The story

di Valar Morghulis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Avviso ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


the story
The story

Prologo


<< Qualsiasi persona ha una storia.
Cattiva o buona che sia, non si può giudicare una persona non conoscendone il passato.
Perché di solito  il passato che motiva le scelte e le azioni di questo o quel individuo.
Ecco, io ora racconterò la mia storia.
Racconterò il dolore che ho provato durante la mia lunga vita.
Di come ho perso prima mia madre e poi mio fratello.
Dell' odio che ho sempre provato per la persona che non sono mai riuscito a considerare un padre, benchè lo fosse.
Vi sto per raccontare come sono divenuto la persona che, oggi, tutti odiano.
Se siete anche un po' curiosi di conoscere la mia storia, leggete pure.
Se non vi importa, beh... girate al largo perché a me non interessa! Io continuerò a narrare lo stesso, con spettatori o senza >>

Madara Uchiha

Angolo autrice:

Eccomi tornata con una nuova storia! Anche se devo finire l'altra - che non abbandonerò ma concluderò a breve - l' ispirazione mi ha chiamato, quindi perché non rispondere?
Vi annuncio che, a differenza dell'altra fanfiction, la parte più divertente  che leggerete è questa. Sarà una storia molto triste o almeno mi impegnerò a scriverla come tale.
Quasta storia non è a scopo di lucro e - Purtroppo - Madara e Izuna Uchiha sono personaggi del grande Masashi Kishimoto. Altri invece sono di mia invenzione, quindi non sono esistenti o esistiti. Che io sappia, certo.
Per il momento vi lascio in pace... mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate. I nuovi capitoli arriveranno a breve perché devo solo rileggerli e corregerli.
Beh, vi saluto!

Baci
Angel_Madara12

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


the story
1° Capitolo


<< Tu sei pazza! Non puoi dire sul serio! >> esclamò la ragazzina più giovane.
Sul viso erano presenti una marea di emozioni. La rabbia si mescolava alla paura e all'incredulità.
Scosse la testa e i corti capelli corvini ondeggiarono, assecondando il movimento.
Quella che sembrava essere la più grande sospirò e si lasciò cadere sul tatami, posto al centro della camera, raccogliendo le ginocchia al petto e cingendole con le braccia magre.
<< Io sono davvero innamorata >> sussurrò giocarellando con un ciocca dei lunghi capelli blu.
<< E' un Uchiha! Ti sei presa una cotta per un Uchiha! >> sbottò irata la minore inginocchiandosi accanto alla sorella.
<< Non è solo una cotta! Lo amo sul serio! Sai come sono fatta nee-chan! >> si difese con vigore l'altra guardando negli occhi la sorellina.
<< Lo so, Misaki, lo so! >> acconsentì quella accarezzando i capelli della sua sorellona << E di quello che non mi fido! Hai sentito di come parlano le persone degli Uchiha! >>
<< Akuma è diverso! Devi credermi Ayano! >> dichiarò Misaki scattando in piedi e facendo frusciare il suo kimono di seta bianca.
 << Akuma? Che nome rassicurante! >> scherzò Ayano alzando gli occhi perlacei al cielo.
<< Uff... Solo perché di nome fa Diavolo non vuol dire che sia cattivo! >> disse con tono petulante Misaki dando le spalle alla sorella.
<< No! Sono sicura che è uno zuccherino! >> ridacchiò la giovane sistemando le pieghe che si erano formate sul suo kimono rosa.
<< Esatto! E' davvero dolce con me! >> confermò Misaki felice che la sua piccolina avesse perso l'aria arrabbiata.
<< Questo non cancella il fatto che tu sia una Hyuuga, mentre lui è un Uchiha! >> riprese Ayano alzandosi a sua volta e ponendosi davanti a Misaki.
<< Come se a me possa importare il cognome che ho io o che ha lui! Lo amo e ciò e tutto quello che mi serve sapere! >> esclamò decisa la Hyuuga maggiore.
<< A te potrà non interessare, ma nostro padre ti ammazzerà se lo viene a sapere! >> esclamò preoccupata la ragazzina.
<< Per questo ti chiedo aiuto Ayano! >> implorò Misaki con gli occhi tristi.
<< A-aiuto? E che dovrei fare? >> domandò incerta la piccola mora arretrando instintivamente.
<< Oggi dovrei rivederlo... >> sussurrò la blu abbassando lo sguardo e lasciando che i capelli le coprissero il volto.
<< Oggi?! Oggi c'è la riunione del clan! Se ti assenti ancora una volta nostro padre si arrabbierà sul serio! >> urlò irritata Ayano.
<< Lo so, lo so! Per questo mi serve il tuo aiuto! >> soffiò la più grande con sguardo implorante.
<< E per lui che hai saltato le riunioni precedenti, vero? Tu stai impazzendo Misaki! Per un Uchiha poi! >> strillò inviperita Ayano scrollando la sorella maggiore.
<< Non gridare, ci sentiranno! >> la rimproverò Misaki liberandosi dalla presa della più piccola.
Ayano iniziò a camminare su e giù per la stanza cercando di placare almeno un po' la rabbia che provava. Proprio non riusciva a capire l' enorma stupidità della sua nee-san. Eppure aveva sempre pensato che tra le due Misaki fosse la più intelligente, la più matura. Invece ora si ritrovava a essere quella che cercava di riportare sulla retta via l' altra e non aveva la più pallida idea di come fare.
Sospirando si fermò, poggiò le palme delle mani sul comodino di legno di ciliegio ammirando la sua immagine riflessa nel grande specchio con la cornice dorata appeso al muro. I capelli che le arrivavano un po' più sopra delle spalle erano neri, ma acquisivano dei riflessi blu se esposti alla luce, il viso era magro e aveva una carnagione pallida con delle sfumature rosee appena accennate, gli occhi grandi e color perla, colore tipico di chi possedeva il Byakugan. Tutto sommato si poteva dire che era carina.
Con la coda dell' occhio Ayano scorse sua sorella.
Misaki Hyuuga era la ragazza più bella del clan, senza dubbio. Lunghi capelli di un blu intenso incorniciavano il viso sottile e roseo, gli occhi a nocciola erano lilla invece che bianchi. Certo un lilla molto tenue, ma pur sempre lilla.
L' espressione mai cattiva, sempre dolce e comprensiva anche da arrabbiata. Il corpo perfetto fasciato da un lungo kimono che faceva esaltare il fisico ben messo.
Non che Misaki pensasse molto ai ragazzi, anzi il suo primo pensiero era quello di far felice il padre, la madre e la sorella minore. Fino ad allora, certo.
Ayano sospirò nuovamente e si girò, certa di aver riacquistato la calma.
<< Misaki, io ti aiuterò a incontrare... Akuma, giusto? >> disse avvicinandosi alla sorella.
<< D-davvero? Grazie Ayano-chan! >> esultò felice, con gli occhi che le si accendevano entusiasti.
<< Aspetta, aspetta! C'è una condizione! >> impose la minore alzando le mani in segno di divieto.
<< Oh... e quale sarebbe? >> domandò Misaki tornando guardigna.
<< Ti accompagnerò al luogo dell'incontro >> annunciò con un tono improtestabile.
<< Non puoi! La riunione è tra un quarto d'ora! L'appuntamento è tra cinque, dieci minuti! >> proferì la più grande in preda al panico.
<< Inventerò una qualche scusa che mi consenta di arrivare in ritardo all'assemblea! >> disse calma Ayano.
<< M-ma... oh, d'accordo! Vieni pure, ma cerca di non metterti nei guai >> la supplicò Misaki guardandola angosciata.
<< Certo, certo... torno subito, vado a parlare con nostro padre! >> disse e uscì dalla stanza prima che la maggiore potesse replicare.
Sconfitta, Misaki si accasciò sul tatami. Era sicura che avrebbe messo nei guai la sua piccola nee-chan ma non riusciva proprio a dirle di no.
Si sporse verso il piccolo comodino posto alla sinistra del suo tatami e aprì un cassetto. Rovistando tra le cianfrusaglie trovò quel che cercava: una piccola foto un po' rovinata.
Mentre la guardava sul viso di Misaki si dipinse un piccolo sorriso, ritratta in quel pezzo di carta c'era la persona che da qualche mese occupava la sua mente: Akuma.
Era devvero un bell' uomo. Non era per quello che si era innamorato di lui, ovviamente, ma non poteva non ammetterlo.
Akuma l'aveva conquistata con i suoi modi gentili, dolci.
Gli Uchiha venivano definiti demoni senza cuore, ma l'unico Uchiha che Misaki aveva conosciuto - Akuma appunto - aveva dimostrato più umanità di tanti Hyuuga del suo clan.
" Forse se Ayano conosce Akuma cambierà idea su di lui! " pensò ottimista Misaki, alzandosi e stringendo forte al cuore la foto.
Poi però Misaki si rabbuiò, la sorella stava ritardando molto. Si ritrovò a chiedersi se Ayano le avesse mentito e non fosse andata a raccontare la verità al padre. La giovane rabbrividì nell'immaginarsi l'ira dell' uomo e scacciò quell' assurda idea dalla mente. Sua sorella non avrebbe osato farlo, si vergognò di averci anche solo pensato.
All'improvviso sentì dei passi in avvicinamento, velocemente Misaki depositò un lieve bacio sul ritratto dell' uomo che amava, poi depose la foto da dove l' aveva tirata fuori.
<< Nee-san! Via libera, possiamo andare! >> affermò Ayano esultante dopo aver accuratamente chiuso la porta dietro di sè.
<< D-davvero? Fantastico! Arigatoo nee-chan! >> cinguettò entusiasta Misaki abbracciando con trasporto la sorella minore che ricambiò lieta la stretta.
Le due ragazze rimasero così per un po' di tempo, poi decisero di darsi da fare.
Scivolarono silanziose dalla finestra - rigraziando i Kami che la camera di Misaki era situata al primo piano - e iniziarono a correre più veloci che poterono nonostante il fastidioso kimono.
<< Ayano, come hai fatto a convincere nostro padre? >> domandò curiosa la maggiore mentre con una mano cercava di trattenere i lunghi capelli che, durante la corsa, le frustavano il viso.
<< Perché io, anche se ho solo sedici anni, sono una brava attrice al tuo contrario che a vent'anni fai davvero schifo! >> disse vantandosi la minore con un sorrisetto insolente.
<< Comunque... dov'è il luogo dell' incontro? >> domando poi Ayano guardandosi intorno e non vedendo altro che alberi. La sua nee-san non voleva davvero incontrare l'uomo che amava in un bosco, no? Senza contare che a quell'ora di sera sembrava ancora più tetro, a causa di tutte le ombre sconosciute.
<< Nella radura della cascata! >> esclamò decisa Misaki. Nella sua voce si sentiva chiaramente una forte emozione.
Ayano mostrò un chiaro moto di sorpresa. Era da tanto tempo che non andava in quel luogo, l' ultima volta risaliva a sei anni fà. Da piccole, infatti, le due sorelle andavano sempre lì a giocare.
Corsero per un po' nel silenzio più assoluto fino ad arrivare al punto dove sarebbe avvenuto l'incontro.
Al chiaro di luna la radura era uno spettacolo mozzafiato.
L'acqua della cascata era divenuta argentea e scorreva placida dando un sottofondo piacevole a quella meraviglia, il prato illuminato dai raggi lunari mostrava dei fazzoletti di fiori selvatici sull'immensa distesa d'erba.
Ayano sorrise estasiata davanti a quella meraviglia avanzando con passo sicuro e guardandosi attorno piacevolmente stupita.
Misaki attivò impaziente il Byakugan e scrutò attentamente ogni ombra.
Dopo un'attenta visione disattivò la sua innata rivelando uno sguardo chiaramente deluso e ferito. Ayano le si avvicinò abbracciandola e accarezzandole i capelli con fare rassicurante.
<< Misaki >> un sussurro lieve, quasi inudibile.
Le due sorelle si girarono di scatto, sorprese e impaurite.


Angolo autrice:
Ecco il nuovo e primo capitolo! Ho aggiornato davvero presto, eh?
Ringrazio chi ha solo letto e chi ha recensito il prologo, un grazie speciale a Hikari93 che ha messo la storia tra le seguite! 

E' di sicuro il capitolo più lungo che ho scritto, non c'è confronto con quelli dell'altra storia U_U
Madara: Può essere lungo quanto vuoi, ma se non piace è solo spazzatura U_U
Confortante come sempre, eh? Non sei contento di leggere la protagonista di questo capitolo?
Madara: Certo! M- "$%&/(()=@! T_T
Non fare spoiler! Beh, spero che il capitolo sia piaciuto!
Madara: Per favore lasciate una piccola recensione, anche solo per dire che tutto ciò vi fa schifo! Se no questa chi la sopporta?!
Fanculo Maddy! Che pazienza sopportare il proprio personaggio preferito @_@

Baci
Angel_Madara12

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


the story

2° Capitolo



<< Misaki >> un sussurro lieve, quasi inudibile.
Le due sorelle si girarono di scatto, sorprese e impaurite.
<< Akuma! >> la voce dolce di Misaki era soffocata dall'emozione.
La giovane donna corse verso l'amato che l'accolse tra le sua braccia, stringendola dolcemente
Ayano fissò l'uomo che abbracciava sua sorella con sospetto. Con una prima occhiata si accorse che l'Uchiha era davvero bello: i capelli lisci e lunghi fino al mento erano di un nero intenso, che contrastava sulla pelle lattea, gli occhi, ora chiusi, erano a loro volta nerissimi. Indossava un kimono, blu scuro con un piccolo ventaglio disegnato sul petto, che lasciava intravedere il fisico ben messo.
La piccola Hyuuga si ritrovò a pensare che la sorella avesse buon gusto in fatto di uomini. Cancellò quello stupido pensiero prendendo ad analizzare ogni movimento di Akuma, quasi temesse che, da un momento all'altro, potesse accoltellare la sua sorellona.
Continuò a fissarli per un po' notando lo sguardo dolce dell'uomo su Misaki, la gentilezza con cui le carezzava i lunghi capelli con una mano, mentre con l'altro braccio le cingeva la vita. Ayano era sicura che l'espressione di sua sorella era estasiata, benchè non ne potesse vedere il volto, seppellito nel petto dell'amato.
Alla fine tossicchiò riportando l'attenzione dei due fidanzatini su di sè.
<< Akuma! Ti voglio presentare la mia sorellina: Ayano! >> disse con entusiasmo prendendo per mano l'Uchiha e avvicinandosi con passo sicuro alla ragazzina.
<< Lieto di fare la sua conoscenza >> soffiò Akuma con un sorriso gentile facendo un piccolo inchino.
<< Il piacere è tutto mio >> contraccambiò Ayano con voce fredda. Era chiaramente visibile che ciò che aveva detto era una bugia: infatti squadrava l'uomo con diffidenza, non riuscendo ancora a fidarsi.
Ayano aveva una strana sensazione, come se Akuma stesse fingendo di essere quello che si dimostrava, che sua sorella era stata imbrogliata. Scosse la testa come per scacciare l'idea, cercando di autoconvincersi che la sua paura era dettata solo dal cognome che portava il moro.
<< Io devo andare... se volete scusarmi >> sussurrò incerta indietreggiando senza staccare gli occhi dalla coppia felice.
<< Certo nee-chan, vai pure! >> acconsentì la sorella sorridendo solare.
Ayano corse via, sentendo lo sguardo curioso di Akuma perforarle la schiena.
<< Sembra che le abbia messo paura >> disse accigliato guardando la giovane sparire tra le ombre della foresta.
<< Ma che dici? C'è ne vuole per spaventare Ayano e tu non fai per niente paura! >> ridacchiò Misaki.
<< Non scordare che il mio cognome spaventa anche l'uomo più coraggioso >> affermò con un mezzo sorriso Akuma.
<< Non dire sciocchezze! Ayano non si lascia condizionare da certi pregiudizi >> la difese con veemenza Misaki portando le mani sui fianchi.
<< Non ho dubbi >> sussurrò Akuma acquisendo un'aria malinconica.
La Hyuuga sospirò, non sopportava vedere il suo uomo triste e sapeva perfettamente che le dicerie delle persone sugli Uchiha gli provocava dolore. Akuma amava il suo clan e non sopportava che la gente lo additasse come se fosse un gruppo di mostri.
Certo era vero che i mori col ventaglio erano spietati sul campo di battaglia, che sembrava non mostrassero emozioni quando ammazzavano i nemici, ma non per questo non provavano emozioni. Sapevano amare, sapevano soffrire come un qualsiasi essere vivente.
Misaki accarezzò dolcemente la guancia di Akuma che sorrise tornando a stringerla. Sembrava che avessero completamente dimenticato l'uscita frettolosa di Ayano.
<< Credo di aver dimenticato di fare qualcosa di importante >> annunciò poi il moro all'orecchio della fidanzata.
<< Cosa? >> domandò curiosa guardandolo negli occhi.
<< Questo >> soffiò Akuma prima di chinarsi per posare le sue labbra su quelle della donna amata.
Misaki sentì le gambe cedere e si aggrappò saldamente al kimono dell'Uchiha. Sebbene non fosse la prima volta, ogni volta che Akuma la baciava si sentiva mancare, sentiva le farfalle che svolazzavano liberamente nel suo stomaco, sentiva i brividi che le correvano lungo la spina dorsale. Chiuse gli occhi godendosi appieno il momento mentre approfondivano il bacio.
Sentiva le carezze di Akuma farsi più audaci mentre la faceva stendere lentamente sull'erba e sorrise con una punta di imbarazzo pensando alla nottata di passione che l'aspettava.

***

Akuma accarezzò lentamente la schiena nuda della sua fidanzata mentre questa posava la testa sul suo petto. Entrambi avevano sul viso un' espressione di pura felicità dopo l'amore che si erano concessi.
<< A che pensi? >> domandò Misaki alzando gli occhi lilla per incrociare quelli neri del suo uomo.
<< Che sei perfetta! Tu invece? >> rispose sorridendo gentile Akuma.
<< Che ti amo tanto e che sono fortunata ad averti accanto! >> sussurrò ricambiando il sorriso.
<< Sei così bella quando sorridi... >> mormorò il moro alzandole il viso per poterla baciare.
Misaki si illuminò, una volta che si furono staccati, arricciando una lunga ciocca di capelli blu, arrossandosi un po' in volto. Poi sospirò alzandosi aggraziata e iniziando a ricoprirsi con il kimono bianco, che si era sporcato di verde.
<< E' meglio che vada. Se i miei si accorgono che non sono in camera mi faranno un sacco di domande >> proferì con voce triste cercando di sistemarsi i capelli.
<< E a te non piace mentire >> constatò Akuma, imitando l'esempio di Misaki, iniziando a rivestirsi.
<< Esatto! >> approvò lei con un sorriso circondando il collo del moro e depositando un lieve bacio sulla sua bocca.
<< Ci vediamo domani notte? >> domandò lui tenendola stretta.
<< Certamente! >> acconsentì liberandosi dell'abbraccio dell'uomo e iniziò ad arretrare.
<< Ti amo! >> esclamarono insieme per poi ridacchiare.
Si sfiorarono per l'ultima volta, poi Misaki iniziò a correre verso casa.



Angolo autrice:
 Tornata con un nuovo capitolo!
Ringrazio chi ha solo letto e chi ha avuto il coraggio per recensire. Un grande grazie a Kyoto per avermi aggiunta tra gli autori preferiti e per aver messo la storia tra i suoi preferiti e tra le seguite.

Ora, passando al capitolo... mi stava venendo il voltastomaco mentre scrivevo! Troppo dolce!
Madara: Te la sei cercata! Comunque a me stava venendo la nausea...
Ti capisco sai? Per non parlare della fatica che ho fatto a fare un Uchiha dolce! @_@
Madara: Prego chiunque sia soppravvissuto a questo scempio a recensire per farci sapere che ne pensate di 'sta cosa.
Ci vediamo al prossimo capitolo! (Per chi ci arriva!)

Baci
Angel_Madara12

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


the story

3° Capitolo


Era passata circa una settimana dal giorno in cui Ayano conobbe Akuma.
Da allora Misaki le raccontava nei dettagli ciò che provava quando stava con lui. La sorellina l'ascoltava paziente, sorridendo divertita quando la sorellona s'imbambolava nel descrivere la bellezza e la dolcezza dell'amato.
Quella sera, però, si sarebbe risparmiata i monologhi della maggiore. Era venuto il giorno della riunione e la piccola si era impuntata: Misaki doveva esserci.
La Hyuuga non aveva protestato. Sapeva che il padre non avrebbe perdonato un ulteriore assenza.
Solo il giorno prima l'aveva chiamata nella sua stanza e, guardandola dritta negli occhi, aveva esclamato:
"Tu sei l'erede che prenderà il mio posto come capo clan degli Hyuuga. Devi partecipare alle riunioni, se continui a mancare nessuno ti prenderà sul serio o ti ascolterà quando dovrai impartire gli ordini. Non vuoi che ti considerino come una ragazzina viziata, vero?"
Lei aveva annuito e si era ritirata con un inchino.
No, non voleva che la considerassero una stupida riccastra capricciosa, quindi era necessario presenziare alle assemblee. Anche se questo voleva dire non incontrare Akuma.
<< Mi manca >> aveva sospirato quella sera con gli occhi tristi.
<< E' solo per oggi dai, domani lo rivedrai! >> aveva ribattuto Ayano con un mezzo sorriso.
<< Lo so, lo so! Comunque è necessario, devo dimostrare al clan chi sono realmente! >> aveva esclamato orgogliosa.
<< E cosa più importante dormirai! Hai certe occhiaie, sorella mia! >> aveva ridacchiato la piccola mora.
<< In effetti non dormo molto! >> aveva dichiarato la più grande con un sorriso malizioso.
<< Per non parlare di quanto cioccolato mangi! Pensavo che tu odiassi i dolci >> disse Ayano addocchiando i cioccolatini che la sorella stava mangiucchiando.
<< In effetti... però ultimamente ne ho molta voglia >> aveva sussurrato mentre la faccia si dipingeva di incertezza.
<< Bah, attenta ai brufoli e a non ingrassare! >> rise apertamente Ayano.
Misaki le aveva sorriso stanca scompigliandole i capelli e si era alzata annunciando che era ora di cambiarsi per la riunione.
Ayano si stava per dirigere in camera sua però, prima che potesse uscire, un gemito della sorella l'aveva fermata. Misaki era piegata in due e si teneva una mano sullo stomaco e l'altra sulla bocca. Era pallida, molto pallida.
<< Tutto bene, nee-san? >> aveva domandato avvicinandosi.
Misaki sembrava non averla sentita, come un fulmine aveva abbandonato la stanza con un altro gemito, più alto e pieno di dolore.
La piccola Hyuuga era rimasta per una manciata di secondi ferma per poi scattare alla ricerca della sorella. Il corridoio era deserto però sentì chiaramente dei versi provenienti dal bagno. Si fiondò oltre la porta e vide Misaki inginocchiata davanti alla tazza del water mentre rimetteva ciò che aveva appena ingurgitato.
Sembrava davvero sofferente, il viso aveva una tonalità verdognola che preoccupò immediatamente Ayano, i lamenti erano strazianti.
La mora non aveva mai visto Misaki in quello stato, accorse al suo fianco tenedole i lunghi capelli blu. Distolse lo sguardo da quello spettacolo per paura di avere anche lei un attacco di nausea improvvisa, visto e considerato che la sorella sembrava che stesse vomitando anche l'anima in quel momento.
Dopo alcuni minuti la maggiore si alzò e, liberatasi dalla stretta della minore, si diresse verso il lavandino di porcellana candida per lavarsi la bocca dal sapore acido che sentiva.
Prese un respiro profondo guardandosi all'ampio specchio e notò che, per fortuna, il suo colorito era tornato normale, si rinfescò il viso e uscì dal bagno seguita dalla sorella.
Una volta in camera, Misaki, si lasciò cadere sul tatami e si sdraiò tenendosi una mano sul petto mentre regolarizzava il respiro, fino a quel momento accellerato.
<< S-stai bene? >> domandò Ayano sedendosi accanto a lei.
<< Sì, ho avuto solo un po' di nausea >> rispose l'altra.
<< Un po' ? A me sembrava... >>
<< Sto bene, davvero. Avrò mangiato troppa cioccolata, tutto qui >> la interruppe Misaki.
<< Sicura? Forse è meglio se non vieni alla riunione... >>
<< Smettila! Sto bene, sono in grado di andarci! >> disse la blu brusca alzandosi di scatto dal tatami.
Ayano sobbalzò spaventata, la sua nee-san non si era mai comportata così.
<< Scusami, non volevo riprenderti. Adesso vai a prepararti, dai >> cercò di rimediare la maggiore sforzando un sorriso falsissimo, la voce era fredda, gli occhi di ghiaccio.
<< O-ok >> mormorò Ayano impaurita dallo strano comportamento di Misaki che, a essere sinceri, la impauriva un po'.
La blu era molto agitata, non era sua intenzione comportarsi così con la sua nee-chan, ma aveva bisogno di stare da sola. Non capiva cosa le succedeva, credeva di essere malata.
Prima di tutto quella voglia incredibile di cioccolata, lei odiava ogni tipo di dolci e invece adesso... poi c'era il ritardo del ciclo mestruale doveva venirle un paio di giorni fa ma non era ancora arrivato... ora ci si metteva pure la nausea...
La testa di Misaki era piena di confusione. Come in trance si vestì col magnifico kimono che usava per le assemblee: era lungo, di un lilla molto chiaro, c'erano ricamate sopra delle orchidee di un colore appena più scuro e contornate d'oro. Era davvero molto bello.
Uscì dalla camera per andare nel luogo dell'incontro quando andò a sbattere contro qualcuno. Alzò gli occhi e le scusa si fermarono sulle labbra socchiuse quando riconobbe contro chi era franata.
Ayano era vestita con un kimono uguale a quello di Misaki, l'unica differenza era il colore della stoffa, di un celeste pallido.
La maggiore accennò un sorriso mentre prendeva per mano la minore e la trascinava, senza proferire parola, verso la sala riunioni del clan.
Neanche Ayano parlò, seguendo silenziosa Misaki. Aveva visto i suoi occhi assenti, come se stesse pensando a qualcosa che la isolava da ciò che la circondava, e non voleva disturbarla.
Però era molto preoccupata, la sua sorellona non sembrava riprendersi neanche al saluto del padre, nemmeno quandò la riunione iniziò. Anzi sembrava peggiorare sempre più.
Misaki non riusciva proprio a concentrarsi sui discorsi degli anziani, la sua vista era offuscata, le girava la testa, a malapena riusciva a rimanere in piedi e ciò le costava un enorme sforzo. Non si accorse nemmeno di quando il padre proclamò la fine dell'assemblea e tutti iniziarono ad uscire dalla stanza parlottando tra loro.
<< Misaki? Nee-san? >> all'improvvisò sentì la voce impaurita di Ayano e le mani che la scuotevano debolmente.
Lei, anche sforzandosi, non riusciva a distinguere i contorni sfocati della sorella. Poi non sentì più nulla.
E ci fu solo il buio.


Angolo autrice:
Mi scuso per il ritardo, ma in questi giorni sono stata al mare e non ho potuto postare XD.
Spero che il capitolo vi piaccia!
Ringrazio chi ha solo letto e chi ha pure recensito. Grazie davvero.

Passando al capitolo... riuscite a capire che sta succedendo a Misaki?
Madara: Non è che ci vuole un genio -.-
Lei non ha capito.
Madara: Non è esperta in 'ste cose, che vuoi!
Se vabbè...
Madara: Vabbè cosa? Solo perché hai paura che nessuno recensisce non devi prendertela con lei.
Sono un po' nervosa ok? Tengo molto a questa storia e spero che venga apprezzata.
Madara: E smettila di rompere l'anima a me, anzi vatti a spalmarti la crema visto che ti sei ustionata -.-
Oh, giusto... alloara vado, saluta tu.
Madara: Pure? Che scocciatura... comunque prego chi è soppravvisuto di recensire, farebbe piacere anche a me.
Ah-ha! Visto?
Madara: Ancora qui stai? Comunque racconti la mia storia, è logico che ci tengo! V_V
Saluta decentemente, dai! Io ora vado davvero.
Madara: Ok, ok...

Ossequi
Madara Uchiha (alla faccia del saluro decente! NdAngel Sciò ndMaddy )

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


the story

4° Capitolo

Quando riaprì gli occhi, Misaki all'inizio non seppe spiegarsi il perché si trovasse distesa su un qualcosa di soffice.
Cercò di mettersi a sedere ma un capogiro la costrinse a rinunciare, così si riadagò sul tatami con un gemito.
<< Misaki >> una voce roca e familiare la riportò alla realtà e si costrinse a aprire gli occhi. Con scarsi risultati, tra l'altro, perciò si accontentò di socchiuderli soltanto.
<< Padre >> sussurrò debole.
<< Stai meglio? >> domandò senza preamboli.
<< S-sì >> affermò insicura. Era chiaro che avesse mentito ma l'uomo non ci fece caso.
<< Bene. Ti lascio in compagnia di Ayano, vado a rassicurare tua madre >> annunciò uscendo rumorosamente dalla stanza, nella sua voce però si poteva scorgere una punta di sollievo.
Ayano si avvicinò lentamente alla sorella. Quando Misaki le era svenuta davanti aveva avuto una specie di infarto.
<< Nee-san, sicura di stare bene? >> chiese la più piccola.
<< Certo, non preoccuparti >> la rassicurò con un piccolo sorriso la più grande riuscendo a sedersi.
<< Ok, ok... >> acconsentì Ayano ruotando gli occhi al cielo e inginocchiandosi accanto alla sorella.
<< Ehm, nee-chan? Mi ha visitato il dottore? >>
<< Certo, perché? >>
<< Cosa ha detto? >>
<< Che ti sei sentita male a causa della stanchezza >>
Misaki iniziò a riflettere. La sua non era una semplice mancanza di sonno, fin qui ci arrivava da sola anche se non era un ninja medico. Era strana in questi giorni, di sicuro si era beccata un qualche tipo d'influenza, a giudicare dalla nausea.
Non capendo niente di medicina, malattie, annessi e connessi non aveva la più pallida idea di cosa avesse.
Lei no, però... però Ayano stava studiando per divenire un medico!
<< Ho bisogno del tuo aiuto piccola >> annunciò guardandola negli occhi.
<< Dimmi tutto >>
<< Quanto sei brava in medicina? >> domandò incrociando le dita.
<< Sono una delle migliori >> esclamò la mora vantandosi un po'.
<< Bene, ho bisogno di un tuo consiglio >>
<< Su cosa? >> chiese Ayano un po' confusa.
<< Su ciò che mi sta accadendo ultimamente >>
<< Cioé? >>
<< Beh, ho la nausea, sono svenuta, mangio cose che prima non mangiavo... >> elencò Misaki sovrappensiero.
Ayano si mise a riflettere, cosa poteva provocare certi sintomi?
Quando li collegò tutti si alzò di scatto guardando la sorella scioccata. Non poteva credere alle sue supposizioni, non doveva crederci.
Eppure doveva essere così, era l'unica cosa che le veniva in mente in quel momento. Nonchè l'unica possibile.
<< S-sei sicura? >> nella sua voce era ben visibile il terrore.
<< Sì >> la risposta secca di Misaki fu il colpo di grazia.
Iniziò a camminare su e giù per la stanza, sempre più nervosa. Si fermò qualche secondo per lanciare un'occhiata spaventata alla sorella e si passò un mano tremante tra i capelli corvini.
Misaki era divisa in due. Da una parte c'era l'irritazione per lo strano comportamento della sorellina, dall'altra la paura di sapere cosa l'aveva innescato.
Si trovò a chiedersi, sempre più impaurita, se aveva qualcosa di davvero grave.
Alla fine lo sdegno ebbe la meglio e, alzandosi, fermò Ayano.
<< Che c'è? >> domandò fredda la blu, cercando di non far trapelare emozioni.
<< T-tu... davvero non hai idea di quello che è il tuo "problema" ? >> chiese esitante Ayano, ignorando la domanda posta dalla maggiore.
<< No, non lo so >> annuì Misaki.
<< Nee-san tu... probabilmente sei, sei... >> la Hyuuga sembrava incapace di concludere la frase, un nodo le serrava la gola.
<< Sono? >> la sollecitò impaziente la più grande.
<< Incinta... è probabile che tu sia incinta >> concluse Ayano con lo sguardo basso.
<< Ah! E dillo subito, no? Cioè sono solo incinta, pensavo di essere affetta da qualche malattia mortale! >> esclamò Misaki con un sorriso, tirando un sospiro di sollievo.
Ayano era a dir poco sconvolta. La sorella le aveva detto che era "solo incinta". Come se essere gravida era qualcosa di poco conto. Sperò con tutta se stessa che Misaki fosse in stato di shock o che non avesse capito bene la situazione. Sua sorella non poteva aver detto realmente così, non era da lei.
Le preghiere di Ayano furono accolte. Infatti Misaki iniziò solo successivamente a metabolizzare ciò che aveva detto, non solo lei, ma anche la sorella.
Impallidì, divenne rossa e poi sbiancò nuovamente. Ayano temette che potesse svenire nuovamente così le si avvicinò facendola sedere sul tatami.
Il volto di Misaki venne sconvolto da numerose emozioni. Incredulità, sorpresa, paura, timore.
Iniziò ad emettere dei mugugni incomprensibili, completamente traumatizzata.
<< Io sono... sono... >> sembrava non volesse accettare ciò che le stava accadendo.
<< Non posso esserlo realmente! >> il grido della Hyuuga maggiore rieccheggiò nella stanza.
Degli uccelli, appolaiati comodamente sull'albero più vicino, volarono via spaventati.


Angolo autrice:
Questa volta sono davvero in ritardo. Chiedo venia! Ma ho dovuto resettare il computer e ho perso tutti gli appunti riguardo la storia.
Ringrazio chi ha letto e chi ha commentato. Specialmente Hikari93 per aver messo la storia nelle preferite e Cocol_Sasso_97 nelle ricordate.
Ritarderò anche col prossimo aggiornamento. Andrò in vacanza, spero di avere la connessione. Anche se temo di no.

Spero che questo capitolo piaccia, a me non convince.
Madara: Neanche a me, sembra che mia madre aspetti un mostro invece che me.
E tu cosa saresti, scusa?
Madara: ... non commento va ...
E dire che avevo in mente una cosa del tutto diversa, come mi è venuto scritto ciò?
Madara: Vogliamo parlare della lunghezza allora? E' cortissimo, ti sei sforzata.
Lo so, mi rifarò col prossimo capitolo. Per ora si devono accontentare di questo.
Madara: Vi prego lettori, se avete un minimo di buon cuore o un pizzico di pietà recensite 'sta cosa.
Grazie per i complimenti -.-
Madara: Di niente.
Ora vi lascio. Prima però, per chi conosce Death Note, vorrei chiedervi di passare a dare un occhiata a questa storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=765652. E' la prima di una mia amica.

Baci
Angel_Madara12

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


the story

5° Capitolo


Misaki era adagiata su una sedia, davanti al grande specchio. Il kimono slacciato a mostrare il ventre bianco e piatto che stava accarezzando lievemente, un dolce sorriso faceva bella mostra di sè sul volto intenerito.
Dopo il momentaneo stato di shock non aveva più parlato, il suo corpo sembrava essersi mosso da solo, come in trance.
La calma apparente che mostrava all'esterno non era niente a che vedere con ciò che le si smuoveva all'interno. Un turbinio di emozioni e pensieri la confondeva e nauseava.
Però, l' idea che c'era qualcosa che le cresceva dentro, nato dall'amore con Akuma la divideva a metà: da una parte c'era la felicità nel constatare che avrebbe dato alla luce un bambino, sangue del suo sangue; dall'altra la paura di non essere pronta a divenire mamma.
La voce di Ayano spezzò quel momento di silenzio e, inconsapevolmente, riuscì a far prendere sicurezza a Misaki.
<< Non ti preoccupare nee-san! Cercherò di far mantenere il silenzio al medic-ninja che ti farà abortire! >> disse risoluta prendendo una mano della sorella tra le sue e accarezzandola dolcemente.
Misaki alzò di scatto lo sguardo, in cui si tinse una scintilla di collera.
<< Come? >> domandò sperando che la sua voce non mostrasse l'ira che l'aveva posseduta a quelle parole.
<< Che pagherò il dottore che... >> riprese Ayano un po' confusa.
<< No >> la interruppe la maggiore ritraendo bruscamente la mano che posò accanto all'altra sul grembo.
<< No cosa? >> la interregò la più piccola accigliandosi maggiormente.
<< Non abortirò! Non ucciderò il mio bambino! >> sbottò Misaki arrabbiata.
No, Misaki non avrebbe permesso a nessuno di far male alla creaturina dentro di sè. Neanche se ciò avrebbe significato attirarsi il disprezzo del clan intero e della sua famiglia.
" Infondo quale donna può essere sicura che sarà o no una brava mamma per il suo piccolo? Se non ci provo rischio di perdere la cosa più preziosa che mi sia capitata! " si disse decisa.
<< M-ma... Misaki! Nostro padre si arrabierà tantissimo se lo verrà a sapere! Ucciderà la cosa dentro di te con o senza il tuo consenso, senza contare che ti punirà e se verrà a sapere che il padre è Akuma dichiarerà apertamente guerra al clan Uchiha! >>
<< Lo so, ma se non lo viene a sapere non farà un bel niente... no? >>
<< E come intendi nasconderglielo? Con la scusa di essere improvvisamente ingrassata? Beh, forse potrebbe persino cascarci visto la quantità di cioccolato che ingurgiti! >> strillò esasperata Ayano con pesante ironia.
<< Non gridare, potrebbe sentirti >> mormorò soltanto Misaki alzandosi e sistemandosi il kimono.
<< Cosa intendi fare? >> chiese la più piccola passandosi una mano nei capelli corvini.
<< Me ne andrò di casa, mi nasconderò finchè non nascerà il bambino >> illustrò la sorella spalancando la finestra della stanza.
<< Tu sei pazza! Papà ti cercherà dovunque, lo sai... poi dove vorresti andare? >> ribattè esasperata Ayano afferrando la maggiore per la spalla.
Si chiedeva come era possibile che la sua sorellona fosse diventata così stupida. Era sempre stata scaltra, intelligente e furba. Come era riuscita a farsi fregare così?
Scosse la testa rassegnata respirando profondamente.
Misaki dall'altro canto era di nuovo immersa nei propri pensieri. Avrebbe tenuto il suo bambino. A costo di farsi uccidere, di farsi odiare, di rimanere da sola e mettersi contro tutto e tutti. Lei l'avrebbe protetto.
Si sentiva male al solo pensiero che qualcuno potesse fare del male al suo piccolino, la sua anima si straziava a ripensare le parole della sorellina. La parola "abortire" era diventata per lei una fonte di odio.
Si accarezzò la pancia. " Ti proteggerò, fosse l'ultima cosa che faccio " pensò stringendo appena la stoffa del candido kimono.
<< D'accordo, te ne vai di casa. E poi? E se Akuma non lo volesse? >> disse Ayano incrociando le braccia al petto e gurdandola fisso negli occhi.
Crack.
"Cos'era quel rumore?"
si chiese tra sè Misaki "Il mio cuore che va a pezzi probabilmente" continuò mentre le lacrime le pizzicavano gli occhi.
A quello lei non ci aveva pensato. Si morse un labbro sforzandosi ricacciando indietro le stille di acqua salata che minacciavano di fuggire al suo controllo.
Misaki sentì il proprio cuore pulsare dolorosamente mentre la possibilità che la persona che amava non avesse voluto il bambino si faceva strada in lei.
Cosa avrebbe fatto se Akuma avesse reagito come Ayano? Sarebbe rimasta completamente sola, senza nessuno che le avesse dato la forza di andare avanti.
Però, infondo, sapeva che avrebbe stretto i denti e che avrebbe continuato per la sua strada. Lei era forte, doveva esserlo.
Non avrebbe abbandonato la creaturina che aveva dentro di sè, sarebbe stato difficile crescerlo senza un padre ma poteva farcela, doveva.
Prese un respiro profondo e con uno scatto agile scavalcò il cornicione della finestra.
<< Non m'importa, è mio figlio. Non lo ucciderò >> dichiarò calandosi fino a terra con la massima cautela.
<< Dove vuoi andare ora? >> chiese Ayano affacciandosi e vedendo la sorella allontanarsi lentamente verso il limitare del bosco.
<< Devo parlarne con Akuma >> proclamò fredda Misaki senza girarsi.
<< Vengo con te >> disse soltanto la Hyuuga affiancandola velocemente e camminando al suo fianco.
Nelle menti delle tue sorelle i pensieri erano contrastanti. Misaki pensava all'imminente incontro con Akuma, a come l'avrebbe presa, a cosa avrebbe fatto in caso di un esito negativo.
Ayano pensava a una sola cosa mentre guardava di sottecchi l'altra: "Questa non è più mia sorella".


Angolo autrice:
Salve! Sono tornata con un nuovo capitolo! Mi scuso per il ritardo!
Ringrazio chi ha letto e recensito lo scorso capitolo, in particolare
italia_ per aver messo la storia tra le preferite e le seguite.
Avviso che comunque posterò a rilento a causa della scuola. Mi scuso per eventuali errori, ho dato un ricontrollata molto veloce e potrei aver lasciato una qualche mostruosità grammaticale.
Madara: la lunghezza dei tuoi capitoli è incredibile, guarda -.-
Angel: non rompere faccio del mio meglio
Madara: del tuo peggio al massimo
Angel: ma stai zitto... tra l'altro non sono neanche molto sicura di questo capitolo... forse ho fatto tutto troppo di fretts...
Madara: fosse solo quello il problema!
Angel: ma finiscila! Comunque, ai lettori inizia a piacere un po' troppo Akuma, non va bene!
Madara: giusto, dal prossimo capitolo secondo me cambieranno idea... kukukuku...
Angel: smettila di fare spoiler! Sbrigati a salutare e andiamoci a vedere Soul Eater!
Madara: lasciate una recensione a questa povera anima in pena, per favore.

Baci (Ossequi )
Angel_Madara12 ( Madara Uchiha )

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


the story

6° Capitolo

Akuma era già arrivato alla radura e sedeva sulla sponda del laghetto affilando la sua katana.
Non immaginava minimamente che in quello stesso momento la sua fidanzata stava scoprendo di essere incinta di suo figlio.
Pensava a tutto ciò che era succeso in quell'ultimo mese, al suo incontro con Misaki, le missioni svolte per il suo adorato clan, la conoscenza con Ayano, i suoi piani...
Akuma, in effetti, stava tramando qualcosa. E quel qualcosa stava andando nel verso giusto. In quel qualcosa  era contemplata la partecipazione, non consapevole, di Misaki.
All'improvviso captò dei strani rumori provenienti dagli alberi al limitare della radura. Fermò la pezza con cui aveva appena iniziato a lucidare la sua inseparabile arma e si concentrò chiudendo gli occhi e concentrandosi sui suoni.
Rumori di passi, rami spezzati sotto la pressione di piedi e mormorii. Due voci femminili, una in particolare gli era familiare... Misaki.
Aprì di scatto gli occhi cercando di distinguere nelle ombre le due figure conosciute.
Entrambe camminavano lentamente come se non fossero sicure di quello che stavano facendo.
Akuma si alzò e spolverò il suo kimono dai fili d'erba, avanzò di qualche passo e si fermò.
La sua Misaki era bellissima baciata dalla luce lunare. Sorrise tra sè, aveva fatto un'ottima scelta con quella Hyuuga.
Quando si accorse dell'espressione della ragazza, però, raggelò. Paura, disperazione, rabbia... emozioni che non aveva mai visto sul suo dolce viso.
Si avvicinò cauto alla donna, che non gli era corsa incontro come le altre volte, e le alzò il volto per guardarla negli occhi. Aveva uno sguardo perso, spento.
L'abbracciò di slancio affondando il volto tra i suoi morbidi capelli. Doveva capire cosa era successo il prima possibile, odiava non sapere le cose, soprattutto se riguardavano un individuo che gli apparteneva.
Sentì qualcosa di caldo bagnarli la stoffa del kimono e con un certo stupore si accorse che Misaki era in lacrime.
C'era qualcosa che non andava e di sicuro era qualcosa di brutto. Doveva sperare che, di qualunque cosa si trattasse, non avrebbe intralciato i suoi piani.
Un colpo di tosse lo risvegliò dai suoi pensieri e lo costrinse a portare la sua attenzione sulla ragazzina rimasta in disparte. La piccola Ayano assisteva, a qualche metro di distanza, a quell'abbraccio.
Akuma si staccò un poco continuando, però, a tenere un braccio a circondare la schiena della fidanzata.
<< Che succede? >> domandò spostando lo sguardo da una all'altra Hyuuga con fare interrogativo.
<< I-io... io sono... >> mormorò Misaki asciugandosi dalle guance i segni del pianto.
<< Tu sei? >> la incitò iniziando a perdere la pazienza. Tutta questa storia iniziava ad irritarlo.
<< Sono incinta, aspetto... aspettiamo un bambino, Akuma >> finì Misaki mordendosi un labbro e abbassando lo sguardo. Non aveva la forza di sentire una risposta negativa da parte del fidanzato, non avrebbe retto. C'erano state fin troppe emozioni quella sera.
<< Ottimo >> sussurrò Akuma mentre ghignava perversamente tra sè. Il suo piano procedeva senza intoppi, persino meglio di quello che si aspettava.
<< Come? >> chiese Ayano guardandolo sospettosa. Benchè fosse appena accennato aveva captato quel "ottimo" e non le era piaciuto per niente.
<< E' meraviglioso! Ho sempre desiderato un bambino e averlo dalla mia Misaki mi riempie di felicità! >> disse in fretta l'Uchiha con un sorriso gioioso stampato sul viso.
Bugia. Era una misera bugia. Ma lui era sempre stato bravo a mentire.
Misaki alzò la testa spalancando gli occhi e fissò il vuoto davanti a sè. Con uno scatto repentino si girò e fece combaciare le sue labbra con quelle dell'amato che ricambiò il bacio.
Il ghigno si allargò maggiormente mentre stringeva il fragile corpo della ragazza contro il suo.
Infondo ingannare è semplice, specialmente se di mezzo c'è l'amore.
Ayano fissò la scena che le si presentava di fronte con un misto di nausea e disgusto. Tutto ciò le sembrava orribilmente falso e non riusciva a sopportarlo.
Si schiarì rumorosamente la voce attirando l'attenzione dei due giovani.
<< Sono contenta del tuo entusiasmo, ma c'è un problema. Un grosso problema >> proclamò con voce neutra stringendo i denti per rimandare indietro la bile che le era salita in gola. Non poteva reggere un minuto in più di quella patetica sceneggiata.
Akuma si rabbuiò. Cosa altro c'era adesso?
<< Di che si tratta? >> la interrogò con malcelata rabbia.
<< Misaki non può restare a casa ora che aspetta un bambino. Scoppierebbe il finimondo se si venisse a sapere >> disse incrociando lo sguardo dell'uomo.
Lui, d'altro canto, si rilassò immediatamente a quella notizia di poca importanza. Si era immaginato qualcosa di molto peggio.
<< Ovvio. Datemi un paio di giorni e troverò un abitazione dove potremo vivere insieme! >> affermò infine rivolgendosi a Misaki con un dolce sorriso.
Un sorriso falso, come falso era quell'uomo.
<< Non troppo lontano dall'accampamento Hyuuga! Voglio tenervi sott'occhio! >> s'imputò Ayano incrociando le braccia al petto.
<< Farò del mio meglio >> le concesse Akuma digrignando i denti.
Quella ragazzina insolente iniziava a stargli sui nervi, era troppo impicciona per i suoi gusti. Poteva rovinare tutto ciò che stava faticosamente creando e lui non poteva permetterlo.
Fece un respiro profondo e imponendosi la calma si rivolse nuovamente a Misaki:
<< Ora torna a casa e riposa, ci rincontreremo qui tra due giorni >>
La ragazza annuì stringendosi ancora una volta contro per baciarlo, poi si avvicinò alla sorella e inizio ad allontanarsi verso il bosco.
<< Ti amo Misaki! Mi stai rendendo felicissimo con questo bambino! >> le urlò dietro Akuma sventolando una mano in segno di saluto.
Sì, era felice. Ma per un motivo totalmente sbagliato.
<< Ti amo anche io >> rispose Misaki con un sorriso smagliante per poi svanire nelle tenebre degli alberi.
Ayano e Akuma non si rivolsero alcun tipo di saluto, neanche un minimo sguardo. Ma ad entrambi andava bene così.
L' Uchiha era contento di divenire padre, un senso di soddisfazione gli riempiva il cuore e lo fece scoppiare in una fragorosa risata. Una risata piena di cattiveria e malvagità, una risata da far accapponare la pelle.
Il suo piano procedeva alla grande, niente e nessuno poteva fermarlo.



Angolo autrice:
Eccomi tornata con un nuovo capitolo!
Ringrazio con il cuore chi ha recensito. Sono contenta che la mia storia vi piaccia.
Per quanto riguarda gli aggiornamenti, credo di riuscire a postare i  nuovi capitoli verso il sabato sera o la domenica. Non credo di poter rispettare sempre queste date, ma farò del mio meglio.
Mi scuso se per caso ho fatto un qualche errore grammaticale e non. Ma considerata l'ora sono mezza addormentata e non ragiono bene, di conseguenza scrivo cavolate.
Madara: quindi tu sei sempre nel mondo dei sogni, ne?
Andare a dormire, no? Devi sempre demoralizzarmi così?
Madara: certamente... certo che lo hai fatto simpatico il paparino
Iniziava a stare troppo simpatico ai lettori. E non è una bella cosa visto che lo odio V_V
Madara: cioè... ma tu odi un personaggio che hai creato?
Sì!
Madara: ... e meglio salutare, va. Per favore lasciate una recensione a questa anima pia (?) e non fatela deprimere

Baci (Ossequi)
Angel_Madara12 (Madara Uchiha)

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Capitolo 8
*** Avviso ***


Avviso

Mi dispiace per tutti quelli che seguivano questa storia ma per il momento è sospesa.
Non so quando riprenderò a scriverla o se la continuerò, potrei anche decidere di cancellarla.
I motivi sono molti: in primis la scuola, sono sommersa dai compiti e in questo periodo i professori stanno decidendo di massacrarci con verifiche e non posso mettermi a scrivere per il troppo studio. Poi ci sono altri motivi personali che non sto qui a dirvi, infine c'è un'altra cosa.
Il capitolo 559 che è appena uscito online. Non voglio fare spoiler ma chi l'ha letto potrà comprendere i dubbi che mi sono sorti nel continuare la storia dopo questo.
Ora devo andare, mi è sembrato carino dirvi il perché non aggiornerò più. Ve lo devo.
Baci
Angel_Madara12


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Capitolo 9
*** Capitolo 7 ***


the story

7° Capitolo



Primo e secondo mese (Aprile e Maggio)

Era ormai passato del tempo quando Misaki era andata abitare nella sua nuova abitazione ma non ci si era ancora abituata. Era tutto così diverso da casa sua.
Quella casa che le era mancata tanto già prima che la abbandonasse.
Ricordava benissimo le lacrime e la disperazione dei primi tempi, il terrore di essere scoperta quando suo padre si era messo in testa di ritrovarla dopo che era misteriosamente scomparsa, quel giorno di Aprile.
L'intero clan si era mobilitato, i soldati migliori avevano battuto l'intero bosco che circondava l'accampamento Hyuuga con i cani ninja.
Però lei ce l'aveva fatta, il nascondiglio che aveva scelto Akuma era ben nascosto e non era stato scovato nonostante il fiuto sottile dei segugi. Ayano le era stata vicina, cercando di trasmetterle forza, una forza che a volte le mancava e le faceva venir voglia di abbandonare tutto e ritornare tra le persone a lei care.
Questo Misaki non glielo aveva mai detto, sapeva che la sorella avrebbe sfruttato quei momenti di debolezza per farla tornare indietro. E lei non poteva, non con il suo bambino che le cresceva nel ventre.


Terzo e quarto mese (Giugno e Luglio)

Il caldo asfissiante impediva a Misaki di dormire la notte, così il giorno dopo era sempre molto confusa e istupidita. A volte capitava che la mattina si svegliasse e si chiedesse dove si trovava, perché non si trovava a casa sua.
Poi, però, poggiava distrattamente una mano sulla sua pancia ormai rotonda, non più piatta come pochi mesi prima, e tutto le tornava alla mente...
Suo figlio, il suo Akuma, la sua nuova vita.
... e istericamente rideva di se stessa e della sua corta memoria.
Faceva colazione, lucidava casa e aspettava che Akuma tornasse da lei. Oppure accadeva che Ayano andasse a trovarla e le portava cose che nella sua attuale dimora non poteva reperire. Parlavano tanto le due sorelle, di come passavano le loro giornate, rammentavano i loro sogni e desideri; come un tempo bastava un minimo sorriso e uno sguardo di una per capire l'altra al volo. La maggior parte del tempo era lontane fisicamente, ma le loro anime erano sempre collegate.


Quinto e sesto mese (Agosto e Settembre)

Era stato tanto il tormento in quel periodo, era stato tanto il sangue.
Misaki ricordava con sofferenza il volto sfigurato del padre da una smorfia di puro dolore.
Dolore provocato dalla vista del suo ciondolo macchiato di sangue e terra. Il ciondolo di quella figlia che tanto aveva amato, anche se lo dimostrava poco e male lui adorava la sua bambina, e che aveva perso in un giorno di sei mesi prima.
Aveva pianto il capo clan Hyuuga, aveva versato lacrime amare mentre teneva stretto al petto quel monile sudicio e sporco. Tutti i suoi sottoposti gli si erano stretti attorno per alleviare quella sofferenza di cui si sentivano parte, perché tutti stimavano quella ragazza dolce e gentile che sarebbe divenuta la loro guida in futuro.
Futuro spezzato in pochi minuti. Lei non c'era più.
Anche Misaki aveva stillato acqua salata dai suoi occhi sentendo le urla disperate del genitore, aveva visto le guance rigate di lacrime di Ayano e aveva singhiozzato più forte mentre si stringevano cercando in un abbraccio il vigore che stava abbandonando le loro membra.
<< E' stato necessario - aveva esordito Akuma quella sera - era pericoloso lasciare che ti cercasse ancora. E' meglio che ti creda morta, non dovrai più preoccuparti di essere scoperta >>
Ayano aveva agito malamente a quelle parole, ancora stravolta, cercando di attaccarlo con un grido di rabbia cruda. Akuma l'aveva resa inoffensiva in poco tempo e riportata a casa.
Una stilettata al cuore, però, era stato quando il clan Hyuuga - mentre tornava al proprio accampamento - aveva sconfinato nel territorio del clan Uchiha. I mori col ventaglio avevano ingaggiato una tremenda lotta credendo in un attacco nemico. Avevano mietuto parecchie vittime tra i rivali che, impreparati, erano ritornati nella propria "zona" dimezzati e senza un capo: il valoroso Heiji Hyuuga era morto in quella battaglia insensata combattendo coraggiosamente.
Gli Hyuuga, afflitti, pensarono che infondo andava bene così, Heiji si era riunito alla figlia e sarebbe stato felice.
Ayano quindi era stata costretta, alla giovane età di sedici anni, a prendere le redini del clan con il peso di due lutti sulle spalle. Era aiutata dai saggi del consiglio, è vero,  ma era pur sempre una ragazzina.
A Misaki si era fermato il cuore a quella notizia, ma aveva stretto i denti e aveva cercato di infondere coraggio alla sorella


Settimo e Ottavo mese (Ottobre e Novembre)

Sembrava che la pancia di Misaki si ingrandisse parallelamente alla sua voglia di cioccolato.
Ne mangiava tantissima, in qualsiasi momento. Delle volte accadeva che nel bel mezzo di una notte si svegliasse e andasse alla ricerca di quel dolce prelibato.
Akuma, che il mattino presto scompariva prima che la fidanzata si svegliasse, era costretto a portargliene ogni giorno una nuova scorta.
Ayano, quando riusciva ad allontanarsi dai suoi impegni da capo clan, la prendeva costantemente in giro rinfacciandole la panciona che ormai era ben evidente. Misaki sbuffava contrariata prima di aprirsi in un sorriso e dare un morso alla barretta che si trovava costantemente in mano.
Un giorno le due sorelle si ritrovarono a chiacchierare divertite del più e del meno.
<< Allora, hai deciso che nome dare all'infante in arrivo? >> chiese ironica Ayano.
Misaki, però, si ritrovò a riflettere. Non ci aveva minimamente pensato. Mancava poco e lei non aveva la più pallida idea di come chiamare il suo bambino. Il problema era anche il sesso ignoto del bambino, non si sapeva ancora cos'era perché purtroppo non avevano le macchine giuste per scoprirlo.
Si diede dell'idiota mentalmente staccando un altro morso al suo prezioso cioccolato.
<< In effetti no... qualche idea? >> domandò imbarazzata.
<< In effetti sì, se fosse un maschio >> disse Ayano stupendo la sorella.
Infatti la più piccola non vedeva ancora di buon occhio il nipotino, Misaki non poteva credere che si fosse addirittura messa a pensare un nome... che stesse cambiando idea?
<< E quale sarebbe? >> la incitò curiosa con un dolce sorriso sulle labbra.
<< Madara >> mormorò decisa << significa macchia*, credo che gli si addice visto che è il segno del tuo peccato >> sibilò infine con cattiveria.
Il sorriso scomparve dalle labbra di Misaki, scambiata da una smorfia di disappunto.
<< Lo chiamerò così... mi piace Madara. Ma non per il motivo che dici tu >> spiegò secca alzandosi per prendersi un bicchiere d'acqua.
Sentì dei rumori di passi che se avviavano verso la porta e si girò appena in tempo per vedere Ayano andarsene.
Scuotendo la testa si sedette nuovamente.
<< Madara... è proprio un bel nome >> sussurrò increspando le labbra in un sorriso mentre si accarezzava dolcemente la pancia.


Nono mese- nascita (Dicembre)

<< Spingi Misaki, spingi! >> la voce di Ayano risuonò attutita nelle sue orecchie mentre cercava di fare quello che la sorella le ordinava.
Il dolore era indicibile, il dolore era tutto.
Strillò massacrando la mano di Akuma che le sedava accanto e strinse le palpebre cercando di trovare la forza per sopportare tutto questo.
<< Spingi... >>
<< LO STO FACENDO, CAZZO! >> urlò inferocita Misaki con tutto il fiato che aveva in corpo.
Respirava affannosamente, mugolava e gemeva in preda alla sofferenza. Era entrata in travaglio da circa due ore e l'unica cosa che ricordava era un dolore incredibile.
Una fitta più forte la fece lamentare e imprecare cose davvero poco carine contro chissà chi.
<< Sei bravissima, continua così. Vedo la testa, un altro po' e sarà del tutto fuori! >> la incitò la sorella ai piedi del letto.
Spinse con tutta la forza che aveva in corpo sollevando di poco il busto e trattenendo il fiato. Si lasciò cadere sfinita sul futon rilasciando uno sbuffo sofferente.
Non vedeva l'ora che questa tortura finisse.
I minuti che seguirono le parvero infiniti tanto era il dolore. Il sudore le appiccicava i capelli alla fronte e i vestiti aderivando fin troppo al corpo, una sensazione fastidiosa.
 Ma alla fine il suo sforzo venne ripagato.
Era senz'altro il pianto di un bambino quello che sentiva.
<< Eccolo... è nato... >> annunciò Ayano mentre avvolgeva negli asciugamani un qualcosa roseo che si dimenava come se fossa indemoniato.
Passò il fagotto alla ragazza sotto gli occhi vittoriosi di Akuma che si sporse per vedere meglio la creatura.
<< M... Madara... sei... sei bellissimo >> mormorò Misaki con un sorriso stanco stringendo al petto il suo bambino.
Tutto quello per cui aveva lottato, per cui aveva sofferto e si era dovuta allontanare dalle persone che amava era lì, tra le sue braccia.
Era una sensazione meravigliosa.
Il cuore prese a batterle velocemente mente fissava il pargolo, che finalmente si era calmato.
La carnagione era chiara, solo le guance avevano una deliziosa sfumatura rosea, i pochi capelli erano neri. Era la cosa più bella che avesse mai visto.
Guardò Akuma che le si era fatto più vicino e le stava accarezzando i capelli sussurrandole qualcosa  che non riusciva a capire. Un sussultò però la fece concentrare su Ayano che sembrava spaventata mentre fissava il nipote.
Misaki si affrettò a controllare la causa del tremolio della sorella, preoccupata che il suo piccolo avesse qualcosa che non andava. Allora li vide per la prima volta.
Gli occhi di Madara erano rossi, scarlatti come il sangue, solo tre segnetti neri macchiavano il carminio acceso delle iridi.



* Ho cercato il significato di Madara su Google traduttore e mi è uscito "macchia", "chiazza". Non so se è giusto, probabilmente non lo è, ma ci tenevo a spiegare perché l'avessero chiamato così.

Angolo autrice:
Salve gente!
Prima che tutti voi cerchiate di uccidermi per avervi fatto sperare che la piantassi di scrivere, per il momento, fatemi dire due parole. Per carità avete il diritto e dovere di linciarmi ma mi è venuta l'ispirazione e mi son messa a scrivere. E' uscita 'sta schifezzuola qui, accontentatevi per il momento. 
Vorrei ringraziare chi, nell'avviso che ho lasciato, mi ha fatto capire che valeva la pena di continuare la storia. Grazie sul serio, mi avete fatto sorridere in un momento buio per me. Ok, ammetto che sono felice anche per i buoni voti avuti nelle varie verifiche, ma voi siete state essenzali.
Ringrazio 
Rachyelfa per aver messo la storia nelle preferite e  fenicex8, Kiki Faeries Hinata, Luna_Black e Orient Express  per averla messa nella seguita.
Inoltre vi vorrei chiedere una cosa: c'è qualcuno che è disposto a farmi da beta reader? Se sì contattatemi, ne avrei bisogno anche solo per chiedere qualche consiglio su come continuare la storia ^_^'
Mi scuso se ci sono errori nella storia, in questo momento non ci sto molto con la testa.
Madara; Perché, quando mai ci sei?
Quanto sei simpatico
Madara: E' la pura verità... l'importante è che finalmente mi hai fatto uscire in questo fanfictio, anche se per poco tempo.
Non ti preoccupare, d'ora in poi sarai tu la Star!
Madara: La dovresti smettere di immischiarmi con gli altri manga, con tutto il cioccolato che mangia mia madre sembra Mello di DN, con la tua ultima affermazione sembro Black*Star  di SE!
Perdonami! Ormai mi sono fissata con questi tre capolavori e non faccio altro che mischiarli! Comunque vi vorrei chiedere, se vi va, di andare a dare un'occhiata alla nuova storia che sto scrivendo con delle mie amiche: un originale sui vampiri 
Vampires. Mi farebbe piacere
Madara: Bah, è meglio salutare. Mi raccomando, lasciate una recensione -anche piccola- a questa povera sfigata.

Baci (Ossequi)
Angel_Madara12 (Madara

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Capitolo 10
*** Capitolo 8 ***


the story

8° Capitolo

Il piccolo Madara si era dimostrato fin da subito un bambino calmo e tranquillo.

Dormiva quando c'era da dormire, mangiava quando c'era da mangiare, giocava spesso e volentieri, stava buono quando era sveglio. Insomma, era perfetto.

Misaki era molto contenta di ciò, era entusiasta del suo piccolo angelo moro, non riusciva a rimanere troppo tempo senza di lui.

Ayano all'inizio era stata molto restia all'avvicinare il piccolo nipote, per un paio di settimane era insofferente alla sola vista del bambino. Pian piano, però aveva iniziato ad ascoltare con più attenzione i discorsi entusiastici della sorella, ad osservarlo da vicino, a prenderlo in braccio. Non gli voleva ancora bene, ma non lo odiava neanche.

Akuma era stato quello più deluso dei tre. Infatti dopo la nascita Madara non aveva più attivato lo Sharingan, si era addormentato subito e al risveglio i suoi occhi era color pece.

In più l’Uchiha non aveva mai davvero dimostrato vero e proprio affetto per il figlio, non gli aveva mai sorriso, preso in braccio, dato da mangiare, cullato o anche solo dato una carezza niente di niente.

Misaki era rimasta molto perplessa per questo. Anche Ayano non riusciva a spiegarselo, Akuma aveva sempre dimostrato di volere il bambino e adesso sembrava non dimostrare alcun interesse per lui.

In realtà Akuma covava la speranza segreta che lo Sharingan sarebbe ritornato presto a colorare di scarlatto le iridi di Madara ma, finché non fosse successo, non provava alcuna attrattiva per il piccolo.

Ma non era solo quello il comportamento strano che caratterizzava le sue azione. Dopo neanche una settimana di tempo dalla nascita del nuovo Uchiha aveva iniziato a trattare freddamente la fidanzata.

Non la baciava più, non le diceva più ti amo, non faceva più l’amore con lei, scompariva per giorni interi e al suo ritorno non voleva saperne di discutere su dove era stato.

Quello che nessuno sapeva era che Akuma andava ogni qual volta all’accampamento Uchiha per informare tutti della buona riuscita della sua “missione”.

I membri più importanti del clan sapevano quello che il giovane combattente aveva in mente. All’inizio erano contrari all’idea di mischiare il loro sangue con quello di una Hyuuga ma ben presto avevano cambiato idea: un “ibrido” –come l’avevano chiamato loro- nato dall’unione delle due famiglie guerriere più forti sarebbe stato per loro un ottimo acquisto. Sinceramente ai vecchi saggi non importava il destino della fanciulla che avrebbe portato in grembo la creatura, per loro poteva anche morire.

Erano stati entusiasti del buon proseguimento della“missione”. Il giovane Akuma sarebbe stato coperto di gloria e onore se sarebbe riuscito a plasmare il bambino come un crudele assassino.

...

A quattro anni Madara aveva subito un mutamento: da bambino tranquillo e calmo divenne vivace e pestifero.

Quando cominciò a gattonare prima e a muovere i primi passi poi, si mise in testa di esplorare tutta la casa a costo di farsi male, cadere dalle scale o dal letto. Misaki lo seguiva, disperata, dappertutto cercando di evitare di farlo ferire gravemente. Madara era un bambino piuttosto curioso, metteva mani, denti e piedi dove non doveva e più volte era stato rimproverato da Akuma per questo suo comportamento.

Misaki lo difendeva sempre dicendo che, essendo ancora piccolo, non capiva nulla di quello che il padre stava urlando. L’Uchiha si limitava a sbuffare e lanciare un occhiataccia alla fidanzata per poi scomparire chissà dove.

Quello che i due genitori non sapevano era che il loro bambino era più intelligente di quanto sembrasse: capiva tutto –o quasi- quello che loro gli dicevano o insegnavano. Aveva imparato che la mamma gli voleva tanto bene e che lo avrebbe protetto a costo della sua vita, che il papà non doveva essere disturbato in certi suoi momenti bui –come li chiamava Misaki- perché si arrabbiava tanto e che la zia Ayano provava un grande affetto per la mamma, che era per lei se passava a trovarli di tanto in tanto.

Più volte Madara si era trovato a pensare ai componenti della sua famiglia, non riusciva a considerare Akuma suo padre perché lui non gli voleva bene, non lo abbracciava, non gli sussurrava paroline dolci e colme d’amore come la sua mamma, era completamente assente dalla sua vita. Si ripeteva che non importava, che bastava sua madre a colmare le sue giornate, ma infondo questa sua assenza gli faceva male, lo faceva soffrire. Non lo avrebbe mai ammesso però, era troppo orgoglioso per farlo.

Una volta aveva chiesto a Misaki il significato di orgoglio e di amore, ne aveva sempre sentito parlare ma non sapeva darvi un senso. Più tardi, però, avrebbe voluto non essere stato così curioso per una volta. Un semplice interesse si era trasformato in un momento di orrore per lui.

Misaki aveva preso in grembo il suo bambino, che in quel momento la guardava con i suoi splendidi occhioni neri, e aveva sorriso.

<< Una persona è orgogliosa quando ha tanto amore e rispetto per se stesso, può sembrare una cosa positiva –e forse lo è- ma diviene negativa quando per il troppo orgoglio questa persona non accetta neanche le cose più evidenti >> chiarì accarezzando la chioma corvina del figlio che annuì serio.

<< L’amore invece… l’amore è uno dei sentimenti più puri che una persona può provare. Non so dirti cos’è di preciso, si può solo provare. L’amore è quella cosa che riesce a farti trovare la forza per diventare forti e proteggere le persone verso cui proviamo questo sentimento. Se è vero niente e nessuno lo può distruggere >> spiegò guardando le iridi dilatate dalla sorpresa di Madara. Il piccolo rimase in silenzio per qualche minuto, riflettendo.

<< Alloa io i amo! >> esclamò battendo le manine a guardando sorridente la madre.

<< Ti amo anch’io! >> ricambiò Misaki posandogli un tenero bacio sulla guancia.

<< Madara! Esci subito fuori di qui, devo parlare con tua madre! >> tuonò Akuma sulla soglia della cucina, stanza in cui si ritrovavano i due.

Madara annuì e, accarezzata la guancia della sua mamma, zampettò fuori abbassando appena la testa difronte al padre.

L’Uchiha si avvicinò a Misaki e con uno strattone la fece alzare dalla sedia su cui si era seduta.

<< Amore? Ti proibisco di insegnare a mio figlio certe stronzate! >> Akuma era infuriato, continuava a scuotere la povera Misaki come se fosse una bambola di pezza.

<< C-cosa stai dicendo? Io, io volevo... >> sussurrò piano con gli occhi lucidi.

<< Sta zitta! >> urlò il moro e, alzata un mano, colpì forte il volto della ragazza.

Misaki rimase ferma, imbambolata. Akuma uscì velocemente dalla stanza senza degnarla più di una occhiata.

La Hyuuga si portò una mano sulla guancia offesa, toccandola lievemente.

Era incredula, il ragazzo che amava l'aveva ferita. Di proposito per giunta.

Sentì gli occhi pizzicare, cercò di trattenere le lacrime, non poteva permettersi un qualche segno di debolezza.

" Sono una Hyuuga, ho un orgoglio da difendere. Mio padre me l'ha sempre detto: l'orgoglio viene sempre prima di tutto, mantieni la testa alta e vai avanti, non mostrarti debole, non singhiozzare inutilmente " si mise a pensare serrando a pungo le mani e mordendosi forte il labbro inferiore.

" Non devo piangere, non voglio piangere... " prese a ripetersi come un mantra.

" Non posso dargli anche questa soddisfazione, dopo ciò che ha fatto... Ma perché mi ha picchiata? Perchè quelle parole? " si domandò mentre una lacrima solitaria, sfuggita al suo controllo, le solcava il volto. Se l'asciugò con rabbia, impedendo che altre gocce d' acqua salata le rigassero il viso.

<< Mama >> una vocina infantile infranse il silenzio che si era creato. La giovane non se ne accorse mentre serrava con forza gli occhi e respirava a grandi boccate.

Deboli passi ovattati si avvicinarono alla figura femminile che rimaneva immobile.

<< Mama! >> provò a richiamarla la stessa voce con tono più alto.

Misaki aprì di scatto gli occhi e guardò ai suoi piedi. Il piccolo Madara la fissava con la testa inclinata da un lato.

Si sforzò di sorridere mentre si accosciava per arrivare all'altezza del figlio.

<< Ehi, tesoro >> mormorò con voce arrochita accarezzando dolcemente la zazzera nera e spettinata di Madara.

<< Tu trite? >> domandò il bimbo scrutando il volto della madre.

<< No! Sto bene amore >> cercò rassicurarlo Misaki con scarsi risultati.

<< Alloa perchè tu piangele?>> insistette lui con voce incrinata dalla tristezza.

Misaki si toccò il viso e costatò sorpresa di sentirlo umido. Senza accorgersene era scoppiata a piangere silenziosamente, troppo presa nei suoi pensieri.

Si maledisse mentalmente. Non voleva che il suo bambino la vedesse in quel momento di debolezza. Come avrebbe spiegato al suo Madara che era stato suo padre a farle del male?

<< Niente cucciolo, non è niente! >> disse piano abbracciandolo di slancio e nascondendo il volto nei capelli di lui.

<< Non peoccupae mama, ci tono io con te! >> proclamò fiero Madara aggrappandosi con le manine alla stoffa del kimono della madre.

Misaki ridacchiò sommessamente inspirando profondamente e riempendosi i polmoni con l'odore del figlio.

Madara aveva un profumo particolare, non facile da descrivere. Niente a che vedere con la fraganza floreale di Misaki, di quello alla cannella di Ayano o quello di polvere e talvolta sangue di Akuma.

No, Madara profumava di pulito. Un odore fresco che ogni volta riempiva di tranquillità la madre. Sembrava che niente e nessuno potesse sporcare quella purezza infantile.

Misaki non poteva neanche lontanamente immaginare che presto quell'innocenza si sarebbe spezzata. E le mani del suo piccolo Madara, le stesse mani che ora la stringevano, sarebbero state macchiate di scarlatto.

E l'odore di Akuma si sarebbe riversato su di lui, cancellando ogni parvenza di pulito.



Angolo Autrice:
Ma quanto è lungo questo capitolo? Mamma mia O_O
Come sempre ringrazio chi ha letto e recensito la storia, soprattutto 
w_akatsuki  per aver inserito la storia tra le preferite e HelenaTurner per averla messa nelle seguite.
Un immenso e grandissimo grazie va, però, a 
valemiki85 per averla segnalata tra le scelte. Devvero, non ti ringrazierò mai abbastanza.
Come sempre mi scuso per eventuali errori.

Devo ammettere di essere piuttosto fiera di questo capitolo, di tutte le storie che ho scritto è quello che mi piace di più.
Madara: non deve piacere a te, ma al lettore... anche se non è proprio da buttare, va.
Speriamo che piaccia...
Madara: sono troppo stanco per litigare con te oggi, salutiamo e andiamocene. Prego i pii lettori di divenire recensitori e lasciare un segno del loro passaggio.

Baci (Ossequi)
Angel_Madara12 (Madara Uchiha)

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Capitolo 11
*** Capitolo 9 ***


the story    

9° Capitolo



Cinque anni.
Madara ha esattamente cinque anni quando la sua vita si trasforma in un inferno. Non che prima fosse stata tutta rosa e fiori ma dal suo quinto compleanno le cose erano nettamente peggiorate.
Akuma aveva deciso che forse era meglio se il bambino iniziasse ad allenarsi per autodifesa. Parole sue.
In realtà i saggi del clan gli avevano dato un ultimatum: se l'ibrido non imparava a dimostrare la sua vera potenza in poco tempo Akuma sarebbe stato cacciato e deseredato.
Misaki era all'oscuro di tutto ciò, ovviamente, ed era stata molto contrariata dalla decisione presa dall'uomo. Aveva cercato in tutti i modi di fargli cambiare idea, anche con la forza, ma l'unico risultato era stato l'essere sbattuta a terra con violenza.
Era già da un bel po' di tempo che le cose tra Misaki e Akuma erano in crisi. L'Uchiha, stanco di interpretare la parte del fidanzato perfetto aveva iniziato a dimostrare la sua vera personalità, era iroso e facilmente irascibile, bastava un nonnulla per farlo irritare e scattare.
Per quanto Misaki avesse provato a contrastarlo o a fermarlo, per quante volte avesse minacciato di andarsene da qualche parte portandosi con sè Madara, Akuma aveva sempre avuto la meglio. Più forte fisicamente e con un potere più grande, gli bastava poco per mettere a tacere la Hyuuga con le cattive maniere.
A Misaki non restava altra soluzione che abbassare lo sguardo e annuire, inghiottendo tra mille sofferenze l'orgoglio e facendo la brava mogliettina docile ed obbediente. Perché non c'era solo lei a cui pensare, c'era anche il suo piccolo angelo.
E lei aveva notato che quando osava ostacolare Akuma in qualche modo, Madara tornava dai suoi allenamenti pieno di ferite e lividi. Il bambino non si lamentava ne gemeva di dolore quando la madre gli disinfettava le ferite, semplicemente si limitava a stringere i denti e a sopportare in silenzio. Sapeva che se si fosse lamentato Akuma avrebbe infierito ancora di più il giorno dopo, l'avrebbe massacrato.
E Misaki glielo aveva letto negli occhi la prima volta che era successo, trionfante Akuma pareva sembrar dire "Ti ho in pugno, ormai".
Sapeva che la sua più grande debolezza era il figlio, quel figlio per cui aveva abbandonato casa e famiglia, per cui aveva pianto lacrime amare e per cui aveva sofferto tanto. Il figlio che amava più di se stessa.
Quando vedeva Madara e Akuma allontanarsi verso la radura dove sarebbe iniziato l'allenamento correva in camera sua. Piangeva Misaki, singhiozzava sperando che anche quella sera il suo bambino tornasse a casa vivo. Maledicendo la sua stupidità per aver amato un uomo -un mostro- del genere, malediceva la sua debolezza e la sua fragilità.
Ma soprattutto si odiava. Si odiava perché ci era ricascata di nuovo.
Si odiava perché ora aveva un' altra vita a cui badare, un'altra vita che sarebbe stata rovinata dal suo creatore.
Misaki era di nuovo incinta.
Quasi non aveva voluto crederci quando Ayano glielo aveva detto con sguardo disperato. Aveva quasi pensato di abortire, per un attimo lo aveva davvero preso in considerazione, ma poi aveva scosso la testa e aveva deciso che lo avrebbe tenuto.
Ayano sapeva benissimo che inferno stava passando la sorella, più volte si era offerta di venire a "salvare" lei e il suo Madara con alcuni ninja del clan Hyuuga. Misaki aveva sempre rifiutato rendendosi pienamente conto che colpendo Akuma avrebbe scatenato una guerra sanguinosa contro il clan Uchiha e di sicuro non sarebbero stati i possessori del Byakugan a vincerla.
Quando aveva detto a Madara che presto avrebbe avuto un fratellino, il piccolo aveva accolto bene la notizia. Erano seduti sulle rive del lago dove Misaki aveva conosciuto Akuma e guardavano il sole tramontare. Era uno spettacolo meraviglioso che aveva tolto ad entrmbi il fiato per alcuni secondi.


<< E' una bel panorama, vero? >> domandò Misaki con voce vellutata giochicchiando con una ciocca dei suoi capelli.
<< Già >> si limitò a mugugnare Madara tremando appena al contatto con l'erba fresca della radura.
Si azzitirono per un momento entrambi ammirando il cielo rosato coperto appena da qualche nuvola.
<< Sai tesoro, devo dirti una cosa molto bella: tra un po' arriverà un fratellino. Contento? >> chiese dopo un po' la Hyuuga spezzando il silenzio che si era creato.
<< Quindi avrò qualcuno con cui giocare? Per fortuna, ero stanco di essere sempre solo >> mormorò lui mentre un piccolo sorriso gli increspava le labbra.
Misaki si portò una mano al petto, all'altezza del cuore. Aveva sentito qualcosa che si incrinava proprio lì.
Madara non gli aveva chiesto come, perché o da dove fosse uscito il nuovo bambino. Semplicemente era felice di non essere più circondato dalla solitudine.
Forse non era stata una brava mamma come credeva? Di sicuro, se lo fosse stata il suo angelo non avrebbe mai sofferto la mancanza di qualcuno o qualcosa. Era inutile e incompetente, come sempre.
Trattenne un lamento e si impose di ritrovare la calma, fece un paio di respiri profondi per riuscirci. Non doveva perdera la testa, non con Madara lì.
<< Izuna >> disse il bambino dopo un po' di tempo non distogliendo le iridi nere dall'acqua del lago.

<< Cosa? >> chiese la giovane donna che gli si era appena seduta accanto.
<< Voglio che si chiami così la creatura che porti nel ventre >> precisò Madara portando l'attenzione su sua madre.
<< E se è femmina? >> insinuò Misaki con un sorrio gentile portandosi dietro l'orecchio una lunga ciocca di capelli.
Un venticello freddo spirò in quel momento facendo rabbrividire le due figure che, tuttavia, non si mossero da lì.
<< E' un maschio, me lo sento >>  rispose risoluto il piccolo alzandosi e avvicinandosi alla mamma e abbracciandola. Misaki lo strinse dolcemente baciando la zazzera dei capelli spettinati. Non importa quanto lei o Ayano provassero a pettinarli, non ne volevano sapere di abbandonare quella forma per una più ordinata.
<< D'accordo, che Izuna sia! >> ridacchiò la Hyuuga strofinando i palmi delle mani sul corpicino del figlio per dargli un po' di soglievo dal freddo.
Rimasero per un tempo imprecisato in quella posizione, godendosi semplicemente la presenza dell'altro come solo madre e figlio possono fare.
<< Che ci fate qui? Muovetevi, tornate a casa! >> sbraitò furiosa una voce maschile.
Madara eseguì rigido l'ordine di quello che chiamava "padre", la rabbia montò il lui metre guarava con rancore e disgusto l'uomo e camminava lentamente verso la piccola abitazione.
Misaki obbedì con lo sguardo chino seguendo il suo bambino, sentendo montare dentro di se una rabbia smisurata e avvertendo in gola un sapore acido che le faceva venire la nausea. Era forse odio quel sentimento che da qualche tempo provava alla vista di Akuma? Probabilmente, non poteva che trattarsi di quello. Si chiese distrattamente e con amara ironia che forse, se non si fosse invaghita di quel mostro, in quel momento poteva essere abbracciata a un uomo che l'amava.
Si morse immediatamente la lingua a quel pensiero, se non avesse fatto l'amore -o meglio sesso- con quell'individuo Madara non sarebbe mai nato. E lui era l'unica persona che le dava forza per continuare ad andare avanti in questo periodo oscuro. Il suo piccolo cucciolo era l'unica cosa che le faceva sopportare ancora la convivenza con quel demone dal viso d'angelo.
Madara era -e sarebbe per sempre stato- l'unico motivo buono da non farle rimpiangere davvero la sua scelta di essersi innamorata di Akuma.
Perché -checché facesse di tutto per convincersi del contrario- lei lo amava ancora.

Quando poi Izuna era nato Madara si era subito attaccato a lui. Senza che Misaki gli chiedesse niente si era impegnato a proteggere il nascituro a costo dela propria vita, proclamando fieramente che gli allenamenti svolti fin'ora servivano proprio a quello. Ayano aveva sorriso intenerita per un secondo, Misaki avea scosso la testa e l'aveva abbracciato stretto ridendo divertita, Akuma si era limitato ad una smorfia disgustata ed era uscito dalla stanza.
I giorni trascorrevano più o meno serenamente. Le visite di Ayano avvenivano sempre più raramente a causa del suo ruolo di capo-clan. Akuma andava all'accampamento Uchiha sempre più frequentemente e trascurava l'allenamento del primogenito e non degnava di un'occhiata il secondo figlio.
Madara, Misaki e Izuna passavano quasi tutto il tempo assieme. Madara adorava sempre di più la madre, era totalmente dipendente da lei e dalla sua dolcezza, aveva imparato a voler bene a quello scricciolo dai radi di capelli neri che era il suo fratellino e -per quel poco che passavano insieme- sopportava male il padre, limitandosi a lanciargli occhiate astiose per tutto il tempo degli allenamenti.
Le cose erano precipitate nuovamente tre anni dopo la nascita di Izuna, quando Akuma, messo sotto pressione dai vecchi saggi, era esploso.
Letteralmente esploso.
La sua furia cieca aveva messo a soqquadro tutto quello che aveva trovato in giro per la casa, come un uragano che porta distruzione al suo passaggio. E la cosa era stata sopportabile fino a quando si era limitato alla demolizione delle sole stanze. Ma quando iniziò a prendere di mira gli abitanti di quella dimora, fu il caos.
Madara non dimenticò mai cosa accadde quel giorno.


Angolo autrice:
Salve! Sono tornata!
Scusate il tremendo ritardo. Non posso usare la scusa della mancanza di ispirazione perché avevo tantissime idee in mente, nè quella dello studio perché le vacanze di Natale mi hanno dato un sacco di tempo libero. Semplicemente ogni olta che aprivo un foglio nuovo di Word la pagina completamente bianca mi metteva ansia e la chiudevo per dedicarmi ad altro. Quindi scusa, davvero. Scusate eventuali errori presenti nel testo!
Scusate anche la monotonia di questo capitolo, ma mi serviva un introduzione per il prossimo che sarà quello incisivo, che darà un senso alla storia ecco. Il flashback l'ho scritto prima di tutto il capitolo, l'ho dovuto solo aggiungere quindi se trovate incongruenze o ripetizioni tenete presente che l'avevo scritto molto prima.
Vorrei ringraziare chi ha recensito il capitolo precedente e chi ha messo la storia tra le preferte, ricordate e seguite. Grazie davvero.
Prima di andarmene vorrei comunicarvi che ho scritto l'epilogo della storia ancora prima di scrivere il prossimo capitolo. So che non ve ne fregherà niente ma volevo dirvelo tutto qui. So che non ha senso ma sono mezza rincoglionita dal sonno quindi straparlo.
Ora vi lascio in pace!
Baci
Angel_Madara12

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Capitolo 12
*** Capitolo 10 ***


the story

10° Capitolo



Era terrorizzante.
L'ira di Akuma era un qualcosa di davvero orribile. 
Tutto ciò che era presente nel suo cammino finiva in minuscoli pezzettini, la sua rabbia non tralasciava niente e nessuno.
Misaki, impaurita, aveva messo al sicuro Izuna e Madara nella camera da letto e si era messa davanti alla porta come una specie di guardia del corpo. Osservava inerme l'opera di distruzione messa in pratica da l'uomo, dal demonio, che aveva amato.
In un lampo Akuma le si era parato davanti, negli occhi scintillava lo Sharingan.
<< Spostati >> un sibilo che sembrava un ordine. La fece rabbrividire ma non si mosse di un centimetro.
Avrebbe protetto i suoi bambini a costo della vita, non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male.
<< No >> disse fredda attivando il Byakugan.
Con un ruggito rabbioso Akuma si scagliò su di lei, pronto a uccidere. Rapida Misaki si spostò quanto bastava a non farsi colpire, non si allontanò dalla porta della camera continuando a custodirla.
In quel momento non erano più i due fidanzati felici di qualche anno prima, erano solo due nemici pronti ad assassinarsi a vicenda.
Solo un Uchiha contro una Hyuuga.
Veloci e leggeri i due iniziarono a combattere, alternavano ninjutsu a taijutsu. Le loro tecniche erano potenti e, molte volte, precise. 
Nonstante la grande forza di volontà, Misaki stava soccombendo alla furia cieca di Akuma. Ma non mollava, non si sarebbe mai arresa, non si sarebbe mai piegata davanti a lui.
Preferiva la morte.
Lo guardò negli occhi e reprimette una smorfia di disgusto quando incontrò quelle iride scarlatte, così simile al colore del sangue. Lui la fissò con un ghigno che non prometteva nulla di buono.
Ignorando il dolore che le ferite le procuravano si lanciò nuovamente all'attacco.
<< 
Jukenho Hakke Rokujūyon Shō >> pronunciò a fatica concentrandosi al massimo per riuscire a vedere i sessantaquattro punti di fuga del sistema circolatorio del chakra.
Sorrise vittoriosa quando colpì Akuma, certa che sconfinggerlo sarebbe stato più semplice.

Il sorriso però le si congelò sulle labbra quando l'Uchiha scomparve da sotto i suoi occhi. Solo allora comprese l'aria trionfale di Akuma poco prima.
L'aveva guardato negli occhi, lui aveva lo Sharingan attivato. 
Era caduta trappola di un genjutsu.
"Che stupida che sono" pensò Misaki sconcertata mentre si guardava attorno in preda al terrore.

"E se, mentre ero qui in preda all'illusione, lui è andato da Madara e Izuna? No, no, no. Non può far loro del male, non può"  lacrime  di disperazione le rigarono il viso mentre correva versa la camera da letto. Il cuore era intrappolato in una morsa dolorosa al pensiero che ai suoi bambini fosse successo qualcosa.
Le sembrava di soffocare al solo pensiero, moriva lentamente in quei pochi secondi in cui era all'oscuro del loro destino.
Prima che potesse anche solo sfiorare quella maledetta porta che la separava da loro una mano serrò il suo braccio. 
Il respiro le si mozzò in gola. Il cuore prese a batterle forsennato e la paura le attanagliò lo stomaco.
Chiuse gli occhi e deglutì mentre sentiva la morsa sul suo braccio farsi più forte e dolorosa.
Un attimo dopo si sentì sbalzare in aria e atterrò sul pavimento, dall'altro lato della stanza. Un gemito di dolore fuoriuscì dalle sue labbra.
Un forte bruciore si espanse su tutto il braccio destro e quando provò a muoverlo questo si intensificò. Misaki aveva un frattura, la ragazza ne era consapevole.
Come ben sapeva che sarebbe stata piegata dalla forza schicciante di Akuma, ora che combattere le sarebbe stato più difficile. Non avrebbe potuto più proteggere i suoi bambini, sarebbe stata inutile come lo era sempre stata.

Provò a rialzarsi, stringendo i denti e ignorando il dolore ma un piede si posò con grazia sull'arto spezzato, premendo con forza.
Un urlo di pura agonia si espanse nell'abitazione che, poco dopo, cadde in un silenzio soffocante.
Con movimenti precisi Akuma si apprestò a darle il colpo di grazia, non gli serviva più quella sciocca ragazzetta Hyuuga. Aveva adempiuto al suo compito e per lei era ora di soccombere, per sempre.
I respiri soffocati e pieni di sofferenza di Misaki lo fecero tentennare per qualche secondo, un lampo di incertezza passò nei suoi occhi nuovamente neri, il cuore prese a battergli in un modo più lento e faticoso, come se qualcosa lo stesse pressando. Si sentiva quasi oppresso da un qualcosa di strano che gli serrava con forza la gola e lo confondeva. Perché la vista di Misaki riversa a terra gli scatenava questa tempesta dentro? Con forza scosse la testa, cercando di scacciare quella insolita sensazione, estranea prima d'ora.
Ma prima che potesse anche solo scagliarle contro il petto il kunai appuntito si sentì perdere l'equilibrio, l'arma affilata gli fu tolta con violenza dalle mani pallide e scaraventata in un angolo buio della stanza.
Gli occhi di Akuma si ridipinsero immediatamente di un cremisi intanso mentre con rapidi sguardi cercava il nuovo pericolo.
Quando lo trovò quasi scoppiò a ridere, una risata velenosa e di scherno alla vista della piccola ed esile figura che si trovava davanti in posizione di attacco.
Madara. Madara era andato a salvare sua madre.
Con una mossa repentina si lanciò sul figlio, sbalzandolo in alto per poi atterrare su di lui con forza e facendogli sbattere la testa con forza sul pavimento. Madara non emise alcun suono cercando immediatamente di liberarsi dalla stretta del padre. Sgusciò via dalle sua braccia grazie al suo fisico minuto da bambino e si mise in posizione di difesa stringendo tre le dita della mano uno shuriken.
Era pronto a tutto pur di difendere le persone che amava, anche a dare la vita se necessario.
Seguiva i movimenti del padre -no, di Akuma- con occhi attenti facendo attenzione a non dargli mai le spalle e a non guardarlo mai negli occhi. Osservava i movimenti dei piedi, delle braccia, del busto, ma mai del viso. Sapeva fin troppo bene che se lo avesse fatto non avrebbe avuto scampo. Il Mangekyou Sharingan non perdona.
Tentò vari affondi, schivati senza alcuna difficoltà, e ne parò altri violenti e mirati a provocare ferite mortali.
Dopo l'ennesimo attacco, che lo fece andare a sbattere contro un mobile, sentì una rabbia violenta impossessarsi del suo piccolo corpo. Sentì un piccolo fastidio agli occhi e iniziò a vedere rosso, ogni cosa aveva sfumature scarlatte a causa dell'ira che lo avvolgeva.
Si sentiva inutile e debole. Era sensazione orribile per lui. Odiava la sua debolezza come odiava Akuma.
Però, qualche secondo dopo, si ritrovò ad ammirare l'espressione sbigottita dell'Uchiha. Akuma lo fissava come se vedesse un fantasma, lo rimmirava come se lo avesse visto per la prima volta. Come... come quando era nato.
<< Non ci posso credere. Tu... tu hai lo Sharingan. Ma come? >> farfugliò avvicinandosi lentamente e chinando lentamente il capo da un lato, un lampo di confusione saettò nei suoi occhi.
Non poteva assolutamente crederci, Madara era troppo piccolo per aver già attivato lo Sharingan. Aveva solo otto anni! Alcuni membri del clan Uchiha ne erano sprovvisti nonostante l'età adulta raggiunta. Come era possibile che un marmocchio lo avesse sviluppato così presto, era a dir poco ridicolo! Eppure lo aveva davanti agli occhi, le iridi di Madara erano di un profondo cremisi  macchiate solamente da tre tomoe nere. 
Madara aveva lo Sharingan.
Questo, però, ebbe solo il potere di fare adirare ai massimi livelli Akuma. Non poteva sopportare che un moccioso sbeffeggiasse in quel modo il glorioso clan Uchiha. Il suo amato e adorato clan.
La furia cieca la pervase e lo spinse a gettarsi contro di lui, urlando senza parole, in un gesto di rabbia assoluta. 
Prese alla sprovvista Madara che non ebbe il tempo di difendersi, troppo frastornato dalle recenti e sbalorditive scoperte. Si stagliò davanti al suo corpicino estraendo con  un movimento fluido la katana che portava legata alla vita.
Per la prima volta i loro sguardi si scontrarono e fu Sharingan contro Sharingan. Il più forte avrebbe vinto, il più debole sarebbe morto. 
Entrambi capirono in quel preciso istante chi sarebbe sopravvissuto.
Con un movimento repentino Akuma abbassò la lama con forza e violenza sulla sua vittima. 
Orrore e paura dilagarono negli occhi di Madara. Akuma ghignò soddisfatto.
Sangue caldo e scarlatto macchiò il viso eburneo di Madara quando la katana penetrò nella carne.
L'odore di pulito di Madara fu per sempre annientato da quello di polvere e sangue di Akuma.*
Era la fine e lo sarebbe stata per sempre.




 *Fa riferimento all'ottavo capitolo.

Angolo autrice:

Sono tornata con un nuovo capitolo, contenti? 
Mi scuso per l'immenso ritardo ma ho avuto un blocco e non riuscivo più a scrivere due parole di fila, per fortuna lo superato e sono tornata a scrivere più ispirata che mai! 
Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo, soprattutto Hikari93  che ha recensito.
E' la prima volta che scrivo qualcosa sui combattimenti, spero di aver scritto qualcosa di decente e non una marea di cavolate.
Un altro ringraziamento speciale va a tutti quei brani di musica classica che mi sono ascoltata mentre scrivevo. Grazie davvero.
Mi scuso per eventuali errori grammaticali e non.
Vi assicuro che cercherò di postare il prossimo capitolo al più presto, l'ho già iniziato a scribacchiare su un foglio quindi credo che aggiornerò a breve. Vi 
Madara: O almeno spera.
Giusta osservazione Madara. Ah, vi avviso che il prossimo sarà l'ultimo capitolo, poi ci sarà l'epilogo e questo obbrobrio finirà. Lo giuro.
Madara: Vi prego di lasciare una piccola recensione per far sapere cosa ne pensate di 'sta cosa.
Ora vi lascio in pace.

Baci (Ossequi )
Angel_Madara12 ( Madara Uchiha )

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Capitolo 13
*** Capitolo 11 ***


the story

11° Capitolo





Misaki era stanca.
Stanca di vivere l'inferno a causa di Akuma, stanca di soffrire e vedere i suoi figli fare altrettanto.
Così, quando aveva visto Akuma abbassare la spada su Madara, non ci aveva pensato due volte a mettersi in mezzo ai due e fare scudo con il proprio corpo al bambino.
Aveva sentito la lama penetrare lentamente e con precisione nella carne, aveva visto la punta della katana trapassarla da parte a parte e spuntare poco sotto i seni. Si era accasciata a terra cercando di sostenersi con le braccia, quello spezzato la fece gemere di dolore.
Misaki sollevò lo sguardo sul suo bambino, cercando di tenere un'espressione rassicurante, sforzando un sorrisetto.
Madara tremava e piangeva, con la vista annebbiata dalle lacrime vide la madre sorridergli dolcemente. Il viso di Misaki era molto pallido e il suo sangue aveva formato una piccola pozza sul pavimento. La katana conficcata nella schiena le provocava un dolore intenso, eppure sorrideva.
Infondo aveva salvato la sua ragione di vita, le andava bene così.
Con un certo sforzo sollevò una mano per accarezzare la paffuta gota di Madara e per levargli una piccola goccia di sangue.
Il suo sangue.
Si mise a sfiorare gli spettinati capelli corvini, avvicinandosi il più possibile per depositargli un bacio sulla fronte pallida.
Doveva fare di tutto per tranquillizzarlo.
Misaki sentiva una grande stanchezza invaderle il corpo, non sentiva più alcuni arti e ogni minimo movimento le costava una grande concentrazione. Però, prima di chiudere gli occhi per sempre, doveva fare un'ultima cosa.
Con la coda dell'occhio guardò Akuma. Lo trovava terribilmente bello e affascinante, nonostante tutto quello che le aveva fatto, somigliava terribilmente ad un angelo della morte così macchiato di sangue, un demone sceso in terra con il solo scopo di tentarla.
E lei era caduta in quella tentazione, si era abbandonata tra le sue braccia aspettando il paradiso e invece aveva avuto soltanto l'inferno. Ma non si era pentita di nulla, di nessuna delle sue scelte. Nonostante tutto.
"Ma l'amavo e l'amo ancora"* questo fu l'ultimo pensiero che gli rivolse prima di concentrarsi nuovamente su Madara.
<< Proteggi sempre Izuna, tesoro, anche a costo della vita. Promettimelo >> sussurrò fievolmente con occhi supplichevoli.
 Lei sentiva che le forze le stavano venendo meno, ma doveva resistere.
Doveva essere sicura che i suoi figli sarebbero stati bene, che ci sarebbero stati l'uno per l'altro.
<<< Prometto >> il mormorio strozzato le arrivò a malapena alle orecchie, ma a Misaki bastò. Solo allora si lasciò vincere dal torpore che le fece chiudere dolcemente le palpebre, il sorriso sul suo volto si allargò mentre si lasciava cadere a terra, finalmente in pace.
Ora in quella casa c'erano solo tre persone che avrebbero proseguito la loro vita, la quarta se ne era andata per sempre.
La pioggia iniziò a cadere dapprima leggermente, poi sempre più fitta, in piena armonia con l'anima del piccolo Madara. Sembrava che persino le gocce d'acqua volessero dire addio alla donna che un tempo era stata Misaki Hyuuga.
Madara vorrebbe urlare, balzare sul corpo di Misaki e scuoterlo finche non vedrebbe la donna rialzarsi. Perchè lei doveva rialzarsi, non esiste che lo abbia abbandonato così, da solo.
Ma non riuscì a muoversi, a fare nient'altro che morire lentamente mentre la consapevolezza si faceva strada in lui.
Perchè lei non c'era più.
Voleva piangere ma non lo fece. Sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa mentre Akuma si avvicinava al cadavere ed estraeva la katana sporca di sangue dal corpo di Misaki.
L'uomo si sentiva strano, provava un'emozione che non sapeva riconoscere e gli schiacciava il petto comprimendo il cuore. Sentiva dolore in tutto il corpo ma sapeva benissimo che non era niente di fisico, non era ferito nè altro. Era forse il suo cuore o la sua anima a sanguinare, inconsapevolmente?
Non si seppe dare un risposta, riuscì solo ad abbassarsi e ad accarezzare i capelli della donna, in una dolcezza non sua. Quella stupida ragazzetta Hyuuga lo aveva stregato dalla prima volta che l'aveva incontrata, ma niente di più. Non era possibile che si sentisse in colpa per averla uccisa.
Non aveva senso, eppure era così.
Madara rimase immobile, continuando a fissare quella scena senza vederla realmente.
Non si mosse quando Akuma si sporse a baciare per l'ultima volte le labbra della donna che lo aveva amato, per poi sparire fuori dalla porta mentre sentimenti a lui prima d'ora sconosciuti gli riempivano la testa di interrogativi.
Madara rimaneva solo lì, a guardare con gli occhi vacui il corpo della madre. Non si mosse, rimase inginocchiato a terra per minuti interi, forse ore.
Il silenzio fu interrotto da un pianto disperato. Questo lamento sembrò risvegliare Madara che, come in trance, si diresse verso la camera da letto.
Un bambino era raggomitolato in un angolo della stanza, le spalle erano scosse dal pianto convulso e le lacrime rigavano il viso paffuto.
Izuna.
Madara si riscosse dallo stato di incoscienza che lo aveva preso e si precipitò dal fratellino. Aveva promesso alla madre di proteggerlo e avrebbe mantenuto il giuramento.
Lo abbracciò stretto, in un goffo tentativo di consolarlo.
<< Non piangere Izuna. Noi siamo Uchiha, gli Uchiha sono dei demoni. E i demoni non piangono** >> mormorò spingendo il capo di Izuna contro il proprio petto.
<< Dov'è mamma? >> singhiozzò il più piccolo guardandolo disperato.
Gli occhi di Madara erano vuoti , non avevano più la solita luce che li contraddistingueva. Erano come morti.
Lui era morto con lei.
<< Non c'è, non c'è più. Non ci sarà mai più >> le parole di Madara risuonarono fredde e affilate come coltelli.
I singhiozzo disperati di Izuna aumentarono mischiandosi al rumore incessante della pioggia.
Il più grande dei fratelli si versare una lacrima, una soltanto.
"Infondo -pensò- sono anche uno Hyuuga".
Quel giorno non era morta solo Misaki Hyuuga, ma altre cose preziose come lei erano sparite per sempre:
Una parte del cuore di Akuma.
L'infanzia di Izuna.
L'innocenza di Madara.


* E' una frase presa dalla canzone di Tiziano Ferro e Laura Pausini "Non me lo so spiegare".
** Se vi ricordate Ayano chiama gli Uchiha "demoni". Facciamo caso che Madara ha ascolato uno dei monologhi che la zia rivolgeva a Misaki.

Angolo autore:
Salve, salvino gente!
Sono ritornata con il nuovo capitolo, l'ultimo di questa storia. Il prossimo sarà l'epilogo che chiuderà questo strazio, ve lo prometto.
Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo, specialmente Hikari93 e w_akatsuki per avere recensito.
Spero di avere reso al meglio i sentimenti di tutti i personaggi. Volevo metterci anche Ayano ma sinceramente non mi è piaciuta come ho reso la sua parte e l'ho cancellata, sembrava una forzatura.
So che è poco realistico che Misaki abbia il tempo di fare tutto ciò che le ho fatto fare, visto e considerato che ha una katana in mezzo alla schiena, ma è da quando ho scritto il primo capitolo che questa scena mi era venuta in mente e non ho trovato la forza di cambiarlo, perdonatemi!
Ora vorrei chiedervi consiglio su due cose: la prima è che sono indecisa se fare o meno un capitolo extra dopo l'epilogo che spiega come si sono conosciuti Misaki e Madara. La seconda è se fare o no il continuo di questa storia. Ho già scritto qualch pezzettino, ma non sono sicura se postare o no. Voi che dite?
Bene ora vi lascio in pace, recensite mi raccomando!

Baci
Angel_Madara12

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


the story

Epilogo



<< Io non ho mai odiato mio padre.

No, non sono impazzito. Semplicemente penso che per odiare veramente qualcuno bisogna aver provato almeno un briciolo d'affetto per quella persona, affetto che viene poi tradito.

Ecco come nasce l'odio, il vero odio, secondo me.

Ed io non ho mai provato un qualunque tipo di sentimento positivo per quell'essere, mai.

Ho odiato mia madre, Misaki, che mi ha abbandonato.

Ho odiato mio fratello, Izuna, che mi ha lasciato solo.

Ma non ho mai odiato lui, Akuma.

Gli ho riservato solo rabbia e rancore, così forti che più volte mi è sembrato che mi corrodessero dall'interno come il più potente veleno.

Per questo gli ho giurato vendetta, sono divenuto più forte e letale solo per poterlo vedere perire sotto i miei colpi.

Perché mi ha tolto tutto e non meritava di vivere.

Per questo l'ho ucciso.

La storia della mia nascita si conclude qui. Adesso potete capire perché sono diventato ciò che sono? Lo comprendete?

Non lo so, non mi importa.

Ci rivedremo ancora? Chi lo sa. Ho ancora tante cose da raccontare, se volete ascoltare io sono qui. >>

Madara Uchiha

                                                                                                     



Angolo autrice:
Eccoci qui, siamo arrivati alla fine di The story.
Non ci posso ancora credere, ho finalmente finito la mia prima long seria ç_ç *piange e si dispera*
Ringrazio di cuore chi ha seguito questa storia, soprattutto un grazie a Hikari93 e w_akatsuki che hanno commentato lo scorso capitolo.
Grazie di cuore anche a chi l'ha messa nei preferiti:
 Hikari93 
 italia_ 
  IwillN3v3rbEam3moRy 
  Kyoto
 Rachyelfa 
 Silvie LeFay 
 valemiki85 
 w_akatsuki

Chi nelle seguite:
 Hikari93
 italia_ 
 IwillN3v3rbEam3moRy
 Kyoto
 Rachyelfa 
 Silvie LeFay
valemiki85
 w_akatsuk

italia_ per averla messa nelle ricordate.

Spero tanto che i piaccia anche questo epilogo e che seguirete anche il continuo di The story, che si chiamerà "The story part II : Shite". Ebbene sì, ho deciso di farlo, lo posterò tra non molto tempo, forse anche oggi, chi lo sa.
Adesso vi saluto.

Baci
Angel_Madara12

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