Let It Snow

di YUIandAI
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. One. ***
Capitolo 2: *** 2. Two. ***
Capitolo 3: *** 3. Three ***



Capitolo 1
*** 1. One. ***


 ----
«Sobbie…» disse il ragazzo.
«Dimmi.» il biondo gli sorrise.
«Promettimi una cosa.»
«Tutto ciò che vuoi.»
«Per sempre…» il più piccolo respirò profondamente «Qualunque cosa accada, resteremo per sempre amici. Promettimelo.»
«Ovvio! Tu sei il mio Dongsaeng preferito!»
«Grazie. E tu sei il mio Hyung preferito!» i due ragazzi risero.
----
KiKwang sorrise ricordando quella promessa, inspirando la fredda e pungente aria invernale.
“Chi l’avrebbe mai detto? Chi l’avrebbe mai detto che un giorno il mio cuore avrebbe incominciato a battere solo per lui?” pensò. Guardò le onde spumeggianti infrangersi nel bagnasciuga.
Sospirò stancamente. In quel momento sentì il cellulare squillare nella tasca dei pantaloni.
«Pronto?» disse.
«KiKwang! Dove diavolo sei?! Ti aspettiamo da mezz’ora! Ci sono le prove! Muotivi!» DooJoon più che arrabbiato sembrò preoccupato.
«O merda… Me n’ero completamente dimenticato! Arrivo fra 10 minuti.» chiuse la chiamata e incominciò a correre verso la Cube.
“Ci mancava solo questa… Ma dove hai la testa KiKwang?! Dimenticarsi le prove…”
 
Dopo 10 minuti arrivò alla Cube. Per fortuna non era molto distante della costa.
Aprì la porta e si diresse verso la sala prove.
«Scusate…» si inchinò verso i suoi compagni in segno di scusa.
«Non ti preoccupare. Adesso iniziamo. Mettetevi tutti in posizione. Incominciamo con Fiction.» il leader incominciò a parlare. Quella era una delle prove prima del concerto che si sarebbe svolto pochi svolto giorni dopo.
 
Dopo svariate ore di prove, i ragazzi si ritirarono nel loro appartamento.
Ci misero una ventina di minuti. Durante il viaggio KiKwang si addormentò. Cercò di tenere gli occhi aperti, di seguire i discorsi e parlare con i ragazzi, ma le sue palpebre si rifiutavano di stare su, di conseguenza si lasciò trasportare dalla stanchezza e si addormentò, appoggiando la testa sulla spalla del piccolo YoSeob.
Il ragazzo lo guardò e sorrise, accarezzandoli il capo.
«Che gli succede? E’ da un po’ di tempo che è strano… E’ sempre stanco, dorme pochissimo... E mangia decisamente troppo poco… Anche prima, non ballava come sempre, non dava il meglio di sé...  Finirà per stare male prima del concerto…» parlò DooJoon.
«Boh. Non ne parla con nessuno. Dice solo che è molto stressato, ma a me sa tanto di grandissima balla… Cercherò di farlo mangiare e riposare quando rientriamo a casa.»
«…» sospirò il leader. «Grazie Seung.»
«DuJun… Sei preoccupato?» disse DonWoon con un piccolo sorriso.
«Ma cosa dici!»
«…» il gruppo lo guardò male.
«…Ok, si! Sono molto preoccupato! E’ un mio amico, gli voglio bene e non vorrei mai vederlo stare male! Non me ne frega niente del concerto, se si sentisse male, preferirei solo non vederlo moribondo a letto.» disse tutto d’un fiato, rosso in faccia.
Risero a quelle parole. Tutti sapevano che il leader era affezionato ad ognuno dei BEAST e non avrebbe mai voluto vedere uno dei suoi ragazzi ammalato. Metteva prima di tutto la salute del gruppo e i suoi amici, e poi tutto il resto, compresa la sua salute.
 
Arrivati all’appartamento, il bello addormentato si svegliò. Si stropicciò gli occhi e un po’ a mala voglia scese dalla macchina per dirigersi al portone della casa.
Salì le scale col rischio di cadere e rotolare come un pallone. Non riusciva a reggersi in piedi per la troppa stanchezza. Si teneva saldamente al corrimano.
Arrivò per ultimo davanti al portoncino dell’appartamento. Lo chiuse alle sue spalle e si diresse direttamente nella sua camera che divideva con HyungSeung.
«Dove vai?» chiese Seung.
«Mi metto un pochino a letto. Sono stanco.» disse con aria da uno che non dormiva da settimane, o forse anche di più.
«Già… Ho notato. Hai due borse sotto gli occhi, più grandi delle ‘mini-borse’ delle ragazze!» ridacchiò il castano.
«Ah ah ah. Spiritoso.»
«Ti preparo qualcosa da mangiare. Se ce la fai, resta sveglio, sarò da te entro 10 minuti.» si girò e si diresse verso la cucina.
«Mmm.» Annuì il ragazzo dai capelli scuri.
 
Entrò in camera e si buttò nel letto, mettendosi sotto le coperte. Guardò per pochi secondi il soffitto spoglio. Dopo poco le sue palpebre si richiusero e sprofondò in un sonno profondo.




Ma salve! >w< Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto! Scusate se è cortino il capitolo! çwç ...Non voglio dilungare molto questa storia, infatti penso sarà di 2-3 capitoli al massimo, se non mi gira di farlo più lungo xD 
Bè, basta D: Non sò più che scrivere LOOL ...AH! @_@ Me ne stavo dimenticando .___.'' Le parti di FF tra "---" sono dei ricordi (:

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Capitolo 2
*** 2. Two. ***


Si svegliò per l’ennesima volta da quell’incubo. O meglio, HyunSeung lo svegliò per l’ennesima volta da quell’incubo che ormai faceva da chissà quanto tempo.
«KiKwang… Per favore, calmati.» il castano lo guardò tristemente «Non puoi più andare avanti così. Devi dirglielo. Ti stai riducendo a uno schifo. Guardati… Sei diventando pallido, pelle e ossa, non voglio, anzi, nessuno di noi può e vuole vederti in questo stato. Siamo tutti preoccupati per te. E adesso cerca di mangiare qualcosa.»
«Ok…» prese la ciotola di riso bollito e la divorò in men che non si dica.
Seung rise alla vista del suo amico che si divorava il cibo come un morto di fame. «Dovevi essere proprio affamato!»
«Già… Non ricordo nemmeno quand’è stata l’ultima volta che ho mangiato decentemente.»
«E’ già qualcosa che sia riuscito a mangiare. Ti riposi ancora un po’?» chiese il castano.
«Mmm. Non voglio esservi di peso. Cercherò di riprendermi del tutto prima del live.» sorrise.
«Non dirlo neanche per scherzo, non sarai mai un peso. Bene, allora ti lascio dormire. A dopo.» disse, per poi uscire dalla stanza chiudendo la porta.
KiKwang chiuse gli occhi e ripensò al suo incubo. Ogni santo giorno, faceva quel sogno. Sognava che era da solo con YoSeob  e gli diceva cosa provava, ma lui dopo avergli detto quello, lo guardava con occhi pieni di disprezzo, di rabbia, di disgusto, lo insultava pesantemente e poi se ne andava, e il gruppo faceva lo stesso… Sognava che lo lasciavano da solo. Lo distruggeva il pensiero che i suoi amici lo disprezzassero per il suo essere. Aveva paura della reazione del piccolo Sobbie, che la loro amicizia di anni si distruggesse per colpa sua. Non voleva. Non voleva che nessuna delle cose che sognava accadesse davvero, perciò si teneva tutto dentro.
Si riaddormentò per la terza volta.
 
Passarono dei giorni, Kwang si riprese quasi del tutto.
Era arrivato il giorno del live, precisamente il 24 Dicembre. Sì, proprio il giorno prima di Natale. Era un live speciale, per festeggiare la Vigilia di Natale.
I BEAST arrivarono dietro le quinte e incominciarono a prepararsi. YoSeob e JunHyung si isolarono dal resto del gruppo e parlarono tra di loro. Si capiva solo qualche parola qua e là, ma non tutto il discorso. Kiki li guardò un po’ geloso. Era geloso del suo Sobbie, era geloso di vederlo parlare da solo con un altro ragazzo, anche se quel ragazzo era un suo amico.
«Jun… Io… Non ce la faccio più. Ci stò male! Voglio…» JunHyung lo guardò e lo abbracciò forte.
«Stai tranquillo. Io sono con te, ogni volta che avrai bisogno.» YoSeob strinse tra le mani la maglietta del Joker e incastrò la sua faccia nell’incavo del suo collo.
A quei gesti, a quelle parole, il sangue di KiKwang ribollì nelle vene. Pensò che YoSeob amasse Jun. Appoggiò la mano sopra il tavolino con poca delicatezza, si alzò e uscì dal camerino sbattendo la porta. Era incazzato. Furioso. Voleva spaccare ogni cosa trovasse davanti a lui.
Nel camerino tutti rimasero sorpresi dalla reazione improvvisa del ragazzo.
«Ma cosa…?» chiese stupito YoSeob.
«Ci mancavano solo i momenti di sclero dei suoi ormoni da ragazzina!» disse scocciato Jun. «Ma che cazzo! Fra poco sarà il nostro turno! E’ l’ultimo pezzo il nostro, non può piantarci in asso così!»
Seung uscì fuori per cercarlo. Girò per tutta la struttura ma non lo trovò. “…La  terrazza…” pensò. Salì le scale di corsa fino ad arrivare alla porta che portava alla grande terrazza. Era là, che osservava le luci della città.
«Ma che ti prende?! Ti sei per caso bevuto il cervello? Fra poco è il nostro turno. Scendiamo.» disse prendendo il polso dell’amico per portarlo al piano di sotto.
«…Lasciami in pace, per favore.» fece mollare la presa del compagno, allontanando di scatto il braccio.
«Kiki… Che è successo?» chiese preoccupato.
«…»
«Fai quello che vuoi. Mi sono rotto. Vado di sotto.» si allontanò. Non lo pensava davvero, ci teneva a lui, voleva sapere, voleva sapere per poterlo aiutare, però sapeva che con quelle parole avrebbe parlato.
«Lui…» le sue guance diventarono rosse a causa del freddo. «gli ha detto che ci stava male, che non ce la faceva più… E lui gli ha risposto che ci sarebbe stato sempre per lui.» disse spostando lo sguardo dalle luci cittadine al cielo illuminato dalla luna e dalle piccole stelle.
«Lui… chi?»
«YoSeob… A JunHyung.» una lacrima solcò le sue guance.
«Kiki… Scendiamo, prenderai freddo.» disse con un tono dolce. Sapeva che non era così, YoSeob non amava Jun.
Scesero di nuovo al piano sottostante ma il moro non entrò nel camerino. Aspettò che li chiamassero per la loro esibizione da fuori.
Pensava. E più pensava, più stava male. Si sedette per terra con la schiena appoggiata al muro e la testa fra le ginocchia.
Una ragazza arrivò avvisandoli. «BEAST? E’ il vostro turno.»
Tutti si diressero verso il palco.
 
Ballavano e cantavano. Sorridevano e si divertivano, tutti tranne uno. Fingeva. Fingeva di essere felice, di divertirsi. Dentro stava male, era tutt’altro che felice.
 
Verso la fine del live incominciò a nevicare. YoSeob guardò KiKwang.
Il suo amico amava la neve, e lui amava vederlo col sorriso sulle labbra ad ammirare quei piccoli fiocchi cadere dal cielo. Gli sembrava un piccolo bambino che vedeva la neve per la prima volta. Ogni volta era così, ma non quella notte. Quella notte il suo amato non era felice. Guardava distrattamente la neve scendere, aveva lo sguardo perso nel vuoto, fissava un punto non definito. Era raro vederlo così, anzi, era quasi impossibile vederlo in quello stato in una notte di neve. La sua amata neve, era come se si sciogliesse prima di arrivare cadente al suolo. Era come se si allontanasse sempre di più.
Gli rivolse un altro sguardo, l’ultimo sguardo nel live.
Lo amava durante ai live. Era così dannatamente sensuale e sexy. Era stupendo vederlo illuminato per via di quelle piccole gocce di sudore, era stupendo anche se sudacchiato, affaticato, col fiatone. Era bellissimo. Sempre, in ogni momento. Avrebbe voluto andare da quel ragazzo con i capelli e occhi castano, prenderlo per i fianchi, baciargli, mordergli e torturargli quelle labbra carnose, così peccaminose. Avrebbe voluto togliergli quella stupida maglietta, toccargli ogni millimetro di pelle scoperta, toccargli quei pettorali così scolpiti e quelle braccia forti. Avrebbe voluto baciargli e succhiargli avidamente il suo collo. Avrebbe voluto anche soltanto abbracciarlo semplicemente e dirgli quanto l’amava.
Ma non lo faceva. Si chiedeva ‘E se non ricambiasse? E se Kiki mi odiasse per quello che provo? Non voglio perderlo!’.
Fecero un’ultimo inchino come ringraziamento verso il pubblico e uscirono dalla scena.
 
La mattina dopo erano tutti molto stanchi. Erano rientrati tardi dal live e avevano dormito poco.
Mangiarono con calma. YoSeob invece toccò poco e niente. Prese la sua ciotola e la portò in cucina, lasciandola sul lavello. Andò a sedersi sul divano in un’altra stanza. Prese la testa fra le mani e chiuse gli occhi.
Si sentì toccare la spalla. Aprì gli occhi e vide JunHyung.
«Sobbie,» prese fiato «sei strano, non hai toccato cibo. Stai bene?» chiese preoccupato.
«No, non stò bene.» cercò di trattenere le lacrime «Lui… Lui…» le lacrime incominciarono a scendere senza volerlo. Respirò profondamente. «L’ho guardato per tutto il live… Non mi ha degnato di uno sguardo… Se incrociava il mio sguardo, lo distoglieva… Sembrava che stesse male per colpa mia.»
«YoSeob ma che dici? Come potrebbe stare male per colpa tua? Non gli hai fatto nulla.» sorrise. «Sfogati se vuoi. Se ti serve una spalla su cui piangere, puoi contare sulla mia.» disse accarezzandoli la testa.
«G-Grazie.» rispose tra i singhiozzi.
Quelle gocce calde e salate. Così utili e così dolorose. Così belle e così brutte. In pochi secondi facevano stare meglio, e dopo quei secondi… Il vuoto più doloroso. Ma così fedeli, in ogni momento di tristezza c’erano loro ad aiutare a sfogarsi.
Il piccolo YoSeob si aggrappò alla maglietta di Jun, piangendo sul suo petto.
Il Joker, così freddo fuori ma così dolce dentro, gli prese la faccia e gli baciò la guancia assaporando quelle piccole gocce salate. «Tranquillo. Tutto andrà per il verso giusto.»
YoSeob sorrise, ma quel sorriso si spense quando vide KiKwang dietro di loro, con uno sguardo pieno di rabbia.
Quando Jun lo vide, si alzò e incominciò a dirgli qualcosa che non riusciva a sentire, era troppo sconvolto. Non voleva che lo vedesse in quello stato. Non voleva che lo vedesse triste e mentre piangeva.
In pochi secondi, il piccolo moro si avventò su JunHyung. Incominciò a sferrargli dei colpi nel viso, nell’addome, dove capitava. Era arrabbiato. Non l’aveva mai visto così. Faceva paura.
Si avvicinò a lui e cercò di fermarlo, ma non ci riusciva. Urlò. Gli altri ragazzi corsero da loro, presero KiKwang e lo allontanarono da Jun.
Prese con una mano, la mano del ferito, e con l’altra, il suo capo. Le lacrime continuavano a scendere.
 
Guardò il suo piccolino tenere Jun. Guardò Jun, col viso in certi punti violaceo e pieno di ferite sanguinanti, che si teneva l’addome con le mani. Si guardò le mani. Le nocche erano arrossate e doloranti, le mani con delle tracce di sangue.
Si spaventò di sé stesso, delle sue azioni. ‘C-Cosa hai fatto? Cosa stai facendo KiKwang? Come ti stai riducendo? Massacrare di botte il tuo amico… Pazzo.’
I suoi compagni lo guardarono sbalorditi. Non lo riconoscevano più, in quel momento non era il KiKwang sorridente, dolce e docile.




'Sera! ...çwç Vi supplico perdonatemi per questo super ritardo! Dovevo postarlo prima solo che... Non l'ho fatto XD 
Spero mi perdoniate, ho fatto anche il capitolo più lungo del primo! xD Spero vi piaccia *ha paura*. 
Bè, credo di aver finito xD Bye bye!

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Capitolo 3
*** 3. Three ***


Prese il cappotto e se ne andò.
Camminò il più veloce possibile. Voleva sparire in quel momento. Già… Se avesse potuto avrebbe preferito morire.
 
Si diresse verso la costa. Quel posto lo rilassava, lo faceva pensare. Ripensò a tutti i bei momenti passati con YoSeob. I momenti di scuola, delle uscite o semplicemente i momenti in cui si vedevano a casa di uno dei due.
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«KiKwangie!» urlò il piccolo «Scusami! Anche questa mattina mi sono svegliato tardi! Che disastro che sono.» disse facendo la linguaccia al moro.
«Già… Per questo verrà punito signorino Yang YoSeob! Oggi è tenuto e farsi vivo a casa mia alle 16 in punto, né un minuti di meno, né un minuti di più. Se arriverà in ritardo, sarò costretto a metterle un 7 in condotta!» disse trattenendo dei risolini. Poco dopo però, non riuscì più a trattenerli e scoppiò a ridere.
Il piccolo Sobbie scoppiò in una risata. «No aspetta! Spiegami! Da dove è uscita fuori questa cosa?»
«Aaah! Non me lo chiedere! Mi è venuta così!» sorrise.
«Ok, signorino Lee KiKwang, vedrò di farmi trovare a casa sua in orario!» fece una faccia buffa.
Il moro diede un piccolo buffetto alla guancia di YoSeob, per poi scompigliargli la chioma bionda platino.
«H-Hey! Tu! Come ti sei permesso!» disse gonfiando le guance in modo arrabbiato.
«Scricciolo, lo sai che sei buffo?» disse velocizzando il passo «Adesso muoviamoci, o arriviamo in ritardo e ci fanno la testa così.»
 
Le ore di lezione passarono velocemente.
Il moro tornò a casa il più velocemente possibile.
Entrò in casa, salutò la madre. «Ciao mamma, fra poco dovrebbe arrivare YoSeob.»
«Oh, YoSeob! Da quanto tempo non viene a casa!» La mamma era molto affezionata al biondino, lo considerava come un’altro figlio.
Il moro rise e disse «Mamma, è passata una settimana dall’ultima volta.»
Salì nella sua stanza e poco dopo sentì il campanello.
 
«Oh! YoSeob! Da quanto tempo» disse la dolce signora abbracciando il piccolo.
«Salve signora!» disse regalandole uno dei suoi migliori sorrisi.
«Kiki è in camera sua.»
«Grazie.»
Salì le scale e bussò alla porta. «Tok Tok… Si può?» ridacchiò.
«No, adesso resti fuori.» riprese fiato «Ma che domande ovvie mi fai? Entra pure.»
«Ma io sono educato e chiedo prima.»
A quelle parole il moro scoppiò a ridere. «Puahahahahah, certo!»
«Sei crudele…» disse facendo una faccina triste.
«Scherzo. Il piccolo Sobbie è il più educato di tutto il mondo.» Gli fece cenno di sedersi sul letto affianco a lui, e così fece.
 
La serata passò. Parlarono, scherzarono, giocarono e cantarono.
«Sobbie, hai una voce stupenda! Dovresti fare il cantante.» affermò il moro.
Arrossì. «M-Ma che dici! Non è vero… E poi anche tu hai una bellissima voce!»
«E se…» ci pensò bene e riformulò la frase«Anzi anzi, ti andrebbe di tentare a diventare dei cantanti?» gli prese le mani.
Mugugnò un ‘si’ mentre fissava le loro mani.
KiKwang seguì lo sguardo del biondo e vide le loro mani. Arrossì violentemente. Tolse la mano «Scusa, non volevo. Tu non mi sembri tanto convinto, come mai? Ti è sempre piaciuto cantare.»
Il biondino scosse la testa. «Non ti preoccupare.» sospirò «Non sono convinto. Il perché? Non lo so nemmeno io. Forse è una paura di non essere all’altezza. In fondo la mia voce non è niente di che.» disse appoggiando la testa sulla spalla dell’amico.
Sbuffò. «Non dire stronzate Sobbie, hai una voce stupenda. E poi ci sarò io con te, no?» gli accarezzò la chioma.
«Mmm. Grazie.» lo abbracciò stringendolo forte.
Il moro lo guardò, spostando la testa dall’incavo del collo dell’amico. «Sei strano in questo ultimo periodo.»
«Sono solo stanco per via della scuola. Mi sembra che ogni giorno sia sempre più pesante da affrontare.» disse facendo un finto sorriso, appoggiando la testa sul petto dell’amico e continuando ad abbracciarlo, che nel frattempo aveva ripreso ad accarezzargli i capelli. Non era la verità, la scuola non gli era mai pesata.
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«Bene! Scricciolo, sei pronto?!» disse tutto eccitato.
«KiKwangie… Stai fermo cinque secondi per favore. Vederti saltellare per tutta la stanza mi stà facendo venire mal di testa. Meno male che quello scatenato ero io, eh!» ridacciò.
«Aah! Non ci riesco! Sono troppo contento! Tu non lo sei?»
«Ovvio che lo sono. Sono stato teso tutta le settimana, adesso sono contento che sia arrivato oggi, anche se sono un po’ preoccupato, ma non sento tutto questo bisogno di muovermi, ahah!»
Il moro gli fece la linguaccia. «Aaaaaah! Dopo ci siamo noi!»
 
Dopo tanto tempo avevano deciso di provare a fare un provino alla Cube Entertainment. “Tentar non nuoce” aveva pensato il moro. Il giorno tanto atteso era arrivato.
 
Arrivò il loro turno. Ballarono e cantarono. I giudici gli guardavano senza un’espressione facciale, “Sicuramente è perché non vogliono far capire cosa pensano delle persone, sisi! Però… mi mettono ansia…” pensò YoSeob.
Il biondino si avvicinò all’amico, gli prese la mano e gliela strinse. «Kiki… Mi mettono ansia questi tizi… Non so se riuscirò a concentrarmi sentendomi i loro sguardi addosso. Se non ci dovessero prendere… Scusami tanto!» sussurrò, per non farsi sentire da nessuno oltre da KiKwang.
Il moro gli sorrise. «Non dirlo neanche per scherzo! Come và, và! Non ti devi preoccupare.» gli strinse ancora di più la mano, per rassicurarlo.
Finito il provino, i giudici gli dissero solo di tornare fra un paio d’ore, che avrebbero detto quelli che passavano il provino.
 
Passarono le ore in giro. Quando arrivò l’ora si recarono di nuovo alla Cube.
Gli annunciarono che avevano passato il provino.
YoSeob guardò incredulo Kiki, e quest’ultimo fece lo stesso. Si guardarono per un po’, per poi abbracciarsi e saltellare urlando ‘Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo passato il provino!’.
 
I giudici fecero sedere in una stanza i due amici. Poco dopo rientrarono con altri quattro ragazzi.
«Signori, questi saranno i vostri compagni di band.» disse una donna.
I quattro si posizionarono davanti ai due ragazzi, che si alzarono per poi fare un’inchino.
«Piacere! Io sono Yoon DooJoon! Sarò il leader del gruppo.» disse tutto sorridente.
«Piacere, Yong JunHyung.» disse il ragazzo in modo freddo, non sembrava molto entusiasto, al contrario degli altri ragazzi.
«Piacere, io sono Jang HyunSeung!» fece un piccolo inchino.
«Son DongWoon, piacere ragazzi.» i due ragazzi si guardarono con uno sguardo, per dire ‘Ma è orientale?’.
Il ragazzo rise alla vista dei due ragazzi confusi. «Se vi state chiedendo se sono orientale, bè, lo sono. Sono nato a Seoul, anche se ho dei tratti occidentali.»
«Aah, capisco. Comunque piacere! Io sono Yang YoSeob!» disse facendo un sorriso a 32 denti. «E io Lee KiKwang, piacere.»
«Bene.» intervenne la donna «Adesso che vi siete presentati, posso spiegarvi cosa farete, il contratto e tanto altro.» disse incamminandosi verso un’altra stanza. Si fermò «Ah… Benvenuti alla Cube, BEAST.»
YoSeob guardò gli altri ragazzi con gli occhi luminosi «BEAST… Mi piace!!!».
 
I ragazzi firmarono il contratto, si conobbero meglio, diventarono amici.
----
“Che bei tempi quelli.” pensò Kiki. “Se YoSeob ama Jun, sarò contenti per loro. Non posso far cambiare i sentimenti di quello scricciolo. Andrò a scusarmi con Jun.”
 
Andò in ospedale. Non salutò nemmeno i suoi amici, si diresse direttamente da un medico.
«Posso far visita a Yong JunHyung?» chiese timidamente.
«Certo.» rispose il medico.
 
Bussò alla porta della stanza del compagno.
«J-Jun… Sono io, KiKwang…» si odiava in quel momento.
«Entra.»
«Jun, ecco, io…» abbassò lo sguardo «Scusami… Ho perso la testa in quel momento. Mi dispiace davvero tanto, non volevo.»
«Non ti preoccupare. Me la sono cavata solo con uno zigomo e due costole rotte.» disse ridendo, per poi tossire sentendo il dolore lacerante alla cassa toracica.
«Non fare lo stupido!» si avvicinò all’amico mettendoli un cuscino dietro le spalle. «Te la sei cavata? Se questo è cavarsela… Davvero, mi dispiace moltissimo.» disse mentre le lacrime gli rigavano il volto.
«Kiki… Tranquillo, è anche colpa mia. Non mi ero accorto di quello che provavi per quello scricciolo, non avrei dovuto stargli così vicino.» Prese con una mano il viso del moro e con l’altra mano gli asciugò le lacrime.
«Ma sono stato uno stupido… Aspet...ta. C-Cosa hai detto? A te… Non piace YoSoeb?» chiese stupito.
«Ehm… No. Eheh…» arrossì violentemente e si girò verso la finestra «Ehm… Come dire… Io… Ehm… Stò… con… D…» arrossì ancora di più. Inspirò e buttò il nome fuori per forza tutto d’un fiato «D-DuJun!».
Kiki guardò l’amico con un sorriso. «Ah! Finalmente DuJun te l’ha detto!».
«Si, ma non cambiamo discorso. Devi dirglielo. Ne sarà felice, sicuramente.» disse sorridendoli.
«Mmm. Ho già in mente qualcosa. Posso avere il tuo aiuto?»
«Ovvio!» disse entusiasto.
«Grazie! Adesso vado. Scusami di nuovo.» urlò correndo verso Seung.
«Tu! Vieni con me, subito! Mi servi.» lo prese per la mano e lo trascinò via con sé.
«Hey! KiKwang, hai risolto tutto con Jun? Non è arrabbiato?» gli urlò mentre l’amico se ne andava.
«Si, ho risolto tutto, mi sono scusato.» si fermò di colpo, facendo quasi cadere Seung, che non capiva più nulla. «Ah… DuJun… Sono contento per te! Auguri!» disse sorridendo e facendo la linguaccia all’amico, che sentendolo arrossì.
«G-Grazie! Fight Kiki! Puoi farcela anche tu!» rise il leader.
I due amici si capirono al volo. Mentre YoSeob e DongWoon chiedevano a DooJoon perché gli avesse dato gli auguri.
«Niente niente, ve lo dirò più in là. Adesso andiamo.» 





Sisi, potete uccidermi dopo questo ritardo xD Ma non avevo nè tempo nè voglia di scrivere. Brutto periodo. Però... Guardate! çwç Ho scritto tanto (??) le mie ditina chiedono pietà! LOL 
Spero vi piaccia. Ah, il prossimo è l'ultimo, se tutto va bene. xD
Byebye, Ai.

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