And you stole my heart, with just one look

di eripicturesofyou
(/viewuser.php?uid=169671)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitoloI-Un giorno speciale ***
Capitolo 2: *** capitolo II- Ma dov'è il gate? ***
Capitolo 3: *** capitolo III- Maledizione.. ***
Capitolo 4: *** capitolo IV- In viaggio (part.1) ***
Capitolo 5: *** capitolo V- In viaggio (part.2) ***
Capitolo 6: *** capitolo VI- In viaggio (part.3) ***
Capitolo 7: *** capitolo VII- Finisce qui, credo.. ***
Capitolo 8: *** capitolo VIII- Stranezze ***
Capitolo 9: *** capitolo IX- Io sono Erika! ***
Capitolo 10: *** capitolo X- Primo giorno ***
Capitolo 11: *** capitolo XI- Okay, questa non me l'aspettavo. ***
Capitolo 12: *** capitolo XII- Ed Sheeran ***
Capitolo 13: *** capitolo XIII- Cena (part.1) ***
Capitolo 14: *** capitolo XIV - Cena (part.2) ***



Capitolo 1
*** capitoloI-Un giorno speciale ***


Milano, Italia, Europa, mondo. 
Una città come tante altre, niente di particolare, niente di strano. Esattamente come si potrebbe dire di me: Erika, 17 anni, piuttosto bassina, capelli corti e rossi e occhi scuri. Niente di particolare, niente in grado di catturare l'occhio, fisicamente parlando. Sul piano caratteriale, invece, le cose cambiano parecchio. Di solito non paso mai inosservata, è impossibile non notarmi quando apro bocca: tutto questo perchè sono terribilmente estroversa con le persone. Odio rinchiudermi in me stessa, odio non essere solare, odio i musoni, odio chi non capisce le battute al volo. 
Odio la tristezza. Per questo me ne distacco il più possibile facendo l'esatto contrario ogni volta che posso. Abito qui da una vita, ma vivere in una città grande come Milano ed essere conosciuti da tutti è una bella impresa. Eppure, qui, tutti almeno una volta hanno sentito parlare di Erika, la ragazza di terza che non è mai triste. Che la cosa sia positiva o negativa, questo non lo so. 
- Marta, se non ti svegli entro il tre, giuro che ti butto giù dal letto. E non scherzo. Muoviti, non voglio arrivare in ritardo proprio oggi!-  urlo dalla cucina, intenta a preparare panini. 
Cosa abbiamo da fare, oggi, vi starete chiedendo? Una cosa assolutamente nuova, particolare e bizzarra come: la scuola. Vi aspettavate qualcosa di migliore, vero? Mi spiace, ma come ho già detto, sono una normalissima adolescente. E ancora per un anno mi toccherà fare come noiose come questa. 
- Vediamo, direi.. tre? Sì, tre per il viaggio- rifletto a bassa voce, concentrata.
C'è solo una cosa che una persona apprezza nell'andare a scuola, normalmente. O perlomeno, è l'unica cosa che apprezzo io nell'andare. I viaggi. Scambi scolastici, mai sentiti? La nostra li fa con l'Inghilterra dall'alba dei tempi, penso. E l'unica cosa in grado di farmi alzare la mattina alle 5 è proprio questo: oggi, 3 Ottobre 2011, si parte. Una settimana in Inghilterra a casa di una famiglia inglese. A Settembre dell'anno prossimo, saranno invece gli inglesi a venire da noi. E sarebbe tutto magnifico se quel ghiro della mia compagna si alzasse, una volta tanto.
- Marta, sto contando! Uno...-
- Arrivo, arrivo. Che palle, oh- la sento sbuffare, avvicinandosi alla porta della cucina. Si appoggia allo stipite, passandosi una mano sulla faccia nel tentativo di svegliarsi e incrocia le braccia al petto, leggermente infreddolita. 
- Che fai? - chiede, sbadigliando insonnolita.
Ieri era talmente agitata, talmente eccitata per questa storia dello scambio che ha voluto dormire da me, probabilmente sperando di tenermi sveglia con le sue chiacchere e le sue fantasie sul viaggio che stiamo per compiere, che sicuramente avrebbero compreso anche arcobaleni, cavalieri e damigelle in pericolo. E' piuttosto romantica, in queste situazioni. 
Peccato però che io non sia quel genere di persona, ed il risultato è stato che io mi sono addormentata ad un'orario decente, e lei, sveglia per la maggiorparte del tempo, adesso fatica ad alzarsi. 
- Preparo le cibarie per entrambe, dormigliona. Una volta sull'aereo, cerchiamo di non spendere soldi inutilmente. Mangiamo qualcosa che portiamo da casa e stop, senza prendere niente a bordo. - spiego, infilando i panini all'interno dello zaino e chiudendolo bene - e tu faresti meglio ad andare a prepararti, perchè fra un'ora dobbiamo essere fuori da qui entrambe. Su, dai, fai uno sforzo. Una volta imbarcate, potrai dormire quanto vuoi-
Mi giro, la guardo e sorrido. Fa così tenerezza quand'è appena sveglia. I suoi capelli neri e ricci scendono scomposti fin sotto al seno, e gli occhi scuri quasi non si vedono, socchiusi come sono. La noto fare un lieve cenno di assenso, per poi sparire dalla porta diretta, presumo, verso la sua stanza.
Per quanto riguarda me, invece, sono quasi pronta. Ballerine blu, jeans, maglietta larga blu e bianca col simbolo della pace e gli occhiali da sole in testa. Già truccata e pettinata, manca solo che dia un'occhiata alla casa nell'attesa di vedere pure lei pronta per partire. Mamma è fuori per lavoro da giorni, ormai, e il messaggio per augurarmi una buona vacanza - come la chiama lei- me l'ha già inviato ieri sera, aggiungendo di chiamarla ogni sera, senza eccezioni. I miei si sono lasciati da un pezzo, per cui non c'era nessuno in casa apparte noi due. Nonostante tutto, però, non mi sembrava carino lasciare tutto quanto così, disordinato.
- Oddio, Eri, che mi metto?- quasi mi viene un'infarto quando Marta, a sorpresa, rispunta dalla porta con due magliette in mano- maniche lunghe e corte? E tu diresti elegante o sportiva?- 
Alzo gli occhi al cielo, sorridendo. Possibile che non sappia scegliersi le cose da sola?
- Maglietta rossa, maniche lunghe, jeans, converse. Casual, a metà fra le due.- rispondo quasi meccanicamente mentre le passo accanto per dirigermi in salotto. 
Sistemo il tappeto, e riordino tutte le coperte che abbiamo utlizzato ieri sera per vedere Titanic. Le scatole di fazzoletti, invece, ritornano in bagno. 
- E i jeans? Chiari o scuri?- la sento urlare mentre ritorna in camera. 
Rido, divertita da quella domanda. 
- Ce la puoi fare anche da sola, ne sono sicura!- le urlo di rimando. 
Forse dovremmo smetterla di parlare così ad alta voce. I vicini potrebbero innervosirsi. Oh, ma chissene frega. Oggi è un giorno speciale, no? 

Milano, Italia, Europa, mondo.

- Pronti ad essere assaliti, ragazzi? Tre, due, uno..- Niall ride, compiaciuto.
- Eccoli, eccoli! Oddio, Harry, hi, Hi Harry!- una fan lo cattura attirandolo a sè, pronta con la macchina fotografica a suggelare il momento. Guardo l'espressione di lui,  sorridente davanti all'obbiettivo, e sorrido pure io.
Certo, a volte le fan sanno essere parecchio fastidiose, non c'è dubbio, con tutto quello starnazzare che fanno alcune, ma sono nostre fan. Dobbiamo tutto a loro, il fatto di essere una boyband di successo, il fatto di essere arrivati in finale a X Factor di un'anno e mezzo fa. Senza di loro non saremmo niente. E le amiamo lo stesso. Harry in particolare, che parla sempre di portarle a casa, farle vivere con noi. Certo, e dove le metti, nel portascarpe?
- Ciao ragazze- risponde lui in italiano, accento tutt'altro che corretto. 
Perchè ci troviamo all'aereoporto di Malpensa, quest'oggi? Semplice, stiamo tornando a casa, in Inghilterra. Mi manca da morire, nonostante mi piaccia stare qui. E non intendo l'Italia in senso stretto, parlo di tutto quanto il mondo. Poterlo girare, poterlo vedere e visitare posti nuovi è una cosa che.. wow, ancora mi ci devo abituare. Alle ragazze? Oh, quella non è una novità. 
Comunque, siamo qui per prendere l'aereo che ci porterà a casa, ma le fan non sembrano essere particolarmente d'accordo.
- Zayn, please, please, stay here!- un'altra mi si avvicina, lacrime agli occhi dalla commozione e dalla tristezza della nostra imminente partenza.
Sorrido, semplicemente, e l'avvicino a me per un piccolo abbraccio. Le ragazze amano gli abbracci, no? Fanno bene al cuore. Lei ride, contenta, e allontanandosi fa passare avanti la sua amica, una ragazzina dai capelli castani che non avrà più di tredici anni, che vuole una foto con me, Niall e Louis insieme. Appena liberi richiamo gli altri due, accettando la richiesta della ragazza.
Poco più in là, un Liam sorridente è impegnato a firmare autografi e a ripetere frasi in italiano di cui, personalmente, nemmeno conosco il senso.
Dopo un periodo come questo, pieno di impegni e cose da fare, ci si aspetterebbero delle persone più che altro stanche e di malumore, desiderose solo di imbarcarsi. Ma noi no, e soprattutto non oggi.
E' un giorno speciale dopotutto, no? Stiamo tornando a casa. 


Recensite in tante, io nel frattempo continuerò a postare capitoli ;D A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo II- Ma dov'è il gate? ***


Milano, Italia, Europa, mondo.

Tutto è in regola se non sbaglio. Ho sistemato tutto ciò che c'era da sistemare, Marta è finalmente pronta, io lo sono già da un pezzo e ho posizionato le nostre valigie davanti alla porta, in modo da non dimenticarci niente. Ho tutto sotto controllo, e siamo anche in anticipo sulla tabella di marcia, visto che manca ancora un quarto d'ora alle sei. Mi passo una mano sulla fronte, sfinita ancora prima di cominciare, e mi lascio scappare un piccolo sbadiglio. Non sono abituata a fare orari del genere.
- Quindi, ripassiamo il programma di oggi. Tuo padre passa a prenderci per le..?-
- Sei precise- risponde lei, lasciandosi cadere di peso sul divano in salotto. 
Annuisco con un cenno della testa, sedendomi di fianco a lei e incrociando le braccia al petto. Non so perchè ho la stranissima sensazione che c'è qualcosa che non va. Non lo so, una sensazione quasi impercettibile che però continua imperterrita a tormentarmi, quasi fosse il campanello di allarme per qualcosa. Negativo? Positivo? Mi è capitato di prevedere, in un certo senso, entrambe le cose. Potrebbe essere qualsiasi cosa. 
Cosa c'è che mi sfugge?
- Hai portato i trucchi?- chiedo, interrompendo il silenzio.
Si gira a guardarmi, e ha tutta l'aria di chi non ha la più pallida idea di dove vuoi andare a parare.
- Io.. sì, li ho messi nella tua valigia.- risponde quindi, confusa.
- Pigiami?- 
- Sì, certo, anche quelli, ma per..-
- Cellulare?- 
- Certo, è qua in tasca!- esclama, tirandolo fuori per mostrarmelo come prova - perchè cavolo fai tutte queste domande?- 
- Non so bene per cosa, ma è come se avessi uno stranissimo presentimento..- 
Lei alza gli occhi al cielo. E' capitato che le confessassi di questo mio particolare sesto senso per le cose, è capitato che avessi ragione, ma non credo mi dia davvero retta. Non mi sembra molto preoccupata della cosa. 
- Sarai solo agitata per la partenza, tranquilla- sorride- sono contenta anche io. Eri, stiamo per andare in Inghilterra, ci credi? T'immagini se becchiamo Joseph per le strade di Londra? Sarebbe, sarebbe...- si blocca, non riuscendo a trovare un aggettivo abbastanza grande per definire cosa rappresenterebbe per lei l'incontro con lui.
Joseph è Joseph Morgan, l'attore che nella serie di The Vampire Diaries interpreta il cattivo Klaus, per la quale sembra aver preso una bella cotta di recente. Non parla altro che di lui, di quello che fa, delle sue interviste, del suo accento. All'inizio è stato un po' stressante, ma col passare del tempo diventa anche divertente starla a sentire. Ha quella stranissima luce negli occhi quando parla di lui. Con lui si immagina un futuro lungo una vita, con matrimonio, cucciolata, nipotini tutto attorno e tanto, tanto romanticismo. Una cosa un po' diabetica per i miei gusti, ma è comprensibile. Ogni ragazza sogna un principe azzurro, no? Il problema è quando comincia a parlarmi dei suoi sogni. In quelli non c'è romanticismo. Per niente. A volte penso di avere a che fare con una squilibrata, e sinceramente ho il terrore che possa davvero trovarselo davanti una volta entrate a Londra. Credo che mi toccherebbe metterle il guinzaglio, per precauzione. Sono sicura che gli salterebbe addosso, e non è tanto per dire. 
- Sarebbe bello, ho capito- rido, facendo concludere in qualche modo la sua frase. 
Grazie al cielo, c'è un solo dieci percento che una cosa del genere possa accadere, impegnato com'è con le riprese della serie. Probabilmente si troverà in America, o.. beh, dovunque lui dovrà girare le scene. 
Una vibrazione improvvisa interrompe la sua risata. E' il suo telefono, a quanto pare, visto che il mio.. il mio..
Sbarro gli occhi.
- Maledizione! - esclamo, balzando in piedi dal divano. - il mio telefono! Dove l'ho lasciato?- 
- E' papà, dice che sarà qui a momenti. A quanto pare non aveva niente di meglio da fare che passare a prendere noi. Strano, alle sei di mattina ci sono sempre un sacco di attività divertenti da fare - ironizza lei, ignorandomi. Penso sia troppo abituata ad una scena del genere per potersi stupire ancora. Di solito, ciò che perdo lo ritrovo nell'esatto posto in cui dovrebbe essere, che sia la tasca dei pantaloni, del giubbotto, nella valiga, sul comodino.. ho sempre il terrore di perdere qualcosa e mi agito quando invece è comunque tutto sotto controllo.
Solo che questa volta non sembra essere la mia giornata, visto che anche se mi sono fiondata in camera non lo vedo da nessuna parte.  Non c'è nè sul comodino, nè nel cassetto del comodno, nè attorno al comodino, nè sotto al cuscino, e nemmeno lo vedo da nessun'altra parte. 
- Ma santo cielo, perchè sempre a me?- borbotto, ribaltando tutto ciò che fno ad un secondo prima era perfetto.
- Che hai adesso?- sento Marta chiedere dal salotto con voce piatta. Sì, è abituata. No, non  è agitata come me. 
- Non trovo quel cavolo di telefono!- mi lamento, passando al bagno. - non posso partire senza, mamma mi ammazza, ti rendi con..-
Una vibrazione. Percepisco una vibrazione non distante da me. Mi volto, ed eccolo lì, poggiato al tavolino di legno in corridoio. Il dislay è illuminato, e segna un messaggio. E' Marta: Vwas Happnin? . 
- Divertente- sussurro, infilando il telefono in tasca. Per una volta che le parlo di quel ragazzo, mi deve stressare l'anima. Dice che sono fissata con lui tanto quanto lei lo è con Joseph. Tzè, tutte sciocchezze. 
Fortunatamente per lei, il campanello suona esattamente nel momento in cui rimetto piede in salotto, salvandola. 
Mi avvicino quindi al mio cappotto e al suo, appoggiati sulla poltrona lì, accanto a lei, che raggiante si alza in piedi e sfilandomi il suo dalla mano. 
- Pronta?- mi chiede, la mano sul pomello della porta. 
Involontariamente sorrido. Sto per partire. Me ne sto per andare per un po' da questo posto piatto e totalmente noioso. Sto andando in Inghilterra, ci sto andando davvero. Il sogno di una vita. 
- Dai, avanti, apri che mi stanno crescendo i capelli bianchi- rispondo, e lei ride, aprendo la porta e precedendomi. 
Si fionda in macchina, trascinandosi dietro la sua valigia e affidandola al padre che, cautamente, posiziona nel bagagliaio insieme alla mia.
Richiudo la porta una volta entrata, e da lì non passano più di venti minuti che eccoci di già all'aereoporto.
Incredibile quanto forte mi batta il cuore. E quanto cavolo mi senta male. Il sesto senso si è acuito ogni secondo di più durante il viaggio, e ora mi ritrovo con una sensazione simile al mal di mare. 
Il padre appoggia le nostre valigie a terra, ansimando appena dallo sforzo.
-Ma che ci avete messo qua dentro, pure i mobili?- si lamenta, sorridendo.
-------------------------------------
Siamo dentro, ormai. Sono cinque minuti che giriamo in lungo e in largo alla ricerca del nostro Gate, e magari dei nostri compagni di classe. Pensandoci bene, non è stato deciso un punto preciso dell'aereoporto in cui ci dovessimo ritrovare una volta arrivati ma, conoscendoli, ci sono solo due posti plausibili: il check-in, o McDonald's. Non credo gliene importi molto che siano solo le sei e mezza. 
- Gate due, gate due.. ma dove cavolo è?- chiede lei retoricamente, guardandosi attorno.
Effettivamente, non riesco a trovarlo nemmeno io. Non che me ne intenda di questo genere di cose, ho viaggiato solo un'altra volta apparte questa, e mai da sola, ma un cartello dovrei essere capace di notarlo. 
Eccolo, finalmente, che lo individuo fra la massa di cartelli circostanti. Sorrido, soddisfatta.
Accenno un passo nella direzione corretta, ma neanche il tempo di muovermi che vengo travota da quellache a prima vista pare una mandria di gnu, ma che analizzata meglio penso siano ragazzine. Ognuna di loro indossa la stessa maglietta, identica a quella delle altre. Non impiego molto a riconoscere le facce rappresentate.
- One Direction..- sussurro, improvvisamente consapevole del fatto che se ci sono le loro fan, loro saranno qui di sicuro. 
E quasi a leggermi nel pensiero, la folla si disperde appena per il resto dell'aereoporto, permettendomi di avere una visuale migliore di ciò che ho davanti, a pochi metri di distanza. Li vedo. Sono loro, senza alcun dubbio. Posso riconoscere perfettamente i riccioli di Harry, il biondo caratteristico di Niall, la cresta di Zayn, le bretelle di Louis e i capelli di Liam. 
- Ma guarda te 'ste qua. Guardare dove si va magari non sarebbe male..- commenta Marta riportandomi alla realtà.
Sbatto gli occhi, improvvisamente lucida. Non sono una loro fan accanita, una directioner, non andrò a sbavargli addosso, come stanno facendo chiaramente alcune di loro. Non gli chiederò un'autografo, non li guarderò nemmeno. Passerò avanti e arriveremo al gate due. Rintraccio il cartello col numero che ci serve e, maledizione a lui, si trova esattamente dietro di loro. Non posso evitare la cosa, dovrò passarci vicino, in ogni caso. 
Mi schiarisco la voce, improvvisamente in imbarazzo. Non credo si sia accorta di loro, non li ascolta nè tantomeno sa chi sono, apparte Zayn. Ma credo possa notare la mia espressione, perchè mi guarda in maniera piuttosto sospettosa. 
- Sì sono.. indelicate. La fretta, credo- sorrido appena, cercando di distrarla. - avanti, vogliamo andare?- 
La incito, facendole segno con la mano di passare prima di me. Mantieni la calma e mostrati disinvolta. Non ti noteranno neanche. Disinvolta e niente occhiatine nervose nella loro direzione. 






Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo III- Maledizione.. ***


Ammetto di essere terrorizzato, certe volte.
E' bello sapere che le tue fans sono disposte a venirti a salutare pure all'aereoporto, è commovente vederle piangere per la tua imminente partenza, è divertente vedere le loro espressioni, tristi e felici insieme.
Ma è assolutamente spaventoso il loro numero. Nel giro di un minuto, le ragazze che pretendono la nostra attenzione sono raddoppiate, figuratevi adesso, che di minuti ne sono passati dieci.
Mi fa anche male la mano a forza di autografi, cavolo.
- Zayn, can you take a photo with me?- mi chiede una di loro, sorridente.
Le sorrido di rimando, le passo un braccio attorno alla vita e sorrido all'obbiettivo. Alla fine non è neanche male questo lavoro. Sai di essere amato, sai di essere apprezzato come persona e come cantante. E' bello saperlo. Purtroppo, però, non è tutto ciò che dobbiamo fare oggi. Nonostante tutti noi, una volta a casa, volessimo riposarci, ci tocca già ricominciare con le interviste alle cinque di stasera. Non possiamo permetterci di perdere il volo.
- Louis- richiamo la sua attenzione, cercando di sovrastare la voce delle fans. Restituisce la penna alla proprietaria, le sorride e si gira, interrogandomi con lo sguardo. Indico l'orologio al suo polso, intimandogli silenziosamente di dargli un'occhiata.
- Cavolo..- commenta, stupito dell'orario. Eggià, sono le sette, amico. L'imbarco è cominciato da un pezzo.
Si schiarisce la voce, e assume l'aria più triste e più nostalgica del mondo:
- E' un peccato, ragazze, ma devo informarvi che siamo in netto ritardo sulla tabella di marcia, e non possiamo perdere quell'aereo. Sono sicuro di spezzarvi il cuore ma, vedrete, supererete anche questa e..- si interrompe a metà discorso, accorgendosi solo in quel momento delle facce stupite e confuse delle ragazze attorno a lui.
Rido. Non credo stiano capendo qualcosa del tuo discorso.
Lui sospira, arreso. Scena rovinata, Louis, peccato.
Ha talento come attore, quel ragazzo.
- Dobbiamo andare- riassume, facendo un passo nella mia direzione.
La reazione delle ragazze è immediata: tutte cercano di afferrarlo, cercano di trattenerlo e di impedirgli di partire. Louis però, al contrario di quanto qualcuno possa pensare, non è mai stato maleducato con loro, nè tantomeno brusco. Non le guarda male per i loro gesti disperati, non se le scrolla via, non scappa. Sorride semplicemente, allontanandosi e picchiettando sulle spalle degli altri tre prima di raggiungermi. Ultimo scatto e anche io sono pronto per andare.
Harry, invece, sembra non avere la minima intenzione di scollarsi da quella piastrella dell'aereoporto.
- Harry- lo rimprovera Liam, fulminandolo.
- Ciao Italia, vi amo!- ripete meccanicamente in italiano un Harry sorridente, ignorandolo.
Liam si passa una mano sulla faccia, ridendo appena. Si avvicina, si fa spazio fra la folla e afferra il ricciolo per la maglietta.
- Avanti, principe azzurro, muoviti o non si tornerà a casa- lo prende in giro Liam, trascinandolo contro la sua volontà fino a noi.
- Ma che modi..- si lamenta l'altro, sistemandosi la maglietta - le stavo giusto per salutare.-
Niall alza gli occhi al cielo, e non ci vuole molto a capire perchè. Non ci crede minimamente. Io nemmeno. Tutti noi conosciamo troppo bene Harry per crederci.
-  Quindi - comincio, guardandomi attorno - il nostro è il gate numero due. Tutti voi avete i vostri bagagli?- chiedo, per conferma.
E' già capitato che qualcuno di noi stesse per partire senza la propria valigia.
- Sì signorina hostess- risponde Louis con voce acuta - e comunque eri tu quello senza, la volta scorsa- continua in tono normale, alzando un sopracciglio.
Beh? Perchè tutto questo bisogno di precisare?
- Dicevo..- continuo, ignorandolo - abbiamo i nostri bagagli, i biglietti, le carte d'imbarco.. non manca niente, credo.-
- Perfetto, quindi possiamo andare?-
domanda Niall, l'adrenalina a mille. 
L'Inghilterra gli manca come l'aria. Nonostante il suo paese d'origine sia l'Irlanda, credo che nel suo cuore, ora, come casa ci sia l' abitazione che condivide con noi,nei pressi di Londra. Non che veda l'ora di andarsene, s'intende.
Ieri si è messo quasi a piangere quando si è reso conto che non avrebbe più avuto a disposizione cibo italiano ogni secondo della giornasta. Bisogna comprenderlo, è un ragazzo sensibile.
- Sì, possiamo andare direi. Chi sa dov'è il ga..-
- Esattamente dietro di lei, signorina hostess-
mi interrompe Harry, sorridendo.
Mi volto, ed effettivamente un due enorme è lì, illuminato col neon, e indica proprio il nostro gate.
- Oh- commento stupito - beh, meglio così.- scrollo le spalle, chiudendo lì il discorso. 
Molta gente sembra passare di lì, e nei loro sguardi, su ognuno dei loro visi, si riesce a leggere l'ansia tipica della persona in ritardo, di quella timorosa di essere arrivata troppo tardi. Noi? Noi problemi non ce ne facciamo. Non per vantarmi ma ehy, siamo i One Direction. Volete che non ci facciano salire?
---------------------------------------
- Per che ora è previsto l'arrivo?- chiede Niall, sempre sorridendo.
A volte mi chiedo se sia capace di una via di mezzo, perchè lui o ride, o piange. L'ho visto serio o tranquillo solo una o due volte in due anni di conoscenza, incredibile. Un fiume in piena di emozioni. 
Controllo i biglietti, che tengo in mano assieme alle carte d'imbarco, passaporti e quant'altro.
- Sono due ore di viaggio. Partiamo alle sette e mezza e arriviamo per le nove, dieci al massimo-
rispondo distrattamente, tornando con lo sguardo alla fila di gente. Ci avviciniamo e cerchiamo di incolonnarci, cercando di non dare nell'occhio. Se ci riconoscono pure qui è la fine, ci toccherà passare a lato e superare la fila. E io odio essere scorretto. 
Niall in testa al gruppo, e al seguito Liam e Louis che sono intenti a parlare, e infine Harry, che curioso si guarda intorno. Chissà perchè, sospetto che lui abbia un debole per le italiane. Beh, per le ragazze in generale si sapeva già. Ma le italiano hanno quel tocco di.. non lo so, fanno un po' come le ragazze della Spagna. Passionali. Calde, e no, non sto facendo riferimenti a pratiche sessuali. E' Harry quello con la mente malata, per l'appunto.
All'improvviso qualcosa urta contro la mia spalla destra, rischiando di farmi cadere a terra tutto l'armamentario che tenevo gelosamente.
- Santo cielo, scusa, è colpa mia!- una ragazza si gira a dirmi in italiano, e almeno questo è comprensibile. E' semplice da capire. Penso si stia scusando. Alza lo sguardo per guardarmi negli occhi e all'improvviso ho la certezza che mi abbia riconosciuto. Panico più totale.
- Oh cavolo.. I mean, it's my fault- ricomincia allora. Ha cambiato lingua. Mi ha riconosciuto. Guarda i miei comoagni di viaggio e uno per uno so, lo vedo dal suo sguardo, li ha riconosciuti. Strano che non stia urlando in preda all'emozione. Di solito funziona così.
Come strano è anche il suo colore di capelli. Rosso fuoco. Risalta fra tutte queste bionde e queste more.
- Non ti preoccupare - le rispondo allora, accennando ad un sorriso. Siamo sicuri che non si metta ad urlare, finendo col farci scoprire?
- Oh ehi, che fai Zayn, sei a caccia pure qua? Datti tregua, ragazzo.- Harry, di fronte, pare averla notata. Le sorride. Lei sorride di rimando, ma non credo abbia compreso la sua frase.
- Eri, che fai? Vieni, ci stanno aspettando!- è un'altra ragazza italiana a spuntare dalla folla, e pare conoscerla. Non credo mi abbia notato, perchè tutto ciò che fa è prenderla e cercare di trascinarla via con sè.
- Io.. io devo andare. beh, piacere di avervi..- mi pare confusa sul termine da utilizzare-.. parlato. - conclude, sorridendoci. Tutti e cinque adesso l'hanno vista, e lei saluta cordialmente tutti con un gesto della mano.
L'amica non attende un secondo di più e la trascina, mischiandola di nuovo con la folla. Inconfondibile, però, il colore dei capelli.
Mi volto verso Harry.
- Sei il solito idiota. Quello che va sempre a caccia sei tu, non ribaltare i ruoli. Mi è solo venuta addosso, tutto qua.- alzo le spalle.
- Certo.. e magari non l'ha fatto nemmeno apposta. Fa molto scena da film, non credi? Sicuro che ci ha riconosciuto da lontano e ha pensato di attirare così la tua attenzione- cerca di convincermi lui, scettico sulla mia teoria.
E' plausibile, ma ha parlato prima in italiano, no? Che senso aveva?
- A me è sembrata piuttosto.. simpatica, invece. - si aggiunge Louis, indicando il punto da cui è sparita con un cenno della testa. - secondo me  non l'ha fatto apposta-
- Secondo me è carina-
conclude invece Niall, ridendo.
- Concordo in pieno, biondino.- Harry gli batte il cinque, sorridente.
Comunque sia, non è che me importi molto. Sono loro quelli che si guardano sempre in giro alla ricerca della bella ragazza.  E questa possiamo anche definirla anche carina, personalmente l'ho trovata anche un gradino al di sopra dell'essere semplicemente carina, - due occhioni così, li ho visti solo allo specchio, eheh, capita la battuta?- ma, come ho già detto anche a loro, non mi interessa. Ma perchè ne stiamo parlando, poi? Chi la rivede più a quella?
- Speriamo di averla vicina, in aereo. - commenta di nuovo Harry, rompendo il silenzio.Ah, già, è nel nostro stesso gate. Guardo dove si dirige. E' sul nostro stesso volo. Sbuffo. Dovrò subire i loro commenti tutto il viaggio?
- Zayn, buona fortuna- una pacca sulla spalla, è Liam. Sorrido, ironico.
Recensite in tanteee! Altrimenti per chi vado avanti? : D

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo IV- In viaggio (part.1) ***


Incredibile, davvero. 
Stavo camminando ad occhi bassi, effettivamente nemmeno guardavo dove stessi mettendo i piedi, ma così facendo speravo di poter resistere alla tentazione di voltarmi e salutarli. Non voglio essere come quelle ragazzine che li circondano. 
Per cui, soltanto una volta ho deciso di guardare nella loro direzione, e solo per accertarmi del fatto che no, non si fossero spostati, e vedendo le fans ancora tutte là, ammassate nello stesso punto, è ovvio che io abbia pensato che non si fossero ancora mossi di una virgola. 
E invece no, il destino mi odia e, evidentemente per punizione - per qualcosa che, tra l'altro, ora come ora non mi viene in mente- ha voluto giocarmi questo brutto scherzo. Non solo sono andata a sbattere contro qualcuno, cosa che è già grave di per sè, ma quel qualcuno è niente meno che Zayn, esattamente uno dei membri della band che cercavo con tanta tenacia di evitare. Uno di quelli che più mi coloisce come voce, oltretutto. 
Ma che bello. Grazie, eh. 
Fortunatamente, non sembra avermi preso per una ritardata mentale. Magari nei prossimi giorni avrò anche la fortuna di non essere nominata nelle sue interviste alla domanda " Cose imbarazzanti che ti sono successe di recente?" 
Che poi, tanto lo rivedrò più, no? Quindi che m'importa. 
Ringrazio quindi mentalmente Marta per il suo intervento tempestivo, rapido ed efficace, grazie al quale sono stata salvata da una situazione spinosa come quella di poco fa. E la ringrazio anche perchè è lei a trovare la classe, ed è sempre lei a portarmi nel luogo esatto, nemmeno tanto distante da dove si trovano i One Direction ora, tra parentesi. 
Vedendoci arrivare, l'insegnante appare visibilmente rilassata. Evidentemente, all'appello mancavamo solo noi. E te pareva.
- Ventisei e.. ventisette. Grazie al cielo ci siete tutti quanti. Finalmente- lo sguardo accusatorio che rivolge ad entrambe non lascia spazio ai dubbi su cosa intenda dire - ora, ordinatamente, siete pregati di posare tutte le vostre cose sul nastro. Magari velocemente, visto che siamo già in mostruoso ritardo. - ci intima, cominciando lei per prima.
Comincia così la fila di chi, fra noi, deve poggiare qualcosa sul nastro: cappotti, telefoni.. tutto ciò che potrebbe suonare al metal detector e, aiutati da entrambe le insegnanti accompagnatrici, non impieghiamo più di una manciata di minuti per farlo che ecco, siamo già di nuovo tutti pronti per partire e salire sull'aereo. 
Sempre in maniera ordinata - parola che, oggi, la prof sembra utilizzare più spesso- ci dirigiamo all'interno del velivolo, ognuno alla ricerca del suo posto. 
- D'accordo. Marta, tu che posto hai?- chiedo, lasciando passare gli altri prima. 
Lei consulta il suo biglietto, per poi rinfilarlo in tasca.
- 12F. - risponde, rapida, già con lo sguardo rivolto verso i posti. 
Sbuffo sonoramente, contrariata. Ma porca paletta, perchè sempre a me le sfighe?
- 22C- confesso invece io. Non siamo vicine e, con tutta probabilità, sarò anche sola come un cane, magari con di fianco la tipica signora chiacchierona che ti terrà occupato tutto il viaggio o, peggio ancora, il dormiglione di turno che ti russa nell'orecchio. Per non parlare dei bambini. Quelli sì che sono difficili da sopportare, in un viaggio in aereo. 
Lei alza le spalle, anche se dispiaciuta. 
- Sono soltanto due ore di viaggio, ce la puoi fare- commenta, manco avessi appena confessato di star pensando al suicidio per questo. La spingo leggermente, sorridendo. - e poi, metti caso che i One Direction salgono proprio su quest'aereo. -
Sbarro gli occhi, completamente presa alla sprovvista. Perchè, li ha riconosciuti?
- Pensi che sia deficiente? Mica mi sfugono i tuoi sguardi da cerbiatta innamorata, sai?- 
E' il suo turno di darmi una spintarella, ridendo divertita. Tutto ciò che riceve in cambio, però, è una gomitata nelle costole. 
- Cerbiatta innamorata un bel corno!- le rispondo, offesa - anzi, senti una cosa, Cupido. Siediti e falla finita con queste tue menate mentali. Dai, su, fila- le faccio cenno con la mano di muoversi, e lei alza un sopracciglio, opponendo inizialmente resistenza. 
Ma vedendo che pure le persone dietro di noi stanno aspettando che ci sediamo, è costretta a cedere, ad allontanarsi da me alla ricerca del suo posto. Io, dietro di lei, scorro qualche posto in più prima di sedermi. Non sono sul finestrino, grazie al cielo. Sono sul corridoio, e già questo è un vantaggio. Di persone moleste, almeno, puoi averne solo da una parte. Almeno che tu non sia così sfigato da capitare con persone fastidiose pure dall'altro lato del piccolo corridoio. 
Accanto a me, comunque, il posto pare essere occupato da un uomo di affari, e intento com'è a leggere quello che a prima vista sembra essere un quotidiano, credo che non mi considererà poi moltissimo, in queste due ore. 
Spio invece, davanti, per cercare di individuare Marta fra la moltitudine di teste, ma no, non vedo traccia di lei. Sbuffo ancora. Non dovrò starmene qui tutta da sola sul serio, vero?
Controvoglia mi siedo e allaccio la cintura, in attesa della partenza. Appoggio la testa sul sedile, chiudendo gli occhi, nel tentativo, magari, di prendere sonno. Nonostante non mi svegli mai alle cinque di mattina, oggi non mi sento per niente stanca. Sarà che sono felice di partire, sarà che alzarmi così presto per un'attività come questa non mi pesa, sarà la novità a provocarmi quest'effetto, ma sono sicura che non riuscirò a dormire, per quanti sforzi io possa fare. Incredibilmente, nemmeno Marta sembra riuscirci. Il telefono mi vibra, in tasca, un secondo prima che la voce metallica ci intimi di spegnere tutti gli apparecchi elettronici in nostro possesso. Ho giusto il tempo di controllare il suo messaggio: Sempre detto di essere una veggente.
Esco dalla cartella dei messaggi, confusa, spegnendo il telefono prima che una hostess possa fulminarmi. La cerco di nuovo con lo sguardo, sporgendomi dal mio sedile e cercando di individuarla, ma ciò che vedo blocca totalmente le mie intenzioni. Louis, sorridente e solare come sempre, è proprio lì, all'inizio del corridoio, che smagliante e attento sembra alla ricerca del suo posto. Gli altri quattro sono esattamente dietro di lui, e alternano saluti a occhiate verso i numeri illuminati.
Una coppia di ragazzine, due file avanti rispetto alla mia, sembra avere un collasso. Io, invece, sto pregando in tutte le lingue che conosco che non mi riconoscano o che, perlomeno, mi ignorino. Vuoi mettere il casino che combinerebbero le altre fans presenti sull'aereo alla notizia che i loro One Direction hanno salutato me? Mi mangerebbero viva. 
Cerco quindi di tenere d'occhio i loro movimenti fingendo un'impassibilità che proprio non mi appartiene, estrendo il depliant della linea aerea e sfogliandolo, fingendomi interessata a quello che c'è scritto. Sfortunatamente, i loro posti non sembrano essere nelle prime file, poi chè li noto con la coda dell'occhio procedere, seguiti dall'occhio vigile della guardia del corpo che nel frattempo fulmina chiunque accenni a fare anche un solo passo nella loro direzione. Così, impotente, assisto alla loro avanzata che, da innocente e tranquilla, nella mia testa pare tanto minacciosa e troppo veloce. Quando li noto a tre fila di distanza, quasi tento di entrarci, nel depliant, nascondendoci il viso. 
Improvvisamente, però, qualcuno me lo sfila dalle mani, senza motivo apparente. 
- Scusa, lettrice accanita, ma il mio posto sarebbe esattamente quello - un ragazzo inglese si blocca, sorridendo improvvisamente appena incrocia il mio sguardo.Maledizione, maledizione. Harry. - centrale. 22B, piacere di conoscerti. Guarda un po' che coincidenza..- il biglietto che mi sventola davanti al naso parla chiaro. E' davvero qui, è davvero il suo posto quello fra me e l'uomo d'affari. - Io sono Harry- mi tende la mano, sguardo furbo. 
Zayn, dietro di lui, sembra alzare gli occhi al cielo per chissà che cosa. 
- Harry non cominciare, dai. Siediti e stai buono- gli raccomanda, sistemando gli zaini dove possibile, negli scomparti sopra le nostre teste.
Perchè state tutti qua? Stiamo scherzando, vero? Sbatto gli occhi, incapace di dire niente per un minuto buono.
- Erika e.. beh, piacere. - stringo esitante la mano che mi era stata tesa e stringendomi il più possibile per permettere al ragazzo di passare.
- Loro sono Niall, Zayn, Liam, Louis, avanti ragazzi. Un po' di decoro. Salutate- li intima Harry, quasi offeso dal loro comportamento. 
- Piacere di rivederti!- esclama Niall, dal sedile dietro al mio. Mi sporgo dal sedile nella sua direzione, accennando ad un sorriso. ha uno sguardo gentile. Nelle foto, non so perchè, mi aveva sempre dato il senso di uno che si vantasse un po'. Beh, tutti loro, a dir la verità. Ma ora come ora, nessuno mi pare particolarmente attento al proprio aspetto. Apparte Zayn, che noto specchiarsi nel finestrino prima di sedersi nel posto corrispondente al mio, che dà sul corridoio - fantastico, appena questa mancava- con accanto Liam nel posto centrale e Louis in quello vicino al finestrino.
- Piccolo il mondo, ah?- commenta Zayn, rivolto a me. 
- Scherzi? Perchè in qual caso Niall cosa sarebbe? Un microbo?- 
Un pacchetto di fazzoletti parte da dietro di me e arriva, misteriosamente, in faccia a Louis. 
- Oh, oddio, un taglio atroce. Mi rimarrà la cicatrice e la colpa è tutta tua, Horan!- 
Sento Harry ridere al mio fianco, seguito a ruota da tutti e da un mio sorriso. 
- Io sono Zayn, comunque - si presenta lui, con saluto militare. 
- Liam al suo servizio - è l'altro, ad aggiungersi al discorso.
- Ferito di Guerra, piacere. Per gli amici Louis. - si definisce invece l'ultimo dei cinque.

 Okay, alla fine di questo viaggio verso l'Inghilterra morirò sbranata dalle loro fans, ma se l'inizio è questo, forse ne vale la pena.


Che ve ne pare? Miraccomando, numerose! :DD

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo V- In viaggio (part.2) ***


Harry.

Vedete? Devo avere un qualche superpotere. Io spero che lei sia sul nostro aereo e, non solo è vero, ma è pure la mia vicina di posto! Figo, vero?
Zayn, invece, sembra un po' meno contento, tanto da raccomandarmi ad alta voce di mantenere un comportamento decoroso e, implicitamente, di tenere le mani a posto. Non gli ho risposto, ho semplicemente alzato gli occhi al cielo e mi sono seduto accanto alla ragazza, presentandomi e seguito a ruota dal resto del gruppo. 
- Ferito di guerra, piacere. Per gli amici Louis- è lui l'ulitmo a presentarsi, mentre laereo decolla.
Lei ride, divertita. - Piacere mio- risponde, riferendosi in generale - Io sono Erika- ripete invece per tutti.
Noto che è imbarazzata e forse un pelino preoccupata, e non credo sia per il volo. E' facile capire quando una ragazza non è a suo agio: continua a tormentarsi i capelli, sfugge al tuo sguardo, non ti guarda quando ti parla, balbetta leggermente.. La ragazza in questione, oltretutto, esprime tenerezza con qualsiasi gesto. Sul serio. E io adoro la tenerezza in una ragazza. E sapete cosa si dice delle ragazze tenere? Più appare tenera, più sarà porca, nella maggiorparte dei casi. Beh, speriamo in bene. 
- Dove sei diretta?- chiede Liam una volta terminato il decollo, e tutto si è stabilizzato, allungandosi verso Zayn per ascoltare meglio. 
- Londra. Sono.. in scambio, con la scuola intendo. Rimarrò qui per un po'- risponde lei, sorridendo leggermente. Da dietro, Niall sbuffa sonoramente, entrando nel discorso. 
- Scuola, ah? Dio, che noia. Felicissimo di essermela lasciata alle spalle. - commenta e, sinceramente, non potrei essere più d'accordo. 
Zayn, invece, sembra essere più attento ad un'altro genere di informazioni:
- Che classe fai?- si informa, apparentemente curioso. 
Nel momento in cui lei non mi guarda, sorrido a Zayn in maniera furbs. Hai capito il signorino, fa tanto il vago quando invece ciò che gli interessa davvero è scoprire quanti anni ha.
- Frequento la terza superiore- risponde allora lei, occhi al cielo - e pure io non vedo l'ora che finisca. Voi, piuttosto? Tornate a casa per riposarvi?- domanda a sua volta.
Louis pare animarsi improvvisamente.
- Allora ci conosci!- esclama, interessato. 
Lei ride e, osservandola adesso, posso essere quasi certo del fatto che si stia abituando alla nostra presenza. Mi pare più tranquilla ogni minuto che passa. 
- Ovvio, non sono fuori dal mondo. Di recente non si parla d'altro che di voi..- aggiunge.
Ammetto che la notizia, seppure non sia nuova, mi gasa comunque parecchio. E' sempre bello sentirselo dire, anche se i fatti lo dimostrano da soli, senza che ci sia il bisogno di stare lì a specificarlo. 
- E tu? Parli in continuazione di noi anche tu?- è Zayn a parlare, incredibilmente. 
Beh, alla faccia del non interessato! Fa sempre tanto il tranquillo e serio, critica sempre me, ma non c'è molta differenza fra noi nel discorso ragazze. 
La corazza di timidezza di lei che stava lentamente scivolando via ritorna, tutta d'un colpo, a quella domanda. Glielo posso leggere negl' occhi. Incredibile quanto sia espressiva questa ragazza.. mai visto niente del genere. 
- Diciamo che non sono una fan accanita, ecco- tenta di spiegare - non mi fionderei fra le vostre braccia se vi dovessi incontrare per strada, tanto per intenderci- conclude, e la sua espressione rivela tutta la sua preoccupazione. Che c'è, paura di offendere?
- Oh, ehi, ma sentila- Zayn alza un sopracciglio, scettico di fronte alle sue parole - e che cosa faresti?- la sfida, girandosi completamente nella sua direzione. 
- Avanti, rispondigli a tono- la incoraggio, dandogli un affettuoso colpo di spalla sorridendo. 
Mi guarda, ricambia in parte il mio sorriso e non so se per il mio incoraggiamento o se per sua indole naturale, appoggia il gomito al bracciolo e sorreggendosi la testa per poterlo fissare dritto negl'occhi. 
- Cosa farei se vi vedessi per strada?- il suo tono non può essere frainteso, dalla sua voce traspira pura sfida. 
Alla faccia della ragazza timida, credo che sarebbe meglio per me rimangiarmi tutto. 
- Avrei già in mente un paio di cose- comincia quindi - ma non credo ci rivedremo più dopo oggi, Zayn. Credi per caso di beccarmi in giro per le vie di Londra?- ora nelle sue parole è evidente pure tutto il suo dubbio e ammetto che è più che legittimo. Siamo talmente indaffarati.
Credo che sia esattamente questo il lato negativo di essere una celebrità. Non hai tempo per te, non hai tempo per coltivare passioni o interessi. Anche se non è proprio di hobby ciò di cui stiamo parlando in questo momento. 
- Io ne dubito- continua sempre lei - per cui perchè parlarne?- conclude, stringendosi nelle spalle. 
- Caspita, si fa desiderare la ragazza.. mi piace!- esclama entusiasta Niall, ridendo.
Una delle - tante, troppe- qualità che apprezza in una ragazza è proprio quella di farsi scoprire un po' per volta, quella di essere piena di sorprese. E posso capire perfettamente quanto possa essere affascinante una ragazza del genere. 
Fanno impazzire anche a me. 
- Il suo discorso non fa una piega, Zayn caro. Mi dispiace ma, tin- è Louis ad imitare la campanella del wrestilng a voce e a gesti - il punto va a lei. Uno a zero- decreta con aria professionale. 
Zayn però, rimane impassibile, sguardo minaccioso ed inespressivo allo stesso tempo, come se non avesse sentito nè Louis nè Erika. Alla fine, però, sembra riattivarsi, e distoglie lo sguardo da lei e alza le spalle.
- Nessun riposo- risponde infine alla sua domanda orginaria. - al massimo un saluto veloce ai parenti ma poi ricominciamo con le interviste- specifica con tono neutro. 
Lo interrogo con lo sguardo: è raro un tono del genere in Zayn. Scuote la testa. Non ne vuole parlare. Non ora, almeno. Perchè non mi scapperà una volta scegli da qua, statene pure certi. 
Anche Liam, comunque, sembra avere notato la cosa, ma gli altri due, impegnati - o distratti, a seconda dei punti di vista- dalla sfida in sè che si era venuta a creare, non sembrano accorgersene. O forse non lo danno a vedere. 
Cerco di cambiare discorso, di sbloccare la situazione. 
- Quindi sarai ospite di una famiglia inglese..- comincio, rivolgendomi a Erika. Annuisce con un cenno della testa, sorridendo appena.
- Contenta?- chiedo, nonostante la risposta si possa leggere direttamente nei suoi occhi.
Ho già detto quanto sono.. dolci? Certo, sono colore del cioccolato e okay, d'accordo, ma non è a quello che mi riferisco. 
- Contentissima- conferma infatti lei - è un peccato che possa rimanere solo per una settimana. Voi quanto resterete?-
- Per qualche mese, credo. Almeno fino a Natale- e sono già tre mesi assicurati.
Manna dal cielo per mamma e papà di tutti e cinque. Effettivamente, ci vedono più le fans dei nostri genitori. Passare un po' di tempo con loro farà del bene a tutti noi. 
Le sistemo una ciocca di capelli che le è sfuggita dietro l'orecchio, con un gesto delicato. 
Liam, al fianco di Zayn, si schiarisce la gola. Che c'è? Che ho fatto adesso?
----------------------------------

Erika.

Riapro improvvisamente gli occhi. Oh, cavolo. Mi passo una mano sul viso, nel tentativo di darmi una svegliata. Non posso credere di essermi addormentata. 
- Buongiorno, eh?- qualcuno, dai posti dietro, pare aver compreso che sono di nuovo sveglia, forse dai movimenti del mio sedile. 
Ed ecco che, improvvisamente, mi torna in mente. I One Direction. Erano qui, accanto a me. Stavamo parlando.
Scatto seduta composta nell'esatto istante in cui mi rendo conto di aver dormito appoggiata a Harry. Oh cielo. 
- Era ora, facevi un casino che non ti dico- Louis ringrazia il cielo. Liam ride. 
- Ma smettila, non è vero che russa - lo rimprovera, scompigliandogli affettuosamente i capelli. 
- Sei sempre così ansiosa?- mi chiede invece Harry, accanto a me. 
Non riesco a collegare subito a cosa si riferisca - forse sono ancora parecchio addormentata- ma alla fine comprendo: il mio scattare a sedere per allontanarmi da lui. - Non mordo mica - continua, sorridendo. 
La voce di Zayn mi raggiunge appena, mentre apparentemente distratto sfoglia una rivista.
- E' proprio questo il problema..-
- Come dici?-
chiede Harry.
- Niente - lo zittisce Liam, picchiato la sua rivista in testa a Zayn. 
- Ahia- si lamenta lui, passandosi una mano sulla zona colpita. Sorrido.
- A dir la verità no - rispondo a Harry - ma non penso sia educato dormire addosso alle persone, non cre.. oh ehi, un momento prego- 
Nel parlare stavo spostando il giubbotto che ho avuto sulle gambe mentre dormivo, ma mi sono appena accorta che il mio ce l'ho ancora su, non l'ho mica sfilato alla partenza. E non mi porto mica due giubbotti dietro.
Zayn allunga una mano verso di me, afferrando l'oggetto del mio stupore. - Mio- risponde semplicemente. 
Sbarro gli occhi. Che cosa..?
- Gli è scivolato- lo giustifica Louis, con l'aria più convinta del mondo. 


VOGLIO RECENSIONIII! Anche negative, basta che siano costruttive!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo VI- In viaggio (part.3) ***


Niall

Certo che a volte sono particolarmente sfortunato, non si può negare. Ti pare che fra noi sei, sia proprio io quello a dover stare nei posti dietro come un perfetto deficiente? Tutto il viaggio lo sto passando come se fossi sul sedile posteriore di un'auto, costretto a sporgermi per poter partecipare ai discorsi. Uffa.In più, una volta che gli altri – con comodo – hanno fatto tutte le loro domande alla ragazza, nn ho potuto nemmeno porne io. Questo perchè? Semplice, perchè come ho fatto la mossa di avvicinarmi al sedile di lei per parlarle, la mano di Zayn è arrivata rapidissima a tapparmi la bocca, impedendomi di parlare. Lo guardo storto, indeciso se picchiarlo o se essere semplicemente incuriosito da quel gesto. Con l'indice della mano libera mi fa segno di stare in silenzio, e con un cenno della testa mi indica la ragazza. Volgendo leggermente lo sguardo – per quanto la sua mano mi permette- noto quel piccolo dettaglio che mi era sfuggito stando nei sedili dietro: ha gli occhi chiusi. Dorme. Cioè, una ragazza si è addormentata in nostra compagnia? Questo è.. un buon segno? Secondo me no. Avanti, non è normale! Sicuri che non è svenuta? Mi sembra più probabile. E' già capitato un'alto episodio – più di uno a dir la verità- del genere. Ma mai che una ragazza si addormentasse, tranquilla come un neonato, in nostra presenza. Potrei anche prenderla sul personale , ma visto che sarei l'unico perchè il resto di noi è sorridente e tranquillo, decido di lasciar stare. Affari suoi. Alla fine, come lei stessa ha detto, questa è la sua unica occasione per vederci, parlarci, no? Dovrebbe sentirsi privilegiata e invece che fa? Dorme. Non mi vanto mai di quello che stiamo diventando, di quanto successo stiamo avendo, ma in questo caso direi che proprio c'è da dirlo: nessuno oltre a questa ragazza oserebbe addormentarsi con 5 ragazzi famosi e desiderati a fianco.  
Ritorno comunque seduto composto sul mio sedile evitando accuratamente di svegliarla – non sia mai, Zayn mi mangerebbe vivo- e per un periodo di tempo tutto ciò che vedo è lei che, nel sonno, si appoggia a Harry, e lui che ride. Poi, improvvisamente, è di nuovo a Zayn a muoversi. Dopo averle dato un'occhiata, lo noto alzare gli occhi al cielo. Si sfila il giubbotto e, allungandosi dal suo sedile verso quello di Erika, si avvicina e glielo appoggia addosso delicatamente, per poi tornare composto sul suo sedile come se niente fosse.
 -La signorina hostess ha pensato pure a portare delle coperte, ma che carina- è il commento di Liam, assolutamente sarcastico. - Zayn, che è questa tenerezza?- lo riprende, più serio.
L'altro si stringe nelle spalle come a dire: non so a cosa ti riferisci. E non c'è da stupirsene, in effetti.
Zayn è sempre stato così, dal primo momento in cui abbiamo parlato, dal primo giorno che siamo diventati una boyband si è visto chi è, com'è, come si comporta. Ha questa specie di .. assurdo istinto materno verso qualsiasi ragazza entri nel suo campo visivo. Una ragazza è in lacrime per il ragazzo che l'ha mollata? Zayn il consolatore riuscirà a tirarle su il morale. Una ragazza ha bisogno di qualcuno con cui parlare per un consiglio? Zayn l'ascoltatore è qui, pronto per essere d'aiuto. Una ragazza ha freddo? Zayn è il suo giubbotto saranno immediatamente al suo servizio. Non è una novità, è una cosa naturale per lui. A volte penso che nemmeno se ne accorga.
 -Non c' è niente di tenero, Liam. Lei aveva freddo, Harry non ha nemmeno la felpa e io stavo morendo di caldo. Non mi costa niente passarglielo- spiega, incrociando le braccia – non ci vedere niente di strano, Romeo.- sorride.  
Sorrido anch'io, da qui. Se Zayn è il perfetto prototipo del ragazzo premuroso, Liam è sicuramente quello del ragazzo romantico: quello talmente smielato che rischia di farti venire il diabete seduta stante, appena parla. E' una cosa assurda, giuro.  
-E che mi dici del tono di qualche secondo fa?- insiste Liam, ignorandolo
.-Dov'era ieri alle 8 del mattino, signor Malik?- è Louis ad aggiungersi, due secondi prima di beccarsi una schicchera in fronte. Rido. Assomigliava vagamente a quello di CSI, presente? Horatio. Del genere: ha un alibi?
Zayn sorride, e poi riporta la sua attenzione su Liam, e sulla sua domanda. Anch'io ho notato un cambio di tono. E' passato da sfida a.. arrabbiatura? Nervoso? Qualcosa di strano, qualcosa che ho sentito poche volte, e lo conosco da due anni, più o meno.

-Di nuovo niente di tenero o sconvolgente.- comincia- solo mi.. irrita, in un certo senso.-
Liam sbatte gli occhi, completamente preso di sorpresa.

-Come sarebbe a dire ti irrita? Non ti sta... simpatica? E' questo che intendi?-
-Ma no, Liam, non intendo in quel senso- dice Zayn, passandosi una mano sulla faccia. -Il fatto che non ci sia saltata addosso durante la coda, il fatto che non si sia sentita male vedendoci tutti assieme qui, seduti con lei, il fatto che affermi, convinta, che non farebbe differenza per lei vederci o no dopo oggi è..- tenta si spiegarsi – irritante-.
 Sento Harry, sghignazzare, dal sedile davanti.
-Che cosa vuol dire irritante? Tante cose possono essere irritanti. La scuola, le code, le costrizioni, le punizioni. Anche la maionese mischiata con il ketchup..- si perde via, uscendo dal discorso.
 Zayn sbuffa.-Irritante nel senso che è strano. Mi dà fastidio che dia per scontato che non ci rivedremo più, mi dà fastidio che non si comporti come il resto delle persone che abbiamo incontrato fino ad oggi. - tenta nuovamente di chiarirci le idee – lo trovo assolutamente fastidioso, ecco. Perchè diamine non fa come le altre? Cioè, non dico che dovrebbe strapparsi i capelli, stramazzare al suolo o scoppiare in lacrime per la gioia di vederci ma.. è di una calma sconvolgente. Perchè non è nemmeno eccitata dalla cosa?- chiede, forse retoricamente.
E' Louis che cerca di trovare una soluzione a quella domanda. - Magari non è.. nostra fan? Alla fine, non ha mai detto di esserlo. Ha solo detto di conoscerci, può essere, giusto?-
 La logica della sua risposta non fa una piega, effettivamente, anche se ancora non ho capito perchè Zayn sia così irritato. Non ha mai avuto importanza per lui apparire, essere riconosciuto. O meglio, certo, fa sempre piacere, ma non pretende di stare perennemente sotto i riflettori. Nessuno di noi, lo vuole. Ogni tanto, abbiamo bisogno di stare tranquilli di rilassarci e avere qualche minuto di pausa dalle telecamere. Cos'è questa improvvisa ricerca di attenzione?
Lo noto allungarsi per la seconda volta verso il sedile di Erika, e lo guardo stupito mentre le sfila dalla tasca un'oggetto. L'Ipod. Ma che cavolo fa?
Volgo velocemente lo sguardo verso il signore con giornale per accertarmi che non ci prenda per ladri. Fortunatamente sta riposando pure lui.
 -Ho visto lo schermo illuminarsi, prima, mentre parlavamo. - spiega Zayn, a bassa voce per evitare di svegliarla – e lei ha questa immagine come sfondo.- Sbirciando da qui, è inequivocabile: Noi cinque. Lo noto mentre cerca qualcosa fra le cartelle, fino a quando non sembra aver trovato qualcosa.
- Nella musica.. guarda un po'? Che vi dicevo?- sorride, ed è assolutamente raggiante, mentre passa l'oggetto a Liam, Louis e me. E sorrido anch'io, compiaciuto. Qui ci sono solo nostre canzoni, ad eccezione di qualcuna di Bruno mars e dei One Republic – che ironia, ah?-.
-Questa è una nostra fan sfegatata, altrochè.- conferma, soddisfatto- Vai nelle immagini, Niall, e dai un'occhiata-
-Ma Zayn, perchè dovrei spiare nel..-
-Niall, tranquillo. Dopo glielo ridiamo,è solo per vedere.- mi spiega, col tentativo di tranquillizzarmi - Controlla la cartella delle immagini, e vedrai che avrò ragione-
Sospiro, rassegnato. E anche se non capisco il perchè di quello che stiamo facendo cerco, cerco fra le sue cartelle fino a quando non trovo quella delle immagini, e quello che vedo mi lascia sbalordito. Su 400 immagini che ci sono, sono sicuro che sono nostre almeno la metà. Ce n'è parecchie di Zayn, in effetti, ma ci siamo tutti. E siamo in un sacco di foto.  
-Quindi? Ho ragione o no?- chiede, già con la vittoria scritta negl'occhi.
Lo guardo di nuovo con sospetto prima di rispondere. Perchè tutto quest'interesse, ancora non l'ho capito.
-Sì, certo che hai ragione- rispondo, occhi al cielo. Stringe il pugno in segno di vittoria, per poi guardare gli altri con una nuova forza negli occhi,mista all'emozione di prima.
-Ci ha riconosciuti, prima, quando eravamo in fila. Non ha detto niente, non ha fatto assolutamente niente. Ci ha salutati, e se n'è andata. Non l'ho vista allarmata nemmeno come ha capito che eravamo seduti accanto a lei, non è svenuta, non ha fatto risate strane. Ha conversato con noi come si fa con chiunque altro al tuo fianco- dice, esasperato – eppure è una nostra fan, forse una delle più accanite. Perchè non reagisce come le altre?- chiede, lanciandole un'occhiata di fuoco.
Davvero, per me è incomprensibile il motivo del suo fastidio, di questa stranissima rabbia che l'ha preso.
 -Da quando ti interessa essere considerato una celebrità?- pure Liam pare non capire.
-Io.. io non..- sbuffa, in difficoltà con le parole – Non è perchè voglio essere considerato una celebrità. Non me ne importa niente, nemmeno mi ci sento, figuriamoci pretendere che gli altri lo pensino-
-Appunto, Zayn. Se non ti interessa, allora perchè t'infastidisce tanto?-
Un attimo di silenzio segue quella domanda.
-Io non lo so, d'accordo? Ma m'infastidisce il fatto che non reagisca in alcuna maniera alla nostra presenza. M'infastidisce che dia per scontato che non ci rivedremo più. L'hai sentita no? - è la sua risposta finale.
Nel sedile davanti al mio, guardo Harry sbattere gli occhi, confuso.
-Non credo di capire. Non vuoi che lei pensi che non ci rivedremo più?- cerca di decifrare le sue parole.
-Beh, può essere- comincia Zayn, sistemandosi un ciuffo di capelli che si era spostato – è brutto da dire. E' brutto da dire verso chi lo dici ma anche per te stesso. Significa che non ci speri, in un certo senso. Ti piacerebbe ma non sarai lì, con i battiti del cuore accelerati, con gli occhi pronti a cogliere ogni minima somiglianza con un passante qualsiasi, perchè tanto hai la certezza che non accadrà mai, che non rivedrai mai la persona che desideri. Non c'è.. speranza. - conclude.
E questa volta il suo discorso è molto più chiaro, molto più lineare e soprattutto sensato. Siamo tornati al discorso di prima, alla sua assurda fissa di aiutare una ragazza. Adesso si è messo in testa che questa ragazza non ha sogni, non ha speranza, e come tale l'ha etichettata come ragazza da aiutare, da sollevare. Ma perchè diamine gli vengono in mente cose del genere? Non ha bisogno di un bel niente!  
-Oh no..- mormoro, portandomi una mano sulla faccia, esasperato. - Zayn, dimmi che non hai intenzione di stressarla. Ti prego, dimmi che non ti sei messo nel cervello di fare il solito Clark Kent perchè.. Zayn, guardami quando ti parlo- lo richiamo, facendolo girare controvoglia. - Non ti è mai passato per il cervello che non gliene freghi assolutamente niente? Magari il suo desiderio di vederci si è realizzato con oggi e stop, fine della storia. O magari nemmeno ce l'ha mai avuto. Non tutte sono Lois Lane. Lei in particolare.-
Non ha mai detto niente che facesse intendere una cosa così. Non è.. una ragazza senza speranze. Che diamine di idee strane si fa? A volte si fa più filmini mentali di una ragazza. Magari, semplicemente, non rientra fra i suoi desideri quello di rivederci. Non credo ci sarebbe niente di male, o di sbagliato.  
-Oh, eddai Niall- mi guarda, e ha l'espressione di un bambino che è stato appena stato beccato con entrambe le mani nel barattolo di Nutella. - come potrebbe non desiderarlo? E' una nostra fan!- cerca a sua volta di convincermi delle sue idee. 
Scuoto la testa. No, non ti appoggerò questa volta.
E' totalmente senza senso, Zayn, non ha una logica il tuo ragionamento.  
E quando diamine passano le hostess col cibo? Muoio di fame, diavolo. Tutto questo scervellarmi mi ha spossato. Ho bisogno di recuperare le energie.  
-Sei incorreggibile – lo rimprovera Harry, per una volta serio – non cambi mai, sei sempre convinto delle tue assurde idee. Un giorno per una, un giorno per l'altra. Oggi per lei. E mi sta simpatica, sembra una ragazza divertente... ci sto- ecco, immaginavo. Era troppo serio per essere vero.
-Che cosa?- Credo di non aver capito bene. Voglio credere di aver capito male.
-Mi piace la sua idea. Inseguire una fan quando di solito è la fan che segue te. E' molto trasgressivo, molto.. fuori dagli schemi-
Mi alzo dal mio posto giusto per allungarmi verso di lui e per dargli una pacca sulla testa.
Zayn sorride, invece. Ha trovato un compagno di giochi. E quando si alleano, è la fine.
 -Non abbiamo via di scampo, vero?- la domanda è di Louis, e ha il tono di voce di chi, ormai, è già rassegnato al suo destino.
-Vero- conferma Liam, sospirando.
Non voglio sapere cosa combineranno, non lo voglio nemmeno immaginare.
Mi sistemo sul mio sedile appena in tempo per sentire Erika muoversi sul suo.  
Si è svegliata. -Buongiorno, eh?-

-----------------------------------------------

Erika


Non si era mai sentita una cosa del genere. Una celebrità che si preoccupa per la normalissima ragazza infreddolita? No, mai sentita. E' un po' imbarazzante in effetti.  

Non mi aspettavo un gesto gentile da Zayn. Pensavo di averlo fatto arrabbiare.
La voce metallica di una hostess ci informa che mancano cinque minuti all'atterraggio. Mi guardo attorno, guardo i ragazzi. E' già passata un'ora e mezza? Sento un tuffo al cuore quando mi rendo conto che il nostro tempo sta inevitabilmente finendo. Non c'è via di scampo, non ci sono alternative. Cinque minuti e le nostre strade si separeranno di nuovo.
Non sono sicura di come mi fa sentire questa consapevolezza: ho avuto la mia occasione, è un sogno che si è realizzato, più o meno. E adesso è finito.  
Sono felice perchè sono riuscita a conoscerli? Sono triste perchè non li rivedrò più?
-E' tutto okay?- è Harry a notarmi.
-Oh..- sorrido, cercando di apparire il più naturale possbile – sì, certo, è tutto okay- rispondo.
Mi sistemo una ciocca di capelli, schiarendomi la voce. Harry non sembra molto convinto delle mie parole. Quindi sorrido di nuovo, cercando di apparire più convincente. - Davvero, va tutto bene-
.-Ti mancheremo almeno un po'?- è il suo turno di sorridere – o nemmeno quello?-
D'accordo, può essere che si stia riferendo a quello che ho detto prima, al fatto che non li rivedrò più, e che la cosa, più o meno, non mi fa nessuno effetto. Pensavo che fosse Zayn quello offeso della cosa. Mi sono sbagliata?
Gli do una pacca affettuosa sulla spalla: - Nemmeno quello, temo- sorrido.
 Non c'è bisogno di essere formali, vero?
-D'accordo, non me lo dirai mai- si arrende, sbuffando – tu devi essere una di quelle che parla di quello che sente solo in casi speciali, tipo sotto tortura, giusto?- mi guarda e alza un sopracciglio.
-Solo perchè ho detto che non mi mancherai, non significa che io sia chiusa o riservata. Magari è vero- cerco di convincerlo.  Lui scuote la testa: .
- Impossibile. Ad ogni ragazza mancano questi ricci- afferma. Rido, divertita.
-Harry- Niall, da dietro, sembra allarmato – hai perfettamente ragione, sì, assolutamente, e senza dubbio manchi a tutte le ragazze, cioè, ognuna di loro ti vorrebbe suo, dedicarti una canzone.. hai proprio ragione!- ride. Ma la sua risata ha un non so che di nervoso.
Mi giro, preoccupata.  - Ti senti bene?- chiedo, sinceramente in ansia.  
Lo vedo scattare sul posto, la mano destra nascosta dietro la schiena.
 - Assolutamente, sì, va tutto alla grande!-  

ALLORA, C'è QUALCUNO? NON VEDO NESSUNA NUOVA RECENSIONE! :P VI PIACE? FATEMI SAPERE E PRESTO POSTERO' IL PROSSIMO CAPITOLO!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo VII- Finisce qui, credo.. ***


Erika.

Per Niall è tutto okay. Non so perchè ma a me non pare proprio.
- Ne sei sicuro?-
- Ma certo, cosa mai dovrei temere? Ho la situazione nel palmo della mia mano, non c'è niente che mi preoccupi, tranquilla- sorride smagliante.
Sento Zayn girarsi di scatto, col rischio di ribaltarsi dal sedile. - Oh merda!- sussurra.
Niall lo fulmina, e in quell'esatto istante ho la certezza che mi stiano nascondendo qualcosa. 
- Eri! Erika!- è la voce di Marta quella che sento. Inconfondibile.
Mi volto e finalmente, a pochi minuti dall'atterraggio, la vedo. E' la davanti, appoggiata e girata allo schienale del suo sedile che mi saluta.
Mi distraggo quindi un attimo, contenta di rivederla. le faccio segno di raggiungermi, ma lei, più attenta di me, mi indicail segnale luminoso della cintura, alzando le spalle, come arresa, e tornando seduta composta.
Ritorno con la mia attenzione a Niall e Zayn. Li vedo risedersi di nuovo, ognuno al suo posto.
- Che diavolo state combinando?- 
Sono troppo sospetti, a parer mio. Tutta l'ansia di Niall, Zayn che si gira di scatto.. cosa sta succedendo?
- Niente- risponde Zayn, con naturalezza. - ora non ci è più nemmeno permesso di muoverci?- chiede, sfidandomi.
Indico a mia volta il segnale luminoso sopra la sua testa.
- Effettivamente no.- rispondo, vittoriosa.
- Signore e signori, Zayn Malik viene superato ancora una volta dalla ragazza! Siamo due a zero!- annuncia Louis, telecronista improvvisato.
Gli sorrido.
Zayn, invece, lo noto far l'occhiolino a Niall, ma decido di non immischiarmi più nelle loro faccende. Alla fine, non è detto che mi stiano nascondendo qualcosa. Oltretuttto, non vedo perchè mai dovrebbero fare una cosa del genere. 
Al mio fianco sento Harry sospirare, come se fosse sollevato.
Di nuovo, si sente la voce di una hostess avvertire gli ultimi ritardatari ancora in piedi di prendere posto e attendere, perchè stiamo scendendo. E si sente.
- Zayn, mantieni la calma- è Liam a sorridergli.
Mi volto, e il ragazzo ha l'espressione di chi preferirebbe morire piuttosto che stare qui, in questo momento.
- E' un'aereo, non succederà niente. Atterreremo dolcemente e saremo a terra entro due minuti. Andrà tutto bene- cerca di tranquillizzarlo. Ma non credo abbia successo.
Solo adesso, effettivamente, mi viene in mente quello che ho letto da qualche parte Zayn ha paura delle altezze. Ma pensavo che la cosa si fermasse alle vertigini.. come fa a viaggiare di continuo?
- Ha paura di qualsiasi cosa lo sollevi da terra per più di un centimetro- mi sussurra infatti Harry - una volta ha strillato come una ragazzina-
- Io non ho mai strillato come una ragazzina- lo rimprovera Zayn, lanciandogli un'occhiata di fuoco.
- Eddai, permaloso, scherzavo- sbuffa Harry - quando sei in crisi non ti si può dir nulla- si lamenta,
Poi torna a guardare me, mi sorride e mi fa l'occhiolino. Non credo stesse scherzando su Zayn che ha urlato come una ragazzina Anche perchè, ora come ora, guardandolo in faccia non mi viene difficile crederlo.
E mentre l'aereo scende sempre di più, pronto all'atterraggio, allungo una mano verso Zayn. Gli accarezzo il dorso del pugno che, ostinatamente, tiene serrato sopra il bracciolo del sedile. 
- Avanti bad boy- lo incoraggio - non sarà certo un viaggetto in aereo a farti paura - ritraggo la mano, e gli sorrido leggermente.
Spero non se la prenda a male, gli ho solo toccato una mano, non ho tentato di saltargli addosso.
Ma per fortuna non fa niente di male, non mi insulta, non mi guarda male come ha fatto poco fa con Harry, allinizio nemmeno parla. Semplicemente guarda la sua mano, guarda la mia, e mi guarda con un sopracciglio alzato.
Niente a che fare con l'occhiataccia di prima, c'è da dirlo, ma è comunque imbarazzante essere guardati in questa maniera. Forse ho fatto la mossa sbagliata.
- Era ora che cercassi un po' di contatto fisico. Finalmente qualcosa di normale - commenta, sorridendo in maniera furba.
Sento Liam e Louis ridere, ed Harry sorridere.
- Ho sempre saputo che sarebbe successo- commenta lui, commosso dal mio gesto.
Ora sono io quella a guardarli con espressione stupita: che ho fatto di tanto eccessivo?
A vedere la mia espressione, sento anche Niall ridere, e lo sento più tranquillo. Chissà cos'aveva poco fa.

----------------

Liam.

Quando Harry e Zayn decidono di voler combinare qualcosa insieme, non c'è nessuno in grado di fermarli: per quanti sforzi tu possa fare non esiste un modo per farli demordere, non si fermeranno fino a quando non avranno raggiunto il loro obbiettivo. 
E' anche vero, però, che nei loro piani malefici ci sono spesso - sempre- delle pecche, delle piccole crepe che puntulamente di allargano fino a diventare dei dirupi. Come adesso, ad esempio. Carina l'idea di spiare se davvero ha interesse per noi - scorretta, certo, ma furba- però il piano prevedeva anche la restituzione dell'Ipod. E loro se ne sono dimenticati. Ed eccoci, quindi, in questa scomoda situazione: l'Ipod ora si trova nella tasca di Zayn - scambiato rapidamente con Niall in quei brevi tre secondi in cui Erika si è distratta per salutare.. qualcuno- e lui si ritrova con il fumo che gli esce dalle orecchie per lo sforzo di pensare ad un piano efficace per farglielo riavere senza passare per ladri, stato peggiorato anche dalla tremarella che ha per la sua fifa blu di viaggiare in aereo. 
La ragazza, approposito, mi ha stupito: non mi aspettavo niente del genere. Avrei pensato più ad una presa in giro, ad una frase ironica. Invece, per una volta, ha reagito dolcemente.
Le sorrido, felice del suo comportamento. Ogni ragazza dovrebbe essere dolce.
Sono così carine quando fanno gesti così.
Zayn, però, riesce a rovinare tutto; non ringrazia, semplicemente si dice sollevato dal fatto che, finalmente, ha cercato di avvicinarsi. Contatto fisico mica tanto.
Però rido lo stesso. ma non per il gesto di lei, ma per le strane idee di Zayn ed Harry.
Non è necessario che una ragazza ti salti addosso per accorgerti che ti vuole. Basta osservare bene, notare i piccoli movimenti, i gesti nascosti.
Vale anche per distinguere chi ti dice la verità da chi ti racconta una bugia. Puoi leggerlo negl'occhi della persona se lo fa tanto per fare o se un determinato gesto viene dal cuore. E lei ci teneva davvero, voleva farlo sentire meglio sul serio. 
E' un peccato che Zayn abbia preso l'atmosfera che si stava creando e l'abbia gettata decisamente fuori dal finestrino dell'aereo.
C'è anche da dire, però, che mentre lei fissa Harry, stupita dal suo commento, Zayn guarda per terra, sorridendo appena. E il pugno serrato non c'è più. 
Si sta rilassando, nonostante la pendenza dell'aereo ormai possa essere percepita da tutti.Fortunatamente non dura molto perchè, come da me predetto, dopo due minuti l'aereo tocca terra, in maniera leggermente brusca.
Al mio fianco, Louis batte le mani, contento come un bambino chiuso per una notte a Disneyland. 
- Siamo arrivati!- il suo sorriso è talmente smagliante da fare tenerezza. Credo che non veda l'ora di riabbracciare Eleonore.
Credo che abbia sentito la sua mancanza più di ogni altra cosa. Stamattina quasi saltellava e no, non era uno dei suoi soliti scherzi. Era solo contento di tornare a casa. Di tornare da lei.
I passeggeri delle prime file cominciano a scnedere, gli altri, come noi, pensano soprattutto a riaccendere i telefoni, a raccattare le proprie cose e a pensare ad amici sparsi per l'aereo. Come Erika, che ora noto particolarmente in ansia.
Si alza in piedi e si alza sulle punte, nel chiaro tentativo di riuscire a vedere oltre la moltitudine di teste delle persone. Credo stia cercando qualcuno.
- Sei bassa- è Harry ad alzarsi a sua volta, posandole una mano sulla spalla per farle ritoccare terra con i talloni - non ce la farai mai. Chi cerchi?-
- La ragazza che era venuta a prendermi prima, in fila. Si chiama Marta e...- una pacca sul petto, un piccolo schiaffetto indolore - non sono bassa-. Riduce gli occhi a due fessure, offesa.
Harry, invece, alza gli occhi al cielo. - Come vuoi- si arrende, cominciando a vagare con lo sguardo fra le persone alla ricerca della ragazza.
- Capelli neri e ricci- specifica Erika, mentre accende il telefono e raggruppa le sue cose.
Zayn la sta fissando, e ha un'espressione talmente concentrata da fare quasi paura. Che cavolo sta pensando?
- Ma che fai Zayn? Alzati- gli sussurro, spazientito. Lui scuote la testa, e mi fa segno di aspettare - Non ancora-
- Dov'è il mio Ipod?- Erika si è appena accorta di quella mancanza. Niall, dai posti dietro, sembra immobilizzarsi.
Lei si volta di scatto verso il suo sedile, preoccupata, controllando di non averlo lasciato lì.
E Zayn scatta, oggetto della sua ricerca in mano. Lo appoggia a terra e lo riprende qualche secondo dopo.
- Credo ti sia caduto- spiega, una volta che Erika si volta a guardarlo.
La faccia di harry dietro di lei è impagabile.
Io sorrido. Non avevo idea che Zayn possedesse un lato furbo.
- Oh, grazie- anche lei sorride, afferrando l'oggetto che le porge - meno male, pensavo me l'avessero rubato- confessa, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, in imbarazzo per le sue parole.
Niall, nel sedile dietro il suo, ha gli occhi sbarrati adesso. Zayn, invece, le fa l'occhiolino.
- Avevo una mezza idea, in effetti - sorride, e poi si alza a sua volta, pronto per riordinare le sue cose. 
- Non ci posso credere - mormora Louis - questa proprio non me l'aspettavo-
- Vedi? A fare le hostess si imparano trucchetti del genere- risponde Zayn, tirando giù dagli spazi sulle nostre teste il suo zaino.
- A fare l'hostess si impara a rubare o a restituire?- chiede, confuso.
- Entrambe- specifica Zayn, passandogli anche il suo zainetto- e molto di più.- Aggiunge, lasciando intendere chissà cosa. - dove credi che abbia imparato Harry a fare il giocoliere?- 
Rido. - Pure lui fa la hostess?-
- Esattamente. Ma lui è stato il mio maestro. Ho imparato tutto da lui, lo ammetto- 
Louis si passa una mano sulla faccia.
- Cavolo, wow. E io che pensavo alle hostess come signorine gentili e innocue-
- E invece nascondono molti.. segreti. Alcune di loro sono agenti dell'FBI sotto copertura - lo informa l'altro, con l'aria più cospiratrice del mondo. 
Harry, uscito dalla sua fila, gli dà una pacca sul collo. - Avete finito?- ci riprende - della tua amica, comunque, nessuna traccia. Dev'essere già scesa- informa Erika.

----------------

Erika.

Siamo fra gli ultimi a scendere, ma il tempo mi sembra comunque passare troppo in fretta.
I ragazzi, al contrario di quanto mi aspettassi, non sono stati presi di mira dalle fan - o meglio, tutti i tentativi sono stati vanificati dalla guardia, tornata al loro fianco appena hanno messo piede fuori dall'aereo - e un'altra cosa che non avrei mai pensato: mi sono ancora accanto. E credo che la cosa mi stia procurando non pochi problemi. E non mi riferisco alla loro guardia. Ma alle ragazze. A Quelle che, a differenza mia, sono state allontanate. A Quelle che, a differenza mia, nopn hanno fatto un'ora e mezza di viaggio con loro.
Esatto. Quelle.
Non credo mi stiano volendo particolarmente bene. Non che la cosa ferisca i miei sentimenti, s'intende, ma vorrei vivere per ancora qualche anno. 
Abbiamo già ritirato le valigie che avevamo imbarcato, ma tra la folla ancora non ho visto Marta. E questo che mi preoccupa. 
Afferro il telefono, e digito il numero della mia amica.
- Dove. diamine. sei. finita- è la sua rprima risposta, appena visto il mio nome sul display.
- Sono stata una fra le ultime a scendere, scusa- mi mordo il labbro inferiore, a disagio - voi? Dove siete?- chiedo, guardandomi atorno nell'ennesimo tentativo di individuarli.
- Siamo già all'infesso dell'aereoporto, tesoro. Non credo che ti aspetterà una bella accoglienza Sei l'ultima - mi informa, ironica. Sbuffo.
- Maledizione. Ascolta, sto arrivando. Digli alla profe di non uccidermi che sarò da voi fra due minuti massimo.- riaggancio e mi volto verso i ragazzi.
Mi accorgo solo ora che stanno sorridendo. 
- Che c'è?- chiedo, cercando di sapire il motivo di quelle espressioni interessate.
- Hai parlato italiano. E' così.. figo!- risponde Niall, decisamente entusiasta.
 - Assolutamente- concorda Liam.
Alzo gli occhi al cielo. 
- Statemi a sentire, io devo correre. I miei compagni sono già tutti raggruppati e devo..- quasi mi sale un groppo in gola al solo pensarci - andare. Sì, devo andare- concludo, a voce impercettibilmente più bassa.
Poi sorrido, perchè non voglio pensino che io sia triste. Anche perchè non lo sono. Mi dispiace, certo, ma non piangerò per una cosa del genere, come farebbe il resto delle ragazze qui presente in questo momento. 
- Perfetto, non vedo il problema - è Zayn, sorridente, ad avvicinarsi.
Lo guardo con sospetto mentre si avvicina, e quasi urlo dalla sorpresa quando sento che mi sta abbracciando. 
Oh, cielo. Questo è un biglietto di sola andata per un girone dell'inferno inventato apposta per me: Per chi è stato abbracciato dal ragazzo famoso di fronte all'orda di fans invidiose.
Ricambio per qualche secondo la stretta, intontita. 
Poi è sempre lui a fare la prima mossa, e scioglie l'abbraccio.
- Ci si vede, allora-
- Non credo- sussurro, per poi avvicinarmi agli altri.
Anche Niall mi abbraccia, e stare fra le sue braccia è talmente comodo e caldo che la voglia di allontanarmi da loro si affievolisce ogni secondo di più. Sono però costretta a staccarmi, e, recuperata la valigia, ad allontanarmi.
Mi giro a metà strada, e, dopo un'ultimo saluto con la mano mi volto definitivamente, lasciandoli indietro.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo VIII- Stranezze ***


Louis. 
Da quanto aspettavo questo giorno. Siamo stati via per mesi interi, e ora, finalmente, siamo atterrati. Siamo tornati.
Lo so, lo so, fa molto ritorno dalla seconda guerra mondiale questa frase.
Il fatto è che mi è mancata sul serio l'Inghilterra.
Quand'ero bambino mi mancava casa mia quando ero in gita per i soliti tre, quattro giorni. Figuriamoci adesso.
Così, quando c'è da scendere, sono io il primo ad uscire dall'aereo, sorridente.
L'ultima, invece, è Erika. E guardandola anche solo di sfuggita non mi pare molto contenta.
Di cosa, esattamente? Ma che ne so, mica ho la sfera di cristallo. Anche se posso tirare ad indovinare, guardando le sue espressioni una volta che va via. 
Magari non aveva tanta voglia di allontanarsi. 
- Zayn, credo che tu abbia esagerato- è il rimprovero di Liam che, dopo essersi dato un'occhiata intorno,  ha notato le fans squadrarla fino a quando non scompare dopo le porte, verso l'ingresso.
- Nah, non le faranno niente, tranquillo.- Zayn alza le spalle, sicuro delle sue parole.
Sospira. - Piuttosto, ora dobbiamo solo sperare che controlli le note.-
Niall si volta verso di lui, sopracciglio alzato. - le.. che cosa?-
- Le note. Del telefono. A quanto ho visto, le guarda spesso. Bisogna solo sperare che continui a farlo- spiega, come se fosse la cosa più naturale del mondo. 
E' di nuovo Liam il più veloce, come sempre. Penso che lo conosca come le sue tasche.
- Che hai fatto?- chiede, guardandolo in maniera sospettosa.
Lui sorride, portandosi una mano alla nuca.
- Ma niente...- 
- Zayn, non puoi lanciare la pietra e nascondere la mano - lo rimprovera, esasperato.- Il mio numero, d'accordo? Le ho dato il mio numero.- sbotta alla fine, allargando le braccia in segno di resa - altrimenti come diamine facciamo a ritrovarla?
 
-
- Il tuo numero?- Niall lo guarda con gli occhi stupiti di chi non si aspetta qualcosa del genere, poi scoppia a ridere. - ma è assurdo!- esclama.
- E' già capitato- cerca di giustificarsi l'altro. Niall però scuote la testa.
- Ha ragione lui, Zayn, non dovevi farlo - si aggiunge Harry.
Liam dev'essere rimasto scioccato dalla cosa. Non ha ancora commentato. Il che è grave.
- E che cosa avrei dovuto fare? - chiede, scaldandosi - andare dalla signorina e chiedere ehy, scusa, mi daresti il nome della ragazza che era seduta di fianco a lui?- indica Harry, e alza gli occhi al cielo.
- Sarebbe stata un'idea, sì. Originale, tra l'altro- commento io, sottovoce.
- Oppure avresti potuto darle il mio, di numero - Harry fa la battuta, e in cambio riceve solo un'occhiataccia di Liam.
- Oh, avanti ragazzi. Non c'è niente di male. Non l'ha mica accoltellata. - lo difende, prendendo le sue parti. Si alza in piedi e lo affianca, passandogli un braccio attorno alle spalle.
Bene, scherzava di nuovo. E' la seconda volta nell'arco di un'ora e mezza che fa finta di sgridarlo per poi prendere le sue difese. Come cavolo faccio a sopportarli ventiquattro ore al giorno non lo so. A volte me lo chiedo anch'io.
- Hai gi fatto cose del genere: dare il tuo numero in attesa di una chiamata - comincia Niall, ignorando Harry - e mai nessuna ti ha richiamato sul serio. Beh, apparte quella là..-
. Non me la ricordare, grazie- è Zayn a bloccarlo, prima che possa dire effettivamente chi. 
A dir la verità è stato parecchio divertente quell'episodio. Facendola breve, è successo che una fan, di una bellzza mozzafiato - c'è da dirlo- è riuscita a farsi dare dal nostro latin lover il numero di cellulare senza troppe difficoltà. Bella, piuttosto simpatica, una apposto, insomma. 
Certo.. come no. Fino a quando, alla nostra partenza, non è venuta dritta dritta in aereoporto, pretendendo di partire con noi. Sono la ragazza di Zayn diceva in giro la signorina, e senza di lui niente ha più senso. Voglio partire e girare il mondo insieme a lui, mi ama, lo amo, e ci ameremo per sempre. O mio dio. Apparte la reazione del presunto innamorato che, talmnete preso dalla loro storia d'amore infinita, non ha fatto altro che sfuggirle tutto il tempo, quasi mettendo sbarre di ferro e trappole attorno al suo sedile in aereo; a niente sono servite le guardie, a niente sono servite hostess, fans invidiose e chissà che altro. lei e il suo amore incontrastabile l'hanno raggiunto, sul volo, dove gli ha dichiarato il suo amore.
Ora, in un altro contesto, la cosa sarebbe anche potuta essere carina, speciale, addirittura dolce. Ma così avevamo sfiorato il ridicolo. Il finale di questa storia? Zayn ha dovuto mollarla. E non sto scherzando, l'ha fatto davvero, facendo finta di essere perfettamente cosciente di avere una fidanzata di cui manco sapeva il nome, in pratica. Lei se n'è andata ma, dura come il marmo, ha continuato imperterrita a stressarlo nelle settimane seguenti. A Zayn stava venendo la fobia di guardare il telefono. Poi, un giorno, ha improvvisamente smesso di chiamare, inviare messaggi, fare squilli. Noi pensiamo che abbia trovato un'altro grande amore da stres.. eh, da amare. Zayn, invece, ha ancora gli incubi.
E' l'unica ragazza che ora non può più nemmeno vedere. Non si comporterebbe così con nessun'altra, ve lo posso assicurare. E' stato un caso estremo, ed è anche capitato che si sentisse in colpa, quasi autoconvincendosi del fatto che sì, avrebbe dovuto continuare a fingere di essere il suo fidanzato. Perchè così a sofferto, ne sono sicuro.
Ti pare?
- D'accordo, non torneremo sul discorso- continua Niall, accennando un sorriso divertito al ricordo - ma le altre? Mai nessuna ti ha chiamato, per chissà quale strano motivo. Cioè, mai per una conversazione seria, almeno. Sempre e solo urletti, a quanto ho capito passandoti accanto in quei momenti. -
- urletti.. come sei melodrammatico. Erano solo contente, tutto qui- corregge Zayn.
- Le fan vere non fanno così.-
- Tu con Bieber lo fai- si intromette Harry.
- Con.. lui è un'altra storia. E non mi metto a piangere al telefono, io - lo fulmina il biondo, girandosi a guardarlo offeso dal confronto - io lo sostengo, tutto qua. Non mi strapperei i capelli come farebbe tutte quelle a cui lui - indica Zayn - ha dato il numero.-
- D'accordo, d'accordo, non cominciate - Liam il saggio interviente, come sempre, a calmare le acque. - non è questo di cui stiamo parlando. Il problema centrale è.. se lei non richiama?-
Può essere, in effetti. Certo, non sarebbe una cosa furba, nemmeno tanto intelligente dal mio punto di vista, visto che può benissimo appprofittarne, ma tutto può essere.
- Se lei non richiama che fai?- chiede di nuovo, rivolto a chi ha avuto la brllantissima idea del numero di telefono.
Zayn apre la bocca, nel tentativo di dire qualcosa di intelligente, ma poi la richiude, probabilmente incapace di trovare una risposta alla domanda. Non ci avevi pensato all'evenzienza, ah?
- E se invece chiama? Mettila così, le viene l'improvvisa voglia di sentirti e, un bel giorno, ti arriva la chiamata tanto attesa - mi intrometto, facendogli figurare la scena nella sua testa. - rispondi e..? Che le dici?-
Anche questo sarebbe un gran problema. Non è un'amica, non è una fidanzata, non è nessuno, se non una perfetta sconosciuta. Cosa dici al telefono ad una che non conosci?
- .. Come va?- tenta, nemmeno lui tanto sicuro della risposta.
Mi passo una mano sulla faccia, esasperato. Harry ride direttamente - Come va?- ripete, cercando di darsi un contegno - che cavolo è " come va"?- 
- E va bene, e va bene- si arrende alla fine l'altro - non lo so. Me ne sono capitate tante di situazioni, ma il mio numero l'ho sempre dato a ragazze con la quale avevo intenzione di uscire, o fans.. o amici- riflette.
- E' la prima volta che lo do ad una qualsiasi, con la quale voglio solo tenermi in contatto per far felice lei-
- Ma lei non ti ha chiesto nulla, Zayn. Nulla. Hai fatto tutto da solo- continuo io, interrompendo il suo discorso intricato. - io non ti capisco questa volta. Che cosa c'era di così.. strano, in lei, da farti fare questa cazzata?-
- In realtà non ha fatto niente di particolare o strano. E' un sesto senso. Sento che devo farlo, tutto qui. - si giustifica, stringendosi nelle spalle.
- Quindi attenderai e basta. Esatto?- chiede alla fine Harry.
- Esatto. Aspetterò una sua chiamata- 
- Nessun dubbio che non lo faccia?-

- Nessun dubbio- conferma, sicuro. 
Sospiro, alzandomi in piedi, mettendo così silenziosamente fine al discorso - Bene, e ora che per una volta è il principe in attesa della principessa e non il contrario..-
- perchè noi siamo alternativi e ci piace così..- si aggiunge Liam. Sorrido.
- Esattamente, visto che a noi piace così - aggiugo- ora possiamo andare?
- Oh sì, quest'idea mi piace. - Niall improvvisamente sorride, smagliante - che ne dite di andare a fare uno spuntino?-
- Ma non mi dire.. non avrai per caso fame? - chiede Harry, allontanandosi da Zayn per prendere la sua valigia.

---------------

Erika.

- Tu. sei. una.stronza!-
- Anche per me è un piacere rivederti, Marta- sorrido.
Sono appena arrivata all'ingresso e sono già stata insultata. Non male.
- Ronconi, il linguaggio..- la rimprovera l'insegnante, fulminandola.
Marta fa un solo cenno della testa nella sua direzione e subito riporta la sua attenzione su di me. - Mi spieghi come fai ad avere tutta questa fortuna ogni santissima volta?-
Alzo le spalle e sorrido. - Non so a cosa ti riferisci.-
Mi piace, a volte, farla arrabbiare ancora di puù. E' quasi divertente.
- TI ho vista! Non puoi nasconderlo.-
- Continuo a non capire-
- Ho visto loro. Erano di fianco a te.- punta un dito accusatorio contro di me - Tutti e cinque erano seduti lì vicino a te- incrocia le braccia al petto.
Il mio sorriso si allarga. Mi sto rendendo conto soltanto adesso della fortuna che ho avuto. 
- Ero seduta accanto a..- mi avvicino a lei e abbasso la voce, impedendo ai miei compagni di sentire - ai One Direction. E allora?-
Penso che se potesse mi picchierebbe a sangue in questo momento.
- E allora?- ripete, scioccata dalla mia domanda.- Erika, quelli sono famosi!- 
- Ma a te non piacciono, per cui non capisco tutta questa agitazione. - le ricordo, alzando un sopracciglio. 
Li ha sempre criticati, più o meno. Mi ha sempre dato dell'ossessionata, e ha sempre sminuito loro, definendoli con frasi come " Oddio, i nuovi Backstreet Boys" oppure " caznoni vuote e da bimbette. 
E anche se nell'ultimo periodo, effettivamente, non lo stava più facendo, glielo ricordo lo stesso. Voglio farle ammettere che, in fondo, piacciono pure a ei. Perchè è così. Ne sono sicura.
Lei non risponde nemmeno alla mia frase, semplicemente liquida la faccenda con un gesto della mano. 
- Non è di questo che stiamo parlando - alzo gli occhi al cielo, esasperata dal suo comportamento - piacciono a te, è questo che importa!- continua lei, sorridendo - e voglio sapere tutto, tesoro, per filo e per segno ogni singola cosa. Non ti lascio scappare.-
Rido. Comincia il mio interrogatorio, quindi. Ma grazie al cielo l'insegnante vedendo che l'ultima ritardataria - guarda a caso, io- è arrivata, richiama tutti all'ordine. E' ora di andare, dobbiamo prendere il pulmino che ci porterà, a quanto ricordo, nello spiazzo dove le nostre famigle ospitanti ci stanno aspettando. Marta dovrà attendere ancora un po', temo.


Ehilàààà, bellezze! Scusate il ritardo ma la scuola mi stressa da morire.
Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno la pazeinza di leggere, è solo grazie a loro che vado avanti! E grazie a tutti quelli che hanno contribuito a fare arrivare il primo capitolo a.. più di 200 visualizzazioni!
Ne sono molto felice, e spero che continuiate a sostenermi.. questo capitolo, inoltre, volevo specificare che è corto perchè è solo di passaggio. Sto già lavorando al nono, non temete (;


MIRACCOMANDO GENTE, VOGLIO RECENSIONI! E TANTE!


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo IX- Io sono Erika! ***


Erika.

Riapro gli occhi, passandomi una mano sulla faccia nel tentativo di svegliarmi. Di nuovo.
Non mi ero aspettata altre due ore di viaggio in pullman per arrivare al luogo stabilito dalle famiglie e così, a causa della noia e del sonno insieme, mi sono addormentata appena dopo essere salita. Marta è seduta accanto a me, e sta ascoltando della musica dal.. ehi, ma quello è il mio Ipod!
Le do un leggero pizzicotto sul braccio, sbadigliando.
- Carino da parte tua chiedermi il permesso - la rimprovero una volta che ha tolto le cuffie.
Lei sorride, perchè sa che non sono realmente arrabbiata con lei. Capita un sacco di volte di ascoltare la musica insieme. Certo non la mia, ovviamente, ma capita.
Appena prima di addormentarmi, coomunque, sono riuscita fra uno sbadiglio e l'altro a raccontarle, a grandi linee, quello che è successo sul volo. Dopo avermi maledetta per la mia fortuna sfacciata, è tutto tornato come prima fra noi due. Come me, anche lei è giunta alla conclusione che è finita, che è stato bello ma che non li rivedrò più. Lei, comunque, mi ha fatto notare che Zayn sembrasse convinto di un secondo incontro. Ma lo diranno a tutte le fans, sicuro le ho risposto. 
Ci sono stati chissà quanti casi di baci con le fans, probabilmente con alcune ci saranno anche andati a letto - Harry sicuro - vuoi che non gli abbiano promesso mari e monti? E' ovvio che a volte abbiano garantito di tenersi in contatto quando, nella realtà, non si sono fatti più sentire.
Alla fiine, quindi, si è trovata d'accordo con me, e la discussione si era conclusa con un "peccato" detto da lei. 
Già, un peccato davvero. Sarebbe stato bello se fosse stato come nei film, dove per uno strano scherzo del destino ti ritrovi per esempio bloccata in ascensore con il tuo idolo, col tipo figo o direttamente con l'amore della tua vita.
Quei film dove le cose vengono da sè, dove l'amore supera tutte le difficoltà.
Tzè, bastasse quello, saremmo tutti felicemente sposati e ognuno di noi avrebbe il suo lieto fine. 
Comunque, il mio caso è totlamente diverso, e nemmeno si sta parlando di amore, adesso che ci penso. 
O forse sì, visto che solo un'interesse particolare da parte loro potrebbe permettere un secondo incontro. 
- Cosa ascolti?- le chiedo, curiosa. Non ci sono molte cose tra la quale scegliere.
- One thing- risponde, tranquilla.
Rido appena - Ma non facevano schifo?-
- Questa no, questa mi piace. Lo ammetto- dichiara, alzando gli occhi al cielo. 
Finalmente, dopo un sacco di tempo impiegato per farglielo ammettere, ce l'ho fatta. Sorrido.
- E' un inizio-  commento, sistemandomi composta a sedere.
- Non ci contare, non diventerò una direction o qualunque sia il vostro nome. Mi piace una loro canzone, fine della storia - mi blocca, già a conoscenza della mia campagna per la sua conversione. 
- Certo, certo- lascio cadere il discorso, assecondandola senza convinzione.
Ormai ha cominciato la discesa nel baratro, ammettendolo a sè stessa e poi a me ha cominciato la lenta discesa che tutte le fans hanno affrontato prima di arrendersi al fatto che, per quanto lottassero, ormai controllavanoperennemente il loro profilo di twitter, che involontariamente parlavano di loro con chiunque. Conclusione, prima o poi diventerà anche lei una dei nostri. Forse anche una fans più accanita di me, chi lo può sapere.
- Ragazzi, ragazzi- un boato improvviso del microfono interrompe l'insegnate. Troppo vicino alle casse, temo. - Oh cielo - silamenta lei - Dicevo, ragazzi, un attimo di attenzione, prego!-
Qualche risata si sparge per il mezzo, ma poi finalmente si crea il silenzio desiderato.
- Molto bene- commenta la professoressa, sorridendo.
Penso che questa sia la prima volta in tre anni che ci ha per studenti che ci vede stare veramente zitti. Potrebbe commuoversi.
- Beh, facendola breve stiamo per arrivare. Stiamo per arrivare nella piazza che abbiamo scelto come punto d'incontro con le famiglie che vi ospiteranno per questa settimana. Vi ricordo, anzi, vi prego, di non mostrarvi maleducati e cercate di non fare la figura degli scimmioni analfabeti, d'accordo? Studiate inglese da otto anni, doivreste essere in grado di fare un discorso come si deve - ci avvisa con aria minacciosa.
Alzo gli occhi al cielo. C'era proprio bisogno di darci degli scimmioni analfabeti? 
- E per il resto mi raccomando, fate i bravi. Comportamento decoroso, ordine e pulizia. -
- Per la pulizia credo parli di te. In effetti puzzi un sacco - suggerisco a Marta, sottovoce. 
Immediata è la sua reazione, perchè i miei capelli vengono improvvisamente scompigliati dalla sua mano.
- idiota- mi risponde, sempre a voce bassa.
Rido e mi allontano di nuovo, cercando di sistemarmi in qualche modo i capelli. Ci tengo a fare bella figura.
- Secondo te saranno simpatici?- le chiedo.
Marta mi guarda, si stringe nelle spalle. - Non saprei.. con tutto quello che fanno, magari non li vedremo nemmeno. Loro hanno un sacco di impegni, noi abbiamo un sacco di impegni.. il contatto sarà minimo, no?-
Il suo ragionamento effettivamente non fa una piega.
Le nostre famiglie ospitanti sono forse alcune delle più indaffarate del mondo. 
Per quanto riguarda me, è una famiglia piuttosto ricca - un giardino enorme sul retro e la piscina, non so se mi spiego-, ed è assolutamente inglese. Completamente. I figli - due femmine ed un maschio- praticano sport come cricket, polo, golf. I genitori, oltretutto, fanno orari lavorativi molto lunghi, che li costringono fuori casa fino a tardi, verso le nove di sera. 
La famiglia di Marta, invece, è ancora più ricca, perchè possiedono una casa con tre piani, il doppio giardino - uno davanti e uno sul retro, entrambi enormi- e la piscina. 
I meno fortunati sono invece Marco e Laura, due nostri compagni di classe, capitati in famiglie con case fin troppo modeste, che purtroppo assomigliano a delle baracche. Vi chiederete come mai abbiamo tutte queste informazioni.
Semplice, le abbiamo apprese attraverso dei fogli che ci hanno consegnato a scuola ormai mesi fa, con tutte le informazioni del caso, per sapere con chi avremmo avuto a che fare. 
A me è stata quindi destinata la famiglia Hutton. Quella di marta, invece, è la famiglia degli Smith. 
- Quindi spero vivamente che non ci facciate fare una pessima figura. - conclude l'insegnante, credo più rivolta a sè stessa che a noi - anche perchè sarebbe l'ultima volta che vi portiamo in giro per cui occhio, ragazzi. - ci minaccia alla fine.
Qualche sbuffo si sente, in giro per il mezzo, e noto molti di noi che alzano gli occhi al cielo. - Per il resto, prendete le vostre cose, su. Azione, stiamo per scendere! -
Il cuore comincia a battere più forte a quelle parole. E' tutta la vita che spero di poter arrivare in Inghilterra anche solo per un'ora, e sapere che sta per succedere è la cosa più bella del mondo. O quasi.
L'autobus perde velocità, fino a quando non si arresta completamente. L'autista apre le porte e le insegnanti, sorridenti, ci intimano di scendere. Ordinatamente e senza spingere, possibilmente.
Prendo un grande respiro, alzandomi e accodandomi al resto dei miei compagni fino a quando, finalmente, i miei piedi toccano terra, dopo circa quattro ore di viaggio.
Fuori, ad aspettarci, ci sono un sacco di persone: anziani, adulti, bambini. Persone di ogni genere. Una sola cosa hanno in comune: parlano tutte inglese. Sorrido. Amo l'inglese, ed ho sempre sognato poter vantare di averla come lingua madre.
- Okay, sto cominciando ad agitarmi.- mi sussurra Marta, appena scesa anche lei. 
Posso comprendere la sua sensazione, anche io mi sto agitando parecchio. Una settimana intera, da sola, in casa di sconosciuti che, oltretutto, nemmeno parlano la tua lingua. Potrebbe succedere di tutto. No, non intendo qualcosa di negativo tipo violenze di qualunque genere. Sono solo abituata a fare figuracce, e non vorrei continuare questa tradizione pure all'estero. Vorrei cercare di mantenere integra la mia reputazione, almeno qui.  
- Non me ne parlare... - le sussurro in risposta, avvicinandomi agli altri.
L'insegnante d'inglese è la prima ad avvicinarsi a quella massa di gente, rivolgendo sorrisi a chiunque e attirando l'attenzione di tutti battendo le mani.
- Innanzitutto - comincia, parlando in inglese - vorrei salutarvi. Grazie a tutti voi che siete qui, oggi.-
- Questa è una grande opportunità che ci avete offerto, o perlomeno, che avete offerto a questi ragazzi, assolutamente desiderosi di imparare e di arricchirsi...-
- Oh no, ricominciamo con i soliti discorsoni - sussurra Asia, una mia compagna, sofferente all'idea. Mi stringo nelle spalle. Che ci vuoi fare se abbiamo un guru per insegnante?
- Ma non gli si seccherà la gola ogni tanto?- mi chiede ancora sorridendo appena. Credo stia cercando un modo per distrarsi. Sorrido. 
- Speriamo che succeda. Con questo freddo, poi, credo che ci siano buone probabilità - rispondo, stringendomi contemporaneamente nel mio giubbotto. Sorrido, quando ricordo la scena in aereo. 
- E ora basta con le raccomandazioni, sono sicura che non avrete problemi con i ragazzi- conclude l'insegnante, facendoci l'occhiolino come fossimo complici, quando invece siamo le vittime sacrificali.
- Quindi, vi prego di avere ancora un attimo di pazienza. Qui abbiamo la lista. Prego alla famiglia di farsi avanti quando viene chiamata, e allo studente corrispondente di andargli incontro con tutti i propri bagagli.-
Stavolta il cuore si ferma direttamente. Comincia il mio sogno. Si sta avverando sul serio, non me lo sto immaginando.
- Williams, con  Levi e Mantovani- è il primo nome. Le due amiche si fanno avanti, timide ma felici, e raggiungono la loro famiglia con le loro valigie.
- Grant, con Rossi e Cirelli - La seconda coppia si avvicina, meno timida della prima, in attesa di poter partire per la casa a cui sono state destinate.
- Hutton, con Lorenzini - mi chiama l'insegnante, controllando che io abbia sentito. Mi riscuoto dal mio torpore immediatamente, afferrando la mia valigia, la borsa e cominciando a camminare. La mia famiglia è fra quelle disposte davanti, in prima fila, e mi sta guardando sorridente. 
Il padre è un uomo pressochè normale, sulla cinquantina, con dei fitti capelli marroni e dei profondi occhi blu mare. La madre, invece, è bionda e ha gli occhi scuri, ma tutto sommato ha un'aria dolce e comprensiva. Per quanto riguarda i tre figli, invece, non c'è molto da dire, se non che non si assomigliano per niente. Non avrei mai detto che avessero legami di sangue: la prima figlia possiede il color cioccolato dei capelli del padre, ma gli occhi azzurri della madre. La seconda figlia, invece, ha dei capelli di una colorazione leggermente più chiara ma gli occhi castani, come la madre. Il figlio maschio, invece, non ho proprio idea di come abbia fatto ad avere questa fisionomia, o perlomeno, ad avere quei colori. Per l'espressione e i lineamenti ricorda molto la madre, ma possiede dei capelli rosso fuoco e degl'occhi verdi che di sicuro non ha preso da nessuno dei due genitori. Magari qualche nonno, o qualche parente lontano.
- Ciao - saluto in inglese, accennando ad un sorriso. 
- Ciao - mi risponde la madre, facendomi segno di passare le valigie al marito che le sistema, veloce, nel bagagliaio dell'auto.
L'elenco dell'insegnante continua, fino ad arrivare a Ronconi, che viene smistata con gli Smith. E una volta che anche lei raggiunge la famiglia, la professoressa ci concede, finalmente, di poter andare. 
- Su, sali in macchina. E tranquilla, il viaggio non è molto lungo.- mi tranquillizza il padre, aprendomi gentilmente lo sportello dell'auto.
- Come ti chiami?- mi chiede la più piccola - che, se non ricordo male, deve avere 6 anni-
- Erika. Mi chiamo Erika -. 



Capitolo di passaggio, care! Cosa ne pensate?? Fatemi sapere! Accetto anche possibili scenari futuri, voglio proprio vedere cosa riuscite ad immaginare! ; D 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** capitolo X- Primo giorno ***


Erika.

Mi volto verso la porta e il figlio maggiore è ancora lì, che mi guarda con gli occhi da cucciolo. Rido, divertita da quell'espressione. Perchè è così maledettamente testardo?
- Ehy, davvero. Non ho bisogno di niente, grazie - ripeto per la quinta volta, comunque felice di quelle attenzioni.
- Nemmeno un piccolo aiutino? - prova un'ultima volta, con tono supplicante.
Scuoto la testa ma tengo il sorriso. E' carino da parte sua preoccuparsi, ma davvero, ce la faccio a sistemare le mie cose da sola. per quante possano essere e per quanto sembra impossibile sistemarle tutte in questa stanzetta che sarà, per una settimana, la mia camera da letto. 
Siamo arrivati a casa da circa due ore, ormai, e ancora sono qui a disfare le valigie. Forse perchè ci ho impiegato un'ora intera per visistare tutta la casa, sotto la guida di questo simpatico ragazzo dai capelli rossi che, entusiasta come non mai, mi ha mostrato ogni singola stanza della loro - modestissima- casa. Sembrava non finire mai, giuro. Una moltitudine di stanze, infiniti spazi, l'imensa piscina.. wow. Mai visto niente del genere. I miei compagni mi ammazzeranno per aver avuto questa fortuna. 
- D'accordo, rinuncio - si arrende alla fine, alzando le braccia in segno di resa. - se hai bisogno sai dove trovarmi - mi indica alla sua sinistra con un cenno della testa. 
La sua camera e la mia sono una subito dopo l'altra. Vicini di camera. Di fronte a noi c'è il primo bagno della casa, e infondo ad un lunghissimo corridoio le due camere delle sorelline minori. I genitori dormono al piano di sotto, in una camera di una grandezza imbarazzante. 
Solo la mia stanza è di dimensioni normali. Assomiglia molto a quella che ho in Itaia, in effetti. La finestra, la scrivania sotto di essa, il letto appoggiato contro la parete opposta alla porta e l'armadio a muro. Tutto molto simile, in effetti. 
- Va bene - confermo al ragazzo, chiudendo la porta come esce e tornando a sistemare le mie cose. 
Appoggio la valigia sul letto, e aprendo una tasca ne tiro fuori l'intimo che mi sono portata dietro, decidendo di sistemarlo nel primo cassetto. Nel secondo le calze, mentre invece il terzo decido di lasciarlo libero, in caso mi servisse di metterci qualcosa che acquisto qui, in Inghilterra. Le magliette sono già appese in ordine, e lo stesso per i pantaloni, che sono ordinatamente piegati sul fondo dell'armadio. Un'altra decina di minuti spesa per sistemare anche le felpe e finalmnete posso dire di aver finito. Sorrido, felice. Certo non durerà molto, visto che sono ordinata quanto il passaggio di un uragano, ma almeno è un inizio.
Controllo l'orario: sono circa le cinque di sera. E visto che nessuno qui sembra avere la tipica tradizione del thè - visto che me l'ha confessato poco fa il rosso, come ormai ho deciso di chiamarlo - direi che una chiamata a Marta anrebbe più che bene per cominciare la serata. Stasera, fortunatamente, è la nostra serata libera, ma credo che mi toccherà passarla in famiglia. La signora Hutton mi ha fatto capire che stasera non saremo soli, che ci sarà molta gente a casa.
Oh cielo, dovrò cominciare a preparare presto, altrimenti qui qualcuno rimarrà a bocca asciutta. E non sia mai, potrebbero uccidermi.
Il rosso si è messo a ridere, sentendola. 
Penso di aver avuto la fortuna di trovarmi in una famiglia non solo ricca, ma anche simpatica e disponibile. Il padre mi ha già messo al corrente del fatto che, per qualunque spostamento, posso chiedere a lui o al figlio, alla quale ho gentilmente risposto che il treno o l'autobus andava benissimo. Primo, perchè tornato dal lavoro, alle nove di sera, sarà sicuramente molto stanco e non me la sento di fare il peso, secondo perchè salire in macchina col figlio che, tra parentesi, è quasi un mio coetaneo, sarebbe piuttosto imbarazzante. Ma non gliel'ho detto, mi sono limitata a ringraziare e a chiedere istruzioni per come arrivare alla scuola che dovrò frequentare la mattina e  come arrivare al centro di Londra, per i pomeriggi liberi che ci sono concessi. 
Tutto questo per dire che..? Oh sì, devo chiamare Marta. E in fretta, in caso gli ospiti arrivino presto.
Afferro il telefono dalla tasca e compongo il numero.
- Pronto?-
- Allora?-
chiedo, senza salutare. la conosco a memoria, so che non sta più nella pelle dall'emozione.
- Oh mio dio, Erika, non puoi capire!- scatta infatti, a tre metri da terra dalla felicità - è una casa pazzesca! Mi sembra di essere in una reggia! Che dici ce l'ho l'aspetto della principessa? - 
Rido a quella domanda, immaginandomela in uno di quei vestiti coloratissimi con la gonna ampia e la tiara fra i capelli.
- L'aspetto sì, ma bisogna rivedere i modi, temo - la provoco, sorridendo in maniera furba senza che lei possa vedermi.
- Non sono abbastanza.. - un rutto interrompe la sua frase - regale?- 
Rido. Ecco, forse è per questo che siamo amiche: ci completiamo, e ci facciamo ridere a vicende. Siamo due opposti di una stessa medaglia, che hanno poco o niente in comune, ma non per questo lo prendono come una debolezza. Abbiamo trasformato la nostra diversità nel nostro punto di forza più grande. 
Certo, non che lei sia un camionista e io la principessina, s'intende, ma io non rutto mai. Giuro, non sono in grado di farlo, neanche se bevo due lattine di bevande gassate tutte d'un fiato. Strano, ah?
- Te, invece?- mi chiede, appena entrambe riusciamo a calmare l'attacco di risa - come ti sembra?-
- E' perfetta - commento semplicemente - non avrei potuto desiderare di meglio.. e poi mi sembrano anche simpatici. E poi c'è un'altra cosa, però aspetta un secondo - mi alzo rapida dal letto,apro la porta e mi assicuro che non ci sia nessuno dall'altra parte, per poi richiuderla e tornare seduta sul letto, con le gambe incrociate. 
- Dicevo, c'è una cosa strana, qua. Hai presente il figlio? Il rosso?- Sta davvero diventando una fissa chiamarlo così.
- Come si chiama?- 
- Oh cielo, non me lo ricordo -
ah, ecco perchè lo chiamo solo con il suo colore di capelli - comunque, non lo so.. ha un non so che di familiare. -
- Magari vi conoscevate in un'altra vita.. la tua vita precedente magari - mi prende in giro
- Sono seria, Marta. Sono sicura di averlo già visto. Solo che non mi viene in mente dove..-  cerco di riflettere ancora tre secondi, setacciando nella mia testa tutti i posti nella quale sono stata di solito ma, anche impegnandomi, non riuscirei mai a scovare il posto giusto. Quante probabilità ci sono che proprio lui, che abita in Inghilterra, sia venuto a Milano in uno stesso momento in cui c'ero anche io in quel determinato posto? Magari lo confondo con qualcun'altro. - Non mi viene in mente - concludo infine, sospirando rassegnata.
- Tranquilla, prima o poi lo capirai - mi rassicura lei.
- E di loro? Nessuna traccia? - mi chiede ancora. 
E inizialmente non riesco a connettere, distratta come sono ancora dal colore dei capelli del ragazzo nella camera affianco alla mia, ma poi, con qualche secondo di ritardo, ci arrivo.
- Ancora i One Direction? Sempre sicura che non ti piacciano?- chiedo, sorridendo appena.
- Sicurissima. Allora?-
- No, nessuna traccia, che dovrei avere? Nascosto da qualche parte dovrebbe forse esserci un indirizzo?- non capisco, cosa si aspetta?
- Ma certo che no, idiota - mi rimprovera - solo.. non lo so, hanno per caso preso qualcosa di tuo?-
Ci penso un attimo prima di risponderle. No, non gli ho mai passato niente di mio. Zayn mi ha appoggiato il suo giubbotto, mai che io avessi prestato o fatto vedere qualcosa. - Niente - convengo alla fine. 
- Non ti manca niente? Un elastico, un foulard.. magari gli occhiali!- ipotizza, volando con la fantasia.
Sospiro tristemente - No, tesoro, ho tutto, ho appena messo via tutti e tre. Come mai tutto questo interesse?-
- Non è per me che mi interessa. per te Eri. So quanto ci tenevi a vederli - dice, addolcendo il tono.
- Tranquilla, va tutto bene. - cerco di rassicurarla.
- Sicura? - insiste lei.
- Sì, Marta Ronconi. Sto bene - insisto, ridendo appena alla sua testardaggine. 
- Perfetto, allora la smetto di preoccuparmi. - la finisce lei, ridendo con me - ora però credo di doverti lasciare. Sento qualcuno blaterare il mio nome, nella camera affianco. Vado a vedere cosa vogliono - 
- D'accordo, vai pure. Ti voglio bene.- 
- Ti voglio bene anche io -
Chiudo la chiamata e guardo l'orario che compare sul display. Cinque e mezza. E ora? Che faccio fino all'ora di cena?
--------------------------------------------------------------

Zayn.

- Paul, ti prego, metti fine a questo strazio - lo supplico, cercando di intenerirlo usando un tono supplicante.
Sono le sette, e fra poco dobbiamo uscire. Le interviste ormai sono andate, e abbiamo risposto cercando di essere sinceri come al solito. Per cui non è un problema, non c'è niente che non vada, per quello. Il problema sorge adesso, una volta concluse tutte le domande, nella nostra stanza nell'albergo. Niall è talmente contento, finalmente, di uscire normalmente senza i riflettori puntati, che sembra una ragazza che si sta preparando per un appuntamento galante.
Credo che sia in bagno da un'ora, ancora in cerca dei vestiti perfetti per uscire all'aperto da abbinare ad una pettinatura altrettanto perfetta per l'occasione. Per questo sto supplicando la nostra baby-sitter, come la chiamiamo di solito, di mettere fine a tutto questo. 
Paul, grande e grosso com'è mi guarda e si stringe nelle spalle. - E' solo contento, Zayn- 
Visto? E' una montagna dal cuore tenero.
- Lo so anche io, ma siamo in cinque. Sei, contando anche te. Potresti cercare almeno di farlo uscire da lì? - lo supplico - a me non mi dà ascolto, e come ha provato Liam l'ha trascinato dentro con lui. Lui rapisce le persone! - annuncio con tono fatalista.
- Ti ho sentito! - la sua voce, inconfondibile, giunge dal bagno, chiaramente rivolto a me.
- Hai visto? Sa sentire anche attraverso le porte.. - continuo con Paul, che adesso mi sorride.
- E va bene, va bene, provo io. - cede alla fine,ancora col sorriso sulle labbra.
- Niall Horan, al mio tre ti voglio fuori di lì! - esordisce, bussando alla porta con l'indice.
Sorrido, sicuro del suo successo, e mi dirigo in salotto, a spaparanzarmi sul divano. Strano ma vero, ho già finito di prepararmi. Niente di che, ovviamente, non stiamo andando a nessun evento in particolare: fra poco si mangia e non andremo in nessun posto famoso o rinomato. Per oggi basta essere cantanti famosi: da oggi fino a domani pomeriggio saremo solo noi cinque. Per quanto ci sarà concesso, con le ragazze per strada che ci fermano per l'autografo. 
- Oh ehi, quanta velocità - è Harry a parlarmi, un sorriso sulle labbra. Si siede nella poltrona accanto alla mia. - Impaziente di uscire?- mi chiede ancora, sospettoso.
-..Sì?- lo guardo in maniera interrogativa. E' tutto il giorno che mi stressa con queste domandine a trabocchetto. Dove vuole andare a parare? - Ci sarebbe qualcosa di strano? - chiedo a mia volta, deciso a scoprire la verità su tutta la sua curiosità di oggi.
Mi ignora, sembra quasi che non mi abbia sentito.
- Sai vero che non la rincontreremo, per strada?-
Ecco! Lo sapevo che si tornava su quel discorso.
- Sì, lo so - sospiro, rassegnato. Se c'è una cosa sulla quale la ragazza aveva ragione è questa: non ci sarà mai possibile rincontrarci così, in giro per puro caso.
- E..?- cerca di spronarmi a continuare lui, guardandomi dritto negli occhi.
Alzo un sopracciglio  -E cosa, Harry?-
- Come ti fa sentire la cosa? -
Sbatto gli occhi. Anche Liam si è interessato del mio stato d'animo. Non era la mia ragazza, non mi ha scaricato per un'altro.
- Normale. Perchè, come dovrei sentirmi? - chiedo, girandogli la domanda.
Penso che avesse già pensato a quest'evenienza. Mi conosce troppo bene, temo, per essere impreparato -  Forse un po' toccato, almeno. Sei sempre così.. sicuro di te, di quello che vuoi, che vai e te lo prendi, sempre. Stavolta non hai modo di farlo. Per cui forse.. dovresti sentirti.. - lo guardo mentre cerca il termine adatto - non incompleto. Non è incompleto la parola che cerco.. Incompiuto. Ecco. -
Nessuno lo direbbe mai, vero? Che Harry analizzi le cose in maniera così dettagliata, intendo. Appare molto sperficiale, da fuori, come ragazzo. Lo dico perchè anche io, l'ho pensato, all'inizio. Poi, una volta che lo si conosce meglio, è una persona totalmente diversa da quella che ti aspettavi. E' uno dei tanti pregi del ricciolo migliore al mondo. Analizza le cose, quasi al microscopio, e in base alle sue conoscenze, cerca di arrivare ad una soluzione che, maledizione a lui, ci azzecca quasi sempre. 
- E' come quando hai paura di esserti dimenticato qualcosa - gli dico allora, visto che scemo non è, ed è giusto dirglielo. - pensi e ripensi a dove hai sbagliato, dove hai lasciato qualcosa in giro, anche. Quando cerchi un oggetto perso, dove ti fai tutte le menate sul fatto che avresti potuto metterlo in un posto diverso. Nel mio caso, mi viene da pensare se ci fosse stato un modo per migliore per avere più probabilità di tenermi in contatto ma, più di quello che ho già fatto non mi viene in mente niente.- sorrido, sincero. - Per cui sto bene, Harry. E' tutto okay. -
Non mi deprimerò sulla sua scomparsa, non verserò lacrime di dolore, non smetterò di mangiare per questo. Era comunque una qualsiasi ragazza con la quale non ho nessun rapporto. Sarebbe ridicolo se ci stessi malissimo. Spero che richiami, ma non ho il telefono appiccicato anche quando in bagno nel terrore che possa chiamarmi e non sentire la chiamata. Vivo lo stesso. 
Deve ancora nascere la ragazza in grado di farmi star male per davvero.
Mi fissa per qualche secondo, e poi sembra essersi convinto della verità delle mie parole. - Molto bene allora - dice infatti.
- Cambiando discorso.. - comincio io, sorridendo smagliante - sono contento di rivedere Ed. Lui sì, mi è mancato da morire.- ammetto, felice al solo pensiero di rivederlo.
Anche Harry sorride. 
- Già. E' pur sempre un amico. Da quant'è che non ci sentiamo? - chiede.
Non faccio in tempo a rispondere, perchè Louis mi precede, sedendosi sul bracciolo della poltrona sulla quale harry è ancora comodamente seduto.
- Cinque mesi e ventitre giorni, cari compagni di vita - annuncia, preciso.
Rido. - Davvero hai contato i giorni? -
- Uno per uno - afferma, convinto di ciò che ha fatto.
- Hai un futuro come promemoria - si complimenta Harry.
- Ci stavo pensando in effetti di intraprendere una carriera in quel campo - confessa Louis, serio come non mai.
- E le tue mansioni sarebbero? - chiedo.
- Ricordare alle persone i loro impegni, ma mi sembra ovvio - mi guarda come se fossi un ritardato, come se fosse ovvio che una persona sogna di diventare un promemoria - che altro dovrei fare, preparare panini?- 
- Magari come funzione aggiuntiva - propone Harry.
- Sì, optional tipo: compra tutto il pacchetto e in omaggio due panini freschi con insalata e prosciutto - continua l'altro, apparentemente pensandoci seriamente.
- Sei il migliore, Louis - Harry apre il palmo della mano, e Louis gli bate il cinque, orgoglioso delle sue idee.
- Modestamente - conferma, sorridendo.
- Piccioncini - li riprende Liam, sorridendo alla scena - Niall è uscito, è pronto, io pure, voi tre anche per cui..? Andiamo?- 
Controllo l'orologio che ho legato al polso. Le sette. Oh sì, credo che sia proprio ora di andare. Alle sette e trenta è il nostro appuntamento, e con un po' di fortuna Paul non ci farà arrivare in ritardo. Certo, se non guida come una lumaca come suo solito..
- Paul, so che ami il brivido della velocità e il vento fra i tuoi lunghi capelli - dice infatti Niall, dirigendosi per primo verso la porta - ma vai piano, amico, non vorrei fare un incidente. Non raggiungere i 50 chilometri orari come la volta scorsa.-
Ridiamo tutti a quelle parole. Giuro, è di una lentezza esasperante.
Paul gli dà solo una debole pacca sulla nuca, che comunque Niall si massaggia, fingendo che abbia fatgto male.
- Avanti, burlone, cammina che altrimenti arriviamo in ritardo sul serio. - lo rimprovera Paul, anche se sorridendo.  



AAAAAALLORA, vi ho abbandonato di proposito ma nemmeno così riesco a ottenere recensioni? u.u 
Per chi scrivo se nessuno mi considera ? D: 

Fatemi sapere se vi piace la storia! Cosa ne pensate?? 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo XI- Okay, questa non me l'aspettavo. ***


Harry.

Decido di fidarmi di Zayn, alla fine, accettando il suo cambio di discorso una volta che Louis fa il suo ingresso nella stanza. Soprattutto se così facendo si comincia a parlare di Ed.
E' uno di famiglia ormai, già molte volte è capitato di pensare a lui come parte del gruppo, come se fosse effettivamente un membro dei One Direction. E' simpatico, intelligente, va d'accordo con tutti e cinque e ha un discreto rapporto anche con Paul. Ovvio che ci sia mancato.
- Com'è il suo vero cognome?- chiedo, ricordando improvvisamente, mentre siamo ormai quasi a destinazione.
La risposta, ancora una volta, arriva da Louis. - Hutton -
Tipicamente inglese, senza dubbio alcuno. Esiste forse qualcosa più inglese di Hutton? Forse solo Smith. E White.
- Edward Hutton.. - ripete Zayn fra sè e sè, per poi stropicciare il naso, come infastidito da qualcosa - no, non suona per niente bene- 
- E' l'abitudine di chiamarlo in maniera diversa che ti fa sembrare il nome orginale strano- gli risponde Liam, sorridendo - anche se, effettivamente, Ed Sheeran è decisamente più pratico - 
- E decisamente suona meglio - insiste Zayn.
Liam scuote la testa, arrendendosi. Sa che Zayn è più testardo di un mulo, quando ci si mette. 
- E comunque - continuo io - mi è mancato. Cioè, chissà cosa ha combinato nel frattempo.. sicuro che ci deve insegnare qualcosa di nuovo - immagino io, sorridendo appena nell'immaginare.
Tutte le volte che lo rivediamo ha qualcosa di nuovo e di figo da mostrarci. Che siano oggetti, mosse di danza, giochi.. con lui è impossibile annoiarsi, sul serio. E' sempre una novità, quel ragazzo. 
- Basta che la piantate con tutti quei Lego, ve lo chiedo per piacere - è Louis, al mio fianco, a chiedere pietà.
Perchè è vero, è sempre diverso ogni incontro con Ed, eccetto per una costante: le nostre costruzioni. Sono un'ossessione, me ne rendo conto, ma stanno diventando una droga.
- Ringrazia il cielo che oggi non andiamo a casa sua - lo fulmino, offeso - ma da James. Non ha così tanti pezzi, e quindi si perde tutto il divertimento.-
Ed ne ha una quantità spropositata, una cosa quasi imbarazzante, in effetti.
Louis si passa una mano sulla fronte, sospirando sollevato. - Meno male. Chissà perchè comincio ad adorarlo, Jim.- sorride, stuzzicandomi.
Jim è un diminutivo che si ostina a voler affibbiare al povero James, cugino di Ed, con la quale abbiamo un ottimo rapporto di amicizia e che perennemnte sfruttiamo per incontrarci con il cugino. Sapete il macello che verrebbe fuori se ogni volta che abbiamo voglia di vedere un amico, e andiamo a casa sua, spuntano miliardi di fans fuori dalla casa? Le nostre e le sue sommate sarebbe un disastro. Per cui cerchiamo, per un po', di celarci ai loro occhi. Adoriamo le ragazze, quelle che ci seguono ancora di più, ma ogni tanto è bello non averle sempre addosso, sempre pronte a strapazzarti tutto, come un peluche.
 Comunque, parlando di Jim non si può certo omettere il fatto che la sua somiglianza col cugino sia inspiegabilmente impressionante. Entrambi hanno i capelli rossi, entrambi hanno degl'occhi molto particolari, di un colore indefinito, e hanno anche modi di fare molto simili tra loro. La loro principale differenza sta nel carattere: se Ed è il ragazzo dinamite, simpatico ed estroverso con chiunque, Jim possiamo definirlo come trnaquillo e pacato, sebbene non si possa definire nemmeno lui come timido. Ha un modo molto diverso da Ed per approcciarsi con le persone: è calmo, sorridente e sempre pronto a conoscere nuove persone, ma poco incline a parlare della sua vita privata. Uno di quelli che ti analizza silenziosamente da capo a piedi senza che tu te ne accorga. Io so che lo fa perchè anch'io studio le persone, almeno quanto lui. E fra simili ci si riconosce sempre. 
- E' questa, no?- chiede conferma Paul, girandosi.
E' Niall quello più vicino a lui, e si gira a controllare.
- Certo, quella verde è casa di Jim. - sorride, già contento ancora prima di scendere dal mezzo.
Sorrido involontariamente anche io. E dandomi un'occhiata intorno noto che anche gli altri sembrano contenti. 
- Perfetto, allora possiamo fermarci e scendere. - Paul ferma la macchina, la spegne e sblocca le portiere.
Il primo a scendere, per l'appunto, è Niall, e noi quattro lo seguiamo a ruota. 
Io alzo le braccia al cielo, stiracchiandomi e lasciandomi sfuggire uno sbadiglio. Sono piuttosto stanco dopo una giornata passata a viaggiare e a fare interviste.
Ma mai abbastanza per rivedere un vecchio amico.
Paul controlla che non ci sia gente nei paraggi, e poi ci permette di attraversare la strada, e così mi ritrovo con l'indice sul campanello di casa Hutton, un sorriso sul viso, e la voglia di cominciare la serata.
---------------------------------------------------------------

Niall.

E' Harry a farsi avanti per citofonare, cosa che a me imbarazza terribilmente per non so quale motivo, per cui aspettiamo che qualcuno ci venga ad aprire.
Una donna sorridente spalanca la porta, senza nemmeno chiedere chi sia. Credo che ci adori.
- Buongiorno, signora Hutton - saluta harry, cordiale come sempre.
- Buongiorno  a te, Harry caro, e buongiorno anche a voi - ci saluta con un gesto della mano, prima di spostarsi dall'ingresso per permetterci di entrare.
- Ciao anche a te, Paul- saluta lei, dolce come il miele. Non credo di aver mai conosciuto nessuno come lei. Simpatica, sempre gentile e dolce oltre ogni misura. Jim è molto fortunato ad avereuna madre come lei. 
- James! - lo chiama a voce alta, rivolgendo la testa verso le scale - sono arrivati! - 
Credo che il pigrone sia in camera, come suo solito. Magari davanti ad un videogioco?
- Erika, scendi pure tu! - intima la signora, richiamando anche un'altro elemento della famiglai che mi era sfuggito fino ad oggi.
- Erika?- sussurra Liam, confuso.
La signora Hutton lo sente e gli rivolge un piccolo sorriso.
- Credo che in questi giorni non sarete da soli.. c'è una ragazza, è qui per una gita scolastica e viene dall'Italia. Niente di troppo lungo, giusto una settimana.- ci rassicura lei. 
Mi volto di scatto verso Zayn, e ha gli ho occhi sbarrati dalla sorpresa. Io, invece, corrugo la fronte. Non può essere la stessa. Certo, ci sonoun sacco di coincidenze, ma non possiamo avere tutta questa fortuna. E che è, adesso l'avremo pure come compagna delle nostre giornate? E' impossibile, sarà un'altra!
- Erika è sotto la doccia, mamma - è la voce di Jim che arriva dalle scale, e difatti spunta, individuandoci e sorridendo smagliante. 
Louis gli va incontro, abbracciandolo per primo.
- E' un piacere rivederti, Jim - sorride, sciogliendo l'abbraccio.
La signora Hutton sorride nel guardarli, e si allontana. Ci lascia sempre un sacco di privacy, ed è una delle tante cose che adoro della signora Hutton. 
- Mi siete mancati da morire- confessa Jim, abbracciando anche noi altri.- Oh, e Ed arriva solo con un attimo di ritardo. E' stato trattenuto, se non ho capito male. Questione di mezz'ora al massimo - ci informa, sorridendo come se si stesse scusando.
-Ci mancherebbe. - liquida la storia Liam. 
Non siamo qui soltanto per Ed. Come ho già detto, siamo molto affezionati anche a Jim. E' impossibile non affezionarsi ad uno come lui. Per cui va bene, aspetteremo, ma nel frattempo ci sei tu. E va benissimo così. A volte ho il sospetto pensi che non lo consideriamo come un amico, ma come mezzo per arrivare a Ed. Non voglio che lo pensi.  E sto quasi per dirglielo, ma uno spintone da parte di Zayn mi interompe. E nemmeno nota la mia occhiataccia, concentrato com'è sul ragazzo.
- Jim , ti prego, dimmi che non è vero -
Lui sbatte gli occhi, sorpreso.
- Non è vero - afferma  convinto. -ma ricordami un po' di cosa stiamo parlando?- chiede poi. 
Rido, divertito.
-  Erika. - afferma Zayn.
- Sì, è la ragazza qui per uno stage con la scuola. Che c'è?- chiede ancora Jim, confuso.
Sbuffo e mi intrometto nella conversazione, prima che il povero James impazzisca per i monosillabi di Zayn.
- Abbiamo incontrato una ragazza con il suo stesso nome, in aereo. Una tipa simpatica, capelli corti, rossi..- tento di descriverla il più veloce possibile. 
- E a Zayn piace - aggiunge Harry.
Il moro si gira di scatto, lanciandogli un'occhiata di fuoco. - Spiritoso - sibila fra i denti.
Harry alza le spalle, mostrandosi il più innocente possibile
  -di certo non si dà il proprio numero di telefono ad una persona che non ti piace- afferma, ed effettivamente come ragionamento non fa una piega.
Jim sembra sconvlto dalla notizia.
- Le hai dato il tuo numero? - ripete, quasi non credendo a quelo che ha sentito.
Zayn si passa una mano sulla faccia, riportando la sua attenzione sul ragazzo. - Io.. Dio, è complicato - tenta di spiccicare parola - ma sì. Ha il mio numero.-
Jim pare ancora parecchio scosso, ma annuisce.
- Corrisponde alla descrizione?- chiede ancora Zayn, evidentemente sperando di ricever un no come risposta.
- Non so dirti se sia simpatica, anche se a pelle mi sembra proprio di sì, ma posso assicurarti, amico, che i suoi capelli sono rossi. Parecchio rossi. -
- Fuoco, vero? - chiedo io, con il sorriso che si allarga sempre più sul mio viso.
- Esatto! Sembrano di fuoco!- conferma Jim, concordando con me. 
Zayn impallidisce, invece, tutto d'un colpo. 
Liam scoppia a ridere, dandogli una pacca sulla spalla.
- Toh guarda che fortuna, Zayn. La cercavi tanto ed ora eccola, non sei contento?- scherza lui.
- Il destino ti assiste, caro - aggiunge Louis.
- Ma che assistere..- commenta Zayn, sedendosi un secondo sul primo degli scalini. - Perchè proprio lei? - chiede, con l'aria disperata.
Harry alza gli occhi al cielo. Non capisce tutte le pare mentali che si fa Zayn, perchè credo che lui sia un ragazzo molto più.. easy. Non sta molto a badare alle conseguenze di quello che fa. Lui si adatta, qualunque cosa succeda. Zayn, invece, è un tipo che programma molto, uno con i suoi schemi mentali, e appena un dettaglio va fuori posto a sconvolgere i suoi piani iniziali, si sente spaesato. E' per questo che si completano. 
- Non succede niente. Che c'è di male? - chiede ancora Harry, incrociando le braccia al petto.
- Non è così che doveva andare! - gli dice infatti, sbuffando infastidito dall'ennesimo colpo di scena.
- E allora?- chiede l'altro - che t'importa? Non c'è un modo solo per fare avvenire una cosa.. vedila così, adesso puoi analizzare meglio la situazione.- tenta di convincerlo lui, cercando di fargli vedere la cosa sotto una luce diversa.
- Ma c'è in programma una richiesta di matrimonio?- chiede Jim, confuso.
- Sembra, vero?- chiede Louis, sorridendo.- no, è solo un'altro stupido piano che ha pensato Zayn, andato m
ale-
- Una novità, insomma- aggiunge Liam, stringendosi nelle spalle. 
Sorrido a mia volta, guardando l'espressione preoccupata di Zayn distenedersi mano a mano che Harry, sottovoce, tenta di calmarlo dicendogli chissà cosa. Alla fine sorride, segno che ha riacquistato il suo autocontrollo, ed è pronto per questa modifica. 
- Scusi signora Hutton ero sot..- una voce arriva dalle scale e per poco non inciampa su Zayn, riuscendo miracolosamente a non farlo aggrappandosi allo scorrimano della scala ed evitandolo all'ultimo secondo. Sembra averlo riconosciuto, perchè si pietrifica improvvisamente. Effettivamente, assomiglia molto a com'era Zayn stesso fino a te secondi fa. E' Erika, inconfondibile.
Alza lo sguardo, e finalmente vede tutti quanti. Guarda Jim, guarda noi, e torna a guardare Zayn.
- Carino da parte tua venirmi addosso - dice Zayn, provocandola.
Lei rimane bloccata ancora per qualche secondo, poi improvvisamente si abbassa al suo livello e quasi gli salta al collo, abbracciandolo con ancora tutti i capelli bagnati dall'acqua della doccia.
- Oh mio dio! - commenta, scioccata, stringendolo forte.
Lo sento ridere, e mantiene il sorriso una volta che lei stessa ha sciolto le braccia. - Siete qui davvero?- 
- Sorpresa..- annuncio io, sorridendole. - vuoi passare lì il resto della serata su quel gradino o vieni a salutarci?- chiedo, fingendomi offeso ma allargando le braccia nella sua direzione.
Alle mie parole salta di netto l'ultimo gradino e corre verso di me, fiondandosi fra le mie braccia, ridendo, sorpresa.
- Non ci posso credere - mi dice a bassa voce, contenta.
- Non ci posso credere nemmeno io. Che coincidenza, eh?- le rispondo, sciogliendo l'abbraccio e sorridendole. - noi eravamo qui per Jim e per Ed e ora ci sei tu..- Lei ricambia il mio sorriso. 
Si gira verso Jim, mani sui fianchi.
- TU li conosci?- chiede, ancora più sorpresa.
Lui in tutta risposta si stringe nelle spalle.
- E perchè non me l'hai detto? - chiede, mentre va a salutare anche gli altri.
- Beh, sai, la prima volta che una ragazza ti entra in casa, non è che vai lì e le dici " ehy, senti, conosco i One Direction. Piacere James"!- risponde, scatendando una risata generale - la cosa strana è che sia tu a conoscerli, in effetti - sussurra, ma non credo che Erika l'abbia sentito. Anche perchè penso che stesse semplicemente riflettendo ad alta voce. 
- .. Aspetta un secondo..- dice lei, un secondo dopo che ha finito di salutare tutti e ha sciolto l'abbraccio con Louis. - chi è Ed?- chiede, arrivando in ritardo alle mie parole.
Sorrido. Ancora scossa?
- Ed è il cugino di James. Ed Sheeran ti dice niente? - è Harry a rispondere.
I suoi occhi si spalancano e ha un sorriso talmente pieno di felicità da fare tenerezza.
- Davvero davvero?-
- Davvero davvero - conferma lui, divertito.
- James! Neppure questo mi hai detto!- lo rimprovera, continuando comunue a sorridere.
- Questo ammetto di essermelo dimenticato..- risponde il ragazzo, portando una mano dietro alla nuca, in imbarazzo.

 Sono buffi da vedere. Entrambi hanno i capelli rossi, ma mentre lui è color carota, lei è, come già detto, rossa come il fuoco. Potremmo quasi scambiarli per parenti. 
- Oggi potrebbe essere la giornata più bella di tutta la mia vita!- esclama lei, ancora sorridendo smagliante. 


Allora? Sopresi o ve l'aspettavate??
Sono così feeeeeelice per Erika!
Comunque, vorrei ringraziare tutte le persone che mi seguono, chi mi ha messo fra i preferiti e a chi leggerà la mia storia semplicemente!
Come sempre lasciate un commento, che sono sempre apprezzati! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** capitolo XII- Ed Sheeran ***


Liam
Va bene, questo non mi sarebbe mai passato per l'anticamera del cervello. Mai. Tutto potevo immaginarmi tranne che a casa di Jim ci fosse Erika.
Ma a volte il destino è strano, e quindi ora ci ritroviamo con lei addosso, ad abbracciarci e a sorriderci, ed è cosí genuina quando fa qualcosa, qualunque cosa, che è indescrivibile. Sai solo che vuoi continuare a vederla sorridere, e per farlo saresti disposto a farle sorprese sempre, sette giorni su sette. E lo dico io, che sono fidanzato e pazzamente innamorato di un'altra persona. Posso capire l'effetto che una ragazza cosí produce su uno come Zayn, alla disperata ricerca della naturalezza.
A volte penso che il suo problema piú grande sia che è nato per cantare ma non per stare in un mondo che lo soffoca, cioè il mondo in cui è ora. Il nostro. A volte mi capita di immginarmelo ancora come un bambino, quasi non fosse mai cresciuto da X-Factor. Effettivamente, non penso sia cambiato molto da allora. Forse, è solo in grado di celarsi meglio. Forse è per questo che la sua ragazza se la immagina sempre come una struccata. Sará l'espressione di questa sua debolezza che tenta di nascondere a tutti i costi. Ha un disperato bisogno di qualcuno di vero al suo fianco.
Avete visto, no? Il modo di fare di Erika lo avvicina e lo allontana, su di lui lei esercita insieme forza centripeta e centrifuga. Il suo comportamento fuori dalla norma, piú umano rispetto a quello di adorazione a cui si è abituato, lo spiazza. Lo attrae e ne ha paura al tempo stesso. Penso che ognuno di noi se ne sia accorto. O forse sono solo io, che mi preoccupo troppo per lui. Alla fine, lo voglio solo felice.
Felice almeno quanto lo è lei in questo momento, col suo sorriso smagliante e quell'aria naturalmente sorpresa, che lo so, ha stregato tutti noi. È di una spontaneità quasi... Fuori dalla norma. Buffo, no? Di questi tempi, anche fuori dal mondo dello spettacolo, essere s'è stessi non è piú una cosa usuale, ma un tratto che ti contraddistingue, ed è piuttosto triste da pensare. Meno male che esistono ancora persone come lei, in grado di mostrarsi senza coperture, invece che senza vestiti.
- Il giorno migliore della tua vita?- ripete qualcuno dalla cucina, in fondo al corridoio - eh no, carina, non puoi dirlo prima di cena!- un cuoco sorridente si affaccia dall'ingresso, mestolo in mano e grembiule giá sporco di chissà quale mistura strana.
Ma che..?
-.. Paul?- chiedo io, sconvolto dalla scena. - che ci fai vestito cosí?-
Chiedo, cercando di non scoppiare a ridere come invece il resto di noi ha fatto, Jim ed Erika compresi.
- Aiuta me, visto che siete un esercito e io ancora non ho finito.- la voce, stavolta, appartiene alla signora Hutton, benedetta sia la mamma di Jim. Non so cosa faremmo senza di lei.
Sorrido a vederla tutta affaticata ma contenta. È adorabile.
- Non sapevo che Paul sapesse cucinare- sussurra Jim.
Harry alza le spalle. - Discretamente, niente di eccezionale. -
- Ma se l'ultima volta che ha cucinato lui hai fatto il bis di tutto!- è Niall a intervenire, alzando gli occhi al cielo.
- Solo perché morivo di fame. qualcuno non aveva mosso un dito per gli altri e si era fatto solo due panini per sè, piazzandosi davanti la televisione, se ben ricordo- insiste l'altro, portando le mani sui fianchi.
Il battibecco viene interrotto ancora dalla signora Hutton, che spunta dalla cucina e fulmina Erika.
- Ti vuoi per caso ammalare? Su, vai ad asciugarti i capelli che qui ragazze con la febbre non ne vogliamo - la rimprovera leggermente, intimandole con un cenno della testa a salire di nuovo le scale e a dirigersi in bagno.
Erika si batte una mano sulla fronte, come se se ne fosse scordata e immediatamente si fionda al piano superiore, dopo averci sorriso di nuovo e scusandosi velocemente in caso abbia bagnato uno di noi durante un'abbraccio. Il piú bagnato, casualmente, è Zayn. Come lei si è abbassata e gli è saltata addosso, immagino.
Non sembra accorgersene peró, impegnato com'è a sorridere.
- Qualche pensiero felice?- gli chiede Louis con il sopracciglio alzato una volta che lei si è allontanata.
- Ed - risponde acido Zayn, fulminandolo - niente di piú. Dovrebbe essere qui a momenti, no?- chiede conferma con lo sguardo a James, che annuisce con un cenno della testa.
- Sí, dovrebbe essere qui a mom..-
Il campanello lo interrompe. Sorride della coincidenza.
- Oh, temo che abbiate lasciato la porta aperta - la voce di Ed, inconfondibile, giunge dall'ingresso.
- Ed!- Harry quasi gli salta in braccio, rischiando di soffocarlo - che bello rivederti!-
L'altro sorride, stringendolo a sua volta. - anche per me è un piacere -
Una volta sciolto l'abbraccio puó finalmente entrare e salutare tutti quanti.
- Possiamo anche spostarci da qua, eh. Andiamo in salotto? - ci suggerisce Jim, ridendo appena.
---------------------------------------
Louis.
La somiglianza che c'è fra Jim e Ed è davvero impressionante, senza dubbio alcuno. Due carote che hanno lo stesso sorriso, per giunta. Si potrebbe benissimo pensare che siano fratelli, se non gemelli. Ancora non riesco ad abituarmici, quando sono insieme.
La piccola coda che si è venuta a formare lascia per ultimi me e Zayn, che noto leggermente sovrappensiero, non del tutto presente. E io so benissimo dove sta andando la sua testa. Lo conosco da troppo tempo ormai per lasciarmi sfuggire uno sguardo come questo. Si puó dire che io ria imparando a comprendere i suoi gesti, le sue espressioni e, cosa piú importante, i suoi silenzi. È una bella cosa.
- È carina anche con i capelli bagnati e senza trucco, eh?- gli chiedo sottovoce, guardandolo sorridendo appena.
- Carina da morire - sospira lui, combattuto. - Ma ne ho visse anche di piú belle, ecco - cerca di riprendersi lui, tornando ad un tono normale di voce senza alcuna inflessione.
Non lo sopporto quando fa questa cosa. Questo stupido suo modo di fare del tipo: un passo avanti e due indietro. Sente sempre questo stupido bisogno di apparire sempre impeccabile, sia dentr che fuori. Sempre controllato e indifferente a ció che lo circonda. Sono il tuo migliore amico, maledizione, con me puoi esprimerti liberamente!
Decido peró di non insistere troppo su questa cosa perché immagino che ci vorrá del tempo per modificare il suo comportamento.
- Ma ne hai viste di migliori?- gli chiedo, lasciando correre il resto.
Sono due discorsi diversi, la bellezza e la qualità. Apparenza ed essenza, anche se in questi discorsi non mi ci vedo per niente, perchè non sono il tipo da farli, penso che ogni tanto sia giusto tirarli fuori.
Lui mi guarda e sembra perplesso, come se non avesse capito appieno il significato della mia domanda. O magari non riesce a darmi una risposta. Per un tempo che mi pare interminabile, che ci a arrivare al salott insieme agli altri, non dice niente, non risponde e nemmeno mi guarda piú, tenendo il suo sguardo basso e fissando le mattonelle del pavimento. Poi, finalmente, prima di accomodarci sui divani, si decide ad aprire bocca.
- Non lo so.. - risponde semplicemente.
Non insisto, non faccio nessuna polemica a quella frase. Puó essere letta ed interpretata in molti modi, per cui lascio correre, accettando di archiviare per un po' il discorso e posticiparlo a quando rimarremo di nuovo da soli, una volta tornati a casa. Perchè non la passa liscia, sia chiaro.
Ognuno di noi si accomoda come meglio crede, chi sui divani, chi sulle poltrone e chi già sulla sedia che occuperà una volta a tavola, quando mangeremo.
Ed si batte le mani sulle ginocchia.
- Beh..? Che mi dite di bello? - sorride - avanti, qualcosa di nuovo. Sono mesi che non ci si vede.-
Il primo a rispondere è Liam, sorridente. - siamo appena tornati dall'Italia.-
Il sorriso di Ed si allarga. - E..?-
- Ed, è magnifica. giuro, mai visto niente di cosí bello come Milano.- afferma, sicuro delle sue parole - potrebbe seriamente diventare la mia città preferita. Tempo mite, cielo blu e persone veramente cortesi. - dice, col sorriso sulle labbra
- Per non parlare del cibo.. Dio, non credo ci sia cibo piú buono di quello. - aggiunge Niall, sognante.
- Vogliamo parlare delle ragazze? - chiede retoricamente Harry - io pensavo fossero le inglesi le migliori. Quando vorrai fidanzarti.. Facci un salto- gli suggerisce, facendogli l'occhiolino.
- Unica pecca, forse, sono i piccioni. Cielo, dovunque ti girassi, una marea di Kevin ti investiva. Parecchio fastidioso in effetti. - concludo io, sbuffando appena, infastidito al solo ricordo.
Ed scoppia a ridere. - Kevin?- chiede, confuso sul perchè abbia utilizzato quel nome.
Zayn sorride appena. - È una lunga storia.. - anticipa solamente, scuotendo la testa come suggerendogli di lasciar perdere.
La signora Hutton spunta dalla cucina, sorridente con una portata in mano.
- Ragazzi, vi conviene sedervi. È pronto. Chi va a chiamare Erika?-
- Approposito di ragazze, è vero, dimenticavo che tu avessi un'ospite- dice Ed rivolgendosi a Jim. - sono curioso di vedere com'è. Vado io. - fa per alzarsi, ma Niall lo blocca in tempo, intimandogli con lo sguardo di risedersi.
- Avrai tempo per parlarci, tranquillo- lo consola, sorridendo leggermente.
- Ma lascia andare Zayn, per favore. - completa Liam, cercando di addolcire il piú possibile lo sguardo.
Sa perfettamente che il diretto interessato lo fulminerà per quello che ha appena osato dire, per cui tenta di giocare la carta della faccia da cucciolo, anche se non sembra funzionare visto che l'occhiataccia di Zayn potrebbe essere in grado di fargli prendere fuoco, da quanto è intensa. Se uno sguardo potesse uccidere, adesso temo che avremmo un membro in meno.
Nonostante, questo, comunque, Zayn si alza. Sospira e si sforza di mettere in piede davanti all'altro, cercando il coraggio di salire al piano di sopra da lei sotto il nostro sguardo divertito.
- Questa me la pagherete, è una promessa -

Lo so che questo non è un orario molto normale ahahah, ma non avevo sonno ed ero ispirata!
Cosa ve ne pare? MIRACCOMANDO RECENSITE!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** capitolo XIII- Cena (part.1) ***


Erika.

L'espressione della signora Hutton non lascia spazio ai dubbi o alle interpretazioni: vai, veloce, e asciugati perchè altrimenti ti do una testata. E' una signora gentile e affabile, ma credo di aver capito che non bisogna osare contraddirla. E' una donna dolce ma che sa arrabbiarsi, se serve. Per cui decido di non fare storie - anche perchè non ho intenzione di farmi odiare già da adesso- e di salire al piano di sopra per rendermi finalmnete presentabile. Oggi in particolare, visto che innaspettatamente sotto il mio stesso si sono riuniti praticamente tutti quelli che per me contano, ad eccezione di un attore che amo da quando sono bambina. Ma non entrerà pure lui, no? E che è, un pub? Che cavolo centrerebbe Robin Williams con la famiglia Hutton? Niente, voglio sperare.
Comunque, stavo dicendo che decido di non disubbidire, così chiedo scusa per tutte le magliette che ho appena inzuppato e corro al piano di sopra e mi fiondo in bagno alla velocità della luce. Ed è solo adesso che mi rendo conto delle mie condizioni, del modo in cui sono scesa giù, a salutare queli che ho poi scoperto essere i One Direction: capelli bagnati, struccata, in pigiama. Piuttosto imbarazzante.
- Oh no..- sussurro, fissando la mia immagine allo specchio. Perchè devo essere sempre così istintiva? Non potevo aspettare tre secondi e rendermi perlomeno presentabile? 
Sbuffo, e decido di darmi finalmente una sistemata, attaccando il phon e asciugandomi i miei capelli corti piuttosto in fretta. 
Nel frattempo penso a loro, alla mia fortuna sfacciata, alle coincidenze che ci sono state solo nella giornata di oggi. Perchè improvvisamente me li ritrovo dovunque vado? Fino a ieri ho passato mesi interi a sognare il giorno in cui avrei potuto vederli anche soltanto per un minuto, e  non solo ho avuto la stra grande fortuna di poterli avere con me per il viaggio in aereo dall'Italia all'Inghilterra, ma anche adesso, a casa Hutton, ho scoperto che vengono piuttosto spesso. E la cosa è quasi surreale, non ci credo ancora. Posso essere davvero così fortunata? La ruota gira anche per me? 
Poso il phon, spento, e con calma cambio stanza, ritornando in corridoio per entrare nella mia camera da letto, accanto a quella di Jim - il nuovo cugino di Ed Sheeran, fra le altre cose- .
E il più grande problema si presenta esattamente qui, davanti all'armadio in legno con i miei abiti sistemati appena due ore e mezza fa. Ancora con il pigiama azzurro addosso, apro le ante del mobile e mi ritrovo con il più grande interrogativo di ogni ragazza: che mi metto? 
La piccola differenza fra me e il resto del genere femminile in questo momento, però, è che mi devo preparare per incontrare delle persone per me importanti, alla quale devo fare una buona impressione perchè altre occasioni per farlo non ne ho. O almeno, conto di non averne più, dopo. Per cui è molto importante come decisione da prendere.
Ma elegante o sportiva?
Penso all'abbigliamento dei ragazzi, penso alle foto di Ed, al suo stile. Magari dovrei adattarmi? O forse dovrei cercare qualcosa di mio, qualcosa di personale e che mi rappresenti? Qualcosa che dica: questa è Erika, prendere o lasciare? O magari puntare su un abito elegante?
Dio, la testa mi sta scoppiando.
Comincio con il togliermi il pigiama, tanto per fare qualcosa nell'attesa, forse, che l'abito perfetto esca magicamente da lì, rimanendo in biancheria intima di fronte all'armadio, scrutandolo con gli occhi e cercando attentamente qualcosa. Osservo dei jeans scuri, che mi sembrano adattabili a qualunque tipo di occasione, che ho portato apposta per le giornate in forse, dove non sai se finirai col vestirti come una principessa o come una ragazza qualsiasi.
Li appoggio delicatamente sul letto, per poi passare ad una possibile maglietta da abbinarci, decidendomi per una a maniche lunghe, ed una normale felpa bu scuro molto larga, abbinata alle scarpe, sempre blu scure e da ginnastica.
Guardo soddisfatta il risultato, incorciando le braccia al petto. E' un possibile modo, no? Potrei benissimo vestirmi così.
Oppure..
Sento un campanello suonare e il mio cuore fa una capriola. Ed Sheeran. Oddio, oddio, oddio. 
Mantieni la calma. Non sei una di quelle fastidiose ragazzine urlanti. 
Riporto la mia attenzione all'armadio e a quello che contiene, cercando, stavolta, qualcosa di più raffinato, di più elegante. E i miei occhi vengono attirati dal bianco assoluto di una maglietta lunga, da abbinare ad una cintura larga marrone, e degli stivali marroni di pelle. Appoggio anche questo possibile abbinamento sul letto, cercando di decidere in fretta e furia quale dei due sarebbe più indicato per la serata che si prospetta. Con uno sbuffo mi spostoun ciuffo di capelli che mi era finito in faccia, oscurandomi la vista, per poi tornare ad analizzare mentalmente i pro e i contro per entrambi.
Quello elegante potrebbe essere una buona scleta, perchè non è eccessivamente elegante e quindi non verrei considerata una deficiente a presentarmi così, semplicemente potrebbero pensare a me come una ragazza raffinata e di buon gusto, magari con maniere raffinate e un buon gusto in vestiti. Tutte belle qualità.
Oppure, guardandomi, potrebbero giudicarmi come una che pensa troppo all'apparenza fisica, e non andrebbe bene. Non giudico mai niente dalla copertina.
La tenuta più sportiva, però, potrebbe farmi ottenere però l'esatto contrario. Di certo non voglio che pensino che sia una sciatta, di quelle che non si curano per niente del proprio aspetto. Effettivamente, potrebbero già essersi fatti un'idea del genere guardando com'ero scesa giù a salutarli, poco fa. E di certo non voglio che un'idea del genere possa venire anche a Ed. 
- Io voto per quello - una voce, inaspettatamente, indica l'abbigliamento più sportivo.
Mi volto, spaventata da quell'intrusione, e ciò che mi trovo davanti è niente meno che Zayn, sorridente.
Lati positivi? Piace a Zayn. E direi che batte tutte le motivazioni possibile che potrebbero venirmi in mente. 
- Non volevo spaventarti- si scusa, rendendo il suo sorriso ancora più dolce - il fatto è che è.. pronto, e vedo che sei ancora in altomare.- 
Mi dà un'occhiata, analizzandomi da capo a piedi, e sorridendo in maniera appena più divertita.
Abbasso lo sguardo e finalmente collego il suo discorso. Finalmente i miei neuroni comprendono la situazione.
Io sono in mutande. E lui è nella mia stanza.
- Oh.. merda.- borbotto, correndo ad afferrare la maglietta che devo indossare, per coprirmi il più possibile - tu che diamine ci fai qui dentro? Esci!- 
mi avvicino e lo spintono verso la porta, ma senza esercitare chissà quale grande forza. Lui, fortunatamente, mi asseconda, e comincia a camminare senza opporre resistenza, sebbene lo stia facendo troppo lentamente.
- Ma è pronta la ...- cerca di lamentarsi lui, mentre si gira.
A quel punto comincio a spingerlo più forte.
- Lo so ho capito, ma sai com'è, tu sei uno sconosciuto, ed io sono in biancheria intima. - gli faccio notare, in caso non sia abbastanza ovvio il motivo per cui lo voglio fuori di qui alla velocità della luce.
- Non sei mica la prima ragazza che vedo in mutande e reggiseno - mi fa notare, sorridendo maliziosamente.
Decido di ignorarlo, e di continuare con il mio discorso - Non hai il diritto di entrare, signorino. Punto - gli faccio notare, tenendo con una mano la maglietta premuta contro il mio petto per coprirmi il più possibile - per cui fuori di qui. - gli dico, una volta arrivati finalmente alla porta della mia stanza - e grazie per l'avviso - 
Mi avvicino, e con l'indice della mano libera gli tocco la punta del naso, in maniera dolce. Sorrido. - Puoi andare- gli intimo.
Lui scoppia a ridere.
- D'accordo, me ne vado, me ne vado - alza le braccia in segno di resa e comincia lentamente a fare dei piccoli passi verso le scale. E sto quasi per chiudere la porta e girarmi di nuovo per indossare il tutto, quando con la coda dell'occhio lo noto improvvisamente fermo, nell'atto di sorridere furbamente e con la chiara intenzione di rigirarsi a sbirciare.
- Zayn, non te lo ripeto un'altra volta, scendi quelle maledette scale!- lo ammonisco, minacciandolo con una ciabatta in mano.
Ride di nuovo, e finalmente sembra essersi deciso a ritornare al piano inferiore. Lo seguo con lo sguardo fino a quando non lo vedo più, segno che ha raggiunto gli altri, e torno in camera, stavolta chiusa a chiave, a infilarmi i vestiti scelti, a sorpresa, da lui. 
Poco più di tre minuti dopo sono pronta, truccata il minimo necessario con capelli e vestiti in ordine. 
Apro la porta e prendendo un grande respiro decido di farmi coraggio, di scendere le scale e raggiiungere gli altri.
Sono agitata. Forse perchè sono troppi, forse perchè sono loro e tutti insieme. 
Forse perchè sono insicura e odio Zayn per aver preferito questi abiti a quelli eleganti, perchè magari mi sarei sentita più sexy, vestendomi in maniera diversa, guadagnando un briciolo di sicurezza in più. O magari no, avrei fatto la figura della ragazza facile e basta.
Oh cielo, che situazione imbarazzante. 
All'improvviso, e senza sapere come, mi ritrovo a scendere l'ultimo scalino, toccando il pavimento del piano terra. Deglutisco a fatica, e raccogliendo tutto il mio coraggio metto un piede davanti all'altro fino ad arrivare in cucina. 
- Era ora, Erika! - la signora Hutton mi rimprovera amorevolmente, passandomi accanto proprio in quel momento per portare l'ennesimo piatto preparato da lei in persona ai ragazzi. 
- Posso aiutarla?- chiedo, in imbarazzo.
Lei mi sorride, affettuosa, e mi indica un piatto con della pizza.
- Puoi prendere quello se vuoi, ma occhio a non metterlo vicino a Niall, perchè altrimenti gli altri neanche la vedono! -
Sorrido. Vedo che lo conosce piuttosto... bene.  


Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** capitolo XIV - Cena (part.2) ***


Zayn.

Continuo a ridere mentre scendo le scale, incapace di smettere. E' divertente stuzzicarla. Decisamente divertente. Il che è un bene, visto che non sopporto le persone che non hanno senso dell'umorismo o che comunque non stanno al gioco. 
Certo, non che sia stata proprio una situazione tipo, quella di oggi. Di certo non era molto usuale o ordinaria, ma tutto sommato nemmeno così imbarazzante: non capisco quest'enorme differenza che vedono le ragazze: se sono in costume non c'è problema, anzi, in biancheria intma, invece, assolutamente no. Ci fai pure la figura del maniaco di solito. Ma non cambia assolutamente nulla, no? Soltanto il tessuto. 
Sono contento, quindi, che non mi abbia dato del porco o del guardone, o peggio, del segaiolo. 
Giuro solennemente che non era nei miei piani quello che è successo. Non era assolutamente mia intenzione entrare mentre si stava cambiando. Ma è capitato - quale immenso dispiacere..- ed è andata nel migliore dei modi: niente di eccessivamente imbarazzante. 
Salto l'ultimo scalino e mi dirigo verso il salotto. Nel farlo, passo davanti alla cucina e riesco ad evitare per un soffio la signora Hutton che, nello stesso momento, stava andando nella mia stessa direzione. 
- Oh cielo, Zayn - si blocca di colpo - che spavento!- esclama, spaventata.
Rido, divertito, scusandomi con lo sguardo.
- Vuole che le dia una mano?- chiedo, preoccupato, accorgendomi solo in quel momento dell'infinita quantità di piatti che le vedo in mano. 
Lei, ripresa dallo spavento, scuote la testa energicamente. - Assolutamente no, tesoro, fila a sederti - rifiuta lei, cocciuta. 
Non credo di esser mai riuscito ad ottenre il suo permesso per aiutarla. Non una singola volta, accidenti. 
- Ma si figuri, posso benissimo aiut..- ritento, sorridendo per convincerla.
Un semplice gesto stizzito della mamma di Jim basta ad azzittirmi e a non farmi concludere la frase. Chiudo quindi la bocca, alzando gli occhi al cielo, esasperato dal suo comportamento. 
- Giovanotto non ti opporre!- mi rimprovera - e fila a sederti che arrivo subito. Chiaro?-
Neanche aspetta la mia risposta che mi sorprassa, dirigendosi a spasso spedito verso la sala da pranzo.
- D'accordo signora Hutton.. - farfuglio in risposta, sbuffando.
Raggiungo quindi anche io la stanza affianco, e noto che tutti, ormai, sono attorno al tavolo, stanchi ed affamati. 
la disposizione dei posti è la solita di sempre, non cambia mai.
Harry, posto vuoto - riservato al sottoscritto- e Louis da una parte; Ed di fronte ad Harry - non sia mai che quei due stiano troppo lontani l'uno dall'altro - Liam  Jim e Niall dall'altra. Al posto di capotavola c'è la signora Hutton e, di conseguenza, presumo che Erika debba sedersi nel posto esattamente difronte al suo, all'altro capo della tavola. Quindi.. si ritroverà circondata da Ed da un lato e da Harry dall'altro!
Sbianco nell'esatto istante in cui me ne rendo conto, sedendomi accanto a Louis.
Lui, pronto e attento, si volta a guardarmi. 
- E' tutto okay?- mi chiede, sospettoso. 
Cos'è, mi si legge in faccia che mi sento improvvisamente a disagio? O ha sentito Erika che alzava la voce, prima, quando ero al piano superiore?
Faccio cenno di sì con la testa e lui, in tutta risposta, mi lancia un'occhiataccia, prima di voltarsi a parlare con Niall, seduto proprio di fronte a lui. 
Sorrido lo stesso, conscio del perchè di questo suo improvviso cambio di umore. 
E' capitato più volte che si comportasse in maniera così.. strana, rispetto alla persona che è di solito. Arrabbiato, chiuso, riservato. Aggettivi che mai e poi mai avrei immaginato di dare ad uno come lui. Ed invece viverci accanto giorno per giorno mi ha fatto capire molte cose su di lui. Aspetti particolari, nuovi e totalmente inaspettati. Perchè sì, incredibile ma vero, Louis Tomlinson pensa. Pensa parecchio.  E si costruisce situazioni, nella sua testa, fa ipotesi e congetture che non rivela a nessuno, arrivando ad accumulare sempre più rabbia e frustrazione fino al momento in cui non ce la fa più e ti sputa tutto addosso, rendendo quindi pubblica la sua - nella maggiorparte dei casi, assurda- teoria. 
Mi ricordo in particolare la prima volta che ho scoperto questo suo atteggiamento. E' stato.. più o meno verso la fine dell'anno scorso. 
Eravamo a casa soli, io e lui perchè gli altri, ognuno per i suoi impegni, sarebbe stato fuori fino all'ora di cena. Tutto il problema è nato nel momento in cui io, povero ragazzo senza sigarette, ho preso in presito la sua auto per arrivare al tabacchino a pochi metri da casa, per evitare di morire di freddo. Il tutto, secondo i miei calcoli,non doveva richiedere più di dieci minuti. Ma per mia sfortuna, in quell'esatto momento ed in quell'esatto posto c'erano una quantità infinita di ragazze, per non so quale misterioso motivo. E, guarda caso, erano tutte nostre fans. Conclusione? Tra un'autografo, una foto ed un video sono riuscito a tornare a casa solo un'ora più tardi. Il che non sarebbe stato un grosso problema, se solo non ci fosse stato Louis ad attendermi sulla soglia, braccia conserte, pronto a farmi la ramanzina. 
Per un attimo ho temuto che mi rimproverasse perchè avevo preso l'auto cisto che, per prima cosa, era la sua, in secondo luogo, perchè non ho chiesto e terza cosa non ho nemmeno la patente. 
Ed invece la sfuriata che di lì a poco mi arrivò non riguardò assolutamente ed in alcun modo tutto questo.
Neanche il tempo di richiudere la porta dietro di noi ed ecco che lui, incazzato nero, comincia ad urlarmi contro che ho la fidanzata, che non gliel'ho voluto dire, che è già da settimane che mi tiene sott'occhio e che, oh sì, sa delle mie scappatelle a casa sua della settiman precedente. Che non ci si comporta così. " Per quanto ancora speravi di tenermelo nascosto, Zayn? Viviamo nella stessa casa, è ovvio che io mi accorga di quando non ci sei!".
Ricordo di averlo guardato, completamente preso in contropiede e di essere rimasto senza parole. Davvero mi credeva capace di nascondergli una cosa del genere? 
Gli ho mostrato il pacchetto di sigarette, e gli ho resistuito le chiavi dell'auto. " Se avessi la fidanzata te lo direi, idiota. " gli ho risposto semplicemente, sorridendo appena. 
Ricordo che ha sbarrato gli occhi, stupito di essere così tanto fuori strada. Ha borbottato qualcosa che assomigliava molto a " Scusa Zayn" e abbiamo chiuso lì la questione. Eppure, anche dopo due anni di convivenza, ancora crede che voglia nascondergli qualcosa. Chissà adesso cosa sarà andato a pensare. Sicuramente qualcosa che assomiglia molto a Zayn che stupra Erika imbavagliata oppure, meno tragico,  Io e lei che facciamo sesso nel bagno cercando di non fare rumore, situazione che, tra l'altro, si addiceva di più a lui che a me, quand'era ancora single - ma evitiamo di dirlo ad Eleanor, che è meglio - .
Ignoro quindi il suo comportamento, sicuro che tanto, una volta a casa, mi farà la solita sfuriata su quanto poco leale io sia- e sull'importanza del preservativo. -
Mi volto invece verso Harry e gli do una gomitata piuttosto potente nelle costole, interrompendo in maniera improvvisa la sua - sono sicurissimo, intelligente- discussione con Ed, per attirare la sua attenzione. 
Lo sento lamentarsi, mentre porta una mano alla zona colpita, ma non lo lascio parlare. 
- Non provare a mettermi in imbarazzo, d'accordo Hazza?- lo minaccio con lo sguardo, riducendo gli occhi a due fessure.
Lui sorride furbamente, voltandosi verso Ed con l'espressione di chi era già pronto ad una situazione del genere. - Che ti dicevo?- gli dice infatti - è cotto perso - 
Spalanco gli occhi, sorpreso dalla sua conclusione, per poi dargli la seconda gomitata a livello delle costole, cosa che lo costringe a piegarsi in avanti dal dolore. Beh, almeno la finisce di sghignazzare. 
- La smetti? - mi chiede, dolorante. 
Ed scoppia a ridere nel vedere la scena. Poi mi guarda negl'occhi, tornando improvvisamente serio, e mi sorride leggermente. 
- Zayn, non ci sarebbe niente di male, davvero. Lei è.. carina- afferma, accennando con la testa al piano superiore - e sembra una brava ragazza.- continua, aprendo le braccia in segno di resa.
- Io davvero non ti capisco. Per una buona e brava che trovi, insisti a negare e ti nascondi dietro a un dito. Perchè fai così?- mi chiede, esasperato.
Mi passo una mano sulla faccia, altrettanto stanco di sentirmi ripetere le stesse cose mille volte. 
- Lei. non. mi.piace Fine della storia - Chiudo il discorso, scandendo bene le parole. 
A quelle parole, Liam si volta nella nostra direzione, aggiungendosi al discorso. 
- Oh, avanti Zayn! Davvero credi che nonci sia niente di diverso in lei? Niente di.. speciale?- mi chiede.
- Io adoro i suoi occhi- commenta Niall, portando una forchettata di non so cosa alla bocca. Noto Louis che lo guarda, stranito da quel commento.- Che ho detto?- chiede allora il biondo, preoccupato. 
Harry ignora la sua domanda, annuendo energicamente con la testa all'affermazione di Niall.  
- Concordo assolutamente con te. Vuoi dirmi, Zayn, che nn li hai notati?- mi hciede ancora, con la mano posizionata a proteggere la zona delle costole in caso di miei eventuali nuovi attacchi. 
- Di che state parlando?- la mamma di Jim fa il suo ingresso nella stanza, sorridente, con l'ultima portata della nostra cena in mano, seguita a ruota da Erika, che noto concentrata mentre posiziona il piatto che ha in mano proprio accanto a Harry, di fianco a sè. 
- Tesoro, non così lontano, non ha il braccio allungabile, tranquilla. Va bene anche un po' più in mezzo - la corregge appena la signora, ridendo divertita e spostando il piatto di qualche centimetro. - Allora? Di cosa parlate? - richiede, tornando a concentrarsi su di noi. 
Per quanto possa essere stato brvo in aereo ad inventarmi una scusa al momento, non è una delle mie qualità. E' più da Harry tirarsi fuori da sictuazioni del genere con una rispostina pronta. 
- Stavamo parlando della cena, signora Hutton. E' stata bravissima, come al solito- risponde infatti, sorridendo e con l'aria più innocente del mondo pestandomi il piede. 
Alzo gli occhi al cielo senza farmi vedere dalla diretta interessata nè tantomeno da Erika che, indecisa se credergli o no, prende posto fra lui ed Ed. Lecchino. Fa sempre il ruffiano per scamparsela.
- Adulatore..- sorride in imbarazzo la signora, passandogli affettuosamente una mano sui capelli. Che vi dicevo? Ce l'ha fatta pure stavolta.
La signora, ancora gonfia di orgoglio per il complimento di Harry, prende posto a tavola per ultima, come sempre, e cominciamo a mangiare. 
Mi ricordo che la prima volta che siamo venuti qui, tutti insieme, per venire a trovare Ed - e quindi la prima volta che abbiamo parlato con Jim e con la sua famiglia - è stato veramente una cosa divertente. C'erano anche le sorelline di Jim, a tavola con noi, e vi assicuro che quelle bambine sono assolutamente uno spasso. Oggi, invece, è tutto molto più calmo. Loro sono da un'amichetta, a quanto so. La più grande, Meredith, di sicuro. L'altra, la piccola Grace, credo l'abbia portata in giro il padre per evitare che ci sia d'intralcio. Ancora non vuole capire che stare con lei per noi è un piacere. Harry diventa scemo in presenza di un bambino. Comincia a parlare come se fosse un ritardato, e noi lo prendiamo sempre in giro per questo, ma non cfedo gliene freghi più di tanto. A lui piacciono parecchio i bambini. A volte ho il terrore che possa mettere incinta una ragazza per il puro gusto di diventare padre. Poi mi ricordo che nonostante le apparenze è un ragazzo responsabile, e allora mi tranquillizzo un po'. 
Comunque sia, ringraziando non so quale divinità,  all'inizio si parla poco, e quel poco che si dice sono risposte alla signora Hutton del tutto innocue. Niente che possa rivelarsi un'arma a doppio taglio per il sottoscritto o battute imbarazzanti o chissà che altro. Smetto quindi di fare l'ansioso, e comincio finalmente a godermi il cibo e ad ascoltare i discorsi alla mia sinistra, in quella parte di tavolo che pare abbia cominciato a parlare della famiglia Hutton, e della situazione scolastica di Jim.
- Ma mamma..- lo sento lamentarsi, imbarazzato - non possiamo parlarne dopo?- chiede, esasperato.
Lei scuote la testa, e Niall, seduto fra madre e figlio, la imita per il puro gusto di prendere in giro Jim, che gli lancia un pezzo di tovagliolo addosso in risposta.
- Siamo solo ad Ottobre e già andiamo male, caro mio. - lo rimprovera la signora Hutton, con lo sguardo severo ma dolce insieme tipico di una madre.
- Qual'è il problema? - mi inserisco nel discorso. Cosa mi sono perso?
Louis mi risponde, e pare essersi dimenticato di essere arrabbiato con me, perchè sorride. - A quanto pare il nostro Jim non è partito molto bene quest'anno. Ma è in quinta, e quindi lei - indica la madre - ci tiene che abbia buoni voti fin da subito. E quindi.. tadan, una bella ramanzina durante i pasti!- mi sussurra, ridendo appena per non farsi scoprire. 
Mi limito a sorridere, e dopo aver ingoiato il boccone intervengo nel discorso. - Punto debole?- chiedo, interessato.
- Storia. Non.. non mi entra nel cervello. E' inutile. Non ci riesco!- mi risponde un esasperato James, totalmente arreso al fatto di essere incapace in quella materia.
- Anche quest'anno?- chiede Ed, anche lui interessato.
Jim si limita ad alzare le spalle. - Esattamente come l'anno scorso e come quello prima.. - conferma poi, sbuffando.
- Il problema però - comincia la signora Hutton - non è tanto che non riesca adesso. E' che nonostante tutto, nonostante mille e mille persone che ho chiamato per spiegargliela, arriva all'interrogazione e.. non so, davvero- tenta di spiegarsi senza successo, chiedendo aiuto con lo sguardo al figlio, che di sicuro sa meglio di lei cosa gli accade durante l'interrogazione.
- Non mi ricordo niente. Mi fanno la prima domanda e mi rendo conto di non ricordarmi nulla. E' complicato.. e fino ad adesso ce l'ho fatta per un soffio. E adesso ricomincia la solita tortura..- conclude quindi Jim.
E' capitato spesso anche a me, ma mai per così tanto tempo. Cos'è, terrore dell'insegnante? 
- A me succedeva durante gli scritti - si intromette Liam - ed è veramente deprimente come cosa!-
- Non dirmelo.. nelle domande aperte vero?- chiede Niall, sorridendo.
- Sì! Maledetto sia chi le ha inventate!- conferma Liam, ridendo - proprio quelle-
- Anche a me hanno creato un sacco di problemi. Non ero mai in grado di formulare un discorso ampio come si deve.- spiega quindi Niall, sorridendo al ricordo. 
- E tu, Erika?- chiede la madre di Jim - come vai a scuola?- 
La ragazza alza all'improvviso la testa, totalmente spaesata. Non penso stesse seguendo il discorso, imbambolata com'era a fissare il vuoto. Non sta neanche mangiando, adesso che ci penso.
- E' tutto okay?- le chiedo sottovoce, preoccupato. 
Lei mi guarda, mi sorride leggermente e fa segno di sì con la testa prima di rivolgersi alla signora Hutton. 
Harry si volta a guardarmi, e di nuovo mi rivolge quello sguardo furbo di poco fa. Non gli arriva una gomitata nelle costole solo perchè c'è la signora Hutton, e sarebbe poco educato cominciare a picchiarsi a tavola. 
- Abbastanza bene- è quindi la risposta di Erika, mentre si stringe nelle spalle. - Non eccello in nulla ma non ho materie insufficenti, ecco. Una via di mezzo - spiega. 
La madre di Jim annuisce, contenta di quella risposta, e rivolge uno sguardo di rimprovero al figlio come a dire Vedi? Anche tu dovresti fare così! per poi tornare a rivolgere la sua attenzione a Erika.
- Quindi anche in storia..- chiede conferma.
- Mamma ma..- tenta di bloccarla Jim, prevedendo la richiesta della madre.
- Zitto un attimo James. Su, non fare il bambino. - lui alza gli occhi al cielo e appoggia la schiena alla sedia, incrociando le braccia al petto.
- Ecco, piccolo James, non fare l'antipatico- lo prende in giro Niall, che si merita l'ennesimo pezzettino di tovagliolo da parte del rosso. Credo che a fine cena sembrerà che sui pantaloni di Niall abbia nevicato, a forza di pezzettini di carta bianchi. Non oso immaginare la reazione della madre di Jim quando dovrà pulire. 
- Sì..- risponde incerta Erika alla domanda che le è stata fatta. 
- Ma è perfetto! - esclama la signora, entusiasta. - James caro, eccoti la nuova ragazza che ti darà ripetizioni! Semplice, veloce e comodo!- continua lei, tutta eccitata dalla sua idea. 
Jim, al contrario, pare totalmente in disaccordo con quello che pensa la madre. Si passa però una mano sulla faccia, consapevole che  quando si mette in testa certe cose non c'è modo di farla smuovere dalle sue decisioni, arrendendosi al suo destino. 
- D'accordo.. e va bene. Mi arrendo. - dice infatti alla fine, sorridendo appena e alzando le mani in segno di resa. - Erika Lorenzini - oh, cercherò su Facebook ora che lo so - saresti così gentile da aiutarmi? - le chiede formalmente.
Lei si passa una mano fra i capelli, in imbarazzo. Sorride appena. - Penso di.. sì. Sì, dovrei essere in grado di aiutarti- conferma alla fine. Lui le sorride, grato di aver accettato e la madre pure le rivolge uno sguardo benevolo. 
Credo le stia molto simpatica. E come potrebbe essere altrimenti, visto chi è? Avanti, è carina, pulita, è educata, composta, va bene a scuola.. cos'altro potrebbe chiedere?
- Pronto? Pianeta chiama Zayn, Zayn rispondi!- Harry mi schiocca le dita davanti alla faccia, facendomi rinsavire improvvisamente nello stato di trance nella quale ero caduto, perso com'ero fra i miei pensieri. 
Dal suo sguardo capisco di essermi impallato a fissare Erika, anche se non la stavo proprio guardando. In ogni caso, pensavo e guardavo lei. Sono stato sgamato in pieno. 
Mi schiarisco la voce, in imbarazzo. - Scusate, mi sono distratto. - tento quindi di sviare il discorso da me. 
- Vuoi anche tu ripetizioni? Magari di altro tipo..- è Ed a lanciarmi la frecciatina, ed Harry scoppia a ridere, mentre Erika, grazie a Dio, è stata nuovamente distratta dalla signora Hutton che la sommerge di domande. 
Notando la poca attenzione rivolta verso di noi, approfitto per dare la terza - e speriamo ultima - gomitata a Harry, più forte delle precedenti. Anche se sorrido, non si devono permettere. Non con lei presente e così vicina.
- Ma che centro io? E' lui che l'ha detto!- si lamenta Harry, piegato di nuovo su sè stesso dal dolore.
La signora Hutton ci presta improvvisamente attenzione, rimproverandoci leggermente con lo sguardo. Tutti e tre la guardiamo, e abbassiamo lo sguardo.
- Scusi signora Hutton..- rispondiamo quasi in coro io e Harry, tornando composti.
- Scusa zia..- risponde invece Ed, cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
Erika si guarda intorno, completamente estranea a quello che sta succedendo, fortunatamente.
- E' tutto okay?- stavolta è il suo turno di fare quella domanda, rivolgendosi a Harry.
Lui si passa una mano sul collo, sorridendo rassicurante.
- Solo un po' di mal di stomaco, tranquilla - si giustifica lui, come al solito pronto a qualsiasi evenienza.  
Lei torna a prestare attenzione a quello che le dice la signora Hutton, e Harry si gira verso di me, sorridendomi e mimando con le labbra senza emettere alcun suono - E' anche una di quelle crocerossine.. magari può tornarti utile!-
Gli pesto il piede con tutta la forza che riesco a metterci nel farlo. E stavolta non gliene importa del dolore, ride di gusto e basta. 







Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=993886