Blue Bird Illusion

di yachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Cap. 1 ***
Capitolo 3: *** Cap. 2 ***
Capitolo 4: *** Cap. 3 ***
Capitolo 5: *** Cap. 4 ***
Capitolo 6: *** Cap. 5 ***
Capitolo 7: *** Cap. 6 ***
Capitolo 8: *** Cap. 7 ***
Capitolo 9: *** Cap. 8 ***
Capitolo 10: *** Cap. 9 ***
Capitolo 11: *** Cap. 10 ***
Capitolo 12: *** Cap. 11 ***
Capitolo 13: *** Cap. 12 ***
Capitolo 14: *** Cap. 13 ***
Capitolo 15: *** Cap. 14 ***
Capitolo 16: *** Cap. 15 ***
Capitolo 17: *** Cap. 16 ***
Capitolo 18: *** Cap. 17 ***
Capitolo 19: *** Cap. 18 ***
Capitolo 20: *** Cap. 19 ***
Capitolo 21: *** Cap. 20 ***
Capitolo 22: *** Cap. 21 ***
Capitolo 23: *** Cap. 22 ***
Capitolo 24: *** Cap. 23 ***
Capitolo 25: *** Cap. 24 ***
Capitolo 26: *** Cap. 25 ***
Capitolo 27: *** Cap. 26 ***
Capitolo 28: *** Cap. 27 ***
Capitolo 29: *** Cap. 28 ***
Capitolo 30: *** Cap. 29 ***
Capitolo 31: *** Cap. 30 ***
Capitolo 32: *** Cap. 31 ***
Capitolo 33: *** Cap. 32 ***
Capitolo 34: *** Cap. 33 ***
Capitolo 35: *** Cap. 34 ***
Capitolo 36: *** Cap. 35 - Odiavo gli adulti, e ti ho incontrata ***
Capitolo 37: *** Cap. 36 - Risvegli e rimpianti ***
Capitolo 38: *** Cap. 37 - La decisione di Misty, non l'accetto! ***
Capitolo 39: *** Cap. 38 - Il Team Luce non si scioglierà ***
Capitolo 40: *** Cap. 39 - Intrusione nel Palazzo. Chi è lui? ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


cap 0

Dopo un lungo periodo di silenzio su Efp, torno con una fic scritta e testata apposta per il mio blog Love SatoKasu. Inizierò a pubblicare qui i capitoli man mano, finché non arriverò a tot capitoli pubblicati sul blog. Su Youtube potrete visionare i trailer e opening dedicati a questa fic (il mio nick è yachan85x) e su Deviantart ho pubblicato qualche disegno legato alla fic. Spero solo che non abbia tralasciato qualche errore o cambiamento (la fic veniva direttamente modifica sul blog, quindi non ricordo se avevo riportato le modifiche anche su i file word XP).
Quindi...tutto qui. Buona lettura ^^

BLUE BIRD ILLUSION

Introduzione


In un mondo dove le persone sono capaci di dominare gli elementi della natura, si creano continui conflitti tra persone di diverso elemento. Però negli anni i vari paesi riescono a trovare un modo di convivere pacificamente, stando ognuno in un paese diverso.
Finché un giorno, i dominatori del fuoco decidono di cambiare le cose, iniziando un invasione di massa e distruggendo i paesi che gli si oppongono. Si creano pure gruppi di persone malvagie come il Team Magma, al servizio del Paese del fuoco, che ha come compito combattere contro i rivoltosi, il Team Acqua che si è staccato dal Paese dell'acqua e si è messo in commercio con il Paese del fuoco e il Team Rocket, persone prive di dominio della natura, ma in grado di sottomettere le persone con i loro marchingegni.
In un clima teso, dove le persone diffidano uno dell'altro e dove l'elemento che predomina su tutti è il fuoco, un gruppo di ragazzi si ribellerà a questo destino. Questo è il Team Luce.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

  • Lancia fiamme!- gridò un ragazzo. Dalle sue mani fuoriuscirono delle scie di fuoco che colpirono la persona davanti a lui.

  • Ahhh!- si coprì impaurito e cadde a terra.

  • E con questo fanno dieci- disse il ragazzo, appoggiando le mani sui fianchi.

  • Dieci in una sola giornata?- disse un altro ragazzo giungendo dietro di lui- Non ti stanchi? Finirà che non ne lascerai in piedi neanche uno.

  • Sono delle nullità- disse il ragazzo dai capelli neri, che indossava una divisa rossa e nera, come gli altri presenti.

  • Non credi di essere troppo esigente? Non tutti sono al tuo livello, lo sai.

  • Già, troppo deboli- disse lui movendo la spalla riscaldando i muscoli del collo- Non riesco ancora a trovare un degno avversario- guardò alcuni compagni sollevare il ragazzo a terra e portarlo via- Mi sono stancato di questo posto- disse uscendo dalla stanza.

  • Devi avere pazienza- il ragazzo castano lo seguì- Ancora non ci è stato dato l’ordine di attaccare.

  • Sono stanco di aspettare- si spazientì lui- Voglio combattere. Distruggere i nemici. Assaporare il piacere della vittoria. Invece ci fanno stare qui ad ammuffire.

  • Solo un mese fa abbiamo invaso una città del Paese della terra.

  • Già, che deludenti quelli di Kyoto City. Mi sono scontrato con dominatori della terra più bravi di loro.

  • Forse sei arrivato ad un livello di bravura, che ormai non hai più rivali. L’unico in grado di uguagliarti è Gary. Tu e lui siete la forza portante del nostro esercito.

  • Gary…tsk, quel verme. Pensa di essere il migliore. Io sono molto più bravo di lui- entrò in una stanza e si tolse la divisa con il marchio del fuoco sulla schiena.

  • Che stai facendo?

  • Non vedi?- prese dei vestiti e iniziò a vestirsi.

  • Hai intenzione di fare altri disastri? L’ultima volta hai finito per distruggere l’ennesima locanda, solo perché uno ti aveva urtato.

  • Che ci posso fare se sono così stupidi? Chi non riesce neanche a dominare un elemento, è da considerarsi nullità.

  • Questo non vuol dire che devi distruggere tutto. Questa gente ci serve come schiavi.

  • Sì, sì, certo- disse annoiato e indossando un mantello- Richie, a volte sei davvero noioso.

  • Chiamami noioso, ma non posso permettere che tu crei altri problemi a tutti noi.

  • Come vuoi…- si avvicinò all’uscita della nave attraccata ad un porto.

  • Ash, aspetta. Che hai intenzione di fare? Gli ordini erano di non muoverci.

Ash si girò verso lui e lo fulminò con un sguardo scocciato.

  • Nessuno può dirmi cosa devo fare. Io faccio come mi pare.

  • Però…

  • Rilassati Richie- sospirò- Vado solo a fare un giretto e chissà che non incontri finalmente qualcuno alla mia altezza. Anche se ne dubito- e si allontanò verso il paesino.

  • Fa sempre di testa sua…- sbuffò Richie e tornò nella nave.

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Capitolo 2
*** Cap. 1 ***


cap 0

Ed ecco che entriamo nel vivo della storia.
Sarò sincera...non mi piace per niente la formattazione automatica. Pensavo che fosse solo un problema del mio blog, ma ora mi rendo conto che  è così anche in tutte le pagine di internet. E' che non sopporto quei pallini neri davanti alle frasi e non riesco a far lasciare le mie abituali linee. Oh uff! Va be', vi lascio alla storia.

BLUE BIRD ILLUSION


Cap.1



  • Non fare questo, non fare l’altro…- fece una smorfia- Che noiosi. Come sperano di sconfiggere il Team acqua? Saranno anche nostri alleati, ma non mi fido di loro.

Il moro sentì delle voci in lontananza.

  • Fermateli! Sono quelli del Team Luce!

Ash si fermò udendo quella parola e vide delle persone scappare via in fretta e sparpagliarsi in strade diverse. Uno di loro, venne proprio verso di lui. Era coperto da un mantello scuro e il cappuccio nascondeva in parte il suo viso.

  • Bene…il Team Luce- disse con un sorriso divertito- Che tempismo perfetto. Avevo proprio voglia di scontrarmi con questi ribelli- dal palmo delle mani scaturì una fiamma rossa.

Vide la persona correre verso di lui, senza accorgersi delle intenzioni del ragazzo che attendeva solo di colpirlo al momento giusto.
Però nel momento in cui cercò di sferrare il colpo, la persona saltò davanti a lui e lo sorpassò con incredibile agilità, che stupì pure lui. Come se niente fosse successo, la persona continuò la sua fuga.
Ash rimase a bocca aperta. Come aveva osato quel tizio della Luce ignorarlo in quel modo? Non aveva avuto neanche modo di colpirlo.
L’unica cosa che era riuscito a distinguere, quando aveva fatto il salto, era la sua corporatura snella e dei ciuffi di capelli color arancione.
Le sue mani fremevano di vendetta e corse dietro la persona. Era curioso di vedere in faccia il famigerato Team Luce. Aveva sentito tante storie su di loro. Non si sapeva quanti fossero, né che aspetto avessero, ma sapevano dominare vari elementi ed erano così bravi da essere scampati al Team Magma e Acqua. Addirittura c’era una grossa taglia su di loro, per chi riuscisse a catturarli o ad ucciderli.
A lui interessa solo sfidarli e vedere lui stesso se erano così bravi come si diceva.

  • Sembra scomparso…- disse Ash fermandosi e guardando intorno.

Sentì poi delle voci in lontananza. Sembrava che ci fosse una festa popolare. Si avvicinò e vide un gruppetto di ragazzi che facevano spettacolini usando dei trucchi. Tutti quelli che si erano riuniti lì vicino, stavano guardando estasiati e applaudendo ad ogni loro azione.
Ash guardò meglio e notò che quelli non erano dei semplici trucchi.

  • Dominatori…- sussurrò lui sorpreso.

Nessuno però pareva essersene accorto, pensando che si trattassero di semplici giochi di prestigio.
Ma lui essendo un dominatore del fuoco e dopo essersi scontrato con più avversari, riusciva a distinguerli. Bastava osservare come muovevano le mani e il corpo.
Un ragazzo dalla carnagione scura e occhi fini faceva da presentatore, esaltando ogni scena.
Una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro, con una lunga gonna bianca e un velo trasparente sulla testa adornato da fiori, stava suonando qualcosa nel suo strano strumento a fiato, mentre altre due si occupavano degli effetti speciali. Una aveva i capelli corti color castano scuro con due ciuffi lunghi davanti e una bandana rossa, con un completo di maglietta rossa e pantaloncini scuri, l’altra aveva i capelli lunghi e blu con sopra la testa un capello bianco e indossava un vestito composto da maglietta nera senza maniche e una corta gonna rosa.
Poi tra quelle ragazze spuntò un’altra. Una ragazza dalla carnagione chiara, occhi verdi e capelli color arancio. Indossava dei semplici pantaloncini verde acqua e una maglietta gialla con le bretelle rosse. Intorno al corpo aveva dei veli che volteggiavano sospinti dal vento, che dovevano forse servire a nascondere i gesti delle mani.
Guardò estasiato la ragazza, mentre muoveva le mani in alto e spruzzi di acqua si alzavano con lei.
Sorrideva al pubblico e il suo sguardo era quasi ipnotico e ammaliante.
Per alcuni minuti rimase a guardare lo spettacolo come un normale spettatore, poi però ricordò quei capelli color arancio.

  • …possibile che lei sia…?

Lo spettacolino terminò e le persone soddisfatte lasciarono dei soldi in un contenitore, che il ragazzo dalla carnagione scura passava davanti a loro a raccogliere.
Poi il ragazzo passò davanti a lui con il contenitore. Lo osservò per un po’ e sorrise.

  • Ti è piaciuto lo spettacolo?

Ash rimase in silenzio, poi con un sorrisino elargì qualche spicciolo.

  • Oh, sì…molto.

Il ragazzo che doveva essere di qualche anno più grande, aveva una corporatura piuttosto robusta. I suoi capelli erano leggermente a punte in alto e indossava una giacchetta verde, sopra una maglietta arancione. Forse era lui il capo di quella banda, basti vedere quell’espressione sicura e seria.
Sì, doveva essere lui. Perfetto, aveva individuato il componente più forte del gruppo.

  • Oh, bella damigella! Si è divertita?- la sua espressione cambiò totalmente con la ragazza accanto a lui.

  • Sì, sì…sono davvero brave- disse contenta la ragazza.

  • Se vuole possiamo esibirci per un bis solo per lei, madamigella- disse in tono mieloso.

  • Davvero?- disse incantata la ragazza.

  • Oh, ma certo. Mi lasci pure il suo numero di telefono, indirizzo di casa e…ahi!

  • Piantala Brock- disse la ragazza dai capelli arancioni comparendo vicino a lui e afferrandogli prontamente l’orecchio sinistro del ragazzo.

  • Ahi, Misty! Sono impegnato in una importante discussione.

  • Già, come no- rispose lei sarcastica, poi guardò la povera ragazza che non capiva niente di quel che stava accadendo- Mi scuso a nome suo per averla importunata. A volte Brock si comporta come uno sciocco- le sorrise gentilmente.

  • Ehi!- disse offeso il ragazzo che veniva ancora tenuto fermo per l’orecchio.

  • Oh, non è niente…- disse la ragazza imbarazzata.

  • Bene, spero che lo spettacolo le sia piaciuto. Arrivederci- si voltò e trascinò con sé il povero ragazzo- Andiamo Brock.

  • Ahi, ahi, Misty so camminare!

Ash guardò stupito la scena. Non si aspettava certo questo comportamento da un leader della famosa banda Luce. Possibile che si fosse sbagliato? Ma chi altro poteva essere allora? Lì c’erano solo ragazze, a parte lui. Forse l’episodio di prima era solo una messinscena del ragazzo per sviare i sospetti su di lui. Astuto, già…tipico di un vero leader.
Vide il gruppetto riunirsi e sistemare le cose sul carro, mentre le persone se ne andavano ognuno per conto per suo.
Doveva pensare in fretta cosa fare.

  • Ahi Misty, possibile che devi essere sempre così?- disse Brock massaggiandosi l’orecchio.

  • Ed è possibile che tu debba sempre fare il cascamorto con qualche bella ragazza?- rispose a tono Misty- Dobbiamo stare in allerta, le guardie potrebbero essere da qualche parte cercandoci ancora. E tu perdi tempo a giocare.

  • Calmati Misty- disse la ragazza dai capelli castano chiaro con indosso il suo vestito bianco da scena. Si tolse il velo che aveva sopra i capelli lunghi- Non possiamo continuare ad agitarci. Finiremo per stressarci.

  • Pensala come vuoi Melody, ma dobbiamo levar tenda al più presto- si girò verso la ragazza con la bandana rossa- A che punto siamo con le cose?

  • E’ tutto sul carro- disse lei- Possiamo partire.

  • Ottimo, andiamo. Brock, tu guiderai il carro. Melody e Dawn staranno sopra il carro, mentre io e May cammineremo affianco.

  • Oh no, di nuovo?- disse May sbuffando- Mi sono stancata. Perché devo stare io giù? E perché non Melody o Dawn?

  • Perché noi siamo più carine- disse Melody facendole la linguaccia dall’alto del carro.

  • Grr, scendi giù e vedrai.

  • Smettetela- disse Misty seria- May tu ci servi giù, perché il tuo dominio ha più efficacia a terra. E poi ci sono anche io che starò giù.

  • Oh uffi, però non è giusto!- disse sbuffando e incrociando le braccia.

  • Rassegnati May, è destino- disse Melody ridacchiando- C’è chi è destinato a stare su…e chi giù.

  • Ora ti faccio vedere io chi rimarrà giù…- disse intenta a sbattere forte a terra il suo piede destro, ma prima di farlo le arrivò una secchiata d’acqua. Stupita si scrollò l’acqua e guardò la ragazza accanto a lei- Misty!

  • Basta così- disse Misty appoggiando per terra il secchio vuoto- Vuoi forse che gli altri si accorgano di noi?

  • Ha ragione Misty- disse Brock- Se ora tu usassi il tuo dominio, salterebbe la nostra copertura.

  • Uffi- s’incamminò per prima- Ma c’era bisogno di bagnarmi? Se mi ammalerò, saprò a chi dare la colpa!

Misty e Brock si guardarono e sospirarono prima di rimettersi in marcia.
Proseguirono tranquilli per qualche minuto, finché tre uomini si pararono davanti a loro.

  • Eccoli, sono loro!

  • Sì, i ribelli!

  • Li abbiamo trovati, come ci avevano detto!

  • Cavoli!- disse Brock frenando la corsa del carro.

  • May- Misty chiamò l’altra ragazza.

  • Sì, sono pronta- disse la ragazza dalla bandana rossa. Sbatté forte il piede destro e la terra iniziò a tremare, facendo sbucare dal suolo un alto muro di terra davanti alle guardie.

  • Ma cosa?!

  • Sono loro! Stanno usando i loro domini!

  • Melody! Andate avanti voi!- disse Misty.

  • Sì- Melody si alzò in piedi e incrociando le braccia, sollevò da terra il carro con il vento- Si parte!- disse puntando in avanti il braccio e spingendo il carro avanti per il sentiero.

  • Accidenti!- dissero sorpresi le guardie- Presto, stanno scappando!

  • Non andrete avanti- disse Misty girando il braccio e puntandolo infine contro di loro. Al suo gesto, un getto d’acqua colpì le tre guardie facendole cadere a terra metri indietro.

  • Ahhh!- urlarono i tre uomini sbattuti via.

  • May andiamo!- disse Misty e le due iniziarono a correre.

  • Uhh- iniziò ad alzarsi uno dei tre e si guardò in giro- Presto, alzatevi!- gridò lui- Li stiamo perdendo! Il capo ci sgriderà se ce li facciamo scappare!

  • S- sì…- i due si alzarono ed insieme rincorsero i fuggitivi.

  • May, li abbiamo seminati?- chiese Misty correndo.

  • Vediamo…- si fermò e toccò il suolo. Chiuse gli occhi e si concentrò- No, ci stanno ancora seguendo.

In quel momento una lancia volò dritto verso May.

  • May attenta!- gridò Misty. May guardò immobile, mentre delle liane di erba afferrarono al volo la lancia e si avvinghiarono al oggetto arrestandone l’andata.

  • Serve aiuto ragazze?- disse comparendo dietro di loro la ragazza dai capelli blu.

  • Dawn, giusto al momento- disse Misty- E gli altri?

  • Ci stanno aspettando poco più in là.

  • Bene- fece cenno di conferma e si voltò per guardare i tre uomini che stavano arrivando.

  • Li abbiamo presi?- chiese uno.

  • No, sono riusciti a bloccare la lancia.

  • Però ora non potranno schivare più lance contemporaneamente.

  • Tenetevi pronte ragazze- disse Misty e May si alzò in piedi.

  • Via!- i tre uomini sfilarono dalle loro sacche altre lance e prendendo la carica indietreggiarono il braccio e lanciarono le lance.

  • Tsk, sono solo tre lance- disse May appoggiando le mani sui fianchi.

Ma nel momento di avvicinarsi le lance si sdoppiarono colpendo in più punti.

  • Presto, schivatele!- gridò Misty troppo tardi.

  • Ahi!- Dawn si toccò il braccio ferito.

  • Dawn, come stai?

  • Solo una ferita…ma come hanno fatto?

  • Sono dominatori del ferro…- li osservò- Possono maneggiare il materiale a loro piacimento e moltiplicarlo…

  • E’ così- disse uno dei tre- Siamo stati incaricati dal nostro capo di eliminarvi.

  • Saremo gli unici che vi avranno sconfitto!- i tre lanciarono altre lance.

Le tre ragazze cercarono di schivarlo, ma le lance si moltiplicavano e cambiavano direzione, finendo per colpirle.

  • Ahi!- si lamentò May- Sono imprevedibili. Non servirebbe a niente creare una barricata.

  • Come facciamo a fermarli Misty?- chiese Dawn.

  • Se sono fatti di ferro, posso fermarli io- incrociò le braccia e si concentrò sulle lance che stavano arrivando. Strinse le mani e in quel momento le lance si sgretolarono fuoriuscendo dell’acqua.

  • C’è l’hai fatta!- disse May.

  • Sono troppi- disse Misty preoccupata- Non riuscirò a fermarli tutti.

  • Le abbiamo in trappola!- dissero le tre guardie sferrando l’ultimo colpo.

Una lancia puntò Misty, mentre lei cercava qualche idea. Però prima di colpirla, una persona s’interpose tra lei e l’oggetto appuntito. Con un calcio veloce, colpì la lancia e la fece cadere a terra.
Misty rimase sbalordita a guardare il ragazzo che le era di spalle.

  • Vedo che siete in difficoltà…- si girò e sorrise- vi serve una mano?

Era un ragazzo dai capelli neri un po’ sbarazzini, tenuti fermi da un cappello bianco e rosso. Indossava una maglietta nera e una giacchetta azzurra a maniche corte e un pantalone celeste.
La ragazza continuò a guardarlo sorpresa, mentre un'altra lancia puntava nuovamente verso di loro.

  • Misty! Attenzione!- disse Dawn.

  • Eh?- la ragazza si svegliò, ma ancora una volta fu il ragazzo a reagire prima di lei e senza muoversi da lì, portando avanti la sua mano destra fece uscire un getto di fuoco che sciolse la lancia in volo.

Misty spalancò gli occhi quando vide il fuoco uscire dalla sua mano.

  • Incredibile!- disse Melody giungendo in quel momento con Brock.

  • Un dominatore del fuoco…- disse Brock preoccupato.

  • Un dominatore del fuoco?- dissero sorpresi i tre uomini- Com’è possibile?

  • Che ti frega? Eliminiamo anche lui! Non può fermarci con un misero fuocherello!

  • Voi credete?- disse il ragazzo sorridendo divertito e facendo uscire dalla sua mano una spirale di fuoco che sciolse tutte le lance e colpì i tre uomini.

  • Ahhh! Scappiamo!- i tre corsero via spaventati e un po’ bruciacchiati.

  • Eh, eh, guarda come scappano i codardi- ridacchiò il ragazzo e si girò nuovamente verso Misty- Tutto bene? Ti sei fatta male?- Misty non rispose, ma continuò a fissarlo- Hai perso la voce?- ridacchiò- Io mi chiamo Ash…piacere di conoscerti- allungò la mano verso lei.

La ragazza rimanendo ferma, schiaffeggiò via la mano del ragazzo che la guardò senza capire.

  • Tu sei uno schifoso dominatore del fuoco…che sei venuto a fare?- indietreggiò, mettendosi in posizione di attacco- Sei venuto ad eliminarci?

  • Misty!- disse sorpresa Dawn.

  • Ma cosa sta succedendo?- chiese Brock.

  • Questo ragazzo è spuntato dal nulla e ha sconfitto i nostri inseguitori- spiegò Dawn.

  • Davvero?- disse sorpresa Melody.

  • Sei sicuramente uno del Team Magma!- disse Misty puntando un dito contro di lui- Se no, perché saresti intervenuto?

  • Capisco…sei diffidente- sorrise e alzò le spalle- Non dovresti, visto che non ho cattive intenzioni verso voi.

  • Sei un dominatore del fuoco! E sicuramente ci stavi tenendo d’occhio per eliminarci.

Ash sospirò.

  • Senti, è vero, sono un dominatore del fuoco…ma è anche vero che non tutti i dominatori del fuoco sono cattivi. Se avessi avuto cattive intenzione, perché ti avrei salvato? Non avrei avuto motivo, visto che ti avrei comunque dovuto uccidere.

  • Su questo ha ragione- disse Brock incrociando le braccia.

  • Tu non mi hai salvato!- disse irritata Misty.

  • Ah no?- alzò il sopracciglio- Sarà, ma a me sembrava che fossi in seria difficoltà.

  • No, che non lo ero!

  • In effetti…- disse Dawn- Lui ci ha veramente aiutate, Misty.

  • Non dire assurdità, Dawn!- la fulminò con lo sguardi- Il giorno che mi farò aiutare da uno come lui, sarà in tomba!

  • Calmati Misty. Magari è sincero- disse Brock cercando di calmarla, poi si voltò verso Ash- Piuttosto, cosa ci facevi da queste parti?

  • Io vi stavo cercando.

  • Vedi, lo ammette pure!- disse Misty con un tono “lo sapevo”.

Ash ignorò il suo commento e guardò Brock.

  • Ci stavi cercando? E per quale ragione?- chiese Brock serio. Anche lui pareva non fare più caso ai commenti della ragazza.

  • Voi siete il Team Luce, no?

Il gruppetto guardò preoccupato il ragazzino che pareva sicuro delle sue parole. Troppo sicuro.

  • E…se fosse?- chiese cautamente il bruno.

  • …vorrei unirmi a voi.

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Capitolo 3
*** Cap. 2 ***


cap 0

Per una questione di tempo, lascerò i capitoli così come sono, senza fare modifiche nella composizione del formato.
Buona lettura!

BLUE BIRD ILLUSION


Cap.2



  • Voi siete il Team Luce, no?

Il gruppetto guardò preoccupato il ragazzino che pareva sicuro delle sue parole. Troppo sicuro.

  • E…se fosse?- chiese cautamente il bruno.

  • …vorrei unirmi a voi.

Seguì un momento di silenzio tra i presenti dovuta alla domanda di Ash. Un silenzio molto prolungato, finché una esclamazione si alzò forte.

  • Che?!!- gridò il gruppetto stupito.

  • Neanche per sogno, sciocco dominatore del fuoco!- disse Misty adirata.

  • Mi chiamo Ash- disse lui infastidito.

  • E’ lo stesso.

  • Però…perché vorresti unirti al gruppo?- chiese May perplessa- Sai veramente chi è il Team Luce e cosa fanno?

  • Certo- disse lui sorridendo- Luce è un gruppo di dominatori che cercano di salvare il mondo dai cattivi, ovvero il Team Acqua e il Team Magma…non è così?

  • Beh…sì, è così- May si guardò con Dawn.

  • E cosa ti spinge ad unirti a loro? Cerchi gloria e fama?- chiese Brock.

  • Niente di questo- scosse la testa- Voglio solo fare del bene. Sono un dominatore del fuoco e tra di voi non c’è nessuno che sappia dominare questo elemento. Posso esservi di aiuto.

  • Credi che noi crediamo veramente a questa assurda storiella?- disse Misty, prima di essere afferrata per il braccio da Brock.

  • Scusa, ci puoi lasciare un momento per parlarne?- chiese Brock.

  • Certo, fate pure.

  • Bene- trascinò Misty e si riunì con le altre ragazze- Che ne dite?

  • Non se ne parla!- disse Misty incrociando le braccia- E’ un dominatore del fuoco!

  • Ma ti ha salvata- disse Dawn.

  • Non mi ha salvata!

  • E poi è carino- disse Melody, che ricevette degli sguardi sorpresi dagli altri e uno sguardo omicida da parte di Misty.

  • Non dire sciocchezze, non stiamo parlando di questo- disse Misty.

  • Però dai, non l’hai visto?- insistette l’altra- Non puoi negare che è carino.

  • E’ un dominatore del fuoco!- ribadì adirata Misty.

  • E’ bravo…non c’è che dire- disse pensieroso Brock- Sa dominare bene il suo elemento…e forse potrebbe davvero esserci d’aiuto.

  • Brock, noi c’è la sappiamo cavare anche da soli!- disse Misty. Poi vide che parevano perplessi- Sveglia ragazzi, è un dominatore del fuoco!- lo indicò con il dito- Capite? Persone come lui lo incrociamo ogni giorno con l’intenzione di ucciderci. E’ un nemico, non uno con cui andare a prendere un caffè!

  • Voi che ne pensate?- chiese Brock al resto del gruppo. Gli altri ci pensarono su.

  • Io…- May incrociò le braccia e volse altrove il suo sguardo amareggiato- Io non sono d’accordo. I dominatori del fuoco sono nostri nemici. Non lo voglio con noi. Non mi sentirei sicura.

  • Vedi, anche lei è d’accordo- disse Misty facendo prevalere la sua decisione.

  • A me non dispiace- disse Dawn- Non mi pare un tipo pericoloso. Forse vuole davvero far del bene.

  • Dawn, tu crederesti ad ogni sciocca storiella. Sei troppo credulona- disse Misty.

  • Però…se ci avesse voluto attaccare, avrebbe potuto farlo subito, mentre eravamo in difficoltà. Invece lui si è dimostrato gentile con noi. Io gli credo.

  • Lo stesso vale per me- disse Melody sorridente- Facciamolo diventare uno del nostro gruppo.

  • Ho il sospetto che tu lo voglia con noi, solo perché ti piace- disse Misty dubbiosa.

  • Ehi, anche a me preoccupa che sia un dominatore del fuoco- tentò di difendersi- Però non possiamo discriminarlo per questo, prima di conoscerlo veramente.

  • Io non voglio conoscerlo.

  • Vedi? Sei sempre diffidente con tutti- disse Melody.

  • Non è vero- disse Misty offesa.

  • Anche per me è a posto- disse Brock interrompendole- Per il momento non sembra una minaccia. Visto che vuole così tanto venire con noi, possiamo pure accettare. Se ha in mente qualche piano losco, lo scopriremo solo più avanti.

  • Ma…Brock!- disse contrariata Misty.

  • Siamo tre contro due…devi rassegnarti Misty- disse Brock.

  • Ah, va bene, fate come volete!- sbuffò- Ma poi non dite che non vi avevo avvertito! Vedrete, aspetta solo di attaccarci alle spalle. Ci catturerà, ci farà a fettine e ci venderà al migliore offerente.

  • Certo, certo- disse Brock divertito, appoggiando una mano sulla sua spalla per calmarla.

  • Dico sul serio!

Brock si avvicinò al ragazzo dai capelli neri, che stava ancora attendendo una loro risposta.

  • Allora? Avete deciso?

  • Sì…sei sicuro della tua decisione? Lo sai cosa andrai incontro unendoti al Team Luce? A quanti pericoli e difficoltà dovrai affrontare?

  • Certo- disse lui sicuro.

  • Bene…- diede una forte pacca alla spalla del ragazzo- Benvenuto a bordo Ash!- disse sorridente- Io mi chiamo Brock e sono dominatore della roccia.

  • Ah…piacere- disse Ash massaggiandosi un po’ la spalla.

  • Io sono Melody! Dominatrice dell’aria e magnifica flautista!- disse precipitandosi la ragazza e spingendo via Brock- Incantata di conoscerti- lo prese per le mani- Diventeremo grandi amici.

  • S- sì…- disse un po’ imbarazzato dal sorriso di Melody.

  • Io mi chiamo Dawn- disse la ragazza dai capelli blu sorridendo- E sono una dominatrice dell’erba. Sono sicura che sarai un alleato prezioso.

  • Oh, grazie.

  • Mh, io sono May- disse un po’ scocciata e sbrigativa- E domino la terra.

  • Ah, capito- poi guardò la ragazza dai capelli color arancio, che se ne stava a debita distanza da lui e che non si era ancora presentata.

  • Misty, non ti presenti al nuovo arrivato?- disse Brock.

  • Chi, lui?- lo indicò- Io non lo volevo. Mi sono rifiutata, ma voi avete insistito.

  • Non fare la scorbutica. Non è così che si accoglie un nostro nuovo compagno.

  • Non è un nostro compagno! E’ un dominatore del fuoco! Un perfido e sospetto dominatore del fuoco!

  • …Ash- disse il ragazzo senza scomporsi.

  • Eh?

  • Il “perfido e sospetto dominatore del fuoco” ha un nome. E’ Ash. Cerca di usarlo.

  • Per me siete tutti uguali!

  • Misty!- la rimproverò Brock.

  • Bene, ho capito come la pensi. Ma visto che hai avuto la peggio nella decisione di unirmi a voi, mi dovrai sopportare a lungo. E visto che dovremmo combattere insieme, potrei sapere almeno come dovrò chiamarti nei prossimi giorni?- gli fece un sorrisino arrogante- O una ragazza così acida come te non ha neanche un nome?

  • Cos…?!- disse sorpresa per la risposta del ragazzo. Le ragazze tra di loro ridacchiarono per quel buffo battibecco tra i due. Finora nessun ragazzo era riuscito a tenere testa alle sfuriate di Misty, o meglio nessuno era così sano di mente nel provocare quella ragazza- Tu, ragazzino!- lo indicò con più rabbia- Tieni bene a mente il mio nome, Misty. Perché da oggi sarò la tua spina nel fianco! Ti terrò d’occhio costantemente! E quando farai un passo falso, sarò pronta a smascherarti. Così gli altri potranno finalmente rendersi conto di che tipo di persona perfida sei!- disse con tanta foga che rimase poi senza fiato.

Ash si girò verso gli altri del gruppo.

  • Ma fa sempre così?

  • No, solo con chi gli è particolarmente simpatico- ridacchiò Dawn.

  • Bene, adesso che ci siamo presentati, possiamo ripartire.

  • E’ vero- Misty si guardò intorno- Dove avete lasciato il carro?

  • Non preoccuparti, l’ho nascosto vicino ad una finta caverna- disse Brock.

  • Bene- il gruppetto si rimise in cammino.

  • Spero che questa volta non dovrò ancora rimanere giù dal carro- disse May.

  • May- disse Misty sospirando.

  • Che? Non posso difendere i miei diritti?

Il ragazzo seguì il gruppetto e li osservò attentamente uno ad uno. Un misterioso sorriso gli si disegno sul volto.


≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈


  • Argh! Non ne posso più!- disse una infuriata Misty.

  • Cosa succede questa volta?- chiese sospirando Brock.

  • Lui, quell’essere…

  • …Ash- disse “l’essere”.

  • E’ lo stesso! Lo sai cosa ha fatto questo qui?

  • Ash- ribadì “quello lì”.

  • Ha mangiato banane e si è costruito una casa sull’albero?- scherzò Brock.

  • Spiritoso- fece una smorfia- Lui ha cercato di avvelenare il nostro cibo!

  • Eh?- Brock guardò Ash, che alzò le spalle.

  • L’ho visto poco prima che gettasse qualche strana foglia velenosa, dentro il mestolo del cibo che stavi preparando.

  • Quel che stavo cercando di spiegare a questa pazza- disse Ash al colmo della sua pazienza- è che questa foglia particolare, dà un gusto particolare se aggiunto al cibo in cottura.

  • E tu che ne sai di cucina?- disse la “pazza”- Voi dominatori del fuoco sapete solo provocare incendi e distruzione.

  • Ammetto che in questo momento l’idea di bruciarti non sarebbe male, visto che ancora non mi chiami per nome. Anche se non so cucinare, sono sicuro di quello che dico. Ricordo molto bene che nei piatti che mi preparavano, veniva aggiunto questo ingrediente.

  • Ah sì?- Dawn guardò la foglia e la studiò attentamente- Ha ragione, non è velenosa.

  • Mhh…- Brock lo esaminò e infine lo mise nel mestolo.

  • Ahh! Brock che hai fatto!- disse Misty spaventata.

  • Voglio provare a fidarmi- disse Brock- Male che vada, al massimo avremmo un gran mal di pancia- ridacchiò.

  • Non c’è niente da ridere- disse Misty.

  • Misty, dovresti darti una calmata- disse Melody- Non c’è la facciamo più di sentire i tuoi continui “al lupo” “al lupo”. Vuoi capire che Ash non ha cattive intenzioni?

  • Già, finora si è dimostrato un bravo alleato. Non ha fatto niente di sbagliato.

  • Sei solo tu che sei la solita scorbutica.

  • Vedi? Non sono l’unico a pensarlo- disse Ash.

  • Zitto tu! Pensi di aver ingannato tutti, ma io riuscirò a smascherarti! E’ una promessa!- si voltò e se ne andò tutta furiosa.

Il ragazzo sospirò e guardò il gruppetto.

  • Perché fa così?

  • Perché sei un dominatore del fuoco. E’ logico, no?- disse May- A nessuno di noi piacciono le persone come te.

  • Anche tu c’è l’hai con me?

  • Dico solo che neanche io posso fidarmi di te così facilmente.

  • Ma che avete contro di me? Non vi ho fatto niente.

  • Dovresti capirlo da solo- disse Brock, mentre girava il mestolo con il cibo- Il Team Magma ha seminato distruzione e morte ovunque sia andato. Ha distrutto interi villaggi, rovinato la vita di tranquille famiglie, ha instillato odio e guerra tra popoli diversi. Tu non c’entri con questo, lo so. Ma per noi che abbiamo avuto a che fare con loro, ci è difficile non vederti come nemico.

  • E’ così?- chiese Ash. Le altre ragazze annuirono triste- Mi spiace.

  • Non è colpa tua. Tu dici che vuoi fare del bene e questo noi lo apprezziamo. Per questo abbiamo deciso di farti venire con noi.

  • Però…

  • Umm, direi che è pronto- disse Brock assaggiando il cibo- Ehi, è davvero buono come avevi detto tu- sorrise ad Ash- Vedrai la faccia stupita di Misty quando lo assaggerà- si alzò in piedi.

  • Sì.

  • Bene, allora Dawn, apparecchi tu?

  • Va bene.

  • Io vado a cercare Misty- si alzò in piedi.

  • Non capisco come facciate a sopportarla- disse Ash- Si comporta come una bambina.

  • Sì, è così- Brock sorrise, come il resto del gruppo- Però lei…è la nostra leader. Non potremmo andare avanti senza di lei.

  • Eh?!- esclamò indietreggiando- Ma non eri tu il leader?

  • Brock?- disse contrariata May- Lui finirebbe per cascare ad ogni trappola del nemico, solo perché è una bella donna.

  • Eh, eh…- ridacchiò Brock imbarazzato- In effetti…

  • Ma come…proprio Misty?- disse incredulo.

  • Beh, mi pare che tutto sia iniziato da lei- disse Melody- Se siamo ciò che ora siamo, è grazie a lei.

  • Già, io mi sono unita al gruppo per ultima e mi sono trovata bene- disse Dawn.

  • Ma…ma…

  • Capisco quello che vuoi dire, Ash- disse Brock- Ma al contrario di quanto sembra, lei è una ragazza in gamba e molto generosa.

  • Per quanto sia isterica e nevrotica, penso che non avremmo una migliore leader- disse May.

Ash rimase senza parole. Aveva sbagliato. Il leader non era il ragazzo, bensì proprio quella ragazza, con cui si era scontrato quel giorno.

  • Spero che un giorno tu possa conoscerla veramente- disse Brock- Torno subito con Misty- si allontanò nella direzione che aveva preso Misty prima di scomparire.

Ash lo guardò mentre se ne andava, poi sospirò. Qualcosa del suo piano doveva essere modificato.

  • Misty?- chiamò Brock e vide una ragazza non poco distante, che tirava dei piccoli sassi contro l’acqua del fiume. Il suo sguardo era arrabbiato e tirava con furia i sassi- Ehi, non dicevi che era sciocco lanciare sassi nell’acqua?- scherzò con tono dolce.

Lei si voltò per guardarlo un istante e tirò un altro sassolino.

  • …perché? Perché fra tante persone, proprio un dominatore del fuoco?

  • Misty…

  • Non lo sopporto. Non lo posso soffrire. Sono preoccupata per l’incolumità del gruppo e cercò di proteggervi, ma invece passo per una pazza isterica- si voltò nuovamente verso lui- Io sento che sta mentendo. Sta sicuramente architettando un piano per eliminarci. Perché nessuno di voi mi vuole credere?

  • Misty, calmati- appoggiò una mano sulla sua spalla- Capisco cosa provi. E’ un duro momento. Ma forse, questa esperienza potrà aiutarci a dimenticare e farci andare avanti. Non possiamo continuare a vivere nella paura e nell’odio.

  • Io…non posso dimenticare- scrollò la testa e strinse forte le mani- Non posso fare a meno di provare disprezzo per quel ragazzo, o chiunque sia un dominatore del fuoco.

  • Vedrai che con il tempo, ti abituerai alla sua presenza. Quel che manca a voi due, è conoscervi meglio. Chissà, che in fondo non abbiate qualcosa in comune.

  • E’ impossibile- disse disgustata- E non ho intenzione di essere sua amica.

  • Misty, questo non sembra un discorso fatto da te- disse in tono di rimprovero.

  • Finché…finché non porterò a compimento la nostra missione, non mi darò pace- lo sorpassò- Visto che nessuno di voi vuole aiutarmi, ci penserò io a tenerlo d’occhio.

  • Ehh- sospirò e la seguì.

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Capitolo 4
*** Cap. 3 ***


BLUE BIRD ILLUSION


Cap.3



  • Allora, novità?- chiese una voce.

  • Sì…- rispose un ragazzo davanti ad una cabina- Sono loro.

  • Ottimo. Mi ha sorpreso sentire la tua proposta l’altra volta. Certo che, fingerti un ragazzo qualunque per poterti avvicinare a loro, è stata un ottima idea. E dimmi, loro si fidano di te?

  • Non del tutto…mi basterà ancora qualche giorno e li avrò in pugno.

  • Eh, eh, perfetto. Conto su di te per eliminare il Team Luce. Sei l’unico che può riuscirci.

  • Sì. Sarà un gioco da ragazzi- chiuse la comunicazione.

Il ragazzo alzò lo sguardo al cielo e sorrise. Poi s’incamminò verso un gruppo di persone.

  • Ashino!- lo chiamò da lontano Melody, muovendo allegramente il braccio.

  • Possibile che vi sia difficile chiamarmi con il mio vero nome?- disse lui.

  • Ma Ashino è così carino!- disse felice Melody.

  • Però non sono un pupazzo.

  • Su questo non c’è dubbio: sei molto peggio- disse un’altra ragazza passando lì accanto con un cesto di vestiti.

Ash guardò la ragazza scocciato dalla solita frecciatina.

  • Quando la finirai con questa storia?

  • Quando ammetterai la verità, domina fiammiferi- disse lei ironica, quasi ignorandolo- Melody, vieni ad aiutarmi.

  • Sì, arrivo.

  • Non la sopporto- brontolò il ragazzo.

Si sedette su un tronco dall’albero, mentre vedeva gli altri impegnati in qualche faccenda.

Erano passati alcuni giorni da quando lui si era unito al Team Luce e finora la situazione non era migliorata. Le persone con cui era riuscito ad instaurare un dialogo erano Brock, Melody e Dawn. Misty continuava a tenerlo d’occhio e anche May era diffidente con lui.

Il piano non stava proseguendo liscio come l’olio come prevedeva, ma in fondo si sarebbe annoiato se sarebbe andato tutto perfetto.

Il suo problema era quella ragazza, Misty. Continuava a guardarlo con disprezzo e fare qualche commento su lui. Non sarebbe importato se fosse solo una del gruppo, però era la leader e a quanto pare aveva l’appoggio di tutto il gruppo. Per il momento era meglio non contraddirla ed evitare di fare qualche rissa. Presto avrebbe convinto della sua bontà a tutto il gruppo e lei avrebbe dovuto cedere. E sarebbe stato lì, che avrebbe attaccato.

Già si vedeva la scena…tutti loro che gli supplicavano pietà, di salvare le loro vite e lui gli avrebbe riso in faccia. Perfetto. Poteva anche sopportare qualche umiliazione da parte di Misty, pur di avere poi la sua vendetta.

Poi il suo sguardo si concentrò sulla ragazza dalla bandana rossa. Era seduta anche lei su un tronco d’albero e sospirava tenendo in mano una foto.

  • May?- si avvicinò alla ragazza. La ragazza si svegliò dai suoi pensieri e alzò lo sguardo.

  • Ash. Hai bisogno di qualcosa?- chiese lei con voce monotona.

  • No…mi è sembrato che eri triste…- indicò il posto vicino a lei- Posso?

  • …sì- disse lei un po’ incerta, facendogli posto- Non sono triste.

  • Non si direbbe…- la guardò- Hai quell’espressione da un bel po’.

  • Non è niente…- chinò la testa.

  • Chi è?- indicò il bambino che era nella foto insieme a May.

Lei guardò la foto nuovamente.

  • …il mio fratellino Max- disse lei.

  • Hai un fratello?

  • Sì- fece cenno di sì- Quando l’esercito del Team Magma ha attaccato il mio villaggio, la mia famiglia ha dovuto sottostare alle leggi dei nuovi conquistatori. La vita divento più difficile e la gente veniva sfruttata, in tanti hanno tentato di ribellarsi, ma è stato inutile. Stanca di quella vita, ho deciso di scappare via. Avrei voluto portare con me mio fratello, ma non mi era possibile. Troppo rischioso per un bambino della sua età. Non sapevo neanche cosa mi sarebbe aspettato al di là del mio villaggio. Così che io e Max ci siamo dovuti separare, però gli ho fatto la promessa che presto sarei tornata a riprenderlo. E poi, ho incontrato Misty…- sorrise- Lei mi ha promesso che insieme avremmo potuto cambiare la situazione e da allora, io la seguo.

  • Tu le credi?

  • A dire il vero, ero piuttosto diffidente all’inizio. Sai, con tutte le guerre che c’erano…Però lei mi ha più volte dato modo di credere nella sua parola. Anche se spesso litighiamo, io l’ho vista impegnarsi molto. C’è la sta mettendo tutta, davvero- lo guardò- Io le credo. E un giorno, manterrò anche la promessa con mio fratello.

Lui la guardò stupito. L’espressione della ragazza era cambiata da triste a speranzosa.

  • Eh, non so neanche perché sto qui a parlartene- disse lei, accortasi di aver detto troppo- In fondo, neanche a me piaci- si alzò in piedi- Ma forse un giorno, potremmo andare d’accordo- si allontanò.

  • …sì, un giorno.


≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈


Due ragazze erano sedute vicino alla riva di un piccolo corso d’acqua.

  • Non ti capisco Misty- disse la castana.

  • Cosa?- le passò un capo bagnato, che Melody asciugò con l’aiuto del vento.

  • Perché odi così tanto Ash? Lui non ti ha fatto niente.

Misty riprese a lavare altri vestiti.

  • Hai intenzione di tenere il broncio anche con noi? Senti, io penso che Ash meriti un opportunità. E’ dello stesso parere anche Brock.

  • Il motivo perché hai insistito tanto, è che ti interessa. Il motivo che a me non mi piace è, che è un dominatore del fuoco.

  • Suvvia Misty. I nostri nemici mica sono solo quelli del Team Magma. Ci sono anche quelli del Team Acqua e il Team Rocket. Senza contare di quelli che ci vogliono fare fuori, per la taglia che pende sulle nostre teste. Di persone che possono farci del male, sono tante. Allora perché solo lui?

  • Io sento che è diverso…non è sincero.

  • Per te non erano sinceri neanche quei bambini che vendevano biscotti.

  • E’ possibile che lavorassero per qualche delinquente- si difese Misty. Melody alzò gli occhi con un sospiro.

  • Il punto è…sei troppo diffidente. E ho paura che rimarrai così, se non deciderai di cambiare- abbassò lo sguardo- Come pensi di cambiare le cose, se ti ostini a non cambiare tu? Il tuo modo di pensare è troppo chiuso. Non eri tu la persona di larghe vedute?

  • Sì…- raccolse l’ultimo capo lavato e glielo diede per asciugare- Ma non posso abbassare la guardia. Non posso permettere che vi accada qualcosa- sistemò infine tutto bene nella cesta- Il mio compito è anche quello di proteggervi…ed è quello che farò- si allontanò, seguita da Melody.


≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈


  • Liane!- gridò Dawn, mandando le liane in direzione di May che l’avvolsero.

  • Credi di riuscirmi a prendere così facilmente?-May sbatté la mano destra sul terreno e questo si aprì sotto di lei, facendola cadere dentro e richiudendosi sopra lei.

  • E’ stata inghiottita dalla terra?- chiese Melody.

Misty e Brock osservavano attentamente lo scontro.

  • Dov’è? Dov’è?- si guardò intorno Dawn, poi la terra tremò sotto di lei e due mani sbucarono dal terreno e l’afferrarono per i piedi- Ahhh!

  • Ecco il mio nuovo attacco!- uscì dal terreno e continuò a trattenerla per il piedi. Cominciò a girare su se stessa- Uragano violento!- la lanciò in aria.

  • Kyaaa!- gridò Dawn.

  • Caspita che volo- disse Ash sorpreso.

  • In quanto forza, May è tra di noi la più forte- disse Melody.

  • Yeah!- disse contenta May per la vittoria.

  • Ok, Melody fa atterrare Dawn- disse Misty.

  • Sì- Melody alzò le mani al cielo e rallentò la caduta di Dawn, facendola atterrare dolcemente sul terreno.

La ragazza un po’ scossa dal volo e con i capelli arruffati dal vento, si riprese e camminò verso May.

  • May, come al solito non sai dosare la tua forza!- disse arrabbiata.

  • E tu sei troppo debole.

  • Rischiavo di farmi molto male.

  • Che esagerata, per un piccolo volo- alzò le spallucce.

  • Mi hai scaraventata in aria con tutta la tua forza!

  • E tu potevi difenderti meglio.

  • Stavamo solo esercitandoci. Potevi avvertirmi che provavi una tecnica nuova.

  • Su calma, non è successo niente- disse Brock.

  • Già, perché in ogni caso c’eravamo noi ad aiutarti- disse Misty- Comunque, Melody adesso è il nostro turno.

  • Ehh, dobbiamo proprio?

  • Perché?- chiese perplessa Misty mentre si posizionava nel campo.

  • L’ultima volta ci sei andata pesante anche tu- mostrò le sue mani- Mi sono rotta ben due unghie!

  • Ancora con questa storia? E’ un allenamento, non uno spettacolo di danza- guardò la faccia contrariata di Melody e sospirò- Dai, questa volta sarò meno severa. Vieni.

  • Perché non provi con Ash?- indicò il ragazzo.

  • Eh?- si stupì lui.

  • Già, sarebbe un incontro interessante- disse Dawn sistemandosi i capelli in disordine.

  • Io non so se…- disse Ash incerto.

  • Perché dovrei allenarmi con lui?- disse Misty infastidita dalla proposta. Ash la guardò offeso.

  • Mh…hai paura che ti possa sconfiggere?- disse con un sorrisino.

  • Neanche per sogno! Solo che ti farei molto male.

  • Oh…questo sarà difficile…- sui palmi delle mani di Ash comparvero due piccole fiaccole.

  • Vedo che sei molto sicuro…

  • Bene, mi sembra deciso- disse Brock- Misty contro Ash.

Il moro guardò la ragazza. Trattandosi di un allenamento, non doveva esagerare o si sarebbe fatto scoprire.

  • Ti farò rimpiangere la tua superbia- disse Misty attaccando subito con un getto d’acqua.

Ash riuscì a pelo a schivare l’attacco.

  • Non perdi tempo, eh? Be’, neanche io!- lanciò la sua fiamma.

  • Muro d’acqua!- porse la mano davanti e un muro d’acqua la protesse dall’attacco.

  • Non basterà quel muro per proteggerti- Ash alzò la mano e dal palmo comparse una fiamma. Roteò velocemente il braccio e creò un vortice di fuoco che scagliò su Misty.

La ragazza creò nuovamente il muro d’acqua, ma parve avere qualche difficoltà a trattenere il colpo. Il tempo per riprendersi da quell’attacco, che Ash corse già verso di lei, preparandosi a colpire da più vicino, dove momentaneamente si era abbassata la barriera.

Misty formò una scia di acqua, si alzò e afferrò il piede di Ash, come se fosse stato preso da una corda. La ragazza movendo il braccio, fece muovere la scia d’acqua e lanciò lontano Ash. Andò a sbattere per terra. Non fece in tempo ad alzarsi, che fu sommerso nuovamente da un getto d’acqua più forte e finì a sbattere su un albero vicino. Si sentiva frastornato dalla botta, ma riusciva a sentire il risolino della ragazza, contenta di avergli fatto il bagno.

D’accordo. Si era detto che non avrebbe esagerato, ma la sua pazienza aveva un limite. Difficilmente uno si poteva permettere di prendersi gioco di lui, tanto meno una ragazza con il dominio dell’acqua. Non era la prima volta che si batteva contro l’acqua, ma i due avversari che aveva affrontato, non erano neanche riusciti a bagnarlo. In fondo lui era un componente del Team Magma!

  • Allora, sono stata troppo dura, ragazzino?

Ash si sentì ancora più offeso e la sua rabbia crebbe. Alle mani, si crearono subito due sfera di fuoco. Si rialzò in piedi e tornò alla carica, però con più ferocia. Misty lo attese, nascondendosi dietro un muro d’acqua. Il ragazzo avvicinandosi, diede un pugno a quella barriera, che scivolò via, quasi evaporato, sotto il suo pugno rovente.

  • Non era poi così difficile- disse contento Ash, aspettandosi di vedere la ragazza subito dietro, per colpirla. Ma con sua sorpresa, con la barriera caduta non c’era nessuno. Vide sotto di se un ombra, alzò lo sguardo e in quel momento una frusta d’acqua colpì dove era lui. Si scansò di lato- Ma come…?- disse sorpreso e in quel momento sentì qualcosa saltare giù e si voltò, giusto in tempo per ricevere un potente calcio e strisciare giù per terra.

La ragazza si rimise dritta in piedi, gustandosi la scena di Ash sdraiato a terra per il colpo.

  • Uhh, credo che dovrai tirare fuori la cassetta del pronto soccorso, Brock- commentò Dawn a quella scena- I pugni di May sono potenti, ma anche il calcio di Misty non scherza.

  • Beh, l’avevo previsto…- sospirò il ragazzo con in mano la scatola bianca- Come al solito Misty non sa controllarsi.

  • Accidenti…- disse Ash cercando di alzarsi. Melody accorse da lui afferrando la cassetta dalle mani di Brock e trasportandola con il vento.

  • Ash, come stai?- chiese lei preoccupata e inginocchiandosi- Ti ha fatto male? Poverino.

Il ragazzo si guardò intorno e incrociò lo sguardo soddisfatto di Misty che lo guardava dall’alto stando in piedi.

  • Già, poverino…come va?- commentò lei.

  • Se credi di avermi battuto con un solo colpo, ti sbagli!- tentò di mettersi in piedi, ma una fitta allo stomaco, il punto colpito dal calcio, lo fece barcollare a terra.

Si toccò dolorante la pancia e provò rabbia pensando che era bastato un semplice calcio a metterlo fuori uso. Lui, che aveva sostenuto tanti incontri vincendo sempre.

  • Ash, ti fa male? Ora vediamo cosa possiamo fare.

  • Sto bene- disse arrabbiato Ash scansando la mano di Melody. La ragazza lo guardò triste e sorpresa. Ash si accorse dopo del suo gesto automatico- Ah, scusa, non era mia intenzione…

  • Tranquillo, va bene…- disse lei sorridendo. Lo aiutò ad alzarsi con fatica.

  • L’avevo detto io che non era una buona idea- disse Misty alzando le spalle, mentre Dawn dava una mano a sostenere Ash in piedi.

  • Fammi vedere- disse Brock avvicinandosi a lui e toccandogli la pancia. Gli alzò in parte la maglietta.

  • Che fai!- disse Ash imbarazzato, mentre Brock tastò la sua pancia. Poi una fitta dove Brock premette con la mano, lo fece smettere di lamentarsi e strinse i denti per non dare la soddisfazione a Misty di vederlo in difficoltà.

Brock notò che Ash sussultava toccandogli la pancia, poi si rimise in piedi e guardò Misty che era un poco distante da loro.

  • Misty- disse in tono di rimprovero.

  • Cosa?- disse lei un poco nervosa.

  • Che ti è saltato in mente di metterci così tanta energia? Era solo un allenamento.

  • Ehi, è stata un idea vostra- si giustificò lei- Non posso farci niente se è gracile.

  • Non puoi mettere tutti sullo stesso piano, lo sai. Gli hai quasi fratturato le ossa con quel calcio.

  • Ha cominciato lui a provocare- sbuffò lei- Io gli avevo avvertito che si sarebbe fatto male- si voltò- Se abbiamo finito con gli allenamenti, allora torniamo all’accampamento- e incominciò ad avviarsi.

  • A quanto pare, abbiamo due persone che non sanno controllare la sua forza- Dawn guardò May.

  • Ancora arrabbiata per prima?- disse la nominata.

  • E me lo domandi?

  • Però…- disse Melody preoccupata- Finora non ho visto Misty esagerare così in un allenamento. Soprattutto con uno nuovo.

  • Be’…- disse Brock- Non è tanto difficile capire perché…

  • Già, perché sono un dominatore del fuoco- continuò Ash, intuendolo dallo sguardo di Brock. Roteò gli occhi- E comunque, è vero che ho insistito io. Quindi va bene.

La cosa che gli dava più fastidio, non era perché Misty aveva fatto sul serio con lui solo per il suo dominio del fuoco, ma perché era stata lei a batterlo quando anche lui stava facendo sul serio. E non c’era niente di peggio che questa umiliazione per un dominatore del fuoco.

  • Non è un buon motivo per fracassarti- disse Melody contrariata- Non sei mica un nostro nemico.

  • Decisamente, non riusciremo mai ad andare d’accordo- commentò Ash un po’ amareggiato.

Le tre ragazze lo guardarono un po’ dispiaciute, anche Brock non sapeva cosa dire.

  • Ahh- sospirò Brock- Beh. Cercherò di parlarle io- Tentò di sorridere- A volte Misty esagera con i suoi comportamenti, ma non lo fa per cattiveria. Vuole solo proteggerci e al momento ha incentrato su di te tutta la sua rabbia.

  • Che felicità- commentò Ash sarcastico.

  • Però vedrai…è questione di giorni e Misty inizierà a fidarsi di te.

  • Spero che per allora, sarò ancora integro.


≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈


Si toccò la pancia. Una fitta. Gli faceva ancora male. Ma com’era possibile che quella ragazza calciasse così forte? Eppure a prima vista non sembrava così forte come May. E poi, si era mossa con molta agilità durante il loro allenamento, come se anche per lei non fosse la prima volta che affrontava un dominatore del fuoco.

“Logico, è pur sempre la leader del Team Luce, il gruppo di ribelli con una grossa taglia sulle loro teste. Per sfuggire ai loro nemici, avranno sostenuto molte battaglie”

Guardò il lago davanti a lui, mentre con la crema preparata da Dawn, si massaggiava il punto dolorante. Si era allontanato dal gruppo, perché Melody insisteva per spogliarlo davanti a tutti e mettergli lei la crema. Troppo imbarazzante e soprattutto avrebbero notato il suo tatuaggio sulla spalla, il simbolo del Team Magma.

Sospirò. Erano passati alcuni giorni da quando aveva iniziato a viaggiare con loro. E ancora nessun progresso. Nonostante ormai si fossero convinti della sua onestà, Misty continuava a non fidarsi di lui. Questo poneva anche degli impedimenti al suo piano. Come avrebbe fatto a sbarazzarsi di loro, se ancora la ragazza non abbassava la guardia?

I suoi occhi color verde acqua continuavano a guardarlo con sospetto. Eppure lui cercava di impegnarsi nei combattimenti e di essere d’aiuto. Ma Misty borbottava sempre che non avevano bisogno del suo aiuto. Che era in grado di occuparsi dei suoi compagni da sola.

Si poteva essere più testardi di lei?

Eppure, doveva ammettere che…era rimasto più volte a guardarla combattere e rimaneva sorpreso con quanta decisione e serietà sferrasse i suoi colpi. Era anche in grado di gestire i suoi compagni di viaggio.

Come avrebbe allora ottenuto la sua fiducia?

  • Ehi- sentì parlare dietro di lui. Si voltò e vide una ragazza in piedi guardarlo con una smorfia. Lui ricambiò la smorfia e si voltò.

  • Sei venuta ancora a prenderti gioco di me? Non ti basta avermi umiliato?

  • Devo dire che ho provato una certa soddisfazione a metterti al tappeto- disse lei con tono arrogante.

Ash strinse le mani nell’erba. La rabbia iniziava a salirgli fuori sotto forma di piccole fiammelle.

  • …però, devo ammettere che te la sei cavata.

Ash si bloccò e si voltò incerto.

La ragazza aveva alzato lo sguardo, con le braccia ai fianchi.

  • Come?- chiese lui.

  • Dico che per essere un dominatore del fuoco, non te la sei cavata male. Non dev’essere la prima volta che combatti, vero?- ora lo guardò in modo interrogatorio. Lui si voltò.

  • Diciamo che ho avuto modo di farmi un po’ di esperienza…- rispose lui senza destare sospetto.

Nel girare il busto, il dolore allo stomaco riprese a pulsare e si chinò stringendo i denti. Sentì i passi di lei camminare sull’erba ed avvicinarsi. Cercò di sopportare, fino a che la ragazza non se ne fosse andata.

Però lei invece, si sedette accanto a lui e lo guardò pensierosa.

  • Fammi vedere- disse lei indicando il suo stomaco.

  • No- disse d’istinto allontanandosi e coprendosi la pancia.

  • Suvvia, voglio solo vedere, non ti faccio niente.

  • Lo so cosa vuoi tu- disse lui diffidente- Vuoi solo prendermi in giro.

Lei lo guardò sorpresa, poi sospirò come se stesse davanti un bambino.

  • Per favore Ash, non ho intenzione di deriderti- il ragazzo rimase stupito nel sentire quelle parole da lei. Non solo perché glielo stava chiedendo gentilmente, ma anche perché aveva finalmente pronunciato il suo nome. Ma la sorpresa svanì subito dopo l’altra frase- Non ne ho bisogno. Mi è già bastata la vittoria.

  • E’ stato un caso che tu abbia vinto. Mi sono solo distratto.

  • Sempre pronta a darti la rivincita- disse lei e poi allontanò in maniera brusca le mani di Ash dallo stomaco.

  • Ehi- si lamentò lui, mentre le fredde dita di lei toccavano la sua pelle.

Rabbrividì per qualche secondo, poi sentì qualcosa di liquido muoversi lì. Notò poi Misty che muoveva un liquido estratto da una boccetta e la faceva roteare lentamente sulla pancia. Una piccola luce illuminò il contatto dell’acqua con la pelle. Mentre stava per dire qualcosa, lei lo precedette.

  • Come va ora?- disse lei concentrata.

Lui era pronto a lamentarsi, ma con sua sorpresa sentì che quel movimento dell’acqua sembrava calmare il dolore del colpo.

  • Come ha detto Brock, ti devo aver colpito in profondità.

  • Come se a te importasse- disse lui sbuffando.

  • Comunque, questo dimostra che sei ben allenato- continuò lei ignorando il suo commento- Un colpo simile, avrebbe distrutto il mio nemico- terminò di muovere l’acqua e la fece tornare nella boccettina- Mi rendo conto solo ora che avrei davvero rischiato di farti male.

  • Solo perché mi hai battuto una volta, non ti esaltare- disse Ash- La prossima volta sarò io a vincere- lei lo guardò, poi gli sorrise per la prima volta, anche se per un solo istante.

  • Certo- disse lei voltandosi a guardare il lago- Non credevo che ci fossero dominatori del fuoco così insistenti- si alzò in piedi e poi sembrò tornare arrogante come prima- Ah, e non credere che sia voluta venire io da te volontariamente. Brock non faceva che stressarmi.

Ash la guardò infastidito. Di certo non si aspettava un grande cambiamento in lei così in fretta.

  • Perché non mi spieghi finalmente, cos’è che hai contro di me?- disse lui approfittando di quel momento- Non mi pare di averti fatto del male. Non credo di aver fatto dei danni. E in caso contrario, sei stata tu a battere me, quindi dovresti essere contenta. Non riesci a dimenticare per un momento che sono un dominatore del fuoco?

  • Non è solo questo, credo…- lei rimase di spalle- Suppongo che si tratti di me…- sospirò- E’ che a volte tu…- si fermò senza continuare- Lascia stare- e se ne andò.

Il ragazzino la guardò allontanarsi, con tante domande nella testa e una grossa confusione. Poi si arrese a quella situazione già abbastanza complicata e si voltò. Si toccò la pancia, dove aveva ricevuto il calcio. Il dolore era quasi sparito, lasciando spazio a una strana sensazione. Una dolce sensazione…

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Capitolo 5
*** Cap. 4 ***


BLUE BIRD ILLUSION
Cap. 4


- Mettiamoci in cammino- disse Misty al gruppo- Viridian non dovrebbe essere tanto lontana.
Ognuno di loro raccolse le proprie cose e le mise sul carro. Brock guidava il carro con accanto Ash. Misty camminava affianco a Dawn.
- Non capisco perché Misty insista a camminare giù dal carro. Potremmo raggiungere prima la città, se non dovessimo andare a passo uomo- commentò Ash al ragazzo accanto.
- Lo fa per precauzione- spiegò Brock- Sarebbe strano vedere un carro di viandanti andare a passo veloce. Non possiamo farci notare. E poi, dobbiamo stare sempre in allerta. Più di una volta hanno tentato di attaccarci di sorpresa.
- Bah, non so di chi abbia paura- si toccò la pancia, anche se il dolore ormai era sparito- Forte com’è, non dovrebbe temere i nemici.
- La sua paura non è solo per i nemici- disse lui. Ash lo guardò senza capire- Piuttosto, come va dopo il colpo?
- Meglio- disse Ash- La crema di Dawn e quella strana acqua di Misty mi hanno tolto il dolore.
- Misty ti ha curato con la sua acqua?- lo guardò sorpreso.
- Be’, pare che dopo aver parlato con te, si sia un poco calmata. Per la prima volta, l’ho vista comportarsi gentilmente con me, anche se solo perché l’avevi chiesto tu.
Brock lo guardò confuso, mentre il carro proseguiva per il suo percorso.
- Ma io…non ho parlato a Misty- Ash lo guardò- Voglio dire, era mia intenzione parlarle stamattina- poi sorrise- E così, ti ha detto che ero stato io a chiedertelo?
Ash guardò confuso e sorpreso, mentre continuava a toccarsi la pancia.
- Che mi abbia fatto qualche sortilegio con la scusa della medicazione?- Brock ridacchiò.
- Non credo, non è il tipo. Però vedi che non è così cattiva, è solo che fa fatica a fidarsi degli altri…sia dei dominatori del fuoco, che di altri- Brock parve un po’ malinconico guardandolo- E se è come sospetto io…il suo odio non è direttamente per te.
- Come?- lo guardò confuso.
- Capirai un giorno- tornò a guardare la stradina.
Poi però il terreno sotto di loro, cominciò a tremare e a formarsi un buco dove precipitarono.
- Dawn!- gridò Misty alla ragazza dai capelli blu.
- Sì- fece venire delle corde di liane ad afferrare il carro prima che cadesse.
- May- Misty guardò l’altra ragazza che stava scendendo dal carro e con un colpo di piede, il terreno scavato sotto di loro si alzò fino a raggiungere la superficie- Tenetevi pronti, che non sappiamo chi ci abbia teso la trappola.
- Ecco, siamo fuori- disse May. Ma in quel momento, una folata di fuoco li sorprese.
- Scudo!- gridò Brock. Sopra le loro teste si formò una piccola cupola di pietra che respinse il fuoco.
- Dominatori del fuoco!- disse allarmata Dawn.
- Com’è possibile?- Ash guardò sorpreso i suoi avversari. Dominatori del fuoco come lui…
- Bene, avevo giusto bisogno di scaldarmi!- disse May eccitata.
- Guarda un po’ chi abbia catturato- disse una voce- Delle piccole lucciole.
Ash guardò i tre ragazzi che gli avevano teso la trappola. Gli pareva di averli già visti nella sede del Team Magma. Forse loro l’avrebbero riconosciuto.
“Questa non ci voleva”- cercò di coprirsi il viso con la visiera del cappello.
Gli altri erano già passati al contrattacco.
- Ohh, dominatori- disse uno di loro- Come pensavamo…siete il Team Luce. Le informazioni erano giuste, quindi.
- Sarà un piacere sbarazzarci personalmente di voi- disse un altro- Il capo ci ricompenserà.
- Non crediate che sia così facile!- Misty gli lanciò una scia d’acqua. Colpì uno di loro, gli altri riuscirono ad evitarlo.
- Pioggia di fuoco!- disse uno.
- Protezione!- May roteò con le mani e la terra li coprì indurendosi.
- Non basterà a proteggervi- si avvicinarono alla cupola di terra.
- Ora!- disse Misty e un masso uscì velocemente dalla cupola, creandosi da solo un foro d’uscita e scagliandosi su di loro.
I tre cercarono di evitar il masso, ma uno dopo l’altro Brock li stava lanciando nella loro direzione, in veloce sequenza.
Uno lo evitò e si avvicinò a Dawn.
- Liane!- avvolse con le liane il ragazzo, ma non parve spaventato. Con un gesto, bruciò le liane che lo stringevano.
- Tsk, non sapevi che il tuo dominio non vale niente?- fece per colpirla, ma una follata di vento lo spazzò via.
- Tutto okey Dawn?- chiese Melody.
- S-sì- disse un po’ incerta e guardò May che aveva creato una pozzanghera sotto i piedi di uno, che lo stava trascinando giù. Prima che lui potesse liberarsi, Brock lo bloccò lanciandogli un masso dall’alto.
- Sistemato!- dissero infine i due.
- Misty dov’è?- chiese Dawn.
- Non c’è neanche Ash.
Poco più in là, Misty stava ingaggiando uno scontro con l’ultimo dei tre, che pareva darle filo da torcere.
- Per essere una dominatrice dell’acqua, sei piuttosto brava.
- Lo stesso non posso dire di te- gli scagliò un altro getto d’acqua, mancandolo.
- Chi l’avrebbe detto che esistessero ancora dominatrici dell’acqua…- disse l’altro- Mi sembri anche più brava degli altri dominatori dell’acqua che abbiamo sconfitto- sorrise- Chi ha detto che l’elemento dell’acqua è più forte? Sono tutte fandonie, il paese dell’acqua non ha guerrieri valorosi.
- Adesso basta!- disse Misty ancora più arrabbiata e lanciò con furia altri getti d’acqua, ma continuando a sbagliare la mira.
“Perché?”- pensò stupita Misty, vedendo i suoi colpi andare a vuoto. Eppure lui non era migliorato da prima. I suoi colpi di lui non erano più potenti dei suoi- “Allora perché io mi sento già stanca?”
- Oh, sembri fiacca…corso troppo? Siete così patetici…
- Sta zitto!- disse infuriata- Te la faccio vedere io!- creò una bolla d’acqua e cercò di lanciargliela, ma si frantumò ancora prima di ingrandirsi. Misty guardò spaventata la sua mano, dove si era sciolta la sfera- E’…impossibile.
- Pare proprio che sei arrivata al tuo limite, ragazzina. Ora è il mio turno- creò anche lui una sfera, ma di fuoco- Vedrai, ci metterò un secondo. Non sentirai neanche giungere la tua morte- disse con un sorriso, prima di lanciarsi su di lei e scagliare il suo colpo.
Misty guardò immobile il ragazzo, con la mano ancora sospesa e con il terrore di aver davvero perso.
- Risucchio!- si udì una voce e delle mani si allungarono per assorbire il colpo.
La ragazza guardò il ragazzo che era accorso da lei, mettendosi davanti.
- Ma cos…?!- disse stupito l’altro- Come ci sei riuscito?!
- Non male, ma ancora troppo debole- disse Ash e dalla sua mano si formò una sfera di fuoco ancora più grande- Questa sì che è la giusta dimensione.
- Un dominatore del fuoco!- disse l’altro sbalordito- Ma che significa?
- Significa che sei in un gran pasticcio.
- Aspetta, sei un dominatore del fuoco anche tu…perché la stai proteggendo?
- Non sono affari che ti riguardano.
- Che…allora…sei un traditore! Pensavo che li avessero già eliminato feccia come te!
La sfera nella mano di Ash si ingrandì.
- Bada a come parli…potresti pentirtene amaramente- lo guardò fisso negli occhi, con una strana luce che mise paura al ragazzo.
- Io…io…non mi arrendo!
- Peggio per te- fece per attaccare, ma notò un sorriso dall’altro ragazzo.
- Ahhh!- Ash si voltò e vide Misty per terra con accanto il compare del ragazzo spuntato dal nulla.
- Sta fermo!- Ash cercò di agire, ma il compare teneva puntata una fiamma contro il viso di Misty- Se non vuoi vederla bruciare qui, arrenditi!
- Ah, ah, ah, ottimo lavoro Leo!- sentì la voce dell’altro dietro di lui- Allora, traditore, come la mettiamo ora?
- E’ stata una fortuna essere stato lanciato dai tuoi amichetti- disse il compare Leo- Mi ha permesso di attaccarvi di sorpresa!
- Vigliacco- disse Ash- Hai così tanta paura di affrontarmi di persona?
- Meglio essere cauti con i traditori. Ora arrenditi!
Ash guardò Misty, che pareva in difficoltà nel muoversi ed aveva una fiamma a pochi centimetri. Cosa poteva fare? Avrebbe potuto sconfiggerli tutti e due, tirando fuori la sua forza, ma poi a loro sarebbe stato chiaro chi era in realtà e Misty avrebbe scoperto l’inganno. Ma era anche vero che avrebbe potuto fregarsene e lasciare che la uccidessero…in fondo, non era questo il suo obiettivo? Guardò nuovamente Misty, che stringeva i denti dalla rabbia.
Quella ragazza, era stata il suo peggior incubo in quei giorni, una spina fastidiosa e difficile da levare. Non aveva fatto che stressarlo, umiliarlo ed addirittura ferirlo con un calcio.
Quale migliore occasione, che approfittarsene e poi mentire agli altri? Nessuno avrebbe scoperto la verità, se lei spariva.
Nessuno…
- Allora, ti decidi?- disse il compare- Non ci metto niente a dare fuoco alla tua amichetta.
- Sarà una goduria vederla bruciare, come tutti altri dominatori dell’acqua prima di lei.
Misty fremeva dalla rabbia. Il non riuscire a muoversi e sentirsi così impotente, la faceva sentire più infuriata. Ma sapeva che ad una mossa falsa, lui le avrebbe dato fuoco. Ma era anche vero che non si aspettava di essere salvata e quindi l’avrebbero comunque eliminata.
Non le restava che ribellarsi, anche a costo di finire bruciata.
Non si sarebbe mai, mai, arresa a loro. Se l’era promessa, doveva diventare più forte e salvare gli altri.
Un veloce flash-back, le fece rivivere una scena del passato. Un ragazzino dai capelli castani si voltava, dandole le spalle e allontanandosi insieme ad altre persone. Li sentiva ridere e lei immobile a terra dolorante, non poteva muoversi ma solo allungare una mano, cercando inutilmente di raggiungere il ragazzino.
“No…non mi devo arrendere”
Strinse i pugni delle mani, raccogliendo le sue forze per potersi rialzare.
Ash sembrò notare l’intenzione di Misty, dai gesti delle mani.
“Oh, no! Così si farà sicuramente ammazzare!”
- Fermati!- disse lui spaventato, nel momento in cui lei si stava alzando.
- Ma cosa?!- dissero i due nemici presi alla sprovvista.
Approfittando del momento di distrazione del compare, Ash si scagliò su di lui evitando per poco che Misty venisse ustionata dal fuoco. Misty nel frattempo agendo immediatamente, aveva scagliato un turbine d’acqua sull’altro ragazzo, sbattendolo a terra.
- Lasciami andare, traditore!- si dimenò il compare, intrappolato da Ash- Ti uccido!
- Piantala!- Ash lo fissò con uno sguardo raggelante. Le sue pupille per un attimo si erano colorate di uno strano bagliore giallo. Il prigioniero si spaventò e si zittì immediatamente.
Ash lasciò andare la presa su di lui, sapeva che non avrebbe avuto il coraggio di scappare, era troppo spaventato.
Misty si avvicinò all’altro, per assicurarsi di averlo steso davvero. Sì, pareva privo di sensi.
Ash tirò un sospiro di sollievo, poi si girò verso Misty, che anche lei si era girata per guardarlo.
- Ma sei impazzita!!- gridò Ash, il che spaventò Misty- Come ti è saltato in testa di muoverti? Se non fossi intervenuto, ora saresti già carbonizzata!
- Io…- disse lei incerta e sorpresa dal tono del ragazzo- Io non avevo bisogno del tuo aiuto…
- Ah no?- la guardò in tono di sfida- Dici che finire in fiamme, sia roba da poco? Hai idea di cosa provochi il fuoco? O pensi di sapere tutto!
- Certo che so cosa provoca il fuoco!- disse Misty innervosita- Ho visto molti morire per mano dei dominatori del fuoco!
- E allora, perché hai voluto agire di testa tua?
- Non avevo alternative. Mi avrebbero comunque eliminata. Non potevo mica lasciarli fare, senza nemmeno tentare di difendermi!
- Sei una sconsiderata! Sarei riuscito benissimo ad eliminarli prima.
- E chi mi assicurava che non eri in combutta con loro?- lo guardò seria- Sei un dominatore del fuoco, che ti importa della mia vita? Avresti potuto lasciarli uccidermi, senza muovere un dito. No, non potevo rischiare.
- Se avessi voluto farti eliminare da questi due, non ti avrei raggiunto, non credi? Il fatto è che tu credi di riuscire a cavartela in tutto, ma ti sbagli di grosso! Ci sono nemici che nemmeno tu puoi sconfiggere!
- Ti sbagli! Sono stata solo presa alla sprovvista. Me la sarei potuta cavare da sola!
- Non sembrava, quando stavi per essere attaccata da questi tipi. Cos’è, avevi terminato i tuoi migliori colpi?
- E’ stato solo un caso! Posso in qualsiasi momento batterli!
- Misty! Ash! Vi abbiamo trovati!- giunsero in quel momento gli altri ragazzi.
- Ma cosa è successo?- chiese May guardando i due nemici per terra e Misty e Ash fissarsi con rabbia.
- Ci sono stati dei problemi? Siete feriti?- chiese Brock preoccupato.
- No, va tutto bene- i due ragazzi si voltarono nello stesso istante.
- Ehm…avete di nuovo litigato?- chiese Brock, ma i due non risposero.
- E’ meglio muoversi- disse Misty seria- Bisogna legare questi tipi e allontanarci al più presto. Potrebbero averci notato qualche altro nemico.
- Oh, non sarà un problema per “super Misty”- disse in tono ironico Ash. Misty lo ignorò e cercò qualcosa con cui legare i dominatori.
- Ma cos’è accaduto a questi due?- chiese May a Brock- Sembra tirare una brutta aria.
- Già…

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Era passata un ora circa da quando il gruppetto si era allontanato di fretta dal campo di battaglia e aveva ripreso il loro cammino.
Nessuno aveva ancora parlato. Pareva che il malumore di Misty e Ash avesse contagiato tutti.
Dawn da sopra il carro, guardò il paesaggio.
Tsk, non sapevi che il tuo dominio non vale niente?
Se non fosse stato per l’aiuto di Melody, lei non sarebbe riuscita a sopravvivere. Che fosse vero, che il suo elemento era inutile? In effetti, finora nell’esercitazioni aveva avuto la peggio e nei combattimenti si limitava a bloccare i nemici. Non era in grado di sferrare quei colpi potenti, come i suoi amici.
Che poteva fare?
Ash grugnì un poco, mentre sedeva accanto Brock nella carro. Il bruno era rimasto in silenzio ad osservarlo ogni tanto. Si poteva notare benissimo che era nervoso. Ed era dovuto alla persona che Ash dava ogni tanto un occhiata, Misty.
“Che mi è saltato in mente?”- si chiedeva Ash- “Perché ho agito d’impulso? Perché l’ho aiutata? In fondo si sarebbe meritata di venire bruciata. Però…perché me la sono presa tanto? Non è da me…”- i suoi occhi si posarono nuovamente sulla ragazza che camminava affianco al carro. Pareva stanca, ma testarda com’era non lo voleva dimostrare.
“E’ una sciocca”- pensò tra sé- “D’accordo che voglio essere io stesso a sconfiggerla, però…è così cocciuta. Non si fida ancora di me e questo non mi facilita il compito. Se solo capissi cosa le frulla nella testa, forse riuscirei ad andare d’accordo con lei”
Ma non era solo questo che lo preoccupava…aveva notato qualcosa di diverso nella ragazza. L’aveva già vista in azione, sapeva cavarsela con i nemici, ma perché allora non era riuscita a tenere testa a quel ragazzo? Lei era riuscita a batterlo durante l’esercitazione in poche mosse, però era stata impotente di fronte a questi nuovi nemici. Eppure, quei ragazzi non avevano niente di diverso dai precedenti nemici. Cos’era cambiato?
Già, cos’era cambiato? Se lo chiedeva anche Misty, che si fissava la mano mentre camminava. Non era riuscita a colpire il nemico, la sua mira aveva fatto cilecca ogni momento. Che fosse diventata più lenta? O forse più debole?
Le tornò in mente il flash-back di prima…le spalle di quel ragazzino…
No, non doveva accadere nuovamente. Non avrebbe permesso ad altre persone di metterla al tappeto.
Chiuse forte la mano. Doveva diventare più forte.
Ma sei impazzita!! Come ti è saltato in testa di muoverti? Se non fossi intervenuto, ora saresti già carbonizzata!
Spalancò gli occhi.
Già, Ash…A conti fatti, le aveva davvero salvato la vita, un’altra volta. Chissà, forse…
Se avessi voluto farti eliminare da questi due, non ti avrei raggiunto, non credi? Il fatto è che tu credi di riuscire a cavartela in tutto, ma ti sbagli di grosso! Ci sono nemici che nemmeno tu puoi sconfiggere!
…non era così cattivo come credeva. Forse si sbagliava. Del resto, aveva avuto più occasioni per eliminarla, perché non aveva fatto niente? Brock si fidava di lui e anche le altre.
Era davvero lei a sbagliare?
Forse…avrebbe dovuto ringraziarlo. Lo avrebbe già fatto, se gliene avesse dato il tempo, invece di aggredirla.
Alzò lo sguardo per vedere il ragazzo moro che stava seduto sul carro e che stava di spalle a lei. Misty lo osservò con una certa malinconia. Doveva smettere di essere cauta con lui e fidarsi?
Fidarsi…
Quelle spalle…perché gli ricordavano un altro ragazzino? Eppure a ben vedere erano così diversi…e allora, perché si sentiva così a disagio con lui? Perché provava così tanta rabbia nei suoi confronti?
In quel momento vide Ash girare un po’ la testa per guardarla. I loro sguardi si incrociarono e per un attimo i due parvero confusi. Immediatamente dopo, entrambi voltarono la testa con una smorfia.
I loro gesti erano stati notati da Melody, che in silenzio li stava osservando da sopra il carro. Si diresse dall’altra parte del carro, dove camminava affianco May.
- Ehi…- disse Melody avvicinando la sua faccia.
- Mh? Che hai? Hai deciso di darmi il cambio?- disse May con una smorfia.
- Scherzi? Non ci penso neanche. E poi tra poco saremo arrivate.
- Uff, non vedo l’ora.
- Piuttosto, tu ci hai capito qualcosa?- chiese Melody, a bassa voce.
- Che intendi?
- I due- indicò dietro di sé- Cosa credi che sia accaduto con quei dominatori del fuoco?
- E che ne so? Siamo arrivati da loro nello stesso momento. Io non ho visto niente.
- Però sono strani…Misty non parla e anche Ash.
- Che i due non si parlassero, lo sapevi già.
- E’ diverso. Lo intuisco.
- Un’altra delle tue visioni?
- Non scherzare, dico sul serio.
- Senti, se fosse accaduto qualcosa di importante, Misty ce lo avrebbe fatto sapere, non credi?
- Non sempre- sospirò- Se il problema riguarda lei, è capace di non dirci niente.
- Non sarà semplicemente che è ancora arrabbiata con Ash?
- Se fosse solo questo, non perderebbe occasione di offenderlo. E se Ash non parla, è chiaramente una conferma. Pensa, non ha ancora detto niente della mia nuova acconciatura.
- Nuova? A me pare la stessa.
- Ti sbagli. Vedi- indicò la sua frangetta- L’ho spostata dall’altra parte.
- Oh, certo. Deve essere proprio stravolto Ash per non notare un simile cambiamento- commento May con ironia. Poi si zittì e guardò avanti a sé- Strano…
- Mh?
- Dovremmo essere già in prossimità del Paese del fiore…eppure non sento movimento dal terreno.
- Ah sì?- Melody alzò la testa e roteò la mano, facendo giungere a lei una folata di vento- Hai ragione, c’è qualcosa che non va…c’è odore di bruciato- si girò verso Misty- Misty…
Lei parve svegliarsi dai suoi pensieri e guardò la ragazza. Intuì dall’espressione seria di Melody che qualcosa non andava.
- Problemi?
- Credo di sì.
- Allora tenetevi pronti. In pochi minuti saremo già là.
Il carro avanzò e in breve si avvistarono le prime case in lontananza, insieme a cumuli di fumo nero.
- Ma cosa…?- Dawn e gli altri guardarono stupiti ciò che gli si presentava.
Un intero villaggio ridotto a cumuli di cenere. Poche persone si aggiravano tra le case distrutte, cercando di salvare il salvabile.
Il carro attraversò le stradine e si guardò intorno.
- Cos’è accaduto a questo villaggio?- chiese Ash.
- Non lo vedi?- disse Misty irritata- Dev’essere opera di dominatori del fuoco…
- Dominatori…come quelli di poco fa?- chiese May. Misty fece cenno di sì.
- E’ probabile che siano passati qui, prima di incontrarci.
- Ma è orribile- disse Melody- Come sono riusciti a procurare un simile danno a questo villaggio?
- Il Paese del fiore, non ha molti dominatori, o per lo meno non preparati a combattere- disse Brock- Sono stati sicuramente presi alla sprovvista, il loro dominio è in svantaggio rispetto al fuoco.
Dawn sentì come una fitta al cuore e chinò la testa.
- Ma credevo che il Paese del Fiore, fosse un paese pacifico- disse Melody- Che interesse avrebbero avuto i dominatori del fuoco ad attaccarla?
- Nessuno- disse Misty con rabbia, mentre stringeva le mani- I dominatori del fuoco non badano a questi dettagli- e diede una veloce occhiata ad Ash- Lo fanno per puro divertimento.
- Dobbiamo fare qualcosa per aiutarli- disse Dawn- Ci potrebbero essere dei feriti- saltò giù dal carro.
- Aspetta, potrebbero esserci altri dominatori del fuoco qui intorno- disse May- Se si accorgessero di noi, potrebbero attaccarci.
- Non posso far finta di niente- insistette Dawn.
- Sono d’accordo con lei- disse Brock- In fondo dovevamo già fermarci qui per riposare. Ne approfitteremo per dare una mano- guardò Misty- Sei d’accordo?
- Sì, va bene. Ma stiamo attenti, non devono scoprire chi siamo.
- Bene- Brock fermò il carro- Andiamo.

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Capitolo 6
*** Cap. 5 ***


A chi sta leggendo da tempo o chi solo adesso si sta avventurando nella fic, ricordo che potrete trovare le sigle e i trailer su Youtube (finchè non me lo elimineranno XD).

BLUE BIRD ILLUSION
Cap. 5

- E’ pronto- disse la voce di Brock. Si formò in breve una fila di persone, con in mano una ciotola davanti al pentolone di Brock- Ecco a te- versò nel primo piatto il suo brodo di carne- Buon appetito.
- Grazie- disse l’uomo e si tolse dalla fila, facendo spazio al prossimo.
- Che buono- disse un altro- Mai assaggiato una minestra così buona.
- Eh, eh, grazie- disse imbarazzato Brock.
- Non per altro, Brock è il migliore cuoco di tutto il mondo.
- May, non esagerare- disse ancora più imbarazzato.
- Dico la verità.
- Vi dobbiamo molto, viandanti- disse una anziano signore- Senza il vostro aiuto, non saremo stati in grado di riprenderci così in fretta.
- E’ stato un piacere- disse Dawn- E poi, capiamo come vi sentite.
- Anche a voi i dominatori del fuoco hanno distrutto la vostra casa?
- Sì…- disse May triste- Non si sono fermati davanti a niente.
- E’ una cosa terribile, davvero terribile. Quando quei dominatori sono arrivati qui, noi non abbiamo opposto resistenza. Sapevamo che non saremo stati in grado di combatterli, quindi abbiamo chiesto di risparmiarci, visto che eravamo innocui. Ma…non è servito a niente. Uno dopo l’altro, hanno dato fuoco alle case e alle nostre serre, dove stavamo piantando fiori rari- scosse la testa- Una grave perdita.
- Io dico che bisogna cambiare le cose- disse un ragazzo del villaggio- Non possiamo subire le loro prepotenze ancora una volta!
- Già- intervenne un altro- Si dice che ci sia un gruppo di dominatori che si è ribellato al Paese del fuoco. Se possono farlo loro, anche noi possiamo.
- Un gruppo…vi riferite al Team Luce?- disse una donna- Non c’è niente di certo. E’ una voce che gira di villaggio in villaggio. Finora nessuno li ha mai incontrati di persona. Se esistessero davvero, ci avrebbero salvati.
- Già- disse un altro amareggiato- non avrebbero permesso che il nostro villaggio venisse raso al suolo…
Brock e le altre ragazze si guardarono. Non potevano dire la verità, che loro erano il Team Luce. Avrebbero fatto saltare la loro copertura, agli occhi di quel villaggio dovevano sembrare semplici viandanti.
Ma era triste non poter dire come stavano le cose.
- Non dite assurdità!- disse Misty, arrivando in quel momento- Non potete basarvi su loro, per poter andare avanti. Dovete farcela con la vostra sola forza.
- Misty…- Dawn la guardò stupita.
- Non esiste un dominio che sia inferiore all’altro. Siete gli unici in grado di trovare tecniche ideali per voi stessi.
- E’ impossibile- disse un ragazzo- Il fuoco è superiore alle tecniche dell’erba.
- E chi lo dice? Tutti i domini fanno parte di unico sistema, sono tutte tecniche derivate dalla natura. Se lo si sa dominare bene, non esiste tecnica inferiore all’altra. Trovate i vostri punti di forza e quelli deboli del vostro nemico. Vi servirà per diventare più forti.
- Però…
- Niente però! Se lo si vuole, lo si può ottenere!
Dawn rimase silenziosa. Aveva ragione, non esisteva un dominio inferiore all’altro.
Che sciocca, si era preoccupata per niente. Aveva dato retta alle parole di quei dominatori del fuoco e si era demoralizzata. Quello che invece le serviva, era solo più allenamento e magari qualche tecnica nuova.
Tirò un sospiro di sollievo e sorrise.
- Sì Misty, hai ragione- disse Dawn guardandola. Misty le sorrise- Arrendersi ancora prima tentare, è sciocco. Non bisogna darla vinta ai dominatori del fuoco.
- Mh…credete davvero che potremo farcela?- chiese un uomo.
- Un poco alla volta- disse Brock- Nessuno è diventato un dominatore master in pochi giorni.
- Ci vuole costanza e decisione- disse May annuendo.
- Mi avete convinto- disse un ragazzino alzandosi in piedi- Voglio provarci!
- Anch’io- si aggiunse un'altra persona.
- Sì, una volta sistemato il villaggio, inizieremo ad allenarci- ci fu un consenso generale.
Il gruppetto sorrise a quella scena. Per fortuna il villaggio dei fiori, aveva recuperato l’energia e la speranza per lottare nuovamente. Ed erano in grado di farcela da soli.
- Dov’è Ash?- chiese Misty a Brock.
- Credevo che fosse con te.
- No. Pensavo che fosse venuto a mangiare.
- Non si è fatto vedere.
- Che sia scappato?- disse pensierosa- O forse sta aspettando di attaccarci?
- Non credo proprio- disse Brock ridacchiando- Forse si sarà solo addormentato.
- Oh, andiamo bene. Noi a faticare e lui a riposare. Ma se lo trovo…

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈


Ash guardò il tronco d’albero che aveva davanti. Era davvero stancante cercare di suddividerlo in vari assi. Soprattutto senza utilizzare il dominio.
Ora che ci pensava, non ricordava di aver lavorato senza il suo dominio, e di sicuro non per aiutare gli altri.
Era strano…
Guardò le case lì vicino, o quel che ne rimaneva. Sparsi per terra, c’erano cocci di vasi, oggetti frantumati e anche bambole bruciate. Si avvicinò ad una bambola e l’afferrò da terra. Con un istinto spontaneo, mosse via la cenere dalla faccina della bambola. Sorrideva la bambolina, anche se il suo vestitino era bruciato e le mancava un braccio, lei era felice...
Chissà perché si sentiva così strano. Vedere quel villaggio distrutto…
Eppure non era la prima volta, anche se lui non aveva partecipato direttamente agli incendi nei villaggi. Lui si occupava solo di sconfiggere eventuali nemici o dominatori, e una volta che il campo era sgombero se ne andava e venivano invece gli altri che si occupavano di depredare il villaggio.
A volte si chiedeva…se era giusto quello che faceva. Non si era mai fermato a chiedersi il perché di quello che faceva. Eseguiva solo agli ordini e non faceva domande. A lui in fondo piaceva battersi con avversari forti, era un dominatore del fuoco la lotta ce l’aveva nel sangue.
Era questo che aveva fatto fin da piccolo, era per questo che era stato addestrato, era il suo scopo nella vita.
Ma a volte, sentiva un gran vuoto dentro di sé.
- Ecco dov’eri- la voce lo fece spaventare e gli scivolò la bambolina dalle mani.
- Che?- si girò quasi intimorito.
- Oh, e questo cos’è?- raccolse la bambolina, mentre Ash si sentì particolarmente agitato.
Misty lo aveva visto mentre teneva in mano la bambolina? Cosa penserà ora di lui? Forse aspettava di prenderlo in giro. Però Misty sistemò il vestito alla bambola e sorrise con malinconia.
- Poverina, ha perso la sua padroncina. Sarà stato durante l’incendio…- mosse i capelli della bambolina- Le persone a volte possono essere molto perfide.
Ash la guardò confuso. Pensava che gli avrebbe detto qualcosa, ma non lo aveva fatto.
Misty lo guardò.
- Penso che dovresti riportarla dalla sua padrona- gli porse la bambolina.
- Cos…?!- disse Ash sorpreso- E perché dovrei?
- Perché l’hai raccolta tu e perché penso che sia la cosa giusta.
- Io non l’ho raccolta- si difese Ash- Non mi interessa quel tipo di cose.
- Ah sì? A “voi” interessa solo distruggerle?
Ash si voltò di scatto per guardarla con un espressione seria e dura. Misty si zittì e lui riprese a tagliare la legna.
“Accidenti…che frustrazione non poter utilizzare il mio dominio”- pensò Ash guardando il tronco dall’albero- “Basta, mi sono stancato! Farò prima utilizzando qualche tecnica”
Ash appoggiò una mano sul legno, ma ancora prima che potesse fare qualcosa, un’altra mano lo blocco.
- Fermo. Sei impazzito?- disse Misty quasi a bassa voce- Vuoi che gli altri sappiano chi sei in realtà?
- Non c’è nessuno. Non mi scopriranno.
- Si insospettiranno comunque. Saranno anche poco esperti, ma non stupidi. E poi, rischieresti di far scoppiare un altro incendio.
- Starò attento. Lasciami fare.
- No- disse lei decisa- Non sei in grado di fare qualche lavoro manuale, senza farti aiutare dal tuo dominio o forse a “voi” non è stato insegnato a cavarsela anche senza?
- …non ti interessa- voltò la testa altrove.
- Dico solo che…- si fermò e guardò la mano di Ash che teneva ancora bloccata. Notò qualche macchia al centro del palmo- Cos’è…?
- Niente- Ash ritirò subito la mano.
- Però…erano segni di ustione- disse Misty sorpresa- Allora, l’altra volta…ti eri fatto male per salvarmi?
- Ti sbagli, c’è l’avevo già.
- Non mentire- disse Misty irritata- Pensavo che a voi dominatori non facesse male il fuoco.
- Eh, siamo dominatori certo, ma rimaniamo sempre esseri umani. Il fuoco se non addomesticato bene, può provocare seri danni anche ad un dominatore esperto.
- …non lo sapevo- chinò la testa- Mi spiace.
Ash si voltò per guardarla. Aveva sentito bene? Si era appena scusata con lui? Proprio lei?
- Be’, che hai da guardarmi così?- disse lei leggermente imbronciata- So riconoscere anch’io quando sbaglio.
- Ah, sì? Non lo sapevo- disse lui con un sorrisino- Pensavo che “voi” non conosceste questa parola.
- Piantala- lo prese per mano e lo trascinò vicino a lei. Ash preso alla sprovvista dall’azione di Misty, si sentì confuso dal gesto- Avresti dovuto farmelo vedere subito. Le ustioni, se non curate subito, sono difficili da mandare via.
- Eh…- non sapeva cosa dire, mentre la ragazza prendeva dell’acqua da una boccetta e con la stessa tecnica della volta precedente, lo versava sulla sua mano. Non faceva male, anzi calmava il dolore.
Misty guardò quelle cicatrici nella mano di Ash e ricordò quando lei tentò di liberarsi dalla presa di quel dominatore e lui era intervenuto gettandosi sul dominatore. Era stato in quel momento che si era fatto male? La fiamma non aveva preso lei, ma lui.
E nonostante il dolore, non aveva detto niente.
- …grazie- disse con voce un po’ fievole.
- Mh?- Ash la guardò sorpreso.
- …per avermi salvata- disse lei, tenendo la testa china sulla sua mano.
Il ragazzo la guardò per qualche minuto. Pareva davvero dispiaciuta e triste.
Era davvero la stessa ragazza che non aveva smesso di torturarlo in quei giorni? Che lo aveva atterrato con un calcio e si era presa beffe di lui? La stessa che sembrava sempre così sicura di quello che faceva e che non chiedeva mai aiuto?
O un alieno aveva preso il suo posto?
Misty rimise l’acqua nella sua boccettina e prese delle bende con cui avvolse la mano del ragazzo.
- Sai, credevo che tutti i dominatori del fuoco fossero uguali…ma a quanto pare c’è qualche eccezione. Qualcuno a cui importa davvero della vita degli altri- alzò lo sguardo verso Ash e lo guardò negli occhi- Mi dispiace per quello che ti ho detto finora.
Aveva chiesto scusa una seconda volta. Allora era davvero un alieno. La vera Misty avrebbe preferito mangiare vermi, piuttosto che ammettere di aver sbagliato.
Guardandola anche lui negli occhi, per un momento non poteva che sentirsi ammirato da una ragazza come lei. Credeva che tutte le ragazze fossero delle oche starnazzanti, incapaci di starsene in silenzio. Ma lei era diversa…era una dominatrice dell’acqua, probabilmente l’unica che esistesse, con un incredibile forza e capacità di un leader e…con una gentilezza che a volte lo spiazzava.
Aveva poi dei bei occhi color acqua marina e una carnagione chiara, da sembrare a volte di porcellana.
Perché si sentiva così strano in sua compagnia?
I loro occhi non smettevano di guardarsi, quasi con curiosità, per conoscere meglio uno dell’altro.
- …fatto- disse infine Misty, svegliando entrambi da uno strano imbarazzo- Possiamo andare. Brock ha già preparato da mangiare.
- Mangiare?- la parola sembrò rinvigorirlo- Perché non me l’hai detto subito?- s’incamminò per primo- Presto, presto, altrimenti May si finisce tutto.
- Sì…- sorrise e lo raggiunse.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈


- E così, avete parlato?
Misty fece cenno di sì.
- Ohh, e quindi?- chiese Brock curioso.
- Quindi…credo che possa continuare il viaggio con noi.
- Ohhh.
- La pianti?- disse Misty un po’ irritata dal sorrisino di Brock.
- Eh, eh, scusa ma, credevo davvero che avresti continuato ad odiarlo per l’eternità.
- Sono sempre in tempo per riprendere ad odiarlo- fece una smorfia e alzò lo sguardo- Tu credi…che sia la cosa giusta?
- Mh?
Misty si strinse nelle ginocchia e abbassò lo sguardo triste.
- Tu sai…lui se n’è andato, anche se abbiamo provato a fermarlo. E se si ripetesse la stessa cosa? Ho quasi paura di fidarmi di lui.
Brock la guardò dispiaciuto. Già, ricordava quando lui se n’era andato e non era stupito se Misty ora faceva fatica a fidarsi degli altri. Soprattutto di un ragazzo che gli ricordava così tanto quella persona.
- Io credo che non lo sapremo mai, se non tentiamo. Ash si può rivelare un alleato prezioso per il nostro team. Forse sarà anche la persona che ci aiuterà a raggiungere il nostro scopo.
- Lo spero…lo spero davvero.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈


Se per un momento Ash aveva pensato che tra loro due si era risolto tutto, si era sbagliato di grosso.
- Che vuol dire che sono inutile?- disse un arrabbiato Ash.
- Vuol dire che se non si tratta di combattere, per il resto sei inutile- rimbeccò la ragazza dai capelli color arancio.
- Ritira quel che hai detto.
- No, guarda come hai piantato quei pali…sembra che ci siano passati una mandria di bufali.
- Non credere che sia così facile tenere in equilibrio quei pali.
- Oh, scusami. Mi dimentico che in quanto forza, ne sei sprovvisto.
- Che?!
- Guarda May, è una ragazza, ma ha saputo fare un lavoro migliore.
- Be’, perché magari lei è abituata.
- No, è che ha qualcosa che a te manca…la forza.
- Perché mi devono mettere in mezzo?- commentò May, guardando i due litigare.
- Da quanto vanno avanti?- chiese Melody sbadigliando.
- Direi da quasi mezz’ora- disse Dawn guardando il suo orologio.
- Ma non si stancano?- disse Melody.
- A me pare piuttosto che si divertano- disse Dawn- Secondo voi chi vincerà stavolta?
- Chiunque vinca, spero lo faccia in fretta- disse Melody coprendosi le orecchie- Non ne posso più di sentirli litigare.
- Ah sì?- riprese Ash con più foga- E allora a te manca la pazienza! Hai rotto ben tre lastre di vetro, senza riuscire ad incastrarle alla finestra.
- Cos…?! Guarda che io sono la persona più paziente di questo mondo! Sei tu che fai saltare dai gangheri anche un santo.
- Attenta che ti sta uscendo del fumo dalla testa, per il tanto arrabbiarti.
- Sentite…- disse una voce.
I due ragazzi si voltarono nello stesso momento, con uno sguardo per niente contento.
- Mhh?!- guardarono chi li aveva interrotti nella loro discussione.
- Ehm, non c’è motivo di litigare- disse l’uomo del villaggio, un po’ intimorito- Avete entrambi dato un gran aiuto. Vi siamo molto grati.
- Ora siamo in grado di continuare da soli. Sappiamo di farcela.
- Oh…in questo caso, possiamo andarcene- disse Misty e guardò Brock- Brock…
- Sì, ho già preparato il carro.
- Secondo me ci stanno cacciando via- bisbigliò May a Dawn.
- Già, tra Ash e Misty che fanno disastri e Melody che se ne sta seduta, non è che li stiamo aiutando molto.
- Come potremo ringraziarvi per il vostro aiuto?- disse il vecchio del villaggio- Purtroppo non possediamo niente di prezioso e quel che avevamo è andato in cenere.
- Non c’è n’è bisogno- disse Misty scuotendo la testa.
- A noi basta essere stati in qualche modo d’aiuto- disse Dawn sorridendo.
In qualche modo, aiutarli aveva rasserenato il suo umore. Se loro erano stati in grado di risollevarsi, anche lei poteva farcela.
- Bene, andiamo- disse Brock e salì sul carro, seguito dagli altri.
- Ah, tenete questo- una donna diede una cesta di cibaria a May- E’ poco, ma vi servirà per il viaggio.
- Non sapete quanto apprezzi questo gesto- disse contenta May. L’idea di non morire di fame un’altra volta durante il viaggio, la rendeva felice al colmo delle lacrime.
- Fate del vostro meglio per rendere migliore il vostro villaggio- disse Ash.
- Sì, non come lui che costruisce case storte- aggiunse Misty con ironia indicando con gli occhi il ragazzino.
- Hai sempre da ridire?- borbottò lui.
- Uhm…sì.
I presenti risero alla scena.
- Sì, ce la metteremo tutta…se un giorno passerete da queste parti, saremo ben felici di accogliervi da noi.
- Certo.
Ash fece per salire sul carro, quando notò un gruppo di bambini presenti alla loro partenza. Si avvicinò a loro e si chinò.
- Sentite, qualcuno di voi ha perso questa bambolina?- chiese, tirandola fuori dalla sua giacchetta.
- Ohhh, la mia Mary!- disse una bambina con le lacrime agli occhi- Credevo di averla persa.
- Tieni- gliela porse- Pare che abbia sentito la tua mancanza.
- …g-grazie- disse lei stringendo a sé la bambola- Anche a me mancava molto- poi guardò il ragazzo e lo abbracciò. Cosa che lo prese alla sprovvista e per poco, per autodifesa, le sue mani facevano uscire le fiamme- Hai salvato la mia Mary, grazie straniero.
- D-di niente…- disse lui imbarazzato.
Era la seconda volta che qualcuno lo ringraziava…era una strana sensazione, diversa dal piacere di combattere.
Da lontano Misty li aveva osservati e sorrise a quella scena. A quanto pare, il ragazzo aveva ascoltato il suo consiglio.
“Questo Ash…mi sorprende ogni volta”
Il moro si alzò e salutò la bambina, poi salì sul carro.
- Grazie ancora!- gli abitanti li salutarono da lontano, mentre il carro si metteva in marcia. Tante mani sventolarono in segno di saluto- Arrivederci!
- Ciao!
- Credo che la prossima volta che rivedremo questo posto, lo troveremo molto cambiato- disse Brock.
- Sì- dissero gli altri, d’accordo con lui.
Ash guardò il villaggio che si allontanava pian piano e si sentì strano dopo aver passato qualche giorno lì. Erano accadute molte cose.
Si spostò dalla parte dove camminava Misty e si mise a guardarla.
- Che?- disse Misty imbarazzata dal sentirsi osservata.
- Vuoi che ti dia il cambio?
- No. Preferisco camminare. Mi riesce meglio per controllare la zona.
- Capisco…- continuò a guardarla.
- Perché mi fissi?
Ash stette in silenzio. Gli sembrava così inverosimile quel momento passato con lei. Anche se continuava a trattarlo male, sentiva che qualcosa era cambiato, che iniziava ad essere meno diffidente. E anche qualcosa dentro di sé, stava lentamente cambiando.
- Grazie.
- Eh?
Ash le mostrò la mano fasciata.
- Il dolore mi è passato- disse sorridendo.
- Bene…almeno non dovrò sentirmi in colpa se verrai sconfitto.
- Gentile come al solito, eh?
Era strano, sì…ma in fondo, sentiva che lentamente si stava ambientando…

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Capitolo 7
*** Cap. 6 ***


Ringrazio pubblicamente chi segue la fic ^-^ Non dimenticate di commentare XD E se è per qualche domanda, scrivete pure.

BLUE BIRD ILLUSION
Cap. 6


- Allora, la prossima tappa?- chiese Dawn.
- Saffron City- disse Brock, mentre guidava il carro.
- Wow!- disse emozionata May- E’ la città dove fanno le migliore bistecche! Potrò gustarle nuovamente!
- Sono così buone?- chiese Ash.
- Di più…ogni anno si tiene una gara culinaria, per stabilire chi la cucina in modo migliore- disse May in estasi.
- Quando si tratta di cibo, May impazzisce- commentò Melody.
- Pare che non sia l’unica- Misty indicò Ash, che aveva la stessa espressione di May dipinta sul viso- Ahh, pare proprio che spenderemo tanto in cibarie.
Il Team Luce proseguiva il suo cammino come al solito. Dopo aver lasciato alle spalle il villaggio del Paese del Fiore ed essere passati per il confine del Paese delle dune, ora erano diretti verso un nuovo posto.
- Piuttosto, dobbiamo approfittare della città che incontreremo per racimolare soldi- disse Brock.
- Eh? Siamo ancora al verde?- disse Dawn.
- No, ma ci resteremo di sicuro, se non facciamo niente.
- Stupendo, perché non ne approfittiamo per allestire il nostro solito siparietto?- disse Melody emozionata.
- Sì dai!- disse Dawn anche lei eccitata dall’idea- L’ultima volta è andata bene.
- Anch’io sono d’accordo- disse May- Non vedevo l’ora di esibirmi.
Le tre ragazze si girarono verso Misty.
- No, non se ne parla- disse lei dura.
- Ti preeeego!- dissero le tre in coro.
- Perché invece non ci troviamo un lavoro semplice e la finiamo lì?
- Ti preeeego!
- E’ pericoloso, non sappiamo chi possiamo incontrare.
- Ti preeeego!
- Senza contare che l’altra volta ci hanno scoperto.
- Ti preeeego!
- E poi…- le guardò- Ma scommetto che voi non state ascoltando una sola parola.
Le ragazze mostrarono i loro occhioni in lacrime.
- Ti preeeego!
- Ahhh- sospirò demoralizzata Misty- Come sospettavo.
- Eh, eh- rise Brock- mi sa che ti conviene accettare Misty o continueranno così per tutto il viaggio.
- E va bene, ma stiamo attente a…- non fece in tempo a terminare che le ragazze iniziarono ad esultare.
- Evviva! Yuppi!- dissero in coro.
- Le solite- sospirò di nuovo Misty.
- Di che si tratta?- chiese Ash a Brock.
- Di uno spettacolino che mettiamo su con l’aiuto dei nostri domini.
- Oh…- già, ora che ricordava, anche la prima volta che li aveva incontrati li aveva visti in scena- Ma perché lo fate?
- Vedi, noi non accettiamo soldi dalle persone che aiutiamo, così che cerchiamo qualche modo per guadagnare con qualche lavoretto o a volte mettendo su un teatrino.
- Dev’essere stancante.
- Sì, ma è l’unico modo per poter essere indipendenti.
Ora che ci pensava, non sapeva quasi niente di loro. A parte viaggiare e salvare il mondo, cosa facevano prima? Che facevano nei momenti liberi, se c’è l’avevano? Le loro famiglie, gli amici…dov’erano? Se l’erano lasciati alle spalle?
Ma poi…perché a lui interessava? Il suo compito era solo di scoprire i loro punti deboli e attaccare il loro leader quando meno se l’aspettava.
Doveva solo attenersi al piano principale…non doveva lasciarsi andare in frivolezze.
- Eccola, eccola!- disse May felice.
- Sì, la vedo!- disse Dawn.
- Cosa?- chiese Ash.
- Saffron City!

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Be’, come città non era niente male. Pareva che ancora il paese del fuoco non l’avesse distrutta. Probabilmente la utilizzavano come punto d’incontro. In effetti pareva molto popolata e con tanti negozi.
Guardò il gruppetto che si era posizionato vicino alla fontana della piazza e stavano preparando il palco.
- No!- sentì la voce di Misty dietro il tendone delle ragazze.
- Misty…- era la voce di Dawn.
- Ho detto di no. Si era detto il solito spettacolo…non ho intenzione di uscire nuovamente conciata così.
- Ascolta, c’è molta gente in giro e se li strabilieremo, guadagneremo il doppio dalla mance- disse Melody.
- Pensaci, non dovrai più vestirti così e neanche lavorare, per un po’ staremo a posto- disse May.
- Avete detto così anche l’altra volta.
- Però ti eri divertita, o no?
- No- disse lei secca.
- Okey…- Melody guardò May- In questo caso agiremo contro il tuo volere.
- Eh? Che avete intenzione…?
- Misty, sei tu contro noi tre- disse May, mentre le tre si avvicinavano minacciosamente a lei- A mali estremi…
- Estremi rimedi- terminò Dawn.
- Kyyya!- Ash indietreggiò sentendo l’urlo di Misty dietro il tendone e si girò verso Brock.
- Ma cosa…?
Brock lo guardò e gli sorrise.
- Dai, lasciamo fare alle ragazze. Mi aiuti a sistemare?
- Sì…- ogni tanto si girava verso il tendone con sospetto. Possibile che avessero intenzione di fare uno spettacolo dell’orrore?
Poi dopo qualche minuto le vide uscire, completamente cambiate. Tutte avevano indosso un vestitino molto grazioso. Melody aveva un vestito fatto di veli e al collo teneva sempre il suo strumento a fiato, alle spalle sembrava avere delle piccole ali d’angelo. May aveva un vestito ricamato di piccole farfalle e brillantini, tra i capelli al posto della bandana teneva un fermaglio a forma di stella. Dawn aveva i capelli raccolti in una lunga coda, un vestitino rosa e decorazioni floreali qua e là. E…
- Misty, cosa ci fai ancora dentro?- Melody la strattonò fuori.
- Lasciami morire dalla vergogna dentro la tenda- supplicò Misty.
La ragazza uscì con malavoglia, mentre cercava di coprirsi il volto dall’imbarazzo.
Ash la osservò meglio. Misty aveva i capelli sciolti e questi ricadevano mossi sulle spalle. Aveva delle perle come decorazione, intorno ai capelli, al collo e ai polsi delle mani. Portava un corpino a forma di guscio di conchiglia rosa, lasciando scoperta parte del ventre e le braccia. Sotto il bacino indossava una specie di pinna che le copriva le gambe, ma di cui si vedevano molto chiaramente le forme.
Si poteva notare anche un colore rosso alle labbra e un leggero tono di rosa alle guance, con un po’ di color celeste sulle palpebre.
Il suo cuore iniziò a palpitare più forte ad ogni secondo che notava qualche dettaglio. Lo sguardo molto imbarazzato di lei, con le guance che parevano accendersi di un rosso forte e il suo modo di mordicchiarsi le labbra, la facevano risultare più sensuale.
- Allora ragazzi?- chiese Dawn.
- Siete stupende, ragazze- disse Brock- Strabilierete il pubblico.
Le ragazze guardarono Ash che sembrava quasi in trance.
- Eh…ah…- si accorse che era il suo turno di dire qualcosa.
Però, cosa dire? Misty era…era…
- Un pesce?- disse Ash confuso, indicando Misty.
- Una sirena!- gli gridarono di rimando May e Dawn.
- E’ già tanto se riconosce un albero da un palo- commentò Misty ironica.
- E’ che non trovo tanta differenza tra te e un pesce- rimbeccò Ash.
- Cosa?!
- Ehi, ehi, non guardare solo lei o divento gelosa- disse Melody parandosi davanti a lui e gli sorrise dolcemente- Come mi trovi, eh?
- B-bene…- disse lui imbarazzato.
- Solo bene? Non carina? Bella? Stupenda?
- Eh…- lui sembrò più a disagio. Lo stesso modo di fare invasivo, gli ricordava un’altra ragazza.
- Basta così Melody, non vedi che lo metti in imbarazzo?- disse May.
- Oh, capisco…sei una persona timida- disse Melody divertita.
- N-no…è che…- cercò di difendersi, ma si vedeva chiaramente che era agitato.
- Dai, iniziamo ragazze- disse Brock- La gente sta iniziando ad incuriosirsi.
- Sì, forza- dissero le tre ragazze in coro, mentre Misty sospirava.
Ad una a una iniziarono a salire sul palco, mentre Ash e Brock rimanevano lì.
- Attenta a non demolire il palco, Misty- gli disse Ash ridacchiando.
- L’unica cosa che demolirò è il tuo orgoglio- disse lei con un sorriso di sfida.
Lui la guardò allontanarsi e i suoi occhi rimasero fissi su lei. Per quanto a volte gli risultasse antipatica, non poteva negare che vederla così gli faceva un certo effetto. A sua insaputa, le sue guance si colorarono di un certo color rosso, che non passarono inosservate a Brock che lo guardava con un sorrisino.
- Che c’è?- disse Ash scocciato, mentre si copriva il viso con la visiera del cappello.
- Niente, niente.
Lo spettacolo iniziò e dietro spettacolari effetti speciali, che altri non era che il loro dominio, le quattro ragazze si esibirono in fantastiche coreografie e balletti, ognuno dedicato ad un tema. Da dietro, Ash e Brock si occupavano di cambiare le scenografie e tutte le altre cose.
Pareva proprio che per le ragazze fosse un divertimento e anche Misty pareva divertirsi, o fingeva.
La vide muoversi in mezzo a quei schizzi d’acqua della fontana, muovere le braccia con disinvoltura, in un incantevole danza ammaliatrice. A nessuno sarebbe venuto in mente che quei movimenti erano in realtà tecniche del dominio dell’acqua. Si domandava come fossero in grado di muoversi bene con quei vestiti così vistosi.
Melody poi rendeva il tutto più bello, con la sua melodia suonata con il suo strumento a fiato.
Pochi minuti dopo era già tutto finito, tra gli applausi del pubblico e i complimenti. Brock ed Ash passarono tra le persone per raccogliere i soldi generosamente dati dai presenti.
- Stiamo raccogliendo molto di più di quanto pensavamo- disse Brock.
- Già…- in quel momento Ash notò un ragazzo tra il pubblico.
Gli sembrò strano, perché era l’unico tra i presenti che non pareva divertirsi. Non lo vedeva bene, perché era in fondo, ma notò che al collo portava una sciarpa azzurra. Il suo sguardo era serio e fissava qualcuno sul palco. Ash si girò per controllare chi fosse e vide Misty salutare il suo pubblico. Si voltò nuovamente, ma del ragazzo non c’era più traccia. Perché quella persona stava fissando Misty?

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Che questa sia l’ultima volta, capito?- disse Misty mentre smontava il palco dopo essersi cambiata.
- Certo, certo- dissero le altre con un sorriso complice.
- No, dico sul serio.
- Certo Misty.
- Ahhh, ci rinuncio- poi notò il volto di Ash pensieroso- Qualcosa non va?
- Mh? Ah…no.
- E allora a che stai pensando?
- Non è niente di importante- disse Ash caricando le assi sul carro- E’ solo che mi ha incuriosito un ragazzo.
- Quale ragazzo?- chiese Misty mentre riponeva un vaso d’acqua.
- Uno tra il pubblico, continuava a guardarti.
- Logico, sarà qualche suo fans- disse Dawn con un sorrisino.
- Non dire sciocchezze Dawn- disse Misty infastidita- Con tutte le persone che erano presenti e che ci guardavano, che differenza fa? Sarà semplicemente un amante degli effetti speciali.
- E se invece fosse un nemico?- ipotizzò May.
- Se sospettasse qualcosa, ci avrebbe già attaccato.
- Hai notato qualcosa di sospetto in lui?- chiese Brock- Ricordi com’era?
- No…non proprio. Ricordo solo che indossava una sciarpa azzurra e…
Crash.
Il vaso cadde a terra frantumandosi.
- Misty- disse Dawn spaventata.
La ragazza era immobile, con le mani ancora a mezz’aria e che tremavano.
- Una sciarpa azzurra?- chiese lei e si precipitò da Ash afferrandolo per le spalle- Ricordi qualcos’altro?
- Eh? Cosa? N-no…- disse Ash quasi spaventato dalla reazione di Misty.
- Sicuro?- insistette Misty.
- Credo che avesse i capelli castani e…sì, indossava una specie di medaglione argentato. Ma cosa succ…
Non fece tempo a terminare, che Misty lo aveva sorpassato e si era diretta alla cieca per le stradine della città.
- Misty, dove vai!- la chiamò Dawn.
- Occupatevi del resto. Io la seguo- disse Brock precipitandosi dietro Misty.
- Ma che ho detto?- chiese confuso Ash.
- E chi lo sa?- disse May perplessa- Ogni tanto si comporta in modo strano…
Melody guardò i due ragazzi allontanarsi e rimase pensierosa e preoccupata. Che Misty abbia pensato che si trattasse di…lui?
Allora, forse poteva essere in pericolo.
- Melody- la chiamò May- Tu hai capito cosa sta accadendo?
- Io…- guardò il gruppetto che la osservava in modo interrogativo- No…- scosse la testa triste- Non lo so.
Misty nel frattempo stava correndo qua e là, senza una meta precisa. Se quel ragazzo era stato presente allo spettacolo, forse non doveva essere molto lontano da lì. Doveva raggiungerlo…doveva trovarlo!
Si guardò intorno, ma niente. Aveva il fiatone e la gente la guardava in modo strano.
- Misty!- la raggiunse Brock.
- Brock…sono sicura che si trattava di lui- disse Misty- Era lì, a guardarci tutto il tempo- strinse le mani- Come ho potuto non accorgermene? Come ho potuto essere così cieca?
- Calmati Misty- l’afferrò per le spalle.
- Non posso, devo trovarlo! E’ così vicino a noi, non posso farmi sfuggire questa opportunità!
- Però…
- Brock, a te non interessa ritrovarlo?
- Sì, certo che vorrei. Ma se non è ancora spuntato fuori, credo che non si farà trovare così facilmente. Forse non vuole ancora incontrarci.
- No, non è possibile. Lui era lì…forse ci voleva parlare e…
- Adesso basta!- disse in tono alto Brock. Misty si zittì subito- Credimi, io vorrei tanto ritrovarlo, ma sai bene come stanno le cose…- chinò la testa- Non è possibile recuperarlo così facilmente. Ha fatto una scelta e noi non possiamo fare niente.
Misty abbassò la testa e chiuse gli occhi forte.
- Era lui…
- Sì…
- Credi che tornerà?
- Se è venuto oggi, c’è buona probabilità che lo rifaccia. Forse cerca solo il momento di farsi vedere da noi.
- E noi lo aspetteremo- alzò la testa.
- Sì- le sorrise.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Arrivò la sera e il gruppo decise di andare a dormire in un albergo.
- Ahhh, letti veri! Non ci posso credere!- disse Melody contenta.
- Guardate come sono soffici- disse Dawn, saltandoci sopra- Stanotte dormiremo come delle dee.
- Mah, a me sembrano identici agli altri- commentò May.
- Tu ti addormenteresti anche per terra- disse Melody, mentre guardava la camera riservata a loro ragazze. Era una camera abbastanza spaziosa e c’erano due letti a castello, armadi, un piccolo minifrigo, un televisore e delle riviste.
- Piuttosto, non abbiamo ancora deciso l’assegnazione dei letti- disse Dawn.
- Io ho già scelto il mio- disse Melody- Mi sistemerò nel letto di sopra.
- Ah, no! Ci andrò io- disse Dawn contrariata.
- No, io!
- Io preferisco dormire di sotto, quindi me ne tiro fuori- disse May e poi guardò Misty che era seduta su un letto e aveva lo sguardo fisso al pavimento- Misty…?
- Eh?- alzò lo sguardo- Sì?
- Stavamo decidendo chi dormirà sopra- spiegò May.
- Ah, per me è indifferente. Scegliete voi- disse sorridendo.
- Ottimo- disse Dawn- Io e Melody nei letti sopra e May e Misty giù- guardò Melody che non diceva niente- Non ti va bene Melody?
- Eh? Ah, sì sì- ridacchiò e poi iniziò a tirare fuori le cose dallo zaino.
Era preoccupata. Misty aveva la testa altrove, da quando Ash aveva accennato a quel ragazzo…che poi si trattasse di quel che pensava? Lei non aveva detto niente quando era tornata, né aveva dato spiegazione del suo comportamento. Si era limitata a scegliere il posto dove sarebbero andati a dormire e nulla più. Però sentiva che qualcosa stava tormentando Misty, ma sapeva che lei non era il tipo da confidarsi, preferiva tenersi per sé i suoi problemi.
Sospirò, come poteva aiutarla?
Misty le era stata vicina in più occasioni, ma lei non aveva avuto occasione di aiutarla…
Più tardi i ragazzi si ritrovarono insieme a mangiare nella sala ristoro.
- Ho saputo che proprio domani si terrà la gara di bistecche- disse May ad Ash- A fine gara, dicono che si potrà assaggiare il piatto vincitore.
- Stupendo- disse Ash contento, mentre divorava i piatti che aveva davanti- Andiamoci.
- Penso che non ci siano problemi- May si girò verso Misty, che la trovò ancora una volta pensierosa- Misty?
- Eh?
- Ci chiedevamo se potevamo assistere alla gara di domani- disse May.
- …certo- rispose lei, poi si alzò in piedi- Scusate, vado a fare un giro.
- Ma…non mangi?- chiese Dawn.
- No, non ho fame- e si allontanò, tra gli occhi preoccupati del gruppo.
- Che ne dite?- disse Dawn- Cosa gli prende a Misty?
- Brock, tu che eri con lei, saprai cosa ha, no?
- State tranquilli, le passerà- disse Brock, riprendendo a mangiare con tranquillità.
- Oh Brock, sei di poche parole, eh!- disse Dawn.
Ash guardò il piatto di Misty lasciato intatto. Non poteva credere che ci fosse qualcuno che riuscisse a non mangiare, davanti ad una tavola così imbandita.
Più tardi, ognuno si diresse nella propria stanza. Mentre si avviavano, Ash notò che Melody non chiacchierava come al solito ed era rimasta a camminare per ultima. Rallentò il passo e le camminò affianco.
- Melody, anche tu sembri pensierosa…- disse Ash- Che hai?
- Ah, Ash…- disse Melody sorpresa- Non so…
- Che ne dici di farci un giro?- propose lui gentilmente.
- Sì.
I due lasciarono il gruppo e camminarono lungo l’albergo, fino ad uscire fuori. Era notte ormai.
- Ahhh, che aria fresca!- Ash si stiracchiò le braccia- Non trovi?
- Sì…
- Quando qualcosa mi assilla, di solito mi piace camminare per svagarmi.
- Ah sì? E’ la stessa cosa che fa anche Misty.
- Che vuoi dire?
- Niente- sorrise e poi alzò lo sguardo- Non ti è mai capitato di sentirti inutile, quando si tratta di aiutare una persona?
- Uh…no.
- Non avevi un amico prima di incontrarci?
- Eh, non proprio…- ridacchiò incerto. Era piuttosto difficile considerare amico, uno che lavorasse nel Team Magma.
- Neanche io avevo amici…cioè, amici fidati. Al mio villaggio, l’isola del vento, ero la ragazza più ammirata dai ragazzi ed avevo intorno un sacco di gente che voleva parlarmi o darmi dei doni. Come dire, ero la principessa del mio villaggio, ben voluta da tutti. E questo mi rendeva felice, o almeno credevo. In realtà il motivo per cui ero ammirata, era perché sono la nipote del grande saggio dell’isola. Nessuno osava contraddirlo, neanche quando si trattava di me. Così hanno finito per viziarmi e farmi credere che le loro attenzioni erano sincere. Io questo lo sapevo, però stare con loro, mi faceva pensare di non essere sola. In fondo era la mia gente e io gli volevo bene- sospirò e continuò- Fino al giorno che nell’isola sbarcarono da grossi navi, i dominatori del fuoco. Distrussero tutto e catturarono gli anziani del villaggio. Mia sorella riuscì a farmi scappare e mi mise su una barca, invece lei rimase nell’isola come gli altri a combattere, anche se sapeva che non avrebbero vinto. Così continuai a vagare nel mare, con il terrore di essere vista da qualche nave dei nemici e con l’angoscia di aver perso tutti- fece qualche passo in avanti, mentre Ash la ascoltava in silenzio- La terra sembrava non arrivare mai e il mare iniziò a farsi molto agitato. Cercai di resistere utilizzando il mio dominio, ma ero stanca dal viaggio. In pochi minuti mi ritrovai a sprofondare nell’acqua. E’ lì che Misty mi ha salvata. Pare fosse in viaggio su una nave insieme a Brock, mi ha vista e si è tuffata in acqua. Quando ho ripreso i sensi, ero già al sicuro. Non mi conoscevano, ma ascoltarono la mia storia e mi rimasero vicini. Poi un giorno, Misty mi propose di viaggiare con loro. Mi raccontarono del loro obiettivo e del progetto di creare un team di persone che avrebbero sconfitto il Paese del fuoco. Accettai. Ero sola e avrei avuto l’opportunità di allenarmi con loro e un giorno riscattare la mia isola.
- Vuoi dire che finora non sei tornata nella tua isola?
- Sì, una volta…quello che però trovai era la desolazione…l’isola era deserta. Non era rimasto più nessuno. Ero distrutta…e Misty mi è stata vicina- guardò Ash- Io sono molto grata a loro. Se non li avessi incontrati, ora non sarei neanche qui a sperare di salvare la mia gente. E’ per questo…- sospirò- E’ per questo che vedere Misty così, mi preoccupa. Non sono in grado di aiutarla.
- Tu sai cosa ha?
- Credo…- scuote la testa- Sai, Misty non me ne ha parlato apertamente, ma ricordo di una volta che Brock mi aveva accennato ad una persona. A quanto pare, prima di incontrarmi, loro due viaggiavano con un altro ragazzo. Però non so per quale motivo, lui se ne andò e questo pare aver intristito molto Misty. Sembra che lo cerchi ancora.
- E pensi che sia quel ragazzo che ho visto?
- Io non ho idea di come sia fatto questo ragazzo, ma intuisco dall’espressione di Misty quando si tratta di lui.
- Che motivo poteva avere quel ragazzo, per decidere di andarsene?
- Chi lo sa- lo guardò- Che ne pensi?
- Uh? Be’..- alzò lo sguardo- A me pare che Misty sia una persona piuttosto cocciuta e riservata. Ma si fida di voi e se ancora non ve ne ha parlato, è perché tende a voler risolvere le cose da sola. Arriverà però il momento in cui capirà di non farcela più ed inizierà ad aprirsi con i suoi amici.
- Tu dici?
- Oh, be’…è quello che si spera, no?- ridacchiò- Quindi, non ti impensierire. Quando Misty sarà pronta, verrà lei stessa a chiedervi aiuto.
- Sì…- sorrise- Grazie Ash, parlarne con te mi ha risollevato l’umore.
- Non ringraziarmi, non ho fatto niente.
- Invece ti sbagli- lo prese per le mani- Sapevo che, anche se sei un dominatore del fuoco, in fondo sei un bravo ragazzo. E Misty lo ammetterà un giorno, vedrai.
- Eh…sì…grazie.
- Bene, io vado a dormire. Grazie ancora- si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia- A domani Ash.
- A…a domani- disse Ash imbarazzato.
La ragazza si diresse allegramente all’entrata dell’albergo. Si sentiva confuso, era la prima volta che qualcuna lo baciava sulla guancia. Si toccò la guancia. In quel momento sentì dei passi dietro di lui, si voltò e vide arrivare Misty da una lunga passeggiata.
- Misty…- lei lo guardò e proseguì- Dov’eri andata?
- In giro…- disse lei vaga- E tu perché sei ancora qui? Se domani vuoi assistere alla gara, non potrai restare a dormire la mattina.
- Ci stavo andando- disse Ash, mentre seguiva la ragazza dentro l’albergo.
- Bene, perché tubare con Melody non ti aiuterà a svegliarti presto.
- Tuba…che?- Ash la guardò accigliato. Non capiva cosa volesse dire. Misty sospirò.
- Ti sto solo dicendo che se tu e Melody volete stare insieme, potete farlo in altri momenti.
- Stare insieme? Di che parli?- disse lui imbarazzato- Stavamo solo chiacchierando.
- Non si direbbe- si voltò e indicò la guancia di Ash, dove era rimasto il segno del rossetto di Melody.
- Cosa??- Ash si strofinò via subito la macchia, con molta agitazione- Aspetta, non è come pensi.
- Cosa dovrei pensare? Non è affare mio. Basta che tu non distragga Melody dal suo allenamento.
- In effetti, non è affare tuo- disse lui imbronciato- E poi sei tu che la stai distraendo.
- Io?- incrociò le braccia e lo guardò.
- Sì. Melody è preoccupata per te. Dice che ti vede giù di morale. Vorrebbe aiutarti, ma tu non ti confidi con lei.
Misty rimase sorpresa e silenziosa. Poi si voltò e tornò seria.
- Vai a dormire- disse lei. Ash la guardò innervosito.
- Per essere una leader, non hai molta fiducia in loro. Forse pensi di essere diversa?
- Adesso basta, ciò che decido non è affare tuo.
- Così tradirai la fiducia che ripongono in te. Finirai per rimanere da sola.
- Non ha importanza…- sussurrò lei e s’infilò dentro la sua stanza, lasciando Ash piantato lì.
“Ma che accidenti!”- pensò arrabbiato Ash, mentre si dirigeva anche lui nella sua stanza e sbattendo forte i piedi- “Io cerco di essere gentile con lei e lei ricambia così?!”
Entrò in stanza, Brock stava già dormendo, e si buttò sul suo letto con la faccia rivolta al soffitto.
“Faccia come vuole. E’ senz’altro meglio per me, se il Team Luce si scoglie per colpa sua. Se rimane senza alleati, mi sarà più facile sorprenderla. Non posso che esserne felice”- si mise di lato e cercò di addormentarsi.
Però non riusciva a prendere sonno. Si chiedeva chi potesse essere quel ragazzo, che pareva far parte del gruppo con Misty e Brock, molto prima delle altre. Quale motivo lo aveva spinto ad andarsene? Forse paura? Fare parte del Team Luce richiedeva prontezza di riflessi, i nemici non aspettano altro che una distrazione per attaccare. O forse Misty aveva litigato con lui? Ma non si spiegherebbe perché desideri ritrovarlo. O aveva capito il suo sbaglio e lo cercava per scusarsi? Ma l’espressione di Misty quando lo aveva afferrato per le spalle, non era di una che vuole solo chiedere scusa. No, c’era dell’altro. Angoscia…
Era strano, ma per un attimo si era sentito come Melody…avrebbe voluto aiutarla…

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Capitolo 8
*** Cap. 7 ***


BLUE BIRD ILLUSION
Cap. 7

- Stupendo- disse May aggirandosi tra le varie tavole disposte nella piazza.
- Quante varietà di cucina- disse Dawn- Non ne avevo viste così tante.
- E che buon odore- disse Ash.
- Chissà se c’è qualche cucina dietetica- disse Melody.
- Dai, esploriamolo- disse Dawn pimpante e i quattro iniziarono a curiosare dappertutto.
- Brock, ricordami perché siamo qui- disse Misty, guardando la piazza piena di piccoli banchetti.
- Per evitare che May si mangi il carro per disperazione- rispose Brock.
- Ahh- sospirò, mettendosi una mano in fronte- e quanto durerà?
- Molto probabilmente tutto il giorno.
- Okey, vado ad aspettarvi sul carro- disse lei rassegnata.
- Vuol dire che andrai a fare compagnia ai cavalli e mucche delle stalle?
- Be’, non c’è alternativa.
- Sì che c’è. Ce l’hai davanti a te- gli mostrò la piazza- Non vedi come si divertono gli altri? Perché non provi a fare lo stesso anche tu? Ti ci vorrebbe un po’ di svago.
- Non ne ho bisogno- disse lei- Sai bene che non posso abbassare la guardia. I nemici potrebbero essere qui in giro.
- Questo lo so anch’io, ma un po’ divertimento non fa male e poi…- la guardò un po’ preoccupato- ne avresti bisogno.
- Vuol dire che mi vedi così male?- ridacchiò lei.
- No, intendevo…
- Lo so Brock- gli appoggiò una mano sulla spalle- E apprezzo che ti preoccupi per me, ma sto bene. Quello che è successo ieri non basterà a demoralizzarmi.
- Misty…
- Te lo già detto, non mi arrenderò.
- Sì.
- Piuttosto, dove si sono cacciati gli altri? C’è così tanta gente che li ho persi di vista.
- Non saprei…- si guardò in giro- Oh, guarda. Ecco Dawn, è insieme agli altri. Quella ragazzina si riconoscerebbe anche in un concerto- ridacchiò.
- Bene, allora io vado a fare un giro.
- D’accordo- la vide allontanarsi, così raggiunse gli altri- Allora, come va ragazzi?
- Ma lo sai che ci sono gli assaggi gratis?- disse Dawn.
- Ehm, lo immaginavo…- disse Brock, vedendo le bocche di May e Ash stracolme di cibo.
- Debi abbaggiare, bob- disse May strascicando qualche parola.
- E’ debilisia peb palabo- disse Ash allo stesso modo di May.
- Ehm, ci farò un pensierino- disse Brock un po’ preoccupato dalle loro bocche strapiene.
- E Misty dov’è?- chiese Dawn- Volevo farle assaggiare questo pezzo di bistecca, ha un leggero sapore di pesce.
- Ha preferito fare un giro.
- Allora la raggiungo, prima che si raffreddi la carne- disse Dawn, mettendosi a correre.
- Ah, aspetta Dawn- disse Brock e sospirò vedendola lontano- Correndo così, finirà per inciampare.
- Misty, Misty!- la chiamò Dawn, quando la individuò lungo una stradina.
La ragazza dai capelli arancione, si voltò.
- Dawn?
L’altra ragazza la raggiunse, ma finì per inciampare e scontrarsi con delle persone che passavano di lì.
- Ehi!- si lamentò la persona. Dawn alzò lo sguardo, erano tre ragazzi grandi, con dei abiti particolari, composti da una tunica lunga e sotto maglietta con pantalone, tutto di tinta azzurra con decorazioni d’oro.
- Ops, scusa…- Dawn aveva accidentalmente rovesciato il pezzo di carne sul vestito della persona.
- Guarda, hai macchiato il mio abito- disse la persona in causa- Come hai intenzione di rimediare?
- Dawn- Misty la raggiunse e guardò meglio le persone. Un brivido la percorse, ma cercò di sembrare tranquilla- Scusate, non l’ha fatto apposta. Vi ripagheremo dei soldi della tintoria.
- Non ci basta- disse il ragazzo- Esigiamo di più, molto di più.
- Eh?
- E’ un offesa per me che questa ragazzina insulsa mi abbia insudiciato l’abito.
- Ehi- disse offesa Dawn.
- Capisco che sei arrabbiato, ma c’è un limite- disse Misty innervosita- Si tratta pur sempre di una macchia.
- Tu non capisci- disse quello- Non sai chi hai davanti a te. Siamo persone di alto rango del Paese dell’acqua e non accettiamo un offesa da una di basso rango.
- Chiunque tu sia, non cambia quello che sei, ovvero uno spregevole arrogante- disse Misty ancora più irritata- Non ti permetto di trattare così la mia amica- Dawn dietro di lei, cercò di trattenerla.
- Misty…- scosse la testa- Lascia stare, andiamocene.
- Hai intenzione di lasciarli fare? Si meriterebbero una bella lezione.
- Hai detto tu che è meglio evitare risse. Non m’importa cosa hanno detto, andiamocene.
- Però…
- Tsk, fate bene- disse un altro- E’ meglio non mettersi contro la guardia speciale del Paese dell’acqua.
- L’ho sempre detto che le femmine sono inutili- disse il terzo ridacchiando- Vanno bene solo come mogli.
Un getto d’acqua lo colpì in pieno e lo fece cadere a terra.
- Cosa?- gli altri due guardarono stupiti.
- Misty!- disse Dawn anche lei sorpresa.
- Come stavi dicendo?- disse Misty con un sorrisino.
- Una dominatrice dell’acqua?- disse uno stupito- Credevo che non ce ne fossero.
- Ti sei sbagliato. Ne hai una davanti a te.
- Come hai osato attaccarmi?!- disse quello che era steso a terra- Me la pagherai. Sarai pure una dominatrice, ma sarai sicuramente debole.
- Vuoi provare?- disse lei in tono di sfida.
- Misty, no- Dawn tentò nuovamente di trattenerla.
- Ma guarda…- disse un'altra voce e comparì un altro ragazzo dai capelli biondi, a quanto pareva amico degli altri tre, che aveva lo stesso abbigliamento, solo con qualche decorazione in più.
- E così, c’è una dominatrice d’acqua e da quanto ha detto la tua amica, ti chiameresti Misty.
- Sì, e allora?- Misty lo guardò seria.
- Misty…mi ricorda una persona che è scappata da Cerulean City…- alzò la testa e si toccò il mento- Suppongo che tu sia Misty Waterflower, la ricercata.
- Che?!- esclamarono gli altri tre- E’ lei?
Misty non rispose e continuò a guardare seria quel ragazzo.
- Avevo sentito che eri in giro per i villaggi, ma non credevo di incontrarti- sorrise- Che sia una coincidenza? Che il destino voglia che sia io a catturarti?
- Non credere che sia così facile- si mise in posizione di attacco.
- Mi avevano informato che hai imparato le tecniche del dominio dell’acqua e che hai dato qualche problema agli altri che ti dovevano catturare. Ma…- la guardò serio- Dominio o no, resti una femmina e come tale, il tuo dominio è inferiore al nostro.
- Mi pare che parli molto per essere un maschio- disse lei con aria di sfida- Dimostrami il tuo valore, capo delle guardie speciali.
- Oh, vedo che già mi conosci…bene, sarà più semplice catturarti- sorrise- o eliminarti.
Avanzò di un passo e con un movimento delle mani, lanciò un forte getto d’acqua.
- Via Dawn- Misty allontanò la ragazza e cercò di schivare il colpo, che colpì un palo ammaccandolo.
- Credevo che a voi non piacesse combattere in pubblico, in città che non siano del Paese dell’acqua- Ricambiò lo stesso colpo, cercando di metterci più forza.
Il ragazzo lo schivò e il colpo andò a colpire gli altri tre.
- Ahhh- gridarono gli altri.
- Debolucci i tuoi compagni- disse divertita Misty.
- Tsk, che imbecilli- disse il ragazzo- Non riescono neanche ad evitare un banale attacco.
I due ripresero la loro battaglia a colpi di tecniche d’acqua. Dawn guardò preoccupata lo scontro. I primi colpi dati da Misty erano precisi e di una grande potenza, come quelli del ragazzo. Però lei era in vantaggio, grazie alla sua agilità che le permetteva di schivare i colpi.
- Dawn, che sta succedendo?- in quel momento arrivarono gli altri ragazzi.
- Oh, ragazzi. E’ terribile, Misty si è messa a combattere con questi ragazzi del Paese dell’acqua, per colpa mia- disse dispiaciuta.
- Sono del Paese dell’acqua?- chiese sorpreso Ash.
- Sì, li riconosco dal loro abbigliamento. Sono le guardie di Cerulean City- disse Brock- E se è come penso, non devi preoccuparti Dawn. Misty avrebbe finito comunque per combattere contro loro.
- Brock…dobbiamo aiutarla?- chiese Melody seria.
- Aspettiamo…Misty non vorrebbe che ci intromettessimo.
Lo scontro andò avanti, ma presto i due ragazzi iniziarono a stancarsi. I due sembravano allo stesso livello.
- Stanca ragazzina?- disse l’altro- Pensavo che in quanto ricercata, sapessi fare di più. O forse ti sei resa conto che sei debole?
- Posso fare anche di meglio, se vuoi- disse Misty e volteggiò su di sé, creando un vortice d’acqua.
- Tutto qui? Ora capisco perché ti hanno ripudiata…sei stata cacciata, perché credevi di essere forte, ma la verità è che…non potrai mai diventare una vera dominatrice.
- Ora vedrai…- disse Misty arrabbiata e gli scagliò il vortice.
Il ragazzo rimase fermo ad attendere, con un sorriso sulle labbra. Il vortice lo colpì.
- Oh, bene- disse Dawn- L’ha preso in pieno, ha vinto Misty!
- No…- disse Brock serio.
- Eh?
Il vortice si sciolse e il ragazzo era ancora lì in piedi bagnato, come se niente fosse accaduto. Scosse i capelli bagnati.
- Ma come?- disse sorpresa Misty.
- Con un colpo così debole, non c’era bisogno di spostarmi.
- Perché non gli ha fatto effetto?- chiese Ash- A me pareva potente.
- Per un altro dominatore sì, ma quelli del Paese dell’acqua, sono abituati a colpi simili. E poi Misty è già stanca e questo diminuisce la sua potenza.
- Eppure prima era in vantaggio- disse Dawn- Perché lui non è stanco come lei?
- Mh…- Brock guardò attentamente la ragazza dai capelli color arancio. Era già da prima che aveva notato qualcosa di strano.
- Bene, è il mio turno- disse il ragazzo e fece apparire nella sua mano una sfera d’acqua- Ora assaggerai la vera potenza.
- Sempre che tu riesca a colpirmi.
- Non ce ne sarà bisogno- disse lui.
Misty si sentì afferrata improvvisamente da dietro la schiena. Si girò e vide uno dei tre ragazzi di prima, che aveva approfittato della sua distrazione per bloccarla.
- L’ho presa capo- disse l’altro ragazzo- Può attaccare ora.
- Ah, ma non è giusto!- disse May.
- Ma che diamine! Lasciami andare!- Misty guardò il biondino- Sapevo che tra le guardie c’era del marcio, ma non credevo che foste anche vigliacchi!
- Lo sai bene qual è il nostro motto…tutto pur di raggiungere il nostro scopo. E ora…addio- gli lanciò addosso la sfera.
D’improvviso Misty sentì che qualcuno aveva colpito la persona che la tratteneva e la spinse via. Con la mano lanciò una sfera di fuoco che andò a scontrarsi in aria con l’altra sfera, creando un gran polverone.
- Ma chi…?!- disse sorpreso e arrabbiato il biondino.
- Ash…?- Misty lo guardò sorpresa, come tutti gli altri che erano rimasti a bocca aperta.
- Se dici che sei così forte, perché ti fai aiutare dai tuoi scagnozzi?- disse Ash guardando il ragazzo.
- Un…un dominatore del fuoco…- disse stupito il biondino, poi guardò Misty e ritornò ad Ash- Non posso crederci…sei amica di un…un essere come lui…uno spregevole dominatore del fuoco.
“Pare che sia un abitudine di questi dominatori, chiamarmi così”- pensò Ash irritato.
- Perché ti sei intromesso!- disse Misty arrabbiata. Ash la guardò.
- Non mi aspetto certo un ringraziamento. Volevo solo che non ti battesse slealmente- Misty lo guardò sorpresa- E poi, tu sei molto più forte di lui. Com’è possibile che ti metta in difficoltà?
- Io…- non sapeva che dire. La situazione le era sfuggita di mano.
- Tsk, ti sei fatta aiutare da un dominatore del fuoco…quale onta per uno del Paese dell’acqua! Non meriti di rimanere in vita.
Misty lo guardò e poi fece un sorrisino.
- Mi parli tu di onore, eh?- chinò la testa- Eppure non siete in grado di sconfiggere il Paese del fuoco e pur di sopravvivere, non esitereste a vendere il proprio amico. Ricorrete a sporchi trucchi e vi battete solo per voi stessi. Eh, che vita misera è la vostra- alzò il viso e lo guardò con arroganza- Preferisco macchiarmi l’onore diventando amica di un dominatore del fuoco, che sa cos’è l’altruismo e la lealtà, piuttosto di farmi battere da un verme come te.
Il gruppo rimase sorpreso dalla parole di Misty. Più di tutti, Ash.
- Cosa? C-come osi?
- Ho battuto tante altre persone come te- aprì la mano e fece comparire una sfera, che si ingrandiva man mano- E tu non farai eccezione.
- Credi di potermi colpire? Al contrario di te, io posso muovermi. Non riuscirai a prendermi.
Misty corse verso di lui, con in mano la sfera. Ma quando glielo lanciò, lui si spostò.
- Ah, ah! Vedi, non ce la fai!
- …non ne ho bisogno- disse lei sorridendo a pochi centimetri da lui- Ho raggiunto lo scopo di avvicinarmi a te.
- Eh?- Misty gli tirò un forte calcio allo stomaco, facendolo rotolare a terra. Si contorse dal dolore e non riuscì più ad alzarsi. Era chiaramente Misty ad aver vinto.
- Ahh! Capo!- esclamarono gli altri tre spaventati.
- E vai!- disse May- L’hai colpito!
- Brava!- disse Melody.
- Sei stata fortunata- disse uno dei tre dominatori, mentre gli altri due rimettevano in piedi il loro capo- Ma non finisce qui, traditrice- e scapparono via velocemente.
Misty sospirò sollevata e si lasciò cadere sulle gambe.
- Bel colpo…- una mano gli si parò davanti. Misty alzò la testa e vide Ash sorridergli- Penso proprio che non riuscirà a muoversi per un bel po’- ridacchiò ricordando lo stesso colpo su di sé.
- …sì- afferrò la sua mano e Ash l’aiutò ad alzarsi in piedi.
- Gli hai dato il ben servito- disse Dawn.
- Eh…grazie.
- No, grazie a te- disse Dawn scotendo la testa- Hai cercato di difendermi e ti ringrazio.
Brock guardò Misty ed Ash e sorrise.
- Sei stato veloce Ash ad intervenire- disse Brock guardandolo- Sei riuscito nuovamente ad aiutare Misty.
- Eh…ah…- guardò velocemente la ragazza- N-no, è stato un puro caso.
- Eh, ragazzi...mi sa che abbiamo attirato l’attenzione delle persone- disse Dawn.
- Ma dai…- disse May e roteò gli occhi- Credi che non si sarebbero accorti di uno scontro in pieno giorno e in città?
- Su, su. Andiamocene presto. Prima che chiamino le guardie- disse Brock e il gruppetto scappò via dagli sguardi indiscreti della gente.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈
- Ahhh- sospirò triste May- Peccato che siamo dovuti scappare così. Mi sarebbe piaciuto prendere altri assaggi.
- Ma se ti avevano ormai intimato di non farti vedere, perché facevi sparire tutto il cibo- disse Melody.
- Eh?? Esageravano…- disse May offesa- al massimo prendevo cinque o sei piatti.
- Ma come fai a mangiare tanto?- chiese esasperata Melody.
- Sempre meglio che mangiare una foglia di lattuga per tutto il giorno- disse May.
- E’ più salutare e non ingrassa.
- La carne non ingrassa.
- Uhm, Brock dov’è Misty?- chiese Dawn.
- E’ andata a cercare Ash, per mangiare tutti insieme.
- E dove andava Ash?
- Non lo so. Ha detto che doveva fare qualcosa.
Da un'altra parte, una persona è davanti ad una cabina telefonica.
- …sì…sì…d’accordo. Lo so, ce la sto mettendo tutta, ma ci vuole del tempo. Non voglio affrettare le cose- un ragazzo dai capelli neri parlava alla cornetta del telefono- No…non voglio aiuti! Statene fuori. Che nessuno mi intralci, altrimenti mi arrabbierò molto!- si sistemò il cappello con l’altra mano- Sì, vi farò avere altre notizie. Certo, mi terrò in contatto. D’accordo- chiuse la chiamata e sospirò.
“Incominciano a spazientirsi”- pensò- “Dovrò agire al più presto. Non posso più perdere tempo, se non voglio che altri lo facciano al posto mio”
Si voltò e fece per tornare indietro dal suo percorso.
“Dovrò rivedere il piano, se sarà necessario”
Pochi passi più in là, comparve una ragazza da dietro l’angolo.
- Ehi Ash, ti stavo cercando.
- Perché??- disse lui sorpreso.
- Dobbiamo andare a mangiare, no?
- Ah, sì.
- Dov’eri andato?
- Niente…- sviò lo sguardo della ragazza- A fare un giro.
- Oh…okey- i due s’incamminarono in silenzio. Poi Misty si fermò, Ash si voltò senza capire.
- Che ti prende?
- Chissà perché, ma quando sono in difficoltà, tu sei lì ad aiutarmi…come oggi. Non ho avuto modo di ringraziarti prima.
- Eh? Ah…non è niente- disse lui imbarazzato. Sembrava quasi prenderci gusto a sentirsi ringraziare da Misty.
- No- scosse la testa- Le tue parole mi hanno spronata. A volte non sembri neanche un dominatore del fuoco, ma un semplice ragazzo.
Ash la guardò stupito e ricordò le parole di Misty durante lo scontro.
Preferisco macchiarmi l’onore diventando amica di un dominatore del fuoco, che sa cos’è l’altruismo e la lealtà, piuttosto di farmi battere da un verme come te.
Quindi…voleva dire che lei lo stava già considerando come un amico?
- Eh, te l’avevo detto che non avevo cattive intenzioni- cercò di sorridere, ma con fatica. Non poteva dimenticare la telefonata precedente.
- Già…e io non ti ho creduto- disse Misty- Pare che continui a fare sbagli.
- Dai, non importa. Può succedere, no?- cercò di sembrare tranquillo e optò per cambiare discorso- Piuttosto, tu non sei del Paese dell’acqua? Perché quei tizi ce l’avevano con te?
Misty divenne seria.
- E’ una lunga storia. Ma non è importante- riprese a camminare.
- Lo dici tu o vuoi farlo credere?- la seguì- Se cercavano di ucciderti, è perché è successo sicuramente qualcosa di grave.
- Ho detto che non è importante- disse Misty- E non ti deve interessare.
- Perché fai così Misty? Nasconderti non ti aiuterà a risolvere il problema.
- E tu?- si voltò per guardarlo.
- Io?
- Io non so molto di te, non so il motivo del perché hai lasciato il tuo Paese per unirti con noi e…non so come sia possibile che una persona come te, sia un dominatore del fuoco. Chi sei in realtà?
- Misty…
- Anche se ti sei unito al nostro Team, ho preferito non farti domande, perché l’avrei scoperto con le tue azioni se eri una persona buona o cattiva. Si giudica di più una persona per quello che fa, che per quello che dice.
- …- Ash abbassò lo sguardo.
- Oggi ti ho visto in azione e ormai penso di potermi fidare di te. Hai dimostrato qualità perfette per il Team Luce e io non mi opporrò più alla tua partecipazione.
- …mh- annuì, senza guardarla in faccia.
- Bene. Ora andiamo che gli altri ci aspettano.
- …sì- i due ragazzi ripresero a camminare in silenzio.
Chi sei in realtà?
La domanda rimbombava insistentemente nella mente di Ash.
Doveva essere felice. Misty lo aveva accettato ufficialmente nel gruppo. Aveva ottenuto la sua fiducia, anche se continuava a mantenersi distante quando si trattava di parlare di lei. Aveva raggiunto il suo scopo…e allora, perché non era felice? Il suo piano stava dando i suoi frutti, ciononostante…Sentiva un calore soffocante nel corpo, il cuore pareva stringersi dal dolore. Si toccò il petto.
A volte non sembri neanche un dominatore del fuoco, ma un semplice ragazzo.
Preferisco macchiarmi l’onore diventando amica di un dominatore del fuoco, che sa cos’è l’altruismo e la lealtà, piuttosto di farmi battere da un verme come te.
Era il suo piano, conquistare la sua fiducia, diventare suo amico…eppure…
La guardò camminare davanti a lui.
…eppure sentiva di volerla conoscere meglio…per davvero.

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Capitolo 9
*** Cap. 8 ***


BLUE BIRD ILLUSION
Cap. 8
- Misty…- la chiamò Brock.
- Mh?
- Ho controllato la mappa e…temo che saremo costretti a passare per di lì.
Misty guardò la mappa in silenzio. Vari ricordi le vennero in mente nel leggere la carta. Poi sviò lo sguardo ed alzò la testa.
- Misty, se vuoi possiamo tornare indietro e cercare un altro percorso- disse preoccupato Brock- Ci impiegheremo qualche giorno in più, ma se dovesse servire…
- No…- disse lei- Non possiamo perdere tempo.
- Però…sai, l’ultima volta…
- Non ha senso scappare, dovremmo comunque passare per di lì. Basterà cercare di passare inosservati.
- D’accordo…- mise via la mappa.
- Ora che ci penso…- disse Misty malinconica, continuando a guardare il cielo- In questi giorni si celebra il Festival della neve…
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Non capisco- disse Ash con aria accigliata.
- Non c’è bisogno che tu capisca- disse Misty seria- Infilati questo mantello e non discutere.
- Finora abbiamo viaggiato con i nostri abiti normali, perché ora dobbiamo incappucciarci?
- Se non vuoi diventare un cubetto di ghiaccio, smettila di lamentarti e fa come ti ho detto.
- Non ne ho bisogno- disse Ash- Sono un dominatore del fuoco, resisto a qualsiasi temperatura. Non mi fa paura un po’ di freddo.
- Un po’ di freddo?- disse May con sarcasmo- Ma sei mai stato nel Paese dell’acqua?
- Eh…no- disse Ash un po’ confuso.
- Il clima di quel paese è già abbastanza freddo per chi arriva da fuori, figurati che invece nelle altre stagioni non è possibile muovere un dito.
- Uh, non farmelo ricordare- disse Melody rabbrividendo- L’ultima volta non mi sono bastati neanche tre cappotti.
- Voi ci siete già stati?- chiese Ash.
- Sì- disse May- Dawn invece no, perché è arrivata più tardi.
- Sono curiosa di vedere Cerulean City- disse Dawn emozionata- Misty sicuramente lo conoscerà bene, visto che è nata lì. Ho sentito dire che in alcuni anni, l’estate non arriva neanche- guardò Misty- Com’è la città? E’ vero che sono severi e molto ligi alle regole? Come ci si diverte lì?
- Basta così Dawn- disse Brock serio, facendo zittire la ragazzina.
- Ma…
- Non andiamo lì per divertirci. E’ solo sulla nostra strada e ce ne andremo subito.
- Oh, che peccato- disse Dawn delusa- Ma perché?
Melody e May si guardarono preoccupate. Ricordavano l’ultima volta che erano passate per il Paese dell’acqua. Non era stato per niente un divertimento. In realtà, speravano di non passarci più di lì.
- Ascolta Dawn- disse Misty cercando di avere un tono calmo- e anche tu, Ash. Il Paese dell’acqua è molto diverso dagli altri posti dove siamo stati o siete stati. Sono pochi gli stranieri che passano di lì, anche perché il clima è ostile per chiunque si addentri. Non solo, il Paese dell’acqua è famoso anche per pensare unicamente a se stesso, è abituato a non sottomettersi a nessuno e tanto meno di allearsi con gli altri Paesi.
- Eh? E come mai?- chiese Dawn.
- Perché in genere la gente di quel paese è riservata e sospettosa nei confronti degli altri. Forse è uno dei Paesi che non è ancora caduto in mano del Paese del fuoco, ma non certo per i suoi meriti. Si è semplicemente tenuto alla larga dai problemi, non alleandosi con gli altri Paesi e tenendo per sé i propri segreti.
- Mh…già, ne avevo sentito parlare- disse Ash- Ma non capisco perché dobbiamo camuffarci. Se ci attaccano, combatteremo, no?
- No invece!- disse Misty arrabbiata- E’ proprio l’ultima cosa che dovrai fare, ovvero utilizzare il tuo dominio. Se scoprono che sei un dominatore del fuoco, è sicuro che ti elimineranno. Ciò che dovremmo fare è passare inosservati ed andarcene al più presto.
- Se hai così tanta paura di andare, perché allora non cambiamo strada?- disse Ash irritato- Non sopporto di dovermi nascondere. E poi non è il tuo Paese? Perché ti devi nascondere?- di risposta, gli arrivò in faccia il suo mantello.
- Fa come ti dico io e non fare domande- disse Misty seccata, mentre riprendeva a sistemare i vestiti.
- Ma che le prende?- sbuffò il ragazzo, però non disse nient’altro visto che nessuno del gruppo aveva più fiatato.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Rat-rat-rat- il moro batté i denti, mentre avanzava nella neve.
- Allora, come va ragazzo focoso?- chiese Misty, con un tono leggermente sarcastico.
- B-benissimo!- tentò di dire lui, per non dargliela vinta. Ma doveva ammettere, che faceva davvero freddo!
Era bastato avvicinarsi ai confini del Paese dell’acqua, che subito erano stati travolti da un vento forte pieno di neve. Aveva già visto la neve in passato, anche se non così tanta. Il Paese del fuoco aveva più stagioni calde che fredde. Eppure credeva di essere in grado di resistere al freddo, si era esercitato in celle frigorifere, proprio per abituare il suo corpo a quelle temperature, nel caso un giorno gli avessero dato l’ordine di andare nel Paese dell’acqua. Solo che…era addirittura il doppio. Si guardò in giro, a parte il gruppetto, non c’era anima viva nei dintorni, se non una o due casette, per lo più disabitate e avanti a loro c’era solo un cielo bianco, che si confondeva con la neve.
- Come va Ash?- chiese Brock avvicinandosi a lui.
- B-bene…- disse lui tentando di smettere di tremare.
- Cerca di resistere ancora un po’. So che è difficile per te, che sei abituato ad altri climi, ma ormai siamo quasi arrivati- poi gli passò una piccola pietra- Tieni.
- Cos’è?- lo prese in mano e subito si sentì pervaso da un piacevole tepore caldo.
- Una pietra focaia. Ne porto sempre con me, quando attraversiamo questi posti. Le ho date anche alle altre ragazze, neanche loro sono abituate a questo freddo. Questo almeno vi aiuterà a proseguire.
- …grazie- guardò avanti loro, Misty camminava davanti al gruppo facendo da guida- Ma come fa Misty ad essere così sicura della direzione? Non si vede niente.
- Be’, suppongo che vada ormai ad intuito.
Ash guardò nuovamente la ragazza che proseguiva spedita, senza voltarsi dietro.
- Senti, Brock…
- Mh?
- Quei dominatori dell’altra volta…quelli con cui ci siamo scontrati l’altra volta…erano dominatori del Paese dell’acqua, vero?
- Sì…
- Se è come ha detto Misty, che combattono principalmente per il proprio Paese, quale motivo li ha spinti ad attaccarci?
- Be’ vedi, è un po’ complicato…diciamo che in genere è così, ma ci sono personaggi come loro che solo perché hanno un ruolo importante, si sentono in grado di fare tutto. Il che però poi li metterebbe nei problemi, visto che la loro legge, li vieta di combattere fuori dal Paese per futili motivi o per altri Paesi.
- E perché ce l’avevano particolarmente con Misty? Lei non è una dominatrice dell’acqua? Non è del loro stesso Paese?
Brock lo guardò, poi abbassò lo sguardo triste.
- E poi, mi pare di aver sentito parlare da quei tizi, che era stata cacciata…- Ash lo guardò incuriosito- E’ per questo che non vuole farsi riconoscere quando andremo a Cerulean City? Cos’ha fatto per essere stata mandata via?
Il bruno non rispose, ma continuo a camminare in silenzio.
- …Brock?
- Vedi Ash, ognuno di noi ha qualche scheletro nel proprio armadio…sbagli che il tempo non potrà cancellare- lo guardò- Ma questo non cambia la situazione. Qualsiasi cosa riguardi lei e il Paese dell’acqua, non ha niente a che vedere con la missione che abbiamo ora.
- Però…tu continui a fidarti di lei? Anche se lei potrebbe aver fatto qualcosa di male?
- Conosco Misty da ormai molto tempo. Abbiamo iniziato a viaggiare insieme tempo fa, è stata lei stessa a incontrarmi, il Paese della roccia non è tanto distante dal suo Paese. In quei tempi, mi occupavo dei miei fratelli…a causa delle guerre, dovevamo continuamente spostarci di casa. Ma la situazione non migliorava, ero il solo a saper dominare un elemento e dovendo occuparmi dei miei fratelli, rischiavo di non farcela più a proteggerli. Finché poi ho incontrato Misty e…- fece una pausa- be’ ho iniziato a viaggiare con lei, dopo essermi assicurato che i miei fratellini stessero in un posto sicuro. Il progetto di Misty mi aveva affascinato, anch’io ero ansioso di utilizzare il mio dominio a fin di bene e far smettere la guerra. Così i miei fratelli non avrebbero dovuto passare tutta la vita a nascondersi- alzò lo sguardo- Abbiamo passato molti momenti, belli e tristi…abbiamo visto molte persone andarsene e altre venire. Proprio perché ho viaggiato a lungo con lei, sono sicuro della sincerità di Misty…ha sofferto molto per raggiungere i livelli in cui è arrivata. Se per le persone è difficile dominare un elemento, per lei è stato doppiamente difficile.
- Che vuoi dire?
- Ti sei mai chiesto perché ci siano poche dominatrici dell’acqua, pressoché nessuna in giro?
- Eh?- lo guardò stupito. In effetti ci aveva già pensato la prima volta che aveva conosciuto Misty. Si era stupito di vedere una dominatrice dell’acqua.
- Comunque, dominio o meno, Misty è una brava persona. Non devi dubitarne. E per quanto riguarda il travestimento, sì, può sembrare strano per te, ma lo facciamo per non incorrere in altri problemi.
- Siamo arrivati- disse la voce di Misty fermandosi di colpo.
- Dove? Non si vede niente- Ash si guardò in giro.
- Davanti a te…- disse Misty.
La nebbia iniziò a schiarirsi man mano, mentre si vedevano le mura di un entrata.
- Cerulean City?- chiese sorpreso Ash. Era la prima volta che lo vedeva da vicino.
- Copritevi- disse Misty, mentre si sistemava il cappuccio- Ora tenteremo di entrare.
Camminarono per altri minuti nella neve, fino a raggiungere l’entrata.
- Uh, credevo fosse più vicina, quando l’abbiamo vista prima- si lamentò Dawn.
- Chi va là?- chiese una delle guardie all’ingresso.
- Siamo dei semplici viandanti- rispose Brock.
- Fatemi vedere i vostri documenti- Brock gli consegnò una carta, contraffatta da lui precedentemente.
- Mh…sembra tutto in regola- la guardia diede un occhiata ai ragazzi- E così siete viandanti- notò Ash- Tu bambino, avvicinati.
Ash avrebbe volentieri dato un pugno in faccia a quell’uomo, ma si trattenne e fece come gli era stato ordinato.
- Hai un particolare colore dei capelli…
- Sono normali capelli neri- fece Ash.
- Sì, ma non ne ho visti di così scuri…- lo scrutò con sospetto.
- E’ a causa di una crema che mette sui capelli- intervenne Misty, cercando di camuffare la sua voce- Li rende più scuri di quel che sono.
- Ah sì?- lui la guardò un po’ sorpreso e toccò una ciocca dei capelli di Ash, cosa che non era per niente gradita ad Ash, che stava fumando dalla rabbia da sotto il mantello.
- Ehi, sta per iniziare la parata- disse un altro- Lasciali andare.
- Mh, d’accordo- lasciò di controllare i capelli neri- Bene, potete passare. Ma occhio a cosa fate, al minimo errore finirete molto male. E dovrete essere fuori di qui in poche ore. Chiaro?
- Certo- disse Brock, mentre le altre guardie aprivano il cancello per farli passare. Davanti a loro si poteva già vedere Cerulean City.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Caspita, che odiosi- commentò Dawn, pochi minuti dopo- Non hanno fatto che controllarci fino a che non fossimo lontani.
- Sono molto sospettosi- spiegò Brock.
- Si può sapere cos’hanno contro i capelli neri?- disse infastidito Ash, mentre cercava di sistemarsi i capelli- Che, non li hanno mai visti in vita loro?
- Esatto- disse Misty- Sono rari le persone con i capelli neri nel Paese dell’acqua, il massimo che si può avvicinare è un castano molto scuro. Chi di solito ha i capelli neri come i tuoi, sono quelli dei Paese del fuoco.
- Eh? Davvero?
- Be’, lo stesso vale anche per il Paese del fuoco…- disse Brock- Hai mai visto uno con i capelli biondi?
- Eh…ora che ci penso, no. La maggior parte hanno i capelli del mio stesso colore o castani.
- Saremmo dovuti stare attenti a questo dettaglio- disse Misty- Abbiamo rischiato di farci scoprire.
- Piuttosto, avete notato tutte quelle decorazioni?- chiese Melody- Si festeggia qualcosa?
- Sì, il Festival della neve- rispose Misty.
- Ah sì? E cosa si fa di preciso?
- Si balla e si canta, in onore della dea della neve Blanca.
- Ah sì, anche da me è così- disse Dawn- Nel periodo della primavera, festeggiamo la natura che si risveglia.
- Oh, guardate, è la parata di cui stavano parlando le guardie- disse May.
- Ci sono molti carri grandi- disse Brock- Non noteranno il nostro per fortuna.
- Guardate, delle ballerine- disse Melody emozionata- L’altra volta che siamo passati, non c’erano feste.
- Ma quegli effetti con l’acqua che le circondano, non è il dominio dell’acqua?- chiese Dawn- Sono dominatrici anche loro?
- No, non sono loro che li utilizzano, ma gli uomini che li stanno accanto- spiegò Misty.
- Oh, che peccato. Sarebbe stato interessante incontrare un’altra dominatrice dell’acqua.
Misty rimase in silenzio e continuò a camminare, seguita dagli altri.
- Attenzione…- si sentì delle voci uscire dai megafoni della città- Sta per iniziare il discorso del nostro Presidente. Avvicinatevi, prego.
- Presidente? Credevo che da voi ci fosse la monarchia- disse Ash.
- Sì…ma il re è scomparso in seguito ad uno scontro, probabilmente è morto- spiegò Misty- Finché le figlie del re, non si sposano, non c’è nessun re. Per questo al momento, il Consiglio ha deciso di dare la carica di Presidente al futuro marito di una delle figlie, fintanto che non si celebreranno ufficialmente le nozze.
Ash osservò la ragazza, pareva turbata in quel che stava raccontando.
In quel momento passarono vicino ad una grande dimora bianca, con un balcone che si affacciava alla piazza. Un suono di trombe, indicarono che qualcuno stava uscendo nel balcone e tutti i festeggiamenti si fermarono.
Uscì un ragazzo dai capelli biondo cenere, con indosso un vestito elegante, seguito da una elegante ragazza dai lunghi capelli biondi.
- Un saluto al nostro Presidente e alla principessa- disse una voce e tutti applaudirono contenti.
Dietro di loro arrivarono altre due ragazze, una dai capelli blu e l’altra dai capelli rosa. Affianco alle porte del balcone si era sostato un uomo, che aveva accompagnato le due ragazze e se ne stava in disparte ad ascoltare.
- Ma quel tizio…non l’abbiamo già visto?- chiese May.
- Sì, è quello che ci ha attaccato a Saffron City- disse Dawn.
- Ma guarda, è ancora in piedi.
- Misty…- Brock la guardò preoccupato.
- Va tutto bene Brock- disse Misty- Ma se ce ne andassimo proprio ora, si accorgerebbero di noi- sospirò- Dobbiamo aspettare la fine del loro discorso.
Ash guardò la ragazza pensieroso.
Vedi Ash, ognuno di noi ha qualche scheletro nel proprio armadio…sbagli che il tempo non potrà cancellare.
Che voleva intendere Brock con quella frase?
- Salve a tutti- disse il Presidente- Oggi come tutti saprete, si festeggia il festival della neve della nostra dea Blanca. Rendiamo grazie a lei, la protezione che ci dà, impedendo ai nostri nemici di avvicinarsi alla nostra città- ci fu un applauso- La nostra civiltà ha progredito così bene, grazie alla collaborazione di tutti e delle nostre guardie speciali che si occupano di ogni problema. Le nostre rigide leggi, servono infatti a far rigare dritto chi è un pericolo per la nostra civiltà e le nostre guardie fanno un ottimo lavoro facendole rispettare- un altro applauso- La nostra città ha resistito a numerosi attacchi, è stata in grado di sopravivere ad inverni rigidi ed assalti dei nemici, senza l’aiuto di nessuno. E così continuerà ad essere. Non ci faremo mettere i piedi in testa da nessun invasore e non dovremo preoccuparci di scomode alleanze. Tutti noi dobbiamo combattere per il nostro regno, per la sopravvivenza della nostra stirpe. Il sacrificio di ognuno, è un grande onore. Morire per il nostro Paese, è questo il nostro destino. Noi siamo forti! Noi siamo i migliori! Il nostro dominio è il più grande!- terminò tra gli applausi della gente.
- Che disgusto- disse May- In pratica sta dicendo agli altri di morire per loro. Sembra proprio che non sia cambiato. Ancora con le sue idee da megalomane.
- Andiamo- disse Misty voltandosi- Manca poco per arrivare dall’altra parte della città.
Il gruppo la seguì in silenzio, mentre i festeggiamenti riprendevano con il loro sfarzo.
Era così strano per Misty rimettere piede in quella città, dopo l’ultima volta…aveva ancora i segni di quello scontro…
Diede uno sguardo alle persone presenti sul balcone. Vide il Presidente parlare con la ragazza bionda, poco prima che lei si ritirasse con le altre due ragazze. Poi lo vide avvicinarsi alla guardia e parlottare tra di loro.
- Che fame- disse Ash.
- Anch’io- si aggiunse May.
- Vi sembra questo il momento per aver fame?- disse Melody.
- Però il tragitto per arrivare fin qui è stato duro- disse Ash.
- Mh, però non abbiamo tempo per fermarci- disse Brock.
- Ci impiegherò un attimo- disse Ash- Ho visto una bancarella qui vicino. Vado e torno.
- Però…- disse Brock, ma lo interruppe Misty.
- Va bene- disse lei, tra lo stupore del bruno- Però fa in fretta. Ti aspettiamo qui.
- Sicura che vada bene?- chiese Brock preoccupato.
- La gente è troppo presa dai festeggiamenti, per accorgersi di noi- disse Misty.
- Vado anche io con lui- disse May. I due si avviarono.
- Perché li hai lasciati andare?- chiese Brock.
- Quei due sarebbero in grado di stressarmi per tutto il tragitto- disse Misty alzando le spalle- E comunque, per il clima di questo posto, devono essere in forma, caso mai dovessimo combattere.
- Tu credi che riusciremo a passare, senza problemi?- chiese Melody.
- Spero di sì.
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- Prendiamo questo e questo- indicò Ash al signore della bancarella.
- E questo e questo- aggiunse May.
- Bene. Ve li preparo subito- disse l’uomo- E’ tutto per voi?
- Più o meno- dissero i due.
- Curioso- li guardò- Non ho mai visto tanta gente comprare molta roba da mangiare. Siete stranieri?- Ash e May si guardarono.
- Eh, siamo viandanti- rispose Ash.
L’uomo li guardò incuriosito.
- Viandanti qui? Molto strano…
- E’ per la festa- disse subito May- Sì, volevamo tanto vedere il Festival della neve. E’ così bella…
- Oh, in questo caso…- l’uomo sembrò essersi tranquillizzato- Allora, benvenuti- sorrise con orgoglio- In effetti le nostre feste sono molto belle.
Ash e May tirarono un sospiro di sollievo.
- Bene, quanto le devo?- chiese Ash.
- Oh, per voi vi faccio uno sconto.
- Grazie signore- dissero Ash e May contenti. In fondo non erano così male gli abitanti di Cerulean City.
Mentre May pagava e prendeva il cibo, Ash notò qualcosa alla parete dell’angolo. Ci si avvicinò e guardò quel vecchio volantino attaccato al muro. C’era l’immagine di un volto famigliare e sotto delle scritte in stampatello grosso.
Guardò stupito il foglio, quasi incredule.
- Ash, dove sei finito?- sentì la voce di May alle spalle. Velocemente afferrò il volantino strappandolo dal muro e se lo infilò in tasca, senza farsi notare- Che stavi facendo?- chiese May- Non possiamo rimanere qui molto, lo sai.
- Sì, sì, andiamo…- la raggiunse.

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Capitolo 10
*** Cap. 9 ***


Per chi avesse già letto questa fic sul mio blog, tengo a precisare che in questi capitoli ho fatto delle piccole correzioni, minuscole, però ci sono. Ma non è che modifichino la storia. Più che altro, è che sul blog mi dimenticavo di fare le correzioni, quindi ho fatto una veloce rilettura e sistemato due o tre parole. Buona lettura!
BLUE BIRD ILLUSION
Cap. 9


Poco dopo Ash e May erano già in cammino con gli altri, verso l’uscita della città.
- Il cibo è delizioso- disse May, mentre finiva di mangiare.
- Sì, ma è anche freddo…come fanno a mangiare questa roba?- commentò Ash- Non mi sorprende che siano così freddi questi dominatori- Ash alzò lo sguardo verso Misty, aspettandosi che dicesse qualcosa, ma invece aveva lo sguardo serio fisso avanti.
- Quanti saranno?- chiese Misty a Brock.
- Due, forse di più…- disse Brock anche lui serio.
- Accidenti, ci manca poco per arrivare fuori.
- Cosa succede?- chiese Ash.
- Niente, proseguite a passo veloce- disse Misty, poi si rivolse a Brock- Pensi di riuscire a fare qualcosa?
- Non lo so, c’è tanta gente- si guardò intorno- Spero che non ci facciano caso- diede un veloce pugno al muro, senza però causargli danno- Questo dovrebbe intrattenerli per un po’.
- Bene…
- Insomma, cosa succede?- chiese Ash infastidito dalla poca attenzione che gli davano.
- Ci stanno seguendo- disse Brock.
- Eh?- disse stupito Ash- Ma dove?- si voltò.
- No, non girarti- disse Brock- Ci stanno seguendo da un bel po’ di minuti.
- E perché non l’avete detto subito?
- Finora non sono usciti allo scoperto- disse Misty- Non sappiamo se hanno cattive intenzioni. E poi, siamo ancora dentro la città…non sarebbe il caso di mettersi a combattere proprio qui…ammesso di non esserne costretti.
- Ho creato una specie di labirinto di strade dietro di noi, in modo che gli sia più difficile seguirci- disse Brock- Ma pare siano tenaci.
- Tu non te n’eri accorta?- chiese Ash a May.
- No- scosse la testa sorpresa- La neve per terra mi impedisce di utilizzare bene il mio dominio.
- Misty…sono vicini- Brock guardò la ragazza.
- Sì…- fece cenno di consenso e poi si girò verso gli altri- Ragazzi, ascoltatemi bene. Qualsiasi cosa accada, non dovete utilizzare il vostro dominio.
- E perché?- disse Ash contrariato.
- Principalmente perché qui il tuo dominio non servirebbe un granché e poi perché preferisco evitare inutili combattimenti. Con un po’ di fortuna, una volta fuori di qui saremo in salvo.
- A me sembra più una fuga- commentò Ash.
- Vedila come vuoi, ma quando vi darò il via, ve ne andrete di corsa.
- Ah, grande…- borbottò frustato Ash. Odiava dover scappare via. Misty si fermò di colpo.
- A terra!- gridò e gli altri eseguirono. Dietro di loro fu lanciata una frusta d’acqua, che fu intercettata da Misty e sciolta all'istante. La ragazza guardò fisso dove avevano lanciato l’attacco.
Ash si voltò e vide dietro di loro dei dominatori dell’acqua in divisa e uno che doveva essere il tizio con cui si erano scontrati la volta precedente.
- E così…è come mi aveva riferito il capo delle nostre guardie- una persona comparve dietro la schiera di guardie- Sei ancora viva…
Ash lo riconobbe, era quella persona che parlava dal balcone. Il presidente, così come lo chiamavano loro.
- Credevo che dopo l’ultimo scontro, ti fossi arresa all’evidenza…- la guardò con superiorità- Non sarebbe ora di arrenderti ed accettare il tuo destino?
Misty si guardò intorno. L’uscita non era tanto lontana, se riusciva ad intrattenerli un po’, potevano farcela…anche se questo voleva dire scontrarsi proprio con lui. Poi diede uno sguardo a Brock e gli fece un cenno, che lui comprese.
- Scudo!- Brock fece uscire dal terreno una grossa parete che li coprì. Poi si girò verso gli altri- Andiamo presto!
- Eh? Ma…- Ash notò che Misty era rimasta ferma.
- Ho detto di muoverti!
Il gruppetto iniziò a correre, mentre dietro di loro ci fu un esplosione. Evidentemente, i dominatori erano riusciti ad abbattere quel muro.
- Capo, gli altri stanno scappando!- disse una delle guardie, vedendo solo Misty dietro il muro a pezzi.
- Li seguiamo Presidente?- chiese il capo delle guardie al Presidente.
- No, non mi interessano gli altri- disse lui tranquillo- E’ di lei che ci dobbiamo occupare.
- D’accordo, ci penso io- disse il capo mentre si metteva in prima fila per combattere.
- No, meglio di no- disse il Presidente, con un po’ di disprezzo- Ti sei già scontrato con lei, no? Non è alla tua portata. Basta vedere come ti ha conciato- il ragazzo chinò la testa, sentendosi umiliato dalla sconfitta e dalla ferita riportata- E in ogni caso, è il momento di dare un’altra lezione a questa bambina.
- Bambina?- disse lei mettendosi le mani nei fianchi- Guarda che sono cresciuta da un pezzo. E ti dimostrerò quanto sono forte.
- Ancora con questa storia? L’altra volta ti ho risparmiato la vita, ma questa volta non sarò così magnanimo. Potrai pure prenderti gioco delle guardie, ma non della nostra istituzione.
- E’ quello che vedremo- si mise in posizione di attacco.
A dire il vero, non voleva proprio combattere contro di lui, non in quel momento. Non era ancora riuscita a migliorarsi. Se si batteva seriamente con lui, rischiava di finire male per lei.
Diede una veloce occhiata dietro di sé. Gli altri dovevano aver raggiunto l’uscita.
- Ora ti farò vedere le mie nuove tecniche- disse Misty. Era sicuramente un bluf, ma l’aveva detto così decisa che loro non avrebbero sospettato che mentisse. Doveva perdere tempo, senza dover combattere. Era l’unico modo.
- Bene…- sorrise il Presidente e in quell’istante la neve ai piedi di lei divenne acqua, che come due serpenti l’avvolsero, ghiacciandosi lentamente.
“Oh no”- pensò terrorizzata Misty- “E’ la stessa tecnica dell’altra volta…se non mi libero subito, sono finita!”
Misty agì immediatamente e con dei calci riuscì a rompere parte del giaccio e liberarsi prima che fosse tardi.
- Anche se tenti di liberarti dalla mia tecnica, non puoi fuggirmi in eterno- disse il biondino, mentre da sotto i piedi di lei, fece sbucare delle stalattiti di ghiaccio che Misty tentò di schivare, saltando qua e là, ma finendo comunque per venire ferita dalle punte dei pezzi di ghiaccio.
- Ahh!- cadde a terra, in mezzo alla neve.
- E’ la tua fine Misty, non hai via di scampo…arrenditi ora o non avrò pietà di te.
“Accidenti, non può finire come l’altra volta…”- pensò Misty spaventata, ricordando una scena simile tempo prima. Poi sentì leggermente tremare il terreno. Era il momento.
Con le due mani afferrò una manciata di neve e rialzandosi li lanciò davanti a sé, creando una nuvola di vapore.
- E’ inutile che tenti di nasconderti- disse il Presidente, mentre con una mano fece scomparire il vapore- Ma cosa?- davanti a loro non c’era nessuno, solo neve.
- E’ scomparsa!- disse il capo delle guardie- Come ha fatto?
Il Presidente fece qualche passo avanti a sé, fissando la neve con attenzione. Poi si fermò e con il piede, alzò uno strato di neve.
- Non è scomparsa…è solo riuscita a scappare.
- Eh?- l’altro ragazzo si avvicinò a lui e vide in quel punto un buco nel terreno, molto probabilmente una piccola galleria scavata nel terreno- Da dove è comparsa questa buca? Prima non c’era.
- Devono averla creata uno dei suoi compari. Sicuramente la galleria l’avrà condotta all’uscita.
- Ci dirigiamo immediatamente all’uscita, la fermeremo sicuramente- disse il capo.
- No- disse il Presidente deciso e guardò avanti a sé- Tornerà sicuramente, ne sono sicuro.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Misty! Come stai?- la ragazza con il codino uscì in superficie, accolta dalle altre ragazze.
- Bene, grazie- disse Misty mettendosi in piedi- hai fatto un buon lavoro- disse rivolta a May.
- Grazie- disse May- Però senza l’aiuto di Brock ed Ash non c’è l’avrei fatta. Il terreno era molto duro e mi ci è voluto tempo per raggiungerti. Mi spiace.
- Tranquilla, sono viva grazie a voi- sorrise- Ora però andiamocene, potrebbero decidere di seguirci comunque e la prossima città è ancora distante.
- Sì, hai ragione- disse Brock e s’incamminarono.
Misty si guardò dietro. Cerulean City si allontanava a vista d’occhio. Ancora una volta, era stata costretta a scappare. Sentiva l’umiliazione corroderla da dentro. Sapeva di aver fatto la scelta giusta di non combattere, però non poteva che sentirsi male al pensiero. Ancora una volta il Presidente gli aveva dimostrato di essere superiore a lei.
Doveva a tutti i costi diventare più forte…solo così non sarebbe dovuta scappare nuovamente.
E c’era un solo modo per diventare più forte…Ci aveva pensato a lungo, in quei giorni di cammino e anche se non era felice della sua decisione, doveva farlo. E presto avrebbe dovuto comunicarlo ai suoi compagni.
Un ora dopo, avevano già lasciato alle spalle quel clima tremendo e il gruppo continuava a marciare.
Brock dava un occhiata a Misty ogni tanto, poi decise di fermare il carro.
- Che ti prende?- chiese Misty.
- Direi che ci potremo fermare ora- disse lui- Siamo lontani ormai e abbiamo bisogno di riposo- la guardò serio- Compresa te.
Misty abbassò lo sguardo.
- …d’accordo- disse lei.
- Ash, May, potete occuparvi voi del carro?- chiese Brock- Noi torniamo subito.
- Eh, va bene- dissero i due confusi.
- Grazie- prese per il braccio Misty e la trascinò un po’ più in là, dove loro non vedessero.
- Ma che gli prende a Brock?- chiese Dawn.
- E chi lo capisce- May alzò le spallucce- Dai, diamoci da fare.
- Sì…- Ash li guardò allontanarsi e pensò al volantino che aveva in tasca. Che doveva fare?
- Io e Dawn ci occupiamo di sistemare le cose per questa sera- disse Melody, mentre scaricavano le cose e si allontanavano anche loro.
Ash ripensò alla frase di Brock.
Vedi Ash, ognuno di noi ha qualche scheletro nel proprio armadio…sbagli che il tempo non potrà cancellare.
Qual’era il significato di quella frase? Aveva a che vedere sicuramente con il comportamento di Misty a Cerulean City.
- Auch!
- Ehi Ash, come mai così pensieroso?- chiese May un po’ divertita, visto che Ash aveva appena sbattuto contro un albero.
- Io…- si toccò la fronte dolorante- Io mi stavo domandando una cosa…
- Ah sì?- Ash la guardò serio.
- Per te non è stata la prima volta che andavi a Cerulean City, vero?
- …no- lo guardò perplessa- Perché?
- Quindi saprai cos’è accaduto la volta precedente.
May lo guardò seria.
- Perché ti interessa saperlo?
- Io mi chiedo solo perché Misty è stata attaccata dalla sua stessa gente. Forse…- la guardò negli occhi- nasconde qualche segreto?
- Come mai questo interesse?- chiese lei sospettosa.
- Dico solo che uno per seguire un leader, dovrebbe sapere bene chi è, no?
- Sì, hai ragione- si voltò- Ma a me basta sapere quel che già so.
- Come fai ad essere così sicura di fidarti della persona giusta?
- Come ti ho detto tempo fa, io e Misty non andavamo molto d’accordo agli inizi. Non capivo le sue decisioni, né perché a volte si comportava in modo misterioso. Litigavamo in continuazione e più volte ero tentata di andarmene per conto mio- sospirò- Ma poi iniziai a comprendere le sue scelte. Quello che decideva, era per la nostra incolumità…- chinò la testa- A volte, ci rimetteva anche la vita.
- Come?
- Mi hai chiesto cosa sia accaduto la volta precedente, no?- si girò a guardarlo- Ebbene, eravamo in cammino e siamo dovuti passare per Cerulean City. Come te, non capivo il perché dovessimo camuffarci per entrare. Ma poi qualcosa andò storto e mi scoprirono. Misty ha dovuto lottare con le guardie e quando sembrava avercela fatta, comparve il loro Presidente. Non capivo perché Misty serbasse tanta rabbia nei suoi confronti ed iniziò lo scontro tra loro due. Solo che lui era molto più forte…- strinse le mani- E noi non riuscivamo ad utilizzare il nostro dominio al meglio. Misty lo sapeva, ma volle comunque affrontarlo. Se lui si fosse concentrato su di lei, anoi altri ci avrebbe lasciati andare. E così…ebbe la peggio e finì gravemente ferita dallo scontro. Lui la bloccò tra lastre di ghiaccio e lei non poté muoversi. Ero convinta che fosse morta, visto che non si muoveva più. E pareva esserne convinto anche il Presidente, visto che l’abbandonò lì- alzò la testa- Per fortuna però era viva, debole ma viva. L’abbiamo portata lontano e poco dopo si è ripresa- lo guardò triste- Da quella esperienza, ho sempre il terrore che accada la stessa cosa. Se Misty avesse davvero avuto cattive intenzioni, non avrebbe rischiato di farsi male per noi. E a me basta questo per considerarla un buon leader.
Ash rimase in silenzio, un po’ sorpreso da quello che gli aveva raccontato May. Ora capiva perché Misty si era comportata così.
- Ma perché non me l’ha detto, invece di starsene zitta?
- Viaggi da un po’ con noi, dovresti aver capito ormai il suo carattere.
- Testardo, ostinato e cocciuto- disse lui incrociando le braccia.
- Esatto- ridacchiò lei- Ma allo stesso tempo troppo protettiva. Non vuole che ci preoccupiamo per lei.
- Ahh- sospirò lui- Davvero strana come leader.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Ahi, ma che succede Brock?- si lamentò Misty.
- Fammi vedere- disse Brock lontano dagli sguardi degli altri.
- Cosa?- chiese Misty confusa.
- Stai indossando ancora il mantello, nonostante ci siamo allontanati dalla città, ed ho notato che camminavi con fatica.
- Eh, a te non sfugge niente- tentò di dire lei scherzando- Sarà per questo che avvisti una bella donna a chilometri di distanza?
- Non scherzare- disse lui duro- Sei ferita, vero?
- N-no, sto bene- scosse le mani.
- Ahh- sospirò lui- Misty ci conosciamo da un pezzo, vuoi che non capisca quando menti?- Misty abbassò la testa- Ho aspettato a dirlo davanti agli altri, perché so che ti saresti arrabbiata. Ora mi fai vedere?
- Non è niente di grave- disse lei, mentre si toglieva il mantello.
- Niente di grave? Misty stai sanguinando!- disse Brock innervosito, guardando la ragazza- Questa tua testardaggine, ti farà finire molto male. Perché non l’hai detto prima?
- Perché non potevamo fermarci. Non era sicuro.
- Capisco che tu non voglia rischiare, ma perché ogni tanto non pensi a te stessa?
- Non posso…Se qualcosa andasse nuovamente male, non potrei perdonarmelo.
- Misty…- Brock sospirò nuovamente- D’accordo, lasciamo stare per questa volta- frugò nella sua tasca- Ecco, mi sono portato dietro la crema di Dawn per le ferite. Riesci a medicarti?
- Certo.
- Bene, io torno dagli altri e preparo qualcosa da mangiare. Poi ci raggiungi. D’accordo?
- Sì…- fece cenno di sì- Grazie Brock, sei un amico.
- Non farmene pentire, eh- scherzò lui. E poi si allontanò, lasciandola lì.
Misty lo guardò sorridendo e poi si sedette sull’erba soffice per medicarsi le ferite.
Guardandosi le ferite, ricordò con amarezza quella volta che aveva rischiato di morire per colpa del Presidente.
Pareva proprio che non riuscisse mai a diventare abbastanza brava per sconfiggerlo. Tutte le volte che si era scontrata con lui, l’aveva ridotta in fin di vita.
Non poteva continuare così…come avrebbe potuto cambiare le cose, se non riusciva nemmeno a sconfiggere il Presidente? Come pretendeva di poter recuperare lui, se non riusciva neanche a proteggere i suoi amici?
Quelle ferite le facevano più male nell’anima, che nel corpo.
- Allora era qui che ti eri nascosta- sentì la voce dietro di lei. Immediatamente prese il mantello e si coprì.
- Ash, cosa ci fai qui?- chiese lei sorpresa e un po’ spaventata dal suo arrivo improvviso.
- Ti stavo cercando…Brock non è con te?
- No, era andato da voi.
- E tu, perché sei qui?
- Io…sto solo guardando il cielo- mentì lei.
- Cosa c’è di bello nel fissare il cielo?
- Uff, sei un ragazzo, che ne vuoi capire.
- Perché, tu sì?- disse lui in tono divertito. Lei lo guardò offesa.
- Ora, perché non mi lasci in pace e non raggiungi gli altri?
- Ero venuto a parlarti.
- Adesso? Non puoi aspettare dopo?
- No, volevo parlarti in privato…- si sedette accanto a lei.
Lei lo guardò con curiosità. Il volto di Ash era serio. Di cosa voleva parlare con lei?
- Non ti sarai mica mangiato tutte le cibarie, vero?
- Unf, non puoi essere seria una volta tanto?
- D’accordo, d’accordo- alzò le spalle- Avanti, spara.
Di tutta risposta, Ash tirò fuori un volantino accartocciato e glielo mostrò. Misty spalancò gli occhi nel vedere quel pezzo di carta.
- …dove l’hai preso?
- A Cerulean City- spiegò lui- Per essere una leader che predichi bene e critichi “noi” dominatori del fuoco, non te la passi tanto bene anche tu.
Lei chinò la testa.
- Non è come sembra…
- Ah no? Eppure c’è scritto in grosso “Misty Waterflower…ricercata dalle autorità di Cerulean. Pericolosa criminale. Chi la incontrasse, si prega di avvisare subito le guardie”. Cosa di tutto questo, non è ciò che sembra? Non è per questo che quelle guardie hanno tentato di catturarti a Saffron City e che ti sei nuovamente scontrata con loro a Cerulean?
- Posso spiegare…
- Ah sì? Sono proprio curioso- disse lui in tono ironico e poi aggiunse con voce risentita- Credevo che fossi diversa dagli altri…
Non capiva perché quella notizia lo turbasse così tanto. Doveva aspettarselo, tutti i leader agivano solitamente per qualche loro fine. Ne aveva fino alla nausea di persone che predicavano bene e poi si comportavano diversamente. Lei non era diversa da loro. Si mostrava agli altri come la salvatrice del mondo intero, ma la verità era un’altra. Non era che una bugiarda.
E poi, non era anche lui stesso un bugiardo? Non stava mentendo anche lui ai suoi compagni? Non poteva certo definirsi migliore.
E allora, perché la notizia lo faceva sentire così? Come se si sentisse tradito.
- Gli altri lo sanno?- chiese poi Ash dopo un breve silenzio.
- Più o meno, sì.
- E come mai te ne vai in giro, dicendo di voler aiutare le persone?
- E’ la verità!- lo guardò seria- Quello che ho detto finora, è tutto vero. Il fatto di essere ricercata dal mio Paese, non cambia chi sono e il mio obiettivo.
- Allora, come spieghi questo?- indicò nuovamente il volantino, con uno sguardo risentito.
Misty sospirò e abbassò lo sguardo.
- E’ una lunga storia…Ti basti sapere che non ho fatto niente di male.
- Però, com’è che sei diventata una ricercata?
- A causa delle rigide leggi del mio Paese. Come saprai, non ci sono dominatrici dell’acqua, questo perché è stato vietato dal nostro Paese. Per loro, le donne non devono combattere, al massimo qualcuna può apprendere le tecniche di cura, ma per il resto è proibito. Anche le scuole per dominatori, erano vietate alle femmine. Io non sono mai stata d’accordo con questa legge e fin da piccola mi sono allenata di nascosto. Mi sono fatta passare per un maschio per frequentare la scuola e ho cercato di apprendere le varie tecniche. Ma non è durato a lungo, perché mi scoprirono e fui tenuta a stretta sorveglianza. Quando poi iniziarono le guerre con il Paese del fuoco e vidi molte persone perdere la vita, solo perché incapaci di difendersi e troppo rispettosi delle assurde leggi, ho deciso che avrei cambiato le cose. Sarei diventata più forte, avrei dimostrato che le femmine sono in grado di combattere e avrei vendicato la mia gente, sconfiggendo il Paese del fuoco. E’ per questo che ho iniziato a viaggiare e creare il Team Luce. Ma per il mio Paese, questo significava tradimento e mi scacciarono via. Questo è il motivo perché compaio in quei volantini- alzò le spalle- Ahh, come se non avessi già abbastanza nemici, come leader del Team Luce.
Ash la guardò sorpreso. Dopo il suo racconto, sentì che una parte di lui trasse un sospiro di sollievo, bloccato subito dall’incredulità del suo stesso animo. Come poteva sentirsi meglio, solo perché lei non era veramente una criminale? Non gli cambiava certo lo scopo della sua missione. Però non poté negare di preferire scontrarsi con una persona bugiarda.
- Non credevo che fosse questo il motivo- disse lui- Adesso le cose mi sono più chiare. Non credevo che fossero così severi…arrivare a tentare di ucciderti…
- Già…- alzò le spalle- ma non m’interessa.
- Eh?
- Sono sempre stata considerata un po’ strana dagli altri e non mi sono sorpresa quando hanno affisso quel volantino per me. Certo, dover scappare tutte le volte, non mi rende felice, però…- socchiuse gli occhi- Sono tranquilla, perché sono sempre stata circondata da amici che mi hanno sostenuta. Senza di loro, non sarei stata in grado di farcela.
Ash la osservò. Pian piano si rendeva conto perché gli altri la seguissero con fedeltà. Era una reciproca fiducia. E anche lui rimaneva sbalordito dalla grinta della ragazza. Ecco spiegato il perché il Team Luce era considerato un pericolo dal Team Magma. Andando avanti così, di sicuro ce l’avrebbero fatta…
Scosse la testa. Ma che stava dicendo? Era lui che doveva fermarli. Era lui che si era intrufolato nel gruppo con lo scopo di sconfiggerli. Era lui che stava fingendo di essere buono, quando invece non lo era. Lui era uno del Team Magma.
- Qualcosa non va Ash?- chiese Misty, notando lo sguardo confuso di Ash.
- Ah…no, no- scosse la testa- Sono solo rimasto sorpreso- ridacchiò.
- Già, anch’io…- gli sorrise.
- Come?- chiese curioso.
- Prima non ne avrei parlato con una persona conosciuta da poco, tanto meno ad un dominatore del fuoco. Però…- lo guardò- sei diverso tu. Hai conquistato la fiducia di tutti e riesci a sorprendermi ogni volta. Anche se…- appoggiò la sua mano su quella di Ash, facendolo sussultare leggermente- sento che qualcosa ti turba. E’ una sensazione che ho percepito dalla prima volta che ti sei presentato- lo guardò dolcemente- Se c’è qualcosa che ti preoccupa, ne puoi parlare con me o con gli altri…noi ti staremo ad ascoltare.
- Ah…- Ash rimase con la bocca mezza aperta, poi abbassò lo sguardo- …non so di che parli.
- Non devi avere paura. Tutti noi abbiamo fatto degli errori e continuiamo a pagarne il prezzo. Però insieme, possiamo superare tutto- si avvicinò a lui- E poi, se hai deciso di aiutare il prossimo, vuol dire che non sei così cattivo e che sei pentito dei tuoi errori. Non siamo certo qui per giudicarti.
Ash alzò lentamente la testa e la guardò negli occhi. Rimase a fissarla per qualche minuto, percependo nuovamente quella sensazione piacevole attraversargli il corpo. E per un attimo, era come se la ragione smettesse di funzionare. Aveva voglia di parlare, di confidarsi con quella ragazza, di dirle la verità, della sua missione…
- Io…- fece per dire, ma poi richiuse subito la bocca e allontanò la sua mano da quella della ragazza- Ho fame, Brock avrà già preparato da mangiare.
Misty lo guardò stupita, poi ridacchiò.
- Certo, vai pure. Io vi raggiungerò dopo.
- Bene- si alzò velocemente in piedi e si avviò da solo.
La ragazza lo guardò allontanarsi, poi tirò fuori dal mantello la pomata e tornò alla sua medicazione.
Ash camminò a passo spedito, con il cuore che gli batteva forte. Si fermò accanto ad un tronco d’albero e ci si appoggiò, cercando di prendere fiato.
Cosa gli era saltato in testa? Stava per dirle la verità! Stava per far saltare la sua copertura. Come avrebbe reagito, quando l’avrebbe saputo? Avrebbe mantenuto quel sorriso dolce anche dopo la verità?
Come era stato stupido. Si toccò la testa. Stava per cedere di fronte a lei, mentre invece il suo compito era altro. Era lei che si doveva fidare di lui.
Però, perché quelle domande? Che avesse qualche sospetto su di lui? No, impossibile.
Ma allora perché? Perché quando lei gli parlava, sentiva quella strana sensazione? Perché starle accanto lo faceva sentire così strano?
Se c’è qualcosa che ti preoccupa, ne puoi parlare con me o con gli altri…noi ti staremo ad ascoltare.
Le sue parole avevano avuto uno strano effetto su di lui. E poi, perché tanto interesse per quella ragazza? D’accordo che voleva trovare il suo punto debole, ma a volte era come se fosse per qualcos’altro.
Così non andava. Per la buona riuscita del piano, doveva stare attento a quella ragazza. Non poteva sbagliare.

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Capitolo 11
*** Cap. 10 ***


Blue Bird Illusion
Cap. 10



- Bene- disse Misty alzandosi in piedi, con lo zaino rosso in spalla- Mettiamoci in cammino.
Il gruppetto si girò per guardarla, distogliendo lo sguardo dalle loro faccende.
Erano passati due giorni da quando avevano attraversato Cerulean City e i problemi da essi derivati. Il tempo di allontanarsi il più possibile da lì e le ferite di Misty si erano rimarginate. Stava già molto meglio, dopo la medicazione.
- Per dove?- domandò Dawn, seduta su un masso e ciondolando con le gambe avanti e indietro.
- A Crystal City- disse lei seria.
Il silenzio calò tra di loro e nei loro visi si poteva leggere il panico.
Ash si guardò intorno, non riuscendo a capire il motivo di quel silenzio improvviso.
- Cosa succede a Crystal City?- chiese ingenuamente Ash, visto che nessuno si era degnato di dargli una spiegazione.
Sembrò però che la sua domanda li avesse lasciati perplessi e lo guardarono per qualche secondo.
- Dobbiamo proprio?- chiese Melody in tono di supplica, evitando di rispondere alla domanda di Ash.
- Sì- Misty fece cenno di sì- Dobbiamo.
- Che abbiamo fatto di male?- piagnucolò Dawn.
- Non dire sciocchezze Dawn- disse Misty poggiando le mani sui fianchi- Neanche a me fa piacere andarci, ma…- socchiuse gli occhi- ultimamente i nostri nemici si sono fatti più forti. Dobbiamo trovare il modo di migliorarci. E poi, devo parlare con lei.
I ragazzi si guardarono tra di loro pensierosi. Ash, che ancora nessuno gli aveva degnato di una risposta, li guardava curioso. A chi si riferiva Misty con “lei”? Con chi si doveva incontrare a Crystal City? E come mai l’idea di andare in quel posto li rendeva a disagio? Cosa li aspetta a Crystal City?


≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Ci siamo…- disse Misty poco più avanti loro.
- Dove?- Ash si guardò intorno incuriosito.
Erano in viaggio da due giorni e nessuno dei presenti aveva voluto accennare a Crystal City, nonostante fossero diretti lì. Dal punto dove si era fermata Misty, si poteva vedere in lontananza un paesaggio vasto con montagne e laghi. Non si vedeva nessuna casa o costruzione e la città l’avevano superata da un pezzo, avventurandosi tra la vegetazione e alberi. A prima vista quindi nessuno ci abitava lì o ci passava.
- Di preciso dov’è che dobbiamo andare?- chiese nuovamente Ash.
- Là- Misty indicò un punto imprecisato in mezzo alle montagne.
- Come?- chiese lui perplesso- Non c’è niente lì.
- E’ chiaro che non si vede da qui- disse Misty con un sbuffo come se fosse ovvio, il che fece imbronciare Ash.
- Il posto dove dobbiamo andare noi- intervenne Brock- è aldilà delle montagne.
- Significa che dobbiamo scalarle?- chiese lui, con voce preoccupata e stanca.
Finora si erano fermati poche volte per riposare. Misty aveva insistito ad accelerare l’andatura per arrivare prima, facendo però sfiancare tutti dalla stanchezza.
- Tranquillo- disse Melody- Per nostra fortuna abbiamo con noi Brock, che ci farà passare attraverso una galleria segreta.
- Ah sì?
- Solo noi siamo a conoscenza della sua ubicazione, ma Brock è l'unico in grado di spalancare l’entrata.
- Ma è l’unico modo per raggiungere il posto?
- A dire il vero, no- disse May- Si potrebbe attraversarlo a nuoto, attraverso un passaggio che collega i laghi agli altri, aldilà delle montagne. Ma è rischioso, visto che bisogna stare sott’acqua quasi mezz’ora prima di sbucare dall’altra parte, senza contare che c’è una grossa pressione che ti risucchia giù.
- Oh…e voi, ci avete mai provato?
- No, ma so che Misty ci ha già provato in passato, però con qualche difficoltà. Se non si è esperti dominatori dell’acqua, si rischia di affogare.
- E quindi rimane solo la galleria.
- Esatto. Ed è lì che ci stiamo dirigendo.
- In marcia!- disse Misty e il gruppetto riprese a camminare tra la vegetazione, sempre più in profondità, fino a raggiungere una parete della montagna.
- May- Misty guardò la ragazza.
- Tranquilla, non c’è nessuno in giro.
- Melody?- Misty si voltò verso l’altra.
- Già controllato…nessuno dal cielo. Solo qualche Pidgey temerario.
- Bene, allora procediamo.
Brock si avvicinò alla parete, la toccò e con una sequenza di pugni in determinati punti, si udì un rumore di schiocco e la parete si aprì lentamente davanti a loro.
- Forte!- commentò sorpreso Ash.
- Entrate presto- disse Brock sbrigativo. Una volta tutti dentro a quella specie di galleria, Brock richiuse l’apertura con altri colpi alla parete.
- Ash, potresti farci luce?- Misty guardò il ragazzo, che per un momento sembrava distratto.
- Oh, sì- aprì il palmo della mano e comparve una fiammella che illuminò il luogo.
- Ottimo- disse Melody- Almeno questa volta non dovremo camminare nel buio. Non sai quante volte abbiamo finito per scontrarci tra di noi.
- E’ tanto lunga questa galleria?- chiese Ash.
- No, qualche minuto e saremo fuori.
- Però vedo che ci sono più cunicoli…dove portano le altre strade?
- Chissà- fece spallucce May- In vicoli ciechi o da qualche parte. Non le abbiamo esplorate tutte.
- In alcune dicono che nascondano degli esseri mostruosi- disse Brock- Ma non c’è niente di certo.
- Ma non siete gli unici a conoscere questo passaggio?
- Oh no, c’era già da molto tempo, ma era pericoloso e hanno deciso di chiuderlo.
- E quella persona di cui avete accennato l’altro giorno, lei conosce questo posto?
Calò il silenzio, come se un ombra oscura fosse scesa su di loro.
- Ho detto qualcosa di sbagliato?
In pochi minuti i ragazzi sbucarono fuori dalla galleria. Il paesaggio era leggermente diverso da quello esteriore. C’era un grosso lago al centro, tanti alberi, campi coltivati, massi di roccia qua e là, un recinto con dei pokèmon e più in là una casa semplice. Il tutto circondato da alte montagne.
- Misty, ne sei sicura?- chiese Melody- Siamo sempre in tempo per andarcene.
- Ormai siamo qui, e poi sono sicura che si sarà già accorta della nostra presenza.
Ash continuò a non capire. Chi era la persona che dovevano incontrare? E perché persino Misty sembrava temerla? Chi poteva vivere lì, lontano dalla civiltà, isolata in una specie di paradiso naturale, in solitudine?
Misty s’incamminò per prima verso la casa, da cui usciva un po’ di fumo dal camino. Era a pochi metri dal raggiungerla, quando una persona sbucò dalla porta d’ingresso.
Ash la guardò con curiosità, mentre Misty iniziava ad alzare la mano per salutare, però prima di terminare il gesto la donna scattò verso di loro ad una velocità impressionante. E con un calcio volante, colpì Misty e la fece volare via.
- Kyyyya!- urlò Misty, che era stata presa alla sprovvista.
- Misty!- gridò il gruppetto.
Ash rimase letteralmente a bocca aperta. Cosa stava accadendo?
- Troppo lenta Misty!- le gridò la donna, mettendosi in piedi con le mani nei fianchi- Devi allenarti di più!
- Eh…- Ash non sapeva cosa fare o dire. Era stato preso alla sprovvista quanto gli altri del gruppo. Forse doveva aiutare Misty?
- E voi?- la donna si voltò di scatto e guardò gli altri con un inquietante luce negli occhi- Avete qualcosa da dire? Volete raggiungere la vostra amica?
Le ragazze furono presa da un attacco di panico. Dawn incominciò a piagnucolare.
“Ora ci uccide”- pensarono le ragazze terrorizzate dalla donna. Mentre c’era un altro che aveva superato la paura iniziale.
- Mia dolce donzella, sono venuto a trovarti come promesso- disse Brock, chinandosi e prendendola per mano- Ti sono mancato, cara?
La donna lo guardò per qualche secondo e subito dopo Brock si ritrovò a volare in cielo, lanciato da lei con incredibile forza.
- Ahhh!- gridò il povero Brock- Il tuo amore è così potenteeeee…!- e scomparve come una stella.
“Ma è un essere umano?”- pensò Ash decisamente terrorizzato dal modo di attuare della donna.
- E sistemato anche lui- disse la donna, poi si avvicinò a quelli che erano rimasti a terra- E tu chi sei?- guardò Ash.
- I-io?- si indicò- Io sono Ash e…ehm, mi sono unito da poco al gruppo- allungò la mano per stringergliela, quasi con il timore che gli potesse far fare lo stesso volo di Misty e Brock.
- Mhh…- la donna invece scrutò con interesse la sua mano e poi si toccò il mento- E così, sei un dominatore del fuoco, eh?
- Eh?!- Ash indietreggiò- E lei come…
- Dalle mani- rispose lei semplicemente- Si capisce che tipo di dominio uno utilizzi, guardando la mano. Nel tuo caso, è leggermente ustionata. Tipico di chi domina il fuoco e lo usa spesso.
Ash era sorpreso. Non solo per la deduzione della donna, ma anche per come ne parlava. Pareva per niente preoccupata di aver davanti un dominatore del fuoco.
Ora che la guardava meglio, sembrava una donna semplice. Con il suo completo di corpino rosa e gonna corta, i capelli fin sopra le spalle di un color viola e la carnagione chiara, pareva strano che una persona simile avesse così tanta forza. Che fosse lei la persona che dovevano incontrare?
- E così, sei un loro nuovo compagno…- si chinò leggermente per guardarlo da vicino- Io sono la professoressa Ivi e abito qui.
- Ah, piacere.
- Piacere mio- gli sorrise- Mi sorprende…- si alzò- Sì, mi sorprende che Misty ti abbia preso nel suo gruppo.
- Un attimo!- intervenne Misty, giungendo in quel momento dopo il volo- Chiariamo, la decisione di prenderlo nel nostro gruppo è stata presa dagli altri, contro il mio volere.
- Sì, ma poi tu l’hai accettato, no?- le disse Melody con un sorriso.
- Eh?
- Sì, non ti ricorda niente questa frase “Preferisco macchiarmi l’onore diventando amica di un dominatore del fuoco, che sa cos’è l’altruismo e la lealtà…”.
Misty divenne improvvisamente paonazza.
- Un attimo, io…
- Senza contare che ti ha salvata più volte- disse May.
- N-non è proprio così…
- Ti ha aiutato? Ti sei fatta aiutare da lui?- chiese sorpresa la donna.
- Quel che sto dicendo è che…- tentò di dire Misty con difficoltà, ma la donna la fece interrompere, appoggiandole una mano sulla spalla e sorridendole comprensiva. Misty la guardò imbarazzata.
- Ti sei distratta nuovamente!- l’afferrò e la fece volare nuovamente in aria.
- Kyaaaa! Non è giustooo!
- Al solito…- le tre ragazze sospirarono. Ash guardò la donna.
“Ma chi è questa pazza?”

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- E così, volevi entrare nel Team- disse Ivi, dopo che tutti si erano seduti a tavola dentro la casa e aver spiegato la situazione- Curioso, di solito nessuno si offre volontario per combattere il Team Magma e il Team Acqua.
- Lo dicevo io che è strano!- disse la voce di Misty con una chiara obiezione.
- Sei per caso uno in cerca di avventure e azione?
- Eh, no no, io…- cavoli, ora non sapeva cosa rispondere. Quella donna sembrava leggergli dentro la testa, mentre osservava ogni suo movimento. Come se sospettasse qualcosa- Volevo solo rendermi utile…
- Uhm…- lo guardò- Certo. Devi essere davvero bravo per essere entrato nel gruppo.
- Puff- sbuffò Misty con una certa ironia- Non così tanto. Io l’ho battuto.
- Mhhh…- lui la guardò male- Si è trattato di un puro caso.
- Su questo non c’è dubbio- intervenne la donna- Questo ragazzino potrebbe batterti in qualsiasi momento, Misty.
- Ehh?!- esclamarono.
- Stai scherzando Ivi?!- disse Misty offesa- Io sono più forte di lui!
- Sicura? La sola forza non basta, ricordi?- poi con un calcio alla sedia di Misty, la fece cadere a terra- E ti ricordo che mi devi chiamare professoressa Ivi, Misty.
- Ahi- lei si rialzò dolorante- Be’, io di sicuro utilizzo la strategia, mentre lui va a caso.
- Certo. Normalmente tu saresti più forte, ma…lui ti può battere ugualmente.
- Eh?
- Se non mi credi, perché non provate a battervi nuovamente?- appoggiò i gomiti al tavolo e il mento alla mano. Poi la guardò sorridendo- Ti dimostrerò che ti può sconfiggere in pochi minuti.
- Questo è quello che vedremo!- disse Misty in tono di sfida e guardando poi Ash, che pareva ancora perplesso.
In pochi minuti i ragazzi erano già fuori dalla casa e i due sfidanti si preparavano allo scontro.
Ash guardava confuso la donna, non capiva perché era così sicura che avrebbe battuto Misty, se neanche l’aveva visto combattere. Ma era certo che non intendeva farsi battere nuovamente dalla ragazza. Anche se, il pensiero del dolore di quel calcio…
- Allora??- disse Misty spazientita. Era già nervosa perché la donna l’aveva fatta volare due volte, e ora diceva che il ragazzino era più forte di lei. Non vedeva l’ora di farle rimangiare la parola.
- Sei pronto Ash?- chiese Ivi al ragazzo.
- Eh sì…però- la guardò incerto- Come pensa che potrò…
- Sta tranquillo- gli disse lei sorridendo e si avvicinò per sussurrargli all’orecchio- Ti dirò il segreto per batterla.
Misty li guardò confabulare tra di loro, cosa che la fece irritare un poco, poi Ash si voltò verso di lei con un espressione più rilassata.
- Siamo pronti- disse la donna.
- Bene- Misty passò subito all’attacco e si diresse velocemente verso Ash per sferrargli un colpo. Ash rimase fermo, mentre prendeva fiato.
- E’ il tuo colore naturale di capelli o hai una zucca in testa?- disse tutto d'un colpo.
- …eh?- Misty lo mancò per poco, colpendo l’albero dietro di lui.
- Come?- il gruppo rimase sorpreso dall’impassibilità di Ash, nonostante Misty fosse arrivata così vicino al colpirlo.
- Ma che dici all’improvviso! Basta scherzare- ritentò il colpo.
- Sei irascibile come un Gyarados! Non è che siete imparentati?
SBAM. Misty sbagliò di nuovo la mira e finì per colpire da un’altra parte.
- Che hai detto?!- disse lei irritata- Io non sono irascibile!
- Quando ti arrabbi, fai scappare anche i bambini!
- Cosa?!!
- Ma che sta facendo Ash?- chiese confusa Melody.
- Se va avanti così, Misty lo ucciderà- disse preoccupata Dawn.
- Uhm…- Brock osservò in silenzio.
- Non sei per niente femminile e non sai neanche combattere!- continuò Ash.
- Ora vedrai!!- Misty attaccò nuovamente lanciando più attacchi, che però andarono a vuoto. Non appena tentava di creare una sfera di acqua, questa le si scioglieva dopo pochi secondi.
Ash si avvicinò a lei, approfittando del polverone che si era alzato e sferrò un colpo, prendendola in pieno e facendola cadere a terra.
In pochi minuti, l’incontro era già terminato.
- Misty non può muoversi- concluse Ivi, facendo le veci del giudice- Dichiaro Ash il vincitore.
Il ragazzo guardò stupito la ragazza a terra. Era incredibile, l’aveva sconfitta con una tale semplicità…ma com’era accaduto? Se era così facile sconfiggerla, perché la volta precedente aveva perso?
- Non è possibile!- disse Misty arrabbiata- Hai sicuramente usato uno sporco trucco!
- E’ tutto regolare Misty- disse Ivi- La verità è che ha sfruttato il tuo punto debole.
- Che?
- A cosa stavi pensando, quando Ash ti stava parlando?
- Be’, a strangolarlo, no?
- Sbagliato!
- Come?
- I dominatori dell’acqua, per mantenere il loro dominio ben saldo, non devono farsi distrarre dai pensieri, e tu invece hai scarsa concentrazione. E’ bastato che ti offendesse, perché tu ti distraessi.
- Però come ci posso riuscire?
La donna le si avvicinò e la guardò seria.
- Ascoltami, un buon dominatore dell’acqua, deve essere in grado di utilizzare i suoi attacchi senza distrarsi. Altrimenti, il suo dominio ne risente.
- Ho capito- disse Brock- Questo spiega perché in alcuni scontri, Misty non riuscisse a colpire il suo avversario e si stancasse prima.
- Esatto. La sola forza non ti aiuterà a progredire, Misty- incrociò le braccia- Per questo non sei ancora in grado di imparare la tecnica del ghiaccio.
- Io però devo impararlo- disse Misty rimettendosi in piedi- Sono venuta qui apposta, perché tu me la insegnassi.
- Come ti ho detto l’ultima volta che sei venuta qui, non è una tecnica adatta a te. Non riusciresti a governarla.
- Ma perché?!
- Non insistere Misty- disse Ivi, mentre tornava in casa- Piuttosto, pensa a riparare ai tuoi difetti.
Misty abbassò la testa e strinse forte le mani.
- Non è giusto…
Ash la guardò un po’ dispiaciuto. Non capiva bene quel che stava accadendo, ma da quanto aveva visto, capiva che Misty desiderava davvero imparare a dominare quella tecnica. E solo quella donna era in grado di insegnarla.
Perché però Ivi glielo impediva? Credeva che il dominio del ghiaccio fossero in grado di utilizzarlo qualsiasi dominatore dell’acqua.
Ash seguì la donna dentro la casa, mentre gli altri si erano avvicinati alla ragazza.
- Perché non glielo insegna?- chiese lui all’entrata della casa- Misty è in gamba. Può farcela.
Ivi lo guardò sorpresa. Anche Ash era sorpreso di se stesso. Perché stava cercando di aiutare una sua nemica?
- Io non ho detto, che non può farcela. Lei è la mia migliore allieva- disse Ivi tornando dallo stupore- Ho detto solo che non è adatta a lei.
- E perché?
- Vedi, la tecnica del ghiaccio è molto più complicata di quanto pensi. Sono rari i dominatori che riescono a sfruttare al meglio questa tecnica.
- Ma non ha appena detto che Misty ce la potrebbe fare?
- Sì, ma a che scopo?
- Come?
- La prima volta che l’ho incontrata, era una ragazzina piena di odio e decisa a vendicarsi. Però il tempo e le persone che la circondano, la stanno cambiando. Quello che fa, lo fa esclusivamente per gli altri. Tiene molto ai suoi amici ed ha un gran cuore. Per questo è quella che è ora. Ma…- lo guardò- imparare la tecnica del ghiaccio, vuol dire sbarazzarsi di tutti i sentimenti. Bisogna essere in una condizione tale, da non provare più emozioni. Solo così l’acqua si trasformerà in ghiaccio. Però questa è una tecnica dolorosa. Rinunciare ai sentimenti positivi, per rimpiazzarli con il vuoto, può portare alle persone ad impazzire. Per questo, questa tecnica la sanno usare in pochi- si sedette e gli sorrise- Vedo che ti preoccupi per lei…credevo che non andaste d’accordo.
- Eh? Ah, no no- scosse la testa agitato- Non mi sto preoccupando per lei. Ero solo curioso.
- Eppure, ti dispiacerebbe se la ragazza che hai conosciuto, diventasse una persona vuota?
Ash smise di agitarsi e guardò la donna.
- Una persona vuota?- abbassò lo sguardo.
Misty da quando l’aveva conosciuta, aveva visto tanti lati di lei. Era testarda, arrogante e a volte perfida. Ma aveva dimostrato di preoccuparsi molto per i suoi amici e per le persone in difficoltà. Era stata più volte gentile con lui, anche se faceva fatica a fidarsi di lui.
Se avesse imparato quella tecnica, avrebbe smesso di essere così? Avrebbe smesso di criticarlo costantemente e di guardarlo con dolcezza?
Ivi nel frattempo lo stava osservando in silenzio. Sorrise e alzò le spalle.
- Come immaginavo, neanche a te farebbe piacere- Ash alzò la testa- Per questo non voglio insegnarle questa tecnica.
- E Misty, lo sa il motivo?
- Sì, gliel’ho già spiegato e inizialmente sembrava d’accordo. Ma evidentemente, la sua voglia di diventare più forte, le ha fatto cambiare idea. E comunque, questa tecnica non sempre si impara come le altre. A volte viene spontaneo l’apprendimento, quando qualcosa ci viene a mancare o una gran delusione ci deprime. Per fortuna di Misty, il suo carattere turbolento, le impedisce di deprimersi- alzò lo sguardo con un sorriso divertito- Conoscendola, nonostante le abbia detto nuovamente di no, starà cercando di impararla da sé.
- Eh…forse ha ragione. La raggiungo.
- Aspetta un attimo, voglio dirti un’altra cosa.
- Eh?- la donna lo guardò seriamente. Per un momento, un brivido di gelo percosse il corpo di Ash. Perché quello sguardo severo? Forse…
- Misty è diversa da tante altre ragazze del Paese dell’acqua. E’ stata in grado di raggiungere da sola, dei livelli sorprendenti. Ha rinunciato a molto per potersi battere come un qualsiasi dominatore dell’acqua.
- Perché me lo sta dicendo?
- Non è solo la sua poca concentrazione, il suo punto debole. E’ molto sensibile, più di quanto lo dimostri. Più lei si affeziona ad una persona, più questa è in grado di renderla debole tradendo la sua fiducia.
Ash la guardò un po’ intimorito. Possibile che davvero sospettasse di lui? Che avesse capito chi era in realtà?
- …volevo solo dirti questo- tornò serena- Vai pure.
- Eh?- Ash la guardò stupita. Aveva cambiato completamente umore all’istante. Allora, cos’era quell’aurea minacciosa che aveva avvertito prima intorno a lei? Che si fosse sbagliato?
- Su, forza, che aspetti- disse lei tranquilla- Raggiungi gli altri.
- D-d’accordo…- un po’ dubbioso, uscì dalla casa.
Ivi tornò con la sua espressione seria a fissare la finestra.

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Capitolo 12
*** Cap. 11 ***


BLUE BIRD ILLUSION

Cap. 11


Erano passati alcuni giorni, da quando si erano fermati a casa di Ivi. Ne avevano approfittato per rilassarsi ed allenarsi, visto che il posto era spazioso e tranquillo. Soprattutto non dovevano temere i nemici lì. Era impossibile scoprire quel passaggio segreto per arrivare in quel posto isolato.
Misty continuava ad esercitarsi. Anche se la professoressa Ivi, non le aveva permesso di imparare la tecnica del ghiaccio, le aveva però insegnato altre tecniche che cercava di metterle in pratica.
Ash scoprì ben presto, che la donna era una dominatrice dell’acqua come Misty e che girando il mondo, aveva appreso molto sugli altri domini. Questo le dava una buona conoscenza di più domini, così che ogni tanto aiutava anche gli altri ragazzi mentre si esercitavano, anche se il suo modo di insegnare era molto severo. Il che ricordava a volte Misty, quando si arrabbiava.
Pure Ash aveva ricevuto consigli dalla donna, anche se era molto diffidente nel farsi aiutare da una dominatrice dell’acqua.
Non aveva scoperto molto su Ivi in quei giorni. A parte che era una dominatrice dell’acqua, la donna non si sbilanciava nel raccontare qualcosa di sé. E gli altri non erano certo i tipi che venivano a chiederle qualcosa di personale. Pareva comunque che ognuno di loro avesse molto rispetto per la professoressa.
E così i giorni trascorsero tranquilli, per modo di direm fino a che decisero che era il giunto il momento di andarsene.
- Di già?- si lamentò Melody- Si stava così bene qui.
- In questo caso rimani pure- disse Misty con un sorrisino- Ivi sarà ben felice di tenerti come assistente.
- Eh?- la guardò di profilo- Ho cambiato idea. In fondo combattere è la mia vita- mentì lei. Sapeva come poteva essere dura la donna e quei giorni di rilassamento, si sarebbero trasformati in un incubo senza fine- A volte non capisco come sei riuscita a stare qui con lei per più di un anno- bisbigliò a Misty.
- Non mi ci fare pensare- sospirò lei e guardò gli altri- Siete pronti?
- Sì- dissero tutti.
- Bene- si rivolse a Ivi- Noi andiamo.
- Cercate di non cacciarvi nei guai.
- Questo dovresti dirlo ad Ash- commentò Misty.
- Ah no, quella che combina più guai sei tu- rimbeccò lui.
- Impiastro.
- Bisbetica.
- Nano.
- Stecco.
- Ehm, ragazzi- disse Brock- Non rincomincerete proprio ora, eh?- E li trascinò via- Arrivederci tesoro, verrò a trovarti presto- salutò mielosamente Ivi.
- Sì, sì…e poi saremo noi, eh?- disse Misty, trascinandolo lei per l’orecchio.
- Ahi, ahi, Misty!
Ci fu una risata generale e poi il gruppo si avviò. La donna li guardò avviarsi.
“State attenti…”

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- E adesso dove siamo diretti?- chiese Ash, quando ormai erano già usciti dalla montagna.
- Direzione Kyoto, nel Paese della terra- disse Brock.
- Ottimo, ci sono già stata lì- disse May- Vi farò da guida.
Il gruppetto quindi riprese il suo cammino. Ma come ormai erano abituati, in breve incontrarono i primi problemi.
- Fermi- disse May, facendo arrestare il carro.
- Cosa succede?- chiese Brock.
- Una buca…poco distante a noi.
- Dove?- Dawn si guardò intorno.
- Non è che i tuo dominio fa cilecca?- disse Melody.
- Tsk, io dico le cose come sono- avanzò qualche passo cauta e con il tallone del piede, lo sbatté per terra. I ragazzi guardarono curiosi, ma non accadeva nulla. Alcuni secondi dopo, si aprì una voragine davanti a lei- Visto?- li guardò con superbia.
- Una buca niente male- disse Brock.
- Ma chi potrebbe aver scavato proprio lì?
- Questo stile mi ricorda qualcuno di nostra conoscenza- disse May scrutando la buca- Qualcuno che temo rivedremo presto…
- Ah-ha! Ed eccoci qui!- disse una voce femminile.
- Di ritorno dalle nostre vacanze- disse un’altra voce, maschile.
- Jessie- disse la donna dai lunghi capelli rosa.
- James- disse l’uomo dai capelli azzurri.
- E Meowth- si presentò per ultimo il gatto.
- Siamo stati via a lungo…
- Vi siamo mancati?
- Il Team Rocket!- esclamarono tutti, eccetto Ash che guardava sorpreso quel trio di persone, o meglio le due persone con un Meowth accanto.
“Il Team Rocket…”- pensò Ash- “Questo nome non mi è nuovo”.
- Cosa ci fate qui?
- Tut tut- disse il Meowth parlante movendo la sua zampina- Questo dovremmo dirlo noi. Stavamo aspettando una carovana piena di cose preziose e invece siete passati voi prima.
- Ci dispiace di aver rovinato i vostri piani, un’altra volta- disse May- Ma abbiamo una certa fretta…
- Eh no! Questa volta ci sbarazzeremo di voi guastafeste- disse la donna.
- E così potremo rubare in santa pace!- continuò James.
- Oookey- disse May alzando gli occhi e poi diede un altro calcio per terra. Nello stesso momento il terreno ai piedi del trio iniziò a salire velocemente, lanciandoli in aria. May si pulì le mani- Andiamo?
Il carro proseguì il suo cammino, come se niente fosse.
- Ma chi erano?- chiese Ash.
- Oh, niente di importante- disse Melody- E’ il Team Rocket. Una banda di svitati che vogliono rubare quello che gli capita.
- Per sfortuna loro, ogni volta che provavano a fare un colpo, capitavamo noi e li mandavano via- disse May.
- Non sembrate tanto turbati…- disse Ash.
- Già, perché il Team Rocket non è una gran minaccia. Non sa usare nessun dominio.
- Però in compenso, usa grandi macchinari da guerra.
- In ogni caso, restano dei perdenti- ridacchiò Dawn.
- Dei perdenti, eh?- si sentì una voce dietro di loro. Si voltarono di scatto- Ora vedremo chi vincerà questa volta!- il gatto Meowth premette un pulsante rosso su un telecomando e dietro i cespugli spuntò un grosso robot con tante mani.
- Ma cos…?!- gli altri rimasero sorpresi.
- Sorpresi, eh?- disse James- Abbiamo speso fino all’ultimo cent per questo prodigio…e ora lo metteremo alla prova con voi! Vai Mazinga 3!
- Ma che nome ridicolo è?- disse Ash- E perché poi 3?
- Gli altri due li abbiamo distrutti- spiegò brevemente Brock.
Il robot si mosse verso di loro e dalla sua bocca uscirono dei laser, cercando di colpire i ragazzi, che però li evitavano spostandosi velocemente.
- Ma quanto sono rimasti indietro questi?- disse Ash.
Ora che ci pensava, aveva sentito parlare del Team Rocket. Solo che non credeva che fosse rappresentato da quei tre pagliacci. Anzi, sapeva che il Team Magma faceva affari con il Team Rocket e gli era apparso di sentire che erano forti. Forse, non erano veramente loro il Team Rocket? Eppure la divisa che indossavano i due, era la stessa.
- Allora, vi arrendete?- disse Jessie.
- Ma state scherzando?- May si avvicinò per tirare uno dei suoi pugni, ma nel momento che stava per toccare il metallo, si aprì uno sportello che catturò immediatamente May- Che?! Lasciami!
- May!- esclamarono gli altri.
- Ci penso io- Melody si alzò in aria con il suo dominio e cercò di andare a recuperare May, ma con sua sorpresa una mano uscì da un altro sportello e la catturò- Kyya!
- May! Melody!- Dawn e Ash fecero per andare da loro, ma Misty li fermò.
- Aspettate, non andate ora. Vi farete catturare così.
- Vuoi dire che devo restare a guardare?- disse contrariato Ash- Cos’è, non t’interessa la loro salvezza?
- Non dico questo! Se però lanci qualche colpo e finisci per ferirle?
- Non succederà!
- Chi me lo assicura?
- Ahhh!- sentirono la voce di Dawn, che nel frattempo era stata afferrata dal robot e Brock che cercava di trattenerla giù.
- Dawn!- disse spaventata Misty.
- Devo fare qualcosa- disse Ash.
- No, aspetta!- disse Misty, ma ormai Ash si era lanciato.
Preparò una sfera di fuoco e la lanciò sul braccio meccanico del robot liberando Dawn, che cadde addosso a Brock. Poi con altre due sfere, le lanciò verso le altre braccia del robot, riuscendo a colpirla una e liberare Melody.
- Visto? Non ci voleva niente- disse Ash guardando Misty.
- Attento!- Misty lo spinse via, poco prima che un altro braccio lo afferrasse da dietro.
- Misty!- però la ragazza non poté evitare di essere presa al suo posto.
- Accidenti, lasciami!- Misty tentò di divincolarsi.
- Aspetta, vengo a liberarti- disse Ash.
- No, non fare niente!- disse immediatamente Misty.
- Perché?!- disse lui contrariato.
- Sai fare solo pasticci!
- Che dici!
- Ah, ah!- risero i tre- Avete visto che forza il nostro Mazinga 3?
- Melody pensaci tu- disse Misty- Soffia sul robot!
- Sì- fece cenno di sì e mettendo una mano davanti, creò un forte vento.
- Posso benissimo salvarvi anch’io!- disse Ash offeso. Preparò altre sfere di fuoco e iniziò a lanciarle.
- Aaah!- disse May spaventata- Attento a dove li lanci!
- Ehm, scusa!
- Accidenti a lui- disse Misty- Non mi ascolta mai- poi guardò la parete del robot che aveva ricoperto d’acqua- Perfetto, sta funzionando. Si sta ghiacciando- poi si girò verso la ragazza della bandana- May, è il momento. Intorno a noi si sta creando uno strato di ghiaccio. Riesci a romperlo?
- Mi prendi in giro?- disse lei con un sorrisino e con l’altra mano libera, tirò un pugno dove era rimasta incastrata. Il metallo che si era ghiacciato, si ruppe e la liberò. Misty cercò di fare lo stesso, ma il robot si mosse bruscamente facendole mancare la mira. Una sfera di fuoco per poco non la colpiva.
- Ahh, ma lo fai apposta?!
- Scusa, tutto bene?- disse lui un po’ imbarazzato.
- Accidenti a te Ash! Quando mi libero, vedrai di cosa sono capace!- disse adirata la ragazza guardando minacciosamente il ragazzo. Ma nello stesso istante, qualcosa le cadde in testa, facendola zittire immediatamente.
- Misty!- esclamò preoccupato Brock.
Il colpo di Ash aveva evitato Misty, ma era andato a colpire i rami in alto che si erano spezzati, cadendo sulla povera vittima. Misty sembrò aver perso i sensi.
- Misty, mi senti?- la chiamò Ash, ma lei parve non sentirlo.
- Che sia svenuta? Dopo quel colpo…- disse Melody.
- Abbiamo perso qualche braccia, ma almeno ne abbiamo catturata una. Ci potrà servire- disse Meowth- Ora sbarazziamoci degli altri- dal robot si aprì un altro sportellino, dove uscì un cannone di energia, che provocò un esplosione davanti agli altri.
- Cof, cof…- Ash tentò di coprirsi il viso- State bene ragazzi?
- Sì…- disse Melody un po’ frastornata. Tra il volo che aveva fatto e l’esplosione di quel momento, si sentiva sottosopra.
- Però…Misty dov’è?- chiese Dawn.
- Il robot sta scappando con loro- disse Brock
- Oh no…- disse preoccupato Ash- E’ colpa mia.
- Non è il momento di pensarci Ash- Brock lo guardò- Seguiamoli, presto!
- Misty!- Ash scattò per primo alla sua ricerca.
Nel frattempo i tre malviventi, stavano scappando a passo veloce, tra diverse risatine.
- Pensate che riusciremo a venderla a qualche ignaro mercante?- chiese Jessie.
- Oh, loro comprano qualsiasi cosa- disse Meowth.
- E se glielo offriamo al capo come dono per i nostri fallimenti?
- Sì, sì, ci pensate…quando il capo avrà sete o vorrà farsi un bagno, la ragazzina sarà pronta a soddisfarlo.
- Ahh, abbiamo proprio fatto un bel lavoro con Mazinga 3!
Tra le mani del robot, c’era ancora Misty intrappolata e incosciente. La sua mente era presa da un sogno che la pareva tormentare.
“Me ne vado”- disse una voce.
“Però…come? Credevo che…”- tentò di dire lei.
“Se non comprendi la mia scelta, non possiamo più viaggiare insieme”
“Non te ne andare! George!”
Nello stesso momento, qualcosa uscì dagli alberi e tagliò il braccio del robot, liberando Misty dalla presa e precipitando lei verso terra.
- Misty noo!- Ash arrivò in quel momento e cercò di prenderla al volo, ma qualcun'altro lo anticipò, afferrando la ragazza tra le braccia- Eh?
Ash e gli altri guardarono l’individuo che era sbucato da un nascondiglio tra i rami degli alberi e che sosteneva Misty ancora incosciente.
- Ma cosa…?!- i tre del Team Rocket si fermarono quando si resero conto di quanto stava accadendo- Ehi tu! Come ti permetti di immischiarti! Lasciaci subito la ragazza!
L’individuo li guardò, ma non disse niente.
Brock cercò di guardare meglio il personaggio, ma la luce soffusa del sole impediva di vederlo bene. Ma qualcosa, già, qualcosa gli ricordava una persona…
“Non è possibile…”- pensò incredulo Brock.
Misty iniziò ad aprire gli occhi e tutta confusa guardò il viso della persona che ancora la teneva in braccio.
Sbatté più volte le palpebre, prima di capire cosa stesse accadendo.
- Ti sei svegliata, finalmente- disse la persona.
Misty non aprì bocca e rimase immobile. I suoi occhi si spalancarono, man mano che il viso del suo salvatore si faceva più nitido.
- Mazinga 3, elimina quello scocciatore!- disse Jessie al robot.
- Brock!- il ragazzo castano si raddrizzò, come se la voce lo avesse fatto svegliare.
Vide la persona guardarlo, come per dirgli qualcosa e gli lanciò la ragazza. Brock si mosse subito e l’afferrò, prima che cadesse a terra. Tirò un sospiro di sollievo, per aver intuito per tempo l’intenzione della persona.
- Tutto bene Misty?- chiese Brock.
- …s-sì…- disse lei un po’ scioccata. Non solo per essere stata lanciata così d’improvviso, ma anche per quello che aveva appena visto.
- Ma chi è quell’individuo?- chiese Ash, mentre vedeva la persona saltare da un ramo all’altro, evitando la vendetta del robot. Poi si fermò e velocemente lanciò un attacco di acqua contro il robot, che lo fece cadere indietro, schiacciando per poco i tre del Team Rocket.
- E’ un dominatore dell’acqua?- chiese sorpresa Melody, poi si voltò per vedere Misty- Ma allora…
Misty che ancora non era scesa dalle braccia di Brock, continuava a fissare il ragazzo misterioso.
- …è lui…
- …sì- confermò Brock, nel suo stesso stato di incredulità.
- Lui chi?- chiese curioso Ash.
Il ragazzo poi scese giù dall’albero e li guardò. Si tolse il mantello che lo copriva e si scoprì essere una ragazzo della loro stessa età, dai capelli castani e occhi celesti.
- Ne è passato di tempo…Brock…Misty…
I due ragazzi nominati non sapevano cosa dire. Ash lo guardò meglio. Gli sembrava di averlo già visto…
“Già! E’ lo stesso tizio di …Saffron City”
- Non posso credere che in tutto questo tempo, sei così peggiorata- disse il ragazzo- Farti battere addirittura da quei fannulloni del Team Rocket.
Misty si risvegliò da quello stato di coma e scese dalle braccia di Brock.
- George…sei tu?- chiese cauta- Sei…tornato?
- Certo…- disse lui con un sorriso e allargando le braccia- Sono tornato…
- George…sapevo che un giorno saresti tornato indietro!
La ragazza fece per raggiungerlo, ma Brock la trattenne e si mise davanti a lei, giusto quando il ragazzo stava per lanciare un attacco d’acqua, diretto verso di lei.
- Scudo!- una parete di roccia, li protesse dall’attacco. Misty guardò sorpresa il ragazzo. L’aveva appena attaccata?- Misty, non avvicinarti a lui- disse Brock alla ragazza, poi si rivolse all’altro- Che intenzioni hai?
- Vedo che sei sempre protettivo e intuitivo…- disse il ragazzo sempre con un sorriso- Bene.
- George…perché?- chiese Misty triste- Perché ci hai attaccato? Non hai detto di essere tornato da noi?
- Certo, sono tornato…ma non per il motivo che tu credi.
- Eh?
- Sono stato incaricato di sbarazzarmi del Team Luce.
- Incaricato da…chi?
- Ma dal Team Acqua, no?
- No…non è possibile…Tu, tu non puoi esserti unito a loro. Non puoi essere uno del Team acqua!
- Purtroppo non sono qui in visita ufficiale, quindi non ho la divisa addosso, ma basta mostrarti il tatuaggio, per fartelo capire- gli mostrò il dorso della mano. Aveva un tatuaggio nero a forma di goccia.
- No…- Misty si portò le mani alla bocca- Perché…perché l’hai fatto!
- Lo sai bene Misty- disse George- E se non l’hai capito ancora, vuol dire che sei rimasta l’ottusa di sempre- dietro di lui comparirono altri ragazzi- Ti presento gli altri del team…
- George…allora, sei riuscito a farti ammettere da loro- disse Brock nervoso- Perché sei qui? Per assolvere la tua missione? Hai deciso di eliminarci comunque?
- Esatto Brock. Voi siete diventati ormai una minaccia per il Team Acqua. Con il vostro sciocco team, rischiate di mandare a monte i nostri progetti.
- E quali sarebbero? Uccidere la gente? E’ a questo che miravi una volta unito al Team Acqua?
- Ti sbagli! Io ho uno scopo più giusto e ora, i mezzi giusti per farlo. Voi da soli già facevate pena, ora lo siete di più.
- Tu non sei cattivo, lo so! Mi hai appena salvato la vita- disse Misty- E allora, perché dai retta a loro?
- Ti sbagli Misty…io ti ho salvata solo per poterti eliminare di persona.
Misty lo guardò sbalordita. Non poteva credere che quel ragazzo fosse Gorge, il suo vecchio compagno di viaggio.
- Come faccio…come faccio a farti capire che stai sbagliando?- disse Misty- Non siamo noi i nemici. Lo sono i Team come quelli Magma e Acqua.
- Ti sbagli…il Team Acqua sono gli unici che potranno salvare la situazione del nostro paese, del mondo intero.
- Ma cosa ti hanno messo in testa?!- disse Misty arrabbiata- Loro salvare il mondo? Al Team Acqua non interessa questo! Sono alleati del Paese del fuoco!
- Questo solo in apparenza…ma tu non potrai certo capirlo, testarda come al solito- gli sorrise- Ma sarò gentile con te e con gli altri…ti offro l’opportunità di unirti al Team e di lasciare questi spiantati qui- diede un veloce sguardo agli altri ragazzi con un certo disprezzo.
- Ehi!- disse May irritata- Bada a come parli!
- Già, solo perché sei uno del Team Acqua, non credere di essere il migliore!- disse Dawn.
- Zitte!- le guardò serio e le lanciò un getto d’acqua sballottandole via.
- May! Dawn!- disse Misty spaventata.
- S-stiamo bene…- disse May, un po’ scossa dall’attacco.
- Come hai potuto…- Misty guardò il ragazzo molto arrabbiata.
- Ascolta, l’unico modo per realizzare un mondo migliore è quella di fare come me, unirti al Team Acqua. Il capo, ti accetterà molto volentieri. E’ anche per questo che sono qui. Ti offro l’opportunità di salvarti…accetta la mia proposta- gli allungò la mano- Vieni con me. Come ai vecchi tempi…

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Capitolo 13
*** Cap. 12 ***


BLUE BIRD ILLUSION

Cap. 12


- Ascolta, l’unico modo per realizzare un mondo migliore è quello di fare come me, unirti al Team Acqua. Il capo, ti accetterà molto volentieri. E’ anche per questo che sono qui. Ti offro l’opportunità di salvarti…accetta la mia proposta- gli allungò la mano- Vieni con me. Come ai vecchi tempi…
Misty lo fissò sorpresa e rimase in silenzio, mentre gli altri ragazzi la guardavano preoccupati.
“Ma che sta succedendo?”- pensò confuso Ash.
“Non vorrà mica accettare?”- pensò preoccupata May.
“Misty…non lo fare”- Melody guardò la ragazza.
- …Misty- disse Brock.
La ragazza chinò la testa e poi la rialzò, con uno sguardo più deciso.
- Non m’interessa- disse lei. George la guardò sorpreso- Non vorrò mai unirmi al Team Acqua. Io ho già il mio Team- indicò i suoi compagni- Ricordi? Il Team Luce…noi salveremo per davvero il mondo!
I suoi amici sorrisero sollevati. Brock la guardò e fece un cenno di consenso. Misty non aveva intenzione di abbandonarli.
- Giusto!- disse May- Noi non ci arrenderemo!
- Lotteremo per i nostri ideali!- disse Dawn.
- E per le persone che credono in noi!- disse Melody.
- Non te l’aspettavi, eh?- disse Brock sorridendo al ragazzo- Come vedi, siamo riusciti a creare un gruppo per davvero unito e ora siamo in grado di sconfiggere i nostri nemici.
- Tsk, che assurdità- disse il ragazzo castano- Non siete cambiati per niente tu e Misty.
- George, sei ancora in tempo per tornare nel gruppo- disse Misty avanzando di un passo- Lascia il Team Acqua, è l’unico modo per salvarti. Insieme a te, questa volta ce la faremo, te lo prometto.
Il castano chinò la testa.
- Ah sì? Dici che ce la faremo?- scosse le spalle- Dici cose assurde come al solito, Misty. Sei rimasta debole come prima, cosa speri di ottenere?- la guardò- Bene, se non accetti la mia proposta- alzò il braccio- non mi resta che eliminarti- lanciò subito un attacco.
Misty si scansò in tempo per evitarlo.
- Andiamo, fammi vedere quanto forte sei!- le urlò il castano.
- Io non voglio combattere contro di te! Anche se sei dalla parte dei cattivi, io continuo a credere che sei rimasto buono dentro.
- Che illusa…Io sono cambiato. Non sono più la stessa persona che conoscevi- disse il ragazzo e si guardò intorno- Se non ti decidi a combattere, mi vedrò costretto a prendere dei rimedi- fece un cenno agli altri due ragazzi dietro di lui.
Questi due mossero le braccia simultaneamente e dei getti d’acqua sbucarono dalla terra, ricoprendo i compagni di Misty e imprigionandoli.
- Ma cosa…?!- disse Dawn- Non riesco a muovermi!
- Com’è possibile se è solo acqua?- disse Ash sorpreso, tentando di liberarsi.
- Ti sbagli, si tratta di acqua-controllo- spiegò George- E’ in grado di bloccare i nemici e stritolarli se necessario.
- Lasciali andare! Loro non c’entrano niente!- disse Misty.
- Forse…ma non mi lasci alternativa.
- Ahhh- si lamentò Melody, sentendosi sempre più stringere a sé.
- N-non riesco…- tentò di dire Brock- A liberarmi…
- No…non farlo…- Misty scosse la testa sentendo le voci dei suoi compagni- Basta!- tentò di liberarli, ma era inutile.
- E’ inutile che ti affanni Misty…non puoi fare niente. Dì addio ai tuoi amici.
- Io…io non posso permettertelo…- tentò di lanciargli un attacco d’acqua, ma risultò andare a vuoto.
- Tutto qui?- disse George rimanendo impassibile- Mi deludi Misty. Peccato- mosse le braccia insieme ai suoi compagni e Brock e gli altri si sentirono sempre più soffocare.
- Nooo!- gridò Misty.
Dei getti di fuoco colpirono i compagni del castano e per poco lui stesso. L’acqua-controllo sui ragazzi svanì nello stesso momento, facendoli accasciare a terra.
- Ma cosa?- disse sorpreso George e poi vide il ragazzo dai capelli neri con il fiatone.
- Ash!- esclamò Misty.
- C’è n’è voluto di tempo, ma sono riuscito a liberarmi dalla vostra tecnica.
- Ma come…hai fatto?- disse George.
- Semplice, ho già visto questa tecnica in passato, anche se non l’avevo mai provata su me stesso- George notò il vapore che usciva dal corpo del ragazzo.
- …sei un dominatore del fuoco…- guardò Misty- Hai come compagno un dominatore del fuoco!
- Be’, e con questo?- disse Ash, che ormai si stava abituando a essere guardato di traverso dai dominatori dell’acqua.
- Ascolta George, non è come credi…lui non- tentò di dire Misty.
- Non posso crederci! E poi dici di voler salvare il mondo! Dici che dovrei unirmi al tuo Team, quando con te c’è un dominatore del fuoco!
- E’ vero, è un dominatore del fuoco, ma questo non cambia le cose. Se tu mi ascoltassi, capiresti com’è la situazione…
- No, ho già capito abbastanza…- la guardò arrabbiato, poi guardò Ash- Questo “essere” deve essere eliminato per prima!- lanciò un tornado d’acqua verso Ash.
- No, fermati!- Misty corse da Ash e si mise davanti a lui- Se devi colpire qualcuno, colpisci me allora!
- M- Misty!- disse sorpreso Ash- Che stai facendo!
- Non permetterò che faccia ancora del male ai miei compagni!
Il tornado sembrò andare contro Misty, ma invece si sciolse a pochi centimetri da lei. Le gocce d’acqua sospese in aria, caddero a terra, come una piccola pioggerellina. Misty aprì gli occhi e guardò sorpresa il castano, con ancora il braccio sospeso in aria. Lui la guardò con uno strano sguardo, tra l’incredulo e il triste. Abbassò il braccio lentamente. Si voltò e se ne andò, seguito dai suoi due compagni.
- George…non andartene!- gli gridò lei, ma fu inutile. Era già scomparso.
Lei si lasciò cadere sulle ginocchia. Brock la raggiunse e gli appoggiò una mano sulla spalla.
- Misty…non puoi farci più niente.
La ragazza non rispose.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Incredibile- disse May- Pare proprio che tutti i dominatori dell’acqua, siano nostri nemici.
Il gruppetto era seduto intorno al fuoco, mentre Brock sistemava i piatti nello zaino, dopo che tutti avevano già mangiato.
- A me fa male ancora la spalla- disse Dawn toccandosi la spalla e movendola- Quell’acqua-controllo era davvero spaventoso.
- Mi domando se Misty sappia utilizzare quella tecnica- disse Melody.
- Già, è una dominatrice dell’acqua- disse Ash rivolto a Brock- Perché non è riuscita a contrastarla?
- Misty la conosce, ma non l’ha mai utilizzata- disse Brock- Perché è una tecnica proibita nel Paese dell’acqua. Infatti pare che la utilizzino solo quelli del Team Acqua.
- Perché dovrebbe essere proibita?- chiese Dawn.
- Quella tecnica può diventare letale, se utilizzata per scopi malvagi. Dovete sapere che le tecniche d’acqua solitamente non venivano utilizzate per uccidere, ma principalmente per bloccare il nemico o renderlo inerme. Per questo motivo, tecniche come l’acqua-controllo venivano considerate proibite.
- Oh- disse Dawn- Certo che il Paese dell’acqua ha davvero molte regole.
- Be’ anche gli altri Paesi hanno le loro leggi, non sono poi così diversi dal Paese dell’acqua.
- Sì, ma non così rigide.
- Piuttosto, non mi sarei aspettata che proprio il vostro ex-compagno ci attaccasse- disse May.
Brock la guardò e sospirò.
- George non era così quando l’ho conosciuto. Era allegro e simpatico, certo non era molto forte, ma credeva nelle parole di Misty- spiegò lui- Lui e Misty sono scappati insieme dal Paese dell’acqua, proprio per cambiare la situazione. Li ho incontrati all’inizio del loro viaggio ed insieme abbiamo creato il Team Luce. Però…- chinò la testa- è cambiato da quando abbiamo incontrato nel nostro cammino il Team Acqua. Pare che le loro parole gli abbiano fatto il lavaggio del cervello, da decidere di lasciarci per andare con loro.
- Non è stata una bella cosa- disse Dawn- Misty come ha reagito?
- Mh…non tanto bene- scosse la testa- Lei e George si conoscevano da anni. Anche se sapeva che non sarebbe tornato, non l’ha ancora accettato.
Ash guardò il ragazzo bruno e poi diede uno sguardo dietro di sé. Misty si era allontanata dal gruppo quasi mezz’ora prima e non era ancora tornata.


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- Be’, che ne dici allora?- disse una ragazzina dai capelli color arancio.
- Mh…dico che è una pazzia, Mist- disse il ragazzino castano.
- Allora fa come vuoi- incrociò le braccia- Io ho intenzione di andarmene da qui.
- Aspetta. Hai pensato a come farai?- tentò di dissuaderla- Le mura che ci circondano sono molto sorvegliate e il Presidente non ci lascerà scappare facilmente. Ci catturerà e ci punirà.
- Non m’interessa- si alzò in piedi- Che faccia quel che vuole. Io non ho intenzione di rimanere qui a non far niente.
- Mist, nella tua posizione non puoi permetterti di fare altri errori. Ti tengono sottocontrollo per evitare che tu faccia altre pazzie.
- Ascoltami George, io non lascerò che il Paese del Fuoco faccia ancora del male. Sono morte già tante altre persone. Non posso restare a guardare- strinse forte i pugni- E il solo modo è quello di andarmene da qui e diventare più forte. Qui non riuscirò mai a diventare più brava.
- Ma non sai cosa ti aspetta là fuori- il ragazzino cercò ancora di farla ragionare- Solo stando qui saremo al sicuro.
- Lo credi davvero?- lo guardò- Io non credo più nella giustizia di questo Paese. Finiremo per essere uccisi tutti. Tu stesso mi hai dato ragione l’ultima volta. Ma…- si voltò- se hai paura, puoi restare qui. Io non ti costringerò a seguirmi. Mi hai già aiutato altre volte, a nascondermi quando le guardie mi cercavano, a camuffarmi da maschio per entrare nella scuola e mi sei rimasto vicino quando tutti hanno iniziato ad evitarmi. Non voglio più coinvolgerti nei miei problemi- il ragazzino l’afferrò per il braccio.
- No, aspetta. Non posso lasciarti andare da sola- sospirò- La verità è che mi terrorizza quello che c’è fuori. Ho paura di dover rincontrare un dominatore del fuoco- rabbrividì, ricordando l’ultima volta che ne aveva incrociato uno- Non sono ancora in grado di difendermi, sono debole e mi sconfiggerebbero subito…ma hai ragione, non voglio più scappare. Voglio diventare anche io più forte e difendere le persone importanti per me. Voglio vendicare la gente che è morta. E voglio restare al tuo fianco a combattere, come abbiamo sempre fatto.
- Perfetto- sorrise- Sapevo che non mi avresti delusa George. Vedrai, te lo prometto, una volta fuori di qui diventeremo un team formidabile e sconfiggeremo il Paese del fuoco.
- Credi davvero che ce la faremo? In fondo, siamo ancora due ragazzi e neanche tanto esperti con il dominio.
- Abbi fiducia in me! Ricorda che hai da fronte la formidabile Misty!
- Già…la formidabile casinista Misty- ridacchiò lui.
- Ehi!
- Eh eh.

Misty accucciò la testa sulle sue ginocchia. Il vento soffiava leggero. Le foglie degli alberi venivano scossi.

- Che storia è questa?!- disse la ragazzina.
- Me ne vado- disse lui serio.
- Te ne vai dove?- chiese un ragazzo dalla carnagione scura.
- Via…In un posto dove potrò veramente diventare qualcuno.
- Ma che stai dicendo?- disse la ragazzina- Il tuo posto è qui con noi, con me e Brock! Ricordi? Dobbiamo sconfiggere il Paese del Fuoco.
Lui scosse la testa.
- Mi spiace ma…non potrai più contare sulla mia partecipazione.
- Però…come? Credevo che…- tentò di dire lei e poi notò qualcosa. Un gruppetto di persone non tanto lontani da loro- Non mi dire che te ne andrai con loro! Non devi dare retta alle loro parole, sono solo bugie! Ti stanno mentendo! Torna in te George!
- Se non comprendi la mia scelta, non possiamo più viaggiare insieme- si voltò per andarsene.
- No, aspetta! Non è con loro che devi andare!- disse Brock, anche lui deciso a dissuaderlo- Abbiamo iniziato a viaggiare insieme, perché abbiamo entrambi un unico scopo. Con loro non otterrai quel che cerchi!
Ma il ragazzo non si voltò, né disse niente. Si allontanò, lasciando dietro i due ragazzi increduli.

- Non te ne andare! George!- gridò Misty.

- Misty?
- …eh?- si svegliò di soprassalto.
- Ti eri addormentata?- chiese il ragazzo.
Lei lo guardò, poi tornò a stringersi alle ginocchia.
- Stavo solo ricordando vecchi episodi…- rispose lei.
Il ragazzo la osservò. Era la prima volta che la vedeva così…così vulnerabile…non come durante le battaglie, non come ad un passo dalla morte, solo…debole dentro.
Era strano vederla in quelle condizioni. Non credeva che l’aver rivisto un vecchio compagno di viaggio, la riducesse così. Non credeva neanche che lei ci tenesse così tanto ad una persona. Credeva invece che lei non riuscisse ad affezionarsi ad una persona, scorbutica e diffidente com’era.
Però quel giorno, aveva avuto la dimostrazione del contrario.
Che fare ora?
Quello era un ottimo momento per attaccarla. Era sola, era sera inoltrata, c’erano solo loro due in quella radura e lei era così triste da non preoccuparsi di chi le era intorno, né che lui era alle sue spalle.
Sarebbe bastato un colpo, veloce, alla schiena e nessuno si sarebbe accorto di niente, non avrebbe avuto neanche tempo per reagire. E la sua missione si sarebbe finalmente conclusa. Sarebbe tornato alla nave vittorioso. Avrebbe ripreso con le sue solite missioni e non avrebbe dovuto fingersi buono davanti agli altri.
La sua mano indietreggiò, come per prepararsi a colpirla proprio dietro il suo collo, lasciato scoperto dalla sua posizione.
Un colpo e sarebbe tutto finito…
La sua mano si mosse velocemente, mentre l’ignara Misty se ne stava aggrappata alle sue ginocchia, immersa nei suoi pensieri e senza voltarsi dietro.
- Be’, e come si chiamerebbe questo ragazzo, allora?- Misty si voltò, vedendo il ragazzo lasciarsi cadere accanto a lei e incrociando le gambe- Non mi hai ancora raccontato di lui.
- E a te da quando interessa?- chiese lei diffidente.
- Da quando faccio parte del tuo gruppo- la guardò- Prima di dovermelo trovare di fronte, vorrei saperne qualcosa di più.
Lei lo guardò, poi tornò a fissare l’erba ai suoi piedi.
- Chi è? Non lo so più neanche io, da un bel po’ di tempo. Prima che si unisse al Team Acqua, era un ragazzino come tanti, ed era il mio migliore amico. Era grazie a lui, se la mia vita a Cerulean City era meno pesante. Avevamo iniziato ad allenarci insieme di nascosto, anche se sapeva che se qualcuno l’avesse visto con me, sarebbe stato punito. Ed era stato lui a darmi l’idea di un gruppo di eroi che avrebbero sconfitto i cattivi. E quando siamo scappati da Cerulean City, per formare il Team Luce, eravamo decisi a compiere la nostra missione.
- Se è come dici tu, perché si è unito al Team Acqua? Non mi è sembrato così amico, quando ti ha attaccato.
- George è una brava persona!- lei si voltò verso di lui- Lo conosco da tanti anni e so quel che dico! Non avrebbe mai fatto male ad un Caterpie. Per lui il valore dell’amicizia era molto importante. Era una persona di cui fidarsi ciecamente.
Lui la guardò un po’ incerto, mentre la ragazza abbassava lo sguardo.
- E’ solo che…i nostri ultimi scontri con i nemici, si erano fatti più cruenti e pericolosi. All’inizio si trattava di qualche battaglia, niente di più. Ma man mano che si diffondeva il nostro nome, venivamo attaccati più spesso. Eravamo solo tre persone e non riuscivamo sempre ad uscirne indenni- sospirò- George non era tanto forte, gli era ancora difficile dominare l’elemento dell’acqua. Ed era forse quello che lo angosciava. Fino a che…nell’ultimo scontro, ci imbattemmo con un dominatore del fuoco che ci aveva circondato dal fuoco. Eravamo spacciati, ma all’ultimo istante siamo riusciti a scappare. E’ stato lì che George ha iniziato a comportarsi in modo strano, era sempre agitato e nervoso. Sussultava ad ogni rumore ed aveva smesso di sorridere. Essere ad un passo dalla morte, era stato troppo per lui- con le mani toccò l’erba sotto di lei- Poi un giorno incontrammo uno del Team Acqua e iniziò a mettergli strane idee in testa. Ed è così, che alla fine decise di unirsi a loro- la sua mano si fermò ed afferrò un ciuffo d’erba, stringendolo forte- Se solo fossi stata più attenta, se solo me ne fossi accorta prima, io…
- E’ inutile crucciarsi per questo- disse la voce del ragazzo, sorprendendo Misty che si voltò per guardarlo- Non puoi rimpiangere il passato, forse le cose non sarebbero cambiate neanche volendolo. Gli eventi sono destinati ad accadere- disse lui con uno strano sguardo negli occhi- Non si può sfuggire al proprio destino.
- Che vuoi dire?
- Lui ha fatto la sua scelta e non è compito tuo farlo tornare.
- Che dici!- disse lei irritata- Non posso mica fare finta di niente e lasciarlo nelle loro mani!
- Non puoi salvare tutti!- lui la guardò con uno sguardo ancora più serio- George deve essere in grado di capirlo da solo cosa fare. Non puoi continuare ad inseguirlo, sarebbe da sciocchi e una perdita di tempo. Se ha fatto la sua scelta, lascialo andare.
- Tu non capisci- disse Misty arrabbiata- Non si tratta solo di George. Quando si è creato il Team Luce, mi sono ripromessa di proteggerli a qualsiasi costo- chinò la testa- Se la situazione si dovesse ripetere con qualcuno di voi, io…- strinse forte i pugni e lo guardò decisa- io non me ne starò certo con le mani in mano. A costo di impiegarci un secolo, io vi riporterò indietro.
Il ragazzo fissò gli occhi della ragazza e questo gli provocò una strana sensazione. E non solo perché lo aveva incluso nel gruppo, senza commenti di disprezzo.
- E se…e se non volesse più? Se quella persona non volesse tornare? E se facesse qualcosa di sbagliato e se ne andrebbe? Lo seguiresti comunque?
Nella sua voce c’era un filo di rabbia e incertezza, quasi non si riferisse più a George, né agli altri compagni, ma a lui. Gli occhi del ragazzo guardavano quelli di Misty, chiaramente nel panico dopo le sue stesse parole, mentre lo sguardo di lei lo scrutava con curiosità.
- Io credo in ognuno di voi- disse Misty con un tono di voce più calmo- Qualsiasi errore uno faccia, c’è sempre il perdono. Io non lascerò che i miei compagni se ne vadano- sfiorò la mano del ragazzo- Qualsiasi errore sia…
Al contatto della pelle della ragazza, il moro ritrasse la sua mano quasi come se fosse stato preso da una scossa.
- Stai mentendo…- chinò la testa, con i ciuffi dei suoi ribelli capelli neri che gli coprivano la vista- Lo dici solo perché hai bisogno di loro. Perché sai di non farcela senza i tuoi compagni. Sei solo un egoista.
Misty rimase perplessa alle parole del ragazzo. Parevano dette con uno strano tono di voce. Lei chinò la testa da un lato.
- Forse…forse hai ragione. Per la prima volta riesco a stare bene insieme a delle persone e inconsciamente non voglio che se ne vadano. Ma credimi, se avessi la certezza che stare nel gruppo li facesse stare male, io li lascerei andare- chiuse gli occhi e gli riaprì- E io so, che George vuole tornare, per questo non mi do per vinta.
- Eh, sembri così convinta delle tue parole- lui alzò lo sguardo, con un mezzo sorriso.
- Se non lo fossi, non potrei mantenere le promesse che ho fatto- socchiuse gli occhi- Ash…
- Mh?
- So che può suonare strano detto da me…- sviò il suo sguardo, un po’ imbarazzata- Non te ne andare…
Ash spalancò gli occhi.
- So che sei qui da poco tempo e che non ti ho reso la vita facile, ma…ormai sei divenuto parte del gruppo, hai dimostrato di essere in gamba e generoso, e noi abbiamo bisogno di te. Anche May sta iniziando a prenderti in simpatia. Non sopporterei di perdere un’altra persona…- lo guardò molto imbarazzata. Per lei, dire quelle parole era molto difficile.
Il ragazzo ascoltò attentamente, molto confuso. Non solo la ragazza lo considerava importante per il gruppo, ma anche non voleva che se ne andasse. La guardò attentamente, come per individuare nei suoi occhi una traccia di incertezza, come se stesse mentendo. Ma invece i suoi occhi cristallini, erano decisi, pensava davvero quello che aveva detto.
Questo, invece di renderlo felice, lo faceva star male.
Lei credeva davvero in lui. E lui…
- Ash?- il ragazzo alzò lo sguardo- Qualcosa non va? Ho detto qualcosa di sbagliato?
- N-no- chinò il capo, non riuscendo più a guardarla negli occhi. La sua testa stava esplodendo dai pensieri che lo stavano tormentando.
Ricordava in lontananza le voci dei suoi maestri…li vedeva ripetere in tono serio e brusco…i sentimenti sono inutili, non servono…solo l’odio e la rabbia sono i soli sentimenti che devi provare…amicizia e robe simili sono solo d’intralcio nelle missioni…ricorda Ash, mai mostrare debolezze…
Senza rendersene conto il suo corpo aveva iniziato a tremare.
Spalancò gli occhi. Sentì su di sé, le braccia di Misty che lo stavano stringendo.
- M-Misty…?- tentò di dire lui, con il cuore che iniziava a battere più veloce.
Lei non parlò, ma il suo viso era appoggiato alla spalla di lui.
Per alcuni minuti lui non fiatò, sentendosi però rigido nel corpo e impossibilitato a fare qualsiasi movimento.
- …Misty?- ripeté, sentendo come se fosse passata un eternità.
Mosse con discrezione la testa di lato, in modo da riuscire ad intravedere il volto della ragazza. Scoprì allora che si era addormentata, con le ciglia bagnate da qualche lacrima.
Provò una strana sensazione nel vedere ancora una volta un volto nuovo della ragazza e sentì che si sarebbe pentito di quello che stava per fare, ma per una volta…solo per una volta…diede retta al suo cuore e la strinse tra le braccia. E rimase in silenzio, abbracciata a lei, in quella notte così strana…

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Capitolo 14
*** Cap. 13 ***


blue
Blue Bird Illusion
Cap 13



- Non capisco perché non usi la testa- disse una voce di una ragazza che scuoteva la testa.
Oh sì, si sarebbe davvero pentito del suo gesto della sera prima.
- Prima di fare qualsiasi cosa, dovresti rifletterci- proseguì la voce femminile- O pensi di essere superiore a qualsiasi altro?
Erano solo a metà giornata e già sentiva di aver completamente cambiato opinione su di lei. La Misty fragile di quella sera, sembrava solo un ricordo sfuso. E lui, sciocco com’era, l’aveva pure abbracciata. Si sentiva così nauseato da se stesso.
- Forse, se tu invece di preoccuparti di ogni minima cosa, agissi di più, non saremmo ancora qua. O pensi che il Paese del fuoco aspetti i tuoi comodi?- rispose lui, con gli occhi fissi su di lei, in tono di sfida.
- Che tu ci creda o no, voglio arrivarci sana e salva, con braccia e mani intatte possibilmente, come tutti gli altri. O forse tu sei così bravo da sconfiggerli da solo?
- Sicuramente non ho bisogno di una nevrotica come te.
- A chi hai detto…!- tentò di terminare la frase con la rabbia che le cresceva, ma Brock la fermò prima che lei facesse qualche mossa avventata.
- Calma, calma. Quante volte vi ho detto che non serve a niente mettersi a discutere così?- disse lui con voce stanca- Ricordatevi che abbiamo una missione…
A quella parola, Ash si irrigidì.
Già, la missione…si era quasi dimenticato. Presto i suoi superiori avrebbero finito per spazientirsi e lui avrebbe iniziato ad avere grossi problemi.
Dovevi muoversi, fare qualcosa…
- Se avete finito con i vostri battibecchi, potremmo deciderci sul da farsi- disse Melody- Se non l’avete notato, dobbiamo ancora raggiungere l’altro lato della strada.
- Saremmo già lì, in direzione di Kyoto…- disse Misty e diede uno sguardo al moro- Se non fosse per “costui” che hai finito per distruggere il ponte.
- Non l’ho distrutto io- si difese lui irritato- Ti ripeto che era già mal messo. E’ crollato, non appena abbiamo messo piede.
- Se tu non avessi fatto il pagliaccio, precipitandoti sul ponte, forse si poteva ancora far qualcosa.
- Ah sì? Tipo “volare”?- disse lui in tono ironico.
- Qui c’è qualcuno che tra poco volerà per davvero- rispose lei in tono di minaccia.
- Ragazzi, smettetela!- disse May irritata dal fracasso- Non risolviamo nulla in questo modo.
- Spiegaglielo a lui/lei!- dissero in coro Ash e Misty, indicandosi nello stesso istante.
- Ahh, siete un caso disperato- May si sbatté una mano sulla faccia.
- E’ chiaro che il ponte è fuori uso…in che altro modo possiamo attraversarlo?- chiese Melody guardando giù, verso lo strapiombo- Forse con il mio dominio…
- Lo escludo- disse Brock guardando oltre lo strapiombo- Il percorso è lungo e sicuramente è faticoso mantenersi in aria per tutto il tragitto. Ma anche ammettendo che tu ce la faccia, dovresti continuamente fare avanti e indietro per trasportare ciascuno di noi, perché andando tutti insieme cadremmo di sicuro, e sarebbe troppo rischioso in ogni caso perché ti sfinirebbe volare avanti e indietro- si guardò intorno- No, servirebbe qualcos’altro.
- Potrei utilizzare le liane per creare un ponte di collegamento con l’altra parte- disse Dawn, attirando l’attenzione di tutti.
- Sicura di farcela?- chiese Brock un po’ incerto.
- Certo- disse lei sorridendo e appoggiando le mani sul terreno, fece sbucare delle liane che iniziarono ad allungarsi verso l’altra riva, ma a metà percorso rallentarono fino a cadere esauste- Noo- disse demoralizzata Dawn, guardando le sue liane che cadevano giù.
- Questa non ci voleva- disse May incrociando le braccia- Dovremmo trovare un mezzo alternativo.
- Che sempliciotti. Vi fate fermare per così poco?- disse una voce alle loro spalle. Tutti si voltarono spaventati. May voltandosi riconobbe la corporatura magra, i capelli verdi, l’andatura da “troppo sicuro di sé” e quell’espressione di superiorità che si rifletteva nel suo sorriso.
- Drew…- disse lei in un mormorio disgustato.
Il ragazzo guardò la ragazza dalla bandana rossa e non smise di sorridere.
- Ancora qui a perdere tempo? Credevo che ve ne foste tornati a casa.
May guardò con un certo astio il ragazzo e serrò le mani. Melody guardò un po’ preoccupata la ragazza. Si aspettava che ad un momento all’altro, May gli sarebbe saltata addosso. Lo stesso pensiero pareva essere venuto anche a Misty che dava veloci occhiate a May.
Ash diede uno sguardo al nuovo arrivato. Non capiva se lo conoscevano, né se era un loro amico o nemico. Di certo faceva una certa impressione lo sguardo innervosito di May.
- Che sei venuto a fare qui…Drew?- disse May, cercando di trattenersi.
- Non sembra ovvio? Devo anch’io andare a Kyoto- alzò le spalle con disinvoltura e si avvicinò alla fine della strada.
- Forse non te ne sei accorto, ma il ponte è crollato- disse May con un certo sarcasmo nella voce- Non si può raggiungere l’altra parte. Sei nella nostra stessa situazione.
- Tu dici?- lui si voltò appena per lanciare un sorriso divertito a May e incrociando le braccia e aprendole con un movimento brusco, delle grosse liane, più spesse di quelle di Dawn, sbucarono dal bordo della strada e raggiunsero veloci e decisi l’altra parte. Si conficcarono nell’altro terreno e subito dopo altre liane partirono dalla parte opposta. Uno dopo l’altro, passarono sopra il baratro e velocemente si creò un ponte momentaneo fatto di liane e foglie- Allora?- il suo sguardo andò a dirigersi nuovamente verso May, che guardava a bocca aperta.
- Be’, non c’è che dire…è proprio bravo- disse Melody sorpresa come tutti gli altri.
Dawn guardò impressionata il ponte che era riuscito a creare Drew in poco tempo. Sapeva della sua abilità, ma vederlo ogni volta in azione, la faceva sentire strana. Una sensazione di disagio si appoderò di lei e si guardò le mani. La sua liana non era riuscita neanche a raggiungere l’altra riva.
- Non è niente di così speciale- tentò di dire May, fingendosi superiore- Ce l’avremmo fatta anche da soli.
- Ah sì?- Drew la guardò, senza perdere il suo sguardo sicuro e si avviò senza timore verso il nuovo ponte- Allora ci vediamo- salutò con la mano alzata, mentre raggiungeva l’altra riva e si allontanava.
- Mhhh…argh!- esplose May quando Drew era scomparso dalla vista- Io lo polverizzo, io…
- Ma chi era?- chiese Ash.
- Nessuno!- rispose subito May con tono brusco e sbuffando.
- E’ un ragazzo che abbiamo conosciuto qualche mese fa- spiegò Brock- Un dominatore dell’erba, dal talento sorprendente.
- Non ha nessun talento!- disse May irritata.
- Be’, non puoi negare che ci ha reso un gran favore, creando un ponte- disse Misty.
- E chi dice che non crollerà quando ci saliremo?
- Dawn si occuperà di mantenere salde le liane- Misty indicò la ragazza dai capelli azzurri- Va bene?
- Eh…sì, sì- Dawn annuì nervosamente. A dire il vero, avrebbe preferito essere lei l’autrice del ponte.
- Non mi fido, potrebbe averci tratto in un ‘imboscata- insistette May.
- Drew non è nostro nemico- disse Misty calma- E non sa neanche che siamo il Team Luce. Non ha motivo per attaccarci.
- Lo dici tu- disse May senza darsi per vinta- Sono sicura che era dietro ai cespugli ad osservarci, spiarci e…
- Perché questo comportamento mi è così familiare?- disse Ash in tono ironico, guardando la ragazza dai capelli arancione. Ricordava molto bene come Misty criticava ogni cosa che faceva, e continuava a farlo, e diffidasse di ogni suo gesto. Lei si sentì nominata e sbuffò voltandosi. Ash ridacchiò soddisfatto.
- In ogni caso…- disse Misty, ignorando il ragazzo- Non possiamo rimanere qui e fare notte. Raggiungiamo in fretta l’altra riva e proseguiamo.
- Insisto, è una trappola e…
- Sì, sì, andiamo- Melody la spinse in avanti.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈
- Non capisco di che talento parlate- disse May, poco dopo aver raggiunto Kyoto ed essersi fermati a mangiare- Sa muovere qualche filo d’erba, okey, ma che c’è di straordinario? Manco avesse salvato il mondo.
- Non proprio il mondo, ma più di una occasione lo abbiamo visto aiutare le persone in difficoltà- disse Melody.
- Capirai…- alzò lo sguardo scettica.
- Non le è proprio simpatico, eh?- disse Ash a Brock che gli era affianco.
- Eh…- ridacchiò lui con una gocciolina in fronte- Diciamo che le volte in cui l’abbiamo incontrato, finivano per litigare. Conosci com’è fatta May…e Drew è l’incarnazione del tipo di persona che lei non sopporta. “Arrogante, presuntuoso, pieno di sé” credo che si possa definire così Drew, o almeno come lo descrive May.
- Io conosco un’altra persona così- commentò Misty che era seduta accanto a Brock, facendo innervosire Ash.
- Piuttosto, mi domando- disse Melody, guardando il gruppo- Perché, se è così bravo, non gli abbiamo ancora chiesto di unirsi al nostro Team?
Dawn ebbe un sussulto e alzò lo sguardo dal suo pranzo. A May gli andò di traverso una coscia di pollo. Misty e Brock si guardarono pensierosi.
- Che assurdità è questa?- May scattò in piedi- Drew con noi? Ma è assurdo, una pura follia!
- Che male c’è?- disse Melody alzando le spalle- Non stiamo reclutando persone che possono aiutarci?
- Ma lui no! E’ fuori discussione!
- Be’…- disse Brock riflettendoci- A dire la verità ci avevamo già pensato…L’idea non sarebbe male, ma dubito che Drew ci seguirebbe.
Dawn chinò la testa triste, mentre Misty la osservava.
- Io mi rifiuto- insistette May- Se lui entra, io esco.
- In questo non ti fermeremo- commentò stizzita Melody, stufa dei continui lamenti di May.
- Ah sì?- la guardò minacciosa- Io…- si bloccò subito.
- Che?- Melody la guardò, poi seguì lo sguardo di May. Era fisso su un carro che passava, con infisso un poster- Cosa, cosa, cosa?- i suoi occhi si illuminarono- Un Concorso di dominio?
- Ne avevo già sentito parlare- disse May- Drew partecipa a tutti i concorsi…- poi come ricordandosi qualcosa- Ma certo, ecco perché era diretto qua.
- Sembra interessante- disse Dawn, riprendendosi in fretta- Perché non partecipiamo?
- State scherzando, spero- disse Misty seria- Volete che tutti vedano all’opera i vostri domini?
- E dai, Misty- disse Melody in tono di supplica- Questi giorni sono stati massacranti, abbiamo bisogno di qualche svago.
- Perché non vi dedicate alla maglia, allora?- disse Misty, rimanendo irremovibile.
Melody, May e Dawn guardarono Brock, come in attesa che lui la convincesse. Lui notò lo sguardo delle ragazze e sospirò al suo ingrato compito.
- Io penso che non sarebbe male un po’ di svago…- tentò di dire Brock, ma fu subito fulminato dallo sguardo di Misty.
- Ho detto di no.
Ash la guardò. Forse era una sua impressione, ma da un po’ sembrava più irritabile e nervosa. Dipendeva forse dallo scontro con George?
- In questo caso, parteciperemo contro il tuo consenso- disse May seria. Il pensiero di poter finalmente sconfiggere Drew sul suo stesso terreno, la stava eccitando sempre di più. Quale altra occasione di fargli abbassare la cresta a quel ragazzo?
- Ah sì?- le guardò minacciosa.
- Per favore Misty, non avercela con noi- disse Dawn e chinò la testa- E’ importante per noi.
Misty diede un veloce sguardo a Dawn e dopo qualche minuto sospirò.
- D’accordo, non vi fermerò, se è questo quel che volete- si alzò in piedi- Ma al minimo sospetto di pericolo, voglio che ve ne andiate via subito.
Le tre ragazze sorrisero tra di loro. Anche Brock sospirò sollevato.
- Andiamo a prepararci- disse Melody e le tre si avviarono a passo veloce.
- Ricordatevi che prima dovete iscrivervi- gli gridò dietro Brock e poi guardò Misty, che parve un po’ tesa- Tranquilla, le terremo d’occhio noi.
- Sì…- annuì leggermente.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Eccoci pronte!- esclamarono tre ragazze, vestite tutte in modo elegante e grazioso, e con colori vivaci.
- State proprio bene- fece Brock sorridendo.
- Grazie- disse May- Questa sarà l’occasione buona per mettere a tacere quel presuntuoso di…
- Ma guarda un po’- una voce familiare la fece sussultare e si voltò- E così, alla fine partecipate.
- Sì, qualche problema Drew?- disse May guardandolo storto.
- No, mi fa sempre piacere avere nuovi avversari…- gli sorrise- Ammesso che riusciate a qualificarvi.
- Questo lo vedremo!- disse May avanzando verso di lui- Ti dimostrerò di quel che sono capace! E ci scontreremo alle finali! Stanne sicuro!
- In questo caso…- estrasse un fiore dalla manica della maglietta e gliela porse a pochi centimetri del viso di May- Ti auguro di riuscirci- continuò a sorridere.
May rimase perplessa a quel gesto, ma prese comunque la rosa. Continuò a guardarlo con una smorfia.
- Certo…e io auguro te di non venire eliminato subito- lo superò e si avviò da sola verso lo stadio.
- Eh, aspetta May!- la rincorse Melody e passando vicino a Drew gli fece un sorriso- Allora a dopo Drew.
Dawn andò subito dietro Melody, ma quando fece per passare vicino a Drew, si limitò a un debole sorriso e poi corse via.
- Sarà una sfida molto interessante- ridacchiò divertito Brock.
- Per me l’importante è che non facciano sciocchezze- sospirò Misty.
- Sono proprio curioso di vedere questo concorso- disse Ash e guardò Brock- A che ora incomincia?
- Tra mezz’ora circa…forse dovremmo già cercarci dei posti- poi Brock notò lo sguardo di Drew fisso su Ash, come si fosse appena accorto della sua presenza- Ah già, immagino che voi due non vi conosciate. Prima non ce né stata l’occasione- si mise in mezzo ai due- Drew lui è Ash, un nostro nuovo compagno. Ash, lui è Drew, un dominatore dell’erba.
- Piacere di conoscerti- sorrise Ash, porgendogli la mano. Drew osservò senza muoversi il viso di Ash e poi il braccio teso di lui. Poi tornando serio, si voltò per andarsene.
- Eh…- guardò stupito il ragazzo, reagendo solo dopo- Ehi, che modi sono questi!
- Non ho interesse a conoscerti- disse senza voltarsi. Brock e Misty si guardarono a vicenda, sorpresi anche loro.
- Che cosa?! Ma chi ti credi di essere! Io…- Brock lo bloccò prima che Ash lo rincorresse per litigare.
- Calmati Ash. Drew è fatto così.
- Ah sì?- disse lui irritato- Si comporta in quel modo con tutte le persone che incontra?
- Be’, non proprio con tutte le persone- disse Misty- Diciamo che è un tipo diffidente. Anche se…- sembrò pensierosa- Sembrava leggermente ostile nei tuoi confronti.
- Me ne sono accorto- disse Ash con una smorfia.
- Non è che ti conosce?- chiese Brock.
- Che? Mai visto un tipo così, gli avrei sicuramente dato una lezione che non si sarebbe dimenticato!
- Ah sì? Gli avresti fatto vedere uno spettacolo pirotecnico?- disse Misty con sarcasmo.
Ash la guardò con una smorfia, ma cercò di trattenersi dal aggiungere altro. Non poteva certo dire come stavano le cose.
- Comunque, vi ripeto che non l’ho mai visto- cercò di ricomporsi.
- Difficile che tu ti ricordi di qualcuno- commentò Misty, ricevendo un’altra occhiataccia da Ash- In ogni caso, avviamoci.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- E quindi, è questo il posto?- chiese Ash.
- Già, da quanto scritto su questo volantino, sì- rispose Brock guardandosi intorno.
I tre ragazzi si trovavano all’interno dello Stadio di Kyoto. La struttura era fatta di pietre, rinforzate dal cemento e a forma circolare. Qua e là c’erano massi staccati e ricomposti in altri punti. Le gradinate su cui sedersi raggiungevano vari metri di altezza. Al centro dello stadio era situato un palco di legno, dove ospitare i concorrenti.
Il luogo era frequentato da una quarantina di persone, che come i tre ragazzi, cercavano posti per sedersi sulle gradinate.
- Be’, per esserci gente, ce n’è- disse Misty, sedendosi dopo aver trovato dei posti liberi- E sembrano esserci anche abitanti di altre città.
- Questo concorso pare che si ripeta ogni anno- Brock continuò a guardare il volantino- Anche se negli ultimi due anni è stato sospeso.
- Immagino il motivo- disse Misty osservando lo stadio- Segni di decadenza si vedono ovunque, anche se hanno cercato di sistemarlo. Evidentemente questo luogo è stato teatro di qualche battaglia.
- Sarà una competizione interessante- disse Brock chiudendo il volantino- Voglio vedere come se la caveranno le nostre amiche.
- Io spero solo che vada bene- sospirò Misty.
- Rilassati, qui tutti i partecipanti fanno utilizzo di domini. Quindi, non dovranno camuffare i loro domini.
- A maggior ragione, è più pericoloso. Sicuramente verranno ad assistere anche quelli del Team Magma o Team Acqua, sperando di poter scovare qualche ribelle.
- Dubito che qui si facciano vedere quelli del Team Magma- disse Ash senza accorgersene.
- E tu come fai ad esserne così certo?- Misty lo guardò sospettosa.
- Eh, semplice. Nessuno sano di mente, perderebbe tempo in questi concorsi.
- Mhh…- Misty continuò a guardarlo poco convinta.
- Oh, guardate, sta per iniziare- disse Brock, indicando una donna che era salita nel palco. Aveva capelli di un castano chiaro ondulato e un vestitino giallo.
- Ciao!- disse lei con un microfono in mano- Un benvenuto a tutti voi, per la 13° edizione del Concorso di Domini! Dopo tanto tempo, siamo tornati a farlo qui a Kyoto. Spero che vi troverete bene qui, anche se- sorrise un po’ imbarazzata- i posti non sono il massimo. Abbiate pazienza, in poco tempo rimetteremo in sesto lo stadio di Kyoto. Nel frattempo, gustatevi le esibizioni di questi talentuosi ragazzi che vengono da ogni città, per sfidarsi ad una gara di utilizzo di domini. Scopo della gara, è quello di saper creare delle esibizioni con l’aiuto del proprio dominio. Qui accanto- aprì il braccio verso la sua destra, per mostrare un trio di persone sedute davanti un tavolo- abbiamo i nostri giudici, che ci seguono ormai da parecchie edizioni- un applauso dagli spettatori- Saranno loro a giudicare le esibizioni dei partecipanti. Quindi, bando ai preamboli, passiamo ai primi concorrenti!

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Tre ragazze guardavano curiose e un po’ emozionate, gli altri concorrenti che avevano iniziato ad esibirsi prima di loro.
- Bravo- disse Dawn- Un dominatore della roccia, come Brock.
- Chissà se anche Brock è in grado di fare in pochi secondi una scultura così bella- disse Melody.
- Chissà, se glielo chiedesse una ragazza…- disse May alzando le spalle.
- Piuttosto, dov’è quel ragazzo così carino?- chiese Melody guardandosi intorno.
- Chi?- chiese May.
- Quel tuo amico, Drew.
- Che cosa?!- esclamò la ragazza castana inorridita- Drew carino? Ma ti si è annebbiata la vista? E poi, da quand’è che io e lui siamo amici?!
- Oh, non mi dire che pensi che Drew sia brutto- disse Melody alzando lo sguardo sospirando.
- Io…
- Dai, anche la sua arroganza ha un fascino, no?
- La sua arroganza è solo fastidiosa, Melody!
- Uff, a volte tu e Misty sembrate così simili- e tornò a guardare i concorrenti.
- Che vorresti dire?- disse confusa May.
- Piuttosto, guardate chi c’è adesso- disse Dawn.
- Chi?- le due allungarono lo sguardo sul palco.
Un ragazzo dai capelli verdi si stava proprio in quel momento esibendo in alcune scenografie realizzate con il suo dominio. Sembrava che tutt’intorno allo stadio fosse stato ricoperto da fiori. Spuntavano dappertutto e nello stesso tempo tutti i boccioli si aprirono, facendo uscire del polline brillante.
Il pubblico rimase ammaliato.
- Ha stile- commentò Melody.
- Io farò sicuramente meglio di lui!- disse May sicura.
Ma nonostante tutto, anche lei era rimasta impressionata dal ragazzo. La sicurezza in cui si muoveva diceva chiaramente che non era la prima volta che si esibiva, mentre lei si sentiva leggermente tremare le gambe dalla tensione. Però non voleva dare la soddisfazione al ragazzo di abbandonare ancora prima di aver tentato. Non dopo averlo sfidato pubblicamente.
- Impressionante- disse Brock guardando i fiori.
- Tsk, capirai- disse Ash con una smorfia- Saper fare uno spettacolino, non significa essere in grado di combattere.
Brock lo guardò. Ash era chiaramente rimasto offeso dall’atteggiamento di Drew prima.
- Be’, non è detto. Saper dosare il proprio dominio e utilizzarlo per fare altre cose, è anche quello utile in battaglia.
- Io non credo- disse Ash sbuffando. Stava sempre più assomigliando alla faccia imbronciata di May- In battaglia conta solo l’attacco diretto. Non si sconfigge il nemico riempiendoli di fiori…Ahia!
Brock e Misty si voltarono verso di lui.
- Ma cos…?- si toccò la mano leggermente ferita.
- Che è successo?- chiese Misty.
- Questa pianta…- indicò la pianta accanto a lui, che pian piano si stava ritirando- mi ha morso!
- Com’è possibile? Si tratta solo di una esibizione- disse Brock.
- Ti dico che mi ha morso! Non me lo sono immaginato- disse Ash indignato, massaggiandosi la mano.
- Chissà, forse si è offeso perché ti sei preso gioco di lui- disse divertita Misty.
Ash la guardò offeso, poi guardò verso il palco dove c’era il ragazzo dai capelli verdi. Per qualche secondo, gli parve di veder lanciare uno sguardo serio verso di lui. Che l’avesse fatto apposta?
Dopo altre esibizioni, Drew uscì dalla platea tra gli applausi del pubblico. Con il suo solito sguardo sicuro, raggiunse il trio di ragazze.
- Allora, come ti è sembrato, principiante?- chiese Drew a May.
- Sbruffone! Il fatto che tu riesca a muovere qualche filo d’erba, non vuol dire che tu sia bravo!
- Ah sì? Tu credi di saper fare di meglio?
- Io farò anche di meglio- si batté il petto- Stupirò la platea. Guarda e ammira!- May si fece avanti, era il suo turno per esibirsi.
- Ecco May- disse Brock dall’alto delle scalinate. Misty e Ash si sporsero un po’ per vedere meglio.
La castana iniziò ad esercitare il suo dominio e con una serie di passi, cambiò lo scenario intorno a sé. Uno dopo l’altro, costruì case, castelli, e persino due profili di persone che sembrano parlarsi. Trasformò tutto ciò che incontrava intorno. Per ultimo, fece spuntare in vari punti dello stadio, delle persone fatte di terra, sedute come se stessero assistendo allo spettacolo.
La gente rimase stupita nel vedersi comparire all’improvviso queste sculture, che si sciolsero dopo alcuni secondi, seguito dopo dall’applauso del pubblico.
- Caspita- disse Ash applaudendo- Non credevo che fosse in grado di fare questi trucchetti.
- Si trattano di semplici costruzioni- disse Misty tranquilla- Per lo più durano pochi minuti, perché richiedono molta concentrazione.
“Allora, che te ne pare?”- May guardò verso il gruppo delle sue amiche, tra cui c’era Drew. Gli mandò un sorrisino vittorioso.
Drew si limitò a sorriderle, un po’ divertito.
Dopodiché May tornò indietro e nello stesso tempo entrò Melody. Si batterono la mano tra di loro.
- Brava- disse Melody.
- Grazie. E’ il tuo turno ora.
- Sì.
Poi Melody arrivò sul palco, prese lo strumento a fiato che portava al collo e iniziò con il suo spettacolo. Cominciò con una melodia dolce e soffice, fino ad aumentarne il volume.
- Ma cosa…?- Ash si sentì leggermente sollevare da terra- Perché sto galleggiando?
- Dev’essere la tecnica di Melody- Ash si voltò per guardare Brock e lo vide galleggiare a testa in giù, ma con la sua solita espressione tranquilla. La scena era proprio comica, cercò comunque di non ridergli in faccia.
- Ecco che comincia…- disse Misty e iniziò a coprirsi le orecchie- Ti consiglio di fare lo stesso, Ash.
Il ragazzo la guardò per chiederne il motivo e sentì che in quel momento la musica stava cambiando. Non fece in tempo a tapparsi le orecchie, che tutto intorno a sé cambiò.
Lo stadio era scomparso, anche le persone. Sotto di lui c’era un prato esteso. Era lui da solo e…stava volando.
Guardò giù spaventato, ma in breve capì di non provare paura. E si lasciò trasportare dal vento, volando, volando sempre più in su. Fino a che…
- Ahio!
D’improvviso si rese conto di essere ancora seduto sulla scalinata all’interno dello stadio.
- Ma cos’è successo?
- Ti eri fatto incantare- spiegò Misty- E’ una tecnica di Melody, l’illusione.
- Oh, ora capisco…- si guardò intorno, notando che gli altri spettatori erano ancora succubi dell’illusione. Avevano il sorriso stampato in faccia e un’aria sognante. Poi si guardò il braccio rosso- però potevi trovare un altro modo per svegliarmi.
- Non me n’è venuto in mente uno migliore- disse Misty alzando le spalle con semplicità.
- E’ davvero incredibile questa tecnica- disse Ash massaggiandosi il braccio- Credevo davvero di stare volando.
- Non è solo incredibile…è anche terrificante- disse Brock, tornato a sedersi.
- Che intendi dire? Si tratta solo di sogni.
- Appunto- disse Misty- Immagina di essere in battaglia e invece di ritrovarti in bel sogno, ti trovassi nel tuo peggior incubo.
- Eh? E’ possibile?
- Certo- disse Brock- Ma naturalmente Melody non ha mai utilizzato questa tecnica con questo scopo.
- Però perché?- chiese curioso Ash- Potrebbe rivelarsi utile in battaglia.
- Sì, ma…capita a volte di entrare nella mente della persona e vedere i loro incubi. Non è uno spettacolo piacevole.
- Vuol dire che Melody potrebbe guardare nella mente delle persone?- chiese Ash leggermente preoccupato.
Misty fece cenno di sì.
- Ma io non voglio che lo faccia. Anche se potrebbe servirci per conoscere i piani dei nostri nemici, non voglio che Melody soffra nel vedere qualcosa di brutto.
- Ora è il turno di Dawn- disse Brock cambiando tema.
- Spero che vada bene- disse Misty- Ultimamente mi è sembrata un po’ distratta…
- Metticela tutta- disse Melody, passando in senso contrario a Dawn.
- Sì- fece cenno di sì e si diedero una pacca alla mano.
“Devo farcela”- pensò Dawn, davanti alla platea. Era leggermente agitata. Voleva fare del suo meglio, voleva dimostrare di essere brava quanto Drew, di essere all’altezza del suo dominio.
- Sembra nervosa- disse Ash, guardandola dal suo posto, poi qualcosa catturò la sua attenzione, prima ancora che la ragazza potesse iniziare la sua esibizione.
Una persona tra le gradinate, con sopra le spalle un mantello scuro, sorrideva divertita. Una veloce occhiata da un’altra parte e notò un’altra persona simile. In breve si accorse che c’erano almeno sei o sette persone simili sparse per tutto lo stadio.
Possibile che si trattasse di…loro?
Un brivido gli percosse la schiena. No, non potevano essere lì. Non ce n’era il motivo.
Si rese conto troppo tardi di quel che stava per succedere…

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Capitolo 15
*** Cap. 14 ***


blue
Ammetto che negli ultimi capitoli non sono stata tanto a rivederli o correggerli, perché sono un po' vecchiotti  e al momento sono un po' presa con altri capitoli della fic. I'm sorry se trovate errori grossi U_U' Cercherò di migliorare XD
Avviso che da adesso la fic avrà come avvertimento i personaggi "ooc". Non credo di essere uscita così tanto dal carattere dei personaggi, ma per evitare problemi lo inserisco ora.
In ogni caso, so di certo che nei capitoli futuri i personaggi dovranno per forza essere ooc, lo richiede la trama e i momenti drammatici.
Premessa a parte, vi lascio ora alla lettura della fic ^^ Per chiarimenti o altro, commentate. Ricordo infatti che alcune cose sono cambiate nel corso della fic, ma non ricordo di preciso cosa.
 
Blue Bird Illusion
Cap. 14


Una persona tra le gradinate, con sopra le spalle un mantello scuro, sorrideva divertita. Una veloce occhiata da un’altra parte e notò un’altra persona simile. In breve si accorse che c’erano almeno sei o sette persone simili sparse per tutto lo stadio.
Possibile che si trattasse di…loro?
Un brivido gli percosse la schiena. No, non potevano essere lì. Non ce n’era il motivo.
Si rese conto troppo tardi di quel che stava per succedere…
Con uno scatto, le sette persone si alzarono in più punti differenti e allungarono la mano in avanti.
Fu troppo rapido. In pochi secondi ci fu un esplosione davanti al palco, che investì gli spettatori. Il fuoco si dilagò nello stadio, pezzi della struttura si staccavano e cadevano nelle gradinate, la gente spaventata e terrorizzata si alzava dai loro posti e si precipitava qua e là in cerca di una via di fuga.
Ma non c’era. Molte uscite d’emergenza erano chiuse. Quasi sbarrate. La gente era nel panico.
- Ragazzi, tutto bene?- chiese Brock sorreggendo un masso sopra la loro testa, staccatosi dallo stadio, che per poco non li centrava.
- S- sì…- disse Misty confusa- Ma cos’è successo?
- Non lo so- Brock appoggiò il masso altrove- Credo un esplosione…
Evidentemente i due ragazzi, come la maggior parte dei presenti, non aveva fatto caso a quei sette personaggi. Nessuno si era reso conto di quanto stava accadendo.
Misty si voltò per guardare verso il palco, circondato dal fuoco. Il suo voltò impallidì.
- Oh, no…Dawn! Era sul palco! Anche Melody e May!- si precipitò giù, ma Brock la fermò trattenendola per il braccio.
- Aspetta Misty- disse lui.
- Lasciami andare Brock!- Misty lo guardò con rabbia. Lui cercò di rimanere serio e poi fece un cenno con lo sguardo.
- Potrebbe essere una trappola…
- Come?- lo guardò perplessa.
- L’esplosione…potrebbe essere un loro piano.
Misty chinò la testa. Aveva ragione Brock, ma la situazione le era sfuggita di mano.
- Sapevo che non dovevo lasciarle andare! Che stupida che sono stata!- strinse forte il pugno e guardò Brock- Mi avevi detto che non ci sarebbero stati problemi!
- Misty…
- Dawn non è ancora preparata per uno scontro frontale! Avrà sicuramente bisogno di aiuto. E anche Melody e May, dopo l’esplosione…oh, cavoli, spero che stiano bene.
- Sono sicuro che staranno bene- disse Brock- Sono in gamba e anche tu lo sai.
La ragazza si voltò verso il palco distrutto.
- …sì, hai ragione. Ma non mi sentirò sicura se non le vedrò uscire da lì. E poi, c’è anche molta gente che è stata coinvolta nell’esplosione…Anche se si tratta di una trappola…dobbiamo rischiare.
- D’accordo- Brock la lasciò andare.
- Io mi occuperò delle fiamme, tu pensa a far uscire la gente- poi si voltò verso l’altro ragazzo- Ash, avrò bisogno del tuo aiuto.
- Eh? Ah sì, sì- disse leggermente nervoso. Misty non ci badò e proseguì.
- Devi farti strada tra le fiamme e cercare di portare fuori Dawn e gli altri.
Ash fece cenno di sì, anche se pareva parecchio teso.
- Ci vediamo più tardi. State attenti- Brock si avviò dall’altra parte, verso la parte superiore dello Stadio, mentre Misty e Ash scendevano giù.
La ragazza si guardò intorno alla ricerca di una fonte d’acqua. Trovò un idrante poco più il là. Lo svitò con l’aiuto di Ash e fece riversare l’acqua sul fuoco, manovrandolo con il suo dominio.
Ash aspettò qualche minuto prima di esercitare il suo dominio. Sembrava indeciso sul da farsi.
- Ash, sei pronto?- lo chiamò Misty.
Il ragazzo fece cenno di sì e poi con dei movimenti delle braccia, creò una specie di galleria all’interno del fuoco e ci entrò dentro.
In pochi secondi aveva raggiunto il palco, o quel che ne rimaneva.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Ehi…- una voce risuonava nella sua testa.
Aprì gli occhi, avvertendo intorno a sé del calore. Vide il volto di un ragazzo. Spalancò gli occhi.
- Ma cosa…??- si guardò intorno confusa. C’era Melody che la guardava preoccupata e Drew chinato vicino a lei, nell’intento di svegliarla.
- Come ti senti?- chiese Melody.
- B-bene credo…- poi ebbe una fitta alla testa- Ahi, no, credo di aver preso un colpo…Ma cos’è successo?
- Non lo sappiamo. C’è stata solo un improvvisa esplosione che ci ha scaraventati a terra. Forse è lì che hai sbattuto la testa e hai perso i sensi.
- Oh, capisco…
- Fortuna che non sei stata sbalzata altrove- disse Drew alzandosi in piedi- Sarebbe stata una scocciatura venirti a cercare.
May fece per ribattere, ma Melody la interrupe prima.
- Non è il momento May. Non abbiamo ancora trovato Dawn- disse preoccupata- Temo che le sia accaduto qualcosa.
- Mh…- cercò di riprendersi- Misty e gli altri ci raggiungeranno tra un po’- disse May alzandosi- Nel frattempo cerchiamo di rimanere unite- si sistemò i guanti alle mani.
- Però Dawn…- Melody si avvicinò a lei, quasi cercando di non farsi sentire dal ragazzo- Potrebbe essere in pericolo…
May capì dal suo sguardo, cos’è che voleva dire. Era possibile che si trattasse di un attacco nemico. Guardò poi il ragazzo poco distante da loro.
- Non possiamo muoverci con Drew qui- disse May parlando anche lei quasi con un bisbiglio- E poi, se non è stato un semplice incidente, presto verremo attaccati.
- Allora dobbiamo allontanare più gente possibile. Con noi c’erano altri partecipanti. Sicuramente saranno anche loro in difficoltà.
- Sì, ma come facciamo con lui?
- Deve venire con noi.
- Che??- Melody le tappò la bocca.
- Zitta! Ascolta, so che l’idea non ti piace, ma Drew può esserci d’aiuto. Almeno finché non allontaneremo gli altri. Se dovremmo combattere, è meglio che non venga coinvolto nessuno. Misty direbbe questo, se fosse qui.
- Okey- sbuffò May.
- Avete finito di chiacchierare, voi due?- disse d’improvviso Drew- Pensiamo ad andarcene qui.
- Certo- disse Melody con un sorriso, che lasciò un po’ perplesso Drew- Incomincia a farci strada tu.
- Continuo a dire che è una pazzia- borbottò May.
- Zitta e cammina- rimbeccò Melody.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Sei una frana- disse una voce di un bambino, con l’eco di altri bambini dietro di lui- Non sei capace di far niente- e si voltò per andarsene, lasciando lì una bambina che piangeva.
Con il viso pieno di lacrime, la bambina si avviò verso casa sua. Una donna dai capelli blu l’accolse all’ingresso.
- Dawn- disse lei sorpresa e preoccupata- Cosa ti è successo piccola?
- Loro…mi dicono sempre che sbaglio…- piagnucolò lei e sfregando il braccio contro gli occhi- Non è vero…io ce la metto tutta…come posso fare?
- Oh…- lei si chinò per guardare in faccia la bambina- Non devi badare a quello che dicono gli altri.
- Però- lei la guardò- Mi paragonano a te, ma non sono brava in niente.
- Dawn…- cercò di calmarla, ma la bambina si spostò da lei.
- Sono stanca di essere paragonata a te! Perché devo essere io, tua figlia?- disse arrabbiata e fuggendo via.
- Dawn!- sentì la voce della madre in lontana, mentre correva alla cieca in un posto dove potesse starsene da sola.
Si rifugiò in un angolino del parco, ancora chiuso per lavori e si sedette per terra continuando a piangere.
Non ce la faceva più a venire considerata un incapace dai suoi compagni. Che colpa ne aveva lei se aveva una madre famosa? E che lei era continuamente con la testa tra le nuvole?
Poi sentì dei passi poco distanti da lei. Alzò lo sguardo e vide un bambino sorpreso quanto lei di trovarla lì.
- E tu cosa ci fai qui?- chiese il bambino dai capelli castani.
La bambina con uno sguardo arrabbiato, cercò di asciugarsi dalle lacrime con le braccia e alzandosi fece per allontanarsi.
- Aspetta, dove vai?- il bambino fece un passo avanti.
- Che ti interessa? Perché non sei con gli altri?
- Mi ero stancato- disse lui semplicemente alzando le spalle.
La bambina non fece commenti e avanzò un altro passo per andarsene.
- Perché stai piangendo?
Dawn si voltò con ancora il viso rigato dalle lacrime. Era arrabbiata con il bambino. A volte la sua semplicità era disarmante.
- E’ colpa vostra!
- Ah sì?- la guardò senza capire.
- Sì! Non è colpa mia se non sono brava come mia madre! Non sono lei!
Il bambino la guardò sorpreso.
- Certo che lo so. Tu sei Dawn- rispose con semplicità.
La bambina per poco non lo strangolava. Come poteva essere così ottuso?
- Non capisci! Tutti vogliono che io sia all’altezza della fama di madre! Lei è diventata famosa con i concorsi, lei è una brava dominatrice…io invece…- chinò la testa, quasi sul punto di riprendere a piangere.
- Che domande…tu sei tu e tua madre è tua madre- disse il bambino- Chi ti dice che dovete fare le stesse cose?
- Però gli altri…
- Oh, gli altri…- alzò le spalle- Lasciali perdere. Parlano tanto, ma la verità è che sono invidiosi.
Dawn alzò lo sguardo per guardarlo.
- Tu pensi che…sia un imbranata?
- Tu sei goffa- rispose lui, ancora con semplicità. Dawn abbassò la testa- Ma questo non significa che non sei in grado far niente. Semplicemente, devi cercare la tua strada.
- La mia strada?- lo guardò con curiosità.
- Che ne so?- alzò lo sguardo- Medico, pilota, botanico, supereroe…
- Ma che…?
- Diventare un supereroe sarebbe troppo emozionante- disse lui con un sorriso- O anche un torero…
- Torero?- lo guardò confusa. Ad un certo punto si chiedeva se stessero parlando della stessa cosa, mentre vedeva lo sguardo del bambino viaggiare nell’immaginazione.
- Sì, sì, ti immagini? Tutta la folla lì ad applaudirti e…- si fermò, come appena svegliatosi dai suoi sogni e la guardò- Piuttosto, cosa ci facevi qui?
- Io?- lo guardò incerta- Ho litigato con mia madre e sono scappata qui.
- Che? E perché l’hai fatto?
Dawn abbassò lo sguardo.
- Credo di aver esagerato…
- E allora perché sei ancora qui?
- Eh?
- Se sai di aver esagerato, perché non vai a chiederle scusa?
- …forse hai ragione- si voltò- Vado da lei.
- Brava- fece cenno di sì- E la prossima volta ricordati di portarmi un dolce.
- E perché?
- Be’, a quest’ora i miei cugini si saranno mangiati la mia merenda- disse lui con un’aria sconfitta.
Dawn sorrise un po’ dispiaciuta e un po’ divertita dall’espressione del bambino.
- D’accordo…- lo salutò e corse verso casa.
Sulla strada del ritorno, vide una donna chiamare il suo nome, con ansia nella sua voce. Poi si fermò quando la vide arrivare.
La bambina accelerò il passo e corse in braccio alla donna.
- Mamma, perdonami!- disse piangendo.
- Tranquilla, Dawn- disse la donna dolcemente- Va tutto bene…
- Mamma…- la strinse forte e la guardò sorridendo. La donna ricambiò il sorriso.
Però subito dopo, l’’immagine della donna iniziò a svanire pian piano, facendo spazio a delle alte fiamme.

- Dawn!
- Ahhh!- urlò lei, abbracciandosi istintivamente alla persona.
- Dawn…- lei riconobbe la voce e lo guardò- Come va? Stai bene?
- Ash…- disse lei leggermente sconvolta. Si guardò intorno senza capire- D-dove siamo?- chiese senza staccarsi da lui.
- All’interno dello stadio…- poi il suo sguardo sembrò incerto- Un esplosione…
- Io ricordo solo che ero sul palco…- scosse la testa- E’ stato terribile- guardò le fiamme che coprivano la sua visuale- Dove sono gli altri?
- Ci stanno aspettando- disse Ash- Devo portarti via di qua. Riesci a camminare?
Dawn provò ad alzarsi, ma sentì un forte dolore alla gamba.
- Mi fa male…- disse lei, accasciandosi di nuovo a terra.
- In questo caso ti porto io- la caricò sulla sua spalla.
Chi se lo sarebbe aspettato? Lui che si portava in spalla una persona. Non era proprio il suo modo di fare. Ma quello non era il momento per farsi scrupoli.
- Ma come farai a camminare in mezzo a queste fiamme?
- Dimentichi che sono un dominatore del fuoco- disse lui con un sorriso.
Le fiamme indietreggiarono facendo spazio ad Ash e Dawn. Ma non poterono avanzare di molto.
- Guardate, c’è qualcuno- disse una voce.
Ash si bloccò, vedendo giungere tre figure, che attraversavano le fiamme con tranquillità.
- Dei superstiti- disse un’altra voce.
- A quest’ora dovevano essere stati già carbonizzati. Lo dicevo io che eravamo stati troppo delicati con loro.
- Chi sono?- chiese Dawn, ma il ragazzo non rispose- Ash…cosa facciamo?- le sussurrò Dawn intimorita.
Il moro indietreggiò preoccupato. Come temeva, erano loro. Però per quale motivo si trovavano lì? Se lo avessero riconosciuto e chiamato per nome? Con Dawn lì ad ascoltare, la sua copertura sarebbe saltata. Avrebbero mandato in fumo il suo obiettivo dopo tanta fatica.
Non doveva succedere.
- Ah, stanno scappando!
Ash fece retromarcia e prese un’altra strada. Doveva allontanarsi il più possibile. Sapeva che in quelle condizioni, Dawn non poteva combattere e lui non doveva farsi scoprire.
Cosa poteva fare? L’unica era trovare gli altri.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Presto, presto!- disse un ragazzo dalla carnagione scura, facendo segno agli altri di seguirlo verso l’uscita.
- Ahhh!- gridò una donna, vedendosi venire addosso un masso. Brock agì subito e sballottò via il masso.
- Tutto bene? Segua gli altri- disse Brock sbrigativo.
In altre occasioni, non avrebbe perso tempo a fare il cascamorto con quella bella donna, ma quello non era proprio il momento ideale per fare del corteggiamento.
Si guardò intorno, la situazione era abbastanza problematica. Anche se le persone stavano uscendo dallo stadio, rimaneva il problema del capire con chi avevano di fronte. E poi, anche il fatto di stare separati dal gruppo, li rendeva in difficoltà.
Voleva fare in fretta, così da poter raggiungere gli altri ed elaborare un piano.
- Serve aiuto, amico?- disse una voce. Brock si voltò verso due signori che gli si avvicinavano.
- Voi chi siete?- chiese lui dubbioso.
- Amici- disse uno dei due. A Brock gli parve di averli già visti da qualche parte. Poi la risposta gli venne da sola, quando vide le due persone utilizzare il dominio della terra e della roccia per creare altre uscite.
- Voi stavate partecipando al concorso.
- Sì- disse uno dei due- E’ ammirevole che stai cercando di aiutare queste persone. Ben pochi lo avrebbero fatto.
- Però mi pare che tu abbia fretta, devi raggiungere qualcuno?
- Sì- disse Brock incerto, mentre lui e i due signori aiutavano altra gente ad uscire- Devo raggiungere i miei amici…si trovano vicino al palco.
- Al palco?- disse il signore sorpreso, vedendo in lontananza le fiamme- In questo caso…vai pure- dissero i due sorridendo- Ci pensiamo noi qui. Raggiungi i tuoi amici. Avranno bisogno del tuo aiuto.
- Ma…- disse dubbioso.
- Dai, vai.
- Eh…d’accordo- si voltò- Grazie- e se ne andò.
Misty nel frattempo era alle prese con le fiamme che non accennavano a diminuire.
“C’è qualcuno che sta mantenendo vivo il fuoco”- pensò Misty mentre continua a riversare l’acqua sulle fiamme- “Cosa staranno facendo gli altri? Ash avrà raggiunto le altre? Non sono ancora usciti…”
Era difficile cercare di manovrare l’acqua, quando i suoi pensieri erano concentrati sui suoi amici e della possibile minaccia che li attendeva.
Poi un asse di legno in fiamme si staccò e precipitò verso Misty. Prima che lei potesse agire, una folata di vento fece deviare la caduta dell’asse. La ragazza si voltò, credendo di trovarsi Melody.
- In difficoltà?- disse la voce di un ragazzino dai capelli viola. Dagli abiti che indossava, capì che si trattava di uno dei partecipanti- Ho visto cosa stavi facendo e non potevo far finta di niente. C’è qualcuno lì dentro?
- Io…sì- fece cenno di sì- I miei compagni…vorrei raggiungerli, ma le fiamme sono troppo alte.
- Niente paura, piccola- disse la voce di un uomo, un po’ calvo e vestito un po’ da hippy- Anche io sono un dominatore dell’acqua. Posso sostituirti io.
- Eh? Ma…
- Misty!- Brock la raggiunse in quel momento.
- Brock! Cosa ci fai qui? E la gente?
- Ci stanno pensando due dominatori. Poi ti spiego. Ash e gli altri?
Misty fece cenno alle fiamme.
- Sono ancora lì dentro.
- Pensi che li abbiano già attaccati?
- Io…spero di no.
- Non so di che state parlando, ma se avete bisogno di aiuto, contate su di noi- disse l’hippy.
- Sì, ci sono altri volontari che vogliono darvi una mano- disse il ragazzino dai capelli viola- Se dovete andare ad aiutare i vostri amici, andate pure.
Misty guardò Brock. Si scambiarono un cenno d’intesa.
- D’accordo…grazie- i due si voltarono verso le fiamme. Misty fece cadere sulle loro teste dell’acqua e quando il dominatore dell’aria soffiò sulle fiamme, creando un entrata, i due si addentrarono dentro.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Si può sapere chi sono??- disse May correndo più che poteva.
- E che ne so io??- disse Melody, anche lei correndo.
Insieme a loro c’era Drew e altre tre persone, incontrate nel loro percorso. Da quando avevano iniziato a muoversi, erano stati attaccati da qualcuno, solo che non riuscivano a vedere chi era, né quanti erano. Sapevano solo che erano dominatori del fuoco, per come si muovevano con facilità tra le fiamme.
- Non va bene così- disse Melody fermandosi giusto in tempo per bloccare un attacco dall’alto- Finiranno per esaurirci, prima ancora di riuscire ad uscire da qui.
- Vuoi arrenderti di già?!- disse May, calciando a terra il piede e provocando una lunga crepa in direzione di una figura. Quella si scansò subito e scomparve di nuovo.
- Non dico questo!- disse Melody- Come faremo se ci vorranno attaccare frontalmente?
- Che vengano pure! Io li aspetto.
- Non essere così cocciuta May!- disse Melody arrabbiata- Ci troviamo da sole, con altre persone che non c’entrano niente. Che facciamo se si fanno male a causa nostra?!
- Preferisci allora scappare?!
Due liane in quel momento si strinsero intorno alle loro vite e le sollevarono lontano da lì. Giusto in tempo per vedere un masso infuocato, cadere proprio dove erano ferme un attimo prima.
- Insomma! Vi sembra questo il momento di litigare!- disse Drew irritato, lasciando libere le due ragazze dalle liane.
- Drew…- disse sorpresa May.
- Se non ve ne foste accorte, non siamo ancora riusciti a metterci in salvo- si voltò e guardò le altre persone che si erano stretti tra di loro per la paura- Tutto bene?
Loro fecero un debole cenno di sì. Una ragazza dai capelli castani corti lo guardò preoccupata.
- Ma cosa succede?- chiese lei- Perché qualcuno ci sta attaccando? Ho paura…
- Non lo so perché ci attaccano, ma non vi succederà niente. Troveremo il modo di uscire- disse lui, cercando di rassicurarli. Poi si voltò verso le due ragazze- Giusto? Ammesso che voi due non la smettiate di litigare.
May e Melody si guardarono. Sì, aveva ragione. Non era il momento per mettersi a litigare.
- Sì, scusate- dissero le due dispiaciute.
- Bene. Andiamo, presto- s’incamminò per primo, facendo strada agli altri. Melody e May rimasero per ultime.
- May, non possiamo litigare in eterno- disse Melody a voce bassa.
- …sì.
- Ora che Misty non è con noi, dobbiamo cercare di andare d’accordo.
- Sì.
- Perciò…
- Ho capito- la guardò- Dobbiamo separarci da loro.
- Mh- fece cenno di sì- Con Drew saranno più al sicuro e così almeno i nostri nemici attaccheranno noi e non loro. Solo che…poi rimarremo sole. Non sappiamo cosa ci succederà.
- E’ un rischio, ma dobbiamo farlo. E poi…- le sorrise- Sono sicura che gli altri staranno già venendo a cercarci.
- Hai ragione- le sorrise anche lei.
Drew si voltò e si fermò, quando si accorse che le due ragazze si erano fermate.
- Che state facendo ancora lì impalate? Non ricomincerete di nuovo, spero.
- No, c’è un cambiamento di programma- disse May.
- Eh?
- Drew, tu devi proseguire e portare in salvo queste persone. Noi ci occuperemo di distrarre quelli che ci stanno attaccando.
- Ma che stai dicendo? Siete impazzite? Perché vorreste fare una cosa così sciocca!
- Noi dobbiamo farlo- disse Melody- C’è qualcuno che ci sta aspettando da qualche parte.
- Però…
- Torneremo, tranquillo- disse May- Non ci succederà niente. Siamo dominatrici esperte, sai?- cercò di dirlo con un sorriso- Mi raccomando, occupati di loro.
- Aspettate…
Le due ragazze si voltarono.
- Muoviti Drew!
- Che testarde…- disse Drew sospirando e tornò dal gruppo- State attente.
- Lo siamo sempre state- ridacchiò May e guardò Melody- Giusto?
- Chissà- alzò le spalle e tornò seria- Ci siamo…
- Sì.
May e Melody utilizzarono i loro domini in un attacco combinato, creando una piccola esplosione.
- Su, fatevi vedere!- gridò May- Sappiamo che siete qui intorno!
- Se cercate noi, venite a prenderci!
Silenzio. Le due si guardarono intorno agitate. Non vedevano bene tra quelle fiamme e sapevano che potevano attaccarle in qualsiasi momento, e infatti subito dopo si dovettero scansare per evitare un attacco di fuoco.
- Ottimo, sono qui!- disse May.
- Bene, e ora…
- Scappiamo!!- le due ragazze si misero a correre in direzione opposta da quella presa da Drew. Sentirono dei passi veloci dietro di loro. Non ci volle molto per capire che il loro piano stava funzionando, le stavano seguendo.
- Spero solo che riusciremo ad uscirne sane- disse Melody correndo.
- Certo che sì, in fondo siamo il Team Luce, no?
- Sì.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Ash correva più che poteva, ma la stanchezza iniziava a farsi sentire. Tutto intorno a loro era un’unica fiamma, non si vedevano vie di fuga. Non sapeva dove dirigersi, per non incontrare quelle tre persone.
- Si cerca di scappare, eh?- disse la voce di uno dei tre- Bravi, scappate, scappate. Dovete aver paura di noi!
- Ma purtroppo per voi, non c’è via di fuga da noi- disse un’altra voce con una risatina.
- Ash, lasciami scendere- disse Dawn- Così non faranno che prenderci tutte e due. Devi scappare e lasciarmi qui.
- Non dire assurdità!- disse lui.
- Però…
- Senti Dawn, non ho intenzione di abbandonarti qui!
- Eccovi qui- da tre fiamme, comparvero tre persone- La corsa è finita.
Ash fermò la sua corsa e guardò preoccupato il trio. Erano coperti da dei lunghi mantelli, che non li facevano vedere in viso, ma era quasi certo di averli riconosciuti dal timbro della voce.
Sperò che dato il casino che c’era intorno a loro, non vedessero il suo viso.
- E’ lodevole che siate resistiti tra le fiamme, ma avete solo prolungato la vostra morte- uno dei tre, al centro, allungò il braccio e una fiamma uscì dalla sua mano, colpendo Ash e Dawn in pieno, che finirono per cadere a terra.
Dawn aprì gli occhi per prima e si avvicinò al ragazzo, scotendolo.
- Ash, Ash…svegliati- disse lei terrorizzata. Il ragazzo sembrava aver perso i sensi, dopo aver ricevuto il colpo.
- Guarda A.J…- disse una voce- E’ ancora viva. Sei stato troppo delicato.
- Non preoccuparti, dopo un altro dei miei potenti colpi, li ridurrò in cenere.
Uno dei tre si stava avvicinando pericolosamente a loro e aveva in mano una fiamma.
- Ash…oh, no- il viso di Dawn impallidì nel vedere così vicino il loro nemico.
Cercò disperata di muovere qualche liana d’erba, ma fu subito bruciata davanti ai suoi occhi.
Aveva paura, molta paura. Era lì da sola, Ash era svenuto e lei non aveva la forza per combattere. Tutto intorno a loro solo fiamme, non c’era via di fuga. Era la sua fine. Chiuse gli occhi, stringendo forte il braccio di Ash.
- Nooo!

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Capitolo 16
*** Cap. 15 ***


Non stupitevi se aggiorno velocemente (perchè chi mi conosce, sa quanto sono lenta nell'aggiornare XD), la verità è che questa fic l'avevo iniziata a scrivere tempo fa e quindi ho un po' di capitoli già pronti. Buona lettura ^^

Blue Bird Illusion
Cap. 15


- Guarda A.J…- disse una voce- E’ ancora viva. Sei stato troppo delicato.
- Non preoccuparti, dopo un altro dei miei potenti colpi, li ridurrò in cenere.
Uno dei tre si stava avvicinando pericolosamente a loro e aveva in mano una fiamma.
- Ash…oh, no- il viso di Dawn impallidì nel vedere così vicino il loro nemico.
Cercò disperata di muovere qualche liana d’erba, ma fu subito bruciata davanti ai suoi occhi.
Aveva paura, molta paura. Era lì da sola, Ash era svenuto e lei non aveva la forza per combattere. Tutto intorno a loro solo fiamme, non c’era via di fuga. Era la sua fine. Chiuse gli occhi, stringendo forte il braccio di Ash.
- Nooo!- echeggiò il grido della ragazza.
Il ragazzo aprì gli occhi, giusto in tempo per vedere la persona scagliare su di loro il suo attacco.
Si rese conto di non poter più fare niente.
- Ahhh!- la persona fu scagliata indietro da un getto d’acqua e gli altri due fecero la stessa fine, dopo che due massi si scagliarono su di loro.
Ash guardò sorpreso i due ragazzi che erano comparsi all’improvviso e che si erano messi davanti a loro.
- Per un soffio…- dissero i due con il fiatone per la corsa.
- M-Misty…Brock- disse Dawn aprendo gli occhi in lacrime.
- State bene ragazzi?- chiese Brock, aiutando Ash ad alzarsi- Scusate il ritardo.
- No, siete giunti in tempo- disse Ash- Grazie.
- Dawn, ti sei fatta male?- chiese Misty chinandosi e notando il rossore alla gamba della ragazza.
- S-sì…- disse Dawn chinando la testa. Nonostante fosse felice che li avessero salvati, si sentiva comunque in colpa di non essere riuscita neanche a proteggere Ash, dopo che lui l’aveva aiutata.
- Mh, l’importante è che stiate bene- disse Misty.
- Dobbiamo andarcene da qui, prima che quei tizi si riprendano- disse Brock, portandosi sulle spalle Dawn.
- Non abbiamo trovato ancora Melody e May.
- Ci penso io a recuperarle- disse Ash.
- Non se ne parla- disse Misty- Sei stanco e non sappiamo quanti siano i nostri nemici.
- Sono in sette, sono dei dominatori del fuoco. Gli altri potrebbero aver già attaccato Melody e May mentre parliamo- disse Ash, lasciando sorpresi i suoi compagni.
- Come fai a…?- iniziò a dire Misty, ma non riuscì a terminare, che altre fiamme furono lanciate verso di loro. La ragazza creò una barriera d’acqua, che impedì alle fiamme di raggiungerli.
- Misty, cosa facciamo?- chiese Brock. Misty sembrava in difficoltà. Non sapeva cosa fare. Poi pensò alle parole di Ash- Se sono così tanti, non possiamo combattere contro di loro- guardò il bruno- Brock, Ash, portate Dawn al sicuro.
- E tu?- chiese Brock.
- Li distrarrò, finché non sarete lontani.
- Allora io rimango- disse Ash, mettendosi al fianco della ragazza.
- Non puoi combattere, Ash!
- Ho ancora energie!- disse Ash irritato- Sono un dominatore del fuoco e questo è il mio elemento!
Misty lo guardò ancora sorpresa, poi tornò seria.
- E sia…Brock incomincia ad andare- lui li guardò incerto.
- Sì…state attenti- si avviò di corsa.
Dawn si voltò per guardare i due ragazzi, prima che il fuoco coprisse nuovamente la sua visuale. Strinse forte la maglietta di Brock e tremò leggermente, appoggiando la testa sulla schiena del ragazzo. Notò le braccia del ragazzo che erano leggermente bruciate qua e là. Già, lui non era un dominatore del fuoco, non poteva evitare le fiamme.
Brock sentì che la ragazza si era aggrappata saldamente alla sua maglietta.
- Dawn…stai tranquilla- disse lui cercando di confortarla- Ti porterò fuori di qui. Non ti succederà niente.
Dawn non rispose, ma fece un leggero cenno con la testa.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Misty guardò Ash, poi verso le fiamme.
- Ash…tu hai visto chi ci ha attaccato?
Ash si irrigidì. Senza volerlo, aveva parlato troppo.
- Eh…credo di sì.
- Prima mi parevi convinto. Sai chi sono?
- Io…non so…- disse lui nervoso.
- Accidenti, mi sono spettinata- disse una voce e subito dopo le tre figure ricomparvero dalle fiamme.
- Mh, mi sembrate un po’ troppo bravini, per essere dei semplici concorrenti a questo stupido concorso.
- E voi, non sembrate degli innocui spettatori- disse Misty.
- Eh, hai ragione…In effetti siamo qui per un controllo.
- Dobbiamo assicurarci che non ci siano dei ribelli tra i partecipanti.
- Quindi, voi siete…- Misty li fissò.
- Il Team Magma, carina- ridacchiò uno di loro.
- In questo caso…- creò delle sfere di acqua- non ci andrò leggera!- e le lanciò contro di loro.
I tre si scansarono, ma uno finì per essere colpito.
- Ah, ah, ah…che idiota che sei Richie. Ti ha fatto un bel bagno- ridacchiò uno.
Ash ebbe un sussultò. Ora riusciva a vedere meglio i suoi avversari.
- Zitta Giselle!- disse la voce di quello- Se non ti fossi messa in mezzo, sarei riuscita a spostarmi.
- Comunque, questo dimostra che siete dei rivoltosi…o solo dei gran stupidi- disse il terzo, A.J., guardando Ash e Misty- Sfera di fuoco!- e lanciò il suo attacco.
Ash e Misty si spostarono, ma non fecero in tempo a rilassarsi, che gli altri due gli furono già addosso.
- Prendi questo, carina!- la persona che si rivelò essere una ragazza, afferrò Misty per il braccio e la sbatté a terra.
Ash cercò di andare in aiuto della ragazza, ma gli si parò davanti un altro.
- E tu dove pensi di andare?- lo attaccò- Mi offendo se ci ignori.
Il moro fu sbalzato via dal colpo. Misty nel frattempo cercò di contrattaccare, con degli attacchi d’acqua. Ma era difficile l’utilizzo dell’acqua in una zona piena di fuoco. Ne aveva giusto abbastanza per qualche attacco, poi si sarebbe dovuta arrangiare con la sola forza.
Ash si rialzò e colpì A.J. ma il colpo sembrò non fargli effetto. A.J. sorrise beffardo.
- Tutto qui ragazzo? E’ questa la tua forza? Mi deludi- lo afferrò e lo lanciò avanti.
Ash si rialzò e tornò all’attacco. Dall’altra parte Misty era alle prese con Giselle. Un colpo andò a segno e colpì la ragazza. Giselle però si rialzò subito.
- Dominatrice dell’acqua…- disse lei scrutandola.
- Sì, e allora?- disse Misty in tono di sfida.
- Non mi è mai piaciuta la tua gente. Sono solo fastidiosi.
- E voi solo degli assassini!
- Oh, ma che grosse parole- disse lei movendosi una ciocca- Mi sembri arrabbiata. Per caso ricordi qualcuno che è morto contro di noi?- sorrise divertita- Sappi allora che abbiamo fatto un favore all’umanità. Gente come voi, deve essere distrutta da noi.
- Zitta!!- Misty mosse le braccia e le lanciò un attacco d’acqua. Giselle si preparò a riceverlo e lo contrastò con facilità.
- No…- Misty guardò preoccupata il suo attacco sfumare.
- Piuttosto deboluccio…
Un buon dominatore dell’acqua, deve essere in grado di utilizzare i suoi attacchi senza distrarsi. Altrimenti, il suo dominio ne risente.
Misty ricordò le parole di Ivi.
“Già, quando mi agito, i miei colpi sono meno efficaci. Devo, devo calmarmi…”
- Mh…Quel braccio è solo una scocciatura- disse Giselle con una strana luce negli occhi.
Misty non fece in tempo a reagire, che Giselle le fu subito addosso, afferrandola per il braccio e stritolandolo, facendo cadere la ragazza a terra.
- Ahhh!- gridò.
- Misty!- Ash si voltò e vide Misty per terra, che tremava e si teneva stretto il braccio destro. Pareva molto provata dal dolore.
- Il…braccio…- tentò di dire Misty, mordendosi le labbra dal dolore.
- Oh, poverina…- ridacchiò l’altra ragazza, portandosi davanti alla bocca il dorso della mano- Ti ho fatto male? Mi sa che ti ho fratturato il braccino.
- Ti ho già detto di non distrarti!- A.J. balzò addosso ad Ash e lo fece cadere a terra.
- Gnnn…- Ash cercò di muoversi, ma l’altro ragazzo gli si era seduto sopra la schiena e gli bloccava qualsiasi movimento- Levati!
- Ah, ah, ah…divertente. Tu che ordini a me? Visto che sei tanto preoccupato per la tua amica, guarda che fine fa.
Ash vide la ragazza tentare in qualche modo di alzarsi, mentre Giselle la guardava divertita. Cosa poteva fare Misty in quelle condizioni? Non poteva neanche utilizzare il suo dominio, ora che il suo braccio le faceva male.
- Ih ih, sembri un verme che striscia per terra. Sei debole, così come tutti quei dominatori dell’acqua. Vi possiamo schiacciare in qualsiasi momento.
- Io…non sono…- strinse forte la mano e cercò di alzarsi con una spinta e lanciarsi contro l’altra ragazza- …debole!- le tirò una testata all’addome. Giselle cadde indietro, seguita a ruota da Misty, che non riusciva a tenersi in piedi.
- Oh, ha grinta la ragazza- disse divertito A.J.- Peccato che non resisterà.
Misty ansimò per lo sforzo che aveva fatto e per il dolore al braccio che non cessava.
- Piantala di divertirti A.J.- disse Richie- Eliminalo una buona volta. Io mi occupo di lei- si avvicinò alla ragazza stesa a terra.
Misty alzò gli occhi e vide Richie vicino a lei con la mano puntata.
Non poteva scappare via, né tanto meno muoversi dopo l’ultimo sforzo. Si sentiva totalmente inerme.
- La…scia…la…- mormorò Ash.
A. J. guardò sotto di lui. Il ragazzo sembrava aver smesso di agitarsi, ma poi notò qualcosa che lo sorprese. Intorno al moro percepì una strana aurea. Prima ancora di poter dire qualcosa, fu sbalzato via.
- Ahhh!
- Cosa diavolo…?- Richie si voltò e vide il moro che si era alzato in piedi.
Ash agì subito e corse verso Richie. Il castano lo guardò pochi istanti prima che lo raggiunse. Vide qualcosa in lui che lo sorprese, ma non fece in tempo a prepararsi che Ash gli sferrò un forte pugno, facendolo volare via.
- Ma da dove ha preso quella forza?- A.J. si alzò in piedi e corse incontro al moro.
- No, aspetta!- gli gridò Richie, ma fu inutile. A.J. cercò di colpirlo con un pugno infuocato, ma lo schivò. Ash gli afferrò il braccio e lo bloccò.
- Eh?- A.J. lo guardò sorpreso.
- Ora ti faccio vedere io, cosa si prova a essere immobilizzati!- Ash lo fissò, mentre con la mano gli stringeva forte il braccio.
- Cos…?! Lasciami!- però fu inutile. Stranamente quel ragazzo era molto più forte di lui. Notò poi qualcosa negli occhi del ragazzo, che lo fece rabbrividire. Sembravano essersi colorati di giallo. Spalancò gli occhi a quella visione e nello stesso istante sentì un dolore forte provenire da dentro il suo braccio- Ahhh!- gridò.
Ash lo lasciò andare e A.J. indietreggiò, sostenendosi il braccio. Ash pareva calmo di fronte al dolore dell’altro ragazzo.
- Cosa…cosa cavolo mi hai fatto?- lo guardò spaventato. Ash non rispose- Ti ho detto di…!- non terminò la frase, perché di rese conto di non riuscire più ad attaccarlo. Si guardò la mano spaventato. Il fuoco non usciva più dal suo palmo.
Ash lo afferrò e lo lanciò lontano. Richie gli fu dietro subito dopo. Ma neanche lui riuscì a colpirlo, perché Ash si scansò e gli lanciò una sfera di fuoco. Richie riuscì a evitare il colpo, ma con difficoltà, era stato colpito solo sul fianco. Si fermò per prendere fiato, mentre vedeva a distanza il ragazzo.
“Ma chi è”?- pensò preoccupato Richie. Qualcosa gli diceva che doveva stare attento.
Ash riprese a muoversi e gli fu subito addosso. Lo scontro proseguì a colpi di fuoco.
- Cosa cavolo…- Giselle si svegliò e ricordò il colpo che aveva ricevuto- Quella dannata!- si guardò intorno, vide A.J. steso a terra e Richie alle prese con un combattimento con quel ragazzo. Poi notò subito accanto a lei la ragazza sdraiata a terra, ma evidentemente ancora viva dal sospiro affannato che sentiva- Ah! Non ti rimangono più energie, eh?- si alzò e la raggiunse- Ecco qua- l’afferrò per il codino, tirandola su.
- Ahiahia!!- si lamentò Misty. Cercò di sfuggire alla sua presa, ma il braccio fratturato le impediva di muoversi.
- Così impari a farmi arrabbiare, ragazzina!- continuò Giselle- Non si gioca con il Team Magma.
Misty sentì sotto le ginocchia il terreno che iniziava a tremare. Un sorriso le si formò sul viso. Aveva recuperato un po’ d’energia. Era il momento di agire.
- E chi gioca?- disse lei in tono di sfida, proprio quando un pezzo di terra si staccò da sotto e andò a sbattersi contro il viso di Giselle.
- Ahh!- lasciò subito andare il codino di Misty e si portò le mani sul viso- Il mio bel viso! Nooh!
Nello stesso istante, Misty si alzò in piedi con l’energia che le rimaneva e velocemente le tirò un potente calcio. Giselle fu sbalzata più in là.
- Grazie May- disse Misty, alla persona che stava uscendo dalle fiamme, seguita da un’altra.
- Di niente- disse May sorridendo, poi notò il suo braccio- Ah! Ma cosa ti è successo?
- Oh…solo una caduta- disse Misty toccandosi istintivamente il braccio. Le faceva molto male- E voi come state?
- Un po’ indolenzite e stanche…vi avremmo raggiunti prima, ma…
- Ci hanno attaccato- disse Melody seria- Ma siamo riusciti a dileguarci per raggiungervi.
- Capisco. C’erano altre persone con voi?
- Sì, Drew. Era con noi pochi minuti fa, ma ci siamo divisi- disse Melody- Ha portato in salvo le altre persone, mentre noi continuavamo a cercarvi. Ash dov’è?- chiese poi e Misty indicò Ash nel momento in cui lanciava un suo colpo ad uno dei loro nemici, atterrandolo a terra.
- Che forte- disse sorpresa Melody- Da quando Ash ha quella forza?
Il moro si fermò prendendo fiato e lentamente si calmò. Si voltò per vedere Misty e vide presenti anche Melody e May.
- Siete arrivate- disse lui.
- Sì, ma a quanto pare te la stai cavando egregiamente- disse May.
- Ahhh, che schifo, che schifo!- disse una voce stridula. I ragazzi si voltarono preoccupati.
- Calmati Giselle, è solo terra!
- La mia povera faccia. Non posso farmi vedere!
- Smettila di lamentarti e combatti!
- No, quella strega mi ha fatto male! Non posso muovermi!
- Richie, neanche io posso combattere- disse A.J.- Quel tizio deve avermi bloccato il flusso del fuoco.
- Cosa? Com’è possibile?!
- Qualche problema?- disse May con un sorriso- Noi siamo pronti per combattere.
Il ragazzo di nome Richie, sembrò riflettere con difficoltà, quando finalmente qualcuno parlò.
- Lasciali perdere Richie- disse una voce, che sembrò provenire da una ricetrasmittente al polso del castano- Mi sono divertito abbastanza. Possiamo anche andarcene.
Ash riconobbe la voce che proveniva dall’apparecchio, ma non disse nulla.
- D’accordo- disse Richie e schiacciò un pulsante che spense la comunicazione- Raggiungiamo gli altri- poi guardò il ragazzo dai capelli neri e per alcuni secondi lo fissò.
Sembrava molto curioso di sapere chi fossero quei ragazzi, in particolar modo il moro.
- Te ne pentirai amaramente per quello che mi hai fatto!- disse Giselle puntando il dito verso Misty- Ci rincontreremo molto presto carina, e non sarò più così indulgente con te!
- Lo stesso vale per tutti voi- disse A.J.- Vi siete cacciati in un brutto guaio! Nessuno sopravvive dopo averci incontrato!
- Oh, che strano…- disse May- A me pare che sono ancora viva- si guardò e poi guardò Melody- Che dici? E’ un illusione o questi sono dei perfetti idioti?
- Cos…?!- il ragazzo arrabbiato, fece per vendicarsi dell’offesa, ma Richie lo bloccò.
- Fermo. Perderesti sicuramente in questo momento.
- Ma…
- Andiamo. Ti vendicherai la prossima volta- i tre si voltarono e le loro sagome sparirono tra le fiamme.
Le fiamme più alte che mai, pian piano diminuirono, quando loro furono abbastanza lontani.
- Oh-uff!- Melody si lasciò cadere per terra- Per poco May non ci faceva combattere un’altra volta!- la guardò- Perché per una volta non puoi stare zitta, invece di provocarli? Non vedi come siamo ridotti male?
- Io ero pronta a combattere!- disse May.
- Certo, come no. Dopo la botta che hai preso, non hai più una buona mira.
- Ma che dici!
- Dico la verità May. E’ stata una fortuna che quei tizi di prima non ci abbiano raggiunto, altrimenti non ci saremmo salvate.
May abbassò lo sguardo. Sapeva che Melody aveva ragione.
- Ragazzi, andiamocene anche noi. Gli altri ci staranno aspettando- disse Misty alzandosi in piedi- Ash?- si voltò a guardarlo. Era assorto nel fissare un punto tra le fiamme, come se ci fosse qualcuno dietro- Ash…- lo prese per mano, dalla parte del braccio che non le faceva male. Lui sussultò.
- C-cosa c’è?
- Andiamo…- disse lei trascinandolo via.
Una volta usciti dalle fiamme e dalle macerie, videro un gruppo di persone intenti a spegnere le ultime fiamme. Erano dominatori di più elementi e lavoravano tutti insieme.
- Siete tornati!- disse Brock sollevato- Ci siete tutti, meno male. Come state?
May diede un occhiata a Drew, che era insieme agli altri e pareva guardarli con un sorriso sollevato.
- Ma cosa è successo lì dentro?- chiese un dominatore della terra.
- Ci è sembrato di vedere qui intorno dominatori del fuoco…erano del Team…- disse un altro e abbassò un po’ la voce- Team Magma?
- Ecco…- Misty e gli altri si guardarono incerti.
- Ma allora sono stati loro a provocare l’esplosione!- disse il ragazzino dai capelli viola, dominatore del vento- E voi vi siete scontrati con loro!
I presenti si guardarono tra di loro sorpresi e meravigliati. Un sorriso spuntò sui loro visi.
- Bravi! Li avete fatti scappare via!- disse l’hippy, dominatore dell’acqua.
- D-diciamo di sì…- disse incerta Melody.
- Ma chi siete?
Misty guardò Brock e sorrisero un po’ impacciati.
- Dei semplici viandanti…- risposero i due.
- Che forza! Dovete essere in gamba, allora.
- Già, per poter fronteggiare il Team Magma, siete molto coraggiosi.
- O molto stupidi- disse Drew, terminando la frase. May lo guardò storto.
- Ehi! Nel caso non te ne fossi accorto, noi siamo molto bravi!
- Lo vedo…- alzò le spalle- E’ per questo che ti esce sangue dalla testa?
- Eh?- sentì un rivolo di liquido scivolarle sulla fronte- Ahh, ahh!- si agitò.
- Calma May, è solo un po’ di vernice che ti è colata addosso- disse Misty, controllando il liquido.
May controllò lei stessa, poi guardò l’espressione divertita di Drew.
- Drew! Io ti…- ma non fece in tempo a terminare, che la vista le si annebbiò e si lasciò cadere.
- May!- Misty cercò di trattenerla, ma il braccio ferito le impedì di muoversi bene.
- E’ svenuta- disse Brock avvicinandosi a lei e alzandola da terra.
- Sarà per il colpo che ha preso- disse Melody e sospirò- Quella ragazza dovrebbe fare più attenzione. Che sarebbe successo se si fosse veramente ferita alla testa?
- In ogni caso, dovremmo riposarci anche noi adesso- disse Brock- E fare prima un salto all’ospedale.
- Sì, ma dove si troverà? Io non ne ho visti di vicini.
- Non preoccuparti- disse una voce. Era una donna dai capelli rosa a forma di due grosse ciocche e con un vestito rosa insieme ad un grembiule bianco- Mi chiamo Joy, sono uno dei giudici del concorso. E naturalmente, sono anche una brava infermiera. Ci penserò io a curarvi. Anche per ringraziarvi per quello che avete fatto per noi.
- Ottimo, mia dolce donzella! Il mio cuore ha bisogno di essere rimesso in sesto!- disse Brock precipitandosi da lei- Ma sono sicuro che con il tuo amore, mi riprenderò subit…ahi! Misty!
- Mi sa che ti sei già ripreso, Brock.
Una risatina generale.
- Bene, se volete seguirmi in un posto più sicuro…- disse Joy dolcemente.
- Vi accompagniamo noi- si offrirono alcuni dei partecipanti.
- Grazie- disse il gruppetto.
- Ma tu guarda, e così sei una dominatrice dell’acqua- disse l’hippy avvicinandosi a Misty per aiutarla- E il tuo viso non mi è nuovo.
Misty sussultò e guardò preoccupata l’uomo. Con tutto quello che era accaduto, non si era fermata a pensare che ci potesse essere qualche dominatore dell’acqua al concorso.
Brock si mise subito davanti a Misty e guardò serio l’uomo. Anche Melody lo guardò sulla difensiva.
Si creò uno strano silenzio, finché l’uomo non si mise a ridere.
- Ehi, ehi, che facce serie che avete. Pensate davvero che possa fare la spia alla vostra amica?- sorrise. I tre ragazzi si guardarono perplessi- Certo, sono sorpreso di vedere una dominatrice dell’acqua, così in gamba per giunta, ma…- alzò le spalle- Ma non sono certo un modello d’esempio, io- si indicò- Altrimenti non avrei neanche partecipato al concorso, no?
- Be’, questo è vero…- disse Brock rilassandosi. Sapeva che per i dominatori dell’acqua, era vietato dare dimostrazioni del loro dominio ad altri dominatori.
- Visto? Piuttosto, non mi sono ancora presentato, mi chiamo Blaine- sorrise- Il tuo nome, dominatrice d’acqua?
- Ah, piacere…- disse Misty- Io sono Misty.
- Bene Misty, lascia che ti aiuti. Sei piuttosto malridotta, eh?- indicò il braccio di Misty.
- Ah, sì, in effetti- ridacchiò imbarazzata- grazie…
- Sei stata sorprendente, sai?- disse il ragazzino dai capelli viola guardando Melody- Ti ho vista e mi sono stupito della tua abilità.
- Eh…modestamente- disse Melody sorridendo soddisfatta- Ma anche tu non sei male. Il tuo nome?
- Sono Chaz, un dominatore dell'aria come te.
- Io sono Melody.
- Comunque, mi sorprende vedere così tanti dominatori insieme- disse uno sospettoso, che pareva essere uno di quelli che aveva incontrato Brock.
- Siamo amici- disse subito Brock- E stiamo viaggiando insieme.
- Però…!- disse l’altro con un sorriso- Hai sentito Koga? E io che credevo che la convivenza con persone di domini differenti, fosse roba da pazzi.
- Visto? Te l’avevo detto io, Chuck- disse il compare, Koga- Questi ragazzi sono la prova che non tutti i dominatori sono egoisti. C’è ancora chi crede nell’amicizia.
- Ah, che sbadati, noi siamo Chuck e Koga, dominatori della roccia e della terra- disse l’altro- Veniamo a quasi tutti i concorsi di domini. E’ la prima volta che vi vediamo.
- Eh, già. Siamo capitati qui per caso…il mio nome è Brock.
- Piacere Brock. Andiamo allora, vedo che non te la sei passata molto bene tra le fiamme- Koga indicò il braccio, pieno di bruciature.
- Oh, solo ora me ne rendo conto.
- Be’, per tua fortuna Joy è brava anche a guarire le bruciature- disse Chuck- In tutti i concorsi ha sempre medicato le persone che si ferivano.
- Guardate, le fiamme si stanno spegnendo- disse uno. Il gruppetto si voltò.
Si poteva finalmente vedere il palco distrutto e lo stadio malridotto. Intorno c’era solo il fumo del legno bruciato, che venne spazzato via dai dominatori dell'aria.Il cielo si era schiarito e le persone che erano rimaste dentro lo stadio, guardarono tutti verso l’alto sollevati. All’orizzonte non c’era più traccia di nemici.

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Capitolo 17
*** Cap. 16 ***


BLUE BIRD ILLUSION
Cap. 16



- Kyya!- urlò una ragazza dai capelli castani.
- Finalmente- disse un’altra ragazza seduta accanto lei, sul letto dove era stata fatta sdraiare- Credevo che non ti saresti più svegliata.
- Io…ma cosa?- si toccò la testa, sentendosela diversa e notò delle bende.
- Anche se non ci sono state ferite gravi, l’infermiera Joy ha preferito comunque medicarti- spiegò Melody- Per evitare che tu svenga ancora- ridacchiò.
- Sono svenuta?
- Certo…e proprio davanti a tutti…e Drew.
- Oh no- si sbatté la mano sulla faccia- Che penserà ora di me?
- Perché, ti interessa il suo parere?- Melody continuò a guardarla con un sorriso divertito.
- No!- disse subito lei, imbarazzata- Dicevo solo che non voglio che pensi che io sia debole!
- Oh, capisco…
- Non guardarmi con quel sorriso, Melody- disse May sbuffando- Non penserai che…
- Io penso solo che Drew sia una brava persona- disse Melody, guardando le gambe e ricordando- Quando c’è stata l’esplosione, lui è venuto subito a cercarti ed è rimasto accanto a te, prima che ti svegliassi.
- Eh? Davvero?
- Senza contare che è stato lui a trasportarti fin qui, senza che nessuno glielo chiedesse.
- Cosa??
- Perché ti stupisci così?
- E’ che…mh, non me lo sarei aspettata da Drew. Ma lui dov’è ora?
- Se n’è andato.
- Come? E dove?
- E chi lo sa…- alzò le spalle- Lo sai com’è misterioso a volte, lui. Però- sorrise- ha aspettato che Joy ti visitasse e dopo che si è accertato che stavi bene, se n'è andato. Ah, e poi- prese qualcosa e gliele porse. Erano delle rose- Le ha lasciate per te.
- Ah…sì?- lei la guardò confusa. Poi fissò le rose appoggiate sul letto. Davvero Drew…era rimasto per lei? Era forse in pensiero per lei? Che avesse ragione Melody? Scosse la testa- Naaah, ti sarà solo sembrato, Melody. Lui pensa solo a se stesso.
- Come vuoi tu- alzò di nuovo le spalle- Comunque, insisto nel dire che dovrebbe unirsi al nostro Team. Ci sarebbe di gran aiuto.
- Stai delirando- disse May alzando gli occhi.
- Sei tu che non capisci- disse Melody sbuffando- Se Drew non ci avesse aiutato quando ci hanno attaccato quelli del Team Magma, come avremmo fatto?
- Sì, però…è ancora troppo presto per fidarci di lui- si girò tra le dita una rosa- Sappiamo ancora troppe poche cose di lui. Non sa neanche chi siamo e non sappiamo come reagirà quando glielo diremo. Per un tipo solitario come lui, non vorrà avere niente a che fare con noi- sospirò- Piuttosto, gli altri?
- Sono nelle altre stanze.
- E…come stanno?
- Be’…un po’ malconci- assunse un aria preoccupata- Ma quella che mi preoccupa è Dawn.
- Perché, si è ferita gravemente?
- No, non si tratta di quello. Comunque ora Misty ci sta parlando.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Allora, l’infermiera Joy ha detto che tempo due giorni e potrai già metterti a camminare- disse Misty, alla ragazza seduta su un letto. Aveva la testa china sulle sue gambe fasciate- Non sai che spavento mi hai fatto prendere. Ora sei al sicuro, per fortuna- cercò di sorridere.
Dawn non rispose. Seguì un momento di silenzio. Misty osservò la ragazza e poi si sedette accanto, sul letto.
- Ti fa male?- chiese lei dolcemente.
Dawn scosse la testa, ma non disse niente. Misty la guardò preoccupata e poi distolse lo sguardo su di lei. Fissò il pavimento per qualche secondo.
- Ascolta Dawn, capisco che tu sia ora scioccata da quello che è accaduto, ma…- sospirò- Questo, è quello di cui è capace il Team Magma. Non ti mentirò dicendoti che le cose andranno meglio- sorrise con malinconia- Il giorno che ti sei unita al gruppo…te lo ricordi?
Dawn fece un debole cenno con la testa.
- Ti dissi che unirsi al Team Luce voleva dire esporsi al pericolo, che la tua vita non sarebbe stata più la stessa. Ma nonostante tutto, tu eri decisa a venire con noi. Io capì dal tuo sguardo che potevi far gran cose, se te ne davano l’occasione. Ho deciso di fidarmi di te e ti sei rivelata una brava combattente.
La ragazza dai capelli blu guardò Misty.
- Sei una ragazza dolce e premurosa. Forse a volte anche ingenua. E’ questo lato di te che mi preoccupava, quando hai iniziato a viaggiare con noi. Finora abbiamo combattuto insieme, ti ho visto sconfiggere i nostri nemici, ma sapevo che non eri ancora pronta per il peggio. Il Team Magma è forse tra i più spietati tra i nostri nemici e non ha pietà per nessuno- chinò la testa triste- Mi dispiace, credevo di poterti risparmiare questo dolore…sarei dovuta stare più attenta, avrei dovuto proteggerti. E’ colpa mia se sei in queste condizioni.
Dawn guardò la ragazza, il braccio fasciato di lei. Poi chinò la testa e strinse forte la sua gonnellina rosa. Guardò nuovamente Misty, con un debole sorriso.
- V-va tutto bene, Misty- disse lei- Sto bene, la gamba non mi fa tanto male. Io…- si formarono delle lacrime, sul sorriso- Io mi impegnerò.
Misty la guardò preoccupata.
- Dawn…
- Davvero. Io non voglio essere di peso al gruppo. Voglio combattere con voi, voglio stare al vostro fianco. Io credo ancora in quello che mi hai detto, la prima volta che ci siamo incontrate…e tu, hai creduto in me. Mi hai dato l’opportunità di cambiare il mio destino- chinò la testa nuovamente- Perciò…perciò…- disse con voce spezzata- Continua a credere in me.
Misty rimase in silenzio e guardò la ragazza dai capelli blu che tremava leggermente mentre parlava.
Ai suoi occhi, parve di rivivere una scena simile risalente a qualche tempo prima. Lo stesso sguardo smarrito e timoroso di un'altra persona. Misty strinse forte le mani, prima di alzarsi in piedi e sorriderle dolcemente.
- Io credo in te, Dawn. Io credo in ognuno di voi. Non ho bisogno di qualche tua dimostrazione, per sapere quanto vali. Perciò…- le toccò la fronte con il dito. Dawn la guardò sorpresa, con qualche lacrima agli occhi- Perciò rimettiti in fretta. Io non parto senza di te.
Dawn sorrise sollevata.
- Ti lascio riposare. E’ stata una giornata pesante- si allontanò dal letto- Ci vediamo dopo- e uscì dalla stanza.
Una volta uscita, chiuse la porta e appoggiandosi contro, sospirò triste. Sentì poi delle vocine e si accorse di Brock che seguiva qua e là l’infermiera Joy. Anche a lui l’aveva medicato Joy per le varie bruciature nelle braccia, ma si era già rimesso in forma.
- Brock- disse lei avvicinandosi a lui. Lui si bloccò subito e la guardò. Il suo sorriso ebete era cambiato in serio.
- Misty, hai già parlato con Dawn? Come sta?
- …si riprenderà- disse lei, evitando di guardarlo in faccia. Brock lo notò- Ash dov’è?
- Non lo so- alzò le spalle- Non l’ho visto.
- E’ da quando vi abbiamo raggiunto, che non lo vedo più- disse lei pensierosa- Dove si sarà cacciato?
- Forse avrà voluto fare un giro…
- Subito dopo aver combattuto con il Team Magma? Perché non si è fatto visitare dall’infermiera Joy?
- Forse è solo timido…- ipotizzò Brock alzando le spalle.
Misty lo guardò preoccupata.
- Tu che ne pensi?
- Mh?
- Questa è forse la prima volta che affronta quelli del Team Magma…hanno lo stesso dominio, come si sarà sentito a scontrarsi con loro? Era così strano mentre combatteva…- socchiuse gli occhi- Lo capirei se si è sentito nervoso, lo ero anch’io quando mi scontravo con i dominatori del Team Acqua.
Brock osservò la ragazza, poi sorrise.
- Misty, tu…ti stai preoccupando per Ash?
La ragazza spalancò gli occhi sorpresa.
- Che?? Io…- poi si zittì e abbassò lo sguardo-…forse- si voltò- Vado cercarlo.
- Aspetta, il tuo braccio…
- Tranquillo- sollevò il braccio fasciato- non vado mica a combattere- scherzò lei e uscì dalla clinica.
Il bruno sospirò. Quella giornata era stata pesante per tutti. Anche se ora erano tutti riuniti e stavano bene, qualcosa gli diceva che quello scontro era solo l’annuncio di un gran cambiamento in loro.
Dopo lo scontro con il Team Magma, si chiedeva quali possibilità avevano loro per poterli sconfiggere, per arrivare al Signore del Fuoco.
Non era la prima volta che si scontravano con quelli del Team Magma. Ricordava che la prima volta era stato con George.
Prima di allora non avevano idea di come combattesse il Team Magma, né della loro forza. Credevano che stando insieme, c’è l’avrebbero fatta. Ma invece, erano stati sconfitti. George si agitava in continuazione dopo quel giorno, mentre Misty non si dava pace per la sconfitta. Era così presa dalla sua vendetta, che aveva iniziato a non guardarsi più intorno. Non si era accorta quanto avesse influito quella battaglia su quel ragazzo e lei stessa non ne parlava, come volendo cancellare dalla mente quel ricordo.
E lui li osservava, senza dire niente.
Se invece Misty si fosse guardata indietro, per affrontare l’argomento tutti insieme, sarebbe cambiato qualcosa?
Il suo errore forse era stato quello? Chiudersi in se stessa ed evitare di affrontare la situazione, non aveva fatto che aumentare il disagio in George.
Ma anche lui stesso non aveva migliorato la situazione, sapeva che qualcosa non andava con loro, ma aveva preferito non dire niente. Guardava a distanza Misty che proseguiva nel cammino e George che rimaneva indietro e lui, in mezzo ai due chiedendosi se fosse il caso di preoccuparsene. Erano i suoi amici, ma aveva preferito starsene in silenzio ed attendere gli eventi. Credeva che presto la situazione si sarebbe risolta da sola, che la loro amicizia li avrebbe fatto andare avanti. Ma si era sbagliato.
Se quel giorno non si fossero scontrati con il Team Magma, ora con loro ci sarebbe stato ancora George? Ma anche se così fosse, li avrebbero incontrati prima o poi. Avrebbero dovuto combatterci. Perché quella era la loro missione.
Brock si sedette su una panca, mentre l’infermiera Joy era impegnata con un altro paziente.
Ora le cose erano cambiate. Erano più numerosi, erano più preparati, eppure perché ancora una volta non erano riusciti ad uscirne illesi?
Pensò a Misty. La ragazza pareva aver abbandonato le ostilità per Ash, ma cosa le riservava il futuro? Il ragazzo l’avrebbe aiutata a superare la sua diffidenza?
Dopo la delusione con George, non voleva che qualcosa andasse storto.
Sapeva che Misty non si sarebbe mai fermata, a costo di proseguire da sola. Però, fino a dove l’avrebbe portata la sua ostinazione?
Sospirò.
Sperò solo che niente peggiorasse.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- E così, eri tu- un ragazzo seduto su una roccia, guardava con sorriso divertito l’altro ragazzo che se ne stava in piedi davanti a lui- Richie mi aveva accennato ad un dominatore del fuoco…ma che coincidenza incontrarsi nello stesso posto. Quindi, suppongo che loro erano…
- Non cambiare discorso Gary!- disse l’altro innervosito- Ti ho chiesto cosa facevate qui!
Il ragazzo seduto sulla roccia, portava sulle spalle un mantello, sotto portava una semplice maglietta viola e pantaloni scuri. I capelli erano castani, leggermente un po’ lunghi dietro e con qualche ciuffo ribelle qua e là.
Il vento soffiò forte, facendo muovere l’erba ai loro piedi e scompigliando i capelli dei ragazzi. C’era una gran tensione tra i due.
Gary roteò gli occhi, quasi scocciato.
- A te cosa sembra, Ash? A farci un barbecue?
Ash lo guardò serio.
- Da quando, il capo da ordini di attaccare un semplice concorso? Cosa stavate cercando di ottenere?
- Pare che tu non abbia capito- Gary appoggiò una mano sotto il mento- Le cose stanno cambiando. Bisogna scovare più ribelli o possibili minacce ed eliminarle, prima della conquista del mondo del Signore del fuoco.
- Da quando aspira a queste mete?- disse lui perplesso.
- Credi davvero che il nostro Signore si accontenti di conquistare solo qualche città qua e là?- disse Gary divertito e con una certa ironia- Piuttosto, tu che intenzioni hai?
- Eh?
- Si dice che stai attuando un piano per catturare il famoso Team Luce…ma finora non si è visto niente. Il capo inizia a innervosirsi…- sorrise beffardo- Potrebbe decidere di dimetterti dalla missione oggi stesso- Ash lo guardò leggermente preoccupato- Molto probabilmente, affiderà a me l’incarico di eliminarli, una buona volta. Non ci serve a niente un incapace e codardo, all’interno del Team Magma.
- Non sono un incapace! Né un codardo!- disse Ash arrabbiato.
- Ah sì? E allora perché non fai avere più notizie di te? Perché hai deciso di combattere con loro? Perché hai impedito ai nostri di eliminare quelle nullità del concorso? Tu sai bene che avrei potuto eliminarli subito, se avessi voluto…- si alzò- E perché, se li hai sempre avuti vicino a te, non li hai eliminati già da un pezzo?- poi lo guardò con disprezzo- Forse tu…
- No!- disse Ash, stringendo i pugni davanti a sé- Ti dimostrerò che hai torto! Non sono un codardo! Eliminerò io stesso il Team Luce e quando tornerò vittorioso alla nave, dovrai rimangiarti quel che hai detto! Non ti darò la soddisfazione di vedermi sconfitto!
- E’ quel che vedremo- disse lui alzando le spalle divertito e avanzò passandogli accanto- O per meglio dire…quel che vedrà il nostro Signore…non vorrai essere una delusione per lui? Sarebbe così imbarazzante…
Ash non disse niente e abbassò le braccia. Era leggermente pallido.
- Allora, aspetterò tue notizie…Ash. Vedi di non deluderci- e proseguendo il suo cammino, si allontanò senza voltarsi.
Il moro tenne il suo sguardo a terra e non si voltò neanche per vedere l’altro che spariva. Strinse forte le mani e serrò i denti. Una gran rabbia gli scuoteva il corpo. Aveva una gran voglia di sparare a raffica delle palle di fuoco e colpire Gary. Ma invece rimase fermo, lì da solo. Solo con i suoi pensieri e le sue preoccupazioni.
Dopo alcuni minuti, decise di muoversi da lì e s’incamminò per la direzione opposta. Preso dai suoi pensieri, non si accorse che un’altra persona gli stava venendo incontro.
- Ash…- il ragazzo alzò subito la testa spaventato. Guardò sorpreso la ragazza a pochi metri da lui. Lei lo guardò per qualche istante, poi si avvicinò a lui- Dov’eri?
Ash la fissò, senza parlare. Nella sua mente, rimbombavano ancora le parole di Gary… Che avrebbe dovuto fare?
- Ash?- lei lo guardò preoccupata, poi chinò la testa- Ash, parlami per favore…cos’hai?
Anche lui chinò la testa in giù.
- Se…se qualcosa ti preoccupa…se ti senti male o…non so…hai paura…- tentò di dire lei- Non tenerti tutto dentro…puoi confidarti con me. Io…- lo guardò- Io ti aiuterò.
- …Aiutare?- fece un sorriso smorzato- Chi credi di essere per dire di potermi aiutare? Tu non mi conosci neanche!
Misty lo guardò dispiaciuta.
- Lo so…io…- la sua voce tremò- cerco solo…
Ash alzò lo sguardo e vide delle lacrime agli occhi della ragazza.
- …Misty?- la guardò confuso. Perché stava piangendo?
- S-scusami…- si coprì gli occhi con il braccio sano- Sono una stupida…
Ash non disse nulla e continuò a guardarla.
- Sai…mi dico sempre che il mio obiettivo è quello di sconfiggere il Signore del fuoco…sono decisa a portare a termine la mia missione, ma allo stesso tempo non faccio che preoccuparmi…- alcune lacrime caddero a terra- Ho il timore che vi possa succedere qualcosa…e anche se mi sono ripromessa di proteggervi…a volte, a volte io…ho il timore di perdervi.
Il ragazzo la guardò sorpreso.
- Dawn…Dawn ne è uscita scossa da questa battaglia, ho visto nei suoi occhi il terrore…ho paura che possa fare qualche pazzia…Non voglio che si ripeta il mio sbaglio…
Ash capì a cosa si riferiva. Il suo vecchio compagno George, aveva abbandonato il gruppo dopo una estenuante battaglia. E lei, ne era rimasta sconvolta, quando lo aveva visto combattere affianco al Team Acqua.
- Non so cosa fare…più cerco di proteggervi, più ne uscite feriti. A volte mi chiedo se non sia il caso di lasciarli andare…Sarebbero molto più felici, senza questo peso su di loro.
- Misty…- si avvicinò, ma lei indietreggiò di qualche passo. Lui rimase un po’ sorpreso dalla reazione della ragazza. Si copriva ancora gli occhi con il braccio.
- Non te ne andare Ash…- gracchiò lei- Io…non lo sopporterei.
Lui chinò la testa. Cos’era quella sensazione che ancora una volta lo stava divorando dentro? Perché i suoi pensieri erano discordanti con le sue emozioni? Era lei la causa di tutto?
Da quando era entrato nel Team, non aveva fatto che provare sensazioni nuove e questo…lo confondeva. Non credeva di poter sentire altre sensazioni oltre l'odio e l’indifferenza…
Per quella ragazza, già, per quella ragazza provava dei sentimenti discordanti, che lottavano ogni giorno dentro di sé. Ed erano quelli che gli facevano fare cose insensate.
Misty si sfregò gli occhi, imbarazzata.
- Mi spiace, io…credo di essermi fatta trasportare- tentò di sorridere con difficoltà- Temo di aver esagerato. Ti sarò sembrata una sciocca…- ma prima che potesse dire altro, il ragazzo si avvicinò e l’abbracciò.
Misty sembrò stupita dal suo gesto.
- …Ash?
- Non voglio andarmene. Voglio restare con voi- disse una voce. Ad Ash gli sembrò strano che fosse uscito proprio dalla sua bocca. Anche a Misty le sembrò strano sentirsi dire quello da Ash, però non obiettò.
- E resterai con noi- disse lei dolcemente, ricambiando l’abbraccio, senza però poter vedere il viso del ragazzo- Qualsiasi cosa accada…non permetterò che te ne vada, Ash.
Lui non rispose e i due rimasero in quella posizione per altri minuti.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

May guardò il cielo notturno dalla finestra della stanza.
Rimase in silenzio e guardò la rosa che teneva in mano, la girò tra le dita e la contemplò con gli occhi.
Io penso solo che Drew sia una brava persona.
Quando c’è stata l’esplosione, lui è venuto subito a cercarti ed è rimasto accanto a te, prima che ti svegliassi.
…ha aspettato che Joy ti visitasse e
dopo che si è accertato che stavi bene, se n'è andato.
“Drew…”
…insisto nel dire che dovrebbe unirsi al nostro Team. Ci sarebbe di gran aiuto.
“Entrare in squadra con noi…”
Ricordò le parole che le aveva detto la prima volta Misty.
Far parte della nostra squadra, vuol dire rinunciare alla propria vita quotidiana ed essere sempre in costante pericolo…
Le tornò in mente il ragazzo. Il suo sguardo così sicuro di sé e allo stesso tempo così serio.
Avrebbe lui accettato di far parte del loro Team?
Lui che viaggiava sempre da solo e pareva non avesse amici. Poteva quel ragazzo così indipendente adattarsi ai loro ritmi? Avrebbe rinunciato alla sua quotidianità, per andare a combattere ogni giorno contro qualsiasi nemico? Sempre, sempre, sempre…
- Eh, impossibile…- sorrise e lasciò cadere la rosa fuori dalla finestra, sospinta da un leggero venticello.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Aprì gli occhi. Il soffitto era di un colore blu brillante. Mosse la testa di lato e vide la luce della luna illuminare la stanza.
Ricordava con un po’ di confusione quei momenti passati in quello stadio.

Senti Dawn, non ho intenzione di abbandonarti qui!

Mi dispiace, credevo di poterti risparmiare questo dolore…sarei dovuta stare più attenta, avrei dovuto proteggerti. E’ colpa mia se sei in queste condizioni.

Dawn…stai tranquilla. Ti porterò fuori di qui. Non ti succederà niente.

Ognuno dei suoi compagni si era impegnato per salvarla.
Ash era stato colpito, Misty si era fatta male al braccio, Brock aveva delle bruciature sulle braccia, May aveva sbattuto la testa, Melody era allo stremo delle forze.
Ognuno di loro aveva contribuito per sconfiggere il Team Magma.
E lei?
Lei era dovuta scappare…un’altra volta.
Eppure, erano altri i suoi propositi…Quel giorno che li incontrò per la prima volta a Sandgem Town. Quel giorno che alcuni dominatori avevano voluto creare dei problemi nel villaggio ed erano intervenuti, li aveva visti combattere e ne era rimasta stupita. Fino ad allora, non aveva incontrato altri dominatori di altri elementi. Fu in quel momento, che decise di dare una svolta alla sua vita.

- Aspettate!
Un gruppetto di quattro ragazzi si fermò e si voltò per guardare una ragazza che veniva loro incontro correndo.
- Qualcosa non va?- chiese Brock.
- Io…vi stavo…cercando…- si chinò per riprendere fiato.
- Come mai?
Dawn alzò la testa e li guardò seria.
- Voglio venire con voi!
Il gruppetto la guardò sorpreso.
- Come hai detto?- chiese Melody.
- Ho detto che voglio venire con voi- ripeté lei decisa- Voglio unirmi al vostro gruppo! Voglio combattere con voi!
I quattro ragazzi si guardarono tra di loro.
- Il tuo nome?
- Mi chiamo Dawn!
- Non sei un po’ troppo giovane per chiedere di unirti a noi?- disse Melody.
- Non sono più una bambina! E non sono neanche tanto più giovane di voi.
- Però…sai a cosa vai incontro, Dawn?- chiese Brock.
- Certo!
Brock guardò Misty. Lei guardò poi Dawn.
- Non hai un genitore o qualcuno che si può prendere cura di te?
- No, sono sola- disse lei chinando la testa.
- E quel signore che era con te?
- E’ il professore Rowan. Per il momento mi ospita lui.
- E non ti dispiace lasciare il tuo villaggio?
- Non sono di qui. Sono solo di passaggio, il professore si è offerto di addestrarmi, in cambio che lo aiutassi come assistente. E mia madre…lei è scomparsa dopo che c’è stata l’invasione nel mio villaggio.
- Scomparsa?- chiese May.
- Sì, credo che fossero dei dominatori del fuoco. Quando hanno attaccato, c’è stata molta confusione e ci siamo perse di vista. Insieme a lei è scomparsa altra gente del mio villaggio.
- Capisco- disse Brock- Da dove vieni?
- Twinleaf Town.
- Già, ne ho sentito parlare, è uno dei tanti luoghi che il Paese del Fuoco ha preso sotto il suo dominio.
- Ma perché vuoi venire con noi?- chiese Melody- Non preferiresti rimanere qui al sicuro in questo posto?
- Se rimanessi qui…non potrei mai migliorarmi. E poi non voglio scappare nuovamente, se altri verranno ad attaccare questo posto.
- Bene, basta così- disse brusca Misty. Dawn la guardò un po’ timorosa- Hai idea delle prove che dovrai affrontare nel viaggio? Sai quanti nemici dovrai combattere? Che non potrai tornare indietro?- Misty avanzò di un passo verso di lei, con uno sguardo molto severo- Sai che sarai esposta al pericolo ogni giorno e che la tua vita non sarà più la stessa?- avanzò di un altro passo, facendo indietreggiare Dawn- Dimmi, sei pronta a tutto questo?
- Io…- chinò la testa, incerta. Poi la rialzò e guardò Misty- Lo sono!
Misty la osservò poi si voltò per guardare i suoi compagni. Si scambiarono un cenno.
- Dawn…- Misty si avvicinò a Dawn. Lei chiuse gli occhi e le riaprì vedendo la mano di Misty- Benvenuta- le sorrise. Dietro di lei, anche gli altri sorrisero.
- Eh?
- Ho visto di cosa sei capace, mentre stavamo combattendo. Penso che il professore Rowan abbia fatto un buon lavoro con te.
- Quindi…
- Insomma, ma quanto bisogna ripetertelo?- disse May un po’ scocciata, ma poi con un sorriso- Sarà interessante combattere con te.
- Una ragazza in più nel nostro gruppo. Devo iniziare a preoccuparmi?- scherzò Brock.
- Vedo che hai più gusto tu per la moda, che di May e Misty che hanno pessimi gusti- disse Melody. Si sentì le voci delle nominate lamentarsi- Andremo d’accordo tu e io.
Dawn li guardò sorpresa. Poi guardò Misty.
- Hai detto che tua madre è scomparsa, no?- disse Misty.
- Sì…
- Viaggeremo molto…C’è la probabilità che la incontrerai, un giorno.
- Ha ragione- disse Melody malinconica- Anch’io ho perso la mia gente e ho intenzione di ritrovarli. Bisogna avere fiducia.
- Mh- fece cenno di sì.
- Ti auguro di rincontrarla- Misty le sorrise dolcemente- Ma preparati che i nostri allenamenti non saranno per niente facili.
- D’accordo.
- Allora, che fai ancora lì?- disse May sorridendo- Si parte!


Quanto tempo era passato da quel giorno…Sembrava un eternità.
Io credo in te, Dawn. Io credo in ognuno di voi. Non ho bisogno di qualche tua dimostrazione, per sapere quanto vali.
Sospirò. Ricordava le parole di sua madre, quando era una bambina.
Dawn, un giorno tu incontrerai delle persone che avranno fiducia in te, degli amici che ti proteggeranno, e tu non ti sentirai più sola. E quando le avrai trovate, fai del tuo meglio per proteggerle. Saranno il tuo tesoro.
Sorrise e chiuse gli occhi.
“Lo farò”
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Bene, siamo pronti?- chiese Misty. I ragazzi la guardarono e fecero cenno di sì.
- E così andate?- chiese Joy.
Erano passati due giorni da quando si erano fermati a Kyoto City per riprendersi dalle ferite. Così come loro, altri dominatori erano rimasti in quella città.
Erano stati giorni interessanti. Avevano avuto modo di parlare con altri dominatori e di confrontare i propri domini. Venivano da varie parti del mondo ed era stato utile per avere più informazioni sugli altri villaggi che erano stati attaccati.
I giorni erano passati allegri e veloci, mentre il gruppetto si rimetteva in forza.
- Sì, dobbiamo andare- disse Misty- Ti ringraziamo per esserti presa cura di noi.
- E’ stato un piacere- sorrise- Anche se avrei preferito che rimaneste fermi un altro po’. Le vostre ferite non sono guarite del tutto.
- Stai tranquilla. Ci riprendiamo in fretta, noi- disse Misty e Brock si parò davanti all’infermiera.
- Grazie alle cure del tuo amore, sono in grado di scalare una montagna! Oh, come ringraziarti? Ah, sì! Lasciami il tuo indirizzo, il numero di telefono e…
- Basta così Brock- Misty lo tirò per l’orecchio- Possibile che non cambi mai?
- Ahi, ahi, Misty!
- E’ un peccato che ve ne andiate così presto- disse Chaz- Sarei stato interessato a conoscervi meglio.
- Ci saranno altre occasioni- disse Melody.
- Anche noi ce ne torniamo a casa- dissero Chuck e Koga- Quindi vi salutiamo, prima di riprendere il viaggio. E’ stato un piacere conoscervi.
- Anche per noi- disse Brock.
- Comunque ci rivedremo, un giorno- disse Blaine e guardò Misty sorridendo.
- Già, hanno detto che il Concorso di domini è stato solo rimandato a data da definire- disse Chaz.
- Questo vuol dire che avremo modo di allenarci per il prossima volta- disse May guardando le altre ragazze.
- Ottimo, spero solo di non finire arrostita nuovamente- disse Melody alzando gli occhi al cielo.
- Riguardatevi- disse l’infermiera Joy.
- Sì- i ragazzi salutarono e si rimisero in marcia.
Il gruppetto camminò a lungo senza fiatare. Era strana sì, quella tensione tra di loro. Ognuno preso dai propri pensieri. Alle loro spalle lasciavano Kyoto City, chissà se un giorno ci sarebbero tornati. E chissà che cosa gli aspettava nella prossima città.
Ma nei loro cuori, sapevano che qualsiasi cosa che gli sarebbe aspettato, ora si sarebbero preparati meglio.

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Capitolo 18
*** Cap. 17 ***


Blue Bird Illusion
Cap. 17

- Che caaaldo!- disse una ragazza dai lunghi capelli castani, che continuava a muovere i suoi occhiali da sole.
- Ho bisogno di una rinfrescata- disse Dawn, sventolandosi con la mano- Chi ha avuto la brillante idea di passare per la Terra del Diavolo?
- Già, lo sanno tutti che è uno dei posti più difficoltosi da attraversare- disse Melody e le due ragazze guardarono Brock.
- L’idea c’è l’ha avuta Ash- disse Brock indicando il moro- Diceva che passando per di qua, avremmo raggiunto prima la città.
- Eh?- Ash vide le due ragazze fissarlo con uno sguardo omicida.
- Quanto frignate- disse May- Si tratta solo di un po’ di calore.
- Facile per te dirlo- disse Melody- Come dominatrice della terra, sei abituata a questi climi.
- Che credete, che non abbia caldo?- disse May sbuffando- Però bisogna resistere. Guardate Ash com’è in forma.
Il ragazzo moro si voltò nuovamente, sentendosi nominato. Aveva un sorriso stampato in faccia ed era tutto pimpante.
- Eh?- non capiva perché gli lanciavano ancora quello sguardo omicida.
- Ma lui è un dominatore del fuoco. Non vale!- si lamentò Dawn- Per lui questo clima è un toccasana.
- Allora, che dire di Misty? Lei è una dominatrice dell’acqua ed è dall’inizio del viaggio che non si è lamentata e…- May si bloccò con un presentimento. Si guardò intorno- Ma dov’è?
Pochi metri dietro di loro, c’era una ragazza accasciata al suolo.
- Misty!- esclamarono.
Brock le si avvicinò e le alzò un po’ la testa.
- Misty, non ti senti bene?- chiese lui preoccupato, alla ragazza che sembrava moribonda.
- Oh, Brock, amico mio…- mosse appena la testa per guardarlo- Mi raccomando, prenditi cura tu del Team Luce…- disse lei con un filo di voce e occhi socchiusi- E soprattutto…fa in modo che Ash e May non si mangino tutte le provviste…Di questo passo diventeranno cannibali.
- Ehi!- dissero Ash e May.
- Io ora me ne andrò in un posto più bello.
- Misty?- i ragazzi la guardarono preoccupati.
- Misty, non dire così- disse Dawn affabile- Troveremo presto un lago o qualcosa di simile. Devi resistere.
- E’ troppo tardi, ho già dato tutte le mie energie…- chiuse gli occhi- Addio…
- Misty!- esclamò Melody.
Seguì un momento di silenzio. Ash si chinò e con un gesto imprevisto, le tappò il naso. Cinque secondi dopo, il viso di Misty sembrava stesse per scoppiare.
- Ahh!- spalancò gli occhi, riempiendosi di aria ai polmoni con la bocca- Anf, anf…Ash!- lo guardò con rabbia.
Lui la fissò con un sorriso divertito.
- Credi davvero che possa cascarci ad una simile bugia? Potresti fare di meglio.
- Che insensibile- si toccò il naso- Per poco non morivo per davvero.
- Sarebbe stato davvero un peccato…- disse lui con ironia- Ma dubito molto che moriresti così facilmente.
- Ahi!- Brock aveva lasciato andare la testa di Misty, sbattendo sulla terra- Ma che modi sono questi Brock? Ti ci metti anche tu?
- Davvero divertente, Misty- disse Brock alzandosi in piedi- Ma ora alzati in piedi. Ci hai fatto molto preoccupare.
- Oh- uffa. Non è colpa mia se sono caduta. Con questo caldo, mi sciolgo ad ogni passo.
- E io che già stavo pensando ai fiori da mettere sulla tua tomba- disse Dawn.
- …la tua premura mi terrorizza, sai?- disse Misty con sarcasmo.
- Vedi di non farci altri scherzi simili- disse May irritata- Non è stato carino.
- Scusate, è che…- si zittì e si guardò intorno- Lo sento…non è lontano!- si alzò subito in piedi, sorprendendo il gruppo.
- Senti, cosa?- chiese Ash.
- E’ vicino…
Melody guardò May.
- Sta arrivando qualcuno?
- No…io non sento niente- alzò le spalle.
- Su, andiamo- Misty s’incamminò per prima, a passo veloce.
- Si è ripresa in fretta- disse Melody sorpresa.
- Ma cos’è che ha sentito?- chiese Dawn.
Brock ridacchiò e gli altri lo guardarono incuriositi.
- Oh, be’ dai, cos’altro potrebbe aver sentito Misty da così lontano…se non il suo elemento?
- Vuoi dire che siamo vicini a Vela Town?
- Esatto- annuì.
Dopo alcuni minuti di altra dura camminata, finalmente si riuscì a vedere qualcosa.
- Venite, presto!- disse Misty più avanti di loro, facendo segno con la mano.
- Waaa! Il mare, il mare!- disse entusiasta Dawn.
A poca distanza da loro, c’era un piccolo porto con attraccate delle barche e più in fondo partiva la spiaggia.
- Finalmente!- disse Melody- Non vedo l’ora di sdraiarmi sulla spiaggia e prendermi un po’ di sole. Guardate come sono pallida.
- Io non vedo l’ora di farmi qualche nuotata- disse May.
- E io non vedo l’ora di ammirare le bellezze che offre questo mare- disse Brock con aria sognante.
- Di certo non ti riferisci al paesaggio, eh?- disse Misty ironica- Comunque, sono così contenta di essere qui. Mi sembra un sogno- disse lei con gli occhi che le luccicavano.
- Ehi Ash, che ti prende?- chiese May, guardando il ragazzo che stava un po’ dietro agli altri.
- Io? Niente- scosse la testa.
- Sbaglio o sei pallido?- disse Melody- Non ti senti bene?
- Perché dovrei esserlo?- disse lui fingendo sicurezza e dando delle veloci occhiate al bordo della banchina.
- Forse…perché ti fa paura il mare?- disse Misty con un sorriso divertito.
- E perché dovrei temere il mare?- disse lui con una smorfia.
- Be’, sei un dominatore del fuoco…
- Tsk, il fatto che io lo sia, non vuol dire che abbia paura di un po’ d’acqua.
- Un po’? Ash, sembra che d’improvviso tu ti sia dipinto di bianco la faccia.
- Dai, vedrai che l’aria di mare ti farà bene!- May gli diede una forte pacca sulla schiena.
- Ehhhi!- Ash finì per essere spinto fuori dalla banchina- Nooo!- e cadde dentro l’acqua.
- Ops- disse May avvicinandosi al bordo- Scusami. Tutto bene?
Ma il ragazzo non riemerse dall’acqua.
- Che gli è successo?
- Possibile che…
- Puah!- saltò dall’acqua una testa e con le mani si aggrappò immediatamente al bordo del molo.
- Oh, Ash. Meno male che sei uscito. Ti sembra il momento di giocare?
Il ragazzo con i capelli tutti bagnati guardò con sguardo truce May.
- Dico io, volevi uccidermi?
- Per un po’ d’acqua?- disse May- Non avevi detto di non aver paura?
- Di certo non volevo farmi un bagno fuori programma.
- Ci penso io- Melody movendo le braccia, sollevò Ash con l’aria e lo depositò sulla banchina.
- Oh, grazie- disse lui.
- Aspetta, non ho ancora finito- disse Melody con un sorriso- Prenderai freddo, così bagnato- movendo nuovamente le mani, un piccolo vortice d’aria avvolse Ash.
- Eh…aspetta, non credo che…- ma dopo qualche secondo, il vortice era già sparito, facendo riapparire il ragazzo. Si guardò i vestiti- Oh, be’…almeno sono asciutto.
I ragazzi lo fissarono per qualche secondo senza dire niente. Ash non capiva perché avessero quello sguardo. Subito dopo, tutti quanti scoppiarono a ridere davanti al ragazzo.
- C-che avete?- chiese Ash sconcertato.
- Ah, ah, ah!- disse Misty trattenendosi dalle risate- Complimenti, bella acconciatura!
- Che?- si toccò la testa e scoprì di avere una pettinatura afro- Melody!
- S-scusami- anche lei si tratteneva dalle risate- A volte capita di sbagliare.
- Dai Ash, sei stupendo con quella acconciatura- May era quasi chinata dalle risate.
- Di certo, lanceresti una nuova moda tra i dominatori del fuoco- disse Misty, sempre ridendo.
- Sembri un cespuglio appena potato- Dawn si era voltata per non farsi vedere che rideva.
- Ma che spiritose!- Ash le guardò arrabbiato, mentre tentava di sistemarsi i capelli- Brock, dì qualcosa.
Il bruno lo guardò serio per qualche secondo. Poi gli scoppiò a ridere in faccia.
- Brock!
- Scusa, scusa! E’ che assomigli molto a mia zia Gertrude, dopo l’incidente con il phon.
- Grazie tante! Spero che vi vadano di traverso le risate!
- Piuttosto, avete tutti l’occorrente?- disse Misty ignorando Ash.
I ragazzi si guardarono tra di loro e sorrisero. Ash li guardò senza capire. In quel momento tutti tirarono fuori dai loro zaini i loro costumi da bagno.
- Che?- li guardò sorpreso- Che significa?
- Solo una cosa…- Misty lo guardò con un sorriso grande- Mare arriviamo!
- Sìì!!- tutti si precipitarono verso la spiaggia, lasciando lì un perplesso Ash.
- Eh?…Ehi, aspettatemi!
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Da quanto tempo non ci concedevamo una vacanza- disse Melody stiracchiandosi sul suo asciugamano rosa steso sulla sabbia.
- Già, per una volta non dovremo combattere, ma solo divertirci- disse Brock.
Il gruppetto si era unito ad altre persone alla spiaggia e dopo essersi velocemente cambiati, ognuno si era dedicato alla sua attività preferita.
- Cosa c’è di divertente nel starsene in spiaggia o nuotare?- disse Ash con il broncio.
- Che vorresti dire?- Misty lo guardò storto- Anche se a “voi” non piace il mare, non è detto che non sia divertente!
- Dico solo che è una perdita di tempo.
- Dai Ash, per una volta rilassati- disse May- Il mare è limpido, il tempo è meraviglioso e non si è vista spiaggia più bella.
- Capirai- disse Ash con sarcasmo, roteando gli occhi.
- May ha ragione. Per una volta che neanche Misty ha qualcosa contro, dovresti approfittarne per divertirti- disse Melody.
- Che vorresti dire?- Misty la guardò con rimprovero.
Poi lei, May e Dawn si allontanarono dal gruppo. Mentre Brock, Ash e Melody si erano sistemati in un punto della spiaggia e stavano a guardare le altre persone.
- Come faccio a divertirmi, in un momento come questo?- si lamentò Ash.
- Ci sono tanti modi- disse Brock- Potresti costruire castelli di sabbia con May.
- Sono cose da bambini- vide la castana con secchiello e paletta che costruiva una fortezza.
- Prendere il sole come me- disse Melody con un sorriso.
- Non ne ho bisogno. Dimentichi che sono un dominatore del fuoco- Melody alzò le spalle e si sdraiò ancora sul suo asciugamano.
- Esplorare la spiaggia alla ricerca di qualcosa di particolare, come fa Dawn- propose Brock.
- A che scopo? Non mi sono mai piaciute le cose inutili.
- Allora potresti fare come Misty, nuotare ed esplorare il mare alla ricerca di qualche pokémon raro.
- Bah, che noia- sbuffò lui.
- O altrimenti, potresti startene seduto e gustarti il panorama che ci offre questa spiaggia- disse Brock sorridendo come un ebete a delle ragazze in bikini.
- No, grazie- disse lui un po’ disgustato dall’espressione del ragazzo- Non ho certi gusti, io.
- Vuol dire che non c’è nessuna ragazza che ti piace, qui intorno?
- Perché dovrebbe piacermi qualcuna di quelle ragazze? Sono solo delle oche starnazzanti. Capaci solo di fare confusione.
- Ma non sono tutte così, Ash- disse Brock sorridendo divertito- Molte sono gentili, generose, premurose e…prendi Misty, per esempio. Lei è diversa dalle altre ragazze. E’ una ragazza altruista e dolce…
- Sì, sì, come no. Rimani pure a fantasticare. Come se lei fosse davvero una ragaz…ehi!- guardò la persona che gli aveva appena lanciato un pallone da spiaggia sulla testa.
- Che stavi dicendo Ash?- disse Misty avvicinandosi a lui e riprendendosi il pallone.
- Unf! Dicevo che non esistono ragazze gentili e tu ne sei l’esempio!
- Che?!- disse Misty offesa e fece per lanciargli di nuovo il pallone con tutta la sua forza. Ash chiuse gli occhi, ma poi non successe niente. Riaprì gli occhi e vide che Misty si era voltata- Per questa volta lascio stare. Sono di buon umore e non ho intenzione di farmi rovinare la giornata dalle tue provocazioni- e si avviò verso Dawn e May.
- Fa come vuoi- si voltò anche lui con una smorfia.
Poi sentendo la voce della ragazza in lontananza si girò lentamente. La vide giocare sulla spiaggia con le altre due ragazze.
Per un momento i suoi occhi si concentrarono sulla ragazza dai capelli color arancio. Indossava un bikini rosso che le stava d’incanto e le faceva risaltare le forme del corpo. Non ci faceva quasi mai caso, visto che erano sempre in qualche combattimento o a discutere, ma anche lei era una ragazza…per quanto i suoi modi scontrosi, la facessero assomigliare ad un maschio.
E ora, in mezzo a tante altre persone, a ridere e scherzare, sembrava un’altra persona. Molto diversa da quella notte…
Non te ne andare Ash…Io…non lo sopporterei.
Ricordava un po’ con difficoltà quella notte. Le sue lacrime e le sue parole. E poi lui davanti a lei. Come se quella persona che parlava con Misty, non fosse davvero lui.
Non voglio andarmene. Voglio restare con voi.
Cosa gli era saltato in testa di dire una cosa simile? Si sentiva così stupido…se pensava poi, che l’aveva abbracciata di propria volontà. Era però strano che lei non l’avesse preso a schiaffi dopo un gesto simile.
E resterai con noi. Qualsiasi cosa accada…non permetterò che te ne vada, Ash.
Anzi, aveva ricambiato l’abbraccio, senza prenderlo in giro. Si era comportata, come dire…gentile?
…tu che intenzioni hai?
E perché, se li hai sempre avuti vicino a te, non li hai eliminati già da un pezzo? Forse tu…

Scosse la testa e i suoi occhi si riposarono sulla ragazza.
Non tenerti tutto dentro…puoi confidarti con me. Io…Io ti aiuterò.
Perché quella ragazza gli faceva quell’effetto? Perché i suoi occhi non si staccavano da lei? Cos’aveva di diverso da tante altre ragazze?
Eppure non sembrava così particolare, e allora perché rimaneva incantato a guardarla?
- Bella, eh?
Ash divenne rosso d’un colpo e il suo cuore iniziò a battere forte.
- C-cos-cosa??- disse lui balbettando e si voltò agitato.
- Mi riferisco a quella ragazza che stavi fissando da un bel po’…- disse il signore sorridendogli. Era un vecchietto, con indosso una camicia rossa a fiori tropicali e un bastone da passeggio che teneva in mano- E’ la tua ragazza?
Il viso di Ash divenne ancora più rosso, mentre sentiva del calore uscirgli dal corpo.
- N-no! Assolutamente no!- agitò le braccia come un forsennato- Io…ahi!- cadde per terra.
- Scusa Ash- Misty lo raggiunse e recuperò la palla- May ha tirato troppo forte e ti ha preso in pieno…non ti sarai fatto male, no?
Ash tirò fuori la faccia dalla sabbia e alzandosi guardò Misty con il broncio. Le afferrò la palla di mano.
- Non sei per niente femminile!
- Eh? E che c’entra questo?
- Non posso credere di aver pensato che sei una ragazza gentile!
- Ma che ti prende ora?
- Fortuna che con il colpo, mi sono svegliato- sbuffò e voltò la faccia.
- Ma insomma…- disse Misty appoggiando le mani sui fianchi e guardando confusa Ash.
- Salve, splendida fanciulla- disse il signore. Misty si accorse solo in quel momento dell’altra persona.
- Oh, salve…ehm- guardò Ash- E’ un tuo conoscente?
- Ma che dici. Non lo conosco.
- Scusate, non mi sono presentato- sorrise il signore- Mi chiamo Gianni e sono il gestore di un piccolo bar sulla spiaggia.
- Ah, sì?
- Vi stavo osservando e mi chiedevo appunto, se foste interessati a lavorare per me.
- Eh?
- Sapete, non ho più una certa età e nel periodo estivo aumentano la clientela. In più sono solo e mi farebbe comodo l’aiuto di qualche mano giovane, soprattutto di qualche ragazza carina- e guardò Misty con un sorriso. Ash la guardò e poi alzò lo sguardo.
- Quale ragazza carina? Qui non ne vedo.
- Mhh…- Misty lo fulminò con gli occhi, poi tornò a guardare il signore- Eh, vede…ci piacerebbe aiutarla, ma non abbiamo intenzione di fermarci a lungo e poi…- il signore la prese per le mani.
- Oh, ma si tratta solo di qualche ora- la guardò triste- Vedete, ho aperto quel locale anni fa e l’ho portato avanti fino a oggi, anche in ricordo di mia moglie che non c’è più- sospirò- Ah, la mia cara Clara… ha lottato anche lei fino all’ultimo. Che tristezza che si sia ammalata per il troppo lavoro.
Misty rimase in silenzio. Ash osservò la ragazza che sembrava leggermente in panico, mentre l’uomo la guardava con occhi supplichevoli.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈
- E quindi, hai accettato?- chiese una sorpresa Melody.
Misty fece cenno di sì.
- Non ti credevo così ingenua- la rimbeccò.
- Ehi, che potevo fare?- disse Misty in tono di difesa- E poi, si tratta pur sempre di un lavoro. Ci servono dei soldi per poter proseguire il nostro viaggio.
- La verità è che non hai saputo dire di no- disse Ash con un sorrisino divertito, di fronte all’imbarazzo della ragazza- E’ bastato che ti rifilasse qualche storiellina penosa, per cascarci in pieno.
- Non è vero.
- Spero almeno che paghi bene- disse Melody- Non ho intenzione di rovinarmi le mani.
- A me non dispiace lavorare- disse May- Anche se avrei preferito allenarmi.
- Potrebbe anche essere divertente- disse Dawn.
- Oh Dawn, solo tu ci trovi qualcosa di positivo in questa sciagura- disse Melody con un sospiro.
- Piuttosto, qual è il suo locale?- chiese Brock, guardandosi intorno- Ci sono molti locali… come faremo a distinguerlo?
- Uhm, il signore ha detto che si chiamava… dunque, Il fiore maledetto.
Il gruppo si voltò per guardare Misty.
- Come?- chiese perplessa Melody- Ma che nome gli ha dato?
- …io direi, un nome più che azzeccato- disse Dawn e poi indicò un bar poco più in là- Decisamente è quello.
A pochi metri da loro, in una zona un po’ coperta da un albero e dall’erbaccia, lontano dagli altri locali, si ergeva un bar dall’aria un po’ sinistra, costruito con materiali un po’cadenti.
- Ok, torniamo alla spiaggia- Melody fece per fare retromarcia, ma fu fermata da Misty.
- Non può essere così terribile come l’esterno…- disse Misty con un sorriso speranzoso- magari ha bisogno di qualche aggiustatina.
- Solo? Io dire che sarebbe il caso di darle fuoco e farne una nuova- disse Ash.
- Non fare l’insensibile. Si tratta pur sempre di un ricordo della sua moglie- disse Misty.
- Già, sarà morta di crepacuore vivendo in un posto simile.
- Ash!
- Oh, siete arrivati!- tutti si voltarono verso un signore che era uscito dal locale e gli veniva incontro- oh, vedo che avete portato altre belle ragazze ed un robusto ragazzo- guardò Brock- Meraviglioso! Andiamo, vi faccio strada.
- Con quel commento, voleva dire che io non lo sono?- borbottò Ash a Brock.
- Di certo l’impressione che dai, è di un ragazzo gracile- commentò Misty ridacchiando.
- Ecco, a proposito della sua proposta…- incominciò a dire Melody- Ci sarebbe un cambiamento, io…- il signore la osservò.
- Sai? Mi ricordi tanto la mia cara mogliettina.
- Eh?
- Ehh, brava donna- disse sospirando con un po’ di malinconia- Quando era giovane aveva vinto tante gare di bellezza. E poi, era così raffinata… Vedendo te, mi è tornata in mente quando l’ho conosciuta…
- Dice davvero?- disse Melody con un sorriso ampio- In effetti, la capisco se vedendo me, le ricordo sua moglie. Se era bella quanto me, sicuramente avrà fatto strage di cuori.
- Oh, sì sì…- sorrise- Ma ho l’impressione che tu sia ancora più bella.
- Ah, ah, ma che dice?- ridacchiò arrossita e si girò verso gli altri- Ah, ma che stiamo aspettando qui? Su ragazzi, aiutiamo questo gentile signore.
Il gruppetto la guardò stupito.
- E poi, sarei io l’ingenua…- disse Misty roteando gli occhi.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Insomma, ma che ci siamo venute a fare qui?- chiese May sbuffando- E’ passata più di un ora, e non si è vista l’ombra di un cliente.
- Ci credo, se l’aspetto è quello che conta, nessuno ci metterà piede qui dentro- disse Melody.
- E poi è in un punto nascosto- disse Brock- Ci vorrebbe un idea per attirare la clientela.
- Basterà che voi signorine, andiate a spargere la voce in giro- disse Gianni- Alla gente piace vedere delle belle ragazze in un locale.
- Allora Misty è meglio che rimanga qui- disse Ash- Rischierebbe di far scappare gli unici clienti.
- Ehi!- Misty lo guardò offesa- Si può sapere perché oggi ce l’hai con me?
- Non è solo oggi, se è per questo- gli fece una smorfia.
- Bisognerà preparare dei volantini…- disse Brock ignorando i due.
- Li ho già preparati- disse Gianni prontamente e gli consegnò un mucchietto di fogli.
Brock ne afferrò uno e lo guardò in silenzio. Era pieno di disegni che sembravano più degli scarabocchi e le scritte sembravano fatte da una mano tremolante, in più aveva utilizzato colori come il nero e il rosso, su una carta che sembrava vecchia da anni. Decisamente, pareva un invito a una casa del terrore.
- Allora?- chiese Gianni con il sorriso stampato in faccia- Li ho fatti io.
- Ehm, belli…ma, eh, io credo che le servi qualche modifica.
- Eh?
- Solo qualche ritocco qua e là, niente di così importante…- disse Brock con un sorriso, poi scaricò il blocco di fogli a Dawn- Mi raccomando- disse a sottovoce- cambia tutto.
- D’accordo.
- Ci sarebbe anche da cambiare l’interno- disse Melody a Brock- Non credo che si sarebbero ragazze disposte a bere qui, ammesso che non siano amanti dell’orrore.
- Giusto. Affido a te il compito di rendere più grazioso il locale. Io mi occuperò del mangiare, mi pare che non ci sia molta scelta nel menù- poi si voltò verso Misty- Tu invece ti occuperai della cassa.
- Va bene.
- May, a te l’incarico di rendere migliore l’aspetto esteriore del locale.
- Sarà fatto.
- E Ash, tu prenderai le ordinazioni e servirai ai tavoli, insieme a Dawn.
- Ma non ho mai fatto il cameriere- si lamentò Ash.
- C’è sempre una prima volta. E poi, se avrai bisogno di aiuto, puoi chiedere a Misty.
- Allora sono a posto- disse lui con ironia.
- Ti ho sentito, sai?- disse Misty indispettita.
- Certo che lo so.
Un’altra ora passò, tutti impegnati nel spostare i mobili, dare una pulita qua e là e creare nuovi piatti.
- Fatto- disse poi Dawn, mostrando il volantino a Brock- Come ti sembra?
- Molto meglio- disse Brock sollevato- Ora che il locale è sistemato, voi potete andare a cercare i clienti, mentre io e Gianni finiamo di preparare là in cucina.
- D’accordo. Ci vediamo dopo.
Ash guardò le ragazze prepararsi ed uscire fuori dal locale. Poi si sedette su una sedia e con il braccio si sostenne la testa.
- Qualcosa non va Ash?- chiese Brock, vedendolo pensieroso.
- No, niente- disse lui normale.
- …okey- si voltò e tornò in cucina. Sentiva che il ragazzo era preoccupato, ma al momento aveva altro da pensare. Ci avrebbe parlato più tardi.
Il moro guardò distrattamente il nuovo menù, in attesa dei clienti.
“Ma che ci faccio qui?”
Si dice che stai attuando un piano per catturare il famoso Team Luce…ma finora non si è visto niente. Il capo inizia ad innervosirsi…
Ash non faceva che pensare a Gary e alle sue parole. Ricordava poi il combattimento con quelli del Team Magma. Ora che ci pensava, perché non aveva permesso agli altri di eliminare il Team Luce? Era per avere la soddisfazione di essere il solo a sconfiggerli o altro? Sapeva solo di aver agito d’istinto, senza pensare alle conseguenze. Conosceva il rischio di essere scoperto in quel momento sia dal Team Magma che dal Team Luce, ma si era lasciato trasportare dalla battaglia.
Forse tu…
Sapeva cosa voleva intendere Gary con quella frase, ma era anche assurdo solo pensarci. Come poteva dimenticarsi della sua missione? E tutto il tempo impiegato per farsi apprezzare dagli altri dominatori? Soprattutto da Misty, che era stata molto ostile dal primo incontro.
Non te ne andare, Ash.
Gli tornò in mente nuovamente quella notte e inevitabilmente le parole della ragazza.
“Stupido, stupido!”- si arruffò i capelli nell’intento di cancellare quelle immagini, ma poi si sostituirono con quelle di Misty che sorrideva sulla spiaggia.
- Oh, insomma! Perché devo pensare a lei?!- disse senza accorgersene ad alta voce. Brock e Gianni dalla cucina si guardarono senza capire.
“Ragiona Ash, sei qui per un motivo ben preciso. Non hai intenzione di rimanerci per sempre. Fai parte del Team Magma, ricordatelo!”
- Ehm, scusa…- Ash sussultò e vide due ragazze in piedi davanti a lui.
- Eh?
- Delle ragazze ci hanno parlato di questo bar e ci chiedevamo se era aperto…
- Oh…sì, certo. Sedetevi- si alzò.
- Grazie- le due ragazze scelsero un tavolo e si sedettero. Poi guardarono Ash e lui le guardò senza capire. Si creò uno strano silenzio- Ehm, scusa, c’è qualcuno a cui possiamo chiedere per ordinare?
- Ah già- si ricordò che quello era il suo compito. Con malavoglia si avvicinò al tavolo- Cosa volete?
- Dunque…- le due ragazze si guardarono tra di loro- Non so cosa prendere… non sapresti consigliarci qualcosa?
- Mh? Non sapete decidervi da sole?- rispose senza pensarci.
- Non dategli retta- disse un’altra voce, dietro di lui- Io consiglierei un Monte drink.
Ash si voltò e vide la ragazza dai capelli color arancio.
- Ah sì?- chiesero interessate le ragazze.
- Certo, è l’ideale per queste giornate calde ed è fatto di frutta fresca. Naturalmente seguito da uno spuntino preparato dal miglior nostro cuoco.
- Mi hai convinto, lo proviamo. Due, grazie.
- Perfetto- disse Misty e lo appuntò su un blocchetto di carta- arrivano in un lampo- e si avviò verso la cucina, seguita da Ash.
- Sapevo benissimo cavarmela da solo- disse lui indispettito.
- Ah certo. Se non fossi intervenuta, quelle ragazze sarebbero scappate per il tuo modo scortese di servirle.
- Cosa pretendevi che facessi?
- Quello che fa qualsiasi essere umano: essere cortese e gentile, e soprattutto sorridente.
- Oh be’, certo. Tu ne sei esperta, eh?- disse lui in tono ironico- Piuttosto, cosa ci fai già qui?
- Ho preferito tornare per controllare come te la cavavi.
- O forse è perché non riuscivi ad adescare qualche cliente?- disse divertito.
Misty si voltò, facendolo bloccare di colpo. Fece per dire qualcosa, ma si zittì e voltandosi nuovamente proseguì verso la cucina. Ash la guardò confuso per questo suo gesto.
- Ragazzi, siamo tornate!- disse May all’entrata del locale.
- E abbiamo portato nuovi clienti- disse Melody sorridendo- Prego sedetevi, verrete subito serviti.
Melody guardò Ash, attendendo che lui facesse qualcosa. Lui capì e sospirando si avviò verso i nuovi arrivati.

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Capitolo 19
*** Cap. 18 ***


Ehm, in realtà oggi non avrei aggiornato. Ma visto che ho mandato all'aria l'impegno di oggi, direi che qualche capitolo posso anche pubblicarlo.
Prima che me ne dimentichi, avrei dovuto avvertirvi che il vecchietto che appare nel precedente capitolo, è un personaggio già esistente in Pokèmon. Per chi avesse visto nella prima serie l'episodio censurato "Vacanza ad Acapulco", il vecchietto a cui mi sono ispirata è appunto quello che per farsi risarcire della barca che il trio aveva distrutto (sottolineo che in realtà la colpa è tutta di Ash -_-') chiese a loro di lavorare nel suo bar.
E già che ci sono, avviso che molti personaggi che appaiono nella fic, esistono realmente nella serie pokèmon (però i nomi riportati sono quelli in inglese) anche se avevano un ruolo secondario.
Altra precisazione, è possibile che ci siano dei cambiamenti. All'inizio avevo dato a Dawn il dominio dell'erba e a Melody in dominio del vento. Nel corso della fic è stato sostituito con dominio della foglia e dominio dell'aria. Ho cercato di modificare alcuni capitoli indietro, ma è possibile che me ne siano sfuggiti alcuni. Voi comunque siete avvisati.
Se anche questo capitolo vi strappa qualche sorriso, allora sono soddisfatta...perchè per il resto dei capitoli il mio humor andrà in ferie XP
Ok, ora ho finito e vi lascio. Non dimenticatevi di commentare ^^

BLUE BIRD ILLUSION
Cap. 18


- Pare che inizi finalmente a riempirsi questo posto- disse Misty di ritorno dalla cucina.
- Che meraviglia- disse contento Gianni- Sarà contenta la mia Clara.
- Due menù Tropici al tavolo tre e una granita al cinque…arrivo subito- Dawn passò lì vicino con un vassoio- Ah!- inciampò e cercò di recuperare l’equilibrio prima di cadere.
- Attenta!- in quel momento passò Ash e i due finirono inevitabilmente per scontrarsi e cadere con i loro vassoi.
- Ops…!- Dawn si guardò intorno. I bicchieri rovesciati e i clienti che li guardavano- Tutto a posto, Ash?
- …non sopporto questo lavoro- borbottò lui, cercando di rialzarsi, con i capelli bagnati per il drink rovesciato.
- Ehm, non è possibile cambiare camerieri?- fece Gianni a Misty, mentre questa sospirava disperata e May che se la rideva di nascosto- Sai, di stoviglie non ne ho in abbondanza.
- Ah, ah, che imbranata!- Dawn alzò lo sguardo e guardò stupita la persona che si stava facendo quattro risate.
- Tu!- lo segnalò con il dito sorpresa.
- Ciao Dawn- disse il ragazzo seduto ad un tavolo lì vicino, con un sorriso tranquillo e facendo cenno con la mano.
- Cosa ci fai qui?- disse lei alzandosi di scatto.
- Ero di passaggio e casualmente ho trovato il volantino di questo locale. Non credevo di trovarti a lavorare qui.
- E’ solo per oggi- disse Dawn- Sto dando una mano al proprietario.
- Più che un aiuto, mi sembra che lo stai mandando in fallimento…- disse lui con un sorriso divertito, poi iniziò a ridacchiare.
- E adesso che ti prende?- disse Dawn infastidita.
- Ah, ah…ti è rimasta una tartina sulla testa!
- Che?- Dawn si ripulì velocemente e imbarazzata guardò con fastidio il ragazzo che non la smetteva di ridere- Può bastare, sai?
- Lo conosci Dawn?- chiese Ash che aveva assistito alla scena.
- Mh… purtroppo sì. Abitava nel mio stesso villaggio, ci conosciamo da quando eravamo bambini.
- Piacere- disse il ragazzo in questione, alzando la mano in segno di saluto- Mi chiamo Kenny.
Pareva un ragazzo come tanti, i capelli castani un po’ folti, una maglietta verde con una striscia orizzontale e il viso un po’ pacioccone. All’apparenza un ragazzo innocuo.
- E lui chi è?- chiese Kenny indicando il moro.
- E’ un mio compagno di viaggio, si chiama Ash.
- Oh- lo guardò con curiosità- Vi conoscete da tanto?
- No, solo qualche mese- spiegò Ash.
- Capisco- sorrise- quindi avrai già visto all’opera Dawn.
- Mh?- lo guardò senza capire.
- Quanti disastri ha combinato?- disse Kenny ridacchiando.
- Ehi!- disse Dawn offesa- Kenny, sei venuto per ordinare o parlare male di me?
- Stavo solo scherzando- il ragazzo alzò le spalle- Suppongo sarai cambiata, da quando eravamo bambini- si toccò il mento- Anche se da quanto ho appena visto…- guardò il pavimento con i vassoi rovesciati- mi sa che sei rimasta la solita pasticciona.
- Kenny! Non sei cambiato neanche tu, a quanto pare- Dawn sbuffò e afferrò velocemente le cose dal pavimento- E ora scusa, ma abbiamo da fare! Andiamo Ash- si voltò con indignazione. Ma appena avanzò di un passo, non fece caso al pavimento bagnato e scivolò di conseguenza, portandosi dietro anche Ash.
- Ah, ah, ah!- Kenny si spanciò dalle risate.
Ash si sbatté la mano sulla faccia disperato.
- …ma che ci faccio qui?
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Le ore passarono veloci, ognuno preso con il suo incarico e la gente che arrivava sempre di più. E così, la giornata giunse finalmente al termine.
- Oh, non ne posso più!- disse Melody lasciandosi cadere sulla sedia.
- E’ stata una giornata piena- disse May, massaggiandosi le spalle.
- Ma almeno è venuta gente- disse Dawn.
- Dopo le modifiche che abbiamo fatto, era il minimo- disse Melody.
- Comunque, c’è molta concorrenza… avete visto quanti locali?- disse May- Come avrà fatto a sopravvivere questo posto?
- Forse prima non era ridotto così.
- Il locale è chiuso ed è tutto in ordine- disse Gianni di ritorno dalla cucina- Se volete farvi un giro, so che stasera c’è una festa sulla spiaggia.
- Magnifico!- Melody si alzò subito- Anche sulla mia isola si facevano tante feste sulla spiaggia. Sarà divertente.
- Una festa?
- Sì, fuochi d’artificio, bancarelle, cibo a volontà…- ad Ash e May li brillarono subito gli occhi.
- Cosa stiamo aspettando?- dissero i due affamati.
- Suppongo che siamo tutti d’accordo- disse Brock con un sorriso divertito, poi guardò Misty.
- Non ho niente in contrario- disse Misty alzando le spalle- In fondo oggi era il nostro giorno di svago.
- Bene, andiamo!- disse all’unisono May e Ash.
Tempo qualche minuto e il gruppetto era già sulla via principale del lungo mare a visitare le bancarelle.
- Mfumum…gnufum- borbottò un moro, con le guance piene di cibo.
- Fufumugn…bafum…- borbottò allo stesso modo la castana dalla bandana rossa.
- Credo che stiano dicendo che si stanno divertendo- disse Brock divertito, mentre cercava di tradurre quello che i suoi due amici dicevano.
- Spero che non facciano indigestione- disse Dawn.
- Lo dubito- ridacchiò Misty- Sono due pozzi senza fondo.
- Ma come fanno ad avere sempre così tanta fame?- disse sorpresa Melody, mentre guardava un esposizione di ciondoli.
- May dice che spreca molta energia nel suo dominio- disse Dawn.
- E’ la solita esagerata- Melody alzò gli occhi- Ehi, guarda Misty, questo ciondolo non somiglia al tuo?
- Mh?- lo guardò, poi tirò fuori il suo ciondolo nascosto dalla maglietta- No, non credo.
Dawn guardò con curiosità il ciondolo di Misty. Era azzurro e a forma di goccia d’acqua.
- Wow, è la prima volta che te lo vedo- disse Dawn- E’ davvero particolare. Non ne ho mai visti di simili.
- Be’ sì, credo di sì…- disse lei incerta- La mia famiglia c’è l’ha da generazioni, da quanto so. E’ una sorta di portafortuna.
- Allora è servito- disse Dawn sorridendo- Abbiamo incontrato Ash e lui ti ha salvata in più occasioni.
Misty la guardò sorpresa, poi un po’ imbarazzata.
- Non dire assurdità!- disse lei con il broncio- Non bisogna credere troppo in queste cose.
- Però…
- E poi, non è vero che mi ha salvata più volte- disse lei mettendosi le mani sui fianchi- Diciamo solo che è capitato nel momento giusto. Solo coincidenza.
- Mh? Che vorresti dire?- disse Ash, ingoiando il cibo- E’ merito mio se sei ancora viva.
- Solo coincidenza- ripeté lei.
- Ma se tu stessa hai detto…
- Ah, del pollo gratuito!- disse d’improvviso Misty indicando un punto in fondo.
- Dove? Dove?- si lanciò subito alla ricerca.
- Fiuu, per un soffio- disse Misty con sospiro soddisfatto e facendo gesto con la mano sulla fronte. Gli altri la guardarono, senza parole- Be’? Perché mi fissate ora?
- Non gliela dai mai vinta, eh?- disse Brock con un sorriso.
- Se lo facessi, si esalterebbe troppo.
Gli altri alzarono gli occhi al cielo con un sospiro e si avviarono in più direzioni.
- Piuttosto, come va tra voi?- chiese Brock, mentre camminava accanto a Misty.
- Che intendi dire?
- Mi è sembrato strano oggi, gli hai fatto qualcosa?
- Perché dovrei essere io la colpevole?- disse Misty offesa dal suo sguardo accusatore- E poi, non lo capisco neanche io. Davvero, mi sforzo di essere gentile, ma con lui è solo energia sprecata.
- Domani riprenderemo il nostro viaggio- disse Brock serio- Se avete qualcosa in sospeso, ti consiglio di risolverlo ora, piuttosto di ritrovarvi a bisticciare in battaglia. Non so quando ci capiterà un altro momento di calma, come oggi. Ci stiamo avvicinando sempre più alla nostra meta.
- Sì, lo so Brock- disse Misty mettendosi una mano dietro il collo, con lo sguardo un po’ incerto. Ricordò l’ultima battaglia con il Team Magma- Sai, ho ancora quel presentimento… sento che sta per accadere qualcosa, ma non so cosa. Non ho idea di cosa stia progettando il Team Magma. Se solo avessi più informazioni su di loro, la prossima volta non verremo presi alla sprovvista. Potremmo anticipare le loro mosse.
- Sì, ti capisco. Ma al momento non ci è dato sapere chi siano i nostri avversari. Dovremmo accontentarci delle informazioni che abbiamo.
- Ahh, se solo ci fosse il modo di entrare nella loro base…- disse Misty incrociando le braccia- Solo una sbirciatina…
- Sei impazzita?- Brock la guardò severo- Non ti venga in mente di provarci! Sai che significa morte certa.
- Certo, certo...
- Imbrogliona!- disse una voce dietro di loro. Un moro piuttosto arrabbiato, li aveva raggiunti e guardava la ragazza- Non c’è nessun pollo gratis.
- Ah, ho detto gratis?- disse Misty, fingendosi ingenua- Forse volevo dire, pollo gratis per gli ingenui- ridacchiò.
- Che spiritosa- disse lui con sarcasmo.
- Oh, una dolce donzella da sola- disse Brock d’improvviso, guardando in mezzo alla folla- Sembra in difficoltà. Non ti preoccupare mia cara, il prode Brock è qui per te!- si voltò velocemente verso i due ragazzi- Allora vi lascio soli. Mi raccomando non litigate, eh- si allontanò.
- Aspetta Brock- cercò di dire Misty.
- Ah, approfittatene per parlare un po’, voi due- e sparì inghiottito dalla folla.
- Che intendeva dire?- chiese Ash confuso, poi guardò Misty.
- Non lo so- alzò le spalle, fingendosi ignara.
- Le altre dove sono?- si guardò in giro.
- In giro- disse lei- Siamo solo noi due.
Ash rimase in silenzio per qualche secondo, come se stesse riflettendo sulla situazione.
- Ok, allora me ne vado- concluse infine.
- Aspetta- lo afferrò subito per il colletto.
- Che vuoi?- disse lui un po’ indispettito e pentendosi di non essersene andato prima.
- Brock ha ragione, dobbiamo parlare.
- Ancora?- disse lui con uno sbuffo e incrociando le braccia- Non abbiamo già parlato abbastanza? E poi, credevo che oggi fosse un giorno di riposo.
- Intendi dire che parlare con me, ti stanca?- disse lei irritata per il suo commento.
- Di più- disse lui alzando gli occhi al cielo- Hai lo stesso effetto di un sonnifero.
- Io ti…!- fece per strangolarlo, ma poi si fermò. Prese una boccata d’aria e cercò di calmarsi- Lo so cosa intendi fare. Vuoi farmi arrabbiare, per poter cambiare discorso, eh? Ma questa volta andremo a fondo della vicenda.
- Ah, una bancarella di ciambelle gratis!- disse Ash indicando una bancarella in lontananza.
- Bravo, ci hai provato- disse Misty ironica- Ma questo funziona solo con te.
- Ok, allora spara- disse lui rassegnato.
- Non qui di certo- disse Misty trascinandolo via- C’è troppa gente.
- Aiuto, una pazza mi sta rapendo!- disse Ash agitando le braccia- Qualcuno mi salvi!- La gente li guardò sorpresi e confusi. Altri ridacchiavano indicandoli con il dito.
- Se non la finisci, ti riempio d’acqua fino a farti scoppiare- disse lei molto imbarazzata.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Waaa, che bei vestitini!- disse Dawn davanti una bancarella.
- E questa borsa, starebbe bene con il mio completo…- disse Melody immaginandosi già in possesso con la borsa.
- Mh, questi orecchini, sarebbero l’ideale per il mio prossimo concorso di domini…
- Perché? Hai i buchi alle orecchie?- fece una voce.
Le due ragazze si voltarono e videro un ragazzo dai capelli castani.
- Ancora tu?- disse Dawn scocciata.
- Lo conosci?- chiese Melody- Mi sembrava di averlo visto oggi al locale.
- Sì, si chiama Kenny…- Dawn alzò lo sguardo- Che sei venuto a fare?
- A vedere la festa, come tutti, no?
- Già, già, ora però ciao, abbiamo da fare- disse Dawn sbrigativa.
- Che fretta c’è?- disse Melody- Immagino che sia un tuo amico che non vedi da tanto tempo.
- Eh? No, no- scosse la testa lei.
- Dai, non essere timida. Avrete un sacco da dirvi- Melody le fece l’occhiolino sorridendo- Vi lascio soli.
- Ma, ma…- Dawn non poté ribattere e si voltò verso il ragazzo- Hai visto? L’hai fatta scappare.
- E io che c’entro?- disse lui perplesso, poi sorrise- Piuttosto, prima hai accennato al concorso di domini…
- Sì, e allora?
- Anch’io ci partecipo. Da circa qualche mese- disse lui sempre sorridente- E’ una sorpresa. Non sapevo che anche tu gareggiavi. Da quanto tempo?
- Ehh…dunque- Dawn alzò lo sguardo incerta. La verità è che aveva partecipato solo ad un concorso e in quell’occasione c’era stato l’attacco del Team Magma- Un po’ di tempo, forse un anno- mentì lei. Non se la sentiva di dirgli la verità.
- Ah sì?- disse lui sorpreso- E in quali?
- Un po’ dappertutto. Sai, viaggio molto…- continuò a mentire, mentre il ragazzo la guardava sorpreso e un po’ ammirato.
- Davvero? Grande, allora ci sarai al prossimo che si terrà a Petalopoli !
- Eh, ah…sì?- disse lei presa po’ alla sprovvista. Non sapeva neanche quando si sarebbe tenuto il prossimo incontro.
- Certo che mi hai sorpreso- disse lui- Da quanto mi ricordo, non eri così tanto brava nel dominio della foglia. Meglio così, sarà più emozionante scontrarci al concorso.
- Mh…sì, certo- fece un sorriso incerto.
- Bene- le diede una pacca sulla spalla- Allora ci vediamo a Petalopoli. Conto di vederti, okey? Sarà divertente confrontarci- sorrise e salutò- Bye, bye!
- Mamma…che pasticcio- disse Dawn, una volta che lui se n’era andato. Si sbatté una mano sulla fronte- Ma che mi è saltato in mente di dirgli?
Si guardò le mani. La verità era che dopo quello scontro con il Team Magma, si era resa conto dei suoi limiti. Ma aveva promesso a Misty e a se stessa che si sarebbe impegnata. Però, non era così facile. Il suo dominio si era fatto più incerto da quel giorno. C’è l’avrebbe fatta a prepararsi per il concorso?
Sempre che ci avrebbe partecipato…a volte si dimenticava della loro missione.
- Dawn!- la ragazza alzò lo sguardo e vide Ash correre verso di lei, e mettersi dietro le sue spalle.
- Ma…?
- Shh, cerca di coprirmi.
- Che hai combinato?
- Niente- disse lui, fingendosi ingenuo.
- Non c’entra Misty, vero?
- Ugh. No, no- Dawn lo guardò poco convinta- Okey, sono riuscito a dileguarmi da lei. Ma temo che mi stia ancora cercando.
Dawn sorrise divertita.
- Non ti ho ancora ringraziato per avermi salvata…quel giorno- chinò la testa.
- Eh? Ah, non c’è problema- disse lui concentrato ad avvistare Misty.
- No, certo che c’è!- disse lei scotendo la testa- Faccio parte anch’io del Team Luce, perché allora finisco per essere la più debole?
- E chi dice che sei debole?
- Oh insomma!- lei lo guardò- Mi hai vista combattere. Non sono un granché. Drew è molto più bravo di me.
- E con questo?
- Se Misty e gli altri chiederanno a Drew di unirsi al gruppo…- strinse forte le mani- Io non sarei di nessuna utilità. Me ne dovrei andare.
- Che sciocchezze- disse Ash, incrociando le braccia- In primo luogo, non credo che Misty voglia che te ne vada.
- Ma andando avanti così, sarò solo un peso.
- Non penso che continuando a deprimersi, si risolva qualcosa. Anche se c’è qualcuno più bravo di te, cosa importa? Solo continuando ad allenarsi, si può sperare di migliorare.
- Sì, lo so, però…
- E poi, Drew non mi pare che vada bene per il Team. Ah sì, poi è un tipo sospetto.
- Be’, questo lo diceva anche Misty di te.
- E’ diverso.
- Perché non dici semplicemente che non ti è simpatico?
- Mhh, comunque sia non dovresti arrenderti. Arrendersi è sinonimo di perdente. E non credo che tu voglia questo.
- Ash, ma tu non hai mai incontrato un avversario più forte di te?
Il ragazzo la guardò per qualche secondo.
- Dubito che ci sia qualcuno più bravo di me- disse lui sorridendo con certa superiorità.
- Ah sì? Non ti credevo così sicuro- chinò la testa- Ti invidio.
- Non dovresti- tornò serio- Anche se sono bravo…c’è sempre qualcuno che lo è più di me. Non sei l’unica a voler migliorare. Ma se mi fermassi, non potrei mai essere il migliore. Bisogna affrontare le proprie paure.
- Ash…- chiuse gli occhi e lo guardò- Grazie. Non mi arrenderò.
Ash sorrise.
- Ah, e poi…- aggiunse Dawn tranquilla- mi sembra di vedere Misty in lontananza.
- Eh?- non fece in tempo a girarsi, che già Misty li aveva raggiunti.
- Preso!- lo afferrò dal colletto- Questa volta non mi scappi!- disse Misty arrabbiata.
- Come hai fatto a trovarmi??- disse Ash sorpreso.
- Non è difficile…quando mangi, lasci una scia di briciole dietro di te.
- Cavoli!- borbottò lui- La prossima volta vado in giro con l’aspirapolvere.
- Mh?- guardò Dawn, poi Ash- Oh, stavate parlando? Vi ho disturbati?
- Sì- fece Ash con il broncio.
- No, no- scosse Dawn sorridendo- Abbiamo finito. Te lo lascio pure.
- Che?- Ash spalancò gli occhi.
- Oh, grazie- disse Misty, trascinando il ragazzo.
- Bisogna affrontare le proprie paure- gli ripeté Dawn con un sorrisetto- Tranquillo, Misty non ti ucciderà…almeno, non per il momento.
- Traditrice!- borbottò Ash, mentre Dawn li salutava con la mano.
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- La verità…è che è una scelta difficile- disse una ragazza dai capelli castani, movendo qua e là la testa con indecisione- Insomma, è così dolce e tenero…ma anche amaro non sarebbe male. Però un po’ di dolcezza ci vorrebbe dopo una lunga giornata di lavoro- May mosse nuovamente la testa- Ma è anche vero che non mi devo lasciare andare al piacere. Senza contare che l’amaro aiuta a rinforzarsi. E poi…
- Oh, insomma, si decida!- disse l’uomo davanti a lei, con un esaurimento nervoso- Dolce o salato?
- Io direi che…- fece per rispondere, poi si bloccò incerta- No, meglio il…No, no, sto sbagliando tutto- alzò lo sguardo- Okey, allora…no, direi che…
- Basta!- disse l’uomo esasperato e afferrò la torta e delle focacce dalla sua bancarella, e glieli diede subito alla ragazza- Prendi tutti e due, così la finiamo.
- Oh…- disse May, con in mano in cibo- Però…
- Non importa, per te è gratis. Purché non ti faccia vedere più qui- disse l’uomo sbuffando.
- Grazie- disse la castana sorridendo e camminando allegra diede un occhiata alle altre bancarelle del cibo. Gli altri venditori avevano assistito alla scena di prima e appena lo sguardo della ragazza si posava su di loro, sparivano dietro i banconi- Che strano, dove sono finiti tutti?
Alzò le spalle e continuò la sua camminata, mangiucchiando il suo cibo.
- Mamma, mamma, mi compri il trenino?- disse un bambino poco distante da lei. May si voltò per guardarlo meglio. La madre di lui era lì accanto.
- No, Jimmi, lo sai che non posso prendertelo- disse la signora- Tuo padre sta lavorando sodo per recuperare quello che abbiamo perso con l’incendio…- dall’espressione della donna, poteva intuire chi ne era stato l’artefice.
La ragazza osservò l’espressione da prima delusa, poi triste del bambino. Per un breve istante, le apparve davanti agli occhi, l’immagine di un altro bambino con degli occhiali grandi.
Prima che potesse reagire, un'altra persona si avvicinò a loro e si chinò verso il bambino.
- Ciao piccolo…ho sentito che volevi un trenino…- disse lui. Il bambino annuì- Be’, non è esattamente un trenino, ma…- tirò da dietro la schiena un oggetto e glielo porse- spero che ti piaccia comunque.
- Oh, forte! Un aeroplano!- disse il bambino sorpreso.
- Sì- annuì lui, mentre il bambino lo afferrava.
- Bello…- guardò la persona- …è per me?
- Certo, è tutto tuo- sorrise. Il bambino guardò la madre. Lei annuì sollevata.
- Waa, grazie! Grazie signore!- disse felice il bambino.
- Ehi, ehi, non sono un signore- disse lui- Sono uno stupendo ragazzo- esibì un gran sorriso.
- Oh…okey, stupendo ragazzo. Grazie.
- Di niente- lui gli diede una carezza alla testa e si alzò in piedi.
- Ti ringrazio. Sei stato gentile- disse la donna.
- Oh, non è un problema. Piuttosto…- tirò fuori un altro oggetto da dietro la schiena, una statuina di una persona in miniatura, e sorrise con enfasi- Che ne dice di una statuina del grande Brock? Solo per lei, questo fantastico omaggio.
- Eh…grazie, ma non è il caso- disse la donna un po’ imbarazzata.
- Non si faccia problemi. Ci sono anche versioni più grandi di “Brock, l’eroe”- ne tirò fuori un altro con un omino su un Rapidash- C’è anche quella di “Brock, principe azzurro”. Ma…- lanciò dietro le statuine e si avvicinò alla donna, con un sorriso accattivante- se preferisce prendere l’originale…
- Ehm, credo che declinerò la sua gentile offerta…- disse la donna intimorita e prendendo il bambino per la mano, lo trascino via.
- Grazie ancora, “ragazzo stupendo”- disse il bambino salutando.
- Uh, di niente- disse lui piagnucolando un po’. Poi sentì delle risatine e si voltò- May?
- E così, è questo quel che fai nel tempo libero?- disse lei avvicinandosi con un sorriso- Cerchi di abbordare le donne, facendo il simpaticone? Non mi sorprende che Misty ti tiri dall’orecchio ogni volta.
- Misty? Dov’è, dov’è?- si guardò intorno spaventato- Ugh, se ci fosse stata Misty, addio orecchio.
- Hai fatto tu quell’aeroplano?- chiese lei- Sei bravo a non farti vedere, mentre utilizzi il tuo elemento. A me ci vuole sempre molta concentrazione.
- Be’, sai…con tanti fratellini e sorellina- alzò le spalle con un sorriso- Ho imparato con l’esperienza.
May lo guardò, poi pensò al bambino di prima e l’immagine che l’era apparsa. Socchiuse gli occhi.
- Brock…a te manca?
- Mh?- la guardò.
- Intendo dire la tua famiglia…i tuoi fratelli…
- Mia madre è morta tempo fa e mio padre se n’è andato da tempo.
- Oh, mi spiace…- Brock alzò nuovamente le spalle.
- E di che?- sorrise- Mio padre era solo in grado di combinare guai. Credo che sia stata una fortuna che se ne sia andato. Per quanto riguarda i miei fratelli…loro mi mancano molto, ogni giorno penso a loro. Sono preoccupato, di solito ero io che mi occupavo di loro, ora invece sono soli. Anche se proprio soli non sono. Prima di andarmene, li ho affidati ad una donna del mio paese. So che si prenderà cura di loro. Ma…- sospirò- Come fratello maggiore, mi sento comunque in ansia per loro.
- Ti capisco- disse May- Anche io sono in ansia per il mio fratellino. Da quando ho iniziato questo viaggio, non ho avuto più notizie di lui. Non so neanche se stia bene- strinse le mani- Ma non posso tornare da lui, finché non sarò più forte. Da potermi prendere cura di lui.
- Gli vuoi molto bene…
- …sì- annuì- Anche se ora mi odierà, dopo non averlo portato con me. Ma non avevo alternative. Poteva essere molto pericoloso per lui.
- Sì, comprendo- disse Brock- Ma vedrai che presto lo rivedrai.
- Mh…- fece cenno di sì- Il giorno che affronteremo il Signore del Fuoco, non è lontano. E quando tutto terminerà, tornerò a casa dalla mia famiglia, alla mia solita vita…
- Già…ma prima di quel momento, bisogna solo sperare che il nostro Team diventi più unito. Solo così avremmo qualche possibilità- sospirò- Ma se Misty e Ash non si decidono a collaborare…
- In effetti, quei due sono un bel problema…
- Spero che Misty ascolti il mio consiglio e parli con lui. Li ho lasciati soli apposta- May si voltò verso di lui.
- Che? Li hai lasciati soli? Vuoi che scatenino una guerra??
- Che esagerata May- disse Brock ridacchiando- Sono grandi ormai, non penso che…- stette un attimo in silenzio a riflettere-…questo almeno spero- aggiunse un po’ preoccupato.
- Dovevamo sorvegliarli- disse May, poi notò qualcosa- Ma quello non è il signore della locanda?
- Sì, è lui…è in compagnia di…una signora?- disse lui sorpreso.
- Ma guarda un po’…- disse anche lei sorpresa- Non era afflitto per la sua cara mogliettina morta?
Il signore li notò e li salutò con la mano, sorridendo come un bambino. Accanto a lui, la signora anziana, era vestita tutta elegante per la festa e si teneva per mano al signore.
- Ragazzi, venite!- disse Gianni facendo segno con la mano di raggiungerli- Vi voglio presentare qualcuno…
- Che si fa?- chiese May.
- Be’, mi sembra poco educato non andare- disse Brock- E poi, così almeno scopriremo chi è quella signora.

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Capitolo 20
*** Cap. 19 ***


Aggiungo anche questo capitolo, giusto per chiudere l'arco e passare alla prossima avventura (e sinceramente non ricordo cosa accadeva dopo °_°'). Buona lettura!

BLUE BIRD ILLUSION

Cap. 19


- Uffa, mi sto perdendo il meglio della festa- disse un ragazzo dai capelli neri sbuffando.
- Lamentati quanto vuoi, ma non ti muoverai da qui- disse la ragazza dai capelli arancioni, senza scomporsi.
- Oh, stupendo. Prigioniero di una ragazza e di un laghetto- disse lui con ironia- Cosa c’è di peggio?
- Lo scoprirai presto, se non mi spieghi il tuo strano umore.
- Eh? Ma io sono normale.
- No, che non lo sei. Cioè, in teoria sì- alzò lo sguardo- Sei arrogante e presuntuoso come al solito.
- E allora, dov’è il problema?
- E’ che, non siamo bambini di due anni. Non possiamo perdere tempo a discutere. Da domani riprenderemo il nostro viaggio e gli allenamenti.
- Ripeto, e allora? Cosa cambia?
- E allora, Ash, quello che ci aspetterà, sarà un difficile cammino. Non possiamo perdere altro tempo. Il Team Magma e il Team Acqua staranno già sicuramente movendosi, anche il Signore del fuoco non attenderà nel procedere con i suoi piani- Ash la guardò senza parlare. Lei si sedette su un tronco dall’albero- Ash, ho bisogno di sapere adesso…se c’è qualcosa che vuoi dirmi, qualcosa che ti tormenta…- lo guardò negli occhi- Qualcosa che ti spaventa…allora, è questo il momento. So che posso sembrare indisponente, ma…come ti ho già detto, non voglio ripetere i miei stessi errori del passato. Non voglio perdere un’altra persona.
Seguì un momento di silenzio tra i due, mentre i loro occhi si guardavano.
- Non capisco di cosa parli- disse Ash incrociando le braccia dietro la testa e voltandosi- Io avere paura? E di cosa? Non mi spaventano certo i nemici.
- Però quando ci siamo scontrati con il Team Magma, mi sembravi distratto…
- E’ stato un caso- alzò le spalle- Non ho certo paura di loro.
- Però come me lo spieghi, che sapevi quanti erano?
- Dimentichi che sono dominatori del fuoco come me. Riconoscerei un dominatore anche a lunga distanza.
- Okey, però…
- Oh, insomma. Che sono tutte queste domande?- si voltò per guardarla- Nel contratto per diventare un membro del Team Luce, non c’era scritto “verrai assillato ad un continuo interrogatorio”- sbuffò lui.
- Mh…- chinò la testa- E’ che…tu sei un dominatore del fuoco…
- Che scoperta. Questo mi sembra che tu l’abbia ripetuto dal primo giorno- alzò lo sguardo scocciato- E pensavo che tu ormai l’avessi accettato.
- Lo so- strinse le mani- Però io non riesco a dimenticare cosa hanno fatto i dominatori del fuoco- chiuse gli occhi, ricordando- Non avrei mai creduto, una volta uscita dalla mia città, che avrei combattuto affianco ad uno di loro. Li odiavo, credevo che fossero tutti uguali- alzò lo sguardo- Io non so molto di te, non conosco la vera motivazione che ti ha fatto voltare le spalle al Paese del Fuoco, non so cosa facevi prima del nostro incontro. A volte mi chiedo, se l’Ash che ho di fronte è vero, o solo un illusione. Questo mi rende insicura- chinò nuovamente la testa- E invece devo essere sicura di chi mi sta accanto, perché da questo può dipendere non solo la mia vita, ma anche quella dei miei compagni.
Ash stette in silenzio in piedi, mentre la ragazza teneva lo sguardo giù.
- Sai qual è il tuo problema?- si voltò dandogli la schiena, mentre la ragazza alzava lo sguardo- E’ che hai poca fiducia nei tuoi compagni.
- Io ho fiducia nei miei compagni!- ribadì Misty offesa.
- E allora, smetti di preoccuparti. In questi mesi che sono stato con voi, li ho visti in azione e posso dire che formano un gruppo ben affiatato. Dubito che altri gruppi, si sarebbero aiutati a vicenda, rischiando la loro vita…soprattutto se sono dominatori di elementi diversi. Dicendo di voler proteggere tutti, dai solo impressione che non ti fidi di chi ti sta accanto- Misty abbassò lo sguardo sorpresa- E per quanto riguarda la mia vita, non ho nessun dovere a raccontartela. In fondo, anche io conosco ben poche cose di te, e mi pare che neanche tu ti confidi molto con i tuoi compagni. Chi dei due è più testardo?
- Il fatto che mi preoccupo dei miei compagni, non vuol dire che non ho fiducia in loro- Misty si alzò in piedi- Penso che sia normale preoccuparsi di chi si vuol bene. O vuoi dirmi che a te non succede?
Ash la guardò per qualche istante, con un espressione diversa dal solito, più seria e fredda.
- Non ho certo questi problemi. Se poi non hai fiducia in quello che tu stessa hai creato, non farai altro che distruggerlo. Dovresti pensare piuttosto ai tuoi nemici. Non vorrai che i tuoi compagni muoiano per i tuoi errori?
- Certo che no!
- E allora smettila di perdere tempo in queste sciocchezze. O il tuo è solo un capriccio? Dici che vuoi salvare il mondo, ma non riesci a tenerti in piedi da sola. Vuoi utilizzare i tuoi compagni come scudo, per non dover affrontare il pericolo. Non sei diversa dalle persone che dici di odiare…forse sei anche peggiore. Non mi sorprende che George sia scappato via.
Un rumore di schiaffo e Ash non fiatò. Un cappello rosso e bianco volò per terra. Il viso di lui era leggermente spostato di lato e sulla sua guancia si stava lentamente formando una mano rossa.
Misty ancora con la mano sospesa in aria, dopo lo schiaffo, lo stava fissando. Lui spostò il suo sguardo da terra verso di lei. Lo stava guardando con rabbia e si mordeva le labbra.
- …sei uno stupido!- si voltò e se ne andò via di corsa.
Il ragazzo rimase lì immobile, a fissare il luccichio del lago, mentre con la mano si tastava la guancia. Serrò le labbra e si chinò per prendere il cappello. Lo pulì leggermente, se lo sistemò sulla testa e si rialzò.
I sentimenti sono inutili, non servono…solo l’odio e la rabbia sono i soli sentimenti che devi provare…amicizia e robe simili sono solo d’intralcio nelle missioni…ricorda Ash, mai mostrare debolezze…

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Grazie- sorrise dolcemente la castana, mentre un ragazzo gli offriva un maxi gelato- Oh, non dovevi- il ragazzo sorrise compiaciuto.
- Melody, Melody! Io ti ho preso questo- un ragazzo spuntò dietro l’altro e gli mostrò una borsetta.
- Ohh, la borsetta che volevo- disse lei incantata e piantando il gelato- Come sei stato gentile.
Il secondo ragazzo sorrise contento, mentre l’altro lo fulminava con lo sguardo.
- Io ho fatto di meglio- un altro ragazzo comparve- Guarda, dei orecchini di rubino.
- Che meraviglia- disse lei estasiata. I ragazzi guardarono arrabbiati il nuovo arrivato.
- Io posso darti qualcosa di meglio- disse il primo.
- No, io- disse il secondo.
- Non dargli retta Melody, io sono meglio- disse il terzo.
- E chi l’ha detto?- disse il primo. Tra i tre ragazzi si creò una specie di conflitto per attirare l’attenzione della ragazza.
- Ragazzi, ragazzi, calmatevi- disse lei con un sorriso.
Ma a dire la verità, a lei faceva comodo che le facessero la corte molti ragazzi. Riusciva a portarsi via quello che desiderava, senza dover pagare.
“Non è cambiata la situazione, da quando ero sulla mia isola”- pensò divertita Melody. Poi notò un ragazzo tra la folla. Si allontanò dal trio, senza che loro se ne accorgessero.
- Ash, Ash!- disse lei tutta allegra e lo afferrò per il braccio. Ash sussultò un po’- Che bello trovarti…oh?- notò la sua faccia- Ash, ma cosa…?- indicò il gonfiore che si era creato sulla sua guancia.
- Niente- cercò di coprirsi con la mano.
- Come “niente”? Sembra che tu abbia appena ricevuto un pugno…oh, non sarà stata May?- si portò le mani alla bocca- Quando si muove quella ragazza, finisce sempre per colpire qualcuno.
- N-no, no…
- Ah sì? Oh…- notò lo sguardo incerto di Ash-…Misty. Avete litigato? Non credevo che arrivasse a picchiarti.
- Non mi ha picchiato- disse lui offeso. Poi abbassò lo sguardo- Solo ho detto qualcosa che non dovevo e mi sono preso uno schiaffo.
- Be’, se è arrivata a darti uno schiaffo, devi averla fatta davvero arrabbiare- disse lei divertita- Dai, vieni con me che vediamo come diminuire il gonfiore, mentre tu mi racconti com’è andata.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Allora…fissiamo appuntamento, numero di telefono e la chiesa dove ci sposeremo?
- Che? Tu stai delirando!- disse una ragazza.
- Ok, in effetti per la casa dovremo pensarci un po’- annuì serio- Ma dovremo decidere già da adesso quanti bambini vorremo avere.
- Argh, basta! Lasciami stare!- la ragazza lo spinse via e se ne andò tutta innervosita- E dire, che volevo solo sapere l’ora!
- Dove vai amore mio? Non lasciarmi!- piagnucolò il ragazzo e chinò la testa sconfortato- Ah, com’è difficile l’amore. Un attimo vogliono essere ricoperte di attenzioni e poi dicono di volere il loro spazio- guardò il suo blocchetto nero che si portava appresso. Appuntava i nomi delle ragazze che incontrava- Mh…direi che sono arrivato a ben 30 rifiuti…potrei stabilire un record…uh?- notò una ragazza che si dirigeva verso la spiaggia. La rincorse.
Pochi passi più avanti, la vide raggiungere la riva e sedersi sulla spiaggia fresca della notte.
- Non mi sbagliavo, eri tu- disse Brock raggiungendola. Lei non rispose- Suppongo che questo significhi che qualcosa è andato storto. Forse non dovevo lasciarvi da soli.
- Brock…- disse la voce della ragazza davanti a lui.
- …sì?
- Tu credi che…che io…stia sbagliando?- disse la voce un po’ titubante.
- Eh? Perché dici questo?
Lei chinò la testa sulle ginocchia.
- Ho voluto creare questo Team, sperando di incontrare persone che desiderassero come me difendere il nostro mondo…Ma ora mi chiedo, se fosse veramente quella la ragione.
- Come?
- E se fosse vero…che mi sto nascondendo dietro di voi?
- Misty…io non credo che…
- E allora perché? Perché George se n’è andato? Perché ha abbandonato i suoi amici? Lui non era così prima, è colpa mia se è cambiato. Non avrei mai dovuto convincerlo a venire con me- Brock stette in silenzio- E sto facendo la stessa cosa con voi. Non avrei mai dovuto coinvolgervi. Avrei dovuto risolvermela da sola.
- Misty…- sospirò triste e si sedette accanto a lei, sulla sabbia- Sai, ci sono cose di cui non conosciamo le risposte…Le nostre azioni, ci portano ad avere molti dubbi e ci chiediamo spesso se cambiando qualcosa, il risultato sia migliore. Ma vedi, questo non è possibile. Non c’è modo di tornare indietro. Quello che facciamo, quello che decidiamo, sono azioni di cui dobbiamo rendere conto solo noi. Dobbiamo accettarne le conseguenze e cercare di migliorare.
- Però…e se non servisse?- alzò lo sguardo e fissò il mare- E se ogni sforzo, non portasse a niente di buono? Forse non sono ancora pronta per questa nuova battaglia…
- La Misty che conosco non parlerebbe così- disse Brock guardandola- La ragazza che ho conosciuto tempo fa, non si arrenderebbe allo sconforto. Anche se siamo solo dei ragazzi, anche se non siamo al massimo delle nostre capacità, in tutto questo tempo siamo stati in grado di tenere testa ai nostri nemici. Siamo un Team, Misty, e insieme ce la faremo- gli sorrise- Sei tu che hai creato tutto questo, sei tu che ci hai dato la speranza di ribellarci al nostro destino. E noi non ci arrenderemo.
La ragazza guardò il bruno sorpresa.
Sai qual è il tuo problema? E’ che hai poca fiducia nei tuoi compagni.
- …Già- annuì leggermente- A volte dimentico chi ho accanto- Poi si voltò verso Brock- Sai, credo di aver fatto un altro dei miei pasticci- lo guardò imbarazzata- Ho dato uno schiaffo ad Ash.
- Che?? Misty!- disse in tono di rimprovero.
- Lo so, ho sbagliato…è che a volte, la verità fa male. E dire che ero così decisa a chiarirmi con lui…ora mi odierà sicuramente.
- Chi, Ash? Con tutte le volte che avete litigato e bisticciato, non credo proprio- disse lui ridacchiando- Anzi, forse starà già meditando ad una vendetta.
- Dici?
- Dimentichi che Ash si comporta a volte come un bambino- si alzò in piedi, sbattendo via la sabbia dai pantaloni- Ma fossi in te, proverei a chiedergli scusa. Non vorrai iniziare il viaggio con questo umore?
- Mh…- chinò la testa incerta.
- Dai, non pensarci. La situazione si sistemerà. Anche per quanto riguarda George…troveremo il modo di farlo ragionare- si allontanò.
Misty sospirò, guardando le poche onde del mare raggiungere la riva. Era tutto calmo.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Sei uno sciocco- disse infine Melody, dopo il racconto di Ash. I due si erano seduti su una panchina poco distante dal centro della festa.
- Che?- la guardò sconcertato lui- Credevo che fossi dalla mia parte.
- Non avresti dovuto dirle quelle cose- lei gli posò una crema sul viso- Può sembrare una ragazza dura, ma le tue parole potrebbero averla ferita.
- Ha cominciato lei- borbottò lui.
- Possibile che non capisci? Misty già si sente responsabile per George e ora per noi, da quanto è successo al Concorso.
- E perché? Mica è stata colpa sua.
- Però Misty è la leader del gruppo. Ciò comporta molte responsabilità e decisioni. Sicuramente si sarà sentita responsabile per averci fatto partecipare.
- E’ assurdo. Come faceva lei a sapere cosa sarebbe accaduto? Sarebbe potuto accadere anche di peggio.
- Sì, forse hai ragione. Ma tieni conto che è di Misty che stai parlando. Quando l’ho conosciuta io, ero molto più testarda e spericolata. Sorrideva poche volte e si concentrava solo sulla missione- sorrise- Ma sai…da quando sei arrivato, ho notato che Misty è cambiata molto. Prima difficilmente avrebbe passato la giornata a divertirsi.
- Sarà, ma a me pare comunque una fissata.
- Per te è facile dire così- disse Melody, chiudendo il barattolo della crema e riponendolo nella sua borsa- Ti è mai stata affidata la responsabilità di un gruppo di persone?- lo guardò- Finché rimangono degli estranei, non ti preoccupi. Ma appena inizi ad affezionarti a loro, il tuo compito è più gravoso- socchiuse gli occhi- Lo capisco perché anche mio padre ha passato per la stessa situazione. Lui era il capo della comunità che viveva nell’isola e doveva sempre mantenere le distanze con le persone, anche con la famiglia stessa, in modo che le sue scelte fossero dettate in piena coscienza- alzò le spalle- Ma siamo esseri umani, in fondo. Abbiamo un cuore e dei sentimenti…è stato per questo che è morto- chinò la testa- Tentando di salvare la sua gente, la sua famiglia, le persone che amava. Ha preso una decisione affrettata e questo gli è costata la vita. E per questo suo gesto, la gente ha preso ad odiarlo- lo guardò triste e con un leggero sorriso- Eh, che ironia della sorte. Uno fa di tutto per essere un bravo capo, ma finisce per essere odiato. In entrambi i casi, che lui ami la sua gente o che si tenga a distanza, non ottiene il ringraziamento delle persone. Tu che faresti, se ti trovassi nella stessa situazione?
- Io…non lo so. Non ci ho mai pensato.
…devo essere sicura di chi mi sta accanto, perché da questo può dipendere non solo la mia vita, ma anche quella dei miei compagni.
- Mh…- mosse il capo- Il motivo per cui Misty è il nostro leader, e che noi lo accettiamo, è perché abbiamo avuto prova che ci possiamo fidare di lei. E’ vero, anche noi litighiamo, ma nel momento del pericolo, non dubiterei che lei si precipiterebbe ad aiutarci. Per questo a volte diventa assillante e severa. Lo fa perché tiene a noi.
Il fatto che mi preoccupo dei miei compagni, non vuol dire che non ho fiducia in loro. Penso che sia normale preoccuparsi di chi si vuol bene.
- Però a volte esagera…
- Sì, hai ragione- ridacchiò- E’ arrivata a fare cose assurde per noi. Ma del resto, nessuno è perfetto, no? Tranne me, naturalmente- lo guardò- E poi, anche tu hai esagerato. Perché prendertela così tanto per delle domande? Capisco che ti avrà irritato, però perché le hai nominato George? Lo sai che si sente in colpa nei suoi confronti…
- Io…non era mia intenzione- si grattò dietro il capo- A volte parlo senza riflettere.
- Me n’ero accorta- alzò lo sguardo divertita- Ma è forse una caratteristica di te che mi affascina.
- Eh?- disse lui confuso.
- Lascia stare- sospirò- E pensa piuttosto a scusarti con lei.
- E perché dovrei?- disse lui accigliato- Ha cominciato lei. E ti ricordo che mi ha tirato uno schiaffo- indicò la sua guancia gonfia.
- Oh Ash, non vorrai certo che sia lei a venirti a chiedere scusa. Non lo sai che è sempre il maschio che deve fare il primo passo?
- E da quando?- disse lui ironico.
- Non conosci neanche il più basilare dei galatei? E poi, se t’impunti così, non vi chiarirete più. Siete tutte e due testardi, ma forse è il caso che uno di voi due lasci da parte l’orgoglio, almeno per stasera. Non ho voglia di partire domani e sentirvi litigare di nuovo.
- Mhhh…- lui fece il broncio, mentre si alzava dalla panchina- Fate valere il fatto di essere femmine, quando più vi fa comodo. Ma tengo a precisare che non sarò io a scusarmi!
- Come vuoi- lo salutò con la mano, mentre il ragazzo si allontanava. Poi si guardò intorno- Dunque, e ora da chi posso farmi offrire una bibita?
Ash camminò per un po’ alla cieca, mentre borbottava qualcosa. Poi incrociò Brock, che stava entrando dentro la festa. Anche l’altro lo notò e si fissarono per qualche secondo. Il più alto abbozzò un sorriso divertito, evidentemente si era accorto del gonfiore alla guancia, e fece cenno dietro di lui, da dove era arrivato. Ash intuì che indicasse la spiaggia e proseguì in quella direzione, mentre sentiva ridacchiare l’altro ragazzo.
“Mhh…questa me la paga Brock”- pensò il ragazzo mentre raggiungeva la spiaggia a passo veloce e si allontanava dagli sguardi curiosi dei passanti. Poco più in là, sentì dei rumori e notò del movimento vicino al mare.
Coperta dall’oscurità della notte e illuminata in parte dalla luna, c’era una ragazza che camminava nell’acqua bassa e agitava le mani. Nello stesso tempo, onde d’acqua si alzavano e la ricoprivano, seguendo i movimenti delle mani.
Come se si trovasse davanti ad uno spettacolo artistico, rimase incantato ad osservare la fanciulla, naturalmente molto presa da quello che faceva per accorgersi di lui. Gocce d’acqua schizzavano qua e là, bagnando leggermente i capelli e il viso di lei.
Dopo pochi minuti di concentrato controllo dell’acqua, la ragazza fece tornare l’acqua nel mare calmo. Si lasciò andare uno sospiro, mentre si voltava. Poi spalancò gli occhi, sorpresa di vedere un'altra persona.
Il ragazzo non se n’era accorto, ma era rimasto impalato a fissarla, senza dire niente. E ora si era completamente dimenticato cosa ci facesse lì.
- Potevi dirmi che eri qui- disse lei uscendo dall’acqua, con un tono un po’ infastidito.
- Non era mia intenzione spiarti- disse lui, offeso.
- Ah sì? E allora perché sei qui?
- Non mi risulta che la spiaggia sia di tua proprietà- disse lui incrociando le braccia- Non si può neanche camminare?
- Allora ti lascio continuare- lei si chinò per prendere le sue scarpe e lentamente si incamminò.
Ash la osservò in silenzio. Anche se era venuto apposta per lei, non aveva la minima idea di cosa dire. E di certo Misty non gli rendeva facile il compito.
Perché la sua missione lo metteva in situazioni così complicate? Di solito si limitava solo a combattere, da quand’è che gli doveva importare di essere gentile con gli altri?
“Tutto ciò è assurdo”- pensò lui- “Perché dovrei scusarmi con una persona come lei? Come se mi importasse qualcosa di lei…”
Misty fece qualche passo, poi si fermò.
- …mi spiace per lo schiaffo di prima- disse lei senza voltarsi. Ash la guardò stupito- Reagisco male alle provocazioni. Purtroppo io sono fatta così…Se il mio modo di agire non ti va bene, se non approvi le mie scelte, non ti obbligo a seguirmi. Non sei costretto a rimanere nel Team. Sei libero di andartene. Così come non obbligo gli altri a venire con me.
- Misty…
- Però se decidi di restare, dovrai sottostare alle mie decisioni. Non dovrai muoverti per conto tuo o agire in modo sconsiderato. Per quanto possa suonare sciocco, io tengo ai miei compagni. E se tu diventerai parte del gruppo, non potrò fare a meno di preoccuparmi di te- socchiuse gli occhi- In quanto a me…non ti chiederò più di raccontarmi di te. Non ti assillerò più con domande. Non ha più importanza chi eri, ma solo chi sei adesso- aprì gli occhi- Se mi seguirai, sappi che il mio obiettivo è quello di sempre, fermare il Signore del Fuoco e non mi fermerò davanti a niente.
La ragazza proseguì il suo cammino, mentre Ash se ne stava in silenzio. Qualche secondo dopo, fece qualche passo verso la sua direzione.
- Mi spiace anche a me- disse lui. La ragazza si fermò, ma non si voltò- Non è affare mio, la decisione di George. Quello che è accaduto tra di voi, non posso saperlo, né giudicarlo- Lui alzò le spalle con un mezzo sorriso- E poi, temo che dovrai sopportarmi ancora a lungo- si toccò la guancia- Non basterà un semplice schiaffo a farmi demordere.
- …saprò sopportare- Misty sorrise leggermente, senza farsi notare. E poi, proseguì la sua camminata.
Il ragazzo guardò la ragazza, mentre alle sue spalle udiva il leggero movimento dell’acqua. Si voltò e guardò verso la luna, nel cielo notturno. Poi ci fu un boato e il cielo si colorò di diverse luci colorate. Erano fuochi d’artificio.
- A quanto pare, hanno iniziato.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Che cosa?!- esclamò un gruppetto di ragazzi, mentre fissavano una signora anziana e poi May.
- Eh sì, a quanto pare lei è Clara, la consorte di Gianni- disse May- Io e Brock l’abbiamo incontrata alla festa di ieri sera.
- Vuol dire, che ha ritrovato sua moglie?- disse Dawn confusa- Ma io credevo che…- mormorò un po’ dubbiosa- fosse morta.
- Lo credevamo tutti- disse Brock annuendo.
- Oh, io morta?- disse la signora imbarazzata e con una risatina- Ero solo andata dal parrucchiere…- si toccò i capelli cotonati- Sapete…la festa.
- Lei ci aveva detto che non c’era più- disse Melody innervosita al signore- Ci ha mentito.
- Mentito?- disse lui con un sorriso e senza scomporsi- Io, mia cara, non ho mai detto che era morta.
- Be’, in effetti…- Misty guardò Brock- Non l’ha mai detto esplicitamente.
- Ma non ha neanche detto il contrario- disse Ash.
- Be’, è inutile prendersela- disse Brock- In fondo si tratta solo di lavoro e poi ci siamo divertiti alla festa, quindi possiamo considerarci soddisfatti.
I ragazzi si guardarono a vicenda. Annuirono, anche se non proprio contenti.
- Ma ora pensiamo al nostro compenso- disse Melody sorridendo.
- Oh, a questo proposito- disse il signore- Avete visto che bella sciarpa ho regalato alla mia Clara?
- Mh? Bella, l’avevo vista alle bancarelle…costava molto- disse Dawn.
- Sì, ma questo cosa c’entra?- disse Ash.
- Be’, era l’unico modello rimasto e a lei piaceva- disse lui con un sorriso- Così non ho resistito nel comprarlo.
- Il mio tesoro…- disse contenta la signora sorridendo al marito.
- Insisto, cosa c’entra questo?- chiese Ash.
- Non vorrà dire che…ha speso tutti i soldi??- disse Misty.
- Esatto- annuì lui, sempre con un sorriso spensierato.
- Ash, dà fuoco al locale!- dissero Misty e Melody infuriate.
- Molto volentieri!- disse Ash infuocato.
- Calma, calma- disse Brock- Che sarà mai un giorno di lavoro? Anche se non possono pagarci, è stata pur sempre un esperienza.
- Grazie Brock- disse Gianni- Ah, è passata una certa Ukyo…mi ha detto di dirti “sparisci dalla mia vista”.
- May, butta giù questo locale!- disse Brock infuriato.
- Che??
- Va bene, va bene- disse Misty sospirando rassegnata- Non è la fine del mondo. Ci aspetta un lungo viaggio, quindi incamminiamoci.
Il gruppetto annuì e presero le loro cose.
- Anche se non possiamo pagarvi, lasciate che vi diamo qualcosa da mangiare lungo il viaggio- disse la signora, consegnandole un cesto.
- Signora, lei è meravigliosa- disse May con le lacrime agli occhi.
- Posso fare una faccia disgustata?- disse Melody in tono ironico.
- Allora, fate buon viaggio- disse il signore, mentre il gruppo preparava il carro per partire.
- Grazie- disse Brock e si mise alla guida del carro.
- E se passate da queste parti, venite a trovarci- disse il signore.
Il Team riprese il viaggio, mentre salutavano da lontano la coppietta di signori.
- Se passerò da queste parti, cercherò di stare chilometri distante da qui- borbottò Melody.
- E dai, in fondo sono stati gentili a darci da mangiare- disse May.
- Non possiamo sempre accettare cibo dalla gente. Non si campa solo con il cibo.
- Se fosse per te, ci dovremmo nutrire di scarpe e vestiti.
- Piuttosto, cosa ci ha preparato?- chiese Dawn, togliendo il velo bianco dal cesto.
- Mi è venuta una fame…- disse Ash e prese qualcosa. Ma appena tentò di morderlo, si fece male- Ahi, ma cosa…?
- Cosa succede?- chiese Misty- Il cibo ti si è ribellato?
- Spiritosa- guardò cosa aveva in mano- Cos’è?
- Sembra…una pietra- disse Brock esaminandola.
- Una pietra? Ci nutrono con delle pietre?- disse Melody scandalizzata- Non sono tanto normali.
- C’è n’è solo una- disse May- Il resto è cibo normale.
- Chissà perché avranno messo quella pietra- disse Ash, massaggiandosi la povera bocca.
- Per evitare che qualche ladro si mangiasse tutto- scherzò Misty.
- Uhm…- Brock guardò la pietra, con quel strano simbolo sulla parte levigata- Non è una pietra qualsiasi- i ragazzi lo guardarono curiosi- Si tratta di una pietra tuono.
- Cos’è?- chiese Ash.
- Nel mondo esistono pietre particolari…come quella del fuoco, del tuono, dell’acqua e della terra. Sono rari e preziose.
- E perché?- chiese Dawn.
- Si pensa che usandola nel modo giusto, si possa ottenere un gran potere.
- Ma perché quei signori ci avranno dato questa pietra?- disse Misty.
- Qui dice…- Melody aprì un fogliettino sul fondo del cesto- “Grazie per il vostro aiuto, Team Luce. Conservate la pietra…un giorno vi tornerà utile”.
Il gruppetto rimase in silenzio.
- …loro sapevano?- disse sorpresa Dawn.
- Forse ci avranno visti utilizzare i nostri domini- ipotizzò Brock.
- Però come potevano esserne sicuri?- disse May.
- Forse hanno provato a tirare ad indovinare- disse Melody.
Misty osservò la pietra e sorrise.
- In fondo, non erano male quei due vecchietti. Si sono sdebitati a loro modo.
- Bah, io preferivo i contanti- disse Melody e guardò delle pietre rosse- L’unica cosa che ci ho ricavato, sono degli orecchini di rubino.
- Però, come si utilizzerà? Non hanno scritto niente al riguardo- disse Ash- Potevano lasciarci un manuale d’uso.
- Vorrà dire, che il nostro compito sarà scoprirlo- disse Misty.
- Evviva, si fa interessante!- disse Dawn contenta.
- Oh, ti prego!- disse Melody chinando la testa- Come se non avessimo altro da pensare.
- Dai, fatti forza- disse Brock e guardò la cartina- Prossima città, Borghini.
- Bene, Team Luce- disse Misty guardando il gruppetto- Preparati per la nostra prossima avventura?
Il gruppetto la guardò, poi annuì.
- Sì!

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Capitolo 21
*** Cap. 20 ***


Ciao, mi sono assentata per un po' e non mi era possibile pubblicare i capitoli. Sorry ^^'
Ah, una precisazione. Credo che da questo capitolo in poi, il Team Acqua si chiami Team Aqua, così com'è giusto che dev'essere. Era un cambiamento che avevo fatto solo da questo capitolo in poi sul mio blog.
Buona lettura!

BLUE BIRD ILLUSION
Cap.20


- Naah, come al solito esageri- disse un tipo alzando gli occhi al cielo.
- No, ti dico sul serio- disse l’altro serio.
- Com’è possibile che tu abbia visto delle persone che camminavano nell’acqua? E che attraversavano le onde, passandoci in mezzo?
- Eccome se l’ho visto! Con questi miei occhi- con un dito se li indicò.
- Senti, John, capisco che tu sia agitato…ma tu sei cieco!
- Però…
- Dammi retta amico, non esistono persone che camminino nell’acqua. Almeno, non per così tanto tempo e non nel centro del mare. Non siamo mica in un racconto di supereroi.
- Mh…forse hai ragione tu. Mangiare salsicce, quando si sta navigando, non aiuta alla digestione.
- Piuttosto, ti va qualche hot-dog?
- Oh, grazie. Con piacere.
E i due si allontanarono.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Spiegami perché- disse una ragazza castana, con la bandana rossa sopra i capelli.
- “Perché” cosa?- ripeté Misty, mentre esaminava la cartina insieme a Brock.
- Perché non possiamo prendere il treno express? Arriveremo prima alla prossima città.
- Mhh…come posso spiegartelo?- alzò la testa pensierosa- Ah, sì. Non abbiamo abbastanza soldi, May- disse lei tornando a fissare la cartina- E quel treno costa. Senza contare che abbiamo il carro appresso.
- Ci sono i vagoni apposta. E per i soldi…be’ potremmo sempre cercare un lavoretto.
- Mhh…interessante come proposta, ma…no!- disse lei decisa- Ti sei guardata intorno, ultimamente? Nei posti dove siamo stati, erano già passati quelli del Team Magma. Dubito che quella povera gente, possa pagarci per qualche lavoretto.
- Peccato…- disse Dawn arrivando con Melody- Sarebbe stata una bella esperienza. Non sono mai salita su un treno.
- E io preferisco di gran lunga viaggiare comodamente su un treno, che sul carro- disse Melody- E’ scomodo e per niente divertente.
- Io volevo al più presto raggiungere la prossima città- disse May- Sembra che ultimamente ci impieghiamo un eternità per passare di città in città.
- Ragazze, capisco le vostre lamentele, ma al momento non possiamo fare altro- disse Misty- E il carro è il mezzo più sicuro, anche se lento, per poter viaggiare.
- Se poi ci impieghiamo tanto per raggiungere le città, è perché allunghiamo apposta il tragitto- disse Brock.
- Eh?? E perché?- disse Dawn sorpresa.
- Non possiamo attraversare le vie principali. I nostri nemici ci staranno sicuramente aspettando per tenderci qualche trappola.
- Oh uffi, non ne posso più di loro!- disse May sbuffando- Solo ieri ci è toccato scontrarci con tre dominatori della roccia. Perché cavolo non la smettono di ricercarci e non fanno qualcosa per il loro paese?
- Perché l’alternativa, sarebbe scontrarsi con il Team Magma. E si sa, che nessuno ne è uscito indenne.
- Piuttosto, com’è andato l’allenamento?- chiese Misty a Melody.
- Meglio- disse lei- Dawn sta facendo progressi.
- Bene- guardò Brock- Allora, prendiamo questa strada?- indicò un punto sulla cartina. Il ragazzo bruno annuì.
- Sì, non ci dovrebbero essere problemi- Arrotolò la cartina e i due si alzarono da terra- Ma Ash?
- Non era con te?- chiese Misty a May.
- No, ha detto di volersi allenare per conto proprio.
- Quell’Ash- sbuffò lei e guardò Brock- Preparate le cose per partire, nel frattempo vado a cercare Ash. Ma guarda un po’ te, se devo perdere tempo a cercare quel tipo!- borbottò mentre s’incamminava.
Brock sorrise e s’incamminò verso il carro. Prese un sacco e lo caricò sul carro, ma nel farlo qualcosa cadde a terra. Lo sollevò e lo guardò. Era la pietra che gli era stata data da quella coppia di signori a Vela City.
Erano passati diversi giorni dal loro incontro e dall’ultimo giorno di riposo. Da lì in poi, avevano avuto altri scontri con altri dominatori, ma per loro fortuna ancora non si erano imbattuti con quelli del Team Magma. Avevano passato di città in città, tra pioggia e sole cocente. Con allenamenti a non finire e alla ricerca di informazioni sui loro nemici.
E poi nei momenti liberi, ciascuno di loro si dedicava a scoprire il funzionamento della pietra, ma finora nessuno c’era riuscito.
Eh sì, era davvero difficile risolvere il mistero.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Misty camminò per un po’, dando un occhiata qua e là per avvistare il ragazzo.
- Ma dove si è cacciato?- brontolò lei.
Si era stancata di queste sparizioni del ragazzo. Lui non dava spiegazioni di questo suo comportamento e lei non gli chiedeva niente. Anche se era davvero curiosa di sapere cosa faceva in quei momenti. A volte sembrava preso dai loro discorsi, altre volte sembrava assorto nei suoi pensieri, ammesso che ne avesse. Già, quel ragazzo per quanto continuasse a muoversi come un agitato, non rifletteva prima.
“Quell’Ash mi farà impazzire”- pensò lei. Poi i suoi pensieri si posarono su un’altra persona- “Chissà se anch’io ero così prima…”
Ricordò quante le volte che veniva ripresa da Brock e George, quando viaggiavano insieme.
- Possibile che non rifletti prima di agire?- disse un ragazzino castano.
- Che c’è da riflettere?- disse la ragazzina dai capelli color arancio- Andiamo lì, li stendiamo e ce ne andiamo.
- Sei impazzita, tu!- disse lui arrabbiato- Non siamo venuti qui per farci uccidere. Andare incontro ai nostri nemici, non ci aiuterà ad andare avanti.
- Ma neanche scappare!- disse lei sbuffando- Non posso fare finta di non averli visti.
- Mettiti una benda sugli occhi, così possiamo andarcene da qui.
- Non sono una codarda, io. Se gli permettiamo di fare quello che vogliono, a cosa serve il nostro viaggio?
- Il nostro obiettivo non era il Signore del Fuoco? Una volta sconfitto lui, non dovremmo temere gli altri.
- Misty, io sono d’accordo con George- disse Brock- D’accordo che i dominatori del fuoco sono nostri nemici, ma non puoi attaccare tutti quelli che incontri. Prima che arriviamo al Paese del Fuoco, saremmo sfiniti dai combattimenti.
- Però…
- E’ da pazzi, cercare la rissa- disse George, più tranquillo dopo che Brock gli aveva dato la ragione.
- Direi di proseguire oltre, e non farci vedere.
- Fate come volete- disse lei voltandosi e aprendo il palmo della mano- Ma io non ho intenzione di andarmene, senza prima aver dato una lezione a quei “accendifiammiferi”- delle sfere di acqua si formarono sopra le sue mani- Ci vediamo dopo.
George sospirò insieme a Brock e si guardarono con rassegnazione.
- Aspetta!- il castano e Brock la seguirono.
- Che c’è?- si voltò a guardarli.
- Non possiamo lasciarti andare da sola- disse Brock- Siamo un Team, no?
- So che le mie parole non riescono mai a frenarti- disse George ormai rassegnato- Ma prima che ti cacci in qualche guaio, ci saremo io e Brock a coprirti le spalle- gli sorrise.
- Ragazzi…grazie- sorrise contenta.
- Ma che sia l’ultima volta, chiaro?- disse George.
- Sì, sì…- disse lei senza farci caso e s’incamminò.
“Già, ero anch’io un problema per Brock e George”- sorrise a quel ricordo. Poi tornò seria.
Quanto tempo era passato, dall’ultima volta che lui se n’era andato dal gruppo?
Pensò alle parole che aveva ascoltato da dei viandanti, mentre erano in viaggio. Il Team Aqua non doveva essere così lontano…e con loro, anche George.
La prossima volta che l’avrebbe avuto davanti, lo avrebbe fatto ragionare a tutti costi. Non era lontano il giorno in cui sarebbe tornato nel Team Luce e che avrebbero fatto ritorno vittoriosi a Cerulean City.
Hai come compagno un dominatore del fuoco! Non posso crederci! E poi dici di voler salvare il mondo! Dici che dovrei unirmi al tuo Team, quando con te c’è un dominatore del fuoco!
Si fermò e guardò davanti a sé.
“Ti sbagli George…Ash non è un dominatore del fuoco come gli altri”
Un ragazzo giaceva seduto ai piedi di un albero. Aveva la testa leggermente chinata e le braccia stese a terra.
Il sole filtrava tra le foglie dell’albero che gli faceva ombra, e gli illuminava leggermente i suoi capelli color corvino e il suo viso apparentemente addormentato.
- Non posso credere con quale facilità si addormenta questo ragazzo- mormorò lei- Non teme che qualcuno lo possa attaccare durante il sonno?
Sospirò e si avvicinò a lui.
“Non credo di aver conosciuto un ragazzo così spensierato”- si chinò davanti a lui, per guardarlo in faccia.
…per quanto riguarda la mia vita, non ho nessun dovere a raccontartela.
E lei, l’aveva accettato. Eppure, una parte di lei era curiosa. Com’era possibile che un dominatore del fuoco si fosse unito al suo Team? Era così strano…A volte sorrideva come un ragazzino e a volte il suo volto si faceva molto più serio, come se non fosse la stessa persona.
E chi era, allora?
Era buffo, solo qualche mese prima non le sarebbe mai interessato conoscere quel ragazzo e invece ora…
Sorrise guardando il viso di lui spensierato.
“Già…proprio come un ragazzino”
Non voglio andarmene. Voglio restare con voi.
Istintivamente la sua mano si mosse verso i ciuffi ribelli del ragazzo.
- Mhh…- mormorò improvvisamente Ash e fece sussultare Misty- May, giù le mani dal mio piatto…- i suoi occhi rimasero chiusi.
Misty guardò sorpresa il ragazzo e abbozzò un sorriso divertito.
“Il solito…Cos’altro potrebbe passare per la mente di Ash, se non il cibo?”- alzò lo sguardo- “Uhm, come potrei svegliarlo? Avrei una gran voglia di fargli uno scherzo…”
- Mh…- il viso di lui, divenne un po’ teso. Misty lo guardò con curiosità-…mamma…non te ne andare…
La ragazza guardò stupita il ragazzo. Ma non fece in tempo a reagire, che il ragazzo spalancò gli occhi e lei si incontrò davanti a due occhi color nocciola che la fissavano da prima sorpresi, poi incerti.
- …Misty?- disse lui, ritrovandosi a pochi centimetri dal viso della ragazza- Ma cosa…?
- Eh…- disse lei imbarazzata e indietreggiando il viso, poi cercò di sembrare tranquilla- Ah, ben svegliato Ash. Ti stavo cercando. Andiamo, che dobbiamo riprendere il viaggio- fece per alzarsi in piedi, ma la mano di Ash l’afferrò velocemente al polso, impedendole di andarsene.
- …cosa stavi facendo?- chiese lui serio.
- Io…eh…- lei era leggermente agitata dallo sguardo indagatore del ragazzo- Niente. Te l’ho detto, ero venuta solo a cercarti- però Ash sembrava non essersi convinto.
- …Hai…sentito qualcosa?- il suo sguardo divenne strano, quasi preoccupato.
- Oh…ehm, sì. Non dovresti litigare con May per il cibo, anche in sogno- scherzò Misty, cercando di allentare la tensione creatasi. Però il ragazzo non sembrava rilassarsi, né allentare la presa.
- Nient’altro…?
- P-perché mi chiedi se ci dovrebbe essere altro?- disse lei, recuperando un po’ del suo tono normale- Sono appena arrivata e non perdo certo il mio tempo ad ascoltare se parli in sogno! Ora, se mi lasci andare…- indicò con lo sguardo il suo polso- potremo raggiungere gli altri.
- …mh- la lasciò andare, poco convinto.
Misty si alzò in piedi e si voltò. Guardò il suo polso. Nel momento che l’aveva afferrata, si era spaventata.
E poi…perché era così agitato per dei sogni? Forse, aveva paura che lei scoprisse qualcosa? E quel qualcosa, aveva a che fare con quelle parole che aveva appena sentito pronunciare in sogno?
Sentì dietro di lei, che Ash si era alzato in piedi. Sbadigliò e si stiracchiò.
- Dormito bene?- disse lei, in tono ironico- Pensavo che ti stessi allenando.
- Sì…- si massaggiò la spalla- Poi però mi è venuto sonno.
- Be’, spero che ora sarai più vigile- disse lei, mentre i due si incamminavano.
- Dove siamo diretti?- chiese lui.
- A Ocopoli.
- Bene. Chissà se incontreremo nemici.
- Come?- lo guardò sorpresa.
- Be’, mi devo pur tenere in allenamento, no?
Misty lo osservò, poi abbozzò un sorriso.
- …già, come me- mormorò la ragazza, immaginandosi lei qualche tempo prima che avrebbe detto la stessa cosa.
- Eh?
- Niente, niente.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Siamo arrivati- disse Brock guardando la cartina e poi davanti a loro. Violet city era un posto vicino al mare, che viveva di pesca e navi mercantili- Dovremmo vedere un ponte, non distante da qui…
- Quale?- il gruppetto si guardò intorno, ma non vide che il mare e il porto con molte barche.
- Non ne vedo in giro- disse Melody- Sicuro che la città sia questa?
- Sì, ci dovrebbe essere un ponte che collega ad un isola. E lì, c’è un altro ponte che porta alla nostra prossima meta, Ocopoli.
- Bah, non dovremmo fare un giro così assurdo, se avessimo preso il treno- insistette May.
- Non ricominciare May- disse Misty- Meglio se chiediamo in giro.
- Ci penso io- Dawn saltò giù dal carro e corse incontro a delle persone che stavano sistemando le proprie barche. Si vide la ragazza parlare con loro, che scuotevano la testa, un po’ afflitti. Dawn tornò dal gruppo.
- Dicono che il ponte non c’è più- disse Dawn prendendo fiato.
- Come sarebbe a dire che non c’è?- disse Melody.
- Pare che sia crollato alcune settimane fa…
- Questo è un guaio- disse Brock pensieroso- Quel ponte era l’unico modo per raggiungere l’isola di Smeraldo, per poter poi raggiungere l’altra città.
- Perciò, non possiamo avanzare?- disse Melody.
- Il treeeno…il treeeno…- disse May con voce spettrale dietro di Misty.
- Ho detto di no, May!- disse Misty senza voltarsi. May sbuffò.
- Quindi come facciamo?- chiese Dawn.
- Dovremmo trovare il modo di raggiungere l’altra isola.
- Spero non a nuoto- fece Ash non poco preoccupato.
- L’idea non sarebbe male- disse Misty con un sorriso beffardo, ma poi tornò seria guardandosi intorno- Però questo intoppo potrebbe essere un gran problema. Qui intorno ci sono tante barche…nessuna di quelle va verso l’isola di Smeraldo?
- Già, potremmo chiedere a qualcuno di loro, di trasportarci là- disse Brock.
- Ne dubito- disse d’improvviso una voce. Il gruppetto si voltò e vide un signore, che si trascinava una corda sulle spalle- Oh, scusate, non volevo intromettermi- si scusò, vedendo lo sguardo perplesso dei ragazzi- Io mio nome è Hold. Stavo passando di qua e per caso ho ascoltato il vostro discorso.
- A cosa ti riferivi prima?- chiese Brock.
- Voi avete detto che volete raggiungere l’isola di Smeraldo. Ma ora che il ponte non c’è più, non ci sono altre strade.
- Ma qualcuno ci andrà prima o poi, no?- disse May.
- No, dopo il crollo del ponte e tutte quelle cose strane…nessuno ha più il coraggio di raggiungere l’isola.
- Cose strane…?- Misty guardò preoccupata Brock- Tipo cosa?
- Be’, diciamo che ancora non si conoscono le cause del crollo del ponte. Fino a prova contraria, non era vecchio ed era in buon stato. E poi, chiunque tenti di attraversarlo con la barca, finisce per sprofondare nell’acqua dopo pochi metri. Altri invece non hanno più fatto ritorno.
- E’ terribile- disse Brock- La polizia non ha fatto qualche indagine?
- Sì, tutt’ora stanno investigando su questi fenomeni che si stanno creando…come la nebbia fitta, improvvise onde alte, strani esseri che sbucano dal mare…
- Quindi nessuno è riuscito a raggiungere l’isola?- chiese Melody.
- No, è da diverso tempo che non si ha più contatti con l’isola Smeraldo. Persino le comunicazioni radio sono disturbate da strane interferenze. E per noi di qui, è un bel problema, visto che l’isola di Smeraldo è il posto dove noi marinai commerciamo.
- Mhh, è come se qualcuno non volesse avere ospiti sgraditi…- disse Brock appoggiando la mano sotto il mento- Ma chi può essere? E per quale motivo?
- Nessuno lo sa- la persona alzò le spalle- L’isola Smeraldo, per quanto bella sia, non ha certo grandi ricchezze per finire in mano a dei predoni.
- Questo è un bel problema- disse Dawn- Noi dovevamo raggiungere l’isola Smeraldo.
- Nessuno è mai riuscito a tornare indietro?- chiese Misty.
- Solo due persone…uno è arrivato aggrappato ad una botte, unica superstite dopo che la sua barca è stata frantumata dalle onde. E’ stato lui che terrorizzato ha parlato di mostri marini, della strana nebbia e delle ombre che ha visto attraverso essa.
- E l’altro?- chiese Brock interessato.
- E’ il mio compagno- disse lui, indicando un'altra persona che li stava raggiungendo- Gli avevo detto di non muoversi da qui, ma invece ha voluto provare raggiungere l’isola.
- E lui cosa ha visto?
- Mah, più o meno le stesse cose…mostri, terribili creature, ecc- poi alzò le spalle- Ma che dico? Lui non può aver visto niente, è cieco- si corresse, con un tono di ironia- E’ già un miracolo che si tornato indietro con la barca quasi intatta.
- Ti ho sentito, sai?- disse l’altro che li aveva già raggiunti- Io ho davvero visto qualcosa.
- Certo, certo- disse l’altro con tono indifferente- Ne abbiamo già parlato l’altra volta, ricordi? E’ impossibile.
- E io ti dico che ne sono certo. Ho visto davvero qualcosa camminare sull’acqua…forse delle persone.
- Che vi dicevo?- alzò le spalle verso il gruppetto- Assurdo.
- Come fai a dire che erano persone?- chiese Misty incuriosita dal discorso.
- Be’…non li ho visti…c’era tanta nebbia, a malapena sapevo dove andavo. Ma ne sono quasi certo, perché ho sentito dei sussurri.
- Sarà stata la tua pancia- fece il compare. L’altro lo ignorò.
- Qualcuno stava parlando, prima che un onda gigantesca mi travolse.
- Non dategli retta. E’ sempre stato un grande fantasioso. Come la storia dei mostri marini…non ci sono ancora prove che ne confermino l'esistenza.
Misty guardò preoccupata Brock. Lui sembrò capire il suo sguardo. Misty poi si voltò verso il signore.
- Noi dobbiamo andare lì- disse Misty seria- Non c’è qualcuno che potrebbe noleggiarci una barca?
- Nessuno è così pazzo da rischiare la propria barca in un impresa folle. Soprattutto a persone inesperte nel navigare.
- Io devo raggiungere quell’isola. A costo di farmela a nuoto- disse Misty decisa.
- Sei impazzita?- disse il signore sorpreso- Non è certo a pochi metri da qui l’isola. E anche ammettendo che tu abbia così tanta forza, le onde ti spazzerebbero via.
- Non m’interessa- disse Misty. Il gruppetto la guardò sorpreso.
- Misty, non c’è bisogno di intestardirsi- disse Melody- Potremo raggiungere Ocopoli in un altro modo.
- Sì, anche se il tragitto si allungherà di molto- disse May con un sospiro.
- Non capite. Io devo andarci. Ho il presentimento che non si tratti solo di racconti. C’è del vero, sta succedendo qualcosa a Smeraldo, qualcuno sta impedendo a qualche estraneo di raggiungerlo. Questo vuol dire che anche gli abitanti di Smeraldo sono in pericolo e non possono contare su aiuti esterni.
- Misty, ma potrebbe essere pericoloso- disse Dawn- Non sappiamo cosa stia accadendo. Non sappiamo neanche come arrivarci.
- In qualche modo farò.
- Che vorresti dire?- disse Brock- Non avrai mica intenzione di andarci da sola?
- Se vado da sola, avrò modo di scoprire chi è che provoca quei strani fenomeni.
- Sì, così ci rimetti la vita- disse Melody alzando gli occhi- Non ci andrai da sola.
- Sì, se è così importante, non ti lasceremo da sola- disse May.
- Però…
- Ne avevamo già discusso, Misty- disse Brock- Siamo un team. Se ci saranno problemi, combatteremo insieme.
- Scusate, ma come avete intenzione di andarci?- chiese il signore- Non ci sono aerei che vi possano portare lì.
- Be’, ecco…- Misty pensò incerta sul da farsi.
- Li porterò io- disse d’improvviso il compagno di Hold.
- Cosa??- disse l’altro- Che stai dicendo?
- Sono l’unico che è riuscito a tornare indietro integro e sono io quello che ha visto quelle persone, sempre che si trattino di esseri umani.
- John, tu sei cieco! Perché non ti arrendi all’evidenza che non hai visto niente?
- Se anche fosse…il mio udito è eccezionale. E io sono sicuro di aver sentito qualcuno bisbigliare intorno a me- si rivolse al gruppo- Venite, la barca è già pronta al molo. Ah, il mio nome è John.
- Ti ringrazio- disse Misty.
- Aspetta, vengo anch’io- disse l’altro raggiungendoli e sospirò- La barca è anche mia e non posso permettere che il mio compagno finisca in bocca a qualche mostro marino.
Il gruppetto si avviò e mentre Hold e John sistemavano la barca per il difficile viaggio, i ragazzi si riunirono tra di loro per discutere.
- Allora, adesso puoi dirci il motivo della tua ostinazione- disse Brock a Misty- Non credo che sia solo curiosità. Devi aver capito chi c’è dietro a questo.
- Mh- annuì Misty seria.
- Davvero?- disse Dawn sorpresa- E chi?
- E’ da un po’ che prendo informazioni nei vari posti dove ci fermiamo, sui movimenti del Team Aqua.
- Misty…- Melody la guardò triste. Sapevano quanto lei ci tenesse a raggiungere il suo vecchio compagno.
- E risulta che siano passati di qui. Circa qualche settimana fa.
- Quindi, è possibile che loro…?- fece Ash.
- ...Abbiano abbattuto il ponte? Sì- annuì- Il perché, potrebbe essere ovvio se hanno qualcosa da nascondere. Stanno sicuramente tramando qualcosa e l’isola Smeraldo dev’essere il luogo dove si sono stabiliti, la loro base. E dev’essere importante, se cercando di impedire ad altri di raggiungerli.
- Quindi, la nebbia, le onde improvvise e quei mostri marini…- disse Brock- Tutta opera loro. Devono essersi appostati in attesa di qualche intruso e li mandano via o in alternativa, li catturano.
- Però perché pensi che sia proprio il Team Aqua?- chiese May- Potrebbe essere qualcun altro.
- Per quello che ha detto John- spiegò Misty- Ha visto qualcuno camminare e parlare sull’acqua. Dubito che altri dominatori saprebbero farlo. E nessun’altro dominatore dell’acqua avrebbe motivo di trovarsi lì, ammesso che non faccia parte del Team Aqua.
- Ma si può restare in piedi sull’acqua per tanto tempo?- chiese Ash.
- Solitamente no, e forse dubito che tutti sappiano camminare sull’acqua. E’ una tecnica difficile da utilizzare, soprattutto se si combatte, e non credevo che la conoscessero. Ma potrei ipotizzare che quei mostri marini di cui hanno parlato, potrebbero essere dei Gyrados. Quindi, in realtà molti di loro fingono di camminare nell’acqua, sotto ai loro piedi al livello dell’acqua deve esserci qualche Pokémon che li sorregge. E’ solo un ipotesi, la mia. Per questo voglio vedere di persona.
- Però Hold ha detto che l’isola Smeraldo non contiene qualcosa di prezioso- disse Melody- Il loro piano è forse conquistare l’isola? Farne degli abitanti, i loro seguaci?
- Ne dubito- disse Brock scotendo la testa- Il Team Aqua non agisce come il Team Magma. Non gli interessano i prigionieri, li eliminano a volte. E neanche a cose preziose, come il Team Rocket. Ma quell’isola per essere finita sotto il loro dominio, deve avere qualcosa che gli interessa molto.
- Il loro obiettivo non lo conosco- disse Misty- Lo scopriremo una volta arrivati lì.
- Potrebbero essere anche in tanti- disse Melody.
- Lo dubito- disse Ash- Un tale movimento di estranei, sarebbe risultato sospetto anche per la gente del luogo.
- Sì, ha ragione Ash. Ma questo non significa che non siano ossi duri. Forse non saranno interessati neanche a combattere contro di noi e se riusciamo a scoprire le loro intenzioni, saremmo in vantaggio.
- Ragazzi!- li chiamò Hold- Se siete pronti, imbarcatevi.
- Sì, veniamo- il gruppo si avviò verso la barca, nel momento che arrivò un altro ragazzo.
- Scusate, voi state per caso andando all’isola Smeraldo?- chiese lui.
- Sì- disse John- Devi andarci anche tu?
- Sì. Ho chiesto qui in giro se qualcuno fosse disposto a portarmi, ma parevano spaventati. Mi fareste un gran favore, se mi permettesse di unirmi a voi.
- Un altro pazzo…- commentò Hold, mentre faceva salire gli altri ragazzi.
- Ma certo, salta su- disse John sorridendo- Ci stavamo portando anche questi ragazzi.
- Magnifico!- disse lui contento e salì sulla barca e si sedette accanto agli altri.
- Ecco che parte una barca piena di pazzi- commentò Hold, mentre faceva allontanare la barca dal molo- E io ci sono dentro fino al collo.
- Come mai sei interessato a raggiungere l’isola Smeraldo?- chiese Brock.
Il ragazzo, più o meno della loro età, aveva dei capelli castani molto mossi e indossava una maglietta rossa a strisce, con una borsa a tracollo. Al collo portava una macchina fotografica.
- Ho sentito delle voci sull’isola. Dicono che sia stata posseduta da qualche spirito maligno.
- Che assurdità- commentò Ash.
- Lo dico anch’io. Ma sono sicuro che ci sia lo zampino di qualche malvagio- alzò la sua macchina fotografica- Vedete, sono fotografo. E da un po’ di tempo di tempo lavoro per il Pokénews. Mi dedico alla rubrica dedicata agli scoop.
- Sei un paparazzo?- chiese Melody.
- Be’, non saprei- disse lui ridacchiando- Diciamo che se mi capita di mettere le mani su qualcosa di grosso, non me lo faccio sfuggire. Come ad esempio, ora. Sto seguendo le tracce di un gruppo di dominatori dell’acqua, che stanno creando problemi nelle città. Potrebbe essere il famoso Team Aqua, ma ancora non ne ho le prove. Ma sono sicuro che una volta che li avrò raggiunti, scoprirò la verità.
- Non sei preoccupato per questo tuo lavoro? Potresti crearti dei nemici.
- Sì, è vero…ma a volte ne vale la pena. E poi che importanza ha qualche guaio, se posso raggiungere il mio obiettivo.
- E quale sarebbe?
- Viaggio in lungo e largo, alla ricerca di informazioni su un Team chiamato Luce. Voglio scoprire chi sono e fargli delle foto da pubblicare. Sarebbe un grandissimo scoop, sapete? C’è molta gente interessata a questo Team, perché ben pochi sanno chi sono o cosa facciano.
Il gruppetto si guardò a vicenda, con lo sguardo preoccupato.
- Ehm, il tuo nome…?- chiese Misty.
- Mi chiamo Todd- disse lui sorridendo.
Misty prese gli altri in disparte.
- Avevo l’impressione di averlo già visto- disse lei preoccupata- Avevo letto il suo nome su Pokénews, dove si parlava di noi. Era lui che scriveva quei articoli e aveva qualche foto su di noi, che per nostra fortuna non si vedevano bene.
- E’ probabile che fosse sulle nostre tracce da un po’. Però noi non ci abbiamo fatto tanto caso- disse Brock.
- Siamo nei guai- disse May- Se questo scopre che siamo il Team Luce, potrebbe spifferare tutto e noi ci ritroveremmo i nemici alle calcagna.
- Basterà non dirgli la verità- disse Dawn.
- Fosse così facile…- disse Melody- Se dovremo combattere, ed è secondo me una cosa certa, ci vedrà utilizzare i nostri domini e come ci muoviamo. Non ci impiegherà molto a fare due più due, per uno che è sulle nostre tracce da tempo.
- Non è più semplice mandarlo via?- disse Ash sbrigativo.
- Si insospettirebbe- disse Brock- L’unica, è che qualcuno lo distragga, nel momento che utilizziamo i nostri domini.
- Sarà difficile, ma se è l’unica soluzione…- disse Melody con un sospiro.
- Buttarlo in mare, no?- propose Ash.
- Qualcosa non va?- chiese Todd, vedendo i ragazzi intenti a confabulare.
- No, no- scosse la testa Dawn.
- E voi, come mai volete andare sull’isola? Avete qualche parente che abita lì?
- Eh…sì, giusto. E’ così- disse Misty annuendo, gli altri fecero lo stesso.
- Spero di avere fortuna- disse Todd guardando il mare, mentre la barca era in movimento.
- Oh…io temo proprio di sì- mormorò May sospirando.

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Capitolo 22
*** Cap. 21 ***


BLUE BIRD ILLUSION

Cap.21

- Come state ragazzi?- chiese Melody chinandosi.
- Male…- disse la castana, inginocchiata e attaccata al bordo della barca- Molto male…Questa barca si muove molto.
- E’ logico che si muova May, siamo sull’acqua. Dai, prendi questa bibita. Ti aiuterà a farti passare il mal di mare- poi alzò lo sguardo, per vedere Ash, anche lui seduto lì accanto al bordo e con il viso molto pallido- Ash, e tu?
Lui fece per dire qualcosa, ma poi notò lo sguardo di Misty e cercò di sorridere a Melody.
- Sto già molto meglio Melody, grazie- finse.
- Non hai più la nausea?- chiese sorpresa Melody, quando un minuto prima Ash stava per rigettare tutta la colazione, pranzo e cena.
- No, è stato solo un malore passeggero- tentò di alzarsi in piedi- Ora è passato- Misty lo guardava ancora incerta, poi si voltò per parlare con Brock. 
- Beato te…- commentò May, tappandosi poi la bocca- Non ricordavo di soffrire così tanto il mal di mare.
Ash si allontanò in un angolino, non che ce ne fossero tanti in quella barca, e si toccò la bocca trattenendosi dal vomitare. La verità è che non sopportava navigare, l’unico modo per non soffrire il mal di mare era quello di viaggiare nella nave del Team Magma. Era costruito in modo che nessuno dei passeggeri avesse l’impressione di stare in mezzo al mare. Ed era una fortuna per loro, essendo dominatori del fuoco. Al giorno d’oggi conosceva ben pochi dominatori come lui, che riuscivano a sopportare il mare.
Ma non poteva certo farlo capire ai ragazzi. Non poteva mettere in mostra i suoi punti deboli, per quanto essi fossero evidenti. Poteva già immaginarsi l’espressione divertita di Misty, quando l’aveva visto chinarsi a terra insieme a May.
Logico che lei fosse tranquilla, anche su una bagnarola come quella su cui stavano viaggiando, il mare era il suo elemento. Diede uno sguardo alla ragazza, si era appena posizionata alla prua della nave e guardava come assorta il mare davanti a lei. In quel momento Melody si alzò in piedi e raggiunse Misty.
- Misty…- disse lei preoccupata.
- Sì, sta arrivando qualcosa- annuì e la guardò- Avremo bisogno del tuo dominio. Cercheranno di disorientarci con la nebbia.
- Ho capito, ci penso io.
- Guardate, cos’è quella roba?- chiese Hold indicando davanti a loro- Sembra…
- E’ nebbia. Una densa cortina di nebbia- disse Melody.
- Dobbiamo cambiare strada o ci finiremo dentro- disse Hold.
- No, aspetta- disse Misty fermandolo prima che cambiasse rotta- Continuate ad andare avanti. La nebbia sparirà pian piano. Non dobbiamo cambiare tragitto.
- Eh?
- Fidati.
- D’accordo- disse John e la barca proseguì, raggiungendo il cumulo bianco che galleggiava sopra la superficie dell’acqua. In breve furono sommersi dalla nebbia e non videro più niente intorno.
Melody nel frattempo, approfittando del fatto che erano tutti distratti guardando in avanti, utilizzò il suo dominio per spazzare la nebbia davanti a loro e creare una specie di cunicolo dove passare.
Misty si guardò intorno. Li poteva sentire, si stavano avvicinando sempre più, qualsiasi cosa fosse.
Poi un ruggito forte, fece sussultare tutti i passeggeri. E un ombra inquietante si fece largo tra la nebbia.
- Ahh, il mostro, il mostro!- gridò Hold.
Todd si avvicinò al bordo e cercò di scattare qualche foto. Però in quel momento la barca cominciò a ondeggiare pericolosamente.
- Tutti giù!- gridò Misty, tirando per primo Todd che sembrava incantato dalla creatura. Un secondo dopo, un forte getto d’acqua colpì la barca.
- Ahhh!- gridarono tutti.
Misty sentì che era solo l’inizio, qualcos’altro si stava per abbattere su di loro.
- Aggrappatevi forte alla barca!- gridò Misty e subito dopo un onda gigante comparve davanti a loro- Brock!- lo chiamò.
Lui corse da lei e l’afferrò dalla vita, in modo che non cadesse mentre utilizzava il dominio e si saldò bene alla barca. Poi la ragazza agitò le mani e cercò di rimandare indietro l’onda, creandone un’altra che andarono a scontrarsi. La barca oscillò paurosamente, nel mare agitato. Sembrava quasi che il mare stesso ruggisse sotto di loro.
- Di questo passo, verremo spazzati via!- disse Hold agitato- Dobbiamo tornare indietro!
- No, sarebbe peggio!- disse May, aggrappata saldamente al bordo della barca, quasi si fosse incollata ad esso- Dobbiamo andare avanti. L’isola non dovrebbe essere tanto lontana.
Nel frattempo Melody cercava di allontanare il più possibile la nebbia, mentre Misty cercava di mantenere calmo il mare sotto di loro.
Le onde però non cessavano, per quanto Misty cercasse di mantenere la barca ferma. Dalla potenza delle onde, poteva dedurre che erano più di uno. Quanto sarebbe durato il loro attacco? Sembravano più vulnerabili su quella barca.
Ad Ash girava la testa, ma non poteva fare niente in quella circostanza, se non aggrapparsi bene alla nave. Quei sbalzi, parevano indebolirlo e il suo dominio era inutile. Poi, d’improvviso, li vide. Delle figure più simili ad essere umani.
- Misty!- la chiamò. La ragazza si voltò e li vide. Furtivi dietro la nebbia che si stava diradando, c’erano delle persone che si stavano movendo.
La nebbia pian piano cessò e si poterono vedere tre persone in piedi sulla superficie del mare. Sopra di loro dei mantelli blu svolazzanti li coprivano. Ma Misty riuscì a vedere chiaramente gli stemmi del loro abito, erano del Team Aqua come aveva previsto. E l’ombra gigantesca sotto di loro, non poteva che essere qualche pokèmon.
- Sono loro!- disse Todd sorpreso di vederseli davanti. Era affascinato da tutto quello che stava accadendo, così assorto a guardarsi intorno, che non percepiva il pericolo.
- Non ci posso credere! Camminano davvero sull’acqua!- disse Hold e John fece un sorrisetto, anche se non durò a lungo.
- …intrusi- farfugliò una delle figure.
I tre personaggi mossero in sincronia le braccia e scaturirono altre onde.
Misty si preparò a riceverli, ma sapeva che era troppo per lei in quel momento.
- Misty…- fece Brock preoccupato, vedendola in difficoltà. Poi guardò Melody- Melody, devi girare la barca in modo che abbia l’isola alle sue spalle.
- Eh? Ma non so se…
- Ti aiuterà May per le coordinate. Presto!
- Sì- annuì.
- Che cosa hai in mente?- chiese Misty, cercando di restare concentrata in quello che stava facendo.
- Ora vedrai, se tutto andrà bene…Concentrati totalmente sul respingere le onde. Al resto ci pensiamo noi.
La barca nel frattempo, all’insaputa degli altri passeggeri, stava roteando su se stessa, guidata da May e Melody con l’aiuto del vento.
- Bene, hanno finito- disse Brock, vedendo il cenno di Melody- Ora crea l’onda più grossa che puoi e lanciala addosso alle altre.
- Ma così…
- Fallo.
- Ok- fece come gli aveva detto Brock e quando le onde si scontrarono, crearono un onda d’urto, che scaraventò la barca all’indietro, sballottando i passeggeri spaventati.
La barca quasi si sollevò dalla superficie dell’acqua, facendo un balzo in direzione dell’isola.
Delle urla e poi il silenzio. Si sentì solo il rumore dell’acqua che raggiungeva la riva.
Dawn aprì gli occhi e vide che si erano fermati. Erano approdati sulla spiaggia con la barca, che non era in buone condizioni. Ognuno di loro era andato a finire in più parti della barca, alcuni in posizioni bizzarre, ed erano tutti frastornati dal volo.
- Ragazzi…ehi, ragazzi, svegliatevi!- disse Dawn, scrollando le prime persone che incontrava.
- Ma-mamma…basta con le montagne russe…- farneticò May ancora attaccata al bordo della barca.
- Avete preso la targa del tir che ci ha investito?- bofonchiò Ash con la testa capovolta al pavimento.
- Mi gira la testa…siamo atterrati?- disse Misty sdraiata sopra Brock.
- Sì…sopra di me- fece quello di sotto.
- Noo, i miei capelli!- si lamentò Melody toccandoseli- Ci ho impiegato due giorni per la nuova acconciatura!
- Ehi, qualcuno mi aiuta a scendere?- fece John con metà corpo incastrato nella finestra.
- Ma come cavolo ci sei finito lì dentro?- Hold cercò di tirarlo fuori.
- Che ne so io? Mica l’ho visto arrivare.
- Dove siamo finiti?- chiese Ash alzandosi.
- E’ una spiaggia…siamo arrivati all’isola Smeraldo- disse Dawn che stava scendendo dalla barca.
- Come?- Misty si rizzò subito in piedi e si guardò intorno, confermando quello che aveva detto Dawn- Quindi, siamo riusciti a superare la loro barriera- disse con un sollievo- Hai avuto una bella idea Brock.
- Sì, ma dobbiamo sbrigarci- disse Brock agitato- Quei tre dominatori, staranno avvertendo gli altri del nostro ingresso. Fra poco potrebbero apparire qui.
- Hai ragione…andiamo- si bloccò- Un attimo, non manca nessuno?
- Mh?- Hold e John si guardarono tra di loro- No, non credo.
- Ah, ma certo, Todd!- disse Melody, ricordando il fotografo.
- Non sarà stato sbalzato da qualche parte?- chiese preoccupata Dawn.
- No, non credo- disse May alzandosi in piedi e guardando delle orme lasciate sulla sabbia- Pare che il fotografo abbia deciso di perlustrare l’isola per conto proprio.
- Non è che finirà per cacciarsi in qualche guaio?- disse Melody- Non sa neanche contro chi si sta mettendo. Se lo trovano il Team Aqua, è la sua fine.
- Be’, se l’è cercata- disse Ash sbuffando- Non sarebbe dovuto venire.
- Non abbiamo il tempo di cercarlo, ora- disse Misty.
- Ehi, un attimo…cosa sta succedendo?- chiese Hold, un po' sopraffatto dagli eventi- Chi erano quei tipi di primi? Come facevano a camminare nell’acqua? E perché ci hanno attaccato?
Brock guardò Misty.
- Non possiamo lasciarli qui. Li troverebbero.
- Sì…- annuì e poi guardò Hold e John- La situazione è questa. E’ molto probabile che il Team Aqua abbia preso possesso di quest'isola, e ora che abbiamo superato le loro difese di protezione, ci verranno a cercare. Sanno che siamo qui, ma non sanno in quanti siamo. Perciò, è consigliabile che vi nascondiate tra la gente del posto, così che il Team Aqua non vi trovi. Almeno finchè non capiamo com'è la situazione.
- Però…e voi?
- Noi ce la caveremo. Siamo abituati a situazioni simili- disse Brock- E poi, abbiamo una cosa urgente da fare prima.
Hold e John si guardarono senza capire, ma poi intuirono che era la soluzione più giusta per loro.
- D’accordo, ma come faremo a tornare indietro?
- Un modo lo troveremo- disse Misty- Andate.
I due annuirono e si allontanarono tra la vegetazione dell’isola.
- Misty, stanno arrivando- disse May, avvertendo dei passi.
- Mh- Misty guardò Brock- Prima però dobbiamo nascondere la barca.
- Ci penso io- disse Dawn. Utilizzando il suo dominio, trascinò la barca con le liane tra la vegetazione e gli alberi, ricoprendolo di erba e mimetizzandolo nell’ambiente.
- Ottimo, ora andiamo- disse Brock e i ragazzi si spostarono da lì in gran fretta.
Qualche minuto dopo, erano già sul luogo due persone con delle divise azzurro e bianco. In testa avevano legata una bandana azzurra con un simbolo bianco al centro.
Il gruppetto nel frattempo si era ben nascosto all’interno dell’isola e avanzavano cautamente passo dopo passo.
- E adesso, qual è il piano?- chiese Melody.
- Semplice, andiamo da loro e gli facciamo parlare con la forza- disse Ash. Misty fece una smorfia.
- La forza non è l’unico mezzo per avere delle informazioni.
- Ma è il modo più veloce per ottenerle- ribatté Ash.
Evidentemente, tra i due c’era un modo di pensare e agire differente. Il che li portava spesso a litigare.
- Ascolta, non voglio fare iniziare una rissa. Voglio solo conoscere il motivo per cui sono qui.
- Sicura che sia solo questo?- lui la guardò con uno sguardo poco convinto. Era certo che sotto l’insistenza di Misty, ci fosse un altro motivo.
- Staremo ad osservare- proseguì Misty, ignorando il suo appunto- Non appena incroceremo uno di loro da solo, lo attireremo e lo cattureremo. Ci faremo dire la ragione dell’interesse del Team Aqua sull’isola Smeraldo.
- Allora dobbiamo dividerci- disse Ash- Proseguendo tutti insieme, sarà più facile che ci individuino.
- Non sono d’accordo- disse Brock- Se ci dividiamo, la nostra forza diminuirà. Quando il Team Magma ci ha attaccato al Concorso, eravamo in difficoltà stando separati.
- Ma se rimarremo insieme, non avremo modo di scoprire niente, se ci scovano- insistette Ash- Mentre se siamo separati, le probabilità di sopraffarli sono molte.
- Però l’isola è grande- insistette anche Brock- Non abbiamo idea di quanti siano quelli del Team Aqua. E loro invece staranno in allerta, ora che sanno che ci sono degli intrusi.
Misty li ascoltò, poi sembrò rifletterci. Brock aveva ragione, insieme erano forti. Ma anche Ash non aveva torto. In quel momento, non dovevano farsi vedere e se qualcuno veniva catturato, gli altri potevano venire in loro soccorso. Senza contare che era più facile muoversi, se erano in pochi.
- Mh…potrebbe andare- disse Misty incerta.
- Misty- disse Brock come per ribattere.
- Di solito non approverei un piano deciso da Ash- il nominato fece una smorfia di offesa- Ma al momento è la cosa più giusta da fare. E non abbiamo molto tempo- li guardò- Ci divideremo in due gruppi. Voglio che stiate attenti e che non combattiate, possibilmente. Rimarremo in contatto e ci uniremo una volta ottenute le informazioni. Poi decideremo come agire- guardò il bruno- Brock, tu andrai con Dawn e May. Io con Melody e Ash.
- D’accordo- annuì Brock rassegnato- Ma come ci terremo in contatto?
- Con questo- Melody gli porse un oggetto a forma di conchiglia, simile a un fischietto- Se uno di noi sarà in pericolo, basterà suonarlo che gli altri lo rintracceranno.
- Ottimo- disse Brock esaminando l’oggetto e poi infilandoselo in tasca- Allora ci vediamo dopo, in questo punto- posò una pietra come per indicare il luogo- State attenti.
- Sì, anche voi.
Brock, May e Dawn si avviarono in fretta lungo un sentiero, che portava verso zone abitate.
- Noi andremo per di qua- disse Misty fissando le montagne- Ho come il presentimento che sia quello il posto giusto.
- Oh, no. Spero che non dovremo scalare- disse Melody.
- E’ il tuo sesto senso che ti guida?- fece Ash alzando gli occhi- Allora siamo a posto.

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- Intrusi?- disse la voce di una donna, da una ricetrasmittente- Curioso, non credevo che avessimo ospiti per oggi…e non credevo neanche che le nostre barriere fossero così deboli- terminò la frase con un certo disappunto, che la voce dall’altra parte intuì e di conseguenza si irrigidì.
- Mi spiace capo…pensavamo, credevamo che…- cercò di giustificarsi.
- Lascia stare- fece lei seccata- Raduna gli altri e trovateli immediatamente. Non voglio ostacoli nel mio piano- chiuse la comunicazione- Sono curiosa di vedere questi uomini temerari che hanno osato superare le nostre barriere. Ma al momento…- alzò lo sguardo e vide davanti a sé degli uomini che lavoravano con delle carriole, trasportando mucchi di terra. Accanto a lei, due persone del Team Aqua. Entrambi con un mantello sulla spalla, che copriva la loro divisa- …c’è qualcosa di più interessante che vorrei vedere. Novità?- guardò la persona alla sua sinistra. L’uomo si voltò verso di lei.
- No, non siamo ancora riusciti a trovarlo.
- Ancora?
- Gli uomini stanno lavorando costantemente, ma non c’è modo di farli accelerare ancora di più. Sono già allo stremo.
- Che inetti- disse la donna con una smorfia e con la mano si lasciò cadere dietro i suoi lunghi capelli rossi molto mossi. Poi guardò l’altra persona alla sua destra- Allora?- era più basso di lei e quando aprì bocca si udì la voce di un ragazzo.
- Direi che più stiamo qui, più aumenteremo la curiosità sull’isola. Ci manca poco. E’ più sicuro utilizzare anche donne e bambini per accelerare il lavoro.
- Ottimo- disse la donna con un sorriso e poi si rivolse all’altro- Be’, che stai lì ad aspettare? Non hai ascoltato? Arruola altre persone, anche sotto minaccia. Ma non ucciderli, ci servono ancora. Muoviti!
L’uomo annuì e corse via. La donna guardò il ragazzo.
- Mi compiaccio di te. Pian piano stai diventando un degno membro del Team Aqua- si voltò, con il mantello che svolazzava sulla sua spalla- Continua così, e salirai di grado- disse con un sorriso- Anche se so, che non è questo a cui miri- ridacchiò e si allontanò, lasciando il ragazzo a fissare gli uomini spostare montagne di sabbia, mentre delle guardie del Team Aqua li controllavano.
- …intrusi- mormorò lui soprapensiero.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Come sarebbe a dire?- disse la voce di un ragazzo, mentre avanzava di qualche centimetro su una parete rocciosa.
- Ho detto che non voglio combattimenti, almeno per ora- disse la ragazza accanto a lui, anche lei alle prese con la scalata- Non l'avevo già chiarito prima?
- Oh ma dai, come intendi convincerli a parlare?- disse il ragazzo dai capelli neri- Andare da loro e dire “scusate, mi direste perché vi trovate qui e cosa cercate? Sapete, per farmi quattro risate…”
- Non sarebbe una cattiva idea.
- Che?
- Scherzavo Ash- disse lei impassibile.
- Ehi voi due, quanto ci volete impiegare per scalare la montagna?- disse una voce sopra di loro. E con loro sorpresa, videro Melody già alla cima della parete che li fissava.
- Come hai fatto…eri sotto di noi- fece Ash sorpreso.
- Magia Ash, magia- disse lei con tono misterioso. Ash la guardò incerto e lei sospirò- Ma naturalmente con il mio dominio, no?
- Perché non c’è l’hai detto subito? Da quanto sei lì?
- Da qualche minuto e…perché avrei dovuto togliervi il divertimento di bisticciare? E poi, non sopportavo più di sentirvi discutere.
- Melody, ti avevo detto di essere cauta con il tuo dominio- disse Misty con tono di rimprovero.
- Non c’è nessuno qui intorno, Misty. E’ deserto, aggiungerei. Chi vuoi che noti dei tizi che si arrampicano su per la montagna?- mosse le braccia e un piccolo vortice d’aria prese per la vita dei due ragazzi e li sollevarono su, fin dove era lei- Più semplice, no?
- Lasciamo stare- disse Misty scrollandosi di dosso la polvere- Ora ci nascondiamo e aspettiamo che qualcuno che passi.
- Spero che nel frattempo non mi venga la barba- commentò Ash.
I ragazzi si sistemarono dietro un cespuglio e attesero per qualche minuto, finché finalmente qualcuno passò lì davanti.
- Che facciamo?- chiese Melody a bassa voce.
- Non sembra uno del Team Aqua. Ma potrebbe darci utili informazioni. Dobbiamo bloccarlo.
- Ci penso io- disse Ash e prima che Misty potesse replicare, si alzò in piedi e balzò sull’uomo, ancora prima che lui potesse reagire. Lo afferrò per il braccio e lo fece cadere a terra, con la faccia rivolta in giù. Poi premendo con il ginocchio sulla sua schiena, lo bloccò a terra- Ecco fatto- disse semplicemente.
Misty e Melody uscirono dal nascondiglio.
- Che velocità- disse Melody sorpresa.
- C-chi siete? Lasciatemi, per favore!- disse l’uomo spaventato, senza poter vedere in faccia i suoi assalitori- Non ho fatto niente di male, lo giuro! Ero solo andato a prendere dell’acqua, ecco…- indicò la borraccia che era caduta poco più in là- Non fatemi del male, vi supplico! Ho moglie e bambini- piagnucolò.
- La solita storiella- disse Ash sbuffando, come se già non ne avesse sentite abbastanza in passato.
- Non vogliamo farti del male- chiarì Misty- Ma solo delle domande. Chi sei innanzitutto. Uno del posto o del Team Aqua?
- No, assolutamente no! Sono solo un pescatore di quest’isola e…e…non c’entro niente con il Team Aqua. Sono stato catturato insieme a dei miei compagni e fatto prigioniero. Siamo costretti a lavorare per loro- tossì un po’ per la terra- P-potreste lasciarmi?
- Ash, lascialo alzare- disse Misty. Il ragazzo sembrò deluso quando lo lasciò libero.
- Che non ti venga in mente di scappare- minacciò Ash- Sono bravo a rincorrere le persone.
- N-no…- poi notò che erano dei ragazzi- Cosa ci fanno dei ragazzi in giro? Non dovreste essere con gli altri al villaggio? No, aspettate…io non vi ho mai visti…
- Risponda alle mie domande- disse Misty seria- Che cosa vi obbligano a fare? Qual è il loro obiettivo?
- Non lo so. Ci hanno detto solamente di scavare nella vecchia miniera. Ma lo sanno tutti che quella miniera è vecchia ed esaurita da anni. Non c’è niente, glielo abbiamo detto. E la nostra isola non contiene preziosi tesori. Loro ci hanno minacciato. Hanno detto che se non obbedivamo, si sarebbero vendicati sui nostri figli…- chinò la testa- E ora hanno deciso di farci aumentare il ritmo dei lavori. Vogliono anche arruolare gli altri del villaggio…
- Che cosa cercheranno quelli del Team Aqua nella miniera?- chiese Melody a Misty.
- Forse qualcosa…qualcosa che sanno che c’è all’interno.
- Ma se è esaurita- disse Ash- Perché dovrebbero voler scavare con tanto impegno?
Sì, in effetti c'era qualcosa che non quadrava. Misty si rivolse nuovamente all'uomo.
- Senta, le è mai capitato di sentire di qualcosa, non so qualche minerale, qualche oggetto o non so cosa, che possa essere rimasto all’interno della miniera?
- No- scosse la testa- Noi abitanti per anni abbiamo solo visto quella miniera chiusa. Nessuno ci ha mai detto che poteva contenere ancora qualcosa.
- Questo è un problema- disse Melody.
- Ma voi…voi chi siete?- fece l’uomo, ancora seduto per terra.
- Semplici viandanti- disse Misty.
- Eh? Oh…sì- aprì la bocca- Ma certo, mi avevano detto che qualcuno era riuscito ad entrare nell’isola! Allora non siete soli, siete venuti per salvarci. Qualcuno finalmente è corso in nostro aiuto!
- Eh…no- fece Misty titubante- Non esattamente.
- Ma allora, cosa…?
- Ora voglio che mi ascolti- Misty cercò di riprendere il suo tono serio, l'uomo non doveva capire chi erano- Non deve dire della nostra presenza a nessuno. Chiaro? A nessuno.
- Perché dovrei prendere ordini da dei ragazzini?- l’uomo si alzò in piedi, irritato- Non capisco cosa ci facciate qui, ma…
- Non hai ascoltato quel che ti ha detto?- disse Ash in tono minaccioso- Potremmo anche sembrare dei semplici ragazzi, ma non ti auguro di averci contro.
- Io…- fece per ribattere.
- Non vogliamo fare del male a nessuno- disse Melody con un tono più gentile- Ci indichi solo dove si trova la miniera.
- Per quale motivo? E’ pieno di guardie. Se vi vedono, vi catturano e…non so cosa vi potrebbe capitare.
- Non si preoccupi per noi- disse Misty- Ma faccia come le abbiamo detto.
Un po’ riluttante, l’uomo si chinò per prendere la boraccia e si voltò.
- D’accordo, seguitemi.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Da quanto tempo dite?- chiese un ragazzo castano.
- Due settimane all’incirca- spiegò un signore un po’ anziano, seduto su una panca- Sono sbarcati sull’isola e…pensavamo che fossero solo dei turisti un po’ eccentrici, visto il loro abbigliamento. Hanno iniziato a fare molte domande sulla miniera e prima che potessimo accorgercene, avevano preso possesso dell’intera isola.
- E non sapete perché?
- No- scrollò la testa- Siamo solo dei poveri pescatori, che si mantengono da vivere con quello che ci offre il mare e le importazioni. Non abbiamo niente di prezioso. Infatti, non è mai successo che prima d’ora ci attaccassero.
- Ma voi, non avete fatto niente per ribellarvi?- chiese May sbigottita- Siete decisamente più numerosi di loro.
- Noi non siamo fatti per combattere, metà della popolazione poi non è poi così giovane- fece il signore alzando le spalle- Senza contare che quei stranieri utilizzano strane magie…non so, sanno muovere l’acqua…
- E’ il loro dominio- spiegò Brock- Sono dominatori dell’acqua. Più precisamente il Team Aqua.
- Oh- fece lui sorpreso- Ma perché sono venuti qui?
- Non lo sappiamo…ma trattandosi del Team Aqua, niente di buono. Avranno scoperto qualcosa che altri ignorano di quest’isola.
- Ma non avete mai provato a scappare o non so, provare a chiedere aiuto?- chiese Dawn.
- Ci abbiamo provato, sì- annuì- Ma inutilmente. Loro hanno una specie di mostro d’acqua, che sbuca ogni volta che un imbarcazione tenta di scappare o venire verso di noi.
- Deve trattarsi di quello che abbiamo visto noi- disse Brock.
- Dev’essere un pokémon…un Gyrados, come ha detto Misty- disse May.
- Abbiamo atteso a lungo che qualcuno venisse a salvarci, ma neanche le comunicazioni tramite radio funzionavano.
- E quindi vi siete arresi- disse May.
- Non avevamo scelta. Avevano minacciato che se non collaboravamo con loro, le nostre famiglie ci avrebbero rimesso. Così molti dei nostri giovani, sono stati costretti a lavorare nella vecchia miniera. Ma non sembrano soddisfatti e hanno ordinato adesso che anche gli altri partecipino al lavoro nella miniera. Ohh, come farò con la mia schiena?- fece il signore toccandosi dietro.
- Ma cos’è che sperano di trovare?- disse May- Tutta questa fatica e segretezza, per cosa…?
- Già, è strano…- Brock ci penso su.
- Ehi, ma siete voi- disse una voce dietro di loro. Si voltarono e ritrovarono due loro conoscenze.
- Hold, John, ce l’avete fatta a nascondervi?- disse Dawn.
- Sì…questa gente ci ha ospitato gentilmente- disse Hold- E a voi come va? Siete riusciti a fare quel che dovevate fare?
- Non ancora- disse Brock- Piuttosto, avete trovato il fotografo che era con noi?
- No- scosse la testa John- Se l’avessi visto, vi avrei avvisato.
- John, per l’ultima volta…- disse Hold alzando lo sguardo.
- Era un battuta- si giustificò l’altro- E comunque, hai visto che avevo ragione su tutto, no?
- Non è il momento per vantarsene. Se non l’hai capito, grazie alla tua decisione di venire qui, siamo finiti prigionieri.
- Mi dispiace- disse Brock- Ma troveremo un modo per sistemare le cose.
- Tipo? Volete combattere contro queste persone?- chiese Hold scettico- Sinceramente ragazzi, apprezzo il vostro coraggio di essere voluti venire fin qui, ma non siete in grado di opporvi a questi criminali. E se neanche la polizia può venire fin qui…l’isola è spacciata.
- Non è detto- disse May- Una volta che troveranno quel che cercano, se ne andranno da qui. Il problema è capire cos’è che cercano.
- Qualcosa c’è- disse un bambino, raggiungendo il signore.
- Nicolas, cosa ci fai qui?- lo rimproverò il signore- Ti avevo detto di stare vicino a tua madre…
- Non potevo starmene qui, pensando a mio padre che è in mano di quei brutti ceffi.
- Ma cosa può fare un bambino come te?- scosse la testa il signore- Stanne alla larga.
- Sono forte, io. Vado da loro e gli tiro un pugno e…
- Nicolas, che non ti venga in mente di cacciarti in qualche altro guaio!- lo rimproverò- Tua madre quando saprà che sei venuto qui, si arrabbierà molto!
- Però…- il bambino sembrò deluso. May lo osservò, come ricordandosi di qualcuno.
- Ha ragione lui…I bambini non dovrebbero combattere- disse May- E poi, tuo padre starebbe in ansia, non credi?
- Io voglio fare qualcosa!- disse il bambino deciso. Brock appoggiò una mano sulla testa del bambino e gli sorrise.
- Ascoltami…un modo di aiutare, ci sarebbe. Tu sai cosa stanno cercando?
- Io…credo di sì- disse lui incerto- E’ una leggenda…lo avevo sentito dire da un vecchio marinaio.
- Nicolas, non mi dire che ascolti ancora quello che dice Roby, il pazzo- disse il signore scotendo la testa- Ti avevo detto di stargli alla larga. Racconta un sacco di bugie.
- Ma io gli credo!- disse il bambino- E lui ha raccontato di un forestiero che era approdato in quest’isola un sacco di anni fa e che aveva nascosto un oggetto prezioso in una grotta, che sarebbe poi diventata la miniera.
- Un oggetto…più precisamente cosa?- chiese Brock.
- Non lo so. Questa persona lo aveva nascosto qui, per tenerlo al sicuro da chi voleva usarlo per scopi malvagi. Infatti è in grado di dare un immenso potere.
- E’ solo una storia che si è inventato Roby- disse il signore- Ci sono stato anch’io alla miniera, quando ero giovane e in tutti questi anni non si è trovato niente di particolare.
- Il signor Roby dice che l’oggetto è protetto da una barriera invisibile. Che solo chi ha le capacità giuste, riuscirà a vederlo.
- Ma certo! esclamò Dawn- Il Team Aqua deve aver sentito questa leggenda e sarà venuto qui per prenderlo.
- Sì, e sanno sicuramente cos’è questo oggetto- disse May- E noi non abbiamo la minima idea di com’è fatto.
- Per essere venuti fin qua…devono essere sicuri di poter vedere quell’oggetto- disse Brock pensieroso- Quale oggetto può passare inosservato in una miniera?
- Be’- May ci pensò su- c’è terra…pietre…un sacco di polvere…
Brock si alzò in piedi e li guardò serio.
- Credo di aver capito. E se è come dico io, dobbiamo avvisare al più presto gli altri. Il Team Aqua non deve mettere le mani su quell’oggetto.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Sono del Team Aqua- disse Misty, mentre lei, Ash e Melody stavano nascosti dietro gli arbusti- Stanno tenendo d’occhio la miniera.
- Che facciamo? Torniamo indietro ad avvisare gli altri o tentiamo di…
- Entriamo- disse decisa Misty. Ash annuì. Melody sospirò- Se riusciamo ad entrare, potremmo verificare con i nostri occhi che cosa interessa al Team Aqua.
- D’accordo…ma dobbiamo combattere?- chiese Melody.
- No, non sarà necessario- rispose Misty. Ash sospirò deluso- Ci infiltreremo tra i minatori. Hanno detto che avrebbero arruolato anche donne e bambini…quindi non ci baderanno, se ci presentiamo noi- Misty guardò il signore che attendeva- Avremo bisogno del suo aiuto.
- Siete pazzi, voi- disse l’altro- Perché volete entrare?
- Lasci stare. Ci deve condurre all’ingresso. Dica alle guardie che siamo dei nuovi minatori.
- Questa poi…- scosse la testa.
- Bene, prepariamoci…
Qualche minuto dopo, un gruppetto si stava avvicinando alla miniera.
- Chi va là?- disse uno, con la tuta azzurra e bianca.
- Lavoro qui- disse il minatore- Ero andato a prendere l’acqua- mostrò la borraccia.
- Ah, d’accordo…e loro?- li segnalò con fare sospetto.
- Sono stati arruolati da voi. Servivano altri minatori.
- Ah…d’accordo. Entrate- li fece passare senza altre obiezioni.
- E questa è fatta- mormorò Melody- E ora? Spero non ci toccherà scavare per davvero.
- Sì, invece. Almeno per adesso.
- Che?!- esclamò Melody inorridita- Non faceva parte del piano!
- Zitta!- la zittì, perché il suo gridolino aveva attirato lo sguardo dei minatori- E prendi questo- le passò un piccone- proviamo a vedere che cosa cercano…
- Non posso crederci…devo rovinarmi le mani per…
- Lavora e zitta- disse sbrigativa Misty e prese anche lei un piccone.
Si unirono ad un gruppo che stava già lavorando. Rompere la roccia, era davvero complicato e faticoso. Peccato che non ci fossero con loro Brock o May, lei aveva molta energia nelle mani. Misty si guardò intorno e guardò il carrello che veniva spinto lungo la miniera.
- Copritemi- disse Misty ai compagni.
- Come?- loro la guardarono.
- Ho intenzione di seguire quel carrello…voglio capire cosa c’è dentro.
- Veniamo anche noi- disse Melody.
- No, voi dovete rimanere qui. Se ne accorgerebbero se a muoversi fosse più di una persona. Ci pensi tu a distrarli?
- D’accordo. Ma sia chiaro che non approvo- disse Melody, movendo le braccia- Far fare il lavoro pesante a noi…
Una follata d’aria entrò dentro la miniera e alzò un po’ di polvere. Ciascuna persona chiuse gli occhi per qualche istante, finché il vento non si placò.
Tra Melody e Ash, non c’era più Misty, che si era addentrata nei cunicoli, nascondendosi in uno dei carrelli pieni di terra. Sentì che il carrello si muoveva, probabilmente spinto da qualcuno. Poi dopo qualche minuto si fermò e senti delle voci soffuse.
- …bene, lasciatelo qui- dei passi e altre persone che parlavano.
- Sì, stiamo ancora cercando- disse un altro.
- Possibile che tra questi pezzi di roccia, non ci sia quello che cerchiamo noi?
- Forse le informazioni che ci hanno dato, erano sbagliate.
- Lo hanno detto anche gli abitanti, che qui non c’è niente…niente di niente. Stiamo solo perdendo tempo.
- Osi mettere in discussione gli ordini del capo?- una terza persona si era aggiunta. Misty ascoltò bene quella voce e per qualche istante le parve famigliare.
- N-no…solo che…insomma, che prove abbiamo che la pietra si trovi in questa miniera?
- Non perderti in domande inutili e continua il tuo lavoro- fece di nuovo quella voce.
Dei passi e di nuovo silenzio.
- Tsk, chi si crede di essere quello? Solo perché è il cocco del capo, non vuol dire che dobbiamo sottostare ai suoi ordini.
- Dai, controlliamo i nuovi carrelli. Così ce ne andiamo subito.
- Certo che, sarebbe davvero un bel colpo trovare la pietra acqua…ci pensi se fosse in mano nostra?
- Sì…un potere immenso…ma non possiamo certo rubarla. Il capo ci ucciderebbe, di sicuro.
- Già. Quella donna mi mette paura. E’ incredibile che una donna abbia così tanto potere nel dominio.
- E’ l’unica donna che io sappia, che domini l’arte del dominio dell’acqua. Oh, guarda, per un momento mi era sembrato un diamante…bah, come ci è finito questo pezzo di vetro?- sentì le voci avvicinarsi man mano a lei- E qua cosa abbiamo? Uff, quanto lavoro- Misty sentì delle mani affondare nel carrello. L’avrebbero scoperta.
- Ehi, voi due, è l’ora del cambio- un’altra voce. Le mani si fermarono.
- Ottimo, ho una fame…- sentì i passi allontanarsi e tornò il silenzio.
Misty riemerse dal carrello, sporca di terra e sgattaiolò via. Approfittando del cambio delle guardie, raggiunse i suoi amici.
- Allora?- fece Melody- Spero che tu abbia delle notizie interessanti, dopo avermi fatto sgobbare.
- Ma se non hai neanche alzato il piccone- disse Ash.
- E’ il pensiero che conta. Piuttosto, come mai sei sporca di terra?
- Non è il momento- Misty cercò di pulirsi velocemente il viso e i vestiti- Ascoltatemi, quello che stanno cercando è una pietra…una pietra che può potenziare i poteri del dominio dell’acqua.
- Solo dell’acqua?- replicò deluso Ash.
- Non ho idea di come sia fatta questa pietra, ma sanno che si trova in questa miniera, per questo hanno preso sottosequestro l’isola. Se quella pietra cadrà nelle loro mani…
- …saranno ancora più temibili- disse Melody- Dobbiamo fermarli.
- Esatto. Ora raggiungiamo gli altri.
Lentamente, cercarono di uscire dalla miniera, ma Melody si bloccò alzando la testa.
- Che succede?- chiese Misty.
- Il suono…- disse Melody preoccupata- Gli altri sono in pericolo.

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Capitolo 23
*** Cap. 22 ***


Prima di passare alla storia, vi invito a dare un occhiata anche ai trailer e le opening di questa fic. Potete trovarli sul mio account di Youtube (sempre che il Tubo non me li blocchi -_-'), Yachan85x. Non sono un granché (anche perchè sono un pò vecchiotti XD), ma almeno danno un idea generale della storia.
Il primo opening si riferisce dal cap.1 al 16 circa, il secondo dal cap. 17 al 25 e il terzo i capitoli seguenti. Purtroppo non ho più quel tempo che potevo dedicare a far video, quindi non riuscirò a fare il quarto opening, ahimè.
Va be', vi lascio alla storia.

Blue Bird Illusion
Cap. 22


- Argh!- urlò uno e fu buttato a terra da un masso.
- Meno due!- disse Brock.
- Che facciamo?- chiese Dawn, mentre lanciava in aria due tipi con le sue liane- Presto verranno i loro rinforzi.
- Spero che il richiamo abbia fatto il suo dovere- disse Brock guardando la conchiglia che gli aveva dato Melody. Erano rimasti d'accordo che in caso di problemi, avrebbero suonato da quella conchiglia.
Il signore anziano, con il nipote e i due Hold e John, si erano rifugiati dietro ad alcuni alberi. Si erano nascosti lì, quando erano comparsi all’improvviso quelli del Team Aqua.
- Ma anche se arrivano gli altri- disse May, sbattendo uno al tappeto- Come faremo ad andarcene? Loro sono più numerosi.
- Non lo so proprio…- Brock si guardò intorno. Dovevano essere circa cinque uomini del Team Aqua.
- Accidenti, se uno del villaggio non avesse fatto la spia!- disse May arrabbiata- A quest’ora avremmo raggiunto gli altri senza problemi. Se mi capita sotto tiro quel tipo…!
- Ma guarda chi abbiamo qui…- disse una voce dietro di loro.
I tre ragazzi si voltarono e videro una donna dai lunghi capelli rossi mossi con una divisa azzurra e bianca, e al suo seguito due del Team Aqua incappucciati.
Gli altri cinque uomini si alzarono e si misero in disparte, per far passare la donna.
- Wow, che donna meravigliosa!- disse Brock sognante.
- Brock!- lo rimproverò May, dandogli una gomitata al fianco- Torna con i piedi per terra.
- Oh, sì…- tornò serio e si concentrò sulla donna.
- E così gli intrusi, erano questi tre marmocchi- disse la donna- Che delusione…e io che pensavo chissà cosa! E’ comunque incredibile che abbiate superato la barriera…evidentemente uno tra voi possiede il dominio dell’acqua- li guardò- Che siete venuti a fare qui?- chiese lei.
I ragazzi non risposero e rimasero sulla difensiva.
- Capisco…optate per il silenzio. Be’, non vi servirà. Che voi ce lo diciate o meno, la vostra sorte non cambia- si tolse il mantello dalle spalle. Le due persone dietro di lei, coperti con il loro mantello rimasero impassibili- Solitamente non mi scomodo per dei ragazzini, ma per voi farò un’eccezione- sorrise sicura di sé- Che state aspettando, perché non attaccate? Sono proprio curiosa di vedere di cosa siete capaci.
- Che facciamo?- chiese Dawn a Brock- Combattiamo?
- No, non lo fate…almeno non adesso- disse Brock preoccupato. Sebbene avesse una bellezza particolare, vedeva in quella donna una seria minaccia. Ma non era solo quello, aveva come l'impressione di averla già vista...
- Mh? Non mi dite che avete paura- disse la donna sorridendo divertita. Un sorriso quasi raggelante.
- Io non ho certo paura!- disse May, pronta per attaccare.
- Ho detto di no, May!- disse Brock bloccandola- Andiamocene da qui.
- E perché? Non ti sarai mica infatuato di lei!
- Non è questo…è che lei è…
- Che noia…- disse la donna alzando lo sguardo- Vediamo di movimentare la giornata- fece uscire dei getti d’acqua dalle mani.
- Presto!- Brock trascinò May e Dawn via.
- Una dominatrice dell'acqua?- fece May sorpresa quanto Dawn.
- Non vi servirà niente scappare, non potete sfuggirmi…- mosse le braccia e lunghi getti d’acqua si allungarono verso di loro ad una velocità impressionante e verso la fine del getto, si crearono delle lame di ghiaccio, pronte a colpire le loro vittime.
- Scudo!- Brock fece comparire un muro di roccia davanti a loro. Questo parve aver arrestato il getto d’acqua, ma dopo qualche minuto nel muro si crearono delle crepe e le lame di ghiaccio si addentrarono con prepotenza- La barriera non durerà. Chinatevi, presto!
Le ragazze si abbassarono subito, mentre il muro di roccia si frantumava davanti agli occhi di Brock immobile e vide i due getti d’acqua venire verso di loro.
- No!- Misty si mise in mezzo, deviò il corso di un getto d’acqua e frantumò alcune punte di ghiaccio con un calcio. Ash accanto a lei, si occupò dell’altro getto d’acqua, diminuendole la potenza. Melody andò a soccorrere gli altri.
- Ragazzi, tutto bene?- chiese Melody.
- Sì, ce ne avete messo di tempo- disse May alzandosi.
- Ma non dovevate evitare di farvi notare?- disse Melody.
- Ci abbiamo provato. Ma qualcuno ha fatto la spia e ci siamo ritrovati davanti quelli del Team Aqua.
- E questi…- disse sorpresa la donna, facendo ritirare l’acqua verso di sé- siete i compagni di questi ragazzini? Quindi non erano solo loro tre- alzò le spalle- Meglio così, tutti insieme in un colpo solo.
- Non ti permetterò di fare del male ai miei compagni!- disse Misty posizionandosi davanti.
- Mh?- ridacchiò incredule- Ma hai idea di chi hai davanti, ragazzina?
- Lo so bene, siete del Team Aqua! E tu, a quanto pare dovresti essere il loro capo.
- Esatto, sono Shelly, al commando del famoso Team Aqua- poi il colore dei capelli della ragazza le ricordò qualcosa- Il tuo viso mi è famigliare...
- Tempo fa mi hai portato via una persona importante- disse Misty posizionandosi per combattere.
La donna la scrutò per bene. Poi si riprese il mantello volato a terra.
- Capisco…sei la dominatrice dell’acqua- si sistemò il mantello sulle spalle- Allora devi essere quella famosa ragazzina di cui lui mi ha parlato. Quella che ha creato il famoso Team Luce.
Misty si irrigidì. Capì a chi si riferiva e sapeva che anche lui era su quell’isola, aveva sentito la sua voce nella miniera.
- Vedo che hai capito…- disse la donna sorridendo- Perché non ti mostri alla tua amichetta, George?
Una delle due persone dietro la donna, si scostò il cappuccio, lasciando libera la testa. I capelli castani si mossero al vento e gli occhi azzurri puntarono sulla ragazza.
- ...George- disse Misty sorpresa. Non si aspettava che fosse così vicino.
- Ma perché non festeggiare questo incontro?- disse la donna sorridendo beffardamente- George, vuoi occupartene tu di questi intrusi?- il ragazzo non disse niente e avanzò di un passo, togliendosi del tutto il mantello. Sotto indossava la divisa del Team Aqua.
- Ehi, credi di potertela svignare?- disse Misty rivolta a Shelly- Io voglio combattere contro di te!
- Contro me?- rise la donna- Davvero speri di avere qualche possibilità? Neanche tutti voi messi insieme, sareste capaci di mettermi al tappeto- alzò le spalle- No, non ho intenzione di sporcarmi. Preferisco divertirmi, guardando dei cari amici che si combattono a morte- si avvicinò al ragazzo e gli appoggiò una mano sulla spalla- Vero, George? So che ti farebbe piacere sbarazzarti del tuo passato, dell’ostacolo per il tuo successo- sorrise in modo seducente- Fallo. Dimostrami che ormai fai parte del Team Aqua. E sarai più che premiato.
Il ragazzo non si voltò a guardarla, ma fece un cenno di sì.
- Non utilizzare gli altri per proteggerti! Sei una vigliacca!- le gridò Misty, sperando di provocare la donna. Lei però si limitò solo a sorriderle e si allontanò- Fermati!- tentò di raggiungerla, ma George le si parò davanti.
- Spostati George!- disse Misty innervosita- Non è con te che voglio combattere! E’ lei il mio obiettivo.
- Non m’interessa- disse lui serio- Combatterai con me…e vi eliminerò tutti, questa volta.
- Possibile che tu non lo capisca? E’ quella donna che ti ha fatto il lavaggio del cervello! E’ lei che va fermata- ma lui parve non comprendere- Non vedi che è quella la causa del tuo cambiamento? Ti sta solo utilizzando!
Il ragazzo non disse niente e alzò il braccio. Misty capì prima ancora che agisse. Delle sfere d’acqua si crearono nell’aria sospese sulle loro teste.
- Giù!- gridò Misty, ma le sfere furono più veloci e si andarono a schiantare su di loro e al contatto con la loro pelle, provocarono delle esplosioni di energia. Uno dopo l’altro, furono sbalzati a terra.
- Ahh!- gridarono.
- No!- il bambino che era nascosto, tentò di raggiungerli, ma il nonno lo afferrò immediatamente.
- Che hai intenzione di fare, sconsiderato!
- Sono in pericolo! Devo fare qualcosa!
- Tu non farai niente! Sei solo un bambino!
- Dobbiamo avvisare gli altri del villaggio- disse John- Insieme possiamo sconfiggerli.
- Ma sei pazzo?- disse Hold- Nessuno di noi domina degli elementi e figurati se gli altri sarebbero disposti a farsi strapazzare da quelli!
- Ma non è giusto che combattano solo loro! Sono solo dei ragazzi!
- Lo so, lo so...- abbassò lo sguardo triste- Ma se ora interveniamo, peggioreremmo la situazione.
- George!- disse Misty rialzandosi- Fermati subito! Fallo ora!
- Non hai ancora capito?- disse lui impassibile- Non sono più la stessa persona che conoscevi. E questa è una guerra. Un nemico del Team Aqua, è un nemico anche per me.
- Misty- Brock la guardò. Misty annuì.
- D’accordo, non mi lasci altra scelta. Ti porterò via con la forza- Misty alzò il braccio e un getto d’acqua si alzò dietro di lei- Io contro te. Solo noi due.
Era giunto il momento. Il momento di affrontarlo. Non poteva più rimandare. Sapeva che avrebbe dovuto affrontarlo, per farlo ragionare. Era l’unica soluzione.
Senza aggiungere altro, i due si affrontarono in uno scontro di dominio d’acqua.
Misty si sorprese man mano che combattevano, non ricordava che George conoscesse alcune di quelle tecniche. Ricordava che il più delle volte non gli riuscivano.
Era forse dovuto all’allenamento con il Team Aqua il suo miglioramento? Possibile che con il Team Aqua fosse riuscito a raggiungere livelli soprendenti, piuttosto che quando viaggiavano insieme?
Ma anche lei non gli era da meno. Non era rimasta con le mani in mano da quando si erano incontrati e si era esercitata costantemente. Sapeva che se la persuasione avesse fallito con lui, avrebbe dovuto ricorrere ai mali estremi.
- Che facciamo Brock?- chiese Melody, mentre il gruppetto rimase leggerrmente in disparte- Interveniamo?
- No, Misty non vorrà- disse Brock- Stiamo ad aspettare.
- Ma se…se Misty non ce la dovesse fare?- chiese Dawn timorosa.
- Non dire queste cose!- disse Melody arrabbiata- Misty deve farcela.
L’incontro sembrava alla pari. Qualche minuto dopo però, Misty fu sbalzata contro un albero.
- Vedo che sei rimasta debole- disse George guardandola con disprezzo- O ancora adesso, ti rifiuti di combattere seriamente contro di me.
- Io sto combattendo seriamente!- replicò Misty offesa, ma già con il respiro stanco.
- Forse non hai ancora capito come stanno le cose- George fece un cenno all’altra persona che era con lui. L’altro annuì e insieme agli altri cinque dei loro uomini attaccarono i ragazzi- E ora lo capirai.
L'attacco fu improvviso però i ragazzi cercarono di reagire prontamente e difendersi.
- No, fermo!- disse Misty tentando di alzarsi, ma George la ricacciò indietro con un colpo d’acqua- Che stai facendo! Questo è uno scontro tra noi due! Non coinvolgere i miei compagni!
- Ti sbagli. Chiunque è contro il Team Aqua deve essere eliminato. Soprattutto i dominatori di fuoco- aggiunse con disprezzo dando un occhiata al ragazzo dai capelli neri, che era impegnato come gli altri a schivare gli attacchi. Brock e gli altri cercarono di sconfiggerne più che potevano, ma cominciavano a sentirsi stanchi.
Misty tentò nuovamente di alzarsi, ma non poté avanzare, perché sentì che qualcosa le bloccava i movimenti. Si accorse troppo tardi di quello che le era successo. Uno strato d’acqua fine aveva avvolto la sua pelle.
- Aqua-controllo- disse George con una mano in avanti- Eri così presa a vedere i tuoi compagni, che non ti sei accorta del mio attacco.
- George…per favore, smettiamola! Tu non sei quel tipo di persona che ucciderebbe le persone! Ti conosco bene, sei una brava persona- George non le diede retta. Il corpo della ragazza si mosse controvoglia e andò a sbattere per terra- Ahhh!- Sentiva come i suoi muscoli venivano stritolati ad ogni movimento che gli obbligava di fare.
Cercò di vedere i suoi compagni, ma anche loro si trovavano in difficoltà.
L’uomo del Team Aqua si allontanò dal campo di battaglia e si avvicinò a George per parlargli.
- Ho appena sentito il capo. Quando hai finito con loro, raggiungici. Ce ne andiamo.
- Sì- annuì.
Brock vide l'uomo allontanarsi e sentendoli parlare, capì che questo significava…che avevano trovato la pietra. E se la stavano portando con loro.
- No, dobbiamo fermarli!- Brock cercò di impedire all'uomo di andarsene, ma fu inutile. L'altro ricacciò l'attacco di Brock e se ne andò- Dannazione!- strinse forte le mani. Era tutto perduto?
- Attento Brock!- Dawn lo afferrò con le liane, prima che un attacco d'acqua lo colpisse.
- Adesso basta- Ash si fermò e concentrò le energie- Mi sono stancato di perdere tempo con voi!- sfregò il piede al suolo e si creano delle scintille- State giù!- Brock e gli altri si chinarono. Dandosi una spinta, Ash alzò la gamba e roteò su se stesso, sparando una scia di fuoco intorno a sé che colpì i dominatori dell'acqua intorno a loro.
- Grandioso!- disse sorpresa Dawn, alzando la testa dopo che Ash ebbe terminato.
George aveva assistito alla scena e non gli piacque quello che vedeva. Fece una smorfia quando Ash si voltò verso di lui con un sorrisetto.
- Tsk, una stupida mostra del suo ridicolo dominio- poi diede un occhiata veloce alla ragazza per terra- Ma gli spavaldi hanno molti punti deboli, non credi Misty?
Lei lo guardò senza capire.
- Bene...ci penserò io a raffreddare i suoi bollenti spiriti- creò delle sfere d'acqua e le lanciò contro il ragazzo.
- Ah! Sai fare solo questo?- lo beffeggiò Ash, mentre schivava i colpi e contrattaccava- Ti credevo un avversario più forte!
- Tipico dei dominatori del fuoco...parlare a sproposito- continuò con i suoi attacchi.
- Che strano...- Brock lo osservò confuso. C'era qualcosa che non andava nell'incontro. Perchè attaccare in quella maniera, se sapeva che non era efficace con Ash?
- Che credi di farmi con questi miseri attacchi? Non è così che mi sconfiggerai!- disse Ash spostandosi di lato ed evitando un altro attacco.
- Ti sbagli...- sorrise George. Ash non capì, ma subito dopo si sentì perdere l'equilibrio e vide troppo tardi che aveva raggiunto il bordo del terreno. Stava per cadere in acqua.
- Ahh!- gridò spaventato e finì in acqua.
- Ora capisco, non lo stava attaccando per ferirlo, ma per dirigerlo dove voleva lui- disse Brock.
- Ma che senso ha buttarlo nel mare?- chiese May perplessa- Pensa che sia meglio attaccarlo lì?
- Ash...- Misty fissò il punto dove il ragazzo era caduto. Una testa riemerse e annaspò con le braccia, alla ricerca di un appiglio.
- Ah no, troppo facile- disse George divertito, mentre creava dei vortici che fecero sprofondare Ash- Eh, eh...che hai ragazzino? Non riesci a stare a galla? Credevo che per voi palloni gonfiati, fosse un giochetto.
- Oh, no! Ash...- disse Melody spaventata. Il ragazzo sembrava non riemergere più.
- Ma cosa gli prende? Quanto ci impiega?- disse May agitata.
- Forse Ash...- Brock guardò pensieroso l'acqua.
- Liane!- Dawn ne approfittò per afferrare George per le gambe e farlo cadere.
- Ottimo Dawn!- disse May.
- Acc...come ha osato quella ragazzina!- fece George innervosito dall'attacco improvviso e tentò di liberarsi.
Misty si guardò le mani. L'attacco di Dawn aveva distratto George e aveva interrotto l'acqua-controllo.
Doveva muoversi ora, altrimenti sarebbe stato troppo tardi. Si alzò in piedi e corse verso il mare. Ash non avrebbe resistito a lungo.
- Brock, tienilo occupato!- gli gridò Misty prima di tuffarsi.
Con l'agilità che solo un bravo dominatore d'acqua possiede, nuotò con forza fino in profondità. Man mano che scendeva, l'acqua si faceva più scura e temeva di non trovarlo.
Ash si sentiva trascinato sul fondo. Era ormai inutile tentare di agitare le braccia, l'acqua gli era entrata nei polmoni e non aveva più aria in corpo. I suoni erano scomparsi, non sentiva più i ragazzi combattere.
Accidenti a lui che non sapeva nuotare! Perché doveva finire in quel modo? Non sopportava di venire sconfitto da un dominatore dell'acqua!
Stava lentamente perdendo coscienza. Delle brevi immagini attraversarono la sua mente. Era davvero la sua fine?
Aprì leggermente gli occhi e gli parve vedere qualcosa in su, verso la luce. Era forse una allucinazione dovuta alla carenza di ossigeno? Qualcosa stava nuotando verso di lui e si faceva sempre più grande e più nitido. Gli parve fosse un pesce, per l'abilità di muoversi nell'acqua, ma poi capì che aveva una forma umana...era forse...una sirena?
Allungò le braccia quasi istintivamente verso quella figura. Quella sirena aveva qualcosa di affascinante e di famigliare...Non ce la faceva più e chiuse gli occhi. Sentì che la sirena gli aveva sfiorato il braccio e lo aveva afferrato dalla vita.
Nonostante si trovasse in pericolo di morte, quando la sirena lo aveva stretto a sé, gli aveva trasmesso un senso di pace. Perse conoscenza.
- Puah!- Misty emerse dall'acqua con il fiato corto, tra le sue braccia sorreggeva un ragazzo. Nuotò verso il bordo e si aggrappò per risalire sulla terra. Trascinò Ash e lo distese sul terreno- Ash...Ash, mi senti?- lo scosse. Non rispondeva e non sentiva nemmeno il respiro.
Temeva che stando a lungo nell'acqua, avesse ingerito troppa acqua. Provò a premere sul torace, nel tentativo di rianimarlo. Qualche secondo dopo, il ragazzo sputò l'acqua dalla bocca e tossì.
Misty tirò un sospiro di sollievo. Era vivo.
Ma subito dopo fu pervasa da un brivido sul corpo, e non era il freddo. Da quando era riemersa non aveva sentito nessun rumore di combattimenti...questo significava che...?
Un ombra si formò sul terreno e Misty lentamente alzò la testa. Vide davanti a lei George che la guardava sicuro di sé.
Se lui era in piedi, allora i suoi compagni...
Allungò lo sguardo a dietro di lui. Il presentimento era giusto. I ragazzi erano stesi poco più in là. Erano stati battuti.
- Ce ne hai messo per riemergere- disse George- Io e i tuoi amici ci siamo divertiti un po'. Che illusi, credevano di poter battere noi del Team Aqua.
Misty era spaventata, i suoi compagni erano a terra e pareva avessero perso conoscenza. Ash aveva rischiato di annegare e lei aveva consumato le sue energie.
- George...- mormorò con fatica.
- Che stupida. Se non fossi andata a recuperare questo essere- indicò Ash, che ancora non si era ripreso- non avresti sprecato le tue energie e saresti ancora in grado di tenermi testa.
- Perché…?- lo guardò amareggiata e triste. Perché non capiva? Lei non voleva combattere contro di lui. Non voleva. Ma lui…a lui non interessava.
- Allora Misty…per quanto tempo hai intenzione di rimanere impassibile? Pensavo che fossero importanti i tuoi compagni…- disse George con un sorriso divertito- Vorrà dire che li ucciderò.
- Te lo impedirò- Misty si alzò in piedi con lentezza e si posizionò davanti ai suoi amici, che erano sdraiati a terra- George, io so che c’è del buono dentro di te…non saresti capace di uccidere qualcuno. Lo avresti potuto fare in qualsiasi momento, ma non l’hai fatto.
- Ti sbagli…io sono cambiato. Non mi fermerò davanti a niente. Per raggiungere il mio scopo…- allungò il braccio- sono disposto ad eliminare anche te.
Misty lo fissò, mentre lui si preparava ad attaccarla. Lo guardò negli occhi…quei occhi azzurri del ragazzino che una volta era suo amico, con cui la guardavano con dolcezza fin da piccola…parevano così limpidi prima, ma ora sembravano vuoti e freddi. Cosa gli era accaduto? Dov'era finito l'amico che conosceva?
George attaccò. Il colpo la raggiunse in pieno e la fece traballare.
- Ahh!- cercò di reggersi in piedi. Le faceva male dappertutto.
Ash aprì lentamente gli occhi, sentendo in lontananza la voce di Misty. La vide di fronte a George e che si reggeva in piedi con fatica. Ma gli altri dov'erano? Si accorse poi che gli altri erano a terra. Misty era loro di spalle e con le braccia tentava di proteggerli.
- Misty...Misty, spostati di lì!- gridò Ash, tentando di alzarsi. Ma non aveva ancora recuperato le energie, l'acqua aveva indebolito il suo dominio.
- Perché non dai retta al fiammiferaio?- disse George a Misty.
- Io non mi muoverò di qui!- disse Misty seria. Sapeva di non poter combattere o potersi difendere, ma avrebbe protetto i suoi amici a qualsiasi costo.
George attaccò di nuovo, ma lei non si spostò di lì.
- Misty!- gridò Ash.
Brock si svegliò in quel momento e vide la situazione. Misty stava ancora combattendo contro George. La ragazza era ferita e non avrebbe resistito a lungo.
Del sangue stava sgorgando dalle ferite inferte alle braccia e gambe, e lei si accorse dopo che dentro l’acqua c'erano delle lame. Delle lame affilate solo con lo scopo di ucciderla. Si guardò le mani insanguinate. E come un macigno che piombava sulla sua testa, ora se ne rendeva conto.
George voleva davvero ucciderla. Non gli interessava niente di lei. Non aveva la minima intenzione di tornare. E non si sarebbe fermato solo con lei, avrebbe ucciso tutti i suoi compagni. E questo, solo per eseguire degli ordini, per raggiungere uno scopo…che lui credeva nobile, ma che invece lo aveva cambiato. Già, lui non era più il George che conosceva. Era un estraneo...un nemico.
Nella sua mente, ripercorse tutti i momenti felici passati con lui…quel sorriso così felice e ingenuo di George, le giornate trascorse ad allenarsi e a chiacchierare, il suo appoggio quando veniva allontanata da tutti, la sua amicizia incondizionata e la promessa che si erano fatti prima di partire…

- E così, siamo fuori…- sussurrò un ragazzino guardando da lontano le mura della città.
- Sì…ce l’abbiamo fatta. Anche se per poco il Presidente non ci scopriva- parlò a bassavoce una ragazzina accanto a lui.
I due erano nascosti sotto un telo di un carro, all’insaputa del guidatore, che aveva permesso ai due di fuggire di nascosto.
- Mh…sembra tutto così irreale, come se stessi ancora sognando- disse il ragazzino fissando il punto da dove erano partiti.
- E’ la prima volta che usciamo da Cerulean City. E’ normale sentirsi spaesati- ammise lei.
- Sì…credo di sì. Anche se non posso fare a meno di provare nostalgia.
- Hai dei ripensamenti?- chiese Misty.
- No…ho deciso di venire con te- disse lui deciso- E non tornerò indietro sulla mia decisione.
Misty sorrise.
- George, facciamo una promessa?- il ragazzino la guardò- La prossima volta che torneremo a Cerulean City, sarà quando avremmo sconfitto il Signore del fuoco…e ci torneremo insieme.
George guardò le mura della città che si allontanavano, sparendo nel bianco della neve.
- Sì. E promettiamo anche, che qualsiasi cosa accadrà noi resteremo uniti fino all’ultimo- il loro sguardo s'incrociò- Ci proteggeremo a vicenda, in modo da poter un giorno tornare a casa insieme.
- Sì- Misty annuì- Amici…- gli strinse la mano.
- …come sempre- la strinse anche lui e le sorrise. Un sorriso sincero e pieno di speranza.


Cos’era rimasto di quel George? Niente.
Ripensò ai suoi amici feriti. Li avrebbe persi tutti…e questo solo per colpa sua. Se lei non avesse insistito a lungo con George, se avesse combattuto contro di lui come con un vero nemico, se non si fosse aggrappata a una sciocca speranza…
Non puoi salvare tutti! George deve essere in grado di capirlo da solo cosa fare. Non puoi continuare ad inseguirlo, sarebbe da sciocchi e una perdita di tempo. Se ha fatto la sua scelta, lascialo andare.
Perché non lo aveva capito prima come Ash? Perché non gli aveva dato retta già dall'inizio?
Li avrebbe persi…avrebbe perso i suoi amici…sarebbe rimasta sola…no, non poteva…non poteva permetterlo…loro erano molto importanti!
E nel momento che vide arrivare un altro attacco, che sarebbe stato fatale per lei, qualcosa scaturì in lei.
Non si trattava di più di giochi infantili...era la guerra. Nemici. Morte.
Misty si sentì sprofondare molto in basso, completamente succube di quella strana forza e l’oscurità l’avvolse. Il suo corpo divenne vuoto e guardò assente davanti a sé.
- Misty, spostati!- gli gridò Ash, cercando di muoversi da terra.
Ma la ragazza pareva immobile e assente. Brock vide l’acqua intorno a lei muoversi in maniera insolita e quando il colpo di George le arrivò davanti, si creò all’istante una barriera di ghiaccio.
Ash guardò stupito, mentre il colpo di George non ebbe effetto e le lame caddero inermi a terra. Poi il ghiaccio si sciolse e creò una strana forma dietro la ragazza. Il domincatore dell'acqua la guardò sorpreso. Tentò ancora il colpo, ma nuovamente si creò una barriera di ghiaccio, che si sciolse subito dopo aver fermato l'attacco. Mentre la ragazza rimaneva in piedi senza dire niente o facendo un gesto. Pareva che non fosse lei a manovrare quell’acqua. Un aurea minacciosa sembrava aver posseduto Misty.
Poi, d’improvviso l’acqua si mosse lanciandosi infuriata contro George, che lo fece cadere a terra e delle lame di ghiaccio lo ferirono alla gamba.
- Ahh!- gridò George.
Brock e Ash erano spaventati, Misty sembrava non avere il controllo su quella tecnica. Era come impazzita.
L’acqua si raccolse da sola e senza che George potesse difendersi, delle lame di ghiaccio puntarono dritte al cuore.
- Misty, non farlo!

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Capitolo 24
*** Cap. 23 ***


cap 23
Blue Bird Illusion
Cap.23

Ash guardò stupito, mentre il colpo di George non ebbe effetto e le lame caddero inermi a terra. Poi il ghiaccio si sciolse e creò una strana forma dietro la ragazza. Il castano la guardò sorpreso. Tentò ancora il colpo, ma nuovamente si creò una barriera di ghiaccio, che si sciolse subito dopo aver fermato l'attacco. Mentre la ragazza rimaneva in piedi senza dire niente o facendo un gesto. Pareva che non fosse lei a manovrare quell’acqua. Un aurea minacciosa sembrava aver posseduto Misty.
Poi, d’improvviso l’acqua si mosse lanciandosi infuriata contro George, che lo fece cadere a terra e delle lame di ghiaccio lo ferirono alla gamba.
- Ahh!- gridò George.
Brock e Ash erano spaventati, Misty sembrava non avere il controllo su quella tecnica. Era come impazzita.
L’acqua si raccolse da sola e senza che George potesse difendersi, delle lame di ghiaccio puntarono dritte al cuore.
- Misty, non farlo!- gridò Brock.
Le lame di ghiaccio si fermarono a pochi centimetri dal suo obiettivo. George era visibilmente spaventato e immobile. Non si aspettava che Misty avesse appreso quella tecnica.
In quell'istante arrivò di corsa uno del Team Aqua.
- Presto, dobbiamo andarcene. La polizia ha raggiunto l'isola!- gridò.
George indietreggiò e si rimise in piedi a fatica. La gamba sanguinava. Alcuni del Team Aqua lo aiutarono a tenersi in piedi.
- …non finisce qui- disse prima di allontanarsi in fretta.
Brock e Ash si alzarono, mentre le ragazze si svegliavano. Hold e John uscirono dal nascondiglio e guardarono la scena. L'acqua intorno alla ragazza dai capelli arancioni si era solidificata. E quelli del Team Aqua erano scappati.
- I-incredibile- commentò Hold. Gli sembrava di essere in un film di fantascienza.
- Misty…Misty…mi senti?- la chiamò Ash raggiungendola. Il ghiaccio l’aveva circondata, come una sorta di mura protettrice, impedendogli di avvicinarsi a Misty. Lei non rispose alla sua voce e rimase a fissare il vuoto- Misty, cosa ti prende…?
- Aspetta…- Brock lo bloccò. Ash notò le lacrime che scendevano copiose dagli occhi di Misty e lei impassibile rimaneva immobile, come se le lacrime provenissero da un posto molto lontano e non da quel corpo vuoto- Temevo che questo giorno sarebbe arrivato…
- Come?- Ash lo guardò e poi gli tornò in mente le parole di Ivi.
Imparare la tecnica del ghiaccio, vuol dire sbarazzarsi di tutti i sentimenti. Bisogna essere in una condizione tale, da non provare più emozioni. Solo così l’acqua si trasformerà in ghiaccio. Però questa è una tecnica dolorosa. Rinunciare ai sentimenti positivi, per rimpiazzarli con il vuoto, può portare alle persone ad impazzire. Per questo, questa tecnica la sanno usare in pochi.
Possibile che lei avesse appreso la tecnica…?
- Dobbiamo portarla via di qui- disse Brock- Riesci a sciogliere il ghiaccio?
- Ci provo…- ma stranamente quel ghiaccio sembrava resistente pure al fuoco.
Però lui non si diede per vinto. Tentò nuovamente e vide che lentamente il ghiaccio si stava indebolendo. Si avvicinò a fatica alla ragazza, facendo passare il braccio tra le lastre e l’afferrò tra le braccia. Il suo corpo pareva privo di volontà come un pupazzo ed era privo di calore.
- Brock…cosa le è successo?- chiese Dawn, quando Ash tornò con Misty. Le ragazze si erano già riprese e stavano assistendo alla scena.
- Misty…come stai? Ci senti?- chiese preoccupata Melody.
Però Misty non rispose e le lacrime continuarono a scendere.
- Portiamola in un posto sicuro- disse Brock.
- Ma...e il Team Aqua? Dove sono finiti?- chiese May guardandosi intorno. Ricordava solo che stavano combattendo contro di loro e un colpo l'aveva stordita.
- E' inutile pensare a loro adesso...- disse Brock- Ormai è troppo tardi per raggiungerli. E Misty ha bisogno di cure.
- Venite a casa da noi- disse il signore con il nipotino, raggiungendoli- Lì abbiamo una buona scorta di medicinali.
- Mh, fateci strada.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- La tecnica del ghiaccio?- chiese sorpresa May- Ma, credevo che...
Brock annuì serio. Aveva spiegato brevemente alla ragazza, quanto era accaduto quando erano svenuti.
- E’ riuscita a impararla da sola- disse lui abbassando lo sguardo.
- Ora dov’è Misty?
- E’ con Melody in casa. Si sta prendendo cura di lei. Dopo che Ash è riuscita ad estrarla dal ghiaccio, ha perso conoscenza.
May diede una veloce occhiata al ragazzo moro che se ne stava seduto lì vicino, guardando altrove e senza aprire bocca. Come immerso nei suoi pensieri.
- Credi che...- May guardò nuovamente Brock- Sì, insomma...ricordi cosa aveva detto la professoressa Ivi a tale proposito? Misty...lei cambierà?
- Non lo so, May. L’essere arrivata così vicino alla morte, per mano di una persona che si fidava...- scosse la testa- Avrei dovuto fermarla. Dovevo!
- Brock...- May era triste quanto lui, poi abbassò lo sguardo- Non avresti potuto fermarla, lo sai. Misty è testarda e decisa a scontrarsi con lui.
- Non mi aspettavo che George sarebbe arrivato a questi estremi. Non lo credevo capace di...- strinse forte le mani- Il Team Aqua lo ha cambiato.

- George...
- Sì?- il ragazzo castano alzò lo sguardo, vedendo arrivare Brock.
- E’ il mio turno di fare la guardia. Va a riposarti.
- Sì...mh, se non ti dispiace, rimarrei qui per altri minuti- alzò il viso- Questa notte si vedono molte stelle.
Brock gli si sedette accanto, davanti ad un focolare spento ore prima.
- George, dimmi una cosa.
- Cosa?
- C’è una cosa che mi incuriosisce...perché hai deciso di seguire Misty? Sì, capisco che siete amici, ma...imbarcarti in questa missione, non mi sembri il tipo. Combattere non è certo la tua passione.
- Non mi piace la guerra- ammise l’altro tranquillamente- E Misty lo sa. Non mi ha obbligato a seguirla. Sono io che ho deciso di farlo- lo guardò- Non fraintendermi, sono deciso quanto voi a vendicarmi con il Paese del fuoco, per tutta la mia gente, per gli innocenti caduti in guerra e mio padre. Lui è morto dopo l’ultima invasione...era un soldato, sai?- aggiunse con un sorriso- Lavorava per il re e la famiglia reale. E’ stato grazie a lui che ho conosciuto Misty- abbassò lo sguardo- Lui voleva che un giorno prendessi il suo posto e che proteggessi Cerulean City. Così che mi iscrisse alla scuola per dominatori. Ma la verità è che non mi è mai piaciuto combattere, amavo la tranquillità e la serenità di quel periodo- alzò le spalle- Non ho avuto modo di dirglielo, prima che morisse per mano dei dominatori del fuoco. Penso che mi avrebbe guardato con disprezzo se glielo avessi detto. Decisi quindi di continuare gli allenamenti per dominatori d'acqua, in attesa che arrivasse il momento giusto della riscossa- raccolse una foglia per terra e se la rigirò tra le dita- Penso che Misty ti avrà accennato alla rigidità delle nostre leggi. Non ci era permesso muoverci al di fuori della città e non da soli.
- Sì, mi erano giunte voci al riguardo. Ma non credevo fossero vere.
- Oh sì, che lo erano. Da quando poi è salito al potere il Presidente, la situazione è diventata più difficile. E' convinto che sia la cosa più giusta, restare ad aspettare quel giorno dove sconfiggeremo il Signore del fuoco. Però a Misty questo la irritava, restare fermi senza fare niente, sapeva che il Presidente non avrebbe combattuto al di fuori del nostro paese- alzò gli occhi al cielo- La sua politica era “pensare al bene del proprio paese, solo ed esclusivamente ad esso e sacrificarsi per l’ideale di renderla migliore”.
- Mi sembra ovvio che a Misty non sarebbe andato giù- sorrise divertito- Lei è diversa, anche se è una dominatrice dell’acqua. Me ne sono accorto quando vi ho incontrati.
- Già- sorrise con una luce negli occhi- lei è speciale...
Brock lo guardò con curiosità, mentre il ragazzo sembrava assorto dal paesaggio notturno.
- E’ per questo che...ho deciso di proteggerla- strinse forte la foglia nella mano- Voglio diventare forte e proteggere le persone importanti per me e...lei.
- George...- Brock era sorpreso. Lo sguardo di George si era fatto più deciso. L’altro parve accorgersene.
- Ehm, eh eh...- ridacchiò imbarazzato- Sembro sciocco, lo so...non riesco neanche a proteggere me stesso...- ammise con tristezza.
- No, è molto dolce quello che hai detto. Le vuoi molto bene, vero?
George fece un leggero cenno.
- Siamo amici d'infanzia. Siamo cresciuti insieme e ci siamo aiutati nei momenti di difficoltà. Le sono molto affezionato- sorrise dolcemente- Ti chiedo solo di non dirlo a Misty. Lei è molto ostinata e orgogliosa...non sopporterebbe che qualcuno voglia proteggerla, vuole fare tutto con le sue forze.
- D'accordo- annuì- Anche se penso che dovresti dirle queste cose. Ostinata o no, deve sapere dei tuoi sentimenti. Deve sapere le tue motivazioni.
- Chissà, un giorno...quando sarà tutto finito. Non voglio rovinare la nostra amicizia e so che ora mi vede solo come un ragazzino debole- lo guardò e sorrise- Però ormai ho già preso la mia decisione...mi impegnerò per proteggerla.

Ash sbatté un pugno su un tronco, dove lasciò il segno. Brock e May sussultarono e lo guardarono sorpresi. Il ragazzo si allontanò dal gruppetto senza dire niente e i due non lo fermarono.
- Dawn dov’è?- chiese Brock a May.
- E’ con Hold e John alla barca. Stanno cercando di sistemarla.
- Mh. E’ un guaio che il Team Aqua sia riuscito a scappare con la pietra. Di questo passo, sarà impossibile fermarli.
- Cavoli, se non si fosse messo di mezzo George...- disse May appoggiando la testa tra le mani- Ora cosa facciamo?
- Dobbiamo aspettare che Misty si risvegli e vedere in che condizioni sia. E’ possibile che questo possa influire sulla missione.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Misty...- Melody la guardò con molta tristezza.
La ragazza era sdraiata accanto a lei, con la testa appoggiata sulle sue ginocchia. Non aveva ancora aperto gli occhi, da quando Brock l’aveva lasciata con lei.
Nella casa dove li aveva condotti quel signore, avevano trovato dei medicinali ed era riuscita a medicare le ferite di Misty, che ora non sanguinavano più.
Ricordava bene l’espressione vuota e spenta della ragazza, prima di svenire. Quando l’aveva vista tra quelle lastre di ghiaccio, le era tornata in mente il doloroso ricordo di Misty a Cerulean City, dopo aver combattuto con il Presidente. Quella volta aveva rischiato di morire, tra quelle lastre di ghiaccio...rivederla nuovamente così, l’aveva turbata. Cosa poteva fare per lei, se non starle vicino e attendere il suo risveglio?
Ricordava con quale insistenza Misty desiderasse imparare la tecnica del ghiaccio e di come la professoressa Ivi glielo impediva.

- Argh! Ivi devi insegnarmelo!- disse con insistenza Misty, mentre seguiva la donna.
- No. Per l'ultima volta Misty, la mia risposta è no!- si voltò e le diede un colpetto alla testa- E per te sono professoressa Ivi!
- Ahio!- Misty si toccò la testa- Perché non vuoi darmi un opportunità? Io sono capace di impararla! Il Team Aqua è in grado di usarla e io non posso esserne da meno.
- Piccola arrogante! Non credere che imparare una tecnica proibita, sia così facile- la guardò arrabbiata- Vuoi metterti allo stesso livello di quei delinquenti? Io non addestro ragazzine impertinenti che vogliono ottenere il potere nei modi sbagliati. Se vuoi tanto imparare quella tecnica, perché non ti unisci a loro!
Misty fremé dalla rabbia. Il Team Aqua si erano portati via George. Lei non si sarebbe mai unita a loro!
- Misty...- disse Melody cercando di calmarla- Forse dovresti dare retta a quel che ti dice la professoressa Ivi. Lo dice per il tuo bene.
- Già, ci saranno altri modi per combattere il Team Aqua- accordò May- Ricordati che ci siamo anche noi ad aiutarti.
- Dovresti ascoltare i tuoi compagni- disse Ivi a Misty- Sono più saggi di te. Forse il compito di leader non ti s'addice.
Misty fece una smorfia e voltandosi, si allontanò.
- Ahh, che devo fare con quella ragazza?- disse Ivi con un sospiro- Mi farà perdere la pazienza ogni volta.
- Forse sei stata troppo dura Ivi- disse un signore di una certa età, con indosso un camice bianco.
- Samuel, io devo essere severa con lei- disse Ivi- Non voglio che ripercorra la stessa strada della mia ex-allieva.
- Lei era diversa, lo sai. Misty invece è mossa da buoni propositi.
- Ti sbagli. Anche l'altra era spinta da buone intenzioni, ma il suo desiderio di vendetta l'ha corrotta, pur di ottenere potere- strinse forte le mani- Se ho deciso di tornare ad allenare, è perché sono certa che Misty sarà in grado di batterla. E se ora le insegnassi una tecnica simile, potrei perderla.


Perché il cammino per diventare forte, era sempre così complicato e doloroso?
Abbassò lo sguardo, aveva sentito la ragazza muoversi. Poi gli occhi di Misty si aprirono lentamente e vide il viso di Melody.
La castana attese con timore la reazione di Misty. Sapeva che conseguenze poteva portare l’apprendimento della tecnica del ghiaccio.
E se al suo risveglio, lei non fosse la solita Misty? Quanto sarebbe potuta cambiare? Misty era stata la sua prima vera amica e le doveva molto. Non avrebbe sopportato vederla di nuovo in quello stato vuoto.
Misty aprì bocca come per dire qualcosa, ma rimase in silenzio.
- ...sono viva- non era una domanda, ma un affermazione incerta. Come se il fatto di essere viva, fosse per lei un fatto strano.
Melody la guardò e fece un debole cenno.
- C-come stai...?- chiese lei, con le lacrime agli occhi.
- Starei meglio se non mi guardassi così- Misty fece un debole sorriso e le accarezzò la guancia- Sai che non voglio vederti piangere.
- Io...io- tentò Melody- La tecnica del ghiaccio...l’hai imparata.
- Oh- lei sembrò sorpresa, ma non più di tanto- Be’, almeno per questa estate abbiamo risolto il problema della granita- scherzò. Melody fece cadere una lacrima e sorrise divertita.
- Misty... Avevo paura che tu...
- Sto bene, Melody. Tranquilla- sorrise dolcemente e cercò di alzarsi- Raggiungiamo gli altri.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Non capiva perché...perché si sentiva così nervoso? Perché vedere Misty ridotta così, gli faceva quell’effetto? Non capiva. Misty era sua nemica, tutti loro erano suoi nemici. Che cosa gli sarebbe importato della loro sorte? Erano solo elementi di disturbo per i suoi piani. Per i piani del Signore del Fuoco.
Perché allora, non riusciva a stare fermo?
Una parte di sé, si sentiva strano...perché non era riuscito a fare qualcosa per lei? Perché aveva guardato, senza potersi muovere?
Era ferito, sì, e debole, okey, ma era un dominatore del fuoco e non temeva il dolore.
Questa tecnica non sempre si impara come le altre. A volte viene spontaneo l’apprendimento, quando qualcosa ci viene a mancare o una gran delusione ci deprime.
Vederla in quello stato, con quell’espressione e in lacrime...
Non è solo la sua poca concentrazione, il suo punto debole. E’ molto sensibile, più di quanto lo dimostri. Più lei si affeziona ad una persona, più questa è in grado di renderla debole tradendo la sua fiducia.
Lei si era impegnata giorno dopo giorno, solo per poter recuperare George. Ci aveva creduto fino alla fine, non si era data per vinta, anche se George non aveva dato il minimo segno di voler tornare.
E io so, che George vuole tornare, per questo non mi do per vinta.
E come risultato aveva ottenuto solo la conferma che la voleva morta. Cosa la spingeva ad essere così testarda, quando la realtà era lì davanti agli occhi?
- Ehi Ash!- sentì chiamarlo. Era Dawn, lo raggiunse.
- Allora, Misty? Come sta?
- Non ne ho idea- alzò le spalle.
- Oh...mh. La barca è quasi riparata. Ci stanno aiutando quelli dell’isola.
- Ah...bene- ma sembrava poco interessato.
- Il Team Aqua è quindi riuscito nel suo intento?
- Così pare...
- Ash...- lo guardò incerta- tu credi che Misty verrà con noi? Non ho capito bene cosa sia successo, Brock mi sembrava così preoccupato- chinò la testa- E anch'io nel vederla così...Non voglio che Misty cambi, lei è la nostra leader. E se non volesse più viaggiare?
Ash non sapeva cosa rispondere. Certo era, che nessuno di loro sapeva come avrebbe reagito Misty al risveglio.
Eppure, ti dispiacerebbe se la ragazza che hai conosciuto, diventasse una persona vuota?
Una persona vuota...
Non te ne andare Ash
La frase che una volta gli aveva detto Misty, in quel momento avrebbe voluto rivolgerla a lei.
- Dai Ash, raggiungiamo Brock. Devo avvisarlo della barca.
- Mh- la seguì e insieme tornarono da Brock e May.
- Dawn, a che punto siete?- chiese Brock.
- Tra meno di mezz’ora potremo ripartire. Hold e John ci trasporteranno a Ocopoli.
- Bene...ora dobbiamo solo...- si interruppe quando vide arrivare due ragazze- Misty...
- Misty!- dissero Dawn e May sorprese.
Misty li raggiunse con tranquillità. Il gruppetto la guardò in attesa che dicesse qualcosa. Era arrivato il momento.
- Be’? Che state aspettando?- disse lei mettendosi le mani sui fianchi- Che una magia ci porti dal Signore del fuoco? Andiamo, la strada è ancora molto lunga.
I ragazzi si guardarono tra di loro e sorrisero. Era la solita Misty.
- Che bello riaverti Misty!- Dawn l’abbracciò.
- Certo che partiamo!- le sorrise May- Fremo dal desiderio di riprendere il viaggio e dare una lezione ai nostri nemici!
- Tu stai bene?- chiese Brock. Misty guardò Melody e poi abbozzò un sorriso.
- Certo.
Ash guardò sorpreso la ragazza. Sembrava la stessa ragazza di prima. Forse...non a tutti faceva lo stesso effetto la tecnica del ghiaccio.
Una parte di sé, era sollevato...e non capiva perché. Misty incrociò il suo sguardo e gli sorrise.
Per qualche istante, ad Ash tornò in mente il momento che stava per annegare. Ora che ci pensava, com'era riuscito a salvarsi? Ricordava solo di essersi ritrovato sdraiato sulla terra ferma. Prima erano solo ricordi confusi e...una sirena? Perché gli era venuto in mente una cosa simile? Era stata una sirena a salvarlo? Assurdo, le sirene non esistevano. Ma allora, chi...?
- Ash, che fai lì impalato?- lo chiamarono.
Alzò le spalle. In quel momento poco importava. Vederli tutti felici e sani, gli procurò una bella sensazione. Un emozione che non aveva mai provato.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Abbiamo tutto?- chiese Brock.
- Sì.
- Partite di già?- disse il bambino- Avrei voluto vedervi nuovamente all’opera con tutte quelle tecniche fantastiche. Voglio impararle anch'io, così che se arrivano dei brutti ceffi, io...- imitò le loro mosse- Uattà! Yahh! Sconfitti!
- Eh, ne dovrai fare di strada- disse May ridacchiando.
- Ora che la barca è sistemata, potremo accompagnarvi dall'altra parte, a Ocopoli- disse Hold.
- Stupendo- disse Dawn.
- Non capisco però...- disse Brock- Chi ha avvisato la polizia, se le comunicazioni radio erano disturbate?
- Io- disse una voce. Un ragazzo dai capelli castani mossi uscì da dietro la barca.
- Ma tu sei...- fece Dawn sorpresa. A causa della battaglia, si erano dimenticati della scomparsa del ragazzo.
- Sì, sono Todd.
- Dove diamine ti eri cacciato!- disse May sbuffando.
- Sono andato alla ricerca di informazioni...e ho scoperto molte cose interessanti- li guardò con un sorriso.
- Come hai fatto ad avvisare la polizia?- chiese Brock.
- Be', non era così difficile. I tizi che tenevano sotto controllo le linee, se n'erano andati per combattere e io ho approfittato di quel momento di confusione per mettermi in comunicazione con la polizia. Ho spiegato com'era la situazione, com'era composta la barriera del Team Aqua e come fare per superarla, quindi sono accorsi in molti. E' bastata la loro stessa presenza a indurre al Team Aqua ad andarsene.
- Oh...- Brock guardò Misty. Entrambi erano preoccupati.
Non sapevano se li aveva visti combattere. Quel suo sorriso misterioso, era perché aveva scoperto il loro segreto? Erano nei guai, allora. Todd era a conoscenza del Team Luce e non ci avrebbe messo molto a riconoscere i loro componenti. Senza contare che lui era un fotografo e giornalista, la notizia si sarebbe subito diffusa.
- Allora, andiamo?- chiese Hold- Vorrei potermene andare al più presto da qui.
- Che c'è, hai paura che un mostro marino ti attacchi?- scherzò John.
Il team, insieme a Todd, salirono sulla barca e si allontanarono dall'isola Smeraldo.
Il mare era calmo e il cielo limpido. Non c'era traccia di Gyrados o nebbia, il viaggio si prospettava più piacevole che all'andata.
I ragazzi stavano discutendo tra di loro in segreto.
- Che dite, lo buttiamo in mare?- suggerì May.
- Non possiamo- disse Brock.
- Ma così spiattellerà il nostro segreto- disse Melody.
- Possiamo minacciarlo di tenere la bocca chiusa- suggerì Ash.
- Perché invece non gli parliamo? Sono certa che capirà- disse Dawn più pacifica.
- Sì, certo...capirà quanti soldi gli frutteranno le informazioni- disse May ironica.
- Non abbiamo però le prove che fosse presente- disse Misty- Qualcuno lo ha visto aggirarsi sul campo di battaglia?
- No, be'...eravamo impegnati a combattere- disse May.
- Ah, aspettate- disse Brock interrompendo le loro chiacchiere- Sta venendo qui.
Todd si avvicinò a loro tranquillamente.
- Ciao ragazzi- salutò lui- Che fate qui tutti ammucchiati?
- Be', la barca non offre molto spazio- si giustificò Melody.
- Mh. Sapete, in questa avventura ho scattato delle belle foto...- le tirò fuori- E' incredibile come la fortuna capiti sotto mano, vero Team Luce?
I ragazzi si guardarono spaventati. Li aveva visti combattere! Quelle foto li avrebbero incastrati per sempre.
Avrebbero potuto recuperare con la forza le foto, ma come mettere a tacere il ragazzo? Todd sembrò aver compreso i loro sguardi incerti e spaventati.
- Eh, so cosa state pensando. Potreste fare sparire le prove, ma resterei io e...- li guardò- voi non siete i tipi di persone che eliminereste qualcuno, giusto?
- A cosa stai mirando?- chiese Brock serio- Qual'è il tuo obiettivo? Diventare famoso rendendo pubblica la nostra identità?
Todd lo guardò, poi sorrise.
- Certo, queste foto mi farebbero sicuramente famoso. E le informazioni che ho acquisito nell'isola, farebbero gola a molte persone- il gruppetto lo guardò preoccupato- Ma sbagliate, se pensate che io sia come gli altri- si voltò e guardò il mare- Se c'è una cosa che ho imparato in questa assurda guerra...- prese le foto e le strappò. Loro si stupirono per quel gesto- è che la speranza esiste. E siete voi, dei semplici ragazzi- i pezzi strappati volarono sull'acqua- Io non so combattere, non domino neanche un elemento e probabilmente scapperei davanti al pericolo. Però...- guardò la sua macchina fotografica- quando ho iniziato questo lavoro, la mia speranza era poter essere utile in qualche modo. E poi, siete comparsi voi. Ho sentito che da quel momento in poi, avrei fatto di tutto per saperne di più. Vi avrei cercato e avrei diffuso il vostro messaggio di speranza a tutti- si voltò e li guardò- Non avevo la minima intenzione di vendere le mie informazioni ai nemici, né di essere di peso. E ora che vi vedo, capisco perché ci teniate tanto alla vostra segretezza. Però permettetemi di aiutarvi, ho tanti contatti, potrei far venire qualcuno a combattere insieme a voi.
- No grazie- rifiutò Misty- Ti ringraziamo dell'offerta, ma siamo abituati a viaggiare per conto nostro.
- Oh...capisco. In questo caso...- frugò nelle tasche e tirò fuori un tesserino- Qui c'è l'indicazione come contattarmi- Brock lo afferrò- Se un giorno doveste cambiare idea o aveste bisogno di informazioni, non esitate a contattarmi.
- Ma come farai con l'articolo che volevi scrivere?- chiese Dawn.
- Lo scriverò...ma non temete, non dirò niente di compromettente. Voglio solo far sapere alle persone che voi non siete un invenzione, esistete davvero.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Grazie ancora per averci trasportato fin qui- disse Misty. La barca era giunta al porto di Ocopoli.
- E' stato un piacere conoscervi, ragazzi. E' stata un esperienza emozionante, per quanto pericolosa- disse John, mentre i ragazzi scendevano dalla barca.
- Siete dei tipi in gamba- disse Hold- Ma state attenti contro chi vi scontrate. Siamo in un periodo di guerra e siete ancora dei ragazzini.
- State tranquilli- disse Melody- Ce la sappiamo cavare.
- Allora arrivederci! E buona fortuna!- John e Hold ripresero il largo, per tornare indietro. Il gruppetto li guardò andarsene.
- Ora che il Team Aqua ha preso la pietra, cosa farete?- chiese Todd.
- Continueremo il nostro viaggio- disse Misty- Non c'è possibilità di riprenderci la pietra, per il momento. Dovremo prepararci a doverci scontrare contro di loro in qualche modo.
- Capisco...ah, ora che ci penso, c'è una persona che mi aveva scritto a proposito di una ricerca su delle pietre misteriose. Credo che siano simili a quello che ha preso il Team Aqua- frugò le tasche. I ragazzi si guardarono tra di loro- Dovrei avere il suo indirizzo...ah, ecco!- lo tirò fuori- Si trova a Cascata City, non molto lontano da qui. Potrebbe fornirvi informazioni utili sulle pietre.
- Mh...sì, ci potrebbe essere d'aiuto- disse Brock.
- Dirigiamoci allora verso Cascata City- disse Misty. Era ansiosa quanto mai ad avere più informazioni.
- Bene, io vi saluto qui- disse Todd- Ho altri impegni da sbrigare prima di tornare a casa.
- Grazie per l'aiuto- disse Dawn.
- E' il minimo...dopo quanto state facendo- si mise lo zaino in spalla e sorrise- Le nostre strade si dividono qui per il momento. Ma spero un giorno di rivedervi e so che succederà presto.

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Capitolo 25
*** Cap. 24 ***


Questo capitolo è...uhm, solo uno scambio di parole. Qualcosa di interessante ci sarà alla fine, ma dovete prima leggerlo tutto. Il prossimo capitolo sarà come un capitolo extra, perché si verranno a sapere qualcosa in più. E...nient'altro. Buona lettura.

BLUE BIRD ILLUSION

Cap. 24

Misty si guardò le mani con incertezza. Le strinse forte e guardò l’acqua del fiume che scorreva tra i suoi piedi, arrivando all’altezza delle gambe.
Chiuse gli occhi e provò a concentrarsi. Lentamente alzò le braccia e mosse le gambe facendo dei lunghi movimenti.
L’acqua intorno a lei si alzò a forma di piccole gocce. Dopo qualche minuto, ricaddero giù. L’acqua tornò a scorrere tranquilla.
Misty aprì gli occhi e guardò nuovamente il fiume.
Ancora non andava.
Era da un bel po’ che ci stava provando, ma non riusciva a governare bene il suo dominio.
Che avesse perso le sue capacità?
Ci aveva fatto caso quando aveva tentato di girare l’acqua in una bacinella. Era tutta schizzata fuori.
Aveva tentato di farlo sembrare un semplice incidente e nessuno ci aveva fatto caso, ma se non trovava una soluzione al più presto, l’avrebbero scoperta.
Da quando aveva utilizzato la tecnica del ghiaccio, sentiva una specie di timore e incertezza. E se durante un combattimento, inconscientemente avrebbe riutilizzato la tecnica? Avrebbe potuto ferire qualcuno. O addirittura...
Scosse la testa. Sarebbe stato terribile. Non poteva demordere proprio adesso. A tutti costi, avrebbe ripreso il controllo del suo dominio.
Non dopo la fatica per arrivare a quel livello.

- Una dominatrice dell’acqua?- chiese sorpreso George- Ma è impossibile, Misty. Non ne esistono, lo sai. Voglio dire, non così potenti. E poi, cosa ci farebbe una come lei, così lontana da Cerulean City?
- Non lo so George- disse Misty camminando a passo veloce- Ma sono sicura che fosse una donna. Il suo stile è così diverso da quello che ti insegnano a scuola o che vedi dai dominatori maschi.
- Ma perché vuoi andare da lei? Non ti è venuto in mente che potrebbe essere una fuggiasca? O peggio ancora, una delinquente.
- Non lo credo. Ricordi la scatola che ho trovato tra le cose di mia madre? Dentro ci ho trovato una pergamena, che conduce proprio qui.
- Questo posto è deserto, ci sono solo pokèmon e vegetazione- obiettò lui- Dubito che quella donna possa vivere qui. E chi ti dice che sia proprio la stessa che abbiamo incrociato al paesino qui vicino?
- …è lei, me lo sento. Aveva sopra un mantello, ma quella sensazione che mi ha trasmesso quando ha messo a terra quei uomini…sì, non c’è dubbio.
- Okey, mettiamo caso che hai visto giusto. Che ci andiamo a fare da lei?
- Ho sentito che è una delle migliori dominatrici. Prima di mettere in pratica il nostro obiettivo, dobbiamo essere pronti per quel che ci aspetta. Le chiederemo di addestrarci.
- Che?? Sei impazzita?- esclamò- Perché proprio lei? Ci sono tanti altri bravi maestri a cui chiedere…
- George…nessuno di loro addestrerebbe una femmina. Però con lei è possibile che mi accetti. E’ la mia ultima speranza. Farò di tutto perché vada bene.

Misty guardò il suo riflesso sull’acqua. Ricordava molto bene quanta fatica le era costata a lei e a George, raggiungere il luogo dove viveva Ivi. Si erano dovuti inoltrare nella vegetazione più fitta, perdendosi più di una volta e non conoscendo il passaggio nascosto nella montagna, si erano avventurati nel lago alla ricerca del passaggio che portava dall’altra parte.

- Kyaaa!- gridarono, appesi da una corda di un albero.
- Allora, chi siete marmocchi?- chiese una donna dai capelli viola da sotto di loro- E soprattutto, come avete fatto a raggiungere questo posto?
- Siamo dei dominatori dell’acqua- rispose George con la testa in giù- Veniamo da Cerulean City.
- Cerulean City?- li guardò sospettosa- Vi ha mandato qualcuno?
- Nessuno- disse Misty- Siamo solo noi due.
- Bugiardi! Due marmocchi non si troverebbero al di fuori delle mura di Cerulean City.
- E’ la verità! Abbiamo lasciato il Paese dell’acqua- Misty cercò di non dondolare tanto, ma era difficile. Voleva guardare meglio la donna- Abbiamo una missione da compiere.
- Ma non fatemi ridere. Voi due?- disse con sarcasmo- Ma se a malapena vi tenete in piedi. Avanti, cosa c’è sotto!
- Tu sei la professoressa Ivi?- chiese Misty fissandola.
- Mh? Come fai a conoscermi?
- Hai lasciato a mia madre una mappa per arrivare qui.
- Tua…madre?- la fissò incuriosita- Non mi stai prendendo in giro, vero? Perché non ti consiglio di provocarmi, ragazzina.
- No, ti dico la verità…e posso dimostrartelo, se ci fai scendere- le indicò la corda che li teneva legati.
- …d’accordo- lanciò dei piccoli coltelli, che tagliarono di netto la corda che stringeva i piedi dei due ragazzi.
- Ahhh!- i due caddero a terra come dei sacchi di patate.
- Ahi…poteva anche avvertirci, prima di farci cadere- disse George dolorante.
- Avanti parla- disse la donna guardandola minacciosa- Farai bene avere delle prove convincenti, altrimenti…- non terminò la frase che Misty le porse la sua collana a forma di goccia. Ivi sorpresa afferrò il ciondolo e lo osservò- Oh, cielo! E’ autentico. Ma allora…lei dov’è? Che è successo ai tuoi genitori?
Misty abbassò lo sguardo ed evitò di parlare.
- C’è stata una guerra- disse George prendendo la parola- Un invasione…i dominatori del fuoco hanno attaccato Cerulean City. Per fortuna sono stati ricacciati indietro, ma la città ha subito molti danni e morti.
- …come temevo. Quei cocciuti…- strinse forte le mani- Se solo mi avessero ascoltato.
- Tu sei di Cerulean City, vero?- Misty la guardò più attentamente. Quei lineamenti, quel colore di capelli…- Io ti ho vista una volta, è stato un paio di anni fa…
- Io non sono più di Cerulean City- precisò seria- Io vivo qui, ormai. E voi, dovreste tornare a casa vostra, se non volete fare una brutta fine.
- Non possiamo- disse Misty alzandosi in piedi- Noi abbiamo intrapreso questo viaggio, perché abbiamo una missione da compiere.
- Ah sì? E di cosa si tratta?
- Sconfiggeremo il Signore del fuoco!- disse Misty con tutta la serietà possibile.
La donna la fissò per qualche secondo, poi scoppiò in una risata.
- Oh cielo! Non fatemi ridere! Voi cosa…? Ma cosa vi frulla in quella vostra stupida testa?- si voltò- E ora, aria. Andatevene via.
- Non mi muoverò di qui!- disse Misty decisa, sbattendo il piede- Se siamo venuti fin qui, è perché stiamo cercando un insegnante che possa allenarci. Ne abbiamo bisogno per poterci scontrare con il Signore del Fuoco.
- Vi abbiamo vista combattere e sappiamo che siete molto brava- disse George con voce più gentile- Le chiediamo solo di prenderci come suoi allievi.
Ivi si voltò e li guardò.
- Come…? Volete che io…?
- Sei l’unica che possa aiutarci! Siamo disposti a impegnarci al massimo per apprendere più tecniche possibili!
La donna fece un sorriso e con un gesto improvviso, li scaraventò entrambi al suolo.
- Insegnarvi? Ma non fatemi ridere!- esclamò molto seria, trattenendoli fermi al suolo- Siete dei poppanti! Vi fareste uccidere subito! Sparite via di qua e non fatevi più vedere!
- N-no…- tentò di dire Misty, cercando di liberarsi- Io non scherzo, manterrò la mia promessa! Non mi farò sconfiggere! Li eliminerò tutti!
Ivi fissò gli occhi della ragazza. Erano gelidi e decisi. Poteva vedere in lei una forte determinazione.
- Perché volete imbarcarvi in una missione suicida?- chiese con una voce più calma.
- Odiamo i dominatori del fuoco- disse George, con lo stesso tono di Misty- Non li perdoneremo mai per il dolore che hanno provocato alla gente.
- Mh…dovreste lasciare questo agli adulti. Voi non ne avete la capacità. Soprattutto tu, ragazzina. Non potrai mai combattere. Sei una femmina.
Misty strinse forte le mani e tremò dalla rabbia.
- Questo…non è vero!- scandì Misty.
Ivi percepì una strana sensazione e quando si voltò vide un getto d’acqua che si scagliò su di lei. Si scansò in tempo, il getto era veloce e terminò su un albero. Misty e George ne approfittarono per alzarsi, ormai liberi dalla presa della donna. Ivi li guardò, mentre i due si mettevano in posizione di attacco.
- Sarò anche una femmina, ma anche tu lo sei!- disse Misty seria- E per tua informazione, io non sono come le altre ragazze! Io so combattere!- guardò il ragazzo- George!
- Sì- annuì. I due corsero verso di lei, George attaccò dal basso, mentre Misty dall'alto.
Ivi li guardò arrivare e fino all’ultimo non fece niente. Poi alzò il braccio a pochi centimetri da loro e con un getto violento di scaraventò via.
- Davvero credevate di potermi attaccare così facilmente?
- Io non mi arrenderò!- si alzò Misty- Ti batterò e ti dimostrerò le mie capacità!- aprì le mani, delle sfere d’acqua si crearono. Li lanciò una dietro l’altra.
- Che miseri attacchi. Sono così prevedibili- li scoppiò uno dopo l’altro.
Poi però si accorse che il ragazzo era scomparso. Si voltò e vide il ragazzo dietro di lei che tentò di colpirla, ma la mancò. Lei con un colpo, lo rimandò indietro. Però dovette voltarsi nuovamente, perché la ragazza aveva approfittato di quella distrazione per attaccarla. Bloccò il calcio della ragazza e la ricacciò indietro.
- Mh…siete agili e sapete muovervi…- si guardò le mani. La ragazzina aveva forza nelle gambe, ma non sapeva sfruttarla al meglio- Però questo non basta per sorprendere il nemico. Dovrete esercitarvi molto di più.
- Allora…ci insegnerà?- la guardarono speranzosi.
- Non se ne parla…io non prendo allievi. Cercatevene un altro. Ce ne saranno un sacco in giro.
- Non è vero- disse Misty amareggiata, con la testa china- E anche se li trovassimo, non ci insegnerebbero di sicuro. Non ricordi? Sono una femmina, ho trasgredito alla regola che mi vieta di combattere.
- E non possiamo tornare indietro- disse George triste- Uscendo dalla città, abbiamo infranto tante altre leggi. Un giorno ci torneremo, ma solo dopo aver mantenuto la promessa.
- Siete giovani…non sprecate le vostre vite per un inutile battaglia- si voltò- Andatevene ora- se ne andò. I due rimasero lì.
- Misty…- George la guardò demoralizzato- Dai, lasciamo stare. Ci abbiamo provato a convincerla, ma non è servito. Non ne vuole sapere di insegnarci…
- Ti sbagli. Io non mi muovo- si sedette per terra con le gambe incrociate- Ho trovato l’insegnante perfetto- disse Misty con un sorriso divertito- Hai visto che tecniche? No, io non mi muoverò finché non ci accetterà come allievi. Anche se ci volessero degli anni, io la convincerò!

La ragazza sospirò ricordando lo sguardo incredulo di George. Era come se fosse passato un secolo da quei giorni...
- Sempre allenandoti, eh?- Misty si voltò e ricevette in volo un asciugamano. Lo afferrò e guardò la persona che l’aveva raggiunta.
- Brock...credevo che stessi riposando con gli altri.
- Sì, ma poi sono venuto a cercarti.
- Vuoi allenarti con me? Come ai vecchi tempi, eh?
- Grazie, ma non oggi. Dobbiamo parlare.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Finalmente. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo- disse una donna guardando soddisfatta la pietra che aveva in mano- Il capo ne sarà entusiasta- si rivolse a uno dei suoi uomini- Fra quanto arriveremo a destinazione?
- Il vento è favorevole, signora. E non sono previste tempeste.
- Ottimo- sorrise- Voglio che mettiate al massimo i motori della nave, voglio arrivare al più presto.
- Sì- fece un cenno di intesa e si avviò di fretta verso la sala motori.
- Che meraviglia- disse la donna gongolante guardando nuovamente la pietra. Poi un ragazzo le si avvicinò- Non mi sembri così contento George. Per caso il rincontro con la tua amica d’infanzia non è stato così  piacevole?- fece un sorriso divertito.
- Non ho nessun interesse per quella persona- disse lui gelido- Sono solo venuto a chiedere quando sarà possibile attuare il piano dell’invasione.
- Oh, non essere così ansioso, mio caro- lo prese sotto il mento con sensualità- Per tutto c’è il suo tempo. E non è lontano il giorno del nostro trionfo- lo lasciò andare- Hai fatto bene ad unirti dalla parte dei giusti. A quest’ora saresti con la tua amichetta a giocherellare e a perdere tempo- si allontanò con una risatina soddisfatta.
Il ragazzo la guardò allontanarsi e si appoggiò al bordo della nave. Abbassò lo sguardo verso la gamba ferita. Quella era stato senza dubbio la tecnica del ghiaccio…quando l’aveva appresa?
Possibile che tu non lo capisca? E’ quella donna che ti ha fatto il lavaggio del cervello! E’ lei che va fermata. Non vedi che è quella la causa del tuo cambiamento? Ti sta solo utilizzando!
Appoggiò le braccia sul bordo della nave e ci chinò la testa. Guardò il mare sotto di lui.
George, facciamo una promessa? La prossima volta che torneremo a Cerulean City, sarà quando avremmo sconfitto il Signore del fuoco…e ci torneremo insieme.
In battaglia non c’è posto per i sentimenti e George lo aveva appreso ormai, era riuscito a sbarazzarti di quel peso inutile. In lui era nato un nuovo George.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Come dici?- Misty guardò il bruno davanti a sé.
- Voglio che andiamo da lei- disse Brock serio.
- Ma che stai dicendo? Perché così all’improvviso?
- Lo sai bene perché, Misty. Dopo la battaglia con il team Aqua…con George…- chinò la testa, per poi rialzarla- La professoressa potrebbe aiutarti…
- Basta così, Brock- disse Misty voltandosi- Quante volte devo dirti che sto bene?
- E io non ti credo Misty. Ti sei battuta con George, hai utilizzato la tecnica del ghiaccio inconsapevolmente…sarebbe potuto andare peggio.
- Ma non è accaduto- lei si voltò verso Brock- Io voglio continuare il viaggio. Ci sono tante cose di cui ci dobbiamo preoccupare. Il Team Aqua ha preso la pietra e non sappiamo quando e come lo utilizzeranno.
- Lo capisco, però…
- Brock, per favore…- lo afferrò per le mani- Finiamola con questo discorso. Voglio solo…continuare il viaggio.
- Misty…- la guardò triste.
Non sapeva cosa fare Brock. Immagini confuse di quando erano in viaggio con George. Lei che camminava avanti, senza voltarsi. 
Sapeva che doveva fermarla, lei era sua amica. Si era pentito di non averlo potuto fare prima, non voleva ripetere lo stesso errore.
Qualcosa nei suoi occhi, riflettevano una luce diversa dal solito.
- Ascoltami Misty. Voglio che mi prometti che una volta raggiunta Cascata City, faremo un salto dalla professoressa.
- …se questo ti tranquillizza, d’accordo- annuì.
- E altra cosa…dovrai stare più attenta quando combatterai.
- Brock, è capitato solo una volta- alzò lo sguardo scocciata- Sono ancora in grado di governare il mio dominio.
- Non sottovalutare la situazione!- disse Brock serio. Misty lo guardò sorpresa- Se vuoi che le cose procedano bene, devi essere la prima a essere cauta.
- Okey, okey- annuì nuovamente- Ora possiamo andare?
- Misty, non mi diverte questa situazione. Se sono così severo, è perché mi preoccupo per te.
- …lo so, Brock- sospirò- E non ti do torto se ti sei stancato di me. Ho trascinato tutti in un assurda battaglia, senza preoccuparmi dei rischi. Non mi comporto certo come una leader.
- Anche i leader sbagliano, no?- sorrise.
I due raggiunsero il gruppetto.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Aprì gli occhi. Aveva sentito un rumore distinto. Senza muoversi e stando in silenzio, scrutò l’ambiente intorno a sé. Non c’era nessuno. I ragazzi erano tutti nei loro sacchi a pelo. No…un sacco era vuoto.
Si alzò lentamente, per non svegliare gli altri e si avviò verso il cammino che aveva percorso quella persona.
Non si era allontanata molto e se ne stava in piedi a fissare il cielo, con aria assorta.
- Non dormi?- chiese lui, rompendo il silenzio. La persona si voltò, quasi con un sussulto.
- Ash…mi hai spaventata!- disse lei- Non ti avevo sentito arrivare.
- Sono bravo a rendermi silenzioso.
Lei lo guardò, poi tornò a fissare il cielo.
- Cosa c’è di così interessante lassù?- chiese lui alzando lo sguardo.
- …è bella…- disse quasi assorta.
- Cosa?
- La luna…non è ancora piena, ma è un piacere stare a fissarla.
Ash guardò perplesso Misty e poi la luna. Non capiva davvero cosa ci fosse di così speciale nella luna…era solo la luna. Forse erano uno di quei complicati discorsi da femmine.
- E tu perché sei qui?- chiese lei- Ti ho svegliato?
- Non avevo tanto sonno- si giustificò lui. La verità è che aveva molti pensieri per la testa e questi gli rendevano difficile il sonno- Ti sei alzata solo per vedere la luna?- chiese lui in tono scettico, che parvero offendere Misty.
- Non è “solo” vedere la luna- disse lei alzando lo sguardo- La sua sola presenza, mi aiuta nei momenti di difficoltà, mi aiuta a schiarirmi le idee- Aprì le braccia e chiuse gli occhi- E’ come se infondesse la sua dolcezza e la sua energia in me…e diventassimo una cosa sola.
Ash la guardò per qualche istante quasi incantato. La luce della luna, si rifletté sul viso della ragazza ed era come se un telo bianco la coprisse delicatamente.
Per un attimo non le parve più la solita Misty, ma una creatura incantata. Possibile che la luna provocasse questo effetto?
Misty abbassò le braccia e l’incanto svanì.
- Ma tu che vuoi capirne- disse lei guardandolo con aria superiore- Per voi dominatori del fuoco, l’unica fonte di energia è data dal sole. La luna vi è indifferente. Mentre per me, per i dominatori dell’acqua- i suoi occhi parvero trasparire tristezza, che svanì subito dopo- la luna è tutto ciò che rende magico questo mondo.
- Non ti credevo così poetica- commentò Ash ironico- E io che pensavo che ti saresti ridotta ad uno zombie dopo lo scontro.
Misty lo guardò offesa, poi abbassò lo sguardo a terra.
- Chissà…- alzò le spalle.
Ash la guardò incuriosito.
- Quando Ivi mi aveva parlato di questa eventualità, che avrei appreso la tecnica da sola, non mi sarei aspettata che accadesse così e d'improvviso- si chinò e guardò distrattamente un fiore- Forse era destino. Per apprendere la realtà, questo era l’unico modo. Doloroso, ma vero.
Ash non voleva inferire sulla ragazza, ricordandole quanto le sue speranze di rinsavire George erano assurde. L’ultima volta che l’aveva fatto, si era beccato un ceffone da lei.
Comunque, era rimasto sorpreso di vederla in quello stato, per quel ragazzo. Era così importante per lei?
Ricordava ancora le parole della professoressa.
E’ molto sensibile, più di quanto lo dimostri. Più lei si affeziona ad una persona, più questa è in grado di renderla debole tradendo la sua fiducia.
Ci si poteva ridurre in quel modo per una persona importante?
Non lo capiva. Per lui era un concetto così assurdo, così come quei discorsi sulla luna.
- In cambio però hai imparato una tecnica nuova, no?- disse lui semplicemente.
Misty alzò lo sguardo, quasi spaventata.
- No…non è così semplice- abbassò di nuovo lo sguardo- Quando ho utilizzato la tecnica del ghiaccio, non ero cosciente. O meglio, lo ero, ma non ero in grado di governare il mio corpo- la sua voce si fece più debole- Non voglio che riaccada di nuovo- sembrò quasi una supplica- Non voglio ricadere in quello stato, mai più.
- Ma…non era quello che volevi, imparare la tecnica?
- Non immaginavo che fosse così. Avrei preferito di gran lunga un arduo addestramento su dei vulcani, piuttosto che provare questa tecnica.
- Non ti capisco.
- Vuoto, un grande vuoto…- pronunciò lei con voce fievole- Era come se una parte di me fosse stata cancellata. Non provavo niente…e forse questo era un bene. Niente odio, né tristezza…ma neanche speranza e amore. Essere privati di tutti i sentimenti è terribile…- chinò di più la testa- Sprofondavo sempre più in quel vuoto e credevo che sarebbe stata la fine per me- la sua mano sfiorò il fiore, in ogni suo petalo- Ma qualcosa mi ha tirato fuori di lì, mi ha fatto reagire. Ed è così che mi sono svegliata. Sono riuscita ad uscirne in tempo. Però se non fosse stato così, io ora non…- lasciò sospesa la frase e si alzò lentamente.
Ash sapeva cosa voleva intendere. Se non fosse riuscita a svegliarsi, sarebbe rimasta in quello stato come l’aveva trovata tra le lastre di ghiaccio. Vuota, come se la vita dentro di lei si fosse spenta e non l’avrebbe più rivista sorridere…
Ma come era riuscita a trovare la forza per reagire? Da quanto aveva detto Brock, era quasi impossibile uscirne indenni.
La vide mentre si voltava, per tornare dagli altri.
- Misty…come hai fatto a…?
- Non lo so- disse lei, senza voltarsi- E’ accaduto e basta.
- Non ricordi?
- E’ ben poco quel che ricordo, Ash. Ma di una cosa sono certa, non è stato tutto merito mio.
Ash la guardò senza capire.
- Quando stavo cadendo in quel vuoto, era tutto così buio e potevo udire a malapena i miei pensieri. E’ stato lì che ho sentito una voce…
- Una voce?
- Sì, poi aumentarono di numero- annuì- Non capivo di chi fossero e cosa dicessero, ma qualcosa mi diceva di raggiungerle. E pensando questo, le voci si fecero più chiare e capì…- sorrise dolcemente- erano i miei compagni, i miei amici…e mi stavano chiamando- si voltò a guardarlo- Volevo stare con loro, volevo continuare a viaggiare, a scherzare e a ridere come sempre. Provai a immaginare le loro espressioni tristi. Era già successo in passato di avvicinarmi alla morte e vederli soffrire per me. Non volevo che succedesse di nuovo. E’ stato in quel momento che compresi che non potevo arrendermi. E così sono riuscita a svegliarmi.
Ash rimase in silenzio. Non si aspettava certo una tale spiegazione. Come poteva il legame con i suoi compagni, aiutarla a superare le difficoltà? Non poteva essere possibile, non c’era logica. I sentimenti non potevano influire nella forza di una persona.
- Capisco, sei scettico- disse lei, osservando l’espressione di Ash- Anche io lo sarei. Ma sai, forse un giorno capiterà anche a te.
- Ne dubito- disse con una smorfia.
- Io non ne sarei così convinta. La vita è così imprevedibile- alzò le spalle- Così come credevo che ti avrei odiato per sempre…- sorrise dolcemente- è stata poi la tua voce a risvegliarmi. Era la più forte e la udivo chiaramente chiamarmi.
Ash si stupì. Com’era possibile? Era forse…era riuscita a sentirlo? Credeva che la sua voce non avesse sorto nessun effetto nella ragazza.
- Ho sentito il calore che mi trasmettevi. Ero certa che fossi tu. E nel momento che ho aperto gli occhi e ti ho visto, anche se non mi era possibile muovermi o parlare, ero felice e sollevata.
Allora quelle lacrime…non erano di dolore? Lei stava piangendo di…felicità?
Un leggero imbarazzo fece abbassare lo sguardo ad Ash. Era stata la sua voce a svegliarla? Era stata la sua presenza a renderla felice?
- E per questo, ti sono grata, sono grata a tutti i miei compagni. Non ho bisogno di imparare quella tecnica, se ho delle persone su cui posso fidarmi. Persone che si preoccupano per me e io di loro.
Ash alzò lo sguardo un po’ incerto, ma cercò di non farlo notare.
- Io farò qualsiasi cosa per i miei amici…Anche a costo della mia vita. Perché sono…siete tutto per me.
E quella frase, sembrò quasi colpirlo con forza nel corpo. Serrò le labbra, come per trattenersi dal dire qualcosa di sbagliato.
- Che faccia che fai- disse Misty con un tono scherzoso- Non ho detto che voglio morire subito- si voltò- Ho visto abbastanza la luna, per stasera. Torniamo a dormire.
- …sì- mormorò lui.
Guardò la ragazza allontanarsi senza preoccupazioni. Non sospettava più che lui potesse attaccarla alle spalle o che tramasse per eliminarla. Era riuscito…era riuscito finalmente nel suo intento. Misty si fidava di lui, ne era certo ora. E da adesso, non avrebbe dovuto più indugiare. Doveva portare a termine la sua missione. Doveva…eliminarli. Altrimenti per lui, era la fine.
Tornato dagli altri, vide Misty già infilata nel suo sacco a pelo. Si sdraiò nel suo sacco, accanto a quello della ragazza e attese una mezz’oretta, il tempo giusto per essere sicuro che si addormentasse.
Aprì gli occhi e si voltò lentamente verso la ragazza, che ora dormiva profondamente e beatamente nel suo sacco a pelo. Con delicatezza e cautela, si mosse verso di lei. E quando le fu vicino, chinato sopra di lei, quasi da poterne sentire il suo respiro, aprì la sua mano destra. Una fiamma si accese nella notte.
Era giunto il momento di eliminarla. Era arrivato il momento di porre fine al suo tormento. Aveva atteso quel momento da una vita e ora, faccia a faccia con lei, ma sentiva che qualcosa non andava.
Non poteva attaccarla così, non era leale.
Ma che stava dicendo? Non era questo il momento di farsi scrupoli! Gary lo avrebbe deriso per tutta la vita.
Avvicinò la fiamma al suo viso, pronto ad attaccare. La luce della fiamma illuminò il viso della ragazza…della persona che credeva in lui…
La fiamma perse il suo candore e lentamente si spense. Tornò il buio della notte.
Misty si rigirò nel sacco e diede un occhiata al ragazzo accanto a lei. Dormiva tranquillamente nel suo sacco. Si riaddormentò serena.
Intorno a lei solo silenzio, ma un paio di occhi erano rimasti aperti per tutto il tempo ed erano stati ad osservare tutta la scena. Quella persona ora guardava Misty e poi Ash.
La paura crebbe e sapeva che ciò che aveva visto avrebbe cambiato tutto.

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Capitolo 26
*** Cap. 25 ***


cap 25
BLUE BIRD ILLUSION

Cap.25


- Dunque, Cascata City non è tanto lontana- Misty guardò la cartina- Proseguendo di questo passo, la raggiungeremo entro due giorni circa. Imprevisti a parte.
- Chissà se troveremo quel signore di cui ci hanno parlato- disse Melody- E se davvero ha delle informazioni sulle pietre.
- Sono curiosa di saperne di più- Dawn guardò la pietra del fulmine che aveva in mano- E se ci potrà essere utile. Intendo in battaglia.
- Certo che, se trovassimo anche le altre pietre, potremmo utilizzarle a nostro favore- disse May pensierosa- Mi farebbe comodo, se potesse potenziare la mia forza.
- Sei già abbastanza forte, May- disse Melody- Mica vorrai fare a braccio di ferro con i maschi.
- Un po’ di forza in più, non guasterebbe. E neanche a te.
- Scordatelo. Non voglio certo ridurmi come te.
- Che intendi dire?!
- Ad Ash non serve la pietra del fuoco, vero?- disse Dawn al ragazzo- Sei già molto forte.
- Sì, lo dico anch’io- disse Melody ignorando May- Man mano che ti vediamo combattere, scopriamo una forza impressionabile in te.
- Eh…- il ragazzo non sapeva cosa dire. Certo, era forte. Ed era anche vero, che non sempre tirava fuori la sua vera forza davanti agli altri…e neanche lui sapeva quanto terribile poteva diventare.
- Brock…ehi, Brock- Misty schioccò le dita davanti al ragazzo.
- Eh? Cosa?- la guardò smarrito.
- Brock stai guardando davanti a te? Non ci stiamo perdendo, vero?
- No, no…va tutto bene- disse lui ritornando in sé.
- Che hai? Sembravi così assorto…
- No, è che…- chinò la testa- No, niente.
Misty lo guardò incerta, poi tornò con i suoi pensieri. Il viaggio proseguì per altre ore, il carro attraversò campi estesi e boschi fitti, infine raggiunsero una radura piana, con pochi alberi e un fiume lì vicino.
- Direi di fermarci qui- disse Misty ispezionando la zona- Mi sembra tranquillo e non ci sono pericoli in vista.
- Bene- Brock fermò il carro e i ragazzi scesero giù- Preparerò qualcosa.
- Ho sete. Vado al fiume a bere- disse Ash avviandosi.
- Aspetta, vengo con te- disse Misty- Prendo un po’ d’acqua da far bollire.
- No, lascia stare Misty- disse Brock appoggiando il sacco del cibo- Ci penso io. Perché non vai con May a cercare della legna?
- Ma…d’accordo- Misty era perplessa, ma non aggiunse altro. Le due ragazze si diressero in una direzione. Ash e Brock si avviarono verso il fiume.
- Ahh! Avevo una sete!- disse Ash dopo aver bevuto dal fiume- Si può morire di sete, per uno del fuoco?- scherzò, ma poi si rese conto dello sguardo serio di Brock che fissava l’acqua-Hai visto qualcosa?
- No…no. Solo mi chiedevo se…
- Se?
- Lascia stare- prese l’acqua e si avviò per primo.
Una volta che Brock finì di cucinare e mangiarono tutti insieme, proseguirono il loro viaggio giungendo ad un paesino verso sera.
- Perché non dormiamo qui? L’albergo sembra carino- disse Dawn.
- Non stiamo cercando un albergo carino- disse Misty- Ma uno che sia abbastanza conveniente.
- Io spero solo di non trovare insetti nel letto, come l’ultima volta- disse Melody disgustata.
- Che dite di quello, allora?- chiese May, indicandone uno- Hanno un posto dove lasciare i carri e l’albergo non è tanto grande. E' un po’ vecchio, ma pare tenuto bene. Il prezzo non sarà così alto. E poi, è quasi alla fine del paesino e ci converrebbe nel caso dovessimo scappare all’improvviso- Il gruppetto la guardò- Che c’è?
- Da quand’è che fai deduzioni così sensate?- chiese Melody.
- Da sempre- disse May indispettita- Almeno non ho bigodini per la testa.
- Mi sembra una buona idea May- disse Misty- Fermiamoci qui a dormire per stanotte.
Il gruppetto scese dal carro ed entrò dentro l’albergo.
- Be’, il prezzo è buono- disse Misty, dopo aver parlato con l'albergatore- E hanno camere libere.
- Le stanze hanno tre letti…dobbiamo decidere come dividerci- disse May.
- Io vado con Ash!- disse Melody afferrandosi al braccio di Ash.
- Che??- lui la guardò imbarazzato.
- Non sono tanto sicura che sia una buona idea- disse May ironica- Non lo è certo per Ash. Melody potrebbe saltargli addosso in qualsiasi momento.
- Ehi!- disse Melody offesa- Misty, dì qualcosa.
- Ecco…- disse lei incerta- non sono neanche io certa che vada bene. Dobbiamo riposare per poter proseguire domani e voglio essere sicura che entrambi possiate dormire tranquilli.
- Giusto, io vado con Brock allora- disse Ash imbarazzato e indietreggiando da Melody.
- D’accordo, però avanza un letto- disse Misty- May, vuoi andare tu?
- Perché non vai tu invece?- propose May- Sarai più sicura se terrai d’occhio Ash e Brock, no?
- Eh?- disse sorpresa Misty.
- No, non la trovo una buona idea- disse Brock serio- Misty, tu devi dormire nell’altra stanza.
- Oh, non sarai mica preoccupato, perché così non potrai cercare qualche bella donna?- disse May stuzzicandolo.
- Non pensavo a questo- ribatté Brock- Solo dico che, sarebbe meglio che lei dormisse nell’altra stanza.
- Vi prego, non vi scannate per me- commentò ironica Misty alzando gli occhi al cielo- Non credevo che la mia presenza fosse così poco gradita.
- E dai, dov'è il problema? Non c’è il rischio che Misty salti addosso a Ash- May fece un sorrisino divertito- O sì?
Ash chinò la testa ancora più imbarazzato. Perché cavolo dovevano includerlo in quei discorsi? Non lo sopportava. Lo faceva sentire così a disagio.
- Non dire assurdità, May!- disse Misty irritata- Non è che lo fai, perché senza di me farete baldoria?- chiese sospettosa.
- Nooo…siamo delle brave bambine, noi- disse May sorridendo come una bambina.
- Mh…è inutile stare a discutere- disse Misty sospirando- Vi sentirei in ogni caso, se faceste casino nell’altra stanza. Le nostre stanze sono una fianco all’altra.
- Andiamo a vedere le stanze!- disse Dawn pimpante. Prese le chiavi e salì le scale con Melody.
- Il letto lo scelgo prima io!- disse Melody.
- Ci vediamo domani mattina- disse May con un sorriso e seguì le altre.
- Non mi convince- disse Misty sbuffando. Poi prese le chiavi e guardò i due ragazzi- Andiamo?

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈


- Non è giusto, però!- disse Melody sbuffando.
- Ancora con questa storia?- disse May- Guardala nel lato positivo, possiamo fare quel che vogliamo, senza problemi.
- Ma non avevi detto a Misty che saremo state buone?
- Sei troppo ingenua Dawn- disse May alzando le spalle- Dovevo mentirle, altrimenti non si sarebbe fidata.
- Io però avrei preferito dormire nella stessa stanza con Ash- disse Melody ancora sbuffando.
Dawn fece dondolare le sue gambe e le fisso assorta.
- Brock era stranamente serio- disse.
- Mh?
- Non capisco perché era così contrario all’idea che Misty venisse a dormire con loro.
- Forse temeva che Ash potesse saltare addosso a Misty- disse May con una risatina. Si immaginava l'assurda scenetta.
- Che??- Melody si alzò in piedi.
- Stavo solo scherzando Melody- May alzò lo sguardo sospirando- Non ti devi scaldare così.
- A me però non sembra assurdo- disse Dawn- Ash e Misty potrebbero formare una bella coppia.
- Sì, certo…come il sole e la luna- May alzò lo sguardo- Stai parlando di Ash e Misty, non di due ragazzi normali. Sono uno l’opposto dell’altro. Non si è mai visto un dominatore del fuoco e dell’acqua stare insieme.
- Le cose potrebbero cambiare. Esistono coppie di dominatori di elementi diversi.
- Sì, ma in questo caso vige una regola: l’equilibrio. Nella coppia deve esserci un solo elemento dominante. Se uno dei due ha più forza nel suo dominio, l’altro dovrà sottomettersi al suo elemento. E nel caso di Ash e Misty, entrambi hanno un dominio dominante e un forte temperamento. Nessuno dei due cederebbe il posto dominante, né si farebbe dominare dall’altro.
- Che complicato- Dawn si sdraiò sul letto- Perché invece non possono comportarsi come qualsiasi altra coppia?
- Perché sono dominatori, Dawn. E nel loro caso, l’ostilità tra i due elementi, come l’acqua e il fuoco, è molto forte. Se Misty non fosse una dominatrice, potrebbero stare insieme con tranquillità.
- Ma è una dominatrice- sottolineò Melody seria- E non dimenticate che è una dominatrice del paese dell’acqua. Le regole per quei dominatori sono molto diverse dagli altri paesi, senza contare che Misty è…- chinò la testa- ...be’, è un personaggio di rilievo lì.
- Ma Misty ha disertato- insistsette Dawn- E’ scappata da Cerulean City, ha trasgredito alle regole e ora è una fuggiasca. Ora può fare quel che vuole.
- Non è così facile- disse Melody- Sarà stata anche bandita dalla sua città, ma non può negare le sue origini. E un giorno o l’altro, questi verranno a cercarla.
Dawn si girò a guardare May senza capire. Lei alzò le spalle e non disse niente.

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- Non è male- disse Misty, mentre si sedeva su un letto- Dormiremo comodi stanotte.
- Siamo sicuri che non era meglio dormire fuori?- chiese Ash.
- Penso che possiamo stare tranquilli. Qui non sono passati dominatori di fuoco e il paesino non mi sembra così importante da essere considerato come loro preda. Non è così Brock?- alzò lo sguardo per guardare il bruno che se ne stava in piedi pensieroso.
- Come?- chiese lui.
- Brock, ma che hai?- chiese lei dubbiosa- Non starai pensando alle pietre, vero? Ci penseremo una volta arrivati a Cascata City.
- Io…mh…sì.
- Ho un tale sonno- Misty si sdraiò sul letto e guardò il muro che li divideva dall’altra stanza- Spero solo che le ragazze non stiano alzate questa notte. Devono approfittare di questo momento di tranquillità, per riposarsi.
- Oh, ho scordato il cappello nel carro. Arrivo subito- Ash uscì dalla stanza. Brock lo seguì con lo sguardo.
- Brock, vuoi spiegarmi ora cosa ti prende?- chiese Misty seria, che aveva aspettato l'opportunità per parlare in privato con lui - Mi sono resa conto che sei strano. Perché hai insistito perché io dormissi nell’altra stanza? Vuoi nascondermi qualcosa?
- Misty, io…- si sedette accanto a lei- Non posso dirtelo…
- Come? E perché?- chiese lei offesa.
- E’ complicato, mi sarebbe difficile spiegartelo. Io stesso mi sento strano e teso.
- Temi che qualcuno ci abbia seguito?
- No…il pericolo è più vicino di quanto pensavamo.
- Brock, mi stai preoccupando. A cosa ti riferisci?
- Misty, devi fidarti di me- le appoggiò una mano sulla spalla e la guardò- Dovrai fare come ti dico, senza chiedermi spiegazioni.
- Ma…
- Misty, è importante!
- Va bene, va bene. Di che si tratta?
- Voglio che tu stia lontana da Ash.
- Eh?
- Farai come ti ho detto?
- Ma come? Come puoi chiedermi questo? E’ successo qualcosa?
- Ti ho detto che non posso darti spiegazioni. Non adesso, almeno- si alzò in piedi.
- Brock- lo guardò mentre apriva la porta.
- Non pensarci ora e dormi- uscì dalla stanza e si chiuse la porta dietro di sé.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Sollevò il telone e trovò finalmente il suo cappello. Quando erano in viaggio, Melody glielo aveva preso e si era rifiutata di ridarglielo. Voleva tenerselo come ricordo, così diceva.
Le ragazze sono davvero strane- pensò Ash, mentre si infilava il cappello in testa e l’occhio cadde su un sacchetto che si era aperto. Vide cadere per terra qualcosa e lo raccolse. Era la pietra del fulmine.
Ricordò il discorso delle ragazze sulle tipologie delle pietre…chissà se esisteva anche la pietra del fuoco? Sicuramente, doveva già trovarsi in mano a qualche potente dominatore del fuoco. Era impossibile che qualcosa di simile sfuggisse alle loro mani.
Ma quanto sarebbero potuti diventare forti con una pietra? Se il Team Aqua aveva sequestrato un isola intera per recuperare la pietra, significava che aveva molto valore.
Però perché non ne aveva mai sentito parlare? E dire che come componente del Team Magma, la sua posizione era elevata. Una simile informazione non gli sarebbe sfuggita.
E se invece la pietra era nascosta ancora da qualche parte? E che quel signore di Cascata City, ne conoscesse l’ubicazione? In quel caso, avrebbe potuto recuperarlo lui…e riuscire a sconfiggere Gary. Ma l’idea non lo stuzzicava più di tanto. Voleva sconfiggere il suo avversario con la sua sola forza e non ricorrendo ad una pietra.
Girò tra le mani la pietra e poi fece per metterla nel sacchetto, ma qualcosa glielo impedì. Una roccia per poco non lo sfiorava. Si voltò spaventato e vide stupito un ragazzo poco distante. Aveva uno sguardo molto serio.
- Brock…mi hai fatto prendere un colpo! Credevo che…- ma non riuscì a terminare la frase, che l’altro ragazzo gli lanciò un altro masso. Lo schivò spostandosi di lato- Brock! Ma che diavolo ti prende! Non mi riconosci?
- Che stavi facendo!- gridò l’altro, in posizione per attaccare di nuovo- Quali sono le tue intenzioni?
- Eh? Ma di che parli?- lo guardò confuso, poi notò che stringeva ancora la pietra tra le mani- Ah, parli di questo? Non avrai pensato che…? E’ caduto e l’ho raccolto…non avevo intenzione di rubarlo.
- Non mi prendere in giro! Lo sai bene a cosa mi riferisco!
- Che?
- Mi fidavo di te…tutti noi ci siamo fidati di te.
- Non ho idea a cosa vuoi riferirti Brock.
- Chi sei in realtà, Ash? Qual è il tuo scopo?
Ash lo guardò. Brock era più serio del solito. Sembrava arrabbiato. Possibile che…? No, non poteva esserne sicuro. Doveva essere cauto.
- Io sono Ash e sto viaggiando con voi, se non te lo sei scordato, per lo stesso obiettivo.
- Ah sì? E questo include la morte di Misty?
Ash spalancò gli occhi. Com’era possibile? Lui…sapeva?
- Ah…che scherzo è questo?- cercò di sembrare tranquillo- D’accordo che Misty a volte può essere insopportabile, ma non arriverei certo a…
- Ti ho visto ieri notte.
Lo sapeva. Eppure era certo che stessero dormendo tutti quella notte.
- Non volevo credere ai miei occhi. Più volte ho provato a ripetermi che mi ero immaginato tutto. Che tu non avresti mai potuto fare una cosa simile. Ma più ci pensavo, più la situazione si faceva misteriosa. Per quale motivo avresti voluto la morte di Misty? Non certo per la taglia su di lei, non sembri un tipo avido di denaro. E poi, perché perdere tempo viaggiando con noi, quando potevi attaccarla prima? Hai cercato di farti passare per nostro amico, per quale motivo? Poi ho pensato che Misty, è il leader del Team Luce…e tu sembravi interessato a questo argomento. Eliminare prima il capo, per poi passare agli altri…era questo il tuo piano? Parla, chi ti ha mandato da noi!
- Io…Ti sbagli- chinò la testa- Io non ho intenzione di eliminare Misty.
- Ah no? E mi spieghi perché eri pronto a sferrargli un colpo?
- Non posso dirtelo- lo guardò.
- Come?
- Non mi è possibile dirti la verità. Però, devi credermi che non ricapiterà più.
- E perché dovrei crederti? Che garanzie mi dai che non lo rifarai?
- Nessuna. Ma avrai capito che di occasioni ne avrei avute tante, per eliminare Misty. Ma non l’ho fatto. Io sono un dominatore del fuoco e mi chiamo Ash, su questo non ho mentito. Devi fidarti di me.
- Fidarmi…Misty non si fidava di te. Ora penso che avesse ragione ad essere così ostile con te. Perché fai tutto questo? Che vuoi da noi?
- Non lo so…credevo di saperlo. So solo che ora non voglio combattere contro di te, né con nessun altro. Voglio solo riposare.
- E dopo cosa farai? Attaccherai nuovamente Misty?
- No, non lo farò. E se non mi credi, le starò lontano.
- Su questo non ci sono dubbi, perché sarò io stesso a tenerti d’occhio e impedirti di avvicinarti a lei.
- …mh- annui- Ora, puoi abbassare quel masso? Vorrei poter andare a dormire.
- …d’accordo. Ma vedi di non fare mosse avventate o te ne pentirai. Misty crede in te e io non ti perdonerò se dovessi farle del male.
- Non succederà.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Non posso crederci!- sbuffò May- Sono passati solo venti minuti e queste si sono già addormentate!
Guardò Melody e Dawn sdraiate sui loro letti e dormendo beatamente.
- Sono rimasta sola- alzò gli occhi con un sospiro- Be’, vorrà dire che troverò un altro modo per divertirmi- frugò nel suo zaino ed estrasse un pennarello nero. Sorrise malignamente, guardando le due ragazze.
Qualche minuti dopo, May era riuscita a sgattaiolare dalla stanza, senza fare rumore con i passi. Come dominatrice della terra, era in grado di minimizzare le vibrazioni, anche se doveva ammettere che era piuttosto brusca nei movimenti. Melody era senz'altro migliore di lei nelle fughe silenziose. May passò davanti alla porta della stanza accanto.
- Perdonami Misty- sussurrò- E’ l’ultima volta, te lo prometto- e con passo felpato scese le scale, raggiunse la sala principale che era deserta a quell’ora e oltrepassò l’entrata- E’ fatta- disse sollevata.
Ma ora che era fuori, cosa fare? Poteva farsi un giro o visitare qualche pub notturno. Ne aveva intravisto uno carino, passando con il carro. E non era tanto lontano dall’albergo.
Un salto lì, non avrebbe fatto nessun danno.
Quando fece per avanzare, un rumore la fece sussultare. L’aveva percepito dal terreno e proveniva dai capannoni dell’albergo. Vide due figure uscire da lì e immediatamente si andò a nascondere. Dal suo rifugio, May riuscì a riconoscere le due figure immerse nel buio della notte. Erano Ash e Brock.
Ma perché erano lì? Per un attimo pensò che erano lì per lei, avevano già scoperto la sua fuga? Misty doveva essere furiosa. Aveva mandato i ragazzi a cercarla!
Ma poi li vide avanzare a passo deciso all’interno dell’albergo e non voltarsi indietro.
Non erano andati a cercare lei. Però, cosa ci facevano loro due lì? E perché aveva sentito quel rumore? Come una caduta di un masso…
Fossero stati Misty e Ash, avrebbe scommesso che avevano litigato e lei lo avesse colpito. Ma non Brock. Lui era sempre così mite e controllato, ed era sempre andato d’accordo con Ash.
Alzò le spalle. Non era importate saperlo, probabilmente era solo caduto qualcosa.
Non aveva tempo da perdere.
Si alzò e avanzò verso un pub lungo una piccola via. C’era gente che sorseggiava il loro drink e chiacchierava.
Cercando di non farsi notare, si avvicinò al bancone e ordinò qualcosa. Si sedette e guardò assorta il suo bicchiere.
Per un momento, i suoi pensieri tornarono al Contest dei domini...e a Drew. Chissà ora dov’era? E chissà se era impegnato in qualche concorso.
Se non fossero in piena guerra, chissà, le sarebbe piaciuto partecipare ad un altro concorso e gareggiare contro Drew. Ma lei faceva parte del Team Luce e Misty non le avrebbe permesso di perdere tempo in concorsi, soprattutto dopo quello che era accaduto la volta scorsa.
Sospirò. Non aveva avuto ancora modo di ringraziare Drew per averla trasportata al sicuro e non sapeva se lo avrebbe rivisto.
Guardò il bicchiere. Ma cos’era? Era la bibita a renderla così malinconica?
In quel momento entrarono due persone e si sedettero accanto a lei.
- …ne sono sicuro. Sono loro- disse quello che le dava le spalle.
- Questo è un guaio- disse l’altro di fronte alla persona. Era visibilmente preoccupato- Dei dominatori di fuoco a Settimo. Ma sei sicuro che fosse la loro nave?
- Se sono sicuro? Dico, hai mai visto le loro navi da combattimento? Sono dei veri e propri colossi e hanno stampato da ogni parte il loro simbolo- ordinò da bere al barista.
- Ma che ci farà una nave attraccata al porto di Settimo? Hanno intenzione di attaccare i paesi lì vicino?
- Non so, ma trattandosi di loro è molto probabile- il barista posò i bicchieri davanti a loro- Ah, grazie. Mi ci voleva dopo un lungo viaggio- bevve- Dici che verranno anche da queste parti?
- No, non ne avrebbero motivo. Avrebbero potuto farlo in qualsiasi momento, ma non l’hanno fatto- fece una smorfia afferrando la sua bibita- No, probabilmente considerano questo paesino troppo insulso per includerlo nelle loro conquiste.
- Non credi che dovremmo comunque correre ai ripari? Hai sentito del Team Aqua, che pare abbia messo le mani su una preziosa pietra?
- Sì, era nel Pokénews. Quel Todd ha avuto fegato a imbattersi con quel Team.
- Ricordi cosa ha scritto nell’articolo?
- Cosa?
- Non te ne sei accorto? Se provi ad analizzare le sue frasi, ci troverai un messaggio nascosto. Non è la prima volta che lo fa.
- Davvero? E cosa dice?
- Sta chiedendo a chiunque sia un dominatore, di mettersi in marcia per sconfiggere il Paese del fuoco.
- Che pazzia!- esclamò attirando l’attenzione. Dei uomini si voltarono a guardarlo sospettosi. L’altro tornò a sedersi e riprese a parlare a bassa voce- Lo sanno tutti che il team Magma è il più feroce. Ci hanno provato in molti a fermarlo, ma è stato inutile. Sono tutti morti.
- Non tutti. Sempre nell’articolo di Todd, accenna al Team Luce. E alcuni dicono di averli visti combattere- sorrise- Non sono stati ancora sconfitti, lo capisci? Questo dovrebbe essere un buon segno.
- Ma nessuno li ha mai visti per davvero. Persino questo Todd non ha mai dato una descrizione di loro. Anche se immagino che tipi di uomini grossi saranno. Come possiamo sapere se invece scapperanno via? Chi sarebbe così pazzo da mettersi contro il Paese del fuoco?
- Io penso che bisogna far sapere a questo Team Luce, che può contare su degli alleati. Ho sentito che in alcuni paesini, si stanno preparando per combattere. Lo sento, questa volta sarà quella buona.
- Sei troppo ottimista- guardò il fondo della sua bibita vuota, con una certa tristezza- Non ricordi più l’ultima grande battaglia? Quando il Paese del Fuoco stava acquistando potere, più paesi hanno provato a fermarli però sono stati sconfitti. Molte famiglie sono state distrutte da loro.
- Era diverso. Pensaci, quella volta hanno perso perché ogni paese ha combattuto per conto proprio. Ma se invece si fossero uniti? Tutti i dominatori più forti di tutti gli elementi, contro il Paese del Fuoco…
- …avrebbero potuto vincere- lo guardò sorpreso- Sì, ci sarebbe stata qualche possibilità- poi chinò la testa- Ma scordi quanta diffidenza ci sia tra dominatori di elementi diversi. Non potrebbero mai allearsi- si alzò in piedi- Credimi, sarebbe una battaglia persa in partenza- lasciò delle monetine sul bancone- Be’, io vado. Domani mi devo occupare dei miei campi.
- Ascoltami- lo afferrò per il braccio- Non abbandonare la speranza. Arriverà il giorno che il Paese del Fuoco verrà sconfitto. Nel frattempo tieni d’occhio gli articoli di Todd.
- D’accordo Danny, ma tu stai attento a chi ne parli. Potrebbe esserci qualche spia.
- Va bene…- annuì.
- Quando passerai nuovamente di qui, passa a salutarmi- si avviò fuori dal pub.
L’uomo tornò a sedersi e ordinò un'altra bibita. La ragazza accanto a lui, non aveva fiatato e ogni tanto aveva lanciato degli sguardi fuggitivi.
- Non bevi?- disse d’improvviso l’uomo alla ragazza.
Lei sussultò e guardò il suo bicchiere. L’aveva lasciato a metà. Non voleva sembrare sospetta o che avesse ascoltato i loro discorsi con curiosità, così si affrettò a bere d’un sorso.
- Ehi, calma. Non vorrai fare indigestione?- scherzò l’uomo. Ora che si era voltato, May poté guardarlo in faccia. Aveva capelli di un castano, vicino al rossiccio. La carnagione chiara, occhi scuri e un golfino sopra una giacchetta celeste- E’ strano vedere una ragazza in un posto del genere e a quest’ora. Non hai paura di venire aggredita?
- Non ho paura. So difendermi- disse lei con orgoglio. L’altro le sorrise divertito.
- E’ comunque pericoloso. Questa gentaglia quando si ubriaca finisce per picchiare chiunque.
- Meglio, così c’è movimento- l’uomo la guardò strano e May capì di aver sbagliato a parlare- Voglio dire, quando si picchiano sono così concentrati da non accorgersi di una ragazza.
L’altro la continuò a guardare, poi si alzò.
- E’ stato un piacere conoscerti, ragazza temeraria- lasciò delle monete e poi uscì anche lui dal pub.
- Ah…- forse avrebbe dovuto seguirlo, per chiedergli più informazioni. Ma nel momento che provò ad alzarsi, due tizi si presero a botte e proseguì in un putiferio, dove tutti picchiavano tutti. May, schivando qualche bottiglia lanciata in aria, si dileguò verso l’uscita, mentre sentiva il barista che tentava di riportare l’ordine nel suo pub.
Una volta fuori, guardò a destra e a sinistra, ma dell’uomo nessuna traccia. Provò a percepire i suoi passi, ma erano ormai troppo lontani. Era veloce a muoversi.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Misty sputò la bibita che aveva appena ingerito.
- Che hai detto?!!- esclamò poi, mentre si asciugava le labbra.
- Hai promesso che non ti saresti arrabbiata- disse May quasi spaventata.
- Non pensavo certo che mi avresti detto che hai trasgredito al mio ordine e che ti sei infilata in un pub a quell’ora di notte!
- Senza contare che hai scarabocchiato la faccia a me e a Dawn- commentò Melody mentre tentava di togliersi gli ultimi rimasugli del pennarello.
- Però è stato divertente- Dawn ridacchiò ricordando le loro facce al loro risveglio.
- Dawn, dovresti essere arrabbiata, non divertita- disse Melody ironica.
- Non è questo il punto- cercò di dire May- Quell’uomo…credo si chiamasse Danny se non sbaglio, ha detto di aver visto una nave del Paese del fuoco a Settimo.
- Settimo? Non è il porto vicino a Cascata City?- disse Melody e guardò Brock- Non è per di lì che passeremo?
Lui annuì senza dire niente e guardò May ansioso di ascoltare.
- Non mi pare che stesse mentendo- continuò May- E non mi sembra neanche uno di cattive intenzioni.
- Certo, come se girare per pub a quell’ora, non fosse abbastanza sospetto- commentò Misty.
- Non potrebbe essere una trappola?- chiese Melody- Forse i dominatori sono lì per noi.
- Oh no, è terribile- disse Dawn, pensando all’eventualità di uno scontro con un intero esercito.
- Ne dubito, è attraccata lì da un bel po’ la nave- disse May- Non sanno neanche i nostri movimenti. E poi, ricordate Todd, il giornalista?
- Certo, come scordarsi di uno come lui- disse Melody alzando lo sguardo.
- Pare che stia convincendo i dominatori ad unirsi a noi, contro il Paese del Fuoco.
- Questa è una notizia sensazionale- disse Dawn sorridendo- Avremmo degli alleati.
- Attendono solo un nostro accenno, una chiamata da parte nostra e chissà quanti dominatori verranno in nostro soccorso.
- Allora non ci resta che informare Todd dei nostri spostamenti- disse Melody emozionata.
- No, è fuori discussione- disse Misty seria. Le ragazze la guardarono sorprese.
- Misty, si tratta di un esercito di dominatori- disse Melody- Non avevamo bisogno di alleati?
- Ma non così. Cosa sappiamo di questo Danny? E chi è a conoscenza dei messaggi nascosti di Todd? I dominatori del fuoco, potrebbero tenere sottocontrollo quei messaggi in attesa di qualche informazione utile. E non sappiamo chi altro c’è dietro a questa storia.
- Misty, non è il momento dei dubbi!- disse May impaziente- La gente è tornata a sperare grazie a noi. Noi siamo le persone che condurranno la battaglia al termine. Dobbiamo fargli sapere che le loro speranze non sono vane!
- Mi fa piacere che le persone non si siano perse d’animo, ma sbagliano se pensano che condurremmo chissà quale esercito contro il Paese del Fuoco.
- Non capisco- disse Dawn delusa- Non era questo il nostro obiettivo?
- Sì, ma non in questo modo. Perché credete che cerchiamo di rimanere nascosti e di non rivelare chi siamo?- le ragazze si guardarono tra di loro- Pensaci May, quei due uomini non avevano idea di chi fosse il Team Luce. Ci credono chissà quali tipi di supereroi e invece siamo solo dei ragazzi. E poi, come hai detto, non sanno i nostri spostamenti. Abbiamo un grosso vantaggio sui nostri nemici. Possiamo introdurci nel loro Paese indisturbati, potremmo attaccarli in qualsiasi momento. Non sanno chi siamo, come combattiamo, dove ci troviamo, abbiamo a disposizione più elementi su cui contare e possiamo combinare più attacchi che non si aspettano di certo, mentre loro hanno solo il fuoco. Siamo pochi, è vero, ma siamo una squadra. Conosciamo le capacità uno dell’altro e i nostri allenamenti servono a renderci più coordinati.
May guardò Brock.
- Non ho niente da obiettare su quello che ha detto Misty- disse lui- Avere un esercito, darebbe opportunità ai nostri nemici di sapere chi siamo e come ci muoviamo. Non potremo più viaggiare tranquilli, verremmo attaccati costantemente. Senza contare delle numerose trappole che ci attenderebbero. E’ difficile far passare inosservato un esercito.
- Oh…allora è stato tutto inutile- disse Dawn delusa.
- No, non è detto- disse Brock- Ora abbiamo più informazioni e in una situazione come la nostra, essere al corrente di quanto succede nel mondo è fondamentale. E poi, non è detto che un giorno potrebbe tornarci utile avere un esercito. Ma solo quando saremo davvero pronti a confrontarci con i nostri nemici- diede un occhiata di sfuggita al moro.
- Però di questo passo, la gente perderà fiducia in noi- disse May sedendosi- Si arrenderà al loro destino.
- Questo significa che non sarebbero mai pronti per una battaglia- disse Misty- Gli alleati che noi cerchiamo, sono persone che trovano la forza di credere in se stessi, senza attendere uno che li salvi- li guardò- Noi tutti siamo qui perché vogliamo combattere per i nostri ideali. Che ci siamo incontrati prima, è stata una casualità. Ci saremo potuti incrociare anche alla fine del nostro cammino, il risultato sarebbe stato lo stesso. La nostra meta sarebbe stata la stessa.
- Sì…ora capisco cosa intendi dire- disse Melody sorridendo. Ricordò quanto il suo desiderio di sconfiggere il Signore del Fuoco si era fatto forte quando vide la sua isola deserta.
- Mh, ammetto che mi ero lasciata trasportare dall’entusiasmo- disse May- Ma avete ragione. Sarebbe pericoloso per tutti noi- sospirò- E’ che sentire che non siamo soli, mi ha fatto sentire così felice…
- Noi non siamo soli- disse Brock sorridendo- Non siamo gli unici che desideriamo la fine delle guerre. Sicuramente incontreremo altre persone nel nostro cammino e il nostro Team si ingrandirà.
- Bene, prendete le vostre cose e riprendiamo il nostro viaggio- disse Misty.
- Sì- le ragazze si avviarono e rimasero solo Brock e Ash vicino al carro.
Brock controllò che il carro fosse in buono stato, mentre Ash osservava in paesaggio in silenzio.
- …perché non le hai detto niente?- chiese poi Ash, senza guardarlo in faccia.
- Avrei voluto, ma non l’ho fatto- disse Brock, controllando le ruote- Ci ho pensato su, e penso che se veramente dici di non aver cattive intenzioni, glielo dovrai dire tu a lei cos’è successo.
Ash chinò la testa.
- Ora mi rendo conto che Misty aveva ragione, tu ci stai nascondendo qualcosa. Ma come lei è riuscita a trovare del buono in te, io farò lo stesso. Voglio provare a fidarmi di te- Brock lo guardò- Ma questo non cambia la mia decisione di tenerti d’occhio. Così come George si è rivelato un nostro nemico e a cercato di uccidere Misty, ora io sono diffidente con te.
Il moro annuì e in quel momento le ragazze li raggiunsero. Finalmente il viaggio poteva riprendere.

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Capitolo 27
*** Cap. 26 ***


Scusate il ritardo. Ammetto che questo capitolo non ho avuto modo di ricontrollarlo, perchè ho un gran mal di testa. Spero comunque non ci siano errori gravi XP

BLUE BIRD ILLUSION


Cap.26



Chinò la testa. Perché era sempre più difficile?
Cominciava ad odiare il momento che li aveva conosciuti. Se non li avesse incrociati quel giorno, se non si fosse imbattuto nella fuga di Misty, se non fosse uscito dalla nave…a quest’ora sarebbe immerso in chissà quale battaglia. E tutte quelle informazioni che aveva acquisito stando con loro, non le avrebbe mai sapute. E non ne avrebbe certo sentito la mancanza.
Non tenerti tutto dentro…puoi confidarti con me. Io…Io ti aiuterò.
Si toccò la testa.
Non poteva continuare così, doveva mettere fine a tutto quel tormento. Guardò lo zaino che aveva accanto. Lo afferrò e se lo mise in spalla. Diede un ultima occhiata dietro di sé. Poco più in là dei ragazzi stavano dormendo nei loro sacchi a pelo.
“Dawn…”
Grazie. Non mi arrenderò.
“May…”
In fondo, neanche a me piaci. Ma forse un giorno, potremmo andare d’accordo.
“Melody…”
Ma è forse una caratteristica di te che mi affascina.
“Brock…”
Voglio provare a fidarmi di te.
“Misty…”
Non ha più importanza chi eri, ma solo chi sei adesso.
“Grazie…”
Quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe visti.
Non andartene.
La voce di Misty risuonava nella sua testa. Ma non c’era marcia indietro.
Fra tutte le cose assurde che aveva fatto, quella lo era. Si stava tirando indietro in una missione. Non era mai successo.
- Dove vai?- alzò la testa e vide un alto ragazzo davanti al suo cammino. Non l’aveva sentito arrivare.
- …lontano- disse lui serio- Non dovrai più preoccuparti di tenermi d’occhio.
- Che significa? Credevo che tu volessi proseguire.
- …per il vostro bene, è meglio così- lo sorpassò.
- Aspetta! Non puoi andartene così!- si voltò e guardò il ragazzo dai capelli neri- Senza nessuna spiegazione, senza una motivazione…
- Io credo che tu l’abbia già intuito il motivo- lo guardò, l’altro chinò la testa- Ed è meglio che me ne vada così, senza dirvi la verità. Farà meno male.
- Non puoi farlo…- il bruno strinse i pugni- Non posso lasciarti andare via.
- Lo farai invece. Per lo stesso motivo per cui mi guardi con sospetto e per le persone che chiami amici- si voltò- Anche se è stato per un breve periodo…- un lieve sorriso malinconico si disegno sul suo viso- è stato divertente viaggiare insieme.
- Ash…rispondi alla mia domanda. Perché non l’hai fatto? Non hai portato a termine il tuo progetto…perché hai risparmiato Misty?
Ash sembrò sul punto di andarsene senza dire niente, poi sospirò.
- Chissà…non so spiegarmelo neanche io, e forse me ne pentirò più avanti, ma in quel momento ho semplicemente seguito il mio istinto- alzò le spalle- Be’, me ne vado. Non so cosa racconterai agli altri, ma qualsiasi cosa sia, nessuno deve seguirmi…mai. Per nessun motivo. Non posso augurare di rincontrarci, perché se ciò accadrà…sarà la fine per voi- e si allontanò nella notte.
- No…- il bruno lo guardò, rimanendo immobile.
Voleva muoversi, voleva fermarlo, ma i piedi non si muovevano dal suolo. E il motivo per cui il corpo non rispondeva, lo conosceva già.
Per le persone che voleva bene, non doveva rincorrerlo. Anche se questo sarebbe significato vedere allontanarsi un'altra persona di nuovo.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Camminava, camminava e camminava. Gli sembrava che pensare solo al suo tragitto, gli avrebbe impedito di pensare ad altro.
Eppure, ogni momento che si fermava per prendere respiro, scopriva con disgusto quanto la solitudine fosse diventata insopportabile.
Era sempre stato un tipo che preferiva cavarsela da solo, non gli piaceva la compagnia di amici, non ne aveva neanche avuti.
Ma da quando aveva conosciuti quei ragazzi…non aveva mai avuto un momento di tregua.
Era come se davanti a sé gli si fosse aperto un mondo nuovo, con nuove regole, sentimenti e potere.
Camminava in questo suo percorso che pareva non avere fine e una parte di sé non voleva raggiungere la destinazione.
Ma anche se voleva prolungare il momento che sarebbe giunto in quel posto, ormai era arrivato lì. Da lontano poteva vedere la grossa nave, quella con il simbolo del fuoco, la nave da cui era sceso quel giorno…
Non te ne andare Ash…Io…non lo sopporterei.
Guardò il suo zaino e lo poggiò per terra, dietro un albero. Si tolse il cappello, la giacchetta e proseguì senza. Il travestimento non gli serviva più, l’Ash buono scompariva, per fare posto al vero se stesso, l’Ash malvagio del Team Magma.
- Oh, ma quello è…- un signore di guardia, si fece da parte quando lo vide arrivare- Ben arrivato signorino Ash. La stavamo attendendo.
Il ragazzo proseguì senza dire niente, mentre gli altri della nave lo fissavano sorpresi. Doveva essersi assentato da un pezzo.
- …Ash?- Richie guardò stupefatto un ragazzo dai capelli neri, mentre entrava nella stanza- Ma quando…?
- Ehi, che hai fatto in mia assenza?- fece lui tranquillo al ragazzo castano sdraiato sul letto che lo fissava sorpreso.
- Cosa ho fatto?- si mise seduto sul letto- Mentre tu eri impegnato in chissà quale missione, io e gli altri ci siamo imbattuti con dei dominatori da strapazzo. E pensa che c’era un traditore dominatore del fuoco!
- Ti sei divertito, allora.
- Non scherzare. Se ci fossi stato tu, li avremmo sconfitti in un lampo.
- Adesso non sei neanche in grado di combattere da solo?
- Ash!- una ragazza lo abbracciò da dietro le spalle- Sei tornato! Non sai quanto mi sei mancato!
- Giselle- disse lui sorpreso.
- Hai visto come mi hanno trattato quei ribelli?- fece una faccina triste- Soprattutto una stupida ragazzina incapace, ha rischiato di rovinarmi il mio bel faccino.
- Te la sei voluta- commentò Richie- Così impari a perderti in queste sciocchezze.
- Oh, ha parlato quello che non è riuscito ad eliminare una ragazzina- rispose con ironia la ragazza. Sapeva che questo lo avrebbe infastidito.
- Senti!- Richie si alzò dal letto- Se io avessi voluto, avrei potuto benissimo…
- Basta così- disse Ash spostandosi di mezzo tra i due e sedendosi sul letto- Sono stanco e vorrei riposare.
- Va bene, ne riparliamo dopo- Richie uscì dalla stanza.
- A dopo tesoro!- uscì anche Giselle.
Quando la porta fu finalmente chiusa, Ash poté rilassarsi, scoprendo di avere stretto i pugni con forza tutto il tempo, senza però rendersene conto.
Si sdraiò sul letto e fissò il soffitto.
E così, era finita finalmente.
Non aveva portato a termine la missione e le conseguenze sarebbero state delle peggiori, ma nonostante ciò non si sentiva spaventato, né pentito della sua scelta.
Ancora non comprendeva il suo gesto di quella notte. Perché…pur avendola a pochi centimetri, non le aveva sferrato il colpo mortale? Cosa aveva quella ragazza che lo aveva frenato? Perché li aveva risparmiati tutti?
Dawn…esultava per qualsiasi cosa ed era molto ingenua. Non aveva molta sicurezza nelle sue capacità, ma era stata la prima a fidarsi di lui.
May…la ragazza aveva molta forza nelle braccia, ma stava poco a riflettere prima di agire. Mangiava per tre e forse per questo era così simile a lui. Lei era stata una di quelle che diffidava di lui, ma la loro somiglianza li rendeva complici a volte.
Melody…le ricordava molto Giselle, quando iniziava a parlare di argomenti da ragazze. Ma per altri aspetti era molto diversa. Dolce e leale, era una buona compagna per Misty. E con lui, era sempre gentile e pronta a dargli una mano.
Brock…quel ragazzo sembrava avere due identità. In un momento era molto serio, responsabile e gentile, ma appena passava una bella donna diventava un completo idiota. Ciononostante, era il consulente più fidato di Misty. Si prendeva cura dei suoi compagni, preparando ottime pietanze ed era quello in grado di calmare Misty.
E…Misty. La ragazza che da subito gli aveva dato problemi, che lo aveva steso con un solo calcio in un incontro d’allenamento, che aveva dimostrato una grinta e forza d’animo che non aveva mai visto. La stessa che dopo molti dubbi, si era finalmente fidata di lui e lo aveva accettato nel gruppo. La ragazza per cui la sua missione era fallita.
Non andartene
Si toccò la testa. Perché la voce di misty gli risuonava ancora nella testa? Come un eco che non aveva fine…
Chissà cosa stava facendo il team in quel momento?
Non li avrebbe più rivisti, anche se temeva che diventando più forti…li avrebbe rincontrati sicuramente, e non certo per piacere.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Insomma, ma dove cavolo si è cacciato Ash, questa volta?- brontolò Misty- E dire che è ora di mangiare.
- Ora che ci penso, non l’ho visto in tutta la mattinata- disse Melody.
- Quando mi sono svegliata lui non c’era già- disse Dawn.
- Argh, se ci farà tardare il viaggio, lo concerò per le feste!- disse Misty furiosa.
- Iniziate a mangiare- disse Brock indifferente.
- Ma non aspettiamo Ash?- chiese Dawn.
- Così finisce lui per prima il cibo? No di certo- disse May abbuffandosi di cibo.
- Ma come fai a pensare solo al cibo?- commentò Melody.
- Mh…è inutile aspettarlo- disse Brock misterioso. Le ragazze lo guardarono- Lui non tornerà.
- Come dici?- disse Melody incuriosita.
- Ecco…- sospirò. Era giunto il momento. Come cominciare?- Volevo parlarvene in un altro momento, ma penso sia giusto mettervi ora al corrente che Ash non viaggerà più con noi.
May smise di mangiare e alzò lo sguardo dal piatto a Brock. Lo stesso fece Dawn, che non credeva alle parole del ragazzo.
- Che significa?- disse Melody sorpresa, poi guardò Misty che era nel suo stesso stato- Non lo avrai di nuovo schiaffeggiato?
- Non dire assurdità Melody! Non ho fatto niente- disse Misty offesa e imbarazzata.
- No…è stata una decisione sua- disse Brock- E per me, è la cosa giusta.
- Come “la cosa giusta”?- chiese Misty sorpresa e nervosa- Non hai provato a fermarlo? Non gli hai chiesto perché…?
- No, ha preferito andarsene così.
- Non ci credo, Brock- disse Dawn sorridendo incerta- Ash non se ne andrebbe così, senza salutarci. E’ sicuramente uno scherzo.
- Mai stato più serio- disse Brock- Non lo rivedremo più.
Crach, un piatto cadde sul suolo e si ruppe.
- Brock, è assurdo quello che stai dicendo!- gli gridò Misty alzandosi di scatto- Vuoi dirmi che se n’è andato e che non hai fatto niente per impedirlo?
Brock chinò la testa. Sapeva che Misty avrebbe reagito così.
- …perché? Cosa ti aveva fatto Ash?- chiese poi Misty con voce soffocata. Non poteva credere alle parole di Brock.
- Eri stato tu a fare rumore, quella notte...- disse May d’improvviso, ricordandosi di quel fatto strano- Eri dentro il capannone insieme ad Ash…- il suo sguardo si fece incredule- lo avevi attaccato…?
Misty guardò stupita May e poi Brock, che aveva la testa china.
- Brock, rispondi…che è successo quella notte?- insistette Misty. Voleva sapere la verità, molte cose non tornavano- E perché…perché mi hai chiesto di stargli lontana?
- Non posso…
- Non puoi cosa?!- si spazientì lei.
- Non posso risponderti!- il ragazzo si alzò in piedi e la guardò- Perché so che ne soffriresti.
- Brock…
- Ragazze, ascoltate- si diresse al gruppetto- Ash se n’è andato. Il perché non è affare nostro, lui ha fatto la sua scelta e non lo rincontreremo più. Il nostro viaggio non si può fermare proprio ora- si voltò e si diresse verso il carro senza dire altro.
Misty era impressionata e incredule. Era successo…era successo di nuovo. Aveva perso un altro compagno e questa volta, non era riuscita neanche a parlargli prima che se ne andasse.

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C’era uno strano silenzio. Il gruppetto aveva ripreso il suo viaggio verso Cascata City, ma l’umore dei ragazzi non era come al solito. Guardavano ognuno in direzione diverse, ma con il pensiero altrove. Si chiedevano e si ripetevano che tutto ciò non era reale, Ash non poteva aver abbandonato il Team. Non senza un buon motivo.
Brock, l’unico che pareva sapere qualcosa in più, se ne stava in silenzio guidando il carro. Non voleva toccare più l’argomento “Ash”, per paura che potesse sfuggirgli di bocca qualcosa. Per quanto sapesse che quella era una decisione giusta, Brock non si sentiva felice. I rimorsi lo rendevano più serio e scontroso. Si era ripromesso che non avrebbe lasciato andare un compagno, e dopotutto Ash lo era diventato. Si era conquistato la fiducia e la simpatia dei ragazzi, ma si chiedeva se per Ash fosse stato altrettanto. Lui li aveva mai considerati dei compagni di viaggio?
Ora che il gruppo aveva ritrovato le forze per combattere, ora che avevano formato un Team affiatato, ora che le possibilità di sconfiggere il Signore del Fuoco erano aumentate…Ash se n’era andato.
Proseguirono lentamente lungo la stradina, con loro fortuna senza incidenti o nemici. Poi raggiunsero un piccolo villaggio appena in tempo per pranzare.
- Io e Melody andiamo a comprare delle provviste- disse Misty riprendendo a parlare dopo tanto silenzio- Brock, occupati del carro. May e Dawn, voi cercate un posto dove poter mangiare.
Senza aggiungere altro, i ragazzi si dedicarono ai loro compiti, mantenendo quei loro visi pensierosi.
Misty li guardò, poi con un sospiro riprese a parlare.
- Ragazzi, so che questo è un momento triste. Ma se Brock e Ash non hanno voluto dare spiegazioni, ci sarà un giusto motivo- il gruppetto la guardò. Brock fece un sorriso quasi sollevato. Quella situazione lo stava stressando- Non obbligo nessuno a seguirmi in questo pericoloso viaggio e Ash lo sapeva bene. Se ha deciso così…avrà avuto le sue ragioni e noi dobbiamo accettarle.
- Misty, tu credi che…Ash tornerà da noi?- chiese Dawn con una vocina incerta.
- …non lo so Dawn- disse Misty- E’ possibile che non lo rivedremo più, ma forse è un bene per lui. Starà bene, dovunque sia.
Il gruppetto sembrò rianimarsi un poco e Misty e Melody poterono andare al mercatino a comprare.
Però, nonostante le sue parole, Misty continuava a non darsi pace. Ash sembrava così felice quando combatteva…ma aveva notato un cambiamento nel suo comportamento. Era sempre più pensieroso e irritabile, soprattutto dopo il Contest dei Domini. Avrebbe voluto aiutarlo a ritrovare la tranquillità, ma Ash si era rifiutato di confidarsi con lei. E lei lo aveva accettato, ma non smetteva di preoccuparsi per lui.
Non voglio andarmene. Voglio restare con voi
Era assurdo…ma sentiva che gli mancava. Gli mancava i loro battibecchi, il suo sorriso, il suo frenetico temperamento e la sua risata così spontanea.
- Mi manca…- Misty uscì dai suoi pensieri e guardò Melody- E’ passato poco tempo, ma sembra un eternità- sospirò la castana- Non so se mi abituerò alla sua assenza.
- Melody…
- Oh, non mi dire che per te non è la stessa cosa- disse Melody guardandola- So benissimo cosa stai provando adesso e anche se dirai cose tipo “è una fortuna che non ci sia” o “non l’ho mai sopportato” o “son felice che se ne sia andato”, io non ti crederò.
- M- Melody…- Misty era sorpresa dal tono di rimproverò della ragazza e abbozzò un sorriso- Sta tranquilla, non era mia intenzione dirlo- guardò una bancarella- Ammetto che questa situazione mi sarebbe stata congeniale mesi fa, ma le cose sono cambiate…io sono cambiata. Sono sorpresa quanto te per la decisione di Ash, ma ormai è troppo tardi per fare qualcosa.
- Io sono sicura che Brock ci nasconda qualcosa- disse Melody- Perché non l’ha fermato? Credevo che per lui gli amici contassero…
- Non dire così. Brock non è il tipo da rimanere in silenzio, di fronte alla partenza di un compagno- prese delle mele e le mise in un sacchetto- Abbiamo vissuto insieme la sofferenza di perdere un compagno e conoscendolo, anche lui non si da pace per non aver fermato George.
- Ma come te lo spieghi quello che ha detto May? Perché Brock avrebbe attaccato Ash? Perché ti ha detto di stare lontana da Ash?
- Brock non attaccherebbe una persona senza un motivo- prese delle monete dal taschino e pagò al signore della bancarella- E se per il momento non ce lo vuole dire, suppongo che sia per il nostro bene.
- Ma a te non da rabbia? Non vuoi sapere la verità?- Misty si voltò a guardarla, poi le posò il sacchetto tra le mani.
- Per ora la cosa che mi freme di più è quella di pensare ai rifornimenti. Il nostro viaggio non è ancora terminato e la partenza di Ash non cambierà i miei piani.
- Quindi…lascerai le cose come stanno? Non farai niente?
- Non ho detto questo…Ash è e resterà un nostro compagno- si fermò ad un’altra bancarella- Mi sono ripromessa di non perdere i miei compagni. E io sento che la partenza di Ash non è stata volontaria. Lui voleva restare…me l’aveva promesso. E se Brock non vuole parlare, io non insisterò- la guardò con un sorriso- Ma questo non vuol dire che non lo cercherò.
- Misty…- la guardò sorpresa. Poi abbozzò un sorriso.
- Ora…- le passò un altro sacchetto- Potresti gentilmente portarli da Brock? Io prendo altre cose e arrivo.
- Sì…- si allontanò.
Misty percorse tutto il mercatino, alla ricerca di alcuni ingredienti e finalmente li trovò.
- Hai sentito?- disse una signora accanto a lei, parlando con un commerciante- Le voci erano vere, si trovano lì. Li ho visti girare anche dalle parti del villaggio, ma per fortuna non sono ancora entrati.
- Che si può fare? Vorranno attaccarci?
- Temo di sì. Quelli non si fermano davanti a niente. Io e la mia famiglia partiamo oggi stesso e ci faremo ospitare da mia sorella in un villaggio lontano da qui e da quei dominatori.
- Io non me la sento di abbandonare il mio villaggio, qui ho tutto, il mio lavoro, la mia famiglia, la mia casa…
- Devi andartene invece. Uccideranno tutti quelli del villaggio e non c’è nessuno in grado di opporsi a loro. Sono così tanti, addirittura una nave intera. E’ la fine!
- Shh! Vuoi che gli altri ti sentano e scoppi il panico generale?
- Non sarebbe una cattiva idea…almeno tutti si metterebbero al sicuro- i due si allontanarono lentamente.
- Signorina…allora, compra o no?- Misty alzò lo sguardo sul mercante che aveva di fronte. Si era incantata a guardare la merce, mentre ascoltava quei due parlare.
- Ah…sì, mi scusi…prendo quello e quello…- pagò e si allontanò.
Era sicura che quelle due persone si riferivano a Settimo. May aveva detto che una nave dei dominatori del fuoco era attraccata al porto di Settimo e non si trovava tanto distante da dove erano loro.
Misty guardò pensierosa la borsa che aveva in mano.

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La solita stanza lugubre, il solito soffitto scuro e il solito odore nauseante del cibo proveniente dalla mensa, un letto che pareva non aver avuto altri ospiti e una sensazione fastidiosa allo stomaco.
Sì, era tornato. Ma ora che era stato via per così tanto tempo, quel luogo a lui famigliare gli pareva una cella.
Si alzò dal letto, aprì l’armadio e tirò fuori la sua uniforme da Team Magma. Gettò da una parte i suoi vecchi vestiti, non gli sarebbero serviti più. Uscì dalla stanza e si diresse nelle stanze d’addestramento.
Fissò tanti ragazzi che come lui indossavano la stessa divisa e che si affrontavano a colpi di fuoco.
Pareva passata un eternità da quando si allenava con tutti loro.
- Ti stavo cercando- disse una voce. Ash si voltò e vide Richie. Il suo compagno di stanza.
- Mi hai trovato ora.
- Pensavo che avresti passato il resto della tua vita in stanza- disse lui alzando le spalle- Ma quando non ti ho trovato lì, sapevo già dove cercarti. Questo è uno dei posti dove passi la maggior parte del tempo.
- Cosa volevi dirmi?- tagliò corto il moro. Richie gli batté una mano sulla spalla.
- Dai, è passato tanto tempo da quando sei partito per la tua missione. Voglio vedere i tuoi miglioramenti. Questa volta ti sorprenderò con nuovi attacchi- disse il castano mentre si avviava verso il centro della palestra, ma vide che Ash non lo seguiva- Che ti prende?- lo guardò strano- Non è da te rifiutare un combattimento- fece un sorriso- Ahh...ora capisco. Hai paura che ti possa sconfiggere. Sono certo che in questo tempo sei rimasto indietro con l’allenamento, mentre io ho avuto modo di migliorarmi. E’ così, eh?- lo guardò in tono di sfida.
Il moro abbassò lo sguardo.
Per quanto possa suonare sciocco, io tengo ai miei compagni. E se tu diventerai parte del gruppo, non potrò fare a meno di preoccuparmi per te.
Doveva accettarlo, non avrebbe più fatto ritorno dal Team Luce.
Qualsiasi cosa accada…non permetterò che te ne vada, Ash.
Doveva dimenticarsi di loro.
Ash stette in silenzio fissando il pavimento, poi alzando la testa allo stesso tempo fece uscire il fuoco dalle mani.
Perchè perdersi in ricordi? Era tempo di tornare ad essere quello che era sempre stato. Un membro del Team Magma.
Richie sorrise.
- Ora ti riconosco Ash.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Okey, aveva promesso a Brock di essere più cauta. Incluso aveva da ridire sulla poca cautela di May e Ash.
Ma quella era un ottima opportunità di osservare e scoprire qualcosa di più sui loro nemici.
Avrebbe giusto dato una occhiatina e sarebbe tornata dai ragazzi. Niente di così pericoloso.
Spostò qualche ramo che gli impediva di avvanzare e finalmente potè dire di essere arrivata a destinazione. Il simbolo sul fianco della nave non lasciava dubbi. Solo che non si aspettava certo che il Team Magma possedesse una nave così grossa. Anche da lontano si poteva rimanere intimoriti dalla sua presenza.
Nascosta dietro un albero, Misty osservò qualche uomo uscire ed entrare nella nave, una persona stava all’ingresso controllando le entrate.
Una idea folle le passò per la testa, se avesse avuto accesso alla nave, avrebbe potuto cercare qualche loro punto debole e così poterli sconfiggere con più facilità.
Era così allettante l’idea che dovette stringere i denti per doversi allontanare. I suoi compagni aspettavano il suo ritorno, non poteva farli preoccupare.
Ma qualcosa urtò con il suo piede. Si chinò e vide che nascosto tra le foglie c’era uno zaino...uno zaino a lei famigliare. Mentre lo afferrava, notò un altra cosa per terra. Una cappello rosso e bianco. Non c’era più dubbio.
- Ash...
Misty guardò incredule lo zaino del ragazzo con il cappello. Che motivo avrebbe avuto per abbandonare le sue cose così? Non se n’era andato per tornarsene a casa?
Lentamente voltò il suo sguardo alla nave, gli oggetti di Ash erano troppo vicini al luogo. E se invece di andarsene, lui era a conoscenza della presenza del Team Magma e avesse voluto perlustrare l’interno senza avvertire gli altri? Questo avrebbe spiegato perchè Brock si fosse rifiutato di dire dove si era diretto Ash.
Non trovava altre spiegazioni, Ash si trovava sicuramente lì.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Ti dico che è stato orribile- disse Richie- Non sai quant’è fastidioso essere commandati da Gary. Perchè cavolo gli viene affidato il comando delle missioni?- sferrò un colpo, Ash lo mancò- Non capisco poi perchè Gary abbia deciso di ritirarci nel bel mezzo della battaglia. Saresti dovuto venire con noi, li avremmo battuti sicuramente. Ma tu eri in missione...già, non mi hai ancora raccontato come ti è andata.
Ash lanciò un colpo, che Richie mancò per poco.
- Capisco, non ne vuoi parlare- proseguì Richie- Ma sei già andato a parlare con il Capo?
- Non ancora- disse Ash- E poi, pare che sia fuori in questo momento.
- E’ di pessimo umore ultimamente. Pare che il Signore del Fuoco non sia soddisfatto dei progressi.
- Non lo è mai- commentò Ash.
I due ragazzi continuarono a combattere, colpo dopo colpo.
- Ma hai saputo la novità?- disse Richie- Pare che il Team Aqua abbia sequestrato un intera isola e tutto per un tesoro custodito lì.
- Mh…
- Doveva essere qualcosa di molto prezioso. Il Capo non era contento della notizia. Saranno stati nostri alleati, quando ci faceva comodo. Ma non c’è da fidarsi dei dominatori dell’acqua. Così freddi, calcolatori, non si capisce cosa stiano tramando. Perché il Capo non si decide per sbarazzarsi di loro? Sono inutili e patetici…come quella dominatrice dell’acqua che ho incontr…- il colpo lo prese in pieno e lo fece cadere indietro- Ahi…- si lamentò, mentre si alzava- Cavolo! Potresti evitare di rompermi la mascella? Non che il cibo qui sia un granché, ma vorrei poter ancora mangiare.
Il moro lo guardò con ancora il pugno sospeso nell’aria. Indietreggiò il braccio pensieroso. Il suo corpo aveva agito di sua spontanea volontà.
- Andiamo a mangiare, allora- disse Ash voltandosi.
- Almeno l’appetito non ti manca, eh?- Richie si alzò.
I due ragazzi si sistemarono dopo essere usciti dalla palestra e si diressero alla mensa della nave. Passarono con il vassoio davanti ai cibi esposti. L’aspetto era magnifico. Presero qualcosa e andarono a sedersi ad un tavolo.
Ash iniziò a mangiare, ma dopo qualche boccone, spostò di lato il piatto. Non ricordava che il cibo avesse un sapore così nauseante. Eppure prima della sua missione, mangiava piatti a non finire.
Com’è che ora non ci riusciva? Dov’era finito il suo famoso appetito?
Fissò il piatto.
Già, ora capiva. Si era così abituato alla cucina di Brock, che ora qualsiasi altro cibo gli dava la nausea.
Sospirò e guardò altrove.
- Ash, che ti prende?- chiese Richie sorpreso- Perchè non mangi? Non starai mica male?
- No, no...
- Da quando ti conosco, non ti ho mai visto lasciare del cibo.
- C’è sempre una prima volta- disse Ash.
- Sì, però...
- Ma guarda chi è venuto a farci onore della sua presenza- intervenne una voce.
Ash riconobbe al volo la fastidiosa voce di Gary.
- Gary...- mormorò lui.
- Le persone ormai ti davano già morto- disse Gary con un sorriso- Peccato.
- Che vuoi da me?- chiese Ash infastidito. Già non era di buon umore per conto suo e vedere la faccia del suo acerrimo nemico, non lo faceva certo esultare.
- Oh, niente di importante- si sedette davanti Ash, spingendo da parte Richie.
- Ehi!- si lamentò il ragazzo sbalottato dalla sua sedia- Che modi!- ma Gary lo stava letteralmente ignorando. Sbuffando di rabbia, Richie prese il suo vassoio e si spostò da un’altra parte.
Ash fissò Gary con una faccia poco amichevole. Se conosceva Gary, era lì sicuramente per infastidirlo.
- Com’è andata la missione?- chiese il castano.
- E a te cosa interessa?- rispose diffidente Ash.
- Oh, ma che modi. E io che ero venuto apposta a congratularmi con te.
- Che intendi dire?- lo guardò sospettoso.
- Grazie a te, siamo riusciti a catturare il Team Luce.
Ash spalancò gli occhi. Com’era possibile?
- Non fare quella faccia, sei troppo modesto. Non volevi neanche dirci che li avevi attirati fin qui, dritti nella tana del lupo- sorrise- Un bel piano.
Ash lo guardò con occhi smarriti. Non ci credeva, com’era potuto succedere? Se n’era andato molto prima che gli altri potessero svegliarsi e aveva detto a Brock che nessuno lo doveva seguire. Era certo che nessuno di loro l’avrebbe fatto. E se invece Gary stesse mentendo?
- Oh certo, al momento abbiamo preso solo uno- continuò Gary, notando con piacere di aver ottenuto la piena attenzione del ragazzo- Ma ben presto gli altri lo seguiranno, come orsi al miele.
Solo uno? Di chi poteva trattarsi? Chi era stato così folle da infiltrarsi da solo in una nave del Team Magma?
Gary guardò con soddisfazione l’espressione di Ash nel panico, anche se il moro cercava di sembrare indifferente alle sue parole.
Poi il castano si avvicinò all’orecchio di Ash.
- E’ un vero peperino, sai? Ci è voluto un po’ per immobilizzarla- il cuore di Ash iniziò a battere forte- Non ho avuto ancora il piacere di darle fuoco. Peccato che il Signore del fuoco abbia altri progetti per lei…
Gary si alzò dalla sedia e lo guardò con un sorriso.
- Hai fatto un buon lavoro, Ash- e finalmente se ne andò.
Ash chinò la testa. Afferrò la lattina vicino e la strinse forte, accartocciandola nella sua mano.
- Quella stupida...- mormorò lui.

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Capitolo 28
*** Cap. 27 ***


Dunque, non so dire se in questo capitolo ci siano parti "pucce" tra Ash e Misty, certo è che questo capitolo rappresenta una svolta sul rapporto dei due ragazzi.
Un capitolo sofferto e tanto atteso da me, infatti l'avevo immaginato da tanto tempo e quando si è trattato di metterlo finalmente giù, sono andata nel panico XD
La storia quando l'avevo creata aveva molti altri capitoli prima della svolta, ma tra un taglio e l'altro mi sono ridotta a 26 capitoli. Non pochi, credo. E dopo il 27 capitolo, ce ne sarebbero altrettanti capitoli, che naturalmente ridurrò. Inserirò solo le scene più importanti per arrivare presto alla fine. Anche se sono lentissima, dubito che la serie Pokémon possa terminare prima di me XD
Qui si conclude la prima serie di Blue Bird Illusion, dal prossimo capitolo ci saranno piccoli cambiamenti e si potrà andare avanti con la storia.
Se non erro, sul mio blog avevo postato un immagine che catturava una scena del capitolo. Lo potete anche trovare su Deviantart ^^
A presto!



Cap.27


D’accordo, ora poteva dire di avercela fatta. Era dentro la nave.
D’accordo...peccato che aveva mani e piedi legati, rinchiusa in una cella situata chissà dove e con fuori un esercito pronto a ridurla in cenere!
Sospirò.
Stupenda prospettiva. Come aveva potuto essere così incauta? Era così ovvio che ci sarebbe stata una guardia nascosta nei dintorni della nave. Aveva fatto la figura da fessa. E lei si poteva definire il leader del famoso Team Luce?
Era così presa dal scoprire che fine avesse fatto Ash, che aveva finito per agire d’istinto senza pensare alle conseguenze.
Ash...chissà dove si trovava in quel momento? Forse si era sbagliata, lui non si trovava in quella nave. Ma allora, dove si era diretto? Perchè non le aveva detto niente prima di andarsene? Non erano diventati compagni di viaggio?
Non voglio andarmene. Voglio restare con voi.
Sospirò nuovamente. Quel ragazzo era un mistero per lei.
Ora però, come poteva andarsene da lì? Se gli altri sarebbero accorsi in suo aiuto, sarebbe stata la loro fine. Anche se erano migliorati, non ce l’avrebbero fatta comunque a sconfiggere un intero esercito.
Non poteva permettere che il Team Magma catturasse i suoi compagni. Doveva uscire subito di lì!
Già, ma come? Facile a dirsi, che a farlo.
Si guardò intorno. Non c’era niente con cui rompere il metallo che le legava mani e piedi. E poi, come aprire la porta?
Forza, forza…doveva inventarsi qualcosa, prima che qualcuno dei nemici venisse per lei.
Cercò di sbattere le mani sulla parete, nel disperato tentativo di rompere le catene.
Niente. Ma non poteva arrendersi.
In quel momento la porta si aprì, Misty sobbalzò dallo spavento. Non aveva sentito i passi della persona avvicinarsi alla sua cella. Erano già giunti per ucciderla?
- Sapevo che eri tu- disse la persona, con una voce seria ma per lei ormai famigliare.
Misty aprì gli occhi e lo riconobbe.
- Ash!- esclamò lei stupita. Il ragazzo le tappò immediatamente la bocca.
- Shh!- fece cenno di stare in silenzio.
- Ash...- abbassò il tono di voce, mentre il ragazzo si chinava per slegarla- Eri qui...- disse sollevata nel vedere uno dei suoi compagni, anziché il nemico. Poi notò la divisa che indossava. Era inequivocabile, era la stessa che indossavano i membri del Team Magma- Ash, ma quella divisa...- fece lei sorpresa. Ash ricordò solo in quel momento che si era cambiato e non indossava i soliti vestiti. Lo aveva scoperto…ma era ormai questione di tempo, prima che venisse a conoscenza della verità. E poi, se era giunta fin lì, doveva essere a conoscenza di chi era lui in realtà. Attese con lo sguardo abbassato che Misty finisse di parlare- Geniale!- disse con un sorriso. Ash la guardò stupito.
- Come?
- Ma certo, perchè non ci ho pensato io prima? Se mi fossi travestita come te e mi fossi intrufolata nella nave, non avrei dato nell’occhio- sbatté la mano sulla fronte- Oh, come ho potuto essere così sciocca? Persino tu hai avuto un idea migliore.
Ash la fissò incredulo. Misty non se n’era ancora accorta? Eppure era così evidente che non era un travestimento e che non si trovava lì per caso. E se Misty stava fingendo per metterlo alla prova?
La guardò attentamente, mentre lei si massaggiava i polsi liberi. No, i suoi occhi riflettevano la sua sincerità.
- E’ una fortuna che tu fossi ancora qui- continuò Misty, ormai libera- Mi stavo già disperando.
- Misty...- lei lo guardò con un espressione felice. Cos’è che la rendeva così allegra? Si trovava dentro una nave nemica, con davanti una persona che le aveva mentito...- Cosa ci fai qui?- chiese poi con tanti dubbi in testa.
- Ecco io...- lo guardò un po’ imbarazzata- Sono capitata per caso davanti a questa nave e ho pensato che fosse una buona occasione per curiosare dentro- Ash la guardò dubbioso- Mh, okey okey, lo ammetto. Sono venuta a cercarti- disse arrendevole.
- Come?- la guardò stupito.
- Che pretendevi?- disse con tono offeso- Te ne sei andato così all’improvviso, non hai dato spiegazioni, non hai salutato...
- Brock...non vi ha detto niente?- chiese perplesso.
Misty scosse la testa.
- No. E’ questo che mi ha preoccupato. Brock aveva cominciato a comportarsi in modo insolito ultimamente. Non potevo credere che fosse vera la storia che te ne fossi andato e che Brock l’avesse permesso- lo prese per mano- Ora ho avuto la conferma che eri venuto qui per infiltrarti tra i nemici. Non ci hai abbandonati- sorrise- Però avresti potuto avvertirmi, invece di fare tutto in segreto.
Ash rimase in silenzio. Misty credeva davvero che lui stesse ancora nel loro team?
Sentì come una fitta nel cuore. Lei credeva ancora in lui. Gli credeva anche se aveva davanti tante prove del contrario.
Si voltò.
- Andiamo. Le guardie potrebbero tornare ad un momento all’altro.
- Sì- Misty annuì e i due iniziarono a correre per i corridoi della nave.
Doveva portarla via di lì. Altrimenti sarebbe stata la fine per lei. La verità sarebbe saltata fuori prima o poi…ma prima di quel momento, doveva assicurarsi che lei fosse al sicuro.
Anche a costo di correre qualche rischio.
Del resto, Ash non era venuto apposta per quello? Appena aveva saputo da Gary che avevano catturato uno del Team Luce, il suo corpo si era mosso istintivamente alla ricerca della persona.
E ora, che era di fronte a lei, faceva ancora fatica a credere a quello che stava facendo. Un membro del Team Magma…che aiutava un prigioniero?
Ash si guardò in giro mentre correvano verso l’uscita. Gli parve strano che finora non avevano incontrato ostacoli. Persino di guardia alla cella di Misty aveva incontrato solo una persona, ed era piuttosto insolito visto l’importanza del Team Luce.
Prima che potesse rifletterci per bene, una improvvisa folata di fuoco li costrinse ad indietreggiare.
- Ma guarda chi abbiamo qui...- disse Gary incamminandosi verso i due ragazzi. Nella sua mano il fuoco bruciava rovente- Un componente del Team Luce...- guardò la ragazza- e uno del Team Magma- Ash deglutì preoccupato. Ma certo, quello sguardo soddisfatto di Gary...poteva solo indicare che fosse fin dall’inizio una sua trappola. Gli aveva detto di proposito della cattura di Misty, per poterlo adescare con le mani nel sacco.
Misty non disse niente, non sospettava ancora niente. Credeva solo che avessero scambiato Ash per un membro del Team Magma a causa della sua divisa.
- Misty, devi scappare via- fece Ash sottovoce.
- No, non ti lascio qui. Combatteremo insieme.
- Non fare la testarda, vattene.
- Non me ne vado senza te. Non ce la faresti da solo.
- Vediamo un po’...che potrei fare con voi?- disse il castano- Il Signore del Fuoco non perderebbe certo il suo tempo con due nullità, gli renderò un favore eliminandovi io stesso- guardò Ash che era sulla difensiva e sorrise- Ehi, stavo scherzando. Come avrei potuto eliminare un mio collega?- Ash abbassò le braccia. Parlava sul serio Gary?- Perché mi guardi così? Non mi credi?- il moro non rispose- Anzi, perché non rendiamo la scena più divertente? Che ne dici di eliminare tu stesso il tuo vecchio compagno, Ash?- ridacchiò divertito indicando la ragazza.
Misty guardò Gary e poi Ash. Cominciava ad essere confusa. Come faceva quel ragazzo a conoscere il nome del moro? E perché lo aveva definito “collega”? Era perché indossava ancora la divisa del Team Magma?
Gary notò con divertimento lo stato di confusione della ragazza.
- Oh, ma aspetta...lei non lo sa ancora?- guardò Ash che d’improvviso sembrò sbiancare.
- Che cosa non so?- chiese Misty diffidente. Ash guardò Gary, sapeva dove voleva mirare.
- Che ingenua- disse Gary- Pensi davvero che un dominatore del fuoco possa abbandonare il suo Paese per aiutare dei patetici ragazzini?
- Che stai dicendo? Ash non è come voi!- disse Misty fissando con rabbia Gary- E’ un dominatore del fuoco, ma sa riconoscere il bene dal male.
- Oh, ma davvero? Pensi davvero di conoscere così bene il tuo compagno di viaggio? Sei così stupidamente convinta di poterti fidare di lui?
- Certo!- affermò decisa.
- Hai sentito Ash?- Gary lo guardò tutto divertito- Sei davvero un attore nato. Come sei riuscito a farle il lavaggio del cervello? Devi insegnarmelo.
- Non prenderti gioco di me!- disse Misty arrabbiata. Se c’era una cosa che non sopportava, era che uno spregevole dominatore del fuoco potesse trattarla da stupida- Non te lo consiglio- aggiunse con tono di minaccia.
- Oh, ma dai. Sei un livello così inferiore al mio- alzò le spalle e mosse la mano in direzione del moro- Perchè scomodarmi io, se hai davanti il tuo degno avversario...Ash.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- C- come hai detto?- chiese incredule Misty.
- Cos’è, sei sorda ragazzina?- la schernì Gary- Ash, perché non le racconti la verità?
Il moro non sapeva cosa fare. Gary lo aveva messo con le spalle al muro.
- Allora Ash?- lo guardò- Da che parte stai?
Non aveva alternative. Non poteva più nasconderle la verità. Per quanto questa fosse difficile. Avrebbe solo voluto che fosse in un altro momento…il più tardi possibile…e non in sua presenza.
Sentì su di sé lo sguardo della ragazza, ciò lo rendeva nervoso. Come avrebbe reagito?
- Non dargli retta Ash. Anche se sei un dominatore del fuoco, non sei costretto ad unirti al Team Magma. Tu sei diverso da loro- Misty si mise davanti al ragazzo- Combatterò io contro di lui.
Ash era stupito nuovamente. Come poteva…come poteva essere così ingenua e stupida da non vedere la realtà? Come poteva nutrire ancora fiducia in lui, senza mostrare segno di incertezza?
- Questa è buona…ti fai proteggere da una ragazza?- ridacchiò Gary- Per caso stare insieme a questi perdenti, ti ha reso un debole?
- L’unico debole sei tu!- disse Misty in tono di sfida. Se Ash non se la sentiva di combattere uno del Team Magma, lo avrebbe fatto lei.
- Non credo che ti convenga provocarmi, ragazzina- disse Gary con un sorriso- Non conosci ancora la mia forza.
Ash riconobbe quel sorriso. Se Gary si scontrava con Misty, lui non si sarebbe limitato ad eliminarla, ma le avrebbe riserbato una dolorosa morte. Conosceva troppo bene quel ragazzo e i suoi metodi. Era spietato, e ci riusciva benissimo.
Se non faceva qualcosa…se non agiva, Misty…
- Sarò anche una ragazza, ma anche tu mi stai sottovalutando- disse Misty ignara di quanto stesse accadendo intorno a lei.
- Non direi. Ti ho osservata bene mentre combattevi al Contest dei Domini- disse lui- E la tua forza è nettamente inferiore rispetto al mio potere.
- Al Contest…- Misty lo osservò- Allora anche tu eri lì!- Gary le sorrise, cosa che le diede più irritazione- Maledetto…
Era decisa a non dargliela vinta. Provava ancora molta rabbia e frustrazione al ricordo del Contest dei Domini. Ricordava le alte fiamme che bruciavano il palco, il panico tra la gente e il terrore di perdere i suoi compagni…Le loro ferite, per quanto si fossero rimarginate, lei le ricordava molto bene. Aveva ben impresso il loro dolore. E aveva giurato a se stessa, che se avesse rincontrato gli autori di quel scempio, gliel’avrebbe fatta pagare.
Misty con la rabbia nel corpo, si posizionò per attaccare, Gary dall’altra parte l’attendeva fiducioso di sé. Ma non appena cercò di muoversi, una mano l’afferrò per la spalla. Lei si voltò sorpresa.
- Ma cosa…?
Il moro non disse niente e si limitò a superarla e raggiungere Gary. Misty pensò che voleva attaccarlo lui, ma quando lo vide mettersi al fianco dell’altro ragazzo rimase perplessa. Che significava?
- Finalmente ti sei deciso- disse Gary sorridente- Per un momento ho creduto che volessi tradire il Signore del Fuoco. Ma nessuno è così pazzo da farlo.
Ash rimase in silenzio, mentre Misty dall’altra parte lo fissava stupita.
- Che significa Ash?- chiese lei.
- Ancora non l’hai capito?- fece Gary sospirando- Ti credevo più sveglia. Ash non è il ragazzo sempliciotto che hai conosciuto. Lui è un membro del Team Magma. E la sua missione era quella di eliminarvi…di eliminare il Team Luce.
- No…Questa è una bugia! Ash non lo farebbe mai!- esclamò scotendo la testa- Quello che sta prendendo un abbaglio sei tu, la divisa che indossa non è di Ash. Lui non è un membro del Team Magma!- guardò il moro con disperazione. Perché non parlava? Perché se ne stava lì immobile?- Diglielo anche tu, Ash! Digli che il tuo intento era quello di intrufolarti qui per carpire delle informazioni. Tu non hai abbandonato i tuoi compagni! Tu non fai parte del Team Magma!
Ash la guardò. Gli occhi di Misty erano sinceri, credeva veramente, fino all’ultimo, che lui non avesse tradito i suoi compagni…
Era come se una fitta lo stesse torturando per tutto il tempo.
Gli occhi di lei erano nuovamente fissi su di lui.
Attendeva una risposta, un suo accenno che le confermasse che non si sbagliava e che le parole di Gary erano solo frottole.
Attendeva che il suo compagno di viaggio tornasse al suo fianco.
Il moro abbassò lo sguardo sconfitto, serrando forte i pugni.
No, non poteva dirglielo. Non riusciva a guardarla negli occhi e dirle che era tutto falso. Che la persona che aveva conosciuto, combattuto e condiviso emozioni e avventure…era solo una finzione.
Se n’era andato via dal gruppo proprio per evitare di affrontare gli sguardi delusi dei suoi compagni…
Compagni…
“Misty…mi dispiace”
Chinò la testa.
E a quel gesto, Misty sembrò lentamente comprendere la dolorosa verità. I fatti misteriosi a cui prima non dava attenzione, ora prendevano un significato e le cadevano come un macigno sulla testa. Finalmente poteva vedere il tutto su un'altra luce…e non era un bel vedere.
- Ash…- disse con un filo di voce.
Non voleva crederci…no, non poteva essere vero.
Gary guardò soddisfatto Misty e poi Ash. Provava gusto a vederli in quello stato.
Misty abbassò lo sguardo.
Era inutile starci a pensare. Era inutile. Era così ovvio. Come poteva essere stata così cieca…così idiota…così…
Non voglio andarmene. Voglio restare con voi.
Strinse forte le mani.
Aveva fallito nuovamente nei suoi propositi…E ora doveva scontrarsi ancora una volta…con un ex-compagno.
Ma che stava dicendo? Lui non lo era…non lo era mai stato. Ash non aveva neanche minimamente pensato a loro come “compagni”. Chissà quante risate si era fatto alle loro spalle, mentre combattevano, scherzavano e parlavano di amicizia. E quelle notti passate a parlare? Che senso avevano avuto per lui?
Lei aveva creduto in lui…nonostante il suo astio iniziale, lei aveva iniziato per davvero a considerarlo un amico…Aveva aperto il suo cuore ed era stata ferita nuovamente.
E non solo lei. Aveva esposto al pericolo costante tutti i suoi compagni.
Ash era uno del Team Magma…
Tutto bene? Ti sei fatta male?
Fin dall’inizio…
Hai perso la voce? Io mi chiamo Ash…piacere di conoscerti.
Con la missione di eliminarli…
Voi siete il Team Luce, no?...vorrei unirmi a voi.
La sua mente si rabbuiò.
- Non vorrei interrompere questo commuovente momento- disse Gary ad Ash- Ma è ora che tu elimini la ragazza. Fallo e potrai risparmiarti la punizione per la tua missione fallita.
Ash lo guardò. I suoi occhi prima tristi, erano ora furiosi e fissavano il castano. Era certo che Gary stesse godendo dopo aver attuato il suo piano.
- Oh, ma guarda…sembri nervoso. Forse…preferivi mantenere segreta la tua identità?- sorrise- Così che i tuoi cosiddetti “compagni” non avrebbero mai saputo la verità? Eh, sei ridicolo Ash…
Il moro fece per rispondere, ma poi si accorse di qualcosa. La temperatura della nave si era abbassata. Un brivido lo percosse. Si voltò per guardare la ragazza. Sotto i suoi piedi si era creata una lastra di ghiaccio, che lentamente stava allargandosi, ricoprendo anche le pareti del corridoio.
Non c’era dubbio, era la tecnica del ghiaccio. La prima volta che Misty l’aveva utilizzata era in uno scontro con George. Credeva che lei non sapesse ancora come usarla.
La ragazza alzò lentamente la testa e Ash si accorse che gli occhi di lei erano vuoti. Stava utilizzando nuovamente la tecnica incoscientemente.
Il braccio di Misty si estese in avanti e Ash capì in tempo che doveva spostarsi. Delle lame spuntarono dal pavimento e puntarono dritto a Gary e Ash.
I due ragazzi evitarono l’attacco, ma i colpi non diminuirono. Misty lanciò le lame di ghiaccio con foga e decisione, ma il suo sguardo era spento. Lei non stava realmente manovrando la tecnica. Era stata sopraffatta dalla tecnica.
- Interessante…il potere del ghiaccio- disse Gary divertito- Ti eliminerò con più piacere.
- No, fermo!- lo bloccò Ash. Gary lo guardò con rimprovero. Odiava quando qualcuno gli rovinava il divertimento.
- Io…me ne occupo io- tentò di dire Ash. Guardò la ragazza. Sapeva che in quello stato era pericolosa e allo stesso tempo più vulnerabile. Da quanto le aveva raccontato Misty tempo prima, su come si era sentita nel momento che era stata inghiottita dalla tecnica, doveva agire al più presto prima che lei si perdesse nell’oscurità.
Ash si lanciò all’attacco, ma come aveva visto in precedenza le lame di ghiaccio erano difficili da prevedere dove arrivavano e dure da sciogliere. Già alcune avevano ferito il suo braccio, man mano che tentava di avvicinarsi.
Ma doveva farlo. Per lei. Perché la causa di tutto ciò, questa volta era lui.
Non si sarebbe mai aspettato che Misty avrebbe reagito così, dopo aver saputo la verità. Avrebbe preferito non farsi mai più vedere da lei, che vederla in quello stato. Perché Misty era venuta a conoscenza della verità in quel modo? Era triste e crudele allo stesso tempo.
Lei aveva creduto in lui, nonostante odiasse i dominatori del fuoco. Aveva offerto il proprio sostegno, anche se faceva fatica ad accettarlo. Ed era venuta a cercarlo nel posto più pericoloso.
E lui…aveva tradito la sua fiducia. Come George aveva fatto con lei.
Non è solo la sua poca concentrazione, il suo punto debole. E’ molto sensibile, più di quanto lo dimostri. Più lei si affeziona ad una persona, più questa è in grado di renderla debole tradendo la sua fiducia.
La professoressa Ivi l’aveva avvertito…quasi come se sapesse cosa sarebbe accaduto in seguito.
…è una tecnica dolorosa. Rinunciare ai sentimenti positivi, per rimpiazzarli con il vuoto, può portare alle persone ad impazzire.
Cosa poteva fare ormai? Aveva le mani legate. Gary era lì che osservava. Si sarebbe insospettito se invece di eliminarla, avrebbe cercato di salvarla.
Però…
Oggi ti ho visto in azione e ormai penso di potermi fidare di te. Hai dimostrato qualità perfette per il Team Luce e io non mi opporrò più alla tua partecipazione.
Lei non…
Preferisco macchiarmi l’onore diventando amica di un dominatore del fuoco, che sa cos’è l’altruismo e la lealtà…
Lei era…
Non devi avere paura. Tutti noi abbiamo fatto degli errori e continuiamo a pagarne il prezzo. Però insieme, possiamo superare tutto.
Era…
Io farò qualsiasi cosa per i miei amici…Anche a costo della mia vita. Perché sono…siete tutto per me.
Erano compagni!
Non te ne andare
- Misty!- gli gridò. La ragazza non parve ascoltarlo- Misty, svegliati!- Ash era disperato. Non sapeva come arrivare a farsi sentire da lei- Non farti trascinare dal dominio. Reagisci Misty! I tuoi compagni…ti stanno aspettando!
Una lama spuntata dal soffitto lo prese sul fianco. Ash si inginocchiò e vide del sangue uscire dalla ferita. Il dolore era forte, ma non poteva arrendersi. Misty aveva bisogno del suo aiuto.
- Misty!- gridò nuovamente.
In quel momento gli sembrò che lo sguardo di Misty fosse cambiato, ma poi si accorse invece che del fuoco stava contrastando le lame di ghiaccio. Si voltò e vide Gary creare delle alte fiamme che raggiunsero la ragazza.
- Sei pur sempre un essere umano- disse Gary- Ghiaccio o no, ti brucerò in questo stesso posto.
- Gary!- gli gridò Ash- Fermati!
- Hai avuto la tua occasione, Ash- lo guardò serio- Ma sei troppo debole, come al solito. Ti dimostrerò come un vero dominatore del fuoco combatte.
Lanciò le fiamme dirette a Misty.
- No!- gridò Ash.
Una barriera di ghiaccio si formò all’istante per fermare il colpo. Misty rimase impassibile. Il dominio del ghiaccio aveva reagito istintivamente al pericolo proteggendola.
- Ah, è così? Bene, non mi arrendo- Gary riprese i suoi attacchi. Erano veloci e potenti.
Per quanto il dominio del ghiaccio proteggesse Misty dai suoi attacchi, era anche vero che lei non lo stava manovrando coscientemente. In qualsiasi momento, il dominio poteva fallire e per lei sarebbe stata la fine.
Ash provò ad alzarsi, ma perdeva molto sangue. La lama lo aveva ferito in profondità.
Però…se non si sarebbe alzato subito, non ci sarebbe stato nessun dopo.
Ecco, Gary sembrò aver individuato un punto dove attaccare la ragazza. Lanciò una sfera di fuoco, ma prima che potesse raggiungere Misty, l’attacco deviò.
Ash si era messo in mezzo e aveva deviato il colpo con un braccio, con l’altro si teneva il fianco ferito e sanguinante.
- …posso sapere cosa ti frulla nella testa, adesso?- fece Gary. Ash lo guardò serio. Ormai aveva preso la sua decisione. Forse l’aveva presa molto prima.
- Non ti permetterò di farle del male.
- Mh? Come, come, come? Sbaglio, o la stai proteggendo? Vorrai scherzare, vero?
- No.
- …stai tradendo il Team Magma- sorrise malignamente- Questa è buona. Ash ha deciso di allearsi ad una banda di perdenti.
- Non sono perdenti. Sono in gamba e credono in quello che fanno.
- Io credo solo che avrai presto un mucchio di guai, anzi ne sono certo. Come pensi che la prenderà il Signore del Fuoco il tuo tradimento? Levati di torno, se non vuoi peggiorare la tua situazione.
- No!- disse lui deciso.
- Come vuoi…- le fiamme avvamparono nelle sue mani.
Attaccò immediatamente Ash. Il moro tentò di rimandargli l’attacco, ma era difficile nelle sue condizioni. Anche in buono stato Gary restava un avversario difficile da battere. Ma ora non si trattava di salvare il suo onore e la reputazione in un incontro d’allenamento. No, si trattava di salvare Misty in un vero scontro e Gary non ci sarebbe andato leggero.
Uno dopo l’altro, Ash evitò che i colpi potessero arrivare a Misty, però lui era stremato e ferito. Quanto avrebbe resistito?
Si distrasse qualche secondo e l’attacco di Gary lo prese in pieno. Cadde a terra.
Doveva alzarsi immediatamente, prima che Gary avesse modo di attaccarlo nuovamente, ma il suo debole corpo non rispondeva. Doveva sforzarsi di reagire. Misty sarebbe morta per colpa sua. Non poteva permetterlo.
- E’ divertente vedere un insetto agitarsi inutilmente, prima di venire schiacciato- disse Gary pericolosamente vicino a lui- Peccato che non sarai in vita per vedere la fine che riserverò alla tua amichetta. Mi accontenterò di eliminarti per primo…- mosse le braccia e le puntò contro di lui- Muori traditore…
Un ondata di freddo lo colpì e lo scagliò indietro. Gary aprì gli occhi e vide che era bagnato. Guardò davanti a sé e vide la ragazza in piedi vicino al corpo di Ash.
Si rialzò subito, ma l’acqua lo afferrò e lo scagliò nuovamente a terra, congelandosi sul corpo.
- Maledetta…- Gary tentò di spezzare il ghiaccio con difficoltà.
Ash guardò Gary e poi sopra di lui. Misty non era più circondata dal ghiaccio e pareva che al momento di attaccare Gary era cosciente.
Aveva appena utilizzato un suo solito attacco d’acqua, quindi si era risvegliata?
Poi lo sguardo serio di Misty si posò sul ragazzo. I suoi occhi celesti parevano non trasparire nessuna emozione in quel momento.
O forse quello che provava era rabbia? L’avrebbe ucciso ora che ne aveva l’occasione? Lui per terra inerme e sanguinante e lei piena di odio e vendetta.
Era strano, ma in quella circostanza, preferiva morire per mano sua, piuttosto che da altri. Sentiva che era la sua giusta punizione.
Chiuse gli occhi con un sospiro di rassegnazione.
Avrebbe lasciato molte cose in sospeso e anche una promessa fatta a se stesso…ma forse era destino che andasse così.
Sentì che una mano lo sfiorò sulla ferita. Una sensazione famigliare lo pervase. Aprì gli occhi e vide la mano della ragazza curare la sua ferita. Il sangue lentamente smise di fuoriuscire e il dolore diminuì.
Ash non ebbe il coraggio di guardare Misty. Che intenzioni aveva, ora che l’aveva guarito? E per quale motivo l’aveva fatto, se sicuramente avrebbe preferito vederlo morto?
- Riesci ad alzarti?- fu la prima cosa che disse la ragazza con una voce neutra.
Lui si mosse quasi nervoso e impacciato. Il dolore si faceva sentire ogni volta che tentava di fare qualche mossa affrettata, ma almeno la ferita aveva smesso di sanguinare.
- C-credo di sì…- rispose lui, ma appena tentò di mettersi in piedi, sentì le gambe tremargli e cedergli.
Un braccio gli passò dietro e lo sorresse per le spalle.
- Non affrettarti. Hai appena ricevuto un brutto colpo e la medicazione è solo provvisoria- gli disse Misty. Il suo viso era molto vicino al suo, poteva sentire il respiro di lei. Era stanca.
Ash annuì, senza aggiungere altro. Aveva quasi timore di dirle qualcosa che potesse peggiorare la situazione, già di certo non piacevole.
- Stupida ragazza…- la voce di Gary gli fece ricordare che si trovavano ancora nel mezzo di un combattimento. Il viso di lui era molto adirato. Decisamente non sopportava di essere messo a tappeto da un altro dominatore.
Il ghiaccio si era già sciolto e Gary si stava rialzando.
- Non ve la caverete così facilmente…
In quel momento accorsero altri dominatori del fuoco, tra cui Richie e Giselle, e rimasero sorpresi dalla scena che avevano di fronte. Ma ancora più scioccante era l’immagine di Ash sorretto da una ragazza.
- Ma quella…non è la dominatrice dell’acqua…?- fece Giselle sorpresa. Anche se avevano combattuto solo una volta, ricordava bene il viso dell’avversaria.
- Sì…- annuì Richie- Cosa ci fa qui?- poi guardò Gary che aveva un espressione poco rassicurante- Stanno combattendo?
- Però perché Ash è con quella?- chiese lei.
Neanche Richie riusciva a darsi una spiegazione. Sapeva che tra Gary e Ash non scorreva buon sangue e sapeva che in molte occasioni si scontravano. Ma quella non sembrava un normale allenamento e le loro espressioni lo confermavano. Il ghiaccio intorno a loro indicava che anche la ragazza aveva partecipato al combattimento, ma ora perché stava aiutando Ash? E perché lui non faceva niente per allontanarla o attaccarla?
Pensò poi allo strano comportamento di Ash, da quando era tornato dalla missione. Al suo scarso appetito e lo sguardo perso altrove.
Non era lo stesso Ash che conosceva, era cambiato…l’avevano cambiato…ma chi?
Però prima doveva fermarli, prima che danneggiassero ulteriormente la nave o che il capo li vedesse.
- Gary, fermati!- disse il castano- E anche tu Ash!- guardò il moro- Qualsiasi sia la vostra disputa, non è il caso di farla qui.
- Levati di torno!- Gary lo spintonò con forza.
- Ma…Gary- tentò di dire Giselle, mentre aiutava Richie ad alzarsi.
- Siete solo un disturbo! Non ho bisogno di voi incapaci! Eliminerò la feccia io stesso.
Ash notò dopo la presenza di Richie. Il castano lo guardava sorpreso, ma non poteva dirgli niente. Presto sarebbero arrivati anche gli altri dominatori del fuoco e la fuga sarebbe stata impossibile.
E Gary non sarebbe stato a guardare lì a lungo. E difatti eccolo lanciarsi con rinnovata furia contro di loro.
Misty sostenendo Ash con un braccio, con l’altro creò una barriera di ghiaccio.
- Credi che questo ghiaccio possa fermarmi un’altra volta?!- gridò Gary e con una serie di pugni roventi si creò un varco per passare.
Ma ad attenderlo c’era l’attacco di Ash. Fortunatamente la medicazione gli permetteva ancora di utilizzare il suo dominio.
Gary indietreggiò, per poi ripartire all’attacco.
- Misty…- cercò di dire Ash. Doveva convincerla a collaborare se volevano salvarsi da Gary.
- Lo so- lo interruppe, intuendo quello che le avrebbe detto- Attacchiamo!
I due ragazzi utilizzarono i loro domini per fare un attacco combinato. Gary tentò di respingerlo.
Il vapore dell’attacco avvolse il luogo dello scontro.
- Arrgh!- il castano mosse i suoi pugni roventi qua e là, nella speranza di beccarli nella nebbia. Notò due figure e lì attaccò senza pietà. Ma appena fu possibile vedere meglio, si accorse di aver distrutto solo due tronchi di ghiaccio.
Ora la sua furia era al massimo. Come si erano permessi di prendersi gioco di lui?!
- Che fate lì impalati!- gridò Gary alla piccola folla di dominatori raccoltasi sul luogo- Presto, bloccate le uscite!
Uno di loro si precipitò alla sala comandi e gridò all’uomo che stava spaparanzato su una sedia.
- Ehi, cos’erano tutti quei rumo…?
- Presto, chiudi tutte le uscite!
- Cosa?
- Muoviti!
L’uomo si alzò subito dalla sedia. Non capiva cosa stesse succedendo, ma dal tono di voce la faccenda sembrava grave. Premette dei pulsanti e dai monitor si videro le porte chiudersi autonomamente.
- Fatto…- disse l’uomo. Ma poi un segnale avvertì che una delle porte era bloccata- Come mai non funziona più?- tentò di schiacciare altri pulsanti, ma la porta rimase aperta.
Gary raggiunse una delle uscite più vicine e si bloccò quando notò qualcosa di brillante incastrato negli ingranaggi. Si avvicinò e constatò che era ghiaccio. La porta era ancora semiaperta, sotto non c’era il ponte, ma solo il mare e a poca distanza la riva.
- Gary!- lo raggiunse Richie- Dov’è Ash? E quella ragazza?
Gary lo guardò serio.
- Il traditore e la sua compare, si sono ormai dati alla fuga.
- Come? Ma cos’è successo?- Richie era confuso, avrebbe voluto una spiegazione.
- Quello che ho detto. Pensa piuttosto a come giustificherete il fatto che non c’erano guardie in tutte le uscite. Il capo vorrà delle spiegazioni per la vostra negligenza- lo sorpassò e si allontanò.
Era arrabbiato, ma non quanto lo sarebbe stato il Signore del Fuoco. Sorrise. Gli si prospettava delle nuove opportunità di rivincita.
Richie invece rimase a fissare la porta bloccata dal ghiaccio. Gli sembrava ancora impossibile che il suo compagno di combattimento se ne fosse scappato come un traditore. Non era da lui. Non lo avrebbe mai fatto. E non sapeva come gli altri avrebbero reagito alla notizia.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Erano tutti bagnati, ma almeno salvi…per il momento.
Misty era riuscita a trascinarlo fino al molo, senza che affogasse nell’acqua e che altri dominatori all’ertati dai rumori li avvistassero. Ora i due stavano camminando allontanandosi il più possibile dal porto, erano abbastanza al sicuro. Misty camminava ormai da qualche minuto in silenzio, mentre il ragazzo dietro di lei si guardava indietro e tornava poi a fissare le spalle della ragazza.
Solo ora che il silenzio degli alberi era l’unica cosa che udivano, il ragazzo si accorse che si tenevano ancora per mano dal momento della fuga. E lei non sembrava essersene accorta o aveva dato segno di disgusto.
Poi finalmente Ash si fermò e Misty fece lo stesso sentendo la mano di lui bloccarsi. Lei si voltò per guardarlo, per la prima volta dopo essere scappati.
- Può bastare- disse finalmente Ash- Le guardie non riusciranno a trovarti. Devi comunque raggiungere gli altri e andarvene per sicurezza. Gary non si arrenderà facilmente.
- …- lei lo fissò- E tu?- chiese.
- Io…devo tornare- chinò la testa- E’ inutile negare chi sono e il mio posto è sulla nave, con il Team Magma.
- Hai intenzione di tornare…da loro?
- Non ho scelta. Devo assumermi le conseguenze delle mie azioni. Anche se ti suonerà falso, detto in questo momento…mi dispiace. Avrei voluto andarmene, senza crearvi altri problemi…ma non è andata come avevo sperato. Mi dispiace davvero- si voltò- Addio.
Ash fece qualche passo, ma si sentì trattenere dal braccio. Si voltò confuso e vide che Misty gli stava ancora stringendo la mano.
- Dove credi di andare?- fece lei seria- Pensi di cavartela dicendo semplicemente “mi dispiace” e scappare nuovamente come un codardo?
- Io…- era perplesso e offeso- Io non sono un codardo! E’ solo la decisione più giusta per tutti.
- No. Non lo è- disse Misty decisa. Il suo sguardo era puntato su di lui- Se davvero vuoi fare la cosa giusta, scappare non lo è affatto!
- Non sto scappando!- replicò Ash innervosito dal tono della ragazza- Cosa vuoi che faccia? Che mi inchini e implori il tuo perdono? Vuoi umiliarmi fino ad ottenere la tua vendetta?
- Non è a me che devi chiedere perdono…- Ash la guardò senza capire-…ma ai tuoi compagni. Ai tuoi veri compagni che ti stanno aspettando e si staranno preoccupando.
- Ma…ma che stai dicendo?- ridacchiò nervoso- Stai delirando? Io non sono vostro compagno! Non lo hai ancora capito, dopo tutto questo trambusto? Quanto sei stupida, io sono un membro del Team Magma! Lo sono sempre stato! E vi ho ingannato…per tutto il tempo. E ora, lasciami andare- si voltò nuovamente, ma Misty non lasciò andare la presa.
- Certo, ci hai ingannati…ci hai feriti in un modo più profondo di quello che pensi. Ma se c’è una cosa che ho capito dopo tanto tempo…è che bisogna guardare dentro le persone. E io…non ho intenzione di perdere nuovamente un compagno.
Il moro era senza parole. Perché…perché non si arrabbiava? Perché non lo insultava, picchiava e lo cacciava, com’era giusto da fare? Perché lo guardava con quei occhi sinceri e non provava disgusto dopo le sue azioni?
Cosa doveva fare? Non si era mai trovato in una situazione del genere, mai con qualcuno che gli importasse veramente.
- Andiamo Ash…- disse lei dolcemente, avanzando e trascinandolo per la mano. Il ragazzo non si lamentò, né si impose e si lasciò condurre da Misty.
Il fruscio degli alberi tornò ad essere l’unico suono udibile.

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Capitolo 29
*** Cap. 28 ***


Che dire, nuovo capitolo della seconda parte. Incominceremo con il presentare più personaggi e i loro preparativi per il finale. La maggior parte dei personaggi che appaiono nella fic, sono personaggi realmente esistenti nella serie Pokémon, come avevo già spiegato in precedenza. Solo uno o due sono inventati. 
Questo capitolo non ha niente di così particolare, nessun combattimento in vista, ma è importante per il proseguimento della storia. Buona lettura.



Cap.28

Lo fissarono a lungo senza dire niente, con espressione di stupore e incredulità. Il castano si limitò solo a guardarlo.
Non c’erano parole da aggiungere in quel momento. Le loro facce dicevano tutto.
Il moro attese quasi un eternità, da quando aveva proferito le ultime parole alle costanti domande dei ragazzi. Le ragazze guardarono poi la ragazza dai capelli color arancio che gli stava accanto, lo sguardo di lei confermava tutto.
Infine lentamente uno dopo l’altro si voltarono e si diressero ognuno in direzione diverse.
Lui semplicemente rimase lì a fissarli, mentre gli davano le spalle.
Credeva che il dolore fisico fosse la cosa peggiore per un essere umano…ora aveva compreso che c’era qualcos’altro di più doloroso…i sentimenti. Le ferite emotive erano più difficili da sopportare.
Chinò la testa afflitto.
Non sarebbe servito trovare delle scuse per il suo comportamento, perché non ce n’erano.
Una mano si appoggiò alla sua spalla. La ragazza gli passò affianco.
- Ci vorrà del tempo- disse lei.
- …era proprio necessario?- chiese lui.
- Preferivi ancora mentire?- Ash non rispose- La verità fa male…ma la bugia ferisce di più. Se vuoi veramente riconquistarti la nostra fiducia, questo è solo primo passo- si allontanò anche lei.
Ash sospirò. Sembrava essere passata un eternità da quando stavano lottando per sopravvivere. La nave del Team Magma l’aveva lasciata alle sue spalle. E con essa tutti i membri del Team, Richie, Giselle, Gary, il Signore del Fuoco…
Aveva sentito parlare di persone che avevano osato lasciare il Team Magma…ma nessuno di loro era sopravvissuto. Non possono esistere traditori, secondo la concezione del Signore del Fuoco. E per Gary sarebbe stata un ottima occasione per perseguitarlo ed ucciderlo. Non aspettava altro da anni.
E ora…quale sorte gli sarebbe toccata? Se tempo prima pensava solo a combattere, ora davanti a sé vedeva solo un futuro incerto.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Che storia è questa?!- l’uomo sbatté entrambe le mani sulla scrivania- Mi state dicendo che avete fatto fuggire una prigioniera che aveva catturato Gary?! E che Ash l’ha aiutata, scappando con lei?!
- Ecco…sì- annuirono due uomini.
Dietro dei due, erano riuniti alcuni giovani che avevano assistito allo scontro, tra cui Richie e Giselle. Gary si limitò a sorridere soddisfatto.
- Mi allontano per qualche giorno e qui scoppia un finimondo! Che avete da dire per questo fracasso Tabitha, Brody?!
- Non accadrà più, capo- disse Tabitha.
- Lo auguro per il tuo stesso bene. Quando lo saprà il Signore del Fuoco, non accetterà delle scuse- guardò il ragazzo dai capelli castani- Gary, da oggi prenderai il posto di Tabitha e guiderai le ricerche su Ash.
- Ma…- fece per protestare Tabitha, quello era il suo ruolo. Non lo poteva far rimpiazzare da un ragazzino.
- Nessun “ma”, Tabitha!- disse l’uomo autoritario- E ringrazia che non ti abbia retrocesso a soldato di quinto livello! Tu e Brody dovrete prendere ordini da Gary e fare tutto quello che vi dice.
- …come lei desidera- i due annuirono a malincuore.
Tabitha sospettava che dietro alla fuga della ragazza, ci fosse di mezzo Gary, ma non aveva nessuna prova per confermarlo.
- Mi fido di te, Gary. Non deludermi- disse il Capo.
Il ragazzo annuì soddisfatto e guardò con compiacimento lo sguardo inviperito di Tabitha, che però non disse niente e preferì ritirarsi dalla stanza insieme a Brody.
- Gary, organizza un gruppetto e iniziate le ricerche al più presto- continuò l’uomo- Il Signore del Fuoco non deve venire a sapere della fuga di Ash.
- Sarà fatto, Capo.
Infine tutti gli altri uscirono dalla stanza. Alcuni si diressero nei loro dormitori, altri alla mensa.
- Bene…- fece Gary una volta uscito- Ora che posso muovermi liberamente, le cose cambieranno qui.
- Che hai intenzione di fare Gary?- chiese Richie fissandolo serio. La prospettiva che Gary si alzasse di livello così velocemente, non gli aggradava.
- Non ti è ancora chiaro?- lo guardò divertito- Andremo a cercare il traditore.
- Andremo?
- Sarebbe più facile se me ne occupassi da solo, ma quando mi scontrerò con Ash, non voglio intromissioni di nessun genere. Tabitha e Brody saranno anche di un livello più bravi di voi, ma non hanno la vostra stessa esperienza con il Team Luce. Tu, Giselle e A.J., sarete i primi del gruppo. Per il resto mi occuperò di cercare validi combattenti- detto questo, Gary si allontanò sicuro di sé. Le cose stavano procedendo a meraviglia.
- Richie…dovremmo scontrarci con Ash?- fece Giselle, quando Gary fu lontano.
- Dopo quello che ha fatto, è il minimo- disse A.J. che era rimasto ad ascoltare.
- Sta zitto tu- disse Richie scocciato- Non lo conosci neanche Ash.
- Non certo come te- fece A.J. ironico- Bel compagno, uno che tradisce la propria gente.
- Tu faresti lo stesso, se ti convenisse- Richie lo guardò con disprezzo.
- Ehi, non scaldarti- alzò le mani davanti- Non è certo con me che te la devi prendere, ma con il tuo caro compagno.
Richie abbassò lo sguardo. Ancora adesso non capiva il gesto di Ash.
Erano il Team Magma, gli avevano insegnato a non provare sentimenti come amore, amicizia e gratitudine. Conoscevano solo odio, onore e un grande rispetto per il loro Signore del loro paese..
E più di tutti Ash conosceva queste regole, portando sulle sue spalle un gran fardello del suo passato. Non si sarebbe mai sognato di fare un azione simile, Ash.
Eppure, quando lo aveva visto accanto a quella dominatrice, non sembrava più lui.
Era chiaro, quella ragazza qualsiasi cosa gli avesse fatto, lo aveva totalmente cambiato. Era lei da eliminare, affinché Ash potesse tornare sul suo cammino.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

Sospirò.
Non avevano fatto molta strada, che già si erano fermati. Si erano giusto allontanati, in modo da non farsi trovare dai nemici che si aggiravano nei dintorni.
Ed era tornato il silenzio. Un terrificante silenzio, giacché nessuno parlava e si guardava. Ed era lui la causa di ciò.
Ognuno dei ragazzi si era nuovamente allontanato per fare le proprie cose, forse credevano che tenere la mente occupata gli avrebbe aiutati a non pensare.
E qualsiasi tentativo di lui di avvicinarsi a loro, anche solo per dare una mano, era rifiutato e allontanato. Lo evitavano quasi avesse la peste, neppure si degnavano di guardarlo negli occhi. Ma appena lui voltava le spalle, sentiva i loro sguardi su di sé.
E ora si trovava lì, disteso sul prato a fissare il cielo con noia.
Stare da solo per lui non era un problema. Non lo era mai stato. Aveva passato anni ad allenarsi in solitudine e anche se intorno aveva avuto tanti membri del Team Magma, per lui era stato indifferente.
Ma ora sentiva che era diverso. Quella nuova solitudine lo rendeva triste.
Quei mesi passati con il Team Luce, lo avevano cambiato così tanto?
Già, la loro compagnia era stata per lui in un certo modo “speciale”. E anche se lui lo negava dicendo che stava fingendo con loro, sentiva che stava solo mentendo a se stesso.
Si girò di lato, ma questo gli provocò una fitta al fianco. Si mise seduto. Continuava a fargli male la ferita dal giorno del combattimento. Misty gli aveva avvertito che era solo una medicazione provvisoria.
Non ho intenzione di perdere nuovamente un compagno.
Socchiuse gli occhi. Dal giorno che Misty aveva appreso la verità su di lui e aveva utilizzato la tecnica del ghiaccio, pareva cambiata.
Ogni tanto si chiedeva cos’era successo realmente, mentre combatteva contro Gary. Com’era riuscita Misty a riprendersi? Cos’è che veramente frullava nella testa di quella ragazza?
Certo, ci hai ingannati…ci hai feriti in un modo più profondo di quello che pensi. Ma se c’è una cosa che ho capito dopo tanto tempo…è che bisogna guardare dentro le persone.
Misty era così diversa dalle persone che aveva incontrato. Giusto quando pensava di aver capito tutto sulla ragazza, un attimo dopo attuava diversamente. Era un mistero per lui.
Se vuoi veramente riconquistarti la nostra fiducia, questo è solo primo passo.
Ma sarebbe davvero servito? Dubitava che lo avrebbero accettato nuovamente come parte del gruppo.
- A che stai pensando?- fece una voce dietro di lui- Non certo a come scappare nuovamente, spero- spuntò la ragazza col codino.
- Non scappo io- fece lui offeso.
- Ah, sì? Io credevo il contrario- fece lei con sarcasmo, mentre si sedeva accanto a lui.
Almeno tra il gruppetto, lei era l’unica che finora gli aveva rivolto la parola. Anche se avrebbe preferito che evitasse di farlo sentire ancora più male con quelle frasi.
- Andiamo, non è la fine del mondo- disse Misty, mentre gli porgeva una lattina da bere- Non avrai certo pensato che sarebbe stato tutto facile?
- No…- lui prese la lattina e la tenne tra le mani pensieroso- Solo credo che non sia una buona idea che io resti qui.
- Hai un alternativa migliore?
- …no, penso- aveva voltato le spalle al Team Magma, non c’era possibilità di fare marcia indietro- Ma la mia presenza potrebbe causarvi problemi. Gary verrà a cercarmi e vi ritroverete immischiati nella battaglia.
- Gary…è questo il nome di quel dominatore?- Ash annuì- Be’, che venga pure. Io lo aspetterò.
- Forse non hai ancora capito contro chi hai a che fare.
- Lo so, è forte- alzò le spalle- E allora?
- E’ solo incoscienza la tua, o pazzia?- fece Ash perplesso dalla tranquillità della ragazza.
Lei bevve un sorso dalla lattina e guardò davanti a sé.
- Ash io…ho intenzione di battermi contro il Signore del Fuoco. Se mi facessi impressionare o sconfiggere da altri nemici, non riuscirei nel mio intento. Sarà anche pazzia, ma se questa è l’unica strada per raggiungere il mio scopo, la percorrerò tutta. Non mi farò fermare da nessuno.
Ash la fissò tra il sorpreso e il divertito.
- E’ pazzia- sentenziò- Deboluccia come sei, verresti sconfitta subito- Misty lo guardò offesa- Ma chissà…con il mio aiuto potresti farcela- aggiunse con superbia.
- Ohh, e così il signor Ash si degnerà di aiutare la qui presente “deboluccia”- fece lei sarcastica- Presumo quindi che ha deciso di abbandonare il Team Magma e scontrarsi con il proprio Signore del Fuoco.
Il moro assunse un espressione vaga.
- Scontrarmi con il Signore del Fuoco- ripeté pensieroso. Finora lo aveva detto senza dare il vero significato a quella frase. Cosa significava per lui scontrarsi con il Signore del Fuoco? Non ci aveva pensato ancora seriamente.
- Hai dei ripensamenti?- chiese Misty, vedendolo riflettere sulla frase.
- …è solo strano.
- Be’, abituati. Mi sentirai ripeterlo all’infinito, caro compagno.
- E non hai paura che possa tradirvi nuovamente?
- Non te lo permetterei- lo guardò- Te l’ho detto, non ho intenzione di perdere un compagno. E se questo significa doverti trattenerti con la forza, lo farò- disse lei con decisione- Non ti lascerò andare via da me.
Ash la guardò negli occhi, rendendosi conto poi che il suo cuore aveva iniziato a battere forte. Abbassò immediatamente lo sguardo. Si toccò il petto imbarazzato e confuso. Com’è che d’improvviso sentiva la sua temperatura alzarsi? E perché una semplice frase, lo aveva colpito in quel modo?
- Ti fa ancora male la ferita?- chiese lei vedendolo chinarsi.
- N-no…cioè, sì…- fece lui agitato- Mi passerà.
- D’accordo- si alzò in piedi.
- Io…non credo che siano dello stesso parere gli altri. Ora che sanno la verità, non vorranno viaggiare con me.
- Tu dici?- alzò le spalle e sorrise- Forse non li conosci abbastanza- lo lasciò solo.
Ash tirò un sospiro. Il cuore aveva ripreso a battere normalmente. Cosa gli era preso prima? Forse si stava ammalando?
- Uff, che problema!- sbuffò lui, senza accorgersi della presenza di qualcuno.
- Uh…scusa, ti lascio stare…- fece una voce timida.
Ash si voltò sorpreso. Era Dawn e se ne stava andando.
- No, aspetta. Non dicevo a te- disse Ash. Non l'aveva vista arrivare.
- Oh…- si fermò, poi con incertezza gli si avvicinò.
- Non sapevo che eri qui. Volevi dirmi qualcosa?
- …no. Suppongo che no.
- Ah- chinò la testa deluso- Non mi parlate più. Immagino che sia per quello che vi ho detto- si voltò- Non fa niente. E’ giusto che mi odiate.
- No, io non…- fece Dawn, poi sembrò titubare- Nessuno ti odia.
Ash si voltò nuovamente verso la ragazza dai capelli blu. Lei si chinò e gli porse una boccetta.
- Cos’è?- chiese curioso.
- Un unguento fatto da me- Ash la guardò senza capire- Misty mi ha detto che ti eri ferito…
- Oh- sorrise- Grazie, mi serviva proprio.
- Perché non ci hai detto subito la verità?- chiese Dawn seria. Ash smise di sorridere.
- Ero una persona diversa, prima di conoscervi. Non credo che vi avrebbe fatto piacere conoscermi realmente.
- E quella che invece abbiamo conosciuto in questo tempo…chi era?
- Non lo so…da quando ho iniziato a viaggiare con voi, il mio modo di vedere è cambiato. Io sono cambiato. O almeno lo credo. So solo che non riuscivo più a mentirvi, né a portare a compimento la mia missione. Non mi rimaneva alternativa che andarmene.
- Ora però sei qui.
- Sì…Misty insiste che debba continuare a viaggiare con voi. Ma dopo quello che ho fatto, dubito che tutto torni come prima.
- Tu mi hai spronata ad avere fiducia in me…quelle frasi me le dicevi con sincerità, ne sono certa. Ora sono io che ti dico di avere più fiducia in te stesso. Quell’Ash che mi parlava e mi aiutava, non credo che fossero solo frutto di una menzogna. Me lo sento, dentro di te c’è un ragazzo che sta lottando. Devi solo decidere quale parte di te vincerà.
- Non credo che sia così facile- ridacchiò lui, sfiduciato.
- Prima di conoscere il Team Luce, ero convinta che sarei rimasta la solita ragazzina che si demoralizzava. Che non sarei riuscita a vincere un solo combattimento. Che le mie idee non sarebbero mai state ascoltate- alzò lo sguardo- Ancora adesso non riesco a cavarmela da sola e non riesco a prendere decisioni. Ma la mia presenza ora è utile a qualcuno. Ci sono persone che credono in me e io credo in loro. Non sono sola. E finché loro mi staranno accanto, sono sicura che un giorno riuscirò a reggermi da sola in piedi.
Ash la guardò e sorrise. Sì, Dawn pareva cresciuta dal giorno che l’aveva conosciuta.
- In questo caso…io darò il mio meglio per farmi perdonare.
- Così va bene- Dawn sorrise.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Non va affatto bene invece- fece un uomo camminando avanti e indietro.
- Qualche problema Capo?- chiese una donna dai lunghi capelli rossi.
- Mi spieghi perché non si sta procedendo con il piano?
- Alla sezione Scientifica hanno qualche problema con la pietra.
- Non voglio sentire scuse!- disse arrabbiato- So che il Signore del Fuoco sta preparando il suo esercito. Potrebbero decidere ad un momento all’altro di attaccare e non ci sarebbe alleanza che ci salverebbe.
- Non si preoccupi Capo, saprò mettere fretta ai nostri scienziati. Con le cattive si ottiene tutto.
- Sì, sì…ma fai in fretta. Come va con la nostra recluta?
- Oh, si è comportato benissimo. L’ho messo alla prova e ha dato risultati interessanti. Ormai è succube del nostro potere e ci sarà molto utile più avanti- disse con un sorrisetto.
- Tu…stai tramando qualcosa, giusto?- la guardò sospettoso.
- Diciamo che…ho qualcosa in mente- chinò leggermente la testa- Con il suo permesso, mi ritiro- la donna si voltò, i lunghi capelli rossi volteggiarono. Uscì dallo studio.
L’uomo la conosceva ormai troppo bene. Era una donna molto attraente, ma allo stesso tempo molto pericolosa. Non per altro era la sua vice. Si fidava di lei, ma non sapeva se faceva bene. Nei suoi occhi poteva intravedere un astuzia e una freddezza che le faceva onore nel Team Aqua.
Dal primo giorno che l’aveva incontrata, aveva intuito in lei un abilità rara in una dominatrice d’acqua e una determinazione nel calpestare gli altri pur di raggiungere i suoi obiettivi. Si chiedeva se in quel cuore di ghiaccio, esistessero ancora dei sentimenti.
Shelly scese al sotterraneo. I corridoi avevano le pareti di vetro, da cui si poteva vedere nitidamente le varie specie di Pokémon nuotare in una vasca simile ad un acquario.
Si fermò un momento a guardare un Gyrados, un drago di mare. Le portò alla mente un ricordo.

- Tu credi di sapere già tutto? Sei solo una novellina!- gridò una donna furiosamente ad una ragazza dai capelli rossi- Hai ancora molto da imparare! E dubito che lo imparerai, se insisti a voler diventare forte subito! Esiste un tipo di forza che tu non riuscirai mai ad ottenere!

Shelly strinse forte le mani. Quella forza…quella forza di cui le parlava quella stupida donna, ormai era certa che l’avrebbe ottenuta. Mancava poco, affinché sarebbe diventata invincibile. Ma per questo, avrebbe dovuto sacrificare altre persone.
Sorrise malignamente. Non le importava. Nessuno si sarebbe messo in mezzo alle sue ambizioni, neanche quella dominatrice d’acqua da strapazzo.
Non utilizzare gli altri per proteggerti! Sei una vigliacca!
Ridacchiò. Non capiva perché quella ragazzina cominciava a interessarla. Era una dominatrice d’acqua come lei e ci si rivedeva quando lei aveva la sua stessa età ed era più ingenua.
Ma ormai aveva superato quel periodo.
Riprese a camminare e raggiunse il laboratorio. Trovò dei signori intenti a trafficare con delle sostanze e dei macchinari. Appena la porta scorrevole fece intravedere la figura della donna, tutti loro abbandonarono le loro faccende e si posizionarono sull’attenti.
- Mia signora, a cosa dobbiamo la sua visita?- fece uno precipitandosi da lei in modo servile. Lei lo squadrò con freddezza.
- Bando alle chiacchiere, qualche novità?
- Ecco, stavamo appunto per fare altri test…
- Basta con i test, è ora di passare all’opera.
- Ma mia signora, sarebbe troppo rischioso. Per chiunque. Non abbiamo abbastanza dati su…
- Avevate detto che era questione di poco! Dov’è finita quella vostra sicurezza?- gli si avvicinò minacciosamente- Il Capo è stanco di aspettare e sai cosa succede se si spazientisce…
- S-sì…- annuì impaurito. Anche se era un uomo molto più grande, lo sguardo diabolico della donna intimoriva chiunque. Non aveva pietà per nessuno.
- Bene…- sorrise come se nulla fosse- Preparate il necessario. Al resto ci penserò io.
Gli scienziati annuirono e corsero in varie direzioni, mentre Shelly avanzò tranquillamente verso un’altra stanzetta più protetta e senza finestre. Al centro un cilindro di vetro al cui interno conteneva all’apparenza un oggetto senza valore. Lì, a pochi centimetri dalla barriera, c’era una ragazzo che fissava serio l’oggetto.
- Chi direbbe che quel sasso abbia un così immenso potere?- fece la donna avvicinandosi a lui.
Il ragazzo non rispose.
- La leggenda dice che solo chi ne è meritevole, scoprirà il vero potere della pietra- continuò la donna- Il ladro che ha portato la pietra su quell’isola, pensava veramente che nessuno lo avrebbe trovato. Che illuso- lo guardò- Non sei curioso di scoprire chi ne sia degno?
- Voglio solo sconfiggere il Paese del Fuoco.
- Certo, certo…ma forse c’è un modo per affrettare quel giorno.
- Che intendi dire?- la guardò interessato.
La donna gli indicò la pietra dentro il cilindro.
- Quella è la chiave per arrivare prima al nostro scopo.
- Questo lo so già.
- Non vorresti provarla? Se tu riuscissi a dominarla, avresti a disposizione tutto il potere per sconfiggere i tuoi nemici in un colpo solo.
- Però…- fece incerto.
- Non eri tu che mi ha detto che eri disposto a tutto?- lo guardò da vicino con voce persuadente- Questo è solo un piccolo prezzo da pagare. Pensaci.
Il castano abbassò lo sguardo indeciso. Poi ricordò il motivo per cui si era messo in cammino lontano da Cerulean.
- Lo farò.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Non lo farò- disse un moro.
- Come, scusa?- la ragazza lo guardò.
- Dico che non mi farò trascinare da voi in tutti quei negozi- insistette lui, deciso a farsi valere- So come va a finire. Dite che si tratta solo di qualche minuto e poi se ne va tutta la giornata. Ma questa volta me ne starò fuori tranquillo.
- Come vuoi…- alzò le spalle- Quindi hai intenzione di entrare in città con quei abiti- indicò la divisa del Team Magma che ancora indossava il moro.
- Con il mantello non si noterà.
- Dico sul serio, mica hai intenzione di andare conciato così. In divisa o incappucciato, darai l’impressione di essere un tipo losco. E poi, se veramente hai lasciato il Team Magma, non credi che tenendo la divisa sia più facile per loro rintracciarti? Senza contare che i tuoi vecchi vestiti si trovano ancora sulla nave.
- Be’, qualcosa troverò.
- Sì, qualche ramo e foglia- fece lei ironica- Dai, non fare i capricci e vieni- lo spinse da dietro.
- Ti ho detto di no- si rifiutò lui.
- Ahh, che bambino!- sospirò esausta- Vai che ti sta aspettando Brock.
- Brock?
- Sì, andrai con lui a comprare. Non mi fido dei tuoi gusti e lui ti saprà consigliare.
- Grazie della fiducia- fece ironico- Sono grande, sai?
- Non è solo per te. Conosco Brock, e se venisse con noi si perderebbe a fare la corte a tutte le donne.
- Però non sono d’accordo.
- Di che ti lamenti? Almeno non dovrai venire con noi altre. Non hai idea di come diventino le ragazze durante i Saldi- alzò lo sguardo scocciata. Era anche lei una ragazza, ma certo non si metteva a strillare per un vestitino scontato- E visto che finirete prima, andrete a cercare un posto dove andare a dormire questa notte.
- Il mio parere conta ancora qui?
- Certo che no- lo spinse avanti, dove c’era ad attenderlo un ragazzo dalla carnagione scura- A dopo ragazzi. E raggiunse le ragazze.
- Eh…- Ash si trovava davanti ad un Brock stranamente serio- E così ci hanno lasciati a noi stessi- cercò di buttare giù qualche parola.
- Andiamo- lui impassibile, si voltò e fece segno di seguirlo. Insieme entrarono alla città di Cascata.
Ash sospirò. Da quando Brock aveva scoperto la verità ed era venuto a sapere dell’episodio sulla nave, era ancora più difficile parlargli. Solitamente Brock aveva una faccia ebete davanti ad una bella donna, ma in sua presenza era inaspettatamente serio con tutte. Forse non gli aveva perdonato di aver tradito la loro fiducia e di aver messo in pericolo Misty.
Aveva detto a Dawn che si sarebbe impegnato a farsi perdonare, ma da dove cominciare?

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- E’ permesso?- fece un ragazzo con indosso i suoi vestiti semplici, una maglietta viola e dei pantaloni scuri.
- Ohh…Gary- dissero emozionate due ragazze grandi, una coi capelli corti e di un bianco platinato, l’altra bionda, con la frangetta che le copriva un occhio. Le due lo circondarono festive.
- Ciao Annie e Oakley- le salutò cordialmente.
- Qual buon vento ti porta dalle nostre parti?- fece la bionda sorridente.
- Come mai non sei in divisa? Sei qui in visita non ufficiale?- chiese l’altra incuriosita.
- Diciamo che sono qua per una cosa che avete qui con voi.
- Ohh- le due ragazze si guardarono.
- Abbiamo qui qualsiasi genere di tesoro, dal più antico a quello più futuristico- disse Oakley.
- Abbiamo tutte le informazioni segrete per accedere in qualsiasi posto- disse Annie. mostrando il pc portatile.
- Non m’interessa quello che rubate in quanto membri del Team Rocket- fece lui disinteressato a quelle anticaglie che riempivano tutte le stanze- Sono qui per una persona.
- Oh…intendi lui- fece la bionda quasi delusa.
- E’ sul retro. E’ da quando che è arrivato, che non smette di allenarsi- fece Annie seccata.
- Non dico che non sia interessante come persona, ma è così serio da annoiare- disse Oakley.
- Certo, due persone come voi non possono capirne il valore- disse Gary e poi si sedette comodamente sul divano rubato in chissà quale hotel di lusso.
- Non dovevi andare da lui?- chiese Annie.
- C’è tempo. Prima vorrei scambiare due paroline con voi- incrociò le gambe e appoggiò un braccio sulla spalliera del divano. Un sorriso furbo gli si disegno sul volto. Le due ragazze si sentirono a disagio- Avete sentito la notizia sull’isola Smeraldo?
- S-sì…- fece Annie incerta.
- Non vi pare un po’ strano sequestrare un intera isola che non ha niente da offrire? Anche per un Team come Aqua, sarebbe troppo stupido e dispendioso- disse lui guardandole. Le due ragazze erano ancora più nervose- Ammesso che loro non sapessero qualcosa che tutti ignorano.
- Eh…forse- disse Annie incerta.
- Non è che voi, casualmente, sapete di cosa sto parlando?- i suoi occhi fissarono le due ragazze, sapeva benissimo dove parare con quei suoi discorsi. Le ragazze tentarono di sembrare ignare alle sue allusioni.
- Di che stai parlando Gary?- fece Oakley con un sorriso debole- Non abbiamo idea di cosa stai…
- Sentite!- disse Gary imperioso, diventando serio e facendo sussultare le due ragazze- Lo so che state collaborando anche con il Team Aqua! Cosa non fareste voi per soldi- tornò ad avere un sorriso amichevole- Voglio solo che mi raccontiate tutto quello che avete scoperto per conto del Team Aqua.
- Ma…
- E non accetto rifiuti- di nuovo serio, come minacciandole- Non tollererò che mi nascondiate anche la più piccola informazione.
Le due ragazze si guardarono e assentirono sconfitte. Non se la sentivano di disobbedire a una richiesta di Gary. Per quanto fosse più piccolo di loro, non ci avrebbe messo un secondo a bruciare la loro villa, con l’enorme potere che aveva.
- D’accordo.

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Capitolo 30
*** Cap. 29 ***



Cap. 29

- No…no…- scorse la mano tra i vari vestiti maschili- Mh, questo potrebbe…no, decisamente no.

- Brock, mi va bene uno qualsiasi- fece Ash con le braccia incrociate dietro la nuca- Non è il caso di perdere tempo.

Brock, sempre con il suo sguardo serio, tirò fuori la prima cosa che aveva tra le mani e glielo mostrò. Era un kilt scozzese, una gonna corta a quadretti per uomini abbinato ad uno strambo cappello.

- Ehm, ritiro quel che ho detto- fece Ash spaventato. Brock riprese a guardarsi intorno.

Non pensava certo che sarebbe stato Brock a sceglierli gli abiti. Si sentiva così stupido. Poteva vedere lo sguardo dei bambini accompagnati dai padri. Non ci faceva una bella figura. E Brock era solo qualche anno più grande di lui.

- Trovato. Ha più o meno gli stessi colori dei tuoi vestiti precedenti- Brock tirò fuori una felpa a maniche corte e cappuccio, abbinato con un pantalone di colore verso l’azzurro.

Ash lo guardò sorpreso. Era perfetto. Non si sarebbe immaginato un abito più adatto a lui. Brock aveva buon gusto e soprattutto aveva incontrato qualcosa che sarebbe piaciuto anche ad Ash.

- Provalo. Dovrebbe essere della tua taglia.

- Va bene- il moro andò a cambiarsi. Pochi minuti dopo uscì dal camerino felice. Gli stava bene il completo addosso e si sentiva comodo. I pantaloni che indossava prima, iniziavano a stargli stretti e corti. Insieme ad un cappello era perfetto, il suo purtroppo lo aveva abbandonato prima di raggiungere la nave. Aveva avuto una buona idea Misty di comprare un nuovo vestito. Poi si voltò verso Brock. Anche lui si era cambiato. Indossava un abito simile al precedente per i colori, ma il modello era diverso- Stai bene.

- Mh- lui annuì guardandosi allo specchio, poi guardò Ash- Che ne farai della divisa?

Il moro guardò quello che teneva tra la mani. Il simbolo del fuoco era così evidente nella divisa ormai danneggiata dalla battaglia contro Gary.

- Non posso lasciarla qui. C’è il rischio che qualcuno la trovi.

- Mh, sì- Brock andò a pagare e i due ragazzi uscirono dal negozio.

- Sei bravo a scegliere- disse Ash, cercando di evitare di tornare a quel silenzio insopportabile.

- Con tanti fratelli piccoli e senza genitori, ero io a comprare i loro vestiti e a ripararli se si strappavano.

- Oh. I tuoi fratelli devono esserti grati per le tue premure. Dev’essere bello avere dei fratelli o sorelle.

- Sei figlio unico?

- Sì…ma non ho mai pensato di aver bisogno di qualche fratello- sorrise, per un attimo gli era attraversato nel cervello l’idea di avere come fratelli tutti quelli del Team Luce. Che bizzarro sarebbe stato. Poi si fermò e si guardò intorno- Bene, non c’è nessuno.

- Che vuoi fare?

- Fare sparire la divisa- la prese tra le mani e creò un fuoco sotto di esso. Il tessuto andò a bruciarsi lentamente- Eh, dimenticavo che sono resistenti al calore. Ci vorrà un po’.

- Non c’è bisogno che tu lo faccia- disse Brock.

- No, va bene così. E’ anche un modo per cancellare il mio passato.

- Non è certo bruciando la tua divisa che cambierà la situazione.

- Lo so…non sarà così facile ottenere il tuo perdono.

- Aspetta- gli fece cadere di mano la divisa e vi ci pestò sopra per fermare le fiamme.

- Ma cosa stai facendo?- fece Ash stupito. Il bruno si chinò appena il tessuto finì di bruciare e tirò fuori un paio di forbici.

- Sarebbe da stupidi bruciarlo tutto- disse Brock, mentre ne ritagliava un pezzo che si era salvato.

- Non capisco- fece Ash perplesso.

- Hai detto che la divisa del Team Magma è resistente al calore.

- Sì, trovandoci costantemente a contatto con il fuoco, la divisa deve essere in grado di non bruciarsi. Ma non capisco cosa te ne vuoi fare, ora che è mezza bruciata.

- Se dobbiamo scontrarci con dominatori del fuoco, ci farebbe molto comodo degli abiti fatti con un materiale che possa respingere il calore- mise il tessuto nel suo zaino- E io conosco dominatori che sono in grado di riprodurre lo stesso tessuto, una volta capito di cosa è composto- si rialzò.

- Non ci avevo pensato. E’ una buona idea, Brock. Sei sempre previdente. Se non fosse per la tua fissa per le donne, saresti un buon leader.

- Ma lo è già Misty- lo guardò con un espressione dura- La stessa ragazza che ti è venuta a cercare e che sarebbe morta per colpa tua.

Ash sentì come una fitta nel corpo. Brock aveva colpito nel segno. Chinò la testa abbattuto.

- …ma a diversità di George, tu ti sei ravveduto e sei tornato indietro- continuò Brock. Ash alzò la testa- Avrei preferito che l’avresti fatto prima, ma suppongo che non tutte le persone si pentono subito.

Ash non seppe se sorridere. Non gli stava dicendo chiaramente che l’aveva perdonato, ma neanche il contrario.

- Io non avrei voluto che Misty mi seguisse, né che venisse coinvolta nel combattimento.

- Ma lo ha fatto. E lo rifarebbe, se ricapitasse l'occasione.

- Non ho intenzione di andarmene, né farle correre altri pericoli. A nessuno di voi.

- Questo si vedrà. La strada da percorrere è ancora lunga. Ma se scoprissi nuovamente che ci stai ingannando…

- Lo so. Mi elimineresti- concluse Ash intuendolo dallo sguardo di Brock- Ma non ce ne sarà bisogno- lo guardò con la stessa decisione del bruno- Sono sincero questa volta.

- Mh…d’accordo. Ora andiamo a cercare un albergo.

- Che fretta c’è? Le ragazze ci impiegheranno una vita prima di finire.

- Voglio al più presto incontrare chi ci darà le informazioni, e cosa più importante vorrei affrettare il nostro viaggio. Voglio portare Misty dalla professoressa Ivi.

- E perché?

- Ha utilizzato la tecnica del ghiaccio con te, giusto?- Ash annuì- E non hai notato nessun cambiamento in lei?

- Ecco…non particolarmente. Mi è sembrata la solita Misty.

- E’ importante per dei dominatori avere il pieno controllo del proprio dominio e Misty ha utilizzato per ben due volte la tecnica del ghiaccio in uno stato di incoscienza. Non sappiamo cosa le sia successo precisamente e neanche come stia veramente. Ivi è l’unica che può aiutarla.

- Pensi che sia grave?

- Non credo, ma per essere sicuri un controllo non guasta.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Va bene così, invece- fece la ragazza con il codino.

- E io dico che staresti meglio con i capelli sciolti- disse Dawn.

- Concordo- disse Melody.

- Hai dei bei capelli, è un peccato che non te li faccia crescere e che li leghi in un codino.

- Devo combattere Dawn, non sfilare in passerella. Se i capelli fossero più lunghi, mi sarebbero di intralcio.

- Io e Dawn combattiamo tranquillamente con la gonna, non capisco perché tu e May insistiate a indossare dei pantaloncini.

- Che c'è di strano? Noi siamo più comode così- disse Misty.

- Però come pensi che un ragazzo si interessi a te?- fece Melody- Non sei più una bambina, devi farti vedere più femminile.

- Melody!- disse Misty nervosa e imbarazzata- Quello che mi interessa al momento è solo combattere! Non c’è tempo per pensare ai ragazzi.

- Sono convinta che t'interesseresti ad un ragazzo solo se questo ti battesse- disse la castana.

- In questo caso- fece Dawn- Ash non l’aveva battuta l’ultima volta?

Melody e Misty si voltarono a guardarla.

- Non dire assurdità!- fece Misty ancora più imbarazzata- E poi Ash non mi ha battuta veramente. Ha avuto fortuna!

- E in ogni caso, dubito che riuscireste andare d’accordo- intervenne May che era rimasta in silenzio- Venite da due mondi diversi. Senza contare che fa parte del Team Magma.

- May, lui non…- tentò di dire Misty. Melody chinò la testa.

- Sì, lo ha lasciato. Ma quanto ci impiegherebbe a tornarci?- disse May- Non ti sembra troppo semplice? E’ bastato che tu gli dicessi di tornare e lui ha abbandonato come niente fosse la sua vita da assassino? Troppo facile.

- May! Lui non ha ucciso nessuno!- disse Misty arrabbiata.

- Ah sì? Te l’ha detto lui e tu gli hai creduto? Ti credevo più intelligente. Ash è uno del Team Magma. Li conosci bene anche tu, non si fermano davanti a niente. Ce ne hanno dato ulteriore prova al Contest dei Domini.

Misty la guardò dispiaciuta. A nessuno di loro piaceva il Team Magma. Gli avevano procurato brutti ricordi a ciascuno di loro.

- Capisco cosa provi- disse Misty dolcemente- ma Ash è diverso.

- Era quel che credevamo, prima che conoscessimo la verità.

- Io gli credo- insistette Misty- Non posso darti prove del suo cambiamento, se è questo che vuoi. E in altre circostanze, ti darei ragione. Ma sono convinta che lui non ci tradirà.

- Anche io gli credo- intervenne Dawn.

- Non dubitavo che tu gli credessi- disse May a Dawn con una smorfia- E lo stesso vale per Melody, visto che Ash era il suo preferito.

La ragazza nominata aveva ancora la testa chinata in giù. Non si era resa partecipe del dibattito. Quando capì di essere guardata dalle compagne, alzò la testa.

- Scusate…- e si allontanò, lasciando lì le altre.

- Melody!- Misty tentò di chiamarla, ma non l’ascoltò.

- Vado io- disse Dawn e la rincorse.

- Contenta?- disse Misty a May in tono di rimprovero.

- Ho detto solo quello che pensavo- si difese la castana.

- Tutti noi facciamo errori, perché non provi a fidarti di quello che dice il tuo cuore?

- In questo momento ciò che vorrebbe il mio cuore è sotterrarlo!- disse May arrabbiata- E fargli quello che gli altri hanno fatto a noi.

- Stai parlando così solo perché ti senti tradita da una persona, che avevi iniziato ad affezionarti e pensi che la vendetta ti risolleverà il morale. Ma non è così. Non è questo che ti dice veramente il tuo cuore.

- Che ne sai di quello che mi dice il mio cuore! Fino a quando ti sacrificherai per gli altri! Io…io non voglio perdere i miei amici…- chinò la testa- Non basta aver perso la mia famiglia? Non basta aver lasciato il mio fratellino?

- May…- disse dispiaciuta. Sapeva quanto lei fosse in apprensione per la sorte del fratello.

- Non ho idea di dove si trovi e se stia bene- serrò i pugni- Se…se gli avessero fatto del male, io…io non me lo perdonerei. Non avrei pietà per nessuno. Li distruggerei.

- May...- la ragazza col codino la abbracciò dolcemente- Comprendo quel che provi...è lo stesso che provo quando siete in pericolo- May rimase in silenzio- Ho già perso molto e tutti voi siete quello che mi è rimasto, che abbia un valore per me- sorrise malinconica- E’ strano come uno si spinga così in là per i propri affetti. Dentro di me c’è molto rancore e odio che mi porto dietro, esattamente come te. Ma come mi ha insegnato Ivi, sono questi miei sentimenti negativi che mi impediscono di progredire. Però se mi sforzo ad ascoltare il mio cuore, posso sentire che Ash è sincero.

Misty si staccò dall'abbraccio, la castana chinò la testa incerta.

- Non voglio obbligarti ad accettare una persona contro la tua volontà- continuò Misty- ma ti chiedo almeno di essere sincera con te stessa. Rifletti su cosa vuole davvero il tuo cuore. Io ti ascolterò, qualunque sia la risposta.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Dawn, cosa ci fai qui?- fece Melody sorpresa, seduta ad una delle gradinate del centro commerciale.

- Be’, te ne sei andata così di fretta…

- Scusate, non mi sentivo bene- si asciugò gli occhi.

- Fa male, eh?- si sedette accanto a lei- Intendo dire, quando si è feriti sulla fiducia.

- Oh, Dawn…perché, perché l’ha fatto?- fece Melody in tono drammatico- Io gli credevo. Non posso immaginare Ash che compie cose spregevoli.

- Non è detto che sia così.

- E’ uno del Team Magma- fece lei sarcastica- Che credi che li facciano fare? Delle fiaccolate?

- Se fosse stato capace di cose simili, non si sarebbe fatto degli scrupoli con noi, no?

- Non lo so…sono così afflitta. Da una parte gli voglio credere, ma se penso a Misty…sono stata io a rimproverarla di essere troppo diffidente con le persone.

- Non eri l'unica che lo diceva, e penso che Misty si sarebbe comunque affezionata a lui, anche senza le nostre parole.

- Non ho il coraggio di guardare in faccia Ash. Ho il timore di scoppiare a piangere.

- Credevo di essere l’unica- ridacchiò Dawn imbarazzata- Però una volta che ho avuto modo di parlare con lui, mi sono sentita meglio. Lui crede che lo odiamo.

- Oh no, io non lo odio- disse subito Melody- Solo…è solo che mi sento delusa da lui.

- Poteva andare peggio. A quest’ora Misty non starebbe con noi.

- Non mi ci fare pensare. I nostri nemici si fanno sempre più temibili. Questo però potrebbe dire che ci stiamo avvicinando al nostro obiettivo.

- E una volta raggiunto, non dovremmo più temerli.

- Sì…- annuì e guardò la ragazza dai capelli blu- Raggiungiamo le altre?

- Mh- annuì anche lei.

- E poi, voglio far vedere ad Ash il nuovo completo che mi sono comprata- fece Melody con un sorrisetto ritrovato. Dawn sorrise con lei.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Un sorriso non sarebbe di troppo, non credi?- fece il castano, uscendo dalla porta del retro.

- Non vedo il perché. Non mi mette euforia la tua presenza- disse indifferente un ragazzo dai capelli viola a caschetto e uno sguardo troppo serio per la sua età.

- Ma forse la mia proposta ti potrebbe interessare- disse Gary con un sorriso.

- Se si tratta di fare il galletto tra le file del Team Magma, sai già la mia risposta- disse lui concentrato su sui esercizi giornalieri.

- Oh no, è molto di più. Sono a capo di una missione e sto cercando validi combattenti.

- Che missione?- il suo sguardo passò al castano.

- Trovare un traditore. Suppongo che tu lo conosca già, è il caro Ash.

- Non m’interessa- riprese ad allenarsi- Non mi occupo di fare il baby-sitter.

- Non ti ho detto con chi se n’è andato. Conosci già il Team Luce, giusto? Pare che sia scappato con loro- l’altro ragazzo sembrò interessato e si fermò ad ascoltare- Per prendere Ash, dovremmo eliminare chi ci ostacolerà, ossia il Team Luce. Un compito semplice e divertente, per uno come te.

- Sarò libero di muovermi come voglio?

- Certo che no. Dovrai obbedirmi, questo è chiaro. Ma stai tranquillo che una volta iniziato l’attacco, avrai tutta la libertà che desideri. Sempre meglio suppongo, di rimanere in questo posto sperduto ad allenarti per conto tuo. Allora, accetti?

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Sapevo che avresti accettato- fece la donna sorridendo trionfante- Tu non sei un codardo come gli altri.

- Quando si inizia?- chiese il castano con la sciarpa azzurra.

- Anche subito. Il tempo è prezioso- la donna dai capelli rossi fece cenno ad un uomo di azionare il cilindro, che si sollevò e liberò la pietra- Tutto tuo, George. Meglio però che ti metti i guanti speciali. Il contatto potrebbe esserti dannoso.

- No…non mi servono- disse lui deciso- Se voglio imparare ad utilizzarlo al meglio, non mi servirà nessuna protezione.

Shelly sorrise soddisfatta. Il ragazzo stava dando dimostrazione di avere grinta, rispetto alla prima volta che lo aveva conosciuto. Se sarebbe sopravvissuto, gli sarebbe tornato utile.

George fissò la pietra e poi con sicurezza, l’afferrò.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Eccole, stanno arrivando- disse Brock scorgendo delle figure avanzare verso i due ragazzi.

- Era ora- fece Ash imbronciato- Lo sapete da quanto stiamo aspet…mh?- guardò strano Misty- Hai qualcosa di strano?

- Sarà perché ho cambiato vestito?- fece lei ironica.

- Ah sì?- il ragazzo prestò attenzione all’abbigliamento della ragazza. Indossava un completo giallo giacchetta corta senza maniche e pantaloncini a metà coscia, con un body di color rosso. I capelli erano legati con il solito codino. In sostanza non era cambiata molto, ma sentiva che invece c’era qualcosa di diverso.

- Non eri l’unico a dover cambiare look- disse Misty- Dopo l’ultima battaglia, i miei vestiti si erano rovinati. Non potevo certo andare in giro così.

Ma la verità era che Misty aveva notato che le sue misure erano cambiate. Non ci aveva fatto caso prima, ma faceva più fatica ad indossare la solita maglietta e pantaloncini. Il petto si stava ingrossando e la vita riducendo. E la prima che se n’era accorta era stata Melody, che era costantemente fissata ad avere un corpo favoloso. Nonostante non ci fosse una figura materna vicino, Melody le aveva dato buoni consigli. Anche se tutto ciò seccava a Misty. Come se pensare ai numerosi nemici non fosse già abbastanza, doveva pure tenere d’occhio il suo corpo.

Era imbarazzante, ma questa era sicuramente una conseguenza della crescita. E di questo certo non ne avrebbe fatto parola con i ragazzi.

- Anche voi vi siete cambiati- disse Dawn a Brock e Ash- State benissimo.

- Merito di Brock- fece Ash- Ha scelto lui per me.

- Su questo non c’erano dubbi- disse Misty, che ricevette una linguaccia da Ash.

- Anche noi ci siamo comprate dei vestiti nuovi che utilizzeremo in speciali occasioni- disse Dawn emozionata- Non vedo l’ora di sfoggiarlo.

- Le occasioni non mancheranno- disse Brock- Ma ora, se non avete niente contro, direi di dirigerci dalla persona che siamo venuti a cercare, prima che faccia buio.

- Che indirizzo ti ha lasciato Todd?- chiese Misty.

- Non è proprio un indirizzo, ma piuttosto una piccola mappa- il gruppetto guardò il foglietto che aveva in mano Brock.

- Ma dove porta di preciso?- chiese May.

- Qui c’è disegnata una specie di cupola- disse Brock- Ne ho vista una prima- fece strada e li condusse poco più in là, proprio davanti ad una cupola di vetro.

- Sembra essere solo una serra dove si tengono le piante- disse Dawn- Si troverà qui dentro?

- Mh, no, non credo- disse Brock- Qui c’è scritto “Battle Frontier”.

- Che significherà?- chiese Melody- Sarà il nome del posto?

Ash si fece da parte da loro. Era curioso sul mistero della pietra, ma niente di più. Preferiva gli scontri, ai misteri. Sbadigliò annoiato, aspettando che gli altri facessero il lavoro e si appoggiò ad un muretto. Notò che anche May si era messa da parte, come lui poco interessata alla ricerca. I loro sguardi si incrociarono. Istintivamente Ash fece un sorriso di complicità, ad entrambi non piaceva starsene con le braccia conserte. La castana però voltò la testa altrove indispettita e sbuffando.
Il ragazzo sbuffò a sua volta. Dimenticava sempre che i ragazzi non l’avevano ancora perdonato.
Volse il suo sguardo altrove, ad un piccolo bagliore tra gli arbusti. Senza pensarci, si avvicinò con curiosità. Spostò gli arbusti che coprivano la visibilità e si incontrò con un muro su cui c’erano stampati vari simboli luccicanti.

- Ehi May- fece lui, dimenticandosi dell’astio della ragazza per lui. Del resto, lei era la più vicina, rispetto agli altri che erano presi con la mappa- Hai visto che cosa strana?

May volse il suo sguardo verso Ash con svogliatezza, ma i suoi occhi si aprirono non appena vide cosa aveva trovato Ash.

- Cos’è?- May si avvicinò- Da dove sarà spuntato questo pezzo di muro?

- Non lo so- Ash alzò le spalle- Credi che abbia a che vedere con quello che stiamo cercando?

- Chissà…- notò un simbolo curioso, assomigliava quasi a una B e una F uniti. Provò a toccarlo.

Il gesto della sua mano, fece partire un sibilo dal nulla. I due ragazzi si guardarono allarmati, ma prima di poter dire qualcosa, al di sotto dei loro piedi si aprì una voragine.

- Ahhh!- gridarono, mentre precipitavano giù.

- Ma cosa…?- Melody si guardò intorno- Sembravano le voci di May e Ash.

Misty distolse lo sguardo dalla mappa e non vedendoli in giro corse in direzione del grido. Si fermò in tempo, prima di cadere anch’essa nel buco nel terreno.

- Ash! May!- gridò Misty.

- Sono caduti?- chiese Dawn- Come hanno fatto?

- Non si sente la loro voce- disse Brock- Dev’essere profondo.

- Li raggiungo- fece Misty, mentre si chinava. Brock la bloccò.

- Aspetta!- giusto in tempo, che il terreno si richiuse così come si era aperto- Dominio della terra…c’è qualche dominatore qui intorno!

I ragazzi si guardarono intorno allarmati.

- Sì, ora mi sembra di sentire qualcosa…- disse Melody e indicò un punto vicino alla cupola di vetro- Lì!

La figura si sentì scoperto e tentò la fuga.

- Adesso vedrà…- Misty lanciò un attacco d’acqua così forte che abbatté due alberi e colpì il personaggio.

- Non credi di aver esagerato?- fece Dawn.

- Io…credo di aver agito d’impulso…- disse Misty perplessa, ma poi si sentì sprofondare giù- Ma a quanto pare non gli ha fatto niente.

- Sabbie mobili…- fece Brock, tutti loro si trovarono invischiati nella melma di terra.

Dall’alto partirono degli attacchi di massi diretti alle loro teste.

- Raffica!- gridò Melody. Rallentò la caduta dei massi e spostò la loro traiettoria.

- Liane!- Dawn fece partire delle liane di alcuni alberi verso di loro- Presto, aggrappatevi.

I quattro ragazzi si afferrarono alle liane che li trascinarono fuori dalla melma fangosa.

- D’accordo, tocca me- disse Brock e lanciò il suo attacco- Meteora!

Il personaggio cercò di schivarli. Ma questo lo distrasse e Dawn lo afferrò per il piede con una liana. Lui cadde a terra e i ragazzi si poterono avvicinare.

- Chi sei! Perché ci hai attaccato!- disse Brock all’uomo riverso a terra.

- Chi siete voi, piuttosto! Cosa ci fate in questo posto!- disse l’uomo- Questo non è un posto per curiosi! Chi vi ha mandato qui!

- Ehi!- disse Misty- Non siamo dei curiosi. Stiamo solo cercando una persona.

- Una persona?

- Per quale motivo ci hai attaccato?- chiese Melody- E chi sei?

L’uomo li guardò diffidente.

- Vi ho visti aggirarvi da queste parti in modo sospettoso e ho creduto che foste pericolosi- si alzò e si ripulì i vestiti- Ma ora che vi vedo meglio, siete dei ragazzini. E mi stupisce vedere dei giovani domatori qui. Chi state cercando?

Misty guardò Brock. Lui annuì.

- Non lo sappiamo di preciso. Un ragazzo ci ha mandato qui, dicendo che avremmo trovato una persona che aveva delle informazioni su delle pietre…

- Pietre?- li guardò ancora più sospettosi- E questo ragazzo come si chiama?

- Todd.

- Questo spiega tutto- sospirò lui- Se vi ha mandato lui, allora posso fidarmi. Il mio nome è Brandon e il mio compito è sorvegliare l’entrata segreta.

- Intendi quel buco profondo dove sono caduti i nostri amici?

- Sì- annuì- Ma state tranquilli, non è nostra intenzione fargli del male.

- Nostra? In quanti siete?- chiese Misty.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Ohi, ohi…- fece Ash svegliandosi- Che volo.

Il ragazzo si guardò intorno, ma era tutto buio. Fece accendere una piccola fiamma per illuminare il luogo e poco più in là trovò sdraiata May.

- May! Come stai?- accorse da lei e la svegliò.

- Sopra la panca, la capra campa…- farneticò May, poi si svegliò di botto- Ahh! Dove siamo!

- Ben svegliata May. Non ho idea di dove ci troviamo.

La ragazza lo guardò, ricordandosi della caduta al momento che aveva sfiorato quel pezzo di muro. Non era una bella prospettiva trovarsi sola con un ex-membro del Team Magma, ma non aveva alternative.

- Troviamo un uscita- si alzò in piedi con difficoltà, giacché l’unica luce lì era quella che emanava la fiamma di Ash.

- D’accordo- lui la seguì e s’incamminarono- Ma hai idea di dove ci stiamo dirigendo?

- No. Ma è sempre meglio che starsene fermi. Non mi va di restare qui con te.

- Mhh- fece una smorfia. Quell’atteggiamento gli ricordava molto Misty quando si odiavano ai primi tempi- Senti, d’accordo che ho sbagliato, ma se non mi dai un opportunità, non riusciremo a tornare amici.

- Ascoltami bene!- lo afferrò e lo sbatté sull’unica parete che c’era- Potrai aver convinto Misty, ma non contare sul mio appoggio. Non m’interessa diventare amica di un assassino.

Ash la guardò sorpreso. L’espressione di odio si dipingeva sul viso della ragazza.

- Assassino…?- ripeté lui.

- Certo, cos’altro siete voi del Team Magma? Uccidete e distruggete tutto! Per colpa vostra noi siamo qua, se non ci fossero tutte queste guerre io sarei a casa dai miei genitori, da mio fratello…- i suoi occhi brillarono di tristezza al ricordo del piccolo fratello- Comincio a credere che tu abbia fatto il lavaggio del cervello a Misty. Prima con George e poi con te, non è più affidabile come leader…forse sarebbe stato meglio che non fosse tornata…

May fu sbattuta a terra dal ragazzo, che ora la stava guardando con disprezzo.

- Come puoi dire questo…? Posso capire che tu ce l’abbia a morte con me, ma Misty non c’entra niente! Si è sempre preoccupata per tutti voi e tu vorresti la sua morte?!

- Io…- tentò di dire May scioccata dalla reazione di Ash e dalle proprie parole che aveva pronunciato.

- Se non mi vuoi nel gruppo, me ne andrò. E se quello che hai bisogno, è sfogarti picchiandomi, io sono qui- si indicò- Puoi anche insultarmi dandomi dell’assassino, ma non coinvolgere Misty, lei non se lo merita. Non dopo tutto il tempo che avete trascorso insieme.

May stette in silenzio e chinò la testa. Singhiozzò lentamente.

- Credevo che tra voi ci fosse sincera amicizia- disse Ash- Come puoi aver detto una simile cattiveria…

- Io…no- singhiozzò più forte, stringendo a sé le ginocchia- Non è così…Misty è importante per me. Io le voglio bene, non voglio la sua morte.

Ash si chinò vicino a lei.

- E allora, perché hai detto quelle cose?

- Non lo so…non so cosa mi sia preso- scosse la testa- Sono successe così tante cose…mi sembra di impazzire. Al pensiero che Misty stesse per finire in mano dei nostri nemici, ho temuto che la stessa sorte fosse toccata a mio fratello. Lui non è un dominatore, se si fosse trovato faccia a faccia con un dominatore del fuoco…chi l’avrebbe difeso? Chi l’avrebbe salvato dalla sua sorte? Continuo a ripetermi che non avrei dovuto lasciarlo.

Il ragazzo provò pena per May. Era questo che si provava ad avere dei fratelli? Solitamente la ragazza si mostrava di buon umore senza preoccupazioni, ma doveva soffrire molto nel stare lontano dalla sua famiglia. Del resto erano tutti ancora dei ragazzi…

- E se lui…- alzò lo sguardo in lacrime- E se lui non ci fosse più? Tutto quello che sto facendo sarebbe tutto inutile. Non ce la faccio più- si toccò la testa frustata.

- May…- sospirò inerme. Non sapeva cosa fare. Quanto avrebbe voluto che in quel momento ci fosse stata Misty- Ascolta, sei una ragazza forte. Sei arrivata fin qui per le persone che vuoi bene. Non puoi arrenderti ora.

- Non sono forte…sono certa che se ora tu mi attaccassi, io soccomberei.

- Non ho intenzione di attaccarti- ridacchiò lui- Anche se per un momento mi è passato per la testa- si sedette per terra- Non so quanto questo possa aiutarti May, ma non sono un assassino…- abbassò lo sguardo amareggiato- Ho fatto cose di cui non mi vanto e se non fosse stato per Misty, avrei potuto spingermi oltre- ricordò lo sguardo di Misty quando gli aveva impedito di tornare sulla nave- Quando ho iniziato la mia missione, non credevo che un giorno mi sarei affezionato ai miei nemici, né credevo che ci sarebbero state persone che avrebbero creduto in me con ostinazione. Forse ti sembrerà strano, ma con voi mi sento diverso. Non credo di aver mai provato simili sensazioni.

May lo guardò. Ash stava sorridendo.

Tutti noi facciamo errori, perché non provi a fidarti di quello che dice il tuo cuore?

Si toccò il cuore. Era così confusa. Si sentiva pervasa da sentimenti negativi.

Dentro di me c’è molto rancore e odio che mi porto dietro, esattamente come te. Ma come mi ha insegnato Ivi, sono questi miei sentimenti negativi che mi impediscono di progredire.

Era questo che aveva provato Misty al momento di scoprire la verità? Ma allora, com’era riuscita ad andare avanti e accettare Ash? La Misty di un tempo non si sarebbe comportata così.

Però se mi sforzo ad ascoltare il mio cuore, posso sentire che Ash è sincero.

Misty si era sforzata di lottare con i suoi sentimenti contrastanti. Aveva già avuto una delusione con George. Sapeva che non doveva essere stato facile.

- Cosa provi per Misty?- fece May, prendendo alla sprovvista Ash.

- Eh??

- Misty è venuta a cercarti…e si preoccupa per te.

- Si preoccupa per tutti- rettificò Ash imbarazzato.

- Ma tu sei un caso particolare. Non te ne rendi conto? Lei è una dominatrice dell’acqua e tu del fuoco. Siete totalmente diversi. Eppure con te lei ha fatto un eccezione.

- Io…non so…- disse lui sviando lo sguardo confuso. La fiamma nella sua mano prese istintivamente strane forme- Io e Misty siamo diversi, hai ragione. Non avrei mai immaginato che un giorno, la mia vita sarebbe stata cambiata da una persona come lei- sospirò nervoso- Credo che gli sono riconoscente. Senza saperlo, mi ha aiutato quando ero tormentato da tanti dubbi. Ho imparato molte cose, conosciuto persone differenti e ho provato l’emozione di stare in un gruppo speciale. Forse è una cosa che non riuscirò mai a dirle, ma…sono contento di averla incontrata. E anche se usciti di qui, dovessi separarmi da voi, sarei comunque contento di aver fatto questa esperienza.

May guardò il ragazzo attraverso quella poca luce della fiamma.

- Strano…- fece lei.

- Mh?

- Se provo a ricordare a come bisticciavate quando vi siete conosciuti…- ridacchiò- E sentire ora queste cose dette da te…

Ash arrossì nervoso.

- Ti prendi gioco di me?- fece lui offeso.

- Non so dire se sei un bravo attore o un pessimo debuttante- si asciugò le lacrime- ma se persino Misty è riuscita a perdonarti, non vedo perché io non possa sforzarmi di fare altrettanto.

Non voglio obbligarti ad accettare una persona contro la tua volontà, ma ti chiedo almeno di essere sincera con te stessa. Rifletti su cosa vuole davvero il tuo cuore.

- Torniamo dai nostri compagni- disse May alzandosi e sorridendogli.

Ash sorrise sollevato. Si alzò in piedi, mentre May s’incamminava.

- May…

- Dimmi.

- Se la cosa ti può in qualche modo tranquillizzare…- si grattò la testa incerto- quando ero sulla nave, non risultavano bambini tra i prigionieri, né tra i morti.

La ragazza si fermò e con la testa china fece un leggero cenno di consenso. Non poteva dire di essere felice, ma quella notizia seppur in ritardo, le aveva restituito una tranquillità momentanea. C’era ancora una grossa probabilità che suo fratello fosse vivo da qualche parte. Una lacrima di sollievo le uscì spontanea.
Ash non poté vedere il viso di lei, ma intuì dal suo silenzio che qualcosa non andava.

- S-scusami…forse non dovevo…- May scosse la testa e si asciugò la lacrima.

- Senti…per quello che ho detto prima…- disse lei triste- non lo pensavo veramente. Non so cosa mi sia preso. Se non mi avessi fermata…Credo che avrei riversato il mio odio verso Misty, e non me lo sarei perdonata. Io sono davvero contenta che Misty sia viva.

- Lo so- annuì lui senza dubbio.

La castana si voltò verso lui con un piccolo sorriso, quasi di gratitudine, sostituito poi da un ghigno divertito.

- E così…”sei contento di averla incontrata”- disse May, in riferimento alle parole di Ash.

Il ragazzo tornò ad arrossire e agitarsi.

- A- aspetta…non è come pensi!

- Ah no? Stavi mentendo?

- No! Però io…lei…- poi abbassò la testa sconfitto- Per favore, non raccontare a Misty quello che ti ho detto.

- E perché? Vi siete sempre insultati, e per una volta che dici qualcosa di gentile nei suoi confronti…

- Appunto- si grattò la testa, sviando lo sguardo- Preferisco così.

- Non ti capisco, sai?- incrociò le braccia- Ma se preferisci continuare a litigare con lei…- si bloccò e si voltò spaventata.

- Cosa succede?- chiese lui allarmato.

- C’è qualcuno…percepisco i suoi passi nel terreno.

Davanti ai due ragazzi c’era solo buio, la fiamma non bastava per illuminare tutto. I passi si fecero udibili.

- Prepariamoci a combattere- disse Ash ed entrambi si posizionarono per attaccare.

Poi d’improvviso vari luci illuminarono il luogo, uno dopo l’altra delle torce attaccate al muro si accesero, scoprendo un lungo corridoio.

- Sei stato tu?- chiese May sorpresa. Ash scosse la testa.

- Tranquilli, sono stato io- a pochi metri da loro, un signore con il pancione, vestito con una camicia floreale e pantaloncini corti, li guardava con un sorriso. Aveva capelli castani ricci e degli occhiali scuri, nonostante si trovassero sottoterra al buio.

- Chi sei?!- disse Ash- Sei tu che ci hai fatto precipitare qui dentro?

- Oh no, non ne sarei capace. La ragazza ha azionato l’entrata alla piramide e voi ci siete caduti dentro.

- Piramide?- fece May perplessa- Ci vuole prendere in giro?

- Oh no, no- scosse la testa con tranquillità- Voi siete davvero in una piramide, più precisamente una piramide capovolta.

- Com’è possibile?

- Be’, vedete, prima esisteva una piramide fuori all'aperto, ma alcuni dominatori l’hanno distrutta, credendo di trovarci qualcosa di prezioso. Però solo pochi sanno dell’esistenza di un’altra piramide posta al di sotto dell'altra.

- Quel pezzo di muro, allora…- fece May.

- Sì, è tutto quello che è rimasto della vecchia piramide.

- Ma che senso ha costruire una piramide nel sottosuolo?

- E’ il luogo di ritrovo per generazioni di una Élite di dominatori.

- Chi?

- Avremo modo di parlarne con tranquillità, una volta raggiunti i vostri compagni- si voltò e fece cenno di stargli dietro. I due ragazzi si guardarono e decisero di seguirlo.

- Da quanto tempo era qui?- chiese May.

- Fin dall’inizio, ragazza.

- E perché non si è fatto vedere?- chiese Ash.

- Avevo bisogno di conoscere le vostre intenzioni, prima di agire. E da quanto ho potuto sentire, non siete pericolosi. Ma non so ancora perché vi troviate qui.

- Stiamo cercando una persona- disse Ash- L’unica cosa che sappiamo è un nome “Battle Frontier”. Todd non ha lasciato altre indicazioni.

- Todd?- li guardò e sorrise- E così vi ha mandato lui.

- Sì- annuirono- Sa dove possiamo trovare questo posto chiamato Battle Frontier?

- Ma ci siete già- disse l’uomo. I due ragazzi lo guardarono incerti- Vi trovate nella piramide della Battle Frontier e io sono il supervisore Scott.

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Capitolo 31
*** Cap. 30 ***


cap 10  Ebbene sì, sono di ritorno con un nuovo capitolo. Mi scuso di aver tardato tanto, però ero nuovamente presa con diversi impegni. Senza contare che tutt'ora ho dei problemi di connessione a causa di un passaggio di gestore telefonico. E quindi...boh. Spero che torni presto l'adsl T.T



BLUE BIRD ILLUSION
Cap.30



- Fatemi capire, la Battle Frontier è una piramide rovesciata, luogo dove si tengono i vostri incontri segreti. E il responsabile di ciò è Scott- disse Brock- E chi ci ha attaccato, Brandon, è l’incaricato a sorvegliare l’entrata della piramide, giusto?
- Esatto- annuì Brandon- Se ci aveste avvertito che vi mandava Todd, vi avrei lasciato passare.
- E come avremmo potuto avvertirti, se ci hai attaccato prima che potessimo dire qualcosa?- fece Misty guardandolo storto.
- Di preciso di cosa si occupano i Frontier Brains?- chiese Dawn- Avete detto che sono dei dominatori speciali, perché?
- Già, per essere tenuto tutto così segreto, deve trattarsi di qualcosa di importante- disse May.
- E tale deve restare- disse Brandon serio- Sono poche le persone che sono a conoscenza del gruppo Frontier Brains e della piramide. Gli estranei non dovrebbero neanche trovarsi qui.
- Non essere così duro con loro- disse Scott con un sorriso- Non mi sembrano una minaccia per noi.
- Però…- obiettò Brandon.
- Non posso dirvi tutto, perché ci sono delle regole sulla segretezza che vanno rispettate. Ma posso dirvi che ci occupiamo di ricerche e dei misteri che circondano il mondo Pokémon. I Frontier Brains sono un gruppo di dominatori che hanno il compito di indagare e mantenere a costo della vita i segreti che potrebbero essere utilizzati a fini malvagi. Anche Brandon ne fa parte- guardò attentamente i ragazzi- Ma passiamo a voi. Se Todd vi ha rivelato questo posto, dev’essere perché si fida di voi. Quale motivo vi ha spinto a venire fin qui?
- Todd ci ha accennato ad una persona che stava svolgendo delle ricerche su delle misteriose pietre- Brock porse la pietra gialla sul tavolo- Come questa- Scott e Brandon erano sorpresi.
- Come ne siete venuti in possesso?- chiese sospettoso Brandon.
- Questa pietra ci è stata data da una coppia di signori- spiegò Misty- Ma finora non ne abbiamo capito il suo utilizzo.
- E siete venuti da noi per scoprire come usarla- disse Scott annuendo.
- Non esattamente- Misty lo contradisse- Qualche tempo fa, il Team Aqua ha prelevato una pietra simile a questa. Li ho sentiti dire che la pietra ha la capacità di aumentare la potenza di un dominatore dell'acqua.
- Il Team Aqua?- i due uomini si guardarono allarmati- Quindi sono riusciti a trovare il suo nascondiglio- disse Scott pensieroso.
- Lo avevo detto io, che avremmo dovuto recuperarli tutti- disse Brandon all'uomo con gli occhiali da sole- Ormai è troppo tardi.
- Come fate a sapere che l’ha preso proprio il Team Aqua?- chiese Scott.
- …eravamo presenti- disse Brock, senza fornire altre informazioni.
- Quello che vogliamo conoscere, è il potere reale della pietra e come fare per contrastarla- disse Misty decisa.
- E per quale motivo?- disse Brandon dubbioso- Siete dei ragazzini, non dovreste immischiarvi in faccende pericolose che non vi riguardano.
- Non siamo ragazzini!- fece May offesa.
- Avete una pietra, e allora? Questo non vi da il diritto di conoscere il suo potere.
- Aspetta un momento Brandon- lo zittì Scott e osservò i ragazzi- Mi hai detto prima che hanno utilizzato ognuno diversi domini e Todd non avrebbe mandato chiunque da me…- sorrise- Sai, ho come l’impressione che questi ragazzi ci nascondano qualcos'altro.
Il gruppetto si guardò dubbioso e incerto.
- Sbaglio a dire, che siete il famoso Team Luce?
Misty incrociò lo sguardo di Brock. Era un problema che sapessero la loro identità, ma ormai non potevano tacere, se volevano andare a fondo della questione. Erano importanti per loro quelle informazioni.
- Che stai dicendo Scott?- disse Brandon scuotendo la testa- Ti sembra che il Team Luce sarebbe composto da dei ragazzini?
- Sinceramente non ho mai creduto che i dominatori di cui si parla tanto, fossero degli esperti dominatori- alzò le spalle- Se fosse così, i nemici li avrebbero già individuati. Trattandosi invece di semplici ragazzi, non hanno dato nell’occhio. Giusto, ragazzi?- gli sorrise. Il suo sorriso era rassicurante e deciso, nonostante avesse quell'aria da sempliciotto e vestito da turista in vacanza- E Todd deve avervi riconosciuti. Vi ha mandato da me, perché lo avevo informato sulle ricerche che stavamo effettuando.
- Mi sembra così assurdo- disse Brandon fissandoli con dubbio.
- Quindi è lei che ha le informazioni che cerchiamo- disse Misty ignorando l’altro uomo.
- Certo- annuì, poi prese la pietra gialla- Uhm…da quanto posso constatare a prima vista, questa è una pietra del tuono. Vedete? C'è un piccolo simbolo su un lato della pietra, simile ad una scheggia. La Thunder Stone.
- Come?- chiesero curiosi i ragazzi.
- Per spiegarvi bene, dovrò iniziare a fare qualche passo indietro…- appoggiò la pietra sul tavolo e si sistemò bene sulla sedia- Secoli fa, nel nostro mondo esistevano rari Pokémon che controllavano gli elementi della natura. Essi vivevano in montagne, una distante dall’altra. La leggenda racconta che ci fu un conflitto, forse causato dall’uomo, e i Pokémon leggendari scomparvero. E con loro, le montagne dove da secoli vivevano, si sgretolarono o si inabissarono- scosse la testa- Fatto sta che queste montagne avevano assorbito per tanto tempo la loro energia e chiunque venisse a contatto con i pezzi di roccia sopravvissuti, otterrebbe la loro energia.
- Chiunque?- disse perplesso Brock- Mi pareva di aver capito che solo alcuni possono utilizzarla.
- E’ così. Il problema di queste pietre, è che sono così concentrati di energia, che solo chi è un dominatore esperto, ne può usufruire senza soccombere.
- Vuol dire che…se uno lo utilizzasse senza precauzione…
- Verrebbe indebolito dalla pietra, o nei casi peggiori disintegrato- i ragazzi ne rimasero sconcertati. Non si sarebbero aspettati una simile conseguenza- E comunque, questi sono solo alcuni degli aspetti delle pietre. Non conosciamo tutti gli effetti collaterali.
- Ma nel caso questo non avvenisse, di quanto verrebbe aumentata la forza?- chiese May.
- Forse di un centinaio di dominatori- disse Scott.
- E non c’è un modo per fermarlo?- chiese Melody. Scott scosse la testa.
- Ne dubito.
I ragazzi si guardarono tra di loro delusi.
- Non può essere!- Misty si alzò in piedi- Siamo venuti fin qui sperando di trovare un modo per contrastare il potere delle pietre…e scopriamo invece che è invincibile- sbatté la mano sul tavolo- Ci deve essere per forza un punto debole! Non avete cercato bene!
- Ragazzina, non essere così presuntuosa!- disse Brandon, ricevendo un occhiataccia da Misty- Il potere dei Pokémon leggendari è inimmaginabile. Non si può pretendere di saperla maneggiare come uno vuole.
- Quindi dovremo starcene a guardare il Team Aqua che attua chissà quale piano!
- Calmati Misty- disse Brock prendendola per le spalle. La ragazza si stava agitando- In qualche modo ce la faremo.
- Sì, ha ragione- annuì Melody- Non sappiamo ancora che uso ne farà il Team Aqua, né quando lo utilizzerà.
- Aspettate- disse d’improvviso Scott- E’ vero, il Team Aqua avrà con sé una pietra, ma anche voi ora ne possedete una- indicò la pietra gialla- La Thunder Stone ha il potere di scaturire una gran quantità di energia elettrica.
- Però non è che ci serva molto- disse May alzando le spalle delusa- Nessuno di noi è un dominatore del fulmine.
Scott sorrise con quei suoi occhiali da sole.
- Chi vi fa pensare che le pietre funzioni solo con dominatori dello stesso elemento?
Il gruppetto lo guardò sorpreso.
- Vuol dire che chiunque può utilizzare la pietra del tuono?- chiese perplessa Dawn.
- Non è esatto- fece Scott- Qualsiasi dominatore può adoperare una pietra di un elemento diverso. Ma non tutti possono farlo. Il rischio è che se uno maneggia un elemento in contrasto con il proprio, può creare dei seri problemi al suo flusso di energia. Il fatto che tutti possano utilizzarlo, non significa che chiunque sia in grado di maneggiarlo. E questo spiega il perché della leggenda che solo gli eletti potranno farne uso.
- Quale leggenda?- chiese Brock.
- Quando i leggendari Pokémon scomparvero- intervenne Brandon- gli umani non dominavano ancora gli elementi della natura. Pensarono quindi di portarsi via parte delle montagne dei Pokémon leggendari, sospettando che essi avessero rilasciato lì i loro poteri prima di sparire. Chiunque poteva utilizzare le pietre a proprio piacimento e il costante contatto con questi oggetti, portarono alla nascita dei primi dominatori. Ma questo non bastava, l’uomo voleva più potere ora che tutti ne potevano possedere un po’. Cominciò quindi la prima grande guerra tra dominatori. L’esito fu così disastroso che le divinità Dialga e Palkia, dominatori del tempo e dello spazio, decisero di distruggere le montagne dei Pokémon leggendari. Però alcuni frammenti sopravvissero, pertanto i due Pokémon decisero che solo chi ne sarebbe stato degno, ovvero gli eletti, ne avrebbe fatto uso. Furono poi scelti dei dominatori che avrebbero avuto il compito di recuperare i frammenti e nasconderli in un posto sicuro, fino al giorno che un eletto lo avrebbe trovato. E visto che nessuno ne era degno, le pietre andarono perse e dimenticate dalla gente. Solo la leggenda ci ricorda della loro esistenza. Le chiamano Pietre Elementari.
- Wow- fece Ash emozionato- Non conoscevo questa storia.
- Io sì- disse Melody- Nella mia isola, era solito cantare la leggenda dei famosi Dialga e Palkia, ma non credevo che avessero un fondo di verità le loro storie.
- Alla Battle Frontier, ogni leggenda viene studiata con attenzione- disse Scott- E’ grazie appunto ad una di quelle leggende che abbiamo scoperto dell’esistenza delle pietre.
- Qualcuno di voi ha mai provato ad utilizzare la pietra?- chiese Brock.
- Oh no- ridacchiò lui, tirandosi indietro- Non sono un dominatore io. E finora nessuno dei dominatori che si riuniscono alla piramide, ha voluto provarci. Per quanto forti che siano, nessuno se la sente di rischiare il proprio dominio per scoprire la verità.
- Voi quindi ne avete una? Mi riferisco ad una Pietra Elementare- chiese Misty.
- Sì, l’abbiamo trovata all’interno della piramide capovolta molto tempo fa. E’ la pietra Lunare, la Moon Stone. Ma per ora ci limitiamo solo ad analizzarla.
- Ehi, abbiamo ospiti?- all'improvviso si sentì una voce di una ragazza.
Il gruppetto si voltò a guardare la persona che era entrata dentro la piramide capovolta. Questa si tolse il cappuccio del suo mantello, rivelando una ragazza dai corti capelli di un color lilla e occhi dello stesso colore. Indossava una camicetta bianca, con dei pantaloni intonati ai suoi capelli.
- Oh, Anabel!- esclamò Scott felice- Che sorpresa!
- Ti aspettavamo domani- fece Brandon.
- Sì, in effetti…- lei appoggiò il suo mantello su una sedia- Ma ho preferito accelerare il mio viaggio passando prima qui- guardò i ragazzi che la osservavano con curiosità- E loro cosa ci fanno qui dentro?
- Oh, giusto. Non ho ancora fatto le presentazioni- Scott si rivolse ai ragazzi- Questa ragazza si chiama Anabel e fa parte della Frontier Brains- poi si voltò verso la ragazza dai capelli viola- Anabel, suppongo che tu abbia sentito parlare di loro. Sono il famoso Team Luce.
La ragazza strabuzzò gli occhi incredula.
- Quel Team Luce?- li guardò ad uno a uno- Ma ne sei sicuro? Non sono un po’ troppo giovani?
- Che intendi dire?- fece Misty offesa- Avremmo più o meno la stessa età.
- Uhm, sì…- guardò Misty scrutandola dai piedi alla testa- Solo che per essere degli esperti dominatori, mi aspettavo che foste, diciamo, un po’ più grandi…
- Spiacente di deluderti- fece Misty ironica. Non sopportava come quella ragazza la stesse guardando in quel modo, come giudicandola. Si rivolse a Scott- Ora, se è tutto qui quello che potevate dirci, direi che possiamo andarcene.
- Mh, sì- annuì Scott- Capisco, avrete molto da fare- guardò Anabel- Aspettate un momento. Anabel, che ne dici di accompagnare i ragazzi? Conosci bene questa zona e potresti esserli di aiuto.
- Per me non c’è problema- disse tranquilla Anabel- Dove siete diretti?
- A Crystal City- fece Brock.
- Bene, devo passarci anch’io.
- Un attimo, perché dovrebbe venire con noi?- disse Misty contrariata.
- Non fatevi ingannare dal suo aspetto- disse Scott- Anabel è il componente più giovane della Frontier Brains ed è una formidabile dominatrice psico.
- Sarei felice di accompagnarvi- disse Anabel con un sorriso- Ero curiosa di conoscere il famoso Team Luce.
- Mh, non credo che ci siano problemi- disse Brock. Misty lo guardò infastidita- Andiamo, Misty. E’ solo per un po’. Che problemi può darci?
La ragazza si limitò a fare una smorfia.
- Non conosco però i vostri nomi…- disse Anabel e guardò il ragazzo dai capelli neri- Come ti chiami?
- Sono Ash- disse lui sorridendo, e aggiunse un po’ incerto- Dominatore del fuoco.
- Oh, lo avevo immaginato- Anabel lo scrutò- Conosco pochi con quel colore di capelli così scuro, come la cenere. E suppongo che tu debba essere un gran maestro del fuoco.
- Be’…- Ash si imbarazzò e fece per rispondere, ma gli si parò davanti Misty.
- Sì, sì…come no. Ora andiamo che siamo di fretta- spinse Ash verso l'uscita.
- E perché? Paura che il Signore del fuoco se ne vada senza di te?- disse Anabel.
Misty si girò per guardarla infastidita.
- Come hai detto?
- Sei un po' troppo agitata- Anabel afferrò il suo mantello dalla sedia- Dovresti prendere un attimo di respiro, altrimenti finirai per diventare pazza, e far impazzire gli altri.
- Io non sono agitata!- fece Misty irritata- E sia chiaro che io non faccio diventare nessuno pazzo, giusto ragazzi?- guardò il gruppetto che in quel momento volsero lo sguardo altrove- Ragazzi!
- Che?- fece Brock- Scusa stavo guardando questo stupendo soffitto...
- Brock!
- Stavo scherzando, Misty. Comunque direi di avviarci ora.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Come va con il nostro eroe?- fece una donna dai lunghi capelli rossi.
- Stazionario, per il momento- fece un signore con il camice bianco e in mano un fascicolo- Ma il contatto è stato terribile. Vi avevamo avvertiti che servivano altri test, prima di provarlo di persona. Sebbene sia ancora integro, non sappiamo quanto possa resistere agli effetti collaterali.
- Bla, bla...questi discorsi fateli a chi ne è interessato- fece la donna incrociando le braccia e alzando lo sguardo scocciata- Voglio sapere solo quando si potrà rialzare per combattere.
- Combattere? A malapena può muoversi, e respira a fatica. Dubito che possa riprendersi così facilmente, nessuno ci riuscirebbe in quelle condizioni. Dovrete fare a meno di lui per un lungo periodo.
- Dottor Glenn, lei non conosce questo ragazzo- fece lei con un sorriso- Del resto, se non fosse così, non perderei tempo con lui.
Il signore la guardò perplesso, poi sentì la voce della sua assistente provenire dalla stanza 32.
- Cosa succede? Cos'è questo fracasso?- fece il dottor Glenn entrando.
- Dottore! Il ragazzo...il ragazzo...- fece l'assistente nel panico. Glenn rimase senza parole, il ragazzo si era messo seduto sul letto e si stava staccando di dosso tutti i fili dei macchinari- Gli ho detto di rimanere sdraiato, ma non mi da retta. Cosa devo fare?
- Caro dottor Glenn, mi aspetto che il ragazzo venga dimesso al più presto- fece la donna soddisfatta e voltandosi, mentre Glenn guardava incredulo la scena- C'è ancora molto da fare.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Da quanto tempo fai parte della Frontier Brains?- chiese Ash.
- Uhm…- Anabel ci pensò- Credo ormai da tre anni. Sono la più giovane del gruppo.
- Oh- disse sorpreso Brock- E ti trovi bene? Perché ti sei unita al gruppo?
- Diciamo che, è stata piuttosto una decisione presa dai Frontier Brains. Vedete, mio padre ne faceva parte. Tre anni fa è scomparso dopo una dura battaglia- disse con una voce malinconica- I nemici volevano fargli rivelare i segreti della Battle Frontier, ma lui ha tenuto duro e loro non hanno ottenuto le informazioni. Dal suo gesto, ho compreso che non potevo restare a guardare. Scott decise quindi che avrei preso il posto di mio padre, perché era da tempo che io e lui ci allenavamo insieme, avevo appreso tutte le sue tecniche e lo avrei succeduto degnamente. E così è stato fino adesso.
- Ma non è pericoloso? Intendo dire, sei una ragazza giovane e avere a che fare una società segreta che obbliga a mantenere il segreto assoluto…
- Non mi sembra che questo sia stato un problema anche per voi, quando avete formato il Team Luce. Siete giovani, ma questo non vi ha fermato, giusto?
- Be’ sì, ma…
- Entrambi, a modo nostro, vogliamo fare qualcosa per la situazione di questo mondo- Anabel sorrise- Sebbene giovani, ci sforziamo di migliorare la vita degli esseri umani. Siamo molto simili.
- Non è la stessa cosa!- disse Misty d’improvviso, gli altri si voltarono a guardarla.
Finora avevano proseguito il viaggio con serenità e senza problemi. Tutti erano curiosi di conoscere qualcosa di più sulla ragazza nuova e la Battle Frontier, tranne Misty che non aveva aperto bocca da quando si erano allontanati dalla piramide rovesciata.
- Come?- chiese sorpresa Anabel, per lo sguardo serio della ragazza.
- La Frontier Brains e il Team Luce non si assomigliano per niente!- insistette lei.
- Misty, cos’è che ti prende d’un tratto?- chiese May perplessa.
- Dico solo che non può paragonarci a loro- continuò Misty- Noi abbiamo obiettivi diversi e agiamo di conseguenza in modo distinto a loro. E’ sbagliato dire che siamo simili.
- Non c’è bisogno di scaldarsi tanto, Misty- disse Anabel guardandola con un sorrisino divertito, che irritò Misty- E poi, cosa abbiamo di tanto diverso? Entrambi non cerchiamo di proteggere la nostra identità? Non vogliamo che il mondo diventi un posto migliore in cui vivere? E proprio per questo, ci impegniamo per diventare più forti, giusto?
- Non siamo una sciocca società segreta!- disse Misty con rabbia. Incominciava a detestare sempre più il comportamento della ragazza, quasi si trovasse davanti ad un adulto che la guardava con superiorità- Noi ci impegniamo veramente per ottenere il nostro scopo! E voi? Vi limitate solo a fare ricerche e nient’altro. Se siete così forti, perché non cercate di fermare le guerre? La Battle Frontier esiste da molto più tempo del Team Luce, eppure non avete fatto niente.
- Il nostro lavoro è molto più importante di quanto immagini- disse Anabel guardandola con lo stesso sguardo di sfida che aveva Misty- Tutti quelli della Frontier Brains si sono sacrificati affinché le nostre ricerche non potessero danneggiare il mondo.
- No, voi vi siete limitati a guardare. Dov'erano i Frontier Brains quando sono scoppiate le guerre tra i paesi? E quando il Signore del Fuoco ha iniziato il suo progetto di espansione? Vi atteggiate come degli eroi, ma in realtà non siete tanto diversi dagli altri. E’ facile limitarsi a proteggere dei segreti, invece che sforzarsi di eliminare i problemi dalla radice.
- Misty, non è il caso di…- tentò di dire Brock.
- No, lasciala parlare- disse Anabel, mantenendo la sua postura tranquilla- In fondo si tratta del suo punto di vista. Però mi sorprende che dopo tante battaglie, tu non riesca a controllare il tuo carattere. O forse sei entrata a far parte del gruppo, solo di recente?
Misty si sentì esplodere di rabbia e l’avrebbe già scaraventata in aria, se non fosse che qualcosa li disturbò.
- Ma guarda un po’. Un gruppetto di ragazzini- fece una donna. L’uomo accanto a lei annuì- Che ci faranno dei bambini in un posto desolato come questo? La vostra mamma non vi ha insegnato a non girovagare senza la presenza di un adulto?
- Che dite, li aiutiamo?- disse un Meowth parlante con uno sguardo furbo. L’uomo annuì nuovamente.
- Di nuovo il Team Rocket- sbuffò May.
- Il Team Rocket? Li conoscete?- chiese Anabel.
- Sono solo dei ladri- spiegò Ash- Non hanno nessun dominio.
- Ehi voi, un po’ di rispetto!- fece Jessie e dietro di loro comparve un grosso macchinario a forma di Diglett- Vi piace questo nostro nuovo giocattolo?
- Ha l’optional incorporato “cattura dominatori”- disse James- Si chiama Mazinga 4.
- Perché…?- fece Anabel.
- Gli altri tre sono stati distrutti da noi- spiegò May. Il trio del Team Rocket saltò dentro il robot e i ragazzi si preparano alla battaglia.
Meowth premette dei bottoni e il Diglett gigante si mosse nella loro direzione.
- Voglio proprio vedere se riusciranno a colpirci questa volta- disse Jessie.
- Non abbiamo tempo da perdere con loro- disse Misty irritata, lanciando il suo attacco. Ma non appena raggiunse il Diglett gigante, costui sprofondò nella terra e rispuntò da un’altra parte.
- Ah, ah! Hai sbagliato mira!- la schernirono- Ritenta e sarai più fortunata!
- Siete stati solo fortunati- Misty ritentò più volte l’attacco, ma ogni volta non riusciva a raggiungere in tempo il macchinario, che questo si rifugiava sottoterra- Accidenti! Perché non stanno fermi!
- Attenti, si stanno avvicinando!- avvertì May dal terreno e il Team Rocket sbucò da sotto i loro piedi.
- Cucù! Vi siamo mancati?- fece James.
- E ora occupiamoci di catturare qualche dominatore!- il Diglett fece uscire dal corpo due braccia meccaniche che cercarono di afferrare i ragazzi.
- Ash- fece Anabel rimanendo tranquilla- Riesci a fare un attacco di fuoco, quando te lo dico io?
- Eh?- lui annuì senza capire.
- D’accordo…- Anabel fissò il macchinario e attese che si avvicinasse a loro.
- Ma guarda, questi due non fuggono- disse Jessie, guardando Anabel e Ash fermi- Non hanno paura?
- Meglio così, sarà più facile catturarli- Meowth premette un altro pulsante e le braccia si mossero nella loro direzione.
- Ash! Spostatevi da lì!- gridò Misty, ma i due non si mossero.
- Ora- disse Anabel. Ash lanciò un attacco di fuoco al grosso Diglett.
- Non hanno ancora imparato la lezione?- fece James.
- Giovani di poca intelligenza- disse Meowth e fece scendere il Diglett sottoterra. Però qualcosa non funzionò.
- Ma…come mai non ci muoviamo?- fece Jessie.
- Non lo so…i comandi non rispondono- disse Meowth agitato.
- Fa qualcosa! Il colpo ci sta raggiungendo!- fece la donna agitata.
- Troppo tardi…- disse James, poco prima di venire colpiti in pieno da una sfera di fuoco. Il macchinario fu lanciato lontano.
- Grande!- disse Ash felice- Ma com’è successo?
- Ho bloccato i movimenti del robot con il mio dominio- spiegò Anabel.
- Puoi fare una cosa del genere?- chiese lui ammirato.
- Certo.
- Siete stati bravi- disse Dawn, raggiungendoli insieme agli altri.
- Con un colpo solo avete scacciato il Team Rocket- disse May.
- Hai un buon controllo del tuo elemento, Anabel- disse Brock- Questo spiega perché sei nella Frontier Brains.
- Sì…- poi guardò Ash- Ma anche Ash è forte.
- Non così tanto- fece lui imbarazzato.
Misty guardò la scena a distanza, quasi come un estranea. Con rabbia sbatté il pugno contro un albero. Quella ragazza era riuscita a fermare così semplicemente il Team Rocket, senza fare sforzi inutili. Mentre lei aveva lanciato tanti attacchi e aveva consumato energia senza ottenere nulla.
La rabbia la stava torturando. Iniziava a detestare quella ragazza così perfetta e dall’apparenza così tranquilla e sicura.
Melody osservò Misty in silenzio.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Scusa?- fece incredulo Richie- Perché lui dovrebbe combattere con noi?- indicò il ragazzo dai capelli viola e lo sguardo serio- Come possiamo fidarci di un ragazzo che si è sempre astenuto dall'unirsi al Team Magma?
Cinque ragazzi erano radunati ad un tavolo, di una sala privata nei piani sotterranei. Di sottofondo si sentivano i rumori dei macchinari della nave.
- Perché...- fece Gary con un sorriso, guardando prima il ragazzo e poi Richie- Paul ha ottenuto il massimo del punteggio all'esame. Chissà, può essere anche più forte di te e Giselle.
Richie fece una smorfia di disappunto e guardò con sospetto il ragazzo. Non gli piaceva, aveva uno sguardo così freddo e indifferente. Non si riusciva a capire cosa stesse pensando.
Giselle si limitò a osservarlo, senza aprire bocca. Cosa insolita per lei, abituata a commentare su tutto.
- Ma non ti sei chiesto perché ha deciso di isolarsi tra le montagne, se era così forte?- continuò Richie. Paul rimase in silenzio, così come aveva fatto dal momento che era entrato.
- Non è una cosa che debba interessarti, Richie. Il nostro obiettivo è un altro. Finché sarò io al comando, farete quello che dico, senza discutere.
Richie smise di fare obiezioni, sebbene odiasse farsi dare ordini da Gary, ma non aveva alternative che ubbidire.
- Quale sarà la nostra prima mossa?- chiese A.J. ansioso.
- Dalle ultime notizie dei nostri informatori, il gruppetto è in viaggio per Crystal City- Gary appoggiò sul tavolo dei fogli pieni di dati e foto dei ragazzi.
- Perfetto, ci precipitiamo da loro e li attacchiamo!- disse A.J. alzandosi in piedi- Questa volta non ci faremo prendere alla sprovvista.
- Non così in fretta- disse Gary, tranquillo sulla sua sedia e voltandosi verso una mappa appesa alla parete- Certo, sarebbe facile attaccarli in questo momento, visto che non sanno che li stiamo sorvegliando- appoggiò la mano sotto il mento- Ma questo non ci assicurerebbe la vittoria. Ash è pur sempre un ex-membro del Team Magma ed è stato addestrato ad affrontare situazione estreme. Gli altri non mi preoccupano, ma saranno comunque di ostacolo. Uhm, l'attacco diretto non fa al mio caso.
Richie e A.J. si guardarono senza capire.
- Non mi basta semplicemente vincere...io voglio molto di più- prese una pallina in mano e ci giocherellò lanciandolo in aria- No, la loro morte non mi soddisferebbe. Dovranno supplicare di venire risparmiati, si trascineranno per terra e piagnucoleranno come vermi.
- Cosa intendi fare, allora?- chiese Richie. Non capiva perché, ma quello sguardo che improvvisamente era comparso sul volto di Gary, lo inquietava.
- Ognuno ha un punto debole, giusto? Ash si è rammollito da quando è con loro- afferrò al volo la pallina e la strinse forte. Delle piccole fiammelle fuoriuscirono tra le dita- Agiremo in modo da rendendoli deboli, fragili e inermi...- riaprì la mano e sul palmo comparì solo della cenere- E poi li elimineremo.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Siamo arrivati a Crystal City- disse Brock, poco prima di raggiungere la montagna con il passaggio segreto.
- Bene, allora vi lascio qui- disse Anabel.
- Come, non vieni con noi?- chiese Ash.
- No, ho altre cose da fare…e poi immagino che anche voi sarete impegnati- guardò di sfuggita la ragazza con il codino- Ma non è detto, chissà che ci si riveda presto- aggiunse con un sorriso.
La ragazza salutò e si allontanò.
- Diamoci da fare, prima che faccia notte- disse Misty incamminandosi per prima.
- Sbaglio o sembra che tu odi Anabel?- fece Ash seguendola.
- Non la odio- rispose Misty senza voltarsi a guardarlo.
- Non si direbbe. Sembravi infastidita quando Anabel ha sconfitto il Team Rocket.
- Non m’interessa cosa fa. Lei non fa parte del Team Luce.
- Mh…però non sarebbe male se lei…- non fece in tempo che Misty si voltò con uno sguardo gelido. Ash sussultò per un istante, poi lei si rivolse a Brock.
- Brock, puoi aprire l’ingresso?
- Oh, sì- il ragazzo bruno mosse la roccia con dei colpi sulla parete rocciosa e questa scoprì un ingresso che passava sotto la montagna.
Il gruppetto avanzò, lasciando Ash per ultimo. Non capiva come mai Misty avesse reagito così. Il suo sguardo per un attimo lo aveva lasciato senza parole.
Si grattò la testa. Non riusciva proprio a comprendere Misty.
Si affrettò a raggiungere il gruppo per fare luce con il suo fuoco.
- Questa grotta mi fa sempre più paura- fece Melody- E’ così sporca…
- Siamo dentro una montagna, che ti aspettavi?- fece May sarcastica- Pavimenti di marmo lucidati a cera?
- Mi basta solo che non mi strisci qualcosa vicino- disse Melody.
- Perché, è capitato?- chiese Dawn.
- Una volta sì, ho sentito qualcosa muoversi, ma in mancanza di luce non siamo riusciti a vedere di cosa si trattasse.
- Forse era un mostro che voleva divorarci- disse May con uno sguardo furbo e poi fece cadere di nascosto una pietra accanto a Dawn. La ragazza dai capelli blu sussultò dallo spavento.
- Ahhh! E’ qui, è qui!- si agitò.
- May…- Misty guardò con rimproverò May.
- Ih, ih, dai, stavo solo scherzando- alzò le spalle.
Dawn fece una smorfia e proseguirono lungo il cunicolo.
- Mh?- Ash si guardò intorno.
- Che hai?- chiese Brock.
- Che strano, mi è sembrato che qualcosa mi sfiorasse.
- Non sarà un altro tuo scherzo?- Melody guardò May.
- Ehi, questa volta non c’entro…- poi stette in silenzio- Però c’è davvero qualcosa qui intorno. Lo posso percepire.
- Il mostro, il mostro!- Dawn si incollò a Melody.
- E’ impossibile che sia un mostro- disse Misty- Non esistono.
- Non sarà il mostro, ma qualcosa è…- disse Brock guardandosi intorno. Non c’era molta luce, però per quel che potevano vedere, qualcosa si stava muovendo velocemente vicino a loro.
- Che facciamo?- chiese Dawn.
- Finché non ci attacca, non fate movimenti bruschi- disse Misty.
Nel silenzio della grotta, si sentì solo un fruscio e d’un tratto qualcosa piombò addosso ad Ash.
- Ahh!- gridò sorpreso e cadde all’indietro. La fiamma si spense.

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Capitolo 32
*** Cap. 31 ***


Ecco, a dire la verità, avevo in programma di farlo da anni, ovvero pubblicare i capitoli restanti per chi non mi seguisse sul mio blog. E già c'ero sistemare i vari errori di formattazione e altro. Ma concentrandomi sui nuovi capitoli, alla fine ho finito per lasciare indietro questo impegno. Comunque, ora sono qui. Per chi ha letto la storia e vuole sapere il continuo senza spoilerarsi sul mio blog XD
Ordunque, dove eravamo rimasti? Ah già, il povero Ash è stato attaccato... da chi? Da una folla di fans scatenate XDD
Commenti, please! ^^

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Sinopsi: Il Team Luce dopo essere stato sull'isola Smeraldo e essersi imbattuto con il Team Aqua, è sempre più curioso sul mistero delle pietre e per questo Todd li indirizza da persone che potrebbero aiutarli. Quando finalmente fanno conoscenza con la Battle Frontier, una società segreta che custodisce numerosi segreti, Misty si mostra diffidente e scontrosa nei loro confronti, soprattutto per una giovane integrante di nome Anabel. Ma il viaggio prosegue e proprio quando stanno attraversando il passaggio sotto la montagna, un ostacolo li attende.

 

BLUE BIRD ILLUSION

Cap.31

Il mostro della grotta


Nel silenzio e la penombra della grotta, si sentì solo un fruscio e d’un tratto qualcosa piombò addosso al moro.

  • Ahh!- gridò Ash sorpreso e subito dopo cadde all’indietro. La fiamma si spense nella caduta.

  • Ash! Tutto bene?- chiese Misty allarmata temendo l'attacco di un nemico.

  • Uhh…- si lamentò lui.

Il ragazzo si massaggiò la testa frastornato, ma quando cercò di mettersi seduto sentì come un peso sullo stomaco. Riaccese la fiamma nella mano per verificare, ma non si aspettava di ritrovarsi a pochi centimetri dal viso un essere paffuto con guance rosse, lunghe orecchie, il corpo tutto giallo e occhi rotondi e vispi che lo fissavano con curiosità.

  • Un… Pikachu?- disse May sorpresa e un poco delusa. Non le sarebbe dispiaciuto un po' di eccitazione- Il mostro non era altro che un Pikachu?

  • Ma è così tenero!- disse Melody incantata.

  • Hai ragione!- concordò Dawn ripresosi dallo spavento- È molto carino!

  • Carino o no, potresti alzarti dal mio stomaco?- chiese Ash scocciato al pokémon.

Ma il pokémon non lo stava ascoltando, quindi tentò di alzarlo con la forza afferrandolo per la coda.

  • Aspetta, non lo fare…- Brock tentò di avvertirlo, però ormai il pokémon lo aveva investito con la sua scarica di elettricità.

  • Ahhh!- gridò nuovamente.

  • ... i Pikachu sono piuttosto suscettibili se li tocchi- spiegò Brock.

  • Grazie per l’avvertimento- disse il moro abbrustolito per bene- Ma perché a me?- borbottò nuovamente steso a terra.

  • Pika?- il pokémon sembrò divertito dall’espressione di Ash, quasi non comprendesse la pericolosità del suo attacco.

  • Però...- fece Brock osservando il pokémon- Mi pare di capire che gli sei simpatico.

  • Grandioso…- fece Ash con ironia- E adesso come me lo levo?

  • Perché non lo tieni con te?- propose Dawn. Adorava i pokémon con il muso tenero come quel Pikachu.

  • Mi sarebbe solo d’impiccio- scartò subito l'idea.

  • Mi sa però che non hai alternative- disse Melody guardando il pokémon che giocherellava ora con i capelli del ragazzo. Il cappello era volato altrove- Pare si sia affezionato a te.

  • Ma non sono neanche un dominatore del tuono- si lamentò. L'idea di avere una centrale elettrica sullo stomaco, non lo rendeva euforico.

Misty si chinò e con dolcezza prese il pokémon giallo, che si lasciò tenere tra le braccia della ragazza.

  • Non mi pare che sia così pericoloso- commentò lei accarezzandolo sulla testolina- Ti sei fatto spaventare per così poco?

  • Chuu…- emise il pokémon con gradimento.

  • Che?!- esclamò il ragazzo sorpreso indicandola- Perché a te non ti ha fatto niente?

  • Non lo so- alzò le spalle- Ma non è di questo che ci dobbiamo preoccupare. Non possiamo restare per l'eternità dentro la grotta. Alzati in piedi e andiamo.

  • Facile per te parlare- disse Ash alzandosi- Lui non ti ha incenerito.

Il pokémon si voltò a guardare Ash e fece un balzo dalle braccia di Misty a lui.

  • Ahhh, di nuovo!- il ragazzo indietreggiò e il pokémon gli salì sulla spalla- Eh?

  • Pika, pi!- disse allegramente il pokémon. Il ragazzo si sorprese di non venire fulminato.

  • Sarà, ma a me pare che sia nata tra voi una storia d’amore- disse Misty divertita.

  • Spiritosa.

  • Mi domando cosa ci faceva un Pikachu in queste gallerie- disse perplessa May.

  • Forse è rimasto bloccato qui da tempo o forse una di queste gallerie porta al luogo dove lui vive- ipotizzò Brock.

  • E ora che faccio?- si lamentò Ash- Non ne vuole sapere di andarsene.

  • Non ti resta che portartelo appresso- disse Brock, passandogli il cappello.

  • Stupendo…- sospirò rassegnato, poi abbozzò un sorriso vedendo il pokémon così pimpante.

Non era la prima volta che un pokémon gli si avvicinava senza problemi, da bambino era cresciuto vicino a tanti pokémon e gli pareva a volte di avere una certa affinità con loro.
Però negli ultimi anni aveva fatto di tutto per allontanare qualsiasi essere vivente da lui e i pokémon percependo questa sua ostilità avevano smesso di cercarlo.
L'idea di avere una minaccia elettrica sulle spalle non gli aggradava, però in fondo tenerlo con sé per un po' non sarebbe stato un grosso fastidio. Il pokémon si sarebbe stancato presto e se ne sarebbe andato per la sua strada.
Il gruppetto raggiunse finalmente la fine della grotta. La luce del giorno li avvolse.
Ash rivide lo stesso paesaggio incontaminato della prima volta che era stato lì. Era strano essere di nuovo in quel posto. Sembrava quasi passata un eternità dall'ultima volta che aveva parlato con la professoressa Ivy e del pericolo della tecnica del ghiaccio. Ora che era lì, come si sarebbe dovuto comportare?

  • Come lo chiamerai?- chiese Dawn curiosa, riferendosi al pokémon.

  • Non ho intenzione di tenerlo con me- obiettò Ash.

  • Però dovrai dargli comunque un nome, no?

  • Vada allora per Pikachu- disse lui semplicemente.

  • Uao, sei il re della fantasia- fece Misty sarcastica.

  • Se ti credi così creativa, perché non lo proponi tu il nome?- disse infastidito.

  • … Ivy- fece lei con voce grave.

  • Mh? E tu vorresti chiamarlo con un nome da donna?

  • No, no, Ivy è qui- disse May con un certo timore.

Ash guardò avanti a sé e oltre la figura di Misty vide la donna avanzare verso di loro. Non era cambiata dalla volta che l’aveva conosciuta, capelli viola corti e lisci, occhi castani, corpo formoso e un camice bianco sopra un top rosso e gonna blu.

  • Mio tesoro! Luce dei miei occhi! Il tuo principe è tornato da te!- disse Brock tutto euforico e le corse incontro.

  • Aspet… - fece May nell'intento di fermare l'inevitabile, ma ormai Brock era stato lanciato in aria dalla donna, senza neanche il tempo di replicare- Non imparerà mai.

Misty aspettò di trovarsi davanti la donna e la guardò seria. La donna la fissò altrettanto seria e poi sorrise.

  • Sei tornata.

  • Sì- annuì solenne come un soldato appena rientrato.

  • Mi fa piacere rivederti- disse amabilmente. Misty dapprima dubbiosa, contraccambiò poi con un sorriso e nell’istante dopo Ivy l’afferrò per il braccio facendola volare via.

  • Kyaaaa!- gridò lei. I ragazzi la seguirono con lo sguardo spaventati.

  • Ancora troppo lenta, Misty!

  • Non mi lasci neanche il tempo di reagire!- si lamentò Misty stesa a terra per l'ennesima volta e chiedendosi perché ci cascava tutte le volte. Doveva sapere che Ivy non era il tipo da essere amabile con il prossimo, soprattutto con lei.

  • Avevi bisogno di un invito?- la donna si voltò verso gli altri che sussultarono e fissò Ash. Poi con passo deciso andò dritta dal ragazzo, che rimase fermo quasi timoroso della reazione dell’imprevedibile donna, ma pronto a difendersi- Oh, ma vedo che avete un nuovo compagno- disse accarezzando Pikachu che era tra le braccia di lui e ignorando il ragazzo che tirò un sospiro di sollievo.

  • Pika- sorrise il pokémon.

  • È curioso vedere un pokémon elettrico da queste parti- guardò Ash pensierosa- e soprattutto uno che dia così tanta confidenza a un umano.

  • Che si tratti di un pokémon abbandonato?- disse Brock ripresosi dal volo.

  • Ma chi sarebbe così crudele da abbandonarlo dentro la grotta?- disse Dawn.

  • No, è un pokémon selvatico...- disse una voce che non era del gruppo. Si voltarono per vedere una persona raggiungendoli con passo lento. Era un signore di una certa età, con capelli grigi e bianchi, occhi marroni. Indossava un completo di pantalone marrone e polo rosso, con sopra un camice bianco come quello di Ivy. L'uomo guardò il pokémon giallo, quasi esaminandolo- Mi pare pure in buona forma.

  • Lei chi...?- chiese sorpreso Ash. Era la prima volta che lo vedeva. Ma stranamente, quando gli si era avvicinato aveva percepito una sensazione particolare. Non capiva perché.

  • Prof. Samuel!- esclamarono Misty e Brock sorpresi quando lo riconobbero.

  • Misty, Brock... è da tanto che non ci vediamo- sorrise l'uomo salutandoli.

  • Cosa ci fa qui?- chiese Misty.

  • Avevo del tempo libero e così sono venuto a trovare una cara amica- spiegò guardando la donna che si limitò a incrociare le braccia.

  • Misty, chi è?- chiese May sottovoce. Non ricordava di averlo visto le volte precedenti.

  • Oh, scusate. Lui è il professore Samuel e in passato ha lavorato insieme a Ivy ad alcune ricerche. Ogni tanto viene a farle visita.

  • Salve- fecero in coro i ragazzi.

  • Prof. Samuel, loro sono i miei compagni... May, Melody, Dawn e Ash.

  • Piacere di conoscervi- salutò l'uomo.

  • Piuttosto, perché siete qui?- chiese Ivy tagliando corto le presentazioni- Non mi dite che siete venuti per una vacanza.

  • No, ecco...- Brock guardò incerto Misty. Lei voltò lo sguardo altrove. Le sembrava un esagerazione essere andati da Ivy, ma Brock aveva insistito tanto.

Ash ricordò in quel momento il motivo della loro presenza lì. Un po' titubante scosse la testa e poi guardò la donna. Toccava a lui fare il primo passo.

  • È a causa mia- prese la parola rivolgendosi a Ivy- Io non sono un semplice dominatore del fuoco. Le ho mentito- I ragazzi si voltarono sorpresi verso Ash. La donna lo ascoltò in silenzio- Ho mentito a tutti... in realtà io faccio parte del Team Magma e la mia missione era quella di entrare nel gruppo ed eliminarli- lo sguardo della donna si fece molto serio. Il ragazzo sembrò indugiare per qualche istante, per poi riprendersi- Ma questo fa parte del passato. Ora io...io...

  • Ash...- Misty lo osservò. Era sorpresa che avesse preso l'iniziativa di parlare. Nessuno di loro lo aveva spinto in qualche modo a farlo.

  • Io ho deciso di abbandonare la missione e lasciare il Team Magma- terminò Ash con sguardo deciso.

La donna rimase ancora in silenzio, mentre si sentiva tirare un aria pesante intorno. Ash chinò la testa quasi aspettandosi una reazione violenta, conoscendo i suoi modi di fare.

  • Mh...- la donna gli diede le spalle- Mi pare che stessi preparando il thè, Samuel.

  • Sì...- annuì lui con un sorriso.

  • Bene, andiamo- i due si avviarono tranquilli come se niente fosse accaduto.

Ash rimase senza parole. Perché lo aveva bellamente ignorato? Forse non aveva sentito bene?

  • Ma...- fece lui confuso avanzando qualche passo- Non dice niente? Io ho appena ammesso di…

  • Di aver fatto parte del Team Magma, lo so. E allora?- fece la donna indifferente- Non è con me che devi confrontarti. Hai già fatto la tua scelta, mi pare. Non deve essere stato facile, ma i tuoi compagni ti hanno compreso. Mi sembra che sia sufficiente, no?

  • S-sì, però...- la donna però lo ignorò nuovamente.

  • Allora, che fate lì? Samuel è bravo a fare il thè. Dovete provarlo.

  • Sei sempre gentile, cara Ivy- disse Samuel, avviandosi con lei verso la casetta. Dietro di loro, i ragazzi li seguirono.

  • Ma che roba...- fece Ash scuotendo la testa.

E lui che si aspettava una serie di rimproveri o pugni. Dopo quello che gli aveva detto la volta scorsa come avvertimento, credeva che glielo avrebbe fatto pesare e invece la sua reazione l'aveva lasciato senza parole.

  • Ivy è fatta così- disse Brock alzando le spalle mentre gli passava vicino- Non le servono tante parole. Penso che abbia compreso i tuoi sentimenti.

  • Eh?

  • Dai, andiamo prima che si arrabbi.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Proprio non va- disse Richie, alla mensa della nave.

  • Accettalo, compare. Gary ha dalla sua parte la simpatia del capo- fece A.J.

  • E a te va bene?- lo guardò contrariato.

  • Al momento non m'interessa- alzò le spalle disinteressato- E poi Gary è troppo astuto per batterlo.

  • La sua non è astuzia... è malvagità- specificò il castano.

  • Che ti aspettavi? Siamo il Team Magma. Eseguiamo gli ordini e basta.

  • Sì, ma...- Richie sospirò. Non poteva certo ribattere il concetto, se era esatto- Chissà cosa direbbe Ash se fosse qui.

  • Dimenticati di quel traditore- fece una smorfia- Stiamo per andare a eliminarlo, no?

  • È davvero... necessario?- fece la voce di una ragazza. Giselle si sedette con loro- Ash potrebbe essere solo succube di quei ragazzi. Lui non tradirebbe il suo paese per unirsi con dei perdenti.

  • Non dirmi che ci stai ancora male- fece divertito A.J.- Il tuo ragazzo se l'è data a gambe...- ma non poté terminare, che una forchetta gli si conficcò nello spazio tra le sue dite appoggiate sul tavolo. A.J. impallidì per l'azione improvvisa di Giselle.

  • È quella... quella ragazza...- disse lei furiosa, afferrata ancora alla forchetta e guardando in cagnesco A.J.

  • Mh?- Richie la guardò curioso- Ti riferisci alla dominatrice dell'acqua?

  • È lei la causa di tutto! Gli ha fatto il lavaggio del cervello e me l'ha portato via. Ma non gliela farò passare liscia.

  • Stai esagerando Giselle- disse Richie con uno sbuffo, mentre l'altro ragazzo ritirava lentamente la sua mano dal tavolo. Giselle fulminò il castano con lo sguardo.

  • Mi stai dicendo che sto sbagliando?!

  • Dico che sei furiosa, perché Ash se n'è andato senza dirti niente. Ma se ci pensi bene, lui non ti ha mai presa in considerazione. Perché prendersi ora la briga di salutarti?- Giselle divenne paonazza dalla vergogna, A.J. Indietreggiò quasi aspettandosi che esplodesse- Dubito che Ash abbia mai voluto bene a qualcuno. Neanche io, che gli stavo più vicino, l'ho mai capito veramente. Lui non era solito parlare di se stesso o dare molta confidenza agli altri- chinò la testa pensieroso- È strano... Ash ha sempre combattuto per se stesso, non certo per degli ideali o per salvare qualcuno. Com'è possibile che sia cambiato così drasticamente?

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • La Frontier Battle?- Ivy li guardò, poi scosse la testa- Mh, sì, ne ho sentito parlare...- restò sul vago guardando altrove- E così vi hanno detto che la vostra è la pietra tuono.

  • Posso vederla?- chiese Samuel.

  • Sì... uhm, aspetta chi ce l'aveva?- fece Brock toccandosi le tasche.

Ash improvvisamente si ricordò di averla tenuta in tasca per tutto quel tempo. La tirò fuori.

  • Ho dimenticata di rimetterla nel sacchetto- fece lui imbarazzato.

  • Non mi sorprende la tua sbadataggine- commentò Misty.

Il ragazzo l'appoggiò sul tavolo e si accorse dello sguardo interessato del pokémon giallo. Pikachu passò dalle spalle del dominatore al tavolo di fronte. Guardò la pietra divertito.

  • Che gli prende ora?- chiese Ash.

  • Sembra come attirato dalla pietra- disse Brock osservandolo.

  • Mi sembra normale- fece Samuel- È un pokémon elettrico e questa pietra contiene un elevata forza elettrica.

  • Aspetta, ma quando eravamo nella grotta avevi ancora la pietra?- chiese Misty al moro. Lui annuì e poi comprese.

  • Quindi mi si era avvicinato, perché aveva avvertito provenire in me l'energia della pietra. E io che credevo chissà che- alzò lo sguardo deluso, ma in parte sollevato di non doversi occupare del pokémon.

  • Questo almeno spiega il mistero del perché ti era così attaccato- fece May.

  • Peccato, stroncata sul nascere una tenera storia d'amore- commentò divertita Misty. Ash fece una smorfia.

  • È davvero sorprendente come ne siete entrati in possesso- Samuel esaminò la pietra- Credevo che le avessero nascoste molto bene.

  • In effetti ci chiediamo come quella coppia ne sia venuta in possesso- disse Brock sospettoso.

  • Che avete intenzione di fare?- chiese il professore.

  • Al momento ancora niente- Brock alzò le spalle- Non possiamo rischiare. Anche con le informazioni della Battle Frontier, resta comunque un mistero il suo funzionamento. Abbiamo bisogno di raccogliere più informazioni.

  • Capisco...- Samuel appoggiò la pietra e guardò il gruppetto di ragazzi- Siete ancora convinti di attaccare il Signore del Fuoco?

  • Certo. C'era qualche dubbio?- disse con ovvietà Misty .

  • Però...- Samuel guardò incerto la donna. Lei di risposta scosse la testa come impossibilitata di intervenire.

  • Non nego che la strada si stia facendo più difficile, però non possiamo arrenderci ora- spiegò la ragazza intuendo la perplessità di Samuel, non era la prima che affrontavano l'argomento- Ed è per questo che abbiamo bisogno di allenarci costantemente- ricordò con disagio lo scontro con George- Il Team Aqua si è fatto più temibile... Per arrivare al Signore del Fuoco, li incontreremo sicuramente sulla nostra strada e lo scontro sarà inevitabile. Voglio che per quel giorno, tutti noi saremo pronti per la battaglia.

  • Siete degli sconsiderati, ma ormai mi sono arresa- disse Ivy alzando le spalle- Vedremo che si può fare. Nel frattempo rilassatevi, che domani inizieremo con gli allenamenti.

Gli altri annuirono, anche se intuivano a quali allenamenti li avrebbero sottoposti la donna.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Non dormi?- chiese una voce.

  • Come potrei?- fece la voce del ragazzo dai capelli corvini- Pikachu insiste nel dormire sul mio stomaco.

  • Ti ci farai l'abitudine- disse la ragazza divertita, sedendosi accanto a lui a guardare il paesaggio che offriva quell'angolo sperduto, circondato dalle montagne.

  • Che vuoi dire? Pikachu non è interessato a me, ma alla pietra. Mi avrà scambiato per un dominatore del tuono.

  • Forse no- Misty indicò il pokémon giallo appollaiato sulle gambe del ragazzo- Sebbene Pikachu fosse attratto inizialmente dalla pietra tuono, anche senza quella lui ti resta vicino.

Ash ci rifletté su, poi si voltò verso la ragazza.

  • Non ho intenzione di portarmelo appresso- chiarì subito.

  • Ah, ma non puoi negare di averci fatto un pensierino- fece Misty con un sorrisino.

  • Non posso portarmi un pokémon in battaglia- disse lui serio- Morirebbe all'istante. I pokémon non sono addestrati a combattere.

  • Puoi sempre addestrarlo tu- propose lei. Ash scosse la testa.

  • Prendermi cura di un pokémon... Non ne sarei capace.

  • Ma non sarai solo. Ricordati che ora fai parte di un team- il ragazzo la guardò, poi chinò la testa annuendo- Che hai?

  • Stavo pensando... se sia giusto che la professoressa Ivy non mi abbia detto niente. Ancora adesso mi sembra così assurdo che sia rimasto con voi.

  • Avresti preferito che ti facesse la ramanzina?- chiese lei divertita.

  • Non dico questo- fece lui imbarazzato. Non sopportava che la ragazza si prendesse gioco delle sue incertezze- Solo che...- non seppe però continuare, ricordando le parole di Ivy. Lo aveva avvertito, lo aveva già visto gli effetti con George, eppure aveva spinto Misty a usare la tecnica del ghiaccio a causa del suo tradimento.

  • Per quanto mi riguarda, mi hai sorpreso oggi- disse la ragazza interrompendo i suoi pensieri. Lei stava volgendo il suo sguardo al cielo notturno- Forse ti sarà sembrato naturale, ma il tuo gesto ci ha meravigliati- Ash non comprendeva- Aver ammesso il tuo errore, è segno che ormai ti stai lasciando il passato alle spalle.

  • Il passato alla spalle...- ripeté lui, come assorto da qualche pensiero.

Misty osservò nuovamente il pokémon giallo e lo accarezzo dolcemente.

  • Essere spontanei e ingenui...quasi invidio Pikachu- disse con un po' di amarezza.

Ash la guardò, senza afferrare il concetto delle sue parole.

  • Vorresti stare al posto di Pikachu?- fece lui sconcertato, immaginandosi per qualche secondo la buffa immagine di Misty accovacciata sopra le sue gambe.

  • Se ci fosse l'opportunità di fuggire dai sentimenti che fanno soffrire, allontanarsi dalle responsabilità...- smise di accarezzare il pokémon e fece un sorriso sforzato- Peccato non essere un pokémon, eh?

Il ragazzo però continuava a non comprendere le parole della ragazza.

  • Bene, ora vai a farti una bella dormita- si alzò in piedi- Domani Ivy ci stravolgerà con i suoi allenamenti.

Il ragazzo annuì e lasciò che la ragazza si avviasse per prima. Diede un occhiata al pokémon che dormiva beatamente sul suo grembo.

  • Essere un pokémon...- scosse la testa perplesso- Ciò che dice è senza senso.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Insomma, insomma- un ragazzo alto e magro, si stava spazientendo davanti all'ingresso di un albergo- Eppure gli avevo detto: per le 8.00 precise- Guardò nuovamente il suo orologio da polso- E sono ben le 8.01!

In quel momento un ragazzo con indosso una maglietta verde stava tranquillamente uscendo dall'albergo.

  • Eccoti qui!- gridò il ragazzo in tono di rimprovero- Ma hai visto l'ora? Non ci si può fidare di te. Abbiamo una tabella di marcia e...

L'altro ragazzo, alzò gli occhi al cielo annoiato dalle solite paturnie dell'amico.

  • Calmati Barry- disse il castano, più basso rispetto all'amico e più in carne- Abbiamo tutta la giornata davanti a noi.

  • Questo lo dici tu, Kenny. Per quest'ora avremmo dovuto essere già a metà strada per la prossima città e...

  • A parte il fatto che per arrivarci ci vuole almeno un giorno, come credevi di arrivarci in poche ore? Come se qualche minuto facesse differenza.

  • Si dia il caso, che io ho visitato ben tre città in due giorni- disse il biondo, tutto fiero.

  • Non ho intenzione di fare la maratona, come te. E poi, facile parlare per te, il tuo elemento ti fornisce tutta l'energia necessaria... e ti rende più stressante che mai- aggiunse.

  • Farò finta di non averti ascoltato, perché sono ansioso di partire per un nuovo viaggio!

  • Sì, ti capisco, però...- tirò fuori il giornale che aveva nello zaino- Dovremo stare attenti. Stanno accadendo fatti preoccupanti nel mondo...

  • Tranquillo, amico- gli diede una pacca sulla spalla- Ti proteggerò io.

  • Veramente non mi riferivo a quello- disse Kenny incerto e a disagio.

  • Ma sì, sì! Non avere paura- continuò l'altro senza ascoltarlo- E adesso in marcia!- alzò il braccio e avanzò spedito. Kenny sospirò e diede un'altra occhiata al giornale.

Qualche tempo prima aveva conosciuto un tale che gli aveva accennato a dei articoli scritti in codice. Non gli aveva prestato molta attenzione, pensando si trattasse di uno scherzo, però c'erano stati troppi incidenti di origine misteriosa, tra cui l'incendio ad un Contest di Dominio. Il giornale si limitava a dare una versione piuttosto superficiale, sostenendo che non c'erano state conseguenze gravi e che tutto andasse bene. Ma lo capiva da sé, che quei articoli suonavano ridicoli.
Nel mondo si udivano di battaglie, tutte vinte dal Team Magma. Era anche assurdo che qualcuno potesse vincere contro di loro, però sempre più spesso sentiva parlare di un gruppo di guerrieri che si stava preparando per porre fine alle guerre.
Se ci fosse stata una nuova guerra, le conseguenze sarebbero state enormi. Però se il Paese del Fuoco continuava a espandersi, chiunque sarebbe stato in pericolo.
Per qualche minuto ricordò il suo villaggio invaso dal Team Magma...
.

  • Kenny!- si sentì chiamare dai suoi genitori. Il bambino si diresse nel salotto, dove c'erano i suoi genitori molto turbati e agitati. La madre gli mise in spalla uno zainetto e lo guardò cupa in volto.

  • Cosa succede, mamma?- chiese lui allarmato.

  • Ti ho messo dentro il necessario- disse lei sbrigativa- Esci dal retro e segui il professore Rowan. Porterà te e tutti gli altri bambini al sicuro.

  • E voi? Non venite con me? Cosa sta succedendo?

  • Non c'è tempo per le spiegazioni. Noi ce la caveremo- disse il padre- Presto, vattene!

Impaurito e incerto, uscì dalla porta del retro. Diede un occhiata alla sua casa, non capiva cosa stesse succedendo e perché i suoi genitori non potevano venire con lui. Vide poi come tanti altri bambini sgattaiolavano via dalle case. Li seguì e vide da lontano il professore Rowan.

  • Andiamo, venite per di qua. Muovetevi- disse il burbero professore ai bambini, e li diresse verso un sentiero tra la vegetazione.

Il bambino si fermò e guardando tra i bambini che erano con lui notò l'amica Leona, che però era da sola. Si diresse dal professore Rowan.

  • Professore, manca una persona...

  • Come? Non c'è tempo ora, la cercherò io, tu vai con gli altri.

Il castano però era incerto se avanzare. Alle sue spalle, si poteva sentire del fermento nelle strade cittadine. Chi era arrivato?

  • Che stai facendo qui?- Leona gli andò incontro e fece per trascinarlo dalla mano- Non hai sentito? È pericoloso, se ti vedono quei uomini.

  • Devo andare a cercarla- il bambino non si mosse. Leona intuì a chi si riferisse- Aveva litigato con sua madre, dovrebbe essere ancora a casa sua- senza dare altre spiegazioni si staccò dalla bambina e corse in direzione del villaggio.

  • Kenny, aspetta!- gridò l'amica.

Il bambino passò tra le viette secondarie e si fermò a guardare di nascosto degli uomini in divisa con il simbolo di una fiamma, entrare in ogni casa e mettere tutto a soqquadro. C'era una totale confusione e gente che correva qua e là. Alcuni che lottavano e altri che si limitavano a difendersi. Anche agli occhi di un bambino appariva devastante la forza di quei soldati in divisa.

Kenny riprese a correre e raggiunse la casa. Però del fumo sembrava provenire da dentro e udì un grido di una donna.

  • Dawn! Dawn!- disse la voce disperata.

Kenny si intrufolò da una finestra e capì dai rumori, che c'era in corso una battaglia da un'altra parte della casa. Ma quei uomini erano in maggioranza.
Sentì poi dei singhiozzi e vide rannicchiata una bambina dai lunghi capelli blu. Tirò un sospiro di sollievo nell'averla trovata.

  • Dawn, vieni!- il bambino la afferrò per un braccio e la trascinò fuori dalla finestra, certo che quei uomini fossero troppo impegnati nella lotta, per prestare attenzione alle finestre.

Inutile sarebbe stato rimanere lì. Senza fermarsi, Kenny corse con tutte le forze, portandosi con sé la bambina che continuava a piangere. Non voleva voltarsi, non voleva vedere il suo villaggio prendere fuoco o i suoi genitori e la madre di Dawn soccombere alla forza di quei uomini. In quel momento dovevano pensare solo a salvarsi.
.

Scrollò le spalle. Perché gli era tornato in mente quel doloroso ricordo?

E poi, chi mai sarebbe stato così pazzo da mettersi contro una nazione intera di dominatori del fuoco?

  • Kenny, sbrigati! O ti lascio qui!- gridò il biondo qualche metro più avanti.

Kenny iniziava a pentirsi di avergli proposto di viaggiare insieme. Sospirò nuovamente e gettò il giornale nella pattumiera.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Una moneta per i tuoi pensieri- disse una ragazza dai lunghi capelli arancioni.

Un'altra ragazza era sdraiata per terra, sulla soffice neve, gli occhi rivolti al cielo. I suoi capelli color viola risaltavano nella fresca neve.

  • Non sopporto questo clima- disse con una smorfia.

  • Ma come? Credevo che ti piacesse- fece l'altra sorpresa con un sorriso. Delicatamente si sedette composta sulle ginocchia accanto alla ragazza- Non eri tu che dicevi, che la neve è la forma più candida dell'acqua?

  • No, quella eri tu- corresse lei indicandola- A te piaceva manovrare la neve e crearne tanti attacchi. Ora l'unica cosa che crei con la neve, sono solo pupazzi.

  • E la cosa ti dà fastidio?- chiese l'altra gentilmente, con quella sua voce delicata e affabile.

  • Questo mi dà fastidio- si rigirò, in modo da averla davanti a sé e la indicò nuovamente- Tu e il tuo fidanzamento.

  • Come?- chiese lei sorpresa e dispiaciuta.

  • Non dico che non sia contenta per te- aggiunse subito la ragazza per non rattristare l'amica- È solo che, da quando tu e Kyo vi siete fidanzati ufficialmente, siete cambiati. Tu eri la migliore dominatrice che io abbia conosciuto. Noi tre insieme, eravamo imbattibili. Credevo che ti piacesse combattere- disse delusa.

La ragazza dai capelli arancioni chinò la testa e accarezzò la testa dell'amica.

  • Lo comprendo Ivy. Però non posso rimanere il solito maschiaccio, come lo ero da bambina. Ora che sono fidanzata ufficialmente, non posso permettermi di fare errori. Non posso far sfigurare Kyo davanti agli altri.

  • Vorrei che potessimo tornare ad essere dei bambini, allenarci e divertirci- fece Ivy, amareggiata. L'amica sorrise, la sua pelle candida si confondeva con la stessa neve. Se le fosse caduta della neve, avrebbero faticato a ritrovarla.

  • Ricordi quando desideravamo che a noi ragazze venissero concesse le stesse opportunità dei maschietti?- Ivy annuì. Ricordava le tante volte che si riunivano per discutere su quell'argomento- Io mi sforzerò affinché tutti abbiano la possibilità di poter affinare il loro dominio. Anche Kyo è d'accordo con me. Ci vorrà del tempo, lo so, però manterrò la promessa. Noi ragazze abbiamo tutto il diritto di combattere accanto alle persone che amiamo.

  • Però perché fidanzarvi? Non potevate aspettare? Così sarai costretta a rinunciare ad allenarti con me. E poi, questo tuo modo di fare- si mise seduta per guardarla meglio- Tu non sei così, tu non eri così.

  • Cara Ivy, io sono la stessa di sempre- la prese per mano. La sua dolcezza era quasi disarmante, Ivy lo sapeva, la conosceva troppo bene- Sono sempre quella bambina con cui inventavi tecniche nuove insieme a Kyo. Sono solo cresciuta... mi sono innamorata e questo mi ha fatto maturare. Kyo è riuscito a calmare il mio caratteraccio e mi ha reso una persona migliore.

  • Migliore, eh?- fece una smorfia risentita e tolse la sua mano da quella della ragazza. L'altra la guardò addolorata.

  • Questo forse lo comprenderai al momento giusto. Chissà, quando arriverà la persona giusta...

  • Ah no, grazie- scosse la testa e si distese sulla neve- Se innamorarmi mi deve ridurre così, preferisco vivere sola. Non rinuncerei mai a combattere.

  • Ivy...- la guardò nuovamente dispiaciuta- Per me, tu e Kyo siete sempre molto importanti ed è per questo che voglio impegnarmi per migliorare la nostra città. Anche se non sembra, io non ho smesso di combattere- sorrise dolcemente- Abbi fiducia in me, Ivy.

.

  • Ivy, Ivy...- la donna aprì gli occhi, svegliandosi dai suoi ricordi.

  • Sì, dimmi Samuel- guardò il signore con in mano un vassoio e lo porse sul tavolino davanti a lei.

  • Ho pensato che ti sarebbe piaciuto prendere un thè- disse il signore e si sedette sulla sedia di fronte a lei- Sembravi molto assorta... c'è qualcosa che ti impensierisce?

  • Niente d'importante- fece la donna tagliando corto e bevendo un sorso dalla sua tazza. Poco prima aveva terminato di parlare in privato con il maggiore dei ragazzi- È solo che le parole di Brock mi hanno fatto ricordare com'ero io da giovane.

  • Non sei cambiata d'allora- assentì Samuel.

  • Dici?- alzò lo sguardo verso la finestra accanto- Però ho come l'impressione di aver perso di vista qualcosa d'importante...- poi si voltò nuovamente verso l'uomo- Non sento confusione in casa, dove sono andati i ragazzi?

  • Dopo che li hai cacciati fuori stamattina presto- fece l'uomo con un sorriso divertito, ricordando la scenetta- saranno ancora lì ad allenarsi.

  • Mh- la donna si alzò e uscì fuori all'aperto.

  • Andiamo May, attaccami- si udì la voce di Misty. Le due ragazze erano una di fronte all'altra. Gli altri si erano fermati a riposare e stavano assistendo all'incontro.

  • Come vuoi...- la castana si mise in posizione di attacco.

  • Ne hanno di energia i giovani- disse Samuel osservando le due ragazze combattere.

  • … Forse un po' troppa- disse Ivy con sguardo enigmatico.

Misty era sul punto di dare il colpo decisivo, May era in svantaggio e non avrebbe potuto schivarlo, però il suo attacco fu deviato, scontratosi con un altro attacco arrivato dal nulla. Le due ragazze rimasero sorprese vedendo apparire Ivy al centro della battaglia. Anche gli altri ragazzi erano sorpresi quanto loro. La donna aveva protetto May dall'attacco di Misty.

  • Ma cosa...?- fece Misty incredula- Perché l'hai fatto?

La donna la ignorò e aiutò May che era caduta a terra ad alzarsi.

  • Tutto bene?- chiese Ivy. May annuì confusa, non si aspettava un intervento suo in un allenamento.

  • Insomma, cosa succede?- Misty si avvicinò a Ivy cercando di farsi sentire- Stavamo allenandoci.

  • Sì, è così- confermò May.

  • Direi che per oggi può bastare- disse la donna risoluta- Aiutate Samuel a raccogliere gli ortaggi dall'orto.

  • Che??- si lamentò il gruppetto, che avrebbe decisamente preferito riposare anziché sgobbare, però eseguirono gli ordini per evitare di venire lanciati in volo. Temevano una Ivy arrabbiata. Samuel li guidò.

  • Sei la solita aguzzina- commentò Misty.

  • No, tu no- la bloccò prima che raggiungesse gli altri- Noi due dobbiamo parlare- disse la donna voltandosi verso Misty.

  • Ma...

  • Ora!- disse imperativa e si allontanò, seguita da Misty che sbuffò.

Ash le guardò allontanarsi. Si chiese, come anche gli altri del gruppo che avevano assistito allo scambio di parole, di cosa volesse parlare Ivy con Misty. Sembrava più seria del solito.
Si chiedeva anche perché la donna avesse interrotto l'incontro. Eppure sembrava tutto in regola.
Una mano gli si appoggiò sulla spalla distraendolo. Ash si voltò e vide il prof. Samuel sorridergli gentilmente. Per un breve istante, era come se avesse provato qualcosa al contatto con la mano sulla sua spalla. Ma non ci badò.

  • Lasciamole parlare con tranquillità- disse lui, come intuendo i pensieri del ragazzo- Nei discorsi tra signorine, è meglio non metterci parola, non trovi?

Il ragazzo assentì, anche se comunque curioso di saperne di più.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Prima interrompi il nostro allenamento e poi ci obblighi a lavorare per te. E ora, di cosa vuoi parlare?

Prima di rendersene conto, fu sbalzata a terra da un attacco d'acqua. Misty si ritrovò a terra con lo sguardo incredulo e sorpreso rivolto alla donna. Cosa aveva fatto per meritarsi questo attacco?

  • Che ti è saltato in mente?!- le gridò la donna.

  • C-come?- la guardò ancora più confusa.

  • Avevi intenzione di uccidere una tua compagna?

  • Io...- era turbata dall'accusa della donna- Come potrei fare una cosa simile!- si rimise in piedi arrabbiata e si difese- Era solo un allenamento, lo facciamo sempre! Nessuno si fa del male sul serio. Non capisco perché ti scaldi in questo modo!

  • Sei certa di quello che dici? Allora guarda alle tue spalle.

La ragazza si voltò perplessa e vide solo il tronco di un albero spezzato in due. Non comprendeva. Che intendeva dirle?

  • Non capisci, vero? E' stato il tuo attacco che ho deviato, a spezzare l'albero. E non solo quello- indicò la scia di rami spezzati e pozzanghere d'acqua qua e là.

Misty si voltò verso la donna incredule.

  • Sono stata io? Ma com'è possibile? Io non ho attaccato per uccidere. Non potrei mai farlo. Non ho neanche una forza simile.

  • Dal tuo modo di combattere, non sembrava- la ragazza era ancora più nel pallone. Cosa le stava dicendo? La stava accusando di qualcosa che non riconosceva di aver fatto. La donna le si avvicinò e con tono solenne pronunciò le ultime parole- Misty, tu... hai perso il controllo del tuo elemento.

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Capitolo 33
*** Cap. 32 ***


Ecco un altro capitolo modificato dopo averlo pubblicato sul mio blog. Sono in ritardo cronico sul resto dei capitoli che devo ancora pubblicare XP Ma ogni volta che tento di sistemare un capitolo, ci impiego giorni. Tempo che dovrei usarlo per scrivere i nuovi capitoli, ehm. Comunque, per chi mi segue su questo sito, lascio questo capitolo da leggere. Per chi invece non vuole aspettare la mia lentezza XD ... può continuare a leggere il resto dei capitoli sul mio blog (mariposasky . wordpress . com).
 

Sinopsi: Il Team Luce guidato da Misty ha fatto tappa a Crystal City, dopo che diversi episodi hanno messo a dura prova il gruppo, compreso il doppio gioco di Ash. Ma non trovano solo Ivy a riceverli con il suo abituale temperamento, insieme a lei c'è un suo vecchio amico e conoscenza di Misty e Brock. Tutto sembra svolgersi come una normale routine, tra allenamenti e faccende di casa, ma un gesto inspiegabile di Ivy mette in confusione il gruppo. Soprattutto quando Ivy portando in disparte Misty, le comunica un fatto che stravolgerà la ragazza.

BLUE BIRD ILLUSION

CAP. 32

Ho perso il dominio?



  • Misty, tu... hai perso il controllo del tuo elemento.

La ragazza sbatté per qualche secondo le palpebre prima di comprendere le sue parole. Scosse la testa come se la donna stesse delirando.

  • Cosa? No... non è possibile...

Ivy si sedette sopra il tronco d'albero spezzato e guardò l'albero abbattuto da Misty.

  • Ieri sera io e Brock abbiamo parlato a lungo. Mi ha raccontato di George e di cosa è accaduto sulla nave...

Misty fece una smorfia risentita evitando di guardarla. Doveva aspettarselo da Brock. La sua insistenza per tornare a Cristal City era per andare a fare la spia a Ivy. Ma non poteva essere arrabbiata con il ragazzo, lui non era il tipo da rivolgersi a un adulto per problemi che poteva gestire da solo. Comprendeva che l'aveva fatto in buona fede, per lei.

  • Lui esagera sempre- cercò di giustificarsi- Non mi è accaduto niente, ho usato solo il dominio del ghiaccio, non è così grave come pensa lui.

  • Non fare quella faccia, Brock ha fatto la cosa giusta ed era preoccupato per la tua salute. Ha intuito meglio di te, che le battaglie ti hanno resa fragile. Apprendere il dominio del ghiaccio è già difficile in sé, ma apprenderlo in quel modo è ancora più doloroso e pericoloso.

  • Io sto bene- insistette la ragazza, sforzandosi di sembrare serena- Quando ho combattuto contro George ho usato la tecnica del ghiaccio per la prima volta, però mi sono ripresa senza problemi. E lo stesso discorso vale con lo scontro con Ash, sono riuscita a riprendere il controllo sul mio dominio.

Ivy la fissò seria e riflessiva. Poi si sistemò una ciocca di capelli tirandoselo indietro.

  • Questo è quello che vuoi far credere, ma non è così. Io lo posso sentire, Misty- si alzò in piedi e le toccò il petto socchiudendo gli occhi. La ragazza sussultò- Il flusso del tuo dominio non è regolare. Il tuo stesso corpo sta lottando con sentimenti discordanti. Hai lasciato che i dubbi e le incertezze si facessero largo nel tuo cuore. Evitare di affrontare ciò che ti procura dolore equivale a scappare. Di conseguenza, il dominio perde potenza e diventa instabile, fino a scomparire totalmente.

Misty guardò spaventata la donna e indietreggiò.

  • M-ma io... io sono ancora in grado di dominare l'acqua...

  • Sei certa di saperlo fare bene ancora?- incrociò le braccia guardandola con serietà- Non credo che tu non te ne sia accorta del tuo cambiamento.

La ragazza si guardò le mani che tremavano leggermente. Che avesse ragione?

Da quando aveva combattuto contro George, i suoi attacchi erano diventati imprecisi e deboli. Possibile che...?

  • La situazione è grave, Misty- proseguì Ivy rimettendosi a sedere- Non saper controllare la potenza dei propri attacchi, equivale a non possedere il dominio- continuò la donna- Di questo passo... potresti uccidere qualcuno dei tuoi compagni. Se non ti avessi fermato, cosa credi che sarebbe accaduto a May?- Misty abbassò lo sguardo confusa e spaventata. Non aveva immaginato che il suo attacco potesse arrivare a ferire May- Quando Brock me ne ha parlato, non credevo che tu fossi arrivata a questo punto. Hai subito un forte shock e più ti sei sforzata di andare avanti, più ti sei indebolita.

  • Tu stai mentendo!- esclamò Misty frustrata e arrabbiata. Non voleva ammettere a se stessa che le parole di Ivy avevano un fondamento di verità- Vuoi solo che io non apprenda nuove tecniche, vuoi impedirmi di combattere contro il Paese del Fuoco! Ma non mi farò ingannare dalle tue parole, tu non potrai fermarmi! Io continuerò a combattere!

Ivy sospirò e volse il suo sguardo altrove.

  • Stando così le cose, io... non posso più allenarti.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Assaggia questo- Brock tagliò una fetta dalla sua pietanza e porse un piattino all'uomo. Lui lo provò.

  • Brock, come sempre sei il migliore- disse Samuel- Ho sentito la mancanza dei tuoi manicaretti. Suppongo che le ragazze si facciano la guerra, per poter stare con te.

A quel commento, Brock si rabbuiò.

  • Le ragazze si fanno la guerra...- commentò Melody, mentre sfogliava una vecchia rivista. L'unica decente che aveva trovata in quella casa sperduta- ma per scappare da Brock.

  • Melody! Io non faccio scappare le ragazze- disse il ragazzo risentito.

  • Se tu non facessi il cascamorto con tutte le ragazze, è probabile che qualcuna ti prenda in considerazione.

  • Sentite, ma di cosa staranno parlando Misty e la professoressa?- chiese Dawn, cambiando discorso. Mentre apparecchiava il tavolo, aveva dato un occhiata all'orologio e si era accorta che era passata come mezz'ora da quando Ivy aveva chiamato Misty.

Brock chinò la testa e posò il suo sguardo sulla pentola che aveva davanti.

  • Forse staranno facendosi la guerra- commentò May, mentre assaggiava i primi piatti che venivano serviti in tavola- La professoressa Ivy e Misty hanno un carattere troppo simile. Molto probabile che ora le stia facendo una ramanzina e Misty stia ribattendo.

  • Però perché interrompere il vostro incontro in quel modo?- chiese Dawn perplessa- Mi sembrava tutto regolare.

  • Non ne ho idea- May afferrò un pezzetto di pane con sopra la famosa salsa di Brock- Ma sarebbe una perdita di tempo dare un significato a tutte le azioni della professoressa Ivy.

  • C'è una cosa che mi chiedo- intervenne Ash fissando fuori dalla finestra con aria assorta- Perché la professoressa Ivy vive in un posto così sperduto, isolato dal resto del mondo?

  • A questo posso rispondere io- disse il prof. Samuel, prendendo una sedia e sedendosi- Anni fa, esistevano tre dominatori dell'acqua che erano degli autentici prodigi e Ivy ne faceva parte. Fin da piccola desiderava diventare forte e combattere, era nella sua natura la lotta e non si tirava indietro- alzò lo sguardo- Con il senno di adesso, direi che il suo era più un desiderio di contrastare i vecchi pregiudizi che i dominatori dell'acqua avevano sulle femmine. Il modo di pensare dei dominatori dell'acqua non era poi così diverso da oggigiorno.

Ash annuì appena. Ricordava che Misty gliene aveva parlato. E aveva visto con i suoi occhi, quanto potessero essere dure le leggi dei dominatori dell'acqua.

  • È arrivato poi un momento della sua vita- proseguì Samuel- che Ivy ha dovuto prendere una decisione, in contrasto con i suoi compagni. Si è tolta dal gruppo e ha proseguito il suo viaggio da sola. Con il tempo però le battaglie si sono fatta sempre più pericolose, guadagnandosi rispetto dalle persone, ma anche molti nemici. Le esperienze sul campo e le perdite durante la guerra, la cambiarono profondamente e per non soffrire più sulle sorti del mondo, decise di isolarsi. Credo che in qualche modo questo sia il suo modo per scontare le colpe che si attribuisce.

  • Mi chiedevo appunto perché una dominatrice così forte, non fosse fuori a combattere- disse May, mentre addentava un altro pezzo di pane con salsa- E perché fosse sempre così riluttante a insegnare qualcosa di nuovo a Misty. Ma non capisco... se vuole che la guerra termini, perché non viene con noi a combattere? Ci sarebbe di gran aiuto.

  • Essere forti, non significa aver compreso come cessare le guerre- rispose Samuel- Voi ragazzi siete molto giovani, avete ancora molto da imparare. E ciò che apprenderete non sempre sarà piacevole. Se ci rifletterete a lungo, capirete che ogni guerra ha sempre un fattore scatenante.

  • Il fattore scatenante non è altro che il Signore del Fuoco- fece May seccata. Ash si voltò a guardarla- È da lui che la guerra ha preso vita. Eliminandolo, tutto tornerà alla normalità. Misty non fa che ripeterlo.

Samuel la guardò, poi un po' malinconico scosse la testa.

  • È un concetto ancora prematuro perché voi possiate comprenderlo. L'odio si nutre dei sentimenti che ora sono presenti nel vostro ingenuo cuore. Ero dubbioso che dei ragazzini potessero intraprendere una simile missione, però osservandovi capisco perché Ivy vi abbia lasciato fare. Il vostro cammino sarà più difficile, perché ignorate molte cose del passato, ma allo stesso tempo avrete più possibilità di un qualsiasi dominatore esperto, di riuscire nell'impresa. Voi avete la capacità di cambiare le sorti di questo mondo.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Io non posso allenarti- disse Ivy. Per Misty fu come se il mondo si fosse fermato di colpo.

  • Smettila di scherzare Ivy- disse Misty spaventata dallo sguardo così serio della donna.

  • Non sto scherzando. Da oggi non sarò più la tua allenatrice- la guardò- Mi spiace, ma dovrai smettere di combattere, se non vuoi andare incontro a morte sicura.

  • Però... - cercò di dire Misty per farle cambiare idea.

  • No, Misty. La mia decisione è definitiva. Se vuoi proseguire nonostante il mio avvertimento, sarai l'unica responsabile di quanto accadrà a te e ai tuoi compagni. Per quanto mi riguarda, non tornare più qui- si alzò in piedi e silenziosamente si allontanò.

La ragazza rimase immobile e incredule, si lasciò cadere sulle ginocchia.

Era tutto finito. Tutte le sue fatiche, i sacrifici, gli allenamenti, tutto ciò che aveva sopportato per diventare forte... non era servito a niente.

Era come ritrovarsi dentro un incubo... non trovava il modo di svegliarsi.

La promessa che aveva fatto... tutto ciò in cui aveva creduto... i suoi ideali... doveva rinunciarci e tornare indietro? Ma dove? Non poteva più fare ritorno a casa. Non ci sarebbe stato nessuno ad attenderla lì, solo la morte per il tradimento.

Le lacrime uscirono una dopo l'altra e caddero sulla terra sottostante.

Misty si strinse a sé e si chinò giù, mentre si fecero più forti i singhiozzi.

Ma non era questo la rendeva triste... no, il suo pensiero era per i suoi compagni. Le persone a cui aveva fatto una promessa solenne.

Non poteva... non poteva deludere chi credeva in lei. Non poteva abbandonare i suoi amici. Con che coraggio li avrebbe guardati in faccia?

Pianse, sola in quel angolo della foresta. Poteva avvertire come quel senso di vuoto si faceva sempre più grande nel suo cuore.

Delusione, amarezza, rabbia, frustrazione... odiava quei sentimenti, ma ne era sommersa.

Appoggiò le mani al suolo e conficcò le dita nella terra stringendo forte.

Del liquido fuoriusciva dalle dita, assorbita in parte dalla terra. L'acqua si espanse intorno alle sue mani, creando delle piccole pozzanghere.

Si morse il labbro. Era troppo presto per lasciarsi andare. Non voleva.... non doveva arrendersi proprio ora.

L'acqua si ghiacciò in quell'istante.

Aveva promesso di scontrarsi con il Signore del fuoco... e lo avrebbe fatto anche a costo della sua vita.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Come?- girò appena la testa rivolgendosi al ragazzo castano che gli si stava avvicinando.

Il moro era steso a terra e si mise seduto sul pavimento liscio della palestra. I capelli neri erano in disordine, la pelle era sudata e sul petto nudo c'erano segni di colluttazione.

  • Eri tu quello che combatteva contro Gary?- chiese il castano guardandolo dall'alto.

  • Sì, perché?- l'altro sembrava poco interessato all'argomento e si mise a fissare le gambe con aria pensierosa.

  • Devi averne di coraggio per affrontarlo. Guarda come ti sei ridotto.

Il moro non commentò. Si alzò in piedi e si mise la maglietta sporca sulle spalle.

  • Così ti farai nemico di tutte le ragazze. Non sai che lui ha delle fans sfegatate?- disse il castano, poi aggiunse con tono risentito- Dico io, sono proprio matte. Cosa ci troveranno di bello in lui.

Il moro nel frattempo si era già allontanato dal campo di allenamento. Il castano lo seguì al di fuori della palestra.

  • Sai che dicono che ci assomigliamo? Se io mi tingessi i capelli di nero, chissà potremmo sembrare fratelli- scherzò lui, ma il moro non gli prestava attenzione- Sei uno di poche parole, eh?- si fermò e incrociò le braccia- Io so chi sei- il moro smise di camminare, ma non si voltò per guardarlo. Il ragazzo proseguì, sicuro che adesso lo avrebbe ascoltato- E non capisco perché tu insista a dedicarti solo agli allenamenti. Potresti essere già il capo di tutto questo, senza il minimo sforzo. Mentre invece ti fai calpestare da Gary. Sei senza logica, Ash.

Il moro si voltò con un espressione gelida.

  • Non sono affari tuoi. E se proprio vuoi saperlo... non sono ridotto così per aver combattuto contro Gary. Io e Gary ci azzuffiamo fin da bambini, non è una novità.

  • Eh? E allora, cosa...?

  • Quello che vedi è solo il risultato dei miei allenamenti...

Il castano sembrò sorpreso dalla risposta. Ash si avviò solo senza salutare. Richie aveva già sentito che il ragazzo aveva seguito un allenamento speciale, per questo rispetto a molti ragazzi della sua età aveva la meglio negli scontri. L'unico che si poteva definire il suo degno avversario era Gary.

.

Richie si sedette sul letto e guardò pensieroso la stanza in cui alloggiava Ash tempo prima.

Non poteva credere che il ragazzo che aveva conosciuto, da quando era stato reclutato dal Team Magma, si era unito ai nemici.

L'Ash che conosceva lui, era sempre preso dagli allenamenti e dal desiderio di battere Gary. Ma il ragazzo che era tornato alla nave, era molto diverso.

Credeva di essere l'unico ad aver instaurato un dialogo con il ragazzo, che lo conoscesse meglio di chiunque altro. Così come credeva che non avrebbe mai tradito il Paese del Fuoco.

E invece... quale motivo lo aveva spinto a tali estremi? Era davvero come aveva detto Giselle, che gli avevano fatto il lavaggio del cervello?

No... quella sua espressione mentre scappava con la ragazza... non era di uno che stava facendo qualcosa contro la sua volontà.

 

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  • Misty non mangia?- chiese Dawn mentre erano tutti riuniti a tavola.

Il gruppetto la guardò. Si erano già chiesti perché la ragazza non si fosse presentata insieme a Ivy, ma il silenzio solenne della donna comunicava agli altri che non era il caso di fare domande.

Dawn però ingenuamente aveva fatto l'errore di chiedere, o forse era una fortuna che almeno qualcuno avesse parlato. La tensione era così evidente, che nessuno di loro aveva potuto non notarlo. Persino Ash se n'era accorto che qualcosa non andava.

  • Quando avrà fame, verrà- rispose la donna tagliando corto.

E tornò il silenzio, interrotto dalla normale conversazione con Samuel. Quel signore riusciva a rendere gradevole anche una situazione come quella, facendo rilassare i presenti.

Finito di pranzare, i ragazzi si alzarono da tavola e uscirono dalla cucina, dopo aver dato una mano a pulire. Ash si era tardato a rimettere al loro posto i piatti asciutti. Non era ancora abituato a quella quotidianità famigliare, per lui mangiare significava inghiottire fino a scoppiare e lasciare il resto agli altri, per dedicarsi esclusivamente all'addestramento.

Sospirò una volta che aveva terminato, almeno non aveva fatto cadere niente. Ma aveva cantato vittoria troppo in fretta, un bicchiere traballò a seguito del suo passaggio. Prima che cadesse a terra, rompendosi in vari frammenti, cercò di afferrarlo. Una scia di acqua fu più veloce di lui e lo depositò in un posto più sicuro.

Ash alzò lo sguardo e vide la donna ancora seduta al tavolo, sorseggiare con una tranquillità solenne il suo thè. Si era dimenticato della sua presenza, gli altri se n'erano già andati dalla cucina.

  • Ah, grazie- fece lui un po' a disagio. La donna non rispose, ma si limitò ad un leggero movimento della testa. Il suo sguardo era puntato altrove, come assorta nei pensieri.

Ash pensò che non era il caso di stare ancora lì. La donna era più seria che mai.

Così si avviò all'uscita della cucina, ma sulla soglia della porta, si fermò. Forse non era il momento giusto, ma sentiva che doveva chiarirsi dei dubbi.

  • Senta...- iniziò lui- quando mi ha parlato della tecnica del ghiaccio e della probabilità che Misty la apprendesse per conto proprio, lei mi ha fatto un discorso... è perché sapeva già chi ero in realtà? È per questo che mi ha messo in guardia?

La donna aspettò un po' prima di rispondere e appoggiò la tazza fumante.

  • Credi che sia un indovina?- fece lei, senza guardarlo- Non ho questo dono, per lo più lo hanno raramente alcuni dominatori dell'aria.

  • Ma allora, perché...?- fece lui perplesso- Non è per questo, che non era stupita della mia rivelazione? Per questo non mi ha detto niente?

  • Io non ho la capacità di prevedere il futuro o leggere nella mente altrui. Però l'esperienza mi ha insegnato a scrutare nei cuori delle persone. Quando sei venuto per la prima volta, ho percepito in te molta incertezza e timore, come se il tuo animo stesse nascondendo qualcosa. Forse esteriormente non lo dimostri, però ancora adesso ci sono delle cose che tieni nascoste.

Ash fece per parlare, ma Ivy lo precedette.

  • È inutile che tenti di negarlo. Ma non agitarti, non ho intenzione di farti domande. Così come ho percepito incertezza nel tuo animo, ho potuto anche sentire che il tuo cuore è rimasto puro. Non ero certa che non ti saresti rivelato un nemico, però le sensazioni che mi davi erano positive, non avresti fatto del male a Misty.

  • Non è così... Misty si è ferita per causa mia- disse lui dispiaciuto ricordando la battaglia all'interno della nave.

  • Non l'hai ferita tu. Non era nelle tue intenzioni, giusto?

  • Certo che no!- rispose subito con sincerità- Non volevo coinvolgerla, non credevo che mi avrebbe seguito. Ha creduto in me e io l'ho tradita. Non comprendo ancora come lei mi abbia perdonato.

  • Perdonare non è così facile, Ash- Ivy riprese la sua tazza e bevve un sorso- Le persone come me, possono perdonare, ma non dimenticare. Sono questi sentimenti che rendono instabili i dominatori.

Ash la osservò, chiedendosi se si riferisse a se stessa o a Misty.

  • Comprenderai più avanti, quanto dei sentimenti contrastanti, possano fare la differenza in un dominatore e di come il proprio talento si renda inutile al momento di proteggere qualcuno d'importante.

Il ragazzo scosse la testa. Comprendeva sempre meno i discorsi della donna. Parlavano ancora dello stesso argomento?

  • Ti chiedevi perché non ero sorpresa quando hai rivelato di essere un membro del Team Magma- guardò assorta il fondo della tazza- Tutti noi nascondiamo una parte oscura del nostro passato- poi alzò lo sguardo al soffitto con rammarico- Errori di cui ci pentiamo. Comprendo che la tua decisione di lasciare il Team Magma non sia stata facile. Io... con l'arrivo della guerra, ho iniziato ad odiare i dominatori del fuoco, il mio unico scopo era diventato eliminarli.

Ash la guardò abbattuto. Se ci pensava, era la stessa cosa che avevano provato i suoi nemici quando faceva parte del Team Magma, era ciò che provava ancora Misty.

Un dubbio iniziò a farsi sentire... Misty odiava i dominatori del fuoco e non si sarebbe fatta scrupoli ad eliminarli. Era per questo che si era messa in cammino. Ma come poteva allora averlo accettato nel gruppo, come era riuscita a perdonarlo dopo che aveva mentito sulla sua identità?

  • Però- proseguì Ivy- ho avuto in seguito la fortuna di incontrare una persona che aveva fatto la tua stessa scelta- Ash era sorpreso e in parte sollevato da quella notizia. La sua decisione di voltare le spalle al Team Magma ora non sembrava così assurda. Ma chi poteva essersi ribellato al Paese del fuoco?- Da quel momento ho compreso che il mio odio era sbagliato. Però avevo sprecato parte dei miei anni nutrendomi di sentimenti negativi. Una cara amica mi aveva detto che ciò era sbagliato, ma io non l'ho ascoltata. Solo ora che l'ho persa, comprendo le sue parole- lo guardò seria- Dimmi, Ash... nel momento che hai preso la tua decisione di restare nel gruppo, cosa hai provato?

  • Ecco, io...- alzò lo sguardo al soffitto incerto.

Cosa aveva provato? Inizialmente, era stata Misty quasi a costringerlo a restare. Ricordava la mano di lei che stringeva con forza la sua e le parole pronunciate.

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Non ho intenzione di perdere nuovamente un compagno

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Compagno... cos'era quella sensazione gradevole che lo pervadeva ogni volta che la ragazza lo pronunciava?

Era una semplice parola e non era la prima volta che glielo dicevano. Però quando era lei a dirlo, era diverso.

  • Compagno...- mormorò lui, rivolgendosi poi alla donna- Misty non mi voleva nel gruppo, ma è stata una sua semplice parola a trattenermi- ricordò con un sorriso.

  • Quello che hai provato in quel momento... cerca di ricordartelo a lungo- si alzò in piedi e portò la tazza al lavello- Ti sarà utile, quando inizierai a vacillare sulle tue incertezze.

Il ragazzo annuì. Intuendo che il discorso si fosse chiuso, fece per andarsene.

  • Ash...- lo chiamò prima che il ragazzo si allontanasse.

  • Mh?

  • Ora che sei in un nuovo team, ricordati che la vittoria non è tutto. È l'incolumità del tuo compagno, la cosa più importante.

  • Lo so.

  • Proteggi i tuoi compagni...- chinò la testa nascondendo il suo sguardo- Proteggila...

Il ragazzo fece per domandare, però il rumore che proveniva dal salotto lo distrasse. Si diresse lì e vide i ragazzi riuniti intorno a Misty. La ragazza si accorse del suo arrivo e gli porse il suo zainetto.

  • È ora di mettersi in marcia- disse lei con un sorriso tranquillo.

Il ragazzo la guardò confuso, ma anche gli altri ragazzi erano già con i loro zaini in spalla.

  • Come mai...?- in realtà era più curioso di sapere dove si fosse cacciata in tutto quel tempo, però optò per non fare domande al riguardo.

  • Eravamo solo di passaggio- spiegò lei sbrigativa- Dobbiamo uscire da qui, prima che faccia buio.

  • Siete sempre di fretta. Invidio la vostra giovinezza- disse Samuel- Spero di rivedervi presto. È stato un piacere conoscervi.

  • Anche per noi- disse Dawn- È stato interessante conoscere nuovi tipi di thè.

I ragazzi uscirono dalla casa e salutarono. Ivy e Misty incrociarono lo sguardo per qualche secondo. Le due sostennero lo sguardo fisso senza dire niente, poi Misty si voltò e s'incamminò insieme agli altri. Nessun altro del gruppo fece caso a quello scontro di sguardi.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Tieni... è un infuso fatto da me- disse un uomo, porgendo la tazza calda alla donna seduta sul letto- Ti aiuterà a rimetterti in sesto.

La donna lo osservò e con un cenno silenzioso di ringraziamento, prese la tazza. Bevve un sorso e fece una smorfia.

  • Ma cos'è? È amarissima!

  • Lo so- annuì lui con un sorriso divertito e sedendosi su una sedia accanto al letto- Ma ti rimetterà in forze.

  • Ho girato il mondo e bevuto così tante bibite amare, che credevo di non trovarne di peggiori.

  • Suppongo che dovrei prenderlo come un complimento- l'uomo rimase composto e sereno.

  • No, davvero, è orribile- l'uomo in risposta ridacchiò. Sembrava che nessun commento potesse scalfire il suo buon umore.

  • Quanto durerà?- chiese poi, assumendo un espressione seria.

  • Cosa?- lei era ancora presa a bere la sua tazza e fare le linguacce.

  • Sai a cosa mi riferisco...- estrasse dalla sua camicia da laboratorio, una busta. La donna si rabbuiò- Ne è arrivata un'altra. Ho pensato che fosse giusto dirtelo, questa lettera deve aver fatto un lungo viaggio, prima di arrivare alla sua giusta destinataria. Suppongo che abbia un paio di mesi o forse di più...- l'uomo guardò la donna incerto- Non vuoi...

  • No!- negò subito la donna con tono deciso, intuendo la domanda- Mandala via, gettala, bruciala, fa ciò che preferisci, ma tienimela lontana!

  • Non credo che tu dica sul serio- disse l'uomo senza scomporsi- E quindi te l'appoggerò sul comodino. Sarai tu a decidere, quando sarà il momento di aprirla e affrontarla.

  • Te l'ho già detto: non ne voglio sapere! Ho altro da fare- si guardò le braccia coperte dalle bende- Devo riprendere il mio viaggio, allenarmi, diventare forte...

  • Non potrai fuggire in eterno da lei- il signore si alzò in piedi e depositò la busta sul mobile- … e dai tuoi sentimenti. Questo tuo modo di fare, ti sta facendo nuovamente perdere la tua strada. E lei continuerà ad essere quell'ombra che ti affliggerà.

  • Samuel... no, io non posso! Non di nuovo... quante persone dovrò perdere?- strinse le mani con frustrazione- Finché mi rimane, anche se piccola, possibilità di tenerla in vita dentro di me...

L'uomo la guardò dispiaciuto, sapeva quanto la facesse soffrire quell'argomento, nonostante si ostinasse a mostrarsi indifferente. Le appoggiò una mano sulla spalla.

  • Come vuoi... non voglio insistere con questo discorso. Fin tanto che ti riprenderai dalla tua ultima battaglia, potrai stare da me quanto vuoi- le sorrise dolcemente, in un modo di fare che riusciva a riscaldare il cuore della donna, anche se solo per pochi istanti. Il cuore di lei ormai pareva che si fosse ghiacciato, era il solo modo per non crollare- Solo un consiglio, Ivy...- la chiamò prima di uscire dalla stanza- Solo tornando là, potrai andare avanti. È tuo dovere avvertirli del pericolo... in nome della persona che ti era più cara.

Samuel uscì dalla stanza e la donna si ritrovò da sola. Nuovamente. Aveva iniziato il suo viaggio da sola e ora si era ritrovata più sola di prima.

Afferrò dal suo zaino un piccolo baule finemente lavorato e lo aprì. Guardando il suo contenuto, l'espressione di Ivy si perse nel vuoto. Si morse le labbra, ricacciando dietro tutti i ricordi e i sentimenti tristi che a lungo cercava di allontanare.

Le parole le risuonavano ancora in testa, come un giradischi. Le parole di lei...

Io starò sempre al tuo fianco, fidati di me...”

Era troppo per Ivy. Non poteva ancora aprire quel baule che si portava nel cuore.

Prese la busta dal comodino e la cacciò dentro il bauletto, insieme al mucchio di altre buste mai aperte. Chiuse il coperchio e chinò la testa. I suoi capelli viola ricaddero sul viso.

  • Perdonami... non riesco ancora ad affrontarti. Ma ti prometto che lo farò un giorno...

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  • Ivy?- l'uomo la guardò. Lei si era persa nuovamente nei ricordi, prima di venire chiamata dall'amico. Si voltò.

  • Samuel, tu credi che io sia rimasta la ragazza che hai conosciuto anni fa?

  • Certo- annuì lui.

  • Stavo ricordando le parole di una cara amica...- sorrise malinconica- Sai, credo di non averglielo mai detto, ma avrei voluto essere come lei. Forse quella che sono ora, è quella che credevo sarebbe diventata lei. So combattere, so difendermi, posso curare le ferite del corpo... ma quelle dell'anima sono così difficili da risanare.

  • Ivy...- la guardò triste.

  • In questo momento avrei così bisogno di averla ancora accanto, di ascoltare i suoi consigli. Se ci fosse stata lei al mio posto, sarebbe stata in grado di aiutarla...- strinse le mani con frustrazione- Non avrei mai dovuto accettare di tornare ad allenare. Non dopo aver fallito con l'altra mia allieva.

  • Ivy, ascolta...- intervenne l'uomo, appoggiandole una mano sulla spalla- Non puoi ancora colpevolizzarti per quel fatto. Non potevi sapere che quella tua allieva avrebbe scelto un cammino sbagliato. Tu hai fatto del tuo meglio insegnandole tutto quello che sapevi, ma lei voleva di più. Qualsiasi cosa tu avessi fatto per trattenerla, la ragazza non si sarebbe fermata. Lo sai, no? Però Misty è diversa, lei è motivata da buone intenzioni, altrimenti non avresti accettato di aiutarla.

  • Ma ho fallito anche con lei. Se non mi è possibile aiutarla anche in questa situazione, non sono così brava come faccio credere. Ho permesso che George scegliesse la strada sbagliata. Avevo previsto che il suo cuore non sarebbe stato in grado di reggere tante battaglie, che avrebbe finito per cedere, ma non ho fatto niente per impedirlo. Speravo che i miei timori fossero sbagliati, ma non è stato così, e chi ci ha rimesso è Misty. E conoscendola, l'ho appena lasciata andare incontro alla sua morte.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Che vuol dire che ci siamo persi?- fece Melody spazientita.

  • Questo succede a lasciare in mano la mappa a Ash e May- sospirò Misty.

  • È colpa sua!- i due nominati si indicarono a vicenda.

I ragazzi si trovavano nuovamente in cammino, dopo essere passati da Ivy e essersi lasciati alle spalle Cristal City. Ma come era solito ultimamente, si erano persi.

  • Te lo dicevo che dovevamo girare a destra- disse Ash alla castana- Lo sanno tutti che per Saffron City si va per questa direzione.

  • Scusami tanto, signor “fiamma spenta”- Ash fece una smorfia a quel nomignolo. Pareva che Misty avesse dato il via alla moda di affibbiargli dei nomi assurdi- Ma le percezioni dei miei piedi sono più affidabili di qualsiasi mappa. E io dico che dovevamo girare a sinistra, dopo quell'incrocio- contrattaccò May- Vero che ho ragione io, Brock?

  • Eh? Ah...- si guardò intorno come se si fosse accorto solo in quel momento che si erano persi- Date qua- prese la mappa dalla mano dei due litiganti e la scrutò con attenzione- Da dove avete preso questa mappa? È vecchia di 100 anni fa.

  • Ce l'hai data tu!- esclamarono in loro difesa i due in coro.

  • Oh- frugò nel suo zaino ed estrasse un'altra mappa- Scusate- ridacchiò imbarazzato- Colpa mia.

  • Stupendo- fece ironica Melody- Se ci si mette perfino Brock, qui non ne usciamo più.

  • Pika, pi!- il pokèmon sulla spalla di Ash saltò giù e indicò una direzione.

  • Che gli prende?- chiese May curiosa.

  • Forse ci sta indicando la strada- ipotizzò Ash.

Si sarebbe aspettato che dopo aver lasciato il passaggio sotto la montagna, il pokèmon avrebbe deciso ad andarsene. E invece era rimasto saldamente attaccato alla sua spalla. Ormai si stava abituando lentamente al piccolo pokèmon. Tranne quando gli mandava qualche scossa.

  • Sì, è così... dirigendoci per quella direzione, dovremmo uscire da questo bosco più in fretta- disse Brock orientandosi con la mappa.

  • Bene, guidaci Pikachu- disse Misty. Il pokèmon sgambettò in avanti e il gruppo lo seguì.

  • Te l'avevo detto che era per di qua- fece May, riprendendo il discorso di prima.

  • Te l'avevo detto io, che era per questa direzione- fece Ash.

I due ripresero a discutere su chi avesse ragione. Brock piegò la cartina, ancora assorto nei suoi pensieri.

  • Devo credere che stai ancora pensando a Ivy?- fece Misty, che senza che il ragazzo se ne accorgesse lo aveva affiancato nella camminata.

Brock la guardò e diede un occhiata davanti a sé. Il resto del gruppetto camminava davanti a loro e non sembravano prestare attenzione ai due ragazzi.

  • Non avevo scelta, Misty- si giustificò lui. i due ragazzi camminavano senza guardarsi- So che non mi perdonerai, ma anche se non sembra, l'ho fatto per te.

  • … non sono arrabbiata- disse lei neutrale, incrociando le braccia dietro la schiena- Tu sei fatto così. È da quando George se n'è andato, che cerchi sempre di proteggermi. Anche quando ti sei accorto che Ash ci stava mentendo e non mi hai detto la verità per non ferirmi.

Lui abbassò lo sguardo affranto.

  • Mi preoccupo per te, sei importante. Io credo di non averti aiutato abbastanza, se ti trovi in questa situazione...

Lei socchiuse gli occhi ricordando i tempi in cui viaggiano solo loro tre e poi la partenza del dominatore dell'acqua. Come aveva potuto non comprendere che anche Brock provava la stessa angoscia da quando si erano separati da George.

  • Brock, tu non puoi cambiare il passato, non puoi impedire che George ci tradisca. Così come io non posso più sperare di riportarlo da noi. Ora la cosa più importante siete voi, ed è fondamentale che la guerra termini al più presto.

Il ragazzo avanzò mettendosi di fronte a lei e impedendole di avanzare. Lei aprì gli occhi sorpresa. Gli altri stavano proseguendo senza essersi accorti di averli lasciati indietro.

  • Tutti noi vogliamo che non ci sia più la guerra, ma questo non significa che devi rischiare la vita ogni volta- l'afferrò per le spalle- Misty, le tue intenzioni sono nobili, per questo ho deciso di seguirti, ma a volte sembri dimenticare che sei un essere umano. Non puoi pretendere l'impossibile da te stessa.

  • Non posso fermarmi, se è questo quello che vuoi da me- disse determinata- Mi conosci, non bastano delle frasi dette da Ivy per farmi cambiare idea. Io proseguirò, anche se tu cercherai di impedirmelo.

Il castano la guardò deluso e tirò un sospiro. Sapeva che Misty diceva il vero, qualsiasi cosa avrebbe fatto lui non sarebbe riuscito a dissuaderla. La sua ultima speranza era rimasta Ivy, ma neanche lei era riuscita nell'intento. A volte Misty si dimostrava più testarda e cocciuta di un Psyduck.

  • Hai intenzione di non dire niente agli altri?- la lasciò andare.

  • No. Sono in grado di gestire la situazione, senza dover allarmare gli altri- lo guardò seria come avvertimento- E per il bene della nostra missione, ti pregherei di fare altrettanto.

Le parole di lei erano chiare: era consapevole che il suo dominio le avrebbe dato dei problemi, ma era determinata ad affrontare il suo destino. E Brock sapeva che questa sua decisione non avrebbe portato niente di buono. Ma se Misty voleva rischiare tutto per la missione, doveva essere proprio disperata, consapevole che non aveva trovato altre soluzioni.

  • Ehi, voi due!- li chiamò May a distanza- Abbiamo trovato finalmente la città!

I due ragazzi senza aggiungere altro, raggiunsero il gruppetto al di fuori del bosco.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Aiuto, aiuto!!- invocò un bambino correndo, mentre veniva inseguito da due soggetti dall'espressione furiosa- Che qualcuno mi aiuti!

  • Fermati moccioso!- gridarono i due inseguitori- Ce la pagherai!

  • Non l'ho fatto apposta!- gridò il bambino in sua difesa senza smettere di correre.

  • Questo lo vedremo, appena ti avremmo acchiappato!

  • Waah! Aiuto!- ma non fece attenzione al terreno e inciampò per colpa di un sasso. Gli occhiali da vista caddero in avanti. Cercò di riprenderseli in fretta, tastando il terreno come una talpa.

  • Sono tuoi questi?- sentì una voce e qualcuno gli diede in mano gli occhiali.

Il bambino se li infilò sopra il naso e guardò avanti a sé. Un ragazzo dai capelli verdi e occhi dello stesso colore, si era chinato vicino a lui.

  • Eccoti qui!- la voce di quei tipi riportò alla realtà il bambino, che non fece in tempo a rimettersi a correre e quindi fu catturato da uno della coppia.

  • Noo! Lasciatemi!- si dimenò il bambino, che era afferrato da un ragazzo dai capelli celesti e uno sguardo truce.

  • Figurati se ti lasciamo andare, dopo che ci hai fatto correre come dei pazzi!

  • Ma se vi trasportava quel robot a forma di Cartepie!- lo contradisse.

  • Senti, basta così!- si innervosì la ragazza con due lunghe code color biondo- Mi dovrai pagare per il danno che mi hai arrecato! Ti porteremo alla nostra base e ti punire...

  • Piantatela!- ordinò il ragazzo che era rimasto a guardare- Non vedete che gli state facendo male?

  • Che ti intrometti tu?!- grugnì il ragazzo accorgendosi dopo della presenza di un'altra persona.

Con uno schiocco di liane, il ragazzo dai capelli verdi fece perdere la presa sul bambino, che una volta libero istintivamente corse dietro di lui.

  • Ehi, ma come ti permetti!- esclamò dolorante alla mano il ragazzo grande dai capelli celesti. Il salvatore del bambino, diede un occhiata a chi gli stava dietro. Era un bambino spaventato e impaurito. Perché si trovava in quella situazione?

  • Aiutami- bisbigliò il piccolo, stringendogli la camicia viola.

  • Voi, cosa volete da lui? Che vi ha fatto?

  • Cosa ci ha fatto?! Guarda, qui- il tipo indicò la sua divisa nera, in cui si distingueva un “R” bianca. Una macchia scura si distinse al centro- Mi ha versato la sua bibita!

  • E guarda i miei preziosi capelli!- disse la bionda alterata- Una cicca! Mi ha sputato una cicca tra i capelli! Non sai quanta dedicazione do' ai miei capelli!

Il ragazzo dagli occhi verdi sbatté le palpebre e si voltò a guardare nuovamente il bambino.

  • Hai fatto davvero questo?- chiese con un accenno di stupore e quasi divertimento.

  • Non l'ho fatto apposta... mi hanno provocato- si giustificò.

  • Ma sentilo!- disse la bionda- E ora chi mi leva questa schifezza dai capelli? Ora ti puniremo!

  • È stata solo una bravata- il ragazzo interpose una braccio tra il bambino e la ragazza- Non dovreste prendervela tanto per una cosa così insignificante... o forse il Team Rocket ha cambiato le sue priorità?

I due ragazzi indietreggiarono sorpresi, ma poi assunsero un aria spavalda.

  • Ebbene, allora ci hai scoperto ragazzino- disse il ragazzo.

  • Tsk, non che ci volesse un genio a capirlo, se andate in giro con la divisa- i due ragazzi si guardarono, come se solo in quel momento capissero la loro gaffe.

  • I-in ogni caso, noi...!

  • Ahh, che scocciatura- sbuffò il verde toccandosi dietro i capelli- Sentite, non ho tempo da perdere. Lasciate in pace il bambino e finiamola qui.

  • Non se ne parla!- gridò il ragazzo del Team Rocket- Visto che ti sei messo in mezzo, ne subirai le conseguenze, insieme al moccioso!

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Oh, avete visto?- disse Dawn emozionata, segnalando davanti a loro un complesso di bancarelle e piccoli palchi per le esibizioni- Sembra che sia in corso qualche festa.

  • Saranno dei viandanti come noi?

  • Possiamo fermarci a dare un occhiata?- chiese Dawn a Misty.

  • Perché no? Forse ci potranno consigliare un posto dove fermarci per questa notte.

  • Sicura di stare bene?- fece May dubbiosa- Di solito rispondi sempre con un “no, abbiamo una missione, non c'è tempo per il divertimento, bla bla”.

  • Non esagerare May, non sono sempre così.

  • Ah, allora lo ammetti che lo sei!

  • Agatha!- disse all'improvviso Melody. Il gruppetto guardò prima la ragazza e poi la persona che stava indicando.

  • Melody?- una signora dai corti capelli biondi e un abito viola la riconobbe- La piccola Melody? Sei proprio tu?

  • Oh, Agatha! Quanto mi fa piacere averti incontrata!- la castana le corse incontro.

  • La conosci?- chiese Ash.

  • Sì... scusate, non ve l'ho presentata- si mise al suo fianco- Lei è Agatha, una amica della mia famiglia e consigliera. Ho appreso molte tecniche da lei.

  • Piacere di conoscervi- salutò cortesemente la signora.

  • Agatha, loro sono i miei amici e compagni di viaggio. Brock, Misty, May, Dawn e Ash- il gruppetto salutò. Poi la signora si rivolse alla castana.

  • Cara, dev'essere stato tremendo... ho saputo cos'è successo alla tua isola- Melody per un momento la guardò presa alla sprovvista. Con tanti problemi e scoperte, i ricordi della sua gente e le sorti della sua isola erano rimasti in un angolo dei suoi pensieri. Però al rivedere una sua compaesana non poté evitare di ricordare e rattristarsi- O meglio, lo Spirito Allegro, mi ha avvisata. E mi ha detto che ci saremo riviste. Sono contenta che almeno tu sia riuscita a scappare.

  • Sì...- annuì lei- Ma la mia famiglia, il villaggio... loro sono scomparsi e io non li ho ancora ritrovati.

  • Sta tranquilla, sono certa che stanno bene- le diede una pacca confortante- Così come lo Spirito Allegro ci ha fatte incontrare, sono certa che rivedrai la tua gente.

  • Chi è questo Spirito Allegro di cui parlate?- chiese Ash sentendolo nominare più volte.

  • Gli antichi dominatori dell'aria- spiegò Melody- avevano questa credenza, che esistesse uno spirito che si divertisse a far volare le persone, perché quando volava in cielo era da solo e voleva compagnia. Da lì nacquero i primi dominatori dell'aria. Lo chiamano Spirito Allegro, perché a volte sembra che il vento trasporti l'eco delle sue risate.

  • È un po' come da noi, lo Spirito della Foresta- disse Dawn, ricordando le storie raccontate dalla madre.

  • Ora che ci penso- disse May- anche dalle mie parti, si raccontavano le leggende sugli spiriti fatati.

  • Che assurdità- disse Ash, non era il tipo che amava racconti immaginari. Ma si pentì quando la signora lo guardò storto.

  • Lo Spirito Allegro esiste!- esclamò con tanto impeto che Ash dovette retrocedere- E noi siamo i suoi fedeli servitori. È grazie a lui che ad alcuni di noi viene dato un dono.

  • Un dono? E di che genere?- chiese Brock.

  • La chiaroveggenza. C'è chi può prevedere il futuro, chi riesce a leggere nel passato e chi può creare illusioni.

  • Melody è già in grado di creare illusioni- disse Ash ricordando il Contest Dominatori- Quindi lei ha il dono?

  • Non proprio...- ammise lei a disagio- Io sono una principiante e poi non esercito più queste tecniche.

  • Te l'avevo detto tempo fa- disse Agatha in tono di rimprovero alla ragazza- secondo me saresti in grado di diventare un ottima dominatrice dell'aria, se decidessi di farti insegnare come utilizzare il tuo dono.

  • Ma dimmi di te, cosa ci fai qui?- Melody cercò frettolosamente di cambiare argomento. Non solo perché ricordava come poteva essere pesante Agatha con quell'argomento, ma anche perché era ansiosa di sapere se aveva qualche informazione- E tutta questa gente...- diede un occhiata al gruppetto formatosi dietro di lei- Sei con loro?

  • Sì, sto viaggiando con questa compagnia e offro i miei poteri a prezzi modici.

  • Sono tutti dominatori dell'aria?- chiese May.

  • Non tutti... - spiegò la signora- A parte l'isola dove viveva Melody, i dominatori dell'aria sono portati per il vagabondaggio, non si legano sempre a un unico posto. Ma di questi tempi è sempre più difficile incontrarne in giro...- aggiunse con amarezza. La realtà sulle guerre per ottenere il predominio, ormai era chiara a tutti- Ma non parliamo di questo, sarete curiosi di visitare le nostre bancarelle. Ci sono anche alcuni spettacoli, se vi fa piacere vederne. Non a tutti è noto che i dominatori dell'aria sono amanti della comicità, oltre alla spiritualità.

Il gruppo spostò lo sguardo su Melody e la fissarono con un po' di perplessità. Velocemente si riunirono tra di loro escludendo la castana.

  • Melody comica?- si chiesero.

  • Potevo pensare di lei a tutto, fuorché comica...

  • Non ride mai alle mie battute e non fa che lamentarsi.

  • May, a nessuno fanno ridere le tue battute.

  • E la spiritualità? L'hai mai vista meditare?

  • Sì, medita intensamente a come vestirsi o cosa comprare.

  • A-ehm, scusate ma sono davanti a voi!- si fece sentire la dominatrice dell'aria schiarendosi la voce e per niente contenta dei loro commenti- … e May, sei una pessima comica.

  • Solo perché la mia comicità non è compresa!- disse May offesa.

La signora ridacchiò a quella scenetta e appoggiò una mano sulla spalla di Melody.

  • Avete ragione, Melody non è quel tipo di persona... e difficilmente l'ho vista seria nei suoi allenamenti. Io stessa facevo fatica ad insegnarle, se non si trattava di cosmetici per ragazze.

  • Ma insomma, Agatha!- disse Melody imbarazzata, vedendo che i suoi amici ci ridevano su, compreso Ash. La signora sorrise.

  • … ma più di una volta hai dimostrato che tieni alla tua gente e a chi vuoi bene. E questo ti fa onore.

Misty e Brock si sorrisero, ricordavano con nostalgia come avevano incontrato la ragazza e come poi si era unita al loro gruppo.

  • Avanti, andate a farvi un giretto- li incitò- Non resteremo a lungo qui.

I ragazzi non se lo fecero ripetere. Per loro anche assistere a degli spettacoli, riusciva a distrarli dalle battaglie.

Rimasero lì solo Agatha e Melody.

  • Mia cara, non credevo che ti saresti fatta degli amici... così diversi da te, poi.

  • Sì, e non facciamo che discutere per sciocchezze- ammise e lì guardò a distanza con un sorriso- Ma insieme ai miei compagni, mi sembra che posso raggiungere qualsiasi traguardo. Io... sono cambiata molto da quando mi allenavi. A quel tempo non comprendevo l'importanza di sapersi difendere. Credevo che niente di brutto mi avrebbe coinvolto. Se solo avessi dato ascolto alle tue parole...

  • Le disgrazie accadono anche al migliore dominatore, Melody- le due s'incamminarono guardando avanti a sé- Dimmi, non hai pensato a riprendere i tuoi vecchi allenamenti?- Melody si voltò a guardare la signora- Noi dominatori dell'aria stiamo passando un brutto momento... non voglio intristirti con questi discorsi, ma abbiamo bisogno di una persona che sfrutti il suo dono e impedisca che veniamo sterminati. Lo Spirito Allegro mi aveva avvertito del tuo arrivo, perché voleva che ti riprendessi sotto la mia ala e che ti insegnassi le tecniche più potenti.

  • Agatha, io...

  • No, fammi finire. Lo so che tu sei sempre stata restia a sfruttare il tuo dono, ma non è più il tempo per le incertezze. Se vuoi davvero salvare la tua gente, prima che sia troppo tardi, devi darmi ascolto. Dopo che ti avrò allenata, diventerai la più temibile dominatrice dell'aria. Tu saprai già in anticipo le mosse dei nemici e conoscerai i loro punti deboli. Niente sarà più impossibile.

  • Però io...

  • Pensaci su...- la signora si allontanò e Melody guardò preoccupata i loro amici.

Diventare forte, per davvero... era quello che voleva? Non voleva solo salvare la sua gente? Ma per arrivare fin da loro, doveva per forza diventare forte.

Misty le aveva promesso che insieme li avrebbero cercati, ma non poteva contare sempre sui suoi compagni. La dominatrice dell'acqua aveva fatto molto più che salvarla... lei le era stata di sostegno quando era completamente smarrita, le aveva dato uno scopo per cui lottare. Se non avesse incontrato Misty e Brock, non si sarebbe mai sognata di mettersi in cammino e tentare un impresa così folle.

Misty non era solo una compagna o un amica, lei era quella determinazione che le dava carica. E sapeva quanto Misty si sforzasse di diventare forte, per proteggere loro e i suoi ideali, anche a costo della sua vita. Lo sapeva molto bene.

Era questa la risposta? Doveva mettere a frutto il suo dono, come diceva Agatha? Non si sarebbero presentate altre occasioni.

Misty sacrificava se stessa, perché anche lei non poteva fare lo stesso per loro?

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Capitolo 34
*** Cap. 33 ***


Eccomi con un nuovo capitolo appena aggiornato e - spero - senza errori XD Buona lettura e lasciate un commento!
 

SINOPSI: Avrebbe perso il dominio, Ivy era stata chiara, se non avesse messo un freno alla sua ostinazione di andare avanti a ogni costo. Però Misty non era il tipo di ragazza che avrebbe permesso che un ostacolo la fermasse, anche rinunciando agli insegnamenti di Ivy, anche dovendo mentire ai suoi amici, anche se il costo della sua ostinazione sarebbe stata la perdita totale del dominio.
Nel frattempo durante il viaggio il Team Luce fa la conoscenza di un gruppo di viandanti, che altri non sono che dominatori dell'aria, guidati dalla signora Aghata, un tempo maestra di dominio di Melody. Sarà stato davvero lo Spirito Allegro ad aver voluto questo incontro inaspettato?

 

BLUE BIRD ILLUSION

 

Cap. 33

"Avevo smarrito la mia strada, e ti ho incontrata"

 

Aprì gli occhi. Da quanto stava navigando? Da quando aveva lasciato alle spalle la sua amata isola?Non c'era un filo di vento e le era quasi impossibile ricrearne a sufficienza per muovere la scialuppa.
Non sentiva un minimo rumore intorno a lei, fin dove si era spinta? Non lo sapeva ed era stanca di farsi domande.
Sete, aveva molta sete. Cercò di berne un po' dalla sua borraccia, ma scoprì che non ne era rimasta più. Il sole era lì sopra di lei a tormentarla, torturarla e farle venire le allucinazioni.
Ma non fece in tempo a lamentarsi, che in breve delle nuvole grigie coprirono la luce. Suo nonno le aveva raccontato di come il tempo era solito cambiare di continuo nei pressi della sua isola.
Il mare, dapprima piatto e limpido, si riempì di increspature e la scialuppa cominciò a oscillare.
Si alzò in piedi e approfittò del vento per allontanarsi da lì al più presto, ma continuava a perdere l'equilibrio.
Il mare non smetteva di sbatterla qua e là con le sue onde, ormai non riusciva a governare la scialuppa. Le braccia le facevano male a furia di muoverle. Un colpo d'onda la mandò a sbattere contro il bordo della scialuppa, si fece male alla spalla. Cercò di riprendersi, ma una serie di onde continuarono a renderle impossibile qualsiasi movimento.
Era in balia della tempesta. Non c'era nessuno intorno a lei, nessuno che l'avrebbe potuta salvare.
Sua sorella, suo nonno, il suo villaggio... si erano sacrificati per lei, e ora lei stava per morire.
Non voleva... non poteva... doveva salvarsi... doveva tornare per salvarli... loro contavano su di lei... e lei stava per tradirli.

  • Aiuto...- mormorò con voce tremante, mentre chinava la testa per proteggersi dall'acqua che stava entrando nella scialuppa.

Se solo fosse stata più attenta alle lezioni di dominio, se non avesse perso tempo a dedicarsi al divertimento... ora lei sarebbe nella sua isola a battersi con gli altri e non in una scialuppa che sarebbe affondata a momenti.

E il momento era arrivato, un onda traditrice la travolse e neanche il tempo per reagire, che era già in mare.

Sprofondava... sprofondava... era inutile ribellarsi, agitarsi la portava sempre più sul fondo.

Aiuto... che qualcuno mi salvi... sorella... nonno...”

E con le ultime immagini nella sua mente, perse i sensi poco prima di intravedere una figura avvicinarsi... un pokémon marino? No, sembrava... sembrava...

Il ricordo che ebbe dopo, fu di due figure accanto a lei.

Aprì gli occhi, frastornata e confusa.

  • Si è svegliata- fece la voce di un ragazzo- Come ti senti? Sei ferita?

La ragazza fece fatica a proferire parola, sentiva la gola che le bruciava e finì per tossire dell'acqua.

  • Aspetta, ti aiuto...- la ragazza che prima era in piedi con un asciugamano sulle spalle, si chinò e avvicinò la mano alla bocca di lei.

Capì che era una dominatrice, nel momento in cui dell'acqua fuoriuscì dalla sua bocca, come se la stesse attirando dall'alto con la mano. Con la gola libera dall'acqua, finalmente riuscì a pronunciare qualche parola.

  • chi siete? Dove mi trovo?- si accorse di essere stesa sul pavimento, con una coperta che la proteggeva dal freddo. Sentiva su di sé ancora i vestiti bagnati per quel tuffo imprevisto nel mare.

  • Sei su una nave merci- spiegò il ragazzo con un sorriso- Ti abbiamo avvistata in mare, poco prima di essere inghiottita dalle onde. Sei al sicuro ora. Il capitano ti ha accettato a bordo e appena raggiungeremo la terra, potrai scendere.

La ragazza guardò prima il ragazzo dalla carnagione scura e poi la ragazza col codino. Chi dei due l'aveva salvata?

  • Io... devo cercare... aiuto...- provò a formulare una frase, ma aveva ancora molta confusione nella testa.

  • Ne riparleremo più tardi, ora ti serve riposo- fece il ragazzo, sdraiandola su una brandina e coprendola bene con la coperta.

  • Devo... salvare...-continuò lei mentre piagnucolava impotente, e infine si addormentò.

Si risvegliò due ore dopo, in tempo per il pranzo. Il suo stomaco non aveva mai dovuto subire la fame, ammesso che non fosse intenzionale per perdere qualche chilo di troppo.

  • Un isola?- chiese il ragazzo dalla carnagione scura, mentre la superstite raccontava la sua disavventura- Che isola?

  • L'isola del Vento. Io faccio parte di un potente clan di dominatori dell'aria- spiegò la ragazza dai lunghi capelli castani. Era seduta su una sedia, con una tazza calda tra le mani e una soffice coperta sulle spalle- È da lì che sono scappata.

  • Dominatori del fuoco...?- chiese la ragazza che se ne stava in piedi, appoggiata sulla parete della stanza ad ascoltare attentamente.

La castana annuì e notò che lo sguardo dell'altra si era fatto più serio, con una smorfia di disprezzo, poi si voltò per guardare fuori dall'oblò. Si chiese il perché di quella reazione, ma lo avrebbe capito in seguito.

I particolari vestiti del suo villaggio e la borsetta era tutto ciò che le era rimasto da quella fuga precipitosa. E ora, in quella piccola stanza della nave, prendeva coscienza che tutto era reale.

I due ragazzi la osservarono in silenzio, lo sguardo della castana era smarrito e ansioso.

  • Devo tornare indietro e salvare la mia gente- disse con un peso nel cuore- Mi hanno messa su una scialuppa per salvarmi e cercare aiuto, ma ho finito per perdermi per colpa della marea. Non ho idea di quanto tempo sia passato dall'attacco dei dominatori del fuoco.

  • Aiutarti? A chi pensavi rivolgerti?- chiese il ragazzo.

  • Non lo so... io non...- scosse la testa- Mio nonno ha accennato ai Frontier Brains.

  • Loro non verranno in tuo aiuto- disse subito la ragazza con un'altra smorfia- E dubito che ci sia qualcuno che se la senta di affrontare un invasione di dominatori del fuoco.

  • Però io devo fare qualcosa per la mia gente!- si alzò in piedi, ma si sentì barcollare indietro. Il ragazzo prontamente la sorresse per le spalle, prima che cadesse. Non si era ripresa del tutto- Non posso restare qui senza far niente. Devo tornare sulla mia isola.

  • Che hai intenzione di fare da sola?- disse lui preoccupato- I dominatori del fuoco non sono gente che scherza. Devi restare qui al sicuro.

  • Non posso. Devo combattere anch'io insieme alla mia gente. Io...-strinse forte le mani, quasi tremando dalla tensione- Io a lungo non ho fatto che farmi proteggere... quando c'era da combattere, c'era sempre qualcuno disposto a farlo per me. Essere venerata e adorata, credevo che fosse normale e giusto, e mi sono rifiutata di allenarmi come mi diceva mio nonno. Solo ora mi rendo conto quanto avesse ragione, solo ora provo vergogna per il mio egoismo. Dovevo esserci io...- singhiozzò portandosi le mani al viso- Dovevo essere io a proteggere la mia gente... Ma ora che sono rimasta sola, non so proprio come fare, come salvarli...

  • Non sarai sola- intervenne la ragazza col codino- Ti accompagneremo noi.

Il bruno la guardò, poi annuì.

  • Sì, ha ragione. Non possiamo lasciarti andare da sola.

  • Voi?- li guardò un po' perplessa e delusa- Vi ringrazio per l'offerta e vi devo la vita, ma dubito che voi siate in grado di...

  • Hai invece intenzione di andarci tu sola?- fece la ragazza con ironia- Credimi, noi siamo l'unico aiuto che potrai trovare al momento. E non ci tiriamo indietro, quando si tratta di combattere contro dominatori del fuoco- Il suo sguardo si fece deciso e combattivo.

La castana notò che fece un'altra smorfia al nominare i dominatori del fuoco, pareva nutrire molto disprezzo per loro. Non li conosceva, non sapeva neanche se erano persone di cui fidarsi, però la sola presenza di quei due ragazzi le dava una speranza. Si asciugò le lacrime. Era ancora incerta, ma doveva tentare.

  • La nave arriverà al porto tra meno di un ora- disse il castano- Da lì potremo cercare un imbarcazione che ci porti sulla tua isola- poi sorrise cordialmente- Ma non ci siamo ancora presentati... io sono Brock e lei Misty.

  • Io sono Melody- si presentò e li guardò con curiosità- Siete dominatori, giusto? Misty ha fatto fuoriuscire l'acqua dalla mia bocca...

  • Sì, sono una dominatrice dell'acqua e Brock della roccia.

  • Oh- guardò la ragazza ancora incerta- Allora non mi sbagliavo... però credevo che non... voglio dire...

  • Che non esistessero dominatrici d'acqua femmine?- fece la ragazza con una smorfia poco grata- Sì, è quello che credono tutti.

La castana la osservò nuovamente, mentre Misty si avvicinava alla porta.

  • Vado dal capitano a parlargli. A dopo- e uscì chiudendo la porta dietro di sé.

  • Si è offesa?- chiese poi rivolgendosi al ragazzo.

  • Non preoccuparti, fa sempre così quando si tocca questo argomento- disse Brock alzando le spalle.

  • Ma cosa ci fanno un dominatore della roccia e una dell'acqua in viaggio insieme?- chiese curiosa.

  • Be'... diciamo che siamo in missione.

Il ragazzo non aggiunse altro e lei lasciò perdere l'argomento. Era in pensiero per la sua gente, presto avrebbe saputo che fine avevano fatto. Forse cercare aiuto era stato inutile, forse lo scontro era terminato in parità, il nemico si era stancato e aveva abbandonato il campo di battaglia. Era ansiosa di tornare.

E quando il giorno dopo erano in prossimità della sua isola, sentiva che il cuore le batteva forte. Non vedeva fiamme, non sentiva grida, non si elevava una colonna di fumo dalla sua isola. Una speranza cresceva, cresceva... ma un sentimento dentro di lei le diceva che qualcosa non quadrava, ma non capiva cosa.

Non avevano trovato nessuna imbarcazione diretta all'isola, così avevano optato per noleggiarla una. La barca raggiunse la spiaggia e i tre ragazzi scesero a terra.

Melody avanzò per prima, mentre i due ragazzi si guardavano intorno con sospetto e in allerta.

Man mano che si addentravano nell'isola, il paesaggio che si presentava era di desolazione, cibo calpestato, oggetti frantumati, armi distrutte, case bruciate... ovunque cenere.

  • Dominatori del fuoco...- fece Misty con disprezzo, constatando l'ennesimo villaggio distrutto.

  • Dove sono gli abitanti?- chiese Brock alla castana, ma lei era presa a guardarsi intorno agitata.

  • Sorella! Nonno! Tutti...- la ragazza li chiamò spaventata. Poi si chinò, toccandosi le tempie- Oh no... no...

  • Cosa succede?- chiese preoccupato il ragazzo avvicinandosi a lei.

  • Ecco cosa non andava... quando ci stavamo avvicinando, io... non sentivo niente...

  • Che intendi dire?- chiese Misty perplessa.

Melody si voltò con una espressione stravolta.

  • che non c'è nessuno... l'isola è deserta. Nessun essere umano, neanche un pokèmon.

  • Saranno scappati?- ipotizzò Brock.

  • E dove?- Misty guardò il legno divorato dalle fiamme- I dominatori del fuoco si saranno assicurati di bruciare le barche, per non far scappare nessuno.

  • Sorella...- Melody si lasciò cadere per terra. Era come svegliarsi da un incubo e accorgersi di non avere mai sognato. Un rumore proveniente da un abitazione, attirò la loro attenzione- Sorella! Nonno!- balzò in piedi e corse all'interno.

  • Aspetta!- i due cercarono di fermarla- Può essere una trappola.

La castana vide una figura muoversi in una stanza e gettare le cose per terra, frugando nei cassetti dei mobili. Quando si rese conto di non essere solo, si spaventò e attaccò. Un colpo d'acqua fu più veloce e impedì che la ragazza venisse aggredita. La persona colpita cadde a terra.

  • Non muoverti, se non vuoi che un masso ti cada sullo stomaco!- avvisò la voce di Brock minacciosa.

  • C-chi siete? Non fatemi del male! Non ho fatto niente, sono innocente!- gesticolò, proteggendosi la testa.

  • Lo dubito- fece Misty affiancandosi alla castana- Ti abbiamo colto in fragrante, mentre cercavi qualcosa. Melody, lo conosci?

  • No...- Melody scosse la testa, ancora turbata- Non è del mio villaggio.

  • E così abbiamo un ladro...- concluse Misty, fulminando con lo sguardo il furfante- Dì la verità, che stavi cercando? Dove sono gli altri? Sei complice dei dominatori del fuoco?!- lo afferrò per il colletto- Parla canaglia, o non ci faremo problemi ad eliminarti!

  • No, no... sono solo un povero uomo- fece timoroso per il masso che ancora lievitava sopra di lui- Cercavo solo qualche oggetto di valore... sono un ladro, ma non un assassino! Non c'entro niente con l'invasione. Ho solo sentito che erano passati qui e ho pensato che forse...

  • Che sarebbe stato più facile rubare, ora che non c'era nessuno a controllare- disse Misty sprezzante e lasciò andare il suo colletto- Conosco le persone come te: approfittate delle invasioni dei dominatori per fare razzia. Siete meschini e senza cuore.

  • No, vi prego... è quello che faccio per vivere, non faccio del male.

  • Tu eri qui quando i dominatori del fuoco se ne sono andati?- chiese Melody con un filo di speranza- Hai visto cos'è successo? Dove sono gli abitanti?

  • Quando sono arrivato non c'era nessuno nel villaggio. Ma ho visto una nave caricare delle persone e andarsene.

  • La mia gente...- Melody si lasciò cadere nuovamente al suolo- Tutti... si sono portati via tutta la mia famiglia... non li rivedrò più- pianse dalla disperazione- È tutta colpa mia.... mia!

Brock appoggiò il masso a terra e si avvicinò alla ragazza. Il ladro ne approfittò per dileguarsi, ma nessuno dei tre tentò di fermarlo.

  • Non è tutto perso- disse in tono ottimista il ragazzo e gli appoggiò una mano sulla spalla- Almeno ora sappiamo che sono ancora vivi, prigionieri sì, ma ancora vivi. Se non li hanno uccisi subito, non lo faranno ora.

  • Sì, ha ragione lui. E questo ti darà a disposizione del tempo prezioso- Misty incrociò le braccia- Ma anche se non sarà difficile rintracciare un intero villaggio, i dominatori del fuoco non fanno solitamente prigionieri, non puoi permetterti di perdere tempo.

  • Lo so, ma cosa posso fare? Non sono abbastanza forte per affrontarli.

  • Puoi allenarti, sei una dominatrice dell'aria... sono certa che capacità e volontà non ti mancheranno- disse Misty- E poi, non sarai sola- aggiunse alzando lo sguardo. Brock sorrise- Voglio dire... mhh... che potresti unirti a noi, visto che abbiamo degli obiettivi in comune...- cercò di dire un po' impacciata.

  • Come?- la guardò confusa.

  • Il nostro obiettivo è sconfiggere il Signore del fuoco- spiegò Brock.

  • Ehhh?- la castana era sconcertata- Ma come... perché? Voglio dire, siete solo due ragazzi... non potete mettervi contro un intera nazione. Vi faranno subito fuori. È da pazzi!

  • Non ho paura- disse Misty, con la stessa determinazione che aveva mostrato sulla nave- Io lo sconfiggerò e fermerò questa guerra. Ma non sarò da sola, con me ci sarà Brock e...- si bloccò come ricordandosi qualcosa di doloroso e lasciò morire la frase. Anche il castano sembrò ricordare la stessa cosa perché assunse la stessa espressione. Ma poi lei si riprese da quel momentaneo silenzio e guardò la castana- Ammetto che ci vorrà del tempo, ma raggiungeremo il nostro obiettivo- le sorrise per la prima volta, con una sicurezza e dolcezza che per qualche minuto sembrò rasserenarla- Il nostro team ha bisogno di una mano in più. Se verrai con noi, potrai allenarti e diventare forte. E man mano che ci avvicineremo al Signore del Fuoco, avremo più opportunità di incontrare la tua gente. Ma se non te la senti, non sei costretta a seguirci. Del resto, la nostra missione non è una passeggiata e di pericoli ne incontreremo tanti. Devi essere convinta della scelta che prenderai.

La castana era propensa a negarsi per quella assurda missione suicida. Ma poi le tornarono in mente le parole di suo nonno e le immagini dei dominatori che distruggevano l'isola, mentre lei si allontanava incolume sulla barca.

Non voleva... non voleva essere una codarda e deludere la sua gente. Li avrebbe ritrovati, con l'aiuto dei due ragazzi.

  • D'accordo- annuì.

  • Benvenuta in squadra...- dissero Brock e Misty in coro sorridendo.

  • Grazie- sorrise con una ritrovata speranza e con al fianco nuovi compagni di viaggio- … amici.

.

.

E riaprì gli occhi, però questa volta non c'era il cielo e il sole sopra di lei e non era sperduta nel mare.

Si mise in piedi e diede un occhiata alle sue compagne di viaggio. Tutte loro erano immerse in un sonno profondo, avevano passato una serata divertente e spensierata insieme a quei viandanti incontrati solo il giorno prima. Una leggera luce del mattino entrò dalla finestra. Presto avrebbe fatto giorno.

Con calma e in silenzio aiutata da una ventata di aria, si alzò dal letto e uscì dalla stanza.

Chiuse la porta con cautela e il suo sguardo si soffermò sulla porta accanto, dove gli altri due compagni stavano dormendo.
Rimase in silenzio in quella leggera oscurità e poi si allontanò. Uscì dall'albergo e camminò per qualche minuto, finché non raggiunse la sua meta. La nebbiolina si stava diradando, lasciando intravedere una figura in lontananza.

Questa si mosse e la nebbia fu spazzata via.

  • Ti stavo aspettando- disse la signora.

  • Sapevi che sarei venuta- disse Melody, con un sorriso malinconico- Non posso sfuggire al destino, eh?

  • Cara, dimentichi che sono stata la tua insegnante per parecchi anni- la signora abbozzò un sorriso- E sì, il destino ti ha dato un dono che prima o poi avresti sviluppato. Lo Spirito Allegro sa' che sarà oggi.

  • Io ci ho pensato a lungo... forse anche troppo. I miei amici... ognuno di loro ha dato del suo meglio per cambiare e migliorarsi. Io che ho fatto invece in questo tempo? Non sono cambiata dalla ragazzina che è scappata dalla sua isola... faccio ancora troppo affidamento sulle persone e sulle mie capacità. Non mi sono mai allenata seriamente- chinò la testa- Misty lo diceva che prendevo le battaglie troppo superficialmente, ma ciononostante non mi ha mai abbandonato e non ha smesso di credere che avremmo trovato la mia gente. Sono io che ho smesso di cercarli- si strinse le mani- Invece lei ricorda ancora la promessa che mi ha fatto, non ha dimenticato ognuna delle promesse che ha fatto ai suoi compagni. Per questo io... sono qui- la guardò determinata- Voglio dare il mio contributo.

La signora annuì.

  • Nobile motivazione... così lontano dai tuoi propositi di quando ti ho lasciata. Me ne compiaccio. Perché sarà la tua determinazione ritrovata ad aiutarti. Una volta che avrai appreso a sfruttare il tuo dono, i tuoi amici saranno contenti di te.

  • Sì- annuì Melody felice. Ecco, ora sapeva come poter fare la differenza nella loro lotta contro il Signore del Fuoco. Se persino un ex-membro del Team Magma aveva dimostrato di poter migliorare, lei poteva farcela. Anche se non sapeva in cosa si stava addentrando.

  • Be', che fai ancora lì immobile?- fece la signora, tornando seria.

  • Come?

  • Quando avevi iniziare gli allenamenti? Dopo un thè e pasticcini?- ironizzò.

  • Veramente... mi sembra ancora presto e mi devo vestire con abiti e trucco adatti all'allenamento...

  • Vanno benissimo quello che indossi! E ora in marcia!- esclamò spazientita. In questo, la sua allieva non era cambiata in assoluto.

  • Uhh...- la ragazza retrocesse, un po' pentita della sua decisione. La sua allenatrice non era come Ivy, ma anche lei quando si imponeva poteva fare paura. Chi diceva che i dominatori dell'aria erano tutti dei bonaccioni? Sicuramente uno che non conosceva Agatha.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Sei davvero forte, sai? Mai visto niente di simile! E quei attacchi...- gesticolò con le mani- zum... zum! Bam! Li hai fatti volare in pochi minuti!

Il ragazzo dai capelli verdi si mise seduto sul sacco a pelo, mentre fissava con sonnolenza il bambino che tutto pimpante raccontava gli avvenimenti del giorno prima. Con lentezza il ragazzo scaldò l'acqua e ci aggiunse delle erbe aromatiche.

  • Sì, sì, davvero grandioso! E poi, con che stile! Neanche un capello fuori posto! E non hai avuto bisogno di sforzarti- gli occhi del bambino luccicavano attraverso le grandi lenti- Quei due furfanti hanno avuto il ben servito!

L'altro soffiò sull'infuso caldo appena preparato. E il bambino non smetteva di parlare.

  • Sì, sì... l'ho sempre detto che i dominatori della foglia sono sottovalutati- annuì il bambino e poi si chinò davanti a lui- Ho deciso! Prendimi come tuo discepolo! Posso esserti d'aiuto, conosco molti attacchi degli altri elementi, ho un ottima memoria e apprendo velocemente!

Il bambino rimase a fissarlo con determinazione e una luce che gli brillava negli occhi. Quello sguardo gli ricordava un'altra persona... una certa ragazza...

  • Mhh...- il ragazzo bevve un sorso con una tranquillità snervante per il bambino, che però non demordeva. Poi finalmente sembrò aver attirato l'attenzione del ragazzo, che lo guardò con sguardo confuso- … E tu chi sei?

  • Eh??- quasi il bambino cadde per terra per la sorpresa- Ho parlato per tutto questo tempo e non ricordi di me?

  • Sì, hai parlato molto...- confermò alzando lo sguardo- ma quando mi alzo non riesco veramente a svegliarmi se non bevo un energico infuso. Comunque...- prese il pentolino dove aveva preparato il suo infuso e ne versò in un'altra tazza per porgerla al bambino- Il tuo nome è Xam, giusto?

  • Sì...- il bambino accettò con gusto la bevanda.

  • Un nome particolare...- disse l'altro fissandolo un po' scettico- I tuoi genitori sono tipi creativi.

  • S-sì... nel mio paesino ci chiamiamo tutti con nomi come Xonia, Yuka...- il ragazzo continuò a fissare il bambino che nascose il volto bevendo nella tazza- Allora, adesso posso diventare tuo discepolo?- fece un enorme sorriso.

  • No.

 

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  • Mhh, pensi che l'abbiano rapita gli alieni?- ipotizzò Dawn.

  • No, sono propensa a dire un mostro a tre teste- disse May- Solo questo spiegherebbe il fenomeno di Melody che si alza così presto- entrambe le ragazze stavano fissando il letto vuoto di Melody.

  • Avete intenzione di evitare gli allenamenti con queste assurde storie?- disse Misty dietro di loro- Ash e Brock sono già pronti.

  • Sicuri che non si tratta di un sosia di Ash? Lui non si alza cosi presto.

  • Ahh, smettetela di perdere tempo- sospirò Misty- Ash è sempre lui, purtroppo, e Melody sarà qui in giro.

  • Oh- fece May. Poi guardò Misty- Cosa si mangia?- l'altra la guardò spazientita- Ok, ok... vado. Andiamo Dawn.

Misty le guardò uscire dalla stanza e osservò poi il letto vuoto di Melody con aria assorta.

.

.

Si strofinò l'asciugamano tra i capelli e camminò verso il lavandino. Guardò lo specchio leggermente appannato e ci appoggiò la mano per riuscire vedersi.

Lo sguardo serio e quasi freddo mostrava il suo stato d'animo per niente sereno, ma non voleva che questo impedisse ai suoi amici di divertirsi quella sera. Erano una delle poche serate in cui potevano pensare ad altre cose, invece che alla guerra. E poi, l'incontro di quei viandanti, era stato tempestivo per alleggerire l'atmosfera nel gruppo.
Girò la manopola del lavandino e l'acqua sgorgò. Agitò le dita e l'acqua non scese più in verticale, ma galleggiò come fosse un lungo nastro che si piegava nell'aria.
La verità era che tanti pensieri affollavano la sua testa. Per quanto si obbligasse a non pensare alle parole di Ivy, non poteva evitare di sentirsi agitata. Quanto la sua assurda decisione le sarebbe costata?
L'acqua toccò nuovamente le sue dita, ma invece di lasciarsi cadere sul lavandino, il liquido avvolse prima le dita e poi la sua mano.
Capì che qualcosa non andava bene, nel momento stesso che l'acqua prese a ghiacciarsi contro il suo volere. Spalancò gli occhi in un momentaneo smarrimento e terrore.

  • Misty, sei tu?- la ragazza sussultò e si voltò in fretta, dando le spalle allo specchio e nascondendo la mano ghiacciata.

  • E-ehilà...- fece Misty titubante, sforzandosi di sorridere quando Melody entrò nel bagno- Hai bisogno? È libera ora la doccia.

  • Mh... sì, grazie- annuì Melody, anche lei incerta nel suo sorriso- E... oh, che hai dietro?

  • Eh??- Misty si agitò di più, quando Melody si avvicinò incuriosita- Niente, niente!

Melody non l'ascoltò e le afferrò il braccio.

  • Mh? Misty, hai nuovamente le mani fredde!- notò Melody preoccupata. Misty osservò la sua mano e vide che il ghiaccio si era sciolto prima che la castana l'afferrasse- Anche se sei una dominatrice d'acqua, dovresti trovare il modo di tenerle al caldo- sorrise e le fece un occhiolino- Potresti chiedere consiglio a Ash.

  • Ah...sì, sì. Farò così- annuì Misty sollevata e grata che Melody non si fosse accorta di niente. Allontanò il suo braccio e si avviò verso l'uscita del bagno.

La castana per un momento la guardò perplessa e con sospetto, Misty non aveva ribattuto a quel suo commento su Ash. Minimo si sarebbe arrabbiata o agitata. Anzi, sembrava ansiosa di svignarsela.

  • Misty...

  • Sì?- si bloccò davanti alla porta.

  • Volevo chiederti... com'è stato? Quando hai sperimentato la tecnica del ghiaccio? Avevi paura di cosa sarebbe potuto accadere?

La ragazza dai capelli arancioni la guardò un po' spiazzata.

  • Uh... non saprei. Non mi ci sono soffermata a lungo a pensarci. Benché non sapessi esattamente cosa aspettarmi da quella tecnica, sapevo solo che volevo apprenderla a qualsiasi costo.

  • E... ti sei pentita? Per quello che ti ha fatto subire quella tecnica, vorresti non averla mai appresa?

  • Io... ecco...- si strinse nelle braccia- Non è questione di fare la cosa giusta o sbagliata, era inevitabile che l'apprendessi. È ciò che un dominatore che abbia il desiderio di diventare forte, debba affrontare nel suo percorso. Nessuna tecnica è facile, ma neanche la nostra missione lo è. Forse è la volontà di rischiare, a darmi la forza per affrontare anche l'ignoto.

  • Forse hai ragione. Ma non tutto può portare a esperienze piacevoli. Ivy aveva detto che la tecnica del ghiaccio era terribile, perché poteva influire sui sentimenti di chi la utilizzava. Cosa sarebbe successo se questa tecnica ti avesse veramente danneggiato?

  • Io sto bene Melody- disse Misty guardando la castana, con un tono che sembrasse convincente- E ti stai agitando per qualcosa che non puoi sapere in anticipo- la guardò triste- So cosa ti preoccupa ora... rivedere dei dominatori dell'aria, la tua insegnante... dev'essere stato duro da affrontare.

  • Forse sì...- ammise la castana- È che questo incontro mi ha fatto pensare a molte cose... a delle decisioni che ho rimandato a lungo. Non voglio trovarmi impreparata per la guerra che si avvicina e non voglio scappare.

  • Sta tranquilla Melody, nessuno di noi ti mette fretta. Ciascuno apprende con il suo ritmo, saprai tu quando sarà il momento giusto per avanzare. Per ora allenati quanto puoi. E se non te la sentirai di proseguire per questo cammino, non angosciarti. La mia promessa rimane la stessa, troveremo la tua gente, viva. Puoi confidare in me- detto questo, Misty uscì dal bagno, lasciando Melody ai suoi pensieri.

Misty non aveva dimenticato ciò che si erano dette quando si erano conosciute. Nonostante le battaglie e l'ostinazione di non fermarsi, Misty non metteva da un lato le promesse fatte.

Era questo suo lato di lei così sicuro, a farla sentire protetta. Forse si era agitata troppo, le parole di Agatha le avevano solo messo fretta su decisioni che non voleva ancora prendere.

Melody sorrise risollevata e si voltò verso il lavandino, per darsi una rinfrescata.

La sua mano si fermò a mezz'aria nell'atto di toccare il rubinetto.

  • Misty...- sussurrò.

Il suo sguardo si perse nel resto del lavandino e della parete. Una spessa lastra di ghiaccio li ricopriva come una macchia che si espandeva.

Il corpo si irrigidì a quella visione impressionante. Il ghiaccio rispendeva nella luce del bagno.

No... non poteva rilassarsi proprio ora...

.

.

  • A cosa stai pensando?- la voce la riportò a dov'era in quel momento. La signora Agatha seduta per terra come lei a gambe incrociate, la fissava seria.

  • … niente- scosse la testa.

  • Non mentire. Se hai la testa affollata di pensieri, non potrai concentrarti. È necessario che in questo momento tu sia rilassata e che pensi solo ad ascoltare la natura intorno a te.

  • Lo sto già facendo- sbuffò lei.

Cos'era quell'impazienza che la pervadeva? Era come se volesse aver già appreso la tecnica o forse... non era abbastanza sicura della sua scelta?

.

Ciascuno apprende con il suo ritmo, saprai tu quando sarà il momento giusto di avanzare.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Perché no???- la vocina ripeté il ritornello una e più volte.

Il ragazzo alzò gli occhi esasperato. Per quanto sarebbe andato avanti il bambino? Da quando lo aveva salvato, non aveva smesso di seguirlo.

  • Dimmi Xam, ma non hai niente di meglio da fare? Tipo, andare dai tuoi amici, dalla tua famiglia...

Il bambino chinò la testa e il ragazzo capì di aver colpito un tasto dolente.

  • … sei in viaggio da tanto?- cercò di rimediare, cambiando discorso.

L'altro scosse la testa, mogio.

  • Perché non mi dici il vero motivo?- insistette il ragazzo- Perché sei così desideroso di apprendere a combattere? Non sei ancora un bambino?

  • Neanche tu sei così grande!- rispose l'altro, ma poi si pentì di aver alzato la voce- Siamo in tempi di guerra...- cercò di giustificarsi- chi non vorrebbe saper combattere?

  • Hai ragione, ma prima di provocare due tizi del Team Rocket, dovresti sapere almeno difenderti. Sei stato fortunato che non sappiano dominare nessun elemento. Se fossero stati dominatori del fuoco...

Xam chinò di più la testa. Il ragazzo sospirò, aveva intuito cos'era accaduto al bambino, ma preferì accertarsene.

  • Combattere non è una cosa che si impara da un giorno all'altro. Ci vuole tempo e sacrificio. Non hai un posto dove andare, dove ci sia un insegnante che si possa dedicare a te? Forse nel tuo villaggio...

  • Non posso tornare indietro- spiegò il bambino stringendo le mani- Non potevo attendere che qualcuno si prendesse cura di me e quindi sono dovuto scappare. Se tornassi, mi impedirebbero di mettermi in viaggio. Ma so bene che non sono ancora in grado di difendermi. Per questo quando ti ho visto in azione, ho pensato che tu...

  • Se ti sei spinto così lontano, deve essere molto importante per te ciò che stai cercando...- il bambino guardò sorpreso il ragazzo. L'altro sorrise- È così, no?

  • È una sconsiderata, imbranata e poco intelligente...- elencò il bambino sbuffando- ma aveva promesso che sarebbe venuta a prendermi. Se fossi stato qualche anno più grande, non ci saremmo dovuti separare. Mi sarei preso io cura di lei.

  • E così hai deciso di disobbedirla e seguirla...- sospirò- Ascolta, io solitamente preferisco viaggiare solo... ma se prometti che ti comporterai bene, potrai venire con me...- gli occhi di Xam si illuminarono dall'emozione- Almeno finché non saprò a chi affidarti- chiarì il ragazzo.

  • Per me va bene- annuì il bambino- … Drew.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Ash si buttò sul prato, prendendosi qualche minuto di respiro dopo aver eseguito i suoi quotidiani esercizi. Sentiva che lentamente stava riprendendo il suo precedente ritmo di combattimento.

Aveva passato anni ad allenarsi senza sosta per sconfiggere Gary, ma da quando non doveva più competere con lui, forse si era lasciato andare con gli allenamenti.

Gary...

 

Per un momento ho creduto che volessi tradire il Signore del Fuoco. Ma nessuno è così pazzo da farlo.

 

stai tradendo il Team Magma. Questa è buona. Ash ha deciso di allearsi ad una banda di perdenti.

 

Come pensi che la prenderà il Signore del Fuoco il tuo tradimento?

 

Per più che cercasse di non pensarci, le parole di Gary continuavano a ripetersi nella sua mente. Una dopo l'altra, come una sorta di minaccia.

E lo erano.

Da quando aveva voltato le spalle al Team Magma, erano accadute molte cose. Forse non aveva veramente pensato alle conseguenze del suo gesto ed era andato avanti, quasi volendo dimenticare.

Ivy aveva accennato a un membro del Team Magma che aveva preso la sua stessa decisione e se n'era andato. Sì, ma che fine aveva fatto poi? Era ancora vivo?

Eppure doveva saperlo, non era permesso a nessuno di abbandonare il Team Magma, a nessuno era permesso di tradire il proprio Paese e il Signore del Fuoco.

Così come sapeva che presto o tardi, lui avrebbe dovuti affrontarli. Certo, sarebbe più semplice, nascondersi per sempre e sperare di continuare a vivere. Ma aveva promesso a Misty che insieme avrebbero affrontato il Signore del Fuoco.

Però... lei non era veramente a conoscenza che questa decisione lo avrebbe sicuramente portato alla morte.

Là, sopra il monte oscuro nella nazione del fuoco, oltre i cancelli d'oro... si nascondeva la più grande minaccia per il mondo... e lui lo conosceva bene.

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Capitolo 35
*** Cap. 34 ***


Eccomi qui, con un nuovo capitolo di Blue Bird Illusion. Che è solo una parte del capitolo, visto che la battaglia si dilunga un po'. 
Rispetto al capitolo, lo so, ci troviamo totalmente in un altro scenario rispetto a dove avevo lasciato il precedente capitolo, ma vedrete che pian piano vi verrà spiegato che fine hanno fatto i personaggi.
Spero che vi piaccia il capitolo ^^ Alla prossima!

*

*

SINOPSI: Negli anni in cui viveva felice nell'isola (?), Melody non si era mai posta il problema della battaglia. Anche quando la sua insegnante le aveva rivelato di possedere un dono che pochi dominatori dell'aria avevano, lei non si era preoccupata di svilupparlo in vista di qualche guerra. Il suo maggior pensiero era di vivere in pieno la sua giovinezza e divertirsi il più possibile insieme alla sua gente. Ignara che al di fuori della sua isola, la situazione nel mondo stava precipitando. Ma quando la guerra arrivò fino a lei sotto forma di una nave piena di distruzione, aveva realizzato che da nessuna parte si era realmente al sicuro. E ora che la guerra minacciava nuovamente di ferire i suoi compagni di viaggio aveva compreso che non poteva più limitarsi al suo livello di battaglia. Doveva sforzarsi a sviluppare le sue capacità, per proteggere i suoi amici e quell'amica che quel lontano giorno la salvò dal mare in tempesta.

 

 

BLUE BIRD ILLUSION

Cap. 34

"Rimorsi e vera forza"

 

  • ... Eroi di luce- mormorò un bambino dai capelli castani e una grossa sciarpa azzurra, che gli copriva metà volto.

La bambina accanto a lui, con gli occhi arrossati e le ginocchia circondate dalle braccia, alzò lo sguardo mogia.

  • Non te l'hanno mai raccontata?- fece il bambino stupito, intuendolo dall'espressione di lei- Una leggenda racconta di un pokèmon leggendario che voleva eliminare la razza umana, perché era egoista e capace di cose crudeli. Ma i pokémon che avevano vissuto accanto agli umani non erano della stessa opinione. Loro amavano la compagnia degli umani, anche a costo di rischiare la loro vita. Così decisero di allearsi a un gruppo di umani provenienti da diverse parti del mondo, per far cambiare idea al pokémon leggendario, e donare a questi umani il loro potere. Il pokèmon leggendario contrariato, decise di metterli alla prova, mandando contro loro ogni sorta di ostacolo e difficoltà. Però né gli umani, né i pokèmon si arresero.

  • E come finì?- chiese la bambina, iniziando a incuriosirsi.

  • Oh beh...- il bambino alzò lo sguardo cercando di ricordare- La battaglia fu lunga e piena di sacrifici, e questo servì a fortificare il legame del gruppo con i loro pokémon... - assunse un espressione seria e la bambina sapeva che non era niente di buono- Ma verso la fine, un incidente interruppe il loro cammino. Per salvare i loro pokémon, gli umani sacrificarono la loro vita. I pokèmon non vollero abbandonarli neanche nella morte e li seguirono- la bambina chinò la testa triste. Il castano intuì i pensieri che affollarono la mente della piccola dai capelli arancioni e cercò di ottenere nuovamente la sua attenzione- Ma non terminò lì. Il pokèmon leggendario pentito di ciò che aveva causato, decise di farli rinascere. E per suggellare la loro amicizia con i loro pokèmon, li fece fondere in un unica persona... pokèmon e umano insieme. Nacquero cosi i primi dominatori degli elementi.

  • Davvero?- la bambina si meravigliò.

  • Sì, sì...- annuì- e dato che il pokèmon leggendario aveva cambiato opinione sugli umani, decise di risparmiare tutta la razza umana. Il gruppo tornò a casa da eroe, per aver salvato gli umani e per ciò che continuavano a fare per loro. Furono nominati “guerrieri di luce”, perché ovunque apparissero erano in grado di riportare la luce in un mondo grigio... la luce della speranza- terminò e guardò la bambina che pendeva dalle sue labbra.

  • Credi che... esistano davvero?

  • Oh certo!- fece lui sorridendo, soddisfatto per averle fatto cambiare umore- E noi ne siamo i loro discendenti. Sulle nostre spalle, c'è il futuro del nostro paese... - spalancò le braccia- No, del mondo intero!

  • Quindi spetta a noi... salvare il mondo?

  • Esatto!- gli occhi celesti di lui si illuminarono e quasi si rifletterono in quelli candidi di lei- Quando saremo grandi formeremo un gruppo e seguiremo le imprese degli Eroi di luce. Perciò...- guardò ciò che la bambina da tempo stava fissando. Una fila di lapidi si disponevano in ordine su un esteso campo- Perciò... non essere triste. Insieme faremo giustizia per le loro morti... e per la “sua” morte...

La bambina annuì, con gli occhi nuovamente pieni di lacrimoni. Ricordare, le faceva ancora male.

  • Pro... promettimelo...- singhiozzò lei. La luce del sole si rifletté sui suoi bei capelli color arancio, che lui fissava ammaliato- Noi formeremo un grandioso Team.

  • Te lo prometto, Misty- si strinsero la mano e si sorrisero.

L'immagine del castano, lentamente si sfuse per ricomporsi con la figura di un altro bambino con i capelli corvino e un viso angelico. La bambina rimase senza parole e guardò il bambino che continuava a stringerle la mano con delicatezza, trasmettendole calore.

  • Te lo prometto, Misty- disse con una voce sconosciuta, e sorrise con dolcezza e malinconia.

Te lo prometto”

.

.

Acqua... sentì la sua faccia venire rinfrescata da qualcosa di liquido, come se le fosse stata gettata addosso.

Aprì con lentezza gli occhi. Non vedeva bene, era ancora tutto poco nitido. I suoi suoi capelli erano gocciolanti e il viso umido.

Ci volle qualche secondo in più per rendersi conto che era sdraiata per terra, appoggiata sul fianco destro e le braccia in avanti, e che il calore che aveva sentito in sogno era una terribile realtà.

Si mise in ginocchio a contemplare l'orribile scena che aveva davanti a sé.

Fiamme alte impedivano di vedere cosa accadeva oltre, ma le grida erano ben chiare... era in corso un attacco di dominatori del fuoco. E non dei semplici soldati, bensì il Team Magma.

Poteva sentire ad una a una le voce delle persone coinvolte, ma le battaglie erano così accanite che non poteva capire chi era in vantaggio. Erano stati coinvolti anche altri dominatori, sicuramente i viandanti di cui faceva parte la maestra di Melody.

Tremava, tremava sconvolta per quello che stava vedendo e faceva fatica a rimettere in ordine i ricordi di quanto accaduto qualche ora prima. Si toccò la testa, le faceva male, un rivolo di sangue scivolò sulla sua fronte... forse aveva ricevuto una botta in testa?

Ma com'era accaduto? Perché se ne stava sdraiata per terra, mentre tutti i suoi compagni stavano combattendo? E come aveva fatto il Team Magma ad attaccarli?

  • Tsk... ti credevo più resistente

Sussultò. La ragazza si voltò con sorpresa e incertezza. Aveva sentito bene, la voce era di George e lui era lì, in piedi a pochi metri da lei che fissava con disapprovazione la scena di guerra.

Era ancora confusa, per il sogno, il colpo ricevuto e il risveglio. Non sapeva più distinguere la realtà dall'illusione.

Ma lui era lì, immobile. E la voce era morta dentro di lei, non riusciva neanche a pronunciare il suo nome.

  • È solo fuoco...- l'illusione continuò a parlarle- Se riesci a farti sconfiggere per così poco, non sei degna di definirti una dominatrice dell'acqua.

  • ... m-ma...- sì, non c'era dubbio che aveva le traveggole, lui non poteva essere lì in quel momento.

  • Sei una delusione, non riesci neanche a prenderti cura di te stessa.

La ragazza chinò la testa. L'illusione di George aveva ragione. Ma non era quello il momento per dare di matto, voleva... doveva incontrare i suoi compagni.

Si pulì la fronte sporca di sangue. Con ancora il corpo che le tremava, si sforzò di mettersi in piedi e affrontare quella realtà. Si lasciò alle spalle l'illusione di George, senza più prestargli attenzione. Aveva altre priorità ora.

Fece qualche passo e incontrò steso per terra un corpo. Si portò le mani alla bocca. Avrebbe voluto urlare, ma la voce nuovamente morì in gola. Si lasciò cadere sulle ginocchia accanto al corpo immobile, e le lacrime gocciolarono sul viso della persona stesa.

  • … Melody...- singhiozzò. Aveva ancora impresso le ultime immagini di lei, prima di perdere i sensi. Perché... perché aveva permesso che la ragazza facesse quel sacrificio? Perché non lo aveva capito subito cosa aveva in mente? Perché non l'aveva fermata? Non erano amiche?- No... no...- le toccò il viso. La castana aveva stampato in faccia un espressione di dolore e Misty sapeva a cosa era dovuto. L'aveva capito nel momento che l'aveva vista attaccare- Mi dispiace... non sono la leader che avrei dovuto essere per tutti voi... non avrei mai dovuto accettare questo ruolo.

.

  • Leader?- ripeté la ragazza confusa, mentre si asciugava i capelli dopo l'ultimo allenamento.

  • Certo, sei la più adatta- disse il ragazzo dalla carnagione scura.

  • Non sono interessata- fece lei sbrigativa, dandogli le spalle e tornando ai suoi pensieri.

  • Però sei l'unica che riesca a mettere in riga sia Brock, che me- disse l'altro ragazzo più basso e gli occhi celesti.

  • L'idea del Team Luce è stata tua, George- fece la ragazza indicandolo- È più giusto che sia tu a ricoprire quel ruolo.

  • Ma sei stata tu a prendere l'iniziativa e a rendere concreto il nostro obiettivo- continuò lui. I suoi occhi celesti la fissarono, ricordando il momento in cui si erano messi in viaggio.

  • Non voglio prendermi questa responsabilità- si rifiutò.

  • Non credo che tu abbia altre alternative- disse Brock alzando lo sguardo- Sei l'unica in grado di non farci perdere la speranza- le sorrise- E anche senza volerlo, hai già preso in mano le redini del gruppo.

  • Già, già- annuì l'altro- È deciso allora- i due si voltarono, per riprendere le loro faccende.

  • Aspettate, non conta il mio parere??- li richiamò contrariata.

  • No. Siamo certi che farai un ottimo lavoro- disse il più alto, come se fosse ovvio- La tua determinazione e buon senso, impedirà che il team si sciolga un giorno.

  • Contiamo su di te- continuò il castano- Le nostre sorti e quelle di chi crede in noi, sono nelle tue mani.

  • Oh, ma insomma!- lei si lamentò inutilmente.

.

Quel lontano giorno, era totalmente all'oscuro di dove quella scelta l'avrebbe condotta e di quante persone avrebbe dovuto rendere conto nelle sue decisioni.

Era così presa dalla sua missione, che non si era fermata a riflettere sulle cose che andavano fatte per il gruppo. Aveva deciso sempre come il suo istinto le aveva suggerito, credendo che fosse la cosa più giusta per i suoi compagni. E invece aveva fatto errori, uno dietro all'altro.

Che inesperta che si era dimostrata! Si era lasciata guidare dalla confusione che aveva nel cuore, invece di ragionare con maturità. Credeva di stare nel giusto, ma aveva sbagliato.

.

  • Misty... giusto?- fece la ragazza dai capelli lilla- Sei la leader del Team Luce, così mi ha detto Ash.

  • E allora?- Misty rispose in malo modo a Anabel.

Non ne poteva più di averla attorno. Si era allontanata dal resto del gruppo, solo per non sentirla per un po'. Non poteva credere che la ragazza era capitata “casualmente” da quelle parti. E non sopportava che i suoi compagni l'avevano ricevuta festosamente.

  • Essere un leader di un gruppo così potente e conosciuto... non è una responsabilità troppo grande per te?- chiese Anabel.

  • Che intendi dire? Che non ne sono all'altezza?!- si irritò Misty.

  • Voglio solo dire...- Anabel sembrò pensare con calma alla maniera più adatta per spiegarsi- Che è un ruolo che con il tempo finirà per schiacciarti. Combattere e proteggere i tuoi compagni... ti ridurrà le forze e ti porterà a fare gesti estremi.

  • Non sono ancora impazzita, se è questo quello che intendi!- la guardò seria. Ma non sembrò convincere l'altra ragazza che proseguì.

  • Ho già visto tanti leader, più adulti e forti, cedere alla pressione di quel ruolo. Non mi sorprenderebbe, se tu avessi già dato cenni di...

  • Adesso basta!- esclamò lei sul bordo del limite- Chi ti credi di essere, per venire qui e giudicarmi! Tu non mi conosci!

  • Lo so- annuì lei, rimanendo calma- Ma posso vederlo nei tuoi movimenti. Da quando hai iniziato a perdere il controllo sul tuo elemento?

Spalancò gli occhi. Con un gesto impulsivo, la dominatrice dell'acqua spinse indietro l'altra ragazza sgarbatamente.

  • Non-ho-perso-niente!- scandì la ragazza col codino, guardando furiosa Anabel.

Lei non sembrò impressionata dal gesto di Misty. Anzi, cercò di riprendere l'equilibrio e la compostezza.

  • Avevo ragione- concluse lei- Devi lasciare prendere il comando del Team Luce ad un'altra persona.

  • Ah, e scommetto che saresti tu la persona adatta a sostituirmi!- rispose Misty in tono sarcastico.

  • Certamente saprei gestire meglio il Team e non mi farei influenzare dai sentimenti. Tu non sei più in grado di ragionare, figurati di combattere. Sei un pericolo per i tuoi compagni- rispose Anabel con una freddezza e sicurezza nelle sue parole, che colpirono Misty duramente.

Non resistette più, aveva superato il limite quella ragazzina impertinente!

Non aspettò neanche di metterla in guardia prima di attaccarla, lanciò il suo attaccò d'acqua con una tale furia, che il getto le scappò dal suo controllo, sfiorando Anabel che rimase ferma, e andando ad abbattere degli alberi e cespugli.

  • E allora?! Credi ancora che non sappia combattere?!- gridò Misty all'altra ragazza.

  • Ahhh!- si udì un grido e subito dopo un tonfo. Anabel si girò guardando dietro le sue spalle.

Misty smise di guardare Anabel e si concentrò dove il suo attacco si era diretto per poi disperdersi. Vide qualcosa muoversi nei cespugli e riconobbe la castana dai capelli lunghi.

  • Me... Melody...?- spalancò gli occhi incredule. Cosa ci faceva lei lì? Da quanto era lì dietro i cespugli?

Il frastuono creato dall'attacco e l'urlo, mise in allerta gli altri compagni, che accorsero da loro credendo si trattasse di un attacco nemico. Trovarono una Melody frastornata e distesa a terra tra rami spezzati e pozzanghere d'acqua. E più avanti le altre due ragazze stupite quanto gli altri.

  • Melody!- esclamarono i ragazzi.

  • Cos'è successo??- chiese Brock spaventato, andando in soccorso a Melody.

  • I-io... non l'ho visto arrivare...- cercò di dire la castana dai capelli lunghi. Ma non ci volle molto per capire cos'era accaduto.

Brock guardò Misty con uno sguardo più serio del solito, e lei capì che era veramente arrabbiato.

  • Ma com'è accaduto?- chiese stupito Ash e guardò le due ragazze- Misty, Anabel, cosa...- si bloccò quando notò la camicia della ragazza dai capelli color lilla strappata e umida sul bordo della manica. Come se avesse cercato di evitare un attacco. E poi rivolse il suo sguardo a Misty- … sei stata tu? Perché l'hai fatto?

  • ... non l'avevo vista- cercò di giustificarsi, ancora sotto shock- Non sapevo che era lì Melody... non volevo... io stavo solo...

  • ... Cercando di colpire Anabel- terminò Brock, sollevando Melody in braccio.

  • Ehh?!- esclamarono Dawn e May, guardando prima Brock e poi Misty. Ash era stupito quanto loro.

  • Ora non è il momento delle spiegazioni- disse Brock con una durezza insolita in lui e diede le spalle- Melody ha bisogno di cure. Dawn, seguimi.

  • Sì- la ragazza annuì e gli corse dietro.

Misty lo seguì con lo sguardo, mentre si allontanava con Melody. May si voltò a guardare Misty, sembrava triste e delusa per il suo comportamento. Le diede le spalle e raggiunse Brock.

Tanti pensieri vorticavano nella testa di Misty e il sentimento più forte era diretto alla ragazza davanti a lei.

  • È colpa tua!- esclamò arrabbiata- È colpa tua se Melody si è ferita! Perché non te ne vai!

  • Misty!- Ash si infrappose fra le due e bloccò Misty prima che potesse fare qualche altra mossa avventata- Che ti prende!

  • Spostati Ash!- gridò Misty- È lei in torto, non io! Perché la difendi?

  • Sei impazzita?? Perché vuoi fare del male a Anabel?!

  • È lei che...!- si bloccò, notando lo sguardo di Ash, come se avesse davanti una persona impazzita. Davvero credeva che era lei a essere in torto?- Non posso crederci! Preferisci stare dalla sua parte!- esclamò ferita.

  • Non sto dalla parte di nessuno!- ribatté Ash, con lo stesso tono della ragazza. Anabel che si trovava dietro Ash, passava lo sguardo prima su uno e poi sull'altra, senza però metter bocca nella discussione.

  • Ah, vai al diavolo!- esclamò e se ne andò via furiosa.

  • Misty!

.

  • Mi dispiace... mi dispiace Melody... ma farò di tutto per rimediare- chinò la testa e appoggiò la sua fronte con quella di lei- Te lo prometto...- sussurrò e le lacrime caddero- non più come leader, ma come amica.

Detto questo, si alzò in piedi e senza più dubbi si diresse verso le fiamme. Le stesse fiamme che dovette affrontare al Contest dei Domini.

Le grida si fecero più nitide, chi stava ancora combattendo? Chi era ancora in piedi... e chi no?

Il suo dominio le sarebbe stato di gran aiuto in quel momento, ma non poteva più contarci. Aveva perso il suo dominio. E non le importava. Non le importava, perché anche senza dominio dell'acqua lei era Misty. E loro i suoi compagni, i suoi amici. Ciò che ora le era davvero a cuore.

E nessuno, neanche quella barriera di fuoco le avrebbe impedito di accorrere in loro soccorso.

Con una rincorsa attraversò le fiamme, sentì la pelle avvolta da un calore insopportabile e trattenendo il respiro cercò di non fermarsi. Una volta passata la barriera, si buttò per terra rotolando. Le punte dei suoi capelli erano leggermente bruciacchiate, ma il resto era ancora incolume.

  • Mi chiedevo dove tu fossi finita...

Misty alzò il suo sguardo e vide arrivare un ragazzo, facendosi breccia tra le fiamme che si aprirono al suo passaggio, creando una sorta di tunnel.

La ragazza ricordò il suo viso. Da quel giorno sulla nave, il suo volto le era rimasto impresso. Come avrebbe potuto dimenticare quel suo sguardo malefico?

  • Credevo che Giselle avesse fatto un buon lavoro con te. Ma evidentemente, rimarrà una buona a nulla- Misty si alzò in piedi e guardò in faccia il suo avversario- Bah, meglio così... in fondo avevamo un conto in sospeso, giusto?- il ragazzo sorrise e Misty non poté che provare brividi- E ora che mi sono sbarazzato della feccia, è arrivato il tuo turno.

La ragazza ebbe un sussulto. Una visione orribile, attraversò la sua mente. I suoi compagni... che fine avevano fatto? Perché non li aveva ancora incontrati? Possibile che i nemici avessero avuto la meglio e... no, non voleva pensarci!

Misty attaccò istintivamente per prima tirando un pugno, ma era stata indebolita dal calore delle fiamme e fu facilmente bloccata dal ragazzo, che le bloccò il pugno in aria e lo strinse forte.

  • Tutto qui?- ridacchiò lui- Dov'è tutta la forza che mi hai mostrato sulla nave?

Misty si morse il labbro. Partiva nettamente in svantaggio, ma il nemico questo non lo sapeva ancora. Non sapeva che aveva perso il suo dominio.

  • Mi pare che dovuto a tutto quel trambusto sulla nave, noi non ci siamo ancora presentati- lui esibì un sorrisetto diverso mentre la osservava dai piedi alla testa, come se stesse contemplando un opera d'arte. Questo non piacque alla ragazza, che cercò di svincolarsi, ma lui la teneva ben stretta per il polso- Il mio nome è Gary, e come avrai capito, sono un pezzo grosso nel Team Magma... soprattutto dopo che tu mi hai fatto la gentilezza di portarti via quell'inetto- la ragazza intuì a chi stesse riferendosi e lo guardò con rabbia- Oh, andiamo, sono io quello che dovrei essere arrabbiato. Uno del suo rango, farsi ammaliare da una banale dominatrice dell'acqua...- l'altra mano del ragazzo, arrivò a sfiorare la guancia di Misty- … per quanto attraente sia- lei sussultò a quel contatto. Provò ribrezzo per quel tipo, ma in quel momento era incapace di pensare nitidamente. Ricordò che quella stessa mano aveva afferrato la sua amica Melody... con le tragiche conseguenze. Schiaffò via la sua mano dal viso- E anche ribelle. Non mi sorprende che lui ci abbia voltato le spalle per te, ha sempre avuto gusti particolari. Ma al contrario di lui, io so domare chi ha un carattere difficile- strinse forte la mano di lei e Misty sentì che bruciava sempre più.

Le faceva male, molto. Si morse più forte il labbro, per sopportare il dolore. Gary voleva spaventarla ustionandola con il fuoco...

.

  • Insomma Misty! Che ti prende!- gridò il ragazzo. Lei camminò senza voltarsi.

  • Niente!- rispose innervosita per il terzo grado che gli stava facendo Ash. Il moro l'aveva inseguita, dopo che lei se n'era andata via furiosa dal luogo dove aveva discusso con Anabel.

  • Come “niente”! Hai colpito Melody!

  • È... è stato un incidente- disse mortificata. Era vero, non aveva calcolato che il suo colpo avrebbe deviato la traiettoria e che Melody fosse proprio lì vicino.

  • È stato un incidente anche attaccare Anabel?!

  • E allora?- fece lei sbuffando, alzando le spalle come se la questione non la preoccupasse.

  • Allora??- Ash l'afferrò per il braccio, per fermare la sua fuga e poterle parlare con calma- Mi stai dicendo che non ti sarebbe importato di ferire una persona innocente?

  • Innocente... tsk- fece una smorfia- È una della Frontier Brains. Si vede che non li conosci bene.

  • No, chi non riconosco, sei tu Misty- la guardò serio e di nuovo lei rivide incredulità nei suoi occhi- Non posso credere che proprio tu dica questo... cioè, me lo sarei aspettata nei confronti dei dominatori del fuoco... ma lei cosa ti ha fatto? È intervenuta per aiutarci, è una brava persona e guerriera, a tutti le è simpatica... perché solo tu fai i capricci?

  • I capricci?!- lo guardò offesa e si staccò dalla sua presa- Guardati tu! Sbavi per lei e dici a me di non fare i capricci!

  • Ma di che stai parlando?- la guardò confuso. Proprio non capiva dove volesse andare a parare- Senti, forse avete iniziato con il piede sbagliato. Se tu la conoscessi meglio...

  • Non la voglio conoscere!- quasi gridò dalla rabbia staccandosi dalla sua presa- Non la voglio avere qui, non la voglio nel gruppo! Voglio che sparisca!

  • Calmati Misty!- la spinse contro un albero cercando di bloccarla tenendola ferma dalle braccia, mentre lei con rabbia cercava di divincolarsi.

  • Lasciami idiota!- gli ringhiò.

  • Non finché mi spieghi cosa ti sta accadendo! Dici cose strane, ti comporti come una pazza e attacchi senza ragione.

  • Non sono pazza!

  • E allora perché?! Perché provi così tanto odio per lei? Perché non provi a essere più gentile?

  • Non mi dire cosa fare! Sono la leader di questo gruppo, so cosa faccio!

  • Essere leader significa comportarsi così? Ne hai fatte di cose assurde da quando ti ho incontrata, ma non mi sarei aspettato questo.

  • Questo è il mio modo di fare, e se a te non va bene, perché non ti unisci al suo Team!- era tale la rabbia, che non gestiva più le parole- Ma certo, con lei ti troverai benissimo, anzi ci faresti un enorme favore! Già una volta ci hai tradito, non mi sorprenderei che tu lo faccia di nuovo! Un membro del Team Magma resterà sempre uno sporco doppiogiochista!

Silenzio. Si sentì solo il respiro affannoso della ragazza, dopo essersi scaricata. E appena terminò, una parte di lei si pentì subito per il suo sfogo di rabbia.

  • Allora è così...- lo sguardo di Ash si fece scuro, senza allontanare la vista su di lei- Tu non mi hai veramente perdonato... è così, vero?

Non era esattamente una domanda, ma una conferma ai suoi dubbi. E lei non aveva il coraggio di rispondere, di guardarlo dritto negli occhi e di affrontare le conseguenze delle sue stesse parole.

  • Rispondi!- la strinse con forza nelle spalle e la obbligò a guardarlo negli occhi. Lei rispose di getto.

  • No! Ci ho provato, ma non riesco! Non riesco a dimenticare!- Misty aveva chiuso gli occhi d'istinto.

Non sentì fiatare il ragazzo. Aveva quasi paura di riaprire gli occhi. Sentì solo la presa di Ash allentare e capì che il ragazzo l'aveva lasciata andare.

Aprì finalmente gli occhi e constatò quanto dolorose erano state le sue parole.

Il ragazzo sembrò fissare il vuoto, anche se aveva davanti Misty. Non fiatò per qualche minuto, mentre gli tornò in mente una frase che prima non aveva dato particolare significato.

Perdonare non è così facile, Ash. Le persone come me, possono perdonare, ma non dimenticare”

  • Aveva ragione Ivy...- disse lui, privo di emozioni e si voltò- Che stupido sono stato a non accorgermene...

Misty non riuscì ad aprire bocca per fermarlo, anche se dentro di sé una voce lo stava chiamando, supplicandolo di perdonarla, di quanto idiota era stata nel dirgli quelle cattiverie... però il corpo non rispondeva al suo volere e quello che le uscì erano solo delle lacrime di pentimento e confusione.

Ma Ash non si accorse di niente, non la vide neanche piangere. Solo si allontanò da lei in silenzio.

.

Perché non aveva chiarito con lui? Perché non si era scusata, prima che tutto quello accadesse? Si sarebbe pentita per tutta la vita, se non sarebbe riuscita a chiedergli perdono. Perdono per aver scaricato su di lui la sua furia ingiustificata. Perdono per non aver compreso in tempo l'avvertimento di Ivy e aver permesso che il dominio incontrollabile scombussolasse i suoi sentimenti.

  • Ash è un nostro compagno...- disse finalmente Misty, ricordando la discussione con il moro- No... lui è un amico- lo fissò con intensità.

  • Dimentichi che lui non si è fatto scrupoli per tradirvi. Vi ha mentito tutto il tempo e... forse lo fa ancora adesso- disse Gary, sicuro che questo avrebbe fatto tentennare la sicurezza della ragazza.

  • Sì, lo ha fatto- rispose prontamente, stupendo il castano- È stato meschino, orribile e imperdonabile. Mentirei se dicessi che basti andare avanti per dimenticare- non abbassò lo sguardo e continuò a guardarlo decisa- Ma c'è differenza tra l'aver tradito prima di conoscerci e il tradire dopo.

Già... Ash non li conosceva prima di unirsi al loro Team. Eseguiva solo degli ordini, non aveva idea con chi si sarebbe scontrato. Probabilmente, non gli era mai capitato di confrontarsi con persone così diverse da lui. Questo lo aveva confuso... e la confusione lo aveva fatto scappare dal gruppo. Ma era stato costretto ad affrontare questa confusione. E aveva deciso di cambiare. Un cambiamento che neppure lui sapeva come fare, ma che era necessaria se voleva riacquistare la fiducia dei suoi compagni.

Però questo cambiamento non riguardava solo lui... era lei stessa che con i suoi dubbi, aveva reso tutto più difficile. Ma perché? Lei che per prima lo aveva nuovamente accolto nel gruppo, come poteva avercela ancora con lui? Credeva di averlo perdonato... voleva perdonarlo, voleva che tornasse tutto come prima... per quale motivo questa sua ossessione?

Lei avrebbe fatto lo stesso per un altro dominatore del fuoco? No... perché Ash...

  • Ash è diverso... diverso da qualsiasi altro dominatore del fuoco- la risposta uscì dalle sue labbra con spontaneità.

  • Eh?

  • Non è importante chi sia lui, ma ciò che decide di fare... ciò che il suo cuore gli dice. Per questo è diverso. Ma è una cosa che una carogna come te non potrà mai capire.

Qualcosa nel sorriso sicuro di Gary si incrinò.

  • Chi credi di essere? Non sei altro che una ragazzina che si atteggia da eroina!

Il dolore era insopportabile, la mano di Misty stava bruciando, ma non voleva arrendersi, non voleva abbassare lo sguardo e allontanare la mano. No, lo avrebbe affrontato. Come aveva affrontato tante battaglie, poteva resistere.

Lui non conosceva Misty. Non sapeva quante volte era arrivata al limite delle sue forze e della sua stessa vita, solo per arrivare dove era in quel momento. Non aveva idea di quanto la sua determinazione al combattere, l'aveva portata ad una vita di fughe, sofferenze e rinunce.

Ormai era cosciente che qualcosa era cambiato dentro di sé e questo aveva avuto delle serie conseguenze. Aveva perso parte del suo dominio o forse del tutto... ma qualcosa di forte era rimasto in lei. Una volontà e tenacia che nessuno poteva portarle via.

Oh sì, Gary non conosceva Misty.

Lei strinse la mano di Gary, con la stessa decisione. Il ragazzo sembrò sorpreso, ma nessuno dei due era intenzionato a cedere a quella gara di sguardi.

Misty poté sentire un nuovo sentimento percorrerle il corpo, era come d'improvviso si fosse svegliata da un lungo letargo.

.

  • Alzati!- gridò una donna. La ragazzina davanti a lei era in ginocchio con la testa chinata in giù. Il suo respiro era affannoso ed era fradicia- Questo è il massimo che sai fare?!

  • N-no...- cercò di dire lei. Poco distante da loro, c'era un altro ragazzino che li guardava seduto. Era pieno di lividi, ma guardava con preoccupazione la ragazzina.

  • E allora perché sei ancora lì?- la guardò dall'alto, con uno sguardo freddo e duro- Non mi avevi detto che volevi diventare una guerriera? Non era per quello che sei venuta a cercarmi?? O erano solo parole di una bambina capricciosa?

  • Non sono una bambina!- cercò di alzarsi, alzando un ginocchio, ma dovette tornare a inginocchiarsi per il dolore nel corpo- Pe... però... sono esausta...

La donna la guardò e poi spostò lo sguardo sul compagno che in disparte guardava la ragazzina.

  • In questo caso, se dici che non hai più forze, non potrai impedire che io faccia questo...- la ragazzina riuscì solo a sentire il grido del compagno, prima di alzare la testa e guardare la donna che lo attaccava.

  • Gnn...- il ragazzino si sforzò di liberarsi da quella mano fatta di acqua, che stringendogli il collo, lo sollevava da terra.

  • George!- esclamò lei, ancora chinata a terra- Fermati Ivy! George non può difendersi, perché gli fai questo!

  • Lo hai detto tu... sei esausta...- rispose lei calma- e in guerra, questa è la conseguenza per chi lo è- con la mano in alto, strinse le dita e allo stesso modo la mano d'acqua si strinse più forte al collo del ragazzino, lentamente ricoprendogli la testa.

  • Nooo! Fermati!- si costrinse a mettersi in piedi e traballando si aggrappò alla donna- Fermati, ti supplico! Migliorerò, ma tu lascialo andare!

  • Le tue suppliche non commuovono i tuoi nemici- disse Ivy, senza farsi coinvolgere dalle lacrime della ragazzina e con indifferenza la spinse indietro.

Cadde per terra e sentì che George stava soffocando con l'acqua. Se non faceva qualcosa, per lui sarebbe finita... il loro viaggio si sarebbe interrotto... la missione intera sarebbe fallita... ma in quel momento, l'unica cosa che le interessava... non era il Signore del fuoco, non era la sua vendetta, ma la vita del suo amico.

Con una forza che non credeva di avere ancora in corpo, si rimise in piedi e sfrecciò verso la donna. L'attacco venne da solo, senza neanche averci pensato e colpì Ivy.

Misty pensò di aver vinto, ma invece la donna continuava a stare in piedi. La ragazzina avrebbe voluto sprofondare, anche se era riuscita a colpire la donna, l'attacco non l'aveva mandata a terra.

  • non male- disse infine la donna, con un cenno di sorriso. Lasciò scendere il braccio e così anche la mano d'acqua si dissolse. George cadde a terra e tossì fuori l'acqua- Ma ti manca ancora molto, per raggiungere il mio livello.

Misty non sapeva se gioire dal sollievo che George stava bene o addolorarsi che era ancora troppo debole per il Signore del Fuoco.

  • Ricordati Misty...- la donna camminò verso di lei- la vera forza non è quella che hai nel corpo... bensì, risiede in un'altra parte ben nascosta. Oggi hai dato dimostrazione di possederla. Dipende da te saperla tirare fuori e diventare così davvero forte.

.

Com'era stata così stupida? La forza... la vera forza era sempre stata accanto a lei. Ivy aveva cercato di farglielo capire così tante volte. E lei, così cieca da non vedere, da non voler capire.

La forza di cui lei aveva bisogno... erano i suoi amici.

La mano di Misty provò un lieve sollievo, mentre l'espressione di Gary si faceva man mano tesa.

  • Argh!- Gary fece una smorfia, mentre lasciava andare la mano della ragazza- Maledetta!

Il ragazzo aveva la mano ghiacciata e non capiva com'era potuto succedere. Lui era fuoco e lei... lei solo insulsa acqua!

E lei non smetteva di guardarlo con aria di sfida, dall'alto al basso. Non aveva paura di lui e gli aveva appena dato dimostrazione della sua determinazione.

  • Eh, lo ammetto... mi hai sorpreso- Gary cercò di recuperare la sua compostezza- Ma questa è una guerra...- con l'altra mano fece apparire il fuoco- e c'è solo un vincitore!- attaccò. Misty rimase ferma ad attendere.

Qualsiasi fosse stata la sua sorte dopo l'attacco di Gary, Misty lo avrebbe affrontato. Perché lei aveva amici che contavano su di lei e questo bastava per tenerla in piedi.

Questo le bastava per guardare la morte in faccia.

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Capitolo 36
*** Cap. 35 - Odiavo gli adulti, e ti ho incontrata ***


Sono in alto mare con gli ultimi capitoli di BBI, ma ho approfittato di questo momento per proseguire a sistemare e pubblicare i vecchi capitoli. Ricordo che con questo capitolo, ho dato il via a capitoli più lunghi... molto più lunghi. Basti pensare che solitamente i primi capitoli avevano nove pagine word e ora mi ritrovo a fare gli ultimi capitoli lunghi trentadue pagine, sigh. L'avevo fatto in principio per estendere di più la lettura e non ritrovarmi con tanti capitoli, però è stata una idea che mi ha rovinata, ahaha. 
Senza ulteriori indugi, vi lascio al capitolo, invitandovi come sempre a seguirmi nel mio blog per nuovi capitoli. Bye!

SINOPSI: Quel giorno che Misty e George scapparono da Cerulean City, con grandi aspettative sul futuro, certo non si sarebbero aspettati che un giorno si sarebbero potuti separare, né che lei potesse perdere il suo dominio, né che avrebbe ricoperto il ruolo di leader.
Credeva di aver fatto del suo meglio nel creare il Team Luce e ricercare la forza per sconfiggere il Signore del Fuoco, ma nuovamente le sue decisioni egoistiche avevano portato il gruppo di fronte al Team Magma in una battaglia dolorosa.

 

BLUE BIRD ILLUSION

 

Cap. 35

Odiavo gli adulti, e ti ho incontrata”

 

  • Eh, lo ammetto... mi hai sorpreso- Gary cercò di recuperare la sua compostezza- Ma questa è una guerra...- con l'altra mano fece apparire il fuoco- e c'è solo un vincitore!- attaccò.

Misty rimase ferma ad attendere.

Qualsiasi fosse stata la sua sorte dopo l'attacco di Gary, Misty lo avrebbe affrontato con coraggio. Perché aveva amici che contavano su di lei e questo le bastava per darle la forza di tenersi in piedi.

Questo le bastava per guardare la morte in faccia.

  • Non te lo permetterò Gary!- Misty e Gary rimasero a bocca aperta per la sorpresa di vedere comparire un'altra persona. Essa spuntò da dietro il muro di fuoco e con un salto si intromise nel momento che Gary stava per sferrare un attacco, e lo bloccò.

Misty guardò il suo salvatore e lo riconobbe all'istante, nonostante i suoi vestiti erano in parte distrutti.

  • … Ash- sussurrò.

Non sapeva se fosse il sollievo di aver ritrovato un compagno o semplicemente perché fosse vivo, che la faceva sentire così commossa.

Un pokèmon giallo uscì dalla sua giacchetta al sicuro dalle fiamme e saltò ai piedi del moro. Zampettò dalla ragazza e la guardò preoccupato.

  • Pikachu...- era sorpresa nel vedere anche il pokèmon.

Non era normale che quel pokèmon selvatico si trovasse con loro in mezzo alle fiamme. Anzi, era certa che il pokèmon in mezzo a quel trambusto si fosse messo in salvo scappando lontano dalla battaglia. Eppure era lì, tutto tranquillo.

Alzò poi lo sguardo sul moro che le dava le spalle. Si era appena lanciato in suo soccorso e non aveva avuto modo di voltarsi per guardarla.

  • … stai bene?- chiese lui, sinceramente preoccupato. I loro sguardi s'incrociarono e le tornò in mente lo sguardo triste di lui solo qualche ora prima.

Lei annuì, sentendosi una sciocca a commuoversi con solo averlo davanti.

Era vivo. Sì, era ancora vivo. Ed era lì con lei a combattere. Credeva che con tutte quelle cattiverie che gli aveva detto, lui l'avrebbe odiata per sempre. Eppure era lì davanti, a combattere con loro.

Ash non capì perché alla ragazza brillassero gli occhi, ma era sollevato che fosse viva. Poi il suo sguardo cadde su un braccio di lei, che penzolava giù sul fianco come senza energia. E notò che la mano era ustionata gravemente.

Com'era possibile che la ragazza gli stesse sorridendo, nonostante il dolore che avrebbe dovuto sentire in quel momento? Lei non era abituata alle ustioni e non di quel tipo. E quella bruciatura sembrava inflitta apposta da qualcuno...

  • Ancora una volta dimostri la tua stupidità- disse Gary- Venire qui, invece di scappare... quanto in basso potrai cadere?

Il moro lo ignorò e prese delicatamente la mano di Misty. Lei non cercò di evitare il contatto, anche se non poté evitare di sussultare internamente.

  • Devi uscire di qui- disse lui, cercando di guardarla negli occhi. Dopo la loro ultima discussione, non sapeva come avrebbe reagito Misty a un suo ordine- E medicarti la mano, prima che...- si bloccò quando vide chiaramente delle lacrime scivolarle sulle guance. Ritrasse subito la mano credendo di averle fatto male, ma Misty glielo impedì afferrandolo con l'altra mano non ustionata.

  • ...grazie Ash- sorrise con calore- E scusami...

  • Misty...- lui sbatté le palpebre sorpreso.

Il castano li guardò sempre più innervosito. Questo era troppo, come potevano osare ignorarlo in quel modo? Lui, il grande Gary! Dovevano temerlo, aver paura della sua presenza, e non voltargli le spalle come se non contasse niente. Era furioso e tornò ad attaccare.

Ash afferrò Misty e la spinse di lato, Pikachu fece lo stesso. Evitarono per poco di essere colpiti.

  • Ah... hai recuperato i tuoi riflessi, Ash. Ma non ti servirà a molto!

  • Misty, devi andartene!- le ordinò alla ragazza, tenendola dietro di sé e facendole da scudo- Posso farcela da solo... puoi fidarti di me, almeno per questa volta?- aggiunse, notando il dissappunto della ragazza.

Misty rimase qualche secondo a fissare gli occhi scuri del ragazzo. E ricordò...

Ricordò il giorno in cui si trovarono nella stessa identica situazione. Il giorno che aveva scoperto che Ash le aveva mentito, che era un membro del Team Magma. E ricordò con grande amarezza la sensazione di tradimento che aveva provato, quei orribili sentimenti che l'avevano spinta nuovamente nell'oscurità e che aveva cercato con tanto sforzo di nascondere.

Però... ricordò che lo stesso giorno sulla nave... di fronte ad una difficile scelta, tra il rimanere fedele alla sua nazione o dare le spalle a ciò che aveva creduto giusto, per intraprendere una strada a lui ignota... lui aveva scelto il Team Luce. Quale pazzo avrebbe fatto la stessa scelta con tale determinazione?

E ancora una volta, di fronte allo stesso bivio, lui aveva preso la stessa decisione. Aveva nuovamente scelto di restare con i suoi compagni... con lei.

E lei, era così concentrata nel nascondere i suoi sentimenti feriti, che non aveva dato peso a quanto fosse stato difficile per il ragazzo prendere quella scelta.

  • … proverò a fidarmi- abbozzò un sorriso e si asciugò le lacrime- Siamo amici, no?- il ragazzo annuì.

  • Porta con te Pikachu, gli devo molto.

  • D'accordo.

Le loro mani si lasciarono. Misty prese in braccio il pokèmon con qualche difficoltà per via della mano e con un ultimo sguardo a Ash, si voltò e proseguì tra le fiamme.

Ash si voltò finalmente verso Gary, che pareva non aspettare altro che quel momento.

  • Molto toccante, davvero...- disse lui con superiorità- Ora sei pure il loro salvatore. E dimmi, fino a che punto ti sei spinto con lei?

  • Falla finita!- disse Ash guardando il castano con rabbia. Strinse le mani, ricordando gli ultimi avvenimenti e la mano di Misty- Perché semplicemente non prendertela con me, invece di coinvolgere altre persone! Sono io che ho tradito il Team Magma, non loro!

  • Uhm, fammi pensare...- Gary alzò lo sguardo- Ah già!- sorrise malignamente- Perché a quanto pare loro sono importanti per te... e non c'è niente di meglio che vederti soffrire per loro.

  • Sei un bastardo Gary- Ash cercò di contenere la sua furia, ma le sue mani già si stavano infuocando- Non sei per niente cambiato!

  • E invece sì... ora sono molto più forte. La tua amichetta non ha conosciuto la mia vera forza, ho voluto solo giocare con lei. Le mie fiamme sono per te, lo sai.

  • … lo so.

Lo sapeva da quasi una vita, che i due erano destinati a essere eterni rivali, sia all'interno del Team Magma, che nel Team Luce. E avrebbe scommesso che Gary non aspettava occasione migliore per poterlo eliminare, senza doversi giustificare ai suoi superiori.

  • Ti ucciderò e porterò il tuo cadavere dinanzi al Signore del fuoco- Ash ebbe un brivido a quel nome. Gary sembrò divertirsi- Eh, i tuoi compagni non hanno davvero idea di chi abbiano come amico. Loro non ti conoscono per davvero... solo io posso vedere dentro il tuo cuore.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Crack. Il rumore delle ossa che venivano frantumate, rimbombò nel suo corpo. Il suo avversario lasciò andare la presa.

Un dolore lancinante lo colpì come un pugnale, mentre vedeva con la coda dell'occhio, il suo braccio prendere una strana piega.

  • Ahhhh!- gridò con l'ultimo filo di voce, cadendo come peso morto sul terreno.

Il nemico lo osservò senza battere ciglio, mentre lui steso a terra si contorceva dal dolore.

Basta era finita, non poteva più combattere. Era finita per lui. Che senso aveva ormai resistere se aveva tutte e due le braccia fratturate? Non si muovevano più e con loro fuori uso, il suo dominio era praticamente inutilizzabile.

Ahh, esalò l'ultimo respiro e si lasciò prendere dalla stanchezza. Il dolore lentamente si fece lontano e la sua mente cadde nel vuoto.

.

  • Sei tu Brock, di Pewter City?- chiese una voce alle sue spalle. Lui con malavoglia si voltò, per trovarsi davanti due ragazzi.

  • sì, che volete?

  • Unisci al nostro gruppo!- disse con tono deciso la ragazza dai capelli color arancio.

  • Eh?- la guardò storto. Era di malumore, e non aveva voglia di perdere tempo con dei ragazzini. A occhio e croce, forse avevano due anni in meno di lui.

  • Mist, forse era troppo diretto- commentò il castano al suo fianco, che era di qualche centimetro più basso di lei- Dovresti chiederglielo più gentilmente.

  • E perché? Non devo mica chiedergli del cibo- si lamentò lei con una smorfia. Il ragazzo sospirò, Misty non era certo un modello di gentilezza.

  • Brock, tu non ci conosci, ma noi ti stavamo osservando da un po'- spiegò il castano con più diplomazia.

  • Spiando?

  • Non proprio...- il castano sorrise imbarazzato- Ma dovevamo essere sicuri, prima di venire da te.

  • Sicuri su cosa?

  • Di essere la persona adatta per seguire i nostri stessi ideali.

Brock inarcò il sopracciglio. Non sapeva dove volevano andare a parare. La ragazza lo puntò con il suo sguardo verde acqua.

  • Sconfiggere il Signore del Fuoco e far cessare le guerre- precisò.

Il ragazzo li fissò con i suoi occhi fini, e senza sembrare particolarmente impressionato dalle sue parole si voltò.

  • Ragazzina, dovresti tenere a bada la tua lingua. Per la tua stessa incolumità, non dovresti andare in giro sparando cavolate.

  • Ma è la verità!- esclamò lei, senza perdere la sua determinazione- Non odi anche tu quello che il Paese del Fuoco ci sta facendo? Non vuoi impedirlo?

  • Ti abbiamo visto difendere quei bambini poco fa- continuò il ragazzo accanto a lei- Non è da tutti esporsi al pericolo, in difesa di chi è più debole.

  • C'è differenza tra non accettare la guerra e fare la pazzia di andare incontro alla morte- rispose il ragazzo dalla carnagione scura senza voltarsi- Perché è appunto una pazzia, per chiunque.

  • Chiunque non avrebbe fatto le stesse cose che hai fatto tu- ribatté la ragazza, decisa a non desistere.

  • Insomma, ma che volete da me!- si voltò nuovamente, visibilmente scocciato- Perché venite da me a fare questi assurdi discorsi? Voglio essere lasciato in pace! Come se avessi tempo da perdere dietro a dei mocciosi che non riescono ancora a vedere la realtà!

  • Noi non stiamo perdendo tempo!- rispose la ragazza offesa- E non siamo mocciosi!

  • Sì che lo siete! Guardatevi, siete solo due ragazzi! E voi due insieme volete spaventare il Signore del Fuoco? Ah, ridicolo! No, quello che dovreste fare è stare con la vostra famiglia, con i vostri amici e restare nascosti. La vita è più importante, che dei sogni impossibili!

Il ragazzo dai occhi celesti abbassò lo sguardo, ma la ragazza accanto a lui non fece cenno di abbattersi e lo guardò con freddezza.

  • Nascondersi per tutta la vita e vedere giorno dopo giorno le persone che ami, scomparire uno dopo l'altro... no, questo non è vivere... è fuggire! Solo un codardo preferirebbe vivere così. Se è solo questa l'unica alternativa, preferisco morire da pazza, lottando in ciò che è giusto e non in quello che gli altri dicono che è giusto!

  • Fate come volete, ma non coinvolgetemi!- si allontanò da loro.

.

Un ragazzo dallo sguardo truce, scosse leggermente i suoi capelli viola un po' lunghi e legati in un codino. Guardò poi il suo avversario, un ragazzo più grande di lui e che non dava più segni di volersi alzare. Chiazze di sangue erano sparse sul terreno e intorno al ragazzo steso a terra.

Sbuffò, sperava almeno in un avversario più al suo livello. Gli era bastato renderlo inerme e non dava più cenni di voler combattere.

Notò che gli occhi del castano erano vuoti, come persi in lontani ricordi.

Dove... dove aveva affrontato una simile situazione?

.

Brock sentiva le sue ossa come frantumate. Non riusciva neanche ad alzare un braccio. Con soli due colpi l'avversario lo aveva messo fuorigioco. Cosa gli era saltato in mente? Per quale motivo aveva deciso di affrontarlo, invece di mettersi in salvo appena gli fosse stato possibile?

Quei due... era colpa di quei due ciarlatani! Loro e la loro assurda convinzione, che il mondo si potesse cambiare solo volendolo! Ma come si poteva anche solo dargli retta! Il mondo non si poteva cambiare! Se gli adulti non ci riuscivano, perché dei ragazzi sì?

Il mondo era degli adulti, non per dei bambini.

E non capiva perché aveva dato retta alle loro parole, come aveva potuto anche solo pensare di poter fronteggiare un avversario con più esperienza.

Se non fossero state quelle parole pronunciate da quei due ragazzini a influenzarlo e guidarlo nei suoi movimenti in una lotta contro uno sconosciuto, ora non si troverebbe lì. E quelle persone anziane non sarebbero vive.

Ma a che prezzo? Avrebbe lasciato soli i suoi fratelli...

Pensava che una volta grande sarebbe stato diverso. Non sarebbe stato un codardo come tutti gli altri o come suo padre...

Ma la realtà era ben diversa. Non ci si poteva mettere contro il destino. Doveva accettarlo e diventare un adulto come loro. Era l'unico modo per garantire ai suoi fratelli un futuro in cui non rimanessero da soli.

Ma quale ideali! Ma quali frasi fatte per sentirsi meglio! Quel mondo non sarebbe mai cambiato!

Guardò quell'uomo che si avvicinava a lui, come se stesse per eliminare un insetto fastidioso. Evidentemente non rappresentava altro per lui. Un inutile insetto.

Forse... forse per un istante... quando si era intromesso tra l'uomo e i due vecchietti, aveva sperato di poter fare la differenza. Di poter essere qualcosa di più di un ragazzo che si lascia trascinare dalla corrente.

  • Acqua getto!- gridarono due ragazzi. L'uomo si voltò e fu colpito, ma senza cadere.

  • Mocciosi...!- fece l'uomo scrollandosi l'acqua- Perché si intromettono- si sistemò i guanti.

  • George...- la ragazza guardò il compagno. L'altro annuì. I due attaccarono allo stesso tempo, mentre l'uomo si protesse con il suo elemento terra.

Il ragazzo a terra riconobbe il volto dei due ragazzi, erano gli stessi che lo avevano condotto a quella fine con quei loro assurdi discorsi. Osservò il combattimento dei tre e rimase sorpreso come i due ragazzi stessero dando del filo da torcere al dominatore della terra. Anche se era chiaro che i due erano più inesperti e meno forti, insieme creavano una spettacolare sincronia di attacchi.

Aveva forse visto una volta un dominatore dell'acqua, ma non gli era mai capitato di vedere una dominatrice dell'acqua. E l'impegno che ci mettevano, non era solito in due giovani dominatori.

Ma perché poi? Perché erano intervenuti?

Che sciocchi, se lui non c'era riuscito a difendersi da quell'uomo, neanche quei due ce l'avrebbero fatta e sarebbero crollati in breve.

No, non voleva che gli toccasse la sua stessa sorte.

Cercò di muovere il braccio e aprire la bocca.

  • An...date...vene...

Ma non fu ascoltato. Erano troppo presi dallo scontro, che pareva essere in svantaggio per loro.

E finalmente, l'uomo li colpì con forza, mettendo fine alla battaglia. Era deciso più che mai a non essere più disturbato da terzi incomodi.

  • Fe-fermati!- gridò il ragazzo che osservava inerme.

E senza sapere come, il suo elemento aveva reagito e un pezzo di roccia si era alzato da terra per colpire la guancia dell'uomo. Il castano era sorpreso del suo stesso gesto, come aveva potuto farlo?

L'uomo si toccò la guancia e vide del sangue... lo fissò con odio, non glielo avrebbe perdonato.

Distolse la sua attenzione dai due ragazzi, per dedicarsi alla sua prima vittima, Brock.

L'uomo fu veloce, un cumulo di terra uscì violentemente da sotto il suo corpo e lo colpì alla schiena sollevandolo un po' su per l'impatto. Non riuscì neanche a gridare. E quando, credette che il prossimo attacco lo avrebbe definitivamente ucciso, fu spinto da un getto d'acqua. Rotolò un po' come un peso morto, ma quando riuscì a guardarsi indietro vide che dal suolo dove lui prima giaceva, era uscito uno spuntone di terra. E la ragazza era proprio lì. Cadde a terra ferita.

  • Misty!- sentì gridare l'altro castano.

  • Che idiota... precipitarsi ad aiutarlo e subire invece l'attacco- commentò l'uomo senza particolare rammarico- Tipico dei bambini, agire senza pensare alle conseguenze.

La ragazza si rialzò anche se ferita. Brock non poteva credere che lei volesse riprendere a combattere, anche se era palese che l'avversario era più forte.

  • Non lo fare!- gridò Brock, sul bordo della esasperazione. Non voleva che qualcuno si sacrificasse per lui.

  • Non è un problema...- disse lei, senza voltarsi a guardarlo- Tipi come lui, non mi spaventano.

Perché non si arrendeva? Perché non si comportava come tutti gli altri ragazzi della sua età e supplicava perdono? Cosa la spingeva a farsi del male?

Nascondersi per tutta la vita e vedere giorno dopo giorno le persone che ami, scomparire uno dopo l'altro... no, questo non è vivere... è fuggire! Solo un codardo preferirebbe vivere così. Se è solo questa l'unica alternativa, preferisco morire da pazza, lottando in ciò che è giusto e non in quello che gli altri dicono che è giusto!”

Morire... era disposta a tanto, solo per... per...

Sconfiggere il Signore del Fuoco e far cessare le guerre”

Allora non scherzava quando lo diceva... loro ci credevano davvero.

E per un istante, quelle parole gli erano sembrate una realtà raggiungibile. Un obiettivo in cui credere. Qualcosa per cui lottare sul serio.

  • Io e George lo terremo occupato. Riesci ad alzarti e allontanarti?- domandò lei, ancora di spalle, con lo sguardo fisso sul nemico.

  • Io... voglio combattere- disse Brock, ancora accasciato.

  • Non sei costretto. Hai già fatto la tua parte, cercando di proteggere quei signori.

  • Ma sono stato sconfitto subito- mormorò deluso il ragazzo.

  • C'è differenza tra l'aver tentato e non averlo fatto- si voltò leggermente, abbozzando un sorriso malinconico- Di persone come te, ce ne dovrebbero essere di più.

Lo scontro riprese, però i due ragazzi non erano in forma e l'uomo stava nuovamente per avere la meglio, quando si accorse che non poteva muoversi. I piedi erano incollati al terreno, che però era fatto di pietra. Volse il suo sguardo al ragazzo disteso a terra. Credeva di averlo sistemato per bene il dominatore della roccia e invece era riuscito a manovrare il suo dominio anche a distanza. Si pentì di non averlo ucciso subito.

Capì che era inutile cercare di liberarsi, perché la ragazza se n'era già accorta e si preparò a sferrare l'attacco decisivo, che l'avrebbe portata alla vittoria.

.

Sì, ricordava di quell'episodio... ma cos'era accaduto dopo? Non ricordava... avevano vinto?

Il resto del ricordo si fece annebbiato. Ma era così importante ricordare ora che stava morendo? Forse no... o forse sì. Se si afferrava a quel ricordo, forse avrebbe dato un senso alla sua sconfitta.

Ma era tutto così confuso...

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Misty corse tra le fiamme, dove riusciva a sentire le voci. Ma queste sembravano allontanarsi. Si fermò a prendere fiato. Era come correre in un enorme labirinto fatto di alte fiamme.

Aveva il cuore che le batteva a mille e il pensiero rivolto ai suoi amici la agitava di più.

Se solo... se solo li avesse trovati. Insieme erano una squadra, insieme potevano farcela.

Ma lei come una stupida, li aveva allontanati e mentito. Che razza di leader era, se neanche li trattava da amici? Non era degna di essere loro leader...

.

Misty si strinse a sé. Il cuore, no tutto il suo corpo era in subbuglio. Non capiva, non comprendeva come era stata capace di dire tutto quello ad Ash.

La sua figura di spalle che si allontanava in silenzio... Perché non lo aveva fermato?

Ma le parole, per quanto amare... rispecchiavano ciò che tentava di nascondere da un sacco di tempo. Da quando la tecnica del ghiaccio che l'aveva tenuta prigioniera, non aveva smesso di insinuare in lei il dubbio...

E finalmente era uscito fuori sotto forma di parole, anche se lei avrebbe preferito di gran lunga bruciarsi la bocca.

Spalancò gli occhi, mentre singhiozzava. Aveva compreso.

Allora era così... lei non aveva perdonato il tradimento di Ash? Perché lui era così simile a George?

Si strinse ancora forte. Sentiva che le mancava il respiro, come se il suo corpo avesse perso il calore. Cosa le stava accadendo? Cosa stava diventando?

Stava impazzendo e a fatica si teneva in piedi. Avrebbe voluto chiedere aiuto ad Ash, ma sapeva che dopo quanto gli aveva detto, non le avrebbe più rivolto la parola.

Questo è quello che vuoi far credere, ma non è così. Io lo posso sentire, Misty. Il flusso del tuo dominio non è regolare. Il tuo stesso corpo sta lottando con sentimenti discordanti. Hai lasciato che i dubbi e le incertezze si facessero largo nel tuo cuore”

Perché non aveva dato retta alle parole di Ivy? Quanto era nel giusto! Sforzandosi di negare, aveva solo peggiorato la situazione.

Ma in quel momento non le interessava le sorti del suo corpo, non le interessava se il suo elemento sarebbe scomparso del tutto, voleva solo raggiungere Ash e rimediare al suo errore.

Come, non lo sapeva. Ma il pensiero di vedere quella ragazza del Frontier Brains e i compagni del Team Luce che la seguono, lasciando Misty da sola, la perseguitava come un brutto incubo.

Si bloccò. Non ce la faceva ad affrontarli e dire la verità, che ora lei era inutile senza il dominio. L'avrebbero abbandonata sicuramente. Tutti loro, Brock, Ash, George...

Altre lacrime uscirono stringendole il cuore.

Che stupida che era! Perché non poteva smettere di essere egoista?

I suoi compagni erano ciò per cui combatteva e se era per la loro stessa sicurezza, li avrebbe lasciati andare. Sì, odiava ammetterlo, ma Anabel sarebbe stata la leader migliore per il Team Luce. Ed era forse per questo che la odiava tanto.

Doveva mettersi in disparte e guardare il futuro con una prospettiva diversa, ora che era completamente inutile.

Si asciugò gli occhi umidi con rassegnazione.

Fece per riprendere il suo cammino verso dove si erano accampati con gli altri viandanti, ma un grido la svegliò dai suoi pensieri. Un grido seguito da un esplosione.

Con il cuore in gola, cercò di correre verso i suoi compagni e man mano che si avvicinava, le urla aumentarono. Qualcosa doveva essere accaduto alla carovana di viaggiatori, perché ora le urla provenivano da lì e le fiamme intorno le fecero capire che non si trattava di un semplice incendio.

Vide persone correre qua e là smarrite e impaurite, e bloccò una di loro.

  • Cosa succede? Chi è stato?

  • Non... non lo so! Un esplosione e poi sono spuntate delle persone tra le fiamme!- gridò quello.

  • Team Magma- pronunciò con orrore.

Lei lo lasciò scappare e si avvicinò per cercare i suoi compagni, che erano certamente sul campo di battaglia.

  • Ora! Attacca!- sentì una voce di una signora anziana, seguita da un'altra persona che gridò e un'altra che rideva con gusto.

L'urlo era straziante e quando fu abbastanza vicina, riconobbe la figura di Melody che si contorceva dal dolore, mentre con una mano si afferrava al braccio di un ragazzo, quasi come se non potesse più staccarsi. Il castano era divertito dalla scena, come se la sofferenza della ragazza non gli procurasse nessun rimorso.

Con la sensazione di un brutto presentimento, Misty aveva intuito cosa stava accadendo alla ragazza. Ed era terribile.

  • Melody!- gridò e senza ulteriori indugi si precipitò da lei.

Ma non fece in tempo a raggiungerla, che qualcosa alle sue spalle l'attaccò, approfittando del fatto che era concentrata sulla castana. E fu gettata a terra con forza.

Misty non fece in tempo a reagire, che un altro colpo rapido la mise fuori gioco. Sentì solo una risatina odiosa di una ragazza, prima di perdere i sensi.

.

  • Arghh!- un grido bloccò la sua corsa e vide alla sua destra arrivare come un treno, un uomo con la divisa rossa.

Presa alla sprovvista e incapace di difendersi all'istante, Misty chiuse gli occhi e si voltò, cercando almeno di proteggere il pokèmon. Ma non si aspettò che Pikachu le sfuggisse dalle mani e con un balzo scaricasse un attacco elettrico sull'uomo. Il membro del Team Magma sorpreso altrettanto, fece appena in tempo ad alzare lo sguardo mentre correva e la scarica elettrica lo colpì in pieno. Cadde a terra apparentemente privo di conoscenza.

Misty sbatté le palpebre stupita. Il pokèmon atterrò sulle sue zampe e si diresse allegro dalla ragazza.

  • Incredibile...- disse Misty ancora perplessa. Quel pokèmon aveva la stessa forza di un dominatore elettrico...- Grazie Pikachu- lo riprese in braccio e lo abbracciò- Adesso andiamo dagli altri- riprese a correre.

Se solo avesse avuto la possibilità di rivedere un ultima volta i suoi compagni per scusarsi...

Non avrebbe più permesso di coinvolgerli nella sua missione. Anabel era molto migliore di lei, ormai non aveva dubbi al riguardo.

Ma come ex-leader, era suo dovere ritrovarli e accertarsi che stessero bene. Però come, se il fuoco era così...?

È solo fuoco

La frase pronunciata dall'illusione di George, le tornò in mente.

Aveva ragione... lei... lei era una dominatrice dell'acqua! Aveva affrontato allenamenti e sfide dal momento che aveva deciso la sua missione.

Rallentò la sua corsa fino a fermarsi. Il pokèmon giallo la guardò incuriosito.

Era solo fuoco... e lei non poteva farsi battere.

Era ora di dimostrare le sue capacità, anche se il suo dominio aveva subito un grosso colpo, lei restava una dominatrice dell'acqua. E poi, ora sentiva un senso di pace, che da tempo non provava.

Affrontarsi con Gary, le aveva fatto capire perché era lì in quel momento. Per cosa lottasse.

E Pikachu le aveva dimostrato quanto coraggio potesse scaturire da una creatura così piccola.

Misty lasciò scendere il pokèmon, che la guardò con un sorrisetto enigmatico, quasi intuisse le intenzioni della ragazza.

Lei aprì le braccia verso l'alto. Il cielo era di un grigio triste, il fumo del fuoco era salito su e impediva di vedere bene.

Si concentrò chiudendo gli occhi. Se erano da qualche parte... lei li avrebbe salvati.

Mosse le mani, anche se una era ancora dolorante e non reagiva bene ai suoi comandi. Ma in quel momento era solo concentrata sul cielo sopra di lei.

Sì... ecco, lo sentiva... ne sentiva in gran quantità... doveva solo attirarla verso di lei.

Si sforzò e pregò dentro di sé. Era la sua ultima speranza.

E la sua preghiera fu ascoltata. Un rombo sopra di lei, le fece capire che poteva agire. Mosse nuovamente le braccia e finalmente le prime gocce caddero a terra.

Aveva funzionato.

Misty sorrise soddisfatta... si concentrò sulle gocce accanto a lei e le radunò in bolle d'acqua. Aveva recuperato il suo dominio.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Confusione!- gridò la ragazza dai capelli color lilla. Il suo respiro era affannoso e dietro di lei c'erano altre due persone ferite.

Ritchie lo evitò facilmente, ma non A.J. che era lento nei movimenti.

  • Aagh!- A.J. si toccò le tempie, strizzando forte gli occhi per il dolore. E si chinò a terra.

  • Che idiota- mormorò Ritchie guardando l'altro compagno- Lanciafiamme!- gridò, mentre attaccò il gruppetto.

  • Barriera!- gridò Anabel, cercando in fretta di infrapporre tra loro e l'attacco una protezione. Ma la barriera cedette quasi subito, dovuto alle poche energie della ragazza. Venne sbalzata via dall'attacco- Ahh!

  • A...Anabel...- mormorò Dawn con poca voce. Era stesa a terra e non riusciva ad alzarsi per accorrere da Anabel.

Non poteva neanche girare bene la testa per controllare i suoi nemici, però sentiva i passi di uno di loro che si avvicinava.

  • E ora veniamo a te- sentì la voce sopra di lei e strinse forte le mani sul terreno arido, sui unici ciuffi di erba sopravvissuti dal fuoco.

May era accasciata lì vicino e non aveva dato cenni di vita da quando aveva ricevuto quel terribile colpo. E solo per proteggere lei. Anche Anabel all'estremo delle forze, aveva cercato di resistere ed era stata sbalzata da qualche parte. Avrebbe voluto mettersi a piangere per quanto debole era ancora, ma la rabbia e la disperazione non glielo permettevano.

  • Mh?- sentì ancora la voce sopra di lei. Dal terreno erano spuntati delle radici piene di spine che avevano circondato le gambe del ragazzo- Hai ancora energie, vedo- lui con poco sforzo strappò quelle radici- Perché non utilizzarle per scappare, invece di resistere inutilmente? Vuoi fare la fine dei tuoi compagni?

  • … no...- mormorò lei con difficoltà.

  • Eh?

  • Non... scapperò... l'ho promesso... noi non... ci arrenderemo...- esalò l'ultimo respiro e perse i sensi.

Ritchie rimase a guardare la ragazza stesa a terra. Cos'era quella strana sensazione che provava quando vedeva questa loro determinazione? Perché resistere per fare una fine così?

Cosa li spingeva a combattere contro di loro? Perché non arrendersi e vivere?

Scosse la testa. A lui non doveva importare. La sua missione era ucciderli e basta. Non avrebbe fatto lo stesso errore di Ash.

Fece per terminare il suo lavoro, quando una goccia cadde sul suo naso. Alzò lo sguardo al cielo e proprio in quel momento, venne scaraventato indietro contro un tronco spezzato.

A.J. che si era ripreso dall'attacco precedente vide il compagno steso e bagnato. Diresse il suo sguardo verso la fonte di quell'attacco.

Lì in piedi, una ragazza stava constatando con lo sguardo lo scenario della battaglia. Non riuscì a vedere bene il volto di lei, le fiamme dietro la ragazza creavano un ombra sul suo viso. Ma qualcosa gli fece intuire di averla già vista.

  • Acquagetto!- gridò la ragazza e nuovamente A.J. fu colpito prima di poter scappare.

Ritchie si riprese dall'attacco e vide la ragazza venire verso di lui. La riconobbe. La dominatrice dell'acqua. Ma perché era ancora in piedi?

  • Alzati da lì e portati via i tuoi compagni!- gridò lei. Lui rimase senza parole. Gli stava ordinando di andarsene?

La pioggia aveva iniziato a cadere lentamente. Un pokèmon giallo comparve da dietro le gambe della ragazza ed emise delle scintille dalle guance.

  • No Pikachu, non serve- fece lei tranquilla- Me ne occupo io. Vai ad aiutare i nostri amici.

Il pokèmon annuì e sgambettò verso May. Ritchie scosse la testa, riprendendo la concentrazione.

  • Che stai farneticando? Non sei nella posizione di darmi degli ordini!- si pulì il rivolo di sangue dalle labbra- Avanti, fatti sotto!

La ragazza non gli diede il tempo per attaccare e lo scaraventò nuovamente a terra.

  • Forse non hai capito, ti ho detto di andartene!- disse lei con voce seria e autoritaria- Non ho tempo da perdere con voi.

  • Eh!- lui si rialzò e la guardò divertito- Sai già che perderai! Come tutti i tuoi compagni. Non siete al nostro livello.

Lei lo guardò senza mostrare segni di incertezze e poi spalancò le braccia. Le gocce d'acqua si fermarono a mezz'aria. Roteò le braccia, dove si accumulò dell'acqua.

Ritchie si aspettò che la ragazza lo attaccasse nuovamente, ma scoprì che lei aveva diretto il suo attacco alle fiamme che li circondavano. Grazie alla pioggia e l'attacco di Misty, le barriere di fuoco sembravano lentamente perdere consistenza.

  • In questo momento sono più preoccupata per la vita dei miei amici- disse lei, guardando le fiamme- Ma se in qualche modo cercherai di impedirmelo, te la farò pagare cara.

  • Pensi di farmi paura?!- cercò di riprendersi, ricordando la sua missione- Non credere di cavartela così facilmente!

  • Non sto scappando- serrò forte la mano non ustionata- Ho intenzione di farvela pagare per ogni ferita inferta ai miei amici- lo guardò con odio- Ma non oggi.

  • Tsk, e cosa ti fa credere che noi ce ne andremmo così? Sei l'ultima rimasta in piedi. Cosa ci vorrà a metterti al tappeto nuovamente?

  • Sei stremato come me, chi credi che verrà a soccorrerti? Non certo i tuoi compagni. Voi non conoscete il significato dell'amicizia- si chinò vicino a Dawn- Per una volta, usa il buon senso e andatevene.

Ritchie fece per rialzarsi nuovamente, ma quando tentò di fare un passo verso di lei, nuovamente sentì che stava sbagliando. La strana sensazione si era nuovamente fatta sentire dentro di lui. La guardò mentre lei con premura si avvicinava alla ragazza dai capelli blu e la ricopriva da acqua flottante. Con le mani sopra di lei e lo sguardo concentrato, l'acqua iniziò a brillare. La ragazza sdraiata parve recuperare un po' di colorito, anche se continuava a non svegliarsi.

Il ragazzo non aveva mai visto una tecnica simile o forse perché non aveva mai incontrato una dominatrice come lei.

E ricordò Ash quando combatteva contro Gary nella nave. Lo sguardo di lui e la sua determinazione... la stessa determinazione della ragazza...

Con la coda dell'occhio vide A.J. steso a terra che si stava rialzando, deciso a vendicarsi per l'attacco subito.

  • Fermo- lo bloccò Ritchie, prima che A.J. facesse qualche mossa.

  • Perché?! Attacchiamo ora che è distratta!

  • … andiamo a cercare Giselle- disse solamente, ma A.J. era furioso e ferito nell'orgoglio- Ora, ho detto!- lo obbligò a seguirlo. A.J. gli diede retta, anche se brontolando.

Ritchie diede un ultimo sguardo alla ragazza prima di andarsene.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Paul raccolse la sua giacchetta da terra e se la mise in spalla. Sentì un rombo nel cielo e alzò lo sguardo. Aprì la mano e una goccia cadde nel palmo.

Un lieve movimento fece voltare il ragazzo allarmato, ma constatò che il castano era ancora steso a terra nella stessa posizione. Se l'era immaginato? Nah, com'era possibile se gli aveva rotto le braccia? Non avrebbe potuto muoversi in quelle condizioni.

E quando qualche goccia cadde sul terreno, finalmente si rese conto che quel corpo stava tremando. Non capiva, forse era la paura di morire? Perché stava realizzando quale sorte gli sarebbe toccata?

Vide poi dagli occhi del castano scendere gocce d'acqua... no, non era la pioggia... quelle erano lacrime. Il ragazzo stava piangendo.

  • Che miserabile- commentò disgustato il ragazzo in piedi.

Per lui che i sentimenti come l'amore e la paura erano inutili, vedere uno del famoso Team Luce frignare come una bambina, lo disgustava semplicemente. Gary gli aveva promesso che si sarebbe scontrato con avversari degni del suo livello, ma evidentemente neanche questo Team era forte come si diceva.

Voltò le spalle per non guardarlo più e andarsene.

.

  • Ahi, ahi... George, mi stai facendo male!- si lamentò la ragazza col codino.

  • Se solo tu la smettessi di muoverti tanto, avrei già finito di medicarti!- brontolò il castano.

  • Che bisogno c'è di medicarmi. Così perdiamo tempo- disse lei spazientita.

Si erano lasciati alle spalle il combattimento con quel dominatore della terra e per evitare di venire notati dalla gente attirata dal frastuono della battaglia, si allontanarono dal luogo.

  • Sei senza speranza, Misty! Se non ci pensassi io, finiresti per morire dissanguata durante il tragitto.

  • Non ti ho chiesto io di prenderti cura di me- borbottò la ragazza, poi sentì ridacchiare l'altro ragazzo più grande- Che c'è da ridere?- fece lei offesa.

  • Niente, niente...- scosse la testa divertito- Mi sorprende come riusciate a essere così spontanei, nonostante le numerose guerre- tornò serio- Io ormai avevo smesso di credere che ci fosse qualche speranza. Da quando mia madre morì e mio padre se ne andò via di casa lasciando me e i miei fratelli al nostro destino... credevo che il modo migliore per sopravvivere era affidarsi a se stessi e non sperare nelle altre persone- sospirò- Volevo essere un adulto esemplare per i miei fratelli. Però alla fine sono solo diventato una persona orribile.

  • No, non lo sei- disse la ragazza guardandolo- I dominatori del fuoco sono esseri spregevoli, non tu.

  • Quando ti abbiamo visto all'opera, abbiamo constatato che tu eri differente dagli altri- disse George, terminando di medicare la ragazza- Non per le tue tecniche, né per la forza, ma per il tuo spirito di sacrificio. E abbiamo pensato, che saresti stato un elemento perfetto per il nostro team. Perché tu avresti creduto nella nostra missione. Solo che...- sospirò e guardò la ragazza- Misty non è un granché nel convincere le persone. Le fa scappare quando tenta di parlarci.

  • Ehi!- esclamò lei offesa.

  • Ho solo detto la verità- alzò le spalle- Sei troppo scontrosa e diretta.

  • Comunque, mi sorprende vedere due giovani dominatori dell'acqua...- e diede un veloce sguardo a Misty- di cui una ragazza. Ho sempre saputo che era vietato il...

  • E con questo??- Misty scattò in piedi- Sono una ragazza e una dominatrice dell'acqua! E sono migliore di qualsiasi maschio del mio elemento!

  • Misty, calmati- George l'afferrò per il braccio e cercò di farla sedere.

  • Mi spiace, non volevo offenderti...- si scusò Brock dispiaciuto. Forse aveva toccato un tasto dolente, per come aveva reagito la ragazza.

  • Non preoccuparti- disse George con un sorriso- Misty è fatta così. Basta poco che scatta su tutte le furie. Deve ancora controllare la sua rabbia.

  • Non è vero!

  • Visto?

Brock rise alla scenetta e poi abbassò lo sguardo.

  • Dunque... sconfiggere il Signore del Fuoco, eh?

Gli altri due tornarono seri e annuirono.

  • Non sarà una passeggiata- alzò le spalle- Ma se voi ci credete...- alzò la testa e sorrise con decisione- io sarò dei vostri. Contate sul mio aiuto.

Misty e George sorrisero contenti. Il sogno di creare un team forte, non era così lontano.

.

La pioggia bagnò il suo corpo e il suo viso sporco di terra. E un pensiero lo riportò con la mente sul campo di battaglia.

“Misty... sta lottando...”

Il motivo per cui lottare... il motivo per cui non morire... sì... c'era.

Paul s'incamminò pensando al tempo perso in quella battaglia. Possibile che non avrebbe trovato un modo di saziare questa sua voglia di combattere?

In una frazione di secondi, il terreno tremò e una roccia spuntò proprio sotto di lui sfiorando il suo naso. Indietreggiò e guardò la situazione. Da dove era spuntata la roccia? C'era un altro dominatore nelle vicinanze? Si voltò, ma vede solo la stessa scena di prima, il ragazzo dalla carnagione scura steso a terra. Non poteva essere stato lui... o forse sì?

Un dubbio lo fece tornare indietro, ma appena fece un passo, un'altra roccia tentò di colpirlo spuntando da sotto i suoi piedi. Cercò di schivarlo, ma ad ogni passo, le rocce si fecero più numerose e più precise. Traballò e indietreggiò, ma non sembrava bastare. Non poté evitare di farsi colpire almeno due volte. Non sapeva più dove appoggiare i piedi, era come se il dominatore sapesse in anticipo ogni suo movimento.

Guardò nuovamente il suo avversario steso a terra. No, era impossibile che fosse lui il responsabile. Era ferito e le braccia inutilizzabili. Se avesse tentato di usare il suo elemento, l'avrebbe visto muoversi e invece...

Un attimo, ora aveva notato qualcosa. Lui non stava tremando... stava sbattendo la punta dei piedi sul terreno.

Dominio? Ma come?

Corse verso lui, intenzionato più che mai a spezzargli anche le gambe per sicurezza.

Il castano allora si bloccò, mentre Paul correva da lui con le mani infuocate. A pochi centimetri da lui, Paul sferrò un micidiale pugno e in quell'istante il castano mosse tutte e due le gambe contro il terreno. Una lastra di roccia colpì allo stomaco Paul, che per il colpo cadde all'indietro, ma non fece in tempo a toccare il suolo che un'altra roccia lo colpì alla schiena. E poi un'altra e un'altra ancora, finché le poche forze permettevano a Brock di poter calciare sul terreno. Il membro del Team Magma cadde a terra finalmente, tenendosi lo stomaco e vomitando sangue.

Brock guardò la scena, con la mente ancora persa nel vuoto e con solo l'orecchio appoggiato sul terreno a dargli indicazioni sul movimento del nemico.

Ahh, anche se per poco... aveva dato dimostrazione di poter essere un osso duro anche nel morire?

Sperò che il suo disperato tentativo di sopravvivere, avrebbe impedito a quel dominatore di fare del male ai suoi amici. O almeno permettere ai suoi amici di prepararsi al suo arrivo.

Non aveva più forze nelle gambe e il dolore alle braccia sembrava diminuire di fronte alla stanchezza del corpo. Sorrise e chiuse gli occhi.

Nel momento che perse conoscenza delle figure si erano avvicinate al campo di battaglia.

  • Io mi occupo di Giselle, tu di Paul- fece la voce di un ragazzo.

L'altro andò a prendere il ragazzo dai capelli viola, mentre quello della voce si diresse poco distante da lì e prese in braccio il corpo svenuto della ragazza.

  • Che stai facendo A.J.!- esclamò, appena ritornò.

  • Io... questo bastardo è qui inerme...- indicò Brock- volevo solo vendicarmi dei suoi compagni...

  • E prenderlo a calci, pensi che basti a vendicarti?

  • Ritchie, non vedo dov'è il problema! Guarda cosa ha fatto a Giselle e a Paul.

  • Giselle è solo svenuta e le ferite che ha...- la scrutò bene- sono di un dominatore del fuoco.

  • Che vuoi dire?- chiese confuso A.J.

Ritchie guardò sospettoso Paul, che pareva essere privo di conoscenza.

  • Non avremmo dovuto accettarlo nel gruppo questo ragazzo. È una minaccia anche per noi.

  • Eh?- A.J. ci capiva sempre meno.

  • Andiamo- Ritchie non diede altre spiegazioni e si allontanarono.

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Capitolo 37
*** Cap. 36 - Risvegli e rimpianti ***


Be', che dire? Mi sentivo particolarmente ispirata nel pubblicare un altro capitolo XD Almeno per poter chiudere con l'ultima parte della battaglia e proseguire con altro. E sì, se sono qui è perché sono ancora bloccata con i nuovi capitoli e cerco ispirazione nei precedenti (è fattibile? Massì). Senza aggiungere altro, vi lascio alla storia.

SINOPSI: Misty, leader del Team Luce, dopo una discussione con Ash e un colpo sferratole da qualcuno, si risveglia in un campo avvolto dalle fiamme. È lì che ricorda che non è sola e che i suoi compagni sono coinvolti in una nuova battaglia con il Team Magma. Nel disperato tentativo di raggiungere i suoi amici, si scontra con Gary ed è lì che Ash accorre ad aiutarla, permettendola di andare dagli altri. In una corsa contro il tempo, Misty riesce a recuperare il suo dominio, grazie anche al desiderio di proteggere le persone importanti per lei.

BLUE BIRD ILLUSION
 

Cap. 36

Risvegli e rimpianti”

 

Una giornata come le altre, sarebbe parso alle altre persone, ma non a chi da poco era scampato alla morte.
Guardò distratta i pazienti che venivano portati nelle stanze o venivano trascinati fuori per un trattamento intensivo.
Ad Anabel le era stato dato il permesso di alzarsi dal letto, visto che le sue ferite si stavano rimarginando in fretta. E poi, non ce la faceva a rimanere ferma, quando in tutto l’ospedale c’era un simile trambusto.
Così che camminando, trovò seduta sulle sedie della sala d’attesa Misty. Era sola e fissava la porta delle operazioni d’emergenza.
Le sue braccia stese in avanti erano tese, le mani stringevano saldamente le ginocchia, tutto il suo corpo pareva immobile come congelato, il suo sguardo fisso su un punto ma allo stesso tempo perso da qualche parte. Sulle spalle una coperta datagli da qualche infermiera per coprire i suoi abiti bagnati.
Anabel si fermò a pochi passi da lei, osservandola in silenzio. Sì, era quasi possibile percepire il battito agitato della ragazza, l’unica cosa che sembrava viva in lei in quel momento.
L’altra ragazza non fece neanche caso alla presenza di Anabel, e se si era accorta del suo arrivo allora non le aveva prestato attenzione.

.

Le fiamme stavano spegnendosi, facendo man mano vedere quanto il Team Magma era riuscito a distruggere. C’erano persone svenute, ferite e altre che prestavano i primi soccorsi. Altri in condizioni più estreme erano stati portati al più vicino ospedale.

  • Siamo pronti- due dominatori della terra sollevarono la barella dal suolo e la spinsero dentro il furgoncino del pronto soccorso. Misty seguì fino alla fine la barella che trasportava un ragazzo dalla carnagione scura e quando chiusero infine le portiere, poté smettere di tremare.

  • Aspettatemi… vi raggiungerò presto- sussurrò la ragazza con i capelli che ancora gocciolavano, quasi parlando da sola.

  • Ci segua anche lei- disse uno del pronto soccorso e fece per afferrarla dal braccio.

  • No!- lei si scostò e negò con la testa- Io sto bene. Prima prendetevi cura dei miei amici.

  • Però… la sua mano…

  • Ho una persona da cercare, prima di andarmene- disse lei decisa.

L’uomo non comprese e cercò di insistere.

  • Non hai sentito cosa ti ha detto?- intervenne la voce di una persona seduta dentro un furgoncino lasciato aperto- Lasciala stare.

Misty diresse il suo sguardo alla ragazza dai capelli color lilla. Si era scordata che era lì da un po’ e che era stata ad osservarla mentre salutava ad uno a uno i suoi compagni che venivano portati via.
Solo in un momento le due avevano scambiato qualche parola, poco prima che i soccorsi li raggiunsero. Poche parole, ma sufficienti per due ragazze che solo poco prima si erano spinte al limite della sopportazione.
E ora le due si scambiavano un gesto d’intesa, perché Anabel era riuscita a intuire le intenzioni di Misty e non voleva farle perdere tempo. L’uomo alzò le spalle, incapace di comprendere ed entrò dentro il furgoncino, chiudendo le portiere.
Anabel scomparì dalla vista di Misty una volta chiusa la portiera e fu portata via.
Misty tornò a guardare la distesa di campi bruciati e alberi abbattuti, mentre alle sue spalle anche le ambulanze partivano lasciandola sola con i suoi pensieri e quel silenzio che man mano aumentava.

Un silenzio di morte…

  • Pika…- il pokèmon era rimasto al suo fianco in tutto quel tempo.

  • Pikachu…- disse con voce tremante, certa che potesse comprendere il suo stato d'animo- Portami da lui.

  • Pi- annuì e le fece strada.

Misty aveva intuito che il pokèmon era l’unico in grado di trovarlo in mezzo a quelle macerie e distruzione. L’aveva capito nel momento in cui Ash lo aveva affidato a lei, che il pokèmon sarebbe stata la chiave per tornare da lui.
La ragazza camminò con il cuore in gola, con tanti pensieri nella testa, ma un unico obiettivo: trovarlo.

  • Pika!- esclamò il pokèmon, facendo agitare la ragazza che si guardò intorno esasperata. Il pokèmon indicò un punto avanti a loro.

Finalmente vide qualcosa. In mezzo a quel fumo della legna che ancora bruciava, vide una figura avanzare verso di loro. Camminava a passo lento e zoppicando, ma non riusciva a capire chi fosse. E se era un nemico rimasto indietro? Avrebbe dovuto prepararsi a combattere e non sapeva se avrebbe avuto abbastanza energia.

No, doveva fidarsi di Pikachu. Non poteva sbagliarsi.
E infatti, l’istinto del pokèmon non si era sbagliato. A venire verso di loro, non era un nemico…
Lo vide barcollare ad ogni passo, con lo sguardo abbassato a fissare il terreno.

  • Pika!!- esclamò il pokèmon, facendo alzare di scatto la testa al ragazzo che solo in quel momento si rese conto di aver incrociato qualcuno.

Lei gli corse incontro e lui abbozzò un sorriso quando la riconobbe. Poi si lasciò cadere a terra sfinito, però Misty fu più veloce e lo afferrò come meglio poteva con la mano ancora dolorante.

  • Ash… Ash… sei vivo…- ripeté il suo nome con gran commozione, mentre lo stringeva a sé chinandosi sulle ginocchia- Ash… perdonami- lui però non rispose, ormai incosciente. E con il corpo mal ridotto del moro tra le sue braccia, si lasciò andare in un pianto di sfogo.

Tutto ciò che era accaduto… tutto ciò che aveva portato a quella battaglia… era ormai parte del passato. Non le interessava se qualcuno passando l’avrebbe vista piangere come una bambina, non le importava di sembrare una pazza, voleva solo sfogare la sua frustrazione in quelle lacrime interminabili.

.

  • Uff!- sospirò stanca Anabel e si lasciò cadere sulla sedia quasi vicino a quella della ragazza- Non è fissandola che cambierai le loro sorti- si riferì alla porta, ma l’altra continuava a non prestarle attenzione- È già un miracolo che siamo tutti qua, dovresti provare almeno a rilassarti.

Anabel ruotò leggermente la testa per guardare la ragazza dai capelli color arancio, la leader del famoso Team Luce. La ragazzina che aveva creato un team così temibile in pochi anni.
Una delle due mani della ragazza era fasciata e aveva numerose medicazioni sul corpo, gli indumenti erano ancora bruciati in varie parti e ciocche di capelli in parte scivolati dall’elastico che le pendevano sul viso, segno che non si era ancora data una sistemata da quando era arrivata all’ospedale. Non ci aveva neanche provato.

  • … Mi hai sorpreso- disse Anabel rompendo nuovamente il silenzio- Ti ho osservata, sai? Quando sei intervenuta per aiutare i tuoi compagni… per un attimo ho creduto che fosse arrivato un eroe- ridacchiò, senza provocare una reazione nell'altra- Un eroe senza macchia né paura che affronta la morte a occhi chiusi…

  • Non sono un eroe- replicò d’improvviso l’altra, abbassando lo sguardo al pavimento- Non sono neanche in grado di essere un leader, figurati un eroe!

Anabel la osservò. C’era amarezza nella voce della ragazza, chissà forse frustrazione, e pareva tremare, forse per il freddo? La coperta non la copriva abbastanza? No, non era per quello.

  • Io… non ho fatto che pensarci e pensarci. Il mio comportamento non ha giustificazioni- continuò la dominatrice dell’acqua senza guardarla- Ti ho attaccata, non ho voluto darti ascolto e rifiutandomi di accettarti, ho solo dimostrato a me stessa quanto io fossi inesperta.

  • Suppongo che sia normale, non ho fatto che farmi odiare da te dal primo momento…- ammise Anabel cercando di non darci importanza.

  • Io non ti odio- Anabel la guardò sorpresa- Io odio me stessa. E quando ho colpito te, in realtà volevo attaccare me. Perché dicevi la verità e io non volevo accettarla. Cosicché ho sfogato il mio odio su di te, pensando forse che allontanandoti da me non avrei dovuto affrontare la verità. Che ormai non avevo più controllo sul mio dominio…- scosse la testa e aggiunse- Ma non sto dicendoti questo per scusarmi, quello che ho fatto è orribile. Ho attaccato una persona che voleva solo aprirmi gli occhi. Questo non s’addice ad un eroe, neanche a un leader.

La ragazza dai capelli lilla alzò lo sguardo e sospirò.

  • Leader… mio padre era il leader dei Frontier Brains. Non ha saputo reggere al peso di tante informazioni segrete e taciute al resto del mondo… Dicono che è morto, ma io sono certa che in qualche modo lui volesse già morire.

Misty rivolse finalmente l’attenzione a Anabel.

  • Non sei l’unica che rifiuta di accettare la realtà, Misty- chiarì- Quando hai parlato delle differenze tra il Team Luce e i Frontier Brains, non eri tanto lontana dalla verità. Molte guerre e vite umane distrutte si sarebbero potute evitare, se solo non esistesse questo divieto di divulgare i risultati delle nostre scoperte. Mentre il Team Luce si è messo in prima fila a combattere il nemico, senza avere molte informazioni con sé, né l’appoggio di altri. La Frontier Brains invece ha continuato a sopravvivere solo perché si è tenuta in disparte, al riparo dai pericoli grazie alle informazioni che aveva. Senza condividerlo con nessuno. E questo… - sospirò con rammarico- è da codardi- poi la guardò- Ma tu, quello che hai voluto creare… va oltre ogni capacità di qualsiasi dominatore. È normale quindi che la pressione giocasse un brutto tiro anche con te. Devi essere fiera per i tuoi compagni… loro hanno combattuto come dei veri guerrieri.

  • Lo so- annuì lei convinta e tornò a fissare il pavimento- Conosco ognuno di loro, i loro sogni, paure e coraggio. Proprio per questo… c’è solo un unica cosa che posso fare per rimediare ai miei errori.

Anabel la guardò incuriosita. A cosa si riferiva? Misty alzò lo sguardo e tornò a fissare la porta, senza in realtà guardarla davvero.

  • Ci ho pensato a lungo… e l’unica cosa che mi è passata per la mente, è che tu saresti stata un ottima leader per loro. La ragazza accanto strabuzzò gli occhi un po' presa alla sprovvista per quella affermazione. Misty si alzò in piedi e abbozzò un sorriso- So che tra noi non scorre molta simpatia, ma la mia supplica è per loro… sii ciò che io non sono riuscita ad essere e a dargli… quando arriverà il momento, guida i miei amici- e dicendo questo, si voltò e se ne andò lasciando Anabel senza parole.

Misty stava dicendo sul serio? Lei…?

 

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  • È mio! Gary ridamelo!- un bambino dai capelli neri tentò di riprendersi un giocattolo dalle mani di un suo coetaneo.

  • Svegliati Ash, non sei a casa dalla tua mammina!- disse l’altro bambino in tono derisorio- E non ci sarà lei a proteggerti questa volta- lo spinse indietro e Ash cadde per terra- Guarda cosa faccio con il tuo giocattolino- sorrise malignamente con in mano un peluche di Pikachu- Una bella fiaccolata…- una fiamma si accese dalle sue mani e bruciò quello che stringeva.

  • Nooo!- tentò inutilmente di fermarlo. Il castano fece cadere le ceneri per terra- Uaaah!- frignò- Gary sei cattivo!

  • Ah ah ah, impedito!- rise il castano, mentre gli altri bambini gli facevano coro- Se vuoi diventare forte, allora sconfiggimi prima!- e se ne andò insieme al suo gruppetto.

  • Giuro che diventerò forte e allora… allora ti sconfiggerò!- gridò all’altro con rabbia, la voce facendo eco in quel posto lugubre.

Guardò per terra il giocattolo distrutto. Sua madre glielo aveva regalato prima di separarsi da lui. E ora, non aveva niente che lo legava a lei. Pianse nuovamente e si mise a correre nella direzione contraria. Corse per quei corridoi scuri, freddi e senza anima. Non conosceva nessuna di quelle persone che percorrevano il corridoio e che non gli prestavano la minima attenzione. A chi poteva interessare un bambino frignone? Tutti lo odiavano. Era solo, solo…

  • Mamma… mamma- mormorò lui frignando e non cessando di correre.

Non sapeva neanche dove si stava dirigendo. Ma che importava? Quel posto era un labirinto, si sarebbe perso comunque. Sua madre sarebbe venuta a cercarlo? Sì, lo aveva sempre fatto in passato. Ovunque lui si perdesse, lei sapeva sempre ritrovarlo, e con gran dolcezza prenderlo con sé per riportarlo a casa.
Le lacrime gli impedivano di guardare davanti e finì per scontrarsi con qualcuno. Si strofinò gli occhi e vide una figura imponente davanti a lui. La sagoma lo scrutò dall’alto al basso con disprezzo. Il braccio avanzò verso di lui, come per afferrarlo.
Il bambino sussultò e indietreggiò spaventato. Aveva paura… dov’era sua madre?
Una mano gli si posò sulle piccole spalle. Ash fece per voltarsi allarmato, ancora con le lacrime negli occhi, ma non fece in tempo a fare altro che la persona apparsa alle sue spalle lo circondò tra le braccia e lo spinse contro il suo petto.

  • Shhh…- sussurrò dolcemente all’orecchio del bambino- Non aver paura… ti proteggerò io.

  • Mamma…?- chiese lui dubbioso, senza poter vedere di chi si trattasse. Sentiva solo parlare una voce femminile e un dolce profumo di brezza marina.

  • Solo chiudi gli occhi e rilassati…- disse la persona.

Il bambino eseguì sentendosi al sicuro e si lasciò cullare dalla dolcezza di quell’abbraccio, mentre la figura minacciosa apparsa prima e che ancora stava lì in piedi, scompariva insieme a quei corridoi oscuri.

.

Quando riaprì gli occhi, non sapeva dove si trovava. Non ricordava di essersi disteso su un letto.
Era ancora confuso… e dolorante.
Provò a muovere i muscoli delle mani ma sentì che qualcosa lo bloccava e vide che la sua mano era stretta dalla mano di una ragazza appoggiata al bordo del letto. I suoi capelli color arancio si riconoscevano all'istante, anche se la testa era china sulle lenzuola e il viso sommerso dalle braccia. A quanto pare, si era addormentata tenendogli stretta la mano.
Questo gesto lo fece sentire strano… come se ciò gli facesse… piacere?
Chiuse gli occhi assaporando quella sensazione e sprofondando nuovamente nei ricordi…

.

  • Ti ucciderò e porterò il tuo cadavere dinanzi al Signore del fuoco- Ash ebbe un brivido a quel nome. Gary sembrò divertirsi- Eh, i tuoi compagni non hanno davvero idea di chi abbiano in squadra. Loro non ti conoscono per davvero… solo io posso vedere dentro il tuo cuore.

Ash abbassò per qualche secondo lo sguardo. Ciò che diceva Gary non era tanto lontano dalla verità. Lui conosceva cose di cui il Team Luce ignorava.

  • Quand'è che smetterai di fare la parte del bravo bambino e ti comporterai come un vero guerriero del fuoco?- proseguì Gary. Ash non aprì bocca- Solo se lascerai uscire il tuo vero io, potrai sperare di avere qualche possibilità di raggiungere il mio livello.

  • Sai Gary?- fece Ash alzando lo sguardo- Non ho bisogno dei tuoi assurdi consigli per metterti fuori gioco.

  • Come vuoi, io ci ho provato- alzò le spalle fingendosi preoccupato- Così non potrai lamentarti, quando ti ucciderò- aggiunse tornando a sorridere. E andò subito all’attacco con l’attacco Braciere.

Ash lo schivò e attaccò anche lui con Lanciafiamme. Gary si scansò e con Fuocopugno lo colpì. Il moro indietreggiò, ma si riprese prima che il castano lo colpisse nuovamente. In un susseguirsi di colpi, i due dominatori del fuoco misero a frutto i loro migliori colpi e la battaglia sembrava restare in parità.
Ma Ash non era totalmente concentrato nella battaglia, i suoi pensieri in brevi istanti erano rivolti ai suoi compagni.
Da quando c’era stata l’esplosione e l’improvviso attacco del Team Magma, si era perso di vista con gli altri. Aveva visto molte persone cadere agli attacchi dei dominatori del fuoco, tra cui Melody. L'aveva vista in lontananza, ma non aveva fatto in tempo a raggiungerla. Anabel lo aveva mandato via perché cercasse gli altri suoi amici, mentre lei avrebbe aiutato May e Dawn. In un primo momento non era d’accordo, ma non vedendo tornare Brock che era andato a cercare Misty, si stava allarmando che qualcosa fosse accaduto anche lei. L’ultimo momento che l’aveva vista, era quando avevano discusso e lui l’aveva lasciata.
Non capiva, ma sentiva che doveva cercarla. Come leader del team Misty avrebbe saputo come organizzarsi. Ma proprio quando stava per cercarla, un attacco improvviso seguito da un esplosione, gli aveva fatto perdere i sensi.

  • Avanti, sono qui!- incitò Gary, che al contrario di Ash era totalmente preso dalla battaglia.

Anche troppo, sembrava che si divertisse all’idea di poterlo uccidere o anche solo farlo soffrire. E non ne era sorpreso. Da quando Ash aveva conosciuto Gary, lo aveva visto felice solo quando faceva del male a qualcuno. Solo chi era stato così tanto tempo con Gary, poteva sapere con quale foga combatteva. Non per un ideale, non per qualcuno, non per la sua vita, ma solo perché era lui... era Gary. Era pericoloso, molto, perché non aveva un freno.
E Ash in quel momento voleva solo fermare Gary e cercare gli altri. Assicurarsi che tutti stessero bene.
Il castano aveva letto negli occhi di Ash quella stessa preoccupazione, e ne approfittò subito.

  • Per quanto resisterai? Ormai sei rimasto solo. Quella tua amica, la dominatrice dell’aria voleva attaccarmi con un'assurda tecnica. Che stupida, non sapeva con chi aveva a che fare. È bastato poco per farla fuori. E anche l’altro tuo amico, ormai sarà morto.

Ash spalancò gli occhi e Gary lo colpì allo stomaco. Cadde a terra e il castano lo colpì nuovamente. Non gli diede tregua, Ash non riusciva più a reagire. Gary lo colpiva con tale foga, che per un momento aveva creduto gli avesse spezzato la colonna vertebrale. Il dolore era insopportabile, ma doveva stringere i denti, non poteva vincere Gary. Non poteva.

  • Perché darti tanta pena per loro? Sono morti… e se non lo sono ancora, desidereranno essere morti prima quando mi vedranno.

No, non potevano essere morti. Ash non voleva crederci. Avevano resistito all’ultimo attacco del Team Magma e ne erano usciti malconci, ma vivi. Però ora… ora era diverso. Si erano divisi e nessuno sapeva qualcosa dell’altro.
Gary gli schiacciò la testa nel terreno con il piede, mentre ridacchiava e parlava. Sapeva che Ash ormai non poteva più rialzarsi, ma per sicurezza volle inferire sul ragazzo. Gli procurò una ferita alle costole. Ash gridò, senza poter far qualcosa e il sangue sporcò la manica di Gary. Sembrava soddisfatto dell’opera.
Ahh, che ironia della sorte… Ash ricordò che solo qualche minuto prima era stato colpito dall'esplosione. Se non fosse stato per Pikachu venuto in suo soccorso, che per svegliarlo lo aveva percosso con scosse elettriche, Ash sarebbe stato preda di un altro nemico. Ed era stato sempre Pikachu che lo aveva protetto da altri dominatori che volevano avvicinarsi. In un altro momento si sarebbe chiesto come mai quel pokèmon lo stesse aiutando e come mai era così forte. Ma ciò che voleva in quel momento era vedere “lei”, assicurarsi che stesse bene. Voleva vederla ancora una volta, voleva vederla… e questo messaggio sembrava essere stato recepito dal pokèmon giallo che corse davanti a lui, facendogli un gesto con la coda di seguirlo. E non si spiegò il perché, ma quel pokèmon ci era riuscito. In mezzo alle fiamme, in un ambiente non suo, con una battaglia in corso, Pikachu era riuscito a condurlo da lei. E quando sentì la sua voce lì vicino e la risata di Gary, capì che doveva agire subito. Prese il pokèmon, lo mise al sicuro dentro la sua giacchetta e attraversò le fiamme.

  • Come stai Ash? Sei ferito?- inveì il Gary del presente. Ash non ci fece quasi caso, i suoi pensieri erano nuovamente rivolti ai suoi compagni… compagni…

Gli tornò in mente la discussione con Misty. Le sue parole lo avevano ferito più di quanto si sarebbe aspettato o che avrebbe mai ammesso. Ma quando c’era stata l’esplosione, la sua preoccupazione fu subito per lei ed era andato a cercarla nonostante essersi separati in malo modo. Non ne capiva ancora il significato, ma sentiva di aver fatto la cosa giusta. E ora che si erano divisi nuovamente, si chiese se si sarebbero rivisti di nuovo.
Le aveva promesso che sarebbe tornato, ma ormai era chiaro che non avrebbe mantenuto la promessa. Non avrebbe più seguito Misty nella sua missione, lei sarebbe andata dal Signore del Fuoco in qualsiasi caso. E sarebbe morta, perché è solo quello che l’aspettava lì. Sempre che non fosse morta prima.

  • Sai perché rimarrai un perdente? Perché pure tua madre era una perdente- proseguì Gary con tono di scherno. Il cielo sopra di lui si era fatto di un grigio più intenso- Non fai che correre dietro a qualche gonnella. Tua madre non verrà neanche questa volta a salvarti. Nessuno dei tuoi presunti amici si farà vivo. E questo perché tu hai deciso di tradire il Signore del Fuoco. Una decisione che hai preso tu stesso- poi chinandosi e avvicinando le labbra all’orecchio del ragazzo, sussurrò- Ma non preoccuparti, se i tuoi amici sono ancora vivi, me ne occuperò io- aggiunse con un sorriso beffardo- In particolare con quella dominatrice dell’acqua, non ho potuto far a meno di notare il suo corpo. Solitamente non mi sarebbe interessato una come lei, ma c’è qualcosa in quella ragazza che inizia a eccitarmi- dei tuoni si sentirono in lontananza, ma non interessò a Gary- Dominatrice dell’acqua e dominatore del fuoco, mi piacciono le cose proibite.

E detto questo, il castano si rialzò. Iniziò a piovigginare e le gocce caddero sul corpo ferito di Ash. Non poteva muoversi, ma aveva sentito ogni parola di Gary.
Vide poi le gocce cadere sul terreno e questo lo tenne sveglio per un istante.
Misty… Misty era lì… stava combattendo… era ancora viva.

  • È stato interessante conoscerti Ash… ti verremo a trovare io e la dominatrice dell’acqua- disse pochi secondi prima di dargli il colpo finale.

No!”- esclamò nella mente di Ash- “Non la toccherai. Non mi porterai via un’altra volta qualcosa di mio!” fu l’ultimo suo pensiero, prima che un sentimento rabbioso prendesse possesso del suo corpo e perse del tutto i sensi. Il resto non lo ricordava, ma sapeva che al suo risveglio stava camminando senza meta. Sentì allora la voce di Misty e Pikachu, per poi corrergli incontro… non gli interessava nient’altro in quel momento.

 

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Una donna dai capelli rosa raccolti in due grossi boccoli laterali, entrò nella stanza con un carrello. Vide la solita ragazza dai capelli color arancio seduta su una sedia, che vegliava ai due letti.

  • Dovresti riposare- disse la voce alle sue spalle. La ragazza voltò leggermente la testa, per guardare l’infermiera- Sono ore che non fai che passare da una stanza all’altra. Non hai neanche mangiato.

La ragazza non rispose e abbassò lo sguardo.

  • Capisco che sei preoccupata per i tuoi amici- disse comprensiva la donna- ma anche tu hai subito seri danni. La tua mano...

  • Vorrei solo…- disse l’altra interrompendola con voce rammaricata- Non averli mai incontrati.

L’infermiera rimase stupida dalle sue parole.

  • Io…- continuò l’altra, senza voltarsi a guardarla- sono stata la loro rovina. Riempiendoli di illusioni, non ho fatto altro che ridurli in questo stato.

L’infermiera le passò vicino e cambiò le flebo alle due ragazze sdraiate nei due letti.

  • La loro rovina… sono parole grosse da dire. Devi aver fatto davvero cose crudeli, per dire di essere la causa delle loro ferite.

La ragazza alzò lo sguardo per osservare le due ragazze distese sul letto. Entrambe erano in un profondo sonno ristoratore.

  • Penso solo che sono una frana- sorrise amareggiata la ragazza dai capelli arancioni- Mi ero ripromessa di proteggerli, ma ancora una volta ho fallito. Fino a quanto uno deve sbagliare per rendersene conto?

  • Proteggere… parli come un adulto- disse trafficando vicino ai letti- Ma a conti fatti, io vedo solo una ragazza. Queste guerre hanno creato solo caos, da quando sono i ragazzi a doversi prendere cura degli altri? Gli adulti, che ruolo hanno in questa storia?

La ragazza abbassò nuovamente lo sguardo.

  • Sono i giovani il futuro di questo mondo. Se gli adulti non lottano per loro, per quale motivo lo devono fare i giovani?- le appoggiò una mano sulla spalla- Io non vi conosco, ma è bastato vederti per comprendere quello che vi è capitato. Per questo ti dico che non dovresti fartene una colpa. Se tu fossi la persona orribile che dici di essere, non saresti qui in questo momento a vegliare su di loro- la ragazza non rispose e continuò a guardare i due letti- Non crucciarti, sono fuori pericolo e presto si sveglieranno. Vedrai che una volta che avrete tutti recuperato le forze, sarete già di ottimo umore.

Poi fece per andarsene, ma sembrò ricordarsi di qualcosa.

  • Ah già, se non sbaglio mi avevi detto che ti chiamavi Misty, giusto?- la ragazza annuì- Quando me l’hai detto mi sono ricordata che da qualche tempo c’era una lettera che girava tra gli ospedali- Misty vide la donna estrarre dalla sua tasca una busta sigillata- Il tuo cognome è Waterflower? Perché se è così, questa lettera è diretta a te.

Misty prese per le mani la busta e la esaminò. Riconobbe il sigillo sulla lettera e sentì un brivido salirle su per la schiena. Come erano riusciti a rintracciarla?

  • Bene, allora ti lascio- l’infermiera prese il carrello e aprì la porta- Riposati o cadrai dalla stanchezza, ok?

Misty annuì, senza in realtà darci molta importanza alle ultime raccomandazioni. Il suo sguardo era puntato sulla busta e un sacco di pensieri affollavano la sua mente.

 

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  • Perché siamo venuti qui Drew?- chiese un bambino.

  • Perché ti sei ferito e non voglio che la ferita s’infetti.

  • Ma la tua crema mi ha calmato il dolore.

  • È solo una medicazione provvisoria- disse il ragazzo dai capelli verdi- Meglio che ti veda un dottore, prima di proseguire il viaggio.

  • Non ce n’è bisogno- disse il bambino, cercando di farsi vedere in forma- Guarda, sto bene. Non c’è bisogno di perdere tempo per me. Te l’ho detto che non sarei stato un peso.

  • Senti- sospirò il ragazzo- Se vuoi venire con me, devi ubbidirmi. Ti farai controllare, d’accordo?

Il bambino si arrese e annuì.

  • Uhm, però…- Drew si guardò intorno- È da prima che me ne sono accorto, com’è che in questo ospedale c’è questa confusione?

  • Hai ragione, ci sono molti pazienti feriti.

  • No…- si soffermò a osservare una di quelle persone- Non sono solo feriti, ci sono bruciature. Dominatori del fuoco…

Il bambino sussultò spaventato e si aggrappò alla gamba del ragazzo.

  • S-sono… qui?- chiese timoroso. Il ragazzo lo osservò. Nonostante tutto, restava pur sempre un bambino, ancora incapace di combattere.

  • Lo dubito- lo rassicurò- Aspetta qui, avviso un infermiera- si avvicinò a una donna che pareva indaffarata a compilare moduli da dietro un bancone- Scusi…

  • Eh?- sussultò alzando lo sguardo- Anche lei viene dall’incendio? È ferito gravemente?

  • No, il mio amico si è ferito con una pianta velenosa, ma ho bloccato il veleno prima che gli circolasse nel corpo. Qualcuno potrebbe visitarlo?

  • Sì… aspetti, siamo al completo ora. Ma appena si libera uno, la faccio chiamare subito.

  • D’accordo…- ma il ragazzo non se ne andò e rimase a riflettere sulle ultime parole dell’infermiera- Ha parlato di un incendio… sa dirmi qualcosa di più?

  • Non ne so molto- rispose lei, riprendendo a scrivere- Poco lontano da qui, un incendio ha coinvolto un gruppo di viandanti.

  • Team Magma?

  • Forse. Non è che abbiano detto molto i feriti.

Drew ci pensò su. Non poteva certo essersi trattato di un incendio normale. Dovevano essere stati quelli del Team Magma. Ma se erano passati di lì, voleva dire che avevano un obiettivo. E qual’era uno dei obiettivi del Team Magma? Il Team Luce. Sì, dovevano essersi scontrati con loro. Quindi tra quei feriti ci dovevano essere i membri di quel famoso gruppo.
Il bambino dai grossi occhiali osservò da lontano Drew che parlava con l'infermiera. Si domandava di cosa stessero parlando perché Drew pareva particolarmente pensieroso, quando una scena attirò la sua attenzione. Un ragazzo dalla carnagione scura e le braccia ingessate, inseguiva un'altra infermiera per i corridoi.

  • Dolcezza, non scappare- disse lui con voce mielosa, mentre la ragazza cercava di ignorarlo.

  • Per favore la smetta di seguirmi, dovrebbe rimanere a letto a riposare!

  • Ma come posso dormire, se ho davanti a me una visione celestiale?- continuò lui sorridendo come un beota.

Li seguì con lo sguardo, per vederli poi scomparire dietro l'angolo.

Al bambino venne la nausea a vedere una persona comportarsi così. Erano tutti così sdolcinati i grandi? E anche lui una volta grande, sarebbe diventato così? Rabbrividì a quel pensiero. No, lui avrebbe voluto essere una persona come Drew, composta, seria, intelligente e forte.

  • Come va Xam?- chiese Drew. Come al solito il bambino ci impiegò qualche secondo a capire che si stava rivolgendo a lui- Tra un po’ ti visiteranno. Perciò non allontanarti da qui, va bene? Io devo prima controllare una cosa.

Il bambino annuì e Drew poté incamminarsi nei corridoi dell’ospedale. Per sua fortuna, gli infermieri erano così presi dal lavoro, che non si curavano della gente che curiosava nelle camere.

 

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  • Ascoltami May…- disse una donna chinandosi davanti una ragazzina dai capelli castani corti- Tuo padre ha deciso di andare ad aiutare i dominatori del nostro paese a fermare l’invasione dei dominatori del fuoco. Così ho deciso di andare con lui a combattere.

  • Vengo anch’io!- disse prontamente la castana.

  • No cara, non puoi- scosse la testa- Sei ancora giovane e inesperta.

  • Ma mamma, io so dominare la terra! So combattere!- si lamentò.

  • Lo so, ma non voglio che rischi la tua vita. Siamo noi adulti a dovervi proteggere. Ma…- fece fatica a proseguire. Forse era anche più difficile di quanto credeva affrontare quell’argomento- ma se non dovessi far ritorno…

  • No mamma, non dire questo…!- alla castana lacrimarono gli occhi- Non voglio…

  • Ascoltami May!- la scosse. La donna cercò di essere forte e di non lasciarsi andare alle lacrime… non ancora- Quello che voglio da te, è che ti occupi di tuo fratello- fece un cenno al bambino che dormiva ignaro sul divano- Non sa ancora dominare l’elemento terra e non potremmo insegnarglielo noi. Perciò, qualsiasi cosa accada, voglio che tu ti prenda cura di te stessa e di tuo fratello. Avrà bisogno del tuo sostegno quando le cose si faranno difficili, tu sei sua sorella maggiore e hai il compito di proteggerlo.

  • Sarei più utile con voi a combattere!- insistette May- Non lasciatemi qui.

  • Oh May!- l’abbracciò forte, con la voce strozzata dalla tristezza- Non vorrei farlo. Davvero, non lo vorrei fare! Come credi che mi senta ad abbandonare i miei figli? Ma devo farlo. Il paese conta su di noi. E tu devi fare la tua parte e sopravvivere a ogni costo, tu e tuo fratello- si staccò dall’abbraccio. La donna era in lacrime e lo era anche la figlia che singhiozzava- Promettimelo.

  • V-va… va bene- annuì lei, strofinandosi il braccio sugli occhi- Ma tu, promettimi che tu e papà tornerete a casa!

La donna sembrò indecisa e poi sorrise solamente. Si alzò in piedi e la baciò sulla fronte. Fece lo stesso con il figlio minore che dormiva.

  • Siete il nostro tesoro più grande e sono certa che un giorno comprenderai la nostra scelta. Non litigate e aiutatevi a vicenda, da bravi fratelli- e uscì dalla casa.

  • Mamma!- le corse dietro- No, aspetta, non andare!

.

  • May…

La castana spalancò gli occhi, scoprendo di aver pianto nel sonno. Spostò la testa di lato e vide Dawn sul letto affianco.

  • Stai male?- chiese preoccupata la ragazza dai lunghi capelli blu.

  • Io… no, era solo un sogno- si sfregò il braccio sugli occhi- Cosa ci facciamo qui?

  • Mi sono svegliata pochi minuti fa- fece Dawn guardandosi intorno- Credo proprio che siamo in ospedale.

  • Oh… già- sospirò guardando il soffitto- Ma almeno siamo vive.

  • Mh- annuì la ragazza dai capelli blu- E gli altri, come staranno?

  • Sono certa che stanno tutti bene- May si sforzò di sorridere- Siamo il Team Luce, no? Anche se mi vergogno di essere svenuta nel pieno della battaglia.

  • No, no- scosse la testa Dawn- Sei stata grandiosa, e anche Anabel.

  • Anche tu hai combattuto bene- disse May. Dawn abbozzò un sorriso, poco convinto.

  • Ehilà, ma siete già sveglie!- fece una voce euforica entrando.

  • Brock!- esclamarono contente le due ragazze, ma quando videro le due braccia fasciate, cambiarono espressione.

  • Oh, queste?- Brock lo notò e cercò di non sembrare preoccupato- Mi han detto che le mie ossa si rigenereranno in fretta, quindi non è grave. Non è neanche la prima volta.

  • Ci dispiace Brock- disse May triste.

  • E perché? Grazie a questi gessi, ho avuto l’attenzione su di me di due belle infermiere.

  • Oh, Brock!- esclamarono le due, sospirando e istintivamente sorridendo.

  • E gli altri?- chiese Dawn cambiando discorso.

  • Mi sono alzato da qualche ora e sono passato da Melody. È ancora incosciente, la sua maestra Agatha è con lei.

  • Che cosa le è accaduto?

  • Diciamo che un suo attacco non è andato a buon fine- Brock evitò di spiegare sul perché quell’attacco fosse fallito e quanto le era costato alla castana. Non voleva impensierire le due ragazze- Ora vado a cercare Ash e Misty.

  • Aspetta, vengo con te!- fece May alzandosi dal letto.

  • Anch’io- la imitò Dawn.

  • Non dite sciocchezze!- esclamò Brock- Vi siete appena svegliate.

  • Ma sto bene. E poi voglio vedere gli altri- disse May.

  • Brock anche tu dovresti star fermo nel tuo letto e invece sei in piedi- disse Dawn rimproverandolo.

  • Ma è diverso… oh uff!- sbuffò quando capì che le ragazze non gli avrebbero dato retta. Misty al suo posto si sarebbe fatta ascoltare- D’accordo, facciamo una visita veloce agli altri e poi torniamo a riposare, ok?

  • D’accordo, d’accordo- i tre ragazzi uscirono dalla stanza e girarono l’angolo di un corridoio.

Dalla parte opposta un ragazzo dai capelli verdi passò per quella stanza e diede una veloce occhiata dentro. La trovò vuota e riprese a cercare da un’altra parte.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Pika!- il pokèmon giallo si fece accarezzare dal ragazzo ed era tutto contento.

  • Ti si è affezionato, eh?- fece la ragazza dai capelli lilla in piedi vicino al letto del ragazzo.

  • Credo di sì- ammise il moro- Non l’avrei mai detto, ma gli devo la vita.

  • Ah sì?- chiese curiosa Anabel. Il ragazzo annuì.

  • È stato lui a svegliarmi dopo l’esplosione e a proteggermi. Ed è sempre stato lui a portarmi da…- si fermò, ricordando nuovamente la ragazza e poi Gary.

  • … Da?- fece Anabel ancora più curiosa.

  • Niente- scosse la testa. Non sapeva perché, ma parlarne in quel momento di ciò che era accaduto, lo faceva sentire strano. O forse semplicemente si rendeva conto solo ora, che l’aver desiderato di poterla rivedere un l’ultima volta, non era da lui. E lo imbarazzava- Hai notizie degli altri?

  • Melody è stabile. Brock è andato a vedere May e Dawn.

  • E…- fece per chiedere di lei, ma ancora una volta l’incertezza lo fece zittire. Non sapeva se aveva ancora il diritto di chiedere di lei, dopo la loro discussione. Aveva un ricordo confuso nel dormiveglia di Misty che gli teneva la mano, ma quando aveva riaperto gli occhi lei non c’era più.

  • Ash! Sei in buona compagnia, a quanto vedo- disse Brock sorridente. Dietro di lui, Dawn e May lo salutarono.

  • Ehi, come va ragazzi?- era contento di vederli lì, vivi per lo meno.

  • Non male, sai che sono riuscito a procurarmi il numero di una bella infermiera?- si vantò Brock ed esibì il suo gesso pasticciato.

  • Oh…- Dawn ci diede un occhiata- Mi spiace Brock, ma dubito che esistano numeri di telefono così lunghi.

  • Ehhh??- Brock piagnucolò e al gruppo non poté che scappare una risatina.

  • Melody non si è ancora svegliata, suppongo- chiese Ash, non vedendola con loro. Brock scosse la testa.

  • Per lo meno, anche lei è fuori pericolo. Dicono che non è ferita, ma ha subito un forte shock e ci vorrà un po’ perché si svegli.

Il malumore tornò tra i presenti, finché Dawn guardandosi intorno rompé il silenzio.

  • E Misty? L’avete vista?

Ash spostò lo sguardo su Brock, lui scosse nuovamente la testa.

  • No. Un infermiera mi aveva detto che era in giro per l’ospedale, ma non l’ho ancora incrociata.

  • Io l'ho vista- fece Anabel. I ragazzi si voltarono a guardarla- È stata con voi qui all’ospedale per tutto questo tempo. Ma poi l’ho persa di vista.

  • Dove pensate che possa essere?- chiese May.

  • Non da Melody, ci sono stato poco fa, l’avrei vista- disse Brock.

  • Non può essere certo scomparsa così.

  • Scusate- fece una donna entrando nella stanza e guardando storto il gruppetto di ragazzi- Non vi sembra di esagerare? D’accordo che siete giovani, ma siete anche umani. Dovreste essere ognuno nella propria stanza a riposare!- li rimproverò.

  • Ci scusi, stupenda infermiera!- Brock tornò a fare il mieloso- È che eravamo tutti in ansia per i nostri amici. Piuttosto, ha qualche impegno stasera?

  • Non vorrai mica provarci con me!- esclamò lei scandalizzata- Ho già saputo dalle altre infermiere che le hai tormentate per avere il loro numero. È un comportamento ridicolo, anche per la tua età!

Brock sembrò esserci rimasto male, perché si rintanò in un angolino a mugugnare.

  • E ora tornate nelle vostre stanze e lasciate il ragazzo riposare!- indicò l’uscita.

  • Ma io non ne ho bisogno…- cercò di dire Ash. L’infermiera lo fulminò con lo sguardo e lui rimase fermo nel letto- Tutti così voi ragazzi? Pensate che le ferite siano uno scherzo, eh? Persino la vostra amica la pensava così. Dovreste…

Il gruppetto si fermò prima di uscire e guardò la donna, come intuendo a chi si stesse riferendo.

  • Ha visto Misty?- chiese Dawn interrompendola.

  • Certo che l’ho vista- sbuffò- Quella ragazza non si è data un attimo di tregua, da quando siete stati ricoverati qui. E sono passati come due giorni.

  • E ora dov’è?- chiese Brock riprendendosi.

  • Come, non vi ha detto niente?- lei sembrò sorpresa, poi tirò fuori qualcosa dalla tasca- Mi aveva detto di darvi questa, una volta che vi foste totalmente ripresi. Però pensavo che vi avesse detto qualcosa prima di andarsene.

  • Andarsene? Quando?- chiese allarmato Brock.

  • Stamattina presto. Prima di andarsene, mi ha consegnato la lettera da darvi.

Brock l’afferrò e l’aprì velocemente.

  • Cosa dice Brock?- chiese ansiosa May.

Il castano stette in silenzio per qualche minuto guardando sconcertato il contenuto, finché finalmente si rivolse ai compagni.

  • Misty… se n’è andata.

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Capitolo 38
*** Cap. 37 - La decisione di Misty, non l'accetto! ***


SINOPSI: Misty era la leader del famoso Team Luce che portava speranza alle persone. Eppure tra il suo recente rischio di perdere il dominio e l'ultima battaglia con il Team Magma, la portano a mettere in discussione il suo ruolo. E seduta in un ospedale a osservare i suoi compagni feriti, i rimorsi e l'angoscia le fanno prendere una decisione drastica che cambierà il destino del Team Luce.

 

BLUE BIRD ILLUSION

Cap. 37

La decisione di Misty, non l'accetto!”

 

C’erano delle cose che si chiedeva da un sacco di tempo… com’è che il leader del famoso Team Luce del passato era riuscito a mantenere unito il suo gruppo? Com’era riuscito a proteggere tutti e portare avanti la sua battaglia, senza farsi venire dei ripensamenti?
Quel giorno di anni fa, quando George le aveva raccontato la loro leggenda, lei aveva creduto realmente che solo provandoci, avrebbero potuto rendere realtà quel sogno. Già si vedeva in prima fila con al suo seguito una truppa di dominatori, a combattere e fargliela pagare al Signore del fuoco.
Non aveva idea di quanti ostacoli e pericoli avrebbe dovuto affrontare prima.
E ignara di cosa le avrebbe atteso, o anche se lo sapeva già, si era afferrata a quel sogno e lo aveva reso suo. Ogni giorno che un ostacolo le impediva di proseguire, il suo sogno la rendeva più ostinata. E in breve, il sogno divenne un ossessione per lei, una missione di vita.
Ma era davvero questo il suo sogno? Prima che la guerra arrivasse, prima che apprendesse sulla propria pelle il dolore… qual’era il suo sogno da bambina?
Non se lo ricordava più. Lo aveva probabilmente cancellato o nascosto in qualche parte profonda dei suoi ricordi. Perché quando aveva deciso di dedicare la sua vita a quell’obiettivo, aveva sacrificato la sua felicità, i suoi sogni di fanciulla.
Strinse più forte a sé il mantello. La tempesta di neve era come se la ricordava, così come il cielo nuvoloso e bianco.
Non aveva freddo, no, lei era una dominatrice dell’acqua. Il suo tremore era dovuto ad altro.
Alle sue spalle aveva lasciato le persone più importanti della sua vita, senza salutarli come dovuto o dare spiegazioni per il suo gesto. Era la seconda volta che lo faceva. La prima volta era quando aveva abbandonato la sua città.
Ed era ingiusto, lo sapeva. Ma sapeva anche, che se avesse rimandato ancora quella decisione, non avrebbe più avuto la forza di allontanarsi da loro.
Però era per il loro bene. Ci aveva pensato a lungo e gli ultimi fatti le avevano dato la spinta per attuare.
Doveva allontanarsi, doveva lasciarli andare… Il suo desiderio di confrontarsi con il Signore del fuoco, non doveva diventare per forza il loro unico obiettivo. Loro si erano uniti al suo team anche se avevano altri obiettivi e aspirazioni. Sarebbe stato ingiusto pretendere la loro dedizione solo per il suo egoismo. E doveva per forza andarci a sbattere con questa verità prima di accorgersene… che lei era ormai la causa della loro sofferenza.
Era triste, ma era ciò che andava fatto. Ora forse comprendeva ciò che aveva passato Ash quando aveva deciso di allontanarsi dal Team Luce.
Misty si fermò in un punto imprecisato di quella distesa bianca terra, ma sapeva già di essere arrivata a destinazione.
La missione di combattere il Signore del fuoco era solo sua e l’avrebbe portata a compimento da sola. Com’era giusto che fosse fin dall’inizio.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

“Se n’è andata… andata”- si ripeté nella testa di Ash, mentre gli altri cercavano di capirci qualcosa di più. L’infermiera preferì lasciarli discutere tra di loro e se ne andò.

  • Che intendi dire Brock?- chiese May incredule- Misty non può essersene andata così! Senza dirci niente, per di più!

  • È così invece…- disse Brock, confuso quanto loro. Poi si decise a leggere la lettera.

Ragazzi, quando leggerete questa lettera io sarò lontana. Ho preferito farvelo sapere così, perché non avevo il coraggio di farlo di persona. Sì, temo di essere una codarda.
Mi scuso di essermi comportata così con voi, ma era la cosa giusta da fare.
In questo tempo che vi ho visti ricoverati in ospedale, ho avuto modo di rifletterci. No anzi, ci avevo pensato già da prima, da quando il mio dominio cominciava a darmi problemi.
Vi ho mentito quando vi ho detto che stavo bene, la verità è che stavo perdendo il mio dominio. La tecnica del ghiaccio aveva influito più di quanto credessi sul mio dominio. Ivy l’aveva capito subito e mi aveva avvertito del pericolo. Brock ha cercato di farmi ragionare. Ma io non li ho voluti ascoltare. Ho trascinato voi senza dirvi niente e mettendovi in pericolo.
Troppo tardi mi sono resa conto del mio sbaglio. Non sono la persona adatta per mandare avanti questo team, non sono la leader che meritereste di avere. La mia testardaggine mi ha portato a ferire Melody, ad attaccare Anabel e dire cattiverie a Ash, a deludere tutti voi. Sono errori di cui non mi potrò perdonare mai.
E se sarei rimasta ancora con voi, avrei finito per farne di più.
Quando io e George abbiamo creato il Team Luce, non credevo che mi sarei affezionata a qualcuno. Ero solo una ragazzina capace solo di odiare e alla ricerca di vendetta.
Ma poi ho conosciuto voi e mi avete cambiato. Siete diventati ciò per cui lottavo, il vero motivo per cui volevo raggiungere il Signore del Fuoco.
È per questo… per quello che siete stati per me in tutto questo tempo, che ho preso la decisione di andarmene. Il Team Luce non ha bisogno di una leader come me. E voi avete bisogno di una persona che possa guidarvi, senza mettervi in pericolo.
Anabel ha dato dimostrazione di sapersela cavare meglio di me come leader, e se lei prendesse le redini del gruppo io mi sentirei più tranquilla.
Con questo non voglio dire che abbandonerò i nostri ideali. Io continuerò a lottare per conto mio da lontano, com’era giusto che fosse fin dall’inizio. Le promesse che vi ho fatto, le manterrò.
Ma io vi ho obbligato ad avere i miei stessi obiettivi con la scusa del team e io ho la responsabilità di lasciarvi andare. Ciò che deciderete di fare da adesso in poi, spetta solo a voi la scelta.
E anche se le nostre strade si dividono ora, voglio augurarvi ogni bene possibile.
Misty”

  • Che storia è questa!- May sbatté un pugno sul muro con rabbia- Ogni bene possibile? Ma con chi crede di parlare!

  • May, calmati- disse Dawn agitata- Non ti sei ancora recuperata.

  • Ma come pensi che possa calmarmi!- esclamò contro di lei- Non hai sentito cosa ha detto Misty? Ci ha lasciati, ha abbandonato i suoi compagni!- Dawn chinò la testa triste.

  • Ti sbagli, lei non vi ha abbandonato- intervenne Anabel- Ha preso solo la decisione più giusta.

  • Con che diritto! Non siamo dei burattini! Prima di farlo avrebbe dovuto parlarcene.

  • Brock… Misty aveva perso il suo dominio?- chiese Ash d’improvviso rivolgendosi al castano. L'altro annuì con espressione colpevole- Tu lo sapevi?

  • Lo sospettavo e ne avevo parlato con la professoressa Ivy. È per questo che avevo insistito ad andare a Cristal City. Speravo che almeno lei l'avrebbe fatta ragionare.

Ash abbassò lo sguardo. Perché non si era accorto di niente?

  • Perché non ci hai detto niente?- chiese Dawn.

  • Misty non voleva che vi preoccupaste. E non voleva neanche ammettere di aver un problema.

  • Non la capisco, poteva dircelo che il suo dominio faceva cilecca- disse May incredule- L’avremmo aiutata noi.

  • Non era così facile. Misty è molto orgogliosa del suo dominio- spiegò Brock- Perderlo, voleva dire per lei essere inutile- sospirò- Ora mi rendo conto, che avrei dovuto fare qualcosa di più. Conoscendo Misty, avrei dovuto capirlo che per lei era molto importante.

  • Dobbiamo andare da lei- disse Dawn, guardando il gruppetto- Dobbiamo impedirle di abbandonare il gruppo. Però nessuno di loro si mosse.

  • E per quale motivo?- fece May risentita- Non hai sentito? Lei non ha bisogno di noi, vuole fare tutto da sola!

  • Però…- Dawn guardò Brock in cerca di un suo appoggio. Di solito era lui il primo a calmare gli animi, però il castano sembrò assorto nei suoi pensieri- Brock, dì qualcosa!- lo supplicò.

  • … credo che la cosa migliore sia rimanere qui e recuperare le forze- sentenziò serio- Misty ha fatto la sua scelta e ci ha lasciati liberi di poter decidere cosa fare da adesso in poi. E io non mi muoverò da qui finché Melody non si sarà ripresa- concluse e lasciò la stanza.

  • Ma cos’ha Brock?- chiese Dawn perplessa- Stiamo parlando di Misty, non è preoccupato per lei? Non avevamo una missione da compiere?

  • Perché te ne sorprendi?- disse May passandole vicino con espressione arrabbiata- Non ricordi che George ha fatto la stessa cosa con loro? Come credi che si senta Brock ora?

  • Anche Ash se n’era andato, ma poi è tornato- insistette Dawn, guardando il moro. Lui non aprì bocca.

  • È diverso!- esclamò May stringendo le braccia sui fianchi- Misty era la nostra leader ed è sempre stata lei a incoraggiarci ad andare avanti. E ora, è la prima che si tira indietro. Non la posso perdonare!- e se ne andò via sbattendo la porta.

  • Ma May…- disse Dawn esasperata- Perché si comportano così?- poi si voltò verso il moro- Ash tu… tu non credi che Misty ci abbia abbandonato per davvero, giusto? Lei non lo farebbe ai suoi amici…- ma il ragazzo non rispose e continuò a fissare le lenzuola del letto- Ma che vi prende, è bastato che Misty se ne andasse per cambiarvi!- gridò in lacrime e scappò via.

Il silenzio tornò nella stanza. Anabel che nel frattempo si era tenuta in disparte nelle loro discussioni, volse lo sguardo al moro.

  • Non dici niente?- chiese infine nell'improvviso silenzio della stanza.

  • … non credo di essere la persona adatta per dire qualcosa- rispose lui con voce mogia.

  • Perché non andavate d’accordo? O perché la pensi come gli altri?

  • Io…- strinse le mani nelle lenzuola. Ora comprendeva il perché, ora gli era chiaro cos'era accaduto e lo strano comportamento di Misty- Io sono il vero responsabile. Se Misty ha perso il dominio, se ha deciso di andarsene… è per colpa della mia presenza.

.

No! Ci ho provato, ma non riesco! Non riesco a dimenticare!
.

Misty aveva perso il suo dominio, perché non aveva accettato il suo perdono. Perché quella tecnica del ghiaccio aveva realmente cambiato i sentimenti della ragazza, non esteriormente ma molto in profondità. Ed era lui il responsabile, perché aveva tradito la sua fiducia. Ma perché non l’aveva capito subito cose le stesse accadendo? Perché non si era accorto della sofferenza che traspariva nelle parole di odio quando avevano discusso?

  • Ash…- Anabel lo guardò preoccupata e pensando a come consolarlo. Lui però si sdraiò e si voltò per non guardarla.

  • Scusami, vorrei riposare.

  • Va bene- non insistette e uscì dalla stanza. Sapeva che il ragazzo aveva bisogno di rifletterci su, così come gli altri ragazzi.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Ehilà… come va?- chiese il castano alla ragazza sdraiata su un letto.

La ragazza dai capelli castano scuro scosse un po’ la testa stancamente.

  • Come mi vedo?

  • Eh?

  • Intendo il viso, il mio aspetto…

  • Eh, suppongo… bene?- fece lui perplesso. Non si trovava certo nella sua migliore forma, ma era normale dopo la battaglia. Però non era il caso farglielo notare.

  • Sono sollevata… non avrei saputo come fare, se il mio aspetto fosse stato sfigurato. Ash non mi avrebbe più voluta.

Ritchie sospirò. Possibile che quella ragazza non pensasse che a quello? Si lasciò cadere sulla sedia lì affianco e la guardò. Si era svegliata da poco, sicuramente non si era ripresa del tutto, però gli urgeva premura farle delle domande.

  • Ascolta Giselle, ricordi chi ti ha sconfitta?

Lei lo guardò quasi sorpresa e stette in silenzio come riflettendo.

  • Quel dominatore della roccia- rispose, voltando lo sguardo altrove.

  • Sicura?- fece scettico- Ho visto che ti sei procurata delle ustioni…

  • Colpa mia, non sono stata attenta.

  • Mh…- la guardò, ma lei cercava di evitare di incrociare il suo sguardo- D’accordo- si alzò dalla sedia- Ma per un attimo mi è parso di vedere il disperato tentativo di una ragazza nel coprire il suo aguzzino. Però questo non è possibile, giusto? Perché tu me lo diresti… - si corresse- Be', lo diresti ad Ash, ma fa lo stesso. E in quel caso, mi occuperei personalmente di questa persona.

La ragazza lo afferrò per il polso, prima che lui se ne andasse.

  • Non lo fare- disse lei con gli occhi spalancati e spaventati- Non metterti contro di loro.

  • Giselle?

  • Non puoi fare niente, non possiamo fare niente. Le cose vanno così, non ci si può opporre.

  • Che dici!- esclamò voltandosi sbigottito- Allora è stato davvero Paul ad attaccarti!

Giselle distolse lo sguardo nuovamente, restando comunque afferrata a lui.

  • Giselle, non mi sembra il caso di proteggerlo. Per cosa, poi? Non fa parte neanche ufficialmente del nostro gruppo. Devo parlarne con Gary, non può rimanere con noi Paul.

  • No!- lo strinse forte- Possibile che tu non lo capisca? Non puoi fare nulla. Gary acquisirà sempre più potere e se non faremo come vuole lui… be’, Paul è solo una minima parte della sua vendetta.

  • Che assurdità- fece Ritchie staccandosi da Giselle- Facciamo parte dello stesso team, a cosa gli converrebbe farci fuori subito?

Giselle chiuse gli occhi e si voltò dall’altra parte. Il castano la guardò preoccupato. Perché Giselle aveva così paura delle ritorsioni di Gary e Paul?

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

May tirò un pugno al mobiletto di metallo. L’acqua che uscì automaticamente dal rubinetto, cominciò schizzare un po’ dappertutto. Subito dopo si pentì del suo gesto, ricordandosi che era convalescente. Si prese il braccio dolente e si costrinse a non urlare dal dolore.
Perché stava reagendo così? L’aveva così sconvolta la decisione di Misty?
No, c’era qualcos’altro. Non capiva cosa.
Lei e Misty non avevano avuto un rapporto così amichevole all’inizio. E non era certo perché una delle due fosse una dominatrice del fuoco. No, avevano solo caratteri… diciamo esuberanti.
Ricordava che il loro incontro era stato difficile. Si erano trovate a combattere non per un motivo specifico, ma solo perché era l’unico modo per interagire.
I giorni passati a vagare nei boschi, avevano reso May più selvaggia e testarda, per questo le parole erano superflue per lei. Ma combattere, sì, sentiva il sangue scorrere nelle sue vene e la forte adrenalina.
La stessa che vedeva in Misty, quando affrontava un nemico.
May aveva sempre da ridire nel modo di comandare di Misty. Non era fatta per eseguire degli ordini, ma era incuriosita dalla dominatrice dell’acqua. Il modo di combattere di Misty l’aveva affascinata, il suo coraggio e come si metteva in prima fila per lottare.
Non ricordava più quante volte erano venute alle mani, però tutte le volte terminava con delle scuse e un sorriso. Misty non sembrava serbarle rancore, in nessun caso. Qualsiasi altra persona, non avrebbe avuto la stessa pazienza con May. Ma era forse perché erano così irrequiete, che Misty riusciva a comprenderla meglio.
La Misty che aveva combattuto contro il Presidente a Cerulean City, dopo che si erano conosciute. La ragazza che per poco non moriva sotto gli attacchi di quella persona. La dominatrice che dimostrava più con i fatti che con le parole, la sua determinazione a sconfiggere il Signore del fuoco.
E ora, la stessa persona li aveva abbandonati. Come se scrivere due righe, potesse in qualche modo giustificare la sua fuga.
Si sentiva frustata, arrabbiata, delusa!
Arrabbiata perché quando il suo dominio aveva avuto problemi, Misty non si era confidata.
Delusa perché invece di affrontarli, aveva preferito evitarli.
Frustata perché non capiva cosa sarebbe stata della sua vita da lì in avanti, senza Misty.
Era solo una dominatrice della terra, che pretendeva di fare da sola? Avrebbe ripreso a frequentare i boschi e vivere come una selvaggia?
Non sarebbe stata la stessa cosa. Non ora, non dopo le esperienze vissute con i suoi compagni.
Sospirò e decise di ritornare nella sua stanza. Chiamò l’ascensore e quello di sinistra si aprì prima. Entrò e si chiusero le porte. Nello stesso istante l’ascensore di destra si aprì e uscì un ragazzo dai capelli verdi.
Lui proseguì, finché non si fermò davanti ad un abbeveratoio e guardò perplesso l’ammaccatura su un fianco. Chi era l’incivile che si divertiva a fare questi scherzi in un ospedale?

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Dawn camminò con la testa china e le lacrime agli occhi. Non poteva credere che stesse accadendo per davvero. I suoi amici… il loro gruppo si stava dividendo.
E Misty che se n’era andata.
Non poteva crederci, non voleva. Pensava che il loro team sarebbe rimasto unito per sempre. Loro… loro erano il famoso Team Luce. C’era un sacco di persone che credevano in loro.
Come avrebbero potuto sconfiggere il Signore del fuoco, divisi?
Nel camminare assorta, non si accorse di una persona e la travolse.

  • Ahi!- esclamò una vocina.

  • Uhh…- Dawn si svegliò dai suoi pensieri e vide un bambino per terra- Oh, scusa!- lo aiutò ad alzarsi- Perdonami, avevo la testa tra le nuvole e non ti ho visto.

  • Me ne sono accorto- fece il bambino, sistemandosi i suoi grandi occhiali. Poi notò che la ragazza stava piangendo- Che hai?

  • Eh? Oh…- si asciugò le lacrime- Niente, niente.

  • Sono un bambino, ma certe cose le capisco anch’io- fece lui offeso- Soffri per qualcuno?

  • … più o meno.

  • Ne vuoi parlare? Forse posso aiutarti.

Dawn abbozzo un sorriso incerto. Come poteva un bambino aiutarla? Però il bambino sembrava fiducioso nelle sue parole, e lei non se la sentiva di essere scortese. Lui indicò un posto dove sedersi.

  • Ma sei solo?- chiese lei, accettando almeno di sedersi.

  • Il mio mentore è in giro e l’infermiera mi ha appena medicato.

  • Ti sei ferito?- chiese preoccupata. Per un momento temette che anche il bambino facesse parte del gruppo di viandanti, anche se non ricordava di averlo visto.

  • Niente di grave, non sono stato abbastanza prudente e mi sono ferito con una pianta velenosa. Per mia fortuna il mio mentore è un eccezionale dominatore della foglia- sorrise orgoglioso.

  • Oh.

  • Allora, si tratta di affari di cuore?- chiese il bambino cambiando discorso e muovendo le gambe- O qualcuno ti ha ferita?

  • Ecco…- lei abbassò lo sguardo e congiunse le mani incerta- I miei amici…

  • Litigato?- anticipò lui. La ragazza annuì a malincuore.

  • Abbiamo avuto dei contrasti in passato… ma questo è diverso. Ho paura che sia finita- raccontò. Non sapeva neanche perché ne stava parlando a un bambino appena incontrato, ma in quel momento forse aveva veramente bisogno di parlarne con qualcuno.

  • Avete almeno provato a chiarirvi?

  • È inutile- scosse la testa rassegnata- Non vogliono ascoltare. E in parte forse gli do ragione. Una nostra amica ha preso una decisione sbagliata, compromettendo ciò in cui credevamo.

  • Quindi siete arrabbiati con lei?

  • Sì… cioè no. Io non so neanche come devo sentirmi…- si toccò i lunghi capelli blu- Se n’è andata prima che potessi parlarle e provare a risolvere il problema insieme.

  • E a te va bene così? Intendo, lasciarla andare senza chiarire.

  • Cosa potrei fare altrimenti? Nessuno dei miei amici vuole farlo.

  • Quindi sei arrabbiata e ferita…

  • Credo di sì- ammise.

  • … e vorresti che quella persona tornasse indietro e ti desse delle risposte convincenti- Dawn annuì. Il bambino si sistemò gli occhiali- Perciò rimarrai lì a rimuginare, senza almeno tentare di comprendere? Se è tua amica, per lo meno dovresti tentare di…

La ragazza dai capelli blu lo fissò, come ricordandosi di un fatto. Quando George se n’era andato dal loro gruppo, Misty non aveva fatto esattamente la stessa cosa? Non aveva disperatamente cercato di raggiungerlo e riportarlo indietro? E lo stesso non aveva fatto con Ash? Non si era spinta fino in fondo per loro, incurante dei pericoli?

  • … raggiungerla- terminò la ragazza. E si alzò in piedi sorpresa. Perché per Misty era ovvia la risposta e per loro no?

Non era la stessa cosa che stava facendo con sua madre? Il giorno che i dominatori del fuoco erano entrati in casa e si erano portati via sua madre, si era salvata solo perché Kenny era venuto per portarla via. Da quel giorno non aveva desiderato fare esattamente la stessa cosa cercando sua madre? E con l’arrivo di Misty e gli altri, sapeva che era il momento di agire.

  • Già, raggiungerla- ripeté il bambino con un sorriso malinconico, ricordando forse qualcuno.

  • Sei saggio per essere solo un bambino- fece Dawn sorpresa e divertita.

  • Saggio, ma non forte- ammise scoraggiato.

  • Sì, ti capisco. Anche per me tutt’ora è difficile diventare forte. Però sai?- alzò lo sguardo e sorrise- Quando sto con i miei amici… mi sento davvero forte. Che sia questa la forza dell’amicizia?

  • Chissà- alzò le spalle l’altro.

  • Ma ora i miei amici vogliono dividersi, non posso permetterlo- lo guardò con convinzione- Grazie per la chiacchierata. Mi è stata utile.

  • Di niente- fece lui sistemandosi gli occhiali- Ti auguro buona fortuna.

  • Anche a te- e si allontanò.

Il bambino la seguì con lo sguardo mentre si allontanava.

  • Xam! Ehi Xam, non mi senti?

Il bambino si voltò e vide Drew chiamarlo.

  • Dove ti eri cacciato? Ti avevo detto di non andartene in giro.

  • Ho solo chiacchierato con una ragazza.

  • Eh? Be’, lasciamo stare. Ti hanno curato?

  • Sì- annuì.

  • Bene, allora andiamocene. Non abbiamo niente da fare qui.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Fallito… fallito… era così strana quella parola per uno come lui.
Stette lì a rimuginare, seduto su di una sedia e fissando la cartina del mondo appesa alla parete.
Fallito… lui non aveva mai fallito nelle sue missioni. Lui era Gary.
Era in questo stato da forse mezz’ora, quando qualcuno doveva essere entrato nello studio e si era posizionato davanti a lui.

  • Dobbiamo parlare- fece lui diretto.

  • Levati. Non ho tempo da perdere per parlare della vostra inettitudine- digrignò lui.

  • Paul deve andarsene dal nostro gruppo- fece l’altro senza ascoltarlo.

  • Mh?- lui alzò appena lo sguardo sul ragazzo che gli parlava.

  • Paul è una minaccia. Non solo per la missione, ma anche per noi. Ha attaccato Giselle, senza nessun motivo apparente.

  • Ah sì?- fece lui un po’ divertito- Sei così sorpreso? È il suo modo di fare, quando qualcuno gli è di ostacolo nella battaglia, se ne disfa. Nemico o alleato che sia.

  • E tu lo hai fatto venire con noi, sapendo ciò?! Perché non ci hai avvertito! Per Giselle poteva risultare fatale.

  • E allora?- disse lui scocciato- Peggio per lei. Forse è la volta buona che si svegli, o che levi le tende da qui. Non abbiamo bisogno di perdenti.

  • Giselle avrebbe potuto morire!- si avvicinò al viso di Gary- Qui non si tratta della tua lotta personale con Ash- Gary fece una smorfia- Siamo un team e puntiamo allo stesso obiettivo. Se ci facciamo la lotta tra di noi, non riusciremo neanche a sopravvivere. Come leader del gruppo, come minimo dovresti pensare all’incolumità dei componenti! La tua rivalità con Ash ti sta facendo perdere la testa!- esclamò Ritchie e si sorprese di se stesso. Mai avrebbe pensato di arrivare ad alzare la voce con Gary. Ma la situazione lo richiedeva.

Gary lo fissò inespressivo per qualche secondo, poi con un scatto lo afferrò per il collo e lo sbatté contro il muro.

  • Ti ho per caso chiesto il tuo parere?- disse Gary stringendo forte il collo del ragazzo- So quel che faccio e nel mio piano non c’è posto per frignoni.

  • G-Gary…- Ritchie deglutì a fatica cercando di divincolarsi. Gli occhi di Gary… era spaventoso quando si arrabbiava.

  • Ash avrà anche vinto una battaglia, ma è solo l’inizio di quello che gli farò- lo lasciò andare. Ritchie scivolò a terra, massaggiandosi il collo e respirando a fatica- Paul avrà anche metodi che a voi non piace, però è spietato come lo voglio io, e vi dovrete adattare a lui o finirete come Ash. Non andiamo a fare una scampagnata, andiamo a uccidere. Mettitelo bene in testa.

Ritchie lo guardò mentre stava osservando la cartina. Gary era conosciuto tra i più forti del Team Magma, in poco tempo aveva scalato di potere e dai resoconti delle sue missioni si diceva che non sopravviveva nessuno. Probabilmente, per raggiungere il suo scopo, anche lui si sarebbe sbarazzato dei suoi compagni… compagni, si potevano definire tali?
Ash, lui aveva protetto quella dominatrice dell’acqua quando erano sulla nave. E lo stesso aveva fatto lei con gli altri suoi compagni. Erano un team, per davvero.
.

Sei stremato come me, chi credi che verrà a soccorrerti? Non certo i tuoi compagni. Voi non conoscete il significato dell’amicizia.

.

Ripensò alle parole della ragazza dall’ultima battaglia e per qualche secondo, provò un poco di invidia. Quella ragazza, lei sì che era un leader. E forse ora capiva perché Ash aveva scelto di seguirla.

  • Che fai ancora lì?- fece Gary guardandolo dall'alto- Va a vedere se Giselle può combattere e preparatevi.

  • Hai un altro piano?- chiese Ritchie alzandosi in piedi, cercando di ignorare il fatto che poco prima avesse tentato di soffocarlo.

  • Sì, ma a voi non deve interessare. Già che ci sei, fai preparare anche Paul.

Ritchie fece una smorfia di disgusto. Avrebbe volentieri lasciato lì quella minaccia, ma non poteva contraddire un ordine di Gary, ora che stava guadagnando sempre più potere. Di questo passo… chi avrebbe fermato Gary? Tempo prima avrebbe detto che solo Ash ce l’avrebbe fatta, però lui non c’era più e non sarebbe tornato.
Sconfitto da quella constatazione, si ritirò dallo studio.

Rimase solo Gary a fissare la cartina. I pensieri di lui erano concentrata in quella fatidica battaglia.
Era convinto di avere la vittoria in mano, ma aveva fatto un passo falso. Non aveva calcolato la particolarità di Ash. E inevitabilmente l’aveva sconfitto.
Gary strappò con forza dalla parete la cartina e la bruciò.
No, Gary non faceva passi falsi. Tutto faceva parte di un grande piano. Di cui quel dominatore del fuoco e la dominatrice d'acqua ne facevano parte.
Sorrise malignamente.
La prossima volta che li avrebbe incontrati, avrebbe teso loro una trappola indimenticabile.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Salve- fece Brock entrando dentro la stanza. La signora lo salutò con un sorriso stanco.

  • Voi giovani siete instancabili. Invece di riposare, non fate che preoccuparvi del prossimo.

  • Anche lei- disse Brock e si sedette su una sedia- Non fa che vegliare sulla sua discepola.

  • Io…- fece per dire, ma poi si bloccò, come se ricordasse qualcosa di dispiacevole.

  • Qualche miglioramento?- chiese lui ignaro, concentrandosi sulla ragazza addormentata.

  • Calma piatta.

  • Mh…

  • Che faccia scura- constatò la donna- Non credo che c’entri solo la salute di Melody. Qualche problema?

  • No, non credo…- fece lui appoggiandosi allo schienale della sedia- Ho troppe domande per la testa e non riesco a trovare le risposte. Se solo…- fissò il soffitto assorto.

“Se solo Misty fosse qui…”
.

Nascondersi per tutta la vita e vedere giorno dopo giorno le persone che ami, scomparire uno dopo l’altro…no, questo non è vivere…è fuggire! Solo un codardo preferirebbe vivere così. Se è solo questa l’unica alternativa, preferisco morire da pazza, lottando in ciò che è giusto e non in quello che gli altri dicono che è giusto!
.

Quelle parole… fin dal loro primo incontro, Misty aveva lottato per quello in cui credeva. Non si era fermata, neanche a un passo dalla morte.
E d’improvviso aveva fatto un passo indietro.
Perché quella decisione improvvisa? Non ne aveva neanche parlato con lui. Pensava che… pensava che non sarebbe accaduto nuovamente, come con George.
O forse, era stato un duro colpo per lei. Troppo per resistere alla tensione. E aveva ceduto.

  • La vostra amica, la dominatrice dell’acqua, vi ha detto qualcosa?- chiese la donna d'improvviso.

  • Come?- lui uscì dai suoi pensieri, per guardarla- Misty ha raccontato qualcosa a lei?- chiese dubbioso.

  • No, uhm…- rettificò lei con sguardo impacciato e esitante.

  • Se sa qualcosa, per favore me lo dica- chiese lui ansioso- Ho bisogno di sapere…- sì, aveva bisogno di sapere. Non aveva idea di quale fossero state le sue ultime parole prima di andarsene. Forse avrebbe capito qualcosa in più…

Agatha sospirò allo sguardo supplicante del ragazzo e cedette.

  • Veniva spesso da Melody. E l'ultima volta abbiamo parlato… e discusso- dichiarò la donna e ricordò per sé quell’episodio.

.

  • Una lettera, eh?- disse una signora, mentre sollevò in aria i fiori, che venivano meticolosamente tagliati e sistemati all’interno del vaso d’acqua- Suppongo che contenga qualcosa di importante, se è riuscita a raggiungerti fin qua. Chissà, forse una lettera d’amore?

Misty che aveva lo sguardo fisso sulla lettera, all’arrivo della donna accartocciò la lettera e la gettò nel cestino con poco interesse.

  • No, niente del genere- rispose Misty vaga.

  • Oh, non c’è bisogno di nasconderlo, sai? Dopotutto siete delle ragazze, non mi stupirei che vi innamoraste. La mia Melody non ha fatto che parlare del principe azzurro fin dal primo giorno che l’ho conosciuta- guardò la ragazza distesa sul letto e sorrise malinconica- E ora guardala com’è cambiata.

  • Cambiata…- ripeté e si alzò in piedi, poi si avvicinò a passi lenti verso la donna- È ironico sentirlo dire dalla sua insegnante.

La donna la guardò sorpresa e sospettosa.

  • Melody è come una figlia per me- affermò offesa.

  • Figlia?- sorrise scettica- Un po’ strano come rapporto. Credevo che le madri ci tenessero al benessere delle figlie.

  • Ed è così. Io non farei niente che possa metterla in pericolo.

  • Ah sì… curioso- alzò lo sguardo riflessiva- Ero convinta che Melody avesse appreso quella tecnica dalla persona che più si fida.

Agatha diventò seria a quell’affermazione. Misty che ormai era davanti alla donna, l’afferrò per lo scialle attorno al collo.

  • Una tecnica che solo chi ha il “dono” può mettere in pratica, dico giusto?- Misty non sorrideva più, ma guardava minacciosa la donna- La chiaroveggenza, eh? E dimmi, sarebbe stato lo Spirito Allegro a dirti di mandare la tua allieva e figlia, nelle braccia del nemico??

  • Non sai di cosa stai parlando…- la donna non si fece intimorire dallo sguardo della ragazza- Melody è l’unica che può riportare la speranza tra i dominatori dell’aria. E quella tecnica è l’arma segreta per poter colpire il nemico nel suo punto debole.

  • Ma quale punto debole! Scrutare nei ricordi e pensieri del nemico, quello lo chiami dono!- esclamò Misty, stringendo più forte lo scialle- Melody non voleva imparare quella tecnica! E se lo ha fatto… se lo ha fatto…- ricordò le parole di Melody nel bagno.

è che questo incontro mi ha fatto pensare a molte cose… a delle decisioni che ho rimandato a lungo… Non voglio trovarmi impreparata per la guerra che si avvicina e non voglio scappare”

  • lo ha fatto per i suoi amici e la sua gente- concluse la donna. La ragazza la guardò storto.

  • Io non le avrei mai chiesto di farlo. Se solo avessi intuito in tempo cosa la stavi convincendo di fare…

  • Non l’ho obbligata. È stata una sua scelta. E Melody non è più una bambina, non ha bisogno di essere protetta. Prima o poi lo avrebbe fatto.

  • Ma non ora e non contro di loro! Ti ho vista quando l’hai convinta a usare la tecnica su un membro del Team Magma. Per te sarà stata anche la cosa giusta da fare, ma non avrei augurato a nessuno di guardare nel cuore putrido di quel ragazzo. Tu non hai idea di quello che avrà sofferto Melody!

  • In guerra c’è sempre un prezzo da pagare per avere la vittoria.

  • Quindi a te non sarebbe importato la sua morte, pur di ottenere la vittoria? Mi chiedo allora chi fosse quella donna che piangeva al capezzale di Melody. Non certo la persona che l’ha usata come uno strumento.

  • Tu non sei da meno- indicò la mano fasciata della ragazza- Cosa non faresti per ottenere la vittoria? Dici che sono stata io a convincerla a prendere quella decisione, ma forse non ti rendi conto che è anche per te che Melody ha fatto la sua scelta. Sapeva che qualcosa non andava in te e visto che tu non volevi confidarti con lei, Melody ha pensato che l’unico modo per risollevarti era aiutarti con i nemici.

  • C-come?- chiese lei disorientata.

  • Credi che non sappia niente di te? Non ho bisogno di utilizzare la chiaroveggenza, per vedere che sarà proprio la tua ostinazione a condurti in tomba- Misty socchiuse gli occhi e fece per dire qualcosa, ma si trattenne.

  • Melody deve ritrovare la sua gente, e basta- la lasciò andare in malo modo- Se verrò a sapere che in qualche modo la spingerai a fare un’altra volta un azione suicida, te la farò pagare molto cara.

  • Pensi di farmi paura, ragazzina?- Agatha la fissò con uno sguardo di sfida- Ho molta più esperienza di te.

  • Se fosse così forte, non utilizzerebbe una ragazzina per la sua guerra- la donna non seppe cosa replicare e Misty la lasciò stare- Melody diventerà un ottima dominatrice dell’aria, ne sono certa, perché lei vuole veramente bene alla sua gente, e non diventare solamente forte. Le ho promesso che avrebbe rincontrato la sua gente e quando questo avverrà, lei non dovrà più sforzarsi di essere ciò che le impongono.

Detto questo, la ragazza uscì dalla stanza, non prima di aver dato un ultima occhiata all’amica sdraiata sul letto.

.

  • … Discusso per cosa?- chiese Brock in attesa che continuasse, senza capire la frase lasciata in sospeso. La donna non entrò nei dettagli.

  • Non ha importanza. L’ho vista che leggeva una lettera e…

  • Una lettera?- chiese sempre Brock, incuriosito.

  • Non so, credo che le fosse stata data dall’infermiera. Era pensierosa quando la leggeva e ho immaginato che fosse importante. Ma lei l’ha semplicemente cestinata.

  • L’ha buttata…- il ragazzo si guardò intorno agitato, come preso da un dubbio. E la individuò. Accartocciata e in mezzo ad altri rifiuti del cestino, individuò una lettera che portava un sigillo a lui famigliare. Lo spiegazzò e ci diede una veloce lettura, nonostante qualche macchia qua e là nella carta. Si alzò di scatto e la donna si preoccupò.

  • Cattive notizie?

  • Scusi, devo assentarmi- e uscì di volata dalla stanza.

Ora gli era più chiaro. Ora sapeva perché Misty se n’era andata e dove.
Doveva parlarne con gli altri.

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Capitolo 39
*** Cap. 38 - Il Team Luce non si scioglierà ***


SINOPSI: Sopravvissuti all'ultimo attacco del Team Magma, il Team Luce deve rimanere per qualche giorno all'ospedale per riprendersi dalle ferite fisiche ed emozionali. Nel frattempo una misteriosa lettera giunge alle mani di Misty e poco dopo si separa dal suo gruppo, lasciando dietro solo una lettera con poche spiegazioni per il suo gesto. Con Melody ancora in coma e il gruppo che rischia di sgretolarsi... per il Team Luce sarà la fine?

 

BLUE BIRD ILLUSION

 

Cap. 38

 

Il Team Luce non si scioglierà

 

  • Argh!!- gridò la ragazzina con il codino laterale- Stupido! Stupido!- lanciò senza sosta attacchi d'acqua a qualsiasi cosa potesse essere usato come bersaglio- Come hai potuto essere così idiota!

Il bruno dalla carnagione scura seduto su una roccia e con le spalle voltate, la sentì urlare e fare casino, ma era intento a girare con il mestolo nella pentola. Girava, girava, senza però avere in mente cosa stava facendo. Il suo sguardo era fisso su quel liquido giallastro che ribolliva, ma i suoi pensieri erano altrove.
Solo qualche ora prima, il loro compagno George aveva deciso di andarsene dal gruppo. Lo avevano visto allontanarsi e non tornare più. Le parole con lui per convincerlo a restare erano state invano, trasportate dal vento, così come le ricerche per ritrovarlo.
E ora erano lì, lui e Misty.

Ingenuamente aveva creduto che dedicarsi a preparare da mangiare, lo avrebbe fatto cambiare d'umore. In altre occasioni era servito, ma questa volta non sembrava essere efficace. Continua a domandarsi più volte... perché? Perché George lo aveva fatto?
E perché lui era rimasto a guardare senza agire, quando per primo aveva intuito che qualcosa stava cambiando in George? Perché non aveva affrontato la questione a viso aperto, invece di limitarsi a lasciare che il tempo aggiustasse le cose?

  • Aaaah!- la voce di Misty gli arrivò alle orecchie come una fitta. Come se ad ogni cosa che lei distruggeva, era un colpo inferto a lui.

Non poteva evitare di sentirsi indirettamente colpevole. Colpevole di aver abbandonato un compagno e colpevole della sofferenza di una compagna.
Ma la realtà era quella ormai, erano rimasti solo due… due ragazzi contro il Signore del Fuoco. Come se già in tre non fosse già poco!

  • Stupido!- la sentì lasciarsi cadere sulle ginocchia e sbattere il pugno contro il terreno- Come hai potuto farlo!

Le sue parole di rabbia rivolte al loro compagno ormai lontano, facevano trasparire la sua sofferenza e impotenza.
A Misty non piaceva mostrare le sue debolezze, ma era chiaro che l'aveva presa molto male. Era così frustrata che non le importava farsi male dando pugni a terra.
E lui? Non sapeva neanche come reagire.

Ovviamente Misty conosceva da molto più tempo George, e lui si era unito al loro viaggio solo in seguito. Ma le esperienze vissute in loro compagnia, i momenti passati ad allenarsi, lo avevano fatto affezionare ai due dominatori dell'acqua. Erano suoi amici.
Brock sospirò e si fece forza; si rimise in piedi e andò verso la ragazza. Non poteva abbandonarla, non ora che era più fragile.

  • Misty…- la chiamò, senza però ricevere una risposta. Era ancora chinata a quattro zampe, con la testa giù e circondata da pozzanghere d'acqua.

Brock doveva trovare il modo di risollevarle il morale. Ma come?

La situazione per lei era diversa. Ricercata e bandita dalla sua città, non aveva più un posto dove potersi rifugiare. Che ne sarebbe stato di lei ora che la missione era fallita?
No, non poteva abbandonarla, dopo che lei lo aveva aiutato.

  • Misty…- insistette- Devi tirarti su…- poi pronunciò le parole che lui stesso non voleva sentirsi dire- Ci abbiamo provato a fermarlo, ma…

La ragazza si voltò di scatto. Brock sussultò, lo sguardo di lei era furioso.

  • No… non è finita qui- si rialzò lentamente. La sua voce decisa non faceva trasparire dubbi- George si ravvederà e tornerà. Ne sono certa.

  • Però…- non voleva essere lui a contraddirla quando era evidente che c'erano poche possibilità che ciò accadesse. Misty ci credeva davvero. E la sua certezza, diventava speranza in Brock- Sì, hai ragione.

Un giorno George avrebbe capito il suo errore, e sarebbe tornato sui suoi passi. Ma per allora, sarebbe stato troppo tardi per il Team Luce.

Seguì un momento di silenzio tra i due.

Brock era cosciente che avrebbero dovuto separarsi. In due non avevano possibilità contro il Signore del Fuoco. La loro missione, la loro speranza in un futuro migliore, era sfumata nel giro di poche ore.
Ma la prospettiva di viaggiare da solo, cosciente che niente sarebbe cambiato nel mondo… non lo entusiasmava.

  • Non è finita- ripeté lei, come se gli leggesse nella mente- Con o senza George, l'obiettivo del Team Luce rimane il Signore del fuoco- gli rivolse uno sguardo carico di determinazione- Sei ancora della partita?

Brock la guardò stupito. Non solo perché al contrario di quanto credeva, Misty non si era lasciata andare allo sconforto... ma perché di fronte ad una partita persa in partenza, lei ancora non si arrendeva.

La sua determinazione aveva dell'assurdo, dell'incomprensibile, dell'insensato... ma lei era fermamente convinta delle sue parole. E questo le dava una forza e una grinta, che chi le era vicino veniva irradiato dalla sua luce. Lei era la speranza che la gente oppressa cercava.
Ma c'era dell'altro. Quel suo sguardo pieno di rabbia, dichiarava apertamente vendetta. E mai si sarebbe tirata indietro.
Perciò ora rimaneva solo lui, Brock. L'unico che avrebbe potuto impedire che l'odio della ragazza la portasse ad agire d'impulso, conducendola in un baratro senza fondo. E questa volta non avrebbe più fatto l'errore di lasciare andare via un compagno.

  • Puoi contare su di me. Il Team Luce non si scioglierà. È una promessa.

 

 

Brock camminò a passo spedito lungo il corridoio dell'ospedale. Dal corridoio alla sua destra vide arrivare Dawn.

  • Brock…- si avvicinò a lui- Dobbiamo parlare- disse con voce supplicante.

  • Lo so- annuì lui, intuendo a cosa si riferisse- Chiama May, ci vediamo nella stanza di Melody- poi ci pensò su- Puoi anche usare la forza con May per convincerla.

La ragazza annuì e andò alla ricerca della dominatrice della terra.
Il castano riprese a camminare e si diresse nella stanza dove riposava Ash con il piccolo Pikachu.
La porta si spalancò d'improvviso e Ash intuì, anche senza doversi guardare alle spalle, che non si trattava dell'infermiera.

  • Dobbiamo parlare, Ash…- disse la voce del dominatore della roccia. Il moro rimase in silenzio sdraiato nel letto- Dimmi, cosa pensi di Misty? Secondo te sarebbe in grado di andarsene così?

Ash si stupì della domanda. Perché d'improvviso glielo stava chiedendo?

  • Ho bisogno di sapere- spiegò lui- Vedi... il tuo parere in questo momento mi aiuterebbe a prendere una decisione…

  • E io come potrei aiutarti?- chiese Ash senza girarsi a guardare l'amico.

  • Tu sei la persona che probabilmente è riuscita a comprendere Misty più di noi.

Il moro rimase stupito da quell'affermazione.

Delle immagini attraversarono la sua testa. Il loro incontro... il modo in cui lei lo aveva squadrato dal primo momento... i suoi occhi carichi di odio capaci di trafiggere. E poi, quel loro primo scontro in cui lui aveva perso, mentre nel secondo aveva vinto. Il modo in cui lei aveva reagito a quella sconfitta, come se ne dipendesse la sua vita.

E ancora, gli occhi spaesati di lei, trovandosi costretta a combattere contro George per salvare i suoi amici. Il terrore che si rifletteva nei suoi occhi verde acqua, ogni volta che loro erano in pericolo e lei non riusciva ad agire abbastanza in fretta.

La tristezza nel suo viso, quando aveva dovuto accettare che George non sarebbe più ritornato nel gruppo, e la profonda delusione quando Ash le aveva mentito.

Infine la mano di lei che stringeva la sua, mentre lo riconduceva nel gruppo. Le sue parole incoraggianti e lo sguardo comprensivo che gli aveva rivolto in quella occasione.

 

Certo, ci hai ingannati… ci hai feriti in un modo più profondo di quello che pensi. Ma se c’è una cosa che ho capito dopo tanto tempo… è che bisogna guardare dentro le persone. E io… non ho intenzione di perdere nuovamente un compagno.

 

Misty era sempre stata un'altalena di emozioni, ingestibile e imprevedibile. Piena di misteri e un vulcano di rabbia.

Ma le emozioni che mostrava erano sempre così cristalline, che era difficile credere che mentisse.

Un sapore amaro gli risalì in bocca, quando tornò a ricordare del loro litigio prima dell'attacco del Team Magma. Le parole di lei ancora bruciavano nel suo petto.

 

Già una volta ci hai tradito, non mi sorprenderei che tu lo faccia di nuovo! Un membro del Team Magma resterà sempre uno sporco doppiogiochista!

 

E se si fosse sempre sbagliato? Se lei non fosse mai stata sincera? Forse era sempre stato lui a illudersi dal primo momento.

  • Eh, temo che sbagli persona, Brock. Non ricordi? Noi non ci sopportiamo…- rispose con un accenno di risata che non lo divertiva.

Era una verità così ovvia, che si sorprese di essersene dimenticato. Loro due si odiavano... ed era qualcosa che non poteva cambiare, neanche volendolo.

  • E con questo? Non è una novità- lo disse con una tale semplicità, che suonò quasi crudele alle orecchie del moro- Pensavo però che lo aveste superato. Dov'è il problema?

Lui non rispose e cercò, se possibile, di raggomitolarsi nel suo letto.

Pikachu, che era rimasto per tutto il tempo sul suo letto, gli rivolse uno sguardo triste.

  • Ash, c'è qualcosa che devo sapere?- la domanda più che lecita del bruno, cercò di spingerlo a parlare. Ma il moro non se la sentiva di rispondere- Ash, ogni minuto è essenziale… se hai qualcosa da dirmi, dilla adesso.

Il ragazzo indugiò, sentendo sulle sue spalle la fiducia che gli riponeva l'amico. Cercò di ignorarlo, rimettendosi a dormire.

Il piccolo pokémon però non era d'accordo con il suo piano.

  • Piii... ka!

  • Ahhh!- gridò Ash, mentre il pokémon gli lanciava una scossa elettrica, facendolo quasi saltare giù dal letto- Pikachu! Ma che diavolo ti è preso!- lo rimproverò.

  • Pika pi!- il topo elettrico rispose con lo stesso tono arrabbiato.

  • Credo che il tuo pokémon voglia che tu parli con Brock- intervenne Anabel.

Era appena entrata nella stanza, con in mano dei fiori freschi. Giusto in tempo per assistere allo spettacolino di luce offerto da Pikachu.

Ash guardò prima Anabel poi Pikachu. Borbottò per la scossa elettrica e sospirò rassegnato.

Non aveva alternative se non voleva essere fulminato nuovamente.

  • Misty mi odia- disse infine. Brock chinò la testa di lato- Mi odia per davvero!- insistette, di fronte all'incredulità di Brock.

  • E questo come lo sai con tanta certezza?

  • Me l'ha detto lei… cioè, non esplicitamente. Mi ha confessato che non può perdonarmi...

  • È per questo che stavate litigando?- diede una veloce occhiata a Anabel- E Melody è stata colpita…

Ash annuì.

  • Il motivo dei problemi con il suo dominio, non è stato causato da George... ma da me. Per questo se n'è andata, non riusciva a perdonarmi.

Pikachu emise un piccolo verso dispiaciuto, mentre Anabel osservava in silenzio il dominatore del fuoco. Lentamente stava comprendendo la situazione.
Brock rimase a rifletterci sopra.

  • D'accordo- con pazienza si sedette sulla sedia e si toccò il mento- Ora però prova a pensarci... credi davvero che per questo Misty ti odi? Va bene, abbiamo scoperto il tuo doppio gioco, ma ti faccio ricordare che neanche io ci sono andato leggero.

Ash ricordò le minacce di Brock e la rabbia di May. Era vero, non era stato facile riavere la loro fiducia.
Il castano quindi incrociò le braccia e lo guardò serio.

  • Ash, tu sei il primo dominatore del fuoco con cui abbiamo dovuto convivere. Prima di te, chiunque esercitasse il dominio del fuoco era il nostro peggior nemico. Se Misty ti odiasse davvero, credi che ti avrebbe riportato indietro, con il pericolo di farci del male? Mi sembra normale che Misty fosse ancora scossa, è pur sempre un essere umano, no?

Quella affermazione, seppur ovvia, suonava sempre così assurda riferita a Misty. A volte dimenticava che prima di essere una leader di un gruppo... era un essere umano come tutti loro.

Brock tornò a sorridere, quando notò un cambiamento d'espressione in Ash.

  • Ma il fatto che te l'abbia detto, è un grosso passo avanti. La Misty che conoscevo io, difficilmente esprimeva i suoi pensieri. Mostrare la sua vulnerabilità, proprio a un dominatore del fuoco, dimostra che tu sei importante per lei. La tecnica del ghiaccio può averla scossa, ma se lei non si fosse aperta con te in quel modo, mostrando le sue reali emozioni, la tecnica avrebbe preso il sopravento su di lei e avrebbe perso definitivamente il dominio.

Ash rimase senza parole. Era davvero così?

  • Come vedi, Misty non ti odia e non sei tu la causa della sua fuga. Al contrario, tu sei la persona che più di noi, riesce a vedere la vera Misty. E quindi, tornando alla questione di prima… Cosa pensi di Misty?

Il moro sospirò e titubò per qualche secondo. Infine parlò.

  • Penso che Misty abbia un caratteraccio impossibile e che si diverta a prendermi in giro- disse con una smorfia ricordando i loro battibecchi, poi guardò Brock con uno sguardo lontano dall'essere rancoroso- Però al di là del suo carattere, Misty è una dominatrice straordinaria e il legame che si è creato con voi, è impossibile che lei lo spezzi così facilmente.

Più volte Misty gli aveva ribadito quanto lei ci tenesse alla sicurezza dei suoi compagni, e lui più volte non le aveva creduto, finché poi... lei non lo aveva dimostrato con i fatti.
Anabel continuò ad osservare il moro, notando la sicurezza nella sua affermazione.
Brock lo fissò allo stesso modo, come se comprendesse appieno quei sentimenti di fiducia, poi si rilassò e sorrise.

  • Grazie. Avevo bisogno di sentirmelo dire- disse soltanto e si alzò in piedi- Riesci ad alzarti?- Ash lo guardò incuriosito.

  • Credo di sì.

  • Anabel, puoi aiutarlo?- domandò rivolgendosi alla ragazza dai capelli lilla. Lei annuì.

  • Bene, raggiungeteci alla stanza di Melody. Riunione straordinaria.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Camminò per i lunghi corridoi di marmo. Il suo mantello sventolava e pezzi di neve sciolta cadevano sul pavimento. Non si era neanche preoccupata di avere un aspetto presentabile.
Alte finestre facevano entrare la luce del giorno e illuminavano le statue che raffiguravano i precedenti sovrani. Sculture sobrie, ma che volevano trasmettere solennità con le loro espressioni serie. Una lunga stirpe di reali che si erano susseguiti negli anni sul trono. Tutti uomini, fin dal fondatore di Cerulean City.

La statua del fondatore era l'unica di cui non si poteva vedere il volto, perché raffigurato con un elmo in testa. Non esistevano neanche dipinti su di lui, solo storie che raccontavano di quanto saggio e forte fosse stato. Nessun accenno del suo viso.

Passando davanti alla scultura dell'ultimo regnante, spostò prontamente lo sguardo altrove. Voleva evitare di sentirsi peggio di quanto già lo fosse.
Gli alti soffitti erano stati pitturati con una sostanza speciale che durasse per anni. Infatti non aveva idea in che epoca erano stati dipinti i pokémon mitologici d'acqua. Si diceva che se uno avesse osservato il soffitto dall'inizio del corridoio alla fine, avrebbe potuto vedere raffigurata la storia del Paese dell'Acqua. Ma alcuni disegni erano sbiaditi nel tempo, lasciando dei buchi nella trama.

In passato non si era mai interessata alla storia del Paese dell'Acqua, però ricordava che in mezzo a tutti quei disegni, fosse esistita l'immagine di un pokémon alato leggendario. Non aveva fatto attenzione ai dettagli, però era certa che fosse circondato dalla luce e dai simboli degli elementi.

Poi però qualcuno lo aveva coperto con un altro disegno, e non lo aveva più visto. Quando aveva provato a chiedere dove fosse finito il pokémon alato, le avevano rifilato la bugia che non era mai esistito.

Quel fatto e tanti altri, erano i misteri che custodiva quel vecchio Palazzo.
Il rumore dei passi delle persone che la stavano scortando, le toglievano qualsiasi malinconia, facendola tornare al presente.

Aveva lasciato i suoi amici, era tornata a Cerulean City e due guardie all'ingresso delle mura della città erano state incaricate di condurla all'interno del Palazzo.
Che credevano, che lasciata da sola avrebbe potuto fare qualche attentato?
Di voglia ne aveva tanta, visto che le guardie che la stavano scortando, erano due di quelli che aveva incontrato a Saffron City e con cui aveva avuto uno scontro. Loro appena l'avevano riconosciuta sotto il mantello, erano sbiancanti all'istante portandosi sulla difensiva.

Se avesse lasciato fare al suo istinto, Misty non ci avrebbe pensato un secondo ad attaccare.

Ma si costrinse a ricordare dove si trovava e perché si trovasse lì. Non poteva permettersi mosse sbagliate.

E con il fegato che le rodeva, seguì le due guardie senza fiatare, tenendo però uno sguardo vigile su di loro, nel caso avessero avuto la brillante idea di attaccarla.

Aveva tutto il diritto di sospettare di loro, visto che lavoravano per il Presidente e che l'umiliazione di essere stati battuti da una femmina, doveva rodergli il fegato più di lei.
Cercò di allentare la tensione, pensando ad altro. Quei lunghi corridoi erano pieni di ricordi per lei. Un po' sparpagliati dovevano esserci le vie di fuga che usava da bambina. Erano piccoli tunnel o condotti dell'acqua, che lei aveva mimetizzato in modo che nessuno scoprisse come riusciva a svignarsela dal Palazzo. Finché poi fu scoperta e tutti i passaggi segreti chiusi.

Anche l'ultimo passaggio, che aveva utilizzato tempo prima per scappare dal Palazzo e iniziare il suo viaggio con George, doveva essere stato chiuso dopo che il Presidente aveva perlustrato da cima a fondo il Palazzo.
Se quel giorno lei e George non fossero scappati… che ne sarebbe stata della loro vita? Lei sarebbe stata confinata in stanza fino al giorno del suo matrimonio? E George sarebbe rimasto l'amico che aveva conosciuto o il Presidente gli avrebbe fatto il lavaggio del cervello? E i suoi compagni del Team Luce, avrebbero vissute le loro vite ignari uno dell'altro, senza mai incrociarsi? O nel peggior dei casi, incrociandosi come nemici?
Scosse la testa. Perché quei pensieri proprio ora? Aveva preso una decisione quando era scappata e ora ne aveva presa un'altra tornando. Non si poteva tornare indietro.
Quando sentì i passi delle due guardie fermarsi di colpo, poté sentirsi un po' sollevata. Quel lungo silenzio era stata un po' un'agonia, ma finalmente avevano raggiunto la stanza.
Prima che potesse avanzare, la porta a due ante si aprì davanti a lei e riconobbe la figura del Presidente, per niente cambiato, se non per gli abiti ancora più costosi. C'erano altri tre signori di una certa età con lui, forse i suoi consiglieri, riuniti intorno a un tavolo ovale. E tra loro, una figura che stonava per la sua bellezza. Una giovane donna bionda, stesso colore degli occhi di Misty, carnagione chiara e un corpo slanciato, con un neo sulla guancia destra. Stava esibendo un sorriso, ma il suo corpo, ricoperto da un elegante vestito rosa, non si mosse dal suo posto a sedere.
Appena la ragazza con il codino mise piede dentro la stanza, la porta si chiuse dietro di lei.
Sentì i brividi scuoterle il corpo; era davanti alla persona che aveva tentato di ucciderla più volte e che l'aveva bandita dalla città. Si sentiva come un piccolo pokémon in trappola; se il Presidente avesse attaccato, lei non si sarebbe salvata.
Lui fece un passo verso di lei esibendo un sorriso di facciata e le parlò.

  • Ben arrivata a Cerulean City, Misty.

Lei non si mosse.

  • Sono sorpreso, e allo stesso tempo contento, che tu abbia accettato di venire.

  • Al tempo! Non ho ancora accettato niente- disse lei diffidente- Prima voglio sentire.

  • Giusto- lui annuì- I miei consiglieri ti illustreranno i dettagli.

Iniziò quello a destra a parlare.

  • Il principe delle isole Orange, ha chiesto la mano di lady Misty Waterflower di Cerulean City.

  • Una volta contratto il matrimonio, lady Misty riacquisterà il suo titolo di principessa e tutti i suoi diritti- proseguì il signore al centro- Verrà sciolto il divieto di rimanere a Cerulean City, nonché l'ordine di cattura.

  • Il matrimonio si terrà a Cerulean City nel salone principale del Palazzo- continuò quello a sinistra- La data è fissata per questo sabato.

Misty strabuzzò gli occhi. Tra due giorni?! Così presto!

  • Qualche problema?- chiese il Presidente, osservando lo sguardo pallido di Misty.

  • N-no- cercò di restare calma. Non voleva mostrarsi insicura ai suoi occhi, ne avrebbe potuto approfittare- Ma vorrei sapere, cosa ci guadagni tu in questo accordo.

  • Mi pare ovvio- disse lui con un sorriso furbo- Alleanza. Mi sembra poco proficuo combatterci a vicenda e perdere una lady dal sangue reale. Tu ti sposi, Cerulean City beneficerà dell'alleanza con le isole Orange e tu potrai riprendere la tua solita vita al Palazzo con le tue sorelle- lanciò uno sguardo allusivo alla giovane donna- Immagino che ti siano mancate, dico bene?

Misty si voltò per guardare la sorella. Lei non si era scomposta, rimanendo seduta al suo posto e ascoltando in un rigoroso silenzio.
Mancate… con le battaglie e la vita sempre in pericolo, per Misty era complesso dire se le erano davvero mancate; aveva perfino smesso di pensare a loro.

Del resto, non erano state così affiatate da bambine. Al gioco delle principesse, Misty aveva preferito il combattimento, andando contro le leggi della città e gettando un'ombra di disonore sulla famiglia. Era logico che le sorelle provassero ripudio per Misty.
Però doveva ammettere che ogni tanto, il pensiero che la guerra potesse raggiungere le sorelle, la preoccupava; le sorelle non erano dominatrici.

  • Se io mi sposo…- Misty sentì un groppo alla gola nel dire quella frase- tu manterrai il nostro accordo?

Il Presidente le rivolse un sorriso; un sorriso che mostrava in pubblico per conquistare consensi e favori dalla gente, un sorriso che lei sapeva essere fittizio.

Era così abituata al quel sorriso, che si domandava persino se il Presidente sapesse sorridere per davvero.

  • Certo. Hai la mia parola.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

  • Cerulean city?- ripeté incredule May- Mi stai dicendo che Misty è andata proprio a Cerulean City? Il posto da dove è stata bandita?

Il Team Luce, con la partecipazione di Anabel, si erano riuniti nella stanza di Melody; lì dove la dominatrice dell'aria, ancora addormentata, era assistita dalla sua insegnante Agatha. Per Brock era importante che ci fossero tutti, compresa Melody, anche se non poteva intervenire.
Il castano camminava avanti e indietro per la stanza, davanti agli occhi delle tre ragazze sedute. Ash aveva preferito rimanere dietro appoggiato al muro, con Pikachu ai suoi piedi.

  • Ma perché?- chiese Dawn perplessa- Pensavo che non potesse tornarci.

  • È così...- confermò Brock, incrociando le braccia- però qualcosa ha fatto cambiare idea a Misty.

  • Ovvero?- chiese May impaziente- Oh andiamo, per quale assurdo motivo si sarebbe consegnata al Presidente?

  • Una lettera- spiegò Brock e la mostrò al gruppetto. Portava il sigillo del Paese dell'Acqua- Una lettera che ha raggiunto Misty fin qui.

  • E allora?- insistette May senza capire.

  • È di sua sorella.

Ash guardò stranito Brock. Misty non gli aveva accennato a una sorella... ma ad essere sinceri lei non aveva mai parlato della sua famiglia. E visto che si erano ripromessi di non immischiarsi nella vita dell'altro, lui non si era soffermato a fare domande.

  • Daisy?- disse May sorpresa. A quanto pareva lei sembrava saperne di più di Ash. Brock annuì- Per quale motivo le avrebbe scritto? Credevo che…

  • La risposta è in questa lettera- rispose subito- In breve, Daisy le sta chiedendo di tornare a Cerulean City. Il Presidente ha concesso il suo rientro, a cambio di un matrimonio.

  • Che?!- esclamarono insieme May e Dawn.

Ash si sentì scivolare sul muro dall'incredulità. Matrimonio? Da dove era saltata fuori una proposta così assurda? Non erano troppo giovani per queste cose?

  • Perché dovrebbe sposarsi?- chiese confusa Dawn.

  • Suppongo per riprendere il suo posto al Palazzo.

  • Continuo a non capire, cosa c'entra lei con il Palazzo?- insistette. May però rimase in silenzio e incrociò le braccia.

  • Misty è la quarta figlia del Re di Cerulean City- spiegò Brock.

  • Che?!- esclamò Dawn, quasi sobbalzando dalla sedia.

Si sentì invece un tonfo alle loro spalle. Voltandosi, videro Ash che era scivolato a terra, senza un motivo apparente.

  • Prin-principessa?- fece lui quasi balbettando, con un sorriso congelato nella faccia- Ma stiamo parlando di Misty?

  • Ah già, tu e Dawn non potevate saperlo…- ricordò Brock all'ultimo momento- Uno dei motivi per cui Misty è stata bandita da Cerulean City, non è solo per essere diventata una dominatrice d'acqua; in quanto lady aveva degli obblighi da rispettare, che ha disobbedito.

Per un istante Ash si immaginò la ragazza con quel suo temperamento focoso, indossare abiti eleganti ed esprimersi con dei modi raffinati.

Chi, Misty? Quella che non ci pensava un secondo a riempire di botte chi la offendeva? Impossibile, neanche fra un milione di anni poteva assomigliare ad una principessa!
Però ora tutto sembrava quadrare… quell'insistente caccia a Misty e il fatto che sembrasse conoscere molto bene il Presidente.

  • Però perché non dircelo che è una principessa?- chiese Dawn sorpresa quanto Ash.

  • Perché non ne va fiera- spiegò Brock- Io l'ho saputo perché George me ne aveva parlato.

  • E io e Melody lo abbiamo saputo durante uno scontro a Cerulean City tra Misty e il Presidente- disse May. Dawn però continuò ad essere dubbiosa.

  • Se è una principessa, perché decidere di ucciderla?

  • A essere precisi, Misty era una principessa- precisò Brock- Ma infrangendo le leggi e scappando dalla città, ha perso il suo titolo e la possibilità di rimettere piede a Cerulean City.

Dawn si portò le mani alla bocca. Se un giorno avesse trovato sua madre, insieme sarebbero potute tornare a casa, ma per Misty non sarebbe stato possibile. In quanto ricercata, a battaglia conclusa, non avrebbe mai potuto ritornare a casa. Quindi, cosa avrebbe fatto, una volta finita la guerra?

  • E quindi solo per tornare a casa, avrebbe accettato il matrimonio?- chiese incredula May a Brock.

  • A quanto pare sì, ma ho qualche dubbio a proposito. Non era nelle intenzioni di Misty tornare a Cerulean.

  • Forse gli ultimi avvenimenti le hanno fatto cambiare idea- ipotizzò Ash, ancora stordito dall'idea che Misty fosse una principessa.

  • O forse era un modo per scappare dalla guerra- suggerì May alzando le spalle.

  • No, io non credo che sia quel genere di persona- negò Dawn, in difesa di Misty.

  • Ehi, ti sei forse scordata il modo in cui se n'è andata?- May la guardò storto- Se non aveva niente da nascondere, perché mentire?

  • Perché…- Dawn però non riuscì a trovare una risposta convincente e guardò supplicante Brock.

  • No, ha ragione Dawn- intervenne lui- Neanch'io capivo perché Misty avesse agito così, però leggendo la lettera, ho iniziato a sospettare che non si trattasse solo di fuga. Poi, parlando con Ash, ho ricordato il motivo per cui ho iniziato il viaggio con Misty. Io ho fiducia in lei, ma so anche, che sarebbe capace di fare qualche pazzia.

  • Che possiamo fare allora?

  • Misty ci ha dato la libertà di decidere… Voi cosa volete fare?

Ci fu silenzio tra i presenti. Nessuno osò aprire bocca per primo. Agatha e Anabel erano lì solo come spettatori.

  • … andare a Cerulean City.

I ragazzi spalancarono gli occhi; Melody si era svegliata e li stava guardando dal suo letto.

  • Melody!- esclamarono felici i suoi compagni. Agatha sorrise sollevata.

  • Come ti senti?- domandò la signora.

  • … dobbiamo andare a Cerulean City- disse la castana, senza farle caso- E recuperare Misty.

  • D'accordo- annuì Brock- Ma per te sarebbe meglio rimanere qui…

  • Sono rimasta tutto il tempo addormentata, e quando mi sveglio sento i vostri assurdi discorsi- cercò di mettersi seduta sul letto. Agatha l'aiutò, perché era ancora debole per stare dritta- Dico, la battaglia vi ha per caso fatto dimenticare che siamo un gruppo?

  • È stata Misty a volerlo!- ribatté May offesa.

  • È una menzogna!- replicò con fervore- Misty non può aver abbandonato il gruppo. E mi meraviglio che voi abbiate pensato il contrario!

  • Hai ragione, Melody- concordò Brock cercando di calmarla- Ma questa faccenda riguarda Misty, non il gruppo. E non si trova in una qualsiasi città, bensì a Cerulean, la città che non gradisce la nostra presenza. Andando lì, è possibile che attireremo l'attenzione delle guardie e che si debba lottare. Senza Misty nel nostro gruppo, potrebbe essere più rischioso delle altre volte. Per questo ho intenzione di andarci da solo. Conosco il posto più di tutti voi.

  • Io verrò con te- si offrì Dawn, alzandosi in piedi- Misty è mia amica, ancora prima di essere una leader.

  • Dawn…- sospirò, aspettandosi che qualcuno lo avrebbe proposto.

  • Non ti starò d'intralcio, Brock.

  • Però…

  • Conosco il posto quanto te e so muovermi silenziosamente- disse Melody- Non devi andare da solo, ci sarò anch'io.

  • Melody…

  • Non combatterò, se non sarà veramente necessario- cercò di trovare un accordo convincente- Però voglio parlare con Misty e farla ragionare- poi guardò il dominatore del fuoco- Inoltre, con me ci sarà Ash. Dico bene?

Il nominato si indicò perplesso, sorpreso di essere stato tirato in ballo all'improvviso.

  • Non sei costretto, ma ti ricordo che Misty è venuta a cercarti nella nave, quando te ne eri andato- lo fissò con un'espressione seria, come se gli stesse facendo pesare l'accaduto.

  • D'accordo- annuì poco convinto.

Il tono di voce di Melody era così diverso da come era solita rivolgersi a lui. Pensò che fosse normale, essendosi appena svegliata da un lungo sonno.

Poi guardarono May, in attesa che anche lei desse una risposta. La dominatrice della terra era con le braccia conserte e muoveva i piedi pensierosa.

  • Sapete che non mi tiro indietro in una battaglia, ma non avete pensato che lei non voglia essere trovata?- espose il suo dubbio- E se una volta lì, lei si rifiutasse di venire via?

  • Non potremo mai averne la certezza, se non andiamo da lei e le parliamo- spiegò Brock- E nel caso lei volesse ugualmente rimanere lì…be’, noi non la obbligheremo a venire con noi.

May alzò gli occhi e sospirò.

  • Va bene. Vengo- poi li guardò con una smorfia- Ma sia chiaro, se non riceverò una risposta convincente da lei, riceverà uno dei miei pugni- disse in tono di minaccia.

Brock sorrise un po' preoccupato, non aveva dubbi che May l'avrebbe fatto; era fatta così. Ma sapeva anche, che la ragazza aveva voglia di vedere Misty; nonostante la rabbia che provava, le impedisse di mostrarlo.
Brock poi si rivolse alla ragazza dai capelli lilla, che se ne era rimasta in disparte ad ascoltarli.

  • Anabel, so che non fai parte ufficialmente parte del gruppo e che ci sono stati problemi con Misty... Ma per l'aiuto che ci hai dato durante l'attacco del Team Magna, sei la benvenuta se vorrai venire con noi. Sono certo che Misty non avrebbe niente in contrario.

  • Sì, concordo- disse Ash- Sei forte e hai esperienza nelle battaglie.

Lei sorrise un po' commossa dai suoi complimenti.

  • Vi ringrazio. Ma questo non è il mio team, io faccio già parte dei Frontier Brains. E poi, ora avete qualcosa di più importante da fare…

  • Sei sicura?- insistette Ash. Lei scosse la testa.

  • Misty aveva paura di aver rovinato l'armonia nel gruppo, di non essere adatta a ricoprire un ruolo di comando nel gruppo. Ma ascoltando la decisione che avete preso, questo mi dimostra che Misty non ha sbagliato con voi e che io mi ero sbagliata a giudicarla. Siete un ottimo team e vi auguro di rimanere fedeli alla vostra amicizia… è rara di questi tempi.

Gli altri annuirono, ricaricati dalle sue parole.

  • Bene, direi di metterci subito in cammino- disse Brock avvicinandosi alla dominatrice dell'aria- Melody, se preferisci ti porto sulle spalle…

  • Oh, non esagerare- gli diede una pacca sulla spalla- Come pensi di tenermi su con quelle braccia?- indicò le fasciature- Tranquillo, ce la farò.

  • Melody…- sospirò, sentendosi impotente.

  • Agatha- la castana guardò la sua insegnante- Mi spiace, non potrò rimanere per altri insegnamenti.

  • Se hai deciso così, io non ti fermerò. Sono la persona meno indicata per dirti cosa fare… ma se un giorno avrai bisogno di me, io ti aspetterò.

  • Grazie- Melody l'abbracciò.

  • Anabel- la chiamò Ash, mentre gli altri preparavano le borse per il viaggio- Spero che un giorno cambierai idea e vorrai venire con noi…

  • Chissà…- gli sorrise con un rossore sulle guance- Ma posso garantirti che ci rivedremo sicuramente.

  • Per quello che è accaduto con Misty… non avercela con lei. Se si è comportata così, è per colpa mia...

  • Ma io non sono arrabbiata con lei- lo contradisse sorpresa, poi gli sorrise divertita- E non era la rabbia nei tuoi confronti ad averla spinta contro di me. Sbagli a pensarla così.

Lui la guardò confuso.

  • E allora cosa?

  • Ammetto che l'ho stuzzicata un po' con le mie parole, ma per come ha reagito Misty...- lo guardò dritto negli occhi- … non penso che lei ti veda solo come un compagno- lui però continuò a non capire.

Anabel si limitò a sospirare un po' delusa, ma poi si arrese a un sorriso divertito.

  • Suppongo che sia ancora presto per accorgertene…

Ash fece una smorfia poco contenta. Non sopportava quando le persone gli facevano notare la sua lentezza nel comprendere alcuni concetti.

Lei ridacchiò alla sua espressione buffa.

  • Per il momento, preoccupati di recuperare la tua leader.

Lui annuì, anche se le parole di Anabel lo lasciavano perplesso.

  • Solo una cosa, prima. Quando sarai con lei, riferiscile questo in segreto…- si avvicinò a lui imbarazzandolo e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

Lui ci capì ancora meno.

  • Che fai ancora lì Ash?- Dawn lo chiamò. Gli altri erano già fuori dalla stanza- Noi ce ne stiamo andando.

  • Ah sì, arrivo! Ciao Anabel! Arrivederci Agatha!- le salutò e corse dai suoi amici.

  • A presto!- li salutarono Anabel e Agatha.

Rimaste sole, la signora si apprestò a raccogliere le sue cose. La ragazza dai capelli lilla non si mosse subito e osservò la signora di spalle.

  • L'ha lasciata andare senza protestare… un vero peccato per i tuoi piani, eh Bertha?

La donna si voltò subito a guardare la ragazza. Aveva uno sguardo come di una persona colta in fragrante.

  • Stai tranquilla, non ho detto a loro la sua identità. Come membro dei Frontier Brains, non sono tenuta a dare informazioni private sui componenti della Elité. Però mi ha sorpresa vederla così fuori forma. È per questo che era così insistente con la dominatrice dell'aria…

  • Non è affare tuo ragazzina- disse lei ostile, facendo cadere la sua facciata di donna gentile.

  • Sì, ha ragione- lei prese il suo mantello lasciato sulla sedia e se lo mise sulle spalle- Non voglio avere niente a che fare con i piani dell'Elité- e se ne andò.

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Capitolo 40
*** Cap. 39 - Intrusione nel Palazzo. Chi è lui? ***


Piccola avvertenza prima di continuare a leggere. Questa fanfic è pubblicata principalmente nella mia pagina web, dove sono già stati pubblicati all'incirca più di 60 capitoli. In questo sito sto inserendo poco a poco tutti i capitoli per mettermi alla pari, ma ci vorrà del tempo perché li pubblico dopo averli un po' modificati. Se volete leggerli prima, consiglio di andare alla mia pagina web (potete chiedermi il link anche qui).
Buona lettura!

*


SINOPSI: Il Team Luce, senza Misty nel gruppo, decide di provare a parlare con la dominatrice dell’acqua, dopo aver scoperto che è in procinto di sposarsi. Quindi si dirigono a Cerulean City, luogo dove in precedenza si erano ritrovati a combattere e poi fuggire.
Riusciranno nell’intento o Misty andrà avanti con la sua decisione?

 

BLUE BIRD ILLUSION

 

Cap. 39

 

Intrusione nel Palazzo. Chi è lui?

 

  • Datemi un buon motivo, per cui debba accettare!- disse il moro incrociando le braccia e negandosi ad acconsentire.

Dopo essersi messi in cammino ed essere passati in mezzo a bufere di vento gelido, erano riusciti a raggiungere le mura di Cerulean City. La fortuna era dalla loro parte quel giorno; all’ingresso della città avevano messo una vecchia guardia per il controllo documenti. La guardia, che già non ci vedeva bene, non aveva prestato attenzione alle loro facce. Non aveva riconosciuti i volti dei ragazzi che precedentemente erano entrati a Cerulean City e avevano ingaggiato una lotta con il Presidente.

Eppure Brock era certo che se la guardia avesse controllato bene, avrebbe trovato le loro foto nei cassetti della scrivania, con sopra l'avvertimento di non farli entrare.

Ma non era l'unica stranezza; Brock aveva notato che in giro c'erano meno guardie del solito.

Il che lo portava a pensare che erano concentrati al Palazzo, insieme a Misty.

E per trovarsi tutti lì, lasciando la città meno controllata, dovevano temere qualcosa.
Ma anche nella gente c'era qualcosa che non andava; erano stranamente tranquilli. Non vedeva in giro persone emozionate per qualche evento, non ne accennavano neanche.

E se era vero che Misty stava per sposarsi, in quanto principessa di Cerulean City, l'evento doveva suscitare qualche emozione nella popolazione.

Ciò era sospetto, ma quella calma apparente tornava a loro favore. Prima di dirigersi al Palazzo, si fermarono in un albergo non tanto distante dalla loro meta.
Di alberghi ce n'erano sì e no due o tre in tutta la città, questo perché secondo le nuove normative della città, nessun forestiero poteva soffermarsi lì per più di una notte.

Il proprietario dell'albergo li aveva osservati con sospetto appena avevano varcato la porta, ma si era limitato solo a quello. Aveva consegnato a loro le chiavi e li aveva lasciati salire al piano superiore. Mentre salivano le scale, Melody sentì l'uomo commentare con la moglie.

  • Tzk, oggi è il giorno dei tipi strani… come se non bastasse l'arrivo dell'altro forestiero di stamani.

Anche Brock aveva notato che le chiavi delle stanze appese dietro il bancone, c'erano tutte tranne due. Non erano soli nell'albergo.
Ed eccoli lì infine, in quella stanza tutti riuniti tranne Misty, ad organizzare il piano.

Ma il piano di Brock non era di gradimento al dominatore del fuoco, che aveva subito protestato.

  • Primo: perché sei un dominatore del fuoco- iniziò a spiegare Brock, con pazienza- E se non te ne fossi accorto, il tuo elemento è in svantaggio rispetto a noi- gli rispose Brock- Però hai anche dimostrato di avere molta resistenza. Ciò potrebbe tornarti utile, nell'attesa che vi raggiungiamo- tornò ad elencare- Secondo: mi sembrava di averti chiarito che sei la persona più adatta a parlare con Misty.

  • Ma sono un maschio! Perché diavolo mi devo vestire da femmina!

  • Per non dare nell'occhio, ovvio- disse Dawn- E una volta che io e Melody ti avremo vestito, nessuno noterà la differenza- aggiunse entusiasta.

Ash la guardò con fastidio. C'era una punta di eccitazione nella sua frase. Lei e Melody erano quelle che più si divertivano con gli abiti e trucco.

  • Perché non mandate Brock allora- insistette Ash.

  • Sii realista, lo vedresti Brock con un abitino fru fru?- fece May rabbrividendo- Verrebbe subito scoperto. Con te invece non c'è pericolo. Nessuno capirà che sei un maschio.

Ash fece una smorfia, per niente contento del commento di May. Ma fu Melody a farlo zittire.

  • E se questo non ti bastasse, ti ricordo che Misty lo avrebbe fatto per te- disse seria la dominatrice dell’aria, puntando nuovamente sui sensi di colpa.

Ash indietreggiò di fronte all'accusa, non così velata, di Melody.

Il ragazzo era ancora confuso dal comportamento di Melody. Era dal suo risveglio che non faceva che lanciargli accuse, e non capiva perché.

  • E comunque, non sarai solo- aggiunse- Verrò con te.

  • Melody, ho detto di no!- protestò Brock autoritario- Non sei nelle condizioni. È già tanto che abbia acconsentito a portarti con noi.

  • E invece ci andrò- disse lei determinata, poco preoccupata di mettersi contro di lui- Non dirmi che non ci hai pensato: il Palazzo è grande, nessuno di noi conosce l'interno e abbiamo poco tempo a disposizione. Chiunque vada deve essere in grado di muoversi con discrezione ed essere pronto a scappare. May non è certamente una piuma quando si muove, ha la grazia di uno Snorlax.

  • Ehi!- si lamentò May.

  • E Dawn finirebbe per mettersi in trappola da sola. Non ha la prontezza di agire subito.

  • Ehi- disse Dawn, con un tono meno alto di May. Era cosciente che faceva ancora molti errori, ma non era gradevole che qualcuno glielo facesse notare.

  • Come dominatrice dell'aria, sono avvantaggiata nella fuga, rispetto a voi. Quindi non dovrete preoccuparvi per me.

Brock sapeva che Melody aveva esposto i fatti in modo corretto, ma non poteva evitare di sentirsi preoccupato. Stavano andando un po' alla cieca; avrebbero potuto presentarsi degli imprevisti e non sarebbero stati tutti insieme per agire.

Ma se si fosse opposto ulteriormente, temeva che Melody avrebbe fatto ugualmente di testa sua.

Normalmente lei avrebbe accettato senza problemi di rimanere indietro, ma in quella occasione era determinata ad andare.

Sentì un po' della pressione che Misty provava ogni volta che doveva impartire ordini. Non era piacevole.

  • D’accordo…- provò comunque a fidarsi. Guardò sia lei che Ash- Ma ricordate che avete a disposizione mezz'ora per poter tornare. Scaduto il tempo daremo per scontato che vi hanno catturato ed entreremo con la forza dentro il Palazzo.

I due ragazzi annuirono. Il tempo che gli veniva concesso non era tanto, ma non avevano alternative se volevano uscirne indenni.
Per cercare Misty.

  • E ora… trucco!

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Tirò le tendine e guardò fuori da quell'ampia finestra. Il paesaggio era come se lo ricordava; le case, le strade, le scuole, i parchi, i laghi e… le alte mura. Le mura che anni prima sognava di superare, alla ricerca di un mondo a lei sconosciuto. Le mura che un giorno lei e George avrebbero visto allontanarsi alle loro spalle, nascosti in un carro.
Chi l’avrebbe detto che sarebbe tornata alla fine.
Diede un'occhiata alle sue spalle. La sua stanza era rimasta come l’aveva lasciata.

Si sarebbe aspettata polvere o accumulo di scatoloni per essere usata come magazzino, e invece era pulita e in ordine. I mobili erano spolverati, persino il lampadario non presentava tracce di polvere. I vestiti erano rimasti nell’armadio, stirati e ancora profumati. Segno che qualcuno si era preso la briga di tenere pulita la sua stanza.
Ma per quale motivo? Se lei era scappata, infrangendo le leggi e diventando una ricercata, era logico pensare che non sarebbe tornata.
Tornò al paesaggio della città e aprì la finestra. Il sole brillava e tirava una brezza leggera, ma era rinfrescante.
La neve era solita cadere frequentemente su Cerulean City, ma c'erano dei periodi in cui la gente poteva apprezzare il calore del sole e il piacevole tocco di colore che veniva allo scoperto, una volta che la neve si scioglieva.

Era come se indirettamente, Cerulean le stesse dando il bentornato.
Ne doveva essere felice, ma non ci riusciva. Sentiva che aveva lasciato molte cose in sospeso alle sue spalle. E quello che da lì a poco avrebbe dovuto fare, la metteva in agitazione.
Bussarono alla porta.

  • Avanti.

Una ragazza dai lunghi capelli biondi e occhi molto simili ai suoi, entrò nella stanza. La sua figura era aggraziata e delicata, degna del ruolo che ricopriva in quel Palazzo.
Sorrise mentre faceva passare dentro due donne che trasportavano un abito ingombrante, nascosto da una tela per proteggerlo.

  • Appoggiatelo qui- ordinò la bionda; loro eseguirono e discretamente uscirono dalla stanza. Poi lei si rivolse alla ragazza affacciata alla finestra- Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vedere l'abito scelto per la cerimonia.

La ragazza con il codino diede un'occhiata veloce all’abito ancora nella sua custodia. Il suo viso non mostrò particolare entusiasmo.

  • D’accordo. Sei stata gentile a portarmelo.

  • Non vuoi vederlo?- chiese perplessa la sorella.

  • No, mi fido del tuo gusto- e tornò a fissare fuori dalla finestra.

La bionda si sedette sul letto e rimase a osservare l'insieme dei dettagli della ragazza che aveva davanti. Nel tempo che non si erano viste, Misty era cresciuta sia in altezza che nelle forme. Non così esageratamente da non riconoscerla, ma ad un occhio così attento come il suo, poteva notare certi cambiamenti nel suo corpo. Non era più una ragazzina.

  • È stato un po' difficile per le misure- scartò la custodia e alzò l'abito tra le mani- Mi sono dovuta basare sugli abiti che indossavi quando sei arrivata qui.

Misty abbassò per un attimo lo sguardo, per osservare l'abito che stava indossando. Un lungo vestito di seta color celeste, con pizzi e ricami al busto. Al posto delle sue solite scarpe da ginnastica, stava calzando delle scarpette con un po' di tacco. Per fortuna il vestito non era così lungo, o sarebbe inciampata al primo passo.

Purtroppo da quando aveva fatto il suo ingresso al Palazzo, era stata costretta a disfarsi dei suoi vecchi e comodi abiti. Non perché avessero un aspetto consumato dalle battaglie, ma perché c’erano delle regole da rispettare persino all’interno del Palazzo, tra cui l’abbigliamento decoroso.
Fin da piccola non sopportava tutte quelle regole del Palazzo, e ancora meno in quel momento. Ma per raggiungere il suo scopo, era pronta a qualche compromesso.

  • Sei cresciuta molto, Misty- continuò la bionda, dandole un’altra occhiata.

  • Sì… uhm, suppongo- fece l’altra incerta su cosa dire. Non è che si parlassero molto in passato; anzi, non ricordava di aver avuto un vero e proprio rapporto d’amicizia con qualcuno, se non con George- Anche tu. Non sembri neanche avere solo qualche anno più di me. Ormai sei una giovane donna.

  • Dici?- l'altra abbozzò un sorriso, piacevolmente contenta- Ricordi quanto facevi disperare le nostre bambinaie? Ti rifiutavi di indossare i vestiti che venivano cuciti apposta per te. Una volta addirittura per protesta sei andata in giro nel Palazzo mezza nuda.

Misty diventò subito rossa dalla vergogna. Era un ricordo che avrebbe voluto sotterrare.

  • Ero solo una bambina- protestò con imbarazzo.

  • Sì, lo eri. Ed eri anche un peperino. Con i tuoi capricci facevi impazzire nostro padre- l'espressione di Misty divenne di colpo seria, mentre la sorella continuava a parlare- Non ricordo quante volte aveva mandato le guardie a cercarti. Nella maggior parte dei casi ti trovavano in compagnia di George. Suo padre si sentiva sempre così mortificato, ma non poteva impedire a suo figlio di vederti.

Misty spostò lo sguardo al pavimento. Ricordava bene le volte che la beccavano a dominare il dominio dell'acqua. E purtroppo finiva nei guai anche George, in quanto suo amico.
Daisy notò lo sguardo serio della sorella. Si morse il labbro per quello che stava per dire.

  • Ti ho mai detto qual era l'ultimo desiderio di nostro padre, prima che scomparisse?

La dominatrice dell'acqua rivolse la sua attenzione alla sorella.

  • Posso immaginarlo- alzò le spalle, cercando di mostrarsi indifferente- Che io non fossi mai nata.

Daisy scosse la testa.

  • Perché dici questo?- chiese addolorata.

  • E me lo chiedi? Sono stata solo un problema per lui, in più occasioni. I nostri rapporti erano difficili, lo sai. E sono ancora convinta, come allora, che nostro padre mi odiasse, che la mia nascita sia stato il suo più grande rimpianto.

La bionda la osservò in silenzio, mentre Misty le dava le spalle. Daisy abbassò lo sguardo, c’erano molti ricordi dolorosi nella famiglia Waterflower, ma non era questo il momento per rivangarli o fare luce su di essi. Strinse forte le mani sul delicato vestito ricamato, prima di aprire bocca.

  • Nostro padre desiderava il tuo matrimonio- Misty si voltò sorpresa e guardò confusa la bionda. L'altra non la stava guardando direttamente- Per le femmine Waterflower, lui era più che convinto che il matrimonio era l’apice della felicità. Era intenzionato a organizzare un matrimonio combinato per te, ma… non c'è stato modo di farlo- aggiunse con molta tristezza. Poi prese un respiro, come respingendo quell'amarezza e finalmente incontrò i suoi occhi- Il Presidente dice che questo è il modo migliore per rendere onore a nostro padre e ha acconsentito al matrimonio tra te e il principe.

  • Già, immagino che sacrificio sia stato per lui…- commentò ironica.

  • Misty, il Presidente ti ha concesso di cancellare le vostre rivalità, per il bene di Cerulean City e nostro padre- disse in tono di rimprovero, poi tornò calma e le sorrise incerta- Tu non vuoi rendere felice nostro padre?

Misty si toccò il braccio pensierosa. L’ultimo desiderio… era davvero il suo matrimonio?

Faceva fatica a ricordarlo, era passato davvero tanto tempo. E nell'ultimo periodo non si parlavano quasi più.
Sospirò; in passato non si era certo comportata da figlia obbediente... almeno questo desiderio glielo doveva concedere.

  • Se questo servisse a renderlo felice…- annuì- d’accordo.

Daisy sorrise sollevata, ma il suo sguardo rimase malinconico.

  • Gli organizzatori mi hanno informata che la cerimonia è tra qualche ora. Hai tempo per farti un bagno, prima che arrivino le truccatrici e delle persone che ti aiuteranno ad indossare l'abito.

  • Oh- si strinse nelle spalle. Seppure sapesse bene a cosa stava andando incontro e aveva accettato il compromesso con il Presidente... sentiva lo stesso l'impulso di fuggire da lì; scavalcare quella finestra e gettarsi fuori. Non sarebbe stata una decisione saggia, perché si sarebbe rotta qualche ossa nella caduta, ma l'ansia poteva far fare cose pazze. Doveva resistere a quell'impulso- Bene, meglio che mi sbrighi- si staccò dalla finestra e si diresse verso il bagno. Prima affrontava quella prova, prima avrebbe potuto pensare al successivo passo da fare.

  • … Misty.

La voce della sorella la chiamò. Misty arrestò la sua camminata per voltarsi.

La bionda però sembrò dubbiosa nell'aprire bocca. La sua postura così sicura sembrò in quel momento scivolare nell'incertezza. Come se un sentimento la stesse scuotendo dall'interno. Dopo qualche secondo di silenzio però, sembrò riprendersi.

  • Daisy?

  • … niente- scosse la testa e tornò serena- Mi fa solo piacere che sei qui Misty- e con questo si congedò, lasciando la stanza.

Misty rimase confusa, ma non si soffermò ad analizzare il comportamento della sorella. Aveva bisogno di un bagno freddo per affrontare la giornata.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Era stupido, era assurdo e… cavoli, come pizzicavano quelle calze! Come le chiamavano, collant?
E quei lunghi capelli biondi mossi, gli davano fastidio quando ricadevano sugli occhi. Anche se era una parrucca, si sarebbe volentieri rasato a zero. Ora capiva perché Misty si legava sempre i capelli.
Accidenti, perché Melody lo aveva spedito in una assurda ricerca, se non aveva la minima idea di dove cercare. Quel Palazzo aveva come trenta stanze o di più! E per di più si erano dovuti separare per velocizzare la ricerca.
Come cavolo poteva trovare la stanza di Misty, se non faceva che vagare senza un'indicazione precisa? Ci avrebbe impiegato una vita, di quel passo.

Ma non si era sentito di lamentarsi davanti a Melody. Temeva che lo avrebbe fatto volare via per ripicca.

  • Ehi! E tu dove vai?- si sentì afferrare alle spalle e sussultò. Lo avevano già scoperto?

Era pronto a tirare fuori il fuoco dalle mani, ma si bloccò. Era una ragazza vestita come lui, con un completo nero, con bordi ricamati di bianco e la gonna che arrivava alle ginocchia. Scarpette basse e una cuffietta bianca tra i capelli. Decisamente il completo stava meglio ad una ragazza.

  • Insomma, ti stavano cercando tutto il tempo! C'è tanto lavoro da fare, Kyoko- afferrandola per il braccio, la trascinò- Perché tu sei Kyoko, giusto?- aggiunse poi, dandole un'ulteriore occhiata, come avendo dei ripensamenti.

  • S-sì!- rispose con qualche secondo di ritardo, cercando di modulare la sua voce- Sono io!- non era vero, ma sarebbe stato complesso trovare una scusa e andarsene senza insospettirla.

Non era per niente addestrato a imitare le voci femminili, ma per fortuna scoprì di cavarsela. Non aveva ancora quel timbro di voce così profondo come Brock.

Aveva ragione May; se Brock avesse dovuto fingersi una ragazza, lo avrebbero scoperto subito appena avrebbe aperto bocca.

  • Bene, perché siamo a corto di personale. Siamo tutte impegnate con questa grande cerimonia e qualcuno deve occuparsi della sposa.

Sposa? Si riferiva a Misty? Con un po' di fortuna quell'ignara domestica l'avrebbe condotta da lei.

La seguì in silenzio, e dopo aver voltato per diversi corridoi, si fermarono davanti a una porta.
Ai due lati del muro erano sostate due guardie armate. Si chiese per quale motivo si trovassero lì. Dovevano proteggere la sposa da eventuali pericoli o… ?

  • Sono Mary, ho con me la ragazza. Fateci entrare, abbiamo del lavoro da svolgere.

Le due guardie scrutarono per bene Kyoko, come se dubitassero delle parole di Mary. Ash si accorse di aver già incontrato quelle due guardie. Erano le stesse che avevano attaccato briga con Dawn.

Cercò prontamente di chinare la testa, facendo ricadere ciuffi biondi davanti al viso.
Sperò che il trucco di Melody e Dawn sarebbe stato sufficiente per nascondere la sua identità, o la ricerca sarebbe terminata prima.

  • Forse non mi sono spiegata- riprese Mary, con tono autoritario- Tra qualche ora ci sarà un matrimonio e non c'è un minuto da perdere! O forse volete spiegare voi al Presidente il motivo del suo ritardo?

Le due guardie si irrigidirono e smisero subito di fissare Kyoko. Era evidente che non volevano finire nei guai con il Presidente. Senza dire niente, si spostarono per farle passare, e finalmente poterono entrare.

Quando la porta si aprì, Ash la individuò subito al centro della stanza, in compagnia di altre due domestiche che le giravano intorno. Per qualche secondo dubitò che si trattasse davvero di lei.
Era di spalle chinata in avanti, con la schiena completamente scoperta e il viso coperto dai lunghi capelli che le ricadevano davanti. Nell'istante dopo si rimise dritta, nell'atto di sistemare il vestito sul davanti. Prontamente le due domestiche le chiusero la cerniera dietro. Il vestito però lasciava parte della schiena scoperta.

Se fosse entrato qualche minuto prima, l'avrebbe trovata ancora nuda nell'intento di vestirsi.

Il pensiero lo fece diventare rosso all'istante. Sentiva che non doveva trovarsi lì in quel momento e avrebbe volentieri abbandonato la stanza come un razzo, se non fosse stato per la ragazza che lo stava trattenendo per il braccio.
E così si costrinse a guardare nuovamente Misty.
Indossava un bianco abito lungo, con decorazioni sul tessuto e una gemma al centro; spalline che ricadevano giù, lasciando le spalle e gran parte della schiena scoperte. Il busto stretto in vita modellava la sua figura, dandole delle curve che non credeva avesse. Il suo viso, ora visibile, aveva solo un filo di trucco, ma abbastanza per darle un aspetto femminile. I suoi capelli, non più raccolti nel suo solito codino laterale, ricadevano giù un po' boccollosi e liberi.

  • Lady Misty, ho portato un'altra aiutante. Vi aiuterà a terminare di prepararvi. Io e le altre ci occuperemo del resto- poi guardò Kyoko che sembrava essersi imbambolata e le diede un piccolo colpetto al fianco- Tornerò tra quindici minuti. Il tempo vola, non perdere tempo e non combinare guai. Mi raccomando.

Lui accennò appena con la testa, ancora frastornato dalla situazione.

Le altre domestiche nel frattempo finirono di sistemarle i capelli legando alcune ciocche con un fermaglio e poi uscirono dalla stanza, lasciando soli Misty e Kyoko.

Era così concentrato a guardarla, che si accorse solo dopo di essere rimasto finalmente con Misty, senza nessuno nei dintorni. Però non si mosse, rimanendo vicino all'entrata.
La ragazza dai capelli color arancio le diede una veloce occhiata, ma non le prestò molta attenzione. Sembrava distratta da pensieri lontani.

  • Sei nuova, giusto?- domandò rompendo il silenzio.

  • Eh…- Ash non seppe perché, ma gli uscì ancora la voce femminile.

  • Non agitarti- disse con voce gentile, mentre si avvicinava al comodino, dove erano appoggiati gli orecchini- Posso terminare di prepararmi da sola, non avevo bisogno di aiuto. Ma Mary è così autoritaria…

  • Le nozze…

Misty lo guardò. Quella parola sembrava così strana pronunciata da lui, come lo era per Misty sentirla pronunciare.

  • Sì. È curioso che questo dovrebbe essere il giorno più bello per una ragazza, eppure non riesco a provare neanche una minima sensazione piacevole- sospirò- Per gli altri è un giorno memorabile, io invece vorrei dimenticarlo al più presto. Non so cosa darei per levarmi questo abito e scappare.

  • E allora perché non lo fai?- finalmente la sua voce maschile uscì da letargo.

Misty voltò nuovamente il suo sguardo a Kyoko, ma questa volta la osservò con più attenzione. Quella voce… aveva sentito bene?
Ash fu più veloce a reagire e si tolse la parrucca bionda, rivelando quei suoi caratteristici capelli color corvino.
Per poco a Misty non mancò il fiato. Anche con il trucco in viso, non c'era dubbio che fosse lui. Cosa ci faceva lì Ash?

  • Ma… ah… tu… ?- non seppe neanche cosa dire, tale era la sorpresa.

Il ragazzo ancora in tenuta da domestica avanzò verso di lei, fino a che non si trovarono uno di fronte all’altro.

  • Non lo immagini?- disse lui, come intuendo la probabile domanda di Misty- Sei scappata, non hai lasciato che una misera lettera di addio e non ti sei neanche degnata di salutare il tuo team. E ora scopro anche che sei una principessa…

Misty chiuse la bocca. Ricordò quello che aveva fatto e intuì come si dovevano esser sentiti. Ash era sicuramente deluso e rancoroso nei suoi confronti. Come dargli torto? Non era stata lei la prima a infuriarsi quando lui se n'era andato senza dare spiegazioni?

  • Mi spiace- era l’unica cosa che poteva dire in quella circostanza.

  • Tutto qui?- lei annuì triste- Un po' deludente, non credi?

  • Non avevo alternative Ash- cercò di giustificarsi- Dovevo farlo.

  • Cosa... ? Venire qui e sposarti con un tizio che neanche conosci, solo per poter tornare a vivere a Cerulean City? O abbandonare il tuo team?

  • No, non è così che stanno le cose. Io…- poi si bloccò, come se si trattenesse nel dire di più- Non ha importanza.

  • Cosa non ha importanza?- insistette Ash con un tono di accusa. Avanzò di un passo, alzando la voce- Il tuo team, i tuoi amici? O quei ideali in cui dicevi di credere!

  • Io ci credo ancora!- disse lei risentita.

  • Non sembrerebbe, visto che non ci hai impiegato molto nel precipitarti qui e infilarti un abito da sposa.

  • Non lo faccio per scelta. Non mi sto certo divertendo!

  • E allora chi ti sta obbligando? Non è da Cerulean City che eri ricercata? Per chi lo stai facendo quindi?

Misty si morse il labbro, come incerta se continuare a discutere. Cercò di calmarsi e parlare con adagio.

  • Ascoltami, fuori ci sono due guardie che sicuramente entreranno in questa stanza, se sentiranno la voce di un ragazzo.

  • Sì, ho notato le nostre due conoscenze- disse ironico- Che vengano pure, li sistemerò con il mio fuoco- alzò il braccio indifferente.

  • No!- lo bloccò prima che facesse qualche stupidaggine- Non voglio risse Ash.

  • Perché? Così tanta voglia di sposarti?- fece lui irritato- Così tanta premura di sbarazzarti del tuo vecchio team?

  • N-non è così- mormorò lei con voce spezzata. Perché non capiva quanto era difficile per lei?

  • E allora cosa? Perché per una volta non mi racconti la verità!

  • Perché è per la vostra sicurezza!- esclamò, quasi al bordo della pazienza.

Ash la guardò per un momento sorpreso, per poi incrociare le braccia scettico.

  • Spiegati.

  • Io…- abbassò lo sguardo triste, stringendosi nelle spalle- all'ospedale, vedendo in che stato vi eravate ridotti, nuovamente... sono stata presa dal panico. Avevo il compito di stare al vostro fianco, prima che il Team Magma attaccasse. Ho agito troppo tardi e per poco non vi perdevo.

Ricordi della battaglia aleggiarono nella stanza. Ricordi di una battaglia che aveva colpito tutti loro.

  • Non è stata colpa tua…- ammise lui, sentendo del rimorso per non essere riuscito a fare di più in quella battaglia.

  • E invece sì! Ero la vostra leader e cosa ho fatto per proteggervi?- nei suoi occhi lucidi, c'era riflesso il suo dispiacere- Solo allora ho capito che non ero la più indicata. Ho sbagliato con George e non voglio sbagliare con voi.

Il ragazzo la osservò, comprendendo lentamente i sentimenti che l'avevano spinta a reagire in quel modo. Ma ancora gli era difficile accettarlo.

  • E quindi sei venuta qui?- lei annuì.

  • Quando ho ricevuto la lettera di Daisy, ho intravisto una possibilità per lasciarvi fuori dalla battaglia. Non sono tornata qui principalmente per il matrimonio, ma per un accordo con il Presidente.

  • Quale accordo?- chiese ora curioso. Gli sembrava strano che lei andasse a patti con un tipo del genere.

Misty si sedette sul bordo del letto con un gran sospiro sospiro stanco.

  • Per tradizione tutti i reali si devono fidanzare o sposare in giovane età. Tra le mie sorelle, ero l'unica che mancava. Ero scappata ancora prima che si decidesse del mio futuro fidanzamento. So che per Cerulean è importante mantenere un immagine decorosa di sé, per questo la mia disobbedienza era intollerabile- si toccò ciocche di capelli con nervosismo. Dal suo sguardo sconfitto, non sembrava proprio tenerci a quella tradizione- Per il Presidente quindi, il mio matrimonio era una buona opportunità per stringere alleanza con un altro paese dell'acqua e ripristinare il buon nome della famiglia. Per me invece era l'opportunità per rimettere piede a Cerulean, non più come fuggiasca, e apportare dei cambiamenti. Solo una volta sposata, mi verrebbe legalmente riconosciuto il mio titolo di regnante e il diritto a intervenire sulle decisioni della città. La gente finalmente mi ascolterebbe e io potrei convincerla della necessità di combattere.

  • Tu… hai ancora intenzione di combattere il Signore del Fuoco…- disse lui sorpreso, credendo che in quel trambusto, sarebbe stato assurdo pensare ancora a quell'obiettivo.

  • Certo- annuì e gli rivolse uno sguardo carico di determinazione- Lo sai che è quello il mio unico scopo. Se avrò l'appoggio della mia gente, potrei convincerli ad allearsi anche ad altri paesi di altri domini. E la guerra potrebbe prendere una svolta diversa- rivolse la sua attenzione al tappeto sotto i loro piedi- Non ci sarebbero più dei ragazzini soli a combattere, ma un esercito di adulti. Voi non dovreste più lottare e sareste in salvo; nel frattempo potrei mettermi sulle tracce della gente di Melody, la madre di Dawn, la famiglia di May, i fratelli di Brock... cercherei un posto sicuro per loro- tornò a guardarlo- Non capisci? È la scelta più giusta.

Stupida– pensò fra sé Ash, stringendo i denti.

  • Noi non ti abbiamo chiesto di proteggerci- dichiarò lui e andò a sedersi accanto a lei senza guardarla- Non puoi semplicemente andartene e prenderti carico di tutti i problemi. Non è per questo che sono restato nel vostro team. E lo stesso suppongo che valga per gli altri.

Non è per questo che ti ho seguita– pensò ancora.

  • Ash…

  • Credi veramente che una volta che avrai rispettato i patti con il Presidente, andrà come tu hai pianificato?

  • Farò di tutto per farlo accadere.

  • E non hai pensato a noi? Ai tuoi compagni…

Non hai pensato a come mi sarei sentito?– disse la voce dentro di lui.

  • La vostra sicurezza viene prima- spiegò lei, con un tono di voce convinto.

Ash si sentì fremere dalla rabbia e girandosi verso di lei l'afferrò per le spalle.

  • Misty, noi non siamo dei bambini! E tu sei umana! Non ho bisogno che tu mi protegga, sono un ex-membro del Team Magma, posso cavarmela. Smettila di fare l'eroina e torna nel team! Loro hanno bisogno di te.

Io ho bisogno di te- replicò la voce nella testa, senza lasciarlo uscire dalle sue labbra.

La ragazza lo fissò stupita. Gli occhi di Ash la fissavano con tanta risoluzione da lasciarla senza fiato.

Sentiva le sue mani stringere con più forza le sue spalle; il caldo che le trasmetteva contrastava il freddo del suo corpo. Poteva percepire come il suo corpo si scaldava con un solo tocco suo, ridandole un po' dell'energia che si era spenta in quelle ore. Perché la sua vicinanza le provocava un turbinio di emozioni?

Si obbligò a reprimere quel fuoco che sentiva crescere in lei. Non era il momento giusto.

Un sorriso triste si formò sulle sue labbra. Si alzò in piedi, costringendo Ash a lasciarla andare, e andò a recuperare la parrucca che il ragazzo aveva fatto cadere. Le diede una spolverata mentre tornava a sedersi accanto a lui. Ash la seguì con lo sguardo senza capire.

Lei, senza soffermarsi a spiegare, la sistemò con delicatezza sulla testa del ragazzo, che la guardò ancora più confuso. Con le mani afferrò alcune ciocche di quella parrucca e le trascinò vicino a sé, spingendo nell'atto anche la testa di Ash in avanti. Le loro fronti si scontrarono leggermente e i loro nasi per la vicinanza si sfiorarono.

Lei socchiuse gli occhi e non lo lasciò andare.

  • Sai, a volte mi è capitato di pensare…- disse dolcemente, quasi in un sussurro- che forse sei proprio tu il leader di cui il Team Luce ha bisogno.

Ash rimase in silenzio, senza muoversi.

Del resto cosa poteva dire o fare? Era rimasto pietrificato dal gesto improvviso della ragazza e non poteva staccare lo sguardo dal suo volto, così vicino da fargli mancare il fiato. Quei occhi verde acqua nascosti dalle lunghe ciglia, quella pelle così chiara che contrastava con le ciocche color arancio che ricadevano sulla spalla scoperta, e il dolce profumo che emanava il suo corpo. Le sue spalle erano ancora più minute di quel che ricordava, così come le sue braccia, dando l'impressione di essere più fragile di quel che dimostrava. Il corpino del vestito, così stretto sul petto, era scollato sul davanti lasciando intravedere le curve del suo seno. Ash alzò lo sguardo allarmato e imbarazzato per dove i suoi occhi si erano spinti, sperando che lei non avesse fatto caso al suo sguardo indiscreto, e si concentrò sulle labbra che si muovevano per parlare.

  • Hai coraggio, abilità e… ogni tanto te ne esci con qualche idea buona- la sua voce così suadente da far venire i brividi, pronunciavano parole che non venivano subito recepite dal ragazzo- Ma soprattutto, ci tieni al team. E me lo hai dimostrato in più occasioni, rinunciando alla tua missione per venire con noi.

Continuò lei a parlare, ma sebbene gli parlasse a pochi centimetri dal suo viso, lui non riusciva a smettere di fissare le labbra di lei. Con quella sfumatura di color rosso e uno strato di lucido sopra, erano come se lo stessero invitando... invitando a essere sfiorate, toccate... assaporate.
Ash si sentì avvampare dal rossore, rendendosi conto dove la sua immaginazione lo stava spingendo.
Se il suo cuore prima era come congelato a causa del ravvicinamento della ragazza, ora era come impazzito, battendo come un matto. E faceva così gran baccano che Ash temeva che Misty potesse arrivare a sentirlo.

Avrebbe dovuto indietreggiare subito, interrompere quella strana vicinanza e mettere distanza. Ma per qualche strano motivo, non ci riusciva. E non voleva.
Cosa gli stava accadendo? Sentiva bruciarsi dentro, gli mancava il fiato e un desiderio sconosciuto lo spingeva a cercare le sue labbra. Sapeva che era sbagliato, che non era il momento, ma si sarebbe lasciato trasportare volentieri da quel sentimento. Avrebbe chiuso gli occhi e…
 

Proibito.
 

Il suo corpo si congelò e gli occhi si spalancarono.

  • … Ash?- lei sembrò solo in quel momento accorgersi dell'espressione di panico di lui- Stai bene?

  • … sì- la sua voce uscì a fatica dalla gola. Era ancora carica del desiderio che era stato represso.

Misty sembrò ignorare cosa stesse succedendo nella testa del ragazzo, però si sentì rassicurata dalla sua risposta e lasciò andare la parrucca bionda. Si alzò dal letto e afferrò il velo da sposa sul comodino.

  • Mary sarà qui a momenti- si posizionò davanti a uno specchio- Se non mi trova preparata, poi farà una scenata.

  • Io… gli altri… mi stanno aspettando fuori- mormorò lui, ancora con la voce tremolante, evitando di guardarla. Lei annuì.

  • Meglio che ti sbrighi, la cerimonia non durerà a lungo e potrebbero accorgersi della vostra intrusione.

  • Ah… sì- si alzò con lentezza dal letto e si diresse verso verso l'uscita. A un passo dalla porta di bloccò- Questo è un addio? Non c'è modo di farti cambiare idea?

Misty guardò dallo specchio le spalle del ragazzo. Sapeva cosa voleva dire. Prendendo quella decisione, non si sarebbero più visti. Le sue nuove responsabilità l'avrebbero allontanata dai suoi amici.

  • Ho preso una decisione, e ho intenzione di portarla avanti- disse lei, cercando di celare la sua tristezza.

  • Capisco…- mormorò lui senza voltarsi e toccando la maniglia della porta.

  • Ash…- il ragazzo si bloccò nuovamente- Io… io vi voglio bene. Per me siete importanti, più di quanto crediate. È solo con voi che sento di poter essere me stessa. Spero che un giorno voi possiate perdonarmi.

Il ragazzo non aggiunse niente e uscì mogio dalla stanza. Di fuori c'erano le solite due guardie, che tornarono a fissarlo. Nei panni di Kyoko non doveva temere di essere fermato, ma in quel momento non gli importava se lo avessero scoperto. Voleva solo mettere distanza tra lui e quella stanza, voleva starle il più lontano possibile. Dei sentimenti contrastanti lo stavano divorando e non voleva tornare indietro e fare qualche pazzia.

Anche se stava provando risentimento per la sua scelta, non poteva odiarla. Misty stava sacrificando la sua libertà per portare a compimento la sua missione, proteggendo il suo team.

Non poteva vanificare i suoi sforzi per un capriccio.
Camminò il più velocemente possibile senza voltarsi dietro.

Non l'avrebbe più rivista.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Melody stava camminando per i corridoi guardandosi intorno e ogni tanto si fermava a dare un'occhiata alla sua immagine riflessa dagli specchi. Non stava male con quel completo nero da cameriera. Era stata una buona idea prendere in prestito i vestiti delle dipendenti del Palazzo. Con un matrimonio in vista, non avrebbero fatto caso a due ragazze, o una ragazza e un ragazzo, in più.
Lo sguardo si perse nei suoi stessi occhi marroni e alcune immagini tornarono alla sua mente.

Rabbrividì.
Era da quando si era svegliata che continuava a chiedersi se fossero reali o…

I suoi occhi caddero sul suo polso, fasciato da un polsino nero abbinato al vestito. Lo spostò, rivelando una sagoma rossa, lieve ma presente.
Non era la marcatura della presa di quel dominatore del fuoco a impallidirla ogni volta, ma quello che aveva visto dentro di lui. C'erano molte cose che non capiva nella visione, però altre erano nitide. Odio, malvagità e… un'altra cosa che non riusciva ancora a comprendere.

Avere il dono, non implicava anche avere la capacità di sapere analizzare.
Scosse la testa e si sistemò il polsino. Non era il momento per quello; ritrovare Misty aveva la precedenza.

Doveva… doveva venire a conoscenza di ciò che aveva visto. Se ne avrebbe parlato con lei, sapeva che insieme avrebbero trovato una soluzione.

Già, ma… e se davvero non volesse tornare?

 

Sapete che non mi tiro indietro in una battaglia, ma non avete pensato che lei non voglia essere trovata? E se una volta lì, lei si rifiutasse di venire via?


La voce di May risuonò nella sua testa come una giustificata obiezione.

Ripensò alla sua isola, la sua famiglia, la sua gente... E se ci fosse stato un modo per farli tornare e rimettere le cose come stavano sull’isola prima dell'arrivo dei nemici? In quel caso, cosa avrebbe fatto? In quanto figlia del sindaco dell'isola, e ultima persona con il dono, avrebbe avuto il compito e dovere di guidare la sua gente. E di fronte alla piacevole opportunità di lasciarsi alle spalle le guerre e tornare ad essere la solita ragazza spensierata, amata dalla sua gente... cosa avrebbe detto ai suoi compagni per giustificare la sua uscita dal gruppo?
Forse la decisione di riportare Misty nel Team Luce non era del tutto giusta. Non aveva anche lei il diritto di essere felice con la sua gente?

Con l'opportunità di non essere più ricercata e non doversi più fare carico di un gruppo di ragazzini... sarebbe stato più sensato scegliere di tornare a casa.
Melody continuò a camminare mentre rifletteva, la sua andatura però non era più così spedita e frettolosa.

Non si stavano comportando da egoisti?

Chinò la testa e fissò il pavimento, senza più essere così convinta della sua decisione.

Il pavimento sotto di lei brillava, ma non ci fece subito caso, finché la superficie non si fece scivolosa.

Un brivido la percosse e si accorse che la temperatura si era abbassata drasticamente di colpo. Com'era possibile, se fino a poco fa si stava bene?
Ma poi alzando lo sguardo vide la causa. Lastre di ghiaccio ricoprivano anche le pareti e le statue situate lungo il corridoio, e sembravano condurre ad una porta.

Di fronte a quella vista, le sembrò di rivivere lo stesso incanto, quando Misty inconsapevolmente aveva congelato il bagno.
Ci doveva essere qualche dominatore dell'acqua lì dentro. Però perché usare una tecnica proibita proprio all'interno del Palazzo? Non era un po' azzardato?

Pensò che l'unica in grado di fare qualcosa di così folle, fosse proprio Misty. Ma perché?
Avanzò con cautela e con il timore di cosa avrebbe potuto trovare, al di là della porta spalancata.
Tre guardie erano distese a terra, prive di conoscenza. Chiunque avesse fatto irruzione, aveva aperto con semplicità una porta rinforzata, piena di sigilli e serrature di sicurezza.

Al centro della stanza vide una figura incappucciata e di spalle. La persona, ignara di avere uno spettatore, era intento ad afferrare qualcosa da una bacheca.
Melody cercò di vedere il volto della persona, rimanendo nascosta dietro il muro, ma doveva aver fatto qualche tipo di rumore perché la persona si voltò di scatto e dei freddi occhi celesti la individuarono. Qualcosa oscillò fuori dalla sciarpa azzurra, come una catenina.
La castana sussultò. Non capì perché ma sentì la necessità di scappare via da lì o sarebbe stata la fine per lei.
Corse, scivolo e si rimise a correre. Tale era lo spavento, che si era dimenticata di poter usare il suo dominio per mettersi in salvo. Dopo aver corso alla cieca, senza avere la minima idea di dove si trovasse, capì che il tizio non l'avrebbe seguita e cercò di riprendere fiato.
Cosa cavolo stava succedendo?
Non ebbe il tempo di rimettere in ordine le idee, che una voce la fece trasalire. Senza saperlo si era appoggiata vicino ad una porta semichiusa. Al suo interno si udivano due voci. Una di quelle la riconobbe: era del Presidente.
Non voleva certo farsi beccare da lui, prima ancora di aver trovato Misty, ma il panico provato precedentemente le impediva di rimettersi in marcia.

  • … ecco, con questo dovrebbe essere a posto- disse il Presidente.

  • Sì, l’accordo firmato mi sembra tutto in regola- disse la persona che era con lui.

Non poteva vederli, ma poteva sentire che stavano armeggiando con fogli e timbri.

Chissà se il Presidente era al corrente che qualcuno, oltre a lei e Ash, era entrato nel Palazzo abbattendo delle guardie?

  • Bene, mi aspetto che voi rispettiate i patti.

  • Certo, siamo di parola. Ma per quanto riguarda la ragazza… è sicuro che non ci saranno dei problemi con lei?

  • No. Le ho fatto credere che con il matrimonio tornerà in pieno possesso dei suoi poteri qui al Palazzo. È ignara che verrà invece mandata nella vostra isola, una volta concluso il matrimonio. Certo, avrà da ridire, ma quando se ne accorgerà sarà ormai troppo tardi. Come ti ho già spiegato, è una dominatrice dell'acqua senza disciplina, ma so che tu sarai in grado di dominarla e renderla tua. Una volta che si sarà rassegnata al suo destino, diventerà una docile moglie.

  • Mi piacciono le sfide e lady Misty è proprio il mio tipo.

  • Ottimo, è ora che tu vada a prepararti. I preparativi per il matrimonio dovrebbero essere terminati e Misty non deve sospettare che abbiamo un accordo segreto.

I due uscirono dalla stanza e presero strade diverse. Nessuno dei due fece caso che sopra di loro, appiattita contro il soffitto, c'era una ragazza.

Una volta lontani, Melody poté scendere lentamente giù. Per fortuna questa volta il suo dominio aveva reagito.

Ma non aveva tempo per tirare un sospiro di sollievo e corse nell'altra direzione del corridoio, evitando la zona dove aveva incontrato quel misterioso personaggio.
Doveva... doveva trovare Misty!
Sentì le campane suonare, chiamando a raccolta gli invitati nella sala principale del Palazzo.
Non rimaneva più tempo! Anche se era veloce nel correre, non sapeva dove trovare la stanza di Misty, e se l'avrebbe trovata ancora lì.
No, lei non poteva… non doveva sposarsi!
Nella foga nel correre, andò a sbattere contro qualcuno.
Non ora!– pensò terrorizzata Melody, seduta a terra. Se doveva ingaggiare un combattimento, non ce l'avrebbe fatta in tempo.

  • Ahio! Ma chi diavolo…!

Il lamento dell'altra persona le fece tornare la speranza nella buona sorte. La persona con cui si era scontrata era una domestica dai capelli biondi spettinati e occhi neri.

  • Melody! Cosa…?- non fece in tempo a terminare, che la castana si alzò e si chinò subito da lui.

  • Alzati Ash, non è il momento di poltrire!

Il ragazzo fece una smorfia, mentre veniva aiutato a rialzarsi bruscamente. Ne aveva di faccia tosta Melody, l'aveva fatto cadere lei. Come se già non fosse abbastanza di malumore per conto suo!

  • Senti, io ci ho provato, ma lei…- tentò di spiegare Ash, ma Melody non lo lasciò terminare.

  • Devi fermare il matrimonio!- esclamò lei agitata.

  • Non mi hai sentito?- fece Ash seccato, ancora risentito per la decisione della dominatrice dell'acqua- Misty non ne vuole sapere di tornare. È decisa a sposarsi e combattere per conto suo. Dice che ha fatto un accordo con il Presidente.

  • Si sbaglia, Ash!- lo afferrò per le spalle- Il matrimonio è tutta una montatura. Il Presidente in realtà vuole far sposare Misty con un finto accordo, per poi mandarla in un posto lontano, dove non potrà più esercitare il suo dominio. Ash, dobbiamo fermare il matrimonio, prima che sia troppo tardi!

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