4-
Requiem
Senza volerlo era tornato
alla fortezza.
Aveva lasciato Axel e il
mocciosetto soli, si era sentito di
troppo… aveva sentito una sensazione stranissima quando il
numero VII aveva
chiamato il ragazzino sorridendo… avrebbe voluto che Axel
sorridesse anche a
lui in quel modo, ma sapeva benissimo che non sarebbe mai successo.
Aprì lentamente
il portone d’ingresso e lo richiuse dietro
di se appoggiandovi poi la schiena con un sospiro; perché
ogni dannata volta
che se lo trovava vicino arrivava a sperare in qualcosa che sapeva
benissimo
non sarebbe successo? E soprattutto perché ogni
stamaleddettisima volta che si
trovava con Axel arrivava il mocciosetto a disturbarli?
Ma cos’aveva quel ragazzino? Un radar?
Domande inutili che non
avrebbero mai trovato risposta.
Si diresse stancamente
alla sala delle vacue melodie… gli
piaceva quella sala , lo rilassava, ci avrebbe passato volentieri tutto
il
giorno là dentro se non fosse che per la maggior parte del
tempo ci stava
Xigbar ad allenarsi nel “tiro al bersaglio”. Demyx
ridacchiò tra se e se
immaginandosi l’uomo vestito da Robin Hood con tanto di arco
e frecce in
miniatura …
Appena
oltrepassò la sala principale , però , la voce di
Xemnas lo fermò << numero nove…
>>
Il biondino si
fermò all’istante come paralizzato poi si
voltò lentamente verso il suo capo… possibile che
avesse combinato altri
guai??? << dimmi capo ..>>
<< hai mica
visto Roxas? Ho una missione da affidargli
>> continuò il numero uno tornando
con lo sguardo ai documenti che aveva appoggiato sul
piccolo tavolo.
Demyx strinse i pugni:
possibile che tutti volessero quel
mocciosetto??? Digrignò un attimo i denti prendendo un
profondo respiro.
<< io… non lo so ….>>
<< non
importa>> rispose l’uomo dai capelli
argentati << tanto non è una cosa urgente
>>
<< con
permesso >> si congedò il biondino,
tornando al centro del corridoio e riprendendo la sua strada verso la
sua
stanza preferita.
Sospirò
… dannazione .. non fosse stato per Axel avrebbe
detto subito a Xemnas dove
trovare il
ragazzino. Si passò una mano nei capelli esasperato poi
sorrise dolcemente
…Axel… axel aveva detto che la sua canzone era
bella, quante volte aveva
sognato , quante volte aveva sperato di vivere quel momento.
Quando arrivò
alla sala fu ancora più felice di notare che
era vuota, andò al livello
rialzato e si
sedette sul bordo con le gambe a penzoloni. Con lo sguardo perso nel
bianco
delle pareti che lo circondavano.
Erano già
passati due mesi dal tradimento di Roxas. Due mesi
in cui Axel era passato dalla disperazione alla rassegnazione, senza
tralasciare nessuna fase intermedia, nemmeno la fase dell’ira.
Demyx aveva provato a
parlarci più volte,ma senza successo;
una volta aveva provato ad avvicinarlo per tirargli su il morale,con il
solo
risultato di avere una spalla lussata e mezza ustionata… ma
non glie ne faceva
una colpa , lo capiva benissimo , più di quanto pensasse,
decise quindi di
rispettare il suo dolore e lasciarlo in pace.
Fu qualche giorno dopo che
se lo trovò davanti alla porta
della camera con aria afflitta.
Demyx aprì la
porta della sua stanza pronto per uscire a
suonare, ma dovette bloccarsi: qualcuno era fermo nel corridoio proprio
davanti
alla sua stanza.
Il biondino si
trovò a fissare gli occhi verdi di Axel, così
intensi, così carichi di quelle emozioni che quelli come
loro non avrebbero
dovuto provare, che quelli come loro avrebbero dovuto aver perso
insieme al
cuore, quegli stessi sentimenti che
tornavano a torturarlo ogni volta che incrociava il suo
sguardo, quei
sentimenti che anche in quel momento la stavano distruggendo.
<> si azzardò a dire il biondino.
Il ragazzo dai capelli
rossi sembrò tirare un sospiro di
sollievo << ciao Demyx >>cercò
di abbozzare un sorriso, ma il
ragazzo di fronte a lui non lo notò nemmeno, troppo preso
dalla tristezza
rinchiusa nei suoi occhi.<< senti…
>> continuò il ragazzo dagli
occhi verdi << volevo chiederti scusa per
l’altro giorno …>>.
Il musicista lo
guardò confuso per qualche secondo prima di
capire a cosa alludesse << ah! Non… non
importa >> cercò di sorridere
portando la mano libera dal sitar alla spalla ferita.
Axel però non
sembrava affatto tranquillo<< come va la
ferita ?>>
<< va
>> ridacchiò il più basso dei due
<<
brucia un po’ ma sta guarendo
>>
Axel si stava preoccupando per lui! Quasi stentava a crederlo. Ora
pareva più
tranquillo, anche se la tristezza non dava segno di voler lasciare
quegli occhi
smeraldo, ma per farli tornare quelli di un tempo ci sarebbe voluto
tempo… anzi
ci sarebbe voluto Roxas. Demyx scosse la testa per scacciare quel
pensiero,
passò una mano tra i capelli e ritornò a fissare
il ragazzo davanti a
lui<< io stavo andando a suonare … ti va di
farmi compagnia ?>>
Il rosso sembrò
rifletterci un po’ su << … si …vengo con
te >>
Il musicista era al
settimo cielo: se era vero che il buon
giorno si vedeva dal
mattino allora
quella si prospettava essere una giornata stupenda.
Attraversarono il
corridoio tranquillamente rimanendo ognuno
nel proprio silenzio, silenzio che fu rotto dalla voce di Xemnas, che,
dalla
sala principale, aveva appena chiamato il biondino.
<< numero
nove.. cercavo proprio te >>
“Dannazione”
pensò il musicista “ perché una volta
tanto che
le cose vanno come dovrebbero, per me, c’è
qualcosa che rovina tutto???”
<< cosa
c’è capo? >> chiese voltandosi verso
in
numero uno dell’organizzazione, che era apparso
all’ingresso della stanza.
<< ho una
missione per te >>disse con la solita
indifferenza senza alzare gli occhi dai suoi preziosi documenti
<< vai a Hollow
Bastion e ferma Sora>>.
<< ma
..>> balbettò il biondo << non
può
mandare qualcun altro?>>
Xemnas lo
guardò storto
<< No…>> e detto
questo sparì di nuovo all’interno della
sala.
Demyx sentì
axel dietro di se irrigidirsi a quella frase,
sapevano perfettamente entrambi cosa intendesse Xemnas: il suo compito
era
quello di uccidere Sora, ma con la sua morte sarebbe sparito anche
Roxas.
Axel si voltò e
tornò alla sua stanza, lasciando Demyx solo
nel corridoio.
Il biondino rimase qualche
secondo fermo,poi aprì un varco
diretto a Hollow Bastion e vi sparì dentro.
Per tutto il tragitto non
fece che pensare al primo scontro
che aveva avuto con Sora. Per quanto sapesse benissimo che non era
Roxas non
poteva fare a meno di odiarlo. Da una parte era quasi felice di potersi
liberare di lui, ma dall’alta…
dall’altra c’erano gli occhi tristi di
Axel…
Cosa doveva fare ?
Si morse un labbro e
uscì dal varco.
<< Hei tu!
>> una voce lo fece voltare: Sora e
compagni erano appena entrati alla piazza delle rovine.
“che
fortuna” pensò il numero IX “si comincia
subito”prese
fiato e con aria spavalda rispose allo pseudo saluto che gli avevano
rivolto
<< Rgazzi, che vitalità !>>
<<
> sbottò arrabbiato il
papero a cui il somebody di Roxas diede corda << Non ti
avevamo sorpreso
a combinare guai negli inferi? Come ha fatto un rammollito come te a
entrare
nell'Organizzazione XIII? Scommetto che non sai nemmeno
combattere.>>
rise
<<
già, ma noi si ! >> rincarò il
papero,
Demyx
sentì le viscere rivoltarsi e una strana
sensazione montargli dentro, non aveva la minima idea di cosa fosse,
sapeva
solo che se li voleva morti, sentì la voglia di ucciderli
all’istante
crescergli dentro ma si trattenne <<
Non si dovrebbe giudicare nessuno dalle
apparenze>> si girò per evitare che notassero
la sua ira e cercò di
calmarsi <<
Io gliel'avevo detto
che stavano mandando il tipo sbagliato...>>
cominciò a dire tra se e se,
mentre Sora e compagni ricominciavano a parlare tra loro.
<< chi
è quel
buffone?>> riprese sora a cui rispose il
più alto << Ricorda,
l'Organizzazione è fatta di Nessuno.>>
<< giusto,
senza cuori! >>gli rispose Sora con
disprezzo.
Demyx
s’irrigidì e si voltò verso i tre
<< Noi ce
l'abbiamo il cuore! Non arrabbiarti...>> anche se
l’ultima frase la disse
più a se che al ragazzino
davanti a lui.
<< non ci
imbrogli! >> lo accusò il papero
puntandogli contro la bacchetta.
Demyx ormai si era deciso,
avrebbe combattuto, non l’
avrebbe data vinta a quel mocciosetto
senza combattere <<
silenzio,traditore!>> gridò puntando il dito
contro il custode del
Keyblade.
Il ragazzo si
scagliò contro il musicista che fece appena in
tempo a creare qualche copia di se per parare l’attacco del
keyblade master.
La
battaglia durò a
lungo, e per tutto il tempo Demyx non poté far altro che
chiedersi se ciò che
stava facendo era gusto, se avesse ucciso Sora avrebbe davvero trovato
il
coraggio di guardare gli occhi tristi di Axel? Avrebbe davvero avuto il
coraggio di presentarsi davanti a lui pur sapendo che era stato proprio
lui a
portargli via la persona a cui più teneva?
Axel l’avrebbe
sicuramente odiato e questo proprio non
poteva sopportarlo … proprio no …non voleva
più vedere gli occhi di Axel
velarsi di così tanta tristezza.
Sora stava per attaccare,
lo vide con la coda dell’occhio;
si girò verso di lui pronto a parare ma all’ultimo
cambiò idea e con un mezzo
sorriso lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi
lasciandosi colpire.
Il musicista cadde in
ginocchio, combattendo un attimo
contro il dolore della ferita; il sitar al suo fianco scomparvi in una
pozza
d’acqua.
Gli sarebbe piaciuto
rivedere ancora un ultima volta Axel,
ma avrebbe avuto ancora quegli occhi tristi… no …
era meglio ricordarlo come
era prima del
tradimento di Roxas, tornò
con la mente al pomeriggi dell’ antivigilia di natale,
all’espressione serena e
spigliata sul volto del ragazzo dai capelli rossi, sorrise , quella era
l’espressione che gli donava di più…
alzò lo sguardo al cielo, avrebbe voluto
piangere, ma non aveva la minima idea di come si facesse
così decise di
lasciarsi andare, non c’era più bisogno di lottare
contro il dolore e si lasciò
svanire in una piccola nube oscura.
… non
può piovere per sempre … e forse …
nella prossima vita
portò starti vicino
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