CYBERNICA di crazybulma (/viewuser.php?uid=4070)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oggetto Volante Non Identificato ***
Capitolo 2: *** Un Dolce Sonno ***
Capitolo 3: *** Akarion e Mabell ***
Capitolo 4: *** Akarion e Mabell (2° parte) ***
Capitolo 5: *** La vera identità di Re Yawu ***
Capitolo 6: *** Sei importante per me ***
Capitolo 7: *** Un Triste Addio ***
Capitolo 8: *** Giù la maschera! ***
Capitolo 9: *** Un imprevisto ***
Capitolo 10: *** L'unica cosa che ci resta ***
Capitolo 11: *** Discorso ai superstiti ***
Capitolo 12: *** La Teoria di Bulma ***
Capitolo 13: *** Ritorno a Casa ***
Capitolo 14: *** La Fine e l'Inizio di tutto ***
Capitolo 1 *** Oggetto Volante Non Identificato ***
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CYBERNICA
Note dell’autrice: Eccomi di nuovo con
una storia a capitoli, come sempre incentrata sulla coppia Vegeta/Bulma, i due
personaggi di Dragon Ball che amo di più. Questa storia è ambientata nei tre
anni di attesa dei cyborg. Seguitemi numerosi e recensite, mi raccomando!
1° capitolo: Oggetto Volante Non Identificato
“Comprate le Capsule Super Vitaminiche. E’ un’offerta irripetibile! Solo per voi,
amici, alla modica cifra di…” CLICK
”Non dimenticate l’appuntamento di domani con *Dottor Home, clinica speciale*.
Sarà una puntata che non vorrete perdervi…” CLICK
”Due pericolosi criminali sono stati arrestati stamani mentre tentavano
l’ennesima rapina a mano armata…”
Bulma non si stava divertendo affatto. Sdraiata sul divano, fingeva di guardare
la Tv sorseggiando un drink ghiacciato. In apparenza sembrava rilassata e calma,
ma in realtà era furiosa e non riusciva a pensare ad altro che a Yamcha e a come
la stava trattando. Non lo aveva più sentito per settimane, lo aveva quasi dato
per disperso finché un bel giorno aveva ricevuto una velocissima telefonata in
cui lui le diceva che stava bene e che era fuori per… un nuovo lavoro. Peccato
che Bulma non si fidava affatto, soprattutto perché durante la breve telefonata
aveva sentito lievi risate di donna in sottofondo.
”Dannato Yamcha!!” gridò Bulma al ricordo di quella conversazione telefonica che
sapeva tanto di menzogna, e per la rabbia gettò il telecomando a terra
mandandolo in mille pezzi. “Non dovrei essere così frustrata, ormai sono
abituata alle sue scappatelle ma… Giuro che appena me lo trovo davanti gli
faccio fare la stessa fine del mio telecomando!!”
“INCREDIBILE NOTIZIA DELL’ULTIMA ORA! E’ stato avvistato un U.F.O. volare sopra
i cieli della città dell’Ovest.”
Bulma sospirò e chiuse gli occhi. E così era stato avvistato un U.F.O. nella sua
città? Non ne era per nulla impressionata. Lei ne aveva viste di cose strane
nella sua vita! Con un sorriso ed un po’ di nostalgia ripensò a tutte le
avventure vissute con Goku quando era più piccola, e al viaggio intrapreso con
Crilin ed il piccolo Gohan su Nameck. Se l’era vista veramente brutta in diverse
occasioni, e nonostante ciò era ancora viva e in perfetta forma. No, gli
extraterrestri non la spaventavano più… soprattutto certi tipi di extraterrestri.
Bulma rise piano mentre il suo pensiero volava verso Vegeta. Non le incuteva più
alcun timore da quando viveva sotto il suo stesso tetto… Lui era insopportabile,
egocentrico e superbo, ma almeno aveva smesso di minacciare di distruggere il
pianeta e questo era un grosso passo avanti. Inoltre Bulma si era accorta che
più passava il tempo e più Vegeta acquistava i modi di fare terrestri, quasi
inconsapevolmente. Se prima mangiava dal piatto con le mani, ora usava le
forchette. Se prima non degnava d’attenzione ciò che gli capitava attorno, ora
si fermava spesso a guardare il telegiornale con curiosità. Se prima si
rifiutava e trovava ripugnante indossare abiti terrestri, ora ne chiedeva di
nuovi, continuamente.
Sì, Bulma era certa che prima o poi anche Vegeta sarebbe diventato un essere
gentile.
All’improvviso un grande boato la ridestò da quei pensieri, mentre la terra
prese a tremare sotto i suoi piedi. Possibile che Vegeta avesse nuovamente
distrutto la camera gravitazionale? La donna si alzò di scatto dal divano e si
precipitò come una furia all’esterno della Capsule Coorporation dove, con sua
gran sorpresa, scoprì che a provocare quel trambusto non era stato il saiyan.
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Vegeta era arrabbiato. Veramente arrabbiato. Era da mesi che si allenava nella
camera gravitazionale seguendo lo stesso allenamento che aveva fatto Goku,
eppure non era riuscito minimamente a raggiungere i suoi livelli. Perché? Di
certo le continue distrazioni che subiva durante i suoi esercizi erano una delle
cause di un così scarso miglioramento. Anche quella mattina aveva dovuto
interrompere gli addestramenti perché una fortissima scossa, seguita da
assordanti rombi, lo aveva distratto. Era uscito dalla camera gravitazionale
furioso, e seriamente intenzionato a distruggere chiunque aveva osato
interrompere le sue faticose flessioni a gravità 300.
La prima persona che notò una volta uscito in giardino fu Bulma. Indossava un
vestito blu che le lasciava scoperte le spalle e delle buffe calze a strisce
colorate. E Vegeta pensò che lei era semplicemente splendida, come sempre del
resto.
“Ehy, donna! Cos’è stato quel fracasso di prima?” le urlò da poco lontano, ma
Bulma non reagiva. Se ne stava immobile con la bocca spalancata.
”Che ti prende? Ti sei mangiata la lingua? Ti ho fatto una domanda, ed esigo una
risposta! Sappi che qualunque cosa tu abbia combinato è servita a distrarmi dai
miei allenamenti e non te lo perdonerò mai.” le ringhiò contro mostrando un
pugno chiuso. Ma Bulma continuava ad ignorarlo, quasi non lo sentisse. Si limitò
ad indicare con il dito una direzione e finalmente Vegeta si voltò a guardare
dietro di sé.
L’U.F.O. di cui aveva sentito parlare in Tv pochi minuti prima, era atterrato
nel giardino di casa sua! Bulma si mise le mani nei capelli, uscendo finalmente
dallo stato di trance in cui era caduta, e strillò “MA PERCHE’ DEVONO CAPITARE
TUTTE A ME? Vegeta, giuro che se sono amici tuoi, io ti…”
”Tu cosa?” ribatté lui, divertito. “E comunque io NON HO AMICI. Probabilmente
sono miei nemici…” aggiunse gettando Bulma nello sconforto più totale.
Fissò lo strano oggetto metallico. Era piccolo e piatto, e molto simile ai
dischi volanti che si vedono nei film, rifletté Bulma. Da una piccola porticina
fuoriuscirono due alieni, più somiglianti a robot che non a esseri umani poiché
erano corazzati da capo a piedi.
”AAAAHH!!! CHI DIAMINE SIETE? CHE VOLETE?” urlò Bulma, nascondendosi dietro
Vegeta.
I due alieni continuarono ad avanzare verso di loro, lentamente.
“Donna, credi che siano loro i due cyborg di cui parlava il ragazzo del futuro?”
le disse il saiyan a bassa voce.
”Ma non sarebbero dovuti arrivare adesso! Non vi siete allenati abbastanza per
sconfiggerli!” si disperò Bulma, aggrappandosi alle spalle di Vegeta che
immediatamente tentò di scrollarsela di dosso.
Fin quando uno dei due alieni non aprì bocca. ”Veniamo in pace. Non abbiamo armi
con noi, non abbiate paura.”
“Paura? Io non ho paura di niente! Fatevi sotto, barattoli di latta!” Vegeta si
mise in posizione d’attacco, ma Bulma intervenne “In effetti, Vegeta… non hanno
un’aria minacciosa. Almeno… non minacciosa quanto lo era la tua, quando sei
arrivato sulla Terra la prima volta.”
Vegeta ringhiò all’osservazione della donna ed incrociò le braccia,
rilassandosi.
Bulma si avvicinò ai due esseri allargando le braccia. “Benvenuti sulla Terra!
Io mi chiamo Bulma, molto piacere. Come posso aiutarvi?”
Gli alieni si scambiarono un’occhiata complice, ed uno dei due mormorò “E’ lei!
Bene!” Bulma sobbalzò, mentre un alieno la afferrava per un braccio e la
trascinava verso il disco volante.
”EHY! METTI GIU’ LE MANI!! DOVE MI STAI PORTANDO?” protestò Bulma.
“Devi venire con noi, nel nostro pianeta. Abbiamo bisogno di te.” disse
semplicemente l’alieno che la stava trascinando con sé.
”NON CI PENSO NEPPURE! AIUTO, VEGETAAA! AIUTO!” Bulma urlò a pieni polmoni,
sotto lo sguardo indifferente di Vegeta, che dopo qualche istante disse, con un
ironico sorriso sul volto “Grazie infinite, scatolette di latta! Finalmente mi
libererete da quella opprimente donna piagnucolante!” E detto ciò fece per
allontanarsi.
”VEGETAAA! NON PUOI IGNORARMI COSì, NON DOPO TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE!”
Per la rabbia, Bulma riuscì a liberarsi dalla presa dell’alieno, e corse verso
Vegeta per picchiarlo con tutta la forza che aveva in corpo.
”Guarda, Jew! Sembra molto forte…” commentò un alieno, notando che Vegeta non
sembrava sentire alcun dolore all’attacco di Bulma.
“Già, ma il nostro re Yawu è decisamente superiore alla sua forza combattiva. Lo
batterebbe senz’altro!” disse l’alieno chiamato Jew.
Vegeta, che aveva sentito tutto, si liberò con uno strattone da Bulma e andò
incontro ai due.
”Avete detto Yawu? Ho sentito parlare di lui… è il Re del Pianeta Cybernica,
giusto?” domandò il saiyan.
”Lo conosci, Vegeta?” domandò Bulma, riprendendo fiato.
”No.” Vegeta non disse altro, ma ricordava benissimo che un tempo Freezer gli
dichiarò che non aveva intenzione di conquistare il pianeta Cybernica, perché il
suo popolo era molto avanzato tecnologicamente e le loro armi erano troppo
potenti. Vegeta si era sempre chiesto perché un mostro come Freezer potesse
temere quel pianeta, ed ora finalmente avrebbe potuto scoprirlo. L’idea di una
nuova sfida lo stimolava come non mai!
“Portatemi con voi su Cybernica, voglio incontrare il vostro Re e sconfiggerlo!”
I due alieni si misero a ridere, prendendo le parole di Vegeta come una battuta
molto divertente. “Sappi che nessuno può battere Re Yawu. E comunque non siamo
venuti qui per te, vogliamo quella donna. Ci serve!”
”Siete sicuri? Ma l’avete vista bene?” Vegeta lanciò uno sguardo disgustato
verso Bulma, che subito s’imbestialì.
“Come ti permetti? Razza di scimmione incivile e mascalzone! Sei tu che non ci
vedi, io sono molto affascinante…” La ragazza incrociò le braccia e poi,
rassegnata, disse “E va bene. Vengo con voi, ma solo perché c’è Vegeta a
proteggermi in caso di pericolo, sia chiaro. E poi mi stavo annoiando a casa a
far nulla.” Portò le mani ai fianchi e si diresse verso il disco volante.
*Quella donna è completamente matta se pensa che la proteggerò. Dovrebbe
piuttosto pensare a come proteggersi da me!* pensò Vegeta infuriato, seguendo
gli alieni.
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Capitolo 2 *** Un Dolce Sonno ***
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CYBERNICA
2° capitolo: Un Dolce Sonno
”Certo che la vostra navicella è veramente geniale! Non ho mai visto dei dispositivi così complicati in tutta la mia vita!” Bulma si aggirava da una parte all’altra, all’interno del disco volante, toccando ed esaminando tutto quello che le capitava davanti agli occhi.
Vegeta invece se ne stava nella sua postura di sempre: appoggiato ad una parete, con le braccia conserte. Ogni tanto lanciava furtive occhiate alla donna, inspiegabilmente infastidito da come i due alieni le ronzavano attorno.
“Questo è un tipo di tecnologia che sulla Terra non potrebbe mai esistere, purtroppo…” concluse Bulma alla fine della sua curiosa ispezione.
“Ciò non è esattamente vero. Se la Terra fosse popolata da menti brillanti come la tua…” disse uno degli alieni, con voce robotica.
“Oh, oh, oh!” Bulma si inorgoglì, godendo per un attimo di quelle lusinghe, poi ritornò di colpo seria e fissò l’alieno con aria esterrefatta “Quindi voi mi conoscete, sapete che sono una scienziata?”
Jew annuì. “E’ giunto il momento di spiegarti il motivo per cui ti abbiamo portata con noi…“
”Cybernica è un pianeta esemplare, studiato e programmato nei minimi particolari da un gruppo di scienziati entusiasti e lungimiranti. Ma oltre a questo è anche un pianeta comodissimo, perché tutti i servizi pubblici sono completamente automatizzati e fanno capo a un cervello elettronico centrale: il CAPO-PROCESSORE. Sino a poco tempo fa non avevamo mai avuto problemi di alcun genere con il Capo-Processore, ma ultimamente ci sono stati diversi… emh… Sbagli del computer. E più passa il tempo e più questi errori sembrano diventare pericolosi.”
Bulma ascoltò tutto in silenzio, così come Vegeta anche se quest’ultimo sembrava più annoiato che interessato.
”Quindi, se ho capito bene, non riuscite più a comandare il sistema centrale che controlla tutti i servizi del pianeta. E’ un bel guaio! Ma gli scienziati che hanno progettato e creato il Capo-Processore non sono capaci di ripararlo?” domandò Bulma.
“No. Non riescono a capire. Ed è per questo che stiamo radunando tutti i tecnici elettronici più esperti dell’Universo. Tu sei una delle più ingegnose menti della tua Galassia, sai?”
Bulma sorrise al pensiero che quando sarebbe arrivata su Cybernica avrebbe incontrato un sacco di geniali scienziati, ne era elettrizzata. Pensò che forse Vegeta provava la stessa cosa quando incontrava dei nuovi guerrieri con cui confrontarsi…
“Per noi sta diventando un vera minaccia e se non ripariamo i guasti al più presto… Cybernica si autodistruggerà. Ad ogni modo saprai tutto quando saremo arrivati.” Concluse Jew notando che Vegeta si stava addormentando in piedi.
”Quanto durerà il viaggio?” domandò il saiyan. Si sentiva a pezzi, non dormiva da ore poiché aveva trascorso la notte ad allenarsi nella camera gravitazionale. Neanche Bulma aveva dormito granché (era troppo infuriata con Yamcha per riuscire a prender sonno), e le sfuggì uno sbadiglio.
”Arriveremo in poco tempo, circa 350 beydas.”
Bulma che era troppo stanca per chiedere e capire cosa fosse un beydas, domandò se c’era una stanza dove poter riposare.
”Ce ne sarebbe una, credo dovrete dividerla…” spiegò Jew.
”No. Dormirò qui.” Disse risoluto Vegeta.
”Non dire sciocchezze. Ti vergogni di dormire nella stessa stanza con una donna?” lo provocò Bulma, aprendo la porta dello stanzino indicato dall’alieno. “O forse… preferisci dormire con gli uomini?” aggiunse alludendo al fatto che preferisse la compagnia dei due alieni alla sua.
”C-COME OSI?” scattò Vegeta.
Bulma entrò nello stanzino e disse “Guarda, ci sono due coperte: staremo comodi e… lontani! Dai, vieni.”
Vegeta seguì la giovane donna e chiuse la porta dietro le sue spalle, restando solo con lei.
Rimasero in silenzio per lunghissimo tempo. Bulma si affaccendava a sistemare al meglio la sua coperta nel freddo pavimento di grigio metallo, e dava le spalle al saiyan che invece s’era già sdraiato ed aveva chiuso gli occhi. Solo dopo un po’, Bulma si decise a spezzare la quiete.
”Bene, direi che siamo abbastanza distanti. Ma giura che non approfitterai di me mentre starò dormendo!”
Non ricevette risposta.
Vegeta stava già riposando, con le braccia incrociate dietro la testa ed un’espressione un po’ meno dura del solito, sul volto.
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Cos’era?
Cos’era quella morbidezza? Non stava forse dormendo su un duro e freddo pavimento?
E cos’era quel delicato profumo?
Era sveglio o stava ancora sognando?
Cos’era quel calore, arrivato d’improvviso ad avvolgerlo?
Pigramente Vegeta aprì gli occhi e si ritrovò la bellissima Bulma tra le braccia; lei se ne stava accovacciata sul suo petto, e gli circondava la vita quasi volesse stare aggrappata a lui per sempre e non lasciarlo più.
Vegeta si sentì bloccato, non riusciva a reagire, gli mancava il respiro.
*E pensare che da sveglia cercava di starmi il più lontano possibile! Che sciocca!*
Lei respirava piano nel sonno, e ad ogni sospiro il suo seno si alzava e riabbassava piano come un’onda. Il saiyan rimase a lungo ad osservarla, incapace di fare qualsiasi movimento per timore che potesse spostarla da quella posizione. Non voleva che lei si allontanasse ancora.
Poi, delicatamente, prese a giocherellare con un suo ricciolo azzurro di capelli, arrotolandolo e srotolando con un dito.
Non aveva mai creduto possibile provare una simile serenità, una tale calma nel cuore, semplicemente tenendo una donna stretta al petto.
Era forse quella la calma che precedeva la trasformazione in Super Saiyan?
D’improvviso Vegeta avvertì un’aura avvicinarsi alla stanza, e capiì che uno dei due alieni stava per aprire la porta. D’istinto, gettò Bulma per terra con una spinta e si alzò in piedi.
“AHI! CHE MALE! Ma perché mi hai svegliata in quel modo, brutto barbaro senza cervello!” si lamentò Bulma, massaggiandosi un braccio.
”Preferivi che ti svegliassi con un bacino?” la prese in giro Vegeta, e notò divertito che Bulma era arrossita in viso.
In quel momento Jew aprì la porta e annunciò che l’atterraggio sarebbe cominciato a breve. Bulma tornò nella sala comandi, continuando a borbottare insulti indirizzati a Vegeta. Solo quando guardò nell’oblò della navicella rimase letteralmente senza parole per lo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi…
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Capitolo 3 *** Akarion e Mabell ***
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CYBERNICA
3° capitolo: Akarion e Mabell
“Ma è… bellissimo!”
Bulma sembrava così meravigliata che
incuriosì anche Vegeta e, quando il saiyana
fu arrivato al parapetto dell’astronave,
dovette constatare che il panorama era
davvero degno di essere ammirato.
Vista dall’alto, Cybernica si rivelava assai
più grande della Terra; il fondo della valle
scintillava delle luci tremule delle case e
degli edifici pubblici, raggruppati tutti
intorno ad un lago,o meglio, un bacino
artificiale.
”Benvenuti a Cybernica” disse Jew sotto voce
qualche minuto dopo, mentre la navicella
toccava dolcemente la terraferma.
I quattro si incamminarono lungo la pista
d’atterraggio, fino ad arrivare ad un grande
viale principale. Bulma non poteva credere a
quello che vedeva: robot ed esseri viventi
parlavano, ridevano, passeggiavano insieme.
Tutti indossavano abiti pesanti e ricoperti
di chip e tubi, gli stessi che portavano
anche i due alieni che l’avevano scortata
fin lì. La gente aveva un’aria abbastanza
prospera e soddisfatta, e Bulma pensò ad
alta voce “Questo è esattamente il tipo di
pianeta dove vorrei vivere!”
Jew la prese sottobraccio e le disse,
gentilmente “Se Cybernica ti piace potrai
restare qui tutto il tempo che vorrai,
giovane terrestre…”
Bulma sembrò pensarci un attimo, e poi disse
“Amo la mia Terra, non potrei lasciarla mai…
un giorno riuscirò a fare in modo che le
nostre tecnologie superino quelle di questo
pianeta.”
Infine raggiunsero una via che conduceva ad
un enorme palazzo, il più alto che Bulma
avesse mai visto.
”Questo è il palazzo del CAPO-PROCESSORE”
spiegò l’altro alieno. ”Dov’è Yawu?” chiese
impazientemente Vegeta, che era rimasto
silenzioso e cupo sino ad allora.
“Risiede qui, in questo edificio… Rimane
sempre a stretto contatto con il
capo-processore, soprattutto in questo
periodo in cui sembra non funzionare molto
bene. Lo tiene sotto controllo, insieme ad
una qualificata equipe di scienziati.”
Vegeta sembrò soddisfatto dalla risposta e
seguì il gruppetto fino all’interno del
palazzo.
“Jew. Keido. Siete tornati… Avete portato
una nuova scienziata?”
Fermi all’ingresso del palazzo vi era una
giovane coppia. Una ragazza molto carina,
con una pettinatura stravagante ed un camice
bianco, ed un ragazzo dallo sguardo gentile
e il corpo corazzato in metallo.
”Sì, Mabell. Questa è Bulma Briefs, dal
pianeta Terra. Anche lei darà una mano a
riparare il Capo-processore.”
Mabell sorrise a Bulma, la quale provò
subito immediata simpatia per la giovane.
”Mi dispiace averti sottratta alla tua vita
quotidiana, ma avevamo davvero bisogno di
tutto l’aiuto possibile…” si scusò Mabell.
”Oh, no! Non devi preoccuparti, non avevo
nulla da fare.” disse Bulma un po’
impacciata.
”Bene, cara. Vi lascio al vostro lavoro, io
vado ad allenarmi con Jew e Keido” disse il
ragazzo, guardando con dolcezza Mabell, poi
si chinò su di lei sfiorandola con un lieve
bacio.
A quello spettacolo, Vegeta piegò le labbra
in una smorfia disgustata, mentre Bulma,
invece, lanciò un fischio. ”Ed io che
credevo che in questo pianeta ci fossero
solo fredde macchine! Siete proprio una
bella coppia…” commentò la terrestre.
“Lo siete anche voi!” disse Mabell guardando
prima Bulma, poi Vegeta.
“VOI??” dissero i due contemporaneamente.
“Emh… sì. Si vede lontano un miglio che vi
adorate.” continuò Mabell, timidamente.
“IMPOSSIBILE!” fecero Bulma e Vegeta in
coro, dandosi le spalle.
“E comunque io non sono venuto fin qui per
sentire le vostre ciance da oche! Voglio
assolutamente scontrarmi con il vostro Re, e
batterlo!” disse Vegeta con rabbia. Akarion
gli fece cenno di calmarsi e gli disse “Se
sei venuto qui per duellare con il Re, ti
avviso che te la vedrai molto brutta. Io
stesso ho combattuto con Re Yawu tempo
addietro, e sono stato miseramente
sconfitto…” Il suo sguardo, dapprima così
docile e gentile, divenne freddo e duro.
“Ma io non sono una nullità come te!” disse
Vegeta malignamente “Fammelo incontrare.”
“D’accordo. Seguimi…” disse Akarion, e
s’incamminò insieme a Jew e Keido su un
lungo corridoio.
“Ci vediamo dopo” disse Bulma guardando
Vegeta dritto negli occhi e sperando in un
suo saluto, ma lui si limitò a grugnire e ad
allontanarsi dietro Akarion.
”E… stai attento.” aggiunse la ragazza
quando lui era abbastanza distante da non
poterla sentire.
”Sei preoccupata per lui?” le chiese Mabell,
poggiando una mano sulla sua spalla. “Non
devi, il Re Yawu e molto forte ma non
ucciderebbe nessuno, ha un gran cuore ed è
un ottimo governatore per questo pianeta.”
Bulma fece un sorrisino imbarazzato “No,
guarda che ti sbagli! Non mi preoccupo per
quello lì ma per quello che potrebbe
combinare! E poi… come puoi pensare che mi
piaccia? Ma lo hai visto bene? E’ talmente
basso che ogni volta devo stare attenta a
dove metto i piedi per non calpestarlo.”
Mabell rise “Ma che dici? Siete della stessa
altezza!”
”Non lasciarti trarre in inganno. Si è
pettinato i capelli all’insù per sembrare
più alto!” disse Bulma, facendo ridere ancor
di più la giovane aliena.
“Ma ora andiamo. Nella sala del
Capo-Processore ci stanno aspettando…” disse
Mabell, ritornando seria. Bulma annuì, e
sebbene avesse un po’ di paura nel restare
senza Vegeta al suo fianco, sentì di potersi
fidare di quella ragazza così simpatica.
- CONTINUA -
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Capitolo 4 *** Akarion e Mabell (2° parte) ***
Nuova pagina 2
CYBERNICA
4° capitolo: Akarion e Mabell (2° parte)
Bulma e Mabell camminavano lentamente lungo il corridoio che portava alla stanza del Capo-Processore. Mabell sembrava piuttosto preoccupata e tesa in viso, e dava l’impressione di fare un grande sforzo per non mangiarsi le unghie. Bulma invece non vedeva l’ora di mettere le mani sull’ignoto computer.
“Re Yawu mi ha confessato di pensare che il Capo-Processore ce l’abbia a morte con lui. So che ti sembrerà pazzesco…” disse Mabell all’improvviso.
Bulma sospirò “No. Molti provano un senso di disagio nei confronti dei calcolatori. Anch’io mi sono presa un colpo, più di una volta, perché avevo l’impressione che le mie macchine mi volessero parlare… Ma alla fine è solo un’illusione antropomorfica: i calcolatori non sono realmente in grado di pensare. Lo sanno tutti!”
“Allora… se davvero non pensano… perché li chiamiamo cervelli elettronici?” domandò Mabell più a sé stessa che non a Bulma.
”Forse perché ci manca il termine adatto per quello che realmente fanno. Un computer è molto più di una calcolatrice, ma molto meno di quella che noi chiamiamo mente.”
Mabell sembrò convincersi delle parole di Bulma, e tacque finché non arrivarono alla stanza del Capo-Processore.
Il computer era una parete continua di pannelli che riempivano tutta la stanza. Appena Mabell e Bulma fecero il loro ingresso, un centinaio di personaggi in camice bianco si voltarono verso di loro.
Mabell avanzò verso gli scienziati, lasciando che la terrestre si guardasse attorno, e disse “Sono tornata con una nuova scienziata. Si chiama Bulma, ci darà un aiuto…”
”Ne abbiamo davvero bisogno!” commentò uno degli alieni.
“Perché? Non siete riusciti ad individuare il gusto?” chiese Mabell prendendo Bulma per mano e conducendola più vicino al Capo-Processore.
“No, oltretutto ha anche incominciato ad ignorare i nostri ordini, e fa cose senza che noi… senza che noi…” L’alieno non riuscì a proseguire.
“So cosa intendi. La verità è che abbiamo conferito a questa macchina molto più potere di quanto avremmo dovuto…
Se non possiamo fidarci di un computer, significa che non possiamo fidarci di nessuno.”
Bulma inarcò il sopracciglio al commento fatto da Mabell: il tono della sua voce era diventato triste, così come il suo sguardo.
Poi Mabell prese la cassetta degli attrezzi e la porse a Bulma borbottando “Bene, cominciamo con qualche prova standard. Sei pronta?”
”Prontissima” rispose lei avviandosi verso uno dei quadri di immissione dati. Si mise a sedere davanti al quadro comandi, girò un paio di interruttori e disse “Voglio cominciare con qualche test numerico”.
Mabell le si sedette affianco, dopo aver dato il permesso agli altri scienziati di uscire
dalla stanza, dopodichè attivò la sua tastiera. “D’accordo. Io intanto proverò con qualche schema di test logico.”
Rimasero così, vicine, seduta l’una di fianco all’altra. Per ore ed ore… Parlarono per lo più del Capo-Processore... ma si divertirono, tra un calcolo e l’altro, a prendersi in giro e a sparlare degli uomini.
E molto presto entrambe capirono di essere diventate Amiche.
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Vegeta provò un’antipatia immediata per Akarion. Certo, non che avesse mai provato simpatia per qualcuno… Ma Akarion gli aveva dato sin dal principio una
strana sensazione di fastidio.
*Odio tutto di lui* pensò mentre lo seguiva lungo un corridoio che sembrava senza fine.
Odiava quel suo perenne e sforzato sorriso sulle labbra, odiava il cigolio della sua corazza robotica, odiava quei suoi occhi così vuoti e vacui e soprattutto odiava il fatto che gli ricordasse tanto Freezer.
Ma questo non aveva senso: lo aveva visto sino a pochi minuti prima sbaciucchiarsi con la sua ragazza, come il più patetico degli esseri umani, ed inoltre in quel pianeta tutti sembravano essere disgustosamente gentili.
“Siamo arrivati” disse Akarion fermandosi dinnanzi ad un grosso portone blindato.
Vegeta si ridestò dai suoi pensieri e decise che si sarebbe concentrato solo ed unicamente sul combattimento con Re Yawu. Niente più sospetti su Akarion, niente più riflessione sul pianeta Cybernica, e niente più preoccupazioni per… Bulma.
Già, non riusciva a smettere di chiedersi cosa stesse facendo, ed ogni tanto si era concentrato per avvertire la sua aura all’interno del palazzo.
Non si chiedeva perché, lo faceva e basta.
“Posso darti un consiglio?” fece Akarion sottovoce, prima di suonare al citofono. Vegeta non disse nulla e Akarion lo prese come un invito a continuare. “Non avere pietà per lui. Perché lui non ne avrà per te. Usa tutta l’energia che hai e non fermarti mai, finché… non lo avrai finito.”
Vegeta rimase colpito e lo guardò perplesso. Dunque non si era sbagliato su di Akarion: non era il ragazzo timido e gentile che voleva sembrare, ma una persona spietata e glaciale. Molto simile a lui, dopotutto.
“Chi… chi è? Cosa vuoi?” una voce stanca si diffuse dal citofono.
”Sono Akarion. C’è un nuovo guerriero che vuole sfidare la tua Grande Forza.”
“Ancora? Ma non si sono ancora stancati di PERDERE?” commentò la voce. Subito dopo il congegno elettronico che chiudeva la porta venne attivato, e Vegeta poté entrare nella sala.
- CONTINUA -
Note dell’autrice: Grazie a tutti coloro che seguono e commentano la mia storia, mi invogliate ogni giorno di più ad andare avanti. Vi prometto che i prossimi capitoli vi lasceranno senza fiato. Un saluto a tutte, e soprattutto a: Caro, Artemis, Erika, princess21, Puccina e Kagchan. Grazie di cuore, ragazze!
UN PARTICOLARE RINGRAZIAMENTO A JESSICA CHE MI HA INVIATO PER E-MAIL IL TERZO CAPITOLO (che sbadatamente io avevo perso). SEI STATA GENTILISSIMA, GRAZIE!
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Capitolo 5 *** La vera identità di Re Yawu ***
Nuova pagina 2
CYBERNICA
5° capitolo: La vera identità di Re Yawu
”Senti, Mabell… Abbiamo esaminato questi fogli per ore e l’unica cosa che mi
viene in mente è che un virus sia entrato nel sistema.” disse Bulma sbuffando e
stropicciandosi gli occhi per la stanchezza.
“No, questo è impossibile.” Rispose Mabell, come se l’dea non dovesse nemmeno
esser presa in considerazione.
”Ma perché no? Tutto coincide e spiega il fatto che gli errori continuino a
crescere, invece che diminuire!” protestò la terrestre, con foga.
“Credimi, nessun virus può aggredire il Capo-processore. Il motivo è molto
semplice… Tempo fa, quando Cybernica era ancora in fase di sviluppo, mia nonna
costruì un potentissimo antivirus. Ha sempre funzionato, per anni e anni.”
Bulma notò che gli occhi di Mabell luccicarono al ricordo della sua cara nonna
“Era una scienziata talmente abile! La migliore della sua epoca. E mi voleva
molto bene… Guarda!”
L’aliena cominciò a sbottonare i primi bottoni del suo camice bianco e Bulma,
istintivamente, si voltò dall’altra parte per pudore. “C-che fai?”
Mabell rise divertita “Non mi sto spogliando, se è questo che credi… certe cose
le faccio solo con Akarion! Volevo solo farti vedere una cosa.”
Bulma arrossì e riportò lo sguardo sulla giovane; teneva appeso al collo un
ciondolo con un grosso medaglione dorato.
”Oh, è molto bello! Ma… cos’è?” domandò Bulma avvicinandosi per osservarlo
meglio. Visto da vicino sembrava il pezzo di un computer.
”E’ l’unica chiave per disattivare l’antivirus. Ed è un dono della mia nonna…”
rispose Mabell, con fierezza.
“Ho capito. Quindi, a meno che tu non abbia disattivato l’antivirus in preda ad
un attacco di follia o di nottambulismo, la causa di tutti i problemi del
Capo-Processore non può essere un virus!” disse Bulma, arrendendosi
all’evidenza.
“Esatto! Vedo che hai capito… Comunque ora sono troppo stanca per continuare a
spremermi il cervello. Vado a riposare, vieni anche tu?” disse Mabell,
avvicinandosi alla porta principale.
”No. Voglio capire cosa sta succedendo. Non mi darò pace finché non avrò messo a
tacere questo ammasso di ferraglia.” Bulma si rese conto che stava quasi
parlando come Vegeta, e sorrise tra sé e sé.
Mabell la guardò, sorrise a sua volta e si allontanò.
********************************************
Vegeta rimase per un attimo confuso. Nella stanza non c’era nessuno!
*Ma allora chi ha parlato poco fa al citofono?* Si guardò intorno, nervoso e
arrabbiato; c’erano armadi enormi, computer, tubi, e una miriade di altre
cianfrusaglie insieme ad un enorme ammasso di metallo al centro della stanza.
“VIENI FUORI, CODARDO!” gridò il saiyan, sentendosi preso in giro.
“Perché strilli tanto? Sono qui. Eppure non sono molto piccolo, dovresti avermi
notato subito!”
Vegeta, sempre più perplesso, continuò a girare per la stanza senza capire da
dove provenisse la voce e, soprattutto, senza avvertire alcuna forza combattiva.
”Ti consiglio di andartene. Non hai speranze contro di me, e non mi piace fare
del male ai più deboli di me.”
Finalmente qualcosa si mosse. Vegeta sbarrò gli occhi: l’ammasso di metallo che
aveva notato al centro della stanza altro non era che un enorme robot.
“Re… Yawu… Il famoso e temuto Re Yawu, altro non è che una macchina?” mormorò
Vegeta sconvolto.
”Cosa c’è? Non ti va di combattere contro di me solo perché sono un robot? Sappi
che coloro che mi hanno creato desideravano non solo che fossi un governatore
giusto e leale per questo pianeta, ma anche un fortissimo guerriero in grado di
difendere la mia gente dagli invasori. Invasori come il tuo Freezer…” disse Re
Yawu, con tono divertito.
Vegeta sogghignò maligno “Allora mi hai riconosciuto?”
”Certo. Tu sei uno dei saiyan di Freezer… Strano, però! Giravano voci sul fatto
che tutti i saiyan si fossero estinti.”
“Béh, ti sbagliavi... E comunque non osare mai più parlare di me come *uno dei
saiyan di Freezer*, è una cosa che non sopporto! Io sono Vegeta, il principe dei
saiyan.”
Il robot non sembrò né sorpreso né spaventato. In realtà Vegeta notò che non
sembrava provare alcuna emozione e che il suo volto era una maschera d’acciaio
priva d’espressione.
“Sai perchè non potrai mai vincermi in combattimento?”
“Perché?” domandò Vegeta mettendosi in posa d’attacco ed aumentando al massimo
la sua aura.
”Perché la mia resistenza fisica è 100 volte superiore alla tua.”
Vegeta si scagliò contro di lui e poté constatare che non stava affatto
mentendo: il suo pugno non scalfì minimamente l’enorme corazza robotica di Yawu.
Combatterono a lungo e, ad ogni attacco di Vegeta, Re Yawu rispondeva con
riflessi, agilità, destrezza, mobilità ed una accuratezza incredibile. Le
abilità del robot di colpire, parare e schivare erano pari a quelle del saiyan,
con l’unica differenza che lui non sembrava esaurire le sue energie, mentre
Vegeta era sempre più stanco e abbattuto.
Bulma passeggiava mano nella mano con Yamcha su di un bellissimo campo
ricoperto di fiori. La ragazza si chinò a raccogliere una margherita, sotto lo
sguardo amorevole di Yamcha, e disse “Ora vedremo se mi ami o no…” Detto questo,
cominciò a staccare i petali dal fiore ad uno ad uno.
”Non hai bisogno di fare il m’ama non m’ama. Sai benissimo cosa penso di te…”
disse il ragazzo, fissandola con dolcezza.
”Cosa? Cosa pensi di me? Di noi due?” mormorò Bulma, aggrappandosi al bordo del
suo vestitino primaverile. Ma quando alzò lo sguardo per guardare negli occhi
del suo fidanzato, lui non c’era più. Al suo posto c’era Vegeta.
”TU! Cosa ci fai qui? Dov’è Yamcha?” Bulma scattò in piedi, portandosi
all’altezza di Vegeta e guardandolo in malo modo.
”Se n’è andato. Non gliene importava più un accidente di te…”
Bulma chiuse gli occhi, cercando di reprimere rabbia e lacrime, quando
all’improvviso la terra sembrò crollare sotto i suoi piedi.
“AAAAAAAAAAAAHHHHHH!”
Bulma si svegliò di colpo, nella stanza del Capo-proccesore.
“Dannazione!” gridò, lanciando contro il muro la prima cosa che le capitò tra le
mani. Ma che razza di incubo aveva fatto!
Vero che era solo un incubo?
Ma allora perché la terra sotto i suoi piedi stava ancora tremando, come nel
sogno?
”Dio mio!” sussurrò Bulma quando ebbe finalmente realizzato ciò che stava
accadendo.
- CONTINUA -
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Capitolo 6 *** Sei importante per me ***
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CYBERNICA
6° capitolo: Sei importante per me
“Non sei ancora stanco?” disse Re Yawu con il solito tono di voce indifferente.
Vegeta ansimò qualche istante prima di rispondere "Maledetta macchina! Non mi
fermerò mai, a costo di consumare ogni briciola di energia..."
Re Yawu si lasciò andare ad una risata spenta e senza emozione.
All'improvviso
dalla sua bocca fuoriuscì uno strano liquido grigio, e alcune scintille
sprizzarono fuori dalle sue articolazioni. Vegeta, che si era preparato per un
nuovo attacco, si costrinse a fermarsi.
"Che ti prende?"
Il grosso robot non riusciva più a muoversi, un pezzo della sua corazza cominciò
a sgretolarsi e del fumo nero usciva dalla sua testa.
"Non ridi più adesso? A
quanto pare ti ho parecchio danneggiato... dopotutto non sei così
indistruttibile come volevi farmi credere!" disse Vegeta, sorridendo con
aria trionfante.
"N-non è... Bzzz Bzzz... colpa tua, saiyan."
Re Yawu cadde a terra, mentre il
pavimento cominciava a scuotersi violentemente.
"UN TERREMOTO?" disse Vegeta, che non riusciva più a stare in piedi.
Tutto cominciò a muoversi, gli oggetti nella stanza cadevano e si rompevano
in mille pezzi, e gli apparecchi elettronici prendevano fuoco senza alcun apparente
motivo.
"Il Capo-Processore... Bzzz... Bzzz... Il Capo-Processore si è danneggiato
completamente... Aaah!" si lamentò Re Yawu, mentre Vegeta si aggrappava a lui
pur di non cadere.
"Stai dicendo che se quell'aggeggio smette di funzionare..."
"...anche io smetto di funzionare." terminò per lui Re Yawu. "Aaah, che dolore
atroce!"
"Non dire assurdità. Una macchina non può provare dolore!" ringhiò Vegeta,
sempre tenendosi stretto al gigantesco robot disteso per terra, e facendo
attenzione a non farsi colpire dai pezzi di soffitto che si staccavano
lentamente sopra le loro teste.
D'un tratto sentirono il citofono suonare. Re Yawu, con uno sforzo immane,
riuscì a premere un pulsante che fece scattare la serratura del portone
blindato. Era Bulma.
Quando Vegeta la vide, non seppe se sentirsi sollevato o scocciato.
"VEGETA! E' SUCCESSO UN DISASTRO! IO..." Bulma si aggrappò a Vegeta con
disperazione. "IO MI SONO ADDORMENTATA. NON MI SONO ACCORTA CHE... UN VIRUS! SI
TRATTAVA DI UN VIRUS, AVEVO RAGIONE!"
"Ma di che diamine stai parlando?" disse Vegeta, cercando di allontanarla da sè.
Bulma prese un profondo respiro, cercando d'ignorare il fatto che la stanza le
stesse crollando attorno, e spiegò. "Un virus ha intaccato il Capo-Processore. Si
è espanso molto lentamente, ed ora Cybernica si sta auto-distruggendo... perchè
il Capo-processore controllava TUTTO: reti idriche, corrente elettrica, mezzi di
trasporto, gli elettrodomestici delle case... tutto funzionava finché il
Capo-processore era attivo!"
"Sì, le cose... stanno... esattamente così.. Aaah... addio, Vegeta. Mi
sarebbe... piaciuto... Bzzz Bzzz.... concludere il nostro incontro. Ah!" La luce negli occhi di
Re Yawu si spense di colpo. Vegeta rimase immobile, indeciso sul da farsi,
mentre Bulma si rendeva conto solo allora della presenza del gigante d'acciaio.
"Stavi combattendo contro... questo coso?" mormorò la ragazza sbigottita.
"Sì, lui è Re Yawu. Ma non sono discorsi da fare in questo momento, SCIOCCA!
Dobbiamo andarcene immediatamente da questo squallido pianeta!" disse Vegeta,
prendendo Bulma per mano e trascinandola via dalla stanza.
Bulma si sentì stranamente felice, oltre che
confusa.
Lui la stava davvero tenendo per mano?
Sì, insieme percorrevano i lunghi corridoi del palazzo, e sebbene tutto stesse
andando in pezzi... lei era felice.
"Quanto sei lenta! Di questo passo non arriveremo mai all'uscita!" si lamentò
Vegeta. In effetti lui poteva correre molto più veloce di lei, che invece era
già stanca dopo solo pochi metri.
"Mi... mi dispiace. Perchè... non mi porti in braccio?" azzardò Bulma,
timidamente.
Vegeta rallentò il passo, non degnandola di risposta.
Ad un certo punto notarono una stanza aperta dove diverse persone ferite e mezzo
sepolte dalle macerie chiedevano aiuto.
"Hai visto, Vegeta? Dobbiamo aiutarli!" urlò Bulma, cercando di lasciare la sua
mano, ma la presa di Vegeta era ben salda.
"Scordatelo! Vuoi finire sepolta anche tu? Ormai l'uscita è vicina!" le gridò
dietro Vegeta.
"MA NON POSSIAMO ABBANDONARLI! SEI UN ESSERE SENZA CUORE!"
"Non c'è nulla di sbagliato nel pensare che la mia vita sia più importante della
loro!"
Bulma singhiozzò a quella risposta così crudele. Dopotutto cos'altro poteva
aspettarsi da uno che aveva desiderato l'Immortalità? Si sentì in colpa per
essere stata felice pochi minuti prima. Il suo pensiero andò a quelle persone
che avevano urlato per cercare aiuto ed il suo cuore si frantumò in mille pezzi.
Quel bellissimo pianeta che aveva imparato a conoscere e apprezzare stava
morendo, insieme a tutti i suoi abitanti. Non poteva permetterlo!
"LASCIAMI! LASCIAMI ANDARE!"
Vegeta si fermò e guardò Bulma sbigottito. "Allora hai deciso di morire?"
"Un tempo..." cominciò lei "... un tempo anch'io credevo che la mia vita fosse
più importante di tutto. Finché non ho conosciuto Goku."
Vegeta assunse la solita espressione arrabbiata, come ogni volta che sentiva
quel nome tanto odiato. "Cosa centra adesso Kakaroth?!"
"Lui mi ha insegnato che bisogna lottare, non solo per coloro che si amano ma
anche per chi ancora nemmeno conosciamo..." disse Bulma tenendo lo sguardo
fisso su quello del saiyan, che non sembrava ancora intenzionato a lasciarla
andare.
"Le solite assurdità terrestri! Tu e tutti i tuoi amichetti siete ridicoli con
tutte le vostre sdolcinerie. Mi date il voltastomaco!" la voce di Vegeta era
diventata stridula e la sua presa su di Bulma sempre più stretta.
"Ti prego... Vegeta... Lasciami andare... Ti prego!" la ragazza si sciolse in
lacrime.
"Ma non capisci? La tua vita è più importante della loro, sai che è così!" urlò
Vegeta sentendosi ferito nel vederla piangere.
"No, nessuna vita vale più di un'altra, la mia vita non è più importante della
loro!" protestò Bulma, disperata.
"MA LO E' PER ME!" gridò Vegeta.
Rimasero a lungo in silenzio, a fissarsi l'un l'altro come se si stessero
vedendo per la prima volta, mentre attorno a loro tutto tremava, tutto cadeva,
tutto si distruggeva.
Bulma non riusciva a capire, credeva di aver sentito male perchè non era
possibile che Vegeta ammettesse che qualcuno fosse importante per lui... Che LEI
fosse importante per lui.
"AIUTATEMI! SONO QUI! AIUTO!"
La voce di Mabell li chiamava da poco lontano. Bulma singhiozzò un'ultima
preghiera verso Vegeta, che alla fine si arrese e lasciò la sua mano.
"Va pure, io però troverò l'uscita e me ne andrò senza di te!" Le sputò contro
con disprezzo.
Bulma annuì e si voltò di corsa verso la direzione in cui aveva sentito la voce
della sua amica.
- CONTINUA -
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Capitolo 7 *** Un Triste Addio ***
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CYBERNICA
7° capitolo: Un triste addio
Note dell'autrice: Mano ai fazzoletti,
gente. Vi dico solo che io ho pianto mentre scrivevo U_U'''
Recensite, recensite, recensite! *-*
“MABEEEEEEEEEEEEELL!!”
Bulma correva a perdifiato e col cuore in gola. La sua amica era in pericolo e
non riusciva a trovarla, nonostante gridasse il suo nome con tutto il fiato che
aveva in corpo. Perchè non rispondeva?
Che fosse morta?
"MABELL! DOVE SEI? MABELL!"
Il suo sguardo cadde su un cumulo di pietre e pezzi di ferro che si muovevano, e
suppose che ci fosse qualcuno incastrato dentro. Si avvicinò lentamente,
mormorando "Mabell... sei tu?"
Si chinò in ginocchio e cercò di spostare una lastra di ferro molto pesante. Il
suo cuore batteva all'impazzata, sia per le parole dette da Vegeta qualche
minuto prima, sia per la paura di non riuscire a ritrovare la sua amica. Usò
tutte le forze possibili per spostare la lastra, e finalmente riuscì a
intravedere il volto di Mabell, sanguinante e pallido. Scavò con più foga, col
viso rigato da lacrime salate. Riuscì ad estrarre la ragazza, ma notò che aveva un
aspetto terribile.
"Mabell! Ti prego, parlami... Dimmi che stai bene. Dimmi che resterai con me..."
Mabell aprì piano gli occhi, e con voce debole riuscì a dire "Grazie. Anche se ci
conosciamo da poco... io ti ho voluto molto bene, Bulma. Non dimenticarti mai di
me, amica mia..."
Bulma la strinse a sé, cercando di non farle male nei punti in cui era ferita.
"Non dire niente. Ti salverò... Parleremo ancora di ragazzi, insieme... ripareremo computer
dispettosi e... ti porterò a fare una gita sulla Terra. Ti piacerà la Terra,
Mabell! Ma tu, ti prego, non te ne andare!"
La terrestre si tolse freneticamente il camice da scienziata e cercò con esso di
tamponare le ferite, ma il sangue continuava ad uscire copiosamente.
"Bulma... prendi il mio medaglione. Voglio che lo tenga tu, come mio ricordo."
"NOOO! Non lo voglio! Voglio che resti in vita! Tieni duro, sono certa che
Akarion è da qualche parte a cercare un dottore..." Bulma si guardò attorno,
chiedendosi dove fosse finito il fidanzato di Mabell in un momento come quello.
"Akarion... non verrà." mormorò Mabell, sfilandosi dal collo il ciondolo con il
medaglione della sua nonna e porgendolo a Bulma, debolmente. Lei lo strinse tra
le mani non riuscendo a dire altro, soffocata dalle lacrime.
"Ti prego... Digli
che lo perdono. E che l'ho sempre amato..."
Dopodichè Mabell chiuse gli occhi per sempre.
*********************************************************
Vegeta raggiunse l'uscita non facilmente: molte strade erano state bloccate da
macigni, ed era stato più volte sul punto di perdersi tra le fiamme dei continui
incendi nel palazzo. Quando finalmente vide la luce però, non riuscì comunque a sentirsi
sollevato. Il pensiero di tornare sulla Terra senza Bulma era un peso terribile
sul cuore, non gli dava pace. Si guardò alle spalle nella speranza di vederla
spuntare da un momento all'altro dietro al fumo che copriva l'ingresso.
In effetti qualcuno c'era, là dietro, ma la sua aura non era quella della
ragazza... Era un'aura malvagia.
CLAP! CLAP! CLAP!
Qualcuno stava applaudendo in sua direzione. Vegeta socchiuse gli occhi,
cercando di capire chi si stesse prendendo gioco di lui, e solo quando le nubi
si furono diradate, vide il giovane Akarion.
"Complimenti. Complimenti davvero, Vegeta! Sei riuscito a tener testa a Re Yawu
per diverse ore... Molti hanno gettato la spugna solo dopo qualche minuto."
Vegeta si chiese come quel ragazzo potesse essere tanto tranquillo e spensierato
in un momento come quello. "Non era granché, il tuo sovrano. Ma, nel caso non te
ne fossi accorto, il tuo dannato pianeta si sta spaccando in due! Dimmi dove
sono le navicelle, voglio andarmene da questo posto!"
Akarion continuò a sorridere, irritando ulteriormente il saiyan. "Anche le
navicelle sono collegate al Capo-Processore. Ormai non funzioneranno più,
quindi... Morirai con Cybernica, Vegeta. Moriremo tutti!" e così dicendo,
scoppiò in una risata folle.
"OH, TI SBAGLI! SOLO TU MORIRAI... ADESSO!" fece Vegeta perdendo la pazienza e
scagliandosi contro l'alieno.
"Cosa... credi di fare, eh? Hai consumato tutte le tue energie nel combattimento
con Re Yawu, sei troppo debole per avere la meglio su di me" disse Akarion,
schivando velocemente i colpi dell'avversario, e continuando a ridere di gusto.
******************************************
Non sapeva come era riuscita a
trovare l'uscita, ma ce l'aveva fatta. Nonostante si sentisse troppo stanca e
troppo triste per fare una qualsiasi cosa, e nonostante la vista offuscata dalle
lacrime le aveva impedito di vedere dove andava, Bulma si era messa a correre.
Inizialmente aveva pensato di restare con Mabell, di non lasciarla sola. Di
morire con lei.
Poi le parole che lei e Vegeta si erano scambiati minuti prima le tornarono in
mente, riaccendendo una speranza che sembrava essere svanita.
"Ma non capisci? La tua vita è
più importante della loro, sai che è così!"
"No, nessuna vita vale più di un'altra, la mia vita non è più importante della
loro!"
"MA LO E' PER ME!"
E così aveva corso, con tutta la disperazione e
la speranza che aveva in cuore.
Finché non aveva visto Vegeta e Akarion battersi.
*Perchè stanno combattendo in un momento come questo?* Stava per andare incontro
ad Akarion per suonargliene quattro: non gli avrebbe mai perdonato il fatto di
aver lasciato Mabell da sola nel momento della sua morte. Ma si fermò,
nascondendosi dietro a quel che restava di un muro, quando udì delle parole che
le lacerarono il cuore.
- Continua... -
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Capitolo 8 *** Giù la maschera! ***
Nuova pagina 2
CYBERNICA
8° capitolo: Giù la maschera!
"Arrenditi, Vegeta! Sei destinato a restare su questo pianeta... sei un
condannato, come lo sono tutti. Come lo sono stato io per tutti questi anni!"
"SEI STATO TU A PROVOCARE TUTTO QUESTO, VERO? DIMMI... E' COSI?" urlò Vegeta,
capendo finalmente come erano andate le cose.
"Diciamo solo che... questo è il momento che aspettavo da anni!" Akarion
rise più forte, sotto lo sguardo impietrito di Vegeta e quello disgustato di Bulma. Poi riprese a parlare.
"Ho sempre odiato questo pianeta e la sua gente... Col passare degli anni si
sono sempre più convinti che la tecnologia e quei dannatissimi computer
fossero la giusta via per una vita felice e agiata. Nonostante io fossi l'erede
del vecchio Re di Cybernica, LORO HANNO PREFERITO DARE PIENO POTERE AD UNA
MACCHINA! HANNO DECISO DI ESSERE GOVERNATI DA UN GROSSO ROBOT SENZA ANIMA,
INVECE CHE INCHINARSI ALLA MAGNIFICENZA DEL LORO PRINCIPE!"
"Questo è matto..." commentò Vegeta, sottovoce.
"Nonostante i miei sudditi avessero deciso di tradirmi in questo modo, io... CON
LA MIA BONTA' E LA MIA GRANDEZZA, ho fatto in modo di liberarli dal paradiso
artificiale in cui si erano rifugiati. L'ho distrutto! Ho studiato il mio piano
nei minimi dettagli... Sono venuto in possesso dell'Antivirus del
Capo-Processore e l'ho disattivato... AH! IL CAPO-PROCESSORE! CATTIVA, CATTIVISSIMA
IDEA DAVVERO quella di dare ad un computer tanto potere. Non ci si può affidare
ad una macchina in questo modo, non ti pare?"
Bulma, rannicchiata nel suo misero
nascondiglio, pianse lacrime amare e si sentì perdutamente infelice.
Improvvisamente le tornarono alla mente alcune frasi che Mabell aveva detto...
"Se non possiamo fidarci di un computer, significa che non possiamo
fidarci di nessuno"
"Ti prego... Digli che lo perdono...."
*Oh, Mabell! Tu sapevi tutto... Sapevi che Akarion tramava alle tue
spalle! Mi dispiace! Mi dispiace così tanto... Io so cosa significa sentirsi
traditi.* pensò Bulma, stringendo al petto le ginocchia e immaginando che Yamcha,
in quel momento, se la stava spassando con qualche sexy top-model mentre lei era
lì, a rischiare la vita nel più grande terremoto mai visto.
Pianse ancora un po', finché la rabbia non
prese il sopravvento sulla delusione. Si alzò in piedi di scatto e si mostrò ai
due combattenti gridando "AKARIOOON!"
Akarion si voltò immediatamente sentendosi chiamare per nome, e quando vide
Bulma strinse gli occhi minacciosamente. Vegeta invece non si voltò a guardarla,
non voleva perdere di vista il suo avversario; gli bastava sentire la sua voce e
sapere che stava bene.
"SEI UNO SPORCO TRADITORE! HAI UCCISO MABELL, HAI UCCISO L'UNICA PERSONA CHE TI
AMAVA VERAMENTE!"
Akarion parve sussultare alla notizia della morte della ragazza, ma il suo volto
non tradiva alcuna emozione mentre rispondeva "Ti sbagli... Lei non amava me, ma
la maschera che ho indossato per tutto questo tempo. La maschera che nascondeva
la mia reale natura, allo solo scopo di rubarle il medaglione e disattivare
l'antivirus..."
"STUPIDO! LEI AVEVA CAPITO TUTTO E SAPEVA QUELLO CHE STAVI TRAMANDO! MA TI AMAVA
TROPPO PER POTERLO ACCETTARE!" ribatté Bulma e, a quelle parole, Akarion
cominciò a tremare.
"No... Non poteva saperlo... Se lo avesse saputo non sarebbe mai stata al
gioco... Non è possibile. SEI UNA BUGIARDA! NON SEI ALTRO CHE UNA SPORCA
BUGIARDA! MUORIII!!!!"
Akarion drizzò le braccia corazzate e le puntò contro Bulma, sparando due razzi
ad una velocità tale che neppure Vegeta riuscì a reagire.
"DONNA!" urlò il saiyan quando vide Bulma
cadere a terra con un balzo, dopo essere stata colpita. Si accorse che il suo
camice non era più bianco, ma ricoperto di sangue.
Sentì montare la rabbia come mai ne aveva provata in vita sua; si voltò verso
Akarion e concentrò tutte le sue energie in un'unica sfera di energia.
Fu solo un attimo, ma in quel momento gli occhi di Vegeta cambiarono colore dal
nero all'azzurro, e i suoi capelli si tinsero di biondo... Solo per un istante
aveva raggiunto lo stadio di Super Saiyan, pur non essendone conscio. La sfera
colpì Akarion in pieno petto con una fortissima esplosione, disintegrando lui e
la sua armatura.
"Hai avuto quel che meritavi..." disse Vegeta sputando a terra e ansimando
pesantemente per lo sforzo che aveva appena richiesto al suo fisico.
Si trascinò lentamente verso il corpo inerme di
Bulma, non potendo credere che fosse morta.
"Stupida donna..." disse chinandosi su di lei e prendendola tra le braccia.
"Maledetta, stupida e debolissima donna! COME SI PUO' MORIRE COSI? TU NON PUOI
MORIRE COSI!" gridò affondando il viso contro i suoi morbidi capelli azzurri.
"Non preoccuparti, Vegeta. Io... credo di stare bene!"
L'uomo balzò all'indietro come se avesse appena visto un fantasma. "Tu?! Sei
viva?"
Bulma si alzò in piedi, scrollandosi la polvere di dosso e dicendo "Sì, i razzi
di Akarion non mi hanno colpito, mi hanno solo sfiorato. Che fortuna, vero?!"
Vegeta la fulminò con lo sguardo, sentendosi un idiota "Ma questo non ha senso!
Sei ricoperta di sangue!"
Il viso di Bulma si rabbuiò "Questo... non è il mio sangue."
Si morse il labbro inferiore e strinse il medaglione che portava al collo. Il
medaglione di Mabell.
"Devo andare!"
Vegeta incrociò le braccia al petto, offeso e arrabbiato. "Che hai intenzione di
fare ora?"
"Fermare tutto questo, ovviamente. Vieni con me?" disse Bulma, sorridendogli
dolcemente.
"N-no. Va' dove ti pare, io cercherò una navicella per scappare da questo
postaccio. Mi sono veramente scocciato di perdere tempo qui!"
Bulma gli voltò le spalle e prima di allontanarsi disse "Scappare, eh? Il
principe dei saiyan che scappa di fronte alle difficoltà! Non lo avrei mai
detto..."
"Taci!" gridò Vegeta, sempre più infuriato, e guardò la ragazza allontanarsi di
corsa verso l'ingresso semidistrutto del palazzo.
- Continua -
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Capitolo 9 *** Un imprevisto ***
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CYBERNICA
9° capitolo: Un imprevisto
Vegeta raggiunse la pista di
atterraggio dove Jew aveva parcheggiato il disco volante con cui erano arrivati
su Cybernica. Vide diverse navicelle, tutte simili tra loro e... tutte che
andavano a fuoco.
"Dannazione! Anche questi aggeggi sono collegati al computer centrale!" Vegeta
era veramente furioso, ma non solo per il fatto che non poteva andarsene dal
pianeta...
"Scappare, eh? Il
principe dei saiyan che scappa di fronte alle difficoltà! Non lo avrei mai
detto..."
Le parole di Bulma continuavano a rimbombargli in testa come colpi di cannone,
ferendolo più di quanto non avesse fatto Akarion in battaglia.
Akarion.
Solo ora Vegeta realizzava quanto lui e il ragazzo si assomigliassero: due
principi senza più regno, entrambi feriti nell'orgoglio, entrambi pazzi di
rabbia, entrambi abbastanza forti e crudeli da distruggere un intero pianeta.
Stranamente, per qualche misterioso motivo, questa somiglianza con Akarion lo
disgustò.
Vegeta lanciò uno sguardo al palazzo del Capo-Processore, che cadeva
rovinosamente a pezzi davanti ai suoi occhi. Non riusciva a darsi pace: davvero
era così vigliacco da voler scappare? Se le navicelle fossero state funzionanti
Lui DAVVERO sarebbe tornato sulla Terra in tutta tranquillità?
E soprattutto... possibile che quella terrestre, così debole fisicamente, avesse
dimostrato di avere più fegato di lui? Sì, Bulma aveva coraggio da vendere,
concluse Vegeta con un lieve sorriso.
*O forse non è coraggio, ma stupidità!* pensò stringendo un pugno ed immaginando
il bellissimo volto di Bulma ricoperto di cenere e sangue. *Non m'importa! Se la
caverà... E' sfacciatamente fortunata! Non si è nemmeno fatta male quando gli
hanno sparato due razzi a sorpresa* cercò di auto-convincersi.
Improvvisamente ricordò come si era spaventato quando Akarion l'aveva attaccata:
perchè aveva reagito con così tanta disperazione? Significava che provava
qualcosa per lei?
"No! Questo è assurdo! Non può essere..." disse Vegeta, riprendendo a cercare
una navicella che lo portasse immediatamente lontano da Lei.
Ma in cuor suo già sapeva. Lui amava tutto di Lei.
****************************************************
Intanto, nei corridoi semi-distrutti del palazzo, Bulma correva alla ricerca
della sala del Capo-Processore. Ricordava vagamente come raggiungerla, ma il
fumo e le fiamme le rendevano le cose più difficili. Era esausta, disperata e
amareggiata, eppure non si dava per vinta: sapeva che poteva ancora fare
qualcosa per salvare quel pianeta che tanto le era piaciuto sin dall'inizio.
Mentre correva intravide due persone che cercavano di trascinare via un grosso
robot. Bulma si fermò e richiamò la loro attenzione. "EHY! COSA FATE? ANDATE VIA
DA QUI, STA PER CROLLARE TUTTO!"
Uno dei due alieni le rispose da lontano. "E' il nostro Re. E' Re Yawu. Non
possiamo lasciarlo qui, dobbiamo ridargli la vita!"
Bulma si sentì immensamente infelice: forse si poteva ridare energie ad un
robot, ma non si poteva fare nulla per riportare in vita la sua amica Mabell. Con un cenno
della mano salutò i due individui, dicendo "Spero che ci riusciate... Io sto
andando alla stanza del Capo-Processore perchè credo di sapere come fermare
tutto questo!"
I due alieni le rivolsero un sorriso radioso e pieno di speranza.
Finalmente, dopo diversi minuti
passati a tossire e piangere, la vide: della sala del Capo-Processore non era
rimasto che un cimitero di polvere e macerie. Bulma si fece strada all'interno
della stanza, stando attenta a non ferirsi con pezzi di lamiera e di vetro che erano
sparsi ovunque, fino a raggiungere la tastiera di Mabell.
Notò subito, in una delle tante pareti del computer, una fessura che aveva la
stessa forma e grandezza del medaglione che portava al collo. Bulma se lo
slacciò di dosso con così tanta fretta da farlo sbadatamente cadere a terra.
"Ah! Devo stare calma, qui è in gioco la vita di un intero pianeta! Ce la puoi
fare, Bulma!" si disse la ragazza, raccogliendo il medaglione e incastrandolo
sulla parete.
All'improvviso sulla grande schermata fumante del Capo-processore apparve, a
caratteri cubitali, la scritta "INSERIRE PASSWORD PER ATTIVARE CYBERANTIVIRUS"
"NOOOO! Questo Mabell non me lo aveva detto! Ed ora come faccio?" Bulma si
mordicchiò le unghie delle dita, cercando una soluzione. Prese a digitare le
parole più disparate: provò con AKARION, AMORE, CYBERNICA, MABELL, NONNA e tutto
quello che poteva in qualche modo essere collegato alla sua amica.
Era così concentrata nel trovare la giusta password da non accorgersi di un grosso
pezzo di soffitto che si stava sgretolando sotto di lei. Probabilmente le
avrebbe fracassato la testa se LUI non fosse intervenuto. Vegeta si era infatti
interposto tra Bulma e il macigno, salvandola da morte certa.
- Continua -
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Capitolo 10 *** L'unica cosa che ci resta ***
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CYBERNICA
10° capitolo: L'unica cosa che ci resta
Bulma fu così sorpresa quando
si voltò e capì ciò che aveva rischiato, da non riuscire quasi più a respirare.
Vegeta buttò a terra il macigno con la stessa leggerezza con cui ci si libera
di un pezzetto di carta, dopodichè prese a rimproverare Bulma.
"Prima con i
razzi, ora con il soffitto. Ci tieni così tanto a lasciarci le penne, razza di sciocca?!"
"Riesci sempre a sorprendermi, Principe dei Saiyan" disse Bulma, tutto d'un
fiato.
Le piaceva il modo in cui la stava guardando, con un'intensità ed un
magnetismo tali da farle tremare le gambe.
"Non fraintendere. Non sono tornato indietro per te, se è questo che pensi...
Solo che non ho trovato navicelle funzionanti, sono tutte fuori uso e non ho
potuto lasciare questo postaccio" si difese Vegeta, imbarazzato.
"Magari quello che dici è vero, ma io preferisco pensare che sei tornato a
salvarmi, come un vero eroe... Mi darai della stupida come al solito, ma non
smetterò mai di sperare che ci siano tante cose buone da scoprire in te."
Vegeta borbottò qualcosa di molto simile a un "Non ci sperare troppo", quando
d'improvviso Bulma si voltò velocemente, chinandosi sulla tastiera.
"Ma certo... Speranza! Potrebbe essere questa la password!"
"Di che parli? Quale password? E cos'è la speranza?" Vegeta rimase a guardarla,
confuso.
"La Speranza è l'esatto opposto della rassegnazione. E' cercare
sempre una motivazione per ricominciare o per andare avanti... La speranza è la
Luce. E' quel qualcosa che ci aiuta a vivere pensando che domani sarà più bello
di oggi." disse Bulma battendo la parola "HOPE" sulla tastiera. "La speranza è
l'unica cosa che ci resta." concluse premendo il tasto di avvio.
Rimasero qualche istante in silenzio, attendendo il verdetto del computer. Bulma
ripensò a Mabell, al dolore che la scoperta della vera natura di Akarion le
aveva potuto dare. Forse riusciva ad andare avanti e a guardarlo in faccia solo
grazie alla Speranza che forse, un giorno, sarebbe cambiato e l'avrebbe amata veramente.
L'antivirus si attivò all'istante
e in breve tempo la terra smise di tremare. Bulma esultò, gettandosi al collo
del saiyan e baciandolo sulla guancia.
"CE L'ABBIAMO FATTA! Grazie, Vegeta..."
Lui rimase immobile non sapendo che fare: allontanarla da sé o prenderla e farla
sua per sempre?
Ma fu Bulma a decidere per lui, giacché perse i sensi e svenne tra le sue
braccia.
****************************************************
Bulma passeggiava in un
bellissimo campo ricoperto di fiori. Stavolta al suo fianco non c'era Yamcha
bensì un'altra persona. Quando la ragazza si chinò a raccogliere una margherita
e cominciò a staccare i petali dal fiore, una voce familiare, roca e sensuale,
disse ”Non hai bisogno di fare questi giochetti... Sai benissimo cosa penso di
te.”
”Cosa? Cosa pensi di me? Di noi due?” mormorò Bulma, alzando solo in quel
momento lo sguardo e incrociando quello di Vegeta.
Lui la prese tra le braccia, stringendola appassionatamente a sé. "Ecco quello
che penso" sussurrò ad un suo orecchio, facendola rabbrividire di desiderio.
Le loro labbra si incontrarono in un lungo bacio che suggellò l'intensità del
loro amore. Vegeta le bisbigliò dolci parole, baciandole gli occhi, le guance,
il collo e poi ancora le labbra, mentre attorno a loro soffiava un vento gentile
e profumato.
Quando riaprì gli occhi, Bulma pensò di avere la febbre: tutto il suo corpo
scottava per il sogno passionale appena avuto, e il suo cuore batteva
furiosamente sul petto.
"Mio Dio! Mi chiedo solo se Vegeta sappia baciare bene come nei miei sogni...
AAAAH!! CHE PENSIERI ASSURDI MI VENGONO IN MENTE! Devo essere diventata una
pervertita, insomma!"
Solo quando si fu calmata un po', si accorse di ritrovarsi in una lussuosa ma fredda
camera da letto, e che era sdraiata su un letto morbido e spazioso. Ricordò, con non poca
vergogna, di essere svenuta come una mocciosa addosso a Vegeta. "Che figura che
ho fatto! Volevo dimostrarmi forte e tenace ed invece ero troppo esausta persino
per reggermi in piedi!" disse ad alta voce.
Si alzò dal letto debolmente e si avvicinò ad una larga finestra. Lo scenario
che le si presentò davanti agli occhi era a dir poco apocalittico: case
distrutte, strade sporche e macchine fumanti, e centinaia di persone che si
affaccendavano a recuperare corpi senza vita.
Bulma portò una mano alla bocca, soffocando un urlo, e ben presto il suo volto
si bagnò di lacrime mentre si chiedeva se qualcuno era riuscito a tirar fuori
dalle macerie anche il corpo di Mabell...
Sobbalzò quando sentì bussare alla
porta.
"A-avanti!" disse la ragazza, asciugandosi il volto con le maniche del vestito. Un
ragazzo entrò nella stanza, e si presentò a lei con un leggero inchino.
"Buongiorno, spero che tu abbia dormito bene nel castello di Re Yawu."
Dietro di lui comparve anche Vegeta, più cupo e minaccioso che mai. "E c'è da
chiederlo? E' da due giorni che ronfa senza ritegno!"
"DUE GIORNI?!" gridò Bulma, incredula.
"Già! Non sai quanto mi sono rotto di stare in questo schifo di posto per
causa tua. Devo
ritornare ai miei allenamenti al più presto. Sto perdendo un mucchio di tempo
prezioso!"
si sfogò Vegeta, ringhiandole contro.
"NON E' COLPA MIA SE NON CI SONO NAVICELLE FUNZIONANTI! SEI UNO ZUCCONE, NON HAI
UN MINIMO DI SENSIBILITA'!"
"VUOI VEDERE COME RISOLVO I PROBLEMI DI QUESTA GENTE? LI FACCIO SALTARE TUTTI IN
ARIA COSI NON DOVRANNO PIU' AFFATICARSI A RICOSTRUIRE IL PIANETA!"
L'alieno guardò Bulma e Vegeta urlarsi di tutto e di più, poi tentò di calmarli
come meglio poté "Vi prego, la vostra navicella sarà pronta a breve, ma
smettetela di litigare!"
Bulma si scusò; Vegeta invece gli diede le spalle incrociando le braccia.
"Inoltre... domani ci sarà una grande festa in vostro onore. Non vi
ringrazieremo mai abbastanza per quello che avete fatto!" continuò il ragazzo.
"Oh, una festa! Non dovevate..." disse Bulma gonfiandosi di orgoglio.
"Devo chiederti una cosa, signora..."
"Io non sono una Signora! Sono una signorina, non vedi che avremo più o meno la
stessa età, io e te?" fece Bulma offesa, pur sapendo di essere molto più avanti
con l'età del giovane alieno.
"Scusami... Ecco, vedi, io mi chiamo Bramel e sono il fratello di
Mabell. E sono anche l'unica persona oltre a lei e ad Akarion a conoscere la
password per attivare l'Antivirus."
Bulma si sedette sul letto dicendo "Mi dispiace per tua sorella... Eravamo
diventate amiche, sai?"
"Quindi è stata lei a rivelarti la password?" disse Bramel con tono indagatore.
"No, niente affatto. Diciamo che ho... tirato ad indovinare!" fece Bulma, con un
dolce sorriso "Non volendolo è stato Vegeta a suggerirmi l'idea. Speranza... che
bella parola, piena di significato."
Bramel sorrise a sua volta, e disse "Sì, è stata Mabell a sceglierla. Io ero
contrario, ho sempre pensato che la speranza non fosse altro che un' illusione
dolorosa. Ma ora, grazie a voi Terrestri, ho capito che senza Speranza non è
possibile vivere. Ci sarà da lottare per ricostruire ciò che è andato distrutto,
e ci sarà da piangere e penare per le persone care che abbiamo perso, ma finché
vivremo l'unica cosa che ci darà la forza sarà la Speranza... Insieme ad
un'altra parola, che farà anche da nuova password al Capo-processore. Una parola
affascinante e qualificante, attraente e spaventosa, liberante e risolutiva: il
Perdono."
- Continua -
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Capitolo 11 *** Discorso ai superstiti ***
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CYBERNICA
11° capitolo: Discorso ai superstiti
Il sole di Cybernica era caldo e
luminoso. Nel cielo rosa, che le ricordava vagamente i cieli della Terra, non
c'erano nubi e, per un momento, Bulma dimenticò tutte le sue preoccupazioni.
"Era ora che arrivassi!" disse Vegeta alle sue spalle, facendola spaventare.
"Ah! Mi hai fatto prendere un colpo! Uff, so di averci messo un sacco di tempo ma non sapevo che abito indossare!
Gli abitanti di questo pianeta hanno dei vestiti orrendi e nessun gusto in fatto
di
moda" si lamentò la ragazza. "Alla fine ho optato per l'unico abito che non
aveva microchip e fili elettrici. Questo!" Bulma fece un giro su sé stessa, con vanità, ma
il volto di Vegeta rimase la solita maschera di arroganza e indifferenza.
*Dannato Vegeta, potrebbe almeno farmi un complimento ogni tanto!* pensò Bulma, mettendo il broncio.
"Ora apri bene le orecchie: questa stupida festa che hanno organizzato in nostro
onore non mi interessa affatto. L'unica cosa che voglio è andarmene di qui, e
riprendere al più presto gli allenamenti nella Gravity Room. Sono certo che
Kakaroth si sta allenando molto più di me, senza inutili distrazioni..." ringhiò
Vegeta, minaccioso.
Bulma sospirò, cercando di stare calma e di non urlargli contro come ogni altra
volta. "D'accordo, Vegeta. Appena la festa sarà finita partiremo immediatamente
per la Terra, promesso!"
"Guarda che tu puoi anche restare qua. Non sei obbligata a tornare con me!"
disse Vegeta, sprezzante. "Credevo che questo pianeta ti piacesse, no? Restaci. Così non ti
avrò più in mezzo ai piedi... Non so come ho fatto a sopportarti per tutto
questo tempo!"
Stavolta Bulma non riuscì a trattenersi, esplodendo di rabbia. "CHE TI PIACCIA O
NO TU MI AVRAI SEMPRE IN MEZZO AI PIEDI! IMBECILLE, NON CAPISCI UN ACCIDENTI DI
NIENTE!"
"Vedo che siete pronti, vogliamo
andare?" La figura robusta e
corazzata di Jew li venne incontro, con le braccia allargate ed un sorriso di
sincera ammirazione. "C'è un sacco di gente che vi sta aspettando!"
"Andiamo!" fece Bulma con voce stridula, mentre il fumo le usciva dal naso e
dalle orecchie per il nervoso. Mentre si avviavano verso la piazza centrale,
allestita per l'occasione con bandiere e drappi multicolore, Vegeta non riusciva
a togliere gli occhi da Bulma: non era rimasto indifferente al suo splendore,
come aveva voluto farle credere. Lei indossava una gonna vaporosa e ricoperta di
pizzi dorati, ed uno stretto corsetto nero che metteva in risalto il suo seno.
Vegeta non lo avrebbe mai ammesso, ma pensava che Bulma fosse assolutamente
perfetta.
****************************************************
Quando arrivarono a destinazione,
tutti i presenti si inchinarono con il più profondo
rispetto davanti ai due. Bulma era al colmo dell'imbarazzo "Cielo! Non posso
credere che si inchinino a noi come dei sudditi!"
"Figurati! Credi davvero che lo facciano per devozione? Hanno solo paura di me e
non vogliono fare la stessa fine di Akarion" rispose Vegeta con la solita pungente ironia.
Jew accompagnò i due verso delle morbide sedie imbottite,
che avevano tutto l'aspetto di due troni. Bulma si rilassò e si appoggiò allo
schienale, lanciando uno sguardo furtivo a Vegeta: notò immediatamente l'aria
malinconica e infelice che aleggiava nel volto del saiyan. Cosa gli stava
succedendo?
I suoi pensieri vennero interrotti quando, con sua gran sorpresa, sentì un forte
incedere di passi robotici.
"RE YAWU!" disse Bulma, riconoscendolo subito. Jew le si affiancò e le bisbigliò
a bassa voce "Non è stato facile ripararlo. Era gravemente danneggiato quando lo
hanno recuperato dal palazzo, ma ora è ritornato in splendida forma..."
Bulma annuì e prestò massima attenzione quando capì che Re Yawu si stava
preparando a fare un discorso.
"Miei cari amici, il virus che ha
colpito il Capo-Processore rappresenta una tragedia spaventosa.
Mai, nella storia di questo pianeta, siamo stati bersaglio di un attentato di
tale ampiezza e violenza. Akarion ha sbagliato ed ha pagato, ma ora noi NON
siamo qui per manifestare la nostra inquietudine e la nostra rabbia. Siamo qui
per rivolgere i nostri pensieri d'amore a tutte le vittime, alle loro famiglie e
ai loro congiunti. Perchè ciò che è accaduto ci riguarda tutti, e ci avrebbe
coinvolti con maggiore orrore se queste due persone, venute dalla Terra per
aiutarci, non avessero compiuto un vero e proprio miracolo salvando Cybernica
dall'autodistruzione. Con questa festa vogliamo ringraziarli per ciò che hanno
fatto, ma io voglio anche ricordare una cosa a tutti voi qui presenti: la
prossima volta potrebbe non accorrere nessuno a salvarci; la prossima volta, se
mai ci sarà un'altra tragedia simile, dovremmo essere noi a dimostrare la nostra
forza, il nostro sangue freddo, la nostra determinazione. Ci aspettano giorni
difficili, c'è tanto da rifare, da ricostruire, da aggiustare... ma insieme
ce la faremo. Grazie!"
L'intervento del Re venne approvato con scoscianti applausi ed una grande
commozione collettiva. Anche Bulma si ritrovò a fissare la folla con gli occhi
lucidi ed il cuore gonfio di emozione, e l'unico che sembrava scocciato e
disgustato era Vegeta. "Tutto questo è ridicolo! Non avevo mai sentito un robot
parlare di rabbia, inquietudine, amore. Voglio dire... E' UNA MACCHINA! Non può
provare queste cose!"
Bulma rifletté un attimo sulle parole di Vegeta, dopodichè rispose "Che
importanza ha? Erano delle parole bellissime..."
La festa andò avanti nel migliore dei modi: ci furono balli, canti, discorsi
strappalacrime, fuochi d'artificio e cibo a volontà. Vegeta se ne rimase tutto
il tempo fermo sul suo trono a mangiare i manicaretti cybernicani, ed ogni tanto
si perdeva a guardare Bulma, che rideva e ballava felice in mezzo alla folla.
Inoltre tutti lo trattavano con cordialità e gentilezza, e riceveva
continuamente complimenti e ringraziamenti a cui non sapeva come rispondere se
non con bassi grugniti.
- Continua -
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Capitolo 12 *** La Teoria di Bulma ***
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12° capitolo: La Teoria di Bulma
"Che bello, era da secoli che non
mi divertivo così!" disse Bulma mentre si sedeva nel suo trono, con il
respiro leggermente affannato per tutti i balli in cui era stata coinvolta.
"Io invece sono sazio e stanco!" grugnì Vegeta alzandosi dal suo posto.
"Ma... dove vai?" chiese Bulma, rattristandosi.
Vegeta non le rispose e semplicemente abbandonò il suo posto, ma a Bulma non era
sfuggito quel suo sguardo vuoto. *Quanta tristezza nei suoi occhi... E' da quando
siamo arrivati qui che ha quell'espressione infelice* pensò, alzandosi a
sua volta e seguendolo.
La strada che Vegeta aveva imboccato era deserta, poiché tutti erano andati alla
festa in piazza, ed il saiyan si accorse subito dei passi silenziosi dietro di
sé.
"Che vuoi? Lasciami in pace, donna!"
La ragazza ridacchiò imbarazzata "Riesci sempre a scoprirmi, eh! Credimi, non
voglio infastidirti. Voglio solo sapere cosa ti è preso all'improvviso..."
Vegeta si fermò, senza tuttavia voltarsi. "Non credo siano affari che ti
riguardino. E ora sparisci!"
Ma Bulma non si diede per vinta, e gli si avvicinò ancora un po', dicendo "Ok, se
non vuoi dirmelo cercherò di scoprirlo da sola. Sono riuscita ad indovinare una
segretissima password e vuoi che non riesca ad indovinare i tuoi pensieri?"
Gli toccò delicatamente la spalla cosicché lui si voltasse a guardarla, e con il
suo tono di voce più dolce disse "Sei triste perchè tutta questa gente ti
ha ricordato il tuo pianeta. Il pianeta che è andato distrutto da Freezer, il
pianeta in cui ora governeresti se la tua gente esistesse ancora. Sei un
principe senza regno, ed è questo che ti fa stare male... Ho indovinato?"
Vegeta distolse lo sguardo dal suo, dicendo "Sei fuori strada. Della mia gente
non m'importa affatto! Ragiona... potrei ricreare il pianeta Vegeta con le sfere
del drago, eppure l'idea non mi ha mai sfiorato la mente!"
Bulma si tirò indietro, un po' delusa. "Oh... Allora, se non sei giù per questo,
per cos'altro è?"
"E' l'ammirazione che sto ricevendo a darmi sui nervi, a confondermi. Queste
persone mi ringraziano e mi trattano da Re, e non mi temono! Non hanno paura di
me! Perchè? Nel pianeta Vegeta venivo trattato allo stesso modo, ma riconoscevo
subito negli occhi dei miei sudditi la loro PAURA, e non il loro rispetto. Erano
gentili con me solo perchè sapevano che, se non lo fossero stati, li avrei
uccisi."
Bulma rimase in silenzio ad ascoltare il suo sfogo, e Vegeta continuò, parlando
più con sé stesso che non con lei. "Mi sto rendendo conto ogni giorno di più che
sto cambiando. Non incuto più timore perchè mi sto rammollendo come quell'imbecille
di Kakaroth! Ecco perchè!"
Vegeta le diede nuovamente le spalle, desiderando solo che lei se ne andasse, ma
a Bulma venne in mente qualcosa per ridargli coraggio.
"Io non credo che tu ti stia rammollendo, Vegeta. Ti ho visto, sai? Diventare
Super Saiyan, intendo!"
"CHE COSA?!" Vegeta si voltò di scatto e si precipitò da Bulma, afferrandola per
le spalle "MI STAI PRENDENDO IN GIRO?"
Bulma lo guardò stranita "Ma allora non te ne sei accorto!" Poi sorrise,
lieta di dargli una così bella notizia. "Vedi, quando Akarion
mi ha colpita con i razzi, ho visto... solo per un attimo, però... i
tuoi capelli diventare biondi, come Goku quando si trasforma in Super Saiyan!"
Vegeta rimase di stucco, ma un sorrisino trionfante gli si dipinse presto in
volto. "Quindi ci sono andato vicino. Mi sono quasi trasformato!" Ricordò con
quanta rabbia aveva visto cadere Bulma a terra, e ricordò anche l'incredibile
energia che aveva usato per uccidere Akarion.
"Ormai sei forte almeno quanto Goku. Quindi non abbatterti... Venire su questo
pianeta è stato un buon allenamento per te, tutto sommato!" disse Bulma con un
largo sorriso. Poi, abbassando leggermente il tono di voce e diventando rossa in
viso, aggiunse "Sai, io ho una teoria sul Super Saiyan..."
Vegeta la guardò, corrugando la fronte e aspettando che andasse avanti.
"Gohan mi ha detto che Goku si è trasformato la prima volta su Nameck, dopo che
Freezer aveva ucciso Crilin. Tu, invece, ti sei quasi trasformato quando Akarion
ha tentato di uccidere... Me. Quindi, se due più due fa quattro..." Bulma era
troppo imbarazzata ed emozionata per continuare.
"Stai dicendo che per diventare Super Saiyan devo vederti morire? Bene, allora!
Sembra facile" disse Vegeta con aria strafottente, formando una piccola sfera di
energia.
"BENE UN CORNO! STAMMI LONTANO! NON CAPISCI MAI NULLA DI QUELLO CHE DICO, SEI
PROPRIO UNA SCIMMIA PRIMITIVA!" strillò Bulma spaventata e arrabbiata.
Vegeta fece svanire la sfera, ridacchiando divertito.
Bulma tirò un sospiro di
sollievo: per un attimo aveva creduto davvero che lui volesse ucciderla. "Quello
che volevo dire io è che forse si diventa Super Saiyan in un momento di rabbia e
disperazione... per aver perso qualcuno che si ama..." sussurrò la ragazza.
"Dubito sia come dici tu. Perchè, in quel caso, io non potrei mai trasformarmi
dato che non amo NIENTE E NESSUNO!" disse Vegeta, schifato.
*Più chiaro di così!* pensò Bulma, ricordando con malinconia il sogno fatto il
giorno precedente, che vedeva lei e Vegeta stretti in un tenero abbraccio.
- Continua -
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Capitolo 13 *** Ritorno a Casa ***
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13° capitolo: Ritorno a Casa
La nave spaziale era
diversa da quella usata per arrivare su Cybernica: stava orizzontale sul cemento
dello spiazzo nella luce brillanti dei fari, ed il nome Koos-Nor era segnato a
lettere nere sullo scafo argenteo. Il suo aspetto era quello di un uovo gigante, di lusso,
lungo circa 35 metri con il diametro centrale di 20 metri. Vegeta entrò nella
parte interna attraverso uno sportello ovale senza salutare nessuno,
mentre Bulma rimase a fare gli ultimi ringraziamenti.
"Sono stata molto bene, siete stati molto ospitali" disse la ragazza
con un leggero inchino.
"Oh, non è niente! Quello che hai fatto tu per noi verrà ricordato nei secoli,
in questo pianeta. Se mai vorrai tornare a trovarci troverai una bellissima
costruzione in tuo onore, al centro della piazza!" fece Re Yawu con la sua solita voce
robotica, srotolando un lungo foglio di carta e mostrandolo a Bulma. "Ecco,
questi sono i progetti iniziali... Ma quando sarà terminata ti assicuro, mia
cara ragazza, nessuno potrà mai dimenticarsi di te e di quello che hai
significato per Cybernica."
La giovane sbarrò gli occhi quando vide i progetti disegnati sul foglio: si
trattava di una statua, di dimensioni impressionanti, rappresentante Bulma e Vegeta, entrambi
sorridenti e che si tenevano per mano.
Bulma ringraziò il cielo che il saiyan fosse già salito nell'astronave... *Se
vedesse questi fogli sarebbe capace di bruciarli!* pensò tristemente.
"Bene, io vado prima che Vegeta si impazientisca e decida di partire
senza di me. Spero di rivedervi presto, allora!" Bulma sorrise a tutti e si
avvicinò a Bramel, sussurrandogli all'orecchio "Non preoccuparti per Mabell. Ti riporterò indietro tua sorella molto presto. Promesso!"
Bramel la guardò stupito "Ma... Che intendi dire?"
Lei fece ciao-ciao con la mano e scomparve all'interno della navicella.
Raggiunse Vegeta e notò subito che era di cattivo umore... Bèh, in realtà lui
era sempre di cattivo umore ma Bulma poteva avvertire una certa tensione tra
loro due, specialmente dopo il discorso fatto nelle ore precedenti.
"Quello che volevo dire io è
che forse si diventa Super Saiyan in un momento di rabbia e disperazione... per
aver perso qualcuno che si ama..."
"Dubito sia come dici tu. Perchè, in quel caso, io non potrei mai trasformarmi
dato che non amo NIENTE E NESSUNO!"
"Eccomi. Ora possiamo partire, Vegeta!" disse Bulma, sedendosi nella
postazione di comando. Lui se ne stava appoggiato ad una parete e aveva un'aria
pensierosa e torva. Non disse una parola per tutto il tempo, e Bulma sentiva il
suo cuore doppiamente ferito: non solo sapeva di aver fallito miseramente nel
mantenere vivo il rapporto con Yamcha, ma aveva anche sperato invano di riuscire
ad avvicinarsi a Vegeta durante la loro breve avventura nello spazio. Si sentiva
una fallita, un'illusa, e tutto quello che desiderava era tornare a casa a farsi
coccolare dalla madre e dai suoi deliziosi pasticcini.
D'altra parte Vegeta aveva altrettanti tristi pensieri in testa. La teoria di
Bulma sul Super Saiyan era abbastanza plausibile da terrorizzalo. Aveva compreso
di amarla, ma allo stesso tempo sentiva di non potersi prendere certe
distrazioni, da lui considerate inutili debolezze.
Sbuffò, e si avviò verso un'altra stanza per non doverle stare ancora così vicino,
ma si fermò di fronte alla porta sentendo Bulma chiamarlo per nome.
"Cosa vuoi? Siamo già arrivati?"
"No. Mmmh.. Volevo solo chiederti... quando hai detto di non amare niente e nessuno
non dicevi sul serio, vero?"
Bulma continuò a guidare, senza voltarsi a guardarlo, attendendo con ansia la
sua risposta.
Vegeta fu tentato di aprire la porta e andarsene via, semplicemente. Ma non
riuscì a trattenersi, e disse "Ricordi quando ho detto che non avevo amici, ma
solo nemici? Non era... del tutto vero."
Bulma sorrise e non disse altro. Sentì Vegeta andarsene nell'altra stanza, e
quando capì di essere rimasta sola nella sala comandi, si rilassò sul sedile
lanciando un risolino di gioia.
Vegeta le aveva appena fatto capire che la considerava sua Amica. Forse era
l'unica amica che aveva... Lei pensò che per il momento poteva ritenersi
soddisfatta così, e che la strada per raggiungere il suo cuore non era poi tanto
distante come aveva creduto.
Il viaggio verso la Terra fu breve e senza particolari problemi. Vegeta non si
fece più vedere fino all'atterraggio, e quando Bulma lo andò a chiamare per
dirgli che erano arrivati sani e salvi lo ritrovò a dormire serenamente su una
poltrona. "Vegeta... Svegliati" gli bisbigliò piano, scuotendolo leggermente
con la mano. Vegeta borbottò nel sonno "Siamo già arrivati a Casa?" e Bulma si
sorprese di sentirlo parlare della Terra come la sua Casa. *Da sveglio non lo
avrebbe mai detto!* pensò la ragazza, continuando a scuotere il saiyan.
Quando entrambi scesero dall'astronave, Vegeta si diresse subito nella sua
camera da letto per continuare a dormire, infastidito dal fatto di essere stato
svegliato così all'improvviso. Anche Bulma era piuttosto stanca, ma mentre
passava per il salotto intravide Yamcha seduto sul divano ed intento a leggere
una rivista di Gossip...
- Continua -
P.s: Ci siamo, la fanfic è
ufficialmente agli sgoccioli! Ammetto di essere un po' triste, come ogni volta
che una mia storia si avvicina al termine, ma sono anche molto soddisfatta di
aver ricevuto così tanti bei commenti! Grazie di cuore!
CrazyB
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Capitolo 14 *** La Fine e l'Inizio di tutto ***
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14° capitolo: La Fine e l'Inizio di tutto
"Ciao dolcezza!" disse Yamcha
andando incontro a Bulma. "Ma dov'eri finita, zuccherino? E' da circa un'ora che
sono qui ad aspettarti!"
Lei dovette trattenersi con tutte le sue forze per non
urlare. *Coraggio, Bulma... Prendi un profondo respiro e conta fino a dieci...*
pensò mentre lasciava Yamcha in salotto e si avviava in cucina. Ma lui la seguì
dicendo "Il lavoro è andato molto bene... Non mi hanno pagato
granché però mi sono divertito!"
"Lo immagino" disse Bulma a denti stretti, fingendo di non sapere nulla dei suoi
tradimenti.
"Ma tu cos'hai? Il tuo viso è sciupato, non ti sei curata molto in questi
giorni, eh?" fece Yamcha avvicinandosi a lei e prendendole il mento tra le dita
per guardarla meglio.
"Metti giù le mani!" Bulma si staccò bruscamente da lui e prese pentole e cibo.
Cominciò a cucinare e, senza degnarlo di uno sguardo, disse "Non ti sei fatto
sentire mai. Mi hai fatto una sola telefonata in 20 giorni... Non ti sei chiesto
cosa facessi... o come stavo? Non ti importava?"
Yamcha cominciò a temere che Bulma avesse scoperto tutto, ed indietreggiò fino
ad inciampare su una sedia. Si mise seduto e tentò di spiegare, arrampicandosi sugli specchi
"Ma vedi, tesorino mio, stavo lavorando e non mi era permesso telefonare spesso.
Comunque ti ho pensata sempre, ogni momento! E tu cos'hai fatto in questi
giorni?"
Bulma continuò a cucinare, tagliuzzando della cipolla con un coltello affilato,
e gli rispose "Nulla di emozionante. Eccetto quando sono arrivati degli
alieni a rapirmi per portami nel loro pianeta, dove avevo il compito di riparare
un enorme computer insieme ad altri scienziati. Anche Vegeta è venuto
con me perchè voleva combattere contro Re Yawu, un gigantesco robot corazzato...
ma alla fine si è dovuto scontrare con un nemico ancora più temibile, il
principe Akarion. Ho conosciuto una ragazza stupenda che, in seguito ad un
terribile terremoto, ha perso la vita... Ho dovuto salvare l'intero pianeta
dalla distruzione attivando un antivirus con un medaglione ed una password
segreta, dopodichè sono stata trattata come una regina, servita e riverita."
Infine si voltò a guardare Yamcha che aveva una faccia da baccalà.
"E' uno scherzo, vero?" disse lui, cominciando a ridere.
"No, è la realtà. E tu dov'eri in tutto questo? Tu, che dovresti essere il mio fidanzato,
dove eri mentre io rischiavo la vita?" urlò Bulma, agitando minacciosamente il
coltello che aveva in mano.
"S-stai calma, piccola mia! Ammetto di non essere stato molto presente in questi
tempi, ma ti prometto che rimedierò... Passeremo un sacco di tempo insieme!"
disse Yamcha alzando le mani in segno di resa.
Bulma abbassò il coltello e sospirò guardando il ragazzo che aveva di fronte: di
quel giovane timido e coraggioso che aveva conosciuto anni addietro, non era
rimasto più nulla.
"Yamcha, è finita..." mormorò mettendo su di un vassoio delle fette di pane, un
piatto di minestra e della carne. Afferrò il vassoio e si allontanò verso le
scale.
"Ma... Ma dove vai? Non puoi dirmi che è finita tra di noi e andartene così!"
disse Yamcha correndole dietro.
"Vado a portare la cena a Vegeta..." disse Bulma con un leggero sorriso.
"Ma cosa... Non è il momento di pensare a Vegeta! Non nel bel mezzo di un
discorso come questo!" si lamentò Yamcha, confuso e amareggiato.
Bulma si fermò nei primi gradini della scala e si voltò a guardare il ragazzo
che tanto aveva amato e che tanto la disgustava in quel momento. "Non ci
crederai mai, e ammetto che nemmeno io riuscivo a crederci all'inizio... ma IO,
per QUALCUNO in questo mondo, sono IMPORTANTE."
******************************
Bulma bussò alla porta della
camera di Vegeta. Lui non rispose, e lei immaginò che stesse dormendo. Aprì la
porta e poggiò delicatamente il vassoio con la cena accanto al letto, ove Vegeta riposava con gli occhi chiusi. Rimase a guardarlo a lungo, e sussultò
quando il saiyan aprì bocca. "Che hai da guardare? Possibile che ogni volta che
cerco di addormentarmi, tu mi debba svegliare?"
"Scusami. Ero solo venuta a portarti la cena... immagino che avrai fame dopo il
lungo viaggio che abbiamo fatto!"
Vegeta annuì leggermente, e si mise seduto sul letto mentre un profumino
invitante di cibo gli fece brontolare lo stomaco. Prese a mangiare dal vassoio e
dopo qualche minuto notò che Bulma era ancora ferma vicino alla porta.
"Che altro c'è? Avanti, parla..."
Bulma distolse lo sguardo dal saiyan e si avvicinò alla finestra che dava sul
giardino della Capsule Coorporation. "Volevo dirti due cose, se non ti
disturbo..."
"Tu disturbi sempre." disse Vegeta con un ghigno diabolico.
"Antipatico!" fece Bulma offesa. "Comunque per te sono due belle notizie,
tranquillo. La prima è che per un po' non vedrai Yamcha in questa casa!"
Vegeta ne parve veramente felice. "Ti sei finalmente decisa a mollare quel
perdente? Meglio tardi che mai!"
"Già..." fece Bulma con una smorfia infelice sul viso. "La seconda bella notizia
è che per un po' anche io starò via da questa casa. Ho deciso di partire alla
ricerca delle sfere del Drago."
"Cosa?" esclamò Vegeta brusco, alzandosi di scatto e facendo cadere il vassoio
con il cibo a terra.
"Io..." balbettò Bulma confusa "...io voglio riportare in vita tutti coloro che
sono morti per colpa di Akarion. Voglio riabbracciare Mabell..."
"Non puoi!" gridò Vegeta, fissando con occhi vuoti il pavimento sporco.
"Ma..." la ragazza non sapeva come spiegarsi la reazione del saiyan. Si
mordicchiò il labbro inferiore, appoggiandosi alla parete della stanza, e
mormorò "Voglio farlo, Vegeta. Lei era una mia amica."
"E quanto pensi di stare via?" domandò lui, cercando di riacquistare calma e
contegno.
Bulma ci pensò un attimo prima di rispondere "Dipende da quanti pericoli dovrò
affrontare!" Rise piano e aggiunse "Di solito c'era Goku a proteggermi dai
malintenzionati! Stavolta dovrò cavarmela da sola..."
"No. Non puoi." ripeté Vegeta scuotendo leggermente la testa. "Ora apri bene le
orecchie, perchè te lo dirò una volta sola e mai più..."
Il suo tono era minaccioso, ma Bulma sentì aumentare i battiti del suo cuore non
per timore, ma per l'emozione. Vegeta la guardò intensamente e disse "Ci
sono tre motivi per cui ho deciso di restare in questo misero pianeta. Il primo
è perchè Kakaroth vive qui, e se lo volessi sfidare saprei dove trovarlo. Il
secondo è perchè tuo padre mi ha costruito una camera gravitazionale dove posso
allenarmi e diventare più forte. In nessun altro punto dello spazio avrei
un'attrezzatura così. E il terzo motivo..." Vegeta si bloccò, non
trovando la forza di andare avanti. La verità è che era difficile ammetterlo persino a sé stesso...
Bulma sentì gli occhi colmarsi di lacrime, mentre si avvicinava al saiyan e gli
prendeva il viso tra le mani.
"Il terzo motivo... sono io?" mormorò con voce tremante, perdendosi nella
profondità dei suoi occhi neri. Vegeta non rispose a voce, ma confermò il dubbio
della ragazza con un lungo bacio che fece sciogliere entrambi...
**************************
"AAAWW!! Ti prego, mamma!!!
Risparmiati questi particolari!" strillò Mirai No Trunks, arrossendo da capo a
piedi.
"Credevo ti interessasse conoscere i dettagli su come sei nato..." disse Mirai No Bulma,
divertita dall'imbarazzo del ragazzo. Madre e figlio sedevano intorno ad un
vecchio tavolo, sorseggiando caffé caldo in un freddo pomeriggio invernale.
"A me interessava sapere come mai avevi lasciato Yamcha per metterti poi con
papà. Io non ho mai potuto conoscerlo, ma dalla descrizione che ne hai fatto non
sembra molto simpatico." disse il giovane incrociando le braccia al petto.
"Credimi se ti dico che era molto meglio di Yamcha!" esclamò Bulma, bevendo un altro sorso di caffé. "Comunque lo conoscerai presto, la macchina del
tempo ha ormai caricato energia sufficiente per un primo viaggio nel passato."
"Non vedo l'ora!" esclamò Trunks dando un'occhiata alle varie fotografie sparse
sul tavolo che ritraevano per lo più sua madre da giovane, e solo poche
inquadravano Vegeta sullo sfondo.
"Bhè, ma non vuoi sapere com'è andata a finire la storia?" domandò Bulma
strizzando l'occhio.
"Oh, sì. Certo! Sei poi riuscita a trovare le sfere e a far resuscitare la tua
amica?"
"Puoi giurarci! C'è forse qualcosa che tua madre non è in grado di fare?" disse Bulma con fierezza. "Recuperai le sfere del drago a tempo record, perchè non
vedevo l'ora di tornare da tuo padre e perchè gli avevo promesso che ci avrei
messo pochissimo. Mabell e gli altri abitanti deceduti a causa di Akarion
vennero riportati in vita, e qualche mese dopo andai persino a trovarli su Cybernica."
Trunks guardò sua madre con ammirazione, non potendo credere che avesse vissuto
così tante avventure ai limiti del fantascientifico. "Peccato che le sfere del
Drago sono svanite insieme a Piccolo. Se sono davvero prodigiose come dici, ne
avremmo avuto davvero bisogno! Ma vai avanti..."
Bulma annuì e riprese a raccontare. "Riabbracciare Mabell fu un'emozione
fortissima per me. Mi disse una cosa che non dimenticherò mai: amerò Akarion
per sempre. Non importa quel che può aver fatto, così come non importa il fatto
che sia morto. Io lo amerò finché vivrò... A distanza di anni posso capire
le sue parole come non mai, perchè anche io continuo ad amare Vegeta, tuo padre.
Non importa se ora non c'è più..."
Trunks prese le mani di sua madre tra le sue, con dolcezza, dicendo "Ed è per
questo che partirò nel passato ad avvertirlo del pericolo che dovrà affrontare
fra tre anni. Almeno in un'altra dimensione, papà potrà esistere."
Bulma sorrise ed il suo sguardo cadde su di una foto in particolare, che sbucava
in mezzo al mucchio. "Guarda questa, Trunks! E' una foto che feci quando tornai
su Cybernica l'ultima volta."
Il ragazzo la prese tra le dita e quasi cadde a terra per il gran ridere "Non ci
credo! Vi hanno... vi hanno davvero fatto una statua?!" Anche Bulma cominciò a ridere di
gusto al ricordo di quella buffa scultura che ritraeva lei e Vegeta in una posa
da supereroi che si tenevano per mano.
"Papà l'ha mai vista?" chiese Trunks curioso, quando non ebbe più
fiato per ridere.
"Certo che sì! Puoi immaginare quanto si è infuriato, se avesse potuto sarebbe
andato su Cybernica a disintegrare la statua e i suoi creatori..."
Trunks finì il suo caffé e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso quel che
restava del laboratorio della Capsule Coorporation.
"Aspetta, Trunks. Che vuoi fare?" disse Bulma seguendolo.
"Vieni con me e vedrai!" rispose lui, misterioso. Raggiunse la macchina del
tempo, afferrò un sasso appuntito dal pavimento e cominciò a graffiare in
profondità la superficie di una parete laterale.
Bulma rimase in silenzio, un po' contrariata dal fatto che Trunks stesse
raschiando la più ingegnosa delle sue invenzioni. Ma quando vide quello che suo
figlio aveva scritto, il suo cuore si riempì di commozione.
"Oh, Trunks!"
"Ho trovato bellissima la password scelta da Mabell. E se ha portato fortuna a
te e papà su Cybernica, probabilmente sarà d'aiuto anche a me..."
Bulma si gettò tra le braccia di suo figlio, abbracciandolo e sussurrandogli
quanto fosse orgogliosa di lui, mentre la scritta HOPE risplendeva alle luci
soffuse di un nuovo tramonto, in un mondo devastato da due crudeli cyborg.
- The End -
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