La verità è una scelta.

di Isabriel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cancella tutto...parto per il Brasile! ***
Capitolo 2: *** Il Rientro ***
Capitolo 3: *** Roma ***
Capitolo 4: *** A casa di Claudia ***
Capitolo 5: *** Una giornata qualunque ***
Capitolo 6: *** Vampiri ***
Capitolo 7: *** Verità ***
Capitolo 8: *** Brutte scoperte ***
Capitolo 10: *** Lo scontro ***
Capitolo 11: *** Risveglio ***
Capitolo 12: *** Non ti lascerò mai sola ***
Capitolo 12: *** Perdono a mio figlio ***
Capitolo 13: *** Fiducia ***
Capitolo 14: *** Amore ***
Capitolo 15: *** Segreto ***
Capitolo 16: *** Ti Amo ***
Capitolo 17: *** Nuovi inidizi ***
Capitolo 18: *** Resta qui con me ***
Capitolo 19: *** La loro notte perfetta ***
Capitolo 20: *** Morte annunciata ***
Capitolo 21: *** Scontro finale ***
Capitolo 22: *** Vicini alla resa dei conti ***
Capitolo 23: *** Limbo ***
Capitolo 24: *** In fondo nulla finisce per sempre ***



Capitolo 1
*** Cancella tutto...parto per il Brasile! ***


Claudia,ancora sotto shock per la recente delusione amorosa,decide di annullare tutti gli appuntamenti di lavoro della settimana.

Claudia:<>

Segretaria:<< ma Claudia...?! Perchè,dove vai?!>>

Claudia:<<...A sciare>>

In realtà,l'astuta Claudia,aveva già progettato tutto! Altroché settimana bianca! Per riprendersi da questa bella batosta ci voleva una vera e propria vacanza in Brasile! come le aveva saputo sapientemente suggerire il caro buon vecchio Alonso!

Claudia torna a casa per preparare le valigie e trova la madre,alla ricerca di un posto in cui stare,fino a che non avrebbe trovato un nuovo foulard da sostituire con quello che aveva appena deciso di cambiare.

Mamma<>

Claudia<>

Mamma<<è quel Gabriel vero?lo sapevo...ma vedi,gli uomini vanno presi per la gola...>> Claudia<>

Mamma<>

Claudia<>

Mamma<>

 

*Con quel poco che basta in valigia per intraprendere un viaggio verso i luoghi della perdizione Claudia e Alonso partono per il viaggio che si sarebbe rivelato il più folle della loro vita.*

 

Gabriel intanto,appena ordinato insieme ad Isaia "fratello del direttorio della congregazione della verità",incontra in confessionale sua madre Clara che lo invita assieme ad Isaia a trascorrere una felice serata in famiglia a villa del Bono.

 

Dovete sapere che Clara e Serventi ai tempi che furono,avevano avuto una relazione clandestina,dalla quale era nato Claudio.

Così Gabriel scoprì di avere un fratellastro quasi coetaneo. Claudio,appunto.

Claudio,era un pò il rampollo della famiglia Serventi,viveva alla giornata sperperando il patrimonio della famiglia,ricavato grazie alle vendite di prodotti per capelli provenienti dalla multinazionale che il padre aveva aperto qualche anno prima e che stava andando a gonfie vele;grazie ai nuovi prodotti che il caro vecchio Serventi testava direttamente sui capelli di capa pelata che dopo vari esperimenti era rimasta oramai pelata.

 

Quella sera Clara decide di raccontare a Gabriel la storia dell'ape che impollina il fiore,perchè sapeva dell'amore che il figlio provava per Claudia e voleva prepararlo su tutti i fronti. Isaia,tontolone di mamma<3,convinto che si trattasse di una vera e propria lezione di giardinaggio decide di prendere parte anche lui al racconto.

Clara<> Isaia<>

Clara:<>

Clara inizia il suo racconto,Isaia che non capiva niente di tutte queste allusioni,continuava a fare domande sul perchè e sul percome

Isaia:<< ma se uno parte dal presupposto che il tuo racconto si basa sulla verifica del fenomeno:se è reale o mistificazione,verifica dell'origine: se è cristiana o esoterica,verifica della natura se è divina o demoniaca...io non capisco...non ci stai mandando sulla cattiva strada?? cosa c'entra questo col giardinaggio? io non capisco,proprio non ce la faccio...non potresti usare dei termini più semplici?>> Gabriel:<>

Clara:<> (Nadia è la ragazza che abbrustoliva le persone a mo' di marshmallows)

Iniziano le spiegazioni concrete. Gabirel inizia a smangiucchiarsi le unghie agitato,mentre Isaia si copre la faccia con le mani iniziando a sudare freddo,neanche stesse gardando un film horror.

A fine serata Gabriel finalmente capisce che il suo destino è stare con Claudia,allora,salta sulla moto,abbandonando un Isaia un po confuso e si dirige verso casa di Claudia.

 

Gabriel arriva davanti alla porta di casa di Claudia,ma per via di un corto circuito,la luce sparisce. Bussa alla porta e quella che lui credeva fosse Claudia gli apre.

Gabriel le salta addosso e la donna urla:<>

Gabriel:<>

Mamma:<< Gabriel,sono la mamma di claudia!>>

Gabriel:<>

Mamma:<>

Gabriel,accecato dalla gelosia,si precipita in aeroprto alla ricerca del primo volo per Rio.

 

*-* *-* *-* BRASIIIIIIILLL *-* *-* *-*

 

Alonso,padre mattacchione,ha convinto Claudia a seguirlo in ritiro spirituale in Brasile proprio perchè consapevole che in Brasile è periodo di Fiestaaaaaaaa!! infatti si festeggia il famoso carnevale di Rio! portate le valige in albergo,Alonso lascia Claudia a riposarsi e va alla ricerca di un abito adatto alla serata.

Bene,agghindati per l'evento Claudia e Alonso sono pronti per partecipare alla parata e fare festa tutta la notte!

 

Gabriel,giunto all'aeroporto di Rio,decide di entrare nell'atmosfera e di comprarsi un costume per evitare di dare troppo nell'occhio per riuscire a cogliere in Flagrante Claudia e Alonso.

Fu così che Gabriel,vestito da brasiliana un po battona scostumata parte all'attacco e tra un ballo e l'altro a ritmo di Salsa, intravede i due ricercati che già un po' brilli si scolavano l'ennesimo bicchiere di mojito. Gabriel furioso si avventa su Alonso e scatena il suo potere.

***

Fatto alquanto insolito,anche Isaia per volere della congregazione,che non si fidava più di Gabriel,era approdato in Brasile.

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Capitolo 2
*** Il Rientro ***


Solo e abbandonato come un cane,in mezzo a tutto quel casino,Isaia non sapeva più che pesce pigliare...inizia così a vagare per le strade alla ricerca dei suoi amici.
Isaia che non era abituato a tutto quel trambusto,a tutta quella gente che ballava per strada senza un minimio di contegno,pensò di essere approdato direttamente nella tana
del diavolo.
 
Dopo quelle che a Isaia erano sembrate ore di cammino,trascorse pensando a quanto sarebbe stato più felice se le avesse passate seduto alla scrivania del direttorio,mentre
sorseggiava la sua tisanina alle erbe,guardando dalla finestra la neve che cadeva indisturbata su Roma;si accorse che all'angolo della strada stava avvenendo sorta di rissa 
tra quelli che sembravano proprio essere Padre Alonso e Claudia con una ballerina Brasiliana dalle fattezze alquanto strane per poterla definire tale...Il costume 
non era ben riempito,il fisico era un po troppo muscoloso e la carnagione era simile a quella di una mozzarella andata a male pelosa.
 
                                                                        ***
Gabriel,perde il controllo delle sue azioni e avventatosi su Alonso,con l'intento di metterlo al muro e tirargli un bel cazzotto,scatena il suo potere.
Claudia inizialmente shockata perchè non aveva subito riconosciuto in quella Brasiliana Gabriel,riesce a riprendersi e riconoscendolo,prende parte alla rissa della
quale era stata lei stessa la causa,cercando di limitarne i danni. 
Tira i capelli a uno,tira la maglia all'altro,finalmente Claudia riesce a fermare Gabriel appena prima che scagli il suo potere su Alonso,tuttavia il potere di Gabriel 
rimbalza su un uomo che si stava facendo largo in mezzo alla folla tramortendolo.
Nessuno dei tre sembra però accorgersene.
 
Claudia: "Gabriel! ma che ci fai qui? sei impazzito? stavi per uccidere Alonso!vestito così poi..."
Gabriel: "E' tutta una MENZOGNA! mi hai tradito!Tua madre mi ha detto tutto!"
Claudia:"Mia madre avrà esagerato come suo solito,dovevi ingelosirti ma non così tanto! Guarda come hai conciato Alonso! forza,caricatelo sulle spalle e rientriamo in
 albergo!"
 
                                                                        ***
Isaia,steso a terra in trance,viene raccolto da un gruppo di ragazzi che stavano assistendo alla parata e che lo portano nel bar più vicino per cercare di rianimarlo.
Dopo averlo messo a sedere su una sedia uno dei ragazzi tenta di farlo rinsavire schiaffeggiandolo,non ottenendo però nessun risultato.
Arriva allora un secondo ragazzo che
armato di secchiello pieno di acqua gelida, lo lancia addosso al povero Isaia.
Finalmente Isaia si riprende,anche se non del tutto perchè si ritrova ad avere la memoria un po' offuscata.
Ragazzo1:"Allora,deve essere per forza il primo anno che partecipi al carnevale di Rio..cioè guardati!"
Ragazzo2: "Ahhahahaha! per forza,guarda come si è vestito! da prete col saio...!"
Isaia: "Ragazzi,vi sembra questo il modo?vi ringrazio ma ho delle questioni molto importanti da sbrigare...!"
Ragazzo1:"Be,allora?Ci ringrazi così? offrici almeno qualcosa da bere!"
Isaia: "Cameriere scusi,abla Italiano? tre bicchieri di acqua naturale!"
Ragazzo1e2: "Acqua naturale?!?!?"
Ragazzo1: "Fratello,devi proprio aver preso una gran botta!...3 bicchieri di vodka grazie!"
Ragazzo2: "Coraggio,BEVI! che ti tiri un po' su...mamma mia,sembra che tu non abbia mai fatto niente di divertente in tutta la tua vita!"
Il povero Isaia si ritrovò così all'interno di una delle peggiori bettole di Rio,accerchiato da un gruppo di ragazzi un po' troppo vivaci secondo i suoi canoni
che a furia di parlare e parlare e parlare,gli fecero bere vari bicchieri di vodka tanto che si ritrovò ubriaco marcio a dare spettacolo ballando sopra a un tavolo 
la macarena,l'unico ballo di gruppo che avesse mai imparato.
                                                                       ***
Tornati in albergo,Claudia prende dalla valigia di Alonso dei vestiti e li dà a Gabriel...ancora furiosa per quanto era successo,non poteva fare a meno di
ridere tra sè pensando a cosa avrebbero detto i membri del direttorio se avessero visto Gabriel conciato in quella maniera.
Distrutti per tutto quello che era successo durante quella serata decisero di salutarsi e di andare a dormire,sperando che la notte avrebbe portato consiglio.
 
Claudia e Alonso avevano prenotato due camere d'albergo separate,così Claudia fece per lasciare la stanza,quando girandosi per dare la buona notte vide Gabriel in piedi in
mezzo alla stanza con i vestiti un po troppo grandi e lunghi di Alonso che la guardava con l'aria di un cane bastonato.
Claudia: "Gabriel,non mi guardare così..."
Gabriel infatti,a disagio nei vestiti troppo grandi di Alonso e a disagio per la situazione che aveva creato,,si era bloccato in mezzo alla stanza,
non sapendo cosa fare e dire...sperando però in un improvviso 
Alonso: "Gabrièl! c'è abbastanza spazio per tutti e due nel letto...vorrai mica dormire per terra? in guerra dormivamo spesso insieme per stare al caldo...su dai!"
Gabriel,girandosi di scatto con sguardo ammiccante verso Claudia disse: "Alonso,vedi io Russo,russo tantissimo...magari vado a chiedere in reception se hanno una
 camera libera..."
Claudia,che aveva colto lo sguardo di Gabriel,decise di far finta di niente e augurando la buonanotte a entrambi uscì dalla stanza...
Gabriel allora,con la scusa della stanza uscì dalla porta raggiungendo Claudia davanti alla porta della sua stanza.
Gabriel: "Claudia ti prego scusami,non volevo combinare tutto questo trambusto..."
Claudia: "Mi sembrava che tu avessi deciso cosa volevi,quando mi hai piantata in piazza abbandonata a me stessa..."
Gabriel: "lo so,vedi io ero confuso...mia madre poi mi ha fatto tutto un suo discorso sull'amore,sono venuto a cercarti a casa e ho trovato tua madre che mi ha detto 
della tua partenza per il Brasile con Alonso. Alonso poi?! vai a raccontare i fatti nostri proprio a lui? è il pettegolo della congregazione! non ti ha mai stupito
il fatto che sapesse sempre tutto di tutti?"
Claudia: "Gabriel per favore sono stanca...davvero,mi dispiace per quello che è successo,ne possiamo riparlare domani?"
Gabriel: "Ma...io dove vado? posso stare da te?"
Claudia: "Hai appena detto che russi! Gabriel,io voglio dormire,non ascoltare la 9 sinfonia di Beethoven!"
Claudia entra nella stanza e fa per chiudere la porta.
Gabriel: "Ma no,Claudia!stavo scherzando!pensavo avessi capito...sei tu la psicologa!"
Claudia guarda Gabriel con la faccia di chi la sa mooolto lunga e dice "Ciao Gabriel,passa una buona notte con Alonso!" (trollface)
Gabriel,si ritrova così sbattuto nuovamente fuori dalla stanza di Claudia e con "la coda tra le gambe" torna in camera da Alonso,che se la stava già ronfando occupando 
tutto il letto,costringendo Gabriel a dormire su una scomodissima poltrona.
 
 
 
                                                                          ***
Isaia,ormai ubriaco perso,aveva smesso di ballare sui tavoli e si trovava ormai nella fase depressiva della sbronza,tanto che,aveva iniziato a raccontare ai ragazzi 
la storia della sua vita.
Ragazzo1: "da ubriaco sei davvero una bomba compagno! ahahaaha vorresti farci credere che sei una sorta di ghostbuster e sei stato mandato qui addirittura da questa
congregazione per cercare i tuoi compagni? ahahaha uno spasso,davvero!"
Ragazzo2: "noi stiamo andando ad una festa sulla spiaggia...vuoi unirti?si beve,si mangia e ci sono delle ragazze!"
Isaia(da leggere come parlerebbe un ubriaco): "io devo andare qui -punta il dito su un pezzo di carta dove stampato c'era l'indirizzo di un albergo-qui sono miei amici,qui
donna che cerco.Claudia Munari pfff donne.Quella vuole prendere Gabriel.Io no voglio."
I due ragazzi si guardano perplessi e provando una certa pena decidono di accompagnarlo all'albergo.
Finalmente Isaia un po barcollante si trova davanti all'albergo dentro il quale c'erano i suoi compagni tanto cercati;peccato però che data l'ora della notte l'albergo fosse ormai
chiuso.
Stanco,assonnato,ubriaco e senza più un minimo del suo autocontrollo Isaia si addormenta di fianco all'entrata dell'albergo,cosa che non si sarebbe neanche mai sognato di 
fare visto quant'è schizzionoso. Sicuramente il giorno dopo gliela avrebbe fatta pagare a tutti,stava già pensando a cosa raccontare al direttorio...certo Gabriel
era un suo caro amico,ma non gli andava proprio giù il fatto che quella psicologa stesse cercando di allontanarlo da lui e dal suo lavoro.
 
                                                                        ***
La mattina dopo,Gabriel si svegliò con un torcicollo allucinante,mentre Alonso e Claudia sembravano belli allegri e pimpanti.
Scesero in sala pranzo e fecero colazione,parlando del più e del meno,decidendo che nonostante non fossero passati neanche due giorni interi dal loro arrivo in Brasile,
forse era ora di porre fine a questa pazzia e di rientrare a Roma.Sicuramente alla congregazione erano tutti preoccupati,per non parlare di Isaia,del quale erano abbastanza
sicuri che avrebbero trovato sull'orlo di una crisi isterica.
 
Finita colazione tornaono quindi in camera e raggrupparono nelle valigie quelle poche cose che si erano portati per il viaggio e si portarono all'uscita dell'albergo,
pronti a prendere il taxi che li avrebbe portati direttamente in aeroporto alla ricerca del primo volo diretto a Roma.
 
-FUORI DALL'ALBERGO-
 
Alonso: "è quasi un peccato tornare a Roma,qui si sta così bene! dovrò chiedere il trasferimento!"
Claudia: "si,quasi quasi potrei farlo anche io..."
Gabriel: "...Ma,guardate! c'è qualcuno coricato lì per terra! chiamate un'ambulanza,si sarà sentito male...chissà da quanto tempo sarà lì!"
Gabriel,Alonso e Claudia si avvicinano.
Alonso allunga una mano per toccarlo,per sentire se respirava ancora ma,mentre lo gira verso di se..SORPRESA!
Gabriel,Claudia,Alonso: "ISAIAAA??"
Dopo qualche scrollone finalmente Isaia si risveglia,stropiccia un po gli occhi e in preda ad un allucinante mal di testa riconosce i suoi amici che lo stavano
guardando con gli occhi sgranati.
Alonso: "Padre Morganti,abbiamo fatto baldoria questa notte eh? non sapevo fossi un appassionato di salsa e del carnevale Brasiliano!"
Isaia: "poche chiacchiere,mi hanno mandato qui per cercarvi,erano preoccupati...e voi siete qui a divertirvi! se dovessi parlare non ne uscireste vivi dalla congregazione!"
Claudia: "Isaia,forse dovresti farti una bella doccia,poi non partiamo per Roma...ti unisci o che fai?"
Isaia: "ecco,tu sei quella che non dovrebbe parlare.Sei una persona troppo ostinata.Non hai ancora capito che devi farti una tua vita?"
 
Tra un battibecco e l'altro finalmente riuscirono a convincere Isaia a darsi una sistemata,a prendere un taxi e ad imbarcarsi sul primo volo per Roma.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Roma ***


ROMA

Dopo quattro giorni senza pari in Brasile, tra mojiti vari, fraintendimenti e samba, i
nostri eroi sbarcano all'aeroporto di Fiumicino in un freddo mercoledì sera. Completamente distrutti
dagli avvenimenti e dal lungo viaggio cercano di raggiungere il ritiro bagagli e recuperare i trolley in
una versione nostrana della notte dei morti viventi.
Recuperate le valigie, riescono a raggiungere la porta e a chiamare un taxi.
Claudia: "Tutti in uno? Con le valigie?"
Gabriel, molto sgamato come al solito:"Ma si che ne prendiamo uno solo,ci stiamo tutti"
Claudia, fulminando con lo sguardo Gabriel, cerca di comunicargli con delle smorfie degne di Cita, la
sua intenzione...ma Gabriel non dà cenno di aver capito.
Ormai a corto d'idee, si rovista nelle tasche della giacca e trova il cellulare...IDEA!!! Due secondi e il
messaggio è scritto è inviato.
Gabriel: "Il mio telefono..." lasciando cadere la valigia che va a schiacciare il piede destro di Isaia
che si mette a saltare per il marciapiede...
Gabriel: "Ma Cla..."
Claudia: "sssshhh"
Alonso un po' sospettose e intuendo la situazione si allontana per andare a recuperare il povero storpio.
Gabriel: "Ma non potevi dirmelo prima che andavamo da te?"
Claudia: "Si certo, ti ricordo che quello ti ha seguito fino in Brasile..."
Gabriel: "ok...e ora? Li lasciamo qua?.."
Claudia: "Trova una scusa, no? Non sono mica io quella che si deve sempre giustificare..."
Gabriel: "Si,ma che gli dico..."
Claudia: "Ma che ne so...che non puoi tornare con loro perché devi andare al panificio a vedere
lievitare le brioches..."
Gabriel: "Le brioches? Ma che brioches, Claudia...poi sai che non mi piacciono...e se gli dico che mi
sono convertito al Chend-Wu-Al-Bi-Fu-Cha-Ma e che è ora della preghiera che non posso saltare???"
Claudia: "...certo, è una scusa fantastica! Favolosa! Ci crederanno di sicuro......mi stai prendendo in
giro o fai sul serio??? Gabriel ti devo ricordare chi sei o in Brasile con il mojito ti sei bevuto anche il
cervello??????"
Claudia ormai esasperata spera che questo momento così surreale sia solo dovuto al fuso orario e alla
stanchezza, nel frattempo Alonso torna trascinandosi dietro un Isaia un po' claudicante.
Alonso: "Allora andiamo?"
Claudia:"Piccolo inconveniente, la madre di Gabriel sta poco bene..."
Gabriel: "Ma veramente..."
Claudia girandosi per non farsi vedere in volto: "SI, Gabriel, tua madre non sta molto bene, te lo ha
appena scritto nel messaggio...ricordi?"
Gabriel: "ah, si certo, scusatemi...però devo andare assolutamente da lei..."
Isaia: "...ma l'ho sentita prima e stava benissimo"
Gabriel: "Allergia, una grave allergia..."
Claudia: "Ai gatti.."
Gabriel: "Pelo di cane..."
Claudia: "Si cane, brutta allergia"
Isaia: "Ma tua madre non ha animali."
Gabriel: "...hem"
Claudia: "Randagio, un cane randagio che è entrato in casa..."
Isaia, non fidandosi più di Gabriel, si insospettisce sempre di più e,nonostante il piede dolorante,
continua ad incalzare con domande e affermazioni da vero membro dell’inquisizione,sperando che i
due commettano un errore. Isaia spera ancora di poter estromettere Gabriel dalla congregazione...della
serie il lupo perde il pelo,ma non il vizio.
Isaia: "Un randagio è entrato in casa.."
Gabriel: "si...un cagnone col pelo lungo"
Claudia: "Ha pure sfondato la porta...sapessi come è spaventata la sua povera mammina...non puoi
lasciarla la Gabriel, su devi andare...guarda un po', mi sa che prenderemo il taxi insieme, casa mia è
proprio sulla strada...TAXI!!! Anzi due!"
Isaia sta per ribattere, ma Alonso avendo capito la situazione lo trascina al secondo taxi e lo lancia in
macchina, poi si gira a fare l'occhiolino ai due.
Gabriel: "Isaia lo sa..."
Claudia: "Pronto, si è la madre di Gabriel? si Clara senti, se per caso
ti telefonasse Isaia respira come uno gnut e fai finta di essere in punto di morte, non c'è bisogno di dirti
che Gabriel è li vero???"
Gabriel: "No Claudia, ma che fai...mamma non l'ascoltare non ha ancora smaltito l'alcol...no,
ridammi il cellulare...dammelo...mamma è una drogata non dargli retta"
Mamma: "Pronto, pronto...Gabriel? Gabriel tranquillo, è tutto a posto. Non ti preoccupare, ho già
parlato con Claudia, è una brava ragazza Gabriel...fidati di lei...almeno fidati di me"
Gabriel: "Mamma, ti sei ripresentata dopo vent'anni, credevo che fossi morta, ho scoperto che mio zio in realtà è mio padre, mi fai il discorso dell'ape e del fiore e ora mi dici di fidarmi? Scusa, ma sai, penso
che qualche dubbio ce l'avrebbe anche Tontolo dei sette nani!!!"
Mamma: "Uomo di poca fede...non ti ricordavo così malfidente"
Gabriel: "Potresti tornare morta?...se sei tornata per complicarmi la vita ti comunico che al
momento la sala d'attesa è piena, ma quando si liberà un posto ti chiamerò."
CLAC.
Claudia, un po' scioccata dall'ultima parte della conversazione sgrana gli occhi...
Claudia: "Gabriel..."
Claudia: "Gabriel...hei, stai bene?"
Gabriel: "..si,si, sto bene...vuoi sapere se reggerà il gioco o no? Penso di si, Isaia non le sta molto a
genio."

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Capitolo 4
*** A casa di Claudia ***


Tutto il resto del tragitto dall' aeroporto a casa di Claudia trascorse nel silenzio di tomba più
assoluto...Gabriel non parlava e Claudia non voleva interrompere i suoi pensieri.
Taxista: "Siamo arrivati, sono 25€"
Claudia: "Eccoci...tenga il resto"
Taxista: "Grazie signora, troppo gentile, arrivederci...buona serata"
Claudia scende dal taxi e inizia a cercare la chiave del portone che ha perso nella borsa, mentre Gabriel
in stato catatonico e semi narcolettico si avvicina alla porta e si siede sul gradino.
Claudia: "Io giuro che appena metto mano su un accendino dò fuoco a questa borsa e a tutto quello
che c'è dentro..."
Gabriel: "Salva almeno il portafoglio, non ho voglia di partire in piena notte direzione caserma
perché non hai più documenti"
Claudia: "Ha,ha molto simpatico, invece di fare il barbone potresti aiutarmi...tipo sfondare la
porta a spallate"
Gabriel: "certo...cerca le chiavi prima che moriamo ibernati e domani mattina facciamo numero come
vittime del gelo al TG"
Claudia: "...ti ricordo che invece di lamentarti puoi prendere quella strada e andartene a casa tua..."
Gabriel, alzandosi in piedi, si avvicina a Claudia e prendendogli una mano inizia ad accarezzarla.
Gabriel: "...Claudia...Claudia....scusami, veramente scusami, sarà tutto quello che abbiamo
passato in Brasile, sarà il viaggio, sarà mia madre...non lo so Claudia, ho bisogno di un po' di tempo per
riprendermi, per pensare a cosa fare...odio non avere la situazione sotto controllo...e poi tu che scappi
in Brasile, certo, non potevi farmi uno scherzo migliore..."
Claudia: "Se questo è stato l'unico modo per riportarti qua da me, sarei disposta a tutto...anche andare
in Groenlandia, in Cambogia..."
Gabriel: "Aspetta!...il biglietto aereo costa!!!"
Claudia: "Cioè tu, dopo tutto sto casino, te ne salti fuori con la storia del biglietto che costa??? Non
ho parole..."
Claudia sdegnata ricomincia goffamente a cercare le chiavi, ma...
Gabriel: " Claudia..."
Grabriel passa una mano dietro alla testa di Claudia e la bacia dolcemente.
Gabriel:" Mi dispiace...io..."
Claudia:" ssshh...Gabriel..."
La borsa di Claudia cade a terra, il suo contenuto si sparge sui gradini davanti al porta e le chiavi
ricompaiono.
Claudia:" Andiamo su"
Un bacio, un altro, in ascensore, sul pianerottolo, per i tre piani che li separano dall'appartamento di
Claudia. Forse, dopo tante esitazioni è la volta buona, Claudia lo spera con tutto il cuore.
Davanti la porta, la chiave che non entra, un bacio, l'altro...
Gabriel: "Ora lo sai che l'ho sempre desiderato..."
Claudia: "Lo sai che ti amo..."
Gabriel: "Lo so..."
Claudia: "La in piazza del popolo mi hai uccisa, lo capisci?..."
Gabriel: "...ma ora sono qui...è questo che conta no...?..."
La chiave entra nella serratura, la porta si apre. Un impeto di passione, baci...attraversano
l'appartamento nel buio più assoluto...
Claudia sussurra: " Sei sicuro?"
Gabriel: "....."
Claudia: "Gabriel..."
Gabriel: "...si...."
Claudia sbatte la schiena contro il muro e trascina verso se Gabriel...la mano che cerca la maniglia della
porta della camera da letto...un bacio, la spallina del top che cade...
Trovata.
Entrano in camera, il letto è li...
Claudia: "...aspetta un secondo!arrivo…"
Claudia scappa. Bagno, subito, subito, subito.
Il panico,Claudia è spiazzata,non era la prima volta per lei eppure era agitata,il cuore le batteva a
mille,finalmente il momento che tanto aspettava era arrivato,sapeva che Gabriel voleva solo lei,che non
gliene importava niente se anche non era tutto perfetto…ma lei voleva che fosse TUTTO davvero
perfetto.
Lei e lui,lui e lei finalmente insieme.
Dopo alcuni attimi passati a guardarsi allo specchio fantasticando, decise che era ora di darsi una
mossa,aveva già aspettato troppo.
Spazzolino da denti subito, capelli...ma si possono andare intanto c’è buio…ah si,il
rasoio...gambe,una,due,tre passate;anche le ascelle,meglio essere sicuri…taglia anche i
peli inesistenti, tutta immaginazione...
Claudia: " ...e torno di là così? In tuta???...Per fortuna che tengo la biancheria intima sexy
d'emergenza in bagno!"
Claudia si cambia, si risistema i capelli, un po' di profumo...ci siamo...è arrivato il momento...si ora si
va in camera...
Claudia esce dal bagno, ci siamo, chiude la porta, passa il piccolo corridoio che la separa dalla camera
da letto, sta per aprire la porta,il cuore batte a mille...
Claudia chiama a bassa voce Gabriel,ma…
Gabriel se la dorme alla grande, tutto vestito da capo a piedi, a parte la camicia che lei aveva
iniziato a sbottonare, coricato sul letto ancora integro...
Claudia: 2...no Gabriel...ma no...ma potevi dirmi di no? Tanto ci sono abituata ai tuoi no, ma
addormentarti no...2
Gabriel: "...hmmm.gno...gno...audia...hmmm..." zzzzzzzsssssszzzzzzssssszzzzsss
Claudia: " si va bhe, ho capito...per sta notte nulla..."
Claudia si avvicina al letto e si infila sotto le lenzuola...ma Gabriel è secco, addormentato
pesantemente...
Claudia gli sussurra ad un orecchio: "...Gabriel...?Gabriel?su vieni sotto le coperte..."
Gabriel si muove leggermente, ma poi torna nel sonno profondo....
Claudia riscende dal letto a recuperare una coperta per ricoprire Gabriel...
Claudia: " Neanche un bambino..."
Però lo guarda con aria dolce, gli dispiace in fondo avergli fatto passare un periodo simile...torna a letto
e si avvicina a lui...un bacio sulla fronte e si addormenta.

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Capitolo 5
*** Una giornata qualunque ***


La mattina dopo. Ore 08.30.

 

Gabriel si sveglia, non riconosce subito il posto, sta per chiedere dov'è. Ma cosa è successo?...Che ha fatto la sera prima?...Poi all'improvviso capisce.Claudia...dubbio, che cosa ha fatto???...Non ricorda. Ricorda i baci, la strada, il letto...ma forse si è addormentato. Spera...

Claudia: "Buongiorno,ci siamo fatti una bella dormita eh?!"

Gabriel: "‘giorno...ma ieri…"

Claudia: "ieri?...ieri sera?!..haha non hai fatto in tempo a raggiungere il letto che ti sei addormentato!..."

Gabriel: "...ah.."

Claudia: "Hei...tutto ok?"

Claudia salta sul letto e si siede vicino a lui...

Gabriel: "si si, tutto bene...senti..."

Claudia: "no, senti tu! Ti avrei preparato la colazione nel frattempo, ma...in casa non c'è nulla, quindi adesso ti alzi, ti prepari e andiamo a far colazione al bar...e visto che hai dormito vestito ti voglio pronto fra due minuti!"

Gabriel ridendo: " ok..."

Lui la fissa con i suoi occhioni azzurri, ancora più luminosi con la luce bianca del mattino...Claudia si avvicina, ma non lo bacia, aspetta una sua risposta...che non si fa attendere. Allora non si è dimenticato della sera prima...peccato era tutto perfetto...a parte il sonno.

 

Ore 09.00 Bar del corso.

 

Claudia: " Due caffè...per me una pasta...Gabriel cosa vuoi???"

Gabriel: " Niente, un caffè...non ho molta fame..."

Claudia: " Come niente, è da ieri a pranzo che non mangiamo...mi vuoi collassare qui?...due caffè e due paste, grazie...ci sediamo fuori..."

Barista: " Subito! Accomodatevi..."

Una volta seduti sotto il pergolato,nessuno sa più da che parte iniziare a

parlare...lei non vuole chiedere, lui ha dei dubbi che non vuole esprimere, almeno non in questo momento...la sera prima stava per compiere un passo che lo avrebbe portato a una scelta definitiva: o rimanere quello che è, quello che è sempre stato e che credeva fosse la sua vita...o cambiare, cambiare vita, cambiare mondo e...forse...farsi una famiglia...ma...

In lontananza, Gabriel, scorge una figura famigliare...fin troppo famigliare...che ci fa qui Isaia??? In questa zona di Roma, la mattina presto. Dovrebbe essere in Direttorio a lavorare ai nuovi casi, a cercare il diavolo nei fondi di caffè...

Gabriel: " Non ti girare, non ti voltare...c'è Isaia che sta attraversando la strada e sta venendo da questa parte..."

Claudia: "...no, non è possibile...ma che hai un microchip tipo i cani?????? Come fa a trovarti ovunque...scusa,ma un piccolo dubbio, sai...penso possa venire a chiunque!!!"

Gabriel: " Ancora con la storia dei cani??? Ma che hai con i cani tu?..."

Claudia: " Ma che centrano i cani?..."

Gabriel: " Hai iniziato tu a parlare di cani!!! Hai perfino detto che mia madre è allergica al pelo di cane..."

Isaia: " Buongiorno, ma guarda un po' chi c'è qui…!!! Ma che aria riposata, pensavo che non

avessi dormito questa notte Gabriel! Ho telefonato a tua madre 2 orette fa e stava malissimo, mi ha detto che tu eri là...."

Gabriel: "....hem...certo che ero da mia madre..."

Isaia: " davvero? Ma, come mai..."

Gabriel: " Come mai sono qua?...bhe, sai, abbiamo trovato un medico che ha risolto tutto...ed eccomi..."

Isaia: "Eccoti..."

Gabriel: " Eccomi...vuoi un caffè?"

Isaia sapendo che gatta ci cova, accetta subito l'invito.

Gabriel: "Cameriere, scusi...può portare un altro caffè?"

Cameriere "Certo, arriva subito!"

Isaia: " Quindi tutto a posto?..."

Gabriel: "si, tutto a posto. Solo una crisi allergica, ci ha...mi ha cacciato di casa appena stava meglio..."

Isaia, sospettoso, coglie subito la svista di Gabriel come un segno della sua bugia.

Isaia: "Ci ha?"

Gabriel: "No, no...ero solo io..."

Gabriel, accorgendosi di aver detto una gran cavolata cerca di rimediare allo sbaglio, ma ormai Isaia sta per arrivare alla verità.

Claudia si accorge del passo falso di Gabriel e inizia a macchinare una soluzione.

Claudia: "Sono andata io a prenderlo questa mattina. Sai, viaggiare in taxi con i tempi che corrono non è molto semplice..."

Isaia: "Che strano, pensavo che sareste andati insieme..."

Sguardi allibiti tra Gabriel e Claudia...occhi sgranati, una sola frase in testa “ci ha scoperti”...

Isaia: "...a casa di tua madre. In fin dei conti Claudia la conosce bene no? Almeno così mi era sembrato di capire l'ultima volta che siamo stati da lei."

Sospirone di sollievo, almeno per il momento i nostri due paladini dell' “amore improbabile, ma non impossibile” sono salvi...ovviamente dovranno reggere il gioco.

Gabriel: "Si si, infatti Claudia la conosce molto bene, ma è stata solo una piccola allergia e poi Claudia ieri sera era molto stanca...vero??? Mi ha detto se poteva accompagnarmi, ma ho

rifiutato..."

Claudia: "si,ha ragione,non c’è stato modo per convincerlo,non ha assolutamente voluto che lo andassi ad aiutare…così mi ha lasciata davanti a casa e questa mattina sono andata a prenderlo."

Gabriel: "Bhe, comunque...è ora di andare..."

Isaia: "E' ora che vada pure io..."

Claudia: "Si, anche per me, ho degli appuntamenti prima di pranzo...o cavolo devo fare anche la spesa..."

Gabriel: "Mangiamo fuori?"

Claudia, che aveva già pensato a quell'alternativa e non voleva Isaia tra i piedi, tira un calcio negli stinchi a Gabriel, che colto alla sprovvista salta sulla sedia.

Con un'occhiataccia lo fulmina, ma ci risiamo con la stessa storia della sera prima. Gabriel è troppo leale e sincero, è negato quando si tratta di mentire o semplicemente “dire una cosa e farne un'altra” come dice sempre Claudia.

Ormai il dado è tratto, la proposta è stata lanciata e a Claudia toccherà portarsi dietro quell'infame di Isaia. Chissà perchè la prima immagine che gli passa per la testa è che, attraversando la strada assieme, Isaia possa finire “casualmente” sotto un'auto in corsa...cerca di eliminare questo pensiero,anche se la cosa gli piace abbastanza...

Claudia (pensando) ”*non si fa...non si fa...non è una cosa da fare...no, basta non finirà sotto una macchina per causa mia...almeno non mia direttamente...però per altre forze esterne, magari inciampa, cade e sta passando un tir a tutta velocità...hem...*”

Gabriel: "Hei ci sei? Claudia?"

Claudia: "Si si, ci sono...dove ci troviamo?"

Gabriel: "Tu a che ora finisci?..."

Claudia: "Per mezzogiorno penso di aver finito gli incontri, se non li ho finiti li finisco comunque.."

Isaia: "Che voglia di lavorare..."

Claudia: "ahah divertente...se per quello anche tu non è che ti stia dando molto da fare sta mattina."

Sguardo cattivo da parte di Claudia. 1 a 0 per Claudia. Palla al centro.

Gabriel: "ok, ok...ci troviamo qui a mezzogiorno e mezzo, c'è un ristorante che cucina benissimo proprio li all'angolo."

Isaia: "Potresti invitare anche tua madre, Gabriel."

Gabriel: "Ma no...deve riprendersi..."

Isaia: "Hai detto tu che era una piccola allergia, le farebbe bene stare un po' in nostra compagnia no?..."

Gabriel, messo all'angolo non ha altra alternativa che acconsentire alla richiesta di Isaia e Claudia, sempre più letteralmente inviperita, ha perso la speranza di comunicare telepaticamente a Gabriel che non deve reggere il gioco di Isaia...ma quando lo capirà???

 

Claudia: "Ora devo veramente andare...ci vediamo dopo"
Gabriel un po' fra le nuvole per cercare una scusa decente da rifilare a Isaia non si accorge che Claudia gli sta parlando.
Claudia: "Oooh, io vado...ci sei?"
Gabriel: " si si, scusa. Ci vediamo dopo"
Isaia: "Vado anch'io, ho un po' di faccende da sbrigare, Gabriel torni alla congregazione?"
Gabriel: "si...devo chiedere alcune cose ad Alonso."
Isaia: "Bene, facciamo la strada insieme"
Claudia sperava che Isaia si incamminasse, in modo da poter avere due minuti con Gabriel prima di andare al lavoro, ma si accorge che questo non sarà possibile.
Claudia: "...ciao"
Gabriel: "..hem..Ciao...ci vediamo dopo"
Isaia: "Arrivederci..."
Claudia si allontana, recupera il cellulare dalla borsa e manda un messaggio a Gabriel.
Ironico, è la seconda volta in meno di un giorno che gli tocca comunicare con lui attraverso i messaggi.
“Chiama tua madre e invitala, non inventarti altre scuse se non vuoi insospettire Isaia”.
Rubrica, Gabriel, ok, invia. E ora al lavoro.

 

Ore 12.30


Claudia arriva puntuale all'appuntamento, ma non si vede ancora nessuno. Aspetta cinque minuti, nulla...dieci minuti, uguale. Invece di aspettare in strada decide di entrare al bar, lo stesso della colazione, e di chiedere un Crodino, anche se un bel Campari...ma poi ci ripensa, se va avanti di quel passo dovrà partecipare alle prossime riunioni degli alcolisti anonimi. Gabriel compare sulla soglia del bar e si guarda in giro, in cerca degli amici. Scorge Claudia in un tavolino all'angolo, sconsolata. Si avvicina.
Grabriel: "Hei, scusa il ritardo. Dovevo passare a prendere mia madre, ma all'ultimo mi ha chiamato per dirmi che ci raggiunge direttamente al ristorante."
Claudia: "Alla fine mi hai ascoltato. Isaia sta facendo di tutto per scoprirci, evitiamo di dargli qualche motivo per trovarci...a proposito, Isaia non è con te??? Come mai? Questa mattina eravate amiconi!"
Gabriel: "Che simpatica! No, non è con me, non so dove sia e non so perchè è in ritardo..."
Claudia: "Quando mi dispiace, speriamo che non gli sia successo nulla"...ghigna soddisfatta con una vocina falsa.
Gabriel: "E' inutile che ridi, tanto quello prima o poi arriva."
Claudia: "Alonso non viene?"
Gabriel: "Alonso? Dovevo invitare anche lui?..."
Claudia: "Perchè no?...ti devo ricordare che ieri ci ha “aiutati” nella fuga?"
Gabriel: "Va bhe dai, lo chiamo...vuoi che rifiuti?"
Claudia: "Da quel poco che lo conosco io...no!"
Gabriel chiama Alonso che, come si aspettavano, accetta subito l'invito a pranzo. Il caro vecchio Alonso non poteva di certo farsi scappare un'uscita tutti assieme, anche se Isaia sarebbe stato con loro. Gabriel ordina un aperitivo. Parlano e bevono. Gabriel paga il conto ed escono sulla strada, proprio in quel momento arriva Isaia. Claudia fa finta di non vederlo, ma alla fine è costretta a salutarlo...niente da fare, non lo sopporta è più forte di lei. Ma purtroppo deve fare buon viso a cattivo gioco.
Isaia: "Ecco, scusate il ritardo...ma alla congregazione c'era un lavoro che non poteva aspettare...ma tu Gabriel non eri.."
Gabriel: "Alla congregazione? No...cioè si. Sono passato a controllare due cose, ma poi dovevo passare in università."
Claudia: "Bhe comunque, ci avviamo?"
Isaia: "Certo, ho un po' di fame...e tua madre Gabriel?"
Gabriel: "Ci raggiunge al ristorante...sta arrivando anche Alonso"
Isaia: "Hai invitato anche Alonso?"
Gabriel:"si problemi?"
Isaia: "no no, anzi...non mi era venuto in mente se no te lo avrei detto io"
Claudia sottovoce: "si certo come no..." fortunatamente Isaia era a qualche metro di distanza, ma Gabriel che si trovava proprio vicino a lei, lo sente alla perfezione.
Isaia: "Scusa, hai detto qualcosa?"
Claudia: "....si andiamo ho fame!"
Così il nostro trio di avvia e raggiunge il ristorante,proprio mentre girano l'angolo vedono in lontananza Alonso e gli vanno incontro.
Gabriel: "Certo che non aspetti altro per uscire da la,vero?"
Alonso: "Tu mi conosci troppo bene,dovrò ucciderti un giorno o l'altro"
I due si mettono a ridere.
Claudia: "Ciao Alonso!...ripreso dal fuso orario?"
Alonso: "Ripresissimo, allora si mangia?"
Isaia: "Comunque ciao, Alonso..."
Alonso: "Oh, ciao Isaia..."
Gabriel: "Su entriamo"
Proprio in quel momento arriva anche la madre di Gabriel.
Clara: "Hei, e iniziate senza di me?"
Gabriel: "Mamma, sei arrivata!..." si avvicina e l'abbraccia, poi sottovoce "ti ricordi vero? Notte, allergia...?"
Clara: "Ma come stai bene!!!"...e senza farsi sentire "guarda che non sono ancora rimbambita!!!" si allontana e lo osserva, poi gira la testa e... "Claudia!!!Ma sei bellissima oggi!"
Claudia: "Grazie, anche lei la trovo bene...tutto ok dopo sta notte?"
Clara: "Oh, si si. Ringraziamo quel medico molto gentile, ma comunque ormai è tutto passato...dammi del “tu” ti prego"
Claudia sorridendo: "va bene, Clara"
Clara: "Così mi piace! Buongiorno anche a voi!"
Rivolgendosi ad Isaia e ad Alonso "Allora entriamo?"
Finalmente il nostro gruppo raggiunge il tavolo, che avevano prenotato, fra le occhiatacce cattive del proprietario del locale per via del ritardo di un'ora. Si siedono e ordinano gli antipasti. Clara capotavola, alla destra Gabriel e Isaia e alla sinistra Claudia e Alonso.
Clara:"Gabriel,spero non sia un problema,mi dispiace non averti potuto avvisare prima...so che tra voi le cose non sono ancora proprio risolte del tutto ma,ho dovuto invitare anche Bonifacio...mi dispiaceva lasciarlo a pranzo da solo..."
Gabriel(con fare un po' scocciato):"ma no,figurati...certo prima o poi dovremo parlare io e lui,fino ad ora si è comportato bene..."
Claudia:"Certo uno che odia la chiesa a pranzo con tre preti ci sarà da ridere!"
Isaia:"Signorina Munari..."
Claudia:"Oh ma ti prego Isaia...dammi del tu!"
Claudia,divertita dalla situazione,sapeva che Bonifacio avrebbe presto fatto quello che lei non era ancora riuscita a fare:mettere all'angolo Isaia. Non che lei lo odiasse,aveva salvato la vita a Gabriel,però si impicciava troppo,le sarebbe piaciuto se qualcuno gli avesse dato una lezioncina. Finalmente Bonifacio arriva,solita giacca e cravatta,solite occhiaie e soliti capelli che a Claudia facevano un po ribrezzo...ecco,le scappa la battuta!
Claudia:"Severus Piton in arrivo!" solo dopo aver finito la frase si rende conto della cavolata che aveva appena detto di fronte a Clara! ma poi fa 2+2 sia Clara che tutti gli altri non sembravano avere capito la battuta.
Gabriel:"Cosa?"
Claudia:"nono,niente..."
Claudia,prende il bicchiere e sorseggia il vino per cercare di distogliere l'attenzione da se e tra se e se si dice "ah già,sono a pranzo con tre preti e una donna che negli ultimi 20anni ha vissuto isolata dal mondo,figuriamoci se conoscono Harry Potter!"
Bonifacio arriva,si siede a Capotavola tra Isaia e Alonso,saluta tutti e si fa portare il menù.
Dopo averlo sfogliato dice:"avete già ordinato voi?"
Clara:"no,stavamo giusto aspettandoti!"
Bonifacio:"ah bene,allora non ve la prenderete se mi permetto di suggerirvi il piatto della casa!"
Alzano tutti la testa dal menù e lo guardano in attesa di una risposta. Bonifacio,guarda Clara,sposta lo sguardo su Alonso poi Gabriel e si sofferma sullo sguardo di Isaia e con un ghigno degno di Hannibal Lecter.
Bonifacio:"Qui cucinano degli ottimi STROZZAPRETI!"
Silenzio generale.
Clara avrebbe tanto voluto nascondersi.
Claudia che stava nuovamente bevendo,si ritrovò a tossire per evitare di morire soffocata e dovette anche trattenersi per cercare di soffocare le risate.
Isaia guardava Bonifacio in cagnesco,avrebbe voluto rispondergli,probabilmente tirargli un bel cazzotto,ma era un gesuita,stava cercando di ritrovare la sua pace interiore.
Interviene allora Alonso:"Bonifacio!non la credevo una persona così spiritosa! ahhaah! io li ordino,voglio proprio provarli...vediamo se fanno effettivamente il loro lavoro! forza,perchè non li ordiniamo tutti?"
Arriva il cameriere.
Cameriere:"I signori hanno deciso?"
Alonso:"si,sei piatti di strozzapreti...per il secondo magari ripassi tra un po',potrebbe avere tre persone in meno da servire!"
Il cameriere li guarda confusi e fa una risatina.
Cameriere:"certo,torno più tardi!"
Bonifacio,completamente a suo agio,rivolge la parola a Claudia.
Bonifacio:"Signorina,credo sia la prima volta che ci incontriamo...lei deve essere la Psicologa Claudia Munari vero? Ho avuto modo di conoscerla e studiarla nell'ombra...e Clara mi ha molto parlato di lei! certo,ora che ci siamo conosciuti,mi farebbe piacere poterla ricevere a casa mia in privato per confrontarmi e parlare con lei di alcune faccende private..."(Sposta lo sguardo verso Gabriel e sorride)
Claudia:"Ma certo,vedremo di accordarci!"
Dopo qualche minuto di attesa arriva il cameriere e serve i primi. Claudia affamata si fionda sul piatto di pasta e Gabriel la osserva divertito.
Claudia:"Che c'è?! sono buoni!"
Gabriel:"non avevo dubbi!mangi solo schifezze solitamente..."
Alonso:"Isaia? chi assaggia per primo?tu o Gabriel?"
Isaia:"Perchè non tu?insomma eri tu il soldato valoroso...poi non hai niente da perdere..." Insomma,tra una punzecchiatina e l'altra,alla fine gli strozzapreti hanno rivelato l'effetto contrario:l'unico che ha corso il rischio di ingozzarsi è stato Bonifacio,che ha mandato giù un boccone di troppo e al quale Isaia ha dovuto dare delle ASSOLUTAMENTE NON VOLUTE forti pacche sulla schiena per cercare di fargli deglutire la pasta.
Ordinano il secondo e il pranzo procede tranquillamente,mentre la televisione del ristorante mandava il telegiornale di sottofondo.
Claudia,attratta dai titoli iniziali del tg alza lo sguardo.
Claudia:"Ma no! me ne ero completamente dimenticata!"
Clara:"di cosa cara?"
Claudia:"e ma porca miseria! il Festival di Sanremo! lo seguo sempre e quest'anno me lo sono persa!"
Gabriel:"Davvero segui Sanremo??ahaha non l'avrei mai detto...cosa strana da parte tua!>> Claudia:< Alonso:"Di Claudia,tu canti?"
Claudia:"certo,la doccia è il mio palcoscenico preferito! ...sono stonata come una campana!"
Bonifacio:"e voi tre? insomma i preti devono cantare durante le messe no? siete almeno intonati o fate la cantilena?"
Alonso:"si da il caso che il nostro amico Isaia,quando era più giovane faceva parte del coro!un vero portento! poi ha smesso..."
Isaia guarda Alonso piuttosto inviperito,non gli piace che la gente racconti i fatti suoi.Stava per ribattere quando:
Claudia:"Zitti tutti!Stanno passando il servizio!"
Giornalista:"e anche quest'anno il vincitore di Sanremo arriva da un talent! si tratta di Emma che con la sua canzone "non è l'inferno" si è aggiudicata il primo posto,seguita da Noemi e Arisa.Insomma,un podio tutto al femminile! Guardiamo il video con la vittoria e l'assegnazione degli altri premi!"
...Morandi:"E il vincitore del premio della critica è Samuele Bersani!" -Samuele arriva,ritira il premio e ringrazia-
Claudia:"No! ma che ca-a...se,c'era anche Bersani! è uno dei miei cantanti preferiti!Cosa mi sono persa...ma,aspettate un attimo"
Claudia aguzza la vista,sta per parlare quando Gabriel la precede.
Gabriel:"Isaia!non è che per caso hai una doppia vita o un fratello? Bersani ha un che di famigliare..."
Isaia si gira stizzito verso la tv,guarda Bersani e con un tono infastidito dice:<>
Claudia:"anche perchè se foste stati parenti avrei probabilmente potuto rivalutarti e obbligarti a presentarmelo!"
Clara:"anche tu ti innamori dei cantanti?"
Claudia:"Oh si,è quel non so che di affascinante..."
Gabriel guarda Claudia sconcertato...eh si Gabriel,hai un avversario!
Bonifacio decide di tagliare la conversazione,erano ormai arrivati al dolce e lui doveva tagliare la corda visti i suoi imminenti impegni pomeridiani.
Bonifacio:"Bene,è stato un piacere parlare con voi! sicuramente ricapiterà l'occasione...scusatemi,ma ora devo proprio andare!al conto non preoccupatevi ci penso io ora uscendo"
Tutti ringraziano in coro.
Dopo una decina di minuti,erano pronti ad andarsene anche gli altri,quando ad Isaia suona il telefono.
Isaia:"Pronto?-...-Si,ho visto-...-possiamo riparlarne?ti chiamo io-" RIATTACCA il telefono.
Alonso:"Isaia! ma ti sembra il modo?"
Isaia:"Alonso non preoccuparti"
Escono tutti insieme dal ristorante,si salutano e ognuno va per la sua strada.

 

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Capitolo 6
*** Vampiri ***


All'alba della mattina dopo,dalla congregazione esce Isaia tutto coperto per proteggersi dal freddo e con fare sospetto si dirige verso la sua macchina. Sale in macchina,accende il riscaldamento,aspetta che si spannino i vetri e parte alla volta della stazione Roma Termini.

Dopo aver trovato il posto per parcheggiare,entra in stazione e rimane in attesa nella biglietteria,ancora deserta visto l'orario.

Alcuni minuti di attesa e finalmente il frecciarossa che stava aspettando viene annunciato e con passo di chi avrebbe preferito risolvere la faccenda il più veloce possibile, si avvia verso il binario 12. Un timido sole inizia a spuntare,arriva il treno e Isaia alza la mano per coprirsi gli occhi dai raggi del sole e volge lo sguardo verso le porte che si stavano aprendo per cercare chi stava aspettando.

Un urlo  "Isaia!"

Qualcuno scende dal treno,fa cadere il borsone a terra e lo abbraccia.

Isaia rimane prima fermo,poi però alza le braccia dai fianchi e ricambia l'abbraccio.

Insieme i due si dirigono verso la macchina e partono verso un albergo non molto distante dalla congregazione.

Dopo un paio di ore Isaia rientra in congregazione e trova Gabriel,che preoccupato, gli chiedeva dov'era finito visto che non riusciva ne a trovarlo ne a raggiungerlo al cellulare e la congregazione aveva bisogno di loro per affidargli un nuovo caso.

Isaia evasivo,risponde di aver avuto un impegno imprevisto ma che ora era tutto risolto.
 

Riunione Congregazione
 

Cardinale:"Nella seconda metà del Settecento Voltaire annotava, con gioia, il trionfo della ragione illuminista, che era stata capace di mettere in fuga, per sempre, i vampiri. Non si sentiva parlare che di loro tra il 1730 e 1735... e adesso nessuno ne trova più...ci è stato però riferito un caso di vampirismo nel cimitero del Verano. In attesa di qualcuno che possa sostituirvi nelle ricerche in campo,pensiamo che sia giusto assegnare questo caso a voi."

Isaia:"Ma certo sua eminenza,ci pensiamo io e Gabriel."

Gabriel:"Di che si tratta con precisione?"

Cardinale:"vedete,il custode del cimitero,ha trovato stamani una ragazza morta vestita con un abito bianco.Secondo il dottor Gaslini è stata completamente prosciugata attraverso due fori praticati a lato del collo. è per questo che pensiamo si possa trattare di un caso di vampirismo..."

Gabriel:"Capisco,ce ne occupiamo subito!"

Gabriel e Isaia escono dalla congregazione pronti a dirigersi verso il cimitero. Il cellulare di Gabriel squilla.

Gabriel:"Pronto?"

*Claudia:"Gabriel,devo parlarti,sei in congregazione vero? due minuti e sono lì!"

Gabriel sta per ribattere ma Claudia gli butta il telefono in faccia...si gira così verso Isaia e con aria di uno che s'è arreso all'evidenza fa spallucce e Isaia risponde con una specie di smorfia forzata.

Arriva Claudia.

Claudia:"Ah ma,vi disturbo?"

Gabriel:"nono..dim.." non riesce a finire la frase che Isaia gli parla sopra.

Isaia:"si,a dir la verità si! Insomma,non lavori più?non hai degli appuntamenti? dobbiamo sempre portarti con noi in ogni nostro caso?"

Gabriel:"Isaia su...non essere sempre così scorbutico!"

Claudia manda un'occhiataccia a Isaia,si gira verso Gabriel e chiede:"Di cosa si tratta?"

Gabriel:"Un possibile caso di vampiri..."

Claudia:"Vampiri??dico,ma non ci crederete davvero? no scusate ma mi fa ridere!"

Isaia:" si da il caso che stiamo parlando di un argomento serio,non dei vampiri che continuano a passare alla tv!"

Claudia:"ah Isaia! vedo che te ne intendi..."

Isaia:"ogni tanto accendo anche io la tv per qualche secondo prima di spegnerla sconsolato" Claudia:"Gabriel senti,devo parlarti...ci troviamo questa sera al solito posto?"

Gabriel:"Si,alle 8! a dopo!"

Isaia:"Bene,allora possiamo andare?!"

Gabriel e Isaia salgono in macchina,e partono verso il vicino cimitero.

Gabriel:"sai Isaia,noi ci conosciamo da tanti anni,ma in tutto questo tempo non mi hai mai parlato della tua famiglia...non torni mai a trovarli?"

Isaia:"è una storia lunga e complicata Gabriel...magari in un altro momento...eccoci! siamo arrivati!"

Custode:"Finalmente siete arrivati!forza,venite!"

Gabriel:"Lei ha lasciato tutto come ha trovato questa mattina o ha toccato qualcosa?"

Custode:"nono,io non ho toccato niente ho lasciato tutto come ho trovato...voi che dite?"

Isaia:"Dobbiamo controllare...ha per caso notato qualcosa di strano in questi giorni?"

Custode:"Le solite cose...i soliti delinquenti ubriachi che la notte decidono di intrufolarsi facendo danni e ultimamente vedo sempre un ragazzo che passa le sue giornate seduto sulla panchina di fronte a quei loculi laggiù..."

Gabriel:"Andiamo a controllare..."

Custode:"Se aspettate tra poco dovrebbe arrivare..."

Passa qualche ora e finalmente...

Custode:"eccolo laggiù! mi raccomando siate prudenti,è un tipo un po strano!"

Gabriel e Isaia si avvicinano alla panchina cercando di dare il meno nell'occhio possibile,ma il ragazzo se ne accorge e inizia a correre.

Isaia:"Gabriel! presto! non possiamo farlo scappare! corri di là!"

Il ragazzo correva spaventosamente veloce,Isaia con indosso il talare si trovava parecchio a disagio nella corsa,mentre Gabriel riusciva quasi senza problemi a tenere il passo del ragazzo vampiro. Suona un cellulare,Isaia lo raccoglie..Claudia...deve essere quello di Gabriel...risponde,ma scarica immediatamente Claudia dicendole che non era il momento giusto..Claudia sente delle urla... Gabriel riesce finalmente a raggiungerlo,cerca di fermarlo ma inizia a dimenarsi,sbattendo Gabriel prima contro una statua e poi buttandolo a terra.

Gabriel non sapeva cosa fare,la situazione gli stava sfuggendo di mano...il ragazzo sembrava veramente disumano,aveva tanta rabbia addosso... finalmente arriva Isaia che con l'unica arma che era riuscito a trovare colpisce il ragazzo alla testa. Gabriel barcollante si rialza e insieme ad Isaia trasporta il ragazzo alla clinica del dottor Gaslini. Dopo un paio di ore di accertamenti finalmente il dottore arriva con i risultati delle analisi.

Dott.Gaslini:"si tratta di un caso di Porfiria,da qui il pallore della pelle..questa malattia può causare anche retrattilità della gengive, che associata all'eritrodonzia farebbe sembrare i denti un qualcosa di inumano, rachitismo degli arti,potrebbe negli anni deformare leggermente un viso umano, che già soggiogato da un pallore estremo e dai sintomi sopra riportati, prenderebbe le sembianze di un vero e proprio grugno demoniaco.(...)non si tratta quindi di un vero vampiro...il ragazzo è molto turbato,ha da poco perso i genitori e non frequentava buone compagnie lo teniamo ancora qui per degli ulteriori accertamenti..."

Isaia:"Dottore,Gabriel è ferito..."

Gabriel:"Ma no,non è niente davvero,posso sistemare tutto da solo..."

Dottore:"Gabriel sei sicuro?"

Gabriel che si era accorto dell'ora tarda risponde:"si certo,vado subito a casa..."


 

***


 

Claudia, sempre più preoccupata si aggira per casa. Non sa cosa fare, la telefonata a Gabriel l'ha mandata nel panico. Vampiri...ma non esistono... Prova a richiamarlo, ma nulla il telefono è staccato. Riprova ancora. Riprova. Riprova. Riprova.

Claudia: "Gabriel, dove sei?...rispondi ti prego..."

Dopo 20 minuti butta il cellulare sul divano e si aggira per casa in preda al panico. Cerca di convincersi a non farsi strane idee, di non fasciarsi la testa prima del tempo, ma nulla da fare il suo cervello non ne vuole sapere. E se fosse successo qualcosa a Gabriel? In questo momento capisce veramente quanto tiene a lui. Una piccola lacrima le scende sulla guancia, ma con un gesto nervoso l'asciuga, prende la borsa ed esce in strada. Sono le sei di un freddo pomeriggio di febbraio. Vaga per la città, ma il tempo sembra non passare mai. Cammina, cammina, ma la mente vola sempre a lui...a quella chiamata interrotta...

Claudia: "Claudia calmati. Calmati...magari non è niente, perchè devi sempre andare a queste conclusioni...tra mezz'ora andrai su quello stramaledetto ponte e lui sarà ad aspettarti..."

L'auto-convincimento ogni tanto funziona...ma ogni tanto no.

Manca solo mezz'ora l'appuntamento è per le otto...

Claudia: "Ti prego, ti prego, ti prego..."

S'incammina verso il ponte, arriva e si siede sulla balaustra a fissare l'acqua che scorre e questo la tranquillizza. Ma i minuti passano, arrivano le 8.

8.05.

8.10.

Claudia: "Sono solo 10 minuti, sta calma...lui arriva sempre in ritardo"

8.15

8.20

8.25

8.30

Gabriel: "...Claudia..."

Claudia, salta per lo spavento, rimane immobilizzata sulla balaustra, poi salta giù di corsa, gli corre incontro e lo abbraccia. Gabriel, un po' dolorante e leggermente meravigliato rimane immobile, ma poi stringe forte Claudia.

Claudia: "Credevo ti fosse successo qualcosa..."

Gabriel: "Hei calmati.......sono qui......."

Claudia: "Credevo..."

Gabriel: "Credevi. Ma ora non più..."

Si guardano negli occhi, un attimo lunghissimo...tutto il mondo attorno sembra fermarsi. Poi...un bacio.

Claudia: "Andiamo a casa mia...non è il caso di restare qua fuori...e poi...ma sei ferito?"

La manica della giacca di lui è tagliata e un piccolo filo di sangue ormai secco scende lungo il polso. Gabriel: "No, tranquilla, è solo un taglietto..."

Claudia: "Vieni..."

Lo guarda dolcemente e sottobraccio si avviano verso casa. Venti minuti dopo. La porta si apre e i due entrano in casa. Claudia appende la borsa e si gira ad abbracciare Gabriel, però scoppia il lacrime. Gabriel: "Claudia...hei...hei...sono qui..."

Claudia: "Scusami....scusami...ora mi passa..."

Claudia tenta di nascondere il viso voltandosi, ma Gabriel. I due si fissano negli occhi e si baciano appassionatamente. Un bacio lungo, dolce...poi si fermano, occhi chiusi. La fronte di lui appoggiata a quelle di lei...

Claudia sussurra: "...Gabriel........Gabriel....dobbiamo parlare..."

Gabriel: ".............hmm..."

Claudia: "Su dammi la giacca e siediti che vado a recuperare del disinfettante e delle bende..."

Gabriel: "...Ma tranquilla, appena torno a casa faccio una doccia e mi bendo le ferite...la ferita scusa"

Claudia: "Le ferite?...Gabriel..."

Gabriel: "Ormai non posso far finta di nulla e nasconderti la cosa vero?..."

Claudia: "No, decisamente no..."

Gabriel, costretto, toglie la giacca rivelando qualche taglio sulle braccia e sul collo e qualche piccolo ematoma sulla schiena.

Claudia: "...Gabriel..."

Gabriel: "tranquilla...non mi fanno male...e non morirò dissanguato..."

Claudia: "......togli il maglione, è da buttare...fa vedere..."

Gabriel si leva il maglione che ormai assomiglia più a uno straccio mitragliato....

Claudia: "Ma cos'era la “cosa” di oggi...???...non dirmi che i vampiri esistono..."

Gabriel: "..è una lunga storia."

Claudia: "Aspetta, prendo il disinfettante..."

Gabriel: "....Claudia...."

Claudia si volta...

Gabriel: "...grazie..."

Claudia rimane senza parole, fa un piccolo cenno col volto....poi si gira e si dirige in bagno. Pochi minuti dopo torna con una piccola scatola di pronto soccorso.

Claudia: "Mi dispiace, niente alcool indolore, ti dovrai accontentare del solito alcool, brucerà un pò"

Gabriel: "...tranquilla..."

Così Claudia inizia a medicare tutte le ferite sulle spalle e sulla schiena...

Claudia: "Ma che bravo paziente, neanche un lamento..." ride...

Gabriel: "Dovrei urlare secondo te?" gli scappa un sorriso

Claudia: "Ma dammi un po' di soddisfazione, no?...oggi mi hai fatto stare così in ansia..."

A quel punto Gabriel si volta di scatto, prende Claudia e la fa cadere sulle sue ginocchia...

Gabriel: "Tipo così?..."

Claudia, un po' senza parole... : "...hem...così è perfetto"

Gabriel gli passa una mano dietro al collo, Claudia sorride fissandolo negli occhi.

Gli occhi di Gabriel sono ancora più luminosi del solito. Sarà l'emozione o la paura, ma agli occhi di Claudia appare ancora più bello. Un bacio appassionato li travolge, si abbracciano, si stringono... Claudia butta il batuffolo di cotone, che aveva in mano, per terra...staccandosi dal bacio...

Claudia: "...aspetta un secondo, fatti mettere le bende"

Lei si avvicina per baciarlo ancora una volta e si alza per finire di medicarlo.

Claudia: "Ecco fatto!...come va?"

Gabriel: "Molto meglio!...se non ci fossi tu come farei!"

Claudia guarda Gabriel senza sapere cosa dire...

Claudia: "Hai fame?..."

Gabriel: "Sinceramente?...no...però sono stanchissimo..."

Claudia: "Vieni...andiamo a letto"

Gabriel: "Ma non mangi?..."

Claudia: "...ora proprio non mi va"

Claudia si avvicina alla porta che collega il salotto alla camera da letto, la apre ed aspetta Gabriel, che si avvicina, gli dà un bacio sulla fronte ed entra in camera. Si avvicinano al letto e Claudia inizia a tirare indietro la coperta. Gabriel un po' impacciato per via delle bende che gli ricoprono tutto il torace si corica e abbraccia Claudia che nel frattempo si è coricata vicino a lui.

Claudia: "Non farlo più...promettilo."

Gabriel: "Promesso..."

Claudia: "E la prossima volta vengo anch'io..."

Gabriel: "...va bene..."

Claudia: "Ma non c'era Isaia con te?..."

Gabriel: "...si...è lui che mi ha prontamente salvato."

Claudia: "...hum hum, per una volta si è reso utile allora!?"

Gabriel: "Ma Claudia..."

Claudia: "E che vuoi è la verità!!!"

Gabriel: "Appunto!"...ride

Si baciano di nuovo.

Claudia: "dormiamo?...spegni la luce"

Gabriel spegne l'abat-jour sul comodino mentre Claudia si gira di schiena, poi lui l'abbraccia e si addormenta.

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Capitolo 7
*** Verità ***


Claudia guarda Serventi con gli occhi sgranati,è incredula,non può essere davvero come le sta dicendo.

Serventi era tornato già da un po',era rimasto nell'ombra senza fare alcun passo falso...erano tutti indizi che lasciavano presupporre che stesse tramando qualcosa; tuttavia sembrava sincero e questo la terrorizzava.

Claudia era una donna forte,ma sembrava che tutte le sue certezze fossero lì davanti a lei,pronte a frantumarsi in mille pezzi.

Claudia:"ora devo andare,forse non sarei mai dovuta venire...è tutto sbagliato." Serventi:"Claudia,perchè non vai a cercare Gabriel?Chiedi a lui,fatti spiegare...FINO AD ORA HA SOLO FINTO!"

Claudia:"Basta!"

con uno scatto si alza dalla sedia,guarda Serventi furibonda,si volta e senza dire una parola esce di corsa dalla villa,salta in macchina diretta verso l'unica persona che fino ad allora era riuscita a darle delle certezze e che ora sembrava si stesse prendendo gioco di lei.No,non poteva essere.

Claudia:"Non devo piangere,no...!"


 

Arrivata in Congregazione scende dalla macchina e si precipita verso lo studio di Gabriel. Senza neanche bussare apre la porta,la stanza sembra vuota,alla scrivania non c'è nessuno...silenzio...si sentono solo dei respiri affannati... Claudia si avvicina alla seconda scrivania dello studio e dietro a questa vede una branda con sdraiato Alonso.

Claudia da uno strattone ad Alonso che fa un balzo e si sveglia.

Alonso:"Oh che spavento! Claudia! ...mi hai scoperto...ora non potrò più fare la siesta nemmeno qui!"

Claudia che ignora la frase ironica di Alonso chiede:"Dov'è Gabriel?"

Alonso:"Cos'ha combinato quel ragazzo?Mi sembri parecchio scossa,io glielo dico sempre,como dice un mio amigo,Juanes..."

Claudia:"Alonso davvero,non è il momento,dimmi dove posso trovare Gabriel!"

Alonso:"Prova in università...ma se hai bisogno sono qui!" guarda Claudia con fare quasi mortificato,lei contraccambia con un sorriso appena accennato e se ne va.

 

Claudia è fuori dalla congregazione,è pronta a salire in macchina quando sente il rumore di una moto,si gira e vede Gabriel arrivare. Corre verso di lui,che si stava togliendo il casco e non si era ancora accorto della sua presenza.

Claudia:"Gabriel!"

Gabriel,sorpreso si gira "Oh,che sorpresa!ma che ci fai qui?!"

Claudia:"Gabriel,perchè?perchè?"

Gabriel la guarda meglio,capisce che c'è qualcosa che non va. Claudia prende Gabriel per il giubbotto,inizia a strattonarlo sbattendo i pugni sul suo petto.

Claudia:"Perché?perché mi stai nascondendo questo? dimmi che non è vero,dimmi che c'è una spiegazione,perchè io non ci voglio credere!"

Gabriel che finalmente sembrava aver capito a cosa Claudia si stesse riferendo,cerca di tranquillizzarla.

Gabriel:"Entriamo forza,qui fuori non è il luogo adatto per discuterne,coraggio,vieni..."

In silenzio si dirigono verso lo studio di Gabriel.

Alonso esce,li vede e dice:"Ah eccoli!" sorride e inizia a canticchiare "a Dios le pido Que si me muero sea de amor y si me enamoro sea de vos y que de tu voz sea este corazón todos los días a Dios le pido ..." e se ne va continuando a fischiettare la canzoncina.

Claudia,che sembrava aver riacquistato la sua calma, guarda Gabriel e dice:"Avanti,non penso ci sia bisogno di dirti a cosa mi riferisco, parla!"

Gabriel: “Claudia...io...”

Claudia: “Io niente, Gabriel! Perchè? Mi fidavo di te!”

Gabriel: “Cosa sai Claudia? Cosa hai scoperto?”

Claudia, urla, gli si scaglia contro, non riesce a trattenere la rabbia.

Claudia: “CHE DEVI UCCIDERE MIO PADRE PER CONTO DI SERVENTI!!! Ecco che cosa ho scoperto...” Ormai con le lacrime agli occhi per il nervoso, volta le spalle a Gabriel e inizia a fissare un punto fuori dalla finestra.

Gabriel, stordito dalle parole di lei, si siede su una delle poltroncine di fronte alle scrivania.

Gabriel: “Prima hai detto che ti fidi di me. Ora dimmi un cosa, credi veramente che avrei mai potuto fare una cosa simile?”

Claudia, sempre guardando fuori dalla finestra, non risponde. E' vero, ne è sicura, Gabriel non le avrebbe mai fatto una cosa simile, ma le stava mentendo su qualcosa e questo, non le piaceva. Claudia: “C'è qualcosa che non vuoi dirmi...ho parlato con Serventi poco fa.”

Il suo tono calmo di voce, come se fosse stata a prendere un caffè con la sua migliore amica, fa gelare il sangue nelle vene a Gabriel.

Gabriel: “Scusa???”

Claudia: “Mi è apparso in sogno, anche se dubito fosse un vero sogno...sono andata da lui appena sei uscito questa mattina...Gabriel, mi ha detto che tu sapevi, che lo stavi aiutando...io cosa dovrei pensare?...Cosa mi nascondi?...”

Gabriel, stanco dalla lunga giornata, si passa una mano sugli occhi stanchi, cercando di prendere tempo, ma alla fine...

Gabriel: “Claudia, tanto so che, anche se non ti dicessi nulla, in un modo o nell'altro cercherai di scoprirlo...Tuo padre è in pericolo!”

Claudia: “Fino a qui c'ero arrivata...”

Gabriel: “Non intendevo quello!...Lui conosce la setta, probabilmente ne faceva parte, conosce la profezia....”

Claudia: “Non capisco...”

Gabriel: “I tuoi nonni lo hanno allontanato da te e da tua madre, ma lui non se ne è mai andato, è sempre rimasto a proteggerti. Ora si è avvicinato troppo alla setta, voleva eliminarla. Ma Serventi lo ha trovato e il suo obiettivo è ucciderlo....”

si ferma qualche istante, una pausa che per Claudia sembra un'eternità... “è un po' che seguo i suoi movimenti, ma non sono mai riuscito a capire dove si trova e che relazione ha con la setta. Ero in un vicolo cieco. Ma poi Serventi è venuto a parlarmi, la mattina del ristorante, ecco perchè ero in ritrado. Mi ha raccontato “la sua versione”, voleva farmi credere che fosse pericoloso per te, che volesse farti del male....ma non sa che io conosco già un pezzo della storia...per cui me ne stò approfittando, sperando di raggiungerlo prima che lo faccia lui...non so ancora dove trovarlo, ma ho diverse piste da seguire...”

Claudia, sempre più stordita, si volta e, con passo lento, si va a sedere nella poltroncina di fronte a Gabriel.

Claudia: “Perchè...”

Gabriel: “Perchè non te l'ho detto?...Perchè sapevo che, se ti avessi detto una cosa simile, avresti iniziato a cercarlo e saresti stata in pericolo perchè nulla e nessuno ti avrebbe fermata...” prende la mano di lei, la stringe forte fra le sue... “Promettimi che, ora che sai la storia, non farai nulla di stupido o insensato...non è un gioco questo...promettimelo...”

Claudia, non vedeva l'ora di poter ritrovare suo padre, erano passati quasi vent'anni dall'ultima volta che lo aveva visto, ma doveva ascoltare Gabriel, non poteva continuare a fare di testa sua.

Claudia: “Te lo prometto..."

 

 

Isaia arriva in congregazione.

Da quando gli avevano tolto il lavoro sul campo,non aveva più molto da fare,quasi si annoiava a compilare carte su carte e a sfogliare libri...strano pensarla così,aveva finalmente ottenuto la carica che aveva da sempre sognato...

Sovrappensiero,varca la soglia della congregazione e si scontra con qualcuno che stava andando un po' di fretta.

Isaia si riaggiusta gli occhiali.

La persona che gli era andata contro,era caduta,ma con un balzo si era già rialzata in piedi.

Isaia:"sta bene?non..."

neanche il tempo di concludere la frase e Isaia capisce con chi si era appena scontrato.

Era lei,la donna che serviva Serventi della quale non avevano più avuto informazioni,era li,davanti a lui.

Cosa ci faceva lì?

Non poteva lasciarsela scappare di nuovo.

Isaia:"Ferma! cosa ci fai qua?!"

Isaia la prende per il braccio,prova a trattenerla,ma lei è più forte di lui.

Con una botta lo spinge contro al muro,lei allunga le mani sul collo di lui,stringe...ma sente dei passi,è troppo pericoloso continuare,da un pugno nello stomaco ad Isaia, che si accascia al suolo mentre lei fugge.

Arrivano Gabriel e Claudia.

Gabriel:Isaia! cos'è successo? chi è stato?"

Isaia guarda i due e dice :"mmm..forse dovrei iniziare a prendere lezioni di Karate!" Gabriel:"Isaia,avanti parla!"

Isaia:" ho appena avuto un incontro ravvicinato con la socia di Serventi! cosa ci faceva qui?voi due ne sapete qualcosa?"

Claudia guarda Gabriel allarmata.

Claudia:"Gabriel,lei era qui!ha sentito tutto!Ora Serventi non si fiderà più di te!dobbiamo fare qualcosa,dobbiamo fermarla!Gabriel!!...rispondimi!"

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Capitolo 8
*** Brutte scoperte ***


**Claudia è su un treno.

Un treno diretto in qualche posto che lei non conosce.

Non sa neanche perchè si trova su quel treno.

Non è mai salita su nessun treno.

Ma come ha fatto ad arrivare li?

...il suo vagone è deserto, non c'è nessuno. Fuori dal finestrino una striscia verde e delle colline in lontananza,ma nessuna casa. Ad un tratto la porta si apre ed entra un uomo vestito di blu.

Un controllore.

Claudia non ha il biglietto, non sa neanche come c'è finita sul treno. Poi l'uomo si volta, lo riconosce e rimane immobile.

Serventi. Che cosa ci fa li?...Ma che sta succedendo?...

Serventi si avvicina e si siede di fronte a lei.

Serventi: “...ci rivediamo, Claudia”.

Claudia: “Ma dove siamo?”

Serventi: “Nella tua mente, stai dormendo. E' tutto un sogno, presto ti sveglierai e tutto sarà come prima. Dovevo parlarti.”

Claudia: “...doveva parlare con me? Sicuro?...cioè io...”

Serventi: “Ascolta...qualcuno che tu credevi sparito tornerà, ma cercherà di ostacolarti...”

Claudia: “Ma cosa sta dicendo?”

Serventi: “Non permettere che questo accada, fai di tutto per impedire che questo accada...”

Claudia: “...ma io...cosa dovrei fare...hei, aspetti, dove va?”... Serventi si alza e si allontana, un biglietto gli cade dalla tasca dei pantaloni. Claudia lo raccoglie, ma non fa in tempo a leggere cosa c'è scritto,nota solo un piccolo disegno, in alto a destra,con due piccoli serpenti incrociati. Serventi torna indietro e glielo strappa dalle mani.

Serventi: “Penso che questo sia mio...”

Apre la tracolla che porta al fianco e lo fa scivolare dentro.

Ma...Claudia conosce quella borsa! E' la tracolla che Gabriel porta sempre con se quando va a seguire i casi, con tutti i suoi appunti e i suoi libri...cosa ci fa Serventi con la tracolla di Gabriel? **

 

Claudia si sveglia.

E' mattina, il sole filtra dalle fessure delle persiane chiuse. E' nel suo letto.

Gabriel è ancora li, sta dormendo accanto a lei. Quel sogno, c'era qualcosa che non andava in quel sogno...e poi che cosa voleva dire Serventi con quella frase?... Ha sete.

Sempre più nervosa, si alza dal letto, cercando di non svegliare Gabriel, per andare a bere un bicchiere d'acqua. Arriva in cucina e nota sul tavolo il maglione rovinato di Gabriel, il disinfettante aperto e il cotone usato per terra. Raccoglie il cotone, chiude il barattolo e recupera un bicchiere d'acqua. Appoggiata con la schiena al lavandino ripensa al sogno, guardandosi in giro fino a che, quasi come una scarica elettrica, non nota la tracolla di Gabriel appoggiata vicino alla porta.

Claudia: “No..no...no...e poi no...” sussurra “non frugherai nella sua borsa solo perchè l'hai vista in un sogno strano...”

Però i dubbi sono tanti. E se quello non fosse stato solo un sogno?...

Claudia: “...però...solo uno sguardo veloce...così mi tranquillizzo e posso tornarmene di la a dormire con calma...”

Mette la testa fuori dalla porta della cucina, controlla che Gabriel sia ancora a letto e nel giro di pochi secondi recupera la borsa e l'appoggia sul tavolo. Inizia a frugare tra i vari appunti, sposta i libri... Claudia: “Visto...non c'è nulla...ora...oh no!”

In una piccola tasca trova il biglietto che Serventi aveva nel sogno. Ne è sicura, è quello: due serpenti incrociati uguali identici a quelli del sogno. Rimane immobile per qualche istante a fissare quel piccolo marchio. Poi fa scorrere lo sguardo sulla scritta, solo un nome in un bellissimo corsivo: Stefano Banfi. Gira il biglietto, sul retro un numero di telefono scritto a penna. Per qualche secondo il tempo si ferma...Claudia non sa cosa pensare, ma soprattutto non sa cosa fare.

Claudia: “Magari non è nulla, perchè andare subito a fare conclusioni affrettate. Magari ho visto di sfuggita questo biglietto ieri sera e il mio cervello lo ha registrato e me lo ha fatto vedere in sogno. Insomma ho studiato Freud no? Può succedere...”

Con calma risistema la borsa lasciando il biglietto sul tavolo, recupera carta e penna e segna nome e numero del bigliettino per poi riporlo ancora nella taschina dove l'aveva trovato. Cercando di tranquillizzarsi inizia a prepararsi, sono ormai le 7.00. Una bella doccia calda e poi in cucina a preparare la colazione. Ora è più tranquilla, ma sa che non durerà per molto e non può far finta che nulla sia successo. Il caffè è quasi pronto. Gabriel sta ancora dormendo... Claudia torna in camera da letto e apre la finestra illuminando la stanza.

Claudia: “Gabriel...” sussurra “è ora di alzarsi...”

Gabriel apre gli occhi, la guarda...poi si gira e si rimette a dormire.

Claudia: “.......su dai, di la c'è la colazione pronta che ci aspetta...”

Claudia si avvicina al letto e si siede sulla sponda vicino a lui.

Claudia: “Ti devo tirare giù dal letto? Guarda che lo faccio...” ride.

Ma Gabriel la prende e la trascina fra le sue braccia. Gabriel: “Stai qui con me ancora un po'...” Claudia: “Sono stata qui tutta la notte e non ti sei neanche accorto quando mi sono alza...sono molto offesa”

Gabriel: “Ma stavo dormendo...”

Claudia: “Appunto!!!”

Gabriel: “Ma...”

Claudia: “Ma sto scherzando!!! Prendi troppo le cose sul serio, su dai in piedi!"

Ma Gabriel non la lascia andare, si avvicinano sempre di più e si baciano appassionatamente.

Gabriel: “...Ora si che mi sono svegliato...” sussurra all'orecchio di Claudia.

Claudia: “...quindi puoi anche alzarti” ride “aspetta ti cerco un maglione, il tuo è andato”

Gabriel: “Perchè hai maglioni da uomo in casa?...”

Claudia: “Sei geloso?...”

Gabriel: “Ma cosa dici? Assolutamente no!!!”

Claudia: “Sei gelosoooo”

Gabriel: “Lasciamo perdere” ride

Claudia: “Ho dei vestiti di mio padre, quando se ne è andato mia madre voleva buttare tutto, ma io li ho tenuti sempre nascosti nel mio armadio e di trasloco in trasloco me li sono portata dietro...”

Gabriel non sapendo cosa rispondere si alza, passa vicino a lei, gli accarezza la spalla con una mano e poi esce dalla stanza. Claudia, un po' melanconica, apre l'armadio e in fondo trova diversi maglioni. Ne recupera uno nero. A Gabriel dovrebbe andar bene, da quel che ricorda suo padre aveva più o meno la stessa taglia.

Ripensa a suo padre, dove sarà ora? Se dovesse vederlo in questo momento probabilmente non lo riconoscerebbe neanche. Ma è inutile pensare a queste cose dopo anni e anni, ormai ci ha fatto il callo. Gabriel rientra in camera.

Claudia: “Prova questo, dovrebbe andarti bene.”

Gabriel: “Grazie...”

Claudia fa un leggero sorriso.

Claudia: “Il caffè è pronto...vado di la prima che salti per aria la caffettiera!”

Gabriel: “Arrivo...” Cinque minuti dopo Gabriel compare in cucina.

Claudia: “..Ti va bene e ti sta anche bene!”

Gabriel: “...grazie, comunque sono sempre vestito uguale” sorride “Però si, è proprio della mia taglia”. Claudia versa il caffè nelle tazzine, le porta al tavolo e si siedono a far colazione.

Gabriel: “Ma sono già le 8?”

Claudia: “E si, è due ore che ti chiamo! Ahah se arrivi tardi che scusa usi questa volta?...Puoi dirgli che sei stato da me!”

Gabriel: “Simpatica, ma tu non dovevi dirmi qualcosa ieri sera?”

Claudia: “Si, ma è lunga come cosa e preferisco che ne parliamo in un altro momento, con più calma, magari questa sera, vieni da me?” Gabriel finisce il caffè, si alza in piedi e prende la borsa.

Gabriel: “Va bene, ci vediamo più tardi e questa volta parliamo seriamente.”

Claudia: “Non mi tornare sanguinolento anche questa sera...”

Gabriel: “Di la verità, ti è piaciuto torturarmi...”

Claudia: “Ma piantala!!!”

Gabriel l'abbraccia e la bacia. Un bacio lungo e appassionato come se fosse l'ultima volta.

Gabriel: “...devo andare...”

Claudia: “...si...dovresti...”

Gabriel: “...no...devo...” La bacia ancora una volta ed esce dalla porta....

Gabriel: “Vado o torno in casa e non esco più....”

Claudia: “Vai, ci vediamo dopo...”

Gabriel si volta, e chiama l'ascensore, Claudia sta sulla porta per qualche secondo e poi chiude la porta. L'ansia è tornata, Claudia sa che Gabriel nasconde qualcosa e lei non sa cosa. Cerca il cellulare. Claudia: “Pronto...Serventi?...si lo so che sapevi che ti avrei chiamato. Dobbiamo parlare. Alle 11 alla villa. Perfetto...”

Chiude la chiamata, prende le chiavi della macchina ed esce.

 

 

Dalla parte opposta della città,Isaia,si aggirava con un carrello della spesa tra gli scaffali di un supermercato. Nella sua mente pensava -non credo di ricordare quand'è stata l'ultima volta che ho fatto la spesa...-dà una rapida occhiata alla lista della spesa e strabuzza gli occhi: " Nori,Wasabi,Salsa di soia...che cosa sono??" Isaia:" mi scusi! Scusi,saprebbe dirmi dove posso trovare questi?" Isaia porge la lista alla cassiera che gli indica il reparto dedicato al cibo straniero. Dopo aver terminato la spesa Isaia esce dal supermercato carico di borse come se dovesse sfamare l'intera congregazione,carica tutto in macchina e parte.

 

 

Claudia arriva alla villa,bussa e Serventi le apre.

Serventi:"Prego,accomodati pure...la casa è vuota,possiamo parlare liberamente."

Claudia:"Si,credo proprio che lei mi debba delle spiegazioni...sà,vorrei fare la simpatica e dirle che vestito da controllore era abbastanza buffo...ma credo ci sia qualcosa sotto! non è vero?!" Serventi:"Infatti,speravo che Gabriel facesse un passo falso,così che lei scoprisse quello che stava facendo di nascosto...invece è un uomo che sa il fatto suo;e mi vedo costretto ad uscire allo scoperto."

Claudia:" Ma cosa sta dicendo?"

Serventi:" Abbia pazienza Signorina.Speravo di non doverle raccontare tutto io,ma a quanto pare è giunto il momento di dirle la verità. Deve sapere che i suoi nonni materni,erano a conoscenza della profezia,entrambi facevano parte del Candelaio...tu stessa Claudia come ben sai,sei una delle colonne portanti della profezia...purtroppo però,tuo padre,quando tu avevi circa 10 anni scoprì tutto e tentò di fermarci. Eravamo quasi riusciti ad acchiapparlo,quando sparirono le sue tracce e di lui non si seppe più nulla."

Claudia:"Cosa cazzo sta dicendo...?! no,mio padre mi ha abbandonata,non può essere davvero come lei dice...è partito per l'America quando io avevo 10 anni e non si è più fatto vivo..."

Serventi:" E' quello che le hanno sempre fatto credere...in realtà lui non se n'è mai andato...in tutti questi anni,lui è sempre rimasto qui,nascosto a spiarci...ha cambiato nome,ma ora lo abbiamo scoperto,ha fatto dei passi falsi..."

Claudia:" si,ma non capisco...cosa c'entra in tutto questo Gabriel?"

Serventi:" Gabriel ha dei poteri meravigliosi,è giunto il momeno che li sfrutti per noi,per la nostra profezia! E come primo passo vorremmo che ci tolga dai piedi suo padre,ovviamente uccidendolo.Ha raccolto troppe informazioni ed è troppo pericoloso per il Candelaio."

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Capitolo 10
*** Lo scontro ***


La donna,stava sfrecciando nel traffico di Roma diretta da Serventi.
Aveva ottenuto gran parte delle informazioni che le servivano.
Non sapeva dove si nascondesse il padre di Claudia,ma di una cosa era certa: Serventi era sempre stato un passo avanti a loro e quindi sicuramente avrebbe saputo trarre vantaggio anche da questa situazione in apparenza svantaggiosa.
Con un ghigno sulla bocca,come se stesse già assaporando il momento in cui lui l’avrebbe congedata facendola sentire potente anche se non si complimentava mai con lei,bussa alla porta dello studio di Serventi.
Serventi:”Avanti!”
La donna entra,china il capo in segno di saluto e aspetta un cenno da parte dell’uomo per poter iniziare a parlare.
I due parlano,la conversazione mantiene dei toni bassi,quasi come se non ci fosse un minimo di emozione o agitazione nelle loro parole.

Dall’altra parte della città invece,si poteva percepire l’ansia nelle parole di Gabriel,che si ritrovava ancora una volta con le spalle al muro,costretto a pensare a qualcosa di ingegnoso in poco tempo.
Gabriel: “dobbiamo muoverci,dobbiamo fare qualcosa prima che sia troppo tardi!”
Isaia: “Da dove partiamo?devi spiegarmi cosa sta succedendo …”
Gabriel: “te lo spiegherò,ora devo fare una cosa … intanto vai a chiamare Padre Alonso”
Gabriel si gira verso Claudia,che stava ascoltando attentamente la loro conversazione cercando di captare qualche notizia in più.
Gabriel: “Claudia … tu,tu vai a casa!devi restare fuori da questa storia,me lo hai promesso!Avanti,dobbiamo andare!”
Claudia non ribatte,aveva già elaborato un piano tutto suo,se avesse parlato probabilmente si sarebbe tradita da sola,si limita solo a un semplice “mi raccomando,non fate niente di azzardato e tenetemi informata.”
Gabriel corre alla sua moto,doveva assolutamente rientrare a casa,si era ricordato che forse l’unica cosa che poteva aiutarli in quel momento si trovava a casa sua,sepolta sotto cumuli di fogli.


*Che sciocco sono stato,pensavo fosse tutto finito. Mi sono sbagliato,avrei dovuto finire di leggere il candelaio e invece negli ultimi mesi ho cercato solo di rimuovere tutto quello che è successo,cercando di far tornare tutto alla normalità. E ancora una volta mi sono sbagliato. Devo prendere delle decisioni,non posso più far finta di niente. Per tutto questo tempo ho mentito a me stesso e alle persone che mi stanno vicino. E’ anche colpa mia se si è sviluppata tutta questa situazione,avrei dovuto prevederlo *


Pensieroso,Gabriel salta giù dalla moto,cerca le chiavi di casa e si fionda nel suo ufficio. Dopo aver rovistato tra le varie scartoffie che avevano preso potere sulla sua scrivania,trova il Candelaio. Inizia a sfogliarlo freneticamente,sperando di trovare informazioni in qualche immagine … tutto quello che gli serviva in quel momento era del tempo,avrebbe voluto sedersi,leggerlo con calma … doveva riuscirci,lo aveva promesso a Claudia.
Il suo cellulare inizia a squillare.
Gabriel: “Pronto?”
Alonso: “Dove sei?...che è successo?”
Gabriel: “A casa...Isaia è li?”
Alonso: “Si si è qui, ma mi vuoi spiegare?”
Gabriel: “Senti, te lo spiegherò dopo, venite qui”
Alonso: “Arriviamo...e mi devi delle spiegazioni”
Gabriel chiude il telefono. Nello studio da solo con quel maledetto libro, i pensieri che gli affollano la mente. Mentre aspetta l’arrivo dei due,riapre il libro, inizia a sfogliarlo, le immagini che per mesi avevano affollato i suoi incubi erano li, stampate su quella vecchia carta ingiallita: la villa di suo padre, sua madre, lui da bambino. Dei simboli, due nuovi personaggi...nulla, niente di tutto questo gli fa ricordare qualcosa.
Gabriel: “L'ho promesso, gli e l'ho promesso...”
Ormai sconfortato sta per chiudere il libro, ma nell'ultima pagina nota qualcosa di strano. Un disegno nascosto, una filigrana.
Gabriel: “Ma che...”
Piega la copertina lasciando la pagina completamente esposta alla luce. L'immagine di un palazzo si delinea in controluce, un palazzo che Gabriel conosce bene. Ad un tratto sente bussare alla porta. Isaia ed Alonso entrano in casa.
Isaia: “ Allora Gabriel,ci vuoi spiegare cosa sta succedendo?dobbiamo avvisare la congregazione?” Gabriel: “no Isaia,è meglio che la congregazione ne rimanga fuori … so che è sbagliato,ma ci sarebbero solo d’intralcio. Sono pronto a subirne le conseguenze,la colpa sarà solo mia,ma prima di raccontarvi,ho bisogno di sapere se voi siete con me?!”
Isaia e Alonso annuiscono,l’amicizia che li legava a Gabriel era troppo forte per negargli aiuto.
Isaia: “Gabriel,perché non ci hai informati prima di tutto questo?avremmo potuto aiutarti … invece hai fatto di nuovo tutto da solo.”
Gabriel che si sentiva veramente in colpa per quello che aveva fatto,non riesce a rispondere ad Isaia.
Gabriel si avvicina a loro con il libro in mano.
Gabriel: “Questo è palazzo Vania...”
Isaia: “Ne sei sicuro?”
Gabriel: “Purtroppo si, ho immagini di questo posto di quando ero bambino...Non so il perché, ma sono sicuro che Serventi si nasconde la ed è la che dobbiamo andare!!”
Alonso: “Calmo un attimo...sei sicuro di quello che dici?”
Gabriel: “No. No, non sono più sicuro di nulla, ma so che quel palazzo c’entra qualcosa...e so dove si trova.”
Isaia: “No so voi, ma la cosa mi sembra un po' azzardata...sappiamo che Serventi non si fermerà davanti a nulla,rischiamo di farci uccidere!”
Alonso: “uccidere?...no, aspetta un secondo...”
Gabriel: “Chi ha parlato di uccidere?...comunque ho promesso a Claudia di ritrovare suo padre che è proprio la persona che Serventi vuole morta. Lo stavo cercando, Serventi credeva che stessi collaborando con lui...”
Isaia: “Poi la donna è riuscita ad arrivare al tuo studio, sentire quello che stavi dicendo a Claudia e fammi indovinare lo ha riferito a Serventi e ora ti vuole morto...”
Gabriel: “Se mi vuole morto non lo so, ma di certo vuole morto il padre di Claudia e noi lo dobbiamo trovare!”
Alonso: “Non so perché, ma non ho capito che c’entra il padre di Claudia”
Gabriel: “Sa della setta, del candelaio...probabilmente sa più di tutti noi messi assieme...”
Alonso: “ok, ma...Claudia? Lo sa? Dov'è ora?”
Gabriel: “Dopo che Isaia è stato aggredito l'ho mandata a casa, non voglio che si immischi in questa storia...”
Alonso: “Gabrièl,pensi davvero che Claudia resti ferma in casa ad aspettare nostre notizie? La chica ha un bel caratterino …”
Gabriel: “non lo so,spero che questa volta mi ascolti davvero … prima di andare alla villa passiamo da lei per controllare!”
Claudia,era davvero tornata a casa come le aveva detto Gabriel,ma era agitata,non sapeva cosa fare,non poteva starsene con le mani in mano,doveva fare qualcosa. Dopo essersi fumata un intero pacchetto di sigarette,decide che deve darsi da fare anche lei. Certo,questo voleva dire disobbedire a Gabriel,ma lo aveva fatto anche lui per mesi … e comunque lei lo stava facendo in buona fede.
Claudia prende la borsa,esce di casa,sale sulla macchina e non sapendo da che punto iniziare le sue ricerche decide di andare direttamente nella tana del lupo. Voleva delle risposte e questa volta voleva la verità. Era certa che Serventi non le avrebbe fatto del male,perché gli serviva,per quanto ne sapeva anche lei era indispensabile per compiere la profezia.
Arriva a villa del Bono,suona ma non le apre nessuno.
La porta è aperta decide allora di entrare.
Sente parlare,si avvicina alla porta e bussa.
“Avanti!”
Claudia entra,in piedi davanti alla finestra c’era Serventi che parlava al cellulare.
Serventi: “Signorina Munari,la stavo aspettando! Si sieda prego!”
Claudia: “no,io non mi siedo! Ho bisogno di sapere che cazzo sta succedendo! Ho bisogno che lei una volta per tutte sia onesto e che mi racconti la verità!”
Serventi: “certo,ben presto non solo lei,ma tutti saprete la verità! Ora però dovrebbe seguirmi in un posto,stia tranquilla,se tutto va secondo i miei piani,tra poco ci raggiungeranno anche Gabriel e gli altri due.”
Nella stanza entrano due uomini vestiti di nero,si avvicinano a Claudia.
Claudia: “ E no,questo scherzetto me lo avete già fatto,voglio restare sveglia,ho il diritto di vedere!”
Serventi: “ Claudia,non si preoccupi,non le succederà niente,è solo per precauzione!”
Claudia cerca di sfuggire al tocco di uno dei due uomini,ma Serventi con il suo potere l’immobilizza,non riesce più a muoversi,è costretta ad arrendersi … così l’uomo allunga la mano,le schiaccia il nervo della spalla e lei perde i sensi.

Gabriel,Alonso e Isaia arrivano da Claudia,suonano il campanello una volta. Non arriva nessuno ad aprire. Isaia allora suona il campanello una seconda volta,questa volta insistentemente,ma ancora non arriva nessuno.
Gabriel intanto cerca di chiamarla,ma il cellulare è staccato.
Isaia: “coraggio Gabriel,dillo,di che *No,non è a casa,sarà sicuramente andata a fare la spesa!* quella donna ha troppo la testa dura. Si sta mettendo in pericolo,non ha capito con chi ha a che fare o si crede troppo furba!”
Gabriel: “Hai ragione,non possiamo perdere altro tempo,dobbiamo andare alla villa!”

Gabriel,Isaia e Alonso arrivano alla villa.
Isaia: “sembra deserta …”
Gabriel: “sembra … so che lui è qui,me lo sento,avverto la sua presenza!”
La porta della villa è aperta,entrano.
Si trovano così nel bellissimo salone principale, completamente affrescato e rivestito di marmo bianco.
Non assomiglia per niente a villa del Bono, non c'è nulla che ricordi il candelaio, sembra una classica e
bellissima villa di campagna. Ma Gabriel sa che non è così, sa che quel posto racchiude dei segreti e
dei misteri molto pericolosi.
Alonso: “Ti ricordi di questo posto?”
Gabriel: “Si...anche se quando ci sono stato io non era così. Ma sono passati anni...andiamo di là.”
I tre entrano nella prima sala sulla destra. La stanza è completamente arredata e affrescata, ma non c'è
presenza di anima viva...continuano la ricerca: un'altra sala, una stanza, camere da letto...nulla. Forse
Gabriel si è sbagliato, forse non è la villa giusta, forse la villa non c'entra nulla.

Alonso: “avevano proprio delle casette i tuoi genitori Gabrièl!”
Isaia: “Forse dovremmo dividerci…” Gabriel, che sembrava non stesse ascoltando le domande dei due,si era avvicinato ad una porta,quasi come ne fosse attratto. All’inizio sembrava chiusa a chiave,ma dopo avergli dato un colpo un po’ più forte la porta si apre. Gabriel entra,Alonso e Isaia cercano di muoversi,nel tentativo di raggiungere Gabriel al di là della porta,ma non riescono,qualcosa li stava tenendo con i piedi incollati al pavimento.
Isaia: “Gabriel torna indietro! Sta succedendo qualcosa,aspetta!”
Ormai era troppo tardi,Gabriel era entrato nella stanza e la porta si era chiusa dietro di lui.
Gabriel: “Dove sei?! Avanti,fatti vedere! Mi hai separato dagli altri perché vuoi scontrarti da solo con me,esci! Non ho paura!”
Gabriel cammina attraverso il lungo corridoio,arriva in fondo,ancora una porta.
Allunga una mano per aprirla ma questa si apre da sola.
Il contrasto col buio del corridoio e la potente luce che c’era nella stanza,gli tolgono la vista per qualche secondo.
Serventi: “prego Gabriel,entra!”
Gabriel entra nella stanza,cerca di mettere a fuoco,davanti a lui c’è Serventi e seduta su una poltrona c’è Claudia priva di sensi.
Gabriel: “Cosa le hai fatto? Stai alla larga da lei! Non la devi toccare! È me che vuoi!! Farò tutto quello che vuoi,mi piegherò al mio destino,ma lasciala andare!”
Serventi: “Claudia sta bene per ora … fa parte del piano,per riuscire ad ottenere quello che voglio da te mi serve lei e tu ora dovrai ascoltarmi,dovrai fare tutto quello che ti dico se non vuoi che le succeda niente!”
Gabriel: “si,l’ho già detto… questa volta niente più bugie,sono disposto a fare tutto pur di salvarla,anche se uccidere suo padre significherebbe perderla per sempre.”
Serventi: “bene,vedo che inizi a ragionare. Gabriel,noi abbiamo in serbo grandi cose per te e questo è solo l’inizio! …Ma tu ti credi furbo,stai mentendo ancora … Gabriel io posso entrare nella mente delle persone,posso manipolare i loro pensieri,credevi davvero di potermi mentire di nuovo?so a cosa stai pensando…”
Serventi si gira verso Claudia,attraverso la potenza della sua mente,attrae la sedia sopra la quale si trovava lei verso di se. Claudia apre gli occhi,lo sguardo fisso su Serventi,non dice una parola.
Inizia ad agitarsi,a contorcersi,a urlare dal dolore.
Gabriel: “Noooo! Fermo! Lasciala Stare!”
Gabriel si avventa su Serventi,cerca di fermarlo,i due finiscono a terra.
Serventi entra nella mente di Gabriel,cerca di persuaderlo,di fargli perdere i sensi,ma lui riesce a bloccarlo. Gabriel prende il controllo sui poteri di Serventi,lui sembra stupito,non aveva mai preso in considerazione l’idea di una lotta con Gabriel…forse Gabriel era più forte di lui,forse aveva imparato a gestire i suoi poteri.
Questa volta è Gabriel ad entrare nella mente di Serventi,si ritrovano entrambi in una specie di limbo.
Serventi: “Gabriel! Vedi quanto sei potente! Non puoi abbandonarci,non farmi del male,il tuo destino è scritto e non puoi sottrarti!”
Niente da fare,Gabriel ormai è accecato dalla rabbia. Sta per uscire dal limbo,abbandonando li Serventi,chiudendo la porta per sempre. Fino ad ora Gabriel non aveva mai ucciso nessuno con i suoi poteri,ma ora era pronto a farlo.
All’improvviso Gabriel si risveglia dalla trance,si sente scagliato all’indietro con forza,sbatte la schiena contro al muro e perde i sensi.

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Capitolo 11
*** Risveglio ***


*Isaia e Alonso,avevano finalmente riacquistato le loro capacità motorie e di gran fretta si diressero verso la stanza al piano di sopra, dalla quale pochi minuti prima avevano sentito provenire dei rumori e delle urla.

Alonso: "Gabrièl!"

Entrambi,appena entrati nella stanza si fiondarono verso Gabriel,che si trovava a pochi passi da loro,accasciato a terra,non avendo subito visto il corpo di Claudia sulla poltrona.

Isaia: "Oh Signore! Gabriel,Gabriel?Mi senti? Avanti Gabriel...!"

Gabriel, appoggiato alla parete, riprese subito i sensi dopo che Isaia gli diede un bello schiaffo sulla guancia. I poteri gli avevano causato una piccola emorragia dal naso.

Gabriel:"Claudia,vai da Claudia!"

Isaia, voltandosi, vide Alonso avvicinarsi a una poltrona; accasciata e incoscente vide Claudia. Alonso: "Isaia vieni qui, aiutami!...Dobbiamo portarla subito via!...."

Gabriel: "Alonso...come sta??? E' ferita?...Alonso...Isaia..."

Gabriel non ricevette risposta, cercò di alzarsi, voleva andare ad aiutare Claudia, non poteva abbandonarla ora. Era colpa sua se era li, era colpa sua se Serventi si era servito di lei per arrivare a lui...Gabriel ne era convinto. Doveva assicurarsi che fosse andata a casa, doveva assicurarsi che non facesse di testa sua... "Claudia, non puoi lasciarmi ora. Non te lo perdonerei mai..." Cercò di mettersi in piedi, ma le gambe non lo ressero, all'improvviso tutto nero...e svenne di nuovo.*

 

 

 

Gabriel si risveglia nel letto della clinica del dottor Gaslini, è un po' intontito,sbatte le palpebre qualche volta e,dopo aver messo bene a fuoco la vista, Si volta per vedere se nella stanza c'è qualcuno.Vede Alonso seduto sulla poltrona che sonnecchia.

Gabriel:"Alonso!?"

Alonso:"Oh Santa madre! Gabrièl,finalmente ti sei svegliato!Ci hai fatto prendere un bello spavento!"

Gabriel:"Alonso,ma che è successo? da quanto tempo sono qui?"

Alonso:"Dos dìas...ragazzo,dormiste durante dos dìas!"

Gabriel lo guarda con gli occhi spalancati,pensa che Alonso stia scherzando...due giorni sono veramente tanti...cerca di ricordare cosa è successo,come ha fatto a ridursi così,ma i suoi ricordi sono un po' sfocati.

Alonso si alza,mette la testa fuori dalla camera e urla:"Hermana! el nino s'è svegliato!Chiama Gaslini!"

Rientra nella stanza,si volta verso Gabriel e sorride.

Alonso:"So già cosa stai per chiedermi! allora,riassunto:hai combattuto contro Serventi,ti ha mandato k.o ma sembra che tu gli abbia fatto qualcosa perchè se l'è data a gambe senza lasciare tracce..." Gabriel:"si,ci siamo scontrati mentalmente,devo avergli tolto momentaneamente i suoi poteri...bene,non ci resta che scoprire dove si nasconde questa volta e porre fine a tutto questo..." Alonso guarda Gabriel,non sa come dirglielo,se davvero non si ricorda più niente degli ultimi minuti della lotta,dell'attimo in cui si è svegliato e ha visto Claudia accasciata priva di sensi sulla poltrona,cosa poteva dirgli per non farlo allarmare più del dovuto?

Alonso:"Gabrièl,senti..."

Dott.Gaslini:"Oh buongiorno Gabriel,ben svegliato!Come ti senti? Senti male alla testa?" Gabriel:"Nono,sto bene..."

Intanto scosta le coperte e cerca di alzarsi.

Dottore:"Gabriel,veramente sarebbe meglio se stessi a letto almeno ancora per le prossime 24 ore,vorrei tenerti sotto controllo,hai sforzato molto la mente,per ora la situazione è stabile,ma non vorrei peggiorasse."

Gabriel guarda il dottore,non era certo quello che voleva sentirsi dire,ma aveva ragione,per una volta forse era meglio dargli ascolto e non fare di testa sua.

Dottore:"Bene Gabriel,allora siamo d'accordo così,io ora devo fare delle altre visite,ripasserò tra poco a controllare!"

Il dottore se ne va,Gabriel e Alonso rimangono di nuovo soli.

Gabriel:"Alonso e Isaia? si sta occupando lui degli affari della congregazione?"

Alonso:"Ehm si,non ti preoccupare,ha tutto sotto controllo..."

Gabriel:"mmm...e Claudia?Claudia sta bene?..."

Gabriel pronuncia il so nome e all'improvviso si ricorda,Claudia era stata rapita da Serventi!Si ricorda le urla di Claudia,il volto compiaciuto di Serventi,Claudia priva di sensi sulla poltrona nell'istante prima che lui perdesse di nuovo i sensi. Claudia,dov'era ora? cosa le era successo?

Gabriel:"Alonso,mi ricordo! Claudia dov'è?"

Alonso:"Gabrièl,non ti agitare,Claudia esta bene,è al Gemelli,ma non è niente,sono solo degli accertamenti,presto uscirà anche lei..."

Gabriel,aveva capito che in realtà Alonso non gli stava raccontando la verità e decide di non approfondire.

Gabriel:"Meno male,appena mi avranno dimesso andrò a trovarla."

Alonso guarda Gabriel,che si rimette a letto fingendosi assonnato.

Alonso:"Bene Gabrièl,allora visto che finalmente ti sei svegliato e stai bene,vado,ti lascio riposare...torno più tardi!"

Gabriel:"si...Grazie Alonso...!"

Alonso esce dalla stanza,Gabriel alza le coperte,scende dal letto e un po' traballante cerca per la stanza i suoi vestiti. Non ne trova,ma decide che può uscire anche in tuta,si infila così le scarpe,controlla che dal corridoio non arrivi nessuno e sgattaiola fuori dalla clinica.

 

Alonso che conosceva così bene Gabriel,tanto da averne intuito il piano,si era nascosto dietro la colonna e aveva aspettato che lui uscisse dalla stanza.

Alonso:"Che testa dura!"

 

Gabriel era finalmente fuori dalla clinica,doveva raggiungere l'ospedale il più in fretta possibile,dopo aver fatto qualche metro di corse,decise che era meglio fermarsi e chimare un taxi.

 

Gabriel arriva all'ospedale venti minuti più tardi, ma per lui il tempo sembra non scorrere, i minuti si trasformano in ore e il traffico di Roma appesantisce questa brutta impressione.

 

Non ancora nel pieno delle forze, scende dall'auto e si avvia all'ingresso, alla reception una gentilissima signora gli sorride.

Receptionist: “Buonasera, mi dica.”

Gabriel: “Salve. Saprebbe dirmi in che stanza si trova la signorina Munari?”

Receptionist: “Certo...Munari, nome?”

Gabriel: “Claudia...Claudia Munari”

La receptionist digita il nome nel suo computer e scorre col mouse una lunga lista...

Receptionist: “Si eccola, Claudia Munari, stanza 203, terzo piano ala C......la signorina Munari è ancora in osservazione, non so se la faranno entrare, provi ad andare su, ma non le assicuro...” Gabriel: “Gentissima, grazie infinite!”

 

Quasi di corsa, si allontana dall'ingresso e si fionda agli ascensori. Gabriel odia aspettare, per di più in situazioni simili, ma l'ascensore non dà segni di voler arrivare nel breve tempo.

Perchè Alonso non gli ha raccontato la verità su Claudia? Cosa le è successo?...cosa vuol dire che è ancora in osservazione?...

Gabriel: “Ti prego, fa che stia bene...” sussurra, cercando di calmarsi. L'ascensore arriva, entra e preme il pulsante per il terzo piano. Una musica leggera di sottofondo lo accompagna per tutto il tragitto.

I numeri si illuminano sopra la porta: 1.....2....3. L'ascensore si ferma con un sobbalzo, le porte si aprono e si ritrova in lungo corridoio con le pareti ridipinte di fresco con un tenue color verde. Attraversa il corridoio arrivando all'ala C. Ancora un piccolo corridoio con delle camere su ogni lato, una sala d'aspetto e un altro corridoio. Svolta al primo angolo e si blocca sulla soglia di una nuova sala d'aspetto. C'è una finestra aperta e, di fronte a questa, un uomo che guarda fuori, verso la città.

Gabriel: “...Isaia...”

Isaia, stupito di sentirsi chiamare si volta e rimane stupito di trovarsi Gabriel davanti.

Isaia: “Gabriel?...ma che ci fai qui?...questa mattina sono venuto a trovarti ma il dottor Gaslini mi ha detto che non avevi ancora ripreso conoscenza.....Gabriel devi riposare, non dovresti essere qui!” Isaia si avvicina all'amico e Gabriel nota la stanchezza nei suoi occhi.

Gabriel: “Devo vedere Claudia....”

Isaia: “Gabriel, non è il momento credimi...”

Gabriel: “Non sei tu a decide quando è il momento, dov'è? Cosa le è successo...”

Isaia: “Gabriel...”

Gabriel: “Isaia, io non me ne andrò via di qui senza averla vista...quindi o mi dici come sta o lo scopro da solo!”

Isaia: “Vieni, sediamoci...dobbiamo parlare...”

Quelle parole misero in ansia Gabriel.

Isaia: “Ho portato io Claudia in ospedale...” si ferma per soppesare le parole.

Gabriel: “Isaia...come sta?”

Isaia: “Ora è fuori pericolo, dovrebbe svegliarsi a breve...”

Gabriel: “Ora?...Isaia parla!”

Isaia: “ Quando l'ho portata qui mi sono subito accorto che era grave, l'hanno operata. Emorragia interna e qualche costola rotta. Ho detto ai medici che era caduta, una brutta caduta...Gabriel cosa è successo in quella stanza?”

Gabriel: “Non ho tempo ora...dov'è?”

Isaia: “Aspetta...”

Gabriel era già in piedi.

Gabriel: “Isaia, dov'è??? Non mi interessa altro...”

Isaia: “Infondo a quel corridoio, l'ultima stanza a destra...”

Gabriel si precipita verso la stanza, con il cuore in gola apre lentamente la porta.

Sul letto Claudia.

Le lacrime gli bagnano gli occhi, si avvicina al letto e tocca la mano di lei.

Gabriel: “Claudia...sono qui...è tutta colpa mia se sei qui...mi dispiace” sussurra e una lacrima gli scivola lungo la guancia. Stringe forte la sua mano, se la porta alla bocca e la bacia. Fissa Claudia, immobile su quel letto, i suoi capelli neri sul cuscino, la sua pelle bianchissima... Si gira, vede una sedia, l'avvicina al letto e si siede.

Pochi secondi dopo compare Isaia.

Gabriel: “Starà bene?...”

Isaia: “I medici dicono di si, è fuori pericolo e dovrebbe riprendersi totalmente nel giro di qualche mese...se l'è vista brutta...”

Gabriel: “E' colpa mia...”

Isaia: “Ma che dici??? Stai scherzando vero?...Non ti vorrai addossare anche questo! Lei doveva andare a casa, invece ha deciso di andare nella tana del lupo...e questo è il risultato.”

Gabriel: “Ma io avrei dovuto assicurarmi che non facesse qualcosa di stupido, che andasse seriamente a casa...”

Isaia: “Si certo...e una volta che te ne saresti andato avrebbe fatto comunque di testa sua...Gabriel, non è colpa tua. E' successo, punto. Ora aspettiamo che si rimetta e scordiamoci di questa brutta storia.”

Gabriel stringe ancora la mano di lei fra le sue...

Gabriel: “Da quanto sei qui?...”

Isaia: “Due giorni, non me ne sono mai andato...”

Gabriel: “Stò io qui, vai a riposare...però non avvertire nessuno, neanche Alonso. Anche se penso che tra poco me lo troverò qui...”

Isaia: “Sei sicuro? Se vuoi posso restare, non sono stanco...”

Gabriel: “Vai, sono sicuro...”

Isaia rimane fermo ancora per qualche secondo, poi si volta, recupera la tracolla con le sue cose e si avvicina alla porta.

Gabriel: “Isaia...”

Isaia si volta, fissa Gabriel.

Gabriel: “Grazie...”

Un piccolo sorriso compare sul volto di Isaia.

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Capitolo 12
*** Non ti lascerò mai sola ***


Isaia lascia Gabriel in ospedale a vegliare su Claudia e si dirige verso casa.
Stanco,dopo aver passato due notti insonni vegliando sulla donna,varca la porta di casa,sperando di poter finalmente stendersi sul suo letto e
dormire almeno qualche ora.
Certo però,non aveva incluso nel programma della sua serata una chiacchierata col suo ospite.
Silenzioso, cerca di dirigersi verso la camera da letto, attraversando la piccola cucina adibita a salotto dove su un divano l'ospite avrebbe ormai dovuto dormire.
Stefano:"Isaia?"
Il cuore di Isaia sobbalza dallo spavento.
Isaia:"Si?"
Stefano:"Cos'è successo? perchè sei rientrato...dovevi vegliare su mia figlia!"
Isaia,malvolentieri si avvicina al muro, accende la luce e scruta il signore con il quale da un po' di tempo si ritrovava a condividere casa senza che 
nessuno lo sapesse.
Il signore sembrava parecchio trasandato:i capelli brizzolati lunghi ricadevano sulle sue spalle scompigliati e la camicia che indossava 
era tutta stropicciata,segno che non si cambiava da almeno un paio di giorni.
Isaia: "Ho lasciato Gabriel in ospedale,si è ripreso e voleva passare un po' di tempo con lei.E' stata la decisione migliore lasciarlo là,
sicuramente sua figlia sentirà la sua presenza e l'aiuterà a riprendersi."
Stefano:"Io non penso proprio per niente sia stata una buona idea!Devo parlare con quell'uomo,ora!"
Isaia lancia un'occhiataccia al suo ospite.
Isaia:"E' piena notte,non penso sia il momento giusto.Vogliamo tutti dormire un po' quindi la pregherei di aspettare almeno domani mattina."
Stefano:"Lei non può capire,mi sembra ovvio...vado ora e di certo non mi potrà fermare!"
Isaia:"Bene,faccia come meglio crede."
Isaia liquida così il padre di Claudia e si dirige verso la sua stanza.
 
 
Poco dopo,Stefano arriva in ospedale.
 
Gabriel era seduto accanto al letto di Claudia.
Le stringeva la mano e le accarezzava la fronte.
Provava un miscuglio di emozioni,rabbia,paura...amore.
Non poteva smettere di guardarla,stava dormendo beatamente,la sua pelle era bianca e liscia,e le se labbra erano rilassate,quasi
pronte a far comparire un sorriso.
Ad un tratto però,un ombra proveniente dal corridoio ormai semi buio,catturò il suo sguardo e i suoi pensieri.
Chi poteva essere a quell'ora? Forse un'infermiera. O forse no.
Era pronto ad alzarsi e a combattere col possibile nemico,questa volta non avrebbe permesso che facessero del male alla sua adorata Claudia.
Si alzò di scatto e si diresse verso la porta,tenendo d'occhio i movimenti dell'ombra che ormai sembrava essersi fermata a pochi passi dall'entrata
nella stanza.
Gabriel varcò la soglia della porta,guardò alla sua sinistra e stupito vide davanti a se la persona che stava seguendo da mesi.
Non gli sembrava possibile,avrebbe voluto dirgli di andarsene da lì perchè metteva in pericolo se stesso ma soprattutto Claudia...e allo stesso tempo
avrebbe voluto farlo sedere,per potergli parlare,per poter sentire la sua versione dei fatti.
L'uomo ad un tratto decide di rompere il silenzio.
Stefano:"Gabriel,finalmente ci conosciamo! Io sono stefano,il padre di Claudia,l'uomo che da mesi ormai stai pedinando"
Gabriel:"Piacere signor Munari..."
Stefano lo ferma prima che Gabriel possa proseguire la sua frase.
Stefano:"Gabriel,penso che io e te dovremmo parlare."
Gabriel:"Si,certo,ma non mi sembra il luogo adatto...là,in quella stanza c'è sua figlia e venendo qui lei mette a repentaglio la vita di Claudia e la sua!"
Stefano:"No Gabriel,penso sia questo il momento più adatto per parlarne,non so se avremo altre occasioni."
Gabriel:"Perchè? cosa vuole dirmi...vuole sparire un altra volta?cosa ci fa lei veramente qui?"
Stefano:"Gabriel,come ben saprai,io so di Serventi e della setta. Lo venni a scoprire quando Claudia era ancora piccola. I suoi nonni mi minacciarono,mi intimarono
di andarmene,che non erano affari miei.Ma Claudia era mia figlia.Le minacce aumentarono,rischiavo la vita...mi vennero offerti dei soldi in cambio della
mia scomparsa.Avevano trovato il mio punto debole.Non ero di ricca famiglia come la madre di Claudia,quei soldi mi servivano...e volevo salvarmi la pelle.
Chi non lo avrebbe fatto? Mi promisero che non avrebbero fatto niente a Claudia e così me ne andai abbandonandola,"
Gabriel stava ascoltando attentamente il discorso del signore e prima di intervenire bloccandolo decise di farlo finire di raccontare la sua storia.
Stefano:"Gabriel,io ora sono tornato perchè mi mancava l'Italia e mi mancava mia figlia.Speravo che tutta questa storia della setta fosse finita,invece
torno e scopro che le cose sono peggiorate.Gabriel,tu sei l'unico che può salvare mia figlia! Ma mia figlia,stando accanto a te corre dei gravi pericoli...non è la prima
volta che rischia di morire...per questo,quando tutto sarà finito,quando avremo finalmente sconfitto Serventi,lei verrà via con me e non vi rivedrete
mai più. E' la cosa migliore per lei e per te.Appartenete a due mondi diversi,non potete stare insieme,penso ne abbiate già avute abbastanza di dimostrazioni."
Gabriel,è abbastanza scosso da questa conversazione,di certo non si aspettava n discorso simile. Era spiazzato,non sapeva cosa dire.
Gabriel:"Sua figlia è al sicuro con me,nessuno le farà più del male...ora lei non può rispuntare così nella sua vita e decidere cosa dovrà fare.Ora
è meglio che se ne vada.Baderò io a Claudia,rimanderemo la chiacchierata ad un altra occasione."
 
I due rimangono per un po' di tempo a fissarsi. Il tempo sembra fermarsi, ma ad un certo punto il padre di Claudia si volta e si allontana per 
il lungo corridoio scuro, illuminato soltanto da qualche luce d'emergenza.
Appena l'uomo sparisce dalla sua vista, Gabriel si appoggia al muro dietro di lui.
La mente affollata di pensieri: l'uomo che pedinava da mesi era stato li, non aveva visto sua figlia, Claudia ancora senza sensi nella stanza 
dietro di lui. Suo padre aveva ragione, Gabriel sa di aver fatto correre troppi pericoli a Claudia, ma non poteva pensare di non vederla mai più,
neanche per scherzo.
 
Gabriel: “Mi dispiace, ma non me la porterai via ora...” sussurra nel buio del corridoio.
 
Dopo alcuni minuti Gabriel si volta e rientra nella camera, chiude la porta e sigilla completamente le tendine in modo di non far filtrare un
 filo di luce dal corridoio.
Si siede di nuovo sulla sedia vicino al letto, Claudia ancora distesa immobile. Da quando è arrivato non si è mai mossa, questa cosa lo mette 
ancora più in ansia tanto da essersi fermato più di una volta a fissarla per vedere se respirasse ancora;anche se le macchine dicevano che andava
 tutto bene. A Gabriel non sono mai piaciute quelle attrezzature, quei rumori metallici, quelle lucine verdi che segnalano che è tutto a posto...
preferiva controllare di suo occhio.
Appoggia la testa sulla mano di lei, stringendole forte il braccio. 
 
Gabriel: “Claudia, non so se mi senti...ma se mi senti devi svegliarti. Hai capito? Devi farmi vedere che sei forte, ancora una volta...”
Un groppo in gola lo blocca e gli occhi iniziano a diventargli lucidi.
Gabriel: “Ti ricordi dell'altra sera?...quando mi dovevi parlare, ma sono tornato tutto malconcio...” riprende fiato...
 “Ecco...penso di sapere cosa mi dovevi dire......si Claudia, per te sono disposto a cambiare...per noi sono disposto a cambiare...”
Una lacrima gli attraversa la guancia.
Il silenzio pervade la stanza.
Gabriel: “Giuro che ti ripeterò queste parole all'infinito quando starai bene...ma ora devi svegliarti...ti prego Claudia...”
Si alza, per avvicinarsi a lei e baciarla teneramente, si discosta per qualche secondo e poi appoggia la sua fronte a quella di lei.
Gabriel: “Come puoi permettermi di vederti in questo stato?....”
Si allontana dal letto e si avvicina alla finestra, ormai è inutile trattenere il pianto. Forse suo padre ha ragione, da quando ha conosciuto lui,
 Claudia è sempre stata in pericolo. Forse dovrebbe considerare quelle parole. Forse dovrebbe dargli ascolto.
No, sono solo pensieri, non potrebbe mai allontanarsi da lei, non ora che ha capito di amarla veramente.
 
Dalla finestra dell'ospedale guarda la città eterna addormentata in una notte di luna piena.
 
“Dove sono?...Che è successo....?....Non ricordo nulla...ma...”
Claudia, a fatica, riprende conoscenza. Non riesce a muovere un muscolo, gli occhi ancora chiusi come se non avesse potere sul proprio corpo.
 Sente qualcuno camminare e poi fermarmi. Qualcuno sta piangendo. Sa di non essere sola.
“La villa...oddio Gabriel!!!”
Ansia e terrore l' assalgono obbligandola a recuperare ogni minimo sforzo per riuscire a muoversi, 
ma un dolore lancinante la ferma....pochi secondi dopo riesce ad aprire gli occhi.
Un uomo alla finestra guarda la città...ma i suoi occhi non riescono a metterlo a fuoco, sono ancora appannati.
 Sbatte le palpebre più volte e recupera del tutto la vista.
Le parole non le escono di bocca, è tutto così difficile ricominciare a vivere.
Claudia: “....Ga...Gabriel”
Quasi un sussurro, ma lui la sente e quasi non ci crede. Si volta, si avvicina al letto, accarezzandole il volto con le mani.
Gabriel: “Claudia!...grazie...stai calma è tutto ok, ci sono qui io!”
Claudia: “Cos'è...successo?...stai piangendo...” con la voce ancora flebile.
Gabriel: “Avevo solo paura di perderti...”
Gabriel non smette di accarezzarla, non riesce ancora a credere che il fato per una volta sia dalla loro parte e soprattutto non riesce a capire 
come aveva fatto a pensare di lasciarla.
Claudia: “Gabriel...cos'è successo?...Tu stai bene?...la villa, Serventi...non mi ricordo altro..”
Gabriel: “Sssssssh...devi solo riposare ora, stai tranquilla...non pensare a nulla..”
Claudia vorrebbe ribattere, ma non ne ha la forza.
Sposta leggermente la testa di lato per appoggiarla sulla mano di lui, poi chiude gli occhi.
Claudia: “Starai qui con me vero?...Non te ne andrai via?...”
Gabriel un po' più sollevato dal risveglio di Claudia, fa un piccolo sorriso.
Gabriel: “Non ti lascerò mai sola.”

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Capitolo 12
*** Perdono a mio figlio ***


Ciao a tutte/i!! ecco il dodicesimo capitolo della nostra FF!
Siete in molti che ci leggete e ci fa molto piacere! ci piacerebbe però anche sapere cosa ne pensate...vi va di lasciare qualche commento?
Grazie mille a tutti!
Buona lettura!
Vale&Vale

* Quache mese prima *

 

 *Gabriel cammina per la chiesa vuota,ancora vestito da sacerdote.

Inginocchiata al confessionale vede una donna.

Gabriel le si avvicina,entra nel confessionale e si prepara ad ascoltare la confessione.

 

"Mi perdoni padre perchè ho peccato"

Gabriel:"Accolgo la tua confessione,in remissione dei peccati. Apri pure il tuo cuore."

A parlare era una donna che chiedeva perdono,chiedeva perdono per aver abbandonato il figlio.Diceva di averlo fatto per il suo bene,ma che lo avevasempre seguito da lontano,aspettando il momento di riunirsi a lui.

(...)

"Mi dica padre,crede che potrà perdonarmi?"

Gabriel:"Io credo nel perdono...e nelle prove che Dio ci mette davanti. Possiamo sempre rimediare ainostri errori."

"Dio non c'entra niente,gli errori che facciamo sono soltanto colpa nostra."

Gabriel:"Però possiamo chiedere aiuto a lui,per darci la forza di rimediare"

"vorrei che insieme potessimo recuperare il tempo che abbiamo perso,rimediare agli errori cheabbiamo fatto,le vite che sono andate perdute.Non sono venuta per chiedere perdono a Dio,SONO QUI PER CHIEDERE PERDONO A MIOFIGLIO!"

Gabriel allora capì con chi stava parlando.

Scosta la testa,guarda verso la piccola fessura del confessionale,da dove poco prima sentiva la vocedella donna,ma non vede nessuno.

Con uno scatto balza fuori dal confessionale,guarda verso l'inginocchiatoio ma non vede nessuno,siguarda attorno,ma niente,la chiesa sembra vuota.

Cammina,si dirige verso l'entrata della chiesa,fissando il portone,quasi come sperasse di veder entrarequalcuno.

Quello che in realtà non sapeva era che lei era lì.Sua madre era ancora lì, solo che lui non la vedeva.

Era a pochi passi da lui, lo guardava con gli occhi lucidi, pronti a versare un mare di lacrime.Per la prima volta pensava che forse quello che aveva fatto era sbagliato,che avrebbe voluto dare asuo figlio una vita normale;avrebbe voluto vederlo crescere,aiutarlo a scegliere...ma no.

D'un tratto cacciò via quei pensieri dalla sua testa,si asciugò le lacrime che le avevano bagnato tutto ilvolto.La decisione che aveva preso ormai anni fa era la migliore,non poteva avere dei ripensamenti proprio ora.Suo figlio era l'eletto,aveva un compito da portare avanti e presto sarebbero stati di nuovoinsieme,pronti a recuperare tutto il tempo che avevano perso.*

 

  Gabriel era seduto sulla poltroncina della sala d'attesa,aspettava che il dottore uscisse dalla stanza di Claudia. Stava ripensando a sua madre. Ultimamente gli capitava spesso,aveva archiviato nella sua mente quellaconfessione di qualche mese prima;tuttavia ora non riusciva a fare a meno di ripensarci...avrebbe volutorivederla.

Non erano ancora riusciti a ritrovarsi e parlare seriamente da soli...ed ora,nel momento in cui aveva veramente bisogno di lei,nel momento in cui gli servivano delle spiegazioni lei era sparita di nuovo.Aveva provato a chiamarla, ma il telefono era staccato.Era sparita con Serventi e questo procurava molta rabbia a Gabriel, non capiva perchè sua madre facesse tutto questo,non provava un minimo d'amore per suo figlio?

 

 Un rumore, come un sussurro trattenuto attira l'attenzione di Gabriel. Non c'è nessuno nella stanza, ma ha come l'impressione di essere osservato. Come se qualcuno fosse li. Non era possibile, li non c'era nessuno e Gabriel lo sapeva bene, la stanchezza a volte gioca brutti scherzi.Pochi attimi dopo il dottore esce dalla stanza. Gabriel si alza dalla sedia.

Gabriel: “Come sta?”

Dottore: “E' ancora molto debole, ma sta migliorando. Per fortuna è arrivata qua in tempo, ancora pochiminuti e non saremmo riusciti a salvarla. Ma ora è tutto a posto, deve solo stare tranquilla e riposare. Laterremo qui ancora per qualche giorno, ma poi potrà tornare a casa.Non la trattengo oltre, entri, hachiesto di lei prima che uscissi...arrivederci”

Gabriel: “....Arrivederci...”

Il medico si volta e si allontana dal reparto. Gabriel rimane per qualche secondo davanti alla portachiusa, fa un respiro profondo, gira la maniglia ed entra nella stanza.

 

 Gabriel non aveva sentito male. C'era veramente qualcuno nella sala d'attesa. Qualcuno che lui desiderava vedere e a cui desiderava parlare più di ogni altra cosa al mondo: quella persona era sua madre.Dopo quel giorno al ristorante non l'aveva più rivista. Voleva delle spiegazioni.Ma lei non era pronta a parlargli, a spiegargli il motivo delle sue azioni. Dopo quel pomeriggio in chiesa non era più sicura di nulla. Diverse volte aveva avuto il dubbio di aver scelto la strada sbagliata per suo figlio, di averlo condannato a una vita che non era sua, di averlo costretto a portare un peso sulle spalle che nessuno avrebbe mai voluto. Ma poi si ripeteva fra se e se che invece aveva fatto bene, che Gabriel era forte e che non aveva sbagliato...ma i dubbi continuavano ad assillarla.Ora era li, in ospedale. Da quando aveva saputo cosa era successo alla villa aveva seguito suo figlio nell'ombra per giorni. Subito dopo l'incidente era corsa da lui e per lei sono stati i due giorni più lunghidella sua vita. Non aveva mai visto suo figlio così. Quando da piccolo era entrato in coma non gli era mai stato permesso di vederlo. Non aveva mai capito fino a dove arrivasse il suo potere. Poi il sollievo di vederlo sveglio, in piedi.Serventi si era spinto troppo oltre questa volta. Non lo avrebbe perdonato, doveva capire il limite delle sue azioni. Stava per uccidere entrambi.La stanchezza stava giocando brutti scherzi anche a lei, Gabriel l'aveva sentita piangere, anche solo un sussurro, ma l'aveva sentita.Ora anche Claudia era fuori pericolo, poteva allontanarsi da loro per qualche ora, tornare alla sua vita.Sarebbe tornata il giorno dopo.Si avvicina al vetro che dà all'interno della camera di Claudia, la tendina è un po' scostata e può guardare. Una donna distesa sul letto, talmente bianca da sembrare un fantasma, stringe forte la mano di un uomo. I due si guardano, ma non parlano.La donna rimane a fissarli dal vetro poi, con le lacrime che le bagnano le guance, si allontana e siavvia verso l'uscita. Prende l'ascensore, arriva al piano terra ed esce dall'ingresso principale. Una pioggerella leggera scende sulla città di Roma, ma alla donna questo non importa, anzi la pioggia nasconderà così le sue lacrime perchè ora è tornata visibile al resto del mondo. Il suo unico pensiero è rivolto a Gabriel.

 

 Claudia stringe la mano di Gabriel.

Claudia: “Come sei pensieroso...”

Gabriel, che stava fissando un punto appena sopra la testata del letto di Claudia, si ridesta.

Gabriel: “...scusami...”

Claudia: “...cosa c'è?...c'è qualcosa che non va?...” ancora debole, la voce bassa.

Cerca di sollevarsi un poco, ma una fitta la costringe a fermarsi.

Gabriel: “...fai piano...”

Claudia: “...non cambiare discorso...ti conosco abbastanza bene da sapere che quando non vuoi far sapere qualcosa ogni cosa è buona per cambiare discorso...”

Gabriel: “calmati...”

Claudia: “Sono calma...” si volta a guardarlo negli occhi...”

Gabriel, te lo si legge in faccia...cosa c'è..?”

Gabriel: “...Claudia, è tutto ok, devi stare tranquilla e riposare. Quando starai meglio ne parliamo con calma...veramente è tutto ok, non ti devi preoccupare...”

Claudia: “...parla...stò già meglio...e parla subito...”Gabriel: “Sei proprio testarda lo sai?...”

Claudia: “Me lo dicono sempre...”

Per qualche secondo cala il silenzio. La faccenda del padre è un punto spinoso da toccare, specialmente ora che Claudia non è nel pieno delle forze. Gabriel non sa da dove iniziare, come dirglielo, come raccontargli quello che è successo la notte prima.

Gabriel: “Claudia...ho visto tuo padre questa notte...”

Claudia: “Cosa?”...con espressione allibita e incredula si volta a cercare gli occhi di lui.

Gabriel: “Si...a quanto pare qualcuno lo informa, sapeva che eri qui e cosa ti era successo...”

Claudia: “Ma cosa voleva???”

Gabriel: “Non lo so, mi ha solo detto che una volta che tutto questo sarà finito lui ti porterà via e...Claudia, ora devi stare tranquilla,ne parliamo un'altra volta, riposati...”

Claudia: “Riposarmi??? No...cosa intendeva per “andrò via con lui”? Non ci penso neanche, mi ha abbandonata quando ero piccola, è quasi vent'anni che non lo vedo, non mi ricordo neanche come sia, se lo incontrassi per strada non lo riconoscerei, per me è come uno sconosciuto...Ma mi ha vista ieri sera? E' entrato?...”

Gabriel: “...no...no, si è fermato in corridoio, io sono uscito, credevo che fosse qualcuno che voleva farti del male e mi sono trovato di fronte lui..."

Claudia: “...era così interessato a me che non è neppure entrato a vedermi...”

Gabriel: “Ora non pensarci, parliamo d'altro dai...ci sarà tempo per pensare a cosa fare.”

 

 Qualcuno bussa alla porta della camera di Claudia.Pochi attimi dopo si apre ed entra Isaia.

Isaia: “E' permesso? Buongiorno!...Finalmente ti sei svegliata.”

Gabriel: “Ed ecco qui chi ti ha salvata...”

Claudia: “Isaia...grazie...e scusami per tutte le volte che ti ho offeso.”

Isaia: “Non voglio ringraziamenti, lo avrei fatto per chiunque e...scuse accettate. Ah,intanto so che questo momento di benevolenza nei miei confronti non durerà alungo,appena ti sarai ripresai tornerà tutto come prima”

Isaia si avvicina al letto di Claudia e sogghigna.

 

 Isaia:"Gabriel,scusa,dobbiamo parlare...puoi uscire?"

Gabriel:"Si...arrivo!"

Gabriel e Isaia chiudono alle loro spalle la porta della stanza di Claudia e dopo aver controllato che nelle vicinanze non ci fosse nessuno di sospetto,iniziano a parlare.

Isaia:"Penso che dovresti portare Claudia in un posto più sicuro quando la dimetteranno dall'ospedale...non puoi portarla a casa sua e menchemeno portarla da te..."

Gabriel:"Sai Isaia,ci avevo già pensato...porbabilmente dovrei comprare un appartamento sotto falso nome e portarla là,almeno fino a quando non si saràripresa del tutto,non possiamo rischiare che le succeda qualcosa dinuovo..."

Isaia:"E' quello a cui avevo già pensato anche io...ho fatto un po' di ricerche,se sei d'accordo io una casa l'ho già pronta!"

Gabriel:"E con suo padre? sta ancora da te? questa notte l'ho incontrato e non mi ha fatto tanto una buona impressione..."

Isaia:"Purtroppo,quando ho deciso di accoglierlo in casa,ho pensato che fosse una delle cose migliori da fare,pensavo ci sarebbe potuto essered'aiuto.Invece a quanto pare ha chiesto il nostro aiuto solo per salvarsi la pelle.Non ti preoccupare Gabriel,a lui ci penso io.Ora sono altre le tue priorità."

Gabriel:"Grazie Isaia per quello che stai facendo..."

Isaia:"Gabriel,dobbiamo risolvere questa faccenda una volta per tutte.E' impensabile quello che sta succedendo.Io ora devo tornare in congregazione,abbiamo dei nuovi casi e oggi arrivano i due nuovi membri del direttorio che ci sostituiranno nelle missioni sul campo..."

Gabriel:"Anche per questo Isaia ti ringrazio...è da molto tempo che non lavoro più per la congregazione,e tu mi proteggi dai padri superiori,cercheròdi essere più presente e appena avremo concluso la questione di Serventi,prenderò la mia decisione definitiva..."

Isaia:"Gabriel,prenditi il tempo che ti serve,ne riparleremo in un altro momento.Tieni,queste sono le chiavi della casa."

Isaia lascia a Gabriel le chiavi della casa spiegandogli in che zona di Roma si trova e poi se ne va.

Gabriel rientra nella stanza,Claudia lo guarda pronta a chiedergli di cosa lui e Isaia avevano appena discusso,ma Gabriel la precede e inizia a parlargliene.

Gabriel:"Appena ti dimetteranno,ti porterò in questa casa,starò con te fino a quando non ti sarai ripresa del tutto,nessuno dovrà sapere dove ci troviamo,forse riusciremo ad evitare un altro scontro con Serventi,almeno fino a quando non saremo in vantaggio rispetto a lui e saremo pronti ad attaccarlo."

Claudia:"Gabriel io...grazie..."

Claudia guarda Gabriel,avrebbe voluto alzarsi da quel maledettissimo letto,stringerlo forte e portarlo via con lei lontano,dove nessuno li avrebbe mai trovati e disturbati.

Gabriel:"ora devo andare,vado a controllare la casa...riposati...dovrebbe arrivare Alonso a momenti,torno più tardi."

 

 

Gabriel è in sella alla sua moto,diretto all'appartamento segreto,pronto a controllarlo e a studiarlo in ogni minimo dettaglio per essere davvero sicuro che sia perfetto.

L'appartamento si trova in un piccolo palazzo in una via non molto trafficata di Roma.

Meglio,almeno sarebbe stato tutto tranquillo e più facile da tenere sotto sotto controllo.

Scende dalla moto,appoggia il casco al manubrio e vede una donna ferma vicino al portone del palazzo.

Avvicinandosi sempre di più riesce a distinguerne i tratti e...quella donna è sua madre.

Gabriel è allarmato,cosa ci faa li sua madre? come ha fatto a scoprire il suo piano? che c'entrasse qualcosa Isaia? Non lo sapeva e per questo si stava avvicinando a lei con passo deciso e affrettato,pronto a chiederle spiegazioni.

Clara:"Ciao Gabriel,ti stavo aspettando."

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Capitolo 13
*** Fiducia ***


Gabriel era ormai di fronte a sua madre.
Non sapeva come salutarla,doveva chiamarla mamma? Dopo tutto quello che gli aveva fatto,come
poteva far finta di nulla e salutarla come se niente fosse mai successo con un semplice "Ciao Mamma"?
No,questa volta non avrebbe messo da parte l'orgoglio,non l'avrebbe nemmeno salutata.
Si limitò così a un semplice cenno con la testa.

Clara:"Dobbiamo parlare"
Gabriel:"Cosa ci fai qui?Come facevi a sapere di questa casa?E' Serventi che ti manda?"
Clara:"Gabriel,risponderò ad ogni tua domanda,però ora è meglio se entriamo..."
Gabriel in tono ironico:"Hai paura che ci spiino?"

Entrano nel pianerottolo,salutano il portiere e decidono che forse è meglio entrare
nell'appartamento,intanto ormai la copertura era stata scoperta,almeno lì forse non ci sarebbe stato davvero nessuno ad ascoltarli.
Entrati nell'appartamento Gabriel accende la luce,sua madre si siede su una poltrona; mentre lui, per
mantenere un certo distacco, rimane appoggiato al muro.

Clara:"Gabriel,penso sia giunto il momento di svelarti alcune cose."
Gabriel:"Lo penso anche io...ma fino a che punto potrò crederti?"
Clara:"Non sono qui per conto di Serventi. Sono qui perchè l'amore di una madre per un figlio viene
prima di tutto. Puoi pensare che è tardi,che forse avrei dovuto pensarci anni fa...ma no,io non mi pento
di quello che ho fatto in passato. L'ho fatto per una bona causa,che presto o tardi dovrà essere portata a
termine. Sono qui perchè ho rischiato di perderti un'altra volta e questo non lo posso permettere. Ti ho
visto,ti ho visto lottare contro Serventi;ti ho visto soffrire, piangere per Claudia...ero lì,ero in ospedale e ho visto tutto. Serventi si è
lasciato prendere un po' troppo la mano,non
posso rischiare oltre,non permetterò che succeda qualcosa, neanche a Claudia."
Gabriel:"Vai avanti,voglio conoscere tutta la storia."

Gabriel si passa la mano sulla barba ormai incolta e poi sugli occhi,era stanco,non ricordava l'ultima volta in cui era
riuscito a dormire per più di cinque ore
di fila.

Clara:"Siediti Gabriel,non può succedere niente,siamo soli."

Gabriel allora prende una sedia dal tavolo e la avvicina alla poltrona dove si trovava sua madre.

Gabriel:"Purtroppo non abbiamo i pasticcini"
Clara:" ... Da quando ti sei scontrato con Serventi,io non l'ho più ne visto,ne sentito...non so che fine
abbia fatto. L'unica cosa che so è che l'hai indebolito
molto e lui questo non se lo aspettava. Si sarà ritirato da qualche parte per farsi curare,per rimettersi in
sesto prima del suo ritorno. Gabriel, quando Serventi ritornerà,più che essere infuriato,vorrà studiare i
tuoi poteri e lascierà sicuramente da parte la profezia e questo non è quello che voglio.
Dobbiamo prepararci,dobbiamo essere pronti a fermarlo. Non modificherà il tuo destino,non manderà
all'aria il lavoro di tanti anni!"
Gabriel:"Allora non sei qui solo per proteggermi,sei qui per proteggere quella maledetta profezia!"
Clara:"No Gabriel! Quella volta in cui sono venuta in chiesa a confessarmi da te,quando tu hai capito
che quella che ti stava parlando era tua madre e sei uscito dal confessionale cercandomi...io ero lì
Gabriel,non me ne ero andata,ero rimasta lì ad osservarti in silenzio. In tutti questi anni Serventi
mi ha aiutata,ha affinato il mio controllo della mente. Tutti noi possediamo delle capacità,dobbiamo
solo rendercene conto e svilupparle. Io posso entrare nella mente degli altri e cambiare la loro visione
delle cose,è per questo che tu non mi hai vista. Così come non ti sei mai accorto della mia presenza in
ospedale,a parte questa mattina,quando ho pensato che mi avessi sentita piangere..."
Gabriel:Allora non me lo sono immaginato! c'era davvero qualcuno li con me!"
Clara:"Si Gabriel,sono sempre stata con te,te l'ho detto...ti prego,ora ascoltami
bene,collaboriamo,vogliamo tutti in parte la stessa cosa,non potrei mai tradirti."
Gabriel:"Non puoi tornare da me solo quando ne hai bisogno e pretendere la mia fiducia...non puoi chiedermelo,però ci saresti d'aiuto,lo devo
ammettere...spero di poter tornare a fidarmi di te,vedremo come andranno le cose."

Clara guarda Gabriel e gli sorride,finalmente potrà stare accanto a suo figlio,finalmente potranno
combattere per qualcosa insieme.
Mentre Clara e Gabriel si stavano avviando verso l'esterno del palazzo,a Gabriel suona il cellulare.

Gabriel:"Isaia?"
Isaia:"Gabriel,vieni in congregazione,abbiamo del lavoro da sbrigare."

***

Mezz'ora dopo Gabriel si trova di fronte all'ingresso della congregazione. Scende dalla moto, toglie il
casco e si avvia per il lungo corridoio diretto all'ufficio di Isaia.

Bussa alla porta.

Isaia: “Avanti!”

Gabriel apre la porta ed entra nello studio. Lascia la borsa e il casco nell'appendiabiti e si avvicina alla
scrivania.

Gabriel: “la casa è bruciata...mia madre ha scoperto dove porteremo Claudia.”

Isaia, allibito posa la penna e fissa Gabriel.

Isaia: “Scusa?...aspetta credo di non aver compreso bene, come ha fatto a saperlo?”

Gabriel si siede sulla poltroncina sconfortato. Potrà fidarsi di sua madre? Avrà in mente qualcosa contro
di lui? Lo tradirà per Serventi?...

Gabriel: “Ha anche lei i poteri, Isaia. Avrei dovuto aspettarmelo, anzi avrei dovuto saperlo! E' pur
sempre nella setta, no?...non so cosa pensare...ha detto che è dalla nostra, che non ci tradirà.”

Isaia rimane immobile a fissare il vuoto, non si aspettava questo colpo.

Gabriel: “Se portiamo Claudia in quella casa potrebbe essere in pericolo, se non la portiamo capirà che
non ci fidiamo di lei...”
Isaia: “Tu ti fidi di lei?”
Gabriel: “Non lo so. So che è mia madre, ma so anche quello che ha fatto...comunque,
Claudia rimarrà in ospedale ancora per un po', abbiamo qualche giorno per pensarci. Dimmi del caso,
dove andiamo?”
Isaia: “Noi da nessuna parte, i nuovi dove vanno se mai...”
Gabriel: “Sono già arrivati?...ma non dovevano arrivare tra qualche giorno?”
Isaia: “Qualche giorno fa dovevano arrivare tra qualche giorno, ora qualche giorno è passato e sono
qui...ti ricordo che fra la tua ripresa e l'ospedale è una settimana che vivi fuori dal mondo...”
Gabriel: “Si scusami, me ne ero scordato...comunque di che si tratta?”

Isaia recupera dei fogli, dentro una cartelletta di pelle, da un cassetto della scrivania.

Isaia: “Allora, sono scomparse delle persone, due uomini sui 45 anni e un ragazzo di 23 anni nella zona
nord di Roma, in aperta campagna. I parenti non si spiegano la cosa, persone tranquille, erano usciti di
casa per lavoro o semplicemente per fare un giro, e...”
Gabriel: “E allora? Non siamo la polizia....”
Isaia: “Fammi finire!...nella stessa zona nell'arco degli ultimi 20 anni sono sparite periodicamente altre
trentadue persone, tutti uomini e più o meno dell' età dei nostri scomparsi. Ma,
ecco il fatto più strano per cui dobbiamo indagare, sono stati rinvenuti dei corpi in un bosco poco
distante e sulle ossa sono stati trovati dei simboli, ho qui delle foto...”

Isaia porge le foto a Gabriel che le osserva e il suo sguardo inizia a farsi cupo.

Isaia: “Ho controllato, ma non riesco a risalire a nulla...”
Gabriel: “Ho già visto questi simboli...”
Isaia: “Sai cosa significano?”
Gabriel: “No...però sono sicuro di averli visti...devo controllare”
Isaia: “A parte i simboli, in zona si racconta una storia, da quel che ho capito abbastanza vecchia, su
una villa disabitata che si troverebbe all'interno di un bosco e, così narra, chi mette piede in questo
posto non fa più ritorno. Guarda caso i corpi sono stati ritrovati proprio in un bosco...è una leggenda,
una storia popolare, probabilmente non c'entrerà nulla, ma sempre meglio dare un'occhiata.”
Gabriel: “Si si, va bene...ma sei sicuro che quelli se la sapranno cavare? Li conosco?”
Isaia: “Quando abbiamo iniziato noi si sono fidati no?...Veramente non li conosco neanche io...”
Gabriel: “Fammi capire, noi stiamo dando i nostri casi a due perfetti sconosciuti?...”
Isaia: “Oggi non c'è verso di farti fidare di qualcuno?”
Gabriel: “Oggi credo proprio di no, ritenta sarai più fortunato!”

Pochi minuti dopo, Gabriel sta sempre silenzioso sulla sedia mentre Isaia è intento a compilare delle scartoffie.
Isaia sa che c'è qualcosa che non va, che Gabriel ha bisogno di tempo per pensare, per schiarirsi le idee
e, ovviamente, la congregazione non è decisamente il luogo adatto.

Isaia: “Fila, vai fuori di qua. E muoviti prima che cambi idea, ovviamente non so dove andrai e se ti
cercano io dirò sempre la magica frase 'Non lo vedo da ieri'...”

Gabriel preso alla sprovvista rimane seduto sulla sedia ancora qualche istante.

Gabriel: “Grazie Isaia!...sei un amico”
Isaia: “Sparisci...”

Gabriel recupera casco e borsa e si allontana dall'ufficio.

***

Poco dopo è di nuovo da Claudia. L'ha lasciata da solo tre ore, ma a lui sembrano un'eternità. Alonso è
seduto sulla sedia di fianco al letto di lei, i due stanno parlando.
Gabriel apre silenziosamente la porta.

Gabriel: “E' permesso?” un piccolo sorriso gli compare sulle labbra.
Claudia: “Se ti dicessi di no?” sorride.

Per Gabriel il suo sorriso conta più di cento parole. Sente il cuore più leggero, lei sta guarendo e
soprattutto è li con lui, viva.
Per un attimo, subito dopo averla vista immobile su quel letto, era arrivato a pensare di
non poter vivere senza di lei, aveva finalmente capito quanto lei contasse per lui. La cosa che più lo
preoccupava era che aveva anche pensato di poterla seguire. Se lei lo avesse lasciato avrebbe trovato un
modo per farla finita e questo suo pensiero lo turbava e lo faceva sentire in colpa. L'avrebbe veramente
fatto? Avrebbe trovato un modo per togliersi la vita? Ne avrebbe avuto il coraggio?...
In un attimo scaccia questi pensieri, lei ha bisogno di lui in questo momento e non può permettersi certi
sensi di colpa.
Appoggia la sua roba sul tavolino e si avvicina al letto.

Gabriel: “Come va?” Le stringe la mano fra le sue.
Claudia: “Come quando te ne sei andato, forse un filo meglio...”
Alonso: “Ragazzo che brutta cera!!! Da quanto non dormi? Anche tu devi riposare!”
Gabriel: “In effetti non ho dormito molto, ma è tutto ok...sto bene...”
Alonso: “Sei sicuro? Vai a riposarti un po', sono qui io...”
Claudia: “Potete andarvene tranquillamente tutte e due, io non scapperò da qui e per qualche ora starò
benissimo anche senza nessuno che mi controlli 24 ore su 24...”

Gabriel avvicina la sedia e si siede vicino a lei stringendo ancora forte la sua mano.

Alonso: “Ho capito....vi lascio soli...”
Gabriel: “Alonso, grazie di tutto...”
Alonso: “Non mi devi ringraziare, ci vediamo. Ciao Claudia, guarda che ti voglio vedere in forma
presto!”
Claudia: “Ciao...contaci”

La porta di chiude e la stanza rimane nel silenzio tranne qualche piccolo rumore
metallico che filtra dal corridoio.

Claudia: “C'è qualcosa che no va vero?...te lo si legge in faccia...”
Gabriel: “Si...no...non so che pensare e soprattutto non so che fare...”
Claudia: “Cosa è successo?”
Gabriel: “Ho trovato mia madre sotto l'appartamento che Isaia ha preso per nasconderti...”
Claudia: “Tua madre? E come...”
Gabriel: “E' proprio questo il punto! Ha anche lei dei poteri...anzi potrebbe essere qui anche in questo
momento e noi non possiamo vederla.”
Claudia: “Fammi capire, è invisibile?...”
Gabriel: “Una cosa del genere...”
Claudia: “Cosa faremo?”
Gabriel: “Ancora non lo so...ora rilassati, dormi un po'. Abbiamo tempo per pensare.”

Gabriel allunga una mano per accarezzarle il volto. A poco a poco Claudia stava riprendendo colore e
forza, ora poteva muoversi molto lentamente, anche se provata ancora un po' di dolore.

Claudia: “Voglio alzarmi da questo letto...voglio camminare...”
Gabriel: “Ancora qualche giorno, devi solo aspettare qualche giorno. Ti stai riprendendo bene, ci vuole
pazienza...”
Claudia: “Lo sai che io non ho pazienza...”
Gabriel: “Lo so...ora faresti meglio a riposarti un po'”
Claudia: “...anche tu dovresti...vieni qua con me...”

Gabriel indeciso non sa che fare, sa che il letto è troppo piccolo per due, ma ha troppa voglia di
stringerla nelle sue braccia, è troppo tempo che lei è lontana da lui, è troppo tempo che non la sente
così vicino. Lei lo guarda, poi si sposta leggermente di lato facendogli posto.
Si avvicina e si stende sul lettino molto delicatamente per paura di farle male, le passa un braccio sotto
la testa e le dà un bacio in fronte.
Pochi minuti dopo i due si addormentano uno fra le braccia dell'altro.

**

Ore 20.30

Un cellulare suona.
Gabriel si sveglia e cerca il suo telefono.
Gabriel: “Pronto?”
Isaia: “Gabriel, dove sei???”
Gabriel: “...hem...io”
Isaia: “Si va bhe, lascia stare...comunque vieni in congregazione ci sono delle novità.”
Gabriel: “Si, arrivo...mezz'ora sono li...”
Isaia: “Mezz'or....”

Gabriel chiude la conversazione.
Claudia apre gli occhi ancora appannati dal sonno.

Claudia: “Devi andare?”
Gabriel: “Si, Isaia mi cerca, stiamo seguendo un caso...anzi i nuovi stanno seguendo un caso. Come
va?”
Claudia: “Un po' meglio...”

Gabriel scende dal letto il più delicatamente possibile.

Gabriel: “Faccio in fretta...”
Claudia: “No, fai con calma. Io starò bene ok?..”
Gabriel: “Devo chiamare Alonso?...ti farebbe compagnia”
Claudia: “Tranquillo starò bene e non scomodare tutti quelli che conosci perchè devi andare e non vuoi
lasciarmi sola...vai, tranquillo...”
Gabriel: “Sicura?”
Claudia: “Sicurissima...”

Si avvicina per darle un ultimo bacio sulla fronte, poi si gira, recupera la sua roba ed esce dall'ospedale.

**

Isaia: “Sei arrivato!”
Gabriel: “Novità?”
Isaia: “Si e dovresti sentirle dai due in questione...”
Gabriel: “I nostri sostituti sono qui?...”
Isaia: “Si e hanno anche scoperto delle cose interessanti...ti anticipo che si tratta di Serventi.”
Gabriel: “Serventi?...allora è vivo. Dov'è?...”
Isaia: “Vieni...”
I due si avviano per delle scale che portano a un ufficio, Isaia apre la porta e si trovano all'interno di
una magnifica stanza arredata e affrescata. Due ragazzi si trovano sulle sedie di fronte alla scrivania.
A Gabriel ricordano lui quando ha iniziato a lavorare per la congregazione, sono passati anni ormai.
Isaia: “Gabriel, ti presento Samuele e Damiano."
Gabriel: “Piacere di conoscervi.”

I due fanno un piccolo cenno col il capo.

Isaia: “Hanno trovato diverse cose interessanti sul caso di cui ti parlavo ieri e penso che dovresti
sentirle da loro in persona...”

Samuele: “Siamo andati nel posto che ci avete indicato, il bosco è praticamente un cimitero, ma soprattutto
abbiamo trovato la villa. Fino all'ultimo credevamo fosse una leggenda, ormai erano ore che
camminavamo nel bosco senza trovare nulla, poi a un certo punto è come se ci fosse comparsa davanti
agli occhi.”
Gabriel: “C'era qualcuno? Avete trovato qualcosa?”
Damiano: “Non c'era nessuno, la villa era deserta. L'abbiamo visitata da cima a fondo e non abbiamo
trovato nessuno. Però abbiamo trovato questo...”

Il ragazzo aveva un pc portatile acceso sulla scrivania, muove il mouse e apre una cartellina con
all'interno delle fotografie.

Damiano: “Sembrano strumenti medici, ma sono vecchissimi, probabilmente hanno più di cento anni. Ma
la cosa più strana è che sembrano essere stati usati di recente...”

Gabriel: “Aspetta un attimo, torna indietro...cos'è quello? Riesci a zoomare?...”

Samuele: “Non ci avevo fatto caso, sembra una specie di foglio con degli appunti, dei disegni...scusate se
lo dico ma Frankenstein...”
Gabriel: “Appunto quello che mi preoccupa...Isaia, puoi venire un attimo con me?”

I due escono e si allontanano dallo studio fino ad arrivare a un piccolo cortiletto. Escono e si
mettono dietro a una colonna per riuscire ad avere una visuale completa dell'ingresso ed evitare di
farsi sentire.

Gabriel: “Se quello che penso è vero dobbiamo prepararci al peggio...”
Isaia: “Cosa c'è ora?”
Gabriel: “Ti ricordi la foto del padre di Muster?...Serventi era seduto proprio di fianco a loro,
esattamente come lo vediamo noi oggi...e quanti anni sono passati da quella fotografia? Muster era un
bambino...”
Isaia: “Dove vuoi arrivare?”
Gabriel: “L'idea me l'ha data quel ragazzo quando ha nominato Frankenstein...”
Isaia: “Scherzi vero?”
Gabriel: “Non sono mai stato più serio di così!”
Isaia: “Tu sei pazzo...”
Gabriel: “Ma pensaci!!! Serventi non invecchia da quel che sappiamo noi, rimane sempre lo stesso...ma
a quanto pare quando si fa male ha bisogno di qualche 'pezzo di ricambio'...e guarda caso in quella
villa sembra abitarci o ci abitava un medico e i ferri sono stati utilizzati di recente, ferri di oltre cento
anni fa...in contemporanea spariscono tre uomini in circostanze misteriose, casualmente nella stessa
zona della villa...un caso?”
Isaia: “Ok, mettiamo che tutto questo sia vero...mi sento un pazzo solo a pensarlo, ma facciamo che sia
così...che senso ha incidere le ossa con quei simboli?”
Gabriel: “Non lo so...è l'unica cosa che non riesco a capire..”

Alcune persone entrano nel cortiletto per passeggiare, i due non si sentono più al sicuro a parlare e si
allontanano.

Isaia: “Ne riparliamo...intanto io rimando quei due sul posto.”
Gabriel: “Non una parola su Serventi, vediamo cosa scoprono...”
Isaia: “Ti fidi così poco anche di me?...”
Gabriel: “Sai che mi fido di te.”

**

10 giorni dopo.

Dottore: “Signorina lei è ufficialemente dimessa.”
Claudia: “Grazie dottore.”
Dottore: “Mi raccomando però, riposo assoluto, niente sforzi e si rilassi il più possibile. E' ancora molto
debole e deve andarci cauta.”
Claudia: “Starò attenta”
Dottore: “Arrivederci allora...fuori di qui però si spera!”
Claudia: “Arrivederci”
Il medico si allontana lasciandola sola con Gabriel.
Gabriel: “Allora, pronta per andare nella tua nuova casa?”
Claudia: “Alla fine hai deciso di portarmi la comunque?”
Gabriel: “Proviamo a fidarci?”
Claudia: “Non credo sia cattiva e non credo che ci tradirà...”
Gabriel: “Se lo dici tu...”
Claudia: “Proviamo a fidarci.”

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Capitolo 14
*** Amore ***


Claudia può finalmente uscire dall'ospedale che la teneva rinchiusa ormai da quasi un mese.

 Sta aspettando che Gabriel arrivi a prenderla,seduta sul letto che ormai sente un po' suo e fissa la porta nella speranza che si apra al piùpresto possibile.

Quando meno se lo aspetta,vede la porta aprirsi e con un balzo si risveglia dal sogno ad occhi aperti che stava facendo, sbattendo le palpebre.

Gabriel entra di schiena nella stanza trascinando con se un carrozzella.

Gabriel:"Andiamo?"

Claudia:"Cosa hai intenzione di fare con quella?"

Punta il dito verso la carrozzella che Gabriel le aveva sistemato di fianco al letto,mentre lui controllava che lei non stesse dimenticando niente nella stanza.

Gabriel:"Me l'hanno data gli infermmieri qui fuori...penso che sia nella prassi,sali sulla carrozzella,ti porto alla macchina,sali e poi la riportoal suo posto..."

Claudia:"no,no,non ci penso neanche! posso benissimo muovermi con le mie gambe! va bene tutto,vanno bene tutte le cure e le attenzioni,ma così è esagerato!Riportala subito al suo posto!Altrimenti ti costringerò a sedertici sopra e ti porterò fuori io!"

 Gabriel guarda Claudia divertito,era da tanto che non la vedeva più infuriarsi per qualcosa,finalmente Claudia era tornata.

Gabriel:"Agli ordini!Però il borsone lo porto io...avanti andiamo,c'è Isaia sulla macchina che aspetta!"

Claudia:"Ma devo ancora firmare il foglio per dimettermi dall'ospedale..."

Gabriel:"Ci ho già pensato io,non ti preoccupare,andiamo adesso..."

 

 Gabriel e Claudia escono dall'ospedale,è una calda giornata di sole e lei non può fare a meno di portarsi una mano agli occhi,socchiudendoli,per latroppa luce che ormai non era più abituata a vedere.

Il tempo di fare un respiro a pieni polmoni e il macchinone nero di Isaia si para davanti a lei e Gabriel.

Il finestrino scende e Isaia,vestito di soli pantaloni e camicia,li esorta a salire.

Claudia lo guarda stupita.

Isaia:"Non capisco quella tua faccia tanto stupita...è estate anche per me,non voglio morire dal caldo dentro al talare!"

Claudia sorride ed entra in macchina,mentre Gabriel chiude il baule dentro al quale aveva appena posato il borsone.

Isaia:"Bene,allora si va alla nuova casa..."

 

 

 Poco tempo dopo si trovavano davanti al palazzo.

Gabriel vede lo sguardo di Claudia,non sembrava molto felice di non poter tornare a casa sua.

Gabriel:"dai,non è molto diverso dal palazzo dove abitavi tu..."

Scendono dalla macchina e si avviano verso il palazzo.Arrivati di fronte alla porta dell'appartamento Isaia cede le chiavi a Claudia.

Isaia:"A te l'onore,sarà casa tua per un po' di tempo..."

Claudia infila le chiavi nella serratura ed apre la porta.L'appartamento è piccolino,i muri sono scuri...non ha nulla a che vedere con quello colorato,spazioso e super arredato di Claudia,però, c'è comunque qualcosa che la fa sentire a casa.

Gabriel:"quando ho controllato per la prima volta l'appartamento era pressoché spoglio...così ho pensato di fare un mini trasloco da casa tua cercando di dare il meno nell'occhio possibile insieme ad Alonso. Sai,non è una cosa da tutti i giorni vedere due preti che fanno trasloco in una casanon loro."

Claudia accenna un piccolo sorriso.

Gabriel:"Ah,prima che mi dimentichi,mentre ero a casa tua,ha suonato il telefono,non ho risposto,ma c'erano molte chiamate perse,tutte di tua madre...lei non sa,ma penso dovresti chiamarla,sarà comunque preoccupata."

Claudia:"si,appena avrò sistemato meglio le cose la richiamerò,ora non è un buon momento...ah,e dovrei tornare anche a lavorare al mio studio,houn mucchio di lavoro arretrato e diverse consulenze."

Gabriel:"Ho già parlato io con Valentina,è tutto a posto,per lei sei ad un corso di aggiornamento."

Claudia:"Non avrete mica intenzione di tenermi qui rinchiusa per sempre?"

Isaia:"no,puoi uscire se vuoi.C'è un bellissimo terrazzo in cima al palazzo!"

Claudia:"Andiamo,sapete già che non starò alle vostre condizioni."

Isaia:"Questo è quello che pensi tu,non ti molleremo un secondo,non ti è bastata l'ultima volta come lezione?...peggio dei bambini."

Claudia si gira dall'altra parte e inizia perlustrare l'appartamento.Dalla camera da letto Claudia urla:"Ma qui non ho niente!Neanche un vestito!"

Gabriel:"Torneremo a prenderli,per un paio di giorni sei a posto con quello che hai nel borsone!"

Claudia sfreccia davanti a loro e si dirige in cucina,apre il frigo e dice:"Sono affamata!Nemmeno la spesa avete fatto!"

Isaia:"Aveva detto Alonso che ci avrebbe pensato lui...tra poco sarà qui,pensi di riuscire a trattenerti?"

Claudia spunta dalla porta,lo guarda minacciosa "Certo!"

Le cose stavano tornando alla normalità,Isaia era stato anche fin troppo gentile con lei,ed ora che lei aveva ripreso in pieno le sue forze,sembravaessere tornata la solita rompipalle di sempre.

Gabriel:"Claudia,noi ora dobbiamo andare,abbiamo una ricerca importante da portare a termine in congregazione...almeno per oggi,riesci a promettermi chete ne starai in casa senza fare niente di avventato? Tra poco dovrebbe arrivare Alonso,ti terrà un po' di compagnia lui...se arriva qualcun altro,mia madre compresa, non aprire."

Claudia:"Ho capito Gabriel,non preoccuparti,per oggi posso anche resistere...andate ora!"

 

 

Isaia e Gabriel arrivano in congregazione,entrano nel loro studio e pochi secondi dopo sentono bussare alla porta.Entrano Damiano e Samuele.

"Buongiorno!"

Isaia:"avete trovato qualcosa di nuovo?"

Damiano:"Questa mattina io e Samuele ci siamo divisi i compiti.Mentre lui è andato in università a fare delle ricerche,io sono tornato sul luogo,alla ricerca di qualche nuovo indizio...ed entrambi abbiamo scoperto qualcosa."

Samuele:"Vede,noi pensiamo che si tratti solo di qualche rito satanico."

Isaia:"SOLO?!"

Damiano:"esatto,crediamo che non debba essere la congregazione ad occuparsi di questo,il nostro lavoro non contempla questo tipo di cose...pensiamoche sia una ricerca inutile,che porta via del tempo a cose ben più importanti."

Isaia è sul punto di esplodere,poteva aspettarsi di tutto,ma di certo non si aspettava di sentire quelle parole dai due novellini.

Isaia:"Vi rendete conto di quello che state dicendo?oltre a disobbedire ai nostri ordini,state anche insinuando che io e Gabriel non siamo capacidi fare il nostro lavoro?Siamo qui da molto più tempo di voi e se vi diamo un compito,voi dovete portarlo a termine! non dico che non possiamodiscuterne,ma accusarci no! questo è troppo! Su che basi poi si fonda la vostra azzeccatissima deduzione?Basi scientifiche?e la verifica del fenomeno?no,sono solo semplici vostre supposizioni!"

I due ragazzi un po' spaventati nel vedere il loro superiore sbraitare contro di loro,si guardano mortificati e spostano poi il loro sguardo verso Gabrielche era stato in silenzio tutto il tempo,alla ricerca di qualche parola di conforto.

Gabriel:"Padre Isaia ha ragione,noi crediamo che questo caso,vada ben oltre a semplici riti satanici.C'è sotto molto di più per questo non dovete farvi suggestionare troppo,dovete andare oltre la prima impressione."

Damiano:"Avete ragione,spero saprete perdonarci..."

Isaia:"Tornate sul luogo,ricominciate le ricerche da capo,e questa volta seriamente!Vi aiuteremo anche noi,padre Gabriel accompagnerà Samuele in università a cercare libri,mentre io accompagnerò te Damiano direttamente sul luogo."

Samuele:"D'accordo"

Gabriel:"Continueremo oggi stesso le ricerche,andate a prendere le vostre cose nei vostri uffici,partiamo subito!"

I due ragazzi si alzano e se ne vanno,mentre Gabriel e Isaia rimangono soli nello studio.

Isaia: “Non hanno la minima idea di cosa hanno davanti...”

Gabriel: “Non sappiamo ancora se possiamo fidarci o no, ma se possiamo fidarci certo che non gli siamo d'aiuto...”

Isaia: “Cercherò di parlare un po' con Damiano intanto che raggiungiamo il posto, vediamo se possiamo fidarci...”

Gabriel: “E intanto io penso a Samuele allora...ma una volta non stavamo indagando su Serventi?”

Isaia: “E' colpa tua se mi hai messo il dubbio su chiunque...” indica Gabriel con un dito. 

Gabriel: “..certo, grazie...” fa un piccolo sorriso.

Isaia: “Andiamo, quei due staranno iniziando a pestare i piedi come due mocciosi...”

Gabriel: “Di la verità, anche se fossero fidati e tutto quello che vuoi...a te non stanno proprio simpatici!”

Isaia non risponde, ma fa un leggero cenno con la testa. I due recuperano la loro roba e lasciano lo studio.

 

 Intanto,dall'altra parte di Roma,qualcuno suona al Campanello della porta di Claudia.Claudia,è stesa sul divano in dormiveglia,mentre guarda la tv,e l'improvviso suono la fa sobbalzare.

Si alza in piedi e si avvia verso lo spioncino della porta

.E' Alonso,per fortuna.

Claudia:"Alonso!Finalmente..."

Lo sguardo di Claudia si sposta sulle borse piene della spesa.

Alonso:"claudia!Ho ricevuto una chiamata da Gabrièl,diceva che eri piuttosto affamata...ho fatto la spesa il più in fretta possibile!"

Claudia:"Sai,in ospedale non è che cucinino proprio come al ristorante..."

Claudia si avvicina ad Alonso per aiutarlo con le borse,ma una borsa un po' troppo piena si spacca e tutto il contenuto cade a terra.

Alonso:"Queste borse,non le fanno più quelle resistenti..."

Claudia guarda per terra,solleva il volto ed esclama:"Alonso!"

Alonso credeva che Claudia lo stesse per rimproverare per la borsa rotta e per il barattolo di sugo che cadendo si era spaccato sporcando tutto il pavimento.Invece no,l'attenzione di Claudia si era spostata su qualcos'altro.

Claudia:"Alonso,mi hai comprato la nutella!"

Claudia,si fionda sul barattolo e lo stringe a se,Alonso meravigliato la guarda :"sapevo te sarebbe piaciuto!il pane è nell'altra borsa!...mmm...sono già le 6...vabbe,merenda?"

Claudia recupera il pane e va in cucina,Alonso la segue e cerca uno straccio per pulire il pavimento.

Claudia:"Lascia stare Alonso,ci penso io dopo,almeno avrò qualcosa da fare...ne vuoi anche tu vero?"

Alonso la guarda e sorridendo dice:"Claro que si!"

Si siedono e famelicamente iniziano ad addentare pane e nutella.

Claudia:"Allora Alonso,cosa è successo in tutto questo tempo?So qualcosa,ma Gabriel non è entrato nello specifico..."

Alonso:"Claudia,non ne so molto neanche io,si stanno occupando di tutto Isaia e Gabrièl,sono anche molto impegnati in congregazione,stanno seguendoun nuovo  caso e per la prima volta non lo stanno seguendo loro in prima persona...devono stare molto attenti,non è molto facile per loro..."

Claudia:"E della madre di Gabriel? si è più saputo niente?"

Alonso:"Non lo so dove si trova ora,so dei suoi poteri,ma se vuole davvero aiutarci,di certo in questo momento sarà da qualche parte qui fuori a cercare tracce di Serventi..."

Claudia:"Già,lo spero...quando riusciremo a riportare tutto alla normalità?quando potremo finalmente fare le cose alla luce del sole?"

Alonso:"Claudia,di capisco,molto presto risolveremo tutto,davvero."

Rimangono qualche minuto in silenzio,poi Alonso si alza dicendole:"Ora devo andare,ho anche io delle faccende da sbrigare in congregazione...sicurache non vuoi aiuto per il pavimento?"

Claudia:"No,Alonso è tutto a posto...faccio io,vai pure..."

Alonso se ne va e Claudia rimane di nuovo sola.Pulisce il pavimento,ritira la spesa e si risiede sul divano e gioca col cellulare.

 

 Venti minuti dopo un'auto nera si ferma di fronte all'università.

Isaia: “Se trovate qualcosa fatemi...fateci sapere.”

Gabriel: “Certo...”

Gabriel e Samuele escono dall'auto e si avviano in biblioteca.

 

Gabriel: “Allora cerchiamo qualsiasi cosa che abbia a che fare con riti, simboli e ossa...”

Samuele: “Ma, non dovremmo...”

Gabriel: “Non dovremmo cosa?”

Samuele: “Ma niente, credevo di dover cercare qualcosa di più sulle sette della zona, non so magari potrebbe saltar fuori qualcosa.”

Gabriel: “Per ora lascia perdere un po' le sette e cerchiamo questo, sono le poche cose certe che sappiamo.”

Samuele: “Perfetto, cerco qualcosa sui riti.”

Gabriel: “Va bene.”

Proprio quello che Gabriel voleva, può finalmente dedicarsi a cercare il significato dei simboli che gli sembrano tanto famigliari. Ha già qualche pista su cui basarsi, ma ovviamente con Samuele nelle vicinanze deve andarci cauto.Recupera qualche libro e si va a sedere alla prima scrivania, la biblioteca quasi vuota.Passa qualche ora, ma ancora nessun risultato.

Gabriel: “Trovato qualcosa?”

Samuele: “Niente,sinceramente non so più cosa stiamo cercando...”

Gabriel: “Primo caso complicato è?”

Samuele: “Abbastanza...”

Gabriel: “Ti aspettavi che fosse così?..”

Samuele: “Lavorare per la congregazione o il caso”

Gabriel: “La congregazione...”

Samuele: “Si e no...cioè non lo so. Sapevo che non era semplice, ma ero abituato a questo genere di cose.però, bho sarà il caso che non riusciamo arisolvere...”

Gabriel: “Ti ci abituerai...”

Gabriel controlla l'orologio e si ricorda di Claudia da sola nella nuova casa.

Gabriel: “Esco a fare una telefonata...torno subito.”

 

 

Un giorno dopo.

 

 

Claudia è in casa, ormai sconsolata. Non le piace stare a far nulla, la noia inizia a diventare insopportabile. Gabriel non si era ancora fatto vedere, stava seguendo un nuovo caso ed era sommerso nelle sue ricerche. In compenso Alonso veniva a trovarla ogni due ore.Suona il campanello. Svogliata si alza dal divano su cui era coricata.

 Claudia: “Ma tu non dovresti lavorare???”

Alonso: “Pausa”

Claudia: “Si è la quarta pausa che fai oggi...e non mi sembra che a congregazione e questa casa siano molto vicine” 

Alonso: “Ma io ti vengo a trovare...”

Claudia: “Ma sto bene...”

Alonso: “Lo so, ma io faccio pausa comunque...e ti vengo a trovare”

Claudia sorride.

Claudia: “Ti manda Gabriel?”

Alonso: “Io non ho detto nulla...”

Claudia: “Ti manda Gabriel”

 

 Dopo l'ultima visita di Alonso si riabbandona sul divano, accende la TV e fa scorrere i canali. Non c'è nulla che la interessi. Tutti programmi di gossip, telegiornali, documentari. Spegne la TV e si avvicina alla libreria fissando per un po' i libri sugli scaffali.

Claudia: “Gabriel, ma che libri mi hai portato?!voglio un romanzo...” Sussurra.

Sconsolata cerca il cellulare per leggere l'ora, ma il campanello suona di nuovo.Si avvicina alla porta per vedere dallo spioncino chi è.Gira la chiave nella serratura e apre la porta.

Claudia: “Sono arrabbiata con te..”

Gabriel: “Ciao Claudia...”

Claudia: “Sono seria.”

Gabriel: “Sai che ti dovevo mandare qualcuno...”

Claudia: “Mi hai fatta controllare da Alonso tutto il giorno, quel pover'uomo si è attraversato Roma cinquanta volte oggi!”

Gabriel: “Quel pover'uomo, come lo chiami tu, non aspetta che una scusa per uscire dalla biblioteca”

Claudia: “Ok, lasciamo perdere...che hai li?”

Gabriel: “Un po' di cose per farmi perdonare, scusami se sono sparito ieri.”

Gabriel appoggia il sacchetto sul tavolo della cucina ed inizia a tirar fuori la roba: patatine, cioccolatini, merendine varie e due bottiglie di vino.

Gabriel: “Però con questo ci vai piano.”

Claudia: “Sai che penso di non essere più arrabbiata con te?”

I due sorridono e si guardano negli occhi.

Gabriel: “Devo andare, ho un po' di fascicoli da leggere, compilare delle scartoffie...”

Claudia: “Fermati qua. Io intanto preparo la cena e mangiamo assieme.”

Gabriel non se lo fa ripetere due volte. Sorride a Claudia.

Gabriel: “Va bene. Lascio borsa e giacca e vengo a darti una mano.”

Claudia: “No no, adesso tu te ne vai in salotto a fare il tuo lavoro e io cucino.”

Gabriel: “Ma...”

Claudia: “Niente ma! Anzi, apri questa bottiglia.”

 

 

Gabriel è seduto nel salotto della nuova casa. Sta leggendo resoconti di vecchi casi dove è sicuro di aver già visto quel simbolo,ma all'epoca non lo aveva collegato a nulla di particolare.Ha passato un giorno intero in mezzo a questi verbali e non è ancora giunto a nessuna conclusione e questo lo fa sentire abbattuto, sa che la soluzione è collegata a quei piccoli segni incisi sulle ossa. Ormai stanco si toglie gli occhiali e si massaggia con le mani gli occhi che iniziano a fargli male. Claudia è sparita in cucina da quasi un'orae la sente trafficare con le pentole.Finisce l'ultimo goccio di vino e inizia a raccogliere le ricerche.

Claudia: “Pronto!”

Claudia, in cucina, sta buttando la basta nel sugo. Lascia la padella sul fuoco ancora per qualche secondo e poi riempie i due piatti.

Nel frattempo Gabriel entra in cucina.

Gabriel: “Che buon odore...”

Claudia: “Grazie.”

Gabriel: “Cos'è?”

Claudia: “E' una ricetta che mi preparava mia nonna quando ero piccola, in teoria ci vogliono 10 minuti per farlo, ma questa non è la mia cucina e non trovo mai quello che mi serve.”

Sorride.

Gabriel: “La prossima volta te la rimonto uguale allora...”

Claudia rise.

Claudia: “Si grazie, se ci riesci mi fai un favore!...anche se dubito che tu riesca a far entrare qui tutto quello che c'è nella mia cucina.”

Parlando, ridendo e scherzando Claudia mette a cuocere la carne, nel frattempo versa ancora un po' di vino nei bicchieri.

Gabriel: “Hei, vacci piano...stai ancora prendendo delle pastiglie.”

Claudia: “Tranquillo, un goccio non mi ammazza.”

Intanto che aspettano il caffè, Claudia apre la confezione di cioccolatini.

Finito di cenare i due stanno a parlare per un po' seduti al tavolo. Poi la conversazione si blocca, come se ci fosse qualcosa a spaventarli.

Gabriel: “Dai, ti aiuto a sparecchiare.”

Claudia: “Tranquillo, è poca roba, faccio da sola.”

Gabriel: “No, tu hai cucinato ora tocca me.”

Ma il cellulare di Gabriel squilla in quel preciso istante.

Claudia: “Vedi! Rispondi.”

Gabriel: “Però i piatti li lavo io”

Gabriel risponde al telefono.

Gabriel: “Pronto?....Pronto???...Mi senti?...Aspetta che mi sposto, c'è poco campo...si dimmi.”

 

Pochi minuti dopo Gabriel chiude la chiamata.

Era Isaia che voleva sapere se c'erano novità riguardo al caso.Purtroppo nessuna, ma sperava di averne presto.

Un rumore di vetri rotti arriva dalla cucina.

Claudia: “Cazzo.”

Gabriel corre in cucina.

Gabriel: “Claudia, tutto ok?”

Claudia: “Tranquillo non è successo nulla, mi è solo scappato il bicchiere. Ora raccolgo i vetri.”

Gabriel: “Aspetta faccio io.”

I due si abbassano per raccogliere i vetri rotti e si trovano vicinissimi, le loro fronti quasi si sfiorano. Si immobilizzano, il respiro si ferma,si guardano negli occhi per secondi che sembrano minuti,attimi che sembrano non finire mai.

Poi Claudia si avvicina, le loro labbra si sfiorano.

Rimangono così per qualche attimo, poi Gabriel, come ridestato da un sogno, risponde al bacio.Un bacio tenero, dolce.Si alzano in piedi e appoggiati al tavolo continuano a baciarsi...

Claudia lo stringe forte a se, quasi non le sembra vero. Le era mancato tantissimo in quei mesi, ma ha sempre saputo di amarlo.Gabriel l'abbraccia, le accarezza il collo e il viso.

Con tutta la paura che ha avuto di perderla...Claudia inizia a sbottonargli i primi bottoni del gillet, intanto si spostano sul muro della cucina e con una mano, senza guardare trova la maniglia della porta e l'apre.

I baci si fanno sempre più passionali.

In corridoio, appoggiati al muro, Claudia arriva fino all'ultimo bottone poi inizia a sfilarglielo dalle braccia.Gabriel, staccandosi pochissimo dal bacio la blocca per un secondo.

Gabriel: “Non stai ancora bene, se ti facessi male?...” sussurra.

Claudia: “Non avere paura...”

Gabriel: “Ma..”

Claudia lo zittisce con un altro lunghissimo bacio, poi lo trascina in camera da letto.

Gabriel, un po' intimidito, le sfila molto delicatamente la maglia facendo scorrere una mano sulla schiena nuda di Claudia. 

Claudia: “Gabriel...” il nome appena un sussurro.

Gabriel le bacia il collo.

Appena rialza il viso si fermano...Claudia quasi d'istinto passa una mano sul collo della camicia.

Claudia: “Sei sicuro?...” chiede con voce quasi impercettibile, come se avesse paura di un suo rifiuto.Gabriel fa cenno con la testa, un piccolo movimento del capo che per lei significa il mondo.

In pochi secondi gli strappa il collare bianco, lo butta a terra e inizia a slacciare i bottoni della camicia.

Lui la prende e la tira a se, quasi con violenza si appoggiano alla porta, della camera, appena chiusa quasi come a voler nascondere il tutto, come se non sapessero che in casa non c'è nessun' altro a parte loro.La camicia cade a terra insieme a tutti gli altri vestiti...Rimangono solo loro due, fuori dal mondo. Loro che si abbracciano, che si stringono.

La pelle diafana di lei che si unisce a quella di lui.

 Sospiri e passione.

Nuovi sentimenti e nuove emozioni.

Arrivano al letto, Gabriel la trascina vicino a se. Claudia che lo stringe forte. Le coperte che li avvolgono, solo loro e nulla intorno.Le mani di lei che graffiano la schiena di Gabriel.

Lui le accarezza, la abbraccia, quasi timoroso, insicuro. Claudia sa che forse sta correndo un po' troppo, rallenta, lo abbraccia, gli bacia il viso, la fronte, poi un lungo bacio. Rallenta di nuovo mordendogli un labbro.Attimi di passione e di puro amore. 

Gabriel è completamente stordito, la passione che lo travolge, ma anche la paura di farle male che non lo ha mai abbandonato.Si rigirano nel letto, sono una cosa sola...sono un'unica cosa.

I loro corpi che si toccano, che si uniscono.

 Lui dentro di lei, il respiro si ferma, il cuore batte forte.

Claudia per la prima volta si sente amata e non usata e sapeva che questo è amore vero...

Gabriel l'ama forse di più di quanto lei ami lui. Si sottovaluta, perchè lei lo ama più della sua stessa vita, ma sente che l'amore di lui è più grande di qualsiasi cosa.Poteva dire che era la prima volta per entrambi.

Alla fine, i loro visi che si sfiorano, lei che gli bacia la fronte ansimando, poi si sposta alle guance e al collo.

 Lui che respira travolto dal suo profumo.Gabriel si volta a baciarle il collo e poi a salire.

Un ultimo lungo bacio, poi lei si sposta appoggia il suo visto sul petto di Gabriel e si addormenta.

 Lui stremato, ma ancora senza parole rimane sveglio a fissare il buio, poi si addormenta.

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Capitolo 15
*** Segreto ***


La mattina dopo.

 

Una debole luce filtra dalle persiane chiuse della camera da letto. E' l'alba sulla città di Roma.

Gabriel e Claudia dormono ancora. Si abbracciano, vicini.

Claudia, ancora appoggiata al petto di lui, si sveglia, ma non si muove. Ascolta il rumore del battito del cuore di Gabriel. Quel tum...tum... la fa sentire serena, ma sa che quel cuore non le appartiene ancora ancora totalmente. Gabriel la ama, ma non ha ancora preso una decisione.

Pochi minuti dopo Gabriel si muove.

Claudia: “....hei...” sottovoce.

Gabriel apre gli occhi le accarezza la schiena.

Gabriel: “hei...”

Claudia vorrebbe parlare, vorrebbe dirgli quanto è stato favoloso la notte prima, ma non trova le parole e non vuole rovinare quel bel momento. Sono ancora insieme, dopo tutto quello che hanno trascorso.

Claudia si avvicina di più, si appoggia al cuscino, i loro visi che si toccano.

Gabriel le da un tenero bacio. Ormai la paura e l'insicurezza sono svanite.

Gabriel: “Buongiorno...”

Claudia sorride.

Claudia: “Buongiorno..”

Gabriel: “Dovremmo alzarci...”

Claudia: “No...restiamo qua...restiamo ancora un po'...”

Gabriel tira la coperta fin sopra le spalle nude di lei.

Gabriel: “Hai freddo?...”

Claudia fa cenno di no con la testa..

Claudia: “No, sto bene...sto benissimo qui...”

Gabriel l'abbraccia e la tiene stretta a se.

Gabriel: “Claudia...io...”

Claudia: “sssssh...qualsiasi cosa sia può aspettare.”

Nasconde il volto fra la spalla e il collo di lui e chiude gli occhi. Gabriel le prende la mano per stringerla nella sua.

I due cadono in uno stato di dormiveglia per un'oretta.

 

Gabriel si risveglia e guarda l'orologio.

Gabriel: “Claudia....” sussurra.

Claudia: “....hum....”

Gabriel: “Dobbiamo alzarci ora, però....sono le nove”

Claudia: “No,facciamo finta di nulla, facciamo finta che il mondo non esista...”

Gabriel: “...magari...”

Claudia si alza per baciarlo.

Claudia: “Dai, alziamoci,colazione? Vado a preparare il caffè...”

Gabriel: “Tranquilla, prendo qualcosa per strada...”

Claudia: “No, colazione ora. Quando dici così alla fine non mangi nulla.”

Gabriel: “Mi conosci così bene?”

Claudia: “Abbastanza” sorride.

Gabriel la bacia ancora poi si alza dal letto, recupera i vestiti ed entra in bagno.

Claudia rimane ancora qualche minuto nel letto, sente l'acqua della doccia scorrere. Rimane a pensare alla notte prima, il suo cuore è pieno di gioia. Non crede ancora a tutto quello che è successo.

Sposta le coperte, si alza e inizia a vestirsi con le prime cose che trova.

 

 

Una ventina di minuti dopo Gabriel compare sulla porta della cucina, appoggia la giacca sulla sedia e finisce di abbottonarsi la camicia.

Prende il colletto bianco dalla tasca della giacca.

Claudia: “Ti prego,non metterlo...”

Gabriel: “Claudia....”

Claudia: “Solo per adesso, mettilo quando esci...”

Gabriel: “Va bene...” risponde dopo qualche secondo riponendolo ancora nella tasca.

Claudia: “Per colazione c'è il mondo, tu cosa preferisci?”

Gabriel: “E' Alonso che ti porta tutta questa roba?”

Claudia: “Si e no...”

Gabriel: “Come si e no? Hai cibo per sfamare un esercito!!!” ride

Claudia: “Si,sta per -me lo porta Alonso di sua iniziativa-, il no sta per -non è idea di Alonso, ma gli ho fatto una lista...-in ogni caso è colpa sua.”

Claudia ride.

Gabriel è felice di vederla così, iniziavano a mancargli le sue risate.

Claudia: “Su mangiamo, il caffè si raffredda...non te ne faccio un altro e riscaldato fa schifo!”

Claudia versa il caffè nelle tazzine e poi i due si siedono al tavolo.

Gabriel: “Sono già le dieci...mi meraviglio che non mi abbiano ancora cercato.”

Claudia: “Finchè non ti cercano puoi restare qui...”

Gabriel: “Lo sai che non me lo devi dire due volte...”

Claudia: “Allora non te lo ridico.” sorride.

Gabriel si alza, aiuta Claudia a sparecchiare il tavolo e finisce di prepararsi per uscire.

Claudia accende la radio che si trova sul frigorifero, la sua miglior amica in questi giorni. Una musica lenta e dolce invade la stanza.

Gabriel è in salotto a sistemare gli appunti, mette tutto nelle cartelline di carta e le infila nella tracolla.

Claudia: “Sei in moto?”

Gabriel: “No, per venire qui non la uso mai, troppo riconoscibile. Ma i pullman sono così comodi.”

Claudia: “E certo, stare in piedi, ammassati, con tutta quella gente sudatissima...”

Gabriel: “Claudia!!!”

Claudia ridendo si passa una mano sul volto.

Claudia: “Non ho potuto farne a meno!!!”

Gabriel finisce di sistemare le cartelline e i due si avviano alla porta.

Claudia: “Passi sta sera?”

Gabriel: “Ti telefono più tardi...”

Claudia: “Sei già così distante...”

Claudia non riesce a finire la frase che Gabriel lascia cadere la tracolla per terra e l'abbraccia.

Gabriel: “Ora devo andare...”

Si fissano negli occhi per qualche secondo, poi lui la bacia un'ultima volta, apre la porta ed esce di casa.

 

 

Claudia rimane di fronte alla porta chiusa per qualche secondo.

Claudia: “Dovrai scegliere...” sussurra tra sé.

Si risveglia dallo stato catatonico in cui era caduta e torna in cucina a lavare le tazzine e quelle poche posate che hanno utilizzato per la colazione.

Alla radio stanno mandando una chiamata di un ascoltatore, pochi attimi rientra lo speaker.

Speaker: “Grazie Riccardo per la tua telefonata. Ma ora torniamo alla musica. Parliamo di lei, Alessandra Amoroso. Vi ricordate quella ragazzina di

qualche anno fa ad Amici? Capelli corti, lacrima facile? Bene ora è una delle nuove e più belle voci della musica italiana, i suoi dischi hanno venduto milioni di copie e meritando tantissimi premi. Proprio in questi giorni è in uscita il suo nuovo disco. Ma ora ci ascoltiamo un suo vecchio successo, che c'è stato richiesto da molte ascoltatrici, dall'album Senza Nuvole, per voi di radio One, “Segreto”....”

Dalla radio parte la musica e una volte calda e tranquilla invade la stanza.

 

Non lo dirò a nessuno

lo terrò lì nascosto

senza lasciare segno,

il segno in nessun posto.

e non avrà una data

per una ricorrenza

il mondo non saprà

mai della sua esistenza.

 

Claudia sente la prima strofa. Quelle parole le conosce. Non ha mai sentito quella canzone, ma sente che c'è qualcosa ce l'accomuna.

Chiude l'acqua del lavandino e si asciuga le mani nello strofinaccio.

 

eppure è grande,tanto grande

che il silenzio a volte mi fa soffocare

mmmhmm..

non è un tesoro negli abissi

è invece tutto il mare.

 

Claudia si appoggia al tavolo e ascolta la canzone.

 

il nostro amore è segreto

amore sottovoce,

amor che non si deve

amore che non avrà mai luce

amore maledetto,

amore latitante,

amore senza nome o direzione

solo amore.

 

Una lacrima le scende sulla guancia, ma si affretta ad asciugarla. Non poteva esserci canzone più azzeccata per quella mattina e lo sa.

Un casualità, un gioco del destino che però l'ha messa di fronte alla pura verità.

 

lo sento respirare

tra i sogni e le lenzuola

è grazia ed è condanna

che sentirò io sola.

non lo darò alla gente

perchè non possa usarlo

preferirei morisse

piuttosto che sporcarlo.

 

Impossibile per lei non pensare a Gabriel. Avrebbe voluto che fosse li anche lui, che fosse uscito cinque minuti più tardi. Avrebbe voluto che anche lui sentisse quelle parole.

Non era entrata in argomento quella mattina, non voleva correre troppo, non voleva fargli domande subito. Ma presto avrebbero dovuto parlarne.

 

perchè lui è puro,

tanto puro che non so

se io lo posso meritare

mmhmm

per questo lo terrò qui chiuso

a costo di impazzire.

 

Claudia: “vero...non so se lo posso meritare...”

 

il nostro amore è segreto

amore sottovoce,

figlio di un dio sbagliato

amore,che non avrà mai luce

amore maledetto,

amore latitante,

amore senza nome o direzione

solo amore

solo amore

solo amore!!

solo amore..

amore senza fine,

amore che c'ha fame!

amore prepotente

che ti prende a pugni il cuore!

amore rinnegato,

amore che è in galera

il giorno si fa sera

e resta sempre lì dov'era.

 

solo amore

solo amore

solo amore

solo amore

solo amore

solo amore

solo amore..

 

La canzone sfuma e rientra la voce dello Speaker.

Speaker: “E questa era Alessandra Amoroso. Ora ci fermiamo per una pausa, non andate via.”

Parte il jingle.

Claudia spegne la radio e asciugandosi l'ultima lacrima va a farsi una doccia.

 

**

 

Gabriel aveva ormai sceso tutte le scale del palazzo,ma non ne era ancora uscito.

Appoggiato al portone del palazzo stava pensando alla notte appena finita.

Si sentiva bene,maledettamente bene,come forse non lo era mai stato prima.

C'era però qualcosa che continuava a richiamare il suo pensiero,questa volta aveva completamente tradito il giuramento che aveva fatto anni fa,

quando pensava che avrebbe fatto parte di lui per tutta la vita.

Mentre si tormentava l'anima,quando avrebbe dovuto sentirsi soltanto felice,squilla il cellulare.

Gabriel:"Si?"

Isaia:"Gabriel,abbiamo delle novità. Raggiungo Samuele,ci troviamo in congregazione."

Gabriel riattacca,prende il colletto bianco dalla tasca e se lo aggiusta sulla camicia.

 

**

 

Isaia scende dalla macchina e si avvia con passo spedito verso la congregazione ma,gli si para improvvisamente davanti qualcuno che sperava ormai di non dover più rivedere,da quando lo aveva cacciato di casa.

A testa bassa cerca di passare oltre,ma viene preso per il braccio e bloccato.

Stefano:"Dobbiamo parlare!"

Isaia:"Non penso sia il momento adatto,ho degli impegni e un lavoro da seguire e magari cercare di portare a termine il più in fretta possibile."

Stefano:"ci vorrà solo un minuto,devi collaborare come abbiamo sempre fatto e poi ti lascerò in pace."

Isaia spazientito,sa che non esiste alcun modo per tirarsi indietro dalla conversazione,spera solo di finirla abbastanza velocemente,prima dell'arrivo

di Gabriel.

Isaia:"Avanti,cosa c'è di così urgente?"

Stefano:"Mia figlia,dove la state nascondendo?"

Isaia:"questa è una domanda che non avresti dovuto farmi. Sai già che non ti risponderò,a meno che tu non abbia altre domande alle quali pensi ti possa dare una risposta,è meglio finire qui la conversazione"

Stefano:"Sai benissimo che potrei essere più d'aiuto di quei due nuovi vostri aiutanti...permettetemi di collaborare,e ditemi dove tenete mia figlia!"

Isaia:"vede,sono decisioni che non posso prendere da solo,ne discuteremo e le faremo sapere...buona giornata!"

Stefano:"Non ve la caverete così facilmente..."

Stefano molla la presa dal braccio di Isaia che si dilegua velocemente,mentre lui torna ad appostarsi all'ombra vicino a una colonna,aspettando il

momento opportuno per agire.

 

**

 

Gabriel scende dal pullman e si avvia verso la congregazione.

Entra nello studio di Isaia,che lo stava aspettando insieme a Samuele e Damiano.

Tutti e tre lo fissano.

Si sente morire dalla vergogna.

*Perchè mi fissano così?*

Accenna un piccolo sorriso e si dirige verso la sedia,sempre sentendosi addosso lo sguardo dei tre.

In realtà non lo stavano veramente fissando,erano tutte sue idee,ma si sentiva come se fosse entrato all'interno del tribunale dell'inquisizione.

Si siede e con la mano cerca di allargarsi un po' il colletto della camicia che lo stava ormai soffocando,e chiede:"allora,cosa avete scoperto di nuovo?"

Isaia si aggiusta gli occhiali e dice:"In realtà non molto,niente che possa aiutarci davvero...Damiano pensa che far analizzare le ossa possa essere una buona idea..."

Damiano:"Solo che non sarà facile trovare qualcuno che le analizzi senza insospettirsi..."

Gabriel:"Ma certo!"

Si volta verso Isaia con la speranza che abbia capito la sua idea.

Gabriel:"Dovremmo far analizzare le ossa al Dottor Gaslini, lui ci aiuterebbe di sicuro!"

Isaia:"Ma Gabriel...mi sembra una decisione un po' avventata,non credi che forse dovremmo prima discuterne io e te..in privato?"

Gabriel:"No,non c'è niente da discutere...fidati e basta. Portatemi delle ossa,le porterò io stesso a Gaslini."

 

Gabriel recupera qualche osso e si dirige verso la clinica privata del dottor Gaslini,sperando che il suo piano funzioni.

 

Alonso intanto,stufo di restare chiuso in congregazione,dove il caldo ormai aveva preso il sopravvento,approfitta del poco lavoro e decide di andare a trovare Claudia, perchè da lei,c'era soprattutto l'aria condizionata.

Quello che Alonso non sa è che fuori dalla congregazione c'è qualcuno che lo sta tenendo d'occhio e lo segue fino a casa di Claudia.

 

Gabriel arriva alla clinica,cerca il dottore,trovandolo poi nel suo studio.

Gli parla della nuova pista che stavano seguendo e delle ossa incise che hanno trovato.

Gaslini,come Gabriel sospettava,non sembra molto sorpreso della storia delle ossa.

Di certo in passato era stato lui ad aiutarlo.

Quello che lasciava perplesso Gabriel,era il fatto che Gaslini si mostrava parecchio stupito sul fatto che oltre alle ossa vecchie,ne avevano trovate anche di nuove.

Gaslini:"Le analizzo io Gabriel,non ti preoccupare,se hai un po' di tempo e ti va di aspettare qui,ti darò i risultati delle analisi in pochissimo tempo"

 

**

 

Alonso bussa alla porta di Claudia.

Una Claudia raggiante come non mai lo invita ad entrare e ad accomodarsi dove vuole.

Alonso:"Claudia,dov'è il telecomando?"

Claudia:"Quello della tv?è lì proprio davanti a te!"

Alonso:"no, non quello della tv, quello del condizionatore,fa troppo caldo."

Claudia:"Alonso, vorresti dirmi che vieni qui solo per sfruttarmi visto che ho il condizionatore?"

Alonso:"Ma cosa dici...non solo per quello, anche perchè mi prepari sempre qualcosa di buono...me lo porteresti qualcosa di fresco da bere?"

Claudia guarda Alonso e ride.

Alonso:"Oh, ecco il telecomando! Era sotto al cuscino della poltrona!"

Claudia e Alonso passano la giornata parlando del più e del meno,poi,visto che ormai si era fatta una certa ora, Alonso la saluta e parte alla volta della congregazione.

Quando ormai l'uomo che aveva seguito Alonso, era sicuro che se ne fosse andato e che non ritornasse più indietro,si avvicina alla cassette della posta e estrae qualche lettera;indossa un cappellino e sale le scale,dirigendosi alla porta della casa di Claudia.

Lui non sapeva perchè lo stava facendo,non sapeva perchè si stesse esponendo così tanto,aveva scoperto dove tenevano nascosta sua figlia,non c'era nessun motivo per bussare alla sua porta...ma ne sentiva il bisogno.

Bussa alla porta e Claudia gli apre.

Claudia è stupita,si aspettava probabilmente di ritrovare Alonso che aveva dimenticato qualcosa,invece è un uomo che non conosce.

Claudia:"Salve, ha bisogno qualcosa?"

L'uomo la fissa,quasi impietrito,non sa cosa dire,si è dimenticato tutto il discorso che si era preparato mentre saliva le scale.

Si accorge poi che lei lo fissa insistentemente e dice "Salve...ehm...devo consegnare della posta e una raccomandata...è lei la signora Di Nardo?"

Claudia:"no,mi dispiace non sono io...ha sbagliato"

Stefano:"Non ho visto la targhetta col nome sopra al campanello,così ho provato a suonare ad intuito..."

Claudia:"Si,ha ragione,la targhetta non c'è,ma non penso che la metterò..abito da poco qui e molto presto me ne andrò..."

Stefano:"...ah..."

Claudia:"Se non c'è nulla per me,arrivederci!"

Stefano la guarda un po' stordito,poi fa finta di controllare le lettere e dice:"no,mi dispiace,non c'è nulla...arrivederci!"

L'uomo si dilegua dalle scale e mentre Claudia richiude la porta,pensa *che tipo strano,ha detto che non c'è nulla per me quando non sa nemmeno come mi chiamo...*

 

**

 

Intanto alla clinica,il dottore ha finito di analizzare le ossa e si dirige nel suo ufficio per spiegare cosa ha trovato a Gabriel.

Gabriel:"Ha scoperto qualcosa che ci può essere utile?"

Gaslini:"Queste ossa sono fresche,diciamo...Serventi è tornato a farsi curare,ma non so da chi. Una volta ero io il suo medico personale,quello che lo aiutava,l'ho inventato io questo metodo. Quello che so è che ora deve aver trovato qualcun altro che lo aiuta. Serventi ormai mi ha tagliato fuori da questa storia e penso che abbia tagliato fuori quasi tutti,tua madre compresa. Le sue intenzioni sono cambiate,non sono più quelle su cui tutti noi eravamo d'accordo. Sta prendendo la direzione sbagliata. Ora tutto quello che so dirti è che è molto debole. E Gabriel,nonostante tutto quello che è successo in passato,spero che tu possa accettare il mio aiuto per risolvere questa faccenda."

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Capitolo 16
*** Ti Amo ***


Gabriel:"Si,mi fido...alla fine credo che tutti sappiamo qual è la giusta scelta da fare,e penso tu abbia appena fatto la tua."
Gabriel guarda il dottor Gaslini.
Al buio dello studio del dottore,per via delle persiane semichiuse per evitare l'entrata di troppo caldo,i due avevano ormai raggiunto la giusta
intesa.
Gabriel era fiducioso del fatto che questa volta Gaslini avesse davvero deciso di schierarsi dalla parte giusta.
Forse la setta si stava davvero sgretolando piano piano,Serventi aveva fatto male i conti...o almeno è quello che pensavano Gabriel e tutti gli altri,
ma di Serventi non avevano più avuto alcuna traccia:avevano poche informazioni e quel poco che avevano scoperto non li aveva portati a nessuna
conclusione rilevante.
Gabriel esce dallo studio e si ritrova catapultato direttamente nel giardino dove rimane accecato dai raggi di luce del caldo sole ai quali per il
troppo buio,non era più abituato.

A qualche chilometro di distanza,i raggi del caldo sole che avevano appena causato la perdita momentanea della vista a Gabriel,premevano contro le
finestre di una delle tante case in mattoni che si ripetevano uguali nei vari vialetti.
Solo una di queste case si distingueva dalla massa e richiamava l'attenzione su di se:alcune finestre erano sprangate e il giardino non era di certo
ben curato;erbacce crescevano indisturbate e dell'edera aveva quasi coperto del tutto la facciata.
Di certo la casa non era abitata da molto tempo,ma non era neanche in vendita e questo causava l'indignazione degli abitanti della cittadina che
la consideravano come un pugno nell'occhio.
All'interno della casa,in una delle stanze del secondo piano,una luce tenue baluginava attraverso le tende.
Le pareti erano quasi come foderate da vecchi libri rilegati in pelle e un imponente letto a baldacchino,faceva da padrone nella stanza.
Una donna era appoggiata ad una scrivania traballante situata vicino alla finestra e guardava fuori,sbirciando dietro le tende quella che per lei era
monotona vita delle persone normali.
Ad un tratto,una flebile voce si alzò dal letto a baldacchino.
Serventi:"Ho sete"
La donna si scostò dalla scrivania,abbassò il cappuccio della veste lentamente e uscì dalla stanza,dove si ripresentò pochi secondi dopo con una
caraffa impolverata e un bicchiere su un vassoio.
Si avvicinò al letto,posò il vassoio sul comodino e versò dell'acqua nel bicchiere.
Serventi cercò di alzare il braccio per tenderlo verso la mano di Hester,il vero nome della donna che lo aiutava e che fino ad ora sembrava essergli rimasta
fedele, che gli porgeva il bicchiere,purtroppo però il risultato fu solo un gemito di
dolore.
Le ferite dell'operazione non si erano ancora rimarginate,Esther era alle prime armi e non aveva fatto proprio un ottimo lavoro.
Così lei dovette avvicinare il bicchiere alla bocca di Serventi e dargli da bere...di certo non era quello che lui voleva,infatti,dopo aver bevuto
fece una smorfia di disgusto e si voltò dall'altra parte.
Serventi:"Cosa hai scoperto di nuovo?"
Hester:"come già sapevi,hanno ritrovato le ossa,ma non hanno ancora concluso niente a riguardo.La donna è sempre nascosta,ma prima o poi si tradirà e uscirà
allo scoperto,per questo continuerò a tenere d'occhio la situazione.Clara è scomparsa,stavo seguendo le sue tracce...ma sono sola e non è facile stare
dietro a tutti. In più ora abbiamo un nuovo impiccio,Stefano Munari è tornato e non ho ancora capito quali sono le sue vere intenzioni."
Serventi:"E il dottor Gaslini in questa storia che ruolo ha?"
Hester:"So che Gabriel è andato da lui per chiedergli spiegazioni sulle ossa,non sanno più a cosa aggrapparsi...se dovesse collaborare con loro,cosa
facciamo?"
Serventi:"...lo eliminiamo,non accetterò altri impicci.Devo rimettermi il più in fretta possibile e affrontare Gabriel,e questa volta sarà lo scontro
definitivo!"

**

Il sole filtra soffocante dalle finestre di una Roma in piena estate.
Claudia vaga sconsolata per il nuovo appartamento.
Quella casa sta diventando sempre più piccola, sono giorni che è chiusa dentro quelle quattro mura, segregata e nascosta dal resto del mondo.
Cerca qualcosa per passare il tempo, ma il tempo non ne vuole sapere di scorrere, soprattutto perché non ha un motivo valido, nessuna attesa,
nessuna cosa da fare, nessuno con cui parlare.
Il suo pensiero corre sempre a Gabriel.
Da quando era uscito di casa,ormai da un paio di giorni,non ha mai smesso di pensare a lui e alla notte che hanno passato insieme.
E' stata una svolta? E' stato un errore? Vorrebbe sapere come sta Gabriel, ma quella mattina non ha avuto il coraggio di chiedergli nulla.
All'improvviso un'idea gli balena nella mente.
Una passeggiata, una semplicissima passeggia solo per prendere una boccata d'aria, per uscire qualche minuto dal soffocante appartamento che
si sta trasformando in una prigione.
Veloce corre in camera a cambiarsi. Una sistemata ai capelli, un filo di trucco sugli occhi, infine recupera una borsa dall'attaccapanni vicino alla
porta, la riempie con quelle poche cose che le possono servire, prende le chiavi dalla ciotolina vicino alla porta ed esce.
Un attimo di smarrimento la coglie sull'uscio. Sono quasi due mesi che non esce da sola, non vede l'ora di farlo, ma ha anche un po' di ansia.
Si sente quasi debole, vulnerabile agli occhi del mondo. Sa che è solo una sua impressione, è troppo tempo che è da sola, è ora di riprendersi e di
tornare alla vita. E' ora di riprendersi la vita.
Non prende l'ascensore, gli spazi chiusi le danno ansia. Scende le scale molto lentamente, non ha più dolore, le ferite si sono rimarginate, ma i
gradini sono ancora difficili da fare.
Arriva al portone. E se dovesse venire qualcuno a cercarla?
Claudia: "Al diavolo, non ci torno di sopra…"
Apre il portone ed esce in strada.


L'aria le invade i polmoni. Finalmente un po' di libertà, ne aveva bisogno.
Attraversa la strada e guarda le vetrine. Passeggia per qualche metro, poi si ferma ad un bar. Un bel caffè, quanto le è mancato questo piccolo gesto.
Esce e continua a passeggiare. Vorrebbe una sigaretta, ma si trattiene.
Volta l'angolo e si blocca.
Una ragazza spinge una carrozzina, sta guardano le vetrine di un negozio per bambini.
Quella ragazza è Giulia.
Sono passati mesi da quando ha saputo che avrebbe avuto un figlio da Pietro, quel povero ragazzo ucciso da quel mostro di Serventi.
Ora era li e Claudia si era totalmente dimenticata di lei per tutto questo tempo.
Sembrava felice, anche se Claudia sapeva che non poteva essere così.
Con passo lento le si avvicina.
Claudia: "Giulia…"
La ragazza si volta, quasi stranita, non si aspettava di incontrare nessuno.
Giulia: "Claudia!"
Claudia: "Ciao…"
Giulia un po' intimidita la guarda per qualche istante.
Giulia: "ciao, quanto tempo…"
Claudia: "Mi dispiace di non esserti stata vicina in questo periodo…te lo avevo promesso…"
Giulia: "E' tutto ok, io sto bene, anzi…noi stiamo bene…"
Si volta con un piccolo sorriso sulle labbra a guardare il bimbo che dormiva beato dentro la carrozzina.
Giulia: "Lui è Pietro."
Claudia: "Lo immaginavo. E' bellissimo…"
Una Claudia un po' malinconica guarda il piccolo. Pensa se mai avrà un figlio suo, lo vorrebbe più di ogni altra cosa al mondo.
Ma solo con una persona. E quella persona doveva fare una scelta.
Giulia: "Ma dimmi di te! Sei sparita…"
Claudia: "Una lunga storia, sono stata quasi un mese in ospedale. Mi dispiace dirtelo così, ma stiamo cercando la persona che ha ucciso Pietro.
In realtà Gabriel lo sta cercando, io dovrei starmene fuori…a dire il vero al momento ne sono fuori…"
Giulia: "In ospedale? Ma stai bene ora?…"
Claudia: "Diciamo di si…ma tu che fai? Dove sei ora?"
Giulia: "Io per ora ho lasciato gli studi, voglio seguire Pietro, almeno per i primi anni. Magari in futuro riprenderò. Abito dai miei, fuori Roma.
Oggi sono qui per caso, mio padre aveva delle commissioni da fare e a me mancava questa città…"
Le due rimangono per qualche secondo in silenzio, vorrebbero parlare, ma le parole non escono.
Giulia: "…digli che mi dispiace."
Claudia: "Scusa?…"
Giulia: "Al prof….a Gabriel. Digli che mi dispiace per l'ultima volta che ci siamo visti e per come gli ho risposto."
Claudia: "Tranquilla, non è arrabbiato con te…"
Giulia: "Lo so, ma io mi sento in colpa…ero distrutta, avevo appena scoperto di aspettare un figlio e poco dopo mi ritrovo sola…tu diglielo, mi fa
sentire meglio che sappia questa cosa. Non me la sento ancora di incontrarlo di persona, non riuscirei a parlargli…"
Claudia: "Gli e lo dirò, stai tranquilla."
Giulia fa un piccolo sorriso.
Giulia: "Sediamoci, parliamo un po'! Ho voglia di gelato, ti va?"
Claudia: "Certo!"

**

Gaslini,dopo aver passato un intero pomeriggio seduto alla scrivania del suo ufficio pensando a se avesse davvero preso
la decisione giusta,si era finalmente convinto.
Sosteneva ancora la causa della profezia,ma non sosteneva più le idee di Serventi.
Ora doveva solo trovare Clara,sicuramente anche lei la pensava come lui,si trattava pur sempre del figlio.
Per Gabriel,già prima della sua nascita,avevano progettato parte del suo futuro.
Fino a quel momento,tutto stava andando per il verso giusto,nonostante
Gabriel si rifiutasse di credere a quella profezia della quale ne lui ne gli altri al di fuori del candelaio sapevano qualcosa;e ora di certo
Serventi non avrebbe rovinato il loro piano solo per la sua smania di potere.
Così Gaslini aveva deciso di continuare le sue ricerche,torna a casa sua,dove non tornava più da tempo,perchè era solito passare le sue giornate
in clinica.
Dopo aver rovistato tra i vari libri sistemati minuziosamente sulla libreria,trova proprio quello che gli serviva.
Sembravano semplici quaderni con appunti sconclusionati e formule strane,in realtà erano qualcosa di molto più complicato e importante.
Gaslini raccoglie così tutti i quaderni,esce di casa,sale in macchina e guida verso la congregazione,sperando di trovare Gabriel.

Pochi minuti e Gaslini arriva in congregazione,bussa alla porta dello studio di Gabriel una,due volte...ma non apre nessuno.
Quasi assurdamente aveva pensato di poterlo trovare al suo studio.
*quel ragazzo non è mai fermo,di certo avrei dovuto aspettarmelo che non lo avrei trovato qui..."
Pronto ad uscire dalla congregazione,mentre ne percorreva i corridoi,scorge Isaia mentre discute animatamente con due ragazzi.
Si avvicina,saluta e chiede:"Sto cercando Gabriel,sapete dirmi dove posso trovarlo?"
Isaia:"Di che si tratta?può parlarne anche con me..."
Gaslini lo guarda,poi sposta lo sguardo sui due nuovi ragazzi ed infine torna a guardare Isaia.
Gaslini:"Sono faccende un po' private,non so se mi capisce..."
Isaia:"Capisco.Bene,allora possiamo andare a parlarne nel mio studio...Ragazzi,per oggi abbiamo finito."
Isaia e Gaslini procedono verso lo studio,una volta entrati,Isaia si siede alla sua poltrona e un Gaslini un po' incerto dice:"Penso che anche
Gabriel debba raggiungerci,non dirò niente finché anche lui non sarà qui con noi."
Isaia:"Immaginavo,ora lo chiamo per avvertirlo,non appena sarà qui discuteremo di quello che ha scoperto."

**

Sono quasi le cinque del pomeriggio quando Claudia ritorna a casa.
Si aspetta di uscire a fare un giro di qualche minuto invece era stata fuori ore.
Spera che nessuno sia venuto a cercarla, soprattutto che non sia passato Gabriel.
No, se fosse passato probabilmente lo avrebbe trovato li ad aspettarla, arrabbiato perché era scappata di casa.
Però voleva sentirlo. Voleva dirgli di aver visto Giulia. Voleva dirgli del bambino.
Non riesce a resistere, prende il cellulare dalla borsa e lo chiama.
Dopo una decina di squilli, appena prima di schiacciare il fasto per chiudere la chiamata una voce risponde dall'altro lato del telefono.
Gabriel: "Claudia…stai bene? E' successo qualcosa?"
Claudia: "Gabriel sto bene…ho visto Giulia"
Gabriel: "Cosa?…scusa, come hai visto Giulia?"
Claudia in colpa per essere uscita senza avvisare nessuno confessa tutto.
Claudia: "Non ti arrabbiare, ma…sono uscita. Non ce la facevo più a uscire a restare chiusa qua dentro e…"
Gabriel: "No fermati…cosa hai fatto?…"
Claudia: "Gabriel…io…"
Gabriel: "Tra poco passo da te…"
Gabriel chiude la comunicazione.
Claudia rimane male a questa risposa, si aspettava qualcosa di simile, ma non aveva mai sentito Gabriel arrabbiato veramente con lei.
Venti minuti dopo suona il campanello. Va ad aprire e Gabriel rimane sulla soglia di casa.
Claudia: "Non chiedermi perché l'ho fatto. Non riuscivo più a starmene qui dentro…sai quanto mi costa per me tutto questo…"
Gabriel: "Non ti voglio chiedere nulla, ma potevano vederti…"
Claudia: "Sei arrabbiato come me?"
Gabriel: "si…."
Claudia si volta a guardare un punto fuori dalla finestra del salotto, poi fissa il pavimento.
Gabriel: "Dovrei essere arrabbiato con te, si. Ma non ci riesco…"
Claudia alza lo sguardo sugli occhi azzurri di lui. Quegli occhi che la fanno perdere, che la fanno smarrire, che la fanno sentire bene.
Si sposta di lato per lasciarlo entrare in casa poi chiude la porta.
Gabriel si volta verso di lei e con una mano le accarezza la guancia.
Gabriel: "Non sono arrabbiato…ma non farlo più. Ti prego. Ti giuro che presto tutto questo finirà, ma fino ad allora dobbiamo andarci cauti…"
Claudia: "Ma…io dovrei stare qui? Senza fare nulla?…ti posso aiutare…ti prego dammi qualcosa da fare…"
Gabriel: "Claudia…Claudia…Claudia…"
La guarda negli occhi, con un piccolo sorriso. Gli piace la sua intraprendenza, gli piace come cerca sempre di mettersi in gioco.
Gabriel: "Per ora devi solo riposare…"
Claudia non ribatte, sa che quando Gabriel si fissa su una cosa non è facile fargli cambiare idea e lei non è in vena di discussioni.
Gabriel: "Come sta Giulia?"
Claudia: "Ha detto di dirti che le dispiace…le dispiace per quello che ti ha detto…"
Gabriel: "Le hai detto che…"
Claudia: "Che era tutto ok? si…ma ha detto che si sarebbe sentita più tranquilla se tu avessi saputo questa cosa…non si sente ancora di incontrati
però"
Gabriel: "La capisco…"
Claudia: "Gabriel…."
Un'ombra passa sul volto di Gabriel e Claudia lo abbraccia.
Claudia: "Sai che non è colpa tua…sai che è stato Serventi a uccidere Pietro."
Gabriel: "Ma io non sono riuscito a salvarlo…non ci sono riuscito capisci?"
Claudia lo stringe ancora più forte e gli passa una mano dietro la testa.
Claudia: "Non è colpa tua…"
Gabriel si allontana dall'abbraccio, lascia cadere la borsa vicino al tavolo e si siede.
Claudia: "Era con il bambino…l'ha chiamato Pietro."
Parlando del bambino le torna in mente il pensiero di prima, di un figlio suo. E l'unica persona da cui voleva quel figlio era li con lei in quella
stanza.
Claudia: "Gabriel…dobbiamo parlare"
Gabriel: "…lo so."
Claudia: "L'altra notte…"
Ma le parole si perdono, non sa come continuare la frase. Si sente bloccata.
Gabriel: "Ti amo."
Claudia sta per riprendere a parlare, ma quella due semplici parole la spiazzano. Non risponde, rimane in silenzio.
Claudia: "…ridillo."
Gabriel, guardandola dritta negli occhi: "Ti amo…lo so che devo scegliere e scelgo te…"
Claudia: "Gabriel…"
Gabriel: "Ma non posso mollare ora…dobbiamo concludere questa storia. Se lasciassi ora, se lasciassi la fuori Serventi che vita vivremmo?
Nella paura? Paura che lui ci possa trovare…no, questa storia deve finire prima…"
Gabriel si prende la testa fra le mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia.
Gabriel: "…Ho come l'impressione che tutti sappiano di noi…vado in congregazione e mi sento osservato, vado in biblioteca e mi sento gli occhi
addosso…"
Claudia: "E' solo una tua impressione, è…"
Gabriel: "Mi sento in colpa…"
Claudia non sa cosa rispondere. Sa che è sbagliato quello che hanno fatto, che Gabriel è un prete. Ma vede solo il lato bello, vede solo il loro
amore.
Si avvicina a lui, appoggia le sue mani su quelle di Gabriel e lo bacia sulla testa, poi si inginocchia di fronte a lui e con una mano gli alza il
volto.
Claudia: "Prendi quel mostro…giurami che lo prenderai".
In quello stesso istante il cellulare di Gabriel squilla.

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Capitolo 17
*** Nuovi inidizi ***


Isaia: “Gabriel, vieni in congregazione…subito, è importante!”
Gabriel riattacca il telefono e guarda Claudia negli occhi.
Claudia: “Ci sono delle novità?”
Gabriel: “Si, era Isaia…devo andare in congregazione, potremmo essere vicini a Serventi più di quanto pensiamo…”
Claudia: “vai Gabriel! Ma ti prego, non mi escludere di nuovo dalle ricerche lasciandomi qui segregata…non ce la faccio più, voglio rendermi utile!”
Gabriel senza dire niente guarda Claudia, sorride e le accarezza la faccia, poi si volta prende la borsa ed esce di casa.
Claudia lo osserva, e  sa già che le sue ultime parole sono state buttate al vento, perché lui non le dirà niente.
Il caldo era diventato ormai quasi insopportabile. Spostarsi per Roma con i mezzi d’estate era opprimente, centinaia di turisti affollavano vie, negozi e a volte arrivavano persino ad intrufolarsi in congregazione.
Gabriel avrebbe voluto usare poter usare la sua moto per spostarsi da casa-congregazione-Claudia ma era stato stabilito che era meglio muoversi a piedi per dare meno nell’occhio e non far scoprire il “rifugio segreto” di Claudia…ma solo ora Gabriel si accorgeva che era stata una precauzione abbastanza inutile, se volevano seguirlo l’avrebbero potuto benissimo fare anche se lui si spostava a piedi.
Ormai se n’era convinto, nel pomeriggio sarebbe tornato a casa e avrebbe recuperato la moto; e perché no, se le cose in congregazione non si sarebbero protratte a lungo, avrebbe tanto voluto portare Claudia a fare un giro.  Sarebbe stata al sicuro con lui. Oggi Gabriel si sentiva così, felice; aveva per un attimo messo da parte tutti i problemi che ultimamente lo assillavano e pensava solo alle cose belle. Pensava solo a Claudia.
Gabriel arriva finalmente in congregazione, varca la soglia dello studio di Isaia sfoggiando il suo meraviglioso sorriso, che però si ritrova a dover spegnere immediatamente non appena  entra a contatto con quell’atmosfera cupa che aleggia per tutta la stanza.
Isaia: “Gabriel, ben arrivato…”
Gaslini “Gabriel…”
Gabriel chiude la porta e fa cenno ai due con la testa in segno di saluto, appoggia la borsa e si siede su una poltrona libera.
Isaia, appoggiato alla scrivania all’altro lato della stanza, si avvicina un po’ di più ai due in modo da poter parlare a bassa voce e da poterli vedere meglio in faccia.
Isaia: “Il dottore è tornato a casa sua ed ha ritrovato questi vecchi quaderni…”
Gaslini: “Qui sopra Gabriel, ci sono tutti i miei appunti…sin dall’inizio! Quando ancora non avevo scoperto una cura per Serventi. Per diversi anni, ho dovuto applicare su Serventi questo metodo e lui lo ha imparato a memoria, ecco perché penso che la donna che è con lui, Esther…
Isaia: “Esther?”
Gaslini: “si, è il vero nome della donna che lo aiuta…stavo dicendo, penso che lo abbia insegnato a lei, che sia lei d aiutarlo. La setta si è “sgretolata” e lei è rimasta l’unica ad essergli devota. Quello che però non sanno, è che ci sono anche delle controindicazioni, non ho mai detto tutto a Serventi, perché non mi sono mai fidato ciecamente di lui e in fondo ho fatto bene.”
Isaia: “Buone notizie finalmente, non sappiamo ancora dove si nasconde, ma abbiamo qualcosa con cui fermarlo”
Gaslini: “Quello che mi sembra più strano è che Serventi non abbia si sia mai posto il dubbio di conoscere appieno i miei studi, non si è mai fidato particolarmente di nessuno…ora, penso che non se la stia passando tanto bene, e qualche dubbio potrebbe sorgergli. Quindi vi chiedo di tenerli voi questi quaderni, qui sopra c’è spiegato tutto e se mai dovesse succedermi qualcosa, avrete sempre una possibilità per sconfiggere Serventi.”
Gabriel: “Dottore, non le succederà  niente”
Gaslini: “Gabriel, tu hai sempre troppa fiducia in tutto e in tutti…me lo sento, Serventi sta per tornare, non so in che condizioni, ma non sarà facile sconfiggerlo questa volta…”
Isaia: “Il dottore ha ragione, dobbiamo essere pronti.” 
Gabriel: “Devo sconfiggerlo, devo farlo io, l’ultima volta c’ero quasi riuscito, questa volta porterò a termine la mia missione.”
Isaia: “no Gabriel, qui ti sbagli. Non è solo la tua missione, ci siamo dentro tutti. Io, il Dottore, Padre Alonso,  tua madre…Claudia. Nel nostro piccolo cercheremo tutti di aiutarti, non sarai mai solo, non lo sei mai stato.”
Gabriel  guarda Isaia poi Gaslini, sorride, la sensazione di felicità che provava prima di entrare in quella stanza e che aveva subito spento non appena era entrato a contatto con quell’atmosfera cupa, era tornata.
Amava Claudia e aveva degli amici fidati, piano piano tutte le cose stavano tornando al loro posto, presto avrebbe finalmente avuto la vita che non aveva mai immaginato di poter avere e che ora era tutto quello che desiderava.
I tre si salutano, Gaslini deve  tornare in clinica, Isaia deve compilare delle scartoffie, mentre Gabriel dice di avere delle “questioni importanti” da risolvere.
Gabriel, entra nel suo ufficio, prende il mazzo di chiavi che teneva in fondo al cassetto della scrivania; e di corsa, schizza fori dalla congregazione diretto verso casa.
 
 
Isaia era intento a compilare varie scartoffie, ultimamente la presenza di Gabriel in congregazione era abbastanza saltuaria, ma cercava di non farglielo pesare, aveva i suoi buoni motivi e non era il caso di fargli delle ramanzine inutili, anche se, se le sarebbe meritate.  
Immerso nei suoi pensieri, si risveglia all’improvviso quando sente bussare alla porta. Non aspettava la visita di nessuno, tantomeno dei suoi sottomessi.
Isaia: “Avanti!”
La porta si apre, Isaia alza la testa dalla scrivania e trova davanti a lui la madre di Gabriel.
Era diversa dal solito, per quel poco che la conosceva, era solito vederla sempre vestita di tutto punto, ma ora le sembrava più vecchia, stanca e trasandata.
Isaia: “Signora Antinori! Non la aspettavo, è da un po’ che…”
Clara: “Isaia, mio figlio è qui? Devo assolutamente parlarvi.”
Isaia: “no, se ‘è andato da poco, aveva delle faccende importanti da sbrigare…”
Clara: “ non posso aspettare il suo ritorno, parlerò con te Isaia, poi tu gli riferirai tutto!”
Isaia: “certamente, di che si tratta?”
Clara: “so di essere sparita nelle ultime settimane, sono stata in giro, ho cercato degli indizi…vedi Isaia, io e Serventi eravamo molto intimi, non che ci dicessimo sempre tutto, ma con il passare degli anni, ho imparato a conoscerlo, a conoscere le sue manie, i suoi segreti…perché ne aveva, non è mai stato del tutto sincero con noi membri della setta…”
Isaia: “…Quindi…?”
Clara: “Penso di aver scoperto dove si nasconde Serventi, ho girato tutti i luoghi dove sapevo avesse dei possedimenti e dopo giorni di calma piatta, ho notato dei movimenti sospetti in una paesino appena fuori Roma. Non so se si tratti davvero di loro o no, non ho potuto avvicinarmi più di tanto perché mi avrebbero scoperta. Conosco bene la donna che sta con lui, è malvagia…quasi quanto lui. Isaia, dobbiamo organizzarci e fare irruzione in quella casa prima che Serventi si riprenda e taglino la corda!”
Isaia: “Penso sia una decisione un po’ troppo avventata quella di fare irruzione in quella casa, potrebbero averci preparato un’imboscata. Inoltre il dottor Gaslini, ci sta dando un aiuto prezioso e penso sia meglio proseguire su quella strada…”
Clara: “capisco…pensavo di aver portato una buona notizia e invece voi siete già più avanti…”
Isaia: “no Clara, non mi fraintenda! Anche la sua informazione è preziosissima per noi, a questo punto, qualsiasi notizia su Serventi ci è utile per capirlo e sconfiggerlo. Solo che vogliamo andarci cauti…è una lotta che stiamo portando avanti da soli. I membri più alti della congregazione non sanno niente di tutto questo…siamo nei guai, io, Gabriel, padre Alonso…dobbiamo sistemare questa cosa una volta per tutte. Non si tratta più solo del  futuro di suo figlio, ma anche del nostro!”
 
Gabriel arriva a casa, entra in garage e recupera la sua moto. Non vedeva l'ora di poterla riusare.
Accende il motore, infila il casco ed esce in strada. Aspetta che il portone del garage si chiuda e sfreccia verso la casa di Claudia.
Pochi minuti dopo arriva di fronte al condominio di Claudia. Parcheggia la moto e sale di sopra.
Claudia apre la porta.
Gabriel: “Oggi ti voglio fare una sorpresa...”
Claudia: “...e sarebbe?”
Claudia divertita sorride.
Gabriel entra in casa, passa veloce in camera da letto, apre l'armadio e recupera il casco che aveva regalato a Claudia qualche mese prima. Passa veloce nell'anta dei giaccotti e recupera una giacca di pelle.
Gabriel: “Andiamo a fare un giro!”
Claudia stupita dalla cosa non ha parole, ma si lascia guidare da Gabriel. Infila la giacca, anche se è piena estate.
Claudia: “Fa caldo con questa!!!”
Gabriel: “Non voglio che ti prenda qualcosa...”
Claudia: “In piena estate?”
Gabriel: “...anche in piena estate”
Gabriel la guarda, i suoi occhi sono illuminati da una luce che non vedeva da molto tempo. Claudia era finalmente tornata ad essere lei.
Gabriel: “Andiamo?”

Claudia annuisce con la testa.
Recuperano le ultime cose ed escono di casa.
Claudia: “Dove andiamo?”
Gabriel: “Ti ho detto che è una sorpresa...” sorride.
Claudia: “Eddai!!!...su...” ride
Gabriel: “No...non te lo dico!”
Claudia: “Un indizio?...piccolo, piccolo! Una parola...inizia con la lettera...A...no...B?...no...”
Gabriel: “No no, non riuscirai a farmi parlare!”
Raggiungono la moto parcheggiata di fronte a casa.
Claudia: “No, è?...”
Gabriel: “No, tra poco vedrai!” Sorride “Metti il casco”
I due si infilano i caschi, poi Gabriel sale in sella e accende la moto. Claudia si siede dietro di lui e lo abbraccia forte.
Gabriel: “Pronta?...”
Claudia: “Si..”
Gabriel: “Tieniti forte.”
 
 
Il dottor Gaslini si allontana dalla congregazione per raggiungere la clinica.
Non ha voglia di raggiungere subito la sua meta. Ha bisogno di pensare, di schiarirsi le idee. Sa che quello che ha fatto ora, aiutare Gabriel e Isaia, è stato giusto. Serventi lo ha sempre usato. Non si ricorda neanche più il motivo per cui era entrato a far parte della setta.
Prende la strada più lunga e tranquillamente passeggia per le vie semi-deserte del centro di Roma.
Ad un tratto ha come l'impressione si essere seguito.
Si volta, ma non vede nessuno. Per qualche minuto scruta la strada alle sue spalle, ma non vede nessun movimento strano.
Poi si volta.
Esther: “Buongiorno dottore!”
Un coltello dalla lama sottile e affilata trafigge il medico appena sopra l'ombelico.
Esther: “Sa benissimo cosa succede ai traditori.”
Il medico, senza più respiro, non riesce più a reggersi sulle gambe e si inginocchia a terra.
Delle persone entrano nel vicolo a qualche centinaio di metri di distanza. Esther si allontana furtiva lasciando il medico agonizzante disteso sull'asfalto.
 
Quasi un'ora dopo.
Gabriel: “Siamo arrivati!”
Claudia: “Ma dove mi hai portata?...”
Gabriel: “Ora vedrai! Vieni...”
Si tolgono i caschi e li attaccano al manubrio della moto.
Un bellissimo paesaggio si allarga di fronte a loro, abbellito dal Tevere che lo attraversa. Gabriel scende verso la riva seguito da Claudia.
Gabriel: “Andiamo là, ti porto a fare un po' di canoa”
Claudia stupita rimane per qualche secondo immobile.
Claudia: “E io che pensavo fosse un'uscita romantica!!!” Ride.
Gabriel divertito la guarda negli occhi.
Gabriel: “Perché non lo è?”
Claudia: “Mi sa che non abbiamo lo stesso concetto di uscita romantica!”
Gabriel, ormai troppo vicino per riuscire a trattenersi, la bacia dolcemente.
Per qualche minuto rimangono li, sulle rive del Tevere, fuori Roma, dove nessuno li conosce, dove sono semplicemente loro, Gabriel e Claudia.
Gabriel si allontana e gli prende una mano nella sua.
Gabriel: “Vieni”
Si avvicinano a una piccola casettina situata proprio lungo il fiume, Gabriel prende le chiavi della porta dalla tasca della giacca e si sposta per far passare Claudia.
Gabriel: “Dopo di lei, signorina.”
Claudia: “Come siamo galanti...”
Claudia entra nel piccolo capanno.
Claudia: “E' tuo?...”
Gabriel: “Si...ma ha visto tempi migliori, è da parecchio che non vengo qui.”
Claudia si guarda in torno. File di canoe, tutte diverse, appese alle due pareti opposte del piccolo capanno.
Claudia: “Ma quante ne hai?...”
Gabriel: “Ora che ci penso, troppe...ma avevo una fissa per queste cose quando ero ragazzino”
Gabriel si avvicina alla parete di destra e ne stacca una.
Gabriel: “Questa ti piace?...”
Era una canoa a due posti di color rosso.
Claudia: “Si, passabile direi...”
Gabriel ride.
Claudia cerca di trattenere il sorriso, ma non riesco e scoppia in una fragorosa risata.
Gabriel inizia a preparare per l'uscita sul fiume, appena è tutto pronto avvisa Claudia.
Gabriel: “Tutto a posto, andiamo?”
Claudia: “Io ho paura di questa cosa...”
Gabriel: “Tranquilla...”
Claudia: “C'è l'acqua troppo vicina...”
Gabriel: “Poi sai nuotare no?”
Claudia: “Gabrielllll” ride picchiandogli una piccola botta al braccio.
Gabriel divertito tira fuori da dentro una cesta un salvagente.
Claudia: “Sia chiaro che quel coso non lo metto...”
Gabriel: “E invece si...”
Dopo aver convinto Claudia a indossare il salvagente si avvicinano al piccolo pontile.
Claudia: “Ti avviso che non ho la minima idea di come si faccia...”
Gabriel: “Non è difficile, siediti qui e scivola dentro. La tengo io...”
Claudia entra nella canoa e Gabriel prende posto subito dietro a lei.
Si allontano dalla riva e raggiungono il centro del fiume.
Gabriel: “Stai andando bene! Quando sei stanca smetti, non devi affaticarti...”
Claudia: “Non sono stanca...anzi, mi rilassa.”
Rimangono in acqua quasi un'ora. Risalgono in fiume, si avvicinano alla riva e si allontanano ancora, poi quando Gabriel si accorge che Claudia sta iniziando a dare segni di stanchezza la trascina a riva e la riporta a terra.
Ripongono tutto dentro al capanno e si mettono a riposare sotto a una pianta, vicino alla moto, fissando il fiume.
Gabriel, appoggiato con la schiena al tronco, abbraccia Claudia appoggiata al suo petto.
Claudia: “Mi piace...”
Gabriel: “Cosa?”
Claudia: “Tutto...il posto, noi qua, perfino la canoa...”
Gabriel abbassa leggermente il volto verso il suo per baciargli la fronte.
Claudia: “Non andiamocene mai...”
Gabriel: “Non sai quanto darei per restare qua...”
Proprio in quel momento suona il cellulare di Gabriel.
Claudia: “Ecco appunto...”
Gabriel guarda il nome sullo schermo.
Gabriel: “Isaia, dimmi.....”
Attimi di silenzio.
Gabriel: “Cosa?...Ma....si ho capito. Arrivo subito.”
Chiude la chiamata, Claudia si volta verso di lui.
Claudia: “E' successo qualcosa?”
Gabriel: “Il dottor Gaslini è sotto ai ferri, sembra che qualcuno abbia cercato di ucciderlo pugnalandolo...”
Claudia: “Serventi?...”
Gabriel: “No, non farebbe mai il lavoro sporco. Se mai la sua complice.”
Si alzano in piedi e riprendono i caschi dal manubrio.
 
Gabriel, dopo aver lasciato Claudia, sfreccia con la moto nel traffico romano fino alla congregazione.
Isaia dovrebbe essere nel suo studio ad aspettarlo. Appena svolta l'angolo se lo trova davanti.
Gabriel: “Sono arrivato!”
Isaia: “Ma dov'eri?”
Gabriel: “Fuori Roma...novità dall'ospedale?”
Isaia: “Ho sentito mezz'ora fa Damiano e Samuele, non è ancora uscito dalla sala operatoria”
Gabriel: “Ora sappiamo che Gaslini è realmente dalla nostra parte se sono arrivati a fare questo.”
Isaia: “Dici che è stata lei?”
Gabriel: “Ne sono quasi certo che sia stata lei...”
Isaia: “Probabilmente è stata interrotta, lo ha lasciato in fin di vita, ma vivo...”
Gabriel: “Sei in macchina?”
Isaia: “Si, è qui fuori.”
Gabriel: “Andiamo all'ospedale.”
 

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Capitolo 18
*** Resta qui con me ***


Era quasi sera ormai, il sole stava calando su Roma e mentre i turisti giunti in massa si preparavano ad uscire  per ammirare la capitale di notte, Gabriel e Isaia entravano nella hall dell’ospedale.

Isaia: “La stanza del dottor Gaslini per favore…?”

Gabriel: “Come mai è stato portato qui e non alla clinica?”

Isaia: “Quando l’hanno trovato l’ambulanza l’ha portato qui; ci è stato chiesto se volevamo trasferirlo, ma alla fine abbiamo, o meglio, ho deciso che tenerlo qui sarebbe stato più sicuro.”

Gabriel: “Ma alla clinica avremmo potuto dargli qualcuno che lo tenesse sotto controllo 24h/24,mentre qui è in una stanza da solo, tutti possono entrare ed uscire…”

Isaia: “Gabriel, per una volta fidati.”

 

Arrivarono così al corridoio che li avrebbe portati alla camera di Gaslini. Incontrarono il primario che usciva dalla stanza di Gaslini.

 

Gabriel: “Dottore mi scusi, come sta?”

Dottore: “Oh no, sta bene, era una ferita lieve, siamo riusciti a fermare l’emorragia senza problemi…” il dottore guarda dalla testa ai piedi i due uomini che lo avevamo appena fermato per chiedergli del suo paziente e continua “…e non c’è bisogno di nessuna estrema unzione!” dice sorridendo.

Isaia: “noi veramente saremmo qui per parlargli di quanto è successo”

Dottore: “l’orario delle visite è ormai finito da molto…”

Gabriel: “non pensa che potrebbe fare uno strappo alla regola? l’hanno appena ricoverato e non ha ancora potuto parlare con nessuno…”

Dottore: “Si si, entrate pure, per questa volta passa, ma trattenetevi il meno possibile. Lo troverete sicuramente sveglio, ma ha bisogno di dormire.”

 

Il dottore volta loro le spalle e prosegue verso la sua strada, entrando nella camera di un altro paziente.

 

Gabriel: “Isaia, è stato così facile ottenere il permesso di entrare nella stanza di Gaslini dopo l’orario delle visite, pensi che non lo sarà anche per qualcun altro?”

Isaia lancia un occhiataccia a Gabriel e senza bussare entra nella camera.

 

Gaslini: “Ragazzi, siete arrivati! Devo raccontarvi cos’è successo!” disse mentre cercava di alzarsi dal letto, prima che una smorfia di dolore lo bloccasse e lo costringesse sdraiato.

Gabriel: “E’ ancora molto debole, non si deve sforzare troppo”

Isaia: “Allora dottore, chi è stato a ferirla?”

Gaslini: “Esther. Stavo camminando, era da molto che non facevo più un giro a piedi, quando d’un tratto è sbucata lei…ha tirato fuori una lama affilata…non so da dove, è stato tutto molto veloce… per fortuna sono arrivate delle persone, si sarà sentita in trappola e non è riuscita a completare il suo lavoro.”

Isaia: “Come pensavamo”

Gaslini: “Forse se mi avesse ucciso sarebbe stato meglio…ora Serventi penserà che vi dirò e consegnerò tutto…”

Gabriel: “Dottore, non lo deve dire nemmeno per scherzo! Troveremo un modo per cogliere di nuovo Serventi di sorpresa…”

Isaia: “Esattamente Gabriel. E forse ho già un idea.”

 

Gaslini e Gabriel si voltano verso Isaia diventato improvvisamente più serio del solito.

Isaia si riaggiusta gli occhiali sul naso dopo averli puliti col fazzoletto e dice “Gabriel, devi sapere che oggi mentre tu eri fuori non so dove, è venuta in congregazione tua madre a cercarti. Voleva parlare con te, fortunatamente sono riuscito a convincerla a dire tutto a me.”

Gabriel guarda Isaia quasi dispiaciuto per l’assenza della giornata.

“Aveva delle informazioni che inizialmente ho considerato quasi superflue, ma ora potrebbero tornarci molto utili.”

Gaslini: “Sarebbe? Clara è sempre stata molto vicina a Serventi…”

Isaia: “Dice di aver scoperto il luogo in cui Serventi e Esther si nascondono.”

Gabriel: “Be ma è fantastico! Andiamo subito no?”

Isaia: “Non ti sembra un po’ avventata la cosa? Ormai è notte, non possiamo andare solo noi due…abbiamo bisogno di qualcun altro…anche se sarà un’imboscata, non li coglieremo di certo impreparati…”

Gabriel: “E dimmi un po’,chi pensi dovrebbe venire con noi due?”

Isaia: “…”

Gaslini: “Io penso che…”

Isaia: “Va bene, andremo solo io e Gabriel…però domani mattina, questa sera è fuori questione, e dovremo almeno informare Alonso su quello che stiamo facendo.”

Gaslini: “Bene, allora domani mattina sarà il giorno decisivo…avete bisogno di dormire, tornate a casa, non perdete del tempo dietro a un vecchio bloccato a letto, domani sarà una giornata impegnativa.”

Isaia e Gabriel salutano Gaslini, escono dall’ospedale e durante tutto il tragitto in macchina nessuno dei due dice niente. Arrivano infine al portone della casa di Gabriel.

Isaia: “Bene, allora a domani mattina. Ti aspetto presto in congregazione, parlerò io con Alonso non appena lo vedrò.”

Gabriel: “Allora è tutto deciso…a domani mattina”

Gabriel chiude la portiera della macchina e mentre cercava di aprire il portone di casa sua, Isaia abbassa il finestrino della macchina, osserva Gabriel serio e dice  “Ah Gabriel, mi raccomando, non devi dire niente a Claudia.”  

Gabriel si volta verso Isaia e serio dice “No, questa volta ne rimarrà completamente fuori io…”

Isaia: “Buonanotte Gabriel”

 

Rialza il finestrino della macchina e se ne va.

 

                                                                                          **

 

Gabriel aveva dormito poco durante la notte e in quel poco tempo in cui era riuscito a dormire, aveva solo avuto incubi.

Sudato, si alza dal letto, entra in bagno, apre l’acqua per farsi la doccia e si blocca ad osservarsi davanti allo specchio. Nonostante il giorno prima avesse passato una giornata rilassante insieme a Claudia, non riusciva a smettere di pensare a quello che sarebbe successo quel giorno. Forse era la volta buona, forse sarebbero riusciti davvero a sconfiggere Serventi…o forse no. Forse quella del giorno prima sarebbe stata l’ultima volta in cui Claudia avrebbe visto Gabriel. Perlomeno avevano passato un’ultima giornata insieme, felici e lei ora sapeva dei sentimenti che provava Gabriel.

 

Un’enorme nuvola di vapore esce dalla doccia, e Gabriel si risveglia dai suoi pensieri, stropiccia un po’ gli occhi ed entra nella doccia.

 

                                                                                 **

 

Un ora più tardi, Gabriel arriva in congregazione e va a cercare Isaia nel suo studio. Arriva e vi trova Isaia e Alonso intenti a confabulare qualcosa sottovoce.

Alonso: “Hola chico! Hai dormito poco questa notte eh?”

Gabriel sorride ad Alonso che gli da una pacca sulla spalle ed esce dalla stanza lasciando soli Isaia e Gabriel.

Gabriel: “Ma…?”

Isaia: “Ho già parlato io con Alonso, non ti preoccupare. Gli ho lasciato in custodia i quaderni di Gaslini, gli ho dato l’indirizzo della casa e gli ho detto di sorvegliare Claudia, senza però dirle niente.”

Gabriel: “Grazie Isaia”

Isaia: “Allora andiamo?” e alza da terra spostandolo sulla scrivania una pesante borsa.

Gabriel: “Isaia, cosa c’è lì dentro di così pesante?”

Isaia: “Gabriel, tu avrai anche i poteri per combattere contro Serventi, ma io sono un semplice uomo e nonostante abbia Dio dalla mia parte, non penso mi basti per sconfiggere Esther…cosa dici?”

Gabriel guarda divertito Isaia e insieme escono dalla congregazione e si dirigono verso il luogo dove Serventi avrebbe dovuto nascondersi.

 

                                                                                    **

 

Arrivati alla cittadina, vedono davanti a loro una schiera di villette tutte uguali.

Gabriel: “l’indirizzo?”

Isaia: “Siamo giusti, questa a sinistra dovrebbe essere la via…”

Gabriel: “Magari chiediamo a qualcuno…”

Isaia: “Non credo sia necessario, guarda là in fondo!”

Una casa uguale alle altre per la forma, spiccava per la sua poca cura.

Gabriel: “Si, credo proprio sia quella!...Forse è meglio proseguire a piedi.”

Gabriel e Isaia scendono dalla macchina, per la prima volta Isaia era vestito in borghese come Gabriel, per cercare di dare meno nell’occhio.

 

Arrivati davanti alla casa, una signora si affaccia alla finestra della casa di fianco.

 

Signora: “Ah Buongiorno! Voi sareste i novi possibili acquirenti? E’ da anni che non si vede più nessuno…avrebbe proprio bisogno di una sistemata, rovina l’immagine del quartiere! Inoltre ultimamente si sentono parecchi rumori…non oso pensare che bestie vi si nascondano dentro!”

Isaia scocciato dalla conversazione, sperava che dentro alla casa, nessuno si fosse accorto della loro presenza.

 

Gabriel: “Signora non si preoccupi, faremo il possibile”

 

Dopo essersi soffermata ad osservarli per un po’,la signora decide di chiudere la finestra, visto che i due sembravano infastiditi dalla sua presenza, continuando però a sbirciare da dietro le tende.

Ovviamente, non c’era bisogno di avere una chiave per entrare nella casa perché la serratura era rotta, così, senza dover scassinare la porta riuscirono ad entrare senza problemi, togliendosi di dosso gli occhi della vicina impicciona.

 

Gabriel: “non so, ma o si stanno nascondendo bene o ho l’impressione che qui non troveremo nessuno.”

Isaia: “Dividiamoci”

 

Gabriel e Isaia iniziano così a perlustrare centimetro per centimetro la casa, senza però trovare niente di interessante. Si ritrovano poi al piano superiore.

 

Isaia: “Devono essersene andati non appena Esther ha detto a Serventi del fallimento del sua missione…”

Gabriel: “Forse saremmo dovuti intervenire subito ieri sera…”

Isaia: “Sono convinto che non avremmo trovato comunque nessuno.”

 

Gabriel si gira attorno spaesato, frustrato per la rabbia di aver fatto un’altra volta un buco nell’acqua. Preso dalla disperazione urla “DOVE SEI?FATTI VEDERE!” tirando un calcio all’armadio.

Qualcosa al suo interno cade, rompendo qualcosa simile a del vetro. Isaia apre l’armadio, raccoglie quello che era caduto e lo osserva.

Gabriel: “Che cos’è?”

Isaia passa la cornice a Gabriel, osserva la foto al suo interno e vede sua madre abbracciata a Serventi. Entrambi sembravano felici. Senza dire niente, Gabriel toglie la foto dalla cornice ormai rotta e la ritira in tasca.

Insieme ad Isaia escono dalla casa e una volta fuori trovano di nuovo la vicina impicciona che chiede “Allora? Ho sentito gridare, tutto a posto? e la casa, la comprate?”

Isaia: “signora è tutto a posto, non si preoccupi…la casa non lo so vedremo, non ne siamo più molto interessati. Arrivederla.”

 

Lasciano sola la signora che li guarda perplessa mentre Gabriel e Isaia si dirigono in silenzio verso la macchina.

 

                                                                                     **

 

Claudia si sveglia.

E' mattina, ma non ha nulla da fare e rimane a letto a fissare la luce che filtra dalle persiane chiuse. Ripensa alla giornata passata con Gabriel.

 

Claudia: “Se solo tutto non fosse così complicato.”

 

Non si era mai innamorata veramente di qualcuno, non aveva mai trovato la persona giusta e ora che l'aveva trovata era praticamente irraggiungibile. O quasi. Dopo un'ora nel letto a fissare il vuoto si alza, toglie il pigiama e si veste con le prime cose che le capitano tra le mani. Sola, nel silenzio assordante della sua casa, accende la tv mentre prepara qualcosa per colazione. Seduta al tavolo intenta a sgranocchiare dei cereali dalla busta aspetta che il caffè sia pronto, ma suona il campanello. Spegne la moka e si dirige alla porta.

Claudia: “Alonso! Che ci fai qui?”

Alonso: “...non posso neanche venirti più a trovare? Comunque buongiorno!”

Claudia: “Scusami...entra. Di solito è Gabriel che ti manda o è successo qualcosa, scusa se penso male”

 

Alonso entra, cercando di non far notare la sua espressione dipinta in viso, anche questa volta Claudia l'aveva quasi scoperto, ma non poteva farglielo sapere.

 

Alonso: “No, no...tutto a posto. Resto solo cinque minuti, ero in zona per delle commissioni e sono passato a trovarti. Come stai?”

Claudia: “Molto meglio. Stavo facendo il caffè, vuoi?”

Alonso: “Un caffè non si rifiuta mai.”

 

Claudia entra in cucina, recupera due tazzine, versa il caffè e ritorna in salotto. I due rimangono seduti sul divano a parlare del più e del meno, senza fare riferimenti a Gabriel. Claudia voleva sapere qualcosa in più sulle ultime scoperte di Serventi, ma Alonso non le avrebbe mai detto nulla.

 

Alonso: “Devo andare ora...hai bisogno di qualcosa?”

Claudia: “Si...una macchina nuova.”

Alonso: “Quella non te la posso portare” ride.

Claudia: “Mi accontento anche di una bicicletta...”

Alonso: “...neanche quella...”

Claudia: “Sto scherzando! No, è tutto a posto, non ho bisogno nulla...ma se mi viene in mente qualcosa ti chiamo visto che sono ancora reclusa qua...”

Alonso: “Va bene...allora chiama e non fare di testa tua, prometti.”

Claudia: “Promesso...”

 

Alonso esce e Claudia chiude la porta. Forse era solo una sua impressione, ma c'era qualcosa di strano in Alonso quella mattina. Non sa il motivo, ma è come se le avesse, di nuovo, nascosto qualcosa. Non può continuare a dubitare di tutti quelli che entrano in casa per cui alla fine opta per l'impressione sbagliata e torna alla sua colazione. Non ha ancora raggiunto la cucina che il campanello suona di nuovo.

 

Claudia: “ E no...ma non aveva delle commissioni???”

Appena riapre la porta, però, si ritrova imbambolata. Lo stesso uomo di qualche giorno fa la fissa.

Stefano: “Ciao Claudia”

Claudia: “Chi è lei? Come fa a sapere il mio nome?”

Stefano: “Non mi riconosci?”

Claudia rimane senza parole. Non sa che dire, non conosce quell'uomo.

Stefano: “Mi dispiace per quello che ti ho fatto. Non sai quanto ci sono rimasto male l'altro giorno quando non mi hai riconosciuto.”

Claudia rimane immobile.

Stefano: “Sono Stefano, Claudia...tuo...”

Claudia: “...papà...”

Stefano: “Si...io, Claudia...”

Claudia: “Vattene.”

Stefano: “Ti prego, lasciami spiegare...”

Claudia: “No.”

Stefano: “Ma non sai come sono andate le cose, io non ti volevo abbandonare...”

Claudia: “Ma lo hai fatto...”

Stefano: “Ho dovuto...ma ti ho cercata...”

Claudia: “Non mi interessa. Che cosa hai fatto per me??? Nulla...Te ne sei andato e con me hai chiuso...”

Claudia tenta di chiudere la porta, ma il padre mette un piede in mezzo e la blocca.

Stefano: “Ti prego ascoltami, ti devo parlare...”

Claudia: “Ti ho detto di andartene!!!” Alza la voce.

Stefano: “Ma..”

Claudia: “Non ti è bastato che non ti abbia riconosciuto? Per me sei un estraneo...”

Stefano: “Dimenticati Gabriel, vattene da qua...”

Claudia: “Cosa hai detto?...”

Stefano: “Devi andartene e uscire da tutta questa storia.”

Claudia: “Tu che ne sai? Cosa ne sai???”

Stefano: “Ne so quanto basta...”

Il padre lascia la porta che si richiude sotto al peso di Claudia.

Claudia rimane li, non ha il coraggio di muoversi.

Dopo qualche minuto gira la maniglia e riapre la porta. Il corridoio è deserto.

 

**

 

Gabriel e Isaia tornano in congregazione.

Gabriel: “Isaia, ho bisogno di qualche minuto, vado a casa a recuperare due cose e torno...”

Isaia: “Si, non c'è problema. Appena torni parliamo.”

 

Isaia sa che andare a casa è solo una scusa, ha visto il volto di Gabriel subito dopo aver scoperto la fotografia.

Gabriel esce dalla congregazione e si avvia verso la moto, ma all'ultimo momento ci ripensa e si incammina per strada, non sta andando a caso.

Ha solo bisogno di pensare. Sono quasi le undici e la zona è piena di turisti che visitano la città eterna sotto il cocente sole estivo.

Cercare un posto tranquillo è praticamente quasi impossibile. Si avvicina a un parco e trova una panchina all'ombra.

Sapeva che sua madre era stata molto vicina a Serventi, non ne era all'oscuro, ma vederlo lo ha colpito. Non sapeva che pensare, stava male per quella cosa che già sapeva. Non capiva perché dover star male per una persona che fino a pochi mesi prima credeva morta. In fin dei conti era praticamente un'estranea per lui, ricordava ancora pochissimo di lei quando era bambino.

 

Poco lontano una donna si incammina per il vialetto e si avvicina a lui.

 

Clara: “...Gabriel...”

Gabriel alza lo sguardo e vede sua madre di fronte a lui. Doveva aspettarselo.

Clara: “Lo avete trovato?...”

Gabriel: “Non eri la?...”

Sua madre non risponde, Gabriel la guarda.

Clara: “...vi ho seguito per un po', poi non c'è l'ho fatta.”

 

Gabriel non sa che fare. Vorrebbe parlarle, vorrebbe chiedere come sono andate realmente le cose, ma quella fotografia lo aveva fatto arrabbiare.

 

Gabriel: “No, non c'era. Però c'era questa...” risponde, con tono quasi ironico mostrandogli la fotografia stropicciata.

Clara rimane di sasso.

Non si aspettava quello e soprattutto non si aspettava che Serventi conservasse ancora una loro foto.

 

Clara: “...Gabriel, io...”

Gabriel: “Non voglio spiegazioni.” Taglia corto.

Clara non sa come affrontare l'argomento, non sa cosa dire. Rimane di fronte al figlio per qualche attimo poi si avvicina per baciarlo sulla guancia, ma lui si scosta. Ferita, con una mano gli accarezza i capelli e si allontana sparendo nel nulla poco più avanti.

 

Gabriel rimane a fissare il vuoto. Le voci dei ragazzi che giocano a pallone nel parco gli arrivano attutite e un leggero venticello cerca di alleviare la calura estiva. Non sa cosa pensare e non vuole pensare.

Pochi secondi dopo squilla il cellulare. Nel display compare il numero di Claudia.

 

Gabriel: “Claudia...”

 

Una voce rotta dal pianto lo raggiunge. Gli racconta del padre, dell'incontro.

Gabriel: “Stai calma. Arrivo subito.”

Corre a recuperare la moto e si precipita da Claudia.

 

**

 

 

Claudia non riesce a trattenere le lacrime. Non si aspettava di avere una reazione simile, non era facile farla piangere, ma questa volta le lacrime non ne volevano sapere di andarsene e scendevano copiose sulle sue guance.

Gabriel stava arrivando, lo aveva chiamato pochi minuti prima al cellulare. Non riusciva più a rimanere sola, non questa volta. Si siede sul divano, raggomitolata con le gambe al petto.

Sente il rumore di una moto, si avvicina alla finestra e vede Gabriel togliersi il casco ed entrare nel portone.

Corre alla porta e lo aspetta sul pianerottolo.

Gabriel: “Claudia!...Cos'è successo?”

Claudia evita la domanda e lo abbraccia, continuando a piangere.

Gabriel la stringe forte.

Claudia: “...ha detto....ha detto che ti devo dimenticare.....che me ne devo andare...”

Gabriel passa una mano fra i capelli di lei. Sono quasi le stesse parole che ha detto a lui quella notte quando Claudia era in ospedale. Si allontana un po' da lei, le prende una mano e la trascina in casa.

Gabriel: “Ora calmati...”

Claudia: “Non ci riesco...”

La fa sedere sul divano, poi l'abbraccia di nuovo.

Gabriel: “Ti preparo qualcosa da bere?...”

Claudia fa si con la testa.

Alcuni minuti dopo Gabriel torna in salotto con una tazza di the fumante. L'appoggia sul tavolino di fronte a Claudia e si risiede al suo fianco.

Gabriel: “Deve averci seguito...verrai a stare da me fino a che non troviamo un'altra soluzione.” Claudia: “No, resto qui...”

Gabriel: “Claudia...”

Claudia: “Se avesse voluto farmi del male lo avrebbe già fatto...”

 

Claudia evita di dirgli che suo padre l'aveva già vista pochi giorni prima e lei non lo aveva riconosciuto. Gabriel non è convinto.

 

Gabriel: “...allora verrò io da te...”

Claudia: “Non potrai controllarmi tutto il giorno...”

Gabriel: “Ma..”

Claudia: “No, tu devi prendere Serventi. Me lo hai promesso.”

 

Gabriel la guarda poi, con la mano, le asciuga le lacrime che ancora le scorrono sul volto. Claudia gira il viso per baciargli la mano, poi si avvicina e lo bacia.

Gabriel l'abbraccia e risponde al bacio.

La sera prima aveva pensato che non l'avrebbe più rivista se alla casa di Serventi le cose fossero andate male. Claudia, con una mano, inizia a sbottonargli la camicia, il bacio si fa sempre più intenso. Arriva all'ultimo bottone poi gli e la sfila dalle braccia.

Gabriel: “Claudia...”

Claudia non l'ascolta.

Gabriel: “Claudia...aspetta...”

Claudia non ha la minima intenzione di fermarsi.

Gabriel: “...fermati...non ora...”

Claudia si blocca e arrabbiata si alza di scatto.

Claudia: “Neanche tu mi vuoi più ora?”

Poi si volta, entra in camera e sbatte la porta.

Gabriel sul divano a torso nudo fa un lungo sospiro.

Si sente in colpa per quello che ha fatto, se fosse stato in qualsiasi altro momento non l'avrebbe mai fermata.

Si avvicina alla porta della camera da letto, non ha sentito chiudere a chiave per cui gira la maniglia. La porta si apre e Claudia è distesa sul letto che piange con la testa sprofondata nel cuscino. Gabriel le si avvicina, lei cerca di allontanarlo ma poi si arrende.

Gabriel: “Claudia....io ti voglio...” lascia cadere le parole “...ma non voglio che sia così, sei ferita...e poi non voglio vederti piangere...”

Claudia alza il volto dal cuscino.

Claudia: “Resta qui con me...”

Gabriel prende una coperta dalla sedia di fronte al letto, si corica di fianco a lei.

Claudia si avvicina a lui e abbracciati si addormentano.

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Capitolo 19
*** La loro notte perfetta ***


Era ormai arrivato settembre, il caldo torrido di agosto che aveva reso le ricerche di Serventi ancora più impegnative, se n’era ormai quasi andato, per lasciare spazio a giornate più fresche.

Claudia finalmente non era più costretta a vivere segregata nell’appartamento che Gabriel le aveva  preso in affitto per proteggerla. Era inutile continuare a nascondersi lì, tutti ormai sapevano dove si trovava…così  dopo aver fatto molte pressioni su Gabriel, e grazie anche all’aiuto di Alonso, era riuscita a convincerlo a farla tornare a casa sua e a farle riprendere il suo lavoro.

Finalmente aveva riacquistato la sua libertà, poteva sentirsi libera di uscire di casa, fare delle passeggiate…ogni tanto si incontrava con Giulia e passavano interi pomeriggi insieme a parlare. Anche il lavoro, non le era mai mancato così tanto.

Se non fosse stato per Serventi ancora a piede libero e Gabriel costretto in congregazione, sarebbe stato davvero tutto perfetto.

Serventi, ecco lui…chissà dove si nascondeva?!Tutto il tempo passato a cercarlo, tutte le volte che erano arrivati vicini a catturarlo, per un motivo e per l’altro gli era sfuggito…ormai era diventata quasi un abitudine questa attitudine che aveva preso prepotentemente parte della loro vita, bloccandoli in situazioni delle quali non volevano più fare parte già da un po’.

L’ultimo appuntamento della giornata era concluso, Claudia chiude l’agenda e con lei chiude anche i suoi pensieri in un angolino remoto della sua mente, speranzosa che non si sarebbero più fatti vivi se non per sempre, almeno per il resto della giornata.

 

Serventi in realtà non se n’era mai andato, è sempre rimasto li a Roma, questa volta era più vicino a loro di quanto non si immaginassero. Dallo scantinato di una villetta arrivavano dei tonfi pesanti.

“NON E’ POSSIBILEEEE!”

Serventi era in piedi, e a quanto sembrava  aveva ripreso buona parte delle sue forze o almeno, ne aveva recuperate abbastanza per poter muoversi da solo e arrabbiarsi. Sembrava che la rabbia che provava lo portasse a diventare più forte di giorno in giorno.

Esther entra nella stanza allarmata.

Esther: “Cosa succede?”

Serventi: “Le analisi del sangue che avevamo fatto tempo fa alla dottoressa Munari, dove sono?” Esther: “E’ tutto catalogato nei quaderni su quello scaffale…ho preso tutto…e non pensavo servissero ancora a qualcosa, non avevamo risolto il problema?”

Serventi: “Problema? Risolto? Qui non stiamo risolvendo più niente! Sono rimasto da solo e anche tu ti stai rivelando essere una palla al piede! Lì in mezzo non c’è nulla di quello che mi serve!”

Esther: “Ma…”

Serventi: “No, nessun ma! Ho un compito da portare a termine e non ammetterò che nessuno mi metta i bastoni tra le ruote, non questa volta!”

Esther: “Cosa vuole che faccia?”

Serventi: “E’ ovvio che le analisi sono ancora nello studio di Gaslini, o da qualche altra parte a casa sua…vuoi riacquistare la mia fiducia? Trovale e portamele…non mi sembra un compito tanto difficile…o sbaglio?”

Serventi sposta lo sguardo su Esther, la guarda dritta negli occhi. Esther si sente ferita nell’orgoglio, ha passato tutta la sua vita ad obbedire agli ordini che Serventi le dava e mai una volta era riuscita a strappargli di bocca un complimento. E questo le faceva male, anche se mostrava sempre quell’aria da dura. Serventi l’aveva cresciuta, l’aveva accolta nella sua casa quando era una ragazzina e viveva per strada. Se non ci fosse stato lui a salvarla, probabilmente ora, non sarebbe nemmeno più stata viva…e nonostante la gratitudine che provava nei suoi confronti, la feriva pensare che per lui lei non contasse niente, che in tutti quegli anni l’aveva solo usata, quando lui per lei era diventato un punto di riferimento. No, lei non era mai stata una persona emotiva e non sarebbero state di certo le critiche di Serventi a ferirla, avrebbe incassato il colpo un’altra volta, un colpo che avrebbe rafforzato ancora di più la sua corazza che la isolava dal mondo e che la rendeva così fredda e quasi priva di sentimenti. Le emozioni giuste che le servivano per portare a termine gli sporchi lavori che le assegnava Serventi.

 

 

**

 

Gabriel è nel suo studio a compilare qualche documento e a revisionare le ricerche condotte dai due nuovi collaboratori.

A un tratto qualcuno bussa alla porta.

Isaia: “Mi cercavi?”

Gabriel: “Si, senti hai novità?”

Isaia: “Nessuna, purtroppo. Ti stavo per fare la stessa domanda.”

Gabriel: “Non possiamo andare avanti alla cieca. Ci servono prove sicure e alla svelta.

Isaia: “Si, ma non è che se andiamo di fretta risolviamo il problema. Anzi, per la foga di arrivare a una conclusione potremmo anche rovinare tutti quei pochi risultati che abbiamo avuto...”

Gabriel: “Ma se andiamo avanti così non risolveremo mai nulla...”

Isaia: “Che pessimista...”

Gabriel: “Non è che pensi a molte cose positive ultimamente..."

Isaia: “Invece lo troveremo e tutto quanto sarà solo un brutto ricordo...”

Gabriel: “Ma fino a quel momento vivremo in un incubo...e io sono stanco.”

Isaia: “Da quanto tempo sei qua?”

Gabriel: “...ieri.”

Isaia: “Ieri?...cioè non sei andato a casa?”

Gabriel: “Avevo del lavoro da sbrigare...”

Isaia: “...Senti, se ti cercano devo dire che non ti ho visto o che sei malato?”

Gabriel: “Isaia, non posso sparire un giorno si e uno no...”

Isaia: “Esci, fatti un giro, vai dove vuoi. Stacca un po' da questa cosa, non è stando qui a pensarci sopra che risolveremo questa cosa.”

Poi Isaia si alza, si avvicina alla porta ed esce.

Gabriel rimane qualche minuto a pensare, poi sistema gli appunti, li impila, chiude i libri, prende le chiavi della moto dalla tasca della giacca ed esce dalla studio.

 

**

 

Un'ora dopo.

 

Claudia sta uscendo dallo studio e si avvia verso casa. Passeggia tranquillamente per le vie del centro, passa nel primo supermercato che le capita sotto mano e compra qualche piatto pronto da tenere in casa visto che ultimamente non ha molto tempo per cucinare.

Volta l'angolo e cerca nella borsa le chiavi del portone.

 

Gabriel: “Non mi saluti più?”

Claudia: “Cavolo Gabriel, mi hai spaventata!!!”

Gabriel: “Ciao!” sorride

Claudia: “Ciao...non ti avevo visto!”

Gabriel: “Me ne sono accorto...”

Claudia: “Che ci fai qui? E' successo qualcosa?...”

Gabriel: “No no, tutto ok.”

Claudia: “Dai sali che preparo qualcosa da mangiare...”

Gabriel: “A dir la verità io pensavo a un'altra cosa...sei libera oggi?”

Claudia: “Si...perchè?”

Gabriel: “Prendi il casco. Ti va di venire con me alla villa?”

Claudia: “...sai, non è che mi vada...”

Gabriel rimane ammutolito.

Claudia: “Ma scherzo!!! Certo che vengo...prendi qua.”

Claudia lascia la busta con la spesa e sale a prendere il casco.

Gabriel: “Non vorrai portati questa roba?...”

Claudia: “Io ho fame, tu puoi anche non mangiare!” urlando per le scale.

Pochi minuti dopo scende. La borsa è stata sostituita da uno zaino, il casco appeso al braccio.

Apre lo zaino e ci infila la spesa.

Claudia: “Vedi?...E' così semplice.”

Gabriel ridendo.

Gabriel: “La tua semplicità mi spaventa.”

Claudia: “Non dovevamo andare?”

Si infilano i caschi e partono alla volta della villa.

 

**

 

Arrivano di fronte alla villa. Erano appena le sei di sera,ma le giornate avevano iniziato ad accorciarsi e il buio stava arrivando.

Claudia, ancora aggrappata alla schiena di Gabriel, alza la testa.

Gabriel si toglie il casco.

 

Gabriel: “Arrivati.”

Claudia scende dalla moto.

Claudia: “Fa freschino...”

Gabriel: “Hai freddo?...dai entriamo, accendo il camino.”

Claudia: “Mi piace questa cosa.” sorride.

Inizia a cadere qualche goccia di pioggia. In due entrano nella villa, Gabriel si avvicina alla finestra del salotto e ne spalanca le imposte. Claudia toglie dalla zaino il cibo.

Claudia: “Dici che il forno funziona?”

Gabriel: “Se non mi sbaglio è elettrico e la luce c'è...”

Claudia: “Io ci provo.”

Gabriel: “Intanto accendo il camino...”

Claudia sparisce nell'enorme cucina adiacente alla sala. Gabriel scende in cantina a recuperare della legna da ardere. Torna al piano superiore e si mette all'opera con il fuoco. Nel giro di qualche minuto un bel fuocherello arde nel camino e Gabriel lo fissa perdendo i suoi pensieri in quelle volute rosso arancio. Si siede sul tappeto di fronte al camino, la schiena appoggiata al divano.

Pochi minuti dopo torna Claudia con dei piatti in mano.

Claudia: “Come sei pensieroso.”

Gabriel distoglie lo sguardo dal fuoco.

Claudia: “Hai fame?...”

Gabriel: “.....”

Claudia: “Devi mangiare. Conoscendoti non hai toccato cibo da ore...”

Claudia gli porge un piatto.

Gabriel: “Grazie.”

Claudia: “Spero che ti piaccia...”

Passano alcuni attimi, i due mangiano ma non dicono nulla.

Claudia: “A cosa stai pensando?...”

Gabriel: “Nulla...solo pensieri, così...”

Claudia: “Parlamene...”

Gabriel: “Pensavo a per quale motivo quella notte mi sono svegliato e ho cercato mia madre...”

 

Claudia continua a mangiare, non dice nulla per non far pesare la cosa a Gabriel. E' una delle poche

volte che lui si apre con lei sul suo passato e non vuole rovinare questo momento.

 

Gabriel: “Pensavo che se quella notte non mi fossi svegliato non sarebbe successo nulla. Non so se sarebbe stato meglio o peggio...forse non sarei quello che sono diventato...”

Claudia: “E forse non ci saremmo mai incontrati...” sussurra. Non riesce a resistere, doveva dire questa cosa, la pensava dall'inizio. Da quando Gabriel aveva iniziato a parlare.

Gabriel lascia il suo piatto semi vuoto sul piccolo tavolino vicino al divano e si avvicina a Claudia.

Gabriel: “Non lo devi neanche pensare...”

 

Claudia gli passa una mano sul volto. Si guardano negli occhi per alcuni secondi che a loro sembrano interminabili. Lei si perde negli occhi azzurri di lui, lui si perde degli occhi nocciola di lei. Si avvicinano sempre di più e un tenero bacio li avvolge per poi diventare sempre più travolgente.

Gabriel le passa una mano sulla schiena e la stringe. Claudia gli accarezza i capelli che, alla luce calda del camino, sembrano ancora più rossi.

 

Claudia: “...Gabriel...”

 

Camminarono insieme fino al divano e insieme si spogliarono lentamente a vicenda; era accaduto solo una volta in passato, ma Gabriel era convinto che non ci sarebbe mai stato un momento migliore di quello per andare fino in fondo. Qualsiasi cosa sarebbe successa alla fine della loro guerra contro Serventi, quella sarebbe rimasta la loro notte perfetta.

 

Si presero tutto il tempo necessario, Gabriel passa una mano sulla spalla di lei per sfilarle il cardigan. Claudia sposta la testa di lato per lasciare che lui le baci il collo, poi la spalla. Intanto lei gli sbottona la camicia.

Gabriel incespicò nella chiusura del reggiseno di Claudia, rise della sua goffaggine, senza però sentirsi davvero imbranato, mentre le mani di lei accorrevano ad aiutarlo e soffocavano le scuse tra un bacio e una carezza.

 

Gabriel: “Ti amo...”

 

Claudia gli prende il volto fra le mani.

 

Gabriel: “Ti ripeterei queste parole all' infinito...” sussurra.

 

Nessun'altra frase è più bella di questa per Claudia. Non le interessa se quello che stanno facendo è sbagliato, si amano è questo quello che conta.

 

Un altro bacio lungo e appassionato li avvolge.

 

Nel giro di pochi minuti si ritrovano nudi, una nelle braccia dell'altro, distesi sul tappeto di fronte al caminetto acceso. Solo loro due e il rumore della pioggia che cade.

Il corpo di Claudia aderiva alla perfezione a quello di Gabriel, la mano di lui sembrava creata apposta per stringere quella di lei…in quel preciso istante, non provavano  alcuna vergogna nei baci affannati che si stavano scambiando.

 

Con la mano le accarezza dolcemente i seni, poi con dei piccoli baci scende dal collo fino al ventre piatto di lei. Non ha più l'insicurezza della scorsa volta. E' più deciso, sicuro, dolce...

 

Lasciò che Gabriel affondasse le dita nelle sue spalle, che la spingesse sotto di lui per dedicarsi cautamente alla scoperta del suo corpo. Tracciò umidi sentieri con la punta della lingua, fremette con lui nello stringere, accarezzare e baciare ogni centimetro della sua pelle bianca, nel coccolare ogni curva del suo corpo.

A un certo punto non riuscirono più a trattenere l'avidità dei loro baci, né l'urgenza delle loro dita: senza rendersene conto si trovarono a desiderare di più, a volerne ancora.

Claudia inarca leggermente la schiena per attirarlo più vicino a se. I due stretti, arsi dalla stessa passione, lei che trema fra le sue braccia. In ogni gesto, in ogni spinta, in ogni gemito, gridarono l'uno all'altro l'amore che provavano in quel momento. E quando tutto giunse al termine, non fu davvero finito.

Stremati si abbracciano, i loro volti vicinissimi, le fronti che si toccano, poi lei si appoggia al petto di lui. Gabriel allunga un braccio e recupera dal divano una coperta.

Non c'erano parole, non c'erano promesse, non c'erano eterne dichiarazioni d'amore: era il loro momento perfetto, non potevano sprecare il fiato con giuramenti che non erano certi di poter mantenere.

 Si avvolgono stretti e si addormentano riscaldati dal fuoco.

 

                                                                                             **

 

Gaslini era seduto sulla poltrona del salotto di casa sua, leggeva un libro che sembrava aver catturato completamente la sua attenzione.

Era così immerso nella sua lettura tanto da non essersi accorto che in casa sua c’era qualcuno.

Qualcuno che era entrato poco prima che lui rientrasse e che aveva aspettato rannicchiato nell’ombra il momento opportuno per agire.

Serventi non le aveva ordinato di uccidere Gaslini, almeno non esplicitamente…sapeva che se avesse portato a termine la missione che aveva precedentemente fallito, forse Serventi si sarebbe ricreduto sulle dure parole che le aveva urlato quella mattina.

Doveva farlo, era pronta e questa volta nessuno si sarebbe messo tra lei e la sua vittima.

 

Gaslini alza all’improvviso la testa ,si era accorto che c’era qualcosa che non andava.

Un attimo, un ombra si muove sulla parete, il tempo di localizzare l’intruso che quello gli si era già avventato addosso.

Passarono pochi secondi, la donna con un colpo secco infilò la lama del pugnale dritta nel cuore del dottore che ansante la guardò in volto e negli ultimi istanti che gli rimasero prima della morte, poté vedere il ghigno di soddisfazione sul volto della donna.

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Capitolo 20
*** Morte annunciata ***


E' una mattina calda degli ultimi giorni di Settembre. Il sole appena sorto abbraccia tutti i palazzi

del centro di Roma.

Isaia esce di casa presto, si ferma a prendere un caffè al solito bar e poi si dirige in congregazione.

Entra in ufficio, si siede alla scrivania e compila le solite scartoffie che ogni giorno l'aspettano per

via del ruolo che ricopre.

Sono quasi le dieci quando finisce e ripone tutti i documenti nella sua cartellina di pelle.

Gabriel non si è ancora presentato e non ha più avuto notizie dal dottor Gaslini.

Recupera il cellulare dalla tasca della giacca appesa all'appendi abiti e compone il numero del

medico. Dopo qualche squillo a vuoto parte la segreteria telefonica. Strano, di solito il dottore

rispondeva entro i primi due squilli attento com'era ai suoi pazienti e alle urgenze.

Cerca i numeri appena chiamati sul telefono e richiama ancora. Ancora nessuna risposta.

Qualcosa inizia a insospettirlo.

Chiude la comunicazione appena parte per l'ennesima volta la segreteria che lo invita a lasciare un

messaggio. Qualcosa gli dice che quel messaggio non verrà mai ascoltato da nessuno.

Apre la rubrica, scorre sul display i numeri e trova il cellulare di Gabriel.

Senza pensarci due volte schiaccia il tasto verde della chiamata.

“Il cliente da lei chiamato potrebbe avere il telefono spento o non raggiungibile, la preghiamo di

riprovare più tardi. Grazie”

Isaia: “Ma che cavolo...”

Richiama ancora. Stessa risposta.

Isaia: “Non è possibile...”

Prova ancora per la terza volta e riesce a connettersi con la segreteria.

Isaia: “Gabriel, non so dove sei e accendere il telefono non sarebbe una brutta cosa.

Comunque, ho chiamato Gaslini e il telefono suona a vuoto. Ora vado a casa sua, appena senti il

messaggio chiamami.”

Chiude la comunicazione.

Si alza, indossa la giacca e ripone il telefono nella tasca. Nella tasca sente un biglietto, lo rigira tra

le mani e trova il numero di Claudia.

Se Gabriel era da lei aveva ancora un'opportunità di rintracciarlo. Sapeva quello che stava

succedendo fra quei due, ma faceva finta di non accorgersene. L'unica cosa che si augurava era che

Gabriel decidesse alla svelta la sua vita, fuori o dentro la Congregazione.

Con un sospiro riprende il telefono e compone il numero della psicologa.

“Il cliente da lei chiamato potrebbe avere il telefono spento o non raggiungibile, la preghiamo di

riprovare più tardi. Grazie”

Isaia: “Ma i cellulari sono un optional???”

Irritato chiude la comunicazione, mette via il telefono ed esce.

**

Gabriel si sveglia. Il fuoco del camino ormai spento e la brace ancora calda riscaldano

l'enorme salotto.

Claudia ancora addormentata appoggiata al suo petto.

Si volta leggermente a baciarle la testa.

Claudia, ha ancora gli occhi chiusi, muove il viso sul petto di Gabriel e si inclina a baciargli il

collo.

Claudia: “Buongiorno...”

Gabriel la stringe ancora più stretta.

Gabriel: “...Giorno...”

Ancora coricati sul tappeto, avvolti nella pesante coperta di lana, Claudia si gira, appoggiandosi sui

gomiti e bacia appassionatamente Gabriel.

Gabriel: “...io...”

Lei,passandogli una dito sulle labbra lo zittisce, poi si avvicina e gli accarezza i folti capelli

rossi. Si guardano negli occhi per attimi che sembrano interminabili, poi Gabriel cerca le labbra di

lei. Si fermano a riprendere fiato, i loro visi vicini, le fronti che si toccano nel silenzio assoluto della

villa.

Claudia cerca la mano di Gabriel, la stringe forte, poi gli ruota il polso per leggere l'ora dal vecchio

orologio che portava al polso.

Claudia salta subito a sedere. Erano quasi le undici.

Claudia: “Ma è tardissimo!!alle undici e mezza ho un appuntamento...”

Ancora avvolta nella coperta recupera lo zaino vicino al divano e cerca il cellulare.

Claudia: “Chiamo in studio, faccio spostare l'appuntamento...”

Gabriel, ancora disteso sul tappeto si passa una mano sugli occhi ancora assonnati.

Claudia: “Maledetto telefono...”

Gabriel con una mano accarezza la schiena nuda di Claudia.

Gabriel: “Non è il telefono che non funziona, sei tu che non hai pazienza...” sorride.

Claudia si volta a guardarlo e gli fa una linguaccia.

Nel frattempo il cellulare prende campo e inizia a squillare. Messaggi di pubblicità, messaggi di

amici, pazienti e poi un messaggio dal gestore telefonico che l'avvisa di una chiamata persa.

Claudia: “Hei...perchè Isaia mi ha chiamata?” Guarda allarmata Gabriel.

Gabriel: “Ma ora?...”

Claudia: “Si un'ora fa...”

Gabriel prende la giacca, buttata a terra vicino al divano, e cerca il telefono nella tasca.

L'accende, inserisce il pin e poco dopo accede alla segreteria telefonica.

Claudia: “E' successo qualcosa?”

Gabriel: “Il dottor Gaslini non risponde al telefono e Isaia è andato a casa sua a controllare...”

Claudia: “Non penserai che...”

Gabriel: “Non so tu, ma ho un bruttissimo presentimento...”

Cerca il numero di Isaia in rubrica e lo richiama immediatamente.

Alcuni squilli, sta quasi per chiudere la chiamata, ma dopo un minuto una voce monotona risponde.

Gabriel: “Isaia...cos'è successo?”

**

Isaia è in macchina per il centro affollato di Roma. Odia il traffico, specialmente in queste

situazioni dove la fretta non gioca decisamente a suo favore.

Dopo venti minuti arriva sotto casa del medico.

All'apparenza sembra tutto tranquillo, ma qualcosa nella sua mente gli dice che non è così.

Arriva al citofono e suona alcune volte senza ricevere risposta. Nel frattempo un'anziana signora

apre il portone e ne approfitta per entrare.

Il dottore abita in un bell'appartamento al primo piano di un vecchio stabile liberty di inizio

novecento.

Isaia attraversa il giardino e, salendo le scale esterne, arriva all'appartamento del medico.

Sale lentamente gli ultimi gradini, suona al campanello, ma non riceve di nuovo risposta. Un attimo

dopo nota la porta accostata, aperta di qualche millimetro e l'apre con la punta delle dita.

Isaia: “E' permesso???”

Non si aspettava di ricevere risposta.

Isaia: “Dottor Gaslini è in casa?”

Entra in casa e accosta la porta dietro di sé, vuole dare nell'occhio il meno possibile.

Sulla mensola vicino alla porta nota il cellulare del medico e il portafogli. Quindi era tornato a casa.

Si avvia verso il salotto sempre con fare circospetto.

Delle macchie di sangue vicino alla porta gli preannunciano quello che era accaduto, ormai sapeva

cosa aspettarsi appena entrato nella stanza.

Si appoggia alla parete, appena prima della porta. Non era abituato a vedere persone uccise, ma

questa volta sapeva che Serventi e la sua aiutante c'erano riusciti e aveva paura di sapere cosa

avevano fatto a quell'uomo che giaceva nella camera li dietro.

Dopo un ultimo respiro si decide a voltare l'angolo e trova il medico accasciato su una poltrona

ormai impregnata di sangue. Un coltello gli infilzava il cuore.

Non hanno neanche avuto l'accortezza di portarsi via l'arma del delitto. A che pro? Pensa Isaia, tanto

non avrebbero chiamato la polizia, chi gli avrebbe creduto? Ma soprattutto non c'era nulla da

nascondere, Isaia e Gabriel sapevano alla perfezione chi erano gli assassini, perché scomodarsi

tanto?

Il volto cereo del medico fissava il vuoto di fronte a lui e il corpo, ormai rigido, era scomposto sulla

poltrona.

Isaia rimane a fissare la scena per qualche minuto poi lentamente si fa il segno della croce e recita

alcune preghiere.

Pochi minuti dopo il cellulare inizia a squillare.

Isaia: “Gabriel...”

Gabriel: “Isaia...cos'è successo?”

Isaia: “Morto...”

Gabriel: “Sono stati loro?”

Isaia: “Non hanno neanche avuto la finezza di togliergli il coltello dal cuore...”

Gabriel: “non dovevamo lasciarlo tornare a casa...”

Isaia: “Ormai non possiamo più farci niente...

Gabriel: “E ora?...”

Isaia: “Tu lo conoscevi meglio di me, aveva parenti?...”

Gabriel: “non che io sappia...”

Isaia: “Non possiamo farlo sparire così...” gli si bloccano le parole, non era abituato a queste

situazioni. Riusciva a guardare nel volto satana, ma quando si trattava di una persona, di far del

male a un uomo, non riusciva neanche a ragionare.

Gabriel: “Isaia, ci sei?...Sei ancora li?...”

Isaia: “Si si, ci sono...si, sono a casa sua.”

Gabriel: “Sono fuori Roma, arrivo...”

Isaia chiude la comunicazione, entra in salotto, passa dietro al medico e tira le tende, poi si avvicina

alla porta e la chiude.

**

Era passato qualche giorno ormai dalla morte del dottore.

Il funerale era stato molto semplice, con pochi partecipanti: Gaslini non si era mai fatto una famiglia e con i pochi parenti che gli erano rimasti, aveva perso i contatti durante il corso degli anni.

Il dottore non aveva fatto un vero e proprio testamento, così tutto quello di cui era in possesso, era diventato della congregazione.

Gabriel si trovava nella ex casa di Gaslini, stava riordinando le sue cose, non era proprio il tipo di lavoro che gli piaceva fare, ma doveva liberare la casa il più in fretta possibile.

Stava ritirando negli scatoloni i suoi vestiti: parte di quelli sarebbero andati alla caritas insieme ad alcuni mobili e beni di prima necessità per aiutare le famiglie in difficoltà, mentre tutto il resto sarebbe stato buttato.

Gabriel, nel periodo precedente la morte di Gaslini, si era recato parecchie volte a casa sua, ma non si era mai soffermato ad osservare i particolari: non era una casa vuota e spoglia, c’erano parecchi quadri appesi al muro, cornici di varie dimensioni contenenti foto di quando era più giovane e una quantità immensa di soprammobili di tutti i generi, forme e dimensioni.
Non sarebbe stato di certo un pomeriggio facile, avrebbe voluto dell’aiuto e visto che gli scatoloni iniziavano a scarseggiare, Gabriel decise così di chiamare Claudia in suo aiuto.

Prese il telefono, iniziò a digitare il numero e premette il tasto di chiamata.
Mentre aspettava di sentire il primo squillo, dall’altra parte della casa una musichetta iniziò a suonare.

Non facendo più caso agli squilli del cellulare, Gabriel si mise ad ascoltare quella melodia, la conosceva e richiamava qualche vecchio ricordo alla sua mente.
Dopo pochi secondi, in preda al panico, riagganciò il cellulare e si diresse di corsa verso il salotto.

Sul tavolo al centro della stanza, era aperto il carillon che suo padre teneva sulla scrivania quando era ancora vivo, lo stesso carillon che la notte di quasi un anno fa, aveva iniziato a suonare presumibilmente da solo e che gli aveva mostrato il fantasma di suo padre.

Si avvicinò al carillon, lo prese in mano ed iniziò a studiarlo, per poi chiuderlo di colpo quando si accorse che non era più solo nella stanza.

Se fino a pochi secondi prima, Gabriel era convinto che in quella stanza non ci fosse nessuno, ora, in piedi accanto alla poltrona ancora ancora incrostata del sangue di Gaslini, si trovava Serventi; il quale vestito di tutto punto e appoggiato al suo bastone, lo stava osservando con un enorme ghigno che gli attraversava la faccia.

Gabriel: “Serventi!” urlò con tono minaccioso digrignando i denti.

Serventi: “Eccoci, finalmente dopo tanto tempo ho il piacere di rivederti…e questa volta siamo completamente soli ,nessuno verrà a disturbarci, abbiamo tutto il tempo del mondo!”
Serventi osservò Gabriel, sembrava davvero scosso e forse anche un po’ impaurito.

Le vene sul collo di Gabriel e sulle tempie avevano iniziato a gonfiarsi, si stava sforzando di rimanere lucido, di non perdere la calma, ma stava risultandogli essere molto difficile.

Serventi: “Che c’è, non mi sembri molto felice di vedermi! Non sei a tuo agio forse? Sediamoci e parliamo con calma,abbiamo alcune cose di cui discutere prima che io decida cosa fare della tua vita.”

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Capitolo 21
*** Scontro finale ***


E’ il tramonto di una serata autunnale, un uomo è seduto su una panchina con lo sguardo perso nel lago di una villetta in cima ad una collina.
Probabilmente è sedato, non riesce a pensare lucidamente e i suoi muscoli sono intorpiditi.
Si sforza per riflettere e dei vecchi ricordi tornano a galla…nonostante il suo sguardo rimane impassabile, una lacrima gli attraversa la guancia sinistra.
Se un osservatore esterno, fosse passato di lì per caso, avrebbe di certo pensato che niente in quel preciso istante, avrebbe potuto turbare la quiete del lago.
All’improvviso il suono di una campana, giunge dalla casa.
L’uomo sembra ridestarsi dai suoi pensieri, si alza dalla panchina, infila le mani nelle tasche dei pantaloni e a passo lento si dirige verso la villa.
In quegli ultimi giorni di prigionia, la campanella era il segnale che lo avvertiva: in quel caso dell’imminente cena e quindi della somministrazione delle innumerevoli pastiglie.
Aveva provato a ribellarsi una, due volte…ma alla fine si era arreso, sapeva che non c’era più niente da fare e che non aveva nessuna possibilità contro i suoi sequestratori.
Arriva alla villa e trova la porta spalancata.
Le finestre sono già tutte chiuse e l’ingresso è invaso da una luce spettrale.
La sua mente, che sembra aver riacquistato un po’ di lucidità per via dell’indebolirsi dell’effetto delle medicine, inizia a comporre strane teorie su cosa sta per accadere.
Dopo aver fatto pochi passi, raggiunge il salotto che collega le altre stanze.
Raccoglie tutto il fiato che ha in corpo e inizia a urlare.
Un urlo debole, poi si accorge che qualcuno gli sta impedendo di urlare.
Cade a terra, cerca di poggiarsi sui gomiti per girarsi di lato.
Quando ci riesce, vede di fronte a sè una figura alta e snella e una più piccola e tarchiata.
Ovviamente ,nonostante la vista sfocata, li ha riconosciuti: sono Serventi ed Esther.
L’uomo inizia a Parlare: “Vedi Stefano, si può dire che il tuo periodo di villeggiatura è giunto al termine. Sei un uomo inutile, nessuno è venuto a salvarti e nella tua vita non sei riuscito a combinare niente di buono.”
Un dolore acuto pervade tutto il corpo di Stefano.
Serventi: “in questo momento ti sto solo facendo un favore…sei solo, abbandonato da tutti…e meriti di morire!”
Il respiro dell’uomo accasciato a terra diventa affannato, le sue membra sono intorpidite e un improvviso gelo invade il suo corpo.

***

Sono le 8:00 di domenica mattina e Claudia è ancor a letto. Guarda distratta l'orologio che porta al polso e cerca di rimettersi a dormire, ma non riesce a riprendere sonno.
Innervosita si alza e inizia a prepararsi per la giornata. Non sente Gabriel da due giorni e la cosa le crea un po' d'ansia.
Sono quasi le nove quando decide di prepararsi la colazione, ma appena entra in cucina suona il campanello.
Lascia la caffettiera aperta sul tavolo e risponde al citofono.
Claudia: “Chi ?”
Alonso sperava di trovarla in casa.
Alonso: “Claudia, sono Alonso...mi offri la colazione?”
Claudia: “Sali”. Sorride.
Pochi minuti dopo Alonso si trova davanti alla porta dell'appartamento di Claudia con le appoggiata su un lato.
Claudia: “Questa cosa sta diventando un'abitudine.”
Alonso: “Che ci posso fare se il tuo caffè è il migliore di tutta Roma..”
Claudia: “...e pure bugiardo!”
Ridono.
Alonso: “Comunque il tuo caffè è veramente buono!”
Claudia: “Si si, come no! Dai entra o vuoi restare li fuori?”
Claudia si sposta leggermente di lato per permettere ad Alonso di entrare, poi chiude la porta dell'appartamento.
Claudia: “Alonso...ti devo chiedere una cosa. Come sta Gabriel? E' un paio di giorni che non lo sento e al telefono non risponde...”
Alonso, ancora voltato di schiena, fa una smorfia e cerca di non farsi notare da Claudia mantenendo un comportamento calmo e tranquillo.
Non si aspettava di arrivare a quella discussione così presto, pensava di tergiversare un po' prima.
Alonso: “Il ragazzo è...molto impegnato, sai Serventi e tutto il resto...”
Claudia aveva il presentimento che Alonso non fosse li per una visita “amichevole”, ma che
nascondesse qualcosa. Non per niente era una psicologa, nascondergli qualcosa era difficile.
Claudia: “Si si, lo so...ma almeno una telefonata. Come vanno le ricerche?”
Alonso: “Penso bene...cioè bene...credo.”
Claudia nota un po' di esitazione nella voce del vecchio prete.
Claudia: “Credi?”
Alonso: “Cioè ormai siamo alla fine...”
Questa frase fa gelare il sangue a Claudia.
Claudia: “Quanto “alla fine”, Alonso? E non mentirmi, tanto ho capito che c'è qualcosa che non va...”
Alonso si volta verso la psicologa con aria afflitta.
Alonso: “Non voglio mentirti Claudia, ma non chiedermi nulla...ti prego.”
Claudia: “Devi dirmelo Alonso! E' successo qualcosa? Gabriel sta bene???....”
Alonso fa un respiro profondo, ormai non riesce più a nascondere la verità, non è mai stato bravo a mentire.
Alonso: “Non lo sappiamo...”
Claudia: “Cosa???! Cosa non sapete, Alonso?”
Alonso: “Di Gabriel...”
Claudia non si sente molto bene e si siede, tremante, sul divano.
Alonso si avvicina spaventato.
Alonso: “Claudia! Claudia...stai bene?”
Claudia: “Si, sto bene...dov'è Gabriel, Alonso?”
Alonso: “Sentimi bene Claudia, se ti dico quello che so mi prometti che non farai nulla di stupido?...”
Claudia: “....tu dimmi dov'è Gabriel...”
Alonso: “Promettimelo prima...”
Claudia: “Te lo prometto...”
Alonso rimane silenzioso per qualche istante.
Alonso: “Gabriel sta sfidando Serventi...”
Claudia: “Scusa?...Come...”
Alonso: “Aspetta...non interrompermi...qualche giorno fa Serventi si è fatto vivo a casa del dottor Gaslini mentre Gabriel era in casa, gli ha riferito che si sarebbe fatto vivo ancora e che quando lo avrebbe visto di nuovo sarebbe stata l'ultima volta...per qualcuno dei due...”
Claudia: “Non me ne ha parlato...”
Alonso: “Non voleva farti preoccupare...”
Claudia: “Chi è con Gabriel?...”
Alonso: “Nessuno...”
Claudia: “Cosa??? Lo avete lasciato solo?...Voi...voi...” cerca di calmarsi, ma ormai gli è quasi impossibile.
Alonso: “Non potevamo Claudia!!!”
Claudia: “Dov'è? Almeno quello lo dovete sapere...”
Alonso: “E invece no, Gabriel non ce l'ha voluto dire...ha detto che era una cosa fra lui e Serventi, ci ha tagliato fuori Claudia, non l'abbiamo lasciato solo!”
Claudia: “Voi non dovevate lasciarlo andare!”
Alonso: “Veramente erano due contro uno, Isaia ha detto di si...”
Claudia: “Perchè la cosa non mi meraviglia?...hai provato a chiamarlo?”
Alonso: “Non mi risponde...”
Claudia: “...ho bisogno dell'acqua...”
Alonso: “Te la prendo io...”
Claudia: “No!...No, faccio da sola...”
Claudia si alza sul divano, ha le gambe molli e la testa che gli gira. Fa qualche passo, si avvicina alla porta della cucina, poi si sente mancare e si accascia sul pavimento.
Alonso si aspettava quella reazione e, seguendola pochi passi dietro di lei, riesce ad afferrarla e a trascinarla sul divano.

***

Gabriel aveva ricevuto le indicazioni del luogo di incontro con Serventi proprio quella mattina.
Non si era nemmeno recato in congregazione per avvisare gli altri, sapeva che se lo avesse fatto, loro non lo avrebbero lasciato andare da solo. Decise così di fare la cosa più semplice e veloce: lasciare un messaggio in segreteria ad Isaia, che fortunatamente aveva ancora il cellulare staccato: “Sto per andare da Serventi. Mi è stato detto di andare da solo, è una questione tra me è lui. Non voglio mettere in mezzo nessun altro, ne far rischiare la vita a nessuno di voi. Siate obiettivi, non potete far niente per combatterlo, solo io ne ho il potere. Questo sarà l’ultimo scontro, quello decisivo. Solo uno dei due ne uscirà vincitore…e francamente, spero di esserlo io. Ora devo andare, non vi dirò di più così non potrete raggiungermi. Di a Padre Alonso di raggiungere Claudia, ma di non dirle niente, deve solo tenerla in casa al sicuro. Quando tornerò farò la mia scelta… e se non dovessi tornare, ricordale che l’ho sempre amata e che avrei scelto lei” Gabriel sospira e chiude la conversazione.
Detto questo, si infila il giubbotto di pelle, indossa il casco e sale sulla sua moto.
Dopo alcune ore di viaggio arriva a destinazione. Serventi non sceglieva mai dei posti a caso,era una villetta sulle colline fuori Roma.
Ormai era pomeriggio inoltrato.
Il cielo, si era riempito di nuvole e in lontananza si sentiva il rumore di alcuni tuoni, segno del temporale in arrivo.
Decise di affrettare il passo.
Giunto davanti alla villa, trovò la porta socchiusa e decise quindi di entrare senza bussare…anche perché a cosa sarebbe servito? Serventi sarebbe giunto ad accoglierlo a braccia aperte? Sicuramente no.
La porta socchiusa, sottintendeva da sé , un invito ad entrare.
La casa non era molto illuminata, una luce fioca arrivava dal fondo del corridoio, decise quindi di camminare in quella direzione, guardando in tutte le direzioni per evitare di essere aggredito di sorpresa.
Durante il tragitto verso la stanza, l’odore acre che aveva sentito appena accennato quando era entrato in casa, diventava sempre più forte.
Giunto all’ingresso della stanza, gli bastò abbassare lo sguardo di poco per notare che, disteso sul pavimento, c’era un uomo di mezza età morto, con stampata in faccia una smorfia di dolore.
Gli ci volle poco per riconoscere quell’uomo: era il padre di Claudia.
Un impeto di rabbia gli attraversò il corpo.
Non era arrivato in tempo per salvarlo…doveva essere morto già da un giorno almeno e Serventi non aveva nemmeno avuto la decenza di spostarlo. Sicuramente l’aveva lasciato lì come avvertimento.
Una risata al di là della stanza lo risvegliò dalla sua riflessione personale.
Serventi iniziò a camminare a passo lento verso il centro della stanza, tenendo le mani dietro alla schiena, cercando di concentrarsi sulla figura di Gabriel.
Gabriel osservava l’uomo procedere.
Serventi: “tranquillo Gabriel, non c’è bisogno che mi guardi con quello sguardo preoccupato” disse spostando le mani da dietro la schiena e agitandole in aria “non sono armato, io e te non abbiamo bisogno di quelle stupide pistole, abbiamo ben altre armi con cui combattere”
Gabriel: “non è per quello che sono preoccupato…cosa mi dici del signor Munari? perché lo hai ucciso?”
Serventi abbassò lo sguardo sul cadavere e disse “Oh, lui? Niente mi annoiava…in più era una persona inutile, nella sua vita non ha mai combinato niente di buono, penso di avergli fatto solo un favore uccidendolo!” un ghigno comparì sul suo volto.
Intanto fuori aveva iniziato a piovere insistentemente, lampi e tuoni si susseguivano e all’improvviso un lampo fece saltare la corrente, spegnendo quel piccolo barlume di luce che illuminava la stanza.
Gabriel non aveva mai amato il buio e in quella situazione aveva un motivo in più per detestarlo, soprattutto perché non riusciva a vedere quello che succedeva attorno a sé.
Cominciò a respirare profondamente, mentre con le mani cercava il muro contro cui appoggiarsi con le spalle, quando un leggero venticello caldo gli sfiorò la fronte.
Serventi era ormai davanti a lui.
Quel respiro silenzioso gli aveva fatto venire i brividi.
Senza preavviso le luci tornarono e Gabriel riuscì finalmente a vedere Serventi che con uno scatto un po’ goffo, si spostò immediatamente lontano da lui.
Non servirono altre parole, la loro lotta finale ebbe inizio.
Non c’era bisogno di parole, armi o lanci di incantesimi con bacchette.
Era tutto un gioco di menti e di smorfie sui loro volti.
Un osservatore esterno non sarebbe riuscito a capire quello che stava succedendo, probabilmente li avrebbe presi per pazzi.
Serventi era consapevole del fatto che non aveva ancora recuperato del tutto le sue forze e che Gabriel era molto più potente di lui, tuttavia si era fatto convincere dal fatto che Gabriel non aveva molta esperienza in quel campo…forse allora, poteva avere una piccola speranza di poter vincere contro di lui.
Dopo vari scontri, rimbalzi in altre dimensioni –perché così le definiva Gabriel, non sapeva come chiamarle, dopo le scoperte fatte negli ultimi anni, tutte le sue certezze erano crollate…se esisteva quel tipo di “magia” come poteva essere ancora certo dell’esistenza dell’inferno e del paradiso? Se fosse uscito vivo da quella lotta, avrebbe cercato di approfondire la questione- Sia Serventi che Gabriel caddero a terra in ginocchio.
Gabriel strinse i denti, raccolse tutte le forze che gli erano rimaste e guardò Serventi dritto negli occhi.
Un lampo squarciò il cielo illuminandolo a giorno, quasi volesse segnare il termine di quella battaglia. Serventi infatti alzò lo sguardo ormai perso nel vuoto verso Gabriel, lanciò una risata scomposta e dopo qualche secondo si accasciò a terra con un forte tonfo.
Gabriel osservò la scena con la vista annebbiata e subito dopo Serventi, anche lui si accasciò a terra.

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Capitolo 22
*** Vicini alla resa dei conti ***


Serventi: “Allora, da cosa preferisci iniziare? Dovrei parlarti della tua vita, della tua famiglia o di Stefano Munari?”

Gabriel: “Cosa c’entra il padre di Claudia in tutto questo?”

Serventi: “Allora, iniziamo dalle cose di minor importanza…Stefano si trova nella mia dimora, è tenuto sotto controllo da Esther,che mi ha appena fatto questa sorpresina” dice lanciando un occhiata alla poltrona vuota macchiata dal sangue del dottore.

Gabriel sposta il suo sguardo verso la poltrona,rabbrividisce e torna ad osservare fisso Serventi. Sa che non può fare niente,l’unica cosa che gli riesce in quel momento è ascoltare,forse da tutte quelle informazioni riuscirà a ricavare qualcosa di buono.

Serventi: “Eheh, curioso come si possano abbindolare facilmente le persone vero?! È bastato farle credere che fossi deluso da lei e per riscattarsi ha ucciso il dottore di sua spontanea volontà…ma torniamo a noi,il signor Munari potrebbe fare la sua stessa fine,dipende da come andranno le cose tra me e te!”

Serventi fissa Gabriel.

Serventi: “Inoltre,ti sarei grato se non andassi a sbandierare tutta questa nostra conversazione, soprattutto a Claudia…potrebbe mettersi in mezzo e sinceramente non mi voglio sporcare le mani più di tanto…”

Gabriel: “Non vedo perché dovresti uccidere il signor Munari…per me non ha alcuna importanza e nemmeno per Claudia,è il peggior ostaggio che potessi trovare.”

Dice Gabriel cercando di non far trapelare nessuna emozione dal suo sguardo.

Serventi sembra leggermente turbato dalla rivelazione di Gabriel,tuttavia non si lascia abbindolare,probabilmente sa che sta mentendo.

Serventi: “Passiamo a noi,Gabriel ho deciso di non affrontarti qui,ma nella mia dimora…voglio fare le cose per bene questa volta e sono sicuro che è quello che vuoi anche tu. Come ben saprai,sono un uomo d’onore, mantengo le mie promesse. Quindi questa volta avremo uno scontro equo, solo io e te senza intrusi. Cosa ne pensi?”

Gabriel: “A differenza tua,tengo molto a chi mi sta vicino,quindi accetto le tue condizioni.Dimmi il luogo per il nostro incontro e mi farò trovare.”

Serventi: “No,questo no…vedi,non mi fido così ciecamente di te. So già che uscito da qua,correrai in congregazione ad avvisare i tuoi piccoli aiutanti. Il luogo lo saprai quando sarà il momento giusto,non ti preoccupare,te ne accorgerai da solo del mio segnale.”

Gabriel: “Bene,vedo che non ti basta la mia parola.Io devo fidarmi di te,di tutto quello che mi hai detto…mentre tu?! Tu non mi dici niente,solo piccoli accenni.Certo,mi sembra equa come cosa. Ma non ti preoccupare,non mi tirerò di certo indietro.”

Serventi: “perfetto. Allora possiamo salutarci qui. A presto Gabriel,molto presto.”

Gabriel: “A presto…e io non sarei così convinto della sua vittoria.Questa volta,la pagherà per tutto il male che ha fatto!”

Serventi: “vedremo…”

Detto questo Serventi si volta ed esce dalla porta di casa,Gabriel fa per seguirlo,ma appena riapre la porta di Serventi non c’era più l’ombra.

 

 

 **

 

Gabriel esce dalla casa del dottore.

L'incontro con Serventi l'ha sconvolto, non si aspettava che potesse comparire così da un momento all'altro e soprattutto non in quel modo.

Si mette il casco, recupera le chiavi della moto dalla tasca della giacca e parte per il caos di Roma.

Pochi minuti dopo si trova all'ingresso della congregazione.

Lascia la moto vicino al portone e sale di corsa le scale.

Trova Isaia per il lungo corridoio, sta uscendo.

Gabriel: “Isaia...”

Isaia: “...Gabriel...stavo uscendo.”

Gabriel: “Vieni un attimo, ti devo parlare.”

Isaia allarmato lo guarda.

Isaia: “E' successo qualcosa?”

Gabriel si guarda attorno, c'è troppa gente per parlare.

Gabriel: “Non qui...andiamo nel tuo studio.”

Isaia allarmato cerca le chiavi dello studio nella borsa e i due ripercorrono il corridoio della congregazione.

Arrivano alla porta, Isaia, un po' agitato, ci mette qualche secondo ad aprire la porta. Sa che è successo qualcosa, Gabriel non si sarebbe mai comportato così se tutto fosse andato bene.

Gabriel entra nello studio e chiude la porta dietro di se, poi le si appoggia contro.

Isaia non parla, non c'è bisogno di chiedere, sa che è successo qualcosa, ormai è palese.

Gabriel: “Ho visto Serventi...”

Isaia colto alla sprovvista, si aspettava qualsiasi cosa, ma non che il gran capo si facesse vedere

così, rimane immobile.

Gabriel: “Vuole finirla...o almeno è quello che mi ha fatto capire.”

Isaia: “In che senso finirla?”

Gabriel: “Solo io e lui, qualcuno dovrà morire.”

Isaia: “Stai scherzando vero?”

Gabriel: “No.”

Isaia: “Fammi capire tu hai accettato di suicidarti?”

Gabriel: “Non ho scelta...”

Isaia: “Ma cosa stai dicendo?...Certo che hai scelta.”

Gabriel: “No invece...”

Isaia: “Sei impazzito???”

Gabriel: “Ha rapito il padre di Claudia...”

Isaia immobile di fianco la scrivania non risponde.

Gabriel: “Cosa c'è?”

Isaia ci mette qualche secondo per riprendersi.

Isaia: “Lo sapevo...non dovevo aiutarlo.”

Gabriel: “Aiutare chi?”

Isaia con un lungo respiro inizia a raccontare del padre di Claudia.

Isaia: “...è così che qualche mese fa sono andato a prenderlo in stazione, è stato da me per qualche

tempo e poi se ne è andato. Sapeva delle cose, ma non più di quelle che sappiamo noi e poi era qui solo per la figlia.”

Era la seconda mazzata per Gabriel in meno di un'ora. Il suo amico lo aveva tradito, di nuovo.

Gabriel: “Ti rendi conto di quello che hai fatto?” parla con voce bassa e atona.

Isaia non ha più parole, rimane vicino alla scrivania a guardare Gabriel sempre più arrabbiato.

Gabriel: “Perchè non me lo hai detto?...Perchè?”

Isaia non risponde.

Gabriel: “ISAIA PERCHE'???” urla.

Isaia: “Se ti avessi detto che c'era il padre di Claudia qui...come avresti reagito?”

Gabriel: “Non è una buona scusa...sai tutto quello che ha combinato quello in questi mesi? Sai che ha cercato di metterci i bastoni fra le ruote dall'inizio? Sai cosa ha fatto a Claudia qualche settimana

fa? No, certo che no… tu sei impegnato a leggere i tuoi dannatissimi libri...”

Isaia: “Gabriel, io...”

Gabriel: “Tu niente, Isaia!!!”

Isaia: “Gabriel, ascoltami...”

Gabriel si volta di scatto verso Isaia tirandogli un pugno tra naso e mascella.

Isaia cade sulla poltrona poco lontana e si massaggia la bocca, del sangue gli cola dal taglio sul labbro.

Per qualche minuto i due rimangono in silenzio, chiusi nello studio.

Gabriel: “Scusami...” mormora, quasi impercettibile.

Isaia si volta verso Gabriel, ancora girato di schiena. Gabriel si volta e guardare l'amico.

Isaia: “Almeno questa volta me la sono meritata...” un piccolo sorriso gli incurva le labbra macchiate di sangue.

Gabriel: “Mi dispiace...veramente, non so cosa mi è preso.. io”

Isaia: “Zitto...”

Gabriel ammutolisce.

Isaia: “Sono io quello che ha il torto sta volta, hai ragione su tutto...anche sul pugno.”

Gabriel: “Isaia...”

Isaia: “Fermo. Mi devi solo dire una cosa...la vuoi ancora questa vita?”

Gabriel: “Cosa intendi?”

Isaia: “Credi che non me ne sia accorto?...” Sorride “L'ami?”

Gabriel: “...Claudia?”

Isaia: “Non hai molte scelte o si o no...”

Gabriel esitante non riesce a nasconde ancora la verità al suo amico.

Gabriel: “....s...si.”

Isaia: “Quindi la prima domanda che ti ho fatto come risposta è inevitabilmente no...”

Gabriel non sa come rispondere, è la prima volta che racconta quello che prova a qualcuno e si sente a disagio.

Isaia: “Prenditi la tua vita, è inutile che continui a star qua se il tuo cuore va altrove...”

Gabriel: “Si, senti...forse dovresti fare un salto al pronto soccorso, magari ti danno due punti al

labbro..:”

Isaia: “Non cambiare discorso..”

Gabriel si volta per raggiungere la porta.

Isaia: “Gabriel...Serventi deve sparire e tu potrai fare la tua vita...”

Gabriel, una mano già sulla maniglia della porta, si volta verso Isaia.

Isaia: “...non farti ammazzare...”

Gabriel fa un piccolo cenno con la testa ed esce dalla congregazione.

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Capitolo 23
*** Limbo ***


Claudia si sta svegliando.

Sente dei rumori ovattati in lontananza, sembrano quelli di un ospedale.

Cerca di aprire gli occhi, ma le palpebre sono pesanti e gli occhi come incollati. Tuttavia, pochi istanti dopo, riesce ad aprirli.

Riconosce quel posto.

E' la clinica di Gaslini.

 

Clara, seduta sulla sedia accanto al letto, guarda Claudia con fare quasi materno: “Ti sei svegliata...come va?”

Claudia rimane senza parole, era l'ultima persona che si aspettava di trovare. Dopo poco riesce a connettere i pensieri e a pronunciare alcune parole.

Claudia: “L-Lei?”

Clara: “Ora non ti agitare, devi riposare...”

Claudia: “Cosa ci fa qui?”

Clara: “Gaslini ha lasciato tutto a me...non pensare male, c'è il testamento...”

Claudia: “Lei è...”

Clara: “Un medico...si, lo so.”

Claudia: “Gabriel?”

 

Clara, con un' espressione afflitta, si volta a guardare fuori dalla finestra li vicino.

Clara: “Non si sa ancora nulla...”

Claudia: “Come fa ad essere così calma?”

Clara: “Non lo so credimi, questo non centra nulla con il mio potere...solo che...non so, sento che sta bene e che non può essergli successo nulla di grave o nulla di irrimediabile...”

 

Clara marca particolarmente la pronuncia di quelle ultime parole...Claudia capisce subito, sa che quel “nulla di irrimediabile” fa riferimento alla possibile morte di Gabriel.

 

Clara: “...sono pur sempre sua madre no?...Lo so cosa stai pensando...”

 

Claudia fissa la madre di Gabriel con un espressione accigliata: si, era proprio a quello a cui stava pensando... “L'hai abbandonato, non meriti di essere sua madre...non più!”

Clara: “Comunque, non abbiamo molta da fare...o Isaia e Alonso scoprono dove si trova o dobbiamo aspettare che si faccia vivo...”

Claudia: “E se gli fosse successo qualcosa? Se avesse bisogno di aiuto...e se...”

Clara: “Non dirlo..”

 

Claudia si sentiva male sono a pensarlo, solo al pensiero di non poter mai più rivedere Gabriel, il suo Gabriel sconfitto, le si chiudeva lo stomaco. Un forte attacco di nausea la colpisce. Clara si avvicina alla flebo, quasi finita, attaccata al braccio di Claudia.

 

Clara: “E' finita, te ne vado a prendere un'altra....”

Claudia: “Cosa c'è dentro?...”

Clara: “Nulla di che...tranquilla non ti sto drogando. Non ti fidi proprio eh?...comunque sono solo un po' di vitamine..”

Claudia: “Scusi...non dovrei attaccarla così...”

Clara: “Tranquilla...ti capisco.”

 

Claudia vorrebbe risponderle, ma non trova le parole, non sa cosa dirle. Clara esce dalla camera e torna pochi minuti dopo con una nuova sacca con la quale  sostituisce  quella vuota.

 

Clara: “Quando eri svenuta ti ho preso un po' di sangue per gli esami, nulla di che...roba di routine, solo per stare tranquilli, ti farò avere gli esami al più presto, non c'è fretta però...”

Claudia: “Grazie”

Clara: “Di cosa?”

Claudia: “Non lo so, sentivo il bisogno di dirglielo...”

Clara: “Allora, prego...”

Fa un piccolo sorriso.

Clara: “Ora cerca di dormire...ci sono già io in ansia , se succede qualcosa ti sveglio subito...”

Claudia: “Non ci riesco...”

Clara: “Provaci...te lo prometto, ti sveglio.”

Claudia: “Me lo promette?”

Clara: “Certo...promesso.”

A quel punto Claudia si volta verso la parete e, chiudendo gli occhi, cerca di prendere sonno. Poco dopo cade in un limbo agitato di sogni e Gabriel era là ad aspettarla.

 

***

Isaia: “Bene ragazzi, dobbiamo trovare Gabriel, in ogni modo, dobbiamo ritrovarlo a casa...” Samuele: “Cosa intende per “in ogni modo”?”

Isaia: “Ti sembra il momento di scherzare?...”

Samuele: “Non stavo scherzando…”

Isaia si ferma a fissare il ragazzo seduto al lungo tavolo della congregazione.

Isaia: “Spera non in quel modo, Samuele.”

 

Isaia parla con una voce stanca e preoccupata, sa benissimo che le possibilità di trovare Gabriel  morto sono alte; tuttavia cerca di non pensarci, nonostante la mente continui a soffermarsi su questo cupo pensiero.

 

Samuele: “Speriamo, anche se sperare non ci servirà a molto...”

Alonso cammina nervoso per la stanza.

 

Samuele: “Va bene, idee? Come lo troviamo?”

Isaia: “Per questo lo sto chiedendo a voi...”

Damiano: “Forse mi sfugge qualcosa, ma a noi non è mai stata raccontata la versione esatta, vero? Nuovi va bene, ma che ci crediate tonti no...”

Alonso ormai spazientito e con i nervi a fior di pelle anticipa Isaia.

Alonso: “Ti sembra il momento!? Padre Gabriel esta rischiando la vita e nosotros siamo qua a far niente...!”

Damiano si zittisce, colpito in pieno da quell'affermazione di Alonso, non era abituato a vederlo così infuriato e preoccupato. Passano qualche minuto nel silenzio più assoluto pensando e ripensando a come poter ritrovare Gabriel.

Samuele: “Non ha lasciato qualche indicazione,qualsiasi cosa porebbe esserci d’aiuto...”

Isaia: “Se l'avesse fatto non saremmo qui. Non credi?”

Samuele: “Bene allora come lo troviamo uno che non ha lasciato indicazioni, che ha praticamente fatto perdere le sue tracce? Non abbiamo neanche un riferimento, potrebbe essere nei paraggi o ovunque in Italia...”

Isaia: “Io penso che sia nelle vicinanze di Roma...”

Samuele: “Ma sono supposizioni.”

 

Passarono i minuti e il silenzio tornò di nuovo ad avvolgere la stanza. I quattro erano ormai chiusi là dentro da un'ora e nessuno aveva più osato proferire parola.

Fino a quando…

 

Damiano: “Che cellulare ha padre Gabriel?”

Alonso si gira shockato verso Damiano e dich : “Che importa ora? Devi cambiare telefono? Pensa a quello che stiamo facendo!”

Damiano: “No no, ascoltatemi!! Molti cellulari hanno il localizzatore e il GPS integrato, anzi tutti gli ultimi modelli ce l'hanno. Di solito sono attivi da subito dopo l'accensione a meno che non vengano disattivati...se il telefono è acceso possiamo localizzarlo.”

Samuele: “Hai ragione...ma non è quello che fa la polizia?”

Damiano: “No, loro localizzano il numero e le cellule che aggancia, ma non il punto esatto e poi non mi sembra che vogliate gli sbirri fra i piedi...”

 

Isaia ricompone il numero di Gabriel per l'ennesima volta quel giorno che ovviamente squillò a vuoto e la chiamata venne trasferita alla segreteria telefonica.

 

Isaia: “Il cellulare è ancora acceso...”

Damiano: “Che telefono è? Lo sapete?”

Isaia: “Un Blackberry, non chiedermi il modello, non lo so...”

Damiano: “Ne è sicuro?”

Isaia: “E' un mio regalo, certo che ne sono sicuro...”

Damiano: “Bene, vado a prendere il mio portatile, torno subito..”

Isaia: “Ma è legale questa cosa?”

Damiano: “Importa?”

 

 

Pochi minuti dopo Damiano è  di ritorno con il suo computer. Accende il pc e inizia ad avviare alcuni programmi.

 

Isaia: “Come fai a sapere queste cose?”

Damiano: “Diciamo che mi piace l'informatica.”

Isaia: “Tradotto non puoi dirlo...”

Damiano: “Esatto. Mi creda lo farei, ma lei non lo vuole sapere e io non voglio mandare nelle grane altra gente...”

Isaia: “Sei un prete!”

Damiano: “E allora? Non posso avere la passione per l'informatica???...Hei fermi tutti! Ho trovato qualcosa!”

Samuele: “Cosa? L'hai già trovato?”

Damiano: “Aspetta, lo sta localizzando...maledizione!!”

Samuele: “Che è successo ora?”

Damiano: “Quella maledetta batteria!”

Samuele: “Te l'ho sempre detto che è una patacca sto coso!”

Damiano: “Sta zitto!”

Isaia: “Vi sembra il momento? Maledizione!!! Riaccendi quel computer e alla svelta!”

 

Damiano recupera il cavo che aveva portato col pc e cerca una presa per riaccendere il portatile. In pochi minuti il pc si riavvia e torna alla schermata di localizzazione.

 

Damiano: “Ok ci sono, l'ho trovato...”

Isaia: “Allora?”

Damiano: “Una villa, poco fuori Roma. Qualcuno la conosce?”

 

Damiano volta il portatile verso gli altri tre mostrando una cartina satellitare con la campagna romana e in mezzo un punto cerchiato con un bollo rosso posizionato su una villa.

 

Isaia: “Riesci a darci l'indirizzo? Come ci arriviamo?...”

Damiano: “Si, certo...”

 

Damiano digita qualcosa sui tasti del computer.

 

Isaia: “Mi servono delle indicazioni precise...”

Damiano: “Ci sono, ci sono...eccole!...”

Isaia: “Bene, Alonso andiamo...”

Samuele: “Hei hei, ferma un attimo...ci lasciate qui?...”

Damiano: “Non credo, la strada l'ho appena trasferita via internet al mio smartphone e...”

Isaia: “Si va bhe, ho capito. Non c'è tempo, svelti.”

 

Damiano chiude il pc ed escono dalla stanza di corsa.

 

 

**

 

 

I quattro si catapultarono fuori dalla congregazione, salirono in macchina e cominciarono la loro sfrenata corsa contro il tempo. Rischiarono più volte di andare a sbattere contro altre auto, sicuramente presero qualche multa…ma tutto quello aveva poca importanza al momento: delle multe e qualche richiamo da parte dei superiori non avevano importanza davanti a una vita da salvare.

Forse in tutto questo commisero un errore: non avvisarono nessuno. Erano in quattro, disarmati sia per quanto riguardava armi vere e proprie e per quanto riguardava i poteri…Se avessero trovato Serventi ancora vivo e Gabriel a terra privo di sensi, non avevano alcuna possibilità di uscirne vivi o quantomeno di catturare definitivamente Serventi.

 

Avevano tutti agito d’istinto, Isaia compreso, il più meticoloso di tutti li in mezzo…forse perché sperava di riuscire ad arrivare in tempo.

Arrivati alla villa corsero tutti giù dalla macchina.

Le porte della villa erano tutte spalancate e in poco più di un minuto arrivarono alla stanza dove poche ore prima Gabriel e Serventi si erano scontrati.

Quello che videro li lasciò sconvolti: Gabriel e Serventi erano stesi a terra privi di sensi.

Isaia si fiondò su Gabriel per sentire se era ancora vivo,mentre Damiano e Samuele corsero da Serventi.

Alonso invece,uscì dalla stanza,prese il cellulare e fece una chiamata.

 

Serventi era ancora vivo,mentre il cuore di Gabriel aveva smesso di battere.

Le guance di Isaia furono solcate da lacrime di dolore…quello che nessuno di loro sapeva però,era che Gabriel non era ancora morto:si trovava in un’altra dimensione,nel luogo in cui era solito andare quando cercava di riportare in vita le persone;e non era da solo.

 

Gabriel:”Zio!...o padre..cosa ci fai qui?”

 

Mons.Antinori:”Sto cercando di porre rimedio agli errori del passato Gabriel.Quindi ti prego ascoltami.”

 

Gabriel: “non mi sembra che ci sia più molto da fare…se io sono qui vuol dire che anche Serventi è nelle mie stesse condizioni,sono sicuro che ci troveranno e che se lui non è ancora morto,rimarrà in vita,ma questa volta sarà rinchiuso per sempre.”

 

Mons.Antinori: “E’ proprio questo il punto. Serventi non è umano! Vi siete mai chiesti perché non invecchia? E Gabriel,la profezia! Avete cercato fino ad ora e l’avete anche un po’ trascurata dedicandovi solo ed esclusivamente a Serventi…vi siete mai chiesti contiene?”

 

Gabriel: “si,parecchie volte e speravamo di ottenere delle risposte catturando Serventi”

 

Mons.Antinori: “Gabriel,quelle risposte sono pronto a dartele io,ora.”

 

Gabirel: “Spero che questa volta tu dica la verità…”

 

Mons.Antinori: “le cose si stanno facendo complicate,considerata la posizione in cui mi ritrovo ora non è più tempo di sotterfugi. Quindi,dimmi Gabriel,tu sai cosa succede se un umano copula con qualcno del mondo degli spiriti?”

 

Gabriel: “Bè,non è quello che è successo con la Vergine Maria e lo spirito santo?”

 

Mons.Antinori:”Sei a conoscenza della scatola?La scatola dei papi?”       

 

Gabriel: “Di cosa stai parlando?”

 

Mons. Antinori: “Quando viene scelto un nuovo papa e le campane di San Pietro suonano a festa,il nuovo papa viene portato in una piccola stanza,di fianco alla cappella Sistina.

 

La chiamano “La stanza delle lacrime”,a causa della sublime mescolanza di gioia e dolore che si contempla in quel momento.

Gli viene portata la chiave di una scatola.

Si dice che questa scatola contenga il segreto estremo.

Contiene il segreto della fine del mondo.”

 

Gabriel: “Non capisco il nesso logico di tutto questo…Vuoi arrivare al punto?”

 

Mons.Antinori: “Il foglio nella scatola rivela l’esatta natura dell’Anticristo. -Un bambino nato da un umano e uno spirito aprirà la via alla fine dei tempi-. E’ la quintessenza del male.

La corruzione dell’immacolata Concezione.”

 

Gabriel: “Di cosa stai parlando?”

 

Mons.Antinori: “Oh andiamo,allo spirito santo è bastato sussurrare all’orecchio della Vergine Maria per farle concepire il figlio di Dio.

Se il diavolo deciderà di usare un grembo umano per il suo seme,sicuramente vorrà mettere un po’ più di pepe nella faccenda.”

 

Gabriel finalmente capisce.Ora tutto ha un senso per lui.

 

Guarda quell’uomo fisso negli occhi e chiede: “Si può fare qualcosa?”

 

Mons.Antinori: “Si può sempre porre rimedio a tutto.”

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Capitolo 24
*** In fondo nulla finisce per sempre ***


Ed eccoci di nuovo, siamo giunti alla fine di questo viaggio. Sono passati ormai quasi 9 mesi da quando abbiamo pubblicato il primo capitolo di questa storia. Volevamo ringraziarvi tutti dal primo all'ultimo, grazie per averci seguito, grazie per averci letto e grazie per aver passato tutto questo tempo con noi. Siete veramente tantissimi!!! Un bacione va a tutti quelli che hanno tenuto viva questa storia e ci hanno fatto conoscere persone stupende.
Tranquilli, questo non è un messaggio d'addio!!! In effetti detto così lo può sembrare! Continueremo a farvi compagnia e chissà perchè no, magari potrà esserci, in futuro, un'altra FF!
Un bacione e speriamo che questo capitolo vi piaccia...sarà a dir poco sconvolgente, per cui sedetevi e cercate di non svenire!!!
V&V






Il cuore di Gabriel non batteva più.
Isaia osservava il suo corpo senza vita giacere sul pavimento di marmo freddo.
I due preti più giovani osservavano la scena in solenne silenzio scambiandosi sguardi interrogativi … nessuno dei due sapeva cosa fare.
Pochi istanti dopo Alonso rientrò nella stanza, posò una mano sulla spalla di Isaia che, con una lacrima che gli riga il volto, si voltò e chiese all’amico se avesse chiamato un’ ambulanza.
Alonso fa cenno di si con la testa, diede un ultimo sguardo al corpo di Gabriel, si voltò e a passi lunghi si recò fuori dalla villa per aspettare l’arrivo dei destinatari della chiamata fatta pochi minuti prima.

Isaia è ancora chino sul corpo di Gabriel, quando sente parecchi passi che dal corridoio principale stanno arrivando nella stanza: sono troppo lenti e silenziosi per essere quelli dei dottori che corrono per salvare la vita ad un uomo … si  voltò così verso la porta per capire di chi si trattasse.

Possibile che tutta quella storia non fosse ancora finita? Possibile che ci fosse ancora qualcuno pronto a fare del male? Forse si trattava di Esther che era tornata indietro con dei nuovi aiutanti per ucciderli tutti … poco importava, per Isaia era tutto finito: avevano ucciso il suo migliore amico e Serventi era stato sconfitto, cosa potevano volere ancora? La sua vita ormai non valeva più nulla. Se anche l’avessero ucciso, non gliene sarebbe importato più di tanto.
Fu proprio in quel momento che, mentre cercava di riordinare i suoi pensieri , nella stanza entrò Alonso seguito da cinque uomini in nero che si divisero dirigendosi alcuni verso il corpo di Serventi e altri verso quello di Gabriel.
Non capiva, chi erano quegli strani soggetti in nero? Non aveva chiamato un’ ambulanza Alonso? E perché Alonso non proferiva parola? Magari l’avevano minacciato … o forse ancora peggio era d’accordo con loro. Possibile che in tutto quel tempo fosse riuscito a nascondergli una cosa così grande?
Che anche lui fosse un cattivo? Isaia non capiva.
Fu allora che uno dei cinque uomini gli disse: “Mi scusi padre, deve allontanarsi, dobbiamo prendere il corpo!”
Isaia allora si decise a parlare: “E’ troppo voler avere delle spiegazioni? chi siete voi e cosa volete?”
Nessuno dei cinque uomini in nero, sembrava però intenzionato a dare delle spiegazioni, non sembrava nemmeno che avessero ascoltato una sola parola di quello che aveva detto.
Fu così che Alonso, appoggiato allo stipite della porta, si decise a parlare
 “Isaia, non ti devi preoccupare, lasciali fare, sulla via del ritorno vi spiegherò tutto. Ora fai quello che ti hanno detto, esci dalla villa insieme a Damiano e Stefano, Sali in macchina e aspettami. Io vi raggiungerò a breve”
Pochi  minuti dopo Isaia vide Alonso uscire dalla villa.
Una volta salito in macchina Alonso vide che tutti lo stavano guardando nel silenzio più assoluto aspettandosi  delle risposte che, non tardarono ad arrivare.
Durante il viaggio di ritorno verso la congregazione, Alonso spiegò ai tre il segreto che nascondeva da ormai tanti anni.
Alonso non era altro che il capo della polizia segreta del Vaticano: la Dicasteria Fidei.
 Il lavoro in congregazione era in parte una copertura.  Il compito principale della congregazione era quello di indagare sui fatti attraverso vecchi manoscritti, di solito poi, non erano i membri ad occuparsi direttamente di andare ad indagare sul luogo del fatto, ma la Dicasteria Fidei.
Solo per Gabriel avevano fatto un eccezione, avevano capito quanto potenziale ci fosse in lui: era quindi stato prescelto per diventare prima membro della Dicasteria e alla morte di Alonso, il futuro capo.
Solo che lui tutto questo non lo sapeva e non lo avrebbe mai saputo. Era stato messo alla prova, era solo questione di tempo e  a breve ne sarebbe stato informato e insieme a lui anche Isaia sarebbe entrato a farne parte.
Essere a capo o far parte della Dicasteria Fidei, non richiedeva l’obbligo di essere preti (e questa sarebbe stata una gran bella notizia per Gabriel, aveva subito pensato Isaia … ma tutto questo ormai aveva poca importanza: Gabriel non c’era più).
Stando alle parole di Alonso, nessuno avrebbe proferito parola su questa faccenda, non sarebbe uscita nessuna notizia sui giornali. Nemmeno all’interno della congregazione si sarebbe venuta a sapere la verità. Avrebbero detto che Gabriel era partito di nuovo per uno dei suoi studi in qualche luogo remoto e nessuno sapeva se mai sarebbe tornato.
Un eroe che si era sacrificato per un mondo di cui nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza.

***

Intanto alla ex clinica del Dottor Gaslini, Claudia aspettava impaziente notizie su Gabriel.
Le era stato detto di non alzarsi dal letto e non l’aveva fatto, non aveva ancora fumato nemmeno una sigaretta … erano tutte piccole cose che le costavano un enorme fatica, ma stava cercando di non sgarrare perché pensava che forse questa volta qualcuno le sarebbe venuto in aiuto, avrebbe apprezzato i suoi sforzi e l’avrebbe premiata.
Non credeva in Dio, ma Gabriel si. Lo stava facendo per lui, forse Dio si sarebbe accorto dei suoi sforzi, forse avrebbe avuto pietà di lei e l’avrebbe perdonata risparmiando la vita di Gabriel.
Che colpa aveva se si era innamorata di un prete?
Lo aveva saputo fin dal primo momento in cui lo aveva visto, aveva subito pensato “Oh eccoti, ti stavo aspettando da una vita!” e da lì era iniziato tutto, aveva capito che non lo avrebbe mai lasciato fuggire via da lei, anche nel momento in cui aveva scoperto che era un prete.
Alla fine si era presa una pausa, aveva detto di non volerlo più nella sua vita, perché la sua vicinanza, sapendo che l’amore non era contraccambiato, la feriva soltanto … tuttavia in quel periodo di lontananza, aveva capito che non le importava, che era disposta a soffrire, ma non avrebbe mai lasciato Gabriel, l’amore della sua vita.
Si stava chiedendo in silenzio se Dio la sentiva, se poteva sentire tutte le sue certezze che pian piano si stavano sgretolando.
Fu in quel momento che sentì  la maniglia della porta abbassarsi, accantonò i suoi pensieri e aspettò impaziente che qualcuno entrasse nella stanza e che con un sorriso le dicesse che era tutto a posto.
Clara entrò nella stanzetta portando con se una piccola cartellina che conteneva i risultati delle analisi.
Si avvicinò al letto di Claudia, nessuna emozione traspariva sul suo volto e Claudia non riusciva a capire cosa significasse tutto ciò.
Fino a quando Clara disse: “Claudia sei incinta. Sono due gemelli.”
E Claudia non ci vide più, la vista si annebbiò e fiumi di lacrime cominciarono a bagnarle le guance.

***


L’auto che trasportava Isaia, Alonso e i due giovani preti era rientrata in congregazione.
Una volta scesi dall’auto,i due giovani si dileguarono e rimasero solo Isaia ed Alonso.
Isaia: “Cosa ne sarà ora del corpo di Gabriel?”
Alonso: “Lo stanno portando in clinica, là dichiareranno i motivi del decesso e poi ci penserà sua madre,alla sepoltura e a tutto il resto …”
Isaia: “Non avrà nemmeno un funerale in chiesa?” chiese piuttosto stizzito.
Alonso: “Vedi Isaia, non è facile … avrà un funerale ma sarà celebrato lontano dagli occhi di tutti. Sono dispiaciuto anche io per quello che è successo, non se lo meritava … ma è così che devono andare le cose.”
Isaia: “E per quanto riguarda il corpo di Serventi?”
Alonso: “Riceverà lo stesso trattamento di Gabriel …”
Isaia: “Com’è possibile tutto questo? Quell’uomo non se lo merita! Dovrebbe essere gettato in una fossa comune … un funerale non servirà a riscattarlo dai suoi peccati!”
Alonso : “La procedura è questa … Isaia da fastidio anche a me questa cosa, vorrei poter urlare al mondo quello che è successo! Ma non ricopro un ruolo facile da gestire … a volte è frustrante, ma queste sono le regole ed io devo obbedire. Siamo pur sempre dei preti e da preti, sappiamo che un funerale è dovuto a tutti … di fronte agli occhi di Dio siamo tutti uguali.”
E così Alonso diede una pacca sulla spalla ad Isaia e si allontanò.
E così era davvero finito tutto?

***

Clara aveva passato del tempo nella stanza di Claudia, le aveva asciugato le lacrime sussurrandole che presto avrebbero avuto notizie di Gabriel e che tutto sarebbe andato per il meglio.
Gabriel era un uomo forte e di certo avrebbe saputo prendersi le sue responsabilità.
Dopo averle asciugato le lacrime, con la speranza di averla rincuorata almeno un po’,Clara lasciò la stanza di Claudia dicendole che avrebbe fatto bene a riposare, sarebbe tornata non appena avrebbe avuto notizie di suo figlio.
***

Clara si diresse verso il suo studio e trovò degli uomini in nero ad aspettarla.
Le avevano riportato Gabriel.
Le avevano riportato il corpo di suo figlio senza vita.
Si mise a piangere, ma non voleva farsi vedere debole, ordinò quindi agli uomini di lasciare suo figlio in obitorio e di andarsene.
Da quel momento in poi avrebbe pensato a tutto lei.
Una volta rimasta sola con il corpo di Gabriel , poté finalmente prendersi dei minuti per riflettere.
Lei sapeva già tutto, era il destino di suo figlio che stava per essere portato a termine.
Gabriel non era morto era solo in attesa.
Ma questo non lo avrebbe saputo nessuno. Nessuno eccetto una persona, quella persona che stava cercando di prendere sonno senza però riuscirci.
Era tutto pronto, dopo anni passati ad immaginare quel momento finalmente poteva viverlo.
Uscì da quella stanzetta grigia, passò un attimo nel suo ufficio per guardarsi allo specchio e con calma si diresse verso la camera di Claudia.
***

Clara: “Claudia? Claudia ti devo parlare, svegliati!”
Claudia si risvegliò da quel sonno agitato e osservò il volto sorridente di Clara che la guardava.
Clara: “Claudia, Gabriel è vivo!”
Claudia guardava sorpresa Clara e per la seconda volta nel giro di poche ore si ritrova a piangere.
Da quando era diventata così emotiva? Ah già, la gravidanza … non era mai stata così felice.
Claudia: “Dov’è? Voglio vederlo subito!”
Clara: “Mi dispiace Claudia, ma ora proprio non è possibile … lo rivedrai presto però!”
Claudia guardò Clara allibita, che cosa le stava nascondendo?
La donna sembrò capire le perplessità di Claudia, così decise di spiegarle tutto.
Clara: “Vedi Claudia, Serventi è ancora in circolazione ed è molto pericoloso … non possiamo permettere che vi trovi, non ora che tu sei incinta. Abbiamo deciso che tu e Gabriel passerete i mesi della gravidanza a Villa Antinori, sposteremo tutto quello che sarà necessario lì e non ve ne andrete fino a che l’ordine non sarà ristabilito. In quella casa sarete al sicuro”
Claudia: “Quindi Gabriel non è riuscito a sconfiggere Serventi? Non è ancora finito questo incubo? Quando potremo vivere in pace alla luce del sole?”
Clara: “Tesoro, non ti devi preoccupare, Serventi non è più una minaccia come prima … semplicemente pensiamo che sia più sicuro per tutti se tu e Gabriel passiate i prossimi mesi lontano da tutti. Pensaci, è una buona cosa no? Avrete finalmente tutto il tempo che vorrete per stare insieme, in più Gabriel potrà finalmente sistemare la questione del Sacerdozio …”
Claudia: “Gabriel sa che diventerà padre?”
Clara: “No, non ho voluto dirglielo … è una sorpresa! Glielo dirai tu non appena vi vedrete!”
Claudia: “E quando ci vedremo?”
Clara: “Domani, domani potrai vedere Gabriel, sarai portata a villa Antinori e finalmente potrete incontrarvi!”
Clara accarezzò la fronte di Claudia sorridendole e le disse “Ora è tardi, ti lascio dormire … domani sarà una giornata lunga!” e così Clara salutò Claudia, spense la luce della stanza e uscì, chiudendo dietro di se la porta.

***
Clara quella notte non dormì, era impegnata a sistemare tutto alla perfezione a villa Antinori.
Entrò in uno stanzino di cui solo lei era a conoscenza e vide il corpo del figlio sotto sedativi disteso su un letto.
SI avvicinò a lui, posò le mani sul suo petto e gli diede un bacio sulla fronte.
Rimase a guardarlo per qualche istante, poi uscì dalla stanza chiudendola a chiave.
Si sedette su una poltrona del salotto e attese pazientemente.
Dopo qualche ora sentì dei passi arrivare dal corridoio e poi delle mani posarsi sulle sue spalle.
Era Gabriel.
Gabriel: “Mamma …”
Clara: “Ciao Gabriel, ti stavo aspettando!”
Gabriel: “Cosa è successo?”
Clara: “hai combattuto contro Serventi … ma lui purtroppo è scappato, tu sei caduto in coma e stavo aspettando che ti risvegliassi.”
Gabriel: “Perché sono qui?”
Clara: “Questo posto è sicuro, nessuno può entrarvi, nemmeno Serventi. Domani arriverà anche Claudia e finalmente potrete parlarvi.”

***  

Finalmente la notte era passata e il giorno tanto atteso da Claudia era arrivato.
Clara entrò nella stanzetta e la trovò già pronta con il borsone sistemato sul letto.
Clara: “sei già pronta? allora possiamo andare …”
Clara prese il borsone di Claudia e insieme uscirono dalla clinica.
***

Claudia entrò di corsa a villa Antinori, non vedeva l’ora di poter tornare dal suo Gabriel, di abbracciarlo, di baciarlo e di dirgli di essere incinta.
Corse per il corridoio e si diresse verso il salone.
Era sicura che avrebbe trovato Gabriel lì ad aspettarla.
E così fu.
Gabriel era in piedi davanti al caminetto e la guardava sorridente.
Aprì le braccia e Claudia appena vide quel gesto, si lanciò fra di esse.
Clara se n’era già andata dalla villa, sapeva che i due avevano bisogno di parlare. Sarebbe tornata più tardi per sistemare le ultime faccende.
Gabriel era così felice di riavere Claudia, non avrebbe potuto chiedere di meglio, dopo la chiacchierata notturna con sua madre, sapeva che ora più niente e nessuno li avrebbe divisi.
Claudia fece sedere Gabriel sul divano, gli prese le mani tra le sue e disse: “Gabriel devo parlarti!”
Lui la guardò un po’ scosso … possibile che ci fosse ancora qualcosa che non andava?
Tutti i dubbi però si dissolsero quando Claudia lo guardo fisso negli occhi e si aprì in una risata.
Gabriel: “Allora? Cosa c’è che ti fa così tanto ridere? Devo preoccuparmi?”
Claudia smise di ridere e guardò Gabriel seria.
Claudia: “Gabriel … sono incinta!”
Gabriel rimase in silenzio per qualche secondo.
Aveva detto davvero di essere incinta?
Claudia guardava Gabriel allarmata, non riusciva a decifrare la sua espressione, fino a quando Gabriel non si decise a parlare.
Gabriel: “Claudia ma è fantastico! Diventerò padre, avremo un figlio!” e con le lacrime agli occhi, le posò un bacio sulle labbra.
Proprio mentre stava cercando di approfondire il contatto, Claudia lo allontanò e sorridendo gli disse: “Si futuro papà, ma non sarà solo un figlio … ma due!”
Gabriel non poteva credere a quelle parole, rimase a bocca aperta, era troppo felice e di sicuro gli sarebbe servito del tempo per gestire la notizia.
***
I primi mesi di gravidanza non furono facili da affrontare, Claudia aveva spesso le nausee ma con l’aiuto di Gabriel riuscì a cavarsela senza troppi problemi.
Una volta giunta all’ottavo mese, la madre di Gabriel decise di trasferirsi da loro per aiutarli e per essere pronta nel caso in cui a Claudia si fossero rotte le acque prima del dovuto.
Infatti, pochi giorni prima della data fissata per il parto, a Claudia si ruppero le acque.
Non potevano andare in ospedale, Clara glielo aveva espressamente impedito.
Chiamarono quindi un dottore dalla clinica e una volta sistemata una stanza Claudia fu pronta per partorire.
Clara invitò Gabriel ad aspettare fuori , probabilmente ci sarebbe voluto un po’ e Gabriel era troppo in ansia … così decise di allontanarsi da quella stanza: non poteva stare vicino a Claudia e sentire le sue urla di certo non lo tranquillizzavano.
Durante il parto però ci furono delle complicazioni.
Complicazioni già calcolate da Clara.
Sarebbero esistite due versioni  del parto: quella reale che si sarebbe tenuta segreta e quella da raccontare a Gabriel e Claudia.

In accordo col dottore, gli consegnò un gemellino con l’ordine di portarlo al sicuro in clinica mentre Claudia e l’altro fratellino sarebbero rimasti alla Villa, trasportati sotto sedativo nella stessa stanza in cui era chiuso il corpo di Gabriel.
Clara compì lo stesso gesto che aveva fatto qualche mese prima con Gabriel, uscì dalla stanza e si diresse a cercare suo figlio.
Lo trovò chiuso in una stanza intento a leggere nervosamente un libro.
Gabriel alzò la testa e vide sua madre che lo fissava.
Gabriel: “Allora come è andata? Stanno tutti bene, posso vederli?”
Clara: “Si Gabriel, Claudia e il piccolino stanno bene … vieni con me, ora puoi vederli”
Gabriel: “Come il piccolino?!”
Clara: “Vedi Gabriel … durante il parto ci sono state delle complicazioni, ed è sopravvissuto solo un bambino. Non ti devi preoccupare, lui è forte e sta bene …”
Per Claudia e Gabriel quello fu un duro colpo, ma si fecero forza e non si fecero abbattere.
Erano diventati genitori e avrebbero cresciuto loro figlio con tanto amore.
***
Passarono i primi giorni, poi settimane e al primo mese di vita del bambino, si accorsero che forse c’era qualcosa che non andava.
Il bambino non era cresciuto, sembrava sempre un bambino di pochi giorni di vita.
In più Clara era da un po’ che non tornava a fargli visita.
Gabriel decise quindi che era ora di porre fine a quel patto stipulato con sua madre.
C’era qualcosa che non andava e doveva uscire da quella casa per scoprirlo … peccato però che erano come intrappolati, non riuscivano ad oltrepassare le mura di quella villa.
Gabriel urlò. Possibile che sua madre fosse di nuovo riuscita a prenderlo in giro?
Si diede dello stupido da solo … era stato così cieco.
Accecato dall’idea di poter vivere con Claudia e di crearsi una famiglia con lei, non si era accorto del tranello che gli aveva giocato sua madre.
Le aveva superate tutte Gabriel, in cuor suo sapeva che era solo questione di tempo e presto sarebbe riuscito a capire che cosa gli era successo.
Sarebbe uscito da quella prigione e avrebbe chiarito una volta per tutte con la madre.

***
Clara si stava prendendo cura del suo nipotino ormai da quasi due anni.
Aveva abbandonato Roma, non era più un posto sicuro: vedendola con un bambino, molti avrebbero iniziato a porsi delle domande, soprattutto Isaia che afflitto dalla morte di Gabriel, passava spesso in clinica a trovarla.
Aveva quindi lasciato la clinica nelle mani di un altro medico, rifugiandosi in una cittadina del nord Italia.
Clara aveva lasciato il suo nipotino a casa con la babysitter, aveva alcune commissioni da sbrigare in città.
Una volta rientrata a casa disse: “Scusa per il ritardo Sara, ma sono stata a fare spesa e ho incontrato un amica che si è fermata a raccontarmi nei dettagli ogni momento della sua vita …”
Aspettò qualche istante ma non le arrivò alcuna risposta.
Clara: “Sara?”
Clara poggiò la spesa sul tavolo e si diresse verso la stanza del bambino.
Aprì la porta e vide il corpo della giovane ragazza giacere a terra senza vita mentre sulla sedia a dondolo il bimbo si dondolava allegramente.
Clara si avvicinò a lui, gli fece una carezza e disse sorridendo: “ Ora cosa dovrò fare con te?”


FINE


"Le tempeste possono incutere terrore, annebbiare il giudizio e disseminare il panico. Eppure Dio ha promesso, a coloro che lo cercheranno attraverso la preghiera, la via della salvezza. L’unico modo per sopravvivere alla tempesta sarà in ginocchio."
Paul Chappel, Pastore.



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