Ghiaccio bollente di Draggo (/viewuser.php?uid=74732)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra passato, presente e futuro ***
Capitolo 2: *** La migliore scuola di magia ***
Capitolo 3: *** La pedina e il padrone ***
Capitolo 4: *** Questioni di famiglia ***
Capitolo 5: *** Non c'é verita che non vada a pezzi ***
Capitolo 1 *** Tra passato, presente e futuro ***
Ghiaccio bollente
Quanto
male può fare una lezione di diritto privato? Qui di seguito
la
risposta. Gradirei qualche recensione non tanto perché fa
figo
averle ma per sapere cosa ne pensate di questo mio esperimento.
Un ringraziamento a Martyx1988
che ha fatto da Beta(e che, purtroppo per lei, la
costringerò anche per i capitoli successivi.) e a Violet
Acquarius(ciao sorella) che mi aiuta a non uscire scrivere
troppe stupidaggini con la trama.
Drag.
Ghiaccio
bollente
Capitolo
1 -Tra passato, presente e futuro.
Personaggi:
Tom O. Riddle, i Quattro Fondatori, Nuovi Personaggi.
-
Professore, lei é molto gentile ad aver trovato il tempo per
accompagnarmi qui. Posso sdebitarmi in qualche modo? -
Lumacorno
ridacchiò divertito e continuò a camminare con il
giovane
Riddle al suo fianco; i corridoi del Ministero della Magia brulicavano
di impiegati ma il suo studente preferito non era intimorito. Che
orgoglio per lui quando il suo protetto aveva accettato di essere
raccomandato per uno stage estivo al Dipartimento dei Misteri. - Ma
niente, mio caro ragazzo, dopotutto é giusto che i maghi
dotati
come te facciano strada sin da giovani non credi? E io sono sicuro che
tu sia la persona giusta per fare grandi cose! -
Il
ragazzo sorrise condiscendente, un lampo rosso negli occhi ben
mescolato al modo di fare che lo rendeva tanto caro al suo insegnante;
Tom Riddle, o come preferiva farsi chiamare ora, ovvero
Lord Voldemort, aveva di nuovo vinto la propria scommessa. Lumacorno
non aveva esitato ad accompagnarlo nel cuore del Ministero, nel solo
posto che poteva dargli la chiave della vittoria per la conquista del
mondo magico.
Era
accaduto proprio qualche settimana prima, durante l'esame di fine anno
di Divinazione. Una materia affascinante ma fino a quel momento priva
di avvenimenti interessanti; come sempre lui era bravo in tutto
ciò che faceva, anche
se aveva deciso di lasciarla perdere durante l'ultimo anno. Non ne
vedeva l'utilità, perciò
era rimasto sorpreso quando la sfera di cristallo gli aveva mostrato un
appassionato e travolgente bacio tra due persone che aveva
riconosciuto. Lui era il Barone Sanguinario, il fantasma della sua
Casa, seppur senza catene e ferite: un giovane studente come tanti,
mentre lei era sicuramente la bella Dama Grigia, colei che vegliava
eternamente sugli studenti di Corvonero. Helena, la figlia della
celebre Priscilla, colei che aveva tradito la propria madre rubandole
il solo cimelio veramente importante: aveva sorriso sapendo di essere
stato il solo ad avere carpito quell'importante segreto, nessuno
studente prima di lui era mai riuscito in questo.
E
nessuno dopo, la povera Dama si sentiva ancora troppo colpevole per
avere voglia di divulgarlo.
L'insegnante
era rimasta molto impressionata scoprendo che proprio a lui si fosse
palesata una tale visione e stava ancora cantando le sue lodi di futuro
e promettente Veggente quando la scena era cambiata, mostrando un uomo
alto dal volto serpentino privo di naso che Cruciava un ragazzino con
gli occhiali apparentemente morto.
Harry
Potter lo aveva chiamato, il Ragazzo che é Sopravvissuto.
Era
lui il torturatore, più vecchio ma sicuramente erano la
stessa
persona ed una scarica di gioia estatica lo aveva attraversato; non si
somigliavano per nulla ma l'espressione di brama era la stessa, lo
sguardo assetato di morte non lasciava adito a dubbi. Da quello ne
aveva concluso che avrebbe avuto successo nella costruzione degli
Horcrux. Solo che non riusciva a comprendere perché gioisse:
chiunque fosse quel Potter non era morto, vedeva la vena pulsare sul
collo, che cosa aspettava ad uccidere quel fantoccio?
Possibile
che il suo Io del futuro avesse commesso un errore? Perché
quel
ragazzetto si fingeva morto ma, sopratutto, perché Lui non
se ne
era accorto?
La
figura statuaria di un giovane biondo con lunghi boccoli che ricadevano
sul mantello aveva sostituito la visione, costringendolo a guardarlo:
sembrava una divinità greca tanto era splendido, sul
mantello
portava il simbolo di Godric Grifondoro e stava ricevendo.. oh per la
miseria, quella era la spada di Godric in persona! Quanto ne aveva
sentito parlare, i libri erano pieni di quella straordinaria storia e
lui ancora non era riuscito a scovarne il nascondiglio.
A
te, Severus Nicholas Merlinus Potter, il più valoroso tra i
miei
studenti, confido la custodia della mia spada in memoria di
ciò
che coraggio e onore hanno fatto per il nostro popolo.
Tom
era quasi svenuto sulla sedia: l'uomo che consegnava la spada altri non
era che lo stesso Godric, gli innumerevoli ritratti gli rendevano
giustizia. Vestiva con una lunga veste color rubino contornata da linee
d'oro lungo i fianchi, chiaramente
di ottima fattura, un bianco mantello che sfiorava terra e capelli
biondi, anche
se non lunghi come quelli del ragazzo inchinato di fronte a lui. Erano
chiaramente parte di un'altra epoca, lo dimostravano gli abiti che
erano antichi e tipici del Medioevo, il modo rispettoso di tutti gli
studenti di rimanere inchinati di fronte ai loro mentori e fondatori
della scuola, ma
dopotutto erano comunque dei ragazzi. La gioia del sedicente Severus
Potter era estatica quanto e più dei Grifondoro attuali che
vincevano la coppa del Quidditch, e i suoi amici attorno lo acclamavano
come un eroe.
Schifato, aveva
ritratto lo sguardo quando la sfera era tornata a mostrargli solo il
denso e vorticoso bianco al suo interno; si era chiesto che cosa avesse
fatto quel Potter per avere meritato di ottenere la custodia della
preziosissima spada del celebre fondatore.
-
Eccoci, Tom. - La voce di Lumacorno lo riportò alla
realtà e il Serpeverde guardò con desiderio
perfettamente
celato la stanza delle clessidre in cui era appena entrato. Con loro
c'era un Indicibile che raccomandava prudenza; sentiva lo scetticismo
del mago nel vederlo lì. La fama di Riddle era nota anche
oltre
la scuola ma nessuno voleva un ragazzino all'interno di quella parte
del Ministero.
Avrebbe
aspettato che Lumacorno se ne andasse, cosa
che si affrettò a fare, avendo un appuntamento con il
Ministro in persona. Tom
sorrise guardando l'Indicibile. Ecco il momento che aspettava: molte
approfondite ricerche sui libri più antichi ed oscuri gli
avevano rivelato la formula per far funzionare i Giratempo.
Sarebbe
andato nel passato ad impossessarsi deglio
ggetti dei Fondatori da trasformare in
Horcrux, e poi nel futuro a liberarsi della minaccia di Harry Potter.
In un modo o nell'altro entrambi i due Potter sarebbero scomparsi: il
primo non sarebbe mai entrato nelle grazie di Grifondoro, mentre il
secondo sarebbe stato schiacciato come un verme anche se, forse,
eliminando Severus Nicholas, sarebbe
riuscito ad impedire che nascesse il futuro Harry.
Un
piano perfetto degno della mente geniale del più grande
Serpeverde di tutti i tempi; era già ferrato nelle Arti
Oscure e
l'astuto omicidio dei Babbani Riddle aveva confermato quanto fosse
grande la sua forza. Niente poteva contrastarlo.
Si
avvicinò alle piccole clessidre e ne Appellò una
in silenzio: l'oggetto levitò fino a lui, che
lo nascose in fretta sotto la divisa scolastica che indossava. Uno
sguardo all'Indicibile che gli dava le spalle ed un sorriso malvagio
trasfigurò i lineamenti già distorti dal Male: un
lampo
di luce verde la sola cosa che l'uomo vide voltandosi prima di ricadere
per terra senza capire che cosa fosse successo.
Poco
importava la sua morte, era un sudicio figlio di Babbani, aveva avuto
solo ciò che si meritava; prese la bacchetta di tasso e la
puntò contro la clessidra gigante che torreggiava sopra le
altre
e mormorò una formula sottovoce. La sabbia al suo interno
prese
a vorticare con sempre maggior intensità e nella stanza un
vento
secco cominciò a sollevare il ragazzo, che non
riusciva a controllare la pressione sempre più crescente che
minacciava di schiacciarlo.
-
Maledizione - sbottò lo studente, che
non aveva previsto un dolore così grande dilaniarlo; il nero
e
la sabbia divennero una miscela unica che travolse tutto.
Anno
997, Scozia.
Una
folla si disperse mentre l'uomo a cavallo si avvicinava di gran
carriera, seguito da uno più giovane. - Che cosa
può
essere successo, nobile Grifondoro? -
Godric
Grifondoro scrollò la testa gettando all'indietro il candido
mantello che consegnò al ragazzo biondo mentre scendeva dal
suo
lucente destriero color castagna. La gente si era radunata attorno al
corpo di un ragazzo svenuto, apparso
dal nulla secondo loro: sanguinava e Godric non perse tempo a fare
delle domande, puntando verso di lui la bacchetta e sanando all'istante
le sue ferite. - Non lo so. Severus, chiedi a questa gente che cosa
hanno visto. -
Il
ragazzo biondo annuì mentre scendeva a sua volta dal proprio
cavallo e si avvicinava alla folla: un misto di bambini, adulti ed
anziani, tutti Babbani. A quei tempi non era raro che maghi e Babbani
vivessero assieme, anche
se persino Grifondoro era dell'opinione di non doversi far notare
troppo; subito dopo avrebbero modificato i loro ricordi ma senza
invadere troppo la loro mente. Non era Salazar, lui.
Osservò
con aperta curiosità lo strano abbigliamento dello straniero, che
portava qualcosa di mai visto prima, ma
la presenza della bacchetta magica e del mantello lo convinse che si
trattava di uno di loro. In quel momento Severus Potter gli si
avvicinò e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. -
Hanno
detto che é spuntato dal nulla, vorticando nell'aria
spaventando
i bambini: una donna gli ha tamponato la ferita sul collo ma hanno
l'impressione che sia.. strano. -
Godric
annuì mentre si lisciava il mento con le mani; un pizzetto
chiaro e capelli ancora biondi denotavano che era in età
ormai
matura, toccava quell'anno i sessant'anni ma non li dimostrava. Nel
mondo magico l'età era vissuta in maniera diversa, mentre il
ragazzo al suo fianco altri non era che il suo più devoto e
fidato studente di quasi sedici anni: ancora un anno di arti magiche
sotto il suo insegnamento e sarebbe diventato grande. Lo era
già.
-
D'accordo, Severus tu porta questo ragazzo al maniero mentre io mi
occupo di queste persone. - Il tono gentile della voce di Grifondoro
era una delle cose che il suo allievo prediligeva di più,
non
solo la sua nobile fama: gli sarebbe piaciuto, da grande, somigliare al
suo mentore. Mosse il braccio e pronunciò un incantesimo per
spostare il corpo del giovane svenuto ormai curato per issarlo sul
cavallo bianco, per
salirci a sua volta.
La
folla applaudì mentre il cavallo si allontanava spedito
sotto la
guida del suo cavaliere: nessuno di loro avrebbe però
ricordato
in seguito quanto accaduto, la mano ferma e gentile di Godric avrebbe
lavato via ogni traccia di quello strano episodio.
Severus
arrivò al maniero di Godric in breve tempo e alcuni elfi
domestici lo aiutarono a portare dentro il giovane che ancora non si
era svegliato; avrebbe potuto Smaterializzarsi, ma non
poteva né doveva attirare l'attenzione quando stavano con i
Babbani, e
lo affidò alle cure delle creature che servivano devotamente
Godric.
Lui
si sfilò il mantello e i calzari per poi immergersi in una
tinozza di acqua bollente per ritemprare il corpo e lo spirito; era uno
dei suoi piaceri, il bagno, e non ci avrebbe mai rinunciato. Poco
lontano, in una teca nella stessa stanza che Godric aveva assegnato a
lui, la magica spada riluceva come non mai.
-
Si è svegliato il nostro amico? - La voce profonda e gentile
di Grifondoro era rivolta, poco dopo, a Severus, che
scrollò la testa mentre rimaneva inchinato ai suoi piedi.
-
No, nobile Grifondoro, vuole che ci pensi io? -
-
Buona idea Severus, hai un dono per queste cose. -
Note.
E'
la mia prima storia in questo fandom, mi sto facendo aiutare dalla
passione per la saga e da mia sorella Violet che mi
controllerà
che io non scriva cose insensate.
Molte
cose le ho inventate. Il nome di Severus Nicholas Merlinus Potter
arriva come omaggio al grande Severus Snape, in versione Grifondoro e
devoto allievo di Godric. Io sono un Serpeverde di natura - credo che
la presenza di Tom Riddle lo spieghi - ma amo questo fondatore. Spero
che questo OC non sia sgradito. Siccome Minerva McGonagall dice che
Hogwarts é stata fondata più di mille anni prima,
ne
deduco che nel 997 la scuola sia in funzione già da un
pò. Farò del mio meglio per essere coerente con
l'epoca
del Medioevo e la magia.
E'
un What If, Lord Voldemort é reduce dall'omicidio dei
parenti e
con questo che scrivo tutto potrebbe essere diverso. Ci sarà
sicuramente qualche scena a sfondo sessuale ma tutta inerente alla
trama, non é basato principalmente su questo anzi.
Sarò
cruento nei limiti della sensibilità non desidero elevare il
raiting.
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Capitolo 2 *** La migliore scuola di magia ***
Ghiaccio bollente
Avevo
già pronto parte del capitolo, grazie a tutti per i commenti
a
cui risponderò in privato, sperando di averne anche per
questo
pezzo. Di nuovo grazie a
Martina che mi ha betato il capitolo, in alcuni punti é
stato fondamentale.
Drag.
Ghiaccio
bollente
Capitolo
2 - La migliore scuola di magia
Personaggi:
Tom O. Riddle, i Quattro Fondatori, Nuovi Personaggi.
La
prima impressione di Tom Riddle fu quella di essere prigioniero: la
stanza era ampia, un tappeto rosso e oro ricopriva buona parte del
pavimento ma non c'erano finestre e il giaciglio era duro e
lui
sentiva un forte dolore alla schiena. Nulla
però era pari a quello che sentiva alla base del
collo; vi portò le dita e tastò una fasciatura
grezza. al tatto
- E tu chi sei? - Si alzò quasi di scatto, si era accorto
solo
in quel momento che qualcuno lo stava guardando e subito
capì
che la domanda era inutile. Severus Potter era di fronte a lui. Ma come
era stato possibile?
Il giovane biondo era diverso da come lo aveva visto nella sfera: i
lunghi boccoli gli conferivano la stessa aria da eroe che aveva sempre
disprezzato in qualunque persona ma sembrava più maturo, il
volto segnato da alcune cicatrici. Era più vecchio ma
innegabilmente lui.
Solo in quel momento ricordò la Giratempo e concluse che
aveva funzionato.
Era tornato indietro nel tempo ma ciò non spiegava
perché proprio lui si trovasse lì.
Severus, invece, era colpito da quello che vedeva: non aveva avuto modo
di osservarlo con attenzione ma era vestito in modo molto strano, mai
nella sua vita di mago e cavaliere si era trovato di fronte ad uno
spettacolo simile.
E anche quel modo di fare: la domanda era imperiosa, un ordine come se
fosse il padrone di tutto e gli aveva ricordato gli odiosi editti del
vecchio Salazar.
- Qui le domande le facciamo noi. Come ti chiami? - Severus non
riusciva a mostrarsi così cordiale come avrebbe voluto;
assieme
ai suoi amici e compagni di studi magici era l'anima e il cuore del
gruppo ma con questo straniero sentiva qualcosa di diverso. Non
antipatia, ma
quel senso di fredda diffidenza che raramente era suo.
Tom avrebbe voluto fargli un incantesimo e portò
istintivamente
la mano alla tasca: la bacchetta era sparita. Il sorriso sornione di
Severus Potter confermò che l'avevano disarmato.
- Ridammela! - Calmo ma gelido, il sorriso pericoloso gli
illuminava il volto e Severus ampliò il proprio, con scherno.
- Non agitarti, nessuno qui ti farà del male: ad ogni modo
é molto interessante la tua bacchetta, fa apparire molta
acqua -
e il ragazzo quasi ghignò indicandogli sé stesso:
Tom non
si era reso conto che a svegliarlo non era stato il dolore ma una
spruzzata di acqua gelida direttamente sul volto. Un moto di rabbia lo
invase al pensiero che quel Potter avesse potuto utilizzare la sua
bacchetta senza chiedergli il permesso; non avrebbe ricevuto
il consenso, naturalmente,ma
avrebbe dato prova di educazione.
- Tom Orvoloson Riddle, ma conosciuto come Lord Voldemort, quindi
ricordatene piccolo Mezzosangue. - Nella sua logica, Tom Riddle credeva
di avere di fronte una persona dal sangue sporco e restò
sorpreso nel vedere l'espressione furente: almeno era riuscito ad
ottenere una reazione notevole.
- Bada a come parli, straniero. Non mi piacciono quelli che pensano ai
Babbani come persone inferiori e offendono i maghi che nascono in quel
mondo; ad ogni modo, purtroppo per te, io sono di stirpe Purosangue
anche se non é un'informazione che ti deve interessare. -
Una
scintilla partì dalla bacchetta che Severus Potter teneva in
mano e colpì il pavimento: Tom la osservò, era
piuttosto
lunga e di bell'aspetto ma di fattura veramente antica al
contrario della sua.
- Da dove vieni? Anzi no, le domande te le farà il Maestro.
Seguimi, Riddle. - Severus chiamò appositamente
così lo
straniero e non fu deluso nel vedere la rabbia trasfigurare il suo
volto. Probabilmente non amava il suo nome se aveva specificato quel
titolo: dubitava, però, che fosse parte di una famiglia
nobile.
Non aveva mai sentito parlare di nessun Lord Voldemort, forse il
ragazzo era solamente fantasioso.
Tom vide l'occhiata perplessa di Potter che guardava le sue scarpe e
l'abbigliamento: aveva dimenticato, nella fretta del proprio progetto,
di mettere qualcosa di più adatto all'epoca. Solo il
mantello
pareva riscontrare una parziale approvazione, perché
negli occhi azzurri c'era una scintilla di simpatia. - Chi è
il Maestro? -
Era curioso ma Severus non era molto incline a parlare se non lo
stretto necessario. - Il grande
Grifondoro, Godric Grifondoro. Ti abbiamo trovato a qualche miglio da
qui: avevi fatto un bagno di sangue coi Normanni? - Non trattenne una
risata volta solo a spezzare la tensione e non a deridere: Tom si
sentì ugualmente umiliato, e piacevolmente sorpreso.
Avrebbe incontrato uno dei famosi fondatori, anche
se il suo desiderio sarebbe stato quello di incontrare il suo celebre
antenato; solo in quel momento ricordò la visione della
sfera e
la spada che custodiva il ragazzo. Uno dei suoi obiettivi.
Severus Potter non era molto acuto, ne dedusse, sottrargliela sarebbe
stato più semplice che far incastrare Hagrid dopo la morte
di
Mirtilla, non aveva dubbio alcuno. L'allusione ai Normanni aveva fatto
suonare un campanello d'allarme nella sua mente: non erano
più
nel mondo che lui conosceva, l'attenzione doveva essere al massimo.
- Non me lo ricordo, ho un vuoto di memoria. - Fingere questo sarebbe
stato facile ma lo sguardo del ragazzo biondo era sorpreso. - Scusa ma
in che modo parli? Vuoto di memoria? Che cos'è?-
Tom avrebbe voluto Schiantarlo o eliminarlo del tutto: anche col
linguaggio non doveva commettere errori, aveva glissato su parecchi
punti decidendo di far scorrere a ritroso il tempo ma era abile ad
adattarsi. - Lo diceva spesso
mia madre, era la sua.. il suo modo preferito di esprimersi. -
Severus scrollò le spalle lasciando che fosse Grifondoro ad
occuparsi di interrogarlo: non solo il suo aspetto era strano ma anche
tutto il resto esulava dalle sue conoscenze. E pensare che lui era il
più brillante ad Hogwarts, era inaudito.
Tom si trovò in una stanza simile alle sale del trono che
aveva
visto spesso raffigurate negli antichi volumi storici: c'erano
parecchie armature antiche che si muovevano per magia e il suo sguardo
si posò sull'uomo anziano seduto al centro di questa, su uno
scranno finemente levigato.
Non era comune oro, Tom riconobbe la mano dei folletti in quel
capolavoro di magia. - Benvenuto straniero, come ti chiami? -
A sorpresa, Severus lo costrinse ad inchinarsi ai piedi del celebre
mago e rispose al suo posto; l'etichetta evidentemente prevedeva che
fosse lui a parlare perciò non aprì bocca, ma non
guardò a terra come un umile servo.
Dopo qualche minuto in cui i due discutevano delle cure che aveva
ricevuto, Grifondoro annuì. - Severus, puoi andare. Il tuo
aiuto
é stato prezioso ma ora vorrei parlare con Tom da solo. -
Di nuovo il servo, così già lo aveva
ribattezzato,
eseguì all'istante gli ordini e si chiuse l'ampio portone
alle
sue spalle per concedere loro un colloquio privato. Era ora.
Dalla bacchetta fuoriuscivano una serie di fili d'oro che legarono
l'animale all'albero; Severus si voltò riconoscendo
Grifondoro
che si avvicinava alle scuderie. Era vestito da viaggio e si
affrettò a sellargli il suo destriero preferito.
- Nobile Grifondoro, cosa ne pensate di Riddle? - Inaspettatamente
Severus non era riuscito a trattenere la domanda, sorprendendo il suo
mentore che lo conosceva bene e sapeva che gli faceva delle domande
solamente se interpellato. Oppure se riguardavano la magia; di nuovo
pensò che il ragazzo era a volte troppo umile.
E forse precipitoso.
- Mi sembra un buon mago, non credi? Ha una forte magia dentro. -
Grifondoro non entrò nel dettaglio ma qualcosa nel suo
sguardo
convinse il suo allievo che era preoccupato; lo osservò
montare
in sella ed esitare. - Sto andando da Salazar, c'è una cosa
che
non mi è chiara.-
Godric notò la sorpresa del suo allievo ma non gli diede
spiegazioni: da sempre lui e Salazar erano in contrasto ma, almeno fino
a quel momento, i rapporti erano stati tranquilli e a scuola ancora si
intendevano bene. - L'anello che Tom porta al dito mi ricorda molto il
suo cimelio preferito, forse é un caso anzi, ne sono
sicuro.. -
Severus cercò di richiamare alla mente le mani del ragazzo
ma
non le aveva osservate attentamente. Di sicuro non si trattava del
celebre anello, Serpeverde era forse il solo egoista tra i Fondatori e
non avrebbe mai donato i propri oggetti speciali; ricordò
però quando, pochi minuti prima, aveva sorpreso Riddle ad
osservare la spada di Grifondoro.
Bramosia e avidità.
Gli aveva detto di avere sbagliato stanza e che si era perso ma lui non
ci credeva perciò aveva prontamente raddoppiato la
protezione
attorno a quel sacro oggetto: non era solo l'espressione della
gratitudine del Maestro, era un simbolo per continuare sulla strada
dell'eroismo e non solo l'oggetto avuto in premio per aver salvato
centinaia di vite con il suo atto di coraggio.
- Buon viaggio allora, Maestro. - Avrebbe voluto parlargli del sospetto
avuto in quel momento ma lo guardò allontanarsi e poi
sparire:
forse era solo un caso eppure, nel preciso momento in cui aveva visto
Tom Riddle sveglio, la certezza di qualcosa di oscuro lo aveva colpito.
E non era mai accaduto.
Pochi minuti dopo aveva già scordato il loro ospite mentre
con
arco e feretra di frecce si allenava contro un manichino incantato: era
abituato a quell'attività che praticava parecchie volte
durante
la settimana e solitamente non mancava mai il bersaglio. Grifondoro
aveva personalmente incantato i manichini, che si muovevano per testare
l'abilità e la precisione dei suoi studenti: era divertente
vederlo muoversi e fargli credere di essere in vantaggio.
Poco dopo si sentì osservato e voltò la testa: da
lontano
Tom Riddle lo stava guardando con espressione quieta e Severus
si domandò quando fosse arrivato.
- Già in salute? Bravo. - Abbassò istintivamente
l'arco
mentre attendeva che il ragazzo gli si avvicinasse. Non l'aveva
riconosciuto subito per via di quella veste che ora indossava, del
colore del fumo e che doveva essere stata di alcuni monaci cerusici che
abitavano nei dintorni e giungevano al maniero dietro richiesta di
Grifondoro.
- Si, mi chiedevo dove trovare messer Grifondoro, vorrei parlargli di
una cosa importante. - Il sorriso che sfoggiò era quello
tipico
che tanto incantava i suoi insegnanti a Hogwarts; la chiacchierata con
Grifondoro era servita a chiarire qualche punto molto interessante e
bramava dal desiderio di cominciare la ricerca dei cimeli.
Allo stesso modo però sentiva di dover fare attenzione e
raccogliere informazioni, ecco perché aveva deciso che
Potter
era l'ideale, oltre ad essere il proprietario attuale della spada;
Severus rise piano. - Allora dovrai attendere il suo ritorno,
a occhio e croce tra una settimana, se non
incontra ostacoli lungo la strada. -
In fondo il vecchio Salazar non abitava in un posto accogliente,
c'erano prove da superare per chi desiderava fargli visita nella
paludosa regione in cui si era installato,oltre al rischio di essere
rifiutati, l'ultimo dei problemi di Grifondoro.
E lo stesso era per il Maestro, che aveva protetto i territori attorno
al maniero e i vari villaggi inglobati al suo interno: la regola non
valeva però per i suoi allievi, che erano liberi di girare
per i
terreni ma senza uscirne se non con un permesso speciale.
Persino l'altera Priscilla Corvonero, che abitava in un tetro castello
nel nord estremo della Gran Bretagna, aveva disposto delle barriere,
enigmi da risolvere, trappole da evitare; si diceva che solo Tosca
Tassorosso non avesse messo dei pericoli per giungere a lei ma lui
sapeva bene che, nella
vallata dove si trovava il suo monastero di cerusici, c'erano
comunque delle prove da superare.
- Poteva Smaterializzarsi. - La voce di Tom era pregna di evidente
rabbia, disprezzava il modo che aveva Grifondoro di muoversi come se la
magia fosse da nascondere e non un dono da ostentare come avrebbe fatto
lui. A disturbarlo ancora di più era la certezza di essere
culturalmente estraneo a quel mondo, e che il ragazzino biondo si
permettesse di squadrarlo con sufficienza era intollerabile.
- Tom, io non so da dove vieni ma credo che tu debba rivedere le tue
conoscenze: c'è una ragione se il nobile Grifondoro ci tiene
a
non infrangere gli accordi con il mondo babbano e noi seguiamo il suo
esempio. Se la cosa, però, é
di importanza capitale puoi riferirla a me, io sono al corrente di
molte cose, essendo
il suo Scudiero. - Severus si trattenne dal ridere di fronte
all'evidente ignoranza che Tom Riddle mostrava.
Immaginava che il giovane si ritenesse importante, lo dimostrava il suo
portamento sicuro e i modi di fare adulatori che non avevano con lui
molte chance, abituato ad essere sempre trattato così da chi
lo
invidiava.
Tom non amava essere costretto ad ammettere che altri potevano avere
ragione, a volte si lasciava prendere la mano dal desiderio di riuscire
in tutto e in fretta, senza pensare. Che il consiglio arrivasse da uno
che stava tanto vicino a Grifondoro era la cosa che lo infastidiva di
più ma nessuno più di lui era capace di essere
camaleontico ed adattarsi.
- Cos'é uno Scudiero? Te lo
dirò, se ci tieni a saperlo.. Voglio
entrare a Hogwarts, non credo tu possa essermi di qualche aiuto. A
proposito, non mi hai detto come ti chiami. - Pretendere di conoscere
il suo nome sarebbe stato assurdo e difficile da spiegare mentre
l'allusione alla scuola non creava rischi: Godric Grifondoro era uno
dei quattro fondatori, era certamente nota. Lo sguardo di Severus era
divertito, Tom sentiva che lo stava tacitamente deridendo.
- A Hogwarts? Penso che tu ti stia illudendo, Tom, neppure Grifondoro
ti ci può portare. Hai ragione, avevo scordato di
presentarmi:
Severus Potter, e se mi chiami Sev o Sevvy o altri stupidi modi
potresti avere parecchi stimoli corporali nei prossimi giorni. Severus
é perfetto. - Il ragazzo abbozzò un inchino
appena
accennato, a cui Tom rispose allo stesso modo. - Lo Scudiero
é
di solito la persona più di fiducia di un re o un principe,
in
questo caso io lo sono di Godric Grifondoro e, come
hai visto, possiedo la prova tangibile della sua approvazione. -
E sorrise mentre alludeva alla spada che aveva suscitato la sua
curiosità; Tom realizzò di trovarsi davvero in un
mondo diverso.
- Certo Severus. Allora, perché sarei un illuso? Credi che
io
sia una specie di Magonò? - Una rapida occhiata ad un testo
antico trovato prima gli aveva rivelato che esistevano anche nell'epoca
in cui si trovava allo stato attuale: lo infastidiva l'arroganza del
giovane, era troppo sicuro di sé per i suoi gusti. - Credevo
che
fosse una scuola di magia, o sbaglio? -
Gli sorrise ricevendo di rimando uno sguardo molto più serio
di
quanto si aspettasse da uno che sembrava sorridere sempre.
- Sbagli. Hogwarts non é una semplice scuola di magia,
é
l'emblema assoluto della magia e chi viene invitato a frequentarla..
sappi solo che sono i fondatori a scegliere personalmente i propri
allievi, la maggior parte dei maghi e delle streghe non ha modo neppure
di vederla. - Riprese in mano la faretra e l'arco come se volesse
chiudere l'argomento, ma
Tom Riddle non era di quell'avviso e con la mano gli prese
quell'oggetto. - Perché? -
Gli occhi serpentini erano fissi in quelli di Severus che si
sentì scrutare a fondo come raramente accadeva. -
Legilimanzia?
Interessante Tom, peccato che con me non funzioni. - Severus odiava le
invasioni mentali ma quella era di dubbia potenza, solo un avvertimento
del ragazzo, evidentemente, che
ostacolò con estrema facilità. -
Perché il nobile
Grifondoro, così come gli altri tre - Corvonero, Tassorosso
e
Serpeverde - ammettono solamente i migliori. La maggior parte si reca
in scuole di livello inferiore, un numero estremamente limitato di
apprendisti ha l'onore di seguire i loro insegnamenti . -
A Tom venne da ridere. Naturalmente per lui quello non era un problema,
si era distinto dal primo giorno che aveva messo piede a Hogwarts. Non
ci sarebbero stati ostacoli neppure nel Medioevo, al
contrario, sarebbe stato il suo personale trionfo.
- E non é tutto, spesso gli aspiranti studenti devono avere
una
raccomandazione da parte di un apprendista.. ti spiego. Ogni fondatore
ha un proprio Scudiero, é tramite questa figura che loro
trovano
i loro futuri studenti, tranne i casi in cui si imbattono personalmente
in loro. - Severus aveva intuito l'interesse di Tom Riddle a quelle
parole e immaginava che stesse riflettendo; il ragazzo prese la
bacchetta in mano e gli sorrise, facendolo sentire sotto osservazione.
- Potter, mettimi alla prova. Sono sicuro che un duello di magia ti
chiarirà quale preziosa risorsa potrei essere io per
Hogwarts e
per i Fondatori. -
L'arroganza non aveva limiti, pensò
il ragazzo, ed
era sul punto di rifiutare quando ricordò le parole del
nobile
Grifondoro: Riddle aveva una forte magia dentro, e se fosse stato un
bene per la scuola? Chi era lui per negare un'opportunità?
- Allora vediamo che cosa sai fare. In guardia. -
Le galanterie di rito le conoscevano entrambi così come la
strategia di duello.
In seguito Severus avrebbe ammesso di essersi battuto con una persona
molto dotata: per quasi tre ore i due ragazzi duellarono senza sosta,
attirando anche un gruppo di curiosi tra contadini, apprendisti e
ragazze che li osservavano.
- Non male, Tom. - Severus si fasciò il polso colpito da una
fattura pungente, il tono della voce quasi atono: c'era troppa gente ad
ascoltare, applaudivano sostenendo di non aver mai assistito ad un
duello di bacchette tanto emozionante.
Tom raccoglieva gli elogi di chi li aveva osservati, al contrario di
Severus, che
riprese l'arco e si allontanò; non venne deluso nel vedere
che il suo sfidante lo stava raggiungendo.
- Immagino che ora avrai capito. -
Tom non aveva alcun dubbio, era riuscito a ferirlo e a metterlo in
difficoltà, pur
ammettendo di avere avuto molti ostacoli da superare: Severus Potter
meritava la fama ma solo parzialmente, se avesse potuto servirsi dei
propri metodi fino in fondo era certo che sarebbe rimasto un cadavere a
fissare il sole.
- Oh si, direi che non hai bisogno della mia raccomandazione. Nessuno
dei fondatori ti accetterebbe come apprendista ma hai buone
potenzialità, te ne dò atto. - Le parole
tranquille dello
Scudiero colpirono Tom come uno schiaffo e la sua espressione furente
divenne più pericolosa che mai.
- Ma come osi? Ti sei fatto male, ho vinto io. -
Lo sguardo di Severus non era mai stato tanto fermo e deciso come in
quel momento.
- Dopo tre ore tutto quello che hai ottenuto é stato di
ferirmi. Non é questo che cercano i fondatori, ragazzo,
loro vogliono persone disposte ad ascoltare i loro insegnamenti, non ad
imporsi sugli altri in modo violento. -
Secca e decisa la risposta che lasciò Tom completamente
esterrefatto, e incredulo. Severus avrebbe potuto lasciar cadere ogni
discussione ma il suo istinto di consigliere lo spinse a rivelare
alcune cose. - Non é ferendo gli altri che farai strada
nella
vita, Tom. Hogwarts insegna a servirsi della magia per aiutare gli
altri a rendersi utili nei vari campi. Neppure il vecchio Salazar
Serpeverde, così immerso nelle Arti Oscure, é
interessato
al tuo approccio alla magia: vince un duello chi riesce a rendere
l'altro inoffensivo, le ferite sono ben poca cosa. Il dolore fisico
é solo una delle tante cose che possono far capitolare un
avversario. Ti assicuro che se io avessi combattuto al massimo delle
mie capacità, dopo due minuti ti saresti ritrovato senza la
bacchetta. Quella sarebbe stata una vittoria, non so se comprendi
ciò che intendo. -
Il discorso di Severus aveva lasciato l'altro completamente basito:
dov'era l'errore? Perché
quel ragazzino ridicolo lo stava tediando a quel modo quando il
Cappello Parlante lo aveva assegnato senza indugi alla Casa migliore?
- Per quello che ho visto da te posso dirti che diventerai un buon
duellante, ma non é una cosa che interessa ad Hogwarts: sei
arrivato qui pieno di pretese perciò accetta la mia parola e
torna da dove sei venuto. Questo non é il tuo
mondo, non avrai
altro che guai. E poi ho saputo che per quest'anno il numero di
apprendisti per Hogwarts é già stato raggiunto,
mi
dispiace. Però, se ti interessa eccellere nel combattimento
tra
bacchette, ci sono molte scuole valide. -
Tom rimase da solo in mezzo al verde, la rabbia e l'umiliazione
impressi nel volto lo rendevano meno umano, meno propenso ad accettare
un rifiuto.
Severus Potter andava eliminato e in fretta, le sue stupide
considerazioni non lo toccavano: era sicuro che i fondatori sarebbero
stato onorati di conoscerlo, avrebbero strisciato ai suoi piedi pur di
averlo tra loro. Nell'attesa che tornasse Godric Grifondoro avrebbe
fatto del suo meglio per mostrare a quel borioso ragazzino cosa voleva
dire avere Lord Voldemort come nemico.
Note.
Parto
dal presupposto che nel 997 Hogwarts non era come l'abbiamo conosciuta
noi grazie alla Rowling. Tutto ciò é di mia
invenzione,
non ho preso spunto da nulla se non da qualche libro di storia riguardo
al Medioevo.
Severus Potter potrà sembrarvi perfetto ma non lo
é,
é solamente diffidente verso Voldemort(non ha torto) e hanno
già notato l'anello di Salazar al suo dito. Ovviamente
é
un particolare importante, fondamentale direi. Come ho scritto a
Blankette in risposta alla sua recensione, l'anello non é
ancora un HOrcrux: ho riletto la parte dell'assassinio dei Riddle e
Silente quando lo indossa viene colpito da una maledizione. Dal momento
che lui lo esibisce a scuola al settimo anno l'avrà creato
in seguito, altrimenti non l'avrebbe portato.
Sui luoghi dove abitano i quattro fondatori ho preso spunto dalle
parole del cappello parlante in una delle sue canzoni, é un
pò come se si fossero divisi in quattro la nazione.
Il modo di concepire la magia nel Medioevo é diverso(tutto
questo sempre secondo me), c'erano
altre scuole ma in quella migliore ovviamente é
più
difficile entrare: forse vi sembra strano che lui non ce la possa fare,
vero? Non é finita qui, ha fallito solo una prova per una
raccomandazione, il resto chissà.
Spero che la trama continui a piacervi, vi metterò pezzo per
pezzo elementi per ricostruire al meglio l'ambiente della Hogwarts
medievale e del modo in cui Voldemort fa errori: chiamarlo Tom nella
storia é una scelta dovuta al fatto che nonostante sia
potente,
ancora non é al massimo della propria forza.
Sarà rilevante il particolare del tiro con l'arco, ad ogni
fondatore ho assegnato una cosa diversa. La figura dello Scudiero
é, se volete, riconducibile ad un possibile futuro Prefetto
o Caposcuola; non ha comunque lo stesso nome per i quattro Fondatori,
qui state vedendo il mondo attraverso gli occhi di un Grifondoro.
Nel prossimo incontrerete
Salazar ma anche qualcun altro di importante. Come sempre
apprezzerò le recensioni, positive e negative.
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Capitolo 3 *** La pedina e il padrone ***
Ghiaccio bollente
In questo
terzo capitolo presenterò alcuni personaggi di rilievo, e
qualche indizio in più. Di nuovo grazie a chi ha recensito e
a chi la sta seguendo.
Drag.
Ghiaccio
bollente
Capitolo
3 - La pedina e il padrone
Personaggi:
Tom O. Riddle, i Quattro Fondatori, Nuovi Personaggi.
Erano
trascorsi quattro giorni dal suo arrivo nel 997 e Tom Riddle li aveva
impiegati per scoprire meglio il mondo che lo circondava. La ferita al
collo era sempre più fastidiosa ma mai un lamento
uscì dalle sue labbra, neppure un gemito.
Faticava a leggere i manoscritti storici e spesso era costretto a
ripiegare su quelli scritti in Rune, molto più
comprensibili, scatenando l'interesse delle persone che vivevano nel
maniero. Aveva anche provato a lasciare i territori protetti
dall'influenza di Grifondoro ma, con suo sommo disappunto, aveva
scoperto che era impossibile Smaterializzarsi e persino allestire una
Passaporta non autorizzata. Una ragazzina di circa dodici anni lo aveva
informato che sicuramente Severus Potter sarebbe stato lieto di
aiutarlo ma lui aveva declinato; pur senza darlo a vedere, stava
evitando lo Scudiero perché temeva riuscisse a capire
ciò che nascondeva.
Una richiesta di una Passaporta avrebbe destato troppi sospetti,
sopratutto perché non aveva idea dell'attuale collocazione
di Hogwarts, e poi prima di tutto desiderava scoprire il modo per
ottenere la spada di Grifondoro. Dalla sua prima visita la protezione
che la circondava era sicuramente raddoppiata ed era un chiaro segno di
diffidenza da parte di Potter; ad infastidirlo era anche il fatto di
non riconoscere gli incanti che la attorniavano.
- Vuole una mela, signor Voldemort? - Era la stessa ragazzina che dal
suo arrivo si presentava ogni giorno per servirlo, come diceva lui: si
occupava di mettere in ordine la stanza, portava il cibo e approntava
l'acqua nella tinozza quando lui lo richiedeva. Era anche l'unica a
chiamarlo come lui voleva dopo aver scorto negli innocenti occhi blu
un'adorazione senza precedenti; era abituato ad essere ammirato da
quasi tutte le compagne di scuola ma era sicuro che, se le
avesse chiesto di strofinargli i piedi e strisciare davanti a lui, non
avrebbe esitato.
Un'ammiratrice giovane ed ingenua poteva rivelarsi pur sempre utile, perciò non vedeva la ragione per
mostrarsi scortese. - No, grazie, sono a posto. Probabilmente
ingrasserò velocemente se continui a viziarmi a questo modo
- le disse con un sorriso calcolato che la fece ridacchiare
imbarazzata. Conosceva il tipo: bastava semplicemente un pò
di gentilezza e l'avrebbe letteralmente avuta ai suoi piedi.
Non aveva ancora in mente il modo per usarla ma il tempo al
momento non gli mancava.
- Dovreste mangiare di più, signore, mio padre sarebbe
dispiaciuto se pensasse che vi maltratto. - Un lampo curioso
attraversò gli occhi della ragazzina, a Tom sembrava di
leggervi delusione e forse anche rabbia. Solo in quel momento
realizzò come non sapesse neppure il suo nome; sembrava una
pratica comune, aveva già notato che tutti si rivolgevano
agli altri con rispetto e con appellativi cortesi ma raramente si
chiamavano per nome.
- Lavora qui anche lui, tuo padre? A proposito, ancora
non mi hai detto qual è il tuo nome, piccolo giglio.. -un
modo cortese per chiederle qualcosa che non molti dovevano aver fatto,
e lo comprese vedendola arrossire. Tutto da copione, era sempre lui ad
avere il comando in situazioni del genere; nel suo tempo probabilmente
la ragazzina non gli sarebbe stata utile ma lì, lontano
dalle certezze, poteva essere una pedina importante. Aveva
già appurato che era molto timida ed ingenua, e sicuramente
di magia conosceva solo il minimo indispensabile.
- Pensavo conosceste mio padre, signore, ma forse lui non ha parlato di
me.. Non lo fa spesso.. comunque io sono Gertrude Grifondoro, vostra
umile serva - e la ragazza con le trecce rosse e la spruzzatina di
lentiggini sul naso si inchinò senza notare la sorpresa sul
volto di Tom.
- Sei la figlia di Grifondoro?- Non riuscì a trattenere la
domanda e vedendola annuire il suo interesse divenne improvvisamente
maggiore. Davvero curioso che il celebre fondatore avesse una figlia e,
da quello che poteva vedere, non doveva tenerla in grande
considerazione se non ne parlava spesso; dai libri di Storia della
Magia lui non aveva neppure mai saputo dell'esistenza di una figlia,
né l'avrebbe sospettato, perché
fisicamente non si somigliavano affatto.
- Non trovi, Gertrude, che tuo padre avrebbe dovuto affidare a te la
sua preziosa spada e non a Potter? - Dietro la domanda c'era la
curiosità di scoprire che cosa effettivamente Severus Potter
aveva fatto per meritare tale onore; fonti storiche attendibili
sostenevano che gli oggetti personali dei Fondatori andavano alle loro
famiglie e non di certo a persone a loro estranee. Osservando Gertrude,
Tom si disse che forse doveva somigliare a sua madre, anche
se gli occhi erano sicuramente quelli di Godric.
La ragazzina sospirò dolorosamente, sentendosi violata
nell'animo per quella domanda, ma
rispose ugualmente. Le piaceva molto Tom perché le parlava
gentilmente, la considerava una persona e non solo una serva come
facevano in molti: nella sua totale ingenuità non sapeva di
essere usata, sfruttata dal bel ragazzo con i capelli neri. - Severus
ha salvato molti villaggi da un'invasione di Inferius due anni fa, ha
rischiato la propria vita ed ha reso un grande servizio a mio padre e
al nostro popolo; so che a Hogwarts anche gli altri Fondatori tengono
molto in considerazione i suoi pareri. Forse un giorno sarà
lui a capo della scuola, visto
che la sua leggenda é già grande. Io sono solo
sua figlia, non ho il diritto di pretendere quella spada e poi, come
strega, non
sono ai livelli di Seraphina. -
Sembrava che quel Potter, ragionò Tom infastidito, fosse
l'eroe di tutti. Non ce l'aveva un difetto, lui? Era forse privo di
punti deboli per renderlo vulnerabile? Registrò
l'informazione con interesse; probabilmente sarebbe potuto essere una
sorta di Preside come era Silente e solo questo bastava a renderglielo
nemico.
Quanto al commento di Gertrude, era anche normale forse che suo padre
non le avesse voluto affidare la spada se non era abile come lui; certo era
molto giovane ma non emanava quella forza magica necessaria e di sicuro
non frequentava Hogwarts, se erano così selettivi.
- Chi é Seraphina? - Aveva lasciato passare qualche secondo
prima di tornare ad interrogarla; quelle non erano più
semplici domande. Nel preciso istante in cui aveva scoperto
l'identità della ragazzina lei era divenuta la sua preda. Doveva
parlarle con gentilezza,
senza violenza e pieno di fredda simpatia, quella che serviva per farla
uscire un pò dal suo guscio: Gertrude lo osservò
un momento prima di riprendere a parlare.
- Seraphina Silente é la strega più promettente
del mondo magico, oltre ad essere una ragazza semplicemente bellissima;
ho sentito dire che non ha ancora scelto un marito ma non ne ha
bisogno, la sua fama le permette questo ed altro. - La voce
di Gertrude si spense e Tom poteva percepire l'amarezza in quelle
parole, dovuta
forse all'invidia per quella strega che la superava in
tutto; probabilmente era un'antenata di Albus
Silente, da quello che ne sapeva lui la sua famiglia era da secoli
presente nella genealogia magica, perciò niente
di più facile. Sorrise. Sarebbe stato bello umiliare quella
ragazza, solo dal nome doveva essere come il suo inutile successore
.
- Però so che lei e Severus Potter si vedono spesso quando
sono a scuola.. oh, questo non dovevo dirlo, signore.. -
Improvvisamente spaventata, Gertrude si portò le mani alla
bocca senza cogliere il bagliore rossastro nelle iridi di Tom, che
aveva finalmente captato qualcosa di veramente interessante.
Dopo tutto non erano le donne, da sempre, il punto debole degli uomini?
Eccetto lui, che era sempre stato in grado di controllarle a dovere e
impedir loro di sconvolgergli l'anima.
- Non ti preoccupare, sarà il nostro segreto- Tom sorrise a
Gertrude, di quel sorriso in grado di spaventare anche l'uomo
più coraggioso e che fungeva da falsa sicurezza per
l'ingenua fanciulla: ora la voleva spremere come un limone, ricavare da
lei ogni informazione utile prima di gettarla da parte. E lei avrebbe
risposto, avrebbe cantato come aveva fatto
fino a quel momento senza neppure immaginare di essere sul punto di
aiutarlo a decretare la rovina dello Scudiero. Probabilmente erano
vietati i rapporti tra studenti, quello da solo poteva bastare ma lui
voleva molto di più.
- Questa Seraphina frequenta Hogwarts, immagino. Mi sembra strano non
averla ancora vista qui. - Tom in effetti aveva già notato
molti studenti che si allenavano sotto la guida di Severus Potter -
probabilmente in assenza di Grifondoro era lui a sostituirlo - ma aveva
visto poche ragazze ed era sicuro che nessuna di queste fosse
Seraphina; non sapeva neppure lui perché ne era
così certo però lo era. Gertrude annuì.
- Certamente, lei e Severus sono i migliori, e lei non a caso
é l'Araldo di Serpeverde, un onore che mai prima d'ora
é stato attribuito ad una ragazza. - Lo sguardo perplesso di
Tom fece sorridere per la prima volta la ragazzina, la quale si
affrettò a spiegare. - Seraphina Silente é la
studentessa più brava di Salazar Serpeverde, il fondatore
che vive e domina sulle paludi.. il ruolo di Araldo é lo
stesso dello Scudiero, e non c'é nessuno che oserebbe
mettersi contro di lei sperando di riuscire a salvarsi. -
Il ragazzo rimase ad osservare un punto sulla parete mentre rifletteva
sulle parole appena ascoltate. Una donna era l'esponente più
importante di Salazar, una ragazzina era stata capace di ottenere un
riconoscimento così alto? E proprio una Silente?
Forse, però, aveva sottovalutato la ragazza idealizzandola
come il Preside, ma per essere scelti da Serpeverde.. non poteva essere
una santa, no di certo se frequentava Potter. Un'informazione
interessante, forse la più vitale per piegare entrambi.
- Capisco, anche a me piacerebbe frequentare Hogwarts ma Potter pensa
che io non sia adatto - Non c'era disprezzo nelle sue fredde parole ma
Gertrude colse comunque una vena amara e gli sorrise: secondo lei era
una follia impedire a Tom di frequentare quella scuola, era
così bravo e anche bello, anche
se quello non era un requisito fondamentale per essere ammessi.
- Forse Severus intende dire che lei, signore, non sarebbe il
tipo di studente che sceglierebbe mio padre, forse teme la
rivalità che potrebbe avere.. Ma non deve demoralizzarsi,
sono sicura che Hogwarts ricaverebbe solo vantaggi dalla sua presenza,
signore. -
Anche se le parole di Gertrude erano pregne di ammirazione e i suoi
occhi brillavano quanto quelli di una ragazzina infatuata, Tom non
amava essere chiamato in modo così servile, non da una delle
sue pedine che si stava rendendo tanto utile. Ignorando l'imbarazzo le
fece un galante baciamano, facendola
arrossire vistosamente.
-Le tue parole sono molto lusinghiere, degne della figlia del nobile
Grifondoro. Spero di poter ancora fare una piacevole chiacchierata con
te. - Era già in suo
potere, non c'era dubbio alcuno.
Godric scese da cavallo
dopo aver superato le prove che il terreno paludoso, assieme alla mente
di Salazar, gli aveva imposto per arrivare nell'antico maniero del
collega; rimpiangeva le sue terre assolate, lì attorno v'erano solo nebbia e desolazione, anche se sapeva bene come il
castello di Serpeverde al suo interno vantasse il lusso più
esagerato.
- Benvenuto, nobile
Grifondoro, messer Salazar vi sta aspettando. - Godric sorrise
riconoscente alla ragazza; Seraphina Silente era giunta di fronte a lui
e si era inchinata alla sua nobile presenza, anche se lui sapeva che
era un inchino molto meno accentuato di quelli che rivolgeva al suo
mentore.
- Grazie, mi
accompagneresti? - Una mera formalità, conosceva la strada
per giungere al laboratorio di Salazar, che si trovava nella parte
più alta di una delle torri triangolari del castello; era un
tipo curioso Salazar: aveva rinunciato a quelli che
definiva banali torri ovali per averne di quella strana forma. Non ci
stava comunque molto spesso, di solito i sotterranei erano il suo
regno. La ragazza annuì e fece strada a Godric mentre lui la
osservava; era cresciuta durante quelle settimane dalla fine dei corsi
e non aveva più l'aria della bambina spaventata. Al
contrario, molti dei suoi studenti più giovani la chiamavano
strega in modo dispregiativo.
- Qualche
novità di questi tempi, Seraphina? - Una domanda che le
rivolgeva ogni volta che giungeva lì, un modo come un altro
di informarsi, ma la ragazza parve lievemente
irrigidirsi, l'andatura divenne meno sciolta. - Non esattamente, nobile
Grifondoro, pare che il fantasma della Divina sia più
irrequieto che mai e il suo anello é misteriosamente
scomparso. -
Seraphina era molto
brava a rispondere ma Godric lo era altrettanto a ricavarne la
verità; dunque l'anello era scomparso, forse Tom Riddle ne
era indirettamente coinvolto. O direttamente? Dal momento che l'anello
era importante per Salazar, di certo aveva scaricato tutta la sua
rabbia sul suo Araldo e gli pareva di notare che portasse dei guanti
alle mani, cosa inusuale per lei.
E poi la Divina
irrequieta era raro; in vita era stata Margarita Morgana Peverell,
l'amata moglie di Salazar, detta la Divina per i suoi modi
regali, e morta prematuramente senza avergli generato un erede. Un
incantesimo andato male, anche se lui sapeva come probabilmente fosse
Magia Oscura quella a cui si dedicava. Bella e dannata era stata, e da
fantasma non era tanto migliore.
- Davvero? E chi l'ha
rubato? - Era impossibile che qualcuno fosse riuscito ad impadronirsene
senza poi lasciare traccia, al contrario pareva assurdo anche solo
pensarlo sapendo come Salazar fosse circondato da difese potenti. La
ragazza mormorò qualcosa che lui non capì ma
proprio in quel momento apparve la porta d'ingresso alla Torre e Godric
non si curò più di Seraphina, lasciandola andare
verso le proprie mansioni quotidiane.
- Grifondoro, a cosa
debbo l'onore della tua inaspettata visita? - La viscida voce di
Salazar accolse Godric mentre il portone si chiudeva magicamente alle
spalle del visitatore; Godric osservò il mago con sorpresa.
I capelli erano come sempre lunghi, da una parte color argento e
dall'altra neri, divisi nel mezzo con una riga precisa. La pelle chiara
era ricoperta dalla veste color smeraldo e portava un medaglione al
collo: la barba era lunga e perfettamente curata, anche questa divisa
perfettamente nei due colori dei capelli.
- Ho un problema, anzi, in realtà
é un quesito che mi sono posto pochi giorni fa. - E Godric
attese che Salazar gli concedesse la propria attenzione prima di
parlare; raccontò nei dettagli la comparsa di Tom Riddle e
l'incredibile presenza dell'anello alle sue dita. Sembrava che Salazar
non fosse molto interessato perché lo ascoltava ma agitava
la bacchetta per far mescolare da solo il liquido all'interno del
calderone.
- E quindi pensavo,
dopo che Seraphina mi ha riferito della scomparsa dell'anello, se
magari non potesse essere lo stesso che ha Tom. Magari é un
tuo allievo e io non ne so nulla. - concluse Godric osservando l'altro
grattarsi il mento in maniera svagata e pieno di flemma.
Salazar non disse nulla
cercando di mettere a punto la situazione, poi, dopo parecchi minuti di gelido
silenzio, scosse il capo. - Non credo
proprio, mi conosci e sai che io accetto solo allievi provenienti da
famiglie di maghi e Riddle é sicuramente una
famiglia Babbana. Non sono te, io. -Arricciò uno dei due
baffi osservando Godric con aria leggermente arrogante; lui fece finta di non aver
sentito l'ultimo commento, il maggiore dei contrasti tra loro era
proprio la discendenza magica.
- E l'anello? Potrebbe
essere il tuo o meglio, quello di Margarita.. non é da tutti
riuscire a superare le tue difese e ritengo Tom molto potente. - Di
quello ne era certo pur non avendolo mai visto in azione: il modo in
cui parlava, come si muoveva, tutto denotava un discreto controllo
della personalità e anche delle proprie capacità
magiche. Una potente magia dormiva in lui e forse era più
vasta di quanto avesse creduto in un primo momento; Salazar
scoppiò a ridere, una risata gelida e umorale allo stesso
tempo.
- Tu davvero pensi che
un ragazzino supererebbe le mie difese? Non pensavo fossi uno sciocco,
Godric. E poi, se pensavi fosse il mio, perché non me l'hai
portato? Avremmo risolto il problema subito, non credi? E te lo dico io
perché: non era il mio, figuriamoci. Esistono molti
criminali, quel tuo Riddle avrà rubato un falso e lo spaccia
per vero. Sai quanti fanno questo mestiere? Scendi da quel dannato
Ippogrifo, Godric, non sono tutti onore e lealtà. -
Serpeverde rise della propria frase sapendo di aver colpito Grifondoro
nei propri valori: secondo lui contava di più l'ambizione ed
erano decenni che litigavano per decidere chi aveva o meno ragione.
- D'accordo, allora
posso portartelo qui di persona, cosa ne pensi? Magari potresti
anche decidere di tenertelo come studente: ritengo venga da una
famiglia di maghi, forse solo parzialmente, ma ci vorrebbe Priscilla per
questo. Lei é bravissima a scoprire le origini di ognuno di
noi. - Ma Godric sapeva bene, e non fu deluso, che Salazar non aveva la
minima intenzione di avere di fronte a sé un Mezzosangue,
erano cose che lo infastidivano molto più di tutto il resto e, difatti, il nobile mago
declinò l'offerta.
- Scordatelo, ho
già raggiunto il numero di allievi per Hogwarts e poi non mi
interessa nulla di questo Riddle, solo il nome mi fa ridere. Se
però ci tieni a dargli una chance, perché non te
lo porti tu a scuola? Magari diventa un secondo Severus Potter, anche se non sarebbe proprio il
caso; per quello che mi riguarda non ti disturbare a portarlo qui. Se
quello fosse l'anello della mi amata Morgana, lo avrebbe già
ucciso. Solo chi é di famiglia può portarlo senza
conseguenze, e lui non ne fa parte: credi che non sappia chi sono i
miei parenti? Ora, se non c'é altro, devo terminare la
pozione Polisucco. -
Il sole quel giorno era
appena sorto quando Severus Potter si affrettò ad
avvicinarsi agli alti cancelli che difendevano il territorio del
maniero di Grifondoro; la carrozza appena arrivata non la si vedeva
spesso ma era pur sempre gradita. - Chi c'é?-
La voce di Tom
arrivò all'orecchio di Severus, che si voltò
verso di lui chiedendosi per quale ragione fosse arrivato
lì; a volte aveva l'impressione che il ragazzo neppure
dormisse, lo trovava sempre in giro, anche se non l'aveva
più scoperto a curiosare dove non poteva entrare. Secondo
gli altri era sempre molto educato e persino lui doveva ammettere che
pochi potevano reggergli il confronto. - E' la signorina Tassorosso,
Tosca Tassorosso, una dei quattro Fondatori. -
Tom osservò
con un certo interesse la strega che scese dalla carrozza color mogano, seguita da alcuni elfi
domestici vestiti con drappi gialli; si era aspettato di vedere una
donna molto giovane ma era stato ingannato sentendola chiamare
signorina. La strega aveva un bel volto amichevole ma decisamente
rugoso, ed era vestita con estrema semplicità: portava una
veste che gli ricodava l'abbigliamento delle Guaritrici del San Mungo
ed un lungo cappello a punta. Tutto in lei, però, denotava
il potere e somigliava molto ai ritratti che aveva visto di lei sui
libri. Non si fece avanti, lasciando che fosse Potter ad accoglierla
come Scudiero e sembrava che si conoscessero bene; nonostante la
confidenza, comunque, Severus Potter si comportava con estrema cortesia
e mai la trattava in maniera irrispettosa.
- Forse Godric si
é scordato di dirti, Severus, che mi ha mandato a chiamare
perché ha detto che c'era qualcuno qui che necessitava delle
mie cure. - La voce di Tosca somigliava a miele caldo e Tom vide che lo
aveva già notato, anche se continuava a parlare
con Severus Potter; lo Scudiero era sorpreso, ma dal momento che la donna
agiva dietro richiesta del suo nobile maestro non aveva proprio nulla
da temere. Gli occhi di Tom però vennero attratti dalla
scatola che la strega teneva in mano; emanava un forte potere che non
riusciva a riconoscere.
- Si, certo,
probabilmente parlava della ferita di Tom Riddle che ha al collo. -
Severus fece le presentazioni e Tom, come da copione, si
inchinò rispettoso ricordando quello che aveva dovuto fare
con Grifondoro. Era pur sempre una fondatrice, una donna potente ed
importante, perciò il rispetto era meritato. In effetti la
ferita che aveva sul collo non si rimarginava anzi, gli dava sempre
più fastidio ma non si lamentò, al contrario,
mentre Tosca si era avvicinata ed aveva esaminato (dopo che Tosca si fu
avvicinata per esaminare) la fasciatura con aria critica.
- Si, credo proprio che
sia necessario il mio intervento. Severus, dove sono i locali adibiti
ad infermeria? - Una domanda futile, Severus era perfettamente
consapevole che ogni singolo fondatore conosceva l'esatta ubicazione
dei luoghi degli altri, era solo una donna cortese ed educata che in
quel momento stava cordialmente conversando con Tom. Solo in quel
momento si rese conto di non avere mai sentito Tom Riddle parlare
apertamente con qualcuno, di solito si limitava a rispondere il minimo
indispensabile a parte quando doveva fare delle domande.
Invece in quel momento
parlava di quello che diceva di ricordare, della mancanza della memoria
di quanto gli era accaduto e, inoltre, faceva domande discrete. Non
poteva certo dire che fosse impertinente, se avesse dovuto definirlo
con un aggettivo avrebbe usato la parola scaltro, o forse era
semplicemente una persona educata e a modo.
- Ora siediti, per
favore, e bevi tutto questo liquido. - Tosca mise nelle mani di Tom una
piccola coppa d'oro ricolma di un liquido argentato che somigliava
molto ad una cosa viva: il ragazzo comprese di avere tra le mani la
tanto nota Coppa di Tassorosso, appartenuta appunto alla Fondatrice, che gli stava sorridendo con
gentilezza in attesa che bevesse.
- Che cos'é,
Signora? - Non poteva non essere curioso, non quando sentiva di avere
vicino un oggetto, uno di quelli che gli servivano per rendersi
immortale: da approfondite ricerche i poteri della coppa non erano noti
e se fosse riuscito a scoprirli.. oh, sarebbe stato fantastico. Lui,
Tom Riddle, l'unico in grado di conoscere e riunire i sacri oggetti dei
Fondatori per farne parte di sé. Tosca sorrise.
- Quest'acqua
é magica e guarisce tutte le ferite, anche quelle
irreversibili; devi sapere che in questa coppa ogni pozione cerusica
viene potenziata ed é molto più efficace di
quelle preparate solo nei calderoni. Di solito non concedo di bere
dalla mia coppa ma la tua ferita é molto potente, e
sopratutto é degenerativa: se non intervenissi in questo
modo potresti anche morire, e non mi perdonerei mai se ciò
accadesse. - Tosca soddisfò così la sete di
domande di Tom e lo osservò inghiottire il liquido senza
più riserve; per un istante ebbe l'impressione che fosse
riluttante a riconsegnarle la coppa ma se la ritrovò in
mano, assieme ai ringraziamenti del ragazzo. Le piaceva rendersi utile
anche alla sua età, l'idea di lasciare al mondo il proprio
Sapere era la sola cosa che la sosteneva.
- Ora dormi, Tom, la
ferita si cicatrizzerà. - Il ragazzo non avrebbe voluto
dormire ma l'effetto di quel liquido vinse ogni sua resistenza; Severus
notò che mentre le palpebre di Tom Riddle si abbassavano, lo
sguardo di Tosca Tassorosso diventava sempre meno amichevole.
Spaventato, avrebbe detto, quando si voltò verso di lui.
- Severus, devo
riferirti una cosa importante. Per favore, andiamo nella Stanza di
Godric. - Per un momento il ragazzo pensò di rifiutare:
nessuno poteva avvicinarsi a quella stanza, quella personale di
Grifondoro, ma qualcosa nella voce di Tosca Tassorosso lo convinse a
non prendere sottogamba quelle parole. - E' successo qualcosa? -
Non poteva non
aggrottare le sopracciglia, per quanto coraggioso non era immune alla
paura. Lei esitò un momento. - Non ancora, sono qui per
prevenire un disastro: ho avuto modo di sentire una profezia, Severus,
e credo che questa ti riguardi. Ma non parliamone qui, anche i muri
hanno le orecchie. -
Note.
Vi
ho presentato, spero in modo interessante, dei nuovi personaggi come
Gertrude Grifondoro e Seraphina Silente. Entrambe hanno la loro
importanza, così come Salazar e Tosca; ho rielaborato un
pòla fisionomia di Salazar, mi sembra eprsino simpatico
così.
Quanto ai poteri della Coppa me li sono inventati, ispirandomi
vagamente al Sacro Graal ma proprio alla lontana: ho sempre visto Tosca
Tassorosso come un sorta di Guaritrice, niente di più
semplice che la sua Coppa possa avere dei poteri curativi no? Ringrazio
tutti per i commenti, vi risponderò privatamente come al
solito sperando di leggervi anche in questo capitolo.
|
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Capitolo 4 *** Questioni di famiglia ***
Ghiaccio bollente
Non
sono morto, ho semplicemente dovuto sospendere temporaneamente la
stesura della storia causa studio e altri impegni. Grazie sinceramente
a tutti quelli che continuano a seguire, risponderò
privatamente alle
vostre meravigliose recensioni.
Il quarto capitolo forse é di
stallo, ma scoprirete alcune cose in più. Per il quinto non
vi farò
attendere in eterno, lo prometto.
Drag.
Ghiaccio
bollente
Capitolo
4 - Questioni di famiglia
Personaggi:
Tom O. Riddle, i Quattro Fondatori, Nuovi Personaggi.
Le
nuvole avevano parzialmente nascosto il sole, pertanto Severus Potter
si vide costretto ad avvalersi della luce artificiale di una torcia. La
sala adibita a biblioteca era enorme, ma senza l'apporto dei raggi del
sole, il ragazzo non sarebbe riuscito a scrivere. La piuma sfrecciava
sulla pergamena, alla disperata ricerca della soluzione di quel mistero.
In
pochi giorni il mondo era totalmente cambiato nonostante la routine non
avesse subito alcun mutamento; la presenza di Tom Riddle continuava a
preoccuparlo, così come il mistero che lo circondava.
Secondo i
testimoni, il ragazzo era comparso dal nulla, semplicemente vorticando
nell'aria: il nobile Grifondoro aveva escluso un tentativo di
Materializzazione, ma non era ugualmente riuscito a dare una risposta
certa. Non poteva essere stata neppure una Passaporta, che era il modo
di viaggiare meno rischioso tra tutti...
Severus portò di nuovo lo
sguardo sulla pergamena che la nobile Tosca Tassorosso gli aveva
lasciato, e che da ore cercava di decifrare.
Quando
il suo lungo viaggio volgerà al termine, le tinte bianche
l'avvolgeranno e tramuteranno in oro vivente il suo tesoro: l'oro si
tramuterà in rosso quando la sua mano lascerà
quella di chi l'ha
accompagnato fino alla fine.
Il
suo sangue macchierà il suolo sacro delle colline, ed una
vita
innocente sarà prematuramente spezzata dalle fiamme del
coraggio.
Lui
non era bravo a decifrare un messaggio nascosto: ad utilizzare la magia
era forse uno dei migliori di Hogwarts ma questo genere di prova era
più adatto agli studenti di Priscilla Corvonero. E la
superba dama che
viveva sulle scogliere nordiche del Paese aveva già espresso
la propria
opinione; Severus ricordò le parole di Tosca Tassorosso, che
aveva
ascoltato la profezia pronunciata proprio dall'Accolito di madama
Corvonero.
Jeremiah Webster era l'unico figlio di Babbani tenuto in
considerazione quasi quanto i maghi Purosangue; aveva ormai
più di un
secolo di vita, ma a tutt'oggi era chiamato il Saggio perché
la Vista
gli aveva permesso di divenire celebre. Aveva pronunciato seicentosessantacinque
profezie, e si erano avverate tutte, dalla prima all'ultima: Severus
sapeva che con questa il numero saliva a seicentosessantasei, e si era
anche domandato che cosa ne sarebbe stato di lui ora: era risaputo che,
alla nascita, Jeremiah avesse pronunciato una frase, affermando che, dopo
seicentosessantasei profezie avverate, sarebbe morto.
Tuttavia
Severus era scettico. Le parole nascondevano un possibile presagio di
morte, e per quanto l'Accolito * fosse stimato e tenuto in
considerazione, non aveva mai predetto il decesso di nessuno prima
d'ora. Inoltre le sue profezie erano sempre state per lo più
ispirate a
battaglie, pericoli in arrivo: anche la nascita di Hogwarts l'aveva
predetta lui, ed era una delle ragioni per cui tutti si fidavano delle
sue parole.
Dubitava comunque che quelle parole enigmatiche
riguardassero lui: era giovane, certo, ma non era necessario che
dovesse morire per una battaglia. Il rosso era un chiaro riferimento al
sangue che avrebbe macchiato le colline, e tutti sapevano che il solo
fondatore a vivere in un luogo del genere era il nobile Grifondoro.
E se fosse stata la sua morte, ad essere preannunciata?
Un
brivido corse lungo la schiena di Severus, che si impose di scacciare
quell'idea dalla mente. Era assurdo perché sia lui che
Grifondoro erano
nati in quei luoghi, mentre la morte - se di questo si trattava -
avrebbe spezzato una vita di chi era giunto da lontano.
Il solo a
cui riusciva a pensare era l'enigmatico Tom Riddle, giunto
probabilmente da una terra davvero lontana, e che non ricordava cosa
l'aveva condotto fino a loro. Lasciò levitare la pergamena,
poi con un
colpo di bacchetta la sigillò.
In effetti non c'era ragione di
credere che un pericolo minacciasse il loro ospite straniero, ma ad
ogni modo Severus si disse che gliene avrebbe parlato. Il fatto che
fosse poco socievole non era comunque una ragione per esporlo ad
eventuali pericoli, e se gli fosse accaduto qualcosa... No, lui
l'avrebbe impedito. Si alzò gettandosi il mantello dietro le
spalle,
poi lasciò la biblioteca per cercare Tom.
- Posso congratularmi
con la sposa? - La voce fredda della donna fece arrossire violentemente
Gertrude. La ragazzina, uscita dal maniero del padre, era stata
avvertita da alcuni studenti che un'ospite di riguardo era appena
giunta; lei gli era andata incontro, ma solo dopo essere stata
informata che Severus Potter era momentaneamente indisposto. Toccava a
lei adempiere agli obblighi previsti dall'etichetta, anche se non aveva
nessuna simpatia per la nuova arrivata; Helena Corvonero scese dal
tappeto subito dopo aver rivolto quelle parole a Gertrude.
- Mio
padre non c'é, Helena - disse piano la ragazza, ma l'ospite
sembrava
indifferente a quell'informazione. Gertrude si sentì
osservata ed
arrossì senza ragione; di fronte a quella strega si sentiva
sempre
inferiore, e sapeva che lei la considerava non più di una
semplice
serva. Non importava che entrambe fossero figlie di due Fondatori: non
sarebbero mai potuto essere amiche, dal momento che Helena si
considerava molto più importante e potente della rossa
Gertrude. - Ah,
ti lascia da sola con il tuo futuro sposo e... Quello chi è?
-
Helena
strinse le palpebre, osservando il giovane con i capelli scuri che la
stava guardando. Aveva percepito la sua presenza, ed ora si rendeva
conto che nelle iridi dello sconosciuto brillava qualcosa che non
avrebbe saputo definire; probabilmente ammirazione, si disse
compiaciuta, e tutto sommato non le dispiaceva fare colpo sugli altri.
- Lui é Tom Riddle, un ospite di mio padre - rispose
Gertrude, dopo
aver visto Tom avvicinarsi e fermarsi proprio al suo fianco, anche se
il ragazzo era arretrato di due passi rispetto la sua posizione.
Tom
osservò la donna, dicendosi che era proprio come la
ricordava. Non si
aspettava che la Dama Grigia giungesse al maniero di Grifondoro, e ne
era lieto: avrebbe carpito i suoi segreti, e le avrebbe rubato il
diadema prima che potesse nasconderlo.
Nulla di tutto ciò si rifletté nelle sue iridi
mentre continuava a
guardarla:era esattamente come rapportarsi al fantasma che
già
conosceva, anche se poteva essere più facile riuscire a
circuirla con
le parole.
Non gli era
stato difficile intuire che tra le due donne, entrambe figlie di due
fondatori eccezionali, non correva buon sangue; il modo in cui si
guardavano aveva dato a lui un'idea che presto avrebbe messo in atto. -
Quale futuro sposo? - Gertrude osservò Helena, desiderando
di tutto
cuore di poterla intimidire almeno un po', ma l'altra rise, scostando
una lunga ciocca di capelli dal volto. Tom notò che
indossava una veste
blu notte dalla linea molto semplice ma impreziosita da pietre di
diamanti lungo i bordi, e attorno al collo indossava una collana d'oro
massiccio.
- Ma come, lo sanno tutti e tu no? Ho sentito dire da mia
madre che tuo padre ha già combinato il tuo matrimonio con
Potter -. A
quelle parole le guance di Gertrude divennero molto simili a due
pomodori maturi, e lasciò cadere il vaso di cristallo che
teneva in
mano; Tom agitò la bacchetta prima che il prezioso oggetto
si
schiantasse, e lo prese in mano personalmente dopo aver rivolto un
sorriso rassicurante a Gertrude.
Stava raccogliendo informazioni fin
troppo interessanti. Se quello che diceva Helena Corvonero fosse stato
vero, avrebbe potuto intervenire in qualche modo. - Ma... sono sicura
che ti sbagli, Helena... -
La replica di Gertrude non fu gradita
dall'altera ragazza, che rivolse tutta la sua attenzione a Tom; il
ragazzo si sentì osservare scrupolosamente, come se Helena
stesse
osservando un oggetto a cui dover dare una valutazione. Non fece alcun
commento, limitandosi solo a servirsi dell'Occlumanzia nel caso la
ragazza avesse voluto scrutare dentro di lui.
- Da dove vieni, Tom?
Anzi no, non dirmelo... In ogni caso devo dare atto a tuo padre,
Gertrude, che si é scelto uno schiavo molto attraente; se il
Barone lo
fosse altrettanto non avrei alcun problema - dichiarò
Helena,
freddamente, liquidando con un gesto della mano la presenza di Tom. Il
ragazzo, per quanto oltraggiato da parole tanto sbrigative, non
replicò, preferendo lasciarle credere di essere in
vantaggio; aveva
inoltre percepito l'arrivo dello Scudiero, ed era una delle ragioni per
cui aveva evitato di rispondere.
- Helena! Che bella sorpresa...
vieni, seguimi. Tom, per favore attendimi nella Biblioteca, devo
parlarti di una cosa importante- .
Severus non vide il lampo che
illuminò le iridi del loro ospite, impegnato a scortare
nella Sala
delle Udienze la giovane rampolla della nobile Corvonero; Tom si stava
chiedendo che cosa volesse dirgli Potter ma non perse tempo a
riflettere, allontanandosi verso le cucine. Aiutare Gertrude non era
l'occupazione che preferiva, ma il tempo non gli mancava e poi avrebbe
solo potuto giovargli riuscire a guadagnarsi definitivamente la fiducia
della giovane fanciulla.
- Per l'ennesima volta, no! - Un'ora
dopo Tom percepì le voci di Helena e Severus farsi sempre
più alte;
fino a quel momento lo Scudiero non aveva mai urlato con nessuno, e gli
riusciva difficile credere che potesse farlo con una donna. Un istante
dopo la suscettibile figlia di Priscilla Corvonero uscì
dalla stanza,
lasciando dietro di sé una furia quasi tangibile.
Tom la seguì in silenzio, dopo essersi accertato che Potter
non avesse intenzione
di seguire Helena; origliare non era nel suo stile ma in quel caso
preciso era stato un bene. Aveva quindi scoperto che la giovane Helena
aveva chiesto aiuto a Severus Potter per liberarsi della presenza di un
certo Barone, di certo lo stesso che fluttuava ai suoi tempi ad
Hogwarts; da qualche cosa che entrambi avevano detto,era riuscito a
capire che i due avevano una relazione e che l'uomo voleva sposare
Helena
, ma la ragazza pareva decisa a ribellarsi. Da quello che aveva capito,
probabilmente si era concessa fisicamente all'uomo, contravvenendo
quindi alle regole d'etichetta che vigevano in quel periodo.
- Perché mi segui? - Helena si fermò poco prima
di varcare il grande cancello della tenuta di Grifondoro,
e squadrò con sospetto il ragazzo; Tom sorrise
enigmaticamente mentre
si avvicinava. Era il momento giusto per affrontare l'argomento, ne era
certo. - Vorrei sapere in che modo rubare il diadema della tua
aristocratica madre potrà aiutarti a liberarti del tuo
promesso sposo -.
La
ragazza sbiancò e sussultò come se Tom l'avesse
schiaffeggiata. Del
proposito di rubare - anzi, di prendere possesso - di qualcosa che
avrebbe già dovuto essere suo non aveva parlato a nessuno.
Tom sorrise
ed un'ombra pericolosa gli attraversò le iridi: non disse ad
Helena che
lei, in un futuro che lui già aveva vissuto, gli aveva
rivelato tutta
la storia. Poteva quindi giocare d'anticipo, prevedere le sue mosse e
riuscire a mettere le mani sul celebre oggetto: allo stesso modo
avrebbe potuto sbarazzarsi di lei, ma non l'avrebbe rivelato. - Non
temere, cara, sarà il nostro segreto - .
Erano le stesse parole
pronunciate a Gertrude e Tom sapeva che erano due persone diverse, e
avrebbe agito in modo differente, raggiungendo ugualmente lo scopo che
si era prefissato .
La
ragazza lo osservò con aria sospettosa; come primo impatto
non le era
dispiaciuto - dopotutto chi era lei per negare l'avvenenza di una
persona? - ma poi se lo era rapidamente dimenticato. I servi -
così lei
immaginava che lui fosse dato che non era uno studente - non erano
degni della sua fama, e neppure i nobili boriosi come il Barone di cui
voleva tanto disperatamente liberarsi: per un po' era andato bene, ma
se avesse immaginato che mirava ad imprigiornarla nelle dorate catene
del matrimonio, non gli avrebbe mai concesso tanta confidenza.
- E
davvero? Perché mai dovresti tacere? E cosa ti dà
tanta sicurezza sui
miei intenti? - Il tono era degno di un'imperatrice, e Tom si
sentì
soddisfatto. Era normale che si mettesse sulla difensiva, non si
attendeva nulla di differente. Finse di lisciare la tunica che
indossava, odiando profondamente l'assenza della divisa scolastica. -
Perché io posso aiutarti: tu vuoi tornare libera, ed io ho
la chiave
per permetterti di realizzare il tuo sogno. -
Helena non lo disse ma era colpita da tanta sicurezza. Il giovane che
aveva di fronte non
sembrava per nulla intimorito dalla sua presenza, ed era una cosa che
parzialmente l'indispettiva, abituata com'era a incantare giovani e
vecchi con il proprio superbo fascino... Pareva invece che questo
strano Tom fosse immune al suo nome ed alle sue nobili origini; si
comportava, pensò con irritazione, con la stessa fredda
indifferenza
tipica di sua madre.
Se avesse dovuto fare un paragone, avrebbe
ammesso che in lui c'era un gelo che neppure Priscilla Corvonero
possedeva, un calcolo che intravedeva riflesso nelle sue iridi, ma
impossibile da spiegare. Le riusciva difficile credere che l'ultimo
arrivato fosse in grado di leggerle nel cuore con tanta violenta
naturalezza.
- Interessante, peccato che io non creda alle tue
parole, e poi non mi interessa quello che dici. A proposito, tu chi
sei? Non voglio sapere il tuo nome, l'ha già detto quella
sciocchina
con i capelli rossi - Helena si rivolse al ragazzo con voce d'acciaio,
e restò sorpresa quando lui le rispose istantaneamente. Era
come se già
avesse previsto quanto aveva detto.
- Il mio nome ora non é altro
che uno tra i tanti ma un giorno farà tremare anche il mago
più
coraggioso... Non sono le mie parole a doverti interessare, Helena, ma
ciò che posso offrirti. La mia conoscenza della magia supera
di gran
lunga quella di qualunque studente di Hogwarts, ne sono convinto, e
pochi maghi riuscirebbero a reggere il confronto in un duello - il
ragazzo lo disse con estrema convinzione, pur avendo già
avuto una
dimostrazione pratica che qualcuno poteva eguagliarlo. Le parole e i
gesti di Severus Potter non erano però andati del tutto
persi dato che
l'aveva studiato, e ne conosceva i punti deboli. - Ma
non é un duello ciò che voglio da te. So che vuoi
fuggire lontano da
tua madre e dalle regole che ti ha imposto: io conosco un posto fatto
apposta per consentirti di godere appieno della tua libertà
ma non ti
aiuterò in cambio di nulla -.
Il silenzio aleggiò tra i due, che
continuavano a scrutarsi, ed implicitamente a studiarsi. Helena
sembrava convinta che il ragazzo fosse semplicemente un oratore di
tutto rispetto - quel discorso l'aveva comunque colpita - ma dubitava
che volesse davvero aiutarla; sorrise, infatti, immaginando che
desiderasse un compenso. Oro, con tutta probabilità:
l'avidità era uno
dei punti deboli di qualunque persona, eccetto lei. Fece un cenno con
la testa, come una sovrana che concede udienza al proprio discepolo.
-
Devi solo trovare il modo di farmi entrare a Hogwarts come studente; lo
Scudiero di Grifondoro mi ha già sottoposto ad una prova ma
non mi fido
del suo giudizio, lo ritengo incompleto. Dal momento che sei figlia di
uno dei fondatori, non ti sarà difficile procurarmi un
contatto utile -
.
Tom sapeva che Helena
non avrebbe potuto condurlo da Salazar Serpeverde in persona ma gli
bastava semplicemente giungere nella prestigiosa scuola di magia, e poi
era risaputo che Priscilla Corvonero era in buoni rapporti con il suo
celebre antenato. Inoltre Helena, come figlia, era nella posizione
più
indicata per parlare con la celebre strega.
- Stai scherzando spero!
Mia madre ha già raggiunto il numero di studenti da inserire
a
Hogwarts, anche se tu fossi Merlino in persona non avresti alcuna
chance di entrarci!- Helena lo disse con forza, senza nascondere la
rabbia provata all'insolenza di quel ragazzo che pretendeva di essere
il migliore; con un cenno della bacchetta aveva già
predisposto il
tappeto a mezz'aria per salirci e partire, quando si voltò
di nuovo
verso di lui. - Però so che il Barone, colui che dovrei
sposare, sta
cercando degli apprendisti per Serpeverde... In verità
dubito
fortemente che tu possa avere anche solo la possibilità di
parlargli, é
una persona molto scostante e non vuole vedere troppi estranei. Dice
che ciò lo mette a disagio. -
Sul volto del ragazzo non passò che un
lampo ma fu talmente rapido che la ragazza non si rese minimamente
conto della sua presenza; Tom si limitò a sorridere, e
dentro di sé
aveva già trovato il modo per servirsi di quella sciocca
ragazza. - In
verità, se posso dirtelo, é Seraphina ad
occuparsi degli apprendisti,
quindi non so quanto utile ti sarebbe parlare con il Barone -. Helena
era scettica ma c'era qualcosa nella determinazione del suo
interlocutore ad indurla a riflettere.
- Non ti preoccupare, non
intendo mettere a disagio il tuo fidanzato - Tom calcò bene
sulle
ultime due parole, e non fu sorpreso nel vederla rabbrividire. Doveva
puntare tutto sulla sua voglia di essere libera, e l'avrebbe anche
aiutata: non avrebbe mancato alla parola data, anche se la
priorità
sarebbe stata data alle proprie esigenze.
- D'accordo, vedrò cosa
posso fare ma non farti troppe illusioni. Nel frattempo potresti
chiedere a Potter se necessita di un contadino: sei vestito nel modo
più adatto. - E Helena, dopo essersi seduta in ginocchio sul
tappeto,
non lasciò modo a Tom di rispondere; il ragazzo strinse la
bacchetta ma
non fece nient'altro. Prima o poi Helena si sarebbe resa conto di chi aveva a
che fare, ma per quel momento lui avrebbe ottenuto tutto e lei perso
ogni cosa.
Alcune
ore dopo Tom era immerso nei libri della biblioteca, alla continua
ricerca di informazioni che gli consentissero di raggiungere
rapidamente i propri scopi; non aveva alcuna intenzione di affidarsi
solamente alla figlia di Priscilla, era nel suo stile riuscire ad avere
un piano alternativo. Non era adatto al lavoro di squadra se non per
comandare.
Alzò il capo solo sentendo la porta aprirsi. Come al
solito Gertrude era venua a portargli qualcosa da bere ma si
limitò a
sorridere come d'abitudine; la ragazzina disse solo alcune parole sul
ritorno del padre, avvenuto proprio in quell'ultima ora, per poi
lasciare la stanza in silenzio. Tom avrebbe voluto recarsi
immediatamente a parlare con Grifondoro ma Gertrude gli aveva detto che
il padre si sarebbe riposato, e che avrebbe potuto vederlo all'alba.
Il
tempo trascorse così velocemente che alle prime luci del
sole, Tom
chiuse il tomo per riporlo nello scaffale apposito: la cultura era
sacra, e non aveva mai maltrattato un libro. Stava per raggiungere
l'ala del maniero dove avrebbe potuto trovare Grifondoro ma ad
attirarlo furono una serie di singhiozzi vanamente repressi.
La
porta era aperta, e lui vide Gertude che stava piangendo, la faccia
nascosta in un fazzoletto. Fino a quel momento non aveva mai visto la
ragazzina piangere, e la cosa lo colpì pur non commuovendolo
assolutamente. - Perché piangi? Cosa mai può
turbare l'animo di un
candido fiore come te? -
Si chinò dopo essersi avvicinato a lei, e
le sollevò gentilmente il volto con una mano. Di norma non
avrebbe mai
fatto un'azione simile, ma la ragazzina sembrò calmarsi
leggermente;
del resto non gli era sfuggito che in sua presenza era continuamente
impacciata, ed arrossiva ogni parola che pronunciava. Naturalmente non
le era mai balenato alla mente che la gentilezza ricevuta era solo una
commedia ben recitata. - Su, vieni, avevi promesso che mi avresti
mostrato il tuo cavallo preferito, no? - E le sorrise con quel suo modo
di fare che l'avrebbe fatta precipitare in una perfetta illusione
creata a regola d'arte per lei.
Note.
*
Accolito: é il ruolo del consigliere più vicino a
Priscilla Corvonero,
ed eccezionalmente ella ne ha due dal momento che Webster é
vecchio.
Spero
di essere riuscito a farmi perdonare per il lungo ritardo con questo
capitolo. Vi ho mostrato la profezia e vi lascio pensare a chi possa
riferirsi; non ho approfondito l'ingresso di Tosca Tassorosso
perché
avrà il suo momento all'interno della storia(sto stimando
circa 20-25
capitoli) ma non adesso.
Personalmente parlando il mio OC preferito
é proprio Jeremiah Webster, per il ruolo che detiene: non mi
sono però
ispirato a Silente, nel caso vi venisse un dubbio.
Fa il suo
ingresso - un po' in ritardo, confesso - Helena Corvonero, che ho
dipinto come donna altezzosa e anche capricciosa; sembra essere la
prima alleata di Voldemort, o almeno é ciò a cui
lui mira.
Severus
Potter é leggermente in ombra qui perché dovevo
dare più spazio alla
profezia, e nel prossimo avrete Grifondoro che farà una
proposta
proprio a Voldemort.
Non amo dilungarmi, perciò vi lascio leggere e commentare.
Un grazie a chi la sta seguendo, e a chi eventualmente si
aggiungerà.
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Capitolo 5 *** Non c'é verita che non vada a pezzi ***
Ghiaccio bollente
Le
ultime parole famose: avevo detto di non farvi attendere in eterno ma
ho avuto alcuni intoppi, tra cui qualche problema con due esami e
cazzeggiamenti vari.
In ogni caso sono tornato, più inopportuno che mai, con il
quinto capitolo.
A chi non lo conosce, vorrei consigliare la long di mia sorella sempre
su Voldemort, a mio avviso molto più intricata di questa.
L'ho letta ed é molto interessante.
Profumo
di tenebra
Inoltre consiglio anche una one shot di Latis Lensherr su Merope Gaunt:
non ho avuto modo di recensirla causa tempo, ma merita veramente tanto.
Tu
sei una stella, Merope.
Drag.
Ghiaccio
bollente
Capitolo
5 - Non c'é verita che non vada a pezzi.
Personaggi:
Tom O. Riddle, i Quattro Fondatori, Nuovi Personaggi.
- Desidero che tu ritrovi l'anello della mia sposa il prima possibile
-. Le parole autoritarie di Salazar rimbombavano da giorni nella testa
di Seraphina; la strega aveva cercato ovunque ma del celebre anello non
c'era traccia. Il lamento della Divina era sempre più
insistente, tanto che quasi tutti gli allievi di Serpeverde non
facevano che avvicinarla per chiederle di farla tacere.
Seraphina si sentiva caduta in disgrazia: quando succedeva qualcosa al
castello, il suo mentore scaricava su di lei ogni
responsabilità, dalla disobbedienza degli allievi a episodi
molto più gravi, come la scomparsa dell'anello. - Lady
Seraphina, il Barone chiede udienza -. La voce del servo era stisciante
come il suo atteggiamento e la ragazza corrugò per un
momento la
fronte: esisteva solo un Barone che poteva permettersi di domandare
udienza a lei ma non credeva che fosse tornato.
Annuì e pochi minuti dopo il visitatore entrò
nella
stanza delle udienze: si trattava del luogo in cui Salazar in persona
riceveva i suoi ospiti, anche se Seraphina sapeva che era un compito a
cui non prestava quasi più attenzione. Era - come gli altri
- un
altro fardello sulle sue spalle: solo uno stolto poteva invidiare il
ruolo di Araldo di Serpeverde, ne era convinta.
I due si scambiarono i soliti convenevoli prima di giungere al dunque.
- Devi sapere, Seraphina, che giungo ora dalle terre di madama
Corvonero con alcune notizie interessanti; la prima é la
profezia di Jeremiah, ma tu già la conosci - . La ragazza si
limitò a un cenno asciutto, non molto interessata a quelle
parole dato che già ne aveva sentito parlare. Era
l'argomento
più discusso ma non provava la morbosa curiosità
di altre
persone. Non era particolarmente stupita nell'apprendere che il Barone
giungesse dalle terre di Priscilla Corvonero e, per un momento, le
venne da sorridere; gli uomini era fatti tutti della stessa pasta,
tanto che non provava per lui la minima solidarietà al
pensiero
che Helena lo usasse per i propri scopi. Era la tipica ragazza
impetuosa, che si pentiva delle proprie azioni solo dopo averle
compiute.
Intanto lui continuava a parlare.
- Inoltre, dopo tutto ciò, Helena mi ha detto che questo Tom
Riddle porta l'anello di Salazar al dito. Ecco perché sono
venuto qui, da te -. La strega alzò lo sguardo, folgorata
alla
notizia che aveva appena appreso; il nome non le era nuovo dal momento
che il nobile Grifondoro le aveva parlato del ragazzo, seppur in
maniera vaga, ma non aveva accennato all'anello.
Rivolse quindi al Barone tutta la sua attenzione; lui, che se ne
accorse, si arricciò la punta della barba, lieto di poterle
dire
qualcosa che la interessava. - In un primo momento ho creduto che
mentisse solo per spingermi ad accettare di incontrarlo ma é
stato il modo in cui l'ha detto, a convincermi -. L'uomo ricordava il
dialogo con l'amata e lo riportò fedelmente, anche se
Seraphina
sembrava sempre più persa nelle proprie riflessioni.
Helena poteva essere una sciocca arrivista ma non era stupida, dato che
possedeva lo stesso tipo di intelligenza materna ed era la sola cosa di
cui Seraphina era certa; a scuola non erano amiche ma era
già
accaduto che si fossero alleate per scopi comuni. Era al corrente che
se Salazar fosse venuto a conoscenza degli incontri clandestini tra
Helena e il Barone proprio all'interno delle mura di Hogwarts, la sua
ira sarebbe stata implacabile.
Secondo i Fondatori, la scuola e i territori annessi erano sacri e non
dovevano essere sporcati da atti tanto poco decorosi, anche se
Seraphina era al corrente che Salazar per primo contravveniva a quella
regola: non era raro che il suo mentore portasse eserciti di streghe
nei suoi appartamenti privati, tutte infatuate dal suo potere
più che dalla reale bellezza dell'uomo. Ed erano tutte
stupide:
una volta usate per una volta, o poco più, venivano
scacciate.
Alcune erano pure morte ma senza che ciò infangasse la
reputazione di Salazar. Lei, che lo sapeva, taceva o fingeva di non
vedere nulla, consapevole che il silenzio era la sua sopravvivenza.
- Ah, quasi dimenticavo. Ho saputo che il nobile Grifondoro ha
finalmente piazzato sua figlia: pare che il fortunato, se posso
chiamarlo così, sia proprio Severus Potter -. Le parole del
Barone riportarono Seraphina alla realtà con violenza
inaudita;
la notizia era succosa ma a lei non piaceva ugualmente, così
come non aveva mai stimato Gertrude. Da figlia del più
eroico
tra i Fondatori, si era aspettata da lei molte cose, invece era una
sorta di Maganò. Non era neppure bella e dubitava che con
gli
anni sarebbe migliorata; lei, a dodici anni, era già una
fiorente bellezza e sapeva di essere una delle streghe più
ambite per un matrimonio.
Lo stesso Salazar una volta aveva ammesso di aver preso in
considerazione l'idea di sposarla ma di aver poi preferito darle un
ruolo di rilievo; Seraphina si era sentita oltraggiata solo all'idea di
dover essere costretta a farsi sottomettere da un uomo come il suo
mentore, pertanto era più che intenzionata a non essere mai
presa in considerazione per quel ruolo.
Tuttavia Gertrude sembrava avere ottenuto ciò che ambiva da
tempo: Seraphina era al corrente che la ragazzina aveva una cotta per
Severus da parecchio tempo ma il giovane non la ricambiava, e spesso ne
avevano pure riso, anche senza cattiveria.
Peccato che, in quel caso, forse sarebbe andata incontro alla sua fine:
non avrebbe permesso a nessuno di mettere le mani sul suo Severus,
neppure a una ragazzina anonima come Gertrude.
- Non lo invidio ma non importa. Ora scusami, ho una faccenda a cui
dedicare la mia attenzione, non voglio certo che il nobile Serpeverde
mi mandi una delle sue bisce d'acqua per punirmi -.
Godric si chiese perché la vita dovesse essere tanto
complicata:
nel giro di pochi giorni la serenità del maniero era
svanita. Al
suo posto era giunto il rancore, la delusione e l'incomprensione. Con
un colpo di bacchetta sistemò le pergamene che aveva
lasciato
sul tavolo, così da poterle esaminare di nuovo.
Una guerra forse era di nuovo in avvicinamento, gli astri avevano
parlato proprio poche notti prima e lui aveva deciso di muoversi: il
nemico era ignoto al momento ma non lo temeva. Godric Grifondoro non
aveva paura dei nemici; ripensando alla scena che si era consumata
proprio lì, in quella sala, era convinto che fossero le
situazioni come quella appena affrontata a non lasciarlo tranquillo.
Per prima cosa c'era Gertrude a preoccuparlo: era convinto di farle
addirittura un favore ma la figlia non aveva fatto altro che fissarlo
con occhi grandi, e se non era scoppiata in lacrime era stato solo per
la presenza di Severus nella stessa stanza. Lo stesso Scudiero non
aveva detto una sola parola al riguardo, anche se così non
era
stato dopo che Gertrude era stata mandata nelle proprie stanze.
In fondo era un favore a entrambi, quello che aveva fatto, ed era certo
che con il tempo avrebbero accettato. Nel frattempo Severus si
rifiutava di prendere in considerazione le sue parole - cosa che mai
era accaduta prima d'ora - e Gertrude... beh, lei era sconvolta.
Chiuse gli occhi, riflettendo. Convincere quei due che il matrimonio
era il loro destino non sarebbe stato semplice, eppure era sicuro di
non sbagliare; gli era giunta voce che Severus e Seraphina Silente si
erano incontrati alcune volte a Hogwarts, ma la situazione non lo
preoccupava. Dubitava fortemente che il loro legame fosse profondo,
entrambi sapevano come fosse vietato frequentarsi.
Non era una legge ma Godric sapeva che Salazar era d'accordo con lui:
nessun loro allievo poteva frequentarsi alla luce del sole, pertanto
era chiaro che lo dovevano considerare un semplice... incidente di
percorso. Il fatto che Severus rifiutasse l'idea di sposare Gertrude
era anche normale: era sempre stato libero di vivere nel modo in cui
desiderava ma con il tempo avrebbe accettato.
Non era uno stupido.
Gettò uno sguardo fuori dalla finestra e rimase sorpreso nel
vedere lo Scudiero seduto su una roccia, con Tom Riddle in piedi poco
lontano. Era evidente che i due stavano parlando e avrebbe tanto voluto
sapere di cosa. Forse di quello che gli aveva chiesto lui?
- Dovresti essere contento, Severus, che il nobile Grifondoro voglia
affidarti sia figlia, io ne sarei onorato -. La voce di Tom
suonò bassa ma lo Scudierò riuscì a
percepire
ugualmente il rimprovero velato in quelle parole; alzò lo
sguardo furente sul ragazzo dai capelli neri, chiedendosi ancora una
volta chi fosse e perché cercasse sempre di intromettersi in
questioni che non lo riguardavano.
- Seriamente? Allora proponiti tu, Tom, perché non gli
chiedi se
ti concede la sua mano? Dato che sei tanto bavo a parlare, non dovresti
avere questo problema, no? - Il ragazzò distrusse una roccia
poco distante solo muovendo la bacchetta; Tom riconobbe l'incantesimo
Bombarda ma non lasciò che la sorpresa modellasse i propri
lineamenti. - Non essere sciocco, intendevo solo dirti che dovresti
apprezzarela fiducia che il nobile Grifondoro ripone in te. Quella
bambina ti adora, perché non vuoi farla felice? -
Tom pensò alle sue compagne di corso, tutte ragazze che
adoravano i pettegolezzi, e pensò che sarebbero state fiere
della sua recita; peccato che non potessero vederlo. Si tolse il
mantello, sopraffatto dal calore di quell'inaspettata giornata afosa.
Poteva arrivare a capire il ragionamento di entrambi: Potter si sentiva
messo alle strette, quasi incatenato all'idea di dover sposare una
donna a cui non era interessato, mentre per lei... Era facile
comprendere pure le aspettative deluse di Gertrude: aveva
già
potuto rendersi conto come la ragazzina idolatrasse Severus Potter, lo
considerava una sorta di divinità e niente le sarebbe
piaciuto
di più che coronare un sogno infantile come quello. Sentirsi
rifiutata doveva essere per lei terribile.
- In fondo devi molto al nobile Grifondoro, non dovrebbe essere una
richiesta esagerata, la sua -.
Non sentiva per nulla i morsi della menzogna avvolgerlo: aveva
già avuto modo di capire che se avesse convinto Potter ad
accettare quelle nozze, forse avrebbe potuto avere qualche
possibilità per avvicinarsi alla spada in modo
più
concreto. Oltre a poter finalmente arrivare a Hogwarts: grazie
all'ingenuità di Gertrude aveva scoperto un altro indizio
importante.
I Fondatori portavano sempre con sé i loro oggetti a
Hogwarts,
pertanto era fondamentale riuscire ad arrivare alla scuola... Il resto
sarebbe stato semplice, ne era convinto.
- Sai cosa mi infastidisce, Tom? Che questa non é una
richiesta,
bensì un ordine -. Severus osservò il cielo,
chiedendosi
perché mai gli fosse venuto il desiderio di confidarsi
proprio
con quel ragazzo straniero: non gli era più simpatico di
prima,
tuttavia sentiva la necessità di parlare con qualcuno. A
occhio
e croce avevano la stessa età perciò forse poteva
capirlo. - Non ho nulla contro Gertrude, é una cara bambina,
ma
sarebbe un insulto se io la sposassi: in un certo senso sono convinto
che messer Grifondoro voglia fare un piacere a entrambi ma non tiene
conto per l'ennesima volta dei sentimenti di sua figlia. La sta
trattando come un oggetto, solo che non se ne rende conto -.
Suo malgrado Tom rimase in ascolto. Quale bizzarra coincidenza aveva
unito le loro menti? Anche lui era sicuro che Grifondoro usasse la
figlia come merce di scambio, in un modo che forse lui riteneva giusto;
d'altronde si trovavano nel Medioevo e Tom era sicuro che quello fosse
il modo di pensare di tutti loro. Con distacco riusciva a comprendere
tutto questo, anche se non gli interessava in maniera particolare.
A colpirlo era il tono grave con cui Potter aveva parlato. - Vuoi farmi
credere che il tuo rifiuto é semplicemente un'azione
altruista?
Che non ti interessa sapere che la tua stessa liberta é
condizionata? Nel caso tu sposassi Gertrude, indubbiamente saresti
incatenato a questi luoghi -.
La voce di Tom risuonò come una condanna: forte, decisa e
inesorabile. Severus scosse la testa. - Certo, é chiaro che
al
pensiero non faccio i salti di gioia, ma posso assicurarti che non ho
motivazioni personali: sarebbe un insulto se io accettassi di sposare
quella bambina solo perché suo padre ritiene sia la cosa
più giusta da fare. Che ne sarà della sua vita
quando si
ritroverà legata a qualcuno che non la ama? Non posso
proprio
farlo, spero solo che messer Grifondoro comprenda ciò che io
intendo -.
Amore... Tom aveva sentito quella parola troppe volte nella sua vita
per non sentirsi accigliato. In fondo a che cosa serviva? A niente,
fino a quel momento era riuscito a vivere senza nessun problema,
perché quindi affannarsi ad averlo se vivere senza non
presentava alcuna pecca?
- Devo andare, sarò di ritorno il prima possibile -. Severus
si
era alzato in piedi e aveva parlato prima che Tom potesse dire
qualunque cosa; la sola cosa di cui il ragazzo era certo, fu di aver
potuto captare per la prima volta l'ansia sul volto del ragazzo.
Però era sparito in fretta e lui non aveva potuto rivolgerli
alcuna domanda in merito.
- Sei sicura? - Lo sguardo del mago si posò sul suo Araldo:
Seraphina annuì, i capelli rossi perfettamente sistemati
dietro
le orecchie. Il lamento della Divina era perfettamente udibile in
lontnanza, tuttavia i due sembravano non farci troppo caso; Salazar
puntò gli occhi sulla sua studentessa migliore, chiedendosi
se
non fosse sul punto di commettere una follia. - Ma come si spiega che
sia un parente alla lontana dei Peverell? Lo dovrei conoscere in questo
caso... - La voce untuosa del mago risuonò lugubre nel
sotterraneo e Seraphina annuì con solennità.
- Si, signore, lasciate che Vi illustri cosa sono venuta a sapere -. La
ragazza attese che Serpeverde facesse un cenno con il capo, poi
iniziò a parlare. - Ho avuto modo di osservare questo Tom
Riddle
da lontano, senza farmi notare... Naturalmente ho chiesto il consenso
al nobile Grifondoro, non mi sarei mai azzardata a introdurmi nei suoi
territori senza permesso, tuttavia non ho svelato ciò che
intendevo realmente fare - disse piano la giovane, tenendo lo sguardo
fisso sul volto del suo celebre mentore.
Altri avrebbero abbassato lo sguardo ma non lei, che ben sapeva come
Salazar avrebbe controllato a modo proprio la verità; non
temeva
la Legilimanzia anzi, il fatto che fosse pronta a lasciarsi esaminare
la rendeva al di sopra di ogni sospetto. Salazar non disse nulla ma si
compiacque: gli piaceva la sfacciataggine del suo Araldo, che possedeva
tutte le caratteristiche per diventare davvero brillante.
- Ho visto l'anello che porta al dito e posso assicurarVi che si tratta
proprio del vostro, anche se ho notato un particolare che mi ha
intrigato. Brillava di luce propria, una cosa che mai é
accaduta
qui - riprese la giovane strega, accorgendosi che quelle parole avevano
destato l'attenzione di Salazar. Continuò, sentendosi
davvero
orgogliosa di sé.
- Dopo una chiaccherata con Jeremiah Webster, che ho incontrato sulle
scogliere del Nord, ho capito una cosa... Si tratta di un'ipotesi che
ho fatto ma credo... Ecco, sono convinta che quell'anello sia quello
originale, ma allo stesso tempo no. In pratica, credo che il ragazzo
arrivi da un altro mondo -. La voce risuonò come una
sentenza
lugubre nell'aria e il silenzio diventò molto pesante.
Seraphina intuiva lo scetticismo di Salazar anzi, era certa che il mago
stesse riflettendo tanto che le sembrava quasi di poter toccare i suoi
pensieri. - Continua -. Una semplice parola ma così pregna
di
potenza che la ragazza avrebbe desistito, se non si fosse trattato di
qualcosa che li riguardava in prima persona.
- In un certo senso credo che l'anello sia ancora qui spiritualmente e
allo stesso tempo, al dito di quel Tom Riddle. Le mie sono solamente
ipotesi ma la Divina mi ha dato un indizio molto importante: se
l'anello fosse stato veramente rubato, lei ora non sarebbe
più
qui. Difatti esiste una maledizione che lega l'anima della Vostra
defunta moglie all'anello. Questo deve voler dire che forse in un
futuro molto lontano, l'anello e la Divina non... insomma, non saranno
più legati. Forse questo Tom Riddle non conosce la storia,
io
stessa ho faticato per trovare sui testi runici qualcosa che mi potesse
aiutare... - Seraphina ricordava le lunghe giornate trascorse nella
biblioteca personale del suo mentore, alla ricerca di qualcosa che
potesse spiegare quello strano fenomeno.
- Non é possibile che arrivi dal futuro. Chi sarebbe tanto
sfacciato da introdursi nel passato già scritto? - La voce
di
Salazar risuonò carica di astio e disprezzo, pur senza
contestare la ragazza. Conosceva molto bene ciò che si
diceva
sulla maledizione che legava Margarita all'anello, una magia che non
era riuscito a spezzare e che costringeva la moglie a vagare infelice
per il maniero, invece di potersi godere il riposo eterno. Era il solo
a sapere che l'amata non era un vero e proprio fantasma,
bensì
una sorta di spirito fluttuante; si soffermò a pensare a
quanto
sentiva. Erano teorie senza fondamenta, perché badarci
più di tanto?
Eppure Seraphina non parlava mai a sproposito, e non l'aveva mai
davvero deluso.
- Non ne ho idea; Severus Potter mi ha detto che ritiene Riddle capace
di tutto, pur restando dell'idea che sia in pericolo qui da noi... - La
ragazza evitò di specificare il momento in cui lei e Severus
avevano discusso l'argomento; al suo mentore non avrebbe fatto piacere
sapere che i loro incontri segreti continuavano e che, anzi, in quel
momento lui si trovava proprio nelle sue stanze.
Del resto non era lui a governare la sua vita, semplicemente non
intendeva sbandierare quanto profonda fosse la relazione che avevano. -
Inoltre Jeremiah ha confermato che in futuro il Tempo potrà
essere controllato: può essere che il ragazzo sia un Vostro
discendente anche se non saprei dirlo con esattezza, questa
é
solo una mia ipotesi ma la ritengo molto probabile. Se davvero esiste
un modo per governare il Tempo, niente di più facile che
qualcuno cerchi di manipolarlo a proprio favore. La mia idea
é
che potremmo permettere a questo Tom Riddle di giungere con noi a
Hogwarts: é il luogo migliore per capire le sue intenzioni -.
Salazar non disse nulla, impegnato a osservare il serpente che
strisciava per la stanza; non lo vedeva realmente perché era
impegnato a riflettere. Non gli piaceva l'idea di un possibile
successore che si aggirava indisturbato per i secoli, eppure allo
stesso tempo l'idea era pregna di fascino. Aveva squadrato con
malignità Seraphina quando aveva sentito il nome di Potter,
ma
allo stesso tempo aveva disdegnato l'argomento: tollerava molto a
fatica lo Scudiero di Godric, decisamente inopportuno e reo di avere
messo gli occhi sul suo Araldo. Era sicuro che per Seraphina, Potter
non fosse altro che uno sfogo, tuttavia la cosa non gli piaceva
ugualmente.
Ecco perché, invece, aveva sorriso all'idea che Godric lo
costringesse a sposare la figlia. Riportò lo sguardo su
Seraphina. - D'accordo. Fammi trovare Wilhelm pronto entro un'ora: mi
recherò in visita a Godric oggi stesso -.
La strega annuì e poi andò a cercare uno dei
servi
affinché la carrozza di Salazar fosse pronta quanto prima,
assieme al suo Thestral preferito.
Note.
Ancora una volta sono in ritardo ma non ho potuto evitarlo quindi spero
che il capitolo vi possa piacere. Ho saltato alcune parti -
precisamente il dialogo tra Godric, Severus e Gertrude - che potevano
rallentare tutto, così come la missione di Seraphina nelle
terre
di Grifondoro. Avete appreso tutto dalle sue parole(aspetta che Salazar
scopra che il suo Araldo si tiene Potter l'amante nella sua stanza,
credo che darà in escandescenza).
Ho introdotto anche il Barone, spero che vi piaccia.
Non ho molto tempo per dilungarmi(sono in facoltà, in sttesa
di
dare un esame sperando che vada bene) ma voglio comunque ringraziarvi
perché seguite sempre questa mia storia.
Risponderò alle
vostre recensioni nel pomeriggio; il prossimo aggiornamento dovrebbe
avvenire a fine aprile... Ahimè ho alcuni esami importanti,
é già tanto se sono riuscito a scrivere qualcosa
per non
vedermi a "Chi l'ha visto?"
Non ho potuto avvalermi della mia beta ma spero non si offenda: mi
mancava proprio il tempo, ma dal prossimo non mancherò di
sicuro.
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