World so cold.

di ShimizuBookman_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scomode presentazioni. ***
Capitolo 2: *** Mission 1.. complete. ***
Capitolo 3: *** Sorry,Altaìr. ***



Capitolo 1
*** Scomode presentazioni. ***


"Perchè il nostro istinto si basa sulla violenza? Ho studiato le interazioni tra specie diverse. Il desiderio innato di sopravvivere sembra esiga la morte del prossimo. Perchè non possono tenersi mano nella mano? Sono in molto a credere che il mondo sia stato creato da un potere divino,eppure io vedo solo i disegni di un folle, teso nella celebrazione della morte,distruzione e disperazione."

Così aveva letto Xavier prima di riporre il diario di Altaìr sulla sua scrivania,dove lui la guardava con fare attento e curioso,mentre prendeva un secondo rotolo di pergamena e scivolava con gli occhi lungo la lista dei nomi delle persone che avrebbe dovuto uccidere.. in teoria.
Finalmente,vedendola in difficoltà con la fronte corrugata tossì appena per richiamare la sua attenzione che venne subito attirata,portando le iridi castane contro quelle del suo maestro,esaminando il velo di barba che ricopriva il suo mento.
- Ti vedo in difficoltà Xavier,qualcosa ti turba?
- Beh maestro.. 
- Ricordi Xavier,per cosa combattono gli assassini?
- per la pace.. 
Rispose,mentre ancora cercava di orientarsi in quelle parole che erano stati gli insegnamenti durante tutti quegl'anni.
- In ogni cosa?
- Questo è uno dei principi dell'ordine.. ho qui alcuni nomi,sono nove. Nove uomini che devono cadere sotto il peso della tua lama,nove uomini che usurpano il trono lasciatogli da Riccardo e che cercano la vendetta fra i civili. 
Detto questo Xavier si inchinò,profondamente turbata da quella nuova missione che gli era stata affidata,dopo notò qualcosa scorrere negli occhi del suo maestro,che scorse gli occhi lungo la sua lama sul polso,ben stretta e nascosta.
- Collaborerai con un altro assassino da Firenze.. esso è stimato per la sua fama e per la sua capacità in combattimento. Sarai la sua apprendista,come sei la mia. Ti aiuterà a uccidere quelle nove persone,e così facendo seminerà i semi della pace per entrambi.
- Ezio da Firenze cosa c'entra con tutto ciò?
 Sospirò,scontento di dover sempre puntualizzare tutto. Xavier era una ragazza agile e pronta di riflessi,ma poco sveglia quando si trattava di collegare i fatti.
- Piccola,io ormai sono diventato troppo vecchio per poterti seguire nelle tue missioni. I tempi in cui correvamo insieme sui tetti sono quasi giunti al termine. Fidati di ciò che ti dice il tuo maestro,e recati a Firenze.
- Ma se non hai nemmeno 40 anni!
Protestò Xavier corrugando la fronte e mettendo una finta espressione da bambina,quella che di solito usava per addolcire il tono di Altaìr,del suo maestro.
In tutta risposta lui le sorrise,passandole una mano sulla sua guancia e accarezzandola dolcemente.
- Fidati di me,come hai sempre fatto. 
E le porse una piuma d'aquila,con il quale avrebbe dovuto intingere il sangue della vittima.
- Se questo è tuo volere,Altaìr..
- Lo è.
Con questo la congedò con un breve bacio sulla fronte,mentre usciva dal cortile della cittadella e voltava lo sguardo alla torre di Masyaf dove Altaìr si era affacciato e la salutava,accanto alla bandiera degli assassini che svolazzava nel caldo vento estivo.
Si avviò nelle stalle e trovò il suo fidato Sèbastien che l'aspettava,nitrendo felice quando vede sbucare il volto della ragazza sotto il soffice cappuccio di cotone.
Aprì e notò ..che era già sellato.. aveva già pensato a tutto,evidentemente. 
Ci montò sopra e uscì dalla città,galoppando accanto al fiume d'acqua fresca che la riforniva con alle spalle tutti gli insegnamenti che le erano stati affidati e il diario del suo mentore ben stretto nella sacca di pelle marrone,legata alle redini.
Normalmente Xavier usava fermarsi accanto alle fonti d'acqua,e dove c'era uno spiazzo d'erba che il proprio destriero potesse brucare in santa pace rimanendo libero e sotto la sua protezione e vigilanza.
Si appoggiò ad un pezzo di pietra rimastò lì da chissà quanto e chiuse gli occhi,cercando di ricordare quello che aveva letto nel diario del maestro degli assassini.
" Frena la tua lama.. accogli la vendetta e distruggila,poichè essa è strumento di distruzione stessa."
Storse le labbra,venendo colpita da un raggio di luna e notando Sèbastien ancora ben vicino decise di proseguire il suo viaggio,con la notte sarebbe passata più inosservata lungo i confini di Firenze,che distava ormai poche miglia dalla sua cittadella natale,Masyaf.
Un regno di terre brulle accanto a Gerusalemme e Dumar,cittadelle ormai prese dall'assedio dei Templari,che facevano continuare il regno sotto una guida tirannica e terribile,uccidendo innocenti e chiunque si fosse opposto al loro credo.
Galoppò a lungo finchè non vide da lontano la città,legando il cavallo entro le mura accanto alla chiesa principale e scendendo,mischiandosi fra la folla che aveva cominciato a comparire,con i primi raggi del sole che filtravano fra le vetrate degli alti palazzi.
Non sapeva dove cercare Ezio,nè come trovarlo o come chiederle di aiutarla,anche se realizzava che fosse già stato messo al corrente...
Ovviamente non conosceva nessuno degli Auditore.
Non aveva mai visto Ezio di persona e non aveva mai avuto opportunità di scambiarci parole,ma veniva stimato e idolatrato dagli assassini,ritenuto il più grande dopo Altaìr,il grande maestro.
Xavier si inoltrò in un vicolo ceco e guardò un muro del palazzo,cominciando ad arrampicarsi dalle finestre e,arrivata in cima al tetto si aquattò su una sporgenza,dalla quale aveva una visione completa di tutta Firenze. 
Non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto dell'ombra che le passava alle spalle che venne sbalzata per vari metri sul tetto,riparandosi il braccio dalle tegole pungenti,mentre guardava in viso il suo aggressore.
Pareva avere non più di 25 anni,indossava una tunica bianca identica alla sua,ma al contrario della propria,senza mantelli o decorazioni,portava un mantello legato sulla spalla sinistra,rosso e non aveva la spada come aveva lei. Inoltre,avendo la sua stessa lama la teneva ben nascosta con il bordo della camicia al contrario della propria,che giaceva sotto il congegno di metallo.
La costrinse a girarsi a pancia in sù,facendo scattare il congegno della lama sul polso e puntandogliela alla gola.
- Si vede che sei una novellina.. non evitare in questo modo un attacco.
Aveva trovato il suo uomo.
Emise un ringhio e schivò la lama,ma lui le graffiò appena la guancia,portandosi a cavalcioni su di lei.
Era decisamente in vantaggio,anche perchè se si fosse agitata troppo sarebbe scivolata dal tetto,per cui rimase ferma e calma,immobile.
- Sarebbe un peccato che questo visino venisse scalfitto dalla mia lama..
Così disse,togliendole il cappuccio con un colpo di lama e scoprendo la chioma rossiccia di Xavier che,prima di allora era tenuta rigorosamente in coda.
Sbattè le palpebre stupito,probabilmente dai folti capelli rossi scuri della ragazza e dal viso straordinariamente pallido,invece di essere abbronzata con il proprio maestro,segno che indossava praticamente sempre il cappuccio.
Le porse la mano,togliendo la lama e aiutandola ad alzarsi,anche così lei era molto più bassa di lui e mingherlina rispetto al fisico muscoloso ma snello dell'uomo,con la tunica ingrigita dal tempo e una lama diversa dalla sua.
- Ezio Auditore?
- In persona.. con chi ho il piacere di parlare? Anche se credo già di sapere la risposta..
- Io sono Xavier Jalady,assassina di secondo grado presso il maestro degli assassini,Altaìr ibn-La' Ahad,piacere di fare la tua conoscenza. 
Sono venuta a compiere una spedizione per l'omicidio di 9 uomini.. ma credo che tu lo sappia già.
L'assassino annuì compiaciuto nel sentire la storia della ragazza davanti a lui,osservando la tunica e il vestiario che le proponeva,con un sorriso compiaciuto.
- Si,e sarò il tuo maestro finchè la missione non sarà completa. Altaìr ibn- La' Ahad confida molto sulla riuscita di quest'opera.
- Non fallirò,la mia lama non ha mai fallito fin'ora.
Aggrottò la fronte nuovamente stupito ma qualcos'altro si mescolò al suo sguardo,uno sguardo di sfida che le mandò solo parlandole con gli occhi,forse segno che le pareva troppo spavalda e sicura di sè.
Ma Xavier era fatta così,era stata addestrata così e così sarebbe rimasta.
La solita stupida,Spavalda e irrequieta Xavier.
- Il nostro primo bersaglio.. 
Riprese,distaccando l'attenzione da sè..
- E' Jean Guiston,un trafficante di vite umane che sequestra i cittadini e li massacra brutalmente. Ci sono stati diversi allarmi di persone scomparse nel quartiere più famoso di Firenze,ed è mio compito,come assassina,porre fine alla vita di questo miserabile che schiavizza il popolo.
Tossì anch'esso com'era solito fare Altaìr per attirare la sua attenzione quando andava troppo di fretta e le girò il mento,facendola arrossire di colpo.
Raro,strano che Xavier arrossisse.
Ma quel gesto non se lo aspettava,e sorrise timidamente,presa alla sprovvista e guardandolo da sotto il cappuccio,senza avere il bisogno di toglierlo.
- Si,Ezio?
- Ricorda che tu sei la mia apprendista qui,e anche se sei un'assassina qui il maestro sono io. 
Detto questo si lasciò cadere dalla grondaia e tornare nel vicolo dalla quale era partita lei per salire,così lo seguì,balzandogli accanto e piegandosi su un ginocchio per attutire la caduta.
- Bene genio.. ora dove pensi che dovremmo andare?
Si grattò il pizzetto e la barba che,anche per lui crescevano sul suo mento con una lieve sfumatura e un'aria pensierosa.
Xavier avrebbe dato tutta la sua anima nello scommettere che non lo sapeva nemmeno lui.

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Capitolo 2
*** Mission 1.. complete. ***


L'assassina correva veloce,rapida e silenziosa lungo le file dei tetti mentre Ezio la seguiva a distanza,mischiato fra la folla inferocita che proseguiva velocemente lungo le vie di Firenze,alzando di tanto in tanto lo sguardo per assicurarsi che lei non fosse scappata,o fosse inciampata.
Nonostante fosse agitata per la sua prima missione fuori dalla cittadella affidatogli dal suo maestro,Xavier procedette rigida e spedita lungo le tegole selciate e scese rapidamente,affiandosi accanto ad Ezio,balzando agilmente su un telo della baccarella del mercato e camminandogli accanto come se non lo conoscesse,mentre le loro mani guantate si sfioravano lievemente un piccolo strato di rossore si formò sulle guance della ragazza che procedette a passo più lesto,correndo fra la gente e saltando di quanto in quanto,aiutandosi con il lieve dislivello creato dallo troppo passare dei carretti su quella strada.

Naturalmente le fu subito accanto come aveva previsto Xavier e le prese la mano,con un sorriso d'incoraggiamento,notando l'agitazione percuotere il corpo dell'assassina.
Annuì confortata da quel gesto e balzò su una sporgenza accanto alla casa,facendo leva con la punta del piede e correndo per vari trampoli sopra le teste delle persone,arrivando nuovamente sul tetto dove si aquattò,vedendo un tumulto fra il popolo in atto.
Fra di essi,sentì due guardie in borghese boffonchiare sul loro lavoro,così tese le orecchie e i muscoli,eliminando i suoni circostanti e concentrandosi su di loro.
- Jean non la passerà liscia stavolta,ha creato troppo trambusto uccidendo il suo vice.
- Si.. 
Rispose l'altro guardandosi freneticamente attorno tanto da indurre Xavier a pensare che si fossero accorti di lei,ma non azzardò a guardare in alto,dove lei rimaneva appoggiata con i gomiti sulle ginocchia,osservando i suoi intermediari.
- E comunque.. riprese..
- E comunque,Nemmeno Guglielmo è entrato nelle sue grazie,la corte di giustizia ordinerà l'impiccagione di Guiston prima delle 3.. prima di allora,Jean si ritirerà nella sua residenza privata a firmare le sue ultime righe di testamento.
Concluse la seconda con un sorrisetto macabro.
Perfetto,tutto ciò che Xavier voleva sentire,e che era riuscita a sentire.
Balzò al lato del tetto e appigliandosi su una piccola piattaforma con la mano sinistra e scendendo con un balzo fino a terra,dopo posò il ginocchio per attutire l'impatto.
Guardò meravigliata l'altezza soprastante,constatando che doveva aver saltato più di qualche metro. Una buffonata,non lo avrebbe mai fatto in una simulazione con Altaìr.
Corse fino ad una stradina che saliva sulla collina dove trovò in cima Ezio,già pronto ad aspettarla con le mani incrociate dietro la nuca,in un atteggiamento impaziente e maturo.
- Ce ne hai messo di tempo,pivellina.
A quella parola,Xavier storse il naso. Non era la prima volta che veniva chiamata così,ed effettivamente Altaìr adorava prenderla ingiro con quel soprannome che non le si addiceva per niente,solo per farla innervosire.
- L'ultima persona che ha pronunciato quella frase è morta decapitata.
Detto questo gli fece un occhiolino scherzoso mentre quest'ultimo sgranava gli occhi.
- Comunque.. hai saputo dov'è Jean? non farmi attendere troppo..
le indicò un castelletto senza fortificazione,troppo facile..davvero troppo da espugnare e lei lo guardò con un sorrisetto compiaciuto.
- Pensi di farcela?
Storse le labbra in una smorfia sorpresa mentre gli alzò appena il cappuccio,giusto per sfiorargli le labbra in un buffetto,e notando una cicatrice a cui prima non aveva fatto caso,al lato di quest'ultime.
- Ezio,come..
Scosse la testa,baciandole gentilmente il dito e strusciando la guancia sulla sua mano.
- E' una storia lunga Xavier,te la racconterò a tempo debito.
Annuì,mentre gli schioccava un bacio sulla fronte e risaliva velocemente il castello,notando la porta aperta si mise contro la spalla su di essa,con una guardia proprio oltre di essa.
Doveva morire.
Una vita per risparmiarne cento,questo era il credo dell'assassino.
Sfilò il pugnale dalla fodera sulla schiena e gli si avvicinò velocemente di spalle,affondando l'arma sulla sua nuca e spingendolo fino a che la punta non fù visibile dall'altra parte,portando la mano sulla sua bocca mentre quest'ultimo rantola copiosamente,afflosciandosi mentre Xavier sfilava velocemente il pugnale e proseguiva lungo il corridoio di pietra bianca e liscia,udendo solo il rumore del suo respiro e del ticchettio del tacco degli stivali sul pavimento,giungendo ad una seconda porta di difesa. 
Anche questa volta,fece scattare il meccanismo della lama dal polso e si avvicinò come un felino,smettendo di respirare finchè non la estrasse di colpo.
Tic.
Slack.
La guardia si girò,ma quando puntò la lancia verso Xavier quest'ultima l'aveva già buttato a terra e aveva affondato la lama sul collo,sgozzandolo mentre la pozza di sangue sporcava il pavimento.
Restava poco tempo prima che le altre trovassero i corpi e dessero l'allarme.. Allora sarebbe stata in guai seri.
Quando finalmente arrivò alla sala del trono vide Jean,i capelli ingrigiti dal tempo,le iridi erbose e liquide rispecchiarsi in un uguale specchio mentre si sistemava la veste rossa ricamata a temi floreali,così decise di premiare la sua disattenzione del non avere una guardia del corpo con sè.
Quando fu ben nascosta dalla porta prese l'arco issato a tracolla sulla spalla e lo sfilò,preparando una freccia avvelenata e facendola saettare fino a lui,colpendolo in pieno petto.
Parve stupirsi e tentò di strapparsi di dosso la freccia,quando Xavier irruppe nella sala e sfilò entrambe le lame dal polso,camminando con decisione verso il suo nemico che ormai stava quando cedendo.
- Tu.. assassina.. ti stavo aspettando.
- Oh? quale sorpresa.. e allora perchè non hai messo più guardie di difesa? mi sono annoiata nel trovarti subito..
- Temevo che lo dicessi,ma non pensavo che la guardia principale fosse uccisa così facilmente. E' abile in combattimento.
- Nessun'arma batterà mai il peso di una forte ragione per la vittoria,nemmeno se quest'ultima fosse forgiata con il diamante.
Non batterà mai il peso di una credenza,di un'idea.
Storse lievemente le labbra e corrugò la fronte,finchè parve comprendere il significato di quelle parole e si inginocchiò,mentre la ragazza passò lievemente la lama sul suo collo,dandogli il colpo di grazia e ritraendole di scatto.
Intinse la piuma d'aquila nel sangue e si affrettò ad uscire.
Sentiva odore di guai,e sentiva anche il suono di alcune guardi che davano l'allarme.
Strisciò silenziosamente dallo stesso corridoio e uscì di corsa,prima dell'arrivo di altre guardie.
Una gli si parò di fronte,così Xavier tese l'arco e la colpì nel centro della fronte,correndo lungo il pendio oltre il castello.
Ce l'aveva fatta,la missione era stata compiuta.
L'unica cosa che ora la rendeva più felice di questa era il sorriso di Ezio che compariva sulle sue labbra,stringendola in un caloroso abbraccio.
- Le grida delle guardie mi hanno preoccupato... ma devo dire che la visione di tu che esci dal castello correndo mi ha fatto sbregare.
Piegò la testa da un lato e le scompigliò i capelli.
- Andiamo,pivellina?
Xavier incrociò le braccia sul petto,prendendogli la mano,in cerca del calore che prima era riuscito ad infonderle.
- Certo,buffone.

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Capitolo 3
*** Sorry,Altaìr. ***


Quando Altaìr la chiamò nuovamente a Masyaf, Xavier era una persona totalmente diversa da quella che era partita.
Un'assassina senza pietà che ora recava nel borsellino di cuoio le 9 piume intinte del sangue delle sue vittime.
Grazie ad Ezio,naturalmente,non ce l'avrebbe mai fatta senza di lui.. Rientrare nella sua città natale la faceva sentire bene,appagata a se stessa per non aver
deluso ancora una volta il maestro,così entrò nella sala del trono senza farsi preannunciare e spalancò le pesanti porti,correndo agilmente in punta di piedi verso di lui e chinandosi prima di arrivare alla sua scrivania.
- Xavier! Quanto tempo,ragazza mia.. aspettavo tue buone notizie e la buona riuscita della missione che ti ho affidato.
- E speri bene,maestro. Sono riuscita a portare a termine la missione e a consegnarti l'anima di quei nove disgraziati.
Detto questo posò la borsa in cuoio con le piume sulla sua scrivania,mentre lui le esaminava e le riponeva nel cassetto.
- Ora,prima di affidarti la prossima missione devo avvertirti di una cosa..
- E cioè,Altaìr?
- Il prossimo nome che ti darò ti suonerà molto famigliare. Quest'uomo si sta mettendo fra i nostri rapporti e io temo che tu.. ti sia invaghita di lui.
- Mae..
La zittì con un breve colpo della mano,proseguendo il discorso e porgendole il rotolo.
- Qualunque cosa succeda tu devi rispettare la missione come una mera assassina,senza farti coinvolgere dalle tue emozioni. Lo farai per.. me e te?
- E' così importante? Cos'ha fatto costui per mettersi fra il nostro rapporto sentimentale?
- Molte cose ha fatto,e molte cose rifarà se continuerete a lavorare insieme.
Ad un tratto Xavier rabbrividì,venendo colta da una sensazione orribile e devastante,e pregò che non fosse come pensava lei.
- Uccidere ... Ezio.. Auditore?
Annuì appena,porgendole una piuma.
- Lo farai,Xavier? Tra tutti gli assassini tu sei l'unica ragazza,e quella che non mi ha mai disobbedito. Hai sempre obbedito agli ordini e molti sono caduti sotto la tua lama.
- Anche molti innocenti cadranno,stai cercando dire questo?!
- Bada a come parli,Xavier. La mia pazienza non è molta.
- No,Altaìr! Tu mi stai mandando ad uccidere un assassino,uno.. uno come me! uno a cui devo tutta la mia gratitudine e il mio rispetto,lo rispetti pure tu!
- Lo rispetto,e lo rispetterò ancora di più da morto. Portami la piuma con il suo sangue,e fammi vedere qual'è il vero credo degli Assassini.
L'Assassina uscì da Masyaf con l'amaro in bocca,e mentre cavalcava guardava più volte la piuma destinata alla sua vittima.
Avrebbe tradito Altaìr o rotto la fiducia che Ezio poneva in lei?
Sospirò,entrando a Firenze e lasciando il cavallo legato accanto alla cupola del Brunelleschi,mentre guardava la città che infondo,aveva avuto una parte di lei fino a pochi istanti prima. Avrebbe potuto ancora chiamarla tale,dopo il gesto che era destinata a compiere?
Un senso di nausea colpì Xavier,mentre quest'ultima individuava velocemente Ezio dall'alto dei tetti,con il vestito che sembrava ancora più pulito ed elegante del solito,il cappuccio tirato fino a far scoprire solo labbra e barbetta leggera,mentre lei si aquattò su una sporgenza,guardandolo dall'alto.
- Mh,c'è molta gente in piazza oggi..
Lo sentì boffonchiare fra se e sè e alzarsi,facendo per scendere dal tetto.
Con un breve leccarsi di labbra,Xavier si tirò il cappuccio sul viso in modo da nasconderlo e lo colpì da dietro,facendolo balzare via per alcuni metri.
- Ma che..
Sorrise,avvicinandosi a lui correndo,con lunghi balzi felini e agili,cercando di fargli perdere l'equilibrio.
Perse l'equilibrio e cadde ancora a terra,poi si rialzò e corse lungo un vialetto,mettendosi in posizione difensiva.
- Che diavolo vuoi da me!
- Ucciderti.. Ezio Auditore!
- Chi ti ha mandato qui,chi te l'ha ordinato!
Dopo questo Xavier buttò all'indietro il cappuccio,rivelando la chioma rossiccia che tanto amava e gli occhi castani,liquidi d'impazienza e inconfondibili.
- Xavier?! non ho fatto niente contro la setta,perchè vuoi..
Ma lei gli fù di nuovo addosso,mentre i sensi di colpa s'impadronirono delle sue azioni e i colpi divennero ogni volta più lenti e tremanti.
- Non voglio farti del male!
- Allora difenditi come un vero assassino!
Lo fece cadere a terra,mettendosi a cavalcioni su di lui e puntandogli la lama al collo.
- Non morirò per mano tua.
Invertì le posizioni,mettendosi su di lei e bloccandole i polsi,mentre passava appena la lama sul collo di lei.
-Ezio,let me go!
Tipico di lei,parlare in inglese quando era innervosita.
- Stai ferma!
Premette il corpo sul suo,finchè Xavier riuscì a sentire il suo respiro a contatto delle sue labbra,e per la prima volta,le venne voglia di alzare la testa e di andare incontro alle sue labbra,di tirarlo a sè e baciarlo.
Una sensazione che era capitata solamente con Altaìr,fin ora.
- I don't wanna hurt you anymore.
Mormorò lei liberandosi dalla presa,e girandosi di spalle.
- Xavier,che succede? credevo mi volessi uccidere..
Lo guardò,mentre dai suoi occhi castani scuri uscì una lacrima che luccicò lungo la guancia,scivolando fino al collo e storpiando l'espressione dell'assassina,che stava per crollare.
- Piccola? 
La strinse a sè cingendole la mano con la sua,un gesto che amava,e che aveva temuto di non ricevere più. Per quanto l'amore fosse forte,i gesti pacati e freddi di Altaìr non potevano essere eguagliate da quelle di lui.
- Non guardarmi,gli assassini non devono mai mostrare le proprie emozioni!
cercò di girarsi,ma la presa di lui sul suo fianco era troppo forte,così la costrinse ad alzarsi in punta di piedi.
Le alzò il mento,e,con molta dolcezza,premette le labbra sulle sue,rimanendo con il viso nascosto dal cappuccio. 
Mentre lei si liberò appena,notò che qualcosa era cambiata nella sua espressione,e non smise di sorridere e guardare le sue labbra stringersi in un ulteriore espressione buffa,mentre rise,asciugandosi le lacrime.
Nella lettera per Altaìr rimandò indietro la piuma,ma senza sangue o senza pentimenti.
Scrisse solo..

"Perdonami Altaìr,ho fallito la missione. Ho lasciato che i sentimenti prendessero posto delle mie azioni,e sconvolgessero il mio credo,il nostro credo.
Ho tradito la setta per non uccidere uno come me,uno a cui devo molto e uno a cui devo ancora un favore. Non lascio le cose a metà,e ora devo ancora troppo a quest'uomo per poterlo uccidere con tanta franchezza.
Tornerò a Masyaf con l'intenzione,e il pentimento di ricevere ulteriori ordini da me,in attesa di una tua imminente e decisa punizione.
Mi prenderò tutte le conseguenze delle mie azioni."

Xavier Jalady.

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