Kuroshitsuji: Ora tocca a Ciel

di Julia_Phantomhive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 - Ultimo Capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Trama: Le avventure del conte Phantomhive e il suo maggiordomo non sono finite. Questa long fic riprende dalla fine della seconda serie.
Ambientata in Italia, nei giorni nostri, una ragazza dalle origini nobili, come accadde in passato, invoca ed esige un patto con un demone, per la precisione il caro nostro conte Ciel Phantomhive.
La protagonista Julia Clismatice è una ragazza normale, è una ragazza dalle nobili origini sia dal padre che dalla madre, ma poco importa essendo nel ventunesimo secolo; costretta a fidanzarsi con vari principi, baroni e conti, la ragazza si innamora di essi e accecata dall'amore non vede le bugie dei ragazzi, così stanca delle rotture, inganni e sfruttamenti del proprio nome e ricchezza, procurati dai cosidetti ragazzi, la ragazza è decisa di sacrificare la proprio anima a un solo demone.
Nella sua famiglia, è tramandata la leggenda del demone affiancato dal suo fedele maggiordomo e dopo varie ricerche, Julia riesce a scoprire il suo nome e il modo di invocarlo.
Piena di rancore e vendetta dentro il suo cuore, la ragazza è indotta a sacrificare se stessa per umiliare e trascinare verso la vergogna i suoi ex.
Potrà sembrare un gesto disperato, ma Julia ha anche un segreto che custodisce nel cuore che potrete scoprirlo seguendo la storia, e poi il caro conte uscirà allo scoperto? Tra tanti demoni, Julia troverà Ciel insieme a Sebastian? Ma soprattutto tra Julia e Ciel nascerà e si stipulerà mai un patto?

Note: AU (ero insicura di metterlo perchè trattando sempre di demoni e ect... ma in un altra epoca, cioè due secoli dopo, direi che vada bene come nota.); What if? (questo perchè ho immaginato: e se la storia continuasse così? Cioè che qualcuno invocasse e sacrificasse la sua vita a Ciel, come lui stesso aveva fatto con Sebastian?)


Note d'autrice:

Spero che come storia non sia banale nè la solita storia di tutti i giorni. Spero di proporre una long-fic innovativa e magari, farne anche una romantica tra la nuova protagonista e il conte. A mio parere, essendo la prima volta che scrivo una storia su Kuroshitsuji non so come può sembrare a voi, ma ai miei occhi sarà solo una storia che racconta come l'amore può far male come può far anche crescere.

Ringrazio in anticipo tutti quelli che hanno letto e che seguiranno questa storia; già vi avverto non aspettatevi niente da una quindicenne che per il momento si è invaghita di Ciel. xD 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


- Ti ho trovato. -

Una ragazza distesa su un letto di petali di rose nere, coi capelli lunghi e lisci neri che scorrevano fluenti come un fiume cristallino. Il nero oscuro risaltava la pelle dorata come la sabbia di una spiaggia in piena estate e i suoi occhi fini di color marrone guardavano al lato la figura innanzi a sè avvolta dai petali e piume nere.
- Perchè? Cercavi proprio me..?
Disse invece la figura nera con tono presuntuoso e tagliente, le sue labbra erano lucide e allo stesso tempo oscure; ma prima che la ragazza volle rispondere, un'altra figura apparve, si inchinò e disse distintamente:
- Signorino, vuole veramente esigire un patto con questa ragazza?
- Sebastian, non sta a me decidere o meno, la scelta è solo di colei che mi ha evocato. - guardò con disappunto l'uomo nero accanto a sè, ma poi inclinando la testa verso sinistra e gli occhi attenti a qualsiasi reazione, si rivolse alla ragazza:
- Come hai fatto a riconoscermi? - lo disse con una affievolezza che la ragazza lo capì solo leggendogli le labbra.
- Non tutti i demoni hanno un maggiordomo, giusto?
Rispose a tono con aria di sfida e infine sorrise compiaciuta.
- Tsk. La tua anima... mi alletta. Vuoi stringere un patto con me, sai quali sono le conseguenze? Dopodichè non potrai tornare indietro.

Gli occhi della figura erano demoniaci, di un rosso intenso come raccontavano la leggenda. La ragazza osservò ancora quel rosso sangue, chiuse gli occhi e finalmente gli diede risposta:
- Non chiedo altro. -


Mesi dopo...

- Julia! Alzati! Farai tardi a scuola! - urlò la signora Clismatice alla figlia da lontano.
Julia si alzò dal letto e si stiracchiò per bene. Portandosi su la frangia per aver una visuale completa, si mise davanti allo specchio e disse:
- Uffa. Non vorrei andare a scuola.
- Allora non andare.
La ragazza si voltò verso la parte opposta del suo letto e un ragazzo dai capelli blu scuri spettinati ch corniciavano il viso e con un occhio azzurro come il ghiaccio e uno viola, si svegliò, portando il busto eretto e attirò l'attenzione.
- Se potessi lo farei, non credi? -
Mugugnò Julia.
- Yaaawwnn... - sbadigliò il ragazzo annoiato.
- Buongiorno, signorino. Buongiorno, signorina.
Un uomo molto alto, con occhi rossi come il fuoco domato e capelli neri come la pece, si avvicinò al ragazzo servendogli del thè e presentandogli la provenienza.
- Ciel, non sarebbe meglio, fare colazione tutti insieme? - disse Julia mentre si sistemò i capelli.
- Signorina Julia, chiedo venia, ma il signorino è abituato in questo modo. - si inchinò alla ragazza.
- Mh. - fece con disappunto - Ciel? Qualcosa da obiettare?
- No. Nessuna. - si limitò a dire Ciel, mentre bevve il suo thè.
- Siete impossibili! -
Urlò la ragazza, ma pensò, mentre guardò il ragazzo bere: "Per fortuna che la mia camera è grande, vedere Ciel di prima mattina mi mette di buon umore..."
Julia si affrettò a scendere in sala da pranzo e si prestò a mangiare la colazione abbondante a velocità supersonica. Non c'era dubbio, Julia era una grande golosona, ma finito il pasto, corse in bagno a rinfrescarsi e ritornò in camera per vestirsi e prendere la cartella.
- Ciel, oggi che impegni hai? - domandò la ragazza mentre si infilò la gonna e abbottonava la camicia.
- Sebastian? - il corvino gli si avvicinò e rispose:
- Nessuno, signorino. -
Così il conte si rivolse alla ragazza che aveva appena finito di sistemarsi completamente. Lei amava curarsi del suo aspetto, non per niente, era un po' vanitosa.
- Hai... qualcosa da farmi fare?
La ragazza lo guardò furtiva, amava fissarlo:
- Mh. Bene, allora puoi iniziare la ricerca.
- Come desideri. - chiuse gli occhi e fece accenno con il capo. - Sebastian, voglio la lista in due ore o anche meno.
- Mia madre uscirà per delle spese, mentre mio padre andrà in fabbrica per lavoro, quindi se vuoi puoi utilizzare la sua stanza... ma suppongo, che riuscirai ad ambientarti qui! - sorrise, mentre Ciel la guardò con la coda dell'occhio. Sebastian invece era intento ad abbottonargli la camicia. - D'accordo, ci vediamo dopo ragazzi. Mpf.. ahahah... fate un buon lavoro. - finì dicendo con tono complice e maligno nell'ultima frase e uscì chiudendo la porta.

Nella villa...
- Julia Clismatice, quindici anni, figlia del conte Clismatice e lady Misslefost. Prossima erede della ditta Clismatic, che riguarda il settore cosmetico della madre e vestiario del padre, abita nella villa Julia da quando è nata, nessuna imperfezione, ha frequentato con successo la scuola primaria che secondaria, e come erede della fabbrica del padre, si è prediletta nelle materie scientifiche. I suoi ex-fidanzati in ordine temporale e di importanza: Conte Lorenz Finnegan, successore di una ditta alimentare. Conte Filiberto Cotrè di Francia, proprietario delle industrie tessili. Barone Simone IV del casato Filendenio, industria mobili....
- Basta così, Sebastian. - lo interuppe Ciel sorseggiando ancora del thè - Non servivano così tante informazioni.
- Lei dice, signorino?
- Tsk. Ma i suoi genitori che cosa pensavano?! L'hanno promessa fin da quando era una neonata, che cosa disgustosa... - si spazzientì e alzandosi improvvisamente, si mise a ridere ma non lo fece vedere.
- E' da lei, preoccuparsi per la sua fidanzata. - fece un sorriso serafirico.
- Non dire sciochezze, non nego di essere fidanzato, ma è il patto. -
Disse Ciel guardando fuori dalla finestra della villa Julia. Il giardino di rose era vasto, c'erano minimo una decine di persone che curavano l'area.
- Si ricorda i vecchi tempi, signorino?
- Ogni singolo secondo, questa villa... ha un qualcosa di nostalgico. - si soffermò a pensare il conte.
- Avete un corpo da quindicenne, ma la vostra mente anche se dovrebbe avere due secoli, sembra che siate ancora un dodicenne, se permettete.
- Il contratto mi esige così. Ora basta chiacchere, iniziamo! Prima finiamo e prima potrò gustarmela.

Passò mezza giornata, intanto a scuola...
- Signorina Clismatice, si appresti a venire qui alla lavagna e a risolvere il problema!
- D'aaaaccordo. - Rispose sbuffando, alzandosi e pensò: "Che scocciatura...!"
La mente di Julia "si attivò" e risolse il problema all'istante con facilità, la matematica non era mai stato un problema, quel che odiava di più erano le materie fisiche. C'era chi la sostenne, ma alla fine non c'era da fidarsi.
Julia non fece mai farsi aiutare nè che dipendesse da qualcuno.

Finite le lezioni, una limousine si fermò all'uscita della scuola, Julia pensò che qualcuno era venuto a prenderla, ma quando aprirono lo sportello, una persona ignota le chiuse la bocca con la mano e la tirò a forza dentro l'auto. Nessuno aveva assistito alla scena, perchè a nessuno interessava realmente Julia.
"D-dove sono?" pensò la rapita "Che posto è questo?!". Quando riaprì gli occhi e si riprese, la legarono braccia e gambe e la imbavagliarono, notò poi che l'uomo davanti a sè, grosso e grasso le parlò:
- Uhuh Julia Clismatice, davvero un bel bocconcino! - rise mentre fumò un sigaro che rendava l'aria puzzolente e pesante. Uno dei suoi scagnozzi accanto alla ragazza le tolse il bavaglio:
- Il signore Kazzovitz... -
Lo sguardo fisso e pieno di rabbia fu fermo sul viso deformato dell'uomo: un naso aquilino, una cicatrice sopra l'occhio a forma di "T" e una curva rivolta verso l'alto come per dirsi "soddisfatto":
- Il mio nome è Cassovitz! Senti, signorinella, il tuo caro paparino non vuole vendermi il 20% delle sue azioni, quindi o tu lo convinci o dovrò chiedere un bel riscatto, o forse... - guardò la ragazza in malo modo, e con il sigaro le alzò il mento, mentre i suoi occhi puntarono sul petto - hai un bel fisichetto... mmhh ahahahah spogliatela! - ordinò agli scagnozzi. Iniziarono a sbottonarle la camicia e a toglierle la gonna. - Bravi così! Ahahahah allora signorina Clismatice avete deciso?!
Julia anche se irritata, non avrebbe mai infangato o fatto comprare il nome della sua famiglia, neanche se l'avessero picchiata. Era normale per lei... così gli sputò in faccia a quel bastardo.
- Con questi mezzi... Tsk. Non riuscirai mai a convincermi! - affermò convinta e sicura di sè.
I suoi occhi marroni lucidi, non furono pieni di speranza ma di un sentimento che contò solamente su se stessa e nessun'altro e poi sotto il reggiseno di Julia si illuminò un simbolo, era di color violaceo.
- Ma cosa?! Perchè hai stampato lì uno stemma familiare?! - urlò e indicò col dito spaventato Kazzovitz.
- Mpf, che ti frega... - poi bisbigliò con tono ascendente - Ciel uccidili. E' un ordine.
Il simbolo risplendeva più forte che mai, il viola si fece più intenso, accecando tutti.
All'improvviso si aprì lo sportello di una porta, era Sebastian che aprì al signorino.
- State attento. - disse con aria premurosa Sebastian.
- Non servirà. - affermò con aria sicura.
- SPARATEGLI! - ordinò Kazzovitz - Chi sei?! Cosa vuoi? Smamma ragazzino!! - continuò a urlare disperato mentre i due scagnozzi spararono incessantemente su Ciel che entrò a prendere Julia tranquillamente. I proiettili passavano nel corpo di Ciel, il sangue schizzò ovunque in quella macchina, ma calmo si diresse verso Julia, che la liberò con uno schiocco di dita e la prese in braccio.
- Scusatemi, non mi sono presentato, sono Ciel Phantomhive e sono ufficialmente il fidanzato della qui presente, quindi è pregato di non toccarla più con le vostre sporche e insulse mani. -
Ciel cambiò il colore degli occhi dall'azzurro cielo si trasformarono in rosso scarlatto e infondendo pura paura e terrore a Kazzovitz e gli scagnozzi, tenne stretta Julia tra le sue braccia che guardò quei poveri disumani dall'alto in basso. La ragazza si tenne stretta a Ciel, appoggiò la testa sulla sua spalla e si lasciò andare. Il demone se ne accorse e volle occuparsene:
- Sebastian, occupati tu di loro.
- Yes, my Lord. -
Kazzovitz e company tremarono al comando di Ciel che si tolse la benda e attivò il patto, Sebastian entrò nell'auto e da lì si sentirono solo urla di dolore e disperazione; Julia e Ciel uscirono, e lei scendendo domandò:
- Ben fatto, grazie. Il lavoro?
- Come ti sei ridotta...? - Ciel ignorò la domanda e la squadrò, era quasi nuda, se non fosse per la biancheria intima nero pizzato.
- Sei tu arrivato in ritardo. - affermò provando di coprirsi con le mani.
- Chiedo perdono, ho avuto del Lavoro da sbrigare. - si tolse la giaccia. - Tieni, così non ti buscherai un raffreddore.
Ciel gliela diede e Julia la prese e la indossò, alla fine Sebastian uscì dalla macchina e consegnò al signorino la camicia e la gonna della ragazza, ma Julia non li accettò perchè con espressione candida i due, spiegò che la giacca di Ciel le bastava. Con aria interrogativa Sebastian guardò Julia, mentre Ciel rivolse il suo sguardo altrove e pensò: "Essere umani, lo ero anch'io, ma non mi importavano certe sciochezze. Aaaah ho già avuto a che fare in passato con manigoldi italiani, Sebastian è proprio stupido, quella ragazza invece... è interessante..."

- Madre! Padre! - chiamò Julia i genitori, rientrando in villa sera tardi. Subito si erano diretti verso la sala da pranzo, dove i genitori la stavano aspettando.
- Buonasera, principessa! - fecero in coro - E' ora di cena!
Intanto entrarono anche Sebastian e Ciel in sala da pranzo, unendosi così alla conversazione.
- Buonasera conte, buonasera lady. - si inchinarono entrambi ai genitori della ragazza, poi Ciel aiutò Julia a sedersi e dopodichè, a sua volta, Sebastian aiutò il signorino.
- Come è andata a scuola, principessa? Perchè sei rientrata così tardi? - chiese incuriosito il sign. Clismatice.
- Tutto bene padre, ah! Padre è meglio che disdici tutto con il sign. Kazzovitz!
Il padre un po' stupito che parlassero di lavoro, guardò la figlia con aria interrogativa:
- Vorresti dire Cassovitz? Perchè, tesoro?
- Perchè sono disumani! - Pensò che non era il caso di dirgli cosa le era successo, non avrebbe accettato un simile scandolo, e poi Ciel e Sebastian l'avevano salvata, quindi non c'era motivo per far preoccupare i suoi genitori - Ehm no, volevo dire... - Intervenne Ciel: - Stanno perdendo tutta la loro credibilità, quindi come ex-capo della ditta Funtom me ne intendo, Conte Clismatice. - rispose Ciel con aria calma come se parlasse normalmente d'affari.
- Oh figliolo, non serve che ci chiami con i prefissi Conte o Lady, ora sei il fidanzato di nostra figlia quindi devi sentirti come a casa tua! - gridò ridendo la madre di Julia. La giovane saltò per l'imbarazzo:
- Madre! Ciel... ecco Ciel... - la interrompè Sebastian che le servì il pasto - Il signorino è di buone maniere, anche se siete molto gentili ad accettarlo così, il signorino Ciel anch'esso un Conte si comporterà sempre come tale.

I genitori di Julia erano persone squisite e pieni di gentilezza, ogni sera chiedevano a Julia la sua giornata e da quando era entrato Ciel nella sua vita, i genitori pensavano che la loro figliola risplendesse di più.
Anche dopo tutto quello che passò e loro ne erano consapevoli.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

In una stanza buia e nera, dormivano ancora due ragazzi: Julia e Ciel. Entrambi appartenenti di due casate importanti, ma che adesso hanno poca importanza se non per affari e basta. Ma quando le tenebre ebbero già vegliato abbastanza sui due eredi, un maggiordomo entrò e raccolse le tende, facendo entrare la luce nella grande stanza e svegliò di buon augurio i due:
- Buongiorno, signorini!

Ciel aprì gli occhi facilmente, ormai abituato alla voce di Sebastian mentre Julia si raggomitolò su se stessa, facendo ripetere due volte a Sebastian il "buongiorno", ma la ragazza non si degnò neanche di aprire gli occhi. Così il maggiordomo si permise di svegliarla con le proprie mani, ma Ciel lo bloccò:
- Fermo. - Sebastian si irrigidì - Non svegliarla, piuttosto il thè di oggi.

Il maggiordomo si inchinò e andò a servirgli il thè con dei pasticcini. L'odore di tutte queste fragranze fecero svegliare Julia:
- Mmmhh che buoni odorini... oh buongiorno Ciel! Sebastian! - sorrise.

Ciel fece cenno di servire il tutto anche a lei, e così ubbidì. Julia rifiutò dicendo che avrebbe fatto colazione insieme ai genitori ma Sebastian poi spiegò:
- Signorina Julia, i vostri genitori mi hanno pregato di informarla che oggi non sarà possibile fare colazione insieme a causa dei loro impegni.

- Ma come? Oggi è sabato... - Julia fu molto delusa, ma Ciel notando il comportamento della ragazza la rissollevò il morale:

- Almeno oggi, farai colazione con me...

- Hai ragione! - Erano di fronte l'un l'altra nei loro letti, e Ciel scorse un sorriso nel viso della ragazza - Oh grazie Sebastian, sei molto gentile.

- Julia?

- Sì? Dimmi. - mentre cercò di sorseggiare un po' di thè.

- Ma oggi non hai la scuola?

Julia alla parola "scuola" cercò di non sputare il thè appena introdotto e Sebastian rispose al posto suo, ridendo di sottecchi:
- Signorino, Lady Julia la ha appena iniziata, e pare che in questo secolo, si faccia solo dal Lunedì al Venerdì, ad eccezione di alcune che le fanno anche il Sabato.

- Quindi oggi sei libera? - fece Ciel non capendo che la precedente domanda fu inadatta.

- S-sì, perchè me lo chiedi?

Ciel rimase in silenzio a mangiare il pasticcino offertogli da Sebastian, e Julia non replicò. Non ne valse la pena, pensò; alla fine Sebastian aiutò di nuovo a vestire Ciel e Julia osservò il tutto.

- Ciel, anche se hai 15 anni, non puoi vestirti da solo? - chiese annoiata.

- Chiedo venia ancora, Lady Julia.

- Non mi dire che...? - fece la ragazza incredula - E' abituato così, eh?

- Esattamente.

- Sì, ma... sicuro Ciel che vuoi ancora camicia e pantaloni? Sai, eleganti per uno come te vanno bene, ma se usciamo no. - disse dispiaciuta Julia.

- E tu sei vestita molto leggera, una cannottierina e una gonna minuscola -. Finì Ciel guardando l'abbigliamento di Julia con disappunto. Ma la ragazza ribattè all'istante:

- Ciel, il mio abbigliamento è alla moda, adesso fa caldo, e so invece che nel tuo tempo le gonne erano grosse e pompose! Uhm basta non riesco a vederti così, vieni questo è un ordine: Vieni a Cambiarti!

- No.

- E' un ordine.

- Signorino...

- E va bene! Scegli cosa devo mettermi e Sebastian mi aiuterà a indossarli! - si decise Ciel.

- Non servirà Sebastian!

- Signorina, cosa intende?

- Che lo aiuterò io! -.

Julia si indicò e Ciel esplose dall'imbarazzo e tossì goffamente dicendo che non dovrebbe dire cose inopportune, ma alla fine la ragazza non scherzò e lo portò dove il padre lavorava per gli abiti di stagione. Non c'era dubbio che la ragazza avesse buon gusto per la moda così squadrò ben bene ogni singolo capo, e alla fine per vedere Ciel contrario, scelse le cose più semplici del mondo.

- Tieni infila questa e questi. Così non sentirai caldo!

- E... come?

- Ah giusto, allora prima la maglietta, infila la testa e poi le braccia qui sul lato. - sembrò realmente che si occupasse di un ragazzino di 5 anni, ma non potè chiedere di più da uno che era vissuto due secoli fa. - E infine metti questi, sono come dei pantaloncini, ma molto più corti e vengono chiamati Bermuda! E... sto pensando...

Attirò l'attenzione del ragazzo anche se non fu convinto della scelta fatta da Julia.

- Le scarpe, vuoi qualcosa di più semplice anche per quelle?

- Sai che sembri una commessa?

- Ti sto solo aiutando, non sei felice?

- Non mi sono mai fatto problemi sui vestiti, ci pensava sempre Sebastian o Elizabeth. - si guardò allo specchio e convincendosi sempre di più che gli stava bene.

- Ah, Elizabeth... - fece eco con rammarico Julia.

- La mia ex-fidanzata, sarà di sicuro crepata. Sono passati due secoli, no?

Ciel si voltò verso Julia e la fissò, lei rimase esterefatta dagli occhi blu-mare del ragazzo e lo abbracciò sui fianchi.
"La mia vendetta è l'unica cosa che mi importa." pensò, ma si riprese e si aggrappò alla mano di Ciel confidandogli che non vide l'ora di attuare la sua unica esistenza di vita. Il Conte sorrise.

- Sebastian, - il quale era nascosto dietro la porta per un eminente comando - pensa ai preparativi, ci sono persone che ci aspettano.

- Ehm... non dirmi che stai pensando di prendere una carrozza vero Ciel?

Julia riflettè un po' su, Ciel e Sebastian non avevano mai lasciato la villa se non per salvarla, quindi non sapevano le nuove scoperte, così chiese solo a Sebastian se potesse imparare subito a guidare. Il demone maggiordomo guardò la mortale sempre con più arie interrogative ma presto capì il significato di "guidare un auto".
I genitori le avevano comprato varie auto, ma per la paura che potesse andare via senza avvisare, non avevano mai assunto un autista personale tutto per lei; però Sebastian era un maggiordomo di "buona fede" per loro, quindi non c'erano problemi, finchè nello sguardo di Sebastian non si accese la scintilla quando si sedette nel posto di guidatore.

- Non so se fidarmi... - affermò Julia tremolante aggrappata al braccio di Ciel.

- Non pensare a simili banalità, e a dirla tutta, non lo so nemmeno io.

- Come?! E' il tuo maggiordomo e...

- Esatto, comunque non permetterei di farti morire, sono l'unico che posso- lo interrompè Julia appena sentì che aveva acceso i motori - Allacciamoci le cinture...!!!!

- UHG - Ciel si irrigidì per quanto Julia lo stringesse forte al braccio, ma quando se ne accorse lo lasciò e si scusò. Alla fine il Conte volle sapere dove furono diretti e così glielo chiese, Julia rispose che era una sorpresa; il viaggio era lungo e stranamente senza turbolenze, talmente tanto calmo da far addormentare Julia appoggiata con la testa sulla spalla di Ciel che guardò fuori dalla finestra.
"Il paesaggio è sempre verde e con alberi, prima eravamo in città e non è tanto diversa dalla vecchia Londra. Lady Julia assomiglia molto a Elizabeth, però lei è più semplice e la sua anima è piena di vendetta e allo stesso tempo candida e immacolata"- Pensò Ciel quando si svegliò dalle sue riflessioni perchè Julia aprì gli occhi e lo continurono a fissarlo con aria angelica. - "Come ha potuto questa persona, imbucare la strada verso l'oscurità?" - Si chese Ciel, e come se Julia avesse ascoltato rispose:
- La cosa che ci accomuna è la Vendetta. Mpf ahahahahah - rise di gusto afflebile, mentre guardò fuori il panorama. Ciel rimase perplesso a quali erano i pensieri della ragazza, ma era un mistero anche per lui. Continuò a fissarla senza un perchè e chiedendosi: "Quale è il suo vero obiettivo? Dal patto stabilito, lei... a me non sembra."

- Signorini siamo arrivati!

Annunciò Sebastian.

- E' stato faticoso guidare Sebastian? - domandò curiosa.

- No, se il maggiordomo di casato Phantomhive non è in grado di fare una cosa del genere che cosa accadrebbe?

- Mh, niente credo! Non permetterei mai di farti separare da Ciel, come lui da me. - sorrise malignamente.

- Lady, lei oggi è piena di sè?

Julia si diresse verso Ciel che osservò ancora immutato il panorama, ma poi si fermò e si voltò verso il maggiordomo, rispondendogli chiaramente e piena di luce: - Moltissimo.

L'ora di pranzo si avvicinò, Sebastian portò tutto ciò richiesto, e Julia incominciò a mangiare mentre Ciel fissò ancora il paesaggio: delle distese verdi con vari laghi che congiunti tra loro formavano la figura di un cervo. Lei lo notò e gli parlò:
- Ciel... cosa c'è che... ti alletta, qui?

- Niente. Solo un ricordo.

- Che ricordo? E... - la interruppe Ciel: - Il Cervo Bianco. E... cosa?

- Uhm, perchè non bevi e non mangi mai?

- Se ne è accorta, lady? - chiese, intromettendosi, il maggiordomo.

- Nessuno ti ha interpellato, Sebastian.

- No, Ciel. Voglio sapere tutto di te e quindi, siccome tu e Sebastian siete simili... - stuzzicò il ragazzo.

Sebastian si allontanò perchè dovette controllare l'acqua per la pasta, mentre Ciel rivolse il suo sguardo dal Cervo a Julia, fu intenso che le ribollì il sangue, ma fu lo stesso interessata. Così lui si alzò e glielo disse all'orecchio un po' sensuale: - Perchè, i demoni si cibano solo di anime.

- Ah sì? - fu la risposta pronta di Julia.

Ciel annuì e incitò Julia a guardare nuovamente il panorama, ma poi le disse convinto:
- Mi hanno detto, anzi la leggenda dice che chi vede un Cervo Bianco, sarà felice per sempre. Io, tanto tempo fa l'avevo visto a Londra con Elizabeth, e alla fine non è la verità e credo che non lo sarà nemmeno per te, Julia.

Julia riflettè sulle parole di Ciel, ma quello che l'assilò di più era il nome "Elizabeth"; disse che era la sua ex, non che fosse gelosa, non lo sarebbe mai stata, ma il motivo è che l'avesse già sentito. Ma non sapeva nè dove nè come.

- Felice? La Vendetta è la mia felicità, Tu sei la mia felicità. L'odio invece sarà la mia forza.

Ciel sorrise, la sua spiegazione era quella che si aspettava da lei, Lady Julia Clismatice.
All'apparenza sembrerà docile ma è come una rosa rossa: Sarà pur Bella, ma con le sue Spine punge chiunque.

- Perfetto. - Ciel compiaciuto. - Finiamo questo pasto e torniamocene in villa.

- No, dopo dobbiamo fare delle commissioni e poi si lavora! Lì dovrai aiutarmi... sei d'accordo?

- Come desideri.

- Ti abbasseresti troppo al suo livello se dici come Sebastian, una frase del tipo...

- Si, mia Lady. - e le baciò la mano.

Julia rimase stupita dal gesto e dalla frase, come se non avesse sentito abbastanze volte il prefisso "Lady" però accettò volentieri. Dato un ultimo sguardo al "Cervo Bianco Italiano", Julia e Ciel, accompagnati dal suo mero maggiordomo, si diressero verso la villa Finnegan.

Nota D'Autrice:
Scusatemi per il ritardo, non volevo e che sono un po' insodisfatta di questo capitolo, penso che manca sentimento non so, voi che ne pensate?
Io spero vivamente che vi sia piaciuto, anche se ho i miei dubbi...
E poi che ne pensato del mio personaggio? Credete che sia simili ad Alois? Io sto cercando di diferenziarlo, ma... boh speriamo in bene...
Voglio ringraziare tutti quelli che leggono e che mi ha recensito, ma soprattutto King of Jaguars che mi sostiene da un bel po' di tempo!
Bye and kiss
Julia28

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

La tenuta dei Finnegan si trovava a Firenze, non molto lontana dalla città; Julia e Ciel, portati in macchina da Sebastian, andarono di tardo pomeriggio e molto presto l'inizio della vendetta potè incominciare. "Che si diano inizio alle danze!" - pensò malignamente la ragazza.
Sebastian spense i motori e annunciò, come dal suo lavoro, il loro arrivo. Il responsabile della tenuta aprì il grande portone e si ritrovarono in un modesto ingresso con vari vasi e quadri di valore, poi l'anziano signore accolse i signorini con molta gentilezza:
- Buonasera, signori. Chi devo annunciare?

- Lady Julia Clismatice, l'ex fidanzata di Lorenz. Sono qui per aver odienza. E' possibile, sign. Chimetra?

- Oh, signorina, da quanto tempo...! - fece il responsabile anziano.

- Già da quando il signorino mi ha umiliata. - continuò a bassa voce, l'anziano non sentì mentre Ciel e Sebastian captarono qualcosa. - Comunque, è possibile si o no?

- Lady Clismatice, il conte Lorenz è in camera sua, annuncerò gli ospiti, aspetti qui. Va bene?

- No. - rispose Ciel da parte di Julia e le bisbigliò: - Se dobbiamo agire, sarebbe meglio DA SOLI.

Julia annuì e il sign. Chimetra chiese cordialmente il nome dei nuovi visi sconosciuti: - Lady, mi dica, chi sono costui?

- Ah giusto, da quando non ci siamo più visti voi non avete avuto più mie notizie, dunque Chimetra, lui è- Ciel si presentò da solo:
- Il Conte Ciel Phantomhive.

- P-Phantomhive? Non ho mai sentito questo nome... - affermò il sign. Chimetra un po' spaventato - e se non sono indiscreto, perchè è in vostra compagnia, lady?

- Io e Ciel siamo fidanzati. - disse con molta semplicità, ma poi intervenì Sebastian, pensò che si era sprecato abbastanza tempo, così per rendere il tutto più velocemente possibile:

- Sign. Chimetra, mi presento, Sebastian Michealis, il mero maggiordomo del conte, - sorrise beffardamente - noi saremo qui perchè Lady Julia vorrebbe avere un colloquio di lavoro, da parte dei genitori, con il Conte Lorenz, ci potrebbe portare dal vostro padrone?

- L-lavoro? Sì, con molto piacere, il signorino sarà contento della vostra visita lady.

- Ahaha ne sono certa, vero Ciel? - lo prese per un braccio. Lui si limitò a guardarla e ad accennarle un sì.

Il signor Chimetra, stranamente intimorito, portò tutti, nel secondo piano e indicò loro, la stanza di Lorenz. Ciel chiese a Sebastian qualche informazione in più di questo conte Finnegan, e il maggiordomo rispose: - Signorino, non le avevo già detto che se si occupa di un lavoro dovrebbe esserne più informato? - sospirò - Conte Lorenz Finnegan, 17 anni, primo promesso sposo di lady Julia, lui è l'erede della ditta alimentare fiorentina più famosa della città, all'inizio i rapporti tra i Clismatice e Finnegan erano buoni, ma per colpa dei capricci -inutili e stupidi- del conte Lorenz, i Clismatice non hanno avuto più a che fare con loro per aver disdetto il loro matrimonio.
Ciel non potè provare niente nei confronti di Julia, ma intuì che la ragazza iniziò a soffrire da quel momento, seguendo poi una lunga strada tortuosa di lunga agonia e sofferenza.

- Julia.

- Dimmi.

- Lo hai mai amato realmente?

- Sì. - disse finendo di percorrere il lungo e buio corridoio e arrivando alla porta della stanza, Sebastian bussò e sì senti un "Avanti" e aprì ai due signorini. Lorenz era molto sorpreso di vedere Julia, la conosceva da quando avevano 3 anni, e la loro "storia" durò meno di un anno. In passato, furono sempre insieme, quasi inseparabili, ma quando Lorenz capì cos'era la bellezza, disse che voleva disdire il loro fidanzamento improvvisamente per la banale scusa che Julia non era bionda. I genitori provarono di farlo ragionare, ma i capricci di un bambino di 4 anni non si poterono certo risolvere facilmente, ma in quel momento il ragazzo si ricrebbe della sua opinione:
- J-Julia sei tu?!

- Sì. Tu non sei cambiato. - "Ha sempre quel biondo platino e occhi grigiasto, tsk... e continua ad avere quelle fossette, che rabbia!" pensò la ragazza. Infatti, non si poteva dire, che Lorenz non era affascinante, alto e slanciato, con capelli biondi ma ricci, e con occhi grigi difficili da penetrare, il fatto è che Julia un tempo lo considerava il suo principe, ma quando disse che era solo una "bambola" senza nessun carattere fisico combaciente con lui, a Julia le si spezzò il cuore, come poteva un insulso come lui dirle quelle cose? Dopo che passarono metà infanzia insieme, eh? Con quale diritto potè lasciare una Clismatice?! Julia lo guardò con disprezzo e disgusto ma lui invece fu sdocinato:
- Invece tu sei diventata splendida. Perchè di questa visita? Non dirmi che vorresti tornare come ai vecchi tempi, e rifidanzarti con me? Sai, sei fortunata, adesso ho finito proprio una storia con una marchesina che pensava solamente a se stessa e del suo aspetto esteriore.

Si alzò da dietro la scrivania e si diresse verso Julia, la quale era rimasta immobile. Ciel dal canto suo, capì che quello era uno come il Visconte Druitt, che pensa solo alla bellezza, il solo pensiero lo rabbrividì con disgusto.

- Scusa, e a te non ti importava solo di quello? - pungente e senza pietà, Ciel e Sebastian la guardarono con fierezza.

- Certo! La moglie di un nobile deve essere una nobile, quindi l'aspetto esteriore e il nome della famiglia è importante.

- Mpf... questa frase mi suona familiare! Ehi, Julia, questo ragazzo è davvero un superficiale e addirittura sbruffone! - screditò Ciel l'animo di Lorenz. Julia sorrise a quella affermazione capì che il suo ragazzo avesse intuito che tipo era quello davanti a sè, quindi Lorenz si morse il labbro e cercò di smentire:
- Prego? Tu sai con chi stai parlando? Con l'erede della ditta Finnegan! Chi sei tu? Chi ti ha dato il permesso di entrare!

- Io? Io sono- Sebastian gli passò davanti e lo fermò facendolo indietreggiare, Sebastian fece quello che era giusto fare, lasciare tutto alla persona che si doveva vendicare. Julia fece un passo in avanti e autorevole presentò il suo ragazzo:
- Il suo nome è Ciel Phantomhive, fidanzato della sottoscritta, e di sicuro molto ma molto più bello e famoso di te. - Lorenz rimase in silenzio per la notizia e per non aver capito quali fossero le reali intenzioni di Julia, ma la gelosia gli ribollì il sangue, ma intanto la ragazza, con i pugni chiusi e a denti stretti continuò: - Io, Julia Clismatice non tornerò mai indietro. No, non mi rimetterò con un verme come te e non sarà umiliata mai più. Non farò mai più sbagli del genere. Tsk! -

Julia si avvicinò e lo spinse a terra, lui la guardava con occhi increduli e balbettò cose del tipo "Tu non eri così" oppure "Ma io ti ho sempre amata". Lei non lo ascoltò più da molto tempo e lui la implorò perchè aveva tirato fuori una pistola. La sensazione di tenere una pistola e di compiere vendetta, risultarono piuttosto eccitanti nei confronti della ragazza, e senza pietà Julia pronunciò alla sua ultima visita:
- Lorenz Finnegan, buonanotte.

Si sentì uno sparo.

Julia vide attraversare la pallottola in testa, il sangue le schizzò nella guancia, il corpo giaceva davanti a sè senza vita, chiuse un attimo gli occhi e perse un attimo il controllo dei sensi, barcollò ma Ciel pronto ad intervenire la sostenne. Intanto Sebastian coprì gli occhi di Ciel, perchè lui non aveva mai sopportato la vista del sangue. Una parte di vendetta era compiuta.

- Julia, ce la fai a stare in piedi? - chiese Ciel.

- Sì, andiamocene via. - entrò il signor Chimetra e attraversò la stanza incredulo, Julia non potè biasimarlo ma spiegò - Sign. Chimetra, lei lo sapeva meglio di me, che quel verme doveva essere fermato. Ferire e Spezzare un cuore continuamente. Tsk è una cosa implorevole da parte di un nobile. Ciel sbarazzati del corpo. E' un ordine.

Dal petto della ragazza, un simbolo, il casato dei Phantomhive risplendeva di color violaceo.
Il sigillo si attivò.

- Sì, mia Lady. - prima che Julia attraversò la soglia della porta affiancata da Ciel, quest'ultimo le baciò la mano e quando stava per adompiere il suo dovere con gli occhi di un rosso intenso, il sign. Chimetra lo fermò, perchè se ne potesse occupare lui stesso del corpo del suo padrone.

- Lady Clismatice - singhiozzò il responsabile raccogliendo il defunto ragazzo - che voi... siate maledetta.

- Sebastian, uccidilo! - ordinò subito Ciel. Al sentire di quelle parole Julia non si mosse e Ciel impartì l'ordine immediatamente, l'anima di Julia era solo sua. Nell'occhio destro del ragazzo riapparve la stella viola e Sebastian ubbidì all'istante:
- Yes, my Lord.

Accadde tutto in un secondo, infine i tre abbandonarono la tenuta al più presto. Julia era molto stanca ma riuscì a tenere gli occhi aperti fino alla fine del viaggio, grazie anche a una "confortante" discussione con Ciel:
- La tua sicurezza è ammirevole.

- Ti ringrazio.E fuori uno... - Julia appoggiò la testa sulla sua spalla e si aggrappò col braccio a Ciel, lo strinse come se fosse un pupazzo, Julia sentì che un sentimento, molto profondo crebbe, si chiese se era amore o vendetta? Il ragazzo rispose alla domanda:
- La vostra vendetta... finirà presto. Insieme alla vostra agonia.

- Già... Che bello vero? Uffa, riparlare con tutti i miei ex sarà una fatica, dovrò comportarmi come oggi, da "Lady" e se non bastasse anche essere educata. - socchiuse gli occhi.

- Julia, se il mio parere vale, ti si addice questo comportamento.

- Sì, ma io sono stanca, siamo nel XXI secolo, e i reali, i nobili e tutta quelle altre cose che riguardi il galateo, non sono fatte per me, frequento addirittura una scuola pubblica per non dare nell'occhio, vorrei comportarmi come una qualunque ragazza... Ma il mio cognome..! Le mie origini... - sospirò pesantemente - Sono molto importanti. Più importanti della mia stessa vita.

- La tua famiglia, i Clismatice sono nobili. Non ti devi vergognare mai di questo. -

Ciel la prese con una mano la guancia e con il pollice la pulì dal sangue che l'ebbe sporcata, il sangue di Lorenz; lo assaggiò e fece una smorfia, Julia osservò il tutto e sorrise, ma prendendogli la mano e portandola al cuore, continuò seria:
- Ma io non me ne vergogno, solo che... tutto è in secondo piano per i miei genitori. Per questo io... ti ho evocato.
Devi ascoltare e dare retta sola a me, hai capito, Ciel?

- Come desideri.


La notte era giunta, Julia tornò prima che i genitori la scoprissero e la solita routine accadde, ma quando una notizia alla televisione sconvolse i presenti, tranne i due ragazzi e il maggiordomo:
< FIRENZE. L'ultimo erede della famiglia nobile, il Conte Lorenz Finnegan assassinato da un colpo di pistola, assieme al responsabile della tenuta, da più di 50 anni, il signore Alessio Chimetra, dal quale invece non si riesce a capirne la causa della morte, i corpi sono stati rinvenuti nella tenuta e i genitori non riescono a venire a capo della facceda >
Sebastian spense la tv, era meglio per tutti sapere il meno del dovuto; ma la notizia accese lo stesso una breve discussione:
- Oh caro, hai visto? E' sconvolgente, l'unico figlio dei Finnegan è stato assasinato.

- Julia ti ricordi quando giocavate da piccoli? Eravate adorabili, peccato per la sua vita!

- E' da un bel po' che non li vediamo, però è giusto farne le condiglianze, è pur sempre stato l'ex della nostra bambina!

- Giusto cara, dopo li chiameremo.

Julia, come del resto Ciel, rimasero per tutto il tempo in silenzio, ma quando i genitori le porsero la domanda se le mancavano i vecchi tempi, la ragazza non potè fare a meno di fingere e rispondere con un bugiardo "sì", ma finito qualsiasi argomento possibile, Julia si ritirò nelle sue stanze e Ciel la seguì.


- Sebastian, porta a Julia un thè caldo con molto latte.

- No, grazie. Non sono agitata. Nè spaventata.

- Non sarai.. pentita?

- No. Non mi pento mai, e poi sono come te, adoro giocare. - disse tutta contenta del paragone.

Julia sapeva bene come alimentare la voglia di Ciel, soprattuto poi, come sorprenderlo, del resto fu quello che ottenne, perchè il ragazzo rabbrividì, ma non di paura, anzi di gioia, Ciel la guardò stupito per l'affermazione, ma poi lei riprese fiato e continuò solenne:
- Voglio solo che tutto questo finisca, che tutto finisca presto. Il patto, i termini del patto. Ripetimeli.

Si raggomitolò e con le ginocchia al petto si chiuse tutta dentro. Ciel ubbidì:
- Come un diavolo di fidanzato, la accompagnerò e la proteggerò finchè non avrà compiuto le sue vendette contro i suoi ex ragazzi e che io mi- Sebastian gli tappò la bocca gentilmente e disse:
- E' ora di dormire. Signorino. Lady.

- Aspetta Sebastian! Voglio fare una richiesta a Ciel... - il maggiordomo, già sulla soglia della porta, non spense ancora le luci, permettendo così a Julia di domandare a Ciel che era dall'altra parte della stanza:
- Questa notte, puoi dormire con me?

- Come desideri. -

Ciel scese dal suo letto e i suoi occhi fissi guardarono Julia, lei osservò Ciel camminare verso di lei a passo felpato e il suo occhio viola era coperto dai capelli. Salì sul letto della ragazza, la quale si scansò un po' più in là per far spazio e lui si infilò dentro le coperte, erano uno di fronte all'altra e poi Ciel ordinò:
- Sebastian spegni le luci, ora puoi ritirarti. -

Il diavolo di un maggiordomo le spense, e riflettè ancora di quanto le creature chiamate esseri umani possano essere strane e soprattutto così ingenue e indifese nei momenti in cui sentono che il mondo gli cadda sulle spalle e infine: "Se il mio signorino rinviene come umano, grazie a questa ragazza, non potrò fare a meno, mpf... di ringraziarla."

- Grazie, Ciel. - bisbigliò la ragazza, che non vide più nulla che il buio totale, ma comunque sentì la presenza del fidanzato accanto a sè, per poi addormentarsi in un sonno profondo. 

Nota D'Autrice
Hello MinnaH! Allora sono in ritardo di un giorno, scusate! >.<
Comunque ricordavate che avevo detto che mancava qualcosa nel capitolo scorso? Ho capito che in realtà, mi sono accorta che c'era poca la partecipazione di Sebastian spero che in questo invece ci siano abbastanza interventi, e poi che "quel qualcosa" era anche la mia voglia di raccontarvi tutto, ma se lo facev finiva che sapevate tutto e sarebbe la finita la fic... quindi è come se mi fossi trattenuta! xD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, è uno dei migliori che abbia mai scritto nella mia vita, credo... anche perchè l'ho rincontrollato talmente tante volte che ho dovuto davvero trattenermi anche qui, per non scrivere tutta la storia!! Bene, voglio ringraziare tutti quelli che leggono e mi seguono!
Bye and kiss
Julia28

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

< 22 Ottobre, Firenze. Il conte Lorenz Finnegan morto assasinato, il funerale verrà celebrato il 31 Ottobre, i genitori non vogliono lasciarci dichiarazioni, solo che i partecipanti saranno solo parenti stretti e amici con invito. Passo la linea in studio. >

La tv si spense e i genitori di Julia commentarono il tragico servizio con la figlia, affiancata da Ciel; i genitori continuarono a farle riafforare solo ricordi futili e dolorosi, per vari collegamenti, Ciel intervenì più volte ma niente distraè i genitori di lei quando si parla del passato. All'improvviso Sebastian entrò con una lettera, tutti i presenti furono sorpresi dal contenuto, il signor Clismatice la lesse ad alta voce:
- Carissimi Clismatice, vorremmo invitarvi formalmente alla cerimonia del funerale del nostro amato e unico figlio, saremo grati della vostra partecipazione. La cerimonia si terrà il 31/10 alle ore 10.30, il luogo sarà dove la famiglia Finnegan giacian resti. Distinti saluti, la famiglia Finnegan. -

Ci fu un silenzio tomba, Julia e Ciel erano inquieti per quella lettera, mentre i genitori discuterono del da farsi:
- Caro, siamo stati invitati?! Oh... dopo tutto questo tempo, si ricordano di noi!

- Già... cara, peccato che il giorno del funerale noi saremo molto impegnati, come faremo? I Finnegan si offenderanno, per il fatto che forse vogliono riallacciare i contatti...

A Sebastian gli venì un idea, che bisbigliò al suo signorino, che gli diede consenso:
- Signore e signora Clismatice, se mi permettete, sarò felice di accompagnare io stesso, Lady Julia e il signorino al funerale al funerale del conte Lorenz. Siete d'accordo?

La madre ci riflettè un po' su, mentre il padre gli diede facilmente il consenso, la signora Clismatice non fu molto convinta e così chiese parere alla sua figliola, che rispose con un sorriso luminoso per l'idea. Acconsentirono entrambi, e alla fine si scusarono anche per il disturbo, ma Sebastian rispose solo che era suo dovere; Ciel lo guardò infastidito, ma non c'era niente da fare, Julia lo risvegliò poi dai sui pensieri, quando giunsero in camera:
- Ciel! Ciel! Oi Ciel Phantomhiiiiiive!? - sventolò una mano davanti al viso del ragazzo.

- Scusa, che c'è?

- Che hai? Perchè così pensieroso? - chiese premurosamente lei. Il ragazzo la guardò e distolse lo sguardo indifferente e rispose:

- Il funerale.

- Eh? Allora? Shalla!!

- E' una trappola. - "E che significa Shalla?!" pensò mentre fissò Julia con aria interrogativa ma fredda. Lei rimase un attimo a riflettere: "U-una trappola..? Mmmhh lo credo anch'io ma.. per chi? Per trovare gli assassini? O semplicemente per gentilezza, certo c'è qualcosa sotto, però un impegno preso deve essere mantenuto e poi... tanto sarò protetta da Ciel e Sebastian, non dovrei preoccuparmi..." Alla fine Julia disse:
- Non c'è da preoccuparsi, Ciel. - scosse la testa per dire "no" - E poi, sono al sicuro... giusto?

- Giusto. Ma sta' attenta lo stesso, se è come giocare gli scacchi, mia regina, elimina chiunque ma attenta allo Scacco.

- Come accadde tanto tempo fa... tu sei il mio re, e come tale anche tu non cadere allo Scacco Matto. Tu credi che io abbia molto potere e che possa comandare tutte le mie pedine, vero? Beh mettiamola così, io sono in svantaggio su tutto, tranne... che ho due re. -

Julia fu molto divertita di come aveva spiegato la situazione; Ciel con espressione annoiato ma in realtà fu molto interessato più dettagli.

- Che intendi dire?

- Tu e Sebastian. - Ciel cambiò espressione - Anche se parliamo di scacchi, qui nella vita reale i ruoli sono invertiti, la regina è quella da proteggere e se succede qualcosa a me, il mio re mi viene a salvare e se succede qualcosa a te, Sebastian ti viene a salvare.

- Sebastian è il cavallo - affermò sicuro.

- No, nel mio caso. No... uhm sono stanca e tra pochi giorni andremo anche al funerale, forse finchè non ci andremo sospenderemo la vendetta per non dare sospetti.

- Come desideri, Julia.

- Allora è deciso, Sebastian per favore puoi spegnere le luci? -.

Sebastian da dietro la porta spuntò, come al solito ascoltò tutta la conversazione ma ubbidì:
- Buonanotte signorini.

- Goodnight Ciel! - e si infilò dentro le coperte e si addormentò velocemente, Ciel la fissò: - Notte, mia lady...


- Julia! Ciel! Noi andiamo! Alzati principessa, oggi devi andare al funerale ricordi?! Ci vediamo questa sera! Ti... Vi vogliamo bene! -.

Urlarono i genitori di Julia al varco della porta della villa, Julia si girò e rigirò tra le coperte e Ciel si svegliò sempre con l'aroma del thè nella stanza. Sebastian ne offrì anche a Julia, lei accettò e lo bevve lentamente, facendo un punto della situazione: "Allora, oggi è il 31 (?) e c'è il funerale di... Lorenz. Cosa mi metto? Dopo che devo fare? - sbadigliò - Uff... ho ancora sonno... che pizza!"

- Lady Julia, cosa vuole che le prepari? Pasticcini, dolci o tramezzini per pranzo?

- Uhmmmmm - ci riflettè a lungo - tramezzini con salmone e maionese, ma poca maionese così si sentirà il sapore del salmone, grazie Sebastian. Tu, Ciel? Non ri-vuoi assaporare qualcosa?

Il ragazzo la guardò e non disse nulla, Julia intuì che non c'era da insistere. Poi lei chiese a Sebastian se potesse prenderle il vestito nero lungo semplice, per uno come Lorenz c'era poco da agghindarsi. Ciel la osservò vestirsi, il nero le donò molto.
Julia lo notò e ne fu felice, così per quella volta fece scegliere a Sebastian i vestiti di Ciel così non si sarebbe lamentato: uno smoking, papillon nero e camicia bianca, la ragazza pensò: "E' stupendo...". Si avvicinò e disse che per una volta non sarebbe servito la benda nell'occhio, gli sistemò la frangia e quasi non si vedeva, così fece un piccolo dolce sorriso, e lui la ringraziò gentilmente.
Come al solito, Sebastian dovette accompagnare Julia e Ciel con l'auto, cosa che alla ragazza fece venire la tremarella, Ciel la incoraggiò dicendole che è un dannato maggiordomo che qualsiasi cosa faccia, la fa sempre bene; si accessero i motori e si partì alla velocità della luce verso Firenze.

- Julia, mi dici perchè ci hanno invitati? Non ti sembra strano?

- Sì, ce l'ho anch'io la sensazione, però devo dirti che se anche fosse, non mi importa... i genitori di Lorenz mi volevano bene, è colpa del loro figlio se non ci siamo più visti, diciamo che ero una seconda figlia.

- Ti brillano gli occhi.

- Perchè erano persone che mi amavano... anche i miei in quel tempo, mi amavano...

Ciel, inaspettatamente, la prese e fece appoggiare la testa sulla spalla, Julia chiuse gli occhi e si godè quel momento più unico che raro.
"Anche se un demone.. è un bravo ragazzo... grazie..!"
Sebastian notò il gesto del suo signorino, si leccò le labbra ma i suoi pensieri vagarono, pensò che Ciel Phantomhive che fa un gesto confortante è strano, molto strano. Ma secondo i patti con lady Julia non lo erano.
Finalmente l'auto si fermò e giunsero a Firenze sempre con più sospetto.
Era strano.
Era strano davvero, che fosse un trappola?
Tuti i parenti, i Finnegan e addirittura le famiglie delle ex fidanzate di Lorenz furono invitate, Julia bisbigliò a Ciel:
- Io sarei solo una del gruppo : Ex fidanzate, ci scommetto...

- No, tu sei la prima fra tutte - disse Ciel, accanto a Julia con dietro Sebastian che videro una distesa di persone; tutti conti, marchesi, baroni che avevano figlie precedentemente fidanzate con quel lurido verme.

- Dovrei prenderlo come un complimento? - chiese ironica Julia, pensando bene siccome era la prima aveva proprio più diritto di ucciderlo, e perchè è come se fosse stata colpa sua se ha incominciato a fare il playboy.

- Signorino, Lady Julia, vogliamo andare a fare le condoglianze? - si inchinò il maggiordomo verso i due per ricevere risposta.

- Sì, andiamo. - fece accenno Ciel e si diressero dai Finnegan. Julia si innervosì, ma la sua grazia l'aiutò:
- Mildred! Federico! Ehm... m-mi dispiace per la perdita, condoglianze. - "Mi dispiace più per voi, che per lui..."

- Julia! Julia Clismatice, oh bambina mia, da quanto tempo! - fece la signora Finnegan e continuò il marito:
- Grazie per le condiglianze, non chiamarci per nome, lo sai che siamo per te come dei genitori!

- La ringrazio, ma quello era il passato, ma adesso... - sorrise indicando Ciel. - Vi presento il mio fidanzato, Ciel Phantomhive! E questo, il suo maggiordono Sebastian Michealis. I miei avevano da fare e ci ha accompagnati Sebastian.

La ragazza sorrise luminoso, Mildred pensò che se avesse fatta sorridere Julia in quel modo, significava solo una cosa, che Ciel era un bravo ragazzo, ma il signore Finnegan non ne fu convinto, anzi tese la mano a Ciel e il ragazzo la strinse, lo guardò male, stessa cosa Ciel.

- Ragazzo... bella stretta.

- Anche la sua. - si limitò a ribattere Ciel.

- Julia! - la signora Finnegan si accasciò sulla spalla della ragazza, piangendo - Uaaaaaaaahhh... come mi manca Loreeeenz!!! Ma come è successo?! Tesoro, chi credi chi l'abbia ucciso??! - rivolgendo la domanda a Julia.
La ragazza cercò di cambiare discorso abilmente: - Non si disperi, lo troveranno l'assasino, ma credo che ora vada a fare un saluto anche a Lorenz, è da tanto che non lo vedo...

- Ti accompagnamo, Julia... - singhiozzando la madre di Lorenz.

- Non si disturbi, accompagnerò io Lady Julia e il signorino. - disse Sebastian con un sorriso magnetico. La sign.a Finnegan non fece a meno di sussultare al dolce sorriso del maggiordomo. Ciel seguì la fidanzata, ancora infastidito della sicurezza di Sebastian. La ragazza andò molto avanti, mentre Ciel e Sebastian rimasero dietro a parlare:
- Ehi, Sebastian... non mi mentire, cosa c'è sotto a tutto questo?

- Signorino, non sia mai! Ma... da come si svolge il tutto sembra una normale cerimonia di funerale! Provate a divertirvi per una volta come da volere di Lady Julia. - lo guardò negli occhi e anche il ragazzo lo guardò fermamente. Non rispose, si avvicinò solo a Julia e le disse:
- Sei dispiaciuta?

- Sì. Ma non per questo bastardo... per i genitori...

- Allora mi dispiacerà dirtelo, ma questa è una messa in scena. - abbassò di più la voce e rivelò - Julia, penso che sia un modo per scoprire l'assassino del loro figlio, "i genitori che tu volevi bene" hanno intenzione di far venire il rimorso alla persona che ha ucciso, sanno che l'assassino è una delle sue ex per rancore e altro, quindi... - lo interruppe.

- Basta Ciel. Lo so... non c'è bisogno che me lo dici. - il suo sguardo con occhi marroni divenì freddo, ghiacciato - Non mi verrà mai il rimorso, per nulla al mondo, questo dovresti saperlo. Io non mi rimangio mai la parola data -.

Si allontanò dal corpo deceduto e andò di nuovo a salutare i genitori Finnegan, si inchinò per ripetere le condoglianze e aspettò che la cerimonia si concluse, Ciel la fissò con occhi semplicemente compiaciuti: la sua anima era quasi perfetta. Finita la cerimonia, Federico Finnegan annunciò apertamente ciò che volle fin dall'inizio:
- Cari presenti, oramai conclusa la cerimonia del nostro caro bambino, vorremmo dirvi che l'assassino è tra voi, e che ci scusiamo per aver offeso la vostra persona, ma il colpevole va rinchiuso in una cella! Quindi, abbiamo chiamato un investigatore privato per vedere e osservare le vostre mosse, e finchè l'investigatore Scenfillo non ci dirà il colpevole siete obbligati a rimanere. -

Tutti i presenti rimasero a bocca aperta, non crebbero alle sue parole, qualcuno protestò ma oramai il luogo del funerale era circondato, Julia annoiata rimase ferma e immobile, chiese a Ciel:
- Perchè agitarsi tanto? Aaaahh...

- Mia lady, vuole...?

- No, rimaniamo a giocare.

- Sebastian, sono quasi le cinque del pomeriggio, prepara il thè.

- Sì, signorino. Mi vuole scusare, Lady Julia non dovrebbe pensare ai compiti?

Sebastian allestì velocemente un tavolino e lo apparrecchiò, preparò il thè alla velocità della luce, mentre Ciel fece accomodare Julia che rispose con molta sorpresa:
- Oh giusto, grazie Sebastian ora ho un motivo per andarmene! -

In effetti, Julia era l'unica ad andare in una scuola pubblica, mentre tutti gli altri nel funerale non studiavano affatto o avevano un insengnante privato, così la ragazza andò da Mildred:
- Mildred, scusami io rimarrei pure, ma mi duole dirvi che adesso sono molto impegnata, e quindi posso con il vostro consenso andarmene?

La sign.a ancora singhiozzante rispose: - Dimmi cara, quali sono questi impegni? Non vorresti scoprire l'assassino?? Sappiamo benissimo che non sei stata tu, e quindi ti lasceremo pure andare ma, non sarebbe corretto nei confronti degli altri...

- Questi impegni si chiamano "compiti assegnati dalla scuola", io frequento una scuola pubblica e vorrei finirli il più presto possibile, Mildred. E... per me sarebbe inutile sapere l'assassino. - "Anzi è una perdita di tempo..."

- L'invistigatore ha quasi finito, Julia rimani...? - le prese entrambi le mani e la guardò con occhi supplichevoli, la madre le somigliava molto; infatti Julia pensò: "Mildred è come una seconda madre per me, e gli assomiglia così tanto! Quel viso esile e fragile, occhi grigiasti e i suoi capelli a boccoli sono l'unica cosa differenti da lui... Perchè lui ha avuto Mildred?! Perchè io no?! Perchè lui!"

Lei chiuse gli occhi e acconsentì di rimanere, ritornò da Ciel e Sebastian ai quali raccontò tutto, i due capirono e attesero il momento e lei si gustò i suoi tramezzini, ma poi Federico si avvicinò a Ciel e disse apertamente che lo sospettò più di chiunque altro. Julia lo difese, disse come fosse possibile, se Ciel non lo conosceva nemmeno? Fu pure la pura verità, perchè la prima volta che conobbe Lorenz fu ucciso immediatamente; il diavolo di fidanzato annoiato domandò:
- Julia ce ne andiamo? Qui è noioso...

- Non possiamo.

- Sebastian, porta il thè e pasticcini, - il maggiordomo arrivò immediatamente e Ciel assaggiò - mmmh normale, che sappiamo dell'investigatore? - si informò dal maggiordomo.

- Investigatore Scenfillo, 23 anni, uomo, mai fidanzato che sposato, e pare che sia un mediocre detective. Non c'è da preoccuparsene!

- MA COME VI PERMETTETE! - urlò a squarciagola l'origliatore-detective - VOI siete i primi della ista!!

Julia rispose con una domanda pronta: - Le prove.

- Eh? Le prove?? Ecco...! Voi siete Julia Clismatice giusto??!

- Sì, ma non urli, sono la contessina Julia Clismatice e allora? Non prova niente. -
Disse più fredda e calma che mai, quando il sign. Scenfillo con il dito indicatore puntò lei.

- Voi siete la prima ragazza di Lorenz Finnegan e quindi, siccome di sicuro è stato lui a lasciarla, lady! Quindi l'avete fatto per vendetta!

- Non si permetti di colpevolizzare così la mia ragazza, detective da strapazzo. - intervenì Ciel, ma alla fine continuò Sebastian: - Lady Julia, è una contessina in tutto e per tutto, - che non mi fa indossare capellini rosa - e sicuramente non ne avete il diritto di incolparla, i signori Finnegan ripongono in lei tale fiducia, che è impossibile che sia stata la lady. Ora, mi scusi non disturbi più.

- PFUI! Me ne faccio un baffo dei reali e tutto, singorina Clismatice dove eravate nel giorno del delitto??

- Fatti i cazzi tuoi.

Tutti i presenti si meravigliarono del comportamento di Julia, non poterono tollerare il suo linguaggio ma l'investigatore rispose con sfaggiataggine:
- Ohoh òu contraire, lady! Me lo dovette dire se no, l'unica spiegazione è che siate voi l'assassino!

- Ero in macchina diretta verso casa con Ciel e Sebastian. Contento?

- Da dove ve ne andavate? - fece più curioso quel detective. Julia lo osservò, chiese aiuto a Ciel con un gesto di mano e così fu:
- Copevolizzare la mia lady è un affronto, comunque eravamo in viaggi d'affari non possiamo rivelare certo i contatti che hanno i Clismatice a voi, questa è chiamata privacy.

- Ciel saresti perfetto come avvocato, mah! - sospirò lei - Signor Scenfillo le sarei pregata di non disturbarmi nell'ora del thè.

I presenti furono meravigliati come la Clismatice tenne testa alle accuse di quel tale, degno di una Clismatice.
In passato, i Clismatice furono definiti infatti i più orgogliosi ma aggraziati tra tutti i nobili. Chiunque avesse avuto affianco il nome dei Clismatice, significava assolutamente grazia e potenza assicurata. Ora però, il passato viene lasciato nel passato e quindi, per Julia non significò niente, per lei era solo un cognome, ma in quel momento si sentì che la sua famiglia influenzò molto nei tempi remoti. Tutti la fissarono, ma alla erede dei Clismatice non fece nè caldo nè freddo. L'investigatore, poi, che non sapeva nulla degli aristocratici e tutto, non capì l'oltraggio che aveva provocato.
"Dopotutto..." inziò a pensare la ragazza "Non è così male, usufruire il nome dei Clismatice, mpff..."
Ciel rimase seduto, insieme a Julia, a bere il loro thè pomeridiano, mentre tutti i presenti bisbigliarono ancora una volta l'influenza dei Clismatice, alla fine Federico e Mildred si stancarono di aspettare e il detective disse:
- Mi scuso, ma l'unica indiziata era quella ragazza.

Mildred Finnegan quasi svenì per la notizia, mentre Federico rispose a tono offeso:
- Come è possibile?! L'unica indiziata è la nostra piccola Julia?! Impossibile! Non che voglia offenere gli altri, e neanche se fosse preferitismo, ma - si rivolse a tutti i presenti - Julia Clismatice è come una seconda figlia quindi per favore, se ne vada!

- Sì, ai vostri ordini! - fece all'attento tutto trasandato e poi andandosene cercò di far cadere Julia dalla sedia, ma lui la prese per minacciarla: - So che sei stata tu, piccola Clismatice, non la farai franca la prossima volta... tsk!

La ragazza non battè ciglio: - Che tu vada all'inferno. Ho sempre e solo detto la verità, sei tu che non capisci. Idiota.
Ciel lesse attentamente le labbra di Julia e pensò: "Dovremo stare attenti, in futuro..."

Nota d'Autrice:
Hello minnaH! Come state?
Allora, non credo che qui servano spiegazione o almeno credo, se avete domande chiedetemi pure, e poi ora voglio annunciarvi con fermezza e spero anche di riuscirci, che aggiornerò ogni tre giorni!
Almeno finchè avrò pronti i capitoli! ^^
Scherzo comunque spero che la fic vi piaccia, e anche che non sembri ai voistri occhi un po' egoista da parte mia! ^^" Bene, con questo vi lascio, ciao a tutti!
Come sempre ringrazio coloro che leggono e recensiscono, ma anche quelli che mi seguono silenziosamente! xD
Bye and kiss
Julia28

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Cosa si farebbe per amore? Julia passò gli ultimi 15 anni della sua vita a chiedersi cosa avrebbe mai fatto, per amore. Dopo un susseguirsi di ragazzi, semplici e complicati, furbi e ingenui, belli e brutti, lei non faceva altro che donare il suo cuore, per poi essere spezzato e buttato via come carta straccia. La delusione e la rottura messe insieme le facevano venire la nausea e il disprezzo per tutti i ragazzi; ma non si arrendeva. Pensò sempre positivamente, cioè che il prossimo sarebbe stato quello giusto! No, la ragazza dovette ricredersi alla fine, non ne poteva più...

- Julia, questi sono Clara e Reinald Delice, e questo qui. -
Mi mostrarono un ragazzo semplice, diversamente dai precedenti, questo aveva occhi e capelli castani, risplendeva, era luminoso, e il suo sorriso contagiava tutti i presenti, la sua felicità esplose appena gli strinsi la mano per conoscerlo.
- Sono Vincenzo Delice! - i genitori gli colpirono il gomito - Uhm, IV... Vincenzo Delice IV! Eheh..!
Era imbarazzato di quel numero aggiuntivo al nome, come per me che venivo definita Clismatice e quindi che mi conoscevano tutti. Quei tutti si sbagliarono. Tranne lui, lui era come me, dava poca importanza alla galenteria.
Ero felice.
Lui era talmente gentile, che mi confidava tutto: anche lui aveva rotto ultimamente con una nobile, anche lui era stufo di fidanzarsi continuamente, ma ringraziava il destino per averci fatto incontrare.
Il destino... Il destino non mi è mai stato amico.
Cambiai opinione su di lui, nel senso che migliorò. Ogni giorno mi veniva a trovare nella mia Villa e parlavamo a lungo di tutto. In quel momento avevo 9 anni, certo non ero matura per certe cose come l'amore ma, fui definita da tutti una romanticona. Vincenzo trascorse tutte le giornate con me, anche i genitori passavano giornate con i miei. Forse per lavoro, ma quando finivano, venivano a giocare con noi. Si instaurò tra di noi un qualcosa più dell'amicizia.
E poi quello fu un altro momento in cui i miei mi vollero realmente bene.

- Julia! Ciao Julia! - mi urlava Vincenzo dal finestrino dell'auto quando arrivava in villa. La sua voce squillante mi rimbombava nella mente ed saltavo dalla gioia.

- Vincenzo!! Che bello anche oggi sei venuto! Andiamo a giocare in camera mia?

- Con molto..! Oh... - si bloccò quando i genitori lo guardarono in modo molto deludente. Mi chiesi che era successo, e glielo volli chiedere ma Vincenzo mi anticipò: - Scusa Julia, beh oggi, devo assistere alla riunione dei miei, vuoi venire?

- Lady Julia, - attirò l'attenzione la madre Clara - le consiglierei di rimanere qui, oggi avevamo proposto a nostro figlio di partecipare, ma una lady non le dovrebbe importare certi affari! Vieni con me, cara, chiamiamo vostra madre e andiamo a fare shopping, sei d'accordo piccolina? Mentre Vincenzo e mio marito parlano con il tuo paparino! Su su!

Mi prese in braccio e mi portò lontana da Vincenzo, cosa succedeva? Perchè non poteva giocare con me?
- Mamma, di che parlano papà e il padre di Vincenzo?

- Oh amore, di lavoro. Sai che papà gestisce una ditta vestiaria, vero?

- Sì, mamma! E tu dei cosmetici! Ma i genitori di Vincenzo?

- Oh, Irene, tua figlia è molto interessata nel mondo degli affari, lei sarà un erede perfetta, al contrario di mio figlio che non è nemmeno curioso! - sbuffò fortemente, Vincenzo non è interessato? Eppure mi parlava sempre del lavoro che voleva fare, cioè un stilista, come il padre... - Noi, cara siamo stilisti come tuo padre, e vogliamo fonderci in un'unica ditta, non sarebbe una bella idea? E per suggelare il rapporto, Lady Julia non sarebbe felice di fidanzarsi con il mio Vincenzo?

- Clara, la mia principessina non ha ancora digerito la rottura precedente, credi che sia il caso?! Comunque principessa, tu che ne pensi? Ti piace Vincenzo?

- Molto, mamma! Ma... giocherà ancora con me vero?

- SOLO se gli farai cambiare idea sul lavoro, piccolina! - fece la mamma di Vincenzo, pensai che non sarebbe stato difficile anche perchè anche lui vuole diventare uno stilista!

- Vincenzo! Avete finito di parlare con papà??

Non mi rispose, mi guardò dritto negli occhi e mi baciò.
Mi bisbigliò tremolante: - Resta con me... Resta con me...

- V-Vincenzo... che è successo? - lo abbracciai, che era successo con papà?!

- Tu sarai la mia fidanzata... v-vero? - feci accenno con il capo "Sì" - Bene, grazie. Grazie.

- Vinci, dimmi che è successo?

- Tuo padre non vuole accettare il legame tra le due ditte... ma se tu sei la mia fidanzata, potremmo ancora vederci e io non voglio lasciarti. E forse far cambiare idea anche a tuo padre!

- Ho... ho capito! Sì, sarò la tua fidanzata!

- Grazie Julia!! Ti voglio bene...

- Anch'io te ne voglio - Vincenzo te ne voglio tantissimo, spero che non ci lasceremo mai, ma i guai erano appena iniziati.


Vincenzo e i suoi se ne andarono, e io parlai con il mio papà, era strano che non avesse accettato, lui è sempre stato gentile, che sarà realmente successo? Io ho fiducia in lui, come adesso ne ho in Vinci, ooohh che guaio!
- Papino?

- Oh principessa, dimmi tutto! - era sorridente, il mio papà mi faceva felicissima quando lo vedevo. Mi portò sulle ginocchia e mi diede un bacio sulla fronte.

- Perchè non hai voluto legare con i Delice?

- Principessa, non che non voglia ma in realtà sono loro che non accettano perchè credono che li oscuriremo soltanto... tesoro, mi dispiace ma ho la sensazione che non vedrai per molto tempo Vincenzo... -

Perchè? Cosa, un attimo papino dice che sono stati loro a rifiutare ma Vinci mi aveva detto il contrario! A... A CHI DEVO CREDERE?!

- Papà non dirmi le bugie, sei stato tu a non accettare!!

Mio padre mi fece scendere dalle sue gambe e mi disse di non fare i capricci, ma io... non li stavo facendo, chiedevo solo una informazione, perchè? Non capivo più nulla...

Nei giorni seguenti, non si fece più vivo Vincenzo quando un sabato venì sua madre che ebbe una discussione accesa con la mia, io le
spiai da dietro la porta:

- Irene! Tua figlia ha influenzato il mio! Ora non vuole nemmeno sentire parlare di lavoro! Non verremo mai più qui! Per fortuna che sono venuta solo io! Reinald è occupato, ma non sono sicura che abbiamo fatto benissimo a non legare con voi! Sapevamo fin dall'inizio che puntavate alla nostra fama!!

- Ma cosa dici? Clara sei uscita di senno? Prendi una tazza di thè e parliamone con calma!

Già, a differenza di mia madre, la mamma di Vincenzo sbraitò come un orso...

- Senti, Irene, mi sono stufata! Vincezo comunque vuole sposare tua figlia e verremo qui solo per il loro amore!

- Ma che bella notizia!

- Ma niente di più!

Però il mio nascondiglio fu scoperto quando papà, aprì la porta e intervenì:
- Tesoro, non voglio che Julia sposi Vincenzo.

- Ronaldo! Ma cosa dici?! Irene tu pensi che i nostri bambini stiano bene insieme vero?! - fece quasi insistente la mamma di Vinci.

- Caro, perchè disdire?

Mio padre la guardò e con uno sguardo, la mamma capì tutto. Non avevo mai assistito una scena così; papà aveva gentilmente pregato di uscire dalla villa, e la mamma di Vincenzo acconsentì offesa.
Quel pomeriggio stesso vennero un sacco di uomini in nero che proteggevano cinque persone. Tre di queste erano i genitori e Vincenzo stesso, le altre due invece tenenvano le mani di lui strette; erano più grandi e belle e sembravano gemelle ma non assomigliavano per niente a Vincenzo.
Guardai il tutto dalla finestra, entrarono e i miei genitori mi consigliarono di restare in camera mia, ma non resistevo così rimasi ad origliare; iniziò il padre di Vincenzo:
- Signori Clismatice, non l'avete conosciute prima, ma queste sono le due sorelle maggiori di Vincenzo, sono delle top model, Clarissa e Rea comunque, siamo qui perchè mia moglie mi ha riferito che volete annullare tutto. E' la verità? - il suo tono fu pungente.

- Sì, non voglio che usiate mia figlia per raggiungere i vostri scopi! - urlò papà, come? Mi hanno, o meglio, mi ha usata Vincenzo?

- Ma che dice! Vincenzo non farebbe mai una cosa simile! - intervenì Clarissa e poi continuò Rea - Già diglielo Vincenzo! Il nostro fratellino è il bambino più buono e gentile della terra!
Vincenzo rimase in silenzio, si morse il labbro e questo significava che... ma poi parlò: - Mi dispiace.

- Lo sapevo, Irene hai visto, Vincenzo è talmente sincero che ci ha detto la verità. Reinald come hai potuto usare Vincenzo per ingannare Julia, eh? Con che coragg- entrai e interruppi tutto: - BASTA! -.
Già, basta... basta bugie e inganni. B A S T A.


- Julia? Ehi Julia! Sveglia!

- Signorino, forse Lady Julia si sente male? Ha una brutta cera...

Julia aprì gli occhi e vide Ciel sopra al suo letto che le teneva la mano forte mentre Sebastian che vedeva il termometro, il ragazzo si avvicinò al viso della ragazza, lei ansimava affanosamente e Sebastian disse:
- Lady Julia, non sta molto bene, ha 39,5 è molto alta...

- Silenzio Sebastian! Porta del latte caldo...!

Il maggiordomo si ritirò e Ciel rimase accanto alla ragazza, sopra al letto:
- Julia, come hai fatto a prendere la febbre?

- Non ne ho idea, ho avuto anche un incubo... - disse ancora ansimando e portandosi la mano sulla fronte per constatare realmente che avesse la febbre.

- Incubo?

- Bah, diciamo più un ricordo del passato, su un altro ex...

- Vuoi che me ne occupi? - chiese solenne.

- No, rimani accanto a me... per oggi. Però... prima avverti i miei che sto male, oggi non me la sento di andare a scuola... - Julia lo fissò così intensamente che Ciel ebbe l'isitinto di sorridere.
"Fragile e indifesa. Diversa dalla Julia del funerale."

- Sì, mia Lady. -

Le baciò la mano, e quando Sebastian ritornò con il latte caldo, ordinò di fare ciò che Julia desiderava, poi però Ciel chiese un'altra cosa: - Il nome di lui?

- Ti sembra il caso? Mi sento male, e non voglio stare peggio.

- Tanto un giorno me lo dirai perchè non adesso?

Julia lo fissò, si era cambiato e indossò una maglietta bianca e dei pantaloncini corti beige, e portò come al solito la benda, ma fu ancora spettinato, la ragazza rise e si portò a sedersi, lo fece girare e con la spazzola sul comodino iniziò a pettinarlo.

- Sei un quindicenne spettinato! Mpff... ahah...

- Il nome, Julia... - domandò deciso e infastidito dal gesto della ragazza.

- E va bene, non insistere, Vincenzo.

- Ehi Sebastian vieni qui! - urlò il ragazzo dalla stanza di Julia. Il mero maggiordomo giunse e affermò:

- I vostri genitori sono stati informati, Lady Julia. - si inchinò e rise sotto i baffi anche lui per la visione di Julia che pettinò Ciel, ma continuò senza farsi scoprire - E... signorino, cosa desidera?

- Vincenzo. - Sebastian lo guardò con aria interrogativa - Dimmi che informazioni abbiamo su di lui.

- Lady Julia, ebbe tre fidanzati con il nome di Vincenzo: Vincenzo Felipe Andromeca, Vincenzo Delice IV e Vincenzo Beppe Tarontine. Perchè, signorino?

- Julia sta male per un incubo su di uno di essi.

Sebastian fu più confuso che mai, ma fu anche compiaciuto che Ciel era così accanto all'anima prescelta. Lei rimase in silenzio e Ciel provò a convincerla: - Quali dei tre?

- Scava nella mia mente. - Julia sfidò il ragazzo, che certo non si tirò indietro.

- Potrei farti del male, lo sai? -

Chiuse gli occhi, ansimò sempre più, Ciel le pulì il viso con una pezza umida e Julia rispose ridendo: - L'importante che tu non mi lascierai mai.

- Come desideri. Allora il gioco ha inizio..!

Nota d'Autrice:

Hello minna! Ho scritto questo capitolo mentre stavo realmente male, quindi spero che vi sia piaciuto!
Allora, credo che sia chiaro, beh in effetti, la parte in corsivo è un flashback, o meglio "un sogno" di Julia, voi pensate che esprime abbastanza dolore prima che Ciel e Sebastian la svegliassero? Spero di sì, perchè nel prossimo capitolo questa piccola sfida sarà interessante! Ve lo dico perchè sto facendo la stesura del 6° capitolo! Quindi come ultima cosa, ringrazio sempre tutti coloro che leggono, che mi seguono e che recensicono! Tutti mi fate felicità!
Bye and kiss
Julia28

ota d'Autrice 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

- Sebastian, portami delle foto su i vari Vincenzo. -

Ciel immaginò che Julia avrebbe reagito, in modi diversi alla vista degli ex, ma lui sapeva quale era l'espressione che cercava. La ragazza anche se si chiuse ultimamente e finse per molto tempo, con il demone fidanzato era un libro aperto, non si chiese perchè, ma sapeva come comportarsi con lei. Il maggiordomo arrivò con le foto e Ciel notò in tutti e tre una certa somiglianza, oltre al nome, tutti e tre possedevano i capelli castani anche se di tonalità diverse, li guardò attentamente con disappunto. Il primo fu Vincezo Felipe Andromeca, aveva gli occhi viola e Julia fece una smorfia talmente sonora che non ci fu nemmeno un commento da parte sua; il secondo Vincezo Delice IV, Julia non ebbe reazione indifferente a quella precedente, Ciel la osservò attentamente, ma lei non fece accenno di depressione o altro; poi l'ultimo Vincenzo Beppe Tarontine, lui al contrario degli altri aveva gli occhi neri come la pece, ma portava gli occhiali e come ci si aspettò Julia non si mosse. Ciel affermò: - Impassibile.

- Come una roccia. Inizia a sfoderare l'arsenale di ciò che disponi, mostra le carte in tavola e giochiamo a carte scoperte, - lo incoraggiò a tirare il suo meglio - e prova... a capire quali dei tre, in questo momento mi ha fatto soffrire.
- La sfida è ancora aperta, non l'avevo notato prima, ma i tuoi occhi si sono appoggiati su una foto. Quella di... - si bloccò perchè Julia sorrise. Non capì se era una farsa o verità, o anche coincidenza; la ragazza era più furba di quanto potesse immaginare, ma alla fine non concluse la frase e continuò a sottoporre Julia a vari interrogatori, insieme a Sebastian:
- Sebastian, informazione dettagliate, dove vivono questi tre? - lo guardò più infastidito che mai, Julia rise ma avendo la febbre non si sforzò più di tanto. Il maggiordomo arrivò con una sfilza di fogli e incominciò a elencare:
- Barone Andromeca: Genova. Lord Delice: Rieti. Marchese Tarontine: Frosinone.
- I più vicini sono Delice e Tarontine... mmmhh, Sebastian ti dò un'ora di tempo per preparare tre dolci tipici delle tre città. E' un ordine, un'ora.
- Yes, my Lord. - e se ne andò.

Ciel rimase a riflettere, intanto Julia togliendosi la pezza dalla fronte, si mise seduta, e con Ciel affianco appoggiò la testa sulla spalla; chiuse gli occhi e ansimando provò a dirgli: - Ce ne uno che ti... ispira?
- Nessuno. Tutti e tre sono solo alimentatori della tua agonia.
- Ahah esatto..! Ma non prendertela la tua idea di utilizzare il mio palato a tuo vantaggio non funzionerà, perchè... lui è sempre venuto da me, e io mai da lui... - e si buttò sul cuscino.

"Questa ragazza è proprio un'umana!" pensò Ciel un po' arrabbiato, il suo sforzo fu invano e per un'ora non potè chiedere i servigi di Sebastian, impartito l'ordine era oramai troppo tardi. Così, vedendola riposare, fece domande il "lui" misterioso: - Di lui, così ti colpì?

Non rispose subito ma poi farfugliò: - La sua innocenza. E con questo? -
- Perchè ti ha fatto soffrire?
- Mi ha usata e... ingannata. Tsk... Ciel mi sento calda, possiamo aprire la finestra?!
- No, non puoi prendere freddo. Perchè non vuoi dirmi qual'è dei tre? -

Julia si girò e rigirò sul letto, la febbre si alzò e Ciel la tenè ferma e le continuò a dire di stare calma, il respiro divenne affannoso e Julia non riuscì a rispondere alla domanda, ma poi aprì gli occhi e fissò una costruzione in legno sul suo comodino: un piccolo manichino da stilista; e così disse:
- Lui ha una bella tonalità di castano... davvero molto bella... -

Ciel si voltò verso quella statuina di legno e guardò che era un marroncino chiaro, molto chiaro così Ciel guardò nuovamente le foto, fu indeciso, c'erano solo due dei soggetti al quale si avvicinò la tonalità del maninchino: Delice e Tarontine, la tonalità del primo era più scura mentre il secondo più chiara, ma poi arrivò Sebastian che portò tre dolci:
- Ecco a voi: Pan Dolce Genovese, Terzetti di Rieti e dulcis in fondo la Pigna di Frosinone.
- Sembrano deliziosi, ho l'acquolina in bocca, Sebastian! Hai preparato anche del latte e miele, per caso? - gli occhi di Julia risplendevano a quella visione.
- Certamente, signorino assaggi anche lei.
- Sì, Ciel tieni i terzetti se vengono inzuppatti sono una bontà!
- No, sono apposto così e Sebastian! - attirò l'attenzione del maggiordomo che servì la pigna alla ragazza. E bisbigliò - Chi dei due Vincenzo si occupa del reparto moda?
- Uhm, che strana richiesta... ma se non erro, è Vincenzo... eh?
Sebastian si zittì all'improvviso e si gettò pesantemente fuori dalla stanza e si diresse al giardino. Julia e Ciel rimasero a bocca aperta. Entrambi pensarono, fissandosi l'un l'altro: "Ma cosa... è successo?"

I ragazzi si affacciarono alla finestra della camera, e videro il maggiordomo che tenne qualcosa in mano, meglio un Micio tra le braccia. Julia non disse niente, anzi spalancò ancor più la bocca, i pensieri rimasero focalizzati su un sola cosa: "Sebastian. Gatto. DOLCE?!" Ma poi la ragazza si rivolse a Ciel che si coprì la faccia dalla vergogna, Julia chiese spiegazioni: - Ciel... tu-tu sai co-cosa sta succedendo? P-Perchè Sebastian è uscito per... un gatto?!
- Ama i felini. Mentre io ne sono allergico.
- Eh? - silenzio - Davvero? - fu alibita da quella visione, non riuscì poi con la febbre a raggionare più di molto; Ciel poi le consigliò di rimettersi a letto, e così fece.

Sebastian ritornò tutto felice, e Ciel lo rimproverò senza indugi, ma poi il diavolo maggiordomo chiese audaciamente se Lady Julia avrebbe voluto prendere un po' d'aria fresca, lei acconsentì, e così scese finalmente dal letto e se ne andò a cambiare, ed ebbe un po' di tempo per riflettere: "Ma proprio oggi dovevo prendere la febbre? Che scocciatura, per fortuna che sia Ciel che Sebastian restino con me al contrario dei miei...! Aaaah prima avevano più tempo per me, ma so che sono grande e non devo farmi abbattere da certe cose, e poi ho un demone accanto, che mi capisce, fortunatamente... magari fosse così per sempre."
- Ciel! Sebastian! - i due entrarono in camera dove Julia sceglieva e si cambiava i vestiti, era spoglia, con solo biancheria intima adosso e teneva due capi in mano - Rosso? O Blu?
I due arrossirono alla vista, lei non capì che anche si vivevano insieme da poco tempo, loro due erano sempre maschi; Ciel si coprì il rossore della faccia con la mano e si girò urlando:
- Julia! Ma tu! Tu sei... n-nu... AH! Qualsiasi cosa basta che ti indossi qualcosa che ti copra!

- Eh? Così non mi aiuti... - sbuffò - Sebastian e te che mi dici?

Il maggiordomo abituato al corpo nudo del signorino, provò a concentrarsi ad aiutare Julia, prima osservò i due colori distintamente, intanto lei in attesa di risposta giocherellò con il simbolo dei Phantomhive che era posto all'altezza tra il collo e il seno, alla fine Sebastian riuscì a dargli un giudizio sincero: - Nessuno dei due.
- Eeeeeh? Ciel voltati! Sono la tua ragazza quindi puoi anche guardarmi in questo stato!

Julia si innervosì, cercò un vestito, o anche maglietta e jeans da abbinare, alla fine propose ai due:
- Allora, maglietta viola e jeans bianchi, oppure top rosso e blue jeans?

Ciel si voltò con la mano agli occhi e ne indicò uno a caso, mentre Sebastian negò la scelta del signorino perchè scelse il top rosso con i blue jeans, ma poi il ragazzo si tolse la mano e andò dritto verso l'armadio.
- Ehm Ciel, non avevi detto che tu non ti occupavi mai degli abiti?
- Sì, ma ora basta, la mia pazienza ha un limite, nghhh... - prese una camicia infilata "ben benino" sotto una pila di vestiti e la tirò con forza, facendo cadere tutto - aahh finalmente, mh? -.

I suoi occhi ripresero il colore scarlatto, e con una mano fermò la valanga di vestiti a distanza mentre nell'altra consegnò la camicia a Julia. La camicia era blu cielo, chiaro e limpido come l'acqua cristallina, e poi rimettendo tutto a posto con un gesto della mano, Ciel consigliò dei pantaloncini neri e Julia insieme a Sebastian approvò in pieno.
Era un abbinamento elegante ma allo stesso tempo adatto e moderno.
- Grazie, Ciel! Bene, ora possiamo andare!
- Dove di preciso? - chiese lui.
- Non lo so, solo qui per prendere una boccata d'aria, devo guarire! - disse convinta e prendendo per mano Ciel, scese le scale a tutta velocità, verso il giardino di rose della Villa. Sebastian si ritirò per preparare il pranzo.

Alla fine il conte non riuscì a sapere il Vincenzo dell'incubo, per colpa i Sebastian e il suo amore per i felini era vicino alla vittoria del gioco, Julia fu tenace ma mai quanto lui, e quindi incominciò:
- Julia, mi dici il cognome di lui? Non voglio usare le maniere forti.
- Non potresti. Sto male... comunque no, non te lo dico. Un gioco è divertente solo se si rispettano le regole!
- Nella malavita non c'erano regole...
La ragazza però non volle più pensarci e portò finalmente Ciel a destinazione, il roseto era pieno di colori illuminati dalla luce del sole, Ciel osservò le rose, le rose bianche erano le sue preferite. Lei era felice che l'avesse portato in quel posto, pensò che portava un sacco di ricordi felici ma anche dolorosi. Lui vide risplendere anch'essa, quella piccola rosa, in mezzo alle altre più belle, la piccola rosa cristallina ma piena di vendetta dentro di sè, era quella ragazza, inspiegabilmente. Prese una rosa bianca, si avvicinò a lei e gliela porse; Julia la accettò e se la mise tra i lunghi capelli neri, che brillavano con riflessi del sole. Il vento si innalzò, facendo rabbrividire la ragazza.
- Vogliamo tornare dentro? Ho freddo... - fece Julia, affiancandosi a Ciel e cercando riparo, lui annuì e lei si aggrappò al braccio. Tornarono in villa, e ognuno iniziò a svolgere il proprio lavoro: Julia i compiti della scuola, mentre Ciel i suoi affari con la ditta Funtom che aveva ripreso in possesso. Con l'aiuto dei genitori di Julia, quello che era rimasto della Funtom&co., Ciel ne riacquitò pieno potere, anche senza nessuna spiegazione, molti furono i problemi per rintracciarla, ma per fortuna la sede centrale rimase a Londra. La ragazza, quando fece una pausa, si domandò se Ciel gli mancasse Londra, però non glielo chiese; oramai dopo 2 secoli, maggior parte di Londra era cambiata, in un certo senso. Che fossero rimasti invariati tutti i monumenti storici, ma quale sarebbe l'espressione di Ciel se fosse tornato a Londra e a casa sua?
La piccola lady si intoppò in quelle domande, e non solo rimase silenziosa, ma il suo fidanzato la osservava non a grande distanza, non capì il comportamento della fidanzata che incominciò anche a sbattere la testa, Ciel intervenì e provò di fermarla, ma lei singhiozzando per il rimorso lo fissò solamente con occhi dolci, lui pensò che era uscita di senno per colpa della febbre.

- Signorini, il pranzo è servi- Sebastian entrò, ma vide che Lady Julia era molto pallida e che sudava, Ciel un po' in panico l'asciugò con la pezza e distese sul letto - Signorino, a Lady Julia le è salita la febbre?
- Pare di sì...! Sebastian non stare lì fermo impalato! Aiutami a farla sentire meglio!
- Si calmi, non c'è da preoccuparsi. -

La ragazza all'inizio sì, si turbò molto ma alla fine la febbre le provocò maggior danni, Ciel per la prima volta vide quel piccolo fiore appassire davanti ai suoi occhi, ma Sebastian seppe come comportarsi: prima pregò il proprio signorino di lasciar lady Julia riposare in pace da sola, e poi che ci avrebbe pensato lui a curare una semplice febbre; ma il conte non volle dare ascolto, questa volta al diavolo, perchè non si volle allontanare dall'anima a lui "cara".

- Ciel, aiutami. Ho caldo. P-posso togliermi i vestiti? Anf.. anf... - sospirò pesantemente.
- No, non può toglierserli lady. E signorino, la pregherei di lasciarla sola, farò il possibile affinchè stia bene, si fidi.
Bisbigliò Sebastian a Ciel alla soglia della porta, il giovane non potè fare a meno di dargli ragione.
Si calmò, e quando aspettò fuori Sebastian uscì e rivelò che la ragazza si sforzò troppo; così la lasciarono riposare mentre Ciel andò ad aspettare al salone.

- Ciel! Ciel! CIEL! Vieni qui, non abbandonarmi... non puoi... perchè non sei qui? Con me?
Io non voglio più soffrire.
E' buio e fa freddo.
- Vincenzo...?
- Sì, Julia. Scusami se ti ho mentito, ma ora è passato, cercami. Io ti voglio ancora bene, non ti ho mai dimenticata...
- No, mai. -
Non cascherò mai più nella stessa trappola, non farò lo stesso errore di prima.
- Julia? - mi guarda con occhi teneri e infantili, era sul serio Vincenzo? Quello che conoscevo e che amavo? O era un altro dei miei incubi?

- Vi-Vincenzo!?
Si alzò di colpo, si guardò attorno. Era sola.
Nel suo letto, dentro le coperte; il letto davanti a sè vuoto e le tende chiuse.
"Sono sola. Non è mai esistito..? Eppure era così reale. Ciel... Ciel... aspetta. Il simbolo?!"

Si tolse velocemente la camicia si guardò il petto, accarrezzò quello che doveva sembrare lo stemma del casato dei Phantomhive. E' quello che legava Ciel a lei.
- Ciel, ti ho ordinato di non lasciarmi mai. -
Apparve dal nulla il giovane conte, che fu davanti a lei a fissarla nei suoi occhi scuri; si scusò:
- Perdonatemi. Ma Sebastian mi aveva detto che vi serviva riposo e tranquillità e allora io...
- Finiamo il gioco adesso: quale dei tre è quello che ho sognato?

Nota d'Autrice:
Che ve ne pare? Non so, a me questo capitolo mi è piaciuto molto scriverlo, anche se lei ha la febbre, ci sono momenti che con la persona amata ci si sente benissimo quindi... spero che vi sia piaciuto!
Umpff... è stata una faticaccia rispettare la scadenza da me imposta, proprio non pensavo di riuscirci! xD
Bene, credete che Ciel sa il nome completo di Vincenzo, che noi tutti sappiamo?
Scopritelo nel prossimo chappy e vi è piaciuta questa piccola sfida, tra i due??
Voglio saperloooo!! Quindi fatemi sapere tutto, se vi è piaciuto o no, se è troppo dialogale o meno! Aiutatemi a migliorare! :)
Bye and kiss
Julia28

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

- Finiamo il gioco adesso: Chi è dei tre quello che ho sognato? -.

Julia fu serissima. In quel momento l'aspetto esteriore la tradiva, all'esterno calma e apparentemente comprensiva, ma dentro di sè era infuriata e soprattutto abbandonata dall'unico che non doveva lasciarla in assoluto.

- Ummh n-non lo... -
Incominciò balbuziante Ciel che non volle ammettere la sconfitta. Sebastian gli bisbigliò velocissimo il cognome di lui, Julia non lo notò e Ciel riprese velocemente:
- Mh. Vincenzo Delice IV.

- ... sì. - fece con rammarico Julia, abbassando lo sguardo - Non pensavo che ce l'avresti fatta, peccato che è già finito, neanche hai fatto un passo al di fuori della villa, mi hai solo osservata. Ne sono... felice. Degno di te, conte. - Sorrise teneramente.

- Perchè Lord Delice ti ha provocato la febbre di oggi? -

Julia non rispose, non seppe nemmeno come rispondere a una domanda simile. Così, rimasero in silenzio.
Un lungo silenzio.
Quando Julia, capì che Ciel aspettò solo una risposta da lei, uscirono queste parole: - Non lo so... -
Il ragazzo demone la fissò con i suoi occhi ghiaccio e si avvicinò ad essa, con una mano la accarezzò la testa con espressione "non servirebbe nemmeno che lo faccessi". E così disse con tono rimproverevole:
- Certo che tu, sei proprio una ragazza... -

Lei afferrò che si riferì al detto: "Tutte le donne sono uguali, chi le capisce è bravo."
Ma non ribattè, perchè doveva? Anche se imbarazzata, si sentì meglio:
- Mi è scesa.

- Che cosa?

- La febbre. E adesso potresti... rimanermi accanto. Se vuoi. -

Infatti Julia pensò che quando il ragazzo si scusò, stava dicendo: < allora io... > ma fu interrotto. Fu calmo, e lei sperò per un momento che fu preoccupato per lei, ma era impossibile; Ciel aspettò mezza giornata fuori dalla camera, mentre lei si riposò. Sebastian apparve all'improvviso e porse il termometro a Julia. Glielo prese Ciel e glielo ficcò in bocca; e tutti e tre aspettarono il tanto atteso:
< Piiiiiic >

- Ha faffo - farfugliò Julia, avvertendo i due, intuendo che non lo sapevano.
Glielo tolse Ciel, e accennò a un sorriso e lo diede subito dopo a Sebastian, che annunciò a entrambi:
- Lady Julia, per fortuna è scesa, ma ce l'ha ancora, in effetti ha 37.3 le consiglierei di rimanere a casa anche domani, il signorino sarà felice di farle compagnia. Esatto?

- ... esatto. -

Lei annuì sorridente, e Sebastian si ritirò per accogliere i signori Clismatice appena tornati. Il maggiordomo neanche fece in tempo di dire < Bentornati > che i genitori salirono e corsero diretti in camera della loro figliola, urlando e spaccando i timpani sia a Julia che a Ciel:
- Principessa! Siamo tornati, come stai?! Stai bene, vero?! Ti è scesa la febbre?? Come l'hai passata la giornata? Bene, cara? Oh 'sera Ciel! Julia scusaci se non siamo rimasti ma sapevamo che Sebastian e Ciel si sarebbero presi cura di te! - e continuarono a fare domande raffica insieme a varie scuse.
Il padre la avvolse in un tenero abbraccio e la coccolò affettuosamente mentre la madre la soffocò di baci; anche se era piuttosto eccessivo, Julia non li fermò perchè lo fecero con amore. Non potè dire no a tutte quelle attenzioni; Ciel e il proprio maggiordomo li lasciarono soli.

- Sebastian, credi anche tu che sia disgustoso?

- Ma se Lady Julia non li ha fermati, significa che ne voleva ricevere, padroncino.

- Julia ha avuto una infanzia, anzi fino adesso ha avuto una vita senza amore. Pare. Mpf... quella ragazza... mi farà impazzire..! -.
Si leccò le labbra e alzò il ciuffo che coprì la benda, i suoi occhi divennero rossi sangue, il maggiordomo invece continuò ad avere il suo sorrido magnetico scendendo al pian terreno dove attesero in salotto.


Il giorno dopo, come programmato Julia rimase a casa, sotto la vigilanza di Ciel e Sebastian, mentre i genitori svolgevano i rispettivi lavori:
- A dopo! Principessa riposati! Ciel, Sebastian! Prendetevi cura di lei, siamo nelle vostre mani!

- Sì, madre! Padre! A questa sera! - rispose Julia dalla camera mentre Ciel e Sebastian li stavano salutando dall'ingresso: - Arrivedervi signori Clismatice.

I genitori se ne andarono e Julia fece colazione, Ciel e Sebastian si comportarono normalmente, ma erano troppi irritanti che Julia non sopportò la loro semplicità, così chiese ad alta voce:
- Ma cosa avete oggi?! P-perchè così silenziosi?! Ciel... ho fatto qualcosa che... la mia anima non è più degna di essere divorata? - spesso Julia non utlizzava quella voce suadente, ma si era preoccupata troppo che Ciel non avesse più interesse per lei; ma lui la relivitizzò:
- No, stai tranquilla.
- Lady Julia, non si preoccupi, io e il signorino siamo felici per lei. -

"Felici... per me? E da quando i diavoli sono felici? Questa sì che mi è nuova..."

- Uhm, non mi avete convinto ma lascio correre. Dunque i programmi di oggi sono andare a fare una visitina ai Delice. -

- Ottimo. Così ti libererai della febbre! - disse convinto Ciel.

- Ah giusto, Sebastian potresti prendermi il termometro?

- Subito. Signorino si faccia aiutare da lady Julia per gli abiti. Quest'oggi la signorina mi ha dato un gran da fare. - rivolgendosi malignamente al conte.
Quando Julia finì, andarono in camera e lei scelse vestiti adatti per una "visitina" a una reggia. Sebastian arrivò con il termometro e se ne andò subito, la ragazza si controllò la febbre: 36.4 normale; lei lo sapeva e doveva sfruttare quella giornata al meglio. Ciel alla fine non accettò la camicia a maniche corte e così Julia fu costretta a vestirlo come un damerino, e pensò: "Assurdo. Ma semplicemente elegante e bello."
- Sbrighiamoci!

- A-ha! No, oggi niente fiocco, papillon o cravatta! Stai bene con solo il colletto, farà caldo fuori quindi direi che se ti sbottoni un po' non sarà un problema, eh? - gli fece con l'occhiolino la ragazza.

- Se ci tieni. Già tanto che mi hai fatto indossare ciò che volevo. Ma... sei sicura di stare bene?

- Sì, perchè? - disse innocentemente.

- No, niente. - prima la osservò, poi cambiò visuale - I tuoi genitori hanno detto di riposare e invece stiamo per uscire.

- Come già ti ho detto, shalla! Dai, non voglio più parlarne, tu devi ascoltare solo me. Solo e solamente me. Non te l'avevo già ordinato? - con tono serio, come se volesse dire che non ammette errori e obbiezioni.
- Sì, mia lady. -

Sebastian guidò e portò, in un men che non si dica, i due signorini alla reggia estiva di Julia a Rieti. Quando aprirono il portone, una schiera di maggiordomi e cameriere che salutarono in coro:
- Bentornata, Contessina Julia.

- Buongiorno a voi! Signori e signore, questo è il conte Ciel Phantomhive, il mio attuale fidanzato. E questo spilungone è Sebastian Michealis, il suo maggiordomo. Accogliete anche loro! - fece entusiasta Julia e a gran voce. Ciel le confidò che non c'erano bisogno tutte questi annunci ma oramai i servitori dissero in coro:
- Benvenuti alla reggia estiva Clismatice, Ciel Phantomhive e Sebastian Michealis, saremo felici di servirvi!

"Com'è che qui ci sono i servitori e nella villa principale nemmeno uno?!" pensò Ciel non cambiando espressione diversamente dalla frase pensata.
La cameriera n°1 si avvicinò a Ciel e gli chiese di seguirla mentre Julia si ritirò alla sua stanza. Sebastian seguì il conte e la cameriera 1 iniziò una discussione con loro perchè sorpresa del nuovo fidanzato della sua padrona:
- Ehm, scusi signorino Ciel, lei ama realmente lady Julia? -
Sebastian rispose a nome di Ciel:
- Signorina, non si preoccupi tra il mio padroncino e lady Julia c'è un profondo legame.

- Oooh... signorino Ciel, mi dica cosa le attrae della lady? -

Qui Ciel rispose con sincerità: - La sua dolce anima.

- Ma com'è romantico! Lady Julia non venì più qui da quando i Lord Delice scissero i contatti! Ma quando avete aperto i portoni, abbiamo visto lady Julia raggiante, spero che lei non la faccia soffrire come quel bugiardo. Tsk... - si morse la lingua. Sebastian e Ciel la ascoltarono silenziosamente, ma poi il maggiordomo nero chiese gentilmente alla signorina il suo nome.

- Delia Sorentina. Cameriera e fedele lavoratrice della reggia Clismatice da quando è nata la signorina Julia. Che bei ricordi, quando la piccola lady sorrideva, giocava felice in cortile con Vincenzo. Ma i Delice hanno approfittato dell'amore dei genitori per la figlia, e hanno giocato con i sentimenti della lady. Questa la pagheranno cara, per fortuna che non si sono fatti più sentire, ma da quel momento Lady Julia non tornò più qui..! - disse a malincuore e quasi con tono minaccioso la cameriera; ma continuò - Oh scusatemi se mi sono lasciata trasportare, dunque queste sono le vostre stanze signorino Ciel, mentre questa qui accanto del sign. Michealis. - indicando due porte e inchinandosi per il consenso per aprire - La signorina vi ha ordinato di rendervi felici!

- Mi chiami pure Sebastian, Delia. E mi dica, Lady Julia o i genitori hanno avuto ultimamente contatti con i Delice, che lei sappia? - il maggiordomo cominciò ad approcciare con i suoi soliti sorrisi, ma la cameriera era talmente presa dalla felicità che la sua padroncina era tornata che rispose alla domanda con dubbi:

- Oh... che io sappia no, mi dispiace ma non sono tenuta a sapere certe cose, forse l'amministratore o il direttore della reggia. Potrete incontrarli a pranzo, li riconoscerete subito, vedrete!

- Che cosa intende dire? - fece Ciel ancora infastidito dell'impudenza del maggiordomo.

- L'amministratore e il direttore della reggia li ha assunti Lady Julia stessa. Era piccola ma aveva già un gran senso di responsabilità! I Clismatice sono orgogliosi e aggrazziati da sempre, ma dicono anche che hanno un innata maturità. La generazione precedente dissipò queste voci, con il sign. Clismatice; ma sembra che lady Julia stia facendo rinascere queste voci, lei è degna in tutto e per tutto di essere una Clismatice!

- Mi scusi, signorina Sorentina, ma come fa a dire tutte queste cose? Come può parlare a nome dei suoi padroni?

- Ah ecco, l'unico modo per essere assunti sai Clismatice è quello di sapere tutto su di loro, chi volesse servirli e onorare il loro nome, ciascuno di noi, deve sapere il loro passato, presente e futuro... - disse solennemente ma riprese energica - ora basta, riposate bene, prima del pranzo! La camera di Lady Julia si trova al 2° piano, per qualsiasi cosa non esitate a chiamarmi. So che non vi fermerete molto quindi spero di fare tutto il possibile per farvi sentire come alla villa principale! -
"Quindi se sa passato, presente e futuro..." provò a inquadrare la situazione Ciel "sa forse anche dirmi perchè Julia non voleva dirmi il suo nome completo prima."

- Un ultima cosa: lei sa, se Julia avesse qualche motivo perchè nascondere questa sua precedente relazione?

- No, non credo che la nasconderebbe. E' una ragazza forte, quindi non nasconderebbe mai il suo passato! Ma come fidanzato non sembrate molto geloso delle relazioni passate di lady Julia, eh signorino Ciel?

- Non importa il passato, quel che conta è il presente e poi, io sono solo un diavolo di fidanzato. -

La cameriera Delia rimase di stucco alle parole del demone, ma non si spaventò e si ritirò dalla loro presenza. Sebastian poi disse:
- Signorino, non vuole rimanere accanto alla signorina Julia?

- Solo se la mia lady lo vorrà. Presto, raggiugiamo la sala da pranzo, dobbiamo terminare tutto prima del ritorno dei genitori di Julia. Dobbiamo avere più informazioni!

- Giusto, siamo fuori programma. Ma mi dica, le interessa molto quell'anima, eh?

- E' mia. Il contratto mi vincola come un fidanzato e io sarò tale finchè non terminerà.

- Ma il legame tra lei e lady Julia non è forte, se si guarda dove avete posizionato il vostro simbolo.

- Anche se demone, sono diverso da te, Sebastian. E poi è la mia prima anima in due secoli, la prima anima che mi attira, che mi sfizia, e molto presto gusterò. -


Julia in sala da pranzo aspettò Ciel e Sebastian, ma siccome non si fecero vedere presto, la ragazza decise di farsi un giro dei ricordi; quando incontrò in corridoio il direttore Nevito, e lei gli saltò addosso dalla felicità:
- Francis! - lo abbracciò forte e il direttore, un ragazzo giovane sui trent'anni la afferrò per non farla cadere - Come stai?? Ahaha che bello rivederti!!

- Lady Julia! Che sorpresa, ho saputo che eravate arrivate ma pensavo che partivate subito! Oh lady, è una gioia rivedervi come va alla villa principale?

- Bene! Perchè non vieni alla villa Julia? Mi piacerebbe moltissimo, Francis! Ma dov'è Carl?

- Mio fratello è in sala amministrazione per il bilancio. Lady Julia, mi dica perchè siete tornate a Rieti così improvvisamente?

- E' per una questione che deve finire. E se sarete così gentili da non avvertire i miei, ve ne sarò grata! - sorrise da complice con l'uomo che approvò senz'altro:
- Ogni suo ordine, sarò felice dei esaudirlo, lady. Non le direi mai di no! Ma ora, venga a mangiare!

Tutti si riunirono alla sala da pranzo, dalla porta principale entrarono Ciel e Sebastian mentre dalla parte opposta, Julia e il sign. Nevito dove si presentò ai nuovi arrivati:
- Piacere di conoscervi, direttore della reggia. Nevito Francis.

- Francis, questi sono Ciel, il mio ragazzo e Sebastian, il suo maggiordomo. -
Ciel e Francis si guardarono a vicenda e si diedero delle occhiataccie, Sebastian lo guardò male anch'esso, ma lui si fece distrarre dall'ordine di Julia di chiamare anche suo fratello per eventi da attuare:
- Ehi Ciel! Sebastian! Vi piace la mia reggia estiva? Delia è stata gentile con voi?

- Ricordi tutti i loro nomi, Julia? - domandò Ciel un po' stupito e intrappolato dall'abbraccio soffocante di lei.

- Sì, praticamente ho i servitori solo qua, perchè nelle altre ville o tenute sono costudite solo da una persona, cioè il direttore, che svolge quasi tutti i compiti! Comunque ora conoscerai anche Carl! - disse tutta felice.

- Signorina, com'è che avete i servitori solo nella reggia estiva, se mi permette?

- Oh Sebastian, in realtà non lo so, credo che i miei pensino che per questa reggia tanto antica quanto villa Julia, serva molte attenzioni, mentre nella villa a Roma sono io che non vorrei persone che mi servano, perchè così almeno potrei vivere una vita normale. -
Intervenì Ciel pungente: - Julia, ma tu non hai una vita normale.

- Infatti, era all'inizio che volevo così. - con basso tono ma si riprese - Ma ora quel che è fatto è fatto. Quindi, accomodiamoci e mangiamo... o meglio mangio! Ciel, non vorrei farti scoprire quindi mangerai qualcosa con me?

- Come desideri. - fece accomodare Julia ma poi mentre Sebastian fece lo stesso, con tono molto sospetto chiese - Ehi, Sebastian, quello di prima è un..?

- No, signorino. E' un umano.

- Come Agni per caso? O è uno shinigami?

- Nessuno dei due casi, è che semplicemente vi ha preso per antipatia. Tutto qui.

- Eh? Che cosa?!

- Cosa è successo Ciel? - lei rivolgendosi al ragazzo con un espressione piena di stupore. - C'è qualcosa che non va? Non ti va proprio di mangiare?

- Ehm, sì. Non ne ho voglia, scusami Julia. - mentì, almeno così non avrebbe mangiato nè rivelato a Julia la verità. E riflettè: "Quello tipo, Francis Nevito, è molto legato a Julia. Perchè? Siamo sicuri che è solo un umano?! Sebastian non potrebbe mai mentirmi, ma quello lì non mi convince per niente. E' anche troppo giovane!"

Subito dopo, arrivò anche Carl che si avvicinò alla sua padroncina e le baciò la mano salutandola:
- Bentornata, lady Julia.

- Grazie Carl, che bello rivederti! Vedo che non sei cambiato come tuo fratello! - sorrise e li squadrò, infatti i due erano fratelli gemelli, alti con i capelli neri ma riga diversa, occhi verdacqua e corporatura slanciata.
Ciel tossì e chiese indescretamente con molto disappunto: - E-ehm Julia, mi vuoi presentare costui? -Carl notò anche la sua presenza, e lo guardò bene, anche lui come il fratello ebbe uno sguardo fulmineo
nei riguardi di Ciel, mentre Julia notò finalmente l'irritazione per i due gemelli.

- Conte Ciel Phantomhive, il mio fidanzato e quello affianco Sebastian Michealis, il suo personale maggiordomo. Mentre loro due sono l'amministratore e il direttore della reggia, il più grande Francis e il minore Carl Nevito!

- Piacere conte Phantomhive, e signor Michealis. - si inchinarono ai due ma poi affiancandosi rispettivamente sinistra e destra e avvicinandosi sensualmente alla ragazza, dissero in coro: - Lady Julia, anche noi... se lei vorrebbe, potremmo essere suoi maggiordomo personali... -

Ciel si alzò e con la mano colpì il tavolo, non che era infuriato ma solo infastidito da quei due che arieggiavano intorno alla sua anima. Non disse nulla e Julia lo anticipò di gran lunga:
- Aaaah! E non vi accollate!! Non mi piacciono i tipi che si accollano!

- Lady Julia, scusi la nostra dimostrazione d'affetto, le siamo ancora grati per quel che ha fatto in passato.

- Ancora questa storia? Non serve, basta così. Non sono pentita e non lo sarò mai, ma ora...
Ciel perchè ti sei alzato?

- Ehu, no niente. Devo andare alla toilette. -
E si ricomponè, dirigendosi alla toilette, pensò molto a quei due individui: "< Quel che ha fatto in passato. > Cosa avrà fatto Julia in passato da ricevere tante attenzioni?! E' possibile che gli ha salvato la vita, questa ha maggior probabilità di ragione, ma poi... un altro termine che non so! Che significa "accollarsi"?! Questa mia ignoranza mi dà un fastidio tremendo! Tsk... Julia ha troppe persone attorno, diversamente da me in passato! Per quale motivo mi ha evocato? Non ha senso... e ora che ci penso, quei due non mi diranno mai ciò che voglio sapere!" 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Julia chiese il favore a Sebastian di non lasciarle da solo Ciel, soprattutto dopo quello che successe. Francis e Carl continuarono a elogiare la ragazza, forse perchè le era mancata, ma lei fece finta di nulla. Fissò il suo riflesso dal bicchiere, pensò che da quando erano arrivati Ciel era piuttosto stizzito, ma non capiva la ragione.
Quando il maggiordomo arrivò di soprassalto dietro al giovane, quest'ultimo sussultò ma riconobbe la presenza:
- Sebastian, quei due, non mi convincono, sono altri demoni, me lo sento. Vogliono divorare l'anima della mia Lady, per caso? Sono senza guinzagli, simboli o altro che li leghi a lei... -

Ciel continuò a struggersi per quella insulsa ragione, il maggiordomo si chiese se fosse gelosia quella che provò il suo padroncino, ma a differenza di lui non lo fece notare, così provò di dissepare ogni suo dubbio:
- Signorino, non li mentirei mai, non sono demoni nè shinigami, se è quello che pensa.

- E allora perchè ronzano attorno a Julia, come due falene attratte dalla luce?! Non capisco... - si fermò e strinse i pugni, era risaputo che Ciel Phantomhive odiava perdere, e se qualcuno si sarebbe azzardato a rubargli la sua prima e preziosa anima, avrebbe distrutto tutti gli ostacoli che si sarebbe ritrovato nel cammino.
Julia intanto finì di pranzare e propose a Carl e Francis di accompagnarla, i due accettarono con piacere e prepararono i cavalli.


- Julia... ma la macchina? - chiese Ciel vedendo gli equini con stupore.

- Huh? Non te l'ho detto? La villa dei Delice è a pochi passi da qui e pensavo di fare una passeggiata con i cavalli, è da molto che non ci salgo! - disse accarezzando il muso e sorridendogli dolcemente - Ciel, ci sai andare a cavallo, vero?

- Certamente, ma Julia ma com'è questa idea... originale? - "No, bizzarra, altro che originale. Sono passati due secoli da quando non ci sono salito!"

- Se ci permette, siamo stati noi a suggerire l'idea alla nostra Lady. Conte Phantomhive. - risposero in coro i gemelli Nevito, i loro occhi trasmisero i loro pensieri: "Tu. Piccolo. Demone. Come può un ragazzo come te, essere il fidanzato della nostra Lady Julia?! Sei insulso come i tuoi predecessori, siete indegni all'anima candida della nostra Julia. Lei è nostra."

- Tsk... - e pensò subito dopo come contrattacco "me lo dovevo aspettare. La mente pigra di lei, non l'avrebbe mai pensato, ma... come mai Julia si fa influenzare così facilemente da loro?! Non è da lei farsi suggerire se non da me, questi due stanno mettendo a dura prova i miei nervi. E che mi abbiano scoperto? No.. non credo, Julia non l'avrebbe permesso". Sebastian aiutò Ciel a salire poi incominciarono ad andare.


Il fruscio delle foglie d'autunno e il sole dolce sulla resero l'atmosfera romantica e perfetta per una scampagnata nel bosco, seguiti dai propri servitori, Julia e Ciel passeggiarono fianco a fianco, lei lo notò la preoccupazione negli occhi del giovane e non potè fare a meno di chiederlo:
- Ciel, c'è qualcosa che ti disturba? - con espressione candida e sensibile - Rivelamelo, e forse posso esserti d'aiuto?

- Non che tu possa. Se te lo dicessi ti offenderesti mia lady e non voglio. -

Julia lo guardò attentamente , non distolse lo sguardo avanti a sè neanche per un istante, il sopracciglio inclinato verso il basso le fece intuire che era arrabbiato o preoccupato di qualcosa, ma non le volle dire la ragione e questo le fece saltare i nervi, e molto pure. L'anello con la pietra blu come zaffiro la ammaliava, sempre inserito nel pollice perchè troppo largo anche se era "cresciuto" di due anni, e vide nel suo riflesso una figura strana, un po' maligna ma non si intimorì, anzi intravide meglio che era una specie di spirito con denti aguzzi che si agitò incessantemente.


Dopo una mezz'ora di cavalcata, Julia e Ciel raggiunsero la tenuta dei Delice; appena aperte le porte ci fu una visione disgustosa e sicuramente inaspettata, il Lord Delice accompagnato dalle due sorelle che lo beavano del loro prosperoso seno, l'accolsero entusiasto ed educatamente:
- Benvenuti nella tenuta dei Delice! My Lady!

- Ex My Lady. - lo contraddì Julia infastidita del fatto, che fosse coccolato e viziato come un bambino di due anni.
Vincenzo emozionato dalla visita di Julia, si liberò delle sue sorelle e la portò velocemente nelle sue stanze senza che lei potesse opporsi. Tutti gli altri li seguirono e origliarono la conversazione.
Iniziò Julia a spezzare il slenzio che si era creato:
- E' la verità? Come hai fatto? - con tono minaccioso.

- A cosa ti riferisci? Fatto cosa, cara? -
Le mani congiunte per sosenere quel piccolo mento con stampato un sorrisetto su quel bel faccino, irritò Julia nel profondo dell'animo.

- Del fatto che sei entrato nei miei sogni e che mi hai detto tutte quelle cose! E non chiamarmi cara! NON sono più la tua fidanzata, ricordatelo! -
Con sguardo omicida, riprese fiato mentre il giovane avanti a lei continuò a sorridergli come un ebete imbecille ancora estasiato rispose:
- Sono felice che tu mi abbia ascoltato! Questo significa che mi ami! Me lo sentivo che tu eri e sei il mio vero amore, Julia!

- Ripetilo se hai coraggio! -

Julia strinse sia i denti e che i pugni, un alone scuro si creò attorno a lei, ma lui come se non avesse ascoltato continuò:
- In passato io non ti mentii sul serio, tu mi piacevi e molto, anche se il primo motivo fu quello di riapprocciare rapporti per fare una unione tra le nostre due famiglie, la seconda era vero amore quello che provo per te, mia lady. Quindi mi daresti una seconda possibilità? -
Rimase in silenzio la ragazza. Tutti quelli fuori dalla stanza si chiedevano cosa aspettasse a rispondere, tranne Ciel che pensò: "Julia, evocami."

- La mia risposta è sempre solo una: NO. - rialzò lo sguardo era provocatorio e infuriato, la sua grazia non l'abbandonò però, infatti si girò e pronunciò codeste parole: - Ciel. Mostrati a me. -
Vincenzo non emise suoni, era deluso della risposta e reazione di lei, ma dall'oscurità più
assoluta apparve Ciel.

- Delice, lui è il mio nuovo fidanzato, di cui mi posso fidare e che non mi tradirà mai; non mi userà per scopi, e non mi dice dopo 6 anni che mi ama. Ti presento il Conte Ciel Phantomhive. Erede del casato Phantomhive, nominato anche il fedele Cane della Regina in Inghilterra, e che ha sempre grande stile. Bello, freddo ed enigmatico.

- C-com'è possibile, tu li hai ricevuti i miei sogni, i miei contatti con te erano riusciti, la mia famiglia ha sempre avuo questo potere di contattare il vero amore... Tu sei il MIO vero Amore!! E' vero ti ho persa in passato ma- lo interrupe Ciel:

- Oh, Lord Delice non lo sa? - Vincenzo lo guardò con disappunto e nello stesso tempo con aria interrogativa lo ascoltò - Qualcosa che si è perso non ritornerà mai più.

- Basta così, non vi sopporto più. Fallo soffrire. Deve soffrire come ho sofferto io. Non importa con quali mezzi, ma fallo. E' un ordine!

- Sì, mia lady. -

Non servì che le baciasse la mano, Ciel si avvicinò di suo istinto, glielo aveva ordinato, e le prese i fianchi e, lei anche se non sapesse cosa fare, si preparò a qualsiasi cosa avesse congeniato. Lui le appoggiò delicatamente le sue labbra, stringendo di più i fianchi di lei a sè.
Lei trattenne il sospiro, era fortemente e emotivamente impressionata.
Un bacio, lungo e profondo.
Doloroso agli occhi di colui che assisteva alla scena, che cadde incredulo e urlò folle. Le sorelle di lui lo soccorsero chiudendogli gli occhi e a consolarlo come un bambino, Julia e Ciel si fermarono e si scambiarono uno sguardo complice, lui era bravo.
Molto bravo.
Finzione o realtà?
Rimasero fermi a godersi la scena, Vincenzo pianse disperato, le lacrime scesero interrottamente e gli occhi quasi fuori dalle orbita videro la persona amata baciarsi con gusto con un'altra persona che non sia lui. Gli striduli agghiaccianti fecero prendere provvedimenti alle gemelle Delice che pregarono gli indesiderati ospiti di andarsene dalla villa. Il maggiordomo e i gemelli Nevito entrarono calmi e aiutarono i due padroncini a non assistere a una scena così sconsiderata, e le sorelle Delice si offesero a tal punto di incominciare una discussione ma senza successo.
La disfatta fu compiuta.


- Signorina Julia perchè mai avete agito così poco aggraziata, e inoltre una dimostrazione d'affetto con questo conte davanti a un vostro ex? - chiese curioso Francis.

- E' un mio problema. Siete pregati di non immischiarvi, non potreste capire... - si affacciò al finestrino annoiata delle prediche che incominciarono a dirle, tranne Ciel che rimase in silenzio.
Per la prima volta Julia si mostrò fredda e insensibile con Francis e Carl che non la riconobbero più e la guardavano dispiaciuti, lei continuò a fissare il vuoto, così Carl chiese con tono fedele:

- Ci scusi, eravamo solo preoccupati per la vostra salute, lady Julia. - lei gli diede un'occhiata, sembrava sincero - Quando torneremo alla reggia vi prepareremo una cena degna del vostro antefatto e livello.

- Non serve che vi disturbiate. Ci penserà Sebastian a preparare il tutto tornati alla Villa. Julia i tuoi genitori arriveranno presto quest'oggi.

- Oh, hai ragione Ciel, - si raggomitelò a lui che con una mano la avvicinò a sè - i miei non devono sapere di tutto questo, Francis, Carl vi ordino di rimanere in silenzio e quando volete potete trasferirmi nella Villa principale. Bene, Sebastian accompagnamo Francis e Carl alla reggia e poi torniamo a casa, sei d'accordo Ciel? -.
Come un cucciolo che vuole affetto fu accontentata dal demone che rispose: - Qualsiasi cosa tu voglia lo farò. Senza se e senza ma. -
La ragazza annuì, quella era la risposta che si aspettava, socchiuse gli occhi sodisfatta e ripensò al momento; se avesse fatto bene a risparmiarlo, non avrebbe intaccato il giudizio di Ciel sulla sua anima, infondo il motivo per cui l'ha evocato è ancora sconosciuto anche per lei, e poi dopo quel bacio finì col suppore che la fine era vicina.

- Ciel, sei... Molto abile. Grazie per il tuo aiuto - bisbigliò.

- Era un ordine e io l'ho esaudito. Non potevo disubbedire un ordine della mia lady.

- E' così allora... Meglio. Ripeto: Molto abile. - rise di sottecchi e anche felicemente che ogni suo dubbio era scomparso.

Significò che Ciel volle continuare il gioco. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Sebastian svegliò il signorino Ciel senza far rumore:
- Padroncino, si svegli, il sole è già alto e i signori Clismatice chiedon la vostra presenza.

- Yaaaawn - sbadigliò - Sì, d'accordo. E Julia? Non la svegliamo?

- No, i genitori mi han chiesto di non disturbare il sonno della lady. -

Ciel si alzò e con l'aiuto di Sebastian fece in fretta, e lasciarono la stanza buia con Julia insonne; incontrò come previsto i genitori, mentre Sebastian si ritirò a cucinare la colazione. Furono molto seri, tutti e due ma soprattutto il padre che lo informò di un evento molto strano:
- Ciel, questa è la prima volta che ti parliamo senza la presenza di Julia. Dunque io e mia moglie, premettendo che ancora non capiamo la decisione di nostra figlia di ospitarti, non che ci dia fastidio sapendo in che rapporti sei con la tua famiglia, e poi grazie alla tua ditta, la Funtom&co. gli affari sono andati molto bene. Ma quello che ci preoccupa è... la morte di Lorenz Finnegan, e ora quella di Delice Vincenzo. Lo conosci?

- Sì, me ne ha parlato Julia, è stato lui la causa della febbre di Julia.

- Davvero? - fu sorpreso della risposta di Ciel ma si ricompose - Comunque Lord Delice si è suicidato; noi lo sappiamo che Julia ha sofferto e anche che non è tipo di riscuotere vendetta, e stessa cosa vale per te, riponiamo molta fiducia in voi però...

- Caro, la mia famiglia, i Misslefost, conosceva i Phantomhive; è da generazioni che erano legati e ci chiediamo ancora come fai a essere vivo dopo che l'ultimo erede, che per strana coincidenza ha il vostro nome, morì in un tragico incidente. Ma i nostri sospetti sono infondati, Ronaldo.

- Signori Clismatice non riesco a capire qual è il punto della questione -.
Ciel vide i genitori di Julia agitarsi un po'.

- Vorremo trasferirci. Perchè le sorelle Delice accusano te e la nostra principessa del suicidio di Vincenzo, prova a capire, non vorremo che Julia fosse accusata e farla soffrire ulteriormente.

- Dove vi trasferirete? -

La sign.a rispose con insicurezza: - Beh ecco, Parigi o Londra. Spero che Julia approverà, Ciel tu cosa ci suggerireste? -
Ciel sussultò al sentire la parola < Londra > ma fu bravo a nasconderlo, e cercò di rispondere il più gentilemente possibile:
- Sign.a Clismatice da quando sono entrato a far parte della vostra famiglia, ho sempre visto Julia accettare tutto ciò, ha sempre ceduto alle vostre richieste, sicuramente non si sottrarrà ora.

- Ciel... - dissero in coro i genitori, compresero ma si spalancò la porta e Julia li guardò incredula e un po' arrabbiata. I signori Clismatice non se l'aspettarono, così provarono a salutarla:
- G-giorno Principessa.

- Mia lady, vi ho svegliato per caso?

- No, Ciel. Mi ero svegliata e non ti ho visto, potrai ben capire le mie sensazioni. Così ho chiesto a Sebastian dov'eri, Giorno padre, madre. Spiegatemi cos'è questa storia?! -
I genitori provarono di calmarla, e le spiegarono cos'era successo, Julia si finse sbalordita del suicidio di Vincenzo e l' accusa delle sorelle, ma loro si fidavano di lei e quindi pensarono che era irreale se lei sarebbe stata a casa a riposare, poi c'erano testimoni Ciel e Sebastian.

- Genitori miei, chi hanno chiamato per le indagini?

- Pare lo stesso investigatore del funerale di Lorenz, Scintillo o Scenfillo?

- Julia, - la chiamò Ciel - è tardi, farai tardi a scuola.

- Sì hai ragione! Ne riparleremo dopo! -


Tutti uscirono, nella villa erano rimasti solo Ciel e Sebastian che ebbero una visita che sorprese tutti e due. Quando il maggiordomo aprì le porte, Ciel ebbe una brutta sensazione, infatti erano i gemelli Nevito che chiesero di Julia.
Ciel rispose e disse che era a scuola, e loro rimasero ad aspettare per riferirle che intendevano accettare il suo invito di trasferimento; il giovane si insospettì e l'atmosfera fu piena di tensione.
Il ragazzo non seppe se dare ragione a Sebastian, cioè che gli era solo antipatico oppure che fossero demoni per sottrarle la dolce anima. Non riuscì a sopprimere quella sua curiosità:
- Ehi, voi due. Posso sapere cosa fece Julia per meritarsi la vostra assoluta fedeltà?

- Non ha motivo per saperlo. Anche se è il fidanzato della Miss, non sono affari che li riguardino.

- A prova contraria, sono anche il vostro padrone perchè sono ufficialmente il fidanzato di Julia.

- Noi non lo pensiamo così!! - fece Francis ma Carl lo calmò:
- Fran! Che comportamento indecoroso. A malincuore, ci scusiamo conte, ma noi apperteniamo solo alla nostra Miss, ignoriamo anche gli stessi genitori. Noi le abbiamo promesso assoluta e devota fedeltà solo e solamente a Miss Julia. In passato, la Miss ci ha aiutato a non morire in strada e ci accolse nella sua famiglia assumendoci come amminastratore e direttore della reggia estiva, dandoci tutto ciò che avevamo bisogno. E' contento?

- Umpf... D'accordo, allora dovrete attendere l'una e mezza. - "Come sospettavo questi due sono demoni ma se fosse, allora perchè Julia ha evocato ugualmente me? E non ha stretto contratto con loro? Quella ragazza mi farà impazzire con tutti questi misteri, ma è questa la base di un gioco interessante!"
Erano le 12.30 mancò solo un'ora al ritorno di Julia, e i Nevito furono pesantemente controllati; Ciel non smise mai di fissarli, i Nevito disturbati di queste ristrezioni, uno di loro decise di chiamare la reggia estiva ma Ciel non glielo permise. Sebastian e il suo padrone erano come cani da guardia della Villa Julia e iniziarono a litigare perchè Francis non si faceva mettere sopra i piedi a nessuno.

- Conte Phantomhive è pregato di rimanere al suo posto!

- Ma sentitelo! E' già tanto che vi ho fatto entrare! Sputate l'osso, siete dei demoni che volete divorare l'anima di Julia!

- Demoni? Divorare? Non siamo mica esseri così disgustosi e repellenti! E voi che ne sapete dell'esistenza di questi esseri?! - provocò Francis.

- Repellenti? Questo termine... - ci pensò un po' su e riflettè ad alta voce - Sebastian, questi due sono Shinigami! - allargò le gambe e si mise in assetto di battaglia. Lì guardò feroci mentre questi ancora calmi risposero perchè ci arrivassero:

- Eastto, siamo due shinigami in prova, e saremo NOI a giudicare, come esame finale, l'anima della Miss Julia Clismatice. - precisò Carl che si mise gli occhiali fini che si sistemò. - E lei, conte Phantomhive? Insieme al sign. Maggiordomo siete due demoni, o meglio, avvoltogli. Lo dovevo intuire con la vostra puzza sotto il naso.

- Tsk... Sebastian preparati, questi tipi cercano rogna. Questo sembra quel Will T. Spears, mentre l'altro mmhhh come si chiamava?

- Signorino, non mi dica quella disguastosa feccia di Sutcliff?!

- No, l'altro. Knox- Francis interruppe Ciel urlando:
- Non nominate invani i nomi dei senpai! Andavene all'inferno demoni! L'anima della piccola Clismatice sarà nostra!! -.

Tirando fuori una mini falce della morte e si lanciò all'attacco, senza ragionare, su Ciel che lo schivò abilmente:
- Aaaaah ma quanto siete impulsivi, signori... Lady Julia è Mia! -

Appena Francis sorpreso fu dietro alle spalle di Ciel, quest'ultimo gli diede una gomitata facendolo cadere; Carl vedendo in difficoltà il fratello intervenì ma Sebastian sopraggiunse, dicendo che era lui il suo avversario, Ciel disse che dovevano fare in fretta, perchè in meno di mezz'ora Julia sarebbe tornata e lei non doveva scoprirlo. I gemelli Nevito con fuori le falci della morte diedero filo da torcere a Ciel e Sebastian, ognuno di loro avevo un unico obbiettivo: l'anima di Julia. Sebastian utilizzò l'argenteria che riuscì a fermare Francis, perchè era piuttosto debole, ma non Carl che era un osso duro. La sua abilità di ferire con una mini falce era eccezzionale, non che fosse messa in discussione avendo come idolo proprio Will T. Spears. Affermò:
- La piccola anima della Miss Julia Clismatice è di proprietà degli Shinigami, abbiamo incontrato la Miss da quando aveva otto anni, e noi siamo gli unici che porteremo l'anima della Miss in pace!

- Ma non mi faccia ridere, Shinigami dei miei stivali! Julia non andrà mai all'inferno o in paradiso! E quando sarebbe prevista la morte della mia Lady? Sebastian quanto manca?

- Signorino, avete solo 14 minuti e 20 secondi. - rispose Sebastian controllando l'orologio da taschino.

- La morte della Miss? Certamente non vengo a dirlo a voi. - disse antipaticamente Carl - Ma adesso, Francis dobbiamo sbarazzarci di questi demoni.

- Non ce la farete mai, non voglio dare dispiaceri a Julia, quindi andatevene subito da questa casa. O saremo costretti a farlo con la forza; e comunque precisiamo. L'anima di Julia è solo mia. - Disse leccandosi le dita, mostrando il marchio dei Phantomhive nel dorso della mano. - Appartiene a me. Io e lei siamo vincolati dal contratto. Non riuscirete mai ad allontarmi da lei.

- E' proprio per questo che salveremo la Miss. Non è possibile che le avete rubato il cuore!

- Ma se è lei che mi ha evocato, e poi qui vedo dell'attaccamento nei confronti della mia Lady. Come Shinigami non dovreste lavorare e smorzare le anime senza intaccare il proprio giudizio dai sentimenti? -
Ciel continuò a fare il saputello con Francis che mostrava più preoccupazione e lealtà per la ragazza, che non rispose perchè era la verità. Gli Shinigami devono giudicare visionando i Cinematic Record, cioè l'intera vita del defunto e vedere se è degno di continuare a vivere o meno.

- L-la Miss ha un animo gentile e candido, - disse Francis tremando - e lei non merita la morte!

- Fran, se ha evocato e stipulato un contatto con un demone, non è degna di vivere. So cosa provi, e pensavo lo stesso fino adesso. Ma oggi morirà e dovremo prendere ogni suo ricordo, fratello.

- Fratellino, ma... - Ciel non ascoltò più e si avvicinò subito a Carl, alzò lo sguardo, i suoi occhi rossi scintillanti e la mano gli stritolò il collo. Francis reagì e gli mise la falce al collo mentre Sebastian si trattenne dall'infilzargli l'argenteria perchè Julia entrò e vide la scena dell'azzuffamento.

- Cosa. Sta. Succendendo? -

Le cadde lo zaino, la bocca si spalancò ma poi si morse il labbro e urlò:
- Perchè..? Perchè il mio fidanzato sta combattendo con i miei migliori amici, eh!

- Miss Julia, noi...

- Julia sono shinigami che sono venuti a mietere la tua anima, oggi. E non potevo permetterlo. - Ciel lo rivelò senza esitazioni e la ragazza tentò di fermarli, esercitando il suo potere di dominio: - Francis, lascia subito Ciel. Ciel lo stesso con Carl. E' un ordine.
- Subito Miss. -
- Ai suoi ordini, mia lady. -

Tutti si sciolsero, e ripresero una posizione tranquilla, tutti la fissarono silenziosamente.
Con lo sguardo furioso di lei non si seppe cosa sarebbe successo.

Tutto era possibile. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Il tempo si era fermato, il vuoto più assoluto era sopraggiunto il silenzio era piombato come una pietra da un grattacielo. Ma Julia chiuse gli occhi e cominiciò a riflettere a lungo quando poi si decise a parlare:
- Mi chiedo, demoni e shinigami uniti da una sola anima. La mia, poi! - rise come se non avesse mai detto una cosa del genere, ma infatti era così e riprese - Francesco, Carlo che ci fate voi qui, esigo spiegazioni.

- Miss Julia, lei lo sospettava? - chiese Carlo sistemandosi gli occhiali.

- Certo che no! Allora, me lo dite sì o no? Pensavo che lo sapevate che io odio aspettare!

- Volevamo utilizzare la sua offerta di trasferimento per sottrarle l'anime e la vostra vita, oggi perchè siamo in prova e noi, beh ecco... - Francesco abbassò lo sguardo - Ci dispiace, Miss. -

Francesco si mostrò davvero triste e preoccupato per la sua reazione, mentre Carlo fermo e immobile la osservava con la mini falce. Tutti furono pronti ad attaccare come se in un momento all'altro questo potesse succedere. La tensione era alle stelle.

- Capisco, mi dispiace dirvelo ma credo che sarete bocciati. E così che funziona no? Mi avete mentito in passato, fingendovi dei senzattetto vero? - ripensò il momeno in cui li incontrò la prima volta.


Estate calda e ma piacevole, la famiglia Clismatice decise di trscorrere le proprie vacanze appena fuori città, e mentre erano in viaggio, in macchina, la figlia annoiata incominciò a chiedere varie cose:
- Mamma! Perchè siamo venuti a Rieti?

- Principessa, è ovvio, vorresti trascorrere in questi giorno in questa bella città? - le sorrise dolcemente.

Ma si notava che fingeva, la figlia ingenua però annuì e continuò:
- Andiamo a vivere in un'altra villa?

- No, cara, - intervenì il padre - in una reggia. La nostra reggia estiva, non sei contenta? - anche lui sorrise, ma finse.
- Certo!

I genitori aprirono le porte e una schiera di persone le invitò a entrare, fecero scegliere a Julia la propria cameriera personale; tra questi una ragazza molto giovane, dai capelli castani lunghi e mossi, con una carnagione chiara e un sorriso smaliante salutò la contessina:
- Buongiorno signori Clismatice. 'Giorno anche a te, signorinella, finalmente ci conosciamo! -

La ragazzina si nascose dietro la madre che rise silenziosamente e incoraggiò la figlia a mostrarsi gentile e forte.
Julia poi, subito corse da Delia e salutò facendo un piccolo pliè:
- B-buongiorno. Sono Julia Clismatice, figlia di Ronaldo Clismatice e Irene Misslefost, p-piacere di conoscerla.

- Oh, ma quanto siamo educate, eh piccolina? - le accarezzò la testa e continuò - Sai che lavoro per la tua famiglia da quando era piccina piccina?

- Eeeeh? Davvero?? - a Julia le brillarono gli occhi, una persona oltre ai genitori che la conosceva da quando era neonata e le chiese: - Mi dica, e perchè non l'ho mai vista?

- Perchè io ho sempre vissuto qui a Rieti, e ogni tanto che i suoi genitori ritornavano qui, beh io mi prendevo cura di lei.

- Mamma! Papà! Vorrei che questa signorina sia la mia cameriera personale!

- Va bene, cara! Signorina Sorentina si prenda con cura di nostra figlia.

- Certamente, miei signori. - Delia fece un piccolo inchino con la testa e seguì la ragazza che girò felice per tutta la reggia.
Aveva trovato un'amica e forse sincera. La reggia era molto grande e antica, e quando trovò le sue stanze saltò dalla felicità sul letto in baldacchino. Si buttò sui cuscini pieni di piume e cinguettò contenta:
- Aaaaah che bello! Delia?

- Sì signorina?

- Saremo amiche vero?

- Certamente - sorrise, ma questa volta era uno sincero perchè la Sorentina era molto devota alla famiglia Clismatice. Ogni giorno la cameriera si impegnò a soddisfare tutti i desideri di Julia, e lei ne fu felice. La mise sempre alla prova, e un giorno quando uscirono per una boccata d'aria, tra le strade di Rieti incontrarono due ragazzi, sui diciott'anni e la sua curiosità la spinse a rivolgergli parola:
- Ehm, mi scusi, perchè siete... così? -

Li guardò bene, furono ridotti proprio male, entrambi avevano gli occhiali e i loro vestiti a due colabrodo, e come se non bastasse i loro corpi insieme al loro viso erano pallidi. Julia si preoccupò molto, non aveva mai visto persone in quello stato così chiese a Delia:
- Possiamo... portarli a casa?

- Signorina, che nobile atto, mah. Non so, dovremo chiedere il permesso ai vostri genitori, ma... signori, i vostri nomi prego? -

Uno dei due alzò la testa e guardò dritto negli occhi la ragazza, questo aveva le iridi di un color verde giallino e bisbigliò: - Siamo i gemelli Nevito, il mio nome è Carlo mentre questo è il mio fratello maggiore Francesco.

- Signori Nevito, accettereste un invito dalla mia signorina? - si chinò a porgere la mano mentre Julia si avvincinò a Francesco e mostrandosi felice chiese: - Io sono Julia, vuoi venire a casa mia??

- Oh che carina. - rispose Francesco. E Carlo rispose: - Se non siamo di disturbo, accetteremo volentieri.

- Papà, mamma! Possiamo ospitarli e farli vivere qui?!

- Che cosa?! - urlarono in coro i genitori.

- Uhm, e se li facessimo lavorare come quelli che accudiscono la casa?

- Principessa, vuoi dire come domestici? - disse con tono ironico il padre.

- Sì! -

Il padre comprese e volle dare una possibilità a quei due ragazzi e dargli in futuro, infatti erano appena maggiorenni e così propose ai due di far parte dei domestici, ma Julia si oppose perchè li volle come amministratore e direttore della reggia quando loro erano assenti. Il padre fu sorpreso che seppe queste cose, ma poi si spiegò tutto grazie all'intervento che diede la madre.

- Signorina Julia le siamo grati!

- Non serve, ma in cambio vorrei che mi siate i miei migiori amici! Ok?

- Le promettiamo anche fedeltà, Miss.

- Miss? Che significa? - si domandò, avendo sentito per la prima volta il termine.

- E' un alternativo di "Signorina" o "Lady". - rispose Carlo.

- Voi due mi siete simpatici, anche se preferirei il mio nome, va bene così!


Julia si riprese e Carlo farfugliò:
- Ci scusiamo per averle mentito, all'inizio dovevamo avvicinarci a lei fino al giorno del giudizio. E Fran sembra che col tempo si sia affezzionato a lei, Lady Julia. - lo shinigami serio guardò il fratello a terra - Non diverrai mai uno shinigami come i senpai. Io non mi farò battere... - diede uno sguado omicida a Ciel al quale si scagliò contro - Da un baby demone!! -
Ciel lo schivò: - Tsk, chi è il baby?! -
Ma Julia li fermò in tempo, prima che il ragazzo potesse contrattaccare:
- Fermi! - sbattè il iede per terra - Gli shinigami mantegono le promesse, vero? Quindi mi devi assoluta fedeltà, Carlo. E ubbidire. -

Lo shinigami si bloccò di colpo, perchè la ragazza aveva assunto un tono di comando e di autorità che non aveva mai avuto prima. In un certo senso, quella ragazza aveva incastrato due neo-shinigami a uno spiecie di patto, cosa che Ciel e Sebastian trovarono buffo: "Che nobildonna... Ha messo a tacere due shinigami in prova, non è da tutte. Questo è sicuro. Impressionante!"

- Vi andrà bene la prossima anima,e siccome non voglio perdere la mia vita oggi e causare altre divergenze con il mio demone di fidanzato, siete gentilmente licenziati. La tecnica all'inizio era buona ma alla fine se ti affezioni certamente non concludi niente. Vi do un consiglio, sorvegliante l'anima prescelta, più vicina ma senza entrare nella loro vita. Ho promesso la mia anima a Ciel, - si sbottonò la camicia e mostrò loro il simbolo. - e questa nè è la prova! -

Julia Clismatice aveva deciso di prendere la strada del demonio, candida e innocente si macchierà di sangue impuro con l'aiuto del conte.
La contessina ordinò a Fran e Carlo di andarsene. Ciel si godò la scena, Sebastian si spiegò che non riconobbe la presenza di shinigami perchè questi non avevano superato la prova finale; per fortuna la situazione fu sventata ancor prima di incominciare anche se Ciel ebbe il presintemento che non era ancora finita la battaglia, perchè era tutto tropppo semplice.

- Ciel, riguardo a stamattina, cos'è questa storia del trasferimento, eh? E' uno scherzo?! Solo perchè sospettata non significa che mi beccheranno, no? Julia si accomodò sul divano e il ragazzo accanto, lei si sdraiò sulle gambe e lo fissò intensamente, i suoi occhi videro per la prima volta la trasparenza di Ciel, che vide teso e anche il suo solito sguardo annoiato, poi sospirò e ammise la verità:
- Julia, quale preferisci? Londra o Parigi? -.

Julia cambiò espressione, non poteva parlare sul serio, avrebbe lasciato la sua amata Roma per una cosa del genere?! Così d'impulso gli urlò in faccia il nome:
- Ciel..! Come puoi..? - ma ci riflettè - Mmmh Parigi sarebbe bello almeno ritorneremo indietro nel tempo, ricordi?Però so che tu abitavi a Londra, o sbaglio?

- Come f-fai a..? - balbettò incredulo.

- La storiella che mi raccontava sempre mia madre, era ambientata a Londra. -
Rispose con tono semplice e vivace, ma poi tutti si voltarono a guardare Sebastian che entrò con la merenda, e Ciel riprese il discorso:
- Non riesco a capire. Sebastian tu sai di che storiella parla? -

Chiese con il sopracciglio inarcato, il mero maggiordomo scosse la testa rispondendo:
- No, non ne ho idea my lord, però se vuole mi informerò. - e si chinò leggeremente in segno di rispetto e buon appetito.

Con un cenno di mano, Ciel lo mandò via, e Julia lo avvertì:
- E' inutile! La sappiamo solo io e mia madre in questa casa, e qualunque alto Misslefost.

- Ma tu non sei una Clismatice? - chiese imboccandola. Lei si addentò il pasticcino e ci pensò prima qualche secondo, per spiegarli la situazione poi vagamente:
- Sì, ma... come spiegarti, è semplice ho preso il cognome di mio padre questo è vero, ma la storiella, anche se la considererei più una favoletta della buonanotte, è eridità della famiglia di mia madre, cioè dei Misslefost.

- Di cosa parla, mia lady? - sorseggiando finalemente il suo abituale e aromatico thè.

- Te! -

Il ragazzo non intese con quel "Te!", non riuscì a spiegarsi, ma tenendo a freno la rabbia, perchè la ragazza non capiva l'importanza della questione, appoggiò la tazzina e provò di affascinarla con il suo charme. Le accarezzò il viso e i suoi occhi ipnotici attirarono la sua attenzione, la ragazza ancora sdraiata sulle sue gambe, ebbe il colpo di grazia con il suo inaspettato e dolcissimo sorriso:
- Non farti pregare, mia lady. -

Julia rimase in silenzio, tenne per qualche secondo la bocca aperta per continuare ad ammirare la brillantezza che emise e circondò il fidanzato, la mente si bloccò e tutto il resto si addolcì.
"Perchè Ciel fa così? Cosa..? Cosa vuole sapere?"

- Julia, me la racconti? -

La ragazza non si mosse, i capelli scuri del ragazzo pendevano verso il basso come ghiacciai pungenti quando Ciel si chinò per baciarla.
< Avrebbe utilizzato qualsiasi mezzo per sapere ciò che vuole > aveva detto. Rimase immobile. Paralizzata dal non sapere cose fare, riuscì solo a chiudere gli occhi e attendere. Le accarezzò nuovamente il viso.
Il momento breve in cui ci fu il contatto, fu vegliato di nascosto da Sebastian che rimase in silenzio, dietro la porta; "Piccolo, a fior di pelle, leggero" queste furono le parole che rimbombavano nella mente della piccola Clismatice, quel bacio diverso dal precedente, era penetrativo, Julia riaprì gli occhi, si portò i posizione eretta e con un cenno capo accettò di raccontare la favola:
- Questa storia, ambientata a Londra, verso la fine dell'Ottocento, parla di un bambino di-.

All'improvviso le luci si spensero, tutte le finestre si chiusero e le tende filtrarono ogni raggio del tramonto; i due rimasero calmi, entrò Sebastian con un candelabro e li avvertì del blackout, Ciel tenne stretta Julia:
- Riposa mia lady. - con tono docile e sensibile, quasi inverosimile il conte propose la ragazza di accomodarsi tra le sue esili gambe; lei si fidò di lui, anche se un po' incerta, accolse l'invito:
- Huh, s-sì. -
Julia appoggiò la testa sulle sue gambe, come un cucciole poi si lasciò abbandonare dai sensi e si addormentò come un ghiro. Ciel si stupì, mentre Sebastian prontamente avvolse la ragazza con una coperta.

- Brava la mia lady - disse accarezandole la chioma corvina e sorridendo beffamente, Ciel, insieme a Sebastian in piedi, al lato destro del divano, attesero l'arrivo di due ospiti.
Tutto era pronto, si poteva incominciare.

Nota d'Autrice:
Ehm, mi scuso con tutti, ma siccome ho calcolato male all'inizio, ho voluto "italianizzare" i nomi dei shinigami. ^^" Gommenasai...
Dunque, e poi scusatemi per aver postato il capitolo così tardi; ho avuto molti compiti in questi tre giorni... >_> meglio non parlarne. -.-"
Vabbuo spero che vi sia piaciuto il capitolo, in caso contrario avete tutto il diritto di bombardarmi di critiche (sul serio, credo che su alcune non so, me lo meriterei, non posso pensare che il testo e tutto sia liscio come l'olio senza errori o che sia tutto ben collegato...)!
Alla prossima!
Bye and kiss
Julia28

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Scesero le tenebre, che avvolgevano i giovani nobili e il maggiordomo, tutto quello che era impossibile potè divenire possibile; la magia delle leggende acquistarono un ruolo fondamentale e la realtà non era altro che un piccolo punto nello spazio infinito. Julia dormì tranquilla sulle gambe protettive di Ciel, il quale attese annoiato: con il gomito appoggiato al manico e il solito pugno che sostenne la testa, e i suoi occhi veglianti incessantemente sull'anima prediletta che apparentemente dormiva, aspettò l'arrivo di due figure. Occhi verdi smeraldo conternati di giallo splendente, individuarono il loro obiettivo; il galateo e le buone maniere non peccarono i cani da guardia: Sebastian si chinò e assunse l'aspetto demoniaco mentre Ciel sorrise con aria superiore.

- L'accoglienza non vi è dovuta, signori. -
Disse Ciel con fermezza e tranquillità. I due si avvicinarono e risposero a tono:
- Repellenti come voi, non hanno diritto di dare ordini.

- Come volete, la questione finirà questa sera, giusto? Se non prelevate l'anima di Julia entro le 20.30 sarete bocciati, huh... Avete solo 1 ora e 30 minuti, ma fatelo silenziosamente la Mia lady sta riposando. -

Si avvicinò sbruffone col viso, il respiro leggero di Julia solleticava delicatamente le guance di Ciel e lui le mise un dito sulle soffici labbra della ragazza, la pelle ambrata risplendeva ai raggi di Luna, affacciata alla finestra dietro di loro. Il conte li guardò con occhi taglienti e sembravano che dicessero: "Non c'è niente di difficile, vi ho anche dato il vantaggio, la preda non scapperà." Le accarezzò il mento e mostrò il bel faccino a Francesco e Carlo.

- I signori shinigami gradiscono qualcosa esclusa la Lady? - fece Sebastian con aria tranquilla e il suo solito sorriso serafirico. Sarà che i due demoni si sentano al sicuro dentro la villa, ma con Julia nei mondi dei sogni non avrebbe potuto impartire nessun ordine di blocco ai due shinigami seri e ripresi dalla prima sconfitta.

- Vedo che ce l'avete servita su un piatto d'argento, quindi non ci tenete più di tanto a lei. Che spreco inutile e pensare che lei si era impegnata tanto. -
Ciel infastidito da quella affermazione di Carlo, fece un silenzioso < Tsk > e poi guardò il maggiordomo e gli impartì l'ordine:
- Sebastian, voglio che questi shinigami scompaiano dalla mia vista, è un ordine. Me ne occuperei personalmente, ma ho l'obbligo di proteggerla.

- Yes, my Lord. -

Si chinò in ginocchio e si rialzò voltandosi verso gli ospiti indesiderati, intorno a sè si formò un'aura violacea quasi nera e tirò fuori forchette e coltelli, mentre i due deì della morte si prepararono con le mini falci.
La prima mossa la fece Francesco che come al solito, agì di impulso, lanciandosi in attacco contro Sebastian, i quali occhi cremesi osservarono, studiarono e improvvisarono una strategia all'ultimo minuto; gli occhi di Ciel rimasero immutati a controllare Carlo, non si mosse, i suoi occhiali resero invisibile la visione degli occhi verdi-gialli, anche se la direzione era ovviamente su Julia.
Ogni istante che passò, tutto sembrava non finire mai, rallentò lo spazio e il tempo, gli attimi fuggenti non erano visibili ad occhi nudi, la sfida tra Sebastian e Carlo, una lotta estenuante tra un dio della morte e un divoratore di anime; Ciel era sicuro di sè e sdraiata sulle sue gambe Julia ignara di tutto. L'altro shinigami assistì alla scena, ma come il giovane, senza timore attese il momento giusto per attaccare, aspettò precisamente le 20.28 per agire: 1 minuto per avvicinarsi, scivare gli attacchi e occuparsi del "nemico naturale" e 1 minuto per raccogliere i Cinematic Records; quel piano era perfetto e infallibile. Quella notte, Julia Clismatice sarebbe morta per un incidente di equilibrio ma con il demone al suo fianco certamente non sarebbe accaduto, e i piani erano cambiati ma non le date.
Il fratello minore dei Nevito doveva dimostrare ciò che valeva, e si mosse con agilità e grazia come richiedeva un servitore di un Clismastice, Ciel con una mano leggera appoggiata sul cuore della ragazza, e con l'altra fece un movimento elegante che spostò pesantemente l'armadio a fianco, non mise certamente in difficoltà Carlo che lo evitò; il ragazzo così , nemmeno sforzandosi, con il movimento dell'indice fece fluttaure dei libri dall'altra parte della stanza e lì scaraventò contro Carlo, che con la mini falce li tagliò tutti.
Ma ecco che Sebastian, finalmente battè a mani nude Francesco che lo restituì al fratello, che non si fermò perchè il tempo si ristrinse e mancò poco alle 20.30, era vicino al sogno di diventare uno shinigami completo, non potè fermarsi; Ciel fece una smorfia e disse: - Check Mate. Hai perso.

Scoccarono le venti e mezza, e i due shinigami furono ridotti malissimo, Francesco battuto da Sebastian e Carlo che fece male i conti finì col perdere il tempo, alla fine furono teletrasportati davanti alla giuria per avvertirli della loro immediata bocciatura:
- Siamo delusi, avete avuto ben 7 anni per conoscerla, approfondirla e giudicarla, l'anima di quella ragazza era tra le più importanti perchè potesse arricchire il nostro data base di Cinematic Records sull'antica famiglia Clismatice! Voi due eravate i più promettenti! Francesco Nevito una doppia A e poi tutte B mentre Carlo Nevito con una tripla B e poi tutte A! Come avete fatto a farvela sfuggire?! -

Li rimproverarono davvero severamente, il più anziano poi era molto arrabbiato, ma entrò nella stanza un altro shinigami, che molto snob e tutto di rosso provò di calmarli tutti:
- Su su, cari anziani! Questi promettenti giovani, avranno di sicuro un'altra possibilità, no?

- Senpai! - urlò Francesco piangendo dalla gioia di rivederlo. Mentre Carlo si inchinò e lo ringraziò: - La ringraziamo per la sua comprensione, senpai-Sutcliff. Le siamo davvero grati.

- Grell Sutcliff che ci fate voi qui?! Non dovevate..?

- Tsk tsk, chi credete che io sia? Già fatto, già concluso!! - fece amorevolmente, disguastando i vecchi anziani - Ma ditemi, come avete fatto a fallire, eh??

- Senpai, l'anima della piccola Clismatice aveva stretto un legame con un demone - strinse il pugno Francesco ancora arrabbiato con se stesso per aver fallito, ma poi Carlo continuò: - Anche se aveva stretto un patto con un solo demone, aveva al suo fianco due demoni. Uno spilungone e un quindicenne tutte e due vestiti di nero. Che umiliazione!

- Oh oh sapete per caso i loro nomi? Questo mi riporta a pensare a tanto tempo fa! Il mio caro Seba- entrò anche un altro shinigami composto ed elegante. Era molto inquietante, molto infuriato per tutto il baccano causato da Grell così lo soddisfò:
- Sutcliff, parlano di quei demoni di 2 secoli fa, contento? Ora tornatene a lavoro, e voi due. - si rivolse a Francesco e Carlo - Recuperete il test con quest'anima, sia ben chiaro anziani, non è favoreggiamento, ma come avete detto voi sono molto promettenti e ci possono servire.

- William T. Spears siamo d'accordo con te. -

Intanto Grell provò di buttarsi tra le braccia di Will con insuccesso, mentre gli anziani shinigami decisero il verdetto finale per i Nevito: - E così sia, Francesco e Carlo Nevito, vi occuperete dell'anima consegnatovi dal vostro senpai, non ammettiamo altri errori. Mentre tu, Sutcliff! -
Grell si ricompose e si mise sull'attenti: - Sì, signore?!

- Tu ti occuperai dell'anima persa, prova a sottrarla a questi... demoni. Il nome è Julia Clismatice, il giorno preciso sarà tra tre mesi, due ore e trentasei minuti. Ci siamo intesi?

- Certo! - e se ne andò saltarellando e pensando: "Evviva! Rivedrò il mio Seba-chan!!! Awwwwwn!"

In quel momento Sebastian ebbe i brividi, mentre Ciel lo guardò indifferente, era piuttosto scocciato per aver "lavorato" così tanto, ma quando lesse l'orologio, vide che erano le 21.30 e i genitori di Julia sarebbero tornati presto, così svegliò la fanciulla:
- Julia, alzati.

- E' finita? - stroppicciandosi gli occhi. - Che ore sono?

- Sono quasi le ventidue, i tuoi stanno per arrivare, hai fame? Sebastian prepa-

- No! Non serve, va bene così. Senti Ciel, dimmelo, sono stati ancora qui, vero?

- Di che parli? - Ciel fece l'indefferente, perchè era sicuro che Julia dormì in quelle poche ore, ma ora gli venne il dubbio, e la ragazza lo notò: - Non serve che lo nascondi, verso gli ultimi atti, quando è caduto l'armadio mi sono svegliata. E ho ascoltato attentamente. C'erano Francesco e Carlo?

- Sì, scusa causa mia, Sebastian rimetti in piedi l'armadio e sistema i libri.

- Lo consideri già fatto, signorino. Lady Julia è sicura che non vuole niente? Oramai devo preparare la cena per i vostri genitori.

- Sì, sono sicura Sebastian grazie per il pensiero, ma non ho fame. - e sorrise gentilmente al mero maggiordomo, ma poi si rivolse a Ciel - Sono stati bocciati, ma credi che mi lasceranno in pace?

- No, Julia i tuoi guai non sono ancora finiti, mi dispiace ammetterlo mia lady. Ma... non si preoccupi, io non permetterò a nessuno di toccarla. - sorrise malignamente.

- D'accordo. -

Il campanello suonò e i genitori non si accorsero della battaglia svolta, e salutarono con entusiasmo la figlia annunciando a loro una notizia:
- Principessa! - fece il padre - Cara, come sai già, ci trasferiremo e io e tua madre abbiamo deciso di andare a Londra! Sei felice, Julia? Ciel sei d'accordo anche tu, vero?

- Padre, - si morse il labbro, Ciel aveva ragione, non avrebbe mai negato niente ai genitori - sì... sono contenta. -

Il viso di Julia si rattristì e il ragazzo rispose, provando anche di tirarle su il morale:
- Signori Clismatice, se la mia Main House è ancora in piedi, ecco vi proporrei di stare da me. - chiese con fermezza e impassibilità; Julia fu sorpressissima tanto quanto i genitori che accettarono, ma anche se era emozionata di vedere la vecchia casa di Ciel, dentro di sè si sentì una stretta al cuore. Infatti, quando andò in camera sua, lacrime calde rigarono il viso della ragazza, e il giovane conte rimase a guardare.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

La villa dei Clismatice non è stata mai così silenziosa, erano le sette e mezza e Julia si alzò di buon umore senza svegliare Ciel nel letto davanti, che era ancora avvolto tra le coperte, mentre uscì sgattaiolando dalla porta e attraversò il lungo corridoio a passo felpato per dirigersi in cucina, incontrò Sebastian:
- Goodmorning, Sebastiaaaan. - salutò a bassa voce il maggiordomo che si limitò a un cenno del capo e a sorriderle con aria mattiniera. Julia pensò che Ciel era davvero un demone dalle mille risorse e che stava adempiendo ai suoi doveri eccellentemente, ora gli serviva dormire, anche se i demoni non ne hanno bisogno, infatti si rispose con un "sarà abituato" o così via; infatti "dormire" era piuttosto una sorta di dessert a un pasto abbondante, un piacere mangiarlo ma inutile e alla ragazza non importava l'apparente natura del fidanzato, ma si concentrò più in quello che era il suo interno, anche se era dannato. A vita.
Julia incontrò anche i genitori, che la salutarono velocemente perchè stavano per uscire, lei capì poi che era tardi e così si affrettò e se ne tornò in camera dove la solita routine si svolse; Sebastian spalancò le ampie tende blu scuro e svegliò preciso il suo signorino alla otto meno dieci, per permettere a Ciel di salutare la ragazza mentre prendeva lo zaino, ma invece di impartire l'ordina del giorno gli disse solo con occhi dolci e comprensivi:
- Ciel, ieri hai fatto tanto, oggi sei libero di fare ciò che vuoi. A dopo! - e chiuse la porta silenziosamente dietro di sè; il ragazzo si voltò da Sebastian e con una espressione come del tipo: "Cosa le è successo?" il maggiordomo lo avvertì del suo stato d'animo molto "instabile", infatti oggi avrebbe avvertito tutti del suo eminente trasferimento e non seppe nemmeno se esserne dispiaciuta sul serio, però in cambio costrinse i genitori a portare con sè una sua amica.

Quella sera, i genitori accettarono le condizioni anche se si chiesero chi fosse, pensando che volesse solo Ciel accanto ma la richiesta comunque sorprese tutti:
- Può venire Delia con noi? - fu diretta e incisa, inutile girarci intorno, pensò.

- La signorina Sorentina? La tua ex cameriera personale, perchè? - chiese il padre. Ma entrando nella conversazione, Ciel evitò ulteriori domande inutili:

- Da quel che ho capito tieni molto a lei, vero Julia?

- Assolutamente no, mi sto abituando a essere una Clismatice, tutto qui, quindi... Posso? -

Li guardò dritti negli occhi convinta, non avrebbe mai accettato un no come risposta, come loro da lei, e alla fine i signori Clismatice cascati alla balla inventata dalla figlia, essendo felici che la loro prinicpessa capì pienamente il suo ruolo di erede del casato Clismatice; niente rese più entusiasti i genitori di lei, così prepararono alla svelta le valigie e i bagagli, Ciel stimolato da quel senso di responsabilità fasulla, inseguì Julia nelle sue stanza per preparare il tutto.

- Mi spieghi perchè tu voglia portare quella cameriera della reggia estiva con te? Meno siamo, meglio è. Ricordalo. -

Come ignorato, lei aprì la prima valigia e ci infilò tutto, Ciel si permise di aiutarla così forse gli avrebbe risposto ma rimase silenziosa, i suoi pensieri inaccessibili e impenetrabili rese ancor più implicabile la voglia di Ciel di sapere:
- Perchè non rispondi? -

La guardò male e crucciato, la ragazza si voltò verso di lui e chiudendo la prima valigia, si portò qualche ciuffo dietro l'orecchio e sospirò, rispondendo:
- Shalla, ok? Non serve che tu lo sappia, è solo... che non vorrei sclerare quando ci sei tu, non è un bello spettacolo. -

Ciel non si arrese e provò ad allentare la discussione cambiando argomento un po' più attuale:
- Julia. - la chiamò e lei lo guardò con l'espressione "dimmi tutto" - Cosa significa shalla? Sclerare? E accollarsi? -

Rimase a bocca aperta, non poteva crederci e balbettò:
- Eh? Davvero non lo sai? - chiese incredula ma non sorpresa - Perchè non me l'hai mai detto?! -

Si mise a ridere con piacere, il ragazzo rimasto di sasso e quasi imbarazzato dalla richiesta farfugliò:
- Non ridere. Non è colpa mia se non lo so e questo mi fa rabbia.

- Quindi ti rode il culo!! Ahahah - rise a crepapelle quasi a lacrimare, Ciel sbuffò e in quel momento la ragazza capì che era ora di smetterla, dopotutto non era sul serio colpa sua.

- Scusami Ciel, allora "shalla" significa che devi stare tranquillo e che non importa molto, qualsiasi esso sia l'argomento!

- Da dove li hai presi questi termini così absoleti?!

- Non sono "absoleti" come dici tu, ma è la "terminologia giovanile" come definiresti tu! Uhm poi, sclerare, cioè impazzire e prendersela con il primo che capita! Non sai quante volte è difficile trattenersi!

- Certo, che ne dai di scocciature tu.

- Ciel, ti prego non fare così, che mi viene poi la voglia di baciarti, e invece il termine accollarsi è quando tu stai sempre intorno a una persona, per esempio uno stalker ma molto più col fiato sul collo, pesante da toglierselo sulle spalle, capisci?

- Cioè, quando quei due Shinigami ti stavano appiccicati e arieggiavano su di te, quello si definiva accolarsi?

- Sì! Esattamente, sei veloce a capire! -

A scuola Julia annunciò che non avrebbe frequentato per un periodo indeterminato e che appena i suoi genitori avranno finito il lavoro all'estero lei sarebbe tornata. Sì, Julia mentì perchè non volle dire addio a tutti i suoi compagni, ne era abbastanza sicura che li avrebbe rivisti e che sarebbero stati molto utili in futuro prossimo; volle prendere la sua vita come fece Ciel, una partita a scacchi, perchè tutto quello che aveva erano piccole persone facili da ingannare e che non proveranno mai a capire siò che è giusto e sbagliato.

- JULIA!!! - una ragazza molto alta, slanciata, vestita di rosso le saltò adosso, la Clismatice non la conosceva ma quella prese subito molta confidenza - Cia-o!

- Ehmmm chi sei tu? - Julia la squadrò per bene, sembrava un adulta, e non solo era roscia, era così intrigrante e felice, ma non contagiò la ragazza. Ma al contrario dell'abbigliamento, i suoi occhi erano di un verde profondo.

Si presentò: - Ah ah sì, scusami, sono Grelly Sucflitt e sarei stata la tua nuova insegnante di matematica! Sai, ho saputo che tu sei la migliore della classe nella materia e volevo conoscerti di persona! - sprizzò cuoricini da tutti i pori, ed era disgustusa, ma le prese le mani e la guardò intensamente con occhi adoranti - Sei molto bella, saresti perfetta con il rosso!

- E-ehmm si... certo. Ma anche no, mi scusi - staccò il contatto, perchè per un momento ne rimase affascinata, ma distolse la sguardo e le disse freddamente: - Mi dispiace per lei, ma io me ne andrò.

- Per sempre?

- No, fino a quanto potrò, comunque professoressa..?

- Non ricordi il mio nome?? Sucflitt!!

- Sì. Prof.ssa Sucflitt, non si preoccupi, la classe andrà anche meglio senza di me! E... le darò ascolto, ma lei non deve avere più tanta confidenza con una Clismatice, non le conviene. - si voltò e se ne andò ma quella signora bisbigliò qualcosa a bassa voce, però si fece lo stesso udire:
- Oh che spreco, una ragazza così, Degna Di Una Clismatice! -
Julia perse un battito, si sentì bloccare la circolazione e cercò di bloccarsi, ma non lo fece; Ciel la stava aspettando per andare a Londra.
"Chi è questa... persona? Come fa a sapere quali sono le qualità di una Clismatice? No, sarà una coincidenza e niente di più, non mi devo far influenzare da una simile sciochezza. Andrà tutto bene e passerò a Londra per la mia incolumità. E ritornata qui, dovrò recuperare."
Gli obiettivi furono fissati e decisi, ora niente poteva fermare la Clismatice, oramai tutto quello che era stato programmato andava fatto; Julia si incamminò tra le strade di Roma, memorizzando tutto ciò che poteva, ricordi che l'avrebbero aiutata ad andare avanti in un nuovo ambiente, ma poi giungendo al ripido viale che portava direttamente alla villa, la ragazza se la prese con comoda. Ripensò al primo momento in cui portò Ciel a casa, un segugio coi fiocchi ma abbastanza inquietante con il fedele e personale maggiordomo, come un corvo che seguì la sua preda, ma presto quella sensazione di timore nei confronti dei nuovi arrivati scomparì grazie ai sorrisi di Julia sempre stampati sulla faccia, che resero più facile ai genitori le giornate; perchè era grazie a Ciel e Sebastian se la ragazza tornò a ridere e portar gioia in coloro che la creddero persa.

- Ciao Ciel! - qunado entrò, ci fu Ciel ad aspettarla che si inchinò come gesto di saluto . - Tutto bene? Come è andata a te la giornata?

- Bentornata mia lady - Julia non resistì e lo abbracciò fortemente - Cosa hai mia lady? -

Lei rimase in silenzio, chiuse gli occhi e respirò profondamente, volle avere conforto anche se, se lo doveva aspettare che il demone-fidanzato non lo avrebbe fatto; Ciel rimase in silenzio e impassibile ad attendere che Julia si staccò ma fu Sebastian a interrompere il tutto salutandola:
- Oh, bentornata lady Julia, scusi signorino ma le volevo chiedere una cosa in privato, è possibile? -

Chiese gentilmente, mentre Julia lo guardò, anche se non era arrabbiata, il suo viso mostrò una certa sensazione di malaugurio.

- Qualcosa non va lady Julia? - inclinò un po' il viso sorridente.

- No. - lasciò la presa su Ciel - Tutto bene, io... vado a mangiare.

- Mia lady, spero che le piacerà la tenuta del Phantomhive. - disse Ciel prima che la ragazza se ne andò, e arrivata sotto la soglia rispose:
- Non ti preoccupare, non mi deluderà. Ne sono sicura. -

Il tono di Julia era tranquillo ma il termine giusto fu indifferente, come se tutto avrebbe perso senso, all'inizio quando vide Ciel era felice ma poi, ripensò al fatto che lui era favorevole al trasferimento; non voleva abbracciarlo, però sperava che con quel gesto potesse capire i suoi sentimenti.
La ragazza si sedette e incominciò a mangiare, il menù del giorno era una semplice minestrina, posò il cucchiaino ma ci giocherellò un po' prima di introdurla nel suo intestino, i suoi pensieri giravano come il liquido poco sostanzioso, il suo istinto la portò ad abbracciarlo, volle anche insistere ma era ancora troppo presto:
"Ma cosa pensavo? Cosa pensava? E' un demone, e solo un demone che vuole la mia anima, non me ne pento e mai me ne pentirò, ma a questo passo..." ridacchiò "non avrà mai la mia anima. Gli ho solo chiesto due e solamente due cose. La prima la sta svoglendo esattemente ma... la seconda è molto difficile da raggiungere, spero che ci riuscirà.
Vorrei, no. Voglio che ci riesca.
Deve, questo è quello che richiede il patto.

Il patto stipulato, che ci ha unito.

Quando tutto finirà, niente ci separerà.
Forse." 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

Julia giocherellò con la sua ministrina mentre Ciel e Sebastian parlarono in privato del trasferimento. Il maggiordomo fece delle ricerche sulla antica tenuta dei Phantomhive e riportò direttamente le notizie al suo padroncino:
- La Manor House è intatta sembra che ci abitano gli eredi dei vostri ex-servitori, come promisero in passato non hanno bruciato la villa, e che abbiano tramandato la protezione della casa come una tradizione di famiglia.

- Ah sì? Gli avevo detto di bruciarla o di farne quel che volevano e invece, hanno scelto di curarla fino adesso. Sono rimasti fedeli, eh? - inarcò il sopracciglio molto curioso di ritornare e di vedere come l'avessero trattata la sua vecchia Manor House.

- Signorino, saranno lieti di incontrarla, affermano che se non dimostrerete la potenza dei Phantomhive come racconta la leggenda tramandata, non potrete entrare. -

I suoi occhi rossi guardarono il corpo gracilino dal basso verso l'alto, saranno passati due secoli, ma la sua anima prediletta l'allettava parecchio ma la presenza che gli era dietro lo distrasse.

- Hei voi due, cosa state confabulando? - Julia finì di pranzare e si intromise all'improvviso, Ciel la notò fin dall'inizio e rispose con certa garbalità:

- La mia Manor House è ancora abitabile e pronta a ospitare. Solo se supero un... test. Mpf un gioco da ragazzi! -
La ragazza si avvicinò e lo avvolse da dietro con le braccia, aggrappandosi a lui come un koala, gli chiese:
- Che genere di test? Sai, io li trovo molto divertenti! -
Con il sorriso in faccia, Ciel girò di poco il viso e cercò di rispondere adeguamente a Julia, che tutto sommato si preparò ad ascoltare la risposta: - Dovrò dimostrare di essere Ciel Phantomhive! Tsk...

- Eeeeh? Io lo credevo più difficile! - la ragazza sbuffò ma continuò - Ciel Phantomhive è Ciel Phantomhive, se non ho sbagliato demone, sei inequivocavilemente tu l'erede del casato Phantomhive! -.

Scese dalle spalle di Ciel e lo prese per mano, disse che era ora di partire, i genitori la avvertirono che potevano avvantaggiarsi mentre loro li avrebbero raggiunti più tardi, Julia non vide l'ora di salire di nuovo su un aereo al contrario del fidanzato che non si fidò minimamente a - come li definì lui - aggegi volanti!
Sull'aereo, lei era molto eccitata dall'idea di andare a Londra anche se avesse voluto più che fosse una vacanza che un trasferimento, ma alla fine provò di trattenersi e chiedere al ragazzo qualche notizia di Londra, era infatti pur sempre la sua prima volta, mentre Ciel ci abitò. Due secoli passarono ma non ci potè essere tanta differenza, infatti il giovane rispose che lui non amò molto girare in città, comunque sia se ci andava era solo per doveri reali, e la ragazza lo sapeva il ruolo che svolse, glielo raccontò perchè era lei a volerlo, infine che forse si sarebbe dovuta preparare a qualsiasi inconveniente possibile. Al demone ritornò in mente, la vecchia fidanzata, Elizabeth "Lizzy" Middleford, si chiese se dopo la sua morte si cercò un altro fidanzato, e anche se i sentimenti per lui fossero stati molto forti, la sua famiglia non l'avrebbe certamente fermare la nobile stirpe così, Ciel avvertì Julia di questo presagio, come se la nipote di Lizzy sentirebbe attrazione verso un Phantomhive; gli vennero i brividi ma la ragazza poi in un certo senso lo rassicurò:
- Ciel, io ti ho evocato e questo - indicò il simbolo infertogli dallo stesso ragazzo - ti lega a me, Tu sarai il mio fidanzato finchè il contratto sarà valido. E' chiaro? Non ti cederò mai a nessuno. - lo guardò dritto negli occhi, i suoi marroni scuri pieni di determinazioni fecero credere al ragazzo che lei fosse facile da far ingelosire. Molto facile.

- Io non sono una cosa. - ribattè Ciel, le volle tenere testa.

- Ma la mia anima sarà il tuo pasto. - disse sicura, il ragazzo poi la guardò con aria di uno che aveva davanti a sè una che non si arrende, cocciuta come un mulo ma che difende le proprie idee con fermezza e impassibilità. Emise un suono simile a un < Umpf... > e Julia capì che la questione si fece divertente, e siccome occhi indiscreti erano puntati su di loro, lo baciò sulla fronte per simulare uno scambio di "tenere coccole". Nessuno doveva impicciarsi di affari che non li riguardavano, così Juia lo volle assicurare al meglio:
- Continuando il discorso, chiunque sia colei che cercherà di sottrarti da me, che sia la regina o la tua ex, io... puoi starne certo che non lo permetterò. Ok?

- Dovrei dirle io queste cose perchè aspiro alla tua anima. - si scambiarono uno sguardo serio reciproco, ma Julia cedette e non fece a meno di sorridere e compiaciuta spiegò:

- Sì, ma quella che è emotivamente attaccato a te sono io! - disse ironicamente, appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo, attese l'atterraggio a Londra, ascoltando la musica del'Ipod.

"Il contratto prevede che io sia il suo fidanzato che la aiuta a vendicarsi, ma il rapporto tra me e lei, è diverso da quello tra me e Lizzy, mi disse che debbo comportarmi nel mio stile...

- Voglio il Ciel Phantomhive che conquistò fama e potere ed era il cane da guardia della Regina! Sei tu? Vero!? -

Sì, sono io. Non vuole che cambi e così ho fatto ma... sembra non soddisfarla."
Il monologo interiore di Ciel continuò ore finchè non decise di chiamare Sebastian, il diavolo di un maggiordomo si sorprese alla richiesta del giovane conte:
- Come si rende felice una ragazza? -

Sebastian rimase di stucco, non capì dove volle parare il proprio padrone, così gli diede una risposta abbastanza vaga:
- Signorino, questa domanda è inapropriata date le circostanze, io la pregherei di aspettare anche se a questa "età" dovrebbe già saperlo... - fece il misterioso, tanto da irritarlo:
- Sebastian! Ma di cosa stai parlando?! Non mi devi mai mentire, violeresti il patto!

- La lady vorrebbe qualcosa? -

In quel momento Julia si svegliò da pisolino e togliendosi una cuffietta, chiese perchè Ciel stesse urlando così tanto, poi domandò al maggiordomo di accomodarsi; Ciel non rispose, Julia un po' ingenua non capì e fu distratta dall'annuncio:
- Siamo in arrivo a Londra. Siete pregati di allacciare le cinture e spegnere qualsiasi oggetto elettronico. Grazie. -
Lei si affacciò al finestrino e stringendo Ciel su un braccio, costrinse anche lui di guardare, a Julia le brillarono le pupille per aver visto all'orizzonte un panorama spettacolare:
- Ciel! Siamo vicini! -

Il suo sorriso era largo km e il conte non battè d'occhio a contraddirla, se la sua lady era felice lui si potè ritenere soddisfatto; l'atterraggio fu liscio come l'olio e tutti i passegeri scesero, Sebastian andò a prendere i bagagli mentre i due ragazzi uscirono a chiamare un taxi:
- Julia, ma cos'è un taxi?

- Giusto, non ne avevi mai preso uno, allora...-

- Madmoiselle? - un accento francese attirò Julia - Nice to meet you!

- Ehm... dunque, h-hello! - e bisbigliò velocemente al ragazzo: - Ciel aiutami!

- How can I help you? - fece Ciel con un inglese raffinato. - Where are you from? France?

- Ah, vedo che parlate l'italiano! - il francese cambiò subito accento e i due rimasero come pesci lessi, che furono presi in giro, ma poi quel ragazzo quasi simile a Sebastian ma con occhi verdacqua si presentò: - Mi chiamo Cristian, ma anche Cris, scusatemi e che ho origini francesi, ma ho studiato in Italia l'anno scorso e quest'anno sono tornato a Londra, e... pensavo che potreste aiutarmi!

- Sì! Se possiamo, sì! Io sono Julia Clismatice, mentre questo è il mio ragazzo, Ciel Phantomhive!

- Piacere. - diretto e con sguardo omicida. - Come possiamo aiutarti, allora?

- Sto cercando, ehm... due o tre persone, ecco i nomi sono... - controllò la lista e si prese uno spavento gigantesco da farlo prendere anche a Julia, che fu sostenuta prontemente da Ciel - S-s-siete voi!!!

- Sì, io sono Julia e lui è Ciel. Chi cercavi? - Julia non capì minimamente a cosa alludeva.

- Voi! Ma... dovrebbe esserci un terzo uomo no? Aspettate che controllo...

- Sebastian Michaelis. - rispose Ciel per non far perdere tempo - Sta per arrivare con i baggagli, e tu chi sei? Che cosa vuoi da noi?

- Oh giusto, sono il servitore che deve farvi da scorta alla tenuta Phantomhive, siccome è lontana da qui, abbiamo pensato di venirvi incontro, e poi la leggenda dice che "solamente il vero Ciel Phantomhive e il fedele maggiordomo Sebastian Michaelis sanno la strade per arrivare ad essa", quindi il vostro test incomincia da ora, conte! -
In un certo senso, il test si basò al ritrovamento della strada di casa, Julia rimase sorpresa, non capiva:
- Ma se voi siete venuti a farci da scorta, perchè dovremo sapere noi la strada di casa, in pratica tu non faresti niente!

- No, in realtà io vi mostrerò fino a un certo punto la strada, ma poi incontreremo tre bivii, e quello che pensa di essere Ciel Phantomhive, dovrò condurvi alla strada giusta e il seguente bivio, in tutto il test è composto da questa prova e un ultimo che vi attende alla villa! -

Spiegò chiaramente le regole di gioco, e Julia ma soprattuto Ciel non si tirarono indietro, poi con Sebastian al loro fianco il gioco si sarebbe conclusa con una vittoria sicura. Il corvino arrivò con tutta calma con in mano le tre valigie una sopra l'altra, fu spettacolare che Cris lo elogiò:
- Lei di sicuro è Sebastian! Fantastique!!! Signor Michaelis venga!! E anche lei, madmoiselle Clismatice e monsieur Phantomhive venite! Non vorrete far attendere i vostri più grandi fan! Anche se mi chiedo come facciate essere uguali alle vecchie generazioni, mah sarà una coincidenza!

- Ah ah ah. Sì, una coincidenza... - Julia provò di trattenersi, infatti non era normale che due persone vissute due secoli fa vivano ancora ma, la storia delle generazioni era una buona scusa.

Si misero in viaggio, e con la macchina arrivarono in un incrocio, e si fermarono; Cris scese dall'auto e domandò:
- Qual è tra questi la strada per la Manor House? -

La prima era corniciata di rose bianche ma poco curata, mentre la seconda piene di foglie d'autunno spazzate e portate nei ambi lati della via ma con rose rosse che spianavano il cammino; Ciel e Sebastian scesero, la ragazza attese all'interno della vettura, era facile come primo "indovinello" se così si poteva definire. Però, anche Julia volle vedere le due strade, così scese e si affiancò a Ciel:
- Mia lady, cosa ci fate voi qua? - non si volse perchè si concentrò sulla risposta da dare.

- Perchè non mi vuoi qui? - ironicamente, lei le osservò distintamente, avrebbe scelto secondo i suoi gusti, che alla fine coincisero con quelli del conte:
- La strada a sinistra, con le rose bianche.

- Ne siete sicuro?

- Assolutamente. -

Cristian incitò di salire sull'auto e di proseguire con la strada scelta, Sebastian complimentò Ciel per la scelta giusta:
- Signorino, non si smentisce mai.

- Cosa dici Sebastian? Quindi questa è la quella giusta? Oh... anche se so che ami le rose bianche, Ciel la strada era comunque poco curata, mentre l'altra...-

- Proprio perchè era poco curata, solo pochi hanno l'accesso nella Manor House. E' lontana dalla città e da tutti, piena tranquillità. - osservò il finestrino e l'immagine veloce delle rose in piena sbocciatura - E le rose bianche poi, era un prova per vedere se il finto Ciel sapeva le mie preferenze. Sebastian è un ordine:
Giungi prima di noi alla villa, e prepara il tutto come la famiglia Phantomhive è dovuta da accogliere.

- Yes, my Lord.

- Ma Ciel, sei sicuro di riuscir a riconoscere anche i prossimi..-

- Ciel Phantomhive è Ciel Phantomhive. L'hai detto anche tu, no?

- Uhm. Sì... - Julia fu comunque dubbiosa, in quel momento non era lei a dimostrare la sua forza di volontà, ma Ciel fiero del suo nome. - Il Ciel Phantomhive che conosco, l'unico che conosco... la favola non ti rende giustizia. -

Sebastian aprì lo sportello dell'auto provocando un'ondata d'aria che spettinò i lunghi capelli di Julia, la quale si provò di sistemare il più velocemente possibile, perchè una Clismatice è aggrazziata e orgogliosa.
Ciel la guardò divertito mentre cercò un pettine nella borsa e i capelli in aria, ma Julia la trovò seria la questione; per fortuna che trovò una spazzola tra le mille tasche multiuso e Ciel le chiese:

- Non dovresti ossessionarti dall'aspetto esteriore.

- Huh? Lo so, ma come figlia di un stilista e una cosmetica mi dici come potrei essere non fissata con la moda? E poi, dai, già sono bassa se non fosse per te, lo sembrerei ancor di più!

- Con questo che cosa insinui?

- Niente, Ciel! Però... solo che tu mi piaci così come sei! -

La solita frase che tutti dicono, ma Julia lo disse con naturalezza e che provnì dal profondo del cuore, il conte Phantomhive era stupefatto che una ragazza così si fosse legata a un demone con un patto, sarebbe l'ultima cosa che si penserebbe, ma dietro a tanta felicità c'era vendetta e rancore, l'unico che consceva i suoi limiti e le sue paure poi, era Ciel stesso. I suoi occhi zaffiri non coperti da nessuna benda, fissarono la destinazione. La seconda prova era arrivata:
- Miei signori siam- Cristian notò con grande sbigottimento che mancava una persona all'appello - Ma cosa? Dov'è il signor Sebastian? Dov'è? Dov'è? - guardò in alto, in basso, a sinastra e a destra, ma poi si fermò notando una certa irritazione da parte dei due ragazzi - Ahah scusatemi, ehm ecco questo è il secondo bivio, lo enuncerò io stesso dunque: "Una missione affidò ai nostri avi, ed è quella di fare una fotografia al signor Sebastian.

- Tsk..! - si morse il labbro Ciel, come potevano sapere di quella questione - Sì, e allora?

- Di nascosto. Adesso che siete in sua assenza, possiamo dire che alla fine non ha saputo qual è la persona più importante per lui, giusto?

- Ciel, ma che davvero..?

- Madmoiselle è una questione molto divertente, mi creda! E siccome voi vi siete addormentato, il signor Sebastian vi ha fatto una foto che passa di generazioni in generazioni...

- Venga al punto! - Ciel fu molto irritato perchè consceva la domanda che gli venì proposta e il suo essere non lo volle ammettere:
- Chi è la persona a cui voi tenevate più al mondo? - con tono schietto e a bruciapelo, Ciel strinse i pugni e Julia notò questa sua strana reazione per la prima volta. La ragazza rientrò nell'auto e chiuse lo sportello e finestrino, sia Ciel che Cristian si chiesero cosa cavolo stesse facendo, e lei si mise le cuffiette e iniziò ad ascoltare la musica; era un modo inplicito di dimostrare che non le importò la risposta, qualsiasi fosse stata:
- Allore, conte? Risponda prego. -

Ciel rispose e Julia cercò di leggergli le labbra ma non esseno brava non capì, però lo sguardo annoiato di Ciel e una faccia felice dell'altro la fecero intuire che il giovane aveva superato la prova. Ciel la raggiunse in macchina e lei lo abbracciò come quel pomeriggio.
- Cos'hai mia lady? -
"Di nuovo, un abbraccio forte e comprensivo, peccato che non c'è niente di comprensivo in lei! Perchè mi guarda solo? Perchè non mi rivela i suoi pensieri? Lei vuole che io sia il suo fidanzato e se fa così sembra che non mi sto comporando come si deve, perchè se una ragazza non parla sono guai."

- Ciel, non voglio saperlo. Ehm... Cris proseguiremo vero?

- Esatto, il signorino Ciel ha risposto correttamente.

- Fiuuuu, - fece un sospiro di sollievo - bravo. Ciel Phantomhive è Ciel e basta. -
Gli disse Julia, il sorriso che gli mostrò, era tra tutti il più diverso.
Non trasmise nulla.

Nota d'Autrice:
Hello MinnaH! Ringrazio moltissimo sempre King of Jaguars e Pika_Pi95 per recensirmi ogni singolo capitolo, e oltre a questo che vorrei rallentare un po' l'aggiornamento. I miei impegni si sono triplicati - povera me >.< - e non so se riesco a postare i capitolo ogni tre giorni come all'inizio, quindi vorrei avvertire tutti i lettori e le lettrici che, l'aggiornamento sarà adesso di ogni 7 giorni. In pratica una volta a settimana, precisamente sabato. (E' l'unico giorno in cui sono più libera ^w^")
Scusatemi e grazie mille per aver letto e dato ascolto. *si inchina*
Alla prossima settimana!
Bye and kiss
Julia_Phantomhive

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
 

Il lungo viaggio stava per terminare, mancò solo l'ultima prova per arrivare alla villa del casato Phantomhive, ma Cristian improvvisamente si fermò in mezzo al bosco. C'era una sottile nebbia e con la scusa di una pausa, fece prendere una boccata d'aria ai due signorini, all'inizio Ciel si oppose perchè era quasi sera e il thè pomeridiano delle cinque fu addirittura saltato, cosa innaccettabile per l'intenditore; Cris spiegò che fu necessaria per l'esito finale, e allora il conte non protestò più.
Intanto che i due discutevano, Julia se la svignò un attimo a raccogliere qualche fiore; alla ragazza interessavano qualsiasi cosa che profumasse, attirata dai vari e diversi odori, andò a cogliere un bocciolo di rosa rossa che riuscì a notare sotto tutte quelle rose bianche che preferiva Ciel. Julia collegò il fresco profumo a una brezza d'estate, ma dolce e sottile, il suo naso non la tradì era una rosa canina selvatica. Eppure pensava che non ne avrebbe trovata una in mezzo alle sterling silver curate dai servitori del fidanzato, ma le faceva tenerezza quel piccolo bocciolo che lo prese con sè, e stando attenta alle radici, la mise ben nascosta in una tasca. Poi osservò attentamente ciascuna rosa bianca che emanavano un dolce profumo, ma interrotta dal squillante richiamo di Ciel e Cris, ritornò da loro con un sorriso affabile.

- My Lady, dov'era finita? E' ora di partire, finalmente arriveremo alla villa. - disse con tono sbrigativo.
- Oh quindi in mia assenza ti ha fatto l'ultima domanda?
- No! - rispose Cristian - L'ultimo test ve la farò arrivando alla Manor House! L'ultimo test consisterà in due cose!
- E allora perchè ci siamo fermati?! - chiese spiegazioni Julia stizzita, Ciel le appoggiò una mano sulla spalla e con lo sguardo le consigliò di non insistere. - C-cos'è questo silenzio, Ciel?
- Nessun silenzio, andiamo. - riprese freddo il conte.

Risalirono in macchina e dopo qualche minuto raggiunsero finalmente la villa, quando la lady scese ad ammirare, sentì trasmettere dalla tenuta stessa maestosità e potenza. Le attraversono dei brividi lungo la schiena, quelli furono anche piacevoli, che entusiasta di vedere per la prima volta l'abitazione di Ciel, salì subito le scale correndo e quando si spalancarono le porte, ritrovò in mezzo Sebastian che la fermò con un sorriso:
- La prego lady Julia di rimanere dove è. Il signorino ancora non ha superato l'ultima prova e con essa lei non ha il permesso di entrare.
- M-ma Sebastian cosa dici?! - sbuffò Julia - A-anche tu, ora..!-
- Attenda, non se ne pentirà, il signorino saprà superare qualsiasi difficoltà. Per esaudire ogni suo desiderio, ricorda?
- Quindi tu lo sai di che prova si tratta? -
Chiese preoccupata la ragazza, ma ad un tratto Ciel raggiunse Julia tutto ansimante, rimproverandola:
- My Lady qui siamo a casa mia, quindi la pregherei di aspettarmi!!!
- Huuuh ecco... - spaventata dalla reazione di Ciel provò a scusarsi - ... Ciel... scusami... è l'emozione, sai com'è! Eh eh eh... -
Il conte si ricompose e tossì coprendosi e guardò il maggiordomo in malomodo; Sebastian si sorprese un po', ma la sua espressione rimase invariata, poi giunse anche Cristian a perdi fiato e sfinito, cadde a terra:
- I ragazzi d'oggi hanno proprio tanta energia, eh? - dopo aver respirato affondo, rimase immobile ma i ragazzi gli misero soggezione e quindi continuò - Ehm scusate, padroni miei, dunque siccome è tanto che non facevo queste scale... ehm sì... Allora! La terza prova è suddivisa in due parti: la prima è quella di dirmi esattamente i nomi dei vostri ex-servitori e poi, ritrovare nel vostro immenso terreno una rosa canina e renderne omaggio sulla tomba del Lord Vincent Phantomhive e della Lady Rachel Phantomhive. -
Julia gli bisbigliò: - Ma loro sanno, che tu sei lo stesso Ciel Phantomhive di due secoli fa?
- Non ne ho idea, my lady.
- Sarete felici di rivederli, Lord Phantomhive?
- Io assomiglio solamente al mio antenato. Tutto qui. Quindi le pregherei, di..-
- Cristian! - Julia interrompò Ciel, prima che potesse pentirsene - Ehm, la rosa canina è qui nei dintorni oppure in questa vasta zona? Tanto per sapere, per cercare meglio...!
- La rosa canina? - fece Cris con vago sospetto - Sì, in realtà non lo so nemmeno io, ma dovrebbe essere in zona, non per forza qui al giardino, o almeno è quello che mi hanno riferito, signorina. -
Ciel guardò ancora interrogativo la ragazza, si comportò piuttosto strana e in modo ambiguo. Nascose qualcosa, ma lui non si intromise in affari che Julia non gli avrebbe mai detto; ancora tra le nuvole, Sebastian lo svegliò e lo aiutò con la prima prova:
- I nomi sono Mey-rin, la cameriera. Finnian, il giardiniere e Baldroy, il cuoco. -
Scandì bene le parole per farle capire bene a Cristian, che sorrise soddisfatto e si congratulò con il conte con un bel inchino e annunciò con gran vocione l'inizio della ricerca della rosa canina. Ciel neanche si mosse che ordinò:
- Sebastian, è un ordine: trova la rosa canina.
- Yes, My Lord. -

Sebastian scomparì in un men che non si dica, mentre Cris avvertì i nipoti dei nipoti degli ex-servitori di presentarsi in caso di vittoria o disfatta del conte. Uscirono cinque persone distinte, tutte giovani e di buona corporatura: la prima era biondo, molto giovane e aveva tratti francesi, con un mezzo sorriso e ghigno salutò e si presentò:
- Salve! Sono Bart il cuoco della tenuta! Sono rispettivamente il discendente del vostro ex-cuoco, Lord Phantomhive! - era entusiasta di vedere finalmente il propretario del magione.
Accanto a sè c'erano due ragazze e un maschio della stessa altezza, si inchinarono e con un largo sorriso accolsero in coro Ciel, e notando la compagna, anche Julia:
- Buonasera, signorino Ciel. Siamo felici di conscerla, e salute anche lei signorina Julia. -
Julia li salutò gentilemente e poi, continuò il giardiniere da solo:
- Noi siamo i discendenti di Finny, le mie due sorelle qui accanto si chiamano Tsubaki e Sakura, mentre il qui presente Finnian come il nostro ave. Tsubaki e Sakura si occupano della cura del giardino, mentre io del coltivamento delle rose sterling silver, le preferite del signorino giusto?
- A- ha. -
Ciel li squadrò ben benino, le ragazze erano sinuose, capelli lunghi castani chiari raccolti in un coda e occhi celesti, mentre Finnian assomigliò in tutto e per tutto al Finny di due secoli fa, solo un pochino più serio e meno infantile. Infine si introdusse una ragazza, dai capelli rossi bordeux corti e degli occhiali tondi appoggiati su di essi e con occhi taglienti ma gentili, e una veste da cameriera, non potè essere che la discendente di Mey Rin:
- Bentornato Lord Phantomhive alla vostra tenuta. - il suo tono per quanto fosse liscio e senza imperfezioni con un accento inglese, non balbettò ma fu lo stesso insicura - Sono Len, Len Gamì e sono felice di fare la vostra conoscenza. Sono la sorella maggiore di Cristian che già conoscete ma lui è nuovo di questi parti come voi. Io vi aiuterò per qualsiasi cosa vogliate, chiedete pure non esiterò ad ubbidirvi.
- Sì.
- Non servirà!! - urlò Julia, attirando l'attenzione di tutti - C'è, voglio dire, ecco... Ciel, ricordi? Io vorrei che Delia sia la mia cameriera personale. Scusa Len, per la mia impertinenza. -
Abbassò lo sguardo imbarazzato e come se non bastasse la cameriera si scusò a sua volta, Julia si sentì inadeguata in quel momento, come se fosse una rimpatriata lei non c'entrò nulla. Vedendo come si faceva tardi, la ragazza avvertì il fidanzato che a poco sarebbero arrivati i genitori, insieme alla signorina Sorentina, Ciel così ordinò a Sebastian di concludere in fretta, ma il maggiordomo tornò e si avvicinò alla ragazza:
- Chiedo venia, lady Julia ma lei emana un dolce profumo di rosa canina, non è che lei ha un fiore del genere?
- AH! - gridò venendole un colpo di genio - H-hai ragione, scusatemi Sebastian, ecco!! -
Frugrando tra le tasche, tirò sano e salvo il bocciolo di rosa; mancò solo depositare la rosa vicino alle lapidi, così porgendo gentilmente la rosa tra le mani di Ciel, Julia lo seguì preoccupata perchè si chiese se vedendoli avrebbe sofferto, ma lui era pur sempre un demone.

Arrivati, rese omaggio con la rosa e chinò la testa in segno di rispetto per i suoi "avi" o almeno è quello che riferì a tutti, e voltandosi tornò alla villa, seguito da quasi tutti i presenti; Julia osservò le tombe dei Phantomhive, la travolse un vento che portò con sè un odore di cenere umida, i lunghi capelli volteggiarono e quando si calmò il vento anche essi si fermarono, aveva appena piovuto a Londra e i gli alberi intorno resero l'aria pesante, la Clismatice notando che Ciel non si accorse che era rimasta indietro, cadde in ginocchio e confidò, sperando di non essere ascoltata:
- Piacere di conoscervi, ecco io sono Lady Julia Clismatice, erede della ditta Clismatic in Italia, figlia del conte Clismatice e marchesa Misslefost. E come voi eravate incaricati di essere il fedele Cane della Regina, io ho il compito di tener buon nome della mia famiglia, con Orgoglio e Grazia.
Beh dunque, non so se voi ne eravate al corrente, ma il vostro amato figlio è rinato demone e io... ho stretto un patto con lui. Non è stato il caso però, a farci incontrare, anzi vi devo rivelare che io sono una discendente lontana della ex-ragazza di Ciel, Lady Elizabeth Middleford. L'ho scoperto poco tempo fa, e ora riesco a capire meglio la leggenda, ma anche essendo una lontana parente, io in realta... già da tempo... ero-
- My lady!! - la richiamò Ciel tornando indietro a cercarla - Dove siete!!!
- Ah... Ciel mi sta chiamando, scusatemi, ma sono obbligata a ritirarmi. A presto Lord e Lady Phantomhive. -
Si alzò in piedi, si pulì le ginocchia e fece un piccolo inchino e corse per ritornare da Ciel, però quando si volse per vedere le lapidi ancora una volta, il piccolo bocciolo si illuminò, come se volesse significare che l'avevano ascoltata entrambi i genitori defunti. Sorrise a quel incanto e se ne andò, arrivando tutta ansimante:
- Aaaaah...! Scusatemi... di nuovo. Cosa mi sono persa? Allora, Ciel ha superato tutte le prove? - chiese molto insistente. Cris rispose allegro:
- Oui! Il giovane qui presente è il vero Lord Ciel Phantomhive e ha risposto correttamente a tutte le nostre prove! Siate benvenuti nella residenza Phantomhive! -.

Tutti si misero composti e aprirono i portoni della villa, un bagliore di luce e splendore accieccò l'ospite, e con grande stupore vide una hall immensa e lucente, non potè far a meno di dirigersi al centro prendendo Ciel per mano e ballarci con occhi gioiosi, mentre il conte non avendo ancora capito cosa fosse successo, quel poco della ragione che gli rimase, si votalizzò in aria. Ma qualche minuto dopo, l'entusiasmo si placò e con una faccia sorridente disse:
- Ciel! Non mi avevi mai detto che la tua villa fosse così bella! Posso dirtelo? -
Al ragazzo girò ancora la testa ma si riprese con la domanda: - Che cosa?
- Amo la tua Manor House. - osservando il soffitto, le pareti, i quadri, tutto con occhi adoranti alla ricerca di tutti i dettagli possibili, Ciel distolse lo sguardo per un secondo per guardare ciò che "amava" la lady, e poi lo riponeva verso di lei. La tenuta dei Phantomhive era enorme, spaziosa e accogliente, anche se all'esterno poteva sembrare simile alla villa Julia in Italia, alla ragazza suscitò sentimenti mai sentiti prima e il Lord lo notò.
- Lady Clismatice, vi porto nelle vostre stanze. - interrompò il momento Len. - Sign. Sebastian vuole una mano con i bagagli?
- No, la ringrazio. - sorrise - Ma credo che la Lady voglia alloggiare nella stessa stanza del signorino, ho ragione?
- Ciel, me lo permetti? - chiese guardandolo con la coda dell'occhio, aveva dimenticato che era lei a comandare, ma non si sentì nelle condizioni di ordinare, essendo nella proprietà dei Phantomhive.
- My Lady, se vuole sì. Farò sempre tutto ciò che vorrà. -
Julia annuì felice, ma prima che salirono gli scalini, il portone si aprì nuovamente e apparì Delia sconvolta, urlando e chiedendo aiuto; il cuoco e i tre giardinieri provarono di calmarla, mentre la Clismatice scese le scale stravolta:
- C-cosa è successo?! Delia! Delia! Rispondi!!
- Lady..! - pianse a dirotto - Lady..! I vostri genitori... sono stati rapiti!! - Julia si inginocchiò e con il volto coperto dai capelli non si intravide l'espressione, ma si potè ben immaginare la propria reazione, Delia si accasciò al suolo e si aggrappò alla ragazza e spiegò nonostante i vari singhiozzi - Non m-mi hanno presa perchè stavo facendo il check-in mentre i vostri genitori sono stati portati via da una macchina tutta scura!! Perdonatemi mia lady!!! P-perdonatemi!!
- Non disperare, Delia. - rialzò lo sguardo serio, fece intimorire tutti i presenti tranne i demoni che attesero il rispettivo ordine, ma poi si rivolse comprensiva con la propria amica, accarenzzandole il capo - Andrà tutto bene. Non credo che siano stati rapiti, ma semplicemente avevano delle faccende da sbrigare.
- E perchè non mi hanno avvertito, mia Lady? - Sorentina mostrò un viso piangente, ma sapendo che era indecente si asciugò subito con un fazzoletto offertogli da Finnian - Perchè non hanno detto nulla a nessuno?! -.
Julia non rispose, ma alzò e incrinò la testa verso le scale dove Ciel non aspettava che l'ordine, Sebastian al suo fianco era pronto a svolgerlo per non dare sospetti, oramai i servitori capirono che il mero maggiordomo era dotato di straordinarie capacità.

"I miei genitori... non sono stati rapiti. Ne sono sicura." pensò la ragazza "Non c'è bisogno che chiedo aiuto a Ciel. Però... solo per esserne sicura..." lo guardò per un istante, solo uno. Le si fermò il cuore a quel piccolo movimento di labbra e occhi blu-cielo congelanti puntati su di lei:
- Dimmi il tuo desiderio. -
Gli occhi del conte divennero rosa brillante, quasi rossi quando Julia aprì anche se di poco la bocca.
"My lady, sollecitarmi è ciò che conta."
Sebastian osservò la scena affianco del suo padrone, e Ciel composto con la mano appoggiata alla ringhiera aspettò, i suoi occhi parlarono per lui e finalmente la Clismatice si decise. Si alzò, con occhi chiusi si morse il labbro, strinse i pugni e quasi senza respiro disse:
- ... Ciel, io... - sospirò - e va bene, Ciel ti ordino di cercare i miei genitori! -.

Tutti spettatori della scena, videro con occhi increduli Ciel scendere le scale, raccogliere la mano delicata della Lady e baciarne il dorso; poi guardandola dritta negli occhi marroni disse chiaramente:
- Sì, mia Lady. -

Con le persone attorno, la ragazza si sentì scoppiare il cuore e il rosso del fuoco invadere il viso, distolse lo sguardo, non fosse mai successo, non rimase a godere il suo sguardo puntato su di lei e ribattè inconscia:
- Non tornare se non sono vivi.
- E se non fossero vivi? - chiese con innocenza sopraffina.
- Uccidi i loro assasini. Senza pietà. -
Un gioco di sguardi e piccoli movimenti, e Ciel capì che gli serviva tutto l'aiuto necessario per compire al meglio la missione assegnata.

- Ordino a tutti voi di far sentire Julia come a casa sua. Sebastian vieni.
- Come desidera, signorino. - dissero tutti in coro.
Dalla stessa porta dove Delia entrò, uscirono Ciel e Sebastian concentrati e seri, e Julia intenta a calmare la sua amica. Len, Sakura e Tsubaki le aiutarono a rialzarsi. Len prese Delia, mentre le gemelle Julia che non si resse in piedi ma non volle il sostegno di nessuno, bloccando il gesto gentile e dicendo solo un po' fredda:
- Ci riesco da me, grazie. Per favore, accompagnatemi nella stanza di Ciel.
- Come vuole lei, lady. - disse Sakura e continuò Tsubaki: - Vuole che Bart le prepari qualcosa di caldo?
- No.. no grazie. Aspetterò il ritorno di Ciel. Delia andiamo!
- Sì, mia lady. - ringraziò Len e si sorresse da sola inseguendo la signorina, che salì le scale e aspettò che la rossa le indicasse la stanza. - Mia lady è sicura di non voler niente?
- Sicura, non ti preoccupare. Grazie mille Len, posso chiederti una cosa?
- Qualsiasi cosa, lady Clismatice. - le sorrise in attesa.
- Prima cosa, non mi chiamare con il cognome. Fà uno strano effetto, dopo tutto. E poi, voi credete che il mio Ciel sia lo stesso di due secoli fa? - "Cosa impossibile per una mente umana, ma alla fine ci si fà l'abitudine..."
- Che strana domanda, signorina. Comunque sì, i nostri avi ci hanno cresciuti qui e ci hanno sempre detto che se il signor Sebastian sarà sempre accanto a Ciel, quest'ultimo vivrà per l'eternità. -
Un silenzio avvolse il corridoio, ma Delia non sapendo niente di questa storia domandò:
- Ma è... impossibile!
- Niente è impossibile, signorina Sorentina.
- Mia lady lei ci crede? - provò a chiedere sostegno alla sua padrona, che all'inizio si bloccò e guardò la porta della camera e con una mano appoggiata sulla maniglia la aprì, fece un passo avanti e Delia insistì, così Julia affermò:
- Io so che Ciel è Ciel e basta. Ora, vorrei riposare se non vi dispiace. Delia ti prego, prendi una camera per te, per tutto quello che ho bisogno ti chiamerò, e Len... scusa per questa domanda. Potete ritirarvi. -
Chiuse la porta avanti a sè, e Delia e Len la guardarono preoccupata.

"Che buio..." pensò Julia sospirando pesantemente, quando vide il bel letto baldacchino si sdraiò e sentì l'odore di Ciel uscir fuori dalle coperte "Dopo tutti questi anni, sembra che Ciel sia sempre stato qui." poi si voltò verso la finestra e guardò la luna splendere "Aaaahh... cosa sarà capitato? E perchè Ciel ci sta mettendo tanto?"
- Sono qui, my lady. -
"No, non è possibile. Non è lui." - si girò dall'altra parte e vide la porta, non c'era nessuno. - "Ecco, avevo ragione. Sono sola. Come al solito. E non mi piace." 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

Julia si appisolò, quando le ampie tende si spalancarono e la finestra si aprì. Un fresco venticello circondò la ragazza e come una melodia, una voce suadente le fece aprire appena gli occhi:
- Una lady così viziata. Nessuno ti vorrà, e sopratutto nessuno ti aiuterà. Sei da sola. Ti abbiamo presa che non avevi difese e protezioni e così morirai. Da sola. -

Julia si stroppicciò gli occhi, si alzò di scatto e si guardò intorno, respirò affannosa e sudò a sangue freddo, come ci si risveglia dopo un incubo; quando capì che la situazione era sottocontrollo, fece un sospiro di sollievo, si alzò per chiudere la finestra e prima che potesse fare lo stesso con le tende, fu affascinata dalla luna piena.

- E' stato solo un brutto sogno - convinse se stessa. - Ciel... Padre, madre... Londra è così bella. -

Bussarono la porta e una voce femminile da dietro la porta la chiamarono:
- My lady! - "sarà Delia..." - è sveglia?

- Sì! Cosa c'è? I miei e Ciel sono tornati?

- Ehm no! Lady venga a mangiare qualcosa! Non ha toccato cibo da quando è arrivata, può collassare se non mangia. -

Non rispose perchè non voleva mangiare, per una volta il suo stomaco non brontolò e quindi Julia aprì la porta e con un sorriso rifiutò l'invito, Delia così convinse Julia a scendere almeno per stare in compagnia ma la sua lady non accettò.
La cameriera si spazientì e con un tono deciso la obbligò:
- Lady Julia venga! E non faccia la bambina capricciosa e viziata! Perchè lei-

- Non sono viziata! - Julia lo urlò con furore che Delia indietreggiò. La giovane non capì la sua reazione davanti a quella parola. "Viziata" una parola come le altre, vedendo un po' di esitazione nel parlare, Delia si inchinò e con tono un po' più dolce le parlò:
- M-mi scusi, lady. Dicevo perchè lei non è così, lei non si comporta mai in questo modo, mi voglia scusare.

- Ah. No... perdonami te. V-vengo con te con piacere, così il tempo passerà in fretta. -

La Sorentina le appoggiò sulla schiena una calda vestaglia celeste e Julia scese al piano inferiore, c'erano anche Len e le sorelle Sakura e Tsubaki, che la incitarono a prendere un thè caldo e biscotti, ma la Clismatice rifiutò.
Non aveva per niente fame.
Passarono secondi, minuti, ore e l'attesa fu sempre più lunga. Un silenzio incombeva e le servitrici erano sicure che la lady non si sentì affatto come a casa sua, e questo comportava al non rispetto per gli ordini del signorino.
Julia si alzò all'improvviso e si diresse verso il grande portone dove appoggiò la fronte, era freddo e duro, attese qualcosa che la volle rassicurare o almeno aiutare a dimenticare, così per far volar via la preoccupazione continuò a ripetere tranquilla:
- Tutto andrà bene. Tutto... andrà bene.

- Lady... - dissero in coro le gemelle alle quali venne l'idea di giocare con lei, così decise e sprizzanti le dettarono le proposero una specie di prova: - Lady! Lady! Vuole giocare a "Riconosci i profumi"? - Julia si girò verso di loro, annuì e per il loro impegno di farla svagare cercò di sorridere, alle gemelle si illuminarono gli occhi e invitarono anche Len e Delia di giocare. - Il gioco è semplice, bisogna riconoscere i diversi profumi emanati dai fiori! Noi che curiamo il giardino del signorino abbiamo raccolto le varie fragranze, volete provare, lady Clismatice?

- Huh... sì, certamente. Ma non chiamatemi più con il cognome, va bene anche solo Julia. Ok? -.
Sakura e Tsubaki così si dividero i vari compiti: - Come desidera! Allora Sakura tu prendi le boccette, mentre io bendo le partecipanti! Venite pure qui! - invitandole di sedersi al centro della hall.
Tsubaki mentre bendò Julia, quest'ultima le domandò:
- Ma Bart, Finny e Cris dove sono? Stanno dormendo? Ma che ore sono?

- Sono quasi e mezzanotte e sì, lady. Abbiamo deciso di rimanere sveglie per voi, per qualsiasi cosa vogliate mentre i maschi vi hanno affidato a noi perchè lei è una ragazza e quindi ci potevamo intendere meglio. Sarà una scusa ma lo facciamo con piacere! Signorina è troppo stretta? -.
Il gioco iniziò e sia Delia che Len non riconobbero nessun profumo, al contrario di Julia che le azzeccò tutte sorprendendo le giardiniere. La Clismatice si divertì insieme alle altre, intorno a loro si era creata un'atmosfera piacevole e quasi famigliare, ma quando guardò l'orologio lesse:
- E' già l'una e mezza. Ci sta mettendo troppo, - si rattristò e la preoccupazione le assalì immediatamente - scusatemi. Ma io vado a dormire. - Se ne andò via come un razzo, lasciando di stucco le servitrici; appena chiusa la porta dietro di sè, a fior di labbra lo chiamò, non le importò più niente:
- Ciel vieni qui. E' un ordine. -

Neanche un secondo, che davanti a sè apparì il ragazzo con occhi rossi del diavolo. Abbassò lo sguardo e ancora appogiata alla porta, chinò la testa come se aspettasse solamente il suono dela sua voce, il conte rispose al suo ordine, anche se stava svolgendo ancora il precedente, ma su questo non si poteva discutere:
- My lady, mi ha chiamato?

- Sì, mi sembra ovvio. - era arrabbiata - Perchè ci ha messo tanto. Perchè? I miei e Sebastian, che fine hanno fatto? - Julia si trattenne a chiedere tante spiegazioni, non gli diede molto tempo per rispondere perchè ebbe la voglia di conforto. Il cuore le battè a mille e così gli cinse con le braccia il collo e gli bisbigliò sull'orecchio - Rispondimi. Adesso.

- Perchè i vostri genitori non sono mai sbarcati a Londra.

- Cosa? -

Il vuoto totale era dentro di sè e devastata dalla notizia, le forze l'abbandonarono e Ciel la resse da dietro le schiena, ma lei nuovamente bloccò il gesto, e provò a scuotersi per riprendersi da qual brutto incubo. Il conte la guardò con occhi fermi e vedendola risvegliarsi, chiamò il mero maggiordomo:
- Sebastian, vieni qui. -
Giunse e inchinandosi domandò:
- Signorino, cosa desidera?

- E' un ordine: rintraccia i genitori di Julia. -

Si chinò in ginocchio e con mano al cuore pronunciò fedele codeste parole:
- Yes, My Lord. -


La notte fonda e la nebbia fitta avvolsero la tenuta dei Phantomhive, dalla finestra della camera dei signorino provenì una luce. Alla fine del gioco, Tsubaki e Sakura andarono a riposare mentre Len e Delia non capendo il comportamento della lady, seguirono la lady fino alla porta, ma quando sentirono una voce iniziarono ad origliare; non scoprirono granchè ma poi sentirono due voci ben distinte e così preoccupate, aprirono con gran baccano la porta, notando che la lady era da sola.

- Lady Julia, sta bene?

- My Lady come può lasciare la finestra aperta di notte! - e andò a chiuderla - Potrebbero entrare dei ladri!

- Delia, Len che ci fate voi qui? Pensavo che foste già sotto le coperte! -

Rispose prima Len: - Lady, avevamo sentito una voce estranea e così siamo venute a controllare, ma sarà stato qualcos'altro. Ci scusi per l'intrusione. -

Julia pensò che allora stavano ascoltando la conversazione e ancora non ripresa dalla notizia dei genitori, non riuscì a inventarsi una scusa plausibile, ma poi sentì tra le mani il suo cellulare e così disse:
- Era una videochiamata con... con una mia amica. Ora vi pregherei di andarvene.

- Certamente, chiediamo ancora venia. -

Uscirono entrambe e subito dopo si sentì un tonfo al piano terra, era Ciel che entrò dal portone principale e le cameriere lo accolsero: - Bentornato signorino Ciel, ma... il sign. Sebastian?

- E i genitori della lady? - aggiunse Sorentina.

Ciel si tolse la giacca e cappello e li diede a Len, ma non rispose. Si diresse solamente verso la camera dove Julia lo aspettò per continuare la discussione ancora aperta; appena entrato lei gli disse che erano vicine a scoprirlo, ma poi il conte si buttò sul comodo letto accanto a lei e riflettè ad alta voce: - Julia dopo quella notizia credo che tu sia sconvolta, mi sbaglio? -
Non si chiese perchè fosse intento a scoprire i pensieri di Julia, ma Ciel si sentì il dovere di chiederlo, così si portò il braccio sopra la fronte per avere una visuale migliore diretta verso la corvina, che guardò fuori dalla finestra, i suoi occhi blu-cielo constatarono che pur essendo calma, era dentro di sè piuttosto nervosa.
La ragazza non negò e così gli rivelò i suoi pensieri: - Senti, Ciel. Ora l'unica cosa a cui penso è che i miei non hanno mai avuto l'intenzione di trasferirsi qui a Londra. Ma solo di sbarazzarsi di me. Non credo che Delia abbia mentito, no. Non lo credo, e di sicuro tu non ti sei sbagliato. Sono infuriata del fatto, che i miei non me la abbiano detto prima, preferisco la cruda verità al posto delle innocenti bugie, non sarà la prima volta che mi mentano, ma... so che sono persone ragionevoli e che se volevano potevano pure dirmelo, ora mi chiedo solo cosa mi racconteranno appena li contatterò. Quali altre bugie hanno in riserva per me... Non lo so, non lo so proprio... Ciel, dimmi. Tu che sei un diavolo, tu non menti se ti viene ordinato di dire solo la verità giusto?

- Julia, gli umani mentono. Spudoratamente. Ma io non posso mentire, niente che mi fermi, ma ti ho promesso devota fedeltà e tu riponi in me talmente fiducia che se la tradissi... Contravenirei al patto. -

La Clismatice si sentì scoppiare da tale arroganza nel tono del suo demone che rispose con tanta superiorità:
- Ma se tu violeresti il patto, io poi con chi mi diverto, eh? Io sono sicura che sarai Tu a prendermi l'anima, ma... ti chiedo una cosa, se fosse vero, che i miei genitori non mi vogliano, posso rimanere qui con te, per sempre?

- E la tua vendetta?

- La compirei a distanza e non avrei dubbi che non mi incolperanno mai perchè io sono qui a Londra. Quindi shalla e godiamoci finchè possiamo questa vacanza. Unico problema è la scuola, mah! Tu come facevi Ciel? -

Julia fu molto brava a cambiare discorso, anche se Ciel rimase concentrato su quello, ma con una abile riposta riuscì a riportare la discussione a suo vantaggio: - Mi insegnava Sebastian. Quindi se sei sicura che i tuoi genitori non vengano qui, posso far ritornare il mio maggiordomo? -.
Scese dal letto e si stiracchiò ben benino, con gli occhi che si ritrovava, Julia gli comunicò solo con lo sguardo che poteva fare ciò che voleva, ma che non doveva tirar fuori di nuovo il discorso dei genitori perchè non sapeva se le faceva soffrire o tirar fuori un respiro di sollievo, non aspettava altro che spiegazioni dai diretti interessati ma fino ad allora la questione era chiusa. Ciel intuì e decise di aiutarla ad addormentare, per una come lei il sonno era fondamentale, anche se la conosceva solo da pochi mesi.
Per fortuna, le cameriere avevano già disfatto i bagagli e Julia si cambiò velocemente, al contrario del giovane che fece fare tutto a Sebastian. "Niente è cambiato da lì a qui" pensò la Clismatice "almeno, forse, potrò stare di più con Ciel... Ma non posso negare che senza i miei io non posso fare un granchè nella vita. Più ci rifletto, meno riesco a capire, ma Delia mi avrà ingannata? Spero di no... è mia amica devo fidarmi di lei!"

- Fidarsi delle persone? Ma come siamo autocommiserevoli, eh?! Ahahah! Oh, piccola Clismatice siete così pura e ingenua. La fiducia la si deve dare solo a se stessi. Non hai visto come il tuo adorato ragazzo ti ha lasciato e venduto? No? Beh il fatto che tu sia qui è una prova. -

- No! No! Non è vero! Smettila!! -

Julia si tappò le orecchie e si raggomitolò dentro di sè come un riccio, chiuse gli occhi e continuò a scuotere la testa, Ciel e Sebastian intervenirono subito, il maggiordomo la fermò mentre Ciel le ripetè:

- Lady! - la scosse una volta - Lady Julia! Si calmi! - lei continuò ad agitarsi, la testa le faceva male, molto male come se percepisse dei segnali che le davano fastidio, ma il demone ispezionò la zona ma non ci fu nessuna interferenza, capì che il problema era interno, qualcosa le faceva male - Julia calmati adesso!! -

La scosse nuovamente, niente da fare, la lady perse il controllo di se stessa, riuscì a liberarsi da Sebastian e con una mano a cuore strinse più che poteva, le faceva male, insieme alla testa che si sentì pulsare. Fece piccoli respiri sempre più brevi e Ciel guardandola negli occhi potè intravedere paura e rabbia unite insieme, fermò quel suo incessante inalazione d'aria con un bacio.
Come una respirazione bocca a bocca, il giovane le passò l'aria; Julia finalmente rinsavì e staccandosi da Ciel, lei ritornò a ragionare con calma, il ragazzo vedendo il cambiamento, si sedette a terra e con le braccia distese controllò di nuovo gli occhi della ragazza: era consapevolmente terrorizzata.

- My Lady, cosa le è successo? Perchè state tremando, avete freddo?

- N-no, non sto tre-tremando. - provò di alzarsi in piedi con l'aiuto di Sebastian, ma non aveva forze e così cadde al primo tentativo di muoversi.

- Non neghi l'evidenza, lady Julia. - Sebastian, per la sua obbligata estetica, fu gentile nei suoi riguardi e la tirò su per farla sedere nel comodo letto, porgendo poi una tazza - Lady beva del thè verde. Lo gradisce anche lei, signorino?

- Sì. - si affiancò a lei, allungando poi il braccio e prendendola per una spalla l'avvicinò a sè, Julia si sorprese ad avere la testa talmente vicina al suo cuore - Ha rivissuto il passato, vero? My lady, ricordi spiacevoli hanno attraversato la vostra mente vi capisco. - la ragazza non rispose, socchiuse solo gli occhi e bevve la tazza fumante - Ma la domanda che vi pongo ora è... lei è capace di affrontare coloro che vi hanno fatto soffrire? -
Alzò lo sguardo su di lui, gli occhi blu cielo videro il proprio riflesso specchiare su quelli marroni scuri e Julia con sguardo "dolciastro" rispose: - Assolutamente. Senza pietà.

- Questa è la mia lady. -

"L'ha fatto solo per la sua estetica, nient'altro. Ma io lo amo lo stesso."

Nota d'Autrice:
Scusate il ritardoooo!! >.< Perdonoooo ç.ç!!
Ieri sono tornata a casa stanchissima, che mi sono scordata di postare il capitolo, spero almeno che vi sia piaciuto! Alla prossima!
Bye and kiss
Julia_Phantomhive

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

Il mattino seguente Ciel si svegliò e vide la ragazza accanto a sè a riposare sotto le coperte. I lunghi capelli di lei erano neri come le cenere e sparpagliati con i riflessi del sole che li schiarì un po', bussarono alla porta; Sebastian entrando, rimboccò i cuscini della lady e si avvicinò al padroncino:
- 'Giorno signorino. Rimanga ancora a letto a far compagnia alla lady, non avete nessun impegno per oggi, riposate finchè potete. - terminò con un innocente sorriso.

Il conte lo guardò storto ma riponendo ancora una volta lo sguardo su di lei, i suoi occhi erano chiusi e respirò profondamente e con un accenno di sorriso stampato in faccia, sembrava una ragazza senza colpe.

- E sia. Sebastian prepara del latte caldo con miele. Vorrei che lei si svegliasse con un dolce aroma nell'aria -.
Ciel alzò le lenzuola per rimettersi a dormire, e si sdraiò in direzione di colei che comanda.
-Yes, My Lord. -


- Siamo mattinieri, eh? Signor Sebastian? -.
Una voce femminile e anche un po' insicura, fece interrompere il maggiordomo il suo lavoro e costretto a ricambiare il saluto: - Buongiorno signorina Sorentina, anche lei Len - entrarono anche il cuoco e i giardinieri - Oh ci siete anche voi altri? Bene. Vi posso chiedere di aiutarmi a preparare la colazione per i due signorini? - e pensò di conseguenza:"Speriamo che siano migliori dei loro predecessori..."

- Ma certamente! - rispose allegra Len - Sakura, Tsubaki andate a prendere i fiori bianchi, Bart aiuta il sign. Sebastian mentre io e Delia lucidiamo l'argenteria! Su! Non c'è tempo da perdere!

"A quanto pare sì... Per fortuna, ma saranno in grado di proteggerla? Se è ancora in piedi la villa, è probabile. Mah, continuiamo a preparare la colazione."
Tutti si misero a lavoro e molto presto il lavoro fu svolto brillantemente, Sebastian gliela portò direttamente in camera e con lo spalancar delle tende, entrambi i giovani nobili si svegliarono; il sole penentrò e nella stanza c'era un dolce tepore, era un bella e calda giornata d'autunno.
L'atmosfera era calma e silenziosa, ma piena di vitalità e ciò era inqiuetante per Ciel.

- My Lady, oggi come si sente?

- Posso sapere perchè mi dai sempre del lei? Ciel, io e te siamo o non siamo fidanzati? Se non lo siamo beh dimmelo chiaro e tondo. Farei a meno di questi inconvenienti, e facciamola finita all'istante, uccidiamo tutti, mi faccio divorare l'anima da te e così tutto finisce. Almeno entrambi otterremo quello che vogliamo. -
Julia era un po' irrascibile di prima mattina, cosa che sapevano tutti, tranne se lei era conscia di andare a scuola. Lei stessa si stupì ma a quella scenata, Ciel capì come si doveva comportare e anche cosa dire:
- Scusa Julia, - si avvicinò mentre lei sorseggiò del latte caldo -è vero siamo fidanzati, e se non lo desideri tu, il patto non avrà mai fine. -

Sebastian sorridente aveva visto come agiva il suo padrone, ma ebbe anche lui il suo gran da fare, così quando il padroncino lo fece ritirare, lui se ne andò.
Ancora sul letto i due rimasro fermi a pensare, quando Julia con movimenti lenti e sensuali si allungò con petto mezzo scoperto, lateralmente verso Ciel e gli bisbigliò:
- E' un ordine. Tentami. Tenta la tua padrona con dolci sussuri per condurmi e affogare nel piacere. Ti prego. -
La sua voce più tentatrice del diavolo stesso, portarono al ragazzo l'impulso di mettersu davanti a lei, le prese la mano e ne baciò il dorso, e con atto solenne diede inizio ai giochi:
- Sì, mia Lady. -

Accarezzò con una mano la pelle dorata facendo con le dita un dolce movimento dall'alto verso il basso, e l'altra la teneva fra i capelli soffici ma neri come le tenebre che li circondava. Invece le labbra erano appoggite all'altezza del collo e la spalla sinistra, in quella piccola curva dove, come un vampiro riponeva i suoi canini, Ciel le fece un vistoso succhiotto, la ragazza non potè fare a meno di emettere un piccolo gridolio.

- Nnngh... N-niente mal---e.

- Lieto di sentirlo. - rispose Ciel compiaciuto. Così continuò, e finì col baciarla intensamente, la lingua del demone si introdusse nella bocca di Julia, lei chiuse gli occhi e ascoltò quella melodia che le esplose in bocca, come se le lingue danzassero. La mano, che prima toccò la soffice pelle, affondò e sgattaiolò più in basso, lei sentì piacevole formicolio, ma quello era il momento di fermarsi; con le mani provò di allontanare di poco il ragazzo, ma era talmente piacevole che Julia emise solo suoni di pura felicità.
"E'... E'... E' davvero bra---vo... in tutto... aaaw..."
La fortuna di Julia l'assistì perchè in quel momento, uno squillo di cellulare riuscì a interrompere le azioni di Ciel che al segnale di chiamata si irrigidì subito.

- H-hai adempito alla p-perfezione al tuo dovere. - ansimava e degluttendo ringraziò il ragazzo - Grazie, Ciel.
- Disposto. Sempre disposto. -
Si staccò dalla ragazza e la lasciò finalmente respirare, lei sentì il cuore scoppiare, come se più sentimenti insieme si fossero riuniti per non farla più ragionare, ma il cellulare la fece riprendere. Vide la schermata, proveniva dalla casa a Roma, erano di sicuro i suoi genitori, pronti a rifirarle certamente a una scusa plausibile per la quale non sono venuti a Londra.

- Pronto? - provò di fare con disinvultura.

- Principessa! - una voce squillante come quella della madre non si era mai vista - Dicci che sei a casa di Ciel! Come stai?

- ... ehm sì. Sono già alla residenza dei Phantomhive. Non sapete che meraviglia che è qui..! - provò di fare la vaga con le uniche cose che sapeva per certo.

- Fiuuu... siamo sollevati, e anche molto felici di sentirtelo dire, il nostro volo è stato cancellato, scusaci cara, e tuo padre poi ha avuto un'altra proposta di lavoro, e io devo fare un meeting quindi non possiamo muoverci da qui... Riferisci anche a Ciel, e... diglielo anche tu, caro! - e Julia continuò per ore a subirsi tutte le bugie che le raccontavano. Era insopportabile, ma lei aveva l'innata capacità di sopprimere la rabbia per poi rivendicarla più tardi.
- Va bene, ho capito. - la chiamata si stava svolgendo al termine - Basta così, comunque vorrei rimanere qui a Londra per qualche mese come patuito.

- D'accordo principessa. Torna quando vuoi, saremo qui ad aspettarti. Ricorda, Roma non è bella senza di te.

- Sì, - "come no" - a presto. Padre, madre. Bye. -

La chiamata finalmente terminò, a Julia le sembrò di trascorrere i 5 minuti più lunghi della sua vita, Ciel rimase in attesa di suoi ordini davanti a lei. Non si erano ancora cambiati, ma Julia era quasi spoglia al contrario del conte che aveva adosso la camicia da notte.
- Oggi cosa vuoi fare? Eh, Julia? - la guardò dritta negli occhi, lei arrossì ma gli occhi gelanti la riportarono coi piedi per terra. - Ti propongo di farti fare una giro di Londra, ti va?

- Bella idea. Ma so benissimo che a te non piace molto andare in giro per i negozi, e neanche io. Dunque, vogliamo lavorare un po'? Dalle vostre ricerche, c'è qualcuno che abita a Londra?

- Sebastian! - con uno schiocco di dita il maggiordomo controllò la lunga lista, e ne risultarono due: Federico De Camerana e Angelo Comedini; tutti e due di origini italiane ma pare che i genitori abbiano avuto più fortuna all'estero e quindi si sono trasferiti, entrambi possederono le catene di thè più pregiate, e inoltre come ci si aspettò i due fecero coppia con Julia, il primo nel 2001 mentre l'altro nel 2004. Ciascuno l'amò, a modo suo, quando Federico scoprì questa promessa di matrimonio tra lei e Angelo, lui fece di tutto per impedirlo, e allo stesso tempo Angelo scoprì che fu l'ex di De Camerana e questo provocò problemi per l'accordo finale. Tutti e due i ragazzi pensarono che lei fosse una doppia giochista, ma non era così, nessuno mai le aveva chiesto cosa provasse lei che non seppe nemmeno che i due erano rivali, infatti lei fu solo la pedina dell'impero commerciale dei genitori, affari che fanno felice loro e la figlia, ma sopratutto loro, tutto questo fece irritare Julia. Una questione in cui lei non c'entrava affatto, e ne per la quale poi divenne la causa, non riuscì a spiegarsi questo, e così sia De Camerana che Comedini diventarono anche rivali in amore ma appena questi risolsero con un accordo dei genitori, annoiati dalla "causa guai" lasciarono una rabbia repressa per anni nel cuore della piccola Lady.

- Sai, Ciel? Ho una sola parola per quelli come loro. Stronzi.

- Non si addice però da una ragazza nobile.

- Già, hai ragione. Ma in questo secolo volano parole che non dovrebbero essere dette, e prima che incontrassi tu non moderavo affatto il mio linguaggio. Scusami Ciel, ma da adesso si balla secondo la mia musica! -
"E' questa la parte in cui dovrei aiutarla a ragionare? Oppure obbedisco a ogni suo desiderio? Vedremo. All'inizio dice di riconoscere il suo ruolo di erede dei Clismatice e poi, vuole ritornare a fingere una ragazza normale. Una che segue il gruppo...?"
- Ehi, Ciel. - attirò l'attenzione del ragazzo - Niente mi impedirà di compiere la mia vendetta, e tu. Tu dovrai essere al mio fianco. Una lady deve avere sempre un cavaliere, giusto?

- Sì, mia Lady. -

Prese la mano e la baciò, e con sguardo complice seguì la ragazza avvolta dalle coperte, verso l'armadio per scegliere i vestiti: le bastò prendere la prima cosa che li capitò cioè una camicietta a maniche lunghe e jeans, di sicuro il suo stile preferito. La pazienza di Julia poi ebbe il limite e lo concesse per l'ultima volta:
- Ti prego Sebastian, aiutalo a vestirsi in fretta, oggi non abbiamo tempo da perdere. - sospirò come se invocasse i suoi avi - Dai, su su! Sai vorrei farteli conoscere al più presto, vedrai che uno come te, avido di giochi, saprai divertirti!

- Julia cosa intendi dire?

- Non ti preoccupare, lo scoprirai molto presto. - fece un po' la vaga, un po' perchè voleva tenerlo sulle spine e un po' per una ragione ben precisa; la ragazza dopo 3 anni di conoscenza sapeva in quale modo presentarsi e comportarsi davanti ai due giovani, erano proprio dei bambini forse cresciuti, ma sempre degli idioti. Diversi dalle vittime precedenti erano di certo, ma Julia pensò che con loro ci debba essere una entrata speciale, utilizzare il fattore sorpresa.
Prima però, Julia si fermò di colpo di fronte alla porta, e Ciel si spaventò di nuovo che avesse uno dei suoi ricordi, ma poi lei si portò il dito vicino alla guancia e chiese: - Ma... - Ciel fu tutto a orecchi - Dove abitano De Camerana e Comedini? -

Ciel e Sebastian si scomposero per una frazione di secondo per quanto fosse infinita l'innoceza di quella ragazza, e coprendosi con il pugno la bocca, il mero maggiordomo tossì e rispose francamente alla lady:
- Lady Julia, vi pregherei di non comportarvi così - Ciel pensò che in quel momento assomigliasse a Lau - ma i due signori abitano nella stessa residenza a qualche kilometro da qui. Anche loro riservati comprarono una villa in mezzo ai boschi, o così pare quel che mi hanno detto i servitori.

- Huh capisco. D'accordo, allora Ciel andiamo! -

Lo prese per mano e iniziò a correre, sconvolgendo con il suo entusiasmo il giovane conte; però notò che in Julia la notizia di rivederli non le dispiacque molto, quindi sospettò di qualcosa, e i due inseguiti da Sebastian, arrivarono davanti all'auto e salutati da tutti, partirono verso coloro che sarebbero stati le loro prossime vittime. 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

Quei pochi metri di distanza tra lui e lei, eppure nessuno dei due era interessato all'altro; sia Julia sia Ciel guardava fuori dal finestrino uno più annoiato dell'altro, Delia che era di fronte alla sua lady, entrò in panico perché non fosse felice e con tale panico chiese:
- Mia lady! V-vuole qualcosa? Ha sete, h-ha fame o è s-successo qualcosa, e volete raccontarmi? -
Julia si voltò verso la sua amica, gli occhi si erano fatti taglienti, e Delia come se avesse un coltello in gola non riuscì a emettere fiato, pensò che forse sapesse quello che era successo realmente con i genitori, e che sbagliò a sfruttare la sua fiducia nei suoi confronti per volere dei genitori.
- No, niente in particolare. -
Rispose con tale freddezza che la cameriera si sentì minuscola per mettersi in disparte. Ciel con la coda dell'occhio la guardò e vide che qualcosa non andava, pensò anche lui che forse non doveva venire Sorentina, ma insistette così che Julia si lasciò convincere; Sebastian guidava tranquillo ma poi disse rivolgendosi al padroncino:
- Signorino, volete prendere una boccata d'aria? Pare che i viaggiatori non siano al loro adagio.
- No, non serve. My lady, ti senti bene?
- Sì, benissimo. -

Tutti si domandarono cosa avesse Julia, all'inizio era entusiasta che andavano a visitare i suoi ex e ora era atterra come se niente potesse farla sorridere; poi la ragazza finì per accorgersene della preoccupazione che stava dando, così volle peggiorare le cose:
- Delia, noi due siamo amiche giusto? - la cameriera annuì - E dunque, non mi avevi promesso che non mi avresti mai mentito? L'amicizia non si basa sulla verità?
- Ma anche sulla fiducia altrui. - farfugliò Delia, sentendo quelle domande con tono di minaccia - Quindi mia lady non mi crede che i vostri genitori siano stati rapiti davanti ai miei occhi?
- No, non più oramai. Mi hanno chiamato stamattina, e mi hanno detto che il loro volo è stato cancellato. Cosa non vera, anche questa. - accavallando le gambe e appoggiandosi sul dorso di una mano, Julia diventò spietata, come se Delia fosse l’unica colpevole. Al momento.
- M-ma cosa dice?! Ora si mette a dire che anche i vostri genitori sono dei bugiardi? I Clismatice per giunta!
- Guarda che sono anch'io una Clismatice. Basandomi sulla fiducia e verità, potere e volontà si può ottenere tutto. Il mio cognome, Clismatice, adesso non ha nessuna influenza, tranne in quei pochi circoli che rispettano le regole della nobiltà. L'orgoglio e grazia sono i punti fondamentali per arrivare a ciò che si vuole, quindi anche per arrivare alla verità. E dunque, Delia ti ordino di dirmi perché mi hai mentito quella sera? -
Più pungenti di un ago, più taglienti di una lama affilata e più freddi e accusatori del mondo, gli occhi di Julia puntavano la cameriera come se fosse nel mirino, l'aria si era fatta molto pesante, Ciel e Sebastian rimasero solo ad ascoltare, non potevano intervenire. Assolutamente no, sarebbe stato uno sbaglio madornale, Delia invece sofferente, e come se invocasse pietà si scusò: - I-io... io...! Mi dispiace lady! Mi dispiace tanto!! Non sono degna di... stare al vostro fianco! Perdonatemi, vi prego!! - pianse, come quella sera in cui mentì - Mia lady..?
- Delia era una carissima amica, ti ho permesso anche di venire qua con noi, a Londra, ma mi hai profondamente deluso. Io ti volevo un bene dell'anima e tu mi hai tradito, non capisco perché tu l'abbia fatto. Era inutile, sostengono che la verità viene sempre a galla, e che in qualche modo l'avrei di sicuro scoperto, mi bastava che mi dicessi che i miei avevano del lavoro da sbrigare invece del rapimento, ti avrei creduta di più. Eppure... -
Prese la mano di Ciel e tenendo lo sguardo basso ma afflitto, fece continuare al ragazzo accanto:
- Eppure gli umani continuano a mentire, e lo faranno sempre. Signorina Sorentina, siccome la mia lady è magnanima, dopo la porteremo in aeroporto e lei sarà automaticamente licenziata. Ha capito? -

Come del resto, Ciel non poté fare a meno di sostenere Julia, lei aveva ragione e se fosse capitato di nuovo, ma in una situazione di vita e di morte, la lady sarebbe stata nella via del non ritorno.
Delia capì, e affranta dal dolore e rimpianto, ormai rassegnata dalla decisione della sua amata lady disse:
- H-ho capito. - si trattenne le lacrime, ma Julia ne era troppo affezionata che si avvicinò un'ultima volta a lei e l'abbracciò, e bisbigliandole che poté sfogarsi pure - Mia lady, vorrei solo dirvi, che per me è stata come una figlia. E mi dispiace di aver infranto la mia promessa.
- Non revocherò l'ordine, Delia. Ti ho voluta veramente tanto bene. La mia fiducia nei tuoi confronti era tale che mi sono sentita molto male nel dire quelle parole. Anche adesso. -
Finalmente arrivarono, e Julia decise che Sebastian avrebbe portato in quel momento Delia all'aeroporto e in seguito raggiunto i due signorini; Ciel osservò la villa, non immensa come la sua, ma sempre una modesta dimora.
Quando Julia lo incitò a entrare, il conte la fermò e chiese:
- La benevolenza. Non darne troppa.
- E a te, che ti salta in mente di definirmi "magnanima"? Ciel, dimmi quando lo sono stata, se non ricordo male... Mai. Andiamo.
- No, prima un'altra cosa. Tu ci tenevi davvero, sei sicura della tua decisione? Non la vuoi più come tua cameriera personale?
- Te l'ho già detto - e iniziò a incamminarsi - No, non mi rimangerò mai la parola data. Non rimpiangerò mai una mia decisione. - Ciel la fermò prendendole un braccio - Ehi che c'è?
- Non sei sincera con te stessa. - gli disse a bruciapelo il ragazzo a sangue freddo. Lasciandole il braccio, Julia rifletté sulle parole di Ciel, così si fermò, mentre il conte andò avanti. "Non riesco a capire, non sono sincera con me stessa? Io vorrei avere delle amiche normali, genitori che mi volessero bene e che la mia vita fosse normale! Ma soprattutto un ragazzo che mi ama. La mia unica amica è stata bugiarda, ho riposto tanta fiducia in lei... vorrei però che fosse solo un brutto sogno, ma è successo. Spiace anche a me, ma se non mi presento forte in queste difficoltà, non potrò esserlo in futuro! Julia, decidete!"
- Ciel... - il ragazzo si fermò guardando indietro Julia - dimmi, cosa avresti fatto al posto mio?
- Avrei fatto la stessa cosa tua, se non fosse stato il mio migliore amico... ma siccome non ne ho, io che ne posso sapere?
- Non ho rimpianti. -
Finì col dire la contessina, raggiungendo il ragazzo che era già lontano e vicino al portone, dove attese risposta dopo aver bussato. Il vento fischiò tra gli alberi che avevano assunto con l'arrivo dell'autunno tonalità varie di arancione e gialle, aprirono due ragazze giovani, coetanee di sicuro e dissero in coro:
- Prego, accomodatevi. -
 
Julia e Ciel si presentarono e le ragazze li accompagnarono al salotto, dove un caminetto acceso riscaldò la grande stanza. Le due signorine sembravano della servitù, ma non lo erano perché erano le fidanzate dei due padroni di casa, inoltre spiegarono che i genitori affidarono ai due un gran lavoro a Londra mentre loro si occupavano dell'intera Europa; le due ragazze si presentarono e l'unica differenza che avevano per distinguerle erano i color dei capelli: Arianna era bionda mentre Marianna era mora. All'improvviso però entrò il mero maggiordomo che non essendo stato accolto da nessuno arrivò e annunciò di essere solo il diavolo di maggiordomo del signorino Ciel.
- Allora, perché siete venuti qui? Lady Clismatice abbiamo saputo cosa è successo in passato sia con il mio Federico... - e continuò l'altra - ... che con il mio Angelo.
- Eh beh, siamo qui solo per parlare con loro e di risolvere al più presto una faccenda in sospeso. Ma dite, parlatemi di voi! - provò a fare la simpatica per non destare sospetti - Siete delle lady di buon nome giusto?
- Esatto! - sembravano felici dalla richiesta - Noi siamo le eredi degli importatori di thè numeri uno al mondo! Quindi il nostro matrimonio combinato è perfetto! Vero sorellina?
- Sì, giusto sorellona!! - e si abbracciarono felicemente come se è da tanto che non lo facessero.
- Bleah... - fecero sia Julia e Ciel con una smorfia non troppo visibile, erano semplicemente disgustati da quella visione d'affetto eccessivo, pensarono che non l'avrebbero fatto neanche al loro peggior nemico.
Dopo chiacchierate e risate abbastanza piacevoli, i signorini De Camerana e Comedini, disturbati dal caos che provocano le risate, andarono insieme a controllare la situazione e quando aprirono la porta per accedere al salotto, videro Julia e insieme increduli esclamarono: - LADY JULIA CLISMATICE?!
- Mh? Oh ma chi si vede... - fece Julia con aria raffinata.
- Federico, non è per niente vero che la lady qui presente è noiosa! - disse Arianna con tutto rispetto al suo promesso.
- E Angelo, cosa dici che la lady qui presente è infantile! - disse invece Marianna e con sguardo complice alla gemella vollero contrariare tutte le bugie dette sul conto di Julia:
- Lady Clismatice ci ha riferito che all'inizio voi eravate super nemici e che non vi piacevate a vicenda, e sembra che fosse anche la verità vedendo come ogni vi comportiate! Inoltre come avete potuto incolpare lei di questa vostra discolpa? -.
Sia De Camerana sia Comedini erano cresciuti dall'ultima volta che Julia li vide, erano vestiti da gentiluomini in tutto e per tutto, pantaloni ben stirati, camicia con gilè e foulard, insieme alla loro pettinatura uguale da damerini. La cosa che li contrastinguevano erano gli occhi, De Camerana li aveva neri profondi, mentre Comedini di un verde smeraldo acceso. Entrambi ancora sbalorditi dalla presenza di una loro vecchia amica, indietreggiarono ma il mero maggiordomo li bloccò per una eventuale fuga. Comedini iniziò per primo:
- Co-cosa ci fate voi qui, lady Clismatice?
- Mmmh mi chiamate con il cognome? Ma noi siamo più intimi, Angelo. -
Aveva già avvertito alle rispettive ragazze, che avrebbe provocato e anche il loro obiettivo, dopotutto anche loro desideravano la disfatta di quei due, così appena ne ebbero la possibilità, le gemelle sarebbero scappate e fuggite. Rancore verso il loro genitori per il matrimonio combinato, nessuna delle due ha mai amato il ragazzo che le aspettava, finsero e lo raccontarono a Julia. Così, lei diede a entrambe un’occasione in cambio del loro silenzio.
- J-Julia cosa vuoi da noi? - deglutì Federico. I ragazzi tremarono, che sapevano dei delitti di Lorenz e Vincenzo? Ma le sembrò improbabile. Angelo poi continuò - Quale onore ha scomodato Lady Clismatice? -
Julia si sorprese della gentilezza mostratasi da Angelo e così rispose sincera e con tono molto calmo: - Mh. Niente di che, state tranquilli Angelo e Federico. Sono qui per una visita di conoscenza, sai abito qui accanto. Sono un poco più avanti, basta... seguire il sentiero. - con un sorriso compiaciuto, come se volesse dire di andarla a visitare presto.
Con incredulità i due signorini la guardarono e le dissero:
- COSA?! Ti sei trasferita qui a Londra?! -
Julia li guardò storti, rimettendoli all'attenti in una frazione di secondo: - E cosa vi stupisce, scusate? -
La risposta dei due si fece aspettare, ma non riuscivano a inventarsi una scusa per velocizzare la discussione e così le due gemelle intervennero:
- Ma... perché siete nervosi? Perché siete così sorpresi che una vostra ex sia qui?
- Oh no, non vi preoccupate - disse Julia - ora devo andare, all'inizio ero solo qui per vedere chi era il nostro vicino... AH! Scusate non vi ho ancora presentato Ciel Phantomhive, e il suo maggiordomo Sebastian Michealis. Il conte Phantomhive è il mio attuale fidanzato. - e terminato, si alzò dalla poltrona e con un accenno di mano incitò Ciel e Sebastian ad andarsene, soffermandosi in mezzo ai due nobili e bisbigliando loro disse:
- Non sapete quanto sono felice di rivedervi. Siete stati fortunati, ho voglia di tardare la nostra questione in sospeso, ci rivedremo presto. -
Li baciò sulla guancia e i due terrorizzati dalle parole ora pronunciate dalla lady, si guardarono e capirono che molto presto avrebbero perso una cosa importante, la loro vita. Era un’uscita a effetto, degna di una Clismatice pensarono mentre si erano girati a osservare quella ragazza prima piccola e indifesa e ora orgogliosa.
Usciti dalla villa, Sebastian riportò i due alla Manor House e nel tragitto Ciel le chiese:
- Come mai non hai voluto vendicarti oggi stesso? Sai che è meglio non rimandare le cose a domani quando puoi-
- Puoi farle oggi stesso. Sì lo so, ma puoi starne certo che non dovrò fare niente, li ho già fatti intimorire e pentiti per avermi lasciata. Puoi ben costatare che le gemelle Arianna e Marianna hanno in mente ancor prima della nostra visita farla finita. All'inizio pensavo, beh lo farò io, ma ho visto come aderivano al mio piano, e non mi sembrava affatto che volessero scappare; quindi questa sera saranno loro ad agire.
- Mh? - Ciel intravide qualcosa fuori dalla finestra e perse il filo del discorso, e per non fari infuriare la sua lady, annuì e le diede completamente ragione.
- Sai che sei strano? Che cosa hai visto? - che si appiccò al finestrino non notando che stesse "schiacciando" Ciel. - Dai, dimmi cosa hai visto!!
- Ju-Julia!! - stava quasi soffocando il povero ragazzo - Per favore Julia scansati! Ti pre-prego!! -
Ciel fu rosso dall'imbarazzo, quando Julia capì in che posizione si trovasse, arrossì anche lei di colpo e si scusò immediatamente. Si risedette al suo posto e mise una mano sul petto: le batté forte il cuore, peggio di quando Ciel fu molto vicino stamattina; una sua mano era in mezzo alle gambe e l'altra sul suo petto, coi ginocchi sul sedile e il suo viso vicinissimo a quello del conte che per non farla cadere la tenne d'istinto per il culo e la pancia. Fu inevitabile e quando arrivarono alla Manor House, Julia corse in bagno a vedere se fosse diventata rossa come un pomodoro, mentre Ciel fu trattenuto da Sebastian:
- Signorino, cosa è successo a lady Julia?
- Niente che tu debba sapere. - disse imbarazzato ma allo stesso tempo serio perché anche lui pensò che fosse solo un incidente. Poi, lei non doveva neanche comportarsi così, perché lei stessa disse che erano fidanzati, e Ciel si stupì pure per la sua reazione; alla fine entrambi non ne parlarono più, anche se tutti sapevano che era successo qualcosa.
 
Intanto fuori dalla villa condivisa da De Camerana e Comedini, due persone erano giunte da lontano.
- E' qui che avverrà il delitto? - domandò uno.
- Sì. - rispose l'altro seriamente - Che cos'hai? Non sei felice che ci abbiano dato un'altra possibilità?
- Certamente... ma... - insicuro e dispiaciuto parve al fratello minore. - Anche se eravamo lontani, mi piaceva la sua compagnia.
- Francesco, sai qual è la nostra missione? Non puoi pensare alla Miss dopo tutto questo tempo e inoltre è diventata vendicativa. - il fratello cercò di replicare ma Carlo non glielo permise - E' cambiata. Fine della storia. Ora occupiamoci dei due corpi che saranno presto prelevati.
- Sì - rispose Fran con rammarico e senza entusiasmo di cui solo lui era dotato al fratello.
Aspettarono all'interno, ben nascosti, passo felpato e respiro silenzioso. Quando Arianna e Marianna scapparono, i due shinigami entrarono in azione, videro i due corpi distesi sul tappetto nero; le due ragazze non furono per niente brave, li pugnalarono dietro alle spalle, si vide che non erano professioniste. Francesco e Carlo tirarono fuori le loro falci della morte e con esse prelevarono i Cinematic Records, entrambi si stupirono, videro in entrambi i Cinematic la Miss, non pensarono che lei avrebbe fatto parte della loro vita ma neanche che vedendo la giovane età che avesse lei nei ricordi, se la potessero ricordare.
- Ehi Carlo anche tu vedi quello che vedo io? - i Cinematic Record dei due nobili non diedero difficoltà, ma solo stupore.
- Sì, lo vedo. C'è la Miss nei ricordi, e nemmeno una delle due ragazze che sono fuggite. Che strano... ma non importa, sbrighiamoci.
- Quanto è tenera... Carlo, la Miss mi manca e molto. -
Il fratello minore si avvicinò a Francesco che con sguardo intenerito e felice riguardò i momenti salienti della vita di Comedini, Carlo ebbe già finito senza visionare un granché d’interessante, ma quando poi vide i ricordi di Angelo, entrambi gli shinigami avevano occhi impietriti.
Da una scena felice e sorridente di Julia, si passò in una, dove Julia guardò lo spettatore negli occhi con lacrime di tristezza e solitudine, terrore e dolore; Francesco con la Death schyte diede al cadavere di Comedini un forte colpo che gli trafisse profondamente il cuore e prima che potesse dare il secondo colpo, Carlo lo fermò:
- E' morto, ha subito quello che doveva subire. Ora rientriamo. -
Uscirono alla svelta, senza lasciare traccia del loro passaggio, ma furono fermati improvvisamente da una voce:
- Oh ma guarda chi si rivede! -
I fratelli shinigami voltarono lo sguardo al cielo e stupiti, urlarono il suo nome: - Sutcliff-senpai!
- I miei fratellini preferiti, i Nevito! Come state? Siete riusciti a prendere questa volta i Cinematic Record, vero? Se no, Will vi prenderebbe a schiaffi e non voglio che questa accada ai miei due successori. -
Da un ramo dell'albero, lo shinigami vestito di rosso abbracciò i due mettendosi in mezzo e i Nevito mostrarono le Death Schyte luminose e piene dei ricordi; e così Grell si complimentò con loro, quando poi a Francesco venne un dubbio:
- Ma perché lei è qui, senpai?
- Huh non ve l'ho detto? La mia prossima anima si trova qui a Londra e la devo seguire ovunque! Inoltre c'è anche il mio Sebas-chan!! - lo disse talmente smielato che Francesco e Carlo non lo guardarono più con orgoglio e ammirazione. - Seba! Sebas-chan! Il mio amato Sebas-chan!! -
Francesco poi rifletté sulle parole di Grell e chiese entusiasmante:
- Aspetti, senpai! Questo significa che la Miss è qui a Londra?! - anche Carlo fu interessato alla risposta.
- Uhm... la Miss? L'anima è di Julia Clismatice. -
Il fratello maggiore dei Nevito si scrollò il senpai e con convinzione chiese al minore: - Carlo, andiamo a trovarla! Ti prego! Sarà l'ultima volta e ti prometto che la dimenticherò! Non ne parleremo più! Promesso... Carlo!
- EH?! - esclamò Grell mentre Carlo rimase in silenzio e alla fine valutando la proposta accettò:
- A una condizione: che non le dirai che poi non la rivedremo più. Lei tiene molto più a quel demone, che a noi ed è meglio tenerci alla larga finché non saremo più esperti. -
Grell li volle fermare ma i Nevito, dopo aver deciso, supplicarono il senpai di dirgli dove abitavano:
- E va bene! Si trova a qualche chilometro più avanti, infatti, ero qui già da prima perché Julia visitò questi due non gentiluomini e poi vi ho visto.
- La ringraziamo Sutcliff-senpai. - s’inchinarono con il busto e corsero alla velocità della luce.
"Umpf... forse dovevo informarli che la villa non è sua ma si è trasferita da quel conte e il mio Sebas-chan... oh beh devo ritornare anch'io lì. Li potevo portare io stesso!"
 
Julia cenò con Ciel che la osservò, quando portò lo sguardo fuori all'improvvisamente, attirando anche l'attenzione di tutti. La lady notò che il conte fu molto distratto nelle ultime ore e si preoccupò:
- Ciel?
- Non è niente, my lady. Mangia tranquilla. - e ritornò a guardarla con un sorriso per convincerla di più - Sarà stato il vento o... qualcosa. - Poi con la coda dell'occhio chiamò Sebastian, e sporgendo l'orecchio Ciel gli ordinò di nascosto: - Ho notato qualcosa, fuori della Manor House. Vai a controllare, è un ordine.
- Yes, My Lord - disse a bassa voce e si ritirò: - Chiedo venia, lady Julia ma devo assentarmi per qualche minuto.
- Sì, vai pure. - e uscì - Che cosa gli hai chiesto di fare?
- Non si preoccupi, tornerà presto. – concluse con un sorriso che non promise niente di buono.

Nota d'Autrice
Ehm... ciaaaaaao a tutti! ^.^" Ok, sinceramente non so cosa mi è saltato in mente, ma spero lo stesso che vi sia piaciuto il capitolo. E un'ultima cosa... questa è un'immagine che dovrebbe "rappresentare" Julia Clismatice :) Certo, volevo farvela immaginare voi, ma non ho resistito xD
-L'immagine è stata rimossa, appena avrò tempo la rimetterò-
Venite a visitare il forum di Made with Love! fondato dalla sottoscritta... anche se è un po' vuoto ora.. xD
Alla prossima!!
Bye and kiss
Julia_Phantomhive

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

- London Brigde is falling down, falling down, falling down. London Bridge is falling down, my fair lady... -

Julia canticchiò qualche strofetta, mentre Ciel la guardò alibito, quella canzoncina aveva un ritmo allegro ma il testo lo contrariava. Ciel così sorseggiando un po' di thè gli chiese:
- Julia, perchè questa... filastrocca?

- Ti... ti do fastidio? -
Chiese sfacciatamente mentre giocò con il ragazzo a scacchi, sopra il letto. Lei non era per niente brava, che avesse ingegno non le si metteva in dubbio, ma gli scacchi non erano proprio il suo forte, e siccome a Ciel non piaceva perdere non si risparmiò nemmeno una mossa ma neanche a Julia piaceva la sconfitta. Quando si stancò si accasciò sopra alla scacchiera e consapevole riuscì a terminare la partita senza decretare vincitore e vinto, Ciel fu sconcertato del suo comoportamento ma non riuscì a tenerle il broncio per la buffa espressione che Julia fece, era annoiata dal gioco ma non da Ciel, infatti rialzandosi avvicinandosi a di lui e portando il busto eretto, il suo sguardo vispo e sorriso accattivante, fece sussultare per un attimo il demone. I suoi occhi marroni lucidi riflettevano il suo viso liscio, chiaro e anche molto delicato, fissò quei tratti semplici, le labbra sottili, occhi che trasmettevano fredda gentilezza e guance soffici che attirarono la ragazza a baciarle. Certamente Ciel non si mosse, ma il gesto successivo della ragazza fu quello di lasciarsi andare, appoggiò la testa sulla sua spalla e lui la sostenne tenendole le spalle.

- Anche se alla fine ti ho incontrato, avrei voluto che tu fossi umano, Ciel. -
Disse con una nota di conforto a se stessa, lui potè solo rispondere con accenno di un sorriso:
- Ma se fossi umano, non sarei qui. Non credi, mia lady? -
Trattenne le lacrime, non si diede un motivo ma all'improvviso bussarono alla porta, erano Len e le gemelle:
- Signorini? State bene? - chiesero da dietro la porta - Vi serve qualcosa?

- No! Grazie! Niente! - urlò Julia che si riprese e scendendo sul letto, si affacciò sulla finestra ad osservare la luna, non era piena ma crescente. Il bosco era ricoperta da una fitta nebbia, Ciel si affiancò a lei percependo qualcosa dall'esterno, anche Julia notò movimento nella foschia e quando aprì sporgendosi alla finestra per vedere meglio, Sebastian stava combattendo contro due persone.

- Sebastian! Che stai facendo? - chiese la ragazza ad alta voce. Il maggiordomo quando vide il richiamo provenire dalla stanza del signorino, rispose ansimante:
- Questi due signori agivano indisturbati intorno alla villa, e come maggiordomo della famiglia Phantomhive, non posso permetterlo. - mettendo una mano sul cuore - Mi scusi lady Julia per il disturbo arrecatole.

- MISS! Miss Julia! - la chiamò uno dei due - Sono Francesco! Fran Nevito!! Dica a questo rifiuto che noi non le faremo mai del male! - sventolando la mano per farsi notare - La prego! Vogliamo parlarle io e Carlo! Vi prego!

- Eh? Fran..? E Carlo..? C-cosa ci fanno loro qui? - domandò, e Ciel ascoltandola le rispose:
- Volevano rivederla, a quanto risulta. Mia lady ti suggerisco di non parlarci.

- No, Ciel. E' vero, non mi farebbero mai del ma- Ciel la fermò con garbo.

- Però... circa un mese fa cercavano di ucciderla. - contestò.

- Non importa. Dì a Sebastian di farli entrare, è un ordine.

- E io le dico che non posso far entrare due shinigami nella mia villa, mia lady. - replicò Ciel più deciso.

- Osi contravenire al contratto? - disse alzando un po' la voce, ma sapendo che avesse ragione, comprensiva gli mise una mano sulla guancia - Ciel, io dovrò parlare con loro un giorno, perchè non adesso? -.
Rimase in silenzio prima di rispondere a Julia: - Perchè non voglio vederti soffrire. -
Sussultò e con una espressione tra il rassicurante e affranta, sorrise.
"Non succederà, te lo prometto Ciel. Anche se hai ragione, sento una parte di me, che mi dice < Loro ti vogliono bene > e se dopo tutto questo tempo non sono riuscita a reprimerla, almeno adesso riuscirò... a liberarla. Grazie, mio demone."

Accompagnata da Ciel, scese le scale lentamente, sentì il cuore scoppiare, pensò che non li avrebbe più rivisti dopo il loro tentato omicidio, ma Julia si sentì il dovere di accoglierli come fece tanto tempo fa.
Uno di fronte all'altro, i due shinigami guardarono la miss con occhi adoranti, e piangenti nel caso di Francesco, che cercò di buttarsi ad abbracciarla ma Ciel lo impedì con un braccio fra i due. Lo sguardo gelante lo paralizzò per un momento, non poteva permettere ulteriore contatto. Carlo si sistemò gli occhiali, e disse con solennità:
- Non faremo mai male alla Miss.

- Nessuno ti ha interpellato. - rispose Ciel.

Julia, con un pungo in pancia, fece zittire il demone, e con la mano fece cenno di continuare, non importava cosa avevano da dire, ma li ascoltava. Il fratello maggiore la guardò intensamente mentre Carlo spiegò: - Noi... siamo qui... solo per rivederla e farle sapere che la ringraziamo ancora per quello che ha fatto per noi, la sua gentilezza ci ha veramente colpiti e che alla fine, dopo averle visionato i Cinematic Records noi le avremmo concesso quella rara possibilità di continuare a vivere, perchè una come lei, candida e innocente, certamente non si poteva immaginare di aver stretto un patto con un rifiuto.

- Non definire mai più Ciel come un rifiuto, ci siamo capiti? Niente ti dà il diritto di chiamarlo in questo modo! - Un gesto inaspettato. Julia fece un movimento rapido e preciso, un destro da manuale, sulla guancia dello shinigami. - Sono cambiata. Anche se mi avreste risparmiato la vita, io avrei scelto comunque la via della vendetta! Questo sentimento, non l'ho voluto scegliere io, sia ben chiaro, ma se grazie ad esso posso stare accanto a Ciel, allora non importa. Sopporterò qualsiasi cosa. Voi sapete cosa mi è successo e per come ho reagito all'inizio, beh ero meravigliata anch'io, ma adesso sono stanca, le bugie hanno le gambe corte e il tradimento pura follia.

- Miss Julia... - Fran si voltò verso la lady, mentre l'altro shinigami assestò bene il colpo - Se questo... demone la renderà felice, Carlo e io non la intralceremo più, ma noi l'avvertiamo, per il vostro bene, state attenta.
Io e Carlo non siamo più incaricati a lei, si ricordi questo, ora un altro shinigami ha messo occhi su di lei, e anche se è duro ammetterlo... Conte Phantomhive - attirò l'attenzione di Ciel - Non dovete mai smettere di vegliare su di lei. Mai.
Dovesse costarvi la vita. -

Dopodichè, i fratelli Nevito lasciarono la villa inermi mentre Julia si avvicinò a Ciel e gli diede un leggero schiaffo, avvertendolo che non avrebbe permesso un'altra volta un simile comportamento:
- Ciel, sapevi benissimo che loro volevano solo parlare, ma tu invece hai preparato Sebastian a un eventuale attacco. Ho notato che Sebastian era pronto con forchette e coltelli, se ti dico che non c'è niente di cui preoccuparsi, sarà così. E ora veniamo a noi, domani ti farai perdonare mentre oggi ti dovrai occupare della festa che organizzerai per il mio arrivo a Londra. -
Ciel ci riflettè un po' su, prima di porgerle la domanda: - Chi dovrei invitare? -
Anche se non c'era da aspettarselo, Julia e la sua sfrontataggine ebbero già la risposta nascosta nella manica:
- C'è da chiederlo? Ovviamente tutti i miei ex. - disse con un sorriso sinistro. - Invito speciale da parte di una loro vecchia amica.

- Non cercheranno il loro punto in comune e ti scoveranno, mia lady?

- Possibile ma... noi siamo a Londra, e quindi Scotland Yard e quindi anche Tu sei dentro, no? -

Il ragionamento non faceva una piega, bastava che domani mattina andasse dalla regina e farsi riassegnare il ruolo di Cane da Guardia della Regina e tutto si sarebbe sistemato, forse. Non c'era in effetti niente da preoccuparsi, tanto tutti avrebbero fatto la stessa fine. Già, tutti. Nessuno escluso.
Julia si diresse stanca in camera di Ciel e si inchiodò sul letto, riusciva solo a pensare a due parole: grande, soffice. Ciel invece non la seguì e si confrontò con Sebastian: - Erano loro, fin dall'inizio?

- No, signorino. Ce ne era un altro, ma questo mi sembra più esperto. Dovremo tenere gli occhi aperti, come hanno suggerito i Nevito, la vita di Lady Clismatice è in grave pericolo, è già stata presa di mira e pare che non vogliono mollare la presa. Sarà importante come anima?

- Non lo so, ma è la MIA di anima. Non me la farò sfuggire tanto facilmente, è mia. E rimarrà mia. Non sono stato un tipo molto possesivo, ma se non dovessi assaggiare neanche un po' di quella prelibata e tenera anima, tu ed io rivolteremo il regno dei morti. Julia è l'unica che voglio gustare, per adesso. E' provocante e sensibile allo stesso tempo. Ora però, mettiamoci al lavoro. -

La notte che si prospettò davanti era lunga e faticosa, e intanto anche fuori dalla villa c'era movimento. Lo shinigami vestito di rosso assistì all'intera scena: due neo-shinigami sminuiti da una mortale, una cosa inpensabile! Ma del resto quella di cui si parlò era la Clismatice che dormì profondamente, con le finestre aperte e il vento frusciare all'interno. Grell si avvicinò con cautela all'interno della camera e anche se non era il momento, fu spinto in tentazione di sbirciare i Cinematic Record della ragazza; con un piccolo bisturi le aprì una ferita nel braccio e con la death scythe prelevò frammenti della sua vita.

- Oh povera ragazza... - commentò lo shinigami assistendo a pura follia, seppe che Julia ne passò di tutti i colori ma non in quel modo orrendo con il quale osservava spettatore. - Tch... ora capisco perchè i miei due gemellini si sono affezionati a te. E anche perchè quel moccioso è estremamente attaccato, la tua anima è... - ce l'aveva sulla punta della lingua quando poi, gli venne il termine giusto - Vulnerabile. - disse con tono meravigliato. All'inizio la compatì, ma smise di visionare e scappò via.

Len entrò indisturbata, senza neanche preavviso, ma insieme alle gemelle la cambiarono e la misero comodamente a letto; quando notarono la ferita la curarono con del disifettante e si chiesero come se la procurò, ma cercarono di non fare rumore, la lady si girò su un lato facendo scattare la cameriera e le giardiniere fuori dalla stanza.

- Sakura, Tsubaki. Dovremmo avvertire il signorino della ferita di lady Julia, anche se non è grave era pur sempre una ferita da taglio che non si era inflitta da sola! - suggerì Len.

- Sì, hai ragione. Ora è notte fonda, chissà dove sono andati il signorino Ciel e il signor Sebastian, li vogliamo attendere? - Sakura fu la più preoccupata fra tutte. Prima di tutto perchè non doveva succedere, secondo perchè era d loro competenza la sicurezza e incolumità della Clismatice.

- No, avete sentito cosa ha chiesto Lady Julia? Il signorino dovrà rintracciare tutti gli ex della signorina, e supponendo che il suo passato sia molto "frastagliato", ne avrà da fare. Attenderemo il loro ritorno domani mattina. Tanto lo sappiamo, se il signorino Ciel è in compagnia del suo maggiordomo, non è in pericolo, no? - rassicurò Tsubaki, essendo la più calma ma anche insicura fra tutte.

- Siamo d'accordo. Poi chiederemo anche un parere alla lady, forse è stata solo una nostra immaginazione. - concluse Len spingendo le due amiche alle proprie camere. - Su! A dormire adesso.

Julia si sentì un dolce calore sulla guancia, aprì un po' quei suoi occhi vispi e vide accanto Ciel. Le aveva appoggiato la mano sulla guancia paffuta della ragazza che sorrise vedendo quella dolce visione:
- ... perdonato. Per questa volta. -

Il ragazzo ne fu sorpreso, ma la ragazza richiuse gli occhi per vedere la reazione; il conte iniziò ad accarrezzarla delicato con la parte laterale dell'indice, quel tocco fece venire i brividi a Julia, che si era appoggiata su un lato. Girando un po' il dito, iniziò con il polpastrello a scivolare verso il collo, poi le spalle, lungo il braccio, i fianchi e infine appoggiò la mano con il palmo aperto.
"Mi disgusto da solo per quello che sto facendo. Devo trattenermi, lei ha deciso che la vuole far finita e io l'accontenterò." Julia gli prese la mano e la intrecciò con la sua, e con un po' di forza lo tirò a sè. "Ahi! E ora che vor-" fu ipnotizzato dagli occhi marroni fissi su di lui e un sorriso magnetico tanto quanto quello di Sebastian "-rà...? Perchè mi guarda così?".

- Avrei scomesso che ci avresti messo di più a farti perdonare, e che io sarei resistita di più a tenerti il broncio. - disse con una nota divertita, ma riprese subito seria - Facciamolo.

"Cosa?"
Ancor più stupito di prima, non potè rifiutare la proposta di Julia; si chiese che cosa le saltava in mente, perchè volesse farlo in quel giorno, in quel momento, si morse il labbro mostrando anche la sua insicurezza. Esitò ma prese coraggio di cui solo un demone poteva essere fornito, e iniziò a baciarla.
Grande. Soffice. Freddo.
Ogni suo bacio sciolse la ragazza, anche se lei non sentì nessun sentimento.

"Perchè è lui? La ragione è perchè lo amo? Questo bacio... lo riesco a definire solo con tre parole: grande, soffice, freddo. L'ultima... freddo è così frustrante che riesca ad ammetterlo ma non mi dò pace perchè la parte di me che ama Ciel dice, e mi fa sentire... estremamente bene. Ho sbagliato. Sì, ho sbagliato di brutto.
Come ho potuto... attendere così tanto? Quella storiella. No. La storia parla di lui. Del Ciel che ho davanti a me, e che mi sta facendo toccare il cielo con il dito. Non riesco più a ragionare... se non fossi io, non ragionerei più.
Però di una cosa sono sicura, certa e estremamente convinta. Io lo amo.
Mi è piaciuto quando mia madre mi raccontava quella storia, e adesso lo amo perchè è qui, mi appoggia in tutto quel che faccio, anche se è l'estetica del diavolo, non mi importa. Alla fine Ciel è Ciel, e Ciel rimarrà."

I pensieri flesciavano nella mente di Julia, tanto velocemente e il demone non rispose più delle sue azioni. Gridolii e vari stridulii, come al primo tentativo, provenivano dalla stanza di prima mattina e nessuno decise di inteferire; quando poi Sebastian dovette interrompere per servire la colazione:
- E' permesso? - chiese da dietro la porta. I due signorini si fermarono, e Julia si coprì velocemente con le coperte e lenzuola, mentre Ciel si infilò dei pantaloncini e disse: - Avanti!

- Ho interrotto qualcosa di importante? - domandò con tono pacato e abbastanza interessanto all'argomento. Ciel, un po' irritato perchè avrebbe voluto continuare ancora un po', rispose con arroganza:
- No, hai scelto il momento migliore per entrare, dannato.

- La ringrazio del complimento, signorino. Lady Julia gradisce del thè o latte? - ignorando quasi la situazione della ragazza. Lei scelse un bel latte caldo con un po' di cacao, era un buon inizio.

Appena finita la colazione, Sebastian aiutò il signorino a sistemare i preparativi della festa, ma l'ingenuità della ragazza fece dubitare su alcuni aspetti il conte, tale che si sfogò con il suo fedele maggiordomo, addobbando l'immenso salone con scocciatura insieme a tutti gli altri che si divertirono:
- Questo lavoro non si addice per niente a uno del mio livello. Qui sono io il padrone e invece comanda una ragazza! Sono stufo, io vado un attimo a riposarmi, e voglio tra 5 minuti del thè e pasticcini! Sebastian non dirlo a Julia ci siamo intesi? - facendo gesto di silenzio e nascondendosi furtivamente in una qualsiasi stanza della villa per non incrociare la fidanzata, al maggiordomo scappò una risatina e un commento sarcastico:
- Come ai vecchi tempi... allora è rimasto il solito golosone, mpf... si vede che questa ragazza, anche se sua discendente, è diversa da Lady Elizabeth... - sospirò - ma come ho già detto, è meglio questa che non mi fa indossare cappellini rosa o altro, ma ora è meglio sbrigarsi così che possa cucinare la merenda al signorino. -

Pulì i vetri, rimboccò i cuscini e addobbò la villa in modo impeccabile e quando pensò che tutto fosse risolto, finalmente vestita decentemente con una maglietta a maniche corte celestina e jeans neri stretti, Julia spuntò fuori all'improvviso e non vedendo in giro Ciel, chiese di lui al maggiordomo:
- Dov'è lui? -

Il tono minaccioso si fece più teso. E siccome Sebastian aveva promesso di non fiatare, non potè rivelare il posto segreto, così si limitò a sorridere, facendo scatenare la rabbia di Julia:
- Dov'è Ciel!! -

Si sentì in tutta la villa, facendo spaventare addirittura i corvi appollaiati sul tetto che scapparono a gran velocità, mentre in una stanza remota, il ragazzo sentendo eccheggiare il suo nome si nascose dietro i fogli che lesse poco prima dell'avvertimento. Lui lo sapeva benissimo, la sua lady l'aveva beccato e ora era spacciato.

Nota d'Autrice
Mi vergogno di dirvelo anche se forse si capiva, ma è importante che lo sappiate per andare avanti alla storia. Ecco... Mentre lei pensa, quel lungo ragionamento... era una specie di "scusa" per risparmiarmi (e risparmiarvi) i dettagli del loro "amore" (?).
Ok, ve lo dico. Non sono tanto pervertita come potrà sembrare (anche perchè ho solo 15 anni ù.u) quindi se avete qualcosa da dirmi... fatelo. Non abbiate pietà.
Vi prego. Perchè... non lo so! >_<
Alla prossima e neanche vi chiedo se vi è piaciuto il capitolo...
Bye and kiss
Julia_Phantomhive

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

- Ciel! Dove ti sei nascosto? - urlò Julia in ogni parte della villa. Il conte era sfuggito ai preparativi della festa e Sebastian aveva quasi finito, come avrebbe potuto la ragazza scoprire che non lavorò per niente? Da lontano, la voce di Julia sembrava molto arrabbiata, a dir poco infuriata, quando il portone dell'ufficio di Ciel sbattè contro il muro e lei ansimante per aver cercato in ogni angolo della Manor House, si avvicinò alla scrivania con passi lunghi e pesanti.

- Ciel! Ho saputo che alcuni non hanno accettato l'invito, - riprese fiato - è vero? -

Il ragazzo si nascose sotto i fogli per non vedere l'espressione cruciata di Julia e rispose, facendo finta di controllare:
- Sì, Julia. Non hanno accettato quelle poche persone che hanno la ragazza. Il resto verrà questa sera. Perchè, c'è qualcosa che non va? - cercando di non far vedere il sospiro di sollievo quando capì che lei non lo aveva scoperto.
Julia incrociò le braccia e riflettè a lungo: - Beh sì! Avevo intenzione di concludere tutto oggi! Almeno così non sentirò più "Lady Clismatice di qua" e "Lady Julia di là" capito? E poi, anche tu, dovrai smetterla di chiamarmi così. Quando tutto sarà finito, la tua missione sarà appena incominciata. E' questo quel che miro, la tua voglia di avermi. -

Consapevole dell'arrivo, Julia era stranamente tranquilla all'incontro dei fidanzati, si preparò come se sarebbe stato un normale ballo.
Scelse un abito non molto gonfio tendente all'azzurro cielo, il suo colore preferito, con cinta sottile in pelle e scarpe abbinate; una coda che raccogliesse i lunghi capelli neri con un fermaglio a forma stella alpina adornata di brillanti. Nessuna collana e nessun bracciale, a parte un paio di orecchini con madre perle e un filo di trucco quasi da non notarlo. Ciel la osservava prepararsi, attendendo il the del pomeriggio e dopodichè farsi aiutare da Sebastian; intanto per uccidere il silenzio, il conte iniziò conversazione:
- Julia, la tua strategia è a dir poco ottima, ma non tanto da sfuggire a Scotland Yard, sei sicura di attuarlo questa sera? Prima che possa mettermi in contatto con la regina ce ne vorrà di tempo. - non che volesse sottrarsi ma era per il bene della sua lady che disse questo.

- Sì prima si agisce, meno compiti avrai da svolgere se tutto andrà secondo i miei piani, inoltre le persone, che hanno rifiutato, saranno state 2 o 3 - Ciel interuppe e precisò:
- Sono 4.

- Ebbene, 4 hanno la ragazza al contrario degli altri... 15? Ho perso il conto ma so che tu sai i loro nomi, quindi shalla. Bevi il tuo the e vestiti. Arriveranno alle 18.30, non vorremo farli attendere, eh Ciel? - disse con tono di sfida, mentre si infilò un coprispalla nero.

- Sì, mia lady. -


I servitori della villa Phatomhive avevano previsto a tutto, la festa era provvista di cibi e bavande e loro stessi formavano la piccola orchestra; non sapevano del loro piano, ma solo il loro ruolo fondamentale: tenere alto il buon nome del signorino e nascondere i segreti della villa, quindi qualcosa avevano intuito.
Aprirono alle 18.29 le porte e gli ex entrarono uno ad uno, e come stabilito, accompagnati da nessuno. Entusiasti dell'invito rimasero nel grande salone attendendo la sua entrata; pensarono che lei li avesse invitati per riapprocciare i rapporti o anche per semplice cortesia, e quando scoccarono le 18.30 all'improvviso le luci si spensero e tutti gli invitati si voltarono verso le scale e il loro sguardo la ammirarono.
Fine, delicata e splendente, fece la sua entrata trionfale Julia Clismatice, accompagnata a braccetto dal conte Phantomhive, che scelse una giacca blu grigia, sotto ad essa una camicia bianca e pantaloni marrone scuro con scarpe abbinate. Sebastian gli sistemò i capelli tali da nascondere il loro contratto e con il consenso di Julia anche quello di indossare i guanti bianchi per non mettere in mostra la prova del patto tra la lady e il suo demone.
Finite di scendere le scale, Julia si fermò davanti a tutti, congiungendo le mani, attese il silenzio, un respiro profondo e qualche secondo per contemplare l'abbigliamento del fidanzato, infine guardando avanti a sè, inziò a parlare solenne:
- Buonasera a tutti, sono felice di vedervi tutti qui quest'oggi. La sottoscritta, Lady Julia Clismatice e il propretario dellla splendida villa che vi ospita e mio attuale fidanzato, il Conte Ciel Phantomhive, sono lieti di darvi benvenuto in residenza Phantomhive! - un applauso invase la stanza e gli ospiti come scalmanati urlarono i loro ringraziamenti.
Ciel vide con i suoi occhi che quelle persone davanti a sè, erano tutte disgustose e per niente dispiaciute per i loro atto in passato, notò la strana tranquillità di Julia e questo gli fece venire i brividi. Pensò di aiutarla a buttarsi nella mischia, appoggiandole una mano sulla schiena, provando anche a rassicurarla:
- Ci siamo io e Sebastian. Non hai da preoccuparti. Attenderò i tuoi ordini. Quando volete e come volete, mia lady.

- Sì. - annuì la ragazza, che con falso sorriso andò in mezzo ai ragazzi affascinati come non mai.

Sebastian iniziò a dirigere l'orchestra composta dalle ragazze e Cris, mentre Finny e Bart erano in cucina per il necessario, la prima fu una sinfonia lenta e adagiata, ma non era nessunoa di quelle classiche, solo per intrattenere i presenti. Ciel rimase in piedi nascosto vicino alle scale, si appoggiò di schiena sulla ringhiera e osservava qualsiasi mossa, ma una strana sensazione, quasi un avvertimento gli diede l'istinto di ritornare in camera.
Aprendo la porta, la stanza buia era illuminata dalla luna proveniente dalla finestra aperta, ispezionò bene e sentì l'odore di shinigami, si guardò intorno, ma poi capì che non era recente quella... puzza.
Sentì un tonfo proveniente dal piano terra, e la musica era cessata, così si accorse a controllare, sperò che non era la lady ad aver procurato tale spavento. Pensò che lo shinigami che fu stato in stanza si era introdotto nella festa, ma se fosse, di sicuro Sebastian sarebbe intervenuto. "Che cosa sarà successo?" si continuò a chiedere Ciel finchè non raggiunse l'ingresso, quando vide Julia a terra.

- Chi è stato? - con tono omicida chiese il ragazzo - Chi ha fatto del male a Lady Julia!

- Ahi... - farfugliò la lady - ahi ahi... che caduta... Oh Ciel! Sei qui! - disse un po' arrabbiata, sapendo che doveva proteggere la sua incolumità, ma notando lo sguardo omicida, continuò rassicurandolo - EHI! Io sono viva e vegeta. Sono solo caduta! -
Ciel la aiutò a rialzarsi e le chiese come era accaduto, la ragazza rispose un po' divertita:
- Il tacco. Mi si è rotto il tacco. -
Si mise a ridere, mentre il conte tirò un sospiro di sollievo, ma quando la prese per il braccio per rialzarla, il coprispalle cadde e notò una piccola ferita, poi guardò Julia che era un po' spaesata, ma le chiese:
- E questa? Questa come te la sei procurata? - facendo con un accenno la spalla.

- Eh? Cosa "questa"? - quando la vide urlò incredula - M-ma cosa?! Ti giuro che non lo so!! Ciel non ne ho idea... -

Tutti andarono da lei, preoccupati da quel urlo e così dopo essersi accorti di aver attirato l'attenzione, Julia si coprì velocemente e Sebastian continuò a dirigere per far finta che non fosse successo niente, così fece lo stesso Ciel iniziando a ballare, stupendo tutti ma soprattutto la fidanzata:
- S-sai ballare?

- Uhm... discretamente.

- Mpf... grazie. -

Gli invitati furono gelosi di Ciel che ballò con la bella ragazza, così uno di loro prese l'iniziativa e li interruppe, costui era Jacopo Caronti, forse quello che teneva più a lei in quella stanza, ma ebbe il coraggio di chiedere:
- Lady Julia, mi concede questo ballo?

- Jacopo? - disse finendo di danzare con Ciel, il quale guardò storto il giovane intraprendente, ma non tale da meritarsi un rifiuto dalla Clismatice - Sì, va bene. -

Tutti guardarono il centro del salone, Jacopo era un ottimo ballerino forse il migliore, e siccome ne volle approfittare parlò un po' con Julia:
- Ehi, volevo chiederti scusa e ringraziarti anche per avermi invitato. Hai deciso di trasferirti qui, dunque.

- Sì, per stare accanto a Ciel. - disse non guardando Jacopo che invece la osservò intensamente.

- Capisco, il tuo... fidanzato. - fu difficile ammetterlo, ma anche lui pensò che fosse più attraente di se stesso. - Julia guardami, ti prego. -

La ragazza alzò lo sguardo, anche lui aveva gli occhi azzurri, ma non li aveva profondi come Ciel e inoltre era biondo, come un francese, però di origini italiane. Sotto l'occhio vigile del conte, Jacopo cercò lo stesso di flirtare con l'ex e questo irritò molto Ciel. Non riusciva a comprendere, se lui l'aveva lasciata, per qualsiasi motivo, la storia sarebbe chiusa, ma il nobile Caronti non volle lasciare la presa:
- Peccato che il nostro fidanzamento non ha avuto buon fine, ma guarda che sono stati i nostri genitori a litigare, pensi che l'avessi voluto io lasciarti? - Julia non rispose e portò di nuovo lo sguardo basso - No, Julia. Io, come te, ci siamo innamorati piano piano l'uno dell'altra. Non è stato un falso amore il nostro, ne sono sicuro. Adesso i miei hanno capito che sono Io a decidere la mia fidanzata e vorrei riaverti accanto a me. - Julia non era sorpresa. - Non sto scherzando, parlo sul serio. Dopo di te, non sono stato con nessun'altra, puoi guardare i miei precedenti! Sono pulito. Julia io ti amo.

- Sì, come tutti del resto. - fermò le danze e lo allontanò con una mano - Ti credo, anch'io. Sì, ti amavo. Ora però io amo Ciel. Niente potrà cambiare ciò. E' tardi. Io e lui siamo uniti da un legame troppo forte e io non certo il tipo di lasciare uno per stare con un altro. Rimarrò fedele a Ciel, a tutti i costi.

- Julia... -

Ora anche gli altri ex erano intenti di ballare con lei, ma quando la situazione sembrava degenerare Sebastian intervenì e Ciel attirò l'attenzione, introducendolo:

- Signori e lady Julia, vi invitiamo ad ascoltare Sebastian e i suoi bicchieri "melodiosi". -

Già un'ottima idea prima del gran finale, tutti assisterono alla bravura del mero maggiordomo con i bicchieri, era un asso, ma qualcuno dietro le file tramava e agì senza impeto. Jacopo non digerì per niente il rifiuto, le aveva detto tutta la verità e non potè accettare un "no" come risposta, si chiese perchè preferì quel freddo damerino, così mentre tutti erano ipnotizzati dalla melodia di Sebastian, Jacopo diede dei colpetti alla schiena di Julia e le chiese di accompagnarlo al bagno.
Appena fuori dalla vista di tutti, Jacopo le tappò la bocca veloce e le immobilizzò le braccia, le bisbigliò dolcemente e soavamente: - Ma dai... ti fai fregare ancora così? -

Julia non capì, quando successivamente ricordò quel piccolo trucchetto per principianti per fermare una persona e torturarla che impararono guardando un film tanto tempo fa.

- Sei davvero così ingenua! - Jacopo la lasciò subito andare - Julia, non i farei mai del male, l'unica cosa che voglio è questo. -

Si avvicinò, e appoggiò le sua labbra sulle sue, la ragazza incredula si staccò da lui e con tale rabbia gli mollò un ciaffone di quelli sonori da eccheggiare in tutto il corridoio, attirando Ciel ad aiutarla. Julia si pulì la bocca e con disgusto e furia gli disse:
- Come hai osato! Come hai osato baciarmi? Io amo Ciel! Ciel e basta! Appartengo a Ciel! Non te la perdono questa, Ciel è un ordine: sbatti fuori dalla villa Jacopo e sai cosa fare! Ora! -
Dalla penombra, apparì il demone con i suoi scintillanti occhi rossi, e confermò il volere della sua padrona:
- Sì, mia lady. -

Un urlo ghiacciante attraverso l'intera Manor House.

Nota d'Autrice:
Scusate l'ora con cui aggiorno, sono stata fuori e non avevo per niente pronto il capitolo. Spero che possiate perdonarmi. Spero che il questo capitolo non sia tanto orribile quanto credo, perchè l'ho scritto in fretta e furia. Alla prossima!
Bye and kiss
Julia_Phantomhive
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20
 

Grell se ne stava bel appoialato su un albero ad assistere tutto, ma i suoi pensieri pervetiti giunsero ad attirare il povero Sebastian, al quale appena recipiti, gli venne la pelle d'oca. Si guardò intorno, concluse la sua melodia con i bicchieri e dopo un applauso caloroso, ringraziò tutti e andò in cerca del signorino:
- Signorino! Signorino? Dove siete? -

Quando, poi, lo vide fuori affacciatosi alla finestra con un'altra persona; lo raggiunse affidando agli altri il continuo della serata affinchè non ci fossero fuggitivi e intoppi, ma venne fermato da un richiamo, quasi femminile, ma non era lady Julia, si girò e rimase disgustato:
- No. Non è possibile. E voi che ci fate qui?

- Ma come Sebas-chan? Non sei felice di vedermi? Dai, dammi un bacino!! - si buttò dall'albero pensando che Sebastian lo prendesse, invece lo lasciò spiaccicare al suolo. - Sebas-chan! Dovevi prendermi!!

- Ma anche no. Ora scusa, ma ho ben altre cose a cui pensare. - disse con un falso sorriso, ma prima che potesse scattare, Grell, ancora sdraiato al suolo, lo bloccò informandolo:
- Se devi andare da quel ragazzo, allora non c'è da preoccuparsi, se la caverà! E' un diavolo anche lui, no? E poi, quell'altro è umano, ho sentito che deve occuparsene lui stesso, o almeno è così che ha detto la ragazzina impertinente. Rimani con me a giocare, è da tanto tempo che non ci vediamo Sebas-chan! Mi sei mancato tanto!! Che fine avevi fatto? - continuò a dire smancerie alla velocità della luce, Sebastian, anche se non gli potè dare torto, non volle affatto subire quelle cazzate e soprattutto da quello shinigami.
Il mero maggiordomo, però, si chiese cosa ci facesse lì, dopotutto aveva ragione era da tanto tempo che non si incontrarono e di sicuro, non aveva tanta libertà per fare lo stalker, così lo ricattò, mettendo in ostaggio la faccia di Grell sotto il suo piede: - Cosa siete venuti a fare qui? - chiese serio e cordiale.

- Sebas-chan! Lasciami andare! Non c'è bisogno di tanta violenza! Seb-

- Parla! - Sebastian mise più potenza. - Potrei perdere la pazienza e spappolare la vostra faccia.

- Noooo!! Parlerò! - lasciato andare da Sebastian continuò - La mia prossima anima è di quella ragazza che tu e il tuo padrone sorvegliate con tanta diligenza. Uff... -.

Tirò fuori uno specchio e iniziò a sistemarsi, ma prima che potesse rimettersi la ciglia, il corvino con un calcio lo mandò fuori orbita e lo avvertì: - Non fatevi più vedere qui! -


Il conte fu raggiunto da Sebastian, che lo avvertì del pericolo nel quale incombeva Julia, così ritornando alla festa raggiunsero la lady che rimase in corridoio a riflettere e quando vide Ciel, gli ordinò di terminare tutto. In quel salone, gli ospiti si divertirono, non sapevano che era la loro ultima notte di vita.
Un secondo nel buio totale e il minuto dopo, tutti morti.
Il sangue sparso da per tutto, Ciel non vomitava più a quella vista, ma non seppe se dire la stessa cosa per lady Julia che scese nel momento in cui i due demoni ripulirono. Spalancò gli occhi, e nient'altro.
Continuò a scendere lentamente le scale, mentre dalla parte opposta i servitori arrivarono con altri sacchi per la spazzatura, si bloccarono incontrandola e si vergognarono, ma Julia, notando il loro imbarazzo, sorrise per rassicurarli:
- Non fate così, lo so cosa è successo, sono stata io a volerlo. Mi dispiace, non sono insensibile ma è difficile impressionarmi. Quindi, andate pure tranquilli, sono solo qui per parlare con Ciel.

- Lady Julia... ehm... - iniziò un po' balbettante Len - Ripuliremo la villa perfettamente, non ha da essere delusa! -
Concluse con il consenso anche degli altri, e lei ripose a tanto entusiasmo: - Bene, io e Ciel contiamo su di voi! -

Si avvicinò al suo demone e gli tolse i guanti, prese la mano sinistra, e delicata gli accarezzò il contratto, un piccolo sorriso gli sfuggì e Ciel le chiese cosa avesse da sorridere, lei rispose solo che era fiera di lui.
Rimase un po' stupito, ma la preoccupazione lo assaliva, a causa dello shinigami pronto a rubargli l'anima davanti agli occhi. No, non glielo avrebbe permesso.
A fine lavoro, Ciel indossando la camicia da notte, si buttò sul letto e in piedi alla soglia della porta c'era Sebastian pronto a spegnere l'interruttore, quando il padrone gli chiese:
- Julia, dov'è? Aveva da parlarmi e ora non c'è.

- Non ne ho idea, signorino. Non la vedo da quando abbiamo iniziato a pulire.

- Trovamela, è un ordine. Sono stanco, dille di raggiungermi, quello shinigami pervertito è qui a Londra per lei, è pericoloso. I gemelli Nevito avevano ragione. Dovrò stare attento. Uff...

- Yes, my Lord. -

Sebastian cercò la lady ovunque, anche con l'aiuto degli altri, preoccupati anch'essi per lei. Dopo il complimento fatto al signorino, disse che si sarebbe recata in una stanza a riposarsi, perchè anche lei era estremamente stanca. Non le si potè dare torto, ma dopodichè non si era fatta più viva, e Ciel gli aveva ordinato trovarla; utilizzò anche i suoi poteri per individuarla nel raggio di 50 km ma niente, non sentì la sua presenza, e anche Ciel se ne era accorto.
Questo però non significò che era morta. Solo non attiva.
Ciel stufo di aspettare, sfidò la stanchezza e andò anche lui a cercare, non ne poteva più di starsene con le mani in mano così si fece un giro.
"Quella ragazza, fa impazzire me e anche Sebastian! E' incredibile! Ma dove se ne andata a riposare?! In cucina? No, là andrebbe a mangiare e sentirei la sua presenza. Si è addormentata da qualche parte, e neanche con il contratto sul petto che non è visibile, perchè in questo momento è coperta. E ora cosa fare?". Ciel cercò in lungo e in largo, da cima a fondo, la sua stessa Manor House e di lei, nemmeno la traccia. "Sfruttare la sua golosità? No, forse questa è un prova, ma lei nemmeno è consapevole che la stiamo cercando". Arrivò davanti a una porta che emaneva un dolce profumo di caramello, era la biblioteca. Aprì e vide la ragazza addormentata sulla poltrona, si avvicinò e contollò il libro intenta di leggere:
"Come desiderare di più".
"La mia lady è più pigra di me. Non sei in grado di leggere un libro così, Julia" pensò critico Ciel "Ma ammetto la tua buona volontà, cosa desideri di più? Hai tutto.
...La tua voglia di volermi...
Ah, giusto. Vorresti me, scusa Julia. I demoni non provano sentimenti."
Ciel rimise a posto il libro senza far rumore, ma Julia si svegliò lo stesso:
- ... Ciel. Yawn - sbadigliò - cosa ci fai tu qui?

- Dovrei chiedervelo io, Lady Julia.

- Cosa ti avevo detto? Non usare mai più il termine "lady". Mancano quattro persone, tra cui uno è quello che mi ha permesso di incontrarti. Questa volta, però, una strategia diversa. Basta con questi inconvenevoli da nobili, passare del tempo con te mi ha fatto dimenticare che siamo nel ventunesimo secolo. Propongo di tornare a Roma, domani mattina.

- Lad... - si corresse - Julia hai organizzato una festa per il tuo arrivo a Londra e ora vuoi tornare a Roma? Non è azzardata come mossa?

- No, non credo. - si alzò dalla poltrona e si fermò alla soglia della porta, aspettando che Ciel la raggiungesse - Se ci fermiamo qui, più del dovuto, finisce che mi scopriranno e siccome non puoi riacquistare il titolo di Cane da Guardia della Regina in poco tempo, beh allora ritorniamo. Nessuno saprà che siamo stati a Londra, no? Solo i miei che testimonieranno per la prima volta a mio favore, utilizzando la loro innata capacità di mentire.

- Come vuoi Julia, - capite le intenzioni della ragazza, se ne tornarono in stanza - però ti devo avvertire di una cosa: i gemelli shinigami avevano ragione, un dio della morte ti sta alle calcagne, lo conosciamo perchè tanto tempo fa, aveva avuto molti conflitti con Sebastian, e-

- E quindi? A Roma, nessuno può toccarmi. Qui siamo nel tuo territorio. E i miei non vedono l'ora di rivedermi - disse sarcastica - e lì sarò ancora più protetta.

- Certamente. Non smetterò mai di vegliare su di lei.

- Quasi quasi questa frase ha un non so che di sexy. Dai, riposiamoci e domani prepariamo le valigie, mi manca la mia dolce amata città. E anche la scuola pubblica dovrei dire! -

Il giorno seguente, Julia e i due demoni tornarono a Roma, lasciando la Manor House ai servitori, di nuovo. Il viaggio, però, cambiò molte cose: Ciel aveva ricominciato a riprendere l'azienda di famiglia, la Funtom&Co. affiliandola con la Clismatic della famiglia della ragazza. Il prestigio del buon nome di Julia accellerò il rientro degli affari, e inoltre ora sapevano entrambi i ragazzi, qual era il loro vero nemico.

- Principessa!!!! Come stai? Ouh siamo così felici del tuo rientro a Roma! Villa Julia è felice del tuo ritorno, abbiamo assunto nuovi domestici, io e tua madre abbiamo saputo che hai licenziato la signorina Sorentina, beh era sotto tuo controllo, quindi non potevamo interferire con i tuoi voleri, ci dispiace!
"Sì... come no! E' colpa vostra se Delia mi ha tradito. Tsk..."
- Raccontaci! Com'è Londra? Bellissima, vero? Che peccato, caro che non siamo potuti andare! - fece con voce dispiaciuta la madre. Ciel intervenì, perchè così Julia potesse sfuggire alle mille domande ancora non proposte:
- Sign. Clismatice, scusateci ora, ma io e Julia siamo stanchi, dopo un viaggio così lungo. Vorremo avere un po' di pace. Sebastian i bagagli! -
I genitori intesero e lasciarono andare la figlia.
Non sapevano affatto cosa era successo a Londra.

- Julia, perchè sei silenziosa?

- Mi sento male. Troppo, direi. Ho un male allo stomaco, sarà stato forse l'aereo, non ti preoccupare. Vado a riposarmi un po'. Intanto tu e Sebastian occupatevi degli altri quattro, ci siamo capiti?

- Sì, mia lady. -

Julia se ne andò a letto, riposò per tutta la giornata, mentre Ciel si consultò con il maggiordomo:
- Chi sono gli ultimi quattro?

- Charles de Gallois, a Cosenza. Piero Granada, a Milano. Giuseppe Salmanna, a Rovigo. E l'ultimo Lorenzo Aromatice, oh! Quest'ultimo non ha una abitazione precisa, pare che in quest'ultimo mese l'abbia trascorso qui a Roma, ma che sarebbe partito oggi verso un'altra destinazione.

- Lorenzo Aromatice? Di che si occupa? Come l'ha conosciuta? - notò che Julia si era messa con molti Lorenzo, che sia stata una sua mania, forse, ma non che gli importasse, ma quest'ultimo gli stava già antipatico.

- Stesso settore vostro, signorino. Giocattoli e cibarie. E' un concorrente pericoloso, è secondo in classifica nel mondo; i genitori di lady Julia l'hanno promessa fidanzata, perchè erano in crisi e necessitavano di aiuti economici, e l'anno è recente... 2010, quando l'Aromatic Industry era prima in classifica. E... a proposito, il Conte Aromatice è l'ultimo ex fidanzato della lady, prima di conoscerla.

- Quindi devo a lui, la mia anima prelibata. Sarò felice di ammazzarlo per ultimo. Occupiamoci adesso degli ultimi tre, dovremo far recepire il messaggio, ben chiaro, perchè questi hanno osato rifiutare l'inivito e fidanzarsi con altre.
Sebastian, pensi che la lady vorrà anche la morte delle fidanzate dei suoi ex? -
Ciel si sentì di accontentare ogni aspetto dell'ordine ricevuto, Sebastian rispose con tono pacifico: - Signorino, come vi ho consigliato la scorsa volta, per fare felice una donna, bisogna accontentarla in tutto e per tutto. Appoggiarla e accettare tutto quello che chiede se si è in una posizione estremamente delicata. Lei cosa pensa? Farebbe piacere a Lady Julia la morte di ragazze che nemmeno conosce? E se le conoscesse, perchè dovrebbe dare a loro la colpa? -

Il conte Phantomhive era irritato dal tono pacato, tanto che rispose trattenendo la rabbia:
- Se la pensi così, perchè non lo dici fin dall'inizio, che sarebbe inutile ucciderle! Dannato!

- Ma io le ho dato solo la mia opinione, signorino. -

Il demone sorrise beffardamente.
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

Ciel e Sebastian andarono nelle varie città a far visita agli ultimi sopravissuti, il conte non ebbe nessuna simpatia a farlo, ma quello era un ordine e doveva essere rispettato. Il giorno dopo il ritorno, Julia si sentì male e non le convenì uscire di casa, Ciel si preoccupò un po', ma non più del necessario per il semplice motivo che i genitori avevano già pronti una schiera di dottori, per la figlia quello e altro! Quando invece, lei avrebbe voluto solo che rimanessero a casa per farle compagnia, dentro la villa tutta sola, senza nemmeno Ciel. Anche uno solo di loro bastava, ma nè la madre nè il padre potevano astenersi dal lavoro, sacrilegio se accadrebbe!
Sebastian vide la preoccupazione negli occhi del ragazzo, attraverso lo specchietto retrovisore dell'auto, Ciel stava riflettendo dall'inizio del viaggio, così il maggiordomo gli chiese:
- Signorino, la vedo preoccupato.

- No, non lo sono.

- Allora, cosa avete da angosciarvi tanto? - chiese controllando con lo specchietto l'espressione del conte come se fosse stato importunato. - Qual è il problema che vi angustia? Posso aiutarvi a risolverlo, se volete.

- Non mi serve il tuo aiuto, ma mi chiedo solo... cosa accadrebbe se il desiderio di Julia si realizasse? - disse, riportando lo sguardo fuori dal finestrino.

Quei occhi rossi intensi brillarono in Sebastian, affascinati dall'idea che, sul serio, se accadrebbe, il suo lungo digiuno terminerebbe. Ora, forse, ogni sua speranza si ripose nel loro contratto.
La ragazza era furba, come se volesse ingannare il demone, ma non accadrebbe mai. Ecco perchè, ritornato alla raltà, Sebastian buttò un sospiro pesante e buttò giù qualche frase per provocare il proprio padrone:
- Signorino, date le vostre condizioni, ce ne vorrà di tempo prima che possiate gustarvi la sua anima. - disse con tutta confidenza e sbruffagine. Ciel, anche se irritato, non potè negare. E' molto lontano dall'obiettivo prestabilito da Julia; guardò il vuoto e i suoi pensieri andavano a lei, vide il suo riflesso, ma stanco dello stesso panorama si distaccò dal riflettere e venir a capo dei suoi problemi.

Arrivarono in fretta nella prima città e conclusero la loro missione, niente di più semplice, facendo anche ricorso alle minaccie e ricatti; passati di città in città, non rimaneva altri che Lorenzo Aromatice.
Non si chiese perchè, ma a Ciel gli stava antipatico, un odio profondo nei suoi confronti si era annidato dentro di sè, e sembrava aumentare. Lo odiava, solo come un demone può odiare.

- Sebastian, dove si trova quest'ultimo?

- Ho fatto delle ricerche e non sono riuscito a rintracciarlo, mi dispiace signorino. Pare che abbia talmente tante cose importanti, che tutto quel che fa è protetto dal segreto professionale. Vuole che le chiamo lady Julia per avvertire almeno che siamo a buon punto?

- Sì, chiamala tu. Non ci so fare con questi cosi. -

Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni, un cellulare di ultima generazione e lo consegnò a Sebastian per chiamare la Clismatice, questo squillò molte volte, ma senza ricevere risposta. Sebastian informò Ciel che Julia non rispondeva anche se il suo cellulare squillava. Ciel trasalì e con uno scatto impressionante ordinò al maggiordomo di tornare subito a villa Julia dalla lady, immediatamente, il conte ebbe un brutto presentimento.


Grell si travestì da una signora, pronta ad entrare in scena. Suonò al citofono, ma Julia non rispose.
La lady si sentì davvero molto male, i dottori le diagnosticarono una febbre molto alta e quindi assoluto riposo, così appena sentì il suonare, disse a malapena:
- Uff... pri-prima il cellulare... e ade-adesso il citofono! Ma che hanno tutti oggi?! -

Grell insistè più volte, finchè non fece perdere la pazienza a Julia, facendola scendere dal letto avvolta solo da una coperta. Scese le scale, giunse all'ingresso e urlò: - Sto arrivando! Sto arrivando! - per far smettere di citofonare, ma la ragazza arrivata davanti alla porta svenì.
I domestici si accorsero più tardi che la lady non era più a letto e così, ritrovandola per terra davanti all'ingresso, la riportarono in camera sua, mentre Grell dopo quei avvertimenti smise, ma vedendo che non apriva nessuno ribussò molto più forte e una delle domestiche aprì:
- Salve, scusi per il ritardo, chi è lei? I signori Clismatice non ci sono, ma se volete posso avvertire chi li cercava.

- Oh oh. No no, io non sono per i signori, sono per la signorina Clismatice! Sono la sua insegnante e ho appena saputo che è tornata, quindi vorrei aiutarla a mettersi in pari con il programma!

- Capisco, ma la signorina Clismatice adesso sta male, non può muoversi dal letto niente meno che studiare. Può ripassare più tardi, quando forse si sentirà meglio!

- No, non posso, i signori Clismatice mi hanno pregato per oggi di farle da insegnante privata. Capisce? - domandò con un viso docile e occhioni da convincere tutti - Non posso poi lasciare in questo momento di difficoltà una mia alunna! Ne va contro il mio essere!! - si immedisimò talmente bene nel personaggio che la domestica non rifiutò.
Portando la "signorina" Grelly Suctliff all'interno della villa Julia, questa ammirò la vastezza della dimora e arrivata davanti alla porta della signorina, la domestica bussò:
- Lady Julia, mi scuso se vi disturbo, ma qui abbiamo un'ospite che vi chiede udienza. E' la vostra insegnante di matematica! Possiamo entrare? -

"Eh? La mia prof. di mate? E chi cazzo è? Uff... Non mi va... e poi mi ricordo che io ho come insegnante di mate un uomo! Vabbè, vediamo chi è..." - Avanti! - disse con contravoglia di visite.

- Oh oh Ju-li-a! - salutò l'insegnante.

- Eh? Ah ho capito, è lei... - non le venì il nome e con le mani gesticolò per non farlo vedere - Ehm... lei è..? E'... Vabbè è lei!

- Ma come? Non ti ricordi più di me? Ci siamo viste prima di partire, solo un mese fa! La vostra memoria fa a desiderare, cara... - affermò sospirante.
"Sì, come no. Sono io che ho voluto rimuovervi dai miei ricordi... Uff... E se la faccio andare via? Non mi va di assopirmi tutte le sue chiacchere. Vediamo che ha da dire, e poi fuori a calci!".
La Clismatice rimase in silenzio ad attendere, mentre Grelly sorrise quasi raggiante alla malata a letto, la cameriera si sentì di troppo e dopo qualche minuto se ne andò. La signora la guardò, e dopo aver constato che non volle spicciare parola, iniziò a parlare lei:
- Signorina Clismatice, beh allora come è andato il viaggio?

- Bene. - una risposta secca, facendo capire che non volesse parlare in un momento come quello. Infatti, la lady aveva ragione, si sentiva male e non poteva riposare in pace, nemmeno per un giorno! - Scusi, signora S... com'era il vostro nome?

- Suctliff. - informò irritato lo shinigami travestito.

- Eh vabbè, cosa volete da me? Perchè siate venuta qui, non sono i miei interessi maggiori e non credo che sia per gesto di cortesia. Quindi, ditemi cosa volete, e la avrete se posso darvela... - dalla posizione eretta, si sdraiò e tese l'orecchio. Lo shinigami si arrabbiò ancor di più vedendo l'arroganza della lady, non poteva pensare sul serio, che i suoi gemelli Nevito la volessero donare il continuo della vita! Non sarebbe utile in futuro, quindi era un'anima come altre, ma poi notò la lady preoccupata di qualcosa, e rimase un po' imbambolata.

- Allora? Prof.ssa non credo che lei voglia rimanere qui per poi, spero di no, prendersi quello che ho io, n'è vero?

Mi dica, tanto ci vedremo la prossima settimana! - disse il più cordiale possibile, certamente doveva avere rispetto con le persone più grandi di lei e così, anche se non lo dava a notare, voleva che nessuno si sentisse male a causa sua.

- Eee..hm.. ehm sì, - forse affascinato dal comportamento o addirittura sbalordito, riuscì a capire perchè i Nevito tenevano a lei - sono qui, per non farvi rimanere indietro con il programma di matematica e..-

- Matematica? Ma state scherzando, spero? Non per essere superiore, ma in quella non ho problemi, sono molto più avanti del programma che state svolgendo in classe! -

"Grelly" rimase sbigottita. Dopo tutta quella fatica per aver inteso i sentimenti della ragazza, questa ritorna in fase difensiva e risponde con tale maleducazione, che lo shinigami si tolse il travestimento e uscì allo scoperto, oramai nero dalla rabbia: - Eh no! Ora basta! Innanzitutto io non sono una professoressa!

- Oh ma guarda, questo l'avevo capito! E anche che eri un travestito. - ribattè stanca delle improvvisate che quel uomo -o donna- stava tirando fuori a velocità della luce.

- Ma tu guarda che impertinente! Abbi rispetto, sono uno shinigami passionale, io! E il mio nome è..- si stava annunciando ma Julia lo bloccò, facendolo andare direttamente alle conclusioni:
- Si sbrighi, non ho tutto il tempo! E sì, sì, lo so, lei è Grelly Suctliff, no? - disse con non curanza.

- No!!! - sbraitò - La mia pazienza ha un limite! Fammi finire!! Il mio nome è Grell Sutcliff! Una signora per giunta! -.

Julia lo -o la- squadrò ben bene, aveva un abbigliamento tendente al rosso, quasi antico, i suoi occhi erano sempre verdognoli e la bocca piena di denti aguzzi, insieme poi agli occhiali bordati rossi legati a una cordicella. Infine sulla propria spalla teneva una motosega con lame affilate come una sezione di diamante.
Lo shinigami, inoltre, aveva lunghi capelli rossi lisci, e la ragazza così capendo che non c'entrasse niente con la scuola, potè iniziare a divertirsi: - Senti, siccome non ricordo mai il tuo nome, tanto meno il tuo vero nome, facciamo così ti chiamo roscio! - disse sarcastica - Uno shinigami che ci fa in casa mia?

- Non mi chiamo "roscio" ma Grell Sut-clif-f! E a proposito, sei da sola, per caso?

- Huh, rispondi prima tu! Comunque sì, sono sola, problemi?! -

Julia si stava, giusto un po', per andare su tutte le furie.

- Affatto, semplifica le cose! -.

Il suo sguardo divenne meschino e il sorriso si allargò mostruosamente, una scintilla nei suoi occhi brillò e a Julia venì un piccolo timore, ma tanto le sarebbe bastato un attimo per pronunciare il suo nome:
- Ciel, sono qui. - Grell scattò e con un abile mossa stava per tagliare in due la ragazza - Proteggimi -.
Impassibile e svelto.
Il demone maggiordomo intervenì appena in tempo, prima che potesse raggiungere il letto baldacchino, fermò la motosega accesa con le proprie mani, mentre il giovane conte si appostò accanto alla lady:
- My lady, state bene? -.

Come aveva detto Julia, aveva due regine.
La Clismatice protetta da Ciel, che a sua volta era dietro di Sebastian, faceva intendere che erano in una situazione molto delicata, lo shinigami doveva affrontare il suo Sebas-chan e Ciel era pronto a difendere Julia, quando poi la ragazza sputò sangue all'improvviso.

- JULIA?! - urlò il conte spaventato - Cosa hai? Sebastian occupati dello shinigami! Portalo fuori da qui! E' un ordine, eseguilo!! - si precipitò dalla ragazza. Non aveva intenzione di smettere, e lo shinigami ancora con la posizione sporsa verso i due giovani e Sebastian che gli bloccava l'arma, disse, tanto per informarli:
- Ah! Io le avrei risparmiato la sofferenza! Lady Clismatice sarebbe morta oggi, per emorragia interna! Vi state impegnando per una vita già segnata! Patetico...

- SILENZIO! - Ciel sapeva benissimo che era patetico, ma non poteva. O forse non voleva. Tanti dubbi e nessuna risposta certa, Julia continuò a tossire, sempre più forte e sputare sangue. Anche lei si stupì, cercò di fermarsi, ma non ce la faceva, dentro di sè c'era un qualcosa che le spingeva tutto ciò che stava buttando fuori.

Si coprì con la mano tremante e provò di chiudere la bocca, tossì più volte e guardando incredula, vide il sangue nel palmo. Il sangue stava salendo pian piano e voleva uscire, spinto da qualcosa.
La ragazza ordinò: - Ci-Ciel! Ti prego, fammi smettere! -.
Il conte non entrò in panico, per fortuna, e pensò velocemente a una soluzione: "Emorragia interna? E' impossibile, Julia lo sta sputando il sangue! Aspetta, la bocca! Forse... questa è l'unico modo."
Immediato e salvatore. Possono mai essere attribuiti questi termini a un bacio?
In qualche modo il sangue che fuoriusciva, Ciel lo bloccò chiudendo l'unico passaggio, con un bacio. Forse non era l'unica soluzione, ma sapeva che era un modo per renderlo piacevole; Julia non si stupì del bacio, ma del fatto che il piano funzionasse, il sangue ritornò da dove era venuto.

Intanto Sebastian era riuscito a portare fuori dalla villa, con la forza, Grell e anche ad avere la vittoria in pugno, mancò solo il colpo finale, quando due lance lisciarono il bersaglio. Il maggiordomo si girò e vide due i gemelli, che intervenirono per aiutare il loro sempai: - Sutcliff-sempai! State bene? E' questo il tizio che voi nominate con tanto ardore? - indicando il corvino.

- Yes, il mio lovely Sebas-chan! Waaaah siete arrivati in tempo!

- Ugh.. siete pregati di smetterla! - sospirò - Siete disgustosi. -

Sebastian perse per un attimo le staffe e i due gemelli si affiancarono a Grell, il diavolo non aveva alcuna intenzione di combattere svanaggiato e poi senza aver avuto l'ordine. Nessuno fiatò, in quella limpida sera, sotto il cielo con le stelle che brillarono e i raggi della luna illuminarono il viso candido del diavolo, che incutendo timore, li avvertì:
- Vi avevo già avvertito, dovete sparire dalla mia vista. Il mio padrone mi ha dato il preciso ordine di togliere di mezzo qualsiasi suo ostacolo, tra cui voi. Ora lady Julia è salva, e non come avete programmato voi, signori. - come se si rivolgesse ai due gemelli - Siete pregati di girare a largo. -

I Nevito non se lo fecero ripetere due volte, mettendosi in spalla lo shinigami ferito scapparono. Appena raggiunta una distanza sicura tra lui e loro, Grell chiese curioso ai due:
- Ma voi come avete saputo che ero in pericolo? Non che ve ne sia grato, ma..? -

Fran si imbarazzò per la domanda, certamente non poteva rispondere che era preoccupato per l'anima che doveva prelevare, ma nemmeno mentire dicendo che passavano lì per caso. Carlo notando la difficoltà messa al fratello per ripondere, riuscì a trovare una via di mezzo: - Eravamo venuti a vederla in azione, sempai... E a dirla tutta, non avete fatto un figurone. - sistemandosi gli occhiali.

Grell imbronciato lo paragonò a Will e Carlo sempre con calma e diligenza ne fu onorato, ma non gli sembrava proprio di assomigliare al suo mito. Dopo un minuto di riflessione, il fratello maggiore dei Nevito chiese: - Sempai, vi hanno riassegnato alla mi... alla Clismatice, o avete altre anime?

- Oh adesso controllo! - con fatica, tirò fuori il suo taccuino e fece scorrere l'indice - Mmmmh pare che ce l'abbia ancora in lista, ma hanno rimandato la sua morte a qualche mese, e poi ne ho altre a cui pensare. Uff... se non fosse che ho rivisto il mio Sebas-chan!

- La smetta, sempai. - dissero in coro infuriati.

- Credo che quest'anima sarà difficile da prenderla, se è tanto importante chiameranno un professionista, e i due demoni aumenteranno le difese. Oggi ho avuto un'occasione d'oro per averla trovata da sola, e me la sono fatta sfuggire, noooo! - confidò urlando a squarciagola quasi pentito.

- Spears-sempai le farà una bella romanzina, vi siete fatti sfuggire quest'anima, non ne sarà contento. -

Grell sapendo che avevano ragione, si sentì ancora più sconfitto, ma poi gli frullò un ultimo dubbio che pose subito ai due soccorritori: - A voi, piace la Clismatice? - si aspettò un "No" sonoro, ma Fran non rispose e Carlo disse con fermezza: - A lei, sempai, non interessa i nostri gusti. 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22
 

Julia smise di sputare sangue dopo il bacio salvatore di Ciel, e Sebastian tornando dal padrone aiutò la ragazza a riprendersi con una tazza di cioccolata calda fumante, il conte rimase silenzioso tutto il tempo osservando bene le condizioni della Clismatice. Era tutto molto strano, va bene che era malata, ma non aveva motivo di sputare sangue e nemmeno che dopo ciò morisse, sussultò per non avere risposte e Julia notandolo, rassicurò gentile:
- Non hai niente di cui preoccuparti, Ciel. - appoggiandogli una mano sulla guancia, era fredda ma morbida - Ora dimmi, ho sentito il cellulare squillare più volte, ma non riuscivo a rispondere. Cosa c'era di tanto importante?
- ... sì. Abbiamo quasi finito, manca solo il conte Aromatice. Sebastian non è riuscito a individuare la sua attuale posizione e abbiamo interrotto le ricerche per venire da te, Julia.
- Sto bene ora, domani avrò già recuperato le forze. Mi chiedo come abbia fatto ad ammalarmi, ma oramai è passato. Voi demoni vi potete ammalare per caso? -
Sebastian si lasciò scappare una risata e rispose: - No, lady Julia. Siamo immuni ai batteri e virus.
- Ah capisco, ma Ciel non gliel'hai detto? Sebastian, anche tu, non dovrai usare più il termine "Lady" per me! Ci siamo capiti? - disse convinta, puntandogli il dito accusatore.
- Come vuole lei. Signorino, vogliamo lasciarla riposare?
- ... sì. A dopo, Julia. -
- A dopo..! - salutò con la mano e un sorriso che più falso non si può.

Ciel e Sebastian andarono in salotto, il conte non fu per niente tranquillo e quando ancora non tornarono i genitori di Julia, ma non gli sembrava il caso di farla preoccupare inutilmente, e neanche la sua lady avrebbe voluto; Ciel, poi, si mise a leggere un libro di medicina, proprio non riusciva a spiegarsi questa reazione, Sebastian entrò con il thè e lo informò di un fatto:
- Signorino, finalmente ho scovato il Conte Aromatice. Non si sposterà in questi prossimi giorni, quindi potete agire insieme alla signorina Julia anche domani. E' molto vicino, si trova di nuovo qui a Roma.
- Che cosa? E' tornato in città?! M-ma è assurdo! - uno scatto fastidioso lo fece alzare dalla poltrona.
- My lord, cosa avete? Sembrate impanicato.
- Devo avvertire Julia! -.
Sebastian rimase perplesso al gesto di Ciel, e pensò arduamente: "Il signorino non si è mai comportato così, cosa avrà tanto da agitarsi tanto, sarà perché deve a questo conte Aromatice la sua lady, o anche perché è un gran rivale da non sottovalutare, certamente. E' riuscito a far cedere ogni difesa della signorina, tale da invocare un demone. Anche il signorino si è accorto che questo lord avrà qualcosa da nascondere, ma cosa?". Sebastian ritornò in cucina, mentre Ciel era corso veloce nelle stanze di Julia:
- Mia la... Julia! Posso entrare?! - chiese permesso ansimante. Julia si portò in posizione eretta e lo incitò con un "avanti!" e subito il conte la avvertì: - L'ultimo... anf anf... Il conte Lorenzo Aromatice... è.. è qui a Roma!
- Eh? Shalla, lo so. Mi ha appena chiamata.
- Cosa? Non starai parlando sul serio. - disse con tutta la freddezza che solo Ciel Phantomhive possedeva.
- Ehm.. sì. Mi ha chiamata adesso. Io e lui... come dire... ci teniamo in contatto? -.
Ciel fu sconcertato dalla notizia, non poteva capire le parole or pronunciate da Julia, fu sbalordito e la ragazza volle rassicurarlo, rivelandogli tutta la verità:
- Uff... speravo che questo momento non sarebbe mai arrivato... - sospirò - Vedendo la tua faccia, posso capire quale sia il tuo pensiero, vieni qui vicino. -
Ciel si avvicinò al letto della lady, e accomodatosi Julia, lo abbracciò. Il conte vide nei suoi occhi infinita tristezza, cosa era successo tra lei e l'Aromatice? Perché si tenevano ancora in contatto, ma soprattutto Julia non rivolse più la parola ai suoi ex, invece quest'ultimo fa eccezione, perché? Il ragazzo non riuscì a darsi pace, e quando lei si staccò, iniziò a raccontare tutta la storia:
- Però prima che ti racconto tutto, ricorda questo: Io amo te, e quella che ho fatto non era una chiamata di quello che pensi tu, era per lavoro. Credo che tu sappia in che condizioni erano i miei prima di fidanzarmi con quello, vero? - domandò con occhi sinceri la lady.
Il ragazzo rispose con tono solenne: - Eravate in difficoltà economiche, mi ha riferito Sebastian.
- Esatto. Finora lo siamo, anche se tu ci hai aiutati molto, i miei non riescono a tirarsi fuori dalla crisi, e lui è un buon alleato. O almeno dicono, ma rimane il fatto che io - si avvicinò all'orecchio di Ciel e bisbigliò soavemente - ... preferisco la Funtom&Co. -
Ci fu uno sguardo d'intesa e poi Julia continuò: - Beh, allora, iniziamo dal principio giusto? Io e Lorenzo siamo sorella e fratello. Fino a qui, niente obiezioni? - fece sarcastica Julia per alleggerire la situazione, ma non funzionò ascoltando la risposta di Ciel: - Continua.
- In realtà, quando io avevo 10 anni, i miei hanno adottato Lorenzo, infatti il nome completo e originale sarebbe: "Conte Lorenzo Clismatice", ma siccome i miei notarono una nota d'affetto da me nei suoi confronti, decisero di allontanarmelo e lo fecero adottare alla famiglia a noi più cara, gli Aromatice. La moglie del conte Aromatice non poteva avere figli e lo adottarono con piacere, infatti, come già sai, i Clismatice sono famosi per il loro orgoglio e grazia, mentre gli Aromatice per la loro umiltà e spontaneità, però, non so perché, sono antipatica agli Aromatice pur avendo buoni contatti con i miei genitori. - Ciel la guardò e lei riprese fiato - Dunque, siamo arrivati alla parte più semplice: i miei erano in crisi e allora mi diedero in sposa a Lorenzo, proprio per approfittare della loro benevolenza, niente in contrario all'inizio, anzi ero felice. Lorenzo era un diventato un bel ragazzo, io e lui abbiamo la differenza di ben tre anni, pochi, vedendo il suo aspetto da sedicenne, ma era furbo e sensuale. Ti riusciva a conquistare e la realtà sembrava distorta. -
Julia ripensò a un momento molto felice e indelebile nella sua mente, ricordava perfettamente il giorno in cui ci fu il matrimonio combinato:

- Principessa, scusami per non averti avvertito prima, ma vedere questa persona ti farà felice. - confortò il padre in macchina, e abbracciando la figlia che singhiozzava ancora per la rottura precedente. Julia non si sentiva ancora pronta a iniziare una nuova storia, soprattutto non in quelle condizioni, ma il padre insistette tanto che la convinse a uscire da casa. Lei non poté altro che rispondere, cercando di trattenere le lacrime: - ... sì. Mi f-fido di te, padre. -

Julia era stata mollata da un ennesimo ragazzo, e il padre la invitò di uscire da casa e partecipare a questo incontro; aveva 14 anni e non era ancora consapevole del destino che le aspettava.
Scese dall'auto, e fu accolta da un ragazzo alto, magro ma robusto. I suoi occhi erano di un nero scuro come la notte, e i capelli castani ricordavano il bellissimo legno pregiato di betulla, un sorriso beffardo come se si stesse prendendo gioco della lady, si schiuse per porgere il loro benvenuto e un baciamano, che fece arrossire la ragazza a vista d'occhio. Era più grande e si vedeva, Julia ammaliata dall'aura che emanava, oscura, ma forte, rimase a bocca aperta, quando poi accorgendosi del suo gesto la socchiuse; il ragazzo incominciò a parlarle in francese:
- Bonsoir, comment allez vous?
- B-bonsoir. C-ça va bien, merci. - rispose balbettante Julia e distogliendo lo sguardo dalla mano baciata. Lei osservò meglio e non pensandoci più di due volte - Mh? Aspè... ci siamo già visti da qualche parte?
- E' da tanto tempo che non ci vediamo, Julia - il suo sguardo tagliente e fino, fecero riflettere la ragazza, anche se colpita da un batticuore violento - Ma come? Non ti ricordi più tuo fratello? - fece altezzoso che la Clismatice con tono di sfida rispose: - Non ho mai avuto fratelli, chi sei tu? Un lontano parente per caso?
- Certo che no, sono un tuo fratello diretto, se così possiamo dire. Lorenzo Aromatice, al tuo servizio. E credo anche futuro fidanzato, n'est pas? -.
Prima che Julia potesse rispondere, il padre intervenì e incitò i due giovani a entrare in casa e discutere della questione, la piccola lady non poteva certo immaginare che lei sarebbe stata sul serio, data in mano a in tipo come quello. Non era come un normale Aromatice, per niente umile e gentile!
Julia all'inizio parve dura, ma molto presto riuscì a comprenderlo, ad ammirarlo. Lui era diverso dal resto della famiglia, riuscì addirittura a togliersi quelle brutte convenzioni sul suo nome, e anche di far accettare Julia come una degna Clismatice. I genitori di Lorenzo sotto sotto erano contrari, però non potevano rifiutare una richiesta dei loro migliori amici, così questo incontro combinato finì per il meglio e i due ragazzi s’innamorarono l'un dell'altro.
I giovani accettarono qualsiasi regola e un giorno, dopo aver trascorso già qualche mese insieme, fecero una passeggiata dove Julia ripensando al loro incontro, parlò del passato:
- Lorenzo, è la verità che tu ed io siamo fratelli?
- Sì, e che faccia tosta avevi, mai fermarsi alle apparenze. - le baciò gentile la fronte.
- Dai, non prendermi in giro, veramente lo siamo? Non dovremmo stare insieme, allora. - disse un po' preoccupata, ma il conte con due dita le alzò il mento e le disse chiaramente:
- Siamo fratello e sorella, non biologicamente, ma di nome e di fatto, sì. Non stavo scherzando. Sono stato adottato dai tuoi, diciamo 5 anni fa, di sicuro tu non ricordi, ma alla fine siccome ti avevo fatto innamorare di me, sono stati costretti ad allontanarci. Ora, però, guarda. Stiamo insieme, non sei felice, mia piccola ex-sorellina?
- Ti piace proprio prendermi in giro, vero? - fece imbronciata Julia.
Lorenzo la baciò e disse ridendo: - Sì, mi piace moltissimo prenderti in giro, ma se si parla del passato, non potrei mai mentirti! - le bisbigliò - Così viziata, ma così carina. Non ti vorrà nessuno, a parte me.
- Sei uno stupido, come puoi dire certe cose alla tua ragazza, eh! Non ti vergogni? -.
Tra i due c'era una sintonia a dir poco strabiliante finché un giorno, lui decise di deluderla in tutte le aspettative.


Julia raccontò tutto ciò a Ciel, che parve un po' sotto shock, alla fine capì che Lorenzo non era come tutti gli altri e anche la sua lady lo confermò:
- Ciel, prima di incontrarti, credo che lui sia stato il mio primo e vero amore. Non lo so, è stato completamente diverso dalle altre volte, ti sembrerà che lo dica spesso, oppure è perché è stato l'ultimo. Posso solo dire, però che gli credevo, avevo fiducia in lui fino all'ultimo istante... prima di evocarti. -
"Il suo sguardo si è perso, di nuovo. Ogni volta che mi parla di questo qui, non posso sopportarlo, il suo desiderio non si avvererà mai se tiene ancora a lui". Ciel era calmo e rivelò la sua strana preoccupazione:
- Com'è che vi tenete in contatto? Questo non è... nel tuo stile.
- Boh... Ho ricevuto una chiamata adesso da lui, mi ha avvertito che sarebbe tornato per delle pratiche che i miei mi avrebbero lasciato, e poi se ne sarebbe ritornato in Francia. Una semplice chiamata d'affari, direi. Perché? Sei geloso, Ciel? - domandò sarcastica e anche un po' speranzosa.
- Non posso rispondere a questa domanda, ma anche se mi duole ammettere, no. Mia lady- Julia lo fermò.
- Ti ho detto di non chiamarm- e a sua volta Ciel la bloccò, appoggiandole un dito sulle labbra.
- Fatemi finire. Mia lady sarò vostro finché vorrete, niente di ciò che avete chiesto finora è impossibile, solo improbabile. Se posso suggerirvi, il vostro passato è stato duro tanto quanto il mio, se vi ha portato a chiamarmi, ma ne sono onorato. - le prese la delicata mano e baciò una dopo l'altra le nocche e mormorando - Una lady come voi, non mi è mai capitata. Siete più unica che rara, lady Julia. -
Forse era la convinzione con cui lo diceva o anche i suoi gelidi ma blu occhi nel cui mare potevi affondare, che Julia rimase stupefatta, imbarazzata e felice ad ascoltar quelle dolci e soavi parole. Già, non era una lady come le altre, come Ciel è Ciel, lei era Julia Clismatice e tale rimarrà.
- Sei incredibile. Non ci avrei mai giurato che dalla tua bocca potessero uscire tali parole, non è... che è solo un sogno? Non mi piace essere presa in giro. Ciel, senti io avrei da dirti una cosa... -
La porta bussò e lei terminò: - Fa niente, te lo dirò la prossima volta. Avanti! -
Sebastian entrò e con tono di rammarico informò la lady di una spiacevole notizia:
- Signorino, signorina Julia. I vostri genitori sono morti in un incidente. -
La lady si voltò e insieme a Ciel dissero increduli pacati:
- Che cosa? -.
Julia si scosse un po', non le sembrò possibile.
"I miei... sono morti? No. No. No, è impossibile. Co-come... è successo?"
- Ciel, i miei non sono quindi tornati... e tu non mi hai avvertita?
- Non mi sembrava necessario. Ti sentivi male e non volevo farla preoccupare.
- C-c-c-cosa stai dicendo? - balbettò incessantemente le labbra non erano più sotto il controllo della lady, anzi, nemmeno delle lacrime. Ciel era indifferente, ma con un fazzoletto preso dal comodino, provò a farla smettere e le sussurrò parole confortanti anche se prive di sentimento:
- My Lady, i suoi occhi sono gonfi e le guance rosse, non si addice a una Clismatice, come potete essere orgogliosa del suo aspetto non grazioso? - quasi si ricordò le parole di Elizabeth - Dovete rimanere graziosa fino in fondo, se no Julia Clismatice non è-
- N-non è Julia Clismatice - lo fermò - Lo so, lo so. Ora mi riprendo, tranquillo. Ciel fammi solo un favore, dopo una giornata a letto, uno scontro con uno shinigami, ed essendo stata vicina alla morte quando invece hanno beccato i miei genitori, non so più che fare! - singhiozzò incessantemente - Per favore, continuami a parlare dolcemente, non lasciarmi mai in questa notte. So che puoi farlo, voi demoni non dormite, è solo un'alternativa al niente.
Questa notte voglio sentirmi il più protetta possibile, non farmi mai sentire sola, devi provarmi che la tua fedeltà! - dalla disperata era passata quasi alla rabbia, ma premeditata - I diavoli si basano sull'estetica del ruolo che assumono, Sebastian è un perfetto maggiordomo, non so quanto ti c’è voluto, ma anch'io voglio che tu stia accanto a me come l'ombra, non chiedo di accollarti, ma di essere... il mio diavolo di fidanzato! -
Ciel le prese la mano, la baciò e le disse: - Sì, mia lady. -

 

Nota d'Autrice:
Hello MinnaH! Aggiorno in anticipo perchè parto per le vacanze, spero che abbiate gradito il capitolo e i commenti son sempre benvenuti!
Dunque, molto probabilmente il prossimo aggiornamento riprenderà nel 2012, spero che possiate attendere così tanto! ^^"
Beh, buon natale a tutti e felice anno nuovo!!
Bye and kiss
Julia_Phantomhive

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

Le era accanto come l'ombra, premuroso come un fidanzato e abile come un diavolo, Ciel Phantomhive era all'esterno un quindicenne, ma con 136 anni di esperienza sapeva come risparmiare energie per un'eventualità come quella. Gli era stato affidato un compito e lei non ha avuto difficoltà ad assegnarlo quanto per poterlo svolgere, cos'era veramente difficile? Nulla, se la ragazza credeva veramente nei suoi sentimenti. Il conte sospirò in quella notte, la luna oscurata dalle nuvole, e non avendo il privilegio di poter dormire, si alzò dal suo letto a poca distanza da quello di Julia.

Dopo che si era addormentata, Ciel se ne andò dal suo fianco, ma il sonno, per quanto si annoiasse, non venì a travolgerlo; l'estetica del diavolo ha una sola regola, e lei la sapeva benissimo. Cautamente ritornò al fianco della ragazza, che si rigirò più volte, emettendo anche qualche sbadiglio, Ciel iniziò a sorvegliarla e lei, come se lo sapesse, lo chiamò: - C-Ci... el... -.
Il conte non si stupì, anzi sorrise e domandò: - Sì, mia lady?

- ... mmmhh... - si alzò, si stropicciò gli occhi e dopo uno strano brontolio continuò - ... ho fame, mi porti qualcosa?

- Sebastian, - era sbigottito per quanto Julia fosse un pozzo senza fondo, ma come al solito il fedele maggiordomo arrivò all'istante - porta qualcosa di caldo per Julia.

- Come volete, signorino. -

Julia si sentì sfinita, non riusciva più a reggersi nemmeno da seduta, così si appoggiò sulla spalla di Ciel, volle chiedere, avere coraggio di domandargli, ma la lady non si sentì ancora pronta ad affrontare quella questione. Paura, affranto e timidezza, che non ebbe mai avuto, le assalirono per la gola. Il suo orgoglio, però, non aveva confini:
- Dimmi, raccontami, tutto ciò che puoi. Inizia dal principio, svelami i tuoi oscuri e affascinanti segreti, dalla mia bocca non uscirà nulla. Ciel parlami di te, dei tuoi, di Sebastian, dei tuoi servitori, di Elizabeth, di tutti quelli che conoscevi e che hai dovuto dire addio. Sono gelosa. Gelosa del tuo passato.
Tu sai tutto di me, ne sono sicura. Se non fosse, svelerò ogni mio incognito mistero, ma fino ad allora...

- E' tardi, non ce la fa a sostenere tutto, mia lady. - Julia contestò e Ciel fu costretto a continuare: - Lady Julia, voi sapete più d quanto dovreste, andare affondo in questa storia non vi porterà a nulla. Non le importava solo che io sono vostro, e voi... mia? -.
Per quanto potesse provarci, nessuno poteva battere Julia in testardaggine: - No, ora voglio la verità. Proprio perchè tu sei il mio diavolo di fidanzato, e per te sono la cena, mi sembra giusto... sapere come tu possa essere diavolo. Sei diverso da Sebastian, me lo sento -.
Julia lo guardò dritto negli occhi, nel buio più totale, la ragazza riusciva a vedere il rosso intenso del diavolo che risplendeva come rubino, una fiamma che alternava dal rosa al rosso. Ciel cedette, alla fine, quando avrebbe utilizzato la frase "ti ordino di dirmelo" non le avrebbe certo impedito di scoprire la verità:
- Non posso smentire questo è vero.

Sono un demone per un contratto stipulato da Alois Trancy, soprannominato il Ragno della Regina. Anche lui aveva un demone, che preferì alla fine la mia anima al posto del conte Trancy, così quest'ultimo stipulò un ultimo contratto, dopo aver posseduto il mio corpo, con Hannah, un altro diavolo.
Non so bene, come è andata finire tra i due, ma so per certo che lo scopo del contratto era che i due diavoli, contendenti della stessa anima, non ricevessero quest'ultima e infine che rinascesse demone.

- No, Ciel. Ti ho chiesto dall'inizio, da quando hai incontrato Sebastian, so dell'incendio. Dei tuoi. Non credo a niente finchè tu non me lo affermerai.

- Mia lady, ho evocato Sebastian per vendicarmi, e alla fine ci sono riuscito. Sono rimasto in vita anche grazie ad Alois e il suo contratto, ma non gliene sono riconoscente.
Solo... per avermi dato la possibilità di incontrarla.

- Un altro che mi prende in giro. - sbuffò - Ma voi idioti non finirete mai, vero? - disse sarcarstica.

Sebastian accese le luci ed entrò con un thè caldo, porgendo un vassoio con un intero buffet: - Spero che gradiate. -

A Julia le brillarono le pupille alla visione paradisiaca dei dolci, poi riflettè: se Ciel non avesse raccontato tutto, glielo avrebbe comunque chiesto anche a Sebastian; così terminato un pasticcino al pistacchio, prima che se ne andasse, allungò il braccio e fermò per le code della divisa il corvino:
- Sebastian! U-un attimo, volevo chiederti una cosa... T-tu sei contento di aver incontrato Ciel? -.
La domanda stupì entrambi, ma il mero maggiordomo rispose forse con sincerità:
- Lady Julia, lei è felice per aver mangiato quei dolci? - la ragazza colse l'aspetto, e prima che potesse rispondere, Ciel intervenì a sua volta: - Non sei autorizzato di fare simili domande, Sebastian.

- Chiedo venia, signorino. -

La ragazza rimase silenziosa, capì e non sapeva che dire. Si sentì imbarazzata e ferita, in qualche modo.
"Per Ciel sono solo davvero il pasto... speravo che si divertisse con me, e invece attende solo la mia disfatta. No, non voglio questo. Quel che voglio lo sappiamo bene tutti e due, e Sebastian ne è testimone.
Una pedina, due regine, no. E' tutto sbagliato. Il mio ragionamento è completamente errato, ma sono sconvolta? Forse, i miei sono morti e uno di quelli di cui mi fido di più, mi vuole divorare..!"

- Ciel, - con una mano strinse la manica del suo pigiama - I termini del patto sono ben tre: il primo che tu diventassi il mio fidanzato, secondo che mi aiuterai a compiere la mia vendetta e terzo che, alla fine per gustarti la mia anima, tu mi amassi. - strinse di più, tremò un po' - Due terzi del contratto sono stati svolti alla perfezione, ma riuscirai mai ad amarmi, veramente?

- I diavoli non provono sentimenti. - rispose Ciel, però Sebastian lo contraddì: - Non quelli di origini umane, signorino. Voi siete un eccezione fuori dal comune, questo è certo. - fece il Michaelis pacato e con un sorriso beffardo. - Niente vi impedirebbe di ritrovare i vostri sentimenti perduti, giusto?

- Dannato...

- No. - Julia smentì Ciel - No, ha ragione. Se sei stato umano, allora io... io... farò di tutto per ritrovarli! -

"Co-cosa sto facendo? Mi sto autocommiserando e anche umiliando da sola, lo avranno ripetuto un centinaio di volte che i demoni non provano amore, però non voglio arrendermi all'evidenza! E' strano anche che io abbia incontrato Ciel! Più che una coincidenza.. è un avvenimento fuori dal comune! Però... però..."

- Julia sembri convinta di quel che dici, ma lo sei veramente? - chiese Ciel impassibile.

- No. Non lo sono. So solo..! - si bloccò, non lo sapeva più neanche lei - Tsk... io e il mio stupido orgoglio. Non sono per niente una Clismatice, non sono agrazziata, sono solo Orgogliosa. Ho sempre voluto tutto e non ho niente. Quello che mi rimaneva erano forse i miei che sono scomparsi, e ora... non ho niente.

- Julia tu avrai sempre noi.

- Chi noi, Ciel? Non c'è nessun noi. Tu mi divorerai, mentre Sebastian rimarrà al tuo fianco. E se lo stai pensando, no! Non mi sto pentendo di niente. Io ti amo. Però tu no! No!
E' così frustante? Sì, lo è immensamente.
Come ti ho già spiegato, questa sera... questa lunga sera voglio sentirmi protetta, quindi per queste ore non sarò e non sono Julia Clismatice.

- Eeeeeeeeeh? Ma come?! - una voce femminile eccheggiò in tutta la stanza - Non sei Julia Clismatice? Allora ho sbagliato stanza. Scusate il distuuuurbo! -.

La signora era di fronte a tutti i presenti. Aveva occhi argentati, lunghi capelli ondeggianti biondo platino con qualche colpo di sole più scuri, era alta, molto alta. Portava dei jeans strappati cortissimi che non le coprivano nemmeno le ginocchia, aveva delle gambe lunghissime e indossava un top molto attilato nero, però quello che la lady notò, che con tutto quel abbigliamento trasgressivo, non aveva un accenno di seno. Julia si stupì un po', ma alla fine osservò quell'arma che teneva in mano: una spada per la scherma.
Ciel e Sebastian si misero in assetto da combattimento e il conte aspettò solo l'ordine, la lady singhiozzò, aveva appena affermato che non voleva essere più se stessa, ma era necessario capire con chi avevano a che fare. Si era intromessa in un momento fragile, impenetrabile per gli sconosciuti, però quella signora era entrata con nonchalance e questo a Julia le infastidiva parecchio:
- C-chi sei? No. No, no! - "No, non posso permettere di farmi vedere così, a nessuno! Neanche a Ciel! Mi sono lsciata andare ed ecco le conseguenze! Come ho potuto... come ho potuto..!" - Ciel. Non avere pietà. - abbassò il tono - E' un ordine che devi assolutamente rispettare. Dovesse costarti addirittura la mia vita. Anche se sono in pericolo, preferisco che ammazzi lei. Hai capito?

- Sì, mia lady. -

Il conte Phantomhive non era d'accordo con il desiderio espresso, ma era stata precisa: voleva la morte di quella estranea dovesse costarle la vita. Non era molto giusto, forse perchè doveva essere sacrificato la vita del cavaliere che decideva di combattere per lei, ma la lady sapeva che lui era immortale.
Una frase inutile da attribuire a un demone: A costo della tua vita, Ciel.

- EH? No, aspetta. Quindi sei tu Julia Clismatice o sbaglio?! - non c'era che dire, quella signora era proprio stupida - Eeeeeh, non si frega mai uno shinigami, sappilo! Beh ovvio che dovrei presentarmi, nooo?

- Nessuno te l'ha chiesto, vecchia. - rispose con il sorriso in faccia il demone maggiordomo.

- Ma che modi sono! Sono Clara de Mira, esperta shinigami veterana per prelevare l'anima di Julia Clismatice! E' più di mille anni che non mi assegnavano una anima così previligiata e tanto difficile da catturare. Allora, vediamo... sei un'aristocratica allegra e vivace...? Non mi sembra proprio! Questa descrizione è totalmente sbagliata, ma... Clismatice... preparati!! -.
Elegante, abile e veloce. La spada lunga e sottile riuscì a scavalcare i corpi dei due demoni e a raggiungere l'anima prediletta: - Oh oooh. Scovata. Signorina Clismatice addio! -

Teneva un sorriso sulle labbra e il fiorino pronto a infilzarla la sfiorò appena. Julia sussultò.
La mano di Ciel fermò in tempo l'arma, e Sebastian aveva contribuito ad allontanare lo shinigami, poichè lei si era avvicinata troppo, e il conte non lo accettò. Ordinò al suo mero maggiordomo di annientarla, come da richiesta; nessuno poteva vedere Julia piangere o con il cuore attera, solo i genitori che erano morti e Ciel che aveva il dovere di assistirla.

- Uccidere una dea della morte? Lo vedo impossibile!

- No, io e Sebastian abbiamo constato che le Death Scythes possono uccidere qualsiasi essere vivente, no? Quindi anche uno shinigami. - il sorriso falso di Ciel in alibì la signora che non ne sapeva nulla, e appena le fu sfilata l'arma dalle proprie mani, Sebastian continuò il discorso del padrone: - Signorino, ho il permesso?

- Certamente. Lei ha visto. E' testimone. Addio. -

Julia la guardò, se solo non si fosse intromessa, l'avrebbe risparmiata. In fondo, non voleva altre morti, perché aveva giurato che in quella notte, non era più una Clismatice, solo per quella notte.

- Fermi.

- Mia lady? -

La ragazza si avvicinò alla shinigami sottomessa da Sebastian, si inginocchiò e le propose un patto:
- Io non sono Julia Clismatice. Quella che hai visto ridursi pateticamente non era Julia Clismatice. Ci siamo capite? Da donna a donna, manteniamo questo segreto? -

Non sapeva che tono assumere, era dolce, sensibile ma allo stesso tempo intimidatorio.

- Fare un patto con una essere umana..! Tsk... che vergogna. Sono uno shinigami di alto livello, una delle migliori! Ridotta a chiedere pietà! La vita o la morte, mi stai offrendo? Preferisco la vita, ma la verità uscirà fuori e sarò presa in giro e allo stesso tempo, umiliata da una ragazzina.

- Non essere come me, l'orgoglio non porta da nessuna parte. Non sarai umiliata e sai perchè? Perchè in quella sera Julia Clismatice non esisteva. Così devi dire ai tuoi superiori, di certo se l'anima non sa di essere quella che è, come puoi dire che io ero Julia Clismatice se non lo ero più. Ora vai.
Non lo faccio per te, ma lo faccio per recuperare solo ciò che mi rimane della mia coscienza. E' inutile poi, la morte di uno shinigami. Sei carina, molto.

- E' piatta, al contrario di te, mia lady. - aggiunse Ciel con noncuranza.

- Da quando ti importano queste cose, scusa? - chiese sfacciata al proprio ragazzo - Ciel, ordina subito a Sebastian di liberarla. Un'ultima cosa. Ricorda, quella che hai visto non era Julia Clismatice.

- Sì. - rispose Clara, avendo capito le intenzioni della lady, poi si rivolse al conte - E non è colpa mia se non ce l'ho!!! -

Sebastian la lasciò andare e la dea della morte era andata via con un uscita imbarazzante a causa del seno "poco prosperoso", praticamente piatto e entrambi i demoni rimanerono perplessi.
La Clismatice pensò: "Io rimarrò Julia Clismatice. Non c'è niente da fare, è l'unico motivo per cui sono interessante per tutti quelli che vogliono la mia anima. Non sono una ragazza normale, ma nemmeno speciale.
Non so nemmeno più qual è la mia vera personalità, ho perso me stessa.
Come ha detto quella shinigami, sono allegra e vivace, direi che lo ero. O forse lo sono ancora? Non lo so.

Ciel è la persona che amo, anche se non ricambia.

Sebastian è il suo fedele maggiordomo.

Chi altri è vicino a me, in questo momento? Lorenzo? Sì.
Ho voglia di vederlo, anche lui sarà dispiaciuto per i nostri ex-genitori. Mi chiedo perchè non piango, forse sento che è giusto così, perchè alla fine i miei ed io ci siamo allontanati. Sono strana, sicuro.
Ora, però, ho da dire una cosa molto importante a Ciel e cioè che sono la discendente di Elizabeth ed è strano... sono gelosa della mia antenata. Aaaaah mi chiedo cosa provava Ciel per la mia trisavola. Uhm.. mi sento male di nuovo, domani, dopo la scuola, meglio che vada dal dottore. Ho un presentimento."


Dal capitolo precedente...

Due anime camminavano in mezzo al buio... niente poteva permettere loro di orientarsi, quando ecco, venir dalla loro parte, avvolto di nero come un ombra. Un giovane con un sorriso spento. Non proferiva verbo ma fece un piccolo inchino.
-Signor e Signora Clismatice, sono solo un giudice, creato per volontà del re, con il compito di giudicare le vostre anime.-
Un taglio netto ed è la fine di tutto.

Julia prenderà le redini del destino a fianco dei suoi due fanti.

[citazione di Professor Shinigami]

 

Nota d'Autrice:
Scusate il ritardo, per l'ora e tutto.
Vorrei consigliarvi di fare un salto al mio profilo e rispondere a un mio piccolo sondaggio :)
Comunque, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e l'aggiornamento riprenderà come sempre!
Grazie ancora per chi mi segue ancora! E' molto bello sapere che alcuni ancora leggono! :3
Bye and kiss
Julia_Phantomhive

 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

La pioggia rigava il vetro del finestrino della macchina, con la quale Sebastian stava accompagnando Julia alla scuola pubblica. Anche se era di origini nobili e poteva permettersi addirittura un insegnante privato, la Clismatice aveva scelto di vivere come una ragazza normale di quindici anni; voleva avere delle amiche e un ragazzo che l'amasse, sì quello era il suo sogno, ma a causa dell'aristocrazia, doveva mettere a disposizione il suo corpo e la sua anima per i genitori e il nome della famiglia. Julia ripensò a quei primi momenti, in cui la sua decisione di frequentare una scuola comune, stavano andando bene. Molto bene, finchè non conobbe Lorenzo Aromatice o il cosidetto "finto Aromatice".
Lorenzo non era un figlio diretto, ma nemmeno dei Clismatice, perchè in realtà era un orfano.
Un orfano molto amato, diversamente da Julia, lui era ben voluto ovunque si trovasse, e anche se non aveva sangue nobile, era nato come tale. La cosa buffa era che Julia non lo invidiava, ma lo ammirava.
I Clismatice lo notarono quell'affetto che la loro cara figliola nutriva per lui, fin dal primo momento in cui si incontrarono e loro sapevano come sfruttarlo al meglio in futuro.

"Una giornata come tante... uffa, piove e non posso andare fuori a giocare."

I pensieri della piccola ragazzina di dieci anni si lamentavano, anche se si presentava ai suoi amici Francesco e Carlo con un bel sorriso quando li incontrava mentre gironzolava per la villa estiva. Francesco e Carlo erano gemelli e lavoravano per i Clismatice da pochi anni, ma tali da renderli speciali. Julia stava aspettando solo il ritorno dei suoi per essere intrattenuta da loro, ma si accorse che stavano facendo parecchio ritardo, così entrò nella sala conferenze dove incominciò a parlare un po' con Francesco.

- Oh, Miss! Vi annoiate?

- Sì, Fra. Molto... - dentro di sè piagnucolava, ma se le teneva dentro le lacrime, a una lady non era mai permesso di frignare - Perchè i miei non sono ancora arrivati?

- Sarà che con questa pioggia, avranno avuti dei problemi. Non si preoccupi, ci siamo io e Carlo con voi, no?

- Sì - sorrise, era molto felice che i gemelli Nevito fossero con lei.

- Ora, ditemi. Com'è la scuola pubblica? - Julia aveva appena iniziato la scuola media, e come aveva imposto ai genitori fu iscritta alla scuola scelta - Avete già fatto qualche amicizia?

- Non tante, - la miss ci pensò un po' su prima di continuare - sai... tutti conoscono i miei genitori, e quindi fanno di tutto per non ferirmi. - abbassò lo sguardo affranto - Però mi sono iscritta a posta lì per essere normale, ma nessuno questo l'ha capito. Fra, c'è qualcosa che non va in me per caso? -
Francesco Nevito teneva molto alla ragazzina, e quindi rispose con molto dolcezza: - No, miss. Voi siete molto speciale, e forse perchè hanno paura.

- La paura per cosa? - innocente e docile, la ragazzina aveva occhioni pieni di speranza nella risposta che aspettava, e l'amico che la teneva sulle sue gambe rispose un po' vago:

- Huh... p-per la vostra incredibile nobiltà hanno la paura di non essere all'altezza di s-starvi accanto, voi siete davvero una ragazzina molto carina, Miss! - non era convincente, ma Julia sapeva che si stava impegnando per non offenderla.

Insieme risero, e iniziarono a guardare la pioggia quando entrò Carlo, e stupito di vedere la ragazzina annunciò contento del ritorno dei suoi genitori; accompagnati dai suoi gemelli Nevito arrivarono all'atrio e sconcertata dalla figura sconosciuta davanti a sè, non la ignorò, però gli ordinò di presentarsi. I genitori, scrollandosi l'acqua di dosso, pregarono la loro figliola di andarci piano, conoscendo il suo carattere, così Julia si avvicinò e gentilmente alzò il viso, che era rivolto verso il basso come se volesse celare la sua identità, ma per quanto fosse pesante, gliela portò ad altezza di naso e incrociò per la prima volta quei occhi tanto impenetrabili da vedere solo il proprio riflesso immerso nella notte più oscura.

- Qual è... il tuo nome? -

Il ragazzo non rispose. Julia insistettè e gli tolse il cappuccio che poco tempo prima gli copriva il capo per non bagnarsi, e ancora una volta la ragazzina fu incantata alla visione dei capelli chiari, ma ugualmente castani. Ripetè più forte, mentre i genitori li lasciarono soli.

- Come ti chiami? -

Silenzio.

- Quanti anni hai? -

Silenzio.

- Perchè sei qui? -

Negava risposta, a Julia saltarono i nervi. Chiamò i suoi amici gemelli e stufa di aspettare, ordinò solo che dovevano accudirlo come si deve e finchè non avrebbe risposto a una sua sola domanda, lui non doveva mai farsi vedere da lei. I genitori erano nascosti e si goderono lo spettacolo, perchè intervenire? Volevano vedere come la loro piccola principessa avrebbe affrontato quella situazione, e così non interferirono.

A dir la verità, nemmeno loro conoscevano affondo quel ragazzo, poco più grande di lei, ma sapevano che c'era in qualcosa in lui che attirava.

"Perchè i miei lo hanno portato qui? Non avevano motivo, non basto più per caso?! Grrr... che rabbia che mi fa quel! Quel! Non ha risposto nemmeno a una delle mie domande! E chi è poi, tanto da farmi irritare! Anche se è carino non mi farò ingannare! E' un maleducato!". Julia faceva su e giù per la camera, e mise sempre più pressione nei suoi passi, tanto da farsi udire dai genitori al piano inferiore; intanto, Francesco e Carlo accompagnarono lo sconosciuto nelle camere degli ospiti, e offrirono a lui il loro servizio completo:
- Uhm... signorino? Per qualsiasi cosa, non esiti a chiamarci. Miss Julia ha detto che dovete sentirvi come a casa vostra, quindi potete chiedere ciò che volete. - fece Carlo e se ne andò.

Invece, il fratello maggiore rimase al suo fianco e provò di convincerlo a sciogliersi un po':
- Mi dica signorino, perchè non volete rispondere alla Miss? - rimase in silenzio, e così Francesco continuò - La padroncina di questa casa è molto gentile, e nei vostri confronti vuole essere comprensiva, ma se voi non rivelate niente, Miss Julia si arrabbierà e non è consigliabile. - mise euforia in quel che disse.

- Ho paura. Ho paura del suo giudizio.

- Giudizio? - quella parola era più che familiare a Francesco, ma capì che era piuttosto strano. Non era uno shinigami, troppo giovane per la sua età, ma dentro di sè aveva un potenziale maggiore degli dei della morte, quasi divino.

- Mi chiamo Lorenzo. - non era spaventato, neanche intimidito, ma non voleva rivelare il significato della parola "Giudizio" che assumeva per lui, e per non destare altri sospetti decise di cedere, in fondo glieli doveva fare i ringraziamenti, e per farlo doveva dirlo in faccia alla ragazzina che gli ha permesso di restare. - Ho tredici anni e sono qui per via di quei signori che mi ci hanno portato a forza.

- I signori Clismatice? Ma come..?

- Lunga storia. - terminò come un taglio netto.

- La Miss sarà molto felice! - disse con un sorriso, mentre Lorenzo lo guardò interrogativo.

Carlo stava intrattenendo Julia, gli raccontò molto spesso la leggenda degli shinigami, riusciva sempre a stupirla, peccato che non aveva mai il coraggio di dirle che non era per niente fantasia, ma tutta realtà. La ragazzina non aveva mai paura di questi esseri che lui le parlava spesso, anzi voleva affrontarli o anche diventarne amico se mai ne avesse conosciuto uno, non consapevole di averne due accanto. La cosa che le divertiva di più, poi, era sempre di come sorrideva a tutto, Carlo glielo avrebbe sinceramente rivelare, ma erano le regole.
All'improvviso, entrò Francesco che introdusse l'ospite:
- Miss Julia, mi dispiace disturbarla, ma il signorino Lorenzo vuole parlarle.

- Lorenzo? Vuoi dire che il suo nome è- la interruppe lui stesso:
- Il mio nome è Lorenzo. Voglio... ringraziarti. - Julia perse un battito. - E scusarmi per il mio comportamento di prima, non volevo mancarti di rispetto, ma sono stati i tuoi genitori a portarmi qui. Sono orfano e mi hannno gentilmente accolto, non sapevo che avessero figli. - fece una piccola pausa - Sono felice di averti incontrata, Julia -.

La ragazzina rimase in alibita, all'ultima frase aveva aggiunto un sorriso, che solo pochi potevano trasmettere anche i pensieri, sentiva un calore piacevole dentro al cuore, ma tese la mano pronta a Carlo. Sentiva però, oltre ai sentimenti altrui, anche i suoi che le trasmettevano una sensazione di pericolo.
Non aveva paura, ma la percezione di pericolo era una specie di sesto senso in lei.
Carlo le prese la mano delicatamente, mentre lei gliela strinse il più forte possibile e con tutto il coraggio e la protezione che solo i Nevito le potevano dare, quando erano vicini, riuscì a dare un discreto benvenuto:
- Ti ringrazio... finalmente so il tuo nome, Lorenzo. S-spero che ti troverai bene, qui da noi. - sorrise con difficoltà, non le era per niente passata la rabbia, anche se continuò a fissarlo incessantemente - Tra un po' verrà servita la cena, ti unisci ad ascoltare qualche storia di Carlo? E' un buon narratore. -

Lorenzo annuì.

- E tu Francesco?

- Chiedo venia, ma oggi è il mio turno, avete qualche preferenza per questa sera?

- Oh... capisco. Vediamo... - "allora come primo piatto direi, pasta al sugo, ma come secondo? Meglio agnello o bovino? Aaaah che scelta difficile!".

Vedendola in difficoltà, Francesco si permise di consigliarle, ma prima che potesse aprire bocca, Lorenzo che era accanto alla ragazzina, come se sapesse cosa stesse pensando, la aiutò con il menù:
- Pasta al sugo e un filetto di carne qualsiasi. - Julia lo fissò - Ho detto per caso qualcosa di sbagliato? Non era quello che volevi? -

La Clismatice fece "sì sì" con la testa e imbarazzata congedò il suo amico.

Sia Francesco che Carlo erano sospetti del nuovo arrivato, il maggiore aveva molti dubbi, dal primo istante intuì quella potenza inaudita e ora anche l'altro fratello se ne era accorto.
Quella sera i genitori furono silenziosi, la situazione era molto tesa, e nessuno parlò per tutta la serata. I Clismatice erano al corrente che ormai i due avevano già stretto amicizia, Julia lo trattò diversamente, come sa da un momento all'altro quel senso di pericolo svanì; Lorenzo era calmo e molto affettuoso, le accarezzava il piccolo viso e a oni suo sorriso ricambiò.

La vita di Julia era diventata una routine: la mattina si svegliava con accanto, nello stesso letto, il suo fratellone. Quando scendeva per le scale, non era più in compagnia di Francesco o di Carlo, ma con Lorenzo e ogni volta che usciva di casa, divenne un'abitudine salutare i genitori con un semplice sorriso, mentre a lui e i Nevito un piccolo bacio sulla guancia. Al ritorno da scuola, saltava adosso a Lorenzo e incominciava ad adorarlo sempre più; quasi tutta l'attenzione della lady andava a lui. Certamente ai genitori non dispiaque, ma ai gemelli assalì un po' l'invidia e spinsero loro a far trasferire Lorenzo, e i Clismatice accettarono la loro richiesta:
- Principessa, Lorenzo dovrà... andarsene. - disse il padre lentamente, ma per niente rammarico.

Julia ascoltò, però incominciò a mostrare opposizione.

- So che gli vuoi molto bene, ma sai che Lorenzo non è veramente tuo fratello, vero? Dovresti... sostenerlo e fargli incontrate i suoi veri genitori. Lui sarebbe felice, e anche tu lo saresti, no? -

Il diretto interessato entrò e la ragazzina si aggrappò subito al suo braccio, in cerca di spiegazioni:
- Lorenzo! Lorenzo! Perchè dicono che te ne andrai?! Tu lo sapevi? No! Non voglio!

- Scusami, Julia. - fu l'unica cosa che le disse, mentre la guardò quasi insensibilmente.

La Clismatice, appena sentì quelle scuse, alzò il proprio sguardo verso l'alto e le sembrò di abbracciare uno sconosciuto, come se non avesse niente a che fare con lui. Le faceva male il cuore:
- Tu... - tremò, ma non pianse - Tu lo sapevi..?! E non mi hai detto niente! TI ODIO. Non farti più vedere!! -

La ragazza scappò dalla stanza, si rinchiuse nella sua camera nella quale condivideva tutto con lui, sapeva che non lo avrebbe dimenticato facilmente, ma lo odiò. Lo odiò profondamente, lo volle cancellare dai suoi ricordi e dalle sue preouccupazioni; erano passati mesi da quando era arrivato nella villa tutto fradicio e adesso come un ladro, per niente riconoscente, se na andava furtivo dalla sua vita. Non lo avrebbe perdonato, anzi, lo avrebbe rimosso dalla sua memoria.

- Ci dispiace Lorenzo, - i gemelli Nevito origliarono per poi informare la lady di tutto, se sarebbero stati utili le informazioni raccolte - aver aspettato così tanto e anche per aver mentito alla nostra principessa. Lo hai notato anche tu che Julia ti ama?

- Sì.

- Noi potremmo anche approvare, ma allora non dovreste essere fratello e sorella, capisci? Però ti vogliamo trasferire dai nostri migliori amici, il casato dei Aromatice. Sono persone gentili, e in futuro verremo a donarti la mano di nostra figlia.

- Sempre se lei mi vorrà ancora.

- Non essere negativo, sentimenti come l'amore sono difficili da dimenticare.

- Come l'odio. - riusciva a ribattere, non si perdonava perchè anche lui aveva accettato il trasferimento. - Gli Aromatice non sono i miei veri genitori, vero? Perchè mentire su questo? -

I genitori spiegarono che era una questione per facilitare il pensiero a Julia del concetto del suo trasferimento, e un po' anche per indurla a perdonarlo presto. Era solo una ragazzina di dieci anni che si era affezionata a un cucciolo e dopo qualche giorno che se ne era andato, avrebbe pianto, fatto i capricci ma se fosse tornato lo avrebbe perdonato.
Lorenzo lo sapeva benissimo che aveva sbagliato, ma anche che lei non era una ragazzina di dieci anni qualunque, era testarda, e se aveva qualcosa in mente non la mollava finchè non avrebbe avuto una sconfitta completa.

Non lo avrebbe perdonato per quello che aveva fatto, che era solo la metà di quello avrebbe fatto successivamente.

Ripensò, poi a quello che avevano affermato: - ... donarmi la mano di vostra figlia?

- Huh? Sì, esattamente. Non ti promettiamo che Julia non avrà altri ragazzi, ma che in un futuro prossimo, verremo a bussare alla porta dei Aromatice e faremo di tutto per unirvi con un matrimonio combinato. Non sei d'accordo? Anche tu ami la nostra principessa, no? -

Lorenzo non aveva mai riflettuto sui suoi sentimenti, e non doveva certo farlo in quel momento, però pensò solo che le sarebbe mancata tanto Julia, e poi sì, un po' la trovava carina.

- Sì, ci tengo molto. Non aspetto altro che le vostre notizie. Quando mi trasferirò?

- Domani. Ci penseremo noi a Julia, vedrai che quando la rincontrerai avrai la sensazione che nemmeno ti conosce, così potrete stare insieme senza se e senza ma.

- Mi sembra giusto. Vado a preparare i miei bagagli.

Quella mattina Julia sentì il motore di una macchina e si alzò per affacciarsi alla finestra, notando che Lorenzo non era accanto a sè, glielo aveva proibito, e vide molti bagagli disposti all'interno dell'auto e cercando di mettere a fuoco la figura che stava salendo riuscì a riconoscere Lorenzo. Pensò solo: "Non ritornare mai più. Spregevole."
Nemmeno una lacrima, solo un dispiacere.

Giunti davanti all'immenso cancello della scuola, Sebastian aiutò Julia a mettere lo zaino in spalla, quando un uomo grande, anziano e panciuto apparì di fronte alla struttura scolastica. Intimorito dalla figura di Sebastian prottetivo, per ordine a lungo termine di difendere Julia quando il suo padrone non c'era, il signore si presentò come il vice-preside della scuola che frequentò la ragazza e disse balbettante:
- Signorina Clismatice, vorrei farvi le mie condoglianze per i vostri genitori, ma anche informarvi che siete espulsa da questa scuola.

  

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25
 

La mattina dopo l'incidente dei genitori, Julia si recò a quello che veniva definito "edificio scolastico", ma prima che potesse metterci piede, il vice-preside venì incontro alla ragazza e le annunciò l'espulsione.
Sebastian assistì l'improvvisa caduta, e quasi-svenimento, di Julia e chiese spiegazioni, ma il signore volendo ripeterlo una sola volta aspettò che la signorina Clismatice fosse tornata in sè:
- Guardi questo. - le porse il giornale e indicò un articolo in prima pagina, leggendolo ad alta voce - "La ditta Clismatic senza boss. Chi prenderà il potere?", tutti sanno che i vostri genitori sono morti, anche se doveva rimanere in segreto.
- Non riesco a capire cosa c'entri questo con la mia espulsione?! - perse un po' la pazienza.
- La scuola e i vostri genitori sono scesi a un accordo in passato, perchè in realtà noi non l'avremmo mai presa per la vostra incredibile popolarità, quindi finchè loro depositavano una somma alla cassa scolastica, lei poteva frequentare la scuola pubblica. Adesso, però, con la loro scomparsa, voi non potete continuare perchè nessuno potrà pagare il fondo.
Io sono da poco come vice-preside, e il preside della scuola ne ha voluto approfittare, infatti la cifra è esegeratamente enorme.
- Di. Quanto. Precisamente? - fece Julia con sguardo omicida.
- Cinquemila e cinquecento euro al mese. Anch'io mi vergogno di rivelarvelo solo adesso signorina, ma non ne sapevo niente finchè non è mi giunta questa novità. La prego di aggiungere anche le mie condoglianze. -
Si chinò e le prese la mano, la strinse ma delicatemente. Julia la ritrasse educatamente dopo un lasso di tempo dei tre e quattro secondi, quando le venì un'idea, e prima che potesse ripensarci aveva già formulato la domanda:
- Se trovo un sostituto, e non spargerò la voce che voi mi avete derubato per tanto tempo, mi riammettere a scuola?
- Huh? - ci riflettè un po' su, ma Sebastian con i suoi occhi lo fulminarono e rispose all'istante: - S-Sì! Sì! Certamente! L'importante è che vi troviate un tutore o una tutrice per i documenti!! -
Continuò ad annuire e fare l'espressione compiaciuta fino a quando Julia non rientrò in macchina, seguita da Sebastian. Il mero maggiordomo ebbe l'impressione che la ragazza stesse cercando di contattare il suo padrone, e così con il cellulare attese risposta:
- Pronto? Ciel, sto tornando in villa, preparati. Temo che non potrai gustarti il thè delle cinque. - terminò la chiamata e continuò, rivolgendosi a Sebastian - Andiamo dal mio medico, devo farmi visitare.
- Signorina, non vi sentite bene?
- Infatti. Ho un male allo stomaco da quando ho avuto la quasi-emorragia... Perchè? Come te la cavi in medicina, Sebastian?
- Bene, signorina. Mi faccia vedere. -
Erano all'interno dell'auto, quando il corvino sentì e guardò attentamente il bacino della Clismatice. Fu sorpreso, estremamente, quasi da chiedere sfacciatamente: - Lady Julia, avete fatto sesso con il signorino? -
Julia divenne di colpa rossa e rispose con voce secca: - Sì. -
Sebastian si portò la mano sul mento e disse: - Ora si spiega tutto, siete incinta, lady. - sorrise.
- CHE COSA HAI DETTO?! - stupita, iniziò a balbettare - Co-co-co-cosa?! N-non è possibile!! E poi... mmh... - sbigottita non negò l'evidenza - Ok, ho capito bene? S-sono incinta. Di un bambino. Di Ciel.
- Signorina, non è mai successo che un'umana potesse concepire un demone, però evidenziando che il signorino è stato umano, sarà un incrocio, ma non vi dico niente di sicuro. Inoltre, c'è una cosa che deve sapere, è probabile che il bambino cercasse di ucciderla per nutrirsi della sua anima quel giorno.
- Però quando Ciel mi ha baciata, si è fermata l'emorragia. - Julia fu una ancora sconcertata, ma riuscì a seguire il filo logico che Sebastian le stava spiegando: - Proprio perchè è intervenuto il signorino.
Noi diavoli siamo sempre in cerca di anime ingenue pronte a esigere un patto, e quando la creatura nel vostro interno ha percepito l'essenza del diavolo all'esterno, ha capito che doveva smettere perchè la vostra anima è già prenotata; voi appartenete, e apparterete, al vostro fidato diavolo di fidanzato. - la ragazza sussultò, lei quel fatto lo trovava positivo sull'aspetto razionale, ma ingiusto sul piano personale. Non se lo spiegava.
- Sebastian, non dire niente a Ciel, okay? Vorrei dirglielo io, che sono... incinta. Scusa. E se ti chiede qualcosa, lo so che non puoi mentire, ma non dirglielo. Non rivelargli la verità non è mentire. Quindi devi stare assolutamente in silenzio. Tanto... molto presto, tutto finirà. - sorrise, un sentimento simile al conforto, l'aiutò ad andare verso casa per prendere Ciel, e nominare il mero maggiordomo il suo nuovo tutore.
Sebastian pregò la lady di sbrigarsi a salire per raggiungere il signorino, che attendeva il loro ritorno. Il demone maggiordomo guidò mettendo la quinta, e ciononostante la ragazza non aveva timore perchè era piuttosto distratta dal movimento che percepiva al suo interno. Non ci poteva credere, era diventata una neo-madre.
Ora, aveva su di sè mille responsabilità, tra le quali la ditta Clismatic dei genitori, sbrigare quelle inutile cartoffie per legalizzare Sebastian come suo tutore ufficiale, continuare a essere eccellente negli studi, tenere alto il buon nome dei Clismatice. Le sembrò difficile, avendo in grembo un demone, ma quello era suo figlio.
- Signorina, siamo arrivati. - annunciò il Michaelis - Il signorino sembra molto ansioso. -
Ciel si era affacciato sul finestrino e fissò intensamente Julia negli occhi, quest'ultima abbassò il finestrino e gli lanciò uno sguardo reciproco, rimase indifferente e il conte lo aveva notato: - Cos'hai?
- Niente. Dai, sali. Ti racconto tutto, andando.
- Come vuoi, mia lady. -
Fece il giro e aprì lo sportello dalla parte opposta di Julia, si affiancò a lei e si sporse per baciarla sulla guancia morbida e candida, lei si ritrasse velocemente. Stupito del gesto, si chiese se avesse fatto qualcosa di sbagliato, Julia non era disgustata, anzi meravigliata che lui potesse farlo, così si scusò: - Non devi.
Non me la sento, sono un po' di cattivo umore, ma... grazie per il pensiero. - sorrise a Ciel, che ricambiò e annuì. - Allora, ti va bene che il tuo maggiordomo diventi il mio tutore? La mia scuola non è stata del tutto... leale, ma siamo riusciti a raggiungere un accordo, mi serve uno che sarà "chi ne fa le veci". Non mi è rimasto nessuno, tu sei il mio fidanzato, quindi.
- Capisco, Sebastian sai cosa devi fare e dove andare.
- Yes, my Lord. -
Sebastian mise in motore l'auto e iniziarono a partire.
- Un attimo. Ultima cosa: Lorenzo non verrà per quei documenti. Dovremo andare noi in Francia, sei d'accordo? Se non lo sei, posso sempre mandare qualcun'altro -.
Bugia. Non era vero che l'Aromatice non sarebbe venuto, era stata lei a declinare l'invito di farle visita, perchè la verità era che Julia stessa voleva tornare dove tutto era incominciato.
Ciel rispose: - Va bene, ma non mentire a me. Perchè vuoi andare in Francia? - Non diede risposta. - Julia, ti fidi di me? - La ragazza portò lo sguardo altrove. - Perchè non parli? Sei arrabbiata con me?
- No, Ciel, no. Te l'ho detto, non è aria. Per un giorno in cui non m'accollo, stai shalla. Goditi il viaggio e basta. -
Si avvicinò a lei, e con la mano la spinse ad appoggiare la testa sul suo petto: - Julia, cosa vuoi che faccia?
- Niente... - appoggiò una mano sul petto e si aggrappò con l'altra dietro la schiena del ragazzo, respirò profondamente, riusciva a contare le pulsazioni regolari del cuore del fidanzato, sempre se ne avesse uno, e chiuse gli occhi. Anche lei si godeva il momento. - Il funerale quando si svolgerà?
- Ho chiamato un antico alleato, e al suo arrivo si celebrerà, tra due giorni. Va bene?
- Sì, Ciel. Quando firmeremo il documento della morte dei miei, allo stesso tempo vorrei diventare tua moglie. Avrò nelle mani la ditta Clismatic, e non sono affatto brava negli affari. Mi serve che le nostre due ditte si uniscano, così mi aiuti. - nascose un sorriso.
- Ti sopravvaluti, mia lady. Voi stessa, dicevate che in matematica siete in gamba, e economia non è altro che una parte specifica della vostra amata materia. Ma se volete diventare la mia sposa, su questo non vi fermerò. - appoggiò a sua volta, come una premura, la mano sulla spalla di Julia. Nessuno dei due voleva cambiare posizione, nessuno voleva staccarsi.
- La signorina Julia Phantomhive? Com'è divertente, ma sì. Lo voglio. E tu Ciel Phantomhive? Vuoi che la Contessa Julia Clismatice sia tua moglie, per onorarla e vivere con lei, in malattia e una buona salute e tutte quelle altre cose che, sinceramente, non servirebbe nemmeno citare perchè non vivrò tanto a lungo? - alzò lo sguardo e finalmente lasciò respirare a polmoni aperti Ciel, che rispose: - Per il patto e il vostro volere, vi voglio Lady Julia Clismatice. - le prese la mano e le baciò il dorso, continuando a far arrossire la ragazza - Julia Clismatice vuoi il sottoscritto, Conte Ciel Phantomhive come tuo leggittimo sposo?
- Sì, ti voglio con tutta la mia anima. -
Sebastian, mentre guidò spericolatamente, intervenì come "giudice di pace": - Vi dichiaro marito e moglie. Potete baciare la sposa, signorino. -
Julia si mise a ridere, e ne uscì con una frase come mezza scusa: - Ma dai Sebastian, ci hai presi sul serio? Sì, beh forse ho esagerato col dire che firmeremo anche il documento di matrimonio, ma di certo non vorrei dire "Sì, lo voglio" in auto! Però... sarebbe bello che questo accadesse prima della fine di tutto. -
Ciel c'era rimasto quando Sebastian aprì quella sua maledetta bocca, quando si soffermò a pensare alla frase di Julia, "prima della fine di tutto". Niente stava finendo, o almeno dal punto di vista del conte:
- Cosa intendi?
- Nulla. Non ti preoccupare, non mi riferisco a te, Ciel. - fece un sorriso per niente impanicato.
Cosa le era successo, si chiedeva il giovane demone, solo Sebastian e Julia sapevano la risposta.

Finito tutto, si erano sistemate varie cose.
Sebastian era diventato il tutore ufficiale di Julia, ma alla fine Ciel prese sul serio la proposta della ragazza, e ora il nome completo era Julia Clismatice Phantomhive. Volle mantenere il suo cognome, non avrebbe certo terminato la dinastia degli orgogliosi Clismatice, e l'erede che aveva in grembo avrebbe continuato ad avere il potere necessario di cui era fornito un Clismatice e un Phantomhive messi insieme.
Ora, però, rimaneva un ultima cosa da fare, togliere di mezzo il peggiore dei fidanzati.


Nota d'Autrice:
Scusate se questa settimana ho aggiornato di Domenica, ma la prossima settimana sarà di nuovo sabato!
Il prossimo sabato è il mio compleanno, sono troppo emozionata!! >w<

Spero che vi sia piaciuto, anche se, ammetto che questo capitolo non sia il migliore tra tutti -.-"
Bene, alla prossima!
Bye and kiss
Julia_Phantomhive

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26

Sebastian ordinò con calma i biglietti dell'aereo per la Francia. Qualche settimana prima, Ciel si era rifiutato categoricamente di volare, perchè preferiva viaggiare con il treno; Julia lo convinse e ci riuscì, e preparò velocemente i documenti. Ancora alla villa, alla ragazza batteva forte il cuore, aveva paura e allo stesso tempo era emozionata a rivederlo dopo quasi due anni. I suoi ricordi apparivano, la voce ferma e suadente, che candida dice sole frasi minacciose e crudeli, ogni parola piena di verità che ferivano dentro al cuore.

"Così carina, ma anche così viziata... nessuno ti vorrà, a parte me."

Julia ci ripensava più spesso, ma scosse la testa e convinta disse a Ciel, e anche a se stessa:
- Andiamo. E' ora di partire! - "Andrà tutto bene, è quasi tutto finito".

- Sì, signorina. - risposero entrambi.

Ciel si affiancò a lei e le porse il braccio, Julia accettò il sostegno e accompagnati da Sebastian andarono all'aereoporto.

Il mero maggiordomo fece il check-in, mentre la lady preparò mentalmente Ciel a salire sull'aereo per una seconda volta. Anche se ci era già salito, aveva comunque una fifa tremenda senza darla a vedere, ma il ragazzo si ripendeva facilmente con il sorriso di Julia che mostrava sempre, rassicurando il conte e non pensando più a nessun problema.

- C'è ancora qualcosa che non va, Ciel? - chiese la ragazza sull'aereo pronto a partire - Dai, solamente due ore ed è finito il viaggio.

- Mia lady, non si preoccupi. Dovrei essere io a chiederlo a voi, come state?

- Io? Alla grande! Sei tu quello che sembra per sbrattare! - una piccola risata le scappò - Guarda, ora le hostess ci diranno le solite norme di sicurezza e in un batter d'occhio saremo in Francia!

- Perchè vi mostrate entusiasta? -

Ciel non volle perdere tempo, Julia era troppo allegra per un viaggio dove la destinazione non portava certo bei ricordi. La ragazza rispose con tanta leggerezza:
- La Francia è un posto tanto bello e romantico, e solo perchè là non ho avuto un'esperienza molto... piacevole, ma vedi... - gli assistenti di volo annunciarono la partenza:
<< Siete pregati di allacciare le cinture e tenere lo schienale dritto. Graze per l'attenzione e buon viaggio >> - e Julia si fermò e riprese cambiando discorso: - Stiamo per partire, ora rilassati e vedrai che andrà tutto bene!


Il viaggio andò a buon fine, e usciti dall'aereoporto andarono all'albergo a riposare; erano arrivati verso le cinque di pomeriggio e nel tragitto sul taxi, la ragazza si era addormentata. Quasi faceva tenerezza, ma arrivati a destinazione, Julia non si svegliò, Sebastian insistette per portarla fino alla camera, ma Ciel si oppose e se la mise sulle spalle. Le valigie pesavano di più di Julia, quindi il conte pensava che era meno fatica, ma qualcosa la appesantiva di più, ma non ci fece molto caso.

- Signorino, da quando siete un demone la vostra forza è aumentata notevolmente.

- Cosa stai blaterando, dannato! - urlò cercando di non svegliare la ragazza.

- Sto solo dicendo, che state diventando anche più maturo. - sorrise, solo come Sebastian poteva renderlo ironico - Dovete essere sempre pronto per la lady, questa è la vostra priorità, no? Il vostro dovere di cavaliere, o meglio dire... fidanzato?

- Dove vuoi andare a parare? Fatti capire meglio, Sebastian! - stava perdendo la pazienza, perfortuna Julia non si svegliò anche se Ciel aveva alzato un po' la voce, ma prima che il maggiordomo potesse rispondere erano già arrivati davanti alla porta della loro camera. - Fa' niente. Avvertici alle 20.00 per la cena. -

Entrò e mise a sdraiare la ragazza sul letto matrimoniale, la osservò attentamente: quelle guance paffute opache e raffreddolite davano l'impulso di accarezzarle dolcemente per ridargli quel suo colore più vivo, i capelli coprivano la fronte ma non i suoi occhi che erano come sottili tratti di matita, Ciel voleva scostarli ma anche questa volta si trattenne, e infine fu tentato a guardarle il petto. Non era un pervertito, ma la camicetta che indossava era sottile e abbastanza scollata, metteva in risalto il simbolo dei Phantomhive, il contratto che li univa. Lo osservava intensamente e la voglia di toccarlo fu talmente grande, che si chinò al bordo del letto e con un dito le percorrò la guancia fredda, le sistemò i capelli e arrivò fino al collo e finalmente il dito arrivò a destinazione. Al contatto con il simbolo di una sfumatura viola e i tratti precisi, gli facevano venire in mente quanti problemi aveva causato il suo casato, ma subito seguivano i ricordi di quando, per la prima volta, aveva marchiato la sua anima e il dolore che lei sentiva, lo riusciva a percepire e in quel momento che aveva la ragazza così vicina, se ne pentiva.

Dopo quasi duecenti anni, avendo sempre accanto il suo maggiordomo, Ciel Phantomhive era stato evocato, o meglio chiamato. Era in Francia perchè potesse stare lontano da Londra e tutti quei posti nostalgici, e il destino li aveva fatti incontrare come era successo con Sebastian.

Julia si era presentata tutti sanguinante, raggomitolata a sè in quel cimitero freddo, e le unice parole che riusciva a pronunciare era: - ... tr-traditore..! Tradi... TRADITORE! -

Il freddo la avvolgeva, ma sentiva comunque i brividi in tutto il corpo, mentre il conte e il suo cane fedele passavano per far visita a chi era già andato nell'aldilà, un posto dove loro non potranno mai entrare:
- Mh? Sebastian, quella è...?

- Sì, signorino. E' una ragazza, cosa volete che faccia?

- Andiamocene. -

Di certo non le importava niente di quella ragazza inutile, innoqua e innocente. Perchè avrebbe voluto trascinarla nel baratro della disperazione, solo per aver un pasto? No, ma qualcosa in lei, nel suo sguardo penetrante, le pupille dilatate, gli faceva capire che era una creatura fragile e indifesa come lo era lui in passato, e qual qualcosa scattò in lui: - Ehy, vuoi esigere un patto con un demone? Avrai tutto ciò che vorrai, basta che tu mi dia un ordine, ma in cambio chiedo solo la tua anima. Sei in fin di vita, e anche se ti alzassi a un passo caderesti e diventeresti un cadavere. Un demone può farti felice, ma sta' attenta. Solo tu sei l'unica a decidere.

- ... demone? - la ragazza continuò a balbettare incessantemente e non riusciva a crederci che le figure demoniache esistessero veramente - dem-ni demoni... Sì.. Ci-Ci... ve... Ciel... mhive...

- Cosa?

- CIEL PHANTOMHIVE! Stringerò il patto solo con il demone Ciel Phantomhive!! - lo urlò con tutto il fiato che le era rimasto, e rimbombò in tutto il cimitero, attirando vari corvi.

Il conte si sorprese. Quella ragazza, quella umana davanti a sè stava cercando lui. No, non lo stava cercando, lei lo voleva. Le foglie ghiacciate provocavano rumori come se le ossa si spezzassero, Julia non era affatto agitata ma cercò di alzarsi, però riuscì solo a portarsi in ginocchio di fronte a quella oscura figura, i quali contorni non si potè delineare.
Ancora tremante, il corpo si mosse da solo, il braccio destro teso e la mano, in cerca di salvezza, si aprì in attesa di aiuto. Il maggiordomo la guardò come se dovesse giudicare, ma era immobile.

Il Phantomhive portò in piedi la ragazza: - Tu... vuoi stringere un patto con me?

- Se sei Ciel Phantomhive, sì. - la mano che le prese il polso, gli aveva trasmesso calore, come se il sangue iniziò a ricircolare e lei aveva ripreso fiato - Esigerò un contratto solo con quel demone.

- Perchè? Se ti dicessi che non sono Ciel Phantomhive, che faresti? Mi rifiuterai e vorrai che un gentiluomo come me, ti lasci a morire? E' così?

- Sì! - una risposta diretta, senza esitazione.

- How stupid... - commentò Sebastian - Signorino, non ne vale la pena.

Fin dal loro primo incontro, Julia si era mostrata orgogliosa.
Ma era interessante: - E quali sono le condizioni? - continuò Ciel.

- Uccidere tutti i miei ex.

- Così poco, non ci credo. Gli umani sono così vulnerabili dai sentimenti! E poi?

- Che TU mi ami. - i loro sguardi non erano alla stessa altezza, il conte aveva ancora l'aspetto di tredicenne, mentre la ragazza davanti a sè aveva un anno in più - So, che tu sei Ciel Phantomhive. -
Il ragazzo le lasciò il polso, si tolse il guanto bianco e portò la mano davanti al viso della ragazza:
- Good... sai chi sono, come? - quasi minaccioso.

- L'uomo in nero, insieme a te. Ti chiama "signorino". Conosco l'inglese, e anche se doveste cambiare lingua, vi capirei comunque. - ma lei non era per niente intimorita - Quindi, stringerai un patto con me? -
Il demone fece una smorfia e ispezionò ben bene la ragazza con l'occhio attento:
- Mpf... dove vuoi il contratto?

- Ovunque tu voglia. - sorrise dolcemente.

- Stai per segnare la tua vita nella lista dell'inferno e tu sei felice? Ma sei idiota? Tsk... lasciamo perdere. E' un peccato rovinare il tuo bel visetto -.
Portò la mano sul petto di lei e la appoggiò in mezzo al seno, entrambi sussultarono e Ciel chiese conferma:
- Oh Lady, è sicura? Non avrà rimpianti?

- No, fallo - continuò a sorridere e questa volta, convinta.

Una luce intensa, e poi petali rossi trasportarono tutti in un posto sconosciuto e ignaro, dove lì è rinchiusa l'unica e sola verità.


Continuò a fissarlo, eppure era stato proprio lui a chiederlo se si sarebbe pentita, e invece si ritrovò i sentimenti contorti. Con uno sguardo davvero dispiaciuto, mormorò: - ... scusa, Julia. -
Si rialzò e andò in bagno a rinfrescarsi, la Clismatice era sveglia e stava sentendo dei rimorsi assalirle nella gola, non riuscì a capire, sentì il rubinetto scorrere e disse: - Scusa per cosa? -.

Sospirò, si sentì ferita da quelle parole, non ne aveva bisogno e nemmeno diritto, lui l'aveva sempre accontentata, fatta felice, pensò che le aveva toccato il loro contratto ma se si stesse pentendo del loro incontro, non glielo avrebbe mai perdonato, perchè lei già era in lacrime.
Bussarono alla porta e la voce scattante di Sebastian fece balzare Julia in piedi:
- Signorini, è ora di cena! Siete pronti? -

Ciel non aveva finito di fare la doccia, e pensando che la ragazza stesse ancora dormendo, rispose per entrambi:
- Sebastian! Sveglio Julia e siamo pronti! Precedeci!

- Sì, signorino. - e si sentì un allontanarsi di passi.

"Cosa? Perchè non gli ha chiesto di aiutarlo? Oppure di svegliarmi, non capisco. Ciel si comporta stranamente negli ultimi tempi, avrà scoperto che sono..? No! Non è possibile, ho chiesto a Sebastian di mantenere il segreto perchè glielo volevo dire io, di persona. Perchè? Uhm..." - si guardò la pancia - "Ugh... non ci credo, si direbbe che sono normale, solo che sia ingrassata un po'... chissà se sarà un bel bambino o... bambina? Spero che prenderà tutto da Ciel, è così bello".

Immersa nei suoi pensieri, non si accorse che Ciel era già uscito dal bagno e aveva solo l'accappatoio che lo copriva, con uno asciugamano che arruffava i capelli più di come erano normalmente.

- Huh? Quindi eravate sveglia? Perchè non avete risposto a Sebastian?

- Ehi, non ricominciare con il "lei". - lo guardò con sfida - E' il mio ordine attuale, e poi..!

- "E poi" cosa? - si avvicinò e si mise davanti, la sua ombra la oscurava tutta, lei perse un battito.

Era sul bordo del letto, e più si avvicinava, lei si allontanava. Scappava, in quel momento avrebbe capito che qualcosa non andava, e non poteva, anzi non voleva far sapere che aveva un bambino, però lui la intrappolò.
L'aveva bloccata, mettendola sotto e ora non poteva più fuggire, le sue mani erano poco più in alto delle spalle, e il corpo inumidito metteva in risalto la sua magrezza, e i capelli bagnati lisci facevano cadere goccie sul viso della ragazza: - Suppongo, che... tu non voglia avvicinarti a me. Perchè?

- "P-perchè" lo dovrei dire io! - era imbarazzata, totalmente rossa e non cessava di smettere - Ciel, sei... sei uno sciocco! Siamo in Francia e vuoi rimanere qui dentro all'albergo! Facciamoci almeno un giro!!

- Eh? Come siamo passati a questo discorso?

- Aaaah! Sbrigati a cambiarti e mangiamo! - riuscì a svincolarsi dalla trappola del conte, e se la svignò in bagno con un paio di vestiti in mano - Ora tocca a me a cambiarmi! -

Disse tutto in una frazione di secondo, nemmeno per dargli un attimo di replica, Julia si sentì sciogliere il corpo, come il ghiaccio in una giornata d'estate. Dietro la porta, si stringeva a sè i vestiti, ormai divenuti stracci.
Non si era mai sentita così, impacciata e imbranata.
Si era tolta solo la camicietta e i jeans e si infilò un abito lungo e dei sandali, con un movimento lento come se fosse monotono, riuscì a calmarsi. Si affacciò allo specchio e si diede una sistemata, così uscita dal bagno vide Ciel con solo i pantaloni e i capelli ancora bagnati, e quando la ragazza se ne accorse, gli sbraitò contro:
- Ma sei scemo?! Ciel così ti prenderai la broncopolmonite!! E mettiti qualcosa!!

- Julia da quando ti imbarazzi perchè mi vedi semi nudo? Non mi hai sempre visto così? -

ancora a petto scoperto, lo era anche il marchio che gli avevano fatto in passato e per cambiare subito discorso, si mostrò preoccupata, anche perchè lo era veramente: - Ciel, - si avvicinò da dietro e con la mano toccò il marchio sul fianco - fa ancora male?

- No, è solo un vecchio ricordo. Non cambiare più discorso. Ora mi spieghi, perchè mi eviti? Perchè arrosisci per cose che normalmente guardavi tranquilla? Perchè non vuoi dirmi la verità? -

Julia si era spinta troppo in là, ma nemmeno lei sapeva la risposta a tutti quei "perchè" ma ci provò, non voleva mai deludere qualcuno, specialmente la persona che amava: - Mi chiedo... da quando sei così? Proprio perchè... ti stai prendendo diverse libertà! Ed è strano, molto strano!! - deglutì - Prima...! Eri un tipo letargico, ed era difficile che tu ti dimostrassi premuroso con me! Sei cambiato! Io ti avevo chiesto... di non cambiare. Io voglio avere accanto a me il Ciel Phantomhive in tutto e per tutto. Non voglio che tu reciti la parte dell'innamorato o anche del fidanzato, ma voglio che mi mostri la tua vera natura. Ciel Phantomhive è Ciel Phantomhive!!

- Julia... non sto recitando. Ho solo capito come si comporta un vero fidanzato, ho capito come farvi contenta e infine ho capito cosa deve fare un ragazzo che si rispetti. My Lady, se sono così lo devo a lei.
E poi, non vi piace questo mio nuovo lato?

- Se per nuovo lato, intendi essere diventato un pervertito che si prende un sacco di libertà con la ragazza di turno, allora n- il loro visi erano distanti solo di un millimetro, facendo sobbalzare la ragazza.

- Sicura, my lady?

- Perchè continui ad utilizzare quel "lady", sai che non voglio- le mise un dito sulle labbra per tapparle la bocca, oltre che si stesse prendendo tante libertà, stava facendo infuriare gradualmente Julia.

- Perchè voi volete che io rimanga così come sono, e quindi il mio registro lessicale è piuttosto raffinato che ho l'obbligo di chiamarvi come una principes- Julia gli sferrò un ceffone, uno di quelli sonori.

- Non Chiamarmi In Quel Modo. Accetto "lady", "signorina" e anche "miss", ma ricordi come mi chiamavano i miei? "Principessa". Non devi farmi ricordare il passato... - si mise a piangere, le lacrime incominciarono ad accumularsi nelle fossette, appoggiò i pugni in segno di debolezza minima sul suo petto e continuò - Va bene che tu mi abbia fregato, è vero, tu hai sempre parlato in un modo molto elegante, e te lo concedo, ma il fatto è che tu... sia cambiato tanto non mi va giù, proprio no! Ciel Phantomhive romanticone non si è mai visto! - riusciva a ridere anche singhiozzando - Anche se è per me, non voglio un Ciel Phantomhive che mi parli di me, vorrei che mi parlassi di te, solo e soltanto te.
Te l'avevo detto, vorrei sapere il tuo passato. E poi toccherà a me, raccontarti di come ti ho conosco.
Ciel, tu hai già vinto, in qualsiasi fronte. Non serve che tu cambi per ottenere ciò che vuoi, io ti amo già per come sei e questo quel che conte per adesso, e sinceramente ho capito che non me ne frega niente se tu non ricambi!
L'unica cosa che pretendo da te è che tu sia accanto a me e mi sorridi, perchè anche se non hai motivo per farlo, io te lo troverò sempre. Ecco perchè ti voglio vicino.

- Sei testarda, sorridente, orgogliosa e gentile.

- "Viziata" lo hai dimenticato?

- No, non sei viziata, my lady. E' tardi, Sebastian ci starà aspettando giù.

- ... eh? Ah! Sì, va bene -.

Quando uscirono dalla stanza da albergo, a Julia non le era passata per niente l'imbarazzo, ma intanto si tenevano la mano, per ricominciare tutto anche se la fine era vicina. 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27

 

Ciel lasciò la stanza di Julia, molto presto per raggiungere Sebastian e parlare della situazione. Anche se di sicuro avrebbe avuto un rimprovero, serviva fare un reso conto, qualcosa non risultava e il giovane volle scoprire cosa non andava, e arrivato in stanza del maggiordomo bussò. Sebastian aprì la porta, e fece un piccolo inchino:
- Buongiorno, signorino.

- Hn. Giorno.

- Avete bisogno dei miei servizi?

- No, mi devi spiegare cosa sta succedendo. Tu, che sei all'infuori della situazione, riesci a capire perchè tutto ciò accade? E non ammetto bugie. - fu diretto e inciso.
Il mero maggiordomo sospirò: - Chiedo venia, ma a cosa vi riferite, precisamente? -

Accomodandosi sulla poltrona, accavallò le gambe e incrociò le braccia, e con gli occhi rossi da diavolo incutevano tanto timore che Sebastian era quasi paralizzato, una volta tanto:
- Incominciamo dal principio: perchè siamo qui in Francia.

- Signorino, siamo nello stato francese, perchè Lady Julia deve consegnare dei documenti all'ex-fidanzato sopravvissuto. Avete per caso dei sospetti? Pensate che Lady Julia abbia secondi fini?

- E' quello che sto chiedendo a te, Sebastian. Qual è il tuo parere? -

La tensione tra i due era molto alta, ma a nessuno dava fastidio.
- I genitori della lady, non erano anche di Lord Aromatice? Se abbia capito bene, questo era il loro legame. -
A Ciel venì quasi un colpo: - Che cosa? Julia sarebbe venuta fino qui solo pr dirgli che i genitori sono morti e poi farla finita una volta per tutte, nel posto in cui... AH. Ho capito!
Quella inconsciente... pensa di fare tutto da sola. Che cretina. - si mise una mano sul viso e incominciò a scuotere la testa, non poteva proprio crederci - Sebastian! E' un ordine: proteggi Julia fino alla fine.
Non permettere a nessuno di sfiorarla nemmeno con un dito. -

Si alzò e ritornò se stesso, gli occhi tornarono blu-mare e il demone si inchinò in ginocchio e spostò una mano sul cuore: - Yes, My Lord. -


Ciel uscì dalla stanza accompagnato da Sebastian, e si dirissero verso la camera dove Julia stava ancora dormendo; mentre camminarono nel corridoio, incrociarono un giovane qualche anno più grande dell'attuale forma di Ciel, e emanava un'aura davvero inquietante. Quando lo superò, sia Ciel che Sebastian percepirono una sensazione strana, come se fosse un personaggio molto potente, si voltarono e fermarono il momento per ricordare ogni particolare: molto alto, magro e capelli castani corti e un abbigliamento alla moda, una giacca a vento nera e jeans scuri.

- Sebastian, hai sentito pure tu..?

- Sì, signorino -.
Erano entrambi sorpresi.
Subito dopo, Ciel ebbe un brutto presentimento e scattò verso la camera di Julia, non bussò ed entrò rumorosamente, svegliando la ragazza insonne: - Julia, stai bene?!

- Huh - non avendo ancora capito la situazione, rispose con ingenuità - ...mmhhh sì, sto bene. Perchè? Che è successo, perchè quell'espressione preoccupata? -
Sì asciugò quel poco sudore che era uscito sul mento, e riprendendo fiato rispose:
- No, niente. Mh... dimmi, è entrato qualcuno qua? - si guardò in giro, ma non percepì nulla.
La ragazza sbadigliò e negò con la testa: - Credo di no, stavo dormendo. Perchè me lo chiedi? -

Non rispose, perchè pensò sul serio che quel strano tipo incontrato prima al corridoio avesse a che fare con Julia, ma non notò nulla di strano, quando poi arrivò anche Sebastian:
- State bene, lady Julia?

- Anche tu, perchè tutta questa premurosità? Che avete tutti oggi! Mi state soffocando già di prima mattina, sapete che non mi piacciono le persone che s'accollano!! Su, dai, ora mi sbrigo e incontriamo Lorenzo. Così è possibile che questa sera saremo già a casa... - stava cercando una maglietta e dei jeans - aah che palle, non ricordo dove ho messo... Ciel! Ti ricordi dove- subito il ragazzo indicò l'indumento sopra la sedia - Grazie. -

Se la infilò e poi lo baciò sulla guancia velocemente.
Sebastian le infilò il giubotto, nel tempo stesso che stava uscendo, e incoraggiati da un "FORZA!" andarono tutti a finire la questione.
Erano diretti chissà dove, solo Julia seppe dove andare e Ciel era profondamente turbato per il fatto che la capitale, Parigi per quanto può essere romantica, portava solo brutti ricordi e lo sapeva benissimo.

Arrivarono in una piazza, e un signore dall'abbigliamento elegante, con accento francese si introdusse:
- Bonjour, madamoiselle Clismatice. Monsieurs, vi stavo aspettando. Siete pronti? -

Aprì lo sportello di una macchina nera parcheggiata al lato della strada, e Ciel disse:
- Mia Lady, non si ricorda le regole basi, non si sale su un auto di uno sconusciuto.

- Non è uno sconusciuto, è l'autista personale di Lorenzo. Un po' come il signor Chimetra della tenuta dei Finnegan, diciamo... vecchia conoscenza. Giusto, Stephan?

- Oui, madamoiselle. E' da molto tempo che speravo di rivedervi, voi siete l'unica che Lord Aromatice attendeva. - un sorriso sinistro apparve, Julia lo ignorò e salì sull'auto affianco a Ciel che l'aiutò ad accomodarsi. - Bien, possiamo andare?

- Sì, vai. - Sebastian invece si era seduto vicino al posto del guidatore, e osservò attentamente la strada percorsa. Dopo una serie di vicoli, uscirono dal centro della città, avevano preso un sentiero di montagna e presto si ritrovarono nei boschi, come per raggiungere la villa del casato Phantomhive a Londra, nascosta e sperduta.
La lady sembrò non interessata o eccitata come nel giorno della partenza, ma il viaggio per fortuna durò poco e presto si ritrovarono davanti a un castello medievale. Come nelle favole, la fanciulla fu introdotta con il cavaliere affianco e il loro fedele servitore, e come si fa nel mondo degli affari, Julia si tolse il giubotto e aspettò il direttore:
- Contessa Julia, i miei omaggi. - si inchinò.

- Ha saputo del matrimonio, mh? Degno di voi, ma se fosse il termine esatto è Viscontessa. -

Lo guardò con superiorità, e come se niente fosse il direttore rimase in ginocchio finchè non si corresse:
- Viscontessa Phantomhive. Mi permetta di accompagnarvi dal mio Lord.

- Prima le presentazioni. Puoi alzarti. - il direttore si alzò e chinò la testa in segno di ringraziamento - Il ragazzo accanto a me, mio marito, Visconte Ciel Phantomhive. Affianco, il maggiordomo del casato Phantomhive, Michaelis Sebastian. -

Ciel non capì, da conte era passato a visconte, così chiese spiegazione bisbigliando:
- Mia lady, che storia è "visconte" e "viscontessa"?

- La famiglia Aromatice pensa che i vari gradi della nobiltà aumenta con il vincolo del matrimonio, quindi l'unione di un conte e una contessa...

- ... li fanno diventare visconte e viscontessa. Perchè non me ne hai parlato prima?

- Pensavo che non sarebbe servito, il nostro matrimonio non è mica stato urlato ai quattro venti. E ufficialmente, noi siamo ancora conte e contessa, non ti allarmare tanto, Ciel. - riprese poi a gran voce - Possiamo procedere! -.

Il direttore era un signore giovane, non era cambiato per niente da l'ultima volta che Julia lo vide, e così da dietro guardò le sue spalle larghe, era intimorita ma se si pensò bene, si ricordò che anche Sebastian è simile e si rassicurò da sola. Il signore si fermò, lo incontrarono nel corridoio e i due demoni rimasero a bocca aperta.

- Piére, - parlò in francese, ma tutti lo conoscevano - cosa sta succedendo?

- Lorenzo. - disse solo la ragazza, con non stupore. - Che favi? Scappavi? Sarebbe nel tuo stile, mpf! -

Lord Aromatice fece cenno di scostarsi, perchè era interessato alla voce squillante che l'attirò:
- Julia. Che piacere rivederti, piccola. - anche se il tono era ironico, la sua espressione diceva il contrario, quasi turbato di vederla - Capiti a fagiolo, sai?

- Tsk... Non farmi ridere, abbi rispetto con una più nobile di te.

- Cosa cosa cosa? Julia sei viscontessa? - con smorfia continuò - Ti sei sposata?

- Come sei perspicace. Sono qui per darti dei documenti, vogliamo andare nel tuo studio? -

Il direttore decise di lasciar discutere d'affari, e Lorenzo sbuffò perchè non poteva più sfuggire ai suoi doveri, Julia ci aveva preso, l'Aromatice stava scappando. Con una mano incitò Julia e i demoni a seguirlo, ma Ciel fermò la ragazza prendendole fortemente il polso: - Julia, stamattina quel tipo era all'hotel, l'abbiamo visto io e Sebastian venire dalla tua camera, per questo ci eravamo mostrati tesi, inoltre possiede una potenza inesauribile. -

Ciel stava guardando nella direzione di Lorenzo, con occhi taglienti e pieni di sospetto, Julia gli rispose e si liberò dalla morsa: - Ciel, lasciami. Ho capito, starò attenta. Lo so da me, di cosa è capace Lorenzo.
Non mi farò ingannare ancora. Utilizza il tuo registro raffinato al massimo. -

Il giovane demone ordinò a Sebastian di andare avanti lui, mentre Julia e Ciel era sotto alla sua protezione; camminando, la lady guardava fuori dalle finestre che si affacciavano al boschime intorno al castello, e rifletteva affondo: "Ho avuto paura in quel momento, ma adesso con me c'è Ciel, e anche Sebastian, non devo." - Istintivamente gli afferrò la manica della camicia - "Non è cambiato Lorenzo, in questi due anni, è sempre un figo. Almeno potevi imbruttirti un po'..." - sospirò e Ciel gli chiese:
- Qualcosa non va? -
Negò, e finì la frase nella sua mente: "Ma Ciel, non ti batte nessuno" e sorrise.

Entrati in una camera da letto, Lorenzo si buttò sul letto e con le mani congiunte si sporse in avanti, Julia incominciò facendo la simpatica: - Allora, Lorenzo. Notizia buona o cattiva?

- Che ne sai se sarà buona dal mio punto di vista? Su, Julia. Dimmi quello che vuoi e io-

- Silenzio. - era infastidita - Vado al dunque: firma questi documenti, la ditta Clismatice e Aromatice non saranno più affiliate, e la storia tra noi due, ogni legama che ci univa finirà. E' quello che voglio io, e che vuoi anche tu, no? -

Il castano si alzò e essendo molto più alto della ragazza, si mise di fronte a lei e rispose con quella sua vocesuadente e profonda: - Non esattamente. Mi servi ancora, e poi dai, non fare la preziosa con me, tanto sai che non funziona. Forza, sentiamo queste notizie. -
Julia si mise a ridergli in faccia: - Ah! Ancora non l'hai capito che la bella notizia era che voglio scindere ogni nostro rapporto, e poi la notizia brutta, la vuoi sapere ancora?

- Non credo che sarà tanto maligna, se sul tuo viso c'è un bel sorriso. Spara! -

Agli occhi di Ciel sembrava che flertassero, e uno strano sentimento gli si nodò sulla gola, i loro visi erano talmente vicini, che improvvisamente gli occhi del giovane divennero da blu a rossi diavolo, Sebastian provò di trattenere il suo padrone, ma con uno scatto Ciel prese per il colletto quel bastardo, e con il tono pacato lo avvertì:
- Non sono il tipo che perde la pazienza, se non per il mio maggiordomo che impazzisce per i gatti e un ragazzo che fa il furbetto e vuole soffiarmi sotto il naso qualcosa che è mio.

- Ehi, piccoletto. Chi sei?

- Come mi hai chiamat- Julia tirò per un braccio Ciel e si buttò fra le sue braccia.
Lei bisbigliò al conte: - Da quando sei geloso? Sei strano davvero, mpf.. ahah. - e poi disse rivolgendosi a Lorenzo - Scusa, mi ero scordata di presentarti mio marito. Non lo avevi intuito da te? -

Lo baciò sul mento, e Ciel ritornò se stesso, alla Clismatice gli faceva pena.

- Shalla, non mi importa. Alla fine, ritornerai da me, me l'hanno promesso i tuoi. - il suo atteggiamento da figo non voleva cedere. - A proposito, come stanno?

- E quello che sto provando di dirti, sono morti. Pensavo che volevi saperlo, perchè sono stati per un periodo anche i tuoi genitori. Solo questo. - l'Aromatice non replicò - Ciel, Sebastian, andiamo! Quando ti deciderai a firmare quei documenti, poi me li invii via posta. Addio, Lorenzo. -

Stava per varcare la soglia della porta di camera sua, accompagnata da Ciel e Sebastian, ma in quel momento il lord a squarciagola urlò: - No! Ferma! Anche se partissi adesso, non ce la faresti mai a raggiungere l'ultimo aereo per Roma. Rimani qui. - Si girò inconsciamente e rimase ad ascoltare - Julia, te lo chiedo per favore.
I miei genitori sono fuori per lavoro, - non aveva un tono implorevole, ma sempre con la stessa calma, cercò di convincere la ragazza - ritorneranno tra due giorni. Fermati qui, che ti costa, eh? -

La voce ipnotizzante fece il suo dovere, qualcosa dentro di lei le imponeva di restare e acconsentì:
- Potranno rimanere anche Ciel e Sebastian?

- Sì. Come vuoi. - lì studiò, ma l'aura da demone li proteggeva dai ficcanasi.
Si creò una certa tensione che solo entità speciali potevano percepire.
I due demoni si accorsero della presenza di shinigami, ma non erano tanto vicini come lo era Lorenzo.
Lorenzo sprigionava qualcosa di più potente. 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28

Quella sera, con cielo sereno e senza nuvole, era illuminata dalla luna piena e, Ciel e Sebastian la osservavano. Julia era stata divisa dai due demoni, perchè Lorenzo disse che non aveva stanze doppie, a parte quella dei genitori che era intoccabile, inoltre era anche una scusa per privarla della compagnia del suo amato, lo ammetteva lui stesso, era geloso marcio. Pensò a tutte le conseguenze che avvenivano con la morte dei Clismatice: non avendo più i genitori, Julia si era sposata, e con ciò Lorenzo non poteva più averla, gli era stata promessa ed era suo diritto ricevere il suo cuore. Inoltre, non poteva sopportare di vederla con Ciel, un damerino con tanto di cappello, ma non era l'abbigliamento che lo infastidiva, perchè Julia lo aveva domesticato bene, ma il fatto che il tanto amato fidanzatino fosse un demone.
Si domandava perchè un demone? Tra tanti esseri umani, proprio un demone.
Continuava a struggersi, domande su domande: "Lei lo sa che è un demone? Se se lo sa, perchè continua ad averlo accanto? Non ha senso, se non altro, lo ha pure sposato. Che sciocca che sei. Conosco il tuo segreto, e forse lo hai sposato per questo motivo, aaah. Sei diventata una puttana, vai con il primo che ti fidi, per lo più con un essere demoniaco. Julia, ti giuro sul mio sangue di angelo caduto, che tu sarai mia."

In un'altra camera, giaceva annoiato il corpo della lady, che era sdraiata sul letto singolare e lasciata a se stessa, ma non si sentiva molto sola se si toccava la pancia. Si mise a sedere su una sedia vicina alla finestra, quasi faceva tenerezza, riusciva a confortarsi con il solo pensiero che aveva qualcuno dentro di sè, ma le dispiaceva, così tanto che provò per la prima volta a parlare con il bambino:
- Ehi, piccolino... la tua mamma è tanto felice, non sai quanto, sto scoppiando in lacrime per la gioia... - stava incominciando a piangere davvero - Grazie a te, se mai accadrà, ricorderai sempre a tuo padre di me, grazie. Tuo padre è un demone, ma se non lo fosse, non lo avrei mai incontrato, capisci?
La tua mamma lo ama tanto, però lui non ricambia.
Ricorda piccolo mio, anche se la vita sarà dura e ti si presenteranno difficoltà insormontabili, impegnati e non arrenderti mai. Non dico che appena nascerai ti lascerò, no tesoro. Resisterò fino alla fine, amore.
Sarai forte, sarai bello e intelligente. -
Bussarono e una voce familiare disse: - Mia lady, sta bene? Con chi state parlando?
- Sì, sì, Ciel. Sto bene! - cercò di asciugarsi le lacrime - Vieni pure dentro! -.
Così fece, lo scricchiolio della porta fu insopportabile, ma la figura d Ciel la fece sorridere.
- E' vicino. Sei felice? - domandò il ragazzo, ma lei non capì - Mi riferisco al tuo compleanno.
- Ah... giusto. E' vero, è vicina la mezzanotte. - continuò a fissare la Luna, Ciel si appostò dietro della ragazza e le appoggiò una mano sulla spalla. - Me lo immaginavo che Lorenzo ci avrebbe trattenuti qui, scusa Ciel. -
Non replicò, rimase solo ad ammirare il pianeta lunare e attese ordine, perchè sapeva che Julia ne aveva.
Silenzio.
Per rompere quella tensione che si era creata all'improvviso, il conte volle osare:
- Perchè ha accettato l'invito? -

Ci mise qualche minuto prima che la Clismatice rispose: - Potrai prendermi per pazza, ma una voce dentro mi implorava di restare. Non pensare che lo amo ancora, perchè non è questa la ragione. Ma è uno dei suoi poteri.
- Mia lady, quindi lei sa che non è un essere umano? -
Annuì, e aggiunse: - E' per un motivo molto più oscuro del nostro contratto, che... non sarò mai più al suo fianco. Sai, credo che sia il momento che la verità venga a galla. Incominci tu e dopo aver ripassato tutto, vedrai come ti sarà chiaro il mio passato.
- Capisco. E' pronta a subirsi in una sola notte la mia vita? - Julia annuì, senza voltarsi. Era infastidito di non parlarle in faccia così, l'alzò e si sedette, lei era un po' sorpresa ma subito, la mise sopra le sue gambe. - Non è più comoda, milady?
- ... sì. -

Intanto sotto ordine del conte, Sebastian uscì e ispezionò l'interno e poi l'esterno del castello, dove incontrò vecchie conoscenze, di cui una era di sicuro poco piacevole:
- Sebas-chaaaaaaan! - si sentì ululare nella notte profonda - Prendimi con le tue forti braccia! -.
Al solito Grell si buttò da un albero e ovviamente il mero maggiordomo si scansò di pochi centimetri con nonchalance, e poi lo raggiunsero i gemelli: - Sutcliff-sempai! Sta bene?! -
Spiaccicato come una mosca, pianse da disperato e rispose ai suoi compagni: - Sì... bene. Perchè Sebas-chan? -
Stava mordendo un fazzoletto offertogli da Francesco, però Sebastian aspettò che anche l'unico ragionevole venga a presentarsi, ignorando completamente Grell: - Siete in quattro, no?
- Insomma! Cosa combini Sutcliff? - sospirò William, mentre scese con un balzo da un balcone del castello - I sottoscritti shinigami sono qui per giudicare un'anima, il loro dovere. Non ti intromettere, cane.
- Straordinari per caso? - ribattè per farlo rodere.
- Demone, - si intromise Carlo gentilmente, che non ci tenne a uno scontro inutile - perchè siete qui? -
I fratelli Nevito speravano con tutto il cuore di non incontrarla, ma l'apparizione di Sebastian era fuori programma, intuendo così che la loro Miss era poco lontana da loro, e gli altri due famelici ne potevano approfittare.
- Sono qui in veste di accompagnatore, voi non dovreste essere qui. La vostra zona non è l'Italia o l'Ighilterra? -
ovviamente i due stati erano riferiti alle diverse coppie che si erano presentate.
- La morte è ovunque. - rispose Will sistemandosi gli occhiali - Voi feccie non dovreste essere qui.
- Smettetela! - urlò Grell - Oh Sebas-chan te lo dico io perchè siamo qui, se mi dai un bacino!!
- Rifiuto il vostro aiuto. Categoricamente.
- Come adoro la tua dominanza, ma ti farò il piacere: - gongolò e fece l'occhiolino a Sebastian, che ne rimase disgustato - siamo qui per parlare con un angelo caduto, che sta tentando di rubarci le anime, portandole nel paradiso! Tsk... non credi che sia un'idiozia!! -
Sebastian ne fu sorpreso: - Angelo caduto? -
Il travestito attratto dalla posizione assunta per riflettere, si avvicinò sinuosamente al corvino:
- Oh Sebas-chan, te ne intendi, mh? -
Riuscì a sfuggire a quella mossa simile a una carezza, e si rivolse ai due gemelli che sapevano tutto e rimanevano in silenzio: - Signori, questo significa che Lord Aromatice è..!
- Basta chiacchere. Noi dobbiamo agire. Se voi non vi intrometterete, noi promettiamo di non toccare il tuo padrone. Mi sembra un buon accordo, no? - Sebastian accettò i termini, e non li fermò. Il rosso shinigami volle rimanere con il maggiordomo e questo fece irritare Will per la negligenza - Sutcliff insomma! Se non fineremo in fretta ti priverò della tua death schythe!
- No, Wiiiiill! Non essere geloso!! -
Lo shinigami lo aveva avvertito, e con la sua death schythe tagliò i lunghi capelli del roscio, per non dire che Grell rimase pietrificato. Francesco e Carlo si permisero di chiedere la salute della Miss, e Sebastian rispose indiscreto che avranno una sorpresa appena la vedranno. I Nevito si preoccuparono, ma fermarono entrambi la voglia di spulciargli qualche altra parola; in quel momento il demone e i dei della morte si divisero.

Come se il tempo si fosse fermato, Ciel e Julia erano immobili e solo la voce del ragazzo si udiva, che raccontava la propria storia, a partire dall'incendio e la morte dei genitori, fino all'inganno di Alois e l'abbandonamento della sua vita umana e dei più cari. Lei lo ammise, perchè non ce la faceva più, voleva sapere se le voci erano vere:
- Ciel, amavi la tua fidanzata Elizabeth?
- Non ti saprei rispondere. Ancora non sapevo cosa significasse amare.
- No, Ciel! No! Allora mettiamola in chiaro, ci tenevi a lei? Non volevi che nessuno urtasse i suoi sentimenti e le facesse del male? - si guardarono negli occhi. Lei non riuscì a sostenere il confronto e appoggiò la fronte alla sua, provò un'ultima domanda - Provavi dei sentimenti d'affetto per Elizabeth? -
Era seduta sopra di lui, e lo abbracciava fortemente. Voleva sapere la verità, prima che lui sapesse tutta la verità, lei doveva accertarsi che i sentimenti in passato non intaccassero quelli del presente.
Ciel finalmente capì tutto: - No, mia lady. Non l'amavo, ma era comunque una persona importante per me.
- Ti ringrazio, - "mi solleva saperlo" - ora finalmente posso rivelarti quello che non sai.
Scusa se non te ne ho parlato prima, ma io... sono la discendente da parte di mia madre, di Elizabeth Middleford. E' incredibile, l'ho scoperto poco tempo fa, quando siamo andati da te a Londra.
I tuoi domestici mi hanno parlato di molte storie, che venivano tramandate, e pare che ci sia una foto molto interessante oramai perduta, ma che mostrava la persona a cui tiene di più della persona fotografata, mi hanno raccontato che c'eri tu, Sebastian e un cane demoniaco, ahah quanto vorrei vederla! E parlando di foto, mi mostrarono quella dei loro nonni, e in seguito quella di Elizabeth, io e lei siamo molto diverse...
Lei era bionda, alta e aveva degli splendidi occhi verdi, inoltre mostrava sempre uno splendido sorriso, al contrario di me che se lo mettiamo a confronto è insignificante. Scusa Ciel, se non riesco a farti sorridere come faceva Elizab-
il conte la interruppe con un bacio, e con occhi sinceri le disse:
- Lizzy riusciva a fare cose che nemmeno immagini, voleva che la vedessi sempre come una Lady che si rispetti e alla fine mi ha mostrato un lato diverso che mi ha colpito. - Julia si rattristì - Ma tu, hai sempre rivelato il tuo vero essere: questo significa "essere sinceri" con se stessa e con gli altri, inoltre tua madre ti ha trasmesso il suo sorriso. -

Lo abbracciò teneramente, anche se gli aveva spiegato che non voleva quel tipo di Ciel, lui era sempre in grado di renderla felice e rimase a riempirlo d'affetto per un bel po'.
- Grazie. - sorrise - Poi, c'è anche il fatto che ti consoscessi prima di incontrarci. Il motivo è semplice ora, proprio perchè io e Elizabeth siamo legate, è arrivata questa favola fino a me, siccome nessuno ci credeva, viene definita "leggenda" ma per me ora è realtà... eh, Ciel? -
La baciò gentile sulla guancia, ma non disse niente e la trascinò sul letto per stare più comodi. Il Phantomhive era tutto a orecchi ad ascoltare: - Dunque, questa leggenda era basata su verità.
- Già! Diceva: Un bambino di tredici anni, nella vecchia e lontana Londra, era sempre affiancato dal suo maggiordomo nero, il suo nome era Ciel Phantomhive. I Phantomhive avevano sempre avuto un ruolo importante nella Malavita, ovvero la Londra del Male, il loro compito di Cane della Regina era quello di far scomparire ogni preoccupazione di sua maestà la Regina, e per questo la vita di quel tredicenne era già segnata.
Anche se era già segnata, la fidanzata del conte Phantomhive lo amava lo stesso, per come era maturo e carino, così lo definiva, lei era allegra e non voleva che lui fosse triste. Ma fino alla fine della sua vita, lei lo amò con tutto il suo cuore e lui che morì prima, dicono che ricambiava. L'unica cosa che gli rimaneva era il suo ultimo messaggio:

"Ciel Phantomhive
13 anni
è morto."

 

  Lei pianse per mesi, era il suo unico e tanto amato fidanzato, migliore amico d'infanzia e promesso sposo, non riusciva a sopportare la sua scomparsa, ma un giorno le giunse voce, dal vento che soffiava e levitava i suoi capelli dorati, che lui non era morto, no. Era rinato come un demone e le sarebbe stata accanto anche in fin di vita, arrivando a ritornare da lei per giungere in aiuto.
E' così strano, lei non volle mettere mai in pericolo la sua vita, anzi con l'aiuto dei nobili genitori, si trovò un altro ragazzo per non disonorare mai la sua famiglia, inoltre qualsiasi cosa succedesse, sapeva che il suo Ciel da lontano la proteggeva. Se mai, una Middleford sarebbe stata in pericolo o in fin di vita, l'unico demone che dovevano chiamare era sempre e solo Ciel Phantomhive. - una piccola pausa e poi iniziò a spiegare - Col tempo, però il cognome di mia madre cambiò, ma come hai notato è poca la differenza. Da Middleford siamo passati a Misslefost, infatti anch'io non... non ero sicura, quando non vidi e seppi il nome completo di Elizabeth.
Ho eriditato anche il suo amore per te, si mi ci fai pensare... -
Ci fu un'interminabile serie di suoni, prima che Ciel potesse dare la sua opinione:
- Perchè non mi hai detto subito che sei della famiglia di Lizzy?
- L'ho scoperto quando siamo andati a Londra, prima ne avevo solo una piccola certezza, perchè io e te ci siamo incontrati in quella notte improbabile, al cimitero! Non pensavo che un demone venisse ad offrirmi il suo aiuto! Ma poi, ho sentito la parola "demone" e ti ho chiesto subito se sei Ciel Phantomhive, perchè credetti veramente che tu eri venuto a proteggermi! Non ne sapevo nulla di Elizabeth prima di Londra!! Capisci? -

La situazione stava degenerando, il conte non riuscì crederci: - Come hai potuto nascondermi questa cosa importante! Che cosa volevi dimostrare se fossi o se non fossi stata la discendente di Lizzy, eh? E quindi in quel momento, non sapevi per niente cosa ti avrebbe portato un contratto con il demone?
Sebastian aveva ragione, non ne valeva la pena.
- Cosa intendi con questo Ciel? Ora come ora, una persona normale non pensa a demoni e dei della morte, che credi? Ma sai che ti dico, che anche se era solo frutto dell'immaginazione, beh non mi importava, perchè io amavo quel ragazzo della leggenda!! Anzi, lo amo fino adesso quello sciocco che ha lasciato la propria ragazza, ma che adesso sono felice proprio perchè l'ha lasciata! Ciel, tutto quello che ti riguarda è strano! Anzi, ultimamente penso che anch'io non ho avuto una vita normale quindi, in realtà, tutto quello che riguarda noi... -
Aveva sbraitato alla grande, ma si calmò presto.
Ciel assunse un'espressione fredda e distaccata, era tornato in lui e rispose con tutta la sua indifferenza:
- Mia Lady, non c'è nessun "noi". Io e lei siamo un demone e la sua padrona. Sono un demone, e non posso più tornare indietro per accondiscenderla, lady Julia. Farò quello che è in mio potere finchè sarete sotto contratto.
- ... Ciel? Ma che cazzo stai a dì? - era inibita - N-non parlare in modo strano con me!! -
Gli diede un pugno sulla testa e fuggì via, e intanto già se ne pentiva di quanto potesse avere un lato infantile, stava girando nel castello senza una meta precisa, ma era furiosa che non guardò dove andasse, così si scontrò con qualcuno. Alzò lo sguardo e li vide: - Francesco! Carlo! -

Come a un bambino al quale si presenta una caramella, il suo volto si illuminò e abbracciò i due shinigami scordando tutti i loro antecedenti, perchè erano pur sempre suoi amici: - Cosa fate qui?
- Miss Julia, se ne vada da qui. Non è un posto sicuro per voi, non vogliamo che le accada qualcosa. - disse veramente preoccupato Carlo, quei due ricambiavano i sentimenti per la piccola, e non potevano sopportare quello che le aspettava - Il proprietario di questa mansione è Lord Aromatice, e lo sa benissimo. Vuole ricadere nella trappola un'altra volta? Lo sapevo, non dovevamo fidarci di quel demone, Carlo!
- Fratello, calmati. Cosa ci fa qui, Miss? -
Julia li abbracciò e strinse un lembo di entrambe le giacche che indossavano, si morse il labbro e si sfogò come meglio poteva: - Affari. Ed ero al sicuro, finchè non ho litigato con Ciel, quindi... ora vorrei scappare, ma non posso. Non ci riesco, sembra un labirinto! Qualcosa mi trattiene qui, ditemi che non è lui a controllarmi! -
Francesco si inginocchiò e asciugò le lacrime rimanenti, sorrise e spiegò bene le cose:
- Miss Julia, ci pentiamo per avergli lasciato fare quello che vi ha fatto, ma ora che sa tutta la verità, e che ha capito benissimo qual è la situazione, noi possiamo intervenire come shinigami. Ci sono altri due sempai, che ci aiuteranno a parlare con Lord Aromatice, e molto probabilmente io e Carlo gliela faremo pagare, ne sia sicura. Ma ora è tempo che se ne vada, non può restare qui. E' in gravissimo pericolo.
- Cosa intendi dire?
- E' già scattata la mezzanotte. Oggi è il vostro sedicesimo compleanno, giusto? -
Annuì con timidezza, era la verità. Così continuò Carlo:
- Secondo la missione di oggi, dovremo fermare un angelo caduto, e lei conosce il contenuto del Libro di Enouch, no? Non può più negare le sue origini, Miss Julia! Inoltre, da quanto tempo è incinta? -
Si allontanò dai due, tutta tremante e incredula: - ... voi! Voi sapevate tutta la verità?! Che gran figli di puttana! Mi fidavo di voi, vi avevo perdonato! E voi..! Come Ciel, d'altronde! Voi maschi siete tutti dei gran bastardi!! - scappò.
Scappò lontana da Francesco e Carlo, da Lorenzo, da Ciel e da tutti quanti.
Non sopportava proprio più le menzogne e i tradimenti.
Tutto intorno a sè fu insopportabile.
"Vieni da me, Julia! Sai che sono l'unico di cui ti puoi fidare, vieni. Ti sto aspettando."
- Lorenzo..? -
Perse il controllo della mente e dei suoi sentimenti.
Si fece trascinare da quel fascio di pensieri.

Ciel era rimasto sul letto a riflettere, dentro di sè due entità sconosciute a lui lo fecero impazzire, una fu fredda e razionale lo spinse a fargli credere che ebbe ragione, era un demone e non poteva farsi condizionare dai sentimenti, mentre l'altra, molto familiare, quasi umana scaturì una sensazione a dir poco piacevole, voleva renderlo praticamente uno straccio: "Che gentiluomo sei?! Ferire una ragazza così, è imperdonabile!! Ma guardati allo specchio e renditi conto che mostro sei!! Va bene che sei un demone, ma sei pur sempre stato un umano!
Indegno di esser chiamato addirittura Conte! Quella ragazza ti ha dichiarato più volte il suo amore e si è fidata di te, e se vuoi proprio saperlo, la tua estetica, quella di essere un fidanzato, è interpretata schifosamente!
Se dovevi rifiutare i suoi sentimenti, potevi essere più gentile!!"

Stava proprio impazzendo, ma si sentì un bussare alla porta e urlò speranzoso:
- Lady Julia! - ma una voce maschile rispose a comando.
- Signorino, sono Sebastian. E' permesso?
- Entra. - si mise una mano fra i capelli. - Allora, perchè c'hai messo tanto? -
Sebastian si inchinò e rispose: - Sono dolente, un contrattempo. Lady Julia dov'è?
- Mmmh... abbiamo litigato, suppongo. - ripensò alla scena - Quale contrattempo di preciso? -.
Ciel si alzò e si vestì adeguamente per uscire e andare a cercare Julia, il mero maggiordomo raccontò di aver incontrato gli shinigami e della questione sull'angelo caduto, quando all'improvviso rimbombò un urlo agghiacciante in tutto il castello.

Ciel e Sebastian raggiunsero il salotto, dove erano riuniti gli shinigami e inaspettativamente anche Julia.
Il salotto era appostato vicino a una finestra che mostrava un grande balcone, il vetro della finestra era in frantumi e Lorenzo teneva Julia sopra la spalla, lei non si ribellò perchè era in uno stato di transito, e Ciel lo notò: - Cosa hai fatto a Julia?!
- Chi, io? Niente, è lei che è venuta da me.
- Cosa? - urlarono con rabbia, sia Ciel che i Nevito.
Lorenzo fece una smorfia e alla fine facendo una capriola all'indietro, sempre con la ragazza alle spalle, arrivò fuori dal raggio della proprietà degli Aromatice, comunicando attraverso i pensieri una frase effetto a tutti i presenti:
- Ora devo riprendermi ciò che è mio - si rivolse a Ciel - Lei è mia. Scusate, ma devo lasciarvi signori miei.
- No, tu non te ne andrai da nessuna parte! Sebastian ti ordino di fermarlo! Non accetto fallimenti! E voi che cosa volete fare?! - si riferì ai Nevito, perchè Grell e Will rimasero indifferenti - Volete che la vostra amata Miss venga rapita da un angelo caduto?!
- Yes, My Lord -
Sebastian iniziò l'inseguimento, mentre i gemelli rimasero immobili a ragionare con la testa perchè loro non erano tipi impulsivi, ma infatti fecero una richiesta ai loro sempai, che li sconvolse:
- Scusateci, Sutcliff-sempai, Spears-sempai. Sappiamo benissimo qual è il nostro ruolo, e vogliamo chiedervelo in ginocchio, possiamo occuparci di quell'angelo caduto? E' una questione personale di vitale importanza. L'abbiamo promesso. Se uno shinigami non mantiene la parola data, questo infangherà il nostro essere. -
Sapevano come mettere alle stretta, questo dimostrò la loro lealtà verso la Miss e che erano stati servitori di Julia.
Grell li ammirò e diede il suo consenso: - Oh i miei gemellini, così si fà! Dai Will, non fare il solito precisino.
- Ve lo do solo per non disonorare il nostro nome, ma vi concedo solo tre ore. Vi conviene salvare quell'anima, per poi portarcela. Se non mi sbaglio lei è la tanto agoniata "Julia Clismatice" giusto? -
Questo incoveniente li avevano fatti scoprire, ma in quel momento intervenì il ragazzo:
- Sbagliato, nei vostri vecchi archivi non vi è giunta voce, che lei ora è Julia Phantomhive? L'avete persa.
- Tsk, vi siete sposati. Eppure la vita matrimoniale non va tanto bene. - replicò Francesco - L'avevamo incontrata prima in corridoio, sconsolata e persa, che scappava da voi, avete litigato dica la verità conte Phantomhive!
- Non sono affari vostri, inoltre cosa fate ancora qui? Avete avuto il permesso, ora potete andare, no?!
- Piccolo insolente, non sappiamo dove l'ha portata, dicci... dove l'hai incontrata la prima volta? -
Ciel non capì: - Cosa c'entra? -
Francesco si avvicinò e gli stringolò la gola, la sua mente non poteva sforzarsi di connettere tutti questi fatti accaduti, gli occhi del ragazzo si tinsero di rosa acceso mentre lo shinigami lo minacciò:
- E' una lunga storia, ma se vuoi tanto saperlo ecco: quell'angelo caduto, due anni fa, ha tentato di far enunciare il giuramento alla Miss, lei non si rifiutò perchè lo amava, ma qualcosa andò storto e cioè che Miss Julia aveva quattordici anni, e il Libro di Enouch dice espressamente che la ragazza in sacrificio deve avere sedici anni compiuti.
Sai quanti anni ha adesso la Miss, no? Ora dimmi dove l'hai incontrata, perchè il giuramento deve svolgersi in un certo luogo e in un certo periodo. Dove piccolo demone? - aveva un tono serio.
- Mpf! Lasciami andare, - tossì per riprendere il fiato - ci siamo incontrati in Francia, al cimitero. E' qui vicino, dieci minuti da qui, portatemi con voi. Mi serve parlare con Julia. -


Nota d'Autrice:
Hello!
Sono qui per spiegarvi un po' cos'è il Libro di Enouch, per le persone che non lo conoscono ^^" , dunque...
Secondo questo bel libretto che non ho mai letto, ma amo un sacco l'argomento "Angeli Caduti" (insieme ai "demoni" ovviamente :D) e del quale mi sono basata sulle informazioni raccolte:
Anche gli angeli hanno regole, che se vengono infrante, gli arcangeli (angeli di rango più alto e detti anche "angeli guardiani") strappano le ali a questi angeli peccatori, e per questo definiti "Caduti".
Col tempo, queste entità mantennero i loro poteri come la forza inaudita, comunicazione con i pensieri e anche di trasmettere immagini illusionistiche che fanno perdere il senso della realtà.
Ma sfruttarono i poteri anche per indurre gli esseri umani a procreare degli incroci, chiamati Nephilim.
Sia gli angeli caduti, sia i Nephilim, sono creature immortali.
I Nephilim sono, invece, creature che hanno gli stessi poteri degli angeli caduti, ma i loro eredi, cioè i nephilim di seconda generazione, sono le uniche persone che gli angeli caduti possono possedere per una settimana, quella ebraica di Chesvan. L'unico modo, però, per impossessarsi del loro corpo, il nephilim deve fare il giuramento a quell'angelo caduto, inoltre deve avere sedici anni.
Inoltre, un testo segreto dice che se si sacrifica il proprio nephilim, ma sempre di sua volontà, all'angelo caduto verrà concesso un corpo umano, però tutto è infondato! uwu
Allora, sperando che vi sia piaciuto questo capitolo e aver capito tutto, vi aspetto!
Alla prossima!!
Bye and kiss
Julia_Phantomhive 
  

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29

Lorenzo aveva portato la ragazza nel luogo, dove la lasciò l'ultima volta.

Il cimitero della Corte Nera, un luogo di ritrovo per gli angeli oscuri fin dai tempi antichi, e Lorenzo lo raggiunse in pochi minuti trasportando la lady sulle sue spalle. Aveva sempre utilizzato i suoi poteri con lei, da quando aveva imparato a controllarli, il suo preferito era di controllare la mente di persone altrui, e poi se si parlava della mente facile di Julia, era diventato il suo hobby.
Non si era mai spiegato il perché, ma quando l'aveva rivista due anni fa, capì che la mente della ragazza era la più accessibile tra tutte quelle che lui stesso abbia mai incontrato, era facile come un burattino.
Conosceva tutto di lei, forse proprio perché sapeva i suoi punti deboli e i vizi, i suoi atteggiamenti e le sue reazioni, come si divertiva con un personaggio come lei, era facilmente suggestionabile.

Julia si riprese dal momento di trans, e quando capì la situazione, non si fece prendere dal panico ma finse di essere ancora sotto il suo controllo, anche se si trovava davvero scomoda essendo sopra le sue spalle come un sacco, però notò da lontano una figura, la riconobbe e anche se non era Ciel, fu comunque felice che fosse Sebastian.
Si rassicurò sapere che almeno Ciel non aveva perso tempo a mandarlo ad inseguire il rapitore, si chiese cosa era successo, e fece un reso conto: "Mmmhh che situazione, si sta ripetendo tutto! Non devo farmi più convincere, ma perché? Perché a me, uffa, una vita normale eh no? Mannaggia a me, potevo starmene a casa oggi, o anche venire prima! Ma tanto a che cosa sarebbe servito, mi avrebbe trattenuto lo stesso... è inutile.
Con lui essere testardi è inutile.
Lorenzo, perché mai sei un angelo caduto?".

Rimase ad attendere, quando all'improvviso si fermarono.
Erano arrivati al cimitero, Lorenzo la buttò a terra con delicatezza e provò a svegliarla:
- Ehi, Julia. So che sei sveglia, e comunque non è colpa mia se sono un angelo caduto. Anche se non sai la mia storia, è meglio che tu non sappia il mio passato. E ora, Julia, quanti anni hai? -

L'aveva scoperta, infondo gli bastò leggere i suoi pensieri, però doveva perdere tempo, o almeno finché Sebastian non sarebbe giunto a salvarla, così si mise a fare la permalosa: - Non sai, che non si chiede l'età a una donna? -
Più che fare la permalosa, ottenne il comportamento opposto, utilizzando così un tono per flirtare, e quando se ne accorse si tappò subito la bocca.

- Mpf... ti sembra il momento della galanteria? Ho capito cos'hai in mente, ma non ce la farai. Intanto ti aiuterò a ricordare come si fa il giuramento e poi, di tua volontà, apparterrai a me. - le prese una ciocca di capelli e la baciò - Ricordati, tu sei del mio stesso sangue e quindi tu sei- cercò di schiaffeggiarlo, ma senza successo, la bloccò - Sei lenta. Ho capito, non vuoi che pronunci quella parola. Ancora neghi le tue origini... come ti amo.

- N-non hai diritto. - rialzò lo sguardo convinto e deciso - Sei un bastardo traditore, non ce la faccio più! Non farò MAI il giuramento, due anni fa pensavo che fosse amore ed ero cieca della tua malignità! Non permetterò mai di farmi possedere! Non da te! - si stava mordendo il labbro - Se faccio il giuramento, la mia anima se ne andrà, e Ciel non potrà più divorarla, e non posso. Non posso permettere di ferirlo!! - urlò con tutta l'anima e corpo.

Lorenzo non disse nulla, e finalmente Sebastian arrivò. Era stato più difficile del solito, anche se era abituato a rapimenti o cose simili, ma il cimitero era pieno di amici di Lorenzo che tentarono di bloccarlo, fu più duro del previsto, ma con un ordine del genere "Recupera Julia! Non accetto fallimenti!!" non si può certamente non mettere tutto l'impegno possibile.
Lorenzo si accorse della sua presenza, e lo provocò propriamente:
- Il signor Michaelis, o vuole che vi chiami "maggiordomo demoniaco"?

- Sebastian... - cercò Ciel - D-dov'è lui? -

La guardò affranto, sapeva che la ragazza si aspettò il proprio padrone, ma non c'era niente da fare e all'improvviso sentì una potenza aumentare, era Lorenzo che stava mettendo a pieno i suoi poteri.

- Io? Sono solo un diavolo di maggiordomo. Lady Julia, sta bene? -

Stava per rispondere quando l'angelo s’intromise irritato:
- Ovvio che il mio amore sta bene. Non farei mai del male, al corpo che prenderò in possesso.

Non crede che sia bellissimo? Pieno di forme, e facile da renderlo perfetto come un ragazzo. Anche se sarà un po' effeminato, a quale ragazza non piace, mpf! Oh Julia, tu ed io siamo perfetti insieme. - iniziò a usare una voce ipnotica e profonda - Per sempre tu ed io, un'unica identità. Solo noi due, per l'eternità. Però, se vuoi che questo accada, tu devi giurarmi fedeltà, in segno di affetto, non credi, tesoro? - continuò con i pensieri: "Ora devi solo pronunciare queste poche parole: Io...". Julia obbedì, la sua mente era offuscata e intrappolata, era di nuovo suggestionata:

- Io... - "ora il tuo nome" - ... Julia Clismatice Phantomhive... - "no, no, solo il tuo bellissimo cognome da nubile".

Sebastian intervenì, e con una mano strangolò Lorenzo, ma i pensieri di certo non poteva comunque fermarli.

"Julia, continua anche se questo rude proverà di interromperci. Niente più ci separerà"

- Io, Julia Clismatice... -

Sebastian, vedendo che la ragazza continuò a enunciare il giuramento, lanciò il corpo dell'angelo in aria e cercare di ucciderlo con i coltelli nella manica, ma in aria, Lorenzo era in vantaggio:
- Che cosa pensi di fare, demone? Un angelo caduto al pieno dei propri poteri è molto più forte, inoltre con questa luna piena, fa sì che questi aumentino tra cui, anche quella di non farti più vedere la realtà! Quindi, preparati... -

All'improvviso, a Sebastian si annebbiò la mente, perse il controllo dei sensi e quando stava per sferrare il colpo d'attacco, cadde nel vuoto, ma una voce squillante lo risvegliò:
- Sebastian, che cosa stai facendo?! -


Gli shinigami e Ciel corsero verso la ragazza, ma poi il giovane demone cercò il suo maggiordomo e lo vide in aria cadere, e così lo risvegliò dal trans. Sebastian si riprese dallo shock, mentre Lorenzo continuò a levitare, rimase a guardare Julia per farle continuare il giuramento: "ora, dove eravamo rimasti? Ah sì: giuro di prestare il mio corpo e-". Il mero maggiordomo gli infilzò una lama allo stomaco.

I due Nevito si avvicinarono e si accordarono: - Carlo, sei più forte di me, aiuta il demone a sconfiggere Aromatice, mentre io provo a risvegliare la Miss, farò in fretta, e poi verrò ad aiutarvi! Non dobbiamo più permettere di far del male a Miss Julia! L'abbiamo sempre lasciata, ma non questa volta!!

- Sei tu il maggiore, vado. Ma non credo che ti divertirai molto, perché avrò già finito quando tu interverrai.

- Ah! Non ti credere così bravo, quello è pur sempre un angelo caduto, ora vai. -

Carlo saltò e con la sua Death schyte sfiorò il viso, Lorenzo fu sorpreso che i suoi avversari si permisero di ferirlo, non ci sperò. Ma subito si liberò dai due, e tornò a toccare terra, seguito da Sebastian e Carlo.
Nessuno credé ai propri occhi, Lorenzo si rigenerò in fretta.

- Un angelo caduto è pur sempre un angelo. Un essere immortale. Anche voi lo siete, no? -

A pugni stretti i due esseri speciali, sapevano la triste realtà, ma anche che non era del tutto vero perché se un immortale è colpito o ferito da un'arma per esseri immortali, beh era tutt'altra storia.
Sorrisero sinistramente, e Lorenzo fece una smorfia:
- Cos'è quel sorriso? Siete sicuri di voi, mh. -


Julia era come un'entità trasparente.
Come se dentro di sé non ci fosse più vita, uno sguardo ignoto.
Freddo e impenetrabile.
Seduta al suolo ad assistere la battaglia tra angelo caduto e demone insieme allo shinigami, Ciel e Francesco tentarono di riprendere la loro Julia:
- Miss! Miss! Sono qui! Si svegli, ritorni in lei!! Ha detto lei stessa che non voleva cadere più nella stessa trappola! Non ha imparato la lezione, non siete diventate più forte, più resistente? -

Lo guardava, ma non perché non capiva, ma perché dentro di sé non c'era niente che la spingesse a rispondere. Francesco, poi, aggiunse: - Phantomhive, non sei riuscito a proteggerla come ti avevamo chiesto, ma se stavolta fallisci, giuro in nome di tutti gli shinigami che vi hanno sempre definito delle merde, che voi sarete il primo della lista a essere annientato. Ora. Vedi di far tornare indietro Miss Julia, sei l'unico che può farla tornare, e siccome quello stronzetto sta cercando di finire quel maledetto giuramento, devo aiutare mio fratello e il tuo maggiordomo! -

Lasciò Julia in mano a Ciel.

Il conte si chinò, Julia si sporse un po' verso di lui, dentro di lei un sentimento diceva che c'era un certo interesse in quella persona davanti a sé, Ciel si avvicinò e si mise a faccia a faccia, la osservò e le disse:
- Lady Julia, ma si guardi. Come si è ridotta? - un viso tondo e soffice, linee dolci e morbide contornavano quegli occhi marroni scuri, insignificanti eppure così interessanti, labbra rosee e screpolate incapaci di muoversi - Aaah, non si accorge che avete lo stesso sguardo di due anni fa? -

Ciel con una mano raccolse quella guancia infreddolita, come due anni fa, inclinò un po' il viso e finalmente cuore e mente tornarono in armonia:
- Torna da me, Julia. -

Attese e sospirò.

- Ho capito. Devo dirvelo per farvi tornare in voi, è questo che volete? -

Lei lo guardò dritto negli occhi e si rispecchiò in quel blu profondo, ma non provò nulla, lui si arrese.
Era l'unica possibilità per riaverla. Quando aprì bocca, però Julia disse:
- ... giuro fedeltà a- Ciel la fermò di nuovo con un bacio.

- Non deve! Non deve continuare questo rito. Ve lo vieto, perché io..! Io... -

La battaglia fu estenuante, pesante e impossibile da crederci, inoltre i due shinigami stavano davvero trovando molte difficoltà, di certo non era uno dei compiti degli dei della morte, occuparsi di angeli caduti, nè di combattere con altri creature, ma neanche per il demone-maggiordomo era una passeggiata.
Nulla di più semplice, invece, era il punto di vista di Lorenzo, che li finì con un’illusione da metterli fuori uso per almeno cinque minuti, per terminare il giuramento. Si avvicinò velocemente a Julia e Ciel:
- Dunque, che abbiamo qui? Un ragazzo demone e una nephilim viziata.

- Ne..philim? - pronunciò il conte. - Cioè? -

Lorenzo si sentì superiore e con tono arrogante spiegò:
- Uhmpf! Quindi tu non ne sai niente? Julia è mia di diritto e di nascita. Io e lei siamo bisnonno e bisnipote, è lei quella che aspettavo da tempo, un corpo ben curato, non perché sia di donna, ma perché lei è quella giusta! Un Nephilim è un immortale, non lo sapevi? Ah giusto, con te Julia non ha mai utilizzato i suoi poteri, lei è una nephilim purosangue e inoltre, e ha delle capacità formidabili! E' quella giusta!! -

Ciel si rialzò e il suo istinto da demone si risvegliò:
- Non significa niente, se voi due siete consanguinei, o se lei ha dei poteri che mi ha nascosto. Non significa nulla! - aveva ancora sotto controllo la sua rabbia - Perché se la mettiamo sotto questo punto, allora io avrei più diritto di te. Lei è una discendente diretta della mia ex-fidanzata, quindi lei è mia fin dall'inizio!
E ora è anche mia moglie, il suo nome è Julia Phantomhive. Phantomhive! -

Glielo rinfacciò, inoltre la ragazza ripeté inaspettatamente ciò che sentì:
- Phantomhive... - lo stato di trans si era spezzato - Io devo chiamare solo Ciel Phantomhive!! -

Si era finalmente ripresa, e Ciel sorrise.
- Julia!

- No, non può essere. - s’illuse e rifletté per rimediare al danno compiuto - Ma metà del giuramento ormai l'hai detto, basta solo che tu finisca la frase... quindi da qui è fatta! Julia dì il mio nome completo! Fallo, fallo! -

Ciel impedì a Julia di ascoltare, attappandole le orecchie e poi ostacolò in tutti i modi di completare quel fottutissimo giuramento, il sole stava reclamando il suo posto e l'alba stava arrivando.

- Julia è mia. E di nessun altro, quindi preparati! -.
Lo voleva sottoterra vivo o morto.


Julia non ci stava capendo più niente, e si sentì un dolore alla pancia.
Ciel e Lorenzo erano troppo distanti da lei, proprio per non danneggiare lei o il suo corpo, e i fratelli Nevito e Sebastian si stavano riprendendo poco a poco, il dolore si fece più forte. Li chiamò, perché non poteva interrompere la battaglia tra i due, perché Lorenzo l'avrebbe ricattata con la salute del bambino e non l'avrebbe permesso, inoltre Ciel ancora non lo sapeva, si sarebbe preoccupato per due persone e si sarebbe distratto troppo.
Doveva farcela con le sue sole forze: - F-Fraaa! Carlooo! -

Essendo impegnato, gli shinigami non erano più sotto effetto delle illusioni dell'angelo, così corsero immediatamente dalla lady che chiese a loro soccorso. Intanto Sebastian cercò di intervenire, ma il padrone gli ordinò di non intromettersi.
Era una questione di orgoglio.
Così anche il maggiordomo si dedicò alla lady, come prestabilito dall'ordine alternativo; intanto il combattimento tra il demone e l'angelo stava diventando una questione di "Chi conosce più la ragazza". Oltre che al livello fisico, lo era anche di conoscenza: - Hey, piccoletto! Se davvero Julia è tua, dimmi! Quali sono i segreti che ti ha confidato, eh? -
Lo stava palesemente provocando.

Ciel accolse la sfida.

- E tu non la conosci abbastanza da sapere, che lei in realtà non è viziata.
Lei non lo è mai stata. Non ha mai deciso niente della sua vita, non si è mai fatta indietro ai suoi doveri, e tu la consideri viziata? Non farmi ridere, non hai nessuna considerazione delle bugie con le quali l'hai rovinata. Pensa, l'hai spinta nelle braccia di un demone, tu stesso.
Lei sapeva che non poteva morire due anni fa, e anche tu. Ma un gentiluomo non lascia mai una lady.
Questo è un torto che devo rivendicare.

- Non sei nelle condizioni di criticare, Ciel Phantomhive! Parla l'uomo che ha abbandonato la sua fidanzata per divenire un demone e andare in giro con il proprio maggiordomo, pfui. How foolish, come direste voi inglesi! -

Il conte non ribatté, perché era concentrato a dargli un colpo ben assestato allo stomaco.

Quel pugno lo mise k.o. e con questo, sorrise fiero: - Io non amavo Elizabeth. -
Lorenzo strinse i denti e si coprì la pancia, era in ginocchio e rivelò tutto, così che potesse almeno sconvolgerlo:
- Non sai niente, ci scommetto.

- Che cosa intendi, perdente?

- Del bambino. Julia è incinta, anzi no, sta partorendo. -

Svenne, mentre Ciel si girò di scatto e vide Julia che stava urlando di dolore. Attorno a lei, c'erano Francesco e Carlo che le davano coraggio, mentre Sebastian era il medico del momento.

- Lady Julia... ha un bambino?! E' impossibile ma cosa... JULIA!! -

Corse da lei, le acque si erano rotte, e stava spingendo.
Quel che prima era un luogo umido, si stava rendendo un posto sanguinoso e doloroso, ma anche il posto, dove il bambino nasceva, un momento delicato quanto decisivo nella vita di tutti.

Ciel era impressionato, o anche più, ma si mise dietro di lei, la sorresse e l'abbracciò forte per donarle tutta la forza, la ragazza percepì la sua vicinanza: "... grazie, Ciel. E' il frutto del nostro dolce amore, grazie."

- Non si arrenda, lady! E' quasi fatta! - incoraggiò Sebastian. Qualche secondo dopo il pupo era uscito - E' nato! -.
La ragazza era esausta, ma talmente tanto che non disse nulla, non riuscì nemmeno a respirare da sé, era affaticata e non svenne qualche secondo dopo.
Ciel rimase dietro a Julia, a stringerla a sé, a baciarla e ad accarezzarla, le sussurrò, anche se seppe benissimo che non poteva ascoltarlo: - Brava la mia piccola lady. I miei complimenti. Siete stata formidabile, Lady Julia. -

Era un maschio, dopo che era nato tra le mani di Sebastian, passò in quelle dei due gemelli, che ne rimasero affascinati. Era piccolo e dal cuore puro, i Nevito proposero il suo nome:
- Quando la lady si sveglierà, glielo chiediamo? - chiese Francesco al fratello, e quest'ultimo annuì.
Ciel li guardò storti: - Cosa avete da chiedere?

- Non siate così scontrosi, è appena nato e abbiamo pensato la stessa cosa. Carlo ed io. - fece le spallette Francesco, e poi continuò Carlo - Noi intendiamo il nome del bambino. Per il nostro parere, deve essere "Destiny". -

Sebastian disse anche la sua: - Signorino, è un nome molto azzeccato, devo ammetterlo.

- Perché "Destiny"? - chiese serio.

Julia si svegliò per un secondo e diede il suo consenso:
- Ciel, a me piace. Moltissimo. Hanno ragione, perché è stato il destino a farci incontrare...
"Destiny" is perfect... - chiuse gli occhi e ritornò a riposare.

- Come vuoi, Julia. Ora dormi, quando riaprirai gli occhi saremo a casa, te lo prometto.

- M-hm... oka------y... - e sorrise.


Il piccolo pianse, finché non fu avvicinato alla madre.
Erano molto simili, avevano lo stesso sorriso, ma per il resto Destiny era tutto del padre.
Ma tutto aveva una fine, e Lorenzo ritornò all'attacco, paralizzò tutti all'istante, e osservò con attenzione il piccolo e intuì grande potenzialità, più della madre.

- Lo terrò io, fino ai suoi sedici anni. Addio. -

Fu l'ultimo commento dell'Aromatice prima di scappare.
Ciel lo inseguì con tutta furia insieme a Sebastian, mentre i due shinigami trasportavano la piccola Miss, e aiutarono i due demoni a recuperare Destiny. 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30

 

Tutto era giunto quasi alla fine.

"Sei pronta a subire il tuo destino?"

Ciel e Sebastian erano molto più veloci dei due shinigami, ma loro si dovevano occupare di Julia, e ogni tanto si riprendeva e si sentiva un peso.
Un peso per tutti e tutto.

- Francesco, Carlo. Lasciatemi qui, siamo vicini a un albergo, lasciatemi. Non voglio interferire. Lasciatemi.

- Miss, non sono come il vostro ragazzo, e poi non si ricorda più?
Carlo ed io siamo degli shinigami e non più vostri servitori, anche se rimaneremo fedeli alla famiglia Clismatice. Il giuramento di fedeltà non si è ancora sciolto.

- Lasciatemi, vi prego. Lasciatemi. - fu le ultime parole di Julia, prima di tacere per essere arrivati al capolinea.

Erano arrivati sulla costa, le onde del mare in sottofondo rendevano l'alba spettacolare; tale orizzonte era raro ammirarlo e il piagnucolio di Destiny infastiva la sensibilità dell'orecchio di Lorenzo. L'angelo stava dando di matto:
- Ehy, marmocchio smettila! Per la miseria, perchè i miei poteri con te non funzionano! Dai, cazzo! Che hai da lamentarti così, sei un neonato che non sa controllare neanche il suo potenziale. Prima dovrei allenarti e stabilizzare la tua forza, così il tuo corpo sarà perfetto. Dunque... il tuo nome era..?
Ah sì, Destiny, mh? Molto bene, non ci saranno intralci, questo è poco ma sicuro.

- AROMATICE! - Urlò Ciel - Non abbiamo un conto in sospeso? -

Fece con tono ironico, ma era serio.

- Oooh, il piccolo demone. O meglio dire che ora sei un piccolo padre?

- Lascia Mio Figlio. O te ne penterai amaramente!

- Vuoi lasciare Julia in disparte? Ma come siamo premurosi, d'altro canto provi affetto per lei pur essendo una creatura demoniaca. -

A Ciel gli saltarono i nervi: - Come siamo perspicaci, allora sarai pronto per l'ultima battaglia! - sferrò un attacco frontale e veloce.
Un pugno allo stomaco, e poi con una accenno di mano, invitò il proprio maggiordomo ad aiutarlo, siccome non voleva che andasse a finire come l'ultima volta, volle impiegare tutte le sue energie in unico e infallibile colpo.
Sebastian lo immobilizzò, i poteri di Lorenzo erano diminuiti a causa dell'ascesa del sole, e il danno inflitto di Ciel aveva fatto effetto. Lorenzo sputò sangue.

Allo stesso tempo erano arrivati Julia e gli shinigami, Carlo si prodigò a combattere nella mischia, la ragazza vide il pargolo tra le mani dell'angelo, e anche se sembrasse che Ciel ebbe la meglio, non era così.
L'Aromatice si stava preparando al suo attacco più potente, nonchè proibito.
Julia volle intervenire, ma Francesco la bloccò, lei si era rifiutata di starsene con le mani in mano, così dopo tanto tempo si convinse che era ora di risvegliare i suoi poteri assopiti. Si impose che doveva farcela ad ogni costo, non poteva mettere in pericolo la vita di Destiny:
- FERMI! - ordinò a tutti - Lorenzo, vieni qui, farò quello che vuoi ma lascia andare Destiny. -

Dall'alto, il conte scese lentamente per ascoltare meglio.

- Giuro, che farò quel che vuoi: il giuramento, ti cederò il mio corpo, ma tu restituiscimi Destiny.

- Cosa odono le mie orecchie? - disse soddisfatto l'angelo - Anche se ora sei una nephilim puro sangue, quello che ho in mano è un essere divino e la perfezione dell'immortalità, il baratto non è equo. - fece oscillare il suo indice sinistra e destra - Facciamo così, - sghignazzò - lascio libero tuo figlio se neghi il tuo matrimonio, tuo marito e anche il tuo unico figlio, rivoglio la Julia pura, libera e intoccata. Sei d'accordo? -

A Julia le si spezzò il cuore a sentire le condizioni, doveva abbandonare tutto ciò che aveva costruito insieme a Ciel; ci stava riflettendo molto, anche se sapeva già la risposta che voleva dargli, la vita di Destiny era molto più importante della sua miserabile vita, però sacrificare anche il contratto con il suo demone era molto difficile.

"Cosa faccio..?" si ripeteva in testa. "Per l'amor di Dio, che cosa dovrei fare?"

Ciel raggiunse la lady, insieme a Sebastian e Carlo, invece Francesco tentò di riprendersi Destiny da dietro, c'era quasi, ma Lorenzo si scansò e mise in ginocchio lo shinigami, un'abile mossa di judo ed ecco che Lorenzo ebbe un altro ostaggio. Era impaziente, e così decise di rivelare tutto:
- Senti Ju, sappiamo entrambi come andrà a finire, no? Tu morirai, comunque. Ti spiego: se vieni con me, tuo figlio vivrà libero da ogni impegno, il tuo demone perirà di fame, ma avrà comunque suo figlio e il suo maggiordomo affianco; mentre se rifiuterai, non rivedrai mai più tuo figlio e la tua anima sarà presto divorata dal tuo amato demone.

- Di cosa stai blaterando, Lorenzo? Ciel non mi ama, e non mi amerà mai, è un demone a tutti gli effetti!

- Ma come sei testarda, quindi non te ne sei ancora accorta? Il qui presente, Phantomhive prova affetto per una come te! Dovresti esserne felice, ma rinneghi il suo amore, per far durare tutto più lungo. Che assurdità! - Julia si sorprese e rimase scossa da questa notizia, che non sapeva se prenderla bene o male. - Dunque, torniamo a noi, se vieni con me, tutti guadagneranno la vita, compreso lo shinigami sotto il mio piede, e tu morirai come da destino, sotto la mia influenza. Sei una nephilim, e i nephilim fungono da corpo agli angeli caduti, cioè io.
I conti tornano? Se ti stai chiedendo, invece, cosa succederebbe se non venissi con me, eccoti accontentata: il demone ti divorerà all'istante, perchè ha esaudito il tuo ordino di amarti, ma avendo ancora una forma demoniaca potrà comunque adempiere al suo pasto, Destiny all'età di sedici anni, farà il giuramento e gli toccherà il tuo destino, mentre gli shinigami qui a causa tua verranno sterminati!

- Stai zitto! - ringhiò Julia - STA' ZITTO! Non andranno così le cose, no! Il destino si può cambiare, come ho già fatto, posso farlo anche adesso, sarà l'ultima lotta. Ma tra TE e ME! Vediamo come se la cava un angelo caduto, con la sua prediletta nephilim!
Ho capito, che io sarò sempre una tua parente, sarò sempre una Clismatice e non me ne pento!
Come ha detto una persona a cui voglio bene, una Clismatice sono e resterò, e ne devo andare fiera! Sarò meno potente, ma sappi che non mi arrenderò senza combattere! Destiny ti salverò, fosse l'ultima cosa che faccio!

- Che testarda, ma credo che le tue parole saranno veritiere! -

Julia con la mente aveva deciso di mostrare all'inzio un assaggio dei suoi poteri, certamente era sostenuta da Ciel e Sebastian che cercavano di distrarlo, per riprendersi il figlio. Il piano era semplice e conciso, lei lo avrebbe sconfitto, mentre i demoni e Carlo tentavano di liberare i loro compari, fu questo il piano deciso e che andasse a buon fine.
Le illusioni non erano il suo forte, ma diede il senso di vuoto e doloroso a Lorenzo, mentre lui contrattaccò con il controllo della mente, che non ebbe molto efficacia: - Hai messo una barriera tra me e te? Perchè non l'hai fatto prima se sapevi farlo, i giochi risulteranno molto interessanti!

- Quanto sei sadico! - tenne duro e mano forte, ma l'angelo sapeva il fatto suo, stava tenendo testa a quattro persone: due shinigami e due demoni, e non era poco. Si allontanò dalla ragazza che ironico disse:

- Che fai? Scappi?! Non ti lascerò mai andare, dovrai soffrire come ho fatto io!

- Lady Julia! - era Sebastian - Cosa possiamo fare? E' forte, anche se sta combattendo con lei. Il signorino ed io ci stiamo impegnando al massimo, ma le energie di quell'angelo sono lungavita!

- No, non lo sono. - disse Francesco - Carlo lo ha analizzato bene! E' debole quando utilizza le illusioni, quindi Miss dovete indurlo a usare quei poteri, non il controllo della mente, ma le illusioni! -

Julia annuì, mentre Ciel le si affiancò. Non si scambiarono lo sguardo d'intesa, e nemmeno delle spiegazioni, il giovane conte era sopraffatto dai sentimenti e per il bene della ragazza, cercò di reprimerli fino a che la battaglia non fosse finita.

- Andiamo! Voglio riabbracciare Destiny il prima possibile! - affermò la ragazza. - Lorenzo si è recato nella foresta nera. Dobbiamo raggiungerlo! - e aggrappandosi a Ciel, i due demoni iniziarono a correre.
I due shinigami, invece, rimasero fermi:
- Carlo, ha detto la foresta nera, giusto?

- Sì, Francesco. E' dove abita Lei.

- Meglio se prendiamo la scorciatoia, dobbiamo incontrarla prima che incontri la Miss! - finì Francesco deciso di non farle incontrare, sapevano entrambi che avrebbero dato inizio alla Terza Guerra Mondiale se i loro sguardi si sarebbero incorciati, inoltre nella situazione in cui stavano, neanche sapevano chi avrebbe potuto avere la meglio tra le due.


Julia strinse forte il collo del ragazzo, era in groppa a lui da dietro, e quando trovò il coraggio di parlargli, la paura subito l'avventò e richiuse la bocca, Ciel se ne accorse e iniziò lui:
- Lady Julia, vuole rimproverarmi? - lei si sorprese, e un dolce sorriso le si stampò in faccia:

- No. Non sia mai, come direbbe Sebastian.

- Signorino, è stanco? Vuole che la porti io, lady Julia? - intervenì il maggiordomo, vedendo affaticato il padrone. Ciel rispose a tono:
- Cosa ti avevo detto l'ultima volta? Non mi serve aiuto. - era un po' imbarazzato.

- Certo che no, se si tratta di Lady Julia. - ridacchiò e la ragazza si sentì il diritto di dire:

- Ciel... allora è vero? Mi ami. -

La ragazza si ricrebbe, tutto era possibile.

- Non è questa la reazione che mi aspettavo, sa? -
Disse Ciel con tono di rimproverò, Julia rise e rispose felice: - No, è che non mi aspettavo che potesse succedere! -
Si mise a piangere, senza volerlo, perchè sapeva tutte le conseguenze, aveva paura e allo stesso tempo provò felicità a sapere che il suo desiderio si fosse realizzato. No, lei si sentì realizzata.

Arrivarono a una radura, vicino a un fiume sporgeva una classica casetta di legno, tutti pensarono che Lorenzo si fosse nascosto lì, così irruppero dentro casa, ovviamente urlando di restituire Destiny, invece incontrarono una vecchia conoscenza. Clara, la shinigami, stava sorseggiando del latte caldo davanti alla televisione, e questa subito si alzò e come ci si aspettava, la sua reazione fu un urlo rompitimpani e una immediata spiegazione:
- VOI! Perchè siete qui?! Che volete altro? Mi avete già umiliata e mi sono rifugiata qui lontana da tutti e tutto! Sparite!! - iniziò a lanciare tutti gli oggetti che le capitavano in mano, compresa una lampada di forma strana anche perchè era appuntita e mirò dritto la ragazza.
Chiuse svelta gli occhi, li riaprì un secondo dopo e vide che l'oggetto fu fermato da Ciel, i quali occhi aveva assunto un color rosso intenso: - Non lo abbiamo fatto di proposito. Stiamo solo cercando un angelo caduto che ha rapito nostro figlio. - ruppe in mille pezzi la lampada con una mano - Quindi, siete pregata di dirci tutto quel che sa, senzatette. -
Schietto e insensibile, l'aveva fatto davvero incavolare.

La shinigami tremò a quello sguardo ed emise un secondo urlo rompitimpani che rimbombò in tutta la foresta; gli shinigami ebbero timore che lo schiamazzo fosse della miss, così accorsero e quando arrivarono con grande sorpresa videro la shinigami a terra per il terrore:
- Fiu... che sollievo. Miss state bene?

- Sì. - sibilò timidamente.

- De Mira-sempai! - fece Carlo - State bene sempai? - era così premuroso.

Francesco sorridendo, sospirò e domandò: - Come mai la sempai ha paura di voi? Come minimo avrebbe cercato di infilzarvi con la sua death schythe! L'importante è che stiate bene. -
Carlo fece rialzare la shinigami e la calmò, portandola in un'altra stanza così che la ragazza potesse spiegare:
- Uhm... Ciel, sembra che il nostro primo incontro sia stata un trauma per lei. Come mi dispiace...

- Colpa sua, non doveva nemmeno avvicinarsi a voi. -

Francesco fu stupefatto di questa risposta: - Cosa? Non pensavo che come anima siate così richiesta... State molto attenta, per favore! - Julia lo rassicurò annuendo - Ah, e poi dovete sapere che Carlo ha una cotta pazzesca per la De Mira-sempai! - sghignazzò, ma ben poco, così continuò serio - Ma ora basta chiacchere, dobbiamo riprenderci Destiny!

- Sì, Fra! Hai ragione, - sorrise convinta - Destiny, hai un padrino formidabile! - disse tra sè e sè.

- Mia lady, ha detto qualcosa?

- Mhmh, il padrino di Destiny sarà Fra, sei d'accordo, Ciel? Dobbiamo ringraziarlo in qualche modo. -

Si rimise in spalla Julia, quando il giovane demone rispose:
- Sì, mia lady. Quello shinigami non è tanto male -.
 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Capitolo 31

Carlo rimase in compagnia della bella shinigami, che era rimasta affascinata dal giovane e promettente, la Clismatice poteva capire benissimo i loro sentimenti così invitò i suoi amici a lasciarli soli.
Niente, però, poteva distrarla dal fatto che Ciel fosse veramente innamorato di lei, una persona noiosa, viziata e impossibile di carattere; alla fine era riuscita nel suo intento: il suo amato Ciel ricambiava.
Da dietro stava fissando la sua nuca, i capelli scuri emanavano un forte odore di sudore, e gli strinse ancor di più il collo, intese che Ciel ce la stava mettendo tutta, lo amava. Lo amò più di quanto avesse mai amato prima, perchè tentò con le sue sole forze di riavere l'unica persona che condividevano di sangue.

- Ciel è un ordine: rivoglio nostro figlio sano e salvo. Non so quali mezzi utilizzerai, e non mi importa se sacrificherai la mia anima, ma Destiny deve avere un futuro libero, al contrario del mio che è già segnato.

- Mia lady, lei crede nel destino? -

Non rispose subito, ma si soffermò sulla parola "destino", e poi con grande sorpresa disse:
- Per quanto mi riguarda, mi ha fatto incontrare una persona di un'altra epoca che si è innamorata di me, e dal nostro amore è nato uno splendido bambino, e per questo gli sono grata, ma siamo noi a decidere il nostro destino. Soltanto noi, Ciel.

- Qualsiasi cosa succeda, Destiny sarà felice. Glielo prometto.

- Ciel - con tono di rimprovero.

- Te lo prometto, Julia. -

Annuì, la terza persona fu proibita, inoltre doveva perdere l'abitudine. Quando furono abbastanza vicini da intravedere la figura dell'angelo caduto, Ciel mandò Sebastian, come un pokèmon all'attacco, per fermarlo o perlomeno rallentarlo in qualche modo, il pianto di Destiny si sentì fino a quella distanza; Lorenzo cercò di utilizzare nuovamente i suoi poteri sul bambino, ma come una specie di protezione inescata, si era attivata quando cercavano di ferirlo in tutti i modi. I suoi poteri erano illimitati e il piccolo Phantomhive ne era inconsapevole, l'Aromatice lo desiderava anche più del corpo di Julia. Quello della ragazza, però, era perfetto e originale per essere impossesato.

- Destiny! - richiamò la ragazza apparentemente calma - Eravamo vicini, Ciel! Lasciami qui, vi raggiungerò!

- Non se ne parla, signorina. Il mio padrone se ne pentirebbe. E poi, non ha un conto in sospeso con il lord? -

Julia sbuffò: - Esattamente. E proprio per questo, che se mi capita sottomano finisce che nemmeno il creatore lo riconoscerebbe!
Rivoglio il mio piccolo! L'ho tenuto tra le mie braccia solo pochi secondi e non l'accetto! NO! -

I due demoni rimasero in silenzio, mentre Francesco con la death schythe stava spazzando via tutti gli alberi che erano in mezzo.

Mezzagiornata fu volata velocemente, e il sole li stava già abbondonando e le tenebre, a favore di Lorenzo, si stavano avvicinando. Gli alberi quasi misero soggezione e nessuno riuscì a rimanere calmo, erano tutti agitati; Julia sentì il pianto vicino di Destiny, Lorenzo si era fermato poco più avanti e lo ammutulì:
- Lorenzo, come sei fifone! Ti sottrai perchè sono una donna e fai il gentiluomo oppure hai fifa?

- 2012?

- Cosa? - fecero eco anche Ciel e Sebastian.

- Ma dai, il gioco per PSP di calcio. - fece un risolino e poi continuò serio - Comunque... hai riflettuto a lungo, hai fatto la tua scelta? Te o Lui? - mettendo Destiny all'altezza del suo viso.

- Sinceramente, so che non voglio fare la mia scelta adesso! Ed è per questo che ora sarà una questione solo tra noi due! -

Ancora a groppa a Ciel, gli chiese di fare un balzo per raggiungerlo in aria, e poi di attaccarlo di fronte, mentre Sebastian da dietro; non era un piano perfetto per sbarazzarsi di Lorenzo, ma lo era tale da poter riprendere Destiny. Tutto questo in una frazione di secondo, il conte Aromatice non ne fu tanto sorpreso, ma come se Julia riuscì a prendere il controllo dei suoi muscoli e lasciare il piccolo, che cadde ma fu prontamente preso da Francesco:
- Ciao Destiny, come sta il mio piccolo figlioccio? -

Destiny rispose con dolci e entusiasti gridolii al rivedere una faccia amica, e con lui si allontanò dal campo di battaglia, e quando Lorenzo se ne accorse urlò un "Fermi!", ma Sebastian lo intralciò mettendosi di fronte e come se giocassero:
- Ah-ah dove andate, signor Aromatice?

- Sparisci demone! E' pur sempre il mio caro nipotino quindi ho diritto di averlo! -

Julia e Ciel si avvicinarono, e con l'intervento del giovane demone nella discussione, riuscirono a guadagnare tempo:
- Ancora con questo "diritto"! Voi non avete niente; teoricamente voi siete un Aromatice, non avete nulla a che fare con la famiglia Clismatice! Inoltre, ora sono a tutti gli effetti dei Phantomhive! Sia Julia sia Destiny!
Avete perso tutto, lord Aromatice. -

Lo fissò con sguardo demoniaco.
L'angelo caduto si voltò verso Ciel, e rispose con aria diffidente:
- Anche tu non avrai più niente. Molto presto ti divorerai la mia splendida Julia, e poi non avrai più scampo, il tuo fedele demone a sua volta, avrà il suo pasto. - Ciel deglutì - Se sapete come andrà a finire, perchè continuate questa farsa, alla fine, quando il vostro figlioletto crescerà, ditemi, chi mi impedirà di farlo giurare? Eh? Rispondete. -

Non dissero nulla, tranne Sebastian che fece svanire tutti i dubbi:
- Prima che io possa avere il mio pasto, il mio padrone potrà ancora darmi ordini. Che siano di breve... o lunga durata. Anche se quello che ha ordinato non sia più vivo. Vivo o morto, finchè è sotto contratto il demone non si può sottrare all'ordine ricevuto; un ordine è pur sempre un ordine, giusto signorino?

- Già. - rispose Ciel.

Un ordine è pur sempre un ordine.
Alla ragazza si illuminò il viso, appena sentì quel discorso.
Non aveva più paura di morire o di quel che sarebbe accaduto, quello che doveva accadere era destino per la loro mano. Gli unici che potevano decidere per loro erano Loro.
Come se si fosse ricaricata, piena di energia e magninima accolse, anche se non perdonato, tra le sue braccia Lorenzo; sussurando il suo nome, e le flebili parole: - Scusa. Ora... credo di aver capito i tuoi sentimenti, se ne avessi. Meglio dire i tuoi pensieri, Lorenzo. Sapere di essere immortali e che tutte le persone a cui ti sei affezionato se ne andranno via, mentre tu non potrai più raggiungerle... ti capisco, ora. Stessa cosa vale per te, Ciel. Sebastian.
La possibilità di morire per voi ora è una cosa irrealizzabile. - abbracciò il suo amato fratellastro. - Dalla mia anima dipende il vostro futuro. Vitale. Se Lorenzo riesce nel suo intento, potrà vivere come un essere umano, non esattamente, ma sarà vicino; potrà godersi qualche settimana ciò che voleva da tempo e io... te l'ho negato. Scusa.
Ti darei pure quello che vuoi, ma ora non posso.
Quello che volevi tu, ora l'ho promesso a Ciel. E per me, Ciel è molto più importante di te.
Ora la mia priorità sono Destiny e Ciel.
Il mio mondo ora gira su di loro. -
Iniziò a singhiozzare, tornando verso il suo amato e sibilò nell'orecchio del giovane demone: - Ciel, ti amo. -

Lorenzo si incupì, aveva capito: - Perdonata. Ma ora dimmi, io dovrei rinuniciare al mio sogno per un demone?

- No. - la matematica fu la spiegazione - Ciel prova qualcosa per me, hai detto vero? I sentimenti sono tipiche da umani... scusa Ciel, ti ho portato nella tana del diavolo...

- E quindi? - fece l'Aromatice non capendo il punto della situazione.

- E quindi Sebastian potrà avere il suo pasto, e questo comporterà alla felicità di due persone in cambio di una. Cioè la tua. E poi, il mio ultimo desiderio, anzi no, Ordine... so già che chiedere. - sorrise.

La fine era vicina.

Il senso di giustizia risiduo nell'anima dell'angelo che era in lui, gli fece capire che oltre all'amore che lei provava per il demone, c'era anche la matematica che intralciava i suoi sogni di vivere in pace; non si arrese, disse che cercherà qualcun altro con meno problemi di lei, con tono sarcastico. E se ne andò, dicendo solo:
- Ci rivedremo Julia. In un'altra vita, quindi... ti aspetterò, ma non aver più paura di me, saremo amici. -

Fu felice a sentire quel saluto.
Appena toccarono terra, Julia si nascose dietro a Sebastian e Ciel esitò a seguirla:
- No! Fermo! Rimani lì... - era imbarazzata e non voleva farsi vedere - Prima che tutto quello che deve accadere tra me, te e Sebastian, voglio rivedere mio figlio. - il giovane demone rimase in silenzio, ma annuì - Prima, però, ti prego. Dillo. A chiara voce. Anche se so che il mio povero cuore scoppierà, vorrei sentirlo chiaramente. Sia adesso.
Che quando- la fermò.

- Ti amo, Julia. -

Sebastian sospirò con un mezzo sorriso, e spinse la ragazza a farsi più visibile:
- Una lady che ha coraggio, è raro. -

Raggiunsero Francesco, che si nascose in casa della shinigami; lei accolse il piccolo con grande stupore, lo coccolò e fece di tutto per non farlo piangere finchè non arrivò la madre. Julia entrò con grande energia e finalmente avvolse con le sue braccia il suo piccolo Destiny che iniziò a ridere.

- Destiny! Destiny! Destiny! Piccolo mio, quanto mi sei mancato!! Scusa, scusa e ancora scusa. Mh? -

Il piccolino voleva anche il padre, così lo passò dolcemente a Ciel. E poi si rivolse alla shinigami perchè anche se per poco tempo, e inoltre, perchè sembrava molto adatta nella situazione:
- Uhm... signorina De Mira? - attirò la sua attenzione - Volevo chiederle se... vuole essere la madrina di Destiny? -

La shinigami stupita disse: - Perchè io?

- Credo perchè... vorrei che almeno qualcuno della sua vita, rimanesse con lui per sempre, perchè è un essere immortale come voi, e non voglio che soffra mai per solitudine. Mai. -

Ci fu un silenzio e poi Clara accettò l'incarico.
Il giorno dopo avrebbero scelto cosa fare, dove e quando. 

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 - Ultimo Capitolo ***


Capitolo 32

 
"Ti starò accanto fino alla fine".
 
La notte buia e misteriosa avvolse con le sue tenebre la radura che ombreggiava la casa nascosta di Clara, oramai diventata una di famiglia. La veterana piena di curve si avvicinò al piccolo, accucciolato in una carriola con dell'erba morbida fresca, appena tagliata con residuo di rugiada; la risata dolce del pargolo portò felicità in quei brevi e intensi momenti. Clara e gli shinigami stavano cullando la carriola, mentre Ciel e Julia, con sempre la supervisione di Sebastian, parlarono dell'avvenire.
La luce soffusa, erano in sala da pranzo, di fronte l'uno all'altro a discutere del da fare:
- Julia, hai preso la tua decisione? Riesco a controllare la mia natura da demone, e rimarremmo legati per sempre, sia io sia lei siamo immortali. Destiny invece è nato come un immortale d'eccellenza, lei è d'accordo?
- No. -
Il maggiordomo se la guardò.
- Julia cosa?
- Non mi sembra giusto. Non voglio essere enigmatica, quindi te lo dirò chiaramente. La mia vita è finita. Preferisco che tu sia cosciente quando divorerai la mia anima, perché non voglio che tu mi mangi quando non sai più chi sei, quando il demone dentro di te, non avendo più mezzi termini per prolungare la fine, mi prenderà senza pietà.
Non che io voglia pietà, no. Sono felice di amarti, e di essere amata da te.
Potrei morire adesso, con questo sentimento al cuore, che non voglio dimenticare mai.
E poi, vai a pensare positivo, io starò sempre con te, no? Dentro il tuo stomaco, ma sempre con te - si mise a ridere perché voleva allentare quell’insopportabile tensione.
Il ragazzo le prese la mano e le baciò il dorso: - Volete che sia il Conte Ciel Phantomhive, e non il demone che è in me, a rubarle l'anima.
- ... e il cuore. E' tuo di diritto, insieme con questo - si alzò dalla sedia, e gli diede un bacio sulla guancia; si guardarono negli occhi - Per me, tu e Destiny, siete tutto. Tutto -.
S’intrecciarono le mani, e Ciel le permise di sedersi sulle sue ginocchia, a fronte a fronte, lei sorrise affaticata, mentre Ciel la guardò seria. Era affranta nella sua decisione, era necessario, se Ciel l'avesse divorata, forse avrebbe avuto una scappatoia con Sebastian, ma era un gesto abbastanza invano.
Ciel, a voce bassa e profonda, disse: - Vorrei solo darle il meglio anch'io, per voi e Destiny. E' pur sempre mio figlio, e credo di aver capito anche le vostre intenzioni. - pausa - Julia, vuoi che rimanga qui con gli shinigami o...- lo interruppe.
- Vivrà a Roma. Francesco lo seguirebbe ovunque al mondo, e se prima che la fine avvenga, noi andassimo nella mia adorata Roma, dove ho vissuto i più bei momenti con te, il padrino rimarrà al suo fianco. La domanda è più rivolta a Clara perché non so a cosa pensi. - Rimandò un’occhiata preoccupata al giovane.
- Vedrai che il fratello minore dei due, riuscirà a convincerla. Lì a Roma vivrebbe in una bellissima villa, ma potrebbe comunque scegliere la reggia. Mi domando, cosa succederà quando non ci saremo più, anche se posso affidare tutto a Sebastian, vorrei lo stesso stare ogni giorno con mio figlio. Julia, non hai paura di mancare in tutto?
- ... sì. Ma io, di Sebastian, Francesco, Carlo e anche di Clara, mi fido. Mi voglio fidare, scusa Ciel.
- Non ha da scusarsi. - poi richiamò in ballo il maggiordomo - Sebastian, non ti parlo come padrone, ma come demone a demone. Tu che ne pensi? Dimmelo adesso, non avrai altre occasioni. -
Il corvino non esitò: - Se vuole la mia opinione, signorino, credo che dovrà scegliere bene il vostro ultimo ordine - come se volesse accentuare di più la parola "bene", ebbe come reazione un'espressione cagnesca da parte di lui. Lo sapeva bene cosa doveva scegliere, ma lui non intendeva quello, così Sebastian sospirò - Signorino, qualsiasi cosa accada posso dirle che nasconderò la verità finché vostro figlio non sarà in grado di capire tutto. E se posso permettermi, vorrei suggerirvi di lasciarmi il signorino Destiny, mi servirà solo la vostra autorizzazione.
Di entrambi.
- Sebastian, - iniziò la ragazza che lo fissò dritto negli occhi fuoco - ovvio che lo affiderò a te, sei stato tu a sapere della sua esistenza! - quasi ironica, anche se di divertente non c'era niente. Fu la volta del padrone, che attese e con tutta la freddezza che solo lui poteva e aveva, proclamò: - E' un ordine.
Sebastian Michaelis affido a te e solamente a te, Destiny Clismatice Phantomhive. Hai la mia autorizzazione, conte Ciel Phantomhive, e della madre naturale, lady Julia Clismatice, di essere il suo padre adottivo. Avrai il compito di crescerlo come degno erede dei due casati al quale appartiene, di sfamarlo, educarlo e procurargli tutto l'amore del mondo. TU dovrai occuparti in tutti i sensi di Nostro Figlio.
- Yes, my Lord. -
 
La mattina dopo, tutti si ritrasferirono in Italia, nella Villa Julia, oramai abbandonata da qualche mese. La shinigami fu un po' contrariata, ma alla fine come previsto, Carlo Nevito fu un abile rubacuori; arrivati, Destiny era piuttosto contento, aveva qualche mese ma non aveva ancora parlato.
Sia Sebastian sia Francesco furono quelli più attaccati al piccolo, si erano affezionati e lo intrattenevano come più potevano. Fu uno spettacolo vedere Sebastian fare facce buffe solo per far ridere Destiny, come riuscì a deformare schiacciando il viso già lungo e sottile, fu proprio fantastico!
La felicità si poté ottenere con poco.
 
Quella sera era la decisiva.
Ormai erano passati giorni, mesi e anche un anno possiamo aggiungere, Destiny aveva compiuto il suo primo anno di vita, e che dire, era un bellissimo mini Ciel, non si poteva però dire lo stesso del carattere, quel sorriso piccolo, timido ma che esce ogni qualvolta che è richiesto, esce fuori come un fiore appena sbocciato e portò gioia a chi ne aveva bisogno. Quella sera, Destiny dormiva nel suo letto, ignaro di non poter rivedere la madre la mattina seguente.
- Julia. - la chiamò.
- Sì, Ciel? - fece a bassa voce per non svegliare il bambino.
Erano ancora dentro la villa, e la madre voleva dargli il suo ultimo saluto. Il piccolo nella culla, che dormiva come un angioletto, anche se era per metà demone, ricevette un bacio sulla fronte, Destiny le prese un dito, la tirò a sé e non la lasciò andare, anche se neonato poteva benissimo intuire che qualcosa andò storto.
Julia lo guardò comprensivo, ne diede un secondo, un terzo e un quarto, una serie di baci che non sarebbero mai terminati di sua volontà; Ciel la osservò, le lacrime le stavano uscendo e la abbracciò, la avvolse da dietro la schiena, mentre lei disperata pianse. Un momento di debolezza che si poté concedere, riferì Ciel, ma poi Sebastian dovette interrompere, il momento si stava avvicinando.
- Signorini, chiedo venia, il momento è giunto. - quasi nascosto dietro la soglia della porta.
Ciel lo fulminò con lo sguardo, ma non disse nulla e appoggiando la mano sul fianco di Julia la allontanò lentamente dalla culla, non voleva. Non voleva proprio costringerla, ma era stata lei stessa a scegliere quel giorno.
Destiny teneva forte il dito della madre ma Ciel con malavoglia dovette sciogliere quel legame; provò a calmarla sussurrandole a lei dolci: - Shhhh... mia lady, abbia coraggio. Manca poco. Me l'ha ordinato, ora non posso tirarmi indietro, io le avevo detto di prendere la decisione a lei giusta. Shhhh... - di sottofondo singhiozzi interminabili, Julia non riuscì a trattenersi, appena usciti dalla camera e abbastanza lontani da non svegliare Destiny, la Clismatice fece un urlo disperato.
- Ciel!!! CIEL! Perché Ciel! - gli occhi si gonfiarono, e subito il giovane le asciugò il viso con un fazzoletto - Ciel, non voglio lasciarlo! Ti prego, rinnego il mio ordine, ma ti prego lasciami stare ancora con Destiny! Non voglio..! Non voglio!! - lo abbracciò fortemente, ringhiò con i denti e piccoli singhiozzi si udivano.
Il ragazzo provò a consolarla, ma alla fine si convinse da sola che era per il bene di tutti.
 
Sebastian li traghettò in un posto lontano, sulle rive del Tevere, in quell'isoletta sperduta, dove in passato era utilizzata come stabilimento dagli antichi romani. Era l'unico posto dove nessuno poteva disturbarli.
Il maggiordomo accostò, Ciel aiutò Julia, che insicura inciampò e lui la salvò, incrociarono i loro sguardi e lei imprecò, ripensando che non lo avrebbe più rivisto:
- Cos'hai Julia?
- Niente. Come faccio a non rimpiangere la mia scelta, se poi so che non vi potrò più rivedere?
- Perché tu sarai dentro di me, in tutti i sensi. Nel mio stomaco, nella mia mente e nel mio cuore. Non le basta sapere questo?
- Rallegra sentirlo. Mh, sono pronta. Scusa se... ho fatto la bambina. - disse lei con una smorfia.
Ciel affermò soddisfatto: - E' tornata la mia lady. Bene, venga e attenta dove mette i piedi. -
Annuì e la sicurezza ritornò.
Sebastian preparò il necessario, per rendere confortevole l'addio.
Il cielo fu limpido, stellato e piena di magia nera arieggiavano intorno ai due demoni; col passare del tempo, il maggiordomo divenne un confidente molto importante, e Julia lo accordò di rimanere ad assistere.
A Ciel venne un'idea per non farla soffrire, facendole godere il suo ultimo giorno, iniziò a toccarle le gambe, le coscia e sempre più in su, invece con la bocca iniziò a baciarla.
Faceva freddo, e le nuvolette ansimanti erano visibili, la ragazza non pensò a niente, ma prima che potesse continuare, gli chiese: - C-Ciel, m-ma cosa stai facendo? - imbarazzata dallo stupore.
- Vorrei renderglielo piacevole, quando si addormenterà, non sentirà niente.
- Vuoi farlo adesso..? - gli occhi blu le trasmettevano calore - Capito. La mia anima è tua. -
Le accarezzò i capelli neri lisci e fluenti, come al loro primo incontro, sospesi in aria, come una magia; la pelle ambrata ma secca era candida e morbida, oramai spoglia si lasciò andare e finì per addormentarsi, per sempre.
- Ti amo Julia -.
"Ora è il momento. Buonanotte my lady. Sogni d'oro, unico mio vero amore, lady Clismatice Julia."
Non ci fu nemmeno un grido, esitazione o altro; gli occhi del demone divennero di un rosso intenso e le labbra erano sporche dello stesso colore. Si asciugò con la manica della giacca, e commentò:
- Un pasto eccellente, non c'è che dire. L'anima pura di una ragazza come Julia è una delizia, forse l'amore che provo per lei ha rovinato un po' il gusto, ma la qualità è assolutamente molto alta.
- Signorino, non ha più un minimo senso di pudore.
- Aveva ragione, avendo ormai raggiunto l'obiettivo, la mia natura di demone sta tornando al principio, però quel che provo per Julia non riuscirò mai a dimenticarlo. E poi, se facessi uscire i miei sentimenti adesso, tu avrai un pretesto per divorarmi ora, ma prima torniamo da Destiny e dagli altri, bisogna avvertirli. Glielo devo - "a Julia".
Sebastian tacque in un silenzio tomba.
 
Arrivati alla magione dei Clismatice, Ciel si chiuse in camera di Julia, dove con lei condivise tutto, si mise accanto a Destiny che si svegliò alla sua entrata e si mise a piagnucolare; Sebastian, invece, avvertì gli shinigami, i quali corsero subito dal giovane demone e urlargli a squarciagola: - PHANTOMHIVE SIETE MORTOOOO!! Come avete potuto?! Come?! Voi non l'amavate? Siete ignobile, Phantomhive!! - urlarono da dietro la porta perché Ciel la chiuse a chiave, cercò di ignorare i pugni e i calci dati alla porta, intento a scrivere il testamento una seconda volta, e questa volta sul serio:
Io, Conte Ciel Phantomhive, marito della deceduta Julia Clismatice Phantomhive, per prevenire eventuali morti, al pieno delle mie capacità dichiaro che lascio ogni mio bene e di mia moglie al nostro unico e amato figlio: Destiny Clismatice Phantomhive, ma essendo solo un bambino, finché non sarà in maggior età, affido lui e i beni materiali al signor Sebastian Michaelis, fedele maggiordomo della famiglia Phantomhive.
Quest'ultimo, per esserne certo, dovrà rispondere a questo indovinello:
"Come erano chiamati i Phantomhive?"
Risposta: I Cani della Regina.
Se non risponderà così, può essere certo che non è il signor Sebastian Michaelis.
Inoltre, come ultimo desiderio, vorrei che mio figlio abbia tutto l'amore che Julia ed io li avremmo dato.
Conte Ciel Phantomhive.
 
- Umpf... Destiny, basta piangere. Un Phantomhive non si mostra debole nemmeno davanti a un suo parente. - si morse la lingua. Julia non avrebbe voluto un comportamento così freddo e distaccato - Scusami Destiny. Ma non serve che tu pianga, so che ti manca tua madre, manca anche a me. Dobbiamo essere forti, siamo Phantomhive, e inoltre nelle vene scorre il sangue degli orgogliosi Clismatice, che figura ci faresti? -
Destiny smise perché capì bene cosa volle dire Ciel, gli shinigami continuarono a "bussare" e alla fine, il giovane padre cedette. Andò ad aprirli, si erano calmati: - Perché? Ora chi si occuperà di Destiny, eh?! Rispondi Phantomhive! - iniziò Francesco che sembrò il più infuriato - E poi tu non l'amavi? - lo prese per il colletto e lo alzò, si guardarono gli occhi - Tsk, la ami ancora adesso. Voi demoni proprio non vi capisco. - lasciò la presa.
Ciel alla fine consegnò il testamento a Sebastian e se ne andò portando con sé Destiny.
 
Camminarono nel giardino di rose della villa. Era vicina la mezzanotte, ma riuscirono lo stesso a osservare le rose, erano di un bianco latte e un nero petrolio, come potevano essere così diverse ma allo stesso in armonia?
Il ragazzo lasciò il bambino sopra il prato di rose, sapeva che non c'erano spine, perché Julia nel giardinaggio era un disastro e i suoi genitori la protessero in tutti i modi; ripensò che fosse il momento di parlare ai suoceri e si avvicinò alla tomba di famiglia con il piccolo: - Queste sono le tombe dei tuoi nonni, Destiny. Da parte di tua madre, mpf. Julia pensava che i suoi genitori non le volessero bene, io la sostengo, ma più che altro lei non si accorgeva che i suoi volevano proteggerla dal vero male. Ma non ho il diritto di dire niente. -
Destiny guardò prima il padre e poi le tombe, e ritornò nuovamente con lo sguardo su Ciel e disse: - P-pa. Pa. Papà... Ma! Maaaaa... ma? Pa. Pa. Ma. Ma? - continuò a balbettare, Ciel si stupì che Destiny sapeva già parlare e aveva detto come prima parola "papà" e subito dopo "mamma" e si congratulò accarezzandogli la testa - Bravo Destiny. Sono fiero di te. -
Una strana sensazione gli invase lo stomaco e continuò: - Anche tua madre lo è. -
Destiny sorrise e il padre rivide il bellissimo sorriso della defunta.
- Figlio mio, scusa se ti lascerò, ma anche quel dannato maggiordomo deve mangiare. Inoltre, quando sarai conscio delle tue nobili origini, non riuscirai a ricordare niente di me e di tua madre. Scusa, farei prima a cancellarti la memoria, ma... non ci riesco, mi fa troppo male sapere che tu non sappia chi sono i tuoi genitori!
Perdonami, perdona tuo padre e tua madre per tutto il male che ti facciamo, ma proprio per questo, per avere una vita felice senza intoppi, noi due dobbiamo lasciarti. E' meglio per tutti e soprattutto per te. -
Ciel era serio, mentre Destiny che non era stupido intendeva e gli rispose con un gesto che lo incoraggiò ad abbracciarlo, ovvio che il demone accettò.
 
- Sebastian, - lo chiamò, seppe che lui era lì - Lascio Destiny solo per questa volta al padrino, prima che me ne penta, è ora anche per me. Ribadisco, da quando non ci sarò più, tu dovrai dare il meglio di te a Destiny. E' un ordine.
- Yes, My Lord.
- Bene. - ispezionò la zona e continuò - Qui, in questo giardino di rose bianche va bene. Lo sai che voglio sentire dolore vero? - si rivolse caparbiamente.
- Signorino, pensavo che voi avreste cambiato gusti, ma sembra che siete il solito sadico. - si beffò di lui. - Siete pronto? - gli occhi rubini si scambiarono i pensieri. - Procedo -.
 
La calma prima della tempesta, un urlo agghiacciante e niente più.
Sebastian abbandonò il giardino di rose, e tornò dal suo protetto.
 
Diversi anni dopo, Sebastian stava preparando la colazione, quando chiamava il suo figlio adottivo:
- Destiny, sbrigati! E' pronta la colazione!
- Arrivo! -
Un ragazzo alto, robusto, con i capelli neri-blu, occhi agghiaccianti azzurri e un sorriso splendente si stava preparando per andare a scuola, Destiny Phantomhive. Era un giorno come tanti, se non fosse quello del suo sedicesimo compleanno, il padre adottivo lo richiamò. Sebastian Michaelis era il suo legale a tutto gli effetti, e gli rivelò della sua vera famiglia all'età di dodici anni, inoltre anche il suo padrino e madrina gli raccontarono la motivazione della loro morte, ma non tutta la verità: mentirono solo sulle sue nobili origini di demone e nephilim.
- Signorino Destiny, si sbrighi! La colazione che le ho preparato si raffredderà! -
Ah giusto, è un gran golosone come la madre, scendeva in fretta e furia le scale per raggiungere la sala da pranzo, e arrivato a tavola, mangiava velocissimo. Poi il demone gli aveva chiesto se voleva essere accompagnato a scuola, sì la stessa di Julia, ma Destiny rifiutava categoricamente, voleva correre liberamente.
 
Sulla via incontrava sempre i suoi amici, e per non dire che era un bel ragazzo era molto ammirato da tutte le ragazze della scuola; per fortuna che non aveva i problemi che aveva avuto la madre, e gli era anche stata anche proposta la carica di presidente del consiglio studentesco per le sue doti in campo amministrativo, ma proprio perché è l'erede delle ditte Funtom e Clismatice, è formidabile. Un allievo di Sebastian, e un orgoglio di entrambe le famiglie.
- Uhm... Phan-Phantomhive! - gli urlava una ragazza.
- Mh, sì? Chi mi chiama? - si girava e vedeva una ragazza che timida cercava di parlargli. Sorrise - Devi... dirmi qualcosa d’importante? - con molta leggerezza.
- E-ehm... B-buon co-compleanno... ecco, io, cioè tu... tu mi piaci. Usciresti con me?! - i capelli della ragazza lisci neri le ricordavano la madre vista nelle foto, però aveva la pelle chiara come la porcellana e i tratti decisi lo convincevano, ma aveva rifiutato, perché credeva che l'amore dovesse essere vero e ricambiato: - No, scusami. Non posso. -
Le storie, che gli raccontava la madrina, sull'amore si basavano sempre sui genitori che mostrava sempre il loro attaccamento l'uno all'altra e rivolto anche verso a lui stesso.
Ogni tanto pensava che i genitori non gli volessero bene, ma tutti quelli che lo circondavano lo convincevano del contrario, perché se erano morti, era solo per lui, per quanto volesse piangere, poi riusciva a reprimere con il sorriso; era un ragazzo profondo e allo stesso tempo molto allegro per quanto gli riguardava.
 
Ritornando a casa, passava sempre prima nel giardino di casa, dove raccoglieva sempre due rose, una bianca e una nera da donare ai genitori, i quali corpi erano stati sepolti vicino, il profumo di rose quasi lo perseguitava, ma non gli dava fastidio. Giunto, ha appoggiato gentilmente le rose a entrambi:
- Oggi, compio sedici anni. Sono molto grato a voi, grazie padre e madre per avermi lasciato tutto tranne che la vostra presenza. Non mi lamento, spero solo di potervi incontrare presto. -
Quando stava entrando in casa, vede Sebastian che stava parlando con qualcuno, più di una persona, così si avvicinava indiscreto e non credeva ai suoi occhi che li chiamava tremolante: - Mamma! Papà! -
I due si giravano, erano davvero loro, giovani, della sua età ed erano un po' invisibili con la bocca spalancata gli domandano: - Tu ci vedi, Destiny? -
Annuì più volte con la testa, era incredulo davvero: - P-perché siete qui..? - iniziavano a lacrimargli gli occhi - Non eravate - si fermò - ...morti? - Non aspettò risposta, glielo chiese direttamente senza peli sulla lingua - Posso abbracciarvi?
- Ovvio bambino mio! - risponde subito la madre che quando aspettava le dolci braccia, "prendeva" consistenza, come se fosse di nuovo viva - Destiny, bambino mio, come stai? Ti manchiamo tanto?
- Figliolo - metteva una mano sulla spalla del ragazzo, poco più alto di lui - Ci dispiace di mancare nella tua vita, ma per farti vivere in pace, era l'unico modo lasciarti. Ci potrai mai perdonare? -
Destiny e Ciel si confrontavano agli occhi di Julia che pensava divertita: "Uhuh è diventato come Ciel, meno male, è un bellissimo ragazzo". Subito dopo però si era ricordata di una cosa fondamentale:
- Oh, Destiny auguri! - riempendolo di baci - Il mio bambino ora ha sedici anni! Devo ammetterlo, sei tutto tuo padre!
- Julia, - era intervenuto Ciel imbarazzato - dalle tue labbra può essere un complimento, ma non ti chiedi come mai nostro figlio può vederci? -
Questo attirava molto l'attenzione di Destiny, così tutti intenti a trovare una soluzione, si spostarono in salotto, ove Sebastian serviva il suo solito thè pomeridiano: - Signorino, ecco il thè.
- Grazie, e tu mamma? Papà?
- Non possiamo, siamo morti! - diceva con leggerezza la ragazza - Comunque devo farti i miei sinceri ringraziamenti e complimenti, Sebastian. Sei stato un ottimo padre, vero Ciel? - quest'ultimo annuì - Bene, da quel che so, tu non sai niente Destiny delle tue origini. Credo che questo sia un potere derivante dal fatto che tu sei figlio di un demone e nephilim. - aveva stampato in faccia un sorriso seducente. A Destiny batteva il cuore per il motivo di avere i genitori di fronte a sé, e poi non capendo ripeteva le parole dette dalla madre: - D-demone? Nephili-im?
- Sì, amore, demone e nephilim. La tua mamma era una nephilim, incrocio tra angelo e umano. - spiegava la madre e poi continuava Ciel - mentre io ero un demone, ma prima ancora un essere umano, ma quanto lo abbiamo fatto ero un demone. In parole povere, sei un immortale per eccellenza e sembra che tu abbia ereditato uno dei tanti poteri di tua madre, quello di vedere i morti. - con molta leggerezza come se non fosse non nulla.
Destiny spalancava la bocca ma Julia premurosa subito gli diceva che non c'era niente di cui preoccuparsi, perché quel potere scattava solo se avesse voluto con tutto il cuore, e questa significava che dopo quindici anni, gli mancavano davvero. Lo abbracciavano entrambi e poi un saluto: - Ci vedremo quando il tuo cuore ci vorrà vedere, tesoro mio. - dicevano in coro i due genitori - Sebastian lo affidiamo di nuovo a te! Ti vogliamo bene Destiny.
- C-ciao madre! Ciao p-padre! -
Scomparivano piano piano, e subito dopo chiedeva a Sebastian: - Che cosa significa tutto questo?
- Il vostro cuore e desiderio hanno chiamato i vostri genitori che sono dentro di me.
- Spiegati meglio.
- Che vostra madre è stata divorata da vostro padre, e lui stesso è stato divorato da me. Le loro anime sono dentro di me, in ogni senso, signorino. Quindi per voi sarà facile richiamarli. -
Si rassicurava sapere che aveva sempre avuto i suoi genitori così vicini, ma non si spiegava niente, avevano detto troppo poco, così gli aveva ordinato di raccontare tutto e così viene accontentato.
 
Ora gli era tutto chiaro, non voleva vendetta, perché sapeva qual era il suo ruolo in questo mondo:
- Sebastian sta pronto, ci sarà un giorno, in cui noi due stipuleremo un contratto. -
Il maggiordomo sorrise beffardo.
Una lunga serie di precedenti, che univa tutto il presente.
Destiny Phantomhive era pronto a ricominciare la storia.


Note d'Autrice:
La storia è finita.
Spero che vi sia piaciuto questo ultimo capitolo, l'intera storia e i personaggi che ho inventato.
Accetto qualsiasi recensione, positiva, neutrale e negativa.
Vorrei tanto sapere cose ne pensate sul serio >_<
Inoltre voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto, recensito e mi hanno sempre sostenuta.

Grazie mille davvero a Tutti.
Bye and kiss
Julia_Phantomhive  

 

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