La mia piccola storia

di anjy89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sto guardando la persona che mi dorme affianco e non posso fare a meno di pensare che sia bellissima.
Per la verità non posso fare a meno di pensare che sia bellissima e che mi sono cacciato in bel guaio.
Quello che è successo ha indubbiamente un significato... solo che non ho ancora capito quale.
Forse dovrei fare un passo indietro ed analizzare i fatti che mi hanno portato a questo punto.
­Prima di tutto salve!
Mi chiamo Jonathan, ho ventisette anni e... sono gay.
Quindi sì. La persona di cui sto parlando è un uomo.
Ho capito di essere omosessuale all'età di 12 anni, quando mi scoprivo a desiderare di baciare il mio migliore amico.
A 16 anni ho fatto coming out.
Certo, i miei cari non l'hanno presa molto bene ma alla fine l'hanno accettato... posso dire di essere stato fortunato.
L'unica cosa in cui mi ritengo sfortunato è l'amore.
Non sono mai riuscito ad avere una storia seria.
Non sono mai riuscito ad innamorarmi del mio partner di turno.
Però dovrei precisare.
Non sono mai riuscito ad innamorarmi di qualcuno che non fosse Peter, il mio migliore amico... quello che volevo baciare qualche riga fa.
Peccato che lui sia assolutamente etero.
E che sia fidanzato.
E che debba sposarsi.
Ricordo ancora quando mi ha annunciato allegramente di aver fatto la proposta alla sua fidanzata.
-Fantastico!- Gli ho detto cercando di non farmi andare il caffé di traverso.
-Grazie Jonathan! Non sai quanto sono felice.
Peter, il mio amico, il mio unico amore, stava per sposarsi.
Potete immaginare la mia gioia.
Eravamo nel bar dove ci incontriamo sempre e non potevo fare a meno di pensare che d'ora in avanti avrei ricordato quel posto non per i suoi cornetti o per le chiacchierate mattutine.
Avrei ricordato quel posto come "il bar in cui l'uomo che amo mi ha detto che si sarebbe sposato".
Dovevo cambiare bar... o scolarmelo.
Peccato che non potessi!
Come suo amico era mio dovere dargli pacche sulla schiena e fare battute del tipo "Pronto a portare il guinzaglio per tutta la vita?"
E così feci... con il cuore a pezzi ma lo feci.
Dopotutto dovevo aspettarmelo.
Non ho mai avuto il coraggio di confessarmi per paura di perderlo.
Però in cuor mio ho sempre sperato, non ho mai smesso di sperare nel miracolo che mi avrebbe cambiato la vira... un giorno avrebbe aperto gli occchi scoprendosi innamorato di me.
E invece no.
Ha incontrato lei, Laura, sono andati a convivere insieme e di li a breve si sarebbero sposati.
Fine delle speranze.
Finii il mio caffè e gli promisi che una sera di quelle saremmo usciti a festeggiare come si deve.
Ero quasi uscito dal bar quando Peter mi richiamò per chiedermi una cosa.
-Ti dispiacerebbe ospitare mio fratello per un pò? Ha trovato lavoro qui in città ma non ha ancora trovato un posto dove stare.-
-Non può stare da voi?-
-Non abbiamo spazio. Tu hai una camera in più, no?-
Dopo la mazzata del matrimonio mi stava chiedendo di ospitare suo fratello?!
Avrei tanto voluto rifilargli una sberla, ma tutto quello che mi uscì fu -Solo finché non trova un posto. Ma se provoca il minimo danno te lo riporto a calci. Senza offesa ma tuo fratello è un teppista.-
-Ti assicuto che è molto cambiato.-
Forse a questo punto dovrei darvi una piccola spiegazione.
Peter ed io veniamo da un piccolo paese ma poi siamo andati all'univerisità e appena laureati abbiamo trovato lavoro in questa città.
Torniamo in paese solo per le vacanze di Natale ed io ho sembre accuratamente evitato suo fratello.
Si chiama Ian, ha quattro anni meno di noi ed è un terrorista.
Una volta mi ha persino rasato i capelli mentre dormivo.
-Sarà, ma per precauzione nasconderò tutti i rasoi.-
Ricordo ancora il sorriso bellissimo di Peter a questa mia battuta.
Ricordo ancora che pensai che lo amavo da morire e che mai nessuno avrebbe potuto mettere in crisi quel sentimento.
Almeno così pensavo...




Salve a tutti mi chiamo Anjy89 e questa è la mia prima storia.
Cioè, è la prima che "pubblico"
Vi prego di essere pazienti con me, non sono proprio una scrittrice (è stato un mio amico a convincermi)
Spero che l'inizio vi piaccia ^^
E' una storia senza troppe pretese, fatta per passare il tempo.
Magari se le cose vanno bene metterò qualche storia più seria.
Al prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Quello che volevo fare veramente era evitare Peter e affogare i miei dispiaceri amorosi nell'alcool, peccato che da innamorato segreto e migliore amico non mi fosse concesso.
In macchina con lui e la sua fidanzata pensavo ad una sola cosa "voglio morire."
Non facevano che parlare di merletti, fiori, torte e inviti...
Scendemmo dall'auto che il treno era già arrivato.
-E' arrivato! Ma dov'è? Non lo vedo.
-Eccolo! Ehi! Ian siamo qui!
Mi girari dove Laura stava indicando e fu...  beh, fu...
Non lo so nemmeno io.
L'unica cosa che so è che dovevo avere la bocca aperta!
Erano anni che non lo vedevo e dovetti ammettere che Ian era cresciuto bene.
Anzi... benissimo!
Più alto del fratello, una muscolatura non esagerata ma invidiabile, i capelli biondi tirati indietro e gli occhi... mamma mia che occhi azzurri!
Inoltre portava certi pantaloni neri attillati che glieli avrei strappati subito...
Lo so, sembro un pervertito, ma non si può far molto contro l'ormone.
Comunque mi diedi subito un contegno.
Decisi si chiudere la bocca.
Nel frattempo Ian si era avvicinato a noi, aveva salutato il fratello e la futura cognata e mi stava porgendo la mano.
-Grazie per la tua ospitalità. Cercherò di disturbare il meno possibile finché non trovo un posto.-
-Figurati. Basta che non mi rasi di nuovo i capelli.-
-Tranquillo. Sono cresciuto.-
"E come sei cresciuto!"  pensai.
Ma non lo dissi.
In macchina, inutile dirlo, non riuscii a torglierli gli occhi di dosso.
Era bellissimo e mi attirava peggio di un magnete.
Tuttavia giurai che non l'avrei mai sfiorato.
Uno, era il fratellino di Peter.
Due, poteva anche essere il più bel ragazzo del mondo ma non mi sarei comunque scordato Peter.
Tre, non mi risultava che gli piacessero gli uomini.
Forse avrei dovuto mettere il terzo punto come primo...
***
Tra il sistemare le cose di Ian nella mia piccola stanza degli ospiti e convincere Peter che sarebbe andato tutto bene si fece tardi.
Ero nervoso.
Io e Ian eravamo soli.
Non sapevo cosa dirgli.
Conversare non è mai stato il mio forte.
Libri? Film? Donne?
No! Le donne no!
Proprio mentre pensavo a quali argomenti usare per fare conversazione sentii Ian chiamarmi dal bagno.
-Scusami, potresti portarmi uno dei miei asciugamani? Sono sopra il letto.-
Agii come uno zombie. Ero totalmente sovrappensiero.
Presi l'asciugamano e mi diressi in bagno.
-Ma che?!-
Chiusi immediatamente la porta.
Per la miseria!
Avevo aperto la porta come fosse niente... e l'avevo visto tutto!
-Ti lascio l'asciugamano qui fuori... Scusami!-
Fu l'unica cosa che riuscii a dire prima di scappare in camera mia.
In quel momento avevo due cose da dover dimenticare.
Il mio amore per Peter ed Ian nudo.

Ed ecco un altro capitolo...
Mi rendo conto che dovrei trovare un titolo decente
quindi se avete in mente qualcosa di carino fatemelo sapere.
E dateci sotto con i commenti mi raccomando!

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Accontonato "l'incidente doccia" la settimana passò molto piacevolmente.
Anche perché vedevo Ian davvero poco.
La domenica, per la prima volta da quando era arrivato, lo trovai a fare colazione.
-Buongiorno!-
-B-buon-buongiono!-
Vi state chiedendo perché ho balbettato? Semplice.
Era in boxer. Indossava solo i boxer!
-Ti crea problemi vedermi così?-
-No... cioè, sì.-
-Scusami. E' una mia abitudine.-
-Non è un problema più che altro è... beh! E' come se tu entrassi in cucina è trovassi una modella in intimo.-
-Capisco... Quindi mi trovi attraente.-
Non era una domanda.
-I-io...-
-Tranquillo. In effetti questa non è nemmeno casa mia. Dovrei essere più pudico.-
E qui vorrei farvi una domanda.
Al suo posto non sareste andati a mettervi qualcosa?
Io l'avrei fatto.
Lui non lo fece.
Si limitò a sorridermi e a fissarmi con la tazza del caffè in mano.
-Senti Ian, mettiamo le cose in chiaro. Ti trovo molto attraente ma non sei per niente il mio tipo. Non farti strane idee.-
Lui si limitò a guardarmi per qualche altro secondo e poi disse -Credo che l'unico che si stia facendo strane idee sia tu.-
Ero sbalordito, ma mi sentivo anche colto sul fatto.
Qualche strana idea l'avevo avuta...
-Ti assicuro che non ti sfiorerei nemmeno con il mignolo.-
-Daccordo. Ora vado a cambiarmi, ho degli appartementi da vedere con Peter.-
E così Peter riteneva che fosse cambiato?
Ian era ancora un sbruffone arrogante.
Uno sbruffone arrogante con un culo da favola.
Ebbene sì. L'ammetto.
Il fatto che fosse uno sbruffone non m'impedì di guardargli il sedere mentre si dirigeva in camera.
A mia discolpa posso dire che all'inizio gli stavo guardando le spalle... solo che poi sono sceso giù.
Quelle spalle larghe e forti, quella schiena spaziosa, i muscoli ben delineati e quel sedere!
Raramente ho visto un sedere così sodo.
Se ero eccitato?
Ero eccitatissimo.
-Per essere uno che non si fa strane idee mi stai guardando un pò troppo il culo.- disse mentre chiudeva la porta della camera.
Decisi di farmi un caffè corretto.
Ne avevo indubbiamente bisogno!
***
Erano le tre del pomeriggio quando ricevetti la chiamata di Ian.
-Che c'è?-
-Ciao Jonathan. Hai da fare?-
Guardai la bottiglia di vodka che mi stavo scolando. Non potevo dirgli "Sono impegnato a scordarmi tuo fratello!"
-Non proprio. Perché?-
-Credo di essermi perso.-
-Che?-
-Sono andato a vedere delle case ed ora non so dove mi trovo!-
-E Peter?-
-Ha avuto un'emergenza ed è andato via un'ora fa.-
-Chiedi alla gente.-
-L'ho fatto ma mi ritrovo sempre allo stesso punto!-
Il panico della sua voce mi fece ridere di gusto.
Ben gli stava.
-Non ridere! Il mio senso dell'orientamento fa schifo. Vieni a prendermi ti prego!-
-Hahahaha... Va bene. Puoi almeno dirmi dove sei?-
-Davanti ad un ristorante... "Cosette" qualcosa... Ma che razza di nome è Cosette?-
-Conosco quel posto. E' per gente di alta classe, mica per cafoni come te!-
-Ha-ha.-
-Sto arrivando. Non ti muovere.-
***
-Finalmente!-
-Ciao anche a te bimbo sperduto.-
-Andiamocene via! Prima che torni quella vecchia pervertita.-
-Vecchia pervertita?-
-C'è una vecchietta che non ha fatto altro che passare di qua per toccarmi!-
Quella fu la goccia che fece trabboccare il vaso.
Mi piegai in due dal ridere.
La sua espressione impaurita, il pensiero di una vecchietta che gli toccava il sedere... avevo letteralmente le lacrime agli occhi.
Da quanto tempo non mi facevo una bella risata?
Più o meno da quando Peter era andato a convivere con Laura.
Sei mesi.
-Non c'è niente da ridere! Volevo vedere te al mio posto!-
-Scusa. Scusa.-
Mi rimisi dritto ma, colpa della bottiglia di vodka bevuta, mi vennero le vertgini e caddi per terra.
-Ma tu sei ubriaco!-
-Solo un pò.
-L'ho sempre detto che sei fuori di testa!-
Ian mi prese per un braccio e mi tirò su.
Solo che tirò un pò troppo e ci ritrovammo i nasi a un centimentro di distanza.
Sentii distintamente il mio cuore fare "bump".
Occhi marroni dentro occhi azzurri...
Eravamo talmente vicini che volendo avrei potuto contare ogni ciglia di quei bellissimi occhi.
Cercai di staccarmi ma lui mi avvicinò ancora di più a se.
I nostri nasi si stavano praticamente toccando e le sue braccia mi tenevano saldamente la vita.
Ero pienamente cosciente del fatto che la gente in strada ci stesse guardando.
Ma non mi importava di niente.
Lo desideravo!
E poi eccola, la vocina della della coscienza riuscì a farsi largo tra i fumi dell'alcool.
"E' Ian per l'amor di Dio! L'hai visto in pannolino! E' il fratello di Peter. Ti ricordi di Peter?Riprenditi!!!"
Usai tutta la mia forza di volontà per staccarmi.
-Ian io... non capisco che...-
-Non preoccuparti. E' tutto ok. E' anche colpa mia.-
-Che cavolo significa?-
-Dovresti averlo capito.-
-Non ci sto capendo niente.-
Mi guardò in silenzio con un espressione indecifrabile per almeno un minuto, e alla fine disse -Tu mi piaci. Mi sei sempre piaciuto.-


Prima di tutto vorrei ringraziare chi ha deciso di seguire questa storia.
Grazie mille ^^
Purtroppo ho una brutta notizia... ma forse non tanto.
Ho deciso di modificare la storia, di renderla più "piccante" *___* ... quindi ci vorrà un pò per il prossimo rilascio.
Alla prossima (^  ^)/

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***



Metto i miei commenti qui sopra così sono certa che verranno letti.
Prima di tutto vorrei ringraziare ancora chi sta leggendo questa storia ed è stato tanto carino da commentare... continuate così!
Secondo ho deciso di rivoluzionare la storia... l'avevo già scritta tutta ma siccome non mi piaceva ho deciso di cambiare.
Speriamo bene ^^
Alla prossima.
Commentate!!!


Bene rieccoci qui.
Bentornati all'angolino dei ricordi di Jonathan.
Dove ci eravamo fermati?
Ah, sì! Eravamo al "Tu mi piaci. Mi sei sempre piaciuto."
Alcuni di voi ora staranno pensando :"eccolo, ora abbandona il fratello maggiore per quello giovane".
Altri ancora diranno: "mannò! Non potrebbe mai fare una cosa del genere!"
E la risposta è... nessuna delle due!
Subito dopo la già citata frase mi sentii male è vomitai l'anima per strada.
Evviva la vodka!
***
Erano passati 5 giorni dal "Tu mi piaci. Mi sei sempre piaciuto" e io ero fermamente intezionato ad evitare Ian.
Ero consapevole di non essere in grado di reggere una discussione con lui nello stato confusionale in cui mi trovavo.
Vi giuro che ero mooolto confuso.
Una parte di me era intenzionata ad andare da lui e dirgli che non aveva speranze perché probabilmente sarei arrivato ai 100 anni ancora innamorato di suo fratello.
E poi chi mi diceva che non fosse un altro dei suoi brutti tiri?
Ian era famoso per le sue marechelle.
A undici anni fumava di nascosto le sigarette del padre.
A dodici mise una telecamera nello spogliatoio delle regazze mettendosi poi a rivendere le cassette per i corridoi della scuola.
A tredici allagò la cantina di sua nonna... "volevo la piscina" si giustificò.
Lui, inoltre, aveva una predilezione per me.
Mi riservava sempre degli scherzi tutti particolari...
Però non aveva mai scherzato con le mie preferenze sessuali.
Che quegli scherzi fossero il suo modo per dimostrarmi affetto?
Si ma poi perché proprio io?
Ci sono tantissimi uomini più belli di me.
Non che io sia da buttare chiariamoci... Ho gli occhi marroni molto grandi, i capelli castani un pò lunchetti sul davanti, e benchè non sia altissimo ho un bel fisico asciutto!
Ian però può permettersi di meglio...Evviva l'autostima.
E poi c'era una un'altra parte di me che voleva andare da lui, buttarlo sul letto e... farsi prendere.
Al sesto giorno di confusione decisi che dovevo fare qualcosa... presi la giacca e uscii a bere.
***
Vi dirò che non vado molto fiero del mio comportamento.
Invece di affrontare i miei dubbi preferii ubriacarmi...
Il barista dovette portarmi fuori a vomitare e sono più che sicuro che fu lui a chiamare Peter.
-Jonathan, stai bene? Reggiti a me che ti porto a casa.-
-Peter! Amico mio! Ti ho mai detto che ti amo?-
-Sì come no!-
-No no, sono serio. Io ti amo.-
-Jonathan finiscila.-
-NOOO!- Urlai nella notte -IO TI AMO!- lo presi per la giacca e lo baciai.
-Uh- feci staccandomi da lui e fissandolo negli occhi - E' vero, tu non hai gli occhi azzurri...-
Svenni.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***



Ecco a voi un nuovo capitolo!!
Vi ringrazio ancora per i commenti. Siete davvero gentili <3
Continuate a commentare e se avete qualche consiglio da darmi fate pure ^^

gli accetto volentieri.

La mia povera nonna aveva ragione.
"Jonathan" mi disse quando rivelai alla famiglia di essere gay "Sei sicuro? A te piace tanto complicarti la vita".
Aveva proprio ragione. Come me la complico io la vita non se la complica nessuno!
Avevo fatto un bel casino.
Uno, avevo baciato Peter dicendogli che l'amavo.
Due, dopo il bacio ero rimasto deluso dal non vedere gli occhi azzurri di Ian.
Peggio di un cane in calore...
Mi alzai dal letto per inerzia con la voglia di andare a lavorare sotto i piedi.
Arrivai in cucina come uno zombie e lì, sul tavolino, li vidi.
Un bicchiere pieno di un liquido verdognolo e due bigliettini.
Il primo biglietto era da parte di Peter . "Dobbiamo parlare. Incontriamoci al solito bar nella paura pranzo."
Fantastico!
Avrei dovuto spiegargli la situazione e dirgli la verità.
Se non avessi perso la sua amicizia sarebbe stato un miracolo.
"Magari gli dico che era uno scherzo" pensai facendomi schifo un secondo dopo.
"No! Sono o non sono un uomo? Gli dirò la verità!"
Il secondo biglietto era di Ian : "Buongiorno alcolizzato! Non credi che sarebbe ora di rivolgersi agli alcolisti anonimi? Bevi questo bicchiere, è un toccasana per il post sbornia..."
Gongolai come un matto per cinque minuti buoni.
Che dolce... si era preoccupato per me.
Il sorriso mi si spense quando finii di leggere il bigliettino : "P.S. noi due parleremo dopo che avrai chiarito con Peter."
Si prospettava una bellissima giornata.
***
E' incredibile come il tempo passi veloce quando non si vuole fare una cosa.
Io, se non l'avete capito, non volevo incontrare Peter...
Entrai nel bar con tutta la lentezza di cui ero capace.
-Jonathan datti una mossa!-
Il mio amico era già arrivato e mi guardava da uno dei tavolini con un espressione che potrei definire tra l'arrabbiato e lo sconcertato... sconcarbiato.
Mi sedei seza dire una parola e senza osare guardarlo in faccia... mi concentrai sul collo.
-Spiegati.- mi disse in tono asciutto.
-Non c'è molto da dire. Ho detto tutto ieri sera.-
-Da quanto va avanti questa storia?-
-Da quando avevo dodici anni.-
-Perché non mi hai mai detto niente?-
Finalmente mi decisi a guardarlo in faccia... gli raccontai tutto.
Gli raccontai che l'avevo sempre amato ma di non essermi confessato per paura di perderlo.
-Jonathan,- disse quando finii di parlare -io ti voglio bene e te ne vorrò sempre ma tra di noi ...-
-Lo so.-
-...tra di noi non ci potrà mai essere niente che vada oltre l'amicizia...-
-Lo so.-
-Io amo Laura.-
-...-
-Ti sembrerà brutale ma in questi casi è necessario mettere subito le cose in chiaro.-
Non riuscivo a parlare.
-Capisco perfettamente se non vorrai vedermi per un pò.- dIsse alzandosi - Ma tu sei il mio migliore amico e quando vorrai io ci sarò.-
***
Era strano.
Era molto strano.
E' così che ci si sente ad essere rifiutati?
Ero triste, certo, ma non disperato.
Che non avessi ancora metabolizzato il rifiuto?
Più che altro avevo fame.
Mi chiesi : "Prima si ha fame e poi si piange?".
Mangiai due vaschette intere di gelato al cioccolato.
-Meglio della vodka.- disse Ian tornato a casa la sera.
-Ne vuoi?-
-Sai cosa voglio.-
Era arrivato il momento di parlare anche con lui.
-Oook...- dissi invitandolo a sedere sul divano, vicino a me.
-Allora... Peter mi ha rifiutato.-
-Come ti senti?-
-Mi sento bene. E' come se mi fossi tolto un peso dallo stomaco.-
-Bene...-
Rimanemmo in silenzio per un pò e alla fine gli chiesi -Tu eri serio l'altra volta?-
-Sì.-
-Perché io?-
-Perché no?-
Ok, bisognava cambiare tattica.
-Sei gay?-
-No, tu sei l'unico uomo che mi sia piaciuto.-
-Capisco.-
Ma non capivo.
-Che cosa hai intenzione di fare?-
-Beh... andrò avanti.-
-Vuoi uscire con me?-
Oddio!
Oddio, oddio, oddio!
Un ragazzo bellissimo, che mi aveva attratto da morire fin da quando l'avevo visto scendere da un treno mi chiedeva di uscire.
La logica mi diceva che avevo bisogno di stare da solo.
Il mio corpo mi diceva che avevo fatto bingo.
Voi cosa avreste fatto al mio posto?
Io optai per la logica.
Dovevo smetterla di fare il bambino e comportarmi da adulto.
-Mi dispiace Ian ma per il momento vorrei stare solo.-
-Ok, ti capisco... sei sporco.-
Si avvicinò per torgliermi della cioccolata da vicino la bocca...
E di nuovo mi persi in quegli occhi azzuri.
E di nuovo il mio cuore fece "bump".
Eccolo, mi stava per baciare, sentivo il suo respiro sul mio viso.
Chiusi instintivamente gli occhi.
Ma il bacio non arrivò...
-Se esci con me continuo.-
Ed ecco, signore e signori, come rovinare un momento perfetto!
Sconcarbiato scattai in piedi.
-TU! Tu... sei...-
-Ian.- Mi rispose ridendo.
-AAAAH!- Urlai dirigendomi in camera mia.
-Idiota!- Dissi chiudendo la porta.
Mi gettai sul letto felice di avergli detto che non sarei uscito con lui.
Di Ian non ci si poteva fidare.
"L'attrazzione passerà" continuavo a ripetermi.
Peccato che il cuore mi battesse da impazzire...

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Ed ecco un altro capitolo!
Vi ringrazio ancora per i vostri commenti ^^
Vi risponderei uno ad uno ma non farei altro che scrivere "grazie" "che gentile" "troppo buona" quindi tanto vale che vi ringrazi così.
Che altro? Ah, sì! Commentate!!!


-Eddai!-
-...-
-La finisci di tenermi il broncio?-
-...-
-Se sapevo che ti arrabbiavi così tanto te l'avrei dato il bacio.-
-Sparati.-
Ed ecco a voi il tipico dialogo tra me ed Ian dopo il nostro quasi bacio.
Ero davvero arrabbiato con lui.
Come si era permesso di farmi passare per quello che gli sbavava dietro?
Fino a prova contraria era lui quello che sbavava dietro a me!
Ero fermamente intenzionato a non rivolgergli la parola finché non avesse trovato un appartemento tutto suo.
Solo che era passato quasi un mese e di appartamenti nemmeno l'ombra.
Se la stava prendendo comoda.
-Va bene!- disse dopo il mio quarto giorno di silenzio- Mi farò perdonare!-
***
Capii cosa intendesse una domenica mattina.
-Sveglia Jonathan! Il sole è alto, il cielo è blu ed abbiamo un lungo viaggio da fare.-
-Eh?-
-Presto preparati. Si parte!-
-Eh?-
-Si va al lago!Ti ricordi che quando eravamo piccoli dovevamo andare a pescare con mio padre ma io, poi...-
-Hai preso il trattore di tuo nonno ed hai distrutto la fontana del paese? Sì, lo ricordo.-
-Oggi mi farò perdonare. Andremo a pescare.-
-Eh?-
Cercai di capire il senso logico di quegli ultimi minuti ma non ci riuscii.
Non ci riuscii nemmeno dopo il viaggio di due ore per arrivare al lago, e nemmeno dopo essere saliti su una piccola barchetta.
Ian invece era felice e non la smetteva di parlare.
-Tu lo sai che questo lago è pieno di trote?-
E ancora -Quella fontana faceva schifo. Ho fatto un piacere a tutti.-
-Ian,- lo interruppi -perché l'hai fatto? Perchè mi hai portato proprio a pescare?-
-Ecco... mi ricordo che c'eri rimasto molto male quella volta e così...-
Non ci potevo credere.
Davvero si ricordava di una cosa del genere dopo tutti quegli anni?
All'improvviso provai un moto di tenerezza nei suoi confronti.
-Grazie Ian. Sei perdonato.-
***
Era passato più di un mese da quando Ian era venuto a stare da me e ne ero felice.
Mi ero abituato alla sua presenza.
Mi piaceva sapere di non essere solo in casa.
E soprattutto mi piaceva parlare con lui.
Ma più la convivenza andava avanti più notavo che Ian, benchè sempre scherzoso e allegro, era poco incline a parlare dei suoi sentimenti o di sè.
Vi faccio un esempio.
Un giorno gli chiesi -Che cosa ti ha colpito di me?-
Lui mi guardò per un istante, si coprì gli occhi con una mano e facendo finta di piangere rispose
-Sei davvero crudele. Sto cercando disperatamente di dimenticarti e tu... che insensibile!-
Ed era inutile insistere, tanto non rispondeva.
Vi dirò che la cosa mi dava fastidio.
In quei giorni gli avevo raccontato tutto di me!
Come facevo a prenderlo sul serio se non riusciva ad aprirsi?
Un'altra cosa che mi infastidiva di lui era che, ogni volta che usciva il nome di Peter, mi diceva
-Prima o poi dovrai rivederlo... meglio ora che poi.-
Sapevo che aveva ragione ma se gli piacevo, non doveva allontanarmi dal fratello?
Non doveva essere un pò geloso?
Ad un certo punto mi venne il dubbio che non gli fossi mai piaciuto.
"Beh, se non è questo," mi dissi un giorno, "vuol dire che mi ha già dimenticato."
Dovevo investigare...
L'occasione si presentò una sera.
-Vado a farmi una doccia. Mi raccomando non aprire senza bussare.-
-Simpatico!-
Appena sentii il getto dell'acqua mi precipitai in camera sua.
Da dove dovevo cominciare?
"Il cellulare" mi dissi.
Lavoro... ok.
Mamma... ok.
Peter... ok.
Papà.... ok.
Jenny...
Jenny?
Ci cavolo era questa jenny?
Un'amica?
Un'ex?
Una suora?
Gli aveva mandato anche dei messaggi!
Premetti leggi.
"Ciao caro, allora va bene. Sabato sera al Cosette per le nove. Un bacio."
Avete mai provato una sensazione di vertigine da fermi?
Avete mai sentito il vostro stomaco farsi vuoto all'improvviso?
Avete mai sentito il bisogno di prendere qualcosa e sbatterla contro il muro?
Io in quel momento provai tutte queste sensazioni e molto altro...

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Ed ecco a voi il penultimo capitolo... è quasi finita T_T
Spero vi piaccia ^^
Alla prossima!


"Buon per lui." continuavo a ripetermi.
"Sono contento per lui."
Ero stato io a rifiutarlo.
Ian aveva tutto il diritto di andare avanti.
Se questa Jenny lo rendeva felice allora buon per lui.
Già me la immaginavo.
Bionda, alta, magra, prosperosa e simpatica.
Avrebbero formato la coppia perfetta.
Già...la coppia perfetta.
Come Barbie e Ken!
-Se continui a tenere la fronte così aggrottata ti verranno le rughe.-
-Non tengo la fronte aggrottata!-
-Qualcosa non va?-
-Va tutto bene.-
-Ok.-
-Hai da fare questo sabato sera?-
-Perché?-
-Devo smetterla di evitare Peter... Un'uscita solo noi tre, che ne dici?-
-Mi dispiace devo incontrarmi con degli amici.-
"Stronzo bugiardo." pensai.
***
Quel sabato sera mi trovavo nel solito bar ad aspettare il solito amico.
Perché alla fine Peter l'avevo chiamato.
Mi sentivo pronto ad affrontarlo.
Mi ero preparato anche il discorso "va tutto bene, siamo solo amici".
Ogni tanto, ma non così tanto, l'occhio mi cadeva sull'orologio.
21.05 "Che siano già al ristorante?"
21.06 "Staranno mangiando?"
21.07 "Si staranno tenendo per mano?"
21.08 "La starà guardando con quegli occhi?"
Non so cosa mi spinse poi a fare quello che feci.
Chiamai Peter e gli dissi che purtroppo quella sera non potevamo vederci.
Uscii fuori dal bar e corsi, corsi come un matto per tutta la città.
Dovevo arrivare al Cosette e parlare con Ian.
***
Erano le undici quando vidi la testa bionda di Ian uscire dal ristorante.
Ero rimasto due ore fuori dal Cosette a chiedermi perché avevo fatto quello che avevo fatto...
-Jonathan? Che ci fai qui?-
-Auguri e figli maschi! Divertiti con barbie!-
-Barbie?-
-Ian è un tuo amico?-
Il mio primo pensiero fu :"Oltre che barbie è anche mamma!"
La tizia portava in braccio un bambino di poco più di due anni.
-Jenny questo è Jonathan. Jonathan questa è Jenny, la moglie di un mio amico.-
Ops.
-Oh! Piacere.- Fece lei guardandomi -Credo che voi due dobbiate parlare. Vai pure Ian. James è andato a prendere la macchina.-
***
-Vorresti spiegarmi?-
Eravamo seduti su una panchina ed Ian era visibilmente arrabbiato.
Mi schiarii la voce -Pensavo che tu...-
-Me la facessi con Jenny?-
-S-sì- risposi.
Silenzio.
-Ti prego dì qualcosa! Se vogliamo creare un rapporto dobbiamo comunicare e tu non lo fai!-
-Vuoi creare un rapporto?-
-Sì!-
Mi guardò stupito... Rimasi stupito anch'io dalla mia risposta.
Volevo creare un rapporto con lui?
-Ok... allora da dove comincio?-
-Che cosa ti piace di me?-
-Tutto. Sei pazzo, imprevedibile, divertente. Mi piace anche la tua parte alcolizzata.-
-Che cosa non ti piace di me?-
-Niente.-
-Da quanto tempo ti piaccio?-
-Da quando avevo 13 anni.-
-E allora perché non mi hai mai detto niente?-
-Ero un ragazzino ed avevo paura. Poi te ne sei andato e pensavo che mi fosse passata, ma non mi era passata. Vuoi sapere altro?
-No.-
-Com'è andata con Peter? Tutto bene?-
-Non ho visto Peter. Sono scappato qui...-dissi.
Tra di noi cadde uno strano silenzio.
Poi lui mi girò delicatamente la testa con la mano.
I suoi occhi scintillavano.
Mi diede un bacio.
Un bacio casto e delicato eppure pieno di calore.
Un bacio bello... Bello come lo era lui.
E poi il bacio si trasformò.
Divenne infuocato e voglioso.
Quando si staccò fu come se mi avessero svegliato da un sogno meraviglioso.
-Voglio fare l'amore con te.- disse.
***
Non so come facemmo a tornare a casa.
Un secondo prima eravamo seduti su una panchina e un secondo dopo eravamo in camera mia... sul letto, nudi.
I suoi baci erano qualcosa di indescrivibile.
Mi venne da pensare che mi sarebbero bastati solo quei baci per saziarmi a vita...
E poi iniziò a scendere, a baciarmi sempre più giù...
L'afferrai per i capelli cercando di trattermi dal chiamare il suo nome.
-N-no... ah!- mugugnai
 -Vuoi che mi fermi?-
Per tutta risposta lo baciai con passione.
Eravamo solo noi due.
I miei occhi vedevano solo lui.
Il mio corpo voleva solo lui.
E il mio cuore?
Il mio cuore era in tumulto.

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


Ed eccoci qua... Ultimo capitolo.
Spero che la storia vi sia piaciuta.
Non è di certo tra le migliori che ho scritto però io la trovo carina ^^
Se a qualcuno interessa c'è un'altra storia yaoi che vorrei mettere però è appena cominciata quindi ci vorrà un pò.
Alla prossima.
Un bacio a tutti!!!

Ed eccoci qui, fine dell'angolino dei ricordi di Jonathan.
Presente.
Sono andato a letto con Ian.
E non me ne pento.
Lo rifarei ancora... anche subito.
-Buongiorno alcolizzato-
Ian si è svegliato e quasi mi è preso un colpo.
Mamma mia quanto è bello!
-Buongiorno.-
-Come stai?-
-Bene...confuso.-
-Confuso?-
-Sì. Com'è successo? Prima c'era Peter ora ci sei tu. Prima era attrazione ora c'è dell'altro...-
Oddio! Ho davvero detto quello che ho detto?
Ian si è messo a ridere.
-Non c'è nulla da ridere- gli faccio
-La vuoi sentire la mia teoria?- mi fa accarezzandomi delicatamente il braccio con un dito.
-S-sì- balbetto.
-Hai passato talmente tanto tempo a ripeterti che amavi Peter che quando hai smesso non te ne sei nemmeno accorto.-
-Vuoi dire che ora sarei innamotato di te?-
-No, però ti piaccio abbastanza da annullare un appuntamento con lui.- mi fa passandomi il dito sulla schiena.
Oddio com'è eccitante.
-Fo-forse.-
Ian si tira su e mi sussurra all'orecchio.
-Io vado a farmi una doccia, se vuoi unirti a me...-
Voi cosa avreste fatto al mio posto?
Io mi sono precipitato con lui in bagno.
***
Quattro mesi dopo

"Sta tranquillo. E' solo un'uscita tra amici." La fa facile!
Se ci fosse lui al mio posto si sarebbe già scolato 10 bottiglie di vodka!
"Tranquillo fratellino non te lo rubo. "Maledetto Peter!
Maledetto maledetto Peter!
Come ha fatto ad assere innamorato di quell'idiota?
A me non ci pensa?
Sono quattro mesi che stiamo insieme e non mi ha detto nemmeno ti voglio bene.
Non so nemmeno perché me la prendo tanto.
Alla fine ha fatto chiarezza ed a capito che Peter è acqua passata...
Che abbiano una relazione segreta?
Dovrei pagare un detective?
O dovrei pedinarli?
Oddio sto diventando come Jonathan!
Sicurezza ritorna da me.
-Si può sapere che hai?- Jonathan è tornato a casa e mi guarda preoccupato.
-Sei già tornato?-
-Sì... ma che hai?Hai una faccia.-
-Ho preso la Jonatonite.-
-Eh?-
-L'insicurezza si è impossessata del mio corpo... mi manca solo la vodka in mano.-
-Oddio- eccolo, guarda come ride-Quando sei geloso sei carino.-
-Vorrei vedere te se la persona che ami uscisse con...-
Oddio l'ho detto.
E lui mi ha sentito.
-Ripeti.-
E' inutile girarci.
-Ti amo.-
Che cos'è quella faccia?
-Ian... è da un pò che ci penso e credo sia arrivato il momento che ti dica una cosa.-
-Cosa devi dirmi?-
-Fin dal primo momento che ti ho visto scendere dal treno non ti ho tolto gli occhi di dosso ma ora...-
Non vorrà lasciarmi?
-ora che ti ho conosciuto meglio non posso fare a meno di pensare che... tra noi due... insomma...-
-Jonathan stringi.-
-Oh insomma! Ti amo anch'io e se mi lasci giuro che ti metto sotto col trattore di tuo nonno!.-
E' diventato rosso come un peperone e non posso non pensare che sia carinissimo.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio forte.
-Ripetilo.-
-Ti amo.-
-Ancora.-
-Ti amo.-
-Ancora.-
-Quante volte vuoi che te lo dica?- mi fa.
Lo bacio delicatemente sulle labbra.
-Ogni giorno. Per tutti i giorni della mia vita.-

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