Klaine Week di spontaneoussoftassertive (/viewuser.php?uid=139958)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1: Baby!Klaine ***
Capitolo 2: *** Day 2: Klaine AU ***
Capitolo 3: *** Day 3: Missing Moments ***
Capitolo 4: *** Day 4: Klaine Anniversary ***
Capitolo 5: *** Day 5: Graduation/College ***
Capitolo 6: *** Day 6: Proposal/Wedding ***
Capitolo 7: *** Day 7: Domestic/Daddy!Klaine ***
Capitolo 1 *** Day 1: Baby!Klaine ***
Would you be my best friend?
"Kurt, perché
non vai a giocare con gli altri bambini? Non vedi come si divertono?
Deve essere davvero bello!" cercò di convincere il figlio di
quattro anni una signora sulla trentina con dei lunghi capelli castani
raccolti sulla nuca.
"Pecché mi perdo...e ho paura!" rispose il bambino
aggrappandosi alla gamba della madre e guardando con gli occhioni
azzurri spalancati il castello con tantissime palline colorate a cui
stavano davanti. La sua attenzione fu però attirata da un
bambino con dei riccioli neri e delle buffe sopracciglia che agitava le
manine sopra la testa, cercando di riemergere dalle palline.
"Coop! Coop!!! Aiutooo!!" stava gridando. Un ragazzino più
grande si tuffò quasi subito raggiungendolo e prendendolo in
spalla.
"Ti avevo detto di non allontanarti troppo, tonto!" lo
canzonò il ragazzino ridacchiando.
"Uffa!"
Kurt li fissò mentre gli passavano davanti. La madre lo
notò. "Ehi, vai a chiedergli se sta bene, su..." lo
invitò dolcemente spingendolo verso i due. Kurt si
staccò dalla madre, portandosi le manine alla bocca e
seguendoli.
" 'tai-tai bene??" chiese tirando la maglietta del più
piccolo, appena sceso dalle spalle del più alto. Il ricciolo
si girò a guardarlo, piegando la testa di lato.
"Cì. Pecché?"
"Io dico sempre a-alla mia mamma che quelle cose sono cattive! Ti
avevano preso!" spiegò arrossendo e dondolandosi sui
talloni.
"Oh, no, no. Sono buone! Ma io sono basso! E-e non toccavo! Ma Coop mi
salva sempre!!" aggiunse sorridendo ampiamente e attaccandosi ai
pantaloni al ginocchio del ragazzino moro, che gli
scompigliò i capelli.
"Vuoi andare a fare un secondo giro, Blainers?" gli chiese.
Il ricciolo annuì. "Vieni anche tu? Così non sono
solo!" domandò con gli occhioni dorati puntati in quelli
cristallini del castano. Kurt arricciò il nasino.
"Ma se mi tirano giù?"
"Ci salva Coop!"
"Coop...?" Kurt guardò incerto il bambino davanti a lui.
"E' il mio fratellone! E' bravo bravo!" sorrise attaccandosi di nuovo
alla gamba del fratello. Il ragazzino, essendo più alto, si
chinò per guardare meglio negli occhi i due bambini.
"Io sono Cooper. E questo è il mio fratellino Blaine. Tu
come ti chiami?" chiese prendendo la mano del più piccolo.
"K-Kurt"
"Vieni a giocare con me, Kurt?? Peffavore??" lo implorò
quasi.
Kurt si mordicchiò il labbro inferiore.
"Okkei...però...lo devo dire alla mia mamma." aggiunse
tornarndo dalla donna che lo stava osservando sorridendo. "Mamma! Vado
a giocare, ma se mi tirano giù mi vieni a salvare??"
"Certo, amore. Tranquillo. Sono qui, ok?"
"Ok" Kurt sorrise raggiungendo Blaine e rivolgendogli un enorme
sorriso. "La mia mamma dice che mi salva se mi tirano giù!"
"Uh ok! Allora...una tua mamma più un mio fratello..."
contò il ricciolo alzando l'indice e il medio della manina
destra. "...sono...DUE! Due!! Giusto Coop? Uno più uno fa
due!!" si esaltò battendo le manine e chiedendo conferma al
fratello.
"Giusto, B!"
"E due più due fa quattro!" fece risoluto Kurt. "Me l'ha
insegnato il mio papà!"
"Ohh! E come si fa??" chiese Blaine avvicinandosi di più a
lui alzando di nuovo le due dita per contare.
"Guadda..." Kurt gli prese l'anulare e il mignolo tirandoli su.
"Così...ecco! Quattro!" scandì l'ultima parola
sentendosi importante,
"Wow!! Coop! Guardaa!! Quattro!!"
Il ragazzino sorrise. "Se volete poi vi insegno a contare fino a
dieci!" disse.
"Ma dieci è taaaaaaaanto!" replicò Blaine aprendo
le braccine per enfatizzare la parola.
"Io so contare fino a cique...e il mio papà dice che dieci
è doppio di cique...però-però non so
cos'è doppio..." borbottò Kurt dondolandosi sui
talloni.
"Beh, poi ve lo insegno! Ora giocate un po' che io ho visto una bambina
davvero carina..." li incitò Cooper guardando oltre loro due
verso una ragazzina bionda.
"Ricoddati di me però, Coop! Non mi lasciare qui!"
"Tranquillo Blainers. Non ci metterò molto..." lo
rassicurò prima di allontanarsi.
Kurt guardò Blaine mentre il ricciolo rideva e scendeva la
scaletta per entrare nella piscina di palline. Si mordicchiò
il pollice destro, indeciso se seguirlo.
Blaine si fermò, rivolgendogli uno sguardo interrogatorio.
"Pecché non vieni?"
"H-ho paura...mi-mi tieni la mano, peffavore?" domandò
arricciando il labbro inferiore e arrossendo, mentre si torturava le
piccole manine. Blaine risalì, piazzandoglisi di fronte e
porgendogli la manina destra.
"Cetto!" esclamò con un sorriso che andava da un orecchio
all'altro.
Kurt la strinse, sorridendo a sua volta. "Grazieee"
Insieme scesero la scaletta, ritrovandosi immersi tra le palline
colorate, ma senza mai lasciarsi andare. Kurt sembrava ancora un po'
intimorito e si aggrappò praticamente a Blaine.
"Se hai tanta paura possiamo giocare a qualcosa d'altro..."
suggerì spostando alcune palle.
"N-no...però..non mi lasciare..."
"Nah-ah. Non ti lascio!"
"Grazie" Kurt arrossì ancora.
"Sei bellissimo quando fai così!" rise dolcemente Blaine.
"Faccio cosa?" chiese Kurt piegando la testolina di lato.
"Quando qui diventi tuuuuutto roooosso!" rispose il moro posando la
manina libera sulla guancia di Kurt, che arrossì ancora di
più.
"G-grazie...anche tu sei molto bello!"
"Kurt?" lo chiamò piano, piegando la testa di lato e facendo
gli occhioni dolci.
"Cì?"
"Possiamo essere migliori amici?"
"Cì!" sorrise il castano stringendogli di più la
manina. Blaine esitò un attimo, poi gli posò un
bacio sulla gota rossa.
"Ti voglio bene!"
"Anch'io! Però...ora possiamo uscire da qui??"
Blaine rise. "Cì. Vieni...andiamo sulle brum-brum!!"
Uscirono e Blaine trascinò Kurt fino a delle giostrine
vicino al castello delle palline.
Kurt storse il naso, guardando male le auto verso cui il
ricciolo lo stava trascinando. "Io preferisco i cavalli..."
borbottò.
"Oh...allora andiamo su Fulmine!"
"Fulmine?" chiese Kurt.
"Cì! Lui si chiama così!" rispose Blaine
indicando uno dei cavalli e arrampicandosi sopra. Poi porse di nuovo la
manina a Kurt, aiutandolo a montare dietro di sè.
"Ehi, campioni! Vi state divertendo, vedo!" esclamò Cooper
sbucando da dietro di loro.
"Cììì!! E Kurt e io siamo migliori
amici, ora!"
"Cì, cì!"
"Oh, sono contento! Vi va un bel gelato? Io sto morendo di fame!"
"Cìììì!!"
"Venite con me..." si intromise la madre di Kurt, che li aveva
osservati fino a quel momento in silenzio. "Gelato per tutti e tre!"
aggiunse sorridendo. I tre esultarono seguendola fino ad un bar
lì vicino, Kurt e Blaine sempre tenendosi per mano. Dopo
aver divorato i gelati, la madre di Kurt si sedette su una panchina,
mentre Cooper inseguiva un'altra ragazzina e Kurt e Blaine giocavano a
rincorrersi tra la gente. Il ricciolo riuscì finalmente ad
afferrare il castano, stringendolo forte.
"Sei miooo!!" gridò tutto contento. Kurt rise,
sbilanciandosi e cadendo a terra. "Oh, scusa...non-non ti ho fatto
male, vero??" chiese mortificato.
Kurt sorrise. "No, no."
"Ehi, tutto bene?" si preoccupò sua madre alzandosi.
"Cì, cì, mammi." rispose mettendosi a sedere e
pizzicando Blaine su un fianco. Poi si accorse che il papiollon rosa
che indossava si era leggermente storto e se l'aggiustò
accuratamente.
Blaine lo guardò incuriosito. "Cos'è?"
"E' un papiollon." rispose fiero Kurt.
"Wow! E' bellissimo! Ne voglio uno anch'io!"
Kurt guardò il suo farfallino esitante. Poi se lo tolse e lo
porse a Blaine. "Tieni. Te lo regalo!" sorrise.
Blaine spalancò gli occhioni dorati. "Pe-pemme??"
"Cì!"
"Ma-ma io non so cosa darti!"
"Sei mio amico! Nessuno vuole mai essere mio amico! Tu sì!"
"Grazie Kuuuuurt!!!" Squittì Blaine lanciandogli le braccia
attorno al collo. Poi afferrò il papillon. "Come si fa??"
chiese interdetto cercando di indossarlo.
"Così..." Kurt lo aiutò.
"Pecché gli altri bimbi non ti vogliono come amico?"
"Boh."
"Io sì."
"Anch'io te!"
"In realtà...anche a me non mi vogliono tanto.
Perché sto sempre con mio fratello..."
"Tuo fratello è simpatico!"
"Lo so!!" rise di nuovo il ricciolo abbracciandolo.
"Blaine? Dov'è tuo fratello? Oh, hai trovato un nuovo
amichetto?" Una donna si avvicinò loro sorridendo.
"Cì mamma! Si chiama Kurt!!" rispose entusiasta. Kurt la
salutò con la manina.
"Salve. Lei deve essere la mamma di Blaine. Elizabeth." si
presentò con un sorriso la madre di Kurt. L'altra donna
strinse la mano che le stava porgendo.
"Piacere, Maria. Spero non abbia dato fastidio...sa essere piuttosto
invadente questa piccola peste!" disse dolcemente la donna dai
lineamenti leggermente asiatici e dai lunghi capelli corvini legati in
una coda.
"No, si figuri! Si sono divertiti! E io non potrei che esserne
più felice!" rispose Elizabeth sistemando una ciocca castana
dei capelli sciolti dietro l'orecchio destro.
"Oh, bene! Ora però dobbiamo andare a recuperare tuo
fratello e tornare a casa..." sorrise Maria chinandosi e rimettendo in
piedi il figlio. "Noi-uhm veniamo qui tutti i sabati... se-se magari
vuole che si rivedano..." aggiunse incerta.
"Certo! Penso che ne sarebbero felici!" si illuminò la
donna. Anche i bambini sorrisero e si salutarono dandosi un
bacio sulle guance.
"A presto, Kurt! Ti voglio bene!!" sussurrò Blaine
abbracciandolo.
"Anch'io!! Ciao ciao!" lo salutò poi con la manina mentre si
allontanava salendo in braccio alla mamma.
"Allora, Kurtie? Contento di aver trovato finalmente un amichetto??"
"Cìììììì!!!
E' simpaticissimo e fantastico e bello e wow!!!" elencò
entusiasta.
"Allora vieni che lo andiamo a raccontare a papà! E sabato
prossimo torniamo qui, così lo vedi ancora. Contento?"
"Supermega contentooo!!"
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Day 2: Klaine AU ***
Forever, it's a promise
Erano quasi le sette di
sera quando Blaine entrò in cucina dove Kurt stava cucinando
canticchiando allegramente.
"Ben svegliato, amore!" lo salutò facendo una piroetta e
baciandolo sulla fronte. Blaine grugnì, stropicciandosi gli
occhi e sedendosi mollemente su una sedia. "Ti ricordi, vero, che
vengono i nostri vicini a cena tra...uhm" guardò l'orologio
che
aveva al polso il ricciolo. "..un quarto d'ora?"
Blaine lo fulminò con lo sguardo, digrignando i denti.
"Ripetimi perché lo facciamo..?"
"Per non destare sospetti, B. Ti prego, non fare cazzate e comportati
bene, ok?" chiese guardandolo con gli occhioni dolci che sapeva essere
il punto debole di suo marito.
Infatti il ricciolo si rilasso un po', lasciandosi scappare un sorriso.
"Sappi che lo faccio solo perché qui ti piace..."
"E te ne sono grato!" sorrise posandogli un bacio sui capelli
scompigliati. "E' un paesino piccolo e calmo, e c'è la
foresta a
portata di mano...dobbiamo solo far finta di essere due mariti normali,
che apprezzando la compagnia dei vicini...se no chissà cosa
pensano! Che siamo dei serial killer, magari!"
"Uhm, Kurt. Noi siamo dei serial killer, più o meno..."
Il castano alzò gli occhi al cielo. "Se ricominci con la
storia
dei cerbiatti che stanno formando un esercito per venirci a cercare
giuro che ti tiro qualcosa!"
Blaine rise alzandosi e andando ad abbracciarlo da dietro, posando il
mento sulla sua spalla e baciandolo dove partiva l'attaccatura dei
capelli sul collo candido.
"Ora fila a prepararti! Mettiti qualcosa di elegante che sono appena
usciti di casa. Due minuti e saranno qui!" gli suggerì
girandosi
tra le braccia forti di Blaine e facendo schioccare le loro labbra. Il
ricciolo si staccò scomparendo e ricomparendo dopo pochi
secondi
con indosso un paio di jeans e una maglietta blu.
"Avevo detto elegante!" protestò Kurt, levandosi il
grembiule e
stirandosi la camicia azzurra e i jeans attillati che indossava sotto.
Si piazzarono entrambi davanti alla porta e aprirono nello stesso
istante in cui il campanello suonò.
"Oh! Che velocità!" rise un uomo sulla quarantina.
"Vi stavamo aspettando." sorrise gentilmente Kurt facendo entrare
l'uomo e sua moglie. "Prego!"
"Spero non vi dispiaccia se ho portato dello stufato, ma mi rincresceva
non portare proprio nulla..."
"Tranquilla, signora Jefferson, l'aggiungeremo al mio arrosto..."
"Oh bene!" sorrise la donna.
"Prego accomodatevi pure, che inizio a portare i primi piatti!" li
invitò a sedersi al tavolo elegantemente apparecchiato,
mentre
lui si dirigeva in cucina e ne ritornava con una telia di pasta al
forno che iniziò subito a servire. Blaine, dopo aver
ricuvuto
alcune occhiatacce da parte di Kurt, si rialzò dalla sedia
su
cui si era seduto, recuperando una vecchia bottiglia di vino e
versandolo nei quattro bicchieri.
"Grazie mille, caro." lo ringraziò la signora Jefferson.
L'uomo
al suo fianco sembrava un po' titubante, ma poi fu proprio lui a
incominciare la conversazione.
"Allora...Kurt e Blaine...che lavoro fate esattamente? Vi vediamo
uscire la sera e tornare alla mattina prima dell'alba...lavoro
notturno?"
"Evidentemente..." replicò ovvio Blaine ottenendo un calcio
sotto il tavolo dal marito. "Ballerini in uno strip club." si
inventò schiarendosi la voce. Kurt sospirò
mordendosi un
labbro.
I due signori li guardarono un po' perplessi. "Da-davvero? E non vi
crea problemi la cosa...?" chiese l'uomo.
"Ehm, Blaine stava scherzando...siamo i baristi, non i ballerini..."
cercò di sistemare le cose Kurt.
Il signor Jefferson rise nervosamente. "E siete sposati da quanto..?"
"Un po'...a volte mi sembra di sopportarlo da un secolo!" rispose
Blaine allontanando il suo piatto, ancora pieno, storgendo il naso.
"Blaine!" sibilò Kurt.
"Oh, ti capisco! Stessa cosa con mia moglie!" rise di nuovo l'uomo,
ottenendo un'occhiata fulminante dalla moglie. Kurt si
schiarì la voce, iniziando a giocherellare con la pasta nel
piatto, mentre gli altri due mangiavano tranquillamente.
"Squisita, hai cucinato tu?" chiese la signora Jefferson dopo alcuni
minuti di silenzio.
"Sì, signora."
"Sei davvero bravo!"
"Grazie mille!" rispose sorridendo gentilmente. Blaine
ridacchiò sotto i baffi. "Preferite che serva prima
l'arrosto o il vostro stufato?"
"Entrambi, ti prego!" ruggì quasi Blaine.
"Ma...voi non avete ancora finito la vostra pasta..."
"Oh, non si preoccupi, signore. Noi preferiamo la carne..."
"Oh...ok.."
"Allora porto in tavola entrambi!" dichiarò sorridendo,
alzandosi e raccogliendo i piatti, andando in cucina. "Blaine! Mi
aiuti?" lo chiamò. Blaine si alzò sbuffando.
"Scusate..."
"Potresti comportarti più gentilmente e fare meno il
coglione? Per favore?" sibilò il castano severo.
Blaine sospirò. "Scusa..." sbuffò alzando gli
occhi al cielo. "Ci sto provando..."
"Beh, prova meglio!" sibilò di nuovo prima di
ricomporsi e tornare dagli ospiti. Dopo qualche secondo fu di ritorno
anche Blaine, con un sorriso evidentemente forzato sulle labbra. Ma
aiutò Kurt a servire le pietanze per poi sedersi e divorare
tutto in pochi secondi. I due coniugi lo osservarono divertiti, mentre
Kurt lo guardò scuotendo la testa.
"Scusatelo. A volte si dimentica le buone maniere quando è
affamato..." sorrise Kurt.
Blaine si schiarì la voce. "Ehm, sì,
scusate...è che era tutto davvero buono!" esclamò
pulendosi la bocca col tovagliolo.
"Ne sono felice!" sorrise la donna. "Prendine ancora! Non voglio che ne
avanzi!"
Blaine non se lo fece ripetere, prendendo ancora entrambe le pietanze
nel piatto.
"Ehi, non esagerare, però!" lo richiamò
ridacchiando Kurt che non aveva ancora toccato cibo e sperava di fare
anche lui il bis. Il moro mangiò ancora un paio di
forchettate prima di bloccarsi.
"Amore...?"
"Devo...devo andare in bagno...scu-scusate..." mormorò
alzandosi nascondendo una smorfia che a Kurt non sfuggì. Lo
osservò preoccupato mentre si allontanava.
"Allora? Non assaggi il mio stufato, caro? Voglio anche il tuo parere!"
domandò nervosamente la donna.
Kurt riportò la sua attenzione su di lei. "Ehm,
sì, certo, scusi.." ma non fece in tempo a portare la
forchetta alla bocca che un tonfo proveniente dal bagno
attirò la sua attenzione. Scattò in piedi.
"Scusate..." In un secondo fu alla porta del bangno. "Amore? Tutto
ok??" chiese preoccupato bussando.
"E'-è una trappola, Kurt. Scappa!"
"Co...?" Kurt fece appena in tempo ad accorgersi della presenza
dell'uomo dietro di sé e a schivare un paletto che cercava
di trafiggerlo. "Cazzo!"
"Sappiamo cosa siete!" disse la donna raggiungendoli. "Vampiri..."
"E noi cacciamo vampiri!" aggiunse con un ghigno l'uomo mancando di
nuovo Kurt che lo atterrò, aprendo la porta e
richiudendosela a chiave alle spalle. Blaine era accartocciato a terra
e stava mugugnando qualcosa di incomprensibile anche a lui. Vederlo in
quelle condizioni lo distrasse e non si accorse del colpo successivo
che aprì un varco nella porta, permettendo al paletto di
infilzarsi nella sua spalla destra. "Merda!" sibilò
staccandosi dalla porta e cercando di sfilarselo, mordendosi le labbra
per non urlare dal dolore.
"Kurt?" lo chiamò Blaine.
"Mi-mi ha preso B...Ma...sopravvivrò..."
continuò estraendo finalmente il pezzo di legno.
"Tu...?"
"Verbena...non-non so come ho fatto a non accorgermi...quella puttana
deve averla nascosta bene...cazzo..." si contorse dal dolore,
mugugnando di nuovo. I due cacciatori iniziarono a battere contro la
porta e dopo alcuni secondi riuscirono a sfondarla. Blaine
riuscì a tirarsi in piedi, aggrappandosi al mobiletto.
"A-aspettate...pe-per favore!" li supplicò Kurt. "Siamo
vampiri, ma-ma non facciamo del male a nessuno...non beviamo sangue
umano!"
"Dicono tutti così...John, uccidili!" L'uomo
impugnò meglio un altro paletto, puntando Kurt, che si era
ritrovato con le spalle al muro.
"Pe-per favore..." piagnucolò ancora. L'uomo si
gettò su di lui.
"NO!" In un attimo Blaine gli fu addosso, proteggendo il marito.
"BLAINE!" gridò Kurt, stendendo con un colpo la donna che lo
stava per aggredire. Il ricciolo stava lottando a terra con l'uomo,
riuscendo poi finalmente a morderlo sulla spalla.
"Cazzo. Hanno verbena anche in circolo..." sputò del sangue,
tossendo.
"Blaine...Stai...stai...?"
"Male. Dobbiamo andarcene..."
"Direi..."
"Mi-mi spiace..." borbottò il moro cercando di rialzarsi.
"Ti piaceva qui..."
"Ti sembra il momento di fare i sentimentali? Vieni." lo
aiutò facendosi passare il braccio destro di Blaine sulle
spalle e cingendogli la vita. Sfondò la finestra con un
calcio e saltarono giù. "Se fuggiamo per la foresta, non ci
troveranno mai..." sussurrò iniziando a correre. Blaine lo
seguiva per inerzia, sentendosi troppo debole persino per rispondere.
Dopo alcuni metri tra le piante, riuscì a sussurrare il nome
del marito.
"Che c'è, B?"
"Co-come sta la tua spalla?"
"Meglio, si sta già rimarginando..."
"Be-bene perché mi sa...che...io..." non riuscì a
finire la frase, perdendo conoscenza e lasciando Kurt a trascinarselo
dietro a peso morto.
"Cazzo." Il castano se lo prese sulle spalle, aumentando la
velocità. Scelse un albero con rami abbastanza grandi e vi
si arrampicò, posando delicatamente il ricciolo sopra uno
dei rami. Poi prese dolcemente la sua testa e se la appoggiò
sul grembo, accarezzandogli i capelli. "B-Blaine? B...ti-ti prego..."
sussurrò iniziando a sentire le lacrime agli occhi. Blaine
aprì lentamente le palpebre, mugugnando. "Ehi, ehi,
andrà tutto bene, ok? Resta con me, per favore..."
"Kurt..."
"Shhh...sai cosa devi fare..."
"N-no...cercarmi...uno scoiattolo...qual-qualcosa..."
"Blaine..."
"No, Kurt...non-non voglio rischiare..."
"Blaine, mordimi. E' l'unico modo, lo sai..."
"Se...se passo la verbena a-anche a-a te..."
"Blaine. Mordimi."
"No..." cominciò a piangere, cercando di liberarsi dalle
braccia forti del marito.
"Blaine. Ti prego! Mordimi!"
"Ku-Kurt..."
"Vuoi-vuoi infrangere la promessa che mi hai fatto al nostro
matrimonio?" Kurt cercò di puntare sul loro amore. Sperava
di convincerlo che non c'erano alternative. Anche perché non
ne avevano. "Blaine, mordimi!"
"Ku-Kurt..." pianse ancora il moro, decidendosi poi ad ascoltare le sue
parole. Morse il polso che Kurt gli stava porgendo. O meglio ci
provò, perché improvvisamente tutte le forze che
gli erano rimaste lo abbandonarono e chiuse gli occhi. Non sentiva
più nulla. Non vedeva più nulla. Silenzio. Buio.
Ecco. Era morto. Aveva infranto la promessa. Non aveva nemmeno detto a
Kurt che lo amava per l'ultima volta. Si arrabbiò con se
stesso. Si sentì in colpa. Pensò a come si doveva
sentire Kurt in quel momento. Abbandonato. Tradito. Solo. Perso. Come
lui. Era perso. Non l'avrebbe più rivisto. Non l'avrebbe
più abbracciato o baciato. Non seppe quanto tempo era
passato quando la vide. Una luce. Che si avvicinava sempre di
più. Poi un calore che lo scaldò completamente.
Si sentì bruciare gli occhi. "So-sono all'inferno?"
sussurrò.
"No, cretino." rispose una voce famigliare.
"Kurt?"
"Sì. Apri gli occhi, B..."
Il moro fece come gli era stato detto, ritrovandosi tra le braccia di
Kurt, accoccolato al suo petto. "So-sono in paradiso?"
"Non sei morto. Hai rischiato di brutto, ma sei ancora vivo..."
"Oh..."
"Sei-sei riuscito a mordermi in tempo, per fortuna. Ma sei rimasto
svenuto tutta la notte..." Blaine si guardò attorno,
sentendosi però ancora debole. "Siamo al sicuro. Ho trovato
una caverna dove ripararci dal sole. Appena fa buio e ti senti meglio
ci rimettiamo in viaggio..."
"Tu stai..?"
"Sì, sto bene, tranquillo."
Blaine si sistemò meglio tra le sue braccia. "Sete..."
mormorò. Poi annusò l'aria. "E'...è
sangue umano quello che sento?" chiese con la voce roca.
"Sì, tieni..."
Blaine afferrò la sacca di sangue bevendone avidamente.
Quando ebbe finito si pulì le labbra col dorso della mano.
"Kurt...non-non hai ucciso qualcuno, vero?"
"E secondo te, se avessi ucciso qualcuno mi sarei preso la briga di
andare a rubare delle sacche in cui tenerlo?" domandò Kurt,
tremando. "L'ho...l'ho rubato all'ospedale. Saremo già
lontani quando se ne accorgeranno..." sospirò passandogliene
un'altra. Blaine bevve ancora. "Ma ci ho pensato...a uccidere qualcuno,
intendo. Avrei fatto qualsiasi cosa per non perderti...qualsiasi
cosa..."
Blaine finì anche quella, tirandosi a sedere, sentendosi
meglio. "Kurt..."
"Cazzo, B. Mi hai spaventato a morte...se..se ti avessi perso io..non
so..."
"Kurt..."
"Non-non farlo mai più, ok?" delle lacrime iniziarono a
solcargli il viso.
"Kurt...scusami." sospirò Blaine ascigandogli le guance.
Kurt tirò su col naso. "Sono stato un coglione. Ho mandato
tutto a puttane stasera. Come al solito. E...e ho rischiato anche
peggio...di perderti...e di lasciarti qui da solo, infrangendo la
promessa che ti ho fatto...scusami. Scusami davvero. E' tutta colpa
mia..."
"Ehi, no...shhh...non-non è colpa tua! Non-non intendevo
questo!" balbettò accarezzandogli le guance, anche le sue
rigate da un paio di lacrime. Alla faccia di quelli che dicono che i
vampiri non provano sentimenti. Perché loro li sentono. E
anche amplificati, dopo vari secoli di vita.
"Ma...mi spiace...avrei dovuto ascoltarti..."
"E lo hai fatto...solo...la prossima volta...fallo subito, intesi?"
Il moro annuì con la testa. "Scusa..."
"Shhh...vieni qui..." Kurt lo strinse in un abbraccio forte.
"Kurt..."
"Mmm?"
"Ti amo."
"Anch'io ti amo, Blaine."
"Mi spiace dovercene andare da qui...ti piaceva davvero..."
"Non importa..."
"Ti porto a Paris...pe-per farmi perdonare, ok?"
Kurt rise, allontanandolo appena per far appoggiare le loro
fronti l'una contro l'altra. "L'idea non mi dispiace, ma davvero, non
devi sentirti in colpa..."
"Scusa..." sorrise Blaine.
"Sta' zitto e baciami, scemo..." sorrise anche Kurt facendo scontrare
le loro labbra. "Allora Parigi, uh?" chiese quando si staccarono dopo
svariati minuti. Il bello di essere vampiri era che non avevano bisogno
dell'aria e potevano baciarsi anche per ore senza doversi staccare per
respirare.
"Sì...E poi là non ci sono i cerbiatti..."
Kurt rise.
"Ehi, se fossi in te non riderei...dovremo fare molta attenzione
stanotte! Magari hanno sentito che ci hanno attaccato e pensano siamo
deboli e stanno formando un esercito e cercheranno di sbranarci e..."
"Ti amo quando fai lo scemo così..." rise Kurt baciandolo
sul naso.
Blaine rise. "Ti amo anch'io, Kurt. E ti amerò sempre."
"Per sempre?"
"Per sempre, è una promessa!"
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Day 3: Missing Moments ***
Look at me, Kurt! I'm a pirate!
Kurt fece scorrere la
rubrica del cellulare di Blaine, trovando poi il numero che cercava e
avviando la chiamata. Squillò un paio di volte prima che
qualcuno rispondesse.
"Ehi, Blainers! Che c'è?"
"Cooper, so-sono Kurt..."
"Kurt? Cosa...?"
"Po-potresti venire all'ospedale, per favore?"
"Ospedale? Kurt, dov'è Blaine?"
"Ha-ha avuto un incidente, Coop."
"Cazzo, no. No, no, no..."
"Coop, calmati...magari non è nulla, ma...se-serve un
famigliare e io...per favore, vieni..."
"Sono già in macchina...cosa..cosa è successo?"
"Ti spiego quando sei qui. E Coop..."
"Cosa?"
"Non correre troppo in macchina..."
"Arrivo." fu la risposta del moro prima di riagganciare. Kurt si
sedette di nuovo su una delle sedie della sala d'attesa, affondando la
testa nelle mani. Aveva cacciato tutti i ragazzi nelle New Directions,
preferendo restare solo, ma l'attesa lo stava uccidendo. Gli
sembrò la mezz'ora più lunga della sua vita, ma
poi vide Cooper correre per il corridoio d'ospedale e raggiungendolo
con il fiatone, addosso solo una semplice tuta. Si alzò in
piedi, tenendo in mano la giacca che si era tolto, dato che stava ormai
sudando dall'agitazione.
"Kurt. Cosa cazzo è successo a mio fratello?" chiese
prendendolo per le spalle.
"E'-è stato un coglione...voleva prendere me con quella
granita...ma Blaine...lui si è messo in mezzo e..."
"Aspetta un attimo...granita? Mi stai prendendo per il culo?" rise
lasciandolo andare e passandosi le mani tra i capelli scompigliati.
"C'era qualcosa dentro...non-non so cosa...Coop, mi è
svenuto tra le braccia per il dolore, mentre lo portavamo qui! Non-non
era una semplice granita!" gridò Kurt, scoppiando poi a
piangere.
"Chi?"
"Un-un tipo..."
"Chi?"
"Coop...non..."
"Dimmi chi è stato che gli spacco il culo." Cooper
iniziò a scaldarsi.
"Calmati, per favore...ci-ci penseremo io e Blaine..."
"E' mio fratello..."
"E il mio fidanzato...solo, per favore...lascia stare...per ora
almeno..."
"Ma..."
"E' solo un coglione...davvero, non ne vale la pena...è solo
che...quello che mi...mi fa incazzare è che quella granita
era per me...mi-mi sento in colpa..."
"Shhh, vieni qui, dai. Andrà tutto bene, ok?" lo
tranquillizzò il più grande abbracciandolo. "E
non è colpa tua...Blaine è sempre il solito
cavaliere..." aggiunse poi ridacchiando.
Kurt tirò su col naso. "Lo so..."
"Davvero, Kurt. Andrà tutto bene. Blaine ha la pellaccia
dura!"
Proprio in quel momento la porta davanti alla quale stavano aspettando
si aprì. "Siete i parenti di Blaine Anderson?" chiese un
dottore leggendo la cartella che aveva in mano.
"Sì." risposero all'unisono.
"Io sono il dottor Murray. Prego." li invitò ad entrare
nella stanza, dove trovarono Blaine seduto sopra un lettino, le gambe a
penzoloni che andavano avanti e indietro, una benda sopra l'occhio
destro e uno strano sorriso ebete sulle labbra.
"Blaine?" lo chiamò Kurt sedendoglisi accanto. Il ricciolo
lo guardò divertito prima di appoggiare la testa sulla sua
spalla.
"E' sotto antidolorifici...per un po' sarà decisamente
allegro, poi dovrebbe iniziare la sonnolenza. Ve ne ho prescritti
altri." Il medico spiegò brevemente il problema all'occhio
di Blaine. "Lo operiamo la settimana prossima. E' un'operazione
delicata, ma se non ci sono complicazioni, dovrebbe andare tutto bene."
Sia Kurt che Cooper presero dei respiri profondi, cercando di ignorare
il condizionale. "Nel frattempo, deve continuare a prendere queste
medicine che vi ho prescritto. Voi siete i fratelli?"
"S-sì.."
"Lui sì. Io sono il fidanzato, veramente..."
"Oh, ok. Beh, dite ai genitori di seguire le indicazioni che ho scritto
qui..." passò a Cooper un foglio scritto fitto.
"Veramente mi occupo io di mio fratello...i nostri genitori sono via..."
"Ah. Beh, penso sia in grado di occuparsene lei, giusto?"
"Sì, certo."
"Bene. Allora ci vediamo tra una settimana. A meno che non ci siano
problemi. In quel caso, non esitate a chiamare o venire direttamente
qua, intesi?"
"Sì...sì."
"Ok. Bene. Arrivederci." salutò sorridendo cordialmente il
medico.
"Grazie. Arrivederci." rispose Cooper stringendogli la mano.
"Oh, se avete bisogno di una sedia a rotelle per portarlo a casa,
chiedete all'infermiera qui fuori..."
"No, no. Ci penso io..."
"Grazie." Lo ringraziò anche Kurt.
"Forza, campione. Andiamo a casa..." fece Cooper mentre Kurt aiutava
Blaine ad alzarsi.
"Coop? Come fai?"
"Co-cosa, B?"
"A parlare senza essere qui!"
"Blaine...sono qui alla tua destra..."
Il ricciolo si girò, un po' confuso. "Oooh...non ti avevo
visto!"
"Riesci a tenerlo su tu o ti aiuto?" chiese Cooper a Kurt.
"No, no ce la faccio..."
"Ok. Andiamo."
Blaine rise per tutto il tragitto fino all'auto di Cooper. Kurt lo
caricò sui sedili posteriori, sedendoglisi accanto, mentre
il più grande occupava quello di guida, avviando la
macchina. Dopo qualche minuto, Blaine smise finalmente di ridere,
appoggiando la testa alla spalla di Kurt. "Sai di fragola!"
sospirò.
"No, sei tu che sai di fragola, Blaine. Sei ancora tutto sporco di
granita..."
"Fa prurito, Kurt..." si lamentò cercando di spogliarsi.
"Ehi, ehi. Adesso arriviamo a casa e ti fai un bel bagno, ok?"
"Ma da fastidio!" protestò riuscendo a togliersi la felpa.
Kurt lo fermò.
"Non ti puoi spogliare in macchina, Blaine. E rimettiti la cintura.
Andiamo. Fa' il bravo!" cercò di calmarlo rimettendolo a
posto e riallacciando la cintura. Blaine sbuffò, iniziando a
grattarsi dove la benda gli copriva l'occhio. "Ehi, no, no! Non si
tocca quello!" lo sgridò Kurt dandogli un leggero schiaffo
sul dorso della mano.
Blaine ridacchiò. "E se lo faccio?? Che succede? Eh Kurt?
Che succede, Kurt?? Kurt?? Eh??" lo tormentò iniziando anche
a stuzzicarlo con un dito nel fianco. Kurt sospirò. "Vieni
qui..." slacciò di nuovo la cintura del suo ragazzo,
prendendolo per le spalle e facendolo adagiare sul suo grembo,
accarezzandogli i capelli. Blaine sembrò finalmente
tranquillizarsi.
"Sei morbido..." sussurrò.
"Shhh...tra un po' siamo a casa, ok?" Sentì il ricciolo
annuire. Poi guardò nello specchietto retrovisore dove gli
occhi riflessi di Cooper lo stavano fissando. Il moro distolse lo
sguardo.
"Kurt..." lo chiamò.
"Cosa?"
"Posso chiederti un grandissimo favore?"
"Ce-certo..."
"Puoi restare da noi stasera? Non...io non so se riesco ad essere
così bravo...e tu invece sembri sapere come trattarlo..."
Kurt sorrise. "Tranquillo. Ci penso io. Ma credo che mi
servirà comunque una mano."
"Sì, sì. Qualsiasi cosa. E' il mio fratellino e
farei qualsiasi cosa. Ma...sono una frana in queste cose..."
"Davvero, tranquillo. Ora chiamo mio padre e lo avviso che non torno a
casa."
"Ok."
Quando arrivarono a casa Anderson, Cooper si caricò il
fratello in spalla, portandolo su per le scale fino in bagno. Appena il
ricciolo toccò terra coi piedi, iniziò di nuovo a
spogliarsi.
"Ehi, ehi piano!" lo aiutò Kurt, evitando che si levasse
anche la benda. Il dottore aveva detto che non la doveva togliere
nemmeno per lavarsi e che non si doveva bagnare. Il che sarebbe stata
un'impresa con Blaine in quelle condizioni. Cooper riempì la
vasca e quando Blaine fu nudo, aiutò Kurt a farcelo sedere
dentro.
"Fai il bravo, Blainers, ok? Non fare arrabbiare Kurtie!" si
raccomandò il moro dandogli una pacca sulla spalla. Poi
raccolse i vestiti del fratello, fermandosi sulla porta. "Te lo affido,
Kurt. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiamami, ok?"
"Certo." Cooper uscì chiudendosi la porta alle spalle.
"Allora, vediamo di levarti questo mix di granita e gel dai
capelli...la vedo dura..."
"Già...duro...è duro..." Non ci volle molto a
Kurt per capire a cosa si riferisse, invece, il suo ragazzo, che aveva iniziato a giocare con l'erezione che si trovava tra le gambe.
"Ooook...penso sia meglio mettere un po' di schiuma tra i miei occhi e
il tuo, ehm, piccolo Blaine..." sospirò recuperando
l'occorrente e creando più schiuma possibile. Blaine,
intanto si divertiva a giocherellare con le bolle. "Meglio...ora, devi
stare molto fermo, Blaine, ok?"
"Ma io voglio giocare!" protestò Blaine.
"Prima ti tolgo quella cosa dalla testa, meglio è..."
"Questa dici??" chiese il ricciolo cercando di togliersi la benda.
"NO, NO! Non questa. Questa non la devi toccare, ok?"
"Ma...ma così non posso vedere tutti e due i tuoi occhi
contemporaneamente!" si lamentò mettendo il broncio.
Kurt sorrise. "Sei proprio adorabile, sai? Però, adesso devi
stare davvero buono, per favore..." Blaine si rilassò quando
Kurt gli piegò dolcemente all'indietro la testa, lavandogli
delicatamente i capelli, in modo da non bagnare la benda. "Ecco.
Così. Bravissimo." Blaine chiuse gli occhi sorridendo. "Sei
bravissimo, amore. Adesso vediamo di lavar via la granita anche dalla
pelle, ok. Tu continua così." disse dolcemente Kurt,
posandogli un bacio sul naso. Per un attimo gli sembrò
sentire delle fusa provenire dal suo ragazzo, che si lasciò
coccolare dalle delicate mani del castano. "Ecco fatto. Ora sei tutto
pulito, amore. Non ti senti meglio?"
"Sì..."
"Ok. Vuoi restare ancora un po' qui, così ti rilassi o
preferisci andare a letto?"
Blaine sbadigliò, stiracchiandosi, prima di appoggiarsi al
petto di Kurt, bagnandolo tutto. "Sonno..." borbottò.
"O-ok...ehm, però devi alzarti prima..." cercò di
farlo uscire dalla vasca, ma da non solo non poteva farcela, non se
Blaine non collaborava. "Coop?" chiamò. "COOP!!"
gridò.
Cooper arrivò di corsa spalancando la porta. "Cosa..? Sta
bene??"
"Sì, tranquillo. Mi serve solo una mano a farlo uscire..."
"Ah. Mi hai fatto spaventare..."
"Scusami, ma non mi sentivi..."
Cooper si avvicinò, prendendo il fratello di peso e
facendolo uscire, sostenendolo, mentre Kurt lo asciugava e lo vestiva
con cura. "Se hai bisogno di un cambio, rovista tra le cose di Blaine."
gli suggerì.
"Grazie. Ora però portiamolo a letto."
"Sì. Forza, B. Ora di fare la nanna!" ridacchiò
Cooper. Blaine rise senza motivo, aggrappandosi al fratello. Quando
arrivarono nella camera da letto, la sua attenzione fu attirata dal
grosso specchio appeso.
"Wooooow!!!" esclamò staccandosi da Cooper e piazzandosi
davanti allo specchio ammirando la propria figura riflessa.
"Woooooow!!" ripeté. Gli altri due lo guardarono perplessi.
"Ehm, Blaine...cosa c'è?" chiese incerto Kurt affiancandolo.
"Sono un pirata! Guardami, Kurt, sono un pirata!! Kuuuuuurt!!! Sono un
piraaaaataaaaa!!!!" si esaltò tutto contento.
"Ooook, adesso però ci mettiamo a nanna, uh?"
cercò di distrarlo Kurt.
"Ma sono un pirata! I pirati non vanno a nanna!" protestò il
ricciolo, mettendo uno dei suoi soliti bronci.
"Andiamo, Blainers. Fai il bravo..." lo aiutò Cooper
trascinandolo praticamente sul letto. Blaine si sedette, appoggiando la
schiena contro la testiera e guardandosi attorno fiero.
"Devo trovarle un nome!" dichiarò.
"A chi?" chiese dolcemente Kurt sedendosi sul bordo del letto alla sua
sinistra in modo che lo potesse vedere.
"Alla mia nave, sciocchino!" sorrise prendendogli la mano e facendo
intrecciare le loro dita. Kurt sorrise a sua volta, baciandogli le
nocche.
"Chiamala come il tuo adorato fratellone!" suggerì Cooper
sedendosi alla sua destra sorridendo.
"Cooper?"
"Esatto."
"Cooper?"
"Sì, B..."
"Dove sei??" chiese divertito il ricciolo.
"A-alla tua destra, B."
Blaine si voltò verso di lui. "Oh! Eccoti! Smettila di
nasconderti!!" rise dandogli un pugno sulla spalla.
"Cazzo, se fa una settimana così ci farà
impazzire!" sospirò Cooper, senza riuscire, però,
a nascondere un sorriso divertito.
"Ehi! Parolaccia! Non sono ammesse parolacce sulla mia nave!
Giù! Scendi!" lo minacciò puntandogli un dito
contro.
"O-ok!" sbuffò Cooper alzandosi. "Vi lascio soli..."
borbottò facendo per andarsene.
"Nononononono...scuuuusa Coop. Vieni qui, per favore!" lo
richiamò il fratello.
"Che c'è, B?"
"Posso abbracciarti????" lo implorò quasi, con gli occhioni
dolci da cagnolino bastonato.
"Awwww, vieni qui, Blainers!" sorrise Cooper tornando al suo fianco e
stringendolo forte.
"Ti voglio bene, Coop!"
"Ti voglio bene anch'io, B...supereremo anche questa, te lo prometto. E
poi gliela faremo pagare a quello stronzo che ti ha fatto questo..."
"Ah! Di nuovo parolaccia!!"
"Scusa...Adesso però fai il bravo e ti riposi, va bene?"
sorrise baciandogli i capelli. Il ricciolo annuì, mentre
Cooper lo lasciava andare e li lasciava soli. "E... grazie Kurt."
Il castano sorrise, sistemandosi meglio sul letto, accogliendo Blaine
tra le braccia. "Figurati!"
Blaine si accoccolò contro di lui. "Coccooooleee!!!"
Kurt lo strinse più forte, accarezzandogli la schiena.
Stavolta fu certo di aver sentito le fusa del suo ragazzo.
Cooper rise, scuotendo la testa. "Siete adorabili!" sussurrò
uscendo e chiudendo la porta.
"KurtKurtKurtKurt!!!" si agitò di nuovo Blaine.
"Che c'è?"
"Ti devo far fare un giro sulla mia nave!!!"
Blaine...non è meglio se riposi un po', amore? Non sei
stanco??"
Blaine sbadigliò. "Ma...ma io voglio farti fare un giro..."
protestò.
"Amore, io sarò qui anche domani...ora...riposa..." non
sentendo risposte, guardò il suo ragazzo, ritrovandoselo
addormentato contro. Sorrise baciandolo in fronte e stringendolo
più forte a sè. Per una volta, si
disinteressò dei vestiti e della sua solita fissa per le
creme. Cercò di coricarsi meglio per riuscire a dormire un
po' anche lui, senza svegliare Blaine. Dopo vari tentativi ci
riuscì. Blaine mugugnò un po', accoccolondosi poi
meglio su di lui.
"Ti amo, Kurtie..." sussurrò nel sonno.
Kurt si sciolse completamente alla dolcezza del suo ragazzo. "Ti amo
anch'io, Blaine. Grazie." gli sussurrò dolcemente
all'orecchio, per poi sistemarsi meglio a sua volta, avvolto dal calore di
Blaine e dal suo profumo. Forse non era così male passare
una settimana sempre a contatto con Blaine. Anche la notte. Suo padre
non avrebbe protestato. Infondo adorava Blaine e, con il ricciolo in
quelle condizioni, le cose sconce erano escluse. Quindi, una settimana
di extracoccole a tutte le ore. In quel momento si limitò a
pensare a quest'unico lato positivo, lasciandosi cullare dal respiro
del ricciolo che lo condusse ad un sonno tranquillo e profondo, non
prima di aver sussurrato un altro "Ti amo" a Blaine.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Day 4: Klaine Anniversary ***
Happy anniversary, baby!
Kurt fu svegliato dalla sveglia del suo cellulare che aveva impostato
per le sei e mezzo per potersi alzare presto e preparare la colazione
per Blaine. Voleva fargli una sorpresa dato che il ricciolo aveva
chiesto a Cooper di lasciar loro il suo appartamente da
mercoledì fino a domenica, per potersi godere il loro primo
anniversario in santa pace. Burt aveva stranamente accettato.
Bloccò la suoneria con una manata, senza nemmeno aprire gli
occhi. Poi cercò il calore del suo ragazzo, trovando,
però, solo le lenzuola fredde. Aprì le palpebre,
venendo accecato dalla luce del sole che filtrava attraverso la
finestra. "Blaine?" chiamò non vedendolo nel letto. Nessuna
risposta. Si stropicciò gli occhi, mettendosi a sedere e
sbadigliando. Di solito era sempre il primo ad alzarsi. Era strano che
Blaine fosse già in piedi. "Blaine?" chiamò di
nuovo. Non ottenendo ancora risposte, sospirò, mettendo i
piedi giù dal letto. Recuperò una maglietta di
Blaine per terra, indossandola. Gli piaceva indossare i vestiti del suo
ragazzo perché sapevano di Blaine. E lui amava il profumo di
Blaine. Sbadigliò di nuovo e quando fece per alzarsi
notò un foglietto sul suo comodino. Lo prese tra le dita
leggendolo.
Segui la scia...
Kurt
inarcò un sopracciglio, perplesso, riponendo il biglietto.
Si guardò attorno e poi la vide. Una scia di petali rossi,
probabilmente di rose, che partiva dai suoi piedi e proseguiva fino
alla porta. La seguì, come era scritto sul pezzo di carta e
quando arrivò alla porta l'aprì. Sulla maniglia
esterna era appeso un palloncino rosso a forma di cuore con su scritto I love you in
bianco. Kurt sorrise, arrossendo un po'. Voleva fare una sorpresa a
Blaine, ma a quanto pareva era stato il ricciolo a sorprenderlo.
Staccò il palloncino dalla maniglia e si accorse che alla
fine della corda c'era un altro foglietto.
Alla tua destra. Segui la
freccia.
Seguì
le indicazioni e si voltò verso destra, vedendo subito una
grossa freccia dorata per terra che indicava il salotto.
Entrò nell'altra stanza e trovò un'altra freccia
che puntava, stavolta il divano. Quando lo raggiunse, vi
trovò sopra un enorme orso peluche che teneva fra le zampe
un altro cuore con la scritta Hug
me. Ridacchiò, prendendolo tra le braccia e
stringendolo forte, affondando il viso nel pelo sintetico color crema
incredibilmente morbido. Dove prima era seduto l'orsachiotto, c'era un
altro biglietto.
Guarda sul tavolo.
Kurt
si girò verso il tavolo al centro della stanza sul quale
trionfava un enorme mazzo di rose rosse.
"Oddio..." boccheggò, gli occhi sempre più aperti
per la sorpresa e velati da lacrime di commozione. Annusò i
fiori, decisamente profumati, quindi freschi. Passò le dita
sui petali soffici, cercando di contare le rose, ma si arrese dopo la
quindicesima. In compenso, trovò di nuovo un foglietto,
piegato in due.
Penso sia giunto il momento di
seguire il tuo stomaco, ora...
Corrugò
la fronte, notando poi delle freccette che lo invitavano a girare il
pezzo di carta.
Cucina!! :P
Stomaco.
Cucina. Giusto. Sistemò meglio il peluche sul proprio
fianco, come se fosse un bambino, dirigendosi verso la cucina, quando i
suoi piedi ancora scalzi inciamparono in qualcosa per terra.
Cioccolatini. Erano in fila indiana e portavano alla cucina, alla cui
porta era appeso un altro palloncino rosso a forma di cuore, stavolta
con su scritto Happy
Anniversary! in blu. Sorrise di più,
arrossendo di nuovo. Non si aspettava una sorpresa del genere. E non
era ancora finita, dato che entrando in cucina il dolce profumo di
pancakes lo coplì subito. E infatti, sul tavolo, c'erano
alcuni piattini con sopra pancakes caldi. Su ognuno di essi erano state
scritte delle parole con sciroppo di acero e nutella. Perfettamente al
centro del tavolo ce n'erano tre: sul primo c'era una I, sul secondo un
grande cuore nutelloso e sul terzo una U. Gli altri tre
disposti sotto, invece, riportavano le parole Happy, Anniversary e
Baby. Kurt
si coprì la bocca con la mano libera, cercando di trattenere
le lacrime che iniziavano a rigargli il viso dalla gioia. Questa era
forse la cosa più dolce che qualcuno avesse mai fatto per
lui. E Blaine l'aveva fatto per il loro primo anniversario. Gli aveva
regalato tutte quelle cose, sorprendendolo.
"Blaine?" chiamò, la voce più acuta di quanto
volesse. "Blaine, dove sei? Io...io non so che dire...wow!"
blaterò scoppiando in una risata alternata da quelli che
sembravano singhiozzi, anzi, erano singhiozzi. Poi notò una
scatola nell'angolo vicino al frigorifero della cucina. "Oddio, non ti
starai mica nascondendo dentro alla scatola, vero?" rise più
forte. Una risata soffocata attirò la sua attenzione. Ma non
proveniva dalla scatola, bensì da sotto il tavolo. Si
chinò, trovando il ricciolo rannicchiato, addosso anche lui
solo una maglietta - di Kurt, tra l'altro - le mani premute sulle
labbra per non ridere e gli occhioni che quasi brillavano per la gioia
quando incontrarono quelli del suo ragazzo.
"Blaine!"
"Oooooh! Come hai fatto a trovarmi??" bofonchiò il ricciolo
gattonando fuori da sotto il tavolo e ridacchiando.
"Blaine! Sei completamente impazzito??" lo rimproverò il
castano quando furono di nuovo entrambi in piedi, la voce rotta
dall'emozione e un grande sorriso sulle labbra.
"Non-non ti piace tutto...?" l'espressione di Blaine crollò
in un secondo, diventando la più miserabile che Kurt avesse
mai visto.
"No, no, no, ehi! E' tutto stupendo! Magnifico!" lo interruppe subito
posando una mano sulla sua spalla, l'espressione di Blaine di nuovo
raggiante. "Anzi, perfetto. Solo...non me l'aspettavo..." sorrise
arrossendo ancora. "E poi...tutte quelle rose, l'orso...ti saranno
costati tantissimo! E per preparare tutto questo...oddio, hai almeno
dormito??" si preoccupò agitandosi.
"Ehi, secondo te perché ho chiesto a Coop l'appartamento?
Avevo programmato tutto da settimane, ormai. Per i soldi...non sono
affari tuoi quanto ho speso anche perché....beh, venderei
l'anima pur di poterti fare un regalo e vederti felice!" sorrise
ampiamente accarezzandogli una guancia con il dorso della mano. "E ho
dormito un po', tranquillo. Per fortuna che mi sono accorto che avevi
puntato la sveglia presto, così mi sono alzato prima!"
"Cavolo, volevo farti io una sorpresa preparandoti la colazione, ma
direi che tu hai battuto qualsiasi regalo! O-ora mi vergogno a darti il
mio...in confronto a tutto questo è nulla..."
sussurrò abbassando lo sguardo.
"Sono sicuro che invece mi piacerà e sarà
perfetto!" sorrise di più Blaine, gli occhi che stavolta
brillarono davvero, grazie forse anche ai riflessi del sole.
Kurt scosse la testa, arrossendo e sorridendo anche lui. "Te l'ho mai
detto che sei il miglior fidanzato al mondo??"
"Mmm...forse...un paio di volte...ma sentirmelo ripetere non
è poi così male..." sussurrò prima di
annullare la distanza tra le loro labbra e baciandolo con passione,
gettandogli le braccia al collo, mentre quella libera di Kurt gli
circondava la vita, l'orso di peluche tra i loro corpi. "A-allora?
Questo regalo...posso vederlo??" chiese piano Blaine quando si
staccarono.
Kurt annuì, prendendogli la mano. "Seguimi." disse
semplicemente tirandoselo dietro fino a tornare nella camera da letto.
Posò l'orso sulle lenzuola, lasciando andare la mano del suo
ragazzo per potersi chinare e recuperare la tracolla finita
chissà come sotto il letto. Vi frugò dentro per
alcuni secondi, per poi estrarne un pacchetto argento con sopra tanti
cuoricini rossi e un biglietto, sempre a forma di cuore, viola. Blaine
si illuminò, come un bambino la mattina di Natale, prendendo
il regalo in mano ed esaminandolo attentamente, prima di aprire il
biglietto.
"Buon anniversario, amore mio. Ti amo." lesse con già le
lacrime agli occhi. Se Kurt si emozionava facilmente, Blaine era ancora
peggio. "Awwwww!" sospirò abbracciando il castano. "Blaine!
Non hai neanche aperto il regalo!" rise ricambiando però
l'abbraccio.
Blaine si staccò velocemente, aprendo delicatamente
l'involucro. Ne estrasse una scatolina. Gettando quasi la carta regalo,
che Kurt recuperò subito, la aprì. Dentro c'era
una collanina con un ciondolo a forma di B d'argento. La prese tra le
dita rimirandola. "Kurt...è-è stupenda! Grazie!!"
esclamò entusiasta, con un enorme sorriso sincero sulle
labbra. "Me la metti, per favore, che io sono imbranato in queste
cose?" domandò arricciando appena il labbro inferiore.
Kurt scosse la testa sorridendo. "Sei adorabile!" sussurrò
passandogli la carta e prendendogli la collana dalle mani, facendo un
nodo per allacciarla dietro il collo. "Comunque c'è anche
qualcosa d'altro dentro..." suggerì, mentre Blaine rovistava
tra la carta.
"Oh!" ne estrasse un'altra scatolina simile alla prima. Aprì
anche quella e stavolta, al suo interno, c'era un braccialetto
d'argento. Lo prese in mano, appoggiando il contenitore di fianco
all'altro sul letto.
"Kurt & Blaine" lesse i due nomi scritti in oro tra due
cuoricini. "Oddio, Kuuuuurt!!!" squittì abbracciandolo di
nuovo. "E'-è perfetto! Stupendo! WOW!!!"
"Sono contento che ti piacciano!" sorrise Kurt, cercando di respirare
mentre il suo ragazzo lo stritolava.
"Certo che mi piacciono! Ti amo, Kurt!! Ti amo, ti amo, ti amo!!"
esclamò baciandolo a schiocco sulle labbra, prima di
lasciarlo andare e indossando anche il braccialetto. "Penso proprio che
non me li toglierò per nessuna ragione al mondo!" disse
solenne rimirandosi il polso sinistro. "Davvero, grazie Kurt!"
"Grazie a te! E...ti amo anch'io, Blaine. Tantissimo!" il castano
passò le dita tra i riccioli scompigliati di Blaine, per poi
baciarlo di nuovo, stringendosi contro di lui per poter approfondire di
più il bacio. Blaine si alzò sulle punte dei
piedi, gettandogli le braccia attorno al collo.
"Ti proporrei una sessione di coccole approfondite, ma dobbiamo andare
a scuola tra un po' e...non mi sembra il caso..." sospirò
Blaine quando le loro labbra si staccarono per permettere loro di
respirare.
"Uhm...per quelle c'è tutto il weekend, direi..."
mormorò Kurt, con ancora gli occhi chiusi, appoggiando la
propria fronte a quella di Blaine.
"Oh, sì! Un intero weekend di coccole!!" esclamò
il ricciolo. "Ora però...possiamo fare colazione, che sono
due ore che sono in piedi ed inizio ad essere piuttosto affamato..."
domandò arricciando il naso.
Kurt rise. "Certo, amore. Andiamo." si staccò, prendendo
però la mano del suo ragazzo e facendo intrecciare le loro
dita. "Uh, aspetta!" lo fermò sulla porta. Fece qualche
passo indietro verso il letto, prendendo in braccio il peluche. "Mi
piace un sacco, sai?" sorrise dolcemente.
"Oh, devi ringraziare tuo padre...mi ha detto che da piccolo impazzivi
per gli orsi peluche..."
"Aspetta, mio padre?"
"Sì...quando gli ho chiesto se ti potevo invitare
metà settimana da me per farti una sorpresa...gli ho detto
che mi stavo scervellando per trovarti un regalo e lui mi ha suggerito
questo. Il resto mi è venuto come un illuminazione dal
cielo!" ridacchiò tutto orgoglioso.
"Quindi tu complotti alle mie spalle con mio padre...?"
domandò divertito Kurt.
"Ehi! Non era un complotto!" protestò il ricciolo. "E poi mi
sa che gli piaccio..."
"Certo che gli piaci, scemo! Se no credi che mi avrebbe lasciato
venire?!?"
Blaine sorrise arrossendo. "Ti amo, Kurt." disse semplicemente
baciandolo dolcemente sulla labbra.
"Ti amo, Blaine" sussurrò Kurt rispondendo al bacio. Poi si
ripresero per mano, tornando in cucina.
"Dovresti dargli un nome, sai?" disse dopo alcuni secondi Blaine.
"All'orso, dico..."
"Già fatto..."
"Uh, davvero? E come si chiama?"
"Klaine!"
"Klaine?"
"Sì...è l'unione dei nostri nomi..."
"Klaine, uh? Mi piace! E mi sa che piace anche a lui, vero Klaine?"
chiese rivolto all'orso.
"Cìììì!!!" fece prendendo
una zampa del peluche e fingendo che stesse esultando.
"Sei adorabile!" sorrise Kurt. "E ti amo!!"
"Anch'io ti amo!!" E per l'ennesima volta, che non fu neanche l'ultima
quel giorno, le loro labbra si trovarono e si baciarono a lungo, con
grandi sorrisi felici e gli occhi pieni di gioia.
HAPPY KLAINE ANNIVERSARY!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Day 5: Graduation/College ***
Anytime, baby
"Kurt! Andiamo! Perderemo
l'aereo così!!!" si spazientì
Rachel pestando i piedi per terra. Finn, accanto a lei, si grattava la
testa imbarazzato. Non si sa se per la propria ragazza che sbraitava e
si lamentava o per il fratello che era abbracciato al suo ragazzo da
ormai un quarto d'ora e non dava sengi di volersi staccare. "Uhm, ehi,
Kurt...Rach ha ragione..." borbottò.
"Oh, lasciateli in pace!" li difese Santana. Lei e Britt avevano deciso
di partire con gli altri tre per New York gli ultimi giorni di luglio,
per potersi sistemare negli appartamenti che avevano preso. Quinn si
era unita a loro, andando però a vivere con un ragazzo della
Dalton, Jacob, conosciuto per caso, anche lui iscritto a Yale.
Kurt e Blaine erano stretti l'uno all'altra, in mezzo alla gente che
passava loro attorno. Sotto gli sguardi un po' imbarazzati dei loro
amici e quelli disgustati di alcuni passanti. Ma per loro non esisteva
più nessuno. Erano solo loro due. Abbracciati. I visi
sepolti
nel collo dell'altro. Nessuno dei due con l'intenzione di lasciarsi
andare. Fu Kurt il primo a staccarsi quel tanto che bastava da
appoggiare la propria fronte a quella del moro, tirando su col naso.
"Blaine..."
"Kurt..."
"C-come farò senza di te?"
"Kurt...non è un addio...cinque mesi...cinque mesi e vengo a
trovarti. Voglio vedere se è davvero così figo il
capodanno a Time Square..." sorrise baciandogli il naso. Kurt
singhiozzò una risata. "Sono sicuro che sarà
stupendo se
ci sarai tu, ma...cinque mesi sono tantissimi..." sussurrò
riaffondando il volto contro la spalla di Blaine, che gli
accarezzò dolcemente la schiena.
"Ehi, ehi...ci-ci sentiremo tutte le sere, anche a costo di stare
sveglio fino alle due di notte...tu mi racconterai le tue giornate e io
le mie. Mi descriverai ogni singolo angolo di New York che visiterai e
io...uhm, beh, ti ascolterò...ci vedremo comunque con
Skype..."
"Non sarà lo stesso che averti accanto..."
"L-lo so, ma..."
"Non sarà lo stesso che sentire il tuo profumo avvolgermi..."
"S-sì, ma..."
"Non ti potrò semplicemente abbracciare per sentirmi meglio
o baciarti o farmi fare le coccole o..."
"Ehi, shhh...lo so, Kurt. Sarà dura, ma...ce la
faremo...Vedrai che tra una cosa e l'altra cinque mesi passano alla
svelta..."
Kurt scosse la testa.
"KURT!" gridò di nuovo Rachel, allontanandosi arrabbiata
quando si accorse di essere ignorata, seguita come un cane da Finn.
Quinn e Jacob erano già saliti sull'aereo.
Ma a Kurt non è che importasse molto in quel momento.
Tirò ancora su col naso, stringendo Blaine più
forte. Si aggrappò quasi a lui. Non lo voleva lasciare
andare. Scosse di nuovo la testa. "No..." sussurrò piano.
"No..."
"Kurt..."
"No...Io...cosa...cosa sto facendo??" scoppiò staccandosi da
Blaine, che però non lo lasciò andare. "Io-io non
me ne posso andare! Io non me ne vado da nessuna parte! Cosa-cosa vado
a fare a New York senza di te?? La NYADA può aspettare
ancora un anno! Tu-tu no...No, no, io non me ne vado! Resto qui con te,
Blaine..."
Blaine gli prese il volto fra le mani facendo in modo che i suoi occhi
severi si fissassero in quelli umidi di Kurt. "Kurt Hummel! Non ci
provare nemmeno! Tu adesso sali su quell'aereo, vai a New York, entri
nella NYADA e spacchi il culo a tutti, ok?? Io posso aspettare, cazzo,
aspetterei tutta la vita pur di vederti realizzare i tuoi sogni, Kurt!
E ci sentiremo tutte le sere, te lo ripeto! Ti prometto che alla fine
non ne potrai nemmeno più di sentirmi blaterare per ore!"
"Non mi stancherei mai della tua voce.." replicò Kurt,
prendendo poi un enorme respiro.
"Ehi, davvero, ce la faremo..." cercò di tranquillizzarlo
stringendolo di nuovo e accarezzandogli la schiena.
Kurt soffocò una risata contro il collo di Blaine.
"Perché ridi?"
"Perché sono il ragazzo più fortunato in tutto il
mondo..."
"Mmm..e perché mai?"
"Perché ho il ragazzo più straordinario di tutto
l'universo..."
"Aspetta un attimo! Vuol dire che mi tradisci?!?" si finse oltraggiato
Blaine allontanandolo da sè per guardarlo ridere di
più.
"Scemo!" rise Kurt scuotendo la testa. "Grazie, grazie Blaine..."
"Quando vuoi, baby..." rispose dandogli un bacio sulla fronte. "E lo
intendo davvero...tutte le volte che ti sentirai giù di
morale, o avrai bisogno di tranquillizarti, o qualcuno con cui sclerare
o confidarti o qualsiasi cosa, in qualsiasi momento della giornata, a
qualsiasi ora, per qualsiasi motivo...chiamami. Davvero, Kurt. Hai
ragione, non sarà lo stesso che abbracciarti, ma
proverò a fare del mio meglio..."
Kurt si strinse ancora di più a lui. "Ti amo, Blaine. Non
sarà lo stesso ma...hai ragione tu. Ce la faremo! E penso
proprio che ti chiamerò...ma lo stesso vale per te, intesi?!"
"Sì" annuì il moro prima di prendere di nuovo il
volto di Kurt. Si guardarono per un paio di secondi e poi le loro
labbra si trovarono. Si baciarono intensamente, Kurt portando le
braccia dietro il collo di Blaine.
"Uhm, ragazzi...mi spiace davvero interrompervi, ma...do-dobbiamo
andare, Kurt..." disse dolcemente Santana toccando la spalla al
castano. Le loro labbra si separarono con uno schiocco e Kurt
appoggiò la fronte a quella di Blaine.
"Devo andare..."
"Lo so...Chiamami appena arrivi.."
"Lo farò."
"E anche stasera prima di andare a letto..."
"Sì...e anche domattina appena sveglio..."
"Oooook....lo vuoi chiamare anche quando inaugurerai il bagno??" li
interruppe Santana per sdrammatizzare un po'. I due risero, finalmente
staccandosi e guardandola.
"Sei solo gelosa!" la canzonò Kurt.
La latina alzò gli occhi al cielo. "Sì, come
no...Ora andiamo, però...Già la Berry ci
romperà l'anima perché ci abbiamo messo tanto, se
poi perdiamo l'aereo...non oso immaginare..."
"Oh, ma dove sono andati tutti gli altri?" chiese Kurt guardandosi
attorno.
"Intanto che le vostre braccia si trasformavano in tentacoli e voi vi
univate in una cosa sola, gli altri sono saliti sull'aereo. E la Berry
era piuttosto incazzata, ti avverto..."
Kurt inarcò un sopracciglio. "Per fortuna che ho deciso di
stare con voi!"
"Già! Ma vi avverto! Niente sesso telefonico quando sono in
giro, ok??" li minacciò facendo arrossire entrambi.
"Lo stesso vale per te e Britt! Niente sesso quando io sono a casa!"
replicò Kurt, rosso fino alle punte delle orecchie.
La latina annuì. "Mmm, mi sembra giusto. Ora muoviamoci..."
"S-sì..." Il castano abbassò un attimo lo sguardo
prima di fissarlo in quello umido di Blaine. "Ci sentiamo, Blaine. Ti
amo."
"Ti amo anch'io, Kurt." rispose dolcemente baciandolo ancora, alzandosi
leggermente sulle punte dei piedi. "Fai buon viaggio e chiamami appena
arrivi...ti amo, ti amo, ti amo!!" ripeté baciandolo di
nuovo. Si strinsero ancora per qualche secondo, per poi scamiarsi
l'ultimo bacio e lasciarsi andare.
"Ciao, Blaine."
"Ciao, Kurt."
"Ciao...e...ti aspettiamo per capodanno, eh hobbit!" lo
salutò Santana recuperando il suo trolley e avviandosi
predendo sotto braccio Kurt.
"Ciao anche a te, Santana!" rise lui, salutando con la mano il suo
ragazzo. "Ah, Kurt!" gridò. Il castano si voltò a
guardarlo, ricaccaindo dentro le lacrime. "Ti amo!"
"Anch'io, Blaine!" rispose di rimando prima che Santana lo trascinasse
via. Quando fu seduto al suo posto sull'aereo, estrasse il cellulare.
Mi manchi già!!! :(
Ti amo <3
Blaine stava salendo in
macchina quando ricevette il messaggio e subito inviò una
risposta.
Ti amo anch'io, amore! <3
E anche tu mi manchi! :( Ma spegni il cellulare, non lo puoi tenere
acceso in aereo! :)
Kurt sorrise leggendo l'sms
e mandò un ultimo Ti amo, prima di spegnere il cellulare
come gli aveva consigliato Blaine e come stava raccomandando anche
l'hostess.
"Vedrai che cinque mesi passano in fretta e appena vi rivedrete
scoperete come ricci! E vi prometto che vi lasceremo l'appartamente
libero!" lo tranquillizzò Santana.
"Grazie San."
"Quando vuoi, baby!"
lo canzonò lei.
"Aspetta...tu hai ascoltato tutto quello che ci siamo detti??"
"Certo! Con cosa credi che ti ricatterò altrimenti??"
replicò la latina ghignando.
"Oh cielo! Mi sa che forse non è un'idea poi così
brillante aver scelto di stare con voi..."
"Puoi sempre andare con Rachel e Finn..."
Kurt si sporse per guardare i sedili vicini ai loro, oltre Britt, che
si era già addormentata contro la spalla di Santana. Rachel
e Finn stavano questionando su non riusciva a capire quale argomento e
Rachel era nettamente in vantaggio, sbraitandogli contro e attirando
l'attenzione di altri passeggeri. "Mmm, no...ok. Preferisco i tuoi
ricatti..."
Entrambi risero. "Comunque non stavo scherzando...cioè...per
i cinque mesi che passeranno in fretta...vedrai..."
"Lo spero..."
"E...se...se hai bisogno...non-non devi per forza chiamare
Blaine...cioè, sì, se vuoi chiamalo, ma...sappi
che ci sono anch'io, se hai bisogno..." aggiunse arrossendo e
abbassando lo sguardo.
Kurt sorrise dolcemente. "Grazie" le sussurrò piano
all'orecchio, appoggiando la testa contro la tempia della mora.
"Sper...spero che valga anche per me..."
"Tutte le volte che ne avrai bisogno io sarò lì,
te lo prometto..."
"Grazie"
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Day 6: Proposal/Wedding ***
Would
you marry me?
Kurt appoggiò le posate, schioccando le labbra. "Ottima
cenetta, Blaine. Te l'ho mai detto che sei il mio cuoco preferito?"
sussurrò sporgendosi sul tavolo per baciarlo dolcemente. Era
tornato da un pomeriggio di shopping sfrenato con Santana e Brittany e
aveva trovato Blaine ad aspettarlo con il tavolo apparecchiato con cura
e delle candele accese per tutta la casa. 'Una cenetta romantica per
l'uomo che amo' si era giustificato Blaine. Ma Kurt era
convinto ci fosse qualcos'altro dietro.
"Sono contento che ti sia piaciuto tutto! Quell'arrosto non
è facile da cucinare, sai?"
"Blaine?"
"Sì?"
"Dimmi la verità...perché la cenetta romantica??
L'ultima volta che l'hai fatto era perché volevi dirmi che
tu e i ragazzi avevate deciso di fare un tour in giro per
l'America..."
"E' stata un'idea di Puck e Sam e Finn erano d'accordo. Non potevo dire
loro di no! E poi mi pare ti sia divertito anche tu..."
Kurt sorrise. "Certo che mi sono divertito! Ma...non hai risposto alla
domanda...perché la cena, Blaine?"
Blaine deglutì, passandosi una mano nei riccioli che non
imprigionava nel gel da quando aveva formato il gruppo con gli altri
tre. Prese la mano destra di Kurt stringendola tra le proprie.
"Kurt...c'è un momento, quando dici a te stesso...'Oh,
eccoti...ti cerco da una vita...' " si alzò, andandosi a
piazzare di fianco alla sedia sulla quale Kurt era seduto. Il castano
si girò per guardarlo negli occhi, arrossendo ripensando a
quando, dieci anni prima, Blaine gli aveva detto quelle stesse parole.
"Guardandoti tutte le mattine appena sveglio, o quando esci dalla
doccia con i capelli ancora bagnati, o quando cucini canticchiando, o
mentre leggi un libro sdraiato sul divano con indosso solo una mia
vecchia maglietta, o quando reciti su un palco di Broadway, o quando ti
vedo tra il pubblico ad un mio concerto...questi e mille altri sono
stati quel momento per me...riguardo a te...T-ti amo, Kurt..." Kurt
trattenne il respiro mentre Blaine si inginocchiava, cacciando le mani
in tasca ed estraendo una scatolina, aprendola e mostrando un anello
semplice d'argento. "E questa cenetta non è altro che una
scusa per chiederti...Mi vuoi sposare??"
Kurt portò le mani alla bocca, mentre gli occhi gli si
riempivano di lacrime. Blaine lo stava ancora guardando speranzoso.
"Sì! Sì! Sì, certo che lo voglio!!"
squittì gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo
stretto.
Blaine rise, cottraccambiando l'abbraccio, ma poi allontanandolo dal
proprio corpo. "Aspetta.." sussurrò prendendogli la mano e
infilandogli l'anello. "San aveva ragione. Ti dona tantissimo!" sorrise
entusiasta.
"Ah, quindi avevi una complice!" rise Kurt, asciugandosi le lacrime.
"Sì, beh, mi serviva un consiglio e qualcuno che ti tenesse
occupato tutto il pomeriggio per poter preparare tutto..."
"Lo sa qualcun altro?"
"Forse mi è sfuggito con i ragazzi...e dato che Finn
l'avrà detto a Rachel, penso lo sappia ormai tutto il
mondo..."
Entrambi risero, per poi abbracciarsi di nuovo.
"Ti amo, Blaine!"
"Ti amo anch'io, Kurt!"
"Uhm, aspetta...solo una cosa però..." disse Kurt
staccandosi e puntandogli un dito al petto. "Il matrimonio lo devo
organizzare io! Nessun wedding planner o cose del genere! Penso a tutto
io!"
"Ehi, pensavo di essere stato chiaro...aspetta, riformulo la
domanda..." il moro si schiarì la voce, mettendosi di nuovo
in ginocchio. "Mi vuoi sposare e organizzare tuuuuutto il matrimonio?"
chiese con gli occhioni dolci che facevano impazzire Kurt.
"Blaine Anderson Hummel. Ti amo e ti amerò per sempre. E ora
lo renderemo ufficiale!"
"Lo prendo come un sì?"
"Prendilo come un enorme sì!!" esclamò il castano
ridendo.
"Bene!!! Allora andiamo a gridare al mondo che ci stiamo per sposare!"
prese Kurt per mano, facendolo alzare e trascinandoselo dietro.
"Sarà il matrimonio dell'anno! Che dico, del secolo!!"
"Beh, certo! Se lo organizzo io!!" rise Kurt infilandosi una giacca e
seguendo Blaine fuori di casa. Raggiunsero il pub dove di solito si
ritrovavano con gli altri ragazzi, trovandoli riuniti ad un tavolo a
bere birra.
Santana fu la prima a vederli. "Allora????" chiese ansiosa.
Kurt alzò la mano sinistra mostrando l'anello. Le ragazze
squittirono andando ad abbracciarlo mentre Finn, Puck e Sam si
congratulavano con entrambi.
Blaine salì sopra una sedia, cercando di attirare
l'attenzione. "Signori, signore...stasera offro io a tutti...dobbiamo
festeggiare! Io e l'uomo che amo ci sposeremo! E siete tutti invitati
perché sarà il matrimonio del secolo!
Yaaaaayyyy!!!" si esaltò saltando giù dalla sedia
mentre le persone presenti si congratulavano e alzavano bicchieri in
brindisi.
Kurt lo strattonò per un braccio. "Blaine! Non pensavo
intendessi gridiamolo LETTERALMENTE al mondo!" rise.
"Ma sono così contento, Kurt! Ci sposeremo! E poi...poi
adotteremo dei figli! Taaaanti figli! Una squadra di figli! E un
gattino! Anzi, un gattino e un cagnolino! Anzi! Una squadra anche di
gattini e cagnolini!!" esclamò abbracciandolo forte.
"Ehi, ehi, vacci piano! Di queste cose discuteremo domani...ora
pensiamo a divertirci e fare baldoria!" propose staccandosi e
afferrando un calice di champagne che il barista stava loro porgendo.
"Ai futuri sposi!!" gridò Finn, seguito da un "Bacio!
Bacio!" partito probabilmente da Puckerman. E li accontentarono,
baciandosi e non staccandosi per il resto della serata.
Perché dovevano festeggiare. Si sarebbero sposati. E in quel
momento non avrebbero potuto essere più felici. O forse
sì...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Day 7: Domestic/Daddy!Klaine ***
Isn't she lovely?
"Papà!
Papà! Posso avere uno di quei palloncini a forma di cane che
fa quel signore??"
"Certo, Luke!" rispose Blaine arruffando i capelli del figlio di sette
anni e prendendogli poi una manina, mentre con l'altra spingeva il
passeggino.
"Ne voglio uno anche per Kris!" aggiunse poi indicando la bambina di un
anno che Kurt teneva in braccio.
Kurt sorrise. "Sei proprio un bambino dolcissimo, amore. " disse
prendendogli anche lui la mano. "Andiamo!"
Presero due palloncini dall'uomo che stava divertendo degli altri
bambini nell'angolo del parco che frequentavano sempre.
"Posso prenderne uno anche per Alex??" chiese il biondino tirando la
manica della maglia di Blaine.
"Non penso che Alexander gradirebbe, amore..." rispose Kurt.
"E perché no?"
"Perché ai gatti non piacciono i palloncini.."
"Oh..."
"Ringrazia, Luke." Lo incoraggiò poi Blaine.
"Grazie, signore!"
"Prego!" rispose l'uomo con un sorriso.
Luke giocò un po' con il suo nuovo palloncino, gironzolando
attorno la panchina sulla quale Blaine e Kurt si erano seduti con la
piccola.
"Non è bellissima?" sospirò Kurt aggiustando il
vestitino della figlia.
"Sì, lo è!" sorrise Blaine baciandole la
testolina coperta da dei boccoli castani. "Ha i tuoi stessi occhi, lo
sai?"
"E' impossibile, ma...anche a me piace pensarlo..."
concordò il castano mentre suo marito gli passava
un braccio dietro le spalle tirandolo contro il suo petto. Ormai non si
preoccupavano più di mostrare gesti d'affetto anche in
pubblico. Di certo non davano spettacolo, ma tenersi per mano, portare
a spasso i figli, baciarsi, non era un problema.
"Papà! Papà! Danno lo zucchero filato! Posso
prenderlo?? Perfavoreperfavoreperfavore??" li interruppe Luke saltando
in braccio a Blaine.
"Zucchero filato?? Dove? Lo voglio anch'io!!" si illuminò
Blaine alzandosi e prendendo in spalla il figlio che rise allegro.
"A volte mi domando se invece che due figli e un marito non abbia tre
figli e basta..." bofonchiò Kurt alzando gli occhi al cielo.
"Ne vuoi un po' anche tu?" chiese Blaine baciandolo sulla fronte,
attento a non far cadere Luke.
"No. Mi limiterò a rubartene un po', dato che immagino ne
prenderai uno enorme..." rise il castano, mentre Blaine dava un bacio
anche alla figlia.
"Papà va via un attimo con Luke ma poi torna con una cosa
buona buona!" le disse guardandola dritta negli occhioni dello stesso
colore di Kurt.
"Paa-pà" ripeté la bambina mentre il moro stava
per allontanarsi con in spalla ancora il più grande.
"OH MIO DIO! Blaine! Ha-hai sentito??" si emozionò Kurt
richiamando il marito.
Il ricciolo si voltò di nuovo a guardarli. "No....cosa?"
"Ha detto papà! Ha detto la sua prima parola!!" rise Kurt
con le lacrime già agli occhi.
"Da-davvero??" chiese illuminandosi.
"Sì!! Aspetta... amore, dillo ancora! Come si chiama lui??"
provò indicando Blaine che posò Luke e si
avvicinò alla piccolina.
Kristin allungò le manine verso il viso del moro, riuscendo
a stringere uno dei suoi ricci e tirandolo a sè.
"Paa-pà" ripeté di nuovo.
"OH MIO DIO, KURT!" squittì prendendo la bambina in braccio
e facendo una piroetta su stesso, facendola ridere. "Ha detto
papà! Sono la sua prima parola!!" gridò quasi
dalla gioia.
Kurt voleva replicare che entrambi erano la sua prima parola, ma Blaine
lo anticipò.
"Piccola, come si chiama lui, invece? E' come me, sai? Prova a dirlo
ancora..." la incoraggiò.
La piccola lo guardò piegando la testolina di lato, ridendo
e poi rivolgendo gli occhioni a Kurt. "Paa-pà!"
Kurt si coprì la bocca con le mani per trattenersi
dall'urlare di gioia e iniziando a piangere.
"Papà...papà!" ripeté di nuovo Kristin
scoppiando poi a ridere, imitata dai due genitori che si strinsero in
un abbraccio.
"Non ci posso credere...sta crescendo anche lei!" sussurrò
Kurt mentre Blaine lo baciava su una guancia asciugandogli le lacrime.
"Ehm, scusate ma...anch'io so dire 'papà' da, uhm, sei anni,
ma non mi fate così tante feste quando lo faccio!" li
interruppe offeso Luke con le braccia incrociate al petto. "E poi
voglio lo zucchero filato!" protestò.
"Ehi l'erba voglio non esiste neanche nel giardino del re, ok?" lo
rimproverò Blaine passando la figlia al marito e chinandosi
per poter guardare negli occhi Luke. "Kristin è la prima
volta che lo dice...per questo siamo così contenti. Anche
quando l'hai detto tu per la prima volta abbiamo fatto così
tanto casino..."
"Davvero?"
"Davvero!"
Il biondino annuì, arrossendo e dondolandosi sui talloni.
"Oh...ok...allora va bene...però...però posso
avere lo zucchero filato, ora? Per piacere?" aggiunse facendo gli
occhioni dolci al padre che si aprì in un enorme sorriso
riprendendolo in spalla.
"Certo, campione! Torno subito..." aggiunse rivolto al marito che si
era riseduto sulla panchina.
Kurt annuì. "E..Luke..."
"Sì, papà?"
"Vedrai che imparerà a dire anche il tuo nome!" sorrise
sistemando meglio la ricciolina tra le sue braccia.
"Oh lo so, papà! Anche perché glielo
insegnerò io!" replicò il biondo gonfiando il
piccolo petto orgoglioso.
"Bene! Allora andiamo a prendere lo zucchero filato così fai
il pieno di energie e poi inizi subito le tue lezioni!"
esclamò Blaine.
"Sììììììììì!!!!"
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=986949
|