Feelings.

di jes4e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** uno. ***
Capitolo 3: *** due. ***
Capitolo 4: *** tre. ***
Capitolo 5: *** quattro. ***
Capitolo 6: *** cinque. ***
Capitolo 7: *** sei. ***
Capitolo 8: *** sette. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


prologo 1




Prologo.




Il sole era già alto nel cielo. Nella stanza, un piacevole calore mattutino.
Un ragazzo dai capelli scuri stava aprendo lievemente gli occhi: quella notte aveva dormito meglio del solito.
Forse perché aveva passato la notte in un letto vero e non nel suo solito futon, constatò a prima vista.
Sì, sicuramente era per quel motivo. Non poteva essere perché per la prima volta dormiva con la sua Akane, in un letto così stretto da tenerli inevitabilmente così vicini. Un momento... con Akane?!
Si irrigidì di colpo, cercando di capire al più presto cosa stava succedendo.
Guardò con circospezione le quattro pareti che lo circondavano, poi passò alla ragazza, aggrappata al suo torace in modo delicato. Arrossì lievemente: non poteva dire di sentirsi completamente a suo agio in quella situazione, ma doveva ammettere che il calore del suo corpo sul proprio non gli dispiaceva affatto. Era nella camera di Akane probabilmente, anzi di sicuro! Non poteva credere di trovarsi là senza aver ancora ricevuto una delle sue botte d'ordinanza. Doveva essere un sogno, uno di quelli che sembrano quasi reali se ci si lascia trasportare dalle sensazioni che essi portano.
Proprio mentre si rendeva conto dell'entità dei suoi pensieri, la ragazza gli tirò una manata in faccia.
A proposito della botta sopracitata. Dormiva ancora probabilmente perché, sebbene questa fosse stata abbastanza forte da fargli male, gli era sembrata involontaria.
Era sempre il solito maschiaccio violento persino quando non era sveglia, non c'è che dire.
Un momento... ma se questo fosse uno di quei sogni, di certo il suo maschiaccio sarebbe dovuto essere più delicato, dolce...
Un urlo di donna gli rimbombò nelle orecchie, facendogli venire un gran mal di testa istantaneo.
“Che diavolo urli scema?” urlò di rimando il codinato rivolto alla
sua dolce fidanzata.
Akane si alzò subito dal corpo del ragazzo, negli occhi un'espressione piena d'ira.
“Che diavolo ci fai tu qui, piuttosto? Sei sempre il solito maniaco!” diede uno sguardo al proprio corpo che, sentì stranamente più
nudo del solito. Era... in... reggiseno e mutande! Ranma non poté fare a meno di abbassare lo sguardo e di arrossire, un po' per la vergogna di essersi fatto beccare a sbirciare e un po' perché quello che vide di certo non lo avrebbe dimenticato tanto presto – ma questo lei non l'avrebbe mai saputo - .
Ennesimo urlo. Si coprì immediatamente come meglio poteva e istintivamente diede un calcio al suo fidanzato per buttarlo giù dal letto, così magari la smetteva di starle così...
appiccicato.
“Sei una pazza scatenata! Lasciatelo dire! Ma cosa credi che m'importi di toccare un maschiaccio senza un minimo di sex appeal come te?”
Una sensazione crescente d'ira si impadronì di lei, portandola a urlare come non faceva da giorni.
“Sono un maschiaccio privo di sex appeal, però vedo che ti diverti lo stesso a infilarti nel mio letto eh?”
“Ma senti questa visionaria! Ti ricordo che eri tu ad essere avvinghiata a me fino a due secondi fa! Quando mi sono svegliato non mi potevo nemmeno muovere!”
“Certo e stamattina immagino che ti ci sia ritrovato per caso tra le mie coperte,
vero?”
“Sì, esatto!”
“Ma sparisci lurido bugiardo!” …e non ebbe tempo di ribattere. Il solito calcio di Akane lo aveva portato gentilmente al laghetto di casa Tendo.


Lo sapevo! Era troppo sperare in un dolce risveglio?” La secondogenita delle sorelle Tendo addentò con decisione parte della sua colazione.
“Cerchiamo di capirli! Dopo tutto non penso abbiano capito molto di ciò che abbiamo combinato ieri, poverini. Sicuramente Akane si arrabbierà molto con te papà quando lo scoprirà.” Kasumi è sempre stata la più saggia della famiglia, in fin dei conti.
Soun lanciò uno sguardo fugace alla ragazza dai capelli rossi che stava uscendo dal laghetto e, con aria riflessiva, rispose alla sua figlia più grande.
“Lo so Kasumi, ma non avevamo altra scelta. Non preoccuparti, ci prenderemo le nostre responsabilità... è stata una nostra idea infondo, giusto Genma?” si voltò cercando l'approvazione del suo amico. Peccato che al suo posto ci fosse un grosso panda dall'aria innocente.



Angolo autrice

Salve a tutti :D questo è solo l'inizio di una mia folle idea... o meglio, di alcune mie folle idee. So che dal prologo, un po' perchè breve e un po' perchè poco approfondito, non si capisce molto della trama. Infondo, è solo un incipt fatto per incuriosire i lettori. Qualora ci fossi riuscita fatemi sapere perchè sono indecisa se dar sfogo alle immagini che mi stanno vendendo in testa su questo manga o no. Spero che abbiate apprezzato queste poche righe e, se sarete interessati, prometto sicuramente dei capitoli più lunghi e mi impegnerò ad aggiornare in maniera costante (non penso che sarà poi tanto difficile, dato che se non continuo a scrivere oggi stesso potrei anche impazzire :D ).
Ditemi pure cosa ne pensate, nel bene o nel male, se vi fa piacere.
Un grosso bacio :)

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Capitolo 2
*** uno. ***


1.




uno.



Ranma attraversò velocemente tutto il giardino per tornare verso la casa. Rientrare nella camera di Akane? No, era fuori discussione. Gli avrebbe certamente dato ancora del maniaco lo avrebbe affrontato ancora. Non era certamente lei l'artefice di questa strana situazione mattutina.
“Papà! Signor Tendo!” urlò, in preda alla rabbia, fermandosi davanti al tavolo della colazione, dove tutta la famiglia Tendo si rimpinzava delle fantastiche opere culinarie di Kasumi. All'udire di questi richiami, Soun si affrettò a bagnare con l'acqua calda il povero panda, alla sprovvista.
“Oh buongiorno figliolo. Dormito bene?” chiese l'uomo con la bandana, accompagnato da una noncuranza degna di un vero attore.
E no. Questo è troppo! Decisamente. Prese il padre per il kimono e lo tirò verso l'alto, vicino al suo viso. Voleva una spiegazione riguardo tutta la faccenda svoltasi nella camera di Akane, subito.
“Dimmi immediatamente che diavolo hai combinato, babbeo! Quel maschiaccio di Akane mi ha sbattuto fuori dalla sua camera stamattina. Come diavolo ci sono finito?”
“Che vuoi che ne sappia io? Ma sono contento che tu abbia deciso di farti valere!” affermò con una risatina isterica.
“Smettila Genma. E' giusto che i ragazzi sappiano ora.”
Ranma si girò nella direzione del padrone di casa. “Sappiano che cosa
di grazia?”
“Quel maniaco di Ranma era ne...” Akane si fermò all'ingresso della stanza, alla vista di Ranma.
Si guardarono per un lungo periodo, sfidandosi; mentre Ranma tornava finalmente uomo ad opera di Kasumi.
“Oh che belli i due sposini dopo la prima notte di nozze!” Nabiki li stava riprendendo con una telecamera, pronta a vendere la notizia al miglior offerente.
“Spo... sposini?” domandarono all'unisono i due ragazzi, stupiti e quasi
terrorizzati.
“Oh tesoro, fortuna che sei arrivata giusto in tempo per le spiegazioni. Non vorrei che passaste la vostra luna di miele in lite.” Incalzò il buon vecchio Soun.
“POSSO SAPERE CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?” Ranma ormai era furioso. Non si capacitava della situazione, e allo stesso tempo aveva paura di azzardarsi a farlo. Volse lo sguardo ad una attonita Akane che, stranamente non stava sbraitando come una racchia. Avrebbe fatto lui stesso il lavoro anche per lei. “e
tu, Nabiki, spegni quella maledetta telecamera!”
“Non ci penso neanche” disse, continuando a riprendere; ma vedendo poi le facce tese del resto della famiglia desistette. “E va bene, tanto ho già il filmato del matrimonio e tutto il resto.”

Hey un attimo, di che matrimonio parlate?” si ridestò Akane, spazientita.
“Siete così presi dal mostrare disprezzo l'uno per l'altra che non vi siete accorti di dettagli
banali” rispose l'economista della famiglia.
I due non fecero in tempo a ribattere poichè la più anziana delle figlie Tendo, osservando la scena in silenzio, cercò di placare gli animi con la sua diplomazia.
“Ranma, Akane, calmatevi. Dobbiamo parlare, questo è certo. Ma se continuate a interromperci, facendo domande prima di avere le risposte che, vi giuro, arriveranno, non riusciremo mai a capirci.” Il volto della ragazza era leggermente triste, come a presagire una situazione piuttosto... come dire,
importante e possibilmente permanente.
“Grazie, Kasumi” e con un colpo di tosse, Soun iniziò a parlare, “pochi giorni fa, mentre voi eravate a scuola, abbiamo ricevuto una visita interessante. Era un uomo venuto dalla Cina che vendeva degli strani prodotti magici. Uno di questi erano dei funghi particolari che avevano il potere di alterare i sentimenti delle persone, non si sa bene con quale meccanismo. Insomma, voi due non vi decidevate a sposarvi e...” Ranma deglutì vistosamente preso da una strana sensazione. Abbassò lo sguardo leggermente e arrossendo intravide un luccichio dorato sulla sua mano destra. Come aveva fatto a non notarlo? Preso dal trambusto della mattina non si era accorto dei
dettagli come aveva detto poc'anzi la sanguisuga. Poco dopo, presa anche Akane da una strana sensazione, fece lo stesso. Possibile che sotto l'effetto di quei funghi loro... abbiano acconsentito a sposarsi?
“così abbiamo deciso di provare questi funghi. Era solo un gioco infondo, ma a quanto pare hanno sortito il loro effetto.”
“Voglio vedere quel video Nabiki. S.u.b.i.t.o.” Ranma non ammetteva repliche: aveva capito dove voleva arrivare suo
suocero – incredibile che l'avesse pensato per davvero! - e voleva a tutti i costi averne le prove.
“E' già nella vostra stanza non preoccupatevi. Ovviamente è solo una copia, inutile dirlo. Consideratelo un mio piccolo regalo di nozze...”
Nostra stanza? State scherzando vero? ” si affrettò a rispondere un' Akane che stava facendo davvero fatica a trattenersi.
“Ragazzi, comunque, ci è davvero piaciuto conversare con voi... ma abbiamo il treno che parte tra meno di mezz'ora, e dobbiamo affrettarci se vogliamo arrivare alla stazione in tempo.”
“Adesso ve la squagliate anche?” Ranma non poteva credere alle sue orecchie. Di sicuro tutto questo era un brutto sogno.
Doveva essere così.
“Perdonateci se non vi abbiamo preso un viaggio di luna di miele come regalo di nozze ma al giorno d'oggi costano parecchio, e abbiamo speso molto per la cerimonia... così vi lasceremo soli per qualche giorno, mentre noi andremo a stare alle terme dalla nonna. E' il minimo che potevamo fare infondo no? ”
“VOI NON ANDATE DA NESSUNA PARTE! IO NON RIMANGO QUI DA SOLA CON QUESTO MANIACO!”
“Porta rispetto a tuo marito Akane, infondo ormai i giochi sono fatti sorellina.” Affermò perentoria una saggia Kasumi.
I due ragazzi, allibiti, si resero conto di non poter fermarli, così li lasciarono andare. Rimanendo soli nella sala da pranzo di casa Tendo.


Quello stesso pomeriggio, i due consorti non si erano ancora parlati. Troppi sottintesi c'erano nella loro storia, troppi fraintendimenti mai chiariti.
Akane era nel dojo da ore ormai, ma non si allenava come al solito. Era rannicchiata con la schiena poggiata alla parete legnosa: posto perfetto per
pensare.
Non poteva credere a tutto quello che era successo quella mattina.
Certo, non poteva negare di aver sognato tante volte di sposarsi con Ranma... ma non a queste condizioni! Non con uno stupido inganno. Non poteva sopportarlo. Non riusciva proprio ad immaginare cosa stesse facendo in quel momento il suo fidanzato, - pardon, suo
marito – e come avesse passato tutta la giornata. Lei non aveva neanche pranzato: il suo stomaco era troppo contratto per ricevere un qualunque tipo di sostanza.
Una cosa era certa, avrebbero dovuto affrontarsi prima o poi... magari prima del ritorno del resto della famiglia.
Una lacrima le rigò il viso silenziosamente, e in quella quiete così accogliente, prese la sua decisione.


Il ragazzo era sdraiato sul suo futon da un pezzo ormai... aveva passato l'intera mattinata a passeggiare per la stanza, spiare l'interno del dojo e tornare su. Voleva e doveva parlare con Akane, ma non sapeva bene di cosa. Si sentiva così confuso! Insomma, era naturale che dopo tutto quel tempo passato insieme avesse covato dei sentimenti nei suoi confronti anche se lei continua ad essere un tale maschiaccio violento!
Ma cosa potevano essere questi sentimenti? Potevano essere minimamente collegati all'amore?
E poi c'era la storia del video. Quel dannato video. Quella cassetta era rimasta nelle sue mani per un tempo che gli sembrò interminabile, senza mai avere il coraggio di guardarla
. Non voleva far scorrere quelle immagini con lei affianco, sarebbe stato troppo imbarazzante, decisamente; ma non poteva neanche aspettare in eterno!
Mise la cassetta nel lettore.
Premette il tasto
Play con titubanza.
Il dojo addobbato a festa, petali di rosa bianca quasi a formare un sentiero fino alla casa.

Pause.
Non ci riusciva, era più forte di lui.
La verità era così vicina e allo stesso tempo così difficile da sfiorare.
Rimase a fissare quelle immagini per molto tempo, il dito sul tasto Play.
Ma non riuscì a premerlo nuovamente.



Angolo autrice


Buona Domenica a tutti :D
Ho cercato di aggiornare il più in fretta possibile senza però esagerare... in quanto non volevo mettermi fretta e postare un testo di cui non fossi pienamente soddisfatta. E' stato difficile gestire tanti personaggi tutti insieme, però spero di essere riuscita a tenere in vita l'atmosfera di questo manga senza fare qualche personaggio OOC o le scene troppo incoerenti.
In ogni caso... so di essere stata un po' cattivella.. i nostri amici non si sono ancora confrontati... ahahah :) ma sappiamo come sono fatti, sotto i loro caratteri forti, si nascondono dei ragazzi con tante incertezze e un pizzico d'orgoglio di troppo :D la scena del chiarimento comunque non tarderà ad arrivare, non temete :P
Ci tenevo a ringraziare le persone che hanno recensito, quelle che hanno messo la storia tra le seguite e chi ha letto in silenzio :) grazie di cuore, spero di non deludervi :D spero inoltre che il capitolo sia stato piacevole da leggere, intanto se volete fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio, a presto :)






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Capitolo 3
*** due. ***


2.




due.



Il caldo del pomeriggio aveva lasciato spazio ad una tiepida sera e, nella piccola città di Nerima, regnava una tranquillità innaturale.
Akane stava seduta silenziosamente nella sala comune, sorseggiava un tè aromatico cinese.
Sospirò nella penombra della sera, intravedendo la sagoma del ragazzo con il codino.
“Ciao” esordì timidamente lui.
Lei volse lo sguardo verso quella voce con un movimento decisamente brusco e innaturale.
“Sei stato in camera tua tutto il pomeriggio?” rispose la ragazza con tono malinconico, tornando a sorseggiare la sua calda bevanda. Decisamente non era da lei. Interessamento troppo evidente nei suoi confronti a parte, non pensava di averla mai vista così combattuta e pensierosa: è sempre stata una ragazza istintiva e violenta, pensò Ranma.
“Qualcosa non va Akane?” disse lui con una nota velatamente dolce. Si sedette di fronte a lei, arrossendo un poco e trovando
molto interessante la parete di fronte a lui.
Lei fece un sorrisetto ironico e, abbassando il viso, nascose uno guardo triste e fragile sotto la frangetta.
“Ranma ma tu che cosa ne pensi di questa storia del matrimonio?”
Posò leggermente lo sguardo sulla sua figura, notando tutta la sua insicurezza.
“E... ec... co io...” il viso di Ranma divenne di un colore che scosta sempre più dalla sua carnagione rosea.
“Lo sapevo” disse improvvisamente lei, “sembra che tu non abbia mai un'opinione su niente, a cominciare da tutte le spasimanti che tu continui a incoraggiare pur trovandoti insofferente alle loro attenzioni! Cosa credi? Anche a me non fa piacere essere sposata con un mezzo uomo” si stupì anche lei della rabbia improvvisa che aveva preso il sopravvento su di lei. Era stufa del suo modo di fare: era ovvio che non aveva mai desiderato sposarla per davvero, e allora che diavolo ci faceva ancora là a balbettare come un idiota?
Dal canto suo, Ranma rimase stupito dalla reazione della ragazza; non che non fosse da lei,
certamente no, ma non pensava che i suoi cambiamenti d'umore fossero così rapidi e immotivati.
“Sai che ti dico? Hai ragione, non mi fa di certo piacere essere sposato con una racchia come te... ma ormai siamo in questa situazione e dobbiamo imparare a conviverci, mi sembra. Quindi smettila con le tue bambinate e cerchiamo di
risolvere la situazione.”
“Risolvere la situazione?!” Akane stava cominciando a urlare inspiegabilmente più del solito, “ IO non devo risolvere proprio
niente. Per quanto mi riguarda questo matrimonio non è mai avvenuto perchè io non ho mai dato un consenso simile di mia volontà!”
“Penso che io l'abbia dato invece, stupida?” serrò le mani in pugni, più stizzito che mai: è mai possibile che quella racchia non perdesse mai occasione per urlargli contro? Infondo, che aveva fatto ora?! Non l'aveva fatto nemmeno parlare!

“Se davvero la pensi così perchè non hai rotto il fidanzamento da subito Akane, si può sapere?”
“Potrei chiedere la stessa cosa a te. Ma certo, tu e tuo padre dovevate approfittare di un tetto sulla testa e di cibo gratis.”
“Eh no Akane, adesso non esagerare, non sono di certo rimasto qui per i tuoi soldi!”
“E per cosa allora?”
Ranma scagliò contro il tavolo un pugno ben assestato, quasi spezzando in due il grande tavolo che li divideva. Non aveva mai fatto un gesto così violento per un loro banale litigio... già, peccato che però quest'ultimo tanto banale non fosse.
“Pensala come vuoi, non mi interessa. Posso anche andarmene da questa casa all'istante se vuoi, ma non ho nessuna intenzione di rompere il matrimonio, per quanto possa desiderarlo. Sono pur sempre un uomo d'onore e inoltre solo i Kami sanno cosa è successo...” tutta la sua veemenza si tramutò velocemente in imbarazzo: il suo viso, infatti, divenne paonazzo e un'aria impacciata prese il sopravvento, facendolo innervosire di più “... ieri sera e mi prenderò le mie responsabilità.”
Si guardarono per parecchio tempo, entrambi elettrizzati e stizziti dalla situazione.
Akane, che si era alzata in piedi durante la discussione, si accorse solo ora di aver rovesciato per sbaglio la sua bevanda sul tatami della stanza.
Abbassò nuovamente lo sguardo, ferita e sorpresa allo stesso tempo dalle parole del ragazzo.
“Fai quello che vuoi Ranma. Io non ti costringerò di certo a stare qui, ma neanche ad andartene. Dopotutto adesso la palestra è anche tua, hai diritto di stare se tu lo vuoi.”
Pulì velocemente alla superficie, mentre Ranma stava immobile davanti a lei.
La sua espressione era triste, lo aveva capito proprio perchè aveva abbassato il capo, gesto che lei difficilmente faceva... forse perché la mostrava
fragile come tutte le ragazze. Proprio lei che teneva a trasmettere un'immagine di ragazza forte e decisa.
Rimase stranamente colpito da quella figura così delicata; per qualche attimo si sentì quasi di doverla proteggere, e non perché lei fosse in pericolo o solo perché era ormai suo marito.
Era una sensazione nuova ai suoi occhi, sentiva il bisogno di avvolgerla con le sue braccia e di consolarla. Consolarla da cosa poi?
Da sé stesso. Perché solo ora aveva iniziato a intuire che, forse, le sue parole avevano un forte impatto emotivo su di lei, nonostante le apparenze.
Stava proprio per aprire bocca per fermarla quando qualcosa urtò violentemente la porta e gli si scaraventò addosso.


Solprlesa!” Una shampoo più vivace che mai stava seduta su un Ranma a dir poco stizzito.
“Oh Lamna! Tesolo, sei qui!” si alzò immediatamente da lui, realizzando che ciò su cui era atterrata non era un tappeto o altro, ma proprio il suo Ranma.
“Shampoo! Che diavolo ci fai qui?” chiese, non accorgendosi neanche che Akane, silenziosamente, era salita in camera sua. Niente kii esplosivo, niente gelosia, niente botte.
“Ma amole sono venuta pel sapele come stai!” le ultime parole vennero soffocate proprio dal suo petto, poiché lei aveva iniziato a stringerlo spasmodicamente.
In un'altra occasione si sarebbe imbarazzato un po', avrebbe guardato alle sue spalle e avrebbe cercato una spiegazione plausibile da esporre alla sua fidanzata. In un'altra occasione però.
“Senti Shampoo” iniziò con aria risoluta “adesso non posso occuparmi di te e...”
“Ma come?” chiese in tutta risposta la ragazza; il suo sguardo faceva trapelare tutto il suo disappunto “ploplio adesso che il maschiaccio ha deciso di non ostacolale il nostlo incontlo?”
Si avvicinò minacciosa al ragazzo.
Akane aveva ragione, doveva mettere in chiaro le cose con le sue fidanzate, specialmente ora che non era più libero, inevitabilmente.
Prese per le spalle la cinesina e, facendosi forza si preparò a sputare velocemente le sue ultime novità.
“Non dilmi che hai deciso di sposale quella lacchia!”
“Ma... ma... che cavolo stai dicendo Shampoo?!”
“Ho capito che c'è qualcosa che non va Lanma, non sei blavo a mentile.”
“Ecco... io... veramente...” il ragazzo arrossì vistosamente, mollando la presa sulle spalle dell'amazzone.
“MALEDETTO! COME HAI POTUTO TOCCARE LA MIA AKANE?!” un urlo improvviso rimbombò per la casa, e prima che Ranma potesse rendersene conto, un calcio volante lo fece atterrare.
Si sollevò con non troppa fatica, guardando negli occhi il suo avversario. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille. Ryoga Hibiki.
“COME HAI DETTO SCUSA? Io non ho neanche sfiorato la tua Akane!”
“Ripetilo se hai il coraggio Saotome!” preparò il suo ombrello rosso per sferrare un nuovo attacco. “Ho incontrato Nabiki e mi ha detto tutto... come hai potuto sposare la dolce Akane?! Proprio tu che non fai altro che farla stare male?”
“Cosa?!” rispose la ragazza dai lunghi capelli viola.
“PREPARATI A MORIRE SAOTOME, TU NON LA MERITI!”
Ok, adesso era decisamente nei guai; ma non aveva mai detto di no a una sfida. Non avrebbe di certo iniziato ora.



Angolo autrice

Salve ragazzi :) scusate il ritardo ma avevo un esame piuttosto difficile e ho dovuto concentrarmi su quello :D
Che dire di questo capitolo? La situazione si incasinerà un po'... ma in qualche modo Akane e Ranma dovranno trovare i loro equilibri... volente o nolente! :P
Ringrazio come sempre tutte le persone che hanno recensito, quelle che hanno messo la storia tra le seguite e chi legge in silenzio :)
Spero di poter pubblicare il capitolo per la prossima settimana, farò di tutto per essere puntuale :) intanto se vi va, fatemi sapere che ne pensate... un bacio :D

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Capitolo 4
*** tre. ***


3.




tre.



PREPARATI A MORIRE SAOTOME, TU NON LA MERITI!”
A quelle parole, lo sguardo del codinato tramutò, portando sul suo viso l'espressione che riservava solo alle grandi sfide.
Si preparò a parare i colpi di Ryoga con la tecnica delle castagne, mentre Shampoo osservava la situazione senza commentare. Senza che nessuno riuscisse a notarlo, il suo sguardo da stupito si era fatto più furbo.
Se Lanma è impegnato con Lyoga potlò andare a visitale la piccola Akane.
Cadde qualcuno nel laghetto nel momento in cui Shampoo si trovò davanti a una porta con una papera gialla appesa, con su scritto “Akane”.
Non ci fece troppa attenzione, doveva agire immediatamente se voleva sistemare la sua rivale.
Spalancò la porta, trovando un'Akane sveglia, stesa sul letto.
“Hey, si può sapere che modi sono?!” la ragazza dai capelli corti raggiunse con pochi passi la sua ospite “ti ho lasciato civettare con il tuo Ranma, che diavolo vuoi ancora?” chiese con un tono più irritato che altro.
“Voglio sapele a cosa si lifeliva Nabiki quando ha palato con Lyoga” il suo sguardo si fece più furbo.
“Tranquilla, niente di così grave! Puoi prendertelo anche adesso... tanto io non me ne faccio nulla di quello stupido! È vero, ci siamo sposati ieri, ma non di certo perchè l'abbiamo voluto noi.”
“Ne sei davvero sicura Akane? No pelchè non ci tengo a distluggelti se non fosse necessalio”
“Cosa vorresti dire con questo?”
“Che salei disposta a plendelmi Ranma con la folza se fosse necessalio!”
Ma chi si credeva di essere quella pazza? Va bene fare di tutto per conquistare l'amore di qualcuno ma... addirittura prenderselo con la forza?! Un brivido improvviso la colpì: e se questa riuscisse veramente in un modo o nell'altro a portarle via il
suo Ranma? Non aveva mai pensato realmente fino in fondo a questa possibilità. Infondo lui adesso era suo marito, accidenti!
Il nervosismo la fece incupire ancor più di quanto non lo fosse qualche minuto prima.
“Comunque sia, che sia dipeso dalla nostra volontà o no, lui rimane sempre mio marito e nulla può cambiare questo. Quindi esci subito da questa casa e lasciaci in pace!” non si rese conto però, prima di pronunciare quelle parole, che una ragazza dai capelli rossi e il suo immancabile amico-nemico avessero appena distrutto gran parte del corridoio superiore e che probabilmente avessero ascoltato le sue ultime parole.


... lui rimane sempre mio marito e nulla può cambiare questo. Quindi esci subito da questa casa e lasciaci in pace!”
All'udire di quelle parole, Ryoga si catapultò ai piedi dell'oggetto dei suoi desideri, quasi per accertarsi che dicesse quelle cose di sua spontanea volontà.
“Akane, dici sul serio?! Tu... tu... non vuoi che ti liberi da questo depravato?”
Ranma, ancora sul pavimento, assisteva alla situazione senza battere ciglio: certo che il suo maschiaccio sapeva fare una cosa giusta, ogni tanto. E la visione di quell'idiota in una situazione disperata non faceva altro che alimentare il
fascino delle scena in quel momento, non c'erano dubbi su questo.
“Ryoga, tu sei un caro amico e ti sono grata per il fatto che ti preoccupi per la mia incolumità e che mi difendi ogni volta che lo ritieni necessario ma... penso che io e Ranma sapremo cavarcela da soli, in questo caso, grazie.” Non lo disse duramente o irritata. Pronunciò quelle parole semplicemente come se fossero necessarie ed inevitabili.
Sapeva che il loro legame nonostante tutto fosse così forte, ma non credeva fino a tal punto. Che i due infondo provino davvero qualcosa l'uno per l'altra?

D'accordo Akane, ti lascerò libera di vivere la tua vita... ma sappi che se questo troglodita dovesse solo torcerti un capello contro la tua volontà... io... non risponderò più delle mie azioni. Addio.” E, con qualche lacrima agli occhi e un sorriso spento, l'artista marziale balzò via dalla finestra.
“Anche tu Shampoo, vai.” Ranma si alzò con calma, riferendo quelle parole con un tono risoluto e sicuro. La ragazza si voltò, portando il suo viso minaccioso verso la rossa e dando le spalle a un'Akane dalla testa bassa e pugni serrati.
Non poteva certo permettere che finisse così, infondo Ranma le apparteneva e avrebbe trovato il modo di sposarlo in un modo o nell'altro.
“Me la paghelete, statene celti.” Balzò via anche lei, ma il suo non fu certo un addio.

Che fosse un primo passo per la difesa di una loro possibile intimità familiare? Akane scosse la testa a quel pensiero. Quello stupido si doveva essere sentito costretto a mandare via quella cinesina.
E comunque... non sembrava che questo matrimonio contasse per te fino a qualche minuto fa...” esordì Ranma con un sorrisetto furbo stampato in viso: peccato che potesse vederlo solo il muro della camera della ragazza.
“Hey tu! Non ti fare strane idee, l'ho fatto solo per liberarci di tutta questa confusione visto che tu non sei mai capace di parlare chiaro. Dovresti ringraziarmi piuttosto!”
“E tu invece non sai parlare in maniera civile, senza aggredire il prossimo... ti manca un po' di dolcezza tipicamente femminile, mi sembra” gongolò la testolina rossa scherzosamente, mimando una linguaccia verso la sua consorte.
Ma perchè diavolo si divertiva a prenderla in giro? Non è nella posizione per farlo in questo momento.
“Sparisci idiota!” Il libro che prese il volo proprio in quel momento però, era esattamente nella posizione per prenderselo in testa.
Tuttavia, sul volto dell'artista marziale, non apparve la solita aria corrucciata, ma un velato sorriso... che la sua racchia non avrebbe mai visto, ovviamente!



Angolo autrice


Salve ragazziiiii :)
Prima che mi uccidiate sia per il ritardo che per la brevità del capitolo volevo annunciarvi che posterò il prossimo capitolo sicuramente a inizio settimana per farmi perdonare, mi sembra giusto dopo tutto ;)
Beh, questi due testoni non si smuoveranno subito a quanto pare, ma noi siamo fiduciosi nelle loro capacità comunicative (ehm :P) :D Comunque sia, passo dopo passo, da qualche parte dovranno pur arrivare no? :D
Ne approfitto per rivolgere un caloroso ringraziamento a tutte le persone che hanno recensito questo capitolo, a chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite e chi legge semplicemente!
Senza di voi, certamente non troverei tutti gli stimoli necessari per continuare a scrivere! Spero che mi farete sapere i vostri pensieri anche sui prossimi aggiornamenti...
a prestissimo :D un bacio!


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Capitolo 5
*** quattro. ***


4.




quattro.



Ranma, penso seriamente che dovremo guardare quel video il più presto possibile.” Akane aveva le idee chiare su questa storia. Niente segreti, niente buchi neri. Infondo aveva tutto il diritto di sapere come è stato il suo matrimonio, no?
A Ranma andò di traverso un sorso d'acqua; non era sicuro che vedere il video insieme a lei non fosse del tutto, come dire... imbarazzante?!
“Intendi dire insieme?” la sua voce tradiva un certo disappunto.
“Certo, cosa ci sarebbe di male dopo tutto?” ma era scemo o cosa?
“Non pensi che ognuno dovrebbe vederlo per conto suo?” Cercò di recuperare.
“NO IDIOTA!” missione fallita. In ben che non si dica si ritrovò davanti al televisore, gentilmente scortato da Akane.
Che situazione, pensò l'artista marziale, ma dimmi tu cosa mi tocca fare?!
“Siediti e non disturbare la visione!” Ammonì una stizzita Akane.
Il video partì. Tutte le immagini già scolpite a fuoco nella mente del ragazzo vennero trasmesse nella stanza. La cerimonia, il sorriso di Akane, il dojo in festa, i loro genitori ubriachi. Anche se nessuno lo avrebbe mai saputo, Ranma era riuscito a vedere il video, quella sera. Il suo volto arrossì, come per anticipare il bacio lieve di fine cerimonia seguito da un “Viva gli sposi!”.

Akane si godeva il video senza staccare gli occhi dallo schermo. Di tanto in tanto arrossiva, in altri momenti corrucciava un po' la fronte, ma niente le impedì di tenere un lieve sorriso per tutta la visione. Con il riflesso di quelle luci di festa sul suo viso e nel suo sguardo, era davvero carina.
Il video si interruppe con una battuta infelice del signor Genma, ormai totalmente ubriaco.
“Ranma, Akane, andate pure in camera vostra ora. Dovete festeggiare come si deve. Fatti valere figliolo!”
Akane rimase immobile non appena il video finì. Ranma ovviamente non riuscì a terminare di vedere quel video con lei, sapendo la battuta di chiusura.
Che avrebbe detto Akane alla fine della visione? Non riusciva ad immaginarsi la situazione e questo lo spaventava. Doveva creare un diversivo forse?
La ragazza si ridestò dopo pochi minuti, accese la luce e, con poco stupore si ritrovò sola nella stanza. Ranma non era rimasto a vedere il video con lei? Il buio non le aveva permesso di vedere. Era stato meglio così? Probabilmente. La festa a quanto pare era stata tutt'altro che formale, “in pieno stile Saotome- Tendo”, pensò con un lieve sorriso.
Stava appena mettendo mani sui fornelli quando suo “marito” sbucò alle sue spalle.

Akane! Ma che fai? Lascia fare a me, non vorrei che ti stancassi troppo!” e con un colpo di anca una ragazza con il grembiule la riportò al centro della stanza.
“Perchè diavolo ti sei trasformato in donna adesso? Sei sempre il solito buffone, lasciami preparare la cena.”
“No Akane, siediti lì e non disturbarmi ai fornelli.” ammiccò la ragazza muovendosi velocemente e con destrezza. Meno stava ai fornelli, meglio sarebbe stato. Due piccioni con una fava insomma.
“Da quando in qua saresti appassionato di cucina scusa?” Alzò un sopracciglio, iniziando ad irritarsi. Quello stupido non voleva farla cucinare, e non di certo per farle un favore.
“E' il mio modo per ringraziarti Akane, infondo l'hai detto tu che senza il tuo gesto di questo pomeriggio non sarei riuscito a cavarmela” sempre più furbo, non c'è che dire. Mi prende anche in giro adesso?
“Mi sarebbe bastato che ti fossi degnato di guardare quel video insieme a me, Ranma.”
Non poteva sopportare il suo atteggiamento... era così, così... sfuggente. “Comunque, è stata una bella festa, a tratti romantica. Di certo senza l'effetto di quei funghi non saresti mai stato capace di comportarti a dovere come nel video.” La ragazza, fin troppo animata dal massacrante lavoro di pelare le patate, lanciò improvvisamente un urlo.
“AHI!” si succhiò lievemente il dito e osservò l'entità della ferita. “Akane, mi sono tagliata per colpa tua! Ti avevo detto di non disturbarmi mentre sono in cucina.” Si girò stizzita.
“E tu abbi la maturità di affrontare la situazione come si deve idiota!” detto questo, bagnò l'esile sagoma femminile con acqua calda, riportandolo uomo.
“Che vorresti dire con questo?” il ragazzo si avvicinò quanto bastava per guardare negli occhi il suo avversario più temibile, negli occhi un lampo di sfida.

Non è vero che non ti interessa vedere quel video come vorresti far credere. Tu hai paura di vederlo! Specialmente insieme a me, ammettilo!”
“Cosa? Non è assolutamente vero!”
“Ah no?”
“NO!”
“E allora perché non l'hai guardato insieme a me?” la sua espressione corrucciata tradiva una certa emozione. Che avesse capito che lui l'aveva già visto parecchie volte? Accidenti.
“E va bene, scusa Akane, avrei dovuto dirti che l'ho già visto un po' di volte.”
Il volto della ragazza non prese l'espressione aspettata. Stupore. Semplice ed evidente stupore.
“Dici sul serio? Per questo non volevi vederlo con me? Perché eri imbarazzato?” si mise velocemente una mano sulle labbra e abbassò il viso. Ranma capì di aver fatto una gaffe, ma non ebbe il tempo di realizzarlo poiché rimase non poco stupito dalla reazione della ragazza. Che ci fosse rimasta... male?
“A...Akane, io...” una fragorosa risata rieccheggiò per tutta la stanza.
“CHE COSA C'E' DA RIDERE STUPIDA?!”
“Non... ci posso... credere! Hai messo in scena tutta questa storia della cucina... perchè eri imbarazzato...oddio com'è divertente!” Non la smetteva di ridere, incredibile! Si stava prendendo il gioco di lui?! Prese le sue braccia con impeto e la costrinse a guardarlo negli occhi, le gote leggermente rosee. Si guardarono per un lungo istante. Lo sguardo di Ranma era molto diverso dal solito: Akane non seppe definirlo. Bisognoso? Irritato? L'imbarazzo fu talmente tanto che fu lei a interrompere il contatto visivo, ridestando anche lui.
Abbassò lo sguardo distrattamente e vide il dito sanguinante del ragazzo sul suo braccio.
“E' proprio un bel taglio, Ranma!” disse leggermente preoccupata.
“Ma no, no... va... va tutto bene Akane! Ho avuto di peggio” era molto imbarazzato, si vedeva. Ma che gli aveva preso?”
No Ranma bisogna disinfettarlo, non importa quanto forte tu sia. Aspetta qui vado a prendere l'occorrente.”
Scrollò leggermente le braccia come per segnalare al ragazzo di lasciarla andare. Che gli aveva preso? Ranma non seppe dare un nome a questo impulso, sapeva solo che non si era preso il tavolo in testa per un intervento di chissà quale Kami, sicuro.

Ecco fatto!” un cerotto con degli animaletti disegnati sopra era stato appena porto sul suo dito.
“Scusa non potevi mettermi un cerotto meno colorato?” Akane vide una strana ombra nera nel viso del ragazzo, lo stesso che aveva quando scopriva di dover mangiare qualcosa cucinato da lei.
“Sei anche viziato adesso? E poi sono così carini... gli animaletti danno un'aria al mio P-chan vero?”
“mh, non ti basta portarlo a dormire con te? Dovevi proprio prendere anche i cerotti con dei suini?” rispose il codinato senza pensarci troppo.
“Non sarai mica geloso, vero?”
“COSA?! Stai scherzando vero? Io geloso di un porco?Ma non farmi ridere! Piuttosto, spostati, abbiamo già detto che tocca a me cucinare oggi.” Per fortuna.
Dopo pochi minuti dalla fine del pasto, i due sposini andarono a dormire - in due stanze diverse, ovviamente -, convinti e felici che la serata fosse finita...



Angolo autrice
Salve a tutti :D
Stavolta sono stata puntuale, sono fiera di me stessa *.* ahahah :)
è stata una giornata molto lunga per i nostri protagonisti... il prossimo capitolo partirà dal giorno dopo? Mmh... ;)
Ringrazio tutte le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite, seguite, ricordate, chi continua a commentare e chi legge soltanto! ;)
Cercherò di postare entro la prossima settimana :)
un bacio a tutti, a presto!




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Capitolo 6
*** cinque. ***


5.




cinque.




Il suo viso così dolce si lasciava sfiorare dalle sue mani, per la prima volta. Quello sguardo non era carico di risentimento o di rabbia, come era solito essere. Le mani tremanti sul virile torace. Un bacio. Talmente caldo e dolce da non lasciar respirare. Le sue gote così rosee. Lo sguardo così insicuro e timoroso di ciò che stava per accadere.
Una mano scendere giù fino a sollevare leggermente la camicia da notte, quasi per istinto. Le sue gambe così lisce e sode furono accarezzate lievemente da quella mano maschile che era sempre stata così decisa; salì fino al ventre, neanche l'ombra di quell'impeto con cui l'aveva sempre vista muoversi.
“Ranma... ho un po' paura.” Era solo un soffio, ma ben distinto.
Sollevò lo sguardo un po' imbarazzato.
“Io... io non so... non so bene cosa fare Akane. Mentirei se ti dicessi il contrario. So solo che... ora... ho voglia di... accarezzarti, di starti vicino. Io...” la sua voce imbarazzata si fece più flebile. Le parole gli morirono in gola. Le mani di Akane lentamente sbottonarono i primi due bottoni della leggera sottoveste con fare titubante. Quella era la sua risposta. Voleva concedersi a lui, come non aveva mai fatto.
Un rumore improvviso spense quelle immagini in un istante. Il suo istinto di artista marziale era troppo sviluppato per non svegliarsi ad un rumore improvviso della notte. Leggermente accaldato e teso si guardò intorno cercando di captare altro. Sembrava il frusciare delle foglie di un albero.
Quello in giardino! AKANE!
Aprì la finestra e guardò sulla sua destra. La finestra era aperta, troppo aperta.
Senza pensarci troppo, con un balzo l'artista marziale si trovò dentro la camera di Akane. Immediatamente gli tornarono in mente le parole di Shampoo:
“ me la paghelete, statene celti!”. Chi potrebbe mai intrufolarsi a quest'ora in casa Tendo se non qualcuno con cattive intenzioni? Gli veniva in mente soltanto lei.
Sentii un mugolio familiare alle sue spalle. Akane dormiva beatamente senza essersi accorta di nulla: certo che quel maschiaccio aveva il sonno davvero pesante! Si avvicinò per coprirla meglio, senza sapere bene il perché.
I suoi capelli si muovevano lievemente al gentile soffio della brezza notturna, scoprendole il viso corrucciato.
“Ranma...” pronunciarono le sue labbra. Stava... stava forse sognando
lui? Infondo lui probabilmente starebbe facendo altrettanto se non fosse stato svegliato. Arrossì vistosamente a quel ricordo, notando solo ora che Akane indossava esattamente la camicia da notte del sogno.
Scosse la testa al riaffiorare delle sensazioni stranamente
piacevoli di pochi minuti prima, a quella vista.
“Ranma... sei uno stupido!” come non detto. Stava indubbiamente sognando lui, con tema differente però. Si preparò stizzito a balzare via dalla stanza ma si voltò quasi subito quando Akane aprì gli occhi.
“Ranma” il suo tono ora non era disteso come un minuto prima; tutt'altro. Suonava quasi come un rimprovero.
“che ci fai in camera mia a quest'ora?” chiese, alzandosi a sedere sul letto.
Accidenti, anche le lenzuola erano le stesse!
“Che... che tu ci creda o no, sono entrato in camera tua solo perché qualcuno ha cercato di farlo pochi minuti fa! Se non è successo è solo perché ci sono io ora, quindi non farti strane idee.” Era partito titubante, visto il pensiero precedente, ma poi aveva concluso in maniera decisamente più naturale.
“Non mi sto facendo strane idee stupido! Era solo una domanda!” ribatté di riflesso Akane.
Ora che la ragazza era seduta notò un particolare che lo distrasse
non poco.
Quella camicetta... aveva... no, non può essere.
“CHE DIAVOLO GUARDI MANIACO?!” La lampada della scrivania finì dritta sulla fronte del ragazzo.
“Non stavo di certo guardando... QUELLO CHE CREDI, STUPIDA!” Si stava abbottonando proprio i
primi due bottoni dell'indumento.
Oh kami!


Akane, penso proprio che io debba dormire con te, almeno per stanotte.”
“Cosa vuoi fare maniaco?!” di certo non rendeva le cose facili.
“Non nel tuo letto, stupida! Nella stessa stanza. Non ho voglia di fare avanti e indietro per le stanze qualora dovessi sentire ancora rumori sospetti.” Non era vero. In realtà era tremendamente preoccupato per lei. Sì, perché non avrebbe sopportato che Akane si trovasse in pericolo a causa sua per l'ennesima volta.
“Fai come vuoi,” rispose le con aria risoluta. “ma tieni le mani apposto!”
“Tranquilla, è l'ultimo dei miei pensieri” bugiardo?
Non riusciva a smettere di pensarci.
Aveva... aveva ricordato tramite il sogno? Tutto coincideva: la stessa camicia da notte di quella mattina, le stesse lenzuola che, ci avrebbe giurato, Kasumi non aveva fatto in tempo a cambiare per via della fretta di partire, quei bottoni che Akane non aveva portato mai sbottonati, per ciò che aveva potuto vedere.
Quindi loro avevano... non voleva neanche pensarci! Aveva già messo in conto che poteva essere successo, ma fin quando nessuno avesse ricordato, tutto sarebbe stato come se nulla fosse accaduto. Aveva forse... fatto l'amore con Akane?


Non poteva crederci! Ma che prendeva a quello stupido di Ranma?
Prima l'episodio del cerotto – aveva seriamente pensato che l'avrebbe baciata, contrariamente a ciò che la ragione le suggeriva –, poi l'intrufolarsi così, in camera sua, nel cuore della notte... che diavolo gli prendeva? Che sia un effetto collaterale dei funghi che ha preso inconsapevolmente due giorni prima? Per quanto ne sapeva lei, i loro genitori potevano addirittura aver impregnato il cibo presente in casa di quella robaccia... ma non esageriamo. È un maniaco, punto. Un maniaco che però, prima di allora, non l'aveva mai guardata in quel modo. Per un attimo le era quasi sembrato di scorgere nel suo sguardo tutt'altro che scherno, qualche minuto prima, in quelle stesse mura.
Che fosse una sua impressione?


Nelle due stanze il sonno cadde con qualche minuto di troppo; mentre, nella notte, uno sguardo minaccioso rinviava il suo attacco a momenti più propizi.



Angolo autrice


Ciao a tuttiiiiii :D
Mi sono salvata in extremis direi :P alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare entro il fine settimana... (più o meno :P)
bene... i nostri amici stanno pian piano prendendo coscienza dei loro sentimenti! Devo dire che sto iniziando ad affezionarmi a questa storia... i personaggi ogni volta che scrivo prendono vita da soli e per il momento non mi sforzo troppo di rendere le cose verosimili. :D spero che faccia lo stesso effetto anche a voi, io ci sto mettendo tutta me stessa in questo piccolo progetto :)
Se doveste trovare degli errori nella forma mi scuso anticipatamente, questa volta andavo un po' di fretta :) :)
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e, qualora non lo fosse stato, vi prego di fare pure delle critiche... mi aiuteranno sicuramente a migliorarmi ;)
alla prossima settimana! Un bacio :)





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Capitolo 7
*** sei. ***


6.





Sei.




Lui precede quel suo incerto sbottonare. Solleva quella leggera veste fino ad accarezzarle il ventre. Quel ventre dalla pelle morbida e inviolata. Non riuscì a trattenersi e lentamente iniziò ad annusare il suo profumo, sfiorandole il collo. Aveva sempre pensato che Akane avesse un buon profumo, ma in quel momento una forza misteriosa continuava a guidarlo in questo dolce avvicinamento. La sentì trattenere qualche gemito, e questo lo portò a perdere il controllo, sempre di più.
Le sue mani si fecero più decise, e come un drogato in crisi di astinenza, non riusciva più a controllare i suoi movimenti.
La voleva troppo. Non aveva mai desiderato nulla come desiderava lei in quel momento.
Non sentiva imbarazzo, non era più impacciato. Era come se non avesse fatto altro che toccare, annusare, bramare Akane in quel modo da una vita.
Prese a posare delicatamente le sue labbra sul suo collo. E morbidamente, la baciò, ancora ancora e ancora. Akane allacciò le gambe dietro il suo bacino, la sentiva così vicina che gli stava dando alla testa, portando solo a peggiorare la situazione. Raggiunse il seno della ragazza sotto la vestaglia e iniziò a massaggiarlo energicamente, mentre le sue labbra si impossessavano ora di quelle di Akane. “Oh... Akane!” ansimò senza ritegno.
Quanto poteva resistere ancora? Lei era così... eccitante.

Ranma! Ranma, ti vuoi svegliare?” una voce un po' irritata lo riporta alla realtà. La stanza è ancora buia... e Akane è seduta di fianco a lui.
“Che... che suc-cede?” il suo volto era ancora sonnecchiante. Ed era... oh no. Akane avrebbe sicuramente frainteso. Non poteva permettere che vedesse il rigonfiamento all'interno dei suoi pantaloncini.
“A-akane... che diavolo vuoi?” le aveva risposto un po' stizzito. D'altronde era mattina presto.
“Mi chiedevo solo che avessi da migugnare tanto nel sonno, idiota! A un certo punto hai ansimato anche il mio nome... scusa tanto se mi preoccupo per te!”
“Il tuo nome? tu vaneggi cara!” ed era arrossito vistosamente, come un bambino colto a frugare nel vaso della marmellata.
Akane esplose in una risata cristallina, di quelle che ti stringono il cuore. Cioè no, di quelle che ti imbarazzano più di quanto tu già non lo sia.
“Tu, tu... tu mi stavi sognando vero? Sei diventato tutto rosso! Forse... ti sei immedesimato troppo nella parte del marito... non credi?” e continuava a ridere e ridere. Senza smettere, senza prendere fiato.
“Guarda che ti sbagli!” si era alzato con poca grazia, andando verso la porta. Gli serviva una bella doccia, fredda possibilmente.
“E dai Ranma, non offenderti. Stavo scherzando.” Gli aveva preso un braccio, cercando di voltarlo verso di se. Lui aveva scrollato il braccio con poca gentilezza. Ranma era davvero un idiota!
“Volevo solo essere gentile idiota. Se ti fa arrabbiare così tanto avermi in torno dillo pure hai capito? Ti odio!” Lo aveva spinto via dalla camera con impeto. Poco importava come lui avrebbe reagito, non doveva vedere quella piccola lacrima che premeva per scendere sulle sue guance. Ma lui aveva visto. Aveva visto quel piccolo luccichio sulla sua guancia, mentre sbatteva furiosamente la porta. Per proteggere il suo piccolo segreto mattutino l'aveva fatta piangere. Forse Akane aveva ragione. Era veramente un idiota.
Certo che però poteva evitare di dire delle parole così pesanti. Non gli era per niente piaciuto sentirsi dire da Akane che lo odiava.
Proprio no.
Non era la prima volta che glielo diceva, ma stavolta non riusciva davvero a mandarlo giù. Al solo ripensare a quelle parole poteva giurare di aver sentito un piccolo
crack all'altezza del cuore.
Indeciso se andare o no a farsi quella dannata doccia fredda era rimasto fermo nel corridoio ad aspettare un segno. D'altronde non poteva non parlargli per sempre no?
O forse sì?


Era ora di pranzo ormai, e di Akane non c'era traccia. Forse questa volta aveva davvero esagerato. Infondo, stava davvero cercando di essere carina con lui. A modo suo.
Un po' di titubanza, aveva bussato alla porta. La risposta della sua dolce mogliettina era stata pari a quella di una racchia, tutto in regola quindi.
“Vattene via brutto stupido!” e forse era stato proprio quel fattore a farlo entrare ugualmente. Era stufo di litigare con lei, dovevano imparare a convivere prima o poi. Sentiva che se non avesse fatto il primo passo lui, ora... non ci sarebbe mai stato.
“Smettila di fare la bambina.” le aveva parlato con un tono di voce che non era attaccabrighe, come al solito. Era deciso, come un adulto. Forse era stato proprio quel tono a farla zittire all'istante.
Lui si era seduto sul letto davanti a lei.
Erano rimasti in silenzio per qualche minuto, a scaldare l'atmosfera c'era solo il lieve tepore dei raggi del sole che entravano nella stanza e li sfioravano dolcemente. Akane era seduta sul letto, con le gambe raccolte al petto, come per proteggersi, Ranma invece guardava per terra, apparentemente incapace di iniziare un discorso. Ecco,
apparentemente.
“Non mi è piaciuta l'ultima frase di stamattina, Akane. Per niente.” aveva iniziato lui alla fine: il suo tono era freddo, neanche i raggi del sole erano riusciti a scaldarlo.
“Vattene via brutto stupido?” aveva risposto lei, con voce flebile.
“No. Quella di qualche ora fa.”
Oh. Aveva capito perfettamente a quale si riferisse. Non disse nulla ugualmente, però.
“Non dirlo mai più per favore. Mi ha fatto...
male, ecco.” il suo tono era tornato un po' impacciato sulla nota finale. Forse fu questo che permise ad Akane di sciogliersi, forse è questo che portò Ranma a lasciarsi abbracciare. Sì, Akane aveva deciso di abbracciarlo. Così, d'impeto. Eppure non avrebbe mai pensato di provare una così bella sensazione di calore. Rimase rigido per qualche secondo nella sua posizione. Cosa era previsto che facesse? Doveva ricambiare forse? La risposta arrivò proprio mentre sentiva la presa di Akane farsi più leggera. Non poteva permetterle di farlo, no. Aveva appena realizzato che lui aveva bisogno di quell'abbraccio, più di qualunque altra cosa. L'avvolse dolcemente tra le sue forti braccia e pensò che in quel momento nulla poteva avere più importanza di questo. Stava abbracciando la sua Akane, poteva sentire veramente il suo profumo penetrargli dentro il corpo, poteva veramente constatare quanto fosse stretta la sua vita, quanto quell'abbraccio potesse essere dolce, come la sua Akane.
Un momento... Akane
dolce?! Ebbene sì, questa volta non aveva alcuna intenzione di ritirare quello che aveva appena pensato.


Angolo autrice

Salve a tutti :) dopo circa 5 lunghi mesi sono tornata. Avevo già detto che questa storia avrebbe trovato una conclusione e, anche se gli aggiornamenti sono mooolto incostanti, non ho intenzione di mancare alla parola data.
Finalmente questi testoni si sono sbilanciati un po' :) non penso di essere andata OOC, perchè comunque questi giorni li hanno vissuto molto intensamente e stando a contatto stretto in una situazione “matrimoniale” era inevitabile che si venissero incontro in qualche modo, anche se all'apparenza sembrano inconciliabili... ma non pensate che d'ora i poi siano tutte rose e fiori eh :P d'altronde sono sempre loro e di certo non ci faranno venire il diabete :) non so quando avverrà il prossimo aggiornamento, ma non credo di tardare troppo... spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi facciate sapere il vostro parere, come al solito... ;) un bacio, a presto!



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Capitolo 8
*** sette. ***


7.





Sette.




Il ritorno dei loro genitori si avvicinava e loro non avevano ancora trovato un modo per convivere con questa situazione, pensò Ranma, distratto dalla carpa che nuotava nel laghetto di casa Tendo.
“Hey, Ranma!” si sentì chiamare da lontano.
Girandosi, vide Akane con un bel vestito giallo che le lasciava scoperte le lunghe gambe, e mostrava leggermente il suo décolleté, il tutto fasciando sinuosamente le sue forme. Arrossì leggermente a quella vista.
“Che ne dici se facciamo un giro in centro oggi? È una bella giornata!”
Akane gli stava chiedendo di uscire? E si era pure vestita in
quel modo. Un po' intrigato e leggermente imbarazzato, cercò in tutti i modi di mostrarsi disinvolto.
“Va bene!” urlò, facendosi sentire. Si rigirò verso il laghetto per alzarsi, quando Akane riprese: “Così mi porti le buste della spesa, devo comprare un sacco di cose... domani tornano i nostri genitori, lo sai!”
Come non detto. Le sarebbe servito solo come attaccapanni. Fantastico.


Donne e shopping. Nuovo appunto al taccuino mentale di Ranma Saotome sulla convivenza dell'altro sesso: evitare in tutti i modi possibili di accompagnare una donna a fare acquisti in centro. Neanche il più grande artista marziale del Giappone potrebbe uscirne vivo.
“Mi sembrava ovvio pensare che tu saresti stata
lontana dai fornelli per tutto il tempo, Akane” esclamò Ranma indispettito, guardando tutti gli articoli che la ragazza aveva acquistato.
Quando poteva esserci abituata a questo genere di battute? Akane stava forse
imparando a mordersi la lingua? Prima regola del quieto vivere.
Non poteva credere di averla accompagnata a fare la spesa oggi, saltando così il suo allenamento del giorno.
Infondo, non gli dispiaceva vederla girare tra i negozi con aria sognante, sorridendo ad ogni minima cianfrusaglia che vagamente risultasse inutile.
Dovevano fare la spesa per il ritorno dei loro genitori, eppure Akane si fermava nei negozi più impensabili, ad ammirare vetrine di tutti i tipi.
Forse era meglio così – riflettè Ranma – una busta piena di alimenti era più che sufficiente per mandare a fuoco la casa.
Improvvisamente, Akane accelerò il passo, andando incontro a delle sue compagne di scuola per andare a salutarle. Al suo passaggio, Ranma sentì il suo profumo arrivargli alle narici, probabilmente sprigionato dai suoi capelli mossi dal vento. Si sentiva come un perfetto idiota di quei film romantici, dove c'era la musica in sottofondo e le immagini a rallentatore.
Poteva essere più patetico? Scrollò la testa in modo da allontanare quegli insulsi pensieri da sé, quando, proprio in quell'istante, una lama si scaglia velocemente nella direzione di Akane.
Senza pensarci troppo, il ragazzo le prese la vita e balzò su un albero là vicino, mentre la folla si guardava intorno spaesata.
“Ranma? Che diavolo sta succedendo?!” Esclamò Akane, con una voce spaventata.
“Non lo so, aspetta qui.” Proprio quando stava per balzare per terra dal ramo più basso dell'albero, un'altra lama arriva nella loro direzione, questa volta strappando leggermente la manica del vestito di Akane e ferendole un braccio. Un urlo strozzato uscì dalle sue labbra.
“AKANEE!” urlò Ranma, tornando su.
Si guardò intorno con aria circospetta, non notando nulla di strano, a parte la folla impazzita che si sparpagliava per le vie del centro.
“Akane, stai bene?” le chiese con tono preoccupato.
“Sì, sto bene, è solo un graffio.”
“Non è vero, stai sanguinando parecchio Akane. Ti devo portare subito dal Dottor Tofu.” La prese tra le sue braccia, cercando di non farle male e balzò di tetto in tetto fino allo studio del medico.

Quando arrivarono allo studio, Akane parve svenuta. Aveva perso molto sangue e il suo vestito immacolato era ormai con grandi chiazze rosso scuro.
“Dottore, dottore!” Alla vista dei due, il dottore lasciò subito le sue letture per controllare cosa stesse succedendo. “Akane è svenuta, ha perso molto sangue. Deve medicarla subito!” affermò Ranma, con tono spaventato.
“Fai vedere” fece stendere Akane in un lettino e controllò accuratamente la ferita.
“Sta tranquillo Ranma, non è niente di grave. Ha perso un po' di sangue, ma con la medicazione che le farò starà meglio.” Iniziò subito a spogliare Akane, in modo da medicarla. “Anzi, mi stupisco che sia svenuta, la ferita non è molto grave... si dev'essere spaventata parecchio”
Dottore, ma che fa?!” Ranma si girò immediatamente.
Tofu lo guardò sorpreso. “Ranma, sei suo marito. Non c'è motivo di imbarazzarsi!” affermò in tono di comprensione.
“Io vado nell'altra stanza” risponse il codinato, irrigidendosi. Ancora non era abituato a quel ruolo, e forse, non si sarebbe mai abituato a vedere Akane nuda senza sentirsi in imbarazzo.
Si era davvero spaventato quando ha visto Akane perdere conoscenza. Com'era possibile che non si fosse reso conto di qualcuno che volesse farle del male? Non aveva percepito nessuna presenza minacciosa. Che fosse lo stesso personaggio che era entrato di nascosto nella camera di Akane la notte precedente? Qui poteva esserci lo zampino di una sola persona.

Mentre si perse in questi pensieri, il Dottore lo richiamò nella stanza.





Angolo autrice

Buondì :)
Mi scuso immensamente per il ritardo di parecchi mesi... o forse dovrei dire un anno -.-” non mi ero accorta che fosse passato così tanto tempo :O ma come si dice? Meglio tardi che mai :) questi personaggi mi sono mancati parecchio, direi!
Alloraaaa, stiamo entrando nel vivo della storia. Ranma si sente più vicino nei confronti di Akane, e lei sta imparando ad essere meno impulsiva. Che sia la combinazione perfetta? :D ma ovviamente, non poteva essere tutto così facile per loro due... oltre alla faccenda del matrimonio, a quanto pare dovranno fare i conti con un personaggio che darà loro del filo da torcere. Questo pericolo li allontanerà di più o complicherà ancora di più le cose? Spero di aggiornare un po' più in fretta con il prossimo capitolo.
Ovviamente la mia richiesta di poter conoscere il vostro parere è sempre valida ;)
un bacio, a presto!


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