Klaine Week

di spontaneoussoftassertive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1: Baby!Klaine ***
Capitolo 2: *** Day 2: Klaine AU ***
Capitolo 3: *** Day 3: Missing Moments ***
Capitolo 4: *** Day 4: Klaine Anniversary ***
Capitolo 5: *** Day 5: Graduation/College ***
Capitolo 6: *** Day 6: Proposal/Wedding ***
Capitolo 7: *** Day 7: Domestic/Daddy!Klaine ***



Capitolo 1
*** Day 1: Baby!Klaine ***


Would you be my best friend?


"Kurt, perché non vai a giocare con gli altri bambini? Non vedi come si divertono? Deve essere davvero bello!" cercò di convincere il figlio di quattro anni una signora sulla trentina con dei lunghi capelli castani raccolti sulla nuca.
"Pecché mi perdo...e ho paura!" rispose il bambino aggrappandosi alla gamba della madre e guardando con gli occhioni azzurri spalancati il castello con tantissime palline colorate a cui stavano davanti. La sua attenzione fu però attirata da un bambino con dei riccioli neri e delle buffe sopracciglia che agitava le manine sopra la testa, cercando di riemergere dalle palline.
"Coop! Coop!!! Aiutooo!!" stava gridando. Un ragazzino più grande si tuffò quasi subito raggiungendolo e prendendolo in spalla.
"Ti avevo detto di non allontanarti troppo, tonto!" lo canzonò il ragazzino ridacchiando.
"Uffa!"
Kurt li fissò mentre gli passavano davanti. La madre lo notò. "Ehi, vai a chiedergli se sta bene, su..." lo invitò dolcemente spingendolo verso i due. Kurt si staccò dalla madre, portandosi le manine alla bocca e seguendoli.
" 'tai-tai bene??" chiese tirando la maglietta del più piccolo, appena sceso dalle spalle del più alto. Il ricciolo si girò a guardarlo, piegando la testa di lato.
"Cì. Pecché?"
"Io dico sempre a-alla mia mamma che quelle cose sono cattive! Ti avevano preso!" spiegò arrossendo e dondolandosi sui talloni.
"Oh, no, no. Sono buone! Ma io sono basso! E-e non toccavo! Ma Coop mi salva sempre!!" aggiunse sorridendo ampiamente e attaccandosi ai pantaloni al ginocchio del ragazzino moro, che gli scompigliò i capelli.
"Vuoi andare a fare un secondo giro, Blainers?" gli chiese.
Il ricciolo annuì. "Vieni anche tu? Così non sono solo!" domandò con gli occhioni dorati puntati in quelli cristallini del castano. Kurt arricciò il nasino.
"Ma se mi tirano giù?"
"Ci salva Coop!"
"Coop...?" Kurt guardò incerto il bambino davanti a lui.
"E' il mio fratellone! E' bravo bravo!" sorrise attaccandosi di nuovo alla gamba del fratello. Il ragazzino, essendo più alto, si chinò per guardare meglio negli occhi i due bambini.
"Io sono Cooper. E questo è il mio fratellino Blaine. Tu come ti chiami?" chiese prendendo la mano del più piccolo.
"K-Kurt"
"Vieni a giocare con me, Kurt?? Peffavore??" lo implorò quasi.
Kurt si mordicchiò il labbro inferiore. "Okkei...però...lo devo dire alla mia mamma." aggiunse tornarndo dalla donna che lo stava osservando sorridendo. "Mamma! Vado a giocare, ma se mi tirano giù mi vieni a salvare??"
"Certo, amore. Tranquillo. Sono qui, ok?"
"Ok" Kurt sorrise raggiungendo Blaine e rivolgendogli un enorme sorriso. "La mia mamma dice che mi salva se mi tirano giù!"
"Uh ok! Allora...una tua mamma più un mio fratello..." contò il ricciolo alzando l'indice e il medio della manina destra. "...sono...DUE! Due!! Giusto Coop? Uno più uno fa due!!" si esaltò battendo le manine e chiedendo conferma al fratello.
"Giusto, B!"
"E due più due fa quattro!" fece risoluto Kurt. "Me l'ha insegnato il mio papà!"
"Ohh! E come si fa??" chiese Blaine avvicinandosi di più a lui alzando di nuovo le due dita per contare.
"Guadda..." Kurt gli prese l'anulare e il mignolo tirandoli su. "Così...ecco! Quattro!" scandì l'ultima parola sentendosi importante,
"Wow!! Coop! Guardaa!! Quattro!!"
Il ragazzino sorrise. "Se volete poi vi insegno a contare fino a dieci!" disse.
"Ma dieci è taaaaaaaanto!" replicò Blaine aprendo le braccine per enfatizzare la parola.
"Io so contare fino a cique...e il mio papà dice che dieci è doppio di cique...però-però non so cos'è doppio..." borbottò Kurt dondolandosi sui talloni.
"Beh, poi ve lo insegno! Ora giocate un po' che io ho visto una bambina davvero carina..." li incitò Cooper guardando oltre loro due verso una ragazzina bionda.
"Ricoddati di me però, Coop! Non mi lasciare qui!"
"Tranquillo Blainers. Non ci metterò molto..."  lo rassicurò prima di allontanarsi.
Kurt guardò Blaine mentre il ricciolo rideva e scendeva la scaletta per entrare nella piscina di palline. Si mordicchiò il pollice destro, indeciso se seguirlo.
Blaine si fermò, rivolgendogli uno sguardo interrogatorio. "Pecché non vieni?"
"H-ho paura...mi-mi tieni la mano, peffavore?" domandò arricciando il labbro inferiore e arrossendo, mentre si torturava le piccole manine. Blaine risalì, piazzandoglisi di fronte e porgendogli la manina destra.
"Cetto!" esclamò con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Kurt la strinse, sorridendo a sua volta. "Grazieee"
Insieme scesero la scaletta, ritrovandosi immersi tra le palline colorate, ma senza mai lasciarsi andare. Kurt sembrava ancora un po' intimorito e si aggrappò praticamente a Blaine.
"Se hai tanta paura possiamo giocare a qualcosa d'altro..." suggerì spostando alcune palle.
"N-no...però..non mi lasciare..."
"Nah-ah. Non ti lascio!"
"Grazie" Kurt arrossì ancora.
"Sei bellissimo quando fai così!" rise dolcemente Blaine.
"Faccio cosa?" chiese Kurt piegando la testolina di lato.
"Quando qui diventi tuuuuutto roooosso!" rispose il moro posando la manina libera sulla guancia di Kurt, che arrossì ancora di più.
"G-grazie...anche tu sei molto bello!"
"Kurt?" lo chiamò piano, piegando la testa di lato e facendo gli occhioni dolci.
"Cì?"
"Possiamo essere migliori amici?"
"Cì!" sorrise il castano stringendogli di più la manina. Blaine esitò un attimo, poi gli posò un bacio sulla gota rossa.
"Ti voglio bene!"
"Anch'io! Però...ora possiamo uscire da qui??"
Blaine rise. "Cì. Vieni...andiamo sulle brum-brum!!" Uscirono e Blaine trascinò Kurt fino a delle giostrine vicino al castello delle palline.
Kurt storse il naso,  guardando male le auto verso cui il ricciolo lo stava trascinando. "Io preferisco i cavalli..." borbottò.
"Oh...allora andiamo su Fulmine!"
"Fulmine?" chiese Kurt.
"Cì! Lui si chiama così!" rispose Blaine indicando uno dei cavalli e arrampicandosi sopra. Poi porse di nuovo la manina a Kurt, aiutandolo a montare dietro di sè.
"Ehi, campioni! Vi state divertendo, vedo!" esclamò Cooper sbucando da dietro di loro.
"Cììì!! E Kurt e io siamo migliori amici, ora!"
"Cì, cì!"
"Oh, sono contento! Vi va un bel gelato? Io sto morendo di fame!"
"Cìììì!!"
"Venite con me..." si intromise la madre di Kurt, che li aveva osservati fino a quel momento in silenzio. "Gelato per tutti e tre!" aggiunse sorridendo. I tre esultarono seguendola fino ad un bar lì vicino, Kurt e Blaine sempre tenendosi per mano. Dopo aver divorato i gelati, la madre di Kurt si sedette su una panchina, mentre Cooper inseguiva un'altra ragazzina e Kurt e Blaine giocavano a rincorrersi tra la gente. Il ricciolo riuscì finalmente ad afferrare il castano, stringendolo forte.
"Sei miooo!!" gridò tutto contento. Kurt rise, sbilanciandosi e cadendo a terra. "Oh, scusa...non-non ti ho fatto male, vero??" chiese mortificato.
Kurt sorrise. "No, no."
"Ehi, tutto bene?" si preoccupò sua madre alzandosi.
"Cì, cì, mammi." rispose mettendosi a sedere e pizzicando Blaine su un fianco. Poi si accorse che il papiollon rosa che indossava si era leggermente storto e se l'aggiustò accuratamente.
Blaine lo guardò incuriosito. "Cos'è?"
"E' un papiollon." rispose fiero Kurt.
"Wow! E' bellissimo! Ne voglio uno anch'io!"
Kurt guardò il suo farfallino esitante. Poi se lo tolse e lo porse a Blaine. "Tieni. Te lo regalo!" sorrise.
Blaine spalancò gli occhioni dorati. "Pe-pemme??"
"Cì!"
"Ma-ma io non so cosa darti!"
"Sei mio amico! Nessuno vuole mai essere mio amico! Tu sì!"
"Grazie Kuuuuurt!!!" Squittì Blaine lanciandogli le braccia attorno al collo. Poi afferrò il papillon. "Come si fa??" chiese interdetto cercando di indossarlo.
"Così..." Kurt lo aiutò.
"Pecché gli altri bimbi non ti vogliono come amico?"
"Boh."
"Io sì."
"Anch'io te!"
"In realtà...anche a me non mi vogliono tanto. Perché sto sempre con mio fratello..."
"Tuo fratello è simpatico!"
"Lo so!!" rise di nuovo il ricciolo abbracciandolo.
"Blaine? Dov'è tuo fratello? Oh, hai trovato un nuovo amichetto?" Una donna si avvicinò loro sorridendo.
"Cì mamma! Si chiama Kurt!!" rispose entusiasta. Kurt la salutò con la manina.
"Salve. Lei deve essere la mamma di Blaine. Elizabeth." si presentò con un sorriso la madre di Kurt. L'altra donna strinse la mano che le stava porgendo.
"Piacere, Maria. Spero non abbia dato fastidio...sa essere piuttosto invadente questa piccola peste!" disse dolcemente la donna dai lineamenti leggermente asiatici e dai lunghi capelli corvini legati in una coda.
"No, si figuri! Si sono divertiti! E io non potrei che esserne più felice!" rispose Elizabeth sistemando una ciocca castana dei capelli sciolti dietro l'orecchio destro.
"Oh, bene! Ora però dobbiamo andare a recuperare tuo fratello e tornare a casa..." sorrise Maria chinandosi e rimettendo in piedi il figlio. "Noi-uhm veniamo qui tutti i sabati... se-se magari vuole che si rivedano..." aggiunse incerta.
"Certo! Penso che ne sarebbero felici!" si illuminò la donna. Anche i bambini sorrisero  e si salutarono dandosi un bacio sulle guance.
"A presto, Kurt! Ti voglio bene!!" sussurrò Blaine abbracciandolo.
"Anch'io!! Ciao ciao!" lo salutò poi con la manina mentre si allontanava salendo in braccio alla mamma.
"Allora, Kurtie? Contento di aver trovato finalmente un amichetto??"
"Cìììììì!!! E' simpaticissimo e fantastico e bello e wow!!!" elencò entusiasta.
"Allora vieni che lo andiamo a raccontare a papà! E sabato prossimo torniamo qui, così lo vedi ancora. Contento?"
"Supermega contentooo!!"

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Capitolo 2
*** Day 2: Klaine AU ***


Forever, it's a promise


Erano quasi le sette di sera quando Blaine entrò in cucina dove Kurt stava cucinando canticchiando allegramente.
"Ben svegliato, amore!" lo salutò facendo una piroetta e baciandolo sulla fronte. Blaine grugnì, stropicciandosi gli occhi e sedendosi mollemente su una sedia. "Ti ricordi, vero, che vengono i nostri vicini a cena tra...uhm" guardò l'orologio che aveva al polso il ricciolo. "..un quarto d'ora?"
Blaine lo fulminò con lo sguardo, digrignando i denti. "Ripetimi perché lo facciamo..?"
"Per non destare sospetti, B. Ti prego, non fare cazzate e comportati bene, ok?" chiese guardandolo con gli occhioni dolci che sapeva essere il punto debole di suo marito.
Infatti il ricciolo si rilasso un po', lasciandosi scappare un sorriso. "Sappi che lo faccio solo perché qui ti piace..."
"E te ne sono grato!" sorrise posandogli un bacio sui capelli scompigliati. "E' un paesino piccolo e calmo, e c'è la foresta a portata di mano...dobbiamo solo far finta di essere due mariti normali, che apprezzando la compagnia dei vicini...se no chissà cosa pensano! Che siamo dei serial killer, magari!"
"Uhm, Kurt. Noi siamo dei serial killer, più o meno..."
Il castano alzò gli occhi al cielo. "Se ricominci con la storia dei cerbiatti che stanno formando un esercito per venirci a cercare giuro che ti tiro qualcosa!"
Blaine rise alzandosi e andando ad abbracciarlo da dietro, posando il mento sulla sua spalla e baciandolo dove partiva l'attaccatura dei capelli sul collo candido.
"Ora fila a prepararti! Mettiti qualcosa di elegante che sono appena usciti di casa. Due minuti e saranno qui!" gli suggerì girandosi tra le braccia forti di Blaine e facendo schioccare le loro labbra. Il ricciolo si staccò scomparendo e ricomparendo dopo pochi secondi con indosso un paio di jeans e una maglietta blu.
"Avevo detto elegante!" protestò Kurt, levandosi il grembiule e stirandosi la camicia azzurra e i jeans attillati che indossava sotto. Si piazzarono entrambi davanti alla porta e aprirono nello stesso istante in cui il campanello suonò.
"Oh! Che velocità!" rise un uomo sulla quarantina.
"Vi stavamo aspettando." sorrise gentilmente Kurt facendo entrare l'uomo e sua moglie. "Prego!"
"Spero non vi dispiaccia se ho portato dello stufato, ma mi rincresceva non portare proprio nulla..."
"Tranquilla, signora Jefferson, l'aggiungeremo al mio arrosto..."
"Oh bene!" sorrise la donna.
"Prego accomodatevi pure, che inizio a portare i primi piatti!" li invitò a sedersi al tavolo elegantemente apparecchiato, mentre lui si dirigeva in cucina e ne ritornava con una telia di pasta al forno che iniziò subito a servire. Blaine, dopo aver ricuvuto alcune occhiatacce da parte di Kurt, si rialzò dalla sedia su cui si era seduto, recuperando una vecchia bottiglia di vino e versandolo nei quattro bicchieri.
"Grazie mille, caro." lo ringraziò la signora Jefferson. L'uomo al suo fianco sembrava un po' titubante, ma poi fu proprio lui a incominciare la conversazione.
"Allora...Kurt e Blaine...che lavoro fate esattamente? Vi vediamo uscire la sera e tornare alla mattina prima dell'alba...lavoro notturno?"
"Evidentemente..." replicò ovvio Blaine ottenendo un calcio sotto il tavolo dal marito. "Ballerini in uno strip club." si inventò schiarendosi la voce. Kurt sospirò mordendosi un labbro.
I due signori li guardarono un po' perplessi. "Da-davvero? E non vi crea problemi la cosa...?" chiese l'uomo.
"Ehm, Blaine stava scherzando...siamo i baristi, non i ballerini..." cercò di sistemare le cose Kurt.
Il signor Jefferson rise nervosamente. "E siete sposati da quanto..?"
"Un po'...a volte mi sembra di sopportarlo da un secolo!" rispose Blaine allontanando il suo piatto, ancora pieno, storgendo il naso.
"Blaine!" sibilò Kurt.
"Oh, ti capisco! Stessa cosa con mia moglie!" rise di nuovo l'uomo, ottenendo un'occhiata fulminante dalla moglie. Kurt si schiarì la voce, iniziando a giocherellare con la pasta nel piatto, mentre gli altri due mangiavano tranquillamente.
"Squisita, hai cucinato tu?" chiese la signora Jefferson dopo alcuni minuti di silenzio.
"Sì, signora."
"Sei davvero bravo!"
"Grazie mille!" rispose sorridendo gentilmente. Blaine ridacchiò sotto i baffi. "Preferite che serva prima l'arrosto o il vostro stufato?"
"Entrambi, ti prego!" ruggì quasi Blaine.
"Ma...voi non avete ancora finito la vostra pasta..."
"Oh, non si preoccupi, signore. Noi preferiamo la carne..."
"Oh...ok.."
"Allora porto in tavola entrambi!" dichiarò sorridendo, alzandosi e raccogliendo i piatti, andando in cucina. "Blaine! Mi aiuti?" lo chiamò. Blaine si alzò sbuffando. "Scusate..."
"Potresti comportarti più gentilmente e fare meno il coglione? Per favore?" sibilò il castano severo.
Blaine sospirò. "Scusa..." sbuffò alzando gli occhi al cielo. "Ci sto provando..."
"Beh,   prova meglio!" sibilò di nuovo prima di ricomporsi e tornare dagli ospiti. Dopo qualche secondo fu di ritorno anche Blaine, con un sorriso evidentemente forzato sulle labbra. Ma aiutò Kurt a servire le pietanze per poi sedersi e divorare tutto in pochi secondi. I due coniugi lo osservarono divertiti, mentre Kurt lo guardò scuotendo la testa.
"Scusatelo. A volte si dimentica le buone maniere quando è affamato..." sorrise Kurt.
Blaine si schiarì la voce. "Ehm, sì, scusate...è che era tutto davvero buono!" esclamò pulendosi la bocca col tovagliolo.
"Ne sono felice!" sorrise la donna. "Prendine ancora! Non voglio che ne avanzi!"
Blaine non se lo fece ripetere, prendendo ancora entrambe le pietanze nel piatto.
"Ehi, non esagerare, però!" lo richiamò ridacchiando Kurt che non aveva ancora toccato cibo e sperava di fare anche lui il bis. Il moro mangiò ancora un paio di forchettate prima di bloccarsi.
"Amore...?"
"Devo...devo andare in bagno...scu-scusate..." mormorò alzandosi nascondendo una smorfia che a Kurt non sfuggì. Lo osservò preoccupato mentre si allontanava.
"Allora? Non assaggi il mio stufato, caro? Voglio anche il tuo parere!" domandò nervosamente la donna.
Kurt riportò la sua attenzione su di lei. "Ehm, sì, certo, scusi.." ma non fece in tempo a portare la forchetta alla bocca che un tonfo proveniente dal bagno attirò la sua attenzione. Scattò in piedi. "Scusate..." In un secondo fu alla porta del bangno. "Amore? Tutto ok??" chiese preoccupato bussando.
"E'-è una trappola, Kurt. Scappa!"
"Co...?" Kurt fece appena in tempo ad accorgersi della presenza dell'uomo dietro di sé e a schivare un paletto che cercava di trafiggerlo. "Cazzo!"
"Sappiamo cosa siete!" disse la donna raggiungendoli. "Vampiri..."
"E noi cacciamo vampiri!" aggiunse con un ghigno l'uomo mancando di nuovo Kurt che lo atterrò, aprendo la porta e richiudendosela a chiave alle spalle. Blaine era accartocciato a terra e stava mugugnando qualcosa di incomprensibile anche a lui. Vederlo in quelle condizioni lo distrasse e non si accorse del colpo successivo che aprì un varco nella porta, permettendo al paletto di infilzarsi nella sua spalla destra. "Merda!" sibilò staccandosi dalla porta e cercando di sfilarselo, mordendosi le labbra per non urlare dal dolore.
"Kurt?" lo chiamò Blaine.
"Mi-mi ha preso B...Ma...sopravvivrò..." continuò  estraendo finalmente il pezzo di legno. "Tu...?"
"Verbena...non-non so come ho fatto a non accorgermi...quella puttana deve averla nascosta bene...cazzo..." si contorse dal dolore, mugugnando di nuovo. I due cacciatori iniziarono a battere contro la porta e dopo alcuni secondi riuscirono a sfondarla. Blaine riuscì a tirarsi in piedi, aggrappandosi al mobiletto.
"A-aspettate...pe-per favore!" li supplicò Kurt. "Siamo vampiri, ma-ma non facciamo del male a nessuno...non beviamo sangue umano!"
"Dicono tutti così...John, uccidili!" L'uomo impugnò meglio un altro paletto, puntando Kurt, che si era ritrovato con le spalle al muro.
"Pe-per favore..." piagnucolò ancora. L'uomo si gettò su di lui.
"NO!" In un attimo Blaine gli fu addosso, proteggendo il marito.
"BLAINE!" gridò Kurt, stendendo con un colpo la donna che lo stava per aggredire. Il ricciolo stava lottando a terra con l'uomo, riuscendo poi finalmente a morderlo sulla spalla.
"Cazzo. Hanno verbena anche in circolo..." sputò del sangue, tossendo.
"Blaine...Stai...stai...?"
"Male. Dobbiamo andarcene..."
"Direi..."
"Mi-mi spiace..." borbottò il moro cercando di rialzarsi. "Ti piaceva qui..."
"Ti sembra il momento di fare i sentimentali? Vieni." lo aiutò facendosi passare il braccio destro di Blaine sulle spalle e cingendogli la vita. Sfondò la finestra con un calcio e saltarono giù. "Se fuggiamo per la foresta, non ci troveranno mai..." sussurrò iniziando a correre. Blaine lo seguiva per inerzia, sentendosi troppo debole persino per rispondere. Dopo alcuni metri tra le piante, riuscì a sussurrare il nome del marito.
"Che c'è, B?"
"Co-come sta la tua spalla?"
"Meglio, si sta già rimarginando..."
"Be-bene perché mi sa...che...io..." non riuscì a finire la frase, perdendo conoscenza e lasciando Kurt a trascinarselo dietro a peso morto.
"Cazzo." Il castano se lo prese sulle spalle, aumentando la velocità. Scelse un albero con rami abbastanza grandi e vi si arrampicò, posando delicatamente il ricciolo sopra uno dei rami. Poi prese dolcemente la sua testa e se la appoggiò sul grembo, accarezzandogli i capelli. "B-Blaine? B...ti-ti prego..." sussurrò iniziando a sentire le lacrime agli occhi. Blaine aprì lentamente le palpebre, mugugnando. "Ehi, ehi, andrà tutto bene, ok? Resta con me, per favore..."
"Kurt..."
"Shhh...sai cosa devi fare..."
"N-no...cercarmi...uno scoiattolo...qual-qualcosa..."
"Blaine..."
"No, Kurt...non-non voglio rischiare..."
"Blaine, mordimi. E' l'unico modo, lo sai..."
"Se...se passo la verbena a-anche a-a te..."
"Blaine. Mordimi."
"No..." cominciò a piangere, cercando di liberarsi dalle braccia forti del marito.
"Blaine. Ti prego! Mordimi!"
"Ku-Kurt..."
"Vuoi-vuoi infrangere la promessa che mi hai fatto al nostro matrimonio?" Kurt cercò di puntare sul loro amore. Sperava di convincerlo che non c'erano alternative. Anche perché non ne avevano. "Blaine, mordimi!"
"Ku-Kurt..." pianse ancora il moro, decidendosi poi ad ascoltare le sue parole. Morse il polso che Kurt gli stava porgendo. O meglio ci provò, perché improvvisamente tutte le forze che gli erano rimaste lo abbandonarono e chiuse gli occhi. Non sentiva più nulla. Non vedeva più nulla. Silenzio. Buio. Ecco. Era morto. Aveva infranto la promessa. Non aveva nemmeno detto a Kurt che lo amava per l'ultima volta. Si arrabbiò con se stesso. Si sentì in colpa. Pensò a come si doveva sentire Kurt in quel momento. Abbandonato. Tradito. Solo. Perso. Come lui. Era perso. Non l'avrebbe più rivisto. Non l'avrebbe più abbracciato o baciato. Non seppe quanto tempo era passato quando la vide. Una luce. Che si avvicinava sempre di più. Poi un calore che lo scaldò completamente. Si sentì bruciare gli occhi. "So-sono all'inferno?" sussurrò.
"No, cretino." rispose una voce famigliare.
"Kurt?"
"Sì. Apri gli occhi, B..."
Il moro fece come gli era stato detto, ritrovandosi tra le braccia di Kurt, accoccolato al suo petto. "So-sono in paradiso?"
"Non sei morto. Hai rischiato di brutto, ma sei ancora vivo..."
"Oh..."
"Sei-sei riuscito a mordermi in tempo, per fortuna. Ma sei rimasto svenuto tutta la notte..." Blaine si guardò attorno, sentendosi però ancora debole. "Siamo al sicuro. Ho trovato una caverna dove ripararci dal sole. Appena fa buio e ti senti meglio ci rimettiamo in viaggio..."
"Tu stai..?"
"Sì, sto bene, tranquillo."
Blaine si sistemò meglio tra le sue braccia. "Sete..." mormorò. Poi annusò l'aria. "E'...è sangue umano quello che sento?" chiese con la voce roca.
"Sì, tieni..."
Blaine afferrò la sacca di sangue bevendone avidamente. Quando ebbe finito si pulì le labbra col dorso della mano. "Kurt...non-non hai ucciso qualcuno, vero?"
"E secondo te, se avessi ucciso qualcuno mi sarei preso la briga di andare a rubare delle sacche in cui tenerlo?" domandò Kurt, tremando. "L'ho...l'ho rubato all'ospedale. Saremo già lontani quando se ne accorgeranno..." sospirò passandogliene un'altra. Blaine bevve ancora. "Ma ci ho pensato...a uccidere qualcuno, intendo. Avrei fatto qualsiasi cosa per non perderti...qualsiasi cosa..."
Blaine finì anche quella, tirandosi a sedere, sentendosi meglio. "Kurt..."
"Cazzo, B. Mi hai spaventato a morte...se..se ti avessi perso io..non so..."
"Kurt..."
"Non-non farlo mai più, ok?" delle lacrime iniziarono a solcargli il viso.
"Kurt...scusami." sospirò Blaine ascigandogli le guance. Kurt tirò su col naso. "Sono stato un coglione. Ho mandato tutto a puttane stasera. Come al solito. E...e ho rischiato anche peggio...di perderti...e di lasciarti qui da solo, infrangendo la promessa che ti ho fatto...scusami. Scusami davvero. E' tutta colpa mia..."
"Ehi, no...shhh...non-non è colpa tua! Non-non intendevo questo!" balbettò accarezzandogli le guance, anche le sue rigate da un paio di lacrime. Alla faccia di quelli che dicono che i vampiri non provano sentimenti. Perché loro li sentono. E anche amplificati, dopo vari secoli di vita.
"Ma...mi spiace...avrei dovuto ascoltarti..."
"E lo hai fatto...solo...la prossima volta...fallo subito, intesi?"
Il moro annuì con la testa. "Scusa..."
"Shhh...vieni qui..." Kurt lo strinse in un abbraccio forte.
"Kurt..."
"Mmm?"
"Ti amo."
"Anch'io ti amo, Blaine."
"Mi spiace dovercene andare da qui...ti piaceva davvero..."
"Non importa..."
"Ti porto a Paris...pe-per farmi perdonare, ok?"
Kurt rise,  allontanandolo appena per far appoggiare le loro fronti l'una contro l'altra. "L'idea non mi dispiace, ma davvero, non devi sentirti in colpa..."
"Scusa..." sorrise Blaine.
"Sta' zitto e baciami, scemo..." sorrise anche Kurt facendo scontrare le loro labbra. "Allora Parigi, uh?" chiese quando si staccarono dopo svariati minuti. Il bello di essere vampiri era che non avevano bisogno dell'aria e potevano baciarsi anche per ore senza doversi staccare per respirare.
"Sì...E poi là non ci sono i cerbiatti..."
Kurt rise.
"Ehi, se fossi in te non riderei...dovremo fare molta attenzione stanotte! Magari hanno sentito che ci hanno attaccato e pensano siamo deboli e stanno formando un esercito e cercheranno di sbranarci e..."
"Ti amo quando fai lo scemo così..." rise Kurt baciandolo sul naso.
Blaine rise. "Ti amo anch'io, Kurt. E ti amerò sempre."
"Per sempre?"
"Per sempre, è una promessa!"

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Capitolo 3
*** Day 3: Missing Moments ***



Look at me, Kurt! I'm a pirate!


Kurt fece scorrere la rubrica del cellulare di Blaine, trovando poi il numero che cercava e avviando la chiamata. Squillò un paio di volte prima che qualcuno rispondesse.
"Ehi, Blainers! Che c'è?"
"Cooper, so-sono Kurt..."
"Kurt? Cosa...?"
"Po-potresti venire all'ospedale, per favore?"
"Ospedale? Kurt, dov'è Blaine?"
"Ha-ha avuto un incidente, Coop."
"Cazzo, no. No, no, no..."
"Coop, calmati...magari non è nulla, ma...se-serve un famigliare e io...per favore, vieni..."
"Sono già in macchina...cosa..cosa è successo?"
"Ti spiego quando sei qui. E Coop..."
"Cosa?"
"Non correre troppo in macchina..."
"Arrivo." fu la risposta del moro prima di riagganciare. Kurt si sedette di nuovo su una delle sedie della sala d'attesa, affondando la testa nelle mani. Aveva cacciato tutti i ragazzi nelle New Directions, preferendo restare solo, ma l'attesa lo stava uccidendo. Gli sembrò la mezz'ora più lunga della sua vita, ma poi vide Cooper correre per il corridoio d'ospedale e raggiungendolo con il fiatone, addosso solo una semplice tuta. Si alzò in piedi, tenendo in mano la giacca che si era tolto, dato che stava ormai sudando dall'agitazione.
"Kurt. Cosa cazzo è successo a mio fratello?" chiese prendendolo per le spalle.
"E'-è stato un coglione...voleva prendere me con quella granita...ma Blaine...lui si è messo in mezzo e..."
"Aspetta un attimo...granita? Mi stai prendendo per il culo?" rise lasciandolo andare e passandosi le mani tra i capelli scompigliati.
"C'era qualcosa dentro...non-non so cosa...Coop, mi è svenuto tra le braccia per il dolore, mentre lo portavamo qui! Non-non era una semplice granita!" gridò Kurt, scoppiando poi a piangere.
"Chi?"
"Un-un tipo..."
"Chi?"
"Coop...non..."
"Dimmi chi è stato che gli spacco il culo." Cooper iniziò a scaldarsi.
"Calmati, per favore...ci-ci penseremo io e Blaine..."
"E' mio fratello..."
"E il mio fidanzato...solo, per favore...lascia stare...per ora almeno..."
"Ma..."
"E' solo un coglione...davvero, non ne vale la pena...è solo che...quello che mi...mi fa incazzare è che quella granita era per me...mi-mi sento in colpa..."
"Shhh, vieni qui, dai. Andrà tutto bene, ok?" lo tranquillizzò il più grande abbracciandolo. "E non è colpa tua...Blaine è sempre il solito cavaliere..." aggiunse poi ridacchiando.
Kurt tirò su col naso. "Lo so..."
"Davvero, Kurt. Andrà tutto bene. Blaine ha la pellaccia dura!"
Proprio in quel momento la porta davanti alla quale stavano aspettando si aprì. "Siete i parenti di Blaine Anderson?" chiese un dottore leggendo la cartella che aveva in mano.
"Sì." risposero all'unisono.
"Io sono il dottor Murray. Prego." li invitò ad entrare nella stanza, dove trovarono Blaine seduto sopra un lettino, le gambe a penzoloni che andavano avanti e indietro, una benda sopra l'occhio destro e uno strano sorriso ebete sulle labbra.
"Blaine?" lo chiamò Kurt sedendoglisi accanto. Il ricciolo lo guardò divertito prima di appoggiare la testa sulla sua spalla.
"E' sotto antidolorifici...per un po' sarà decisamente allegro, poi dovrebbe iniziare la sonnolenza. Ve ne ho prescritti altri." Il medico spiegò brevemente il problema all'occhio di Blaine. "Lo operiamo la settimana prossima. E' un'operazione delicata, ma se non ci sono complicazioni, dovrebbe andare tutto bene."
Sia Kurt che Cooper presero dei respiri profondi, cercando di ignorare il condizionale. "Nel frattempo, deve continuare a prendere queste medicine che vi ho prescritto. Voi siete i fratelli?"
"S-sì.."
"Lui sì. Io sono il fidanzato, veramente..."
"Oh, ok. Beh, dite ai genitori di seguire le indicazioni che ho scritto qui..." passò a Cooper un foglio scritto fitto.
"Veramente mi occupo io di mio fratello...i nostri genitori sono via..."
"Ah. Beh, penso sia in grado di occuparsene lei, giusto?"
"Sì, certo."
"Bene. Allora ci vediamo tra una settimana. A meno che non ci siano problemi. In quel caso, non esitate a chiamare o venire direttamente qua, intesi?"
"Sì...sì."
"Ok. Bene. Arrivederci." salutò sorridendo cordialmente il medico.
"Grazie. Arrivederci." rispose Cooper stringendogli la mano.
"Oh, se avete bisogno di una sedia a rotelle per portarlo a casa, chiedete all'infermiera qui fuori..."
"No, no. Ci penso io..."
"Grazie." Lo ringraziò anche Kurt.
"Forza, campione. Andiamo a casa..." fece Cooper mentre Kurt aiutava Blaine ad alzarsi.
"Coop? Come fai?"
"Co-cosa, B?"
"A parlare senza essere qui!"
"Blaine...sono qui alla tua destra..."
Il ricciolo si girò, un po' confuso. "Oooh...non ti avevo visto!"
"Riesci a tenerlo su tu o ti aiuto?" chiese Cooper a Kurt.
"No, no ce la faccio..."
"Ok. Andiamo."
Blaine rise per tutto il tragitto fino all'auto di Cooper. Kurt lo caricò sui sedili posteriori, sedendoglisi accanto, mentre il più grande occupava quello di guida, avviando la macchina. Dopo qualche minuto, Blaine smise finalmente di ridere, appoggiando la testa alla spalla di Kurt. "Sai di fragola!" sospirò.
"No, sei tu che sai di fragola, Blaine. Sei ancora tutto sporco di granita..."
"Fa prurito, Kurt..." si lamentò cercando di spogliarsi.
"Ehi, ehi. Adesso arriviamo a casa e ti fai un bel bagno, ok?"
"Ma da fastidio!" protestò riuscendo a togliersi la felpa. Kurt lo fermò.
"Non ti puoi spogliare in macchina, Blaine. E rimettiti la cintura. Andiamo. Fa' il bravo!" cercò di calmarlo rimettendolo a posto e riallacciando la cintura. Blaine sbuffò, iniziando a grattarsi dove la benda gli copriva l'occhio. "Ehi, no, no! Non si tocca quello!" lo sgridò Kurt dandogli un leggero schiaffo sul dorso della mano.
Blaine ridacchiò. "E se lo faccio?? Che succede? Eh Kurt? Che succede, Kurt?? Kurt?? Eh??" lo tormentò iniziando anche a stuzzicarlo con un dito nel fianco. Kurt sospirò. "Vieni qui..." slacciò di nuovo la cintura del suo ragazzo, prendendolo per le spalle e facendolo adagiare sul suo grembo, accarezzandogli i capelli. Blaine sembrò finalmente tranquillizarsi.
"Sei morbido..." sussurrò.
"Shhh...tra un po' siamo a casa, ok?" Sentì il ricciolo annuire. Poi guardò nello specchietto retrovisore dove gli occhi riflessi di Cooper lo stavano fissando. Il moro distolse lo sguardo.
"Kurt..." lo chiamò.
"Cosa?"
"Posso chiederti un grandissimo favore?"
"Ce-certo..."
"Puoi restare da noi stasera? Non...io non so se riesco ad essere così bravo...e tu invece sembri sapere come trattarlo..."
Kurt sorrise. "Tranquillo. Ci penso io. Ma credo che mi servirà comunque una mano."
"Sì, sì. Qualsiasi cosa. E' il mio fratellino e farei qualsiasi cosa. Ma...sono una frana in queste cose..."
"Davvero, tranquillo. Ora chiamo mio padre e lo avviso che non torno a casa."
"Ok."
Quando arrivarono a casa Anderson, Cooper si caricò il fratello in spalla, portandolo su per le scale fino in bagno. Appena il ricciolo toccò terra coi piedi, iniziò di nuovo a spogliarsi.
"Ehi, ehi piano!" lo aiutò Kurt, evitando che si levasse anche la benda. Il dottore aveva detto che non la doveva togliere nemmeno per lavarsi e che non si doveva bagnare. Il che sarebbe stata un'impresa con Blaine in quelle condizioni. Cooper riempì la vasca e quando Blaine fu nudo, aiutò Kurt a farcelo sedere dentro.
"Fai il bravo, Blainers, ok? Non fare arrabbiare Kurtie!" si raccomandò il moro dandogli una pacca sulla spalla. Poi raccolse i vestiti del fratello, fermandosi sulla porta. "Te lo affido, Kurt. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiamami, ok?"
"Certo." Cooper uscì chiudendosi la porta alle spalle. "Allora, vediamo di levarti questo mix di granita e gel dai capelli...la vedo dura..."
"Già...duro...è duro..." Non ci volle molto a Kurt per capire a cosa si riferisse, invece, il suo ragazzo, che aveva iniziato a giocare con l'erezione che si trovava tra le gambe.
"Ooook...penso sia meglio mettere un po' di schiuma tra i miei occhi e il tuo, ehm, piccolo Blaine..." sospirò recuperando l'occorrente e creando più schiuma possibile. Blaine, intanto si divertiva a giocherellare con le bolle. "Meglio...ora, devi stare molto fermo, Blaine, ok?"
"Ma io voglio giocare!" protestò Blaine.
"Prima ti tolgo quella cosa dalla testa, meglio è..."
"Questa dici??" chiese il ricciolo cercando di togliersi la benda.
"NO, NO! Non questa. Questa non la devi toccare, ok?"
"Ma...ma così non posso vedere tutti e due i tuoi occhi contemporaneamente!" si lamentò mettendo il broncio.
Kurt sorrise. "Sei proprio adorabile, sai? Però, adesso devi stare davvero buono, per favore..." Blaine si rilassò quando Kurt gli piegò dolcemente all'indietro la testa, lavandogli delicatamente i capelli, in modo da non bagnare la benda. "Ecco. Così. Bravissimo." Blaine chiuse gli occhi sorridendo. "Sei bravissimo, amore. Adesso vediamo di lavar via la granita anche dalla pelle, ok. Tu continua così." disse dolcemente Kurt, posandogli un bacio sul naso. Per un attimo gli sembrò sentire delle fusa provenire dal suo ragazzo, che si lasciò coccolare dalle delicate mani del castano. "Ecco fatto. Ora sei tutto pulito, amore. Non ti senti meglio?"
"Sì..."
"Ok. Vuoi restare ancora un po' qui, così ti rilassi o preferisci andare a letto?"
Blaine sbadigliò, stiracchiandosi, prima di appoggiarsi al petto di Kurt, bagnandolo tutto. "Sonno..." borbottò.
"O-ok...ehm, però devi alzarti prima..." cercò di farlo uscire dalla vasca, ma da non solo non poteva farcela, non se Blaine non collaborava. "Coop?" chiamò. "COOP!!" gridò.
Cooper arrivò di corsa spalancando la porta. "Cosa..? Sta bene??"
"Sì, tranquillo. Mi serve solo una mano a farlo uscire..."
"Ah. Mi hai fatto spaventare..."
"Scusami, ma non mi sentivi..."
Cooper si avvicinò, prendendo il fratello di peso e facendolo uscire, sostenendolo, mentre Kurt lo asciugava e lo vestiva con cura. "Se hai bisogno di un cambio, rovista tra le cose di Blaine." gli suggerì.
"Grazie. Ora però portiamolo a letto."
"Sì. Forza, B. Ora di fare la nanna!" ridacchiò Cooper. Blaine rise senza motivo, aggrappandosi al fratello. Quando arrivarono nella camera da letto, la sua attenzione fu attirata dal grosso specchio appeso.
"Wooooow!!!" esclamò staccandosi da Cooper e piazzandosi davanti allo specchio ammirando la propria figura riflessa. "Woooooow!!" ripeté. Gli altri due lo guardarono perplessi.
"Ehm, Blaine...cosa c'è?" chiese incerto Kurt affiancandolo.
"Sono un pirata! Guardami, Kurt, sono un pirata!! Kuuuuuurt!!! Sono un piraaaaataaaaa!!!!" si esaltò tutto contento.
"Ooook, adesso però ci mettiamo a nanna, uh?" cercò di distrarlo Kurt.
"Ma sono un pirata! I pirati non vanno a nanna!" protestò il ricciolo, mettendo uno dei suoi soliti bronci.
"Andiamo, Blainers. Fai il bravo..." lo aiutò Cooper trascinandolo praticamente sul letto. Blaine si sedette, appoggiando la schiena contro la testiera e guardandosi attorno fiero.
"Devo trovarle un nome!" dichiarò.
"A chi?" chiese dolcemente Kurt sedendosi sul bordo del letto alla sua sinistra in modo che lo potesse vedere.
"Alla mia nave, sciocchino!" sorrise prendendogli la mano e facendo intrecciare le loro dita. Kurt sorrise a sua volta, baciandogli le nocche.
"Chiamala come il tuo adorato fratellone!" suggerì Cooper sedendosi alla sua destra sorridendo.
"Cooper?"
"Esatto."
"Cooper?"
"Sì, B..."
"Dove sei??" chiese divertito il ricciolo.
"A-alla tua destra, B."
Blaine si voltò verso di lui. "Oh! Eccoti! Smettila di nasconderti!!" rise dandogli un pugno sulla spalla.
"Cazzo, se fa una settimana così ci farà impazzire!" sospirò Cooper, senza riuscire, però, a nascondere un sorriso divertito.
"Ehi! Parolaccia! Non sono ammesse parolacce sulla mia nave! Giù! Scendi!" lo minacciò puntandogli un dito contro.
"O-ok!" sbuffò Cooper alzandosi. "Vi lascio soli..." borbottò facendo per andarsene.
"Nononononono...scuuuusa Coop. Vieni qui, per favore!" lo richiamò il fratello.
"Che c'è, B?"
"Posso abbracciarti????" lo implorò quasi, con gli occhioni dolci da cagnolino bastonato.
"Awwww, vieni qui, Blainers!" sorrise Cooper tornando al suo fianco e stringendolo forte.
"Ti voglio bene, Coop!"
"Ti voglio bene anch'io, B...supereremo anche questa, te lo prometto. E poi gliela faremo pagare a quello stronzo che ti ha fatto questo..."
"Ah! Di nuovo parolaccia!!"
"Scusa...Adesso però fai il bravo e ti riposi, va bene?" sorrise baciandogli i capelli. Il ricciolo annuì, mentre Cooper lo lasciava andare e li lasciava soli. "E... grazie Kurt."
Il castano sorrise, sistemandosi meglio sul letto, accogliendo Blaine tra le braccia. "Figurati!"
Blaine si accoccolò contro di lui. "Coccooooleee!!!"
Kurt lo strinse più forte, accarezzandogli la schiena. Stavolta fu certo di aver sentito le fusa del suo ragazzo.
Cooper rise, scuotendo la testa. "Siete adorabili!" sussurrò uscendo e chiudendo la porta.
"KurtKurtKurtKurt!!!" si agitò di nuovo Blaine.
"Che c'è?"
"Ti devo far fare un giro sulla mia nave!!!"
Blaine...non è meglio se riposi un po', amore? Non sei stanco??"
Blaine sbadigliò. "Ma...ma io voglio farti fare un giro..." protestò.
"Amore, io sarò qui anche domani...ora...riposa..." non sentendo risposte, guardò il suo ragazzo, ritrovandoselo addormentato contro. Sorrise baciandolo in fronte e stringendolo più forte a sè. Per una volta, si disinteressò dei vestiti e della sua solita fissa per le creme. Cercò di coricarsi meglio per riuscire a dormire un po' anche lui, senza svegliare Blaine. Dopo vari tentativi ci riuscì. Blaine mugugnò un po', accoccolondosi poi meglio su di lui.
"Ti amo, Kurtie..." sussurrò nel sonno.
Kurt si sciolse completamente alla dolcezza del suo ragazzo. "Ti amo anch'io, Blaine. Grazie." gli sussurrò dolcemente all'orecchio, per poi sistemarsi meglio a sua volta, avvolto dal calore di Blaine e dal suo profumo. Forse non era così male passare una settimana sempre a contatto con Blaine. Anche la notte. Suo padre non avrebbe protestato. Infondo adorava Blaine e, con il ricciolo in quelle condizioni, le cose sconce erano escluse. Quindi, una settimana di extracoccole a tutte le ore. In quel momento si limitò a pensare a quest'unico lato positivo, lasciandosi cullare dal respiro del ricciolo che lo condusse ad un sonno tranquillo e profondo, non prima di aver sussurrato un altro "Ti amo" a Blaine.

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Capitolo 4
*** Day 4: Klaine Anniversary ***



Happy anniversary, baby!


Kurt fu svegliato dalla sveglia del suo cellulare che aveva impostato per le sei e mezzo per potersi alzare presto e preparare la colazione per Blaine. Voleva fargli una sorpresa dato che il ricciolo aveva chiesto a Cooper di lasciar loro il suo appartamente da mercoledì fino a domenica, per potersi godere il loro primo anniversario in santa pace. Burt aveva stranamente accettato. Bloccò la suoneria con una manata, senza nemmeno aprire gli occhi. Poi cercò il calore del suo ragazzo, trovando, però, solo le lenzuola fredde. Aprì le palpebre, venendo accecato dalla luce del sole che filtrava attraverso la finestra. "Blaine?" chiamò non vedendolo nel letto. Nessuna risposta. Si stropicciò gli occhi, mettendosi a sedere e sbadigliando. Di solito era sempre il primo ad alzarsi. Era strano che Blaine fosse già in piedi. "Blaine?" chiamò di nuovo. Non ottenendo ancora risposte, sospirò, mettendo i piedi giù dal letto. Recuperò una maglietta di Blaine per terra, indossandola. Gli piaceva indossare i vestiti del suo ragazzo perché sapevano di Blaine. E lui amava il profumo di Blaine. Sbadigliò di nuovo e quando fece per alzarsi notò un foglietto sul suo comodino. Lo prese tra le dita leggendolo.
Segui la scia...
Kurt inarcò un sopracciglio, perplesso, riponendo il biglietto. Si guardò attorno e poi la vide. Una scia di petali rossi, probabilmente di rose, che partiva dai suoi piedi e proseguiva fino alla porta. La seguì, come era scritto sul pezzo di carta e quando arrivò alla porta l'aprì. Sulla maniglia esterna era appeso un palloncino rosso a forma di cuore con su scritto I love you in bianco. Kurt sorrise, arrossendo un po'. Voleva fare una sorpresa a Blaine, ma a quanto pareva era stato il ricciolo a sorprenderlo. Staccò il palloncino dalla maniglia e si accorse che alla fine della corda c'era un altro foglietto.
Alla tua destra. Segui la freccia.
Seguì le indicazioni e si voltò verso destra, vedendo subito una grossa freccia dorata per terra che indicava il salotto. Entrò nell'altra stanza e trovò un'altra freccia che puntava, stavolta il divano. Quando lo raggiunse, vi trovò sopra un enorme orso peluche che teneva fra le zampe un altro cuore con la scritta Hug me. Ridacchiò, prendendolo tra le braccia e stringendolo forte, affondando il viso nel pelo sintetico color crema incredibilmente morbido. Dove prima era seduto l'orsachiotto, c'era un altro biglietto.
Guarda sul tavolo.
Kurt si girò verso il tavolo al centro della stanza sul quale trionfava un enorme mazzo di rose rosse.
"Oddio..." boccheggò, gli occhi sempre più aperti per la sorpresa e velati da lacrime di commozione. Annusò i fiori, decisamente profumati, quindi freschi. Passò le dita sui petali soffici, cercando di contare le rose, ma si arrese dopo la quindicesima. In compenso, trovò di nuovo un foglietto, piegato in due.
Penso sia giunto il momento di seguire il tuo stomaco, ora...
Corrugò la fronte, notando poi delle freccette che lo invitavano a girare il pezzo di carta.
Cucina!! :P
Stomaco. Cucina. Giusto. Sistemò meglio il peluche sul proprio fianco, come se fosse un bambino, dirigendosi verso la cucina, quando i suoi piedi ancora scalzi inciamparono in qualcosa per terra. Cioccolatini. Erano in fila indiana e portavano alla cucina, alla cui porta era appeso un altro palloncino rosso a forma di cuore, stavolta con su scritto Happy Anniversary! in blu. Sorrise di più, arrossendo di nuovo. Non si aspettava una sorpresa del genere. E non era ancora finita, dato che entrando in cucina il dolce profumo di pancakes lo coplì subito. E infatti, sul tavolo, c'erano alcuni piattini con sopra pancakes caldi. Su ognuno di essi erano state scritte delle parole con sciroppo di acero e nutella. Perfettamente al centro del tavolo ce n'erano tre: sul primo c'era una I, sul secondo un grande cuore nutelloso e sul terzo una U. Gli altri tre disposti sotto, invece, riportavano le parole Happy, Anniversary e Baby. Kurt si coprì la bocca con la mano libera, cercando di trattenere le lacrime che iniziavano a rigargli il viso dalla gioia. Questa era forse la cosa più dolce che qualcuno avesse mai fatto per lui. E Blaine l'aveva fatto per il loro primo anniversario. Gli aveva regalato tutte quelle cose, sorprendendolo.
"Blaine?" chiamò, la voce più acuta di quanto volesse. "Blaine, dove sei? Io...io non so che dire...wow!" blaterò scoppiando in una risata alternata da quelli che sembravano singhiozzi, anzi, erano singhiozzi. Poi notò una scatola nell'angolo vicino al frigorifero della cucina. "Oddio, non ti starai mica nascondendo dentro alla scatola, vero?" rise più forte. Una risata soffocata attirò la sua attenzione. Ma non proveniva dalla scatola, bensì da sotto il tavolo. Si chinò, trovando il ricciolo rannicchiato, addosso anche lui solo una maglietta - di Kurt, tra l'altro - le mani premute sulle labbra per non ridere e gli occhioni che quasi brillavano per la gioia quando incontrarono quelli del suo ragazzo.
"Blaine!"
"Oooooh! Come hai fatto a trovarmi??" bofonchiò il ricciolo gattonando fuori da sotto il tavolo e ridacchiando.
"Blaine! Sei completamente impazzito??" lo rimproverò il castano quando furono di nuovo entrambi in piedi, la voce rotta dall'emozione e un grande sorriso sulle labbra.
"Non-non ti piace tutto...?" l'espressione di Blaine crollò in un secondo, diventando la più miserabile che Kurt avesse mai visto.
"No, no, no, ehi! E' tutto stupendo! Magnifico!" lo interruppe subito posando una mano sulla sua spalla, l'espressione di Blaine di nuovo raggiante. "Anzi, perfetto. Solo...non me l'aspettavo..." sorrise arrossendo ancora. "E poi...tutte quelle rose, l'orso...ti saranno costati tantissimo! E per preparare tutto questo...oddio, hai almeno dormito??" si preoccupò agitandosi.
"Ehi, secondo te perché ho chiesto a Coop l'appartamento? Avevo programmato tutto da settimane, ormai. Per i soldi...non sono affari tuoi quanto ho speso anche perché....beh, venderei l'anima pur di poterti fare un regalo e vederti felice!" sorrise ampiamente accarezzandogli una guancia con il dorso della mano. "E ho dormito un po', tranquillo. Per fortuna che mi sono accorto che avevi puntato la sveglia presto, così mi sono alzato prima!"
"Cavolo, volevo farti io una sorpresa preparandoti la colazione, ma direi che tu hai battuto qualsiasi regalo! O-ora mi vergogno a darti il mio...in confronto a tutto questo è nulla..." sussurrò abbassando lo sguardo.
"Sono sicuro che invece mi piacerà e sarà perfetto!" sorrise di più Blaine, gli occhi che stavolta brillarono davvero, grazie forse anche ai riflessi del sole.
Kurt scosse la testa, arrossendo e sorridendo anche lui. "Te l'ho mai detto che sei il miglior fidanzato al mondo??"
"Mmm...forse...un paio di volte...ma sentirmelo ripetere non è poi così male..." sussurrò prima di annullare la distanza tra le loro labbra e baciandolo con passione, gettandogli le braccia al collo, mentre quella libera di Kurt gli circondava la vita, l'orso di peluche tra i loro corpi. "A-allora? Questo regalo...posso vederlo??" chiese piano Blaine quando si staccarono.
Kurt annuì, prendendogli la mano. "Seguimi." disse semplicemente tirandoselo dietro fino a tornare nella camera da letto. Posò l'orso sulle lenzuola, lasciando andare la mano del suo ragazzo per potersi chinare e recuperare la tracolla finita chissà come sotto il letto. Vi frugò dentro per alcuni secondi, per poi estrarne un pacchetto argento con sopra tanti cuoricini rossi e un biglietto, sempre a forma di cuore, viola. Blaine si illuminò, come un bambino la mattina di Natale, prendendo il regalo in mano ed esaminandolo attentamente, prima di aprire il biglietto.
"Buon anniversario, amore mio. Ti amo." lesse con già le lacrime agli occhi. Se Kurt si emozionava facilmente, Blaine era ancora peggio. "Awwwww!" sospirò abbracciando il castano. "Blaine! Non hai neanche aperto il regalo!" rise ricambiando però l'abbraccio.
Blaine si staccò velocemente, aprendo delicatamente l'involucro. Ne estrasse una scatolina. Gettando quasi la carta regalo, che Kurt recuperò subito, la aprì. Dentro c'era una collanina con un ciondolo a forma di B d'argento. La prese tra le dita rimirandola. "Kurt...è-è stupenda! Grazie!!" esclamò entusiasta, con un enorme sorriso sincero sulle labbra. "Me la metti, per favore, che io sono imbranato in queste cose?" domandò arricciando appena il labbro inferiore.
Kurt scosse la testa sorridendo. "Sei adorabile!" sussurrò passandogli la carta e prendendogli la collana dalle mani, facendo un nodo per allacciarla dietro il collo. "Comunque c'è anche qualcosa d'altro dentro..." suggerì, mentre Blaine rovistava tra la carta.
"Oh!" ne estrasse un'altra scatolina simile alla prima. Aprì anche quella e stavolta, al suo interno, c'era un braccialetto d'argento. Lo prese in mano, appoggiando il contenitore di fianco all'altro sul letto.
"Kurt & Blaine" lesse i due nomi scritti in oro tra due cuoricini. "Oddio, Kuuuuurt!!!" squittì abbracciandolo di nuovo. "E'-è perfetto! Stupendo! WOW!!!"
"Sono contento che ti piacciano!" sorrise Kurt, cercando di respirare mentre il suo ragazzo lo stritolava.
"Certo che mi piacciono! Ti amo, Kurt!! Ti amo, ti amo, ti amo!!" esclamò baciandolo a schiocco sulle labbra, prima di lasciarlo andare e indossando anche il braccialetto. "Penso proprio che non me li toglierò per nessuna ragione al mondo!" disse solenne rimirandosi il polso sinistro. "Davvero, grazie Kurt!"
"Grazie a te! E...ti amo anch'io, Blaine. Tantissimo!" il castano passò le dita tra i riccioli scompigliati di Blaine, per poi baciarlo di nuovo, stringendosi contro di lui per poter approfondire di più il bacio. Blaine si alzò sulle punte dei piedi, gettandogli le braccia attorno al collo.
"Ti proporrei una sessione di coccole approfondite, ma dobbiamo andare a scuola tra un po' e...non mi sembra il caso..." sospirò Blaine quando le loro labbra si staccarono per permettere loro di respirare.
"Uhm...per quelle c'è tutto il weekend, direi..." mormorò Kurt, con ancora gli occhi chiusi, appoggiando la propria fronte a quella di Blaine.
"Oh, sì! Un intero weekend di coccole!!" esclamò il ricciolo. "Ora però...possiamo fare colazione, che sono due ore che sono in piedi ed inizio ad essere piuttosto affamato..." domandò arricciando il naso.
Kurt rise. "Certo, amore. Andiamo." si staccò, prendendo però la mano del suo ragazzo e facendo intrecciare le loro dita. "Uh, aspetta!" lo fermò sulla porta. Fece qualche passo indietro verso il letto, prendendo in braccio il peluche. "Mi piace un sacco, sai?" sorrise dolcemente.
"Oh, devi ringraziare tuo padre...mi ha detto che da piccolo impazzivi per gli orsi peluche..."
"Aspetta, mio padre?"
"Sì...quando gli ho chiesto se ti potevo invitare metà settimana da me per farti una sorpresa...gli ho detto che mi stavo scervellando per trovarti un regalo e lui mi ha suggerito questo. Il resto mi è venuto come un illuminazione dal cielo!" ridacchiò tutto orgoglioso.
"Quindi tu complotti alle mie spalle con mio padre...?" domandò  divertito Kurt.
"Ehi! Non era un complotto!" protestò il ricciolo. "E poi mi sa che gli piaccio..."
"Certo che gli piaci, scemo! Se no credi che mi avrebbe lasciato venire?!?"
Blaine sorrise arrossendo. "Ti amo, Kurt." disse semplicemente baciandolo dolcemente sulla labbra.
"Ti amo, Blaine" sussurrò Kurt rispondendo al bacio. Poi si ripresero per mano, tornando in cucina.
"Dovresti dargli un nome, sai?" disse dopo alcuni secondi Blaine. "All'orso, dico..."
"Già fatto..."
"Uh, davvero? E come si chiama?"
"Klaine!"
"Klaine?"
"Sì...è l'unione dei nostri nomi..."
"Klaine, uh? Mi piace! E mi sa che piace anche a lui, vero Klaine?" chiese rivolto all'orso. "Cìììì!!!" fece prendendo una zampa del peluche e fingendo che stesse esultando.
"Sei adorabile!" sorrise Kurt. "E ti amo!!"
"Anch'io ti amo!!" E per l'ennesima volta, che non fu neanche l'ultima quel giorno, le loro labbra si trovarono e si baciarono a lungo, con grandi sorrisi felici e gli occhi pieni di gioia.





HAPPY KLAINE ANNIVERSARY!!!!!

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Capitolo 5
*** Day 5: Graduation/College ***



Anytime, baby




"Kurt! Andiamo! Perderemo l'aereo così!!!" si spazientì Rachel pestando i piedi per terra. Finn, accanto a lei, si grattava la testa imbarazzato. Non si sa se per la propria ragazza che sbraitava e si lamentava o per il fratello che era abbracciato al suo ragazzo da ormai un quarto d'ora e non dava sengi di volersi staccare. "Uhm, ehi, Kurt...Rach ha ragione..." borbottò.
"Oh, lasciateli in pace!" li difese Santana. Lei e Britt avevano deciso di partire con gli altri tre per New York gli ultimi giorni di luglio, per potersi sistemare negli appartamenti che avevano preso. Quinn si era unita a loro, andando però a vivere con un ragazzo della Dalton, Jacob, conosciuto per caso, anche lui iscritto a Yale.
Kurt e Blaine erano stretti l'uno all'altra, in mezzo alla gente che passava loro attorno. Sotto gli sguardi un po' imbarazzati dei loro amici e quelli disgustati di alcuni passanti. Ma per loro non esisteva più nessuno. Erano solo loro due. Abbracciati. I visi sepolti nel collo dell'altro. Nessuno dei due con l'intenzione di lasciarsi andare. Fu Kurt il primo a staccarsi quel tanto che bastava da appoggiare la propria fronte a quella del moro, tirando su col naso.
"Blaine..."
"Kurt..."
"C-come farò senza di te?"
"Kurt...non è un addio...cinque mesi...cinque mesi e vengo a trovarti. Voglio vedere se è davvero così figo il capodanno a Time Square..." sorrise baciandogli il naso. Kurt singhiozzò una risata. "Sono sicuro che sarà stupendo se ci sarai tu, ma...cinque mesi sono tantissimi..." sussurrò riaffondando il volto contro la spalla di Blaine, che gli accarezzò dolcemente la schiena.
"Ehi, ehi...ci-ci sentiremo tutte le sere, anche a costo di stare sveglio fino alle due di notte...tu mi racconterai le tue giornate e io le mie. Mi descriverai ogni singolo angolo di New York che visiterai e io...uhm, beh, ti ascolterò...ci vedremo comunque con Skype..."
"Non sarà lo stesso che averti accanto..."
"L-lo so, ma..."
"Non sarà lo stesso che sentire il tuo profumo avvolgermi..."
"S-sì, ma..."
"Non ti potrò semplicemente abbracciare per sentirmi meglio o baciarti o farmi fare le coccole o..."
"Ehi, shhh...lo so, Kurt. Sarà dura, ma...ce la faremo...Vedrai che tra una cosa e l'altra cinque mesi passano alla svelta..."
Kurt scosse la testa.
"KURT!" gridò di nuovo Rachel, allontanandosi arrabbiata quando si accorse di essere ignorata, seguita come un cane da Finn. Quinn e Jacob erano già saliti sull'aereo.
Ma a Kurt non è che importasse molto in quel momento. Tirò ancora su col naso, stringendo Blaine più forte. Si aggrappò quasi a lui. Non lo voleva lasciare andare. Scosse di nuovo la testa. "No..." sussurrò piano. "No..."
"Kurt..."
"No...Io...cosa...cosa sto facendo??" scoppiò staccandosi da Blaine, che però non lo lasciò andare. "Io-io non me ne posso andare! Io non me ne vado da nessuna parte! Cosa-cosa vado a fare a New York senza di te?? La NYADA può aspettare ancora un anno! Tu-tu no...No, no, io non me ne vado! Resto qui con te, Blaine..."
Blaine gli prese il volto fra le mani facendo in modo che i suoi occhi severi si fissassero in quelli umidi di Kurt. "Kurt Hummel! Non ci provare nemmeno! Tu adesso sali su quell'aereo, vai a New York, entri nella NYADA e spacchi il culo a tutti, ok?? Io posso aspettare, cazzo, aspetterei tutta la vita pur di vederti realizzare i tuoi sogni, Kurt! E ci sentiremo tutte le sere, te lo ripeto! Ti prometto che alla fine non ne potrai nemmeno più di sentirmi blaterare per ore!"
"Non mi stancherei mai della tua voce.." replicò Kurt, prendendo poi un enorme respiro.
"Ehi, davvero, ce la faremo..." cercò di tranquillizzarlo stringendolo di nuovo e accarezzandogli la schiena.
Kurt soffocò una risata contro il collo di Blaine.
"Perché ridi?"
"Perché sono il ragazzo più fortunato in tutto il mondo..."
"Mmm..e perché mai?"
"Perché ho il ragazzo più straordinario di tutto l'universo..."
"Aspetta un attimo! Vuol dire che mi tradisci?!?" si finse oltraggiato Blaine allontanandolo da sè per guardarlo ridere di più.
"Scemo!" rise Kurt scuotendo la testa. "Grazie, grazie Blaine..."
"Quando vuoi, baby..." rispose dandogli un bacio sulla fronte. "E lo intendo davvero...tutte le volte che ti sentirai giù di morale, o avrai bisogno di tranquillizarti, o qualcuno con cui sclerare o confidarti o qualsiasi cosa, in qualsiasi momento della giornata, a qualsiasi ora, per qualsiasi motivo...chiamami. Davvero, Kurt. Hai ragione, non sarà lo stesso che abbracciarti, ma proverò a fare del mio meglio..."
Kurt si strinse ancora di più a lui. "Ti amo, Blaine. Non sarà lo stesso ma...hai ragione tu. Ce la faremo! E penso proprio che ti chiamerò...ma lo stesso vale per te, intesi?!"
"Sì" annuì il moro prima di prendere di nuovo il volto di Kurt. Si guardarono per un paio di secondi e poi le loro labbra si trovarono. Si baciarono intensamente, Kurt portando le braccia dietro il collo di Blaine.
"Uhm, ragazzi...mi spiace davvero interrompervi, ma...do-dobbiamo andare, Kurt..." disse dolcemente Santana toccando la spalla al castano. Le loro labbra si separarono con uno schiocco e Kurt appoggiò la fronte a quella di Blaine.
"Devo andare..."
"Lo so...Chiamami appena arrivi.."
"Lo farò."
"E anche stasera prima di andare a letto..."
"Sì...e anche domattina appena sveglio..."
"Oooook....lo vuoi chiamare anche quando inaugurerai il bagno??" li interruppe Santana per sdrammatizzare un po'. I due risero, finalmente staccandosi e guardandola.
"Sei solo gelosa!" la canzonò Kurt.
La latina alzò gli occhi al cielo. "Sì, come no...Ora andiamo, però...Già la Berry ci romperà l'anima perché ci abbiamo messo tanto, se poi perdiamo l'aereo...non oso immaginare..."
"Oh, ma dove sono andati tutti gli altri?" chiese Kurt guardandosi attorno.
"Intanto che le vostre braccia si trasformavano in tentacoli e voi vi univate in una cosa sola, gli altri sono saliti sull'aereo. E la Berry era piuttosto incazzata, ti avverto..."
Kurt inarcò un sopracciglio. "Per fortuna che ho deciso di stare con voi!"
"Già! Ma vi avverto! Niente sesso telefonico quando sono in giro, ok??" li minacciò facendo arrossire entrambi.
"Lo stesso vale per te e Britt! Niente sesso quando io sono a casa!" replicò Kurt, rosso fino alle punte delle orecchie.
La latina annuì. "Mmm, mi sembra giusto. Ora muoviamoci..."
"S-sì..." Il castano abbassò un attimo lo sguardo prima di fissarlo in quello umido di Blaine. "Ci sentiamo, Blaine. Ti amo."
"Ti amo anch'io, Kurt." rispose dolcemente baciandolo ancora, alzandosi leggermente sulle punte dei piedi. "Fai buon viaggio e chiamami appena arrivi...ti amo, ti amo, ti amo!!" ripeté baciandolo di nuovo. Si strinsero ancora per qualche secondo, per poi scamiarsi l'ultimo bacio e lasciarsi andare.
"Ciao, Blaine."
"Ciao, Kurt."
"Ciao...e...ti aspettiamo per capodanno, eh hobbit!" lo salutò Santana recuperando il suo trolley e avviandosi predendo sotto braccio Kurt.
"Ciao anche a te, Santana!" rise lui, salutando con la mano il suo ragazzo. "Ah, Kurt!" gridò. Il castano si voltò a guardarlo, ricaccaindo dentro le lacrime. "Ti amo!"
"Anch'io, Blaine!" rispose di rimando prima che Santana lo trascinasse via. Quando fu seduto al suo posto sull'aereo, estrasse il cellulare.
Mi manchi già!!! :( Ti amo <3
Blaine stava salendo in macchina quando ricevette il messaggio e subito inviò una risposta.
Ti amo anch'io, amore! <3 E anche tu mi manchi! :( Ma spegni il cellulare, non lo puoi tenere acceso in aereo! :)
Kurt sorrise leggendo l'sms e mandò un ultimo Ti amo, prima di spegnere il cellulare come gli aveva consigliato Blaine e come stava raccomandando anche l'hostess.
"Vedrai che cinque mesi passano in fretta e appena vi rivedrete scoperete come ricci! E vi prometto che vi lasceremo l'appartamente libero!" lo tranquillizzò Santana.
"Grazie San."
"Quando vuoi, baby!" lo canzonò lei.
"Aspetta...tu hai ascoltato tutto quello che ci siamo detti??"
"Certo! Con cosa credi che ti ricatterò altrimenti??" replicò la latina ghignando.
"Oh cielo! Mi sa che forse non è un'idea poi così brillante aver scelto di stare con voi..."
"Puoi sempre andare con Rachel e Finn..."
Kurt si sporse per guardare i sedili vicini ai loro, oltre Britt, che si era già addormentata contro la spalla di Santana. Rachel e Finn stavano questionando su non riusciva a capire quale argomento e Rachel era nettamente in vantaggio, sbraitandogli contro e attirando l'attenzione di altri passeggeri. "Mmm, no...ok. Preferisco i tuoi ricatti..."
Entrambi risero. "Comunque non stavo scherzando...cioè...per i cinque mesi che passeranno in fretta...vedrai..."
"Lo spero..."
"E...se...se hai bisogno...non-non devi per forza chiamare Blaine...cioè, sì, se vuoi chiamalo, ma...sappi che ci sono anch'io, se hai bisogno..." aggiunse arrossendo e abbassando lo sguardo.
Kurt sorrise dolcemente. "Grazie" le sussurrò piano all'orecchio, appoggiando la testa contro la tempia della mora.
"Sper...spero che valga anche per me..."
"Tutte le volte che ne avrai bisogno io sarò lì, te lo prometto..."
"Grazie"

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Capitolo 6
*** Day 6: Proposal/Wedding ***



Would you marry me?



Kurt appoggiò le posate, schioccando le labbra. "Ottima cenetta, Blaine. Te l'ho mai detto che sei il mio cuoco preferito?" sussurrò sporgendosi sul tavolo per baciarlo dolcemente. Era tornato da un pomeriggio di shopping sfrenato con Santana e Brittany e aveva trovato Blaine ad aspettarlo con il tavolo apparecchiato con cura e delle candele accese per tutta la casa. 'Una cenetta romantica per l'uomo che amo' si era giustificato Blaine. Ma Kurt era convinto ci fosse qualcos'altro dietro.
"Sono contento che ti sia piaciuto tutto! Quell'arrosto non è facile da cucinare, sai?"
"Blaine?"
"Sì?"
"Dimmi la verità...perché la cenetta romantica?? L'ultima volta che l'hai fatto era perché volevi dirmi che tu e i ragazzi avevate deciso di fare un tour in giro per l'America..." 
"E' stata un'idea di Puck e Sam e Finn erano d'accordo. Non potevo dire loro di no! E poi mi pare ti sia divertito anche tu..."
Kurt sorrise. "Certo che mi sono divertito! Ma...non hai risposto alla domanda...perché la cena, Blaine?"
Blaine deglutì, passandosi una mano nei riccioli che non imprigionava nel gel da quando aveva formato il gruppo con gli altri tre. Prese la mano destra di Kurt stringendola tra le proprie.
"Kurt...c'è un momento, quando dici a te stesso...'Oh, eccoti...ti cerco da una vita...' " si alzò, andandosi a piazzare di fianco alla sedia sulla quale Kurt era seduto. Il castano si girò per guardarlo negli occhi, arrossendo ripensando a quando, dieci anni prima, Blaine gli aveva detto quelle stesse parole. "Guardandoti tutte le mattine appena sveglio, o quando esci dalla doccia con i capelli ancora bagnati, o quando cucini canticchiando, o mentre leggi un libro sdraiato sul divano con indosso solo una mia vecchia maglietta, o quando reciti su un palco di Broadway, o quando ti vedo tra il pubblico ad un mio concerto...questi e mille altri sono stati quel momento per me...riguardo a te...T-ti amo, Kurt..." Kurt trattenne il respiro mentre Blaine si inginocchiava, cacciando le mani in tasca ed estraendo una scatolina, aprendola e mostrando un anello semplice d'argento. "E questa cenetta non è altro che una scusa per chiederti...Mi vuoi sposare??"
Kurt portò le mani alla bocca, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime. Blaine lo stava ancora guardando speranzoso.
"Sì! Sì! Sì, certo che lo voglio!!" squittì gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo stretto.
Blaine rise, cottraccambiando l'abbraccio, ma poi allontanandolo dal proprio corpo. "Aspetta.." sussurrò prendendogli la mano e infilandogli l'anello. "San aveva ragione. Ti dona tantissimo!" sorrise entusiasta.
"Ah, quindi avevi una complice!" rise Kurt, asciugandosi le lacrime.
"Sì, beh, mi serviva un consiglio e qualcuno che ti tenesse occupato tutto il pomeriggio per poter preparare tutto..."
"Lo sa qualcun altro?"
"Forse mi è sfuggito con i ragazzi...e dato che Finn l'avrà detto a Rachel, penso lo sappia ormai tutto il mondo..."
Entrambi risero, per poi abbracciarsi di nuovo.
"Ti amo, Blaine!"
"Ti amo anch'io, Kurt!"
"Uhm, aspetta...solo una cosa però..." disse Kurt staccandosi e puntandogli un dito al petto. "Il matrimonio lo devo organizzare io! Nessun wedding planner o cose del genere! Penso a tutto io!"
"Ehi, pensavo di essere stato chiaro...aspetta, riformulo la domanda..." il moro si schiarì la voce, mettendosi di nuovo in ginocchio. "Mi vuoi sposare e organizzare tuuuuutto il matrimonio?" chiese con gli occhioni dolci che facevano impazzire Kurt.
"Blaine Anderson Hummel. Ti amo e ti amerò per sempre. E ora lo renderemo ufficiale!"
"Lo prendo come un sì?"
"Prendilo come un enorme sì!!" esclamò il castano ridendo.
"Bene!!! Allora andiamo a gridare al mondo che ci stiamo per sposare!" prese Kurt per mano, facendolo alzare e trascinandoselo dietro. "Sarà il matrimonio dell'anno! Che dico, del secolo!!"  
"Beh, certo! Se lo organizzo io!!" rise Kurt infilandosi una giacca e seguendo Blaine fuori di casa. Raggiunsero il pub dove di solito si ritrovavano con gli altri ragazzi, trovandoli riuniti ad un tavolo a bere birra.
Santana fu la prima a vederli. "Allora????" chiese ansiosa.
Kurt alzò la mano sinistra mostrando l'anello. Le ragazze squittirono andando ad abbracciarlo mentre Finn, Puck e Sam si congratulavano con entrambi.
Blaine salì sopra una sedia, cercando di attirare l'attenzione. "Signori, signore...stasera offro io a tutti...dobbiamo festeggiare! Io e l'uomo che amo ci sposeremo! E siete tutti invitati perché sarà il matrimonio del secolo! Yaaaaayyyy!!!" si esaltò saltando giù dalla sedia mentre le persone presenti si congratulavano e alzavano bicchieri in brindisi.
Kurt lo strattonò per un braccio. "Blaine! Non pensavo intendessi gridiamolo LETTERALMENTE al mondo!" rise.
"Ma sono così contento, Kurt! Ci sposeremo! E poi...poi adotteremo dei figli! Taaaanti figli! Una squadra di figli! E un gattino! Anzi, un gattino e un cagnolino! Anzi! Una squadra anche di gattini e cagnolini!!" esclamò abbracciandolo forte.
"Ehi, ehi, vacci piano! Di queste cose discuteremo domani...ora pensiamo a divertirci e fare baldoria!" propose staccandosi e afferrando un calice di champagne che il barista stava loro porgendo.
"Ai futuri sposi!!" gridò Finn, seguito da un "Bacio! Bacio!" partito probabilmente da Puckerman. E li accontentarono, baciandosi e non staccandosi per il resto della serata. Perché dovevano festeggiare. Si sarebbero sposati. E in quel momento non avrebbero potuto essere più felici. O forse sì...

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Capitolo 7
*** Day 7: Domestic/Daddy!Klaine ***



Isn't she lovely?


"Papà! Papà! Posso avere uno di quei palloncini a forma di cane che fa quel signore??"
"Certo, Luke!" rispose Blaine arruffando i capelli del figlio di sette anni e prendendogli poi una manina, mentre con l'altra spingeva il passeggino.
"Ne voglio uno anche per Kris!" aggiunse poi indicando la bambina di un anno che Kurt teneva in braccio.
Kurt sorrise. "Sei proprio un bambino dolcissimo, amore. " disse prendendogli anche lui la mano. "Andiamo!"
Presero due palloncini dall'uomo che stava divertendo degli altri bambini nell'angolo del parco che frequentavano sempre.
"Posso prenderne uno anche per Alex??" chiese il biondino tirando la manica della maglia di Blaine.
"Non penso che Alexander gradirebbe, amore..." rispose Kurt.
"E perché no?"
"Perché ai gatti non piacciono i palloncini.."
"Oh..."
"Ringrazia, Luke." Lo incoraggiò poi Blaine.
"Grazie, signore!"
"Prego!" rispose l'uomo con un sorriso.
Luke giocò un po' con il suo nuovo palloncino, gironzolando attorno la panchina sulla quale Blaine e Kurt si erano seduti con la piccola.
"Non è bellissima?" sospirò Kurt aggiustando il vestitino della figlia.
"Sì, lo è!" sorrise Blaine baciandole la testolina coperta da dei boccoli castani. "Ha i tuoi stessi occhi, lo sai?"
"E' impossibile, ma...anche a me piace pensarlo..."  concordò il castano mentre suo marito gli passava un braccio dietro le spalle tirandolo contro il suo petto. Ormai non si preoccupavano più di mostrare gesti d'affetto anche in pubblico. Di certo non davano spettacolo, ma tenersi per mano, portare a spasso i figli, baciarsi, non era un problema.
"Papà! Papà! Danno lo zucchero filato! Posso prenderlo?? Perfavoreperfavoreperfavore??" li interruppe Luke saltando in braccio a Blaine.
"Zucchero filato?? Dove? Lo voglio anch'io!!" si illuminò Blaine alzandosi e prendendo in spalla il figlio che rise allegro.
"A volte mi domando se invece che due figli e un marito non abbia tre figli e basta..." bofonchiò Kurt alzando gli occhi al cielo.
"Ne vuoi un po' anche tu?" chiese Blaine baciandolo sulla fronte, attento a non far cadere Luke.
"No. Mi limiterò a rubartene un po', dato che immagino ne prenderai uno enorme..." rise il castano, mentre Blaine dava un bacio anche alla figlia.
"Papà va via un attimo con Luke ma poi torna con una cosa buona buona!" le disse guardandola dritta negli occhioni dello stesso colore di Kurt.
"Paa-pà" ripeté la bambina mentre il moro stava per allontanarsi con in spalla ancora il più grande.
"OH MIO DIO! Blaine! Ha-hai sentito??" si emozionò Kurt richiamando il marito.
Il ricciolo si voltò di nuovo a guardarli. "No....cosa?"
"Ha detto papà! Ha detto la sua prima parola!!" rise Kurt con le lacrime già agli occhi.
"Da-davvero??" chiese illuminandosi.
"Sì!! Aspetta... amore, dillo ancora! Come si chiama lui??" provò indicando Blaine che posò Luke e si avvicinò alla piccolina.
Kristin allungò le manine verso il viso del moro, riuscendo a stringere uno dei suoi ricci e tirandolo a sè. "Paa-pà" ripeté di nuovo.
"OH MIO DIO, KURT!" squittì prendendo la bambina in braccio e facendo una piroetta su stesso, facendola ridere. "Ha detto papà! Sono la sua prima parola!!" gridò quasi dalla gioia.
Kurt voleva replicare che entrambi erano la sua prima parola, ma Blaine lo anticipò.
"Piccola, come si chiama lui, invece? E' come me, sai? Prova a dirlo ancora..." la incoraggiò.
La piccola lo guardò piegando la testolina di lato, ridendo e poi rivolgendo gli occhioni a Kurt. "Paa-pà!"
Kurt si coprì la bocca con le mani per trattenersi dall'urlare di gioia e iniziando a piangere.
"Papà...papà!" ripeté di nuovo Kristin scoppiando poi a ridere, imitata dai due genitori che si strinsero in un abbraccio.
"Non ci posso credere...sta crescendo anche lei!" sussurrò Kurt mentre Blaine lo baciava su una guancia asciugandogli le lacrime.
"Ehm, scusate ma...anch'io so dire 'papà' da, uhm, sei anni, ma non mi fate così tante feste quando lo faccio!" li interruppe offeso Luke con le braccia incrociate al petto. "E poi voglio lo zucchero filato!" protestò.
"Ehi l'erba voglio non esiste neanche nel giardino del re, ok?" lo rimproverò Blaine passando la figlia al marito e chinandosi per poter guardare negli occhi Luke. "Kristin è la prima volta che lo dice...per questo siamo così contenti. Anche quando l'hai detto tu per la prima volta abbiamo fatto così tanto casino..."
"Davvero?"
"Davvero!"
Il biondino annuì, arrossendo e dondolandosi sui talloni. "Oh...ok...allora va bene...però...però posso avere lo zucchero filato, ora? Per piacere?" aggiunse facendo gli occhioni dolci al padre che si aprì in un enorme sorriso riprendendolo in spalla.
"Certo, campione! Torno subito..." aggiunse rivolto al marito che si era riseduto sulla panchina.
Kurt annuì. "E..Luke..."
"Sì, papà?"
"Vedrai che imparerà a dire anche il tuo nome!" sorrise sistemando meglio la ricciolina tra le sue braccia.
"Oh lo so, papà! Anche perché glielo insegnerò io!" replicò il biondo gonfiando il piccolo petto orgoglioso.
"Bene! Allora andiamo a prendere lo zucchero filato così fai il pieno di energie e poi inizi subito le tue lezioni!" esclamò Blaine.
"Sììììììììì!!!!"

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