The last song.

di youmoveme
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Please, forgive me. ***
Capitolo 2: *** Viva la vida. ***
Capitolo 3: *** Glad you came. ***
Capitolo 4: *** So what? ***
Capitolo 5: *** Pretending. ***
Capitolo 6: *** Bad day. ***
Capitolo 7: *** Your call. ***
Capitolo 8: *** Uptown boy. ***
Capitolo 9: *** Bad romance. ***
Capitolo 10: *** Turning tables. ***
Capitolo 11: *** Part of me. ***
Capitolo 12: *** Dirty little secret. ***
Capitolo 13: *** Firework. ***
Capitolo 14: *** Make it shine. ***
Capitolo 15: *** Get it right. ***



Capitolo 1
*** Please, forgive me. ***


The last song.

Please, forgive me.


"Non ti sei più fatto sentire" Questa frase colpì Dave in pieno volto, mille volte peggio di qualsiasi schiaffo.


Sebastian, il SUO Seb, stava attaccato ad una matricola come una piovra che tenta di soffocare un granchio.


Il caffè corretto con courvoiser, il preferito di Seb, cadde dalle mani di Dave formando un piccolo laghetto scuro ai suoi piedi e sporcandogli la T-shirt che aveva comprato apposta per l'occasione. Dave aveva gli occhi sbarrati; non ci credeva quasi.


Incuranti della sua entrata in scena, i due continuarono a pomiciare come degli assatanati.
Dave si schiarì la voce, deglutendo a vuoto, per richiamare la loro attenzione. La matricola si stacco e fuggì precipitosamente dalla stanza; non aveva proprio voglia di sentire il discorso che ci sarebbe stato fra poco.


Sebastian si alzò dal divano mentre si risistemava l'uniforme spiegazzata che addosso a lui stava particolarmente bene, come tutto peraltro.


Dave era rimasto accanto alla porta, impietrito, mentre la pozza scura si allargava di più avvicinandosi pericolosamente al tappeto.
Sebastian lo squadrò da capo a piedi con uno sguardo strafottente.


"Non ti sei più fatto sentire"
"Beh, sai com'è. Stavo tentando di ristabilirmi dal suicidio” disse con una piega amara sulle labbra. Sebastian iniziò ad avvicinarglisi con arroganza, cercando la sua bocca, mentre Dave si allontanava sempre di più, nonostante il suo copro gli urlasse con tutte le sue forze di arrendersi a quelle labbra morbide e spaventosamente invitanti.


"Non ti avvicinare. Mi fai schifo. Mentre stavo male e avevo bisogno di qualcuno accanto tu ti divertivi qui con quell'insulsa matricola. E io che pensavo fosse tutto reale."

E la mente di Dave corse di nuovo a quel pomeriggio in cui Seb lo era venuto a visitare in ospedale. Sembrava tutto perfetto, troppo perfetto perché durasse.

Kurt era appena andato via, lasciandogli il cuore in mille frantumi. E poi era arrivata l'infermiera che gli aveva annunciato una visita inaspettata. All'inizio non lo voleva vedere.

Insomma, gli aveva detto che era in sovrappeso di 50 kili, ma non era nella condizione di rifiutare nessuna compagnia.

Sebastian si era avvicinato al suo letto, preso una sedia e seduto. Tutto questo senza dire nulla.

Da dentro alla tasca prende l'inseparabile i-Phone, ci smanetta un pochino e, all'improvviso era partita una base lenta e melodiosa.

Aveva cercato di fargli cenno di smettere, debolmente, con una mano mentre mormorava un fievole: ”Shh, non possiamo; l'infermiera ti manderà via”. Seb liquidò la possibilità con un gesto noncurante, mentre intonava le prime note. Aveva uno sguardo assorto e stranamente angelico, era così vero e sincero.

Dave sentiva il cuore fondersi e spostarglisi dalla cassa toracica alla gola. Lacrime gli affioravano dagli occhi e rigavano le sue guance.



Sebastian aveva fatto tutto quello per lui? All'improvviso si sentiva così unico e speciale; erano bastate solo poche parole e il suo cuore aveva ricominciato a battere di nuovo.

Poi, lentamente, Seb si era seduto sul bordo del letto e gli aveva preso con delicatezza le mani, come se un gesto brusco potesse spaventarlo. I loro sguardi si erano fusi assieme e con un'esitazione piena di promesse le loro labbra si erano toccate per un singolo, intensissimo secondo.

Dave non era mai stato baciato in questo modo, tutti gli altri baci che aveva ricevuto non potevano essere paragonati ad un tale piacere. Nella sua mente li divideva in due categorie: baci dategli da donne, scialbi e insipidi, e baci dati da Kurt, in realtà era uno solo, ma ne valeva più di mille.

Ogni sera ripensava a quel momento, quel momento in cui aveva capito per la prima volta la sua vera natura. Non aveva nessun rimpianto, tranne quello di averlo dato il suo primo vero bacio per ripicca e con rabbia.


Non c'era paragone con questo, però. Quel minimo sfioramento di labbra con Seb lo aveva sconvolto più di quanto potesse immaginare; il suo cuore era in tumulto, il sangue pulsava nelle vene, nelle orecchie sentiva un rumore sordo e continuo, come un martellamento.

Per la prima volta dopo molto tempo si sentiva vivo.

Sebastian gli passò la mano fra i capelli con maliziosa dolcezza e scomparve in quel labirinto di camici e volti sconosciuti.

Dave rimase intontito per qualche secondo. Le labbra di Smythe erano peggio di qualsiasi droga.


Era stato tutto troppo bello per essere vero. Troppo effimero, troppo perfetto per poter durare.

Dave sbatté la porta con forza e afferrò la ringhiera delle scale pieno di frustrazione e rabbia, mentre Sebastian si avvicinava alla pozza scura. Si inginocchiò davanti e, dopo averne osservato colore e aroma, disse: ”Caffè corretto con courvoiser, il mio preferito. Dave ti ho in pugno (?)”



Prima log-fic. Ditemi se vale la pena di continuare.

Sono una Klainer e Thaddastian convinta, ma purtroppo dovrò macellarle un po' per movimentare la storia. Scuse in anticipo. :)

E' moolto possibile che i personaggi siano OOC in qualche capitolo; non reggo l'angst, infatti dopo questi primi capitoli sarà prevalentemente fluffosa.

Mi hanno detto che la frase sul suicidio di Dave non è molto delicata, ma secondo me Dave è così risentito del comportamento di Sebastian che gli vuole sbattere in faccia la verità senza filtri né censure.

Ogni capitolo si baserà su una canzone e quella di oggi é :http://www.youtube.com/watch?v=9EHAo6rEuas. E' quella che canta Sebastian a Dave, per intenderci.



Leggete e recensite, se volete qualche anticipazione-spoiler potete chiedere, ma non so nemmeno io dove andremo a finire, quindi ;)


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Capitolo 2
*** Viva la vida. ***


Viva la vida.


Dalla maligna e perversa mente di Sebastian Smythe.

Neanche 5 minuti fa sono stato svegliato dalla sveglia del mio compagno di stanza, quella piattola di Thad. Mi sono nascosto la testa sotto il cuscino per non sentirlo gracidare sotto la doccia quella maledetta canzone.

Scommetto che tra cinque secondi inizieranno a scorrere le cascate dal Niagara e lui comincerà a gridare come una gallina che sta per essere spennata.

Peccato di non avere scommesso con nessuno. Avrei vinto.


Ho di fronte una scelta ardua: Thad e la sua doccia, o Wes e il suo martelletto? Dalla padella alla brace, ma almeno eviterò di spaccare la faccia al mio compagno di stanza, devo pur sempre avere qualcuno a cui addossare la colpa per i guai che combino.


Scendo con molta lentezza le scale, accarezzando in maniera piuttosto provocante il corrimano. Non ho affatto voglia di provare, provare, provare e ancora provare. Insomma, io sono perfetto, mi chiamo Sebastian Smythe, dopotutto.


Sento già la voce sclerotica di Wes che intima a Jeff e Nick di smettere di pomiciare e iniziare a scaldare le voci. Madonna, qualcuno qui ha proprio bisogno di una bella scopata.

Spalanco la porta. Ora si stanno guardando negli occhi con il sorriso più ebete che io abbia mai visto; mi sembra di affondare in delle sabbie mobili di melassa.

Già sono sempre attaccata, ora canteranno anche un duetto alle regionali, rubandomi la luce del palcoscenico* che mi spetta di diritto. Per fortuna non è nemmeno una stupida canzone d'amore, sennò sarebbe stato infinitamente peggio.

Anche se non penso possa esistere cosa peggiore del duetto penso di Blaine e la sua checca Hummel. Quello è il fondo del barattolo di melassa, si può solo risalire.

Per non parlare della coreografia. Sto sempre nelle ultime file; il pubblico non potrà vedere né il mio radioso volto, né la mia prestante figura.


Mi aspettano altre tre, no, quattro, no, cinque ore di prove continue ed estenuanti. Dovrò sorbirmi quei due piccioni in calore, quel pazzo sclerotico di Wes e quella palla di lardo di Trent. Potrei non sopravvivere.

I used to rule the world...” Chi avrò la meglio? I conati o il mio stomaco di ferro?




Da una settimana ormai Dave non accedeva più ai social network né accendeva il cellulare, ma un giorno, andando a ritirare della posta, trovò una lettera indirizzata a lui.

Mandava un lieve sentore di rose, un odore che non era invadente, ma che si diffondeva nell'aria permeando tutto dolcemente. Sentiva una strana sensazione di euforia prima ancora di aprirla.

Si sistemò sul letto, cercava la posizione più comoda per leggerla , ma non trovava pace.

Si accoccolò accanto alla finestra per ricevere gli ultimi raggi di sole.


Caro Dave,

Spero che tutto stia andando bene e che tu ti sia rimesso. Non è mai stata mia intenzione ferirti. Non mi hai mai riposto agi messaggi né alle telefonate, ma vorrei invitarti alle regionali. Mi farebbe davvero piacere che tu venissi, ma se non ti senti pronto, ti capisco benissimo. Non ti fare problemi a chiamarmi; ci sarò sempre per qualsiasi cosa Kurt


Appena finì di leggere le mani iniziarono a tremare; come potevano chiedergli una cosa simile dopo tutto quello che aveva passato non solo nelle ultime settimane, e, addirittura nelle ultime ore.

Pensava che tutto andasse meglio dopo la visita di Seb in ospedale, ma dopo le ultime scoperte non era più così sicuro.

Non si sentiva pronto ad uscire di casa e, men che meno ad incontrare quello stronzo di Sebastian. Kurt avrebbe capito. Era davvero troppo per lui in così poco tempo.

Ficcò la testa sotto la coperta, volendo solo scomparire dalla faccia della terra.


Note dall'autrice



Lo so, scritto a tempo di record, spero vi piaccia, posso solo dire questo :)

Leggete e recensite perché non potete immaginare quanto significhino per me tutti i vostri pareri :3

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Capitolo 3
*** Glad you came. ***


Glad you came.


Kurt era davvero preoccupato: Dave lo ignorava totalmente, non usciva di casa, rifiutava ogni contatto. Sapeva cosa significasse sentirsi soli e non voleva che provasse la stessa terribile esperienza.

Affascinando la segretaria del McKinley con la promessa di un rinnovo di look, si fece dare il suo indirizzo di casa. Ci voleva una terapia d'urto.



Era un sabato come un altro per Dave, finché non aveva suonato il citofono. “Chi potrebbe mai essere a quest'ora?” si chiese, ma non ebbe il tempo di rifletterci su; i trilli diventavano insistenti e fastidiosi.


A grandi passi si diresse verso la porta e per poco non gli venne un attacco di panico quando vide due occhi cerulei attraverso lo spioncino. Le gambe cedettero, con la schiena contro la porta cominciò a respirare affannosamente. Perché Kurt era lì? Cosa voleva da lui?

Passò ogni secondo di quel minuto in preda ad una crisi di pani, con annesse palpitazioni e lacrime. Poi prese coraggio e aprì la porta.

Kurt rimase interdetto, con il pugno a mezz'aria per bussare.


Faccia a faccia, Dave e Kurt, due volti diversi e opposti della stessa medaglia a confronto. Debolezza e forza sono relative, l'apparenza inganna. Il più forte piange la notte abbracciato al cuscino perché non si sente a suo agio, il più debole sorride sempre, cammina per le strade dando la mano al suo ragazzo. Le battute acide degli altri non lo sfiorano nemmeno, ci sono solo loro, tutto il resto è dilatato e non conta.


Si sedettero nel giardino, tra l'erba alta. Il silenzio era sceso come una cappa pesante su di loro. Kurt esordì: ”E' da un po' che non ti sei fatto vivo.”

Dave, senza quasi rendersene conto esplose. “Non è possibile. Qui tutti contano su di me per tutto. Ho già abbastanza problemi per conto mio. Non ce la faccio più, tutta questa pressione su di me mi fa venir voglia di urlare a squarciagola.”

Kurt guardava sconcertato Dave mentre girava per il giardino come una furia spiaccicando tutti i fiori e l'erba alta. Cercò di bloccare il suo sfogo senza riuscirci.

Prima Seb, poi tu. Io solo... non ce la faccio. Non posso gestire tutto questo”.

A Kurt non era sfuggito il primo nome; “Cosa hai a che fare tu con Sebastian, che poi chiami addirittura Seb?” Dave lo fissò con aria triste e gli raccontò tutto.

Ora si sentiva libero da un grande peso, mentre invece Kurt aveva capito il vero problema, la stronzaggine di Sebastian, ma non ci poteva fare nulla tranne forse... ma non poteva... ma se era a fin di bene, forse...


Ti capisco, ma hai bisogno di svagarti e ti assicuro che Sebastian non ci sarà alle regionali” disse Kurt, sentendosi tremendamente in colpa, ma non poteva permettere che un tale bastardo ostacolasse la sua guarigione.

Sicuro?” chiese Dave con voce titubante.

Al 100%” ribadì Kurt con un sorriso a 32 denti, sentendosi morire dentro.

Allora cercherò di passare”, Kurt lo abbracciò tenendolo stretto, poi iniziò ad allontanarsi; si era fatto tardi.

Kurt...” lo bloccò Dave, posandogli una mano sulla spalla.

Sì... ?” disse Kurt votandosi lentamente

Sono contento che tu sia venuto” e sul suo volto apparve un sorriso, uno vero, non come quelli che aveva finto negli ultimi giorni per rassicurare tutti gli altri.



Kurt ci conta, non posso deluderlo”. Erano questi i pensieri di Dave mentre comprava dei fiori, rose bianche, le sue preferite, per l'amico. Dopo cinque minuti di infiniti ripensa,enti e inversioni a U arrivò al teatro e si sedette.

Gli sembrava che tutti lo sapessero, come se fosse scritto a chiare lettere sulla sua fronte oltre che sull'armadietto a scuola: FAG


Ecco che la musica inizia, però, caspita se sono bravi, soprattutto quei due nani da giardino, Rachel e Blaine, forse dipenderà dall'altezza?”

Le New Directions salutano il pubblico e il presentatore annuncia i Warbler dalla Dalton. Per poco a Dave non viene un infarto, mentre nel frattempo dietro alle quinte stanno accadento dei drammi...


Dalla maligna e perversa mente di Sebastian Smyhte

Wes mi sta gridando contro come una cornacchia morente, dopotutto ho solo dato fuoco a tutti gli spartiti esistenti di Viva la Vida e sabotato le ultime 10 prove con vari espedienti, molto creativi, a dire la verità, e ho proposto di cambiare performance appena cinque minuti prima dell'esibizione, ma pare più che sufficiente come preavviso.


Le quinte si aprono e mi sento invincibile, onnipotente. Quei poveri illusi crederanno di cantare Viva la Vida, ma non sanno che ho corrotto il fonico per mettere la base di Glad You Came. Avranno una bella sorpresa e io avrò la luce del palcoscenico* che mi spetta di diritto.


Da quando ho scoperto che sarebbe venuto ho escogitato questo stratagemma . Sinceramente non so perché l'ho fatto. Mi sento in colpa, chi io? Non so, ma dovevo.


Spero non si accorga che sia solo per lui. Io sono Sebastian Smythe, mica una qualunque checca che dedica canzoni e dice cose sdolcinate.



Cazzo se era bravo Seb. Dopotutto non era questione di altezza.

Ora si trovava con un mazzo di fiori e due bravissimi cantanti. A chi lo doveva dare?

Kurt che era sempre lì per lui, lo sosteneva in qualsiasi cosa, lo consolava, lo teneva su di morale, lo capiva, sapeva cosa aveva passato, lo aveva rifiutato.

Seb che era così perfetto, così bastardo, così stronzo, così glaciale.


Prese le rose in mano e si diresse verso i camerini, bussò e una voce gli disse: ”Sono contento che tu sia venuto.”



Note dell'autrice

- * intendevo di nuovo spotlight D:

- La canzone di questa volta è Glad You came, ovviamente Glee version http://www.youtube.com/watch?v=0yKd8F2BBQQ   

e Seb a 'drink it if you can' è la cosa più sexy che io abbia mai visto *Q*

- E' leggermente cliffhanger, lo so, ma sono cattiva *w*

- Kurt mente per una buona ragione, non linciatelo. E comunque io lo vedo benissimo in
questa veste protettiva-paterna


- Vi piacciono le letterine colorate? Ora ne sono ossessionata

Se recensite, mi fate sempre un piacere immenso :)



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Capitolo 4
*** So what? ***



So what?


Dalla mente maligna e perversa di Sebastian Smythe.

Mi sono appena rinchiuso nel camerino dopo la bella sorpresina che ho fatto ai miei compagni e ho la vaga impressione che non abbiano gradito affatto. Tanto peggio per loro.

Sento bussare alla porta. Sicuro saranno Nick e Jeff incazzati a morte perché ho “rubato” il loro unico duetto bla, bla, bla, bla... Insomma, che rottura.


Sto comodo sulla poltrona, chi me lo fa fare. Non ne vale la pena. Li ignoro per un altro po' e poi smetteranno. A quanto pare no. La stanno facendo lunga, troppo. E se non fossero loro?

Ecco arrivo, mi sto alzando” con due passi raggiungo la porta, l'apro e mi trovo davanti Trent.


Che cazzo ci fai tu qui?” gli urlo in faccia. Lui mormora qualche parola tra cui riconosco solo Wes, sbagliato e camerino, e si eclissa nel corridoio. Sulla moquette c'è un petalo bianco.
Cosa combinano Wes e Trent in quei camerini? Non credo di volerlo sapere.


Fino all'ultimo speravo fosse lui.



~ Pochi momenti prima

Dave stava davanti al camerino di Sebastian, impacciato da un enorme mazzo di rose bianche. Non si sentiva affatto a suo agio. Era attanagliato da una sorta di ansia e non aveva idea di cosa fare.

L'attesa era lacerante, ma non riusciva ad allungare la mano su quella porta. C'era come un campo di forza. Lo spazio si era dilatato. Dieci centimetri erano ormai anni-luce.


Mentre stava lì, in piedi, sentì un rumore, riecheggiare di passi nei corridoi. Dopo un'ultima disperata occhiata al camerino di Seb, prese il volo dalla parte opposta mentre un unico singolo candido petalo si adagiava sul pavimento con un tonfo impercettibile.



Ritornando alla mente maligna e perversa di Sebastian Smyhthe.

Wes mi ha convocato ufficialmente al Lime Beans. Non ci vedo nulla di buono.

E' tardi, dopotutto non posso mica arrivare in orario.


C'è Checca-Hummel con Blaine. Un momento? Cosa cazzo ha in mano?

Un mazzo di fiori. Rose bianche. Bianche come il petalo davanti al suo camerino.

Dannazione. Karosfky ha dato i fiori a Kurt.


Dovrei essere contento, non ha scoperto la mia copertura.

E invece sentiva solo un grande vuoto nel cuore.



A pochi tavoli di distanza stava Dave. Si stava dando del cretino da solo, mentre beveva del caffè così amaro da sembrare corrosivo. Ma di corrosivo nel cuore di Dave c'era solo il rimpianto di non aver fatto la cosa giusta, forse...


Era così assorto nei suoi pensieri che non aveva notato un'ombra dietro di lui. Seb stava davanti a lui, alla distanza di un soffio, o di un bacio.


E così hai dato i miei fiori a quella checca di Hummel”

Innanzitutto i fiori non sono tuoi, secondo, se Kurt è una checca, allora lo sei anche tu”

Sebastian rimase spiazzato. In effetti non ci aveva mai pensato. Merda, quel ragazzo gli faceva vedere tutto da un punto di vista diverso.

Beh, e in ogni caso non ne ho bisogno.”


Note dall'autrice
-
La canzone di questo capitolo è http://www.youtube.com/watch?v=FJfFZqTlWrQ

I'm still a rockstar, I got my rock moves and I dont' need you”

- Lily, lì da a Kurt, ma non sa se è giusto.

- Sofia, un po' di fluff Trent/Wes anche per te :3


Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno messo tra i preferiti/seguiti/da ricordare questa long-fic, e ancora di più quelli che recensiscono.

Purtroppo per tutta questa settimana starò fuori e quindi non posso aggiornare, ma vedrò di buttare giù qualche idea comunque :)

Un saluto speciale a Carlotta e a Bebbo che mi seguono anche se non sono gleek

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Capitolo 5
*** Pretending. ***




Pretending.


Ogni giorno Dave si sentiva sempre peggio.

Alzarsi la mattina era faticoso, lavarsi inutile, aprire le tende e vedere il sole deprimente, preparare la colazione stancante, parcheggiare l'auto stressante, studiare noioso, ma la cosa più frustrante era ricevere le continue occhiatine degli altri.


Da quando era tornato a scuola ogni giorno era sempre peggio, ora poteva davvero capire cosa aveva passato Kurt e non lo avrebbe augurato nemmeno al suo peggiore nemico.


Parcheggiata l'auto nel cortile, si calava il cappuccio della felpa fin sopra gli occhi e affrontava quella giungla di facce ostili e ignoranti.

Da quando il fatto era ormai diventato di pubblico dominio, aveva perso il suo posto nella squadra di football e si era dovuto levare la maglia nello spogliatoio davanti a tutti per poi consegnarla al capitano fra le risatine.

In quel momento avrebbe preferito di gran lunga non essere mai nato, essere seppellito sei metri sotto terra, essere inghiottito dal freddo mare del Nord oppure venire arso da un fiume di lava incandescente. Tutto sarebbe stato più sopportabile di quel bruciante senso di vergogna e umiliazione che lo faceva arrossire fino alla punta delle orecchie.


A pranzo mangiava nel bagno delle ragazze perché aveva notato che gli altri lo isolavano come se fosse affetto da qualche malattia contagiosa.


Come gli mancava quando faceva il bello e il cattivo tempo al McKinley.

Non si era mai sentito così solo ed escluso e non era affatto una bella sensazione.


Aspettava con ansia la campanella per poter ritornare nella sua auto, alzare i finestrini oscurati e dare sfogo a tutta la sua frustrazione.

Tornava a casa e correva in giardino, si buttava tra l'erba alta tappandosi le orecchie con le mani per non sentire i suoi genitori litigare.


Ma un giorno qualcosa andò diversamente dal solito.

Dave, va' a comprare il latte”, anche se lui aveva piuttosto chiaro che lo volessero solo allontanare. A malincuore si alzò dal suo rifugio sicuro per entrare in quel mondo che non lo accettava.



Mentre passava davanti ad una casa di riposo per vecchietti snob, sentì una musica provenire dall'interno. Era proprio Stand by me. E lui aveva un debole per quella canzone.

Quasi senza accorgersene iniziò a seguire le note, addentrandosi sempre di più nella strutture.

Sala dopo sala la musica cresceva finché, dopo aver chiesto informazioni ad una vecchietto arzillo che, invece, aveva cominciato a parlare della sua vita, arrivò ad una grande atrio.

Fece capolino con la testa e vide i Warbler che stavano lì su un palco con le uniformi perfette e voci totalmente coordinate.

Seb era nel bel mezzo di un acuto quando, inaspettatamente, gli si bloccò la voce in gola e nella sala scese il silenzio.



Dalla mente non più così maligna e perversa di Sebastian Smyhte.

Un'altra stupida esibizione per quei vecchietti rincitrulliti.

Io non capisco, devono anche usare il cornetto acustico, non riusciranno mai a sentire la bellezza della musica.


Poi queste canzoni d'epoca, polverose come le ragnatele sui miei adorabili vestiti firmati che le assurde regole di questa scuola non mi permettono di indossare.


Che emozione esibirsi davanti ad un pubblico di mummie nei loro maglioncini infeltriti che nemmeno ci sente. Ma, dopotutto, io sono Sebastian Smythe e do sempre il mio meglio.


Poi “darling, darling, stand by me” è perfetto per la mia voce splendida, modestamente.


Qui è una marmellata di maroni. * 


Dalla porta spunta una testa. Cazzo, è Dave.


Rimango muto, la voce mi muore in gola, spalanco gli occhi, mi manca l'aria, sono in fibrillazione, mi sudano le mani, il mio encefalogramma è piatto, ho la tachicardia.


Il silenzio scende pesante sopra di noi.

Le occhiate assassine di Wes mi sfiorano, volando oltre le mia spalle, invece di pugnalarle.


Merda, stava facendo un acuto e poi?

Oh, sì è arrivato Dave ed ora si sente ogni respiro.


MMMMH, forse dovrei cantare, ecco il perché del silenzio assoluto.

Come se niente fosse riprendo da dove mi ero interrotto mentre vedo con la coda dell'occhio Dave andarsene.


Ti prego, non andartene. Ho bisogno di te.


Vorrei gridarglielo dietro, ma mi nascondo dietro al mio sorriso falso e imperturbabile.



Dal diario di David Karosfky.


Oggi ho visto Seb alla casa di riposo. Si stavano esibendo in “Stand by me” quando lui ha smesso di cantare per un secondo, poi ha ricominciato.


Dopo aver scritto poche righe Dave chiuse di scatto il quaderno, lanciandolo con forza contro il muro.


In fondo al cuore sperava fosse a causa sua, ma, dopotutto, Seb era solo uno stronzo come tanti altri.



Note dall'autrice.

- Le cazoni di questo capitolo sono due:  http://www.youtube.com/watch?v=Vbg7YoXiKn0 Stand by me di Ben

E. King e Pretending del Glee cast http://www.youtube.com/watch?v=kD9Ug1OOArw&feature=fvst

- Sì, la vita di Dave è la depressione in questo momento.

- Seb non è uno stronzo, solo sembra :3

- La frase "Qui è una marmellata di maroni" è una citazione di Carlotta e pertanto a lei va il copyright.

-  Adoro il film "Stand by me" oltre che la canzone, perchè mi ricorda delle persone molto importanti per me-

Termino qui e spero vi piaccia perchè ho accannato le mie frasi di greco per copiarla su Office :3

Un'altra cosa: chi sarebbe disposto a leggere una one-shot molto angstosa sulla Quick che ho in mente di scrivere?

Fatemi sapere e, ovviamente, sono sempre stra-felicissima quandio recensite :)

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Capitolo 6
*** Bad day. ***


Capitolo dedicato a Viola, la mia nuova beta  [β]


Bad day.


Era un giorno come un altro per Dave finché non arrivò a scuola.

Sulla facciata principale c'era un cartellone.


A DAVID KAROSKY PIACE PRENDERLO

NEL CULO.


E una sua foto con disegni osceni


Spalancò gli occhi irrigidendosi e gettando a terra tutti i libri. Corse nella sua auto, sbattendo così forte la portiera da rischiare di staccarla.

Non ci credeva. Non poteva essere successo a lui. Queste erano le cose che succedevano nei film, non nella vita reale.


Era nella totale balia delle sue emozioni; aveva perso totalmente il controllo,. Non si riconosceva più. Quella persona che piangeva in una macchina, quella persona la cui vita era appena andata in frantumi, quella persona che aveva pensato di aver toccato il fondo giorni prima,. Lui non era quelle persone, lui era Dave Karofsky, il bulletto della scuola.


Fra le lacrime di vergogna e umiliazione guidò fino al Lima Bean.

Gli altri automobilisti vedevano un pirata della strada che andava a due all'ora nella corsia di sorpasso, che non guardava i semafori, che non sapeva guidare, ma dentro quell'auto c'era solo un ragazzo triste e disperato che non sapeva cosa fare.


Dopo aver evitato, indenne, almeno dieci incidenti, giunse finalmente alla “meta”.

Si sedette nell'angolo più scuro, nel tavolo più lontano, nel posto più isolato del bar, desiderando solo affogare nella proprie lacrime di dolore.

Il the molto zuccherato che aveva ordinato era ormai diventato un mare salato di tristezza.


Dalla mente non più così maligna e perversa di Sebastian Smythe.

Sto andando a zonzo per Lima.

Oggi Wes non potrà farmi incazzare con le sue continue e eccessive richieste; mi sono preso un giorno di vacanza, se così vogliamo dire.


Mi pare di scorgere una sagoma familiare al Lima Bean, forse l'unico bar di questa minuscola e inutile cittadina: è Dave e ha gli occhi gonfi ed arrossati.

Si vede che ha pianto, e molto, ma, nonostante tutto, è bellissimo comunque.

E' così distrutto che quando gli poso la mano su una spalla, trasalisce. Mi guarda con occhi stanche e voce fievole mi dice: “Sebastian, per favore, vattene. Oggi non sono proprio dell'umore giusto per i tuoi giochetti.”


Non ce la faccio a vederlo in questo stato, e senza lasciargli la mano mi accomodo davanti a lui.



Cosa è successo, Dave?”

Nulla che tu possa risolvere o peggiorare.”

Dimmelo, davvero. Io ci tengo a te.”

Non credo proprio. Non mi avresti mai fatto una cosa del genere, altrimenti.”

E sentiamo, allora. Cosa avrei fatto?”

Hai slinguazzato una matricola, porca puttana. E' possibile che non te ne ricordi nemmeno?”

Sebastian era rimasto muto, senza parole. Era d'accordo con ogni singola parola pronunciata da Dave; non sapeva come replicare, e così disse semplicemente: “Mi dispiace, Dave.”

Dave, che si aspettava una lunga filippica piena di improbabili scuse che dette da lui sarebbero sembrate la cosa più ovvia della terra, ammutolì a sua volta.

Non so cosa mi è preso, scusami. Se potessi tornare indietro non farei più gli stessi errori. Mi dispiace, Dave, mi dispiace davvero.”


Dave non credeva ai suoi occhi: Sebastian Smythe aveva subito un lavaggio, o addirittura un trapianto, cosa auspicabile, del cervello, a quanto pare.

Non sapeva se dare ascolto al cervello che pensava fosse una pessima idea o al cuore che vedeva la sincerità nei suoi occhi.


Sebastian lo prese per mano, guidandolo attraverso il locale, fino al giardino esterno. Fuori era una bellissima giornata: il sole era insolitamente caldo, i pettirossi cantavano e il cielo era limpido e sereno come non lo era da giorni.


Sebastian stese un telo sul prato, sotto l'ombra di un albero e fece a Dave cenno di avvicinarsi. Con estrema delicatezza lo fece sdraiare, come si fa con un bambino piccolo che non vuole andare a dormire, e si accoccolò accanto a cui, raggomitolandosi su un fianco come un gatto.

Con gli occhi persi in quell'azzurro infinito Dave, senza quasi accorgersene, raccontò tutto.

Si sarebbe praticamente scordato della presenza di Seb se non fosse stato per le sue delicatissime e continue carezze.


Dave, le cose brutte accadono. Dobbiamo solo imparare a farne tesoro.”

A te sembra tutto facile.”

Non ho detto questo. E' difficile. Ne sono consapevole. Ma può migliorare.” e, tiratosi su, si avvicinò a Dave; le ginocchia si sfioravano. “Vieni alla Dalton.”

Ma... io... non so...” replicò l'altro poco convinto. Da quando Kurt si era trasferito alla Dalton aveva sempre accarezzato quell'idea come un sogno (molto desiderato e tuttavia) proibito.

Parlane con i tuoi genitori, poi chiamami.” e fece per andarsene, ma Dave lo bloccò, dicendo: ”E con quale numero di telefono? Non me lo vuoi dare?”

Sebastian lo guardò in modo malizioso “Sono felice che tu me lo abbia chiesto. E' sempre un piacere ricever queste domande da un bel ragazzo.”

Dave rimase fermo, interdetto.

E comunque è **********. Aspetto una tua chiamata.” e, depostogli un bacio leggero sulla fronte, scomparve tra i rampicanti.


Dave, ormai solo, si ritrovò a sorridere come un ebete e a canticchiare fra sé e sé stupide canzoni d'amore. Dopotutto non era una giornata così brutta.


Note dell'autrice

- La canzone di questo capitolo è Bad Day di Daniel Powter http://www.youtube.com/watch?v=gH476CxJxfg&ob=av2n


- C'è del fluff, yaaay, dopo un po' d'angst ci voleva.

- E' pesante il cartellone. Io non mi capacito di come possano esistere delle persone tanto ignoranti

- Ovviamente io conosco il numero di Seb, ma non lo posso scrivere perché lui è soooolo mmmio *Voce da Gollum del Signore degli Anelli*

- Sebastian potrebbe risultare abbastanza OOC, ma nella mia mentre bacata lui è fluffoso, solo che hai dei problemi che lo bloccano, ma li vedremo poi :)

*si sente scontata e banale* ovviamente se recensite mi fate sempre grande piacere



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Capitolo 7
*** Your call. ***



Your call.


Drin, drin, driin”. Il fastidioso suono metallico della sveglia riportò indietro al mondo reale un Dave addormentato. Si concesse qualche minuti di rilassamento sotto quel rifugio caldo e sicuro, indugiando su dei sogni particolarmente piacevoli i cui protagonisti erano lui e Seb.

Appena realizzò cosa dovesse fare quella mattina, tutte quelle vaghe e deliziose sensazioni sparirono, lasciando il posto ad un'angoscia assoluta.

Doveva parlare con i suoi genitori del trasferimento alla Dalton.


Impiegò circa mezz'ora a scegliere quale maglietta indossare, lui che a malapena ci metteva 30 secondi. Poi con molta calma scese i pochi gradini che lo separavano dalla cucina.

Aprì gli occhi, lasciandosi sfuggire un profondo sospiro.

L'atmosfera era gelida: il padre leggeva “Sports Illustrated”, la madre lavava i piatti e davanti al suo posto abituale c'era qualche fetta di bacon freddo e una tazza di caffè con una patina semi-solida sopra.

Dopo aver dato uno sguardo triste alla gustosa colazione che lo aspettava, si sedette sulla sedia che scricchiolò leggermente.


Cinque minuti più tardi nulla era cambiato e l'unico rumore era l'acqua scrosciante del lavandino, Dave iniziò a parlare.

Mamma, papà... Vorrei parlarvi di una cosa che mi sta molto a cuore.” Nessuna reazione; come se fosse stata solo una folata di vento contro le grandi e luminose finestre della casa.

Prima di avere qualsiasi ripensamento, disse tutto: “Voglio trasferirmi alla Dalton.”

Il padre sbatté con forza il giornale sul tavolo con mani tremanti, la madre fece cadere a terra un piatto che si ruppe in mille frammenti candidi, mentre l'acqua continuava a gorgogliare nel lavandino, insinuandosi nelle fessure fra le stoviglie.

Tu non andrai in quella scuola di froci.”

Papà... ” replicò Dave con esitazione.

E' fuori discussione, David” e a quel punto Dave esplose.

Non è possibile! Cosa c'è che non va con me? Me ne sono andato dal McKinley,ora appena mi trovo bene arriva qualcosa e sconvolge tutto. Perché non posso camminare mano nella mano nei corridoi con chi mi piace senza essere giudicato e insultato per questo? Perché devo nascondermi dalle occhiate di disgusto degli altri? Perché ogni volta che cammino dietro di me c'è l'eco delle battute sporche degli altri?” e fece una pausa per prendere fiato.

Dave, senti...” lo bloccò la madre.

Non, non interrompermi, mamma, non ho intenzione di smettere. Torno a casa dopo ore dei vergogna ed è una situazione insostenibile. Tu e papà non vi parlate oppure vi tirate i piatti addosso. Cerco di ignorarvi, ma non ci riesco. Io vado, non importa cosa diciate. Questa è la mia vita; non mi lascerò mettere i piedi in testa da nessuno.”

David, io ti proibisco di muovere un altro passo.”

A cosa mi potresti fare, papà? La mia vita sta andando a rotoli. Ormai ho deciso.”

Dave, ti ordino di rimanere dove sei.”

Con uno sguardo di sfida, Dave mosse una gamba, poi un'altra finché non giunse alla porta dell'appartamento.

Dave, è l'ultimo avvertimento. Per favore, ascoltami.”

Io non lo merito!” Dave sbatté il portone dietro a sé , facendo tintinnare le campanelle a vento attaccate.


Stava in piedi: dietro a sé la sua vecchia vita, fatta di dolore e umiliazione, davanti la Daltone e Seb. Frugando nelle tasche trovò un quarto di dollaro e un foglietto spiegazzato con un numero di cellulare. Una volta trovata la cabina telefonica più vicina, inserì tremando le monete e digitò le cifre con il cuore in gola.

Ogni squillo a vuoto era come una pugnalata al cuore e, quando stava per perdere ogni speranza, una voce nota rispose: “Qui Sebastian Smythe, chi parla?”

Poi ci accasciò a terra tenendo fra le mani la cornetta del telefono come la cosa più preziosa del mondo.



Dalla mente non più così maligna e perversa di Sebastian Smythe.

Dave mi dovrebbe chiamare da un momento all'altro, e io sono in ansia, e molto. Non so, con lui è tutto diverso, tutto cambia.

Mai avrei pensato che io, Sebastian Smythe, possa stare così per una singola, inutile, minima telefonata.

Sembro un tarantolato, non riesco a stare fermo per più di dieci secondi.


Quando è suonata la sveglia di Thad, che per fortuna non è più Viva la Vida, altrimenti ora non si troverebbe qui, la piattola mi ha trovato già vestito di tutto punto, seduto sul mio letto con gli occhi sbarrati.

Penso gli sia venuto un infarto, dato che di solito sto stravaccato mezzo nudo finché non mi trascina giù per terra. E' costretto a spostare le tendere, alzare le serrande, cantare a squarciagola e levarmi di dosso la coperta per farmi smuovere.

Fingendo di non essere stupido si va a lavare, lasciando la porta del bagno aperta.


E' un demente, è ufficiale. Io cerco di essere una persona seria con Dave e quel deficiente si fa la doccia davanti ai miei occhi. Devo dolo ignorarlo, poi si rivestirà, spero.

Mi devo girare. Sebastian, girati, ora! Mi devo tenere impegnato.


Dopo aver :

  1. dato da mangiare a Callas, la nostra nuova mascotte

  2. innaffiato le piantine di quella palla di lardo di Trent

  3. piegato e rimirato tutti miei vestiti firmati

  4. infilato del dentifricio nelle scarpe di Wes

  5. flirtato con la professoressa di Storia Americana

  6. ideato una nuova coreografia

Non ho più molto da fare, dopotutto la Dalton sa essere piuttosto noiosa.

Scendo e salgo le scale come un forsennato, canto una ventina di volte “Please, forgive me”, ma Dave mi torna sempre in mente.


Apro una porta e vedo Jeff e Nick che pomiciano come assatanati. Non mi sentono e rimango a fissarli con aria felicemente ebete.

Dopo un po' si accorgono della mia presenza e Jeff mi guarda malissimo: “Smythe, che cazzo di fai tu qui? Si suppone debba essere una cosa privata, quindi perché non te ne vai?”, ma Nick lo interrompe: “Ehi, un momento, ma tu stai sorridendo?!”


Ommerda, sto davvero sorridendo. Ma se è una scena così adorabile *w*.

Comunque ho una certa reputazione da difendere, quindi devo trovare una scusa, e in fretta.


Ma cosa diamine vaneggi, Duval? Forse gli ormoni ti hanno dato alla testa?”

No, Sebastian. Ti ho visto, e stavi sorridendo. E' quasi inquietante.”

Posso solo ignorarli e fare un'uscita di scena dignitosa, quantomeno.


La portasi chiuse con fragore, mentre Jeff e Nick tornavano alla loro piacevole occupazione finché Nick non si allontanò leggermente dalle labbra del bipondo.

Sebastian stava sorridendo. Ne sono certo.”

Lo so, l'ho visto anche io, ma non sono così stronzo da sputtanarlo in pubblico come te.”

Io non sono stronzo” esclamò Nick risentito.

Oh sì che lo sei. Sei un adorabile, dolcissimo stronzo. E sei tutto mio

Comunque stava sorridendo davvero. Tutto grazie a quel Dave, quello che hanno nominato Kurt e Blaine al Lima Bean”

Sì, sta portando alla luce il suo lato umano” liquidò la questione Jeff, scocciato di sentir sentir parlare Nick di qualsiasi ragazzo che non fosse lui.

Non essere impaziente, Jeff. Abbiamo tutto il tempo del mondo” lo zittì Nick, posando il dito indice sulle morbide labbra del biondo.

MMMH, sei convincente, Nick.... ” rispose Jeff, abbandonandosi alle premure dell'altro.


Ritornando alla mente non più così maligna e perversa di Sebastian Smythe.

Come sono carini *w* :3

Ma gli altri non possono scoprire questa mia caduta di stile, o verrò preso per il culo a vita.


Non so più cosa fare; darei di tutto per sentire di nuovo la sua voce, ma non diciamolo in giro. Per ingannare questi secondi infiniti sto facendo tutto il possibile, davvero, ma i pensieri più dolci sono sempre quelli relativi a ieri: il sole, il cielo, il prato, noi due.

Basta, ora sembro una checca sdolcinata come Hummel e questo non potrei sopportarlo. C'è un limite a tutto.

No, cattivo Seb, checca non si dice. Perché, porca puttana, tutto mi riporta al pensiero di Dave?


Le mie orecchie super-sensibili hanno appena captato un suono di telefono.

Mi precipito nulla camera condivisa con Thad e lo trovo incollato al suo cellulare. Merda, penso di aver l'espressione più sconsolata sulla faccia della terra, ma non ho intenzione di nasconderla.

La piattola mima con le labbra: “Nervosetto? Telefonata importante?”

E io, in tutta risposta, gli alzo il dito medio. Entro cinque minuti tutta la Dalton ne sarà a conoscenza. Sono peggio di Gossip Girl in certi casi.

Mi sdraio sul letto. Un altro trillo. Me lo sento, è lui!

Come non detto, non credo sia lui; proviene da una cabina telefonica.

Che fare? Rifiutare e perdere l'occasione di parlare con un maniaco pedofilo psicopatico? Per nulla al mondo!


Cazzo, è Dave. E' molto da stalker riconoscere le persone dai loro respiri, ma non posso farci niente.

Qui Sebastian Smythe, chi parla?”

Pronto, ciao Seb. Sono Dave”

Ciao. Non mi aspettavo così presto una tua chiamata.”

I miei genitori si sono lasciati convincere facilmente.”

Mi fa piacere. Allora quando ti trasferisci?” Dave mi mi risponde.

Quanto costa la retta della Dalton?”

Tanto, perché?”

Seb, potrei avere un problema.”



Note dell'autrice.

- Non so se lo sfogo di Dave sia opportuno, troppo delicato o troppo forte. Davvero non ne ho idea. E' stato difficilissimo da scrivere, comunque.

- La canzone di questo capitolo, che adoro, del resto, è Your call dei Secondhand Serenade *w* http://www.youtube.com/watch?v=vHyCQn1VrLE&ob=av2n 


- Per Giulia ci sono Niff e Thad :)

- La vita della Dalton è esaltante, anche se non ho ben capito cerché Seb odia Wes, ma mi è uscito così, quindi pace :)

- E C'è Seb fluffoso che cerca di non guardare Thad che si sta allegramente lavando con la porta aperta.

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Capitolo 8
*** Uptown boy. ***


Capitolo dedicato a Viola, la mia beta che è tornata ora dalle vacanze :3

Ringrazio sempre tutti: chi legge e recensice (Baby, you're my only love), chi legge silenziosamente e chi non mi si fila di striscio.

Detto questo Peace, Love and Davestian  a tutti *w*

Uptown boy.


Che tipo di problema, Dave?”

Di soldi.”

Ah.” qualche secondo di silenzio “Potrebbe non essere un problema.”

Beh, io penso di sì, invece.”

Fra 10 minuti in W. Eureka Street.”

Ma cosa … ?!” ma prima di avere qualsiasi altra informazione all'altro capo avevano già riagganciato. Maledetto Smythe. Chissà dove l'avrebbe portato. Fa nulla, tra dieci minuti lo avrebbe scoperto.


Doveva arrivare all'altro capo della città, non aveva un dollaro in tasca e in dieci minuti era aspettato in un posto sconosciuto. Che pensieri rassicuranti. Ma non sarebbe mai mancato a quell'appuntamento con Sebastian.


Stava davanti ad una grande villa; il prato perfettamente all'inglese, le siepi rifinite al millimetro, le ringhiere dipinte di bianco, la lussuosa auto nera parcheggiata davanti, le finestre tanto splendenti che quasi accecavano gli occhi...


Si sentiva fuori luogo. Era accaldato e aveva il fiatone. Lì era tutto così pulito, e lui si sentiva sporco. Perché mai Seb gli aveva dato quell'indirizzo? Era sicuramente sbagliato.

La mezza idea che aveva di defilarsi andò subito a farsi fottere quando intravide la familiare sagoma di Seb sbucare da una stradina secondaria.


Sei in anticipo.”

No, sei tu che sei in ritardo.”

No, senti. Ora sono esattamente le 11.00.”

Ma cosa dici, sono le 11.02”

No. E poi Sebastian Smythe non è mai né in anticipo né in ritardo, arriva precisamente quando intende farlo.” *

Questo l'ho già sentito. Comunque cosa ci facciamo qui?”

Non ti preoccupare. Ora lo scoprirai.”

"Mi sto preoccupando.”


Sebastian gli rivolse un sorriso breve, corto, essenziale, che Dave non avrebbe più dimenticato, poi suonò un campanello.

Che cazzo fai, Sebastian? Se ci beccano questi dei quartieri alti sono capaci di denunciarci”, ma venne interrotto dal rumore di una porta che si apre.


Bastiano, ci sei finalmente venuto a trovare!” e due vecchietti si precipitarono giù dalle scale per abbracciare Seb, o dovrei dire Bastiano?

La donna aveva candidi capelli bianchi, occhi azzurri e indossava un maglione rosa con dei gattini all'uncinetto. Dava un senso di protezione assoluto.

L'uomo aveva una tuta da lavoro di acrilico blu e due occhi blu di un colore indefinibile incorniciati da un paio di occhiali di osso.

Entrambi quasi rotolarono giù dai pochi gradini, e rinchiusero Seb in un abbraccio stritolante.

E lui ricambiò con affetto.


Solo dopo si accorsero di Dave che stava in piedi appoggiato sul muro coperto da rampicanti. “Benvenuto anche a te, amico di Bastiano”

Piacere, signori Smythe, io sono David Karosfky.”

Suvvia, Dave, chiamaci solo Aaron e Tea.”

Vogliamo entrare per prendere una tazza di the?” e con un'energia sorprendente li spinse su per le scale fino dentro alla casa.


Dentro era differente. Appena Dave varcò quella porta gli sembrò di essere entrato in un universo parallelo: c'erano peli di gatto ovunque e i loro padroni stavano comodamente acciambellati ovunque.

In ogni angolo c'era almeno una fotografia di Sebastian assieme ai nonni. Alcune erano scattate al mare, altre in montagna, altre ancora nel deserto. Era evidente che da piccolo aveva viaggiato molto. Solo in una foto non erano presenti Aaron e Tea, ma altri due, più giovani, presumibilmente i genitori di Sebastian, e lui era imbronciato, ma in una maniera adorabile.

Gomitoli di lana, libri aperti con all'interno fiori come segnalibri, cioccolatini in ciotole di ceramica e biscotti mezzi mangiucchiati si univano a formare una baraonda, armoniosa però. Nulla era fuori posto, nonostante all'apparenza il disordine regnasse sovrano.

L'esterno della casa non gli rendeva giustizia.

Li guidò attraverso molte stanze, ma quella che colpì più Dave fu una grande camera pulita alla perfezione. Le pareti erano interamente rivestite da cassetti, su ognuno c'era un'etichetta: freni, radiatore, frizione, mentre al centro della stanza, fra intrichi di fili e cavi elettrici, c'era un ammasso nero non bene identificato. Dave rimase fermo davanti alla porta, affascinato dalla maestosa bellezza di quella macchina.


Bella, vero?” lo scosse Aaron “la mia vecchia Bessie, l'auto con cui ho accompagnato Tea al ballo studentesco. E' da mesi che la costruisco, una sorpresa per l'anniversario.” aggiunse a bassa voce facendogli l'occhiolino mentre la donna gli passava accanto.

Farò finta di non aver sentito nulla, caro. Come se fosse mai possibile ignorarla!” replicò lei con un sorriso.


Mai aveva visto due persone così diverse andare talmente d'accordo. Era un miracolo? Quale magia accadeva ogni giorno in quella casa? Che trucco usavano? La risposta, non ancora ben chiara a Dave, era semplice: l'amore.


Arrivati nel portico Tea si sedette sulla sedia a dondolo, Aaron si appoggiò alla ringhiera verniciata di fresco, mentre a lui e a Seb non rimase altro che accomodarsi sul piccolo divano con la stoffa a righe rosse e bianche. Pochi secondi dopo Dave vide un'enorme palla di pelo bianco passargli davanti e acciambellarsi sulle sue gambe.


Allora, Bastiano, a che dobbiamo l'onore?” chiese Aaron.

Dave è un mio caro amico e non si trova bene nella sua scuola. Gli ho proposto di trasferirsi alla Dalton e lui ha accettato, ma il costo della retta è eccessivo per le sue finanze, quindi mi chiedevo se...”, Dave lo interruppe prima che potesse terminare la frase.

Ovviamente se non volete capisco benissimo. E' molto, ne sono consapevole, quindi non c'è assolutamente problema se...”

Per favore, Dave, non fasciarti la testa prima di essertela rotta” lo zittì Seb, continuano imperterrito il discorso ”se potete pagarla voi”


Ecco, era fatta. Tutti i nervi di Dave erano tesi al massimo. Ora rimaneva solo da aspettare il NO secco e brusco che sarebbe arrivato a breve. Nel frattempo Seb aveva una faccia rilassata, si stava arruffianando i nonni con uno sguardo così dolce e cuccioloso che a Dave venne voglia di sommergerlo di carezze e abbracci.


Beh, si può fare. Dovremmo chiedere a Mia e Alex, dato che sono loro a pagare, ma non credo che faranno particolari problemi.”

Chi sono Mia e Alex?” chiese Dave.

I miei genitori” biascicò Sebastian con voce cupa.

Su, Bastiano, non fare quella vociaccia!” lo rimproverò Tea.

Ti hanno lasciato delle cose su, quando sono passati a Natale” aggiunse Aaron.

Sono venuti a Lima a natale?” chiese Sebastian con faccia sconvolta.

Sì, per pochi minuti. Ti accompagno”, si alzarono e attraversarono la tenda fatta di perline colorate e sparirono dalla loro vista.


Dave era solo con Tea.

Vado a prendere dei biscotti”

Ora Dave era completamente solo.


Si guardò intorno, abbandonandosi sullo schienale del divano e allungando le gambe.

Il cielo era limpido e sereno, la brezza fresca e frizzante e l'erba tanto verde da riflettere la luce solare. Un calabrone gli passò accanto con un ronzio e per qualche secondo per Dave ci fu il panico puro. Aveva la fobia degli insetti.

Accarezzò la palla di pelo sulle sue ginocchia che iniziò a fare delle leggere fusa; il campanello sul suo collarino, che lo identificava come “Bradshaw”, tintinnava.


Tea rientrò pochi momenti dopo con una teglia piena di biscotti al cioccolato. Dave ne afferrò uno al volo – la sua colazione non era stata delle migliori – . già si pregustava la consistenza croccante, ma soffice. Con foga ne staccò il primo morso, ma ebbe un sorpresa.

Erano di roccia, le gocce di cioccolato sembravano piccoli diamanti neri incastonati sopra.

Cercando di ignorare quegli strani rumori che provenivano della sua bocca, disse: “Sono davvero deliziosi, signora Smythe.”

Cosa ti avevo detto, Dave? Non chiamarmi così. Mi fai sentire vecchia e polverosa come mia suocera!” lo bloccò tea con un sorriso, allungando di nuovo la teglia verso di lui. “Un altro?”

No, no, grazie.” tentò invano di schermirsi Dave.

Insisto” e ne prese uno, cercando di non scheggiarsi i denti. A Carl non sarebbe piaciuto.

Mentre sgranocchiava quel sassolino, notò che Tea aveva uno sguardo curioso, un po' troppo. Non era un buon segno.


Che mi dici di te e Bastiano?”

Abbiamo degli amici in comune e in quest'ultimo periodo ci siamo avvicinati molto.” rispose Dave, cercando di eludere altre domande sulla loro flirtationship **

E' sempre così riservato! E ce l'ha la ragazza?”


Dave rimase a bocca aperta; loro non sapevano.

Tea si accorse del silenzio dell'ospite che tentava invano di ricomporsi.


Scusa, sono stata indiscreta. Solo che lui non ne parla mai e noi vogliamo unicamente che lui sia felice... ” si scusò lei.


Fortunatamente dei rumori provenienti dal piano di sopra posero fine a quella conversazione surreale anche piuttosto imbarazzante. Aaron e Seb riapparvero e si sedettero di nuovo ai loro posti.


Mi dispiace , Dave, ma i miei genitori non sono d'accordo, quindi...”

Quel minuscolo barlume di speranza nato nel suo cuore era appena stato spazzato via da litri e litri di cruda realtà.

quindi hanno detto di sì!” terminò la frase Seb.

Davvero? Non ci credo! Ma tu prima hai detto che...” cominciò a delirare Dave.

Ti stavo prendendo in giro. Vedere la tua faccia sconsolata non ha prezzo.” gli disse ridendo con occhi splendenti.


Che pazzo Sebastian. Era un matto, un ninfomane, uno stronzo, un ruffiano, un paraculo, ma non si poteva fare a meno di amarlo, una volta scalfita la sua scorza dura.


Grazie di tutto, davvero. Non avete idea di cosa significhi per me” ringraziò Dave con le lacrime agli occhi, alzandosi per abbracciarli. Circondò Aaron e Tea con le braccia, mentre Sebastian aspettava impaziente accanto alla tenda di perline, tamburellando con il piede a terra.

Prima si parte,prima si arriva” disse con sorriso luminoso Sebastian

Arrivederci ragazzi. E tornate a trovarci presto” li salutò Tea.

Il prima possibile” promise Dave con la mano sul cuore.

Buona fortuna con la Dalton” Gli augurò Aaron.


Sebastian prese Dave per mano e corsero attraverso il giardino curatissimo fino al cancello. Un ultimo saluto con la mano ed erano fuori dalla staccionata bianca.


Note dell'autrice:
- *
Riferimento al Signore degli anelli. Quanto lo amo


- ** Flirtationship: more than a Friendship, less than a Relationship
- La canzone di questo capitolo è Uptown Girl, ovviamente Glee version. http://www.youtube.com/watch?v=lSDqzbN2-zo: Adoro il video, Nick, Jeff, Sebastian... Troppa figaggine per un solo video *Q* E Niff is on, bitches.
- I nonnini di Seb sono adorabili. I'm living an appreciation life for Tea and Aaron.
Aaron è mio nonno, solo con un nome diverso, mentre Tea è frutto della mia immaginazione.
Poi lo chiamano Bastiano e lui non si ribella nemmeno!
- Carl è l'ex di Emma, il dentista figo
- Ho chiamato la madre Mia (come la fidanzata di Darren) perché è cordialmente odiosa
- Il gatto che si chiama Bradshaw è un piccolo omaggio a Little Numbers :3



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Capitolo 9
*** Bad romance. ***



Bad romance.


Dalla mente perversa e malvagia di Sebastian Smythe.

Missione compiuta: Dave verrà alla Dalton, così potrò lavorarmelo per bene.

Certo, forse non è stato molto prudente fargli conoscere i nonni, ma era l'unico modo per avere i soldi. Non vorrei che si facesse strane idee su noi due.


Certo, è bello, nulla rispetto a me, ovviamente, ma non c'è male. E sembra una brava persona, tolto tutto quello spintonare la gente addosso agli armadietti, ma devo dire che non è molto il mio tipo.

Poi io sono Sebastian Smythe e nessuno mi può mettere il guinzaglio. Non sono stato programmato per una relazione stabile. Non che io non ci abbia provato, ma ongi volta è successo, o ho fatto succedere, qualcosa che ha rovinato tutto.


Ho tirato a Blaine una granita con sale grosso in piena faccia, ho mollato François senza preavviso per venirmi a seppellire in questa cittadina inutile negli Stati Qualcosa, mi sono fatto beccare da Jacques mentre lo tradivo con Diane, durante i miei numerosi periodi di confusione.

Non credo faccia per me. Già a malapena riesco a gestirmi da solo.


Comunque alla fine è andato tutto bene e lui non sembra troppo scioccato né da loro né da me. Forse non mi farà domande inopportuna, ma ha un faccia troppo felice e ciò non va affatto bene.

Quindi, Bastiano, sei etero. E come va con le ragazze?” mi chiede.

Era troppo presto per cantare vittoria” penso, mentre lui ride sotto i baffi, che non ha, tra parentesi.

Mi pare un po' troppo strafottente per essere uno che ha appena ricevuto un grosso favore senza dare nulla in cambio”. Devo ammettere che non mi è riuscita molto bene. Anche per i miei alti standard di stronzaggine è abbastanza pesante.

Si rabbuia, da tanto luminoso che era; infila le mani nelle tasche con forza e si tira su il cappuccio della felpa, iniziando a mangiucchiare i laccetti che ne fuoriuscivano.

Si chiama favore per un motivo, poi farei qualsiasi cosa per ripagarvi. Una volta che mi sarò sistemato alla Dalton cercherò un lavoro, o magari anche due, e ...” mugugna lui.

Sì, sì, sì. Ho capito. Che ne dici di andare?”

Come?” mi guarda perplesso

In che senso come?”

Con... quale... mezzo...? E' un po' lontano da qui a piedi.” Perché diamine sta balbettando?

Con la mia auto, che domande?” Perché la sta facendo così lunga?

Ma sei... giovane. Hai la patente?”

Ovviamente. Non tutti siamo degli armadi come te, per fortuna, oppure saremmo già precipitati in delle crepe del terreno.” Ma come si permette? Bah, almeno io non sembro un ciclope.

Da questa parte” e mi dirigo verso una stradina secondaria, di quelle scialbe e perfettamente pulite che si trovano solo in queste misere cittadine di provincia.

Prima le signore” lo sbeffeggio, tenendogli aperta la portiera.

Cazzo se è alta” Certo, furbone, è una jeep.

La devo anche aiutare a salire?”

Mi guarda ridendo “No, prode cavaliere. Mi farò aiutare da un'ancella, lei, piuttosto, non dovrebbe pulire le stalle?”

Touché. Meglio smettere questa messa in scena pseudo-medievale.


Alza un piede per salire sul gradino intermedio e mi trovo davanti una visione piacevole, diciamo. Nulla di paragonabile al mio o a quello di Blaine. Cazzo, sì, quello era il culo perfetto. Mi domando ancora come ho fatto a lasciarmelo scappare. E' davvero uno spreco per Hummel! *

Ma nei tempi di magra non c'è molto da fare: bisogna accontentarsi. Poi non è che ci sia 'sta grande abbondanza di ragazzi gay. Di fidanzati ce ne sarebbero pure, ma ho la vaga impressione che, se ci provassi di nuovo con Blaine, Hummel-fatina mi spedirebbe all'ospedale. Invece se ci provassi con Nick non voglio neanche pensare a cosa mi potrebbe fare Jeff, sa essere molto vendicativo quando vuole.


Sai cosa si dice degli uomini che hanno una grande auto?”

No, dimmi” Io stavo in Francia, dove tutti erano vagamente civilizzati.

Che sia per compensare qualcos'altro” e fece un sorriso allusivo, anche se un po' imbarazzato.

Credimi, non corro questo rischio.”


Qualche secondo di silenzio da parte sua. Credo anche si senta piuttosto a disagio, ma non capisco perché. O forse sì, ma che me ne frega, in fondo (?)


Accendo la radio, in sottofondo c'è Bad Romance di Lady GaGa.

Allora, dov'é?”

Pensavo lo sapessi, ci abiti.”

Non abito a casa tua, Dave.”

Ah, quindi non andiamo alla Dalton?”

Non avrai mica intenzione di vestirti per mesi con questa roba?!” e indico con disgusto quei vestiti stropicciati che ha indosso.

Cosa hanno che non va?”

Semplice: tutto”

Non possiamo andare ora, comunque.”

Perché?”

Perché... non c'è nessuno e non ho le chiavi” Pensi che io non me ne sia accorto? Bello, capisco quando uno mente, soprattutto se mente a me.

Possiamo sempre scassinare la serratura!”

Non penso proprio”

Io invece penso di sì”

Per favore, Seb...” Mi sta chiamando Seb? Siamo già arrivati al quel punto in cui mi chiama con i soprannomi? Forse stiamo correndo troppo, ma non mi dispiace affatto.

Cerca sotto il sedile, dovresti trovare una forcina”

Perché? Le usi quando di notte diventi il tuo alter-ego donna?”

No, qualcuna potrebbe averla persa”, accosto la macchina vicino ad una casa, “E' qui, vero?”

Coma cazzo lo sai? Sei per caso un pedinatore?”

Ho le mie fonti segrete.”

Ovvero?” mi scruta curioso.

Se te lo dicessi non sarebbero più segrete. Su, scendi.”

Per quale motivo?”

Ora vedrai...” e lo spingo giù dal sedile con il gomito. Con poche falcate raggiungo la porta principale, prendo in mano quella diavoleria per capelli e armeggio un po'

Su bella, ce la puoi fare. Non vorrai farmi fare una figura di merda con Dave, vero? Dopo qualche giro a vuoto la porta si pare come per magia. Alla fine non è neanche troppo difficile, basta guardare qualsiasi film poliziesco per capire io meccanismo. E' stato facile, ma probabilmente ho avuto una botta di culo.


Sono lieto di scoprire che le mie abilità non si sono affievolite, anzi” un po' di sano bleff non guasta mai.

Quindi oltre che uno stalker sei anche uno scassinatore?”

Questa è una storia che non penso avrai mai il piacere di sentire.”

Ah” e sembra davvero deluso.

Ti aspetto in auto fra cinque minuti, il tempo di prendere solo l'essenziale.”

Perfetto, sei sicuro di non voler entrare”

Ne faccio volentieri a meno, tesoro.” Spero non fraintenda quel 'tesoro'


Torno alla macchina. Sicuramente quei cinque minuti diventeranno sei, poi dieci, poi un quarto d'ora. Voglio proprio vedere quanto ci metterà, aziono il cronometro del cellulare.

Infilo le mai nelle tasche, le mie dita sfiorano qualcosa di morbido e un bordo spigoloso.

Tiro fuori tutto: una cravatta e un misero cartoncino di auguri. Tutto quello che ho ricevuto in un anno dai miei adorati genitori.



Ti auguriamo ogni bene per il tuo percorso scolastico alla Dalton.

Mia e Alex


Si sono firmati con il nome di battesimo, nessun confortante 'mamma e papà' per me.

Se vogliono sembrare distanti non ci sono riusciti, più di così è impossibile. Li vedo una volta l'anno; nessuna telefonata, nessuna e-mail, nessun sms, solo regali costosi per tentare invano di colmare il vuoto della loro assenza.

Non ho mai avuto una vita normale né dei genitori ordinari. Sono stato costretto a girare per il mondo, ogni anno un'ambasciata diversa, nessuna amico. Non sono cresciuto bene, non ho avuto nessun punto di riferimento, ma forse me lo merito. Non ho fatto quasi nulla per avvicinarli dopo i primi tentativi andati a vuoto.


Toc, toc, toc” e mi trovo il volto di Dave e pochi centimetri dal mio.

Entra pure”, dico, aspettando che iò cuore torni a battermi ad un ritmo regolare.

4:59. Cazzo, non è possibile, non ci credo.

Dave si siede accanto a me, posandosi una sacca da football mezza vuota sulle gambe. Ad una mia occhiata perplessa replica “L'essenziale è invisibile agli occhi”

Se hai intenzione di smettere di fare lo pseudo-filosofo, io vorrei giungere alla Dalton per pranzo. Pronto al viaggio più emozionante della tua vita?”

Lui tace, ma vedo i suoi occhi brillare.



Dopo 10 minuti di silenzio arrivarono alla Dalton. L'accademia si ergeva con tutta la sua maestosa imponenza in mezzo ad un grande parco, in netto contrasto con il verde così scuro da sembrare quasi nero della macchia d'alberi alle sue spalle.

Parcheggiata l'enorme jeep davanti all'edificio, varcarono il grande portone e si ritrovarono in un atrio arioso. I raggi del sole filtravano dalle grandi finestre , creando giochi di luce fra gli specchi e i cristalli dei lampadari, come in una reggia seicentesca.


Sebastian Smythe si sentiva a suo agio.

Nulla di meglio che tornare a casa” pensò mentre camminava con fare baldanzoso per i corridoi. Come un re che passa in rassegna il suo esercito, osservava ogni quadro, ogni scanalatura del legno, ogni variazione del marmo del pavimento di marmo lucente.

Per di qua, Dave” disse affrettando l'andatura per salire una rampa di scale. Si fermò sul pianerottolo e si appoggiò alla balaustra di ferro.


Beh, allora cosa c'è, Smythe?” Dave si era raggelato appena entrati nell'accademia.

Sebastian rimase silenzioso, scrutando con estrema attenzione Dave. Il suo corpo in tensione, la mano che stritolava senza controllo il cordone della sacca, il respiro irregolare di certo non dovuto a quei pochi gradini.

Neppure un rumore proveniva dalle decine di studenti che abitavano in quella struttura che pareva disabitata.


Dove hai intenzione di stare?”

In una camera, suppongo.”

Con chi?”

Non voglio complicare le cose. Troverò qualcuno di sicuro.”

Potresti stare con me. Thad è fastidioso” e etero, o almeno fingeva di esserlo. Che maldicenze gratuite nei confronti di quel santo che lo sopportava da tanto tempo.

Un'uniforme blu scura con i risvolti rossi in movimento gli bloccò la visuale interrompendo quella connessione fra i loro sguardi.


Che cazzo ti corri giù dalle scale, Montgomery?” proruppe in coloriti insulti Sebastian.

Attento, potresti cadere” aggiunse Dave con tono di voce del tutto diverso.

Non ti permettere di parlarmi in quel modo, perché se continui così ti butto fuori dai Warblers a calci nel culo”, poi cambiò espressione e tese la mano verso lo sconosciuto “Ciao, sono Wes Montgomery. Non ti ho mai visto qui alla Dalton. Sei per caso Dave Karofsky?”

Come mai tutti mi conoscono?”

Sebastian ci ha parlato molto di te” replicò con un sorriso, continuando imperterrito a chiacchierare, apparentemente incurante delle occhiata assassine che gli lanciava l'altro Warbler.

Davvero?” chiese Dave curioso, ma qualcuno lo interruppe, qualcuno che non gradiva affatto che piega aveva preso la conversazione “Dove cazzo stavi correndo, piccolo psicopatico?”

Nick e Jeff non si trovano da nessuna parte e dobbiamo iniziare le prove ORA” e vedendo la espressione maliziosa dell'altro prevenne le sue immancabili battutine “E per favore, Sebastian, non infierire. Da quando Blaine si è trasferito al McKinley non ci sono più regole. Quei due non si presentano mai, tu saboti le prove, David arriva sempre in ritardo così dobbiamo passare il resto del tempo a spiegargli cosa abbiamo fatto prima. Alla fine rimango solo a provare con Trent”

Forse intendevi dire: rimango solo a provarci con Trent?”

Ti sto ignorando solo per il bene di Thad. Non vorrei che debba aiutarti a camminare per il prossimo decennio” e accompagnò il tutto con un sorriso a 32 denti.


Dave osservava quella schermaglia allarmato; Sebastian sembrava un'altra persona dopo la fine del colloquio con Aaron e Tea, e Wes era visibilmente sul punto di un esaurimento nervoso. La Dalton non era affatto una scuola normale, la cosa a cui più si avvicinava era un ospedale psichiatrico.


Hai già deciso dove stabilirti, Dave?”

No” rispose Dave.

Sì” rispose Sebastian.

Wes li osservava perplesso “Allora?”

No” ripeté con più forza Dave, mentre un'espressione di vaga sufficienza appariva sul volto di Seb.

Ti va di stare in camera con me, allora? Prima stavo con Blaine, ma ora se ne è andato che solo da solo. Non so cucinare e sono disordinatissimo. Leggo fino a tarda notte e spesso mi sveglio ad ore improponibili, ma alla fine sono una brava persona” poi, vedendo che l'altro non era convinto,“Non so sempre così esagitato, è la sua presenza che mi disturba” aggiunse, indicando Sebastian che borbottava sottovoce “Sembra il mercato della carne”.

Ti capisco” rispose l'altro dandogli una pacca sulle spalle

Quindi cosa hai deciso?”

Come potrei rifiutare una tale offerta? Accetto, ovviamente”

Mentre loro si allontanavano parlottando come vecchi amici, si poteva sentire in sottofondo un rumore: era il fegato di Sebastian che si stava logorando.



Dalla mente maligna e perversa di Sebastian Smythe.

Mmmh, forse ho corso un po' troppo.




Note dell'autrice:

* Il culo di Darren, l'ottava meraviglia :3 Ci stava tutta la lauda *Q*
http://26.media.tumblr.com/tumblr_lw4asj47tV1qj302ao1_500.jpg http://30.media.tumblr.com/tumblr_m2ew5lwRFE1r3e7bbo6_r2_250.gif
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=332328643486523&set=a.332260270160027.83150.227772980608757&type=3&theater
- La canzone di questo capitolo è Bad Romance di Lady Gaga http://www.youtube.com/watch?v=qrO4YZeyl0I&ob=av3n
“I want your love, I don't wanna be friends”
- Sebastian *le bleff-trollface* OTP
- Io amo Wes, è la mia personificazione in un maschio pseudo-gay/falso etero che sa cantare divinamente e che dà di matto senza un valido motivo. Vorrei però vedere voi al suo posto a dirigere i Warblers
- Povero Seb, i genitori non se lo cagano di striscio, non ha amici, un'infanzia triste. Mia diventa sempre più cattiva. D:

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Capitolo 10
*** Turning tables. ***




Turning tables.


Dal diario di David Karofsky.


Sto alla Dalton solo da qualche giorno e già ho bisogno di psicofarmaci. Sembra che qui tutti soffrano di qualche malattia mentale. Ecco un breve schema:
- Nick: disturbo ossessivo compulsivo e mania dell'ordine
- Jeff: Sindrome di Asperger o qualcosa del genere (insulta immotivatamente qualsiasi persona passi accanto a lui, o, soprattutto, a Nick)
- Wes: schizofrenia condita con un pizzico di borderline
- Trent: mutismo quasi totale causato da insicurezza cronica
- David (l'altro): sembra normale, stranamente
- Thad: sospette tendenze al masochismo (non capisco come faccia a stare in stanza con Seb)
- Sebastian: che dire? Tutte le precedenti e qualcos'altro che non riesco ancora a decifrare.

Tralasciando questi trascurabilissimi dettagli, qui sto davvero bene. Non avrei mai pensato di essere così a mio agio in un posto del genere, soprattutto considerando a mia (falsa) reputazione di atleta decelebrato.

Non saprei bene come spiegarlo, ma qui c'è l'atmosfera giusta; non so se siano le persone o la struttura, ma qui anche l'aria sembra più pura.


Le lezioni sono interessantissime, in particolar modo il corso di letteratura europea tenuto dal professore Spencer Reid *. Chi avrebbe mai immaginato che Shakespeare potesse essere talmente attuale?

Il pomeriggio vado a vedere le prove dei Warblers, assistendo in diretta agli scleri di Wes. E ha ragione: bastano solo la presenza di Seb , le sue occhiatine malevole e i suoi commenti sarcastici a farlo innervosire. Quanto lo capisco.

Non ci parliamo più dalla “proposta indecente” e devo ammettere che (quasi) mi manca la sua ingombrante, psicologicamente parlando, presenza. Io non gli ho mai rivolto la parola, ma gli costava troppo prendere l'iniziativa? Forse sì, dopotutto. Con lui non so mai cosa pensare.


Tralasciano il discorso “Sebastian non mi si caga di striscio e ci sto una merda” Wes è un angelo. Siamo diventati molto amici e in questi pochi giorni ho già scoperto un sacco di cose su di lui. Ad esempio ha la discutibile capacità di fare la pasta scotta e cruda allo stesso tempo , oppure ha una canzone di Selena Gomez (“Who Says”, per la precisione) nell'mp3. Ma non è questa la cosa inquietante, è che mi sopporta senza dare cenni di cedimento. Non mi ha sbroccato, nonostante ogni 5 minuti insulti pesantemente Seb o intimi alla Niff di smettere di pomiciare. Sono come una versione più psicopatica di Kurt e Blaine; trasudano adorabilità (?) da tutti i pori.

Tornando al Wes-discorso è tipo super-impegnato: prove dei Warblers, rappresentante di classe, ottimi voti in tutte le materia, mio compagno di stanza e tutor di Trent (il muto che, per intenderci, con lui non lo è affatto).

Comunque tutta questa situazione con Seb mi sembra un fottuto déjà vu, ma non riesco a ricordare...



Cosa canticchi, Dave?” gli sussurrò Wes nell'orecchio, scuotendolo dal suo torpore.

In realtà non lo so, ma ne se sono ossessionato”

Te lo dico io: Turning Tables di Adele. Pezzo magnifico, secondo il mio modesto parere”

Tu, modesto? Ma fammi il piacere!”

Cercavo solo di esserti d'aiuto, anche se... Ho in mente un'idea molto migliore”

Si buttò fuori dalla porta della stanza mezzo svestito per bussare a quella vicina. “Trent, Treent, Treeeeent! Alzati subito. Dobbiamo fare una cosa”

Cosa?” rispose una voce che ben poco aveva di sveglio

Sorpresa, veloce” Wes spalancò la porta, dopo averle dato una poderosa spallata, e si trovò davanti al buoi.

Trent, David, ci siete?”

vaffanculo, Wes, è sabato e sono le cinque di mattina”

Chiudi quella fogna, David. Tu sei inutile. Treent?”

Ora arrivo”


Che strano, pensò Dave. Nessun insulto, nessun “sono le cinque di mattina, cazzo” da parte di Trent. Quei due avevano un legame davvero particolare.


Circa 30 secondi più tardi davanti a lui c'erano Trent, vestito di tutto punto, con tanto di cravatta annodata alla perfezione, e Wes, alo stesso stato di prima, ovvero maglietta della squadra di boxe della Dalton (avevano una squadra di boxe?) e pantaloncini da corsa slavati che ormai da molto tempo avevano perso il loro colore originario.


Per darle il benvenuto alla Dalton, signor David”

Dave”

Karosfky, l'elitè dei Warblers, ovvero me e Trent, si esibirà in una performance live di Turning Tables di Adele. Si raccomanda di spegnere i cellulare in sala per non disturbare gli artisti. Al termine dell'esibizione gli artisti si apriranno in un confronto con il pubblico. Non si possono né scattare fotografie né fare filmati. E' assolutamente proibito fare chiasso o schiamazzi, anche se potrei capirlo, data la mia straordinaria bravura...”

Che artisti pretenziosi”

Il potere del talento, caro. Un po' di silenzio in sala” replicò Wes, notando che il suo folto pubblico li osservava mostrando insofferenza. Nel frattempo Trent si guardava spaurito attorno.



I can’t keep up with your turning tables
Under your thumb, I can’t breathe




Poi si guardarono. Durò un secondo, forse meno, ma Dave lo avrebbe ricordato per sempre. Era uno sguardo d'amore puro, incondizionato, di dedizione assoluta. Era uno di quegli sguardi che, se li ricevi, ti senti completo. Hai trovato il tuo posto nel mondo, fra le sue braccia. E Dave si sentiva geloso, fottutamente geloso della loro amicizia, del loro amore, del loro rapporto, qualunque cosa fosse. Avrebbe dato qualsiasi cosa per sentirsi in quel modo: amato, protetto, al sicuro da tutto lo schifo che c'era nel mondo. Ma ormai aveva perso ogni speranza che una persona del genere esistesse anche per lui, non tutti potevano avere un lieto fine, e lui non rientrava fra i candidati. Sarebbe solo stato una seconda scelta.


Va tutto bene, Dave?”

Sì, perché?” no, affatto, era tutto sbagliato in lui.

Stai piangendo.”

No, ah... era solo che... ehm”

Non ti preoccupare, va tutto bene”e Wes lo abbracciò. Nonostante Wes fosse alto circa la metà di lui e in quanto a senso di protezione lasciasse un po' a desiderare, Dave riuscì a per un attimo ad intravedere quella sensazione. Era da tanto tempo che nessuno lo abbracciava.

Grazie mille, T. ci vediamo dopo” e Trent disparve dalla loro vista, chiudendo dolcemente la porta dietro di sé.



So I won’t let you close enough to hurt me, no
I won’t ask you, you to just desert me



“Perché lo tieni a distanza?”
“Non capisco di cosa tu stia parlando.”
”Io sì, non sono stupido. E ho anche sentito di cosa stavate parlando prima che vi interrompessi.”
“Non voglio parlarne.“
“Va bene, non intendevo darti fastidio.”
“E' solo che lui, non so come dire, è la persona più incostante che io conosca; prima è adorabile, un momento dopo è l'essere più stronzo della terra. Poi che lo dico a fare a te, altre che doppia personalità, tu ne hai dieci, minimo”
“Potrei ritenermi offeso. Comunque non so, non parla mai con nessuno, escluso Thad. Poi ci sono quei momenti in cui sta in disparte, da solo, guardando il vuoto. Si estranea totalmente dalla realtà, continuando a tormentarsi le maniche della divisa. Lì sì che è inquietante.”
“Ma perché? Cos'è che lo angoscia?”
“Non lo so, non ne parla con nessuno. Appena qualcuno gli si avvicina oppure cerca di farlo tornare al presente, ritorna il solito spaccone di sempre.”
“Davvero non capisco perché non ne parla con Thad o con i suoi genitori?”
“Ha dei genitori?”
“Certo, perché me lo chiedi?”
“Perché non ne ha
mai, e dico mai, parlato in tanti mesi che sta qui.”
“Curioso. Pensavi fosse nato per generazione spontanea?”
“In realtà immaginavo che lo avesse creato un team di scienziati per dominare il mondo con una stirpe di automi.”
“Sì, certo. Basta maratone di
Star Wars per questa settimana. Piuttosto che mi dici di te e Trent?
“Cosa?!”
“Non sono stupido neanche io; gli occhi mi funzionano. Allora cosa c'è fra voi?”
“No, ehm... nulla. Siamo solo amici.”
“Amici che non protestano quando gli altri li svegliano ad un'ora improponibile di un giorno di vacanza per cantare una canzone a chi nemmeno sopportano.”
“Lui ti sopporta! Ti trova molto simpatico!
“Come fa? Mi ha solo detto il suo nome e ,mi ha ignorato per tutto il resto del tempo. Vabbè che qui siete tutti degli snob altezzosi, ma almeno Jeff si è gentilmente accorto di me perché avevo
accidentalmente urtato Nick mentre camminava per i corridoi.”
“E' solo timido! Non è mica una colpa!”
“Lo difendi sempre, vedi. Io so che sotto c'è qualcosa.”
“Beh, ehm... si è fatto tardi. Devo andare.” e, detto ciò, sbattendo la porta, scomparve in quel labirinto di sale e corridoi che era la Dalton.
Dave non scoprì mai dove diamine fosse dovuto andare Wes alle 5.30 di un sabato mattina.




Note dell'autrice:
- La canzone di questo capitolo è Turning Tables di Adele
http://www.youtube.com/watch?v=bsFCO8-oCEQ . Fa venire i brividi e la pelle d'oca.
- * Spencer Reid *tanto amore per quest'uomo :3* è un il mio personaggio preferito di Criminal Minds e un gran figo #sonocieca
- Amo Wes, e amo Trent e amo la Went (non si vede, eh). Sono davvero incapace a cucinare la pasta e ho una canzone di Selena Gomez nel'mp3. No, odio
Star Wars, ma ne avevo bisogno per la storia :3
- La parte con le malattie mentali dei Warblers è stata uno spasso da scrivere. Sì, penso davvero di avere una doppia, minimo, personalità.
- Sofia, se non riuscita ad arrivare fin qui, ti ho voluto davvero bene



Ringrazio tutti voi, miei cari lettori, perché mi date la forza di andare avanti
#feelslikemanzoni


Ma in particolare
violanassi, sei una beta adorabile, tesoro :3 e adoro come scrivi.



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Capitolo 11
*** Part of me. ***



Part of me.

Dave osservava con disapprovazione che la sua scorta di biancheria pulita scemava a vista d'occhio, ormai era arrivato il tanto temuto momento di tornare a casa e incontrare i suoi amati genitori. Ogni passo che faceva verso quella casa, una volta unico rifugio, ora tempio del terrore, il cuore sprofondava sempre più nel petto, facendogli mancare il respiro e tremare le ginocchia.

Bussò sola una volta alla porta che si spalancò subito dopo. Una bambina di circa sei anni gli corse incontro e lui la fece volare tra le sue braccia.

“Vid, sono contenta che tu sei tornato.”
“Mi sei mancata tantissimo, Han.”
“Non voglio più stare qui. Mamma e papà si ignorano. Era meglio quando litigavano.”
“Tesoro mio, va tutto bene. Ora ci sono io qui.”

Dove sei stato? Non importa. Portami via.”
“Hannah, non puoi venire. E' una scuola maschile.”
“Mi travesto da te, mi metto le tue magliette.”
“Non ti preoccupare. Troverò qualcosa anche per te.” Meglio non fare promesse che non sarebbe riuscito a mantenere.

L'atmosfera era innaturalmente calma; Hannah prese per la mano il fratello e lo portò nella sua camera. Tiò fuori da sotto il letto una valigia e l'aprì.
“Vedi, ho già fatto la valigia. Andiamo via ora, ti prego.”

Era colma di tutti i loro ricordi: la prima gara di ginnastica artistica che era andato a vedere e la medaglia di partecipazione per cui aveva tanto sofferto, le loro foto a New York con le strambe corone simili a quella della Statua della Libertà, le conchiglie che avevano raccolto a Miami durante la vacanza, la sua prima maglietta della squadra di football che le aveva regalato a natale, dopo anni che lo supplicava, il peluches che le aveva vinto al tiro a segno in quel luna park...

Una singola lacrima rotolò giù dalla guancia di Dave, cadendo a terra con un rumore impercettibile per gli altri, ma assordante per loro due.
“Principessa, tu rimani qui. Io scendo a parlare a mamma e papà.”

Scese quei gradini con la consapevolezza che l'epica battaglia fra l'esercito di Sauron e gli Uomini Liberi sarebbe stata solo una scaramuccia in confronto a quella che avrebbe dovuto combattere a breve. Suo padre era seduto sulla sua poltrona preferita, con l'immancabile copia di “Sports Illustrated” e non lo degnò di uno sguardo.

Papà?”
“Chi sei?”
“Sono Dave, tuo figlio”
“Io non ho figli maschi, solo una femmina di sei anni”
“Ti puoi anche degnare di guardarmi, mentre mi parli”, e l'altro continuò imperterrito ad ignorarlo.
“Non sparirò se non mi guardi.” chili di frustrazione si aggiunsero alle tonnellate di rabbia che albergavano nel suo petto, pesanti come macigni.
“Porca puttana, guardami! Io esisto!” gli urlò contro, strappandogli di mano il giornale che volò sul bicchiere pieno di liquido ambrato. Mille frammenti di vetro schizzarono in tutte le direzioni e stille d'oro si dispersero nell'aria.
“Cosa pensi che io debba fare? La mia vita va a rotoli, sono stato appena licenziato, tua madre mi ha lasciato e...” ribatté lui con tutto il fiato che aveva in corpo.
“E, fammi indovinare, tuo figlio gay è un disonore per tutta la famiglia... aspetta, cosa hai detto? Mamma ti ha lasciato?”
“Sì, stiamo divorziando.”

Il mondo investì Dave con la sua ordinaria e catastrofica realtà.
I suoi genitori stavano divorziando ed era solo colpa sua, il figlio che li aveva delusi, che aveva sconvolto i loro piani di diventare vecchi con accanto dei nipotini. Non avrebbero mai visto il figlio andare al ballo scolastico con la cheerleader più popolare della scuola, esultare alle partite di football, indicandolo e urlando “Guardate, questo è mio figlio”, assistere al suo matrimonio e andare a scegliere l'abito con sua moglie.
Li aveva delusi infinitamente e ora loro stavano divorziando.
Loro volevano solo una vita normale, uguale a quella di milioni di provinciali; non chiedevano sull'altro. Cosa c'era di sbagliato in lui?
Se anche un giorno lo avessero mai accettato, nulla sarebbe mai ritornato come prima. Nessun barbecue con i vicini, i Wayne, le salsicce abbrustolite con la salsa sopra erano solo un vago, confortante ricordo della sua infanzia.

Dove sei stato tutto questo tempo?”
“Alla Dalton.”
“E come fai con la retta?”
“Amici.”
“Amici speciali?”
“Amici e basta. E la mamma?”
“Va via per lunghi periodi, poi torna facendo finta di nulla e io...”
“Tu ti butti nell'alcol. Non puoi affrontare così i problemi.”
“Come ti permetti?” urlò lui.
“Hai il dovere di proteggere i tuoi figli. Con me non ci sei riuscito, ma forse Hannah sei ancora in tempo. Soffre, molto. Ha già preparato la valigia per andarsene. Non voglio che vada a stare da mamma, ma non può restare con te in queste condizioni.”
“Ritorna a casa. Ho bisogno di te.”
“Troppo tardi. Tornerei pure per Hannah, ma ora alla Dalton mi trovo bene.”
“Insieme a tutti quei froci, suppongo.”
“Sì, problemi?”
“Possiamo curarti: psicoterapia, farmaci, qualunque cosa”
”Grazie mille dell'offerta, ma sono a mio agio con me stesso. Ho imparato ad accettarmi e a capire che non sono solo.”
“Per favore. Potresti tornare a scuola, ora non se ne parla quasi più...”
“Di cosa? Del fatto che mi hanno scritto sull'armadietto FAG con la vernice rosa, oppure del fatto che hanno attaccato un cartellone con scritto 'A David Karofsky piace prenderlo nel culo' davanti, sulla facciata principale? Del fatto che non sai nulla di tutte queste cose perché non te ne frega assolutamente nulla di me? La mia vita ti scivola addosso come se niente fosse” e corse via dalla stanza, sbattendo forte la porta. Uscì nel corridoio e si trovò davanti Hannah.


Dove vai, Dave?”
“tesoro, purtroppo devo andare via, ma torno presto. Promesso”
“Giurin giuretta?”
“certo. Ora devo scappare” e con finta e cocente calma arrivò alla porta di vetro che dava sul giardino, ma qualcosa lo trattenne.

Dave, ti voglio bene. Tieni questo, me lo ridai quando ritorni” e gli diede una piccola pietra azzurra, translucida e ricce di riflessi verdi all'interno.
“Ma, Han. Questa è il tuo portafortuna. Come farai senza?”
“Serve più a te” disse e lo abbracciò stretto stretto.
“Grazie tesoro. Non so come farei senza di te.”
Un rumore molto simile ad uno starnuto soffocato proveniva da un angolo.
“Ciao papà. Salutami la mamma.”
“Ciao Dave” ripose l'altro con freddezza glaciale.

Cuore spezzato, omofobia, tentato suicidio, trasferimento, divorzio.
Cos'altro lo aspettava?


Note dell'autrice:
- La canzone di questo capitolo è Part Of Me di Katy Perry http://www.youtube.com/watch?v=uuwfgXD8qV8 Devo dire che mi piace un sacco il messaggio che lancia :3
- I vicini si chiamano Wayne perché stavo ascoltando gli “About Wayne” mentre scrivevo u.u
- Sì, strumentalizzo i bambini per avere più visualizzazioni #risatamalavagia poi non potete dirmi che Hannah non è pucciosa :3
- Devo ammettere che questo capitolo non mi fa impazzire, anche mi fa abbastanza cagare, ma BTW lo avevo già scritto e mi pesava buttarlo via D:
- La mia beta sta latitando in questo periodo, quindi sono abbastanza “ALL BY MYSELF” #Sunshine

Passiamo ai ringraziamenti:
Per prima cosa ringrazio
Sofia (Trent) boh, perché esiste :3 #fluffrandomWent
Poi
Essemcgregor perché, tesoro, sei meravigliosa e adoro tutto quello che scrivi.
Quindi
obbligo tutti voi a dare un'occhiata al suo capolavoro: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1022627&i=1
Davestian!Smythofsky is always on and is end game.

Sì, mi piace il fluff insensato e dico molte volte abbastanza e tipo.

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Capitolo 12
*** Dirty little secret. ***




Dirty little secret.

Wes capisco che tu sei già così figo di tuo e non ne hai bisogno, ma c'è una palestra o qualcosa del genere in questa scuola?” la testa del compagno spuntò dal bagno condiviso; aveva un bocca uno spazzolino e in mano un tubetto di dentifricio.
“grhfhhthhrg, dehfehfjreferk.... hplkilikplhky”
“Ehm, sì... capisco il tuo punto di vista.” si sentì il rumore di uno sputo, poi quello dell'acqua corrente e la testa riapparve nuovamente.
“Mmmhh, certo. Vai a destra, poi sinistra, scendi dalle scale, prendi l'ascensore, vai dritto per un po', poi giri di nuovo e sei arrivato”
“Informazioni coincise e chiare, grazie mille Wes. La troverò da solo.”
“Sì, e fra 10 anni spunterai da questa porta con barba e capelli incolti, implorando per cibo e acqua.”
“Wes, dovresti cambiare spacciatore.”
“Che dici?! Sono stupefacente di mio.”
“E' la battuta più squallida che io abbia mai sentito.”
“Lo so.”
”beh, allora io vado.”
“Che la forza sia con te, Obi Wan Kenobi.”
“Cos'avevo detto riguardo le maratone di StarWars?”
“Ma io...”
“Niente ma, lo faccio per il tuo bene.”
“Padrone cattivo. Smeagol odia padrone”
“Devo requisire anche il Signore degli Anelli?”
“NO! Stitch no cattivo, Stitch coccoloso.”
“Per favore, basta. Vado a riposarmi le orecchie nella palestra fantasma.”

Dopo una mezz'ora infinita di svolte e vari passaggi segreti, finalmente Dave trovò quello sche stava cercando. Socchiuse la porta lentamente e vide che c'era già qualcuno ad allenarsi. E quando capì chi era quel qualcuno, la sua voglia di entrare era pari a zero.

Sebastian Smythe si stava allenando nella palestra della Dalton.
Era steso sulla panca per i pesi a torso nudo, mentre tentava di sollevare 40 kg. Aveva il viso contratto dallo sforzo e miriadi di goccioline di sudore gli imperlavano la pelle mandando strani bagliori a causa dell'illuminazione. Attorno ai polsi c'erano delle bende bianche da cui si ramificavano, come in un albero, delle vene in rilievo.
Dave era letteralmente incantato da quella visione. Si sentiva quasi colpevole a condividere, con inviato, un momento tanto intimo. Sebastian non si accorse dell'altro finché lui non gli si avvicinò, sedendosi sull'altra panca.

Scommettiamo che riesco a sollevare più di te?”
“Non è colpa mia se sei il doppio di me in tutte le dimensioni. Sfida accettata.”
“Iniziamo da 50 kg?”
“Come desidera, mademoiselle”.
Presero entrambi il bilanciere fra le mani e iniziarono a portarlo su e giù con un certo ritmo. Ogni tanto Sebastian lanciava occhiate furtive a Dave per distrarlo, secondo lui, e fargli perdere la concentrazione. L'altro, notando i strani movimenti del compagno, faceva del suo meglio per ignorarlo, nonostante i suoi occhi fossero irrimediabilmente calamitati verso gli addominali sotto sforzo di Seb che mi muovevano ritmicamente.
“A quanto stai?” disse Dave fra i denti.
“20, tu?” Sebastian sperava ferocemente che fosse suo il punteggio più alto.
“22. Ben fatto, Furia. Anche senza riscaldamento” e si accasciò sulla panca, dolorante e affaticata.
“Ecco, siamo pari” riprese l'altro pochi secondi dopo, quando finì l'esercizio.
“Vado a cambiarmi in bagno”
“Io cerco di riacquistare un battito quantomeno regolare.” rispose l'altro, abbandonandosi completamente sul sedile e lasciando che le braccia e le game ancora in tensione si rilassassero.



Dave aveva bisogno di calma, aria e acqua fredda, anzi gelata. Quell'incontro inaspettato lo aveva sconvolto.
Aprì il rubinetto dell'acqua, lasciandola scorrere per renderla più fredda, e si guardò allo specchio. Era di un simpatico color ciliegia, le mani gli tremavano senza che lui potesse farci nulla, le labbra gli si schiudevano in un sorriso ebete involontariamente e sembrava che nei suoi occhi splendenti fosse appena esplosa una supernova.

Erano forse questi gli effetti della droga?

Tuffò il viso sotto quella cascata ghiacciata, cercando invano sollievo, non era perché aveva fatto allenamento, veniva da dentro. Dave prese una solida decisione: Sebastian non avrebbe mai visto cosa gli aveva provocato, e lui sarebbe rimasto chiuso in quel bagno tutto il tempo necessario. Circa dieci minuti dopo Dave non si sentiva ancora pronto, ma aveva deciso che sarebbe strano passare tanto tempo in quel bagno, e insinuazioni erano l'ultima cosa di cui aveva bisogno.



Sebastian era esausto. Aveva già fatto mezz'ora di spinning, un'ora di tapis roulant e qualche minuto di attrezzi, senza parlare poi dell'abbondante ora e mezza di pugilistica. Aveva colpito e ricolpito quel sacco inerte finché anche il dolore fortissimo alle nocche aveva lasciato il posto ad un torpore anestetizzato. Le facce dei suoi genitori gli si presentavano davanti agli occhi mentre strattonava in modo brutale quel sacco, unica via di uscita per la sua rabbia.

Ogni pugno che dava era una piccola ricompensa per tutti quegli anni in cui era rimasto solo. Quanto li amava, quegli stronzi.
Non avevano neanche ascoltato quello che gli aveva detto. Avevano risposto di sì, senza capire. Per quanto ne sapevano avrebbe anche potuto dire “Devo assoldare un sicario per assolvere dei debiti di gioco”, invece di “Dave è un mio amico e vorrebbe trasferirsi alla Dalton, ma il costo delle retta è troppo elevato.”
Alla fine dei conti era solo colpa loro: da quei due esempi di menefreghismo era nato un esemplare perfetto, pura malvagità. Tutta loro era la colpa, lui non aveva fatto nulla di male. Se loro non lo avessero cresciuto così, forse non si sarebbe ridotto in quello stato.

Le braccia e le gambe iniziarono a tendere verso il pavimento, come attratte da una foza inspiegabile; davanti agli occhi, protetti dalla confortante penombra delle palpebre, danzavano immagini sempre più confuse: il volto di Mia, il rolex di Ales, una carta di credito nuova di zecca che passava al bancomat, i biscotti rocciosi di nonna, l'auto in costruzione di nonno, il tutto sempre più intervallato dal viso soddisfatto di Dave quanto aveva sentito il suo punteggio. Sebastian chiuse gli occhi, desiderando poterlo fare per sempre.





Dave aprì lentamente la porta del bagno e gli venne un infarto. Il suo momento di training autogeno "Sebastian Smythe non mi attizza" era stato totalmente inutile. La sua presenza bastava ad intossicare la stanza; era come nuotare in una nube di testosterone. Quando si accorse che non si muoveva più subentrò anche il colpo apoplettico.

Corse verso la panca, avvicinando il viso a quello di Sebastian. Erano ormai a pochi centimetri, quando Dave notò quel lieve movimento d'aria che fuoriusciva dalle labbra dell'altro. Tutto apposto, stava solo dormendo. Certo che era stato proprio uno stronzo a farlo preoccupare in quel modo.
Si sedette a terra, incrociando le gambe e posando la schiena addosso alla panca vicina. Cercava di non pensarci più di tanto, ma i suoi occhi accarezzavano avidi quella meraviglia senza posa, beandosi di quel contatto inesistente.

Ma qualcosa catturò la sua attenzione: le bende attorno ai polsi avevano perso aderenza e sotto si intravedevano lembi di pelli. Sulla pelle pallida spiccavano numerose linee rosee frastagliate, intervallate ogni tanto da qualche cicatrice più recente. Le mani di Dave iniziarono a muoversi in maniera inconsulta; tremando, tentò di staccare ulteriormente le bende per valutare meglio la situazione.

Ma tirò troppo forte.

Sebastian socchiuse gli occhi e rivolse uno sguardo assonnato a Dave (era possibile essere così belli alle persone normale dopo aver fatto ore di palestra e poi dormito?), ma quando si accorse cosa aveva causato quegli occhi stralunati, scattò subito in piedi, indossando una giacca abbandonata accanto alla panca da chissà chi, coprendosi le braccia.

Cosa hai visto?”
“Seb, hai bisogno di aiuto.”
“Dimmi. Cosa. Cazzo. Hai. Visto. Dave.”
“Non puoi rimanere in questo stato”
“Qualcosa ti fa credere di essere migliore di me?”
“Assolutamente no. Please, forgive me ti ricorda qualcosa?”
“Già” rispose l'altro, smettendo per un attimo il suo atteggiamento, ma riprendendolo subito dopo con una postura rigida. “Comunque non volevo suicidarmi”
“Non c'è bisogno che tu menta con me. Ti capisco.”
“No, io non sono debole come te.” Il cuore di Dave si fermò per un istante e sprofondò nel petto. Sapeva di non dover dare ascolto a quelle parole e che non avevano alcun significato perché Sebastian era fuori di sé. Ma facevano male comunque. Più di qualsiasi infortunio sul campo.
“Sebastian, tu puoi parlare di tutto con me.”
“L'ultima persona che me lo ha detto ha avuto un esaurimento nervoso e ha cambiato scuola appena due giorni dopo.”
“Penso che correrò questo rischio. Ne vale la pena.” rispose Dave con un sorriso.

Nessuno gli aveva mai detto una cosa simile, Dave era davvero una persona speciale

Che vuoi che ti dica? Mi sento in colpa per aver mollato François, tradito Jacques e graffiato la cornea a Blaine. Le persone più vicine a me hanno 70 anni e non sanno neanche che sono gay, i miei genitori mi odiano, non ci vediamo da due anni e vorrebbero che non fossi mai nato, ho solo rovinato la loro carriera diplomatica. Pensi di poter fare di meglio?”
“Posso tentare.” replicò Dave con un sorriso sghembo “Buttavo addosso agli armadietti la persona che amavo, non riuscivo ad accettarmi, me ne sono andato di casa, lasciando mia sorella da sola, miei genitori stanno divorziando e mio padre disoccupuato sta per diventare un alcolizzato. Credi possa bastare?”
“Mi dispiace, non lo sapevo.”
“Non hai nulla di cui scusarti. Ognuno ha cose che tiene solo per sé, senza dirle al resto del mondo.”
“Possiamo fare anche che ciò che è successo oggi sia una di quelle cose?”
“Certo, non è un problema.”
“Allora a fra poco.”
“?!”
“Classe di letteratura europea.”
“Ma oggi non è sabato?”
“Sì. I corsi avanzati sono il sabato.”
“E da quando faccio i corsi avanzati?”
“Da quando andrò a segnarti all'ufficio del preside, falsificando la lista.”
“Buono a sapersi.”
“Quindi io vado. E stai pur certo che un giorno ti batterò” rise Sebastian mentre indietreggiava verso la porta senza interrompere il contatto visivo.

Hey, la giacca!” lo bloccò Dave.
“Sì, ho una giacca, quindi?”
“Quindi è mia e mi serve. Cioè, non mi dispiacerebbe lasciartela, dato che in realtà l'hai pagata tu, ma non vorrei che Wes immaginasse qualcosa, ed è già abbastanza sospettoso di suo.”
“Allora, prego.” disse Seb, tendendogli a giacca.
“E tu esci così?”
“No” (gelosone) “ho una maglietta, ovviamente. Au revoir, Flaubert.” e lo molltò lì, in piedi nella palestra con una giacca stropicciata in mano. Senza quasi accorgersene la indossò. Era ancora calda e quel tepore lo abbracciava e confortava.

Dunque anche una persona come Sebastian aveva segreti inconfessabili. Ora il problema sarebbe stato solo tenere la bocca chiusa e non farsi sfuggire nulla elle domande pressanti di Wes. E non sarebbe stato affatto facile.


Note dell'autrice:
- Immagino che mi vogliate scuoiare viva, #i'mstillstanding
- La canzone di questo capitolo assassino è Dirty Little Secret, una delle mie canzoni preferite in assoluto, di The All-American Rejects
http://www.youtube.com/watch?v=gPDcwjJ8pLg&ob=av3n Non potete dirmi che Tyson (il cantante) non è un gran figo *Q*
- Lo sclero filmoso di Wes, sì, lo amo.
- C'è anche un bel po' di #pornseb
- Chiedo scusa se è stata una descrizione indelicata o irrispettosa, ma non essendomi mia trovata in questa particolare situazione, non sapevo proprio come fare
- I pesi li ho messi alla cazzo. Seriamente, non ho idea di quanto possano sollevare
Capitolo lungo, spero abbiate apprezzato :3


Davvero, siete meravigliosi tutti, dal primo all'ultimo. E mi date la forza di andare avanti.
Un ringraziamento speciale a Carlotta, Sofia e Siry/Esse (?)

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Capitolo 13
*** Firework. ***



Firework.

Quando parliamo di letterature europea, chi è il primo autore che ci viene in mente?” introdusse la lezione il professor Reid.
“Stephenie Meyer” alzò la mano Sebastian.
“Io
non considero Twilight un romanzo, signor Smythe, e sono anche piuttosto sicuro che lei sia americana”
“Ma la conosce e sa cosa ha scritto” gli diede manforte Jeff.
“Signori Sterling e Smythe, vi prego di smettere o dovrò prendere provvedimenti disciplinari”
“Che mi dice della Rowling?” chiese Wes.
“Mi meraviglio di lei, signor Montgomery. Un autore non si giudica da quante copie ha venduto, oppure da quanto le ragazzine prepuberi amino il film tratto dal romanzo, ma dalla sua arte. Ovviamente mi stavo riferendo a Shakespeare.” Un sospiro scoraggiato si diffuse nell'aula.
“Ragazzi, per favore, un po' di silenzio. Vorrei introdurvi alle opere del Nostro attraverso la loro espressione più completa: il teatro.” Dave iniziò a sentire una strana eccitazione.
“Quindi, invece dell'esame finale, metteremo in scena Romeo e Giulietta alla maniera dei greci.”
“Ovvero?” chiese Nick incuriosito.
“Anche i ruoli femminili verranno ricoperti da uomini.”
Dalla classe di levò un boato. “Ma, no, io non farò Giulietta” urlò Wes.
“Non vedo cosa ci sia di scandaloso” replicò il professor Reid.
“E' assolutamente escluso che io interpreti quella troia di Giulietta” urlò anche Jeff, alzandosi dalla sedia con un movimento brusco:
“Le consiglierei caldamente di moderare le sue parole mordaci. Ma, dato il vostro entusiasmo, vedrò di convocare una ragazza per interpretare Giulietta.” sospirò il professore.
“Una guest star?” fece un urletto eccitato l'altro David.
“Quasi. Lo scoprirete solo dopo le audizioni.”
“Ci sono anche le audizioni?” chiese Trent scoraggiato.
“Ovviamente: sabato prossimo nell'auditorium alle 11.00” alzò la voce il professor Reid mentre la campanella decretava la fine dell'ora e i suoi ragazzi si allontanavano a gruppetti dai banchi per evadere dall'aula. “Signor Montgomery? Si avvicini un attimo alla cattedra.”
“Aspettami fuori dalla porta” mormorò Wes a Dave e, dopo aver visto il lieve cenno d'assenso dell'altro, si diresse dal professore.
“Lei è esonerato dalla rappresentazione.”
“Cosa?!”
“Ha, come dire, la tendenza a intromettersi nelle faccende altrui.”
“Professore, non capisco cosa c'entri con Romeo e Giulietta” ripeteva Wes come intontito.
“Monopolizzerebbe il ruolo di Romeo, a meno che non volesse farli entrambi”
“La prego, mi dia un'altra occasione”
“Questa è la mia decisione definitiva” rispose l'altro, osservando con attenzione la reazione dell'alunno. “E' esentato dal presentarsi alle audizioni sabato.”
“Va bene” sospirò Wes “nient'altro?”
“Sì, prepari un saggi sulle diverse rappresentazioni di questa tragedia, insistendo sulle sue considerazioni personali”
“Arrivederci” mormorò l'altro.
“Per domani” chiuse il discorso con una frecciatina malefica.
Wes fece un passo dietro l'altro, allineando perfettamente i piedi, chiuse dietro di sé la porta senza lasciarla sbattere. Insomma, la dignità prima di tutto.

Quel figlio di puttana” riusciva solo a ripetere.
“shhh, zitto,. Sei impazzito? Ti sente!” tentava di calmarlo Dave con risultati inesistenti; gli posò allora un dito sulle labbra e quello gli diede un morso. “Ti ha dato di volta il cervello? Non sono mica commestibile.”
“Dissento, eri gustoso.” un sorriso incerto apparve sul suo volto, illuminandolo per un breve istante.
“Parleremo dopo del mio sapore, piuttosto cosa ti ha detto Reid?”
“Non posso partecipare allo spettacolo.”
“Non è possibile? E perché mai?”
“Monopolizzo l'attenzione e sono un menefreghista.”
“Sono piuttosto sicuro che non abbia detto così!”
“Invece era proprio questo il sunto. Poi io non monopolizzo l'attenzione!” stava urlando nel mezzo del corridoio e tutti lo fissavano. Dave avrebbe avuto qualcosa da ridire, ma non era il momento adatto. “E devo anche fare un saggio per domani!”
“Su cosa?”
“Il titolo era più o meno questo:
ti-sto-punendo-senza-un-motivo-e-questo-saggio-ti-farà-solo-sprecare-un-pomeriggio-della-tua-vita-tanto-non-lo-leggerò-mai” disse scoraggiato.
“Ma la smetti di prendermi per il culo?”
“No, è così divertente. E non posso venire alle audizioni sabato.”
“Fa nulla. Sarebbero state una noia in ogni caso”
”Hai intenzione di partecipare?”
“A che pro? Tanto la parte di Romeo la prenderà Sebastian, ovviamente. Non hai notato il ghigno malefico che aveva prima?”
“Perché deprimerti senza motivo? Anche la parte di Paride non è male. E comunque no, dato che non lo fisso ogni istante come qualcuno di mia conoscenza.”
“Quale persona dotata di un minimo di vista mi preferirebbe a Seb? Su, siamo realisti!”
“La vuoi smettere di buttarti giù? Se non trovi lo spirito giusto sarà anche difficile che tu faccia solo la comparsa!”
“E cosa mi cambierebbe dire
URRA, URRA! durante il ballo?
“Boh, non so” replicò Wes a disagio “ma almeno tu puoi recitare.”
“Già” mormorò Dave, ancora più imbarazzato dell'amico.
“Ti aiuterò, per quanto possa valere, a preparare il provino. Non potrei sopportare fisicamente che Sebastian ottenga il ruolo di Romeo.”
“Non è tanto male, alla fine.” cercò di difenderlo Dave.
“Cosa è cambiato da stamattina? Mah... lui monopolizza l'attenzione, altroché, quel Sebastian!” ripeté Wes, quasi sputando quel nome.
Per fortuna l'amico era così distratto da quella faccenda che non aveva notato più di tanto la frase dell'altro né il suo repentino cambio di colorito in verde.


Dalla mente maligna e perversa di Sebastian Smythe.
E' mio. Quel ruolo di Romeo deve essere assolutamente mio. Non c'è storia. Qui nessuno è abbastanza talentuoso, o bello, o adorabile come me.
Figuriamoci; quella palla di lardo di Trent cadrebbe giù dal balcone di Giulietta, Jeff la insulterebbe, Nick le metterebbe a posto la stanza. Solo Wes potrebbe essere un avversario potenzialmente pericoloso, ma non devo preoccuparmi più di tanto. Escogiterò qualcosa anche per lui.
Arrivo in camera e mi butto sul letto. Thad protesterà, ma 'sti cazzi. La giacca della mia uniforme mi sembra stretta, mi fa caldo e me ne libero, tirandola sul pavimento senza tanti complimenti.

Orbene, Dave sa il mio segreto. E cosa dovrei fare? Posso solo aspettare e sperare che non lo dica ad anima viva. Beh, in effetti non ce lo vedo molto a riesumare un cadavere per dirgli ciò che sa. Dovrei smettere di farmi questi filmini mentali, mi fanno solo sentire più matto di quanto io sia realmente.
C'è sempre chi sta peggio di te, suppongo. Ciò non vuol dire che andò a fare volontariato, a curare i cani randagi o a fare compagnia alle vecchiette viziate, sole e piene di soldi o qualunque altra cazzata del genere, assolutamente. Potrei semplicemente stargli vicino e fargli sentire la mia presenza. Devo dire che non è affatto una cattiva idea, anzi; forse condividiamo più cose di quanto pensassi. Lo scopriremo solo vivendo, canticchio.

Abbandoniamo dunque ogni indugio perché dovrei studiare un minimo la parte. Ma che lo faccio a fare? Sono già perfetto di mio.

Non lo sei, Sebastian. Anche se ci sei abbastanza vicino.”
Merda, stavo ragionando ad alta voce. Spero che non stia ascoltando dall'inizio, o sarebbe una catastrofe di proporzioni cosmiche.
“Grazie, Thadduccio. Che complimento detto da te.”
“Cosa stai insinuando?”
“Assolutamente nulla, tesoro.” dico e rivolgo il mio sorriso più falso, di quelli che ti viene voglia di schiaffeggiare prepotentemente che te lo fa. Porca miseria, quel ragazzo non può essere etero, o almeno non più di me. “Per che parte ti presenti?”
“Boh, non ne ho idea.. Mercuzio, forse, o Paride, che ne so io? Tu?”
“Me lo chiedi pure? Romeo, che domande!”
“Sei una primadonna, Seb. Hai bisogno del palcoscenico.”
“Non ho intenzione di negarlo. Che ci vuoi fare? Sono nato talentuoso e bellissimo.”
“Non sei reale.”
“In che senso? Sì, sono bello come il sole e ho una voce angelica, ma a parte questo?”
“Sembra sempre che tu reciti. Indossi sempre una maschera.”
Ma cosa sta vaneggiando quella piattola? Quella Jenny gli ha fuso l'unico neurone rimasto in quella pignatta? Però forse una punta di vero c'è... **
“Che problemi hai, Thad?”
“Sto impazzando, lascia perdere.”
“TU non stai bene.”
“E' colpa tua. Mi fai andare in preda a crolli psicotici.”
“Per favore, basta.” liquido la conversazione con un cenno della mano, nascondo la testa sotto il cuscino mentre Thad continua a blaterare cose insensate che non ho intenzione di provare ad ascoltare. “Thadduccio, tesoro, non me ne frega assolutamente nulla di tutte le cazzate che stai dicendo, ti è chiaro? Quindi mettiti un tappo in bocca o trova qualcosa di meglio da fare con quelle labbra.” ***
Il mondo si oscura e quella dolce sensazione di dormiveglia mi prende.





~ Qualche stanza più lontano, il piano sottostante

Jeff e Nick stavano guardando “Romeo + Juliet”, tanto per entrare nell'atmosfera dello spettacolo. Erano stesi sul divano, Jeff nella parte interna e Nick davanti. Stavano stretti, e molto. Metà corpo di Nick sporgeva del tutto dal divano, mentre a Jeff non passava più il sangue in entrambe le gambe. Erano avvinghiati strettamente e riposavano nel calore del loro abbraccio, scomodi abbastanza per potersi sentire davvero.* erano stretti, ma non importava; tutto quello di cui avevano bisogno era stare insieme

Certo che è proprio bello Di Caprio” scappò detto a Nick.
Jeff stava iniziando ad alterarsi, l'altro lo aveva percepito il momentaneo irrigidimento del compagno, ma fra loro funzionava così: si divertiva a spingerlo oltre i suoi limiti.
“Vorrei proprio essere Giulietta” continuò a punzecchiarlo. ”Chissà come sarebbe baciarlo...” si interruppe prima di terminare la frase: Jeff si stava muovendo. Dopo qualche secondo si ritrovarono faccia a faccia, a pochi centimetri di distanza, mentre il Warbler biondo si puntellava sulle braccia tese per non perder l'equilibrio e cadere rovinosamente addosso al compagno. Poi annullò l'aria fra loro, poggiando con decisione le labbra sue quelle del compagno. Il contatto si fece sempre più intenso e braccia di Jeff cedettero; si ritrovarono uno sopra l'altro, ma ogni cosa era al posto giusto. Non stavano più scomodi, ormai.
Avrebbero continuato all'infinito, ma dopo una manciata di secondi il biondo si staccò dall'altro e lo guardò in attesa. “Allora?”
“Allora cosa?”
“Non è meglio baciare me che Leonardo Di Caprio? Sono anche in esclusiva solo per te; una Giulietta qualsiasi non mi può baciare.”
“Riflettendoci, sei decisamente meglio tu. Nessun dubbio” mormorò Nick, soggiogato dalla dolcezza delle carezze del biondo.
“A meno che io non interpreti Romeo” aggiunse Jeff con il tono di chi prende per la prima volta in considerazione un'idea, ma poi si accorge che è irrealizzabile “Ma no, lo farà Wes, sicuramente. Vedi una qualsiasi attività scolastica, dopo cinque petosecondi la trovi lì, peggio di una mosca sul miele” replicò con risentimento.
“Ma no, amore, non ti buttare giù ancora prima di aver provato! Tu vali quanto, e più, di Wes” tentava di consolarlo Nick, senza risultati apprezzabili. Ma lui aveva un'arma segreta.

Cause baby you’re a firework
Come on show ‘em what your worth
Baby you’re a firework
Come on let your colors burst

Jeff aveva le lacrime agli occhi alla fine dell'esibizione. “Quando fai così, tesoro, mi ricordo perché ti amo così tanto.”
“Quando mi dici queste cose mi ricordo perché ti amo più di quanto tu ami me.”
E ripresero lì da dove si erano fermati, mentre sullo schermo passavano le immagini della scena nella piscina ignorate da entrambi, non sottofondo solo dei respiri sommessi.




Note dell'autrice:
* è una traduzione molto oscena di una strofa di Bubbly, canzone spettacolare di Colbie Caillat “unconfortable enough to feel your warm” #badtry
** riferimento a “
Dall'agghiacciante e maligna agenda di Sebastian Smythe” (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1092282&i=1) che obbligo tutti voi a leggere

- La canzone di questo capitolo è Firework
Link per l'originale di Katy Perry: http://www.youtube.com/watch?v=QGJuMBdaqIw
Link per la cover di Lea *Q*: http://www.youtube.com/watch?v=QIu7kNaaqp4
- Allora, ci tengo a dire che non è diventato Wes il protagonista, ma anche nel prossimo capitolo sarà molto presente, poi capirete perché :)
- E' ritornata la mente maligna e perversa di Sebastian fra noi #doppioyay
è sempre fantastico scrivere dal suo punto di vista
- Ora inserirò una foto insensata, #sietestatiavvertiti
https://twitter.com/fireklaine_/status/212269871210303489/photo/1/large purtroppo non mi inseriva la foto, così, mi ho dirottato sul mio twitter (#feelslikeahacker) se seguite, sarete ricambiati (?)
WE KNOW, WE KNOW, WE KNOW #finemomentodisclero
- Sono apparsi quasi tutti i Warblers in questo capitolo, tranne il povero Trent, costantemente sbeffeggiato da Seb
- Non odiate troppo Reid, avrà la sua occasione di riscatto :)
- Scena Niff, parliamone, l'avevo immaginata molto più dolcissima (?), ma a quanto pare sono incapace di scrivere quello che voglio D:
- sì, mi sono autocitata ben due volte in questo capitolo D: #foreveralone
*** se volete saperne di più :) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1090426&i=1
#ammettodiesseretristissima


Momento dei ringraziamenti speciali che faccio ogni volta, e quindi ormai non sono più tanto speciali, ma le persone sono sempre le stesse
-
Sofia: you're the Trent to my Wes, baby
-
Esse o Siry: per il supporto e le magnifiche recensioni e, soprattutto, per il fatto che mi sopporta :3
- Carlotta: I'll miss you this summer, baby

E, RICORDATE TUTTI VOI:
TRUE IS ALWAYS ON, JUST LIKE DAVESTIAN
(P, do you know what I mean)

Poi, boh, se volete recensire, ormai sapete che fangirlizzo pesantemente :3

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Capitolo 14
*** Make it shine. ***


Make it shine.


'Quindi sono dell'opinione che, pur lasciando intatti i dialoghi per mantenere integro il pensiero del poeta drammaturgo, l'opera vada contestualizzata nella realtà attuale in modo da arrivare meglio allo spettatore moderno.'


Wes Montgomery pose quel punto con infinito sollievo: aveva passato, o, a suo dire, sprecato un intero pomeriggio della sua vita per scrivere un saggio talmente noioso che, con ogni probabilità, il professor Reid non avrebbe neanche aperto. Maledetto senso di colpa che lo assaliva ogni volta che c'era qualcosa di non fatto; perché non poteva semplicemente fregarsene come tutti gli altri? Forse perché era una brava persona.

Ora mancava solo la parte peggiore: consegnare il saggio e deprimersi per tutto il resto dell'anno. “Tanto cinque minuti non cambieranno la situazione” e bussò alla porta.

Sì, chi è?” rispose una voce attenuata dalle spesse porte in mogano.

Professor Reid, sono Wes Montgomery. Devo consegnarle il tema.”
“Entra pure.”

Il Warbler aprì con cautela la porta, prima uno spiraglio quasi inesistente, quasi spaventato da quello che poteva ritrovarsi davanti. La visione era stranamente normale: il professor Reid stava seduto alla sua scrivania scura, in linea con l'arredamento sobrio della stanza e con la giornata temporalesca, sul banco di lavoro c'era una tazza di caffè espresso, una di tè, un flacone di Aspirine e un libro.

Il professore gli fece cenno di tacere, mentre il ragazzo si avvicinava alla scrivania e sbirciava di cosa trattasse il libro. Precisamente era a pagina 54 e esponeva in maniera orribilmente dettagliata tutte le torture che Jack lo Squartatore infliggeva alle sue vittime; accanto, sui margini, c'erano scritti a matita molti appunti, le parole a malapena distinguibili fra loro tanto era minuta la grafia.
“Sì, certo. A domani. Ti amo anche io, Morgan.” e si infilò il cellulare in tasca, borbottando fra i denti qualcosa che assomigliava molto a “Prima o poi si farà ammazzare.”
“Morgan, il mio compagno, agente dell'FBI, Unità Analisi Comportamentale” si sentì quasi in dovere di spiegare, “ma, si sieda pure” disse indicando la sedia di fronte a lui. Wes si sedette e gli tese il saggio, cauto come se stesse cercando di arruffianarsi uno squalo con un pesce morto. Il professor Reid prese il foglio fra le mani e si sistemò più comodamente sulla sedia, mentre lo studente osservava le sue reazioni chiedendosi se non fosse stato meglio perderci più tempo e fare qualcosa di decente.

Spencer Reid notò per prima cosa la grafia: elegante, minuta, leggermente tendente verso sinistra, ma molto calcata, così tanto che toccando il retro della pagina si potevano sentire le lettere in sovrappressione. Anni e anni di studi, nonché la convivenza con Morgan, avevano sviluppato ulteriormente la sua capacità innata dell'osservare le piccole cose, traendone informazioni importanti. E la grafia di Wes Montgomery denunciava esattamente questo: una personalità forte, combattiva e sicura di sé, e incazzata, e neanche poco.

Era tutto quello che aveva visto, e tutto quello di cui aveva bisogno; del contenuto, fondamentalmente, non gliene fregava nulla. Avrebbe anche potuto scrivere la lista della spesa. Quando trovò una cancellatura inarcò un sopracciglio che poi si spianò di nuovo, facendo posto ad un sorriso: la parola era cancellata in maniera tale da rendere visibile quella sottostante “poeta drammaturgo”. Chiarezza di pensiero e trasparenza; ecco qualcuno che non aveva paura di accettare i suoi errori, una volta corretti.

Wes a cui era venuto un breve ictus vedendo l'espressione stranita del professore, si rilassò un poco, dopotutto magari quel saggio non faceva così schifo. Per ingannare il tempo iniziò a giocherellare nervosamente con la penna che aveva in mano, facendo apparire sparire* la punta con un ticchettio pressante, finché l'altro gli rivolse un'occhiata di disapprovazione da sopra al foglio. Wes smise immediatamente e ritornò a fissare il libro, iniziando ad avvertire ansia. Insomma, era con un uomo dagli strani interessi in una stanza nell'ala degli insegnanti che aveva la densità di popolazione più bassa del deserto di Atacama.
“Lavoro ammirabile, signor Mongomery. Mi congratulo con lei.”
“Grazie mille” rispose con il tono più neutro che possedeva.
“L'ho convocata qui perché ho bisogno che lei faccia qualcosa per me” esordì il professor Reid, mentre Wes continuava a recitare nel ruolo del 'ragazzo annoiato che sa di essere trattato ingiustamente, un po' sul modello di Rachel' “ho bisogno che lei diriga lo spettacolo.”
“Cosa?! Che sta dicendo?”
“E' l'unico in grado di fare una cosa del genere.”
“Ma.. lei mi ha esonerato dalla rappresentazione e, in più, vietato espressamente di partecipare alle audizioni.”
“Questo solo perché sarai tu a dirigerle” replicò con un sorriso.
“Ma io monopolizzo l'attenzione...”
“Ecco perché ho bisogno del tuo entusiasmo, ma non voglio che gli altri ne siano oscurati. Abbiamo così tanti talenti, sarebbe un peccato non lasciarli brillare. I Warblers indossano un'uniforme proprio per ricordarci che siamo uguali.”
“Warbler anche lei?” chiese sorpreso Wes.
“Molto tempo fa...” disse con un sospiro, guardando di sfuggita una foto su uno scaffale della libreria scura. C'erano due ragazzi, uno, con ogni probabilità il professore, l'altro di colore, che stavano mano nella mano, tenendo in quella libera il diploma; in testa avevano un tocco blu notte con la nappina rossa.
“Spetterà a te scegliere l'assegnazione delle parti, ovviamente.”
Wes indossò uno sguardo combattivo “Sebastian non avrà mai il ruolo di Romeo, fosse anche l'ultima cosa che faccio.”
“Il ragazzo che ha citato la Meyer? Potrei essere d'accordo con te, ma meglio lasciare tempo al tempo. Chissà che non faccia lui l'audizione migliore”
“Farò del mio meglio per essere imparziale” disse Wes alzandosi.
“Confido nelle sue capacità di giudizio”, bloccò il ragazzo “a proposito, penso sia meglio che rimanga fra noi questa conversazione. Ci vediamo sabato alle audizioni, allora. Si ricordi di arrivare mezz'ora prima”.
Wes si precipitò fuori dalla porta; aveva una missione: preparare Dave.


Era arrivato il tanto temuto giorno delle audizioni e David Karofsky si sentiva morire. Anche se Wes lo aveva 'allenato duramente' e lo aveva rassicurato circa un migliaio di volte che tutto sarebbe andato nella maniera migliore, non c'era verso che gli elicotteri che gli volavano nello stomaco atterrassero. Qualcosa delle dimensioni di un sasso gli pulsava nella gola ed era sul punto di vomitare i tre biscotti integrali che Wes gli aveva prudentemente concesso di mangiare a colazione. Cercava di fingere di star bene. Dopotutto era questo il senso della recitazione: fare finta di essere qualcosa che non si è.
Cerò di concentrarsi sui consigli confortanti dell'amico e sul tono tranquillo con cui li aveva pronunciati, ma un ticchettio nervoso di un tacco lo tormentava. Si rassegnò e aprì gli occhi.


Era seduto in uno dei camerini dietro l'auditorium assieme agli altri Warblers. Ognuno gestiva l'ansia a suo modo: Nick e Jeff parlavano fitto fra loro mentre si stringevano le mani, Thad ripeteva mentalmente le battute mimando con le labbra le parole, Trent teneva il tempo di chissà quale canzone con il piede, David (l'altro) si mangiava le unghie osservando di tanto in tanto il risultato e Sebastian si guardava intorno annoiato.
Il primo a fare il provino fu Trent, seguito a ruota da Jeff, David, Thad e Nick. Alla fine erano rimasti solo lui e Sebastian che ora lo stava fissando.
“Nervoso?” gli chiese con un sorriso.
“Potrei mettermi a vomitare sangue” rispose Dave tetro.
“Su, andrà benissimo. Durerà cinque minuti. Che sono cinque minuti rispetto ad una vita intera? Poi chi ti vedrà? Solo quello schizzato di Reid”
“Ti pare facile? Tu ti esibisci da sempre. Per me è la prima volta!”
“Potrei fraintenderti” ghignò Sebastian, poi riprese il controllo della conversazione “Una volta che l'avrai provato non potrai più farne a meno. E' più intossicante di una droga.”
“Mi stai mettendo paura, Seb.”
“Chissà... magari era proprio questo il mio intento”
“Beh, se era questo ci sei riuscito benissimo. Oddio, cosa mi è venuto in mente quando ho deciso di fare questa cosa folle?” mormorò passandosi le mani fra i capelli e seppellendo il volto nei polsi.
Sebastian si alzò dalla sua sedia e si sedette su quella accanto a Dave. Gli prese le mani, intrecciandole con le sue, mentre l'altro lo guardava sorpreso, in realtà praticamente scioccato. “Passerà anche questa, vedrai. Può essere peggio del coming-out forzato?”
“No.” sospirò altro mentre accarezzava con i polpastrelli le infinite linee che ci rendono unici.
“Ecco, infatti. La cosa peggiore che potrebbe capitarti è vomitare davanti a Reid, inciampare nel tuo vomito, cadere giù dal palco e morire per trauma celebrale.”
“Non mi stai aiutando” mugugnò Dave.
“Ma non succederà.” Diede un'occhiata al polso, tirando leggermente su il polsino della camicia. Le ferite si stavano rimarginando, notò l'altro. “Merda, ti devo lasciare solo con la tua depressione: è finito il tempo di David.”
“Ti prego, non lasciarmi qui.” lo trattenne Dave.
“Spiacente, il dovere chiama. Call of Duty. Ok, no, scusa. Era pessima. May the odds be ever in your favor. Meglio?” disse liberandosi dalla stretta dell'altro
“Non sto andando a morire in un'arena” protestò Dave.
“Da come la fai tragica sembra di sì” e si alzò. Diede un ultimo sguardo al viso angosciato del compagno e si abbassò finché le sue labbra non gli sfiorarono l'orecchio. Con le dite scostò i capelli e disse “Mut”, poi si allontanò e chiuse la porta dietro di sé.

L'iperventilazione di Dave era peggiorata sensibilmente, il cuore gli era schizzato in gola, non riusciva a parlare e la sua lingua pareva foderata di carta vetrata. Poi che gli significava mut? Era forse muto? Beh, comunque la sensazione delle labbra di Sebastian che gli solleticavano l'orecchio ce l'aveva ben chiara. Ma era meglio non pensarci. Non voleva mandare a farsi fottere gli ultimi brandelli di sanità mentale che li rimanevano.
Passò il resto dei quattro minuti e 45 secondi a contare le pecore, 283, per la precisione, poi inspirò profondamente e aprì la porta dell'auditorium.


Fece qualche passo alla cieca, brancolando senza meta, accecato dalla potenza delle luci. Appena ebbe riacquistato la vista, si rivolse verso lo scranno fra le file del pubblico. Ovviamente c'erano il professor Reid, Wes e il preside Lewis. Ehi, un momento... cosa diamine ci faceva Wes lì? Dave fece un'occhiata perplessa e proprio Wes iniziò a parlare con voce professionale: “Allora, per che parte ti presenti?” mentre gli faceva cenno di parlare da sotto il banco.
“Sono David Karosfky e mi presento per la parte di Romeo” disse con il suo tono più deciso. Si sentiva un emerito demente, le ginocchia tremolavano come la gelatina durante un terremoto.
“Può iniziare” annunciò il Warbler, mentre da sotto spuntava un pollice alzato.
“Potrei avere un partner per la scena?”. Davanti a lui Wes faceva di tutto per farsi notare, ma il preside Lewis lo ignorava. Liquidò la faccenda con un cenno “Andate a prendere il ragazzo di prima.”
Oh oh. Ops. Si stava mettendo nella merda da solo. La scena del balcone con Seb. No, questo non ci voleva proprio. Sperava solo che fosse ben chiaro al destinatario e non alla giuria che era solo una recita e lui non intendeva davvero quello che stava dicendo.


Sebastian entrò nell'auditorium con passo baldanzoso, come se passasse la vita ad interpretare Giulietta senza preavviso. Rifiutò il copione offerto dal professore, affermando di sapere il testo a memoria.
Salì le scalette e si affacciò al balcone, posando il mento sugli avambracci con aria languida.


*aziona la canzone del momento: Just A Dream*
http://www.youtube.com/watch?v=a2RA0vsZXf8
“O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega il tuo nome, rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome. O, se non vuoi, legati in giuramento solo all'amor mio, ed io non sarò più una Capuleti.”
Dave, che era rimasto un po' in disparte, si avvicinò per sentire meglio. “Starò ancora ad ascoltare o rispondo a questo che ha detto? Io ti piglio in parola: chiamami soltanto amore ed io sarò ribattezzato.” Si alzò sulle punte dei piedi cercando di incrociare lo sguardo di Sebastian che però si sottraeva al contatto.

Se quel cretino avesse sabotato la sua audizione, non avrebbe mai potuto perdonarlo.
“Chi sei tu che, così protetto dal manto della notte, inciampi nei miei più segreti pensieri?”
“Il mio nome mi è odioso, perché è odioso a te.” Dave salì su un sgabello, arrivando solo a sfiorare le punte delle dita del ragazzo. Sebastian si sporse verso di lui, lasciandosi prendere per mano, Dave salì un altro gradino per ritrovarsi al livello delle sue spalle.

Come sei potuto venire qui? I muri del giardino sono alti e difficili da scalare, e questo è per te un luogo di morte.” Mentre Sebastian pronunciava la battuta continuavano a fissarsi.
Dave scavalcò con attenzione la ringhiera del balconcino e si avvicinò ancora di più a Sebastian, mantenendo il contatto visivo. “Con leggere ali d'amore ho superati questi muri perché non ci sono limiti di pietra al nostro amore. Ciò che amore può fare, amore tenta. I tuoi parenti non sono un ostacolo.”
“Va via. Se ti vedono, ti uccideranno” disse, avvicinandosi ancora di più a Dave.
Erano vicinissimi; i loro nasi si sfioravano quasi, i corpi stretti uno contro l'altro, lo sguardo di Dave perso in quell'oceano verde davanti a lui in cui poteva navigare e vedersi riflesso.
“C'è più pericolo negli occhi tuoi che in venti delle loro lance. Basta che tu mi guardi e farò tutto quello che vuoi.” Beh, in realtà la battuta non era esattamente così, ma, si sa, l'improvvisazione. Ancora qualche millimetro... Riusciva a sentire i loro respiri, coordinati alla perfezione, e quelle labbra si facevano vicine, e vicine, e sempre più vicine...

“Perfetto, benissimo, davvero grandioso. Basta così” li interruppe il preside Lewis.

Quella voce estranea li risucchiò fuori dalla Verona medioevale e li riportò all'America nel ventunesimo secolo, strappandoli dal loro sogno ad occhi aperti.

Wes li fissava con l'aria di chi ha appena visto un fantasma, invece Reid era entusiasta, si capiva da come non riuscisse a smettere di applaudire. Sebastian si staccò velocemente da Dave, quasi di fretta e uscì dall'auditorium con passi controllati. Dave rimase per qualche secondo fermo. Era tutto così reale, poi vide la sagoma di Seb che andava via e scese anche lui dal balcone. Si riappropriò dal palco e ringraziò.

Appena in platea si ritrovò soffocato dall'abbraccio stritolante di Wes.

Sei stato fantastico! Davvero non ho parole!! Stavo per mettermi a fangirlizzare davanti a quei due.”
“Ma Reid non è stato così discreto. Non riesco ancora a crederci.” sussurrò Dave con un sorriso.
“Passiamo alle cose serie. Non è che mi devi dire qualcosa su te e Sebastian?”
“Non è che tu mi devi spiegare perché stavi in quella giuria?”
“Prima tu, sono un gentiluomo” e si allontanarono parlottando fra loro, accompagnati in sottofondo da versetti inconsulti di Wes e dai sospiri di Dave.



Wes richiamò all'ordine i Warblers con il suo inseparabile martelletto. “E' venuto il tempo di annunciare i ruoli dello spettacolo”

Mercuzio è Thad.” applausi
“Il principe di Mantova è David.” applausi
“Benvolio è Trent.” applausi
“Il padre di Giulietta è Nick.” applausi
“Il frate di cui non ricordo il nome è Jeff” applausi
“Romeo è... rullo di tamburi, prego... Dave!”
Dave si alzò accompagnato da un boato assordante: tutti i Warblers erano in piedi. C'era chi lo abbracciava, chi gli dava pacche sulle spalle, chi applaudiva, chi saliva sule sedie (Blaine docet), chi gli urlava le sue congratulazioni. Solo una persona era rimasta ferma, congelata con uno sguardo glaciale sul volto, quella di cui desiderava di più l'approvazione e l'incoraggiamento: Sebastian.

Nel frastuono generale nessuno tranne loro due sentì l'ultimo annuncio di Wes: “Paride è Sebastian.”

Note dell'autrice:
-
Ovviamente l'analisi grafologica è fatta molto alla cazzo, mica sono una grafologa, io :3
- Mi dicono che non shippo Morgan!Reid. Ma come potrei fare altrimenti? Sono la cosa più afjhdhfgshkjfsfkjasfadsfsh di questo mondo *cuore*

* dotta citazione di qualcuno (Pascoli, forse?)
- Il deserto di Atacama sta in Cile ed è il luogo in cui piove meno nel mondo, oltre che quello in cui si registrano le temperature più alte e le escursioni termiche maggiori*fine momento professoressa* per altre informazioni → http://it.wikipedia.org/wiki/Deserto_di_Atacama
- #lol altri elicotteri. Contenta, Carlotta?
- #battutetristiistheway
- Sto poco in fissa con Hunger Games, non si nota, vero?
-
Mut significa Coraggio in tedesco. E' la mia personale versione di Côuragè
- Le canzoni di questo capitolo sono due, una per il senso generale, un'altra per un momento preciso.

Senso generale: Make it shine di Victoria Justice (aka la canzone più bm di questo mondo, ma tralasciamo questi particolari...) http://www.youtube.com/watch?v=nFg0pz6eK34
Momento preciso: Just a Dream, cover di Sam Tsui e Christina Grimmie (suggerita da quella santa di Siry) http://www.youtube.com/watch?v=a2RA0vsZXf8

E' tipo la canzone più belafkdfbkaskj che esista, quindi sentitela
- Wes che fangirlizza. Non potevo non mettercelo #lol.


Il capitolo è dedicato ad Isabella, anche detta la donna inutile che shippa Seblaine D:
Neevvero, buuuuuuuurla, ti volio tanto bene :3 E TANTI AUGURI *tira coriandoli in giro per la casa* BUON COMPLEANNO

Ansiosa di sapere il parere sul regalo (ognuno fa quello che può)

Una new entry fra i ringraziamenti *w* Milvia!! #yayancheperte
Sei dolce :3


Eccomi ai miei soliti, ma non meno importanti ringraziamenti speciali :3


A Sofia, perché, baby, sei il Trent to my Wes, il Kurt to my Blaine, e il mio tutto, bà.

Ricordati sempre che sei importantissima per me, e nulla potrà mai cambiare questo.
“Nothing's gonna change, listen me” recentemente ho scoperto che dice “Nothing's gonna change destiny”, ma la mia versione continua a piacermi di più. #lol
“With you by my side, I'll fight and defend.” e il tutto si riduce ad una cosa #amoreperteeEragon Mi devi ancora ridare Eldest, BTW. Basta, sto divagando.


A Siry, davvero, i tuoi tweet mi risollevano la giornata. Non hai neanche idea di quanto sorrido quando li vedo. Sei troppo dolce, e scrivi in una maniera a dir poco ajfshfhsfskfhasfhrsgfrwjfhhasfosehfywrgferugeru *cuore*

Ti sottovaluti, e non va bene, perché sei una persona fantastica.
*non sa fino a che punto di sdolcinatezza si può spingere prima di oltrepassare il limite della decenza* *oltrepassa il limite*


A
Carlotta, che mi trova canzoni super truzzose da mettere ai capitolo. No, burla :3
#proudofyou Basta che ora mi porti Darren o Grant da LA
*Q* pago bene, io.
No, solo che sei tanto dolciosa e mi ascolti quando faccio telefonate nel bel mezzo delle crisi di panico :3 ed era davvero una cosa inquietante, devi ammetterlo.

Poi le 10 meravigliose persone che hanno messo questa misera ff fra le preferite.
Io davvero non trovo davvero parole per ringraziarvi. Magari sembra una cosa stupida, o prima di senso, ma mi dà la forza di andare avanti.
Anche alle 22 seguite e le 4 da ricordare.

Un rigraziamento djsajhfkdahfjahfja per le sette anime pie che mi hanno messo come autore preferito. Stavo per piangere, davvero. So di non essere all'altezza di molte altre fanwriter qui su EFP, e significa davvero moltissimo per me. Farò del mio meglio per non deludervi.


Ultimo ringraziamento, lo giuro, anche perché durano più i ringraziamenti del capitolo, fra poco, a William Shakespeare (che so che leggerà e recensirà). Senza di lui non avrei combinato questo schifesssa :3 spero non ti sia offeso se ho ritagliato di qua, modificato di qua, ma era troppo lungo il dialogo D:
Sono malvagia e perversa (come la mente di Seb #lol) e non li ho ancora fatti baciare.
Sì, 14 capitolo, e ancora niente bacio serio (non conto quello dell'ospedale). #cosahonellamiamentebacata ma, non vi preoccupate... prima o poi...


Firma anche tu la petizione per far licenziare il preside Lewis.

*slogan inventato sul momento*

PERCHE' LA DALTON HA BISOGNO DI TE.


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Capitolo 15
*** Get it right. ***


Get it right.


Tutti i Warblers si erano radunati nell'auditorium per la prima prova e, soprattutto, per capire chi sarebbe stata Giulietta. Né Reid né Wes avevano voluto anticipare nulla, insensibili uno alle interrogazioni perfette, l'altro alle occhiate supplicanti dei compagni e, anche, di Trent. Dopo aver provato tutto quello che era in loro potere e, vedendo che anche il loro asso nella manica aveva fallito, si erano rassegnati e avevano tenuto il broncio ad entrambi, in tacito accordo.

Spero solo che non sia la Berry” sussurrò Nick.
“Il palco è troppo piccolo per sopportare l'ego smisurato di lei e Seb” borbottò Jeff posando la testa sulla spalla del moro mentre rifletteva che al mondo non esistesse un cuscino più comodo.
“Secondo me è la ragazza afroamericana” replicò David.
“E' l'asiatica, statemi a sentire” alzò la voce Thad per farsi sentire.
“Ma non capite: è Faccia-da-Checca” si intromise Sebastian guadagnandosi un'occhiata di disapprovazione da parte di Dave, ma se ne fregò.
“E' la biondina incinta, datemi retta” disse di nuovo Jeff.
“Non è più incinta. Da due anni, ormai” sussurrò Nick.
“Va beh, fa niente.”
L'unico che non si azzardava a fare pronostici era proprio Dave. Quanto più uno sperava che qualcosa non accadesse, tante più probabilità c'erano che succedesse proprio quello.

Da una parte dell'auditorium sbucarono il professor Reid e Wes che coprivano interamente la figura dietro a loro. Arrivarono di fronte ai ragazzi e Reid annunciò: “Signori veronesi, ecco a voi Giulietta!”, si aprirono a ventaglio, mostrando dietro di loro Santana Lopez; Dave si lasciò sfuggire un lamento.
“Qualche problema, Karofsky?” disse lei.
“Nessuno, Santana” replicò. Si sentiva di nuovo al McKinley, con una ragazza di copertura e l'omosessualità da nascondere. Con la coda dell'occhio vide lo sguardo soddisfatto di Seb e il suo sfregamento di mani. Non gliel'avrebbe data vinta.
“Sicuro? Potrei chiamare la squadra Anti-Bulli”
Dave si sciolse in un mezzo sorriso; forse non sarebbe stata così tragica.
“Chi è il responsabile delle coreografie?” la latina iniziava ad inquietarsi, ma Wes cercò di stroncare la questione sul nascere, “Non lo abbiamo.”
“E perché?”
“Beh, perché non ci servono” ribatté lui di rimando.
“E io dovrei cantare ferma in mezzo al palco? Scordatevelo! Quella è roba da ebrei petulanti come la Berry!”
“Non devi cantare, solo recitare!”
“Cosa?! Mi stai prendendo in giro? Sulla lettera c'era scritto chiaramente che era un musical!”. Wes e Reid si guardarono perplessi e, nel frattempo, Sebastian sghignazzava.
“Noi non abbiamo mandato nessuna lettera!”
“E questa cos'è?” urlò lei sventolando in aria un foglio, “boh, non voglio saperlo! Non posso più partecipare!”
“Cosa stai dicendo?”
“Non mi darebbe i crediti di cui ho bisogno! Ed è escluso che io lavori gratis per voi! O fate un musical o me ne vado!” In quanto ad atteggiamento da diva rivaleggiava degnamente con Rachel e Mercedes, o Sebastian.
“Potrei parlare io con Will” mormorò Reid, mentre Wes tentava invano di arginare la violenza delle latina e e sue cosas malas. Non era consigliabile, si sarebbe arrabbiata ancora di più, pensò Dave. E successe esattamente così; sarebbe stato esilarante per Dave vedere Santana e Wes che venivano alle mani, se in gioco non ci fosse stato il suo futuro. Si obbligò a sembrare preoccupato, dando ogni tanto un'occhiata a Sebastian e maledicendo la scintilla malefica che gli illuminava il volto e lo rendeva ancora più desiderabile del solito.

Dall'audizione non si parlavano più, o meglio, da quando lui aveva ottenuto la parte principale, ma non riusciva a dimenticare quella deliziosa sensazione di vicinanza, le parole bisbigliate fra i capelli e quegli occhi tanto belli da star male. Per quanto ci provasse, non ci riusciva; diventava solo più sfumato e indistinto, come in un sogno. Più ci pensava, meno sembrava reale.

Serrò le palpebre, si piantò le unghie nel palmo, ma quando riaprì gli occhi era tutto esattamente come prima: Wes e Santana litigavano, il professore provava, senza alcun risultato, a dividerli. Stressato sentenziò: “Va bene, si farà un musical, quindi sabato prossimo nuove audizioni. Dovrete cantare, ovviamente.”
Aveva catturato l'attenzione di tutti: Wes lo fissava, Santana e Sebastian sorridevano soddisfatti con le braccia incrociate, Jeff e Nick si davano il cinque e Dave, del canto suo, aveva seriamente ripreso in considerazione l'idea di suicidio.
“No, non ancora, no, non ancora.” era tutto quello che riusciva a concepire.


Wes, non capisci? E' una catastrofe!”
“E perché? Hai avuto la parte una volta, succederà di nuovo.”
“Non so cantare! Ogni volta che apro la bocca sembra che un gatto stia agonizzando! Non vale neanche la pena di presentarsi ai provini.”
“Cosa? Così la daranno a Sebastian! Era il suo piano fino dall'inizio!” urlava Wes ancora più agitato di lui.
“E' escluso che io mi renda ridicolo cantando!”
“E perché? Se non provi non avrai neanche una minima possibilità.”
“Vedrei la sua faccia tutto il tempo! E' più forte di me, non ci riesco, davvero. Ti ringrazio della comprensione, Wes, ma non c'è più nulla che tu possa fare.”
“Posso darti lezioni di canto!”
“Hai già abbastanza cose a cui pensare: le canzoni, la messa in scena, le coreografie e le due dive capricciose”
“NO, ti segnerò a quell'audizione, punto. Mi rifiuto di mollare così.”
“Porca miseria? Potrò decidere io? La vuoi smettere di controllarmi?” gli urlò Dave, si girò di scatto e se ne andò, abbandonando Wes in mezzo al corridoio. Vagò senza meta fino al giardino dove l'impulso lo obbligò a comporre un numero. Aspettò con l'orecchio incollato al cellulare finché una voce famigliare gli rispose: “Pronto?”
“Pronto, ciao Kurt?”
“Ciao Dave, mi fa piacere sentirti.”
“Come va a New York?”
“Tutto bene. Cioè, non mi hanno preso alla NYADA, ma va tutto bene. Senti, non vorrei essere scortese, ma mi hai chiamato per un motivo? Sai, le chiamate interstatali...”
“Sì, forse non è il momento migliore, per il fatto della NYADA e tutto il resto ma ho davvero bisogno di un consiglio.”
“Dimmi pure” poteva quasi sentire il sorriso di Kurt dall'altra parte.
“Quest'anno abbiamo deciso di fare uno spettacolo sul tema di Romeo e Giulietta”
“Ma è fantastico!”
“Comunque avevo ottenuto la parte di Romeo dopo una settimana di stressantissimi allenamenti con Wes, ma...”
“Congratulazioni! Sono fiero di te. Ma cos'è questo ma?”
“Sebastian ha rovinato tutto.” singhiozzò “praticamente Giulietta è interpretata da Santana e lei ha deciso che non parteciperà a meno che non si faccia un musical”
“E dov'è il problema?”
“Non so cantare!”
“Effettivamente è abbastanza problematico, capisco, ma cosa c'entra Sebastian?”
“E' una storia lunga... prima del provino era tutto 'andrà benissimo' di qua e di là, poi sono entrato e ho chiesto un partner, per la scena del balcone, sai, e credevo che mi appioppassero Wes, così ero tutto tranquillo perché le prove le ho fatte con lui, capito?”
“Uhm.”
Dave riprese a parlare a raffica “poi il preside ha detto che lo avrebbe fatto Seb. E quindi, non lo so, non sembrava recitasse, praticamente ci stavamo per baciare sul palco, poi ci hanno fermati e basta. Hanno annunciato il ruoli: io Romeo e lui Paride. Ora non mi parla neanche, mi pare di essere invisibile. Probabilmente mi sono immaginato tutto” concluse con un sospiro.
“Ok, wow. Quindi tu pensi che abbia fatto tutto questo per ripicca? Non è un po' esagerato? Va bene che stiamo parlando di Sebastian, ma è una cosa davvero folle! Per quanto riguarda le seconda questione non so che dirti; quel ragazzo è più instabile di una donna con il ciclo. Ma dovresti parlargli, dato che la cosa ti sta mandando fuori di testa”
“Pensa che cinque minuti fa ho urlato addosso a Wes senza un motivo”
“La cosa migliore che puoi fare è scusarti”
“Hai ragione, grazie mille, Kurt. Mi ha fatto davvero piacere parlare con te”
“Anche a me, Dave. Per te ci sono sempre.”
“Beh, allora, alla prossima. Ciao”
“Ciao Dave” e premettero insieme il pulsante rosso, Dave seduto sotto un albero nel giardino della Dalton, Kurt fermo all'angolo della strada, aspettando il verde per attraversare.



Anche quella volta Wes doveva presiedere alle audizioni; avrebbe preferito di molto cavarsi gli occhi con le sue stesse mani, ma da grandi poteri derivando grandi responsabilità, come diceva il nonno di Spiderman. Si presentarono Jeff, Nick, Thad, David e gli altri. Il termine per presentarsi era le 11.00 ed erano ancora le 10.57.
Dave gli aveva chiaramente detto che non aveva intenzione di partecipare, ma questo non gli impediva di sperare ancora. Dopotutto era la persone più puntuale di questo mondo.

Ogni secondo che passava quel briciolo minuscolo di speranza rimpiccioliva sempre di più; gli toccava sprecare quei preziosi tre minuti di vita accanto a Santana che mandava messaggi bollenti a Brittany, senza neanche tentare di darsi un contegno. Con Trent sarebbe stato più discreto. Ma cosa andava a pensare? Un rumore di passi affrettati e fiatone interruppe i suoi ragionamenti contorti. Che fosse Dave?



Una voce fin troppo familiare iniziò a parlare, dopo essersi ripresa dalla corsa “Sono ancora in tempo per l'audizione?”
“Ovviamente Sebastian” rispose Wes con il suo tono più falso “comincia pure”
Sebastian si impossessò del palco e fece un cenno al suo schiavetto del giorno, la fortunata matricola che aveva il privilegio di fare i lavori sporchi per lui, che da dietro azionò diligente lo stereo.
Con un altro sorriso glaciale il Warbler asiatico spinse il pulsante della telecamera e si accese una lucina rossa intermittente.

I just want you close
Where you can stay forever
You can be sure
That it will only get better

You and me together
Through the days and nights
I don't worry 'cause
Everything's gonna to be alright
People keep talking they can say what they like
But all i know is everything's gonna to be alright

Sebastian era sicuro di sé, decisamente troppo sicuro di sé, ma, e questo doveva ammetterlo anche Wes, era maledettamente bravo. C'era qualcosa che non quadrava nell'intera faccenda, ma che quel dannato gigante francese avesse talento era innegabile, purtroppo.

I know some people search the world
To find something like what we have
I know people will try try to divide something so real
So till the end of time I'm telling you there ain't no one.


Sebastian terminò la sua esibizione con un sorrisetto compiaciuto, Wes lo ricambiò con uno compiacente e Santana se ne fregò di quella schermaglia, continuando la sua manicure.
“Appena in tempo” sibilò con ferocia mentre la campanella suonava le 11.
“Spero ti sia piaciuta la mia esibizione” chiese Sebastian osservando un punto vago dell'auditorium alle spalle dell'asiatico.
“Non sapevo fossi anche strabico” commentò l'altro con una lieve esitazione “era … accettabile”, e, ancora piccato dal forfait di Dave, se ne andò via.
“Testa di cazzo con manie di protagonismo” borbottò “non trovi, Dave?”
Ma nessuno rispose, solo una figura in ombra si allontanò chiudendo dietro di sé la porta; Sebastian rimase sul palco ancora per qualche secondo, finché le luci si spensero tutte, una ad una e l'auditorium piombò nell'oscurità.



Dalla mente perversa e malvagia di Sebastian Smythe.

Ed ecco la lista aggiornata dei ruoli, con l'aiuto di Santana” mentre il matto parla, quell'arpia gli lancia una delle nostre solite occhiate da stronzi, quasi per incoraggiarlo ad andare avanti “i ruoli secondari sono rimasti invariati, invece Sebastian diventa Romeo e subentra Jeff nella parte di Paride, mentre il frate di cui non ricordo ancora il nome sarà David e il principe di Mantova viene eliminato, tanto era comunque abbastanza inutile”
Delizio i miei adorati compagni con un inchino ma loro, da persone sportive che sono, non sanno distinguere le simpatie personali da cosa è meglio per lo spettacolo, non si degnano neanche di applaudire. Persone mature, mi dicono.

Io e il professor Reid ci occuperemo delle canzoni che canterete e cercheremo di trovarne che valorizzino le vostre abilità, sulla base delle audizioni che ho registrato”, è esilarante come nessuno se lo caghi mai di striscio, già si stanno defilando tutti.
“Potremmo tenerli sotto le tue tette, Santana”
“Ti piacerebbe, mangusta.”
“No, scommetto che ci stanno dei serpenti, non vorrei essere punto”
E anche quella, non saprei come offenderla sinceramente, sembra tutto troppo dolce, se ne va e mi lascia solo. Era ora.

Il divano sembra così comodo, diamogli una chance.


All I want is you, you're ma cherié.
Accidenti, non so per quale cazzo di motivo sto canticchiando questa canzone oscena. Sicuro l'ho sentita oggi alla radio, mettono in onda solo schifo.

C'è un rumore di passi, si ferma davanti alla porta. Meglio smettere di cantare, non potrei sopportare di essere sentito mentre canto questo scempio musicale.
Non si sente più nulla, ma bene.

Oh, we are gonna dance into the sea.
Qualcuno, il disturbatore anonimo, bussa alla porta. Con un gentilissimo “deciditi, cazzo” mi alzo dal divano che, fra parentesi, era davvero comodo, per aprire a questo cretino che sicuramente mi ha sentito cantare.
I'm screwed, oh well. No, niente citazioni di Katy Perry, quelle le lascio al mio amico meno fortunato che dovrebbe andare in riabilitazione per abuso di gel.
Appena poso la mano sulla maniglia, quello dall'altra parte tenta di aprirlo, tempismo perfetto. Dopo una breve battaglia, vinco io e apro la porta, come se ci fosse anche qualche dubbio. Qui ci vuole un ghigno soddisfatto da copione ma, oh cazzo, è Dave.

Scommetto che almeno un piccolissimo tremito c'è stato nel mio sorriso falso, anche se spero che non se ne sia accorto. Non crollerò, stanne certo.
Senza neanche una parola si siede sul divano anche lui, sul mio posto.

Allora, Dave, a cosa devo questa visita?” devo pure rompere il silenzio in qualche modo.
“Volevo farti le mie congratulazioni per la parte” risponde lui. Che intenzioni nobili, forse potrei iniziare a sentirmi vagamente in colpa, ma in via del tutto ipotetica. E comunque meritavo quella parte. Se non ci fossi stato io la sua audizione sarebbe stata catastrofica. Per il recitare, il ragazzo sa il fatto suo, ma non riesco ancora a credere che mi abbia infinocchiato così: mi sembrava davvero di essere nella Verona medievale, mi sentivo Giulietta, sì, io Sebastian Smythe, e quei discorsi smielati scritti da un inglese buono solo a tosare le pecore fra una tirata di oppio e l'altra non mi parevano neanche tanto male. Che poi rileggerli a mente lucida stamattina mi ha costretto a farmi fare un'iniezione di insulina dall'infermiera della scuola.
Probabilmente mi aveva drogato, sì, non c'è altra soluzione; qualche pasticca nel caffè, o potrebbe addirittura aver corrotto Thad. Non mi sentivo in me.
Sussurrare cose sdolcinate (che spero non abbia saputo tradurre) nelle orecchie delle persone non è una delle cose che faccio di solito. Poi quando intrecciavamo le mani ed eravamo stretti in quella miseria di balconcino( che chiederò a Wes di rifare, peraltro; è assurdo che debba recitare in condizioni del genere) ero totalmente fuori dal mondo, in un'altra dimensione. Non capivo quello che stava succedendo, volevo solo rimanere così per sempre.

Ed ero … , sì, l'unica parola che mi viene in mente per descriverlo è talmente idiota che non vorrei neanche ammetterlo. Ero felice, sì, stupido, ma felice. Ecco, mi sto prendendo mentalmente a schiaffi da solo. “Beh, grazie mille. Piaciuta l'audizione?”
“Era... accettabile, tanto per citare Wes” risponde con un sorriso.
Merda, perché continua a sorridere? Gli ho fottuto la parte e, immagino, reso la vita un desolante inferno di lezioni. Sembrava davvero entusiasta della possibilità di partecipare allo spettacolo, e per qualche motivo del cazzo, ho rovinato tutto. Di nuovo. Devo arrendermi; continuo a fare casini. Qualsiasi cosa io faccia non fa altro che peggiorare la situazione di merda in cui mi trovo. Ma forse se smettesse di sorridere...
“Ok, senti, non hai idea di quanto sia difficile per me dirlo, ma comunque ” cristo santo, è troppo, non ce la faccio. Non è facile come nei film (o nelle fan-fiction)
“Dimmi pure, sai che puoi dirmi tutto”
basta, smetti di sorridere, ti prego.
Un piccolo respiro per riflettere. Inspira, espira. Sembra un corso di pre-parto, cazzo. “Mi dispiace di averti biscottato la parte, di inviato la lettera a Santana, per averti trattato un po' freddamente nell'ultimo periodo. Beh in realtà, per tutto...” qualcuno di famoso ha detto che la verità di rende libero, ma mi fa solo sentire un completo coglione.
“Per prima cosa, ormai ho capito: non riesci a non essere il protagonista, è più forte di te. E il mondo non gira attorno a te, ma saresti disposto ad abolire la teoria eliocentrica a favore di una sebastiocentrica. Seconda cosa: biscottato come parola mi piace, è gustosa (?)”
“Allora non sei il solito atleta decelebrato dei film americani”
“Riservo molte sorprese” sorride, di nuovo?!, e sospira “Quello che in realtà voglio dire è che accetto le tue manie di protagonismo, di cui comunque faresti meglio a parlare con qualcuno, finché non invadono lo spazio degli altri, cosa che è successa questa volta. E questo è per la serie: psicologia spicciola da Yahoo Answers”
“Mi dispiace, ma le tue battute penose per alleviare la tensione sono penose, appunto”
ecco il silenzio imbarazzante, immancabile.
“Beh” dice e dà un'occhiata nervosa all'orologio “penso che sia meglio andare” e fa per alzarsi.
“Allora, tiferai per me?”
“Cosa?”
“Allo spettacolo, intendo”
“Certo, Santastian a vita” mormora lui e se ne va dalla porta incriminata “comunque dovevi lasciare che io aprissi la porta”
E' ufficiale, non mi sento vagamente in colpa.

Non mi sento in colpa.

Mi sento fottutamente in colpa.

Un caffè, non drogato magari, è proprio quello che ci vuole. “Caffé?”


Note dell'autrice:

Scusatemi, il capitolo è assurdamente lungo D:, ma credetemi, non volevo annoiarvi.
Stringerò molto con le mie di solito lunghissime note per farmi perdonare c:

- La canzone Get it right, originale del Glee Cast: http://www.youtube.com/watch?v=EUPIdb7ZMn0
LA canzone che canta Seb all'audizione è No one di Alicia Keys, vi obbligo a sentirla (nevvero, LOL) perché è una delle più belle che io conosca e secondo me si adatta davvero bene alla storia di Romeo e Giulietta: http://www.youtube.com/watch?v=rywUS-ohqeE
Quella che canticchia prima che arrivi Dave è Ma Cherie di DJ Antoine o qualcosa del genere, e mi ci sono fissata, ma è oscena D: : http://www.youtube.com/watch?v=CKhu7pDjarY
- come vi pare la scelta di Santana per Giulietta? Sono curiosissima di sapere chi pensavate che fosse c:
- sia chiaro, io shippo Kurtosky
solo ed esclusivamente come amicizia.
- il discorso di Dave al telefono è volutamente insensato e senza né capo né cosa. Avete presente come parlate al telefono? (o almeno io parlo così LOL)
- non ho resistito a impersonarmi nella mente malvagia e perversa di Seb, mi diverto troppo :D

Mi dispiace dirvelo (a voi probabilmente no, ma non voglio pensarci ç____ç) questo con ogni probabilità è l'ultimo aggiornamento prima di settembre, perché vado in Irlanda per un mese e non credo che avrò tempo di scrivere alcunché.

E non farò neanche le mie solite dediche strappacuore, quindi vi lascio qui


Manca solo una questione? Era un appuntamento che proponeva Seb? E cosa pensa Dave? Maa tutto questo lo saprete a settembre, purtroppo ç.ç

#loveya per tutto il supporto

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