Pensieri dal cuore

di WhiteLight Girl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Segni su carta ***
Capitolo 2: *** Quasi un gioco ***
Capitolo 3: *** Sguardo lontano ***
Capitolo 4: *** La forza ed il coraggio ***
Capitolo 5: *** Bolle di sapone ***
Capitolo 6: *** Eco di Ferro e Bulloni ***
Capitolo 7: *** Casa di bambole ***
Capitolo 8: *** Cuore randagio ***
Capitolo 9: *** Guerra e pace ***
Capitolo 10: *** Troppo poco ***



Capitolo 1
*** Segni su carta ***



SEGNI SU CARTA

Una volta era stato un insieme di segni neri e rossi su un piccolo foglio strappato da un blocchetto trovato per caso. Il suo Digimon era nato dall’inchiostro sulla carta ed a volte non ci credeva ancora.
Takato si chiedeva se fosse davvero possibile che l’avesse disegnato lui; eppure lo guardava, gli portava da mangiare, lo teneva al sicuro e parlava con lui.
Gli insegnava a guardare il mondo, perché Guilmon era un piccolo Pinocchio alle prese con i primi passi nel Mondo Reale. Anche se era fatto di dati invece che di legno.
In un primo momento Takato si era chiesto se sarebbe riuscito ad insegnargli la differenza tra bene e male, ad evitare di ficcarlo nei guai, a crescere insieme.
Poi aveva capito che doveva semplicemente provare e scrivere sulla carta del mondo la storia della sua amicizia con Guilmon così come su quel foglio aveva disegnato lui.

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Capitolo 2
*** Quasi un gioco ***


QUASI UN GIOCO



Ricordava le partite giocate. Ricordava Terriermon dentro lo schermo, i nemici virtuali che avevano sconfitto. Ricordava la confusione, lo sconcerto, la gioia unita alla preoccupazione quando si era ritrovato tra le braccia il piccolo Digimon stanco e ferito. Ricordava la consapevolezza che le ferite di Terriermon fossero colpa sua, perché l’aveva spronato a combattere, perché l’aveva considerato solo un programma per computer.
Aveva imparato a comprendere la sua ironia, aveva provato a tenerlo al sicuro da quei mostri digitali tanto più grandi e spaventosi di lui, aveva cercato di evitare i guai temendo che qualcosa, in quelle battaglie, lo avrebbe cambiato, e che avrebbe perso il controllo come nel videogioco.
Voleva anche evitare di provare ancora una volta quell’angoscia, che sarebbe stata ancora più grande nel sapere che a farsi male era stato un amico.
E per un po’, quando Terriermon era digievoluto, aveva visto tutti i suoi incubi avverarsi ed aveva temuto di perderlo. Ma poi Terriermon era tornato in sé, e le battaglie erano continuate, inevitabili e sempre più violente. Ma Terriermon le faceva sembrare quasi un gioco.






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Capitolo 3
*** Sguardo lontano ***


SGUARDO LONTANO



I tempi in cui Rika Nonaka sorrideva correndo per i prati in fiore erano passati da tempo, e così anche i tempi in cui Rika era crudelmente glaciale, in cui camminava solitaria per le strade consapevole di essere sola tra la folla.
Da quando aveva incontrato gli altri Tamers aveva trovato quelli che, assieme ad un nuovo posto di ritrovo, potevano definirsi un nuovo e buon passatempo.
Erano finiti i pomeriggi passati a vagabondare per le strade di Shinjuku senza una meta, ed erano arrivati i pomeriggi passati a punzecchiare quelli che – anche se Rika non l’avrebbe ammesso – ormai erano ciò che di più simile ad amici avesse mai avuto.
Tutto grazie a Renamon, che ora la accompagnava verso una nuova sé che ancora non conosceva, una nuova sé che a volte la spaventava e che avrebbe potuto permettere a qualcuno di ferirla. Ma Renamon le era affianco, la seguiva con uno sguardo lontano, ed erano finiti i tempi in cui Rika camminava tra la folla sentendosi davvero sola.



Alla fine ho scelto Rika, perché non vedo l’ora di sapere cosa ne pensa l’unica anima pia che mi recensisce. E anche perché è l’unica che ho copiato sul computer e al momento non ho voglia di copiare le altre ^^
Informazione spoiler: nel seguito la drabble/shot su Rika sarà proprio l’ultima.

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Capitolo 4
*** La forza ed il coraggio ***


LA FORZA ED IL CORAGGIO


Mai, in vita sua, aveva pensato di voler diventare Domatrice di Digimon. Mai aveva pensato che avrebbe stretto tra le mani un Digivice tutto suo e ne sarebbe stata così felice.
L’idea di avere un Digimon tutto suo aveva poi cominciato a stuzzicarla; le sarebbe piaciuto avere un uovo amico, affrontare insieme una nuova avventura e prendersi cura di lui.
Certo, Leomon non era esattamente il Digimon che avrebbe pensato per sé. Ed era lui a proteggerla. Era lui a guidarla e ad avere, assieme alla lealtà, la forza ed il coraggio che serviva per andare avanti, per proteggere i deboli, per sperare in un futuro migliore.
E, per tutto il tempo, mai una volta Juri aveva pensato che, a volte, forza e coraggio potessero non bastare.


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Capitolo 5
*** Bolle di sapone ***


BOLLE DI SAPONE


Scendeva in strada, guardava verso il parco di Shinjuku, tentava di scorgere la distante massa rossa tra i grattacieli in lontananza.
MarineAngemon, al suo fianco, parlava la sua lingua incomprensibile. Kenta lo guardava, provava ad interpretarlo.
Fu il giorno in cui MarineAngemon liberò una moltitudine di bolle, lasciandole salire verso il cielo, che Kenta lo capì per la prima volta.
Andrà tutto bene.
E poco importava che il nemico avanzasse, e che presto ci sarebbero stati nuovi scontri. Finalmente il messaggio era arrivato.
Si, sarebbe andato tutto bene.
Ed insieme continuarono a guardare nel cielo le bolle di sapone.



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Capitolo 6
*** Eco di Ferro e Bulloni ***


ECO DI FERRO E BULLONI



Era un discreto giocatore, checché ne dicesse la Regina dei Digimon. E vedendo Guilmon con Takato pensava che se la sarebbe cavata bene anche lui, come Tamers.
Quando si era presentata l’opportunità non aveva esitato a lanciarsi a Digiworld con i suoi amici. Aveva sperato di trovare un Digimon tutto suo per dimostrare il suo valore e, perché no, anche per poter fare lo sbruffone senza sembrare troppo ridicolo.
Aveva trovato Guardromon, fiero ed eroico.
Incontrandolo come Andromon, fiero giustiziere, non aveva visto poi tutta questa possibilità di esagerare i suoi vanti come pensava. Ma, da Guardromon, era uno spasso, anche se probabilmente involontariamente.
E quando ripeteva ciò che lui diceva – quasi fosse il suo eco di ferro e bulloni – Kazu si sentiva importante, quasi saggio. Era il suo Digimon e, quale ne fosse la ragione, erano perfetti insieme.


Questa è per Kazu. Non mi convince, ma non riesco a fare di meglio, quindi…

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Capitolo 7
*** Casa di bambole ***


CASA DI BAMBOLE



Sedeva composta sulla seggiolina, reggeva educatamente tra le dita il piattino e la tazzina vuota. Sorrideva.
Lopmon ricambiava mestamente, con circostanza, intenerita dalla purezza e dall’innocenza della sua Domatrice, che pure riusciva talvolta ad essere tanto seccante quanto la matematica che tentava di insegnarle.
Poco prima che Henry se ne andasse avevano assistito alla discussione tra lui e la mamma.
Ed ora restavano nella loro casa di bambole improvvisata, dove le preoccupazioni non c’erano, dove nulla poteva toccarle.
Dove Lopmon poteva proteggere la sua piccola dolce Suzie da tutto, semplicemente offrendole un biscotto che non c’era davvero.


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Capitolo 8
*** Cuore randagio ***



CUORE RANDAGIO


Camminavano sempre. Fino a che non scendeva la notte, e per molte ore dopo che i piedi avevano iniziato a fare male.
Il loro viaggio proseguiva ininterrottamente.
Erano sempre alla ricerca di una nuova meta, di una nuova battaglia, di un posto in cui passare la notte.
Erano sempre alla ricerca di nuovi avversari, di nuovi posti da vedere in quel misterioso mondo privo di strade da cui potevano raggiungere ogni posto tranne che il Mondo Reale.
Viaggiavano per saziare la fame di avventura dei loro cuori randagi.
Viaggiavano perché era tutto ciò che avevano; l’adrenalina ed il coraggio.
L’importante era restare insieme.

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Capitolo 9
*** Guerra e pace ***



GUERRA E PACE


Li aveva visti litigare per lui, e per ogni altra cosa. Li aveva sentiti gridare l’uno contro l’altro, per lui e per mille altre ragioni.
L’avevano tirato verso due direzioni opposte, violentemente, possessivamente.
E lui se n’era andato.
Li aveva lasciati da soli a vedersela tra loro, a continuare quella guerra che da sempre si svolgeva tra i fratelli del mondo reale, che aveva visto poi in giro per le strade anche tra altri bambini.
E loro erano rimasti senza di lui. Piano piano avevano imparato a condividere e avevano capito che, senza Impmon, sentendo la sua mancanza, dovevano vedersela da soli.
Lui mancava ad entrambi ed erano fratelli.
E quando Impmon era tornato lo avevano accolto a braccia aperte, pronti a dimostrargli che finalmente in casa regnava la pace.

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Capitolo 10
*** Troppo poco ***



TROPPO POCO


Quando l’aveva conosciuto sapeva già che non sarebbero stati insieme per sempre.
Dobermon aveva una missione importante da portare a termine e da quella dipendeva la vita di troppe persone.
Il loro viaggio era durato poco ma lei aveva trovato in lui un compagno fedele ed un amico affidabile. Lui era stato spesso silenzioso, camminandole affianco con passo felpato, ma Alice non aveva mai avuto bisogno di troppe parole.
Alice l’aveva accompagnato, l’aveva guidato in un mondo che non conosceva alla ricerca della sua meta e poi si erano detti addio in un modo triste e veloce. Non c’era stato tempo da perdere.
Troppo poco, era semplicemente durato troppo poco.
E si erano detti addio per sempre…

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