Due destini

di pinzy81
(/viewuser.php?uid=117483)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tic tac ***
Capitolo 2: *** Sogno o incubo? ***
Capitolo 3: *** Fine ***
Capitolo 4: *** Castigo ***
Capitolo 5: *** Prendere in mano la situazione ***
Capitolo 6: *** Pane al pane, vino al vino ***
Capitolo 7: *** Paura ***
Capitolo 8: *** Attimi ***
Capitolo 9: *** Ragionandoci su... ***
Capitolo 10: *** Direzione sbagliata ***
Capitolo 11: *** Due destini ***



Capitolo 1
*** Tic tac ***


Note dell'Autore: questa fanfiction è stata un’innovazione per me. All’inizio e alla fine di ogni capitolo ho deciso di inserire un pensiero e questi sono nati nel momento in cui ho preparato uno schema della storia, già suddiviso in capitoli. Non fanno parte dell’“ispiratore” come si può notare e non vorrei che fosse confuso, perciò ci tengo a specificarlo.
 



 
 
- I -
Tic tac

 

 
“Il tempo è tiranno” si dice.
Il tempo vola, scorre fra le nostre dita,
il tempo non è mai abbastanza.

 

 

 

- Non morire, Bella -, disse soffocato. - Non andare. Non farlo -.
Non l'avrebbe rivisto mai più?
Il pensiero scatenò il suo pianto muto e si lasciò scappare un singhiozzo. Lo cinse ai fianchi stringendolo per un istante brevissimo, nascondendo nel suo petto il viso rigato di lacrime. Lui le sfiorò i capelli, come per trattenerla.
- Ciao, Jake -. Sollevò la sua mano e gli baciò il palmo. Non ce la faceva a guardarlo in faccia.
- Scusami -, sussurrò.
 
Vuole solo correre, correre e non pensare che quella è stata l’ultima volta che l’ha vista. La corsa l’ha sempre aiutato. La corsa gli ha sempre schiarito le idee. E non tanto per l’atto in sé per sé, quanto per il lasciarsi andare alla parte più istintiva della sua natura.
Ma stavolta neanche la corsa lo può aiutare e per di più, con la “rossa” in circolazione, diversi membri del branco pattugliano e la telepatia complica le cose.
‘Jake!’ Paul è sempre di ronda?
‘Jacob, che…?’ Sam e il suo odioso tono paterno.
‘Aspettami. Ti raggiungo, fratello.’ Neanche Quil può fare niente per lui.
‘No! Lasciatemi in pace!’ Nessuno può fare niente per lui ora. Domani magari.
Prima di cominciare a sentire la loro pietà si trova umano, nudo e piangente. Si piega su sé stesso come una foglia secca e si lascia consumare dal dolore. Loro lo troveranno, lo riporteranno da Billy e la vita andrà avanti, ma non ora. Ora è il momento di lasciarsi travolgere da tutto quello che ha tenuto dentro. Vederla risorgere giorno dopo giorno, nella convinzione che fosse anche per merito suo. Avvicinarsi a lei discretamente, notando che l’unico contatto fisico che lei accettava era il suo. Quelle parole sempre più cariche di significato, quegli sguardi sempre più carichi di significato.
Ma la sanguisuga è tornata. In realtà non è mai andata via, è sempre stata dentro di lei. Gli basta avere una briciola del suo cuore per potersela riprendere quando vuole. E lui che pensava di averglielo estirpato da dentro come un’erbaccia, come un cancro. E invece no.
Domani andrà meglio, domani. Ora no.
Ora deve consumarsi, deve farlo per poter risorgere dalle sue ceneri. Domani.
 
Sono riuscite a prendere l’aereo per un soffio. Alice l’ha trascinata per l’aeroporto come fosse parte del suo bagaglio. E lei glielo ha lasciato fare.
Senza doversi preoccupare di dove andare la sua mente può elaborare quello che è accaduto. Il ritorno di Alice, il bacio non dato a Jacob, il malinteso, la corsa.
Si tratta esattamente di quello: una corsa contro il tempo.
I suoi occhi vagano per l’abitacolo dell’aereo. - E’ il mezzo più veloce, Bella.
- Lo so, Alice. Lo so.
La vampira cade quasi immediatamente in uno stato di trance: controlla minuto dopo minuto le decisioni di Edward e quelle dei Volturi.
Bella ha tempo per sé, che bello! Altro tempo per pensare!
Vuole davvero tornare alla vita di prima, quella con Edward? Perché lo sta facendo? Ha sempre detestato le imposizioni che il vampiro le ha fatto per il suo bene e la sua sicurezza. Perché ha accettato di vivere in quel modo il loro rapporto? Perché era dipendente da lui, come una droga. E lo stesso valeva per Edward. Molto probabilmente lui non l’ha mai amata, ma se ne era convinto per noia, in fondo gli anni sono lunghi da passare per un immortale. E per valore, per dimostrare agli altri che era abbastanza forte da resistere alla sua cantante; o forse per stupidità. Edward stesso le aveva detto, con una semplicità che l’aveva spiazzata all’epoca, che lei era paragonabile alla sua qualità preferita di eroina.
Perciò si sono solo intossicati a vicenda per tutto questo tempo?
È per questo che ora non sente di volerlo salvare, ma di doverlo fare? Perché conscia di non poter vivere nel suo ricordo? È per questo che il rapporto con Jake le sembra, al contrario, così naturale, benefico, salutare? Facile come respirare.
Sarà capace di dire di no alla sua dose di Edward e di tornare a Forks se tutto andrà per il verso giusto? Jacob la riprenderà con sé al suo ritorno? Dopo tutto è stata lei la prima a ferire.

 
Il tempo non basta mai.
O siamo noi a non farne buon uso?

 
 
Ciao a tutti, eccomi di nuovo.
Comincio con il ringraziare jakefan per aver indetto il contest “Bella e Jacob per sempre” e perché dice che sto migliorando sempre di più. È anche grazie ai tuoi consigli J. Un altro grazie va a Bi perché è la mia beta-beta (ossia quella che mi sopporta quando J, per dovere di giudice, non mi può aiutare), meno male che ci sei tu per le mie paturnie!
Veniamo alla storia: il tempo è l’argomento portante di questo capitolo. Mi è piaciuto molto focalizzare l’attenzione su un elemento per ogni parte della storia, spero piaccia anche a voi.
La prima parte del capitolo è un estratto di New Moon, come avrete capito e poi… beh, la mia fantasia ha preso il sopravvento. Fatemi sapere che ne pensate, ok?
Baci
 
Pinzy

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sogno o incubo? ***


- II -
Sogno o incubo?

 

 
La nostra mente è un pozzo senza fondo
pieno di ricordi, sensazioni, paure, frammenti di vita.
Spesso la mente ci gioca brutti scherzi,
altre volte ci aiuta ad andare avanti con i sogni.

 

 
Volterra si erge su una collina verde, deliziosa come un piccolo pezzo di presepe. Forse in un’altra occasione sarebbe riuscita ad apprezzarla maggiormente, ma ora Bella non riesce a ragionare. Alice le ha detto che suo fratello aspetterà mezzogiorno per mostrarsi nella piazza centrale. Per suicidarsi. E da quel momento Bella riesce a pensare solo che il tempo scorre troppo velocemente e che la Porsche sulla quale viaggiano è troppo lenta.
 
Quel bosco lo conosceva. Era nello stesso spiazzo in cui Edward l’aveva lasciata. Il grande acero dalle foglie rosse era alle loro spalle.
Il vampiro era in posizione d’attacco: il braccio alzato, pronto a fendere l’aria e i denti bianchissimi in mostra. Il lupo, di fronte a lui, stava all’erta: la coda dritta, le fauci spalancate e il ringhio risonante nella gola.
- Che state…? - la domanda le morì in bocca. Nell’istante esatto in cui le sue parole risuonarono nella vegetazione fitta i due si scagliarono l’uno contro l’altro.
Gli occhi della ragazza si spalancarono istantaneamente. Pur avendo sempre saputo che Edward e Jacob se le volevano dare di santa ragione, aveva creduto fosse più che altro un bluff. Invece i due eterni rivali si stavano affrontando senza esclusione di colpi: Edward continuava a squarciare l’aria attorno a sé con le mani ed a difendersi dagli attacchi del lupo, mentre Jake mordeva cercando di mettere sotto i denti la dura carne dell’immortale.
Tutto era troppo veloce per gli occhi e la mente di Bella, così quando il rumore sordo, simile ad una pietra spezzata, riempì il vuoto lasciato dai rumori della battaglia, era del tutto impreparata a ciò che avrebbe visto. La testa di Edward giaceva a pochi metri dal suo corpo, mozzata di netto.
La ragazza si portò le mani davanti alle labbra e trattenne un singhiozzo. Edward era morto e per mano di Jacob.
- Non doveva finire così, lui doveva continuare a vivere. - Chi le dava la forza per continuare a parlare?
Jake, ritrasformato e vestito, la prese tra le sue braccia stringendola con dolcezza. Bella si sentiva al sicuro in quella stretta. Le sue non erano le braccia di un assassino.
- Dovevo farlo. Puoi capirlo, Bella? Sarebbe stato sempre lì a dividerci. Per sempre.
 
Che significato ha quel sogno? Si sarebbe rivelato un incubo premonitore? Il suo subconscio sta combattendo per portare a galla un sentimento verso Jacob che Bella non pensa di poter provare? Il lupo sta soppiantando il vampiro nel suo cuore? O forse non c’è mai stato spazio per quest’ultimo…

 

 
Un sogno può mostrarci la parte migliore di noi,
un desiderio inespresso, il nostro paradiso.
Un incubo alimenta le nostre paure e le nostre angosce.
Il brutto è non riuscire a distinguere l’uno dall’altro.

 

 
 
 
Per le note vi rimando al capitolo successivo visto che li sto postando insieme. Spero solo che vi sia piaciuto. Grazie per averlo letto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Fine ***


- III -
Fine

 

 
Come immagini la tua morte?
Nessuno di noi pensa mai di dover morire,
come nessuno di noi riesce ad immaginarsi vecchio.
C’è chi spera di morire giovane, in forze e sano
e chi prega per una vita lunga e piena di esperienze.
La verità è che tutti moriamo.

 

 
La piazza della cittadina pullula di persone vestite di rosso. Rosso come il sangue di lei. Quel sangue che l’ha irretito fin dall’inizio, quello che ha purificato dal veleno di James, lo stesso a cui ha resistito per mesi e che ha scatenato il mostro dentro suo fratello.
I minuti si rincorrono, presto sarà mezzogiorno. Edward respira a pieni polmoni, pur non avendone realmente bisogno. Quello che gli mancherà di più sarà proprio respirare il profumo di Bella. Ricorda ancora la giornata passata alla radura. Ricorda quanto fosse difficile starle vicino, lasciarsi toccare, farsi avvolgere dal suo odore. È stato così facile abituarsi a lei, mettere da parte la sete del suo sangue e riuscire ad apprezzare la fragranza che emanavano i suoi capelli, la sua pelle.
- Bella, sto arrivando.
 
La macchina non può andare avanti, perciò alla ragazza non resta altro che correre. Manca poco, dannatamente poco e lei è così goffa. I piedi sembrano non voler rispondere al suo volere e sono pesanti, come la testa che le scoppia ad ogni rintocco delle campane. Un conto alla rovescia che lei non può né fermare né rallentare.
Tutto sembra remare contro: le strade fatte di ciottoli che la fanno inciampare continuamente, le persone che la ostacolano e poi è tutto rosso e non riesce a orientarsi come vorrebbe.
Un altro rintocco, a quanti siamo? Nove, dieci?
Bella corre, ma la strada da percorrere è ancora troppa. Le lacrime le offuscano la vista, eppure lì alla fine del vicolo la luce è più forte, deve essere la piazza dove la aspetta Edward.
- Palazzo… de-dei Priori - balbetta. Alice le ha detto di recarsi lì.
Un ultimo sforzo e sarà nello spiazzo, ancora pochi secondi e lo vedrà. Ma perché le campane non suonano più? Non può aver contato male, mancano ancora alcuni tocchi.
Perché le campane non suonano più? È lei che non li sente? Le urla della folla festante non glieli fanno percepire?
Bella corre, perché non potrebbe sopravvivere all’idea di essere stata troppo lenta, troppo goffa, troppo umana. Corre ancora e non le importa se si ferisce la mano per tenersi ad un muro mentre perde l’equilibrio, perché non potrebbe guardare ancora negli occhi la sua amica pensando che l’unica possibilità di salvezza di Edward è stata sprecata.
 
Il tramonto è passato da poco. Adesso Alice può uscire dal suo nascondiglio. Le ore passate nel vicolo buio le sono servite per elaborare la cosa e per avvertire Carlisle.
La vampira è guardinga: è pur sempre la città dei Volturi. Non è bene girovagare per troppo tempo. Per fortuna lei sa dove trovarla, sa cosa dire, sa cosa fare. Non sa se ne sarà capace, ma sa cosa fare.
Bella è seduta a terra, la schiena appoggiata al muro. Fissa lo spazio davanti a sé, ma non vede realmente qualcosa. Tra le mani stringe un fagotto azzurro e un foglio. Alice non fatica a metterla in piedi: la ragazza si lascia aiutare, si lascia condurre per le strade fino alla macchina. Bella continua a tenere gli occhi fissi di fronte a sé, quasi non sbatte le palpebre.
Nella camera d’albergo Alice non accende la luce, non ne ha bisogno e a Bella sembra non importare. Si lascia spogliare, le mani della vampira scorrono delicate su di lei, come il tocco di una piuma. È sporca: è rimasta in quel vicolo tutto il pomeriggio.
Alice apre l’acqua della doccia e la invita ad entrare. Deve lasciare la stoffa che tiene tra le mani, ha il suo odore. Lo sanno entrambe, lo sentono entrambe.
- Bella, va tutto bene. Posa qui la camicia, potrai tenerla d’occhio.
La ragazza si infila sotto il getto tiepido e qualcosa dentro sembra sciogliersi insieme ai suoi muscoli tirati ed indolenziti. Il nodo che le stringe la gola si sbroglia e le lacrime si mischiano all’acqua.
- Va tutto bene. Shh.

 

 
Ci sono molti modi per morire
alcuni ci fanno paura, altri no.
La verità è che tutti moriamo,
ma alcuni lo fanno prima di altri.
Quelli muoiono dentro.

 

 
 
 
Ciao.
Questo è stato il capitolo che ho amato di più in tutta la fanfiction, ho voluto trasmettere il dolore interiore di tutti i personaggi e spero proprio di esserci riuscita.
La mia giudicia preferita, jakefan, organizzatrice del contest a cui “Due destini” ha partecipato, ha ammesso che la parte di Alice è stata la sua preferita, quindi spero che piaccia anche a voi, ma non solo quella parte, tutta la storia!
Vi ringrazio per il caloroso benvenuto che avete dato a questo mio lavoro, spero che continuerete a rimanere con me. Il prossimo aggiornamento è rimandato al 6 aprile. Posterò di nuovo due capitoli.
Concludo con le note, consigliandovi di fare un giretto nella mia pagina autore: potete trovare un po’ di tutto.
Baci
 
Pinzy

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Castigo ***


- IV -
Castigo

 

 
Da bambini ci mettono in castigo
perché combiniamo le marachelle,
perché ci comportiamo male,
perché non diamo ascolto.
Da adulti siamo noi il nostro castigo.

 

 
Forks, 3120 abitanti. Valgono anche quelli in prigione? Perché lei è prigioniera di mattina, nelle aule della scuola e di pomeriggio, tra le mura della sua casa. Charlie l’accompagna e la va a riprendere. Non le parla dal giorno del suo ritorno e ormai è passata una settimana.
 
- Non mi importa, Alice, se lo ha fatto perché pensava che Edward fosse in pericolo. Avrebbe dovuto parlarmene. Essere maggiorenni non significa che avete il permesso di andarvene in giro come, quando e per quanto tempo volete senza informare noi genitori. Cristo santo, sono morto di paura! Quindi non provarci nemmeno, Alice. Non ha scusanti.
 
È così che Bella la ricorderà? Non allegra e piena di energia, ma con le spalle curve, lo sguardo spento e sulle labbra un ‘Mi dispiace’?
Da quando è tornata Bella non sogna più. È come se la sua mente si fosse prosciugata, ma in fondo è un bene: se non sogna non può nemmeno fare incubi.
Quando si mette a letto la sera, prima di dormire, non può fare a meno di ripensare all’espressione spenta di Edward e all’abbraccio caldo di Jacob in quel tormento onirico. Forse è vero ciò che le ha detto una volta Charlie: “Dobbiamo imparare ad amare ciò che ci fa stare bene.” Jake è la medicina alla sua malattia o forse no? Se stesse cadendo in una nuova dipendenza?
 
Il telefono squilla, ma nessuno risponde dall’altra parte della linea. Ecco la segreteria “Sono Jake, lascia un messaggio.”
- Ciao, sono Bella. Sono tornata. - Non riesce a dire altro. Che cosa potrebbe dire a parte questo?
I giorni si susseguono tutti uguali: scuola, lezioni, casa, faccende domestiche, compiti, cena e letto. Di Jacob non c’è traccia. Chiamare a casa può significare solo un’umiliazione maggiore del suo silenzio: la ragazza non può sopportare ancora il tono sgarbato di Billy. Non può biasimarlo, in fin dei conti è lei la causa dei tormenti di suo figlio, ma è pur sempre un essere umano e in quanto tale merita una seconda opportunità. La prima l’ha sprecata gettandola nel cesso e tirando forte la catena, ma non intende ripetersi.
Lotterà per riportare Jacob Black al suo fianco. Ma ora può fare qualcosa di più dal buio della sua prigione? Se lui non risponde ai messaggi che gli lascia in segreteria cosa le rimane? È di nuovo inerme e priva di scelta, la situazione non è cambiata poi molto da quando stava con Edward. Aspetta ancora che un uomo decida per lei.
È inaccettabile. Lo è il comportamento di Charlie, che la confina in casa pur sapendo che è dispiaciuta per la sua condotta. Lo è il comportamento di Billy, che la ignora nel migliore dei casi e nel peggiore la tratta come se fosse l’esecutrice di un genocidio. Ma in particolar modo lo è il comportamento di Jacob: non aveva promesso di esserle amico, di starle vicino?
Eppure Bella non attribuisce colpe a nessuno, né a Charlie, né a Billy, tanto meno a Jake. L’ha abbandonato deliberatamente e per cosa poi? Non è riuscita a salvare Edward ed è tornata con un pugno di mosche in mano.
Jacob la perdonerà, ne è sicura. Ha solo bisogno di tempo e forse farà bene anche a lei stare per un po’ da sola con i suoi pensieri.

 

 
Da piccoli la punizione ci viene data dai grandi.
Da grandi scegliamo noi la condanna.

 

 
 
 
Posso solo dire grazie. Lo so che sono ripetitiva,ma grazie a tutti voi che continuate a seguire le mie creazioni e soprattutto a chi di voi sopporta le mie paturnie.
Baci
Pinzy

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Prendere in mano la situazione ***


- V -
Prendere in mano la situazione

 

 
Una decisione può cambiarci la vita,
per questo prenderne una è così difficile.

 

 
I giorni passano e tutto si ripete come un disco rotto che salta e riprende sempre dallo stesso punto. Allo stesso modo Bella si sveglia la mattina e rivive un giorno tale e quale a quello precedente. Nessuna novità arriva ad allietare le sue giornate, tanto che quasi non sopporta più se stessa, il suo riflesso allo specchio, la voce dei suoi pensieri.
Ha provato più volte a telefonare al suo ex migliore amico, sperando che il cellulare fosse spento o non raggiungibile. Ma l’apparecchio di Jacob funziona alla perfezione e squilla a vuoto ogni volta che Bella lo chiama.
Da un paio di giorni a questa parte la ragazza ha preso a telefonargli solo per sentire la sua voce registrata, patetica. La verità è che Jacob le manca e non sa più che pesci pigliare. La consapevolezza di meritarsi questo ennesimo castigo ha lasciato il posto alla rabbia per l’ostinatezza del ragazzo. Insomma è vero che lo ha ferito, ma Edward era in pericolo: stava per uccidersi. Lei doveva andare, doveva provare a salvarlo.
Quando Charlie entra in casa Bella è nel pieno dei suoi pensieri, tanto che non si accorge di lui finché non si schiarisce la voce.
- Che prepari di buono, Bells?
- Niente di speciale, la solita bistecca. - risponde lei seccata. Possibile che Charlie non si renda conto che ce la mette tutta per dimostrargli che merita la libertà? Possibile che tutto quello che gli interessi sia la cena?
- Ottimo. Chiamami quando è pronto.
Il capo Swan si siede sul divano ed accende la tv. Sono un paio di giorni che Bella è intrattabile, che risponde a monosillabi alle sue domande e che scatta per un nonnulla e stasera è troppo stanco per imbarcarsi in una crisi adolescenziale.
Peccato che Bella ha proprio bisogno di scaricare i nervi e la noncuranza con cui suo padre la tratta la manda in bestia.
In silenzio la ragazza si avvicina al televisore e lo spegne mettendosi di fronte a Charlie. - Tutto qui? È questa la considerazione che hai per me?
- Che c’è che non va, Bella? - chiede l’uomo prestandole attenzione. Non scamperà ad una discussione con lei, non stasera.
- Che c’è che non va? Praticamente tutta la mia vita! Il mio ragazzo mi ha lasciata perché sono insignificante, i miei amici mi hanno emarginata perché mi sono chiusa in me stessa e Jacob, l’unico che mi dava un po’ di attenzioni, non mi risponde neanche più al telefono.
- Puoi dargli torto? - tenta di inserirsi lui. È chiaro che Charlie sta dalla parte di Jake, lo è sempre stato anche quando Edward era ancora a Forks.
- Come dici? - la ragazza è incredula, come può suo padre parlare di una cosa che non conosce? - Tu non puoi capire.
Questo è troppo, perfino per il pacato Capo Swan. Charlie si alza in piedi in poco meno di due secondi, si avvicina alla ragazza e le punta un dito contro.
- Io non so cosa potevi o non potevi fare con tua madre, ma una cosa è certa, signorina, con me quel tono non lo usi. Io sono tuo padre ed esigo rispetto. Mi dispiace se il tuo ragazzo è sparito, mi dispiace se i tuoi amici si sono stancati del tuo mutismo e mi dispiace se Jacob non ti risponde al telefono, ma non posso dargli torto. Ti sei aggrappata a Jake per risorgere dall’apatia in cui ti eri gettata per l’abbandono di Edward, e non ti sei fatta troppi scrupoli a voltargli le spalle appena hai potuto. Lui ci teneva davvero a te.
Le parole di Charlie la colpiscono come schiaffi dati a mano aperta: non è mai stato così brutalmente diretto con lei. Ha ragione, però. Bella ha voltato le spalle al ragazzo appena non ha più avuto bisogno di lui, appena il fantasma di Edward è ricomparso.
- Io voglio veramente rimediare con Jake, - dice la ragazza sedendosi sconsolata al tavolo della cucina - ma lui non si fa trovare e io sono rinchiusa qui. Io dovevo andare da Edward e sapevo che Jake non lo avrebbe capito.
Charlie le si avvicina, non è più arrabbiato e la sua voce non è più dura come un minuto prima.
- Devi avere pazienza, vedrai che gli passerà.
Pazienza, avere pazienza. Ascoltare l’ennesimo consiglio che un uomo le dà per il suo bene. Pazienza, pazienza.
- Sono stufa di avere pazienza!
Bella afferra le chiavi del pick-up senza pensarci due volte e vola fuori di casa. Charlie non si rende conto veramente delle sue intenzioni finché non sente il furgoncino avviarsi e sgommare per il vialetto. Non può credere che lei gli stia disubbidendo di nuovo.
- Isabella Marie Swan, sei consegnata! A vita! - le urla mentre l’auto sparisce nel buio.

 

 
La cosa più dura da fare è scegliere un’opzione
tra quelle che ci si presentano per risolvere il problema.
Poi la vita sembra più semplice,
tutte le strade in discesa.
Finché non ci scontriamo con le conseguenze della nostra decisione.

 

 
 
 
Lo so, lo so, questa Bella è un filino OOC perché l’eroina della Meyer non disubbidisce mai, non si lamenta mai, non si apre mai con nessuno, ma io non sapevo come sbloccare la situazione! Vale come giustificazione?
Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto, dal prossimo aspettatevi scintille.
Un abbraccio a chi mi segue sempre.
Baci
 
Pinzy

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Pane al pane, vino al vino ***


- VI -
Pane al pane, vino al vino

 

 
Esistono tante diverse verità.
Ci sono le mezze verità,
quelle sussurrate per paura di farci sentire,
quelle che vengono dette tutte d’un fiato
e che ci fanno temere le conseguenze.

 

 
Portare il pick-up a questa velocità non è una bella idea, ma Bella deve raggiungere La Push il prima possibile. Prima che la rabbia si affievolisca, prima che il respiro si calmi, prima che il cervello ricominci a funzionare come si deve.
Jacob deve sapere quanto la fa star male non averlo vicino, deve sapere che la voragine nel petto si riapre ogni volta che lui è lontano. Possibile che sia così idiota da non averlo ancora capito? Possibile che non sappia che è il suo sguardo che la fa sentire viva? Che il suo tocco la tiene ancorata a terra? Andare alla deriva senza Jacob Black è così facile per lei e lui deve saperlo.
Scende dal furgoncino che il motore ancora non si è spento, tanto che fa un piccolo balzo in avanti. Lei cade a terra con le mani nel fango. - Perfetto!
Si pulisce le mani sui jeans e s’incammina verso il piccolo garage dove il ragazzo si rintana sempre. Una volta è stato anche il suo nascondiglio, ma ora Bella dubita che lui lo dividerebbe nuovamente con lei.
- Jacob! Jake, esci fuori! - urla fuori di sé. In passato appena sentiva il furgoncino avvicinarsi alla casina rossa il ragazzo faceva capolino dal capanno, pronto a darle il benvenuto. Perché non esce? Non è in casa?
Bella si affaccia dentro sempre più convinta che lui non ci sia, perché se ci fosse le avrebbe risposto. Se si trovasse dentro il garage le avrebbe almeno detto di raggiungerlo.
- Cosa vuoi? - E invece lui è proprio lì. Le rivolge la schiena, troppo impegnato a trafficare con la Golf per darle retta. Come se la presenza della ragazza non fosse già una resa, come se non volesse già dire che si scusa per… Per che cosa, in fondo? Ha solo tentato di salvare la vita al suo ex fidanzato. Non è colpa sua se lui si è preso una bella cotta e non ha retto al colpo.
Bella ci mette meno di quanto avrebbe creduto a raggiungerlo senza cadere, o rischiare di farlo, nemmeno una volta. Potere dell’adrenalina che le scorre nelle vene.
- Cosa voglio? Non hai sentito i miei messaggi?
- Li ho sentiti. - dice lui e subito tace.
- E?
- E niente. Ho da fare. Ti serve qualcosa? - chiede Jacob. Possibile che ancora non si sia girato? Possibile che non gli interessi sapere cosa è successo? Com’è possibile che non l’abbia ancora fatta volteggiare per la stanza visto che è viva?
- No, io… non mi serve niente.
Jacob è freddo come non è mai stato. Non la guarda, non la sfiora, non le parla quasi. Cos’ha fatto? Lo ha perso per sempre? Questo non è il suo Jacob.
Ad un tratto il ragazzo getta a terra la chiave inglese che ha in mano ed inizia a tremare.
- Vai via, Bella! Hai detto che non ti serve niente, allora vai!
- Ma… i-io… - Cosa può dire? Quello non è il suo Jacob.
- Io, io, - dice Jake voltandosi e puntandole gli occhi nei suoi. Sono scuri e profondi e cattivi. Quello non è Jacob. - ha sempre ruotato tutto intorno a te. Ci sei sempre solo tu, vero? Io esisto solo perché ti serve qualcosa: un amico, una spalla su cui piangere, una distrazione alla soap opera ‘Edward-Bella’. Beh, ne ho abbastanza! Non ti serve niente, allora vattene! E lo sai che ti dico? Anche se ti serve qualcosa non me ne importa. Vai via, Bella. Non voglio vederti.
Per un momento Bella ha paura. Ha paura che lui perda il controllo, ha paura che lui dica sul serio, ha paura di averlo perso per sempre. Poi capisce che è solo una stupida perché quello è il suo Jacob. Infatti indietreggia per evitare di farle del male, si tiene le mani per darsi la forza di continuare a parlare, non la perde più di vista.
- Noi siamo amici, Jake, e tu non vuoi mandarmi via. Tu mi vuoi bene e mi strozzeresti perché ti ho fatto stare in pena, e Dio solo sa quanto mi dispiace, ma non vuoi che me ne vada.
Jacob ride, ma di una risata nervosa e dura. Distoglie di nuovo lo sguardo e a quel punto Bella capisce che del vecchio Jake non è rimasto più niente.
- Siamo amici, dici? Noi non siamo mai stati amici, Bella. - dice il ragazzo ricominciando ad armeggiare con il motore - Ti piaceva quando ti stringevo a me? Beh, gli “amici” non si stringono come facevamo noi. Ti piaceva l’idea che ti baciassi? Quando mi avvicinavo così tanto da confondere il mio respiro col tuo? Beh, gli “amici” non si baciano e nemmeno prendono in considerazione l’idea di farlo.
- Perché ti comporti così? Che ti è successo? - le lacrime stanno per sfuggirle e Bella non vuole, perché potrà anche essere una sconfitta la sua visita al capanno, ma mai una resa. Non gli darà questa soddisfazione.
- Ho aperto gli occhi, ho capito che potevo amarti quanto volevo, ma tu non saresti mai stata mia. Non posso amare per tutti e due.
Bella rimane in silenzio. Jacob le ha appena detto che la ama e lei non riesce a dirgli niente. Una battuta di spirito, un insulto, che so? Niente. Non c’è niente tra le sue labbra come non c’è niente nella sua mente a parte il fatto che Jake la ama.
- Io ho capito, Bella, e sto andando avanti. Se tu non ci riesci sei solo una poveraccia.

 

 
È meglio sapere la verità che vivere nella menzogna.
Davvero?

 

 
 
 
Si, lo so. Questo capitolo è un pochino forte perché Jake si è arrabbiato. Ma andiamo, potete dargli torto? Lui è rimasto lì ad aspettare di sapere se lei era ancora viva o no e sapeva benissimo che nell’ipotesi in cui fosse ancora viva poteva essere tornata con Cullen. Essere arrabbiato è il minimo, no?
Vorrei consigliarvi di dare un’occhiata alla mia shot “ I belong to you” che ha partecipato al contest di Roberta’87 “ Fool,'said my Muse to me; 'look in thy heart, and write.” classificandosi terza a parimerito con jakefan. E non so se è poco, jakefan! Questa storia ha avuto anche la menzione per le storie scelte del sito e io sono elettrizzata all’idea che potrebbero inserirla veramente!
Concludo ringraziando chi mi segue e chi si è avvicinato alle mie paturnie per la prima volta.
Lasciate un messaggio se potete, fa sempre piacere.
Baci
 
Pinzy

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Paura ***


- VII -
Paura

 

 
La paura ci spinge a fare cose stupide.
La paura tira fuori il peggio di noi:
delusioni e traumi,
ma anche pessimismo e lacrime.

 

 
Bella è punto a capo: Charlie è passato dal castigo al sequestro di persona. Non le è permesso trattenersi a parlare con i suoi compagni di scuola dopo le lezioni e non può recarsi in biblioteca per fare i compiti. Le sono state perfino requisite le chiavi del pick-up nel caso in cui mediti una fuga.
Le mura domestiche sembrano stringersi su di lei ogni giorno di più. Le manca Alice, le manca la sua migliore amica. Solo con lei può sfogarsi senza dover censurare gli avvenimenti della sua vita. Ma ormai Alice è andata! Potrebbe chiamarla, mandarle un messaggio, unaemail, ma con quale diritto? Alice starà sicuramente elaborando il lutto per Edward con la sua famiglia, un lutto che non si sarebbe concretizzato se fosse stata meno goffa e inetta.
Cosa potrebbe scriverle? ‘Cara Alice, Jacob mi ha detto di amarmi e io non so cosa fare, cosa dire, cosa pensare’?
No, deve cavarsela da sola.
Con tutto questo tempo a disposizione le parole di Jake le risuonano nelle orecchie.
Non posso amare per tutti e due.
Amare, possibile che non se ne è resa conto fin’ora? O forse se n’era resa conto, ma non voleva crederci, non voleva rovinare tutto.
Ti piaceva quando ti stringevo a me? Ti piaceva l’idea che ti baciassi?
Oh, eccome se le piaceva! Da ragazzina qual è Bella pensava di trattasse solo di semplici attenzioni, ma si sbagliava. Quando lui la stringeva, donandole il suo calore, la sua pelle riprendeva vita. Quando, nella cucina di suo padre, Jake stava per baciarla, il suo corpo si era proteso naturalmente verso il ragazzo, come un richiamo, come un’esigenza vitale.
Sei solo una poveraccia.
Non ha tutti i torti, anzi ha maledettamente ragione. È una povera sciocca che non fa altro che ferire le persone a cui tiene mettendole in pericolo.
 
Era rimasta impalata sul posto in preda al mutismo. Jacob le aveva aperto il suo cuore e lei era rimasta lì, ferma come uno stoccafisso! Billy l’aveva indirettamente tolta dall’impaccio.
- Ha chiamato Charlie. Dovresti tornare a casa.
Gli occhi di lei puntati sulla schiena di Jacob che si addentrava nel folto del bosco. Prima di perdere il contatto visivo col ragazzo, lui era mutato velocemente in un lupo dal pelo morbido e rossiccio e poi era sparito.
- Bella, sta piovendo. Dovresti tornare a casa.
 
Bella fissa il soffitto della sua camera. Non smette neanche per un momento di tossire, tanto che le fa male la pancia ad ogni sussulto. Le sta bene, in fondo. Si merita di stare male. Non poteva mica pensare di rimanere sotto la pioggia per così tanto tempo e non buscarsi nemmeno un raffreddore. Almeno Charlie si è intenerito vedendola tornare a casa bagnata come un pulcino. Sono passati tre giorni dall’ultima volta che ha visto Jake. Sono tre giorni che teme per il suo ex migliore amico. Sono tre giorni che non riesce a chiudere occhio per la paura che Victoria la venga a prendere e si accanisca anche su Charlie. Perciò rimane sveglia.
 
- Jake! - La voce di Embry era riuscita a scuoterla per qualche istante, anche se i suoi occhi non avevano lasciato il punto in cui il manto fulvo del lupo si era addentrato tra la vegetazione.
- Bella, che succede? Dove sta andando? - Che cosa gli poteva dire? ‘Sta scappando da uno dei tanti momenti imbarazzanti del nostro rapporto’?
Billy si era fatto avanti e il giovane Quileute gli aveva spiegato velocemente che la rossa era tornata e che Sam aveva un piano. Accerchiarla, indirizzarla verso il branco, metterla in trappola.
 
O mettersi in trappola?

 

 
La paura ci fa capire cose che senza di essa
non saremmo riusciti a comprendere.

 

 
 
 
Ecco che si guadagna a menare il can per l’aia! Bella non può pensare di tirare troppo la corda, perché dopo un po’ si spezza! Comunque questa è una Jake/Bella, quindi il lieto fine è d’obbligo! Alla fine le va sempre bene alla tonna! Beata lei!
A parte tutto grazie a chi segue questa storia e a chi lascia un commento: ragazze, siete il carburante che mi manda avanti. Grazie.
Baci
 
Pinzy

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Attimi ***


- VIII -
Attimi
 

 
Un attimo può essere tutto o può non essere niente.
In un attimo può cambiare la tua vita.

 

 
I giorni passano e Bella è ridotta uno straccio. Ogni notte fa da spola tra la sua camera e quella del padre per verificare che sia ancora vivo. Ogni giorno cerca di monitorare telefonicamente i suoi spostamenti per essere sicura che torni a casa sano e salvo.
Charlie non ha nemmeno il tempo di essere lusingato da tutte queste attenzioni da parte della figlia, né di pensare che lo faccia per uno sconto di pena. A Forks hanno ripreso a girare gli orsi giganti e c’è bisogno di lui.
Bella è sempre più sola e sempre più in balia dei suoi pensieri, delle sue paure, delle sue speranze. Non sa cosa ne sarà di lei, se sopravvivrà a tutto questo o se morirà presto per mano della vampira. È sicuro però che impazzirà se continuerà a rimuginare sempre sulle stesse cose: Edward, Jacob, la morte e non solo la sua.
Bella è così abituata al solo lieve russare di Charlie che quel rumore improvviso le fa fare un salto sul materasso. Cerca di calmarsi per fare più attenzione, la sua mente potrebbe aver cominciato a giocarle brutti scherzi e invece sente di nuovo quel suono sordo. Si sporge leggermente verso la finestra, guardinga. Sposta la tendina e il cuore non vuole smetterla di galoppare.
- Bella, apri! Dannazione… - una grossa figura scura si agita proprio sotto la sua finestra.
- Jacob? Sei tu?
- No. Sono l’arcangelo Gabriele, volevo dirti che sei incinta! Certo che sono io. Fammi entrare!
- Ah-a, molto simpatico, Jake. Mi sto sbellicando.
In due salti il ragazzo è dentro casa e non la guarda. Perché non riesce a puntare lo sguardo su di lei? È arrabbiato, è deluso, è Jake. Ed è nella sua camera.
- Allora, Gabriele, come mai sei qui? Pensavo di non meritarmi più la tua amicizia o… qualsiasi cosa fosse.
Il ragazzone non risponde, vuole fargliela pagare fino in fondo.
- Perché non mi parli? Che sei venuto a fare se non mi vuoi rivolgere la parola?
Bella non può sopportare il suo silenzio. Vedendolo sotto la sua finestra, ascoltando di nuovo la sua voce aveva creduto che tutto si fosse sistemato, come succedeva in passato. I bei vecchi tempi non sono tornati, però e lei non può fare a meno di stringersi le braccia attorno al busto: deve tenere insieme i pezzi, come succedeva in passato.
- Cos’è? Sam ti ha obbligato a venirmi a fare la guardia? Victoria è nei paraggi e lui ti ha obbligato a venirmi a proteggere? Beh, puoi dire al Grande Capo Sam di smetterla di mettersi in mezzo. L’importante è che Charlie è al sicuro, per il resto… non vale la pena di darvi tanto da fare.
Lo sguardo di Jacob si posa sulle braccia della ragazza. Lui sa cosa significa quel gesto, sa che Bella sta andando in pezzi, di nuovo. E questa volta per colpa sua. E le parole escono da sole.
- Va tutto bene, Bella. Victoria è morta.
Victoria è morta. Victoria è morta. Victoria. È. Morta.
Charlie è salvo, lei è salva. Jake è salvo ed è lì e gli sta dicendo che va tutto bene. Ma la cosa più importante è che Jake è salvo.
Victoria è morta.
Jake è salvo.
Va tutto bene, tutto bene.
Jake è salvo.
Jake è lì.
Jake…
- Jake…
Bella lo raggiunge con tre passi. Si deve alzare sulle punte dei piedi e deve appoggiarsi alle sue spalle forti per non cadere.
Jake è salvo ed è lì. Può sentire i suoi muscoli irrigidirsi sotto le dita. Sente le sue mani sui fianchi. Sente che i suoi occhi sono spalancati, anche se non può vederli perché gli occhi di lei sono chiusi. Li stringe appena capisce cosa il suo corpo le sta chiedendo. Appena comprende che non c’è nessun’altra parola da dire, nient’altro da fare. Nient’altro che desidera, a parte baciare Jake.

 

 
La vita è un insieme di attimi.
Momenti per cui vale la pena vivere.

 

 
 
 
Ta-daan! Eccoci al giro di boa, perché dopo un bacio, in ogni storia che si rispetti, succede qualcosa. Un bacio non è mai solo quello, ma fa scattare tanti altri meccanismi. Tra Jacob e Bella cosa succederà? Lo saprete solo al prossimo capitolo! Hihihihi, sono sadica!
Scherzi a parte, ci tengo molto a ringraziare quelle sante donne che mi hanno lasciato un messaggio, complimentandosi con me anche se i miei personaggi sono un tantino fuori contest (un tantino è un eufemismo, ma vabbè) e a chi continua a leggere le mie paturnie pur non recensendo.
Baci
 
Pinzy

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ragionandoci su... ***


- IX -
Ragionandoci su…

 

 
C’è chi agisce seguendo l’istinto,
chi pondera bene ogni sua mossa.
Chi stabilisce quale sia il modo giusto?

 

 
Bella è sempre in punizione. Forse il castigo non le è stato imposto solo da Charlie, ma anche da Jacob e da se stessa.
Approfittando dei pochi flebili raggi di sole che riscaldano l’aria di Forks, Bella si siede sui gradini di casa sperando che la luce scaldi anche lei. Lei che vive nel gelo da quando ha lasciato l’Arizona, da quando ha incontrato i Cullen, i freddi. Lei, che si è riscaldata solo tra le braccia di Jacob.
- Jacob…
 
- Jacob… - le labbra di lei non avevano ancora abbandonato del tutto le sue, ma il suo nome era tutto ciò che voleva avere sulla sua bocca insieme al suo sapore.
Le mani del ragazzo l’avevano allontanata delicatamente e lei aveva riaperto gli occhi. Quelli di Jake erano ancora spalancati. Come immaginava.
Il ragazzo ci aveva messo qualche momento per rientrare in possesso delle sue facoltà mentali, aveva sbattuto più volte le palpebre e aveva preso a fissarla. Sembrava avere un enorme punto interrogativo stampato in fronte. Eppure non una parola gli era scappata dalle labbra, quelle stesse labbra roventi che fino a poco prima erano state appiccicate alle sue.
Bella non era stata da meno: aveva preso a martoriare il labbro inferiore con i denti, ma in religioso silenzio.
Lui aveva aperto e richiuso la bocca un paio di volte come se avesse voluto dire qualcosa, ma poi aveva rinunciato definitivamente e allora il punto interrogativo era sembrato ingrandirsi.
Avevano continuato a fissarsi in una muta preghiera di risposte, ma qual’erano le domande? Tutti e due le avevano dimenticate.
Jacob era scappato nel cuore della notte come un ladro scoperto in flagranza di reato. E poi, mentre la ragazza guardava per l’ennesima volta la schiena di Jake allontanarsi, le domande si erano palesate: cosa aveva rubato lui? E soprattutto, è possibile rubare qualcosa che inconsciamente si desidera donare?
 
- No, solo ‘papà’. - dice ironicamente Charlie, indicandosi, mentre si accomoda sul gradino accanto alla figlia. - Credo di aver preso una decisione, ragazza mia.
Bella scrolla la testa perplessa - Come dici?
Charlie sbuffa e si gratta distrattamente la testa in un gesto che Bella ha imparato a conoscere. Suo padre sta per intraprendere un discorso imbarazzante.
- Ascolta, Bells. Io ti voglio bene, davvero, ma non credo di poter sopportare di nuovo l’idea che tu cada in depressione. Ne ho parlato con tua madre e siamo d’accordo che sarebbe meglio per te trasferirti a Jacksonville.
- Come dici? - chiede lei di nuovo.
- La colpa è mia. Non sono capace di dare consigli amorosi, non riesco a non preoccuparmi per te come se avessi ancora dieci anni, non posso smettere di incasinarti la vita perché non conosco nessun altro modo per essere padre. Io credevo che strigliandoti un po’ tu avresti capito che non potevi…
Bella comincia a scuotere la testa. Possibile che Charlie non capisca quanto per lei è stato importante rapportarsi finalmente con un padre-adulto invece che con una madre-bambina? Possibile che non si renda conto di quanto ogni suo sguardo l’abbia fatta sentire protetta ed amata? Quanto i loro silenzi abbiano parlato di più di tante parole senza senso?
- Papà, smettila. Non andrò dalla mamma e ti giuro che non scapperò più. D’ora in poi affronterò insieme a te i miei problemi perché sei la mia famiglia, sei il miglior padre che un adolescente possa avere, che io potessi sperare di trovare qui a Forks.
Charlie non riesce ad aprire bocca, ma in fondo Bella se lo aspettava. Gli occhi lucidi di suo padre minacciano lacrime e lui deve darsi un contegno.
- E poi penso che la colpa sia stata di tutti e due perché se tu non sei mai stato un padre io non sono mai stata una figlia. Essere quella da tenere sotto controllo non è facile per me, ma penso che sia altrettanto difficile per te occuparti di una persona che non sia te stesso dopo tutti questi anni.
Il braccio del Capo Swan si poggia sulle spalle della ragazza che istantaneamente si liberano del peso dei suoi pensieri tristi. Il tirare su col naso di Charlie la fa addirittura sorridere.
- Ok, Bells, non sei più in punizione, - dice alzandosi e dirigendosi verso la porta d’ingresso, poi all’ultimo momento sembra ripensarci e fa un passo indietro - ma vattene un’altra volta di casa senza avermene parlato prima e io ti giuro che ad ottant’anni ti chiederai ancora come diavolo hai fatto a rimanere chiusa in camera tua tutto quel tempo.
Le chiavi del pick up lanciate sul grembo di Bella sono solo la prova della sua fiducia in lei.

 

 
La vita
è solo l’insieme di tutte le nostre azioni
e di tutti i nostri pensieri.
E nessuno può fissare le regole da seguire.
Ognuno va dietro le proprie.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Direzione sbagliata ***


- X -
Direzione sbagliata

 

 
La vita è un’incognita.
Compiamo un’azione
certi che ne seguirà una determinata reazione.
Eppure molto spesso le cose non vanno come speravamo.

 

 
Sta sdraiato lì dentro da così tanto tempo che le chiappe hanno preso a formicolargli. Le braccia posate sugli occhi per fare buio, per tenere fuori tutto e tutti. Vuole solo ricreare quel momento nella sua mente, prelevare le schegge di ricordi che vanno via via sfocandosi nella memoria e ricomporre il puzzle. Magari avendo davanti la scena capirà cosa gli è sfuggito. E invece niente.
- Maledizione. - accenna a fior di labbra quando sente il motore avvicinarsi. Non è ancora pronto per vederla, ci sono troppe cose poco chiare. Perché ha seguito l’istinto irrefrenabile di andarle a riferire della morte della “rossa”? Perché non l’ha inchiodata da subito con il suo sguardo più duro, invece di fissarsi le punte dei piedi? Perché l’ha baciato?
- Jake?
Perché non riesce a rallentare il battito del suo cuore ogni volta che la sente pronunciare il suo nome?
Il profumo di Bella è sempre più forte, fino a diventare parte integrante dell’aria che il ragazzo respira. Si sta avvicinando.
- Jake? Che ci fai lì dentro? - poi la luce dell’abitacolo si accende, segno che lei ha aperto lo sportello - Stai dormendo?
- Mmm… - questo è tutto ciò che riesce ad uscire dalla gola secca di Jacob, un brontolio che non è né una conferma, né una smentita. Dovrebbe dirle che non è ancora pronto, che non ha capito. La verità è che è stufo e che vorrebbe solo un po’ di pace. È per questo che da quel giorno non si trasforma, per questo che non vuole vedere nemmeno Embry e Quil.
Bella ovviamente non si lascia intimidire da quello che sembrava più un ringhio che altro e si accomoda al volante, dinanzi a lui. Guarda dritto davanti a se, sembra custodire il segreto della creazione dell’universo tanto è concentrata.
- Devo parlarti ed ho bisogno che tu sia lucido. - dice solamente. Il suo tono è risoluto, fermo, non ha tentennamenti.
- Bella, io non credo che si…
- Devo. Ti prego.
Ed è in quel momento che Jacob capisce che è vinto perché non c’è niente che le rifiuterebbe.
Vuoi il mio coraggio, Bella? È tuo. È per te che ho superato i miei limiti, uccidendo la succiasangue. Vuoi il mio cuore? Troppo facile. Nemmeno l’imprinting potrebbe riportarlo nel mio petto. L’ho lasciato sulla prima torta di fango che abbiamo fatto insieme, è tuo. Cosa posso darti ancora?’
Così Jake si tira su a sedere al centro del sedile posteriore. La fissa negli occhi attraverso lo specchietto perché se lei deve parlargli, lui deve ascoltare. Lui deve sapere.
- Non voglio stare con te, Jacob. - e il cuore del ragazzo sembra strizzarglisi nel petto - Sei stato il balsamo che ha curato le mie ferite, ma io non voglio stare con te per sentire meno dolore per la perdita di Edward. Lui fa parte di me e rimarrà nel mio cuore per sempre: è stato il mio primo amore. Tu mi fai sentire sempre protetta, ma io non voglio stare con te perché ti sono grata di avermi liberata una volta per tutte da Victoria e dalla paura. Jake, tu riesci a riscaldarmi dentro, mi lasci sempre un sorriso sulle labbra, ma io non voglio stare con te per sentirmi meno sola.
- Io non capisco. Perché sei qui se non vuoi stare con me? - ecco concretizzati i pensieri del ragazzo, finalmente. Forse ora riuscirà a capire.
- Non ho finito.
Bella si volta e ora, l’uno di fronte all’altra, Jake scorge nello sguardo della ragazza qualcos’altro. Pensava fosse determinazione, ma c’è altro e Jacob ha paura a dargli un nome e allo stesso tempo spera di non sbagliarsi.
- Io voglio stare con te, Jacob. Voglio stare con te perché ti amo. - e il cuore del ragazzo fa i bagagli definitivamente e lascia il suo torace con una capriola - Perché anche se sei una grossa palla di pelo mi fai sentire viva e me stessa e più normale di qualsiasi essere umano-umano. Perché anche se sei un fiume in piena quando sei arrabbiato e dici cose di cui poi matematicamente ti penti, non mi nascondi mai la verità, anzi chiedi il mio consiglio e il mio parere. Jake, io sono attratta dal tuo calore e non da quello del lupo, dal tuo essere… come dire... bello, - dice lei sorridendo, rievocando forse la prima volta che glielo ha detto - dal tuo essere uomo pur essendo più piccolo di me. Ma soprattutto ti amo perché mi permetti di essere me stessa senza impormi le tue scelte.
Silenzio. Il rumore della pioggia diventa assordante. Ma quando ha cominciato a piovere? Jacob non se lo ricorda, a dirla tutta non si ricorda nemmeno come si articola una frase di senso compiuto o come muoversi. Per fortuna il suo corpo sa muoversi autonomamente, senza aspettare che il cervello si riattivi. Prende le mani di Bella e la trascina dietro con sé. Lo spazio è poco, ma non importa. Ora tutto quello di cui hanno bisogno è stare attaccati l’uno all’altra.
E si, quello che Jacob scorgeva negli occhi della ragazza, della sua ragazza, era amore.

 

 
 
Alcune volte vanno meglio.

 

 
 
Sono tornata!
Lo so che vi ho fatto penare molto per avere la fine di questa storia, che tra parentesi si concluderà con il prossimo capitolo, ma la stagione estiva per una come me che lavora al mare è il periodo peggiore per avere un hobby o una vita privata in generale. Ho lavorato moltissimo e quando arrivavo a casa ero a mala pena capace di giocare due minuti con mio figlio per poi addormentarmi vicino a lui mentre guardavamo i cartoni sul divano. Che vi devo dire? Non ho più il fisico per certe cose!
Comunque ora sono qui e se avete avuto pazienza vi ringrazio. Non mi sogno neanche di chiedervi di lasciarmi due parole perché mi sento in colpa.
Presto pubblicherò anche gli ultimi capitoli di “Imperfetto” per chi potesse essere interessato.
Baci
 
Pinzy

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Due destini ***


- XI -
Due destini

 

 

 

Mia cara Bella,
ho deciso che ti raggiungerò presto. Scrivo queste poche righe per ricordarmi di te e per mezzo tuo fare ammenda ai  miei errori.
Sono stato così cieco, amore mio. Come ho potuto pensare che sarei riuscito a starti accanto come un qualunque essere umano? Come ho potuto credere che la tua vita sarebbe stata normale e piena e soddisfacente come se fossi stata vicino ad un uomo in carne ed ossa? Sei stata in pericolo in ogni momento dall’istante in cui ho posato gli occhi su di te, dal momento in cui mi sono perso nel tuo sguardo.
Se io non fossi esistito, Bella, avresti potuto frequentare un ragazzo qualsiasi ed innamorartene. Sarebbe stato giusto, sarebbe stato logico, sarebbe stato normale. Poteva essere Mike, o Ben, o Jacob. Si, fra tutti loro avrei preferito senza ombra di dubbio Black. Amico di famiglia, compagno di studi e scorribande e poi fidanzato. Charlie ne sarebbe stato felice!
Invece hai scelto me e sei morta per questo.
Ti raggiungerò presto, amore, perché non posso vivere se tu non sei a questo mondo.
Ti ho detto che non credo di avere un’anima e tu hai lottato strenuamente per farmi cambiare idea, tanto che ora spero che tu abbia ragione. Sogno di poterti incontrare di nuovo. Mi basterebbe poterti vedere un’ultima volta. Darei tutto per vederti un’ultima volta.
Se fossi viva, se fossi stato abbastanza uomo da allontanarmi da te la prima volta che ti vidi, ora saresti fra le braccia di Jacob, felice, umana, salva. Ti sarei venuto a trovare di nascosto. Gli avrei lasciato l’onore di darti il primo bacio, di amarti, di proteggerti.
Se potessi tornare indietro, adesso, è questo che gli direi: Jacob, amala e proteggila.
 
                                                                                                Tuo per l’eternità
                                                                                                        Edward

 
Seduto sui gradini del piccolo portico di casa Jacob continua a girarsi i fogli tra le mani. ‘Certo che la sanguisuga aveva proprio stile: anche in punto di morte non ha perso la sua teatralità.’
- Sono passati un po’ di anni, Cullen - dice alzando lo sguardo al cielo mentre stappa la sua bottiglia di birra - ma siamo andati avanti insieme. Tutti insieme. Sei stato con noi in ogni momento. Quando ho perso Billy, quando ho dato fuoco alla casa dei miei genitori perché i loro spiriti fossero liberi e felici in cielo come erano stati fra quelle quattro mura. Eri con noi quando è tornata tua sorella, a proposito, devo dirtelo: è incredibile che un esserino così piccolo sia così fastidioso. - e una risata gli scappa tra le labbra - Nessuno dei Cullen ha mai ritenuto che Bella fosse la responsabile della tua morte. Eri con noi quando Bella mi ha letto i tuoi diari, quegli stessi diari che Alice le ha portato. Ed eri con noi, di questo ne sono sicuro, anche quando li abbiamo bruciati in un falò giù a First Beach, pagina dopo pagina, insieme alla tua camicia. Mi sono chiesto più volte perché Bella ha deciso di buttare via quello straccio logoro e non la lettera che ci ha trovato dentro, ma poi mi sono detto che alcune volte è meglio non sapere.
La birra ormai è finita, ma eccone un’altra spuntare sulla sua spalla.
- Grazie, amore. - dice lui alzando la mano per accoglierla al suo fianco - parlavo con il succhia sangue.
- Jake…
- Ok, ok. Con Cullen.
Bella gli allunga la bottiglia e lascia che lui faccia tintinnare i due colli come un brindisi.
- A Edward, quindi? – chiede lei titubante. Jacob è stato un compagno presente e amorevole, la roccia che l’ha sostenuta e che continua a sostenerla nei momenti bui, ma il confronto con il vampiro gli è sempre risultato ostico.
- A Cullen. Finchè sei rimasto tra noi i nostri destini sono stati separati, ma ora che… - si ferma prima di dire qualcosa di sconveniente, prima di farsi riprendere da sua moglie e prende un sorso di birra - … ora sono uniti in uno solo.

 
… stammi più vicino ora che ho paura
perché in questa fretta tutto si consuma
mai non ti vorrei veder cambiare mai
perché siamo due destini che si uniscono
stretti in un istante solo
che segnano un percorso profondissimo dentro di loro
superando quegli ostacoli
se la vita ci confonde
solo per cercare di essere migliori
per guardare ancora fuori
per non sentirci soli…
… superando quegli ostacoli
che la vita non ci insegna,
solo per cercare di essere più veri,
per guardare ancora fuori,
per non sentirsi soli.
 
Due destini – Tiromancino

 
 
 
Ciao a tutti.
Lo so che non mi faccio sentire da molto tempo, ma ho dei seri problemi familiari che mi hanno tenuta lontana dal pc per un po’. So che molti di voi mi capiranno quando parlo di cassa integrazione, secondi lavori e stress, quindi non entrerò nello specifico, sappiate solo che il pochissimo tempo libero che ho per me lo sto passando a scrivere. Mi scuso per non aver aggiornato come avevo promesso, ma sia “Due destini” che “Imperfetto” mi sono del tutto passate di mente.
Questo è l’ultimo capitolo, spero che vi piaccia.
Baci
 
Pinzy

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=988307