Sonata Notturna

di AliDOro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Melodia di mezzanotte ***
Capitolo 2: *** 2- Lo spartito di un cuore ***
Capitolo 3: *** 3-Una canzone in ***
Capitolo 4: *** 4- Requiem ***



Capitolo 1
*** 1-Melodia di mezzanotte ***


È passato così tanto tempo da quando ho scritto questa  storia(2007) che  me  l’ero quasi dimenticata. Hai tempi l’avevo pubblicata  solo su manga.it.

Quando me la  sono trovata davanti mentre  stavo eliminando un po’ di vecchi file  dal pc mi è quasi venuto da piangere.

Ci sono errori, lo so, ma  non ho voluto correggerli perché questa  era ciò che  ero a quei tempi e niente lo potrà cambiare. Se dovessi mettermi a modificare gli errori finirei con il riscriverla e non lo voglio fare, rivivrei un brutto periodo e non voglio.

Ho deciso di postarla tutta in una volta sola. Spero che  qualcuno abbia voglia di leggerla ed essere così gentile da lasciarmi un commento, anche  piccolo piccolo va bene.

Ho deciso volutamente  di eliminare il capitolo extra: l’ho scritto, ma  non ho mai creduto a quelle  parole.

Grazie  a chi leggerà.

 

1-melodia di mezzanotte

 

La melodia si diffondeva nell’aria di quella fredda sera di dicembre  … ma per quanto facesse freddo  sembrava che quella musica riuscisse a scaldare .

A suonare era un ragazzo biondo , con un taglio di capelli strano se ne stava appoggiato ad un muretto basso poco distante dal castello , se ne stava lì  con in mano il suo sitar , con gli occhi chiusi ed un leggero sorriso sulle labbra mentre canticchiava e dondolava leggermente la testa a ritmo di quella melodia lenta , così diversa  da quello che suonava di solito .

Poi , d’un tratto ,il sorriso svanì, lasciando il posto ad un espressione triste; smise di suonare  e sospirando appoggiò con delicatezza il sitar al muro.

Portò le mani al viso nel tentativo di scaldarle un poco con il respiro suonare là fuori era  una scocciatura le mani gli si congelavano subito , alzò lo sguardo  sulla fortezza e la guardò sconsolato: di certo non poteva suonare dentro .. .la sgridata che Xemnas e gli altri gli avevano dato l’ultima volta che aveva avuto voglia di suonare alle 11 di sera  gli era basata … rabbrividì al ricordo.

Non avrebbe mai più riprovato a suonare nel castello…

Sorrise al pensiero che almeno “lui” quella volta non l’aveva sgridato; tornò a guardare il sitar … chissà se sarebbe riuscito a terminare la sua canzone x natale … mancavano soli 2 giorni.. ed era ancora a metà  …tanto già sapeva che "lui" non l’avrebbe mai sentita… ma non gli importava ….l’avrebbe scritta comunque … per "lui" …

Demyx si sentì immensamente stupido per quel pensiero ridacchiò tra se e decise ti tornare al caldo della fortezza , prese il sitar e si diresse tranquillo verso l’edificio , la luce era ancora accesa nella sala … probabilmente erano Saix e Xemnas con i loro piani sul kingdom hearts … e a lui non importava un gran che … all’inizio era entrato nell’organizzazione per riavere il  suo cuore … ma … ormai  rimaneva solo per “lui”; sopirò e aprì la porta  quel che bastava x farlo entrare  e la richiuse silenziosamente dietro di se il corridoio era buio e deserto, bene , camminò cautamente ,senza fare alcun rumore .. non voleva essere sgridato anche per quello .

Si avviò per il corridoio illuminato dalla luce che arrivava dalla sala principale … nel passarvi di fronte vi sbirciò dentro curioso di sapere cosa combinassero Xemnas e il suo braccio destro a quell’ora , ma ,invece di trovarvi loro, vide “lui”.

Era fermo a una delle finestre la schiena appoggiata al muro e guardava fuori verso il cielo …

Al biondino si mozzò il fiato, come ogni volta che lo vedeva.

Demyx si soffermo a guardarlo meglio: come ogni volta che era solo aveva quell’espressione triste, sofferente ed il biondino se ne chiese il motivo. Gli sarebbe piaciuto far scomparire dal ragazzo più grande quell’aria triste… e che lo faceva sentire strano .. a disagio.

Che fare ? voleva andare a salutarlo … eppure qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto andare nella sua stanza e non disturbarlo … scelse la seconda ,ma come fece per avviarsi alle stanze la “sua” voce lo fermò << Demyx!>>  l’interpellato si irrigidì e si girò a guardarlo  sul suo volto si era dipinta la solita espressione quasi strafottente ma pur sempre stupenda ,  il biondo rimase un attimo incantato poi rispose sorridendo << c-ciao. Cosa ci fai ancora sveglio?>>

<< non riesco a dormire >> rispose dandogli le spalle << e tu ? hai finito già finito di suonare?>>

<< già >> ridacchiò il musicista << faceva troppo freddo : non sentivo più le dita >>

<< immagino >> ridacchio l’altro ragazzo.

Piccoli passi per le scale attirarono l’attenzione del musicista  un ragazzino biondo stava scendendo le scale guardandosi intorno circospetto, si fissarono pochi istanti poi il più piccolo lo sorpassò e raggiunse il ragazzo nella sala principale.

Demyx sentì una fitta al petto, salutò i ragazzi nella stanza  e corse in camera sua appoggiato il sitar si lasciò cadere sul letto …

“perché ?” pensò depresso “ perché diamine ha scelto Roxas  che di lui non ne vuole proprio sapere …perché sorridi così dolcemente solo a lui?... perchè sento questa dannata sensazione di dolore e questa voglia di stare con te ?” si raggomitolò sul letto “ perché ogni volta che ti vedo con lui stò male?.... perché…?” <<….Axel….>> si addormentò sussurrando il suo nome … quasi sperando che i sogni lo aiutassero a capire.

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Capitolo 2
*** 2- Lo spartito di un cuore ***


2-lo spartito di un cuore

Furono gli incubi a tenergli compagnia quella notte, incubi in cui non poteva fare altro che rimanere a guardare mentre Axel e Roxas se ne andavano mano nella mano guardandolo come se non fosse altro che uno stupido shadow.
Si svegliò di soprassalto, la fronte imperlata di sudore e il corpo scosso da leggeri tremiti. Si morse il labbro inferiore sentendo le lacrime salirgli agli occhi; raccolse le ginocchia tra le braccia e vi appoggiò la testa cercando di non piangere. In quel sogno erano racchiuse tutte le sue paure tutto il suo timore di essere deriso e abbandonato.
Ridacchiò nervosamente al pensiero di quanto fosse stupido, da parte sua, essere così presuntoso da credere di aver paura, quando non aveva un cuore per provarla.
Cominciò  a dondolarsi lentamente cercando di calmarsi, cullando il suo corpo nel tentativo di far cessare i tremiti. Ci volle un po’ ma alla fine ce la fece lasciò lentamente le gambe e con il dorso della mano si asciugò quel che rimaneva di una lacrima che, traditrice, era fuggita ai suoi tentativi di non piangere. Guardò la sveglia accanto al letto erano passate da poco le 3 di notte. Si ristese a letto si mise le cuffie del piccolo lettore mp3, si raggomitolò abbracciando un poco il cuscino e sospirando chiuse gli occhi nel tentativo di ritrovare il sonno; un sonno profondo e senza sogni.
La mattina fu la luce che entrava dalla finestra a svegliarlo. Si sentiva a pezzi e la testa gli faceva un male cane.
Si alzò a fatica dal letto stropicciandosi gli occhi con il dorso delle mani notando immediatamente qualcosa di strano, se le guardò: aveva ancora addosso i guanti; riguardò un attimo e si accorse di aver dormito con addosso il soprabito nero, ed ora era tutto stropicciato, va bhè era inutile piangere sul latte versato. Fece una doccia veloce e si cambiò.
Scese veloce le scale arrivando alla sala principale. Vi entrò guardandosi intorno: sembrava vuota; un movimento verso il fondo della stanza attirò la sua attenzione: Roxas era accanto alla finestra dove la sera prima aveva visto Axel, aveva un aria decisamente seria e fissava qualcosa al di là del vetro.
Demyx sentì montargli la rabbia: di nuovo quel ragazzino; cosa aveva quel novellino per piacere al suo Axel? Proprio non lo capiva. Non avrebbe mai accettato che quel mocciosetto piacesse così tanto ad Axel. Mai.
Si avvicinò silenziosamente al più piccolo, curioso di sapere cosa ci fosse di tanto interessante fuori dalla finestra. Si mise a qualche passo di distanza da lui, ma fuori non vide nulla che potesse attirare la sua attenzione. Non gli importava. Sospirò sonoramente, tradendo così la sua presenza.
Il ragazzo più piccolo sussultò nell’accorgersi del musicista. Demyx trattenne a stento una risatina a quella piccola, e non prima, ripicca verso il ragazzino.
Roxas ridacchiò nervosamente <> si sforzò di sorridere pensando a quando diavolo era arrivato il ragazzo.
<<… ciao >> rispose freddo quello, mentre con sguardo cupo si avvicinava a lui. Ormai aveva deciso voleva sapere a tutti i costi cosa ci trovasse Axel il quel piccoletto.
Lo fulminò con lo sguardo e si posizionò dall’altra parte della finestra …
<< così … tu stai con Axel giusto?>> Demyx cercò di rimanere impassibile, ma una nota di invidia gli sfuggì senza però essere notata, per sua fortuna, dal numero XIII le cui guance si colorarono lievemente di rosso.
<< ….tu…>> cominciò imbarazzato, poi ci ripensò e assunse un’espressione dura << e anche se fosse a te che importa...>>
Il musicista strinse i pugni; se non avesse avuto i guanti sicuramente si sarebbe piantato le unghie nel palmo delle mani. Si girò verso l’interno della sala con aria di noncuranza << nulla, nulla >> ridacchiò e si diresse verso la porta da cui era entrato.
“Stupido ragazzino” pensò furioso mentre saliva velocemente le scale “stupido ODIOSO ragazzino.. cosa vuoi capirne tu?”. Entrò in camera sua e preso il suo sitar uscì di nuovo dal castello.
Si sedette sul muretto, come la sera precedente e si mise a suonare con rabbia, suonò con tutta la furia che aveva addosso per via di quello stupido ragazzino, ma poco a poco anche la rabbia svanì lasciando spazio a un tremendo senso di vuoto, anzi, di tristezza, ma lui non sapeva, lui non pensava di poterla provare.
La musica rallentò mano a mano che la sua furia si placava e poco dopo Demyx si sorprese a suonare la canzone che stava componendo per Axel e senza nemmeno accorgersene ne aggiunse un nuovo pezzo in cui mise tutto se stesso, tutta la tristezza per non essere stato scelto lui al posto del numero XIII, al posto di Roxas,  poi anche la tristezza svanì, scivolando, lenta, via da lui con una singola lacrima.

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Capitolo 3
*** 3-Una canzone in ***


3- Una canzone in “la” minore

 

 

Suonò. Suonò  senza sosta fino a che quella lacrima non si fu seccata lasciando soltanto una piccola scia si sale sulla guancia.

Rallentò la musica fino a fermarla del tutto.

Alzò gli occhi al cielo e rimase in ascolto. Nessun suono, nessun rumore … rimase ad ascoltare il silenzio per un po’, poi abbassò lo strumento e si guardò intorno: le zone di terreno all’ombra erano ancora congelate, la sera prima doveva aver fatto davvero molto freddo; si chiese come aveva fatto a non congelare.

Si mise a fissare un piccolo cristallo di ghiaccio che gli sembrava luccicare più degli altri e si immerse nuovamente nei suoi pensieri; mancavano soli due giorni a natale e la sua canzone non era ancora finita… chissà se almeno quel giorno avrebbe avuto un po’  d’ispirazione .. beh  una nuova parte l’aveva aggiunta… anche se era cominciata male,la giornata poteva ancora migliorare.

Riemerse dai suoi pensieri e scosse un attimo la testa per darsi una svegliata.

Riprese in mano il sitar e si rimise a suonare, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla musica; si lasciò trasportare così tanto che non si accorse del nobody che si era seduto poco distante ad ascoltarlo suonare.

Il ragazzo dai capelli rossi si accomodò poco distante da Demyx; rimase a guardarlo un po’... gli piaceva guardarlo suonare … ci metteva sempre tutto se stesso, si vedeva lontano un miglio che gli piaceva .. anche la sera prima lo stava guardando, mentre aspettava l’arrivo di Roxas; decise di chiudere anche lui gli occhi e rimanere ad ascoltare la melodia che, dolce , si diffondeva nell’aria.

Demyx continuò a suonare ignaro della presenza del ragazzo e cominciò a canticchiare tra se un flebile accompagnamento per la canzone; presto arrivò il pezzo composto poco prima, ma anche quello passò lasciando spazio ad un nuovo pezzo, di nuovo dolce, carico di speranza, pieno di voglia di non arrendersi all’evidenza, e poi di nuovo suonò tutto il suo amore per il numero VIII, che poco distante ascoltava affascinato la sua composizione … e poi… lenta ma inesorabilmente carica di significato arrivò la fine della canzone.

Il biondino suonò gli ultimi accordi, poi restò ancora un po’ fermo con gli occhi chiusi ad ascoltare il silenzio… cosa che però non riuscì a fare. Un battito di mani, e poi un altro ancora.

Demyx spalancò gli occhi allarmato girandosi verso la fonte degli applausi.

S’irrigidì di colpo e rimase a fissare Axel quasi fosse un fantasma.

<< Davvero bella>> sorrise quello smettendo di applaudire mentre si andava a sedere al fianco del musicista, che dal canto suo si era messo a boccheggiare nel tentativo di dire un flebile “grazie”.

Il rosso lo guardò divertito << che c’è ? un heartless ti ha mangiato la lingua? Di solito l’hai piuttosto lunga …>> ridacchiò a veder la faccia sconvolta del povero numero IX che distolse immediatamente lo sguardo da lui .

<< N-no … è … è che non mi aspettavo .. che … >> cercò di giustificarsi imbarazzato il biondino.

<< Pensavi che non ci fosse nessuno ? >> tirò ad indovinare il ragazzo più alto.

<< …già… >> rispose Demyx cercando poi di cambiare discorso << … ma … tu che ci fai qui?>>

<< ora ti riconosco >> ridacchiò l’interpellato prima di rispondere << nulla di che … volevo fare un giro poi ti ho sentito suonare e sono venuto qui a sentirti … davvero una bella canzone>>

Demyx sperò che ci fosse un dio dei nobody e, soprattutto che in quel momento, stesse ascoltando le sue suppliche di non farlo arrossire; guardò un attimo il compagno … sembrava serio; distolse immediatamente lo sguardo, si mise a fissare un punto distante e sorrise  per quel complimento << grazie …>>

<< A che pensi mentre la suoni?>> chiese curioso il più  grande.

Il musicista si pietrificò preso alla sprovvista “ a te” … gli sarebbe piaciuto rispondergli così, ma non ci sarebbe mai riuscito. Boccheggiò un attimo e poi rispose con noncuranza << a nulla in particolare>>. Ringraziò il cielo di saper mentire  se no sarebbe morto dalla vergogna… non che al momento gli andasse meglio: sentiva un nodo allo stomaco atroce e le guance in fiamme.

<< Toh ! guarda chi arriva >> disse,dopo un attimo di silenzio, Axel guardando verso a fortezza .

Attratto dall’esclamazione anche il biondino alzò lo sguardo, sentì la rabbia montargli dentro: di nuovo quel ragazzino.

Axel scese dal muretto e fece qualche passo verso il nuovo arrivato << ROXAS!!! >> esclamò quasi felice.

Demyx sentì qualcosa spezzarsi in lui … se ne avesse avuto uno probabilmente avrebbe pensato che fosse il cuore. Rimpianse di non averne uno. Anche se l’avesse portato a provare solo dolore , anche se glielo avessero calpestato, avrebbe voluto averne uno per poter sentire almeno un minimo di quel sentimento che provava per il ragazzo in piedi al suo fianco.

Guardò oltre il ragazzo al suo fianco: il numero XIII era quasi arrivato …

Il musicista sentì di nuovo quel tragico senso di infinito vuoto che lo invadeva quando vedeva Axel e Roxas  insieme… si sentì improvvisamente di troppo, si lasciò scivolare giù dal muretto e silenziosamente  si allontanò dai due ragazzi senza farsi notare, senza che nessuno se ne accorgesse …. Solo ….

 

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Capitolo 4
*** 4- Requiem ***


4- Requiem

 

Senza volerlo era tornato alla fortezza.

Aveva lasciato Axel e il mocciosetto soli, si era sentito di troppo… aveva sentito una sensazione stranissima quando il numero VII aveva chiamato il ragazzino sorridendo… avrebbe voluto che Axel sorridesse anche a lui in quel modo, ma sapeva benissimo che non sarebbe mai successo.

Aprì lentamente il portone d’ingresso e lo richiuse dietro di se appoggiandovi poi la schiena con un sospiro; perché ogni dannata volta che se lo trovava vicino arrivava a sperare in qualcosa che sapeva benissimo non sarebbe successo? E soprattutto perché ogni stamaleddettisima volta che si trovava con Axel arrivava il mocciosetto a disturbarli?  Ma cos’aveva quel ragazzino? Un radar?

Domande inutili che non avrebbero mai trovato risposta.

Si diresse stancamente alla sala delle vacue melodie… gli piaceva quella sala , lo rilassava, ci avrebbe passato volentieri tutto il giorno là dentro se non fosse che per la maggior parte del tempo ci stava Xigbar ad allenarsi nel “tiro al bersaglio”. Demyx ridacchiò tra se e se immaginandosi l’uomo vestito da Robin Hood con tanto di arco e frecce in miniatura …

Appena oltrepassò la sala principale , però , la voce di Xemnas lo fermò << numero nove… >>

Il biondino si fermò all’istante come paralizzato poi si voltò lentamente verso il suo capo… possibile che avesse combinato altri guai??? << dimmi capo ..>>

<< hai mica visto Roxas? Ho una missione da affidargli >> continuò il numero uno tornando  con lo sguardo ai documenti che aveva appoggiato sul piccolo tavolo.

Demyx strinse i pugni: possibile che tutti volessero quel mocciosetto??? Digrignò un attimo i denti prendendo un profondo respiro. << io… non lo so ….>>

<< non importa>> rispose l’uomo dai capelli argentati << tanto non è una cosa urgente >>

<< con permesso >> si congedò il biondino, tornando al centro del corridoio e riprendendo la sua strada verso la sua stanza preferita.

Sospirò … dannazione .. non fosse stato per Axel avrebbe detto subito a Xemnas  dove trovare il ragazzino. Si passò una mano nei capelli esasperato poi sorrise dolcemente …Axel… axel aveva detto che la sua canzone era bella, quante volte aveva sognato , quante volte aveva sperato di vivere quel momento.

Quando arrivò alla sala fu ancora più felice di notare che era vuota, andò al  livello rialzato e si sedette sul bordo con le gambe a penzoloni. Con lo sguardo perso nel bianco delle pareti che lo circondavano.

 

Erano già passati due mesi dal tradimento di Roxas. Due mesi in cui Axel era passato dalla disperazione alla rassegnazione, senza tralasciare nessuna fase intermedia, nemmeno la fase dell’ira.

Demyx aveva provato a parlarci più volte,ma senza successo; una volta aveva provato ad avvicinarlo per tirargli su il morale,con il solo risultato di avere una spalla lussata e mezza ustionata… ma non glie ne faceva una colpa , lo capiva benissimo , più di quanto pensasse, decise quindi di rispettare il suo dolore e lasciarlo in pace.

Fu qualche giorno dopo che se lo trovò davanti alla porta della camera con aria afflitta.

Demyx aprì la porta della sua stanza pronto per uscire a suonare, ma dovette bloccarsi: qualcuno era fermo nel corridoio proprio davanti alla sua stanza.

Il biondino si trovò a fissare gli occhi verdi di Axel, così intensi, così carichi di quelle emozioni che quelli come loro non avrebbero dovuto provare, che quelli come loro avrebbero dovuto aver perso insieme al cuore, quegli stessi sentimenti che  tornavano a torturarlo ogni volta che incrociava il suo sguardo, quei sentimenti che anche in quel momento la stavano distruggendo.

<> si azzardò a dire il biondino.

Il ragazzo dai capelli rossi sembrò tirare un sospiro di sollievo << ciao Demyx >>cercò di abbozzare un sorriso, ma il ragazzo di fronte a lui non lo notò nemmeno, troppo preso dalla tristezza rinchiusa nei suoi occhi.<< senti… >> continuò il ragazzo dagli occhi verdi << volevo chiederti scusa per l’altro giorno …>>.

Il musicista lo guardò confuso per qualche secondo prima di capire a cosa alludesse << ah! Non… non importa >> cercò di sorridere portando la mano libera dal sitar alla spalla ferita.

Axel però non sembrava affatto tranquillo<< come va la ferita ?>>

<< va >> ridacchiò il più basso dei due << brucia un po’ ma sta guarendo  >> Axel si stava preoccupando per lui! Quasi stentava a crederlo. Ora pareva più tranquillo, anche se la tristezza non dava segno di voler lasciare quegli occhi smeraldo, ma per farli tornare quelli di un tempo ci sarebbe voluto tempo… anzi ci sarebbe voluto Roxas. Demyx scosse la testa per scacciare quel pensiero, passò una mano tra i capelli e ritornò a fissare il ragazzo davanti a lui<< io stavo andando a suonare … ti va di farmi compagnia ?>>

Il rosso sembrò rifletterci un po’ su << …  si …vengo con te >>

Il musicista era al settimo cielo: se era vero che il buon giorno si vedeva  dal mattino allora quella si prospettava essere una giornata stupenda.

Attraversarono il corridoio tranquillamente rimanendo ognuno nel proprio silenzio, silenzio che fu rotto dalla voce di Xemnas, che, dalla sala principale, aveva appena chiamato il biondino.

<< numero nove.. cercavo proprio te >>

“Dannazione” pensò il musicista “ perché una volta tanto che le cose vanno come dovrebbero, per me, c’è qualcosa che rovina tutto???”

<< cosa c’è capo? >> chiese voltandosi verso in numero uno dell’organizzazione, che era apparso all’ingresso della stanza.

<< ho una missione per te >>disse con la solita indifferenza senza alzare gli occhi dai suoi preziosi documenti << vai a Hollow Bastion e ferma Sora>>.

<< ma ..>> balbettò il biondo << non può mandare qualcun altro?>>

Xemnas lo guardò storto  << No…>> e detto questo sparì di nuovo all’interno della sala.

Demyx sentì axel dietro di se irrigidirsi a quella frase, sapevano perfettamente entrambi cosa intendesse Xemnas: il suo compito era quello di uccidere Sora, ma con la sua morte sarebbe sparito anche Roxas.

Axel si voltò e tornò alla sua stanza, lasciando Demyx solo nel corridoio.

Il biondino rimase qualche secondo fermo,poi aprì un varco diretto a Hollow Bastion e vi sparì dentro.

Per tutto il tragitto non fece che pensare al primo scontro che aveva avuto con Sora. Per quanto sapesse benissimo che non era Roxas non poteva fare a meno di odiarlo. Da una parte era quasi felice di potersi liberare di lui, ma dall’alta… dall’altra c’erano gli occhi tristi di Axel…

Cosa doveva fare ?

Si morse un labbro e uscì dal varco.

<< Hei tu! >> una voce lo fece voltare: Sora e compagni erano appena entrati alla piazza delle rovine.

“che fortuna” pensò il numero IX “si comincia subito”prese fiato e con aria spavalda rispose allo pseudo saluto che gli avevano rivolto << Rgazzi, che vitalità !>>

<< > sbottò arrabbiato il papero a cui il somebody di Roxas diede corda << Non ti avevamo sorpreso a combinare guai negli inferi? Come ha fatto un rammollito come te a entrare nell'Organizzazione XIII? Scommetto che non sai nemmeno combattere.>> rise

<< già, ma noi si ! >> rincarò il papero,

Demyx sentì le viscere rivoltarsi e una strana sensazione montargli dentro, non aveva la minima idea di cosa fosse, sapeva solo che se li voleva morti, sentì la voglia di ucciderli all’istante crescergli dentro ma si trattenne << Non si dovrebbe giudicare nessuno dalle apparenze>> si girò per evitare che notassero la sua ira e cercò di calmarsi  << Io gliel'avevo detto che stavano mandando il tipo sbagliato...>> cominciò a dire tra se e se, mentre Sora e compagni ricominciavano a parlare tra loro.

<< chi è quel  buffone?>> riprese sora a cui rispose il più alto << Ricorda, l'Organizzazione è fatta di Nessuno.>>

<< giusto, senza cuori! >>gli rispose Sora con disprezzo.

Demyx s’irrigidì e si voltò verso i tre << Noi ce l'abbiamo il cuore! Non arrabbiarti...>> anche se l’ultima frase la disse più a se che al  ragazzino davanti a lui.

<< non ci imbrogli! >> lo accusò il papero puntandogli contro la bacchetta.

Demyx ormai si era deciso, avrebbe combattuto, non l’ avrebbe data vinta a quel mocciosetto  senza combattere  << silenzio,traditore!>> gridò puntando il dito contro il custode del Keyblade.

Il ragazzo si scagliò contro il musicista che fece appena in tempo a creare qualche copia di se per parare l’attacco del keyblade  master.

 La battaglia durò a lungo, e per tutto il tempo Demyx non poté far altro che chiedersi se ciò che stava facendo era gusto, se avesse ucciso Sora avrebbe davvero trovato il coraggio di guardare gli occhi tristi di Axel? Avrebbe davvero avuto il coraggio di presentarsi davanti a lui pur sapendo che era stato proprio lui a portargli via la persona a cui più teneva?

Axel l’avrebbe sicuramente odiato e questo proprio non poteva sopportarlo … proprio no …non voleva più vedere gli occhi di Axel velarsi di così tanta tristezza.

Sora stava per attaccare, lo vide con la coda dell’occhio; si girò verso di lui pronto a parare ma all’ultimo cambiò idea e con un mezzo sorriso lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi lasciandosi colpire.

Il musicista cadde in ginocchio, combattendo un attimo contro il dolore della ferita; il sitar al suo fianco scomparvi in una pozza d’acqua.

Gli sarebbe piaciuto rivedere ancora un ultima volta Axel, ma avrebbe avuto ancora quegli occhi tristi… no … era meglio ricordarlo come era  prima del tradimento di Roxas, tornò con la mente al pomeriggi dell’ antivigilia di natale, all’espressione serena e spigliata sul volto del ragazzo dai capelli rossi, sorrise , quella era l’espressione che gli donava di più… alzò lo sguardo al cielo, avrebbe voluto piangere, ma non aveva la minima idea di come si facesse così decise di lasciarsi andare, non c’era più bisogno di lottare contro il dolore e si lasciò svanire in una piccola nube oscura.

 

… non può piovere per sempre … e forse … nella prossima vita portò starti vicino

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