I don't care. Because they're my boys.

di Aniel_
(/viewuser.php?uid=144549)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pannolini e marmocchi non fanno per me ***
Capitolo 2: *** Giocattoli e parchi: la fine della mia virile esistenza ***
Capitolo 3: *** Fine dei giochi ***



Capitolo 1
*** Pannolini e marmocchi non fanno per me ***



Fandom: Supernatural.
Pairing: nessuno.
Rating: verde.
Charapter: 1/3.
Genere: Introspettivo, Fluff, comico.
Warning: baby!Cas, baby!Dean, baby!Sam, dad!Bobby
Summary: in una dimensione in cui Balthazar si diverte a giocare con le armi del Paradiso...danni collaterali li chiama lui. Fatto sta che Bobby è alle prese con dei minuscoli Dean, Sam e Cas. Un salto nel passato per lui, quando ancora doveva prendersi cura di quei piccoli mocciosetti. Menomale che c'è Ellen, Dio la benedica!
Note: dato che ho ricevuto un discreto successo con quest'idea, ho deciso di scrivere il sequel di Babysitter per ventiquattro ore. Vi invito a leggerlo prima di iniziare questa lettura, poiché vi sono diversi riferimenti nonché l'imput dell'intera vicenda!
DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono. Non ci guadagno nulla!


1. Pannolini e marmocchi non fanno per me!



Bobby aveva sempre ritenuto quella poltrona estremamente scomoda, per questo motivo era sempre stato propenso a crollare sul divano.
In quella scomodissima posizione, con il collo penzolante in avanti, Bobby schiuse gli occhi lentamente cercando di fare mente locale: aveva fatto il sogno più assurdo della sua vita.
Dean, Sam e Cas erano stati trasformati in marmocchi piagnucolosi e scatenati - almeno Dean, che era quello più energico tra tutti- e poi quei tre erano crollati inevitabilmente sul divano. Tutta colpa di Balthazar tra parentesi e delle sue fottutissime armi angeliche.
Il cacciatore si passò una mano sul viso nel tentativo di scacciare la stanchezza e si mise in piedi: le ossa scricchiolavano terribilmente mentre si dirigeva verso la cucina. Spalancò il frigo alla ricerca di una bottiglia d'acqua ma tutto quello che riuscì a trovare fu birra e ...cibo, se dopo quattro settimane poteva ancora definirsi tale. Bobby era stato impegnato e fare la spesa non gli era parsa proprio una priorità. Chiuse il frigo con un tonfo sordo e indietreggiò di qualche passo, colpendo qualcosa e rischiando di finire a terra.
Si voltò velocemente e spedì un'occhiata verso il basso dove un bambino dai capelli castani e gli occhi verdi lo fissava con lo sguardo annacquato, probabilmente a causa del sonno.
Il piccolo si strofinava gli occhietti con un pugno chiuso mentre con l'altra mano strattonava la stoffa della maglietta di Bobby, cercando di attirare la sua attenzione.
Balls. Allora non era un sogno.
- Sam? Come mai sei ancora così? Le ventiquattro ore sono passate, dovresti essere tornato...grande!- mormorò il vecchio cacciatore abbassandosi per poter essere della stessa altezza del bambino.
Quello si che era strano: fino a qualche giorno prima aveva bisogno di uno sgabello per poter fissare il ragazzo negli occhi mentre adesso era lui a doversi abbassare per incatenare i propri occhi ai suoi.

- Gnam gnam..- rispose il piccolo Sam allungando le manine e cercando di farsi prendere in braccio dallo zio Bobby.
- Si, cibo...si. Ehm...dovrò andare a comprare qualcosa!- disse mentre sollevava il bambino.- Ma non posso lasciare quei due da soli!- osservò ancora accennando un sorriso in direzione del divano.

Due piccoli bambini dormivano beatamente guancia a guancia: il primo aveva gli occhi semiaperti e persino a chilometri di distanza sarebbe stato possibile scorgere quelle iridi verdi; il secondo era più gracilino e pallido con dei piccoli ciuffi di capelli neri che coprivano la fronte e si mescolavano a quelli biondi di Dean, creando un contrasto evidentissimo. Cas aveva ancora il nasino arrossato a causa dei pianti di qualche ora prima e Bobby ringraziò mentalmente Ellen per essere riuscita a calmarlo.
Quella donna era incredibile.
Ma adesso sorgevano una serie di problemi impossibili da ignorare: quanto sarebbe durato ancora quell'incantesimo? Come sarebbe riuscito Bobby a gestire tre bambini così piccoli? (Diciamo due bambini e un angelo che mai nella vita è stato un marmocchio). Dove diavolo si era cacciato il pennuto che aveva combinato tutto quel gran casino?
Calma Bobby, una cosa alla volta.
Il cacciatore afferrò uno dei suoi innumerevoli telefoni e compose distrattamente un numero. Attese finché la voce familiare dello sceriffo Jody Mills divenne l'unico suono della stanza.

- Sceriffo Mills? Sono Bobby Singer...-
- Bobby, ehi. Scusami, ma sono in ritardo. Alla centrale hanno ricevuto una telefonata...-
- Il mio problema è più urgente. Ho bisogno del suo aiuto..- ammise quasi controvoglia, annuendo a Sam come a voler dire "tranquillo, ora ti compro qualcosa da mangiare".
- Bobby, davvero, non è il momento!-
- Oh andiamo, riusciranno a cavarsela anche senza di lei! Adesso, per favore, può venire qui? Si tratta di una mezz'ora e poi la lascerò in pace, davvero!-
-...va bene. Arrivo subito e mi auguro che sia importante- rispose la donna dopo una piccola esitazione.

Bobby mise giù il telefono e si diresse in punta di piedi verso lo scantinato: non aveva intenzione di svegliare Dean e Cas; Sam, se non altro, era sempre stato particolarmente docile e quindi facilmente gestibile.
Il cacciatore prese l'occorrente, gettando il tutto molto velocemente in quella che Dean aveva sempre definito scodella angelica. Lasciò Sam sul ciglio della porta, invitandolo a restare lì e il bambino non aveva fatto storie: aveva annuito e si era seduto a terra, con le spalle contro il muro.
Un battito d'ali lo informò che l'incantesimo aveva funzionato.

- Bobby...Singer. Finalmente ci conosciamo!- ululò Balthazar con il solito tono strafottente.
- Mi piacerebbe star qui e preoccuparmi delle presentazioni, ma ti faccio presente che le ventiquattro ore sono passate!- sbottò il cacciatore.
- E allora?-
- E allora sono ancora dei marmocchi col moccio al naso!-
- E allora?-
- Senti, so che può non importarti di Sam e Dean, va bene? Ma voi angeli non avevate una guerra civile in corso? Come riuscirete ad affrontarla se il vostro comandante indossa ancora i pannolini e sbava dappertutto?-
- Immagino che potrebbe impietosire Raphael con quegli occhioni blu e innocenti!- ironizzò l'angelo.
- Come può non importarti?- chiese a quel punto Bobby, corrugando la fronte.
- Certo che mi importa ma come ti ho detto non dipende da me! L'incantesimo potrebbe durare di più...una settimana, un mese, io non lo so! In un modo o nell'altro torneranno adulti...prima o poi...-
- Torneranno adulti tra una ventina d'anni più o meno!-
- Quello è Sam?- chiese improvvisamente l'angelo, indicando il piccolo accovacciato a terra.
- Si.-
- Ah, che carino. Pensare che sia stato il tramite di Lucifer rende il tutto ancora più divertente. Guardalo, si succhia il pollice! Comunque sia, dammi qualche giorno. Nell'eventualità che riesca a scoprire qualcosa te lo farò sapere- propose Balthazar prima di sparire nel nulla e lasciando che le domande morissero in bocca al cacciatore.
- Figlio di puttana.- mormorò a denti stretti.
- Piglio'di'ttana- cercò di ripetere il piccolo Sam.
- Non si dicono le parolacce, Sam!- lo rimproverò mentre lo afferrava nuovamente tra le braccia.

Quando tornò nel salotto-studio notò che mancava qualcuno all'appello: Dean era ancora sdraiato completamente sul divano con la bocca aperta e sporca di cioccolata, ma Castiel?
Il cacciatore avvertì un'ondata di panico: poteva essere dappertutto e quella casa era talmente piena di armi e coltelli da essere il luogo meno sicuro per bambini sulla faccia della pianeta!
La porta socchiusa attirò la sua attenzione e vi si precipitò con Sam stretto al petto, il quale boccheggiava qualcosa come gnam gnam, rimarcando il fatto che fosse affamato. Bobby spalancò la porta e mancò davvero per poco la povera Jody Mills che indietreggio spaventata e con un bambino con il trench beige tra le braccia.

- Bobby ma che diavolo fai? E che ci faceva questo bambino in mezzo alle tue macchine da solo...non avrai rapito dei bambini?- chiese lo sceriffo, terrorizzata.
- Cosa? No! Loro non...non sono...- ma il cacciatore non riuscì a terminare la frase, distratto dalla vocina di Sam che mormorava gnam gnam gnam ed era abbastanza sicuro che di lì a poco sarebbe esploso anche lui.
- Si, Sam, stiamo andando a comprare da mangiare...stiamo andando, stiamo andando...- gli disse, cercando di farlo smettere.
- Sam? Sam come quel Sam?- chiese la donna.
- Jody questo è Sam! Non posso spiegarti adesso ma ti ho chiamata per dargli un'occhiata mentre io e Sam andiamo a fare la spesa!- spiego frettolosamente Bobby, poggiando Sam su un'auto e allacciandogli la cintura.
- Dare un'occhiata a chi esattamente?-
- A Dean che è ancora dentro che dorme e a Cas, l'angioletto che tieni in braccio e che se si permetterà a sgattaiolare così di nuovo provocandomi un quasi infarto verrà rispedito in paradiso a calci in culo!- ululò mentre il piccolo Cas si aggrappava al collo della donna e gli spediva una linguaccia.

Adesso gli angeli mi fanno pure le linguacce. Preso per il culo dagli angeli, fantastico!
Bobby mise in moto la macchina lasciando il povero sceriffo con un'espressione basita e rassegnata.
Raggiunsero il primo supermercato dopo venti minuti: solitamente l'avrebbe raggiunto in cinque ma non gli andava di correre, specialmente con Sam accanto.

- Spero che torniate grandi al più presto. Non ho voglia di scarrozzarvi in giro e nelle mie automobili nessuno vedrà mai l'adesivo Bimbo a Bordo.- sbottò con il solito modo da burbero.

Sam rise anche se Bobby era abbastanza sicuro che non avesse capito un accidenti di quello che aveva appena detto. Eppure vedere Sam così piccolo accese dentro di lui la spirale dei ricordi, quando John lasciava i bambini da lui e Dean lo aiutava con la spesa, oppure quando preparava loro il pranzo e dopo affondavano sul divano per guardare i cartoni animati.
Quelli erano bei tempi: solo fantasmi e vampiri da cacciare, qualche demone occasionalmente. Adesso tutto era cambiato, specialmente dopo la morte di John e con tutta quella storia dell'Apocalisse e dei nuovi ibridi di Eve in giro per le città. Bobby desiderò con tutto se stesso che quella maledizione li abbandonasse il più in fretta possibile e non perché non sarebbe stato in grado di gestire quei mocciosi ma perché era consapevole che quei tre, da adulti, erano i tre figli di puttana più ricercati e in pericolo dell'universo.
Adesso sarebbero stati i tre bambini indifesi più ricercati e in pericolo dell'universo.
Come avrebbero lottato contro orde di demoni? Urlando gnam gnam o sfoderando occhioni da cucciolo? Bobby sapeva bene che proteggerli adesso sarebbe stato molto più difficile di tutte le altre volte.
Il cacciatore parcheggiò l'auto ed entrò al supermercato tenendo Sammy per mano.
- Allora campione, di cosa abbiamo bisogno?- domandò al bambino e a se stesso mentre afferrava un carrello.
Non appena Sam indicò il sedile del carrello per i bambini il cacciatore sbuffò divertito: lo prese in braccio con delicatezza e lo fece accomodare prima di riprendere a girare per il supermercato.
Sembro una di quelle madri single. Balls.

Sicuramente fare la spesa con Sam era molto più facile che farla con Dean: il minore dei Winchester sembrava non fare storie sui prodotti scelti dal cacciatore mentre, se fosse stato per Dean, sarebbero morti nel reparto dolci.
Dopo un'ora sfiancante in mezzo agli scaffali e a donne che si avvicinavano a loro solo per dare qualche buffetto alle guance paffute di Sam, Bobby si convinse di aver preso tutto: cibo sano e genuino, omogeneizzati di carne e di frutta, latte, dolci, un po' di caramelle e dolciumi (non troppi considerando che Dean era già abbastanza attivo senza tutti quegli zuccheri), succhi di frutta (che aveva appurato piacessero tanto a Castiel), detersivi e prodotti per la casa (quel posto andava pulito da cima a fondo, specialmente adesso con i pargoli in giro per casa), pannolini, salviettine e borotalco (per quelli aveva chiesto aiuto ad Ellen per telefono, la quale si era proposta di andare ad aiutarlo una volta finito il turno alla Roadhouse) e una cassa di birra, che sarebbe stata sua, soltanto sua.
Questo era sicuramente il lato positivo di quella stramba situazione: i marmocchi non avrebbero scroccato la sua birra per una volta.

Quando giunsero nuovamente a casa, Bobby dovette farsi carico di decine di buste della spesa, dando al piccolo Sam solo il compito di riaprire e chiudere la porta. Prima ancora di riuscire a varcare l'uscio, la voce squillante dello sceriffo faceva tremare le pareti dell'intera abitazione.

- No Dean, non tirare i capelli a Cas! Cattivo Dean!- urlava la donna a mo' di rimprovero mentre i pianti dell'angelo facevano nuovamente capolino del salotto.

Dean aveva abbassato lo sguardo, mortificato e soddisfatto al tempo stesso, mentre dondolava sul posto con fare dannatamente colpevole. Cas, da parte sua, si era rintanato in un angolino con la bocca aperta dedita ad un urlo che non sembrava affatto angelico mentre cercava di massaggiarsi la testa. Jody afferrò il bambino e iniziò a cullarlo con forza, nel tentativo di farlo calmare e Dean riprese a correre per casa.

- Che diavolo succede qui?- tuonò Bobby, con il viso coperto dalle buste.
- Litigano, litigano come bambini!- rispose lo sceriffo a voce alta sovrastando il pianto di Castiel.
- Sono bambini! Dean, che diavolo combini? Prima gli baci la fronte e poi gli strappi i capelli?- chiese al bambino il quale scoppiò in una fragorosa risata.

Bobby fece cadere le buste della spesa sul tavolo della cucina e afferrò uno dei succhi di frutta alle pesca che aveva comprato. Si avvicinò cautamente a Castiel e lo prese tra le braccia prima di dargli il succo: il bambino si arrestò immediatamente insieme al proprio lamento e strinse con la manina il piccolo contenitore di cartone, poggiò le proprie labbra sulla cannuccia e cominciò a succhiare mentre la sua espressione si rilassava e gli occhi tornavano di un blu profondo e rilassato.

- Come ci sei riuscito?- chiese la donna, sbalordita.
Trucchi di una mamma pensò distrattamente il cacciatore, ma rispose - Tutti i marmocchi hanno delle debolezze.-

Dean si avvicinò velocemente alla gamba del cacciatore e iniziò a muovere i pugni, e Bobby si chiese se non facesse così perché desideroso di essere preso in braccio oppure per via del succo di frutta.
In ogni caso si stava comportando da moccioso geloso.

- Tu non meriti né abbracci né succhi di frutta, Dean Winchester!- tuonò in tono scherzoso di fronte a quegli occhietti vispi e verdi.
- Gnogno zio Bobby...- iniziò a lamentarsi il bambino.

Poi accadde qualcosa di inaspettato: Sam si avvicinò al fratello e gli porse un succo di frutta prima di concedergli delle gentili pacche sulla testa.
Anche in versione mignon Sam era più alto del fratello. Era strano comunque da vedere considerando che era sempre stato Dean a provvedere ai fabbisogni del fratellino e non il contrario.
Vedere ora Sam prendersi cura di Dean e prodigarsi per non farlo piangere era al tempo stesso paradossale e tenero.
Jody sorrise, intenerita da quel gesto così spontaneo, e prese il piccolo Dean tra le braccia.

- Allora Dean, quello che hai fatto prima non si fa. Ora chiedi scusa a Cas, su...- gli disse con gentilezza.
- Gno- rispose il bambino impettito, cosa che sembrava piuttosto buffa perché era un comportamento da Dean, ma come bambino non aveva lo stesso effetto autoritario.
- Avanti Dean, chiedi scusa!- ordinò Bobby.

Il viso di Cas riemerse dalla spalla del cacciatore ed era chiaro che l'angelo fosse concentrato nel bere il succo piuttosto che dare retta a tutto il resto. Si sporse appena verso Dean e attese, inclinando la testa di lato e tornando ad essere il solito e familiare Castiel.
Dean parve sciogliersi di fronte a quegli innocenti occhi blu e allungo una manina sulla sua testa, accarezzandola dolcemente come a volersi scusare del gesto di qualche minuto prima. Castiel sorrise e un rivolo di succo uscì dalla sua bocca e finì sulla camicia a quadri di Bobby.

- Ok, ma non mi sbavare addosso, per favore!- gli disse con dolcezza, poggiandolo nuovamente a terra. - Ora voi bambini perché non fate qualcosa...che ne so...qualcosa!- disse stancamente dirigendosi verso la cucina.
- Come è potuto succedere?- domandò Jody, raggiungendolo con un cipiglio curioso.
- E' una lunga storia, ma ormai sono così e...spero solo che tornino normali!- rispose cupo.
- Se vuoi nel tempo libero posso fare un salto e darti una mano, anche con le pulizie, le cose da mangiare...- si propose la donna.
- Dio, mi salveresti il culo! Non ho idea di come si cambino i pannolini e poi...come diavolo si cucina questa roba?- le chiese, mostrandole il pacchetto di omogeneizzati.

Jody si portò una mano alla fronte, disperata, e gli spiegò brevemente che andavano riscaldati su un fornello, non troppo altrimenti avrebbe ustionati quei poveri bambini! (Bobby osservò mentalmente che l'unico povero in quella casa era proprio lui!) Gli disse anche di preparare loro del latte perché, testualmente, così sarebbero cresciuti alti e sani e Bobby non riuscì a non pensare a Sam, eccessivamente alto e sano da adulto.
La manovra dei pannolini fu certamente la più difficoltosa.
Il primo ad aver bisogno di un cambio fu Castiel, il quale scoppiò in lacrime, probabilmente senza rendersi conto di cosa effettivamente fosse successo. Bobby fu lieto di sapere da Jody che non si trattava di quella grossa ma era abbastanza certo che vi si sarebbe incappato anche in quella, prima o poi.
Cristo, non sopravvivrò!
In mezzo ai lamenti del piccolo, Bobby dovette anche sentirsi dire che l'idiota di quella situazione era proprio lui che non solo non riusciva a distinguere il fronte dal retro dei pannolini (praticamente identici per lui) ma che aveva anche sbagliato le "misure". A lui erano sembrati tutti uguali, cosa ne poteva sapere delle misure? Magari avrebbe dovuto leggere i limiti di età nella confezione ma Bobby era un cazzuto cacciatore e quella era roba da femminucce.
Non riuscì neanche ad esprimere il proprio fastidio quando venne costretto a tornare al supermercato per cambiare la merce che non andava bene.
I mocciosi strillavano, chi divertito chi irritato chi semplicemente per noia e Bobby si sorprese quando anche Sam cominciò a dare i numeri come gli altri.
Erano delle pesti insopportabili.

- Non arriverò a fine giornata, me lo sento!- si lamentò il cacciatore tra sé, ancora una volta solo poiché Jody era dovuta letteralmente fuggire in centrale.

Adesso la sua unica speranza era Ellen che sarebbe arrivata da un momento all'altro. Il cacciatore così si ritrovò a riscaldare quelle schifezze di omogeneizzati al manzo e si parò di fronte alle tre creaturine dispettose.

- Bene ragazzi, adesso è il momento di collaborare. Mangiate questa roba che a me fa molto schifo ma si dice che faccia bene ai bambini e poi filate a letto a fare la ninna, la nanna, il riposino o come diavolo si chiama!- gli disse con voce stanca e sommessa e non appena Castiel prese tra le mani il contenitore di vetro della pappa e la scaraventò contro il pavimento ridendo divertito, Bobby capì che da solo sarebbe stato spacciato.
Vuoi vedere che la mia fine sarà segnata da tre marmocchi del cavolo?




Spazio dell'autrice: buonasera! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Saranno tre in tutto e mi auguro che continuerete a seguire questa storia e magari lasciare un commento, così che possa correggere o migliorare qualcosa! Grazie mille. E.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Giocattoli e parchi: la fine della mia virile esistenza ***



Fandom: Supernatural.
Pairing: nessuno.
Rating: verde.
Charapter: 2/3.
Genere: Introspettivo, Fluff, comico.
Warning: baby!Cas, baby!Dean, baby!Sam, dad!Bobby
Summary: in una dimensione in cui Balthazar si diverte a giocare con le armi del Paradiso...danni collaterali li chiama lui. Fatto sta che Bobby è alle prese con dei minuscoli Dean, Sam e Cas. Un salto nel passato per lui, quando ancora doveva prendersi cura di quei piccoli mocciosetti. Menomale che c'è Ellen, Dio la benedica!
Note: dato che ho ricevuto un discreto successo con quest'idea, ho deciso di scrivere il sequel di Babysitter per ventiquattro ore. Vi invito a leggerlo prima di iniziare questa lettura, poiché vi sono diversi riferimenti nonché l'imput dell'intera vicenda!
DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono. Non ci guadagno nulla!


2. Giocattoli e parchi: la fine della mia virile esistenza.



Cibare quella piccole creature era stato peggio che combattere Lucifer in persona: lungo, difficile e deludente. Sam aveva buttato giù appena due bocconi di quella pappetta orribile, Cas si era persino rifiutato di assaggiarla: in compenso, però, le pappette alla frutta sembrarono non dispiacergli affatto.
Dean, beh...Dean si era comportato come al solito, ovvero si era reso la pattumiera della situazione, ingurgitando tutto quello che gli altri avevano lasciato.
Bobby era abbastanza certo che se Dean non fosse cresciuto da cacciatore probabilmente sarebbe stato grasso.
Una volta terminato quel pranzo sofferente, in cui Bobby era riuscito a malapena a mangiare una mela, si chiese se i piccoli non avessero voglia di dormire. In genere dopo i pasti Bobby avvertiva una gran sonnolenza, e sarebbe stato lo stesso per loro, o almeno se lo augurava.
Stronzate!
Castiel era rimasto imbambolato di fronte alla tv contemplando la pubblicità di una pista telecomandata con macchinine rosse e blu: le macchinine giravano sulla pista così come la sua testa che ne seguiva il movimento. Poi, improvvisamente, si immobilizzò osservando il nulla per poi afferrare con forza le ginocchia del vecchio cacciatore.

- Che c'è Cas?- gli chiese, incuriosito da quell'espressione assorta.
- Inine- rispose l'angelo portandosi il pollice in bocca.
- Non si succhiano i pollici!- lo rimproverò Bobby allontanando la manina dalla bocca di Cas.
- Bobby inine!- ripeté con più forza.
- Inine? Che significa?-
- Inine.- ripeté un'ultima volta indicando lo schermo della televisione.
- Macchinine?- tentò il cacciatore, cercando di capire se avesse capito bene.

L'angelo annuì e Bobby si preoccupò: se Cas avesse ricominciato a piangere probabilmente il cacciatore avrebbe afferrato la pallottola nel primo cassetto dello studio e se la sarebbe sparata dritta dritta nel cervello, senza esitazioni. Non aveva mai conosciuto un bambino tanto lamentoso e piagnucolone quanto lui. Eppure era una angelo del Signore, un fottuto soldato e probabilmente dava sfogo a tutti i pianti che non aveva potuto versare durante i millenni passati a combattere.
Era comunque abbastanza prevedibile immaginare una simile eventualità: i marmocchi hanno bisogno di giocare, ma la casa di Bobby non era quella che esattamente si poteva definire un parco giochi. Gli unici giocattoli che possedeva erano quelli che lui stesso definiva tali, ovvero la sua pistola e il suo fucile preferiti e certamente non poteva farli giocare con quelli (anche se, quando Dean rovesciò una serie di libri piuttosto antichi riuscendo persino a strapparne alcuni, Bobby valutò l'eventualità di giocare davvero con le sue armi preferite; magari al tiro al bersaglio e il bersaglio sarebbe stato Dean), ritenne di dover cercare un diversivo.
Bobby, prendili con le buone...
Il cacciatore prese Castiel e lo poggiò sulle sue ginocchia, assumendo un'espressione sicura e dolce al tempo stesso.

- Ehm...Cas...qui non ci sono macchinine, e tu lo sai! Anche se sei un marmocchio, tu mi conosci. Ora guardami negli occhi e promettimi che ti comporterai bene.- gli disse mentre il bambino annuiva, convinto, e per un attimo Bobby valutò l'idea che l'angelo potesse realmente capirlo.
- E le inine?- chiese in extremis il piccolo Cas mentre il labbruccio cominciava a tremare, presagio che l'Apocalisse di Sioux Falls poteva colpire la sua casa da un momento all'altro.

Il cacciatore rabbrividì e indietreggiò con la schiena, come a volersi proteggere dall'espressione dell'angelo e dai suoi occhi blu che iniziavano dilatarsi, pronti a liberare lacrime che non avrebbe più fermato.
E invece non accadde.
Il viso dell'angelo si rilassò in un sorriso sereno mentre salutava con la manina la persona alle spalle di Bobby e scendeva dalle sue ginocchia per correrle incontro.

- Se non mi facessi pena probabilmente riderei!- commentò Ellen, afferrando Castiel e tirandolo su per un abbraccio.
- Come sei entrata?- chiese il cacciatore, sospettoso.
- La porta era aperta.- rispose distrattamente la donna, poggiando diverse buste sul pavimento.
- Che hai lì? Il frigo è talmente pieno che credo che da un momento all'altro possa partorirne un altro!- ironizzò Bobby.
- No, niente del genere. Ho portato qualcosa che ti salverà il culo- commentò Ellen mentre svuotava le borse. <(br>
Santissima donna! si ritrovò a pensare mentre distribuiva giocattoli, alcuni molto vecchi e altri invece nuovi di zecca, ai bambini che si erano lasciati andare ad un urlo di soddisfazione. I tre infatti corsero ad abbracciarla e a saltellare, felici come non mai.

- Come hai fatto a sapere che volevano giocare?- le chiese Bobby.
- Sono bambini e io sono una mamma. E poi dovevo venire qui...temevo di trovare qualcuno morto, magari i bambini!-
- Non lo farei mai! Anche se devo ammettere che per un momento stavo quasi per fare il botto...-
- E' normale Bobby- spiegò la donna -soffri di depressione post partum senza parto! Sei la mamma più strana del secolo!-

Bobby la lasciò infierire, grato di avere almeno un po' di tempo per rilassarsi. Si ritrovò finalmente comodo sul divano a guardare i tre bambini giocare allegramente e, stranamente, mentre Cas e Sam erano intenti a ruotare la testa seguendo le macchinine della pista, Dean stava spazzolando un cagnolino di peluche.
Dean che, solitamente, diceva che da bambino amava giocare con le macchine e con i robot, adesso si ritrovava a spupazzarsi un cagnolino bianco di peluche.
Ognuno ha le sue piccole vendette...
Bobby si allontanò da loro in punta di piedi cercando di non distrarli e afferrò la macchina fotografica digitale che Sam gli aveva regalato qualche mese prima. L'aveva sempre trovata estremamente inutile considerando che non aveva nulla da fotografare, ma in quell'occasione gli parve opportuno tirarla fuori dalla confezione. Si avvicinò di soppiatto al bambino, con lo sguardo vago che non parve insospettirlo affatto, e nell'esatto momento in cui Dean si avvicinò il peluche al viso in un abbraccio del tutto privo di virilità, Bobby uscì la macchina fotografica e immortalò il momento sotto lo sguardo attonito del piccolo.
Queste si che sono soddisfazioni.

- Appena torni normale ti ricatterò tante di quelle volte che non potrai neanche immaginare!- gli disse, sorridendo.
- Gnogni peeeeeee- rispose il bambino, porgendogli il peluche.
- E' il suo nome?- gli chiese nel tentativo di trattenere le risate.
- Ti... gnogni peeeeeee-. ripeté Dean, prendendo tra le mani una zampa dell'animale di peluche e dirigendosi verso gli altri due bambini.

Dean crollò in mezzo a Cas e Sam, lasciandosi coccolare da entrambi mentre Cas si aggrappava al suo braccio e gli faceva vedere la pista.
Bobby dovette ammettere tra sé che fossero adorabili ma fu attento a non dirlo ad alta voce.

- Ehi Bobby, vieni a darmi un mano!- ordinò con il solito tono autoritario Ellen, affacciandosi dalla cucina.
- Si donna, dammi solo un secondo- le rispose sorridente mentre chiudeva la macchina fotografica a chiave nel primo cassetto dello studio.

Bobby si incamminò verso la cucina e vide Ellen che, con un'espressione radiosa in viso e un sorriso che avrebbe fatto invidia anche alla donna più bella del mondo, tirava fuori da un borsone dei vestiti talmente piccoli che il cacciatore si chiese se non avesse sbagliato qualcosa.
Poi si ricordò che i mignon erano ancora nell'altra stanza urlando "inine" e "Gnoni peeeee".

- Perché hai portato i vestiti?- chiese il cacciatore e la donna lo guardò come se fosse ovvio.
- Non vorrai che si prendano un accidenti, vero? Perché è ok prendersi cura di bambini sani, ma se si ammalassero penso che sarebbe la fine e tu valuteresti seriamente l'idea del suicidio!- spiegò lei, prendendo tra le mani un cappottino nero.

Il cacciatore ancora non capiva: come potevano ammalarsi in casa? Si, magari la casa di Bobby non era esattamente delle migliori, così piena di spifferi e porte e finestre aperte, ma da lì ad ammalarsi era proprio un'esagerazione bella e buona!
Quando però i marmocchi irruppero nella cucina con alcuni giochi tra le braccia e i visini allegri e soddisfatti, Bobby capì.

- Stiamo uscendo?- chiese, spaventato.
- Certo! Non vorrai che restino qui tutto il giorno no? E poi la verità è che si tratta di un trucco...-
- Uno dei tuoi trucchi da mamma?-
- Si- rispose Ellen, aiutando Sam ad infilarsi il cappottino, - li portiamo al parco così potranno giocare e divertirsi e abbastanza sicuramente crolleranno come sacchi di patate al ritorno.-
- Vuoi sfiancarli per avere un po' di pace? E' quasi immorale...-
- Non è immorale. E' solo furbo!- disse infine, ammiccando.

Quando furono sul punto di uscire accadde qualcosa che infastidì parecchio Bobby: Cas e Dean si spintonavano a vicenda, ognuno per prevalere sull'altro e avere il posto d'onore tra le braccia di Ellen.
Quei due idioti traditori stavano litigando per Ellen.
E io chi sono? Lo scemo del villaggio?
Una manina gentile lo strattonò per la camicia che indossava e il cacciatore fu lieto (se non addirittura commosso) che Sam desiderava essere portato da lui.
Ecco, Sam! Quando torni normale gliela facciamo pagare insieme a quegli ingrati pensò afferrando il bambino tra le braccia.
- Va bene, va bene bambini, calma! Vi prendo tutti e due, non litigate!- disse loro Ellen, tirandoli su entrambi.-
- Nooooooooooo Gnogni peeeeeeeee.- iniziò ad urlare Dean, indicando il peluche ai piedi di Bobby.
- Bobby prendi Gnogni peeeee!- disse la donna mentre si dirigeva verso la porta.

Bobby prese il peluche e lo porse a Sam mentre cercava le chiavi della macchina, ma la vocina di Sam lo distrasse.

- Cannolino, no gnogni peeee- disse, osservando il peluche.
- Lo so che è un cagnolino, ma tuo fratello è stupido che ci vuoi fare- gli rispose, strappandogli così una risata.

Quando arrivarono al parco, il vecchio cacciatore si chiese se fosse normale che ci fossero più bambini che adulti: era spaventoso! Marmocchi di tutte le età e dimensioni pullulavano in quel parco giochi neanche troppo grande e Bobby si sentì quasi mancare l'aria solo al pensiero di doversi ficcare in mezzo a tutta quella confusione.
Datemi un po' di demoni da far fuori piuttosto!
Un frullio indistinto di ali costrinsero il cacciatore a voltarsi, ritrovando il proprio sguardo agganciato a quello verde e burlone dell'ultima persona che al momento aveva voglia di vedere.

- Ho una giornata libera, posso fare il babysitter anche io?- chiese il nuovo arrivato ammiccando ad Ellen.
- E quello chi è?- chiese la donna inarcando un sopracciglio.
- Gabriel.- rispose il cacciatore, sia per presentarlo che a mo' di saluto. - Che vuoi?-
- Perché sei sempre così burbero?- domandò l'Arcangelo con fare innocente che proprio non gli si addiceva affatto.
- E' un effetto collaterale della barba e del cappellino!- rispose ironico Bobby, tenendo ben stretta la mano di Sam.

L'Arcangelo parve ignorarlo e lo superò dirigendosi verso la donna che teneva per mano sia Dean che Castiel. Gabriel si inginocchiò appena e afferrò Cas tra le braccia, il quale non fece storie: probabilmente riusciva ad avvertire comunque che si trattasse di un fratello.

- Ehi bro, sei adorabile. Ti porterei in giro a rimorchiare!- ridacchiò osservando gli occhioni azzurri del bambino.
- Non ho ancora ben capito chi sei...- riprese Ellen, infastidita.
- Mi chiamo Gabriel, sono un Arcangelo e questo fagottino dallo sguardo allampanato è mio fratello- rispose secco, prima di rivolgersi nuovamente al piccolo, - ora noi ce ne andiamo, Cas, ok?-
- Non esiste nel modo più assoluto. Castiel resta con noi...- obiettò autoritaria la donna, sfoderando il ringhio da mamma.
- Credi di potermi impedire di portarlo via da qui?-
- Se sua santità l'Arcangelo non vuole essere preso a calci in culo consiglierei di ridarmi il bambino, grazie.- rispose Ellen con un'espressione talmente infuocata che, se Gabriel non fosse stato un Arcangelo, probabilmente sarebbe morto incenerito.

Castiel si sporse verso Ellen, cercando di farsi prendere nuovamente in braccio e la donna non se lo fece ripetere due volte: prese il bambino e lo allontanò dalla presa salda del fratello. Gabriel arricciò le labbra, visibilmente infastidito, ma non aggiunse altro; si voltò nuovamente verso Bobby, ignorando la presenza di tutti gli altri.

- Balthazar dice che l'incantesimo durerà ancora un po' e che probabilmente domani sera torneranno normali. Ma credo che tu sappia che non sono al sicuro, specialmente Castiel. Raphael vuole fargli il culo a strisce e io non posso semplicemente fermare mio fratello considerando che sono un disertore quasi quanto Cas- gli disse, lo sguardo per una volta serio.
- Credi che sia un idiota? Ho abbastanza armi angeliche e olio sacro in macchina da poter far fuori un'intera legione di angeli, non preoccuparti!- lo schernì Bobby.
- Posso almeno restare qui? Per sicurezza!-
- Perché ti importa tanto? Insomma credevo che lo odiassi, che li odiassi.-
- Sto solo ricambiando il favore, ok?- concluse l'angelo, portando Sam verso le altalene.

Non era molto chiaro il perché Gabriel si interessasse tanto alla protezione dei ragazzi e di Castiel, ma Bobby ritenne che doveva avere a che fare con il fatto di aver risvegliato quella coscienza millenaria che l'Arcangelo aveva seppellito sotto chili di caramelle e innumerevoli incontri occasionali.
Gabriel era tornato in sé, ma questo lo rendeva ancora un disertore agli occhi del cielo e tra disertori ci si aiuta, o almeno era quello che pensava il cacciatore. Lo vide comunque fare il perfetto babysitter, aiutando persino Dean quando Gnogni peeeee aveva perso un occhio dopo l'impatto con un auto in corsa (Bobby ringraziò il cielo che si trattasse di Gnogni peeeee e non di Dean) e riparandolo completamente.
Quando finalmente decisero di tornare a casa, i tre bambini di erano accoccolati in macchina ed erano crollati in un sonno profondo.
Sono davvero meravigliosi...quando dormono.
Gabriel disse a Bobby che lo avrebbe raggiunto direttamente a casa perché, testualmente, avevano delle cose di cui parlare e se un Arcangelo pronuncia certe parole con quel tono sicuramente non si presagiva nulla di buono.




Spazio dell'autrice : bentornati in quest'avventura del nostro caro Bobby! State facendo un'ola per il povero Gnogni peeeee, l'animaletto di Dean? Lui lo ama davvero...anche da adulto lo nasconde sotto il cuscino ^^ Fatemi sapere cosa ne pensate e grazie a tutti coloro che hanno recensito e letto la storia! Thanks sweethearts ! Baci, E.
P.S. per chi volesse questo è il mio account Twitter, dove in genere informo delle nuove idee e degli aggiornamenti delle storie! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Fine dei giochi ***



Fandom: Supernatural.
Pairing: nessuno.
Rating: verde.
Charapter: 3/3.
Genere: Introspettivo, Fluff, comico.
Warning: baby!Cas, baby!Dean, baby!Sam, dad!Bobby
Summary: in una dimensione in cui Balthazar si diverte a giocare con le armi del Paradiso...danni collaterali li chiama lui. Fatto sta che Bobby è alle prese con dei minuscoli Dean, Sam e Cas. Un salto nel passato per lui, quando ancora doveva prendersi cura di quei piccoli mocciosetti. Menomale che c'è Ellen, Dio la benedica!
Note: dato che ho ricevuto un discreto successo con quest'idea, ho deciso di scrivere il sequel di Babysitter per ventiquattro ore. Vi invito a leggerlo prima di iniziare questa lettura, poiché vi sono diversi riferimenti nonché l'imput dell'intera vicenda!
DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono. Non ci guadagno nulla!


3. Fine dei giochi.



Quando la stramba famiglia felice rientrò in casa, Bobby si caricò lentamente Dean sulle spalle, il quale non ne aveva proprio voluto saperne di svegliarsi, mentre Castiel e Sam, intontiti ma svegli, si lasciavano andare sul divano davanti alla TV.
Passarono all'incirca una decina di minuti, che la figura di Gabriel si materializzò in cucina davanti a Bobby, con le braccia conserte e lo sguardo preoccupato. Il cacciatore gli fece cenno di seguirlo nel seminterrato mentre continuava a stringere un Dean addormentato tra le braccia, avvinghiato a Gnoni peeee.
Il seminterrato era freddo e umido, condizioni che portarono Bobby a sfilarsi il giubbotto per avvolgervi il piccolo Dean: questi parve apprezzare stringendosi ancor più nel tessuto e facendo schioccare la lingua contro il proprio palato. Il cacciatore lo poggiò delicatamente sul letto prima di prestare la completa attenzione sull'angelo di fronte a lui.

- Perché quella faccia?- chiese Bobby, burbero, notando un cipiglio curioso sul viso di Gabriel.
- Niente, niente- rispose quest'ultimo, misurando a grandi passi la stanza, - non ti facevo tipo da Gilmore Girls, tenero e apprensivo.-
- Posso prenderti a calci in culo, così da eliminare i tuoi dubbi!- ironizzò il cacciatore, facendolo così scoppiare a ridere.
- No, preferisco di no. Vengo in pace, quante volte devo dirtelo?- domandò Gabriel con la bocca ancora piegata in un sorriso.
- Fin quando sarà necessario.- rispose Bobby, seccamente.

Seguirono alcuni minuti di silenzio, in cui gli unici rumori percepibili erano il suono sommesso della TV al piano di sopra, gli spifferi oltre la finestre e il respiro tranquillo di Dean.
Bobby odiava Gabriel.
Lo detestava.
Gabriel era la prova vivente che gli stronzi stavano ovunque: all'inferno, in terra e persino in cielo. Si chiese solo se l'Arcangelo si fosse accorto delle sue occhiate furenti ogni qualvolta posava il suo sguardo burlone sul piccolo Dean. Non gli importava che quel cazzone alla fine avesse deciso di rendersi utile facendosi piantare un pugnale angelico nel cuore da Lucifer.
Una buona azione non cancella tutti i peccati di una vita.
Se poi i peccati erano attribuiti ad un Arcangelo, la cosa non poteva che farlo incazzare ancora di più.
Bobby si chiese ancora per quale motivo Dio o chissà chi avesse deciso di riportarlo indietro. Si, forse l'industria dei dolciumi aveva subito un netto calo economico ma al diavolo, quel cazzone aveva fatto fuori Dean per mesi, aveva lasciato Sam in preda alla disperazione generale per la bellezza di sei mesi (anche se lui non ricordava affatto l'accaduto) e per quale motivo? Per giocare.
Bobby lo detestava e non poteva fare a meno che essere sospettoso in sua presenza.

- Hai intenzione di rimuginare su quanto mi odi per tutta la sera?- chiese improvvisamente l'Arcangelo, lasciandolo interdetto.
- Tu...tu come hai...?- iniziò a bofonchiare, ma Gabriel lo interruppe.
- Si vede dalla tua faccia. Non ho bisogno di doti da medium per capirlo!-
- Di cosa volevi parlarmi?- gli domandò cercando di smorzare la tensione che andava accumulandosi.
- Come ti ho detto domani torneranno normali, saranno di nuovo grandi e forti. Ma...-
- Ma?-
- Potrebbero presentarsi dei problemi...-
- Problemi di che tipo?-
- Potrebbero diventare nuovamente adulti senza ricordare nulla della loro precedente situazione...- tentò di spiegare al cacciatore, ma quest'ultimo fraintese subito.
- E allora? Non ricorderanno di essere stati bambini negli ultimi due giorni, niente di irreparabile o di così importante...- gli disse, facendo spallucce.
L'espressione sul viso dell'angelo mutò, mentre inchiodava i suoi occhi al pavimento, - Non intendevo gli ultimi due giorni...intendevo tutto quanto.-
- C-cosa?- la voce di Bobby scemò, diventando quasi un impercettibile sussurro.
- Non è certo. Dobbiamo solo...aspettare.-

Ecco.
Questa è la sensazione di avere nella propria testa una boccia di vetro che si distrugge al suolo.
O forse si tratta semplicemente di un cuore strappato in mille pezzi dai morsi della realtà? Bobby proprio non lo sapeva.
Ma la sensazione era inequivocabile.
Cosa sarebbe successo se quei tre, una volta tornati adulti, avessero dovuto fare i conti con una perdita di memoria a lungo termine? Come avrebbe fatto Bobby a rincollare in loro tutti i ricordi passati, restituendogli così una vita?
E con Castiel? Un angelo millenario senza memoria?
Le domande si accalcarono le une sulle altre, occupando qualsiasi angolo della mentre di Bobby, il quale non si accorse nemmeno che Gabriel se n'era andato o che Dean aveva appena spalancato i suoi occhioni verdi in cerca di attenzione.
Bobby scosse la propria testa nel tentativo di allontanare problemi che non erano ancora da definirsi tali e si sedette accanto al bambino, il quale si era raggomitolato su se stesso, abbracciando le proprie gambe con le ginocchia strette al petto.

- Dici che alla fine di tutta questa storia mi racconterai come, di fatto, è successo tutto questo casino? Mmm?- domandò a Dean, il quale sorrise appena.

Il piccolo fece uno slancio verso il vecchio cacciatore, piombandogli tra le braccia e stringendolo in un abbraccio affettuoso.
E no, cazzo no, a Bobby non erano venute le lacrime agli occhi, assolutamente no! Strinse quel corpicino tutto vestiti e bava per qualche secondo, prima di tirarsi su in piedi per portarlo via dal seminterrato.

- Hai finito di fare la donnicciola?- gli chiese con un sorriso.

Pernacchia.
Bobby la prese per un sì.


Il resto della serata proseguì incredibilmente bene, persino troppo tranquillo per essere vero.
Castiel si rivelò un bambino particolarmente attento ai dettagli: ogniqualvolta uno dei presenti si allontanava, spostava qualche oggetto lui prontamente rimetteva in ordine.
Oppure afferrava chi era in procinto di allontanarsi e lo riconduceva nella posizione originaria.
Buffo.
Forse quel piccolo angelo temeva l'abbandono?
I cambiamenti? Sarebbe stato tipico di Cas.
Sam, dal canto suo, parve attivarsi all'improvviso, rendendosi così il più insopportabile dei tre.
Dean aveva semplicemente le pile scariche.
Bobby non si stupì quando i tre mocciosetti crollarono sul letto, abbracciati gli uni agli altri (Dean, prevedibilmente, ancorato a Gnogni peeee, fedelissimo amico) in un sonno profondo.
Adorabili, pensò, dormendo sono davvero adorabili.
E il cacciatore lì seguì poco dopo, crollando su una sedia scomoda e ricurva che lo avrebbe fatto svegliare con un gran mal di schiena.



La mattina parve arrivare in fretta mentre i raggi solari iniziavano a filtrare dalla persiana della camera da letto di Bobby. Questi aprì gli occhi pigramente, avvertendo il solito e fastidioso scricchiolio delle ossa del collo. Alzò lo sguardo in direzione del letto e contemplò le tre figure addormentate.
Quel latte ha fatto effetto, sono più alti...
Il cacciatore iniziò a sbattere le palpebre violentemente, scacciando via i rimasugli del sonno, nel tentativo di arieggiare il cervello considerando il fatto che non riusciva ancora a costruire una frase sensata nella propria testa.
Che io sia dannato...
Bobby premette con quanta più forza possibile il proprio pugno sulla bocca, soffocando una risata che avrebbe svegliato gli ormai adulti uomini che si erano impadroniti del suo letto una sera prima.
Cercò di fissare l'immagine che gli si parava davanti agli occhi: la testa di Sam penzolava oltre il bordo del letto e le sue gambe erano comodamente poggiate sulla schiena di Castiel, il quale a sua volta stringeva in una sorta di abbraccio Dean, con la testa poggiata sopra il suo petto; Dean invece aveva un braccio dietro la nuca e con l'altro stringeva Gnogni Peee e parte dei capelli di Cas.
E' la cosa più equivoca e tenera che abbia mai visto in vita mia.
Il vecchio cacciatore avvertì l'impulso di afferrare la macchina fotografica per immortalare il momento, ma questo desiderio fu reso vano da un Sam che iniziava pigramente a svegliarsi. Bobby si chiese come mai fossero tornati adulti così in fretta e cosa peggiore se ricordassero o meno le loro vite. Così rimase in piedi davanti a loro, in silenzio, in attesa.
Dean schiuse gli occhi lentamente, probabilmente non ancora consapevole di dove si trovasse, ma non appena vide la guancia di Castiel premere sul suo petto, riuscì a stento a soffocare un urlo ben poco virile.

- Cas!? Maledizione, ma che diavolo...- sbraitò tirandosi a sedere.
- Ma che ci fate nel mio letto? Fuori su...- bofonchiò Dean, ancora intontito.
- Mmmm?- si limitò a mugugnare Castiel, illuminando la stanza con quegli occhi blu elettrici.
- Mmmm? Ma dico che diamine di risposta è? Perché mi stai addosso, togliti, Cas, togliti!- continuò Dean.
- Balthazar! Dov'è? Che è successo?- domandò a raffica l'angelo, dimostrando così a Bobby che ricordavano tutto perfettamente.

Questo lo aveva compreso dalla reazione di Dean, ma non voleva interrompere quell'idillio.
Quando i tre ragazzi si resero conto che Bobby si ergeva sopra di loro con un cipiglio divertito, parlottarono insieme in cerca di spiegazioni.
Ovviamente il cacciatore sapeva bene che sarebbe incappato in una moltitudine di "Non può essere!" "Io non lo farei mai!" "Ma figuriamoci!" ma era lieto di avere testimoni femminili che avrebbero giurato il contrario.

- Dean...- lo chiamò quando si ritrovarono da soli, - chi è Gnogni Peee?-
- Scusami?- domandò scettico Dean.
- Non fare l'idiota, hai capito!- lo battibeccò Bobby mentre il viso di Dean si coloriva di un rossore violento.
- Quando era piccolo, intendo davvero piccolo, mia madre mi ripeteva un sacco di roba per farmi parlare. Allora non dicevo granché, ma quando lei mi chiedeva "tesoro, dì John Winchester! J-O-H-N-W-I-N-C-H-E-S-T-E-R...Johnny Wincheeeeeee-ster" io sapevo solo ripetere "Gnogni peee".- concluse, fissando un punto imprecisato della stanza.
- Ehi ragazzo, sono contento che siate tornati come prima!- gli rispose Bobby, ricevendo così un'amichevole pacca sulla spalla.
- Forza Bobby, so bene che da bambino ero assolutamente adorabile, mi avrai amato come minimo.- gli disse, prima di sparire oltre l'uscio.

Bobby sorrise appena, afferrando il piccolo Gnogni Peee che adesso giaceva sul letto, abbandonato, ma un rumore di passi lo fece trasalire e in quel momento Dean era riapparso e si era riappropriato di Gnogni Peee.

- Ad Ellen non dispiacerà se lo tengo io.- disse, con voce virile assolutamente fuori luogo, prima di sparire nuovamente dalla stanza.

E allora Bobby rise, osservando la porta aperta.
Idioti.

Fine.





Spazio dell'autrice: e siamo arrivati al finale! Questa è più che altro una conclusione piuttosto che un capitolo vero e proprio! Ma passiamo ai ringraziamenti: meraviglie del cielo (che Castiel vi baci tutte) che avete recensito GRAZIE GRAZIE GRAZIE! Ovviamente anche chi ha solo letto merita un abbraccio e un bacio (Dean? Sam? Chi di voi si propone?). Scusatemi, ho qualche rotella fuori posto, lo so-.- Spero che questo finale sia stato soddisfacente! Un bacione a tutti e a presto! E.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=976329