Feelings. di jes4e (/viewuser.php?uid=129677)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** uno. ***
Capitolo 3: *** due. ***
Capitolo 4: *** tre. ***
Capitolo 5: *** quattro. ***
Capitolo 6: *** cinque. ***
Capitolo 7: *** sei. ***
Capitolo 8: *** sette. ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
prologo 1
Prologo.
Il
sole era già alto nel cielo. Nella stanza, un piacevole calore
mattutino.
Un ragazzo dai capelli scuri stava aprendo lievemente
gli occhi: quella notte aveva dormito meglio del solito.
Forse
perché aveva passato la notte in un letto vero e non nel suo solito
futon, constatò a prima vista.
Sì, sicuramente era per quel
motivo. Non poteva essere perché per la prima volta dormiva con la
sua Akane, in un letto così stretto da tenerli inevitabilmente così
vicini. Un momento... con Akane?!
Si irrigidì di colpo, cercando
di capire al più presto cosa stava succedendo.
Guardò con
circospezione le quattro pareti che lo circondavano, poi passò alla
ragazza, aggrappata al suo torace in modo delicato. Arrossì
lievemente: non poteva dire di sentirsi completamente a suo agio in
quella situazione, ma doveva ammettere che il calore del suo corpo
sul proprio non gli dispiaceva affatto. Era nella camera di Akane
probabilmente, anzi di sicuro! Non poteva credere di trovarsi là
senza aver ancora ricevuto una delle sue botte d'ordinanza. Doveva
essere un sogno, uno di quelli che sembrano quasi reali se ci si
lascia trasportare dalle sensazioni che essi portano.
Proprio
mentre si rendeva conto dell'entità dei suoi pensieri, la ragazza
gli tirò una manata in faccia.
A proposito della botta
sopracitata. Dormiva ancora
probabilmente perché, sebbene questa fosse stata abbastanza forte da
fargli male, gli era sembrata involontaria.
Era sempre il
solito maschiaccio violento persino quando non era sveglia, non c'è
che dire.
Un momento... ma se questo fosse uno di quei
sogni, di certo il suo maschiaccio sarebbe dovuto essere più
delicato, dolce...
Un urlo di donna gli rimbombò nelle orecchie,
facendogli venire un gran mal di testa istantaneo.
“Che diavolo
urli scema?” urlò di rimando il codinato rivolto alla sua
dolce fidanzata.
Akane si
alzò subito dal corpo del ragazzo, negli occhi un'espressione piena
d'ira.
“Che diavolo ci fai tu qui, piuttosto? Sei sempre il
solito maniaco!” diede uno sguardo al proprio corpo che, sentì
stranamente più nudo
del solito. Era... in... reggiseno e mutande! Ranma non poté fare a
meno di abbassare lo sguardo e di arrossire, un po' per la vergogna
di essersi fatto beccare a sbirciare e
un po' perché quello che vide di certo non lo avrebbe dimenticato
tanto presto – ma questo lei non l'avrebbe mai saputo -
.
Ennesimo urlo. Si coprì
immediatamente come meglio poteva e istintivamente diede un calcio al
suo fidanzato per buttarlo giù dal letto, così magari la smetteva
di starle così... appiccicato.
“Sei
una pazza scatenata! Lasciatelo dire! Ma cosa credi che m'importi di
toccare un maschiaccio senza un minimo di sex appeal come te?”
Una
sensazione crescente d'ira si impadronì di lei, portandola a urlare
come non faceva da giorni.
“Sono un maschiaccio privo di sex
appeal, però vedo che ti diverti lo stesso a infilarti nel mio letto
eh?”
“Ma senti questa visionaria! Ti ricordo che eri tu ad
essere avvinghiata a me fino a due secondi fa! Quando mi sono
svegliato non mi potevo nemmeno muovere!”
“Certo e stamattina
immagino che ti ci sia ritrovato per caso tra le mie coperte,
vero?”
“Sì,
esatto!”
“Ma sparisci lurido bugiardo!” …e non ebbe tempo
di ribattere. Il solito calcio di Akane lo aveva portato gentilmente
al laghetto di casa Tendo.
“Lo
sapevo! Era troppo sperare in un dolce risveglio?” La secondogenita
delle sorelle Tendo addentò con decisione parte della sua
colazione.
“Cerchiamo di capirli! Dopo tutto non penso abbiano
capito molto di ciò che abbiamo combinato ieri, poverini.
Sicuramente Akane si arrabbierà molto con te papà quando lo
scoprirà.” Kasumi è sempre stata la più saggia della famiglia,
in fin dei conti.
Soun lanciò uno sguardo fugace alla ragazza dai
capelli rossi che stava uscendo dal laghetto e, con aria riflessiva,
rispose alla sua figlia più grande.
“Lo so Kasumi, ma non
avevamo altra scelta. Non preoccuparti, ci prenderemo le nostre
responsabilità... è stata una nostra idea infondo, giusto Genma?”
si voltò cercando l'approvazione del suo amico. Peccato che al suo
posto ci fosse un grosso panda dall'aria innocente.
Angolo autrice
Salve
a tutti :D questo è solo l'inizio di una mia folle idea... o
meglio, di alcune mie folle idee. So che dal prologo, un po'
perchè breve e un po' perchè poco approfondito, non si
capisce molto della trama. Infondo, è solo un incipt fatto per
incuriosire i lettori. Qualora ci fossi riuscita fatemi sapere
perchè sono indecisa se dar sfogo alle immagini che mi stanno
vendendo in testa su questo manga o no. Spero che abbiate apprezzato
queste poche righe e, se sarete interessati, prometto sicuramente dei
capitoli più lunghi e mi impegnerò ad aggiornare in
maniera costante (non penso che sarà poi tanto difficile, dato
che se non continuo a scrivere oggi stesso potrei anche impazzire :D ).
Ditemi pure cosa ne pensate, nel bene o nel male, se vi fa piacere.
Un grosso bacio :)
|
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Capitolo 2 *** uno. ***
1.
uno.
Ranma
attraversò velocemente tutto il giardino per tornare verso la casa.
Rientrare nella camera di Akane? No, era fuori discussione. Gli
avrebbe certamente dato ancora del maniaco lo avrebbe affrontato
ancora. Non era certamente lei l'artefice di questa strana situazione
mattutina.
“Papà! Signor Tendo!” urlò, in preda alla
rabbia, fermandosi davanti al tavolo della colazione, dove tutta la
famiglia Tendo si rimpinzava delle fantastiche opere culinarie di
Kasumi. All'udire di questi richiami, Soun si affrettò a bagnare con
l'acqua calda il povero panda, alla sprovvista.
“Oh buongiorno
figliolo. Dormito bene?” chiese l'uomo con la bandana, accompagnato
da una noncuranza degna di un vero attore.
E no. Questo è troppo!
Decisamente. Prese il padre
per il kimono e lo tirò verso l'alto, vicino al suo viso. Voleva una
spiegazione riguardo tutta la faccenda svoltasi nella camera di
Akane, subito.
“Dimmi
immediatamente che diavolo hai combinato, babbeo! Quel maschiaccio di
Akane mi ha sbattuto fuori dalla sua camera stamattina. Come
diavolo ci sono finito?”
“Che
vuoi che ne sappia io? Ma sono contento che tu abbia deciso di farti
valere!” affermò con una risatina isterica.
“Smettila Genma.
E' giusto che i ragazzi sappiano ora.”
Ranma si girò nella
direzione del padrone di casa. “Sappiano che cosa di
grazia?”
“Quel maniaco
di Ranma era ne...” Akane si fermò all'ingresso della stanza, alla
vista di Ranma.
Si guardarono per un lungo periodo, sfidandosi;
mentre Ranma tornava finalmente uomo ad opera di Kasumi.
“Oh
che belli i due sposini dopo la prima notte di nozze!” Nabiki li
stava riprendendo con una telecamera, pronta a vendere la notizia al
miglior offerente.
“Spo... sposini?” domandarono all'unisono i
due ragazzi, stupiti e quasi terrorizzati.
“Oh
tesoro, fortuna che sei arrivata giusto in tempo per le spiegazioni.
Non vorrei che passaste la vostra luna di miele in lite.” Incalzò
il buon vecchio Soun.
“POSSO SAPERE CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?”
Ranma ormai era furioso. Non si capacitava della situazione, e allo
stesso tempo aveva paura di azzardarsi a farlo. Volse lo sguardo ad
una attonita Akane che, stranamente non stava sbraitando come una
racchia. Avrebbe fatto lui stesso il lavoro anche per lei. “e tu,
Nabiki, spegni quella maledetta telecamera!”
“Non ci penso
neanche” disse, continuando a riprendere; ma vedendo poi le facce
tese del resto della famiglia desistette. “E va bene, tanto ho già
il filmato del matrimonio e tutto il resto.”
“Hey
un attimo, di che matrimonio parlate?” si ridestò Akane,
spazientita.
“Siete così presi dal mostrare disprezzo l'uno per
l'altra che non vi siete accorti di dettagli banali”
rispose l'economista della famiglia.
I due non fecero in tempo a
ribattere poichè la più anziana delle figlie Tendo, osservando la
scena in silenzio, cercò di placare gli animi con la sua
diplomazia.
“Ranma, Akane, calmatevi. Dobbiamo parlare, questo è
certo. Ma se continuate a interromperci, facendo domande prima di
avere le risposte che, vi giuro, arriveranno, non riusciremo mai a
capirci.” Il volto della ragazza era leggermente triste, come a
presagire una situazione piuttosto... come dire, importante
e possibilmente permanente.
“Grazie,
Kasumi” e con un colpo di tosse, Soun iniziò a parlare, “pochi
giorni fa, mentre voi eravate a scuola, abbiamo ricevuto una visita
interessante. Era un uomo venuto dalla Cina che vendeva degli strani
prodotti magici. Uno di questi erano dei funghi particolari che
avevano il potere di alterare i sentimenti delle persone, non si sa
bene con quale meccanismo. Insomma, voi due non vi decidevate a
sposarvi e...” Ranma deglutì vistosamente preso da una strana
sensazione. Abbassò lo sguardo leggermente e arrossendo intravide un
luccichio dorato sulla sua mano destra. Come aveva fatto a non
notarlo? Preso dal trambusto della mattina non si era accorto dei
dettagli come aveva
detto poc'anzi la sanguisuga. Poco dopo, presa anche Akane da una
strana sensazione, fece lo stesso. Possibile che sotto l'effetto di
quei funghi loro... abbiano acconsentito a sposarsi?
“così
abbiamo deciso di provare questi funghi. Era solo un gioco infondo,
ma a quanto pare hanno sortito il loro effetto.”
“Voglio
vedere quel video Nabiki. S.u.b.i.t.o.” Ranma non ammetteva
repliche: aveva capito dove voleva arrivare suo suocero –
incredibile che l'avesse pensato
per davvero! - e voleva a tutti i costi averne le prove.
“E' già
nella vostra stanza non preoccupatevi. Ovviamente è solo una copia,
inutile dirlo. Consideratelo un mio piccolo regalo di
nozze...”
“Nostra
stanza? State scherzando vero? ” si affrettò a rispondere un'
Akane che stava facendo davvero fatica a trattenersi.
“Ragazzi,
comunque, ci è davvero piaciuto conversare con voi... ma abbiamo il
treno che parte tra meno di mezz'ora, e dobbiamo affrettarci se
vogliamo arrivare alla stazione in tempo.”
“Adesso ve la
squagliate anche?” Ranma non poteva credere alle sue orecchie. Di
sicuro tutto questo era un brutto sogno. Doveva essere
così.
“Perdonateci se non
vi abbiamo preso un viaggio di luna di miele come regalo di nozze ma
al giorno d'oggi costano parecchio, e abbiamo speso molto per la
cerimonia... così vi lasceremo soli per qualche giorno, mentre noi
andremo a stare alle terme dalla nonna. E' il minimo che potevamo
fare infondo no? ”
“VOI NON ANDATE DA NESSUNA PARTE! IO NON
RIMANGO QUI DA SOLA CON QUESTO MANIACO!”
“Porta rispetto a
tuo marito Akane, infondo ormai i giochi sono fatti sorellina.”
Affermò perentoria una saggia Kasumi.
I due ragazzi, allibiti,
si resero conto di non poter fermarli, così li lasciarono andare.
Rimanendo soli nella sala da pranzo di casa Tendo.
Quello
stesso pomeriggio, i due consorti non si erano ancora parlati. Troppi
sottintesi c'erano nella loro storia, troppi fraintendimenti mai
chiariti.
Akane era nel dojo da ore ormai, ma non si allenava come
al solito. Era rannicchiata con la schiena poggiata alla parete
legnosa: posto perfetto per pensare.
Non poteva credere a tutto quello che era successo quella
mattina.
Certo,
non poteva negare di aver sognato tante volte di sposarsi con
Ranma... ma non a queste condizioni! Non con uno stupido inganno. Non
poteva sopportarlo. Non riusciva proprio ad immaginare cosa stesse
facendo in quel momento il suo fidanzato, - pardon, suo marito
– e come avesse passato tutta
la giornata. Lei non aveva neanche pranzato: il suo stomaco era
troppo contratto per ricevere un qualunque tipo di sostanza.
Una
cosa era certa, avrebbero dovuto affrontarsi prima o poi... magari
prima del ritorno del resto della famiglia.
Una lacrima le rigò
il viso silenziosamente, e in quella quiete così accogliente, prese
la sua decisione.
Il
ragazzo era sdraiato sul suo futon da un pezzo ormai... aveva passato
l'intera mattinata a passeggiare per la stanza, spiare l'interno del
dojo e tornare su. Voleva e doveva
parlare con Akane, ma non sapeva bene di cosa. Si sentiva così
confuso! Insomma, era naturale che dopo tutto quel tempo passato
insieme avesse covato dei sentimenti nei suoi confronti anche se lei
continua ad essere un tale maschiaccio violento!
Ma
cosa potevano essere questi sentimenti? Potevano essere minimamente
collegati all'amore?
E poi c'era la storia del video. Quel
dannato video. Quella cassetta era rimasta nelle sue mani per un
tempo che gli sembrò interminabile, senza mai avere il coraggio di
guardarla. Non voleva far scorrere quelle immagini con lei
affianco, sarebbe stato troppo imbarazzante, decisamente; ma
non poteva neanche aspettare in eterno!
Mise la cassetta nel
lettore.
Premette il tasto Play
con titubanza.
Il dojo addobbato a festa, petali di rosa bianca
quasi a formare un sentiero fino alla casa.
Pause.
Non
ci riusciva, era più forte di lui.
La
verità era così vicina e allo stesso tempo così difficile da
sfiorare.
Rimase a fissare quelle immagini per molto tempo, il
dito sul tasto Play.
Ma non riuscì a premerlo nuovamente.
Angolo
autrice
Buona
Domenica a tutti :D
Ho cercato di aggiornare il più in fretta
possibile senza però esagerare... in quanto non volevo mettermi
fretta e postare un testo di cui non fossi pienamente soddisfatta. E'
stato difficile gestire tanti personaggi tutti insieme, però spero
di essere riuscita a tenere in vita l'atmosfera di questo manga senza
fare qualche personaggio OOC o le scene troppo incoerenti.
In ogni
caso... so di essere stata un po' cattivella.. i nostri amici non si
sono ancora confrontati... ahahah :) ma sappiamo come sono fatti,
sotto i loro caratteri forti, si nascondono dei ragazzi con tante
incertezze e un pizzico d'orgoglio di troppo :D la scena del
chiarimento comunque non tarderà ad arrivare, non temete :P
Ci
tenevo a ringraziare le persone che hanno recensito, quelle che hanno
messo la storia tra le seguite e chi ha letto in silenzio :) grazie
di cuore, spero di non deludervi :D spero inoltre che il capitolo sia
stato piacevole da leggere, intanto se volete fatemi sapere cosa ne
pensate!
Un bacio, a presto :)
|
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Capitolo 3 *** due. ***
2.
due.
Il
caldo del pomeriggio aveva lasciato spazio ad una tiepida sera e,
nella piccola città di Nerima, regnava una tranquillità
innaturale.
Akane stava seduta silenziosamente nella sala comune,
sorseggiava un tè aromatico cinese.
Sospirò nella penombra della
sera, intravedendo la sagoma del ragazzo con il codino.
“Ciao”
esordì timidamente lui.
Lei
volse lo sguardo verso quella voce con un movimento decisamente
brusco e innaturale.
“Sei
stato in camera tua tutto il pomeriggio?” rispose la ragazza con
tono malinconico, tornando a sorseggiare la sua calda bevanda.
Decisamente non era da lei. Interessamento
troppo evidente nei suoi confronti a parte, non pensava di averla mai
vista così combattuta e pensierosa: è
sempre stata una ragazza istintiva e violenta,
pensò Ranma.
“Qualcosa non va Akane?” disse lui con una nota
velatamente dolce. Si sedette di fronte a lei, arrossendo un poco e
trovando molto
interessante
la parete di fronte a lui.
Lei fece un sorrisetto ironico e,
abbassando il viso, nascose uno guardo triste e fragile sotto la
frangetta.
“Ranma ma tu che cosa ne pensi di questa storia del
matrimonio?”
Posò leggermente lo sguardo sulla sua figura,
notando tutta la sua insicurezza.
“E... ec... co io...” il
viso di Ranma divenne di un colore che scosta sempre più dalla sua
carnagione rosea.
“Lo sapevo” disse improvvisamente lei,
“sembra che tu non abbia mai un'opinione su niente, a cominciare da
tutte le spasimanti che tu continui a incoraggiare pur trovandoti
insofferente alle loro attenzioni! Cosa credi? Anche a me non fa
piacere essere sposata con un mezzo uomo” si stupì anche lei della
rabbia improvvisa che aveva preso il sopravvento su di lei. Era stufa
del suo modo di fare: era ovvio che non aveva mai desiderato sposarla
per davvero, e allora che diavolo ci faceva ancora là a balbettare
come un idiota?
Dal canto suo, Ranma rimase stupito dalla reazione
della ragazza; non che non fosse da lei, certamente
no,
ma non pensava che i suoi cambiamenti d'umore fossero così rapidi e
immotivati.
“Sai che ti dico? Hai ragione, non mi fa di certo
piacere essere sposato con una racchia come te... ma ormai siamo in
questa situazione e dobbiamo imparare a conviverci, mi sembra. Quindi
smettila con le tue bambinate e cerchiamo di
risolvere
la situazione.”
“Risolvere la situazione?!” Akane stava
cominciando a urlare inspiegabilmente più del solito, “ IO non
devo risolvere proprio niente.
Per quanto mi riguarda questo matrimonio non è mai avvenuto perchè
io non ho mai dato un consenso simile di mia volontà!”
“Penso
che io l'abbia dato invece, stupida?” serrò le mani in pugni, più
stizzito che mai: è mai possibile che quella racchia non perdesse
mai occasione per urlargli contro? Infondo, che aveva fatto ora?! Non
l'aveva fatto nemmeno parlare!
“Se davvero la
pensi così perchè non hai rotto il fidanzamento da subito Akane, si
può sapere?”
“Potrei chiedere la stessa cosa a te. Ma certo,
tu e tuo padre dovevate approfittare di un tetto sulla testa e di
cibo gratis.”
“Eh no Akane, adesso non esagerare, non sono di
certo rimasto qui per i tuoi soldi!”
“E per cosa
allora?”
Ranma scagliò contro il tavolo un pugno ben assestato,
quasi spezzando in due il grande tavolo che li divideva. Non aveva
mai fatto un gesto così violento per un loro banale litigio... già,
peccato che però quest'ultimo tanto banale non
fosse.
“Pensala come vuoi, non mi interessa. Posso anche
andarmene da questa casa all'istante se vuoi, ma non ho nessuna
intenzione di rompere il matrimonio, per quanto possa desiderarlo.
Sono pur sempre un uomo d'onore e inoltre solo i Kami sanno cosa è
successo...” tutta la sua veemenza si tramutò velocemente in
imbarazzo: il suo viso, infatti, divenne paonazzo e un'aria
impacciata prese il sopravvento, facendolo innervosire di più “...
ieri sera e
mi prenderò le mie responsabilità.”
Si guardarono per
parecchio tempo, entrambi elettrizzati e stizziti dalla
situazione.
Akane, che si era alzata in piedi durante la
discussione, si accorse solo ora di aver rovesciato per sbaglio la
sua bevanda sul tatami della stanza.
Abbassò nuovamente lo
sguardo, ferita e sorpresa allo stesso tempo dalle parole del
ragazzo.
“Fai quello che vuoi Ranma. Io non ti costringerò di
certo a stare qui, ma neanche ad andartene. Dopotutto adesso la
palestra è anche tua, hai diritto di stare se tu lo vuoi.”
Pulì
velocemente alla superficie, mentre Ranma stava immobile davanti a
lei.
La sua espressione era triste, lo aveva capito proprio perchè
aveva abbassato il capo, gesto che lei difficilmente faceva... forse
perché la mostrava fragile
come tutte le ragazze. Proprio lei che teneva a trasmettere
un'immagine di ragazza forte e decisa.
Rimase stranamente colpito
da quella figura così delicata; per qualche attimo si sentì quasi
di doverla proteggere, e non perché lei fosse in pericolo o solo
perché era ormai suo marito.
Era una sensazione nuova ai suoi
occhi, sentiva il bisogno di avvolgerla con le sue braccia e di
consolarla. Consolarla da cosa poi? Da
sé stesso.
Perché solo ora aveva iniziato a intuire che, forse, le sue parole
avevano un forte impatto emotivo su di lei, nonostante le
apparenze.
Stava proprio per aprire bocca per fermarla quando
qualcosa urtò violentemente la porta e gli si scaraventò addosso.
“Solprlesa!” Una shampoo più
vivace che mai stava seduta su un Ranma a dir poco stizzito.
“Oh
Lamna! Tesolo, sei qui!” si alzò immediatamente da lui,
realizzando che ciò su cui era atterrata non era un tappeto o altro,
ma proprio il suo Ranma.
“Shampoo! Che diavolo ci fai qui?”
chiese, non accorgendosi neanche che Akane, silenziosamente, era
salita in camera sua. Niente kii esplosivo, niente gelosia, niente
botte.
“Ma amole sono venuta pel sapele come stai!” le ultime
parole vennero soffocate proprio dal suo petto, poiché lei aveva
iniziato a stringerlo spasmodicamente.
In un'altra occasione si
sarebbe imbarazzato un po', avrebbe guardato alle sue spalle e
avrebbe cercato una spiegazione plausibile da esporre alla sua
fidanzata. In un'altra occasione però.
“Senti Shampoo” iniziò
con aria risoluta “adesso non posso occuparmi di te e...”
“Ma
come?” chiese in tutta risposta la ragazza; il suo sguardo faceva
trapelare tutto il suo disappunto “ploplio adesso che il
maschiaccio ha deciso di non ostacolale il nostlo incontlo?”
Si avvicinò minacciosa al ragazzo.
Akane aveva ragione, doveva mettere
in chiaro le cose con le sue fidanzate, specialmente ora che non era
più libero, inevitabilmente.
Prese per le spalle la
cinesina e, facendosi forza si preparò a sputare velocemente le sue
ultime novità.
“Non dilmi che hai deciso di sposale quella
lacchia!”
“Ma... ma... che cavolo stai dicendo Shampoo?!”
“Ho
capito che c'è qualcosa che non va Lanma, non sei blavo a
mentile.”
“Ecco... io... veramente...” il ragazzo arrossì
vistosamente, mollando la presa sulle spalle
dell'amazzone.
“MALEDETTO! COME HAI POTUTO TOCCARE LA MIA
AKANE?!” un urlo improvviso rimbombò per la casa, e prima che
Ranma potesse rendersene conto, un calcio volante lo fece
atterrare.
Si sollevò con non troppa fatica, guardando negli
occhi il suo avversario. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
Ryoga Hibiki.
“COME HAI DETTO SCUSA? Io non ho neanche sfiorato
la tua Akane!”
“Ripetilo se hai il coraggio Saotome!”
preparò il suo ombrello rosso per sferrare un nuovo attacco. “Ho
incontrato Nabiki e mi ha detto tutto... come hai potuto sposare la
dolce Akane?! Proprio tu che non fai altro che farla stare
male?”
“Cosa?!” rispose la ragazza dai lunghi capelli
viola.
“PREPARATI A MORIRE SAOTOME, TU NON LA MERITI!”
Ok,
adesso era decisamente nei guai; ma non aveva mai detto di no a una
sfida. Non avrebbe di certo iniziato ora.
Angolo autrice
Salve ragazzi
:) scusate il ritardo ma avevo un esame piuttosto difficile e ho
dovuto concentrarmi su quello :D
Che dire di questo capitolo? La
situazione si incasinerà un po'... ma in qualche modo Akane e Ranma
dovranno trovare i loro equilibri... volente o nolente! :P
Ringrazio
come sempre tutte le persone che hanno recensito, quelle che hanno
messo la storia tra le seguite e chi legge in silenzio :)
Spero
di poter pubblicare il capitolo per la prossima settimana, farò di
tutto per essere puntuale :) intanto se vi va, fatemi sapere che ne
pensate... un bacio :D
|
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Capitolo 4 *** tre. ***
3.
tre.
“PREPARATI
A MORIRE SAOTOME, TU NON LA MERITI!”
A quelle parole, lo sguardo
del codinato tramutò, portando sul suo viso l'espressione che
riservava solo alle grandi sfide.
Si preparò a parare i colpi di
Ryoga con la tecnica delle castagne, mentre Shampoo osservava la
situazione senza commentare. Senza che nessuno riuscisse a notarlo,
il suo sguardo da stupito si era fatto più furbo. Se
Lanma è impegnato con Lyoga potlò andare a visitale la piccola
Akane.
Cadde
qualcuno nel laghetto nel momento in cui Shampoo si trovò davanti a
una porta con una papera gialla appesa, con su scritto “Akane”.
Non
ci fece troppa attenzione, doveva agire immediatamente se voleva
sistemare la sua rivale.
Spalancò la porta, trovando un'Akane
sveglia, stesa sul letto.
“Hey, si può sapere che modi sono?!”
la ragazza dai capelli corti raggiunse con pochi passi la sua ospite
“ti ho lasciato civettare con il tuo Ranma, che diavolo vuoi
ancora?” chiese con un tono più irritato che altro.
“Voglio
sapele a cosa si lifeliva Nabiki quando ha palato con Lyoga” il suo
sguardo si fece più furbo.
“Tranquilla, niente di così grave!
Puoi prendertelo anche adesso... tanto io non me ne faccio nulla di
quello stupido! È vero, ci siamo sposati ieri, ma non di certo
perchè l'abbiamo voluto noi.”
“Ne sei davvero sicura Akane?
No pelchè non ci tengo a distluggelti se non fosse necessalio”
“Cosa
vorresti dire con questo?”
“Che salei disposta a plendelmi
Ranma con la folza se fosse necessalio!”
Ma chi si credeva di
essere quella pazza? Va bene fare di tutto per conquistare l'amore di
qualcuno ma... addirittura prenderselo con la forza?! Un brivido
improvviso la colpì: e se questa riuscisse veramente in un modo o
nell'altro a portarle via il suo
Ranma? Non aveva mai pensato realmente fino in fondo a questa
possibilità. Infondo lui adesso era suo marito, accidenti!
Il
nervosismo la fece incupire ancor più di quanto non lo fosse qualche
minuto prima.
“Comunque sia, che sia dipeso dalla nostra volontà
o no, lui rimane sempre mio marito e nulla può cambiare questo.
Quindi esci subito da questa casa e lasciaci in pace!” non si rese
conto però, prima di pronunciare quelle parole, che una ragazza dai
capelli rossi e il suo immancabile amico-nemico avessero appena
distrutto gran parte del corridoio superiore e che probabilmente
avessero ascoltato le sue ultime parole.
“...
lui rimane sempre mio marito e nulla può cambiare questo. Quindi
esci subito da questa casa e lasciaci in pace!”
All'udire di
quelle parole, Ryoga si catapultò ai piedi dell'oggetto dei suoi
desideri, quasi per accertarsi che dicesse quelle cose di sua
spontanea volontà.
“Akane, dici sul serio?! Tu... tu... non
vuoi che ti liberi da questo depravato?”
Ranma, ancora sul
pavimento, assisteva alla situazione senza battere ciglio: certo che
il suo maschiaccio sapeva fare una cosa giusta, ogni tanto. E la
visione di quell'idiota in una situazione disperata non faceva altro
che alimentare il fascino
delle scena in quel momento, non c'erano dubbi su questo.
“Ryoga,
tu sei un caro amico e ti sono grata per il fatto che ti preoccupi
per la mia incolumità e che mi difendi ogni volta che lo ritieni
necessario ma... penso che io e Ranma sapremo cavarcela da soli, in
questo caso, grazie.” Non lo disse duramente o irritata. Pronunciò
quelle parole semplicemente come se fossero necessarie ed
inevitabili.
Sapeva che il loro legame nonostante tutto fosse
così forte, ma non credeva fino a tal punto. Che i due infondo
provino davvero qualcosa l'uno per l'altra?
“D'accordo
Akane, ti lascerò libera di vivere la tua vita... ma sappi che se
questo troglodita dovesse solo torcerti un capello contro la tua
volontà... io... non risponderò più delle mie azioni. Addio.” E,
con qualche lacrima agli occhi e un sorriso spento, l'artista
marziale balzò via dalla finestra.
“Anche tu Shampoo, vai.”
Ranma si alzò con calma, riferendo quelle parole con un tono
risoluto e sicuro. La ragazza si voltò, portando il suo viso
minaccioso verso la rossa e dando le spalle a un'Akane dalla testa
bassa e pugni serrati. Non
poteva certo permettere che finisse così, infondo Ranma le
apparteneva e avrebbe trovato il modo di sposarlo in un modo o
nell'altro.
“Me
la paghelete, statene celti.” Balzò via anche lei, ma il suo non
fu certo un addio.
Che
fosse un primo passo per la difesa di una loro possibile intimità
familiare? Akane scosse la testa a quel pensiero. Quello stupido
si doveva essere sentito costretto a mandare via quella cinesina.
“E
comunque... non sembrava che questo matrimonio contasse per te fino a
qualche minuto fa...” esordì Ranma con un sorrisetto furbo
stampato in viso: peccato che potesse vederlo solo il muro della
camera della ragazza.
“Hey tu! Non ti fare strane idee, l'ho
fatto solo per liberarci di tutta questa confusione visto che tu non
sei mai capace di parlare chiaro. Dovresti ringraziarmi
piuttosto!”
“E tu invece non sai parlare in maniera civile,
senza aggredire il prossimo... ti manca un po' di dolcezza
tipicamente femminile, mi sembra” gongolò la testolina
rossa scherzosamente, mimando una linguaccia verso la sua
consorte.
Ma perchè diavolo si divertiva a prenderla in giro? Non
è nella posizione per farlo in questo momento.
“Sparisci
idiota!” Il libro che prese il volo proprio in quel momento però,
era esattamente nella posizione per prenderselo in
testa.
Tuttavia, sul volto dell'artista marziale, non apparve la
solita aria corrucciata, ma un velato sorriso... che la sua racchia
non avrebbe mai visto, ovviamente!
Angolo
autrice
Salve
ragazziiiii :)
Prima che mi uccidiate sia per il ritardo che per
la brevità del capitolo volevo annunciarvi che posterò il prossimo
capitolo sicuramente a inizio settimana per farmi perdonare, mi
sembra giusto dopo tutto ;)
Beh, questi due testoni non si
smuoveranno subito a quanto pare, ma noi siamo fiduciosi nelle loro
capacità comunicative (ehm :P) :D Comunque sia, passo dopo passo, da
qualche parte dovranno pur arrivare no? :D
Ne approfitto per
rivolgere un caloroso ringraziamento a tutte le persone che hanno
recensito questo capitolo, a chi ha messo la storia tra le preferite,
le seguite e chi legge semplicemente!
Senza di voi, certamente non
troverei tutti gli stimoli necessari per continuare a scrivere! Spero
che mi farete sapere i vostri pensieri anche sui prossimi
aggiornamenti...
a prestissimo :D un bacio!
|
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Capitolo 5 *** quattro. ***
4.
quattro.
“Ranma,
penso seriamente che dovremo guardare quel video il più presto
possibile.” Akane aveva le idee chiare su questa storia. Niente
segreti, niente buchi neri. Infondo aveva tutto il diritto di sapere
come è stato il suo matrimonio, no?
A Ranma andò di traverso un
sorso d'acqua; non era sicuro che vedere il video insieme a lei non
fosse del tutto, come dire... imbarazzante?!
“Intendi
dire insieme?” la sua voce tradiva un certo
disappunto.
“Certo, cosa ci sarebbe di male dopo tutto?” ma
era scemo o cosa?
“Non pensi che ognuno dovrebbe vederlo per
conto suo?” Cercò di recuperare.
“NO IDIOTA!” missione
fallita. In ben che non si dica si ritrovò davanti al televisore,
gentilmente scortato da Akane.
Che situazione, pensò
l'artista marziale, ma dimmi tu cosa mi tocca fare?!
“Siediti
e non disturbare la visione!” Ammonì una stizzita Akane.
Il
video partì. Tutte le immagini già scolpite a fuoco nella mente del
ragazzo vennero trasmesse nella stanza. La cerimonia, il sorriso di
Akane, il dojo in festa, i loro genitori ubriachi. Anche se nessuno
lo avrebbe mai saputo, Ranma era riuscito a vedere il video, quella
sera. Il suo volto arrossì, come per anticipare il bacio lieve di
fine cerimonia seguito da un “Viva gli sposi!”.
Akane
si godeva il video senza staccare gli occhi dallo schermo. Di tanto
in tanto arrossiva, in altri momenti corrucciava un po' la fronte, ma
niente le impedì di tenere un lieve sorriso per tutta la visione.
Con il riflesso di quelle luci di festa sul suo viso e nel suo
sguardo, era davvero carina.
Il video si interruppe con una
battuta infelice del signor Genma, ormai totalmente ubriaco.
“Ranma,
Akane, andate pure in camera vostra ora. Dovete festeggiare come si
deve. Fatti valere figliolo!”
Akane rimase immobile non appena
il video finì. Ranma ovviamente non riuscì a terminare di vedere
quel video con lei, sapendo la battuta di chiusura.
Che avrebbe
detto Akane alla fine della visione? Non riusciva ad immaginarsi la
situazione e questo lo spaventava. Doveva creare un diversivo
forse?
La ragazza si ridestò dopo pochi minuti, accese la luce e,
con poco stupore si ritrovò sola nella stanza. Ranma non era rimasto
a vedere il video con lei? Il buio non le aveva permesso di vedere.
Era stato meglio così? Probabilmente. La festa a quanto pare era
stata tutt'altro che formale, “in pieno stile Saotome- Tendo”,
pensò con un lieve sorriso.
Stava appena mettendo mani sui
fornelli quando suo “marito” sbucò alle sue spalle.
“Akane!
Ma che fai? Lascia fare a me, non vorrei che ti stancassi troppo!”
e con un colpo di anca una ragazza con il grembiule la riportò al
centro della stanza.
“Perchè diavolo ti sei trasformato in
donna adesso? Sei sempre il solito buffone, lasciami preparare la
cena.”
“No Akane, siediti lì e non disturbarmi ai fornelli.”
ammiccò la ragazza muovendosi velocemente e con destrezza. Meno
stava ai fornelli, meglio sarebbe stato. Due piccioni con una
fava insomma.
“Da quando in qua saresti appassionato di cucina
scusa?” Alzò un sopracciglio, iniziando ad irritarsi. Quello
stupido non voleva farla cucinare, e non di certo per farle un
favore.
“E' il mio modo per ringraziarti Akane, infondo l'hai
detto tu che senza il tuo gesto di questo pomeriggio non sarei
riuscito a cavarmela” sempre più furbo, non c'è che dire. Mi
prende anche in giro adesso?
“Mi sarebbe bastato che ti fossi
degnato di guardare quel video insieme a me, Ranma.”
Non poteva
sopportare il suo atteggiamento... era così, così... sfuggente.
“Comunque, è stata una bella festa, a tratti romantica. Di certo
senza l'effetto di quei funghi non saresti mai stato capace di
comportarti a dovere come nel video.” La ragazza, fin troppo
animata dal massacrante lavoro di pelare le patate, lanciò
improvvisamente un urlo.
“AHI!” si succhiò lievemente il dito
e osservò l'entità della ferita. “Akane, mi sono tagliata per
colpa tua! Ti avevo detto di non disturbarmi mentre sono in cucina.”
Si girò stizzita.
“E tu abbi la maturità di affrontare la
situazione come si deve idiota!” detto questo, bagnò l'esile
sagoma femminile con acqua calda, riportandolo uomo.
“Che
vorresti dire con questo?” il ragazzo si avvicinò quanto bastava
per guardare negli occhi il suo avversario più temibile, negli occhi
un lampo di sfida.
“Non
è vero che non ti interessa vedere quel video come vorresti far
credere. Tu hai paura di vederlo! Specialmente insieme a me,
ammettilo!”
“Cosa? Non è assolutamente vero!”
“Ah
no?”
“NO!”
“E allora perché non l'hai guardato insieme
a me?” la sua espressione corrucciata tradiva una certa emozione.
Che avesse capito che lui l'aveva già visto parecchie volte?
Accidenti.
“E va bene, scusa Akane, avrei dovuto dirti che l'ho
già visto un po' di volte.”
Il volto della ragazza non prese
l'espressione aspettata. Stupore. Semplice ed evidente stupore.
“Dici
sul serio? Per questo non volevi vederlo con me? Perché eri
imbarazzato?” si mise velocemente una mano sulle labbra e abbassò
il viso. Ranma capì di aver fatto una gaffe, ma non ebbe il tempo di
realizzarlo poiché rimase non poco stupito dalla reazione della
ragazza. Che ci fosse rimasta... male?
“A...Akane, io...” una
fragorosa risata rieccheggiò per tutta la stanza.
“CHE COSA
C'E' DA RIDERE STUPIDA?!”
“Non... ci posso... credere! Hai
messo in scena tutta questa storia della cucina... perchè eri
imbarazzato...oddio com'è divertente!” Non la smetteva di ridere,
incredibile! Si stava prendendo il gioco di lui?! Prese le sue
braccia con impeto e la costrinse a guardarlo negli occhi, le gote
leggermente rosee. Si guardarono per un lungo istante. Lo sguardo di
Ranma era molto diverso dal solito: Akane non seppe definirlo.
Bisognoso? Irritato? L'imbarazzo fu talmente tanto che fu lei a
interrompere il contatto visivo, ridestando anche lui.
Abbassò
lo sguardo distrattamente e vide il dito sanguinante del ragazzo sul
suo braccio.
“E' proprio un bel taglio, Ranma!” disse
leggermente preoccupata.
“Ma no, no... va... va tutto bene
Akane! Ho avuto di peggio” era molto imbarazzato, si vedeva. Ma che
gli aveva preso?”
No Ranma bisogna disinfettarlo, non importa
quanto forte tu sia. Aspetta qui vado a prendere
l'occorrente.”
Scrollò leggermente le braccia come per
segnalare al ragazzo di lasciarla andare. Che gli aveva preso? Ranma
non seppe dare un nome a questo impulso, sapeva solo che non si era
preso il tavolo in testa per un intervento di chissà quale Kami,
sicuro.
“Ecco
fatto!” un cerotto con degli animaletti disegnati sopra era stato
appena porto sul suo dito.
“Scusa non potevi mettermi un cerotto
meno colorato?” Akane vide una strana ombra nera nel viso
del ragazzo, lo stesso che aveva quando scopriva di dover mangiare
qualcosa cucinato da lei.
“Sei anche viziato adesso? E poi sono
così carini... gli animaletti danno un'aria al mio P-chan vero?”
“mh, non ti basta portarlo a dormire con te? Dovevi proprio
prendere anche i cerotti con dei suini?” rispose il codinato
senza pensarci troppo.
“Non sarai mica geloso,
vero?”
“COSA?! Stai scherzando vero? Io geloso di un porco?Ma
non farmi ridere! Piuttosto, spostati, abbiamo già detto che tocca a
me cucinare oggi.” Per fortuna.
Dopo pochi minuti dalla
fine del pasto, i due sposini andarono a dormire - in due stanze
diverse, ovviamente -, convinti e felici che la serata fosse
finita...
Angolo
autrice
Salve a tutti :D
Stavolta sono stata puntuale, sono
fiera di me stessa *.* ahahah :)
è stata una giornata molto lunga
per i nostri protagonisti... il prossimo capitolo partirà dal giorno
dopo? Mmh... ;)
Ringrazio tutte le persone che hanno messo la mia
storia tra le preferite, seguite, ricordate, chi continua a
commentare e chi legge soltanto! ;)
Cercherò di postare entro la
prossima settimana :)
un bacio a tutti, a presto!
|
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Capitolo 6 *** cinque. ***
5.
cinque.
Il
suo viso così dolce si lasciava sfiorare dalle sue mani, per la
prima volta. Quello sguardo non era carico di risentimento o di
rabbia, come era solito essere. Le mani tremanti sul virile torace.
Un bacio. Talmente caldo e dolce da non lasciar respirare. Le sue
gote così rosee. Lo sguardo così insicuro e timoroso di ciò che
stava per accadere.
Una mano scendere giù fino a sollevare
leggermente la camicia da notte, quasi per istinto. Le sue gambe così
lisce e sode furono accarezzate lievemente da quella mano maschile
che era sempre stata così decisa; salì fino al ventre, neanche
l'ombra di quell'impeto con cui l'aveva sempre vista
muoversi.
“Ranma... ho un po' paura.” Era solo un soffio, ma
ben distinto.
Sollevò lo sguardo un po' imbarazzato.
“Io...
io non so... non so bene cosa fare Akane. Mentirei se ti dicessi il
contrario. So solo che... ora... ho voglia di... accarezzarti,
di starti vicino. Io...” la sua voce imbarazzata si fece più
flebile. Le parole gli morirono in gola. Le mani di Akane lentamente
sbottonarono i primi due bottoni della leggera sottoveste con fare
titubante. Quella era la sua risposta. Voleva concedersi a lui, come
non aveva mai fatto.
Un rumore improvviso spense quelle immagini
in un istante. Il suo istinto di artista marziale era troppo
sviluppato per non svegliarsi ad un rumore improvviso della notte.
Leggermente accaldato e teso si guardò intorno cercando di captare
altro. Sembrava il frusciare delle foglie di un albero. Quello
in giardino! AKANE!
Aprì la
finestra e guardò sulla sua destra. La finestra era aperta, troppo
aperta.
Senza pensarci troppo, con un balzo l'artista marziale si
trovò dentro la camera di Akane. Immediatamente gli tornarono in
mente le parole di Shampoo:“ me la paghelete, statene
celti!”. Chi potrebbe mai
intrufolarsi a quest'ora in casa Tendo se non qualcuno con cattive
intenzioni? Gli veniva in mente soltanto lei.
Sentii un mugolio
familiare alle sue spalle. Akane dormiva beatamente senza essersi
accorta di nulla: certo che quel maschiaccio aveva il sonno davvero
pesante! Si avvicinò per coprirla meglio, senza sapere bene il
perché.
I suoi capelli si muovevano lievemente al gentile soffio
della brezza notturna, scoprendole il viso corrucciato.
“Ranma...”
pronunciarono le sue labbra. Stava... stava forse sognando lui?
Infondo lui probabilmente starebbe facendo altrettanto se non fosse
stato svegliato. Arrossì vistosamente a quel ricordo, notando solo
ora che Akane indossava esattamente la camicia da notte del sogno.
Scosse la testa al riaffiorare delle sensazioni stranamente
piacevoli di pochi
minuti prima, a quella vista.
“Ranma... sei uno stupido!” come
non detto. Stava indubbiamente sognando lui, con tema differente
però. Si preparò stizzito a balzare via dalla stanza ma si voltò
quasi subito quando Akane aprì gli occhi.
“Ranma” il suo tono
ora non era disteso come un minuto prima; tutt'altro. Suonava quasi
come un rimprovero.
“che ci fai in camera mia a quest'ora?”
chiese, alzandosi a sedere sul letto.
Accidenti, anche
le lenzuola erano le stesse!
“Che...
che tu ci creda o no,
sono entrato in camera tua solo perché qualcuno ha cercato di farlo
pochi minuti fa! Se non è successo è solo perché ci sono io ora,
quindi non farti strane idee.” Era partito titubante, visto il
pensiero precedente, ma poi aveva concluso in maniera decisamente più
naturale.
“Non mi
sto facendo strane idee stupido! Era solo una domanda!” ribatté di
riflesso Akane.
Ora che la ragazza era seduta notò un particolare
che lo distrasse non
poco.
Quella
camicetta... aveva... no, non può essere.
“CHE
DIAVOLO GUARDI MANIACO?!” La lampada della scrivania finì dritta
sulla fronte del ragazzo.
“Non stavo di certo guardando...
QUELLO CHE CREDI, STUPIDA!” Si stava abbottonando proprio i primi
due bottoni dell'indumento.
…
Oh kami!
“Akane,
penso proprio che io debba dormire con te, almeno per
stanotte.”
“Cosa vuoi fare maniaco?!” di certo non rendeva
le cose facili.
“Non nel tuo letto, stupida! Nella stessa
stanza. Non ho voglia di fare avanti e indietro per le stanze qualora
dovessi sentire ancora rumori sospetti.” Non era vero. In realtà
era tremendamente preoccupato per lei. Sì, perché non avrebbe
sopportato che Akane si trovasse in pericolo a causa sua per
l'ennesima volta.
“Fai come vuoi,” rispose le con aria
risoluta. “ma tieni le mani apposto!”
“Tranquilla, è
l'ultimo dei miei pensieri” bugiardo?
Non riusciva a smettere di
pensarci.
Aveva... aveva ricordato tramite il sogno? Tutto
coincideva: la stessa camicia da notte di quella mattina, le stesse
lenzuola che, ci avrebbe giurato, Kasumi non aveva fatto in tempo a
cambiare per via della fretta di partire, quei bottoni che Akane non
aveva portato mai sbottonati, per ciò che aveva potuto
vedere.
Quindi loro avevano... non voleva neanche pensarci!
Aveva già messo in conto che poteva essere successo, ma fin quando
nessuno avesse ricordato, tutto sarebbe stato come se nulla fosse
accaduto. Aveva forse... fatto l'amore con Akane?
Non
poteva crederci! Ma che prendeva a quello stupido di Ranma?
Prima
l'episodio del cerotto – aveva seriamente pensato che l'avrebbe
baciata, contrariamente a ciò che la ragione le suggeriva –, poi
l'intrufolarsi così, in camera sua, nel cuore della notte... che
diavolo gli prendeva? Che sia un effetto collaterale dei funghi che
ha preso inconsapevolmente due giorni prima? Per quanto ne sapeva
lei, i loro genitori potevano addirittura aver impregnato il cibo
presente in casa di quella robaccia... ma non esageriamo. È un
maniaco, punto. Un maniaco che però, prima di allora, non l'aveva
mai guardata in quel modo. Per un attimo le era quasi sembrato di
scorgere nel suo sguardo tutt'altro che scherno, qualche minuto
prima, in quelle stesse mura.
Che fosse una sua impressione?
Nelle
due stanze il sonno cadde con qualche minuto di troppo; mentre, nella
notte, uno sguardo minaccioso rinviava il suo attacco a momenti più
propizi.
Angolo
autrice
Ciao
a tuttiiiiii :D
Mi sono salvata in extremis direi :P alla fine ce
l'ho fatta ad aggiornare entro il fine settimana... (più o meno
:P)
bene... i nostri amici stanno pian piano prendendo coscienza
dei loro sentimenti! Devo dire che sto iniziando ad affezionarmi a
questa storia... i personaggi ogni volta che scrivo prendono vita da
soli e per il momento non mi sforzo troppo di rendere le cose
verosimili. :D spero che faccia lo stesso effetto anche a voi, io ci
sto mettendo tutta me stessa in questo piccolo progetto :)
Se
doveste trovare degli errori nella forma mi scuso anticipatamente,
questa volta andavo un po' di fretta :) :)
Spero che il capitolo
sia stato di vostro gradimento e, qualora non lo fosse stato, vi
prego di fare pure delle critiche... mi aiuteranno sicuramente a
migliorarmi ;)
alla prossima settimana! Un bacio :)
|
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Capitolo 7 *** sei. ***
6.
Sei.
Lui
precede quel suo incerto sbottonare. Solleva quella leggera veste
fino ad accarezzarle il ventre. Quel ventre dalla pelle morbida e
inviolata. Non riuscì a trattenersi e lentamente iniziò ad annusare
il suo profumo, sfiorandole il collo. Aveva sempre pensato che Akane
avesse un buon profumo, ma in quel momento una forza misteriosa
continuava a guidarlo in questo dolce avvicinamento. La sentì
trattenere qualche gemito, e questo lo portò a perdere il controllo,
sempre di più.
Le sue mani si fecero più decise, e come un
drogato in crisi di astinenza, non riusciva più a controllare i suoi
movimenti.
La voleva troppo. Non aveva mai desiderato nulla come
desiderava lei in quel momento.
Non sentiva imbarazzo, non era
più impacciato. Era come se non avesse fatto altro che toccare,
annusare, bramare Akane in quel modo da una vita.
Prese a posare
delicatamente le sue labbra sul suo collo. E morbidamente, la baciò,
ancora ancora e ancora. Akane allacciò le gambe dietro il suo
bacino, la sentiva così vicina che gli stava dando alla testa,
portando solo a peggiorare la situazione. Raggiunse il seno della
ragazza sotto la vestaglia e iniziò a massaggiarlo energicamente,
mentre le sue labbra si impossessavano ora di quelle di Akane. “Oh...
Akane!” ansimò senza ritegno.
Quanto
poteva resistere ancora? Lei era così... eccitante.
“Ranma!
Ranma, ti vuoi svegliare?” una voce un po' irritata lo riporta alla
realtà. La stanza è ancora buia... e Akane è seduta di fianco a
lui.
“Che... che suc-cede?” il suo volto era ancora
sonnecchiante. Ed era... oh no. Akane avrebbe sicuramente
frainteso. Non poteva permettere che vedesse il rigonfiamento
all'interno dei suoi pantaloncini.
“A-akane... che diavolo
vuoi?” le aveva risposto un po' stizzito. D'altronde era mattina
presto.
“Mi chiedevo solo che avessi da migugnare tanto nel
sonno, idiota! A un certo punto hai ansimato anche il mio nome...
scusa tanto se mi preoccupo per te!”
“Il tuo nome? tu vaneggi
cara!” ed era arrossito vistosamente, come un bambino colto a
frugare nel vaso della marmellata.
Akane esplose in una risata
cristallina, di quelle che ti stringono il cuore. Cioè no, di quelle
che ti imbarazzano più di quanto tu già non lo sia.
“Tu,
tu... tu mi stavi sognando vero? Sei diventato tutto rosso! Forse...
ti sei immedesimato troppo nella parte del marito... non credi?” e
continuava a ridere e ridere. Senza smettere, senza prendere
fiato.
“Guarda che ti sbagli!” si era alzato con poca grazia,
andando verso la porta. Gli serviva una bella doccia, fredda
possibilmente.
“E dai Ranma, non offenderti. Stavo
scherzando.” Gli aveva preso un braccio, cercando di voltarlo verso
di se. Lui aveva scrollato il braccio con poca gentilezza. Ranma
era davvero un idiota!
“Volevo
solo essere gentile idiota. Se ti fa arrabbiare così tanto avermi in
torno dillo pure hai capito? Ti odio!”
Lo aveva spinto via dalla camera con impeto. Poco importava come lui
avrebbe reagito, non doveva vedere quella piccola lacrima che premeva
per scendere sulle sue guance. Ma lui aveva visto. Aveva visto quel
piccolo luccichio sulla sua guancia, mentre sbatteva furiosamente la
porta. Per proteggere il suo piccolo segreto mattutino l'aveva fatta
piangere. Forse Akane aveva ragione. Era veramente un
idiota.
Certo che però
poteva evitare di dire delle parole così pesanti. Non gli era per
niente piaciuto sentirsi dire da Akane che lo odiava. Proprio
no.
Non era la prima volta
che glielo diceva, ma stavolta non riusciva davvero a mandarlo giù.
Al solo ripensare a quelle parole poteva giurare di aver sentito un
piccolo crack
all'altezza del cuore.
Indeciso
se andare o no a farsi quella dannata doccia fredda era rimasto fermo
nel corridoio ad aspettare un segno. D'altronde non poteva non
parlargli per sempre no? O forse sì?
Era
ora di pranzo ormai, e di Akane non c'era traccia. Forse questa volta
aveva davvero esagerato. Infondo, stava davvero cercando di essere
carina con lui. A modo suo.
Un
po' di titubanza, aveva bussato alla porta. La risposta della sua
dolce mogliettina era
stata pari a quella di una racchia, tutto in regola quindi.
“Vattene
via brutto stupido!” e forse era stato proprio quel fattore a farlo
entrare ugualmente. Era stufo di litigare con lei, dovevano imparare
a convivere prima o poi. Sentiva che se non avesse fatto il primo
passo lui, ora... non ci sarebbe mai stato.
“Smettila di fare la
bambina.” le aveva parlato con un tono di voce che non era
attaccabrighe, come al solito. Era deciso, come un adulto. Forse era
stato proprio quel tono a farla zittire all'istante.
Lui si era
seduto sul letto davanti a lei.
Erano rimasti in silenzio per
qualche minuto, a scaldare l'atmosfera c'era solo il lieve tepore dei
raggi del sole che entravano nella stanza e li sfioravano dolcemente.
Akane era seduta sul letto, con le gambe raccolte al petto, come per
proteggersi, Ranma invece guardava per terra, apparentemente incapace
di iniziare un discorso. Ecco, apparentemente.
“Non
mi è piaciuta l'ultima frase di stamattina, Akane. Per niente.”
aveva iniziato lui alla fine: il suo tono era freddo, neanche i raggi
del sole erano riusciti a scaldarlo.
“Vattene via brutto
stupido?” aveva risposto lei, con voce flebile.
“No. Quella
di qualche ora fa.”
Oh. Aveva
capito perfettamente a quale si riferisse. Non disse nulla
ugualmente, però.
“Non dirlo mai più per favore. Mi ha
fatto... male, ecco.”
il suo tono era tornato un po' impacciato sulla nota finale. Forse fu
questo che permise ad Akane di sciogliersi, forse è questo che portò
Ranma a lasciarsi abbracciare.
Sì, Akane aveva deciso di abbracciarlo. Così, d'impeto. Eppure non
avrebbe mai pensato di provare una così bella sensazione di calore.
Rimase rigido per qualche secondo nella sua posizione. Cosa era
previsto che facesse? Doveva ricambiare forse? La risposta arrivò
proprio mentre sentiva la presa di Akane farsi più leggera. Non
poteva permetterle di farlo, no.
Aveva appena realizzato che lui aveva bisogno di quell'abbraccio, più
di qualunque altra cosa. L'avvolse dolcemente tra le sue forti
braccia e pensò che in quel momento nulla poteva avere più
importanza di questo. Stava abbracciando la sua Akane, poteva sentire
veramente il suo profumo penetrargli dentro il corpo, poteva
veramente constatare quanto fosse stretta la sua vita, quanto
quell'abbraccio potesse essere dolce, come la sua Akane.
Un
momento... Akane dolce?!
Ebbene sì, questa volta non aveva alcuna intenzione di ritirare
quello che aveva appena pensato.
Angolo
autrice
Salve
a tutti :) dopo circa 5 lunghi mesi sono tornata. Avevo già detto
che questa storia avrebbe trovato una conclusione e, anche se gli
aggiornamenti sono mooolto incostanti, non ho intenzione di mancare
alla parola data.
Finalmente questi testoni si sono sbilanciati
un po' :) non penso di essere andata OOC, perchè comunque questi
giorni li hanno vissuto molto intensamente e stando a contatto
stretto in una situazione “matrimoniale” era inevitabile che si
venissero incontro in qualche modo, anche se all'apparenza sembrano
inconciliabili... ma non pensate che d'ora i poi siano tutte rose e
fiori eh :P d'altronde sono sempre loro e di certo non ci faranno
venire il diabete :) non so quando avverrà il prossimo
aggiornamento, ma non credo di tardare troppo... spero che il
capitolo vi sia piaciuto e che mi facciate sapere il vostro parere,
come al solito... ;) un bacio, a presto!
|
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Capitolo 8 *** sette. ***
7.
Sette.
Il
ritorno dei loro genitori si avvicinava e loro non avevano ancora
trovato un modo per convivere con questa situazione,
pensò Ranma, distratto dalla carpa che nuotava nel laghetto di casa
Tendo.
“Hey, Ranma!” si sentì chiamare da
lontano.
Girandosi, vide Akane con un bel vestito giallo che le
lasciava scoperte le lunghe gambe, e mostrava leggermente il suo
décolleté, il tutto fasciando sinuosamente le sue forme. Arrossì
leggermente a quella vista.
“Che ne dici se facciamo un giro in
centro oggi? È una bella giornata!”
Akane gli stava chiedendo
di uscire? E si era pure vestita in quel
modo. Un po' intrigato e leggermente imbarazzato, cercò in tutti i
modi di mostrarsi disinvolto.
“Va
bene!” urlò, facendosi sentire. Si rigirò verso il laghetto per
alzarsi, quando Akane riprese: “Così mi porti le buste della
spesa, devo comprare un sacco di cose... domani tornano i nostri
genitori, lo sai!”
Come non detto.
Le sarebbe servito solo come attaccapanni. Fantastico.
Donne
e shopping. Nuovo appunto al taccuino mentale di Ranma Saotome sulla
convivenza dell'altro sesso: evitare in tutti i modi
possibili di accompagnare una donna a fare acquisti in centro.
Neanche il più grande artista marziale del Giappone potrebbe uscirne
vivo.
“Mi sembrava ovvio pensare che tu saresti stata lontana
dai fornelli per tutto il tempo, Akane” esclamò Ranma
indispettito, guardando tutti gli articoli che la ragazza aveva
acquistato.
Quando poteva esserci abituata a questo genere di
battute? Akane stava forse imparando
a mordersi la lingua? Prima regola del quieto vivere.
Non
poteva credere di averla accompagnata a fare la spesa oggi, saltando
così il suo allenamento del giorno.
Infondo, non gli dispiaceva
vederla girare tra i negozi con aria sognante, sorridendo ad ogni
minima cianfrusaglia che vagamente risultasse inutile.
Dovevano
fare la spesa per il ritorno dei loro genitori, eppure Akane si
fermava nei negozi più impensabili, ad ammirare vetrine di tutti i
tipi. Forse era meglio così
– riflettè Ranma – una busta piena di alimenti era più
che sufficiente per mandare a fuoco la casa.
Improvvisamente,
Akane accelerò il passo, andando incontro a delle sue compagne di
scuola per andare a salutarle. Al suo passaggio, Ranma sentì il suo
profumo arrivargli alle narici, probabilmente sprigionato dai suoi
capelli mossi dal vento. Si sentiva come un perfetto idiota di quei
film romantici, dove c'era la musica in sottofondo e le immagini a
rallentatore. Poteva essere più patetico?
Scrollò la testa in modo da allontanare quegli insulsi pensieri da
sé, quando, proprio in quell'istante, una lama si scaglia
velocemente nella direzione di Akane.
Senza pensarci troppo, il
ragazzo le prese la vita e balzò su un albero là vicino, mentre la
folla si guardava intorno spaesata.
“Ranma? Che diavolo sta
succedendo?!” Esclamò Akane, con una voce spaventata.
“Non
lo so, aspetta qui.” Proprio quando stava per balzare per terra dal
ramo più basso dell'albero, un'altra lama arriva nella loro
direzione, questa volta strappando leggermente la manica del vestito
di Akane e ferendole un braccio. Un urlo strozzato uscì dalle sue
labbra.
“AKANEE!” urlò Ranma, tornando su.
Si guardò
intorno con aria circospetta, non notando nulla di strano, a parte la
folla impazzita che si sparpagliava per le vie del centro.
“Akane,
stai bene?” le chiese con tono preoccupato.
“Sì, sto bene, è
solo un graffio.”
“Non è vero, stai sanguinando parecchio
Akane. Ti devo portare subito dal Dottor Tofu.” La prese tra le sue
braccia, cercando di non farle male e balzò di tetto in tetto fino
allo studio del medico.
Quando
arrivarono allo studio, Akane parve svenuta. Aveva perso molto sangue
e il suo vestito immacolato era ormai con grandi chiazze rosso
scuro.
“Dottore, dottore!” Alla vista dei due, il dottore
lasciò subito le sue letture per controllare cosa stesse succedendo.
“Akane è svenuta, ha perso molto sangue. Deve medicarla subito!”
affermò Ranma, con tono spaventato.
“Fai vedere” fece
stendere Akane in un lettino e controllò accuratamente la ferita.
“Sta tranquillo Ranma, non è niente di grave. Ha perso un po'
di sangue, ma con la medicazione che le farò starà meglio.”
Iniziò subito a spogliare Akane, in modo da medicarla. “Anzi, mi
stupisco che sia svenuta, la ferita non è molto grave... si
dev'essere spaventata parecchio”
“Dottore,
ma che fa?!” Ranma si girò immediatamente.
Tofu lo guardò
sorpreso. “Ranma, sei suo marito. Non c'è motivo di imbarazzarsi!”
affermò in tono di comprensione.
“Io vado nell'altra stanza”
risponse il codinato, irrigidendosi. Ancora non era abituato a quel
ruolo, e forse, non si sarebbe mai abituato a vedere Akane nuda senza
sentirsi in imbarazzo.
Si era davvero spaventato quando ha visto
Akane perdere conoscenza. Com'era possibile che non si fosse reso
conto di qualcuno che volesse farle del male? Non aveva percepito
nessuna presenza minacciosa. Che fosse lo stesso personaggio che era
entrato di nascosto nella camera di Akane la notte precedente? Qui
poteva esserci lo zampino di una sola persona.
Mentre
si perse in questi pensieri, il Dottore lo richiamò nella stanza.
Angolo
autrice
Buondì
:)
Mi scuso immensamente per il ritardo di parecchi mesi... o
forse dovrei dire un anno -.-” non mi ero accorta che fosse passato
così tanto tempo :O ma come si dice? Meglio tardi che mai :) questi
personaggi mi sono mancati parecchio, direi!
Alloraaaa, stiamo
entrando nel vivo della storia. Ranma si sente più vicino nei
confronti di Akane, e lei sta imparando ad essere meno impulsiva. Che
sia la combinazione perfetta? :D ma ovviamente, non poteva essere
tutto così facile per loro due... oltre alla faccenda del
matrimonio, a quanto pare dovranno fare i conti con un personaggio
che darà loro del filo da torcere. Questo pericolo li allontanerà
di più o complicherà ancora di più le cose? Spero di aggiornare un
po' più in fretta con il prossimo capitolo.
Ovviamente la mia
richiesta di poter conoscere il vostro parere è sempre valida ;)
un
bacio, a presto!
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