Girl for Piton

di SectumsempraByGinny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Regina ***
Capitolo 2: *** Patti e latitanti ***
Capitolo 3: *** Mostro ***
Capitolo 4: *** Che si aprano le danze! ***
Capitolo 5: *** Dietro il muro ***
Capitolo 6: *** Errori Commessi ***
Capitolo 7: *** Fuga da Spinner's End ***
Capitolo 8: *** Pillole ***
Capitolo 9: *** Facciamo fuori il Basilisco! ***
Capitolo 10: *** Hercules ***
Capitolo 11: *** Dimenticando Lily ***
Capitolo 12: *** Sectumsempra ***
Capitolo 13: *** L'Ordine della Fenice ***
Capitolo 14: *** Viaggio nella mente dell'Oscuro Signore ***
Capitolo 15: *** Horcruxes ***
Capitolo 16: *** James, Sirius e la famiglia Black ***
Capitolo 17: *** Lily, Remus ed i cuori infranti ***
Capitolo 18: *** Severus, Katrina e la battaglia di Hogwarts ***



Capitolo 1
*** Regina ***




James, Sirius, Remus, e Peter sedevano tranquilli nel loro scompartimento, pronti ad incominciare il loro quinto anno ad Hogwarts quando la porta si aprì ed entrarono due ragazze.
Una aveva lunghi capelli castani e gli occhi verde acqua, l’altra vaporosi capelli rossi e luminosi occhi verdi.
Oh no!” esclamò quest’ultima.

“Evans!” urlò di risposta James in un brodo di giuggiole
“Non lamentarti Lily : questo è l’unico scompartimento rimasto libero” le spiegò l’altra ragazza.
Lily sbuffò e le due ragazze si sedettero accanto ai malandrini.

“Sbaglio o non ti ho mai visto?” chiese Sirius rivolto alla ragazza
“Sbagli” rispose tranquillamente lei
“Sei Grifondoro?” continuò Sirius
“Si”
“Del nostro anno?”
“Si”

“Rispondi sempre con monosillabi?”
“Solo a chi mi fa domande sciocche” rispose lei seccata
“Insomma, frequento tutte le lezioni con voi, gioco a Quidditch da quattro anni  e sono sempre accanto alla ‘Evans’ durante i vostri assalti” James allora sgranò gli occhi ed esclamò
“Sei la Johnson? Katrina Johnson?”
“Eh già” rispose lei secca.

“Non è possibile!” esclamò Sirius
“Quella è grassa, brufolosa, con i capelli cortissimi e si veste sempre da maschio!”
“Che vuoi che ti dica? Che ho perso cinque chili, ho usato una lozione contro i brufoli, mi sono fatta crescere i capelli con la magia e ho messo la gonna?” e concluse così la faccenda.

Solo dopo qualche tempo incominciò a parlare
“Allora quando ci sarà la prossima luna piena?”
“In che senso?” chiese Remus sulla difensiva
“Mi riferivo alle vostre passeggiatine notturne tra animagus e lupi mannari”. In un attimo quattro bacchette furono puntate contro Katrina

“Chi altro lo sa?” chiese Remus
“Nessuno" e scoppiò a ridere
“Io rischio tanto quanto voi!”. I malandrini la guardarono stralunati
“Sono diventata un’animaga insieme a voi, geni!”
“Insieme a noi?” il piccolo Peter era la prima volta che parlava
“Si. Ha passato tutto l’anno a inseguirvi per scoprire come fare” spiegò loro Lily.

“E che animale sei?” chiese curioso James
“Una leonessa” rispose Katrina con un sorriso soddisfatto sulle labbra
“Ti ci vedo bene come Regina della Savana” commentò Sirius.

La porta dello scompartimento si aprì di nuovo
“Lily”
“Severus” Lily si alzò per salutare il ragazzo con i capelli unti davanti a lei. Lui si guardò intorno
“Johnson?” chiese perplesso guardando Katrina.
“Piton” rispose lei quasi se volesse sputare su quel nome
“Ancora arrabbiata con me?”
“Quando ti avrò spinto giù  dalle scale e rotto un paio di costole saremo pari”.

Severus sbuffò “Quante volte ti dovrò chiedere scusa?”
“Non sarà mai abbastanza”. Poi Severus si rivolse di nuovo a Lily
“Perché stai nello scompartimento con Potter”  
“Perché era l’unico libero” rispose lei semplicemente
“Anche il mio era libero”
“E sarei dovuta stare con Avery e Mulciber?  No grazie a questo punto preferisco Potter”
“E ci credo!” esclamò James soddisfatto.

Severus se ne andò con la coda tra le gambe e i sei dello scompartimento si prepararono all’arrivo ad Hogwarts.

“Regina!” urlò Sirius alle sue spalle. Katrina si girò, il suo nuovo amico era seguito a ruota dal resto dei malandrini. Erano passati un paio di mesi dall’inizio della scuola e lei aveva cominciato a frequentare il gruppo dei malandrini, a partecipare ai loro scherzi e anche alle loro’passeggiate notturne’.
“Pozioni con i Serpeverde: la tua passione” le sussurrò Sirius all’orecchio, mettendole le mani sui fianchi

“Giù le mani Felpato!”
“Già, Felpato, sii più carino con le signore” commentò James
“io non vedo signore, Ramoso” scherzò Remus
“Grazie Lunastorta”.

Poi entrarono nell’aula di Pozioni. Il Professor Lumacorno non vedeva di buon occhio Katrina a causa della sua spensieratezza e della tendenza a distrarsi che comportavano errori disastrosi.
“Ah, signorina Johnson, direi che potrebbe approfittare del posto libero accanto al signorino Piton per imparare qualcosa in più, che di certo l’aiuterebbe a passare l’anno”
“E se io non volessi passare l‘anno?” rispose acida Katrina, guardando male Severus
“Allora temo che il suo sogno di diventare Auror andrà in fumo”. Sbuffando, Katrina si sedette accanto a Severus mentre James si accasciò accanto a Lily  con aria trionfante. In principio la Grifondoro e il Serpeverde lavorarono in silenziosa armonia me le discussioni non tardarono ad arrivare. 

“Solo due uova di Ashwinder, non tre” le ordinò lui ad un certo punto
“Ma se ne mettiamo tre e le mitighiamo con dell’erba fondente…”
“Sul libro c’è scritto così” ribatté Severus “Ma il libro può anche sbagliare” continuò lei
“Sei così brava da poterti permettere di contraddire il libro?”
“Proprio così” rispose decisa Katrina.


La discussione fu subito sedata dal Professore che, notando gli sguardi feroci dei due, tentò di non farli passare alle mani.


In questa nuova storia intendo proprorre uno svolgimento alternativo della storia, a differenza delle altre che, in linea di massima, sono fedeli all'originale

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 2
*** Patti e latitanti ***




“Lunastorta, cioè, Remus” lo chiamò una voce imbarazzata.
Di solito Remus scendeva nel cuore della notte per godersi quegli attimi di solitudine e riflessione che solo l’oscurità poteva regalargli.
Katrina era in piedi dietro a lui con un calice fumante in mano.
Indossava una lunga camicia da notte in stile impero azzurra e i riccioli castani le ricadevano sulle spalle mentre si mordeva le labbra, nervosa.

“Questo è per te” e gli allungò il calice
“L’hai fatto tu?” le chiese Remus con un sorriso sulle labbra
“On no! Non ho intenzione di ucciderti!” scoppiò a ridere
“Una certa persona mi doveva un favore”

“E, perdona la mia ignoranza, ma che cosa sarebbe?” chiese lanciando un’occhiata al liquido bollente
“L’ultimo ritrovato della pozionistica moderna. L’ha inventata un certo Belby o roba del genere… era su ‘Trasfigurazione Oggi’… è un prototipo di quella che chiamano Pozione Anti-Lupo. Non credo che ti renderà innocuo ma dovrebbe far scomparire tutti i sintomi della licantropia” gli lanciò una sguardo leggermente scettico
“Deve essere disgustosa” disse con una smorfia di disgusto

“E’ molto difficile da preparare. Chi è che ti doveva un favore, Kat?” le chiese incuriosito.
“La mia fonte preferisce rimanere anonima. Aspetta io prendo la mia medicina e brindiamo insieme” propose lei, facendo apparire con un colpo di bacchetta un bicchier d’acqua e una pillola
“Cin ciin!” e il vetro cozzò contro l’argento in un tintinnio armonioso.
Entrambi bevvero tutto in un sorso e tossirono in risposta all’amaro dei loro rimedi.

“Perché prendi una medicina?” chiese dopo un po' Remus
“Me l’ha data il Professor Silente” rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo
“E perché?”
“Per impedire che la mia mente si connetta automaticamente a quelle di coloro che mi stanno vicino. Detto tra noi è una gran scocciatura. Ne devo prendere una al giorno altrimenti percepisco tutte le preoccupazioni, le gioie e le attese di chi mi sta accanto.” Remus la guardò a bocca aperta
“E' così che ho scoperto che eri un lupo mannaro e, tra parentesi, mi dispiace ma non ho potuto evitarlo: eri così preoccupato che qualcuno lo venisse a sapere!” aggiunse Katrina con uno sguardo eloquente

“Mi stai dicendo che leggi involontariamente nel pensiero?” chiese lui scettico
“No ti sto dicendo che percepisco le emozioni più forti ovvero rabbia, paura, odio e più raramente felicità e amore” rispose lei semplicemente
“E devo chiederti di mantenere il segreto” aggiunse
“La gente si spaventa, di solito” e sospirò.

“Ora se non ti dispiace dovrei concludere una faccenda” Katrina prese il mantello che aveva posato su una delle poltrone e lo indossò.
Poi si calò il cappuccio ed uscì nella notte gelida.

“I bezoar sono molto rari: non lo sprecare” spiegava Katrina al sui interlocutore
“Ho rispettato la mia parte del patto: ti ho portato l’oggetto che mi avevi richiesto per questo mese. Mi aspetto che tu faccia la tua parte”
"Una promessa è una promessa” rispose l’altro prendendo in mano la pietra che gli offriva la ragazza
“Ti preparerò quella strano pozione una volta la mese, anche se non riesco a capire a cosa serve”
“Non è necessario che tu lo comprenda” tagliò corto lei.

Il ragazzo fece per andarsene me Katrina lo bloccò
“Comunque ti ringrazio, Severus” e il suo volto si illuminò dietro un sipario di capelli unti.

“Mia madre è ufficialmente ricercata!” urlò Katrina sbattendo il profilo sul tavolo dei Grifondoro nella Sala Grande.
Le teste di Lily, James, Remus e Sirius e Peter si girarono verso di lei
“Ricercata?” ripeté Remus
“Esattamente, leggi”

Questa mattina alle ore 8:35 è stato emesso un mandato di cattura per Kyra Johnson, 34 anni, Auror esperto del Ministero, accusata di possesso di potenti manufatti oscuri (in seguito ritrovati durante una delle perquisizioni e distrutti).
La donna si è data alla fuga dopo aver fatto resistenza alla cattura – quattro Auror schiantati e uno con la memoria cancellata e in stato confusionale.


“Possesso di oggetti oscuri?!” esclamò incredulo James
“A dir la verità erano miei” ammise Katrina
“Tuoi?” urlò Sirius sputando il te che stava bevendo
“Che ci facevi con dei manufatti oscuri dentro casa?”
“Li colleziono”
“Tu fai uso di magia oscura?!” sussurrò Peter, incredulo.
“NO, Peter. Li colleziono, non li uso. E menomale che quelli più preziosi li porto sempre con me” e così dicendo si levò dal collo un mokessino
“Altrimenti me li avrebbero portati via” fece la faccia di che cerca di scacciare un brutto pensiero.

I Malandrini e Lily la guardarono stralunati
 “Co-cosa  c’è in quel mokessino?” chiese lei titubante
“Top- secret” Katrina fece una faccia così solenne che nessuno riuscì a non ridere.
“Comunque questa è la lettera che mi ha mandato mia madre” aggiunse

Tesoro,
mi dispiace ma temo che non potremo vederci per Natale (e forse neanche per l’estate). Al momento sono latitante e devo dire che è eccitante vedere come si sta dall’altra parte della legge. Mi raccomando tesoro: non farti mettere i piedi in testa perché loro cercheranno di farlo.

Kyra


P.S.
Se serve ho parlato con i genitori di Lily che saranno lieti di ospitarti.


“Si può sapere a chi si riferisce quando parla di ‘loro’?” chiese Lily
“Mamma non va molto d’accordo con quelli del Ministero” si limitò ad affermare Katrina
"E’ per questo che hanno mandato a perquisire la casa: lei non tiene mai la bocca chiusa”
“Ecco da chi hai preso!” esclamò Sirius
“Comunque perché quest’estate non puoi stare con tuo padre, è ricercato anche lui?” chiese
“Io non so chi sia mio padre”.

Un silenzio imbarazzante cadde sulla sala, Katrina se ne accorse e ci tenne a precisare
“ma non è importante: mia madre basta e avanza!”  


Buonasera ecco il secondo capitolo. Il terzo tarderà un po' ad arrivare perchè devo continuare Jones Sisters.

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Capitolo 3
*** Mostro ***


“Sei Katrina Johnson?” le chiese un bimbetto biondo
“Ma certo” rispose lei gentilmente: i bambini erano sempre stati il suo punto debole
“Il Professor Lumacorno mi ha chiesto di darti questo” il bimbo le porse una pergamena sigillata con ceralacca lilla e se ne andò compattando, dopo che Katrina ebbe schioccato un bacio sulla fronte.

Era l’invito per il ballo di Natale. Quando lo disse ai sui amici quelli la guardarono increduli e sbigottiti
“Non è possibile! Insomma tu sei una frana, senza offesa” esclamò Sirius
“Lo so! Ad ogni modo” si girò verso Remus
“Ti andrebbe di venirci con me?”
“S-si va bene” balbettò Remus.

“Perfetto! Mettiti la camicia” disse lei raggiante
“Mi hai mai visto senza camicia?” ribatté lui
“No ma non farti venire in mente cose strane” e se ne andò con un sorriso stampato in faccia.

“Che cosa ti salta in mente?” sbottò Sirius rivolto contro Remus che sgranò gli occhi, incapace di capire
“Tu lo sai che mi piace!”
“A te piace qualsiasi ragazza che non ti vada dietro! E poi piace anche a me” rispose lui arrabbiato
“Se è per questo piace anche a Peter” intervenì James

“Ma forse se Katrina ha chiesto a Remus di uscire tu dovresti starne fuori, Sirius. Probabilmente preferisce lui”
“Preferire me a un lupo mannaro? A un mostro? Avanti è impossibile!” disse Sirius con fare arrogante.

Remus si alzò e senza dire una parola corse via, anche Peter lo segui. James guardò negli occhi il suo migliore amico
“Che stronzo che sei” e se ne andò anche lui, lasciando Sirius in preda ai sensi di colpa.  

Remus correva afflitto nella Foresta Proibita, cercando i mettere quanta più distanza tra lui e colui che credeva essere suo amico.
Non riusciva a capire come aveva fatto a credere che qualcuno lo apprezzasse davvero per ciò che era. Improvvisamente andò a sbattere contro qualcosa di duro e cadde all’indietro.
Zoccoli di cavallo gli passarono a pochi centimetri dal viso e sentì voci adirate.

“Ti ha seguito?” chiese una voce aspra
“No ma è un amico” ripose una voce squillante, una voce che Remus conosceva, la voce di Katrina Johnson. Scese da un centauro se porse la mano a Remus
“Che ci fai con loro” e indicò con il capo i centauri
“Sono amici, loro apprezzato il mio problema: secondo loro è un dono. Ad ogni modo mi aiutano a controllarlo” Remus la guardava dall’alto con gli occhi pieni di lacrime

“Remus che succede?”
“Per te sono un mostro?” le chiese con voce strozzata
“Quanto lo sono io” rispose lei sicura anche se era stata colta di sorpresa lui la prese tra le braccia e la strinse a se, liberando quelle lacrime tanto a lungo trattenute.

I centauri li lasciarono soli e loro rimasero stretti l’uno a l’altra finché Remus non si calmò poi lui incominciò a spiegarle tutto ciò che era successo mentre ritornavano al castello.
“Infondo Sirius ha ragione. Sono un mostro. Puoi sempre andare al ballo con lui” concluse lui
“Non lo dire neanche per scherzo: non rinuncerei a te neanche per tutto l’oro del mondo”.

Si erano fermati e con loro si fermò il tempo, per un tempo indefinito esisterono solo le loro mani intrecciate e le labbra morbide dell’uno posate su quelle dell’altra.
“Io ci sarò sempre per te, lo sai, vero?” gli disse lei prima di accoccolarsi sulla sua spalla
“Lo stesso vale per me” rispose lui passando una mano tra i suoi capelli mossi.

Katrina Johnson era una ragazza strana.
Severus non era ancora riuscito a capire se fosse acida con tutti o solo con lui.
La cosa pazzesca era l’enorme varietà di amici che aveva: la banda Potter, Lily, molti Serpeverde, qualche Tassorosso e Corvonero, lo stesso Lucius  Malfoy, che aveva lasciato la scuola qualche anno prima gliene aveva parlato con entusiasmo.

E ora era fidanza con Remus Lupin anche se era corteggiata dalla metà della scuola.
“Ti prego Remus perdonami” urlava Black dietro l’angolo e Severus si fermò ad ascoltare
“Perdonare cosa?” rispose Lupin
“Hai perfettamente ragione”
“No. Non ho ragione: non ero padrone di quel che dicevo. Non devi prendermi sul serio!” qualcuno lo prese da dietro e gli tappò la bocca.

Lentamente il suo assalitore gli si parò davanti: Katrina. Gli fece segno di far silenzio e lo allontanò dal corridoio
“Stavi origliando” lo accusò freddamente
“Ehm, veramente stavo solo passando per di là” cercò di spiegarsi lui.
“Senti devi evitare di impicciarti nei nostri affari”
“Da quando sono i ‘vostri’ affari”.

Sirius e Remus girarono in quel momento l’angolo
“Kat?” i due la fissavano incuriositi
“A bene avete chiarito, mi sembra” commentò lei
“Andiamo Remus” perse per il braccio il ragazzo e se ne andò

“Non dovresti essere ancora arrabbiata con lui se io non lo sono più” le disse Remus dopo un po'
“Infatti non lo sono” rispose lei
“Ma che donna sarei se non tenessi il broncio ancora per un po'?”    
  

Scusate se ci ho messo un po di tempo ma sono sommersa dai compiti!

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Capitolo 4
*** Che si aprano le danze! ***


Remus accompagnò Katrina al ballo.
Tutto il Lumaclub spalancò la bocca quando vide la ragazza fare il suo ingresso trionfate. I
ndossava un vestito di seta verde chiaro, bordato di velluto nero, che le scivolava dolcemente sui fianchi e sul seno.
Aveva i capelli castani raccolti in una crocchia e fermati con un fermaglio a forma di rosa nera.

“Kat sembri così Serpeverde con questo vestito” commentò Sirius passandole accanto
“Chi ti ha detto che ti ho perdonato?” rispose lei fintamente acida.
Le danze ebbero inizio
“Tu non balli Remus?” gli chiese Katrina
“Non ne sono capace”.

Era incominciato il valzer e Kat muoveva i piedi a ritmo di musica
“Vado un attimo da quello scemo di James a dirgli che Lily non apprezza le sue avance” e con un risolino Remus si allontanò.
“Bevi, Johnson?” Severus Piton era a pochi passi vicino a lei con due coppe di champagne in mano.
Katrina lo guardò interessata e prese un bicchiere.

Continuava a muovere i piedi calzati in scarpette di velluto secondo i passi della danza.
“Hai sbagliato un passo” commentò lui
“Sai ballare?” si girò verso Severus con uno sguardo quasi ammirato.
“Si e a quanto vedo anche tu. Ti inviterei a ballare, ma hai già un cavaliere”
“E tu non hai una dama?” chiese Katrina fingendosi disinteressata
“Si ma no sa ballare”.
Severus sorrise.

“E’ bella? Perché se è un cesso la lascio con Remus, altrimenti no. Sono una ragazza gelosa io” disse lei
“Mi sa che l’alcol sta facendo effetto” commento lui
“No ma che dici! Guarda che io reggo benissimo!”.

“Guarda guarda chi si vede!” esclamò Lumacorno alle loro spalle
“Siete venuti insieme?” Severus si tappò la bocca per nascondere un sorriso, mentre Katrina sputò l’ultimo goccio di champagne.
“Assolutamente no!” urlarono in coro

“Se permette una domanda, Professore” incominciò Kat
“Perché mai sono stata invitata?” Lumacorno sorrise
“Mi hai preso per scemo, è? Il fatto che tu sia un disastro in pozioni non significa che tu non abbia intelligenza da vendere! E poi sono sicuro che diventerai un ottimo Auror, e non si sa mai… dovessi mettermi nei guai” rispose tranquillo
“Non si preoccupi la sbatterò personalmente ad Azkaban!” gli assicurò Katrina.

Severus alzò gli occhi al cielo e quando li riabbassò il suo sguardo si posò sulla ragazza bionda e ricoperta di efelidi che gli stava venendo in contro 
“Patti chiari e amicizia lunga, Severus. Hai intenzione di venire a ballare? Altrimenti ho ricevuto svariate altre proposte” chiese lei a bruciapelo  
“Lucinda, lo sai che non sono capace” si giustificò lui.
Appena la Lucinda in questione si fu allontanata, Katrina si mise a fischiettare
“Qualcuno sta mentendo alla sua ragazza” fece con noncuranza
“Non è la mia ragazza e non la sopporto: ha l’intelligenza di un gerbillo” le spiegò Severus.

“Hai visto Lily?” le chiese dopo un po'
“Certamente: è mezz’ora che mi fa segno di salvarla da James e io sto fingendo di ignorarla”
“Ci penso io”
“Ovviamente” pronunciò questa parola con una certa ironia nella voce.
Severus la guardò come avrebbe potuto guardare un Marziano appena atterrato sulla Terra, poi se ne andò per cercare la ragazza dai capelli rossi.

“Katrina” Sirius le era comparso alle spalle
“Chiamami pure Vostra Altezza” fece lei con tono di superiorità.
Lui le fece il baciamano e le sorrise con fare malizioso
“Mia Regina”

“Dov’è quell’idiota di James? Se non la smette uno di questi giorni Lily lo uccide” chiese Katrina
“Credo che sia… ah sta facendo a botte con Mocciosus! Questa non me la deve proprio perdere!” e corse nella stessa direzione di Severus qualche minuto prima.

“Mia regina” le sussurrò una voce all’orecchio
“Sei tornato finalmente! Incominciavo a desiderare di tornare al dormitorio”
“Allora permettimi di accompagnatrici” Remus le porse il braccio ed uscirono insieme  dalla sala.

“Parlami un po' di ciò di cui sei capace” le chiese lui mentre camminavano nel parco
“Grazie alle pillole di Silente non faccio più quasi niente, ma in teoria te lo ho detto percepisco le emozioni, tradotte sottoforma di pensieri, delle persone” rispose lei
“Nient’altro?”
“No… anzi si: ogni tanto sono capace di trasferire le mie emozioni agli altri”
“Come sarebbe a dire?”
“Beh” Katrina era evidentemente imbarazzata ma lo prese per mano e lo guardò negli occhi
“Per esempio l’amore”.

Chiuse gli occhi e Remus fu attraversato da un brivido caldo e lo stomaco incominciò a formicolargli, il cuore gli si fece leggerissimo, la bocca gli si riempì di un sapore dolciastro.
Si passò la lingua sulle labbra, labbra che un secondo dopo erano poste su quelle di Katrina, che aveva ancora gli occhi chiusi.

L'altra volta mi era uasi preso un colpo quando ho visto che, al terzo capitolo, nessuno aveva ancora commentato. Per fortuna poi ho ricevuto una recesione, altrimenti sarebbe stato imbarazzante: non ero mai arrivata a terzo capitolo senza neanche una recensione! 
 

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Capitolo 5
*** Dietro il muro ***


“Santo cielo James! Levati di mezzo”
“Sto cercando di prendere un boccino”
“E io una Pluffa”.

Katrina e James si erano sfiorati mentre ognuno correva verso il suo obiettivo.
Katrina prese la Pluffa e fece per scagliarla attraverso l’anello centrare quando improvvisamente sentì la coda della scopa andare verso il basso e fece un’impennata.
Si tenne stretta al manico e si girò per vedere chi era il suo assalitore.

“Regulus Black mollami subito!”.
Un ragazzo castano le aveva agguantato la coda della sua scopalinda
“Senti non mi importa niente se sei il fratello di Sirius ma…”
“A me non importa niente di Sirius” ribatté quello secco
“Invece ti importa eccome, bello mio” disse Katrina  che aveva sentito una fitta di dolore appena pronunciato il  nome di Sirius.

Fallo!
Strillava l’altoparlante.
Regulus la lasciò andare.
Rigore.
Intanto James afferrò il boccino stringando il metallo tra le mani.
Grifondoro vince! Grifondoro vince!

“Regina, ho visto che hai avuto una bella chiacchierata con mio fratello” Sirius le era comparso da dietro
“Beh diciamo di si e, a proposito, gli manchi un sacco. Sei davvero crudele a lascarlo con dei genitori così orribili” continuavano a camminare lungo il corridoio.
“Johnson” Severus sbucò da dietro l’angolo
“Ho bisogno di parlarti”.

Prima che Katrina riuscisse a esprimere la sua perplessità lui la prese per un braccio e la trascinò lontano da Sirius
“Si può sapere che diavolo hai fatto a Regulus?” Katrina spalancò la bocca per lo stupore
“E’ tutto il giorno che frigna e quando gli ho chiesto che cosa era successo ha borbottato il tuo nome”

“I-io gli ho solo detto” balbettò lei
“Che secondo me gli mancava Sirius”
“Ma allora il cervello lo hai proprio lasciato a casa!” esclamò lui sconcertato
“Possibile che tu non sappia quanto lui stia soffrendo il distacco che Sirius ha deciso di prendere dal resto della famiglia?”.

Severus la guardava negli occhi verde acqua, furioso e agitato
“Sirius ha solo fatto ciò che era giusto. Se Regulus ne soffre poteva seguire il suo esempio” rispose lei, una volta recuperata la sua solita sicurezza
“Ciò che è giusto? Ciò… che… è giusto…” ora era veramente uscito fuori dai gangheri
“Chi sei tu per definire ciò che è giusto? È giusto far soffrire delle persone a cui si tiene?” le chiese
“No. È giusto torturare e uccidere? E far soffrire delle persone innocenti?”.

Severus la guardò stralunato, non capendo dove voleva andare a parare
“Perché questo significa diventare un Mangiamorte” continuò Katrina e, notando che lui stava per rispondere aggiunse
“E non provare a mentirmi, Severus Piton, sappiamo entrambi che è ciò che diventerete, tu e Regulus, una volta usciti da Hogwarts. Non è il vostro più recondito desiderio, servire l’Oscuro Signore, colui che si cela sotto un nome fittizio per compiere stragi, colui che sfrutta persone sciocche e assetate di potere per raggiungere il suo scopo, colui che il mondo conosce con il nome di Lord Voldemort” fece una pausa, respirando affannosamente

“Io e te siamo legati da un accordo ma per il resto abbiamo scelto strade diverse” Severus cercò di parlare ma fu azzittito nuovamente
“Hai fatto la tua scelta, io la mia. Ah, se per caso vuoi ingraziarti il tuo Signore, puoi sempre fare il mio nome come sua acerrima nemica” e se ne andò in preda all’ira.

Katrina entrò nella Sala Comune e si trovò i suoi cinque amici davanti, Remus e Lily mortificati, gli altri con la faccia più nera che erano riusciti a sfoggiare per l’occasione.
“Quando avevi intenzione di dircelo?” le chiese James contrariato.
Katrina capì subito a cosa si riferivano.

Guardò prima Remus e poi Lily
“Pensavo di potermi fidare”
“Kat” provò a dire Remus con espressione sofferente
“L’avevo detto solo a voi” lo bloccò lei

“Non è esatto” le rispose Lily frettolosamente
“A noi lo hai detto ma non siamo gli unici a saperlo”
“OH, no: non oserebbe” il suo sguardo si spostò sugli altri tre che annuirono lentamente
“Severus Piton” scandì Katrina lasciando che l’ira prendesse il sopravvento.

Un muro venne eretto dentro Hogwarts.
I due che avevano contribuito a costruirlo erano gli unici che osavano varcarlo.
Infatti nonostante Katrina e Severus non si parlassero le pozioni continuarono ad arrivare puntualmente ogni luna piena e lui riceveva in cambio sempre qualche piccola ricompensa.
Solo loro si permettevano di sbirciare attraverso le fessure tra i mattoni per vedere un occhio verde acqua o uno nero. 

Eccolo finalmente! Con il Prossimo capitolo concluderò quest'anno scolastico e incomincia il bello della storia, dato che questa è stata una gigantesca introduzione, per così dire.

LASCIATE UNA RECENSIONE!

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Capitolo 6
*** Errori Commessi ***


Gli esami furono una passeggiata per Katrina.
Alle prove pratiche fece scintille mentre per gli scritti smise di prendere le pillole e ne risultò uno straordinario mix delle menti più brillanti della scuola.
Il sole filtrava tra le foglie di una grassa quercia dal tronco nodoso al disotto della quale stava seduto il giovane Severus Piton.

“Ciao Sev” lo salutò Lily
“Ciao Lily!” lui alzò lo sguardo, visibilmente felice.
“Ti lascio con quello”le disse Katrina indicando Severus e se ne andò da Remus

“Indicate i cinque segni che identificano un lupo mannaro: un ottima domanda”  stava scherzando con i malandrini.
Appena le corse in contro e a sollevò dolcemente per la vita
“Mettimi giù!” strepitò lei.

Intanto Sirius e James si erano avvicinati a Severus.
James giocava con quel suo stupido boccino e si sistemava in continuazione i capelli.
“Interrogami” Remus passò il libro di Trasfigurazione

“Tutto bene Mocciousus?” diceva la voce di James lontana
“Non dovrebbero chiamarlo così” sussurrò Katrina
“Expelliarmus”.
Katrina si irrigidì e fece per andare avanti ma Remus la fermò.

La bacchetta di Severus cadde sull’erba
“Impedimenta” questa volta era Sirius ad attaccare.
Katrina si divincolava ma la presa di Remus non cedeva.
“Non immischiarti” le fece benevolo .

Severus incominciò a vomitare
“Lascialo stare!” gridarono insieme Kat e Lily.
Katrina scattò accanto a Sirius
“Idiota fermalo” gli gridò e la spugna che saponata che strofinava la bocca di Severus si fermò all’istante.

“E’ più il fatto che esiste, non so se mi spiego”
“Sei solo un bullo arrogante e prepotente”
diceva Lily gelida a James.
Intanto Severus aveva recuperato la bacchetta e dopo qualche secondo James era ferito alla guancia e Severus era appeso in aria per la caviglia.

“Non sei contenta di vedere che Mocciousus che riceve ciò che merita?” chiese Sirius a Katrina
“No” rispose secca lei 
“E non lo chiamare così se ci tieni ad avere tutti i denti in bocca”
“Me li posso sempre far ricrescere” scherzò lui
“Non sempre” rispose lei anche troppo seria.

“Non mi serve l’aiuto di una piccola schifosa Mezzosangue” urlò Severus.
Katrina si bloccò e, sperando di aver sentito male, sentì Sirius che diceva
“Lo vedi che se lo meritava?”
“Mi dai la NAUSEA” urlava Lily rivolta a James un attimo prima di andarsene.

Pochi secondi dopo Severus era di nuovo a  testa in giù
“Allora… chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciousus?”chiese James
“Non io” Katrina gli assestò un sinistro sul naso, facendolo cadere all’indietro

“Facciamo così: vi faccio provare l’ebbrezza di essere umiliati, che ne dite?”  propose Katrina
“Incominciamo da …. James. Se non la smetti di sbavare dietro a Lily e al tempo stesso far finta di fregartene non combinerai mai niente.
Poi vediamo… Sirius! Smettila di guardarmi il culo: è zona proibita.
Per quanto riguarda Peter, se ti chiedi se potrai mai essere amato da anche la più insignificante delle donne, la risposta è no.
La cosa triste è che sei talmente disgustoso che non avresti chance neanche con gli uomini.
E Remus, non pensare che io ti risparmi solo perché sei il mio ragazzo, perché non lo farò.
Smettila di commiserarti, ok? Non c’è niente di sbagliato in te”.

Katrina lo guardò uno per uno
“E se vi chiedete perché lo ho fatto la risposta è: un po' per rispetto della giustizia cosmica e un po' perché divento suscettibile quando ho il mal di testa e in questo momento mi scoppia”spiegò con gli occhi in fiamme
“Se permetti Severus” si girò verso Piton
“Dovresti imparare a separare l’essere dal fingere”.

Se ne andò, ben sapendo che l’ultima frase era stata compresa solo dal destinatario.
Entrò correndo nella Foresta Proibita e guardò il terreno ricoperto di erba e radici scorrerle veloci sotto ai piedi.
Non voleva essere ma non era riuscita a trattenersi.
La rabbia le era montata come un’onda bollente, aveva sentito il sangue pulsarle nelle orecchie e aveva avuto l’impulso di stringere i pugni finché non le unghie non le si fossero conficcate nella carne.

Non ce l’aveva fatta e aveva perso la calma.
Si vergognava perché in fondo sapeva di essere stata troppo crudele e ancor più perché sapeva che non avrebbe mai chiesto scusa.

Quando trovò il coraggio di tornare al dormitorio trovò Lily e Severus che discutevano
“Risparmia il fiato” concluse Lily prima di andarsene.

Severus, esasperato si girò e la vide: era appoggiata stancamente a una colonna con i capelli castani appiccicati al volto
“Johnson” le disse guardandola in quei suoi occhi meravigliosi, quasi supplicando
“Tu lo sai che non volevo dirlo” lei annui stancamente
“Come io so che tu non volevi trattare male i tuoi amici” Katrina ripetè il gesto con il capo.

Negli occhi verde acqua vagava una lacrima solitaria.
Poi passò accanto a Severus.
Per un attimo lui pensò che l’avrebbe abbracciato ma lei non fece niente di simile.
Si limitò a passare avanti temendo che, se avesse distrutto il muro, non avrebbe più avuto niente a cui sorreggersi.   

Piaciuto il nuovo capitolo? Bene fatemi sapere che sono sempre ansiosa di ricevere pareri...

Come al solito mi scuso per il futuro ritardo ma ora tocca a Jones Sisters...


Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 7
*** Fuga da Spinner's End ***


Katrina era stata invitata a passare l’ultimo mese delle vacanze di Pasqua da Lily.
Era arrivata in quel vialetto di villette a schiera rivestite dalla più accecante luce solare.
Individuò il numero 12 e vi bussò.
Una ragazza alta con la faccia cavallina le aprì la porta, doveva essere la sorella di Lily ma non aveva niente a che fare con la ragazza dal viso dolce che conosceva.

“Buongiorno, mi chiamo Katrina” l’altra arricciò il naso, ma Kat non ci fece caso
“Sono un’amica di Lily, è in casa?”.
Petunia – ecco come si chiamava! – chiese bruscamente la porta.
Katrina alzò li occhi al cielo, poi squadrò di nuovo la via.

Erano le sei del pomeriggio e ci aveva messo quattro ore per arrivare a Londra e non aveva intenzione di tornare a casa.
Pensò ad un posto dove potersi piantare mentre aspettava il ritorno di Lily e le venne in mente che lì vicino abitava Severus.
Camminò per un quarto d’ora e raggiunse Spinner’s End vide un ragazzo con i capelli – non sono unti?! – neri seduto a leggere un libro sul bordo di un canale di scarico.

Scese lentamente o almeno ci provò perché inciampò e cadde.
“Che schifo!” urlò quando senti l’acqua putrida lambirle le caviglie.
Severus si volse per guardarla
“Che diamine ci fai qui?”
“Aspetto Lily” rispose semplicemente
“Lil… ehm… la Evans non verrà qui” disse brusco
“Lo so”.

Rimanerono in silenzio.
Katrina si guardò intorno: una figura ammantata era dietro un albero.
Due figure ammantate, uno sotto i ponte. Tre, una all’angolo della strada.
“Ehm… Piton” sussurrò lei in modo da fargli venire i brividi
“Si?”
“Credo che ci siano un po' di persone a cui non sto simpatica”
“Solo una che io sappia” Katrina lo guardò sconcertata
“Non mi riferivo a te! Ho contato almeno tre maghi che si nascondono. Indossano maschere”.

Dall’espressione che si aprì sul volto del ragazzo capì di essere stata abbastanza chiara.
Si alzò in piedi
“Non so perché tu lo venga a dire a me. Sono dalla parte loro, no?” disse acido.
La collera le montò in un attimo, facendole avvampare il volto.

Stava per rispondere ma uno Schiantesimo le passò a pochi centimetri dal viso.
Severus si destò quando capì che i suoi ‘compagni’ non lo avrebbero risparmiato.
Prese la mano alla Grifondoro e incominciò a correre.
“Dobbiamo combattere!” esclamò Katrina indignata
“Si così magari veniamo anche espulsi da Hogwarts oltre a venire battuti per inferiorità numerica”.

Arrivarono davanti un portone.
Bussarono.
Le figure ammantate si avvicinavano sempre più.
Una donna dal viso emaciato e lunghi capelli d’ebano aprì la porta, Severus ci si fiondò dentro trascinandosi dietro Katrina e richiese la porta.
I loro inseguitori si abbatterono sul portone.

“Madre accendi il camino” disse Severus alla donna che si chinò sul focolare spento.
“Che facciamo ora?” chiese Katrina
“Metropolvere” rispose lui mentre sgattaiolava in camera dalla quale riemerse con un vasetto in mano
“E dove andiamo, di grazia?” chiese urlando.

Odore di alcol, pensieri confusionali, Katrina avvertì la presenza di un uomo ubriaco nella stanza.
“Severus!” tuonò qualcuno alle sue spalle.
Un uomo alto con un gran faccione rosso e la bocca sdentata reggeva in mano una birra
“Finalmente ha una ragazza! Incominciavo a pensare che tu fossi un gran pezzo di finocchio!”
“Ignoralo” le suggerì Severus
“Ehi ma lo sai che sei un gran pezzo di gnocca?” cominciava Piton Senior imperterrito.

I Mangiamorte continuavano ad infierire sulla porta.
“Donna perché accendi il camino?” chiese l’ubriaco e, non ottenendo una risposta, prese la moglie e la scaraventò addosso al muro e perse i sensi.
Un attimo dopo Tobias Piton  era per terra e Severus reggeva una brocca rotta in mano
“Aiutatemi” disse a Katrina, facendole cenno di prendere la madre.

Entrarono insieme nel cammino e Severus scandì
“San Mungo”.
Un attimo dopo i Mangiamorte entrarono in casa ma non trovarono niente più di un vecchio ubriaco con la testa rotta, disteso sul pavimento.

Quella sera Katrina si addormentò su una sedia accanto al letto della signora Prince.
Non riusciva a non pensare che un tempo sua madre si era trovata nelle stessa situazione e che se non avesse trovato il coraggio di lasciare il marito probabilmente si sarebbe trovata nella stessa condizione di Severus.

Quella sera Severus si addormentò accanto a Katrina, non riuscendo a levarsi dalla mente il pensiero di non aver mai visto ragazza più affascinante.
I capelli castani e mossi le ricadevano dolcemente sulle spalle, gli occhi erano di un fantastico gli occhi erano di un fantastico verde acqua come il mare in alcune isole greche.
Le labbra rosse si corrucciavano leggermente durante il sonno e le mani dalle dita lunghe e sottili erano appoggiate sul seno perfetto.
Ma che dici Severus! Tu ami Lily! Fu il suo ultimo pensiero prima di abbandonarsi al sonno.

Il prossimo capitolo potrebbe addirittura arrivare domani... ne ho già scritto mezzo!

Ormai mi sono abituata alle recensioni quindi non siate avari e digiatate qualche simpatica parolina!

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 8
*** Pillole ***


“Remus!” Katrina aspettava i suoi amici alla stazione di Hogwarts.
Infatti, dopo essere stati aggrediti, lei e Severus si erano stabiliti nel castello.
Remus era sceso per primo e Kat gli corse in contro e gli gettò le braccia al collo.
Si scambiarono un bacio lungo e intenso.

“Mi potrai mai perdonare?” gli chiese in un sussurro
“Mi potrete mai perdonare voi tutti?” chiese nuovamente rivolgendosi agli altri Malandrini.
Fu subito sommersa da un mare di abbracci e Sirius se la issò in spalla
“Mettimi giù!” urlò lei.

Poi arrivò Lily
“Dove eri finita?” le chiese con tono apprensivo
“Ero così preoccupata!”.

Quella sera nella stanza dei ragazzi raccontò gli avvenimenti di quell’estate, omettendo i problemi familiari di Severus.
“Ma quei Mangiamorte ti avevano seguito?” chiese James
“Credo di si: non era in programma la mia gita a Spinner’s End”.

Si salutarono e mentre Katrina attraversava la sala comune gettò lo sguardo fuori dalla finestra: c’era la luna calante.
Qualcuno le mise una mano sulla spalla
“’Sera Katrina”
“Severus come hai fatto ad entrare?” gli chiese lei sulla difensiva.
Nessuna risposta.
“Hai presente il nostro patto?” chiese dopo un po'.

Katrina alzò un sopracciglio e incrociò le braccia.
Aveva bisogno del suo aiuto.
“Ho pensato che sarebbe stato carino avvisarti per tempo della mia prossima richiesta”.
Sarà una cosa introvabile pensò Katrina prima di sbuffare
“Veleno di basilisco”disse lui d’un tratto, Kat fece un passo all’indietro: quello si che era introvabile!
“Lo sai che non lo troverò mai?” chiese rancorosa.
Non può mandare tutto a monte! Non può!

“Confido nelle tue capacità” rispose lui tranquillo, fissandola negli occhi.
Katrina ci pensò un po'!
“Devi darmi almeno due mesi e, se lo riesco a trovare, mi preparerai quella speciale pozione fino alla fine dell’anno scolastico” 
“Anche fino alla fine del settimo” le rispose Severus sorridendo malinconicamente, prima di sparire dietro la Signora Grassa.

Aveva dovuto troncare: quella ragazza lo intrigava troppo e lo metteva in pericolo di vita.
Quel che era successo quell’estate che il suo posto era quanto più possibile lontano da Katrina.
Se lei non avesse trovato quel veleno, ed era impossibile trovarlo, non sarebbe rimasta nessuna connessione tra loro.
Avrebbero chiuso, per sempre.

I giorni seguenti Katrina si rinchiuse in biblioteca.
Si rifiutava di parlare con chiunque non fosse Remus e passava tutto il giorno con il naso tra i libri.
Cercò una qualsiasi informazione riguardante i Basilischi ma non trovò niente di più delle informazioni generali quali ‘uccide con lo sguardo’ e ‘il veleno ha come unico antidoto le lacrime di fenice’.

Arrivò per fino a chiedere alla Professoressa McGranitt ulteriori informazioni, ottenendo come unica risposta una faccia scandalizzata e un sospiro.
“Non ci sono Basilischi in Gran Bretagna” disse acida.
Non trovò niente di niente ma in compenso si lesse quasi tutta la biblioteca.

Una sera Katrina e Remus stavano sul divano accoccolati davanti al fuoco.
“Posso addormentarmi sulla tua spalla?” chiese Katrina sonnolenta
“Ma certo” rispose lui tranquillo.

Ti amo. Katrina lo senti nettamente, accompagnato da un formicolio allo stomaco.
“Le pillole!”urlò fuori di se.
“Regina!” le urlò dietro lui, ma Kat si era già infilata su per le scale del dormitorio.
Corse in camera sua e aprì il cassetto del comodino accanto al letto e cercò le sue pillole.
Trovò la boccetta vuota e la lanciò contro il muro, passando accanto alla testa di Remus.

“Tesoro?”
“Le pillole, ho finito le pillole!” era fuori di te.
Non riusciva a controllarsi e le tremavano le mani.
“Io ho bisogno delle mie pillole!” scoppiò a piangere.

Remus le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, mentre Kat continuava a piangere disperata.
Lui la prese in braccio e lei si accoccolò sulla sua spalla
“Non voglio sentire più nessun pensiero! Non voglio!” piagnucolava istericamente.

Qualche minuto dopo erano davanti l’ufficio del Professor Silente.
Severus passava per di là e si fermò a guardare la ragazza che piangeva raggomitolata per terra.
“Aiutami a portarla da Silente” gli disse Remus che stava bussando alla porta.
Quando Silente usci fuori dal suo studio trovò Katrina, praticamente disidratata, appoggiata sui due ragazzi.

“Che è successo?” chiese il Professore preoccupato
“E’ in astinenza da pillole” rispose Severus.
Remus se lo guardò con tanto d’occhi
“Come fai a saperlo?”
“Ha avuto una crisi anche questa estate” spiegò lui semplicemente.
“Perché non me lo hai detto?” chiese Silente a Severus
“Si vede che sta sviluppando una qualche specie di dipendenza a quelle pillole”.

La fece sedere e incominciò ad interrogarla
“Quante pillole hai preso questo mese?” le chiese
“52” rispose Katrina tra i singhiozzi
“Ma dovevano essere una al giorno”
“Si ma non fanno effetto” piagnucolò.

Silente le prese il braccio e le mise la mano in una bacinella piena di un liquido verdastro e le fece un piccolo taglietto con un pugnale d’argento.
“Ma che fa?” gli chiese Remus
“La farà tornare sobria, per così dire”.

Poi la rimise a sedere
“Da oggi in poi niente più pillole” Kat brontolò
“Cambiamo sistema: dovrai bere una pozione molo forte che ti preparerò io stesso settimanalmente ma che dovrai imparare a farti da sola” Severus scoppiò a ridere e, notando l’occhiataccia degli altri due, aggiunse
“Lo sanno tutti che è un disastro in pozioni… insomma… voglio dire le facc…” Katrina gli tappò la bocca. “Ad ogni modo” riprese Silente “Ti renderà leggermente isterica”. Questa volta Severus non rise da solo
“Siete crudeli voi due!” gridò Katrina senza riuscire a fermarli.

La riportarono in stanza insieme e la misero a letto tra le grida indignate di Lily che si trovava la camera invasa.
“Sai Severus” disse Remus una volta tornati in sala comune
“Ti dovrei ringraziare per tutto quel che hai fatto per Kat”
“Già dovresti” chiuse Severus freddo.

Lasciate tante belle recensioni? Ma dai! Altrimenti un sortileggio vi colpirà!

A presto il prossimo e leggete le altre storie!

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 9
*** Facciamo fuori il Basilisco! ***


Katrina e Lily avevano già ispezionato i bagni e avevano trovato il rubinetto con il serpente.
Così quella sera i sei amici si riunirono nel bagno e indossarono l’attrezzatura. Improvvisamente Katrina tirò fuori da un sacco diversi pugnali e una spada d’argento con l’impugnatura smaltata di nero e intarsiata di zaffiri.
Sulla lama si leggeva da una parte NOTHING e dall’altra EVERYTHING.

“Da dove salta fuori quella?” chiese Remus ammirando la luce che scivolava dolcemente sull’argento
“E’ la mia spada” rispose Kat con voce carezzevole
“L’ho forgiata io”.
Dopo essersi scambiati un’occhiata i malandrini preferirono non indagare.

“Vado prima io” annunciò la ragazza.
Si aspettava almeno una contraddizione ma ribatté qualcuno di inaspettato
“Non andrà nessuno”.

I sei si girarono e si trovarono davanti a Severus Piton in carne, ossa e capelli puliti.
“Questa è proprio bella” commentò Sirius
“Già sei contro uno… siamo proprio spacciati!” concordò James.
“Ma io ho già avvisato Lumacorno. Sta per arrivare” ribatté Severus.

“Lo sapete che di solito non sono favorevole a queste cose… ma mettiamolo KO” propose Remus.
Lui, James e Sirius sfoderarono le bacchette e accerchiarono il Serpeverde.
“Lily?” invocò aiuto lui ma lei scosse la testa
“Kat?”

“A pensarci c’è un modo migliore per farlo stare zitto” disse lei
“Lo facciamo fuori?” propose Sirius
“Sirius!” esclamò Lily
"No: lo coinvolgiamo"
“Lo coinvolgiamo?” ripeté James
“Ma è un inetto!”
“Non più di Peter”
“Non insultare gli amici” lo ammonì
“E’ l’unico modo per impedirgli di fare la spia. Non può denunciare sé stesso” spiegò lei.

“Va bene” acconsentirono infine
“Ma ci sono solo sei paia di occhiali”
“Peter farà il palo, come sempre. Tanto se la stava facendo sotto”.
Peter annuì e cedette la sua attrezzatura.

Con il serpente aprirono la Camera ("Te lo avevo detto che non era così inutile") e si misero in fila per entrare nel buco.
“Prima le signore” disse Severus a Kat
“Va al diavolo” rispose lei spingendolo dentro
“Mai chiamare ‘signora’ la Regina” scherzò Remus
“Lunastorta tu sei il prossimo”  rispose la diretta interessata.

Alla fine scesero tutti e aprirono anche la seconda porta con l’espediente del serpente
“Te lo avevo detto che avrebbe funzionato” disse Kat a Lily.
Poi si trovarono nella Camera. Severus si guardava intorno ammirando ciò che aveva creato il fondatore della sua casa.

Dalla bocca della statua posta sul fondo della stanza uscì fuori il Basilisco sibilando
“Anche se il suo sguardo non ci ucciderà, ricordatevi che il veleno è mortale” urlò Kat brandendo la spada.

Il mostro si gettò su Severus che fece appena in tempo a spostarsi.
Sirius piantò il suo pugnale nel dorso del serpente che sibilò di dolore e si scagliò contro di lui.
Nel far questo si alzò, lasciando scoperto il petto, che venne attaccato da James.
Sangue nero colò dalla ferita.

Anche Remus colpì il Basilisco al fianco.
Katrina si arrampicò sulle pareti della stanza e si lanciò sul dorso della bestia.
L’unico pensiero di Severus era Lily.
Si mosse nella sua direzione ma la coda del serpente la colpì, scaraventandola all’indietro.

Lui si chinò al suo fianco 
“Tutto bene?” le chiese
“Vattene idiota” rispose lei adirata e dolorante.
Lui le passò una mano tra i capelli rossi poi un gemito sfuggì dalle labbra di lei.

Non era un gemito di dolore ma di paura.
Severus si girò verso la zona di combattimento e fece appena in tempo a vedere quel che successe.
Katrina con un ampio movimento, infilò la spada fino all’elsa tra gli occhi del Basilisco.
Il sangue nero la bagnò e fu scaraventata a terra dal mostro imbizzarrito.
Poi le si avvicinò e sibilò con le zanne a pochi centimetri dal viso di Katrina.
La spada scivolò ai piedi di Severus che la impugnò istintivamente, improvvisamente di Lily non gli importava più niente.

Quando qualche tempo dopo avrebbe ripensato alla faccenda si sarebbe convinto che lo aveva fatto temendo il senso di colpa ma in fondo al suo cuore sapeva che non era affatto così.

Colpì con forza facendo passare l’arma da un lato all’altro del cranio del gigantesco serpente.
Il Basilisco si abbatté a terra accanto alla gamba di Katrina.
Severus le porse la mano ma lei non l’afferrò
“Menomale che abbiamo fatto a cambio con Peter” commentò Lily
“Ti ci metti anche tu, Evans?”  la rimproverò James.

Katrina si accovacciò e tirò fuori dal suo mokessino diverse fiale d’oro
“L’oro è l’unico materiale che non si corrode a contatto con il veleno” spiègò, poi si rivolse a Severus
“Mi dovrai rimborsare il costo del contenitore. Non era nei patti”.
Raccolse quindici fiale e ne consegnò una al Serpeverde.

“Potresti almeno ringraziarmi” sbottò lui
“Se fossi morta mi avresti avuto sulla coscienza, no?”
“Infondo ha ragione però: dopotutto ti ha salvato la vita” le disse Sirius
“Si può sapere che ti prende?”
“Non serve saper leggere nel pensiero per capire che le brucia talmente tanto per non essere stata al centro dell’attenzione che non riesce neanche a parlare senza digrignare i denti!” urlò Severus.

Non furono ne il tono ne le parole a ferire Katrina ma il fatto che fossero vere: nessuno che la conoscesse solo superficialmente avrebbe potuto sapere il perché del suo comportamento e lei si era impegnata tanto per non mostrare alcun segno del suo carattere a Piton.
Non rispose.

“Dovevi finire al fianco di Lucifero”
“Bestia!” esclamò
“Non hai letto la Divina Commedia? Accanto al Diavolo ci sono solo i Traditori. Salutalo da parte mia”
“Ancora per quella storia? Sono i tuoi amici quindi avevano il diritto di sapere”
“Si ma avrei deciso io quando rivelarglielo!”.

La lite fu interrotta dalle grida di Peter
“Arriva! Arriva!”.
I sei ripresero la via dell’uscita e fecero appena in tempo a vedere il volto pasciuto del Professor Lumacorno spuntare dall’entrata della Camera.
“Che cosa state facendo?” chiese sconcertato.

Dovete immaginarvi l’effetto che può produrre su un tipo come Lumacorno la vista di sei ragazzi armati di spada e pugnale, che indossano strani occhiali e ricoperti di sangue da capo a piedi sbucare da un varco nel pavimento.
“Lo riconosce?” chiese Katrina mostrandogli il contenuto di una fiala
“Non è possibile!” sussurrò
“Se lo può tenere. Ne ho altro. Ho bisogno di parlare con il Professor Silente per dirgli che è Piton” e nel far questo indicò il ragazzo
“Ha appena fatto fuori un Basilisco che viveva allegramente nei sotterranei del castello”. 


SCUSATE PER IL RITARDO! Mi si era rotto il wi-fi e non sapevo che fare!

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 10
*** Hercules ***


Era quasi Natale e tutti ormai attendavano il Ballo di Lumacorno.
Katrina non era stata invitata per via dell’accesa discussione che era sorta dopo che il Professore li aveva trovati nel bagno.
Non che le importasse gran che ma l’aveva presa come un’offesa personale.

Il giorno prima della Vigilia stava accoccolata a Remus quando sentì Rose Epping prendere in giro Sibilla Cooman.
Tutti trovavano che Sibilla fosse una ragazza molto esagerata e appassionata di tragedie ma era difficile trovarla antipatica per via del modo fatalistico con cui trattava le cose di tutti i giorni.
Katrina la trovava molto simpatica ma non fu solo per quello che decise di intervenire: Rose si esprimeva con così tanta cattiveria che sarebbe stato impossibile per qualsiasi ragazza con litri di pozione eccitante nelle vene non farlo.
“Sei una sfigata!” le stava urlando accompagnata da scrosci di risa
“Guarda come ti vesti! E poi quegli occhiali, ma dai! Sono ridicoli!”.
Katrina pensò in un primo momento di risponderle per le rime ma poi ebbe un’altra idea.

Così quando Sibilla scappò piangendo lei la prese da parte
“Su Sibilla non piangere!”.
Incominciò a consolarla, poi le parlò chiaro e tondo
“Quanto hai intenzione di farti maltrattare senza rispondere?”.
A Sibilla, che aveva appena smesso di piangere, si riempirono gli occhi di lacrime
“Devi contro attaccare! Dove è la tua forza?”
“Io non sono forte!” disse trai singhiozzi
“Ma si che lo sei. Tutti lo siamo, solo che alcuni preferiscono nasconderlo. Tu di certo non puoi: sei si o no la pronipote di Cassandra Cooman?”.

A quell’epoca Sibilla ancora non se ne vantava anche se negli anni seguenti se lo sarebbe ripetuto più volte per darsi forza.
Katrina e Sibilla passarono il resto del pomeriggio a progettare un piano per dare una bella lezione a Rose.  
Fu così che il giorno seguente, dopo l’ennesima frase acida di Rose Epping, Sibilla esplose.
“Non hai il diritto di trattare una persona in questo modo” disse a denti stretti.
Katrina, che stava sorseggiando cioccolata calda appoggiata alla parete, poté vedere la paura di aver perso il proprio poter affiorare sul volto di Rose.

“Ti dico di più” continuò Sibilla
“Non lo farai più”
“E chi te lo dice?”
“Non ne ho bisogno, lo so” continuò con voce eterea
“Come so che stai per imbatterti nelle tue più segrete paure”.
Rose scoppiò in una risata nervosa e fece per andarsene ma in quel momento subentrò Katrina.

Nel momento stesso in cui Sibilla aveva nominato la parola paure
si era formata nella mente di Rose l’immagine di due scheletri che l’aggredivano.
Scheletri, pensò Kat, così banali!
Ma le bastò agitare la bacchetta per far apparire la più convincente delle illusioni.

Rose quasi uscì di senno quando si trovò davanti gli scheletri, con le ossa bianche a cui erano ancora attaccati brandelli di pelle e con le ossa della scatola cranica polverizzate, uno di loro aveva persino resti dell’arteria temporale.
Scappò a gambe levate, urlando come se dalla potenza di  quell’urlo dipendesse la sua stessa vita.
Katrina e Sibilla si guardarono e risero assieme, consapevoli che Rose non avrebbe più insultato una mosca.

La Vigilia era il primo giorno di luna piena di dicembre
così quella sera James, Sirius e Peter avrebbero accompagnato Remus nella sua trasformazione.
Katrina sedeva sul divano della Sala Comune sorseggiando cioccolata calda (la sua droga)
perché non era voluta scendere nella confusione da sola, visto che Lily aveva l’influenza e passava la notte in Infermeria.
Leggeva sotto una coperta che sua madre le aveva mandato dal Perù
ed era un piacere un quella notte gelata stare al caldo facendo una cosa che si ama.

Ad un tratto entrarono James e Sirius di corsa
“Che succede?” chiese preoccupata
“Questo... idiota...” ansimò James indicando l’amico
“Ha avuto... la... brillante idea... di dire... a Piton... della Stamberga!” Katrina scattò in piedi
“Cosa?!”
“Devo proprio ripeterlo?”.

Scene orribili le si affollarono nella mente: Severus che veniva lacerato dagli artigli di Remus; Severus che veniva morso; Severus che moriva d’infarto... cose fuori dalla stanza in pigiama e si precipitò verso l’uscita
“Ma dove va?” esclamò Sirius
“Secondo te, idiota?” ribatté James prima di seguirla.

Uscì nella notte, le sue povere ciabattine non potevano reggere il confronto con la neve che le arrivava fino alle ginocchia
e alla fine fu costretta a levarsele.
Il pigiama felpato lasciava che il vento le sfiorasse i fianchi e il petto e ben presto i piedi e le mani persero sensibilità
ma lei non si fermò nella sua corsa verso il Platano Picchiatore.
In un lampo di lucidità, Katrina sciolse la neve davanti a sé con un incantesimo, ma non si fermò.

Giunta davanti al Platano si infilò nel varco e cose a testa bassa giù per il tunnel.
Alla fine li vide: Remus, completamente trasformato, era a pochi metri da un Severus completamente paralizzato e stava caricando.
Con un ampio movimento della bacchetta eresse una barriera tra il suo ragazzo e Piton.
Raggiunse Severus e lo guardò negli occhi
“Vattene!” all’improvviso tutto il dolore che avrebbe dovuto causarle il freddo esplose in ogni singola parte del suo corpo.

“Vattene, ti prego” disse con un filo di voce
“Ti sto supplicando”, ma Severus non era presente a se stesso in quel momento.
Vedendola correre verso di lui con i capelli castani che le ondeggiavano sulle spalle nude,
guardando i suoi occhi verde acqua e la sue labbra viola per il freddo
non era riuscito a non immaginarsi mentre si chinava su di lei e premeva dolcemente le sue labbra su quelle di lei.
“Lo sai che non supplico mai nessuno!” furono le prime parole che comprese, ma era troppo tardi.
Il dolore si era fatto così acuto che Katrina perse i sensi e quindi la barriera da lei evocata andò in frantumi.

Severus si riprese completamente ed eresse nuovamente la barriera.
In quel momento arrivarono anche James e Sirius il quale si chinò per prendere Katrina
“Fermo” gli intimò Severus
“Lo faccio io”.

Quando la alzò gli sembrò fin troppo leggera e i suoi capelli che gli sfioravano il braccio gli fecero venire la pelle d’oca.
Se Sirius e James avessero visto da bambini Hercules, di sicuro gli sarebbe tornata in mente la scena in cui l’eroe esce dagli Inferi con l’anima di Megara in braccio, soprattutto per l’espressione che aveva assunto in quel momento.
“Se le fai qualcosa...” incominciò Sirius.
Ci si sarebbe aspettati che Hercules-Piton tirasse un cazzotto sul naso a Ades-Sirius e gli accartocciasse la faccia, ma Severus tirò dritto e portò la ragazza in infermeria.


Scusate per il ritardo ma non avevo la connessione a Internet e poi sto scrivendo il mio libro...

A presto con il prossimo capitolo. Continuate ad essere numerosi e LASCIATE UNA RECENSIONE!

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 11
*** Dimenticando Lily ***


La sera della Vigilia, Remus accompagnò Katrina al ballo di Lumacorno.
“Mamma mia come sei serio!” commentò lei. Katrina incominciò ad insospettirsi quando lei le chiese di ballare.
Si muovevano piano sulla pista, il velluto nero del vestito di lei le sfiorava i polpacci.

Severus per un attimo pensò che fossero perfetti, poi  vide lei fermarsi bruscamente e incominciarono a discutere.
“Che vorresti dire?” chiese
“Ma certo che ho preso la pozione” Remus la prese per mano e ricominciò a ballare
“Volevo solo sapere”.

Katrina lo guardava con un’espressione colma di rimprovero
“Credimi dirtelo è quanto di più di più difficile al mondo ma...”
“Ma?”
“Ma non possiamo più stare insieme”.
Katrina si fermò di nuovo
“Va bene” disse freddamente
“Credimi Kat non è colpa tua”
“Ma fammi il piacere!” fece per andarsene ma Remus la afferrò il braccio
“Lasciai Remus! Non portarmi via anche la mia dignità”.

Uscì dalla stanza in fretta e furia, lasciando Remus al centro della pista.
Severus la rincorse fino a che Kat non si chiuse nel bagno delle ragazze.
Poi si diresse verso la Sala Grande che a quell’ora era ormai deserta.
Pensava a quanto fosse triste Katrina quando era uscita dalla sala e perse il senso del tempo.

Immaginò di essere al posto di Remus e lo rimproverò mentalmente per essersi lasciato sfuggire un simile tesoro e per averla fatta stare male.
Si immaginò mentre la stringeva tra le braccia per consolarla, si immaginò mentre lei lo supplicava di non lasciarla mai più e improvvisamente si sentì vuoto, colto dalla consapevolezza di essere solo.
Sentì dei passi e si nascose dietro un’armatura, accorgendosi che doveva essere nel suo dormitorio da un pezzo.

Entrò Katrina singhiozzando e accompagnata dallo scintillio di una lama d’argento dei folletti.
Posò quella che sembrava una fotografia sul tavolo dei Grifondoro e la colpì ripetutamente producendo un tonfo sordo ogni volta che la lama si conficcava nel legno di quercia.
“Perché?” urlò
“Perché sono così?” scoppiò in lacrime e si mise in posizione fetale.

Allora Severus uscì dal suo nascondiglio e Katrina sussultò quando lui le mise una mano sulla spalla.
“Che ci fai tu qui?” gli chiese tra i singhiozzi
“Riflettevo”
“Hai preso la pozione?”
“Perché tutti ma fanno questa domanda oggi?” sbottò Kat
“Perché? Sono per caso un’irresponsabile? O forse sono qualcosa di più spaventoso, un mostro magari...” le parole le si bloccarono in gola perché Severus l’abbracciò.

“Suvvia” cercò di consolarla
“Sono certo che non è colpa tua. Sentì Katrina scossa dai singhiozzi tra le sue braccia. Le lacrime di lei gli inondarono la spalla. Severus sentì un brivido corrergli lungo la schiena sentendo i capelli castani accarezzargli le braccia e la pressione dolce del seno sul petto.
Non sembrava poi così forte tra le sue braccia in quel momento, anzi Severus si accorse che era più minuta di quel che sembrava.

“Sai una cosa?” gli disse staccandosi un attimo da lui
“Uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita è stato quando la mia vicina di casa mi ha chiesto a quanti anni mi sarei sposata”
Severus abbozzò un sorriso
“E perché mai?”
“Perché in quel momento mi sono resa conto che io non mi sarei mai sposata probabilmente”
“Io non credo che sia così”.

Katrina lo guardò con gli occhi verde acqua arrossati e ancora pieni di lacrime.
Sembrava quasi implorare aiuto.
“Io penso che un giorno troverai chi ti ama tanto da passere con te il resto della sua vita e, se non è Lupin, magari è più vicino di quel che pensi”.
Katrina gli si accoccolò sulla spalla e in quel momento Severus non avrebbe mai potuto anche lontanamente pensare a Lily.


Questo capitolo è un po' più corto degli altri ma mi sembrava più logico dividerlo ora

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 12
*** Sectumsempra ***


“Altrimenti che fai?” chiese Katrina con aria maliziosa a Severus.
Era mezzora che discutevano se aggiungere o no le uova di Ashwinder.
Katrina era giunta alla conclusione che Lumacorno si divertiva a vederli litigare altrimenti non riusciva a spiegarsi perché li metteva sempre insieme se le loro pozioni, buone se prese singolarmente, venivano disastrose.

Di norma lei e Severus litigavano veramente solo per cose importanti (essere buttati giù dalle scale lo era), ma durante l’ora di pozioni arrivavano a meditare sul modo in cui uccidere il proprio compagno di corso.
Quel giorno stavano preparando una pozione invecchiante quando lei se ne era uscita con le uova.

Severus l’aveva guardata male, come sempre, ma Katrina sapeva come sarebbe andata a finire: avrebbero discusso (come sempre), avrebbe convinto Severus a provare (come sempre) ed alla fine lui avrebbe annotato il suo suggerimento sul suo libro (come sempre).

Ma Katrina aveva rotto il loro speciale equilibrio.
Infatti, dopo aver comunicato a Severus la sua decisione aveva fatto per annotarlo lei stessa sul libro e, mentre lo tirava verso di sé, aveva scoperto la storia del Principe Mezzosangue.
Era scoppiata a ridere e aveva preso a sfogliare il libro.

Inutile dire che Severus non solo c’era rimasto molto male ma voleva anche evitare che scoprisse i suoi segreti accuratamente scritti ai margini del libro.
“Ridammelo!” aveva sussurrato a denti stretti ed ecco la fatidica frase
“Altrimenti che fai?”.

Severus l’aveva guardata disgustato: quella voce, quel modo di fare erano quanto più lontano esistesse dalla Katrina a cui era affezionato.
Ora gli era apparsa davanti agli occhi la ragazza carina che gioca alla micetta e fa gli occhi da cerbiatto.
Evidentemente il suo pensiero fu molto forte perché Kat lo percepì e lasciò cadere il libro, tornando quella di sempre.
“Scusa. Stavo solo cercando di non dar a vedere a Remus che... insomma... lo sai... non mi va di fare quella che cade in depressione perché il ragazzo l’ha mollata” guardò Severus con sguardo sincero e sorrise appena.

Ora lui rivedeva la Katrina di sempre.
Quando aveva lasciato il libro, quello si era aperto ad una pagina qualsiasi ed ora spiccava sul bianco del margine superiore la parola Sectumsempra.
“Sectumsempra, contro i nemici” lesse Katrina a bassa voce
“Magia Oscura”.

Aveva riconosciuto subito la parola derivante dalle rune antiche e modificata affinché diventasse un potente incantesimo Oscuro
“Magia Oscura” ripeté
“Hai inventato Magia Oscura?” chiese sconcertata a Severus
“Chi ti ha detto che sono stato io?”
“Un uccellino. Ti sei dimenticato che leggo nel pensiero e poi hai una faccia talmente colpevole che potrebbero anche accusarti di omicidio” lo squadrò
“Non hai ancora ucciso nessuno vero?”
“No, ti pare... mi annoiavo soltanto”
“Si ed uno che si annoia inventa maledizioni contro i nemici, quindi contro di me”.

In quell’istante Severus si rese conto che aveva ragione: tecnicamente erano nemici.
“Fammi vedere il braccio sinistro” gli intimò Katrina
“Scordatelo”
“Perché ci troverei il marchio vero?”
“No in questo momento no. Deve evocarlo il Signore Oscuro”.
Il Signore Oscuro” ripeté Kat disgustata
“Il Signore Oscuro! Mi dai il voltastomaco”.

In quel momento Lumacorno si accorse che Katrina era in piedi
“Si sieda signorina” disse
“No” rispose lei, senza staccare lo sguardo da Severus
“Come scusa?” finse di non aver capito il Professore
“No. Non mi siederò. Me ne vado”
Katrina prese la sua cartella ed uscì dall’aula, accompagnata da un mormorio generale.

Si rifugiò sul tetto della Torre di Astronomia.
Con il vento sulla faccia non aveva il tempo di piangere che le lacrime si asciugavano.
Come aveva potuto dimenticarsene?
Come aveva potuto pensare che fosse cambiato, che fosse suo amico?
Lui era stato, era e sarebbe sempre stato un Mangiamorte e lei aveva giurato di collaborare per la disfatta di Voldemort e quindi anche per la sua.

“Katrina!” si sentì chiamare.
All’inizio pensò fosse uno scherzò della sua mente ma poi sentì qualcun altro pronunciare il suo nome.
Improvvisamente la testa rossa di Lily sbucò dalla finestra
“L’ho trovata!” urlò ed allora comparvero anche le teste di James, Sirius, Peter, Remus... e Severus.

“Come facevi a sapere che ero qui?” chiese Katrina all’amica
“Io ti conosco più di quanto tu non pensi”.
La verità è che non era stata Lily a portarli lì ma Severus, che aveva scelto la Torre di Astronomia come rifugio molte volte.
“Scendi Regina” le disse Sirius.

Katrina voleva davvero scendere, ma si era resa conto solo in quel momento di aver paura.
“Non posso” disse tremolante
“Dai! Non mi dire che Miss-Io-Non-Ho-Paura-Di-Niente-Johnson ha le vertigini!” scherzò James, ma Kat sapeva che era proprio così.

Quando era salita era troppo arrabbiata per rendersi conto di quel che stava facendo ma ora si sentiva girare la testa, le sudavano le mani ed aveva la sensazione che le gambe non rispondessero ai suoi comandi.
“Dai scendi” la incoraggiò Remus
“Ti aiutiamo noi”.

Proprio lei, che era salita sulla scopa centinaia di volte, soffriva di vertigini!
Questa si che era bella!
Sei una Grifondoro si o no?
Si girò con cautela e poggiò le mani sulle tegole.

Scese lentamente, misurando il respiro
“Dai che manca l’ultimo passo e ci sei” le disse Sirius.
In quel momento la tegola a cui era aggrappata con la mano sinistra cedette e quella destra era troppo sudata per reggere il peso di tutto il corpo.

Scivolò di scatto e Katrina chiuse gli occhi, preparandosi all’Abisso.

ATTENZIONE QUESTO E' UN RICATTO: O LASCIATE UNA RECENSIONE O SMETTO DI PUBBLICARE

Ovviamente scherzavo, ma una recensione sarebbe comunque gradita.

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Capitolo 13
*** L'Ordine della Fenice ***


Sei paia di mani l’afferrarono, alcune per le braccia, altre per le gambe o per il busto.
Katrina, ancora rigida per lo spavento, venne tirata attraverso la finestra con un po' di difficoltà e scortata nella Sala Comune di Grifondoro.
Solo arrivata davanti alla Signora Grassa Katrina si accorse che Severus non c’era più.
Ebbe come la sensazione che fosse stato lui a trovarla, ma fu solo per un attimo e sparì davanti ad una cioccolata calda fumante.

Una settimana prima della luna piena la Pozione Anti-lupo arrivò puntuale come al solito.
Katrina andò da Remus con il calice in mano.
A lui sembrò quasi di essere tornato ad un mese prima, quando tutto era perfetto.
Prese il calice dalle sue mani e lo bevve tutto in un sorso

“Questo significa che siamo amici come prima?” chiese alzando gli occhi su di lei.
Katrina sorrise
“Non proprio: io ero già innamorata. Siamo amici per la prima volta”.
C’era dell’amaro in quel sorriso, ma in fondo ce ne era anche nelle parole di Remus.

Dopo quello che era accaduto, Lumacorno fece convocare Katrina nell’ufficio di Silente.
“Mi dispiace di aver mancato di rispetto nei confronti del Professore, ma non ero capace di controllarmi in quel particolare momento” si giustificò.

“Mi hanno detto che desideri diventare Auror” disse Silente
“Il Professor Lumacorno è convinto che non passerai l’anno. In confidenza mi ha rivelato anche il suo stupore per averti visto passare i Gufo con Eccezionale”
Katrina abbozzò un sorriso
“Agli esami metto una maggior cura in quel che faccio” spiegò.
“Ne sono certo” assentì il Preside

“Il punto è che Horace insiste affinché tu prenda ripetizioni. E si è riservato il diritto di scegliere chi sarà a farti da insegnate”.
In un attimo Katrina capì perché Lumacorno l’aveva messa in banco con Severus per due anni: sperava che imparasse qualcosa.
“No” sussurrò quasi speranzosa
“Temo di si”
“Oh ,NO! No, no, no! Ma perché proprio lui?”.

Non poteva dopo averci litigato passere ore intere insieme a lui, da soli.
No, non era possibile, l’unica era dire tutto a Silente
“Lei sa perché io e Piton abbiamo.. ehm... discusso?”
“Nuovamente ho paura di saperlo” rispose Silente, calmo.
“Lei sa che Severus è un Mangiamorte?” chiese Katrina con gli occhi sgranati
“Ma certamente”.

Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante
“E lei sa anche che ho giurato di collaborare per la distruzione di Lord Voldemort e di tutti i suoi seguaci?”.
Silente annuì
“Ecco, questo è il secondo punto della nostra discussione” disse
“Questo 20 Aprile compirai diciassette anni e sarai libera di scegliere per tuo conto. Sai cos’è l’Ordine della Fenice?”
“Un’associazione che combatte per contrastare Voldemort” rispose, aspettando il resto del discorso
“Esattamente. Io sarei lieto di saperti membro dell’Ordine, se ovviamente ne hai voglia”.

Silente si abbassò gli occhiali a mezzaluna per guardarle meglio
“Ma certo!”
“E di conseguenza vorrei che quest’estate di trasferissi in una delle case dell’Ordine. Ho già chiesto ad alcuni membri e Arthur Weasley e la dolce Molly sarebbero felici di ospitarti”.
Katrina uscì dall’ufficio del Preside membro dell’Ordine della Fenice, con una punizione da scontare ed un posto dove passare l’estate.

Lumacorno supervisionava le ripetizioni, che per la maggior parte erano di una noia mortale.
Severus era distaccato e Katrina sapeva benissimo che faceva il noioso saputello apposta per farle saltare i nervi.
Incominciarono a vedersi i primi segni di miglioramento quando passarono agli antidoti.
Severus era geniale del prepararli ma aveva alcuni problemi a distinguere i veleni, cosa in cui Katrina era eccezionalmente brava.

La prima volta Lumacorno gli porse una boccetta ripiena di liquido nero e denso
“Mi vuol prendere in giro?” disse Katrina seccata
“Si procuri anche delle lacrime di fenice già che c’è!”
“Vuoi dire che è veleno di Basilisco?” chiese Severus incerto.
Lumacorno annuì e passarono al secondo veleno
“Sciroppo di Elleboro, Sangue di Salamandra, Mandragola, Zanne di Serpente, Asfodelo e Artemisia. E’ Veritaserum”.

Andarono aventi per due ore con Katrina che non faceva in tempo a prendere in mano una boccetta che aveva già elencato tutti gli ingredienti.
“Ma come fai?” le chiese infine Lumacorno
“Devo saper preparare antidoti se voglio diventare Auror, l'Amortentia non serve a nessuno”.


Spero che vi sia piaciuto perchè ho camminato tutto il giorno per la casa chiedendomi "Paulie, puoi?" come Paul Sheldon in Misery.

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 14
*** Viaggio nella mente dell'Oscuro Signore ***


La convivenza con i Weasley era fantastica: Molly ed Arthur la coccolavano a patto che lei gli tenesse i tre figli la sera, in più Arthur l’accompagnava a Londra, visto che sarebbe diventata maggiorenne solo il 31 agosto, e la riaccompagnava a casa la sera.

Katrina preferiva Londra d’inverno quando la città si riempiva di profumi e di colori che servivano a contrastare il grigio delle giornate uggiose, ma doveva ammettere che l’estate era la stagione ideale per conoscerla.
Tutti i piccoli particolari che d’inverno non notava perché costretta dal freddo e dal vento a spostarsi di fretta emergevano in estate creando la più stupefacente armonia di suoni, colori ed odori che si sia mai vista.

Katrina ripeteva la stessa passeggiata tutti i giorni, con in mano un libro diverso ogni volta.
Una volta sul Millennium Bridge inspirava profondamente e camminava a passo svelto fin davanti alla Tate Modern, dove si fermava da un simpatico vecchietto che vendeva arachidi caramellate e gliene faceva trovare un sacchetto di carta marrone ben caldo ogni giorno.
Sgranocchiando le arachidi, Katrina proseguiva lungo il Tamigi passando di fronte al suo ristorante preferito, The Ancor, alla Golden Hinde ed infine attraversava di Nuovo il Tamigi sul Tower Bridge per nascondersi a St. Katherine’s Doc, dove leggeva fino al calar del sole, protetta dall’afa estiva dalle acque stagnanti del Tamigi.

Tuttavia un giorno di metà luglio le arachidi vennero sparse sul lastricato dietro alla Golden Hinde e la ragazza che le stava mangiando fu portata via da due figure ammantate.
Katrina si sveglio un una stanza buia ed umida.
Ci mise qualche secondo a realizzare di non essere l’unica a respirare nella stanza.
Provò ad alzarsi, ma le girava le testa e riuscì a stare dritta solo il tempo di realizzare che colui che le stava accanto era Lord Voldemort.

Fu invasa dalla paura, paura non sua.
Capì che non prendeva la pozione da parecchi giorni perché riusciva a percepire quelle che dovevano essere le preoccupazioni del Signore Oscuro.
Chiuse le palpebre e nel buio si formarono due parole scritte a caratteri cubitali.
La prima sembrava fatta di tenebra solida e Katrina ci mise un po' a distinguerla dal fondo nero, ma poi riuscì a leggere PAURA.
La seconda era del color del sangue e sembrava che sotto la superficie di ogni lettera si muovesse qualcosa.
Katrina non la conosceva, ma la tenne a mente HORCRUX.

Poi se ne formarono altre due, apparentemente separate dalle prime: SCONFIGGERE, che brillava di una luce accecante, e MORTE che, al contrario di ciò che si sarebbe aspettata Katrina, non incuteva timore, ma rifletteva la luce di SCONFIGGERE, splendendo quietamente.
Poi comparvero tutte e quattro insieme ed incominciarono a ruotare.

Katrina si avvicinò a PAURA e la sfiorò con la punta delle dita, subito le apparve un bambino di circa quattro anni che sedeva in un angolo.
Si sarebbe aspettata di vederlo piangere e gli si avvicinò per tranquillizzarlo, ma quando lui alzò lo sguardo Katrina vide nei suoi occhi rabbia, odio e terrore puro.

Poi il bambino sparì e Katrina pose la sua mano su MORTE: vie un lampo verde, un cadavere di una ragazza, un signore di mezza età, un vagabondo, un’anziana donna ed un uomo che non sembrava inglese.
Tutto poi si riempi di luce verde e Katrina torno tra le parole mastodontiche.

Lottando contro il disgusto, sfiorò HORCRUX e la sua mano si bagnò di sangue.
Scoprì di non poter urlare.
Vide un diario, un anello, un medaglione con una suntuosa S incisa sopra, una piccola coppa d’oro ed una tiara di diamanti.
Provò a toccarli ma sembravano fatti di fumo ed ad ogni suo tentativo riecheggiava una risata fratta e malvagia.

Poi tutto scomparve e Kat rimase sola con SCONFIGGERE.
Chiuse gli occhi per potersi avvicinare senza che la luce glieli ferisse.
Si aggrappò alla parola con entrambe le mani e si vide mentre combatteva contro il Basilisco, lo vide a terra e coperto da sangue nero.
Poi la scena cambiò e vide il diario consegnato a Lucius Malfoy, l’anello nascosto in una baracca in un villaggio chiamato Little Hangleton, il medaglione al centro di un lago di acqua salmastra, la coppa data in affidamento a Bellatrix Lestrange e la tiara nascosta in una stanza segreta al settimo piano di Hogwarts.
Vide la sua meravigliosa spada in argento dei folletti che aveva forgiato lei stessa insieme a sua madre, con l’impugnatura smaltata in nero e decorata con zaffiri, vide il sangue del Basilisco che la bagnava, intriso di veleno, vide il folletto che le aveva venduto l’argento grezzo ripeterle che assorbiva tutto ciò che la fortificava... finalmente Katrina si riprese.

Lord Voldemort la fissava dall’alto ed improvvisamente Kat sentì l’impulso di dare di stomaco.
Voldemort la prese per un braccio e l’alzò di peso.
Al contatto con l’Oscuro Signore, Kat senti mille voci urlare di disperazione, si tappò le orecchie, ma le voci erano nella sua testa.
“Abbiamo preso tua madre” sentì dire da Voldemort
“E’ morta”.

Katrina rimase pietrificata per un istante, poi le voci disperate si trasformarono in grida di rabbia e Katrina, lascito a casa il buonsenso, si avventò su Voldemort.
Con un vero e proprio urlo di battaglia gli conficcò le unghie nella carne gelida del viso, approfittando dell’elemento sorpresa.
Abbassò le braccia, lasciando otto righe sanguinee sul volto del suo nemico.
Voldemort, con un urlo disumano, la scaraventò contro la parete di pietra della cella.

“E’ stata così gentile da avvertirmi che sua figlia avrebbe fatto qualsiasi cosa in suo potere per fermarmi” disse un attimo prima di andarsene.


Eccoci di nuovo qui con questo capitolo dall'ambientazione quasi onirica.

Sapete che le recensioni sono sempre ben accette, anzi desiderate.

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 15
*** Horcruxes ***


Dopo giorni di prigionia, affamata e con due costole incrinate, Katrina riusciva a percepire ogni pensiero dei suoi carcerieri.
Quando sorvegliarla toccò a Fenrir Greyback, per Kat fu troppo.
La mente del lupo mannaro era piena di sangue e carne lacerata e Katrina, nel tentativo di tenere lontano i suoi pensieri, si trasformò.
Era un secolo che non lo faceva, anche se occasionalmente partecipava alle ‘gite’ dei malandrini prima di lasciarsi con Remus.
Ora nel corpo da leonessa si confondeva con le tenebre e Katrina scoprì con grande sollievo che una volta trasformata non percepiva più i pensieri altrui.

Dormiva poco e male, sempre sottoforma di leonessa per evitare i brutti sogni.
Una notte si sentì scuotere e ringhiò minacciosamente.
Aprì gli occhi e vide Severus che la stava svegliando
“Che ci fai tu qui?” esclamò una volta tornata alla sua forma umana 
“Taci” la zittì lui porgendole la sua bacchetta ed il suo mokessino
“Ti faccio uscire di qui”
“Ma tu...?”.

Che fine avrebbe fatto Severus dopo essere stato scoperto da Voldemort?
Sarebbe stato torturato?
Ucciso?

“Ho preparato una scusa” spiegò lui sbrigativo
“Quando sarai fuori di qui, smaterializzati ad Hogsmead e di a Silente tutto ciò che hai visto e sentito”.
La spinse fuori dalla cella e la tirò per un braccio lungo il corridoio
“Come fai a sapere quel che ho visto?” chiese Katrina in un sussurro
“So solo che non prendevi la pozione da almeno una settimana quando hai ‘discusso’ con il Signore Oscuro”.

Severus si arrestò davanti ad una porta e tirò via dalla cintura un pesante mazzo di chiavi con cui la aprì.
La testa di Greyback fece capolino da oltre la soglia e Severus lo schiantò con rapidità straordinaria.
Furono subito allo scoperto e Katrina non riuscì a trattenere le lacrime quando sentì il vento gelido sulla nuca e l’erba fresca sotto i piedi nudi.

“Vai!” le intimò lui
“Severus vieni con me!”.
Lui la guardò sofferente.
L’intento di Katrina era di stampargli un bacio sulla guancia, ma Severus si girò improvvisamente e le loro labbra si posarono le une sulle altre.
Entrambi avvamparono e Katrina scomparve con un sonoro crac.

Menomale che Severus si era scansato subito, perché lei non si sarebbe riuscita a trattenersi.
L’impulso di andare oltre era stato fortissimo, ma sarebbe stato un errore: infondo non era mica innamorata di Severus!
Corse per tutta la distanza che la separava dalla Stramberga Strillante e vi ci infilò dentro, sfruttando il passaggio segreto per entrare ad Hogwarts.

Attraversò il cortile con i piedi scalzi che si macchiavano d’erba e bussò speranzosa al portone, ma nessuno rispose.
Si mise in posizione fetale ed incominciò a piangere un po' per la stanchezza un po' perché non riusciva a pensare ad un modo per raggiungere l’ufficio di Silente.
Cosa avrebbe dato per fare un giro sulla sua scopa!
ma certo’ pensò
il capanno delle scope di Madama Bumb!’.
Corse verso il capanno e si appropriò di un manico di scopa.
Si alzò in volo e, arrivata all’altezza della finestra della presidenza, la fece esplodere, segnando la sua entrata in scena con una miriade di vetri rotti.

Fu così che Silente la vide: sporca, stanca, malnutrita e ricoperta di sangue.
Voleva portarla in Infermeria ma Katrina doveva prima raccontargli tutto.
“Per il signorino Piton non si può fare niente” commentò Silente alla fine
“E’ stata una sua scelta e qualsiasi tentativo di ricuperarlo sarebbe un suicidio”.
Lo aveva immaginato: Severus sarebbe morto in ogni caso.
Ciò nonostante le lacrime ricominciarono a scenderle dignitosamente lungo le guance.

“Sai cos’è un Horcrux?” riprese Silente.
Katrina scosse la testa e Silente glielo spiegò pazientemente.
“Per caso il veleno di Basilisco c’entra qualcosa con questi Horcrux?” gli chiese, certa di aver finalmente compreso ciò che aveva visto
“E’ una delle poche cose capaci di distruggerli” rispose Silente, compiaciuto.
“E quindi questa spada” disse Katrina tirando fuori l’arma dal mokessino
“Può distruggere un Horcrux?” “Credo proprio di si”.
Katrina seppe, senza che Silente avesse bisogno di dirlo ad alta voce, che quell’anno sarebbe stato molto movimentato.

Severus fu portato in una delle celle, picchiato e torturato prima che il Signore Oscuro si decidesse a finirlo.
Voldemort alzò la bacchetta, pronto a colpire
“Non vuole neanche sapere perché l’ho fatto?” biascicò Severus.
Voldemort si arrestò
“Se questo è un tentativo per guadagnare tempo...”
“Sono sicuro che apprezzerà quel che ho fatto quando ne conoscerà il motivo”.

Ci furono diversi secondi di silenzio, interrotto solo dal respirare affannoso di Severus.
“Allora?” lo incitò Voldemort
“Stavo facendo la guardia alla Johnson  e, visto che frequentiamo lo stesso anno ad Hogwarts, sapevo che mi aveva riconosciuto”.
Pausa.
“Inizialmente non me ne ero preoccupato, sapendo che sarebbe morta da li a poco, ma poi ho pensato che liberandola Silente avrebbe pensato che fossi dalla sua parte”.
Colpo di tosse.
“A quest’ora Katrina avrà già raccontato tutto al Preside di Hogwarts, ma se non le serve una spia mi uccida pure”.
Si era ripetuto così tante volte quella bugia da farla diventare realtà.
Guardò Voldemort negli occhi e lui gli credette.


Nargles con gli occhiali vi annuncio che ormai mancano solo tre o quattro capitoli alla conclusione della storia

Sapete quanto sono felice di ricevere recensioni e mi fareste un grandissimo piacere a lasciarne una (anche perchè altrimenti vi crucio)

Vostra (adorata ) Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 16
*** James, Sirius e la famiglia Black ***


“Da oggi incomincia il corso intensivo di distruzione Horcrux”.
Katrina camminava avanti ed indietro davanti una lavagna bianca, con il pennarello dietro un orecchio e la bacchetta dietro l’altro
“Prima di tutto devo sapere se siete pronti ad arrivare fino in fondo” si girò di scatto verso il suo pubblico
“Allora chi è con me?”.

La mano di Severus si alzò dopo qualche secondo di esitazione, subito seguita da quelle di Sirius, James, Remus e Lily.
Visto che non si decideva ad alzare la mano, tutti si girarono verso Peter
“E va bene!” mugugnò
“Ma non sono tipo da battaglia ok?”.

Katrina cominciò a scrivere sulla lavagna
“Allora ricapitolando: uno è un diario attualmente nelle mani di Lucius Malfoy, uno un anello a Casa Gaunt, una è la coppa di Tosca in possesso di Bellatrix Lestrange, uno il medaglione di Salazar Serpeverde in una grotta misteriosa sull’oceano ed infine uno è il famoso diadema perduto di Priscilla Corvonero che è presumibilmente nascosto in una stanza segreta al settimo piano di Hogwarts” “Intendi dire la stanza delle Necessità?” disse James
“Bene di questo ve ne occuperete tu e Sirius”.

Accanto alla parola DIADEMA scrisse JS
“Io potrei risultare utile per la coppa, visto che in fondo Bellatrix è mia cugina” disse Sirius.
Katrina pose le stesse iniziali anche vicino alla parola COPPA
“Remus e Lily se non vi dispiace dovrete lavorare assieme”
“Perfetto” concordò l’altra ragazza
“Ci occuperemo del diario e dell’anello”.

Anche questa volta Katrina annotò le loro iniziali alla lavagna
“Severus tu ed io penseremo al medaglione, insieme al Professor Silente”
“Ed io?” chiese Peter
“Hai ragione Codaliscia, non sei adatto al campo di battaglia”.

Katrina tirò fuori dal mokessino le fiale d’oro con cui aveva raccolto il veleno di Basilisco.
“Vi basterà versare poche gocce di veleno per distruggerli” disse porgendone una ciascuno
“Che la caccia abbia inizio!”

“Eccoci!” disse Sirius davanti l’entrata della Stanza delle Necessità
“Si ma in quale delle tante stanze sarà?” si chiese James
“Regina ha detto che era piena zeppa di oggetti di ogni sorta”
“Quindi pensiamo ‘desidero una stanza piena di oggetti di ogni sorta?’”
“No, ragiona: qual è la cosa di cui tutti gli studenti hanno bisogno almeno una volta durante l’anno scolastico?”
“Il bagno?”. Sirius gli mollò un pugno sul braccio
“Un posto dove nascondere se stessi o degli oggetti di loro proprietà...”.

La porta si materializzò davanti ai loro occhi
“Ben fatto Felpato!” commentò James e si infilarono entrambi oltre la soglia.
Dopo aver cercato in lungo ed in largo, uno luccichio attirò l’attenzione di James
“Dai versiamoci su quel coso  e facciamola finita!”.

Il diadema era in cima ad una credenza, in testa d uno stregone di pietra.
“Aiutami a raggiungerla!” ordinò il ragazzo, il compagno lo raggiunse in un momento e lo tirò su per i fianchi
“Di più! Non ci arrivo!” strepitò James, agitando le mani per afferrare il diadema.
Sirius lo alzò ancora di più e James riuscì, con una bracciata più lunga delle altre, riuscì ad afferrare il diadema.
Poi caddero tutti e tre: Sirius, James e il frammento di Lord Voldemort nel diadema.
“Brutto str...” ringhiò James
“Vacci piano con le parole: mi sono fatto male anche io!” ringhiò Sirius in risposta ed evidentemente era anche il pensiero di Voldemort perché si sentì un violento sibilo provenire dal diadema.

Entrambi lo guardarono timorosi
“Facciamolo fuori” propose Sirius.
James estrasse la boccetta d’oro dalla tasca dei pantaloni e la aprì con cautela
“Cavolo Jamie attento con quella cosa!”.
Il diadema sibilava sempre più e quando il veleno lo toccò incominciò ad accartocciarsi.
“E questo è fatto. Ora andiamo ad investigare sugli affari della dolce Bella”.

Bellatrix era sposata con un uomo che non amava e dai cui non voleva assolutamente avere figli quindi aveva votato tutta la sua vita ad un unico scopo: servire l’Oscuro Signore.
Quindi non si staccava un secondo da Lord Voldemort.
Quindi per Sirius e James era molto difficile spiarla.

Anche se avevano ricevuto un permesso speciale da Silente per uscire da Hogwarts fuori l’orario delle lezioni, riuscivano a vederla solo per pochi minuti.
Una sera la sentirono discutere con Lestrange
“Perché io dovrei essere la moglie trofeo, non è vero?”
“Io non...”
“Già che ci sei perché non mi chiudi alla Gringott? O forse non valgo abbastanza preziosa da stare nella nostra camera blindata”.

Sirius guardò l’amico in modo eloquente  
“Oh non ci pensare nemmeno!” sussurrò James
“Ma è ovvio no? Nessuno si sognerebbe di rapinare la Gringott!”
“E come pensi di entrare, genio della lampada?”
“Ma io ho la chiave!”.
Sirius aveva un sorriso compiaciuto stampato sulle labbra
“O meglio, ce l’hanno i miei”.

“Sei sicuro che non siano in casa?” gli chiese l’ennesima volta James
“Quante volte te lo devo ripetere? Il venerdì i miei vanno a teatro” rispose seccato Sirius, mentre macchinava con la serratura
“Sciocchi i miei, no? Non hanno messo nessuna protezione contro i metodi Babbani di scassinamento”.
La serratura scattò, accompagnata da una risatina isterica di James
“Si proprio sciocchi!”.

Entrarono nella antica dimora dei Black e Sirius si diresse a colpo sicuro verso un ritratto.
Dietro il quadro di Phineas Nigellus Black c’era una cassaforte magica
“Come funziona esattamente?”
“Beh devo dare prova di essere un vero Black, e per questo non c’è nessunissimo problema: basterà qualche goccia di sangue”.
Si morse un polpastrello e pose il dito macchiato di rosso sulla serratura e quella incominciò a muoversi
“Parola d’ordine per favore” disse una voce metallica
“Oh cazzo!” mormorò Sirius
“Errato” disse la voce.

Sirius trascinò James nell’altra sala
"Non sapevo che ci fosse una parola d’ordine” gli spiegò
“Tira ad indovinare allora!”.

Ritornarono davanti alla cassaforte
“Toujours pur!”
“Errato”
“Purosangue!”
“Errato”
“Black!”
“Errato”
“Regulus!”
“Errato. Ultimo tentativo”
“Questa l’azzecco quant’è vero che mi chiamo Sirius!”
“Esatto!”.

Si guardarono l’un l’altro
“La parola d’ordine era Sirius?” chiese James, sconcertato.
“Chissenefrega basta che si apra”.
Lo sportello scattò e Sirius lo aprì velocemente.
C’erano dei documenti, la fedi, una busta gialla e... una foto di Sirius.
Lui cercò di ignorare la fotografia e si affrettò a prendere la busta da cui estrasse un mazzo di chiavi, tutte accuratamente etichettate.
Lesse il nome Lestrange su una piccola d’argento, arricchita dallo stemma della casata.
Sirius se la mise in tasca e poi lui e James si diressero verso l’uscita.

La porta si spalancò nel momento esatto in cui i due arrivarono davanti ad essa. La signora ed il signor Black stavano rincasando
“Sirius!” sussurrò Walburga
“Vattene” disse, quasi dolcemente, Orion, lasciando libero il passaggio.

“Sai Felpato, dalle tue discussioni me li aspettavo un tantino più satanici” commentò James mentre si dirigevano alla Gringott.
Una volta nell’edificio, Sirius esibì la chiave
“Vorrei avere accesso alla camera blindata dei Lestrange” disse con sicurezza.
Sirius aveva un talento innato per le bugie.
“Sono il cugino, Regulus” il figlio minore dei Black era da tutti considerato un angelo e quindi non ci fu alcun motivo di dubitare della sua parola, fortuna che i due si assomigliavano come gocce d’acqua.

Quando arrivarono, il folletto che li accompagnava rimosse gli incantesimi ed entrarono senza alcun problema.
Nella camera ci misero un po' a trovare la piccola coppa che Katrina aveva descritto loro ma, appena la trovarono, Sirius la annientò con il veleno di Basilisco.

Quando i ragazzi si girarono, pronti ad andarsene, si trovarono faccia a faccia con la Mangiamorte più temuta in assoluto.
Con i capelli  neri e ricci sciolti lunghi fino alla metà schiena, le mani appoggiate sui fianchi e l’espressione accigliata, Bellatrix era davvero spaventosa.
“Dovremmo imparare a sorvegliare le porte” commentò James con un filo di voce.

Bellatrix li guardò, poi guardò la coppa accartocciata ed in frantumi sul pavimento
“Voi!” gridò con quanto più fiato aveva in gola.
“Calmati Bella, ora me la vedo io con loro” alle sua spalle comparve niente meno che Lord Voldemort in carne, ossa e volto seprentino. “Siamo nello sterco di drago fino al collo, Ramoso”.

Questo capitolo è un po più lungo del solito perchè punto a concludere in tempi brevi.

Se mi riesce il prossimo lo pubblico domani.

Siamo vicini alla conclusione: RIEMPITEMI DI RECENSIONI!

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 17
*** Lily, Remus ed i cuori infranti ***


Grazie a Austen95 per le sue fantastiche recensioni! 


“Ehi Tom!” una voce femminile molto ma molto familiare a James e Sirius si levò alta alle spalle del Signore Oscuro e della sua fedele braccio destro.
“Non avrai mica pensato che lasciassi i miei studenti da soli” la Professoressa McGranitt apparve, con gran stupore di tutti, oltre la soglia.
Fu subito seguita da Arthur Weasley, Alastor Moody, il giovane Kingsley ed i fratelli Pewrett.
“Allora che ne dici, Tom, sono una brava insegnante?”.

Voldemort e Bellatrix cominciarono a duellare nei sotterranei della Gringott contro metà dell’Ordine della Fenice e due studenti di Hogwarts.
Velocemente i due antagonisti retrocessero fino all’entrata e si dileguarono.
“Prof le devo dire che l’avevo proprio sottovalutata” commentò Sirius riverente
“Senza dubbio il tuo giudizio mi è fondamentale, Black” ribatté lei compiaciuta
“Comunque doc’è il Professor Silente?” chiese James
“E’ occupato nelle ricerche del medaglione con la signorina Johnson ed il signorino Piton”

“Tu ci pensi ancora vero?” gli chiese Lily una delle tante notti che passavano sorvegliando Lucius Malfoy
“A cosa?” chiese Remus, che non era completamente sveglio
“A Katrina”.

Remus si mise dritto in un istante, come fosse stato schiaffeggiato
“Ho dovuto”.
In fondo era sempre la stessa storia.
La verità era che non riusciva a convincere neanche se stesso: l’aveva lasciata perché era un codardo, perché non aveva avuto il coraggio di portare avanti la loro storia.

In quel momento qualcuno si smaterializzò accanto a loro.
Erano Voldemort e Bellatrix, in fuga dalla Gringott.
“Mi dispiace mio Signore!” mugolava lei
“A te penserò più tardi, ora quel che conta è impedire che accada lo stesso a Lucius”.

Bussarono alla porta e l’uomo biondo slavato che era Lucius la aprì.
Remus e Lily li videro discutere animatamente e poi Lucius salì le scale che portavano alle camere da letto.
“Sbrigati!” disse Lily, facendo cenno di seguirla.
Si mise sotto la finestra della camera di Malfoy
“Trami su!” ordinò.
Remus se la issò sulle spalle
“Per Morgana, Remus!”
“Vacci piano con le parole!”
“Non ci arrivo!”.
Remus la spinse ancora un po' più su e Lily poté sbirciare nella camera di Lucius.

Il Mangiamorte aveva un piccolo diario di pelle tra le mani.
Si sedette su una poltrona ed incominciò a piangere, senza dignità e... lasciando il diario sul davanzale.
‘Che incredibile colpo di fortuna!’ pensò Lily mentre cercava qualcosa per alzare la finestra
‘Perché non posso avere una forcina trai capelli come in ogni film che si rispetti?’
“Serve una forcina?” le chiese Remus da sotto i suoi piedi, passandole una forcina dorata
“Che ci facevi tu con una forcina?” sussurrò stupita
“La portava Katrina al Ballo di Lumacorno. La tengo come portafortuna”.

Con la forcina Lily fece leva ed alzò leggermente la finestra, quel che basta per infilarci un unghia.
Lentissimamente la sollevò e fece passare il diario attraverso la fessura.
Malfoy non si accorse di niente, almeno finché Remus non cedette.
I due ragazzi caddero rumorosamente a terra.
Voldemort, Bellatrix e Lucius si alzarono in contemporanea ed appiattirono i loro nasi (almeno per quel che riguarda Bellatrix e Lucius) contro il vetro.

“Per tutti i gargouille! Ce l’ho!” urlò Lily, rialzandosi
“Corri per le mutande di Merlino!”

Casa Gaunt.
“Perché diamine ti sei materializzata qui?” le chiese Remus guardandosi attorno
“Così ne facciamo due in una volta. Mettiamoci al lavoro” smontarono la casa e buttarono tutto all’aria, ma non trovarono niente.
“E tu che pensi di fare con James?” chiese Remus ad un certo punto.
Lily non fece neanche finta di non aver capito
“Credo che accetterò il suo incito per il ballo di Lumacorno”
“Non ti inviterà"
“Cosa?”
“Vuole lasciarti un po' di spazio per riflettere” si spiegò Remus
“Allora lo inviterò io”.

Lily si appoggiò ad una libreria vuota ed ammuffita
“Guarda qui!” esclamò improvvisamente, indicando un triangolo con l’altezza segnata ed un cerchio inscritto, inciso sul fianco.
“Aiutami a spostarla” disse.
“Non si sposta” ansimò Remus dopo un po'
“Deve esserci un incantesimo. Ragioniamo: deve essere qualcosa che solo lui potesse fare”
“La Camera dei Segreti si apriva parlando il serpentese”
“Non si può essere affidato ad un trucco così banale! E poi quello lo aveva deciso Salazar Serpeverde”
“Cos’altro fa Voldemort?” chiese Remus mettendosi la bacchetta in bocca
“Uccide?”
“E allora?” puntò svogliatamente la bacchetta contro la libreria
“Dovremo andare in giro ad urlare Avada Kedavra...” un lampo verde partì dalla bacchetta e colpì la libreria che si contorse ed esplose.

“Prima lezione di Incantesimi: mai pronunciare una formula con la bacchetta in mano” lo riproverò Lily, mentre si puliva dalle schegge.
“Ad ogni modo ha funzionato”
“Che vuoi dire?”
“Voglio dire che se in quella scatola” indicò una scatolina di velluto blu
“Non c’è l’anello, non so dove potremo trovarlo!”.

Lily si lanciò sulla scatolina e la aprì e, come aveva previsto Remus, dentro c’era l’anello.
“Passami la fiala: distruggiamoli entrambi”
“Non che l’avevi tu?” Lily lo guardò
“No non ce lo avevo io” sbuffò
“Ora ci tocca portare anche questo al castello!”.

Sentirono dei rumori nell’ingresso e si prepararono ad uno scontro, ma invece si trovarono davanti all’allegro gruppetto che aveva salvato da morte certa Sirius e James, accompagnato anche da questi ultimi.
“Serve una mano, piccioncini?” chiese Sirius, con il suo solito sorriso beffardo stampato in faccia
“Si grazie!” rispose Lily
“Dateci il veleno. Remus a lasciato a d Hogwarts la nostra fiala”.

James gliela allungò
“Che ci fate tutti voi qui?” chiese Remus
“Ci sono buone probabilità che lord Voldemort tenti di recuperare l’anello” spiegò James mentre i due Horcrux, che Lily aveva appoggiato su pavimento, incominciavano a sfrigolare.
“Ci ha già beccati a Villa Malfoy” disse Lily in risposta.
“Torniamo ad Hogwarts. Subito” ordinò la Professoressa McGranitt e si smaterializzarono tutti.

Quando l’Oscuro Signore arrivò a Casa Gaunt, l’anello e il diario non erano nient’altro che involucri vuoti.


Come promesso ecco il penultimo capitolo della storia (o forse trzultimo perchè devo ancora decidere se tagliare una scena)

Lasciate una recensione, come al solito perchè ormai ci sto prendendo gusto ;)

In settimana l'epilogo...

Vostra Ginny di Sectumsempra

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Capitolo 18
*** Severus, Katrina e la battaglia di Hogwarts ***


L'angolo dell'Autrice questa volta lo metto in alto perchè so che non se lo fila nessuno.

Brutti draghi pustolosi che non siete altro, LASCIATE UNA RECENSIONE, a maggior ragione che è l'ultimo capitolo.

Che vi devo dire, sono contenta che vi leviate dai piedi ;) Ma no, non è vero! Mi ferebbe molto piacere se leggeste le altre mie fic, anche quelle che pubblico con Nihalooney...

Infine lasciate che vi presenti Katrina Johnson, come me la sono immaginata io (un po a cartone animato) !



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Il Ballo di Natale fu più corto di quel ci si sarebbe aspettato.
I primi ad entrare furono Lily e James, entrambi raggianti, seguiti da Remus e Sirius che facevano da paggetti.
Katrina era sola per la prima volta.
Neanche la musica e la danza, che in più occasioni l'avevano aiutata a tener alto il morale potevano niente contro il malessere interiore che le derivava dal non esser riuscita a trovare in tempo l'ultimo Horcrux.
Dopo averlo cercato per mesi, Voldemort si era accorto dei suoi intenti e Severus aveva riferito che portava il medaglione di Salazar Serpevrde sempre al collo.

Mentre affogava i suoi dispiaceri nell'Idromele, Katrina osservava il prezioso abito che era appartenuto alla madre.
Era di velluto nero, con il collo a barchetta e le maniche lunghe.
Sul busto e nella parte bassa della gonna erano stati ricamati con filo di seta verde acqua e d'argento fiori esotici e le maniche erano invece abbellite da arabeschi.

"Non balli?" le chiese una voce che aveva imparato a riconoscere come amica
"Non ho un cavaliere, Severus".
Guardò negli occhi neri il giovane Serpeverde che le porse la mano in un invito galante.
‘Al Diavolo Remus, al Diavolo Sirius e tutto il resto del mondo!' pensò Katrina.
Afferrò la mano di Severus e si diressero al centro della pista.

Avevano appena incominciato a muovere i primi passi che la McGranitt entrò nella sala, sconvolta
"I Mangiamorte ci attaccano" furono le sole parole dirette a Lumacorno che pronunciò.
Non ci fu tempo di far evacuare i più piccoli ne tantomeno di avvertire il Ministero.

A Katrina non servì neanche leggere i pensieri di Severus per capire che lui era all'oscuro di tutta la faccenda.
Si precipitarono a cercare i loro amici, ma tutto quel che trovarono furono studenti in preda al panico che fuggivano dalla Sala Grande, dove erano penetrati i Mangiamorte.
Vollero allora andare lì a cercarli.

Prima di varcare l'immenso ingresso, Katrina si fermò di colpo ed afferrò le mani di Severus.
Lui la spinse dolcemente contro il muro e la baciò appassionatamente.
Si staccarono l'uno dall'altra molto imbarazzati.
Avrebbero voluto dire qualcosa, ma entrambi erano consapevoli di non essere bravi ad esprimere i propri sentimenti a parole, così entrarono nella Sala Grande.

I pochi rimasti erano studenti, per lo più Grifondoro, e gli insegnanti ed insieme cercavano di tener testa ad un centinaio di figure ammantate.
Lord Voldemort non duellava: era seduto sulla tavola dei Professori completamente immobile, con il medaglione al collo.
Lily, James, Sirius e Remus stavano già combattendo e bisogna dire che non se la stavano cavando troppo bene.

Katrina vide Lily schivare un Anatema che uccide ed il suo cuore perse un battito.
Senza pensare che non era leale ne legale, puntò la propria bacchetta contro il Mangiamorte con cui l'amica stava duellando e con profonda soddisfazione lo vide piegarsi in due dal dolore.
"Allora un po' di Serpeverde c'è anche in te" le sussurrò Severus all'orecchio.

Katrina sorrise e continuò a parare le spalle ai suoi amici finché il suo piede non urtò contro qualcosa: un giovane studente biondo i cui occhi ormai non vedevano più e le mani erano prive di calore.
L'orrore di quella vista le fece letteralmente perdere la ragione.
Un urlo disumano uscì dal suo petto ed in quel momento assomigliava molto di più ad una leonessa a cui hanno ucciso un cucciolo che una ragazza: tremava da capo a piedi, era paonazza in viso e sembrava sprizzare scintille dagli occhi.

Puntò la bacchetta contro Voldemort, che ancora non si era mosso e scagliò un Anatema che Uccide.
Incredibilmente il Signore Oscuro lo schivò, risvegliatosi dal suo strano stato di immobilità.
Katrina e Voldemort incominciarono a duellare, sotto gli occhi atterriti di tutti.

Severus era troppo concentrato sul combattimento per accorgersi che un raggio di luce verde, diretto alla Grifondoro, era scaturito dalla bacchetta di un Mangiamorte.
Sirius invece se ne accorse.
Si lanciò sulla ragazza che non aveva mai ricambiato il suo amore, certo che non ci sarebbe stato il tempo per esprimente a parole ciò che provava.
Chiuse gli occhi perché in fondo la morte lo spaventava.

Gli occhi verde acqua di Katrina pieni di terrore furono il suo ultimo pensiero.
Da quegli stessi occhi sgorgarono lacrime cariche di dolore.
Katrina si accasciò su cadavere dell'amico insieme a James che condivideva il suo stesso male.

Sarebbe morta così, dando le spalle al suo nemico, se non ci fosse stato Severus a coprigliele.
Lord Voldemort sapeva ormai del suo tradimento e si accanì su di lui come aveva appena fatto con Katrina, ma Severus non era così bravo a combattere.
L'arrivo insperato di alcuni membri dell'Ordine della Fenice, capeggiati da Silente gli salvarono la pelle.
Presero il posto degli studenti decaduti ed in breve le sorti della battaglia si risollevarono.

Voldemort combatteva ora allo stesso tempo con Severus e Silente.
Katrina si rialzò e puntò la propria bacchetta ai piedi di colui che aveva giurato di fermare, a qualunque costo.
Si aprì una voragine nella quale Voldemort per poco non cadde.
Ad ogni modo scivolò e rimase con il corpo sul terreno e la testa sul vuoto.
Katrina prese una rincorsa e spiccò un salto con il quale superò la voragine.
Sfilò dal collo del Signore Oscuro il medaglione e lo lanciò a Severus un attimo prima di essere scaraventata contro la parete infondo alla Sala e perdere i sensi.

Voldemort si avventò su Severus, che cercava nelle tasche del suo abito da sera la fiala di veleno di Basilisco.
Silente si mise in mezzo e venne brutalmente messo fuori gioco.
Voldemort era tanto preso dal fermare Severus, che si dimenticò perfino di finire uno dei suoi più acerrimi nemici.

Severus stappò la fiala con i denti e versò l'intero contenuto della boccetta sul medaglione.
Il veleno penetrò tra le giunture d'oro e raggiunse il cuore dell'Horcrux, poi scivolò sul pavimento e sui vestiti di Severus, corrodendoli.
Voldemort puntò la bacchetta contro il ragazzo, ben deciso fargli fare la stessa fine che egli aveva fatto al medaglione.
Severus lo guardò pronto a lasciare per sempre questo mondo, ma quel che vide alle spalle dell'Oscuro Signore gli fece scappare un sorriso.

Là dietro, fiera e furibonda nel suo prezioso abito da sera ricamato, con la spada d'argento dei Folletti alta sopra la testa, stava Katrina.
Calò l'arma con furia indicibile e sentì la lama entrare con facilità tra le scapole del mago oscuro.
Voldemort spalancò gli occhi e rantolò.
Katrina estrasse la spada grondante di sangue e lo volse verso di sé.
Nuovamente la lama trafisse il corpo di Lord Voldemort, questa volta trinciando l'aorta.

Con il sangue che la bagnava Katrina disse, con voce fredda e distaccata:
"Temo che all'Inferno non siano troppo felici do vederti".
Gli occhi di Katrina furono, come per Sirius, l'ultimo pensiero del più grande mago oscuro di tutti i tempi.

In un attimo tutti i Mangiamorte si arresero, fatta eccezione per Bellatrix Lestrange che si gettò sul cadavere del suo Signore.
Severus prese per mano Katrina ed entrambi si avvicinarono a Lily e James che erano abbracciati accanto a Sirius.
Tra i morti di quella notte Katrina riconobbe Gideon e Fabian Pewrett, un vecchio che si chiamava Dedalus Lux, Rastaban e Rodophus Lestrange e molti altri.
Sopra ognuno, senza far differenza tra Mangiamorte e non, pose piccole gemme che estraeva dal suo mokessino.
"Cosa sono?" le chiese Severus
"Secondo un credo animista li aiuteranno nel loro viaggio nell'Aldilà".

Fu impossibile trovare Peter, per quanto lo avessero cercato.
Solo i cinque ragazzi potevano sospettare che avesse lasciato Hogwarts sotto forma di topo.

Quando sopraggiunse l'alba, erano tutti sulle rive del Lago Nero e, mano nella mano, i loro sottili profili neri contro l'orizzonte di sangue, pronti ad affrontare qualsiasi cosa sarebbe venuta a testa alta.


THE END

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