

 

Un ringraziamento anche a chi ha inserito la fic tra le seguite e le preferite, cioè: Sophisticity, elisa nico e Piccola_Luna.

Un bacione a tutte.

A presto con il prossimo aggiornamento.

Baci, bacini, bacetti, con tanto affetto, Serenity Moon  

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Capitolo 3
*** Uno quando è in imbarazzo ***


Salve!! Come previsto me ne ero dimenticata, però eccomi qui, come promesso col nuovo capitolo. Spero vi piaccia.

Volevo ringraziarvi tantissimo per l'affetto con cui mi seguite, mi fate sentire speciale! Vi adoro. Vi avverto sin d'ora che il capitolo quattro non è ancora pronto ma verrà pubblicato il 17 maggio. Perché????

E' il mio anniversario! Esattamente da 3 anni faccio parte della straordinaria famiglia di EFP. Mi pare un buon modo per festeggiare, non credete? ;)

Bene, vi lascio al capitolo, a presto e buona lettura!

La vostra, sempre grata Serenity

(I ringraziamenti alla fine).

 

 

 

 

Uno quando è in imbarazzo

 

 

Venerdì arrivò talmente in fretta che quasi mi trovò impreparato.

Avevo organizzato tutto. Il tavolo al ristorante era prenotato. La macchina luccicava sia dentro sia fuori. Il fioraio aveva messo da parte le sue dieci rose più belle. Chi non era pronto ero io. Mi sentivo agitato come un bambino al suo primo giorno di scuola. Sapevo di doverci per forza andare ma non volevo lasciare la mano della mamma.

Uscire con Ichigo era un sogno che diventava realtà. Finalmente avevo la mia occasione. Non potevo sprecarla. Tutto doveva essere perfetto o avrei potuto dire addio a lei e alla possibilità di essere felice.

«Ryou, sta' calmo» mi esortò Keiichirou spazientito. Era da due ore che mi vedeva percorrere a passi nervosi il pavimento immacolato del locale, senza darmi pace. Rimuginavo su ogni minimo dettaglio volto a rendere quella serata indimenticabile.

Ho raccomandato al maître niente zucchine, a lei non piacciono. Avrà trovato lo sciroppo all'amarena? Ichigo ne va pazza. Speriamo di sì, ne sarebbe contenta. Ed avrà messo i tovaglioli rosa lampone? E se si fosse dimenticato delle candele? E le luci?”

«Basta Ryou!» tuonò Keiichirou. Avevo pensato ad alta voce?

«Eh?» chiesi, bloccandomi di colpo. Non poteva essere.

«Sai cos'è l'ansia da prestazione?» domandò lui, la voce un misto tra lo scocciato ed il divertito. «Se non la smetti di fare così, stasera non concluderai un bel niente» sentenziò.

Lo fissai sbalordito.

«Ma se sei tu a tormentarmi con questa storia da due anni!» gli ricordai.

Il telefono appeso alla parete della cucina cominciò a squillare. Keiichirou si alzò per raggiungerlo.

«Ti ho detto di invitarla non di arrovellarti il cervello e fare impazzire pure me» rispose mentre prendeva la cornetta e se la portava all'orecchio.

«Caffè Mew Mew, buongiorno. Sono Keiichirou, come posso esserle utile?» disse tornando ad essere il solito dolcissimo e smielato pasticcere. Solo con me si arrabbiava. Gli feci il verso per ogni parola ammutolendomi solo quando capii che all'altro capo c'era Ichigo.

«Povera principessa, mi dispiace tanto. M-mh. M-mh. E' qui, perché non gli parli tu?».

Seguì qualche attimo di silenzio, poi Keiichirou sorrise e mi passò la cornetta. Non ci capivo niente. Era Venerdì, il giorno del nostro appuntamento, perché Ichigo stava telefonando? E perché Kei aveva l'espressione così affranta?

No, cielo, ti prego no.

«Pronto?». Mi ci volle un coraggio immenso per accettare quella telefonata.

«Girogane-gun, sono Igigo». La voce nasale di Ichigo non prometteva niente di buono.

«Ehy, che succede?» chiesi incrociando le dita. Speravo immensamente che fosse uno scherzo, ma mi sbagliavo.

«Girogane-gun, mi dispiage tantissimo. Mi sono beccada il raffeddode. Peddonami, non credo di poder uscire stasera».

Mentre il mio universo crollava e si disintegrava, dall'altro capo del telefono partirono a raffica degli starnuti.

«Stai bene?» le domandai stupidamente. No che non stava bene.

«Sì, tranquillo. Devo solo stare al caldo. Peddonami, ho rovinato tutto».

«Ma no, Ichigo, che dici! Pensa a rimetterti. Mi raccomando, infilati sotto le coperte e non azzardarti a mettere fuori quel tuo buffo nasino. Guarirai presto» provai a consolarla ma non potevo nascondere che mi risultava alquanto difficile. Io per primo c'ero rimasto troppo deluso. Avevo bisogno di qualcuno che consolasse me prima di poterlo fare io a mia volta.

«Etciù!».

Ichigo starnutì di nuovo. La sentii tirare su col naso. Poverina, doveva stare davvero male.

«Va' a riposarti, Ichigo. Ci sentiamo presto. Ciao».

«Saluda Agasaga-san da parte mia. Ciao Girogane-gun. Scusa ancora».

Attaccai e con un sospiro mi buttai su uno degli sgabelli lì vicino. Con un'occhiata fulminai Kei che si apprestava a dirmi qualcosa per tirarmi su di morale. Non poteva fare niente. Era destino. Io ed Ichigo non dovevamo avere rapporti all'infuori del locale. La invitavo ad uscire e lei si ammalava. Più segno di questo!

«Smettila» mi esortò lui. No, non ero io a pensare a voce alta. Era lui che mi leggeva nel pensiero.

Mi diede una pacca sulla spalla e poi si allontanò.

'E ora?' mi chiesi. Finiva così? Mi sarei arreso dopo che finalmente ero riuscito quasi ad ottenere quel che volevo? Non potevo.

Un pensiero cattivo mi sfiorò la mente. Che se ne fosse pentita? E non sapendo come disdire si fosse inventata una scusa. No. Non era da Ichigo, o magari sì, però non riuscivo proprio a farla così cattiva. Sembrava entusiasta all'idea di uscire con me, non vedevo un motivo che la portasse a cambiare idea. Era malata davvero. Niente di più.

In questo caso non potevo lasciarla da sola. Avrebbe sicuramente avuto bisogno di aiuto. I suoi genitori, a quanto se sapevo, erano ancora fuori.

«Kei, io esco» urlai al vuoto e senza pensarci su, afferrai il giubbotto e mi avviai verso casa di Ichigo.

 

Dovetti aspettare qualche minuto prima di sentire il passo pesante tipico di Ichigo venire verso la porta. Per un attimo ebbi paura che sarebbe ruzzolata giù dalle scale sbadata com'era, ma poi aprì e tirai un mezzo sospiro di sollievo. Era arrivata sana e salva ma era davvero messa male.

«Girogane-gun!» esclamò sorpresa di rivedermi per la seconda volta nel giro di pochi giorni sulla soglia di casa sua. In realtà sorpreso, lo ero anche io, di aver trovato per ben due volte il coraggio di mettere da parte la faccia e seguire il cuore.

«Ero preoccupato per te e sono venuto a vedere come stavi».

Ebbi l'impressione di vedere i suoi occhi luccicare, umidi, ma probabilmente era solo la febbre. Era tutta rossa in viso, la mia piccola Ichigo ed aveva tanto l'aria di una che sarebbe crollata di lì a poco senza tante spiegazioni. Si teneva stretta addosso una coperta di pile rosso lampone. Ai piedi, quel paio di babbucce a forma di gatto che io e Kei le avevamo regalato per natale.

«Posso?» le chiesi indicando il salotto. Non volevo approfittarmene, ma non mi sembrava il caso che, nelle condizioni in cui si trovava, restasse impalata sul portone.

Dovette fare il mio stesso ragionamento perché dopo qualche secondo si spostò e mi permise di entrare in casa. C'era il gelo. Mio malgrado mi lasciai sfuggire una smorfia.

«Scusa, non sono capace di accendere i riscaldamenti» mi spiegò concludendo la frase con uno starnuto.

«Ci credo che ti sei ammalata in queste condizioni» le dissi.

Lei abbassò lo sguardo, un po' colpevole. Pensava ancora al nostro appuntamento sfumato.

«Mi dispiace».

Le diedi un buffetto sui capelli. Magari in quel modo avrebbe capito che non importava, che non ero arrabbiato con lei.

«Su, fammi vedere dov'è la caldaia o rischiamo di morire congelati».

Lei mi guidò fuori, in veranda e si appoggiò allo stipite ad osservarmi mentre cercavo in qualche modo di avviare la caldaia. Dopo cinque minuti buoni non c'ero ancora riuscito.

«Beh, male che vada c'è sempre la tua coperta» scherzai.

«E' troppo piccola» controbatté lei.

«E qual'è il problema? Ci teniamo stretti stretti». Sperando che non se ne accorgesse sbirciai da sopra la spalla la sua reazione.

Questa non tardò ad arrivare.

D'un lampo Ichigo avvampò e si strinse ancora di più nella coperta, nascondendo come meglio poteva la faccia.

Il suo sorriso però non mi sfuggì. Era il sorriso di chi si sente in imbarazzo per una parola di troppo o forse una di poco. Quel sorriso timido di chi non sa cosa dire e prova a sviare il discorso, magari proprio nascondendosi come stava facendo lei. Il sorriso dalle guance rosse, dagli occhi bassi, dal 'vorrei anch'io ma sai che non posso'.

Quanto le stava bene quel sorriso.

Risi fra me e me ed assestai un pugno deciso alla caldaia che finalmente si decise a partire con un rombo. In modo per niente rassicurante si mise a tremare convulsamente.

Raggiunsi Ichigo e, insieme, tornammo dentro. Deciso mi avviai verso il divano e mi ci sedetti aspettando che lei mi raggiungesse. Al contrario, restò ferma un metro più in là e cominciò a guardarmi storto.

«Che hai intenzione di fare?» mi chiese corrucciando la fronte. Che si aspettava?

«Rimango qui» le risposi come se fosse la cosa più naturale del mondo. «Non posso mica lasciarti da sola per tutta la notte sapendoti in queste condizioni. Non ne combini una giusta quando stai bene, figuriamoci se sei malata».

Ichigo mi fulminò con un'occhiata acida. Faceva l'infastidita ma avrei messo la mano sul fuoco che dentro rideva anche lei della mia battutaccia.

Si avvicinò e si sedette accanto a me. Mi guardava fisso negli occhi mentre mi parlava. Di solito evitava un simile gesto.

«Dì la verità, Shirogane» indagò a braccia conserte. Voleva fare la seria ma la sua espressione era così buffa che volevo solo scoppiare a ridere. Sussultai dentro. Io che volevo scoppiare a ridere? Ichigo, ma che mi hai fatto?

«Eri convinto che la mia fosse solo una stupida scusa per darti buca e sei venuto a controllare» continuò lei.

Sospirai e scossi la testa.

«Confesso che per un attimo ci ho pensato, ma credimi, sono venuto perché ero davvero preoccupato per te» confessai, mettendo (di nuovo) da parte il mio smisurato orgoglio.

«Perché tu lo sappia, se non avessi voluto uscire con te, ti avrei detto di no sin dall'inizio» mi rassicurò lei ed io rimasi per un attimo sbalordito. Forse una speranza ce l'avevo davvero. A lei interessavo.

«Bene!» esclamai. «Allora, alla luce di questa scioccante rivelazione, propongo di aspettare che tu ti rimetta. Il nostro appuntamento è solo rimandato, Ichigo».

Nostro... Suonava così bene.

«Ci conto!» disse lei, annuendo con l'aria di grande matrona. Mi strappò un sorriso.

Poi, inaspettatamente, la sentii accoccolarsi meglio fra le mie braccia. Poggiò la testa sulla mia spalla e dopo pochi secondi il suo respiro divenne regolare. Si era addormentata.

La strinsi fra le braccia e, protetto dal fatto che quel gesto non lo avrebbe visto nessuno, le baciai il capo. Infine, accompagnato dal suo dolce profumo, la raggiunsi nel mondo dei sogni.

 

 

 

Grazie di cuore a tutti coloro che hanno inserito la storia nei seguiti e nei preferiti. Perdonatemi se non scrivo tutti i nomi, sappiate che vi adoro!

A chi ha speso un attimo in più a recensire, cioè:

Ryanforever: sempre in prima fila, mia cara! Quant'è bello averti! Volevamo tutte strozzare Ryou, ma non è stato carino alla fine? E qui? Non ha superato se stesso? *_* Basta, basta, o diventiamo troppo sdolcinate u.u

A presto, un bacione!!!

Pucchin: Benvenuta!!!!!! Innanzitutto grazie per i complimenti. Sono contenta che il mio modo di scrivere ti piaccia, non è facile e per questo quando leggo delle recensioni come la tua mi sento meglio. Ottengo quel che desidero e ne sono felice. Passando alle tue domande: sinceramente non presto mai molta attenzione se i personaggio sono ic o ooc o qualunque altra diavoleria fanfictionesca. Sembra una stupidaggine ma per il più delle volte si scrivono da soli. Mi è sembrato normale descrivere un'Ichigo così timida, nervosa più che altro. Ryou per lei conta molto e non vuole deluderlo, ha paura di fare qualche passo falso con lui e quindi cerca di non buttarsi troppo. Questo comunque lo vedremo in seguito. È una cosa che fanno tutte le ragazze innamorate. Secondo quesito, Shirogane-kun... Non ne ho la più pallida idea! All'inizio erano Ryan, Strawberry, Mina, Lory, Puddy, Pam e Kyle, col tempo si sono trasformati. Ho letto in altre ff che Ichigo usava l'onorifico e ho cominciato ad usarlo anche io, nessun motivo in particolare. Spero di non aver dimenticato niente, per ogni evenienza mi trovi sempre, un abbraccio a presto!

Lady_Mon: Monicucciaaaaaaaaaaaaa!!! Ma tu finirai per farmi montare la testa cara! Come faccio a ringraziarti adeguatamente, eh? Me lo spieghi? Grazie, grazie, grazie!!! Non so che altro aggiungere! Fantastica sei tu! Spero che anche questo capitolo ti piaccia e di rileggerti presto, un bacione cara!

Vimar: ciao! Grazie a te! Sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto. Sì, Ryou che si prende di coraggio è un vero spettacolo *_* beata Ichigo! Va beh, spero che anche il terzo capitolo sia di tuo gradimento. A presto e grazie ancora!

Niky95: Nikyyyy! Ogni volta cerco di migliorarmi, che dici ci sto riuscendo? ;) grazie mille per la recensione e per i complimenti, ci sentiamo presto, bacio!

Euterpe_12: tesoro della mia vita!!!! Ovviamente l'aggiorna prestissimo non fa per noi (che fine ha fatto EB? Eh? Eeeeeh? XD ) Comunque, sai che quando si parla di vacanza io sono la prima in lista. Me l'accollo, ahahahahah. Come sempre sei riuscita a scavare dentro la storia, che carina che sei! Ti è piaciuto davvero il cambio di prospettiva? Secondo te ci può stare o crea troppa confusione? Help! Beh, come sempre ti ricordo che sei mitica e che ti voglio un bene enorme, ci sentiamo presto. Un bacione grande grande!

xXdix_infernalX: (l'ho scritto giusto?) Benvenuta ed eccoti accontentata, scusa il ritardo. Spero ti piaccia anche questo terzo capitolo, a presto :)

raggiodisole90: Ciaoooooooooo, tranquilla ho sistemato tutto io, ora ogni cosa è al suo posto! :) Grazie come sempre per aver letto e recensito, sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto. Ora non resta che aspettare il prossimo. A presto allora, un bacione!

 

 

Bene, credo di aver finito.

Vi ricordo il prossimo appuntamento giorno 17 maggio con il nostro anniversario ed il quarto capitolo de 'I sette sorrisi di Ichigo'. Se volete contattarmi mi trovate su facebook negli indirizzi riportati nell'account di EFP e qui serenity_moon@hotmail.it. E' il mio indirizzo di posta elettronica privata, per qualunque cosa Serenity c'è (in ritardo ma c'è).

Adesso vi saluto, grazie ancora a tutti voi.

Baci, bacini, bacetti, la vostra affezzionatissima

Serenity Moon  

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Capitolo 4
*** Uno quando parla con gli amici ***


Ti amo perché quando ridi

stringi gli occhi

ed è come se in realtà volessi piangere,

ma nessuno lo capisce

e tu continui a ridere.

 

I sette sorrisi di Ichigo

 

 

Uno quando parla con gli amici

 

 

Era da un po' di tempo che Ichigo non era l'unica a sorridere.

Da quando si era ammalata erano passati due mesi e in quei sessanta giorni la mia vita aveva preso una svolta apparentemente inspiegabile. Forse il Destino si stava prendendo gioco di me, non avrei saputo dirlo. Quello che sapevo era che fino a quando si fosse divertito in quel modo, per me, avrebbe potuto continuare la sua partita per secoli.

Ichigo era felice. Io ero felice. Noi eravamo felici.

E soprattutto eravamo Noi.

Quando non era in ritardo colossale per andare a scuola, passava prima a salutarmi. Cominciare la giornata con il suo sorriso era qualcosa di stupendo.

Iniziavo a pensare di vivere un sogno e forse lo era davvero, chi lo sa. La verità era che poco mi importava. C'era Ichigo, il resto poteva anche farsi da parte.

Quella mattina purtroppo non era riuscita a passare. Mi aveva inviato un messaggio dove mi diceva che era in tremendo ritardo e che l'avrebbe accompagnata suo padre. Il nostro appuntamento mattutino era saltato.

Mi sistemai e forzando l'orologio con lo sguardo, aspettai. Poi presi la moto e mi appostai all'uscita della scuola. Le avrei fatto una sorpresa. Di sicuro non avrebbe mai immaginato di trovarmi lì.

Qualche minuto dopo il suono della campanella infatti la vidi uscire dall'istituto accompagnata da alcune sue compagne di classe che avevo già avuto modo di conoscere. Parlavano del più e del meno, gesticolando, divertite da chissà quale aneddoto.

Ichigo sorrideva, felice. Dalle labbra curvate si intravedevano i denti bianchissimi. Annuiva parlando, le guance appena imporporate a causa della giornata calda ormai di primavera. Mi sembrava di vedere i suoi occhi brillare. Non riuscivo però a capire, a catalogare i suoi sentimenti. Poi compresi.

Sì, era felice e quel suo sorriso sbarazzino ne era la conferma. Era il sorriso di quando si è sereni. Il sorriso di chi si sente a casa sua, anche fuori. Il sorriso di chi si fida. Il sorriso che si dedica agli amici.

Con amarezza mi resi conto che avevo trovato difficoltà perché quello era il classico sorriso che io non avevo mai rivolto a nessuno all'infuori di Keiichirou. Il sorriso dell'amicizia mi era sconosciuto. Ichigo aveva cominciato ad aprire il mio cuore ma c'erano ancora tante cose che dovevo imparare.

La biondina che accompagnava la mia ragazza mi riconobbe ed avvampò all'istante. L'altra tirò una gomitata ad Ichigo che sorpresa alzò lo sguardo e si ritrovò davanti me. I nostri occhi si incrociarono e d'istinto sorrisi anche io.

Ichigo salutò le sue amiche e corse verso di me. Spalancai le braccia e la accolsi mentre mi si catapultava addosso per poi stringerla forte a me. Sembrava tanto una bambina.

«Ciao!» esclamò felice. Le posai un leggero bacio sulle labbra, senza andare oltre anche se avrei voluto concedermi qualcosa di più, ma sapevo che si vergognava da morire quando era sotto gli occhi di qualcuno ed il cortile della scuola era fin troppo affollato per i suoi gusti.

«Che ci fai qui?».

«Sono venuto a trovare la tua professoressa» scherzai e per tutta risposta Ichigo mi piantò un pugno sul braccio. Feci finta di provare dolore e mi lamentai per farla contenta.

«Scemo» mi apostrofò allontanandosi, ma le impedii di farlo. La presi per i fianchi e la abbracciai di nuovo.

«Stamattina non sei riuscita a passare. Non potevo aspettare fino a stasera per vederti» le sussurrai all'orecchio e la sentii sciogliersi. Mi allacciò le mani dietro al collo e si sporse sulle punte per baciarmi di nuovo.

«Nemmeno io ce l'avrei fatta ad aspettare tanto» confessò.

Restammo abbracciati per qualche minuto poi la presi per mano, le ficcai un casco in testa e la aiutai a salire in moto.

«Dove andiamo?» chiese curiosa quando si accorse che avevo preso una strada diversa da quella che conduceva al caffè.

«E' una sorpresa» urlai perché mi sentisse.

Viaggiammo per circa mezzora. Ichigo si teneva stretta al mio giubbotto e ogni tanto la sentivo stringere le gambe durante un sorpasso azzardato o quando acceleravo troppo. Allora rallentavo per farla stare tranquilla e lei tornava ad accoccolarsi sulla mia schiena.

Giunti alla nostra meta la presi in braccio per farla scendere e ne approfittai per abbracciarla ancora. Eravamo da soli. Stavolta la baciai a lungo, assaporando appieno il dolce gusto delle sue labbra. Anche se erano passati due mesi ogni bacio era come il primo. Portava con sé le stesse emozioni, lo stesso batticuore. Semplicemente indescrivibile.

 

Quando mi accorsi che eravamo al mare non trattenni un urlo di gioia.

L'acqua limpida risplendeva ai raggi del sole come se nascondesse centinaia di migliaia di piccoli diamanti. La sabbia che di lì a poco mi avrebbe riempito le scarpe era talmente dorata che quasi faceva male agli occhi guardarla. Era uno spettacolo stupendo.

Presi per mano Ryou e ci avviammo verso la riva. Non c'era l'ombra di anima viva. Eravamo totalmente soli e questo mi rese felice. Erano pochi i momenti che potevamo trascorrere io e lui senza l'impiccio di qualcuno e quando ne trovavamo uno ce lo tenevamo stretto come un piccolo grande tesoro.

Inspirai a fondo il profumo del mare. Ryou, accanto a me, sembrava l'incarnazione di un dio in terra. Era bellissimo. Mi chiedevo ancora come potessi piacergli, io così anonima, lui così fantastico.

Come se mi avesse letto nel pensiero, lui si voltò e fece scivolare la mano sulla mia guancia in una carezza che mi strinse il cuore.

«Sei bellissima» sussurrò per poi baciarmi di nuovo.

Ogni volta lo faceva con una delicatezza ed una tenerezza che mi sconvolgeva. Era come se per le mani avesse una bomboniera di cristallo, tanto preziosa quanto fragile e faceva di tutto pur di non rompermi. Gli sorrisi riconoscente poi mano nella mano passeggiammo sul bagnasciuga.

Mi ero tolta le scarpe e l'acqua fresca mi bagnava i piedi. Era una bella sensazione. Sembrava essere un altro mondo, totalmente diverso da quello normale fatto di casa, scuola e lavoro, ma allo stesso tempo era rassicurante, come se ci fosse sempre stato. Strinsi la mano di Ryou e lui mi guidò un po' più su. Mi fece sedere e poi mi accolse fra le sue braccia. Il sole stava per tramontare. Le ore erano trascorse senza che nemmeno me ne accorgessi.

Poggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi. La leggera brezza marina mi accarezzava il volto riscaldato dagli ultimi raggi di luce.

«Quindi, stavi dicendo di Mimi...» mi ricordò. Stavamo parlando di quello che mi era successo durante la giornata. Mi chiedeva sempre tutto. Diceva che era un modo per avermi sempre vicina.

«Ah, sì. All'ora di pranzo arriva questo tipo, che non avevamo mai visto, si avvicina al nostro banco, butta un bigliettino nel vassoio di Mimi e poi se ne va. Assurdo! Mimi prende il biglietto, lo apre e ci trova dentro il numero del tipo con scritto 'sei bellissima. Vuoi diventare la mia principessa? Non abbiamo fatto altro che ridere per il resto della giornata!».

«Era di questo che stavate parlando all'uscita?» mi chiese. «Sembravi così divertita» aggiunse. Accarezzava alcune ciocche dei miei capelli e quel suo tocco così gentile mi procurava sensazioni uniche. Volevo mettermi a fare le fusa.

Annuii in risposta. «Sì. Mi diverto sempre tanto quando sono con loro. Ne succedono di tutti i colori».

Ryou sorrise.

«Vuoi loro molto bene, eh?» chiese con tanta dolcezza nella voce da lasciarmi stupita. Non avrei mai pensato che Ryou potesse essere così meraviglioso. Ogni momento trascorso con lui era una sorpresa, un regalo di Natale.

«Sì, tanto. Sono le mie amiche da sempre e anche se le ho un po' trascurate durante il progetto Mew mi sono sempre rimaste vicino» dissi istintivamente riscaldata da un moto d'affetto verso le mie compagne.

«E a me? A me vuoi bene Ichigo?».

Ryou non mi guardò mentre mi poneva quella domanda, ma io guardai lui. Nei suoi occhi vidi un misto di paura e speranza, le stesse sensazioni che aveva provato quando mi aveva chiesto di uscire e che nonostante lo sforzo non era riuscito a nascondere ora come allora. I suoi sentimenti per me erano così grandi... Anche se non me l'aveva ancora detto sapevo che mi amava, lo dimostrava ogni giorno con i suoi piccoli gesti: le sue carezze, il suo guardarmi, il modo in cui mi sfiorava i capelli, il buongiorno ogni mattina ed il bacio della buonanotte la sera.

Gli circondai il collo con le braccia e lo strinsi forte a me.

«No» gli risposi. Lo sentii trasalire. «Io ti amo» gli sussurrai all'orecchio in modo che lui e solo lui potesse godere di quel sentimento che mi traboccava dal cuore.

Rimase zitto, troppo sorpreso per spiccicare parola. Non se lo aspettava. Lo strinsi ancora più forte e lui a sua volta ricambiò l'abbraccio. Percepivo perfettamente la sua volontà di non lasciarmi andare mai più.

Rimanemmo così per ore intere, o forse solo per minuti. Non avrei saputo dirlo. Quando stavo con Ryou, il tempo non esisteva. C'eravamo solo lui ed io. C'eravamo solo Noi.

 

 

Salve!!! Stavolta le note le metto alla fine. Non chiedetemi perché, ancora una volta avete la prova che sono senza senso.

Bene, bene? Piaciuto il capitoletto? A me sì, tanto, tanto *_* Purtroppo adesso dovrò scrivere il prossimo e prima di tutto farmi venire delle idee, che di questi tempi, ahimè, scarseggiano T_T

Ma bando alle ciance e alle cose tristi, oggi è un bel giorno e si festeggia!!!

Il mio terzo anniversario su EFP... Che traguardo, ragazzi! E ovviamente se sono ancora qui è tutto merito vostro. Senza di voi non esisterei. Quindi grazie. Ve l'ho detto in tutte le salse ma spero non vi stancherete di sentirlo, anche perché (tempo permettendo) spero di continuare così ancora per un bel po'.

Vi informo che in onore appunto di questi festeggiamenti, su facebook si sta tenendo un evento particolare (un po' snobbato ad essere sincera) ci terrei che partecipaste tutti. Dopo l'aggiornamento e la settimana dedicata al Conosci Serenity, si partirà con un chiamiamolo concorso: Una canzone per Ryan e Jude. I particolari li troverete a breve sulla mia pagina ufficiale che come sempre, vi invito a visitare :D

Okay, adesso ringraziamenti: a chi ha inserito la storia fra le preferite e le seguite, grazieeeeee!!!

Ai recensori:

Ryanforever: dolceeeeeeeeeee! Trovi sempre un minuto per leggere i miei deliri. Ma quanto ti adoro? (Tanto, te lo dico io). Ho saltato l'appuntamento XD in realtà la fic era nata come raccolta, alla fine ho pure trovato un filo conduttore e ne è venuta fuori una storia... Pazienza! Però sono fantastici lo stesso :D bacione, a presto e grazie di tutto!

Vimar: Vimarrrrrrrrr, mi fai sbellicare dalle risate XD ci ho messo un quarto d'ora a leggere la tua recensione, ma alla fine avevo le lacrime dal ridere. Povera Ichigo, anche tu che pretendi? Quella mica sa che esistono le borse dell'acqua calda! (Sempre che non si sia ammalata apposta per far venire Ryan a casa sua e dormire con lui, chi lo sa,uahauhauhauhauahuh) No, tranquilla, non è così perfida ;) Grazie per i complimenti, spero di ritrovarti anche qui, bacione pure a te :D

niky95: quanto sei carina Niky, grazie :) e questo? Ti è piaciuto? Spero di sì, a presto, saluta Rita :)

Euterpe_12: gioia della mia vita!! Non puoi sapere cosa è successo!!! Appena ci sentiamo ti racconto, in ogni caso come sempre grazie di esserci, anche a recensire i miei deliri. Ho seguito il tuo consiglio, cambio di prospettiva di nuovo adottato, anche se mi sarebbe piaciuto scrivere quella parte dal punto di vista di Ryou, chi lo sa? Magari lo faccio e lo metto come bonus, che ne dici? Io, come tante altre aspetto ancora EB, spero che lì sia tutto a posto. Se hai bisogno sono qui. Bacione, ti voglio un mondo di bene!

xXdix_infernalXx: (ci sono riuscita di nuovo?) Okay, ora come minimo mi devi dire come mai hai scelto questo nick, che tra l'altro mi piace XD grazie per i complimenti :) che ne dici, Ryou e Ichigo sono dolci anche stavolta? Bacione!

Lady_Mon: ma io infatti questo stavo dicendo, guarda quella traditrice di Monica, è sparita! Scherzo ovviamente! Ciaooooooooooo, che bello riaverti *_* che carina che sei ogni volta a trovare un momentino per me, grazie mille! Come va a scuola? Passato il momento critico? Direi di no visto che ancora manca un mesetto alla fine dell'anno, in bocca al lupo e tieni duro! Se ti può consolare anche i miei 17 mi fanno diventare pazza. I miei? Sì, sono ben tre... Ryan uno, Ryan due e un terzo elemento a cui devo trovare un nome. Ti informo che sia Ryan due, sia il terzo elemento sono reali ed in lotta continua, immagina un po'... Di' al tuo 17 che se non si comporta bene, Serenity lo punirà in nome delle Mew Mew. (Detto ciò fugge via e va a nascondersi per la vergogna). Baci :D

 

Finito! Vi lascio.

Non so quando troverete il prossimo aggiornamento. Avrete presto mie notizie. Non dimenticatevi di me. Baci, bacini, bacetti, con tanto affetto

Serenity Moon 

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Capitolo 5
*** Uno semplicemente per educazione ***


I sette sorrisi di Ichigo

 

 

Son tornata! Anche stavolta note e ringraziamenti alla fine. Buona lettura

 

 

Uno semplicemente per educazione

 

 

Col passare del tempo avevo conosciuto un'altra parte di Ichigo e soprattutto avevo scoperto l'esistenza di un altro Ryou, totalmente diverso, più felice, davvero sicuro di sé, a cui non era necessario indossare una maschera per piacere agli altri. Questo nuovo Ryou andava benissimo così com'era, niente trucchi.

Il merito era tutto di Ichigo, la mia Ichigo, che ogni giorno mi trasformava in quell'uomo che tanto avevo desiderato diventare.

Ogni sorriso che mi rivolgeva era come un raggio di sole. Mi sentivo così stupido. Secondo Keiichirou ero solo innamorato. Solo, come se fosse così semplice.

Stavamo insieme da sei mesi. Uno più bello dell'altro. Non ero mai stato così a lungo con una ragazza. Lei però non era una. Lei era Ichigo, la mia ragazza. C'era un abisso di differenza.

Un pomeriggio andai da lei, le mani nascoste dietro la schiena. Le avevo comprato un regalo per festeggiare e non vedevo l'ora di darglielo solo per godermi la sua espressione. Era qualcosa che mai e poi mai si sarebbe aspettata.

«Non ora Ryou-kun, scusami, ma sono impegnatissima».

Balbettai un okay poco convinto e posai la scatolina nel ripiano di mezzo del suo armadietto così da permetterle di trovarlo subito.

Avevo notato che negli ultimi tempi Ichigo era un po' strana, come se ci fosse qualcosa che le dava immensamente fastidio, ma che si teneva per sé. Non capivo cosa fosse ma se avevo ragione prima o poi sarebbe esplosa.

 

Retasu era in ferie e tanto per cambiare Ichigo era oberata di lavoro. Mi ero offerto di aiutare le ragazze in sala solo per alleggerire lei che già dava di matto quando il team era al completo, figurarsi se mancava l'unica che le desse una mano.

Ovviamente non indossavo alcuna divisa, ero pur sempre il proprietario e in virtù di questo mio privilegio, ogni volta che Ichigo andava in pausa, lasciavo ordini e comande e correvo da lei per stare un po' da soli. Avevamo un angolino tutto nostro, sul retro del locale. Funzionava così: lei si allontanava, io dopo due minuti la raggiungevo e lei si faceva trovare con le braccia spalancate, pronta ad allacciarmele al collo. Adoravo questa nostra abitudine.

A volte la foga era tanta che non ci fermavamo neppure per respirare. Io la baciavo, lei mi baciava e ci perdevamo l'uno nell'altra come se non avessimo bisogno di nient'altro, né aria, né acqua, né niente. Solo tempo da trascorrere insieme.

Altre volte rimanevamo semplicemente abbracciati. Le accarezzavo i capelli e lei mi stringeva a sé con tutta la forza che aveva in corpo. Durante una delle nostre prime fughe le chiesi perché lo facesse.

«Mi sento completa quando mi abbracci. E' come se non mi mancasse più niente» disse con lo stesso tono che avrebbe usato se avesse confessato di aver mangiato una caramella di troppo.

Da allora mi ripromisi che l'avrei abbracciata almeno una volta al giorno. Se fossero state di più non sarebbe stato un problema.

Era un mercoledì. Il locale come sempre strapieno ed io ed Ichigo non eravamo ancora riusciti a trovare un momento per noi. Ci eravamo solo scambiati qualche occhiata impaziente nel via vai tra sala e cucina. Sembrava più calma dei giorni precedenti. Forse mi ero immaginato tutto o forse no.

Stavo prendendo gli ordini ad un tavolo quando incrociai il suo sguardo. Stavo per sorriderle ma quel gesto mi morì sulle labbra. Era più che arrabbiata. Era furiosa. Sparì dietro la porta a ventaglio prima che potessi dirle qualcosa al riguardo. Finii il mio compito, da bravo cameriere, tornai in cucina, gettai il taccuino in aria e partii alla ricerca di Ichigo.

Lo sbattere violento della porta dello spogliatoio mi informò che la mia adorabile ragazza si era rifugiata lì dentro. Cautamente entrai anche io, consapevole che rischiavo di procurarmi un trauma cranico: Ichigo stava tirando di qua e di là tutto quello che le capitava sotto mano.

«Q-quella, quella!».

Era così arrabbiata da non riuscire nemmeno a parlare. La raggiunsi e cercai di tranquillizzarla. Le carezzavo il volto allontanandola da qualunque oggetto potesse essere scagliato da qualche parte.

«Amore calmati. Su, respira e spiegami cosa è successo». Fu come spargere benzina sul fuoco.

«Calmarmi? Spiegarti?» urlò. «Io la ammazzo! Se si azzarda di nuovo a fare quello che ha fatto, la fucilo, la tolgo dalla circolazione!».

«Tesoro, ma di chi stai parlando?».

Mi guardò e se avesse potuto polverizzarmi, nonostante tutto l'amore che provava per me, lo avrebbe fatto. Nemmeno Profondo Blu era stato capace di scatenare in lei una simile ira.

«Di quell'oca bionda che ti sbava dietro da una settimana!» sbraitò. Aveva il fiatone ed io stavo realmente iniziando a preoccuparmi che potesse venirle un colpo se avesse continuato a quel modo.

«Amore, ma che oca bionda? Chi...».

Non mi lasciò concludere la frase. Mi prese per un braccio, quasi stritolandomelo e si avvicinò alla porticina secondaria dello spogliatoio che dava sulla sala. La aprì e mi costrinse a guardare in una direzione precisa.

«Quella oca bionda» indicò spettrale.

Deglutii talmente forte che credo mi sentì.

Parlava di una delle ragazze sedute al tavolo che stavo servendo poco prima.

«Beh, proprio oca...».

Mi ritirò dentro e mi sbatté contro la porta.

«Te lo giuro sulla cosa più cara che ho: la prossima volta che ti guarda, l'avveleno. E sai cosa succede quando giuro su di te» avvertì prima di andarsene. Sospirai forte una volta che fu sparita. Accidenti, dovevo ricordarmi di non farla mai arrabbiare.

Quando tornai in sala, l'oca, cioè la ragazza, era già andata via, fortunatamente per entrambi.

Mi ero accorto che ultimamente veniva spesso al locale ma non delle presunte avances che secondo Ichigo mi aveva rivolto. Ero talmente preso da lei che per me non esisteva nessun'altra, quando se ne sarebbe convinta? Mai a giudicare dalla sua reazione.

Augurai la buonanotte a Keiichirou e mi rintanai in camera mia. Dovevo pensare ad un modo carino per togliermi di torno la bionda e rassicurare Ichigo. Rimuginai per ore, sdraiato sul letto, cullato dal venticello fresco della sera. Poi finalmente, poco prima di addormentarmi l'idea giusta arrivò. Sapevo esattamente cosa fare.

 

Sapevo già, svegliandomi, che quel giorno avrebbe potuto essere la mia rovina come la mia assoluta vittoria. Mi tirai su definendo ben bene i dettagli del mio piano. Prima di tutto dovevo recuperare la scatolina che avevo dato ad Ichigo e che lei non aveva aperto (l'avevo vista intatta dentro il suo armadietto la mattina precedente), poi dovevo aspettare che arrivasse la bionda e togliermela gentilmente di torno, il tutto evitando che Ichigo desse di nuovo di matto. Potevo farcela.

Nel primo pomeriggio, ecco la mia occasione. La ragazza arrivò con il suo stuolo di amiche e prese posto allo stesso tavolo del giorno prima. Ichigo cominciò a ringhiare, attese qualche minuto, poi all'ennesima occhiata impaziente della ragazza prese il suo blocchetto e le raggiunse. Indossò un altro dei suoi sorrisi ed io divertito lo analizzai.

«Salve ragazze, siete pronte per ordinare?».

Stirò le labbra, chiuse gli occhi e si dimostrò gentile e professionale. Sbatteva le palpebre più spesso del solito mentre spostava lo sguardo ora sulle mani che le tremavano, ora sull'oggetto della sua ira.

«No, aspettiamo un altro po'» disse l'altra. Dio, che voce stridula che aveva! Continuava a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa che evidentemente non trovava... me. Ichigo sembrò capirlo all'istante.

«Il ragazzo oggi non verrà. Quindi se volete ordinare, sarò io a servirvi». Manteneva quella maschera di cortesia, quel sorriso educato che era uno spettacolo. Avrei dovuto scattarle una foto.

«Che ha Ichigo?». Purin mi arrivò alle spalle e curiosa pure lei si mise a spiare con me.

«E' gelosa da impazzire» si aggiunse Minto. Feci loro cenno di star zitte. Non sentivo come procedeva la conversazione in sala.

«Perché non verrà?» si informò la ragazza.

«Si è fatto male» rispose prontamente Ichigo a denti stretti.

«Oh poverino!» esclamò dispiaciuta l'altra portandosi una mano a coprire la bocca.

«Eh sì, proprio poverino» disse annuendo comprensiva. «Allora quest'ordinazione?» disse poi.

«Per ora nulla, torna dopo» la liquidò la ragazza.

«Certo». Le rivolse quel sorriso che doveva essere educato, ma che per me, che sapevo cosa c'era sotto, era agghiacciante e venne verso di noi. In un lampo ognuna delle spie si mise a fare qualcosa di normale.

Ichigo invece andò dritta verso la credenza che aprì e dalla quale tirò fuori un vassoio e tre coppe. Prese una confezione di panna spray e cominciò ad agitarla violentemente.

«Amore, che stai facendo?» chiesi preoccupato. L'ultima volta che l'avevo vista armeggiare una cosa del genere avevamo dovuto ripagare le divise delle 'amiche' di Retasu.

«Soddisfo le nostre clienti» disse come se fosse la cosa più naturale del mondo. «Il gelato al cioccolato macchia, vero?».

Scorsi perfettamente Minto annuire in conferma.

«Bene» e si mise a riempire le coppe anche di quello.

«Io ci aggiungerei anche un po' di sciroppo di frutta. Quello sì che combina certi disastri...».

«Minto!» la rimproverai.

«E' vero! I miei fratellini hanno rovinato un sacco di magliette in quel modo». Purin rincarò la dose. «Vuoi una mano?» chiese poi ad Ichigo che aveva finito e stava imbracciando il vassoio della vendetta pronta a scagliarlo contro la sua nemica.

«No, grazie. Faccio da sola».

«Ichigo aspetta!».

Mi parai di fronte a lei per bloccarle il passaggio. Di nuovo mi fulminò spietata. Tutto in lei diceva 'togliti, o ce ne sarà anche per te'.

«Fidati di me» la pregai. Le tolsi il vassoio dalle mani, consegnandolo ad un ignaro Keiichirou e la portai con me al tavolo delle ragazze.

«Salve» salutai e per la prima volta vidi chiaramente quel che Ichigo intendeva. La bionda si lisciò i capelli e sgranò gli occhioni truccati di azzurro.

«Ciao» ricambiò soddisfatta. L'occhiata che lanciò ad Ichigo, accanto a me, la diceva lunga.

«Mi avevano detto che ti eri fatto male. Come stai?» chiese facendo la preoccupata.

«Benissimo, grazie. E starò pure meglio una volta che avrò finito». Entrambe si accigliarono. Ichigo, le braccia conserte, ribolliva di rabbia.

«Mi hanno fatto notare che hai degli atteggiamenti molto gentili nei miei confronti». Feci una pausa per vedere la sua reazione che si manifestò in maniera del tutto insolita. Ichigo sarebbe diventata di mille colori in viso se le avessero detto una cosa del genere, lei invece restò impassibile, anzi, incuriosita si sporse in avanti per conoscere il continuo.

«E chi te lo avrebbe fatto notare?» domandò con voce suadente.

Indicai Ichigo con la mano sinistra. «Lei. Ne sono lusingato, ma vedi, sono fidanzato con la più bella, con la più speciale delle ragazze che possa esistere e niente al mondo potrebbe distrarmi da lei. Anche perché le ho fatto una promessa per la vita». Detto ciò le mostrai la mano sinistra, al cui anulare luccicava una sottile fascia d'argento intarsiata d'oro.

Restarono tutti allibiti, Ichigo per prima. Guardò l'anello, poi me, a bocca aperta per un istante per poi subito riprendersi e stare al mio gioco.

«G-giusto» balbettò.

«Ti sarei grato quindi se da oggi in poi smettessi... di frequentare il nostro locale. Perdona la maleducazione, ma sento che fino a quando resterai qui, lei non sarà serena ed io voglio che lo sia».

La bionda scambiò un paio di occhiate sconcertate con le sue amiche, poi, ferita nell'orgoglio, prese le sue cose e andò via. Dagli altri clienti partì un applauso che si esaurì in breve.

Andai nello spogliatoio, sapevo che Ichigo mi avrebbe subito raggiunto e infatti nemmeno un secondo dopo eccola dietro di me.

«Non credi di essere stato un po' duro?».

«Senti chi parla, tu volevi farla fuori».

Mi fece la linguaccia in risposta e si avvicinò.

«E' una fedina?».

Annuii.

«Io non sono molto esperta in queste cose, ma non dovrebbero essere in due a portarle?».

«C'è un pacchetto nel tuo armadietto» le dissi. Lo avevo rimesso a posto dopo aver tolto la mia parte di regalo per il piano.

«Lo so, me lo hai dato tu».

«Ti ho anche detto di aprirlo e non lo hai fatto».

«So anche questo. Mi è passato di mente, scusami. Sono stata troppo impegnata ad escogitare un modo per liberarmi di Miss Bellegambe».

«Non erano poi così belle» le dissi fingendo di essere offeso.

Ichigo scattò subito. «Allora gliele hai guardate!» esclamò per darsi di nuovo alla furia.

La presi e la abbracciai forte, le nostre fronti si toccavano.

«Sto scherzando. Guardo solo te, amo solo te e soprattutto voglio trascorrere il resto dei miei giorni solo ed esclusivamente con te. Capito?».

«Davvero?».

«Davvero» confermai. «Giuro sulla cosa più cara che ho e sai cosa succede quando giuro su di te».

Scoppiò a ridere e mi strinse a sé. Sciolsi l'abbraccio solo per raggiungere l'armadietto, aprirlo e prendere il suo regalo.

«E' bellissimo» mi disse emozionata mentre l'aiutavo ad indossarlo.

«Sono contento che ti piaccia. E' come te, semplice ma particolare».

Mi gettò le braccia al collo e mi baciò. Non mi feci pregare più di tanto prima di ricambiarla. La mia micina gelosa...

Quella lezione era servita ad entrambi. Tutte e due avevamo imparato qualcosa di nuovo di noi stessi e dell'altro. Io avevo capito quanto Ichigo tenesse a me, lei cosa era disposta a fare e soprattutto, forse, una volta per tutte, si era convinta che per me esisteva solo lei e nessuna oca bionda avrebbe mai cambiato niente.

 

 

 

E come si suol dire in certi casi... Ameeeeeeeeeeeeen!

 

Che carini! Mi sono divertita a scrivere questo capitolo, anche se erano le due del mattino ed ero totalmente rincitrullita a causa degli esami. Che brutto destino!

Allora, vi è piaciuto? Che ne dite di Ichigo gelosa? Oddio, a me fa scompisciare dalle risate, anche perché sono esattamente come lei. Anzi, ho fatto anche peggio! Il mio uomo non si tocca! (Perché, tu hai un uomo? NdRyou) (Serenity si arma di accetta, Sta' zitto tu, che la colpa è tua, mi hai creato troppe aspettative).

Ma comunque! Spero mi facciate sapere cosa ne pensate. Intanto ringrazio tutte le fantastiche fanciulle che hanno letto, inserito nei preferiti e nelle seguite questa fic. Siamo già al capitolo cinque, altri due e anche quest'avventura finirà, :'(

Grazie mille anche a chi ha recensito, cioè:

Ryanforever: sempre in prima fila la mia tesora! Che bello, grazie, grazie, grazie! Se trovi uno come Ryou nella realtà, ti prego, fotografalo! Senza farti vedere da Ichigo però, mi raccomando o sono guai XD Ti mando un bacione enorme, al prossimo capitolo, prometto di non farti attendere tanto. Ti voglio bene!

Niky95: ciaoooooooooooooooo! Wow, addirittura i brividi! Sono troppo brava, troppo brava u.u ahahahahahah scherzo. Grazie mille, ogni volta i tuoi complimenti mi esaltano. Fa' gli auguri al tuo amico da parte mia, bacione!

Euterpe_12: ma io ti adoro! Lo so che ci sei sempre e mi rendi felicissima. Sei un'amica sensazionale oltre che una lettrice unica ed insostituibile. Grazie mille per gli auguri e per essere così speciale da cogliere ogni volta anche il minimo particolare nelle mie storie. E' fantastico scrivere e sapere che tu capisci ogni sfumatura. Ti voglio tantissimo bene. A presto!

Vimar: GRAZIE!!!!!! Oddio, anche la festa a sorpresa *_* ma che carinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Di' a Ryan che indossare il cappellino è il minimo che può fare visto che da tre anni a questa parte è felice con Ichigo grazie a me u.u Ingrato! Grazie per le tue recensioni, le adoro giuro. Ogni volta mi diverto da morire a leggere, grazie davvero di cuore. Sono felice di averti tra le mie affezionatissime. Alla prossima!

Lady_Mon: ciaooooooooooo!!! Sei sopravvissuta alla fine della scuola? Quanto sei dolce con tutti questi complimenti, mi esalti. Grazie davvero di cuore! I miei 17 continuano a farmi impazzire. Sai, forse si sono ridotti a due ma non ne sono certa, in ogni caso li amo troppo e sono felicissima di averli nella mia vita. E il tuo 17 che dice? Fa ancora il cattivo? Grazie ancora, al prossimo capitolo!

P.S. Ah, sei fantastica tu!

 

Ringraziamenti ultimati per questo capitolo. Il prossimo è già quasi tutto scritto, manca solo il finale (che ho già in mente) e le correzioni, credo che per fine mese sarà tutto per voi :)

Vi ricordo sempre la mia pagina su facebook e il mio profilo e pure la mai originale 'Bitch' che tra poco tornerà con il suo antefatto. Giusto il tempo di finire questa.

Bene, tesori miei, adesso vi lascio. Ancora grazie mille di tutto, siete straordinari.

Baci, bacini, bacetti, con tanto affetto Serenity Moon  

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Capitolo 6
*** Uno quando si prende in giro ***


Nonostante la sfiga mi perseguiti, eccomi di nuovo qui.

Pizzicottini a tutti <3

I ringraziamenti alla fine.

A Erica,

per la sua grande amicizia

e a Pu,

perché senza di lui sarei solo a metà.

 

I sette sorrisi di Ichigo

 

 

Uno quando si prende in giro

 

 

Di solito le mie settimane iniziano nella stessa maniera in cui finiscono: nella noia più totale.

Quel lunedì però, c'era qualcosa di diverso nell'aria. Un pizzico di luce in più. Un diverso vorticare della polvere. Un nuovo cinguettio fuori.

No, all'esterno era tutto uguale. Ad avere qualcosa di diverso ero io. Qualcosa di cui conoscevo bene l'identità e l'entità.

Il tempo insieme ad Ichigo volava. Altri quattro mesi erano passati, trascorsi nella felicità pura e ingenua dell'amore. Era un sentimento maturo il nostro ed allo stesso tempo tremendamente infantile. Giocavamo a rincorrerci e poi finivamo per fare l'amore fra le lenzuola spiegazzate del mio letto quando Keiichirou era fuori. Affrontavamo discorsi seri, avevamo paura di quello che poteva attenderci fuori e ci facevamo coraggio a vicenda, sapendo che contando l'uno sull'altra avremmo sconfitto chiunque. Quando le cose andavano male e credevo che mai si sarebbero sistemate, mi bastava guardare lei, sapere che c'era e mi sentivo un uomo nuovo, pronto a combattere contro cento leoni, sicuro di uscirne vittorioso.

Afferrai la sveglia per guardare l'orario. Era più tardi del solito, ma poco importava. Potevo permettermi qualche ora di sonno in più ogni tanto. Mi alzai e lentamente andai verso il bagno per fare la doccia.

Mentre l'acqua calda mi scorreva addosso mi chiesi se Ichigo fosse già al locale. Da quando stavamo insieme aveva preso la sana abitudine di essere puntuale e dovevo ammettere che mi aveva stupito oltre che fatto un immenso piacere, anche perché sapevo quale era il motivo di tanta solerzia.

Una volta pronto, scesi giù. A metà rampa di scale però mi bloccai. C'era poca gente al caffè e nell'angolo vicino alla porticina a doppio battente della cucina, Ichigo e le altre ragazze erano ferme a parlare. Rimasi dov'ero, impalato come un idiota. Non osavo fare un passo in avanti e rivelarmi né tanto meno riuscivo a farne uno indietro per tornamene da dove ero venuto. Stetti lì, fermo provando a captare qualche parolina della loro conversazione. Stava parlando di me?

No. Parlavano solo del nuovo centro commerciale da poco aperto in città, di negozi, di vestiti, di argomenti normali per delle ragazze della loro età. La vidi esaltarsi per il nuovo paio di orecchini di Zakuro e tirarsi indietro di fronte alla proposta di farsi anche lei i buchi alle orecchie.

«No, fa troppo male!» la sentii lamentarsi orripilata.

Aveva quel suo modo tutto strano di essere paurosa. Poteva fare ore intere di storie per una siringa e poi lanciarsi a capofitto in una pericolosa battaglia contro gli alieni. Fortuna che quella parentesi nelle nostre vite si era chiusa o avrei potuto lasciarci il cuore durante una delle missioni.

Le altre, alla sua reazione risero e lei si portò una mano sulla nuca.

Le sue labbra si curvarono in un sorriso, un altro, uguale e diverso. Il sorriso di chi si prende in giro e ride di se stesso anche se forse un po' se ne vergogna ma non ci pensa. Arrossisce, abbassa gli occhi e quando li rialza li ha più luminosi di prima. Come lei. Bella. Ancor più bella di quanto già non fosse. Mi ritrovai a sorridere a mia volta.

Qualche minuto dopo il gruppetto si sciolse. Ichigo mi aveva visto e non appena le altre ragazze si allontanarono, lei mi raggiunse.

«Da quant'è che mi spii?» mi chiese col suo solito piglio beffardo, pizzicandomi il naso con un dito. L'anello all'anulare sinistro che sanciva la prima parte della nostra unione luccicò incontrando un riflesso del lampadario.

«Da un po'» ammisi e lei per tutta risposta mi fece la linguaccia, giocosa. «Allora? Di cosa stavate parlando?».

«Ma se sei stato tutto il tempo ad ascoltare» mi rimproverò.

«Non tutto il tempo e comunque voglio sentirlo da te». Ogni scusa era buona per ascoltare la sua voce.

Ichigo fece spallucce.

«Se proprio insisti. Parlavamo di negozi e stavano provando a convincermi a bucarmi le orecchie».

La sua inaspettata sincerità mi lasciò un attimo di stucco. Chissà perché pensavo si sarebbe inventata qualcosa di diverso dalla verità.

«Non vuoi farli?».

«No. Fa malissimo» disse con il tono di una bambina rea confessa.

«E' un peccato» la stuzzicai.

«Non riuscirai a convincermi Ryou-kun». Incrociò le braccia e mi voltò le spalle. Subito ne approfittai per abbracciarla. Le scostai i capelli e le posai un bacio sul collo.

«Perché non vuoi farli?» le domandai. Ichigo sbuffò e tornò a guardarmi negli occhi.

«Te l'ho già detto. Fa troppo male ed io ho paura. Ho vissuto fino ad ora senza i buchi alle orecchie posso continuare a farlo, no?».

«Però gli orecchini di Zakuro erano molto belli».

La sentii deglutire, punta nel vivo. Sapevo ormai quali tasti toccare con Ichigo e uno di questi era l'orgoglio.

«E se ti accompagnassi io, amore?».

Ichigo si voltò e mi guardò. Una strana luce negli occhi, un misto tra dubbio e sfida.

«Cosa?» chiese quasi mi stesse mettendo alla prova.

«Ti porto io» mi offrii. Non volevo costringerla, ma avevo capito che vincere quella sua piccola battaglia l'avrebbe resa un po' più orgogliosa di sé.

«Giuro che non ti lascerò nemmeno per un secondo. Ti terrò la mano forte forte, fino alla fine» continuai.

Lei mi guardò a lungo, poco convinta. Accettare ed andare incontro al rischio per un insulso paio d'orecchini o arrendersi prima ancora di averci provato?

«Okay» bisbigliò. «Quando?».

Avrei potuto dirle in qualunque altro momento, ma l'esperienza con lei mi aveva insegnato che il ferro bisogna batterlo finché è caldo. La presi per mano avviandomi verso l'uscita.

«Ora» le dissi e la portai via.

 

'Ora'.

Mai una parola era suonata così agghiacciante alle mie orecchie. In meno di cinque secondi provai ad inventarmi le scuse più assurde per rimandare quel 'ora' a più tardi, ad un tempo indefinito. Misi di mezzo anche il lavoro. Ma la fortuna e la sfortuna di essere la ragazza del capo stava anche in quello: potevo andarmene quando volevo senza dover dare conto a nessuno. Per la prima volta da quando facevo la cameriera al Caffè Mew Mew non avevo mai desiderato così ardentemente di finire il mio turno in orario e perché no, darmi pure agli straordinari non retribuiti.

Salii in macchina con l'entusiasmo di chi sta per affrontare il suo funerale, le mani che stringevano il tessuto leggero della gonna. A fine viaggio sarebbe stata tutta stropicciata. La mia povera gonna.

'Ichigo, pensa alle tue orecchie, la gonna la stiri' mi rimproverò una vocina. Mi sentivo tesa come una corda di violino.

«A-amore» balbettai poco sicura della mia stessa voce, «non è che potremmo rimandare? Giuro che li faccio, ma un po' di tempo per prepararmi me lo concedi? Ti prego...» lo supplicai. Sgranai pure gli occhi, ma niente. Nemmeno lo sguardo da cagnolino mi aiutò.

«Ichigo, tesoro, ti conosco. Se non li fai ora, non li farai mai più. Credimi, mi ringrazierai dopo».

Sbuffai indispettita e voltai la testa verso il finestrino. Fuori metri e metri di case ci scorrevano di fianco. Non sapevo nemmeno dove mi stava portando di preciso. Per un attimo sperai ardentemente che fosse un altro dei suoi scherzi. Magari non c'era nessun buco alle orecchie ad attendermi ma qualcuna delle sue sorprese romantiche. Sbirciai il suo volto bellissimo con la coda dell'occhio. Era serio. Quando preparava qualcosa rideva. Non avevo speranze.

«Di cosa hai paura esattamente?». Spezzò il silenzio con quella domanda inaspettata. Mi girai verso di lui presa in contropiede. Ryou manteneva lo sguardo fisso sulla strada.

«Del dolore» gli risposi ed immediatamente mi sentii una vera idiota.

«Come pensi potrebbe essere?».

«No-non lo so».

Mi diede un pizzicotto sul braccio sinistro. D'istinto esclamai 'ahi' e mi coprii la parte lesa con l'altra mano.

«Questo ti ha fatto male?».

«Sì» piagnucolai indispettita.

«Ancora?».

Non afferrai bene il senso della domanda all'inizio, poi capii e rossa per la vergogna gli dissi che no, non mi faceva più male.

«Sono passati trenta secondi ed il dolore è già svanito. Ora prova a pensare ad un dolore più forte, ad uno di quelli che non passa mai e ti fa davvero male».

Pensai di tutto. Le unghie troppo lunghe che si piegano al contrario, un osso rotto, una caduta dalle scale, la perdita di una persona cara, dell'amore... Ryou.

In un attimo immaginai la mia vita senza di lui e mi vidi dilaniata, tagliata a metà. Arrancavo di qua e di là, senza una meta ben precisa, spogliata di tutto, perfino dell'anima, in un'assurda ricerca di un modo per sopravvivere, ben sapendo che era impossibile.

Ebbi un sentore lontano di quanto sarebbe stato terribile quel dolore e rabbrividii. Perdere Ryou, quello sarebbe stato un dolore insopportabile. Nemmeno mille miliardi di buchi alle orecchie mi avrebbero fatto lo stesso male. Cos'erano in confronto ad una vita senza di lui? Nulla di nulla.

Strinsi la sua mano più forte.

«Andiamo a fare questi buchi» gli dissi decisa. Lui mi sorrise ed imboccò una stradina secondaria. Quattrocento metri dopo fermò la macchina.

 

Fui fuori in dieci minuti. Avevo le lacrime agli occhi e mi strofinavo i lobi, sebbene mi avessero severamente vietato di farlo. Ryou mi aspettava fuori, a braccia spalancate. Mi gettai sul suo petto e lo abbracciai forte.

«Sono fiero di te» mi disse regalandomi un gentile bacio sulla guancia. «Carini» aggiunse poi osservando i minuscoli punti luce d'oro rosa che mi avevano fatto indossare perché i buchi non si chiudessero. Gli feci una smorfia. Non c'era voluto molto perché facessi confessare chi di dovere e fargli ammettere che era stato Ryou stesso a comprarli. Dopotutto la sorpresa c'era stata davvero. Gli orecchini di Zakuro erano niente in confronto ai miei.

«Ti stanno benissimo» si complimentò.

«Grazie» e mi sporsi per baciarlo. Lui non se lo fece ripetere due volte e mi venne incontro. Mi sentivo felice e realizzata. Niente poteva rendere la mia vita più perfetta di quanto già non fosse. O almeno era quello che credevo.

Mentre eravamo abbracciati, Ryou sussurrò qualcosa.

Tre parole e rimasi di sasso.

Pensai di non aver sentito bene, che la troppa felicità mi avesse fatto commettere un errore di interpretazione. Ma poi lui mi guardò, con un'intensità tale da farmi tremare le gambe e il cuore. Lo aveva detto davvero.

Non risposi. Non a parole.

Semplicemente lo guardai a mia volta e sorrisi. Non erano necessari suoni o lettere. Era tutto scritto sul mio viso.

 

 

Non riesco ancora a crederci, finalmente sono tornata. Questo capitolo è stato un parto, tanto perché era pronto e mancava solo il finale, eh?

Beh, spero che almeno il travaglio abbia ottenuto i risultati sperati. Grazie mille per la vostra pazienza. Davvero siete fantastici, non so cosa farei senza di voi. Grazie, grazie, grazie. A chi ha inserito la storia fra le seguite, le ricordate e le preferite. Come sapete questo è il penultimo capitolo. Nell'ultimo farò i nomi di ognuno di voi.

Grazie anche e soprattutto a chi ha recensito, cioè:

cyber_star: oh, ma grazissime cara! Quanti complimenti :) sono davvero contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Mi sono divertita un mondo a scriverlo e vedo che ha sortito gli effetti desiderati. Scusa per l'attesa, spero che anche questo, un po' più calmo ti piaccia. A presto, un bacione!

Ryanforever: tesoro bello, mi sa che resteremo deluse a vita XD ci stiamo creando troppe aspettative, non dici? Ahahahah, prima o poi ci passeranno(spero). Grazie come sempre di esserci. È tanto bello leggere i tuoi commenti :) al prossimo, bacione!

Niky95: la piccola Niky non manca più, ciao cara, che bello averti qui! Grazie per i complimenti e scusa anche tu per il ritardo. Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto, ce l'ho messa tutta. E questo? Che ne pensi? A presto, un bacio anche a te!

Vimar: vimarrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr! Oddio, ma come fai? Ahahahahahahahahahah, aspetta un attimo, smetto di ridere *un quarto d'ora dopo* Eccomi, dicevamo? Ah sì, aahahahahhahahahahah. Sei fantastica, giuro XD fai bene a picchiare il tuo ragazzo. I maschi si tengono a lenza, ci siamo capite u.u scusa l'attesa, spero che anche questo capitoletto ti piaccia. Ci sentiamo presto, ciao 'vicina di casa' :D

Scarlett_92: *_* grazie... ma quanto sei gentile? Me li merito così tanti complimenti? Davvero un tesoro, grazie mille! Soprattutto perché se il RyouxIchigo non è il tuo pairing preferito. Per me è una doppia vittoria. Ora che lo so mi impegnerò ancora di più. Davvero, grazie ancora. A presto spero.

Euterpe_12: tesoro mio prezioso ciao!!!!! riesci sempre a cogliere tutte le sfumature! Quella frase piace da impazzire pure a me. E sai anche chi è il solo che può ispirarmi perle del genere ahahahahahah. Ti ringrazio davvero tanto. Se ci fai caso non ho mai scritto di guerre e alieni, questo duro compito lo lascio a te ;) buone vacanze e divertiti. Aspetto impazientemente il tuo ritorno, bacione! E complimenti per EB, anche se mi hai resa tanto triste. Bacione!

Lady_Mon: Monicuccia! (posso chiamarti così?) che piacere immenso ritrovarti :D eh sì, finalmente estate! Anche se non si direbbe, lo studio matto per me continua T_T pazienza! Buona fortuna nella ricerca del tuo Ryou, spero davvero lo troverai presto e quando sarà fammi un fischio, lo DEVO conoscere! Tranquilla, non te lo rubo. I miei 17 si sono ridotti a 2 (grazie al cielo, l'ultimo non lo sopportavo proprio più) ma mi bastano. Uno di loro soprattutto è semplicemente meraviglioso *_* l'altro fa quello che gli ordino io di fare e siamo a posto. Beh, Ryou bastardo... Ryou non è bastardo. Tutto che va a letto con le altre, che fa il macho, non ce lo vedo per niente. Lui muore per Ichigo e se ci fai caso anche nell'anime è molto posato. È un gran bravo ragazzo e per lei farebbe di tutto. Quindi abbasso Ryou cattivo e viva Ryou innamorato! Ichigo è semplicemente stupenda :) come te! Grazie mille, a presto!

Anadiomente: carissima, innanzitutto grazie, poi benvenuta. E' stato un piacere immenso per me leggere la tua recensione. Non sai quanto sia contenta di essere riuscita ad appassionare una fan di Ryou ed Ichigo come te. Davvero, grazie! Spero davvero che tu possa trovare il coraggio di scrivere qualcosa e di farla leggere a tutti noi. Io personalmente la attendo con impazienza :) ti mando un grande abbraccio colmo di coraggio. A presto!

 

Wow! Ci sono riuscita :)

Qualche piccola comunicazione di servizio. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Dopo Serenity va in vacanza! Ma tranquilli, ritornerò presto. Sto lavorando duramente alla mia originale e a settembre comincerò a pubblicarla. Prima verrà anticipata da una OS di cui vi anticipo solo un dettaglio: ci sarà il nostro amato Ryou! Quindi vi aspetto in tanti pure lì :)

Non so quando avverrà il prossimo aggiornamento. Spero prima della fine dell'estate, ma mi conoscete, non osiamo troppo coi pronostici.

Se volete potete raggiungermi su Facebook: https://www.facebook.com/oo00SerenityMoon00oo?bookmark_t=page

o su Tumblr anche se ci sto pochissimo (devo ancora imparare come si usa).

Vi ringrazio ancora per tutto e vi saluto.

Al prossimo aggiornamento

baci, bacini, bacetti, con tanto affetto

Serenity Moon  

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Capitolo 7
*** E uno, il più bello di tutti, quando parla dell'uomo che ama ***


I sette sorrisi di Ichigo

 

 

E uno, il più bello di tutti, quando parla dell'uomo che ama

 

 

Sakura Momomiya sembrava impazzita. Erano giorni che faceva la spola fra casa sua e il Caffè Mew Mew, il locale dove da circa cinque anni lavorava sua figlia Ichigo, e rischiava seriamente un esaurimento nervoso.

I preparativi duravano ormai da sette mesi, ma come ogni grande evento che si rispetti, ovviamente, non si era potuto fare a meno di arrivare all'ultimo giorno con ancora almeno un quarto di cose da sistemare, con conseguente crisi di panico di tutti.

Shintaro era stato allontanato, per pura precauzione a detta della moglie, e nel suo elegante abito tradizionale scuro, passava il tempo facendo da baby-sitter agli adorabili fratellini di Purin. Retasu teneva d'occhio tutti e sei, non poteva mai sapersi.

Fuori era tutto un tripudio di odori e colori.

Un grande gazebo, adorno di zagare era stato fatto sistemare apposta, su richiesta esplicita di Mr Ryou Shirogane e pure di gran fretta, nulla togliendo al risultato finale. Fiocchi di tulle dorato si annodavano delicatamente ai pilastri temporanei e rilucevano ai raggi del sole come coperti da brillantini. Due file di sedie occupavano la maggior parte dello spazio, lasciando un corridoio grande abbastanza per far passare due persone. Arbusti di ortensie, peonie e gelsomino appositamente coltivati per l'evento, piantati da mani sapienti, riempivano l'aria di una dolce fragranza. Alla base del gazebo, petali di rose. Centinaia di migliaia di profumatissimi petali di rose, di ogni colore.

Da una finestra del locale, Ryou osservava i primi ospiti prendere posto. Aveva invitato vecchi amici, parenti alla lontana, zii e cugini che si era pure dimenticato di avere. Non erano in molti per sua fortuna. Non gli importava poi nemmeno così tanto che ci fossero. Solo di una persona si curava e quella non sarebbe mancata per nessun motivo al mondo.

Qualcuno bussò alla porta e il giovane si voltò. Un sorriso smagliante gli illuminò il volto già emozionato.

«E' ora» gli comunicò una Minto elegantissima.

Ryou annuì, si sistemò il papillon e si avviò verso la felicità.

 

Dalla parte opposta del locale, si ripeté la stessa scena. Sakura entrò nella camera dove la figlia si stava preparando per annunciarle che era arrivato il momento di scendere. La vide, seduta sul piccolo sgabello del tavolo da toeletta e le parole le morirono in gola.

«Quanto sei bella» esclamò invece, già con le lacrime agli occhi.

«Oh mamma, ti prego, avevi promesso di non piangere». Ichigo si alzò e la raggiunse per abbracciarla. In realtà voleva scoppiare in lacrime pure lei, ma si era ripromessa di non farlo, almeno fino alla fine.

Sakura si asciugò gli occhi con un fazzolettino, attenta a non rovinare il trucco.

«Sei perfetta, tesoro mio» disse carezzando il volto della sua bambina ormai cresciuta. Ichigo sorrise ed avvampò. Negli anni non aveva mai perso quel suo piccolo difetto.

«Sei pronta? Ti aspettano».

Ichigo annuì. Prima di andare di voltò verso un grande specchio verticale sistemato per lei dalle sue damigelle.

Il corpetto di seta bianco, intarsiato di brillanti le delineava il busto e slanciava la sua figura ormai di donna. La gonna assomigliava al calice di un giglio fiorito. Lo strascico si allungava a terra e nascondeva il tremolio delle gambe. I capelli, rigorosamente sciolti, si annodavano in bei boccoli. Tra le ciocche ondulate, solo qualche perlina bianca e un piccolo diadema a reggere il velo. Si sentiva una principessa.

«Andiamo. Non voglio far aspettare il mio futuro marito» disse alla madre e finalmente scesero entrambe in giardino.

 

Aspettavo impaziente ai piedi del gazebo che lei arrivasse. A stento riuscivo a nascondere il nervosismo che mi faceva tremare le mani. Mi sembrava di soffocare stretto in quel tight immacolato.

Keiichirou, al mio fianco, mi poggiò una mano sulla spalla e mi sorrise per rassicurarmi. Gliene fui grato. Nei momenti più difficili lui c'era sempre stato. Solo lui poteva essere degno di essere il mio testimone. Dall'altra parte, le ex quattro ragazze Mew Mew, nei loro sgargianti abiti da damigelle trepidavano come me, in attesa della sposa.

Poi il momento arrivò.

 

Non ricordavo che nella marcia nuziale fossero presenti i tamburi. Infatti non c'erano. Il martellio incessante era quello del mio cuore. Non batteva così forte dalla prima volta che avevo visto Ryou. Quel giorno, ormai lontano, la mia vita era cambiata così tanto da essere irriconoscibile. Ma lui no, lui era lo stesso di sempre.

Alzai lo sguardo prima di iniziare a camminare verso il gazebo e traballai.

Ryou mi aspettava lì, bellissimo, più di quanto potessi immaginare. Il tight bianco lo faceva assomigliare ad un angelo.

Come da tradizione non c'eravamo ancora visti e da lontano ebbi l'impressione che anche lui fosse per un attimo rimasto impressionato da me. Non ero mai stata alla sua altezza in quanto a bellezza, ma per lui ero meravigliosa, lo sapevo dal modo in cui mi guardava.

Mi ancorai ben bene al braccio di mio padre e decisa, percorsi i pochi metri che mi dividevano dal mio amore. Avrei voluto gettarmi fra le sue braccia.

Come se mi avesse letto nel pensiero, Ryou mi sorrise quando fui abbastanza vicina. Ricambiai e finalmente fui al suo fianco. Mio padre mi scostò il velo, mi baciò e mi affidò a lui, per il resto dei miei giorni.

 

Ichigo, avvicinandosi, sorrise.

Di colpo tutta l'agitazione che provavo sparì, sostituita da un'immensa sensazione di sollievo. Stavo per sposarmi. Stavo per sposare la mia Ichigo. Non potevo desiderare di meglio.

La presi per mano e ci guardammo negli occhi. Ci vidi dentro l'universo e me stesso. Le sue iridi riflettevano l'immagine di un uomo finalmente felice e realizzato. Ne avevo passate tante, avevo sofferto nella lunga ricerca di un luogo che potessi davvero considerare casa e infine lo avevo trovato con lei. Non era stato semplice, ma adesso tutta la fatica, tutto il tempo trascorso a pensare, le paure, i timori di non riuscire, erano solo ricordi lontani con cui farsi una risata ogni tanto.

Accanto a noi, l'officiante iniziò a recitare la formula che ci avrebbe resi marito e moglie. Non lo ascoltavo neanche, impegnato com'ero ad osservare Ichigo sorridere. Assomigliava ad una dea, avvolta nel bianco del suo vestito. Era sempre stata bella, quel giorno però superava di gran lunga qualunque standard precedente.

La guardavo e nel frattempo pensavo tutto quello che ci avrebbe atteso una volta finita la cerimonia. La nostra casetta fuori città con il giardino e la vasca con i pesci. La nostra camera arredata esclusivamente come piace a lei. Le altre stanze vuote che speravamo di riempire negli anni futuri, con i figli prima e i nipotini dopo, che avrebbero allietato la nostra vecchiaia.

Al famoso 'parli ora o taccia per sempre', tutti i presenti si zittirono in un solenne silenzio che durò pochi secondi, poi l'officiante riprese a parlare e si rivolse a noi.

«Ryou, Ichigo, le vostre promesse».

 

Ryou annuì e dalla giacca tirò fuori un foglio di carta piegato in quattro, lo spiegò e prese un profondo respiro Ero curiosa di quello che mi avrebbe detto. Nel tempo trascorso insieme ci eravamo scambiati tante belle parole, ognuna supportata dai fatti. Lui magari aveva bisogno di qualche momento in più di me per esprimere quel che sentiva, ma mai i suoi erano stati solo contentini nei miei confronti. Se Ryou diceva di amarmi, potevo essere sicura che fosse così. Me lo confermavano i suoi gesti, le sue delicate carezze al mattino, appena svegli, i suoi buffetti sui capelli scompigliati, i baci sul naso, quasi fossimo bambini.

Gli sorrisi per rassicurarlo e lui cominciò a leggere.

«Ichigo, io credo di averti già detto tutto. O almeno spero di esserci riuscito. Non è facile per uno come me, ma tu sei stata capace di compiere un miracolo. Oggi, qui, davanti a te e a tutta questa gente, finalmente, sento di poter dire di essere un uomo migliore e tutto questo grazie a te. A te che mi hai insegnato ad apprezzare le piccole cose, ad aprirmi al mondo, ad assaporare il vento creato dal battito d'ali di una farfalla. Ho messo da parte vergogna ed orgoglio, per dirti che ti amavo, che ti amo e lo farò per il resto dei miei giorni. Sei la parte più importante di me. Sono fiero di averti al mio fianco».

Mi asciugai una lacrima con la punta dell'indice e gli sorrisi. Avrei voluto mandare all'aria tutti i convenevoli e gettarmi fra le sue braccia. Stringerlo forte e dirgli che anche io ero fiera di lui. Che era l'uomo che avevo sempre desiderato, il mio principe azzurro.

'Grazie' mimai con le labbra. Sapevo che se avessi aggiunto un qualche suono sarei scoppiata a piangere per la commozione. Dovevo riprendermi anche perché adesso era il mio turno.

Respirai profondamente un paio di volte, poi mi voltai verso Minto e le porsi il mio bouquet. In cambio lei mi diede un foglio. Le mani mi tremavano per l'emozione e per l'amore per Ryou, che non riuscivo più a trattenere.

 

Le mani di Ichigo, mentre afferrava il foglio con le sue promesse, sembravano foglie al vento di primavera. Avrei tanto voluto prenderle e tenerle fra le mie per rincuorarla. L'avevo commossa, non avrei mai sperato in tanto. Non sapevo quel che aveva scritto lei, ma qualunque cosa sarebbe stato, ero sicuro che mi avrebbe colpito. D'altronde con lei era sempre così. Non c'era cosa che lei facesse e non avesse effetti su di me.

«Ho cominciato a scriverle il giorno in cui mi hai chiesto di uscire» esordì e nell'esatto momento in cui iniziò a parlare le sue guance si colorarono di un rosa acceso, rendendola ancora più bella. «Mi sembrava una stupidaggine, ma in fondo ci speravo che finisse così, o meglio che cominciasse così. Sono passati quasi cinque anni da allora e mi meraviglia pensare che non è cambiato niente. Il tonfo al cuore quando mi parli, mi sfiori le mani, mi guardi, c'è ancora. Arrossisco tuttora se per un attimo in più ti fermi su di me, se mi regali un sorriso, anche adesso che sei mio, mio e basta, a tutti gli effetti.

Ryou, ogni momento che ho vissuto con te è stato la virgola di una frase delle fiabe. Sono stata Principessa ed ora mi accingo a diventare Regina, esclusivamente per te e grazie a te. Ed oggi, ti dico sì.

Sì perché mi hai chiesto di uscire, anche se grande e forte come sei tremavi di paura al pensiero che potessi rifiutare.

Sì perché eri convinto che quando ho disdetto l'appuntamento, il mio raffreddore fosse solo una scusa e sei venuto a casa mia ed hai messo in moto la caldaia per non farmi morire di freddo.

Sì perché hai passato anni interi a sgridarmi per le mie mancanze e adesso mi sussurri che mi ami.

Sì perché hai sempre voluto proteggermi, prima di tutto da me stessa.

Sì perché mi hai chiesto di sposarti sotto la luna, in un giardino pieno di rose. La seconda volta. La prima, me lo hai bisbigliato talmente piano che quasi avevo creduto di essermelo immaginata.

Sì perché ti amo ed in fondo un vero motivo non c'è, se non che sei tu ed io ti amo».

Ichigo finì di leggere e sicura di sé, alzò lo sguardo per incrociare i miei occhi. I suoi splendevano. In viso era radiosa.

E sorrideva.

Negli anni trascorsi insieme, avevo visto ed analizzato ogni suo movimento, gesto pensiero. Non mi era mai sfuggito un particolare di lei. Quando sorrideva, rideva, piangeva, sapevo riconoscere la causa, la soluzione, il modo in cui quell'atto si sarebbe evoluto. Conoscevo come si curvavano le sue labbra, le piccole rughe che si formavano sulla sua fronte quando si arrabbiava, le fossette che spuntavano sulle sue guance, il rossore che le colorava, avrei potuto dire di quanti millimetri era il suo buffo nasino, o organizzare per giorni i colori dei suoi nastri per capelli.

Quel sorriso però mi era ancora sconosciuto. Forse ero stato troppo cieco, forse distratto, non avrei saputo dirlo, ma quello che avevo davanti era il sorriso più bello di tutti. Lo portava stampato in viso mentre parlava di me, mentre ricordava chi eravamo stati, i momenti che ci avevano uniti e fatti diventare l'anima sola che ormai eravamo. Se non fossi stato innamorato di lei, lo sarei divenuto una volta visto quel suo ultimo meraviglioso sorriso. Quello di una donna che parla dell'uomo che ama, che trasmette con un gesto la devozione, l'assoluta adorazione nei confronti di chi le sta vicino. Era l'ultima prova, l'ultima certezza che lei e solo lei poteva essere quella giusta. Eravamo la donna e l'uomo delle nostre vite.

«Ryou, Ichigo...» riprese l'officiante.

Ci guardammo ancora una volta, poi all'unisono sussurrammo:

«Sì, lo vogliamo».

 

 

FINE

 

 

Voglio piangere T_T

E' finita pure questa avventura.

Credo di essere l'unica folle che ci sta 5 mesi a pubblicare 7 capitoli. La mia salvezza siete voi, così buoni e gentili, che mi aspettate sempre e mi riaccogliete a braccia aperte ç_ç

Basta, troppa malinconia. Torniamo a sorridere.

Finalmente, sono riuscita a portare a termine la quarta long, signori, faccio progressi eh? E la volete sapere qual'è la cosa bella? Che in vent'anni non ho ma partecipato ad un matrimonio :D (A dirla tutta non ho nemmeno avuto il coraggio di fare il secondo buco alle orecchie XD) Lo so che mi amate!

Beh, spero comunque di aver ottenuto l'effetto desiderato.

Vorrei ringraziare tutti voi che mi avete seguita con così tanto affetto e calore.

Grazie mille a: 97_Elli_97, Anadiomene, BellsSwanCullen, bimbaapois, Cherryblue, CL_Kiki, comet91, cyber_star, Eleonora999, elisa nico, Euterpe_12, hp_hg, LadyDelilah, Lady_Mon, lunabluenera, m_j, mitica98yb, Morgana_94, niky95, nniga, Piccola_Luna, Pucchin, raggiodisole90, ryanforever, Scarlett_92, sciona, Selvaggia_chan, silvia the best, sometimes_strawberry, Sophisticity, Ste_, Sweet96, STRAWBERRY, vimar, xXdix_infernalXx.

Siete fantastici, davvero!

Un grazie particolare a chi ha speso un attimo in più a recensire, cioè:

ryanforever: cara, cara ryanforever, il momento temuto è arrivato. Che dire? Ancora una volta grazie per il supporto, l'amicizia e le risate. E' bellissimo leggere i tuoi commenti e trovarci così in sintonia. Continuiamo a sognare il nostro Ryou, che magari prima o poi arriva ;) un bacio più grande del solito, a presto (si spera).

Nily95: Niky, oddio, quando ho letto la tua recensione stavo per arrivare a terra per le risate. Le ha chiesto di sposarlo vero? Ahahahahahah, mi sono immaginata la tua faccia mentre lo dicevi, ebbene sì, non solo glielo ha chiesto ma l'ha pure fatto, beati loro. Ancora auguri per ieri, un abbraccio a te e a Rita!

xXdix_infernalXx: ta-dan! Ecco svelate le tre parole! Contenta? Spero di essere stata all'altezza e che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Grazie mille del supporto, mi auguro di ritrovarti. Un bacio!

Anadiomene: oh, ma che dolce che sei! Grazie per i complimenti, mi rende felice sapere che ti piace così tanto il mio modo di scrivere e mi trovi totalmente d'accordo sulla questione Ichigo. Sarebbe dovuta stare con Ryou sin dal principio, ma pazienza, se così fosse stato adesso non ci sarei io. Non tutti i mali vengono per nuocere ;) grazie ancora, di cuore, spero di leggere presto la tua famosa storia. Fammi sapere se la pubblichi. Un bacio.

Lady_Mon: c'è la Monicaaaaaaaaaaa! Ciao cara, come stai? Le mie vacanze non procedono, grazie comunque per aver chiesto XD Ahahahahahah. Il bello è che non posso nemmeno diventare matta, perché lo sono già! Tornando a noi, io ce la vedo proprio Ichigo a scappare per i buchi alle orecchie. Paladina o no è pur sempre una fifona. Ricordi la puntata in cui si è aggiunta Retasu? Minto l'ha dovuta trascinare col collare XD Povera ragazza. In quanto a Ryou, è Ryou, non so cos'altro aggiungere. Sono estremamente innamorata di questo ragazzo. Beata Ichigo che è riuscita ad accalappiarselo. La storia è finita, ma tornerò con un'originale, in ogni caso sulla mia pagina facebook trovi tutti i dettagli. Ti mando un grande bacio.

Eleonora999: la mia recensitrice n.40! Benvenuta cara e scusa l'attesa, spero di aver colmato con questo capitolo. Ti è piaciuto? Ce l'ho messa tutta e spero davvero di sì. Grazie per il pensiero e per i complimenti. Sei stata un tesoro, alla prossima!

Euterpe_12: la mia tesorina adorata!!! Quest'anno stai facendo il pienone di vacanze eh? Brava, tesoro, approfittane e riposati ben bene che qui ti aspettiamo tutti. Il tuo desiderio è stato esaudito, sono stata brava eh? Oh che tenerezza! Ho dovuto fare una scorpacciata di film e documentari per scriverlo, ma spero vada bene comunque, non mi sono sbilanciata troppo. Spero di sentirti presto, mi manchi tanto. Ti voglio tantissimo bene. Bacione!

Sweet96: Mi è tornata la Sweet!!!!!!!! Ciaooooooo, mi sei mancata *_* Andiamo insieme a fare i buchi alle orecchie? XD Che bell'immagine quella di Ryou che ridacchia. Quel ragazzo è stupefacente. Quanto lo adoro, tanto quanto te! Non te ne andare mai più, intesi? Grazie per i complimenti, alla prossima, bacione anche a te!

Comet91: benvenuta! Sei stata molto carina a recensire, grazie davvero di cuore per tutti i complimenti. Ce l'ho messa tutta per far risultare questa storia interessante e spero davvero di esserci riuscita fino all'ultimo. In realtà era nata come una raccolta, ma come succede sempre, le storie prendono vita e si trasformano da sole. Beh, il risultato mi pare buono, che dici? Grazie ancora, spero di ritrovarti. Baci!

 

Se dovessi aver dimenticato qualcuno fucilatemi.

Bene, ragazzuoli belli, ahimè, credo di aver finito davvero. Adesso vado in ferie pure io e mi riposo un po' (non è vero, torno a studiare ma mi piace illudermi).

Per il momento non ho altri progetti sul fandom di TMM. A parte la mia collaborazione con Euterpe_12 Beneath the Surface che presto ritornerà dopo questo periodo di pausa e che vi invito a leggere. Mi dedicherò alla mia originale che verrà presentata da una OS con protagonista il nostro bel biondino. Spero mi seguirete anche lì. Il mare è più grande da quelle parti, ma se ci siete voi, mi sento più al sicuro! Confido nelle ispirazioni e poi chi lo sa, magari tornerete presto a sentir parlare di me ;) Per ogni informazione seguitemi su facebook e forse anche su Twitter, sto valutando l'idea di aprire un profilo pure lì.

Qui i link, rispettivamente di profilo e pagina:

https://www.facebook.com/SerenityMoon25

https://www.facebook.com/oo00SerenityMoon00oo

E ora prima di lasciarvi una sorpresina... L'abito da sposa di Ichigo, secondo me:

http://www.abitisposamilano.net/1/images/670_0_909472_239626.jpg

(grazie ad Erica per il consiglio, sono l'eterna indecisa io).

Detto ciò, credo di dovervi salutare davvero.

A presto tesori miei, veglierò su di voi da lontano XD

baci, bacini, bacetti, con immenso affetto la vostra

Serenity Moon  

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