The Swan lake

di pallina90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sogno o son desta? ***
Capitolo 2: *** Attrazione ***
Capitolo 3: *** Sense and sensibility ***
Capitolo 4: *** Imprevisto ***
Capitolo 5: *** Decisioni ***
Capitolo 6: *** Consequences ***
Capitolo 7: *** E' con te ***
Capitolo 8: *** Incontri ***
Capitolo 9: *** Lui ***
Capitolo 10: *** Hope ***
Capitolo 11: *** Ritornare a respirare ***
Capitolo 12: *** Confessioni ***
Capitolo 13: *** Richieste ***
Capitolo 14: *** I don't wanna miss a thing ***
Capitolo 15: *** I Cullen ***
Capitolo 16: *** Ritorni ***
Capitolo 17: *** James ***
Capitolo 18: *** Inaspettato ***
Capitolo 19: *** Friendship and... ***
Capitolo 20: *** Dichiarazione ***
Capitolo 21: *** Primi passi ***
Capitolo 22: *** The black swan ***
Capitolo 23: *** I was unconditionally and irrevocably in love with him ***
Capitolo 24: *** Truth ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***
Capitolo 26: *** San Valentino ***
Capitolo 27: *** Ventiquattrore ***



Capitolo 1
*** Sogno o son desta? ***


Ciao a tutti! Eccomi qui con una nuova storia che è nata dopo aver visto il film di natalie portman "Black swan" La mia storia seguirà quella del film solo per i primi capitoli,poi prenderà vita propria,perchè a me non piace molto rifare ciò che già esiste...
Vi lascio al primo capitolo e ci sentiamo in fondo :D

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SOGNO O SON DESTA?

<< Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano. Generalmente essi avvengono quando arriviamo ad un limite. Quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente. >>**

DRIIN… DRIIN…

Il fastidioso rumore della sveglia mi strappò al mio sogno. Ancora con gli occhi chiusi,spensi il cellulare e lo lanciai nel divano di fronte al letto,sperando che non si sfracellasse contro il muro. Ci si metteva anche la sveglia a ricordarmi che il mio sogno sarebbe rimasto tale:io che mi esibivo davanti ad un teatro gremito di persone nel ruolo di Odette…
Solo ieri l’insegnante ci aveva comunicato che quest’anno avremmo portato in scena ‘Il lago dei cigni’,il mio sogno da sempre,e oggi sarebbero state assegnate ad ognuna di noi le parti;la concorrenza era dura e non mi facevo illusioni.

 
Da sempre la danza era stata tutto per me;all’età di tre anni i miei genitori mi portarono con loro a vedere ‘Lo schiaccianoci’;pensavano che mi sarei annoiata,come le figlie dei loro amici,ma io rimasi stregata da quella magia. I vestiti,le luci,le ballerine che volteggiavano sulle punte e quasi sembravano volare. Da quella sera decisi che anche io sarei diventata una fatina,come chiamavo io le ballerine,ma i miei credevano che questo fosse solo il capriccio di una bambina. Ma io ero decisa ad ottenere quello che volevo,così per convincerli decisi di non mangiare più;a quel punto furono costretti ad accontentarmi e ancora oggi ridevano se ripensavano alla mia cocciutaggine di bambina.

 

Lentamente cominciai i miei esercizi di streching mattutino:allungai bene la schiena,il collo e gli arti. Dopo di che mi alzai e andai a fare una bella doccia calda. Feci una veloce colazione con latte e cereali:nutriente e leggera,come ripeteva sempre Alice. Lei era la mia migliore amica;ci conoscevamo da quindici anni,quando piccolissime ci incontrammo proprio a scuola di danza: non fu proprio ‘amore’ a prima vista,anzi. Avevamo la stessa età e l’insegnante ci affidò le parti dei topolini di Cenerentola,quindi cominciammo a litigare e a cercare di metterci in mostra per compiacere la maestra;la sera del saggio io fui  presa dal panico e iniziai a piangere:non volevo ballare,avevo paura del pubblico. Alice venne vicino a me e mi consolò,prendendomi la mano e dicendomi che era successo anche a lei il suo primo anno di danza,e che se avessi avuto bisogno,potevo benissimo copiare da lei,tanto facevamo le stesse cose. Le sue parole,semplici ma dirette,come lo sono solo quelle dei bambini, mi diedero il coraggio di ballare quella sera,ed entrambe capimmo di aver trovato una nuova amica:da allora non ci eravamo più lasciate.

Velocemente mi preparai e raggiunsi la scuola di ballo. Nei camerini si avvertiva la tensione per quello che tra poco sarebbe stato annunciato;c’era un chiacchiericcio nevrotico,parlavamo di tutto e di niente. Dopo mezz’ora ci recammo in sala e cominciammo la sessione di allenamento:pliè,ron de jambe,pirrouette,salti e diagonali. Nonostante la fatica e il dolore fisico che accompagnavano tutti gli esercizi,quello era il momento della giornata che preferivo;l’odore del parquet,la musica,il sudore che colava sulla schiena,faceva tutto parte del meraviglioso mondo della danza.
La maggior parte delle persone credono che la danza sia solo costumi belli e scarpette da punta,ma dietro si nasconde un mondo duro,dove le amicizie come quella mia e di Alice sono più uniche che rare,tutti fanno affidamento solo su loro stessi e la competizione è durissima.
Dopo due ore finalmente l’insegnante staccò la musica e schiarendosi la voce,cominciò a parlare: “Come vi è stato detto ieri quest’anno porteremo in scena Il lago dei cigni. Allora i quattro cignetti saranno Mary,Virginia,Sandy e Lucy;il resto formerà il gruppo dei cigni che faranno da coreografia. Per quanto riguarda la protagonista,la scelta è stata ardua ma su consiglio di tutti,abbiamo scelto che ad interpretare Odette sarà Isabella Swan e questo è tutto”

Se questo era un sogno,per favore non svegliatemi. Ma non credo lo fosse perché Alice si scaraventò letteralmente addosso a me,e cademmo entrambe per terra. “O mio dio Bella! Hai sentito? Sono così felice per te” Massaggiandomi la schiena,ricambiai il suo abbraccio e le lacrime strabordarono dai miei occhi
“E’ un sogno che si realizza Alice! È bellissimo,ancora non ci credo”
“Faresti bene a crederci. Adesso uscite tutte,devo presentare alla signorina Swan il suo principe” la voce autoritaria dell’insegnante ci interruppe e Alice mi strinse ancora un attimo,e poi insieme alle altre andò via. Non mi ero ancora del tutto ripresa dalla notizia,quando l’insegnante fece un cenno di accomodarsi a qualcuno che non vedevo e dalla porta entrò un ragazzo bellissimo:alto,spalle larghe,muscoloso al punto giusto,con i capelli rossicci e sbarazzini;ma quello che mi colpì di più furono i suoi occhi,verdi e tremendamente magnetici.
“Questo è Edward Cullen. Sarà il tuo partner” non svegliatemi più da questo sogno! Cercando di evitare che la mano tremasse l’allungai verso di lui “Piacere io sono Isabella Swan,ma chiamami pure Bella”
Lui anziché stringere la mia mano la prese delicatamente fra le sue e l’avvicinò alla bocca per farmi un baciamano “Echanté,io sono Edward e sono molto contento di poter lavorare con te” e mi sorrise,un sorriso che avrebbe fermato il cuore di qualsiasi donna.



** tratta da "undici minuti" di Paulo Coelho

Cosa ve ne pare di questo primo capitolo? forse è un pò breve,ma io ho il dono della sintesi,ma dal prossimo saranno un pò più lunghi,promesso. Per postare il prossio aspetterò una settimana,ma soprattutto che chiuda del tutto l'altra mia ff "Inno alla bellezza"
Per quanto riguarda la danza ho cercato di attenermi quanto più possibile al vero,avendola praticata per ben 13 anni...e voi fate qualche sport? aspetto con ansia di conosccere i vostri pareri,un bacio ;)

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Capitolo 2
*** Attrazione ***


Buongiorno ragazze! state morendo pure voi dal caldo come me???
scusate se non ho postato martedì,ma oggi ho fatto un esame e quindi non ho avuto il tempo di riguardare il capitolo :) Vi ringrazio immensamente per il benvenuto che avete dato a questa storia:già dal primo capitolo sono arrivate le recensioni e più di 100 letture,grazie davvero!
Vi lascio il secondo capitolo e ci leggiamo in fondo ;)



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ATTRAZIONE

 

<<  Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione.  >>* 

“No cazzo no! Fermate la musica” era già la quinta volta che Edward bloccava le prove.
Il motivo:io.
Mi riteneva poco sensuale nella parte di Odile,il cosi detto cigno nero . Se Odette era l’emblema dell’amore puro e spirituale,Odile doveva  essere passionale e seducente nei suoi gesti,per accattivarsi le attenzioni del principe Siegfried. E io a quanto pareva,non ero adatta per quella parte.
“Sei rigida. Devi sedurre,e non solo il principe,ma la corte,il pubblico,il mondo intero. Nei fouette sei il ragno che tesse la tela,devi stare più dritta”
Non poteva contestarmi nulla dal punto di vista della tecnica,anzi a suo dire ero anche troppo perfetta,e secondo lui era proprio questa mia perfezione ad impedirmi di lasciarmi andare. Il pianista approfittò dello stop per uscire dalla sala e andarsi a prendere un caffè e così rimasi da sola con lui. “Edward io mi sto impegnando al massimo per questa parte,ma-“
“Non è vero. Se cercassi solo il cigno bianco tu saresti perfetta,ma non è così” mi si avvicinò e si posizionò dietro di me,appoggiando il suo petto alla mia schiena,e cominciando a parlarmi all’orecchio “ Devi lasciarti andare Bella;stai cercando di sedurmi,sii sensuale,sfodera tutta la tua carica erotica. Nel modo in cui ti muovi adesso non riusciresti ad irretire neppure un vecchietto” Mi girai di scatto e feci per mollargli un ceffone,ma lui fu più veloce di me e mi bloccò per il polso “E’ questo che intendo quando dico che devi lasciarti andare. Mettici il cuore,sorprendi te stessa e sorprenderai gli altri” Mi divincolai e quando ci riuscii, gli voltai le spalle “A domani Edward” e lo lasciai lì senza aggiungere altro.

Passai l’intera serata a guardare su internet le variazioni del cigno nero eseguite dalle più brave ballerine:Zakarova,Semionova… e poi cosa mai fatta prima mi misi davanti lo specchio e cercai di essere sensuale,di lanciare sguardi che potessero sembrare maliziosi,ma io e l’eros eravamo due cose molto diverse. Non che fossi una sprovveduta,ma le mie relazioni non erano mai state incentrate sul sesso o sull’attrazione prettamente fisica. Decisi di andare a letto e che il giorno dopo mi sarei impegnata maggiormente,sfruttando più la mia intelligenza che il mio corpo.

 

La mattina seguente feci una cosa che raramente facevo,mi truccai;nulla di esagerato,solo un filo di matita e un po’ di mascara per sottolineare lo sguardo,raccolsi i capelli nel solito chignon e fui pronta. Arrivai presto a scuola e lasciai libero il pianista:volevo fare le prove da sola con Edward. Cominciai gli esercizi di riscaldamento e circa un’ora dopo arrivò anche lui e si sorprese di trovarmi già pronta. “Buongiorno Edward. Oggi proveremo da soli,così potrò concentrarmi meglio”
“Buongiorno a te Isabella,se vuoi possiamo cominciare subito sono pronto.” Velocemente mi liberai degli scalda muscoli,indossai le scarpette da punta e feci partire la musica. Mi misi in posizione,feci un bel respiro e iniziai la variazione. Per tutto il tempo non staccai mai lo sguardo da quello di Edward,volevo provocarlo,fargli capire che stavo mettendo tutta me stessa in questa variazione e cercai di muovere in maniera quanto più sensuale possibile le mie braccia,cercando di farle diventare davvero le ali di un cigno. Durante il passo a due lui accarezzava sensuale le mie gambe e mi sussurrava “Senti la mia mano,rispondile.” E così feci andai incontro alla sua mano.
I suoi occhi verdi erano due calamite che mi attiravano e non fu difficile mantenerne il contatto,anche durante i giri mi fungevano da punto fisso. Terminata la variazione ero esausta,ma soddisfatta di me stessa;stavolta non avrebbe potuto replicare nulla. Senza degnarlo di uno sguardo mi avvicinai al borsone ed estrassi la mia bottiglietta d’acqua per berne qualche sorso;sentii lui muoversi dietro di me e poi poggiare il suo petto sulla mia schiena,come aveva fatto ieri. “Sei stata divina Isabella,hai colto nel pieno il personaggio” e dicendo ciò spinse il suo bacino verso il mio sedere,e dalle calzamaglie potei benissimo sentire la sua erezione durissima. Rimasi per un attimo senza fiato:io Isabella Swan,ero riuscita a far eccitare Edward Cullen semplicemente ballando?  Sentii un languore diffondersi nel basso ventre e un calore partire proprio da lì. Cercai di scostarmi delicatamente,ma lui non me lo permise,continuando a sfregare la sua erezione sui miei glutei “Era questo che intendevo ieri-mi soffiò all’orecchio- devi riuscire a far eccitare il pubblico come hai fatto con me oggi” e cominciò a solleticarmi il collo con la punta del naso. Contro ogni previsioni,anziché scostarmi,poggiai la testa sulla sua spalla,favorendo il suo sali-scendi. Poi lui mi prese il volto tra le mani e mi baciò. Non era un bacio tenero,ma infuocato e passionale;subito la sua lingua sfiorò le mie labbra e io le dischiusi per darle libero accesso. Entrò quasi con forza dentro la mia bocca e la esplorò a fondo,prima di intrecciare le nostre lingue;senza interrompere il contatto,riuscì a farmi girare di fronte a lui. Senza alcuna delicatezza mi sospinse verso la parete,e cominciò ad accarezzarmi le cosce,e portò una mia gamba su un suo fianco. Spinse il suo bacino contro il mio e mormorò ,con la voce roca e distorta dalla passione “Ti voglio. Qui. Ora”


*Algernon Charles Swinburne



Cosa farà adesso Bella? si concederà o lo mollerà lì visto il modo in cui l'ha trattata?  Volevo precisare che alcuni dialoghi iniziali sono stati presi dal film "The black swan",da cui la storia prende ispirazione. Bene,non mi resta che auguravi una buona settimana,chi è libero dagli studi si vada a rinfrescare a mare,e ci ritroviamo qui giovedì prossimo,con un nuovo capitolo. Voi intanto fatemi sapere cosa ne pensate di questo,un bacio Paola



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Capitolo 3
*** Sense and sensibility ***


Buonpomeriggio ragazzi! ebbene sì,parlo al maschile perchè ho scoperto di avere un lettore:Sexbook! sono così contenta che un ragazzo si sia fatto avanti,se qualcun altro vuole presentarsii,non abbia paura :)
Per spezzare l'attesa che ci separa dal comic con,ho deciso di postare il capitolo,e quindi eccomi qui! Avevamo lasciato Bella indecisa se abbandonarsi alla corte di Edward o meno,cosa succederà? non vi resta che scoprirlo ;)


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SENSE AND SENSIBILITY


<<  Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non scambierebbe con l'intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun altro attimo di gioia eguaglierà quell'attimo  >> **

 

“Ti voglio. Qui. Ora”

Famelicamente mi tolse il maglioncino nero, ed affondò la bocca nel profondo del mio collo. Mi abbandonai, in balia del suo desiderio. Potevo sentire le vene pulsare una quantità sopraelevata di sangue, dilatarsi, eccitate quanto me. La sua barba sfregava lungo le mie clavicole, solleticandole maliziosa. Il suo naso odorava ogni poro del mio corpo, creando sospiri che si mescolavano ai miei gemiti soffocati. Spingevo la sua testa contro il mio corpo, come se plasmare il contorno del suo volto su di me bastasse per farmi ricevere tutto il piacere che aveva da offrirmi. Improvvisamente si fermò e mi guardò, come un lupo affamato, che si sta godendo la sua preda. I suoi occhi verdi, contornati da ciglia lunghe, ne sottolineavano lo sguardo duro, avido, vorace. La bocca socchiusa ansimava, facendomi sentire talmente desiderata, da trasformarmi improvvisamente nella cattiva ragazza che era sempre restata rinchiusa dentro me, e che solo lui aveva avuto modo di far trasparire. La ragione mi diceva di fermarmi subito,di allontanarlo,ma la bocca si mosse di sua spontanea volontà “Prendimi.” gli sussurrai nell’orecchio, dopo quella breve ma intensa pausa. Senza farselo ripetere una seconda volta, mi afferrò i fianchi e mi fece avvolgere le gambe attorno al suo bacino, issandomi salda. Fu facile, in quella posizione, sentire il suo piacere aumentare contro il mio. Iniziai a baciarlo lungo il lobo dell’orecchio, facendolo impazzire. Tenendomi sempre in braccio a lui,si chinò fino a ritrovarci entrambi stesi sul parquet,quello stesso parquet che mi ha visto tante volte ballare. Abbassatomi il body, tuffò il volto fra i miei seni piccoli ma dalla forma gradevolmente piena e consistente. Piccoli baci si alternavano a morsi, carezze. Afferrandogli i lati della maglietta, gliela tolsi, scoprendo il suo corpo slanciato e scolpito il quanto basta per sottolinearne in modo lieve i muscoli. Cercai ad occhi chiusi il bordo della sua calzamaglia, mentre le sue mani si facevano spazio fra le mie cosce, allargandole. Quando mi toccò, il piacere che avevo contenuto a stento dentro di me, esplose, inumidendo gli slip ed i leggings che indossavo. Notai un lieve sorriso soddisfatto nel suo volto, che lo incentivò a continuare nel toccarmi in modo sempre più bramoso, bagnandosi a sua volta le dita. Dopo avergli abbassato le calzamaglie, se le tolse in fretta, scoprendo un paio di boxer neri, all’interno dei quali si nascondeva a stento il suo membro notevolmente in erezione. Velocemente Edward ci liberò degli indumenti che avevamo ancora addosso e fu dentro di me. I suoi movimenti erano delicati ma allo stesso tempo passionali;le spinte improvvisamente si intensificarono e insieme raggiungemmo il paradiso.

Edward senza dire nulla,ma cercando di riprendere fiato,si sdraiò accanto a me;rimanemmo così per un po’,in silenzio,aspettando che i battiti del cuore si calmassero. Fu lui a spezzare il silenzio “Complimenti Isabella,non ti facevo così focosa. Onestamente pensavo mi avresti respinto. Ma non farti strane idee,quello che è accaduto è stato puro sesso;fantastico,ma sempre sesso rimane”

Scattai in piedi come una molla,afferrai velocemente il body,lo indossai e prima di lasciarlo lì,mi voltai verso di lui “Non preoccuparti,non ho intenzione di rifare quello che è appena accaduto” e uscii fuori dalla sala. Mi rifugiai nella doccia dello spogliatoio,e mi gettai sotto il getto dell’acqua calda. Più volte mi strofinai il corpo con il bagnoschiuma per tentare di eliminare il suo odore,ma fu tutto inutile. Quando i singhiozzi diventarono talmente forti da impedirmi di reggermi sulle mie gambe,mi accasciai all’interno del box e lasciai che l’acqua continuasse a scorrere sul mio corpo,mischiandosi alle lacrime. Improvvisa la consapevolezza di ciò che avevo appena fatto si abbatté su di me,provocandomi nuovi singhiozzi,più profondi e forti.

Mi ero lasciata traviare da Edward Cullen,mi ero abbandonata a lui,alle sue moine,che mi avevano portato a fare sesso con un perfetto sconosciuto.

Fu Alice a trovarmi ancora immersa nel box della doccia,dopo non so quanto tempo. Lentamente mi aiutò ad uscire e mi avvolse in un asciugamano,stringendomi al suo petto. “Piccolina cosa succede?” mi chiese seriamente preoccupata,ma i singhiozzi mi impedivano di parlare;cercai di respirare profondamente e ci riuscii un po’,quel tanto che bastava per rispondere alla mia amica “Io … Edward … mi sento così sporca” blaterai,non certa che Alice fosse riuscita a capire qualcosa.
“O cielo non dirmi che lui ha … ha abusato di te?” Scossi energicamente la testa e tentai nuovamente di parlare,anche se avevo la gola in fiamme a causa del troppo pianto e la voce roca “N- no … io … io ero consenziente Alice,io ho accettato di fare sesso con lui e adesso mi sento sporca,mi faccio schifo da sola”

Lei non disse nulla,si limitò a stringermi ancora più forte a sé e ad accarezzarmi la schiena e i capelli. “Adesso ti aiuto a vestirti e torniamo a casa,ok? Lui è già andato via,dopo avermi chiamata per dirmi di venirti a cercare,quindi almeno per oggi non dovrai più vederlo”

Annuii incapace di fare altro e lasciai che Alice mi aiutasse a vestirmi,come se fossi  stata una bambina piccola;nel mentre riflettei sulle sue parole,e sul fatto che era stato Edward a cercarla e dirle di venire negli spogliatoi. Guardando l’orologio notai che effettivamente erano passate più di tre ore da quando mi ero chiusa qua dentro,e lui probabilmente aveva intuito che mi ero pentita di quello che avevamo fatto. Al solo pensiero che l’indomani lo avrei rivisto,la testa cominciava a girarmi e lo stomaco mi si contorceva per la vergogna e la rabbia,ma non avrei mai permesso che lui distruggesse il mio sogno di ballare da protagonista nel lago dei cigni.

Ma allora non sapevo quanto mi sarei sbagliata.

 

 

POV EDWARD

Arrivato a casa scaglia la borsa sul pavimento e mi sedetti sul divano,prendendomi la testa tra le mani:che cazzo avevo fatto?

Dalla prima volta che avevo visto Isabella ne ero rimasto affascinato:era una ragazza timida,che non faceva nulla per mettersi in mostra,ma nonostante ciò mi affascinava da morire;aveva un modo particolare di toccarsi i capelli e di mordicchiarsi le labbra quando era in imbarazzo o pensierosa che mi faceva eccitare come poche cose erano capaci.

Quella mattina l’avevo trovata in palestra già pronta per provare,e mi ero sorpreso nel constatare che si fosse truccata. Quando attaccò la musica e iniziò a provare i passi del cigno nero,notai immediatamente che stava ballando in modo diverso,mettendoci l’anima e cercando di sedurmi in ogni modo. E dannazione,c’era riuscita. Non avevo resistito e l’avevo fatta mia,lì,su quel parquet che ci aveva concesso la possibilità di incontrarci.

Sperai vivamente che ciò non compromettesse l’alchimia che almeno sul palco si era creata.

 



** G. D'Annunzio, Il piacere



Ve lo aspettavate? voglio tanti commenti per questo capitolo,così la settimana prossima ve ne posto due! A parte gli scherzi io dal 28 al 5 agosto mancherò e per non farvi perdere un aggiornamento,ne farò uno domenica e uno mercoledì,così sarete felici :D
Avevo in mente di dirvi altro,ma non mi ricordo O.O boh,vi saluto,a domenica Paola ^^

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Capitolo 4
*** Imprevisto ***


Buonasera ragazze! visto che sono sveglia per "vedere"  Kris al Comic Con che presenterà il nuovo film in cui è la protagonista,SWATH,ho deciso di postare ora il capitolo,perchè domani rischierei di non arrivarci e ve l'avevo promesso! Vi ringrazio per la risposta positiva allo scorso capitolo,e sono contenta di conoscere nuovi lettori,spero che nel corso della storia se ne facciano avanti altri ^^
Colgo l'occasione per ricordarvi il mio contatto facebook,Paola Efp,se qualcuno mi volesse aggiungere!
Non vi rubo altro tempo e vi lascio alla lettura :)




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IMPREVISTO

<<  Well life has a funny way of sneaking up on you

When you think everything's okay and everything's going right   >>**

Erano passati due mesi dall’accaduto. Inizialmente fu molto difficile per me tornare a lavorare con Edward;era evidente il mio imbarazzo,lui invece sembrava molto tranquillo,e dover recitare la parte di due innamorati non fu semplice. Non ci parlavamo neppure,o più precisamente io evitavo di parlare con lui;al contrario Edward tentava in tutti i modi di comunicare con me e più di una volta aveva tentato di avvicinarmi,e forse chiedermi scusa,almeno così sembrava dal suo sguardo, ma dopo che gli ebbi mollato un ceffone,aveva definitivamente desistito.

Adesso le cose andavano un po’ meglio,ci parlavamo come fanno due persone che si conoscono, scambiandoci qualche convenevole e giù di lì.

Da due giorni non ero nel pieno delle mie forze e non riuscivo a capire il perché;secondo Alice era tutto lo stress accumulatosi in questo periodo complesso: le prove,l’esperienza con Edward,i pianti e l’ansia di essere presto la protagonista del balletto che avevo sempre sognato di interpretare.

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Stavo provando con lui una presa piuttosto complessa,quando la testa cominciò a girarmi vorticosamente “Mettimi giù” sussurrai,con la vista che si appannava sempre più.

“Non è ancora il momento” mi rispose Edward tra i denti,continuando la prova. Ma io rischiavo di perdere l’equilibrio se non mi avesse messo giù “Ti prego” riuscii a dire prima di accattocciarmi su me stessa;se Edward non fosse stato attento sarei sicuramente caduta rovinosamente a terra,invece riuscì a stringermi al suo petto e poi mi adagiò sul parquet. Di quello che accadde dopo non ricordavo nulla.

 

 

“Ben svegliata signorina Swan,come si sente?” Lentamente sbattei le palpebre,rimanendo accecata dalla potente luce bianca del neon;dove mi trovavo? Cosa era successo? Chi era la donna al mio fianco? Lei leggendo probabilmente la confusione sul mio volto,mi sorrise affettuosamente. “Signorina siamo in ospedale. È stata portata qui dopo essere svenuta durante le prove di un balletto;nel suo stato dovrebbe riguardarsi”

Cominciavo a ricordare qualcosa di quello che era successo,ma le sue ultime parole mi avevano confuso nuovamente “Mi scusi ,ma a quale stato si riferisce?”

La dottoressa strabuzzò gli occhi “Lei è incinta. Sta per entrare nella settima settimana,scusi il gioco di parole”

Di colpo la mia mente mi trasportò nuovamente a quel pomeriggio,che avevo tentato in tutti i modi di seppellire nei meandri della mia memoria;io nella mia vita non avevo mai preso la pillola e quel pomeriggio Edward non aveva indossato nessuna protezione ed era venuto dentro di me. Presa dalla voglia di dimenticare non avevo completamente collegato ciò che era accaduto,con la mancanza del ciclo,pensavo fosse uno dei miei soliti ritardi,accentuato dallo stress che avevo vissuto. Possibile che l’errore di una sola volta potesse causare tutto ciò?  

“Vuole che faccia entrare la sua amica? È stata tutto il tempo qui fuori”

Annuii semplicemente,incapace di collegare il cervello alla bocca per poter esprimere alcun suono;non appena la dottoressa aprì la porta,vidi una chiazza di capelli neri corrermi incontro e buttarsi letteralmente su di me “O cielo Bella meno male che stai bene. Non azzardarti mai più a farmi prendere uno spavento del genere! Hai fatto preoccupare tutti,sei caduta come un sacco di patate. Ma adesso ci penso io a te,guai se salterai ancora qualche pasto”

“Alice sono in-… incinta” sussurrai,senza guardarla negli occhi,mi vergognavo da morire. Quando però Alice non disse nulla,mi decisi ad alzare lo sguardo:lei era attonita,potevo quasi vedere la parola ‘incinta’ che vorticava  nella sua mente. Lentamente sembrò tornare alla realtà “Bella ne sei sicura?”

“Me lo ha detto la dottoressa,quella che è appena andata via. Non credo che lei possa sbagliarsi”

La mia amica continuò a guardarmi senza sapere cosa dire,e lentamente i miei occhi cominciarono a riempirsi di lacrime;se anche lei,che mi conosceva da una vita sembrava stesse giudicandomi con il suo tacere,non osai immaginare cosa avrebbero pensato gli altri. Sarei sicuramente stata additata dalla gente del mio quartiere e all’accademia il pettegolezzo si sarebbe sparso alla velocità della luce,e le altre ragazze sarebbero state lì,pronte a deridermi per la mia stupidità. Le lacrime,copiose,cominciarono a bagnare le mie guance e ben presto si aggiunsero i singhiozzi a scuotermi il petto. Alice, stavolta, prontamente afferrò le mia mani tra le sue “Tesoro non piangere,vedrai che le cose si aggiusteranno. Cosa hai intenzione di fare?”

“Non ne ho idea Alice. Prima devo parlarne anche con Edward” piagnucolai,terrorizzata da quale sarebbe potuta essere la sua reazione

“Io sono qui,qualunque cosa deciderai. Sai che non ti giudicherò,non potrei farlo mai” e mi abbracciò stretta. Ecco perché  consideravo Alice una sorella.

**"Ironic" Alanis Morissette


Alcuni di voi avevano già capito che sarebbe accaduto ciò,ma non immaginatevi che adesso sarà tutto facile,la storia è solo all'inizio e cisarà tempo perchè le rose sboccino :) visto che ho un pò di tempo ringrazio le persone che hanno inserito la storia tra le preferite,le seguite e le ricordate e un grazie particolare a Sexbook che mi ha inserito pure tra gli autori preferiti,e poi finora è l'unico ragazzo che segue la mia storia quindi ha un posto particolare nel mio cuore di autrice. ok la taglio con queste note chilometriche e vi ricordo che il prossimo capitolo arriverà mercoledì,perchè poi me ne vado in vacanza!!! fatemi sapere cosa ne pensate di questo,un bacio Paola

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Capitolo 5
*** Decisioni ***


Buonasera ragazzi! come vi avevo promesso ecco a voi il capitolo :) ma dove la trovate un'autrice che rispetta così tanto le sue promesse??? no vabbè oggi sono particolarmente felice perchè ho finalemtne concluso gli esami universitari e adesso mi prendo un periodo di vacanza *__*
Vi ringrazio per la risposta più che positiva che state dando alla storia,sono contenta che vi piaccia e vi attiri,e soprattutto gongolo ogni volta che nuovi lettori si fanno avanti, quindi sotto a chi tocca!!!
La smetto di blaterare e vi lascio al capitolo :)

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DECISIONI

<>**

 

DRIIN appena il cellulare cominciò ad intonare le prime note del lago dei cigni,lo staccai immediatamente. Ero già sveglia dalle cinque del mattino,ma in fondo quella notte come avrei potuto dormire bene? Mi alzai facendo attenzione a non fare troppo rumore e rischiare di svegliare Alice;si era offerta di passare la notte con me per farmi compagnia,nonostante dovesse festeggiare il ‘mesiversario’ con il suo ragazzo Jasper, non aveva ammesso obiezioni:non mi avrebbe mai lasciata sola in una giornata simile. Era per questo che io adoravo incondizionatamente la mia ‘sorellina’:era pronta a sacrificare se stessa pur di farmi stare bene. Mi diressi in bagno e velocemente mi infilai sotto la doccia,sperando che l’acqua calda potesse sciogliere un po’ della tensione che da due giorni attanagliava il mio corpo. Cercai di non pensare a nulla mentre l’acqua calda mi bagnava le spalle,ma i miei pensieri vagarono proprio al giorno in cui avevo comunicato ad Edward di essere incinta:erano passati due giorni,ma a me sembrava un’eternità

 

Avevo chiesto ad Edward di vederci perché dovevo parlargli di una “cosa” e lui aveva accettato d’incontrarmi in un bar vicino la scuola di danza. Arrivai prima di lui e mi sedetti in un tavolino appartato;cominciai a torturarmi le mani ed evitai di guardare verso la porta quando la sentivo aprirsi:una parte di me,quella più vigliacca,sperava che lui non venisse,così da protrarre ancora un po’ quel momento. Avevo paura,una fottuta paura:della sua reazione,del futuro,di quello che mi sarebbe accaduto,di tutto.

Ma poco dopo due piedi si avvicinarono a me e sentii la sedia di fronte muoversi. “Ciao Bella,come stai?” mi chiese gentile

“Ciao Edward,grazie sto meglio” risposi con un filo di voce,evitando accuratamente il suo sguardo. Il silenzio piombò su di noi e sapevo di dover essere io quella che doveva parlare,ma la parte codarda di me prevalse ancora una volta. Alla fine fu Edward a parlare,nuovamente “Io prendo un caffè,tu vuoi qualcosa?” scossi semplicemente la testa. Notai lui chiamare una cameriera e poco dopo lei fece ritorno con il suo caffè;lo bevve in silenzio e poi soffermò lo sguardo su di me:capii che era giunto il momento.

“Allora Bella posso sapere perché hai chiesto di vedermi? C’entra con quello che ti hanno detto all’ospedale dopo il tuo svenimento?”

Presi un profondo respiro e mi decisi a parlare,senza smettere di torturare le mie mani,che tenevo nascoste sotto il tavolino “In effetti sì. Ecco io… noi… sono incinta!” mi sentii improvvisamente più leggera,era come se un peso si fosse tolto dal mio stomaco,e adesso ero pronta ad affrontare la sua reazione.

“Che cosa?” disse con una punta di panico nella voce

“E’ successo quel pomeriggio alla scuola di danza;ness-“

“Sei certa che sia mio?” A quella domanda non ci vidi più,gli mollai un ceffone,presi la borsa e cercai di andare via,ma lui fu più veloce e mi afferrò per un braccio,costringendomi a tornare seduta. “Scusami,non avrei dovuto dirti quella cosa. Ma adesso cosa hai intenzione di fare?” Eccolo il momento tanto temuto,quello delle decisioni:sperai solo che lui potesse darmi una mano. Mi morsi un labbro prima di rispondere e abbassai lo sguardo “Non ho idea di quello che farò. Sono giovane,sola,sta per realizzarsi il mio sogno sin da quando ero bambina,quindi…” lasciai volutamente la frase in sospeso per fargli capire che in cuor mio una decisione l’avevo già presa,adesso toccava a lui assecondarla o meno. Sperai che lo facesse.
“Ok Bella,facciamo così. Mio padre è un medico e ti aiuterà a farti avere un appuntamento per l’interruzione della gravidanza,ci stai?” Annuii solamente.

 

Ritornai con la mente al presente e velocemente uscii dalla doccia e finii di prepararmi. Lasciai un biglietto per Alice e poi uscii di casa. C’era un freddo gelido e mi strinsi di più nel mio cappotto:era come se il tempo avesse intuito ciò che di lì a poco sarebbe successo. Il gelo era anche dentro di me,perché sapevo di star facendo qualcosa di sbagliato,che andava contro ciò che avevo sempre detto e pensato,ma in quel momento capii che non si può giudicare una persona o una situazione se prima non la si è vissuta sulla propria pelle,e provai pena per tutte quelle ragazze che si erano ritrovate ad affrontare da sole una situazione come la mia.

 Camminai a passo svelto per riscaldarmi,ma anche per mettere fine quanto prima a quello che stavo per fare;ad un tratto cominciai a sentire delle voci concitate,ma non riuscivo a capire da dove venissero,fino a quando non sbucai nella traversa dove si trovava la clinica consigliatami da Edward,specializzata in interruzioni di gravidanza. Dei manifestanti proprio lì davanti urlavano “Tutti i bimbi vogliono venire al modo,tutti i bimbi vogliono venire al mondo” Abbassai immediatamente gli occhi,per evitare di vedere quella gente,in quel momento avrei voluto che una voragine mi inghiottisse e mi facesse sparire per sempre dalla terra;temevo ci potesse essere qualcuno che conoscessi e a quel punto il segreto sarebbe venuto fuori,inoltre mi vergognavo di me stessa per quello che stavo facendo, e così cercai quanto prima di raggiungere l’ingresso,ma una ragazza mi venne accanto dicendomi “Il tuo bambino ha già un cuore formato sai? Può provare dolore,e ha anche le unghie”
“Hai detto le unghie?” esclamai,sinceramente sorpresa per quella cosa,ma lei non rispose,si limitò a guardarmi in un modo che mi fece immediatamente pentire di essere nata. 
Affrettai il passo ed entrai nella struttura,bianca,come tutti gli ospedali. Mi avvicinai alla reception dove c’era una ragazza ben vestita “Buongiorno sono Isabella Swan,ho un appuntamento con il dottor Cooper”
“Salve signorina,un attimo che controllo … sì ecco deve fare un interruzione di gravidanza giusto?”
Annuii e lei mi fece un sorriso di circostanza “Ecco a lei,deve riempire questi moduli,poi quando il dottore la chiamerà li consegnerà a lui. Se vuole può accomodarsi lì” e indicò alle mie spalle una serie di divanetti. Sussurrandole un grazie presi i moduli e andai a sedermi. Senza prestarvi particolare attenzione cominciai a riempirli meccanicamente,evitando di pensare al perché dovessi compilare tutte quelle schede. Ad un tratto sentii lo stomaco gorgogliare e mi pietrificai;razionalmente sapevo che ciò era dovuto alla fame,visto che non avevo potuto fare colazione,ma nella mia testa si formò un pensiero senza che potessi fermarlo:e se fosse stato il mio bambino?
Nello stesso momento dalla porta dello studio medico uscì un’infermiera che annunciò “Isabella Swan”
Presi un respiro profondo,mi alzai e andai incontro al mio destino,che già era stato segnato.

 
POV EDWARD

Avevo fatto una cosa vergognosa. Bella era spaventatissima,ed io invece di consolarla,le avevo chiesto di abortire. Non contento avevo tirato in mezzo mio padre,che odiava ciò. Sarei sembrato il solito ragazzo stronzo che non è capace di prendersi le proprie responsabilità,ma solo io sapevo l’inferno che avevo alle spalle e mai nessuno si sarebbe permesse di giudicarmi in famiglia,neppure mio padre,che comunque mi aveva fatto una bella lavata di capo per la mia ingenuità,visto che non avevo usato delle protezioni. Scioccamente pensavo che Bella prendesse la pillola come tutte le altre ragazze,ma in effetti,conoscendola per quel poco di tempo che trascorrevamo insieme a scuola,lei non era come le altre:era ingenua,timida,ma forte e determinata nelle sue decisioni,ed era stato proprio questo mix caratteriale ad attirarmi tra le sue braccia.

 Sapevo che quello che le avevo chiesto di fare era vergognoso,ma non potevo rischiare di nuovo;avevo già sofferto abbastanza,e se si fosse ripetuto quello che successe allora,stavolta non mi sarei ripreso. Se ripensavo a quell’anno,ancora adesso il magone si faceva sentire nel mio petto. Ero stato troppo ingenuo,ma adesso non sarebbe successo. Non lo avrei più permesso.


** Lettera a un bambino mai nato,Oriana Fallaci


La scena della protesta di fronte la clinica è stata presa dal film Juno,se non lo avete mai visto fatelo!
Ho inserito nuovamente un punto di vista di Edward per farvi capire meglio la sua reazione: nasconde qualcosa nel suo passato che lo ha fatto soffrire molto.
Con la scelta di Bella spero di non scatenare la vostra furia,il capitolo rimane aperto in un certo senso,quindi non sappiamo ancora cosa succederà,in ogni caso la mia non vuole essere assolutamente una propaganda nè pro nè contro l'aborto.
Detto ciò vi saluto,vi auguro buone vacanze e ci si becca al mio rientro;voglio trovare tante belle recensioni altrimenti nel week-end non posto u.u (scherzo,ma le recensioni mi farebbero molto piacere ^^) ci leggiamo ad agosto,buone vacanze Paola ;)

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Capitolo 6
*** Consequences ***


Buongiorno e buona domenica! Eccomi qui dopo una settimana all'insegna del relax: ci voleva proprio dopo tutti gli esami dati :)
Prima di tutto devo ringraziarvi per la risposta più che positiva che avete dato alla storia: nonostante il periodo estivo le visite sono salite,così come le persone che l'hanno inserita tra le preferite,le seguite e le ricordate,grazie di cuore!
Vi lascio al capitolo,nello scorso avevamo lasciato Bella che andava incontro al suo destino:dove la porterà?
Sorry se il capitolo è un pò breve,prometto che in futuro saranno leggermente più lunghi :)



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CONSEQUENCES

<> **

Quando l’infermiera chiamò il mio nome io ero già con un piede fuori dalla porta.

Anche se da sola avrei cresciuto il mio bambino,lui non aveva colpe. Mi allontanai velocemente,quasi correndo,ma sentii lo stesso la ragazza che prima mi aveva trucidato con lo sguardo urlare “Dio apprezza questo miracolo” e sorrisi alle sue parole. Non potevo uccidere una creatura viva proprio io,che,visti i miei studi in medicina poi abbandonati per dedicarmi esclusivamente alla danza, sapevo che già dopo ventitre giorni dal concepimento il cuore di un feto batteva.

Quando tornai a casa trovai Alice seduta sul divano a mangiucchiarsi le unghie;appena mi vide mi venne incontro,sospingendomi verso la seduta “Ehi Bella come ti senti? Hai qualche dolore,fastidio? Vuoi bere o mangiare qualcosa?” Era seriamente preoccupata per me e per le mie condizioni di salute:ringraziai mentalmente,ancora una volta,l’angelo che mi aveva fatto incrociare la sua strada.

“No Alice sto bene,ma devo dirti una cosa” Mi guardò curiosa,in attesa che continuassi a parlare. “Forse mi prenderai per pazza,ma io non ho avuto il coraggio. Non posso impedire a questo bambino di venire al mondo,lui non ha colpe. È arrivato in un momento sbagliato,ma ciò non significa che io possa prendermi il diritto di decidere per la sua vita … Alice stai bene?” Mi interruppi quando vidi la mia amica piangere sommessamente. Senza dire una parola mi abbracciò stretta,e io feci lo stesso,massaggiandole la schiena e tentando così di fermare le sue lacrime. Quando riuscì a calmarsi allentò un po’ l’abbraccio,quel tanto che le permettesse di guardarmi negli occhi “Non sai quanto sono felice Bella! Hai fatto la scelta giusta … io ho cercato di influenzarti il meno possibile,appoggiandoti quando avevi deciso di abortire,ma dentro di me temevo che una volta preso coscienza dell’atto che avevi commesso te ne saresti pentita e avresti vissuto per sempre con il rimorso. Ci saranno tanti momenti difficili,ma io e Jasper saremo qui,pronti ad aiutarti e sostenerti ogni qualvolta avrai bisogno” Fu il mio turno di piangere e buttarmi tra le sue braccia:Alice era veramente un’amica speciale e unica ed ero fortunata ad averla incontrata. Io ed Alice ci volevamo bene come due sorelle,anzi di più,perché il nostro rapporto era spontaneo,lo avevamo scelto e non ci era stato imposto dai vincoli di sangue.

Poco dopo lentamente sciolse l’abbraccio e mi fece vedere la sua mano,segnata da una piccola cicatrice che conoscevo bene “L’avevamo promesso che ci saremmo sempre state l’una per l’altra,ricordi?” sorrise e io annuii felice.

Non avrei mai potuto dimenticare quel pomeriggio in cui,giocando al parco,Alice cadde in avanti e per ripararsi il viso,mise avanti le sue manine,ma così facendo si procurò un brutto taglio su una pietra;le lacrime che seguirono furono molto copiose,ed io per farla smettere avevo preso la pietra e fatto lo stesso taglio sulla mia mano,e cercando di trattenere il dolore e il pianto le avevo detto “Guarda,pure io mi sono fatta la bua” e subito Alice aveva smesso di piangere e tirando su con il naso aveva sussurrato,con la voce rauca per il pianto “Facciamo un patto di sangue:noi due saremo amiche per sempre” e così dicendo aveva preso la mia mano e l’aveva sfregata contro la sua,facendo venire a contatto le parti insanguinate.

 

I giorni seguenti non furono per nulla facili;Alice non poteva dedicarmi tante attenzioni a causa delle prove e poi io le avevo detto che andava tutto bene,e quindi poteva tranquillamente passare il week-end libero che aveva con Jasper. Ma la verità era ben diversa:mi alzavo tutte le mattine con la nausea,che non scompariva almeno fino a sera,quando potevo mangiare qualcosa di più nutriente che non fossero semplici biscotti al cioccolato,l’unica cosa che in piccole quantità mi evitava di vomitare tutto il giorno. La sera mi addormentavo piangendo,consapevole che da sola non sarei mai riuscita a crescere mio figlio,visto che la borsa di studio, che avevo conquistato con fatica all’accademia,non avrebbe coperto tutte le spese che avrei dovuto affrontare. I miei genitori non avevano preso benissimo la notizia,ma alla fine mi ritenevano una persona in grado di assumersi le proprie responsabilità;il problema è che in Italia loro non navigavano nell’oro,quindi anche il loro supporto era minimo e poi io non volevo pesare sui miei.

Mi stavo per accoccolare sul divano e cercare qualcosa di interessante alla tv,quando suonarono alla porta;di malavoglia mi alzai,e venni colta come sempre da un capogiro,presi un profondo respiro per assestarmi e andai ad aprire. Ciò che mi si parò davanti fu uno spettacolo che mi mozzò il fiato:Edward con un cipiglio omicida mi fissava come se volesse trucidarmi con lo sguardo. Rimasi imbambolata a fissarlo e lui molto maleducatamente mi allontanò dalla porta ed entrò in casa.

“Si può sapere quali sono le tue intenzioni,Isabella?” sibilò con una voce fredda,da far accapponare la pelle.

“Cosa vuoi dire?” balbettai

“Il dottor Cooper ha chiamato mio padre dicendogli che non ti sei presentata all’appuntamento. Hai per caso intenzioni di usare il bambino per ricattarmi?” Il primo pensiero che mi venne in mente sentendo le sue parole fu: ma i medici non erano tenuti al segreto professionale? Ma  poi riflettei meglio sulle sue parole e prima che potessi controllarle,a causa degli ormoni impazziti,lacrime di rabbia mi riempirono gli occhi e iniziarono a bagnarmi il volto;mi avvicinai a lui puntandogli un dito contro,infuriata come mai lo ero stata in vita mia “MA come ti permetti di entrare in casa mia senza permesso e di gettarmi addosso fango? Se fosse possibile, cancellerei qualsiasi tua traccia da questo bambino,perché tu non meriti di essere suo padre. Sei un vile e adesso fuori da casa mia,se non vuoi che cominci ad urlare e faccia accorrere i vicini”

Mi guardò sprezzante e disse “Non ti conviene metterti contro di me!” e sorrise mellifluo.

“HO DETTO FUORI!” urlai e poi aggiunsi “E stai tranquillo che i tuoi schifosissimi soldi non ci servono,preferirei morire piuttosto che chiedere aiuto a te” e mi avvicinai alla porta aprendola e facendogli segno di uscire. Senza aggiungere altro Edward andò via e io gli sbattei la porta alle spalle,accasciandomi poi a terra e iniziando a singhiozzare. Non avrei mai creduto che potesse arrivare a tanto;avevo capito che era uno che odiava i rapporti stabili,almeno da come raccontavano le altre ragazze,anche se a quanto pare l’unica della scuola che ci fosse finita a letto ero io,ma arrivare a dirmi quelle cose,aveva passato ogni limite. Un conato di vomito mi costrinse ad alzarmi di tutta fretta e mi precipitai in bagno,dove vomitai anche l’anima;come se non bastasse una fitta lancinante alla pancia mi fece piegare in due dal dolore e subito il pensiero corse al mio bambino. Quando il dolore passò,lentamente mi rimisi in piedi e decisi di andare in ospedale,dovevo sapere come stesse il mio pulcino;prudentemente guidai fino a giungere al nosocomio e appena arrivai mi venne ad accogliere la stessa dottoressa che mi aveva soccorso quando ero svenuta. “La prego mi aiuti” sussurrai semplicemente,prima che una nuova fitta ancora più forte mi contorcesse lo stomaco e la nebbia avvolgesse i miei sensi.

 

** Lettera ad un bambino mai nato,Oriana Fallaci

Alla fine Bella non ha abortito;la sua scelta è dettata dal fatto che una vita,un bambino,per lei sono più importanti della sua carriera e anche se per questo dovrà rinunciare al ruolo che sognava da sempre non vuole sentire ragioni. Sicuramente non sarà facile fare tutto da sola,ma questa è la scelta che le è sembrata più giusta,altrimenti poi avrebbe vissuto per sempre con il rimorso,e non sarebbe mai riuscita a metterci una pietra sopra... Spero che questa scelta sia accettata anche da voi,in caso contrario sono pronta a ricevere pure delle critiche,che se ben costruite fanno pure bene,altrimenti il mio ego si monterà troppo ;)
Bene,il prossimo aggiornamento arriverà la settimana prossima,o forse slitterà di qualche giorno visto che la prossima domenica coincide con il week-end di ferragosto e non so quanti di voi saranno a casa. Ok la taglio che la nota sta venendo più lunga del capitolo,un abbraccio Paola.

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Capitolo 7
*** E' con te ***


Buonpomeriggio gente! Come ve la passate? Siete sopravvisuti al caldo torrido e alle vacenze o siete ancora tutti in giro? io aggiorno comunque,sperando che qualcuno leggerà e lascerà un piccolo commento per farmi sapere cosa ne pensa di questa mia pazzia.
Vi lascio alla lettura e ci leggiamo di sotto :)

PS: il capitolo è dedicato a Daniel,benvenuto al mondo piccolo,e alla sua dolce mamma :*

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E’ CON TE

“Il senso è tutto qui amarti e proteggerti,perché sia migliore il tuo domani

Comunque ci sarò ad assorbire ogni livido,a darti forza in un attimo e mi sentirai vicino”**

 

 “Bentornata! Adesso dimmi:svieni qualunque persona incontri oppure sono io a farti questo effetto?” Sbattei ancora un po’ le palpebre per cercare di mettere a fuoco la stanza e incontrai il sorriso dolce della dottoressa Rosalie;velocemente la mia mente ripercorse gli avvenimenti che mi avevano condotta lì e le mie mani corsero automaticamente al ventre “Il mio bambino?” chiesi in preda al panico.

“Lui sta benissimo. Ma tu?” Tirai un sospiro di sollievo sapendo che il mio pulcino non aveva corso alcun pericolo “Io sto bene” risposi poi a Rosalie,ma lei scosse la testa.

“Non pensare di cavartela così stavolta Isabella perché non ti farò andare via finché non mi dici cosa ti è successo. Sei arrivata qui con la pressione altissima e i battiti del cuore notevolmente accelerati” e mi fissò con un cipiglio serio. E adesso cosa avrei dovuto dirle? Presi un profondo respiro e optai per la verità:cominciai a raccontarle della mia giornata particolarmente stressante e del litigio avuto con il padre del bambino e poi i dolori allo stomaco che mi avevano spinta a venire in ospedale.

“Probabilmente quelli erano solo spasmi dovuti al forte nervosismo. Sappi che ho dovuto darti un blando sedativo per calmarti e tutto questo stress non fa bene al feto” mi ammonì con un sorriso dolce sulle labbra. Poi la sua espressione tornò seria “Ma adesso dov’è il tuo compagno?” A quella domanda mi si bloccò il respiro in gola,era ciò che più temevo. Abbassai gli occhi e risposi con un filo di voce “Ecco,lui non vuole avere niente a che fare con noi. Il bambino è solo mio”

Rosalie non rispose subito,frugò nelle tasche del camice fino a quando tirò fuori una medaglietta,di quelle che all’interno potevano contenere una fotografia,e me la passò “Image and video hosting by TinyPic Quelle sono Sophia e Vicky,le mie  bambine,hanno quattro anni e crescerle da sola è stato difficilissimo"

“Da sola?” chiesi spaesata.

Lei annuì semplicemente e continuò il suo racconto “Vedi fino a cinque anni fa ero una persona diversa. Passavo spesso i sabato sera in discoteca e più di una volta la mattina mi risvegliavo in stanze a me sconosciute. Quando scoprii di essere incinta di circa tre mesi mi prese il panico;feci mentalmente il conto di quando avrei potuto restare incinta ma la scelta ricadeva su tre persone e nessuna di esse mi sembrava propensa a prendersi cura di una moglie e di un bambino così all’improvviso, e poi anche volendo non sapevo come rintracciarli. Così mi feci coraggio e ne parlai con i miei genitori;mia madre non accettò la mia scelta di tenere il bambino e crescerlo da sola,avrebbe rovinato la reputazione della mia famiglia,e soprattutto la carriera politica appena avviata di mio fratello,sai la mia famiglia è molto in vista, e mi sbatté letteralmente fuori di casa. Fortunatamente avevo già questo lavoro e non fu difficile trovare un piccolo appartamentino per me e le mie cucciole;quando scoprii che aspettavo due gemelle mi terrorizzai,ma pensai che insieme avremmo potuto affrontare qualsiasi cosa. Non ti nego che è stata difficilissima,a volte ero esausta e avrei voluto mandare tutto a quel paese;ma adesso le vedo davanti a me,sorridermi tutti i giorni e farmi le feste quando torno stanca dal lavoro e so per certo che rifarei tutto da capo”

“Rosalie sono bellissime. E complimenti sei stata una donna fortissima,io se non avessi avuto Alice sarei già impazzita”

“Non buttarti giù Bella,vedrai che dentro te troverai la forza per andare avanti. Sei una tipa forte,te lo si legge in faccia. E poi ricordati che da ora in poi non sarai ma più sola:sarete sempre in due” con un cenno del capo indicò la mia pancia e strinse calorosamente le mie mani tra le sue e io le sorrisi felice,rendendomi conto che aveva perfettamente ragione:d’ora in poi saremmo stati sempre io e il mio piccolino.

“Ma ora che ci penso tu non hai mai fatto un ecografia,giusto?” Per risposta scossi la testa e Rosalie saltò in piedi “Allora tira su la maglietta che la facciamo subito” e senza farmelo ripetere due volte feci come mi disse. Il cuore mi batteva forte sapendo che di lì a poco avrei visto mio figlio per la prima volta. Avevo sempre immaginato quel momento diverso:nella mia mente c’era il mio uomo accanto,a stringermi la mano e tenermi compagnia in un momento tanto importante. Scossi la testa per cacciare quei pensieri molesti e mi concentrai solo sul fatto che tra pochi istanti avrei visto mio figlio. A contatto con il gel che Rosalie mi spalmò sulla pancia sobbalzai ma lei mi sorrise dolcemente;incredibile quanto fosse forte quella donna,e poi ci chiamavano il sesso debole!

La mia attenzione fu richiamata da Rosalie “Guarda lo schermo Bella,ci siamo” Osservai lo schermo e lei mi indicò un puntino più chiaro rispetto al nero che lo avvolgeva:lì c’era il mio bambino. Sembrava un pesciolino,tanto era piccolo. Rosalie poi girò una manopola e un suono si diffuse nell’aria (http://www.youtube.com/watch?v=bUQfbSRPAZk&feature=related)

Era frenetico,veloce,martellante,era il cuoricino di mio figlio. Gli occhi furono subito pieni di lacrime,ma io le scacciai prontamente con il dorso della mano,non volevo perdermi neanche un momento di quella visita. “Allora tutti i parametri sono nella norma e il tuo bambino cresce sano e forte”

“Si sa già il sesso?” chiesi curiosa

“Potremmo saperlo esattamente tra qualche settimana,anche perché questo birbantello al momento ci sta mostrando solo il suo culetto” e indicò lo schermo: insieme scoppiammo a ridere. Dopo mezz’ora Rosalie mi consegnò i risultati dell’ecografia e mi diede il suo numero di cellulare:in quella situazione assurda avevo guadagnato un’amica preziosa.

Arrivata a casa riguardai tutte le foto dell’ecografia del mio piccolino,poi ne presi due e le fotografai con il cellulare e le inviai ad Alice con un messaggio

 
Alice e Jasper vi presento ufficialmente il vostro nipotino ;)

La risposta della mia amica non si fece attendere molto

Bella sto piangendo come un stupida,cmq io e Jasper siamo felicissimi e lui è bellissimo

Sorrisi contenta,il mio bambino non avrebbe avuto un papà,ma avrebbe avuto una mamma e degli zii che lo avrebbero amato tantissimo,più della loro stessa vita.

 

** E' con te,Nek

Allora come vedete è andato tutto bene,non sono così cattiva da far capitare qualcosa al bimbo o a Bella (forse!) Il sesso lo scoprirete nel prossimo capitolo,ma voglio sapere cosa sarà secondo voime poi cosa ne pensate di questa Rosalie dottoressa? fatemi leggere le vostre opinioni e ci si becca la settimana prossima,un abbraccio a tutti Paola

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Capitolo 8
*** Incontri ***


Buon pomeriggio a tutti! Come promesso ad una certa persona sono qui a postare,altrimenti poi mi picchia :p
Allora,siete tutti in vacanza? o la storia non vi piace molto? lascio passare questa settimana,ancora di vecanze,ma poi vi voglio più attivi u.u
Capitolo piuttosto importante,entra in scena un nuovo personaggio e succede un evento semi-imprevisto alla fine,leggendo capirete ;) quindi vi lascio il capitolo e ci troviamo in fondo.



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INCONTRI

I've just seen a face

I can't forget the time or place where we just met  **

Incredibile come quei mesi fossero volati. Mi sembrava ieri che Rosalie mi aveva comunicato che il mio bambino era un maschietto,cosa che avevo sempre sospettato,durante la mia seconda ecografia,quando ero da poco entrata al quarto mese e invece ora mi ritrovavo ad accarezzare il mio pancione di quasi nove mesi,all’interno del quale Matthew si divertiva a stiracchiarsi. Era stranissimo riuscire ad individuare una sua mano o un suo piedino premere sul mio ventre,sembrava quasi un gioco di prestigio,quando sulla mia pancia si vedeva la loro forma.

Fortunatamente dopo i primi tempi,le nausee erano scomparse e io avevo potuto godere appieno del mio stato interessante;una delle cose che più mi piaceva fare era parlare con Matthew attraverso il mio pancione:poteva sembrare stupido,ma avevo letto che dal secondo trimestre in poi il bambino iniziava a percepire gli stimoli provenienti dall’esterno,quindi era normale parlargli e raccontarli quanto fossi impaziente di conoscerlo  e cosa lo aspettava una volta venuto fuori,ma non tutto è stato facile e più di una volta mi sono ritrovata a piangere tra le braccia di Alice o Rosalie,ma stringendo i denti eravamo riusciti ad andare avanti io e il mio piccolino.

Con il loro aiuto ero anche riuscita ad allestire la cameretta per Matthew;anche se i primi tempi avrei tenuto la culla nella mia camera da letto,volevo che avesse una stanzetta sua. L’avevamo dipinta di un giallo pallido,attaccando poi alle pareti degli orsacchiotti;il soffitto invece era stato dipinto di blu con delle stelline che la notte si illuminavano,così se si fosse svegliato non avrebbe avuto il buio ad avvolgerlo. Alla parete avevo messo una mia vecchia libreria e l’avevo riempita di peluche e macchinine di gomma,con le quali avrebbe potuto giocare quando fosse cresciuto un po’.

 

Oggi le mie amiche sarebbero venute a cena da me e volevo preparare il budino al cioccolato che piaceva tanto a Sophia  e Vicky:erano dolcissime quelle bambine e adesso che avevano preso a chiamarmi zia,non avrei più potuto fare a meno di loro. Mi alzai con un po’ di fatica dal divano,la pancia cominciava a pesare parecchio,infatti da un paio di giorni avevo uno strano dolore alla parte bassa della schiena;sorrisi istintivamente ricordando di quando Rosalie mi disse che il mio pancione era più grosso del suo,nonostante lei aspettasse due gemelle. In effetti avevo preso qualche chilo in più rispetto ai dieci che mi aveva consigliato la mia amica,ma non era colpa mia se Matthew era goloso di cioccolata,e io non avrei mai voluto che mio figlio venisse al mondo con una voglia di cacao al centro della fronte. Mi diressi in cucina per cominciare a preparare il budino,ma aprendo il frigo mi accorsi che mancava l’ingrediente più importante:il latte! Mi maledii mentalmente per averlo dimenticato la sera prima,ma fortunatamente il supermercato non distava molto da casa,quindi afferrai la borsa e mi preparai ad immergermi nella calura estiva,che ormai cominciava a diventare pesante,non prima di fare una capatina in bagno:era incredibile la quantità di pipì che producevo,mi sarei dovuta inventare un modo per utilizzarla anziché sprecarla così.

Arrivai al supermercato con il fiatone,ma almeno lì mi rinfrescai un po’ per via dell’aria condizionata. Senza perdere tempo mi avviai al banco frigo alla ricerca del latte; quando lo trovai,soddisfatta, feci per girarmi,ma il mio pancione urtò contro qualcuno accanto a me di spalle. “Mi scusi” dissi,ma le parole mi morirono in gola quando vidi chi c’era al mio fianco.

“Bella” Come era possibile che fra tutte le persone che avessi potuto incontrare,ci fosse proprio Edward fermo davanti a me?

“Ciao” lo salutai,e feci per andar via,ma lui mi bloccò per un polso.

“Aspetta un attimo,come stai?” chiese,gentile e quasi preoccupato

“Bene,stiamo benissimo senza di te” risposi acida,e vidi un velo di tristezza offuscare i suoi occhi. Non potevo certo dirgli che quasi tutte le notti mi ritrovavo a piangere per lui:capivo che volesse non aver a che fare con me,in fondo io gli avevo detto che ero incinta solo per il piccolo,non certo per trovarmi un marito  o un compagno di vita,ma Matthew era anche figlio suo e non capivo come non gliene fregasse nulla.

Stava per dire qualcos’altro quando al suo fianco si avvicinò una ragazza bellissima:alta,con la pelle chiara,gli occhi azzurri e lunghi capelli ondulati con sfumature rosse “Eddy che fine hai fatto? Andiamo? O scusa ma lei chi è? Vi conoscete?” aveva parlato ad una tale velocità che quasi mi era stato impossibile capire tutte le domande che aveva posto. “Tanya lei è Isabella. Bella lei è Tanya” ci presentò Edward e io per educazione allungai la mia mano,ma lei rimase a guardarla e disse solo “Piacere,allora andiamo?” Ma che fretta aveva? Nessuno le aveva insegnato l’educazione? All’improvviso Matthew scalciò più forte e non riuscii a contenere una smorfia di dolore e mi appoggiai al banco frigo. “Calma piccolino,ora andiamo a casa” sussurrai:evidentemente aveva intuito il mio nervosismo e non gli piaceva più di tanto che mi agitassi. Subito Edward si avvicinò “Bella tutto bene? Stai male?” e mi prese la mano tra le sue. La ritrassi immediatamente con una smorfia di disgusto “Lasciami stare,ti ho già detto che no ho bisogno del tuo aiuto. Ho solo bisogno di tornare a casa e stendermi un po’”

“Ti accompagno io” si offrì

“Scordatelo,posso farcela benissimo da sola,come ho fatto in questi mesi. Ciao” e così dicendo mi allontanai senza aspettare che rispondesse. Perché rivederlo mi aveva fatto tanto male,soprattutto quando era comparsa al suo fianco quella donna? In cuor mio speravo ancora che si riavvicinasse a noi,ma ormai le mie speranze dopo tutto quel tempo erano morte,ed era evidente che lui adesso aveva un’altra persona di cui occuparsi;eppure oggi sembrava che guardasse il mio pancione con una luce diversa negli occhi,come se avesse voluto sfiorarlo per accettarsi che lì dentro realmente crescesse quello che era anche suo figlio.

Arrivai a casa con i dolori sempre più forti e a quel punto spaventata decisi di chiamare Rosalie. Rispose al secondo squillo “Pronto?”

“Rosalie sono Bella”

“Tesoro è successo qualcosa? Non dobbiamo vederci stasera?” mi chiese titubante

“Sì è vero,ma vedi ho dei dolori al basso ventre”

“Che tipo di dolori?” riconobbi subito il suo tono di voce mutato,era entrata in modalità dottoressa

“Sono fitte a intervalli regolari. Circa ogni dieci minutiiiii” la mia voce alla fine si alzò di tono perché una nuova fitta mi colpì.

“Bella stai calma,credo che tu abbia le contrazioni in corso. Siediti e non muoverti,ricorda di respirare come ti hanno insegnato al corso. Vengo a prenderti e andiamo subito in ospedale”

“Ma non può essere Rosalie,mancano ancora tre settimane al termine della gravidanza” cominciavo a spaventarmi.

“E’ vero,ma a volte capita,soprattutto per te che sei una primipara. Non c’è motivo di preoccuparsi,stai calma,io arrivo subito” e così dicendo riagganciò. Mi sedetti esausta sul divano:possibile che quando le cose sembravano andare per il meglio,doveva esserci sempre qualcosa a distruggerle? Cercai di tranquillizzarmi e di respirare a cagnolino,come mi avevano insegnato al corso pre-parto,che naturalmente avevo frequentato sola,tranne qualche volta che Jasper si era offerto di accompagnarmi,ma era sempre più difficile. Finalmente dopo mezz’ora sentii bussare alla porta ed andai ‘subito’ ad aprire,sostenendo dal basso il mio pancione dolorante. Solo che non c’era Rosalie ad attendermi dietro la porta. E siccome i guai non vengono mai da soli in quel momento sentii un liquido caldo e denso scorrermi lungo le gambe,e una pozza si formò ai miei piedi:si erano rotte le acque.


**“I’ve just seen a face” the beatles




Chi ci sarà dietro la porta? voglio sapere le vostre ipotesi,su! Come vedete,o meglio leggete,Bella è ancora molto confusa dal comportamento di Edward,come credo lo sarete anche voi,ma vi posso annunciare che non manca molto per scoprire il segreto che lo avvolge...Bene,vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana,e potrei ritardare di qualche giorno con il postaggio,ma non potete lamentarvi perchè stavolta sono stata velocissima ^^ 

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Capitolo 9
*** Lui ***


Buon pomeriggio! State schiattando dal caldo pure voi come me? io non ne posso più,perchè devo pure studiare e non è facile quando ci sono 40° gradi e vorresti solo stare sotto il condizionatore a dormire -.-" comunque finalmente oggi conosceremo il piccolo Matthew *_* mi sono divertita un mondo a cercare immagini di bimbi,e devo ringraziare la mitica Cloe per avermi dato una mano :D
Alla fine del capitolo,più lungo del solito (fatemi i complimenti) c'è anche un pov Edward che spero apprezzerete e sarà accompagnato da una canzone,se vi va ascoltatela nel frattempo.
Ringrazio infinitamente le cinque anime che hanno scelto di lasciarmi un loro parere; tutte sospettavate che dietro la porta ci fosse Edward,e invece avete sbagliato ^^ me orgogliosa per avervi tratto in inganno! correte a leggere per scoprire chi è!
Bene mi sembra di aver detto tutto,quindi vi lascio alla povera Bella dolorante ^^

Ps: il capitolo lo dedico a Francesca (francyforobsten) che per un errore di lettura ha scoperto la mia storia ;)



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LUI

<< Una volta nato non ti dovrai scoraggiare, dicevi: neanche a soffrire, neanche a morire. Se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il brutto è dover dire di non esserci stato >>**

 

“Ciao” mi salutò gentile.

“Scusa posso sapere cosa ci fai qui?” chiesi ansimante senza salutare,non me ne fregava nulla di passare per maleducata. In quel momento avevo altro per la testa

“Sono venuta qui perché ho capito che tra te e Edward è successo qualcosa e vorrei capire se il tuo pancione c’entra in tutto ciò” disse semplicemente

“Senti Tanya” ma le parole mi morirono in gola,quando una fitta più forte mi costrinse ad aggrapparmi alla porta per non cadere;subito le braccia della ragazza mi sostennero e vidi i suoi occhi sgranarsi e diventare vitrei quando si accorse della pozzanghera che si era formata ai miei piedi; lentamente mi aiutò a tornare verso il divano. “Vuoi che chiami qualcuno?” chiese preoccupata e agitata.

“No,sta per arrivare una mia amica” e proprio in quel momento suonarono alla porta,e Tanya corse ad aprire:finalmente Rosalie era arrivata.

“E tu chi saresti?” chiese la mia amica

“Rose poi ti spiego. Andiamo ti prego,si sono rotte le acque” la interruppi io e subito lei mi venne incontro e aiutata da Tanya, riuscirono a caricarmi nella macchina di Rose,che subito partì alla volta dell’ospedale. Arrivati lì scoprii con un certo stupore che Tanya ci aveva seguiti.

Venni raggiunta dall’ostetrica che ascoltò il battito cardiaco fetale e mi mise una fascia sulla pancia per monitorare il piccolo e avere il tracciato. Poco dopo arrivò anche una Alice trafelata,che era stata avvertita da Rosalie “Bella,tesoro,mi dispiace se sono arrivata solo ora,ma c’era un traffico tremendo; come stai?” chiese seriamente preoccupata.

“Sono spaventata a morte Alice” era inutile fingere con lei,mi conosceva troppo bene “Rose mi ha detto che il bambino non corre rischi,anche se è prematuro di qualche settimana,ma io ho paura. Tra poco entrerò in sala parto e temo di non riuscire a far nascere il bambino. Se non avessi abbastanza forze per spingere? Se lui non mi accettasse come madre?” oramai deliravo,forse a causa del dolore,e le lacrime scendevano copiose dalle mie guancie:le paure che avevo cercato di tenere a bada per quei nove mesi,adesso erano venute a galla più prepotenti di prima. Alice mi strinse forte a sé e si sdraiò accanto a me sul lettino,prese a massaggiarmi la schiena per farmi calmare “Bella,ascoltami. Tu sei nata per fare la mamma:ti ricordi tutte le volte che mi consolavi e mi davi i giusti consigli? Io sarei persa senza di te,e vedrai che Matthew ti amerà da subito,anzi ti ama già ora. È così impaziente di vederti che non ha aspettato neanche i nove mesi per venire al mondo” La sua affermazione mi fece nascere un piccolo sorriso. “Vedrai che andrà tutto bene. Ci sarà Rosalie in sala parto con te,che ti aiuterà in ogni modo e tu sei forte Bella. Hai affrontato tantissimi problemi da sola in questi mesi e non ti sei mai lasciata abbattere,quindi ora fatti forza e pensa solo che tra poco conoscerai tuo figlio” e prese il mio volto fra le sue mani per asciugarmi le lacrime.

“Ti voglio bene Alice” sussurrai

“Ti voglio bene anch’io sorellina” rispose lei,e mi strinse nuovamente a sé.

Solo quando mi calmai,notai che in tutto quel tempo Tanya era rimasta nella mia camera,e sembrava tesa e nervosa,ma non ebbi tempo di chiederle nulla perché proprio in quel momento entrò Rosalie,in tenuta da medico,per controllare insieme all’ostetrica a che punto fosse la mia dilatazione e mi disse che era il momento di andare. “Così presto?” esclamai terrorizzata. Avevo letto di travagli che duravano anche dodici ore,e la cosa mi aveva spaventato molto,ma adesso non volevo che giungesse il momento del parto,non ero pronta.

“Bella,tesoro,sono quattro ore che sei in travaglio,e urli come una forsennata. Se vuoi aspettare ancora conviene che ti dai una calmata,ma il piccolino vuole venire fuori,quindi forza e coraggio si va a conoscerlo” sorrise raggiante per rincuorarmi.

 Alice mi abbracciò ancora una volta e poi mi affidò alla nostra amica in comune,e io tentai di pensare solo che presto avrei visto il mio bambino.

Una volta in sala parto Rosalie mi spiegò bene quello che avrei dovuto fare,e quando l’ostetrica annunciò che la dilatazione era conclusa e poteva già intravedere la testa,Rosalie afferrò la mia mano e mi disse “E’ il momento Bella,adesso spingi con tutte le tue forze non appena senti arrivare la contrazione” e lo feci;misi tutta me stessa in quelle spinte,urlando e sforzandomi come mai avevo fatto in vita mia. “Oddio fa troppo male Rose,non ci riesco” ero esausta,ancora eravamo all’inizio,ma il dolore era tanto che mi impediva di pensare a qualsiasi cosa che non fosse quello,e non riuscivo a fare nulla,se non piangere.

“Bella forza. Pensa che tra poco vedrai tuo figlio. Lui vuole conoscerti e tu devi aiutarlo;smettila di piangere e risparmia le forze,altrimenti dovremmo continuare con un cesareo”

“Sono stanca Rose;io ho paura,non riesco neppure a farlo nascere. Se non riuscissi a capire quello che vuole?”


“Isabella Swan ti ordino di calmarti!” non avevo mai sentito Rose parlare con una voce tanto autoritaria “Adesso smettila di piangere e di pensare a cose inutili. Stringi i denti e fai nascere tuo figlio,non può rimanere in questa situazione ancora per molto. Tu sarai un’ottima madre Bella;tutte le donne lo sono con i loro figli,quindi spingi e non dire cazzate” annuii,stringendo più forte la sua mano,e con un urlo disumano ricominciai a spingere. Rosalie accanto a me continuava ad incitarmi,ed io in risposta urlavo e spingevo più forte,ma ad un tratto un urlò superò i miei:Image and video hosting by TinyPic
era il pianto del mio bambino. In quel momento il dolore,la fatica,le preoccupazioni,tutto passò in secondo piano;il mio bambino era lì e a giudicare dal pianto sembrava sano e forte. Lacrime,stavolta di commozione, bagnarono le mie guance e quando mi voltai verso Rosalie,alla quale avevano passato il bambino perché me lo facesse vedere,notai che anche lei stava piangendo. “Bella ti presento Matthew” e così dicendo me lo posò in grembo,avvolto in una copertina verde e ancora sporco di sangue e residui placentari. “Ciao piccolo mio” fu tutto quello che riuscii a dire mentre lo ammiravo e delicatamente gli accarezzavo la testolina,ricoperta da una peluria soffice. Ma troppo presto le infermiere me lo tolsero e io mi allarmai ma Rosalie mi tranquillizzò “Stai calma Bella,adesso dobbiamo fargli tutti i controlli ordinari e poi lo laveremo. Appena sarà pulito e profumato te lo riporteremo,ma ora dormi,hai bisogno di riposare” e come se avesse pronunciato della paroline magiche i miei occhi si chiusero da soli,non prima di aver gettato lo sguardo sul quel fagottino verde che veniva posto in una bilancia per la prima pesata.Image and video hosting by TinyPic

POV EDWARD

L’incontro con Bella al supermercato mi aveva scombussolato parecchio;non avevo più avuto sue notizie da quella volta che ero andato a casa sua per urlarle contro,e rivederla con quel pancione mi aveva fatto un certo effetto. Ero stato un cretino a non credere alla sincerità delle sue parole,stavolta sarebbe andata diversamente,ma ormai era tardi per tornare indietro. Accesi la radio per distrarmi,ma non fu una buona idea,visto la canzone che davano in quel momento.( http://www.youtube.com/watch?v=0Sv9qLTxkbU)

 Nella mia mente flash ripetuti, attimi vissuti con te.

Ed era vero,rivedevo nella mia mente il suo dolce sorriso quando parlava con Alice,o la sua voglia di riuscire ad essere la migliore a tutti i costi

 Ieri, avrei voluto leggere i tuoi pensieri

scrutarne ogni piccolo particolare ed evitare di sbagliare,

Già,se avessi avuto questa capacità probabilmente adesso l’avrei accompagnata io a fare la spesa,e avrei saputo se mio figlio stesse bene o fosse maschietto o femminuccia,anche se alla fine non mi sarebbe importato di nulla,lo avrei amato comunque. Avrei capito che lei non mentiva.

 e adesso che farai?” Risposi: “io...non so”

Non sapevo cosa avrei dovuto fare,lei non voleva più vedermi,e non potevo darle torto,in fondo l’avevo trattata malissimo,ma volevo conoscere mio figlio.

Il flusso di pensieri venne interrotto dal suono del mio cellulare. Eccola Tanya,mi aveva detto che sarebbe tornata da sola,e invece sicuramente sarei dovuto andare a prenderla. “Tanya dimmi” risposi un po’ scocciato

“Edward la tua amica del supermercato,Isabella,ha partorito;ma ci sono delle complicazioni,io non so che fare,sono sola qui” era agitata,si capiva benissimo da come si mangiava le parole

“Ma cosa stai dicendo? Dove siete?” cosa ci faceva lei con Bella?

“All’ospedale. Dopo l’incontro l’ho seguita fino a casa sua,ma lei non stava bene,aveva le doglie. Ha partorito circa un’ora fa,ma da quel poco che ho potuto capire credo che il bambino abbia dei problemi”

Non risposi neppure,come un razzo afferrai le chiavi della macchina e mi fiondai fuori di casa: mio figlio aveva bisogno di me.

 Mai ovunque tu sarai, ovunque io sarò

non smetteremo mai

se questo é amore ... é amore infinito



**Lettera ad un bambino mai nato,Oriana Fallaci

Cosa ne pensate del piccolino: non è un amore? Edward finalmente sembra rinsavire e capire che ha fatto una gran cavolata ad allontanarsi da suo figlio,chissà adesso Bella come la prenderà...Inutile dirvi che il prossimo capitolo sarà particolarmente importante,quindi non perdetevelo! Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che continuano a seguire la storia,inserirendola tra le preferite,le seguite e le ricordate e invito chiunque voglia a farsi avanti a dirmi cosa ne pensate. Un abbraccio a tutti,Paola ;)

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Capitolo 10
*** Hope ***


Buon pomeriggio gente! Allora prima di tutto lasciatemi ringraziare le sette,e dico sette,favolose persone che lo scorso capitolo mi hanno lasciato una recensione: vi giuro,quando durante la settimana ho visto crescere il numero delle recensioni il mio cuore rischiava di scoppiare :D inoltre ringrazio pure tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite,le preferite e le ricordate e anche chi segue silenziosamente.
Adesso passiamo al capitolo: nello scorso siete state tutte entusiaste di aver conosciuto il piccolo Matthew,e che Edward finalmente si sia dato una svegliata; ma non pensate che adesso sarà rose e fiori,nel senso che Bella lo accetterà come padre del bimbo,ma solo quello: ne dovrà sudare di camicie se vorrà conquistarla.
Bene vi lascio leggere,ci sentiamo sotto,se sopravvivo ;)

Ps: un consiglio spassionato,seguite, se vi va, Segreti e inganni di IsaMarie,ne vale la pena!


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HOPE

E poi… e poi… 
e poi sarà come morire…
la notte che, che non passa mai…
e poi sarà, e poi sarà come impazzire,
in un vuoto che abbandona.**

Quando aprii gli occhi un leggero bagliore entrava dalla finestra della stanza:stava albeggiando,e io da qualche ora ero mamma; non mi sembrava ancora vero,credevo di trovarmi in un sogno,di quelli che quando poi ti svegli rimani deluso capendo che era tutta un’illusione.

Mi mossi cercando di mettermi seduta,ma una fitta al ventre mi fece fermare,non ero ancora in forze,però ciò voleva dire che non stavo immaginando tutto,e un sorriso spontaneo mi piegò le labbra.

“Ciao,finalmente sei sveglia. Come stai?” Sobbalzai sentendo la voce di Tanya; mi voltai verso la direzione da dove proveniva il suono e la trovai sdraiata in un divanetto che si trovava nel fondo della camera. La mia faccia doveva avere un’espressione piuttosto sorpresa perché lei si affrettò a chiarire il motivo della sua presenza lì “Quando sei entrata in sala parto non me la sono sentita di lasciare la tua amica da sola,era troppo nervosa e spaventata e così sono rimasta a farle compagnia,e poi volevo sapere se sarebbe andato tutto bene”

“Ah…” fu l’unica cosa sensata che riuscii a dire,ma poi aggiunsi “Hai notizie di Matthew? E’ passata Rosalie?”

“Quindi è un maschietto! Hai scelto proprio un bel nome. Comunque no,e in caso fosse passata non mi avrebbe detto nulla,sai per la privacy e poi io non sono tua parente. Quando ti hanno riportato in camera non ha voluto dirmi neppure il nome del bimbo”

 “Mi dispiace per come ti hanno trattato. Ma  Alice dov’è?”

“E’ andata a casa un’oretta fa circa. Aveva bisogno di una doccia e di cambiarsi e visto che ancora tu non davi segno di svegliarti ne ha approfittato. Mi ha chiesto se potevo rimanere un altro po’ io per evitare di lasciarti sola,e ho accettato volentieri”

La mia confusione aumentava sempre di più: cosa ci faceva lì la donna del padre di mio figlio? Le mie elucubrazioni mentali vennero interrotte dall’aprirsi della porta e vidi fare capolino la testa di Rosalie: sorrisi istantaneamente. Lei vedendomi sveglia entrò nella stanza,facendomi un sorriso piuttosto tirato,probabilmente stanca, vista la giornata intensa che avevamo trascorso.

“Come stai Bella?”

Sorrisi ancora di più prima di risponderle “Bene;ho ancora dei dolori al basso ventre e mi sento stanca,ma per il resto va benissimo. Quando mi porterete Matthew?” ormai ero impaziente,volevo rivedere mio figlio,ma quando feci la mia richiesta il volto di Rose si incupì maggiormente e il mio cuore accelerò i suoi battiti,come se avesse capito che qualcosa non andava.

“Vedi Bella c’è stato un problema,spero non mi odierai per quanto ti dirò … se vuoi ora ti porto a vedere Matthew,ma deve essere operato d’urgenza; ha un soffio al cuore,cioè il suo cuoricino non pompa bene il sangue a causa di un buchino che non dovrebbe esserci: era così piccolo che durante le ecografie non è stato possibile evidenziarlo,ma con lo sforzo del pianto e la respirazione autonoma si è allargato. Dobbiamo operarlo per evitare che vada in arresto cardiaco. Mi dispiace Bella,non avrei voluto darti questa notizia,ma non posso fare altro”

La mia mente cercava di elaborare le informazioni che Rosalie mi aveva appena dato,ma erano troppo dolorose da accettare. Le lacrime cominciarono a scendere copiose dai miei occhi e iniziai ad urlare che non era possibile che succedesse tutto a noi,non potevo accettare quello che stava accadendo,non avrei resistito a tanto,ero stanca e avrei solo voluto poter stringere il mio bambino. Rosalie cercò di calmarmi,Tanya era piuttosto spaventata e voleva chiamare gli infermieri per tenermi ferma e magari sedarmi,ma la mia amica si oppose,cercando di farmi ragionare e poco dopo delle braccia familiari mi avvolsero: era tornata Alice. Insieme riuscirono a farmi tornare lucida,e con il loro aiuto riuscii ad alzarmi dal letto per poter andare a vedere il mio bambino. Mi fecero accomodare su una sedia a rotelle e Rosalie iniziò a spingermi per i corridoi dell’ospedale; questa sarebbe dovuta essere una passeggiata gioiosa,con me in trepidante attesa di arrivare alla nursery,e scorgere tra tutti i bimbi il mio piccolino,e invece si era tramutata in un incubo,e quel corridoio assumeva sempre più le sembianze di quello percorso dai condannati a morte prima di arrivare al patibolo: mi sembrava il mio miglio verde.

Rosalie mi aveva detto che Matthew si trovava in terapia intensiva,all’interno di una incubatrice,quindi prima di farmi entrare nella stanza dovetti indossare una cuffia,la mascherina e i guanti,per non rischiare di infettarlo con qualche microbo. Rosalie entrò insieme a me e mi accompagnò alla culletta termica dove si trovava il mio bambino. Fu un tuffo al cuore vederlo lì dentro,con gli occhietti chiusi,i pugnetti stretti,i tubicini al naso e degli elettrodi attaccati al suo corpicino che monitoravano il battito cardiaco. Per un attimo ebbi un mancamento ma mi ripresi subito: non ero pronta a vederlo così “Ehi tutto bene?”

“Sì,sì ora sto bene”  e presi un respiro profondo per cercare di calmarmi.

“Se vuoi puoi toccarlo da qui” mi disse Rose,indicando delle aperture nell’incubatrice. Feci come mi disse,anche se avevo le mani che tremavano in maniera incontrollata. Avevo sempre immaginato il primo contatto con mio figlio molto diverso da questo: lo avrei stretto al petto,e lui si sarebbe attaccato al mio seno,succhiando avidamente il mio latte,poi lo avrei cullato per fargli fare il ruttino e rimesso a dormire,senza smettere di accarezzarlo mai.Image and video hosting by TinyPic

Invece dovevo accontentarmi di questo per il momento. Quando toccai le sue manine,lui parve riconoscermi,perché aprì gli occhi,anche se per un attimo,rilassò il pugnetto e strinse il mio dito tra le sue ditine piccole e fragili: avrei tanto voluto che quel contatto non avvenisse attraverso i guanti ma non potevo fare altro al momento. Il mio cuore si gonfiò di gioia sentendo come stringeva forte le sue dita,come a volermi dire ‘mamma io sono forte,non preoccuparti ’. Venni raggiunta da un medico specialista,lo stesso che avrebbe operato mio figlio,che mi spiegò che l’operazione era rischiosa,ma molti bambini erano affetti dal problema di Matthew  e quindi per loro si trattava di un intervento di routine;inoltre tra tutti i bimbi lì dentro lui era uno dei meno gravi e quindi dovevo considerarmi fortunata. Dopo quelli che a me parvero pochi secondi,Rosalie mi chiese di uscire,dovevano preparare il bambino per l’operazione e non potevano ritardare oltre. Ricacciando indietro le lacrime che minacciavano di uscire nuovamente,mi apprestai a lasciare quella saletta,lanciando uno sguardo dispiaciuto agli altri bimbi nelle stesse condizioni di Matthew,e fu in quel momento che lo vidi. Edward mi stava fissando dal vetro posto su una delle quattro pareti;velocizzai il passo e uscii fuori animata da una nuova furia.

“Cosa ci fai tu qui?” sputai tra i denti.

“Sono venuto a vedere come sta mio figlio,mi hanno detto che deve essere operato” mi rispose con voce addolorata e in quel momento scoppiai.

“TUO FIGLIO? Ora ti ricordi di avere un figlio???” urlai a pieni polmoni e prima che avesse il tempo di rispondermi cominciai a spintonarlo e ad urlargli contro tutto il dolore che avevo accumulato in quei nove mesi “Dove eri quando mi hai chiesto di abortire? Dove eri quando i primi quattro mesi sono stata malissimo e c’era solo Alice con me? Dove eri quando non avevo neanche i soldi per comprare la culla e ho dovuto chiederla in prestito a Rose? Dove eri quando ho fatto le ecografie per sapere se il bambino stesse bene?” nel frattempo lui aveva indietreggiato sotto le mie spinte e si era ritrovato con le spalle al muro,e io avevo iniziato a colpirlo con dei pugni sul petto “Dove cazzo eri oggi quando tuo figlio è venuto alla luce?Dov’eri poco fa quando mi hanno detto che mio figlio deve essere operato d’urgenza? Non ci sei mai stato. Non ti è mai importato nulla di noi due,e adesso vattene,non abbiamo bisogno della tua pietà” Ma ormai le mie forze erano finite,nel pronunciare l’ultima frase avevo quasi sussurrato,e mi lasciai cadere a terra,preda di un dolore troppo grande da poter sostenere. Edward senza dire nulla si sedette accanto a me e mi strinse al suo petto;non so perché lo feci,molto probabilmente avevo bisogno di calore,ma mi appoggiai su di lui,stringendo la sua camicia tra le mani e lasciandomi andare al pianto,con i singhiozzi che mi scuotevano il petto mozzandomi il respiro in gola,per scacciare almeno in parte quel dolore così angosciante. E nel frattempo pregai che l’operazione andasse bene.

 

POV EDWARD

Mai la strada per giungere al pronto soccorso mi sembrò più lunga. C’era il solito traffico delle ore di punta,ed era impossibile svincolare. Avevo anche telefonato in ospedale,per avere delle rassicurazioni,ma nessuno poteva darmele visto che io non figuravo come padre del bambino: naturalmente non potevo aspettarmi altro. Purtroppo nemmeno mio padre era di turno quel giorno e non avevo nessuno a cui chiedere.

Finalmente riuscii ad arrivare a quel dannato ospedale e parcheggiai nei posti riservati ai medici: che mi facessero pure la multa,non mi fregava di nulla in quel momento se non di mio figlio. Corsi alla reception e chiesi dove potessi trovare Isabella Swan; l’infermiera mi rispose che era stata portata nel reparto di ostetricia e avrei potuto trovarla lì. Feci i due piani di scale di corsa,saltando i gradini a due a due,quando vidi Tanya “Dov’è Bella? Come sta il bambino?”

“Male Edward,deve essere operato,purtroppo quel poco che avevo captato si è rivelato essere giusto. Dovevi vedere Bella come ha reagito alla notizia,è distrutta poverina. Adesso la dottoressa l’ha portata al reparto di terapia intensiva per vedere il piccolo prima dell’operazione” non ascoltai nient’altro di quello che mi disse,fermai il primo medico che vidi e gli chiesi dove si trovasse il reparto;fortunatamente era dell’altro lato del corridoio. Corsi più veloce che potei,ma non trovai nessuno nel corridoio,poi guardai dalla vetrata che permetteva di vedere l’anticamera di quello che era il vero e proprio reparto e la vidi. Stava asciugandosi gli occhi e togliendosi la cuffia dai capelli,mentre con lei c’era una dottoressa che la consolava. Non appena mi vide i suoi occhi si accesero di una furia tremenda,uscì fuori dalla stanza e iniziò a inveirmi contro “Cosa ci fai tu qui?” sputò tra i denti.

“Sono venuto a vedere come sta mio figlio,mi hanno detto che deve essere operato” risposi con voce addolorata e in quel momento scoppiò.

“TUO FIGLIO? Ora ti ricordi di avere un figlio???” urlò a pieni polmoni e io non ebbi né il coraggio né il tempo di rispondere nulla perché continuò ad urlarmi contro “Dove eri quando mi hai chiesto di abortire? Dove eri quando i primi quattro mesi sono stata malissimo e c’era solo Alice con me? Dove eri quando non avevo neanche i soldi per comprare la culla e ho dovuto chiederla in prestito a Rose? Dove eri quando ho fatto le ecografie per sapere se il bambino stesse bene?”

Mi sentii un verme in quel momento,non ero degno di stare lì,e l’unica cosa che potei fare fu indietreggiare sotto i suoi pugni,anche se non aveva la forza per fare ciò,ma facevano tremendamente male dentro come se mi stessero accoltellando il cuore.

“Dove cazzo eri oggi quando tuo figlio è venuto alla luce?Dov’eri poco fa quando mi hanno detto che mio figlio deve essere operato d’urgenza? Non ci sei mai stato. Non ti è mai importato nulla di noi due,e adesso vattene,non abbiamo bisogno della tua pietà” dicendo quelle parole le forze le vennero meno e si accasciò ai miei piedi,io l’accompagnai a terra,stringendola poi tra le mie braccia,e fortunatamente non mi respinse,aggrappandosi a me come ad uno scoglio e insieme aspettammo che nostro figlio uscisse da quella maledetta sala operatoria.


** E poi, Giorgia.

Inizialmente il POV Edward non era previsto,ma poi ho deciso di inserirlo per farvi capire un pò come si sente lui adesso. Non uccidetemi o non saprete se Matthew uscirà vivo e guarito da quella sala operatoria.
Scrivere il capitolo è stato più difficile di quanto immaginassi,e ancora adesso alcuni punti non mi soddisfano pienamente,ma credo che di meglio non potessi fare,quindi ora tocca a voi giudicare! Vi do appuntamento alla settimana prossima,un abbraccio Paola

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Capitolo 11
*** Ritornare a respirare ***


Buonpomeriggio gente! Oggi sono stata a mare,per uno degli ultimo bagni,ed è stato bellissimo,adoro il mare di settembre: poca confusione,acqua calda e tanto relax *_*
Ok torniamo con i piedi per terra; che dirvi se non grazie?! La storia sta avendo un successo pazzesco,che non credevo possibile,e vi ringrazio infinitamente,tutti sensa distinzioni: chi ha inserito la storia tra le preferite,le seguite,le ricordate,chi la recensisce e chi legge solamente. GRAZIE!
Vi lascio al capitolo in cui si sapranno le sorti del piccolo Matthew,ma state tranquille,si conoscerà il ruolo di Tanya e ci sarà un primo confronto tra Bella ed Edward,che in questo caso sarà abbastanza pacifico: si trovano pur sempre in ospedale...ma non temete arriveranno anche quelli più diretti.
Buona lettura :D

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RITORNARE A RESPIRARE

Quanto tempo che è passato 
senza che me ne accorgessi 
quanti giorni sono stati 
sono stati quasi eterni**

L’operazione di Matthew durò esattamente 3 ore,45 minuti e 36 secondi; tempo che passai a mangiarmi le unghie e pregando che tutto andasse bene,evitando accuratamente Edward,che passeggiava per il corridoio, e lasciandomi avvolgere dai caldi abbracci di Alice e Jasper,venuto apposta per starmi vicino. Quando sentii lo scatto della porta e vidi Rosalie uscire dalla sala operatoria,scattai come una molla dalla sedia rossa in plastica dove ero seduta. Lei mi venne incontro sorridente,non disse nulla,mi abbracciò stretta a sé e pianse sulla mia spalla,ed io con lei,ma stavolta erano lacrime di gioia: lo avevo capito dal suo sorriso che era andato tutto bene e quel pianto serviva ad entrambe per sciogliere la tensione accumulata;quando i singhiozzi si fermarono,mi diede il responso,non prima però di avermi fatto allontanare da Edward: lei non sapeva chi fosse “E’ andato tutto bene! Matthew è un campione,vuole vivere e ha fatto di tutto per dimostrarcelo. Appena si sveglia potrai vederlo;dovrà stare ancora in terapia intensiva per qualche giorno ma ora è fuori pericolo”

La strinsi forte a me,e a quell’abbraccio si unirono anche Alice e Jasper. Mentre tutti sorridevamo contenti per la notizia appena ricevuta,notai Edward in un angolino,in disparte,le mani tra i capelli e un leggero sorriso in volto;sciogliendo l’abbraccio dai miei amici lo raggiunsi.

“Matthew sta bene,hai sentito. E’ andato tutto bene” gli dissi,senza riuscire a guardarlo negli occhi,dopo la sfuriata che gli avevo fatto e il modo pietoso in cui poi mi ero accasciata ai suoi piedi,mi vergognavo del mio comportamento,anche se razionalmente sapevo che doveva farlo lui. E poi non mi sarei mai perdonata di essere crollata in quel modo pietoso davanti a lui,dandogli la soddisfazione di vedere tutto il dolore che mi aveva provocato il suo rifiuto per Matthew.

“Sì sono contento che finalmente è fuori pericolo. Quando posso vederlo?”

“Rosalie mi ha detto che dobbiamo aspettare che si svegli. Se vuoi puoi riaccompagnare la tua ragazza a casa e poi tornare qui. È rimasta con me da ieri,sarà distrutta” e feci un cenno verso il divanetto dove Tanya era crollata circa due ore fa.

“La mia ragazza?!” disse Edward incredulo,e io lo guardai sorpresa senza capire. Improvvisamente rise,una risata quasi isterica,dovuta probabilmente al nervosismo accumulato in quelle ore,poi si ricompose e chiarì i miei dubbi “Tanya non è la mia ragazza. È mia sorella,Bella. Ma in tutto questo tempo non te lo ha detto?” Presi a scuotere la testa in segno negativo,ma poi decisi di rispondere a parole “Quando è venuta a casa mia io ero in preda al dolore per le contrazioni;quando siamo arrivate qui l’unica cosa che facevo era urlare e piangere spaventata e quando mi sono risvegliata dopo il parto è arrivata la notizia di Rosalie. Non abbiamo avuto molto tempo per parlare,ma ringraziala da parte mia,ha fatto tanto pur non sapendo nulla di me e Matthew”

“Sì lei è fatta così,vorrebbe aiutare tutti. A volte potrebbe sembrare una ficcanaso,ma non lo fa con cattiveria. Comunque non ho intenzione di muovermi da qui,al massimo chiamo il suo ragazzo e le dico di venirsela a prendere. Voglio vedere Matthew,non mi muoverò di qui fino a quando non avrò visto con i miei occhi come sta” disse risoluto

“E invece di sapere come è stato durante i nove mesi di gravidanza non te ne frega nulla. Non posso impedirti di vedere tuo figlio” e forse per la prima volta lui si lasciò andare ad un sorriso sincero,che si spense quando dalle mie labbra uscì “Purtroppo”.

Con la coda dell’occhio vidi Alice avvicinarsi a noi,e mi voltai verso di lei “Se vuoi possiamo riportare noi Tanya a casa. Dobbiamo andare via perché non è ancora l’orario di visita e non possiamo rimanere oltre,non ci costerà nulla riaccompagnarla,e bada bene lo faccio solo per lei,che è stata tanto gentile con Bella:fosse per me ti avrei già spaccato la faccia” e si strinse al suo Jasper,minacciando Edward con lo sguardo più cattivo di cui era capace,mentre il suo ragazzo,nonché mio caro amico, mi accarezzò dolcemente il viso sorridendomi felice.

“Va bene,la sveglio subito” disse Edward,e mi parve di leggere una nota di fastidio nella sua voce. Non fu facile svegliarla,ma alla fine ancora mezza intontita riuscimmo a farla andare con Alice e Jasper.

A quel punto Rosalie si avvicinò a noi “E così tu devi essere l’uomo senza palle che ha abbandonato la sua donna nel momento del bisogno vero?”

“Sono io. Lei sarebbe?” Edward era piuttosto nervoso,non si aspettava che i miei amici gli si scagliassero contro.

“Io sono la persona che è stata vicina a Bella e suo figlio tutto questo tempo. Colei che l’ha consolata nei momenti più bui,quando lei non era neppure certa di riuscire ad andare avanti,colei che le ha tenuto compagnia durante le ecografie,che le ha stretto la mano nel momento più importante della sua vita,la nascita di suo figlio! Mi dispiace tanto che quel bambino dovrà avere qualcosa in comune con lei,perché se sapesse come lo ha trattato,anzi come li ha trattati,prima che nascesse, si vergognerebbe di averla come padre. A dimenticavo,sono Rosalie Hale e sarò la sua spina nel fianco” dicendo così mi abbracciò un attimo e poi corse via a cambiarsi e riposarsi un po’.

Io ed Edward rimanemmo soli nella mia stanza ad aspettare che qualcuno ci venisse a chiamare e ci portasse a vedere Matthew;il silenzio stava cominciando a diventare pesante e cercavo un modo per romperlo,ma lui mi prevenne “Posso farti una domanda?” chiese titubante.

“Dimmi” risposi,cercando di non far trasparire la mia curiosità.

“Promettimi di non arrabbiarti però. Perché hai deciso di non abortire?”

Presi un profondo respiro,non mi aspettavo certo una domanda del genere,e poi risposi “Sai non so neanche io bene il motivo. Ho sempre desiderato avere un figlio,adoro i bambini,ma non così e non così giovane. Non ti nego che inconsciamente anche io avevo pensato di abortire,e quando tu me lo hai suggerito,ho come preso la palla in balzo; ma poi quel giorno in clinica,ho capito che se avessi fatto un cosa del genere,mi sarei sentita spezzata per tutta la vita,nessun bambino futuro avrebbe mai potuto prendere il posto di quello a cui avevo volontariamente negato la vita. E poi credo che l’abbia amato da subito,già da quando Rosalie mi comunicò la notizia.” E senza pensarci portai una mano sul mio ventre ormai vuoto.

“Adesso però tocca a me: cosa ci fa qui? Intendo cosa è successo adesso per farti cambiare idea?” ma non ebbe tempo di rispondere perché in quel momento entrò un ‘infermiere dicendoci che potevamo andare a vedere Matthew; non me lo feci ripetere due volte,non mi importava molto delle sue spiegazioni adesso. Corsi impaziente verso la sala dove ero stata precedentemente,seguita da Edward,e iniziammo ad indossare le protezioni necessarie per poter entrare nella stanza. Ma quando fummo lì davanti,con già i camici e le cuffie addosso,una persona della sicurezza ci fermò “Lui non può entrare” disse indicando Edward. Lui restò di sasso “E chi me lo impedirebbe?”

“Io!” disse Rosalie affacciandosi “Non hai riconosciuto legalmente il bambino,non ti sei mai presentato qui e non hai nessun titolo per vedere Matthew. Se non ti dispiace adesso Bella deve vedere suo figlio” e mi accompagnò dentro,mentre Edward rimase ad osservarci da dietro il vetro,guardato a vista dal vigilantes.  

“Non sono certa che quello che ho fatto sia totalmente legale,ma Luke è un amico e si è prestato al gioco. Goditi questo momento con tuo figlio da sola,se vorrai parlare con quello lì - e indicò Edward – potrai farlo con l’interfono,prima di uscire lo accenderò”

“Grazie Rose,per tutto” le sorrisi felice.

Una volta dentro vidi il mio piccolino agitarsi nella sua culletta termica e subito infilai le mie mani nell’oblò e presi ad accarezzargli il pancino e lui aprì i suoi occhietti e parve calmarsi: sentii un calore profondo riempirmi il cuore. Guardai verso Edward e lo vidi osservare con preoccupazione Matthew e l’incubatrice.

“Edward cos’hai?” Rosalie aveva attivato gli interfono presenti nella stanza per poter parlare

“Ho paura Bella,sembra così fragile. Non si farà male?” la sua sincerità e la sua preoccupazione erano disarmanti in quel momento.

Sorrisi per la sua preoccupazione e lui mi guardò male “Scusami Edward,ma sei troppo buffo. Sembra delicato,ma il mio ometto è più forte di quanto sembri.” Dissi orgogliosa,osservando il mio piccolo sgambettare nella culla.

Si vedeva lontano un miglio che Edward avrebbe voluto essere lì con me,ma in fondo la ‘punizione’ che Rosalie gli aveva inflitto gli stava bene: non poteva presentarsi lì e credere che tutto andasse bene dopo che ci aveva ignorati per nove mesi.

“Sai la prima volta anche io avevo paura di fargli male,mi ha spinto Rosalie a toccarlo” non so bene perché gli feci quella confessione,forse per  farlo sentire un po’ in colpa. La mia furia nei suoi confronti non si era per niente calmata,ma in quel momento mi interessava solo sapere che il mio bimbo stesse bene,avremmo avuto tempo per chiarire; però volevo farlo soffrire un po’,più di quanto non lo fosse già.

“Davvero?”

“Sì,però è stato un attimo. Sai, vederlo con tutti i tubicini attaccati al suo piccolo corpicino,senza nessuno con cui poter condividere quel dolore e quelle ore d’angoscia è stato bruttissimo. Non vedo l’ora di poterlo toccare senza questi guanti,di poterlo stringere a me e allattarlo. L’unica volta che l’ho tenuto in braccio è stato quando me lo hanno posato sul petto dopo il parto,ma almeno io ho avuto questa opportunità.”

“Avrei tanto voluto esserci,non mi perdonerò mai per aver perso il suo primo vagito” e il suo sguardo divenne cupo,accigliato.

“Non sono stata io a impedirti di esserci,è stata una tua scelta,adesso non puoi venire qui e dire così: cosa ti aspettavi,una mia telefonata per avvisarti che il figlio di cui non ti è mai importato nulla stava per nascere? Sei fortunato però: Matthew non ricorderà mai quel momento,e se non farai nessun passo falso forse eviterò di fargli sapere che suo padre mi aveva chiesto di ucciderlo: non voglio che anche lui soffra per causa tua. L’importante è che tu sia presente da ora in poi,avrà bisogno di un padre per crescere bene” ero stata cattiva in quel momento,ma lui non poteva biasimare nessuno se non lui stesso per le scelte che aveva fatto.

“E tu me lo permetterai,Bella?”

“Se lo riconoscerai legalmente io purtroppo non potrò impedirti di vederlo,sei pur sempre suo padre,ma dovrai stare attento Edward. Fallo soffrire,illudilo e non la passerai liscia;non te lo permetterò!” dissi decisa e lui annuì convinto.

In realtà dentro me albergava la confusione in quel momento; non capivo il repentino cambiamento di Edward nei confronti di suo figlio: temevo che se mi fossi abituata alla sua presenza,se avessi cominciato a contare su di lui per un aiuto con il bimbo,nel momento in cui lui ci avrebbe voltato nuovamente le spalle,cosa che,visto il suo precedente comportamento,sarebbe potuta benissimo accadere,io mi sarei trovata ancora più nei guai. Perché se fino ad ora ero riuscita ad andare avanti con le mie forze,adesso non ero sicura di riuscirci. Matthew prima non aveva bisogno di nulla,viveva attraverso me; d’ora in poi invece avrebbe avuto bisogno di tantissime cose,a cominciare dai vestitini,dai pannolini,e da un punto di vista economico non avrei mai potuto farcela da sola,avrei dovuto trovarmi un lavoro al più presto,i soldi della borsa di studio stavano finendo e i risparmi messi da parte non sarebbero stati eterni.

“Puoi stare tranquilla,sarò il primo a proteggerlo da chiunque volesse fargli del male. Adesso lui è la cosa più importante per me,la cosa più importante di tutta la mia vita.” Quelle parole,dette con così tanta convinzione e serietà,le pronunciò come se volesse rasserenarmi. Ripresi  a coccolare il mio bambino,sperando che da oggi avrei potuto contare sull’aiuto di suo padre.


** Vuoto a perdere,Noemi

Cosa ne pensate? Tanya come vedete è innocua,essendo la sorella di Edward: la scelta non è casuale,mi ero stufata di leggere il solito clichè di Edward che tradisce Bella con Tanya o viceversa... Non è formidabile Rose in questo capitolo? Sono tutti contro Edward,come voi del resto! non perdetevi il prossimo capitolo,in cui si svelerà il 'segreto' di Edward e ci sarà una parte dolcissima tra Bella e Matthew. Grazie ancora a tutti,alla prossima settimana Paola ;)

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Capitolo 12
*** Confessioni ***


Buon pomeriggio gente! Prima di tutto,avete visto il nuovo traileri di Breaking dawn? io devo ancora riprendermi,è fantastico e hanno fatto un ottimo lavoro con il trucco di Kris:sembra realmente malata durante la gravidanza O.o per chi se lo fosse perso ecco qui il link  

http://www.youtube.com/watch?v=G9ozD1mE_yY&feature=player_embedded

Tornando al capitolo quasi tutte nello scorso avete apprezzato il comportamento di Rosalie: sono felice che la ragazza vi abbia stupite ;)
Quasi nessuno invece aveva pensato all'eventualità che Tanya fosse la sorella di Edward: mi complimento da sola per la mia trovata
La smetto di blaterare e vi lascio al capitolo in cui finalmente verremo a conoscenza del segreto di Edward,ci si becca in fondo ;)

PS. il capitolo è dedicato a Chuck,se lo merita alla grande dopo aver recuperato tutti i capitoli in un solo pomeriggio,ma soprattutto per averli recensiti tutti: grazie ancora

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CONFESSIONI

Charles: Sa che avrò sempre cura di lei, è questo l'importante!

Tyler: L'importante è questo?! No non basta! **

Finalmente dopo due settimane passate in ospedale,oggi avrei riportato a casa Matthew.

Quelle due settimane erano state infinite e infernali; ogni sera dover tornare a casa,sapendo che il mio bambino sarebbe rimasto da solo in ospedale,mi metteva un’angoscia addosso incredibile.

La sera in cui mi dimisero e dovetti andare via da lì senza mio figlio,fu straziante; passai la notte a piangere e se non fosse stato per Alice e Tanya,sarei rimasta avvinghiata all’incubatrice,o sarei corsa in ospedale in piena notte per assicurarmi che stesse bene. Quella notte la loro presenza fu molto importante per me,mi tennero stretta tra le loro braccia per molto tempo,cercando di confortarmi in ogni modo possibile,fino a quando non crollai distrutta. Apprezzai molto quel gesto,soprattutto la bontà di Tanya che dimostrava nei miei confronti: si era affezionata tanto a noi in pochissimo tempo e le ero grata,in fondo io ero arrabbiata con suo fratello. Edward faceva i salti mortali,insieme ad Alice,per venirmi a trovare in ospedale o a casa; ormai le prove del balletto erano serrate e per loro era difficile ritagliarsi un po’ di tempo,quindi ci vedevamo poco,ma mi erano sempre accanto,anche se la presenza di lui mi urtava parecchio ancora.
Da una settimana poi,mi avevano autorizzato ad allattare il mio bambino. 

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La prima volta era stata una sensazione incredibile; sentire la boccuccia di Matthew attaccarsi al mio seno che lo succhiava voglioso,mangiando con un’espressione beata, mi rese la donna più felice della terra! Una volta però mi fece prendere uno spavento tremendo: succhiava con tanta foga che si soffocò con il latte,e io terrorizzata chiamai l’infermiera; lei mi spiegò che era normale,avevo tanto latte e il bambino mangiava volentieri,quindi se mi fosse successo anche a casa da sola avrei dovuto staccarlo dal seno e appoggiarlo al mio petto battendogli un po’ le spalle,proprio come si faceva con le persone adulte.

Anche adesso, mentre ero seduta in una poltroncina del nido e stavo aspettando l’arrivo di Edward,che aveva perfino litigato con l’insegnante di danza pur di ottenere il pomeriggio libero,in modo che fosse lui a riaccompagnarci a casa,guardavo estasiata il mio pupetto che mangiava tranquillo,con i suoi occhi che scrutavano dappertutto e la manina appoggiata sul mio seno.

“Ciao! O scusa se vuoi passo dopo” Edward era appena entrato nel nido e credei si fosse imbarazzato nel vedermi allattare il bambino. Pure per me non era facile farmi vedere semi nuda,ma in fondo lo stavo facendo per dar da mangiare a mio figlio,e penso che azione più bella da fare con il proprio corpo non possa esistere.

“No tranquillo,puoi entrare,non c’è nessun problema. E poi credo tu non abbia mai visto mangiare Matthew” dissi,conscia del fatto che a lui non era permesso entrare in terapia intensiva,tranne negli orari di visita e non era mai capitato che il bimbo avesse fame. Con Rosalie avevo raggiunto l’accordo che quando mi trovavo in luoghi pubblici dell’ospedale lui avrebbe potuto vedere Matthew,ma dopo appena due giorni lui si era presentato con un certificato che dichiarava la sua paternità e quindi la mia amica non aveva più potuto obiettare nulla.

Era un po’ fastidioso vederlo con gli occhi fissi sul mio seno,ma non potevo tirarmi indietro: era stato velocissimo a sistemare le questioni legali per rendere Matthew suo figlio effettivo,e dal suo avvocato mi era arrivata una lettera nella quale mi spiegava che io al suo cliente non potevo negare nulla,a meno che ciò non avesse offeso me o comportato dei danni per il bambino,così strinsi i denti e continuai ad allattare il mio cucciolo.

“E’ così rilassato in questo momento… che sensazione si prova ad allattare? Sono curioso” faceva spesso domande di questo tipo,non sapevo se per semplice curiosità o per velocizzare il mio perdono. In quel caso era un povero illuso.

“E’ un qualcosa di indescrivibile; sapere che da te dipende la vita del tuo bambino,che lui si affida ciecamente a te,senza farsi problemi,è qualcosa di meraviglioso. È come quando sei innamorato e vedi la persona davanti a te: il cuore ti balza in gola,hai le farfalle nello stomaco,il cervello in pappa,però sei felice; adesso devi moltiplicare almeno per mille quella felicità e saprai la gioia che ti da allattare il tuo bambino. Non so se mi sono spiegata bene”

“Perfettamente” e fece una leggera carezza al piedino di Matthew,che stava iniziando a scalciare,segno che di lì a poco avrebbe smesso di succhiare. Dopo che fece il ruttino,lo passai ad Edward; ancora era spaventato quando lo teneva in braccio,ma piano piano stava cominciando ad abituarsi. Raccolsi le mie cose e ci dirigemmo verso la macchina; mi meravigliai di trovare nei sedili posteriori tutta l’attrezzatura per poter portare in giro il bambino,anzi forse era pure esagerata tutta quella roba: in fondo non ci sarebbe mai servito un seggiolino per fare trekking. “Era il minimo che potessi fare. Ti avevo detto che lo avrei protetto da ogni cosa” si giustificò,leggermente in imbarazzo,grattandosi la nuca in un gesto che avevo capito facesse quando non si trovava totalmente a proprio agio. Ero spiazzata da tutto ciò,si stava giocando bene le sue carte,ma ancora non era arrivata la resa dei conti definitiva,per quella avrei aspettato di essere a casa.

Giunti a casa,lo feci accomodare nel piccolo salottino,mentre io mettevo Matthew nella sua culla e mi cambiavo. Lo trovai ad osservare un collage di foto che mi aveva fatto Alice: era una cornice rettangolare,in cui lei aveva inserito delle mie foto nei vari mesi di gravidanza,per ricordare mese per mese i miei cambiamenti.

“Ehi!” dissi per attirare la sua attenzione.

“Ehi… Eri bellissima con il pancione; non che ora non lo sei,ma ti dava una luce diversa”

Sorrisi imbarazzata per quelle parole,ma adesso era arrivato il momento di conoscere il perché di questo improvviso cambiamento. In fondo in quei mesi, prima mi aveva chiesto di abortire,poi mi aveva detto che non voleva sapere più nulla di noi e adesso sembrava dispiaciuto di aver perso ciò,voleva essere presente nella vita di Matthew.

“Edward come mai hai cambiato idea su Matthew? Voglio dire,mi fa piacere che tu sia rinsavito,ma non so spiegarmi il tuo cambiamento”

Mi fissò per quelle che sembrarono ore e poi sorridendo mi rispose “Semplice,tu non sei Carmen”

“Ovvio io sono Isabella,ma chi sarebbe questa Carmen? E cosa c’entra con Matthew?”

“Circa otto anni fa,quando più o meno avevo la tua età,andai a lavorare in Europa. Lì conobbi una ballerina,Carmen. Era veramente bellissima: la classica ragazza mediterranea,era spagnola,ma con gli occhi azzurri,sembravano pozzi. Ci frequentavamo da circa sei mesi quando lei scoprì di essere incinta; io,nonostante fossi giovane,ero entusiasta all’idea di diventare padre,ma lei no: voleva abortire.  Riuscii a farle cambiare idea,dicendole che mi sarei preso io cura del bambino,anche senza di lei. Carmen decise di troncare lì la nostra relazione e mi promise che avrebbe portato avanti la gravidanza,ma tutto sarebbe stato a mio spese. Naturalmente approfittò della cosa,arrivando a ricattarmi quando io mi lamentavo dicendole che un vestito Chanel non l’avrebbe certo aiutata nella gravidanza,ma alla fine cedevo. Quando arrivò al sesto mese di gravidanza,una sera mi telefonarono dall’ospedale…” si interruppe,e distolse il suo sguardo dal mio; sembrava essere soprafatto da quel ricordo.

“Edward,se non te la senti non devi continuare per forza. Ho bisogno di sapere,è vero,ma non voglio che tu ti senta costretto: magari aspetta un attimo per riprenderti e poi continui”

“No,è giusto che tu sappia: aspettare non lenirebbe il dolore.

Quella sera mi chiamarono dall’ospedale avvertendomi che Carmen era in travaglio. Dopo circa tre ore,un medico venne da me dicendomi che il bambino era nato troppo prematuro,e non era sopravvissuto. Il mondo mi crollò addosso in quel momento,ma non sapevo che il peggio doveva ancora arrivare. Mentre mi avvicinavo alla stanza dove riposava Carmen,notai che la porta era leggermente aperta e sentivo delle voci provenire da dentro,tra le quali la sua; mi accostai ad ascoltare e in quel momento il mio cuore si spezzò irrimediabilmente: stava raccontando ai suoi genitori e ad una sua amica che aveva preso un prodotto che stimolava le contrazioni uterine,così che il ‘disturbo’,come chiamò lei il bambino,non le deformasse ancora di più il corpo e lei sarebbe potuta tornare a ballare,giusto in tempo per interpretare la protagonista di un balletto. Ecco perché all’inizio ti ho detto ciò,non volevo soffrire di nuovo come allora; ma poi ho capito che tu sei diversa,che ami davvero Matthew e spero che potremo crescere insieme nostro figlio.” Sorrise,nonostante gli occhi lucidi,e io gli strinsi una mano tra le mie,mentre con l’altra scacciavo una lacrima che mi era sfuggita al controllo. “Ora posso capire il tuo comportamento. Non avrei mai creduto che dietro si celasse una storia tanto dolorosa” e gli sorrisi sperando di infondergli un po’ di calore,ma tornai subito seria “Ciò però non ti dava l’autorizzazione di trattarmi,anzi di trattarci come se fossimo degli appestati. Io non so se tu ti renda conto della cattiveria che hai usato nei nostri confronti: per proteggere te stesso dai fantasmi del passato,hai rischiato che io uccidessi anche questo tuo bambino e stavolta per volere tuo. Mi hai giudicato senza neppure conoscermi,additandomi come una perfida macchinatrice”

 Il mio tono di voce era salito di parecchie ottave,ma non riuscivo a credere che lui mi avesse ritenuto così meschina da compiere un gesto come quello: era come se io,dopo quello successo con James,avessi paura di innamorarmi di nuovo.

Sobbalzammo entrambi,quando dall’interfono giunse il pianto di Matthew,che interruppe il nostro discorso; insieme ci dirigemmo verso la mia camera da letto e io subito strinsi tra le braccia il piccolino “Amore della mamma,cosa c’è? Non puoi avere fame,non è passata neanche un’ora dalla poppata”. Appoggiandomelo sulla spalla capii subito il perché del suo pianto: doveva essere cambiato. “Ecco perché piangi,hai fatto la cacca. Ora ci pensa il tuo papà a cambiarti” e mi voltai verso Edward che era rimasto a guardarmi a bocca aperta

“Cosa dovrei fare io?” esclamò agitato.

“Finora non hai mai cambiato Matthew, quindi mi sembra il momento opportuno per cominciare” e gli strizzai l’occhio. Presi tutto l’occorrente e lo sistemai sul mio letto,poi vi adagiai il bambino e con un gesto invitai Edward ad avvicinarsi. Lui mi guardò sconvolto “Bella veramente è tardi,io dovrei andare sarà per la prossima volta” e fece per andarsene.

In quel momento i miei occhi presero a lanciare scintille di fuoco “Edward dimmi,vuoi crescere un bambino o giocare per un po’ con cicciobello? Vuoi essere presente nella vita di tuo figlio solo quando ci sarà da festeggiare,da portarlo al parco? E quando avrà la febbre,le coliche o metterà i dentini e non smetterà un attimo di piangere,cosa ti inventerai per scomparire? Se questo è ciò che hai intenzione di fare quella è la porta: stavolta non sarai tu ad andartene,ma sono io a cacciarti e per sempre,secondo le richieste che hai fatto al tuo avvocato posso farlo benissimo,perché con questo tuo gesto offendi me e il piccolo” sputai acida.

Non rispose: titubante si avvicinò, iniziò a staccare i bottoncini della tutina e,tenendolo per i piedini,gliela sollevò quel tanto da liberare il pannolino;prese un profondo respiro e poi sganciò anche quello  “O cielo,come fa un bimbo così piccolo a fare così tanta cacca?!” davanti alla sua faccia seriamente stupita,non riuscii a trattenere una risata,e lui si imbronciò ancora di più. Dopo un buon quarto d’ora,e qualche aiuto da parte mia,riuscì a terminare quella impresa titanica e rimettemmo Matthew nella sua culla,dove sprofondò nuovamente nel mondo dei sogni.

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“Mi dispiace per quella lettera” disse poi.

“Era indispensabile inviarmela? In fondo non ti ho mai vietato di vederlo,nonostante avessi potuto farlo benissimo; mi sono sentita umiliata nuovamente da te”

“E in ospedale?” chiese provocatorio

“Lì non potevo fare niente. Non c’era un documento legale a certificare la tua paternità e io avevo registrato Matthew a mio nome,avevo le mani legate. Ma poi mi sembra che negli spazi pubblici non ti abbia mai impedito di vederlo o toccarlo,anche se lo meriti Edward,te lo assicuro”

“E’ stato il mio avvocato a consigliarmi di fare ciò; avevamo paura che emettessi qualche decreto restrittivo nei miei confronti” A quel punto non ci vidi più e gli mollai un ceffone: lui rimase attonito,massaggiandosi la guancia colpita. “Fuori!” gli dissi a denti stretti per evitare di svegliare nuovamente il piccolo.

“Bella,io”

“Edward per la tua incolumità vai fuori da questa casa,subito” non riusciva a capire che ogni sua parola era un’offesa per me?

“Ok,forse è meglio. Posso venire a trovarvi domani?”

“Porta con te Tanya,io non voglio vederti,ma non ho intenzione di lasciarti da solo con Matthew.” E così dicendo gli sbattei la porta in faccia.

 


** dal film Remember me

La storia di Matthew che si soffoca con il latte è vera,lo facevo sempre io,ero una gran mangiona ^^
Il capitolo non è uscito come lo immaginavo,ma spero che vi soddisfi...chi immaginava che il passato di Edward fosse tanto doloroso? Secondo voi Bella ha fatto bene a reagire così?
Non è un'amore Matthew? va bene la smetto con le domande e attendo le vostre risposte,che sono sempre più numerose e io non so come ringraziarvi: ogni volta che controllo la storia vedo tutti i numeri crescere e il cuore mi scoppia dalla gioia; per una che si sente sempre fuori posto avere il vostro supporto è meraviglioso.
Vi saluto e vi rinnovo l'appuntamento a mercoledì prossimo,un abbraccio Paola
Paola Efp
Paola Efp

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Capitolo 13
*** Richieste ***


Buonasera a tutti! Scusate per la settimana di ritardo con cui posto,ma il mio pc come sapete mi ha dato dei problemi,ma fortunatamente ieri sono andata dal tecnico a riprendermi il materiale che mi serviva,così posso postare :) il computer,invece,è ancora malaticcio,ahimè….
Dunque non blatero più e vi lascio al tanto atteso capitolo,in cui avremo un confronto tra Bella e i ‘suoceri’,ci  vediamo sotto!

Scusate per la grafica,che non è uguale agli altri capitoli,ma sto usando l'editor di EFP ^^


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RICHIESTE

Life is the most spectacular show on earth **

Un mese dopo
 
Era arrivato il giorno che più avevo atteso da quando avevo saputo di dover interpretare Odette: il giorno della prima de ‘Il lago dei cigni’.
La prima di uno spettacolo è la cosa più attesa e nello stesso tempo più temuta per un ballerino; nessuno immagina la frenesia e quello che succede dietro le quinte. I controlli per vedere che tutto sia apposto,gente che corre e fa strani esercizi per riscaldarsi,chi si aggiusta i capelli e il trucco,chi cuce le bretelle del proprio costume perché ha dimenticato di farlo,chi smolla le punte.
 Io in quei momenti ero totalmente nel panico: sembrava avessi la mente annebbiata,non riuscivo a ricordarmi i passi in sequenza,mi tremavano le gambe,e tanta era l’adrenalina in circolo che non facevo altro che sorridere come un’idiota! Ma poi,puntualmente e fortunatamente,quando mi mettevo in posizione,quando si accendevano le luci,il sipario si apriva e la musica cominciava a diffondersi per la sala,la nebbia si dissolveva e tutto tornava al suo posto,ed io mi lasciavo trascinare dalla musica,che sentivo scorrere nelle mie vene e che mi rapiva in un mondo tutto mio.
Quella sera però,quando si aprì il sipario,una lacrima solitaria lambì il mio viso,ma poi mi voltai a guardare il motivo per cui non ero sul palco,ma seduta in platea,e un sorriso spontaneo nacque sul mio viso: Matthew dormiva beato nel suo baby-pullman e non seppi trattenermi dal fargli una carezza nella mano,sperando che non si svegliasse.
 
Dopo lo spettacolo,che era andato meravigliosamente bene,Edward aveva insistito per riaccompagnarci a casa,nonostante potessero benissimo farlo Jasper ed Alice. Le cose con lui andavano un po’ meglio,ma i nostri rapporti non erano migliorati di molto: ogni passo avanti che faceva,veniva poi cancellato da qualche sua richiesta assurda o dal modo di pormi determinate questioni sull’educazione del piccolo.
In macchina regnava un silenzio innaturale; lui sembrava nervoso,continuava a stringere il volante della macchina così forte da avere le nocche delle dita bianche. Mi voltai per controllare che Matthew dormisse ancora e decisi di spezzare quel silenzio,che cominciava a diventare pesante “Edward cos’hai? Sembri… nervoso?”
“No,sto bene” sussurrò,quasi più per convincere se stesso che per rispondere a me. Decisi di non insistere oltre e appoggiai la testa al finestrino,guardando le luci della città che sfrecciavano nel buio della notte: quando avrebbe voluto dirmi il motivo del suo mutismo lo avrei ascoltato,ma di certo non sarei stata lì a pregarlo;ad un tratto Edward sospirò profondamente e ammise “In effetti non va tutto bene.”
 Attesi che continuasse,ma quando vidi che sembrava in difficoltà,decisi di andargli incontro “Edward cosa c’è che ti turba? Se vuoi parlarmene,io ti ascolto” e sfiorai la sua mano con la mia.
“Grazie Bella. Ecco,vedi,stasera c’erano anche i miei genitori allo spettacolo,oltre Tanya. Come al solito lei non sa tenere la bocca chiusa,e ha detto che eravate presenti anche tu e il bambino. Esme e Carlisle naturalmente sanno tutto di voi,e del bene che voglio a Matthew,ed essendo loro i nonni desidererebbero conoscerlo”
“Anche Carlisle?” chiesi dubbiosa.
“Sì perché?” in questi momenti non riuscivo a comprendere se facesse lo scemo o lo fosse.
“Sbaglio o è stato proprio tuo padre a procurarmi l’appuntamento in clinica per abortire? Cos’è ad un tratto vi siete pentiti tutti?” ribattei acida.
“Smettila di comportarti così. Carlisle lo ha fatto solo perché gliel’avevo chiesto io,lui è pure un obiettore di coscienza”
“Non mi importa chi lui sia. Se sono così tanto interessati a Matthew potevano anche fare una cazzo di telefonata durante i nove mesi della gravidanza,ma invece niente;pure quando è nato non ho mai ricevuto nulla da loro,neppure un biglietto d’auguri. Si vede che la tua voglia di fuggire dai problemi è un fattore genetico” la rabbia si era impossessata di me,ma in quel momento non mi importava di apparire maleducata,avevo bisogno di sfogarmi.
“Perché devi essere sempre così esagerata Bella?”
“Esagerata?!” mi portai le mani ai capelli per evitare di picchiarlo “Ti rendi conto che per nove mesi tutti mi avete ignorata e adesso fate a gara per vedere il bambino?! Se pensi che io lo lasci in mano della tua famiglia per farne l’erede perfetto ti sbagli di grosso: lui è mio figlio” lottavo con tutta me stessa per impedire alle lacrime di non fuoriuscire dai miei occhi: odiavo il mio carattere che mi portava a piangere quando ero troppo nervosa.
“E Tanya perché l’hai accettata?”
“Quella povera ragazza si è presentata a casa mia nel momento in cui stavo per partorire per sapere chi fossi,ma pur non avendo avuto il tempo di parlare mi è rimasta accanto tutto il tempo. E’ una persona squisita,non sapeva nulla di me e Matthew,e per questo l’ho subito accettata: ha fatto molto per noi. L’unico rammarico è che sia tua sorella,ma non si può scegliere la famiglia in cui nascere”
“Allora se è per questo neppure mia madre Esme sapeva nulla. Io e Carlisle siamo stati gli unici a sapere tutto fin dall’inizio”
“Perfetto! Allora dì pure ad Esme e Tanya di venire quando vogliono,anche domani. Ma io non ho intenzione di mettere piede a casa tua. Adesso per favore voglio tornare nella mia di casa,sono stanca” mi girai verso il finestrino e dichiarai terminata la discussione. Arrivati a casa scesi velocemente dall’auto,attesi che salutasse il piccolo,e ci mise più del previsto per farmi incavolare ancora di più,e poi me ne andai dritta in casa senza dirgli una sola parola.
 
POV EDWARD
Tornai a casa imbufalito nero: nessuno mi aveva mai osato insultare la mia famiglia in quel modo.
“Edward fratellone,complimenti ancora per lo spettacolo. Hai parlato con Isabella della mia idea?” chiese ansiosa mia sorella.
“Ha apprezzato tanto la tua idea,così tanto che neppure vuole venire. Ha detto che se volete potete andare tu e la mamma a trovarla,ma ci possiamo scordare che lei al momento metta piede in questa casa”
“Edward quella ragazza ha sofferto tanto; cosa ti aspettavi,che ci accogliesse a braccia aperte nella sua vita?” mia madre come al solito fu molto diplomatica,e le dava ragione.
“Sentite non ho voglia di litigare pure con voi,me ne vado a letto” e salii in camera mia,dove dormire risultò essere la cosa più complicata al mondo,nonostante tutta la stanchezza accumulata.
 
Il pomeriggio seguente andammo tutti a casa di Bella; durante il tragitto in macchina non volò una mosca e quando arrivammo la prima a scendere fu Tanya che andò alla porta per avvisare Bella del nostro arrivo: la vidi parlare con lei,ma quando entrammo non c’era traccia di Isabella. Presi Matthew dal passeggino dove lo aveva lasciato sua madre e lo presentai ai miei. Mia madre ne fu subito conquistata e se lo spupazzò per un bel po’,poi mi chiese dove fosse la camera di Bella “E’ di sopra,la prima porta a sinistra,ma non credo sia il caso che tu vada”
“Questo lascialo decidere a me” mi rispose serafica e salì sopra.
 
POV BELLA
Stavo cercando di leggere un libro per non pensare che sotto ci fosse tutta la famiglia di Edward al completo,perché era venuto pure Carlisle. Quando Tanya aveva suonato, l’avevo ringraziata per essere venuta lei e le avevo detto che per qualsiasi bisogno mi avrebbe potuto portare Matthew in camera. Quando mi resi conto che stavo rileggendo lo stesso rigo per la decima volta senza capire nulla,chiusi il libro di scatto e tentai di mettere un po’ di ordine nella camera,ma venni interrotta da qualcuno che bussò alla porta “Isabella sono Esme,la madre di Edward”
Rimasi pietrificata,non volevo parlare con lei “Ti prego Isabella,giuro che non ti ruberò molto tempo,solo cinque minuti e poi leveremo il disturbo” presi un profondo respiro e aprii la porta “Grazie” sussurrò commossa la donna per poi accomodarsi. Ci sedemmo entrambe sul letto e io iniziai a torturarmi le mani,tenendo lo sguardo incollato al pavimento,aspettando che lei parlasse.
“Isabella io sono venuta qui per porti le mie scuse. La mia famiglia si è comportata in maniera ignobile con te; posso solo immaginare come ti sia sentita “
La interruppi subito “No signora,si sbaglia. Nessuno può immaginare come mi sia sentita. Suo figlio mi ha trattata come la peggior puttana esistente sulla faccia della terra,anzi neppure quello perché non mi ha dato un solo centesimo,ma badi bene io i vostri soldi non li voglio.  Lei non può immaginare cosa vuol dire vedere la delusione negli occhi dei propri genitori dopo avergli detto di essere rimasta incinta e che non ci sarebbe stato nessun uomo con me a crescere il bambino: mio padre non mi ha parlato per un mese,l’avevo deluso profondamente.
Lei non ha provato tutto questo quindi per favore eviti di dire che sa cosa ho passato io” conclusi dura.
“Scusami,hai perfettamente ragione,nessuno di noi può immaginarlo. Posso solo dirti che mi dispiace da morire;io ho saputo della tua esistenza e di quella di Matthew solamente il giorno dopo il parto,quando Tanya è stata riaccompagnata a casa dai tuoi amici: povera,appena aprì la porta di casa le mollai un ceffone; non avevo idea di dove fosse stata tutto il giorno e aveva passato la notte fuori senza avvisarmi” un piccolo sorriso mi nacque spontaneo pensando a quella poveretta di Tanya che dopo tutto ciò che aveva passato in ospedale con me si era presa pure la rimproverata dei genitori “Quando lei ci raccontò tutto di te,o comunque quel poco che aveva capito,Carlisle si fece scappare che lui ti conosceva. Immediatamente gli chiesi spiegazioni e dopo il suo racconto mollai a lui un altro ceffone; quel giorno litigammo come mai era accaduto in tanti anni di matrimonio e io non gli parlai per due settimane.”
Rimasi scioccata dal suo racconto: anche lei,come Tanya,era stata tenuta all’oscuro di tutta la mia vicenda. “Io non so veramente cosa dirle. Sicuramente il mio comportamento le sarà sembrato da pazzi,ma io in questo momento non me la sento di perdonare suo figlio,ci vorrà del tempo e non sono certa che riuscirò comunque a farlo. Ma può stare tranquilla,non vi impedirò,né a lui né a voi, di vedere Matthew”
“Io non sono venuta qui a chiederti il perdono per mio figlio. Quella questione riguarda solo voi. Sono qui per chiederti il mio di perdono,perché sono stata una codarda a non farti neppure una telefonata dopo aver saputo tutto o a non venirti a trovare in ospedale,ma avevo paura,semplicemente tanta paura di te e che mi impedissi di vedere il mio nipotino” era veramente commossa e pentita per il suo comportamento e solo una stupida non l’avrebbe capito “La perdono Esme,in fondo tutta questa storia le è piombata addosso da un momento all’altro,e non posso biasimarla più di tanto”  inaspettatamente mi strinse tra le sue braccia: all’inizio rimasi rigida,ma poi ricambiai l’abbraccio,in fondo mi mancava tanto mia madre e Esme sembrava incarnare perfettamente questa figura. Quando ci staccammo mi prese per mano e mi indicò la porta con la testa,in una tacita richiesta di accompagnarla sotto: presi un profondo respiro e annuii. Scendemmo mano nella mano,e quando fummo all’ingresso del salone Edward si aprì in un bellissimo sorriso,vedendoci arrivare insieme. Il primo a venirmi incontro fu Carlisle “Isabella è un piacere fare la tua conoscenza. Prima di qualsiasi altra cosa ti chiedo di perdonarci tutti,ma soprattutto me,per il modo meschino con cui ti abbiamo trattato; nonostante la mia età,non più così giovane,mi sono comportato peggio di un bambino e ho capito la gravità delle mie azioni quando mia moglie ha deciso di non rivolgermi più la parola: non lo aveva mai fatto in tutta la nostra vita insieme. Mi sono lasciato trascinare dal timore di quello accaduto tanti anni fa,non capendo che tu sei una persona splendida,si vede subito dal coraggio con cui hai affrontato tutto,e da come è bello Matthew. Dopo l’operazione che ha subito pensavo di trovarlo sciupato,e invece le sue guanciotte rosse sono sintomo della sua buona salute. Complimenti Bella,sei una mamma perfetta”
Quel commento finale mi fece commuovere,sicuramente a causa dei miei ormoni ancora impazziti,ed Esme mi passò un braccio intorno alle spalle stringendomi al suo fianco “Grazie dottor Cullen – dissi con la voce rotta – non avrei mai potuto ricevere complimento migliore. Ma sappia che non mi abbindolerà con i suoi complimenti” precisai.
“Cosa ti avevo detto,papà? Non è facile parlare con lei” disse Edward tra il serio e il giocoso.
“Edward per favore… Isabella noi…io non ho nessuna intenzione di abbindolarti. Vogliamo solo che tu e Matthew stiate bene,e che quello che è accaduto in passato,visto che non si può cancellare,venga messo da parte,per costruire insieme il futuro di questo bambino”
Erano giuste le sue parole,ma al momento io non me la sentivo di perdonarlo,non ero pronta,in fondo io non sapevo nulla di loro “Per quanto riguarda il perdono sappia che Esme e Tanya sono  già abbondantemente perdonate,se mai avessero qualcosa da farsi perdonare; invece per lei e suo figlio,forse mi ci vorrà un po’ di tempo,ma sappiate che non vi  porterò mai rancore e siete i benvenuti ogni qual volta vogliate vedere il piccolo” e gli sorrisi.
“Grazie Bella,aspetteremo tutto il tempo che vorrai. E chiamami Carlisle” mi ammonì dolcemente
“Ok Carlisle” e passammo il resto del pomeriggio in salotto,a vezzeggiare il piccolo come fossimo una vera famiglia.
 

** tagline del film “Water for elephants”
 
Vi è piaciuto il POV alternato? Come vedete le cose cominciano a sistemarsi molto lentamente…e vi anticipo che nel prossimo capitolo vedremo un momento tenero dell’allegra famigliola,qualcosa su cui fondare le basi per un futuro… MA non vi dico altro!!!
Grazie mille per il sostegno che avete continuato a dimostrare a questa storia e spero di ritrovarvi più numerosi di prima :D dovevo dirvi qualcos’altro ma mi sfugge,quindi ci leggiamo la prossima settimana. Un bacio grande,Paola

 

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Capitolo 14
*** I don't wanna miss a thing ***


Buonasera gente! Sono un po’ di fretta perché devo finire di ripassare per un esame,quindi vi ringrazio come sempre per l’affetto che continuate a dimostrare a questa storia,e vi lascio alla lettura. Probabilmente la fine vi scioccherà un po’,ma in fondo mi spiegherò u.u
PS: nik81 la foto di Matthew è tutta tua!!! E nel prossimo capitolo ce ne saranno di più ;)


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I DON’T WANNA MISS A THING

Let me go home
I’m just too far from where you are
I wanna come home **

 
Erano le tre di notte e Matthew piangeva come un disperato; era un’ora che andavamo avanti così e io non riuscivo a capire cosa avesse: ero completamente nel panico. Gli avevo cambiato il pannolino,avevo provato ad attaccarlo al seno ma non ne voleva sapere di smettere.
“Basta Matthew,ti prego calmati” lo imploravo,come se un bambino di tre mesi potesse capirmi. Stavo anche iniziando a spaventarmi seriamente visto che era tutto rosso e sembrava soffocarsi con il suo stesso pianto. Non sapevo se fosse il caso o meno di portarlo in ospedale,magari non era nulla e mi avrebbero preso per una mamma incapace di accudire il proprio bambino. Ma ero arrivata al limite,non sapevo che fare e soprattutto sentirlo piangere in questo modo era straziante;non smettendo un attimo di cullarlo,presi il cellulare e mi decisi a chiamare Edward: mi aveva detto che in caso di bisogno avrei dovuto chiamarlo a qualsiasi ora,e adesso era il momento buono.
“Rispondi,ti prego” dissi,quando il telefono iniziò a squillare,mentre passeggiavo per la camera da letto tenendo Matthew semi disteso tra le mie braccia. Finalmente il segnale che la chiamata era stata presa mi fece tirare un sospiro di sollievo.
“Bella è successo qualcosa? Cielo cosa ha Matthew?” anche attraverso il telefono il pianto di mio figlio era udibile e lui si era subito preoccupato.
“Edward non ne ho idea,è da un’ora abbondante che va avanti così. Si era addormentato tranquillo e poi improvvisamente si è svegliato urlando. Non so più cosa fare” e un singhiozzo mi scappò: volevo urlare in quel momento,il suo pianto era stridulo,come se stesse soffrendo le pene dell’inferno e io ero incapace di capire cosa avesse.
“Bella dammi un quarto d’ora e sono da te. Se non dovesse calmarsi lo portiamo in ospedale da Carlisle,ha il turno di notte”
“Ti aspetto” e riagganciai. Scesi al piano di sotto per aspettare Edward e nel frattempo misi un po’ di musica classica,che solitamente Matthew sembrava apprezzare,ma quella notte non ebbe alcun effetto.
Quando il campanello di casa suonò ringrazia tutti i santi del paradiso per aver permesso ad Edward di arrivare così presto.
“Ho fatto prima che ho potuto” mi disse entrando in casa; gli passai subito il piccolo,sperando che le braccia del padre riuscissero a calmarlo,come spesso era accaduto,ma le mie speranze furono vane. Mi accasciai sconfitta sul divano,portandomi le mani tra i capelli,e lui si sedette accanto a me,accarezzandomi con una mano la schiena. “Bella calmati,vedrai che riusciremo a capire cosa succede a nostro figlio. Adesso vai di sopra,cambiati e lo portiamo in ospedale: Carlilse sarà felice di darci una mano”
Annuii semplicemente perché in quel momento se avessi aperto la bocca sarei scoppiata a piangere. Andai in bagno per sciacquarmi un po’ il viso,e poi mi vestii con le prime cose che trovai. Quando tornai di sotto trovai Edward che parlava concitatamente al cellulare. “Sì papà arriviamo subito,il tempo della strada e siamo da te” quando chiuse si voltò e vedendo il mio aspetto terrorizzato si affrettò a rassicurarmi. “Bella ho avvisato Carlisle del nostro arrivo in modo da avere subito assistenza. Ma dobbiamo sbrigarci,mio padre ha detto che potrebbe diventare cianotico da un momento all’altro visto come piange”
Come se quelle parole mi avessero sbloccato dallo stato di trance in cui ero caduta velocemente afferrai la mia borsa e aprii la porta “Muoviamoci” dissi e in un attimo fummo in macchina. Neanche il movimento della macchina riuscì a tranquillizzare Matthew che era sempre più rosso e adesso stava scalciando come un matto,muovendo le sue gambine più forte che poteva,e accarezzandole notai come fossero innaturalmente  rigide. “Edward guarda come scalcia,credo che abbia fastidio da qualche parte”
Edward gettò una rapida occhiata al piccolo,poi tornando a guardare la strada,mi accarezzò una mano “Tranquilla Bella,siamo arrivati ormai.” Ed effettivamente dieci minuti dopo eravamo nello studio di Carlisle. “Dallo a me Bella” mi disse il dottore,predisponendo le sue braccia a mo’ di culla per accogliere il nipotino; feci come mi disse e lui si allontanò adagiando il piccolo sul lettino e iniziando a tastargli l’addome. Io e Edward,in religioso silenzio,ci avvicinammo a loro due per osservare meglio quello che stava facendo Carlisle. In breve i singhiozzi di Matthew iniziarono a scemare e lui parve rilassarsi,riprendendo a respirare in modo più sano,tanto che anche il rossore del viso andò scemando.
“Bravo piccolo,così”gli sussurrava Carlisle,continuando a massaggiargli il pancino e accarezzandogli di tanto in tanti le gambine,che finalmente si muovevano in maniera più rilassata; io e Edward ci guardammo sconvolti quando Matthew sbadigliò e vedemmo le sue palpebre tremolare per poi chiudersi definitivamente abbandonandosi al sonno. Chi lo avesse visto il quel momento avrebbe creduto che quel bambino stesse dormendo beato da tutta la notte e non che avesse appena smesso si piangere come un forsennato. Dopo avergli sistemato intorno dei peluches, che Carlisle teneva nello studio per distrarre i bambini più grandicelli durante le visite,per evitare che cadesse, il padre di Edward si girò verso di noi e ci fece cenno di accomodarci nelle poltroncine davanti la sua scrivania;quando feci per muovermi notai che la mia mano era stretta a quella di Edward. Avvampai per quel gesto intimo che non mi ero neppure accorta di aver compiuto,ma lui mi sorrise e con naturalezza sciolse la presa.
“Tranquilli ragazzi” iniziò Carlisle con un tono di voce basso per non disturbare il sonno del piccolo “Matthew non ha nulla di grave; ha avuto solo un attacco di colichette particolarmente intenso per questo ha pianto così a lungo”
Tirai un sospiro di sollievo e solo in quel momento sentii tutta la tensione sciogliersi e le lacrime fare capolino dai miei occhi. “Bella calma,hai sentito Carlisle,va tutto bene” mi rassicurò ulteriormente Edward. Provando a sorridere,mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e mi raschiai la gola prima di parlare: ero certa che la mia voce uscisse particolarmente gracchiante “Scusate. È solo che è stata una notte difficile,mi sono trovata spiazzata di fronte la sua crisi,non sapevo cosa avesse né tanto meno come avrei dovuto calmarlo. Sono una pessima madre” conclusi abbassando il viso e portandomi le mani tra i capelli.
Sentii il rumore di una sedia che si muoveva e poi trovai il viso di Carlisle a pochi centimetri dal mio,si era accovacciato sulle ginocchia per potermi guardare negli occhi. “Bella tu sei tutto fuorché una pessima madre. Stai crescendo questo bambino da sola,cercando di chiedere aiuto il meno possibile pur sapendo che tutti noi saremmo più che felici di prenderci cura di quel bellissimo bambino. Guardalo Bella: è sereno,
dorme tranquillo adesso e credimi se ti dico che tu hai fatto tutto quello che era possibile.”
Alzai un po’ lo sguardo fino a puntarlo nel suo e lo vidi sorridermi dolcemente,poi guardai verso Edward e anche  lui mi guardava sereno. “Va bene,ok mi avete convinta. Ma se si dovesse ripresentare il problema cosa dovrei fare? Perché il solo pensiero di sentirlo nuovamente urlare come ha fatto stanotte mi provoca un dolore tremendo”
Carlisle si alzò e tornò a sedersi alla sua scrivania “Ti prescriverò una soluzione contenente un’essenza di finocchio; se il problema dovesse ripresentarsi intenso come stanotte dovrai somministrargli dieci gocce. Con la stessa pipetta che c’è nel flacone,gliele puoi mettere direttamente sulla lingua: sono fatte proprio per i bambini  e per questo tipo di disturbi. Poi è importante pure che tu gli faccia dei massaggi circolari sull’addome,così da favorire l’espulsione dell’aria. Tutto chiaro?” annuii e quando feci per prendere la ricetta che Carlisle mi stava dando,fui preceduta da Edward “Le compro domattina e poi te le porto” mi sorrise gentile.
“Bene,se non c’è altro io andrei,devo fare il mio giro di visite. Voi potete rimanere qui tranquillamente”
“Grazie Carlisle” dissi veramente riconoscente.
“Dovere Bella,e poi voglio che il mio nipotino stia bene” e mi schiacciò l’occhio prima di uscire dalla stanza. Mi alzai,e seguita da Edward,ci avvicinammo al lettino dove Matthew dormiva beato.Image and video hosting by TinyPic Delicatamente gli accarezzai la testolina,stando attenta a non svegliarlo. “E’ bellissimo quando dorme” mi sussurrò Edward all’orecchio. Sorrisi “Già è davvero bellissimo,anche se in questi giorni mi sta facendo disperare” ammisi.
“Perché?”
“Da una settimana sto provando a dargli quelle specie di cose collose che chiamano farine,ma l’impresa è più difficile del previsto”
“Non gli piacciono?” mi chiese interessato Edward
“Decisamente no,e in effetti non posso biasimarlo,sembrano cemento fresco pronto per essere usato,e l’odore non è dei migliori. Ma un neonato di tre mesi non dovrebbe comprendere queste cose,ma a quanto pare nostro figlio lo fa,perché più di una volta me le ha sputate in faccia” conclusi borbottando,certa che ora mi avrebbe preso in giro,ma non lo fece,al contrario aveva un’espressione,beata,felice.
“Che c’è?” gli chiesi curiosa.
“Mi piace quando ti riferisci a Matthew come nostro figlio,suona bene” ammise estasiato.
“E’ la verità”
“Sì,ma sapere che stavo per perdere tutto questo per il mio stupido orgoglio e per paura di soffrire ancora,mi fa fremere di rabbia” e nel dire ciò strinse i pugni,evidentemente scosso,e chiuse gli occhi prendendo a respirare molto lentamente.
Agii d’istinto,prendendogli il viso tra le mani “Edward guardami,apri gli occhi e guardami” non continuai a parlare fino a quando lui non fece come gli avevo detto “Quello è il passato,adesso dobbiamo andare avanti tutti e due. Matthew è dietro di te,che dorme tranquillo,certo che il suo papà gli vuole bene e che in futuro potrà contare su di lui ogni volta che ne avrà bisogno. Hai sbagliato e anche tanto in passato,ma questo non deve impedirti di vivere appieno il tuo presente con lui,chiaro?”
“E’ giusto il tuo discorso ma sapere che se non mi fossi comportato da stupido magari adesso vivremmo insieme come una famiglia felice,e io stanotte sarei stato lì con te a cercare di capire cosa avesse nostro figlio,oppure mi sarei preso anche io qualche sputo in faccia mentre gli davo da mangiare. Per il mio comportamento da coglione sto perdendo tutto questo,momenti che non torneranno mai più e che nessuno mi potrà mai restituire,e sapere di non potergli più vivere mi provoca un dolore immenso qui” e si portò una mano al cuore. Quando alzai il viso per tornarlo a guardare negli occhi e rispondergli le parole mi morirono in gola quando vide che il suo volto era rigato dalle lacrime: stava piangendo. Era la prima volta in vita mia che vedevo un uomo piangere,e non un uomo qualsiasi. Edward Cullen,lo stesso che aveva rifiutato me e suo figlio,finalmente aveva capito di aver sbagliato e vederlo lì così indifeso,mi spezzò il cuore. Lo abbracciai,e lui si aggrappò forte a me,singhiozzando: e in quel momento capii che c’era una sola cosa possibile da fare affinché stessimo meglio entrambi,perché non aveva senso crescere un bambino nel rancore,e non avremmo mai potuto insegnargli niente di buono se prima non avessimo superato quella situazione.
“Ti perdono Edward. Ti perdono”
 
** Home,Michael Buble

 
Allora,Bella ha perdonato Edward. Vi avviso che ciò non vuol dire che dal prossimo capitolo ci saranno sbaciucchiamenti o momenti teneri tra loro due: per quello,se mai accadrà,c’è tempo. Il perdono di Bella è dovuto ad una riflessione molto chiara: non si può vivere nel rancore. Ecco perché ha accettato di perdonarlo,ma lui deve riconquistare ancora del tutto la sua fiducia.
Fatemi sapere cosa ne pensate,cono pronta a ricevere anche delle critiche purché siano costruttive :) un bacio e alla prossima settimana. Paola

 

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Capitolo 15
*** I Cullen ***


Buonasera fanciulle! Allora sono felicissima che la scelta di Bella non vi sia sembrata azzardata,e che tutte l'abbiate apprezzata ^^ mi avete tolto un peso dallo stomaco! Per chi crede che non ci saranno mai momenti pucciosi vi dico subito che arriveranno,abbiate solo un pò di pazienza,anzi già qui c'è un assaggino.
Il capitolo doveva arrivare nel pomeriggio,ma poi sono andata al cinema a vedere Jane Eyre *_* e poi ho letto tutte le recensioni della fantastica Misa,che nonostante il suo gran bel da fare,ha letto e recensito tutto: grazie tesoro <3
Il capitolo va dedicato a lei e passate pure dalla sua bellissima storia Dopotutto è sempre meglio essere in due (particolare,ma tanto romantica e poi i protagonisti sono awwwwwwwwww)
Ultima cosa e poi non vi rompo più...Tanti auguri Fio! lei non saprà mai che le ho fatto gli auguri pure qui,ma l'adoro troppo e poi è un'autrice bravissima ^^
Bene,vi lascio al capitolo prima che mi uccidiate ;)

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I CULLEN

Ohana significa famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato **

Esausta dopo una giornata di pulizie in casa,mi buttai sul divano,con una coppa di gelato nocciola e pistacchio tra le mani,mentre il piccolo giocava sul tappeto con vari sonagli e altri giochini musicali; quando si accorse che avevo qualcosa di commestibile tra le mani,si sporse con le braccia per essere preso e aprì la sua boccuccia per assaggiare il gelato.

“Amore della mamma vuoi il gelato? Vediamo se ti piace” presi una puntina di cioccolato con il cucchiaino,e gliela feci provare: lui prima arricciò le labbra non aspettandosi il freddo del gelato,ma poi aprì nuovamente la bocca per farmi capire che aveva gradito.Image and video hosting by TinyPic

“Ma sei un golosone!”  stavo per farglielo assaggiare di nuovo ma il campanello ci distrasse; lo presi in braccio e andai ad aprire. “Ciao Edward” ero sorpresa di vederlo.

“Ciao. Posso? Vi disturbo?”

“No entra pure,stavamo mangiando il gelato,ne vuoi un po’ anche tu?” lo feci accomodare e gli passai Matthew.

“No grazie. Ma anche lui lo mangia? Non è troppo piccolo?”

“Ha otto mesi Edward. E poi lo assaggia solamente da me,la parte più sciolta,è la prima volta che proviamo. Ma cosa ci fai qui?”

“Domani è il compleanno di Tanya e vorrebbe che il suo nipotino fosse presente”

 “Ok, per me non c’è alcun problema.”

“Forse un problema c’è: ha deciso di invitare anche te a cena domani sera”

Sulla mia faccia dovette dipingersi un’espressione terrificante perché Edward si sporse verso di me “Bella respira,ti senti bene?”

Feci come mi disse e sentii i polmoni ringraziarmi e smettere di bruciare: non mi ero accorta di aver smesso di respirare “Io non credo sia una buona idea. Voglio dire dopo tutti i casini che ci sono stati,i tuoi mi vogliono a casa loro?” il tono della mia voce aveva un che di isterico,ma non me ne curai molto,presa da un problema ben più grosso.

“Sono passati sei mesi Bella dal vostro incontro,e le cose tra di voi vanno benissimo,anche con Carlisle tutto sommato vi siete chiariti. Ti prometto che andrà tutto bene,e in qualunque momento ti sentirai a disagio ti riporterò subito a casa” sorrise fiducioso,stringendo caldamente le mie mani fra le sue,per trasmettermi un po’ del suo coraggio. Annuii un po’ più tranquilla,e lui si rimise composto,riprendendo a giocare con il piccolo.

Il giorno dopo tentai in ogni modo di non pensare a cosa mi avrebbe aspettato nel pomeriggio,e più o meno ci riuscii. I problemi iniziarono verso le cinque quando iniziai a prepararmi per la cena con i genitori di Edward; ero davanti all’armadio da circa mezz’ora senza sapere assolutamente nulla di quello che avrei potuto indossare. Sobbalzai quando bussarono alla porta,e voltandomi trovai Edward con in braccio Matthew che mi guardava con un sorriso beffardo: era arrivato in anticipo per vedere se avevo bisogno di una mano con il piccolo e in effetti mi faceva comodo che lui si prendesse cura di Matthew,mentre io mi preparavo.

“Che vuoi?” esclamai con un tono di voce più acido di quanto volessi

“Contempli quell’armadio da non so quanto e non credo che da solo lui riuscirà a tirare fuori i vestiti per te. Indossa ciò che ti fa sentire a tuo agio,Bella; i miei sono persone semplici,lo sai,e comunque non penso proprio che baderanno a come sarai vestita e inoltre non c’è nessun altro a parte il fidanzato di Tanya,a cui non importerà come ti vestirai”

Mi passai una mano fra i capelli frustrata al massimo “Sì hai ragione,è solo che voglio fare bella figura e mi mette una certa ansia pensare di andare a casa tua,non ci sono mai stata”

“Frena,frena Bella” adagiò delicatamente Matthew sul letto e mi venne accanto “Non c’è bisogno di farti prendere dall’ansia. Esme e Carlisle ti conoscono già,non c’è bisogno di farsi queste paranoie. Quindi ora calmati e finisci di prepararti,senza pensare a dove stiamo andando,ok?” annuii senza alzare lo sguardo,vergognandomi un po’ per il mio comportamento infantile,e lui mi scompigliò i capelli,prima di prendere il bambino e uscire. Alla fine scelsi un vestito color panna,con un cinturino nero alla vita: semplice ma elegante.

Quando arrivammo a casa Cullen ad accoglierci fu Tanya: non ebbi neppure il tempo di farle gli auguri che mi saltò al collo per quanto era felice di avermi lì; nel salone trovammo poi ad attenderci i genitori di Edward. Cercarono di mettermi subito a mio agio,e mio figlio venne spupazzato da tutti,e non lo ebbi tra le braccia per un po’ di tempo. La cena trascorse in maniera tranquilla; parlammo del più e del meno,le domande più frequenti erano su Matthew e sulla sua crescita,e io ricevetti nuovamente i complimenti da Carlisle,che da medico mi disse che il piccolo aveva un aspetto sano e forte per i suoi otto mesi,poteva benissimo sembrare anche più grandicello della sua età. Dopo la cena e l’apertura della torta,Edward mi accompagnò in camera sua per permettermi di allattare il piccolo,che cominciava a dare segni di stanchezza; mentre lo allottavo mi persi a contemplare la quantità infinita di dischi e libri che riempivano la sua libreria. Quando Matthew si addormentò,ne approfittai per uscire un po’ in balcone e ammirare il giardino della casa illuminato dalla luce della luna.

“Ehi” sobbalzai sentendo una voce alle mie spalle. Evidentemente ero rimasta più del dovuto in quella camere visto che Edward era venuto a cercarmi. “Ehi” risposi semplicemente.

“Va tutto bene? Sono venuto a cercarti su richiesta di mia madre,è pronto il caffè”

“Sì va tutto bene. Mi sono incantata a guardare il giardino illuminato dalla luna”

“Andiamo allora. Prendiamo il caffè e poi ti porto a fare un giro in giardino! A Matthew ci baderanno mia madre e Tanya.” E così dicendo lo seguii in salotto,dove prendemmo il caffè tutti insieme, e poi fuori casa.

Il giardino era veramente bellissimo: l’erba era stata tagliata da poco,ovunque erano state piantate rose e altra piante meravigliose con fiori colorati,tra le quali riconobbi delle buganvillee.

Io ed Edward camminammo per un po’ in silenzio,assaporando quegli attimi di pace che non sempre con Matthew potevo permettermi; l’aria della sera era più fresca di quanto pensassi e iniziai a rabbrividire. Mi strinsi le braccia intorno al corpo,e poco dopo sentii qualcosa posarsi sulle mie spalle: la giacca di Edward.

“Grazie” sussurrai e lui in tutta risposta alzò semplicemente le spalle e mi fece l’occhiolino.

“E’ bellissimo questo giardino”                                                                                                                  

“Se ne occupa personalmente Esme; non permette neppure al giardiniere di avvicinarsi ai suoi preziosi fiori” ridemmo insieme della sua battuta.

“Si vede lontano un miglio che i tuoi genitori si amano,nonostante siano passati tanti anni dal loro matrimonio. Non ci avevo fatto caso le altre volte,ma vederli insieme,a casa loro, fa tutto un altro effetto”

“Si hai ragione. Sai in tutti questi anni non li ho mai sentiti dirsi una volta ti amo; all’inizio,soprattutto da piccolo,credevo non si amassero davvero,in fondo nei film o nei libri questa parola ricorre molto spesso,quindi ero certo che presto si sarebbero lasciati,magari quando io e Tanya fossimo diventati adulti. Poi ho capito che quelle sette lettere per loro non erano così fondamentali perché dimostrano il loro amore tutti i giorni: lo fanno in maniera discreta,senza che qualcuno intorno a loro possa accorgersene,magari con una carezza o con una semplice occhiata.”

“E’ meraviglioso” esclamai,ma improvvisamente un capogiro mi colse e se non mi avesse afferrata Edward sarei caduta a terra.

“Bella tutto bene?” era seriamente preoccupato.

“Sì,era solo un capogiro,forse è il caso di tornare a casa” annuì e in breve salutammo tutti,e ci ritrovammo sulla strada per tornare a casa.

Una volta arrivati mi aiutò a portare Matthew dentro e poi mi fece una richiesta curiosa ma legittima “Posso metterlo io a letto? Vorrei dargli il bacio della buonanotte,se non ti dispiace…” Rimasi a fissarlo per un po’,ma poi mi imposi di rispondergli “Sì certo,sai già dov’è la sua culla,quindi fai pure”

Con un sorriso che solitamente dedicava solo al figlio,mi superò e cullando dolcemente Matthew lo portò di sopra; li seguii pure io e preparai sul letto tutto l’occorrente per il bambino: pannolino pulito,cremine varie per il culetto e il suo pigiamino. Delicatamente Edward poggiò il bambino nel letto e,stando attento a non svegliarlo,lo sistemò per la notte,cambiandogli il pannolino,oramai non faceva più storie ed era diventato anche piuttosto bravo,mettendogli il pigiama e adagiandolo poi nella culla,lasciandogli un bacio sulla testolina,ricoperta da un sottile strato di capelli rossicci.

“La notte dorme tranquillo o si sveglia?” mi chiese sussurrando.

“Edward lasciatelo dire ma sei un pessimo osservatore” davanti alla sua espressione confusa,mi affrettai a continuare “Non ti sei accorti delle mie occhiaie?! Sembro un panda! Praticamente da otto mesi dormo cinque ore per notte,credo che il capogiro di stasera sia stato un avviso del mio corpo che sta per cedere; in questi giorni poi è anche peggio con i dentini che stanno spuntando: ha le gengive gonfie e non fa altro che piangere e sbavare ogni cosa,tipo un lama” e risi della mia battuta stupida,ma lui si fece serio e la sua espressione divenne quasi malinconica “Mi dispiace,vorrei darti una mano. Se vuoi qualche sera posso portarlo da me,cosi ti riposi un po’” mi stupì parecchio la sua richiesta.

“Grazie,sei molto gentile,ma vedi lui quando si sveglia ha fame e vuole solo il mio latte.” Mi giustificai così,non mi allettava l’idea di separarmi da mio figlio per una notte intera,sapendolo in una casa che non conosceva senza di me: è vero che ci sarebbe stato il padre,ma nessuno lo capiva bene quanto me e poi era abituato a sentire il suono della mia voce,il contatto delle mie braccia; poteva sembrare stupido,ma io pensavo che Matthew capisse benissimo quando fossi io a tenerlo o quando lo facesse qualcun altro.

“O bé certo” e si portò una mano alla nuca,segno che quella conversazione lo aveva imbarazzato o comunque non era a suo agio.

“Se vuoi, qualche volta,puoi restare a dormire qui. Così proverai l’ebbrezza dell’essere svegliato in piena notte da urla disperate” dissi,per cercare di farlo tornare tranquillo,ma non mi sarei aspettata una reazione simile da parte sua. Con due grandi falcate colmò la distanza che ci separava e mi strinse in un abbraccio,soffocandomi quasi “Grazie Bella,non sai quanto mi rendi felice. Posso rimanere già stasera,così stanotte potrai riposarti e se dovessi sentirti poco bene ci sarei io a pensare a te e Matthew”

In effetti il suo ragionamento non faceva una piega e poi non potevo tirarmi indietro proprio ora “Va bene” e non mi lasciò il tempo di continuare perché la sua stretta divenne ancora più forte e stavolta seriamente mi mancò il fiato.

Mentre lui andò in bagno per sistemarsi,io preparai il divano letto e portai giù anche una coperta in più,nel caso potesse sentire freddo.

“Potevi aspettarmi,ti avrei aiutato” sobbalzai sentendo la sua voce,non mi ero accorta fosse uscito dal bagno. “Scusa,non volevo spaventarti”

Sperai di non arrossire visto che si era presentato in boxer: doveva essere quello il suo pigiama “Non fa nulla. Penso che qui ci sia tutto quello di cui hai bisogno: asciugamani puliti per domattina e una coperta in più per la notte. Se dovessi avere fame o sete la cucina è a tua disposizione”

“Grazie mille e scusa per il disturbo”

“Nessun disturbo. Io vado in camera,sono stanca e domani mi aspetta una giornata pesante. Ho lasciato l’interfono acceso,così se Matthew dovesse piangere lo sentirai anche tu; per qualsiasi cosa,non esitare a chiedere”

“Ok,allora buonanotte”

“Notte” sussurrai,senza sapere bene il perché di quel mio tono di voce,e mi avviai verso la mia camera,accertandomi che la porta fosse ben chiusa,con il presentimento che quella notte non avrei dormito poi così bene. Ma certe idee da dove mi venivano in mente?

 

Puntuale come solo una sveglia può esserlo,il mio cellulare cominciò a suonare alle sette; la spensi velocemente per evitare che Matthew si svegliasse e mi rigirai un altro po’ nel letto,sentendomi riposata come poche volte lo ero stata negli ultimi tempi. Stiracchiandomi un’ultima volta,mi ricordai che di sotto si trovava Edward,così balzai in piedi per occupare il bagno prima che lo facesse lui. Mi avvicinai alla culla,per verificare che il bimbo dormisse tranquillo,ma quando la trovai vuota mi preoccupai; decisi di mantenere la calma,in fondo Matthew non sarebbe potuto uscire da solo, e mi precipitai nel salotto,dove Edward aveva passato la notte. Provai a chiamarlo ma dalla mia gola uscì un suono non meglio identificato dovuto alla voce arrochita dal sonno e dalla paura; arrivata lì,un sorriso spontaneo si aprì sul mio viso,alla vista di quello che mi si presentava agli occhi: Edward dormiva beatamente e sul suo torace era sdraiato Matthew,con i palmi delle manine aperti e appoggiati al petto del suo papà e la boccuccia leggermente aperta. Erano bellissimi.Image and video hosting by TinyPic Senza fare rumore presi la mia macchina fotografica,sempre a portata di mano come mi aveva consigliato Alice,e cominciai a scattare varie foto da tutte le angolazioni possibili. Forse svegliato dal click della macchina fotografica,Edward aprì i suoi occhi,che sembravano ancora più verdi e luminosi grazie agli spiragli di sole che entravano dalle serrande.

“Buongiorno,scusa non volevo svegliarti”

“Ciao,non preoccuparti. Ma posso sapere cosa stavi facendo?” alzò un sopraciglio con fare indagatore e io arrossii immediatamente “Stavo semplicemente scattando alcune foto a te e Matthew,eravate molo teneri. Spero non ti dispiaccia e poi non hai molte foto con lui”

Scosse vigorosamente la testa,sorridendo estasiato,per poi bloccarsi quando si ricordò che Matthew dormiva ancora beatamente sul suo petto.

“Scusa ma quando lo hai portato di sotto?” all’improvviso mi ricordai che quella notte non lo avevo sentito piangere.

“Ha iniziato a piagnucolare verso le due. Tu ti sei svegliata e ti ho trovato che lo allattavi; sono rimasto un po’ con voi,fino a quando tu non ti sei addormentata mentre lui ancora mangiava,così l’ho preso e l’ho portato di sotto con me.”

“Oh” fu l’unica cosa che riuscii a dire,sentendomi una cretina,così prima che lui potesse dire altro,gli dissi che sarei andata in bagno a fare la doccia,e dopo avrebbe potuto usarlo lui.

 

Il resto della giornata trascorse abbastanza tranquillo,con Edward che si offrì di fare la spesa e poi cucinammo insieme: o meglio io cucinavo e lui apparecchiava. Mi aveva detto di essere bravo ai fornelli,ma non mi fidavo molto. Dopo pranzo,mentre Matthew faceva il suo riposino,noi ci sistemammo sul divano in cerca di qualcosa di interessante in tv.

“Bella posso chiederti come hai fatto ad andare avanti fino ad ora?”

“Cosa vuoi dire?” seriamente non riuscivo a capire il senso della sua domanda.

“Intendo economicamente. È da un po’ che ci penso e non credo che tu abbia un lavoro”

“Ho ancora da parte qualche risparmio derivante dalla borsa di studio della scuola di danza,qualcosa mi passano i miei e poi durante la gravidanza ho dato qualche ripetizione ad alcuni ragazzi. Poi ci sono Alice e Rosalie che tutti i giorni o a pranzo o a cena si autoinvitano portando da mangiare. Effettivamente non è stato e non sarà semplice e adesso devo mettermi seriamente a cercare un lavoro” conclusi affranta,sapendo che in effetti presto io e mio figlio ci saremmo trovati con l’acqua alla gola.

“Mi dispiace tanto Bella; so di avertelo già detto,ma penso che il mio senso di colpa non passerà tanto facilmente… comunque ora non devi preoccuparti,ci penserò io sia a te che a Matthew”

 “Aspetta Edward. Tu sei il padre di Matthew e quindi sei liberissimo di comprare ciò che vuoi per lui,ma io non ho cambiato idea. Io  non voglio i tuoi soldi per me,non voglio essere la tua mantenuta”

“Ma non lo sarai,ti passerò i soldi necessari perché tu viva tranquillamente senza lavorare”

“E come si chiama questo al tuo paese? Edward io non voglio che la gente pensi che io sia la tua mantenuta,o che ti stia sfruttando dopo essermi fatta mettere incinta. Sono sempre riuscita a cavarmela da sola,e continuerò anche adesso a fare così”

“E come pensi di trovare lavoro? Non hai esperienze,né un titolo di studi adeguato e per di più sei mamma: diciamo che questi non sono i requisiti per farsi assumere facilmente”

“Qualcosa mi inventerò,continuerò con le ripetizioni,non so. Ma una cosa è certa,non userò un solo centesimo dei tuoi soldi per me,perché non è giusto e poi io non sono nessuno per te”

“Non è vero Bella,tu sei la madre di mio figlio e questa per me è la cosa più importante.” E le sue parole mi spiazzarono.

 

**Lilo e Stitch


Piaciuto? Edward sta salendo sempre più nelle vostre graduatorie?  Nel prossimo capitolo comparirà un personaggio dal passato di uno dei due protagonisti,occhio a non perderlo ^^ un bacione ragazze,credo non ci siamo uomini qui dentro,in caso contrario fatevi avanti,e ci sentiamo la prossima settimana. Paola :D

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Capitolo 16
*** Ritorni ***


Buona sera ragazze! Sono felicissima perchè con lo scorso capitolo siamo arrivati al traguardo delle 101 recensioni (coem la carica dei cagnolini dalmata ^^),e il merito è tutto vostro,che mi sUpportate e sOpportate in questa mia follia: grazie veramente di cuore *_*
Vi lascio velocemente al capitolo,felice che il nostro Edward sia sempre più nelle vostre grazie ;)
PS: una menzione speciale va a IsaMarie,la centunesima a recensire :D


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RITORNI

Ricorderò e comunque e so che non vorrai

Ti chiamerò perché tanto non risponderai **

“Matthew  fermo o ti farai male” lo acchiappai prima che riuscisse ad infilarsi sotto il letto. Aveva da poco compiuto nove mesi e la sua crescita era coincisa con la scoperta che adesso mio figlio era in grado di gattonare.Image and video hosting by TinyPic La prima volta che lo vidi arrivare in cucina,quando io lo avevo lasciato nel tappeto del salotto giusto il tempo di prendere un bicchiere d’acqua mi venne un colpo. Subito aiutata da Rosalie ed Alice avevamo cominciato ad attaccare gommine su tutti gli spigoli presenti in casa e a togliere tutto ciò che di fragile e pericoloso fosse alla portata del mio bambino. Ma avevo sottovalutato la sua attrazione per il letto,o meglio per il suo sotto; più di una volta lo avevo trovato lì e temevo che potesse farsi male sbattendo la testa nella rete del letto o tentasse di mettersi seduto non capendo che non ci sarebbe entrato.

Quando lo acciuffai lui iniziò a frignare e a scalciare per essere rimesso giù; stava diventando un bambino abbastanza viziato a causa degli zii e dei nonni,che gli facevano passare tutte le marachelle. Era sempre più complicato stare dietro a lui e ai suoi bisogni,adesso che era diventato ancora più vivace; più di una volta lo avevo beccato intento a scavalcare le sbarre del box o della culla e ogni volta era un tuffo al cuore: temevo che un giorno non me ne fossi accorta in tempo e sarebbe caduto,facendosi seriamente male. Edward diceva che dovevo lasciarlo fare,tutti i bambini lo hanno sempre fatto,ma poi appena gli vedeva un graffietto sulla punta del dito,faceva tre ore di storie su quanti pericoli ci fossero in una casa per un bambino piccolo e che i nuovi architetti avrebbero dovuto progettare case più a misura di bambino.
Misi Matthew nel suo box e in quel momento suonarono alla porta; mi precipitai ad aprire e mi ritrovai davanti un Edward notevolmente accigliato,come volevasi dimostrare. “Perché sta piangendo?” chiese preoccupato e senza aggiungere altro mi spinse da parte per entrare e prese immediatamente suo figlio in braccio,il quale,come sempre,smise di frignare all’istante.
“Comunque ciao. Tranquillo stava piangendo solo perché gli ho impedito di infilarsi sotto il letto,ma come puoi vedere basta che arrivi tu e lui diventa il bambino più buono del mondo” sbuffai: mio figlio era un cocco di papà,nonostante da sempre i figli maschi fossero più affezionati alle mamme,lui era l’eccezione che conferma la regola.
“Certo amore di papà,adesso ci sono io. Prometti che non andrai più sotto il letto: rischi di farti la bua” e gli scoccò un bacio sulla guancia,mentre Matthew iniziò a ridere divertito per le smorfie che gli faceva il padre,ed io alzavo gli occhi al cielo visto che mi toccava combattere con due bambini anziché uno solo.

Ad un tratto il mio cellulare prese a squillare e guardando il display mi accorsi che era un numero che non avevo salvato nella rubrica “Pronto?” risposi titubante.

“Ciao Bella” una voce calda e familiare mi salutò,ma non riuscii a capire a chi appartenesse.

“Scusi chi parla?”

“Non mi riconosci più? Sono James”

“James?!” ero sconcertata da quella sua rivelazione,incredibile! Erano passati tre anni dall’ultima volta che ci eravamo  visti e sentiti e il mio ultimo ricordo di lui non era dei più felici.

“Già,sono passati tre anni da quando ci siamo sentiti… sono tornato ieri dall’Europa e frugando tra i cassetti per mettere in ordine la casa ho ritrovato tantissimi ricordi di noi due e mi sono detto, perché non chiamarla? Ho fatto male?”

“No assolutamente, solo che non mi aspettavo proprio di sentirti,mi hai colto di sorpresa,tutto qui”

“Senti che ne dici se domani sera ci vediamo?”

“Ecco James io non so se è il caso…” uscire con il mio ex ragazzo non mi sembrava una buona idea,e poi avevo già avuto tanti casini ci mancava solo lui a complicare oltre le cose.

“Facciamo così – mi interruppe- non mi devi rispondere ora; io domani passo a prenderti alle otto,se tu non te la sentirai basta che mi avvisi entro quell’ora,ok?” era piuttosto risoluto il ragazzo.

“Va bene,l’indirizzo è sempre quello”

“Allora spero di rivederti domani,ciao Bella!”

“Ciao” chiusi la telefonata e restai a fissare il telefono come un idiota: quella chiamata mi aveva completamente destabilizzato; non avrei mai creduto possibile che dopo il modo in cui mi aveva mollata,si sarebbe rifatto vivo. A volte la vita era veramente assurda.

“Chi era?” la voce di Edward mi risvegliò dal mio stato di trans.

“James,il mio ex ragazzo” sussurrai, ancora con la testa un po’ frastornata

“Ah… e cosa voleva?” ma che interessava a lui?

“Mi ha chiesto di vederci domani sera”

“E vorrei sperare che tu non abbia intenzione di andarci” il suo tono era abbastanza minaccioso

“Veramente non ho ancora deciso” risposi piccata per la sua affermazione: non aveva ancora capito che lui non poteva e non doveva controllare la mia vita.

“Non vedo il motivo per cui tu debba andarci. Se vi siete lasciati un motivo ci sarà stato,quindi non vedo il perché vi dobbiate incontrare” rispose con un’aria di sufficienza che mi mandò in bestia.

“Edward cosa ti importa a te di quello che faccio? Preoccupati di Matthew,a me ci penso io! Con quale diritto vieni a dirmi cosa devo o non devo fare?! Ti devo qualcosa per il fatto che mi hai trovato un lavoro?” sbraitai

“Non dire sciocchezze,tu non mi devi nulla per il lavoro alla biblioteca”

“Perfetto! Allora se non ti dispiace adesso vado a lavoro e domani uscirò con James,quindi vedi di organizzarti per tenere Matthew” e così dicendo afferrai la borsa e mi sbattei la porta di casa alle spalle prima che lui avesse il tempo di replicare. Per strada cercai di calmarmi e scrissi un messaggio alla mia amica,avevo bisogno di un suo consiglio.

 
Alice,al massimo entro domattina dobbiamo  vederci,ho bisogno del tuo aiuto!

Come al solito non dovetti aspettare molto una sua risposta

Tra un’ora sono in biblioteca da te; ma cosa succede?

Altrettanto velocemente le risposi

Tranquilla,ti spiego di presenza. A dopo ;)

 

Quell’ora non passò mai. La signora Coop,la proprietaria della biblioteca, mi aveva chiesto di mettere ordine nell’archivio,e così avevo passato tutto il tempo a sistemare i nuovi e i vecchi libri presenti,controllando l’orologio ogni tre minuti; un cantante diceva ‘Mi domando perché quando vivi aspettando un giorno passa lentamente come fosse un anno’: ecco quella era esattamente la mia impressione. Finalmente sentii la porta del piccolo studio aprirsi e farvi capolino la testa della mia amica. “Alice finalmente” le corsi incontro e l’abbracciai; lei ricambiò il mio abbraccio ma si scostò poco dopo “Allora signorina vuoi dirmi che sta succedendo?”

“Ecco vedi,ti ricordi di James,no? Stamattina si è rifatto vivo e mi ha chiesto di uscire ed io ho accettato” Improvvisamente vidi un susseguirsi di emozioni prendere forma nel volto della mia amica: sbigottimento,rabbia,incredulità,sorpresa; poi il suo viso divenne una maschera impossibile da leggere.

“Tu vuoi dirmi che hai accettato di uscire con James dopo tutto quello che è successo?” mi chiese impassibile,quasi freddamente.

“In realtà io non volevo accettare; ma poi Edward si è intromesso,ha detto che non avrei dovuto vederlo,io non ci ho visto più e così ho accettato”

“Ha fatto benissimo Edward a dirti ciò pur non sapendo nulla di quello che è successo tra voi; se fossi stata presente anch’io, gli avrei dato man forte”

Alle sue parole esplosi proprio come mi era successo con lui “MA COSA VOLETE TUTTI DA ME? Questa è la mia vita,MIA! E ne faccio ciò che voglio. Domani sera io uscirò con James che a voi piaccia o meno”

“Perfetto,allora io vado. Non ho più niente da dirti e comunque io lo facevo solo per il tuo bene,o devo ricordarti quanto hai sofferto dopo che vi siete lasciati?”

“Stai tranquilla me lo ricordo benissimo. Ma adesso le cose sono cambiate: sono cresciuta da allora e ho un figlio di cui devo prendermi cura,quindi non mi lascerò abbindolare facilmente”

“Fa come vuoi,ma poi non venire a piangere da me,perché io ti ho avvertito” e dicendo ciò andò via,lasciandomi lì sconcertata e incavolata nera. Ripensare agli anni passati con James faceva meno male adesso,ma i primi tempi avevo cercato di rimuovere ogni suo ricordo,chiedendo ad Alice di ripulire la mia casa da ogni sua traccia e piangendo tutte le notti abbracciata a lei; quindi potevo benissimo capire la sua paura,ma volevo solo che mi desse un’opportunità: avevo affrontato difficoltà ben peggiori e ne ero uscita a testa alta,adesso mi sentivo pronta a rivederlo, certa che non mi avrebbe più fatto lo stesso effetto di tanti anni fa. Mi accasciai sulla poltroncina e mi passai le mani tra i capelli,sperando che Alice mi perdonasse in fretta.

 

POV EDWARD

Tornai a casa particolarmente depresso,e anziché andare nella mia dependance,mi sedetti nel salone dei miei,con la testa tra le mani. “Edward,figliolo tutto bene?” mi chiese mio padre accarezzandomi una spalla.

“Sì certo…o forse no”

“Hai bisogno di parlare?” mio padre era fatto così,non insisteva mai per farti sfogare,aspettava i tuoi tempi,ma alla fine riusciva sempre a tirarti fuori i tuoi dubbi.

“Oggi ero da Bella,e ha ricevuto la chiamata di un suo ex ragazzo; io le ho detto che non mi sembrava il caso che uscisse con questo tizio,lei si è alterata parecchio e abbiamo finito per avere una discussione. Alla fine lei se ne è andata mollandomi lì con Matthew e dicendomi che domani sera lo terrò io visto che lei ha questo impegno. Mi spieghi perché deve uscire con un suo ex che non vede e non sente da tre anni? E se nel frattempo fosse diventato un criminale? Cosa ne sa lei?” conclusi agitato,gesticolando come mai era avvenuto in vita mia,neppure quando la professoressa mi interrogava di matematica e me la facevo sotto dalla paura.

“Ti piace vero?” sempre diretto il mio babbo.

Mi passai una mano tra i capelli imbarazzato,era inutile negarlo “Sì parecchio,io… credo di essermi innamorato papà. Non so bene quando è successo,ma mi ha stregato: è diverso dall’amore che provavo per Carmen,è più forte,più maturo” ammisi e mi sentii meglio dopo la mia confessione: ammetterlo ad alta voce era servito anche a fare chiarezza dentro di me.

“E’ lo stesso amore che ho provato io quando ho incontrato tua madre: in quel momento seppi che lei era la donna della mia vita,e feci di tutto per farla capitolare”

“Ma Bella non si fiderà mai di me” dissi amaro.

“Non è vero piccolo” intervenne mia madre,appostata dietro la porta del salone; si sedette accanto a me,accarezzandomi i capelli “Anche lei prova qualcosa per te,si vede dal modo in cui ti guarda,le brillano gli occhi da un po’ di mesi ogni volta che incrocia il tuo sguardo. Forse non vuole ammetterlo neppure a se stessa,perché ha paura,ma adesso è tutto nelle tue mani: devi riconquistare la sua fiducia,farle capire che di lei ti fidi e lo stesso può fare lei con te. Inizia con il non ostacolarla se vuole vedere questo ragazzo,vedrai che le farà piacere sapere che tu in un certo senso approvi. Comunque complimenti per la scelta,Bella è una ragazza veramente speciale” concluse,e mio padre annuì convinto delle sue parole.

“Grazie,non so come farei senza di voi. Vi voglio bene.”

“Anche noi piccolo” e ci stringemmo in un abbraccio come non accadeva da tempo.



**Ti scatterò una foto,Tiziano Ferro

Nota: la frase nel testo a cui pensa Bella,è presa dalla canzone 'Libero' di Fabrizio Moro

Bene,ecco a voi che compare un ex fidanzato di Bella,porterà scompliglio? per saperlo stay tuned e ci sentiamo la prossima settimana! Non fate caso alla mia pazzia,l'università e le 101 recensioni mi hanno mandato fuori di testa O_O a mercoledì,Paola

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Capitolo 17
*** James ***


Buon pomeriggio ragazze!
Noto con piacere che l'entrata in scena di James non vi dispiace poi molto,se serve a Edward per farlo crescere ^^ e con il passare del tempo lui sta acquistando sempre più punti nella vostra scaletta: come sono felice :D
Dunqeu vedremo adesso cosa succederà all'appuntamento tra James e Bella,e come si comporterà il nostro paparino ;) vi lascio alla lettura,ma prima guardate che carina questa immagine che mi ha postato Lover_96 sulla mia bacheca di fb:Image and video hosting by TinyPic non è un amore?
Colgo l'occasione per ricordarvi la mia pagina Fb,mi trovate come Paola Efp,e se volete aggiungermi ditemi chi siete qui,mi fa piacere parlare con voi :)
La smetto e vi lascio leggere!


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JAMES

Ma quel giorno che mai mi scorderò

mi hai detto: “non so più se ti amo o no ...

domani partirò sarà più facile dimenticare...

dimenticare...**

 

La fatidica sera dell’incontro con James arrivò! Inutile dire che tentai in ogni modo di rintracciare la mia amica,ma ogni volta lei mi rifiutava la chiamata; alla fine,esasperata, chiamai Jasper,il quale mi disse che stava bene ma che al momento era meglio lasciarla in pace e così feci. Poco diversa era la situazione con Edward; avevamo scambiato qualche parola per via del bambino,ma nulla di più,e quella sera sarebbe dovuto venire da me per tenere Matthew.

Stavo finendo di truccarmi,quando lui suonò alla porta; controllai Matthew che giocava tranquillo nel suo box e andai ad aprire. “Ciao” dissi cordiale,sperando recepisse il messaggio che volevo sotterrare l’ascia di guerra.

“Ciao” rispose semplicemente,e arrossii,quando notai il suo sguardo percorrere ogni centimetro del mio corpo fasciato da una abito nero,che metteva in risalto la mia pelle chiara. Volendo porre fine a quel momento imbarazzante lo feci accomodare e corsi in bagno per finire di prepararmi; ero tanto rossa che il fard non ci fu bisogno di metterlo,quasi.

Stavo prendendo la borsa ed il cappotto quando il campanello suonò nuovamente; prima che potessi anche solo muovermi,sentii chiaramente lo scatto della serratura,segno che l’aveva aperta Edward. Non avendo intenzione di scatenare una lite tra i due,decisi di andare subito di là,e come immaginavo li trovai che si guardavano in cagnesco e non saprei dire chi dei due avesse un aspetto più minaccioso. Mi avvicinai a loro e decisi di rompere quello strano silenzio “Ciao! Allora Edward ti presento James. James lui è Edward” educatamente James allungò una mano verso Edward,ma lui la guardò schifato senza stringergliela; per evitare che le cose peggiorassero più di quanto già non lo fossero,decisi di stringere io la mano di James e di uscire immediatamente da quella casa “Ok,Edward noi andiamo,ci vediamo più tardi e stai attento a Matthew” e così dicendo feci segno al mio accompagnatore di muoversi.

“Va bene,comunque stanotte pensavo di dormire qui,è più comodo per me” ribatté veloce,così che sicuramente James potesse sentirlo.

La richiesta di Edward mi prese in contro piede,e sicuramente era stata fatta per provocare me e il mio accompagnatore,ma accettai, tanto ormai ero abituata ad averlo per casa e non volevo assolutamente dargliela vinta “Va bene non ci sono problemi,solo dovrai farti tu il letto,oppure aspetti che io torni e lo facciamo insieme” annuì semplicemente e mi fece un piccolo sorriso. Gli voltai le spalle e raggiunsi James che mi aspettava vicino la macchina: mi accomodai e partimmo per la nostra serata. Durante il tragitto in macchina parlammo di cose futili,tanto per non rimanere in silenzio; non impiegammo molto tempo e James parcheggiò in un luogo che ben conoscevo: un tratto del lungomare in cui si trovava uno di quei gelatai con il camioncino che facevano un gelato buonissimo. “Spero che i tuoi gusti siano gli stessi di allora” disse James ed io annui contenta. Quando stavamo insieme,almeno una volta a settimana venivamo qui per cenare con il gelato,un’abitudine che avevo fin da piccola. Scesi velocemente dalla macchina e mi diressi verso la bancarella.

“Cosa desidera signorina?” mi chiese il gelataio gentile. “Una brioche pistacchio e nocciola” erano i miei gusti preferiti. Velocemente il signore me la preparò e me la consegnò,mentre prendeva anche l’ordinazione di James. Quando entrambi stringemmo tra le mani la nostra cena,ci incamminammo lungo la battigia,mangiando in silenzio per un po’. Poi James mi pose la fatidica domanda che mi aspettavo da quando ci eravamo allontanati da casa “Scusa Bella ma posso sapere chi è Edward?” la sua voce tradiva una certa curiosità,più che legittima,visto che evidentemente io ed Edward non eravamo una coppia,avendo io accettato di uscire con lui. “Vedi James,durante questi ultimi tre anni sono successe così tante cose che tu non puoi neanche immaginarti” e cosi gli raccontai di Edward,del nostro incontro e di Matthew: inutile dire che alla fine del mio racconto la mascella di James toccava praticamente terra e rischiava di staccarglisi. Gli diedi un po’ di tempo per assorbire tutta quella montagna di informazioni e aspettai paziente le sue domande che stranamente non arrivarono.

“Non hai nulla da chiedermi?” ero un tantino stupita dal suo comportamento.

“Assolutamente no. Per lo meno,non su Edward. Se doveva succedere qualcosa tra di voi sarebbe già successo e invece nulla. Parlami invece di Matthew: quanto ha adesso?”

“Nove mesi! Cresce a vista d’occhio e adesso che ha imparato a gattonare si salvi chi può” risposi ridendo

“Non deve essere stato facile crescere un bambino da sola” constatò

“Sarei una bugiarda se ti dicessi che sono state tutte rose e fiori. C’erano dei momenti in cui credevo,soprattutto i primi mesi,che non sarei mai riuscita a crescere mio figlio da sola. Lui la notte piangeva spesso e di conseguenza io non dormivo ed il giorno ero sempre più stanca; a volte dormivo solo tre ore per notte. Non sarei sopravvissuta senza l’aiuto delle mie amiche,Alice e Rosalie,e devo ammetterlo anche di Edward,che ha cercato di essere il più presente possibile dopo la sua nascita”

James sorrise,ma poi divenne serio “Io credo di doverti delle spiegazioni riguardo ciò che successe tre anni fa” sospirò,chiaro segno che era imbarazzato e che non gli andava di rivangare il passato,ma  in fondo era qualcosa che dovevamo fare,per capire perché la nostra relazione fosse improvvisamente naufragata nonostante avessimo parlato anche di matrimonio,o meglio lui lo aveva fatto visto che all’epoca io avevo diciotto anni. “Io sono stato un cretino Bella! Ho avuto paura. Pensavo che tu prima o poi ti saresti stancata di me e avresti anteposto la tua carriera di ballerina alla possibilità di costruire una famiglia. La tua carriera stava prendendo il ‘la’ proprio in quegli anni ed io,sollecitato anche dai miei genitori che mi premevano perché mi trovassi un lavoro prestigioso,ho deciso di mollare la presa. Pensavo che non sarei mai riuscito ad accettare il fatto che a causa delle tournee teatrali non ci saremmo visti per lunghi periodi di tempo e che il lavoro ti tenesse lontana da me. Ti ho lasciata solo per paura e non perché non ti amassi più. Potrai mai perdonarmi?”

Rimasi stupefatta per quella confessione; avevo sempre creduto che dietro la fine della nostra relazione ci fosse un’altra donna,e invece non era così: lui aveva avuto paura. Gli uomini valli a capire!

“Mi stai dicendo che hai mandato tutto all’aria solo per paura? Ti costava troppo parlarne con me? Come vedi non ho mai anteposto la mia carriera alla possibilità di avere una famiglia!” non sapevo se essere arrabbiata con lui o se scoppiare a ridere per la scusa che mi aveva dato.

“Hai ragione,ma all’epoca non potevo averne la certezza e i miei genitori credevano che tu non fossi la persona adatta per me. Mi dispiace di averti fatto soffrire”

“James tu non sai quello che mi hai provocato quando di punto in bianco te ne sei andato. Con un misero messaggio mi hai fatto sapere che partivi per l’Europa,che andavi dall’altra parte dell’oceano perché la nostra relazione stava diventando soffocante per te. Tu non sai che io per mesi non ho potuto sentire pronunciare il tuo nome,perché le crisi di pianto erano dietro l’angolo,che Alice ha dovuto eliminare ogni tua traccia da casa mia per evitare che cadessi nella depressione più nera. Io ho ricominciato a vivere solo dopo un anno che tu sei scomparso” stranamente il mio tono di voce non si era alterato e nessuna lacrima aveva fatto capolino dai miei occhi: finalmente riuscivo a ricordare tutto senza essere sopraffatta dal dolore.

“Sono stato uno stronzo,quindi se non vorrai più vedermi accetterò la tua decisione” era seriamente dispiaciuto e così decisi di perdonarlo,guadagnandomi un sorriso luminosissimo da parte sua. In fondo potevo guadagnare un amico da tutto quel casino,e dopo tanti anni non aveva senso portargli rancore.

Senza che me ne  accorgessi la serata era volata e si era fatta l’ora di tornare a casa; come se mi avesse letto nel pensiero James si alzò dalla panchina  e mi tese la mano che io prontamente afferrai.

 “E’ ora di restituire la mamma al suo bambino” disse ed io sorrisi per la facilità con la quale aveva accettato tutta la storia. Mi accompagnò fino alla porta di casa e lì rimanemmo un po’ imbarazzati.

“Allora buonanotte” feci io e lui parve ritornare in quel momento con i piedi per terra “Notte Bella e spero che possa rifare il bis; mi è piaciuto molto stare in tua compagnia” e tornò velocemente in auto,salutandomi poi con la mano.

Quando aprii la porta trovai Edward nel suo/mio divano letto che leggeva un libro.

“Ciao,è andata bene la serata?” mi chiese appena mi vide

“Sì. Finalmente ci siamo chiariti e io gli ho raccontato tutto quello che mi è successo negli ultimi due anni” e indicai con un cenno del capo il box dove di solito giocava nostro figlio.

“Allora siete di nuovo una coppia?” sbaglio o nella sua voce c’era una sorta di fastidio?

“No,ancora è presto per parlare in termini di coppia,diciamo che stiamo tornando a frequentarci,ecco. Ma dimmi di voi,come è andata la serata?”

“Matthew è stato buonissimo; ha mangiato tutta la sua farina di riso e poi insieme abbiamo visto i cartoni di topolino. Alle nove e mezza è crollato e l’ho messo a letto” gli si illuminavano gli occhi quando parlava del figlio.

Dandogli la buonanotte mi diressi verso la camera da letto,ma poi tornai indietro,mi premeva chiedergli una cosa “Edward scusa,non sei arrabbiato con me,vero?”

Prima di rispondermi mi sorrise “Assolutamente no! E poi se tu sei felice sono felice anch’io”

Mi aveva spiazzata la sua risposta “Ok… allora buonanotte”

“Sogni d’oro Bella”

 

POV EDWARD

Dopo che le diedi la buonanotte mi buttai sul divano a peso morto. Mia madre aveva detto che dovevo mostrarmi gentile con lei,e le avevo chiesto come era andata la serata,ma vederla così felice aveva risvegliato la mia gelosia e forse ero stato un po’ acido nel chiederle se fossero già tornati una coppia,in fondo si erano visti solo stasera dopo ben tre anni. Mi aveva colpito molto la sua domanda sul fatto se fossi o meno arrabbiato con lei,e il suo sorriso quando le avevo risposto di no,mi aveva scaldato il cuore. Probabilmente il suo timore era nato dal fatto che quando quel James si è presentato alla porta,io sono stato tutto fuorché gentile,ma mi ero sentito seriamente minacciato: questo James era un bel tipo,dovevo ammetterlo,e poi sembrava anche affabile,non aveva fatto una piega nonostante avesse trovato me ad accoglierlo e per di più con un bambino in braccio,chiunque sarebbe scappato a gambe levate immaginando che io fossi il compagno di Bella e quello nostro figlio.

Il suo sorriso mi aveva riportato in mente le parole di mia madre,ma non volevo attaccarmi a quella speranza,non ora che nella sua vita era rientrato questa ragazzo,rischiavo solamente di ferirmi.

Decisi di smettere di pensar e di provare a dormire,la mia mente stava elaborando certi film degni del premio oscar,o almeno di una nomination tra i cinque candidati,ma nessuno di questi includeva un lieto fine,almeno per me.

 

**L'infinito,Raf 


Se il comportamento di Bella vi sembra strano prendetevela con me,io non sono capace di portare rancore alle persone e perdono facilmente se vedo che il pentimento è reale...
Pure voi come me e Edward vi fate i filmini mentali prima di dormire? io sempre -.-"
Come sempre vi ringrazio per l'affetto che dimostrate verso questa storia,grazie di cuore a chi mi lascia sempre un suo pensiero,a chi ha inserito la storia in una delle tre liste,e a chi legge silenziosamente,e rinnovo l'invito per questi ultimi a farsi conoscere :)
Non perdetevi il prossimo capitolo,perchè ci sarà un bel passo avanti da parte di qualcuno... ^^  un bacio,a mercoledì Paola :D

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Capitolo 18
*** Inaspettato ***


Buonasera gente! Vi ho già detto quanto vi adoro?! io sono sempre più stupita dell'affetto che state dimostrando verso questa storia,e vi giuro che per una persona quale sono io,che si fa sempre mille paranoie su quello che fa,il vostro incoraggiamento è bellissimo!!!
Vi lascio a questo capitolo che mi è piaciuto tanto scrivere,soprattutto per il pov Edward e per una situazione...ma capirete leggendo! buona lettura ;)


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INASPETTATO

E il tuo sorriso spegne i tormenti e le domande

A stare bene, a stare male, a torturarmi, a chiedermi perchè. **

Andare al supermercato con Matthew voleva dire prepararsi ad un pomeriggio fatto di lotte e pianti per impedire che mio figlio tirasse giù dagli scaffali tutto quello che era alla sua portata di mano,oppure si mangiasse il manico del carrello credendolo uno dei suoi giocattoli. 

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Messo nell’apposito sedile del carrello,mio figlio si divertiva a guardare tutti quegli scaffali colorati e facevamo delle lunghe ‘chiacchierate’ quando lui iniziava ad indicare i vari oggetti per sapere cosa fossero. Era curioso,voleva sapere tutto su ciò che lo circondava,ma ancora non aveva spiccicato una sola parola di senso compiuto,perché poi era un gran chiacchierone a modo suo,ma era bravo a farsi capire con sguardi o gesti. Carlisle mi aveva rassicurato sul fatto che i maschietti tendevano a parlare dopo rispetto le femminucce,infatti Tanya aveva iniziato a parlare prima di Edward,nonostante lui avesse un anno e mezzo  e lei otto mesi,e da allora non si era più fermata purtroppo per loro.

“Matty lo prendiamo questo?” afferrai una confezione di biscotti plasmon e subito mio figlio annuì felice,allungando le sue manine per afferrare lo scatolo dei suoi biscotti preferiti. Gliela diedi,ma quando vidi che tentava di aprirla la misi nel carrello “No piccolino,prima bisogna pagarli. Tieni i tuoi che abbiamo portato da casa” gli passai un biscotto e lui iniziò a mordicchiarlo con quei piccoli incisivi che si ritrovava: sembrava un coniglietto.

“Ciao!” saltai in aria quando qualcuno mi afferrò per i fianchi; mi voltai e vidi che era James.

“Ehy,mi hai spaventata. Cosa ci fai qui?”

“Ero passato da casa,ma non ho trovato nessuno,così mi sono detto o sono al parco o al supermercato. Ho provato qui e mi è andata bene. Lui è Matthew,vero?”

“Esatto,e visto che sei qui allora mi darai una mano con le buste,il carrello si è riempito più del previsto” sorrisi ammiccante indicandogli tutte le varie cose che avevo preso.

“A sua disposizione signorina”

Chiacchierando del più e del meno ci mettemmo in fila alle casse,ma Matthew iniziò ad agitarsi, probabilmente stanco di stare seduto lì senza fare nulla.

“Prendi il piccolo,alle buste ci penso io” mi propose James,e feci come mi disse. In braccio a me il piccolo parve calmarsi un po’ e iniziò a giocherellare con i miei capelli.

“Che bella famiglia che siete” esclamò una vecchietta davanti a noi,che ci osservava incantata come se davanti a lei ci fosse stata la sacra famiglia. Prima che potessi anche solo dire qualcosa,James mi circondo le spalle con il suo braccio,addossandomi a lui e ringraziò la signora “Grazie,ce lo dicono in tanti” e le sorrise gentile. 

Quando uscimmo dal supermercato,scoppiammo entrambi a ridere,ripensando al modo in cui avevamo preso in giro la vecchietta. Caricammo le buste nella sua macchina e facemmo ritorno a casa.

“Hai impegni stasera?” mi chiese,mentre in cucina riordinavo ciò che avevo comprato.

“No perché?”

“Volevo invitarti a cena fuori,mi farebbe piacere”

“Mi spiace,stasera Edward è fuori con amici e non mi piace portare Matthew in giro per luoghi affollati”

“Oh,capisco” ma dai suoi occhi capii che invece ci era rimasta parecchio male,così decisi di fargli una contro offerta “Se vuoi puoi rimanere a cena qui,se per te è lo stesso”

“Sì certo,non c’è nessun problema” sorrise felice e mi diede una mano con la spesa “A patto che cucino io” propose.

“Se non mi avveleni non c’è problema”

“Vedrà signorina che dopo la cena,sarà così meravigliata dalle mie doti che mi chiederà di sposarla” risi della sua sicurezza e gli risposi “Vedremo”

 

Quando però James mi cacciò dalla mia cucina,intimandomi che se mi fossi avvicinata avrei dovuto scontare una punizione coi fiocchi,cominciai a temere per la mia salute. Image and video hosting by TinyPicPassai il tempo a giocare con Matthew,cercando di costruire delle torri con i cubi che gli aveva regalato Alice,ma mio figlio appena ne impilava tre,si divertiva a dargli una manata per farli cadere e poi iniziava a ridere come un matto per la sua bravata. La sua risata era così squillante e felice che era impossibile non ridere con lui,e i suoi occhi brillavano felici. Ogni tanto ripensavo al gesto che avrei potuto compiere,e un brivido mi correva lungo la schiena pensando che ero stata sul punto di uccider ciò che di più bello la vita mi avesse regalato; se quel giorno mi fossi fatta vincere dalle mie paure non avrei mai visto mio figlio ridere,giocare,crescere e ciò mi provocava una stretta dolorosa al cuore. Fui distolta dai miei pensieri dalla porta della cucina che veniva aperta,e dal profumino che ne proveniva “Funghi” esclamai,annusando l’aria.

“Sei un cane da tartufi? O lo sei stata nella tua  vita precedente?” esclamò meravigliato James

“Chi lo sa,può darsi” sorrisi,e prendendo Matthew in braccio mi diressi in cucina. Non solo aveva cucinato primo,secondo e pure il dolce,ma aveva apparecchiato la tavola in maniera impeccabile,con calici e candele e varie posate come se fossimo ad un ristorante.

“Ho voluto ricreare l’atmosfera di una cena fuori” mi sussurrò all’orecchio,per non rompere quell’atmosfera che si era creata.

“E’ tutto meraviglioso,neppure sapevo di avere tutte queste cose a casa” ammisi sincera. Spostandosi dal mio fianco si posizionò dietro una sedia,facendomi segno di sedermi; misi Matty nel suo seggiolone,e poi mi accomodai,aspettando che anche lui prendesse posto di fronte  a me. “Cosa ha preparato il mio chef?”

“Stasera signorina avremo pennette alla boscaiola,scaloppine ai funghi  e per concludere budino al cioccolato”

Sicuramente ero rossa come un peperone,quelli erano i miei piatti preferiti “Come fai a ricordarli?”

“Io ricordo tutto di te” disse prendendo la mia mano che era posata sul tavolo,e quel contatto mi destabilizzò non poco,mi riportava alla mente tanti momenti passati.

Iniziammo a mangiare quelle prelibatezze che aveva preparato e mi stupii quando notai che aveva preparato anche la pappa per il piccolo,così imboccandolo a vicenda la cena passò. Mentre io era su in camera a far addormentare Matthew,lui si occupò di mettere a posto la cucina. Cambiando il piccolo,mi presi un po’ di tempo per riflettere su quanto stava accadendo con James; io non avevo mai pensato di tornare con lui,almeno non per il momento,ma lui sembrava fare di tutto per farmi capitolare.

Quando tornai di sotto lo trovai nel salone che osservava il collage di foto fatte da Alice,e fu come ritrovarsi in un dejà-vu: ripensai a quando in quello stesso posto si trovava Edward il giorno che Matthew fece il suo ritorno a casa. Mi schiarii la voce per palesare la mia presenza.

“Ehi,ho preso la bottiglia di vino che era rimasta dalla cena,così possiamo finirla comodamente qui sul divano se per te va bene”

Annuii e ci sedemmo lì,prima in leggero imbarazzo,ma man mano che il vino faceva effetto,ci lasciammo andare ai ricordi,ripensando a tutto quello che avevamo combinato durante la nostra relazione.

“Oddio ti ricordi quando rischiammo di far prendere un infarto a tua nonna?” disse,e io quasi sputai il vino che avevo in bocca per l’attacco di risate che mi scosse “Certo,quando le facemmo credere che ero incinta”

“Rischiammo grosso quella volta” e scoppiammo nuovamente a ridere. Quella  volta mia nonna si prese veramente un bello spavento,le avevamo detto che io ero incinta e i nostri genitori ci avevano cacciato da casa,e adesso volevamo fuggire per sposarci a Las Vegas; rischiò di sentirsi male per il fatto che la sua piccola nipotina non fosse più pura e sarebbe bruciata all’inferno,ma poi si tranquillizzò quando seppe che non ero incinta,e penso che credé che fossi anche pura,ma sul quel punto fortunatamente non indagò oltre.

“Questa te la ricordi?” prese dalla tasca una foto,e quando me la passò rimasi scioccata.  Image and video hosting by TinyPic Era una delle prime foto che avevamo insieme,scattata in occasione di una gita che avevamo fatto con un gruppo di amici.

“Certo che me lo ricordo,è stato quando siamo andati in gita con la tua combriccola e mi sono sentita un pesce fuor d’acqua per tutto il tempo visto che ero l’unica ragazza del gruppo” sbuffai ripensando a tutti gli scherzi che mi avevano fatto.

“Dai,eri adorabile però quando ti imbronciavi” mi sorrise,ma a quel punto era il mio turno di vendicarmi.

“E quando io e Alice ti chiudemmo fuori dalla stanza del college nudo?!” scoppiai a ridere come una matta a quel ricordo. Io e la mia amica più pazza di me eravamo andati a trovarlo al college,lei si era nascosta nell’armadio e io lo attendevo all’ingresso della sua camera con solo l’accappatoio addosso. Quando lui era entrato gli avevo fatto credere che avevo una voglia matta di fare l’amore con lui,e lo avevo fatto spogliare lì nell’ingresso,a quel punto lo avevo bendato per rendere il tutto più eccitante,ma invece venne fuori Alice e insieme riuscimmo a spingerlo nel corridoio,completamente nudo.

“Brutta streghetta,per quello non ti ho ancora punito a sufficienza. Mi saltò addosso,costringendomi a sdraiarmi sul divano,e prese a farmi il solletico sui fianchi: sapeva che quello era il mio punto debole. Iniziai a contorcermi sotto di lui,ma continuava a ripetermi che ancora non ne avevo avuto abbastanza.

“Ti prego James” ansimai a corto di fiato.

“Dimmi che ti sei pentita di averlo fatto” mi disse ridendo anche lui e tentando di farmi stare buona.

“Sì ti giuro”

“Non mi sembri troppo convinta” mi rispose,continuando a torturarmi i fianchi,ma fummo interrotti dal suono del campanello,e lui a malincuore dovette lasciarmi andare.

Aprii la porta senza sincerarmi prima di chi ci fosse dietro,ancora sorridendo come una stupida,ma il sorriso mi morì sulle labbra quando vidi chi c’era di fronte a me “Edward” mormorai atona.

“Ciao,disturbo? Ho finito presto con gli amici e ho pensato di passarvi a salutare”

“Bells chi è?” chiese James dal salotto. Edward sentendo la sua voce,spinse per aprire maggiormente la porta,e lo vide semi disteso sul divano,poi prese a squadrarmi per bene e vidi la rabbia dipingersi sul suo volto “Scusate,è evidente che ho interrotto qualcosa” e così dicendo mi diede le spalle,raggiungendo velocemente la macchina,ma io gli corsi dietro “Edward fermati” riuscii ad afferrargli la manica del giubbotto e lui fu costretto a fermarsi “Edward non stavamo facendo niente di male,ti prego credimi” lo supplicai disperata,non riuscendo a capire bene perché stessi tanto male per il fatto che lui non mi credesse.

“Mi risulta difficile vedendo come sei ridotta” sputò fra i denti senza guardarmi. Abbassai gli occhi su di me e vidi che avevo la camicetta tutta sgualcita e fuori dai pantaloni,i gli occhi sicuramente lucidi e brillanti a cause delle lacrime per le troppe risate e a giudicare dai ciuffi che mi ricadevano sul volto la mia coda era ormai inesistente visto come mi era agitata sul divano,e in quel momento capii cosa Edward avesse potuto immaginare. Gli lasciai la manica e sussurrai solo “Ti sbagli.”

Lui si voltò,la furia nei suoi occhi,ma quando scorse bene il mio viso non so di preciso cosa vi lesse,ma il suo sguardo si addolcì “Ok,ti credo” sussurrò,accarezzandomi il viso dolcemente. Gli presi quella mano e lo tirai verso casa “Entra,dai la buonanotte a Matthew” lo pregai,e lui annuì seguendomi.

Quando entrammo,lui non salutò neppure James,ma si diresse subito di sopra da suo figlio.

“James,forse è il caso che vai”

“Sicura? Non mi va di lasciarti sola con lui dopo il modo in cui ti ha urlato contro” era preoccupato,ma anche abbastanza incazzato per il fatto che Edward ci avesse interrotti.

“No,tranquillo,non mi farà del male”

“Se hai bisogno chiamami a qualsiasi ora”

“Tranquillo,vai”

“Buonanotte Bella” mi diede un bacio sulla guancia,soffermandosi un po’ più del dovuto,e poi sorrise beffardo guardando alle mie spalle,mi voltai e vi trovai Edward ai piedi delle scale che ci guardava.

 

POV EDWARD

Guardando l’orologio e vedendo che erano appena le dieci,avevo deciso di andare da Bella,visto che erano due giorni che non ci vedevamo e sentivo la mancanza di lei e di mio figlio. Come temevo il compleanno di Lucas si era rivelato il solito casino organizzato dai miei amici; dopo essere stati in un locale per mangiare qualcosa insieme,loro avevano deciso di continuare la serata in un night dove li avrebbe aspettati una ballerina pagata apposta per l’occasione. Inutile dire che avevo declinato l’invito,non mi andava per nulla di trovarmi circondato da ragazze che si strusciavano sul mio corpo.

Quando avevo pensato di passare a casa di Bella non mi sarei mai aspettato di trovarla in compagnia. Vederla con i capelli scompigliati,i vestiti fuori posto e le gote arrossate mi aveva fatto giungere ad una conclusione,che io non avevo speranza con lei. Ma poi le sua parole avevano acceso una fiammella in me,e così mi ero lasciato convincere ad andare con lei,anche perché i suoi occhi non erano capaci di mentire. Ero entrato dentro senza degnare di uno sguardo James,dirigendomi subito da mio figlio,che dormiva beatamente. Lo sfiorai appena per evitare di svegliarlo,e il mio cuore perse un battito quando sorrise inconsciamente,chissà cosa stava sognando. Pensare che quel bellissimo bambino fosse frutto di una notte di passione incontrollata che si era scatenata tra me e sua madre,mi rendeva ogni volta incredulo.

Tornato di sotto vidi una scena che mi mandò su tutte le furie: quel viscido aveva baciato Bella sulla guancia per poi lanciami uno sguardo sprezzante. Strinsi i pugni fino a farmi male per impedirmi di picchiarlo in quel momento. Bella quando si accorse della situazione lo salutò e poi mi raggiunse,mordicchiandosi il labbro inferiore,facendomi intuire di essere in imbarazzo.

Presi un respiro profondo per sciogliere la tensione,ma non ci riuscii del tutto “Forse è il caso che vada adesso” feci per andarmene,ma nuovamente la sua mano afferrò il mio braccio.

“Resta” era stato solo un sussurro il suo,ma lo avevo udito forte e chiaro come se lo avesse urlato. “Perché?” avevo bisogno di sapere a quel punto.

“Mi fa piacere e poi non voglio che guidi a quest’ora di notte,sei troppo nervoso e stanco” concluse,arrossendo lievemente per quella confessione.

“Ok” risposi semplicemente.

Sistemammo il mio divano letto in silenzio,poi prima che ci augurassimo la buonanotte, Bella mi disse “Edward ti giuro che non sarebbe successo nulla con James,stavamo solo giocando. Non so perché ti sto dicendo questo,ma non voglio incomprensioni tra noi” teneva lo sguardo basso,si torturava le mani e potrei essere certo che fosse pure arrossita. Con un dito le sollevai delicatamente il viso e guardandola in quegli occhi tanto profondi e scuri che mi ci sarei potuto perdere dentro,le dissi solo “Grazie” e lei mi sorrise felice prima di avviarsi in camera sua.

 Quando fui solo,al buio,le mie paure mi assalirono di nuovo. Stavo rischiando di perdere la cosa più importante della mia vita,senza che io combattessi per averla,ma da quel momento le cose sarebbero cambiate,non sarei rimasto con le mani in mano a vederla allontanarsi da me giorno dopo giorno,avrei fatto di tutto per riconquistarne la fiducia,stupendola tutte le volte che avrei potuto. E già l’indomani sarebbe stato un ottimo punto di partenza.


**La differenza tra me e te,Tiziano Ferro


Che dite si sta iniziando a smuovere la situazione tra i due? nel prossimo capitolo ci sarà il chiarimento tra Alice e Bella,e una scena da famiglia coccolosa con un....finale! ma non vi dico cosa ci sta su quei puntini,lo lascio alla vostra immaginazione ^^ un bacione ragazze e a mercoledì ;) Paola

 

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Capitolo 19
*** Friendship and... ***


Buon pomeriggio ragazze!!! Come state tutto bene? io sono emozionatissima perchè manca una sola settimana a BD e quindi ne approfitto per dirvi che l'aggiornamento la prossima settimana,sarà martedì o giovedì,perchè penso proprio che mercoledì saremo tutte impegnate a vedere altro ^^
Come sempre vi ringrazio per l'enorme supporto che state dando alla storia,sarò ripetitiva e scocciante,ma è la verità u.u
Un grazie speciale a Sophie,lei sa il perchè!
Buona lettura care ;)


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FRIENDSHIP AND…

Meglio rischiare sai,che non concedersi mai!**

POV EDWARD

 

La mattina dopo mi alzai di buon’ora, avevo intenzione di stupirla. Andai in cucina e verificai che ci fosse tutto l’occorrente per preparare dei pan-cake. Non li avevo mai fatti,ma mia madre Esme mi aveva spiegato più volte la ricetta,e io l’avevo osservata mentre li preparava in svariate occasioni,ma la paura di fallire era tanta. Concentrato com’ero nel tentativo di girare un frittella non avevo sentito che Bella era arrivata in cucina. “Non sapevo fossi un cuoco provetto” disse e io per lo spavento saltai in aria,facendo rovesciare il pan-cake: Bella non si potette trattenere e scoppiò a ridere,mentre io misi un broncio degno di un bambino a cui avevano negato un giocattolo. Cercando di tornare seria si avvicinò a me “Scusa non volevo spaventarti,mi perdoni?” e mi fece il suo miglior sorriso. Io la guardai un altro po’ in cagnesco,poi sfoderai un sorriso furbetto “Solo se ti sottoponi come cavia. È la prima volta che cucino i pan-cake,quindi ora ti siedi e li assaggi” e dicendo ciò poggiai sul tavolo un piatto con delle frittelle  che innaffiai con sciroppo d’acero. Sotto il mio sguardo vigile,Bella si sedette e prese la forchetta,tagliò un pezzo di frittella e lentamente la portò alla bocca: masticò piano,ed emise uno strano mugolio.

“Fanno schifo,vero?” ero seriamente preoccupato.

Scosse la testa con vigore “Al contrario,sono buonissime! Tieni assaggia” e tagliò un pezzo di pan-cake anche per me,che mi sporsi sul tavolo per farmi imboccare; masticai piano e lentamente,come fanno gli assaggiatori,e poi esclamai “Sono soddisfatto di me stesso,sto migliorando. Esme sarà contenta che non rischio più di morire di fame” e scoppiammo a ridere entrambi. Image and video hosting by TinyPic Riprendemmo a mangiare ma fummo interrotti dal suono del suo cellulare; prima di rispondere Bella controllò sul display e un sorriso spontaneo fiorì sulle sue labbra quando lesse chi era,io invece istintivamente irrigidii la mascella,temevo fosse lui.

“Rose!” esclamò contenta,ed io mi rilassai subito,era da un po’ che non si sentivano,da quello che mi aveva detto Bella.

“Tesoro come stai? E Matthew?” la voce di quella ragazza era tanto squillante che si sentiva benissimo anche se non avevo io la cornetta del telefono all’orecchio.

“Stiamo benissimo entrambi. E voi donne,come ve la cavate?”

“Benissimo anche noi e a proposito della mia vita,c’è una novità!” esclamò contenta

“Davvero?! Spara” Bella era impaziente di sapere.

“No signorina,dovrai aspettare stasera. Sei invitata a cena fuori dalla sottoscritta come ai vecchi tempi,è da troppo che non facciamo una cosa del genere!” in effetti aveva ragione,con i bambini e le varie influenze, gli impegni di lavoro e altri casini non cenavano insieme da tanto.

 “Ehm Rosalie,vedi io sono uscita già in queste sere con James,quindi stasera non posso proprio” la sua risposta mi stupì,non capivo perché stesse rinunciando ad uscire con la sua amica

“Uffina,davvero?! Ma io dovevo dirti una cosa importante” Rosalie fece una vocina tenera,da bimba piccola,che per poco non mandò Bella in brodo di giuggiole,perché la vidi mordersi il labbro per evitare di cedere subito.

“Immagino Rose,ma” senza farla finire di parlare le strappai il telefono dalle mani e me lo accostai all’orecchio “Rosalie,sono Edward. Non ascoltare quello che dice Bella,è ancora assonnata. Stasera è libera e l’accompagnerò io stesso all’appuntamento”  Bella sgranò gli occhi a quelle parole; ancora sorridente le ripassai il telefono e sentii dall’altro lato della cornetta Rosalie che tentava di richiamare la sua attenzione “Bella ci sei ancora?”

“Sì sono qui” balbettò,mentre ancora osservava il sorriso vittorioso che si era dipinto sul mio volto.

“Quel ragazzo è un tesoro,non capisco perché vai ancora dietro a quel James… comunque non sono affari miei. A stasera, ci sarà anche Alice naturalmente”

Alice era ancora un tasto dolente,sapevo che non era riuscita a parlarle e poi sperava che anche la sua amica si decidesse a rompere il silenzio,invece niente. “Per me non è un problema” rispose,magari si sarebbero potute chiarire.

“Perfetto! Allora di ad Edward che ti aspetto stasera alle venti e trenta di fronte il Time out,buona giornata” e così dicendo chiuse,senza aspettare neanche una sua risposta.

 

POV BELLA

Dopo aver terminato la telefonata lo guardai stupefatta “Edward perché lo hai fatto?”

“Perché è giusto che  tu esca con le tue amiche. Già ti sei privata di tantissime cose in passato e non voglio che continui a farlo. Stasera sono libero,quindi Matthew starà con me e anzi,se per te va bene, lo porto dai miei,è da un po’ che non lo vedono. E poi potrebbe essere l’occasione buona per far pace con Alice,lo vedo che ti manca tanto parlare con lei”

“Certo,non c’è problema,ma credo che con Alice non sarà una cosa semplice. Siamo entrambe testarde,ma ti prometto che stasera proverò a farmi perdonare” gli sorrisi gentile e lui ricambiò,poi continuammo a mangiare tranquilli.

 

 

Come stabilito con Rose alle venti e trenta Edward mi accompagnò all’appuntamento e quando arrivammo vidi che davanti al locale c’era già Alice. Presa da un attacco di codardia,mi voltai dietro per controllare Matthew,che giocava tranquillo con un sonaglino.

“Non scendi?” mi disse Edward,accortosi del mio strano comportamento.

“Sì,volevo solo assicurarmi che il piccolino stesse bene”

“Bella è tranquillissimo! Se non vuoi scendere perché c’è solo Alice puoi dirlo,ma io credo che prima o poi dovrai affrontarla” in effetti aveva ragione,così mi sporsi per dare un bacetto sul nasino a mio figlio,che ridacchiò felice,e mi accinsi a scendere.

“Buona fortuna,e appena finite fammi uno squillo che passo a prenderti” mi disse prima che richiudessi lo sportello.

“Va bene e grazie; voi maschietti divertitevi e fate i bravi” e così dicendo,guardai Edward mettere in moto e allontanarsi,poi presi un bel respiro e mi voltai verso la mia amica.

“Ciao” esclamai in imbarazzo

“Ciao Bella,come va?” era un po’ fredda,ma almeno mi aveva risposto.

“Tutto bene e tu?”

“Anche io,grazie” e calò nuovamente un silenzio teso e imbarazzato.

 “Senti io…” avevamo parlato insieme e per questo scoppiammo a ridere.

Poi fu Alice a prendere la parola “Bella io ti devo chiedere scusa. Quel giorno in biblioteca non mi sono comportata da amica; ti ho aggredito senza lasciarti il tempo di spiegare,e poi come una bambina piccola,ho evitato le tue chiamate. Potrai perdonarmi?”

Era seriamente preoccupata che io non la perdonassi,ma come avrei fatto senza la mia sorellina? Le buttai le braccia al collo e la stritolai in un abbraccio,che lei prontamente ricambiò “Anche io ti devo chiedere scusa,sorellina. Tu hai detto quelle cose solo per proteggermi,perché temevi che potessi nuovamente soffrire come già era accaduto,ed io non ti ho dato ascolto. Comunque adesso con James va tutto bene,siamo amici” e così dicendo ci sorridemmo felici,quando il rumore dello sportello di una macchina che veniva chiuso con forza ci fece sobbalzare. “Allora il mio piano ha funzionato! Lo sapevo che vi avrei fatto fare pace” Esclamò tutta gongolante Rosalie,che prima di venirci incontro si voltò a salutare il suo accompagnatore e le sue bambine,che cantavano allegramente una canzoncina dei cartoni animati.

Io e Alice ci guardammo un attimo in faccia e poi ci buttammo sulla nostra amica iniziando a farle il solletico sui fianchi e sul collo,facendola contorcere tutta e per poco non cadde a terra. Quando finimmo di fare le bambine,entrammo dentro e ordinammo tre pizze; mentre mangiavamo Alice pose una domanda a Rosalie “Rose cara,non credere che mi sia sfuggito: chi era quel bellissimo omaccione che ti ha accompagnato?” Non credevo di aver mai visto arrossire Rosalie,ma proprio questa sera successe.

“Bè era la notizia di cui vi dovevo parlare. Vi ricordate quando vi avevo detto di aver trovato un baby-sitter per le gemelline? Ecco è Emmett ; ci stiamo frequentando da qualche settimana: è dolcissimo,nonostante l’aspetto da super palestrato,e le bambine lo adorano. Da subito ho sentito una forza che mi attirava verso di lui,ho cercato di resistere,non volevo una storia passeggera,ormai sono bella grande per queste cose,ma quando una sera ci siamo ritrovati insieme sul divano l’attrazione era così forte che non abbiamo resistito” e il suo viso diventò fucsia.

“Ma allora è una cosa seria!” esclamai io e Rosalie annuì,per poi specificare “Ancora siamo all’inizio però ci troviamo bene insieme,lui considera Vicky e Sophia come figlie sue,dal primo giorno ha sempre portato loro dei piccoli regalini,quindi non vedo perché la cosa non debba funzionare e poi non devo neanche temere la loro reazione quando sapranno che stiamo insieme,visto che più di una volta mi hanno chiesto di sposarlo” Io e Alice ci congratulammo con la nostra amica,e la serata volò. Mi lasciarono loro a casa dei genitori di Edward e io andai subito nella dependance,che lui occupava quando era lì con il bambino; quando mi vide arrivare,aprì subito la porta “Avete fatto pace?” chiese ancora prima di salutarmi. Annuii con un sorriso a trentadue denti e lui subito mi abbracciò “Ne ero sicuro” sussurrò al mio orecchio,ma in quel momento notai Matthew che guardava divertito la tv seduto sul tappeto “Edward cosa ci fa lui ancora sveglio?”

Subito lui mise su un’aria da bimbo colpevole “Non voleva dormire,così ho sperato che guardando la tv si addormentasse,ma invece nulla”

Entrai dentro dando le spalle a Matthew,per evitare di farmi vedere furiosa da lui “Edward è mai possibile che…”

“Bella guarda” mi prese per le spalle e con poca gentilezza mi voltò verso il punto in cui si trovava Matthew in piedi… in piedi?! Image and video hosting by TinyPic Lo guardammo fare qualche passo incerto verso la tv e poi,puntando il suo ditino verso lo schermo della televisione dove in quel momento era inquadrato Mufasa,il padre di Simba,disse la sua prima parola “Pa… pa… papà” e poi ricadde seduto a terra, atterrando sul sederino e facendo uno strano rumore con il pannolino. Subito ci avvicinammo a lui e io lo strinsi tra le braccia,mentre Edward si complimentava con il suo campione per aver detto la sua prima parola. Matthew rideva contento di quelle feste,e strinse le sue manine intorno al mio collo,aggrappandosi con tutta la sua forza; Edward ci venne vicino e ci strinse entrambi a sè,riempiendo di baci il braccino del bimbo e poi fece una cosa del tutto inaspettata.

 

POV EDWARD

Avevo insistito con Bella perché uscisse quella sera così da fare pace con Alice; anche se non lo dava a vedere soffriva parecchio per la mancanza della sua amica,non era mai successo che non si parlassero per un periodo così lungo. Ero stato tutta la serata nervoso,temendo che non riuscissero a chiarirsi,e pure Matthew aveva percepito la mia ansia: era agitato e non voleva saperne di dormire.

“Matthew facciamo la nanna prima che arriva la mamma?” mio figlio mi guardò con aria pensierosa,e poi scoppiò a ridere scuotendo velocemente la testa. Lo misi nella sua culla,ma non ne volle sapere di stare sdraiato,e quando io tentai di coricarlo,lui si mise a piangere sporgendo le braccine per farsi prendere in braccio,e io non resistetti alle sue lacrime.

“Piccolino,è ora di dormire. Facciamo così,mettiamo un po’ di musica e passeggiamo” misi un cd di musica classica e iniziai a cullarlo ma Matthew quella sera tutto voleva fare tranne che dormire,anzi sembrava intenzionato a chiacchierare con me; non smetteva un attimo di  guardarmi blaterando cose senza senso,mentre cercava di afferrarsi i piedi con le sue manine.

“Gagago” esclamò e rise felice,ed io con lui: era incredibile l’amore che provavo per quel piccoletto. Quando mi sembrava che non lo avrei mai potuto amare di più,lui faceva qualcosa che mi lasciava completamente esterrefatto. Bella ogni tanto mi prendeva in giro,dicendo che con mio figlio mi trasformavo quasi in una donnina, ma era più forte di me e poi sapevo che anche per lei era lo stesso. Avevo sentito dire tantissime volte la frase ‘un figlio ti cambia la vita’ ma pensavo fosse riferita più al fatto che da quel momento in poi le responsabilità sarebbero aumentate,perché da me sarebbe dipesa una nuova vita; invece Matthew mi aveva cambiato la vita perché dal momento in cui era nato,ogni mia azione e pensiero erano rivolti a lui. Era una costante fissa della mia giornata,e mi aveva insegnato ad essere meno egoista ed egocentrico,perché lui adesso veniva prima di tutto.

“Va bene,facciamo così. Adesso guardiamo un po’ di cartoni in tv e vediamo se finalmente riusciamo a fare la nanna” lo misi sul grande tappeto ai piedi del divano e mi sedetti vicino a lui. Feci partire il dvd de “Il re leone” e appena mio figlio vide comparire gli animali cominciò a battere le sue manine felice: adorava gli animali,e quello era uno dei suoi cartoni preferiti. Guardando l’orologio mi accorsi che era parecchio tardi,e ancora Bella non mi aveva chiamato per andarla a prendere; pregai che tutto fosse andato bene con Alice e che fossero riuscite a chiarirsi,e pensai che fosse un bene che non avesse ancora chiamato,mi avrebbe ucciso scoprendo che Matthew era ancora sveglio.

 D’un tratto sentii un rumore di tacchi provenire dal giardino,sicuramente era lei, e velocemente mi alzai per aprire la porta a Bella,e dal sorriso che mi regalò capii che era andato tutto bene,ma volendo esserne certo glielo chiesi “Avete fatto pace?” Lei  annuì con un sorriso a trentadue denti e io subito  l’abbracciai “Ne ero sicuro” sussurrai al suo orecchio,ma in quel momento notò Matthew che rideva guardando la televisione

“Edward cosa ci fa lui ancora sveglio?”

“Non voleva dormire,così ho sperato che guardando la tv si addormentasse,ma invece nulla”

Entrò dentro dando le spalle a Matthew  “Edward è mai possibile che…”

“Bella guarda” la presi per le spalle e con poca gentilezza la voltai verso il punto in cui si trovava Matthew che un po’ tremolante,e reggendosi appena sulle sue gambe si era alzato in piedi. Lo guardammo fare qualche passo incerto verso la tv e poi,puntando il suo ditino verso lo schermo della televisione dove in quel momento era inquadrato Mufasa,il padre di Simba,disse la sua prima parola “Pa… pa… papà” Il mio cuore rischiò di esplodere per la gioia,e rimasi per qualche tempo imbambolato mentre Bella si precipitava su di lui e lo abbracciava felice; mi ripresi in fretta e corsi da loro avvolgendoli tra le mie braccia,e non so cosa mi spinse a farlo,forse l’euforia del momento,forse il profumo buonissimo che emanava,ma sentii l’impulso di saggiare nuovamente le labbra di Bella,e senza pensarci oltre lo feci,sfiorandole con le mie.

**Vuoi vedere che ti amo,Gianluca Grignani feat L'Aura


Tadan! come reagirà Bella adesso? Quanto è tenero Matthew?! *_* mi sono innamorata di questo bambino. Scappo che il libro di biochimica mi aspetta -.-" Un bacione ragazze,Paola :D

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Capitolo 20
*** Dichiarazione ***


Buonasera gente! presa come sono da BD e dalle varie premiere mi stavo dimenticando di aggiornare -.-"
Ma avete visto BD? io amo Bill Condon,finalmente abbiamo avuto un film con protagonisti Rob,Kris e il loro amore (ogni riferimeto a Eclipse che mi ha fatto schifo è puramente casuale) voi che impressione avete avuto? ditemi,voglio sapere tutto u.u
Poi alle premiere di LA e Londra erano tutti e tre bellissimi: Kris ha fatto pure la foto con la piccola Kenzie *_*
Ok,smetto di tediarvi con questa nota e vi lascio al capitolo,allacciate le cinture ormai non si gioca più ;)



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DICHIARAZIONE

accettami e vedrai

insieme cresceremo

qualche metro in piu'

il cielo toccheremo **

POV EDWARD

“ Vuoi fare lo scivolo Matthew? ” indicai il gioco a mio figlio e lui annuì felice; Image and video hosting by TinyPic lo sistemai sullo scivolo e tenendolo per i fianchi, lo feci scivolare, mentre lui urlava felice e batteva le sue manine per invogliarmi a ripetere il gioco. 
Matthew adorava andare al parco e io e Bella lo portavamo ogni volta che ci era possibile. Oggi lei aveva preferito rimanere in casa per via del ciclo, approfittando così dell’assenza del piccolo per mettere un po’ in ordine, ma in realtà credevo che fosse ancora imbarazzata per il nostro bacio dell’altra sera, io invece ero euforico. Non riuscivo a pentirmi del mio gesto: le sue labbra mi avevano attirato come una calamita, alla quale io non avrei saputo né avrei voluto resistere.

Dopo un numero infinito di scivolate, e vari tentativi di afferrare le bolle di sapone che un bambino stava facendo vicino a noi, impedendogli che le scoppiasse con la bocca, vidi che era ora di dar da mangiare a Matthew.

“ Basta piccolino, adesso è ora di fare merenda ” lo sistemai nel passeggino e andai a sedermi in una panchina; tirai fuori il barattolo con l’omogeneizzato alla pera e iniziai ad imboccarlo.

“ Bocca grande grande che deve atterrare l’aereo ” mio figlio non era un bambino capriccioso, ma mi divertivo a giocare con lui per farlo mangiare, e le sue risate erano bellissime da ascoltare.

“ Edward, giusto? ”

Sollevai lo sguardo per vedere a chi appartenesse la voce e mi trovai di fronte l’ultima persona che avrei voluto vedere “ Ciao James ”

“ Ciao e ciao anche a te piccolino ” disse e arruffò i capelli a Matthew, il quale lo guardò abbastanza infastidito, e questo fece gonfiare il mio cuore d’orgoglio: anche mio figlio aveva capito che quel tipo era poco raccomandabile.

“ Bella dov’è? ” chiese guardandosi in giro

“ Non c’è, è rimasta a casa ”

“ Devi essere un tipo parecchio noioso se ha preferito rimanere in casa da sola ” e rise della sua stupida battuta.

“ Non credo siano affari tuoi ” sentenziai, pulendo con un bavaglino la boccuccia di Matthew e rimettendo a posto le sue cose per andarmene via da lì.

“ Ma lo diventeranno presto visto che ho intenzione di chiedere a Bella di sposarmi ” non sapevo se la sua frase fosse reale, o detta semplicemente per provocare, ma il dolore che sentii al petto fu tremendo: una fitta al cuore che mi riportò indietro di anni, al periodo più brutto della mia vita.

“ Bene, auguri. Adesso devo andare ”  gli dissi senza guardarlo in faccia e mi allontanai velocemente da lì, stringendo convulsamente i manici del passeggino in modo che l’istinto di spaccargli la faccia non prendesse il sopravvento. Prima di lasciarmi prendere totalmente dallo sconforto avrei chiesto a Bella, e sperai vivamente che la sua dichiarazione non combaciasse con quella di James.

 

 

POV BELLA

Era passata una settimana da quel bacio, se così potevo chiamarlo, e la situazione era un po’ imbarazzante. Ripensare a quanto era successo mi faceva diventare rossa come un semaforo…

 

Il suo sfioramento era durato pochissimo, se non lo avessi visto con i miei occhi non avrei potuto essere certa di averlo ricevuto. Lui si allontanò lentamente, sperando forse che io lo fermassi, e poi abbassò il suo sguardo “ Scusa ” mormorò e slacciò l’abbraccio.
“ Forse è meglio che vada in bagno ” poggiai velocemente
Matthew nella sua culla e mi fiondai nel bagno, avevo bisogno di riflettere e rimanere da sola. Quando mi chiusi dentro poggiai la schiena alla porta e con le dita mi toccai le labbra: perché lo aveva fatto? Non capiva che così avrebbe potuto rovinare tutto? Ma forse era stata solo l’euforia del momento, in fondo lui non provava nulla per me, no? Anche se quel bacio mi aveva riscaldato dentro. 
Rimasi nel bagno per più di mezz’ora e fui grata ad Edward che non mi venne a cercare, evidentemente aveva capito che avevo bisogno di restare sola. Quando tornai di là tutte le luci erano spente,
Matthew dormiva nella culla ed Edward si era sistemato sul divano letto dove avrei dovuto dormire io, lasciandomi così a disposizione il suo letto: era sempre premuroso con me, ma sperai che ciò non fosse legato al bacio di prima.

 

Il campanello mi riportò alla realtà. Guardai dallo spioncino e vidi Edward con in braccio Matthew; erano stati al parco, ma io avevo declinato l’offerta dicendo che non mi sentivo bene a causa del ciclo: per la prima volta in vita mia avevo ringraziato la mia piaga mensile!

Aprii la porta sorridente ed esclamai “Bentornati!” e subito il mio piccolino si sporse per venirmi in braccio

“ Mamama ” aveva ancora qualche difficoltà a dire ‘mamma’ in compenso però ormai ‘papà’ lo diceva benissimo. “ Amore della mamma, vi siete divertiti? ” Matthew iniziò a gorgheggiare tentando di spiegarmi ciò che avevano fatto con suo padre, mentre io mi feci da parte in modo da permettere ad Edward di entrare in casa. 
Quando Matthew venne distratto dai suoi giochi, Edward mi raccontò come avevano trascorso il pomeriggio “ Abbiamo passato l’intero pomeriggio a fare lo scivolo e le altalene, non ne voleva sapere di scendere. Se vuoi gli ho fatto qualche video, così puoi vederlo mentre tenta di risalire al contrario sullo scivolo ” e rise felice a quell’aneddoto; contro ogni logica mi ritrovai ad osservarlo ridere e mi stupii di quanto fosse bello.

“ Abbiamo anche incontrato una persona ” aggiunse poi, diventando improvvisamente serio.

“ Davvero? E chi? ” ero curiosa, se fossero state Alice o Rose sicuramente sarebbero venute a casa con loro.

“ James ” ammise fra i denti.

“ James? ” ero piuttosto perplessa: lui non abitava da queste parti, quindi non poteva trovarsi casualmente in quel parco.

“ Già e mi ha anche detto che la vostra relazione è diventata sempre più seria, quasi come qualche anno fa. Mi ha detto che avete anche riparlato di matrimonio. Non che siano affari miei ma non mi sembra che tu mi abbia accennato qualcosa del genere ” concluse con voce sprezzante

“ Certo che non ne hai mai sentito parlare perché tutto quello che ha detto James è falso! Non ho mai avuto intenzione di riprendere il rapporto con lui, né tantomeno di sposarlo. Appena lo vedo giuro che lo uccido, se continua a dire queste stronzate in giro; gli ho spiegato chiaramente che tra noi due non potrà esserci altro che amicizia ma a quanto pare lui non si arrende ” sbraitai.

“ E allora perché mi ha detto quelle cose? ”

“ Non ne ho la più pallida idea, forse voleva solo provocarti, ma ti assicuro che rimettermi con James è l’ultima cosa che vorrei fare. Siamo stati bene insieme ma ormai ne è passata di acqua sotto i ponti e i miei sentimenti per lui sono cambiati, e non potranno tornare mai quelli di una volta ” precisai e notai che adesso Edward era animato da una strana speranza “ Non mi stai mentendo, vero? Tutto quello che dici è la verità? ”

“ Certo, perché dovrei mentirti? E poi perché vuoi tutte queste spiegazioni sui miei sentimenti per James? ” ero sempre più confusa

“ Perché non voglio che tu soffra ancora. È già successo in passato con lui, con me e non mi perdonerei mai se accadesse di nuovo ”

“ Sei gentile a preoccuparti per me, ma non ne vedo il motivo ”

“ Non l’hai ancora capito? ” sorrise,ma in modo strano,sembrava un sorriso malinconico

“ Cosa? ” cercai di fare quella caduta dalle nuvole, ma avevo capito dove voleva andare a parare.

“ Questo ”  non aggiunse altro, fece un passo deciso verso di me, prese il mio volto tra le mani e mi baciò, ma stavolta in maniera diversa: era un bacio umido, urgente e passionale, quasi disperato tanta era la forza che ci stava mettendo, stringendo più volte il mio labbro inferiore e disegnando con la lingua il profilo del mio labbro superiore; io inizialmente ricambiai il bacio, presa in contro piede, ma soprattutto perché avevo sentito nuovamente l’alchimia che si era creata quella volta nella sala di danza, ma poi un campanellino suonò nella mia mente e gli morsi il labbro per farlo allontanare.

“ Ma che cavolo? ” si portò le dita al labbro per assicurarsi che non sanguinasse, mentre io mi passai una mano tra i capelli, quasi a volerli strappare per far calmare il nervoso “ Perché lo hai fatto? ” chiesi rigida.

“ Bella, non pensavo fossi così ottusa… io ti amo ” disse serio, guardandomi negli occhi, e capii che non mentiva.

“ Come? ” quasi urlai

“ Sì, ti amo. Credo di essermi innamorato di te dal primo momento che ti ho visto in quella scuola di danza, ecco perché ti desideravo tanto;  ecco perché poco fa me la sono presa tanto per le parole che mi aveva detto James ”

“ E mi amavi pure quando mi hai chiesto di abortire e poi quando mi hai detto che di me e Matthew non te ne fregava nulla? Mi amavi anche allora? ” mi ero accalorata parecchio, il mio proposito di restare calma era andato a farsi benedire, ma non poteva dirmi di amarmi anche allora. Le parole che mi aveva detto non potevano essere quelle di un uomo innamorato; non mi aspettavo certo che mi chiedesse in moglie, fortunatamente i tempi erano cambiati, ma se mi avesse amato realmente mi sarebbe stato accanto sin da subito.

Si passò una mano tra i capelli “ Non mi perdonerai mai davvero per quello, vero? Comunque io non ti sto chiedendo di dichiararmi ora il tuo amore, ma lasciati corteggiare Bella, ti prego. Dammi la possibilità di farti capire quanto ti amo, quanto vi amo. Sono pronto a passare le pene dell’infermo, ma ho bisogno che tu mi dica che mi dai almeno una possibilità, solo questo ti chiedo, perché altrimenti dovrò trovare un modo per dimenticarti ”

Ero combattuta, non sapevo che fare, mi aveva confessato i suoi sentimenti, mettendosi completamente a nudo di fronte a me. Il mio cuore mi diceva di fidarmi di lui, che lo volevo pure io, ma la mia testa non faceva altro che rimandarmi quelle terribili immagini, ma per una volta decisi di fidarmi del mio istinto, in fondo quando lo avevo fatto quel giorno di quasi un anno fa mi aveva regalato la cosa più bella della mia vita, mio figlio, e così sospirando risposi “ Sai che io ti ho perdonato Edward, e che sei un padre perfetto per Matthew: non ti devi più scusare per nulla. Adesso io sto cercando di fidarmi di te, ma non è facile, il mio cuore mi dice di seguire una strada, ma la mia testa si oppone. Giocati bene la tua possibilità, perché poi non ne avrai altre, e fai in modo che io segua la strada indicata dal mio cuore ” sentenziai e lui di tutta risposta sorrise felice e mi abbracciò stretta. 
“ Grazie Bella, grazie davvero ” e stavolta non mi sottrassi a quell’abbraccio.

**Una su un milione,Alex Britti




Prima che mi dimentichi la foto di Matthew è una foto vera del nostro british actor preferito quando era picccino picciò e non immaginava per nulla il putiferio che si sarebbe scatenato intorno a lui.
Dopo questa precisazione,spero che il capitolo non vi abbia uccise: Edward prende il coraggio a due mani e fa la sua dochiarazione,Bella non gli chiude la porta in faccia,ma anzi gli fa capire che sarà disponibile,vedremo che succederà.
Vi avviso che prossimamente i capitoli potrebbero arrivare con qualche giorno di ritardo,cercherò di postarne sempre uno a settimana,ma l'università e la sessione d'esami di dicembre incombono come una spada di damocle su di me,e mia madre potrebbe sequestrami il computer se non studio...quindi abbiate pazienza!
Ok la smetto di blaterare che le note sono quasi più lunghe dei capitoli,aspetto le vostre risposte con trepidazione,un bacio Paola.

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Capitolo 21
*** Primi passi ***


Buonasera ragazze,dovevo postare stamani ma ormai il tempo mi sfugge e non arrivo mai a fare quello che dovrei.... vi faccio questa premessa anche per avvvisarvi che il prossimo capitolo arriverà tra 10-15 giorni: questa settimana e la prossima saranno parecchio incasinate per me e non potrò dedicare il giusto tempo ai capitoli,che ormai sono sempre più importanti. Inoltre vi comunico che siamo agli sogccioli, 4 capitoli più epilogo, quindi non abbandonatemi proprio ora :)
Vi lascio al capitolo,buona lettura ;)


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PRIMI PASSI

Mi dispiace devo andare via

Questa volta l'ho promesso a me

Perché ho voglia di un amore vero

Senza te**

Erano passati due mesi dalla richiesta di Edward e tutto procedeva tranquillamente, o quasi. 
Oggi era il primo compleanno di Matthew; in quel momento Alice aveva preso il controllo della mia cucina per preparare  tutto ciò che sarebbe servito per la piccola festicciola. Era spuntata a casa mia alle sette, trovando me ed Edward ancora addormentati. Ciò non l’aveva scoraggiata, visto che ne aveva approfittato per prepararci la colazione.

“ Come va con James? ” Mi chiese a bruciapelo.
Mi bloccai un attimo alla domanda di Alice; la sua capacità di passare da un argomento futile, come quante ciliegine dovevano esserci sulla torta, ad uno serio era sorprendente.
“ Non va. ”, risposi semplicemente, certa che adesso sarebbe partito il terzo grado.
“ Come sarebbe a dire? ” Infatti, come avevo previsto.
“ L’altra sera siamo usciti di nuovo. Prima abbiamo discusso su Edward, perché non gli piace molto lui,  io gli ho detto che non è a lui che deve piacere. Poi con Matthew si comporta benissimo e io non posso allontanarlo essendo suo padre; lui però continuava a insistere sul fatto che poteva essere pericoloso averlo sempre in giro per casa, visto il suo precedente comportamento. Gli ho ribadito di non preoccuparsi ma alla fine ho lasciato perdere per non litigare. Abbiamo fatto un giro, mi ha portato a cena fuori in un ristorante molto carino. Ad ogni modo alla fine della serata mi ha baciata ”, conclusi sospirando alquanto irritata.
“ Cosa? Come è successo? E tu cosa hai fatto? Ed Edward come l’ha presa, perché tu la hai detto a lui, no? ” snocciolava domande, una dietro l'altra, tutto d'un fiato. Mi chiesi come poteva essere possibile avere dei simili polmoni per una ragazza minuta come lei.
 “ Alice, ti prego,  prendi fiato o ti viene un infarto ” ridemmo insieme alla mia battuta. Lei impaziente, come sempre, mi fece segno di riprendere il discorso. Prima di risponderle chiusi la porta per evitare che Edward potesse sentire. " Stavamo passeggiando verso la macchina quando James si è fermato: si è passato una mano tra i capelli, mi si è avvicinato, e senza darmi il tempo di pensare mi ha baciato. ” Mi girai verso Alice, per osservarne la reazione e la vidi sgranare gli occhi, con un espressione shoccata sul viso.
“ E tu? ” mi chiese.
“ Sono rimasta immobile, non me l’aspettavo proprio. Lui si è staccato velocemente e in silenzio abbiamo raggiunto la macchina. Anche il viaggio di ritorno è avvenuto in un silenzio imbarazzante. Giunti qui mi ha confessato di aver capito che per lui io non provavo più nulla, lo ha capito dal bacio; mi hanno colpito le sue parole, ma non ho potuto far altro che annuire e dirgli che mi dispiaceva ” rimanemmo per un po’ in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri.
 “ E con Edward? ” era incredibile: Alice non riusciva a stare zitta per più di due minuti.
Sbuffai passandomi una mano tra i capelli,  “ Sono confusa Alice. Lui si sta comportando meravigliosamente, ma io non so cosa provo per lui, o meglio, ho paura a lasciarmi andare. Quando mi ha baciata la seconda volta, nonostante mi avesse colta di sorpresa, non ho potuto arrabbiarmi, anche se dal morso lui deve avere capito il contrario, perché il suo bacio era il bacio di cui avevo bisogno. Ne avevo bisogno così come me lo ha dato. Mai avrei pensato che la persona che doveva darmelo potesse essere il padre di mio figlio, che solo qualche mese fa ci aveva rifiutati, non riconoscendo neppure Matthew. E invece adesso si comporta come un padre perfetto e tenta di conquistarmi ”
A volte desideravo farmi avvolgere dal suo corpo. Mi aveva dato quel bacio perfetto e adesso avevo paura di dimenticarlo. Ma poi mi ritornava in mente come ci aveva trattati: la durezza del suo sguardo, le parole dette apposta per ferire, e anche se mi aveva confessato il motivo del suo comportamento, mi era difficile dimenticare.
Fummo interrotte proprio da Edward, che bussò per dirmi che era ora di svegliare il piccolo, così misi da parte i cattivi pensieri e andammo a svegliare Matthew; era ancora addormentato, con le manine sotto il cuscino e la boccuccia leggermente aperta: era una meraviglia.
“ Amore della mamma, sveglia ”, lo chiamai piano, mentre il suo papà gli accarezzava i capelli ramati. Il piccolo iniziò a muoversi e a mugolare per non essere svegliato, ma dopo un po’ di insistenza aprì i suoi stupendi occhi verdi e ci regalò un sorriso da farci sciogliere il cuore.
“ Tanti auguri amore della mamma! ” gli dissi, prendendolo in braccio e scoccandogli due grossi baci sulle sue guanciotte; neanche il tempo di dirgli altro che Edward, il quale aveva dormito da noi proprio per poter fare subito gli auguri al bimbo, me lo strappò dalle mani e lo sollevò in alto, scatenando le risate di Matthew. Non potei non sorridere a quella scena.
 “ Ecco il campione di papà! Buon compleanno piccoletto. ” gli disse sfregando il suo naso contro quello del figlio.
Rimanemmo per un po’ nella nostra bolla, coccolando nostro figlio che non smetteva di dire “ Coanno uno ” per dire che aveva fatto il compleanno e compiva un anno: era stato Edward ad insegnarglielo, perdendo due pomeriggi interi, ma alla fine c’era riuscito.
Sorrisi ripensando a tutto quello che stava facendo pur di conquistarmi: ogni volta che veniva mi portava un dolce diverso, dai più comuni ai più strani, facendomi scoprire l’esistenza di pasticcini che non credevo potessero esistere; mi aveva portato al cinema all’aperto, quello sul prato, dove non ero mai stata; aveva preparato deliziose cenette a casa dei suoi con la complicità di sua sorella Tanya. Era veramente bello vedere un uomo prodigarsi tanto per farmi capitolare. Dovevo ammettere, che se avesse continuato così, ci sarebbe riuscito alla grande.
“ Ora la mamma torna di sotto in cucina dalla zia matta, e noi andiamo a farci la doccia, ok campione? ” disse Edward guardando verso di me
“ E tu mi lasceresti in balia di Alice? ” ero sconvolta
“ Bè se vuoi venire anche tu sei la benvenuta! ” mi sussurrò con voce roca e maliziosa all’orecchio: gli diedi un pugno nella spalla, evitando di fargli capire che mi ero fatta parecchio male, e senza dirgli nulla andai dalla pazza. 
Mi sedetti al tavolo, e stavo per allungare una mano verso della cioccolata, quando fui colpita da una cucchiaiata. “ Ahi! ” esclamai, massaggiandomela.

“ Ben ti sta! Dice mamma Rocca si guarda ma non si tocca ” puntualizzò Alice, e io la guardai in cagnesco.

La festa stava procedendo in maniera perfetta. Non c’erano molti invitati, ma quei pochi erano amici veri: la famiglia di Edward, Rose ed Emmett con le bambine, Alice e Jasper, e la signora Coop. Matthew  era tenuto perfettamente sotto controllo da Victoria e Sophia, che non lo perdevano di vista un secondo. Edward,  invece, da perfetto padrone di casa intratteneva gli ospiti, specialmente si era trovato in sintonia con Emmett, che a dispetto del suo fisico massiccio, era veramente un pezzo di pane. Soprattutto con le figlie di Rose, che a volte lo trattavano come il loro schiavetto, pretendendo anche che si mettesse in ginocchio e facesse loro da cavallo.
Senza neanche accorgemene era arrivato il momento della torta. Mi scambiai uno sguardo con Edward, che capì subito di dover acciuffare quella piccola peste di nostro figlio che ormai, anziché camminare, correva. Mentre io mi diressi in cucina, seguita da Esme e Tanya, per prendere la torta: era a forma di Spongebob, un cartone che Matthew adorava. Quando accesi la candelina tutti intonarono il tradizionale “ Happy birthday ” e tra gli applausi di tutti Matthew, con un piccolo aiuto da parte delle gemelline, spense la sua candelina.
Una delle scene che avrei ricordato per tutta la vita fu quando Matthew, seduto in braccio ad Edward, che si era distratto un attimo, mise la sua manina sulla fetta di torta che aveva davanti e poi, sempre tenendola perfettamente aperta, fece una carezza  lungo tutta la guancia a suo padre e poi scoppiò a ridere come un matto, trascinando tutti con la sua risata piena, spensierata, allegra, felice.

POV EDWARD
Era stata una giornata veramente intensa, dalla mattina non ci eravamo fermati un attimo. Il piccolo Matthew era stato scatenato tutto il giorno, fin quando, verso le otto di sera, era crollato. Lo guardai dormire un altro po’e poi scesi di sotto per salutare Bella, che trovai distesa sul divano dove solitamente dormivo io. Aveva gli occhi socchiusi e si massaggiava il collo. Senza farmi sentire giunsi dietro di lei, e sostituii le sue mani con le mie.
 “ Rilassati ” le sussurrai all’orecchio.  Lei, dopo un attimo di sorpresa, si rilassò, lasciandosi sfuggire  un sospiro di sollievo.
“ Grazie Edward, ci voleva proprio e poi hai delle mani da fata. ”, ridacchiò. 
Le posai un bacio tra i capelli e mi sedetti accanto a lei, notando che le guance le si erano imporporate: adoravo quando arrossiva, abbassava gli occhi e si mordeva il labbro inferiore, era un mix di sensualità e dolcezza che mandava il mio cuore a mille e il cervello in pappa.

“ Posso chiederti come mai mancava James? ” mi aveva incuriosito il fatto che non fosse presente, no che ne sentissi la mancanza, ma la sua assenza aveva acceso le mie speranze.
“ Tra due giorni torna in Europa e, quindi, voleva passare del tempo con la sua famiglia. Ci siamo chiariti e visto che gli ho detto che noi potremmo essere solo amici adesso, ha scelto di riprendere il suo lavoro lì ” concluse.
“ Fantastico ” non riuscii a trattenere la mia esclamazione di gioia, e lei mi guardò male per un po’, ma poi sorrise.
“ E’ stata una giornata bellissima, vero? ” decisi di cambiare argomento.
“ Già… l’unica pecca è che mancavano i miei genitori ” si rabbuiò un po’. In effetti ci conoscevamo da due anni ormai, ma non avevo mai visto i genitori di Bella, almeno non di presenza. Lei ci aveva presentati tramite webcam poco dopo la nascita di Matthew.
“ Vedrai che verranno a trovarti presto, o al massimo ci andrai tu. ” le dissi per incoraggiarla, ma lei scosse la testa desolata, abbassando lo sguardo sulle sue mani.
 “ Magari fosse facile, io non ho i soldi per andarli a trovare al momento e, prima che tu me lo dica non ho intenzione di chiedere i soldi a te, e per i miei è lo stesso. Il ristorante che hanno aperto va bene, ma non arrivano a mettere da parte tanti soldi per venirmi a trovare entrambi e nessuno dei due si muove se l’altro non c’è” La voce le si incrinò sull'ultima frase e  una lacrima le corse lungo il viso che lei si affrettò a cancellarla.
La strinsi forte a me e lei non si scostò, poggiando la testa sul mio petto. Sicuramente avrebbe sentito il mio cuore accelerare i battiti, come impazzito, ma non mi importava nulla: non la stringevo tra le mie braccia da tempo immemore e,  in quel momento, era tutto ciò che riuscivo a percepire. Poi mi venne un' idea:
“ Però se venissi pure io con voi, potrei pagare il biglietto per te e Matthew ”
Mi beccai una sua manata sul petto, che mi fece ridacchiare e mi beai quando tornò ad accoccolarsi su di esso.
 “ Non te lo permetterei lo stesso. ” sussurrò triste.
“ Vedrai che troverai un modo per vederli presto, in qualche modo farai ” la rassicurai, tornando serio.
“ Grazie Edward. ” sussurrò alzando lo sguardo sul mio viso, e compì un gesto che mi lasciò parecchio sorpreso: poggiò le sue labbra sulle mie, per un bacio dolce e veloce. 
Stavo per dire qualcosa, ma lei mi mise un dito sulla bocca e mormorò:       “ Shh, non dire nulla Edward. ”, per poi stringersi nuovamente al mio petto. Restammo così su quel divano per un tempo indefinito, lei persa in non so  quali pensieri, e io che mi arrovellavo il cervello cercando di capire cosa significasse per lei quel bacio, fino a quando il sonno non ci colse entrambi, ancora stretti l’uno all’altra
.


**Strani amori,Laura Pausini

Allora, vi aspettavate la mossa di James? potete pure dimenticarlo, non ci disturberà più u.u e Bella? finalmente fa un passo avanti,e che passo!!! Ragazze vi ringrazio infinitamente del supporto che continuate a dare a me e alla storia, chi silenziosamente chi facendosi sentire, e di questo ne sono grata. Un bacio,Paola

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Capitolo 22
*** The black swan ***


Buonasera donne! Come va? io sto sclerando, ma lasciamo perdere...
Dunque, come sapete siamo agli sgoccioli, e mi dispiace davvero farvi aspettare così tanto per i capitoli, ma spero che passato questo periodo possa riprendere il mio ritmo ;)
Voi comunque siete meravigliose perchè non mi abbandonate mai, le vostre recensioni sono sempre bellissime, e vedere tutti quei numerini che salgono fa salire pure me tre metri sopra il cielo :D
Ok, non vi scoccio oltre e vi lascio leggere questo capitolo,che stranamente mi è piaciuto da subito quando l'ho scritto.... Buona lettura!


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THE BLACK SWAN


Ed io ti sento amore,
ti sento nel mio cuore,
stai riprendendo il posto che
tu non avevi perso mai,
che non avevi perso mai, **



POV EDWARD

Mi sembrava impossibile che tutto stesse filando liscio. Programmavo quella sorpresa da settimane, e finalmente adesso avrei potuto metterla in pratica. Schiacciai il pulsante di avvio di chiamata sul mio cellulare e sperai che anche l’ultimo tassello fosse pronto.
“ Edward! ”, mi rispose una voce squillante all’altro capo del telefono.
“ Tutto a posto Alice? ” le domandai. Ero già nervoso e preoccupato che qualcosa andasse storto. Lei dovette accorgesene perchè si premurò a tranquillizzarmi.
“ Sì tranquillo," disse esasperata, "siamo tutti qui seduti nel mio salotto e aspettiamo solo le tue indicazioni.” La sentii sorridere, anche lei era eccitata all'idea di far parte delmio piano.
“ Perfetto, non sai che peso mi togli dallo stomaco, temevo che l’aereo ritardasse o che aveste dei problemi, il traffico… ” Dissi tutto d'un fiato, lasciando che l'ansia, che mi aveva attanagliato lo stomaco per tutta la mattina, uscisse fuori.
“ Edward calmati, respira. È andato tutto bene, non c’è nulla che andrà storto. Piuttosto hai avvertito Bella?”
Oddio! Bella! Mi stavo dimenticando della parte più importante del piano.
“ No, lo faccio subito! ” Dissi agitato.  
“ Cosa? E se avessi altri impegni? Muoviti testone! ” Rise per l’epiteto con cui mi aveva definito.
Mi stupiva sempre il modo in cui il mio rapporto con Alice e Rosalie fosse mutato con il passare del tempo: se prima avrebbero voluto staccarmi la testa a morsi, per il mio comportamento da imbecille, adesso erano diventate mie complici nell’opera di conquista di Bella.
“ Tranquilla, è libera. E in caso contrario le farò cambiare idea.” Dissi risoluto. In quel momento mi venne in mente James, e un moto di rabbia mi investì in pieno, facendomi stringere il telefono nella mano. Mi dissi che non ci sarebbe stato più nessun James a ostacolarmi. Bella mi apparteneva e volevo dimostrarglielo in tutti i modi possibili. Per me  non era solo la madre del mio bimbo, era anche l'amore della mia vita.
“ Mi fido. A stasera, allora. Ciao. ” chiusi la telefonata con Alice e mi apprestai a chiamare la sua migliore amica, sperando che questa sorpresa le facesse capire quanto lei era diventata importante per me.

POV BELLA

Image and video hosting by TinyPicGuardavo estasiata  mio figlio che, con un pupazzo in mano, stava facendo un ‘discorso’, di quelli tipici dei bimbi di un anno, fatto di gorgoglii e urletti, che ti fanno sorridere istantaneamente.
Il suono del mio cellulare mi ridestò da quella bolla personale, e senza neppure vedere chi fosse risposi: “ Pronto? ”
“ Ehi hai da fare stasera? ” La voce allegra del mio interlocutore mi fece sorride spontaneamente.
“ Buongiorno anche a te Edward. Comunque sì, ho un appuntamento.” Gli dissi per stuzzicarlo. In verità non era vero, ma volevo sentire la sua reazione. Reazione che non si fece attendere.
Infatti la sua voce divenne subito seria e nervosa: “ E potrei sapere con chi, se non ti dispiace? ”, aveva perso tutto il suo buon umore.
“ Con un uomo per cui credo di aver perso la testa: è bello, simpatico e poi i suoi occhi blu sono talmente profondi che potrei perdermici dentro.. ” finii la mia recita sospirando, come una persona follemente innamorata.
“ Mi raccomando, quando lo vedi salutamelo. ”, rispose freddo. Capii, così, di aver fatto centro. Mi chinai verso Matthew e gli avvicinai il telefono, per far sentire a quel zuccone con chi parlavo.
“ Amore mio ti saluta papà.. ”, scoppiai a ridere, mentre mio figlio mi guardava stranito e Edward aveva perso l’uso della parola.
Quando si riprese mi disse “ Sei proprio spiritosa, sai? Allora adesso vuoi fare la seria e dirmi se sei libera? Ovviamente Matthew verrebbe con noi. ” Lo sentii sorridere al solo nominare il nostro bambino. Era davvero un padre dolcissimo.
“ Sì certo che sono libera ”. Dissi ovvia.
“ Perfetto, allora passo a prendervi verso le sette, ok? ” Il buon umore gli era tornato.
“ Va bene, ma dove mi porti? Per aver un’idea su cosa indossare..”, non era vero. Non mi interessava il vestiario, ero solo maledettamente curiosa.
“ Niente di speciale, va benissimo anche una tuta.” Una tuta? Mi stupii della sua risposta. Dove diavolo poteva portarmi, per indossare una tuta?
“ Guarda che metto sul serio la tuta, quindi poi non lamentarti ”, scherzai.
“ Tranquilla, sei stupenda anche con quella, quindi non preoccuparti. A stasera. ” e riattaccò senza lasciarmi il tempo di rispondergli, mentre il mio cuore aumentava la sua corsa per il complimento appena ricevuto. Mi stupiva sempre quando mi faceva questi complimenti o mi guardava in un certo modo. Ci sapeva, decisamente, fare.
Subito dopo aver attaccato con Edward chiamai Alice per raccontarle quanto era successo, ma la mia amica fu piuttosto veloce nel liquidarmi, adducendo come scusa  che anche lei quella sera avrebbe avuto un appuntamento con Jasper e, quindi, doveva correre dal parrucchiere. Rosalie, invece, non potevo chiamarla perché era a lavoro.
Trascorsi il resto della mattina a giocare con mio figlio, colorando e facendo le costruzioni.
Nel pomeriggio feci il bagnetto a Matthew, che lo fece a me schizzando l’acqua dappertutto, e poi ci preparammo per la sera,o meglio preparai lui; io indossai un panta-collant  color vinaccio e una canotta bianca, legai i capelli in una coda e indossai le mie adorate converse: in fondo Edward aveva detto che anche in tuta sarei stata perfetta,e quindi perché non sfruttare l’occasione?! così almeno per una sera non avrei sofferto il mal di piedi.
Puntualissimo come sempre, Edward ci venne a prendere, e dopo che si spupazzò per bene suo figlio fummo pronti per partire.
“ Immagino che non mi dirai mai dove siamo diretti?! ” Chiesi, scettica, alzando un sopracciglio, conoscendo già la risposta.
“ Immagini bene. " Girandosi verso di me e sorridendomi sgembo.
" Anzi stavo dimenticando una cosa! ”. Mise la freccia e accostò, io lo guardai stupita, non capendo cosa volesse fare, poi tirò fuori dalla tasca dei jeans una benda nera.
“ Cosa hai intenzione di fare con quella? ”, quasi urlai, sgranando gli occhi.
“ Bella non voglio sentire scuse, devi indossare questa. ” disse, cercando di avvicinarsi a me, io lo scacciai con un leggero schiaffo sul braccio.
“ Sei matto se pensi che io indosserò una benda. ” precisai, incrociando le braccia al petto. Lui sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
“ Non abbiamo tutta la notte Bella. Forza non fare la bambina, anche Matthew vuole che la indossi, vero amore di papà? ”.
Iniziò a fare cenno di sì con la testa verso mio figlio, il quale, come sempre, diede ascolto al padre e disse “ Ti, ti, ti ” ridendo felice, anche se non aveva capito nulla di quello che avevamo detto. A quel punto fui io a sbuffare e, slacciandomi la cintura di sicurezza, mi voltai dando le spalle ad Edward in modo che mi potesse bendare.
Il resto del viaggio fu noiosissimo per me, non facevo altro che lamentarmi, ma non era facile stare in una macchina senza sapere dove fossimo diretti e senza avere una precisa cognizione del tempo che passava. Dopo quelle che a me parvero ore, sentii l’auto rallentare e capii di essere  arrivati a destinazione. Portai le mie mani vicino la benda ma, prima che potessi fare qualsiasi movimento, Edward mi bloccò con le sue, ebbi un fremito, ma feci finta di nulla.
“ Non è ancora il momento! Abbi un altro po’ di pazienza e poi potrai toglierla. ” la voce calda vicino all'orecchio. Detto ciò scese dalla macchina e dal rumore capii che aveva preso Matthew dal seggiolino. Ad un tratto la mia portiera venne aperta e qualcuno mi prese per mano: capii subito che non era Edward, perché le mani della persona in questione erano più piccole e con unghie lunghe, dovevano  appartenere ad una donna. Naturalmente alla mia domanda su chi ci fosse lì con me non ottenni risposta, la situazione cominciava a scocciarmi. Fui condotta da qualche parte e poi la persona dietro di me mi sciolse la benda: istintivamente chiusi gli occhi per non essere accecata e li riaprii piano, ma non vedevo nulla, era tutto buio e il fatto di non sapere dove fossi mi incuteva un certo timore. A tentoni cercai l’interruttore e fortunatamente lo trovai subito, prima che la paura crescesse in me, e accesi la luce: mi trovavo nel camerino di un teatro, su una sedia vi era una custodia per vestiti  con un bigliettino sopra, sul quale, vergato con una calligrafia che riconobbi essere quella di Edward. Vi era scritto:

Metti questi e vai sul palco. Il tuo principe ti aspetta.


Con mani tremanti misi la custodia contente il vestito sull’apposito appendino e feci scorrere la zip: il fiato mi si bloccò in gola quando ne vidi comparire un tutù nero che avrei riconosciuto tra mille: era quello che indossava Odile per la sua variazione, nel terzo atto de Il lago dei cigni.
Guardandomi intorno notai che nella stanza vi era tutto l’occorrente che mi sarebbe servito: calze, forcine per i capelli e le mie scarpette da punta. A  quel punto capii che la ragazza che mi aveva condotto lì fosse stata Alice. Ancora incredula indossai con cura le calze, mi acconciai i capelli in una crocchia stretta, misi il vestito e poi presi le scarpette. Calzai la prima scarpetta, dopo tanto tempo una sensazione di felicità, mista a malinconia, si impossessò di me e non riuscii a frenare una lacrima, che lasciai libera di scendere lungo la mia guancia. Quando fui pronta, mi guardai un attimo allo specchio, presi un profondo respiro e mi diressi fuori. Ero estasiata, non riuscivo ancora a capire cosa stesse per accadere, così feci come mi disse Edward ed andai sul palco. Rimasi schoccata per l'ennesima volta, quella giornatadove trovai lui vestito da principe Sigfried.
Mi venne accanto,prendendomi le mani tra le sue e prima che potessi dire qualsiasi cosa,parlò lui per me.
“ Il teatro non sarà pieno come durante un vero spettacolo, ma ci sono tutti quelli che contano per te ” , così dicendo fece un segnale e si aprì il sipario: in sala c’era la sua famiglia, Rosalie con Emmett, Alice con Jasper (la mia amica me l’avrebbe pagata, perché era evidente che sapeva) e… i miei genitori?! Mi portai una mano alla bocca per evitare di urlare dalla felicità e stupita mi voltai verso di lui: da quando ero lì non avevo detto una sola parola così mi sforzai di far uscire la voce “ Loro cosa ci fanno qui? Come sono arrivati? ” sorrise del mio stupore
“ Sono arrivati con l’aereo. Sul perché sono qui credo sia ovvio: non vedi la tua famiglia da troppo tempo, non conoscono neanche Matthew e quindi li ho convinti a venire ”
Lacrime di gioia solcarono le mie guance,e prima che potessi replicare,mi poggiò un dito sulle labbra,e riprese a parlare “ Non è il momento per far domande. Qui c’è gente che aspetta impaziente di vederti ballare,quindi basta piangere ” e così dicendo prese il mio viso tra le sue mani,e con i pollici spazzò via le lacrime dalle mia guance,per poi poggiare delicatamente la sua fronte sulla mia  “Pronta? ”
Annui semplicemente,lui mi sorrise,mi prese per mano e mi condusse in posizione,facendo poi segno a qualcuno di attaccare la musica.
Quando le prime note si librarono nell’aria,la magia che la musica aveva sempre avuto su di me tornò ad avvolgermi,così scollegai il cervello e iniziai a lasciarmi trasportare dalla note,mettendo tutta me stessa in quei passi,dando il meglio per la mia famiglia.
Non era la prima che mi sarei aspettata,quella che sognavo da una vita,ma questa era migliore,era speciale,lì c’erano tutte le persone più importanti della mia vita,e tutto quello che aveva fatto Edward per me,in tutto quel tempo,mi aveva dato la conferma che i suoi sentimenti per me fossero reali,che avrei potuto contare su di lui per sempre e ciò mi fece sentire come se volassi,tanta era la felicità che provavo. Quando arrivò il momento dei fouetté per un attimo mi bloccai: ero fuori allenamento da due anni,e la caviglia avrebbe potuto non reggermi,ma un sorriso splendido di Edward mi diede coraggio e così mi misi in posizione e prendendo un profondo respiro,cominciai. Non staccai un attimo gli occhi da quelli di Edward,usandolo come punto fisso per non perdere la traiettoria,e quando oramai ero alla fine,li vidi riempirsi di gioia e farsi lucidi perché ero riuscita a completare i trentadue giri! E l’applauso che si levò dalla platea fu meraviglioso.
Dopo la posa finale,non appena Edward mi mise giù,lo abbracciai stretto,dimenticandomi che avremmo dovuto ringraziare il nostro pubblico,cogliendolo di sorpresa; rimanemmo così per quelle che a me parvero ore,beandomi della sua stretta,e quando lo allontanai un po’ da me,stringendogli le mani,gli dissi “ Grazie ” guardandolo dritto negli occhi,perché in quel momento non trovavo parole adatte a fargli capire quanto quel gesto mi avesse commosso e sperando che lui cogliesse tutta la mia felicità per la sua sorpresa dal mio sguardo.
Fummo però interrotti dai miei genitori che salirono sul palco e mi strinsero forte a loro.
“ Bambina mia ” sussurrò mia madre che tratteneva a stento le lacrime,baciandomi il viso e stringendomi a sé,come me del resto. Poi fu il turno di mio padre,e vederlo con gli occhi rossi,segno evidente che anche lui non era riuscito a trattenere le lacrime,mi fece commuovere ancor di più; quando le sue braccia si strinsero intorno a me,mi sentii di nuovo a casa,di nuovo la piccola Bella che adorava essere coccolata dal suo papà.
Quando vidi Alice, finsi di essere arrabbiata con lei per avermi tenuto nascosto tutto, ma durò solo un attimo,il tempo di gettarle le braccia al collo.
“ Grazie ” le sussurrai all’orecchio.
“ Non devi ringraziare me, ha fatto tutto Edward, io sono solo andata a recuperare i tuoi in aeroporto ” la sua risposta mi stupì, perché a quel punto ero certa che il viaggio dei miei fosse stato pagato da Edward.
Prima che potessi nuovamente avvicinarmi a lui, i miei genitori mi reclamarono tutta per loro, e in effetti anche io avevo voglia di stare in loro compagnia,così rivolsi un’occhiata ad Edward, che con un sorriso, mi fece capire che avremmo avuto tempo per parlare.



** La voce del silenzio, Andrea Bocelli


http://www.youtube.com/watch?v=liX1exuIkks&feature=related Questo è link se qualcuno di voi volesse vedere il pezzo ballato da Bella: è uno dei momenti più belli de " Il lago dei cigni ". Se invece siete curiose di vedere solo i fouettè,e vi giuro che perdere alcuni secondi per vederli ne vale la pena, andate direttamente al minuto 5

 
Allora, alcune di voi avevano chiesto che Edward facesse una sorpresa a Bella ed eccovi accontentate; in realtà era già tutto previsto nella mia mente, ma il fatto che alcune di voi me lo abbiano chiesto nelle recensioni mi fa capire quanto teniate alla storia e che siete veramente in sintonia con i personaggi ;)
Finalmente tutto sembra filare liscio, vero?
Ci sentiamo come sempre tra due settimane ragazze, bacioni Paola

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Capitolo 23
*** I was unconditionally and irrevocably in love with him ***


Salve ragazze! Come va? Siete già in sintonia con l'atmosfera nataliazia? Io no, visto che venerdì avrò questo benedetto esame, ma poi mi godrò le vacanze *_*
Ne approfitto per dirvi che il nuovo capitolo arriverà dopo capodanno, nel 2012, mi dispiace ma non saprei quando scriverlo prima....è già un miracolo che stia postando ora.
La smetto di parlare e vi lascio leggere IL capitolo, però prima permettetemi di ringraziare la mia sorellona Jen: senza di lei il pov Edward non sarebbe stato così (ora lei mi ucciderà, ma sono dettagli ^^)
Buona lettura!!!


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I WAS UNCONDITIONALLY AND IRREVOCABLY IN LOVE WITH HIM

< < And everytime we kiss I swear I can fly.

Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.

Need you by my side .> >**


POV EDWARD

Seduto sulla spiaggia guardavo la linea dell’orizzonte, il punto dove il mare si confondeva con il cielo, diventando una cosa sola, tanto  che non si capiva più dove finiva l'uno e dove incominciava l'altro.

Mi ritrovai a pensare come era buffo il modo in cui paragonavo questi due elementi, era lo stesso paragone che facevo nella mia mente quando pensavo a me  e Bella, in un futuro che speravo non fosse solo un illusione, ma invece mi ero solo illuso. Avevo frainteso tutti i suoi segnali, i suoi gesti, i suoi sorrisi, i suoi baci. Solo due, di cui uno datomi da lei di sua spontanea volontà, il più dolce tra tutti quelli che avevo ricevuto in vita mia, se si escludevano quelli di mio figlio. 
Adesso mi  ritrovavo qui a rimurginare su qualcosa che volevo e che non avrei mai potuto avere. Come avevo fatto a ridurmi così? Come avevo fatto a sbagliarmi? Eppure...eppure mi sembrava tutto così reale e facile. Pensavo di essere ricambiato, avevo creduto persino che lei avesse respinto James per me, perchè si era resa conto di provare qualcosa.
Possibile che vedessi solo quello che volevo vedere? Ero stato così cieco? No, non potevo crederci. Non potevo e non volevo. Tutto quello che avevo fatto per lei in quelle settimane, non era servito a farle capire nulla. Forse per questo che non mi aveva accennato nulla: ne un grazie, una chiamata, un sms, nulla. Ero stato così stupido da intestardirmi a volerla conquistare! Quando non c'era nulla da conquistare: lei non mi voleva, ora mi era chiaro. Solo, non sapeva come dirmelo per non ferirmi.

Il problema era che non avevo messo in conto il dolore che il mio cuore doveva sopportare, un'altra volta. Solo che questa volta era molto più forte e atroce. Mi sentivo opprimere il petto e mi mancava l'aria. Più provavo a respirare, e più risultava difficile farlo. Questo, solo perchè non riuscivo a smettere di pensare. Io volevo solo smettere di soffrire in quel modo, volevo solo amarla e che si lasciasse amare da me. Perchè doveva essere così difficile?
Oh basta Edward! La devi smettere di pensarci, rassegnati e vai avanti!
Persino la mia coscienza cercava di rimettermi in piedi, come se fosse facile.
E’ vero, c’era Matthew.  Lui sarebbe stato sempre un legame indissolubile tra me  e lei, e nessuno al mondo avrebbe potuto portarmi via questa certezza. Ma io volevo un altro tipo di legame, oltre quello genitoriale. Avrei voluto essere il suo punto di riferimento. Forse, ero io che volevo essere amato da lei, allo stesso modo in cui io amavo lei: totalmente e incondizionatamente.

Quando venni a sapere da Alice che i suoi genitori erano partiti tre giorni prima, ci rimasi parecchio male perchè, nonostante tutto, lei non si fece sentire e questo mi spezzò il cuore. Ci avevo messo tutto me stesso per prepararle quella sorpresa. Avevo fatto di tutto per falre capire quanto importante lei fosse per me. Ma non servì a nulla, questa ne era la dimostrazione. Ma perchè, allora, non riuscivo a rassegnarmi? Una parte di me era furiosa con lei, ma l'altra parte, quella più grande, non riusciva ad odiarla ne provare rancore.  E da allora incominciai a farmi un sacco di domande. La prima fra tutte: cosa farebbe un cuore innamorato e ferito? Si rassegna? Si aggrappa a ogni più piccola speranza. E' patetico o è, semplicemente, amore? Quante domande e quante poche risposte. Ma non esiste razionalità nell'amore, solo istinto, passione e devozione.
Come un adolescente innamorato mi resi conto solo in quel momento che il mio dito si era mosso sulla sabbia tracciando il suo nome racchiuso in un cuore. Lo osservai sorridendo, ma un’onda riuscì a raggiungerlo, cancellandolo per metà, e forse era così che doveva andare: il mio cuore sarebbe rimasto per sempre spezzato a metà.


POV BELLA


Era trascorsa una settimana abbondante dalla sorpresa che Edward mi aveva fatto. Durante quel lasso di tempo non eravamo riusciti a vederci, perché io avevo cercato di passare quanto più tempo possibile con i miei genitori. Adesso erano ripartiti, e con lui ci eravamo sentiti solo per telefono, ma nessuno dei due aveva accennato alla sorpresa.

Mentre guardavo Matthew pasticciare un foglio, decisi di chiamarlo. Erano due giorni che non si faceva sentire, quindi mi parve strano. Composi il numero ma poco dopo mi rispose la segreteria telefonica, mi stupii che avesse il cellulare spento. Provai a chiamarlo al numero diretto della dependance,  a casa dei suoi, ma anche lì il telefono squillò a vuoto.
“ Amore della mamma, andiamo a trovare papà? ”. Ero decisa a scoprire che fine avesse fatto, quindi presi il bimbo e nel più breve tempo possibile ci preparammo per uscire; il tragitto in macchina trascorse abbastanza tranquillamente, con in sottofondo le canzoncine dei cartoni animati che Matthew cercava di cantare a modo suo. Arrivati a casa dei suoi, mi diressi alla dependance con Matty in braccio che scalciava per scendere e correre nel giardino dei nonni, bussai e mi stupii quando ad aprirmi fu Tanya.
“ Ciao Tanya, cercavo Edward… ” le dissi, titubante.
Lei mi guardò  in un modo strano, che non seppi decifrare.

“ Oh, Bella… lui non è in casa al momento. ” Mi rispose quasi seccata, e tenendo la porta semi-chiusa impedendomi di guardare dentro.
“ Ho provato a rintracciarlo al cellulare ma è spento. Sono due giorni che non lo sento, volevo sapere se sta bene. ”
“ Bene è una parola grossa… guarda tu stessa. ” E con una mossa repentina spalancò la porta, permettendomi di vedere l’interno. Ma cos’era quel casino?
La mia faccia doveva essere una maschera di stupore, perché Tanya si affrettò a spiegarmi: “ E’ chiuso qua dentro da quella sera Bella. Si aspettava qualcosa da te, e invece niente. Le uniche persone che ha fatto avvicinare sono state il ragazzo delle pizze e quello del ristorante cinese. Non ha parlato con nessuno di noi, teneva sempre il cellulare acceso sperando in un tuo messaggio. Stamattina ha lasciato il telefono spento sul comodino ed è uscito, ha detto che aveva bisogno di riflettere. ”
Mi sentii morire. Lui aveva fatto tutto quello per me, ed io non lo avevo neanche ringraziato come si deve. Dovevo rimediare.
“ Tanya sai dove può essere andato? ” Chiesi nel panico.
“ No. Ha detto solamente: ‘non cercatemi, devo riflettere’, ed è uscito sbattendo la porta di casa. ” Era desolata, forse più di me.
Io continuavo a ripetermi: ‘pensa Bella, dove può essere andato?’ ma non riuscivo a trovare un luogo che mi dicesse qualcosa. Mi focalizzai sulle parole di sua sorella e in quel momento mi venne un'idea: se doveva riflettere c’era un solo posto dove potesse essere.
“ Tanya so io dove può essere. Puoi tenere Matthew? ", senza attendere risposta le mollai il bambino in braccio e corsi verso la macchina, mentre la ragazza urlava “ Fammi sapere se lo trovi! ”
Cercai di guidare il più velocemente possibile per raggiungere la spiaggia: una volta Edward mi aveva detto che quando si sentiva confuso, gli bastava andare al mare per rasserenarsi e trovare la calma necessaria a prendere delle decisioni. Parcheggiai alla meno peggio e inizia a setacciare con lo sguardo il lungo mare. Fortuna che la spiaggia era semi deserta, così riuscii ad individuarlo subito: Image and video hosting by TinyPic era seduto ed intento, con il dito, a fare dei ghirigori sulla sabbia. Mi avvicinai e quando fui abbastanza vicina mi schiarii la voce per palesargli la mia presenza. Lui si voltò di scatto e rimase colpito nel vedermi. Ma non accennò a parlare, anzi, si rigirò in direzione del mare, puntando lo sguardo verso l'orrizzonte. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, finchè non decisi di spezzarlo.
“ Ciao. ” mormorai.
“ Che ci fai qui? ” mi rispose, la voce fredda e priva di emozioni. Non era un buon segno.
“ Ho provato a cercarti al cellulare, ma era spento. Così sono andata a casa tua e Tanya mi ha spiegato che eri uscito perché avevi bisogno di riflettere, e ho capito che potessi essere qui. Sei stato tu a dirmi che il mare ti rilassa. ”
“ Bene e visto che ho bisogno di rilassarmi e voglio rimanere solo, potresti gentilmente andartene?! ” rabbrividii, e non per il freddo.
“ Edward perché fai così? ”
A quel punto sbottò “ Hai pure il coraggio di chiedermelo? In tutto questo tempo ci siamo sentiti solo due-tre volte per telefono e sempre perché chiamavo io. Io non voglio i tuoi ringraziamenti, non l’ho fatto certo per quello, ma almeno un sms per sapere se avessi apprezzato il tutto o meno sarebbe stato gradito. Ma poi ho pensato che eri impegnata con i tuoi, e ci sono passato sopra, sono anni che non li vedevi ed era giusto che trascorressi del tempo con loro. Poi vengo a sapere da Alice che sono partiti tre giorni fa, e nonostante ciò tu non mi hai mai cercato. Io adesso sono stufo Bella. Sono stanco di combattere. ” e si interruppe, coprendosi il volto con le mani.
Io avevo il viso abbassato, cercavo in tutti i modi di trattenere le lacrime, mordicchiandomi il labbro, ma quando vidi dei cerchietti più scuri sulla sabbia capii di non esserci riuscita.
“ Edward io…  mi dispiace. ” singhiozzai, e lui si voltò furente verso di me.

“ Sai dire solo questo?! Io ho fatto tutto ciò perché ti amavo, cazzo. TI AMAVO ” urlò, poi riprese “ Adesso è tardi. Vattene, voglio restare solo. ”
“ Io… ” tentai, ma lui mi interruppe “ Ho detto VATTENE! ” e lo feci.
Cominciai a correre sulla sabbia, ma non era facile con la vista appannata dalle lacrime e le gambe tremanti e infatti dopo pochi metri inciampai, ma non riuscii a rialzarmi, troppo scossa dai tremiti. Poco dopo sentii le sue braccia avvolgermi e tentare di sollevarmi, provai a scacciarlo, facendomi rigida e scalciando.
“ Lasciami! ” urlai, quando non smise di tenermi.
“ Bella ti prego. ” ma non lo feci finire, iniziai a tempestarlo di pugni.
“ Mi hai fatto male con le tue parole Edward, tanto. Se sono venuta qui è perché anche io avevo qualcosa da dirti; non mi sembrava il caso di dirtelo per telefono, per questo non ho mai accennato a quella sera. Però adesso non ha più importanza, sei stato chiarissimo. ” E tentai ancora una volta di divincolarmi.
“ Scusami Bella, ho esagerato. Parlami ti scongiuro. ” La sua voce tremava, sembrava sul punto di piangere. Ma non mi feci intenerire, mi aveva ferita troppo con le sue accuse.
“ Vuoi sapere cosa volevo dirti, bene! Eccoti accontentato. Io ti amo,  mi sono innamorata di te Edward Cullen. Pensavo non sarebbe mai successo e invece eccomi qui, a confessarti il mio amore. Ma adesso non ha alcun senso, e non posso biasimarti, tu hai aspettato tanto ed io… ” ma non potetti continuare perché lui si avventò sulle mie labbra. All’inizio rimasi immobile, spiazzata, ma mi ripresi subito, e cingendogli  il  collo, ricambiai il bacio. Era un bacio passionale, ma anche tanto dolce: c’era l’urgenza di ritrovarsi dopo tanto tempo, ma anche la voglia di gustare appieno quell’attimo, perché stavolta nessuno ci avrebbe diviso. Ci staccammo senza fiato, io cercai di abbassare lo sguardo imbarazzata, mordendomi il labbro, senza smettere di sorridere; Edward non me lo permise, mi rialzò lo sguardo e poggiò la sua fronte sulla mia guardandomi, sorridendo dolce.
“ Avevi detto che era troppo tardi. ” sussurrai io, confusa.
“ Ho mentito! Io ti amo, ti ho sempre amata. ” mi rispose sorridendo. Lo abbracciai di slancio, facendoci cadere sulla sabbia; scoppiammo a ridere ed Edward tenendomi stretta a sé, iniziò a rotolare. Guardandomi intorno vidi i bambini che ci osservavano meravigliati, mentre le mamme sembravano imbarazzate dal nostro comportamento, ma in quel frangente non mi importava di nulla.
Quando ci riprendemmo, fissai Edward negli occhi e gli feci la mia dichiarazione: “ Garantisco che per noi ci saranno tempi duri.  Garantisco che uno di noi o tutti e due alla fine si stancherà,  ma garantisco anche che se non ti chiederò di essere mio per sempre lo rimpiangerò per tutta la vita. Perché sento nel mio cuore che sei l’unico per me. ” Finii commossa.

Lui mi guardò sbalordito e per un attimo temetti che con le mie parole mi fossi spinta troppo in là, ma quando lui accostò le sue labbra alle mie non ebbi più dubbi. E sempre su di esse  sussurrò le parole che aspettavo da tanto:     “ Bella è quello che voglio pure io, non chiedo altro. Voglio solo che tu sia il mio presente e il mio futuro, insieme a nostro figlio e tutti quelli che arriveranno. Non voglio che tu sia il mio sogno ma la realtà dei miei sogni. ” , poi, finalmente,  fece unire nuovamente le nostre labbra in un bacio dolce e passionale allo stesso tempo, suggellando, così, le nostre promesse per il futuro. Era tutto perfetto, lui era perfetto per me.
Mi abbracciò stretta a lui, quando le nostre labbra si separarono, facendomi poggiare sul suo petto e poi mi indicò l’orizzonte “ E’ questo quello che voglio creare con te, qualcosa di infinito e unico, senza fine. Io ci voglio credere in noi. Ci credo, Bella. ” disse, baciandomi teneramente i capelli.
“ Lo faremo Edward, lo faremo. Te lo prometto. ”,  rimanemmo così abbracciati ad ammirare il sole che tramontava, gettando i suoi raggi rossi su di noi, come volesse illuminare l’amore che finalmente io e Edward avevamo ammesso di provare l’uno per l’altra.

Al ritorno lasciai che fosse Edward a guidare la mia auto, per poter godere di quella nuova situazione. Il viaggio verso casa trascorse tranquillo, con Edward che teneva le nostre mani intrecciate sul cambio e ogni tanto se le portava alle labbra per baciare il palmo della mia, io sorridevo felice e appagata.
Quando arrivammo a casa sua Tanya ci venne incontro tenendo Matthew per mano, e notai subito la sua espressione preoccupata. Guardò prima Edward, poi me e dopo le nostre mani intrecciate, infine di nuovo suo fratello prima di dirci: “ Abbiamo un problema. ” E prima che potesse aggiungere altro, alle sue spalle comparve una donna.
Edward si irrigidì subito, sbiancò e credetti che avesse anche smesso di respirare. Guardò a lungo la donna per poi balbettare “ Carmen. ” e in quel momento mi sentii gelare il cuore.

**Everytime we touch, Cascada

La dichiarazione di Bella è presa dal film " Se scappi ti sposo "

Dunque non uccidetemi per il finale, altrimenti poi come fate a sapere quello che succederà nell'ultimo capitolo? E poi a Natale si è tutti più buoni.
Ragazze vi auguro di passare un felice Natale e un buon inizio anno! Noi comunque non ci perderemo di vista perchè ho intenzione di postare due shot che soggiornano da parecchio tempo nel mio pc, e penso che le posterò tra natale e capodanno, quindi chi vorrà ogni tanto controlli la mia pagina autore ^^
Vi faccio ancora tantissimi auguri e un grazie immenso per il supporto continuo che continuate a darmi: siete meravigliose!!!!
Bacioni,Paola

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Capitolo 24
*** Truth ***


Buongiorno ragazze! Avrei dovuto aggiornare in serata ma, causa febbre, non vado all'università e quindi eccomi qui :)
Dunque, l'arrivo inatteso di Carmen ha spiazzato un pò tutte e sono felice di essere riuscita a sorprendervi.
Vi lascio all'ultimo capitolo, ahimè, ma non preoccupatevi, non vi libererete di me muahahahhahaah
Buona lettura! :D


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TRUTH

< <  La verità è che gli esseri umani devono cercare di amarsi, anche se qualche volta gli si spezza il cuore. Ma avere il cuore spezzato è un buon segno, significa essersi messi in gioco  > > **

Quando vidi Carmen di fronte a me il mio cuore si bloccò, ma quando vidi che dietro di lei si nascondeva una bambina, che avrà avuto circa dieci anni, la terra mi franò sotto i piedi: quella era mia figlia. Non sapevo cosa mi avesse dato quella certezza, forse il taglio degli occhi così simile al mio, o le mie labbra, o un legame invisibile che mi legava a lei, ma l’avevo riconosciuta subito e in quel momento la rabbia si era impossessata di me.
“ Cosa ci fai qui? ” Le chiesi con quel tono di voce che avevo usato solo un’altra volta in vita mia, quando avevo erroneamente pensato che la mia Bella potesse prendermi in giro come aveva fatto lei, senza rendermi conto che il mio amore era la persona più buona e dolce che avessi mai conosciuto e non avrebbe mai fatto male neppure a una mosca.
 Prima che la situazione degenerasse, Tanya ebbe il buon senso di allontanare i bambini, portandoli a giocare da qualche parte. Carmen tentò di avvicinarsi, non so con quale intento, ma la bloccai con un gesto della mano, non volevo che mi si avvicinasse più del dovuto, e presi per mano Bella, avviandoci dentro; con la coda dell’occhio notai che la donna ci seguiva. Feci sedere Bella accanto a me, senza mollare mai la sua mano, mentre Carmen si sedette di fronte.
Capii, da come si agitava, che Isabella si sentisse dannatamente fuori posto in quella situazione, avrebbe sicuramente tanto voluto prendere Matthew e tornare a casa, ma io le rivolsi uno sguardo disperato e capì che avevo bisogno di lei.
Vidi Carmen prendere un profondo respiro, e torturandosi le mani, iniziò a parlare. “ Edward io ti devo delle spiegazioni…. Quella sera, in ospedale, non c’ero io su quel lettino, ma Irina. ” Era evidente che si stava riferendo alla sera in cui il mondo mi era crollato addosso, ma non capii cosa volesse dire, non riuscivo a collegare i pezzi: cosa c’entrava sua sorella gemella  Irina?
Carmen quindi riprese con le sue spiegazioni, intuendo dal mio silenzio che non ero riuscito a trarre nessuna conclusione dalla sua frase.
“ I miei genitori temevano che io potessi lasciare la danza per decidere di sposarmi con te, non sapendo che ci eravamo lasciati in malo modo, e hanno messo in scena un vero e proprio teatrino. Quella sera erano d’accordo con un medico, e fu mia sorella a fingere di avere le doglie in anticipo, e poi a pronunciare quelle parole. Io non sapevo nulla di ciò, mi avevano mandato da una zia perché non interferissi con le loro macchinazioni .” A quel punto un singhiozzo la scosse e fu costretta ad interrompersi. Ero sconvolto, respiravo a fatica e la mia mano, stretta tra quelle di Bella, tremava visibilmente.
“ Poi cosa è successo? ” Chiesi a fatica, come se pronunciare quelle poche parole mi costasse uno sforzo immane.
“ Quando ho partorito i miei mi dissero che la bambina era nata morta a causa di complicazioni durante il cesareo, e invece l’avevano data in adozione ad una famiglia che aveva  pagato per averla. Ho scoperto che Bree era ancora viva quando lei aveva due anni; ho lottato a lungo per riaverla, e all’inizio non è stato facile per nessuna delle due: lei non mi riconosceva come mamma, e io non sapevo praticamente nulla di lei.”
Ero allibito: quale mente perversa poteva architettare un piano del genere per separare dei genitori dalla loro figlioletta?
“ Perché hai atteso tutto questo tempo per venirmelo a dire Carmen? ” Cercavo di mantenere la calma, ma era evidente lo sforzo che stavo compiendo.
“ Ho avuto paura. Poi nel frattempo io mi sono anche sposata. Laurent mi ha convinto a venire qui; lui conosce tutta la storia, e temeva che tu prima o poi saresti potuto venire a conoscenza di tutto, e avresti cercato di riprenderti tua figlia. ”
“ La piccola cosa sa di tutta questa storia? ” Dalla voce incrinata che mi uscì si notò tutto il mio timore per quella risposta, più di quanto volessi far trapelare.
“ Nulla. Adesso ricorda ben poco dei due anni trascorsi con la sua precedente famiglia e io evito di ricordarli. Sa che Laurent è  suo padre, visto che quando è venuta a vivere con me stavamo già insieme, e sa che siamo venuti a trovare un vecchio amico della mamma, e che può chiamarlo… zio. ” Sussurrò le ultime parole.
A quel punto scattai in piedi “ COSA SAREI IO?! ” Urlai.
“ Edward è così piccola, cosa avrei potuto dirle? Ragiona, avrei semplicemente sconvolto i suoi equilibri senza avere la certezza che poi tu l’avresti voluta ancora. Per quanto ne sapevo potevi essere chissà dove e chissà con chi, e da quello che vedo avevo ragione! Rimarremo in città per cinque giorni, di più non posso. Sei libero di venirci a trovare quando vuoi. ” E dicendo così prese le sue cose e andò via, senza lasciarmi il tempo di dire altro. Mi accasciai nuovamente sul divano, affondando il viso nelle  mani, e Bella provò a consolarmi. Purtroppo però in quel momento avevo bisogno di restare solo, per poter riflettere su tutto quello che era successo, e lei parve capirlo perché dopo un po’ mi disse “ Io vado, chiamami in qualunque momento se avessi bisogno di me. Io ti aspetterò. ”

 

Adesso mi trovavo fuori dall’hotel dove alloggiavano Carmen e la bambina, avevo bisogno di fare chiarezza dentro di me. Scacciai con forza una pietra che si trovava davanti a me e puntai gli occhi al cielo disperato, chiedendomi perché lassù qualcuno si divertisse tanto a giocare con i miei sentimenti: dopo tutto quello che avevo passato, dopo tutto il tempo che ci era voluto per conquistare Bella, adesso rischiavo di perdere ogni cosa.

Mi feci coraggio e alla reception chiesi della signora Denali; il consierge mi indicò quale fosse la sua camera e ringraziandolo mi avviai agli ascensori. Giunto davanti alla porta della suite presi un profondo respiro e poi bussai.
“ Chi è? ” Chiese la sua voce.
“ Edward. ” La porta si aprì e Carmen senza dire nulla mi fece entrare. La piccola appena mi vide, corse verso di me sorridente, ma era come se stesse cercando qualcuno.
“ Non c’è tuo figlio? ” La sua domanda mi aveva spiazzato, evidentemente Matthew era riuscita a conquistarla quel pomeriggio che avevano passato insieme.
“ No, mi dispiace, ci sono solo io. ”
“ Peccato, allora torno a disegnare. ” E si andò a sedere per terra, tornando ad impugnare un pennarello e continuando ciò che stava facendo prima del mio arrivo.
“ Vieni Edward, andiamo a parlare fuori.  ” Carmen mi guidò nel terrazzo,e ci sedemmo lì. Ci fu un attimo di silenzio, entrambi eravamo piuttosto imbarazzati, ma poi lei prese la parola.

“ Posso sapere cosa ti porta qui? ” Non c’era rabbia nel suo tono di voce, piuttosto curiosità.
“ A dirti la verità non lo so nemmeno io. ”Mi presi la testa fra le mani, e in quel momento avrei tanto voluto piangere, ma non sarebbe servito a nulla.
“ Edward ti giuro che io prima di venire qui ci ho pensato a lungo; sapevo che ci potesse essere la possibilità che tu adesso avessi una famiglia tutta tua, e avrei rischiato di mandare tutto all’aria, ma non potevo vivere con questo segreto. Mi sono detta che se io fossi stata al tuo posto avrei preferito sapere che mia figlia fosse viva, anche se non mi avrebbe mai considerato la sua mamma, e per lei sarei rimasta un’estranea, ma almeno avrei saputo che stesse bene e che cresceva in un mondo pieno d’amore. Laurent ha sempre considerato Bree sua figlia, e il destino ha voluto che io e lui non avessimo altri figli, ma ciò non avrebbe tolto niente a lei. Lui stravede per Bree, devi vedere come la vizia in tutto, è una vera cocca di papà. ” Sorrise ripensando a quei momenti felici, e inconsciamente lo feci anche io, solo che nei miei pensieri al posto di Bree c’era Matthew.

“ Carmen io non ho idea di come dovrei comportarmi adesso, non so cosa fare… ”

Lei mi guardò serenamente, e poi mi prese una mano tra le sue “ Chiudi gli occhi. ”

“ Cosa? ” Non capivo il senso della sua richiesta.

“ Fidati di me, chiudi gli occhi. ”

Feci come mi disse, anche se ero piuttosto titubante, e attesi la sua prossima richiesta.

“ Adesso pensa alla tua vita; rivivi tutto quello che hai fatto: la fatica per diventare un bravo ballerino, la felicità che hai provato quando sei stato preso nella tua prima compagnia, la gioia quando ti hanno promosso solista. ” E mentre lei parlava le immagini di quello a cui lei si riferiva scorrevano nella mia mente, come in un film.

“ Pensa adesso  alla cosa più brutta che ti sia successa. ” E come un fulmine a ciel sereno l’immagine mia e di Bella accasciati sul pavimento di quell’ospedale, mentre attendevamo l’esito dell’operazione di Matthew, mi si parò di fronte.

“ E infine pensa al momento più bello della tua vita. ” E sorrisi quando davanti ai miei occhi vidi comparire l’immagine di me e Bella che svegliavamo Matthew la mattina del suo primo compleanno: era uno di quei momenti in cui mi era sembrato che noi potessimo essere davvero una famiglia.

“ Adesso puoi aprire gli occhi. ”

Feci come mi disse Carmen, e quando la mia vista si abituò nuovamente alla luce, la guardai: era ancora lì che mi sorrideva serena.

“ Perché mi hai fatto fare questa cosa? ” Non riuscivo a capire dove voleva arrivare.

“ Semplice, dimmi in quali ricordi siamo venute fuori io o Bree. ”

Il mio silenzio fu più eloquente di qualsiasi risposta, e sentii le mie gote andare a fuoco.

“ Se neppure il ricordo più brutto ti ha riportato a quella sera vuol dire che in cuor tuo la scelta è stata presa. ”

“ Ma come è possibile? ” Quando avevo sentito quello che pensavo avesse fatto Carmen alla bambina che portava in grembo mi ero sentito distrutto, ma a quanto pare la mia mente o meglio il mio cuore aveva scelto che il ricordo che più mi aveva segnato era stato quando avevo saputo dell’operazione di Matthew.

“ Edward, io non dico che allora tu non amassi Bree, ma il tuo amore era più una voglia di assumersi le proprie responsabilità credo, e quindi sei rimasto ferito ma non a tal punto come l’altro ricordo che la tua mente ha evocato. Non ti faccio una colpa di ciò, figurati, ero io la prima che era indecisa sulla bambina. Spero che adesso tu abbia le idee più chiare, e non rischiare di perdere la tua famiglia. ”

“ Grazie Carmen. ” L’abbracciai calorosamente, era stata una persona importante della mia vita, e sarebbe comunque rimasta la madre di mia figlia. “ Prometto che verremo presto a trovarvi con Bella e Matthew. ”

“ Ci conto, e poi faresti felice pure Bree. Da quando ha conosciuto il piccolo non fa altro che parlare di lui.”

 

Quando uscii dall’albergo di Carmen, ero molto più sereno. Con un sorriso sul volto mi diressi verso casa di Bella, dalla mia famiglia.

 

POV BELLA

Seduta sul divano avevo Matthew accanto e fingevo di guardare i cartoni con lui; in realtà la mia mente volava al pomeriggio di due giorni fa, quando la verità sulla storia di Carmen ci aveva colpiti come un fulmine a ciel sereno. Il mio cuore doleva al solo pensiero di quello che la famiglia di lei era stata capace di fare, a come sua sorella gemella l’avesse pugnalata alle spalle, e come lei si dovesse essere sentita quando aveva scoperto che la sua bambina era viva. In me era ancora vivido il ricordo di quando Rose mi aveva comunicato che il mio bambino doveva essere operato e immaginare che l’operazione sarebbe potuta andare male mi terrorizzava ancora ora che lo vedevo crescere sano, quindi non riuscivo ad immaginare con quanta forza quella donna era andata avanti per quei due anni.

E poi c’era Edward.

Neanche immedesimandomi in lui, potevo comprendere cosa avesse provato  sentendo quel racconto che sembrava essere uscito da un romanzo rosa. Da quel giorno non l’avevo più sentito. Aveva deciso di rimanere da solo e io rispettavo la sua scelta, perché lo amavo, ma il non sapere nulla mi stava logorando. Ero stata una stupida ad aspettare così tanto per decidere di confessargli il mio amore, perché non avevamo neppure avuto il tempo di godercelo; proprio quando mi ero decisa ad esternare i miei sentimenti qualcuno lassù aveva voluto punirmi, perché era chiaro che adesso la situazione tra me e Edward non sarebbe stata più la stessa. Lui avrebbe sicuramente seguito Carmen e la figlia in Europa, per cercare di conoscerla meglio, e io sarei rimasta qui da sola, a prendermi cura dell’unica cosa che mi rimaneva del nostro amore.

Ritornai al presente quando mio figlio mi accarezzò il viso ed esclamò “ Acca! ”
Meravigliata mi toccai le guance e le ritrovai bagnate di lacrime che non mi ero accorta neppure di star versando. Lo presi in braccio e lo strinsi forte al mio petto.
“ Non è niente piccolino, ora passa tutto alla mamma. ”
Lui in risposta si accoccolò con il visino contro il mio collo e iniziò a darmi tanti bacetti, e ringraziai il cielo che ci fosse almeno lui a tirarmi su. E per la prima volta piansi sulla spalla di mio figlio, mentre lui si aggrappava forte a me.
Sobbalzammo entrambi quando suonarono alla porta, e asciugandomi velocemente le lacrime, misi nuovamente seduto sul divano Matthew ed andai ad aprire; colui che mi trovai davanti mi lasciò di sasso.
“ Dio Bella cosa è successo? Perché stai piangendo? ” E prima che potessi anche solo pensare di rispondere mi ritrovai tra le braccia di Edward. Per un attimo mi abbandonai contro il suo petto, ispirando forte il suo profumo, per cercare di calmarmi, ma poi mi irrigidii e lo allontanai da me, e lui mi guardò senza capire il mio gesto.
“ Farà ancora più male quando te ne andrai. ” Singhiozzai, prevedendo che il motivo della sua venuta fosse dirmi che sarebbe partito insieme a Carmen e Bree.
Il suo sguardo era ancora più confuso e così mi affrettai a chiarire le mie parole “ E’ giusto che tu segua Bree, quindi ti chiedo di non avere più alcun contatto intimo con me, non riuscirei a farcela. ” E dicendo così la mia voce si spezzò e nuove, calde lacrime presero a scorrermi sulle guance, e mi voltai di spalle, per evitare che mi vedesse.
Subito le sue braccia cinsero la mia vita, e fece scontrare la mia schiena con il suo petto.
“ Io non vado da nessuna parte senza di voi. ” Mi sussurrò all’orecchio, e poi mi fece voltare verso di lui, stringendomi il viso tra le sue mani e asciugandomi le lacrime con i pollici.
“ Edward io non posso impedirti di conoscere tua figlia, non potrei vivere bene sapendo che tu sei rimasto qui per me, perché non sono abbastanza forte per andare avanti da sola. Io ti amo e per questo ti lascio libero di andare via, ma ti prego, non dimenticarti di Matthew: io posso vivere senza il mio compagno, ma lui non può farlo senza il suo papà. ” Lo guardai a lungo negli occhi e li vidi farsi lucidi. Prese un respiro profondo, scuotendo leggermente la testa, per poi avvicinare la sua fronte alla mia, e senza allontanarsi iniziò a parlare.
“ Prima di trarre qualsiasi conclusione lasciami finire di parlare, ok? ”
Feci cenno di sì con la testa e lui riprese. “ Ho conosciuto Bree in questi giorni. Oddio forse dire di conoscere una persona in due giorni è fuori luogo, ma posso dire di sapere qualcosa in più su di lei. È una bambina molto sveglia, adora disegnare, non le piace il pesce e fa un movimento con le mani, quando se le passa tra i capelli, identico al mio. ” Sorrise ripensando a quel particolare, mentre il mio cuore si stringeva, ma mi imponevo di rimanere in silenzio come gli avevo promesso, per poi continuare con il suo discorso.
“ Ma io non so nulla di lei, oltre questo, e soprattutto crede che io sia solo un amico di sua madre. Non potrò mai considerarla realmente mia figlia perché lei per prima non mi vedrà mai come suo padre. Se c’è una cosa che ho sempre creduto vera è che i figli sono di chi li cresce, non di chi li mette al mondo. E anche se non è stato per causa mia che non ho potuto crescere Bree, non posso strapparla adesso dalle braccia di Laurent, che la considera sua figlia. Pensa, quando oggi sono andato a trovarle, lei ha chiesto di Matthew, voleva giocare con lui, di me non gli importa nulla.
Ho parlato con Carmen, e le ho detto che se avrà bisogno di qualcosa potrà chiedere a me, ma è giusto che continuino a crescerla lei e Laurent, in fondo la piccola sa che sono loro i suoi genitori.
Ma amore mio, ti giuro che mai per un secondo ho pensato di abbandonare te e Matthew: siete voi la mia famiglia adesso. ” E avvicinò lentamente le sue labbra alle mie, per un bacio carico di dolcezza, mentre il mio cuore accelerava i battiti per la consapevolezza che io e Edward non ci saremmo separati. Lo strinsi forte a me, portando le mie mani ai suo capelli e facendo in modo che aderisse al mio corpo: la paura di perderlo era stata tale che volevo sentirlo presente il più possibile in quel momento. Sentivo come se un peso sul mio cuore si fosse finalmente dissolto, qualcosa che non sapevo neppure di avere, ma che adesso sapevo non esserci più.

Quando stavamo per approfondire il bacio, però, fummo interrotti da Matthew, che si aggrappò alla gamba del padre, pretendendo la sua attenzione. Edward si staccò da me, non prima di avermi nuovamente sfiorato le labbra con le sue, e lo prese in braccio.
“ Ciao campione di papà! Vuoi andare al parco con me e mamma? ”
Sorrisi a quelle parole e vidi gli occhi di mio figlio diventare luminosi come due stelle.
“ Tì, scila, scila. ”
“ E che scivola sia ” dissi, spingendoli fuori e chiudendomi la porta alle spalle.



** Mangia, prega, ama. Elizabeth Gilbert

Spero che la decisione presa da Edward non vi sembri troppo strana, ma io ho provato a mettermi nei suoi panni, e forse sbagliando, visto che non ho figli, penso che avrei preso la sua stessa decisione. Per me è un gesto totalmente d'amore quello che lui compie nei confronti della piccola Bree, lasciandola serena con la sua famiglia; se avesse rivelato la verità, a mio avviso avrebbe fatto solo un gesto egoistico, e a pagarne le conseguenze sarebbe stata la piccola.

Allora, eccoci giunti alla fine... i ringraziamenti e tutto li rimando all'epilogo, che arriverà la prossima settimana. Spero di non avervi deluse e che il finale vi piaccia. Un bacione e un grazie immenso a tutte, Paola.
PS: domani controllate la mia pagina autore, ci sarà una sorpresa, spero gradita ;)

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Capitolo 25
*** Epilogo ***


Buon pomeriggio ragazze, non vi rubo altro tempo, ci leggiamo sotto. Solo una piccola cosa: l’epilogo è ambientato un anno dopo l’ultimo capitolo e copre più o meno otto mesi della loro vita.

Un abbraccio speciale ad Ale e i miei nipotini, e alla mia sorellona ;)

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EPILOGO 

 

http://www.youtube.com/watch?v=1WyS4BEQ-sY

 
Una musica proveniva dall’interno di quella casa sconosciuta: era una canzone bellissima, dolce.

Con mano tremante Bella infilò le chiavi nella serratura della porta, senza sapere cosa l’avrebbe attesa.  Aveva  trovato le chiavi quella mattina sul tavolo della cucina, con accanto un biglietto in cui vi era scritto l’indirizzo di questa abitazione. In un primo momento Bella  non sapeva cosa fare, c’era Matthew che ancora dormiva e non sapeva a chi lasciarlo, ma poi il campanello di casa sua suonò e comparve Tanya, che naturalmente si offrì di tenere suo nipote: a quel punto fu chiaro che Edward aveva combinato qualcosa e il ricordo dell’ultima sorpresa ricevuta le accelerò  nuovamente il battito del cuore.

Quando la porta si aprì rimase sconcertata a fissare il pavimento: un sentiero di petali di rosa la conduceva in una stanza della casa. Varcò la soglia di casa, decisa a seguire quel sentiero, e quando arrivò in cucina sorrise nel vedere quello che campeggiava al centro del tavolo: una tazzina di caffè.

E poi le sue mani le avvolsero i fianchi e prese a sussurrarle all’orecchio le parole della canzone

“ Voglio far con te, l'amore vero quello che, che non abbiamo fatto mai… ” la fece voltare verso di lui, e poggiò la propria fronte sulla sua e guardandola intensamente negli occhi, continuò “ Quello che adesso so

di poter fare solo con te…  ” e la baciò: un bacio lento, dolce, passionale, intenso, come se con quello volesse comunicarle il suo amore, le volesse far capire che lui non l’avrebbe più abbandonata.

Velocemente il bacio si trasformò, divenne più urgente, le loro mani corsero ad accarezzare il corpo dell’altro, si liberarono dei vestiti e si amarono lì, sul pavimento della cucina, cullati dalle note di quella bellissima canzone.

Dopo ore passate a coccolarsi e amarsi, Bella si rese conto che non sapeva di chi fosse quella casa.

“ Edward ma cosa ci facciamo qui? Di chi è la casa? ” Temeva potessero scoprirli.

Lui sorrise “ Nostra. ” Decretò, come se fosse la cosa più semplice da intuire

“ Come sarebbe a dire? ” Bella era sorpresa, non le aveva detto che aveva intenzione di comprare una casa.

Edward le prese il volto fra le mani e la guardò felice.

“ Nostra. L’ho comprata perché è qui che voglio costruire la mia famiglia con te, amore mio. E’ vero che stavamo benissimo a casa tua, ma volevo fare qualcosa per noi e da bravo compagno ho pensato che comprare la casa per la nostra famiglia fosse il primo passo per la nostra lunga vita insieme. Devo pur fare qualcosa di concreto o sembrerà che in casa sia tu a portare i pantaloni. ” Scherzò Edward.

“ Che stupido che sei. ” Disse Bella scuotendo la testa.

“ Ma tu ami questo stupido. ” Replicò lui e la baciò, perdendosi nuovamente nella dolcezza di quel gesto.

 

****

Bella si distese sul fianco dandogli le spalle e Edward subito si avvicinò. Iniziò a baciarle il collo, e a lasciar vagare le proprie mani sulle sue gambe.

“ Edward stasera non mi va. ” Disse, prima che la voglia nascesse in lei. Da quando avevano deciso di abitare insieme quella era la prima volta che Bella rifiutava di fare l’amore con Edward; immaginava che lui ci sarebbe rimasto male, ma aveva altri pensieri per la testa e non sarebbe mai riuscita a lasciarsi andare.

“ Dai tesoro, prometto che facciamo piano, e poi Matthew finora non si è mai svegliato. ” Sussurrò Edward al suo orecchio, con voce roca, ripensando alle volte in cui avevano rischiato che il loro piccolino li trovasse in atteggiamenti compromettenti, quando la notte sgattaiolava nel lettone subito dopo aver fatto un brutto sogno, e poi lo lambì con la propria lingua.

“ Edward ho detto no. ” Disse Bella con voce ferma e lui si bloccò, quasi non respirava.

L’ansia cominciò ad attanagliarlo: per quale motivo la sua donna stava rifiutando di fare l’amore? Cercò di capire il motivo di tale atteggiamento, ma non gli venne in mente nulla, nessunissima cosa alla quale appigliarsi per capire per quale motivo lei sembrasse essere arrabbiata con lui.

Bella prese la sua mano, continuando a restare distesa sul fianco, la intrecciò alla propria e la posò sulla sua pancia. A quel gesto Edward sorrise, non era arrabbiata con lui, e si rilassò un po’, ma continuava a non capirla.

E fu in quel momento che Bella sganciò la sua bomba “ Io e lui siamo stanchi. ”

Edward si irrigidì, e stavolta trattenne realmente il respiro: Bella aveva appena parlato al plurale e visto che nella stanza oltre loro due non c’era nessuno, quel lui si riferiva sicuramente a qualcuno che era presente, ma non fisicamente. Il suo cuore aveva capito cosa volesse dire la sua donna con quella frase, ma il suo cervello stava impiegando più tempo del previsto ad elaborare quel concetto. Dopo quelle che a Bella parvero ore, e stavano rischiando di trasportarla nell’angoscia più nera, temendo che pure stavolta Edward non sarebbe stato contento della gravidanza, in fondo non avevano mai accennato all’argomento, avevano parlato di allargare la famiglia in futuro, ma non c’era nulla di concreto ancora, lui si decise a parlare.

“ Cosa vuoi dire? ”

“ Sono incinta Edward, aspettiamo un bambino. ”

“ Ne sei sicura, vero? ” La sua voce vibrava, ma dal suo viso non traspariva alcuna emozione e Bella non riusciva a capire se fosse per la paura o l’emozione, e nascose il volto nel cuscino. Voleva anche nascondere la delusione e il dolore che quella frase le aveva provocato.

“ Sì. So che non ne abbiamo parlato, che forse è presto, ma è successo Edward. La colpa non è di nessuno di noi. ” Tentò di giustificarsi, ma a quel punto lui la fece voltare verso di sé e le sollevò il viso, mettendole due dita sotto il mento.  Poggiò le proprie labbra sulle sue senza dirle nulla, un bacio a stampo, delicato e appena accennato. Quando si staccò la guardò a lungo negli occhi e poi disse le parole che Bella aveva sperato di sentire da subito.

“ E’ la sorpresa più bella che potessi farmi. ” sussurrò e riprese a baciarla, ma stavolta lei non lo fermò.

 

****

 Bella era nello studio del ginecologo per fare la prima ecografia, ma questa volta non era sola: a stringerle la mano c’era Edward, nervoso come poche volta lo avevo visto, e in braccio a lui il piccolo Matthew che non capiva cosa stessero facendo lì. I due genitori non avevano trovato un modo adatto per dirgli che presto non sarebbe più stato l’unico bimbo in casa, e così avevano pensato di fargli conoscere direttamente il fratellino durante la prima ecografia.

Matthew guardava tutto con la curiosità tipica dei bambini, ponendo duemila domande a cui Bella ed Edward rispondevamo pazienti in attesa che arrivasse il dottore.

 Quando entrò nella stanza Edward per far calmare il figlio gli disse “ Adesso fai il bravo, se no il dottore ti fa la puntura. ” e Matthew si accoccolò sul suo petto, nascondendo il visino nell’incavo della spalla del suo papà.

“ Signora sollevi la maglietta che cominciamo. ”  Bella fece come le disse il medico e quello le spalmò sulla pancia il gel, per poi poggiarle il sondino e iniziare l’ecografia. Edward sapeva che quell’esame non era per nulla pericoloso, che non avrebbe causato nessun dolore né a Bella né tantomeno al bambino, ma non riusciva proprio a stare tranquillo: aveva il terrore che il medico potesse trovare qualcosa che non andasse. Nel giro di pochi istanti sullo schermo comparve il loro futuro bambino e anche se ancora non era possibile identificare nulla, per Edward quella fu una prova tangibile che il frutto dell’amore suo e di Bella esistesse davvero.

“ Potete stare tranquilli è tutto nella norma. La gravidanza procede bene e le funzioni vitali sono ottime. L’embrione è di tre settimane, quindi le consiglio di stare attenta durante questo periodo, eviti sforzi inutili e stress emotivi e tra meno di nove mesi avrà un altro piccolino a cui badare. ” A quelle parole Edward si rilassò definitivamente.

“ Papà cosa è quello lì? ” Matthew con la sua domanda diede ai genitori l’opportunità di dirgli che presto avrebbe avuto un fratellino o una sorellina con cui giocare. Il medico intuì che avrebbero avuto un po’ da discutere e molto gentilmente li lasciò soli.

“ Amore della mamma quello che vedi sul televisore sarà il tuo fratellino o sorellina. ” Disse Bella, accarezzando la testolina del figlio.

Gli occhi di Matthew si spalancarono sorpresi e dopo aver osservato meglio lo schermo chiese “ E ora dov’è? ”

“ Nella pancia della mamma. ” Rispose Edward aiutando Bella a ripulirsi dal gel.

“ E quando esse? Io voio giocale con lui. ” Risero felici a quella sua insistenza, e Bella lo prese in braccio, stringendoselo forte al petto.

“ Ci vorrà un pochino tesoro. Adesso è troppo piccolo per uscire, è come un pesciolino e ha bisogno di stare al caldo nella pancia della mamma, ma presto poi potrai giocarci. ”

“ Va bene. Ora andiamo a mangiale il gelato? ” E così dicendo uscirono dallo studio del dottore e andarono a comprare il gelato che gli avevano promesso.

 

 

 

*****

“ E così la fata turchina trasformò Pinocchio in un bambino vero, e lui e il suo papà vissero per sempre felici e contenti. ”  Bella chiuse il libro di fiabe e guardò Matthew accoccolato accanto a lei: i suoi occhioni erano ancora aperti e ciò non era un buon segno.

“ Ancora. ” Esclamò felice il bambino, ma Edward si avvicinò a loro e lo fece sdraiare sul suo petto.  

“ Piccolino è ora di andare a fare la nanna. È tardi e anche la mamma è stanca. ”

“ Pelò tu vieni con me? ” Matthew aveva una paura matta che dall’armadio potesse uscire un mostro, e Edward tutte le sere gli faceva compagnia fino a quando non si addormentava, anche se ogni tanto si intrufolava nel lettone di mamma e papà nel bel mezzo della notte.

“ Certo amore di papà! Forza saluta la mamma e andiamo. ” Matthew  si avvicinò a Bella nuovamente e le gettò le braccia al collo, lasciandole un bacio con lo schiocco sulla guancia e sussurrando “ Notte mamma. ” Lei gli arruffò i capelli e lo coccolò un po’, poi il piccolo si allontanò da lei e si posizionò all’altezza del suo ventre, sollevandole il pigiama in modo da scoprirle la pancia, e con le sue braccine tentò di circondare il suo pancione di otto mesi.

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“ Buonanotte sorellina. ” Disse in direzione dell’ombelico e poi vi lasciò un bacio. Ogni volta che Matthew parlava con la sua sorellina, a Bella salivano le lacrime agli occhi: era dolcissimo suo figlio, e mai una volta era stato geloso del nuovo arrivo in casa.

Edward lo prese in braccio e insieme andarono in camera sua.

Con qualche difficoltà Bella si alzò dal letto e andò in bagno per prepararsi per la notte: fece per la milionesima volta la pipì e poi si lavò i denti. Tornando in camera fu avvolta dalle note di “ Buongiorno bell’anima ” e Edward, sdraiato sul letto, allungò la propria mano verso la sua e l’aiutò ad accoccolarsi sul suo petto. Prese ad accarezzarle il pancione, facendo anche calmare la piccolina che era abbastanza irrequieta la notte, tanto da non fare dormire la sua mamma alcune sere. Bella si mise semi seduta e Edward si abbassò fino a raggiungere il pancione “ Ciao piccolina. Come stai? Ti piace questa canzone? Sai, tu sei nata mentre io e la tua mamma la ascoltavamo. ” E per tutta risposta la piccola diede un calcio proprio dove Edward teneva la mano. Risero felici, sentendo come la piccola interagiva già con loro, e poi guardandosi negli occhi si persero in un lungo bacio, prima di sdraiarsi e assumere la loro posizione preferita per dormire: Bella con la schiena poggiata sul petto di Edward, e lui che le cingeva il pancione amorevolmente.

 

 

*******

“ Pronta? ”

“ Ti sembro pronta?! ”

“ Suvvia Bella, non essere così nervosa. ” Le disse Alice

“ Come fai tu ad essere tanto calma? ”

“ Cosa vuoi che sia, è solo un matrimonio. ” Era impazzita la sua amica, Bella ci poteva mettere la mano sul fuoco.

“ Come fai a dire è solo un matrimonio? ”

Alice alzò gli occhi al cielo prima di risponderle  “ Io e Jazz conviviamo già da due anni, è solo una formalità. E poi sono io quella che dovrebbe essere nervosa. Sono io la sposa, mica tu. ”

“ Ma tu non sembri una mongolfiera. ” Obiettò Bella.

Alice sbuffò “ Infatti non sei una mongolfiera, sei incinta di otto, quasi nove mesi e io sono la persona più felice del mondo perché avrò una nipotina a cui comprare montagne di vestitini e sto per sposarmi, se ti decidi ad uscire da questa stanza. ”

Bella annuì leggermente più calma, e dopo aver preso un profondo respiro entrò in chiesa, preceduta dalle figlie di Rose, bellissime nei loro vestitini, che lanciavano petali di rosa lungo il loro cammino, mentre le note di Pachbel iniziarono ad aleggiare nell’aria. Sorrise incoraggiante ad un nervosissimo Jasper e si mise al suo posto, salutando con la mano un allegrissimo Matthew, che non  stava un attimo fermo seduto in braccio ad Edward.

Quando entrò Alice tutti rimasero senza fiato, era radiosa come mai lo era stata.

La cerimonia si svolse senza intoppi, almeno fino a quando Matthew  non si rifiutò di consegnare al prete le fedi nuziali; Edward tentò in tutti i modi di toglierle dalle mani, ma si rischiava una crisi di pianto in piena regola. Alla fine Emmett riuscì a corromperlo con delle caramelle.

Le promesse di Alice e Jasper furono bellissime e i due sposi non smisero un attimo di guardarsi negli occhi, lucidi e splendenti, ma nessuno dei due versò una lacrima; in compenso ci pensarono Bella e Rosalie.

Dopo il ricevimento, che fu impeccabile come aveva previsto la sposa, Bella passò il resto della serata a ballare tra le braccia di Edward, o meglio ad ondeggiare sul posto, viste le dimensioni del pancione e delle sue caviglie, che cominciavano ad accusare sintomi di stanchezza.

“ Ti ho già detto quanto sei bella oggi? ”

Bella arrossì “ Grazie. ”

“ E’ la pura verità. ”

Rimasero per un po’ in silenzio, poi Edward le disse “ Aspetta un attimo qui. ” E senza che Bella potesse ribattere, la lasciò in mezzo alla pista.

Edward si diresse dai neo sposi e chiese loro se avesse potuto mettere in atto la sua sorpresa adesso; per loro andava benissimo. Alice lo abbracciò calorosamente, per infondergli coraggio,  e gli sussurrò “ Andrà tutto bene,vedrai. ” Poi fece segno al dj di abbassare la musica, mentre Bella, da lontano, guardava quegli strani movimenti senza capire nulla di quello che stava per accadere.

Improvvisamente un faretto la illuminò e lei rimase disorientata, cosa stava succedendo? Le note di  

“ River flows in your  ” di Yiruma si diffusero nella sala, e Bella rimase piacevolmente sconvolta quando fece caso che era proprio Edward a suonare la melodia al piano; sapeva che da piccolo i genitori lo avevano iscritto al conservatorio perché imparasse a suonare quello strumento, ma era la prima volta che lo sentiva suonare ed era bravissimo. Con il busto leggermente piegato in avanti, eseguiva il brano a memoria, senza bisogno di spartiti, ed a occhi chiusi, aprendoli solo ogni tanto per rivolgerle uno sguardo carico d’amore. Quando la canzone finì, il suo compagno prese a parlare e lei credé di morire dalla felicità.

“ Amore mio, credo che questa canzone rappresenti perfettamente quello che io provo per te. Hai reso la mia vita speciale, piena e rigogliosa come questa melodia, donandomi due creature bellissime. Mi hai aiutato nei momenti più difficili senza abbandonarmi mai. Ti sei affidata completamente a me e di questo ti ringrazio. Adesso mi manca un’ultima cosa per essere l’uomo più felice di questa terra: Bella vuoi diventare mia moglie? ” E in quel momento il piccolo Matthew si diresse dalla sua mamma tenendo tra le mani una scatolina in velluto blu contenente un piccolo anello di oro bianco.

 Bella riuscì semplicemente ad annuire più volte, tante erano le lacrime e i singhiozzi che le scuotevano il petto; velocemente Edward fu da lei, e Bella incollò febbrilmente le sue labbra a quelle di lui. Quando si staccarono, Edward prese l’anello dallo scatolino e lo infilò all’anulare di lei, poi prese in braccio Matthew e si strinsero tutti e quattro in un abbraccio. La donna, con la fronte poggiata a quella dell’uomo, lo guardò a lungo negli occhi, per poi sussurrare “ Per sempre. ” E poggiare nuovamente le labbra su quelle del futuro marito.

 Non si curarono delle altre persone presenti in sala, né degli applausi che partirono: in quel momento erano solo loro, e la bellissima famiglia che stavano creando insieme.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GRAZIE! Grazie a tutti di vero cuore per tutto l’appoggio e le belle parole che avete speso per questa storia. Non credevo che potesse mai darmi tante soddisfazioni scrivere e invece mi sono dovuta ricredere quando, più di una volta, le lacrime hanno avuto il sopravvento leggendo delle recensioni veramente bellissime: le porterò sempre con me!

E’ meraviglioso per me vedere come anche voi vi siate affezionate a questa storia e quanto vi dispiaccia che sia finita, ma come dice Aleswan tutto quello che è bello prima o poi finisce. Spero solo che l’epilogo non vi abbia deluse e vi abbia fatto sorridere. So per certo che avreste voluto leggere altro, soprattutto avreste voluto che il matrimonio fosse con altri sposi al posto di Alice e Jasper, ma abbiate fede ;) se fate caso non ho messo la spunta “ completa ” nella storia…

Ok, non sono brava a fare discorsi e quindi la finisco qui, non credo ci siano bisogno di paroloni per dirvi che in questo momento mi tremano le mani a battere queste poche righe per ringraziarvi di tutto l’amore che avete dimostrato a me e a questa storia, nata per puro caso dalla visione di un film e cresciuta poi nella mia testa.

Un enorme abbraccio a tutti coloro che sono rimasti con me dall’inizio alla fine, a chi si è fatto sentire e a chi è invece rimasto sempre nell’ombra, siete tantissimi e citarvi tutti sarebbe impossibile.

Quindi solo questo…. “ voi siete i migliori fans di sempre! ” :D


A presto, Paola

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Capitolo 26
*** San Valentino ***


Buongiorno e buon san Valentino a tutte!
Pensavate di ritrovami qui così presto? Avete un'autrice troppo buona u.u
Dunque, in occasione della festa dell'amore, questo capitolo è dedicato ai due piccioncini, motivo per cui è ROSSO! Secondo me non c'è nulla di esagerato, ma io avviso, non si sa mai c'è qualcuno che non voglia leggerlo.
Non ho altro da dire per cui vi lascio alla lettura, ci si sente sotto :)



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SAN VALENTINO -  EXTRA 1

 

“ I ragazzi che si amano, si baciano
in piedi contro le porte della notte.
I passanti che passano se li segnano a dito,
ma i ragazzi che si amano
non ci sono per nessuno.
E se qualcosa trema nella notte,
non sono loro ma la loro ombra
per far rabbia ai passanti
per far rabbia, disprezzo, invidia, riso.
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno;
sono altrove, lontano, più lontano della notte.
Più in alto del giorno,
Nella luce accecante del loro primo amore. ” (J. Prevert)
 

“Sì mamma, le nausee sono passate, già mi erano sparite al quarto mese, figurati se ritornano ora che sono al quinto. ”
Paradossalmente avevo vissuto con più tranquillità la gravidanza di Matthew che questa: tra i miei genitori ed Edward non sapevo chi fosse più apprensivo.
" Mamma possiamo risentirci domani? Sono davanti la porta di casa e con le buste in mano non riesco ad aprire..." Senza volerlo mi ero data la zappa sui piedi da sola dicendo in quel modo, infatti il suo urlo mi trafisse il timpano.
" Calmati, certo che Edward mi aiuta. Per esempio adesso sta rimettendo a posto casa invece di farlo fare a me, così io mi sono proposta per fare la spesa. Ma ti giuro che ho preso solo un pacco di pasta, del prosciutto e i succhi di frutta per Matthew: se tornassi con più pacchi dovrei sorbirmi pure le lamentele di Edward e non mi conviene. "
Finalmente si era calmata e avevo potuto riagganciare. Quando aprii la porta di casa la prima impressione che ebbi fu che non ci fosse nessuno.
" Amore sono a casa. " Urlai per farmi sentire e poco dopo vidi Edward comparire dalla cucina.
" Ehi piccola, già di ritorno? "
" Sì, non c'era molta confusione. Tu che facevi? "
" Nulla. " Rispose pronto, ma io ebbi l'impressione che mi nascondesse qualcosa.
" Matthew dov è? " Chiesi, stupita di non vederlo correre verso di me.
" È venuto a prenderlo Emmett, stasera dormirà da loro. Spero che per te non ci siano problemi. "
" No figurati, ma come mai? "
Edward mi guardò stranito e poi scosse la testa sorridendo. " Bella sai che giorno è oggi? "
Feci cenno di no con il capo e lui mi prese il viso tra le mani, avvicinandolo al suo e ad un centimetro dalle mie labbra sussurrò " Buon San Valentino amore mio. " Per poi far congiungere le nostre bocche.
Ero allibita: tra il piccolo, la scuola di danza che avevamo aperto da qualche mese e che aveva avuto un successo che neppure noi ci aspettavamo, la nuova gravidanza, il trasloco e tutto il resto avevo completamente perso la cognizione del tempo.
Le mie labbra si muovevano insieme a quelle di Edward, ma io non ero lì con la testa e anche lui se ne accorse, infatti si allontanò di poco, poggiando la sua fronte contro la mia e guardandomi con i suoi occhi carichi d’amore.
“ Piccola cosa c’è? ”
Gli occhi mi si riempirono di lacrime senza che potessi impedirlo.
" Sono una stupida. Come ho fatto a dimenticarlo? Io non ho nessun regalo per te." Mi morsi il labbro per frenare la valle di lacrime che di li a poco avrebbe sfondato gli argini.
" Ma che dici sciocca? Tu il regalo me lo hai già fatto. Sta qui, dentro di te." Con delicatezza sollevo un po' la mia maglia, fino a scoprire la mia pancia e poi la racchiuse con le sue mani. Fu difficile stavolta riuscire a trattenere le lacrime, colpa dei miei ormoni impazziti, ma Edward si affretto a scacciarle con i suoi pollici e poi fece unire nuovamente le nostre labbra e stavolta ricambiai appieno il bacio: le nostre lingue si incontrarono a metà strada e iniziarono a giocare, avvolgendosi e rincorrendosi nelle nostre bocche. Quando l'ossigeno cominciò a mancare fummo corretti a staccarci, ed entrambi ci fissammo sorridendo.
" Ora tu vai a farti una doccia e ti rilassi, ed io finisco di preparare la cena, ok?" Annuii felice e mentre gli passai accanto, Edward mi diede uno schiaffetto sul sedere, scoppiando poi a ridere.
" Tieni le mani a posto." Lo minacciai, facendogli la linguaccia e scappando in bagno.
 
Dopo mezz'ora tornai in cucina e mi stupii di trovare la stanza completamente al buio tranne che per delle candele poste sul davanzale della finestra e lungo il marmo del piano cottura che creavano un'atmosfera davvero dolce. La tavola era apparecchiata di tutto punto con al centro due candele accese ma di lui non c'era nessuna traccia.
" Edward? " Lo chiamai ma non ebbi risposta da nessuno. Non capivo dove potesse essere andato, ma la mia attesa non fu lunga, visto che poco dopo sentii la porta di casa aprirsi. Lo raggiunsi in salotto ma praticamente lui non c'era o meglio non si vedeva: reggeva infatti tra le mani un fascio di rose enorme.
" Ma cosa hai combinato? " Gli chiesi stupita.
" Auguri amore mio." Mi porse il fascio di rose e vidi che dal fiocco pendeva una scatolina swaronsky. La staccai stando attenta a non rovinare il fascio, che poggiai sul divano, e mi apprestai a scartarla. Dentro c'era una collanina con un ciondolo a forma… di cigno.Image and video hosting by TinyPic

“E’… è bellissima Edward. ” Non sapevo cosa dire, mi aveva sinceramente presa alla sprovvista, anche se ormai avrei dovuto essere abituata alle sue pazzie, e questa non era poi tanto esagerata. Gliela porsi e poi mi voltai di spalle, sollevando con un mano i capelli dal collo e Edward me l’agganciò. Presi il ciondolo tra le mani e tornai ad osservarlo.

“ Mi sembrava adatto a noi, alla nostra storia. È tutto merito di un cigno se adesso siamo qui, insieme. “ Disse con gli occhi che gli brillavano.

Non potei far altro che annuire, perché aveva ragione: il balletto che avevo sempre sognato di interpretare si era rivelato una fonte di felicità, quasi fosse permeato da un alone di magia.

“ E tu sei il principe che ha spezzato l’incantesimo, rendendomi la donna più felice del mondo. ” Gli risposi commossa, per poi baciarlo. Il bacio crebbe d’intensità mentre le nostre mani erano impegnate ad accarezzare i nostri corpi. Quando ci staccammo avevamo entrambi il fiatone.
“ Sarà meglio andare a mangiare. ” Sussurrò Edward ancora con il fiato corto.
“ Sì, forse è meglio. ” Gli risposi e tenendoci per mano tornammo in cucina e ci gustammo la cena che il mio uomo aveva preparato.
 
Dopo mangiato Edward mi costrinse ad andare in salotto mentre lui finiva di rassettare la cucina.
" Ma..."
" Niente ma. Voglio che tu adesso ti riposi, mi servi in forze dopo. " Mi fece l'occhiolino e io dovetti diventare bordeaux per la sua allusione maliziosa.
In effetti ero parecchio stanca, così non insistetti oltre e andai nel salone, sdraiandomi sul grande tappeto di fronte al camino: avrei dovuto ringraziare Tanya per avermi convinto a comprarlo.
Dovetti essermi addormentata per un po' mentre aspettavo l'arrivo di Edward perché ad un tratto sentii qualcosa di umido scorrermi lungo il collo e capii che erano le sue labbra che lasciavano una scia di baci umidi. Feci finta di continuare a dormire per vedere quanto lui avrebbe resistito.

Cominciò a soffiare piano vicino all’orecchio, per poi sfiorarne il lobo con la lingua: non riuscii a trattenere un piccolo mugolio, ma mi ripresi subito e Edward dovette credere che fossi ancora addormentata, visto che era mia abitudine parlare nel sonno. Con le dita della mano cominciò a scorrere la schiena da sopra la maglia e la pelle d’oca sulle mie braccia comparve non appena ricominciò il gioco con la lingua intorno al mio orecchio. Edward si mosse al mio fianco, sporgendosi per vedere se ero sveglia, ma io continuai a tenere gli occhi chiusi, aspettando la sua mossa successiva, anche se ormai doveva essersi accorto che non ero addormentata. La sua mano scese nuovamente lungo la mia schiena, sempre lentamente, e si soffermò in quel centimetro di pelle nudo tra felpa e pantaloni: la pressione della sua mano fu maggiore ora e io risposi inclinando il bacino. Edward con il mio gesto ebbe la conferma del fatto che fossi sveglia e stavolta con la sua mano osò di più: scese ad accarezzare il mio fondo schiena per poi arrivare alla mia femminilità. In quel momento rischiai di andare a fuoco e mandai all'aria ogni mio proposito di far finta di dormire: girai la testa di scatto e incollai febbrilmente la mia bocca alla sua. La lingua di Edward aveva chiesto il permesso di entrare nella mia bocca e io la schiusi immediatamente, lasciando che le nostre lingue si unissero in una danza magica, mentre la mia mano gli aveva afferrato la nuca e lo avevo attirato ancora di più verso di me.
" Allora eri sveglia, bella addormentata. " Mi disse Edward tra un bacio e l'altro. Risi per come mi aveva chiamata, ma la mia risata ebbe un effetto diverso su di lui: le mie vibrazioni si ripercossero su una parte ben precisa del suo corpo. Guardandolo intensamente negli occhi afferrai i lembi della sua maglietta e gliela tolsi; lui ripeté gli stessi gesti con la mia, rimanendo spiazzato quando vide che non portavo il reggiseno.
" Tu mi vuoi far morire."
" Scemo, lo sai che lo odio, quindi perché dovrei metterlo in casa? "
Edward non aspettò oltre, con un percorso fatto di baci scese fino ai miei seni, incominciando a baciarli e a vezzeggiare i capezzoli con la lingua, fino a farli diventare turgidi. Io nel frattempo cercai di raggiungere il bordo dei suoi jeans, ma non era facile; lui intuendo le mie intenzioni si liberò degli indumenti e lo stesso fece con i miei. Si sdraiò su di me, stando attento a non pesarmi addosso e mi baciò appassionatamente, poi scese verso il basso, soffermandosi sulla mia pancia appena accennata.
" Amore di papà, adesso io e la mamma ci coccoleremo un po'. Tu vai a fare la ninna. " Lasciò un tenero bacio proprio sull'ombelico e poi mi guardò con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. Senza interrompere il contatto visivo Edward si portò con la testa tra le mie gambe e dopo aver lasciato dei leggeri morsi nel mio interno coscia, si dedicò alla mia femminilità. I suoi gesti erano studiati per darmi tutto il piacere possibile: partì dall’esterno, accarezzando le mie labbra intime e soffiando sul mio clitoride già gonfio e pulsante. Non riuscii a trattenere dei sospiri piuttosto profondi e  lui se ne compiacque. Si soffermò poi sul clitoride, sfregandolo con deliberata lentezza,  facendo fermare il mio respiro per un attimo. La sua lingua prese il posto della sua mano, mentre le sue dita presero a penetrarmi dolcemente: il mio corpo vibrava sotto i suoi tocchi, come le corde di un'arpa quando vengono pizzicate dal musicista. Muoveva le sue mani prima lievemente e poi accelerando il ritmo, portandomi quasi sull'orlo dell'orgasmo, ma quando capiva che stavo per venire, si bloccava.
" Edward. " Gemetti frustrata. Lui mi guardò sorridendomi, per poi risalire sul mio corpo, ma senza togliere le mani dalla mia femminilità.
" Siamo impazienti, piccola? " Si sporse fino a toccare le mie labbra, ma io fui più veloce e gli morsi leggermente quello inferiore.
" Me la pagherai questa! " Bisbigliò sulla mia bocca, per poi tornare tra le mie gambe.
Istintivamente portai una mano tra i suoi capelli, per spingerlo ancora di più verso di me, mentre con l’altra presi a massaggiarmi un seno.
“ Dio Bella, sei perfetta. ” Mugolò lui, senza smettere di muovere quelle dita dentro di me. Boccheggiai quando sostituì la lingua alle dita e non resistetti più, venendo sulla sua bocca. Edward continuò a massaggiarmi fino a quando il mio respiro non tornò normale e poi si sollevò, accarezzandomi delicatamente il viso e baciandomi: fu eccitante sentire il mio sapore sulle sue labbra.
“ Adesso tocca a te. ” Gli sorrisi e facendo una leggera pressione sulle sue spalle invertii le posizioni, facendolo ritrovare sdraiato sotto di me. Mi misi a cavalcioni sul suo torace, iniziando a baciare i suoi pettorali, sentendolo fremere sotto di me e stringermi con vigore le cosce quando gli morsi un capezzolo. Presi a lasciargli una scia di baci fino ad arrivare alla sua V che tanto adoravo: aveva le ossa del bacino leggermente sporgenti, che mettevano in risalto il suo fisico scolpito.
“ Qui c’è qualcuno che ha bisogno di attenzioni. ” Dissi maliziosa, con un tono di voce che non riconoscevo neppure io. Presi il suo membro pulsante tra le mani e iniziai a farle scorrere per tutta la sua lunghezza, osservando il suo viso che si beava del piacere che gli stavo donando. Iniziai ad aumentare un po’ i movimenti e lo vidi socchiudere gli occhi e aprire leggermente la bocca, era l’immagine della lussuria. Sorprendendolo, mi misi la sua punta in bocca, giocando con la mia lingua e succhiandolo leggermente.
“ Bella. ” Gemette lui, stringendo il tappeto tra le mani per trattenersi: intuivo che avrebbe voluto muovere il bacino, ma non lo avrebbe mai fatto senza il mio consenso.
Scesi più a fondo con la bocca e poi tornai su, senza smettere di muovere la mia lingua intorno al suo membro; stavo per abbassarmi di nuovo ma le sue mani mi costrinsero a sollevarmi. Arrossii immediatamente e stavo quasi per entrare nel panico temendo di aver sbagliato, ma prontamente Edward mi rassicurò, leggendomi la mente in quella maniera speciale che solo lui sapeva fare. Mi baciò dolcemente e accarezzandomi lievemente la guancia mi disse “ So già che il tuo cervellino sta pensando che hai sbagliato qualcosa, ma  non è affatto così, anzi. Non voglio che tutto finisca velocemente, voglio sentirti mia tutta la notte. ” Mi fece distendere nuovamente e poi si sistemò su di me, portando la punta del suo membro alla mia entrata e guardandomi intensamente negli occhi: era incredibile che mi chiedesse sempre il permesso, come se avessi avuto un motivo per non concederglielo. Sorridendogli felice glielo diedi, baciando lievemente le sue labbra e guardandolo dritto negli occhi, specchio della passione che luccicava nei miei. Con una delicatezza estrema, viste anche le mie condizioni, Edward mi penetrò, e centimetro dopo centimetro lo sentii riempirmi e finalmente fui completa come non lo ero da tempo.  Si muoveva con un lento entra e esci, amplificando al massimo il nostro piacere; iniziai  a mordicchiarlo sul collo mentre le sue mani si muovevano sulla mia schiena, i suoi pettorali sfregavano contro i miei seni, dando un minimo di sollievo ai miei capezzoli inturgiditi. Andai incontro ai suoi movimenti con il mio bacino, cingendogli la schiena con le mie gambe per sentirlo tutto e Edward iniziò a spingere più velocemente e più a fondo.
" Bella. " Gemette, allo stremo delle forze.
" Sono pronta amore mio, insieme. " Ansimai e le sue spinte divennero più intense, fino a quando entrambi non raggiungemmo il piacere.
Edward si sdraio al mio fianco e mi attirò su di se, facendomi sdraiare sul suo petto. Rimanemmo per un po' in silenzio, mentre lui mi accarezzava i capelli e io facevo dei ghirigori sul suo petto.
" Ti amo. " Sussurrai, per non spezzare quella bolla.
" Anche io amore, più della mia stessa vita. "
Edward portò le mani al mio ventre, massangiandolo delicatamente e facendo ricoprire di brividi la mia pelle.
" Dovremmo trovare un nome per la nostra pesciolina. " Disse, disegnando dei cerchi immaginari intorno al mio ombelico.
" C'è tempo e poi deve esserci anche Matthew. " Volevo che il nostro piccoletto si sentisse parte di quella scelta, per non scatenare future gelosie.
" Tu sai che rischiamo che nostra figlia si chiami Shanti? Si è fissato con
< il libro della giungla >. "
" Che male ci sarebbe? " Portai la mia mano su quella di Edward e mi rivolsi direttamente a nostra figlia: " Pesciolina ti piacerebbe chiamarti Shanti? "
Fu in quel momento che accadde.
Il piedino di nostra figlia colpì con forza il punto in cui si trovavano intrecciate le mani mie e di Edward.
" Bella! "
" Edward! " Esclamammo insieme e vederlo con gli occhi lucidi fu il più bel regalo della serata.
" Si è mossa, nostra figlia si è mossa. Ciao amore di papà! " Baciò il punto in cui la bambina aveva colpito e lei si mosse nuovamente, come a voler sottolineare che lei era qui con noi.
" Già, e penso lo abbia fatto perché non le piace molto il nome che volevamo darle. " Ammisi ridendo.
" Tu volevi darglielo, ma io glielo impedirò, stai tranquilla piccolina. " La bambina scalciò un'altra volta, come a voler dare ragione al suo papà, e in quel momento capii che Edward aveva definitivamente perso la testa per lei!
" Non voglio sapere cosa farai quando sarà nata. " Dissi, portandomi le mani tra i capelli per enfatizzare la mia disperazione.
" Sciocca, tu avrai Matthew come spalla, saremo pari. " Si chinò su di me e fece congiungere nuovamente le nostre labbra.
" Ti amo. " Sussurrò su di esse.
" Lo so. Ti amo anch'io. "

E poi continuammo a occuparci beati di quella parte piccola, ma perfetta, della nostra vita.

Avete riconosciuto l'ultima frase? 
Spero che il mio piccolo regalino vi sia piaciuto, era da un pò che mi frullava in testa questa scena, e poi tante di voi volevano leggere qualcosa di più 'concreto': porcelline <3
Niente, mi dileguo e vi do appuntamento prossimamente con un altro extra, quindi stay tuned! Baci, Paola

 


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Capitolo 27
*** Ventiquattrore ***


Buongiorno ragazze! Come avevo accennato nell'altra storia eccomi qui a mettere la parola fine a questa... E' stata dura scrivere quest'ultimo extra sia per via degli impegni sia perchè non avrei voluto che arrivasse questo momento, visto le belle soddisfazioni che mi ha dato la storia, ma tutto ha una fine.
Grazie di vero cuore a tutti coloro che sono arrivati fino alla fine, non sapete quanto vi abbia amato e quante volte mi sono commossa a leggere alcune recensioni.
Sto postando oggi perchè è un giorno speciale: oggi è il complenno di una ragazza meravigliosa, ci siamo conosciute meglio anche grazie a questa storia e adesso è diventata una persona veramente importante per me. Quindi... Tanti auguri sorellona <3



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VENTIQUATTRORE

< < E con le mani amore, per le mani ti prenderò 
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò 
e non avrò paura se non sarò bella come dici tu 
ma voleremo in cielo in carne ed ossa, 
non torneremo più... > >


“ Stanca Mrs. Cullen? ”

“ Un po’, Mr. Cullen, ma ne è valsa la pena. ”

“ Ti vado a preparare un bagno, ok? ” Annuii e Edward, dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte, si diresse nel bagno della suite che avevamo affittato. Mi gettai a peso morto sul letto e osservai il mio anulare sul quale brillava una fede d’oro: io e Edward eravamo marito e moglie da qualche ora. Presi un profondo respiro e chiusi gli occhi, ripensando al fermento di quella giornata…

 

Quando aprii gli occhi non riconobbi la stanza in cui ero, ma poi mi ricordai che mi trovavo a casa di Alice: la mia amica, insieme a Rose e Tanya, mi aveva costretto a passare la notte prima del matrimonio da lei, perché era assolutamente disdicevole che io la passassi con il mio futuro sposo, come se io e lui già non avessimo fatto abbastanza danni.

“ Buongiorno. ” La voce di Alice mi riportò con i piedi per terra e mi voltai sorridente verso di lei.

“ Buongiorno a te. I bambini? ”

“ La piccola è venuta a prenderla Esme stamattina presto, invece Matthew è all’asilo. ”

“ Perché non li hai lasciati qui con noi? ”

“ Scherzi? Abbiamo così tante cose da fare e loro sarebbero solo d’intralcio. Forza muoviti, ti aspetta un bagno caldo per rilassare la pelle. ” Alice non mi diede neppure il tempo di ribattere che mi aveva già tolto le coperte di dosso e afferrata per la mano, trascinandomi in bagno.

“ Posso fare la pipì in santa pace o devi per forza assistere? ” Chiesi leggermente alterata per quel brusco risveglio.

“ No, scusami, ti lascio sola. ” Ed uscì chiudendosi la porta alle spalle. Sbuffai e guardai l’orologio: mancavano otto ore al matrimonio ed ero certa che se Alice e le altre avessero continuato così, non sarei sopravvissuta. Tirai lo sciacquone e mi spogliai, immergendomi in quella vasca ricolma d’acqua calda e schiuma; notai che accanto al bordo, posto su una sedia, c’era un lettore mp3: lo feci partire e una musica rilassante invase l’aria. Forse per questo avrei dovuto ringraziare le mie amiche. Mi godetti quel bagno fino a quando l’acqua non divenne fredda e le dita presero a raggrinzirsi e a quel punto capii che era ora di uscire: se Edward mi avesse visto mi avrebbe sgridato, esattamente come facevo io con lui quando rimaneva a mollo per ore giocando con Matthew e le sue macchinine di gomma. Mi avvolsi nell’asciugamano che trovai tiepido visto che era stato poggiato al termosifone e stavo per iniziare ad asciugarmi i capelli quando la porta si spalancò.

“ Ferma, da questo momento in poi ci pensiamo noi. ” Con delle valigette in mano fecero il loro ingresso in bagno Alice, Rose e Tanya: sembravano le Charlie’s Angels. Mi fecero accomodare sulla tazza del water e presero ad armeggiare con i miei capelli. Decisi che era meglio non controbattere, così chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi.

“ Perfetto Bella, rimani ferma così posso metterti la crema idratante e i cetrioli sugli occhi. ” Acconsentii alla richiesta di Rose, cercando di tenere a mente che loro erano le mie amiche e che se facevano ciò era solo perché mi volevano bene.

Dovetti essermi addormentata perché mi svegliai di soprassalto, con il cuore che batteva a mille e il fiatone, come se avessi corso la maratona.

“ Bella, tutto bene? ” Sobbalzai sentendo la voce di Tanya.

“ No, dov’è Edward? ” Chiesi allarmata.

“ Ha chiamato poco fa. È nella depandance a casa dei miei con Emmett e Jasper, si stanno preparando. Ma stai bene? ” Era seriamente preoccupata.

“ Sì, credo di essermi addormentata e ho avuto un incubo. Ho sognato che Edward scappava dall’altare perché non era più sicuro del matrimonio, non era più sicuro di noi. ” Balbettai, passandomi le mani tra i capelli per tentare di calmarmi.

“ Bella ascoltami- Tanya mi prese le mani tra le sue e aspettò che io la guardassi- Edward ti ama. Non ha alcuna intenzione di lasciarti lì sull’altare; pensa, poco fa ha chiamato per assicurarsi che tu fossi ancora certa di volerlo sposare, temeva scappassi da lui. Siete due zucconi, vi amate e non c’è motivo di dubitare gli uni degli altri, chiaro? ” Annuii con le lacrime agli occhi per poi stringere forte quella che tra qualche ora sarebbe diventata mia cognata a tutti gli effetti.

Il resto del pomeriggio lo impiegammo per finire i preparativi, mentre la mia ansia, che fino a quel momento ero riuscita a tenere sotto controllo, iniziò a salire di pari passo con l’arrivo della fatidica ora. Riuscii un po’ a calmarmi solo quando i miei genitori arrivarono insieme ai miei suoceri e vidi, finalmente, i miei bambini. Rischiai di scoppiare in lacrime quando fecero il loro ingresso nella stanza: Image and video hosting by TinyPicMatthew era bellissimo nel suo completo elegante, con il mio bouquet tra le mani,Image and video hosting by TinyPic e la piccola Sophie era meravigliosa con la gonnellina a fiori e il fiocchetto tra i capelli.

“ Niente lacrime! ” Mi urlò contro Alice e feci di tutto per trattenerle, non volevo passare altre due ore sotto le sue mani per avere un trucco perfetto.

“ Sei bellissima. ” Mormorò commossa mia madre e sorrisi quando vidi lei e Esme tamponarsi gli occhi e gli uomini distogliere lo sguardo, anche loro con gli occhi rossi e lucidi. Quando fu ora di andare tutti gli altri ci precedettero, lasciando soli me e mio padre.

“ Bambina mia, sei cresciuta così in fretta. Mi sembra ieri che ti tenevo tra le braccia e adesso lo faccio con i miei nipotini. Ricordati che io ci sarò sempre per te, non si è mai troppo grandi per i propri papà: quando avrai bisogno di un abbraccio o di qualcuno che ti sostenga, basta fare un fischio, ok? ”

Annuii “ Ti voglio bene papà. ” Dissi con la voce rotta dall’emozione.

“ Anche io piccola mia, tanto. ”

“ Ricordati che sarai sempre il primo uomo che io abbia mai amato. ” Mi abbracciò stretta a lui, facendo però attenzione a non sgualcire il velo o l’abito.

In macchina fui distratta dai miei piccoli che intonavano una canzoncina dei cartoni animati: o meglio Matthew cantava mentre la piccola Sophie si limitava a ripetere le ultime sillabe.

Quando arrivammo davanti la chiesa e mio padre venne ad aprirmi lo sportello, quasi non riuscii a scendere dalla macchina, tanto le gambe mi tremavano. Mi maledetti mentalmente per aver scelto una chiesa con una lunga scalinata, perché non ero sicura di riuscire a percorrerla tutta.

“ Andrà tutto bene. ” Mi sussurrò Charlie all’orecchio.

“ Solo non lasciarmi cadere. ” Dissi.

“ Questo mai. ”

A precederci lungo le scale c’erano Rose con Matthew, Tanya con Sophie e poi Alice. Ancorata al braccio di mio padre, senza distogliere lo sguardo dai miei piedi per paura d’inciampare, iniziai quella scalata; quando mancavano gli ultimi gradini sentii come una forza che mi costrinse a sollevare lo sguardo e trovai ad attendermi lo sposo più bello che avessi mai visto: Edward aveva un sorriso radioso, capace di illuminare ogni cosa, e quando mi vide potei vedere i suoi occhi accendersi ancor di più. Per quanto potevano permettermelo il vestito e i tacchi, velocizzai il passo e quando mi trovai di fronte a lui capii che quello era il posto esatto in cui avrei voluto essere in quel momento. Mio padre in un gesto antico quanto il mondo prese la mia mano e la mise su quella di Edward, il quale mi guardò a lungo negli occhi per poi sussurrarmi

“ Sei bellissima. ”

Gli sorrisi felice e insieme percorremmo la navata fino all’altare.

La cerimonia mi sembrò lunghissima e allo stesso tempo brevissima, perché nel momento in cui avrei dovuto pronunciare il “ Sì, lo voglio. ” non riuscii a trovare subito la voce, che mi uscì parecchio spezzata per colpa delle lacrime che stavo reprimendo a fatica, invece quella di Edward fu forte e sicura. Quando  il prete pronunciò il fatidico “ Vi dichiaro marito e moglie. ” Edward si avvicinò lentamente a me e dopo aver detto praticamente sulle mie labbra “ Ti amo. ” Le fece congiungere.

Fu un bacio tenero, adorante. Dimenticai la folla, il luogo, il tempo, la ragione. Ricordavo solo che mi amava, che mi voleva, che ero sua. Lui lo aveva iniziato e stava a lui concludere quel bacio, ma io lo strinsi forte, ignorando le risatine e i colpi di tosse dei presenti.  Mi prese il viso tra le sue mani e dopo aver premuto un po’ più forte le sue labbra sulle mie si staccò poggiando la fronte sulla mia.

“ Adesso sei la signora Cullen a tutti gli effetti. ”

“ Ti amo. ” Risposi io e poi ci voltammo verso il resto degli invitati che prese parte alla nostra felicità con un caloroso applauso.

 

 

“ Amore è pronto di là. ” Sobbalzai sentendo la voce di mio… marito! Mi faceva strano pensarlo in questi termini, ma ormai avrei dovuto considerarlo tale.

“ Scusa, non volevo svegliarti. ” Disse, sedendosi accanto a me sul letto e accarezzandomi i capelli.

“ Fa nulla. Allora questo bagno? ”

“ Sei stanca. Lo faremo domani. ”

Gli presi le labbra tra pollice e indice per tappargli la bocca. “ Amore, stai parlando con una mamma. Sai cosa vuol dire? Che non conosco la parola stanchezza, quindi andiamo di là, non ho intenzione di non assolvere ai miei doveri coniugali. ” Tolsi la mano e gli diedi un bacio a stampo e sentii le sue labbra curvarsi in un sorriso. Senza che me lo aspettassi mi afferrò in braccio e mi portò in bagno, dove ad attenderci c’era una meravigliosa jacuzzi colma d’acqua e di schiuma.

Quando mi immersi nella vasca un mugolio di piacere mi scappò dalle labbra e subito sentii i miei muscoli rilassarsi e trarre beneficio dall’idromassaggio. Edward si sedette dietro di me e prese a massaggiarmi le spalle, contribuendo ulteriormente al mio benessere: mi appoggiai totalmente al suo petto e sospirai beata.

“ Sei un po’ più rilassata? ” Mi chiese Edward, carezzandomi piano le braccia.

“ Sì, decisamente sì. Invece mi sembra che tu, o meglio una parte di te, sia piuttosto tesa. ” Dissi, voltando il viso verso di lui che arrossì leggermente.

“ Scusa, è che questa posizione non è molto conveniente per me. ” Disse imbarazzato. Risi di quel suo modo di comportarsi e mi girai totalmente verso di lui, allacciando le braccia al suo collo e baciandolo con foga. Lui rispose al bacio con passione e quando vidi che era completamente coinvolto, scivolai con una mano sotto l’acqua, impugnai la sua erezione e la feci entrare di colpo dentro di me.

“ Oh cazzo! ” Esclamò lui e io sorrisi: non aveva mai detto qualcosa di così volgare mentre facevamo l’amore. Iniziai ad ondeggiare con il bacino e subito lui mi venne incontro, afferrandomi i fianchi per aiutarmi con i movimenti, mentre con le labbra lambiva i miei seni e io gli torturavo i capelli per spingerlo ancora più verso di me e appagare il bisogno che sentivo di lui. Era una sensazione meravigliosa farlo in acqua, specialmente con le bollicine dell’idromassaggio che ci solleticavano il corpo ampliando il nostro piacere. L’orgasmo arrivò improvviso, travolgendoci insieme e portandoci ad un passo dal paradiso. Quando uscimmo dalla vasca Edward, premuroso come sempre, mi avvolse in un asciugamano e, mano nella mano, andammo in camera, dove ci sistemammo velocemente sotto le coperte. Presi il mio posto abituale, accoccolata al petto di Edward, e lui iniziò ad accarezzarmi i capelli.

“ Mi sei mancata stanotte, non è stato facile addormentarsi senza di te. ” Mi confessò all’improvviso, parlando con la testa immersa tra i miei capelli.

“ Anche tu. È stato strano ritrovarmi in un lettone tutta sola, c’era tanto spazio e poi era tutto freddo. ” E per ribadire il concetto intrecciai le mie gambe alle sue.

Rimanemmo per un po’ in silenzio a coccolarci, lui sempre accarezzandomi i capelli e lasciando di quando in quando un bacio sulla mia fronte, mentre io disegnavo ghirigori con l’indice sul suo petto.

“ Voglio un altro figlio Bella. ” L’affermazione di Edward mi prese in contropiede. Sollevai il capo per poterlo osservare negli occhi.

“ Cosa hai detto? ”

“ Siamo giovani Bella, ci amiamo e poi tre è il numero perfetto. ” Disse convinto, con una luce che gli brillava negli occhi che gli avevo visto solo raramente.

“ Sì, ma Sophie è ancora così piccola, ha a malapena un anno. Sei già pronto a ricominciare con pannolini, notti in bianco, coliche e tutto il resto? ”

“ Se ci sei tu con me non ho paura di nulla. Insieme possiamo affrontare tutto Bella. Non dico che dobbiamo farlo stasera o domani, ma sarebbe un modo perfetto per coronare il nostro matrimonio. ”

“ Sei cresciuto tanto in questi anni Edward. ” Gli dissi, scostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte che mi impediva di vedere bene i suoi occhi. “ Fino a qualche anno fa eri terrorizzato dall’idea di avere un figlio. Poi lentamente lo hai accettato e adesso sei addirittura tu a chiedermene un altro. Tu non puoi neppure immaginare la felicità che provo in questo momento e sì, avremo un altro bambino, non potrei mai dirti di no e poi lo voglio anche io. Sarebbe il nostro primo figlio programmato. ” Scoppiammo a ridere entrambi per la mia uscita, ma era la verità: Matthew dire che era stato inaspettato non esprimeva bene il concetto; Sophie anche lei era stata una sorpresa, non avevamo mai parlato di avere un altro bambino; questo sarebbe stato il primo che avremmo concepito con la consapevolezza di volerlo.

“ Tu e i bambini siete stati la mia forza. Senza di voi non sarei mai riuscito a spiccare il volo: siete le mie ali. ” Le sue parole attecchirono nel mio cuore come la più profonda delle verità che avessi mai sentito.

“ Per sempre. ” Ribadii.

“ Ogni ventiquattrore. ”

 

 

 

 

The end

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