Leave out all the rest

di LittleMilkshake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo vicino ***
Capitolo 2: *** Compagni di stanza ***
Capitolo 3: *** Confessions ***
Capitolo 4: *** Love? ***
Capitolo 5: *** Non sono un tipo romantico ***
Capitolo 6: *** Scelte ***
Capitolo 7: *** La cosa migliore mai capitata ***



Capitolo 1
*** Un nuovo vicino ***





«Blaine! Ehi Blaine, mi senti?!»
Blaine sbuffò, battendo la testa sulla scrivania preso dalla disperazione, per poi rispondere alla madre che urlava dalla cucina da almeno 10 minuti.
«Sì mamma, che vuoi?»
«Puoi andare, per favore, a buttare la spazzatura? E già che ci sei, passi anche dal negozio all’angolo a prendermi della farina?»
Blaine sospirò e si arrese alle richieste della madre. Spense la tv, la sua Playstation 3 e gettò il joystick sul letto.
Indossò la sua felpa della Dalton, andò in cucina prendendo la spazzatura e i soldi dalla madre, per poi uscire di casa.
Uff, chissà perché Cooper tutte queste stupide commissioni non doveva mai farle!
Gettò il piccolo sacco nero nel secchio in fondo al vialetto e si avviò verso il negozio in fondo alla strada, tirando piccoli calci a una vecchia lattina che si trovava sul marciapiede.
Entrò nel negozio, salutando l’anziano proprietario e prese un pacco di farina, aggiungendo anche una confezione di Red Vines da mangiare mentre uccideva tutti gli zombie del suo videogame preferito.
Mentre tornava a casa, notò un furgone parcheggiato di fronte alla casa accanto e avvicinandosi, vide uscire dal furgone dei fattorini con delle grandi scatole marroni in mano.

Ma tu guarda, finalmente hanno venduto la casa di quella vecchia pazza che lanciava le ciabatte ai cani!!

Blaine sorrise un poco ricordando la precedente vicina, la signora Leighton.
Si avvicinò ancora e vide uscire dalla porta un uomo alto e biondo, molto distinto e una signora con lunghi capelli scuri: i nuovi vicini.
Ad un tratto, si girarono facendo cenno a una terza persona di uscire; dovevano avere un figlio o una figlia.

Fachesiaunabellaragazza, fachesiaunabellaragazza, fachesiaunabellaragazza!!

Sfortunatamente, le sue speranze andarono in frantumi quando vide uscire dalla porta un ragazzo alto, con i capelli castano chiaro e gli occhi di un verde splendido.
Senza rendersene conto, Blaine rimase qualche minuto fermo immobile, a pochi passi da casa sua, osservando quel ragazzo così.. così.. perfetto!
Sembrava non avere un singolo difetto al mondo.
Quegli occhi, così profondi e verdi che potevi tranquillamente affogarci dentro.
Quella pelle, così liscia e luminosa mentre risplendeva ai raggi del sole.
Quei capelli, di quel colore quasi dorato che non si muovevano nemmeno alle folate di vento più forti.
E quelle labbra.. Quelle labbra così carnose, così belle, così..
Blaine venne scosso dalle sue fantasie dallo sguardo del ragazzo, che si era posato su di lui e da un suo sorriso.
Blaine scosse la testa per riprendersi, accennò un debole sorriso e si diresse a passo spedito verso casa sua.
Si chiuse alle spalle la pesante porta con un tonfo e si accorse finalmente, di avere il fiato corto; lasciò la farina e le caramelle sul tavolo e corse su per le scale, chiudendosi nella sua stanza.
Non capiva.. Cosa era successo? Perché.. Perché si era bloccato ad ammirare quel ragazzo? I suoi occhi, i suoi capelli, la sua bocca..
Sentì le guance iniziare a prendere fuoco piano piano.

Basta con queste cazzate! Sono un uomo io! E mi piacciono le donne!

Ma allora.. Perché il cuore gli scoppiava nel petto quando pensava al sorriso del suo nuovo vicino?
 
 




La mattina dopo, Blaine si svegliò di buon’ora.
Di solito, il sabato dormiva fino alle 13, quella mattina si era persino alzato alle 10!
Un nuovo record!!
Uscì dalla sua stanza in uno strano silenzio, troppo per essere sabato mattina.
Scese le scale stropicciandosi gli occhi e vide un piccolo foglietto azzurro sul tavolo del salotto.
 
Siamo andati a fare spese, Cooper invece è da Marika e passerà la giornata lì.
Ho preparato degli ottimi biscotti alle nocciole per colazione!
Baci, mamma
 
Blaine sorrise e si diresse in cucina, si versò una tazza di latte e addentò uno dei biscotti che sua madre gli aveva lasciato.
Mentre addentava un secondo biscotto, quasi si strozzò sentendo il campanello suonare.

Accidenti, perché papà dimentica sempre le chiavi di casa?

Appena aprì la porta, il sorriso che si ritrovò davanti non era quello del padre, bensì quello del suo nuovo vicino; quel ragazzo splendido che adesso se ne stava sulla soglia della sua porta guardandolo divertito.
«Bel pigiamino!»
Blaine si irrigidì. Cos’era tutta quella confidenza?
«Come scusa?» chiese torvo.
«Sono Sebastian, il tuo nuovo vicino di casa. E non per sembrare fin da subito un opportunista, ma non avresti dello zucchero da prestarmi?»
Blaine lo squadrò, più volte a dire il vero.
Che tipo! Di una antipatia assurda!
Ma come diceva sempre sua madre, i vicini sono coloro che ti guardano le spalle, bisogna tenerseli stretti. Blaine sospirò.
«Sì certo, te lo prendo subito»
Si diresse svogliatamente in cucina, prendendo la busta di zucchero dalla dispensa.
«Ecco a te.. Sebastian!» gli porse la busta di zucchero marcando il suo nome.
«Grazie.. ehm..»
«Blaine»
«Mmm.. Grazie Blaine»
Sebastian si avvicinò e cogliendo il vicino di sorpresa, lo baciò.
Un bacio fugace, appena accennato, ma che sconvolse comunque Blaine e lo costrinse ad indietreggiare.
«Ma.. Ma che cazzo fai?! Sei forse scemo?!»
Blaine iniziò a strillare.
«Beh, che c’è di male? Volevo ringraziarti» rispose Sebastian sorridendo maliziosamente.
«Ma come ti permetti di baciarmi?! Sono un uomo! E lo sei anche tu!»
Blaine annaspava, la prontezza di quel gesto lo aveva spiazzato.
«E allora, che male c’è?!»
«Ti ha dato di volta il cervello?! Non ti conosco nemmeno!»
Sebastian sorrise e gli prese il mento tra le mani.
«Sono Sebastian, ma puoi chiamarmi.. Quello che aspettavi da tutta una vita».

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Capitolo 2
*** Compagni di stanza ***





«Sono Sebastian, ma puoi chiamarmi.. Quello che aspettavi da tutta una vita».
Quella frase continuava a risuonare nelle orecchie di Blaine e a martellargli la testa.
Era un chiodo fisso, non riusciva a togliersi l’incontro con il suo nuovo vicino dalla mente.
E quel bacio… Quel bacio leggero, dato a fior di labbra, senza uno scopo ben preciso.
«Signor Anderson, vorrebbe gentilmente dire a tutti cosa sta fissando di così interessante in mezzo al soffitto? Vede per caso i santi del Paradiso?».
Una voce fastidiosa e autoritaria distolse Blaine dal filo logico dei suoi pensieri.
Scosse la testa e guardando di fronte a lui, vide tutti i suoi compagni che lo fissavano curiosi e il professore di Letteratura Francese che lo fulminava con lo sguardo.
«Allora, signor Anderson?! Ci illustri un po’ la figura di Edmond Dantès nella celeberrima opera di Alexandre Dumas» continuò l’uomo fissando Blaine.
«Io… Ehm, ecco…» Blaine iniziò a farfugliare frasi sconnesse e parole inesistenti, tentando di arrampicarsi sugli specchi.
«Forse la memoria inizierà a tornarle dopo una bella passeggiata fino all’ufficio del preside».
Blaine poté distintamente vedere un sorriso sornione sul volto del suo professore; con l’espressione in un misto tra stupore, rabbia e imbarazzo, Blaine si alzò dal suo banco e ucì dall’aula.
 
Perfetto, ci mancava solo questa. Prevedo una bella litigata con papà questo fine settimana pensò il Warbler tra se e se, sbuffando mentre si dirigeva nell’ufficio del preside.
Tutta colpa di Sebastian.
Eccerto, di chi altro poteva essere la colpa?
Lui e quei suoi stupidi modi di fare. Se non lo avesse baciato, Blaine adesso non si sarebbe trovato in questa situazione, a pensare completamente a lui e a logorarsi il fegato sul perché di quel gesto.
 
Ma perchè cavolo mi faccio mettere nei casini da uno stupido bacio, per di più di uno sconosciuto?
 
-Forse perché quel bacio non ti ha lasciato indifferente-
 
Eccola lì, la sua solita vocina interiore.
Si presentava sempre, anche quando a nessuno interessava una ceppa della sua stupida opinione.
 
Stai zitta. Nessuno ti ha chiesto niente. Non sono affari tuoi
 
-Oh, lo sono eccome mio caro. Stando agli ultimi censimenti, io faccio parte di te. Sono parte del tuo cervello e del tuo corpo. Quindi sì, quelle piccole strette allo stomaco che ti provoca il pensare al tuo vicino di casa sono affari miei-
 
Non.. non mi provoca nessuna stretta allo stomaco!!
 
-Certo, come no?! Ci vuole convinzione nella vita!!-
 
«Oh, e finiscila cazzo!!» urlò Blaine senza accorgersene.
Due ragazzi che passeggiavano per i corridoi si fermarono a pochi metri da lui e si voltarono guardandolo, per poi andarsene via confabulando qualcosa.
 
Bene, mi hanno pure preso per un’idiota!!
 
-Perché? Già non lo eri?-
 
Blaine sbuffò e scosse la testa. Meglio non pensare più a tutto quel casino.
Arrivò davanti all’ufficio del preside, bussando alla porta.
La segretaria, una signora sovrappeso con i capelli castani sempre raccolti, gli occhi castani e le labbra sempre colorate da un rossetto troppo appariscente, gli aprì la porta e lo fece accomodare su di una poltrona.
A quanto pare, il preside era occupato con un nuovo alunno.
Blaine aspettò circa 10 minuti, prima di vedere la porta del preside aprirsi e uscire fuori, nientemeno che il suo vicino di casa, con un sorriso meraviglioso come l’ultima volta che l’aveva visto.
 
-Ma guarda?! Bellicapelli frequenta questa scuola adesso. Ci sarà da divertirsi!!-
 
Blaine ignorò il sarcasmo della sua piccola voce interiore, limitandosi ad abbassare lo sguardo sperando di non essere notato.
Avete notato che ultimamente le speranze di Blaine non si avverano?! Bene, questa non fa eccezione.
«Oh, signor Anderson. Giust’appunto».
Il preside lo chiamò e Blaine non potè evitare di alzare lo sguardo, incontrando gli occhi verdi di Sebastian e il suo splendido sorriso.
«Questo ragazzo è Sebastian Smythe, il nostro nuovo allievo. Nonché suo nuovo compagno di stanza» sentenziò il preside.
Cosa?! Compagno di stanza?! No, questa era sfiga proprio!!
Blaine imprecò persino in giapponese antico in quel preciso momento. Tutti, ma non Sebastian come compagno di stanza!!
«.. E lei gli farà da guida e da tutore qui alla Dalton Academy» concluse con un sorriso il preside.
Ma che lo faceva apposta quel vecchio idiota?!
Blaine stava per ribattere quando una mano tesa gli si parò davanti agli occhi.
«Lieto di conoscerti Blaine. Spero che diventeremo grandi amici» Sebastian gli strinse la mano, facendogli l’occhiolino.
Il Warbler abbozzò un sorriso, più di cortesia che di altro e strinse la mano del ragazzo.
Bene, i guai erano appena cominciati.
 
 



«E questa qui è la biblioteca».
Controvoglia, Blaine stava facendo fare il giro turistico di routine al nuovo arrivato.
Le aule, la mensa, le sale lettura, la biblioteca, i dormitori e la sala comune dei Warblers.
Sebastian era stato zitto e in silenzio per tutto il tragitto, non aveva proferito parola.
Blaine era convinto che avrebbe colto l’occasione di picchiare sulla storia del bacio, alla prima occasione buona; invece ancora niente, se ne stava tranquillo spostando lo sguardo sulle porte indicategli dal compagno.
Infine, arrivarono nei dormitori e Blaine si fermò davanti a una porta alta e scura.
«Questa è la mia camera, o meglio la nostra» sbuffò entrando e facendo strada a Sebastian.
Quest’ultimo entrò, guardandosi intorno e commentando con un flebile «Carina».
Blaine iniziò a spiegargli dove si trovavano le lenzuola, i cuscini, la parte dell’armadio libera e stava per uscire, quando si sentì tirare per un braccio e si ritrovò a pochi centimetri dal viso di Sebastian.
«Ma.. Ma che fai??» chiese arrossendo.
«Volevo solo testare il mio letto. Che ne pensi, è comodo?» sorrise l’altro bloccandolo sul letto.
«Lasciami, idiota! Lasciami subito» Blaine iniziò ad agitarsi ed urlare, finchè non si sentì tappare la bocca con un bacio.
Più intenso del primo.
Il Warbler sentì il respiro che si fermava, la sua voce morirgli in gola e la lingua di Sebastian far visita alle sue tonsille.
Sebastian, piano piano, si allontanò.. Giusto in tempo per prendersi una gomitata da Blaine.
«La devi finire di baciarmi, razza di stronzo!»
«Uh uh, non sembrava che la volta precedente ti avesse lasciato indifferente» sorrise Sebastian.
Il moro arrossì di botto, iniziando a farfugliare parole non appartenenti ad una qualche lingua umana.
Sebastian ridacchiò «Il tuo corpo è molto più sincero di te».
«Ti avverto, Smythe. Smettila subito con questi baci».
«Tranquillo» rispose il francese avvicinandosi a Blaine, che ormai era incollato allo stipite della porta, «stanotte andremo più sul lato fisico».
E detto questo, sorrise e uscì dalla stanza.
Blaine si lasciò cadere sul pavimento vicino alla porta, ansimando rumorosamente.
 
-Sembra che qualcuno stanotte avrà di che divertirsi!!-
 
«Oh, datti fuoco e fai un favore a tutti» grugnì Blaine sbuffando.

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Capitolo 3
*** Confessions ***


E siamo giunti al 3* capitolo!!
Vi ringrazio infinitamente per tutte le recensioni e le opinioni che mi avete dato da quando ho pubblicato il primo capitolo di questa folle FF!! XD
I ringraziamenti, vanno sempre alla mia fan numero 1, Altinn!! Che ogni volta legge il capitolo in anteprima e mi da il suo consenso alla pubblicazione..
E grazie al mio adorabile Pancake, che trova gli errori di battitura!! Vi adoro!!


Beh, che dirvi?? Buona lettura ^^
_LittleMilkshake_









«Se.. Sebastian..» Blaine iniziò a rigirarsi nel letto, ansimando e sospirando.
«No, aspetta.. Non lì.. Aspetta» si agitò, continuando a respirare rumorosamente e sudando.
Sentiva le mani calde di Sebastian accarezzarlo sul petto, la sua pelle che a contatto con la propria produceva un flebile suono di sfregamento e le sue labbra.. Quelle labbra, che Blaine bramava dal profondo di se stesso, adesso lo stavano baciando, nell’incavo del collo.
«Seb.. Io.. Ti voglio, adesso» Blaine iniziò a mugugnare e Sebastian sorrise, baciandolo.
«Lo so che mi vuoi» ridacchiò l’altro, scendendo e sfilandogli i boxer.
Blaine trasalì a quel tocco e dei brividi gli percorsero la schiena quando sentì il francese iniziare a toccare la sua erezione, mentre continuava a baciarlo sul collo.
Il moro si avvinghiò alle spalle di Sebastian, infilando le unghie nella sua pelle e gemendo di piacere al solo tocco dell’altro.
Sebastian sogghignò, continuando a massaggiarlo sempre più forte e veloce.
Blaine inarcò la schiena a quel gesto e si morse il labbro per evitare di urlare, mentre l’altro continuava a toccarlo e a leccargli il petto.
«Ah.. Sebastian.. Ah.. Ancora, non fermarti» Blaine era sul punto di raggiungere l’orgasmo, quando…
 
You make me
Feel like I’m living a
Teenage dream
The way you turn me on
I can’t sleep..
 
Il cellulare di Blaine si illuminò, la sveglia iniziò a suonare e il Warbler aprì gli occhi, sudato e rosso come un peperone.
Era stato.. Solo un sogno.
Blaine si accorse di avere il respiro pesante. Quelle sensazioni, quelle emozioni, quel piacere, tutto sembrava così reale.
Si voltò verso il letto alla sua destra. Sebastian si era appena svegliato e lo guardava sornione.
«Buongiorno» sorrise, mettendosi seduto e mostrando degli addominali perfetti.
«Bu.. Buon.. Buongiorno» Blaine si voltò dall’altra parte, arrossendo nuovamente.
«Hai dormito bene? Sembrava tu stessi facendo un bel sogno».
Il moro abbassò lo sguardo, non proferendo parola.
Sebastian sogghignò «Continuavi a chiamarmi, a dire “Ancora”, “Non ti fermare”, “Ti voglio”».
 
-Beccato!!-
 
Fatti i cazzi tuoi tu!!
 
«Io.. No, hai capito male. Non ho fatto nulla di questo genere».
«Blaine..», Sebastian si alzò avvicinandosi a lui «perché non lo ammetti?! Mi vuoi e mi desideri. E non continuare con questa stupida sceneggiata del finto ragazzo etero. Sei attratto da me. E si vede, eccome!».
Blaine lo guardò. Quei suoi splendidi occhi verdi, dentro i quali era possibile annegare e perdersi, lo fissavano senza lasciargli nemmeno aria per respirare.
«No, io non sono affatto attratto da te. Mi piacciono le ragazze, tanto è vero che stasera esco con qualcuna» mentì spudoratamente, distogliendo lo sguardo.
«Tanto non te la scoperai mai come ti scopi me» sentenziò il compagno.
«Io non ti scopo affatto, stronzo».
«Non ancora, ma lo vuoi. Lo so».
«Non voglio affa-» Blaine interruppe la frase, non poteva continuare. Le labbra di Sebastian lo avevano inchiodato, impossessandosi delle sue.
Quelle labbra lo facevano uscire fuori di testa e quei baci lo immobilizzavano, gli facevano tremare le gambe ogni volta.
Non appena sentì di aver raggiunto il suo scopo, Sebastian si allontanò.
«Ti ho detto che devi smetterla di baciarmi!!» Blaine quasi strillò.
Il francese lo fissò dritto negli occhi «Se non volevi, perché non ti sei allontanato? Ne avevi la possibilità, ma sei stato immobile e hai ceduto al mio bacio. Perché sei rimasto?».
Non lo sapeva, non ne aveva idea. Sapeva solo che voleva che quel singolo momento non finisse più.
 
 
 
 
La prima campanella suonò, decretando la fine della lezione di chimica applicata.
Blaine prese il suo libro e si allontanò velocemente dalla classe, per dirigersi alla lezione di storia.
«Allora Anderson, racconta. Com’è il nuovo compagno di stanza che ti hanno assegnato?» chiese curioso Jeff Sterling.
Blaine sospirò «Lasciate perdere, ragazzi. Quando all’umanità distribuivano la simpatia, lui era a casa a farsi i fatti suoi».
«Ma dai, esageri. È appena arrivato, vedrai che quando imparerete a conoscervi diventerete grandi amici» lo ammonì Nick Duvall.
«Sì sì. E poi farete sesso sfrenato come noi due» ribattè Jeff cingendo le spalle di Nick.
Blaine sorrise. Quei due pazzi riuscivano sempre a fargli tornare il sorriso e a sollevargli il morale, con la loro simpatia.
Jeff e Nick erano ormai i migliori amici di Blaine, si erano trasferiti alla Dalton Academy nel solito semestre e avevano legato fin da subito.
Complice il fatto che, quando Nick e Jeff avevano capito di amarsi e si erano messi insieme, Blaine avesse condiviso il loro segreto per mesi, fino al momento in cui avevano deciso di fare coming – out con i loro compagni Warblers e con le famiglie.
Il ragazzo adorava passare le giornate con loro: ogni volta che li vedeva punzecchiarsi, dirsi cose dolci e baciarsi, si lasciava intenerire dal loro amore.
Quello sarebbe dovuto essere l’amore. Senza pregiudizi, senza violenza, senza ostacoli.
Libero, dolce e spontaneo.
«Jeff, ti ho già detto di no, piantala».
«Oh dai Nick, per favore».
Blaine scosse la testa, liberandosi dal filo dei suoi pensieri e fissando i due ragazzi. Jeff con la sua ormai famosissima “puppy face” e Nick con lo sguardo fermo e deciso, da genitore responsabile.
«Vedi? Già si è svegliato. Non serve che tu gli dia il bacio come a Biancaneve» disse Nick indicando Blaine.
Jeff sbuffò contrariato e Blaine si lasciò scappare una grassa risata. Come non faceva da un po’.
«Vedo che qui ci divertiamo» una voce interruppe il siparietto dei tre nel corridoio.
Sebastian stava lì davanti a loro, sorridendo e guardandoli.
«Oh, tu devi essere Sebastian» sorrise Jeff dandogli la mano, seguito a ruota da Nick.
Il ragazzo sorrise stringendo loro le mani, poi posò nuovamente lo sguardo su Blaine, rimasto in disparte.
«Blaine, dovrei avere la lezione di storia adesso, ma non so dove sia l’aula. Potresti accompagnarmi?» Sebastian sorrise, mentre il moro abbassava lo sguardo.
«Abbiamo storia anche noi, andiamo tutti insieme» Jeff era entusiasta come un bambino al parco giochi. Prese Nick per mano e si avviò verso l’aula, lasciando più indietro Blaine e Sebastian.
«Simpatici Pinco Panco e Panco Pinco» commentò guardandoli andare verso l’aula di storia mano nella mano.
Blaine non rispose, continuando a camminare a testa bassa. Sebastian gli si parò davanti «Hai intenzione di ignorarmi tutta la giornata?».
«L’intento, se tu non mi rompessi le scatole, sarebbe quello. Dato che non ti sopporto..».
 
-Balle!!-
 
Stai zitta cazzo!!
 
Sebastian sorrise «Bene, vedremo quanto resisterai» e si allontanò.
 
-20 dollari che stasera te lo scopi-
 
TI HO DETTO DI STARE ZITTA!!!
 
Blaine si avviò in classe, per la lezione di storia, andando a sedersi nell’ultima fila. E Sebastian, ovviamente, non si fece sfuggire l’opportunità di sedergli accanto.
Per tutta la lezione, il francese continuò a lanciargli occhiate maliziose, leccandosi le labbra appena Blaine commetteva l’errore di girarsi nella sua direzione.
Lo faceva uscire fuori di testa. Non bastavano i sogni che faceva, adesso pure a lezione doveva farlo eccitare in maniera assurda.
«Pss, Blaine.. Ehi, bel culo, parlo con te» Blaine si voltò verso Sebastian, che sussurrando lo chiamava.
«Che vuoi?»
«Guarda, ho fatto questo disegno di quello che accadrà stanotte» disse porgendogli un foglietto.
 
Foglietto che purtroppo, non possiamo mostrare perché la Fan Fiction è per tutti!!
Beh, Blaine non sembrava tranquillo vedendo se stesso ammanettato nudo al letto.
Quindi, se qualcuno di voi ha pensato fosse il disegno di due ragazzi che vanno a cogliere i fiori di lillà canticchiando...
Mi dispiace, risposta ERRATA!!
E infatti, non riuscì a trattenere un urlo «SMYTHE, IO TI AMMAZZO!!»
«Anderson, Smythe. Se avete altro di cui parlare, che non riguardi come Napoleone si è auto incoronato, andate a farlo pulendo la palestra!!» disse con voce autoritaria la professoressa di storia, indicandogli la porta e facendoli uscire.
Blaine sbuffò, prendendo dalla cattedra la nota di punizione e andando dal preside, insieme a Sebastian che sghignazzava.
«E’ tutta colpa tua, razza di cretino».
«Ma dai Anderson, è stato divertente».
Blaine si bloccò, voltandosi verso di lui e fulminandolo con lo sguardo «Divertente? Qual è esattamente il tuo concetto di divertimento? Non mi sto divertendo a finire nell’ufficio del preside un giorno sì e l’altro pure. Non hai fatto che portarmi guai da quando sei arrivato».
Sebastian si zittì, non sapeva bene cosa dire.
L’altro continuò «Fammi un favore. Tornatene a Parigi, dove cazzo ti pare, ma togliti dal rovinarmi la vita e soprattutto, togliti dalla MIA di vita» e detto questo, Blaine se ne andò dal preside furente.
Nel pomeriggio, i due ricevettero la loro punizione. Alle 16.00, dopo gli allenamenti di basket, avrebbero pulito la palestra e gli spogliatoi della Dalton Academy.
Blaine non aveva più rivolto la parola a Sebastian, che dal canto suo se ne stava in disparte  lanciandogli delle occhiate ogni tanto.
Mentre stavano pulendo il campo di gioco, Sebastian decise di prendere coraggio e si avvicinò al compagno «Senti Blaine, mi dispiace davvero tanto».
«Per cosa?» rispose l’altro senza degnarlo di uno sguardo.
«Per tutto quanto. Per come mi sono comportato, per come ti ho trattato, per i guai che ti ho fatto passare e per le cose idiote che ti ho detto».
Blaine alzò lo sguardo fissandolo, senza dire niente.
«Io mi chiedevo.. Possiamo ricominciare tutto da capo, Blaine?» disse porgendogli la mano con un timido sorriso.
Il Warbler lo squadrò, poi sorridendo gli tese la mano «Certo perché no?! Piacere, io sono Blaine Anderson e sono molto lieto di conoscerti» disse sorridendo.
Sebastian strinse la mano «Piacere mio, sono Sebastian Smythe e ho una cosa da confessarti Blaine Anderson».
Sebastian si fece serio improvvisamente, mettendo inquietudine al compagno.
«Blaine Anderson, mi piaci dal primo momento che ho incrociato il tuo sguardo sul marciapiede di fronte a casa tua. I tuoi splendidi occhi mi hanno stregato e mi hanno lasciato senza respiro. Mi piaci sul serio e farò di tutto, farò qualsiasi cosa. Ma giuro che un giorno, riuscirò a farmi amare da te».

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Capitolo 4
*** Love? ***


Eccoci arrivati anche al quarto capitolo!!
Come sempre, non posso che ringraziarvi un sacco per le recensioni e per le opinioni che via via mi date!! ^^
Ok, ringraziamenti come sempre =)
Ringrazio Matty e Fefs, i miei migliori amici, che mi hanno sempre spinta a scrivere e sempre incoraggiata!! Non saprei come farei se non avessi loro!! Ma quanto vi amo?! <3
Grazie ad Altinn che legge il capitolo prima della pubblicazione e lo riguarda..
E beh.. grazie a tutti voi che lo leggerete!! ^^

Baci, Alex







Blaine deglutì a fatica. Guardò davanti a lui: Sebastian gli teneva la mano stretta, fissandolo serio.
«Sebastian, cosa..?» boccheggiò.
«Blaine, respira» sorrise l’altro.
Il moro riprese fiato, tornando a respirare regolarmente e a controllare i ritmi del proprio cuore.
Il francese lo guardò. «Stai meglio?»
«Sì sì.. Solo.. Non credo di aver capito».
«Mi piaci Anderson, non stavo scherzando. Mi sono comportato da emerito idiota con te, non posso negarlo.
E non posso far niente per cambiare le cose» Sebastian abbassò leggermente lo sguardo, «ma posso cambiare io. Non sono mai stato realmente innamorato nella mia vita, ma le emozioni, i sentimenti che provo quando ti vedo sorridere, quando noto che mi guardi.. Quelli sono autentici, sono forti e sono la cosa più bella che abbia mai provato nella mia vita.
Non mi importa se ci vorrà del tempo, dovessero volerci anche 10 anni.
Ti corteggerò, sarò un ragazzo migliore. Sarò tutto ciò che vuoi, tutto ciò di cui hai bisogno. Ti chiedo solo di darmi una possibilità.
La possibilità di dimostrarti quanto tu sia importante per me e per farti capire che non sono un cinico senza speranza.
Ho un cuore e batte forte. Solo per te».
Non sapeva cosa dire, rimase lì a guardarlo imbambolato senza proferire parola.
Sebastian richiamò la sua attenzione «Blaine? Ci sei?».
Il Warbler scosse la testa «Io.. Ecco..».
Il biondo lo guardò interrogativo, aspettava una risposta. Un cenno. Un minimo segno di vita da parte dell’altro.
Blaine si allontanò da lui «Scusa Sebastian, io.. Devo andare» e detto questo, si voltò ed iniziò a correre via, fuori da quella palestra e lontano dal suo compagno di stanza.
«Blaine, aspetta..», ma la voce di Sebastian non riuscì a raggiungerlo prima che uscisse fuori dalla palestra.
Se ne era andato. Sebastian abbassò lo sguardo, diede un forte pugno al muro facendosi sanguinare la mano. Ma il dolore che provava, andava ben oltre quella stupida ferita.
 
 
 
 
Blaine corse via dalla palestra, le lacrime che sentiva iniziare a formarsi nei suoi occhi, il fiato corto e la voglia di scappare, di correre, di non vedere quegli occhi fissarlo.
 
-Cosa fai?? Torna in palestra!!-
 
No, non voglio.
 
Si fermò davanti la porta della loro stanza, entrò e chiuse la porta a chiave, adagiandosi a terra lentamente e iniziando a piangere.
 
-Blaine, Sebastian ti piace. Lo hanno capito anche i muri ormai-
 
No, non è vero.
 
-Credi di poterla dare a bere a me?-
 
Blaine si arrese, prendendosi la testa fra le mani.
 
MI PIACE OK? Mi piace tantissimo, ogni volta che mi bacia perdo la testa, non capisco più niente. Il mondo gira velocissimo e il mio cuore perde battiti.
 
-Sai, lui prova la stessa cosa per te-
 
Lo so.
 
-E allora perché scappi?-
 
Perché io non sono così, non mi piacciono gli uomini.
 
-Sei cretino per caso? Non si sceglie di chi innamorarsi. Fanculo il sesso, l’età, il colore della pelle o quello delle mutande. Il cuore non ci pensa a queste stronzate, si innamora e basta-
 
Ma.. Ma.. Hai visto tutto quello che succede a scuola ai ragazzi omosessuali? Quello che succede loro nella vita? Prese di giro, bullismo, violenza. Io non ce la farei a sopportarlo.
 
-Fammi capire, vuoi quindi vivere tutta la tua vita nella totale paura di amare? Di amare chi ti fa sentire bene, chi ti fa sorridere, chi ti fa battere il cuore ad ogni ora del giorno e della notte, chi sai bene che custodirà il tuo cuore e lo difenderà con le unghie e con i denti? Dimmi, ne vale forse la pena-
 
Blaine ignorò la sua voce interiore, continuando a piangere con la testa tra le mani.
 
… No.
 
-Esatto, no. Blaine, non c’è motivo per cui tu debba avere paura di amare. L’amore è bellissimo, è la cosa più bella che esista in questa merda di mondo. E il vero amore, soprattutto, rende la vita migliore. Se una persona ha la fortuna di incontrarlo, beh, è una persona davvero fortunata-
 
E se lui mi spezza il cuore?
 
-La vita va avanti, cazzo. Tutto quello che passerai ti fortificherà-
 
Credi.. Credi che lui sia quello giusto?
 
-Blaine, nessuno sa se la persona di cui si innamora è in realtà la propria anima gemella. Ma questo non la demoralizza, va avanti con la loro storia e se son rose, fioriranno. Sai cosa fa andare avanti queste persone?-
 
No, cosa?
 
-Il coraggio di amare fregandosene del giudizio degli altri e senza i pregiudizi delle persone. La fiducia nella felicità. La voglia di mettersi in gioco, di rischiare, di lasciare il proprio cuore nelle mani di qualcuno che lo apprezzerà e lo custodirà dagli urti e dalle intemperie della vita-
 
Blaine alzò la testa, asciugandosi le lacrime e poggiando la testa sulla porta, lo sguardo perso nel soffitto.
 
Io.. credo di amarlo
 
-E allora cosa aspetti ad andare a dirglielo e a vivere l’amore?-
 
Blaine si alzò in piedi, si sciacquò la faccia ed uscì dalla stanza, correndo come non mai verso la palestra e pregando di trovarlo ancora lì.
Arrivò in palestra. Sebastian era ancora lì, seduto sulle tribune a guardare nel vuoto.
Blaine sorrise, non lo aveva perso. Adesso sapeva cosa fare, sapeva ciò che il suo cuore voleva. Sapeva cosa LUI voleva.
Voleva Sebastian, voleva le sue carezze, voleva i suoi baci, voleva la sua dolcezza.
Voleva sentirlo chiamare il suo nome, voleva vederlo sorridere ogni volta che lo guardava.
Si avvicinò a lui.
Sebastian alzò la testa appena vide qualcuno davanti a lui, incontrando gli occhi color miele di Blaine e il suo sorriso.
«Blaine, mi dispiace tanto.. Io..» non riuscì a finire la frase, le parole gli morivano in gola.
Il moro sorrise, poggiando due dita sulle sue labbra.
«No, non dire nulla. Non osare nemmeno rimangiarti tutto ciò che hai detto. E se puoi, perdonami».
«Perdonarti? Per cosa?».
«Per essere così tardo».
Blaine si avvicinò al suo viso, guardandolo negli occhi. Le loro bocche vicine, i loro sguardi intensi e i loro nasi che si sfioravano.
E poi, il biondo fu colto di sorpresa. Un bacio, intenso e romantico allo stesso tempo.
Sebastian strinse le braccia intorno a Blaine, cingendolo e avvicinandolo ancora di più.
Le loro lingue che si intrecciavano, desiderose l’una dell’altra. I loro gemiti che si fondevano insieme.
Quando entrambi ebbero bisogno di aria, si allontanarono.
Sebastian riaprì gli occhi, notando che Blaine già lo guardava sorridendo.
«Dovrai sudare sette camicie per avere il mio corpo, Smythe» scherzò Blaine.
«Per ora, mi accontento di avere il tuo cuore» sorrise l’altro baciandolo dolcemente.
«Credo che sia sempre stato tuo» disse il moro, prima di abbandonarsi ad un bacio profondo e sprofondare tra le braccia di Sebastian.

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Capitolo 5
*** Non sono un tipo romantico ***


Eccomi tornata!!
L'università mi ha tolto tempo e scrivere il 5* capitolo è stato un po' problematico!! XD
Beh, ringrazio i soliti 4 gatti che mi controllano sempre i capitoli e che sbavano sul pc quando glielo invio!! XD
Vi amo <3
E ringrazio anche voi tutti, augurandovi una buona lettura <3

Love,
_LittleMilkshake_







Quella mattina, quando Blaine si svegliò, notò subito che qualcosa non andava.
Girandosi, il letto di Sebastian era vuoto.
E questo no, non andava proprio bene!!
Lo cercò un po’ ovunque. Nei corridoi, nelle aule, al cafè della Dalton.
Sparito, dissolto nel nulla.
Blaine iniziò a preoccuparsi, non era da lui quel comportamento.
 
Vabbè, alla quarta ora abbiamo letteratura insieme. Speriamo che ci sia. Male che vada, chiamerò la squadra di “Senza traccia”.
 
Il moro pregò che la mattinata passasse velocemente, in modo che la quarta ora arrivasse.
Appena la lezione di biologia finì, Blaine schizzò fuori dall’aula, travolgendo anche Nick, Jeff e Thad.
Corse per tutto il corridoio, arrivando finalmente all’aula di letteratura.
La stanza era semideserta, c’erano appena 3 o 4 ragazzi. E tra questi, non c’era Sebastian.
Solo quando guardò il banco vuoto di Sebastian, Blaine vide qualcosa sporgere dal proprio banco.
Si avvicinò. Un mazzo di rose rosse e blu troneggiava sul piccolo mobile.
Era semplicemente bellissimo.
Blaine, con gli occhi che gli brillavano, lo avvicinò al volto per sentirne tutto il profumo ed inebriarsi della dolcezza di quel gesto.
Notò che legato al nastro che cingeva il piccolo mazzo di fiori, era legato un piccolo bigliettino di un verde mela adorabile.
Blaine lo girò e lesse.
 
Non sono belli come te, ma dovrai accontentarti dei tuoi fiori preferiti, dei colori più belli che esistano.
With love,
S.
 
Blaine sorrise. Ecco spiegato il perché di quell’assenza. Chissà la fatica che aveva fatto per trovare le rose blu, rare come erano.
Si sedette al suo banco, dopo pochi minuti vedendo apparire Sebastian dalla porta dell’aula.
Blaine aspettò che gli si sedesse a fianco, per poi alzarsi e schioccargli un leggero bacio sulle labbra.
«Grazie dei fiori, sono bellissimi» disse con gli occhi che gli brillavano.
Sebastian mostrò il suo sorriso più bello «Sono felice che ti piacciano, splendore».
«Capisco adesso perché stamattina, svegliandomi, non ti ho trovato in stanza. Avrai sicuramente girato tutti i fiorai di Lima per queste rose».
«Mai troppi per te» gli diede un bacio sulla guancia Sebastian.
Blaine sorrise, mettendosi a sedere appena vide il professore entrare in aula.
Per tutte le due ore della lezione, Blaine non staccò un solo momento i suoi occhi a cuoricino dal volto di Sebastian.
Era suo, ancora non ci credeva.
Eppure era già passato del tempo da quel momento. Il momento in cui aveva capito che Sebastian era colui che voleva, colui che aveva voluto dal primo momento in cui aveva incrociato quegli occhi verdi, così profondi da perdersi nel guardarli.
La campanella che suonò violentemente fece risvegliare Blaine dai suoi pensieri.
Ormai le lezioni erano finite, a Blaine non rimaneva che rilassarsi solo un momento prima di andare alle prove dei Warblers.
Alzandosi dal banco, Sebastian gli afferrò un braccio.
«Vieni con me».
«E dove, di grazia?».
«Nella nostra stanza, ho una sorpresa per te».
«Sebastian, per quanto tutto questo mi tenti, queste cose si fanno la notte!!»
Il biondo sghignazzò «Idiota, non quel genere di sorpresa».
Blaine sorrise, lasciandosi trascinare per il corridoio da Sebastian.
Arrivati davanti alla porta della loro stanza, Sebastian lo pregò di chiudere gli occhi e di fidarsi di lui.
Blaine obbedì e si sentì spingere dentro la stanza. Mentre camminava, sentiva qualcosa di leggero scontrarsi contro le sue caviglie, ma non riusciva a capire cos’era.
Si sentì appoggiare sul letto e quando Sebastian gli disse che poteva aprire gli occhi, sorrise nel vedere la sua stanza.
Era piena zeppa di palloncini colorati, sparsi ovunque. Sotto la scrivania, sui letti, nel bagno.
«E tutto questo che significa?» chiese Blaine sorridendo.
«Caccia al tesoro Anderson!!»
Sebastian si avvicinò a lui, porgendogli un bigliettino «Ecco il primo indizio, divertiti splendore» e così dicendo, gli diede un leggero bacio sulle labbra.
Blaine sorrise e lesse il bigliettino.
 
Iniziamo bel culo.
Cerca il secondo bigliettino attaccato ad uno dei palloncini che ha il colore dei miei occhi.
 
Il moro si alzò, iniziando a scoppiare tutti i palloncini verdi per cercare il secondo bigliettino.
Dieci palloncini dopo, riuscì finalmente a trovarlo e lo lesse.
 
Adesso, prova a indovinare il colore dei miei boxer e vediamo se trovi il terzo biglietto.
 
Eccolo lì, rosso come un peperone.
Posò il suo sguardo su Sebastian, che rideva sotto i baffi nel vederlo così impegnato.
Ci rifletté. Il colore preferito di Sebastian era il rosso, e tra quei palloncini ce n’era qualcuno rosso.
Iniziò quindi a scoppiare i palloncini rossi, senza trovare niente e suscitando le risate del compagno.
«Non siamo a Natale, non ho i boxer rossi» sghignazzò.
Blaine gli fece la linguaccia e tornò a pensare. Dopo poco, dal nulla, optò per i palloncini blu.
Finalmente, riuscì a trovare il terzo bigliettino.
 
Bene, adesso ancora più facile.
Pensa al “posto” dove ti ho dato il nostro primo bacio, in questa stanza.
 
Quel bacio. Lo ricordava bene, anzi benissimo.
Si diresse subito sul letto di Sebastian, cercando come un’ossesso.
Riuscì a trovare un quarto biglietto attaccato alla testata del letto.
 
Bella memoria, Anderson.
Era un letto comodissimo, effettivamente. Ma di certo, non si può andare a dormire con la divisa. Prima va riposta…
 
Blaine scavalcò il letto, aprendo l’armadio.
Frugò ovunque, finchè l’occhio non gli cadde sulla tasca della sua giacca preferita.
Un piccolo foglio sbucava e il ragazzo lo prese, leggendolo.
 
Buono per una cena per due, molto molto romantica, al BelGrissino.
 
Sorrise, incrociando gli occhi di Sebastian «È un appuntamento mister Smythe?»
L’altro si alzò, raggiungendolo «Esattamente mister Anderson, io e lei stasera andremo a cena insieme» sorrise dandogli un bacio.
Blaine si abbandonò alle sue labbra, a quei baci dolci e indimenticabili che il ragazzo gli dava sempre più spesso.
Lo strinse forte, inebriandosi del suo profumo e sentendo, per la prima volta, di essere perfetto esattamente dov’era. Tra le braccia di Sebastian.
 
 
 
La cena al BelGrissino si svolse esattamente come Blaine se l’era immaginata.
Sebastian davanti a lui, con lo sguardo languido, che lo guardava innamorato e gli stringeva la mano.
Il cibo delizioso, l’atmosfera intima e la musica di sottofondo che cullava i loro cuori e i loro pensieri.
Quello che non si immaginava proprio era il dopo serata.
Sebastian che lo prende per mano, lo fa salire in macchina e inizia a guidare per strade sconosciute, che Blaine non aveva mai percorso.
Guardò fuori dal finestrino. Era buio, non si vedeva niente a parte la strada che i due stavano percorrendo.
«Sebastian, sei sicuro di sapere dove stiamo andando?» chiese il ragazzo preoccupato.
Sebastian sorrise «Tranquillo, stiamo andando in un bel posto».
Blaine abbozzò un sorriso e si abbandonò sul sedile, decidendo di fidarsi di lui.
Dopo pochi chilometri, la strada si aprì davanti a loro, trasformandosi in una piccola piazzetta.
Sebastian inchiodò e parcheggiò la macchina.
«Dai, scendi» disse aprendo lo sportello di Blaine.
Blaine scese dalla macchina e rimase senza parole.
Davanti a lui, una vista magnifica lo lasciò a bocca aperta. Era lo spettacolo più bello che si potesse vedere.
Un panorama di Lima di notte.
Le piccole luci dei lampioni, dei negozi e dei locali immersi in quello che sembrava un oceano completamente nero.
«Sebastian, è.. È bellissimo».
«Sono felice che ti piaccia. Dopotutto, questa ricorrenza andava festeggiata».
Blaine lo guardò, inarcando un sopracciglio «Ricorrenza?!».
«Oggi è esattamente un mese che sei il mio ragazzo» sorrise il biondo, avvicinandosi e cingendogli i fianchi.
Blaine arrossì «Tu.. Hai organizzato tutto questo per festeggiare il nostro primo mese insieme?».
«Beh, è il primo di una lunga serie di mesi. Mesi durante i quali sarò felice solo se avrò te al mio fianco» sorrise avvicinando i loro visi e annullando le distanze tra loro con un bacio passionale.
Blaine cinse il collo di Sebastian, infilando le dita tra i suoi capelli e abbandonandosi a quel vortice di emozioni che gli dava ogni bacio di Sebastian.
Non poteva chiedere di essere più felice. Tutto ciò che voleva era esattamente davanti a lui e non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via.
«Sebastian..» mormorò staccandosi dalle sue labbra «voglio che stanotte, tu dorma a casa mia».
«Sei sicuro, dolcezza?».
«Sì, sono sicurissimo. Voglio che domattina, tu scenda le scale di casa mia insieme a me e che mia madre e mio padre possano, finalmente, conoscere il ragazzo che mi ha rubato il cuore. Il ragazzo che, per primo, mi farà dire queste due semplici parole. Ti amo, Sebastian».
Quasi si mise a piangere ascoltando quelle parole. Sebastian lo strinse ancora più forte, avvicinandolo ancora di più a sé e percependo quasi il cuore di Blaine battere all’impazzata.
«Ti amo anche io, Blaine. E domattina, sarà un vero onore conoscere la tua famiglia» sorrise baciandolo nuovamente.
E Blaine pregò con tutto sé stesso che quello, non fosse uno stupido sogno come la volta scorsa.
«E menomale che mi avevi detto di non essere romantico, Smythe» sogghignò, appoggiandosi al petto del compagno.

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Capitolo 6
*** Scelte ***





Sebastian stringeva forte la mano di Blaine, mentre il moro sorrideva scendendo le scale.
«Seb, stai calmo. Andrà benissimo, gli piacerai» lo rassicurò.
«Oh no, affatto. Io non piaccio ai genitori, è risaputo» ribattè l’altro.
«E questo dove lo avresti sentito?»
«Lo hanno scritto insieme alla Bibbia, nella notte dei tempi»
Blaine abbozzò un sorriso, non aveva mai visto il suo ragazzo così nervoso prima d’ora.
Quando il Warbler gli aveva proposto di dormire da lui per poi conoscere i suoi genitori, il francese aveva accettato subito.
Solo la mattina dopo aveva pregato persino Satana di non aver accettato quell’invito. Sentiva le mani sudate, lo stomaco sotto sopra e il cuore che gli schizzava fuori dal petto.
Lui, Sebastian Smythe, che non si preoccupava di niente e che era sicuro di tutto, era nervoso. Aveva il terrore di non piacere alla famiglia del suo ragazzo e questo lo faceva stare male.
Blaine si accorse che il nervosismo del ragazzo era a livelli altissimi. Sorrise, salì le scale e gli stampò un leggero bacio sulle labbra.
«Io ti amo. Ti ameranno sicuramente anche loro»
Quelle parole, quel bacio, la sicurezza del suo ragazzo riuscirono a calmare un poco Sebastian, che accennò un piccolo sorriso.
Fece un cenno con la testa a Blaine e insieme scesero gli ultimi gradini delle scale, arrivando in soggiorno dove Cooper e i genitori di Blaine li aspettavano.
Si pararono di fronte al divano, Blaine prese in mano la situazione.
«Lui è Sebastian, il mio ragazzo»
Cooper si alzò sorridente, andando a stringere la mano del francese e a presentarsi «Io sono Cooper, il fratellone. Ma puoi chiamarmi Coop. Credo proprio che io e te andremo molto d’accordo»
Sebastian sorrise e Cooper gli fece l’occhiolino, sedendosi di nuovo.
Il ragazzo incrociò lo sguardo della madre di Blaine, che gli sorrise. Era una donna non molto alta, con lunghi capelli scuri riccioluti. Il figlio le assomigliava molto, anche nelle espressioni del volto.
La donna si alzò, salutò il ragazzo educatamente per poi recarsi nuovamente in cucina a preparare il pranzo.
Il francese la seguì con lo sguardo, finchè non fu richiamato da Blaine «E lui è mio padre, Josh»
Sebastian posò lo sguardo su un uomo di mezz’età, alto e con i capelli brizzolati che lo squadrava torvo. Si alzò e gli porse la mano «Molto piacere di conoscerla, signore», disse sorridendo.
L’uomo non lo degnò nemmeno di uno sguardo, rivolgendosi al figlio «Non capisco per quale motivo mi hai costretto ad alzarmi presto, agghindarmi e scendere in soggiorno. Dovevo conoscere QUESTO?»
Marcò l’ultima parola con tono sprezzante, indicando Sebastian con lo sguardo.
«Papà, smettila di essere così stronzo. È il mio ragazzo, non un perfetto estraneo a cui apri la porta»
«Il tuo ragazzo. Che fervida immaginazione che avete voi giovani al giorno d’oggi»
«Non mi sto immaginando niente, stiamo insieme. Che a te piaccia o no»
«A dire il vero no, non mi piace. Per niente» il padre di Blaine si alzò, portandosi faccia a faccia con il figlio.
Sebastian li guardò entrambi. Blaine era tutto rosso in viso e sembrava sul punto di esplodere da un momento all’altro. Suo padre, al contrario, era calmo e pacato, lo guardava sprezzante dalla testa ai piedi.
«Ok ok, calmatevi voi due» la voce di Cooper pose fine a quell’atmosfera tesa «Papà, non fare così. Blaine è innamorato e su questo non si discute. Quindi, accetta la situazione»
L’uomo non rispose, guardò nuovamente Sebastian in modo truce e se ne andò in cucina, seguito a ruota da Cooper che continuava a parlare.
Blaine sospirò, buttandosi sul divano «Mi dispiace moltissimo per mio padre. Ti ha trattato davvero malissimo»
Il francese si sedette accanto a lui, prendendogli la mano «Non fa niente Blaine, non stare ad angosciarti»
«No, invece è importante» il ragazzo abbassò lo sguardo.
Sebastian si intenerì, vedendo l’espressione dispiaciuta di Blaine. Gli prese il volto tra le mani, baciando le sue labbra dolcemente.
«Va tutto bene. Non importa se tuo padre è stato sgarbato con me. Non cambia certo qualcosa per me»
Blaine lo guardò, gli occhi lucidi dalla commozione «Dove sei stato per tutta la mia vita?» sorrise accoccolandosi al suo petto.
«En France, mon amour» rispose sorridendo.
Il moro si morse il labbro «Non mi parlare in francese, Seb»
«Pourquoi?»
«Quando parli in francese.. Mi fai uno strano effetto» arrossì Blaine.
Sebastian ridacchiò «Sérieusement? Donc, je profite de cette occasion»
«Sebastian smettila, subito»
Prima che Sebastian potesse nuovamente pronunciare una sola sillaba in francese, la madre di Blaine li chiamò a tavola.
Il moro tirò un sospiro di sollievo, alzandosi di corsa sotto lo sguardo divertito del compagno.
 
 
Il pranzo procedette molto tranquillo, anche se il padre di Blaine non degnò mai Sebastian di uno sguardo e non gli rivolse mai la parola.
Durante il secondo, la madre di Blaine iniziò a parlare animatamente con il compagno del figlio «Allora Sebastian, dicci qualcosa di te. Blaine mi ha detto che sei francese»
«Oui madame» rispose il ragazzo sorridente.
Blaine quasi si strozzò con il pollo, sul volto di Sebastian si dipinse un sorrisetto compiaciuto.
«Oh, come è affascinante. Parlaci ancora in francese»
 
NO, CHE CAZZO NO!!!pensò il moro alle parole della madre.
 
Il francese ridacchiò ed iniziò a raccontare la sua vita nella sua lingua d’origine «J'ai vécu à Paris jusqu'à il ya quelques mois. Mon père était un diplomate, il a été offert une promotion à l'ambassade française à Lima, alors nous avons déménagé aux Etats-Unis.
Je m'ennuie de la France, mais j'aime ce pays et je me plais ici. J'ai rencontré beaucoup de gens formidables et sympathiques»
Blaine gemette sottovoce a sentirlo parlare. Quando diceva qualcosa in francese, qualunque cosa dicesse, riusciva a farlo eccitare.
Lo sapeva bene, eccome se lo sapeva. Per questo parlava in francese.
 
Sadico di un francese!!
 
Mentre la madre di Blaine continuava a guardare incantata Sebastian, il padre si rivolse, per la prima volta, al ragazzo «Mpf, la Francia. Trovo che sia un paese inutile e scialbo. In fondo, è pieno di mangiarane e di finocchi»
Sì, aveva usato l’ultima parola esplicitamente come dispregiativo. Odiava Sebastian e non lo nascondeva affatto.
«Papà, smettila!!» urlò Blaine.
«Con tutto il rispetto, signore» Sebastian posò la sua forchetta «Non credo che il vero problema qui sia che io venga dalla Francia, o dall’Australia. Che abbia i capelli biondi, o sia pieno di piercing. Che porti i boxer neri invece che bianchi. Il suo problema è il semplice fatto che io non ho due tette e non sono una donna. Dico bene?»
L’uomo esitò un momento. La risposta del ragazzo l’aveva spiazzato.
«Sei intelligente ragazzo. Non ti ci facevo»
«Papà, finiscila di trattare male Sebastian. Io lo amo, hai capito?»
«No, non capisco» Il padre di Blaine si alzò furente dal tavolo.
«Josh, finiscila e mettiti seduto» cercò di calmarlo la moglie.
«Non ti intromettere in questa storia, Helen. È una questione tra di noi. Devo parlare con tuo figlio, da uomo a…»
Blaine a quel punto, non ci vide più dalla rabbia.
«Da uomo a cosa? Sono anche io un uomo, papà. Il fatto che sia innamorato di un ragazzo invece che di una ragazza non fa di me un fenomeno da circo»
«No, fa di te un deviato e un malato!!»
Le lacrime stavano iniziando ad affiorare sugli occhi del ragazzo. Quelle parole, pronunciate da suo padre.
Poteva sopportare le offese e i pregiudizi di chiunque, ma non quelli del genitore.
Lui, che fin da quando era piccolo, aveva fatto di tutto per essere accettato dal padre. Aveva cercato di essere il migliore a scuola, l’asso degli sport, il ragazzo figo che tutti volevano vicino.
Solo per lui, per essere accettato da lui. Per sentirgli dire, almeno una volta «Sono fiero di te».
La rabbia iniziò a salire ancora di più, Blaine sentiva che stava per esplodere.
Prima ancora che potesse ribattere, l’uomo riprese a parlare, rivolgendosi stavolta a Sebastian.
«Tutto questo è colpa tua, sporco francese malato. Tu hai reso mio figlio così, lo hai contagiato con il tuo schifo di vita. La tua vita è una cosa disgustosa. Dovresti vergognarti»
A quel punto, il biondo si alzò dal suo posto furente «Come si permette di parlarmi così? Non mi conosce nemmeno!»
«So solo che quelli come te, meriterebbero di morire»
Sebastian non ce la fece più. Trattenne a stento la voglia di prendere a pugni l’uomo e se ne andò adirato via dalla casa.
«Sebastian, aspetta..» Blaine provò a fermarlo.
«Non ti azzardare nemmeno a corrergli dietro» la voce autoritaria del padre bloccò il ragazzo.
«No papà, io vado da lui»
«Ti avverto Blaine. Se osi soltanto seguirlo e oltrepassare quella porta, non provare a tornare mai più in questa casa. Se vai da lui, non sarai più mio figlio»
Blaine strinse i pugni, le lacrime ormai scendevano copiose sul suo volto.
Era il momento, la scelta.
Aveva impiegato tutta la vita per essere all’altezza delle aspettative del padre.
Una vita piena di sacrifici, buone maniere, atteggiamenti posati e controllati.
Era tutto perfettamente calcolato e ponderato nella sua vita.
Poi era arrivato lui. Sebastian Smythe.
Con un semplice sorriso, quel nuovo vicino aveva completamente sconvolto il suo mondo.
Era entrato a far parte della sua vita, forse un po’ forzatamente e spingendo, ma poi si era adattato e aveva modellato gli angoli di Blaine.
Lo aveva reso una persona migliore, lo aveva amato fin da subito per chi era in realtà e non per chi voleva apparire.
L’aveva conquistato, l’aveva fatto suo. Aveva preso il suo cuore e ormai, non c’era nulla da fare.
Non serviva pensare, Blaine sapeva qual’era la cosa giusta.
«Bene, allora addio papà» e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Bussò alla porta dei suoi vicini di casa.
I genitori di Sebastian aprirono la porta, Sebastian si era appena rinchiuso nella sua stanza e non si decideva a parlare.
Blaine salì velocemente le scale, iniziando ad urlare al ragazzo di aprirgli.
Dopo poco, una serratura scattò e la figura del biondo si delineò davanti a lui.
«Che cosa ci fai qui?» aveva gli occhi arrossati, stava piangendo.
«Faccio la mia scelta» rispose Blaine, prendendo il volto di Sebastian tra le mani e baciandolo appassionatamente.
Le loro lingue si intrecciarono vorticose, desiderosa l’una dell’altra. Il respiro mancò loro velocemente e li costrinse a separarsi, ansimando.
«Blaine, sei sicuro di aver fatto la cosa giusta?» chiese Sebastian scrutando nei suoi occhi.
«Ti ho aspettato, per 18 anni. Ho atteso il momento in cui saresti arrivato e mi avresti preso il cuore. Non butterò la mia favola fuori dalla finestra per le idee del cazzo di quell’idiota.
Voglio te, voglio solo te, vorrò per sempre te. Sarai sempre la scelta giusta per me, Sebastian. La scommessa che non perderò mai.
Non mi importa di sfidare il mondo. Se sono con te, ho tutto ciò che mi serve dalla vita»
Con le lacrime agli occhi, il biondo gli prese il volto tra le mani e lo baciò, stringendolo forte mentre le lacrime di entrambi rigavano le loro guance.



Ok, ammetto di aver odiato da morire il padre di Blaine mentre scrivevo questo capitolo!!
Ringrazio solo il cielo di non aver mai conosciuto persone così nella mia vita -.-'
Beh, spero che vi sia piaciuto il capitolo ^^
So che l'aggiornamento è stato un po' tardo, il blocco dello scrittore mi ha colpita inesorabilmente!! D'oh!!
Allora, vorrei ringraziare come sempre:
- Fefs e Matty, i miei migliori amici, che mi hanno aiutato a superare il mio blocco!! ^^ Ma quanto vi amo?? **
- Dome, che mi ha dato qualche idea per aiutarmi a scrivere ^^
- Altinn che come sempre, ha corretto la mia bozza =)

Che dire?? Grazie alla mia potente squadra!!
Ma soprattutto, grazie a voi che leggete le mie storie, che recensite, che mi avete messa tra gli autori preferiti e avete la mia storia tra le seguite/preferite ^^
Grazie mille a tutti voi!! Aspetto le vostre recensioni ^^

Hugs & kisses,

- Alex -

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Capitolo 7
*** La cosa migliore mai capitata ***







«E adesso dove andrai a stare?» chiese Sebastian seduto alla sua scrivania, mentre Blaine giocherellava con una matita seduto sul tappeto.
«Non lo so ancora» rispose l’altro «Penso che andrò a vivere da mio zio.
Abita non troppo lontano da qui, vicino alla Dalton e a differenza di mio padre, non ha idee così coglione»
Sebastian annuì, avvicinandosi per dare al moro un leggero bacio sulle labbra.
Blaine sorrise a quel contatto e lo prolungò, cingendo il collo di Sebastian e facendolo cadere dalla sedia, addosso a lui.
Risero entrambi sdraiati sul tappeto, il litigio tra Blaine e suo padre sembrava così lontano in quel momento.
Sebastian cercò di alzarsi, incrociando gli occhi di Blaine. E in quel momento, ci vide dentro un qualcosa che non aveva mai visto.
Desiderio. Paura.
«Blaine..» mormorò avvicinandosi alle labbra del ragazzo.
Il moro non si allontanò, lo accolse tra le sue braccia finchè le labbra del francese non furono sulle sue.
Si baciarono entrambi pieni di passione e desiderio, facendo aderire i loro corpi l’uno all’altro.
Prese dalla foga, le mani di Sebastian iniziarono a scivolare sotto la maglietta di Blaine.
Lo desiderava, lo voleva più di quanto avesse mai voluto qualcuno.
«Seb.. Aspetta..» mormorò Blaine nel momento in cui le labbra di Sebastian si spostarono sul suo collo.
«Qualcosa non va?» chiese Sebastian alzando gli occhi verso di lui.
«Io.. Io non..»
Sorrise, Blaine aveva il viso tutto rosso e gli occhi abbassati con fare imbarazzato.
«Va tutto bene Blaine. Abbiamo tutto il tempo del mondo» gli carezzò dolcemente la testa, lasciando un dolce bacio sulle labbra del moro.
Si sorrisero entrambi, sollevandosi dal tappeto.
«Quando andrai a prendere le tue cose a casa dei tuoi genitori?»
«Domattina. Mia madre sarà fuori e mio padre a lavoro, così non dovrò veder piangere lei e non dovrò guardare in faccio quello stronzo»
Un risolino scappò dalle labbra di Sebastian, lo divertiva la faccia che faceva Blaine quando parlava del padre.
Era tenera e lo faceva apparire ancora più bello di quello che già fosse.
«Ti va se ti accompagno? Così ti do una mano»
Blaine sorrise, avvicinandosi a lui e baciandolo nuovamente «Mi farebbe tanto piacere amore»
Sebastian assunse un espressione dolce «Non mi avevi mai chiamato amore»
«Sono sicuro di averlo già fatto» asserì il moro.
«Blaine Devon Anderson, non mentire al tuo ragazzo» ridacchiò il francese, abbracciandolo e iniziando a fargli il solletico.
«Sebastian, smettila» rideva Blaine, mentre l’altro continuava dicendo «Chiamami ancora amore, dai»
La mattina seguente, Sebastian e Blaine tornarono a casa di quest’ultimo per andare a prendere tutte le sue cose.
Entrare nuovamente lì mise un po’ di tristezza a Blaine, il pensiero di non rivedere ogni mattina sua madre e suo fratello gli pesava.
Sebastian notò gli occhi del ragazzo, che stavano iniziando a riempirsi di lacrime.
«Blaine, sei sicuro di aver fatto la scelta giusta?»
Blaine si voltò a guardarlo, sorridendogli «Mai stato così sicuro»
I ragazzi salirono le scale, andando in camera di Blaine e impacchettando tutte le sue cose.
Sebastian si soffermò a guardare tutte le foto del moro, sistemate ordinatamente sulla libreria.
Blaine da bambino con in mano un premio scolastico, Blaine e Cooper a pesca, Blaine e la sua ex ragazza.
Sembrava che la vita di Blaine fosse perfetta.
Finchè non era arrivato Sebastian.
Gli aveva sconvolto la vita, lo aveva costretto a scegliere tra lui e la sua famiglia. Da quando era arrivato non aveva portato altro che guai.
«Ero bello anche da piccolo, vero?» lo sorprese Blaine alle sue spalle.
«Già, eri un amore» abbozzò un sorriso Sebastian.
Insieme, i due ragazzi caricarono tutte le scatole sull’auto di Sebastian e le portarono a casa dello zio di Blaine, casa che sarebbe stata sua per molto tempo a quanto pareva.
 
 
Tre giorni dopo
Blaine gironzolava per i corridoi della Dalton Academy cercando Sebastian.
Da quando avevano fatto il trasloco a casa dello zio di Blaine, sembrava sparito.
Durante le lezioni che avevano in comune non si presentava, non riusciva a trovarlo mai nei corridoi, tornava a dormire a casa sua.
Era chiaro che ormai lo evitava come la peste.
«Ehi, bell’addormentato, che succede?» Jeff e la sua irruenza fecero leggermente sussultare il ragazzo.
«Oh, sei tu Jeff. Ciao» mormorò.
«Ehi, tutto a posto?»
«Non riesco a trovare Sebastian, non risponde al cellulare e non è mai a lezione con me»
Jeff ci pensò un po’ «Era a lezione con me prima. L’ho visto andare verso l’aula di musica»
Un enorme sorriso si dipinse sul volto di Blaine, che senza nemmeno salutare Jeff, corse verso l’aula di musica.
Urtò qualche ragazzo e superò corridoi che sembrarono infiniti, finchè non sentì distintamente la melodia di un pianoforte.
Si avvicinò all’aula di musica e aprì leggermente la porta.
Sebastian gli dava le spalle, era seduto sullo sgabello del pianoforte e suonava una versione acustica di “Without you”.
Blaine lo ascoltava senza proferire parola, incantato da quei suoni.
Sebastian appariva così serio e pensieroso mentre faceva scorrere le dita su quei tasti bianchi e neri.
Ben presto, la musica cessò e Sebastian si voltò, trovandosi faccia a faccia con Blaine.
«Da quanto sei qui?»
Blaine scrollò le spalle «Un po’. Non ti vedo da tre giorni, iniziavo a preoccuparmi»
Il francese abbassò lo sguardo «Dovevo pensare un po’»
«A noi?»
«Blaine, senti.. Penso che le cose nella tua vita siano peggiori da quando ci sono io. Forse, sarebbe meglio lasciarci»
«Peggiori in che senso?» si avvicinò il moro, chiudendo la porta dietro di sé.
«Hai perso tuo padre e sei stato costretto a scegliere tra la tua famiglia e il tuo ragazzo, hai dovuto lasciare casa tua e trasferirti da tuo zio.
Non puoi negare che ho scombussolato tutta la tua vita. E non in meglio»
«È vero, l’hai stravolta completamente, ma è anche vero che non sarei mai stato onesto con me stesso se non fossi arrivato tu.
Avrei continuato a fingere di essere un ragazzo etero, primo della classe, asso nello sport e con una bella voce.
Non avrei incontrato l’amore. Sono più le cose che ho guadagnato di quelle che ho perso, grazie a te»
Si avvicinò a lui, baciandolo «Non sono mai stato così felice come quando sono insieme a te.
Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita Sebastian e ti amo»
«Come hai detto, scusa?»
«Ti amo, idiota» ridacchiò Blaine.
Sebastian gli prese il volto tra le mani, baciandolo dolcemente.
«Ti amo anche io Blaine» mormorò a fior di labbra.
Il moro si strinse ancora di più a lui, riprendendo a baciarlo con foga.
Le labbra di Sebastian si schiusero e le lingue dei due iniziarono a cercarsi bramose.
Blaine, stringendo Sebastian a sé, si adagiò dolcemente a terra, lasciando così che il corpo del francese si posizionasse sopra di lui.
«Blaine, sei..»
«Sono sicuro Sebastian» sorrise Blaine riprendendo a baciarlo.
Le mani di Sebastian iniziarono a spostarsi presto sul petto di Blaine, prendendo a sbottonargli la camicia freneticamente.
Blaine gli tolse la giacca, gettandola sotto il pianoforte e prese a sbottonare anche lui i bottoni della camicia.
Riusciva a sentire l’erezione di Sebastian premergli contro la coscia e anche lui non era da meno, era eccitato e lo desiderava fortemente.
Sebastian iniziò a lasciare baci umidi sul petto di Blaine, scendendo pian piano fino al ventre del moro e iniziando a sbottonargli i pantaloni.
Sentendo le mani fredde dell’altro vicino alla sua erezione, Blaine sussultò leggermente, cosa che fece ridere Sebastian.
I pantaloni di Blaine e i suoi boxer finirono sul pavimento, lontani dai due ragazzi.
Prima ancora che Sebastian potesse fare qualcosa, le posizioni si invertirono e Blaine, sopra il francese, liberò anche quest’ultimo dai pantaloni e dall’intimo.
Blaine scese iniziando a baciare il collo di Sebastian, il suo petto, il ventre fino ad arrivare alla sua erezione, che iniziò a leccare generando una serie di gemiti dal compagno.
Ben presto, Blaine prese in bocca l’erezione di Sebastian iniziando a muoversi sul ragazzo, che assecondava i movimenti del moro muovendo il bacino.
I gemiti di Sebastian riempivano tutta la stanza, fortunatamente a quell’ora quell’ala della scuola era deserta;
Sebastian, quindi, non trattenne un piccolo strillo quando raggiunse l’orgasmo nella bocca di Blaine.
Il moro, sorridente, si avvicinò a lui sussurrandogli, vicino all’orecchio «Voglio essere tuo»
Sebastian gli prese il volto tra le mani e lo baciò, prendendolo di peso e alzandosi da terra.
Si allontanò un momento e trafficando nella borsa, prese una bustina di lubrificante e un preservativo.
Spinse Blaine con il volto contro la porta, iniziando a baciargli il collo e la schiena.
La sua pelle sudata lo faceva eccitare ancora di più e i suoi gemiti sommessi lo mandavano fuori di testa.
Afferrò la bustina contenente il lubrificante e se ne spalmò un po’ sulle dita, continuò a baciare il collo di Blaine e senza forzare troppo, infilò due dita nella sua apertura.
Sentì Blaine gemere a quel contatto «Ti ho fatto male?» mormorò.
«N – No, tranquillo» sussurrò l’altro «Ti prego, continua..»
Sebastian, pian piano, iniziò a muoversi all’interno di Blaine, uscendo e rientrando sempre più velocemente.
Blaine, inizialmente, gemette di dolore per quel contatto, ma a poco a poco, il dolore lasciò spazio al piacere e sentì il bisogno di avere di più.
«Se – Sebastian, voglio di più..» mormorò con voce strozzata.
Il francese, allora, aprì la bustina vicino a lui e srotolò il preservativo per tutta la sua lunghezza, versando ciò che era rimasto della bustina di lubrificante.
Senza aspettare troppo, sostituì le dita all’interno di Blaine con il suo membro.
Blaine sussultò, cercando però di non irrigidirsi. Sebastian notò subito la reazione del compagno e riprese ad accarezzarlo e baciarlo.
Blaine sembrò rilassarsi e Sebastian ne approfittò, per cominciare a spingere dentro di lui.
Spinte deboli e scoordinate fecero presto spazio a spinte più forti e ritmate, la stanza si riempì dei loro gemiti e dei loro lamenti.
Sebastian si affrettò poi a prendere in mano l’erezione di Blaine, iniziando a massaggiarla e provocando nel moro gemiti ancora più acuti.
Blaine pensò che quello, fosse il momento più bello nella sua vita.
Con Sebastian, facendo l’amore con lui.
Quello era il suo posto nel mondo, accanto a lui.
Non poteva che essere così, erano le due metà perfette di una mela che combaciavano solo l’una con l’altra.
La mano libera di Sebastian strinse il fianco di Blaine e il ragazzo aumentò le spinte, preso dal desiderio, mentre con l’altra mano massaggiava l’erezione del moro.
«Blaine.. Ti.. Ti amo»
Tra i gemiti confusi, Blaine distinse chiaramente quelle parole pronunciate dal compagno.
«Ti.. Ti amo anche io.. Sebastian»
Blaine piegò la testa all’indietro, ricercando la bocca di Sebastian per nuovi baci, che il francese non si rifiutò di concedergli.
Con un ultima spinta più forte, Sebastian venne con un gemito strozzato all’interno di Blaine e quest’ultimo,
non riuscì più a trattenersi e raggiunse l’orgasmo poco dopo, tra le mani del compagno.
I loro respiri affannati ripresero, con calma, la loro regolarità e Sebastian uscì dal corpo di Blaine lentamente.
Si accasciarono entrambi a terra, stretti l’uno accanto all’altro.
«Wow... È stato.. Wow» si limitò a dire Blaine, suscitando un risolino di Sebastian.
Il moro lo baciò con passione «Ti amo Sebastian»
«Ti amo anche io Blaine» rispose l’altro, ricambiando il bacio.
Blaine sorrise, quel momento era a dir poco perfetto.
Si strinse a Sebastian, appoggiando la testa sul suo petto e riempiendosi le narici del suo profumo.
«Blaine?»
«Uh?»
«C’è una cosa.. Di cui volevo parlarti»
Blaine si alzò sui gomiti, guardando Sebastian in volto.
Vedeva i suoi occhi vagare per tutta la stanza, si stava torturando lentamente le mani.
«Sebastian? Va tutto bene?»
«Sì sì, certo.. Ecco, volevo dirti..»
«Che succede? Dai dimmelo»
«Dopo la fine dell’anno scolastico, tu..»
«Io cosa? Sebastian, non costringermi a tirarti fuori le parole»
«.. Blaine, vuoi venire a vivere con me?»



*corre a nascondersi*
ADJHDFJHWDBNJDEWUSK ringraziamo tutti Altinn e Matty per sta roba
"VOGLIAMO IL SESSO SEBLAINE!!"
Eccovi accontentati u.u

Seriamente, ci ho messo due giorni a scrivere la scena di sesso
solo per il fatto che iniziavo a ridere e non finivo più XD

Anyway, vi ho fatti aspettare una vita per questo capitolo.. SO SORRY ç__ç
Dai che mi sono fatta perdonare, vero?!

E nulla, aspetto di sapere le vostre opinioni <3
Un bacio enorme, vi amo <3
LittleMilkshake

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