Living Young and Wild and Free.

di u n b r o k e n
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm the crazy bitch around here ***
Capitolo 2: *** the hangover ***
Capitolo 3: *** there is nothing i do better than revenge ***



Capitolo 1
*** I'm the crazy bitch around here ***


Living Young and Wild and Free.

 « So what we get drunk, so what we smoke weed.
We're just having fun, we don't care who sees.
So what we go out, that's how it's supposed to be.
Living Young and Wild and Free. »

Charlotte.
« Che direbbero i tuoi se ti vedessero adesso? » La voce della mia amica mi arrivò attutita, come se quelle parole fossero state pronunciate a kilometri di distanza da me. Scossi la testa con disapprovazione ad una di quelle domande che, lei lo sapeva, non mi andava di sentire. Ci stavamo divertendo, pensare ai miei in quel momento era alquanto futile. Se non fossi gia stata al terzo tiro probabilmente mi sarei inacidita e avrei mandato affanculo la mia migliore amica. Ma il fumo penetrato nei miei polmoni avrebbe di li a poco raggiunto il mio cervello e la mia rumorosa risata avrebbe fatto irruzione nel silenzio della notte, sul cofano di quell'auto che "i miei genitori" mi avevano regalato per il mio Diciottesimo compleanno. Ma prima che la mia profezia si avverasse, mi voltai verso la mia amica per rispondere alla sua domanda retorica.  
« Charlotte Allison Lively! Non ti ho cresciuta perchè tu passassi le tue serate a farti canne con la tua amica delinquentella! Ma perchè tu studiassi e diventassi una dottoressa, propio come me! » Imitai senza alcun successo la voce severa di mio padre e di seguito scoppiai a ridere e, girandomi su un fianco, mi accovacciai su me stessa guardando il profilo di Amy che rideva di gusto.
« A volte penso che i miei ci abbiano guadagnato ad adottarmi. » Dissi tornando seria di colpo fissando il panorama stellato. In città le stelle erano giustamente invisibili, per questo eravamo approdate alla campagna più vicina.
« Perchè dici così? » Domandò Amy mentre il suo sorriso si affievoliva.
« Perchè hanno una scusa per costrirgermi a diventare ciò che loro vogliono che io sia. Se loro non mi avessero adottata nessun'altra famiglia mi avrebbe presa, lo sai come sono fatta. » Terminai con tono sorprendentemente lucido.
« Odio i discorsi profondi post-canna. Non dovremmo credere di star cavalcando un unicorno in direzione fine dell'arcobaleno? » Aggiunsi di seguito scoppiando a ridere.
« Questo fumo fa schifo. » Concluse quindi Amy ridendo con me.

« Roll one, Smoke one,
When you live like this you're supposed to Party
Roll one, Smoke one and we're all just having fun.»



Camera mia. Questa dev'essere camera mia.
Quello fu il poco dolce e romantico pensiero che mi svegliò quella mattina di settembre. Di seguito pensai che il mio bagno non era mai stato così lontano dal mio letto, e ancora, che quelle che avevo sotto gli occhi non erano borse ma spacebag da viaggio.  Ma la mazzata arrivò quando ricordai qualcosa di essenziale: quello era il mio primo giorno Di College.
La verità non era che non ci volessi andare. Insomma al College ci sono tante feste, tanto alchol, tanto divertimento, bei ragazzi,
Sì giusto, poi c'era lo studio. Probabilmente lo studio sarebbe apparso prima nella lista 'cose da fare al college' il problema era che, la lista dei miei genitori adottivi doveva essere diversa dalla mia. E se nella loro appariva 'Studio' come prima voce, nella mia 'Studio' non c'era nemmeno.
Mi obbligavano a frequentare il College e a studiare Medicina, mi mantenevano gli studi e mi stava bene. In realtà i soldi per lo studio furono sempre la sola cosa che accettai da loro, in Diciannove anni di vita. Lasciavo che loro controllassero la mia vita solo perchè desideravo prendere una laurea con il minor sforzo possibile e scappare da quella città. Da quello stato.
Parigi.
Lì volevo andare, anzi tornare. Lì ero nata.  I miei genitori naturali erano francesi e la famiglia che mi adottò era in vacanza in Francia. Ancora mi sfugge il motivo per il quale mi adottarono al di là del mondo; Forse perchè, una volta tornati a casa  Eric e Diana, avevano intenzione di raccontare a tutti che la loro fuga romantica gli aveva portato una pargoletta.
Saltai alla guida della mia auto sportiva e guidai fino al College, con gli occhiali da sole dalle lenti più scure che riuscì a trovare.  Quando arrivai la mia prima meta fu la caffetteria e solo dopo un'accurata osservazione della mia struttura scolastica, la mia aula.  
Col caffè bollente tra le mani feci il mio ingresso tra il brusio dell'aula. La lezione non era ancora cominciata e quello che sembrava essere il professore stava smanettando impazientito con dei fogli scritti fittamente al computer.  Feci scorrere lo sguardo da una parte all'altra dell'aula: c'erano decine di posti vuoti ma preferì prendere posto vicino ad un qualunque essere umano. Se dovevo annoiarmi almeno volevo farlo in compagnia.
Così sedetti vicino a un ragazzo che si accorse di me solo dopo qualche secondo e si girò.  Scorsi nel suo sguardo un leggero lampo di sorpresa e poi gli stessi occhi scesero per farmi una radiografia completa.
Il suo sguardo mi infastidì e incuriosì allo stesso tempo. Odiavo chi si fermava a guardarmi più del dovuto.
D'accordo, ero circa uno e ottanta, Bionda, occhi chiari, Due gambe piuttosto lunghe. Mi ero sempre piaciuta e non lo avevo mai nascosto a nessuno e mi sentivo a mio agio al centro della scena. Ma questo contatto visivo diretto con quegli occhi nocciola mi infastidiva terribilmente.
Ne approfittai per fissarlo a mia volta.
Capelli castano scuro, Taglio corto, Occhi nocciola e leggermente allungati, sopracciglia folte e labbra carnose.
« Ciao » Disse lui con un tono di voce neutro ingannato solo dal mezzo sorriso che gli morì sulle labbra non appena  non vide nessun acenno dello stesso sorriso sulle mie.
« Ciao » Risposi piatta tirando fuori un quaderno dalla borsa.
« Che fai qui? » Domandò stupidamente.
« Anno sabbatico. » Risposi con ovvietà e una vena di sarcasmo. Che potevo farci in un'università? seguire le lezioni forse?
Lo sentì ridere e poi distinsi la sua testa più vicina al mio viso.
« No, intendo qui, seduta vicino a me. »  Chiarì lui come se fosse del tutto ovvio.
Lo guardai con aria interrogativa, le sopraciglia corrucciate e le labbra arricciate, sul punto di dire qualcosa.
« E' occupato, avresti dovuto chiedere. Sto aspettando qualcun'altro.  » disse stroncando la mia frase sul nascere.
Involontariamente schiusi le labbra e aprì le palpebre in un'espressione sorpresa.
« Il posto alla tua destra è libero. » gli feci notare sentendomi leggermente infastidita da quella sorta di rifiuto.
« Nah preferisco che le persone si siedano alla mia destra. Quello destro è il mio profilo migliore. » Spiegò con candore guardandomi negli occhi.
Non seppi se ridergli in faccia per l'affermazione che gli era appena uscita dalla bocca o spostarmi semplicemente. Optai per una terza, facendo uso di tutto il mio pungente sarcasmo.
« Certo, chiaro Miss Universo. » Gli regalai uno dei miei sorrisi più ironici e mi alzai per posizionarmi nel banco appena dietro al suo.
« Ti sbagliavi. La tua nuca è il tuo lato migliore. Almeno se parli da qui non sento niente.» Dissi poggiando il mento sulla mia mano.
Lui Si voltò lentamente verso di me con un sorrisetto divertito e mi fissò per un po'.
« Come ti chiami? » Domandò come se non avesse sentito affatto la mia ultima affermazione.
« Charlotte. Tu? »
« Heat. »-  Alla sua risposta scoppiai a ridere sotto il suo sguardo truce.
« Che razza di nome è Heat? » Chiesi dando sfogo alla mia brutale sincerità.
« Un diminutivo di Ethan. Sei davvero un genio. Sicura di non dover gia essere ai corsi di laurea? »
« Sicuro che chiunque ti abbia dato quel nomignolo ti volesse bene? » Domandai piegando leggermente la testa da un lato, senza smettere di guardarlo.
« Sei una stronza. » Dedusse sorridendo con sguardo curioso, come se quei pochi minuti di provocazioni gli fossero bastati per inquadrarmi.
« Grazie. Anche tu non sei male, ma non concorri al mio livello. Adesso girati, apprezzavo di più la tua nuca.» feci in tono pacato e sarcastico. Dopo qualche secondo a guardarmi e una risata seguita da un movimento buffo della testa, eseguì i miei ordini e si girò.
Pochi minuti dopo fui sorpresa di vedere che non mentiva : il posto alla sua destra era davvero occupato. Una mora su un paio di tacchi vertiginosi si fece strada camminando con il portamento di una battona ubriaca per l'aula e si sedette da parte al ragazzo che la salutò con un bacio sulla guancia.
Osservai l'intera scena con un soppracciglio alzato e una risata pronta: E' un vero spreco quando delle ragazze sono davvero belle, ma terribilmente Trash.
La lezione iniziò di li a poco e a fine ora notai che i miei appunti consistevano nel disegno di due lottatori di sumo che lottavano in un'arena di Wresling

***

Quella sera dopo aver evitato accuratamente i miei genitori, decisi di tornare al College, stavolta per motivi ben distinti da quelli che mi avevano portata nell'aula quella mattina.
Avevo sentito parlare di una cantina, chiamata così per pura comodità dato che era un locale enorme, che fungeva da pub a matricole e veterani del College.   Sarei stata poche decine di minuti, per dare una sbircata al luogo, alla gente e farmi un'idea dei miei coetanei che frequentavano quel posto.
Quando arrivai non potei evitare di notare che l'atmosfera regnante era quella tipica di un locale in piena regola. La musica non era troppo alta e le persone non erano troppe ma probabilmente solo perchè non era Sabato o Venerdì sera.
In cambio dei divanetti di pelle neri arredavano quel sotteraneo un po' scarno, Un bancone di legno evidentemente poco pregiato e degli sgabelli dello stesso, erano posizionati su un lato.
Non mancava lo spazio per ballare e i tavolini su cui consumare.
Mi accomodai al bancone e il barista mi accolse con un classico « Cosa ti porto? » - Solo quando alzò gli occhi per incontrare i miei lo riconobbi; Heat, Ethan o qualunque fosse il suo nome mi guardò sorpreso e poi ripose il bicchiere che stava asciugando.
« Oh, la stronza. » dedusse lui sorridendo.
« Oh, il tizio dal nome assurdo.»
« Allora hai un problema di acidità costante. Pensavo solo che fossi di mal umore per l'inzio della scuola stamattina! Hai visto un medico per questo tuo problema? » domandò per niente infastidito ma stranamente divertito.
« Sì e mi ha delegato a castrare i baristi che non mi servono subito. » Risposi prontamente sorridendo sarcastica. « Vodka Lemon. »
Senza aggiungere altro, col suo costante sorriso si voltò per recuperare gli ingredienti e prepararmi il drink.
« Aspetta, posso servirti dell'Alchol? Sei gia aggressiva così, non voglio risse qui » Ritirò il bicchiere pieno che mi stava porgendo e appoggiò i gomiti sul bancone mentre mi guardava divertito.
In tutta risposta gli lanciai uno sguardo maligno così lui, senza ulteriori indugi, ma sempre sorridendo spinse con un dito il bicchiere di vetro verso di me e io lo afferrai per poi bere.
« Sei di qui Charlotte? » Domandò riprendendo ad asciugare un bicchiere.
Alzai la testa dal mio Drink e mi fermai a guardarlo. La t-shirt nera che indossava gli metteva in risalto le braccia e notai che aveva un viso armonioso e  dai tratti puliti.
« No. Sono nata in Francia. »
« Francia? » Chiese stupito smettendo di armmergiare col bicchiere. « E perchè ora sei qui? »
« Affari miei. Tu perchè fai il barista in questo poco di cattivo gusto? » domandai guardandomi intorno.
Lui sorrise e poi scosse le spalle. « Affari miei. » liquidò la questione.
« Se l'anno scolastico è cominciato oggi, come fai ad aver gia un lavoro del genere? » Chiesi curiosa.
« Non te lo dico, Francesina. »
Alzai le spalle rassegnata, più che altro perchè non mi importava troppo.
« Mi avevano detto che al campus sarebbe arrivata una principessina Dell'elite. » commentò a voce bassa sorridendo.
« Chi ti aveva detto cosa? » chiesi pacata ma confusa. « Sei al College da quanto ci sono io, chi sei per sapere dell'arrivo di una persona?» Domandai con la fronte corrucciata e mi accorsi che il mio tono poteva risultare persino accusatorio.
« Affari miei. » Rispose di nuovo lui a mo' di cantilena con un ampio sorriso.
« Ora scusami, ma ho finito il turno. Non passare la notte a chiederti chi io sia o da dove venga. Non ci arriveresti.» Mi rivolse un ultimo sorriso e prima di sparire dalla porta dietro al bancone distinsi un « Goditi la tua Vodka.»




u n b r o k e n's corner
Buonasera fanciulle. Molte di voi probabilmente sono state inviate qua direttamente di quel gran bel pezzo di fan fiction chiamata "Lucky i'm in love with my best friend" Tutte voi, mi conoscerete come zia Manuela.
Ebbene sì finalmente zia Manuela cel'ha fatta e come promesso ha postato il famoso spin-off!
E' da un bel po' di tempo che non posto storie su efp (ed evidentemente era meglio se me ne stavo buona per un altro po' di tempo HAHAH) però che ci dobbiamo fare a me scrivere piace tanto e visto che ho trovato qualche pazzoide curiosa di leggere della roba mia, allora mi sono detta, facciamolo! Mi sento sempre eccitata quando inizio una nuova fanfic perchè tutte le volte è un viaggio nuovo alla scoperta dei mie personaggi.
In questo caso, adoro i qui presenti Charlotte ed Heat. La ragazza ha alle spalle una storia parecchio travagliata che sarà contentissima di raccontarci se a voi andrà di restare con me e seguirla ;)  Ed Heat... beh vedrete! LOL
Come ho gia menzionato, si tratta di uno spin-off e non prevedo molti capitoli anche se, se avrà successo (cosa che dubito un po' perchè sono pessimista di nascita un po' perchè non sono una scrittrice poi così brava) sarò felice di intrattenervi questa storia quanto vorrete.
I ritmi sono un po' veloci e se devo essere assolutamente sincera vi dirò che questa fanfic non è affatto studiata. La scrivo quando mi sento ispirata, le idee mi arrivano di notte, mentre sto fingendo di ascoltare una lezione di storia, insomma in tutti i momenti haha quindi la  fine mi è ignota almeno quanto a voi. Questo per dirvi che, riconosco che non è la fanfiction più originale e meglio scritta che incontrerete, ma nasce come distrazione per me e sopratutto per voi.  Sarò veralmente contentissima se mi vorrete lasciare un parere, una recensione perchè mi servono davvero per migliorarmi e continuare.
Ogni parola per me è oro colato e ringrazio immensamente quelle che vorranno scrivermi qualcosa c:
Quindi mi raccomando, lasciatemi scritto qualcosa u.u
Adesso vi lascio a Carla che ha accettato di farmi da guest star ad ogni capitolo. aww che tenera *-* Niente fanciulle, grazie mille dell'attenzione. spero con tutto il cuore di non aver deluso chi lo aspettava con trepidazione e spero di ricavarmi qualche bella lettrice affezionata. Alla prossima!




  Charlie's corner.

saaaaalve babiees. rompo le palle pure qua! Però stavolta sono solo un ospite, motivo per cui tutto il capitolo sovrastante è semplicemente aoidfwpoifdw. Io ve l'avevo detto che Manuela è bravissima a scrivere, no? :') Come oooon, ammettetelo che avevo ragione e.e Personalmente questo capitolo mi piace un sacco e quando Manu me l'ha fatto leggere ero tipo oifjwoe con gli occhi a cuoricino, poi non so perché - anzi sì lo so: fa ridere ed è scritto benissimo - sono innamorata della parte iniziale :')
Quindi come ben saprete i protagonisti di questa bella ff sono Charlotte e Heat. Personalmente trovo che siano una coppia stupenda, e per certi aspetti ricordano un po' i nostri Harry e Destiny, non trovate? .... Beh in effetti ancora non potete trovare una minchia AHAHAH ma io ho il privilegio di poter leggere i capitoli prima, jealous?! Io lo sarei perché vi garantisco che i capitoli a venire sono praticamente stupendi! u.u
Peeeer cui ESIGO che questo capitolo abbia tante belle recensioni, mi raccomando :') no reviews no party! e poi andiamo, manuela se ne merita un bel po' dopo questo capitolo aksajdwdj.
Bene, ora me ne vado e smetto di rompere le palle, yo!
Charlie.

  

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Capitolo 2
*** the hangover ***


Heat.
« Svegliati idiota » Un cuscino mi atterrò dritto sulla faccia e interuppe il mio sonno paradisiaco. Tra tutte le cose che odiavo e mi mettevano di mal umore, svegliarmi con il mio compagno di stanza che mi tirava un cuscino era in cima alla lista.
«  Cazzo Andrew! »  Mugugnai tirandomi su di scatto, ma il mio corpo non accettò quel movimento brusco e mi costrinse a coricarmi di nuovo. « Se non fossi letteralmente distrutto dalla notte precedente non staresti respirando adesso... » Sussurrai massaggiandomi le tempie con entrambe le mani.
« Così impari a tirare giu shots come se fossero acqua tonica. » Disse il mio amico sorridendo per poi sedersi sul suo letto accanto al mio, per godersi lo spettacolo del suo compagno di stanza in piena crisi post-sbornia.
« Zitto. Io non critico la tua incapacità di divertirti, tu non criticare la mia grande abilità, invece » Avrei riso, ma le costole mi facevano male e gli unici muscoli che avevo intenzone di muovere nelle prossime ore erano quelli facciali. « Che ore sono? » domandai alzandomi dal letto con estrema cautela.
«  Le nove meno un quarto. Non hai lezione? » Domandò sogghignando, conoscendo perfettamente la risposta alla sua domanda.
Scelsi deliberatamente di ignorare la sua bonaria Malignità  e mi passai stancamente una mano sul viso, corsi verso il bagno per rimettermi in sesto prima del suono della campanella.
« Oh è passata Christina qui ieri sera. » sentì Andrew urlare da dietro la sottile porta di legno che divideva il bagno dalla camera. « Dice che sei un bastardo e che non ti vuole più vedere. Era convinta di trovarti nella tua stanza a fare cose sconcie con, e cito testuali parole, Quella zoccoletta Bionda Ossigenata con cui stavi slinguazzando!  »

***

Controllai le tasche freneticamente e fu a quel punto che feci un'amara scoperta. Niente sigarette.
Non ero riuscito ad iniziare la giornata con il sacrosanto diritto di gustarmi un caffè e adesso neanche una sigaretta.  « Maledizione » imprecai a denti stretti e un secondo dopo i miei occhi si posarono su una figura alta e longinlinea, appoggiata sul muretto del cortile.
Charlotte se ne stava tranquilla a fumarsi una sigaretta, quando a quest'ora avrebbe già dovuto essere in aula. Propio come me, D'altronde. Ma a differenza sua, io non avevo l'obbligo di frenquetare quelle lezioni.
O meglio, lo avevo, ma le conseguenze di una mia assenza ingiustificata erano molto diverse dalle sue.
Era convinta che fossi al primo anno, La francesina.
Il barlume di curiosità nei suoi occhi, quando qualche sera fa al bar, le dissi che sapevo del suo arrivo mi aveva lasciato un gran senso di soddisfazione. Non aveva idea del fatto che io fossi al secondo anno, che fossi a capo di una confraternita e che seguissi i corsi del professor Harris come Assistente del professore, non come studente.
Mi avvicinai deciso con l'intento di farmi offrire una sigaretta.  Sicuramente mi avrebbe rotto le palle prima di darmi ciò che volevo ma ne valeva la pena, la mia testa stava per scoppiare e io avevo bisogno di rilassarmi.
« Buongiorno » Dissi a bassa voce per non spaventarla. Sentirla urlare per lo spavento o insultarmi mi avrebbe spaccato i timpani e la mia testa stava gia andando in tilt per il brusio delle chiacchiere nel cortile.
Al contrario lei girò la testa lentamente e mi guardò male.
«  Perchè non sei a Biochimica? » domandò senza neanche salutare.
« Io posso permettermi di non andarci. E tu perchè non sei a Biochimica? » chiesi a mia volta guardandola stancamente da dietro le lenti scure dei miei ray-ban.
« Non ne ho voglia. »  rispose lei con ovvietà scrollando le spalle.
Oh beh, andavamo bene. Non eravamo neanche alla seconda settimana di College e gia saltava le lezioni.  Ad ogni modo non erano affari miei, sembrava sveglia e probabilmente sapeva cosa stava facendo. Da una ragazza così bella, chiamatela sindrome dello stereotipo, ma ci si aspettano discorsi stupidi, risatine concintate e più di tutto, quando l'avevo salutata per la prima volta non mi aspettavo rispondesse con acidità e superbia alle mie domande. Sopratutto non mi aspettavo che mi tenesse testa in quel modo.
Questo mi aveva portato a tenerle testa a mia volta comportandomi da stronzo. Ma forse a pensarci lo avrei fatto comunque... E' nella mia natura fare lo stronzo.
Ma ero giunto alla conclusione che, a me conveniva e alla gente piaceva, quindi perchè smettere?
« Me la offri una sigaretta? » Domandai cambiando discorso.
La guardai alzare un soppracciglio e assumere un'aria penseriosa. « Solo se mi spieghi cosa sono tutte queste allusioni alla "io sono più importante di te" » disse mimando le virgolette con la sigaretta tra l'indice e il medio. Non potei fare a meno di sorridere. Aveva pensato a quella storia per tutto quel tempo?
Quando l'avevo vista entrare con quei Jeans che le fasciavano le gambe perfette e quella maglia Oversize a strisce che le lasciava semiscoperta una spalla, pensai che una botta e via ci sarebbe stata.
Certo, prima che aprisse la bocca. Era terribilmente sexy e l'idea di provarci non mi aveva ancora abbandonato del tutto, però avrei dovuto avere pazienza.
« Che vuoi sapere? » domandai sospirando. Avrei confessato anche di aver ucciso un uomo che non avevo mai visto per una sigaretta.
« Perchè ti puoi permettere di non frequentare le lezioni, e che significava quella frase che mi hai detto al bar. »
«  Wow, pesi propio le parole tu eh?»
« Sono una tipa attenta. » liquidò, ansiosa di risposte.
«  Sono al secondo anno. Il corso di Biochimica è quello in cui vado meglio e siccome ho gia superato tutti gli esami, il professore mi ha proposto di fargli da assistente, in questo modo recupero qualche credito che fa sempre comodo.» Spiegai sinteticamente con la mano gia tesa verso la mia ricompensa.
« Quindi cosa sei una specie di spia? Ti mimetizzi tra noi studenti per poi raccontare tutto ad Harris? » Domandò sull'orlo della risata, come se non aspettasse altro che deridermi.
« No. » dissi facendo appello a  tutta la mia pazienza  « Io sono li per aiutarvi e per organizzare i progetti scolastici riguardanti il corso. E mi siedo come uno qualunque di voi perchè sinceramente l'idea di stare dietro a una cattedra mi deprime. Infine, so chi sei perchè i tuoi genitori possiedono una catena di Alberghi in tutto il mondo, sei probabilmente una delle persone più ricche che abbia mai varcato le porte della UCLA e io invece sono il capo di una confraternita, i pettegolezzi girano in fretta. Contenta? Mi dai una sigaretta? » chiesi di nuovo avvicinandomi di qualche passo.
Mi ascoltò per tutta la durata del mio breve monologo, poi tirò fuori dalla borsetta un pachetto di sigarette e finalmente me ne porse una. La misi in bocca e di seguito ricordai di non avere neppure l'accendino.
« Hai da accendere? » domandai. Mi porse anche l'accendino con lo stesso sguardo confuso e poi si decise a dire qualcosa.
«  Non sembri un tipo che va particolarmente bene a scuola. Anzi sembri un tipo che non ha voglia di fare un cazzo. » disse senza peli sulla lingua. Chissà perchè scegliere propio quell'argomento dopo tutto ciò che gli avevo detto. Ebbi l'impressione che i suoi genitori e la loro attività fossero un tasto dolente.
Una risata colse di sorpresa le mie costole per la sua frase ed essa si trasformò in un sonoro lamento. Portai una mano alla pancia con un'espressione dolorante.
« Non sono un topo di biblioteca ma ci tengo al mio futuro. » Risposi.
« Sei moribondo? » Domandò lei distaccando il tono, dopo essersi goduta la scena di me che mi uccidevo con la mia stessa risata.
« No mi spiace per te. Ho solo bevuto troppo ieri. » dissi inebriando i polmoni del primo tiro. Finalmente.
La osservai riflettere pensando stesse escogitando una risposta abbastanza acida da darmi e invece tornò all'argomento precedente.
« Non capisco come tu abbia fatto a capire che la ragazza di cui ti avevano parlato ero io. Non ti ho detto subito il mio nome. » Constatò.
« Ma mi avevano detto che era alta, bionda e non troppo socievole. Inoltre che era appetibile. » le sorrisi sornione e poi mi appoggiai al muro. Cazzo ero davero messo male. Di solito non stavo così, dovevo aver esagerato. Fortuntamente sarebbe durata ancora poco. Ero pur sempre un ventiduenne.
« Oh quindi c'è la combricola delle vecchie pettegole anche qui. E tu ne fai parte. Non ne hai l'aspetto, ma buono a sapersi. » disse aspirando dalla sigaretta per poi buttar fuori lentamente il fumo.
Scossi la testa sorridendo e aspirai con avidità la sigaretta, concedendomi qualche secondo si silenzio.
« Sul serio, dovresti essere a lezione. »
« Sul serio dovresti farti i cazzi tuoi. » ribattè lei sorprendentemente senza quel tono da cane rabbioso  « Ethan giusto? Mi preparo per la prossima lezione. Ti consiglio di bere una tanica di caffè, oh e il tuo dopobarba è decisamente troppo forte, ci credo che hai un mal di testa terribile » Sorrise ironica e si avvicinò a me per poi lasciarmi una di quelle pacche che solitamente si lasciano sulla spalla, ma sul petto. Mi piegai dal dolore maledicendola. « Sei Scorretta! » dissi per non perdermi in altre manifestazioni più colorite mentre mi massaggiavo le costole. Che stronza. Stavo gia bramando vendetta,  come si permetteva? a me poi!
« La prossima volta non penserai di conoscermi perchè ti sono arrivate all'orecchio voci di corridoio. Non sai niente di me. » Rispose seccamente prima di allontanarsi in silenzio.

***

Tre ore dopo, di cui due di lezione e una a cercare di riprendere coscienza con un bel caffè, mi diressi in libreria.
Gia sapevo che per quella giornata non avrei concluso niente, la mia soglia d'attenzione sebbene mi fossi ripreso, era pari a quella di un ghiro in pieno letargo.  Mi sarei procurato un paio di libri di cui avevo bisogno per una ricerca e poi sarei tornato in camera a rilassarmi fino a quella sera.
Sfortuna o fortuna volle che mentre frugavo nello scaffale di anatomia vidi Charlotte comodamente stravaccata sulla sedia, mentre leggeva svogliatamente un volume ponderoso.
La guardai qualche istante e poi non esitai a farmi avanti per disturbarla un po'. Era così divertente, perchè sprecare un'occasione?
« Ti Vedo. »  Pronunciò la sua voce armoniosa ma fin troppo irritante alle mie orecchie, quando feci qualche passo nella sua direzione.
La mia faccia in quel momento doveva apparire parecchio turbata, come diavolo aveva fatto ad accorgersi di me?  « Come.. »  iniziai per dare voce ai miei dubbi ma lei mi zittì prima.
« Che vuoi?»  domandò facendo girare le rotelle della sua sedia girevole.
Per un momento mi scoprì ipnotizzato dalle sue iridi azzurre, ma poi velocemente scossi la testa e presi posto vicino a lei.
Non mi importava se era di una bellezza quasi sconvolgente, era troppo acida per i miei gusti. Ma vederla accendere come una miccia sotto le mie provocazioni mi suscitava una sensazione piacevole allo stomaco, che si alimentava mano a mano che lei sfuriava.
Per quanto la conoscessi poco e per quanto poco avessi avuto a che fare con lei, mi sembrava di aver gia capito come poter farla incazzare di brutto.
« Beh? »  mi spronò lei smettendo di prestarmi attenzione. Sfogliò il libro con uno sbuffo e io avvicinai la mia sedia alla sua.
« Che fai stasera? » quella domanda mi uscì dalla bocca istintivamente, troppo per i miei gusti. Neanche sapevo dove volevo andare a parare ma mi mostravo estremamente sicuro.
Sollevò lo sguardo dal libro senza però guardarmi. « Niente che possa interessarti. »
« C'è una festa stasera »  ignorai bellamente la sua risposta « Non so esattamente chi la organizza ma ci va mezza università. Ci vuoi venire?»  domandai assottigliando lo sguardo, quasi certo della sua risposta.
« Ma certo! Oh scusa, mi sono appena ricordata che sarebbe molto più interessante fissare le lancette del mio orologio mentre scorrono.»
Come volevasi dimostrare. Risi squotendo la testa e lei subito mi guardo in cagnesco, con un grande interrogativo sul viso.
« Rido perchè sei prevedibile. Troppo. »  Anticipai la sua domanda. ( Che era appunto prevedibile)
« Prevedibile?  Non sei bravo a trovare attenuanti per placare il tuo orgoglio maschile. Ti ho semplicemente rifiutato. Ri-fiu-ta-to »  Disse altezzosa facendomi quasi lo spelling dell'ultima parola. Risi di nuovo, stavolta incontrollatamente. Era prevedibile e glie lo avrei dimostrato.
« Come ti pare.  »  Le rubai una biro dal piccolo astuccio che teneva sul tavolo e andai alla prima pagina del grande volume « Questo è l'indirizzo della festa. » Dissi quando ebbi finito di scrivere. « Se dovessi cambiare idea...  » lasciai cadere la frase mentre mi alzavo dalla sedia.
«  Ci vediamo Charlotte. » Le sorrisi sornione e uscì dalla biblioteca prima che lei potesse dire qualunque cosa.
Sapevo perfettamente cosa aspettarmi da questa sera.  Ci vediamo dopo, Biondina.



u n b r o k e n's corner
Buonasera fanciulle c: E' passato un bel po' di tempo dall'ultimo capitolo, ma cel'ho fatta! In realtà il capitolo ce lo avevo pronto quindi aspettavo solo di vedere se mi lasciavate recensioni, delle quali sono contentissima e ringrazio di cuore tutte voi <3
Intanto mi sono dimenticata di dirvi ( anche se chi viene da lucky probabilmente lo sa gia!) Che i volti che ho dato io ai miei personaggi sono quello di Joe Jonas per Heat e quello di Blake Lively per Charlotte.  A me personalmente non piace che mi impongano una faccia quando leggo delle fanfiction, quindi immaginateveli come volete u.u Anche perchè è una fic originale, non è nella categoria Jonas Brothers o Blake Lively (categoria che tra l'altro non esiste haha) va beh, volevo dirvelo u.u
Questo capitolo è narrato internamente da Heat. Credo che, dipenderà dalla convenienza, ma narrerò sempre un capitolo sotto il punto di vista di Char e uno sotto il punto di vista di Heat, alternandoli :)
Siamo arrivati a svelare il mistero di Heat che racconta a Charlotte i suoi perchè, nel prossimo capitolo cominceremo ad esplorarci nella storia travagliata di Charlotte :) Oh e ci sarà questa festa nella quale vedremo cosa succederà u.u
Tra l'altro è gia scritto quindi conto di postare tra poco!
Vi prego di lasciarmi una recensione, Carla mi sta facendo un sacco di pubblicità e la amo per questo çwç è che sono una che ha bisogno di continui stimoli per andare avanti quindi siaaate buoni :)
Ah infine siccome qualcuno mi ha chiesto di avvisarvi su twitter per gli aggiornamenti, io su twatter sono @delicioussmanu quindi basta che me lo diciate li che mi salvo i vostri nicknames e vi avverto più che volentieri quando aggiorno!
Grazie alle mie lettrici, poche ma buone u.u Siete bellissime! <3
Adesso mi metto a rispondere a tutte le vostre recensioni, seppur in estremo ritardo! Grazie ancora-   Manu xx



charlie's corner.
Shalloooooow gente! Come va? c: sì, è bello rompere le palle anche dove non c'entro proprio una mazza <3 però io vi amo, e anche se questo angolino non è divertente come quello delle minchiate di zia manu voi mi volete bene lo stesso, vero? VERO? awh, avverto il vostro amore <3
Okay cazzate a parte, questo capitolo, come tra l'altro tutti quelli che scrive manu, è akzjksjsjsb. Cominciamo a scoprire qualcosa in più riguardo a Charlotte e anche su Heat. Ma non sono adorabili insieme questi tizi? Io dico di sì akzjznksn
E Heat, che la invita alla festa? O: sappiamo tutti che intenzioni abbia e.e ma lei ci andrà? Oppure li manderà a fanculo e rimarrà nella sua stanza a crogiolarsi? O uscirà con qualcun altro? O andrà a mungere mucche? (?)
Tutto questo, nella prossima puntata.
E non ce l'abbiate con me, so che siete geloseeee perché io so già cosa succede nel prossimo capitolo e non ve lo dico v.v ma sapete cosa? Se volete sapere come va avanti lasciate tante belle recensioni alla mia manu e lei vi grazierà con il terzo capitolo. COME ON PEOPLE!
Vi loVVo.
Charlie.

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Capitolo 3
*** there is nothing i do better than revenge ***


Living young and wild and free.
3° Capitolo


charlotte

Non riuscivo a smettere di pensare allo stupido aggettivo che Heat mi aveva affibbiato quella mattina. prevedibile.
Io non ero prevedibile. Certo ci si poteva aspettare un declino al suo invito, ma solo e unicamente perchè non mi stava troppo simpatico quello spaccone. Non era certo una novità.
Sapevo perfettamente che, avendomi scritto quell'indirizzo, ciò che si aspettava da me era che andassi a quella festa.  Ed ecco cosa avrei fatto: ci sarei andata.
Mi sarei messa qualcosa di particolarmente carino e avrei fatto il mio ingresso.
Guardai il grande volume di storia della medicina che se ne stava stancamente sdraiato sul mio letto.  Sapevo cosa dovevo fare.
Aprire il libro, guardare quell'indirizzo e andare effettivamente a quella festa.
E così feci, anche se la seconda parte si rivelò parecchio più difficile della prima. Ci ero cresciuta in California, la conoscevo meglio delle mie tasche ma l'indirizzio scritto sulla prima pagina del libro (che avevo strappato senza troppe cerimonie) mi risultava completamente estraneo.
Per un attimo pensai che poteva essere un indirizzo falso, che Heat mi avrebbe aspettato li solo per darmi l'ennesima prova di quanto io fossi prevedibile ma poi mi diedi dell'idiota e mi decisi a chiamare un taxi che mi portò effettivamente davanti ad una villa enorme e rumorosa; segno che si stava veramente svolgendo una festa.
Pagai il taxi e quando scesi nel mio vestito piuttosto attillato e corto, constatai che era completamente inutile suonare al campanello. Nessuno mi avrebbe sentita con tutta quella musica e quelle urla, e ad ogni modo il fulcro della festa sembrava essere il giardino sul retro, nel quale potevo benissimo entrare senza suonare alcun campanello.
Superai un paio di macchine pestando con i tacchi alti e spigolosi l'erba curata del prato del propietario di quella villa che mi era completamente ignoto.
Un fiume di gente riempiva quel giardino curato, che avrebbe dato tutt'altra impressione non appena la festa sarebbe terminata.
Riuscì comunque a farmi spazio tra la folla e riconobbi qualche volto. Mi diressi dritta dritta al tavolo degli alcolici e riempì un bicchiere di plastica della prima sostanza liquida che distinsi sul tavolo, buttando giu con enfasi il contenuto.
Sapevo che dovunque fosse Heat, non si era scordato di avermi in qualche modo invitata. Quindi ciò che mi rimaneva fare era restare lì, in uno spazio possibilmente visibile così da farmi trovare e poi ammirare il suo sorriso soddisfatto quando avrebbe scoperto che ero lì.
Questo si aspettava, e questo gli avrei dato. Con un aggravante: lo avrei fregato io.  Ancora non sapevo come ma nell'improvvisare ero piuttosto talentuosa.
Detto fatto. Sentii una mano sfiorarmi la spalla e mi girai lentamente, sapendo benissimo chi sarebbe stato il mio interlocutore.
Il sorriso gia nato sul mio volto si allargò quando mi trovai davanti Ethan, che conservava l'esatta espressione che presentavo Anch'io.
«  Sei venuta. »  Fece con tono soddisfatto.
« Gia, mi annoiavo.  »  Misi il grosso bicchiere di splastica davanti alle labbra per coprire il mio sorriso.
« Lo immaginavo.  »  Il suo sguardo passò a scrutarmi attentamente, indugiando con gli occhi in alcuni punti in cui l'abito era piuttosto generoso per la vista. Mi venne da ridere ma mi trattenni; Mi accorgevo di come mi guardava e di sicuro era un modo poco fraintendibile.  In quel momento decisi che sarebbe stato propio il modo in cui mi guardava il mio fattore vincente.
« A casa di chi siamo? » Domandai.
«  Non lo so con precisione, uno studente di giurisprudenza credo. Come mai hai deciso di venire?»
« Tel'ho detto, mi annoiavo. E poi volevo dimostrarti di non essere prevedibile. » Pronunciai l'ultima parola a denti stretti.
« In realtà avevo il presentimento che saresti venuta quindi quindi- » Non lasciai che  terminasse la frase, nel frattempo lo avevo preso per un braccio e trascinato dentro casa, che era completamente vuota. Lo feci accostare alla porta che avevo appena chiuso e mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra.
Quando alzai lo sguardo distinsi i suoi occhi nocciola sbarrati dalla sorpresa, ma quando aderì al suo corpo impiegò ben poco tempo a prendere coscenza della situazione e a venirmi incontro a metà strada per unire le nostre labbra che cominciarono un vorticoso gioco di lingue.  Mi soffermai sul suo labbro inferiore per poi schiudere di nuovo la bocca e accogliere la sua lingua.
 Quando mi accorsi che forse mi stavo lasciando prendere un po' troppo dal bacio, mi staccai con le mani ancora saldamente attaccate al suo petto.
« Questo non... me lo aspettavo.  » Fece sinceramente sorpreso quando i nostri volti cominciarono a distanziarsi.
« Mi trovi ancora prevedibile? »
« No. »  Ma adesso io trovo prevedibile te, Pensai. « Ti va se ce ne andiamo da qui?  » chiese lui con intenzioni abbastanza chiare.
Colsi subito l'occasione che stavo aspettando e gli sorrisi. « Si, è meglio. Aspettami fuori sul davanti della casa, ti raggiungo. Vado a cercare il bagno. » Dissi cercando di apparire il più disinvolta e credibile possibile.

***
« Vuoi dire che lo hai lasciato lì in quel modo?  » Mi domandò Amy con un sachetto di patatine sulle ginocchia, ed una di esse in mano, rimasta a mezz'aria dopo la fine del mio racconto.
« Esatto.  » Ammisi tutta fiera sorridendo.  La mia amica scoppiò in una fragrosa risata che mi contagiò immediatamente.
« Gli hai fatto credere che stanotte avrebbe trombato e sei scappata. Brava, ottima mossa,. » Riprese a mangiare, pur non avendo ancora finito di ridersela.
« Grazie Amy. Mi sono piaciuta anch'io. Devo fare più spesso queste bastardate e sai cosa? ho trovato qualcuno che se le merita quindi non sarà l'ultima volta.  »  strizzai l'occhio alla mia amica che sorrise ingurgitando altre due patatine.
Avevo conosciuto Amy due anni fa, quando lei si era trasferita a Los Angeles e aveva iniziato a frequentare il mio stesso Liceo.  Aveva un viso estremamente grazioso; I grandi occhi verdi focalizzavano tutta l'attenzione quando la si guardava in volto. Le lentiggini appena accennate le davano un'aria sbarazzina e allegra e la sua massa di capelli rossi che preferiva tenere al naturale, ovvero ricci, le incorniciavano lo sguardo attento e vispo.  Fisicamente eravamo l'una il contrario dell'altra.
Invece caratterialmente ci eravamo trovate fin da subito. Lei era sempre stata una forza della natura, quasi quanto me e insieme eravamo una vera e propia bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Naturalmente i miei non erano contenti della mia migliore amica: Non era ricca, non aveva un futuro programmato in un college prestigioso e infine non aveva genitori che le mettevano le catene ai piedi.
I suoi erano le persone con la mentalità più aperta che avessi mai conosciuto, per questo amavo passare del tempo a casa di Emily. All'inizio, visto l'ambiente in cui ero nata mi aveva sorpresa ma poi cominciai ad apprezzarlo sul serio.
« Com'è questo tipo? »  Chiese ad un tratto lei. Scossi le spalle, come a dirle che non era neanche degno di nota ma lei insistette con lo sguardo.
« E' uno che si da troppe arie. »  feci inviperita. - « E poi? »  Mi incitò lei.
« E poi che? è lui quello che si mette a farmi delle radiografie, se io l'ho guardato con attenzione una volta e più che sufficente.»
«Perchè non me ne vuoi parlare? E' carino? »  si incuriosì tutto d'un tratto, gettò il pacco di patatine a terra e inclinò il busto verso il mio letto dalla poltrona su cui stava.
« L'odio mi acceca quindi non saprei risponderti.  »  Le sorrisi divertita e lei aggrottò le sopracciglia.
«  Beh lo vedrò. Prima o poi. »
« Non ti perdi propio nulla credimi.  »
« Ricevuto, parliamo di altro. Del tipo, che si fa sabato sera? » si stravaccò tranquilla sulla poltrona e mi guardò.
« Non ne ho idea. Che c'è di speciale sabato? »
« Sarebbe il compleanno di Daniel sabato. Da una festa. »
All'udire quel nome strinsi istinitivamente i pugni e per poco non disintegrai il copriletto che stringevo tra mani. « Non vedo perchè ci dovremmo andare. E poi non si era trasferito altrove per il college? »  domandai a denti stretti.
«Woho, calma tigre! Non volevo farti incazzare ho solo pensato di ricordartelo. Comunque è tornato, vuole iniziare il secondo anno qui. Credo dovremmo andarci.»
«A quale scopo? Non ci parliamo da quando è finito il liceo. »
«Appunto! Voi due non avete mai sistemato le cose, non credi sia ora? »
« Amy spiegami cosa c'è da sistemare. »  Assunsi un'epressione seria incrociando le braccia al petto.
« Minchia Char! Lo sai meglio di me. Non vi siete mai veramente lasciati voi due.  »  
«Credo propio di sì, invece. Le sue delucidazioni sul perchè era stato con me tutto quel tempo sono state molto chiare. »
Amy sospirò e avvicinò con grande fatica la poltrona al mio letto per guardarmi negli occhi. « Charlotte non sto scherzando. Tu lo amavi, mica cazzi eh! Non dirmi che hai improvvisamente smesso dopo aver saputo... beh quello che hai saputo. Non è una ragione valida. »
La guardai in cagnesco e lei si ritirò di nuovo sulla sua poltrona. «D'accordo, pensaci. Vado a casa ora o mi addormento di nuovo sul tuo letto e i tuoi chiameranno la polizia. Notte. »  Mi sorrise e la persi di vista quando cominciò a scendere le scale che portavano alla porta di ingresso.
Mi abbandonai sul materasso, sospirando. Merda, perchè Amy aveva avuto la brillante idea di tirare fuori un ricordo così spiacevole dal pensatoio?  Stavo benissimo senza preoccuparmi di Daniel, del mio passato, Di cosa avevo provato per lui e... dei miei genitori. Perchè loro erano la causa di tutto anche in questo frangente.
Avrei preferito di gran lunga passare dell'altro tempo a parlare del mio famigerato nemico Heat piuttosto di dover fare i conti con il pensiero di Daniel. Non ci parlavamo da mesi e ci eravamo lasciati ancora prima della fine del Liceo ma lui solo a giugno, quando i cancelli delle scuole chiusero, si decise finalmente a lasciarmi in pace.
Mi voltai pigramente verso la finestra, i raggi torbidi della luna rischiaravano naturalmente la mia stanza ma l'armonia che questa luce tenue poteva regalarmi era bruscamente spezzata dal mio lampadario al neon di alto desing che pendeva trionfante dal soffitto.
Decisi che mi sarei fatta una bella passeggiata fuori prima di andare a dormire, per godere un po' della bella serata e per fumarmi una sigaretta. I miei genitori a quell'ora dormivano sicuramente profondamente, mentre il sonno da me non accennava ad arrivare.
Mi infilai una giacchetta leggera e uscì. Una leggera brezza di inizio settembre invase l'aria e mi strinsi la giacchetta al corpo, accendendomi una sigaretta.
A volte mi fermavo a pensare a quanto erano cambiate le cose negli ultimi anni. A cosa sarebbe successo se gli eventi non mi avessero portato a diventare quello che ero ora.
Daniel aveva influito molto, troppo sulle mie scelte di vita. Forse era propio per questo che avevo deciso di tenerlo il più lontano possibile da me, perchè anche se non stavamo più insieme lui continuava a costituire per me una delle poche persone a cui mi ero potuta appoggiare senza avere il minimo timore di cadere.
Ovviamente, ancora una volta mi sbagliavo.  Lui aveva sempre avuto su di me un ascendente fin troppo forte e io mi ero lasciata abbindolare come una cretina. Perchè a quei tempi ero mansueta, calma, persino gradevole. A quei tempi amavo Daniel tanto intensamente che mi sembrava di non poter mai replicare tale sentimento.
Ma i tempi erano cambiati e io fortunatamente ero cambiata. Non mi dicevo soddisfatta di cosa ero diventata, ma per lo meno mi sentivo meno ingenua e stupida di prima. Non conscevo vie di mezzo, ecco cosa avevo imparato nell'ultimo anno e mezzo. O ero troppo accomodante oppure troppo irritante ed irritata.
E come avrei potuto non cambiare dopo tutti i segnali esterni che mi obbligavano ad essere più dura? Per sopravvivere a questo mondo bisogna avere la pelle di un coccodrillo. Io non ci ero nata purtroppo e così avevo semplicemente deciso di fabbricarmela.
Scoprì che ero troppo stanca di considerarmi per l'ennesima volta il caprioespiatorio di ogni situazione.
Davvero dovevo incolpare me stessa se il mondo decideva di darmi continuamente contro? Smisi semplicemente di pensare che ero io quella sbagliata e la mia mentalità cambiò radicalmente.
Tirai dalla mia sigaretta e inspirai nei polmoni il fumo.  Alzai lo sguardo e distinsi una figura scura e alta dalle spalle larghe.
Le lampadine dei lampioni emanavano una fioca luce bianca, ma quella bastò per distinguere il volto di colui che mi stava davanti.
« Cazzo. » imprecai a denti stretti quasi pietrificata.
«  Ciao Char. »




buonasera a tutti <3 il capitolo non è in ritardo, e in supermegastrabnormextra ritardissimo.  Dovete perdonarmi sono stati periodi privi di ispirazione e di tempo, ma adesso che finisce la scuola dovrei ('-') riprendermi. Il terzo era già pronto, volevo aspettare di finire in quarto ma vi confesso di non averlo fatto D:  Probabilmente non vi ricordate neanche più cosa è successo nei capitoli precedenti (neanche io LMFAO ((no scherzo)) ) quindi se avete lo sbatta di riandarvi a leggere quelli prima fate u-u altrimenti accontentatevi ahaha spero di avervi lasciato con un alone di mistero nell'ultima parte e spero di avervi fatte sorridere con la prima <3  Mi raccomando recensitemi anche se non me lo meriterei, perfavore ç-ç
Ho ancora in testa un bel po' di cosine da far accadere e cercherò di trovare il tempo di metterle giù per bene al più presto! Grazie a tutte le mie nopotine che mi ricensiscono, siete belle! Zia Manu Loves you xx

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