Ghost.

di IamHopeRyan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della nostra storia. ***
Capitolo 2: *** Luna piena. ***
Capitolo 3: *** Finalmente. ***
Capitolo 4: *** You raise me up. ***
Capitolo 5: *** Nuova arrivata, oppure no? ***



Capitolo 1
*** L'inizio della nostra storia. ***



Zayn. 

Ormai era una settimana che quella era la mia cosiddetta ‘casa’. Insomma, era orribile.
Tipica da film dell’orrore: tutta grigia all’estero, niente vegetazione, non molto illuminata, e strani scricchiolii inquietanti.
Ero sempre più convinto che quella struttura fosse infestata da una specie di presenza, pronta a cacciarci in tutti i modi per aver invaso il suo spazio.
La mia teoria diventò sempre più fondata, quella sera del 15 ottobre: stavo tornando in camera mia, quando sentii della musica provenire dal piano inferiore; mio nonno era un pianista, cosi pensai che fosse lui a suonare e mi recai in camera. Era una notte tempestosa, e i tuoni mi facevano sobbalzare in continuazione, ma non era quella la causa per cui non riuscivo a dormire. Sentivo che qualcosa, o qualcuno mi chiamava. Era una ragazza, pronunciava il mio nome, chiedendomi di seguirla. Era come essere in un incubo. Dovevo fare una scelta, e se avessi seguito quella voce cosi dolce, magari sarei andato incontro alla mia morte, cosi decisi di rimanere a letto.
Cercavo di addormentarmi ormai da ore, ma nulla. Ero rimasto con gli occhi sbarrati tutta la notte.
Con delle occhiaie che facevano invidia ad uno zombie, mi alzai e scesi a fare colazione. Decisi che quella notte, avrei seguito quella voce, e se necessario, ne avrei pagato le conseguenze.
 
- Zayn, Zayn..- Eccola. Cosi soave, cosi bella.
- Sei venuta..- dissi io, facendo un giro per tutta la stanza. – Come sai il mio nome?- chiesi in seguito.
- Zayn seguimi..- disse.
- Ma non ti vedo, dove sei? Dove dobbiamo andare?-
- Guarda con il cuore Zayn – Cercai di concentrarmi. Chiusi gli occhi per dieci secondi e appena aperti, mi trovai davanti una ragazza. Doveva avere la mia età o forse era più piccola. Bruna ed era bassina e magra, ma solo una cosa non ero riuscito ancora a scorgere: i suoi occhi.
Come se mi avesse letto nel pensiero, alzò lo sguardo. Erano.. Grigi.
Mi porse la mano, e nel tentativo di prenderla, afferrai il vuoto. Era un fantasma.
Vidi lo spirito della ragazza recarsi al piano inferiore, cosi la seguii.
Si sedette al piano ed iniziò a suonare; allora non era il nonno, la sera precedente.
- Eri tu a suonare ieri vero? – dissi guardandola, lei annuì semplicemente.
- Come ti chiami?-
- Chloe – disse continuando a suonare.
- Beh Chloe, sei proprio brava! Complimenti.- dissi io, intento ad ascoltare quella dolce melodia.
Mi sorrise.
Finita la canzone, iniziò a parlare liberamente, fino a quando non le porsi una domanda che forse era meglio evitare.
- Come mai sei un fantasma? Cioè, cosa è successo? -
La sua espressione mutò improvvisamente. Quella schiera dei denti bianchi, scomparve immediatamente, per tramutarsi in qualcosa di indecifrabile.
- I miei genitori, mi hanno.. – non completò la frase, che scoppiò a piangere. Avevo capito.
Volevo abbracciarla, ma non potevo.
- Adesso, vorrei abbracciarti, ma non posso. E mi dispiace.- alzò lo sguardo rigato dalle lacrime, sorrise, ancora.
- Adesso puoi.-
- Cosa? – ero incredulo. Come potevo abbracciarla? Lei era semplicemente uno spirito.
- Provaci
Non me lo feci ripetere due volte,  mi trovai con le mie braccia che la circondavano. Era vero, potevo abbracciarla. Profumava di vaniglia. Le accarezzai i capelli, e non so per quanto tempo rimanemmo cosi.
- Il tempo è scaduto Zayn, adesso non sentirai più nulla.-
- No, perché questo?-
- Noi anime, abbiamo solo un determinato periodo di tempo per ‘tornare umane’. Non dura molto, ma meglio di niente. Adesso sarà meglio che tu vada a dormire, e io altrettanto.-
Presi in parola la ragazza e dopo essermi dati la buonanotte, mi recai nella mia stanza.
Non ero sconvolto, non avevo paura, stranamente. Avevo solo voglia di conoscere ancora più affondo quella ragazza. Sarebbe stato difficile, ma ne sarebbe valsa la pena. Lo sapevo.



READ ME.

Ciaaaao. Mi presento: sono Hope, ho 16 anni e questa è la
prima Fan Fiction sui One Direction (Zayn xD) che scrivo,
perciò siate clementi °-°
Spero vi piaccia! Recensite in tanti! Baci. -Hope.

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Capitolo 2
*** Luna piena. ***


                                                                                                   

Zayn


Era quasi sorta l’alba e una lieve luce filtrava dalle tapparelle, svegliandomi.
Aprii lentamente gli occhi e mi accorsi che non ero solo, c’era Chloe con me. Volevo toccarle un braccio, ma sapevo che se lo avessi fatto, la mia mano sarebbe affondata nel vuoto, così abbandonai quel pensiero e la guardai dormire.
Aveva la pelle bianca, i capelli scompigliati e indossava una camicia da notte di seta color panna. Il solo pensiero di non poter avere un contatto fisico con lei mi distruggeva. Volevo abbracciarla quando stava male o semplicemente mi piacerebbe sfiorarla e sentire il calore della sua pelle, vorrei udire il battito del suo cuore morto.
Aprì lentamente gli occhi, si stava svegliando.
- Buongiorno- disse sorridendo e stiracchiandosi.
- Buongiorno a te – dissi io ricambiando.
Si alzò lentamente dal letto e si avvicinò alla finestra, osservando il cielo.
- Tra un po’ si scatenerà una tempesta.- sospirò lentamente – che schifo di tempo.- aggiunse con una smorfia sul viso.
La vedevo preoccupata, come se qualcosa di brutto stesse per accadere. Era spaventata e allo stesso tempo nervosa. Non sapevo cosa le stesse accadendo, ma volevo scoprirlo.
- Zayn..- disse a bassa voce, mangiandosi le unghie.
La raggiunsi vicino alla finestra.
- Ehi, che succede? Sembri nervosa.-
- Lo sono.- disse lei interrompendomi.
Aspettai che continuasse il suo discorso, seguendola sul letto.
- Stasera c’è la luna piena.- disse sussurrando. – E questa cosa accade ogni mese-
- Chloe qualunque cosa sia non può essere cosi grave.-
- Tu non capisci..-
- Aiutami a farlo allora- dissi io, cercando di non mostrare la tensione che stava prendendo il possesso del mio corpo in quel momento.
- Tutto iniziò circa 83 anni fa. Quella sera faceva particolarmente freddo, e pur essendo morta, provavo brividi. Non riuscivo a dormire, cosi rimasi accovacciata nel  letto, fino allo scoccare della  mezzanotte. La luce della luna mi circondò. Il tutto non durò più di un paio di secondi. Mi risvegliai con la pelle calda, il cuore che batteva e ancora quei dannati brividi di freddo. Ero diventata umana. Cioè viva.- disse lei sull’orlo delle lacrime.
Non capivo il motivo della sua ‘tristezza’, essere di nuovo in vita dovrebbe farla sentire felice, no? Eppure lei non lo era.
- Non capisco, dovrebbe essere una bella cosa-
- Non lo è invece. Sai come ci si sente ad essere come tutti gli altri solo per un giorno e poi tornare ad essere morta? No!- disse in preda alla rabbia.- Non posso uscire, farmi degli amici, innamorarmi come qualsiasi altra ragazza, e sai perché? Perché il giorno dopo non ci sarei più e tutti inizierebbero a farsi delle domande, e BOOM! Fatto il guaio.- disse piangendo. La sua pelle diventò di un colore rosa pallido.
- Abbracciami ti prego- disse tenendo lo sguardo basso e singhiozzando.
Avevo capito. Le lacrime la trasformavano, ecco perché anche la sera precedente quando iniziò a piangere diventò ‘normale’. Era il pianto che la rendeva cosi.

Le mie braccia la circondavano da non so quanto tempo ormai e quelle goccioline salate non smettevano di scendere.
Ero il ragazzo più felice del mondo in quel momento, ma il pensiero che lei stesse cosi male, mi lacerava lo stomaco.
- Vedrai che andrà tutto bene..- le sussurravo all’orecchio; in realtà non sapevo come sarebbe andata quella notte. Avrei potuto abbracciarla tutto il tempo, e sentire la sua presenza. Ma sarei stato comunque tormentato dal pensiero che il giorno dopo non sarebbe stato più cosi.

23.55
Chloe



Stavamo cenando, e lui era cosi dolce e carino. I suoi nonni erano usciti per una serata al bingo del paese e sarebbero tornati circa un’ora più tardi.
Avevamo parlato di tutto: della sua vita, della mia. Dell’incidente dei suoi genitori.
Non aveva ancora superato del tutto l’accaduto, infatti mentre mi diceva cos’era successo, vidi qualche lacrima scendere dai suoi occhi.
Il momento sarebbe arrivato, e finalmente avrei potuto abbracciarlo.
La notte precedente, mi ero intrufolata nel suo letto perché pioveva, ed io ho una fobia pazzesca per i temporali. Avevo bisogno di qualcuno che mi facesse sentire protetta, chi meglio di Zayn?
Può sembrare stupido, ma per un momento ho iniziato a piangere, per riuscire a sentire il calore del suo corpo contro il mio, vivo. Già.. Ero scoppiata in lacrime solo per diventare umana e per averlo vicino.
- Sei proprio strano lo sai? – dissi mentre poggiavo la forchetta nel piatto ormai vuoto.
Stavamo parlando del fatto che lui da piccolo, fosse stato un giorno intero chiuso nella casetta sull’albero, perché la mamma gli aveva tolto uno specchio. Era vanitoso,
e teneva ai suoi capelli, quasi più della sua stessa vita.
- Sai quanto ci tengo alla mia pettinatura.-
- Da istrice!- dissi interrompendolo e ridendo.
- Oh andiamo, non è vero!- disse trattenendo le risate a stento.
- Si che è vero! Sembra che tu abbia messo le mani nella presa della corrente!-
- Questa me la paghi!- disse lui alzandosi dalla sedia, ed iniziando a rincorrermi.

- Tanto non puoi prendermi- dissi io continuando a correre per la casa.
- Si che posso – disse lui con un sorriso stampato in faccia. – Manca esattamente un minuto a mezzanotte!- continuò, alzando un sopracciglio.
Eravamo separati da un divano in pelle bianca.
- Merda..- dissi io abbassando lo sguardo.
- Ehi..- venne accanto a me. – Tranquilla.-
- Grazie di tutto Zayn – dissi alzando lo sguardo, e abbracciandolo.
Io sentivo il suo cuore, lui non poteva sentire il mio; le mie braccia circondavano il suo corpo caldo, lui sentiva il vuoto. Ma ancora per poco.

Una luce bianca avvolse il mio corpo, sollevandomi da terra. Si, perché io non ero una di quei fantasmi con le catene, e il lenzuolo addosso che fluttuano in aria facendo versi strani. Ero una ragazza ‘normale’, solo senza il calore corporeo, e un cuore che batte.
Allontanati da qui, e chiudi gli occhi altrimenti la luce ti accecherà.- dissi a Zayn prima che il bagliore lo raggiungesse.
Si posizionò dietro al divano, coprendosi il viso con la felpa.

Un fuoco sembrò attraversò il mio corpo, divenni tesa come una lastra di ferro, per poi essere invasa da una scia di ossigeno e cadere a terra perdendo i sensi.

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Capitolo 3
*** Finalmente. ***


Cloeh.
 
Mi sentii toccare il braccio, ed una voce chiamava il mio nome.
Nel tentativo di aprire gli occhi, vidi una forte luce che pian piano si affievolì, scomparendo del tutto. 
La testa girava, cosi facendo lentamente, cercai di alzarmi e mettere a fuoco la situazione: c'era Zayn accanto a me, incappucciato al massimo, tanto da far vedere solo i suoi splendidi occhi.
Tutto era in ordine nel salotto. Guardai l'orario: 00.01. Benissimo, era arrivato il giorno peggiore della mia vita; quello come ogni mese.
Povero ragazzo dai capelli ad istrice. Dentro di me sorridevo dolcemente a quella scena, poichè aveva un'espressione tra l'impaurito e il preoccupato. Era pallido, e aveva gli occhi sgranati. Lo capivo, aveva visto ciò che mi accadeva ormai 12 volte all'anno. 
- Cloeh, stai bene?- disse prendendomi un braccio per farmi alzare in piedi.
Ero di nuovo in posizione eretta, e con i piedi piantati sul pavimento quando notai che la mano di Zayn era ancora sul mio braccio. Fu una bella sensazione, non dover piangere per avere un contatto con lui, così senza nemmeno rispondere alla sua domanda, mi attaccai a lui come una cozza, abbracciandolo.
Sospirai rumorosamente non appena le sue braccia mi circondarono ricambiando l'abbraccio.
In quel momento, ci lasciammo cullare da una musica non udibile da altri. Solo nostra: una melodia dolce, che fece da colonna sonora a quel momento di contatto mai avuto prima.
- Ti voglio bene - dissi d'un tratto, distaccandomi di poco per guardarlo negli occhi. 
- Anch'io, e lo sai.- disse avvicinandosi a me. Pensavo che il quel momento mi avrebbe baciato, ma mi sorprese molto il fatto che le sue labbra finirono sul mio naso.
Quanto era dolce. 
Sorrisi a quel gesto, ed essendo io più bassa di lui, la cosa riusciva parecchio bene.
- Sei così dolce Zayn. Sono felice di averti conosciuta.- dissi stringendolo forte a me.
- Ed io vorrei rimanere cosi per sempre.- disse guardandomi negli occhi. 
Poteva un ragazzo essere cosi dolce, romantico, e bello insieme?
Si poteva, perchè lui era Zayn ed era diverso dagli altri.
Misi fine a quell'abbraccio, prendendolo per mano, e trasciandolo sul divano.
Il camino faceva da sfondo a due ragazzi che condividevano una strana amicizia, la differenza da tutti gli altri però, e che uno dei due era un fantasma, e quel fantasma ero io.
 
Zayn.
 
Avrei potuto tenerla stretta tra le mie braccia tutto il tempo, ma ebbi un'idea per goderci al meglio quella giornata che tra circa 23 ore e qualche minuto avrebbe avuto termine.
- Che ne dici di fare un gioco? 
Prima di rispondere esitò un po', guardandomi e sorridendo.
- Sembra più una proposta di sfida, che una proposta di giocare, comunque mi intriga, quindi ci sto.- disse facendo comparire sul suo viso, un sorriso meraviglioso.
- Che ne dici di sfruttare al meglio queste due ore, facendo le prime cose che ci vengono in mente, cosi non sprechiamo tempo e ci godiamo al meglio questo giorno.- 
Lei annuì sempre con la stessa espressione, e si alzò dal divano, trasciandomi in cucina.
Mi sedetti sul bancone di marmo, e la guardai prendere vari ingredienti.
- Cosa hai intenzione di fare?- dissi curioso.
- Sai, noi fantasmi mangiamo, ma le papille gustative non funzionano, come il resto degli organi. Diciamo che il cibo è un modo per non restare completamente vuoti. Non sento sapori, nè temperature, quindi non mi fa alcun effetto. Bene, stasera ho intenzione di cucinare una pizza.- disse mettendosi addosso un grembiule bianco ed un cappello da cuoco.
Risi alle sua affermazione. - Voglio proprio vedere cosa ne uscirà fuori.
- Tu sta fermo li, e goditi lo spettacolo.- disse continuando a sorridere.
Era incredibile, il giorno precendente non faceva altro che piangere e abbracciarmi, ed oggi, non faceva altro che sorridere e abbracciarmi.
Dentro di me ridevo all'impazzata. Ora capivo: i pianti improvvisi, gli abbracci.
Lo aveva fatto solo per avere un contatto con me. Piangeva, per diventare viva e sentire il mio corpo caldo contro il suo.
Era davvero un ragazza dolce e bella, ma perchè l'aveva fatto?
- Cloeh, posso farti una domanda?- dissi scendendo dal bancone.
- Certo.- disse lei mentre continuava ad armeggiare la farina.
Si girò verso di me, e notai che era tutta sporca. 
- Ora si che sei un fantasma.- alzò un sopracciglio trattenendo le risate.
- Ah si?- disse prendendo della polvere bianca e buttandomela in faccia. - Ora lo sei anche tu.- disse ridendo di gusto.
 
Mezz'ora dopo, eravamo sfiniti. Seduti sul divano in attesa che le pizze si cuocessero, ci prendevamo in giro per l'accaduto di poco tempo prima, dicendoci quanto eravamo buffi con tutta quella farina addosso.
- Ehi, qual'era la domanda alla fine?- disse lei.
- Oh..- iniziai ad innervosirmi, ma non ne capito il motivo. - Cloeh, ho riflettutto su tutto quello che è successo il queste due settimane. Ma ho pensato anche a te.-
- Davvero?- disse lei sorpresa.
- Si, e volevo chiederti se tu avessi mai pianto apposta, solo per abbracciarmi. Sarebbe stata davvero una cosa molto dolce.- dissi sorridendo al solo pensiero che la sua risposta sarebbe potuta essere affermativa.
La nostra conversazione venne interrotta da un 'bip' fastidioso che proveniva dal forno.
Le nostre creazioni erano pronte.
 Cercammo di non scottarci prendendo le pizze, e subito dopo iniziammo a mangiarle. Non erano cosi male come pensavamo.
- Ti va se quando finiamo andiamo al parco?- disse lei, prendendo l'ultimo spicchio.
- Per me va bene, ma c'è un parco qui vicino?- 
- In realtà no. E' solo un pezzo di prato, con una panchina poco illuminata, ma è tranquillo. Ci vado sempre quando voglio stare da sola e pensare. - disse addentando il suo pezzo.
- D'accordo.- 

Cloeh.
Mi aveva spiazzata con quella domanda, e grazie al cielo il rumore del forno non mi aveva fatto rispondere.
Non avrei davvero saputo cosa dire.
Camminavamo da un po' senza un meta. E lui mi teneva per mano. Diceva che non voleva sprecare nemmeno un minuto senza avere un contatto fisico con me.
Non credo fosse davvero quella la ragione, ma non obbiettai e mi strinsi a lui. 

Era seduto sulla panchina ed io in braccio a lui. 
Non c'era un discorso in atto, bensì silenzio. 
Passammo ancora qualche ora li. Dopo di che tornammo a casa, e ci dirigemmo ognuno verso la propria camera. Il giorno seguente, sarebbe stata la Vigilia di Natale, e mentre mi cambiavo, mi accorsi, guardando fuori dalla finestra, che dal cielo iniziarono a cadere piccoli fiocchi di neve.
Mi recai da Zayn, e lo trovai con indosso solo un pantalone di tuta.
Rimasi sconvolta e per poco non sbavavo, ma seppi controllarmi.
- Ehi, ma.. - feci una pausa per respirare.- non avrai freddo stanotte? Fuori nevica. - dissi avvicinandomi cauta.
- Assolutamente no.- disse raggiungendomi e abbracciandomi.- perchè ci sarai tu a riscaldarmi.- 
Lo guardai stranita ma contenta.
- Stanotte rimani qui a dormire, sappilo.- disse prima di congedarsi in bagno.
Appena i suoi occhi non furono più in grado di vedermi, iniziai a saltare come una pazza per tutta la camera, alzando le braccia in aria in segno di 'vincita'. 
Continuai cosi, finchè non sentii dei passi provenire dal corridoio.
Stava tornando. Mi risistemai al meglio, e facendo la finta tonta mi sedetti sul letto.

Eravamo nel letto, abbracciati, e lui mi accarezzava il braccio facendomi venire piccoli brividi su per la schiena.
Questa era la prova: ero viva. Il mio battito cardiaco inziò ad accellerare quando le sue labbra si posarono prima sulla mia guancia, poi sul mio collo, ed infine vicino al mio orecchio.
- Preparati Cloeh, domani sarà la giornata più bella della tua vita.- disse prima di chiudere gli occhi ed entrare a far parte del mondo dei sogni.
 
La mattina dopo, lui non c'era. Scesi al piano inferiore per fare colazione, e trovai un bigliettino sul frigorifero.
''Buongiorno piccola, ricordi cosa ti ho detto stanotte prima di dormire? Ebbene si, sarà la giornata più bella della tua vita. Te lo prometto. Sono andato a fare delle commissioni, ma sul bancone della cucina puoi trovare un cornetto al cioccolato ed un cappuccino. Mangia, vestiti comoda e aspetta che torni.                    
   Baci, Zayn!''
Quel suo post-it mi fece iniziare bene la mattinata. Avevo un sorriso immenso, ed ero davvero molto felice.
Feci ciò che aveva scritto, e appena finito iniziai ad ammazzare il tempo guardando un po' di televisione.
Sentii la porta di ingresso aprirsi. 
- Finalmente!- dissi andandogli incontro per poi abbracciarlo.
 
Zayn.
Il mio piano andò di bene in meglio. Quella mattina la portai in giro per il paese, e a fare un po' di shopping. Prendemmo un gelato, e passeggiamo fino a tardo pomeriggio.
Tornammo a casa, e cacciò un urlo di gioia appena entrò nella sua camera.
Scoppiai in una fragorosa risata. 
Le avevo comprato un vestito bianco, a tubino, con dei tacchi abbinati. Quella sera l'avrei portata a cena. Di sicuro aveva trovato la scatola con il biglietto sul suo letto, di fatti dopo neanche dieci secondi si fiondò tra le mie braccia.
 
Erano circa tre quarti d'ora che ero davanti allo specchio a controllare che fossi perfetto per quella serata. Appoggiai le mani sul bordo del lavandino, abbassai e alzai lo sguardo.
- Zayn, Zayn, Zayn. Ma guarda un po' in che guaio ti sei cacciato. Sei innamorato?- stavo parlando con il mio riflesso, ed era davvero parecchio strano. Ma questo non mi impedii di continuare. - Non puoi essere innamorato, insomma, la conosci da solo due settimane. E poi lei è un fantasma, sarebbe tutto complicato.-
Cercavo di autoconvincermi di non provare qualcosa che andasse oltre l'amicizia per lei. 
 
La vidi scendere le scale con quel vestito indosso ed il mio cuore perse un battito. 
Era davvero bellissima.
- Sei bellissima- le dissi baciandole una guancia.
- Grazie- sorrise.- Anche tu lo sei.- disse abbassando lo sguardo, evidentemente imbarazzata.
Passammo una sera splendida, e appena usciti da ristorante, la portai al parco. 
Controllavo l'orario ogni secondo, per evitare di non farcela.
Erano le 23.57. Mancavano esattamente tre minuti alla mezzanotte. 
Dovevo agire in fretta. 
Le presi la mano, e cercai di mantenere la calma.
- Non mi hai ancora risposto.- 
Lei entrò visibilmente in panico. 
- Si, hai ragione, piangevo di proposito. Solo per poterti abbracciare.- disse tenendo lo sguardo basso.
00.59.32
Mancano esattamente trentadue secondi, e la magia di quel giorno sarebbe finita. 
Era il momento. Ma lei non la smetteva di parlare a vanvera e di scusarsi per ciò che aveva fatto. 
Le lancette scorrevano, e la mia possibilità di baciarla stava andando in fumo. 
- Cloeh, per favore fa silenzio un secondo.- dissi tentando di rimanere calmo.
10 secondi.
Stava in silenzio.
9.
Era il mio momento.
8.
Dovevo dire che l'amavo.
7.
Se avessi sprecato quella occasione.
6.
avrei dovuto aspettare un altro mese.
5.
Il contatto con lei.
4.
L'ansia che sale.
3.
Ho solo due secondi.
2.
Sono nella merda.
1.
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** You raise me up. ***


*La canzone è questa* http://www.youtube.com/watch?v=9bxc9hbwkkw



Il nostro momento venne interrotto dal 'gong' del campanile della Chiesa del paese.
Mi sarebbe bastato solo un secondo in più. Uno stupido secondo. L'avrei baciata, e in seguito le avrei detto che l'amavo, ma il tutto era andato a farsi benedire.
Sentii un calore piacevole. Era lei, circondata da quel fascio di luce accecante, che stava ritornando quella di sempre. 
La sua mano pian piano iniziò a polverizzarsi. Restava solo la sua anima ormai.
Mi sarebbe mancato non poterla tenere tra le mie braccia, e avrei dovuto aspettare un altro mese prima di poter avere un'altra occasione facendo sì che quel contatto tanto atteso, avvenga. 
Continuavo a chiedermi come avessi fatto a cacciarmi in una situazione complicata come questa, ma altrettanto bella ed intrigante. Provavo un qualcosa di diverso verso quella ragazza. Era sempre stata da sola, ed aveva affrontato il dolore da sola. Forse era arrivato anche per lei il momento di essere felice. Ero disposto a renderla tale, ma tutto era molto difficile. Però, non mi sarei di certo arreso, nonostante la ragazza che amo non abbia un cuore che batte.
Cloeh era immobile dinnanzi a me, con lo sguardo perso nel vuoto. Avrei pagato oro per poter entrare nella sua mente e vedere cosa stesse pensando in quel momento.
Non le avevo staccato gli occhi di dosso, e dopo la sua trasformazione, nessuno dei due aveva ancora proferito parola.
I suoi occhi erano tornati spenti, avevano perso vitalità. 
- Come ti senti?- dissi rompendo il silenzio.
Abbassò lo sguardo, e portò una mano sulla fronte.
Annuì semplicemente, prese la mia mano ed insieme ci dirigemmo verso casa.
 
Non aveva ancora parlato da quando era di nuovo se stessa. Era nella sua stanza che si cambiava, e metteva il pigiama. Le chiesi se quella notte voleva dormire con me, ed accettò.
Appena arrivata in camera, ci  stendemmo sul letto a fissare il soffitto.
Chissà a cosa stava pensando. Non smetterò mai di dirlo: pagherei oro per entrare nella sua mente e vedere i suoi pensieri.
Dopo un po' di tempo, si voltò sul fianco, ed iniziò a singhizzare. Stava piangendo, ancora. E questa volta il motivo non ero io. Stava male.
- Cloeh..- dissi accarezzandole un braccio.
Si girò di scatto verso di me, e si gettò tra le mie braccia. Erano lacrime di disperazione.
La consolai fino a che non si addormentò, e con lei anch'io.
 
Cloeh
Quella notte non riuscivo a dormire. Avevo bisogno di sfogarmi, ma non sapevo come. Povero Zayn. Doppia delusione: niente bacio, e non avevo detto una parola da quando eravamo tornati. Mi alzai piano dal letto, per evitare di non svegliarlo, e la cosa riuscì perfettamente. Mi diressi al piano inferiore, sedetti al piano ed iniziai a suonare la prima cosa che mi venne in mente.
Le dita scivolavano da sole su quei tasti bianchi e neri.
Iniziai a cantare liberamente.
''When I am down and, oh my soul, so weary; 
When troubles come and my heart burdened be;''
 
Sentii dei passi provenire dalle scale. Si avvicinò al piano, e disse: ''questa canzone la conosco''- sorrisi.
- Canta con me allora!
Annuì ed io continuai a suonare.
 
''Then, I am still and wait here in the silence, 
Until you come and sit awhile with me.''- continuai io.
 
La mia voce si unì alla sua finalmente. 
 
''You raise me up, so I can stand on mountains; 
You raise me up, to walk on stormy seas; 
I am strong, when I am on your shoulders; 
You raise me up… To more than I can be. ''
 
Questa volta partì lui. Mettendoci l'anima mentre cantava.
 
'' There is no life – no life without its hunger; 
Each restless heart beats so imperfectly; 
But when you come and I am filled with wonder, 
Sometimes, I think I glimpse eternity. ''.
 
Finita la canzone, ci fu solo un lungo attimo in cui il suo sguardo incontrò il mio.


 
''Domani saremo insieme, due, tre ore. Troppo poche per parlare, abbastanza per tenerci per mano e guardarci negli occhi.''
 
Look at me! 
Ok     sono tornata con il nuovo capitolo. Non ci ho messo molto ad 
aggiornare no? çç 
E' noioso lo so, ma mi serviva per andare avanti con la storia.
Scusate. çç
Beh per il resto, buona lettura! 

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Capitolo 5
*** Nuova arrivata, oppure no? ***


ZAYN.
 
Qualla mattina il cielo era grigio. Mi stavo dirigendo a scuola con la carica e la velocità di un bradipo.
Non avevo nessuna voglia di recarmi in quell'edificio grigiastro che per la maggior parte degli stupenti era un carcere. Per me no. Era semplicemente un posto dove passare il tempo.
Stavo aspettando l'autobus seduto su una panchina, quando una ragazza sui 16 anni, credo, si sedette accanto a me. 
L'avevo guardata per circa due secondi, e poi ero tornato a contemplare il tempo. 
Aveva i capelli di un biondo chiaro, ed i suoi occhi non erano da meno: un azzurro chiaro. 
Quel colore mi ricordava tanto gli occhi di Cloeh. Chissà cosa faceva in quel momento. 
La ragazza seduta accanto a me, tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette. Me ne porse una, ed io accettai volentieri. Una schiera di denti bianchi come il latte mi si posizionò davanti. 
Aveva un sorriso davvero magnifico, da far sciogliere chiunque.
Iniziai ad aspirare, ed assaporare quel sapore acidulo di fumo che mi si spargeva per la bocca, e la gola. Era da parecchio tempo che non fumavo. Di solito lo facevo quando mi sentivo solo, o quando stavo male; cosa che negli ultimi mesi non era più successa.
Un pullman di un giallo ormai consumato dal tempo, con la scritta: London East High School, si posizionò davanti a noi. 
Non avevo fatto molta amicizia in quel periodo. Non perchè fossi asociale, semplicemente  non mi importava. La ragazza dagli occhi azzurri che prima era accanto a me, era seduta in una posizione assurda su uno scomodo sedile di quell'autobus, neanche fosse casa sua.
Indossava un paio di jeans scuri stretti, convers consumate, ed un giubottino leggero. 
I capelli erano raccolti in una treccia laterale disordinata, e sul naso due occhiali neri. 
Era intenta a giocherellare con il cellulare, mentre io la fissavo. Forse ai suoi occhi potevo sembrare un maniaco, ma non era così ovviamente. La stavo solo studiando. Amavo guardare la gente, osservare i gesti, e cercare di captare le sensazioni che prova quella determinata persona in quel momento. Era una cosa che mi affascinava.
- Devi guardarmi ancora per molto? Mi stai facendo innervosire.- disse continuando a tenere lo sguardo fisso verso il telefono. 
- Stavo solo cercando di capire, come una ragazza con un viso così angelico come il tuo, possa fumare, ed essere così scorbutica e antipatica.- dissi incrociando le braccia, e continuando a mantenere gli occhi fissi su di lei.
- Se non sbaglio quando ti ho dato quella sigaretta, non ti stavo poi così antipatica.- disse con acidità.
- E' stata solo cortesia quella, l'avresti fatto comunque.- continuai io, facendo spallucce.
- Oh, io non credo proprio.- disse con un ghigno sulla faccia, e alzandosi.
- E adesso dove vai?- dissi io, seguendola con lo sguardo. 
- Siamo arrivati idiota.- disse ridendo di gusto, mentre percorreva il piccolo tratto dai sedili all'uscita del pullman.
Con molta naturalezza disse: 'Ciao Bob'- salutando l'autista.
Strano, in quei quattro mesi non l'avevo mai vista.
La seguì fuori, avviandomi nel cortile della scuola.
- Ehi, aspetta.- la chiamai. 
Lei si voltò, sbuffando.
- Cosa vuoi ancora?- disse prendendo una gomma da masticare, dalla sua borsa e mettendola in bocca.
- Non ti ho mai vista qui.- dissi camminando con lei che si dirigeva all'interno dell'edificio.
- No infatti.- si fermò un attimo a guardarmi.- Sono nuova.- 
- Ah, e allora perchè avevi così tanta confidenza con l'autista dell'autobus? Sembra che tu lo conosca da una vita.- 
Si voltò ancora verso di me, e con un'aria un po' preoccupata rispose: 'si, era mio amico già da prima. Mi sono trasferita qua da poco, ok Zayn?- 
Zayn? Non ricordo di essermi mai presentato, come faceva a sapere il mio nome? 
Fatto l'errore, si coprì la bocca con una mano, e scappò in corridoio, la seguii, ma svoltato l'angolo lei non c'era più. 

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