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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo *** Capitolo 2: *** Atlanta? Seriously? *** Capitolo 3: *** Troppo figo per essere vero! *** Capitolo 4: *** don't be a drag, just be a queen *** Capitolo 5: *** Festa con... sorpresa!!! *** Capitolo 6: *** Sentimenti confusi ***
Sierra Marie era
in ritardo come al solito; aveva appena messo il carica batterie del cellulare
nella borsa, gli occhiali erano sul naso ... ma mancava ancora qualcosa.
Quel giorno, per
lei e la sua migliore amica, sarebbe stato un giorno memorabile o almeno
sarebbe potuto esserlo se lei evitava di far perdere il volo all'amica.
A ventitré anni
e una laurea appena presa, le due ragazze avevano avuto un'offerta di lavoro
super allettante: Lavorare per un'azienda come traduttrici.
Erano laureate
in lingue e i loro voti sono sempre stati quelli più alti dell'istituto.
Certo, l'azienda
in cui dovevano lavorare era quella del padre di Cathy, ma quello era solo un
dettaglio: Loro meritavano quel posto.
Avevano deciso
che tra le varie sedi, avrebbero lavorato a Londra.
Londra era il
loro sogno sin da piccole.
Sierra amava l'atmosfera
di libertà di quel posto magico, i ragazzi inglesi e il loro accento sexy.
Cathy invece era
affascinata dalla cultura e i modi gentili degli anglosassoni.
Anche in questo
si differenziavano.
Come detto in
precedenza, Sierra Marie era in ritardo e quando lei lo era diventata, ancora
più psicopatica di quello che era normalmente e il cellulare che squillava da
dieci minuti - senza sosta -, non aiutava per niente l'equilibrio mentale della
ragazza.
Rispose alla
chiamata, era esasperata.
« Dove. cazzo.
sei? » “ vive la finesse ” pensò la ragazza dai capelli dello stesso colore di
Edward Cullen - non fateglielo presente, vi
ucciderebbe .
« Ciao amica
mia, io sto bene e tu? Comunque sono a due minuti dall'aeroporto. » Mentì,
cercando di infilare all'interno della valigia rosa, l'ennesimo paia di Marc Jacobs.
« E secondo te,
perché non ti credo? » sibilò inferocita Cathy dall'altra parte del telefono
« Perché
ovviamente, sei una donna di poca fede. » Disse con fare ovvio e disinvolto
Sierra.
« No! Perché ti
conosco. Io lo sapevo, lo sapevo, perderemo il volo, perderemo Londra, e »
« Cathy cazzo
CALMATI PER L'AMOR DI ZANETTI! »
Ah sì, cosa
fondamentale da sapere su Sierra Marie, è che la ragazza è tifosa di calcio.
Tifa Inter e non
indossa mai qualcosa di Rosso e nero insieme.
« Sì giusto »
disse Cathy, che dal canto suo era già bella che pronta.
Era arrivata due
ore fa al terminal 2 e aspettava solo l'arrivo della sua migliore amica.
Lei al contrario
di Sierra, aveva preparato tutto da giorni perché voleva che questo viaggio
fosse perfetto.
La loro nuova vita
sarebbe stata perfetta.
Katherine -
quello era il suo nome intero -, era seduta su una sedia di plastica
dell'aeroporto di Venezia, sfogliava distrattamente le pagine di un libro che
aveva comprato per il viaggio.
La protagonista
si paragonava ad un personaggio di qualche libro di Emily Bronté;
gli venne in mente sua madre.
Infatti Cathy
deve il suo nome proprio alla protagonista del più celebre libro della Bronte: ' Cime Tempestose '.
Cathy odia quel
libro, ma sua madre sin da quando scoprì di essere incinta, ogni sera glielo
leggeva - lettura poco consigliata ad un feto -, convinta che alla sua bambina
facesse piacere.
Ovviamente era
il contrario.
“ E se invece di
aspettare una femmina, mamma avessi avuto un bimbo? ” ... sicuramente sua madre
avrebbe marchiato a vita quella povera creatura chiamandolo ' Heathcliff '.
Rabbrividì
all'idea.
Scosse la testa
e chiuse gli occhi cercando di far sparire quei pensieri, sperando magari che
quando li avrebbe riaperti, Sierra sarebbe apparsa lì davanti a lei e avrebbero
preso quel volo tanto desiderato.
Ma quando lo
fece, della sua compagna di banco/di vita/di culla/di merenda, neanche l'ombra;
allora prese il cellulare e la chiamò ancora una volta.
Uno squillo.
Due squilli.
Al terzo squillo
l'avrebbe ammazzata.
« Cathy cara! »
« Dove sei? »
Non si fece imbambolare dal tono di voce supplichevole di Sierra.
« Sono
imbottigliata nel traffico » disse la ragazza sbuffando.
« Cazzo Siè, mancano venti minuti! »
« Lo so...
senti, facciamo così tu ora ti imbarchi e poi ti raggiungo io.. ok? »
Cathy sorrise
teneramente, infondo la sua amica non era come voleva apparire.
Sierra era
dolce, e non fredda come la descrivevano.
« No. Ricordi?
Salti tu, salto io » Sentì la sua interlocutrice sorridere
« Perdo il volo
io, perdi il volto tu » continuò Sierra Marie.
« Esatto. Ma
vediamo di non perderli questi voli, ok? »
« Arrivo, ROGER!
»
Cathy staccò la
chiamata sentendosi meno vuota e triste, alla fine avrebbero solo perso il
volo... niente di che. Avrebbero preso il prossimo.
Sospirò quando
due minuti dopo la fine del tempo utile per fare il check
in, arrivò Sierra ansante e dolorante.
« Dimmi che
siamo in tempo » chiese la ragazza tenendosi il fianco che le doleva per aver
corso troppo.
« No. » Precisa
e sconsolata.
« Cazzo, cazzo,
cazzo, cazzo » Mentre Sierra imprecava, la mente di Cathy cominciò a meditare
qualcosa ...
« Andiamo a fare
un altro biglietto »
Sierra annuì
seria - stava pensando -, e quando stavano per avvicinarsi alla biglietteria,
prese per un braccio l'amica e la trascinò verso l'uscita.
« Ma che fai? »
« Ti ricordi
Gianni? »
La ragazza mora
- Cathy - annuì ma non capiva cosa stesse dicendo.
« Bene. Lui
aveva una cotta per me e»
« Devo fargli le
condoglianze? » Sierra non ebbe il tempo per offendersi - era permalosa, molto
permalosa - e continuò il suo discorso.
« Gianni, colui
che aveva una cotta per me, lavora qui » Disse sperando che l'amica capisse
« E quindi? » “
Niente, è ottusa ” pensò Sierra.
« Cathy, hai
presente cosa possono fare un paio di moine e due occhietti dolci? »
Cathy capì, e
riprese a seguire - stavolta con convinzione - l'amica.
« Sei un genio »
le disse.
« Lo so, ma ora
andiamo ».
Le nostre due
eroine vagarono per l'aeroporto per i dieci minuti seguenti a quella
conversazione, fino a quando trovarono il loro unico appiglio di salvezza.
« GIANNI! »
Tuonò la rossa - Sierra si definiva rossa, ma in realtà non lo era poi così
tanto.- , buttando le braccia al collo del ragazzo.
« Sie- Sierra » balbettò emozionato Gianni. « Che ci fai qui?
» continuò il ragazzo con più convinzione credendo di aver detto una cosa
intelligente;Sierra invece si trattenne
nel dirgli che quella era la domanda più idiota che le avessero rivolto visto
il luogo in cui si trovavano, e le valigie che si portavano appresso.
Ma evitò di
farglielo presente.
« Beh, vedi
siamo - anzi eravamo - in partenza per Londra... ma sai abbiamo perso il volo »
disse dispiaciuta e con tono civettuolo.
Il ragazzo
deglutì quando alla sua voce svenevole, Sierra incluse uno sfioramento di mani.
« Potevi evitare
di sbattere le ciglia, Sierra. » Cathy ammonì l'amica con divertimento.
« Oh, mi spiace
»
« Senti Gianni
non è che.. siinsomma, non è che
potresti aiutarci a farci prendere quel volo? »
Il ragazzo
guardò prima Sierra e poi Cathy, prese il biglietto che la prima aveva in mano,
e poi sorrise compiaciuto.
« Venite con me.
»
Un quarto d'ora
dopo, si erano sedute nelle poltrone comode dell'aereo tirando un sospiro di
sollievo. Il loro nuovo salvatore gli aveva promesso che si sarebbe occupato
lui dei bagagli.
« Ricordati di
costruire una statua al tuo amico »Disse Cathy che ora era decisamente più tranquilla, anche se erano
appena decollati e lei odiava quel momento di volo.
« Mhmh, sicuro » In realtà Sierra
era già quasi nel regno dei sogni visto che aveva messo le cuffiette ed ascoltava
JaredLeto che le
sussurrava nelle orecchie : “ No warningsign, no alibi, wefadedfasterthanspeedof light ” .
E così, le due
ragazze non seppero precisamente quando, ma si addormentarono cullate dal
dondolio piacevole che si prova quando si vola.
Si risvegliarono
solo quando dovettero allacciarsi le cinture.
Scesero
dall'aereo ancora intontite; se c'è una cosa che dovete sapere di loro due è
che quando si svegliavano non capivano nulla.
Lente percorsero
il tunnel che le avrebbe portate all'inizio della loro nuova vita.
Non sapevano
ancora che erano appena andate incontro ad un destino ancora più grande.
« Cathy? »
Sierra si guardava attorno spaesata, non capiva ...
« Sì? » L'amica
invece era ancora confusa dal sonno che le era sembrato durare ore ed ore.
« Cathy, cazzo
questo non è l'aeroporto di Londra »
Disse le ultime
parole urlandole quasi, dov'erano finite? E come avevano fatto ad arrivare fin
lì senza che nessuno se ne accorgesse? E i bagagli? Londra?
Anche Cathy si
accorse che qualcosa non andava.
« Ok, calma.
Magari siamo a ... no, non siamo a Londra. Cazzo. »
Le ragazze
deglutirono ancora.
Sierra cominciò a
camminare, Cathy si ricordò che Gianni le aveva detto di stare tranquille con i
bagagli.. anche quelli magari erano arrivati insieme a loro?
Andò a vedere e
fortunatamente erano lì.
Ma Sierra era
isterica.
“ Dove sono? ”
Pensò.
Così decise di
esplorare l'ambiente. Dopo poco trovò una targache diceva : “ Benvenuti all'aeroporto internazionale di Atlanta. ”
Sierra sbiancò.
Cathy non parlò.
« Oh cazzo. »
Continua ....
Ciao a tutte rieccomi con una nuova storia però questa volta ci sarà un’altra
ragazza insieme a me lei è douglasspunksperiamo che questo prologo vi abbia
invogliato a seguirci anche in questa nuova avventura!!!!! Non vedo l’ora di
leggere le vostre recensioni!!!! XDXDXD al prossimo capitolo spero!!!! XDXDXD
Nella mia vita,
ho sempre pensato che rimanere calmi è una gran cazzata.
Chiariamoci, non
sono il tipo di persona che perde le staffe ogni due per tre - ci vado vicino
-, ma credo che quelli dall'autocontrollo illimitato sono poi i tuoi futuri
aguzzini.
Visione
ottimistica della cosa direte voi? No, semplicemente prendo spunto dalla realtà
dei giorni nostri; andiamo, il vicino di casa che ha sterminato un intera
famiglia di gatti, e o di persone, non era sempre quello che a detta di tutti
era “ Oh, è stato Tizio? Era così un caro ragazzo, mi aiutava sempre con
la spesa. ”. Appunto! Quindi, Cathy che mi imponeva di rimare calma, era una
specie di utopia per me.
Me... Giusto, mi
presento: Mi chiamo Sierra Marie - nome idiota, lo so. - ho ventitré anni,
laureata in lingue e sono appena atterrata ad Atlanta.
Ora direte voi,
e qual è il problema? Il problema è che io dovrei essere a Londra!
Londra!
Avete presente
quella splendida città dove ci sono la regina, i due principi fighi - preferisco Harry, è più simpatico del pelato -, la
musica perfetta, l'aria buona, il Tamigi, la vita quella bella?
Ecco. Io dovrei
essere lì, ed invece sono ad Atlanta! Come ci sono arrivata? Non lo so, o
perlomeno so di aver preso un aereo che avrebbe dovuto portarmi in Inghilterra
ed invece mi ritrovo in America.
Ad Atlanta!
E perché Cathy -
la mia migliore amica -, non è infuriata?
Voltai il mio
sguardo che da ben dieci minuti era fisso sul cartellone che mi diceva di
essere ad Atlanta - STRONZO! -, e incrociai i miei occhi verdi - o blu, non
saprei dirvi - con quelli di Cathy.
« Finalmente ti
sei degnata di guardarmi! » Incrociò le braccia al petto facendomi capire che
si era spazientita.
« Cathy » Tentai
di sembrare calma ed incline al dialogo « Come puoi essere così tranquilla? »
Lei mi guardò di
sbieco come se fosse una cosa ovvia, come se io non capissi l'ovvietà della
situazione.
« Tesoro, le
valigie sono qui, noi siamo intere... non capisco perché ti scaldi tanto ».
Ok, non capiva
la tragidicità della cosa.
« Cathy siamo ad
ATLANTA! ATLANTA! Non sappiamo neanche come ci siamo arrivate, perché la gente
non se ne è accorta, perché noi non l'abbiamo NOTATO! COME ABBIAMO FATTO DICO
IO? COME? COME? Cathy non guardarmi come se fossi pazza »
Alternai parole
urlate ad altre sussurrate, forse un po’ sembravo sull'orlo della pazzia, ma
davvero, avevo troppi dubbi, troppe domande.
« Sierra, l'hai
detto tu. Siamo ad A.T.L.A.N.T.A »
« L'ho capito! »
Lei socchiuse gli occhi come a volersi calmare.
« Sierra.
Atlanta. The vampire Diaries. Joseph Morgan, il tuo
amato Joseph Morgan »
Oh
Oooohhhh.
Ora capivo
perché non era poi così dispiaciuta.
Atlanta, uguale
il cast di TVD, il nostro show preferito.
Ok, sì forse non
era poi così male... ma no, decisamente dovevamo andare a Londra.
« Cathy,
ragiona... Dobbiamo andare lì, e poi da quando sono io quella responsabile? Tu
sei quella che dovrebbe dirmi queste cose, non io! »
« Senti Sierra,
questo è un colpo di fortuna! Pensiamoci bene, infondo iniziamo il lavoro solo
il 2 Settembre, ed ora siamo al 16 di Agosto, abbiamo tempo. Non fare la guasta
feste proprio quando io ho deciso di godermi quello che la vita mi riserva. »
La guardai con
un misto di incredulità e tenerezza, Cathy è una tipa tosta che quando sa cosa
vuole niente e nessuno gli impedisce di averla, ma quasi mai si lascia andare
alle avventure, è una ragazza con la testa sulle spalle, ecco.
Decisi di
accontentarla per stavolta, anche perché non avrei potuto fare diversamente.
Sbuffando, presi
la mia borsa da cui estrassi l'iPhone; volevo cercare
su google qualche hotel in cui stare, se dovevamo restare appunto da qualche
parte dovevamo fermarci.
« Sierra, io
avrei una certa fame, andiamo al bar? » Distrattamente annuii, seguendola poi
poco dopo.
Gli alberghi in
quella città sembravano tutti uguali a giudicare dalle foto che vedevo.
Arrivati al bar, Cathy prese un caffè per lei e un cappuccino per me.
Non capivo come
facesse a bere quella brodaglia marrone che qui in America spacciavano per
caffè, era decisamente cattivo come sapore. Non che io amassi il caffè particolarmente,
ma che schifo!
Preferivo un
cappuccino, o il mio adorato latte alla vaniglia, in alternativa un bel latte
alla menta andava benissimo.
Sempre molto
distrattamente sorseggiai la mia bevanda, vagliando attentamente le proposte
che Google mi offriva. Ce ne erano di diversi, e per fortuna non avevamo
problemi con i soldi, perché altrimenti si che sarebbero stati azz amari.
« Mhh, Cat, questo secondo me può anda.. » non finii la frase perché un qualche imbecille mi
venne addosso facendomi versare sulla camicia nuova il cappuccino.
Giornata di
merda.
« Ma guarda dove
vai stupido » urlai al ragazzo che emanava uno strano profumo - buono, ma
strano.
« Scusa, non ti
ho visto. Tu potevi evitarmi però ». Il ragazzo aveva una voce bella, ma no ci
feci caso lì per lì, così come non mi accorsi subito del mutismo di Cathy, ero
più intenta a studiare la macchia piuttosto evidente sulla camicia
« Ma se sei tu
che mi sei venu » Alzai lo sguardo, e le parole mi
morirono in gola.
Io, Sierra Marie
Fiore, originaria di Napoli, tifosa dell'Inter, innamorata di ' cime tempestose
', mi ero appena scontrata con IanSomerhalder.
Giornata
meravigliosa!
Cathy era ancora
sotto shock, lo guardava con occhi adoranti - effettivamente era il suo idolo.
- non spiccicava parola, sembrava imbambolata.
Lui si accorse
della situazione, e sembrava si divertisse, perché un sorriso furbo gli
incorniciava il viso.
Mi voltai verso
la mia amica, scuotendola piano, sperando che almeno lei facesse bella figura
con lui.
« Ehm, Cathy
stai bene? » Decisi di non parlare inglese davanti a ... lui.. Ian, sì lui ecco, volevo una sorta di privacy.
« Tu tu hai visto chi c'è davanti a noi ? » E sì che l'ho visto!
Occhi nascosti
da due Ray-ban come i miei, camicia nera, cappello di
paglia, jeans stretti... sì decisamente l'avevo visto.
« Sì, Cat »
L'attore ci
guardava curioso, e stranamente non era corso via o qualcosa del genere.
Forse era
rimasto perché uno: Mi aveva sporcato camicia e maglia e
due: Non gli
eravamo saltate addosso, quindi voleva essere gentile.
O magari c'era
la terza opzione, cioè che forse aspettava qualcuno.
« Ci sta
fissando » mi disse lei ancora sconvolta dagli ultimi eventi.
« Sì lo vedo »
« Non guardarlo
» alzai un sopracciglio come segno di protesta.
« Io, non lo
guardo sei tu che lo stai facendo. Cathy , non per dire ma hai la bava che ti
cola ai lati della bocca. Calma i bollenti spiriti e fai meno la fan su su » Lei mi guardò quasi incavolata, e poi si ridestò dalla
sua sensazione di torpore. Allungò una mano verso Ian,
che lui afferrò prontamente.
« Scusa la mia
amica e la sua sbadataggine, io sono Cathy. ».
Come, come?
Ma WHAT THE FUCK? Io non ero sbadata, LUI era venuto
addosso a me.
Non il
contrario.
Io mi ritrovavo
zuppa di cappuccino, mica lui.
Il tizio - sì, a
sto punto è solo tizio - sorrise in quel modo che faceva pure Damon Salvatore
Ovvio genio, lui
interpreta Damon!
Ok, beh
dettagli.
Sta di fatto che
lui sorrideva, e Cathy faceva lo stesso in modo piuttosto da civetta.
« No, veramente
credo di essere io quello in torto » .
Oh, bravo
ragazzo!
« Anche se devo
ammettere chetu non è che guardavi
davanti a te, potevi evitarmi se non eri incollata al cellulare. »
Oh ma bravo un
corno.
Cercai di
trattenermi, non volevo di certo sbottare mentre eravamo in aeroporto e la mia
migliore amica mi guardava con aria da pazza omicida.
Io ci tenevo
alla pelle, eh.
« Sì, scusala
era occupata »
« Quando sentirò
le sue scuse magari » ammiccò leggermente nella mia direzione, facendomi incavolare.
Beh lui invece
alla pelle non ci teneva proprio per niente.
« Senti Ian sono Sonobello-sonofigo,carissimo
» Gli puntai l'indice contro mentre Cathy sbiancò. « Io non ti chiedo scusa
visto che la camicia macchiata è la mia non la tua. Non ti chiedo scusa, anche
perché sei tu che mi hai urtato e non il contrario. »Lui teneva gli occhi fissi su di me, il
sorriso tirato su, e le braccia conserte.
« Spocchioso.»
Aggiunsi nel mio italiano privo di accenti.
Cathy sembrò
riprendersi, perché mi tirò un pugno dietro la schiena che mi aveva sicuramente
provocato un livido.
« Scusala »
ripeté ancora la mia ex migliore amica a questo punto.
« No, ha
ragione. E mi scuso io, anzi per sdebitarmi perché non passate per il set?
Credo voi due, o almeno tu » Indicò Cathy che sembrava viaggiare su una
nuvoletta rosa « sei fan di tvd quindi credo vi possa
far piacere. »
« Assolutamente!
» disse lei senza contenere il suo entusiasmo.
« Senti, io
ete abbiamo decisamente iniziato con il
piede sbagliato » prese a parlare lui con tono da ... flirt? Oddio, stava
flirtando?
« O con il
cappuccino, sbagliato » aggiunsi io sperando che non mi sentisse, e che non
prendesse quella frase come un incentivo per il suo flirt.
Che poi magari
neanche stava flirtando.
O magari sì.
« Mi piacerebbe
pagarti la tintoria » Roteai gli occhi all'indietro, ora voleva fare il
galante?
Però con quella
sua voce lasciva, e soave ci riusciva bene.
« Non è
necessario, credo che la visita sul set sia già abbastanza » dissi cercando di
non sembrare irritata.
Poi una voce
famigliare e molto ehm come dire... erotica, pronunciò il nome di Ian.
Oh, mio dio.
Io quella voce
la conoscevo.
Io per quella
voce ci sbavavo.
Io il
proprietario di quella voce lo adoravo.
Dov'è?
Seguii la
direzione dello sguardo di Ian, e a pochi metri da
noi arrivò Joseph Morgan, ed io mi sentii svenire.
Maglia nera che
gli faceva risaltare il colore perfetto dei suoi capelli e il rosso delle sue
labbra.
Mi dovetti
mantenere a Cathy per non dar retta all'istinto e prostrarmi ai suoi piedi
dichiarandogli eterno amore.
Cathy non era da
meno; entrambe avevamo una cotta per Klaus ed il suo interprete.
« Ian, eccoti. Oh, salve » Salutò anche noi vedendo che Ian ci stava accanto senza problemi; forse una scena come
questa non la vedevano spesso, pensai.
« Ehm salve »
disse Cathy. Io biascicai un ' salve'.
Ma davvero, non
riuscivo a dire e fare niente di successivamente sensato.
« Loro sono
Cathy e ? » Ian voleva sapere il mio nome? Anche io
perdinci, nell'esatto momento in cui avevo ascoltato quella voce così...
così... sexy, m'ero scordata pure da dove venissi!
« Sierra » mi
salvò la mia migliore amica - sì, era tornata ad assumere tale ruolo.
« Uhm, sì mi
chiamo Sierra. » Sembravo una cretina, devo ammetterlo.
Joseph allungò
una mano verso di noi. Cathy accettò entusiasta, io un po’ di meno visto che
avevo paura che con la solita ansia mi sudassero le mani.
« Joseph, molto
lieto. »
Oddio, si
presenta anche? Ma io me lo sposo!
Intrecciai la
mia mano alla sua, e provai come una forte scossa che partiva dalla radice dei
capelli e finiva alla punta delle dita dei piedi.
Non era come
quando sei innamorata, questa era una sensazione diversa; è come quando torni a
casa dopo una giornata intensa, accendi la tv stando sul letto, e guardi la tua
puntata preferita dello show che più ti piace.
È tipo così...
beh non proprio.. oh al diavolo, non so.. so solo che ero totalmente
emozionata.
« Sono andato a
finire contro Sierra, e le ho versato il caffè addosso »
« Cappuccino »
precisai io, mentre lui spiegava l'accaduto al suo collega, e mio futuro
marito. Beh lui non lo sapeva ancora, ovviamente.
« Sì, quello che
è. Beh le ho invitate sul set domani. »
« Oh, sarà bello
vedrete » Joseph cominciò a parlare, ma io mi persi al “ bello ”, perché poi
per il resto della conversazione capii soltanto che avrei osservato quelle
labbra muoversi per altri cento anni e non mi sarei mai stancata.
Sembravo davvero
una pervertita, ma non me ne importava un fico secco. Ian
mi guardava sorridendo, perché? Dio, quell'uomo era insopportabile!
Come facevano i
suoi amici a dire che era simpatico? Boh.
Però era
bello... oh eccome se lo era... ma Joseph... Oh Joseph!
POV CATHY.
Atlanta.
IanSomerhalder.
Joseph Morgan.
Il destino mi
vuole morta!
Guardavo esterrefatta
il volto assolutamente perfetto di IanSomerhalder: era bellissimo.
Non ho mai
creduto al destino, quella fatalista è sempre stata Sierra, ma ora beh...
questo errore si stava rivelando più bello del previsto.
Un bellissimo
errore.
Joseph Morgan
parlava di qualcosa che non avevo ben capito perché troppo impegnata a
contemplare gli occhi di Ian che mi perseguitavano da
due anni a questa parte.
Erano così...
blu.
« Allora, Joseph
andiamo? » Ian mi fece ritornare alla realtà
palesando la sua intenzione di andare via.
Loro
probabilmente avevano da fare, valigie da disfare, attori da incontrare,
copioni da imparare.
Noi dovevamo
trovarci un albergo, e dovevamo avvisare mio padre che non saremmo andati a
Londra - almeno non ora.
Se solo pensavo
che quel posto era il mio sogno, ed ora mi ritrovavo a posticipare tutto perché
volevo seguire il mio istinto e non il mio cervello.
Chi ero
diventata? Boh, ma non mi dispiaceva più di tanto. Una volta tanto volevo
vivere per davvero, senza rimpianti.
« Oh, sì
andiamo. Ragazze, ci vediamo domani al set quindi? »
« Sì, certo! »
dissi entusiasta.
Questo era
l'effetto che avevano su di me quei due, mentre sembrava che Sierra avesse problemi
opposti ai miei: Se io non riuscivo a stare ferma e zitta, lei non faceva altro
che stare in silenzio.
Effetto Morgan a
quanto pare.
Sorrisi; ce ne
voleva per far stare zitta Sierra, ed ora dovevo spronarla per parlare.
Ian si allungò
verso di me lasciandomi un bacio sulla guancia che ebbe l'effetto di stordirmi
completamente.
Con Sierra si
limitò ad una semplice stretta di mano, l'attore inglese invece ci salutò
entrambe con un bacio, dedicandoci anche un sorriso che ti stendeva.
Ho già detto che
qualcuno lassù mi vuole morta?
Una volta che i
due ragazzi si allontanarono da noi, venni presa da un'improvvisa voglia di
urlare al mondo che ero la ragazza più felice del mondo! Insomma, chi non
vorrebbe essere al mio posto ora? Guardai Sierra, e forse lei non era felice?
Impossibile.
« Sierra, tesoro
stai bene? Sei pallida » le dissi preoccupata, lei annuii per poi guardarmi con
uno strano luccichio negli occhi.
« Sono... »
« Felice? »
scosse la testa in senso di diniego
« No, sono... »
« Felicissima?
Innamorata della vita? Pazzamente felice? Entusiasta? A » Mi tappò la bocca con
una mano ed io strabuzzai per un attimo gli occhi
« No, sono solo
scioccata Cathy. » E scoppiammo a ridere.
Una risata di
cuore, di quelle che ti fanno sentire bene, di quelle che non finiscono dopo
poco, di quelle che ti tiene dentro per sempre, di quelle che ti fanno
piangere.
Di quelle che
solo con una persona speciale riesci a fare.
Mi mise un
braccio attorno alle spalle e spingendo il carrello con le valige ci avviammo
verso l'uscita di quell'aeroporto che ci aveva viste essere scioccate e felici
nel giro di mezz'ora.
« Andiamo a
cercare un albergo, socia. »
Dopo un paio
d'ore di puro sbigottimento nell'aver scoperto che Atlanta non era poi così
grande, trovammo il nostro albergo: Camp Creek. Era
carino, e soprattutto il personale sembrava così disponibile!
Ci aveva accolte
una donna di mezz'età dai capelli color miele intenso, si chiamava Linda ed era
gentilissima.
Ci disse che non
era la prima volta che incontrava qualcuno che aveva preso un aereo sbagliato;
capitava più spesso di quel che si può credere.
Beh, ci fece
sembrare meno idiote di quello che eravamo.
Sierra ancora si
chiedeva come avevamo fatto a non accorgercene, beh a dire la verità anche io
ero un po’ perplessa al riguardo. Mi ero svegliata più volte durante il
viaggio; forse, inconsciamente me ne ero accorta, ma non avevo avuto la
lucidità per capire se si trattasse di un sogno o la realtà.
O forse più
semplicemente, volevo che accadesse. Alla fine nella mia vita ero sempre stata
“ accusata ”di non fare mai qualcosa di
strano o pericoloso, ed ora ero qui ad Atlanta, a stravolgere le regole della
mia vita.
« Cathy,
chiamiamo tuo padre? » uscii dal bagno, guardandomi un attimo nello specchio, e
per un attimo non mi riconobbi.
Chi ero?
Qualcuno che
semplicemente stava scappando da qualcosa di più grande di lei, come un lavoro
sicuro e un esistenza già programmata, o una ragazza di ventitrè
anni che si gode la vita?
Sorrisi mentre
decidevo chi essere: ero la seconda ipotesi.
Andai da Sierra,
ed afferrai il suo cellulare componendo il numero di mio padre, che dopo un
paio di squilli rispose.
Ero un po’
agitata, non l'avrebbe presa bene, e poi dai messaggi che avevamo ricevuto dai
nostri, ci eravamo accorte che si erano tutti un po’ spaventati non sentendoci.
« Katherine
Ginevra Beauchamp » oddio eccolo che comincia con
nome, secondo nome, e cognome. « dove sei? Stai bene? Sei con Sierra? Perché
non mi hai chiamato prima? È successo qualcosa? Perché non siete qui? Cathy per
l'amor del cielo, rispondimi! »
Avrei voluto
tipo dirgli che se lui smettesse di blaterare io avrei risposto più che
volentieri, ma lasciai perdere.
« Papà, è
successo un casino »
« Cathy, ti
prego di usare un linguaggio appropriato quando parli con me » sbuffai; a volte
mio padre era troppo puntiglioso.
Anzi, non a
volte, ma sempre.
« è successo un
disastro » calcai l'ultima parola, facendolo approvare con un sonore ” mhmh ” .
« Fammi capire »
« Papi, siamo ad
Atlanta. »
« Alla faccia
della delicatezza! » urlò Sierra andando poi nel bagno con un paio di pantaloni
della tuta in mano.
« COSA? »
« Papà non
urlare. »
« Katherine cosa
ci fai ad ATLANTA? »
« Senti papà se
te lo dico tu non mi credi » In effetti, facevo fatica pure io a crederci.
« Spiegami! »
« Per farla
breve: Abbiamo perso il volo per Londra, siamo salite su un aereo grazie ad un
amico di Sierra, ci siamo addormentate e dieci ore ci siamo svegliate
all'aeroporto di Atlanta. »
Per trentasette
lunghi secondi - sì li ho contati -, al telefono nessuno fiatò, poi una furia
di nome John Beauchamp, cominciò urlare cose senza
senso. Parlò con accento strano, tipico segno di rabbia.
Papà era inglese
di origini, ma all'età di vent'anni incontrò mia madre e si trasferì con lei a
Venezia, dove cominciò ad apprendere un po’ di dialetto veneziano e da allora,
quando è arrabbiato parla con quell'accento che varia dal veneziano
all'inglese; un bel misto no?
« PRENDETE IL
PRIMO VOLO PER LONDRA O ALTRIMENTI TI VENGO A PRENDERE IO CATHY! »
« Papà »
« NO, KATHERINE
VOGLIO CHE VENIATE QUI. »
Tentai invano di
fargli capire che io volevo restare lì, che volevo vivere come una normale
ragazza di ventitrè anni la mia vita, senza
preoccupazioni ma lui non era d'accordo con me. Poi non so cosa, o chi, gli
fece cambiare idea.
« Va bene, ma
poi facciamo i conti. Il dieci vi voglio qui. Ora vado ho una riunione
importante, e dì a Sierra che chiamasse sua madre, è preoccupata. »
« Certo papà e
grazie. »
« Aspetta a
ringraziarmi. » Ok, quella sembrava una minaccia bella e buona.
Staccai
sospirando di sollievo; Sierra uscì dal bagno, e si buttò sul letto,
sdraiandosi accanto a me. Ci guardammo per un lungo istante negli occhi
sentendoci forse per la prima volta, libere per davvero.
« Che cosa ti ha
detto?»
« Beh, ha detto
tante cose... e poi mi ha chiesto di dirti che devi chiamare tua madre perché è
in pensiero. » Sierra sbuffò rumorosamente, e si girò a pancia sotto
nascondendo il viso nel cuscino.
« Per quanto mi
importi .. »
« Sierra»
« No, Cathy
niente Sierra. Ora, vatti a cambiare perché puzzi di aereo. » Risi evitando di
ritornare sull'argomento.
Sierra e sua
madre non andavano d'accordo, tra loro c'era in atto una sorta di guerra fredda
che andava avanti da quasi due anni. All'inizio era solo una cosa del tipo “
Non ti parlo, e se lo faccio ti insulto ”, poi è divenuta una profonda crepa.
Oramai neanche
si insultano più, si evitano e se malauguratamente si ritrovano nello stesso
posto con qualcuno che conoscono non fanno neanche finta di andare d'accordo;
semplicemente sembrano due estranee.
Prima non era
così, neanche io so cos'è successo per davvero, ma so solo che da una sera
all'altra Sierra e sua madre sono divenute due sconosciute.
Io al contrario
suo invece, adoravo mia madre, e se non avessi avuto Sierra come migliore
amica, sicuramente mia mamma avrebbe meritato quel titolo.
Mia madre è
giovane, bella, divertente, solare.
Per i miei gusti
ama troppo quel libro orribile di Emily Brontè, ma ognuno
ha i suoi difetti. Da lei ho preso il verde dei miei occhi, da papà i capelli
scuri e lisci.
Sono un bel
misto.
Così con un
sorriso e la tuta dell'Adidas nuova, andai a farmi una doccia rilassante,
pensando che questo era decisamente il posto dove sarei dovuta essere.
Sette ore, una
dormita, e due docce dopo quella sera ci eravamo svegliate nel grande letto del
Camp Creek di Atlanta. Ancora facevo fatica a
crederci, anche perché oggi avevamo appuntamento con i ragazzi del cast!
Ero
eccitatissima, non vedevo l'ora.
Mi alzai
stiracchiandomi un poco, ed andai al bagno mentre Sierra chiamava il servizio
in camera chiedendo un latte alla vaniglia - per lei ovviamente, la schizzinosa
era lei non io -, e un caffè per me, ed un paio di muffin.
« Cathy, è
arrivata la colazione! » urlò Sierra ed io uscii dal bagno profumata e linda
come una perfetta scolaretta al primo appuntamento.
L'odore forte di
caffè mi fece ricordare quanto adoravo quella bevanda, che per me era come una
droga.
Sierra invece
non beveva mai solo il caffè, non le piaceva; come si fa ad odiare il caffè? È
inconcepibile.
« Muffin al
cioccolato o ai mirtilli? »
« Mirtilli
grazie »
« Speravo lo
dicessi! » Le sorrisi, ed addentai il mio dolcetto che mi parve essere il migliore
che avessi mai assaggiato.
« Dopo andiamo
sul set, non sei emozionata? » le chiesi
« Mh, sìsì » disse mentre beveva
l'ennesimo sorso di latte, ma non mi parve essere molto sincera.
« Wow, meno
entusiasmo eh »
« Senti Cathy,
che vuoi che ti dica? Sono preoccupata, sono emozionata, sono nervosa. Ti va
bene come risposta o pensi che non sia abbastanza sincera? » Lo disse quasi
urlando, e mi chiesi se a lei facesse davvero piacere restare qui con me.
Per un attimo,
perché poi mi risposi da sola dicendomi che lei era felice, solo un po’
preoccupata per la situazione che poi avremmo trovato una volta andate a
Londra.
Un po’ la
capivo, ma io al contrario suo non riuscivo a pensare al nostro ritorno; ero
eccitata ed entusiasta, e dovevo far si che lo fosse anche lei.
Presi il vassoio
che era appoggiato sul letto e lo posai sul comodino affianco a noi, e mi
buttai a peso morto sulla mia amica che rise subito.
« Cathy sei
pesante scendi! »
« Senti rossa,
tu ora vedi di fare meno la difficile e goditi la città, quest'esperienza,
JOSEPH! »
« Eh magari
potessi godermi Joseph » risi dandole una pacca sulla testa avendo notato il
doppio senso della frase.
« Ahia »
Mi alzai, e mi
sedetti accanto a lei, cercando sempre i suoi occhi con il mio sguardo; volevo
che capisse quanto questo sbaglio potesse cambiarci la vita in meglio.
« Sierra,
davvero » Lei mise sul suo volto il più bel sorriso che aveva, schioccandomi
poi successivamente un bacio sulla guancia.
« Ti voglio
bene, Cat »
« Anche io Siè »
Restammo così
abbracciate non so precisamente per quanto tempo, ma era decisamente quello di
cui avevamo bisogno entrambe; gli amici servono a questo, a renderti i momenti
tristi meno tristi, e quelli felici più felici.
Sembra scontato
dirlo, ma è decisamente così.
Dopo esserci
vestite, uscimmo alla ricerca del set di The Vampire Diaries.
Linda, la donna
che ci aveva detto che non eravamo le prime ad esserci perse da quelle parti,
ci aveva spiegato che il set era relativamente vicino a noi.
Camminammo un
bel po’ sotto il sole, divertendoci anche, prima che ci accorgessimo di un
gruppo di ragazze che parevano in agitazione.
Forse, eravamo
vicine pensammo.
« Ehi, scusa ma
da qualche parte qui ci sono gli attori di tvd? »
Chiese Sierra ad una ragazza mora, che aveva una maglia con su una foto di
Damon Salvatore.
La ragazza
annuii, e sorrisi con tutta la forza che aveva in se.
« Sì!E dicono che Ian
sia già arrivato. Oh mio Dio, ragazze noi siamo vicinissime ad IanSomerhalder, capite???
OHMIODIO » Continuò a ripetere “ Oh, mio Dio ” finché non arrivammo alle transenne
che delimitavano il territorio che divideva il set e lo spazio per i fan.
Vedemmo Nina Dobrev ridere con Candice Accola,
sembravano molto affiatate.
Io volevo
entrare subito, infondo Ian era lì, ci avrebbe
sicuramente fatte entrare, ma Sierra non era d'accordo perché diceva che le
altre ragazze ci avrebbero visto e di certo non sarebbero state molto carine
con noi, ecco.
Feci come mi aveva
detto, infondo aveva ragione.
Dopo una
mezz'oretta scarsa, vedemmo avanzare verso di noi Ian,
con il suo sorriso furbo sulle labbra cominciò a firmare autografi e sembrò non
ricordarsi di noi.
« Tu non lo vuoi
un autografo? » mi chiese lui, ed io stavo per tirargli qualcosa addosso. Che
stupida ero stata.
« Ehm veramente
»
Prima che
potessi dirgliene quattro, chiese il pennarello ad una ragazza, e mi scrisse
sul palmo della mano : “ Andate dietro la piazzetta, verrò io, non vorrei che
succedesse qualche casino ”.
CHE CARINO ,
pensai.
Feci vedere la
scritta alla mia amica che annuii dicendo « l'avevo detto io », e facemmo come
aveva detto lui.
Svoltato il
primo angolo, c'era una specie di piazzetta, dove leggermente camuffato
trovammo Ian che ci aspettava.
Quando ci vide,
sorrise in maniera indecente.
« Scusate se vi
ho detto di venire qui, ma purtroppo come avete visto c'erano i fan e beh»
« Non è un
problema » chiarì Sierra con gentilezza, lui le sorrise e poi cominciammo a
camminare verso il set vero e proprio forse.
«Dove alloggiate, ragazze? » Lo chiese con un
tono di voce che ti faceva desiderare di morire e rinascere.
« Camp Creek » Sierra fu più veloce di me, stavolta non
soffriva di mutismo! La guardai un po’ male, e lei capii.
« Già Camp Creek, è un bel Hotel »
« Sì? Non ci
sono mai stato in verità »
Annuii
camminando al suo fianco. Questo ragazzo emanava calore. Era strano come fosse
carismatico anche solo camminando.
« Di dove siete?
» chiese Ian a noi due
« Venezia...
»Lui mi guardò con una strana scintilla
negli occhi ed io mi sentii mancare, ma come faceva?
« Adoro Venezia!
È così romantica! »
Sierra scosse la
testa... Ian aveva appena sganciato la bomba. Addio
sogni di tornare sul set!
« Romantica, pff » Lui la guardò perplesso, cercava di capire forse
« Perchè, pff? » imitò alla
perfezione il suo sbuffo, ed io risi, rimediandomi un occhiataccia dalla mia
amica.
« Voi che non ci
vivete, pensate che sia romantico ma non lo è. Se vi fermereste meno alle
apparenze, capireste che non tutto è come lo vedete dai cataloghi di viaggio, o
da film romantici che ti danno lo stereotipo della gondola, e del ponte dei
sospiri. »
« Certo giusto,
ma per sapere queste cose devi vivere una città, e da quello che ho visto io in
quei pochi giorni in cui ci sono stato, è che è incredibilmente romantica. » le
rispose lui.
Intanto si erano
avvicinati,- e non poco -, si
sfioravano quasi. Una fitta di gelosia mi trapassò lo stomaco, facendomi
sentire una cretina perché loro due discutevano come una coppa acida, mentre io
facevo solo da spettatore.
« Appunto,
quello che ti sto dicendo io. Per questo dico che non è poi così romantica come
credete. »
« Certo che tu
sei proprio una testona eh? » Disse Ian ridendo,
invece lei sembrava arrabbiata.
E no, qui quella
che doveva esserlo ero io non lei!
Lei aveva la
piena attenzione di Ian, non io.
« Sì, perché problemi? »
« No, no per carità. » Alzò le
mani in segno di resa, gesto che smorzò in parte il mal'umore.
Poco dopo arrivammo al set vero e
proprio, e quando sentii il calore della mano di Ian
che
avvolgeva la mia, capii che
quello era decisamente l'errore migliore di tutta la mia vita.
Buongiorno
ragazze eccoci ritornate con il primo capitolo come prima cosa devo dire che
non ci aspettavamo che già dal prologo questa storia avrebbe avuto così tanto
successo!!!!! XDXDXDXD quindi devo assolutamente ringraziare tutte le ragazze
che hanno recensito e che hanno inserito la storia tra le preferite e le
seguite nonché tutte le altre che leggono silenziose!!!!
Visto che ci
sono volevo proporvi 3 fanfiction: la prima è l’altra
mia storia “Cuori in Tempesta”
scritta da me e dalla mia amica Elyforgotten di cui ha scritto un’altrettanta bellissima
storia su TVD si intitola “My story withanOriginal…with Elijah” e il
suo seguito “Over The DeceptionOf Life” ah ovviamente sia la storia della mia
amica che quella che stiamo scrivendo insieme non è sul cast di TVD ma proprio
sulla serie televisiva sotto troverete tutti i link!!!
Per ultima ma
non meno importante c’è la storia sul cast di TVD della mia amica DouglasSpunk
con cui sto scrivendo questa storia, ma la sua oltre ad avere parte del cast di
TVD avrà anche parte del cast di Supernatural e si
intitola “I
wasbroken, for a long time, butIt’sovernow” ok credo di avervi detto tutto ora vi posto tutti i link delle varie
storie al prossimo capitolo carissime e spero che il capitolo sia stato di
vostro gradimento!!!! XDXDXD
Ian mi prese per
mano, ed io rabbrividii a quel contatto; non erano decisamente brividi di
freddo.
« Allora, questo
è il set... bello vero? » chiese lui, mentre spalancava con una mano - molto
sexy anche quella -, un portone.
« Sì molto . »
Risposi io, anticipando la risposta di Sierra, che intanto seguiva me e Ian restando un po’ in disparte; tipico comportamento della
mia migliore amica.
Ma lei era fatta
così, amava la solitudine.
« Mi fa piacere.
Vi presento qualcuno, volete? » No, ma sul serio ce lo chiedeva?
Io annuii
freneticamente, mentre lui si girò attendendo una risposta della mia amica.
« Tu non vuoi? »
chiese dubbioso, Ian.
Lei lo guardò
strana - stava decisamente pensando ad altro mentre era qui con IanSomerhalder.
A volte chi la
capiva era bravo.
« Come? » L'uomo
che mi teneva ancora la mano, sorrise teneramente a Sierra che sembrava
realmente spaesata.
Una fitta allo
stomaco mi colpì: Maledetta gelosia.
« Vi ho chiesto
se vi andava bene conoscere qualche altro attore, e tu non hai risposto »
Il viso di
Sierra si illuminò divertito, capii che aveva formulato lo stesso mio pensiero.
« Certo che va
bene » Disse lei annuendo.
Qualche minuto
dopo, Ian ci presentò a Julie Plec.
Era una donna in
carne e bassina, Ian ed io
sembrammo ancora più alti al suo confronto.
Certo, non è che
fossi bassa di mio, anzi.
Avendo preso
tutti i pregi fisici dei miei, ero abbastanza alta.
La Plec - donna che avevo amato ed odiato in passato -, ci
guardava sorridendo. Diceva che per lei avere dei fan sul set era sempre un
onore.
Secondo me era
un po' paracula.
Giusto un po'.
« Sierra... che
bel nome » Disse Julie alla mia amica, che dal canto suo era arrossita.
Niente di
strano, Sierra arrossiva pure se le chiedevi che numero di scarpe avesse.
La sua non era
timidezza, solo una reazione fisica credo.
« Oh grazie, in
realtà a me non piace »
« Invece è molto
bello, particolare... » .
Sierra ed io
sorridemmo complici pensando a quante volte da bambine ci scambiavamo i nomi.
Lei ama il mio, mentre io il suo.
Sierra amava
Cime tempestose, quindi per lei quel nome era una specie di mantra... che cosa
stupida.
Ian rafforzò la
presa della mia mano, quando poi andammo in quella che credo fosse il set della
casa dei Salvatore.
Era enorme.
Bellissima.
Era un sogno.
Sierra si
guardava intorno con gli occhi che le brillavano, lei era una Team Salvatore
convinta. Il suo motto è : “ Stelena? Nope. Delena? Nope.
Team Salvatore? Yep! ” , quindi per lei casa dei due
fratelli era una specie di luogo sacro.
« Wow... è
decisamente come me l'aspettavo! » Ian sorrise.
Io anche volendo
ammirare quel luogo, riuscivo solo apensare che sentivo il calore della mano di Ian,
e quel pensiero offuscava tutto.
« A te piace,
Cathy? » Mi guardò per un lungo istante, facendo incenerire tutti i miei
neuroni.
Sì mi piaceva.
E no, non stavo
parlando della casa.
« Senti Ian, non vorrei sembrarti scortese e che ne so
un'opportunista » lui la guardò con lo sguardo un po' corrucciato « ma non è
che in questo tour - fantastico eh -, ci sarebbe anche Joseph Morgan? »
Ian rimase per un
momento impalato, poi cominciò a ridere come se nulla fosse; volevo
sinceramente uccidere Sierra per aver chiesto quella cosa.
Infatti la
trucidai con lo sguardo.
Lei sbuffò.
« Venite,
andiamo dal cattivo... » . Sierra mi lanciò un'occhiata eloquente che voleva
dire “ lo vedi? Non ho fatto male ”.
In effetti,
stanotte avevamo fantasticato molto sull'accento di Joseph. Sierra si limitava
a sbavare, io a carpirne le sfumature.
Ian ci portò via da
lì, e ci avviammo verso quello che era il ritrovo degli attori. Era una grande
sala, dove vi erano ogni genere di conforto materiale: Divani, un frigo, sedie,
una consolle.
Quando entrammo
trovammo una parte del cast: Steven McQueen, Paul
Wesley, Daniel Gilles, Kat Graham e Nina Dobrev.
Di Joseph
neanche l'ombra.
« Ragazzi,
queste sono due fan, Cathy e Sierra.» Ian ci presentò molto carinamente.
Il primo ad
allungare la mano per presentarsi fu Steven, che si diresse direttamente da
Sierra per dirla tutta.
« Che bel nome
hai... »
« Dici? »
« Dico, dico »
« E dici male,
perché io odio il mio nome. » Steven la guardò ammiccando, e poi prese una
patatina dal pacchetto di plastica trasparente che teneva in mano.
Sierra cominciò
a ridere sotto i baffi; Ok, decisamente stava per dirne una delle sue.
« Sbagli, perché
il tuo nome » disse, indicandola con una patatina « è molto, molto
interessante. »
« Il nome. »
« E il resto,
ovviamente.» finì la frase, masticando rumorosamente.
« mhh... » Sierra si avvicinò a lui, mettendo una mano nel
sacchetto « Posso? »
« Fai pure. »
« Mhhh, paprika... buone. » Disse Sierra, leccandosi le
labbra. Lui deglutì un paio di volte.
Stavano
flirtando.
Dio, salvaci tu.
« Sai Sierra »
si avvicinò con la bocca all'orecchio di Sierra, e poi le prese la patatina che
aveva in mano « Io di patatine, ne ho provate tante: Italiane, americane,
inglesi ... ma questa » se la portò alla bocca, e quando gli diede un morso, la
guardò ammiccando. « Questa, è decisamente la migliore. »
Finii il tutto
mugugnando qualcosa; Sierra, sorrise sorniona mentre il resto del cast cominciò
a ridere del battibecco appena avvenuto.
Dopo aver
scambiato quattro chiacchiere con tutti, i ragazzi dovettero andare a
prepararsi visto che dovevano girare.
Una delle prime
scene era Damon nudo.
Ok.
Posso farcela,
mi dissi.
Ovviamente, noi
potevamo assistere alle riprese.
Mi avvicinai a
Sierra, che pareva tranquilla. Ogni tanto perlustrava con lo sguardola stanza, ero sicura cercasse Joseph Morgan.
« Sierra, hai
capito no a che scena dobbiamo assistere? »
« Sì. » No, vabbè era decisamente troppo tranquilla.
« Sierra, IAN .
NUDO. Hai presente? » Lei roteò gli occhi, e sbuffò leggermente.
« Cathy, il
nostro caro Ian non sarà nudo. »
« Sì invece! »
« Cat, per favore non rompere. Guarda la scena e non
cominciare come al solito » .
Ok, forse la
stavo facendo più lunga di quel che era ma Ian nudo,
o semi nudo non faceva differenza.
Dopo una ventina
di minuti in cui un sacco di genteaveva
fatto tremila cosa in pochi secondi, gli attori entrarono in scena.
Nina Dobrev era vestita molto casual, insomma era la perfetta
Elena. Entro pochi secondi sarebbe dovuto entrare Ian,
poco vestito.
Ed infatti
eccolo arrivare.
Addominali in
bella vista, leggermente bagnato e sexy da morire.
« Oh. » riuscii
ad esclamare io, a bassa voce.
Sierra fu più
loquace di me.
« Troppo figo per essere vero. » le sentii dire e non potevo
esserepiù d'accordo .
Quel pomeriggio
passò velocemente. Pranzammo con loro, e Julie Plec
ci chiese delle nostre vite.
Scoprimmo che
Joseph sarebbe tornato sul set solo il giorno dopo, con grande rammarico di
Sierra.
Steven c'aveva
più volte provato - con scarso risultato.
Io ero rimasta
incollata ad Ian. All'inizio credevo sarebbe stato
imbarazzante, visto che la sua fidanzata era lì, ma invece non fu così, dato
che Ian mi aveva rivelato che lui e Nina non stavano
più insieme; gongolai mentalmente quando me lo disse.
« Bene ragazze,
che fate stasera? » A parlare fu Ian. Sierra voleva
andare in camera e dormire visto che diceva di non sentirsi bene, ma siccome
sapevo era solo una scusa, feci prima di lei.
« Niente di che
in realtà. » Vidi il volto di Ian illuminarsi e
quello di Sierra rabbuiarsi, mi concentrai su quello felice di Ian.
« Che ne dite di
una pizza e poi locale? In realtà ci siamo tutti, e mi farebbe davvero piacere
che voi veniste. »
« Sì,
assolutamente! »
« Sentite,
facciamo così... vi vengo a prendere io alle 19 a Camp
Creek?» Esultai mentalmente, pensando
che avevamo un appuntamento con IanSomerhalder.
« Nessun
problema »
« Già, nessuno
proprio »
« Allora io
vado... ci vediamo dopo » Mi salutò con un bacio sulla guancia, e con un cenno
della testa a Sierra.
Quando Ian si allontanò da noi, Sierra cominciò a camminare anzi a
correre infuriata.
Io cercai di
seguirla come meglio potevo, ma lei era più atletica di me.
« Sierra dai! »
« No, Sierra un
corno. » Si voltò verso di me, e pareva veramente arrabbiata « Ti avevo chiesto
di restare in hotel, visto che non mi sento bene e tu alla prima moina di Ian che fai? Butti tutto all'aria! »
« Stai parlando
della tua serata rovinata, o di Londra? » le chiesi convinta che la risposta
fosse la seconda ipotesi.
Ultimamente
Sierra era diventata molto responsabile, non faceva nulla che non fosse
corretto.
Era sempre la
stessa ragazza figlia dei fiori che disubbidiva a tutti, ma aveva deciso che
voleva costruirsi una carriera con i fiocchi.
Ero certa che se
non le avessi chiesto di restare, lei avrebbe preso il primo aereo per Londra,
Joseph Morgan o non Joseph Morgan.
Un po’ mi
sentivo egoista ad averglielo chiesto, ma sapevo che era la cosa giusta per entrambe.
« Sto parlando
del mio mal di testa atroce, Cathy. Ed ora andiamo, prima che mi penta di tutta
questa situazione. »
La seguii senza
fiatare. Quando arrivammo nella nostra camera lei andò subito a farsi una
doccia e quando ne uscì sembrava davvero sofferente.
« Cosa hai
deciso di indossare? » mi chiese lei, ed io ritornai nello sconforto da primo
appuntamento.
Per intenderci
quando non sai cosa mettere, butti giù tutti i vestiti e non ne cavi nulla di
buono.
« Non lo so... »
dissi ricadendo sul letto a peso morto cercando un'idea che mi convincesse.
Sierra andò alla
mia valigia e prese una maglietta brillantinata, e me
la porse.
« Questa con un
jeans a sigaretta? » Le feci di no con la testa.
Lei tornò alla
valigia.
« Questo? » Mi
mostrò una maglia lunga, ed io ancora dissi no.
La sentii
sbuffare spazientita, e sorrisi.
« Niente jeans,
stasera voglio essere perfetta. »
« E che hanno i
jeans che non vanno? »
« Non sono per
me. »
« Dimenticavo
che tu sei colei che senza gonna non va da nessuna parte. »
« Le gonne mi
stanno meglio, e poi mi piacciono di più. »
« Ok, ok. » Alzò
le mani a mo di resa, e poi scartò un vestitino a balze colorate
« FERMA! » Corsi
da lei e presi la mia ancora di salvezza.
« Questo? »
« Sì »
« Cathy, è una
pizza... »
« E un locale »
« Sì ma »
« Affari miei. »
La vidi
sorridere e io la imitai andando in bagno a prepararmi. Quella, sarebbe stata
una serato molto,molto hot.
SIERRA POV.
« Cathyyy sono quaranta minuti che sei chiusa in bagno, non
sarai mica morta?» Le urlai divertita
mentre indossavo le mie converse nere.
La mia amica
uscì dal bagno, perfettamente truccata e vestita; era bellissima nel suo abito
grigio, e i capelli scuri sciolti sulle spalle.
Fece un paio di
giravolte su se stessa così da far danzare le balze della gonna
« Tadan ... Allora che te ne pare? » Le sorrisi approvando la
sua mise con i pollici alzati.
Era davvero
perfetta.
« Sei stupenda,
sul serio. Ian cadrà ai tuoi piedi come se nulla
fosse. »
« È questo il
mio intento » disse schioccando la lingua sotto al palato.
« Ah povero Smolder »
« Ehi! »
« È la verità, tsè »
« Sierra, dimmi
la verità » Cathy si avvicinò a me con aria grave. « Ma, hai davvero intenzione
di mettere quelle scarpe? » .
Io roteai gli
occhi scocciata dalle sue continue paranoie. Stava diventando peggio di mia
madre.
« Sì, Cathy
metterò delle scarpe basse perché è solo una pizza »
« E un locale »
puntualizzò lei.
« E un locale...
ma non ho voglia di mettere i tacchi. »
Non disdegnavo
un paio di Labountin, o di un Alexander McQueen, ma preferivo le mie care e vecchie Vans, o delle All Star: Comode e
fighe.
Ma ovviamente
Cathy non era del mio stesso parere. Cominciò a gettare fuori dalla valigia
paia e paia di scarpe.
« Cathy »
« ECCOLE! » Si
avvicinò a me con aria minacciosa e mi mise praticamente sotto al naso un paio di
stivaletti con un po’ di tacco.
Ok,potevo
accettarlo.
« Senti, già e
tanto che non ti rimproveri sui vestiti. Accetta le scarpe e stai zitta. »
« Ma se sono una
bomba sexy con questi shorts! Mi fanno un culo che wow! »
« Smettiamola di
parlare del tuo culo e sbrigati. Metti almeno un po' di eye-liner »
Sbuffai
rumorosamente, e poi mi allontanai per andare a truccarmi entrando nel bagno.
Dieci minuti
dopo, Ian era nella nostra stanza.
Ora, io non
vorrei sembrare una bimbominchia di quelle colossali,
ma cazzo quant'era figo!.
Jeans chiari e
strappati in posti strategici, maglia bianca e Ray-Ban nere e cappello
d'ordinanza.
Era dannatamente
sexy.
Dovette pensarlo
anche Cathy, perché mi parve di vedere un pò di bava
che le cadeva dagli angoli dalla bocca, resa luminosa dal lipgloss.
« Salve ragazze,
wow Cathy sei bellissima » Cathy arrossì leggermente, per poi fargli lo stesso
complimento.
Lui ovviamente
non arrossì.
« Andiamo Smolder, ho fame, e quando io ho fame bisogna sfamarmi! »
Finii la mia battuta prendendogli il cappello e mettendolo sulla mia testa.
Mi guardai nello
specchio, e lui sorrise.
« Sta meglio a
te. » Disse lui sornione. Cathy mi fulminò con lo sguardo ed io capii che non
gli era piaciuto il mio modo di comportarmi.
Cioè dai, non ci
stavo mica provando! Così sbuffando gli resi l'accessorio di paglia a cui tanto
mister IanSomerhalder
teneva.
Lui fece di no
con la testa, ed io un po’ esultai interiormente; quel cappello mi stava
davvero da Dio!
« Tienilo. Ti ho
detto, sta meglio a te. » Gli sorrisi e accettai.
« Sì,
effettivamente sta meglio a me » Ian rise mentre
afferrava la mano di Cathy che ora si rilassò, ed io con lei.
Uscii inforcando
i miei occhiali, e sentendomi finalmente bene.
Per tutto il
viaggio in auto - che durò poco a dirla tutta -, Ian
ci fece varie domande a cui rispose solo Cathy.
Le risposte
erano esattamente le stesse quindi, perché sprecare fiato e poi beccarmi
un'occhiataccia dalla mia migliore amica?
E poi erano così
carini insieme.
Più volte avevo
avuto l'impulso di chiedere ad Ian se ci fosse Joseph
a questa cena, ma mi ero fermata in tempo.
Guardavo gli
alberi scorrere veloci, erano una grande macchia verde da cui si distingueva
qualche fusto più alto.
Mi persi
pensando a casa mia, alla mia stanza piena di piantine e la mia serra dove
amavo coltivare ogni genere di fiore.
Il mio fiore
preferito era la rosa, molto comune direte voi, ma per me non è così.
Tutti ci vedono
solo il fiore della passione, ma in realtà è molto di più.
Con una rosa
puoi dire mille cose e il suo profumo è inimitabile.
Con un gesto
automatico portai la mia mano sul polso destro su cui brillava il bracciale che
anni fa - prima della sua morte -, mio nonno mi regalò.
Era un bracciale
a doppio filo d'oro, i ciondoli erano delle rose.
Lo accarezzai
delicatamente, per un attimo ci sentii il tocco delle mani di mio nonno quando
mi aiutava a chiudere il piccolo moschettone dorato.
Sorrisi
commossa, a quel ricordo.
« E tu Sierra?
»La voce di Ian
mi ridestò dai miei pensieri malinconici; alzai lo sguardo incontrando il suo.
« Cosa? Scusa ma
non ascoltavo »
« Chiedevo se ti
era piaciuto il tour al set » Ripeté la domanda molto gentilmente, ed io annuii
con energia.
« Sì certo. La
casa dei Salvatore è bellissima » Dissi, omettendo un piccolo particolare...
cioè la bava che mi era colata guardandolo mentre girava quella scena con la Dobrev.
Lui sorrise e
poi tornò a guardare avanti.
Avevo notato che
ogni tanto le mani di Ian e di Cathy si sfioravano;
questi entro stasera combinano qualcosa.
« Siamo arrivati
» Ian indicò una targa di un ristorante. Parcheggiò
l'auto in una zona riservata - ovviamente - e poi scendemmo.
Il ristorante era
carino, niente di eccessivo e alla mano. Ad aspettarci c'erano Nina e un ragazzo
che le sorrideva tenero e Steven Mc Queen.
AH IL MIO
INCUBO.
Risi un po'
ricordando la scena che era avvenuta in mattinata; era stato troppo divertente.
Avrei voluto
controbattere alla sua battuta, ma ero troppo scioccata per farlo.
Il mio night
mare si avvicinò a me e mi prese una mano tra la sue, per poi portarsela alla
bocca.
Stava cercando
di farmi un baciamano.
« Buona sera
Sierra » disse in italiano, lasciandomi un po' di stucco.
« Steven »
« Steve »
rimbeccò lui.
« Steve. » mi
corressi, sorridendo. « Sai che non si fa così il baciamano? »
Lui rise
buttando la testa all'indietro.
Notai solo in
quel momento che tutti ci guardavano, esattamente come questa mattina.
« Beh, volevo
solo saggiare il sapore della tua pelle e in qualche modo dovevo pur fare..
no?»
Non ebbi modo di
rispondergli perché una voce - LA VOCE -, lo rimproverò facendomi sussultare in
preda ai brividi, che tra parentesi scossero anche il mio basso ventre.
« Steve, il
baciamano si fa così » Joseph prese la mia mano e la sfiorò con le labbra, da
perfetto gentiluomo qual'era.
Oddio, chiamate
i pompieri sto andando a fuoco!
Le mie guance si
incendiarono in preda al calore che quel contatto sfiorato mi provocò.
La sua bocca era
così rossa che pareva stesse andando a fuoco anch'essa.
Mi morsi le
labbra sperando di ritrovare un minimo di dignità.
Ma era
impossibile se lui parlava con quell'accento, che ti faceva provare un orgasmo
senza averti toccato!
« Buonasera
Sierra, è il tuo nome se non ricordo male » Scossi la testa, mentre cercavo le
parole più adatte a quella situazione.
Ma c'erano?
Sì. Avrei dovuto
dirgli che no, non sbagliava.
Che purtroppo mi
chiamavo Sierra, ma che per lui potevo essere pure che so.. la strega di
Biancaneve.
O i sette
nani... preferisco Cucciolo, siamo alti uguali.
« Sì.. s sì »
Balbettai, e lui mi sorrise dandomi il braccio così che potessi appoggiarmi a
lui.
Avrei voluto
urlare a tutto il mondo : “ AWWWWW ”, ma non lo feci perché sarei stata
altamente patetica.
Comunque sia,
accettai quell'invito ed insieme a lui entrai nel ristorante. L'idea che mi
aveva dato l'esterno, fu la stessa che mi diede l'interno: carino, non troppo
lussuoso, e accogliente.
Joseph scostò la
sedia e mi aiutò poi a sedermi, ed ancora se non avessi un minimo di amor
proprio avrei detto: “ awwww ” .
« Grazie »
Quello riuscii a dirlo forte e chiaro... wow facevo progressi!
Lui sorrise in
maniera indecente e poi si sedette accanto a me.
« Dovere » disse
lui, facendo ancora quel sorrisetto che ti metteva k.o.
A noi poco dopo
si aggiunsero tutti gli altri.
La cena fu
tranquilla, mi divertii tanto, ed anche per Cathy fu' lo stesso.
Io ero rimasta
attaccata a Joseph - chiariamo, no stile cozza, ma più stile donzella in
difficoltà -. Cathy aveva chiacchierato un sacco con Daniel e con Nina.
Ovviamente io
ero stata tampinata da Steven.
Mi divertivo
troppo. Quel ragazzo era una forza della natura e mi piaceva un sacco il suo
modo di scherzare.
Sono sicura che
se avessimo avuto l'opportunità di frequentarci sarebbe diventato tipo il mio
migliore amico o qualcosa giù di lì.
Posai l'ennesimo
pezzo di pizza nel piatto, e Ian mi guardò curioso.
Cazzo guardava?
« Ma quanto
mangi? » chiese quel cretino dagli occhi azzurri.
« Il giusto. »
Gli dissi io acidamente.
Lui rise ed io
cominciai ad alterarmi. Cioè, è vero che ero arrivata alla seconda pizza, ma
ognuno ha i suoi ritmi alimentari.
« Sei alla seconda» Mi fece notare lui, al chè
io non ci vidi più.
« Senti mister perfettino tutta dieta e nessuno sfizio, io amo mangiare e
per mia fortuna non ho problemi di forma quindi non vedo tu perché mi debba
rompere le scatole.» Conclusi
acidamente, e portando le braccia al petto.
Idiota.
Per fortuna poco
dopo andammo al locale; quello era decisamente un posto poco ospitale per me.
Le discoteche
non facevano per me.
Quella non era
musica per le mie povere orecchie.
Io amavo i
Queen, i Ramones, i Paramore... Per me David Guetta era uno sconosciuto!
Il locale aveva
le pareti viola - VIOLA ? -, ed era stracolmo di persone.
« Ti piace? » Fu
Steven a parlare mentre mi prese per la vita, accompagnandomi in un privè che
avevano prenotato.
« Diciamo che
non è esattamente il mio genere » Gli dissi urlando a causa della musica.
« Vedrai ti
piacerà. » Feci di sì con la testa credendoci poco.
Cathy invece
sembrava assolutamente nel suo ambiente.
Beata lei.
Mi avvicinai
alla sua figura esile e perfetta, lei mi abbracciò di slancio; era felice.
«Sono così contenta! » Io le sorrisi e ci
sedemmo insieme sul divanetto di velluto rosso.
A noi si unirono
anche Joseph e Ian.
Cathy si
avvicinò a Joseph, e cominciarono a parlare. Cathy rise di una sua battuta, che
io non sentii.
Li guardavo un po’
incazzata.
Non ero gelosa,
ma incazzata.
« Vuoi qualcosa
da bere? » Mi chiese una voce che oramai mi era familiare: Ian.
« No grazie. »
« Sicura? »
« Sì. »
Si sedette
accanto a me e il suo profumo mi invase le narici fino a farmi desiderare di
capire che profumo usasse.
Eravamo davvero
vicini, troppo vicini per i miei gusti. Cathy sembrò non accorgersene, troppo
impegnata con Joseph com'era.
« Questo è buono
» mi porse un bicchiere che conteneva del liquido azzurrino, bicchiere dalla
quale lui aveva appena finito di bere.
Scossi la testa,
davvero non mi andava.
« Niente alcool,
eh?»
« No ».
Ci fu un attimo
di silenzio interrotto dalla risata di Cathy, io la guardai un po' intenerita
dalla scena.
Lei rideva e
Joseph la guardava.
Mi morsi le
labbra nervosa.
« I tuoi occhi »
Mi voltai con lo sguardo verso Ian, che mi guardava
attentamente
« Che? »
« I tuoi
occhi... hanno un colore così strano.. »
Annuii,
consapevole del mio difetto fisico di cui odiavo parlare.
« Si chiama mosaicismo cromatico. È un sottogenere dell'eterocromia.
Cioè, ci sono ' pezzi ' dicolori
discordanti dal basilare. Niente di che, solo un difetto esteriore. »
« IO non lo
chiamerei difetto. I tuoi occhi sono stupendi » Mi disse sorridendo, ed io non
potei fare a meno di ricambiare.
Cathy e Ian, dopo aver passato dieci minuti lontani decisero di
andare a ballare.
Anzi, Ian le aveva chiesto di ballare dicendole che era curioso
visto che la mia amica le aveva rivelato di amare la danza.
Ballarono stretti
e sensuali sulle note di una canzone che Steven mi rivelò essere Withoutyou.
Ian le fece fare
una piroetta e le balze della gonna si aprirono fino a scoprirle le gambe. Ian sorrise malizioso per poi ritornare a stringersi stretti
l'uno all'altro.
Steven mi invitò
ad unirmi a loro sulla pista, ma decisamente non era cosa per me.
Joseph invece
accettò.
Ballò con
Claire, e poi lui ed Ian si scambiarono le dame.
Cathy e Joseph
ballarono stretti e più dolcemente, sembravano viaggiare su una nuvoletta per
quanto sembravano leggeri sulla pista.
Ian, con un gesto
se la riprese tra le sue braccia. Le disse qualcosa e lei annuì.
Poi lui le diede
un leggero bacio sul collo ambrato e lungo.
Un bacio che
incendiò il viso, visto che diventò di fuoco.
Ian la prese per un
polso e la portò lontano dalla folla, verso il balcone.
Cathy mi fece
l'occhiolino... mh chissà forse quella sera in Hotel
ci sarei dovuta tornare da sola… .
Rieccoci ragazze con il secondo capitolo!!! che dire
finalmente cominciano a succedere un po’ di cose, come l’incontro con il cast
da parte delle nostre protagoniste e per finire in bellezza con la serata in
discoteca!!!! Cathy ci dà dentro a ballare sia con Ian
che con Joseph!!!! XDXDXD cosa ne pensate di ciò??? Per Sierra invece c’è stato
il momento del baciamano di Joseph dove per poco non mi sveniva ai suoi piedi d’altronde
come darle torto io sarei svenuta lì su due piedi oppure mi sarebbe venuto un’infarto!!!!! XDXDXD chissà cosa succederà nel prossimo
capitolo come avrete notato ho concluso questo capitolo con un po’ di suspance chissà cosa succederà tra Cathy e Ian!!!! E Sierra dovrà veramente tornare da sola in hotel??
Per scoprirlo dovete continuare a seguirci detto questo vi posto i link dei
vestiti delle nostre ragazze!!!! XDXDXD noi ci vediamo al prossimo capitolo e
ringrazio ovviamente tutte le ragazze che hanno recensito la storia e che l’hanno
inserita tra le preferite, ricordate e seguite!!!! Grazie mille siete tutte
fantastiche!!!! XDXDXD
Capitolo 4 *** don't be a drag, just be a queen ***
Cathy pov.
Io avevo appena
ballato con Ian Somerhalder. Capiamoci, Ian Somerhalder.
No, peggio io
avevo appena ballato con lui e poi Joseph Morgan mi aveva stretta a se.
Ah, e ora ero di
nuovo fra le braccia di Ian.
Oh, e che
braccia.
Mi fece roteare
su me stessa un paio di volte, prima di fermarsi con la bocca ad un passo dal
mio orecchio. Perché lo faceva? Voleva farmi morire per caso? No perché ci
stava riuscendo benissimo.
Non riuscivo a
ragionare se lui mi alitava sul collo in quella maniera così indecente.
Credevo di stare
la-la per morire solo sentendo il suo corpo incollato al mio, ed invece no. Il
fondo lo toccai quando lui posò un bacio nell'incavo del mio collo e mi
sussurrò queste esatte parole : « C'è troppa gente, usciamo fuori. Voglio stare
solo con te » Non esitai nemmeno un attimo; gli dissi sì, e uscimmo sulla
balconata che c'era all'esterno.
Ci incamminammo
veloci verso il balcone, lui mi teneva la mano. Quando fummo arrivati a quel
pezzo di ferro, Ian portò una mia mano alla sua bocca, baciandola
delicatamente: wow.
Lo guardai negli
occhi non capendo cosa stesse facendo, lui fece lo stesso ma nel suo sguardo
c'era altro.
« Posso fare una
cosa? » Annuii, anche senza sapere cosa volesse fare.
Ma in un attimo
lo capìi.
Si avvicinò a
me, in maniera quasi troppo lenta.
Le sue labbra si
posarono sulle mie, che presero a muoversi con quelle di lui dolcemente e poi
sempre in modo più passionale.
Era un incontro
di lingue, di sapori, di aromi, di denti.
Era bello perché
mi faceva sentire bene.
Mi dava alla
testa.
La sua bocca si
modellava alla mia in maniera quasi innaturale. Sapeva di menta e rum.
Cercai di
prendergli i capelli, ma lui non me lo permise. Prese le mie mani fra le sue e
le strinse forte.
Si staccò da me
troppo presto.
Ero ansante;
sembrava che avessi appena fatto sesso.
« Sei bellissima
questa sera Cathy » disse lui sensuale e con voce roca.
« Anche tu mica
scherzi » lui sorrise.
« Me lo dicono
spesso » scherzò.
« Non faccio
fatica a crederlo » Rise in maniera sguaiata. Sembrava che si stesse
divertendo.
« Sai, se
l'avessi detto alla tua amica lei mi avrebbe riempito di insulti » Oooook.
Parlava di
Sierra mentre stava con me? No, così non va.
Lo guardai
scocciata.
« Mi hai appena
baciato e pensi a Sierra? »Lui scosse
la testa in maniera decisa.
« No, no. Non fraintendermi,
dico solo che siete diverse. » Questo non migliorava la situazione. Infatti mi
indispettii.
« Sì, e quindi?
»
« Preferisco te.
Lei è troppo complicata, tu sei più dolce. »Disse, accarezzandomi i riccioli mori.
O mio Dio.
Preferiva me.
WOW.
ME.
« Non credevo ci
fosse in atto una gara. » Voltai la testa verso la voce di Sierra, che era
ferma a pochi metri da noi, con le braccia conserte e la faccia offesa.
Ian sorrise in
maniera indecente.
« Sapevi che non
si origlia? » Chiese lui, mentre Sierra non si scompose un attimo.
« E tu sapevi
che non è carino dare della complicata a qualcuna? »
« E tu sap »
« Sì, so che non
si risponde ad una domanda con un'altra domanda. » Lui smise di sorridere;
indossò una strana maschera sul volto. Non capivo perchè quello scambio di
battute mi dava così fastidio.
Ah sì, forse
perché per me stavano flirtando.
« Come hai fatto
a capire che stavo per dirti quello? »
« Ahhhh al
diavolo! Cathy ero venuta qui per dirti che io torno in Hotel. A dopo, o domani
o quel che è. » Si voltò ed andò via, ma prima di chiudere la porta rispose ad
Ian.
« Sei scontato,ecco
perché l'ho indovinato. » .
Si allontanò da
noi velocemente, e quando ebbe chiuso la porta sentii la rabbia crescere a
dismisura.
Sierra aveva
rovinato il mio momento magico.
Due volte, tra
l'altro.
Guardai Ian,
cercando qualche segno di arrabbiatura sul suo volto, ma non ne trovai.
Sembrava sorpreso, forse frustrato. Ancora non lo conoscevo bene, quindi per me
le sue emozioni erano ancora indecifrabili.
« Scusa Sierra,
quando ha mal di testa è sempre intrattabile. » Gli dissi e lui fece un mezzo
sorriso che ti metteva ko.
« Aveva mal di
testa? » Sembrò pensarci sopra.
« Sì. »
Affermai, non proprio sicura del fatto che quello fosse la verità.
« Oh, e allora
perché è venuta? » Ci pensai un attimo e non seppi darmi una risposta.
Scrollai le
spalle, in segno di diniego.
« Tu perché mi
hai portato qui? E perché mi hai baciato? » gli chiesi senza timori.
Lui mi guardò
malizioso, e poi mi attirò di nuovo a se dolcemente.
« Sarò schietto
con te Cathy. Mi piaci e molto anche. »
Boom
Boom
Boom
Quello era il
mio cuore che non smetteva di battere in maniera anormale.
Il suo profumo
mi inondava le radici, mi drogava, mi faceva ridere.
Mi rendeva
intraprendente, visto che prima che lo facesse lui, incollai le mie labbra alle
sue in un bacio che non lasciava spazio a dubbi, pensieri, aria. Solo bocca,
lingua e saliva.
Che poi detta
così, era pure brutto ... Ma cavolo!
Quelle labbra
baciavano troppo bene.
Quella lingua
sapeva di buono.
Ian, era
perfetto. Così come lo era quel bacio.
Quando si staccò
da me, mi sorrise ancora in quel modo tutto suo, ed io gli accarezzai il petto.
Volevo afferrare i suoi capelli e stringerli fra le mie dita, ma a lui non
faceva piacere a quanto pare.
Beh, mi '
accontentavo ' dei pettorali.
Appoggiò la sua
fronte sulla mia, fino a che i nostri respiri non tornarono normali.
« Mi sa che devi
tornare in Hotel. » Disse lui e beh quella non era decisamente l'opzione
migliore.
« Devo? »
« La tua amica
sta male no? Meglio se vai da lei. Per il resto, c'è tempo. » .
C'è tempo.
C'è tempo.
Cavolo.
Sorrisi come un
'ebete, pensando all'eventualità che la nostra conoscenza poteva non fermarsi
ad un bacio.
Ma infondo tra
di noi la chimica c'era, ed era innegabile.
Quando eravamo
vicini, c'erano brividi. C'era fuoco.
Annuii a lui,
alle sue parole, ed ai miei pensieri.
« Sì, certo. »
Mi allontanai,
ma prima che me ne andassi Ian mi portò di nuovo accanto a se, prese le mie
labbra tra le sue in ultimo bacio sussurrato, sfiorato.
Ci staccammo
dopo poco.
« Ora, puoi andare.
» Sorrise, ed io con lui.
Sierra pov.
Le luci erano
troppo forti, così come la musica e la voce di Steven.
Tutto sembrava
essere contro di me quella sera.
Il mal di testa
mi stava uccidendo e non scherzavo.
Appoggiai la
testa sullo schienale morbido del divanetto, sperando che il dolore passasse un
po'. Sbagliavo, ovviamente.
Chiusi gli occhi
e quando li riaprii la faccia di Joseph mi si piazzò davanti, causandomi la
morte cerebrale.
Gli ormoni
invece, quelli erano belli che vivi.
Saltavano quasi.
Che qualcuno
faccia qualcosa.
« Hai una brutta
cera, se vuoi ti riaccompagno io.»
Ahahahahahah. Io
e lui, stessa auto. AHAHAHAHAHAH. Joseph caro, se ci tieni alla tua salute
mentale e fisica non ti conviene restare solo con me.
Quello avrei
dovuto dirgli.
Ma, feci la
persona razionale e gli dissi semplicemente : « Sì, forse sarebbe meglio » .
Cretina? Sì di
sicuro.
Credo che però
la mia reputazione fu salva.
Lui sorrise,
facendomi morire un poco. Le sue labbra rosse come fragole mature, mi chiamavano
a gran voce.
“ Baciami
Sierra ” .. le sentite anche voi, vero?
«Vado ad avvertire Cathy. » Lui annuii.
« Ti aspetto
fuori, fai con comodo. » Tesoro, fare con comodo mentre tu sei lì fuori che
mi aspetti? Va bene che sono stupida, ma non fino a quel punto.
Presi il
cellulare dalla tasca dei pantaloni, cercando il numero di Cathy così da non
doverla disturbare; sicuramente era con Ian, facendo chissà che...
Premetti il
tasto della chiamata, ma c'era la segreteria telefonica.
Ah, quanto amo
la Tim.
Salii le scale
che portavano al terrazzo, dove ero sicura si trovassero. Ed infatti fu lì che li
trovai.
Aprii la porta,
ma loro erano così presi l’uno dall'altra che non mi sentirono arrivare.
“ Preferisco te. Lei è troppo complicata, tu
sei più dolce. ” . Gli sentii dire.
Stronzo.
Chi era lui per
dirmi quelle cose? Sì, potevo esserlo, ma a lui non doveva importare.
Che ne sapeva
dei miei difetti?
Che ne sapeva
dei miei pregi?
Delle paure?
Delle fobie?
Niente.
Lui non sapeva
niente.
Prendemmo a
battibeccare, mentre notai che Cathy mi guardava male: Al diavolo, pure lei.
Andai via, non
prima però di aver avuto l'ultima parola. Mi girai verso di loro, incollando il
mio sguardo a quello di Ian.
“ Sei scontato,ecco
perché l'ho indovinato” Dissi, riferendomi alla sua pessima battuta che non gli
avevo lasciato finire di dire.
Uscii da quel
posto, lasciandomi indietro i lacrimoni che avevo agli occhi, il mal di testa,
Ian ed Atlanta.
Volevo stare a
Londra.
Volevo rendere
fiero di me mio padre.
Volevo troppe
cose, che forse domani avrei ottenuto.
Varcai il portone
che portava all'esterno e quando vidi Joseph appoggiato al cofano dell'auto mi
venne una vampata di calore.
Meno pausa in
anticipo, o gravidanza stile Vergine Maria -effetto Joseph Morgan.
« Vieni, sali in
auto così ti accompagno. Non per essere scortese, ma seriamente non sembri in
forma. » Gli sorrisi per niente offesa.
« Tranquillo, ne
sono consapevole. » Gli dissi, salendo nella sua auto.
Auto che lui,
aveva già aperto.
Chiuse lo
sportello, con galanteria.
SPOSAMI! Adesso.
No, anzi aspettiamo il 22 Maggio onorando l'Inter... magari celebra la Plec, il
collarino bianco gli starebbe da Dio...
Quando anche
Joseph entrò in macchina e chiuse anche il suo sportello, il suo profumo di
dopobarba riempì l'abitacolo. Mi impediva di respirarenormalmente.
La testa
martellava, ma non me ne importava un fico secco in questo momento.
« Devi girare a
destra » Lui annuì.
Ero un pò in
imbarazzo. Non sapevo come comportarmi, certo... quella sensazione era
praticamente la storia della mia vita, ma ora era peggio.
« Allora, come
ti sembra Atlanta? » Aggrottai le sopracciglia, non sapendo cosa rispondergli.
« Mhh, non
saprei. Non abbiamo girato molto, siamo state sul set e poi al locale e cose
così » Mi guardò un attimo prima di tornare a guardare la strada.
« Hai rapito il
cuore di Steven, eh? » ammiccò nella mia direzione, ed io avvampai.
Presi a giocare
con le pellicine del mio indice sinistro, e a mordicchiarmi il labbro
inferiore.
« Sì no ecco. A
quanto pare, sì » Risi nervosamente, in effetti non ero a mio agio con quella
domanda.
« A volte quel
ragazzo ha la delicatezza di un elefante » scosse la testa divertito.
« Però è
simpatico. Mi piace, almeno non è uno spocchioso arrogante come qualcun altro »
L'ultima parte la sussurrai.
« Io mica sono
quello arrogante? »
« No,
tranquillo. Per il momento sei quello migliore » Gli dissi sorridendo.
« Speravo la
pensassi così » Mi sorrise mentre lo diceva.
Cuore mio batti
meno forte, altrimenti qui rischiamo l'infarto.
Purtroppo
arrivammo subito in Hotel.
Perché fanno le
auto così veloci? Joseph mi aveva scortato fino all'ingresso dell'albergo, poi
andò via lasciandomi un lieve bacio sulla mano.
Awww.
Entrai in stanza
e mi buttai sul letto a peso morto: lontano da Joseph, il mal di testa era
tornato prepotente.
Qualche ora
dopo, - poche ad essere sincera -, aprii gli occhi ed accanto a me non trovai
Cathy.
Sapevo per certo
che la sera prima era rientrata, perché mi aveva chiesto come stessi, prima di
addormentarsi anche lei accanto a me.
Oggi ero di buon
umore.
Andai in bagno,
appoggiai sulle casse il mio iPod nero, e sparai una playlist a caso.
Con la musica di
Glee in sottofondo mi feci una doccia liberatoria.
Dieci minuti
dopo - ok, facciamo pure venti -, avevo asciugato alla meglio i capelli,
lasciandoli ancora umidi. Presi lo spazzolino e cominciai a spazzolarmi i
denti.
Questo finché
Kurt Hummel non cominciò a cantare una delle canzoni che più mi gasavano.
« It doesn’t
matter if you love him, or capital H-I-M » Cominciai a cantare, usando lo
spazzolino a mò di microfono.
« just put your paws up ’cause you were born this way,
baby » Cantai tutta la strofa gasandomi come poche volte nella vita.
Non sapevo
perché ma oggi mi sentivo bene. Forse era stato Joseph, forse il fatto che
sapevo che avrei realizzato i miei sogni o forse ero semplicemente lunatica.
« don’t be a
drag -just be a queen, don’t be a drag -just be a queen » Sentii la porta
aprirsi, segno che Cathy era tornata.
Andai ad
accoglierla cantando.
« Don't be a
drag .. canta con me Cath»lo spazzolino
si fermò a mezz'aria.
Quella davanti a
me non era Cathy.
« Just be a
queen? » Disse lui sorridendo.
Idiota.
« Che ci fai
qui? » Cercai di calarmi la camicia lungo le cosce scoperte. Ero in culotte e
camicia - quella che lui aveva macchiato -, ed ero poco presentabile. Se poi
mettiamo anche il fatto che dalla camicia azzurra, si intravedeva anche il
reggiseno, capirete che ero in imbarazzo.
« Cathy ed io
siamo andati a fare colazione, e siccome le si è rotto un tacco ero venuto a
prenderle un paio di scarpe. » Disse lui, tranquillamente.
In effetti non
c'era nulla di strano.
« Mh.. aspetta,
ti prendo un paio di sandali » Andai alla sua valigia, e presi le prime scarpe
che vidi, facendo attenzione a non abbassarmi troppo... insomma, non volevo
mica mostrargli il mio sedere!
Sentivo il suo
sguardo che seguiva la mia figura, e questo mi diede un leggero brivido.
Di fastidio,
ovviamente.
« Ecco, tieni »
Lui sorrise
« Vedo che poi
la camicia è tornata come nuova » ammiccò lui nella direzione del mio seno.
Porco.
« Beh, non
grazie a te. » gli dissi acida.
« Vero. »
« Beh...
allora... »lo invitai ad uscire - non
molto gentilmente - e lui rise.
« Vado, vado. »
« Ecco »Si avvicinò alla porta e mi diede le spalle.
Poi si girò
« Per la
cronaca, il complicato di ieri, non era una cosa negativa. Ah, e quelle culotte
ti stanno molto, mooolto bene »
Presi un cuscino
e glielo tirai dietro, colpendo la porta visto che lui era già andato via.
Ah, Dio Zanetti,
aiutami tu.
Eccoci a questo
3 capitolo ebbene si volevo farvi un regalino per pasqua e così spero che vi
piaccia!!!! XDXDXD
Ringrazio tutte
le ragazze che hanno recensito gli scorsi capitoli e che hanno inserito la
storia tra le preferite, ricordate e seguite, ma ovviamente anche a quelle
ragazze che leggono e basta!!!!
Spero di
riuscire ad aggiornare più spesso visto che l’altra ragazza con cui collaboro è
finalmente tornata all’attacco sia con questa che con la sua storia che per chi
non lo sapesse è questa qui: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=877487
Per chi non lo
sapesse è su Ian/nuovo personaggio ma al suo interno c’è sia il cast di
Supernatural che quello di The Vampire Diaries ve la consiglio è fantastica!!!!
XDXDXD
Che dire auguro
a tutte voi di passare una Buona Pasqua con la vostra famiglia e vi faccio i
miei migliori auguri!!!! XDXDXD a presto con il nuovo capitolo!!!! XDXDXD un
bacione a tutte voi!!!!
In compenso il cielo era
azzurro, mi sembrava di poter volare su quelle nuvole così soffici… si soffici
non so neanche se sono soffici, ma lo sembrano.
Voglio un letto di nuvole!
Fa caldoooooooooooooooooooooooooo!!!
Dove mai avrei potuto trovare
un po’ d’aria fresca? Ah si! che stupida, ovviamente non chiusa qui, tra queste
quattro mura.
Dopo aver indossato i miei mini short preferiti e un top azzurrino uscii pronta
a godermi un po’ d’aria e si anche il sole.
DOVEVO ABBRONZARMI!
I piedi mi portarono verso la
spiaggia… quanti ricordi riemergevano solo guardando quella spiaggia?
Chiusi gli occhi.
Un respiro profondo.
“ooooh
sia lodato il cielo, che frescura” mi crogiolai in quell’aria frizzantina.
Fu tutto così veloce, un
ricordo mi piombò alla mente
“ dai Chatylanciaaaa
In riva al mare… le onde che sfioravano i nostri
piedi. La palla dai mille colori era tra le mani della miamigliore amica, doveva lanciare. Perché non
lanciava? Odiavo aspettare, sembrava imbambolata per qualcosa.
“hai perso la testa? Non è di sicuro quella che hai in
mano” risi quando si decise a lanciarmi, con un po’ troppa forza la palla.
“ops scusa” rideva. Amavo
sentirla ridere.
“ooh questa proprio non
dovevi farla mia cara, adesso me la paghiii!!”
Lasciai cadere la palla e corsi nella sua direzione.
Gocce d’acqua che sembravano kaiser per quanto li facevo schizzare, ci
bagnavano il corpo
“corri che ti conviene”
Lei rideva. Correva e rideva.
D’un tratto si fermò, cercai di fermarmi, ma non ci
riuscii e finii addosso a lei.
Ma che diavolo si ferma a fare se vede che corro?
Le sue braccia mi strinsero. Non avevo mai potuto
immaginare ciò che sarebbe accaduto dopo. Mi trascinò in acqua!
-NOOO IN ACQUA NOOOO-
“No Chaty lo sai che ti voglio bene, la spiaggia è di
là… quella è l’acqua ed è bagnata.” sembrava non sentirmi. Continuava a tenermi
saldamente e incamminarsi nell’acqua.
Puff! Ero immersa dall’acqua!
Ma feci in tempo a stringerle il polso per portarla
dentro con me “ NOOOOOO” la sentii urlare. Quando riemerse sembrava un
cagnolino bagnato.
Una fragorosa risata echeggiò tra le onde. Com’era
bella l’acqua. Se non fosse stato per gli abiti appiccicati al corpo.
“Amiche per la vita” la sentii sussurrare, io sorrisi,
contenta di quelle parole.
“ Amiche per la vita” ripetei.
Ritornai alla realtà. Il mare
che si infrangeva sulla riva.
In lontananza quasi sembrava
un miraggio!
È lei o non è lei? Siiii
La mia Chaty, sembrava
fossimo state chiamate a posta in quel luogo. Gli corsi incontro, con le
lacrime agli occhi.
Stavo piangendo??’ oddio e
perché?
Ancora pochipassi e finalmente l’avrei raggiunta.
Kathpv
Buio, perché il buio mi
circonda? Aaah si ecco perché.
Tastai le mani sul mio viso
ed eccola come immaginavo, la mia mascherina da notte.
Delicatamente tolsi il
tessuto che copriva i miei occhi e la luce ritornò a illuminarmi il viso.
Sentivo di essere sola… Sierra sarà uscita pensai è ovvio.
Ma un altro pensiero si
impossessò della mia mente. Un pensiero che aveva accompagnato il mio cuore in
questa nottata.
Ilbacio di Ian.Non posso crederci mi ha baciataaaaaa!!!!!!
Premetti le mie mani sul
volto, quasi per nascondere all’intero mondo la mia felicità e cominciai a
scalciare in aria, disfacendo ancor di più il letto.
Mi sembrava di avere ancora
il suo sapore in bocca. Mi stringo le labbra socchiudendo gli occhi per
ritornare ancora a quel momento. Una sola parola
F-A-N-T-A-S-T-I-C-O!
Andai diretta in bagno. Avevo
bisogno di una doccia.
Un’improvvisa voglia di aria
marina mi investi completamente e dopo essermi preparata mi diressi alla
spiaggia.
L’acqua era fresca, i piedi
che venivano sommersi di tanto in tanto dalle onde che s’infrangevano a riva,
il sole picchiava sulla mia pelle scoperta, rosea, già abbastanza abbronzata
per essere inizio estate. Ma d’altronde a me capitava sempre così.
In lontananza dei passi
giungevano frettolosi verso la mia direzione, voltai il capo e la vidi.
Sorrisi.
Un passo e…
“Ma cosa ti sei bevuta questa
mattina?” dissi ridendo mentre stavo sprofondando nella sabbia caldissima.
Vidi il suo volto rigato
dalle lacrime. Cominciai decisamente a preoccuparmi.
La spostai un po’ per poterla
guardare dritta nel mare dei suoi occhi, erano pallidi, il loro luccichio vivo
che amavo in lei era sparito, nascosto dalle lacrime.
“Perché piangi?” mi abbracciò
forte e io ricambiai la presa
“Ti prego non stiamo più così
lontane, mi manchi, mi manca tutto ciò che ci univa prima. L’amore non deve dividerci…” cominciò a parlare come un fiume in piena “…
voglio che ci riuniamo, voglio che torniamo ad essere ciò che eravamo fino a
poco fa”.
Sorrisi a quelle parole. In
effetti da un po’ di tempo che ciò che c’era tra di noi si era un po’
sgretolato.
Dovevo rimediare!!!
Cercai di alzarmi.
La sabbia mi ricopriva la
maggior parte della pelle, sembrava che luccicassi al sole.Lei vestita con i suoi short preferiti. Mi
ricordavo di averli presi un paio di volte. In effetti erano troppo sexy!!
“Dai andiamo a prendere un
gelato”gli dissi mentre le prendevo la
mano
“Frenaaa!
Vuoi andare conciata così a prendere un gelato?? E se ce un bel ragazzo in giro
che ti vuole puntare?”
Non era proprio cambiata!
“cosa ho che no va?”
“ beh vediamo, sei mezza nuda
e piena di sabbia, se non vuoi che ti stuprino è meglio che metti su qualcosa”
“ok ok! Andiamo di la! Ho la
mia roba”
Andammo nel piccolo camerino
dove avevo accuratamente sistemato i miei abiti e con accuratamente intendo
aver buttato come mi capitava la maglia e la mini sul tavolino vicino alla
borsa.
Una volta cambiata e ripulita
dalla sabbia che mi camminava senza il mio permesso nel costume, mi diressi
insieme alla mia cara amica Sierra a prendere un gelato
“ mmmmh
ci voleva proprio”
La sento dire mentre comincia
a fare una delle sue smorfie gustatrici. Era alquanto imbarazzante mentre
passava la gente, ma divertente. Da quanto non passavo una giornata così bella
con la mia migliore amica? Booooooooooooh
“Ehy
belle ragazze che ne dite di fare un salto a questa festa? È in spiaggia questa
sera “
Quel ragazzo ha qualcosa di
familiare, ma cosa? Lo già visto… ma dove?
Maledetto cervello ricordaaaa!
Siiiiii“Daviiid, ma qual buon vento, pensavo fossi ti fossi
trasferito” ero completamente sorpresa nel vederlo. Gli sorrisi inclinando di
poco il capo. Era ritornato e come ben vedevo voleva subito rifarsi del tempo
che aveva perso non rimanendo qui. Bene perché no!
“Chaty?
Oddio non ti avevo riconosciuta. Dio che figa che sei diventata” oh che bella la sua risata
“allora che fai tu e la tua
amica ci sarete?”
Siè mi guardava cercando di capire, non gli avevo
raccontato di David, ma la sua espressione era alquanto divertente.
“Per me va bene tu che ne
dici?”
“ Ehm si ci saremo” mmh mi sa che stava sognando qualcosa, lo ridestata da
chissà quali pensieri.
“Perfetto! A stasera”
Lo vidi correre tra la gente
a consegnare volantini, mentre Siè mi guardava
strana.
“un vecchio amico d’infanzia”
dissi senza pensarci troppo. “Dai andiamo a casa che tra poco c’è la festa!!!”
La trascinai a casa.
Sierra Pv
Doccia! Doccia! Doccia!!!!!
Le ore correvano troppo
veloci il tempo per prepararmi al meglio era poco.
Mi immersi sotto la doccia,
lavai la salsedine che l’aria del male aveva inglobato il mio corpo.
Fico so di mare!
L’acqua sgorga sul mio corpo,
scivola non mancando una curva, prendo un bagnoschiuma a caso e insapono il mio
corpo cominciando a canticchiare. “Las manosarriba cintura sola”
istintivamente cominciai a muovere le mani e il bacino a ritmo di musica,
aumentando il tono di voce mentre cantavo
“Da
media vuelta danza kuduro
No te cansesahoraqueesto
solo empieza
Mueve la cabeza
danza kuduro”
cominciai a sculettare a destra e a sinistra schizzando un po’ ovunque con i
getti d’acqua. “ohi ohiohiiiiiooooooooohi ohi ohiii” cantai a squarciagola quando sentii bussare
pesantemente sulla porta del bagno.
Nooo ecco la guastafeste!
“mi spieghi una cosa? Hai
organizzato un concerto nel bagno?”
“quanto sei noiosa Chaty, mi
stavo solo preparando suvvia!”
“ehm non occorre solo a te il
bagno e …” stava continuando la frase ma il suono del suo cellulare la
interruppe, raggiungendolo immediatamente.
Salvata in calcio d’angolo!!!
Rientrai nel bagno a ritmo di musica, una musica naturalmente immaginaria.
Non ho preso il costumeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!
Allarmata e ancora avvolta nel mio asciugamano
corsi fuori diretta nel cassettone cercando un costume che avrei potuto
indossare a quella festa.
Chaty ancora al cellulare? Ma
chi era? BAH…
Presi dal primo cassettone un
costume comprato… oddio quando avevo comprato quel costume? Me lo rigirai dalle
mani non ricordavo di averlo mai avuto
“Ehi Chaty
è tuo?” lei mi fece segno di no con la mano e si allontanò nel cucinino. Ma chi
diavolo sarà mai!
Feci spallucce e mi recai
nuovamente in bagno, il grande specchio mi si presentò davanti rispecchiando il
mio corpo privo ancora di ogni indumento, ora che avevo lasciato cadere
l’accappatoio. Mmmhlasciai perdere ogni commento e mi infilai il
costume azzurrino, molto bello direi anche se non proprio il mio genere, ma per
quella sera poteva andare.
Mancava da scegliere ciò che
avrebbe coperto per quel momento il costume…. Scelta alquanto complicata! Oh
meglio no…
Corsi all’armadio rovistando
tra i miei abiti, trovando finalmente ciò che cercavo. Da quanto tempo lo
tenevo li? Era giunto il momento di indossarlo…
Presi qualcosa da portare
alla festa, tenendo tutto nella borsa. Mi buttai sul letto socchiudendo gli
occhi volando con la fantasia… cosa sarebbe successo quella sera?
Aspettai con calma che la
“sognatrice” si preparasse.
Kath PV
La voce stonata di Sierra mi
giunge alle orecchie, mi precipitai in bagno bussando a più non posso. La porta
si aprì e il suo faccino piccino mi si presentò davanti agli occhi, l’aria fin
troppo innocente.
“mi spieghi una cosa? Hai
organizzato un concerto nel bagno?”
Le sue lamentele cominciarono
subito, non appena la frase terminò. La sua dote canora non era proprio il
massimo da sopportare. All’improvviso il cellulare mi squillò e corsi subito
infischiandomene del fatto che lei stesse continuando a parlare
-numero
sconosciuto - aggrottai la fronte e poi risposi
“pronto?”
“Ciao” la sua voce risuonò
dall’apparecchio telefonico e un sussulto al cuore mi pervase nel petto.
Socchiusi gli occhi e l’immagine della sera prima si riportò alla mente.
-“Dai dammi il tuo numero…”
“Perché lo vuoi?” risposi con un tono dolce, sensuale,
forse un po troppo provocatorio.
“Perché… perché voglio
sentirti, cercarti, non vuoi?”
A quelle parole sentivo il sangue ribollirmi nelle
vene e presi il suo cellulare. Segnai il mio numero e gli e lo riporsi.
“Grazie” io gli sorrisi, lui si stava avvicinando
sempre di più, un vortico nello stomaco; gli sorrisi mentre cercavo di
mantenere il controllo, le mani sudavano, il mio corpo fremeva ma dovevo allontanarmi
prima di rovinare tutto. Sierra dovevo cercarla, ma subito la sua vocina mi
rimbombò nelle tempie – io vado a casa, Jos ha detto che mi accompagna lui- e
poi se n’era andata via, qualcosa l’aveva infastidita?? Mi incamminai verso
casa con Ian sempre tra i miei pensieri -
Ritornai alla realtà,
sembrava che il pensiero mi avesse portata anni luce lontana da lì, quando
invece erano passati solo pochi secondi.
“Ian”
sorrisi nel pronunciare il suo nome, mi aveva chiamata e non lo credevo ancora
possibile.
“Chaty,
spero di non averti disturbata…” - che dolce si
preoccupa – calma Chaty calma!!!
“no affatto per ora il bagno
è occupato quindi mi tocca prepararmi dopo”parlai senza neanche pensare al fatto che non sarebbe andato alla festa,
a meno che conoscesse l’evento di quella sera … perché non chiederglielo,
magari ci sarebbe stato un’incontro.
Sospirai “prepararti eh?? Per
chi dovresti farti bella??”per te!
Pensai non mi accorsi fino a quel momento che l’idea di farmi bella per lui mi
fece arrossire.
“ma cosa vai a pensare? È
solo una festa alla quale ci hanno invitato, giù alla spiaggia”
“una festa in spiaggia, fico!”
“già” arricciai le labbra,
mentre Siè uscì dal bagno avvolta nel suo
accappatoio, così mi allontanai entrando in un’altra stanza “tu…ci sarai?” esitai nella speranza di ottenere una si.
“beh se me lo chiedi potrei
anche farci un pensierino…” cosaaa???
Dovrei chiederglielo io?? Ma dov’è finita la galanteria? Ridacchiai
“altrimenti?” gli chiesi
sfidandolo
“altrimenti? Beh altrimenti
andrò con la tua amica” si sentì la sua melodiosa risata, sembrava di udire un
usignolo che cantava;
“non è molto carino da parte
tua, non ero io la tua scelta??” gli dissi con tono provocatorio
“se la metti così allora
potrei chiedere a Jos di accompagnarmi alla festa…” dal telefono potevo sentire dei suoni strani come
se si stesse strozzando con qualcosa. tossì e io soffocai una risata
“dunque?” sorrisi ben sapendo
che non avrebbe potuto godere del mio sorriso dall’altra parte del cellulare.
“ci vediamo alla festa Chaty” mi disse per poi chiudere la telefonata.
La mia testa iniziava già a
girarmi, corsi in bagno per prepararmi anch’io, le ore volavano e presto avrei
visto quegli occhi color ghiaccio che mi facevano piegare le ginocchia ogni
volta che mi guardavano.
POV SIERRA
La sera stava calando e la
festa stava iniziando, l’abitino che mi copriva il costume svolazzava
leggermente con la brezza marina, la spiaggia sembrava affollata e tutte quelle
tende facevano presagire che la festa sarebbe durata tutta la notte,
sicuramente ci saremmo divertite.
Chaty la vedevo
sovrappensiero e ciò mi incuriosiva maggiormente su chi l’aveva chiamata, non
aveva voluto farmi vedere il suo costume! Non è giusto, volevo essere la prima
a vederlo!!
Arricciai involontariamente
le labbra e guardai la miriade di persone ,mezze nude che si davano alla pazza
gioia.
“alloraaaaa…
cominciamo dai pazzi alcolizzati, dai golosoni con le ciambelle e i marshmallow o vuoi già buttarti in acqua??” non mi rispose
continuava a guardarsi intorno, ma che diamine eravamo lì per divertirci o
cosa?? Mmm ora vedo di attirare la sua attenzione, mi
tolsi l’abito lanciandoglielo addosso.
“bene allora vado a scoparmi
quel ragazzo laggiù”sapevo che sarebbe
ritornata in sé e come previsto si voltò verso di me scioccata
“tu cosa??!!” scoppiai a
ridere scuotendo il capo
“dovresti vedere la tua
faccia! Bentornata nel mondo dei vivi!!”
“oh ehm scusa Siè” sorrise passandosi una mano tra i capelli
“si un bel drink è quello che
ci..” la interruppi vedendo il campo da pallavolo
“waaaa
guarda andiamo?? Ci andiamo verooo??” la trascinai
letteralmente contro il banchetto delle iscrizioni per poi farla sbattere
accidentalmente contro un ragazzo… un momento! Jos era lìììì!!!
I nostri sguardi si
incrociarono come quelli di Ian e Chaty, alternandosi sugli occhi dei presenti
“ohoh
ma guarda chi abbiamo qui, anche voi vi iscrivete?” gli feci la linguaccia ma
dentro di me sentivo il cuore che aumentava il suo solito ritmo cardiaco.
“si! Vogliamo umiliare
qualcuno se a te non dispiace” sorrisi con aria di sfida.
“uuuuhuuh a quanto pare non hai letto il regolamento
piccina” mi sventolò un foglio di carta davanti agli occhi;
“cos’è??” domandò Cathy
inclinando il capo di lato
“che ingenuee!!
Allora il maestro vi spiega tutto” cominciò a riprendere il discorso Jos mentre
Ian guardava turbato il suo volto.
“le coppie per giocare devono
essere composti da uomini e donne non da ragazzi dello stesso sesso” mi
guardava con sguardo soddisfatto ma perché??
Da quando in qua esisteva
questo regolamento per giocare una semplice partita di beach volley?
Sospirai facendo una smorfia
con le labbra.
“Devo fidarmi di te? “
Joseph e Ian si scambiarono
quello che sembrava uno sguardo d’intesa, non capivo cosa mai potessero
architettare, ma perché non tentare? Sarebbe stato divertente!
“fidati” intervenne Ian
con il solito sorriso luminoso, non lo avevo mai notato fin a quel momento! Wow
che sorriso, “io sto in coppia con Chaty”.
Guardai Jos e coppie ci
mettemmo in fila per l’iscrizione.
Kath POV
Mi aveva scelta. Come sua
compagna. Mi aveva scelta! Per diamine! Si era una semplice partita di beach
volley, ma ero con lui. Ok ora basta calmiamoci e concentriamoci!
La sabbia era calda sotto i
miei piedi nudi, le pietricelle si incastravano tra le dita… dio era così
fastidioso, ma la sensazione del piede immerso nella sabbia era ineguagliabile.
La folla acclamava a vicenda
i nostri nomi; David era in prima fila che sventolava un qualcosa urlando a
squarciagola, l’aria calda era soffocante durante quel momento di sfida.
La prima battuta fu lanciata.
La partita ebbe inizio.
Dovevo concentrarmi sulla
palla e non la schiena scolpita di Ian, era così difficile.
I minuti passavano, la palla
correva da un campo all’altro, sobbalzando sulle nostre mani, a volte sulle
teste, segnando punti o addirittura lanciandola a diversi metri di distanza.
Ci stavamo divertendo un mondo.
Rotolava così veloce che a
momenti i contorti erano sfocati, la palla stava andando verso il centro,
nessuno dei due era su quel punto. C’è l’avrei fatta! Feci un salto sicura di
prendere la palla.
Baaam!
Mi scontrai contro Ian, che
botta! Finimmo a terra. Il suo corpo fece da scudo contro la sabbia scottante,
la mia pelle fu salva. Tutto il mondo in quell’istante sembrò svanire, il suo
viso così vicino al mio, nuovamente, ma questa volta dinanzi a una miriade di
persona che ci guardavano. Chissà che stavano pensando. Non ebbi il coraggio di
incrociare i loro sguardi, neanche quelli della mia amica e di Jos. Ma rimasi
li, a guardare i suoi occhi, così intensi, il suo sorriso che mi faceva
ribollire il sangue nelle vene. Come se il sole cocente non bastasse.
“ehm tutto bene?” sussurrò
lui alzando un angolo della bocca. Mi limitai ad annuire.
Baciami, baciamo ora davanti a tutti, ti prego
stringimi al tuo petto. Dichiara al mondo intero che vuoi me!!
“mmmh
sei comoda?” quella domanda mi riportò alla realtà, ritornai a usare la mia
parte del cervello razionale.
Il mio volto divenne
bordeaux, ma non per via del caldo, ma a causa di quel momento di imbarazzo.
Mi alzai goffamente ma
qualcosa mi trattenne, mi ritrovai sulle spalle, la sabbia, le righe che
segnavano il campo le vedevo un po’ riavvicinate, i corpi del “pubblico” erano
rovesciati. Si sono messi tutti in testa in giù? Ahah
che buffi.
NO! Ma aspetta! Il sedere di
Ian?
“Cosa hai intenzione di fare?”
lui si limitò a ridere e cominciò a camminare non vedevo dove stava andando ma
potevo immaginare.
L’acqua!
“No ti prego no! Mettimi giùùùùùùùùùùù”
Sentivo la sua risata
accompagnata a quella di Joseph, insieme a quella di Sierra che chiacchieravano
chissà di che cosa.
L’acqua era sempre più vicina
“No ti prego, non avevo
progettato di fare il bagno! Non farmi questoooooooooo”
“ma no dai che gusto c’è se
ti metto già adesso?”
L’acqua gli arrivava al
ginocchio se avrei allungato la mano avrei potuto sfiorare a superficie.
Brrrfreddaaaaa
“uno…”
“uno cosa?”
“Due…”
“Ian??”
Mi sentii sollevare! Che
forza!
“treeee!”
e il mio corpo sprofondò nell’acqua immergendosi completamente.
Riemersi e potevo scommetter
quello che volevo che ora sembravo un gattino arruffato. Presi Ian per il polso
spingendo anch’esso in acqua.
“dovresti vederti” rise, ma
perché trova sempre tutto divertente? Ma a dir il vero era divertente come
cosa, ma… ok mi stava mandando in incandescenza.
“cosa ho di così divertente?”
si avvicinò togliendomi una ciocca di capelli incollata alla bocca. “oh ehm
grazie”
In pochi minuti tutti si
tuffarono in acqua, il sole calava lentamente all’orizzonte fino a scomparire
del tutto.
Il mio sguardo correva spesso
sul viso e sul corpo di Jos, non capivo esattamente il motivo ma qualcosa mi
attirava come se due calamite fossero incastrate dentro i nostri corpi.
Nuotavo tranquilla, insieme
al gruppetto creatosi quella sera. Gruppetto per modo di dire, eravamo in
quattro. Chi ci vedeva avrebbe potuto scambiarci per una coppia. Una coppia? Io
e chi? Ian? Jos? E Sierra? Piace qualcuno dei due?
Troppeeedomandeee rischio di far
esplodere il mio prezioso cervello.Ed
ora? Che sarebbe accaduto?
SIERRA POV
Adoravo l’acqua, adoravo la
compagnia della mia cara amica e si, anche se dimostravo diversamente, mi
piaceva la compagnia di Joseph. Non era male come ragazzo, forse per questo
continuavo a litigarci? E Ian? Sembrava avere un debole per Chaty, ma quanto
era sexy? Soprattutto con quel costumino.
“Stanno per iniziare il gioco
della bottiglia vi va di andare?”
“Ma è per bambini!” Jos,
sempre il solito.
“Hai paura di baciare una
racchia?” risposi a comando, le mie solite risposte alla cazzo.
“no forse te!” e scoppiò a
ridere.
A quelle parole rimasi malissimo,
poteva pur scherzare, ma questa volta aveva decisamente esagerato. Uscii
dall’acqua, dirigendomi verso un asciugamano per avvolgerci il mio corpo
bagnato e salato. Stringevo i denti.
Che vada al diavolo!
Chaty mi raggiunse, non mi
andava di farla preoccupare e sorrisi anche se dentro non sorridevo. Aspettammo
qualche secondo, il tempo i dure ragazzi uscissero dall’acqua.
“non pensarci, è un idiota” mi
sussurrò Ian quando mi passò accanto
Ma quanto è dolce?
Gli sorrisi, inclinando il
capo in segno di gratitudine.
“Su andiamo a prendere posto,
il gioco sta per iniziare”
Chaty mi spinse, mi era
passata la voglia di giocare. Davanti a noi i due ragazzi che parlottavano tra
di loro. Chissà di cosa.
Tutti e quattro ci mettemmo
vicini.
“ Scusate voi quattro se vi conoscete dovete
sparpagliarvi”
“Cosa e perché?” Chiese Ian
“è il regolamento, almeno
potrebbe capitare la possibilità che anche tra di voi accada qualcosa”
Di malavoglia ci alzammo
mettendomi un po’ distanti tra di noi, chi in mezzo ad altre ragazze, chi
dall’altra parte del cerchio. Ci guardavamo agitati, ma ridevamo, la cosa
elettrizzava tutti.
Il primo girò iniziò, le
penitenze sorvolavano ogni cosa, pochi erano gli audaci a provare “il bacio”.
Era il turno di Joseph. “Bacio”
Il cuore cominciò ad
aumentare il suo battito. Non potevo credere al fatto che aveva scelto quella
parola.
Ian e Chaty si erano già
baciati un paio di volte, era capitato anche a me di dare un bacio lieve a Ian,
ma Jos?
La bottiglia roteava, roteava,
roteava, sembrava non volersi mai fermare. Ma eccola che rallentava la sua
corsa, chi sarebbe stata o stato il prescelto?
Ancora pochi secondi.
La notte che ci avvolgeva ci
allontanava dal mondo, allontanava me, non riuscivo a vedere nient’altro che il
tappo di quella bottiglia, ora ferma, che indicava… me? Stava indicando
proprio… me?
Alzai lo sguardo timidamente
verso quello di Jos, non volevo guardarlo dopo ciò che aveva detto un istante
prima, il suo primo giro di bacio e gli toccava baciare proprio colei che non
voleva baciare.
Si alzò senza indiscrezione,
tranquillo, con un lieve sorriso sulle labbra, si avvicino a me.
“mmmh
il mio primo tentativo, mi è andata bene” sussurrò girandomi verso di lui.
Ma sei scemo o cosa? Riordina ci che hai in mente per
l’amor di dio!
Trattenni il fiato. Si
avvicinava sempre di più.
Oddio aiutooo!!
Ed ora?
Sentivo il battito del mio
cuore nelle orecchie. –e rallenta un po’
maledetto cuore-
Ma niente non voleva saperne.
Le campane suonarono
nell’istante in cui le sue labbra premettero sulle mie. Via era fatta!
Com’erano morbide. Perché non si stacca? Gli piace?
Mi lasciai trasportare dalla
morbidezza delle sue labbra.
Socchiusi gli occhi.
Era tutto un sogno, no ti
prego fa che non sia solo un sogno.
L’incantesimo terminò
nell’istante in cui le sue labbra si staccarono dalle mie e si dirige al suo
posto, portai le dite involontariamente sulle mie labbra. Non potevo ancora
crederci.
Guardai Chaty era turbata. Cos’era successo
nel frattempo? Perché aveva la fronte corrugata? A che pensava?
Il gioco finì. Ci dirigemmo
verso un banchetto per bere qualcosa, per ridere e scherzare, avevo preso molta
confidenza con Ian, era stato davvero carino con me quella sera, Jos si
comportava sempre da solito idiota, ma sembrava che dentro di lui ci fosse
qualcosa di dolce, ma tentava sempre di nasconderla.
Chaty era ancora avvolta da
una nube di inquietudine, la vidi allontanarsi. Forse aveva bisogno solo di un po’
di solitudine.
Joseph Pov
Eccoci tutti accerchiati a
giocare a questo stupido gioco.
Guardavo le facce dei
presenti, c’erano tante belle ragazze in effetti. Guardai Ian, sembrava
elettrizzato all’idea di quel gioco. Ma si perché no infondo sarebbe stato
divertente.
Bene era il mio turno, presi
in mano la bottiglia.
“mmhscelgo… ma si dai. Bacio” annunciai prima di
cominciar a far roteare la bottiglia.
Fa che sia una ragazza! Fa che sia una ragazza! Magari
anche carina! Ma una ragazzaaaa!
La bottiglia stava per
terminare il suo giro. E la fortunata è……
Sierra?
Dopo ciò che gli avevo detto,
anche se non lo pensavo realmente, avrei dovuta baciarla. Ma lei era davvero
una bella donna.
Si lo avrei fatto con
piacere.
Mi alzai e mi diressi verso
di lei con un sorriso sulle labbra. Mi inchinai, lei non mi guardava in faccia,
l’avevo ferita? Ma dovrebbe aver capito che io scherzo! Bah…
Presi il suo viso tra le
mani, era così piccolo, la sua pelle liscia, i capelli che liberavano ancora
qualche goccia di acqua. Mi avvicinai alle sue labbra e la baciai. Sapeva ancora
di mare misto al sapore della birra che fino a pochi minuti fa stava
sorseggiando. Le mie mani sentivano il bollore delle sue guancie.
Ho hoooo le piaccio? Mmh e poi che morbide queste labbra
Mi alzai per dirigermi
nuovamente al mio posto. L’avevo baciata e mi era piaciuto, oddio davvero mi
era piaciuto?
Cominciai a pensar a quel
contatto, alle sue labbra morbide al suo profumo che mi aveva inebriato, la
salsedine sulle sue labbra. Wow!
Il gioco finì e ci prestammo
a portarci verso un tendone dove servivano da bere. Ne avevo assolutamente
bisogno.
“già giù giù!”
continuavo ad incitare qualcuno che provava a mandar giù qualche liquore in un
sol sorso. Che pandemonio ahahaha.
Mi guardavo intorno le stelle
brillavano in cielo, una sera bellissima, il falò ebbe inizio. Tutti si
prestarono a cuocere qualcosa intorno ad esso. Con lo sguardo notai Chaty che
si era allontanata, aveva lo sguardo turbato. Cosa gli era successo?
Guardavo Ian che rideva e
giocava con Sierra, se era innamorato di Chaty perché non andava da lei?
Aspettai qualche minuto e
vedendo che non si muoveva mi diressi da lei.
Seduta sugli scogli con i
piedi immersi nell’acqua c’era lei, aveva un fascino tutto suo, era una
bellissima donna chi mai poteva resisterle? La luce della luna che faceva
splendere la sua pelle. Troppi pensieri mi giravano alla testa su di lei ma
perché???
“Ehy
sirenetta” eccola che si girò di scatto. Che sussulto al cuore.
Kathpov
Perché mi infastidiva il
bacio tra Jos e Sierra? C’era qualcosa tra di loro ed io non me ne sono resa
conto?
Con i pensieri sottosopra mi
allontanai dalla festa che cominciava a mettermi malinconia. Con un bicchiere
di ponce in mano, ovviamente corretto con dell’alcool, mi diressi tra la massa
scura di scogli. Lontano da tutti.
Mi sedetti su uno scoglio, il
fruscio dell’acqua era rilassante, i piedi immersi, il cielo stellato. Tutto
era magnifico.
“Ehy
sirenetta” la voce di Jos ruppe il silenzio e mi fece
girare di scatto.
“Cosa ci fai qui? Non
dovresti essere alla festa?” bevvi un sorso.
“Beh se per questo anche tu!”
“mmh
cercavo un po’ di tranquillità tutto qui” dissi infine, dovevo nascondere tutto
ciò che covavo dentro. Non so perché ma avevo sempre la tendenza ad esprimere
contro il mio volere ciò che sentivo.
“Bello il gioco della
bottiglia vero? Non era mica un gioco
per bambini?” lo stuzzicai un po’
“si hai ragione, ma beh si lo
ammetto mi sono divertito”
Il mio sorriso scomparve.
“e anche il bacio con Sierra?”
“Perché me lo chiedi?”
Mi raddrizzai, incrociando le
gambe in perfetto equilibrio sulla roccia, sulla quale sedevo.
“non lo so, il vostro modo di
stuzzicarvi, il bacio, lo so era un gioco ma vedere la vostra espressione”feci
spallucce.
Come previsto lui rise.
Puff che imbecille
“sei per caso gelosa?”
“cosa?” questa volta risi io “gelosa
di cosa scusa?”
Lui inclinò il capo “beh
perché a posto di baciar te ho baciato la tua amica Sierra”
“ma fammi il favore! Era un
gioco! E poi scommetto su tutto ciò che vuoi che Ian
bacia molto meglio di te!” canzonai altezzosa voltandomi di spalle.
“ah tu credi? Ne sei proprio
così sicura?”
“Si” dissi con decisione.
Poi accadde tutto così
velocemente. Mi sentii attirata contro il suo corpo, il volto girato dalla sua
mano che raccontava la storia della sua vita. Le sue labbra che si univano alle
mie in un bacio languido. Mi stringeva a lui e non voleva saperne di staccarsi.
Quando decise di farlo non sapevo che dire, lo guardavo con la bocca dischiusa.
Mi.. mi… mi ha baciato?
Senza dir nulla si
allontano,o meglio sentii mormorare uno
“scusa”.
Rimasi ancora li qualche
istante. Troppe emozioni mi riempivano in quel momento.
Sierra Pov
Direi che la festa si può
dire conclusa. Vidi Jos sbucare da alcuni scogli, dove diavolo era andato?
Mi reggevo a stendo addosso a
Ian, abbastanza ubriaco anche lui. Barcollavamo sulla sabbia.
“Joooooooooooooooos
ma dove scappi?” urlai tra le mille risate.
Nessuna risposta
“EhyIan andiamo a cercare Chaty”
dissi con voce balbettante.
Ma nell’istante in cui ci
dirigemmo verso gli scogli dove, precedentemente era uscito Jos, ecco che uscì
Chaty.
La raggiunsi subito,
inciampando qualche volta nella sabbia.
Lei si precipitò da me
prendendomi tra le braccia prima che io cadessi nuovamente a casa
“Diamine Sierra, ma quanto
hai bevuto?”
Io scoppiai a ridere mentre
Ian ritornava penso a casa.
“non ho bevuto tanto uno o
due bicchieri” mentii barcollando tra le sue braccia mentre ci dirigevamo in
macchina. Molte persone avrebbero passato la notte sotto le stelle eccetto noi
che l’avremmo passata nel nostro letto.
“su dai cambiati veloce che
ti aiuto a metterti a letto” sentii la voce di Chaty a tratti, la stanza
vorticava.
Tutto ciò che ricordai fu la
morbidezza del mio cuscino e il buio assoluto.
JOS POV
Ora nel mio letto ripensavo
al bacio dato a Chaty, la sua espressione stupita… avevo agito d’istinto, o
forse ero semplicemente ubriaco?
Fu con questi pensieri che mi
addormentai rapidamente.
Kath POV
La macchina correva tra le
strade libere, l’aria fresca mi pizzicava sulla pelle, non avevo bevuto, ma
sentivo ugualmente girarmi la testa. Con molta attenzione riuscii a tornare a
casa sana a salva.
Feci spogliare Sierra e la
misi a letto.
“che ragazza” sussurrai
sorridendo, mentre la guardavo già immersa nei sogni.
-se comincia così sicuramente passerò la notte sveglia… dio come russa
Mi feci una doccia, dovevo
liberare la mente. So quello che provo per Ian, ma perché continuava a tornarmi
in mente il bacidi Jos? E perché mi
aveva baciato?? semplicemente perché lo avevo provocato?
Uscita dalla doccia mi
rivestii e mi misi a letto.
Kath si svegliò la mattina successiva sentendosi
terribilmente stordita. Stava per entrare in bagno quando sentì il familiare
rumore dell'acqua che scorreva.
Sapendo che Sierra aveva un
bagno adiacente tutto suo, entrò lentamente confusa per vedere chi lo stava
usando.
Dal box della doccia
appannato, riuscì a distinguere l'immagine sfocata di una larga schiena
maschile di fronte a lei. Una delle sue mani era tenuta fermamente contro il
muro, mentre l'altra andava verso l'alto per lavare via lo shampoo dai corti
capelli neri. Ian.
Velocemente, abbandonò tutti
i suoi vestiti e lo raggiunse nella doccia.
Nel momento in cui le labbra
di Chaty fecero piovere baci sulla sua schiena, l'intero corpo si tese. Il suo
respiro divenne debole e il suo membro si indurì quasi istantaneamente.
“Oh Chaty
sei tu piccola” la sua dolce voce risuonò cullandola con dolcezza.
L'acqua della doccia stava
diventando sempre più calda mentre continuava a cadere su di loro, ma a Chaty
non poteva importare di meno. Lo voleva così tanto che poteva sentire il suo
corpo tremare per la troppa anticipazione.
Lentamente, lui si voltò per
guardarla in viso. I suoi occhi divorarono la vista del suo corpo nudo mentre
lei lo guardava con desiderio. Con un gemito, lui la sollevò per aiutarla ad
avvolgergli le gambe attorno alla vita. Con una mossa veloce, si voltò per
premerla stabilmente contro il freddo muro di mattonelle e schiacciarle le
labbra con le sue.
Kath chiuse gli occhi quando lo sentì affondare il suo
membro nel profondo di lei. “Oh, è così bello”
“No, non chiudere gli occhi” la
blandì lui mentre la sua voce diventava improvvisamente familiarmente più
bassa. “Guardami, love... voglio che tu mi veda mentre vieni”
Chaty spalancò gli occhi, un
piccolo ansito le sfuggì dalle labbra quando si ritrovò a fissare un paio di
profondi occhi blu invece che ghiaccio. “Jos?”
“Oh Katherine...” disse lui
in tono gutturale mentre continuava a pompare dentro e fuori di lei.
“Oh Jos...
è così bello”
“Vuoi che mi fermi, sweety?” sibilò lui.
“Non fermarti! Non fermarti
mai... ungggh”
“Oh Chaty...
ti voglio così tanto...” gemette lui mentre iniziava ad accelerare le spinte.
“Oh Dio, ho bisogno di te...
(ansito) Oh Jos, ti amo così tanto...” Kath sentì
dire da se stessa proprio mentre la sveglia sul suo comodino suonava.
Aprendo gli occhi, si tirò
velocemente a sedere, un'espressione di perplessità le riempì gli occhi quando
realizzò che era nel suo letto e che Jos non era da nessuna parte che lei
potesse vedere. Il suo corpo era vestito e non bagnato, non era sotto la
doccia.
Oh cavoli allora è stato
tutto un sogno….
“Oh merda!” sussurrai guardando
il muro davanti a me “ed ora?”
Rieccomi so che è passata un’eternità
dall’ultimo aggiornamento ma spero che questo capitolo serva per farmi
perdonare della lunga attesa anche perché sono cambiate delle cose, per prima
cosa la ragazza che scriveva con me ha dato forfait e quindi ho trovato un’altra
ragazza altrettanto brava lei non scrive qui su EFP ma ha un blog dove scrive i
suoi libri e se volete posso darvi il link ma me lo dovete richiedere nei
commenti ok?? Che dire questo capitolo parla da solo quindi è inutile
commentarlo no?? Ora stà a voi dirmi cosa ne pensate
aspetto con ansia le vostre recensioni!!!! Vi dico già che il prossimo capitolo
ci sarà tra 2 settimane perché domani parto e torno il 1 settembre ma non
preoccupatevi l’altra ragazza che scrive con me si occuperà di scrivere il capitolo
e al mio ritorno lo posterò promesso XDXDXDXD
I postumi di una sbronza non sono mai
gradevoli-chiaro no?- Ero distesa su quel letto, simile in quelle circostanze,
ad un pozzo senza fondo. Riuscii ad aprire gli occhi a stento, come se avessi
sopra le palpebre dei blocchi di cemento armato, che strazio! Potete immaginare
l’ardua impresa che fu alzarmi da quel letto, che poche ore prima amavo
perdutamente. La mia amica dormiva beatamente accanto a me, anche se quella
notte riuscì a farmi svegliare un paio di volte, era irrequieta! Ma come
diavolo faceva a dormire in quel modo? Non si era ubriacata come me? Non
ricordavo nulla di quella serata, che palle.
Dicevo, mi alzai da quel letto barcollante, cercando
un appiglio da tutte le parti. Un gemito uscì dalla mia bocca non appena
sbattei il mio povero mignolo del piede destro.
“Porca
puttana!”, dissi bisbigliando, ma ciò non permise a Chaty di continuare i suoi beati sogni. Afferrai il mio
piede e inizia a saltellare per tutta la stanza, trattenendo il fiato per il
dolore. Mentre mi lagnavo dal dolore, scorsi la mia amica guardarmi intontita.
“Sei diventata matta? Torna a letto! Sono solo le
9:45!”, mi disse assonnata, quasi a implorarmi di stare in silenzio. E che
cavolo! Mi stavo struggendo dal dolore e quella lì pensava a dormire? Eh no! No
no! Non si fa così cara Chaty!
Ancora dolorante mi avvicinai a lei, cercando di
tirarla giù dal letto, e ci riuscii.
“Aaaaah!! Siè!!! Ma ch…”, la fermai prima
che potesse terminare la sua frase.
“Eh no signorina! Tu adesso ti svegli, ti vai a dare
una ripulita, e mi racconti cos’è successo ieri e perché, cristo santo perché,
non mi hai impedito di ubriacarmi così tanto! Oh no! E se avessi fatto qualche
scenata? Oh mio Dio! Jos! Jos!
Joseph!”, respirai a lungo, urgeva calma, taaanta
calma! Vidi Chaty iniziare a preoccuparsi, forse le
erano venuti in mente dei ricordi inerenti alla sera prima. Si alzò dal
pavimento sul quale aveva bruscamente battuto il suo fondo schiena, e mi aiutò
ad alzarmi.
“Va bene, prima però sarà meglio che ti vada a lavare
tu. Hai una puzza d’alcool e di salsedine messe insieme, sai che orrore!” mi
disse e dopo essermi annusata, scoppiamo entrambe in una risata.
Che carina la mia amica vero? Scherza sempre! Ma poi
mi annusai meglio, e effettivamente … non scherzava proprio.
“Si, sarà meglio in effetti”, le dissi per poi
dirigermi dentro la vasca da bagno. Quella mattina non cantai, per grande
fortuna di Chaty avevo ancora una forte nausea da far
venire il voltastomaco! Mi lavai con cura, in modo da cancellare qualsiasi
traccia d’alcool o “salsedine” presente nel mio corpo. Non potevo permettermi
di farmi vedere in quello stato da Jos o da I… No. Da Joseph, solo da lui. Perché mi veniva sempre in
testa quella zucca vuota di Ian? E che diamine!
Uscii dalla vasca totalmente profumata e misi sopra
il mio accappatoio rosso, oh l’adoravo!
Uscii dal bagno e lì vidi Chaty
sistemare la stanza, e mi venne da sorridere. Lei era quella responsabile,
protettiva e quant’altro!
“Sono sufficientemente profumata adesso?”, le chiesi
inarcando il mio sopracciglio destro-sai com’è a mò di
sfida, della serie: prova a dirmi di no e ti ficco la testa nel fango! Okay,
magari non proprio nel fango ma… avete capito-
“Magari anche troppo, ma quanti bagnoschiuma hai
usato?”, mi chiese Chaty provocatoria, ma sorridente
al contrario mio.
Io mi limitai a guardarla storta e presi i vestiti.
Indossai un jeans aderente, molto aderente e sopra misi una canotta colorata,
molto fantasiosa, allegra!
Eeeeeeeallegriaaaa!!!
“Forza, vatti a lavare! Ti va di fare colazione da
qualche parte? Cerco un posto carino e non troppo distante, ti va?”, le chiesi
distrattamente mentre cercavo le scarpe da abbinare.
“Ottima idea!”, mi rispose allegramente, per poi
scomparire dalla mia vista.
PovChaty
Quella mattina mi svegliai particolarmente confusa;
eh ci credo! Dopo quel sogno confusionario ma al tempo stesso divino, sfido
qualunque essere umano a non rimanere allibito. In ogni caso, per quanto mi
riguarda, i sogni sono la percezione dei nostri desideri e non solo… magari quel bacio da parte di Jos
mi aveva completamente frastornata; così tanto da permettere alla mia mente di
elaborare qualcosa di inammissibile.
A complicare le cose, era la mia amichetta, fin
troppo stonata-causa sbornia- per accorgersi del mio stato mentale
psicologicamente devastato. Anche lei non se la passava piuttosto bene, ma io
stavo male moralmente. Anzi, non esattamente “male”, diciamo che la confusione
non era tra le mie caratteristiche migliori; più che altro mi rendeva un
tantino vulnerabile, ma solo un tantino!
La dolce grazia di Sierra, volle che io mi
svegliassi assai bruscamente, cadendo dal letto, e procurandomi sicuramente un
livido proprio sulla chiappa sinistra. Che male!
“Aaaaah!! Siè!!! Ma ch…”, mi interruppe
subito. Voleva che le raccontassi cose fosse successo quella notte, e da lì,
iniziai a preoccuparmi. Ma sì, perché avrei dovuto fare i conti non solo con i
miei sentimenti ottusi, ma avrei anche dovuto rendere partecipe Sierra della
situazione! O forse no? Si? Buh! No vabbècerto… insomma, era la mia
migliore amica, non potevo non essere sincera con lei…
glielo dovevo, non potevo fare altrimenti. Una sorta di “posticipazione di
verità” però non sarebbe stata così traumatica, forse…
Help!!!
In ogni caso, dovevo prima capire io per bene la
situazione. Accettai la richiesta di Sierra ovviamente, potevo mica rifiutarmi?
Era vero d’altronde che le sarei dovuta stare accanto un po’ di più, onde
evitare una probabile, o meglio più che sicura, sbornia-
Dopo un mio immenso suggerimento, Sierra si diede
una ripulita, ce n’era di bisogno, eccome! Mi propose di far colazione da
qualche parte e, senza esitare un istante, accettai la proposta.
“Mi faccio una doccia anch’io, tu cerca quel posto e
fammi sapere che trovi”, le dissi per poi chiudermi in bagno. Siè annuì.
Subito dopo, mi resi conto della sua distrazione e
“confusione” nel cercare le scarpe adatte a quell’abbinamento di vestiti molto
carino, così aprii la porta.
“Siè, metti i tronchetti beige,
sono perfetti”, le dissi facendole l’occhiolino, e lei rispose con un sorriso.
Ed ecco che abbandonai il mio corpo tonico e sinuoso
all’acqua calda, e a quel profumo di fragole e vaniglia. Chiusi gli occhi, e
una scia di pensieri attraversò la mia mente e le mie nervature. Fu un attimo
dopo che mi accorsi di aver sognato in quella vasca i miei due punti
interrogativi, così mi guardai intorno e mi affrettai. Uscii dal bagno, e misi
un vestitino bianco aderente.
Quando poi mi voltai verso Sierra, notai la stessa
espressione di poco prima nel suo volto.
“Beh?”, le chiesi facendo spallucce.
“Beh?! Ma hai visto quel vestito? E’ trasparente Chaty!”, mi disse facendomi notare la biancheria intima che
si intravedeva dal retro del mio mini vestiti-no.
Mi recai dinanzi allo specchio, e corrugai la fronte:
era vero, era fin troppo trasparente per una giornata di sole, in mezzo a
chissà quanti ragazzi allupati.
“Già, hai ragione. E non guardarmi così, ho capito
eh! Lo cambio”, le dissi rassicurandola, e la vidi ammorbidirsi.
Ne presi un altro color blu elettrico,
categoricamente aderente.
“Questo va bene?”, le chiesi girando su me stessa in
attesa di una sua approvazione.
“Oddio sembro tua madre! Ma sì che va bene!”
“Bene, le scarpe metto queste qui”dissi indossando
un paio di zeppe notevolmente alte “allora io sono pronta. Hai trovato un posto
carino dove andare?”, le chiesi mentre sistemavo i capelli in un tocco finale.
“Si, ce n’è uno proprio dietro l’angolo, andiamo!”,
disse Sierra, prendendomi per il polso, e trascinandomi lontano da quello
specchio adorato.
Pov
Sierra
Uscimmo da quella stanza per merito mio; è naturale,
quella lì e per “quella lì” intendo la mia adorabile migliore amica, che
comunque strozzerei in particolari occasioni-sarebbe rimasta a specchiarsi per
chissà quanto tempo! Ma in ogni caso ci tengo a precisare che non era
esageratamente vanitosa… solo un pochino, magari,
forse, probabile, voi che dite?! Okay zitti! I miei neuroni viaggiavano per la
mia testa in modo del tutto inappropriato, sapete quella vocina della
pubblicità dell’acqua Lete?
C’è
neeessuuunoo??
Si, ammetto di aver imitato quella vocina piccola
proprio in questo esatto momento; scommetto uno dei miei infiniti capelli della
mia immensa chioma rossa/bronzea guai a chi pensa anche soltanto lontanamente
ad EC(Edward Cullen),per chi non l’avesse capito, cioè tutti, che anche voi avete fatto lo
stesso. Si, credibile, ma torniamo a noi…
Arrivammo al bar da me approvato inizialmente, e poi
anche da Chaty, in un lampo, era proprio vicinissimo!
Ci accomodammo su degli sgabelli, ed ecco che arrivò il cameriere, frizzante e
scattante, pronto per prendere le nostre ordinazioni. Mentre Chaty sistemava le nostre borse su una sedia accanto a noi,
iniziai ad interloquire col cameriere- non per niente brutto, anzi! Era
notevolmente discreto-
“Ciao! Un caffè per la mia amica, grazie”, dissi io,
e mi divertii da morire quando notai l’espressione buffa di Chaty,
la quale sorrise un attimo dopo, stando al “gioco”-gioco??-
“…e un cappuccino,
rigorosamente zuccherato, per la mia amica”, continuò Chaty.
Io e Chaty scoppiammo a
ridere, così il cameriere filò via, continuando a guardarci-chissà che aveva pensato…ah! Mi sono dimenticata di dirvi che aveva delle
braccia rachitiche orripilanti!-
“Allora, non ti sarai dimenticata di dovermi raccontare
TUTTI I DETTAGLI, vero Chaty?”, le dissi seria, in attesa delle nostre
ordinazioni. Notai l’espressione in volto della mia amica cambiare; era
impossibile notarlo da occhi altrui, ma per me Chaty
era un libro aperto, così come lo ero io per lei. Iniziò a borbottare qualcosa…
“Oh si, ieri sera, ehm…è
stata una splendida serata, davvero. Abbiamo giocato, fatto il bagno, ci siamo
divertiti tanto. Ah, e si…ti sei ubriacata”, mi disse
rapida, quasi come se quelle sue frasi non fossero scontate. Stava palesemente
mettendo su due frasi-o forse quattro- per evitare qualcosa, lo sentivo.
“Chaty ma che cav…?!”, mi fermai non appena vidi il cameriere porgerci le
nostre bevande, così mi limitai a guardarla con gli occhi storti, e a scuotere
la testa. Stetti in silenzio, preferivo scrutare le sue espressioni, prima di
riattaccarla verbalmente; era chiaro che non le andava proprio di parlarne, ma
era palese anche che non avrebbe potuto fare a meno di dirmi tutto, dettagli
annessi. Era sfuggente… OMG.
E
se avessi fatto qualche figura di M---A?!
Oh
cazzo.
“No senti Chaty, devi
dirmi cos’è successo, sto impazzendo, sudo freddo. Avanti dimmelo, dimmelo se
ho combinato qualcosa. Sai bene quanto io sia incontrollabile da sobria,
figuriamoci da ubriaca! Ammettilo se è così, perché è molt…”,
le parlai in fretta e furia-probabilmente non riuscì a captare tutte le mie
parole; tendevo a “mangiarmi” le parole quando ero nervosa, eh si. A chi non
capita? Non rispondete-, fino a quando poi venni interrotta; ma non dal
cameriere, non da lei, o da un qualche passante inopportuno, ma dal telefono,
dal SUO telefono e da quella suoneria fastidiosa. Poggiai il cucchiaino ,che
tenevo in mano, sul tavolo, con forza, facendo risuonare quel suono acuto, e
così alzai gli occhi al cielo. Il disgusto aumentò non appena mi resi conto,
dal suo nervosismo e imbarazzo, che si trattava di Ian.
Le feci segno di riattaccare-speranza mia!-
“Ciao Ian, sto bene
grazie, e tu?”, la sentivo parlare, e non osò incrociare il mio sguardo. Ma si
sa che … al peggio non c’è mai fine.
“Oh, fantastico! Veniamo subito, a tra poco!”, disse
riattaccando. Rimasi a bocca aperta, non avevo voglia di tenere quella
conversazione in sospeso, volevo togliermi il pensiero. Chaty,
senza dir nulla, lasciò i soldi del conto sul tavolo, e si alzò, facendomi
segno di seguirla. Non potei far a meno di alzarmi anche io, raggiungendola.
Non sapevo come riprendere il discorso-e che cavolo, perché tutto quel mistero?
Tra l’altro dovevo essere preparata, proprio perché stavo per incontrare Jos, quasi sicuramente-
“Chaty…okay, forse non
vuoi parlarne, e onestamente non ne capisco il motivo, ma puoi dirmi per favore
se ho fatto qualcosa di sbagliato? Non so… anche nei
tuoi confronti, non capisco. Per favore, spiegami”, le chiesi sincera, con una
sottile vena di preoccupazione-paranoica? Probabile, ma capitemi insomma!
Stiamo parlando di Joseph Morgan, e non di un qualunque cameriere di un bar;
nulla da togliere al cameriere rachitico, si intende-
“Oh si! Che sbadata! Ora che mi ricordo ti sei baciata
con Jos!”, mi disse entusiasta e sorridente.
Cosa?
Cosa? Cosa?
WTF???
Joseph Morgan ha
baciato me?? ME? Cioè, dico, ME? Ma ero io? Sicuro? Addio mondo crudele, sono
in paradiso!
Rimasi a bocca aperta, senza parole.
“Jos mi ha baciata, e eeA TE E’ PASSATO DI
MENTE? Chaty ma … seriously?”
“Si, scusami, è che ho un po’ di mal di testa, e
sono anche un po’ confusa riguardo ieri sera”, mi disse di sfuggita.
“Confusa? E perché mai? No aspetta. Jos mi ha baciata, devo smaltire il colpo”, borbottai
elettrizzata, non stavo più nella pelle!
E come dovevo comportarmi? Dovevo fare la carina?
Dolce? O mantenere il mio puro e sano orgoglio femminile? Si, assolutamente.
Sarei stata indifferente: tattica migliore. Mi tranquillizzai nel momento in
cui trovammo un taxi che ci portò dritte sul set.
PovChaty
Eravamo uscite dall’albergo, e ci catapultammo al
bar. Accomodate ad un tavolo, mi occupai delle borse, posandole con cura in una
sedia alla mia destra-guai a chi rovina una borsa a Sierra! Per carità!-La mia
compagna di viaggio invece sedeva di fronte a me. Speravo non riprendesse la
conversazione su quella dannata sera. Non volevo parlarne, completamente. Ne
avevo abbastanza, e poi quel sogno…scossi la testa
per allontanare quei pensieri. La cosa più brutta era che dovevo farci i conti,
prima o poi. Sierra ordinò per me-quanto era divertente!-così io feci lo
stesso, per lei.
“…e un cappuccino,
rigorosamente zuccherato, per la mia amica”, dissi io sorridente, e non
riuscimmo a fare a meno di ridere. Il cameriere scappò a gambe levate- si era
spaventato di noi? Ah, le donne…-
Oh
no!
Ed ecco arrivare la fatidica domanda…
quell’argomento, quella conversazione, quella serata, quei baci, Ian, Jos, sogno, sesso, doccia,
schiuma-non ce la farò mai!- Respirai a fondo, ma cercai di mostrare quanto più
potevo disinvoltura. Era inutile al 99,9 periodico, ma dovevo provarci.
“Oh si, ieri sera, ehm…è
stata una splendida serata, davvero. Abbiamo giocato, fatto il bagno, ci siamo
divertiti tanto. Ah, e si…ti sei ubriacata”, dissi
rapida.
Mossa tattica? CHIAMASI: PARA CULATA.
Fortunatamente mi risparmiai una sua, lecita,
sfuriata. Fu il cameriere a salvarmi!-il mio Salvatore! Oh no!
Salvatore=Damon=IAN-
Noooo!
Iniziai a sorseggiare il mio amato caffè -mentre
bevevo non poteva obbligarmi a parlare! Right?Oh yes!-
O
forse no?
Eh no infatti… il
sorseggio non le vietò di aprire bocca-ahimè!-
Ma, fortunatamente, i santi quel giorno erano dalla
mia parte.
Grazie!
Squillò il mio telefono, mi sembrava una melodia
angelica, meravigliosa, la cosa più bella che potessi udire in quel momento.
“Pronto?”
“Chaty, sono Ian. Come stai?”mi chiese con quella voce così…così…SEXY! -Chiedo venia, era quella la cosa più
bella, più angelica e meravigliosa che potessi udire in quel momento e in altri
ancora-
“Ciao Ian, sto bene
grazie, e tu?”, gli chiesi emozionata.
“Bene anche io. Ma non l’hai ancora memorizzato il
mio numero?”, mi chiese quasi dispiaciuto-che carino, era dispiaciuto!-
“Oh si, certo
che l’ho memorizzato-ero sicura di averlo fatto ma non era esattamente così, ma
non doveva saperlo per forza; non proprio- “a che devo l’onore?”
“Mi chiedevo se magari ti andava di passare qui sul
set, sei con Sierra? Può venire anche lei se le va”, mi propose con entusiasmo.
-Ci stava prendendo gusto…mmm…belle cose-
“Oh, fantastico! Veniamo subito, a tra poco”, gli
dissi contenta, -ecco un’altra mano santa!- Vidi Sierra sbuffare, ma non ci
feci caso. Pagai il conto, e mi alzai, seguita dalla mia amica.
Durante il tragitto riflettei: non avevo pensato che
lì ovviamente avrei visto anche Jos…eppure, ero così
contenta di sentire Ian -ma perché sono così
complicata?! Che ho fatto di male?-
Please, help me.
Sierra riprese il discorso che odiavo tanto, ma
tanto, non lo tolleravo proprio. Non potevo scappare per sempre, dovevo
affrontare quella discussione, e tutte quelle che si sarebbero potute
scatenare. Data tutta quella confusione, tutto quel nervosismo, mi ero pure
dimenticata di quel bacio, del loro bacio, tra Jos e
Sierra. Certo, era per un gioco, ma la vidi quell’attrazione pungente tra loro;
quell’attrazione che mi fece male, tanto. Era questo quel che non sopportavo.
Poi vuotai il sacco, anche se non mi faceva bene parlarne e doverlo ricordare.
“Oh si! Che sbadata! Ora che mi ricordo ti sei
baciata con Jos!”, finsi entusiasmo.
Come previsto, Sierra andò fuori di testa-in senso
buono chiaramente-
Da un certo punto di vista, però, ero felice per
lei. Insomma…le brillavano gli occhi! Come avrei
potuto distruggerle un sogno del genere? Quale amica avrebbe mai fatto una cosa
del genere? Certo, è pur vero che i sentimenti non si controllano, ma… la vita è una questione di scelte.
Salimmo su un taxi, e in un attimo fummo al luogo
d’incontro. Ad aspettarci c’era Ian, e con grande
fortuna quella volta non vi era alcuna folla lì fuori, per cui entrammo
dall’ingresso principale. Ci salutammo, e notai quello sguardo di Ian malizioso e seducente. Sierra andò avanti,
evidentemente cercava Jos.
Non sapevo se rimanere sola con Ian
sarebbe stata una gran cosa in quel momento- era come se il mio cervello fosse
congelato dentro un freezer-
“Dormito bene stanotte? Sei stanca per ieri sera?”,
mi chiese premuroso.
Ma
che dolce!
“Si, sommariamente ho fatto bei sogni-mentii, mentii
spudoratamente-eh si, quella non manca. E tu?”, gli dissi evitando di calarmi
dentro i suoi occhi di ghiaccio.
Oh,
ma guarda un po’! Ghiaccio-freezeer! L’avete
capita, vero?
“Ti ho pensata molto. Mi sono addormentato col tuo
pensiero, e mi sono svegliato con lo stesso pensiero. Sei incredibile”, mi
disse, e non potei fare a meno di perdermi in quel paradiso dei suoi occhi. Si
avvicinò per baciarmi, quando fummo interrotti dalle urla di Sierra -e che
diamine!-
“Allora? Vi sbrigate o no? Non mi fanno entrare
senza di te Ian! C’è quest’uomo grosso e pelato che
pensa io sia una pazza!”, disse Sierra a squarciagola.
Non potemmo far altro che ridere, nonostante avesse
interrotto qualcosa, ma giusto qualcosINA!-L’avrei
uccisa, giuro-
“Arriviamo!”, disse Ian
alzando gli occhi al cielo e prendendomi per mano.
Dei brividi incostanti attraversarono il mio corpo.
Possibile
che stavo ancora sognando?
La teoria dei pizzicotti non avrebbe funzionato, non
funziona mai, l’ho provato sulla mia candida pelle chiara.
Raggiungemmo Sierra e finalmente eravamo dentro.
Sembrava di essere in un universo parallelo, e non
vedevo l’ora di incontrare tutti gli altri attori del cast! Un attimo dopo,
vidi Candice insieme a Nina. Feci cenno a Ian che, divertito, ci presentò a loro.
“Ragazze, loro sono Chaty
e Sierra”, ci presentò allegramente, quasi fossimo due raccomandate. Io e
Sierra sembravamo ipnotizzate, d’altronde erano le nostre eroine preferite.
Subito dopo si unì alla conversazione anche Claire, eravamo al completo!
“Piacere di conoscervi!”, dissi in coro insieme a
Sierra, e anche qui scoppiò una risata. Iniziammo a conversare, entrammo subito
in sintonia. Erano così simpatiche.
“Ragazze, vedo che avete fatto amicizia con il più
grande dei Salvatore. Conoscete Joseph?”, disse Caroline non appena vide
avvicinarsi Jos. Il ritmo delle mie palpitazioni
aumentò notevolmente, e notai altrettanto nervosismo anche in Sierra; lei però,
al contrario mio, riusciva a nasconderlo meglio: ma non così bene da poter
rimanere un segreto anche per me.
“Oh si, lo conosciamo già”, disse Sierra sorridendo
e sbattendo le ciglia un po’…troppo. O forse ero
soltanto infastidita; tanto quanto basta per vedere cose inesistenti.
“Hai perso la lingua Chaty?”,
mi chiese Jos.
Che
stronzo.
“No, sta tranquillo”, gli dissi schietta, cercando
di evitarlo il più possibile.
PovIan
Quella mattina mi svegliai frastornato, ma ricordavo
perfettamente gli avvenimenti della serata precedente...e che avvenimenti!
“Aaah, ahah, Ian mi fai il solletico
così! E non è giusto perché sono totalmeeente
ubriaca!”
“Anche io lo sono piccola Sierra, non ti
credere, perché potrei non essere responsabile delle mie azioni...sta moolto attenta”
“E perché mi vuoi trasformare magari?”
Quel ricordo così limpido...in spiaggia, ubriachi,
io e Sierra, nient'altro. Non pensai completamente a Chaty,
c'era solo Sierra, con quella sua dolce risata, ma quant'era bella...
“Se ci provassi tu scapperesti?”
“E tu poi mi rincorreresti, Ian?”
“Credo proprio di si”. Mi
avvicinai a lei, in modo impercettibile; sono più che sicuro che non si
aspettava una possibile mossa da parte mia, ma era da tempo che desideravo
farlo, o forse era solo per via dell'alcool. Mi avvicinai a lei, quindi, e
poggiai le mie labbra sulle sue. Sapore misto, vodka, dolcezza, fragole. Era
fantastico.
“Mi hai baciata o sto sognando?”
“Sei davvero bella Sierra, molto bella.”
-
Questo è quanto più che sufficiente da ricordare di
quella serata. Mi sentii in colpa, leggermente per Chaty.
Non capivo, ma molto sicuramente baciai Sierra per via dell'alcool, anche
se...non potevo negare una certa attrazione. In ogni caso, avrei cercato di
dimenticare e di archiviare, sperando in una sua dimenticanza, econcentrandomi su Chaty.
Pov
Joseph
Ero sfinito. Le feste mi distruggevano sempre, e
quella lì fu particolarmente distruttiva; ma non solo fisicamente. La mia testa
era racchiusa dentro un involucro di gran confusione -eh si, le donne!-
Mi recai presto sul set quella mattina, così, per
distrarmi un po'. Ma mai avrei potuto immaginarmi di ritrovarmi lì davanti
quelle due ragazze, capaci di scombussolarmi la mattinata -in senso buono, è
chiaro-
Come sempre, finsi disinvoltura, non era da me
appigliarmi alle donne, seguirle, e attendere in un loro consenso, o giù di lì.
Le vidi dialogare apertamente con le star della
produzione: Nina, Candice e Claire. Sembravano
conoscersi da sempre, e non da pochi minuti. E da lì, ottenni un'acida risposta
da parte di Chaty -che caratterino!- Il bacio della
sera prima mi fece rimanere perplesso; e pensare che ero totalmente lucido! A
chi avrei attribuito la colpa se non all'alcool? Scherzi a parte -non la
trasmissione, che c'entra?-, Chaty era davvero in
gamba. Quel bacio non sarebbe passato inosservato...non a me e non a lei,
sicuramente.
La guardai sorridente, nascondeva qualcosa sotto
quegli occhi profondi. Sierra invece, mostrava anche lei disinvoltura. Se
voleva giocare...aveva trovato il compagno perfetto per i suoi giochi -ehi, non
pensate male!-
Pov
Sierra
Finalmente eravamo arrivate sul set, ed eccoci
avviate in quel viale non esageratamente piccolo. Lì ci accolse Ian, sembrava fare gli onori di casa-lasciamo perdere, non
era per niente bravo-
Andai avanti, dopo averlo salutato, lasciando lui e Chaty da soli. Magari sarebbe servito alla mia cara amica
per chiarirsi un po' le idee, data la sua totale confusione -pallosa per dirla
tutta, e anche molto-
Ovviamente all'ingresso c'era una sbarra, preceduta
da un uomo grasso e pelato -che visione sconcertante, non osate immaginarlo vi
prego! Potrebbe nuocere gravemente ai deboli di cuore-. Ovviamente provai a spiegargli
il fatto di Ian, che lo conoscevo, gli chiesi anche
di chiamare Joseph- nonostante preferivo non dargli
tanta importanza, e se per caso qualcuno se lo stesse chiedendo: no, non sono
pazza. Sono solo un po'...orgogliosa, ecco, l'ho detto-
Avevo fretta di entrare lì, di conoscere quel mondo
così...alternativo. Così, purtroppo ahimè, dovetti interrompere quei
piccioncini-anche se pensare Ian come un
“piccioncino”...mmm, beh, è strano, voi che ne
pensate? Ian sa più di “FAMMI TUA!!!” o sbaglio?
Sappiate che non sono sempre stata così perversa-
“Allora? Vi sbrigate o no? Non mi fanno entrare
senza di te Ian! C’è quest’uomo grosso e pelato che
pensa io sia una pazza!”, urlai a squarciagola.
Chaty
e Ian scoppiarono a ridere e finalmente mi
raggiunsero. Ian fece segno a quella specie di
bradipo, e con sguardo altezzoso -proprio fatto apposta- gli passai accanto,
scostandomi i capelli -si, lo ammetto, mi sentivo una diva lì dentro!-
Rimasi senza parole. Quel posto era fantastico,
pieno di telecamere, luci, fotocamere, pannelli, costumi, trucchi, tanta tantatanta gente.
Ian
-una cosa buona la fece quel povero uomo; anzi, tanto povero no, ma ci siamo
capiti- ci presentò Nina, Candice e Claire. Furono
molto ospitali con noi, e si presentarono.
“Piacere di conoscervi!”, esclamammo insieme io e Chaty. Candice prese parola,
chiedendoci se avessimo già conosciuto Joseph -eh si, lo conoscevo eccome.
Scommetto che lei non l'ha mai baciato, eh no! Alla faccia tua Candice. Okay, mi calmo-
“Oh si, lo conosciamo già”, dissi, forse con un po'
troppo entusiasmo; sperai infinitamente non fosse così tanto evidente.Joseph mi lanciò uno sguardo, e dopo di che
fece una battuta alquanto acida a Chaty, la quale
rispose schietta e seria.
Curioso...
Guardai Chaty allibita, e
lei lo notò, ma non diede molta importanza alla cosa-onestamente? Non capivo
più che caspita stava succedendo, diamine-
Ian
ci presentò tutto il resto del cast; stranamente non li immaginavo così
cordiali, disponibili e carini. Me li immaginavo altezzosi - d'altronde io lo
sarei al posto loro, magari! Recitare è comunque sempre stata la mia passione;
non ditemi che non ve l'avevo ancora rivelato, ops-,
con quell'aria da “superiori”, invece erano tutt'altro. Mi piaceva la cosa,
insomma...almeno non avrei dovuto controbattere le offensive.
La testa faceva ancora male, che
tristezza, tra l'altro Jos era sparito dalla mia
limpida vista, e che palle! Una cosa buona da vedere non c'era...lo so che voi
direste il contrario, ma va bene lo stesso
Chaty
però mi preoccupava; era strana, fin troppo per lei. Quel sorriso che tanto
adoravo, quegli occhi pieni di felicità ed allegria, dov'erano finiti? Quegli
attori, principali e non, iniziarono a raccontarci degli aneddoti, annessi a
delle battute reputate da loro “divertenti”-non mi esprimo, credetemi, è meglio
così-, ma a me non importavano, poiché in quel momento avevo altro a cui
pensare: la mia amica. Se lei stava male, lo stesso era per me. Ignorai quelle
chiacchiere, e mi rivolsi a Chaty.
“Ehi, vuoi dirmi che succede? Mi fai stare in
pensiero così...”, le dissi con calma e comprensione quella volta. Lei sembrò
apprezzare quel mio tono cauto e non accusatorio, e sembrava intenzionata a
dialogare apertamente-era ora!-
“Sono solo un po' confusa sul cosa fare Siè. Insomma...Londra era il nostro sogno, no?”, borbottò.
Ma non si credeva nemmeno lei.
“Cosa? Ma credevo che tu stessi bene qui...suvvia
non fare la guastafeste come al tuo solito Chaty”-Sierra
l'accusatrice era tornata! Ipip
urrà! E' più forte di me, sorry people-
“Si, certo che sto bene. Ma non pensi che sarà più
difficile lasciare i ragazzi, dopo?”
OH MERDA
Aveva fottutamente ragione
PovChaty
Sierra si stupì del mio atteggiamento, d'altronde
però sono sicura che avrebbe riconosciuto quel comportamento, a volte
arrogante, di Jos. Aveva irritato anche lei quella
sera in spiaggia.
Già, ero attratta da uno stronzo
Ma si sa...non è una novità per noi
donne, ed è pur vero che ce li andiamo a cercare
La
situazione migliorò non appena Joseph si allontanò da noi -Dio ti ringrazio-
Quel gruppetto che avevamo formato si andava
allargando notevolmente, ed Ian arrivò a presentarci
tutti il cast di attori, e non solo. Erano così simpatici! Ma di certo non lo
erano le loro pessime battute.
“Ehi Stev, sei così
pallido che fai spavento. Presto Claire, chiama CSI, sta per arrivare un
cadavere!!!”, sparò Trevino. Sapete la cosa peggiore
qual'era? Che le uniche a non ridere eravamo io e Sierra -non chiaramente per
il nostro poco umorismo, ma quella battuta faceva piangere più che altro-
L'espressione limpida di chi ritiene “pessima” una
battuta era stampata sul volto di Sierra -quanto l'adoravo, era così
spietatamente sincera; si, lo so...al contrario mio. Ma vi giuro che era un
caso, non un'abitudine-
La confusione si impossessò di nuovo della mia
mente, ed ecco che inizia a ripensare. La mia amica, premurosa, si rivolse a me
con fare dolce; mi fu impossibile trattenere un sorriso.
“Ehi, vuoi dirmi che succede? Mi fai stare in
pensiero così...”, mi chiese. Come avrei potuto continuare ancora quella messa
in scena? Di certo però non avrei potuto dirle la verità, non davanti gli
imputati. Così abbozzai la questione di Londra, che in effetti non mi faceva
stare del tutto serena.
“Sono solo un po' confusa sul cosa fare Siè. Insomma...Londra era il nostro sogno, no?”, le dissi
sperando non mi prendesse per pazza e capisse il mio piano di riserva.
Non sapevo che cavolo inventarmi,
compatitemi!!!
Mi accusò di essere una guastafeste, come darle
torto?
Mi limitai a sbuffare, ma c'era un problema che non
poteva esser sottovalutato.
IAN E JOSEPH
Prima o poi saremmo dovute andarcene per davvero e
più stavamo con i ragazzi, più sarebbe stato difficile lasciarli, poi.
E vi preeseento
un altro diabolico motivo per impazzire
Sierra sembrò rendersi conto del problema. A
chiarirmi il dubbio fu la sua espressione chiara, tipica faccia di quando, ai
tempi del liceo, veniva a conoscenza dell'incontro tra i professori e i suoi
genitori. Non era proprio un asso a scuola. Quanto mi divertiva ripensare a
quegli aneddoti. A quei tempi era tutto più semplice; anzi...mica tanto. Ma
sicuramente non eravamo così incasinate, ed io non ero bloccata in un triangolo
amoroso.
Dannazione!
In ogni caso, per quella giornata ne avevo
abbastanza di tutto il cast, e anche di Ian e Jos. Così proposi a Sierra di filarcela.
“Siè, sono stanca, andiamo
via? Ho bisogno di riposare”
“Si, va bene, sono stanca anch'io”, stranamente
Sierra accettò il mio invito, e cercammo Ian e Joseph
per poterli salutare e andarci a rinchiudere tra quelle mura; lì dove avrei
potuto pensare in tranquillità.
Trovati! Quanto erano belli però...
“Andate via di già?”, ci chiese Ian.
“Sai com'è...le feste distruttive”, accennò Sierra
ammiccando.
“Allora andate a riposarvi, fatevi trovare pronte
per stasera, alle 8 punto!”, ci disse Jos entusiasta,
e sicuro del fatto che non avremmo potuto rifiutare.
Io e Sierra ci guardammo esterrefatte.
“Eh...”, riuscii a dire.
MERDA.
ECCOCI QUI CON UN NUOVO CAPITOLO LO SO’ SONO
IMPERDONABILE MA PURTROPPO TRA GLI IMPEGNI VARI E L’ALTRA RAGAZZA CHE NON HA
PIU’ VOLUTO CONTINUARE MI SONO BLOCCATA!! MA ORA HO
TROVATO UN’ALTRA RAGAZZA ANCORA MEGLIO DELL’ALTRA E SPERO CHE PIACCIA ANCHE A
VOI LEI è NUOVA DI EFP E IL SUO NICK E’JulietGarofalo CHE STA’ SCRIVENDO ANCHE UNA SUA STORIA
ORIGINALE VE LA CONSIGLIO ECCOVI IL LINK
DELLA SUA STORIA http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1511412&i=1
ASPETTO COME SEMPRE LE VOSTRE RECENSIONI PER SAPERE
CHE NE PENSATE XDXDXDXD