Revolution!

di Artemis00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo giorno ***
Capitolo 2: *** Urlare al vento ***
Capitolo 3: *** La riunione ***
Capitolo 4: *** Sfida a frasi famose ***
Capitolo 5: *** Sciopero ***



Capitolo 1
*** Il primo giorno ***


Eccomi qui con l’ennesima storiella da postare

Il primo giorno

 

Eccomi qui con l’ennesima storiella da postare. Ditemi se la trama vi pare avvincente.

È ambientata in un universo alternativo, un liceo. I personaggi hanno 17 anni e alcuni, come Bulma, sono leggermente OOC.

Mi sono ispirata agli scioperi scolastici e alle occupazioni del ’68, anche se è nei giorni nostri. Ogni riferimento politico è puramente casuale.

Personaggi:

Bulma Brief: rappresentante della classe 2° B liceo Classico. (quindi 4° anno) fa parte del partito “el Che”, fondato da lei.

Bra: sorella di Bulma.

Goku, 18, Trunks e Goten: sostenitori del partito di Bulma.

Marion: rivale di Bulma, fondatrice del partito di opposizione, vuole la rappresentanza d’istituto.

Lunch, Freezer, Dodoria e Napa: sostenitori di Marion.

 

 

Bulma spense la sveglia, sbuffando.

Andò in bagno.

-         Santo cielo, la mattina sono proprio da vedere!- sospirò divertita suo malgrado, controllandosi le occhiaie.

“Basta ora con le sciocchezze” pensò legandosi una fascia intorno alla fronte e mettendosi una felpa a cappuccio calato “sta iniziando una nuova battaglia, meglio non farmi cogliere impreparata.” Erano ormai quattro anni che faceva la rappresentante di classe, ed era la più quotata come futura portavoce dell’istituto, anche se la concorrenza era dura.

Nel loro liceo v’era da tempo immemorabile una forte tendenza partitiva. I prof, con un misto di divertimento e disapprovazione la chiamavano ‘giocare a fare politica ’, ma perfino loro ne avevano timore.

Già dalla prima settimana di scuola tutti gli studenti si riunivano in un’assemblea per discutere e protestare. Sulle prime si facevano scioperi su scioperi, poi, per avere un minimo di ordine (e di lezioni) la situazione era stata presa dal punto di vista politico.

-         Bulma!- la richiamò la sorella alzando gli occhi al cielo- accidenti, non puoi essere più femminile?

-         L’ossessione per le apparenze è sinonimo di vuoto interiore, Bra- le rispose misteriosamente – in parole povere: non m’importa più di tanto. Piuttosto tu. È il tuo primo giorno di superiori… cosa intendi fare?

-         In che senso?- le domandò, anche se sapeva già dove voleva andare a parare.

-         Hai intenzione di diventare rappresentante?

-         Assolutamente no! Io voglio essere popolare… diversamente!

-         Uff, come vuoi…- sbuffò la ragazza più grande, senza scomporsi. Ormai aveva fatto callo alla superficialità della sorellina. In fondo era una brava persona.

Si prepararono due toast e uscirono per prendere il bus.

-         Ciao Nicoletta!- salutò Bra, appioppando a una moretta tre baci sulla guancia.

Bulma si diresse subito verso un gruppo di tre tipi e una femmina:

-         We!  Ciao B! Come butta?- esplose quello più alto, battendo il cinque.

-         Non male, Goku! E come ve la passate voi? 18? Goten, ti sei tosato di nuovo! Che mi racconti Trunks?

-         Normale- risposero quasi in coro, come da copione.

 

Salirono e partì la corsa. Presero posto nei sedili in fondo.

-         Che si fa oggi a scuola?- domandò Goten .

-         Oggi nulla, come al solito al primo giorno dovremo solo accogliere i marmocchi…- sospirò Trunks.

-         Ehi! Fra quei marmocchi c’è mia sorella!- Fece Bulma, fingendosi offesa.

-         Scherzi a parte, hai visto che alla fine l’edificio non è stato ristrutturato?

-         Già- replicò con durezza- Domani Satan mi sente…

Satan era il preside più irascibile e bugiardo nella storia dell’istituto. Fra lui e il gruppo di Goku c’era stato subito conflitto.

-         Secondo me Marion tornerà alla carica- sentenziò 18.

-         Non mi aspetto altro.

Il bus si fermò vicino ad una villetta, e salì un ragazzo dai capelli neri all’insù.

-         E chi è questo?

-         Non mi ricordo come si chiama, ma lo conosco di vista. Di cognome fa Price.- informò Goku.

-          PRICE???? Fa parte di quella famiglia?

-         Sì.

-         Ma allora è ricchissimo!

-         Esatto.

-         Sarà il classico ricco borghese.- masticò Bulma disgustata.

-         Si dice che invece sia un mezzo ribelle.

-         Vedremo.

 

Ci fu il consueto discorso di ben venuto, col preside che (falsamente) illustrava le meraviglie del liceo ecc. ecc.

Quelli di IV Ginnasio erano impauriti dall’aspetto… decadente delle classi, e dalle macerie che popolavano il cortile. Tutti gli altri storcevano il naso.

Fecero solo tre ore, poi li congedarono.

-         Era meglio se rimanevo a dormire- protestò 18 contrariata.

-         Che facciamo, andiamo in giro?- propose Trunks

-         Oggi no, bello. Devo riportare a casa Bra… magari domani!

-         Okay, ci si vede B!

 

Stava per andare ad accomodarsi nel suo posto consueto nel retro del pullman, ma lo trovò occupato da… Price!

-         Tu!- lo affrontò a muso duro- quello sarebbe il mio posto, generalmente.

-         Non mi pare ci sia scritto riservato.

-         Ordine, bello! I gruppi vanno in fondo e i “nuovi” si prendono i posti rimanenti.

-         Ah, sì? E dov’è la tua cricca?

-         Ora non c’è!

-         Allora tu e la marmocchia vi cercate un altro posto!

-         Marmocchia io???- strillò Bra.

-         Non è il momento, sorella.- interruppe sbrigativamente. Si rivolse poi a lui- Non scocciare, senti! Io lì ci sono da quattro anni!

-         Oggi no!

-         Ma zero!- purtroppo, prima che potesse ribattere, arrivò la sua fermata. Girandosi prima di scendere, gli disse:

-         Mai mettersi contro Bulma Brief, sei avvertito.

 

Rimase di sasso.

Bulma Brief? QUELLA BULMA BRIEF????

La ragazza che da tempo imperversa nella scuola dove si era appena trasferito, ma che conosceva di fama?

Impossibile!

Aveva sentito parlare di lei. Aveva il futuro assicurato come sindacalista, si diceva. Aveva organizzato manifestazioni, scioperi, eppure tenuto tutto sotto controllo costante. Con la sua grinta teneva a distanza chiunque, senza farsi intimorire dai prof. Nemmeno lui aveva paura, però ammirava la sua capacità di avere sempre l’ultima parola.

“el Che” era un partito ispirato al Che Guevara, e tutti quelli che avevano ideali volevano farne parte. E quella strana ragazza era il capo di quel gruppo.

Era apparsa moltissime volte sul giornale della regione e alcune su quello nazionale, innumerevoli volte alla televisione.

Dal canto suo, intimamente, avrebbe voluto entrare in “el Che”, ma vista la prima impressione, il risultato era negativo. Ma non si sarebbe mai abbassato a diventare amico di quei ragazzini.

 

“ma guarda un po’ che idiota!” pensò Bulma, buttandosi sul letto.

“però… carino! Ehi, basta con le sciocchezze. Devo concentrarmi. Quest’anno si fa sul serio, a quanto pare. Marion non riuscirà mai a farmi crollare! Resteremo uniti!

Perché è questa la nostra forza!

 

 

 

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Capitolo 2
*** Urlare al vento ***


Urlare al vento

Urlare al vento

 

L’indomani c’era tempo pieno, e tutti si ritirarono verso le proprie classi, mogi.

Nelle seconde (quindi 4° anno, essendo liceo classico) e nelle terze, però tirava un’aria diversa. Quell’anno sarebbe stato quello decisivo, quello dove forse avrebbero potuto cambiare le cose. Tutti aspettavano con ansia l’assemblea che avrebbe avuto luogo nell’aula magna la settimana seguente. Era il momento di parlare, ora o mai più. Di combattere. Di, in un certo senso, vivere….

-         Santo cielo che schifo!- esplose Bulma, buttando con un tonfo la borsa sul banco zoppicante. – Guardate qui!- indicò il soffitto macchiato d’umidità, le cicche di sigaretta abbandonate sul pavimento consumato e soprattutto bagnato a causa della pioggia notturna.

-         È assurdo! Disonorevole! Sono quattro anni che chiediamo una ristrutturazione, e ci hanno ascoltato? NO!

Chichi, una studentessa della A, entrò frettolosamente senza salutare nessuno e le bisbigliò poche parole all’orecchio. La ragazza dai capelli azzurri ghignò:

-         Bene, ho capito.- si riferì agli altri- il corridoio A è nelle nostre stesse condizioni!

-         Cosa intendi fare?- le domandò 18.

-         Ve lo spiegherò all’assemblea d’istituto.

 

Fecero a tempo a sedersi che subito venne il professore:

-         Silenzio!- tuonò- quest’anno avremo uno studente nuovo, vedete di accoglierlo come si deve. E so che qualcuno di voi lo farà, e chiedo a questo qualcuno di non coinvolgerlo nei suoi dannosi giri, siamo intesi?- concluse, fissando insistentemente Bulma.

La porta si aprì ed entrò, con sorpresa collettiva, quel ragazzo che aveva rubato il posto in bus!!!

-         Si chiama Vegeta Price. Vuoi dire qualcosa di te?

Lui corrugò le sopracciglia e lo guardò malissimo, poi si girò e mormorando “tsk” prese posto.

Il prof sospirò: se già teneva quest’atteggiamento, presto sarebbe stato degno di fare parte di quella schiera di ragazzi che lui chiamava feccia, e fra loro figurava il nome di Brief. Purtroppo per tutti le lezioni iniziarono seduta stante. Passarono sette giorni, pressoché uguali, fatti di interrogazioni a sorpresa sul programma scorso. Fortunatamente la ragazza venne interrogata in storia, nella post-seconda guerra mondiale, e data la sua straordinaria competenza sulla politica (alla fine quella parte di programma comprendeva solo quella), dimostrò di saperne più dell’insegnante. Ma non tutti furono così fortunati.

Era martedì. Tutta la scuola si era riunita nella grande sala, vociante. Seduta sulla cattedra, Bulma aspettava il silenzio. Appena si accorsero di lei, tutti tacquero.

-         Ragazzi,-esordì – chi mi sa dire che cosa avevamo preteso negli anni scorsi?

-         Bagni puliti!- consigliò un ragazzo mingherlino ginnasiale.

-         Sedie ben messe!

-         Palestra nuova!

-         Termosifoni!

-         ESATTO! Dei termosifoni si vedrà più avanti, ma di tutto l’altro, ne avete visto i frutti?

-         NO!

-         Devono capire che non stiamo giocando! I libri costano moltissimo, per no parlare dei dizionari!

-         E che dire del comodato d’uso?- disse 18, riferendosi ai volumi comprati dalla scuola e dati in prestito agli studenti con basso reddito annuo.

-         Oh, comodo! Ti comprano quelli che sono scritti nell’elenco, e intanto i prof fanno di testa loro, cambiando tutto! Per non parlare dei pendolari- tutti quelli che venivano da altre città usando il treno si guardarono in faccia- macinano chilometri con quelle camionette, per poi sentirsi mettere una nota per il ritardo! QUESTO NON VA!

Silenzio assorto.

-         Mi sono giunte voci secondo le quali si sarebbero scorti esemplari della specie blattella germanica , tanto per usare termini giusti, so che avete capito di che parlo; nei magazzini e armadietti!- le femmine strillarono con ribrezzo.

-         SCIOPERO!- Gridò un ragazzo dalle file in fondo.

-         No, Yamcha, non solo sciopero. Dal mese prossimo, tre giorni di contestazione. Se non recepiscono il messaggio… dovremo occupare.

Tutti sgranarono gli occhi di fronte a tale pesante affermazione. Era dal ’68 che nessuno occupava più un liceo. E l’idea di vivere un’esperienza simile inebriava ma insieme impauriva.

L’assemblea si sciolse e tutti tornarono a casa.

 

-         Vegeta! Vegeta!- gridò Goku rincorrendo il compagno di classe.

-         Che vuoi, Kakaroth?- rispose quello, seccato.

-         Non chiamarmi con il cognome, mi da’ fastidio!

-         Io ti chiamo come mi pare e piace. E se non hai nulla da dirmi, me ne vado.

-         No, aspetta! Da quel che ho visto, mi sembri un tipo giusto. Ti vorrei far conoscere i miei amici.

-         Non ci tengo.

-         Io si. Eddai!

-         No!

-         Non vorresti trovarti al centro delle manifestazioni di protesta?

-         Non con gente poco seria.

-         NOI siamo seri. Le riunioni cominceranno domani sera, nel garage…

-         Non avete neanche una sede fissa!

-         … nel garage di casa Brief. Promettimi che almeno ci penserai.

-         Uff…

-         E… Vegeta?

-         Che vuoi DI NUOVO?

-         Non parlarne con nessuno, ok?

-         Mpf.- il giovane si infilò il casco, inforcò la moto nera e partì sgommando.

Goku si grattò la testa e sussurrò:

-         Mi chiedo se ho fatto la cosa giusta…

 

Bulma era in camera sua, disegnando il ritratto del Che Guevara in un enorme cartone per appenderlo alla parete della “sede cospiratoria” come amava pensarla.

Aveva uno strano presentimento. Quei nove mesi sarebbero stati lunghi, molto, molto, molto lunghi.

Era piena di idee, alcune chiare, altre meno. Voleva rendere concreti i suoi ideali, e anche quelli dei suoi amici. Voleva combattere.

-         Non ci ascolteranno.- bisbigliò di punto in bianco – meglio cominciare subito a risparmiare per i sacchi a pelo.

La rivoluzione era ufficialmente iniziata, dopo 38 anni di sonno.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** La riunione ***


La riunione

La riunione

 

Vegeta entrò in casa. Nessuno si dette la pena di salutarlo, o almeno di notare la sua presenza.

Il padre, in giacca e cravatta, leggeva il giornale, lo si capiva dalla colonna di fumo grigio che s’innalzava al di sopra di esso, frutto di un pestilenziale sigaro toscano. La madre, in tailleur verde chiaro, beveva un tè alla pesca, stando attenta a non sgocciolare, con piattino in porcellana finissima. Di tanto in tanto allungava la mano verso una biscottiera in vetro di murano per prendere un dolce zuccherato, facendo tintinnare i gioielli di cui era adornata. Tutto questo per descrivere la situazione finanziaria del ragazzo, a dir poco florida.

“Tutto merito delle colonie in America” aveva pensato con disgusto. Erano i prossimi discendenti di una grande casata di schiavisti arricchiti grazie alla tratta dei neri. Quando la schiavitù fu abolita, continuarono comunque la loro riprovevole attività, finché non furono scoperti e denunciati. Sgusciarono dall’accusa in tribunale e si tramandavano la ricchezza di generazione in generazione, senza che mai finisse.

“ci dev’essere per forza un’altra fonte da cui attingono, è impossibile che il rubinetto non si chiuda mai…” meditava.

Non era mai stato un ragazzo facile. Ma comunque, nonostante il suo carattere, non si era mai fatto molti problemi, almeno fino a quando, ad una festa, uno zio si ubriacò e, spruzzando vino dai baffi, non raccontò la storia della sua famiglia.

-        Quegli sporchi negri!- aveva concluso furibondo- si vede che sono nati per lavorare nei campi e nelle miniere di carbone, guarda la loro pelle, e non confonderla mai con la nostra carnagione pura e bianca. Quelli lì rubano le nostre donne! Il lavoro! Stuprano le bambine, e i bambini! Ci derubano e poi vogliono i diritti! Tutti malvagi, il negro è il diavolo, e come esso va ammazzato!

Vegeta era rimasto a bocca aperta, schifato. Aveva solo otto anni, ma una irrevocabile decisione si era fatta strada nella sua mente di ragazzino: non vorrò più condividere nulla con la mia famiglia. Appena ne sarò in grado, fuggirò e andrò lontano da loro.

Cominciò una lunga serie di ribellioni. Dapprima il rifiuto dei parenti, poi delle loro idee. Si comportò come meglio gli conveniva, cioè il contrario di come gli dicevano. Aveva la stanza tappezzata di immagini ingigantite del Che,  tappeto e copriletto rosso fuoco, ascoltava qualsiasi tipo di musica dura, saltava le lezioni, e con i professori che i genitori definivano “indegni di insegnare al loro figliolo dal sangue puro”, badava a prendere il massimo dei voti. Passò di religione in religione (ora aveva la fissa del buddismo). Tuttavia non voleva avere amici, perché l’avrebbero accettato solo per i suoi soldi, come era già successo in passato.

Tornando al presente, Vegeta salì velocemente le scale, aprì la porta e la richiuse a chiave, accese lo stereo a massimo volume e poggiò lo zaino in un angolo, buttandosi nel futon morbidissimo. Con calma tirò fuori una stecca di liquirizia a prese a masticarla, sovrapensiero.

Decise che il giorno si sarebbe divertito, ad andare a quella ridicola riunione. Si alzò e rovistò nei cassetti.

 

Bulma tirò fuori dall’armadio una canottiera azzurra stile basket-ball, poi dei jeans larghi e una felpa cerulea col cappuccio. Bra entrò nel momento in cui si stava sistemando i polsini verdi. Sbuffò sonoramente.

-        Che vuoi Bra!

-        Quando pensi di tornare?

-        Ci vorrà il tempo che ci vuole.

-        Tutto per discutere se occupare o no uno stupido liceo?

-        Non solo quello, sorella.

-        Oh, piantala, e pensa a cose serie, come ad avere un ragazzo, che non ti ho mai vista in atteggiamento più che amicale con un maschio.

-        Non m’interessa…

-        Non sarai lesbica?!

-        Uffa, Bra! No, non lo sono. Ora fatti gli affari tuoi.

-        Oh, scusa tanto se ho cercato di aiutarti.

-        Aiutarmi?

-        Aiutarti a capire che qua nessuno ti considera per quello che sei.

-        E cioè?

-        Una ragazza.

Prima che la maggiore potesse ribattere, uscì a passo di marcia.

-        Ma crede di essere in un film?- si chiese l’azzurra.

Eppure dentro di se’ sentiva che non aveva poi torto.

Scosse il viso come per scacciare una mosca molesta e indossò le scarpe.

Scese nel pianerottolo.

Suonò il campanello.

-        Ciao 18! E… questo chi è?

-        È Kuririn, è in classe con me. Ti ammira da sempre.

-        Ciao!- salutò timidamente il pelato.

Subito dopo giunsero Goku e Chichi, habituè della situazione. Chichi era la rappresentante di classe della 2° A. Voci non verificate dicevano che se la intendesse con Goku, ma per ora si limitavano a smentire.

Tenendosi il braccio come fratellini arrivarono Goten e Trunks, che si portavano dietro una biondina ancheggiante.

-        =_= lei… sapete chi è?

-        Si! Dice di chiamarsi Laura e di voler venire alla riunione…

-        Come faceva a sapere della riunione?

-        Già. Come faceva a saperlo?

-        LO CHIEDO IO A VOI!!!!

-        Ehm…

-        Non capite che è Lunch con i capelli tinti?

-        Oops…

La  spia era stata scacciata di malo modo.

Bulma spinse a calci i due nel garage.

-        Ci siamo tutti, cred…

Nuova scampanellata.

-        TU!!!!!!!! CHE CI FAI QUIIIII????

-        Sono stato invitato…

Price si fece strada fra le sedie, con aria arrogante e arcigna.

-        E chi ti avrebbe invitato?

-        Quello lì… Kakaroth!

-        Ehhh, scusa Bulmina, ma credo che sia un tipo a posto!

-        Potrebbe tenere per la concorrenza!

-        Lo terremo sotto esame.

-        Io sotto esame?? Ve lo scordate.

-        Sì, sì come no… e va bene, lo puoi tenere.

-        Yuppie!!!

-        Non sono mica un cane.

Tutti presero posto.

La riunione ebbe inizio.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Sfida a frasi famose ***


-

 

Sfida di frasi famose

 

-        Bene.- disse la ragazza sedendosi al suo posto (ossia sullo schienale di una sedia, poggiando il mento sulla mano, il gomito sul ginocchio alzato che basava sul sedile. Era una ragazza molto semplice.)- benvenuti… a quasi tutti. Spero che voi sappiate perché siete qui. No, Goten, non ci sono patatine. Mi dispiace. Dunque. 18, spiega tu.

La biondina si ritirò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e cominciò:

-        Quello che dobbiamo fare è socialmente utile, perché cambierà profondamente il sistema, o almeno speriamo. Se uno di noi diverrà un giorno qualcuno, sempre meglio che venga dal nostro gruppo. Noi lottiamo contro il razzismo, il sessismo, il proibizionismo e la censura, il capitalismo e il consumismo. I nostri obbiettivi a lungo termine è riuscire a neutralizzare questi difetti che minano la società moderna, e combattere la tv-spazzatura e la corruzione. Vogliamo libertà di stampa, ma quella vera, non la libertà di scrivere ciò che loro vogliono.

-        Loro chi?

-        I POTENTI.- rispose Bulma.- A breve termine: protestare contro il comportamento dittatoriale di alcuni professori, far ristrutturare la scuola e sconfiggere la mafia scolastica.

-        Mafia scolastica?- domandò Goku.

-        Esatto. È la causa dei voti migliori degli studenti ricchi, o i leccapiedi oppure le mazzette allungate agli insegnanti. Esistono buoni docenti, ma la maggior parte sono funzionari del sistema. Rendetevene conto e svegliatevi dal sonno nebuloso che vi ha provocato al civiltà moderna, che vi fa vedere rosa dove è nero.

Silenzio assorto. Kuririn alzò timidamente la mano.

-        Ma… da dove s’inizia?

-        Dal principio! – rispose concisamente 18. Aprì la borsa e sollevò una foto.- questa è una coppia gay!- la fece girare. Due ragazzi erano appoggiati sotto ad un albero, tenendosi sottobraccio.

-        Come vedete sono una coppia normale, come noi. Sembrano solo amici. Non saltano addosso ad altri ragazzi, non si drogano e non si ubriacano. Si vestono normalmente, non sculettano e non parlano in modo grezzo. Non ti accorgi dei suoi gusti sessuali finché non noti che non esce con le ragazze, non le guarda nemmeno. Preferisce gli uomini, ma non per questo ti stupra, come una ragazza non stupra il ragazzo che vuole. Rendetevi conto della differenza fra Checca e Gay. Oscar Wilde, Leonardo da Vinci, erano omosessuali.- informò l’azzurra con voce pratica.

-        Mh…- fece Trunks incerto.

-        Ti sembra strano ora, ma vedrai che ti ci abituerai. Credimi. Dopo questa introduzione, l’ordine del giorno è: quando fare sciopero?

-        … subito!

-        Io penso…- iniziò Vegeta parlando per la prima volta – che è meglio usare prima i mezzi d’informazione. Nemmeno lo scientifico è messo tanto bene. Un paio di volantini, si raccolgono le adesioni e si sceglie il giorno in cui la stampa e la televisione può accorrere…

-        Non avevamo appena detto che la tv è corrotta?- chiese Chichi contrariata.

-        Invece ha ragione… è un modo per correggerla. Quella regionale è a posto. I giornali poi… chiameremo quelli che meglio rispecchiano gli ideali rivoluzionari.- convenne Bulma.

-        Alla fine si occupa?

-        Quasi sicuramente se ne sbatteranno degli scioperi, allora saremo costretti per far valere le nostre idee.

-        Ma come si fa ad occupare un liceo?- chiese Goku grattandosi la testa. Tutti alzarono gli occhi al cielo. Vegeta bofonchiò qualcosa che si avvicinava molto a “monumento all’ignoranza”.

-        Semplicemente la notte si prende d’assalto il liceo, si mangia, si dorme lì… come spiegare…

-        Sesso, droga e rock’n’roll!- saltò su Trunks.

-        Eh, sì… diciamo… più o meno. La droga la eviterei, possibilmente!

-        Le rivoluzioni fanno affrontate a mente lucida- sospirò Price. Bulma e il ragazzo si guardarono con intesa, ma poi ricordarono il loro primo incontro e distolsero lo sguardo.

-        La storia è che ci accampiamo là, okay? Così l’indomani seguiamo le lezioni, e non ci possono dire che facciamo sciopero solo per non studiare. Hai presente, chitarre, sacchi a pelo…

Il ragazzo sgranò gli occhi:

-        … figo!

-        E con quest’aggettivo un po’ sminuente per quello che vogliamo, chiudo la seduta. Oggi andrò in internet e farò qualche ricerca per decidere il giorno migliore…

Si rilassarono.

-        Ora che si fa?

-        Uhm, il SauroKebab ha riaperto! Offro io!

Tutti si precipitarono fuori, allettati dalla prospettiva di un enorme panino (offerto) preso dal migliore bar della nazione. La sala rimase vuota, tranne che per loro due….

L’azzurra sospirò e ordinò i suoi fogli.

Vegeta si legava una scarpa, con la borsa in spalla.

-        … come ti è sembrata?- interpellò lei.

-        È solo un’illusione, questo lo sai vero?

-        Utopia… come quel libro di Smith che parla del Capitale di Marx, no?

-        Più o meno.

-        “siamo realisti, chiediamo l’impossibile”

Con questa famosa frase del Che Guevara lo stupì.

-        “Nulla è nascosto bene come in superficie”- contrattaccò.

-        La metti su Wilde? Allora… “so resistere a tutto fuorché alle tentazioni.”

-        Basta, mi sono stufato…

-        In difficoltà, eh?

Senza rispondere tantomeno salutare, uscì.

Ma tornando a casa, gli rimbombava nelle orecchie la voce della ragazza, il suo modo di fare… il suo sguardo.

-        Basta così- ordinò a se’ stesso – è ora di deprimersi.

Già sapeva che lo aspettava una nuova seduta di ipocrisia con i genitori. Una volta si preoccupava a pensare di non amare le persone che l’avevano generato, ora invece diceva: come si possono amare delle persone così?

Prese le chiavi ed aprì. La figura del padre si stagliò controluce.

-        Entra- ordinò.

Vegeta intanto si rassegnava a essere rimproverato per qualche oscuro (e poco interessante) motivo.

Invece lo fecero accomodare sul divano, con una tazza di tè fra le mani.

-        Odio il tè – protestò.

-        Non è il momento di discutere. Io e tua madre ti dobbiamo dire una cosa importante.

 

[Ben presto il recipiente di porcellana si ruppe in mille pezzi, mandando il liquido dorato espandendosi per il tappeto pregiato.]

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Capitolo 5
*** Sciopero ***


-

Sciopero

 

-         Buuulmaaaaaa… Buuuuulmaaaaa… sono il fantasma della suora assassina…

-         Bra… smettila… lo sai che mi da’ fastidio.- era il fatidico giorno di sciopero. Avevano preso le adesioni da parte di 6 licei e di 2 scuole medie, inoltre la stampa era stata informata.

-         Ah ah ah!!! Lo so benissimo che ti fa ancora paura quel film.

-         No, non più. Sono cresciuta.

-         Questo è quello che credi. Dimostramelo.

-         E come?

-         Quando occuperemo porterò il dvd e lo guarderemo in aula audiovisivi.

-         Ma noi NON abbiamo lettori dvd al classico!

-         Ci penso io!

-         E comunque non è detto che occuperemo. È possibile che ascolteranno il nostro sciopero.

-         ?

-         No, non lo ascolteranno. Comincia a noleggiarlo.

Le sorelle si guardarono con affiatamento, lavandosi i denti. Era uno dei rari casi nei quali andavano d’accordo, quelle due scalmanate.

Si avviarono verso la fermata, stavolta insieme.

-         Come, sciopero dei bus!

-         Sciopero dei bus. Che ci possiamo fare se non ascoltano i nostri diritti?

-         Come vi capisco… e va bene, ci aggiusteremo.

La ragazza più grande spense il cellulare, mentre guardava la sorellina che la salutava da dentro la macchina di un amico.

-         Ora come faccio? Accidenti a Bra! Poteva rimediare un passaggio anche a me!

Aprì il cancello di casa e scese in garage, dove rimediò la sua bici verde acido.

-         Meno male che la mia  CARA sorella la usa ancora, anche se è troppo grande. Le ruote sono gonfie…

Montò e partì a tutta velocità. Il vento le fischiava nelle orecchie, ma dovette fermarsi di colpo, con le ruote che stridevano.

-         Vegeta!- chiamò.

Il ragazzo fece finta di nulla, proseguendo con lo sguardo rivolto in basso e le mani affondate nelle tasche.

“ sempre cordiale eh? Cafone… però oggi ha qualcosa di diverso. Sembra triste…”

-         Vegeta!

-         Ma che vuoi?

-         Non hai la moto?

Arrossì violentemente come se lei gli avesse chiesto chissà quale faccenda personale. E no che non ce l’aveva… non più ormai.

-         Dai, vieni.

-         Cosa?

-         C’è spazio per due. Salta su.

-         No.

-         No. No. No. Non sai dire altro che no. Secondo me hai paura.

-         Non è affatto vero!

-         Si, invece. Se non è così allora non rompere e sali.

Sospirando lui si sedette nel portapacchi, con i piedi appoggiati ai copri-catena.

-         Reggiti forte!

Partì a schizzo, evitando gli ostacoli con precisione.

-         E guarda prima di attraversare, “veccha”!- urlò ad una vecchiaccia che le aveva mostrato il dito medio per averla preceduta nella strada.

-         Sei proprio un’animale!- le disse Vegeta da dietro.

-         Ah, vecchi d’oggi… vecchiaia bruciata. Non diventerò mai come loro…

-         Di certo non ci arriverai alla loro età se non rallenti un po’! E nemmeno io.

-         Vuoi stare dietro ‘sto camion che spetezza gasolio puro?

-         Ma quel camion è a 70 metri di distanza!

-         Dettagli. Ora sta’ fermo che sorpasso!

-         Mi sembra di essere al giro d’italia…

Dopo quattro giri della morte (e l’aver sbagliato strada 16 volte), inversioni a V e impennate, videro il loro AMATISSIMO liceo, o almeno lui si rese conto di non averlo mai visto come un lume di salvezza.

-         Un’ultima cosa.

-         Sì?

-         Mi si è rotto il freno…

-         CHE COSA???

-         WHAAAAAAAA!!!!

Presero con la ruota frontale una pietra e caddero nell’erba del giardino scolastico, rotolando. Price era traumatizzato a vita, mentre Brief rideva come una matta.

-         Tu, sei una kamikaze, te lo dirò sempre!

-         Ahahah!!!!

Si sedette ai piedi di un albero e tolse i fili d’erba dallo zaino. Era stato orribile, ma almeno non aveva pensato a quello che era successo il giorno prima. Al pensiero gli si accapponava la pelle.

Chissà cosa avrebbe fatto quando…

-         Siamo in anticipo! Ringrazia il genio qui presente!- interruppe i suoi pensieri la ragazza.

-         Quindi non dovrò ringraziare nessuno.

-         E io allora?

-         Non hai detto “ringrazia la grezza qui presente”.

-         Oh, sta zitto!

Gli tirò una manciata di paglia addosso e corse via a salutare gli amici che erano sopraggiunti in quell’istante.

-         Perché è con te?- chiese Trunks indicando il moro.

-         Gli ho dato un passaggio.

-         E come, in elicottero? Siete ridotti in uno stato pietoso.

-         Ho usato la bici.

-         Ahhh… - le peripezie di Bulma alle prese con le biciclette erano materia di proverbi e leggende.

-         “Tanto va la Bulma in strada…

-         … che ti trancia il passeggino”

-         Smettetela! Allora, che si fa? Non entrate vero?

-         Certo che no.

Riunirono tutti i ragazzi e mandò 18 sopra il muretto a parlare con tutti. Lei si limitò a vigilare intorno sperando che non ci fosse qualche testa bacata che volesse tradire.

-         Ah, sei qui, Brief!

-         Marion… lo sapevo che non potevi evitare di rompere.

-         Io vorrei entrare.

-         Tu non vuoi entrare.

-         Non lo sai. Almeno IO ho voglia di imparare.

-         Tu non entri perché sei una brava studentessa, ma solo per mettermi i bastoni fra le ruote. Credi che non sappia dei “favori” che fai alle professoresse?

-         I favori sessuali? Alle femmine no!

-         Favori… sessuali? Intendevo le mazzette che passi… ecco perché sui prof maschi non mi è giunta voce. Hai tutti 10, sei ignorante come una capra… avrei dovuto capirlo che te la facevi con loro.

-         C’è chi può. Io sono appetibile e loro mi accettano.- rispose la ragazza, scuotendo la chioma castana.

-         No, tu sei facile e loro ti accettano. E che dire del fatto che non sei mai in classe, ma nei bagni a pomiciare? Quando c’è sciopero questo non lo puoi fare perché devi tenere anche tu campagne elettorali…

-         Oh, taci! Solo perché non sono un maschio mancato non è un motivo per darmi addosso.

-         Ma è fin da quando avevi 14 anni avevi tutti dieci! Qui non si tratta di essere maschi mancati quanto immense t…

Vennero altre ragazze a sostenere la tesi di Marion.

-         Marion ha ragione!

-         Scontato… mi sarei stupita di sentirvi dire il contrario…

-         Ma cosa ne vuoi sapere! Non hai mai avuto un ragazzo!

-         Non potere è diverso dal non volere. Ma non siamo qui per parlare di me. Ora, ochette, venite ad ascoltare 18, poi manifesterete con noi. Ci sarà anche la tv.

-         AAAANCHE LA TIVùùùùù????- tutte corsero via ad aspettare una telecamera per inquadrarle. Rimasero solo la castana e due sue amichette dalla micro-gonna.

-         Che traditrici…- masticò Marion.- ma non è finita.

-         Lasciala in pace!- saltò su Chichi, scortata da Goku, Trunks e Goten.

-         Ma chi siete per darci ordini?

-         Hey, laggiù! Marion! Ti sei dimenticata questo!- informò a voce altissima e al microfono 18, da sopra il muretto, sventolando un reggiseno imbottito. La ragazza diventò color carminio.

-         La smettete di fare casino?

Arrivò Vegeta, annoiato.

La castana lo guardò con occhio rapace, e subito sedette vicino a lui, facendo salire la gonna.

-         è sconvolgente. Riesce a raggiungere l’altezza di un cerotto. Meno del solito…- sentenziò Bulma.

Price non degnò di uno sguardo la tipa che sbatteva i ciglioni imbrattati di mascara.

-         Senti- gli miagolò lei all’orecchio – ti va di appartarci?

-         Ah? La smetti di sputarmi nel padiglione auricolare? È disgustoso!

-         Dicevo… che ne dici di…- fece un gesto persuasivo.

-         Farò finta di non capire. Sparisci.

Mogia, Marion obbedì, facendo cenno alle sue compagne.

-         Uao, Vegeta! È la prima volta che qualcuno si libera di lei così facilmente! Ti assumo per tutto l’anno!- fece convinta l’azzurra.

-         Non ci tengo. Ma guarda che persona!

-         Non sai prendere le occasioni al volo!- mormorò con fare saputo Goten.

-         NON CON LA CONCORRENZA, Gotty caro, come fa qualcuno di mia conoscenza…- gli tirò il naso Bulma.

-         Non è vero… cioè sì. Però no. Ma spesso sì.

-         Ho capito tutto. Come no.

Tornarono dietro la palestra a darsi da fare coi manifesti e i poster, urlando slogan.

 

Poco dopo un colpo di clacson.

Era arrivata la giornalista di Canale Music seguita a ruota dal direttore della rivista “resistance”, con taccuino e registratore.

La battaglia per l’informazione aveva avuto la prima mossa.  

   

  

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