COFFEE AND CIGARETTES

di Silvereye
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 - The Proof ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 - Surpraise! ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 - It's Impossible! ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 - Because You Are A Mudblood! ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 - The Proof ***


COFFEE AND CIGARETTES

COFFEE AND CIGARETTES

L’aspro fumo bluastro di una sigaretta aleggiava tranquillo nell’aere formando nuvolette incurvate e disegni poco chiari.

Il proprietario dell’arma contro l’organismo se ne stava tranquillo, appoggiato ad una colonna di marmo bianco.

Il Ministero della Magia era sempre lo stesso, interamente forgiato con lustri d’oro e legno scuro.

Tutto appariva serio e scostante.

E lui, in quell’ambiente ci sguazzava, come in mare pieno di pesci…

Draco Lucius Malfoy, primogenito del Mangiamorte più fedele a Voldemort, si trovava al Ministero proprio quella mattina di quel piovoso 10 Novembre.

Era vestito, come di consueto, interamente di nero. Il suo mantello di alta classe svolazzava guidato dal respiro del vento.

L’espressione seria dell’uomo incuteva un timore impalpabile.

La sigaretta penzoloni dalla bocca carnosa del ragazzo ormai era giunta al termine della sua breve vita. Draco la buttò a terra con una schicchera.

Alcuni impresari affaccendati correvano per i corridoi elegantemente rifiniti.

“Lo sa che qui non si può fumare?” una voce apparentemente delicata e severa si sperse tra il sordo rumore dei mocassini che battevano il pavimento di pietra dura.

“Infatti, la sigaretta è finita.” Asserì Draco.

Il suo tono negli anni era diventato più metallico e profondo.

Continuava a dare le spalle all’impicciona di turno.

“Mi sembra ovvio. Dopo averla fumata!” gridò quella, alterandosi.

Un tacchettio raggiunse l’orecchio di Malfoy.

Probabilmente la scassapalle voleva guardarlo negli occhi.

In un secondo davanti agli occhi ghiacciati di Draco si presentò una donna alta e ben formata.

Era vestita con un tailleur blu notte. I capelli riccioluti tenuti alti in una coda.

Sulle labbra carnose e rosee di Draco comparve un bel sorriso.

Il biondo le tese la mano, cercando di presentarsi.

“Draco Malfoy, molto piacere.” Disse, mantenendo un certo distacco, ma il suo sorrisone lo tradiva.

La ragazza lo fissava incredula. Sembrava che si fosse trasfigurata in una statua di sale.

I suoi enormi occhi ambrati, e adornati da un mascara nero, lo scrutavano leggermente spaventati.

“Ehi, mi hai sentito? Sei proprio una maleducata, non vuoi neanche presentarti!” concluse il biondo, schernendola.

La donna boccheggiava, tentava di dire qualcosa ma dalla sua bocca dipinta con un lucidalabbra rosato, non fuoriusciva alcun suono.

“Ti ho lasciato senza parole? Sono bello eh?”

continuò lui, facendo girare ripetutamente la sua mano diafana davanti agli occhi spalancati della riccia.

“Tu-tu-tu-“ soffiò la ragazza.

“E’ occupato!” disse sarcastico il biondo, buttandola sul ridere.

“DRACO! VIENI, CAZZO! SCRIMGEOR E’ ARRIVATO E PUO’ RICEVERCI!” Blaise Zabini lo chiamava, irrispettoso, dall’altro corridoio.

“Bene… è stato un piacere non-conoscerti!”

concluse ironico il biondo, prima di andarsene.

La ragazza restò immobile a fissare la colonna.

Draco e Blaise si stavano avviando verso l’ufficio del Ministro.

Sarebbe stato un giorno importante per loro.

Tra poche ore sarebbero diventati Auror di prima scelta!

“Quella ragazza mi ricordava qualcuno… Chi era?” domandò Blaise all’amico, che per il nervosismo si era accesso l’ennesima sigaretta.

“Una maniaca delle sigarette. Non mi ha detto chi era… Tanto tra poco ci dovremmo vedere sempre!” commentò tranquillo.

“Speriamo…” asserì Blaise, entrando per primo nell’ufficio arredato a mò di tribunale.

Buttando la cicca con una schicchera Draco entrò nell’ufficio.

FINE CAPITOLO 1

SPERO VI PIACCIA RAGAZZI!!!!

E’ UN PO’ UNA STUPIDATA MA FATEMI SAPERE LO STESSO!!!KISS SILVER

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Capitolo 2
*** Chapter 2 - Surpraise! ***


COFFEE AND CIGARETTES

Charter 2 Surprise!

Draco rileggeva la sua prova scritta prima di consegnarla a Scrimegour.

Sembrava di essere ritornato a scuola!

Blaise scriveva con foga sullultima parte del foglio.

Ha finito, signor Malfoy? chiese la seria voce del Ministro, vedendo che Draco non faceva niente.

Si, eccole la prova, Ministro. Ti aspetto fuori Blaise! disse il biondo alzandosi ed uscendo, lamico gli sorrise e ritornò chino sul foglio.

Draco uscì da una porticina sul retro dove c'era un bel giardinetto fiorito.

Malfoy si accese una sigaretta, ad intervalli regolari aspiarava il fumo diventatao con il calare delle tenebre più biancastro.

Dopo qualche minuto di quella incondizionata pace una voce, che aveva imparato a conscere, lo richiamò.

TU! la donna di qualche ora prima lo additava, sfreccaindo verso di lui, inferocita.

Arieccola! sospirò Draco, sfoggiando un sorrisone. Per un attimo quel tono gli era sembrato... Vabbè! Allucinazioni!

Dimmi tutto, cara! la allibì il biondo, attendendo il suo arrivo, vicino a lui.

Zitto, brutto testa di cazzo! lei aveva indubbiamente riacquistato la parola.

Draco fece volare via la cicca con la solita schicchera, sorridendo verso la riccietta.

Mi puoi dire che ho fatto per starti così sulle balle, ragazzina? domandò, sfiorandole un boccolo ricaduto sulla spallina della sua giacca blu.

Tu sei Draco Malfoy. rispose secca.

E con ciò? si stupì il biondo spalancando gli occhi argentei.

Tu sei il figlio di Lucius Malfoy! esordì la riccia.

Esatto. disse lui, spuntando il primo punto da una lista immaginaria.

Tu sei il Serpeverde purosangue! sospirò la ragazza.

Si, e ne vado fiero. diss orgoglioso.

Tu sei il ragazzino rachitico che ha infilato la testa in un barile di acqua ossigenata! continuò lei.

Draco si limitò a squadrarla omicida.

Il Mangiamorte furetto! La barzelletta umana! Lo sfigato vivente! Il danno ambulante! snocciolò lei, osservandolo incredula.

Sisisisisi. Hai finito? Cazzo sei ua macchinetta! disse sfinito.

La ragazza riprese ad osservarlo stupefatta.

Posso sapere, almeno, chi diavolo sei? chiese infine spazientito.

Non so se ti farà piacere saperlo... disse lei imbarazzata.

Mi hai fracassato le palle per tre ore, almeno voglio avere la soddisfazione di sdebitarmi, un giorno... disse provocatorio.

La ragazza ignorando bellamente le sue proposte di uscita disse.

Non so da dove iniziare. disse la riccia portandosi le mani sulla bocca rosea.

Non mi pare complicato. Lo sai il tuo nome? O hai perso la memoria? continuò schernendola.

Certo che conosco il mio nome, coglione che non sei altro! E' solo che con te è diverso... Diciamo, più difficile. concluse stropicciandosi nervosa il lembo superiore della gonna.

Mi sto quasi rompendo il cazzo... O me lo dici o me ne vado... disse senza giri di parole.

Non ne sarai felice... lo ammonì per l'ultima volta.

Draco mosse un passo verso l'uscita, ma prima che potesse farlo una mano abbronzata e piccolina gli si presentò davanti.

Molto piacere... Io sono Hermione Granger. disse la riccia, lasciando un Draco di stucco.

FINE CAPITOLO 2

E' UN PO' CORTO MA ERA SOLO PER MANDARE AVANTI LA STORIA!

APPENA AVRO' TEMPO METTERO' IL TERZO CAPITOLO E DA LI' COMINCIERA' LA VERA AVVENTURA!!! GRAZIE A TUTTI PER I COMMENTI AL PRIMO E INVITO A CONTINUARE A SEGUIRMI!!! THANK YOU!!!! KISS SILVER

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Capitolo 3
*** Chapter 3 - It's Impossible! ***


Chapter 3 – It’s Impossible…

Chapter 3 – It’s Impossible…

“ Ahahahaha! Veramente un bello scherzo, ragazzina! Chi sei veramente?” asserì Draco, passandosi una mano tra i serici capelli.

La mano di Hermione era sempre protesa verso il vuoto. La ritirò frettolosamente.

“Sapevo che avresti reagito a quel modo…” disse lei intimidita da quello sguardo di ghiaccio.

“Tu mi stai dicendo che sei veramente la secchiona mezzosangue?!” allibì il biondo, lasciando trasparire una certa amarezza.

Hermione si limitò ad annuire. I suoi occhi al caramello si erano velati di lacrime incontenibili.

“No no. Non piangere!” voleva dire che non importava chi era. Ma purtroppo non era vero…

“Scusa Malfoy. Non so perché piango… Sono un po’ nervosa, scusa per averti disturbato!” prima che Draco potesse fermarla la riccia scappò via lasciando di sé solo una traccia del suo profumo vanigliato e dolce.

Dopo qualche minuto nel giardinetto comparve Blaise.

“Finito! Dovrebbe essere tut… Oh Mio Dio! Cosa è successo?!” il ragazzo rimase a fissare le migliaia di cicche spente sul praticello fiorito.

Draco era quasi diventato verde.

“Scusa devo vomitare…” bisbigliò il biondo lasciando il suo amico a controllare le risposte seduto su un tronco sporgente.

Malfoy correva a perdifiato nella vana ricerca di un bagno.

“In questo maledetto posto c’è di tutto tranne che un cesso!” mormorava tra sé, incazzato come pochi… Se avesse incontrato qualcuno di poco gradito gli avrebbe tagliato le palle.

“Chi non muore si rivede…” disse scorbutica una voce alle sue spalle.

Draco bisbigliò un ‘nonono’ molto eloquente.

Harry James Potter si trovava dietro di lui, con una pila di fascicoli nella mano destra, e la bacchetta ben salda in quella sinistra.

Draco non ripose ma si limitò a cercare con gli occhi un bagno.

“Cosa cerchi, Malfoy? La mammina?” continuava a schernirlo, Harry.

Draco si rigirò verso il moro e cominciò “Fottiti Potter! Non sono venuto certo per farmi prendere in giro da te!” Harry lo osservò sorridendo e disse “Finalmente ti riconosco Malfoy! Allora come va il tuo schifo di vita?” “Sicuramente meglio della tua, Potter. Ma ora, renditi utile alla civiltà… Dov’è il bagno?” “Secondo corridoio a sinistra!” non riuscì neanche a finire la frase che Draco era già scomparso tra i corridoi.

Harry sospirò “E’ fatto così…” prima di dirigersi all’ufficio di Scrimegeour.

L’ufficio del Ministro era come al solito molto tetro e scuro.

Ma in un modo strano, ufficioso e irriverente.

La testa di uno Schiopodo appesa al muro tinteggiato di verde chiaro, ne era un chiaro segno.

“Mi dica, signore…” balbettò incespicando, Harry, rivolto al suo capo.

“Fra poco ci saranno dei nuovi arrivi, ne è al corrente?” “Mi sono arrivate alcune voci…” asserì il moretto, riacquistando un certa dignità.

“Essendo lei il capo degli Auror, dovrà assegnargli un ufficio. D’accordo?” Harry annuì vigorosamente.

Prima che uscisse, Potter domandò. “Ha qualche particolare richiesta, signore?”

Scrimegeour con il suo tono piatto e vuoto disse “Niente di particolare… Vorrei solo che il signor Malfoy, uno di quei nuovi Auror, venga strettamente controllato.” Harry sorrise ed annuì. “Penso di avere la persona adatta, signore. Buona giornata!” il Ministro gli sorrise riverente e lo congedò.

Harry si precipitò giù verso il corridoio che portava all’ufficio più serio di tutta la squadra.

“Hermy! Ho un favore da chiederti!!” strillò il moro, attirando l’attenzioni di una riccia, dagli occhi ancora umidi.

FINE CAPITOLO 3

UAHAHHAH! SCUASATE UN ALTRO CAPITOLO-CAZZATA! SPERO MI PERDONIATE! GRAZIE DEI COMMENTI!!!

MI FANO MOLTO PIACERE!! CONTINUATE FARLO MI RACCOMANDO!! KISS SILVER!

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Capitolo 4
*** Chapter 4 - Because You Are A Mudblood! ***


Chapter 4 – La sfiga si è accanita e Draco sembra un pazzo

Chapter 4 – Because You Are A Mudblood!

“Dimmi, Harry. “ sussurrò la riccia, strofinandosi gli occhi.

Harry Potter si accomodò nella sedia di pelle nera dinanzi la scrivania.

Si portò le mani davanti alla bocca e cominciò.

“Scrimegeour mi ha chiesto un PICCOLO favore.”

“Non mi piace come hai sottolineato quel ‘piccolo’… “

“Sono stati scelti dei nuovi arrivati. E il Ministro mi aveva chiesto di collocarli in qualche ufficio. Mi chiedevo se fossi disponibile ad accettarne uno…”

“Ovvio! Vedi.. mi sento un po’ sola in questo periodo! Non capisco perché sei tanto teso Harry!”

“Perché la brutta notizia non è questa…

Ho deciso di abbinarti con Malfoy.”

“Mi prendi in giro?”

“In realtà, no .”

“Ti uccido.”

“No, ti prego…”

Hermione fece una risata sadica e sinistra e rivoltandosi verso il moro disse “NON LO VOGLIO NEL MIO UFFCIO! TUTTI MA NON LUI!”

“Capisco le tue ragioni, Herm… Ma sei tu l’unica che può farlo rigare dritto! Ricordi come castigavi me e Ron?!”

“PRIMO: TU NON CAPISCI UN EMERTIO CAZZO!

SECONDO: IO NON CASTIGAVO PROPRIO NESUNO!

TERZO: ESCI IMMENDIATAMENTE DI QUI!”

“Potresti pensarci?” chiese il moro sull’uscio della porta, mostrando i suoi occhioni verdi da cucciolo.

“Ci penserò ma non farti illusioni!”

Harry esultò prima di uscire. Sapeva che un ‘ci devo pensare ’ di Herm equivaleva ad un ‘si’ sicuro!

Draco e Blaise si trovavano seduti su una panchina nel centro di Londra.

Draco, ovviamente, fumava come un turco.

Blaise sorseggiava una birra babbana.

“Hai scoperto chi era quella gnocca con cui stavi parlando l’altro giorno?” chiese il moro all’amico, mezzo-addormentato.

“Si. Ma dopo che te lo avrò detto ritirerai tutto.”

“Chi sarà mai?! La mezzosangue, per caso?!” disse scoppiando in una profonda risata.

Draco rimase zitto a fissare i piedi della panchina.

“Oh, cazzo! E’ la Granger!”

Draco annuì.

“Povero te. Una volta che incontri una bella figa non puoi fartela perché è una mezzosangue!”

“Sei molto delicato.”

“E’ una delle mie qualità… Ora che pensi di fare?”

“ Probabilmente nulla. Ogni volta che la incrocerò per i corridoi mi volterò dall’altra parte.”

“Ottima tattica!” concluse il moretto trangugiando la sua birra ambrata.

Il mattino seguente…

Hermione Jane Granger era fasciata da una gonna lunga di un soffice beige e da un pullover blu scuro.

I capelli erano piastrati e lasciti ricadere sulle spalle impettite.

Scriveva qualcosa al computer, ma non sembrava molto interessata…

Il suo pensiero era rivolto altrove…

Verso un certo biondino che l’aveva sempre trattata uno schifo…

Sarebbe dovuto arrivare quel giorno nel suo ufficio, Harry aveva detto che non sapeva chi sarebbe stata la sua compagna di lavoro…

Avrebbe avuto un colpo apoplettico, già se lo immaginava.

Un ‘toc toc’ alla porta la fece risvegliare dai suoi pensieri.

Bisbigliò un ‘parli del diavolo e spuntano le corna ’ e aprì la porta.

Davanti a lei c’era un Draco da mozzare il fiato.

Si era preparato bene per l’occasione…

Indossava una camicia bianca leggermente aperta sul davanti, un paio di pantaloni neri attillati e i serici capelli biondi tirati all’indietro.

“Che ci fai tu qui?!” soffiò subito Draco, spalancando gli occhi alla presenza affranta di Hermione.

“E’ il mio ufficio questo, e gradirei un po’ più di gentilezza! Comunque, prego…” disse spostandosi per farlo passare.

Draco si guardò u po’ intorno e poi entrò, era teso come una corda di violino e sembrava che da un momento all’altro sarebbero spuntati da sotto il divano mille Mangiamorte al servizio di suo padre.

“Non ti mangio, mica…” sospirò la ragazza, un po’ giù di tono.

Draco alzò le spalle, indifferente, e chiese.

“Posso accedere una sigaretta?”

“Se proprio devi…”

“Non sembri molto entusiasta del mio arrivo, mezzosangue.”

“Infatti non lo sono.”

”Bhè. Neanche io sono contento ma almeno cerchiamo di buttarla sul ridere!”

“Non mi sembra che ci sia molto da ridere…”

“Vero.”

I silenti imbarazzanti sono la cosa peggiore del mondo…

“Come vorresti uccidere Potter?” domandò il biondo, per fare dell’ironia.

“Scuoiato, avvelenato, PUGNALATO ALLE SPALLE… Oppure se si vuole qualcosa di pi lento e doloroso lo chiudiamo in una cella e lo lasciamo lì a morire disidratato e di india e noi ci gusteremo lo spettacolo da una parete di vetro che ci coprirà… Ci ho pensato molto in questi giorni…” Draco rimase a fissarla sconcertato… Diciamo che aveva una paura fottuta…

“Non devi mica spaventarti! Con te poteri fare anche di peggio, ma fin adesso non mi hai fatto molte cattiverie. Diciamo che sono ancora viva…”

“Non stai migliorando le cose, Granger.”

Hermione tornò a guardare verso il basso, per distogliere l’attenzione dal biondo.

“Possiamo fare un discorso serio?” esordì la ragazza scendendo dalla sua scrivania.

“Se proprio dobbiamo…” acconsentì lui, aspirando una boccata di fumo…

“Perché tu mi odi?”

“Mi pare che in sette anni fossi stato abbastanza esplicito, Granger.”

“ No! Quello none eri tu! Era la mentalità di tuo padre che hai ereditato insieme alla faccia da cazzo che ti ritrovi!”

“Sei sempre fine Granger…”

“Rispondi!”

“Tu sei una mezzosangue, Granger! Questo è tutto quello che c’è di sbagliato in te!

Ci vediamo!” disse prima di uscire sbattendo la porta.

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