CYBERNICA

di crazybulma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Oggetto Volante Non Identificato ***
Capitolo 2: *** Un Dolce Sonno ***
Capitolo 3: *** Akarion e Mabell ***
Capitolo 4: *** Akarion e Mabell (2° parte) ***
Capitolo 5: *** La vera identità di Re Yawu ***
Capitolo 6: *** Sei importante per me ***
Capitolo 7: *** Un Triste Addio ***
Capitolo 8: *** Giù la maschera! ***
Capitolo 9: *** Un imprevisto ***
Capitolo 10: *** L'unica cosa che ci resta ***
Capitolo 11: *** Discorso ai superstiti ***
Capitolo 12: *** La Teoria di Bulma ***
Capitolo 13: *** Ritorno a Casa ***
Capitolo 14: *** La Fine e l'Inizio di tutto ***



Capitolo 1
*** Oggetto Volante Non Identificato ***


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CYBERNICA

Note dell’autrice: Eccomi di nuovo con una storia a capitoli, come sempre incentrata sulla coppia Vegeta/Bulma, i due personaggi di Dragon Ball che amo di più. Questa storia è ambientata nei tre anni di attesa dei cyborg. Seguitemi numerosi e recensite, mi raccomando!


1° capitolo: Oggetto Volante Non Identificato



“Comprate le Capsule Super Vitaminiche. E’ un’offerta irripetibile! Solo per voi, amici, alla modica cifra di…” CLICK
”Non dimenticate l’appuntamento di domani con *Dottor Home, clinica speciale*. Sarà una puntata che non vorrete perdervi…” CLICK
”Due pericolosi criminali sono stati arrestati stamani mentre tentavano l’ennesima rapina a mano armata…”
Bulma non si stava divertendo affatto. Sdraiata sul divano, fingeva di guardare la Tv sorseggiando un drink ghiacciato. In apparenza sembrava rilassata e calma, ma in realtà era furiosa e non riusciva a pensare ad altro che a Yamcha e a come la stava trattando. Non lo aveva più sentito per settimane, lo aveva quasi dato per disperso finché un bel giorno aveva ricevuto una velocissima telefonata in cui lui le diceva che stava bene e che era fuori per… un nuovo lavoro. Peccato che Bulma non si fidava affatto, soprattutto perché durante la breve telefonata aveva sentito lievi risate di donna in sottofondo.
”Dannato Yamcha!!” gridò Bulma al ricordo di quella conversazione telefonica che sapeva tanto di menzogna, e per la rabbia gettò il telecomando a terra mandandolo in mille pezzi. “Non dovrei essere così frustrata, ormai sono abituata alle sue scappatelle ma… Giuro che appena me lo trovo davanti gli faccio fare la stessa fine del mio telecomando!!”
“INCREDIBILE NOTIZIA DELL’ULTIMA ORA! E’ stato avvistato un U.F.O. volare sopra i cieli della città dell’Ovest.”
Bulma sospirò e chiuse gli occhi. E così era stato avvistato un U.F.O. nella sua città? Non ne era per nulla impressionata. Lei ne aveva viste di cose strane nella sua vita! Con un sorriso ed un po’ di nostalgia ripensò a tutte le avventure vissute con Goku quando era più piccola, e al viaggio intrapreso con Crilin ed il piccolo Gohan su Nameck. Se l’era vista veramente brutta in diverse occasioni, e nonostante ciò era ancora viva e in perfetta forma. No, gli extraterrestri non la spaventavano più… soprattutto certi tipi di extraterrestri.
Bulma rise piano mentre il suo pensiero volava verso Vegeta. Non le incuteva più alcun timore da quando viveva sotto il suo stesso tetto… Lui era insopportabile, egocentrico e superbo, ma almeno aveva smesso di minacciare di distruggere il pianeta e questo era un grosso passo avanti. Inoltre Bulma si era accorta che più passava il tempo e più Vegeta acquistava i modi di fare terrestri, quasi inconsapevolmente. Se prima mangiava dal piatto con le mani, ora usava le forchette. Se prima non degnava d’attenzione ciò che gli capitava attorno, ora si fermava spesso a guardare il telegiornale con curiosità. Se prima si rifiutava e trovava ripugnante indossare abiti terrestri, ora ne chiedeva di nuovi, continuamente.
Sì, Bulma era certa che prima o poi anche Vegeta sarebbe diventato un essere gentile.
All’improvviso un grande boato la ridestò da quei pensieri, mentre la terra prese a tremare sotto i suoi piedi. Possibile che Vegeta avesse nuovamente distrutto la camera gravitazionale? La donna si alzò di scatto dal divano e si precipitò come una furia all’esterno della Capsule Coorporation dove, con sua gran sorpresa, scoprì che a provocare quel trambusto non era stato il saiyan.

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Vegeta era arrabbiato. Veramente arrabbiato. Era da mesi che si allenava nella camera gravitazionale seguendo lo stesso allenamento che aveva fatto Goku, eppure non era riuscito minimamente a raggiungere i suoi livelli. Perché? Di certo le continue distrazioni che subiva durante i suoi esercizi erano una delle cause di un così scarso miglioramento. Anche quella mattina aveva dovuto interrompere gli addestramenti perché una fortissima scossa, seguita da assordanti rombi, lo aveva distratto. Era uscito dalla camera gravitazionale furioso, e seriamente intenzionato a distruggere chiunque aveva osato interrompere le sue faticose flessioni a gravità 300.
La prima persona che notò una volta uscito in giardino fu Bulma. Indossava un vestito blu che le lasciava scoperte le spalle e delle buffe calze a strisce colorate. E Vegeta pensò che lei era semplicemente splendida, come sempre del resto.
“Ehy, donna! Cos’è stato quel fracasso di prima?” le urlò da poco lontano, ma Bulma non reagiva. Se ne stava immobile con la bocca spalancata.
”Che ti prende? Ti sei mangiata la lingua? Ti ho fatto una domanda, ed esigo una risposta! Sappi che qualunque cosa tu abbia combinato è servita a distrarmi dai miei allenamenti e non te lo perdonerò mai.” le ringhiò contro mostrando un pugno chiuso. Ma Bulma continuava ad ignorarlo, quasi non lo sentisse. Si limitò ad indicare con il dito una direzione e finalmente Vegeta si voltò a guardare dietro di sé.

L’U.F.O. di cui aveva sentito parlare in Tv pochi minuti prima, era atterrato nel giardino di casa sua! Bulma si mise le mani nei capelli, uscendo finalmente dallo stato di trance in cui era caduta, e strillò “MA PERCHE’ DEVONO CAPITARE TUTTE A ME? Vegeta, giuro che se sono amici tuoi, io ti…”
”Tu cosa?” ribatté lui, divertito. “E comunque io NON HO AMICI. Probabilmente sono miei nemici…” aggiunse gettando Bulma nello sconforto più totale.
Fissò lo strano oggetto metallico. Era piccolo e piatto, e molto simile ai dischi volanti che si vedono nei film, rifletté Bulma. Da una piccola porticina fuoriuscirono due alieni, più somiglianti a robot che non a esseri umani poiché erano corazzati da capo a piedi.
”AAAAHH!!! CHI DIAMINE SIETE? CHE VOLETE?” urlò Bulma, nascondendosi dietro Vegeta.
I due alieni continuarono ad avanzare verso di loro, lentamente.
“Donna, credi che siano loro i due cyborg di cui parlava il ragazzo del futuro?” le disse il saiyan a bassa voce.
”Ma non sarebbero dovuti arrivare adesso! Non vi siete allenati abbastanza per sconfiggerli!” si disperò Bulma, aggrappandosi alle spalle di Vegeta che immediatamente tentò di scrollarsela di dosso.
Fin quando uno dei due alieni non aprì bocca. ”Veniamo in pace. Non abbiamo armi con noi, non abbiate paura.”
“Paura? Io non ho paura di niente! Fatevi sotto, barattoli di latta!” Vegeta si mise in posizione d’attacco, ma Bulma intervenne “In effetti, Vegeta… non hanno un’aria minacciosa. Almeno… non minacciosa quanto lo era la tua, quando sei arrivato sulla Terra la prima volta.”
Vegeta ringhiò all’osservazione della donna ed incrociò le braccia, rilassandosi.
Bulma si avvicinò ai due esseri allargando le braccia. “Benvenuti sulla Terra! Io mi chiamo Bulma, molto piacere. Come posso aiutarvi?”
Gli alieni si scambiarono un’occhiata complice, ed uno dei due mormorò “E’ lei! Bene!” Bulma sobbalzò, mentre un alieno la afferrava per un braccio e la trascinava verso il disco volante.
”EHY! METTI GIU’ LE MANI!! DOVE MI STAI PORTANDO?” protestò Bulma.
“Devi venire con noi, nel nostro pianeta. Abbiamo bisogno di te.” disse semplicemente l’alieno che la stava trascinando con sé.
”NON CI PENSO NEPPURE! AIUTO, VEGETAAA! AIUTO!” Bulma urlò a pieni polmoni, sotto lo sguardo indifferente di Vegeta, che dopo qualche istante disse, con un ironico sorriso sul volto “Grazie infinite, scatolette di latta! Finalmente mi libererete da quella opprimente donna piagnucolante!” E detto ciò fece per allontanarsi.
”VEGETAAA! NON PUOI IGNORARMI COSì, NON DOPO TUTTO QUELLO CHE HO FATTO PER TE!” Per la rabbia, Bulma riuscì a liberarsi dalla presa dell’alieno, e corse verso Vegeta per picchiarlo con tutta la forza che aveva in corpo.

”Guarda, Jew! Sembra molto forte…” commentò un alieno, notando che Vegeta non sembrava sentire alcun dolore all’attacco di Bulma.
“Già, ma il nostro re Yawu è decisamente superiore alla sua forza combattiva. Lo batterebbe senz’altro!” disse l’alieno chiamato Jew.
Vegeta, che aveva sentito tutto, si liberò con uno strattone da Bulma e andò incontro ai due.
”Avete detto Yawu? Ho sentito parlare di lui… è il Re del Pianeta Cybernica, giusto?” domandò il saiyan.
”Lo conosci, Vegeta?” domandò Bulma, riprendendo fiato.
”No.” Vegeta non disse altro, ma ricordava benissimo che un tempo Freezer gli dichiarò che non aveva intenzione di conquistare il pianeta Cybernica, perché il suo popolo era molto avanzato tecnologicamente e le loro armi erano troppo potenti. Vegeta si era sempre chiesto perché un mostro come Freezer potesse temere quel pianeta, ed ora finalmente avrebbe potuto scoprirlo. L’idea di una nuova sfida lo stimolava come non mai!
“Portatemi con voi su Cybernica, voglio incontrare il vostro Re e sconfiggerlo!” I due alieni si misero a ridere, prendendo le parole di Vegeta come una battuta molto divertente. “Sappi che nessuno può battere Re Yawu. E comunque non siamo venuti qui per te, vogliamo quella donna. Ci serve!”
”Siete sicuri? Ma l’avete vista bene?” Vegeta lanciò uno sguardo disgustato verso Bulma, che subito s’imbestialì.
“Come ti permetti? Razza di scimmione incivile e mascalzone! Sei tu che non ci vedi, io sono molto affascinante…” La ragazza incrociò le braccia e poi, rassegnata, disse “E va bene. Vengo con voi, ma solo perché c’è Vegeta a proteggermi in caso di pericolo, sia chiaro. E poi mi stavo annoiando a casa a far nulla.” Portò le mani ai fianchi e si diresse verso il disco volante.
*Quella donna è completamente matta se pensa che la proteggerò. Dovrebbe piuttosto pensare a come proteggersi da me!* pensò Vegeta infuriato, seguendo gli alieni.

- CONTINUA -




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Capitolo 2
*** Un Dolce Sonno ***


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2° capitolo: Un Dolce Sonno



”Certo che la vostra navicella è veramente geniale! Non ho mai visto dei dispositivi così complicati in tutta la mia vita!” Bulma si aggirava da una parte all’altra, all’interno del disco volante, toccando ed esaminando tutto quello che le capitava davanti agli occhi.
Vegeta invece se ne stava nella sua postura di sempre: appoggiato ad una parete, con le braccia conserte. Ogni tanto lanciava furtive occhiate alla donna, inspiegabilmente infastidito da come i due alieni le ronzavano attorno.
“Questo è un tipo di tecnologia che sulla Terra non potrebbe mai esistere, purtroppo…” concluse Bulma alla fine della sua curiosa ispezione.
“Ciò non è esattamente vero. Se la Terra fosse popolata da menti brillanti come la tua…” disse uno degli alieni, con voce robotica.
“Oh, oh, oh!” Bulma si inorgoglì, godendo per un attimo di quelle lusinghe, poi ritornò di colpo seria e fissò l’alieno con aria esterrefatta “Quindi voi mi conoscete, sapete che sono una scienziata?”
Jew annuì. “E’ giunto il momento di spiegarti il motivo per cui ti abbiamo portata con noi…“

”Cybernica è un pianeta esemplare, studiato e programmato nei minimi particolari da un gruppo di scienziati entusiasti e lungimiranti. Ma oltre a questo è anche un pianeta comodissimo, perché tutti i servizi pubblici sono completamente automatizzati e fanno capo a un cervello elettronico centrale: il CAPO-PROCESSORE. Sino a poco tempo fa non avevamo mai avuto problemi di alcun genere con il Capo-Processore, ma ultimamente ci sono stati diversi… emh… Sbagli del computer. E più passa il tempo e più questi errori sembrano diventare pericolosi.”

Bulma ascoltò tutto in silenzio, così come Vegeta anche se quest’ultimo sembrava più annoiato che interessato.
”Quindi, se ho capito bene, non riuscite più a comandare il sistema centrale che controlla tutti i servizi del pianeta. E’ un bel guaio! Ma gli scienziati che hanno progettato e creato il Capo-Processore non sono capaci di ripararlo?” domandò Bulma.
“No. Non riescono a capire. Ed è per questo che stiamo radunando tutti i tecnici elettronici più esperti dell’Universo. Tu sei una delle più ingegnose menti della tua Galassia, sai?”
Bulma sorrise al pensiero che quando sarebbe arrivata su Cybernica avrebbe incontrato un sacco di geniali scienziati, ne era elettrizzata. Pensò che forse Vegeta provava la stessa cosa quando incontrava dei nuovi guerrieri con cui confrontarsi…

“Per noi sta diventando un vera minaccia e se non ripariamo i guasti al più presto… Cybernica si autodistruggerà. Ad ogni modo saprai tutto quando saremo arrivati.” Concluse Jew notando che Vegeta si stava addormentando in piedi. ”Quanto durerà il viaggio?” domandò il saiyan. Si sentiva a pezzi, non dormiva da ore poiché aveva trascorso la notte ad allenarsi nella camera gravitazionale. Neanche Bulma aveva dormito granché (era troppo infuriata con Yamcha per riuscire a prender sonno), e le sfuggì uno sbadiglio. ”Arriveremo in poco tempo, circa 350 beydas.”
Bulma che era troppo stanca per chiedere e capire cosa fosse un beydas, domandò se c’era una stanza dove poter riposare. ”Ce ne sarebbe una, credo dovrete dividerla…” spiegò Jew.
”No. Dormirò qui.” Disse risoluto Vegeta.
”Non dire sciocchezze. Ti vergogni di dormire nella stessa stanza con una donna?” lo provocò Bulma, aprendo la porta dello stanzino indicato dall’alieno. “O forse… preferisci dormire con gli uomini?” aggiunse alludendo al fatto che preferisse la compagnia dei due alieni alla sua.
”C-COME OSI?” scattò Vegeta.
Bulma entrò nello stanzino e disse “Guarda, ci sono due coperte: staremo comodi e… lontani! Dai, vieni.” Vegeta seguì la giovane donna e chiuse la porta dietro le sue spalle, restando solo con lei.


Rimasero in silenzio per lunghissimo tempo. Bulma si affaccendava a sistemare al meglio la sua coperta nel freddo pavimento di grigio metallo, e dava le spalle al saiyan che invece s’era già sdraiato ed aveva chiuso gli occhi. Solo dopo un po’, Bulma si decise a spezzare la quiete.
”Bene, direi che siamo abbastanza distanti. Ma giura che non approfitterai di me mentre starò dormendo!” Non ricevette risposta.
Vegeta stava già riposando, con le braccia incrociate dietro la testa ed un’espressione un po’ meno dura del solito, sul volto.


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Cos’era?
Cos’era quella morbidezza? Non stava forse dormendo su un duro e freddo pavimento?
E cos’era quel delicato profumo?
Era sveglio o stava ancora sognando?
Cos’era quel calore, arrivato d’improvviso ad avvolgerlo?

Pigramente Vegeta aprì gli occhi e si ritrovò la bellissima Bulma tra le braccia; lei se ne stava accovacciata sul suo petto, e gli circondava la vita quasi volesse stare aggrappata a lui per sempre e non lasciarlo più.
Vegeta si sentì bloccato, non riusciva a reagire, gli mancava il respiro.
*E pensare che da sveglia cercava di starmi il più lontano possibile! Che sciocca!*
Lei respirava piano nel sonno, e ad ogni sospiro il suo seno si alzava e riabbassava piano come un’onda. Il saiyan rimase a lungo ad osservarla, incapace di fare qualsiasi movimento per timore che potesse spostarla da quella posizione. Non voleva che lei si allontanasse ancora.
Poi, delicatamente, prese a giocherellare con un suo ricciolo azzurro di capelli, arrotolandolo e srotolando con un dito.
Non aveva mai creduto possibile provare una simile serenità, una tale calma nel cuore, semplicemente tenendo una donna stretta al petto.
Era forse quella la calma che precedeva la trasformazione in Super Saiyan?


D’improvviso Vegeta avvertì un’aura avvicinarsi alla stanza, e capiì che uno dei due alieni stava per aprire la porta. D’istinto, gettò Bulma per terra con una spinta e si alzò in piedi.
“AHI! CHE MALE! Ma perché mi hai svegliata in quel modo, brutto barbaro senza cervello!” si lamentò Bulma, massaggiandosi un braccio.
”Preferivi che ti svegliassi con un bacino?” la prese in giro Vegeta, e notò divertito che Bulma era arrossita in viso.

In quel momento Jew aprì la porta e annunciò che l’atterraggio sarebbe cominciato a breve. Bulma tornò nella sala comandi, continuando a borbottare insulti indirizzati a Vegeta. Solo quando guardò nell’oblò della navicella rimase letteralmente senza parole per lo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi…

- CONTINUA -




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Capitolo 3
*** Akarion e Mabell ***


CYBERNICA

3° capitolo: Akarion e Mabell



“Ma è… bellissimo!”
Bulma sembrava così meravigliata che incuriosì anche Vegeta e, quando il saiyana fu arrivato al parapetto dell’astronave, dovette constatare che il panorama era davvero degno di essere ammirato.
Vista dall’alto, Cybernica si rivelava assai più grande della Terra; il fondo della valle scintillava delle luci tremule delle case e degli edifici pubblici, raggruppati tutti intorno ad un lago,o meglio, un bacino artificiale.
”Benvenuti a Cybernica” disse Jew sotto voce qualche minuto dopo, mentre la navicella toccava dolcemente la terraferma.

I quattro si incamminarono lungo la pista d’atterraggio, fino ad arrivare ad un grande viale principale. Bulma non poteva credere a quello che vedeva: robot ed esseri viventi parlavano, ridevano, passeggiavano insieme. Tutti indossavano abiti pesanti e ricoperti di chip e tubi, gli stessi che portavano anche i due alieni che l’avevano scortata fin lì. La gente aveva un’aria abbastanza prospera e soddisfatta, e Bulma pensò ad alta voce “Questo è esattamente il tipo di pianeta dove vorrei vivere!”
Jew la prese sottobraccio e le disse, gentilmente “Se Cybernica ti piace potrai restare qui tutto il tempo che vorrai, giovane terrestre…”
Bulma sembrò pensarci un attimo, e poi disse “Amo la mia Terra, non potrei lasciarla mai… un giorno riuscirò a fare in modo che le nostre tecnologie superino quelle di questo pianeta.”

Infine raggiunsero una via che conduceva ad un enorme palazzo, il più alto che Bulma avesse mai visto.
”Questo è il palazzo del CAPO-PROCESSORE” spiegò l’altro alieno. ”Dov’è Yawu?” chiese impazientemente Vegeta, che era rimasto silenzioso e cupo sino ad allora.
“Risiede qui, in questo edificio… Rimane sempre a stretto contatto con il capo-processore, soprattutto in questo periodo in cui sembra non funzionare molto bene. Lo tiene sotto controllo, insieme ad una qualificata equipe di scienziati.”
Vegeta sembrò soddisfatto dalla risposta e seguì il gruppetto fino all’interno del palazzo.

“Jew. Keido. Siete tornati… Avete portato una nuova scienziata?”
Fermi all’ingresso del palazzo vi era una giovane coppia. Una ragazza molto carina, con una pettinatura stravagante ed un camice bianco, ed un ragazzo dallo sguardo gentile e il corpo corazzato in metallo.
”Sì, Mabell. Questa è Bulma Briefs, dal pianeta Terra. Anche lei darà una mano a riparare il Capo-processore.”
Mabell sorrise a Bulma, la quale provò subito immediata simpatia per la giovane. ”Mi dispiace averti sottratta alla tua vita quotidiana, ma avevamo davvero bisogno di tutto l’aiuto possibile…” si scusò Mabell.
”Oh, no! Non devi preoccuparti, non avevo nulla da fare.” disse Bulma un po’ impacciata.
”Bene, cara. Vi lascio al vostro lavoro, io vado ad allenarmi con Jew e Keido” disse il ragazzo, guardando con dolcezza Mabell, poi si chinò su di lei sfiorandola con un lieve bacio.
A quello spettacolo, Vegeta piegò le labbra in una smorfia disgustata, mentre Bulma, invece, lanciò un fischio. ”Ed io che credevo che in questo pianeta ci fossero solo fredde macchine! Siete proprio una bella coppia…” commentò la terrestre.
“Lo siete anche voi!” disse Mabell guardando prima Bulma, poi Vegeta.
“VOI??” dissero i due contemporaneamente.
“Emh… sì. Si vede lontano un miglio che vi adorate.” continuò Mabell, timidamente.
“IMPOSSIBILE!” fecero Bulma e Vegeta in coro, dandosi le spalle.
“E comunque io non sono venuto fin qui per sentire le vostre ciance da oche! Voglio assolutamente scontrarmi con il vostro Re, e batterlo!” disse Vegeta con rabbia. Akarion gli fece cenno di calmarsi e gli disse “Se sei venuto qui per duellare con il Re, ti avviso che te la vedrai molto brutta. Io stesso ho combattuto con Re Yawu tempo addietro, e sono stato miseramente sconfitto…” Il suo sguardo, dapprima così docile e gentile, divenne freddo e duro.
“Ma io non sono una nullità come te!” disse Vegeta malignamente “Fammelo incontrare.”
“D’accordo. Seguimi…” disse Akarion, e s’incamminò insieme a Jew e Keido su un lungo corridoio.
“Ci vediamo dopo” disse Bulma guardando Vegeta dritto negli occhi e sperando in un suo saluto, ma lui si limitò a grugnire e ad allontanarsi dietro Akarion.
”E… stai attento.” aggiunse la ragazza quando lui era abbastanza distante da non poterla sentire.
”Sei preoccupata per lui?” le chiese Mabell, poggiando una mano sulla sua spalla. “Non devi, il Re Yawu e molto forte ma non ucciderebbe nessuno, ha un gran cuore ed è un ottimo governatore per questo pianeta.”
Bulma fece un sorrisino imbarazzato “No, guarda che ti sbagli! Non mi preoccupo per quello lì ma per quello che potrebbe combinare! E poi… come puoi pensare che mi piaccia? Ma lo hai visto bene? E’ talmente basso che ogni volta devo stare attenta a dove metto i piedi per non calpestarlo.”
Mabell rise “Ma che dici? Siete della stessa altezza!”
”Non lasciarti trarre in inganno. Si è pettinato i capelli all’insù per sembrare più alto!” disse Bulma, facendo ridere ancor di più la giovane aliena.
“Ma ora andiamo. Nella sala del Capo-Processore ci stanno aspettando…” disse Mabell, ritornando seria. Bulma annuì, e sebbene avesse un po’ di paura nel restare senza Vegeta al suo fianco, sentì di potersi fidare di quella ragazza così simpatica.


- CONTINUA -

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Capitolo 4
*** Akarion e Mabell (2° parte) ***


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4° capitolo: Akarion e Mabell (2° parte)



Bulma e Mabell camminavano lentamente lungo il corridoio che portava alla stanza del Capo-Processore. Mabell sembrava piuttosto preoccupata e tesa in viso, e dava l’impressione di fare un grande sforzo per non mangiarsi le unghie. Bulma invece non vedeva l’ora di mettere le mani sull’ignoto computer.
“Re Yawu mi ha confessato di pensare che il Capo-Processore ce l’abbia a morte con lui. So che ti sembrerà pazzesco…” disse Mabell all’improvviso.
Bulma sospirò “No. Molti provano un senso di disagio nei confronti dei calcolatori. Anch’io mi sono presa un colpo, più di una volta, perché avevo l’impressione che le mie macchine mi volessero parlare… Ma alla fine è solo un’illusione antropomorfica: i calcolatori non sono realmente in grado di pensare. Lo sanno tutti!”
“Allora… se davvero non pensano… perché li chiamiamo cervelli elettronici?” domandò Mabell più a sé stessa che non a Bulma.
”Forse perché ci manca il termine adatto per quello che realmente fanno. Un computer è molto più di una calcolatrice, ma molto meno di quella che noi chiamiamo mente.”
Mabell sembrò convincersi delle parole di Bulma, e tacque finché non arrivarono alla stanza del Capo-Processore.

Il computer era una parete continua di pannelli che riempivano tutta la stanza. Appena Mabell e Bulma fecero il loro ingresso, un centinaio di personaggi in camice bianco si voltarono verso di loro.
Mabell avanzò verso gli scienziati, lasciando che la terrestre si guardasse attorno, e disse “Sono tornata con una nuova scienziata. Si chiama Bulma, ci darà un aiuto…”
”Ne abbiamo davvero bisogno!” commentò uno degli alieni.
“Perché? Non siete riusciti ad individuare il gusto?” chiese Mabell prendendo Bulma per mano e conducendola più vicino al Capo-Processore.
“No, oltretutto ha anche incominciato ad ignorare i nostri ordini, e fa cose senza che noi… senza che noi…” L’alieno non riuscì a proseguire.
“So cosa intendi. La verità è che abbiamo conferito a questa macchina molto più potere di quanto avremmo dovuto… Se non possiamo fidarci di un computer, significa che non possiamo fidarci di nessuno.
Bulma inarcò il sopracciglio al commento fatto da Mabell: il tono della sua voce era diventato triste, così come il suo sguardo.
Poi Mabell prese la cassetta degli attrezzi e la porse a Bulma borbottando “Bene, cominciamo con qualche prova standard. Sei pronta?”
”Prontissima” rispose lei avviandosi verso uno dei quadri di immissione dati. Si mise a sedere davanti al quadro comandi, girò un paio di interruttori e disse “Voglio cominciare con qualche test numerico”.
Mabell le si sedette affianco, dopo aver dato il permesso agli altri scienziati di uscire dalla stanza, dopodichè attivò la sua tastiera. “D’accordo. Io intanto proverò con qualche schema di test logico.”

Rimasero così, vicine, seduta l’una di fianco all’altra. Per ore ed ore… Parlarono per lo più del Capo-Processore... ma si divertirono, tra un calcolo e l’altro, a prendersi in giro e a sparlare degli uomini.
E molto presto entrambe capirono di essere diventate Amiche.

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Vegeta provò un’antipatia immediata per Akarion. Certo, non che avesse mai provato simpatia per qualcuno… Ma Akarion gli aveva dato sin dal principio una strana sensazione di fastidio. *Odio tutto di lui* pensò mentre lo seguiva lungo un corridoio che sembrava senza fine.
Odiava quel suo perenne e sforzato sorriso sulle labbra, odiava il cigolio della sua corazza robotica, odiava quei suoi occhi così vuoti e vacui e soprattutto odiava il fatto che gli ricordasse tanto Freezer.
Ma questo non aveva senso: lo aveva visto sino a pochi minuti prima sbaciucchiarsi con la sua ragazza, come il più patetico degli esseri umani, ed inoltre in quel pianeta tutti sembravano essere disgustosamente gentili.

“Siamo arrivati” disse Akarion fermandosi dinnanzi ad un grosso portone blindato.
Vegeta si ridestò dai suoi pensieri e decise che si sarebbe concentrato solo ed unicamente sul combattimento con Re Yawu. Niente più sospetti su Akarion, niente più riflessione sul pianeta Cybernica, e niente più preoccupazioni per… Bulma. Già, non riusciva a smettere di chiedersi cosa stesse facendo, ed ogni tanto si era concentrato per avvertire la sua aura all’interno del palazzo.
Non si chiedeva perché, lo faceva e basta.
“Posso darti un consiglio?” fece Akarion sottovoce, prima di suonare al citofono. Vegeta non disse nulla e Akarion lo prese come un invito a continuare. “Non avere pietà per lui. Perché lui non ne avrà per te. Usa tutta l’energia che hai e non fermarti mai, finché… non lo avrai finito.”
Vegeta rimase colpito e lo guardò perplesso. Dunque non si era sbagliato su di Akarion: non era il ragazzo timido e gentile che voleva sembrare, ma una persona spietata e glaciale. Molto simile a lui, dopotutto.

“Chi… chi è? Cosa vuoi?” una voce stanca si diffuse dal citofono.
”Sono Akarion. C’è un nuovo guerriero che vuole sfidare la tua Grande Forza.”
“Ancora? Ma non si sono ancora stancati di PERDERE?” commentò la voce. Subito dopo il congegno elettronico che chiudeva la porta venne attivato, e Vegeta poté entrare nella sala.

- CONTINUA -

Note dell’autrice: Grazie a tutti coloro che seguono e commentano la mia storia, mi invogliate ogni giorno di più ad andare avanti. Vi prometto che i prossimi capitoli vi lasceranno senza fiato. Un saluto a tutte, e soprattutto a: Caro, Artemis, Erika, princess21, Puccina e Kagchan. Grazie di cuore, ragazze!

UN PARTICOLARE RINGRAZIAMENTO A JESSICA CHE MI HA INVIATO PER E-MAIL IL TERZO CAPITOLO (che sbadatamente io avevo perso). SEI STATA GENTILISSIMA, GRAZIE!

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Capitolo 5
*** La vera identità di Re Yawu ***


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5° capitolo: La vera identità di Re Yawu




”Senti, Mabell… Abbiamo esaminato questi fogli per ore e l’unica cosa che mi viene in mente è che un virus sia entrato nel sistema.” disse Bulma sbuffando e stropicciandosi gli occhi per la stanchezza.
“No, questo è impossibile.” Rispose Mabell, come se l’dea non dovesse nemmeno esser presa in considerazione.
”Ma perché no? Tutto coincide e spiega il fatto che gli errori continuino a crescere, invece che diminuire!” protestò la terrestre, con foga.
“Credimi, nessun virus può aggredire il Capo-processore. Il motivo è molto semplice… Tempo fa, quando Cybernica era ancora in fase di sviluppo, mia nonna costruì un potentissimo antivirus. Ha sempre funzionato, per anni e anni.”
Bulma notò che gli occhi di Mabell luccicarono al ricordo della sua cara nonna “Era una scienziata talmente abile! La migliore della sua epoca. E mi voleva molto bene… Guarda!”

L’aliena cominciò a sbottonare i primi bottoni del suo camice bianco e Bulma, istintivamente, si voltò dall’altra parte per pudore. “C-che fai?”
Mabell rise divertita “Non mi sto spogliando, se è questo che credi… certe cose le faccio solo con Akarion! Volevo solo farti vedere una cosa.”
Bulma arrossì e riportò lo sguardo sulla giovane; teneva appeso al collo un ciondolo con un grosso medaglione dorato.
”Oh, è molto bello! Ma… cos’è?” domandò Bulma avvicinandosi per osservarlo meglio. Visto da vicino sembrava il pezzo di un computer.
”E’ l’unica chiave per disattivare l’antivirus. Ed è un dono della mia nonna…” rispose Mabell, con fierezza.
“Ho capito. Quindi, a meno che tu non abbia disattivato l’antivirus in preda ad un attacco di follia o di nottambulismo, la causa di tutti i problemi del Capo-Processore non può essere un virus!” disse Bulma, arrendendosi all’evidenza.
“Esatto! Vedo che hai capito… Comunque ora sono troppo stanca per continuare a spremermi il cervello. Vado a riposare, vieni anche tu?” disse Mabell, avvicinandosi alla porta principale.
”No. Voglio capire cosa sta succedendo. Non mi darò pace finché non avrò messo a tacere questo ammasso di ferraglia.” Bulma si rese conto che stava quasi parlando come Vegeta, e sorrise tra sé e sé.
Mabell la guardò, sorrise a sua volta e si allontanò.

********************************************


Vegeta rimase per un attimo confuso. Nella stanza non c’era nessuno!
*Ma allora chi ha parlato poco fa al citofono?* Si guardò intorno, nervoso e arrabbiato; c’erano armadi enormi, computer, tubi, e una miriade di altre cianfrusaglie insieme ad un enorme ammasso di metallo al centro della stanza.
“VIENI FUORI, CODARDO!” gridò il saiyan, sentendosi preso in giro.
“Perché strilli tanto? Sono qui. Eppure non sono molto piccolo, dovresti avermi notato subito!”
Vegeta, sempre più perplesso, continuò a girare per la stanza senza capire da dove provenisse la voce e, soprattutto, senza avvertire alcuna forza combattiva.
”Ti consiglio di andartene. Non hai speranze contro di me, e non mi piace fare del male ai più deboli di me.”


Finalmente qualcosa si mosse. Vegeta sbarrò gli occhi: l’ammasso di metallo che aveva notato al centro della stanza altro non era che un enorme robot.
“Re… Yawu… Il famoso e temuto Re Yawu, altro non è che una macchina?” mormorò Vegeta sconvolto.
”Cosa c’è? Non ti va di combattere contro di me solo perché sono un robot? Sappi che coloro che mi hanno creato desideravano non solo che fossi un governatore giusto e leale per questo pianeta, ma anche un fortissimo guerriero in grado di difendere la mia gente dagli invasori. Invasori come il tuo Freezer…” disse Re Yawu, con tono divertito.
Vegeta sogghignò maligno “Allora mi hai riconosciuto?”
”Certo. Tu sei uno dei saiyan di Freezer… Strano, però! Giravano voci sul fatto che tutti i saiyan si fossero estinti.”
“Béh, ti sbagliavi... E comunque non osare mai più parlare di me come *uno dei saiyan di Freezer*, è una cosa che non sopporto! Io sono Vegeta, il principe dei saiyan.”
Il robot non sembrò né sorpreso né spaventato. In realtà Vegeta notò che non sembrava provare alcuna emozione e che il suo volto era una maschera d’acciaio priva d’espressione.
“Sai perchè non potrai mai vincermi in combattimento?”
“Perché?” domandò Vegeta mettendosi in posa d’attacco ed aumentando al massimo la sua aura.
”Perché la mia resistenza fisica è 100 volte superiore alla tua.”

Vegeta si scagliò contro di lui e poté constatare che non stava affatto mentendo: il suo pugno non scalfì minimamente l’enorme corazza robotica di Yawu. Combatterono a lungo e, ad ogni attacco di Vegeta, Re Yawu rispondeva con riflessi, agilità, destrezza, mobilità ed una accuratezza incredibile. Le abilità del robot di colpire, parare e schivare erano pari a quelle del saiyan, con l’unica differenza che lui non sembrava esaurire le sue energie, mentre Vegeta era sempre più stanco e abbattuto.


Bulma passeggiava mano nella mano con Yamcha su di un bellissimo campo ricoperto di fiori. La ragazza si chinò a raccogliere una margherita, sotto lo sguardo amorevole di Yamcha, e disse “Ora vedremo se mi ami o no…” Detto questo, cominciò a staccare i petali dal fiore ad uno ad uno.
”Non hai bisogno di fare il m’ama non m’ama. Sai benissimo cosa penso di te…” disse il ragazzo, fissandola con dolcezza.
”Cosa? Cosa pensi di me? Di noi due?” mormorò Bulma, aggrappandosi al bordo del suo vestitino primaverile. Ma quando alzò lo sguardo per guardare negli occhi del suo fidanzato, lui non c’era più. Al suo posto c’era Vegeta.
”TU! Cosa ci fai qui? Dov’è Yamcha?” Bulma scattò in piedi, portandosi all’altezza di Vegeta e guardandolo in malo modo.
”Se n’è andato. Non gliene importava più un accidente di te…”
Bulma chiuse gli occhi, cercando di reprimere rabbia e lacrime, quando all’improvviso la terra sembrò crollare sotto i suoi piedi.



“AAAAAAAAAAAAHHHHHH!”
Bulma si svegliò di colpo, nella stanza del Capo-proccesore.
“Dannazione!” gridò, lanciando contro il muro la prima cosa che le capitò tra le mani. Ma che razza di incubo aveva fatto!
Vero che era solo un incubo?
Ma allora perché la terra sotto i suoi piedi stava ancora tremando, come nel sogno?
”Dio mio!” sussurrò Bulma quando ebbe finalmente realizzato ciò che stava accadendo.

- CONTINUA -


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Capitolo 6
*** Sei importante per me ***


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CYBERNICA

6° capitolo: Sei importante per me


“Non sei ancora stanco?” disse Re Yawu con il solito tono di voce indifferente.
Vegeta ansimò qualche istante prima di rispondere "Maledetta macchina! Non mi fermerò mai, a costo di consumare ogni briciola di energia..." Re Yawu si lasciò andare ad una risata spenta e senza emozione.
All'improvviso dalla sua bocca fuoriuscì uno strano liquido grigio, e alcune scintille sprizzarono fuori dalle sue articolazioni. Vegeta, che si era preparato per un nuovo attacco, si costrinse a fermarsi.
"Che ti prende?"
Il grosso robot non riusciva più a muoversi, un pezzo della sua corazza cominciò a sgretolarsi e del fumo nero usciva dalla sua testa.
"Non ridi più adesso? A quanto pare ti ho parecchio danneggiato... dopotutto non sei così indistruttibile come volevi farmi credere!" disse Vegeta, sorridendo con aria trionfante.
"N-non è... Bzzz Bzzz... colpa tua, saiyan."
Re Yawu cadde a terra, mentre il pavimento cominciava a scuotersi violentemente.
"UN TERREMOTO?" disse Vegeta, che non riusciva più a stare in piedi. Tutto cominciò a muoversi, gli oggetti nella stanza cadevano e si rompevano in mille pezzi, e gli apparecchi elettronici prendevano fuoco senza alcun apparente motivo.
"Il Capo-Processore... Bzzz... Bzzz... Il Capo-Processore si è danneggiato completamente... Aaah!" si lamentò Re Yawu, mentre Vegeta si aggrappava a lui pur di non cadere.
"Stai dicendo che se quell'aggeggio smette di funzionare..."
"...anche io smetto di funzionare." terminò per lui Re Yawu. "Aaah, che dolore atroce!"
"Non dire assurdità. Una macchina non può provare dolore!" ringhiò Vegeta, sempre tenendosi stretto al gigantesco robot disteso per terra, e facendo attenzione a non farsi colpire dai pezzi di soffitto che si staccavano lentamente sopra le loro teste.

D'un tratto sentirono il citofono suonare. Re Yawu, con uno sforzo immane, riuscì a premere un pulsante che fece scattare la serratura del portone blindato. Era Bulma.
Quando Vegeta la vide, non seppe se sentirsi sollevato o scocciato.
"VEGETA! E' SUCCESSO UN DISASTRO! IO..." Bulma si aggrappò a Vegeta con disperazione. "IO MI SONO ADDORMENTATA. NON MI SONO ACCORTA CHE... UN VIRUS! SI TRATTAVA DI UN VIRUS, AVEVO RAGIONE!"
"Ma di che diamine stai parlando?" disse Vegeta, cercando di allontanarla da sè.
Bulma prese un profondo respiro, cercando d'ignorare il fatto che la stanza le stesse crollando attorno, e spiegò. "Un virus ha intaccato il Capo-Processore. Si è espanso molto lentamente, ed ora Cybernica si sta auto-distruggendo... perchè il Capo-processore controllava TUTTO: reti idriche, corrente elettrica, mezzi di trasporto, gli elettrodomestici delle case... tutto funzionava finché il Capo-processore era attivo!"

"Sì, le cose... stanno... esattamente così.. Aaah... addio, Vegeta. Mi sarebbe... piaciuto... Bzzz Bzzz.... concludere il nostro incontro. Ah!" La luce negli occhi di Re Yawu si spense di colpo. Vegeta rimase immobile, indeciso sul da farsi, mentre Bulma si rendeva conto solo allora della presenza del gigante d'acciaio.
"Stavi combattendo contro... questo coso?" mormorò la ragazza sbigottita.
"Sì, lui è Re Yawu. Ma non sono discorsi da fare in questo momento, SCIOCCA! Dobbiamo andarcene immediatamente da questo squallido pianeta!" disse Vegeta, prendendo Bulma per mano e trascinandola via dalla stanza.

Bulma si sentì stranamente felice, oltre che confusa.
Lui la stava davvero tenendo per mano?
Sì, insieme percorrevano i lunghi corridoi del palazzo, e sebbene tutto stesse andando in pezzi... lei era felice.
"Quanto sei lenta! Di questo passo non arriveremo mai all'uscita!" si lamentò Vegeta. In effetti lui poteva correre molto più veloce di lei, che invece era già stanca dopo solo pochi metri.
"Mi... mi dispiace. Perchè... non mi porti in braccio?" azzardò Bulma, timidamente.
Vegeta rallentò il passo, non degnandola di risposta.
Ad un certo punto notarono una stanza aperta dove diverse persone ferite e mezzo sepolte dalle macerie chiedevano aiuto.
"Hai visto, Vegeta? Dobbiamo aiutarli!" urlò Bulma, cercando di lasciare la sua mano, ma la presa di Vegeta era ben salda.
"Scordatelo! Vuoi finire sepolta anche tu? Ormai l'uscita è vicina!" le gridò dietro Vegeta.
"MA NON POSSIAMO ABBANDONARLI! SEI UN ESSERE SENZA CUORE!"
"Non c'è nulla di sbagliato nel pensare che la mia vita sia più importante della loro!"
Bulma singhiozzò a quella risposta così crudele. Dopotutto cos'altro poteva aspettarsi da uno che aveva desiderato l'Immortalità? Si sentì in colpa per essere stata felice pochi minuti prima. Il suo pensiero andò a quelle persone che avevano urlato per cercare aiuto ed il suo cuore si frantumò in mille pezzi. Quel bellissimo pianeta che aveva imparato a conoscere e apprezzare stava morendo, insieme a tutti i suoi abitanti. Non poteva permetterlo!


"LASCIAMI! LASCIAMI ANDARE!"
Vegeta si fermò e guardò Bulma sbigottito. "Allora hai deciso di morire?"
"Un tempo..." cominciò lei "... un tempo anch'io credevo che la mia vita fosse più importante di tutto. Finché non ho conosciuto Goku."
Vegeta assunse la solita espressione arrabbiata, come ogni volta che sentiva quel nome tanto odiato. "Cosa centra adesso Kakaroth?!"
"Lui mi ha insegnato che bisogna lottare, non solo per coloro che si amano ma anche per chi ancora nemmeno conosciamo..." disse Bulma tenendo lo sguardo fisso su quello del saiyan, che non sembrava ancora intenzionato a lasciarla andare.
"Le solite assurdità terrestri! Tu e tutti i tuoi amichetti siete ridicoli con tutte le vostre sdolcinerie. Mi date il voltastomaco!" la voce di Vegeta era diventata stridula e la sua presa su di Bulma sempre più stretta.
"Ti prego... Vegeta... Lasciami andare... Ti prego!" la ragazza si sciolse in lacrime.
"Ma non capisci? La tua vita è più importante della loro, sai che è così!" urlò Vegeta sentendosi ferito nel vederla piangere.
"No, nessuna vita vale più di un'altra, la mia vita non è più importante della loro!" protestò Bulma, disperata.
"MA LO E' PER ME!" gridò Vegeta.
Rimasero a lungo in silenzio, a fissarsi l'un l'altro come se si stessero vedendo per la prima volta, mentre attorno a loro tutto tremava, tutto cadeva, tutto si distruggeva.
Bulma non riusciva a capire, credeva di aver sentito male perchè non era possibile che Vegeta ammettesse che qualcuno fosse importante per lui... Che LEI fosse importante per lui.

"AIUTATEMI! SONO QUI! AIUTO!"
La voce di Mabell li chiamava da poco lontano. Bulma singhiozzò un'ultima preghiera verso Vegeta, che alla fine si arrese e lasciò la sua mano.
"Va pure, io però troverò l'uscita e me ne andrò senza di te!" Le sputò contro con disprezzo.
Bulma annuì e si voltò di corsa verso la direzione in cui aveva sentito la voce della sua amica.

- CONTINUA -


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Capitolo 7
*** Un Triste Addio ***


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7° capitolo: Un triste addio

Note dell'autrice: Mano ai fazzoletti, gente. Vi dico solo che io ho pianto mentre scrivevo U_U'''
Recensite, recensite, recensite! *-*


“MABEEEEEEEEEEEEELL!!”
Bulma correva a perdifiato e col cuore in gola. La sua amica era in pericolo e non riusciva a trovarla, nonostante gridasse il suo nome con tutto il fiato che aveva in corpo. Perchè non rispondeva?
Che fosse morta?
"MABELL! DOVE SEI? MABELL!"
Il suo sguardo cadde su un cumulo di pietre e pezzi di ferro che si muovevano, e suppose che ci fosse qualcuno incastrato dentro. Si avvicinò lentamente, mormorando "Mabell... sei tu?"
Si chinò in ginocchio e cercò di spostare una lastra di ferro molto pesante. Il suo cuore batteva all'impazzata, sia per le parole dette da Vegeta qualche minuto prima, sia per la paura di non riuscire a ritrovare la sua amica. Usò tutte le forze possibili per spostare la lastra, e finalmente riuscì a intravedere il volto di Mabell, sanguinante e pallido. Scavò con più foga, col viso rigato da lacrime salate. Riuscì ad estrarre la ragazza, ma notò che aveva un aspetto terribile.
"Mabell! Ti prego, parlami... Dimmi che stai bene. Dimmi che resterai con me..."
Mabell aprì piano gli occhi, e con voce debole riuscì a dire "Grazie. Anche se ci conosciamo da poco... io ti ho voluto molto bene, Bulma. Non dimenticarti mai di me, amica mia..."
Bulma la strinse a sé, cercando di non farle male nei punti in cui era ferita. "Non dire niente. Ti salverò... Parleremo ancora di ragazzi, insieme... ripareremo computer dispettosi e... ti porterò a fare una gita sulla Terra. Ti piacerà la Terra, Mabell! Ma tu, ti prego, non te ne andare!"
La terrestre si tolse freneticamente il camice da scienziata e cercò con esso di tamponare le ferite, ma il sangue continuava ad uscire copiosamente.
"Bulma... prendi il mio medaglione. Voglio che lo tenga tu, come mio ricordo."
"NOOO! Non lo voglio! Voglio che resti in vita! Tieni duro, sono certa che Akarion è da qualche parte a cercare un dottore..." Bulma si guardò attorno, chiedendosi dove fosse finito il fidanzato di Mabell in un momento come quello.
"Akarion... non verrà." mormorò Mabell, sfilandosi dal collo il ciondolo con il medaglione della sua nonna e porgendolo a Bulma, debolmente. Lei lo strinse tra le mani non riuscendo a dire altro, soffocata dalle lacrime.
"Ti prego... Digli che lo perdono. E che l'ho sempre amato..."
Dopodichè Mabell chiuse gli occhi per sempre.

*********************************************************

Vegeta raggiunse l'uscita non facilmente: molte strade erano state bloccate da macigni, ed era stato più volte sul punto di perdersi tra le fiamme dei continui incendi nel palazzo. Quando finalmente vide la luce però, non riuscì comunque a sentirsi sollevato. Il pensiero di tornare sulla Terra senza Bulma era un peso terribile sul cuore, non gli dava pace. Si guardò alle spalle nella speranza di vederla spuntare da un momento all'altro dietro al fumo che copriva l'ingresso.
In effetti qualcuno c'era, là dietro, ma la sua aura non era quella della ragazza... Era un'aura malvagia.

CLAP! CLAP! CLAP!
Qualcuno stava applaudendo in sua direzione. Vegeta socchiuse gli occhi, cercando di capire chi si stesse prendendo gioco di lui, e solo quando le nubi si furono diradate, vide il giovane Akarion.
"Complimenti. Complimenti davvero, Vegeta! Sei riuscito a tener testa a Re Yawu per diverse ore... Molti hanno gettato la spugna solo dopo qualche minuto."
Vegeta si chiese come quel ragazzo potesse essere tanto tranquillo e spensierato in un momento come quello. "Non era granché, il tuo sovrano. Ma, nel caso non te ne fossi accorto, il tuo dannato pianeta si sta spaccando in due! Dimmi dove sono le navicelle, voglio andarmene da questo posto!"
Akarion continuò a sorridere, irritando ulteriormente il saiyan. "Anche le navicelle sono collegate al Capo-Processore. Ormai non funzioneranno più, quindi... Morirai con Cybernica, Vegeta. Moriremo tutti!" e così dicendo, scoppiò in una risata folle.
"OH, TI SBAGLI! SOLO TU MORIRAI... ADESSO!" fece Vegeta perdendo la pazienza e scagliandosi contro l'alieno.
"Cosa... credi di fare, eh? Hai consumato tutte le tue energie nel combattimento con Re Yawu, sei troppo debole per avere la meglio su di me" disse Akarion, schivando velocemente i colpi dell'avversario, e continuando a ridere di gusto.


******************************************

Non sapeva come era riuscita a trovare l'uscita, ma ce l'aveva fatta. Nonostante si sentisse troppo stanca e troppo triste per fare una qualsiasi cosa, e nonostante la vista offuscata dalle lacrime le aveva impedito di vedere dove andava, Bulma si era messa a correre.
Inizialmente aveva pensato di restare con Mabell, di non lasciarla sola. Di morire con lei.
Poi le parole che lei e Vegeta si erano scambiati minuti prima le tornarono in mente, riaccendendo una speranza che sembrava essere svanita.

"Ma non capisci? La tua vita è più importante della loro, sai che è così!"
"No, nessuna vita vale più di un'altra, la mia vita non è più importante della loro!"
"MA LO E' PER ME!"

E così aveva corso, con tutta la disperazione e la speranza che aveva in cuore.
Finché non aveva visto Vegeta e Akarion battersi.
*Perchè stanno combattendo in un momento come questo?* Stava per andare incontro ad Akarion per suonargliene quattro: non gli avrebbe mai perdonato il fatto di aver lasciato Mabell da sola nel momento della sua morte. Ma si fermò, nascondendosi dietro a quel che restava di un muro, quando udì delle parole che le lacerarono il cuore.



- Continua... -

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Capitolo 8
*** Giù la maschera! ***


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8° capitolo: Giù la maschera!


"Arrenditi, Vegeta! Sei destinato a restare su questo pianeta... sei un condannato, come lo sono tutti. Come lo sono stato io per tutti questi anni!"
"SEI STATO TU A PROVOCARE TUTTO QUESTO, VERO? DIMMI... E' COSI?" urlò Vegeta, capendo finalmente come erano andate le cose.
"Diciamo solo che... questo è il momento che aspettavo da anni!" Akarion rise più forte, sotto lo sguardo impietrito di Vegeta e quello disgustato di Bulma. Poi riprese a parlare.
"Ho sempre odiato questo pianeta e la sua gente... Col passare degli anni si sono sempre più convinti che la tecnologia e quei dannatissimi computer fossero la giusta via per una vita felice e agiata. Nonostante io fossi l'erede del vecchio Re di Cybernica, LORO HANNO PREFERITO DARE PIENO POTERE AD UNA MACCHINA! HANNO DECISO DI ESSERE GOVERNATI DA UN GROSSO ROBOT SENZA ANIMA, INVECE CHE INCHINARSI ALLA MAGNIFICENZA DEL LORO PRINCIPE!"
"Questo è matto..." commentò Vegeta, sottovoce.
"Nonostante i miei sudditi avessero deciso di tradirmi in questo modo, io... CON LA MIA BONTA' E LA MIA GRANDEZZA, ho fatto in modo di liberarli dal paradiso artificiale in cui si erano rifugiati. L'ho distrutto! Ho studiato il mio piano nei minimi dettagli... Sono venuto in possesso dell'Antivirus del Capo-Processore e l'ho disattivato... AH! IL CAPO-PROCESSORE! CATTIVA, CATTIVISSIMA IDEA DAVVERO quella di dare ad un computer tanto potere. Non ci si può affidare ad una macchina in questo modo, non ti pare?"
 

Bulma, rannicchiata nel suo misero nascondiglio, pianse lacrime amare e si sentì perdutamente infelice.
Improvvisamente le tornarono alla mente alcune frasi che Mabell aveva detto...
"Se non possiamo fidarci di un computer, significa che non possiamo fidarci di nessuno"
"Ti prego... Digli che lo perdono...."
*Oh, Mabell! Tu sapevi tutto... Sapevi che Akarion tramava alle tue spalle! Mi dispiace! Mi dispiace così tanto... Io so cosa significa sentirsi traditi.* pensò Bulma, stringendo al petto le ginocchia e immaginando che Yamcha, in quel momento, se la stava spassando con qualche sexy top-model mentre lei era lì, a rischiare la vita nel più grande terremoto mai visto.

Pianse ancora un po', finché la rabbia non prese il sopravvento sulla delusione. Si alzò in piedi di scatto e si mostrò ai due combattenti gridando "AKARIOOON!"
Akarion si voltò immediatamente sentendosi chiamare per nome, e quando vide Bulma strinse gli occhi minacciosamente. Vegeta invece non si voltò a guardarla, non voleva perdere di vista il suo avversario; gli bastava sentire la sua voce e sapere che stava bene.
"SEI UNO SPORCO TRADITORE! HAI UCCISO MABELL, HAI UCCISO L'UNICA PERSONA CHE TI AMAVA VERAMENTE!"
Akarion parve sussultare alla notizia della morte della ragazza, ma il suo volto non tradiva alcuna emozione mentre rispondeva "Ti sbagli... Lei non amava me, ma la maschera che ho indossato per tutto questo tempo. La maschera che nascondeva la mia reale natura, allo solo scopo di rubarle il medaglione e disattivare l'antivirus..."
"STUPIDO! LEI AVEVA CAPITO TUTTO E SAPEVA QUELLO CHE STAVI TRAMANDO! MA TI AMAVA TROPPO PER POTERLO ACCETTARE!" ribatté Bulma e, a quelle parole, Akarion cominciò a tremare.
"No... Non poteva saperlo... Se lo avesse saputo non sarebbe mai stata al gioco... Non è possibile. SEI UNA BUGIARDA! NON SEI ALTRO CHE UNA SPORCA BUGIARDA! MUORIII!!!!"
Akarion drizzò le braccia corazzate e le puntò contro Bulma, sparando due razzi ad una velocità tale che neppure Vegeta riuscì a reagire. 

"DONNA!" urlò il saiyan quando vide Bulma cadere a terra con un balzo, dopo essere stata colpita. Si accorse che il suo camice non era più bianco, ma ricoperto di sangue.
Sentì montare la rabbia come mai ne aveva provata in vita sua; si voltò verso Akarion e concentrò tutte le sue energie in un'unica sfera di energia.
Fu solo un attimo, ma in quel momento gli occhi di Vegeta cambiarono colore dal nero all'azzurro, e i suoi capelli si tinsero di biondo... Solo per un istante aveva raggiunto lo stadio di Super Saiyan, pur non essendone conscio. La sfera colpì Akarion in pieno petto con una fortissima esplosione, disintegrando lui e la sua armatura.
"Hai avuto quel che meritavi..." disse Vegeta sputando a terra e ansimando pesantemente per lo sforzo che aveva appena richiesto al suo fisico.

 

Si trascinò lentamente verso il corpo inerme di Bulma, non potendo credere che fosse morta.
"Stupida donna..." disse chinandosi su di lei e prendendola tra le braccia. "Maledetta, stupida e debolissima donna! COME SI PUO' MORIRE COSI? TU NON PUOI MORIRE COSI!" gridò affondando il viso contro i suoi morbidi capelli azzurri.
"Non preoccuparti, Vegeta. Io... credo di stare bene!"
L'uomo balzò all'indietro come se avesse appena visto un fantasma. "Tu?! Sei viva?"
Bulma si alzò in piedi, scrollandosi la polvere di dosso e dicendo "Sì, i razzi di Akarion non mi hanno colpito, mi hanno solo sfiorato. Che fortuna, vero?!"
Vegeta la fulminò con lo sguardo, sentendosi un idiota "Ma questo non ha senso! Sei ricoperta di sangue!"
Il viso di Bulma si rabbuiò "Questo... non è il mio sangue."
Si morse il labbro inferiore e strinse il medaglione che portava al collo. Il medaglione di Mabell.
"Devo andare!"
Vegeta incrociò le braccia al petto, offeso e arrabbiato. "Che hai intenzione di fare ora?"
"Fermare tutto questo, ovviamente. Vieni con me?" disse Bulma, sorridendogli dolcemente.
"N-no. Va' dove ti pare, io cercherò una navicella per scappare da questo postaccio. Mi sono veramente scocciato di perdere tempo qui!"
Bulma gli voltò le spalle e prima di allontanarsi disse "Scappare, eh? Il principe dei saiyan che scappa di fronte alle difficoltà! Non lo avrei mai detto..."
"Taci!" gridò Vegeta, sempre più infuriato, e guardò la ragazza allontanarsi di corsa verso l'ingresso semidistrutto del palazzo.


- Continua -

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Capitolo 9
*** Un imprevisto ***


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9° capitolo: Un imprevisto

Vegeta raggiunse la pista di atterraggio dove Jew aveva parcheggiato il disco volante con cui erano arrivati su Cybernica. Vide diverse navicelle, tutte simili tra loro e... tutte che andavano a fuoco.
"Dannazione! Anche questi aggeggi sono collegati al computer centrale!" Vegeta era veramente furioso, ma non solo per il fatto che non poteva andarsene dal pianeta...
"Scappare, eh? Il principe dei saiyan che scappa di fronte alle difficoltà! Non lo avrei mai detto..."
Le parole di Bulma continuavano a rimbombargli in testa come colpi di cannone, ferendolo più di quanto non avesse fatto Akarion in battaglia.
Akarion.
Solo ora Vegeta realizzava quanto lui e il ragazzo si assomigliassero: due principi senza più regno, entrambi feriti nell'orgoglio, entrambi pazzi di rabbia, entrambi abbastanza forti e crudeli da distruggere un intero pianeta. Stranamente, per qualche misterioso motivo, questa somiglianza con Akarion lo disgustò.

Vegeta lanciò uno sguardo al palazzo del Capo-Processore, che cadeva rovinosamente a pezzi davanti ai suoi occhi. Non riusciva a darsi pace: davvero era così vigliacco da voler scappare? Se le navicelle fossero state funzionanti Lui DAVVERO sarebbe tornato sulla Terra in tutta tranquillità?
E soprattutto... possibile che quella terrestre, così debole fisicamente, avesse dimostrato di avere più fegato di lui? Sì, Bulma aveva coraggio da vendere, concluse Vegeta con un lieve sorriso.
*O forse non è coraggio, ma stupidità!* pensò stringendo un pugno ed immaginando il bellissimo volto di Bulma ricoperto di cenere e sangue. *Non m'importa! Se la caverà... E' sfacciatamente fortunata! Non si è nemmeno fatta male quando gli hanno sparato due razzi a sorpresa* cercò di auto-convincersi.
Improvvisamente ricordò come si era spaventato quando Akarion l'aveva attaccata: perchè aveva reagito con così tanta disperazione? Significava che provava qualcosa per lei?
"No! Questo è assurdo! Non può essere..." disse Vegeta, riprendendo a cercare una navicella che lo portasse immediatamente lontano da Lei.
Ma in cuor suo già sapeva. Lui amava tutto di Lei.
 

****************************************************


Intanto, nei corridoi semi-distrutti del palazzo, Bulma correva alla ricerca della sala del Capo-Processore. Ricordava vagamente come raggiungerla, ma il fumo e le fiamme le rendevano le cose più difficili. Era esausta, disperata e amareggiata, eppure non si dava per vinta: sapeva che poteva ancora fare qualcosa per salvare quel pianeta che tanto le era piaciuto sin dall'inizio.
Mentre correva intravide due persone che cercavano di trascinare via un grosso robot. Bulma si fermò e richiamò la loro attenzione. "EHY! COSA FATE? ANDATE VIA DA QUI, STA PER CROLLARE TUTTO!"
Uno dei due alieni le rispose da lontano. "E' il nostro Re. E' Re Yawu. Non possiamo lasciarlo qui, dobbiamo ridargli la vita!"
Bulma si sentì immensamente infelice: forse si poteva ridare energie ad un robot, ma non si poteva fare nulla per riportare in vita la sua amica Mabell. Con un cenno della mano salutò i due individui, dicendo "Spero che ci riusciate... Io sto andando alla stanza del Capo-Processore perchè credo di sapere come fermare tutto questo!"
I due alieni le rivolsero un sorriso radioso e pieno di speranza.

Finalmente, dopo diversi minuti passati a tossire e piangere, la vide: della sala del Capo-Processore non era rimasto che un cimitero di polvere e macerie. Bulma si fece strada all'interno della stanza, stando attenta a non ferirsi con pezzi di lamiera e di vetro che erano sparsi ovunque, fino a raggiungere la tastiera di Mabell.
Notò subito, in una delle tante pareti del computer, una fessura che aveva la stessa forma e grandezza del medaglione che portava al collo. Bulma se lo slacciò di dosso con così tanta fretta da farlo sbadatamente cadere a terra. "Ah! Devo stare calma, qui è in gioco la vita di un intero pianeta! Ce la puoi fare, Bulma!" si disse la ragazza, raccogliendo il medaglione e incastrandolo sulla parete.
All'improvviso sulla grande schermata fumante del Capo-processore apparve, a caratteri cubitali, la scritta "INSERIRE PASSWORD PER ATTIVARE CYBERANTIVIRUS"
"NOOOO! Questo Mabell non me lo aveva detto! Ed ora come faccio?" Bulma si mordicchiò le unghie delle dita, cercando una soluzione. Prese a digitare le parole più disparate: provò con AKARION, AMORE, CYBERNICA, MABELL, NONNA e tutto quello che poteva in qualche modo essere collegato alla sua amica.
Era così concentrata nel trovare la giusta password da non accorgersi di un grosso pezzo di soffitto che si stava sgretolando sotto di lei. Probabilmente le avrebbe fracassato la testa se LUI non fosse intervenuto. Vegeta si era infatti interposto tra Bulma e il macigno, salvandola da morte certa.
 


- Continua -

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Capitolo 10
*** L'unica cosa che ci resta ***


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CYBERNICA

10° capitolo: L'unica cosa che ci resta

Bulma fu così sorpresa quando si voltò e capì ciò che aveva rischiato, da non riuscire quasi più a respirare.
Vegeta buttò a terra il macigno con la stessa leggerezza con cui ci si libera di un pezzetto di carta, dopodichè prese a rimproverare Bulma.
"Prima con i razzi, ora con il soffitto. Ci tieni così tanto a lasciarci le penne, razza di sciocca?!"
"Riesci sempre a sorprendermi, Principe dei Saiyan" disse Bulma, tutto d'un fiato.
Le piaceva il modo in cui la stava guardando, con un'intensità ed un magnetismo tali da farle tremare le gambe.
"Non fraintendere. Non sono tornato indietro per te, se è questo che pensi... Solo che non ho trovato navicelle funzionanti, sono tutte fuori uso e non ho potuto lasciare questo postaccio" si difese Vegeta, imbarazzato.
"Magari quello che dici è vero, ma io preferisco pensare che sei tornato a salvarmi, come un vero eroe... Mi darai della stupida come al solito, ma non smetterò mai di sperare che ci siano tante cose buone da scoprire in te."
Vegeta borbottò qualcosa di molto simile a un "Non ci sperare troppo", quando d'improvviso Bulma si voltò velocemente, chinandosi sulla tastiera.

"Ma certo... Speranza! Potrebbe essere questa la password!"
"Di che parli? Quale password? E cos'è la speranza?" Vegeta rimase a guardarla, confuso.
"La Speranza è l'esatto opposto della rassegnazione. E' cercare sempre una motivazione per ricominciare o per andare avanti... La speranza è la Luce. E' quel qualcosa che ci aiuta a vivere pensando che domani sarà più bello di oggi." disse Bulma battendo la parola "HOPE" sulla tastiera. "La speranza è l'unica cosa che ci resta." concluse premendo il tasto di avvio.
Rimasero qualche istante in silenzio, attendendo il verdetto del computer. Bulma ripensò a Mabell, al dolore che la scoperta della vera natura di Akarion le aveva potuto dare. Forse riusciva ad andare avanti e a guardarlo in faccia solo grazie alla Speranza che forse, un giorno, sarebbe cambiato e l'avrebbe amata veramente.
L'antivirus si attivò all'istante e in breve tempo la terra smise di tremare. Bulma esultò, gettandosi al collo del saiyan e baciandolo sulla guancia. "CE L'ABBIAMO FATTA! Grazie, Vegeta..."
Lui rimase immobile non sapendo che fare: allontanarla da sé o prenderla e farla sua per sempre?
Ma fu Bulma a decidere per lui, giacché perse i sensi e svenne tra le sue braccia.

****************************************************

Bulma passeggiava in un bellissimo campo ricoperto di fiori. Stavolta al suo fianco non c'era Yamcha bensì un'altra persona. Quando la ragazza si chinò a raccogliere una margherita e cominciò a staccare i petali dal fiore, una voce familiare, roca e sensuale, disse ”Non hai bisogno di fare questi giochetti... Sai benissimo cosa penso di te.”
”Cosa? Cosa pensi di me? Di noi due?” mormorò Bulma, alzando solo in quel momento lo sguardo e incrociando quello di Vegeta.
Lui la prese tra le braccia, stringendola appassionatamente a sé. "Ecco quello che penso" sussurrò ad un suo orecchio, facendola rabbrividire di desiderio.
Le loro labbra si incontrarono in un lungo bacio che suggellò l'intensità del loro amore. Vegeta le bisbigliò dolci parole, baciandole gli occhi, le guance, il collo e poi ancora le labbra, mentre attorno a loro soffiava un vento gentile e profumato.


Quando riaprì gli occhi, Bulma pensò di avere la febbre: tutto il suo corpo scottava per il sogno passionale appena avuto, e il suo cuore batteva furiosamente sul petto.
"Mio Dio! Mi chiedo solo se Vegeta sappia baciare bene come nei miei sogni... AAAAH!! CHE PENSIERI ASSURDI MI VENGONO IN MENTE! Devo essere diventata una pervertita, insomma!"
Solo quando si fu calmata un po', si accorse di ritrovarsi in una lussuosa ma fredda camera da letto, e che era sdraiata su un letto morbido e spazioso. Ricordò, con non poca vergogna, di essere svenuta come una mocciosa addosso a Vegeta. "Che figura che ho fatto! Volevo dimostrarmi forte e tenace ed invece ero troppo esausta persino per reggermi in piedi!" disse ad alta voce.


Si alzò dal letto debolmente e si avvicinò ad una larga finestra. Lo scenario che le si presentò davanti agli occhi era a dir poco apocalittico: case distrutte, strade sporche e macchine fumanti, e centinaia di persone che si affaccendavano a recuperare corpi senza vita.
Bulma portò una mano alla bocca, soffocando un urlo, e ben presto il suo volto si bagnò di lacrime mentre si chiedeva se qualcuno era riuscito a tirar fuori dalle macerie anche il corpo di Mabell...
Sobbalzò quando sentì bussare alla porta.
"A-avanti!" disse la ragazza, asciugandosi il volto con le maniche del vestito. Un ragazzo entrò nella stanza, e si presentò a lei con un leggero inchino. "Buongiorno, spero che tu abbia dormito bene nel castello di Re Yawu." Dietro di lui comparve anche Vegeta, più cupo e minaccioso che mai. "E c'è da chiederlo? E' da due giorni che ronfa senza ritegno!"
"DUE GIORNI?!" gridò Bulma, incredula.
"Già! Non sai quanto mi sono rotto di stare in questo schifo di posto per causa tua. Devo ritornare ai miei allenamenti al più presto. Sto perdendo un mucchio di tempo prezioso!" si sfogò Vegeta, ringhiandole contro.
"NON E' COLPA MIA SE NON CI SONO NAVICELLE FUNZIONANTI! SEI UNO ZUCCONE, NON HAI UN MINIMO DI SENSIBILITA'!"
"VUOI VEDERE COME RISOLVO I PROBLEMI DI QUESTA GENTE? LI FACCIO SALTARE TUTTI IN ARIA COSI NON DOVRANNO PIU' AFFATICARSI A RICOSTRUIRE IL PIANETA!"


L'alieno guardò Bulma e Vegeta urlarsi di tutto e di più, poi tentò di calmarli come meglio poté "Vi prego, la vostra navicella sarà pronta a breve, ma smettetela di litigare!"
Bulma si scusò; Vegeta invece gli diede le spalle incrociando le braccia.
"Inoltre... domani ci sarà una grande festa in vostro onore. Non vi ringrazieremo mai abbastanza per quello che avete fatto!" continuò il ragazzo.
"Oh, una festa! Non dovevate..." disse Bulma gonfiandosi di orgoglio.
"Devo chiederti una cosa, signora..."
"Io non sono una Signora! Sono una signorina, non vedi che avremo più o meno la stessa età, io e te?" fece Bulma offesa, pur sapendo di essere molto più avanti con l'età del giovane alieno.
"Scusami... Ecco, vedi, io mi chiamo Bramel e sono il fratello di Mabell. E sono anche l'unica persona oltre a lei e ad Akarion a conoscere la password per attivare l'Antivirus."
Bulma si sedette sul letto dicendo "Mi dispiace per tua sorella... Eravamo diventate amiche, sai?"
"Quindi è stata lei a rivelarti la password?" disse Bramel con tono indagatore.
"No, niente affatto. Diciamo che ho... tirato ad indovinare!" fece Bulma, con un dolce sorriso "Non volendolo è stato Vegeta a suggerirmi l'idea. Speranza... che bella parola, piena di significato."
Bramel sorrise a sua volta, e disse "Sì, è stata Mabell a sceglierla. Io ero contrario, ho sempre pensato che la speranza non fosse altro che un' illusione dolorosa. Ma ora, grazie a voi Terrestri, ho capito che senza Speranza non è possibile vivere. Ci sarà da lottare per ricostruire ciò che è andato distrutto, e ci sarà da piangere e penare per le persone care che abbiamo perso, ma finché vivremo l'unica cosa che ci darà la forza sarà la Speranza... Insieme ad un'altra parola, che farà anche da nuova password al Capo-processore. Una parola affascinante e qualificante, attraente e spaventosa, liberante e risolutiva: il Perdono."


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Capitolo 11
*** Discorso ai superstiti ***


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11° capitolo: Discorso ai superstiti

Il sole di Cybernica era caldo e luminoso. Nel cielo rosa, che le ricordava vagamente i cieli della Terra, non c'erano nubi e, per un momento, Bulma dimenticò tutte le sue preoccupazioni.
"Era ora che arrivassi!" disse Vegeta alle sue spalle, facendola spaventare.
"Ah! Mi hai fatto prendere un colpo! Uff, so di averci messo un sacco di tempo ma non sapevo che abito indossare! Gli abitanti di questo pianeta hanno dei vestiti orrendi e nessun gusto in fatto di moda" si lamentò la ragazza. "Alla fine ho optato per l'unico abito che non aveva microchip e fili elettrici. Questo!" Bulma fece un giro su sé stessa, con vanità, ma il volto di Vegeta rimase la solita maschera di arroganza e indifferenza.
*Dannato Vegeta, potrebbe almeno farmi un complimento ogni tanto!* pensò Bulma, mettendo il broncio.
"Ora apri bene le orecchie: questa stupida festa che hanno organizzato in nostro onore non mi interessa affatto. L'unica cosa che voglio è andarmene di qui, e riprendere al più presto gli allenamenti nella Gravity Room. Sono certo che Kakaroth si sta allenando molto più di me, senza inutili distrazioni..." ringhiò Vegeta, minaccioso.
Bulma sospirò, cercando di stare calma e di non urlargli contro come ogni altra volta. "D'accordo, Vegeta. Appena la festa sarà finita partiremo immediatamente per la Terra, promesso!"
"Guarda che tu puoi anche restare qua. Non sei obbligata a tornare con me!" disse Vegeta, sprezzante. "Credevo che questo pianeta ti piacesse, no? Restaci. Così non ti avrò più in mezzo ai piedi... Non so come ho fatto a sopportarti per tutto questo tempo!"
Stavolta Bulma non riuscì a trattenersi, esplodendo di rabbia. "CHE TI PIACCIA O NO TU MI AVRAI SEMPRE IN MEZZO AI PIEDI! IMBECILLE, NON CAPISCI UN ACCIDENTI DI NIENTE!"

"Vedo che siete pronti, vogliamo andare?" La figura robusta e corazzata di Jew li venne incontro, con le braccia allargate ed un sorriso di sincera ammirazione. "C'è un sacco di gente che vi sta aspettando!"
"Andiamo!" fece Bulma con voce stridula, mentre il fumo le usciva dal naso e dalle orecchie per il nervoso. Mentre si avviavano verso la piazza centrale, allestita per l'occasione con bandiere e drappi multicolore, Vegeta non riusciva a togliere gli occhi da Bulma: non era rimasto indifferente al suo splendore, come aveva voluto farle credere. Lei indossava una gonna vaporosa e ricoperta di pizzi dorati, ed uno stretto corsetto nero che metteva in risalto il suo seno. Vegeta non lo avrebbe mai ammesso, ma pensava che Bulma fosse assolutamente perfetta.

****************************************************

Quando arrivarono a destinazione, tutti i presenti si inchinarono con il più profondo rispetto davanti ai due. Bulma era al colmo dell'imbarazzo "Cielo! Non posso credere che si inchinino a noi come dei sudditi!"
"Figurati! Credi davvero che lo facciano per devozione? Hanno solo paura di me e non vogliono fare la stessa fine di Akarion" rispose Vegeta con la solita pungente ironia.
Jew accompagnò i due verso delle morbide sedie imbottite, che avevano tutto l'aspetto di due troni. Bulma si rilassò e si appoggiò allo schienale, lanciando uno sguardo furtivo a Vegeta: notò immediatamente l'aria malinconica e infelice che aleggiava nel volto del saiyan. Cosa gli stava succedendo?
I suoi pensieri vennero interrotti quando, con sua gran sorpresa, sentì un forte incedere di passi robotici.
"RE YAWU!" disse Bulma, riconoscendolo subito. Jew le si affiancò e le bisbigliò a bassa voce "Non è stato facile ripararlo. Era gravemente danneggiato quando lo hanno recuperato dal palazzo, ma ora è ritornato in splendida forma..."
Bulma annuì e prestò massima attenzione quando capì che Re Yawu si stava preparando a fare un discorso.

"Miei cari amici, il virus che ha colpito il Capo-Processore rappresenta una tragedia spaventosa.
Mai, nella storia di questo pianeta, siamo stati bersaglio di un attentato di tale ampiezza e violenza. Akarion ha sbagliato ed ha pagato, ma ora noi NON siamo qui per manifestare la nostra inquietudine e la nostra rabbia. Siamo qui per rivolgere i nostri pensieri d'amore a tutte le vittime, alle loro famiglie e ai loro congiunti. Perchè ciò che è accaduto ci riguarda tutti, e ci avrebbe coinvolti con maggiore orrore se queste due persone, venute dalla Terra per aiutarci, non avessero compiuto un vero e proprio miracolo salvando Cybernica dall'autodistruzione. Con questa festa vogliamo ringraziarli per ciò che hanno fatto, ma io voglio anche ricordare una cosa a tutti voi qui presenti: la prossima volta potrebbe non accorrere nessuno a salvarci; la prossima volta, se mai ci sarà un'altra tragedia simile, dovremmo essere noi a dimostrare la nostra forza, il nostro sangue freddo, la nostra determinazione. Ci aspettano giorni difficili, c'è tanto da rifare, da ricostruire, da aggiustare... ma insieme ce la faremo. Grazie!"

L'intervento del Re venne approvato con scoscianti applausi ed una grande commozione collettiva. Anche Bulma si ritrovò a fissare la folla con gli occhi lucidi ed il cuore gonfio di emozione, e l'unico che sembrava scocciato e disgustato era Vegeta. "Tutto questo è ridicolo! Non avevo mai sentito un robot parlare di rabbia, inquietudine, amore. Voglio dire... E' UNA MACCHINA! Non può provare queste cose!"
Bulma rifletté un attimo sulle parole di Vegeta, dopodichè rispose "Che importanza ha? Erano delle parole bellissime..."
La festa andò avanti nel migliore dei modi: ci furono balli, canti, discorsi strappalacrime, fuochi d'artificio e cibo a volontà. Vegeta se ne rimase tutto il tempo fermo sul suo trono a mangiare i manicaretti cybernicani, ed ogni tanto si perdeva a guardare Bulma, che rideva e ballava felice in mezzo alla folla. Inoltre tutti lo trattavano con cordialità e gentilezza, e riceveva continuamente complimenti e ringraziamenti a cui non sapeva come rispondere se non con bassi grugniti.


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Capitolo 12
*** La Teoria di Bulma ***


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12° capitolo: La Teoria di Bulma

"Che bello, era da secoli che non mi divertivo così!" disse Bulma mentre si sedeva nel suo trono, con il respiro leggermente affannato per tutti i balli in cui era stata coinvolta.
"Io invece sono sazio e stanco!" grugnì Vegeta alzandosi dal suo posto.
"Ma... dove vai?" chiese Bulma, rattristandosi.
Vegeta non le rispose e semplicemente abbandonò il suo posto, ma a Bulma non era sfuggito quel suo sguardo vuoto. *Quanta tristezza nei suoi occhi... E' da quando siamo arrivati qui che ha quell'espressione infelice* pensò, alzandosi a sua volta e seguendolo.

La strada che Vegeta aveva imboccato era deserta, poiché tutti erano andati alla festa in piazza, ed il saiyan si accorse subito dei passi silenziosi dietro di sé.
"Che vuoi? Lasciami in pace, donna!"
La ragazza ridacchiò imbarazzata "Riesci sempre a scoprirmi, eh! Credimi, non voglio infastidirti. Voglio solo sapere cosa ti è preso all'improvviso..."
Vegeta si fermò, senza tuttavia voltarsi. "Non credo siano affari che ti riguardino. E ora sparisci!"
Ma Bulma non si diede per vinta, e gli si avvicinò ancora un po', dicendo "Ok, se non vuoi dirmelo cercherò di scoprirlo da sola. Sono riuscita ad indovinare una segretissima password e vuoi che non riesca ad indovinare i tuoi pensieri?"
Gli toccò delicatamente la spalla cosicché lui si voltasse a guardarla, e con il suo tono di voce più dolce disse "Sei triste perchè tutta questa gente ti ha ricordato il tuo pianeta. Il pianeta che è andato distrutto da Freezer, il pianeta in cui ora governeresti se la tua gente esistesse ancora. Sei un principe senza regno, ed è questo che ti fa stare male... Ho indovinato?"
Vegeta distolse lo sguardo dal suo, dicendo "Sei fuori strada. Della mia gente non m'importa affatto! Ragiona... potrei ricreare il pianeta Vegeta con le sfere del drago, eppure l'idea non mi ha mai sfiorato la mente!"
Bulma si tirò indietro, un po' delusa. "Oh... Allora, se non sei giù per questo, per cos'altro è?"
"E' l'ammirazione che sto ricevendo a darmi sui nervi, a confondermi. Queste persone mi ringraziano e mi trattano da Re, e non mi temono! Non hanno paura di me! Perchè? Nel pianeta Vegeta venivo trattato allo stesso modo, ma riconoscevo subito negli occhi dei miei sudditi la loro PAURA, e non il loro rispetto. Erano gentili con me solo perchè sapevano che, se non lo fossero stati, li avrei uccisi."
Bulma rimase in silenzio ad ascoltare il suo sfogo, e Vegeta continuò, parlando più con sé stesso che non con lei. "Mi sto rendendo conto ogni giorno di più che sto cambiando. Non incuto più timore perchè mi sto rammollendo come quell'imbecille di Kakaroth! Ecco perchè!"


Vegeta le diede nuovamente le spalle, desiderando solo che lei se ne andasse, ma a Bulma venne in mente qualcosa per ridargli coraggio.
"Io non credo che tu ti stia rammollendo, Vegeta. Ti ho visto, sai? Diventare Super Saiyan, intendo!"
"CHE COSA?!" Vegeta si voltò di scatto e si precipitò da Bulma, afferrandola per le spalle "MI STAI PRENDENDO IN GIRO?"
Bulma lo guardò stranita "Ma allora non te ne sei accorto!" Poi sorrise, lieta di dargli una così bella notizia. "Vedi, quando Akarion mi ha colpita con i razzi, ho visto... solo per un attimo, però... i tuoi capelli diventare biondi, come Goku quando si trasforma in Super Saiyan!"
Vegeta rimase di stucco, ma un sorrisino trionfante gli si dipinse presto in volto. "Quindi ci sono andato vicino. Mi sono quasi trasformato!" Ricordò con quanta rabbia aveva visto cadere Bulma a terra, e ricordò anche l'incredibile energia che aveva usato per uccidere Akarion.
"Ormai sei forte almeno quanto Goku. Quindi non abbatterti... Venire su questo pianeta è stato un buon allenamento per te, tutto sommato!" disse Bulma con un largo sorriso. Poi, abbassando leggermente il tono di voce e diventando rossa in viso, aggiunse "Sai, io ho una teoria sul Super Saiyan..."
Vegeta la guardò, corrugando la fronte e aspettando che andasse avanti.
"Gohan mi ha detto che Goku si è trasformato la prima volta su Nameck, dopo che Freezer aveva ucciso Crilin. Tu, invece, ti sei quasi trasformato quando Akarion ha tentato di uccidere... Me. Quindi, se due più due fa quattro..." Bulma era troppo imbarazzata ed emozionata per continuare.
"Stai dicendo che per diventare Super Saiyan devo vederti morire? Bene, allora! Sembra facile" disse Vegeta con aria strafottente, formando una piccola sfera di energia.
"BENE UN CORNO! STAMMI LONTANO! NON CAPISCI MAI NULLA DI QUELLO CHE DICO, SEI PROPRIO UNA SCIMMIA PRIMITIVA!" strillò Bulma spaventata e arrabbiata.
Vegeta fece svanire la sfera, ridacchiando divertito.
Bulma tirò un sospiro di sollievo: per un attimo aveva creduto davvero che lui volesse ucciderla. "Quello che volevo dire io è che forse si diventa Super Saiyan in un momento di rabbia e disperazione... per aver perso qualcuno che si ama..." sussurrò la ragazza.
"Dubito sia come dici tu. Perchè, in quel caso, io non potrei mai trasformarmi dato che non amo NIENTE E NESSUNO!" disse Vegeta, schifato.
*Più chiaro di così!* pensò Bulma, ricordando con malinconia il sogno fatto il giorno precedente, che vedeva lei e Vegeta stretti in un tenero abbraccio.



- Continua -

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Capitolo 13
*** Ritorno a Casa ***


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13° capitolo: Ritorno a Casa

La nave spaziale era diversa da quella usata per arrivare su Cybernica: stava orizzontale sul cemento dello spiazzo nella luce brillanti dei fari, ed il nome Koos-Nor era segnato a lettere nere sullo scafo argenteo. Il suo aspetto era quello di un uovo gigante, di lusso, lungo circa 35 metri con il diametro centrale di 20 metri. Vegeta entrò nella parte interna attraverso uno sportello ovale senza salutare nessuno, mentre Bulma rimase a fare gli ultimi ringraziamenti.
"Sono stata molto bene, siete stati molto ospitali" disse la ragazza con un leggero inchino.
"Oh, non è niente! Quello che hai fatto tu per noi verrà ricordato nei secoli, in questo pianeta. Se mai vorrai tornare a trovarci troverai una bellissima costruzione in tuo onore, al centro della piazza!" fece Re Yawu con la sua solita voce robotica, srotolando un lungo foglio di carta e mostrandolo a Bulma. "Ecco, questi sono i progetti iniziali... Ma quando sarà terminata ti assicuro, mia cara ragazza, nessuno potrà mai dimenticarsi di te e di quello che hai significato per Cybernica."
La giovane sbarrò gli occhi quando vide i progetti disegnati sul foglio: si trattava di una statua, di dimensioni impressionanti, rappresentante Bulma e Vegeta, entrambi sorridenti e che si tenevano per mano.
Bulma ringraziò il cielo che il saiyan fosse già salito nell'astronave... *Se vedesse questi fogli sarebbe capace di bruciarli!* pensò tristemente.
"Bene, io vado prima che Vegeta si impazientisca e decida di partire senza di me. Spero di rivedervi presto, allora!" Bulma sorrise a tutti e si avvicinò a Bramel, sussurrandogli all'orecchio "Non preoccuparti per Mabell. Ti riporterò indietro tua sorella molto presto. Promesso!"
Bramel la guardò stupito "Ma... Che intendi dire?"
Lei fece ciao-ciao con la mano e scomparve all'interno della navicella.

Raggiunse Vegeta e notò subito che era di cattivo umore... Bèh, in realtà lui era sempre di cattivo umore ma Bulma poteva avvertire una certa tensione tra loro due, specialmente dopo il discorso fatto nelle ore precedenti.

"Quello che volevo dire io è che forse si diventa Super Saiyan in un momento di rabbia e disperazione... per aver perso qualcuno che si ama..."
"Dubito sia come dici tu. Perchè, in quel caso, io non potrei mai trasformarmi dato che non amo NIENTE E NESSUNO!"


"Eccomi. Ora possiamo partire, Vegeta!" disse Bulma, sedendosi nella postazione di comando. Lui se ne stava appoggiato ad una parete e aveva un'aria pensierosa e torva. Non disse una parola per tutto il tempo, e Bulma sentiva il suo cuore doppiamente ferito: non solo sapeva di aver fallito miseramente nel mantenere vivo il rapporto con Yamcha, ma aveva anche sperato invano di riuscire ad avvicinarsi a Vegeta durante la loro breve avventura nello spazio. Si sentiva una fallita, un'illusa, e tutto quello che desiderava era tornare a casa a farsi coccolare dalla madre e dai suoi deliziosi pasticcini.
D'altra parte Vegeta aveva altrettanti tristi pensieri in testa. La teoria di Bulma sul Super Saiyan era abbastanza plausibile da terrorizzalo. Aveva compreso di amarla, ma allo stesso tempo sentiva di non potersi prendere certe distrazioni, da lui considerate inutili debolezze.

Sbuffò, e si avviò verso un'altra stanza per non doverle stare ancora così vicino, ma si fermò di fronte alla porta sentendo Bulma chiamarlo per nome.
"Cosa vuoi? Siamo già arrivati?"
"No. Mmmh.. Volevo solo chiederti... quando hai detto di non amare niente e nessuno non dicevi sul serio, vero?"
Bulma continuò a guidare, senza voltarsi a guardarlo, attendendo con ansia la sua risposta.
Vegeta fu tentato di aprire la porta e andarsene via, semplicemente. Ma non riuscì a trattenersi, e disse "Ricordi quando ho detto che non avevo amici, ma solo nemici? Non era... del tutto vero."
Bulma sorrise e non disse altro. Sentì Vegeta andarsene nell'altra stanza, e quando capì di essere rimasta sola nella sala comandi, si rilassò sul sedile lanciando un risolino di gioia.
Vegeta le aveva appena fatto capire che la considerava sua Amica. Forse era l'unica amica che aveva... Lei pensò che per il momento poteva ritenersi soddisfatta così, e che la strada per raggiungere il suo cuore non era poi tanto distante come aveva creduto.

Il viaggio verso la Terra fu breve e senza particolari problemi. Vegeta non si fece più vedere fino all'atterraggio, e quando Bulma lo andò a chiamare per dirgli che erano arrivati sani e salvi lo ritrovò a dormire serenamente su una poltrona. "Vegeta... Svegliati" gli bisbigliò piano, scuotendolo leggermente con la mano. Vegeta borbottò nel sonno "Siamo già arrivati a Casa?" e Bulma si sorprese di sentirlo parlare della Terra come la sua Casa. *Da sveglio non lo avrebbe mai detto!* pensò la ragazza, continuando a scuotere il saiyan.
Quando entrambi scesero dall'astronave, Vegeta si diresse subito nella sua camera da letto per continuare a dormire, infastidito dal fatto di essere stato svegliato così all'improvviso. Anche Bulma era piuttosto stanca, ma mentre passava per il salotto intravide Yamcha seduto sul divano ed intento a leggere una rivista di Gossip...

- Continua -

P.s: Ci siamo, la fanfic è ufficialmente agli sgoccioli! Ammetto di essere un po' triste, come ogni volta che una mia storia si avvicina al termine, ma sono anche molto soddisfatta di aver ricevuto così tanti bei commenti! Grazie di cuore!
CrazyB

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Capitolo 14
*** La Fine e l'Inizio di tutto ***


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14° capitolo: La Fine e l'Inizio di tutto


"Ciao dolcezza!" disse Yamcha andando incontro a Bulma. "Ma dov'eri finita, zuccherino? E' da circa un'ora che sono qui ad aspettarti!"
Lei dovette trattenersi con tutte le sue forze per non urlare. *Coraggio, Bulma... Prendi un profondo respiro e conta fino a dieci...* pensò mentre lasciava Yamcha in salotto e si avviava in cucina. Ma lui la seguì dicendo "Il lavoro è andato molto bene... Non mi hanno pagato granché però mi sono divertito!"
"Lo immagino" disse Bulma a denti stretti, fingendo di non sapere nulla dei suoi tradimenti.
"Ma tu cos'hai? Il tuo viso è sciupato, non ti sei curata molto in questi giorni, eh?" fece Yamcha avvicinandosi a lei e prendendole il mento tra le dita per guardarla meglio.
"Metti giù le mani!" Bulma si staccò bruscamente da lui e prese pentole e cibo. Cominciò a cucinare e, senza degnarlo di uno sguardo, disse "Non ti sei fatto sentire mai. Mi hai fatto una sola telefonata in 20 giorni... Non ti sei chiesto cosa facessi... o come stavo? Non ti importava?"
Yamcha cominciò a temere che Bulma avesse scoperto tutto, ed indietreggiò fino ad inciampare su una sedia. Si mise seduto e tentò di spiegare, arrampicandosi sugli specchi "Ma vedi, tesorino mio, stavo lavorando e non mi era permesso telefonare spesso. Comunque ti ho pensata sempre, ogni momento! E tu cos'hai fatto in questi giorni?"
Bulma continuò a cucinare, tagliuzzando della cipolla con un coltello affilato, e gli rispose "Nulla di emozionante. Eccetto quando sono arrivati degli alieni a rapirmi per portami nel loro pianeta, dove avevo il compito di riparare un enorme computer insieme ad altri scienziati. Anche Vegeta è venuto con me perchè voleva combattere contro Re Yawu, un gigantesco robot corazzato... ma alla fine si è dovuto scontrare con un nemico ancora più temibile, il principe Akarion. Ho conosciuto una ragazza stupenda che, in seguito ad un terribile terremoto, ha perso la vita... Ho dovuto salvare l'intero pianeta dalla distruzione attivando un antivirus con un medaglione ed una password segreta, dopodichè sono stata trattata come una regina, servita e riverita." Infine si voltò a guardare Yamcha che aveva una faccia da baccalà.
"E' uno scherzo, vero?" disse lui, cominciando a ridere.
"No, è la realtà. E tu dov'eri in tutto questo? Tu, che dovresti essere il mio fidanzato, dove eri mentre io rischiavo la vita?" urlò Bulma, agitando minacciosamente il coltello che aveva in mano.
"S-stai calma, piccola mia! Ammetto di non essere stato molto presente in questi tempi, ma ti prometto che rimedierò... Passeremo un sacco di tempo insieme!" disse Yamcha alzando le mani in segno di resa.
Bulma abbassò il coltello e sospirò guardando il ragazzo che aveva di fronte: di quel giovane timido e coraggioso che aveva conosciuto anni addietro, non era rimasto più nulla.
"Yamcha, è finita..." mormorò mettendo su di un vassoio delle fette di pane, un piatto di minestra e della carne. Afferrò il vassoio e si allontanò verso le scale.

"Ma... Ma dove vai? Non puoi dirmi che è finita tra di noi e andartene così!" disse Yamcha correndole dietro.
"Vado a portare la cena a Vegeta..." disse Bulma con un leggero sorriso.
"Ma cosa... Non è il momento di pensare a Vegeta! Non nel bel mezzo di un discorso come questo!" si lamentò Yamcha, confuso e amareggiato.
Bulma si fermò nei primi gradini della scala e si voltò a guardare il ragazzo che tanto aveva amato e che tanto la disgustava in quel momento. "Non ci crederai mai, e ammetto che nemmeno io riuscivo a crederci all'inizio... ma IO, per QUALCUNO in questo mondo, sono IMPORTANTE."

******************************

Bulma bussò alla porta della camera di Vegeta. Lui non rispose, e lei immaginò che stesse dormendo. Aprì la porta e poggiò delicatamente il vassoio con la cena accanto al letto, ove Vegeta riposava con gli occhi chiusi. Rimase a guardarlo a lungo, e sussultò quando il saiyan aprì bocca. "Che hai da guardare? Possibile che ogni volta che cerco di addormentarmi, tu mi debba svegliare?"
"Scusami. Ero solo venuta a portarti la cena... immagino che avrai fame dopo il lungo viaggio che abbiamo fatto!"
Vegeta annuì leggermente, e si mise seduto sul letto mentre un profumino invitante di cibo gli fece brontolare lo stomaco. Prese a mangiare dal vassoio e dopo qualche minuto notò che Bulma era ancora ferma vicino alla porta.
"Che altro c'è? Avanti, parla..."
Bulma distolse lo sguardo dal saiyan e si avvicinò alla finestra che dava sul giardino della Capsule Coorporation. "Volevo dirti due cose, se non ti disturbo..."
"Tu disturbi sempre." disse Vegeta con un ghigno diabolico.
"Antipatico!" fece Bulma offesa. "Comunque per te sono due belle notizie, tranquillo. La prima è che per un po' non vedrai Yamcha in questa casa!"
Vegeta ne parve veramente felice. "Ti sei finalmente decisa a mollare quel perdente? Meglio tardi che mai!"
"Già..." fece Bulma con una smorfia infelice sul viso. "La seconda bella notizia è che per un po' anche io starò via da questa casa. Ho deciso di partire alla ricerca delle sfere del Drago."
"Cosa?" esclamò Vegeta brusco, alzandosi di scatto e facendo cadere il vassoio con il cibo a terra.
"Io..." balbettò Bulma confusa "...io voglio riportare in vita tutti coloro che sono morti per colpa di Akarion. Voglio riabbracciare Mabell..."
"Non puoi!" gridò Vegeta, fissando con occhi vuoti il pavimento sporco.
"Ma..." la ragazza non sapeva come spiegarsi la reazione del saiyan. Si mordicchiò il labbro inferiore, appoggiandosi alla parete della stanza, e mormorò "Voglio farlo, Vegeta. Lei era una mia amica."
"E quanto pensi di stare via?" domandò lui, cercando di riacquistare calma e contegno.
Bulma ci pensò un attimo prima di rispondere "Dipende da quanti pericoli dovrò affrontare!" Rise piano e aggiunse "Di solito c'era Goku a proteggermi dai malintenzionati! Stavolta dovrò cavarmela da sola..."
"No. Non puoi." ripeté Vegeta scuotendo leggermente la testa. "Ora apri bene le orecchie, perchè te lo dirò una volta sola e mai più..."
Il suo tono era minaccioso, ma Bulma sentì aumentare i battiti del suo cuore non per timore, ma per l'emozione. Vegeta la guardò intensamente e disse "Ci sono tre motivi per cui ho deciso di restare in questo misero pianeta. Il primo è perchè Kakaroth vive qui, e se lo volessi sfidare saprei dove trovarlo. Il secondo è perchè tuo padre mi ha costruito una camera gravitazionale dove posso allenarmi e diventare più forte. In nessun altro punto dello spazio avrei un'attrezzatura così. E il terzo motivo..." Vegeta si bloccò, non trovando la forza di andare avanti. La verità è che era difficile ammetterlo persino a sé stesso...
Bulma sentì gli occhi colmarsi di lacrime, mentre si avvicinava al saiyan e gli prendeva il viso tra le mani.
"Il terzo motivo... sono io?" mormorò con voce tremante, perdendosi nella profondità dei suoi occhi neri. Vegeta non rispose a voce, ma confermò il dubbio della ragazza con un lungo bacio che fece sciogliere entrambi...

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"AAAWW!! Ti prego, mamma!!! Risparmiati questi particolari!" strillò Mirai No Trunks, arrossendo da capo a piedi.
"Credevo ti interessasse conoscere i dettagli su come sei nato..." disse Mirai No Bulma, divertita dall'imbarazzo del ragazzo. Madre e figlio sedevano intorno ad un vecchio tavolo, sorseggiando caffé caldo in un freddo pomeriggio invernale.
"A me interessava sapere come mai avevi lasciato Yamcha per metterti poi con papà. Io non ho mai potuto conoscerlo, ma dalla descrizione che ne hai fatto non sembra molto simpatico." disse il giovane incrociando le braccia al petto.
"Credimi se ti dico che era molto meglio di Yamcha!" esclamò Bulma, bevendo un altro sorso di caffé. "Comunque lo conoscerai presto, la macchina del tempo ha ormai caricato energia sufficiente per un primo viaggio nel passato."
"Non vedo l'ora!" esclamò Trunks dando un'occhiata alle varie fotografie sparse sul tavolo che ritraevano per lo più sua madre da giovane, e solo poche inquadravano Vegeta sullo sfondo.
"Bhè, ma non vuoi sapere com'è andata a finire la storia?" domandò Bulma strizzando l'occhio.
"Oh, sì. Certo! Sei poi riuscita a trovare le sfere e a far resuscitare la tua amica?"
"Puoi giurarci! C'è forse qualcosa che tua madre non è in grado di fare?" disse Bulma con fierezza. "Recuperai le sfere del drago a tempo record, perchè non vedevo l'ora di tornare da tuo padre e perchè gli avevo promesso che ci avrei messo pochissimo. Mabell e gli altri abitanti deceduti a causa di Akarion vennero riportati in vita, e qualche mese dopo andai persino a trovarli su Cybernica."
Trunks guardò sua madre con ammirazione, non potendo credere che avesse vissuto così tante avventure ai limiti del fantascientifico. "Peccato che le sfere del Drago sono svanite insieme a Piccolo. Se sono davvero prodigiose come dici, ne avremmo avuto davvero bisogno! Ma vai avanti..."
Bulma annuì e riprese a raccontare. "Riabbracciare Mabell fu un'emozione fortissima per me. Mi disse una cosa che non dimenticherò mai: amerò Akarion per sempre. Non importa quel che può aver fatto, così come non importa il fatto che sia morto. Io lo amerò finché vivrò... A distanza di anni posso capire le sue parole come non mai, perchè anche io continuo ad amare Vegeta, tuo padre. Non importa se ora non c'è più..."
Trunks prese le mani di sua madre tra le sue, con dolcezza, dicendo "Ed è per questo che partirò nel passato ad avvertirlo del pericolo che dovrà affrontare fra tre anni. Almeno in un'altra dimensione, papà potrà esistere."
Bulma sorrise ed il suo sguardo cadde su di una foto in particolare, che sbucava in mezzo al mucchio. "Guarda questa, Trunks! E' una foto che feci quando tornai su Cybernica l'ultima volta."
Il ragazzo la prese tra le dita e quasi cadde a terra per il gran ridere "Non ci credo! Vi hanno... vi hanno davvero fatto una statua?!" Anche Bulma cominciò a ridere di gusto al ricordo di quella buffa scultura che ritraeva lei e Vegeta in una posa da supereroi che si tenevano per mano.
"Papà l'ha mai vista?" chiese Trunks curioso, quando non ebbe più fiato per ridere.
"Certo che sì! Puoi immaginare quanto si è infuriato, se avesse potuto sarebbe andato su Cybernica a disintegrare la statua e i suoi creatori..."
Trunks finì il suo caffé e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso quel che restava del laboratorio della Capsule Coorporation.
"Aspetta, Trunks. Che vuoi fare?" disse Bulma seguendolo.
"Vieni con me e vedrai!" rispose lui, misterioso. Raggiunse la macchina del tempo, afferrò un sasso appuntito dal pavimento e cominciò a graffiare in profondità la superficie di una parete laterale.
Bulma rimase in silenzio, un po' contrariata dal fatto che Trunks stesse raschiando la più ingegnosa delle sue invenzioni. Ma quando vide quello che suo figlio aveva scritto, il suo cuore si riempì di commozione.
"Oh, Trunks!"
"Ho trovato bellissima la password scelta da Mabell. E se ha portato fortuna a te e papà su Cybernica, probabilmente sarà d'aiuto anche a me..."
Bulma si gettò tra le braccia di suo figlio, abbracciandolo e sussurrandogli quanto fosse orgogliosa di lui, mentre la scritta HOPE risplendeva alle luci soffuse di un nuovo tramonto, in un mondo devastato da due crudeli cyborg.


- The End -

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