I'll hold your hand.

di MiHyeon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Sospensione. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


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L'aula era piombata nel più totale silenzio nel preciso istante in cui un uomo sulla cinquantina fece il suo ingresso nella stanza. Tutti gli studenti lo guardavano borbottando tra di loro e chiedendosi chi diavolo fosse; lui, invece, se ne stava tranquillo seduto alla cattedra, senza proferire parola. Stava sfogliando un quotidiano, e non si era nemmeno degnato di alzare lo sguardo su di noi. 
Sentii picchiettarmi su una spalla, così mi voltai a destra, trovando il mio compagno Kibum che mi guardava con un espressione corrucciata. Vicino Kibum sedeva Jonghyun che, con la stessa espressione in viso, faceva passare lo sguardo da me, al suo ragazzo. Solo in quel momento notai che Key- come preferiva farsi chiamare- aveva picchiettato contemporaneamente sia la mia che la sua spalla.
"Ragazzi," mormorò con voce lamentosa, passando ad un espressione quasi di sofferenza. "Io credo di sapere chi sia quell'uomo!" disse poi, facendo passare lo sguardo da me, all'altro ragazzo. "Qualche giorno fa, ho sentito alcuni insegnanti parlare dell'arrivo del nuovo professore di matematica.."
"Cosa? Ma ne abbiamo già uno!" disse Jonghyun, aggrottando le sopracciglia, spostando poi lo sguardo verso l'uomo. Lo seguii pensando che, effettivamente, non ci sarebbe altra spiegazione se non questa.
"Lo so, ma-" il suono della campanella interruppe la leggera voce lamentosa del ragazzo tra di noi. Il nuovo insegnate sospirò, e finalmente si decise a ripiegare con cura il suo giornale e ad alzare lo sguardo.
"Buongiorno a tutti, ragazzi" disse con uno strano accento. Non era coreano, e non ci sarebbe voluto di certo un genio per capirlo. I suoi lineamenti, poi, erano occidentali. Si alzò in piedi e camminò lentamente fino alla lavagna, che occupava gran parte della parete, con le mani congiunte dietro la schiena. "Come avrete notato, oggi ci sarò io a posto della vostra professoressa.." inizò
"E' malata?" azzardò un ragazzo nella prima fila con voce bassa, quasi intimorito.
".. E ci resterò fino alla fine dell'anno" aggiunse, negando appena con un cenno del capo. Nell'aula si alzò un coro di protesta, che subito l'uomo fece tacere alzando il tono della voce. "Le cose stanno così, se non vi sta bene, potete sempre cancellare la vostra iscrizione e trasferirvi in un altro istituto."
Sospirai rassegnato. La scuola sembrava essere iniziata nel migliore dei modi: la classe era ok, nonostante non avessi avuto l'occasione di parlare con molti di loro, i professori non erano nè troppo severi, nè troppo permissivi, e per un mese tutto era volato come se nulla fosse. 
Scrisse a grandi lettere il suo nome sulla lavagna, poi ci guardò uno ad uno.
"Bene. Mi hanno informato riguardo il programma sul quale avete lavorato fin'ora," tornò a sedersi alla cattedra, avvicinando con una mano il registro al bordo del tavolo. Poi alzò gli occhi verso di noi "Qualcuno che si offre volontario per sintetizzare tutto ciò che avete fatto, alla lavagna?" chiese spostando lo sguardo tra i banchi. Nessuno si fece avanti, anzi, molti di loro si improvvisarono impegnati o simularono dei colpi di tosse. Kibum si lamentò alla mia destra, affondando la testa tra le braccia appoggiate sopra il banco, mentre Jonghyun gli passava un suo braccio attorno le spalle.
Il professore sorrise. "Bene, come immaginavo. Scelgo io," scorse velocemente con lo sguardo lungo la lista degli alunni, poi lo alzò di nuovo verso di noi. "Chi è Lee Taemin?"
Gli occhi di tutti i ragazzi si spostarono su di me, e Key squittì sorpreso al mio fianco. Sospirai. Davvero un bell' inizio.
 
 
 
 
"Che schifo.." mormorò Kibum appoggiandosi con la schiena al petto di Jonghyun, mentre questo lo stringeva abbandonando la testa sulla sua spalla.
"Key, ti prego smettila. Sono tre ore che ti lamenti!" sbottai aprendo un secondo gli occhi, prima di richiuderli e godermi l'aria fresca sul viso. La mattinata era stata snervante, devo ammetterlo, in particolar modo nell'ultima ora di lezione, ma continuare a lamentarsi non avrebbe di sicuro risolto la situazione.
"Ma Taem, hai visto anche tu com'è! Non sa nemmeno spiegare, poi.."
"Kibummie," intervenne Jonghyun, stoppando le sue lamentele. "Credo che tra i tre, tu sia quello che deve lamentarsi di meno: il professore non ti ha nemmeno guardato, a differenza di me e Taemin.." disse ridacchiando appena. Gli lanciai un occhiataccia, facendogli così schiarire la voce e guardare altrove. Beh, sì, per me non era stato di certo un bell'inizio. Interrogato all'ultima ora ed umiliato di fronte a tutta la classe. La matematica non è mai stata il mio forte, ma non mi è mai nemmeno interessato studiarla: tutti quei numeri, che diavolo!
"Ah, cazzo.. Meno male che fino a lunedì non dovremo più vedere la faccia di quello"  sospirai passandomi una mano sul viso. In un certo senso, anche gli orari erano spettacolari: le ore di matematica erano state scelte solo per i primi due giorni della settimana. Però, con questo, c'era sempre la scusa per assegnare più compiti.
"Già," sospirarono gli altri in coro. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, gli unici suoni udibili erano il fruscio degli alberi del parco della scuola in cui ci trovavamo, i lontani schiamazzi di qualche ragazzo che si divertiva, e il cinguettio degli uccelli che volavano sopra le nostre teste. Poi si sentì un fruscio non molto lontano, e istintivamente aprii gli occhi voltandomi nella direzione del suono. Una ragazza era poco distante da noi. Era molto carina, devo ammetterlo: indossava l'uniforme della nostra scuola, che sul suo piccolo e magro corpo cadeva che era una meraviglia. I capelli castano scuro raccolti in una coda alta, con qualche ciuffo che cadeva ad incorniciare il viso; gli occhi scuri che si spostavano da noi al terreno che stava lentamente percorrendo. Si avvicinò di qualche altro passo e strinse le mani attorno la tracolla del suo zaino, schiarendosi la voce, attirando così anche l'attenzione degli altri ragazzi.
"Scusate.." mormorò leggera.
"Sì?" risposi alzandomi a sedere, prestandole attenzione. Lei arrossì ed abbassò nuovamente lo sguardo. Sorrisi inconsciamente guardandola, sembrava talmente impacciata a tal punto da sembrare tenera.
"Mi chiamo Tsuki, sono una nuova studentessa. E' il mio primo giorno qui, e mi chiedevo se qualcuno di voi potesse mostrarmi dov'è la segreteria.." continuò incerta.
Sentii un gemito soffocato alle mie spalle e voltandomi vidi Jonghyun tenersi lo stomaco dolorante, mentre Kibum riportava il gomito a poggiarsi sulle gambe e sorrideva angelico verso di noi. Il più vecchio dei due borbottò qualcosa come un 'Credo di avere un impegno..' guardando truce il compagno. Yume li guardava con gli occhi sbarrati, ma poi tornò a concentrarsi su di me, pregandomi quasi con lo sguardo.
"Oh, sì certo! Vieni, ti accompagno!" Le sorrisi, indicandole la strada con una mano e portandola verso l'uscita del parco.
"Ci vediamo dopo, Taemin?" mi chiese Kibum, alzando il tono della voce. Mi voltai annuendo, prima di tornare a fissare la strada avanti a noi.
"Allora, questo è il tuo primo giorno?" Lei annuì, con lo sguardo basso.
"Sono un po agitata, per questo.." ammise arrossendo. Sorrisi e mi fermai, porgendole la mano.
"Io sono Taemin."
Dopo un attimo di esitazione, nel quale fece passare velocemente il suo sguardo dalla mia mano al mio viso, la strinse piano, sorridendo appena. "Piacere di conoscerti" disse.
"Da dove vieni?" Le chiesi, riprendendo a camminare, portando le mani in tasca.
"Osaka, Giappone." rispose, fermandosi a guardare la grande entrata della scuola. Io sgranai gli occhi.
"Che cosa?" chiesi sbalordito. Lei mi guardò, annuendo piano, pronunciando un flebile "Sì.."
"Cavolo!" continuai, "Parli così bene la nostra lingua che credevo fossi coreana" ridacchiai, felice nel vederla fare lo stesso.
Scosse la testa, "Mio padre lo è. Fin da quando ero bambina mi ha sempre insegnato qualcosa nella sua lingua. Ed ora che io e tutta la mia famiglia ci siamo dovuti trasferire qui a Seoul, mi trovo avvantaggiata" disse, scrollando le spalle.
Io annuii, "E mi sembra anche ovvio." risi, poi le toccai delicatamente la spalla, invitandola a proseguire. "Eccoci, siamo arrivati."
Salimmo insieme i grandini all'ingresso ed entrammo nel grande edificio. Percorremmo il corridoio adornato da cartelloni, bacheche con su attaccate decine di buste contententi avvisi o programmi scolastici, e finestre che davano sul cortile. Arrivammo davanti una grande porta a vetri chiusa con un cartello con su scritto 'Presidenza'.
"Questo come potrai immaginare è l'ufficio del preside" Le dissi "Spero tu non abbia mai bisogno di entrarci, e immagino non ne abbia. Sembri una ragazza seria.." buttai lì.
"Oh, grazie.." disse piano lei arrossendo.
Svoltammo l'angolo, trovandoci davanti a due grandi porte spalancate. La stanza non era grande: al centro c'era una cattedra, piena di fogli e cartelle, in fondo all'aula c'erano tre armadietti, e per il resto solo due o tre sedie. Era sempre piuttosto ordinata, la bidella della nostra scuola ci teneva a tenere le cose a posto. E poi, anche se non lo avesse fatto, il preside l'avrebbe ad ogni modo obbligata a farlo.
"Questa è la nostra segreteria." mi affacciai nella stanza, non trovando però nessuno. Assottigliai gli occhi, "Dovrebbe sempre esserci qualcuno quì.." dissi piano, avvicinandomi alla cattedra. Saltai indietro e Dio solo sa come feci a trattenere un urlo quando la nostra bidella spuntò da sotto la scrivania di scatto.
"Infatti eccomi!" disse allegra, appoggiando alcune penne sopra la cattedra e sbattendo le mani sui propri jeans. "Quelle penne erano cadute a terra." si scusò.
La nostra bidella era la donna più brutta che avessi mai visto in tutta la mia vita. Era bassa, magra ma con fianchi e fondoschiena larghi, e nonostante tutto si ostinava ad indossare jeans attillati ed allacciati praticamente sotto il seno, e probabilmente il suo armadio era composto solamente da camicie o maglie scollate ed estremamente corte. Erano più le volte in cui indossava ciò che voleva, che quelle in cui portava correttamente il camice che la scuola prevedeva per gli addetti.
Il viso magro, incorniciato da dei lunghi capelli neri e da una frangia che avrebbe fatto pietà anche a mia nonna. Gli occhi quotidianamente mal truccati e spalancati.
E beh, era piuttosto inquietante quando tale persona non faceva altro che fissarti in continuazione.
"Ditemi pure ragazzi." sorrise dolcemente.
"O- oh sì. Vedi, lei è-" iniziai a parlare ma venni interrotto da Tsuki che prese posto davanti a me, spiegando tutta la situazione alla bidella. Io feci qualche passo indietro e andai ad appoggiarmi con le spalle al muro poco distante. Effettivamente è giusto che sia lei a parlare, ma io volevo semplicemente aiutarla, diamine. Poteva anche essere un pochino più educata.
Cavolo, me la sto seriamente prendendo per questo? Ultimamente sono parecchio irritabile.
Riportai lo sguardo sulle due, e le vidi allontanarsi. "Tsuki!" la richiamai. Cosa avrei dovuto fare, aspettare lì o andarmene? Avvertire sembra esser diventato un optional..
Lei si voltò a guardarmi e congiunse le mani avanti il suo viso, continuando a camminare all'indietro. "Scusami, Taemin! Puoi aspettarmi lì? Torno subito!" Annuii, vedendola sorridere e tornare a voltarsi verso la donna al suo fianco.
Sospirai e mi lasciai scivolare fino a terra, dove mi sedetti, appoggiando la testa al muro. Spero solo non ci metta molto.
Presi il mio fidato I-pod dalla tasca dei Jeans, e infilai le cuffie, chiudendo gli occhi e rilassandomi, facendo partire la prima canzone che mi passava sotto gli occhi.
Dopo dieci minuti buoni, mi sentii picchiettare sulla spalla e, aprendo gli occhi e voltandomi di scatto, trovai Tsuki inginocchiata al mio fianco. Mi tolsi gli auricolari dalle orecchie e le sorrisi.
"Possiamo andare." mi disse lei, alzandosi "Grazie per avermi aspettato."
"Figurati, non avevo nulla da fare" mentii ricambiando il sorriso. "Allora è tutto ok?"
"La segretaria dice che siamo nella stessa classe" annuì lei, sorridendo.
"Davvero? E' fantastico!" dissi, facendo per avviarmi verso l'uscita, ma venni richiamato dalla bidella.
"Lee!" mi chiamò facendomi cenno di avvicinarmi, così mi voltai e le andai vicino, seguito da Tsuki "Il tuo professore mi ha detto di riferirti che se vuoi c'è un corso di recupero di matematica nel pomeriggio. Visto che sei letteralmente fuggito dalla classe, ha detto di non essere riuscito a fermarti, così.."
"La ringrazio" tagliai corto, stoppandola. "Ma nel pomeriggio ho altri corsi, e non sono libero."
"Ma la matematica è importante, Taemin.." insistè lei.
Sospirai, "Vedo cosa posso fare." chiusi lì il discorso, salutandola e dirigendomi verso l'uscita con Tsuki. Percorremmo nuovamente tutto il corridoio, incontrando qualche ragazzo che entrava.
"Taemin.." disse poi lei con un filo di voce.
"Dimmi," le risposi guardandola. Lei si strinse le mani, abbassando lo sguardo.
"Oggi mi hai aiutato molto, come posso ricambiare?" chiese arrossendo e facendomi sorridere nuovamente. Era carina quando lo faceva, troppo.
"Figurati, non importa- Non sarai mica un piccolo genio in matematica?" dissi poi, guardandola di sbieco. La vidi sgranare gli occhi e scuotere velocemente la testa.
"Assolutamente no, anzi!" rispose subito, poi sembrò rifletterci su e aggiunse "Ma mio fratello sì."
"Hai un fratello?" chiesi "Io, se non fosse per Kibum e Jonghyun.." mi fermai vedendola scuotere la testa. ".. cosa?"
"Sì, ho un fratello, " annuì lei "ha quattro anni più di me, e sono due anni che vive qui a Seoul. Ma ricordo che quando abitavamo ancora tutti insieme, mi aiutava sempre in quella materia" ridacchiò.
"Come vorrei averne uno anche io." sorrisi amaramente. Lei mi prese la mano e mi tirò verso l'uscita. 
"Vieni, oggi si è offerto di accompagnarmi lui, te lo presento!" disse allegra. 
"C- cosa? No, non credo sia il caso.." cercai di tirarmi indietro, ma lei insistette, così alla fine accettai e, anche se un po agitato, ci dirigemmo verso i grandi cancelli della nostra scuola.
 
"Minho!" urlò lei, saltando in braccio a suo fratello. Li guardai, a qualche metro da loro, sorridendo inconsciamente. Si dissero qualcosa, poi lei gli stampò un bacio sulla guancia, mentre lui la teneva per i fianchi e la rimetteva con i piedi a terra. "Minho, ti presento Taemin." Disse poi avvicinandosi a me. "E' un mio compagno di classe. Mi ha aiutato molto oggi.." 
"Non ho fatto nulla di particolare, figurati.."
"Io sono Minho, sono suo fratello." mi porse la mano, e la strinsi. Lo guadai e notai che era un bel ragazzo, se Tsuki non mi avesse parlato di lui prima, avrei sicuramente pensato che fosse il suo fidanzato. Sembrano molto.. uniti.
Aveva stile, quel ragazzo. Indossava dei semplici jeans scuri, con qualche piega più chiara, una camicia bianca sopra, con le maniche tirate fino al gomito, la cravatta nera allacciata un po lenta al collo, ed un cappello elegante un pò spostato sopra i suoi lunghi capelli castani e mossi. Aveva un girocollo con una 'M' con su incastonato un brillante, che cadeva dolcemente sul suo petto, e due anelli sulle dita della mano sinistra. Semplice ed elegante al tempo stesso.
Il suo sguardo quasi di sfida puntato su di me, però, non prometteva nulla di buono.
"Ta- Taemin, piacere." dissi piano.
"Allora hai aiutato mia sorella nel suo primo giorno, mh?" chiese mettendole una mano attorno la vita. Io annuii. "Ti offro un caffè."
"Io non bevo caffè, ho già problemi a dormire di mio.." scherzai, "E comunque per così poco, non ho fatto nulla."
Minho fece un cenno con la mano avanti il suo viso, sbuffando una sorta di risata. "Un tè?"
"Davvero non ti... e va bene, vada per un tè.." sorrisi leggermente chinando il capo imbarazzato. Minho sorrise soddisfatto a sua volta, mentre Tsuki battè le mani felice. Uscimmo dal cortile della scuola e camminammo insieme fino al bar più vicino, il quale era situato a quasi un chilometro di distanza. Restai in silenzio ad ascoltare i discorsi dei due fratelli, e mi chiesi come mai Tsuki avesse un nome di origine giapponese, e lui coreana, ma ci passai sopra sorridendo non appena Minho corresse sua sorella e lei si scusò arrossendo.
"Mh!" mugugnò ad un tratto Tsuki, mentre masticava una fetta della torta che aveva visto in vetrina. Era un dolce semplice, fatto di yougurt e frutta, pensai che forse la ragazza era una tipa molto attenta alla linea, ma che non riuscirebbe a resistere di fronte a certi piatti. 
Si pulì la bocca con un tovagliolino di carta, voltandosi verso il fratello, mentre lui girava il suo latte macchiato. "Minho, tu non eri bravo in matematica?" gli chiese, ed io arrossii maledicendola per essersene ricordata. Cercai di nascondermi dietro la mia tazza di tè, prendendone un sorso.
Minho tossicchiò annuendo. "Beh, me la cavo abbastanza bene," ammise sorridendo. "Perchè?"
"Sai, " iniziò Tsuki "Io non sono mai andata bene in quella materia, e me la sono sempre cavata con delle sufficienze.. E ricordo che prima mi davi sempre una mano.."
"Vuoi che ti aiuti con i compiti?" gli chiese con tono dolce, lasciando stare la sua bevanda e incrociando le braccia sopra il tavolo.
"Magari.." annuì la sorella, spostando nuovamente la sua attenzione sul dolce.
"D'accordo." Disse Minho, strappandole la piccola forchettina blu dalle mani e portandosi alla bocca un pò della torta, gustandola. Tsuki lo richiamò, lamentandosi e riprendendosi la posata di plastica, mentre il fratello sghignazzava.
Ridacchiai guardandoli, pensando a come sarebbe stato se anche io ne avessi avuto ancora uno. Magari ora saremmo andati d'accordo, o forse lui mi avrebbe odiato perchè sarei stato troppo appiccicoso nei suoi confronti, o troppo menefreghista. Magari saremmo potuti essere quella tipica coppia di fratelli che si prendono a parolacce dalla mattina alla sera e che non perdono l'occasione di passare alle mani, ma che non appena l'altro si trova in difficoltà, non si fanno problemi ad intervenire e difenderlo. Chi lo sà...
Io, Jonghyun e Kibum siamo amici dalle scuole medie, ed è come se fossimo fratelli. Passiamo molto tempo insieme e ci aiutiamo l'un l'altro, quando serve. Quando mi misero al corrente della loro relazione, quasi stentavo a crederci. Insomma, era come se avessi scoperto una relazione clandestina fra due fratelli. Ma passai comunque sopra il primo momento di shock, e fui davvero felice per loro, infondo, l'amore è l'amore. Non si può scegliere di chi innamorarsi.
Tra l'altro fidanzati sono ancora più buffi e simpatici che da semplici amici. Non che prima non lo fossero, assolutamente, ma le scenate da donnetta isterica di Kibum e la rassegnazione del povero Jjong sono fantastiche. Non si possono realmente descrivere.
"Tra l'altro, servirebbe una mano anche a Taemin!" venni riportato alla realtà dalla voce di Tsuki, e dai loro sguardi puntati su di me. Solo in quel momento mi accorsi di essere rimasto con le labbra incollate alla tazza, e di aver ingerito più della metà della bevanda fresca. Ripresi fiato, abbassandola e tossicchiando un pò.
"Davvero?" chiese Minho "A prima vista sembri un piccolo secchione" rise, portandosi una mano alla bocca e guardandomi. Io arrossii e balbettai qualcosa molto simile ad un 'Eh già..' .
"Comunque, non c'è problema, posso sempre seguire il corso di recupero a scuola.." dissi imbarazzato, ravvivandomi i capelli castani con una mano. Come poteva pensare Tsuki che una persona si sarebbe messa a dare lezioni ad uno sconosciuto, praticamente? Infondo sarei potuto essere una persona poco affidabile, magari uno squilibrato, un piccolo mafioso..
"Io non ho problemi." disse Minho senza esitazione.
"Non devi sentirti obbligato.." mormorai piano.
"Non ho problemi." Ripetè, prendendo l'ultimo sorso della sua bevanda e alzandosi in piedi. "Sbrigati a finire quella roba" disse a sua sorella, mentre estraeva dalla tasca posteriore dei jeans il portafogli, frugandoci dentro alla ricerca delle giuste banconote. 
Finii velocemente il mio tè, anche io, e mi chinai a prendere la mia parte del conto.
"Ah- ah, Taemin." mi richiamò Minho, scuotendo la testa. Lo guardai confuso e lui mi fece cenno di alzarmi. "Lascia stare quei soldi, non li voglio." disse tenendo gli occhi fissi sulle sue mani. Prese due banconote e le appoggiò sul tavolo. "Offro io" sorrise. "Dopo che hai aiutato mia sorella, questo è il minimo."
Annuii e mi alzai, prendendo in spalla lo zaino, alzai gli occhi e incontrai il suo sguardo "Grazie Hyung."

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


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Guardai il mio riflesso nello specchio mentre aspettavo che Kibum facesse partire la musica. Osservai i miei lunghi capelli castani raccolti in un'alta coda, la mia classica tenuta da ballo, che consisteva in una larga maglia a righe bianche e nere, dei pantaloni attillati di una tuta che arrivavano poco più giù delle ginocchia, e le mie immancabili Converse. Il mio aspetto a dir poco stravolto, con il viso bagnato di sudore ed il respiro affannoso.
Due volte alla settimana Kibum prendeva in prestito la sala prove di suo padre per tre ore, e ne approfittavamo per provare qualche coreografia. Lo facevamo solamente per hobby, non miravamo davvero a diventare come il padre di Key, ormai ballerino professionista da qualche anno; il nostro era solo divertimento. Ovviamente era stato Kibum a trascinarmi in questo mondo, ed io, dopo un primo momento di indecisione, mi lasciai trasportare. Ed ora devo ammettere che la cosa mi piace parecchio. Capii che ballare era la cosa che mi più mi piaceva fare, quella che meglio mi riusciva, e quella che non mi faceva pensare a nulla, facendomi sentire libero. Ero tornato a vivere, e non dovevo far altro che ringraziare Kibum.
"Vuoi fare una pausa?" mi chiese ad un tratto il biondo, guardandomi preoccupato attraverso la supercifce riflettente. Pensai di essere ridotto davvero male, dopo quella domanda.
"Ti creerebbe problemi, Hyung?" sospirai passandomi una mano tra i capelli ed appoggiando l'altra sul mio fianco. Key mi sorrise apprensivo.
"Certo che no!" esclamò allontanandosi dallo stereo della sala e avvicinandosi a me.
Probabilmente Key non aveva pensato che io potessi essere stanco dalla precedente lezione, eppure poteva immaginarlo.
Suo padre non poteva liberargli la sala per il giovedì, come era d'accordo, così, giusto per mantenere il ritmo delle due lezioni settimanali, abbiamo dovuto provare di domenica.
Ma quel giorno Kibum era troppo arrabbiato dopo la litigata avvenuta quella stessa mattina con Jonghyun per rendersi conto che un intero pomeriggio a ballare, senza neanche una pausa, era troppo per un fisico poco allenato come il mio.
Mi prese la mano e mi portò seduto a terra con lui, sorridendomi. Mi passò una bottiglietta d'acqua che gli strappai letteralmente dalle mani, prendendone un lungo sorso e facendolo ridacchiare.
"Grazie Hyung." gli dissi, riprendendo fiato. Mi stesi, sciogliendo la coda per evitare che m'infastidisse, e chiusi gli occhi. L'attimo dopo sentii la mano di Kibum accarezzarmi dolcemente i capelli, passando le dita fra di essi, come se volesse sciogliere quegli intrecci che in realtà non c'erano. Sorrisi.
"Come è andata oggi con la nuova arrivata?" mi chiese ridacchiando Kibum. Lo imitai.
"Tutto ok. E' nella nostra classe, sai?" lo informai preparandomi di già al peggio. Difatti, neanche il tempo di finire la frase che Key lanciò un urlo indignato.
"Cosa? Nella nostra classe? Con Jonghyun presente? Quella?" chiese a raffica con voce stridula, lanciando qualche imprecazione contro la ragazza.
"Dovresti stare tranquillo e fidarti di Jonghyun, Key." risposi io.
"Io mi fido di Jjong, è di quel cardo di montagna che non mi fido!" urlacchiò facendomi scoppiare a ridere.
Rotolai su un fianco, tenendomi stretta la pancia fra le mani, ridendo senza riuscire a ripredere fiato, mentre Kibum continuava ad insulare la nostra nuova compagna con i nomi più strani che gli venissero in mente.
Key, dal canto suo, mi guardava cercare di respirare, con il viso arrossato e rigato da qualche lacrima, e sorrise, felice di vedermi in quello stato. Conoscevo abbastanza il mio amico per capire cosa gli passasse per la testa in quel momento, soprattutto quando mi guardava in quel modo, con quel sorriso dolce e appena accennato sulle labbra, e gli occhi lucidi.
A Kibum faceva male il cuore quando ripensava a com'ero ridotto qualche anno fa. Ma era comunque felice di ciò che aveva fatto per aiutarmi.
Mi stesi nuovamente sulla schiena, asciugandomi gli occhi, ancora scosso dalle risate ormai affievolite.
"Oh Dio, Kibum.." sorrisi, rilassandomi. Il ragazzo mi guardò, mordendosi l'interno della guancia.
"Taemin, come va?" mi chiese con un filo di voce, come se avesse paura di porgermi quella domanda.
Il mio sorriso si spense all'istante, poichè sapevo a cosa si riferisse Kibum con quella frase. Sospirai e mi passai due dita sotto gli occhi, restando in silenzio per qualche secondo.
Già, come stavo? Ormai erano passati tre anni, infondo, la cosa non era più così fresca. Ma io stavo bene? Visto dall'esterno sarebbe potuto sembrare così, ma guardandolo dalla mia posizione?
No, probabilmente non stavo poi così bene.
Mi sforzai di sorridere nel modo più naturale che mi riuscisse e mi rivolsi a Kibum.
"Certo Hyung!" risposi strizzando gli occhi e ridacchiando.
Key sospirò ricambiando il sorriso, e mi scompigliò i capelli, rialzandosi da terra. Guardò l'orologio appeso al muro e battè le mani.
"Abbiamo ancora un' ora, vogliamo proseguire?" chiese porgendomi la mano. Sorrisi allungando la mia verso quella del biondo e, stringendola, mi issai in piedi.
"Proseguiamo!" annuii, guardando Kibum correre verso lo stereo, saltellando e urlicchiando uno 'YES BABY!' con un accento tutto suo.
Spostai nuovamente lo sguardo verso lo specchio, sospirando.
Se solo Taesun fosse stato qui con me.
 
 
 
 
L'indomani mattina arrivai a scuola con ben dieci minuti di ritardo, rispetto agli altri giorni.
La sera precedente ero andato a letto presto a causa della stanchezza dovuta agli allenamenti con Kibum, e mi sono subito addormentato. Sentivo di poter dormire per dodici ore consecutive- e il mio intento sarebbe stato senz'altro quello, se non fosse per le lezioni del mercoledì-, peccato che dopo non appena due ore di sonno fui svegliato dall'incubo di quella notte. Succedeva spesso che la sognassi, rare erano le volte in cui non accadeva.
Da lì, non ero più riuscito a dormire, prima di altre tre ore buone passate a fissare il soffitto della mia camera, con occhi spenti e stanchi, fino a riaddormentarmi esausto.
La sveglia suonò puntuale alle 6, ma la spensi voltandomi dall'altra parte ancora addormentato. I miei occhi, però, si aprirono improvvisamente quindici minuti più tardi ed iniziai ad agitarmi tra le lenzuola per liberarmi dal groviglio nel quale mi avevano racchiuso in quelle ore di sonno, finendo col ruzzolare a terra, sbattendo malamente sul terreno.
 
Corsi fino alla mia aula, che trovai fortunatamente ancora aperta. Tutti i miei compagni erano divisi in più gruppi e stavano parlottando tra di loro, mentre altri preferivano divagarsi giocando a carte. Confuso, spostai poi lo sguardo sulla cattedra vuota e infine sul mio banco, cercando i miei amici che sembravano essersi volatilizzati nel nulla. Lì, vidi Tsuki seduta all'ultima fila, qualche posto più giù del mio, chinata su dei quaderni mentre mordicchiava il tappo della penna. Sorrisi e mi avvicinai.
"Buongiorno" la salutai, vedendola sussultare e alzare di scatto la testa. Mi guardò con i suoi grandi occhi, poi sorrise timidamente e arrossì.
"Ciao Taemin!" ricambiò portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre io aggiravo la fila di banchi fino a sedermi vicino a lei.
"Che stavi facendo?" le chiesi, appoggiandomi con i gomiti sulla superficie del tavolo e indicandole il quaderno dagli angoli arricciati, che aveva prontamente chiuso non appena resasi conto della mia presenza. Lei abbassò lo sguardo su di esso, giocando con la copertina bianca.
"Niente di che," sorrise nuovamente, prima di portare lo sguardo sul mio viso. "Taemin, stai bene?" mi chiese poi, un'espressione preoccupata sul delicato volto. Mi portai istintivamente una mano sul viso, toccandomi con due dita la guancia e poco sotto l'occhio sinistro. Probabilmente le occhiaie provocate dalla nottata sveglio erano ancora visibili sul mio viso, nonostante avessi cercato di coprirle con del trucco rubato dalla trousse di mia madre. Strinsi le labbra e le sorrisi ugualmente, di certo non potevo mettermi a raccontare tutto, e non a lei.
Ma non perchè fosse lei, fosse stato qualcun'altro al di fuori di Kibum e Jonghyun non avrei parlato lo stesso.
"Sì, è che.. soffro di insonnia" buttai lì velocemente, mentendo con la prima cosa che mi era venuta in mente.  "E stanotte non sono riuscito a dormire, tutto qui." annuii, cercando di risultare il più credibile possible. Lei parve berla e la vidi annuire sorridendo, prima si spostare lo sguardo sul resto della classe. Un gruppo di mie compagne stavano discutendo a bassa voce, spostando ogni tanto lo sguardo su me e Tsuki, ridacchiando. "Hai visto JongKey?" le chiesi poi, girando di scatto il capo verso di lei, sentendo improvvisamente la mancanza dell'irritante voce di Kibum. Tsuki, assottigliò gli occhi, confusa.
"Chi?" 
Socchiusi gli occhi, sospirando. Già, avevo dimenticato che lei era nuova, e non conosceva ancora proprio tutto. E, come d'abitudine, avevo chiamato i miei due amici con quel nomignolo che io stesso gli avevo affibbiato qualche tempo prima.
"Umh, Jonghyun e Key, sai.. quei due ragazzi che erano con me ieri." spiegai, giocando nel frattempo con un bracciale un pò troppo grande per me, che portavo sempre al polso e  che rischiavo di perdere ogni qualvolta il suo ricordo passasse in secondo piano.
"Ah, umh.. sono usciti non appena ci hanno informato dell'assenza del professore.." rispose, guardando distrattamente le luci sul soffitto della classe. "Sai, quel K.. Kijoon?" assunse un'aria confusa. "Il ragazzo con i capelli biondi."
"Kibum." la corressi, ridacchiando. Lei sorrise annuendo e arrossendo appena.
"Kibum," ripetè. "Credo mi odi." disse infine, giocando con una ciocca dei suoi capelli, con espressione triste. Si mordicchiò il labbro inferiore mentre io scoppiavo a ridere cercando di fare meno rumore possibile. 
Oh sì, credeva decisamente bene. Però, era sveglia la ragazza!
"Perchè?" le chiesi.
"Non lo so.. quando sono entrata e mi sono seduta qui, continuava a fissarmi in modo.. strano. Mi guardava davvero male, Taemin. Dopo ha preso per mano Jong.. Junhy- l'altro tuo amico, insomma, e l'ha tirato fuori dall'aula." raccontò mormorando piano. Ridacchiai nuovamente, cercando di nascondermi dietro la mia mano. Potevo benissimo immaginare Kibum, come potevo immaginare le sue occhiatacce tipiche di quando qualcosa o qualcuno non era di suo gradimento.
"Non farci caso, Kibum è.. strano." lo giustificai passandomi una mano tra i capelli, prima di stropicciarmi gli occhi.
La stanchezza si faceva sentire ogni minuto di più, di questo passo avrei rischiato di addormentarmi sul banco. Ma ripensandoci, le prime due ore erano libere: il professore di psicologia sembrava essere malato, o comunque era assente, e ne avrei potuto approfittare.
Sbadigliai portando le braccia verso l'alto e stiracchiandomi un po. Improvvisamente il banco sembrava così invitante. Gli occhi sembravano non riuscire a rimanere aperti e in poco tempo mi ritrovai con il viso affondato tra le braccia, i capelli castani che mi ricadevano su di esse, creando una barriera tra me e la luce, tra me e il resto del mondo.
Non mi importava quello che avrebbero pensato i miei compagni vedendomi in quello stato, ora volevo solamente riposare.
"Ah, Taemin." disse poi Tsuki, riportandomi alla realtà. In un primo momento fui tentato di mugugnare qualcosa e rimanere fermo, giusto per farle capire quali fossero le mie intenzioni, ma alzai comunque contro voglia il capo, cercando di darmi un contegno nonostante i miei occhi fossero ancora semichiusi.
"Sì." bofonchiai. Lei mi guardò, chinando il capo da un lato.
"Stai bene?" mi chiese nuovamente, e in quel momento risultò davvero irritante.
"Sì, vorrei solo dormire un po." ammisi, grattandomi la punta del naso. "Dimmi, comunque." forzai un sorriso.
"Minho dice se sei libero domani pomeriggio. Lui non ha nulla da fare, sai.."
"Oh," avevo dimenticato l'accordo preso con suo fratello. "Sì, credo di sì." risposi. Per una volta avrei potuto anche saltare gli allenamenti con Kibum e fare qualche attività più rilassante. Anche se studiare matematica è tutt'altro che rilassante.
"Perfetto allora!" esultò battendo le mani, facendo un baccano infernale.
Quello stesso gruppetto di ragazze si voltò nuovamente verso di noi, incuriosite e infastidite. 
Sospirai affondando nuovamente la testa tra le braccia, stanco. Ora, un pò di riposo.
 
Venni svegliato più tardi dalla fastidiosa voce di uno dei miei amici. Come potevo aver pensato prima, qualche minuto fa- ero certo che non fosse passato molto tempo da quando mi ero addormentato- di sentirne la mancanza?
Kibum stava ridendo, oh, e lo stava facendo alla grande anche. E dal tono sommesso che si sentiva al di sotto della sua voce squillante, capii che probabilmente Jonghyun se ne era uscito con una delle sue solite e squallide battute che, puntualmente, provocavano al biondo risatine isteriche degne di una quindicenne al suo primo appuntamento.
Mugugnai contrariato e infastidito, strofinando il viso sugli avambracci coperti dalla leggera maglia che avevo deciso di indossare quel giorno.
La risata di Kibum si affievolì e poco più tardi sentii le sue dita accarezzarmi i capelli.
"Sveglia, bell'addormentato." ironizzò lui, spostandomi qualche ciocca dal viso. Sbuffai alzando il capo, guardami attorno con occhi socchiusi. La classe era deserta, eccetto per me, Kibum, Jjong e il panino che quest'ultimo stava divorando. Li guardai confuso: quanto avevo dormito?
"E' l'ora di ricreazione, Honey." disse Kibum come se mi avesse letto nel pensiero. Notai la porta della classe chiusa ed il leggero brusio al di fuori di essa.
Oh, bene. Avevo passato due ore in stato vegetativo addormentato sul mio banco, senza nemmeno rendermene conto.
"Oh." mormorai, riaffondando la testa tra le braccia.
"Taemin, hai dormito stanotte?" chiese Key sospettoso, facendomi alzare la testa e prendendomi il mento tra le dita, studiando il mio volto. Lo guardai negli occhi, leggendoci dentro tutta la sua preoccupazione. Kibum, nonostante il solo anno di differenza tra noi, sembrava avermi preso come un figlio, più che come un amico. Mi dispiaceva che si prendesse tutte queste pene per me.
Scossi la testa abbassando lo sguardo sulle mie mani.
"Di nuovo?" lo sentii sospirare, ed annuii piano, tamburellando con le dita sulla superficie fredda. Rimanemmo per qualche minuto in un angosciante silenzio, finchè l'altro ragazzo non si decise ad interromperlo, come era solito fare.
"Honey," Jonghyun imitò l'accento del suo ragazzo, beccandosi un pugnetto sulla spalla, con le rispettive lamentele da parte del compagno. "Il quarto d'ora d'aria sta per finire, vuoi darti un contegno per le prossime lezioni?" chiese ridacchiando. Annuii, ancora insonnolito.
Dopo il primo momento di vuoto mentale, mi tornò in mente che fino a poco fa c'era Tsuki seduta al mio fianco, dove ora c'era soltanto il banco vuoto ed un grande raccoglitore dal quale spuntava l'angolo d'un un quaderno bianco. Allungai il collo incuriosito. Prima lo aveva chiuso come se nascondesse qualcosa, chissà perchè..
"Tsuki?" chiesi, rivolto a nessuno dei due in particolare.
"Il cardo è fuori," rispose Kibum, guardandosi le unghie indifferente.
Jonghyun rise e, passando un braccio attorno le sue spalle, se lo  tirò contro facendolo appoggiare sul suo petto.
"Bumie~, quando smetterai di prenderla in giro?" gli chiese dolcemente, baciandogli la testa coperta dai biondi capelli arruffati.
"Maaai." canticchiò un risposta Key, con la guancia premuta contro la sua spalla.
Sorrisi, decidendo di alzarmi e andare in bagno, prima del suono della campanella e del successivo inizio delle lezioni. Mi stiracchiai iniziando a camminare verso la porta. 
Lanciai un' ultima occhiata ai miei amici, e li vidi scambiarsi tenere effusioni. Sbuffai una risata ed uscii.
 
Ormai mancava qualche minuto al suono dell'ultima campanella. I miei compagni erano già pronti, nonostante la professoressa di storia stesse ancora finendo di spiegare la lezione.
Dopo aver lasciato la classe, durante la ricreazione, avevo incontrato Tsuki nel corridoio, sola, mentre beveva il suo succo. La lasciai stare e tirai dritto per il bagno dei maschi, senza fermarmi anche quando la vidi seguire i miei movimenti con lo sguardo. Volevo sciacquarmi il viso e sentire le gocce fredde scivolare su di esso, svegliandomi parzialmente dallo stato comatoso in cui ero caduto.
Dentro, affacciati alle finestre, c'erano quei due o tre ragazzi che si appostavano alla finestra per fumare di nascosto qualche sigaretta; ignorai anche loro.
Jonghyun e Key erano ancora abbracciati, gli zaini pronti ai loro piedi, nonostante gli occhi di qualche alunno puntati su di loro. Non era difficile per gli altri capire cosa ci fosse tra i due: JongKey se ne andavano in giro sempre abbracciati, e non perdevano l'occasione di baciarsi e coccolarsi di fronte a loro nei corridoi della scuola, in classe o nel cortile.
Erano indifferenti verso ciò che pensava la gente. Era stato Kibum ad inculcare questa filosofia nella testa del suo compagno, il quale prima era piuttosto restio dallo sbandierare la loro relazione ai quattro venti.
Tsuki, poco più in là, stava ancora seguendo attentamente la lezione, a differenza di tutti gli altri. I suoi occhi grandi erano puntati sull'insegnante e dallo sguardo sembrava totalmente presa da ciò che essa diceva. La professoressa, d'altro canto, sembrava stesse ripetendo solamente per lei.
Quando finalmente la campanella suonò, tutti scattarono in piedi, diretti verso la porta. Alcuni non salutarono nemmeno l'insegnante e uscirono velocemente, chiacchierando a voce alta. Questa fece in tempo a sospirare un flebile 'grazie' prima che la classe si svuotasse interamente.
Avevo visto Jonghyun e Key uscire, ma sapevo che mi avrebbero aspettato solo fuori dalla classe; infondo, le nostre case non erano molto distanti e facevamo ogni giorno il tragitto per tornare insieme.
Io riposi lentamente il libro- l'unica cosa che avevo lasciato fuori- nello zaino, sorridendo a Tsuki e facendole capire che l'avrei aspettata. Lei ricambiò, rimettendo le cose velocemente nella borsa a tracolla che utilizzava, poi si alzò avvicinandomisi.
"Grazie," sorrise, mentre ci incamminavamo insieme verso l'uscita e io scrollavo le spalle ridacchiando. Salutò cortesemente l'insegnante e arrivammo nel corridoio. Una volta usciti vidi Key mormorare qualcosa al suo ragazzo, prima di stringercisi contro e posare lo sguardo su di noi.
"Taem, non dirmi che oggi torniamo da soli."  disse, allargando appena i suoi occhi verso di me. Ridacchiai silenziosamente: non solo non voleva che quella ragazza si avvicinasse a Jonghyun, ma non voleva nemmeno si avvicinasse a me. Non avevo mai incontrato qualcuno così protettivo nei confronti di altri, se non Taesun. Ma lui era un caso a parte.
"Non ti preoccupare," sorrise timidamente Tsuki "Mio fratello mi aspetta all'ingresso." disse, facendo allargare il sorriso di Kibum, contento.
"Magnifico, allora." continuò lui, beccandosi un' occhiataccia da parte mia. Era anche fin troppo acido, a volte.
Posai una mano sulla spalla della mora, sorridendole.
"Ti accompagno!"
Lei annuì, arrossendo e mormorando un leggero 'grazie', mentre abbassava lo sguardo. Li sorpassammo e lanciai uno sguardo a Key alla Ora stai esagerando. Lui tirò fuori la lingua e poggiò l'indice sulla pelle sotto l'occhio destro, tirandola leggermente giù, prima di iniziare a camminare dietro di noi.
"Ti trovi bene, allora?" chiesi, rivolto a Tsuki che camminava lentamente al mio fianco. Dovetti rallentare il mio passo, solitamente piuttosto veloce, per starle accanto. Jonghyun mi diceva sempre che dovevo camminare più lentamente, che non stavo gareggiando o qualunque cosa fosse, e che potevo tranquillamente prendermela comoda. Io chiedevo scusa, rallentando il passo, e, puntualmente, qualche minuto dopo mi ritrovavo di nuovo a camminare velocemente senza nemmeno rendermene conto, con Jjong che mi ripeteva la stessa cosa.
"Sì, mi piace il modo in cui quest'insegnante spiega." rispose, sospirando quando uscimmo dal portone principale dell'edificio. Si fermò guardandosi attorno e sorrise non appena il suo sguardo si posò su una figura slanciata appoggiata al tronco di un albero a qualche metro da noi, infondo la scalinata.
Minho era appoggiato alla corteccia,con una gamba piegata e la scarpa premuta contro di esso, e guardava le macchine in movimento lungo la strada. Il leggero venticello di quel giorno gli scompigliava i lunghi capelli facendoli sembrare molto più soffici di quello che in realtà sicuramente erano.  Il semplice abbigliamento in perfetto contrasto con quello elegante del giorno precedente, le braccia incrociate al petto come a coprire la stampa della maglia che quasi fasciava strettamente il suo corpo, e un mazzo di chiavi che spuntavano tra le dita della mano sinistra.
"Minho!" chiamò la ragazza, sventolando una mano in aria. Il fratello voltò di scatto la testa verso la fonte del rumore, e subito si lasciò sfuggire un sorriso, prendendo a camminare verso di noi, mentre a nostra volta anche noi ci avvicinammo. Una volta faccia a faccia, rimasi fermo senza sapere bene cosa dire, e, alzando lo sguardo su di lui, mi lasciai distrarre dalla sua altezza. Non so se è una mia impressione, ma quel ragazzo sembra diventare sempre più alto.
"Ehi," sorrise lui, chinandosi a dare un bacio sulla guancia della sorella, togliendole il peso della borsa, portandosela in spalla, poi si voltò a guardare me sorridendo. "Ciao." 
"Ciao.." ricambiai timidamente il saluto.
"Minho, ho detto a Taemin per domani," iniziò Tsuki, spostandosi di fianco al ragazzo. "Dice che non ci sono problemi."
"Già," annuii, imitato da Minho.
"Sai, domani non ho impegni con l'Università." disse ravvivandosi un pò i capelli scuri "Vengo a prendere Tsuki e torni con noi, se vuoi."
"Non vorrei disturbare..." mormorai tornando a giocare con il bracciale al mio polso. 
"Tanto devo prendere lei." rise Minho, indicando la sorella al suo fianco. "Pranzi da noi, poi ti riaccompagno a casa, non c'è problema."
"Posso tornare a piedi.." azzardai. Non è che non voglio mi riaccompagni lui- anche se, devo ammettere, quel ragazzo continua ad incutermi un pò di timore, magari proprio per la sua altezza-, è che odio dover disturbare la gente per una cosa stupida come questa.
"D'accordo, poi vedremo, eh?" fece lui, posando una mano sulla schiena della sorella. "A domani." salutò, incamminandosi, portando con se la ragazza, che sventolò una mano nella mia direzione sorridendo. 
Jonghyun e Key mi affiancarono, mentre guardavo i fratelli allontanarsi, parlando allegramente e ridere, spintonandosi a volte. Provai un pizzico di invidia verso la ragazza, e forse anche un pò di nostalgia, ma poi sorrisi appena, facendo ruotare un'ultima volta il bracciale d'argento attorno il mio polso. 
In un modo o nell'altro, Taesun è sempre al mio fianco, infondo.










N. d. a.

Finalmente ecco il secondo capitolo!
Ce ne ho messo di tempo, lo so, chiedo perdono. Però sono piuttosto soddisfatta del risultato finale, e spero anche voi lo siate!
Ah, Tsuki è un pò imbranata con i nomi, ssì. Chiedo perdono se quasi tutto il capitolo è ambientato all'interno della scuola, poi più avanti le cose cambieranno, prometto.
Beh, al prossimo capitolo con la prima ripetizione! 
Chu~ <3
 






 

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Capitolo 3
*** Sospensione. ***


Sospendo questa ff per un po, causa mancanza d'ispirazione. Anche se ormai è da tanto che non viene aggiornata, sono arrivata alla conclusione che devo prendermi una vacanza mentale(?) da questa storia. Tra l'altro, non avendo ricevuto recensioni non so nemmeno cosa ne pensiate, e magari nemmeno piace! Quindi, beh, spero di riuscire a scrivere qualcosa a breve. A presto~

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