VegeTable

di Abacaxi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Da quando il principe dei Saiyan si era stabilito in casa sua, le cose erano cambiate parecchio.
Era entrato come una tempesta nella sua vita e si rifiutava di uscirne.
Le uniche conversazioni che riuscivano ad avere erano litigi carichi di insulti reciproci, a volte la ragazza si chiedeva per quale assurda ragione gli avesse permesso di rimanere lì.
Tutte le volte non riusciva a darsi una risposta e si rassegnava all’idea.
La sua vita dopotutto era diventata molto più movimentata rispetto a prima, da quando aveva lasciato Yamcha si sentiva nuovamente libera e spensierata.
“Donna, ho fame! Dammi da mangiare!” . Come al solito era stata riscossa dai suoi pensieri e dal suo lavoro  dalle urla forsennate del principe dei Saiyan.
“Brutto scimmione che non sei altro, il frigo è lì davanti a te perché non sforzi il tuo reale fondoschiena e non ti prendi il mangiare da solo?!” “ Come osi, stupida terrestre, non rivolgerti
in questo modo a me o farai una brutta fine!” . Così procedevano tutte le giornate alle Capsule corp.
La sera stessa Bulma era distrutta, aveva lavorato tutto il giorno sui congegni che Vegeta usava per allenarsi e che distruggeva ogni pochi giorni e il Principe non contento aveva continuato
a sbraitare incitandola a darsi una mossa.
Decisa a concedersi un rilassante dopocena la ragazza aveva riempito la vasca di acqua bollente e schiuma profumata fino all’orlo e vi si era immersa completamente.
Dopo un bel po’ decise che era ora di andare a dormire, uscì dall’acqua e si coprì con asciugamano striminzito che lasciava intravedere le spalle candide e minute e le gambe affusolate.
Camminava mollemente per i corridoi della casa immersa nei suoi pensieri quando urto contro qualcosa di duro e caldo. Alzò gli occhi e si trovò di fronte Vegeta che la squadrava da capo a piedi.
“Cos’è questa puzza, donna! È così dolce che mi fa venire la nausea!” “Si chiama bagnoschiuma si vede che non sei fan delle docce, eh?!” il Saiyan la guardò di sbieco e rispose unicamente con
un “tsk” prima di superarla ed andarsene.
Bulma in tutta risposta si allontanò e si chiuse in camera. All’interno della sua stanza iniziò a cambiarsi e si ritrovò a pensare a quell’uomo che la trattava come una servetta e ma che, si era accorta,
la guardava con occhi carichi di desiderio.
Iniziò a pensare a Vegeta in un modo diverso, non più spaventata da lui, da com’era prima anzi, forse dimenticandosi di ciò che aveva fatto, pensava a lui come l’uomo più bello che avesse mai visto.
La cosa che più attirava la giovane erano i suoi occhi,  scuri e tenebrosi, profondi e bellissimi, così diversi dai suoi chiari e leggeri. Al loro interno era nascosto tutto di lui, il suo passato, i suoi sentimenti
e le sue paure, insomma tutto ciò che il principe continuava a tenere sepolto e nascosto dentro di sé. Quando si fermava a guardarlo però il suo sguardo ricadeva sul corpo muscoloso e scultoreo, segnato
da profonde cicatrici che lo rendevano affascinante e sexy. 
Arrossì di quella constatazione e nascose le mani tra il viso, imbarazzata. Come poteva  anche solo pensare quelle cose? Dopotutto lui, il principe dei Saiyan, era uno spietato assassino. Scosse la testa per
cercare di scacciare quei pensieri, infilò una lunga maglietta e si infilò nel letto. Appena appoggiò il viso sul cuscino crollò in un sonno pesante e tranquillo.
Nel bel mezzo della notte un cigolio turbò il suo sonno, si guardò intorno cercando di capire da dove provenisse. Cercando di scrutare l’oscurità si rese conto che la porta della sua stanza era socchiusa ed
improvvisamente avvertì la presenza di due occhi che la fissavano.
“Ve-Vegeta sei tu?” Nessuna risposta. Nell’ombra della notte intravedeva due iridi scure che la osservavano e si avvicinavano pericolosamente a lei. Sentì il respiro del saiyan sempre più vicino e all'improvviso
si ritrovò sovrastata da quel corpo massiccio su cui si era ritrovata a fantasticare poche ore prima.
Senza dire una parola Vegeta iniziò a baciarla avidamente, le strappò i vestiti accarezzandola con le mani su tutto il corpo. Bulma, inizialmente interdetta da quello che stava succedendo, era rimasta immobile,
paralizzata, poi come risvegliata da un sogno si lasciò andare e ricambiò quei baci appassionati concedendosi completamente a lui.
Passarono la notte così, travolti da un’onda di desiderio che non li lasciava andare, uniti da qualcosa di più del semplice desiderio. Quando entrambi furono stremati si staccarono semplicemente,  sempre senza
dire niente il saiyan raccolse le sue cose, uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle e lasciando la ragazza con mille dubbi. 
Nello stesso momento nello spazio una navicella di forma circolare, molto simile a una conosciuta da Bulma e i suoi amici, sfrecciava in direzione della Terra seguita poco distante da altre due identiche.



Ecco il primo capitolo, a dire la verità non mi soddisfa molto, sono alle prime armi e devo ancora prenderci la mano spero di riuscire meglio nei prossimi! 
Grazie per aver letto! :)
Abacaxi

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Chiedo scusa per l'enorme assenza ma con l'inzio degli esami non ho avuto un attimo di respiro. Godetevi questo capitolo =)


 
Sentiva ancora il suo profumo sulla pelle, il suo sapore sulle labbra e al solo ripensare alla notte precedente un brivido le percorreva la schiena, tuttavia era turbata dal comportamento di Vegeta. Si rendeva conto che il suo orgoglio era troppo e non si

sarebbe concesso di dormire vicino a lei, una stupida terrestre, come la definiva ma si era aspettata almeno una spiegazione.

Per questo motivo quella mattina aveva indugiato più del dovuto nella sua stanza, trovando mille scuse per non scendere in cucina e trovarselo di fronte. Lo aveva sentito strepitare come suo solito per avere qualcosa da mangiare, era proprio in quei momenti

che Bulma ringraziava il cielo di vivere con i suoi.

Tuttavia non poteva nascondersi in eterno, perciò prese coraggio e si decise a scendere incurante delle farfalle nello stomaco e dei pensieri che le vagavano per la mente.

Scese le scale il più silenziosamente possibile cercando di non attirare l’attenzione del suo ospite. Entrando in cucina si rese conto che era vuota, un sospiro di sollievo le uscì automaticamente.

“In che cosa mi sono cacciata?!” si chiese ad alta voce mentre prendeva una scatola di cereali e una tazza dalla credenza. Un rumore alle sue spalle la fece voltare di soprassalto. “Donna sono pronti i tuoi aggeggi?! Devo allenarmi! Vedi di darti una mossa

altrimenti faccio saltare in aria te e tutto questo ridicolo sassolino in cui vivi”.

Bulma sobbalzò spaventata non dalla minaccia ma dalla presenza del saiyan nella stanza, fino a cinque secondi prima si era chiesta come avrebbe dovuto comportarsi ma trovandoselo davanti aveva capito perfettamente. Quella notte per lui era

semplicemente stato uno sfogo perché lui non era in grado di provare niente se non odio e rabbia, nulla era cambiato dal giorno prima. Una stretta al cuore costrinse la ragazza a tenersi al bordo del tavolo, fissava gli occhi di lui cercando di individuare un

cambiamento ma non trovò nulla. Si schiarì la voce cercando di apparire il più naturale possibile e lo liquidò con un “Ci sto lavorando” sbrigativo e lasciò la stanza per chiudersi nel suo studio e immergersi nel lavoro.

Le notti successive non furono diverse. Il saiyan si introduceva nella stanza di lei, che non riusciva in nessun modo a resistergli, non riusciva a cacciarlo via neanche se avesse avuto le forze necessarie per farlo. Lui da parte sua non diceva una parola, al

possedeva e poi fuggiva via nella sua stanza. Durante il giorno quando la ragazza cercava di parlargli delle notti trascorse insieme Vegeta si limitava a ignorarla con la scusa dell’allenamento.
 
Nel frattempo le tre navicelle erano sempre più vicine alla Terra.


Ecco a voi il seocndo capitolo della mia storia spero vi sia piaciuto, cercherò di postare il prossimo il prima possibile! =)
Abacaxi

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Bulma era stata completamente presa dallo sconforto, era quasi passato un mese da quella notte, la loro prima notte e nulla era cambiato. Lei non ne aveva fatto parola con nessuno ma non ce la faceva più, non riusciva più a sopportare la solitudine che il principe le lasciava dentro ogni volta che la abbandonava nel suo letto. Così aveva deciso di invitare tutti i suoi amici per dare una piccola festa di bentornato a Goku. Quando aveva comunicato la sua decisione al saiyan questi aveva iniziato a lamentarsi, brontolando sul fatto che non voleva avere niente a che fare con Kakaroth, come lo chiamava lui.
Ma Bulma aveva avuto la meglio e quel giorno era super indaffarata per preparare la casa e il cibo, Vegeta le girava intorno con i suo solito sguardo carico di disprezzo.
“La vuoi finire Vegeta? Ho da fare adesso non ho tempo per mettermi a riparare le cose che tu distruggi! La prossima volta impari a fare attenzione!” “Non è colpa mia donna se sono troppo forte per quelle diavolerie di metallo, ora smettila di perdere tempo e aggiustali!”.
La loro ennesima lite fu prontamente interrotta dall’arrivo dei primi invitati. Il saiyan si allontanò verso la Gravity Room mentre Bulma andava ad aprire la porta, sulla soglia trovò Crilin, il maestro Muten e Yamcha tutti sorridenti eccetto l’ultimo che cercava di camuffare un broncio senza riuscirci.
“Evidentemente non ha ancora mandato giù la nostra separazione” pensò Bulma divertita.
“Entrate ragazzi, accomodatevi in soggiorno” “Oh grazie Bulma, è tanto che non ci vediamo, non sei cambiata di una virgola”
In un’ora tutti gli invitati erano arrivati, ultimi come al solito, Gohan, Chichi e Goku.
Approfittando del tempo soleggiato Bulma aveva sistemato un enorme tavolo in giardino e stava facendo la spola dalla cucina all’esterno per portare tutte le pietanze che aveva preparato. Tutti stavano chiacchierando in soggiorno mentre Vegeta continuava ad allenarsi imperterrito.
“Quel saiyan non cambierà mai, è sempre così scontroso!” pensava Bulma mentre con una mano sollevava il vassoio pieno di carne da cuocere al barbecue e con l’altra prendeva una pila di piatti. Una mano sulla sua spalla la fece sobbalzare facendole quasi cadere tutto di mano, voltandosi vide Yamcha con un sorriso stampato in volto e lo sguardo colpevole.
“Hai bisogno di una mano?” “Ce la faccio benissimo, mi stavi facendo cadere i piatti” “Scusami…”. Il ragazzo abbassò lo sguardo ma subito tornò a guardarla con aria di sfida. “Senti un po’ Bulma non ti sei ancora stancata di stare sola?!” la ragazza per tutta risposta appoggiò i piatti e il vassoio sul tavolo della cucina consapevole che quel discorso avrebbe compromesso la sua calma e quindi il suo equilibrio.
“Come devo dirtelo Yamcha, non mi interessa stare con te, io non ti amo più !!” “Ma…è solo un momento di confusione, vedrai che se torniamo insieme cambierai idea…”. Mentre pronunciava queste parole si era avvicinato a Bulma, mettendole una mano su una spalla e bloccandola in un angolo.
La ragazza sbuffò spazientita aggiunse un “Te l’ho detto, non mi interessa!” si divincolò dalla presa e uscì in giardino annunciando che il pranzo era pronto.
Vegeta che, nonostante si stesse allenando, era rimasto in ascolto uscì dalla GR e si unì agli altri al tavolo prendendo posto vicino a Bulma e scoccando uno sguardo carico d’odio al terrestre che aveva infastidito la sua coinquilina poco prima.
Il pranzo era stato ricco e silenzioso interrotto solo dal rumore delle stoviglie, quando Goku e Vegeta avevano finito di divorare tutto ciò che gli capitava sotto tiro il gruppo si spostò all’ombra di un grande albero del giardino.
Sedute su una coperta stesa sul prato verde Bulma e Chichi iniziarono a fare conversazione.
“Hai avuto proprio un’ottima idea ad organizzare questa giornata, Goku non fa altro che allenarsi con Gohan e quel Piccolo, non si riposano mai! Il mio bambino non riesce mai a studiare!” “Penso sia una caratteristica saiyan, anche Vegeta non esce mai dalla Gravity Room”. Mentre proferiva queste parole un lampo di tristezza si materializzò nelle sue iridi turchine, senza pensarci si voltò verso l’uomo che provocava quella tristezza. Vegeta era poco distante seduto e con la schiena appoggiata al tronco di un albero, aveva le braccia incrociate sul petto e gli occhi chiusi. Non appena la ragazza lo guardò apri gli occhi e la osservò di rimando con il suo solito sguardo sprezzante.
“Stai bene Bulma? Sembri pallida, qualcosa non va?”
“Sto bene, davvero sono solo un po’ stanca, la notte non riesco a dormire bene”. Pronunciò quella frase con tono accusatorio rivolgendo nuovamente il suo sguardo verso Vegeta. Per tutta risposta il saiyan, che aveva sentito ogni singola parola, fece per alzarsi e tornare ad allenarsi ma il suo nemico numero uno nonché incubo peggiore gli si parò davanti.
“Vegeta combattiamo!” sentenziò Goku puntandogli il dito indice verso la faccia.
“Quando vuoi Kakaroth!”. I due iniziarono ad ingaggiare una lotta senza esclusione dei colpi e senza risparmiare energie.
Gli altri li guardavano  inizialmente incuriositi e sorpresi, successivamente tornarono a quello che stavano facendo.
Bulma e Chichi ripresero a chiacchierare del più e del meno fino a quando la ragazza dai capelli turchini fu interdetta da una domanda dell’amica.
“Come fai a vivere con quel Vegeta in casa? È un criminale! Non hai paura che ti faccia del male?”
“A dire la verità passa tutto il giorno ad allenarsi, a volte è come non ci fosse. Non penso che oserebbe torcermi un capello, sa benissimo che nessun altro sarebbe disposto ad accoglierlo nella sua casa, dargli del cibo e riparare tutto quello che distrugge”. La mente della ragazza si fermò velocemente sulle molte notti passate con Vegeta, la invase il pensiero che forse il saiyan non le aveva mai fatto del male solo perché per lui costituiva uno sfogo per i suoi istinti. A questo pensiero una forte nausea assalitì la ragazza che si alzò velocemente e corse in casa per dare di stomaco.
Tutti rimasero a fissare la porta dove Bulma era sparita interrogandosi su cosa avesse fatto stare male la loro amica. Persino Vegeta si era distratto sentendo l’aura della donna allontanarsi e non era riuscito a schivare il pugno di Goku che lo aveva fatto volare lontano di parecchi metri. La distrazione del principe dei saiyan tuttavia durò ben poco e subito il combattimento riprese senza esitazioni.
Bulma si sciacquò la bocca e rimase a fissarsi nello specchio sopra il lavabo cercando di capire a cosa fosse dovuto quel malessere, concluse poco convinta che aveva mangiato troppo, si sistemò il trucco e tornò in giardino.
Gli occhi di tutti erano puntati su di lei ma la ragazza non si fece intimorire dagli sguardi incuriositi e si sdraiò sull’erba con lo sguardo puntato verso il cielo dove i due saiyan stavano combattendo.
“Quanto è bello Vegeta quando combatte” si ritrovò a pensare ignorando la vena di malvagità negli occhi del principe. Iniziò a fantasticare su come sarebbe stato bello se lui non fosse stato così malvagio, così orgoglioso ma smise di illudersi presto, la realtà non poteva essere cambiata, lui era malvagio e niente dei suoi comportamenti aveva lasciato intendere che qualcosa sarebbe potuto mutare.
Bulma fissava il saiyan, il suoi saiyan come le piaceva definirlo illudendosi di poterlo considerare suo quando invece era l’esatto contratio, la sua mente era un turbinio di pensieri da troppo tempo stipati e mascherati da un sorriso tirato.
Le sue riflessioni furono interrotte da un silenzio carico di tensione, Vegeta e Goku avevano smesso di combattere e fissavano il cielo con sguardo teso.
“Si sta avvicinando un’aura, non è molto potente ma sembra familiare”.
Un rumore improvviso squarciò l’aria, un grande polverone si alzò all’orizzonte seguito da un boato sempre più vicino. Alcuni edifici della città furono demoliti da un oggetto sconosciuto. Tutta la gente si riversò in strada a vedere cosa stesse succedendo, anche Bulma e i suoi ospiti accorsero sul luogo.
Davanti ai loro occhi si presentò uno spettacolo al tempo stesso familiare e inaspettato: una navetta identica in tutto e per tutto a quella che aveva portato Vegeta, Nappa e Radish per la prima volta sulla terra era atterrata poco distante dalle Capsule corp, la vista di quella palla metallica scosse l’animo di tutti i guerrieri z e dei loro compagni portando alla mente ricordi passati e difficili da digerire.
Rimasero tutti in silenzio attendendo che qualcosa accadesse, dopo pochi secondi il portellone della navetta si aprì ne uscì un ragazzino dall’aspetto deboluccio e piuttosto basso, indossava una battle suite blu degli scagnozzi di Freezer e appoggiato all’orecchio aveva uno scouter verde acqua. Non fu molto l’abbigliamento del giovane a colpire i presenti quanto una coda lunga e pelosa, molto simile a quella di una scimmia, che spuntava dal suo fondoschiena e si agitava nell’aria.
“Ma…ma..quello è un saiyan!!” pronunciarono all’unisono Crilin e Gohan.  
Sotto lo stupore di tutti i presenti il ragazzo iniziò a guardarsi intorno, in cerca di qualcosa o qualcuno.
Bulma lo osservava, i suoi occhi, la sua espressione corrucciata  le erano familiari come se quel ragazzo fosse in realtà un suo vecchio conoscente.
“Table, che diavolo ci fai qui?!” la voce di Vegeta interruppe il silenzio che era calato, tutti si voltarono a guardarlo con occhi stupiti. Lo stesso ragazzo si girò verso di lui ed i suoi occhi passarono da uno sguardo severo a uno sorpreso e allo stesso tempo felice.
Nii-San, fratellone, Vegeta! Sei qui allora! Finalmente ti ho trovato, ti ho cercato ovunque quando ho scoperto che Freezer era stato sconfitto!”. Il giovane saiyan si avvicinò al gruppo guardando il fratello dritto negli occhi.
“Tsk, e io che pensavo fossi morto sul pianeta in cui ti avevano spedito”.
Bulma si scambiò uno sguardo stupito con tutti i suoi amici, da quando Vegeta aveva un fratello??.

 



Chiedo scusa per l’eternità che è trascorsa dallo scorso capitolo, le lezioni universitarie non mi lasciano respirare! Spero almeno che questo capitolo vi piaccia, aspetto recensioni soprattutto consigli utili!
Abacaxi

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