Wonderground

di VictorianPuppet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Al concerto! ***
Capitolo 2: *** Falling Down ***
Capitolo 3: *** Nella nebbia ***
Capitolo 4: *** Nuovo compagno ***
Capitolo 5: *** La Foresta ***
Capitolo 6: *** Nel Paese delle Meraviglie? ***
Capitolo 7: *** Lost ***
Capitolo 8: *** Kitsune! ***
Capitolo 9: *** Duello ***
Capitolo 10: *** Il villaggio ***
Capitolo 11: *** La guaritrice ***
Capitolo 12: *** Emerald ***
Capitolo 13: *** Patto ***
Capitolo 14: *** Testa o cuore? ***
Capitolo 15: *** Inizia il viaggio! ***
Capitolo 16: *** Inari! ***
Capitolo 17: *** Accusati! ***
Capitolo 18: *** Attacco! ***
Capitolo 19: *** Pericolo scampato! ***
Capitolo 20: *** "Combattiamo!" ***
Capitolo 21: *** Nel vuoto... ***
Capitolo 22: *** Risveglio ***
Capitolo 23: *** Il sigillo ***
Capitolo 24: *** L'ospite. ***
Capitolo 25: *** Alla Luna Rossa ***
Capitolo 26: *** Nocturnal Madness ***
Capitolo 27: *** La regina dell'acqua ***
Capitolo 28: *** Vittoria rubata. ***
Capitolo 29: *** Fulmine ***
Capitolo 30: *** Due anime e un corpo ***



Capitolo 1
*** Al concerto! ***


- WonderGround -



I
AL CONCERTO!




 

26 novembre 2011.
Una serata qualunque per molti.
Ma davvero unica per quattro amiche.
Io, Elena, Sophie e Viola e il nostro primo concerto dei ThunderFire, la nostra band preferita!
Avevamo aspettato per mesi le date del tour, saltato scuola pur di riuscire ad accaparrarci i primi biglietti, passato interi pomeriggi per scegliere come vestirci e truccarci, e finalmente eccoci, dopo un'ora di viaggio in treno, nell'affollatissima piazza dove si sarebbero esibiti i nostri idoli.
L'adrenalina mi scorreva a fiumi in tutto il corpo e la pallida luna piena rischiarava il mio volto raggiante, mentre, al buio, aspettavamo l'arrivo sul palco dei quattro musicisti.
All'improvviso due diffusori laterali riempirono il palcoscenico di fumo denso e bianco fino a ricoprire del tutto ogni cosa.
Stritolai la mano di Elena, mentre il cuore mi batteva così forte da sembrare un piccolo tamburo.
Poi mancò un colpo.
Contemporaneamente dal palco esplosero le prime note della mia canzone preferita, ?The Voice?. Un perfetto mix di suoni e colori, che mi entrava nelle vene e scorreva nel mio corpo più veloce del sangue.
Noi ragazze urlavamo e cantavamo a squarciagola fino a stare male, guardando i nostri quattro angeli brillare sotto i riflessori.
Shou, voce e chitarra, Takeru al basso, Kai alle tastiere e Eric alla batteria. 
La serata volò via con un soffio di vento, mentre la luna piena guardava beffarda la nostra gioia. Dopo le ultime note di ?Butterfly? le luci si spensero e la piazza scoppiò in un caloroso applauso.
Ma io non avevo tempo da perdere.
- Elena!!- sussurrai.
- Che c'è Mezzie?-
Sfoderai un sorrisetto da Stregatto: - E' arrivato il momento!-
Gli occhi della mia migliore amica si illuminarono: - Oh, sì!-
Ci girammo verso le altre due con un'espressione a metà fra la supplica e l'eccitazione.
Durante il tragitto in treno io e Elena, le più pazze del gruppo, avevamo avuto un'idea fantastica:
perchè non infilarci nel backstage di nascosto per poter parlare con i nostri idoli?
- Oh, nonono!- ci rispose Viola guardandoci contrariata.
- Dai ragazze, non vorrete farlo sul serio! Può essere pericoloso, e se poi vi scoprono siete nei guai anche con la legge!-
- Come no!- sbottai con un'espressione scettica.
Elena sbuffò. - Siete le solite. Beh, noi ci andiamo comunque.-
Detto questo mi prese per mano e insieme iniziammo a farci strada a gomitate fra la folla ancora in delirio.
- Fate attenzione ragazze!-
- Se vi succede qualcosa poi noi non vogliamo saperne nulla!-
La nostra risposta agli avvertimenti di Viola e Sophie arrivò all'unisono: - Ciao ciao!-
Continuammo ad avanzare verso il lato sinistro del palco, da dove avevamo visto che erano scesi i quattro ragazzi. Ormai la folla iniziava a tranquillizzarsi e alcuni cercavano già di andarsene. Perfetto! Nessuno avrebbe fatto caso a noi due! 
A un metro dal palco c'era una sbarra di sicurezza che mi arrivava al petto, ma aiutandoci a vicenda io ed Elena la scavalcammo senza problemi; poi ci nascosimo in un angolino buio più in fretta possibile, mentre sul palco salivano gli addetti a sistemare la strumentazione.
- Dove andiamo ora?- mi chiese Elena.
Con il mento le indicai quella che sembrava una tendina nera: da dietro proveniva solo una luce piuttosto tenue; probabilmente lì non c'era nessuno, ma ci avrebbe portati a un'altra zona del backstage, magari proprio dove c'erano i ThunderFire!
Elena annuì. 
Iniziai a strisciare contro una delle pareti esterne del palco cercando di rimanere nell'ombra, ma temevo che il mio cuore impazzito mi avrebbe tradita.
Sentivo un formicolio di eccitazione nelle braccia e nelle gambe per quello che stavo facendo; comunque ormai ero lì e non sarei mai tornata indietro!
Presi la mano di Elena e con uno strattone deciso aprii la tendina, per poi trascinarci dentro entrambe, al riparo.
Alzai lo sguardo, ma non vidi nulla.
Perchè era diventato tutto nero?

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Capitolo 2
*** Falling Down ***


- WonderGround -



II
FALLING DOWN




 


- Mezzie?- la voce incerta di Elena rimbombava nell'oscurità.

Mi voltai di scatto verso dove proveniva la sua voce, dibattendo le braccia per trovare un appiglio solido, qualcosa, una qualunque cosa che potesse farmi da sostegno.

- Dove sei Elen...? Ah!-

Non feci neppure a tempo a finire la domanda che le tenebre lasciarono spazio a una luce bianca, chiarissima, che mi ferì gli occhi ormai abituati al buio. Mi portai una mano sul viso per ripararmi.

- Ma che diamine...?-

Poi i miei piedi scivolarono nel vuoto.

Con un urlo di stupore guardai in basso e vidi che il ruvido asfalto nero non era più sotto di noi, anzi, qualsiasi cosa ci fosse prima nel backstage era scomparsa. Sparita. Io ed Elena eravamo sospese nel vuoto, in una distesa di nebbia bianca.

Per un istante mi venne in mente quando ero in montagna e le grige nuvole passeggere ci inglobavano nascondendo tutto quello che c'era a distanza pochi centimetri, così che mi sembrava quasi di volare in cielo, in mezzo alle nubi.

Ma non ebbi neppure il tempo di passare dallo stupore alla paura che la forza di gravità iniziò a tirare il mio corpo verso il basso.

- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!-

L'urlo acuto di Elena si unì al mio e improvvisamente uscii da quella specie di torpore che mi aveva investita e mi ricordai di lei. Cercai la mia amica con lo sguardo, ma l'aria violenta che ci sferzava nella caduta mi faceva bruciare gli occhi fino alle lacrime.

- Ma che diavolo sta succedendooo?- sentii urlare la voce della mia amica.

- Credo che stiamo cadendo!- fu tutta l'ironia che riuscii a racimolare. Il cuore mi batteva a mille e il cervello mi si era paralizzato su un'unica idea.

Prima o poi dovevamo arrivare da qualche parte giusto?

Anche Alice, dopo essere caduta nella tana del Bianconiglio, era arrivata in una grande stanza.

Soffocai una risatina isterica per il paragone che mi era venuto spontaneo tra me e l'eroina del Paese delle Meraviglie.

Ma il vento mi sollevava con violenza i lembi della gonna nera a balze e la camicetta a mezze maniche, e mi faceva bruciare la pelle, così dovetti tornare presto alla realtà.

Seriamente... dove saremmo finite?

Quasi in risposta alle mie peggiori paure vidi che il terreno scuro si stava avvicinando progressivamente, prima lontano e sfocato attraverso la nebbia e poi sempre più nitido. Subito la mia stupida mente mi proiettò l'immagine di me che cadevo sfracellandomi al suolo. Cancellai subito quel pensiero.

- Ci schianteremo.- mormorai atona.

Sempre più vicino... Mancavano al massimo trenta metri. Chiusi gli occhi, strinsi forte i denti e mi preparai all'impatto mortale.

Ma tutto quello che sentii fu un leggero colpetto, come se qualcosa mi stesse improvvisamente portando verso l'alto, contrario alla forza di gravità.

Mentre ancora cadevo la mia velocità diminuì considerevolmente e finalmente riuscii ad aprire gli occhi e a guardarmi attorno.

A qualche metro da me Elena aveva la faccia di una che ha appena visto un fantasma, ma una luce speranzosa accendeva i suoi grandi occhi azzurri mentre guardava in basso.

Inaspettatamente toccai il suolo prima con un piede e poi con l'altro, delicatamente, come se avessi fatto solamente un saltello giù dal marciapiede.

Mi buttai a sedere incurante del terreno freddo e mi strinsi forte le ginocchia al petto, cercando di riprendere fiato e di riattivare la circolazione.

Elena atterrò poco dopo e si lasciò cadere sulle ginocchia, scossa da conati per la mancanza d'aria. Era stato un po' come andare su montagne russe a caduta libera, solo con un po' meno protezioni.

- Tutto bene?- le chiesi ancora con il fiatone. Elena annuì appena. - Certo che me lo immaginavo diverso, un backstage!- ribattei cercando di tirarle su il morale.

La mia amica sollevò la testa con un'espressione da zombie, e si passò l'indice sul collo, minacciandomi.

Nascosi il viso tra le ginocchia e iniziai a ridacchiare in modo isterico, ancora scossa per la caduta.

Quando ne ebbi abbastanza sollevai lo sguardo.

Quindi dove eravamo finite?

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Capitolo 3
*** Nella nebbia ***


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III
NELLA NEBBIA




 

Mi rialzai a fatica e cominciai a guardarmi tutt'intorno. Ma, da qualsiasi parte mi voltassi, il paesaggio era sempre lo stesso: un'infinita distesa di nulla.

La stessa fitta nebbia che ci aveva accolte avvolgeva ancora tutto, e si condensava sulla mia pelle nuda facendomi venire la pelle d'oca. L'unica cosa che potevo vedere oltre alla nebbia era il terreno, nuda terra marroncina dura e fredda. Il paesaggio mi dava un misto di malinconia e inquietudine, e fui costretta a stringermi le braccia al petto per smettere di rabbrividire.

- Ottimo!- esclamai per spezzare quell'assordante silenzio. Se fossi rimasta immobile un altro po' sarei impazzita.

Mi incamminai verso Elena, e vidi che anche il suo sguardo si perdeva spento nel vuoto. Un brivido freddo mi corse lungo la schiena.

- Forza andiamo!- le dissi con forza, sempre più spaventata da quel mondo-fantasma. Le afferrai un braccio e cercai di tirarla in piedi.

La mia amica si riscosse e assecondò il mio gesto, tirandosi in piedi seguita dalla nuvola dei suoi mossi capelli castani.

Tirai un sospiro di sollievo.

- Dobbiamo andarcene da qui!-

- Abbassa la voce!- bisbigliò allarmata Elena guardando un punto dietro di me.

- Uh?-

Girai la testa di scatto e per un istante il sangue mi si congelò nelle vene. Dalla fitta nebbia si stava materializzando una figura scura che camminava silenziosa nella nostra direzione.

Elena mi afferrò l'avambraccio e lentamente, trattenendo il respiro, ci abbassammo sulle ginocchia cercando di confonderci col suolo, aiutate dalla nebbia.

Ma il piano non funzionò.

- C'è qualcuno?- la voce sembrava provenire da un altro mondo.

Rannicchiata a terra vicino a Elena smisi di respirare del tutto, e così fece la mia amica. Solo il battito del mio cuore mi rimbombava insistente nelle orecchie.

Poi l'ombra fece un ultimo passo e si ritrovò nel nostro campo visivo non ostacolato dalla nebbia.

- Ragazze?-

L'”ombra” rivelò il volto stupito e sollevato di Shou, il bellissimo cantante dei ThunderFire, i cui capelli rosso fuoco davano un'improbabile botta di colore a quella monotona desolazione.

- Shou!!-

Io ed Elena ci aspettavamo tutto fuorchè lui, e tirando un sospiro di sollievo quasi ci buttammo fra le sue braccia.

Solo quando mi ritrovai i suoi stupendi occhi verde a pochi centimetri dai miei, mi resi conto che lo stavo stringendo, e mi allontanai imbarazzata, arrossendo. Elena, invece, rimase aggrappata al suo braccio.

- Grazie al cielo eri tu, avevamo così tanta paura!-

- Va tutto bene, non preoccuparti!- la tranquillizzò il ragazzo accarezzandole i capelli – Ma come mai siete qui anche voi?-

Alla sua domanda mi si accese un po' di speranza: - Tu sai dove siamo?-

Shou fece una smorfia e si passò nervosamente una mano fra i lisci capelli rossi.

- Veramente no... Speravo di poter chiedere delle spiegazioni a voi due!-

Speranze crollate.

- Che cosa è successo a te?- lo incalzò Elena.

- Non so bene come spiegare, è stata una cosa troppo strana.- Shou fece una pausa. - Ero sceso dal palco per riporre la chitarra e iniziare a sistemare prima degli autografi, ma all'improvviso è scomparso tutto e sono, diciamo, caduto quaggiù.-

Elena annuì con forza. - E' successa la stessa cosa anche a noi!-

E le raccontò tutto, mentre io le facevo inutilmente dei gesti per cercare di farla tacere almeno sulla parte che riguardava il nostro “grandioso” piano. Beh, perlomeno avevamo incontrato Shou! Una parte dell'idea era andata a buon fine.

- E adesso cosa facciamo?- chiesi giocherellando con le dita con un lembo della gonna.

Per un po' non ottenni risposta, mentre gli altri due si guardavano attorno mordicchiandosi le labbra, pensierosi.

- Ora che ci penso!- esclamò poi il ragazzo – Quando sono sceso dal palco c'erano anche Takeru e Kai con me! Forse anche loro sono finiti qua sotto!-

Non potei fare a meno di lanciare a Elena uno sguardo complice.

- Bene! Potremmo iniziare con l'andarli a cercare!-









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SPAZIO "AUTRICE" (PERCHE' AUTRICE E' UNA PAROLA GROSSA! xP)

Buongiorno a tutti!!
Sono Mezzie, o VictorianPuppet, la scrittrice di questa follia!
Non chiedetemi come è nata questa storia, era un contesto abbastanza stupido, e la mia mente malata ha fatto il resto! ^^
L'ho ripresa in mano dopo quasi un anno di tempo e devo dire che la sto modificando più di quanto mi aspettassi all'inizio!
Poi una mia amica mi ha fatto conoscere EFP (grazie Filakes!) ed ora eccomi qui!
Non so se potrà piacere a qualcuno!
Grazie mille comunque a tutti quelli che sono passati e passeranno!
Se volete lasciate una recensione! Bye bye!

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Capitolo 4
*** Nuovo compagno ***


- WonderGround -



IV
NUOVO COMPAGNO




 

Era già trascorso un po' di tempo da quando ci eravamo messi in cammino alla ricerca degli altri due ragazzi, forse un'ora o due, o almeno mi sembrava. Il paesaggio rimaneva sempre lo stesso ed era impossibile dire se magari eravamo già passati per quel posto, se stavamo girando in circolo o per una pista infinita. Per di più iniziavo ad avere davvero freddo, e la pelle mi si intorpidiva sempre di più, così a volte mi fermavo per fare qualche saltello sul posto o un po' di stretching per non perdere del tutto la sensibilità, seguita dagli altri due.

Più di una volta io o Elena avevamo cercato di iniziare una conversazione coinvolgendo anche Shou, ma i nostri tentativi cadevano nel silenzio dopo pochi minuti.

Stavo per lasciarmi cadere a terra esausta quando una macchia scura a pochi metri da noi attirò la mia attenzione.

- Hei ragazzi!-

Indicai ai miei compagni quella figura scura che emergeva dalla nebbia, stesa al suolo.

Shou fece una smorfia: - Sarà solo un ammasso di sassi!-

- Beh, ammetto che anche un ammasso di sassi mi renderebbe felice ora, in mezzo a tutto questo piattume!- commentò Elena.

- Dai andiamo a vedere!- li esortai correndo verso la mia meta - Hei, ma questo è...-

L'”ammasso” aveva corti capelli grigio argentato e indossava una T-shirt verde fluo abbinata a dei jeans strappati rosso intenso, lunghi fino al ginocchio. Steso a terra di fronte a me c'era Kai, il tastierista del gruppo, apparentemente privo di sensi.

Mi inginocchiai a terra e appoggiai la sua testa sulle mie gambe. Il ragazzo non reagì, anzi il suo corpo freddo e molle obbediva a ogni mio movimento. Non è che magari era... morto?

- Muovetevi voi due!- gridai rivolta alle due figure che si stavano avvicinando.

- Oh, cavolo, Kai!- esclamò Shou scendendo a terra vicino a noi due.

Elena sbiancò alla vista del suo musicista preferito steso a terra. - Oh mio Dio! Non dirmi che è..?-

Shou inifilò subito indice e medio nell'incavo del collo del giovane, e dopo un paio di secondi interminabili tirò un sospiro di sollievo.

- E' soltanto svenuto!-

- Per fortuna...- mi si levò il peso dal petto.

Anche Elena era visibilmente sollevata. - Grazie al cielo! Ma ora come facciamo a svegliarlo?-

Shou si guardò intorno pensieroso, poi il suo sguardo si illuminò e, dopo essersi alzato, si spostò a destra di un paio di metri, per poi raccogliere qualcosa da terra.

Gli lanciai un'occhiata interrogativa e mi accorsi che aveva preso in mano una bottiglietta di plastica trasparente.

- Questa deve essergli caduta mentre arrivava qui! Ricordo che ce l'aveva ancora in mano quando stavamo scendendo dal palco!-

Shou tornò verso di noi e svitò con cura il tappo dell'acqua; poi si abbassò vicino al viso dell'amico.

- Oh, vuoi farlo ber...-

SPLASH!

Un getto d'acqua gelida finì dritto sulla faccia del ragazzo... e sulle mie gambe!

- Shooou!- urlai saltando in aria per la sorpresa e il contatto sgradevole, cercando allo stesso tempo di non far cadere la testa del povero bassista.

Il rosso se la rideva a crepapelle, con le lacrime agli occhi.

- Che cosa ridi pirla?! Adesso sono fradicia! Questa me la paghi!- gli ringhiai, ma alla fine stavo ridendo anch'io.

Elena si teneva una mano premuta sulla bocca e l'altro braccio stretto attorno alla pancia, soffocando le risate, non sapendo se tenere la parte a me o a Shou.

Intanto però, il viso del ragazzo si era scurito.

- Non reagisce...-

In effetti Kai non aveva ancora mosso muscolo dopo lo scherzo dell'amico.

Per qualche tempo rimasimo fermi immobili, completamente in silenzio, pronti a captare un qualsiasi movimento proveniente dal ragazzo.

Poi, all'improvviso, sentii qualcosa di caldo che mi scorreva sulle gambe nude, per poi infilarsi sotto la gonna che mi arrivava a metà coscia. Una mano!

“ O-oddio!”

SCIAF!

Istintivamente mollai uno schiaffo al ragazzo e mi alzai di scatto facendolo cadere a terra.

- Ma che cavolo faiiii?!- strillai.

- Ahiaaaaaaa!- rispose lui.

- Ti sta bene, sei un pervertito!- esclamai e corsi a rifugiarmi dietro le spalle di Shou, che era rimasto a guardare l'accaduto con gli occhi sgranati. Poi ricominciò a ridere a crepapelle.

- Taci tu!- cercai di zittirlo imbarazzata.

Kai si alzò in piedi barcollante e per la prima volta mi guardò in faccia; vidi il suo sguardo passare dall'irato al confuso mentre riordinava i pensieri.

- Oddio, scusami!! Non volevo davvero!- cercò di farsi perdonare il giovane dai cappelli grigi – Non me ne sono reso conto!-

- Oh sarà la forza dell'abitudine!- commentai sarcastica guardando da un'altra parte. Poi mi resi conto del suo sincero imbarazzo e scossi il capo con un sorriso.

Elena, che fino a quel momento aveva osservato la scena incredula, si avvicinò con un sospiro, chiaramente divertita. - Dai ragazzi, fate pace da bravi!-

Kai, subito, fece guizzare i suoi caldi occhi marrone ambrato su di lei. - Oh, e chi è questa bella fanciulla?-

Elena avvampò, diventando più rossa dei capelli di Shou, e balbettò confusa una presentazione al suo musicista preferito.

Shou si voltò verso di me con un sospiro. - Non farci caso, è sempre così!-

- Buono a sapersi!- commentai sollevando un soppracciglio di fronte a quella scenetta.




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SPAZIO AUTRICE

Bene, eccomi di nuovo qui! ^^
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, la storia inizia un po' a movimentarsi! (Sì, lo ammetto, finora era un po' una pizza...)
Bene, fatemi sapere i vostri pareri! Se volete chiedere qualche curiosità fate pure!
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** La Foresta ***


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V
LA FORESTA




 

In pochi minuti spiegammo la situazione a Kai e decisimo di rimetterci in cammino alla ricerca di Takeru.

Intanto però, grazie a Kai, l'umore del gruppo era salito.

- Ma alla fine, dove siamo finiti secondo voi?- azzardò il ragazzo a un certo punto.

- Vero, non ci avevamo ancora ragionato!- esclamò Shou picchiettandosi la fronte con l'indice – Uhm... vediamo... Rapimento alieno?-

- Io l'astronave non l'ho ancora vista...- rispose Elena – Siamo rimasti intrappolati in un gioco virtuale?-

Scossi la testa:- Sarebbe il gioco più monotono che abbia mai visto! Che ne dite di un portale interdimensionale?-

- Dico che forse leggere troppi fantasy fa male!- mi rispose Kai con una linguaccia.

- Io almeno leggo e ho un cervello!- ribattei.

- Ragazzi...- sospirò sconsolato Shou.

- Che vuoi?- risposimo noi due all'unisono, creando un improbabile cameratismo.

Kai mi mollò un leggero pugno sulla spalla che mi fece inciampare nei miei stivali anfibi, e io gli risposi spingendolo via. Dopotutto iniziava a starmi simpatico quel tizio!

All'improvviso Elena attirò la nostra attenzione:- Cos'è quella roba?-

Noi tre ci voltammo subito nella direzione indicata dal suo indice: poco lontano, nascosto dalla nebbia, emergeva un fronte nero, come una scura linea all'orizzonte.

In silenzioso accordo ci incamminammo in quella direzione, e solo a pochi metri di distanza ci resimo conto che si trattava di una foresta.

Gli alberi più scuri e tetri che avessi mai visto formavano un incredibile muro vegetale, e in mezzo ai loro tronchi si vedevano solo altre file interminabili di abeti.

- Wow!- commentai con un bisbiglio di fronte a quello spettacolo gotico.

Le fronde dei rami arrivavano a toccare la terra come braccia scheletriche ricoperte da vestiti di aghi verde scuro, e la solita nebbiolina dava un tocco ancora più surreale e inquietante all'aspetto circostante.

Tuttavia, oltre a questo, c'era una differenza enorme con i boschi a cui ero abituata, in cui i canti degli uccelli si facevano sentire già a distanza di metri, gli scoiattoli saltavano agili da un ramo all'altro e, se non altro, almeno le cicale riempivano l'aria con il loro assordande frinire. Questo fitto ammasso di alberi taceva come un cimitero, come se non fosse stato toccato da anima viva da anni.

- Questo posto mette i brivi...- sussurrò Elena.

Sentivamo tutti un certo timore nel rompere quel silenzio sacro, neppure Kai azzardava una dellle sue battutine idiote.

- Ma è l'unica cosa diversa dal niente che abbiamo incontrato finora!- commentò Shou. Poi si volto a guardarci in faccia uno per uno – Cosa facciamo ragazzi?-

Tenni lo sguardo fisso nei suoi occhi verde alba che emanavano sicurezza e determinazione.

- Vorresti entrare?-

Shou annuì e iniziò a muoversi verso gli alberi. Lo seguii.

- Tu sei impazzito, testa di pomodoro!- lo rimproverò scioccato Kai.

L'amico si girò e gli rivolse un sorriso beffardo:- Bene, mister Coraggio, se la mia idea non ti va puoi sempre rimanere qui fuori.-

Poi mi prese per mano e mi attirò verso di sè; sentii il mio viso infiammarsi, ma cercai di rimanere impassibile per evitare brutte figure.

- E tu cosa fai?- chiese poi a Elena.

Lei si guardò un po' intorno, spostò più volte lo sguardo da Kai a Shou, e poi annuì.

- Scusami Kai, ma preferisco provare a entrare anch'io!-

Il grigio scosse la testa:- Voi siete tutti impazziti!-

Shou scoppiò a ridere, e poi si diresse deciso verso il bosco trascinandomi con sè.

Kai rimase ancora per qualche secondo a lamentarsi delle stranezze dell'amico e della sfortuna che gli era capitata a finire lì. Poi, dopo aver borbottato un proposito riguardo a voler lasciare la band, ci seguì.

Le tenebre della foresta ci avvolsero completamente, finchè non riuscii più a distinguere niente.

Avevamo fatto bene a inoltrarci lì dentro? Iniziavo a dubitarne...

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Capitolo 6
*** Nel Paese delle Meraviglie? ***


- WonderGround -



VI
NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE?




 

Per un po' camminammo in perfetto silenzio, anche la foresta sembrava morta tanto taceva.

Noi quattro ce ne stavamo stretti gli uni contro gli altri cercando di farci coraggio a vicenda, e la mano di Shou era ancora intrecciata con la mia. Ogni volta che ci pensavo il mio cuore accelerava i battiti e sentivo una sensazione stranissima allo stomaco.

“ Buona Mezzie, buona!” mi ripetevo ridacchiando dentro di me.

Per nostra fortuna, le tenebre non durarono ancora molto.

Dopo un centinaio di metri iniziammo a percepire una luce soffusa che veniva da qualche parte in lontananza. Nel giro di pochi minuti sembrava di essere in un bosco quasi normale, come quelli a cui ero abituata.

Da quanto tempo non vedevo più la vera luce?

Da quando eravamo finite laggiù non avevamo ancora intravisto un raggio di sole, ma ora piccoli fasci di luce si facevano strada tra le fitte fronde degli alberi, creando dei giochi spettacolari con il pulviscolo.

- Guardate ragazzi!- esclamò Kai.

Poco distante da noi si apriva un laghetto di acqua cristallina, la superficie che risplendeva come una distesa d'oro dove veniva colpita dai raggi.

Precedute da urla di gioia, io ed Elena iniziammo a correre verso lo specchio d'acqua fino a ritrovarci con i piedi immersi, e cominciammo a schizzarci a vicenda, felici.

All'improvviso qualcosa volò sopra le nostre teste e, sollevando un enorme schizzo d'acqua, Kai si lanciò completamente nel lago, seguito subito da Shou. Poi i due ragazzi iniziarono a lottare per affogarsi a vicenda.

- Vai Kai!-

- Forza Shou! Mettilo sotto!-

Ormai io ed Elena eravamo completamente coinvolte in quel momento di allegra follia.

Al diavolo tutto! Ci stavamo facendo una gita al mare con i ThunderFire!

Senza aver vergogna di mostrare chi era il nostro favorito, ci lanciammo ad aiutare i due amici, incuranti dei vestiti che ormai erano completamente fradici.

Pesci coloratissimi di tutte le dimensioni ci giravano attorno senza paura, creando arcobaleni argentati quando venivano presi in pieno da un raggio di sole.

Dopo un po', esausti, ci ritirammo sulla riva erbosa, e ci sdraiammo al sole per cercare di asciugarci. Intanto ci godevamo il venticello che ci scompigliava i capelli.

- Non so dove siamo finiti, ma mi piace!- commentò Kai con un sorriso.

- Perchè non ci trasferiamo qui? Fuggire tutto e tutti e vivere tutto il giorno qui, sarebbe fantastico!- ribattei sognante.

- Sarebbe davvero bello...- commentò Elena sospirando.

- Già! Stupendo...-

E mentre parlava, Kai mi infilò un braccio attorno alla vita.

- Giù le zampe!- gridai alzandomi in piedi di scatto.

- Ahahah, ma lo sai che sei troppo divertente quando ti arrabbi?-

- Tu non lo sei per niente!- sbottai offesa e imbarazzata per la sua presa in giro.

Shou mi fissava con leggero sorriso, e non potei fare a meno di arrossire.

Oddio! Avevo appena fatto la figura della sclerotica schizzata. Avrei voluto seppellirmi...

Tornai a sdraiarmi vicino a Kai, cercando di dare una seconda possibilità a tutti e due: a lui quella di non allungare troppo le mani, e a me quella di comportarmi da persona normale.

Nel gruppo tornò il silenzio.

Solo ora ci facevo caso, ma anche i rumori della foresta erano cambiati. Insomma, non c'era più quel silenzio opprimente che ci aveva accolti, ma dei normalissimi “suoni da bosco”. Il fruscio del vento, degli animali di passaggio, il cinguettio degli uccelli...

Chissà che forse quella brutta avventura non fosse giunta al termine. Anche se quello avrebbe significato dover salutare definitivamente Shou e Kai. Non sapevo più cosa augurarmi!

- E Takeru?- spezzò improvvisamente il silenzio Elena.

Shou balzò in piedi.

- Oh cavolo, ce ne eravamo scordati completamente! Kai, dove hai la testa?-

- Cosa c'entro io, zucca di pomodoro?!-

- Tranquilli ragazzi, recupereremo il tempo perduto, dai!- cercò di riappacificarli Elena.

Anche se controvoglia, mi alzai in piedi, seguita dagli altri tre.

I miei vestiti si erano asciugati completamente, ormai.

- Forza, andiamo alla ricerca del povero bassista!- cercai di incoraggiare il gruppo, mentre Shou e Kai si lanciavano ancora sguardi omicidi.

Ricominciò così la nostra marcia, ma questa volta ci sentivamo tutti più allegri e chiacchieravamo e scherzavamo tra di noi.

All'improvviso gli alberi si diradarono e davanti a noi si aprì una radura.

Non era molto illuminata, ma decine di specie floreali erano cresciute incontrastate dappertutto, creando una sorta di tappeto colorato naturale.

Presa dall'entusiasmo mi buttai fra quell'arcobaleno di colori, ridendo ed esortando gli altri a seguirmi.

Quando guardai il volto di Shou, però, la sua espressione era seria, e si guardava attorno con circospezione.

Elena e Kai, sempre scherzando fra di loro, avanzarono di qualche passo.

- Fermi ragazzi!- fu il comando improvviso di Shou.

I due si fermarono stupiti e si voltarono verso il ragazzo per vedere che cosa aveva; io mi accucciai tra i fiori, cercando di nascondermi.

Fu allora che li vidi.

Degli enormi occhi rossi, forse sei o sette, spuntarono dalle fronde alle spalle di Shou, silenziosi e mortali. Poi, accanto a loro, se ne materializzarono altrettanti.

- Shou stai attento!- gridai alzandomi in piedi e lanciandomi verso il ragazzo.

Ma il rosso, pronto, si era già buttato in avanti con un'agile capriola e si era rialzato fissando negli occhi le due orrende creature che stavano entrando nella radura.

Shou arretrò fino a raggiungerci e insieme cercammo di fare gruppo unito.

Ma quando i due mostri uscirono allo scoperto mi sentii mancare e dovetti fare appello a tutte le mie forze per non crollare sulle ginocchia.

Due ragni neri grandi almeno come una mucca ci guardavano con i loro famelici occhi rossi, facendo frusciare le foglie mentre muovevano le loro orribili zampe pelose.

- Cos'è questa roba?- gemette Elena con la voce incrinata.

“ Io non sono aracnofobica, io non sono aracnofobica!” iniziai a canticchiare tra me e me.

Diamine, ma tra tutti gli animali mostruosi che potevano capitarci, perchè proprio due ragni? Dove erano finiti i cari, vecchi licantropi, o i tenerissimi grizzly? Aiuto!

- Mezzie, è tutto ok? Sei un cadavere!-

Shou si voltò verso di me preoccupato.

Sollevai il pollice e cercai di fare un sorriso convinto, ma probabilmente mi uscì solo un'aria da mal di mare.

- Che facciamo?- sussurrò Kai fissando impietrito le due bestie.

- Kai, attento!-

Mi lanciai addosso al ragazzo e riuscii a spostarlo appena prima che una delle tenaglie del ragno si chiudessero attorno alla testa del ragazzo.

Rovinammo entrambi a terra su un piccolo cumulo di rami che ci ferirono lievemente.

- Perfetto...- sussurrai guardando uno dei bastoni.

Mi rialzai in piedi con la mia nuova arma, e vidi che Shou aveva già iniziato a difendersi a colpi di sassi.

- Elena, prendi!- chiamai la mia amica per lanciare anche a lei un legno.

Ma lei scosse la testa, guardando ammutolita la scena.

- Allora occupati di Kai!-

Senza badare alla sua risposta mi lanciai su uno dei due ragni, colpendolo il più possibile con il bastone. La bestia smise di guardare Shou e si concentrò su di me.

“ Oh cavolo, che ho fatto?” gemetti.

Ma ormai era fatta, e non potevo far altro che difendermi se non volevo diventare il pranzo di quel “coso”.

Il “coso”, purtroppo, era molto più agile di quanto mi aspettassi. Prima che potessi prevederlo, una delle sue zampe cercò di colpirmi, aprendomi una ferita nel braccio sinistro.

Urlai per il dolore e barcollai.

Quando le tenaglie del ragno furono troppo vicine, tentai un'ultima mossa azzardata, ma prima che potessi conficcare il bastone nella bocca del mostro, questo venne colpito da un grosso sasso e si ritirò all'indietro.

- Grazie Elena!- ringraziai sollevata la mia amica.

Lei mi fece un occhiolino e cercò di avvicinarsi per aiutarmi. Sentivo tutti i muscoli bruciare per lo sforzo improvviso, e se non fosse stato per l'adrenalina sarei crollata.

Inaspettatamente il ragno si riprese e caricò Elena, facendola volare per qualche metro.

Mi voltai di scatto per andare ad aiutarla, ma improvvisamente sentii qualcosa di caldo e denso cadermi sui capelli.

Una viscida gelatina biancastra mi colò sul viso.

- Cos'è questo schifo?!- strillai mentre mi giravo per trovarmi faccia a faccia con il ragno, che stava emettendo dalla bocca quella sostanza ripugnante.

Il “coso” era appena sopra di me.

“Dove sei, Shou?” fu l'ultima cosa che riuscii a pensare, mentre il mio corpo, spossato, veniva preso da profondi crampi. Mi restava l'ultima mossa.

Fissai per qualche secondo l'essre che si avvicinava sempre di più, la gelatina biancastra che gli usciva dalla bocca. Poi affondai con tutte le mie forze il bastone nel torace del mostro. La sua dura corazza non sembrò scalfirsi neanche un po'.

Cercai di arretrare, ma inciampai in qualcosa che mi si conficcò nella schiena. Caddi in ginocchio pregando di avere almeno ancora un po' di forze, le tenaglie del ragno sempre più vicine.

Involontariamente chiusi gli occhi per lo schifo e la paura.

Poi l'aria fu lacerata da un sibilo acuto, seguito dal rumore di un urto e dal lamento spaventoso di uno dei ragni. Aprii gli occhi incuriosita e vidi che il mio aguzzino si era voltato a guardare qualcosa, momentaneamente distratto dalla sua preda.

Seguii il suo sguardo e vidi una cosa che non mi sarei mai aspettata.





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Eccomi tornata!!
Questo capitolo era lunghissimo, lo ammetto, spero di non avervi annoiata! Solo che non mi andava di dividerlo, non sarebbe uscito un granchè!
Allora, parliamo un po' di nomi! xD
Mezzie, il nome della protagonista, non è altro che il mio soprannome! Sì, lo so, forse è una scelta un po' triste, ma non so perchè ma ogni volta che mi invento una nuova storia mi viene da dare il mio stesso nome alla protagonista! Manie di protagonismo, sì! xD
Shou (si legge "Sho") e Takeru sono i nomi di due cantanti giapponesi che adoro, che suonano rispettivamente negli Alice Nine e nei SuG. Mi sono un po' pentita del nome di Shou, ora che ci penso era meglio se lo lasciavo come nell'originale, Dario. Ma ormai è fatta!
Elena invece è un tributo alla protagonista de "Il diario del vampiro", un personaggio che amo e odio allo stesso tempo (ammetto che ultimamente la odio e basta! xD)
Kai è una scelta abbastanza casuale, lo ammetto, ma mi piaceva....
Gli altri personaggi li conoscerete dopo! xD
Aspetto i vostri commenti, mi raccomando!! ^^ Altrimenti verrete attaccati dai ragni giganti, ahahah!
Mezzie

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Capitolo 7
*** Lost ***


- WonderGround -



VII
LOST




 

Appollaiata sull'alto ramo di un albero non molto distante da noi, c'era una ragazza che teneva in mano un grande arco teso nella nostra direzione.

Il ragno che aveva quasi travolto Shou – me ne resi conto solo in quel momento, con un tuffo al cuore- era steso a terra, una lunga freccia conficcata nella schiena.

Guardai attentamente la giovane, stupita per non aver mai visto prima qualcuno come lei. Portava i lisci capelli castani tagliati piuttosto corti, da maschio, che le incorniciavano il viso facendo risaltare gli occhi ambrati, e si arricciavano leggeri al soffio del vento. Ma quello che mi stupiva più di qualunque altra cosa era la sua armatura: aveva un top corto e dei pantaloncini fatti di lucenti protezioni metalliche, incorniciate da stoffa marroncina simile a una sorta di pelliccia, che mettevano in risalto la sua corporatura esile ma con i muscoli allenati.

Con un colpo preciso, l'amazzone scagliò una seconda freccia verso il mio ragno, che fui lieta di aiutare a morire infilzandogli il bastone nel ventre, la parte vulnerabile che aveva lasciato scoperta per la sorpresa.

Mi scansai dal corpo che mi stava cadendo addosso e, anche se a fatica, mi avvicinai il più in fretta possibile a Shou.

Scoprii che insieme a lui c'era anche Kai, che in quel momento stava cercando di liberarsi dalla stessa bava gelatinosa che era finita addosso anche a me.

- State bene ragazzi?- domandai.

Aiutai Shou a rialzarsi, e notai con sollievo che nessuno dei due ragazzi aveva grossi problemi.

- E tu stai bene Mez?- mi chiese lui guardandomi negli occhi.

No, non stavo affatto bene. Altrimenti perchè il cuore mi batteva così forte e perchè sentivo qualcosa svolazzare nello stomaco? C'era sicuramente qualcosa che non andava in me... ma mi sentivo così leggera e felice!

- Sì, sì, l'ho scampata!- gli risposi prima che mi si potesse stampare in faccia un sorriso totalmente da ebete.

Kai fece un finto colpo di tosse che ci fece tornare entrambi alla realtà.

Distolsi lo sguardo da Shou arrossendo.

- Dov'è finita Elena?-

Iniziai a cercare la mia amica, e vidi che la strana amazzone era china su di lei e la stava aiutando ad alzarsi. Notai con sollievo che neppure lei sembrava in gravi condizioni e iniziai a correre verso le due ragazze.

- Ma chi è quella?- sentii Shou domandare a Kai.

- Non ne ho idea, ma è una bella gnocca!- fu il commento dell'amico.

Raggiunsi in fretta Elena, che mi si buttò subito al collo.

- Oddio, Mezzie! In che guaio ci siamo cacciate?-

La strinsi forte per qualche secondo, cercando di confortarla. Anch'io ero ancora scossa da quel brutto incontro, ma ora c'era qualcosa che mi premeva maggiormente.

Guardai l'altra ragazza negli occhi ambrati; era alta un buon dieci centimetri più di me.

- Ti ringrazio molto per averci salvati. Ma chi sei?-

Sul suo volto si dipinse un sorriso gentile, ma un leggermente distaccato.

- Il mio nome è Anna, stranieri! Siete stati fortunati che passavo da queste parti.-

- Stranieri?-

Il termine non era sfuggito a Shou, che nel frattempo si era avvicinato.

- Considerando i vostri vestiti e il modo in cui vagavate per questo bosco direi che non siete di Amaranth. Non preoccupatevi, - aggiunse subito dopo aver visto le nostre facce scioccate – se vi è successo quello che penso, posso spiegarvi tutto. Appena arrivati vi siete ritrovati a qualche kilometro da qui, in una specie di landa coperta di nebbia, non è vero?-

- Sì!- esclamammo insieme, desiderosi di scoprire cosa ci era capitato.

Anna sorrise comprensiva. - Fra i diversi “Mondi” esistono dei “Confini”, delle zone di limite in cui le linee energetiche dei pianeti si concentrano, formando dei varchi che permettono di passare da un Mondo all'altro.-

- Aspetta!- la interruppe Kai – Stai dicendo che è come se ci fossero dei mondi paralleli? Ma è pazzesco!-

La ragazza annuì. - Purtroppo la sapienza legata a questa organizzazione dell'universo è andata perduta secoli fa in quasi tutti i Mondi. Solo Amaranth ha conservato il suo sapere. Io non avevo mai visto degli stranieri, prima di voi, ma le storie degli anziani ne sono piene. Purtroppo in molti mondi le persone stanno corrompendo il sistema naturale a tal punto da creare delle disfunzioni nelle linee energetiche, e così i Confini finiscono per chiudersi.-

- Quindi staresti dicendo che noi siamo arrivati qui perchè siamo finiti in uno di questi “Confini”, giusto?- le domandai.

- Esatto!-

- Cavolo, che fortuna...- mormorò Elena.

- Bene, e come si fa per tornare indietro?- si informò subito Shou. - Insomma, è bello e tutto qui, ma credo che non faccia proprio per me!-

Sorrisi fra me e me nel vedere che anche per lui il ricordo dei mostri di poco prima non era troppo piacevole.

Anna scosse la testa.

- Purtroppo i Confini non possono andare a comando, è un processo spontaneo. L'unico modo è andare dalla Regina. Lei possiede un portale regolabile, potrebbe darvi una mano!-

- Perfetto, allora andiamoci subito!-

- Ahaha, sciocchino, non è così facile!- rise Anna. - La Regina abita nella capitale, Kilburn, e non lascia entrare chiunque nel suo palazzo, soprattutto ultimamente, che ha subìto alcuni attentati.-

- Fantastico...- commentai.

- Quindi ci aiuterai?- Kai, invece, era più speranzoso e guardava ammaliato la ragazza.

- Per me va bene! Per prima cosa, però, vi porterò al mio villaggio. E' meglio che vi rimettiate in sesto e bisogna fare un po' di preparativi prima della partenza. Ah, - aggiunse poi – c'è una cosa che dovete sapere. Come il vostro Mondo, anche questo è abitato da demoni. Solo che qui sono più numerosi e più potenti, e molti di loro sono perfettamente integrati con gli umani. Ma tanti altri, tipo i ragni che vi hanno attaccato prima, preferiscono mangiarsele, le persone.-

- Demoni?- urlò terrorizzata Elena.

Sentii i capelli rizzarmisi un po' sulla nuca, ma in verità la cosa mi interessava. Davvero c'erano demoni anche per il nostro mondo? Wow!

- Beh, per questo è sempre meglio girare armati!- spiegò Anna. - E i più forti di loro possono anche assumere una forma umana. Non fatevi ingannare!-

Detto questo, la ragazza si voltò e iniziò a muoversi verso la direzione da cui era venuta.

- Un momento!- la fermò Shou. - C'è ancora un nostro amico disperso qui da qualche parte!-

Anna si bloccò, ma non senza voltarsi verso il rosso.

- Mi dispiace, ma a questo punto non credo che si possa fare niente per lui.-

- Non è possibile! Possiamo ancora trovarlo!- esclamammo quasi all'unisono io e Kai.

L'amazzone sospirò. - E va bene, lo cercheremo mentre torniamo al villaggio. Forza, seguitemi.-

- Grazie!- disse Shou rincuorato, e iniziò ad andare verso di lei.

- Aspetta!- lo fermai afferrandolo per la manica. - Io non credo che dovremmo cercarlo di là!-

- Che c'è, Mezzie? Non ti fidi di Anna?-

- No no, non è che non mi fido, anzi! Ma davvero, sento che Takeru si trova ancora da dove siamo venuti!-

Shou aggrottò la fronte. - Anna conosce il suo pianeta! Di sicuro lo troveremo a seguire lei. Forza, vieni!- e detto questo mi prese la mano e iniziò quasi a trascinarmi.

Ma io puntai i piedi per terra. - Davvero Shou, Takeru si trova là!-

- E come fai a dirlo?- ormai il ragazzo si stava spazientendo.

Scossi il capo. - Me lo sento, a volte ho queste “intuizioni”!-

- Sentimi, non voglio perdere tempo con queste cose! Prima troviamo Takeru e prima ce ne torniamo a casa!-

Ormai aveva perso del tutto la pazienza. Mi lasciò andare la mano con forza e si avviò verso Anna, al seguito di Kai ed Elena.

- Fai quello che vuoi, io lo vado a cercare!- gli urlai, incapace di non rispondere alla provocazione. - Magari poi mi ringrazierai quando ti porterò il tuo amico sano e salvo!-

Mi tappai le orecchie con le mani per ignorare una qualsiasi risposta, e iniziai a correre verso la direzione da cui eravamo arrivati.

Corsi finchè i muscoli riominciarono a farmi male per lo sforzo precedente, e poi continuai ad avanzare spedita.

Avevo le guance bollenti per lo sforzo e la rabbia e il fiatone per la corsa estenuante.

“ Maledetto stupido, perchè neanche tu mi vuoi ascoltare?” pensai mentre gli occhi mi pizzicavano un po' per la rabbia.

In men che non si dica mi ritrovai in quella parte della foresta senza luce.

Per un momento mi venne voglia di voltarmi indietro per tornare dagli altri, ma poi scacciai con forza quello stupido pensiero. Non sarei tornata sui miei passi!

Iniziai ad avanzare alla cieca in mezzo agli arbusti che si facevano sempre più fitti, mentre i rami mi graffiavano senza pietà la pelle nuda e strappavano la stoffa dei miei vestiti.

Non avevo la più pallida idea di dove stessi andando, ma sicuramente quella non era la stessa strada che avevamo percorso prima. Passare per di lì era quasi impossibile.

Tastando alla cieca, trovai un'altro passaggio. Riuscii a percorrere quasi agevolmente qualche metro, poi i miei piedi inciamparono su quello che sembrava un grosso sasso e caddi a terra.

I miei gomiti furono lacerati dall'affilato pietriglio del terreno e lanciai un urlo di dolore.

Mi rannicchiai in posizione fetale, tenendo le ginocchia strette al petto; non avevo più la forza di rialzarmi, dovevo riposarmi almeno cinque minuti.

Ma così il freddo e l'umidità mi penetrarono facilmente nelle ossa, e in poco tempo mi stavo già assiderando; la mia pelle era ormai diventata insensibile.

“ Elena... Shou... Kai.... dove siete?” mormoravo dentro di me.

Non avevo neanche più la forza di essere terrorizzata.

Il silenzio era assoluto, fatta eccezione per il martellare, ormai debole, del mio cuore.

Che stupida che ero stata... Ora sarei morta lì in quel modo orrendo, solo per un capriccio.

Faceva freddo... Chissà quanto tempo era passato.

Improvvisamente un caldo tepore mi avvolse pian piano e iniziai a sentirmi meglio.

“ No, Mezzie! Non devi cedere!”

Una parte di me era cosciente che se mi fossi abbandonata a quella pace sarei solo andata incontro alla morte.

“ Col cavolo che me ne vado nell'Ade! Devo ancora vincere la sfida con Shou!”

Un sorriso mi affiorò sulle labbra al pensiero del ragazzo e in quel sorriso trovai la forza di reagire. Iniziai pian piano a muovere tutti i muscoli indolenziti, finchè non fui in grado di tirarmi su a sedere. Poi, facendo attenzione a ferirmi ulteriormente, mi alzai in piedi.

Mi girava la testa, ma potevo farcela. Avevo perso un sacco di tempo e dovevo rimediare.

Questa volta fui più cauta a non inciampare di nuovo.

Dopo quello che poteva essere un buon quarto d'ora iniziai a scorgere una soffusa luce in lontananza. Dimenticai tutti i propositi che mi ero fatta sulla cautela e iniziai a correre verso la sua direzione.

E finalmente ci riuscii.

Lo spettacolo che mi accolse era la stessa pianura coperta di nebbia che ben conoscevo.

Ma ce l'avevo fatta! Ero fuori dal bosco!

“ Ora mi resta solo di trovare Takeru!” esclamai dentro di me soddisfatta.

Quasi in risposta alle mie preghiere, iniziai a sentire in lontananza lo scroscio di una cascata.

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Capitolo 8
*** Kitsune! ***


- WonderGround -



VIII
KITSUNE




 

- Una cascata!- esclamai al settimo cielo.

Solo allora mi resi conto che la gola mi bruciava per la sete. Se l'avessi raggiunta avrei potuto bere, oltre che lavarmi le ferite e cercare di rendermi un po' più presentabile. Dopo il vagare nella foresta dovevo sembrare proprio una sfollata. E soprattutto, nei paraggi avrei trovato Takeru, ne ero certa!

Seguendo il rumore dell'acqua raggiunsi in fretta il mio obbiettivo, un fiumiciattolo posto fra due collinette rocciose e frastagliate che creavano la cascata.

Con un urlo di vittoria mi lanciai nell'acqua limpida che mi arrivava fino alle ginocchia e, facendo coppa con le mani, iniziai a bere a grandi sorsi. Finalmente!

In poco tempo la mia voce non era più un sussurro roco.

Poi iniziai a lavarmi con cura braccia e gambe, che riportavano le ferite più profonde, sia quelle che mi ero fatta combattendo contro i ragni, sia quelle che mi avevano procurato gli alberi.

Solo alla fine mi concentrai sul mio riflesso.

Cercai di sistemare in qualche modo i miei lisci capelli biondi, che ora erano tutti arruffati e mi rinfrescai un po' il viso, cercando di eliminare le occhiaie che cerchiavano i miei occhi verdi.

Mi sentivo molto sollevata, ed ero pronta a ripartire alla ricerca di Takeru.

- Takeru? Sei qui?- urlai per sicurezza.

Ma la voce che mi rispose, ne ero certa, non era quella del ragazzo.

- Chi sei, umana? Cosa ci fai nel mio territorio?-

Mi voltai, col sangue diventato ghiaccio nelle vene.

Davanti a me c'era un ragazzo davvero strano.

Era un giovane bellissimo, tanto bello da rimanere senza fiato, dai tratti orientali marcati ma dolci.

I suoi capelli lisci e spettinati erano neri come la notte, al di fuori delle punte, che diventavano gradualmente scarlatte, tanto da far sembrare quelle ciocche di seta lucida tante fiammelle ardenti.

Quei ciuffi color fuoco incorniciavano elegantemente un paio di occhi a mandorla che parevano oro fuso, talmente brillanti e magnetici da sembrare dotati di vita propria, e che gli conferivano un aspetto da bel tenebroso e da dio del sole al tempo stesso.

Le sue labbra sottili erano dischiuse in un sorriso compiaciuto, che rimarcava ulteriormente la sua espressione di sarcasmo e soddisfazione.

Come vestito portava solo un elegante kimono nero con le rifiniture bianche, che esaltava il suo corpo snello.

C'era qualcosa di terribilmente attraente in quel ragazzo, qualcosa che mi spingeva a correre da lui per poterlo sentire vicino e farmi stringere fra le sue braccia.

Quello sguardo magnetico mi attirava a sè con una tale forza...

Nella mia mente, però, corsero veloci le immagini prima del sorriso Shou e poi di Anna, che ci avvisava di stare attenti contro i demoni dall'aspetto umano.

Mi affrettai a spezzare quel legame che sembrava essersi creato come per incanto fra i nostri sguardi, e scossi la testa. Quel ragazzo era senz'altro uno di loro!

Il demone mi guardò per un secondo con un'espressione indecifrabile, poi ripetè la domanda.

- Chi sei, umana?-

La sua voce vellutata aveva quasi lo stesso potere magnetico dei suoi occhi, e dovetti ammettere che si adattava dannatamente bene al suo aspetto.

Decisi di optare, almeno per il momento, per la verità. Tanto, se era davvero un demone, ero fritta in qualsiasi caso!

- Mi chiamo Mezzie, e sono una straniera. Non pensavo fosse di qualcuno questo posto, me ne vado subito!-

- Non ti preoccupare, piccola- mi tranquillizzò lui con la stessa voce morbida. - Ormai sei qui e non fa nulla. Ma dimmi, sei sola?-

- I miei compagni sono qui vicino!- mentii. - Arriveranno fra poco. E sono molti, e soprattutto potenti! Io non li sfiderei fossi in te... -

- Ahahah, anche se tu mi stessi dicendo la verità, non credo che dei semplici umani potrebbero mai farmi qualcosa.-

Cavolo, aveva scoperto il mio bluff.

- Comunque, se ti fa piacere, puoi chiamare qui anche loro!-

Sotto la sua voce dolce, riuscivo comunque a sentire tutta la minaccia che nascondeva.

Perfetto, non avevo vie di scampo. Era già la seconda volta nel giro di poche ore che mi trovavo in pericolo di vita. Solo che questa volta ero completamente sola, e non sarebbe arrivata nessuna Anna a salvarmi.

Come se non bastasse, iniziarono a ronzarmi in testa alcuni ricordi.

Era una notte d'estate, e io ed Elena ce ne stavamo sdraiate in un campo dietro casa mia a leggere un libro sulle vecchie leggende trovato in biblioteca alla luce di una candela. Parlava anche di strane creature che perseguitavano gli umani da secoli.

Kitsune!

Anche quel nome fu solo un breve flash, ma fu sufficiente.

“ I kitsune sono i demoni volpe della mitologia giapponese. Alcuni di loro, staccati dal culto della dea delle messi, si nutrono delle anime e dei sentimenti degli umani. Possono assumere un aspetto antropomorfo, e di solito si manifestano come giovani ragazzi o ragazze dai capelli neri e rossi, ma la loro vera forma è quella di volpi con un numero di code determinato dalla loro forza.”

Più dettagli mi tornavano in mente, più mi convincevo della ragione della mia teoria. Ero di fronte a un kitsune. Ed ero spacciata!

- Che cosa vuoi?- gli domandai con aria di sfida.

Senza che potessi avere il tempo per rendermene conto, il kitsune si era già spostato dietro di me. Non aveva impiegato un solo secondo per spostarsi!

- Solo qualche piccolo favore... Voglio che diventi il mio nuovo gioco!-

Sentendo la sua voce vellutata sul mio collo tentai di girarmi, ma lui mi aveva già bloccato le braccia dietro la schiena.

- No! Lasciami!- urlai terrorizzata.

- Mi dispiace, ma non posso!- sogghignò lui, sarcastico.

La sua stretta diventava sempre più forte e pian piano, come un predatore, mi si avvicinava.

“ Oddio, ragazzi, dove siete?”

Una parte di me sperava ancora di poter essere salvata.

- Aiuto!- urlai in un ultimo tentativo di veder arrivare qualcuno.

Il ragazzo demone mi fece uno sgambetto, facendomi cadere completamente in acqua.

- Stupida! Chi vuoi che ti possa salvare ora? Rassegnati, e preparati a morire lentamente...-

- Non sarei così ottimista se fossi in te!-

La risposta piena di sicurezza arrivava dalla sommità di una delle due collinette che circondavano la cascata.

Alzai il volto piena di speranza, il cuore che mi batteva a mille.

*********************************************************

Questa volta sono tornata presto, ma questo capitolo mi piaceva troppo per non postarlo subito!
Per il nuovo personaggio di questo capitolo mi sono ispirata abbastanza a Shinichi, un demone del diario del vampiro che personalmente adoro!
Chissà come andrà a finire... Al prossimo capitolo! 
Mezzie

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Capitolo 9
*** Duello ***


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IX
DUELLO




 

Di fronte a noi, alto e fiero, c'era Shou, la persona che più al mondo desideravo vedere in quel momento. Il ragazzo guardava negli occhi il kitsune con lo sguardo carico di odio e di sfida. In mano aveva una lunga spada lucente fatta di un metallo scuro simile al bronzo; il suo braccio era abbandonato lungo il fianco, ma pronto a partire all'attacco.

- Lascia andare la ragazza e non ti ucciderò, bastardo!- esclamò minaccioso.

- Che cosa pensi di farmi, stupido?- rispose l'altro. - Anche se hai un'arma con te non ti servirà a salvarti la vita. Non puoi competere con il potere di noi demoni!-

Approfittando della momentanea distrazione del kitsune gli mollai un calcio alla gamba sinistra, cercando di fargli perdere l'equilibrio, ma lui non si spostò di un centimetro.

- Stai zitto tu!- esclamai, lottando allora per liberarmi dalla sua stretta.

- Maledetta!- ringhiò lui, e con uno schiaffo mi fece cadere in acqua. - Te ne pentirai!-

Il suo volto sadico era sopra di me e i suoi occhi fiammeggiavano che mai.

- Bastardo!-

L'urlo di Shou rimbombò fra le rocce. Vidi il ragazzo saltare abilmente giù dalla collinetta per correre nella nostra direzione.

- Non avresti dovuto neppure toccarla!-

- Shou, no!- urlai terrorizzata. - Vattene via, ti ucciderà!-

Lui mi guardò per un solo istante, ma riuscii a sentire tutta la rabbia che provava attraverso il suo sguardo elettrico.

- Stupida, non me ne andrò via senza di te!-

Nella sua corsa, ormai ci era quasi addosso.

Caricò la spada con entrambe le braccia e affondò il fendente con tutta la forza dei suoi muscoli. Vidi la lama calare proprio sopra la mia testa. Urlai, pregando dentro di me che non sbagliasse la mira.

Tutto quello che sentii fu un clangore metallico e poi il silenzio assoluto.

Solo dopo qualche istante si levò una bassa risata di scherno.

- Ma che bravo!- La voce del kitsune fu la prima a rompere quel silenzio di ghiaccio. - Non sei poi così male con la spada, umano!-

Alzai gli occhi e vidi che il demone aveva fermato la dura lama con una sola mano, senza essersi fatto nulla.

Shou ritrasse la spada lentamente.

- Non mi interessano i tuoi complimenti, sai?- il suo tono era ancora cupo e minaccioso, la sua rabbia non ancora esaurita. - Piuttosto, se fossi in te inizierei a tremare. Il prossimo colpo sarà l'ultimo, e non lo mancherò, puoi starne certo! Aaaaah!-

E per la seconda volta, ma con molta più forza, cercò di colpire il ragazzo dai capelli corvini che, questa volta, indietreggiò di un paio di passi.

Approfittando del suo smarrimento mi lanciai addosso a lui con tutto il mio peso, facendolo barcollare e finire completamente in acqua. Io finii distesa sopra di lui.

- Ma cosa fai?- mi urlò Shou. - Ora che sei libera scappa, no?-

- Non ci penso nemmeno!- gli risposi urlando, cercando intanto di immobilizzare il kitsune che si dibatteva come una furia assassina. - Voglio lottare per salvarci!-

- Non fare l'eroina! Spostati! Voglio dargli il colpo di grazia!-

Senza aspettare che mi togliessi di mezzo, prese la rincorsa e si lanciò su di noi. Aspettai l'ultimo secondo, poi bi buttai in acqua, lontana dal pericolo. Shou calò la spada sul petto del ragazzo, colpendolo in pieno.

Mi preparai alla vista di schizzi del sangue, che invece non apparvero. Il corpo del giovane si trasformò in una cascata di minuscoli cristalli lucenti che parevano brillantini bianchi.

Restai ad osservare la scena, incantata, fin quando la voce del kitsune risuonò per un'ultima volta.

- Non finisce qui!- fu il suo ultimo urlo, pieno di rabbia e dolore.

- E invece è finita!- ringhiò soddisfatto Shou.

Rimasimo a guardare i brillantini finchè non si furono dissolti del tutto.

Poi ci guardammo in faccia, e un sospiro di sollievo si levò all'unisono dai nostri petti.

 

Io e Shou iniziammo a trascinarci verso la direzione da cui era arrivato poco prima.

Ora mi sentivo davvero a pezzi. Ero completamente fradicia, ancora spaventata per il brutto incontro e soprattutto non potevo fare a meno di continuare a chiedermi che altro ci avrebbe riservato quel mondo terrificante.

- Hei, prendi questa!- mi disse improvvisamente Shou, lanciandomi qualcosa che aveva raccolto da terra.

Afferrai al volo la morbida coperta di lana, e mi ci avvolsi senza pensarci due volte.

- Grazie!- mormorai piena di gratitudine, stringendomi il caldo tessuto addosso il più possibile. - Ma... aspetta un attimo! Dove l'hai presa? E la spada? Da che parte arriva?-

Shou scoppiò a ridere. Era visibilmente molto meno teso di prima, mi accorsi con sollievo. Per un attimo avevo pensato che ce l'avesse a morte con me per la mia sciocca fuga.

- Quante domande!- commentò scuotendo la testa. - Se non te ne fossi andata via all'improvviso lo sapresti! Anna ci ha portati fino al suo villaggio. Gli altri sono là che ci aspettano!-

- E come è questo villaggio?- domandai curiosa.

Shou alzò le spalle.

- Sembra un po' di essere nel nostro medioevo, per quanto ho visto ora! Ma gli abitanti sono gentili e accoglienti, non sarà male fermarci lì per un po'!-

Non sapendo cosa rispondere mi limitai a sorridere. Mi andava bene qualsiasi posto, se lui era con me. Dopo la battaglia contro il kitsune sentivo che il nostro legame si era in qualche modo rafforzato, e se lui era vicino a me potevo essere completa, protetta e felice.

All'improvviso sentii delle gocce fredde colpirmi il viso.

- Mi sa che inizia a piovere!- avvertii Shou, ma lui si stava già guardando attorno alla ricerca di un riparo.

- Ho visto una specie di caverna mentre venivo da te. Forza, andiamo!-

Il ragazzo mi prese per mano e iniziammo a correre verso il retro di una delle collinette rocciose. Nel frattempo la pioggia aumentava sempre più, e in pochi istanti si era trasformata in un acquazzone. Arrivammo all'entrata della grotta completamente fradici.

Mi aspettavo un riparo come quelli che si vedono nei film, spazioso, caldo e asciutto, e invece ci trovammo in un buco umido e gelido, in cui c'era a malapena lo spazio per noi due. Ma eravamo pur sempre al coperto.

- Tutto a posto?-

- Non c'è male!- sorrisi.

Mi sedetti su un masso, cercando di strizzare la coperta fradicia, mentre Shou tentava di accendere un fuocherello con dei legnetti umidi trovati nella caverna.

- Dannazione, non ci riesco!- sbottò dopo qualche tentativo.

Rimasi a contemplare la sua espressione imbronciata mentre si concentrava sulla sua missione. Cavolo... Mi trovavo da sola con Shou, il leader dei ThunderFire, entrambi fradici, in uno spazio piuttosto ristretto. Ancora, dopo tutto quello che avevamo passato, stentavo a crederci.

Improvvisamente il ragazzo si voltò verso di me e fui costretta ad abbassare la testa di scatto per non farmi scoprire mentre lo fissavo.

- Volevo chiederti scusa per prima.- cominciò a dire.

- E per che cosa?-

Non capivo.

- Non dovevo comportarmi così, quando abbiamo litigato nel bosco e quando sono venuto a riprenderti. Non dovrei essere così brusco... Non con una fan almeno!-

Abbassò il volto.

- Una... fan...- ripetei senza riuscire ad evitare un tono di delusione.

Ma del resto, di che cosa mi ero illusa?

- Che c'è?-

- Beh...- cercai in fretta e furia una scusa da dargli. - Dopo tutto questo, dopo tutto quello che abbiamo passato... Pensavo ci fossimo avvicinati un po' di più, ecco!-

Sentii le mie guance diventare bollenti, mentre lacrime di delusione mi pizzicavano appena gli occhi.

- Mezzie!-

Shou fece una mezza risata, poi, improvviso come un lampo, mi prese gentilmente il volto fra le mani, e lo avvicinò al suo. I miei occhi erano immersi nei suoi, potevo vedere tutta la mia speranza riflessa nelle sue iridi.

- Avevo paura che tu non volessi essere qualcosa di più, per me...-

La sua voce era un caldo sussurro sulle mie labbra.

- Shou...-

Non capivo a fondo cosa volesse dirmi con quelle parole, ma abbassai le palpebre e dischiusi appena la bocca.

Le nostre labbra gelide si incontrarono, toccandosi appena, scaldandosi a vicenda, mentre il bacio che non pensavo neppure di desiderare così ardentemente si avvicinava.

Sentivo la sua presenza così vicina, ogni attimo si imprimeva nella mia mente come un fotogramma.

Eravamo vicinissimi...

- Hei, gente, c'è qualcuno?- fu l'urlo che arrivò all'improvviso dall'imboccatura della grotta.

Io e Shou ci staccammo di scatto l'uno dall'altra, sorpresi.

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Capitolo 10
*** Il villaggio ***


- WonderGround -



X
Il villaggio




 

Per qualche secondo cercai di mettere a fuoco la figura in controluce; sentii i muscoli di Shou tendersi, in allerta.

Poi davanti a noi si delineò la figura di un ragazzo magrissimo, vestito completamente di nero, i capelli neri sparati in aria con il gel e il viso coperto da un'ombra tetra.

- Takeru!- esclamò Shou rivolto al darkettone.

Osservai anch'io il ragazzo che cercavamo da tempo, ma di cui, dovetti ammettere a me stessa, mi ero completamente dimenticata negli ultimi minuti. Di fronte a noi c'era proprio il bellissimo bassista dei ThunderFire.

- Dove cazzo eravate finiti, pomodoro?-

“ Ma come diamine parla questo?” pensai scioccata. “ E perchè tutti chiamano Shou pomodoro?”

- Hei Tak, vacci piano! C'è una ragazza qui!- lo ammonì il rosso. Il mio rosso.

Solo allora il ragazzo si voltò verso di me e si accorse della mia presenza.

- Wow pomodoro! Mentre io ero in giro a cercare qualcuno tu te la spassavi, eh?- commentò con un tono complice, ma la sua espressione era ancora cupa.

A quelle parole diventai scarlatta e cercai nella mia testa una qualsiasi scusa da rifilargli.

- Ma noi stavamo cercando te!- borbottai. Almeno fino a un certo punto era vero.

Ma il ragazzo non sembrava troppo intenzionato a considerarmi. Diede un pugno scherzoso sulla spalla dell'amico e si sedette sul sasso dove fino a poco tempo prima c'ero io.

- Dimmi tutto!- disse guardando Shou fisso negli occhi.

Era davvero inquietante.

 

Nei minuti che seguirono Shou fece un breve resoconto al bassista, che mutò la sua espressione funebre in una che sembrava quasi stupita, e confessò che lui aveva ripreso conoscenza da poco tempo e non aveva ancora avuto modo di incontrare delle stranezze, per fortuna. Rimase particolarmente impressionato dal nostro incontro con il kitsune e dal modo in cui lo avevamo affrontato. Si complimentò dicendo che avevamo avuto tanto “culo”.

Nel frattempo l'acquazzone era finito e Shou decise di guidarci subito verso il villaggio di Anna.

Mentre passavo per la seconda volta accanto alla cascata non potei fare a meno di ripensare al kitsune e alle sue ultime parole, ma subito scossi la testa e continuai a camminare dietro ai due ragazzi. Non c'era nulla che dovessi temere in quel mondo, se accanto a me c'era Shou.

Shou, che da quando il compagno aveva fatto la sua comparsa, era diventato stranamente silenzioso con me, e non faceva o diceva nulla che potesse dimostrarmi che quello che era successo poco prima nella grotta non era stato solo un bel sogno. Forse era così perchè era ancora un po' in imbarazzo per essere stato sorpreso con me da Takeru, o forse perchè... era un ragazzo!

Era la spiegazione più plausibile, ma avrei venduto volentieri l'anima in cambio di poter sapere che diamine gli ronzava nella testa rossa in quel momento... Alla fine decisi di rimandare le spiegazioni a più tardi.

Attraversammo nuovamente il bosco e ripassando per la radura in fiore scorsi le carcasse dei demoni ragno ancora stese dove le avevamo lasciate; feci una smorfia di disgusto e accelerai il passo.

Il villaggio di Anna non era molto distante da lì, impiegammo circa venti minuti per raggiungerlo.

Era proprio al limitare del bosco, tanto che i tetti di alcune case erano coperti dalle fronde verdi, e su alcuni muri crescevano rigogliose piante rampicanti.

Shou aveva proprio ragione: un paese fatto con quelle piccole case di legno apparteneva al passato del nostro mondo, ma qui aveva un'aria perfettamente normale, si abbinava all'atmosfera del luogo.

Non appena scorsi Elena e Kai seduti fuori da una casa intenti a sorseggiare qualcosa da tazze di terracotta dipinta, iniziai a corrergli incontro sventolando la mano.

- Mezzie!- esclamò Elena in un misto di stupore e gioia.

Appoggiò la sua tazza e mi corse incontro, saltandomi quasi in braccio.

- Sei ancora tutta intera!-

Cercò di stritolarmi in un abbraccio, ma riuscii a sgattaiolare via dalla sua presa.

- Tranquilla Elly! Non sono mica partita per la guerra!- scherzai, ma in realtà mi ritenevo davvero fortunata di essere ancora viva.

- No, ma a quanto pare alla tua amica piace scherzare con i demoni!- commentò Shou serio.

- Demoni?-

Kai nel frattempo si era avvicinato e mi guardava stralunato.

- Un problema con un kitsune, sì... Vi racconterò meglio dopo!-

Takeru fu l'ultimo a raggiungerci.

Non appena lo vide, Kai iniziò a fargli un sacco di feste, esuberante come sempre, ma il bassista lo considerò a malapena.

Una porta alle nostre spalle si aprì e, voltandomi, vidi Anna venire verso di noi con uno sguardo preoccupato. Poi, prima di poterci raggiungere, notò il nuovo arrivato e i suoi occhi ambrati si concentrarono sul ragazzo con uno sguardo fin troppo interessato.

Approfittai di quel momento per prendere in disparte Shou.

- Posso parlarti un attimo?- gli domandai.

- Certo!- rispose lui.

Poi, accorgendosi che continuavo a guardare nervosa verso gli altri, mi prese per mano e mi trascinò dietro la casa.

- Perchè mi hai baciata prima?- andai subito dritta al punto.

Shou tentò una risatina, ma subito tornò serio; capii che era un po' imbarazzato anche lui.

- Beh, mi sembra abbastanza ovvio... Quando provi qualcosa per una persona...-

Non gli diedi il tempo per finire.

- E allora perchè da quando è arrivato Takeru mi hai guardata a malapena?-

La mia domanda lo mise in crisi.

- Beh, ecco...- cercò di spiegare.

- Non importa, ho capito!- risposi sorridendo. Poi lo presi per mano. - Dai, andiamo! Credo che qualcuno voglia festeggiare il nostro ritorno!-

Avevo risolto il dubbio che mi assillava e ora mi sentivo finalmente serena. Shou non mi aveva baciata per caso.

 

- Visto che ora ci siete tutti, vi porterò dalla guaritrice del nostro villaggio, così potreste sistemare le ferite e rimettervi in forma, nel caso dovessimo decidere di partire per Kilburn.-

- Prima non potremmo mangiare qualcosa?- protestò debolmente Shou portandosi le mani alla pancia.

- Chi ultimo arriva male alloggia pomodoro!- esclamò allegro Kai. - Noi abbiamo già mangiato!-

Anna fece un sorrisetto.

- Sarei tentata di lasciarvi a stomaco vuoto... Ma venite in casa!-

Lanciò un'occhiata veloce a Takeru, poi ci fece strada nella sua abitazione. Questa consisteva in un'unica stanza tutta in legno, arredata solo con un piano cucina, un tavolo scuro da sei posti e un piccolo divano-letto.

- Vivi da sola?- mi informai.

- Già!-

Nella sua affermazione c'era un lieve tono di tristezza, così preferii non indagare oltre.

La ragazza ci offrì dei panini ancora caldi e della zuppa fumante che, dopo tutte le avventure che avevamo passato, aveva un profumo davvero invitante.

Tutti e tre divorammo in fretta il cibo, ringraziammo, e poi raggiungemmo gli altri che erano rimasti fuori.

- Bene, la casa di Vero è da questa parte!- esclamò Anna guidandoci per una via.

- Vero?- domandò Elena.

- La guaritrice! Il suo nome è Veruska, ma lei preferisce abbreviarlo.- spiegò con un'alzata di spalle.

- Guaritrice... Brr!- gemetti immaginandomi una dottoressa armata di ogni sorta di strumento di cura possibile. Già odiavo gli ospedali, figuriamoci poi come doveva essere in una civiltà così poco tecnologica.

Anna si fermò di scatto.

- C'è una cosa che dovete sapere su di lei... Vero viene dal vostro stesso Mondo. Le è toccata la stessa sorte che ha colpito voi, ma lei era sola. Riuscì a soppravvivere e a raggiungere il villaggio solo per miracolo. Non fatele troppe domande...-

- Forte! Quindi qui c'è qualche altro umano!- esclamò tutto allegro Kai, ma venne subito zittito da un'occhiata torva di Takeru.

“ Già, ma un umano che non è riuscito a tornare a quanto pare...” pensai.

- Chissà se anche questa Vero è una ragazza così carina!- mi sussurrò Kai, indicando nella direzione di Anna.

- Oh, sì, sarà una ragazza davvero carina, e non ti guarderà affatto!- risposi facendogli una linguaccia.

- Ah! Questo è da vedere!-

Inarcò appena le soppracciglia e accelerò il passo con decisione.

Risposi con un sorriso: la sfida era aperta!

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Capitolo 11
*** La guaritrice ***


- WonderGround -



XI
LA GUARITRICE




 

- Vero! Siamo noi!- esclamò Anna non appena varcò la soglia.

La casa della guaritrice era molto simile a quella in cui ero appena stata, con la differenza che questa aveva le pareti ricoperte da scaffali colmi di libri enormi, boccette e ampolle e l'aria era densa del profumo di erbe aromatiche.

- Anna?-

La ragazza, a primo impatto, mi sembrò molto più bella di quanto Kai potesse aver sperato.

Veruska, a differenza del nome, che mi suggeriva una provenienza nordica, aveva lunghi capelli castano scuro, lisci come spaghetti e racchiusi in un'elegante coda di cavallo che le liberava completamente il volto. La pelle olivastra e gli occhi scuri dal taglio leggermente allungato le davano un'aria da spagnola, con lineamenti delicati e proporzionati al viso ovale. Anche se era seduta, impegnata a pestare qualcosa in un mortaio, capii che doveva essere davvero alta, circa un metro e settanta, e il suo corpo, coperto da un abito che doveva appartenere a quel mondo, era snello e con le giuste curve.

Con un'improvvisa fitta di invidia, cercai di non pensare al mio aspetto fisico.

Vero ci stava squadrando, negli occhi aveva un misto di stupore, dolore e speranza.

“ Deve aver capito che veniamo dalla Terra!”

- Buongiorno, Anna! Chi sono questi?-

L'amazzone fece un passo avanti verso di lei.

- L'hai già capito, non è così?-

Vero sospirò e il suo sguardo si fece triste.

- Non ci posso credere... Quindi anche loro sono condannati a rimanere qui...-

- Certo che non rimarremo qui! Non ci penso proprio!- esclamai scuotendo la testa.

- Mezzie ha ragione!- mi diede man forte Shou, mettendomi un braccio attorno alle spalle. Mi sentii avvampare. - Noi vogliamo almeno provarci, andremo a Kilburn per cercare di tornare nel nostro mondo! Ti unisci a noi?-

Di fronte alla sua determinazione, l'espressione di Vero si fece pensierosa, ma almeno un po' di maliconia se n'era andata.

- Io... Non saprei!-

Lanciò un'occhiata ad Anna, che si stiracchiò e guardò di sottecchi Takeru.

- Ho deciso di accompagnarli! Anche se sono solo dei terrestri penso che con le armi giuste ed un po' di allenamento potrebbero essere pronti per affrontare il lungo viaggio, e comunque siamo abbastanza numerosi!-

La guaritrice fece una smorfia indecisa, ma una nuova determinazione accendeva il suo volto.

- Voglio pensarci ancora un attimo, vi farò sapere!- esclamò alzandosi in piedi.

- Prima però rimettimeli a nuovo... A questi qui piace scherzare con i demoni! Kai e Mezzie sono quelli messi peggio.- aggiunse Anna spingendoci verso di lei.

- D'accordo! Lascia fare a me!-

 

Shou e gli altri uscirono dall'abitazione, ed io e Kai rimanemmo soli con Vero.

Mentre la guaritrice andava a cercare non-so-quale-medicina-infernale, mi avvicinai al ragazzo.

- Allora come ti sembra?- sussurrai facendo un gesto con la testa nella sua direzione.

Kai, preso alla sprovvista, arrossì leggermente, poi si mise a borbottare qualcosa di strano.

- No, no, non è proprio il mio tipo! Mi dispiace, Mezzie, ma niente da fare!-

- Ma come? Sei cieco? E' una ragazza stra carina!-

Lui alzò le spalle.

- Preferisco Anna!-

Stavo per ribattere, ma arrivò Vero a mettere fine alla discussione.

Il primo turno toccò a me. Non avevo ferite particolarmente gravi, ma i tagli e le abrasioni erano più numerosi di quanto me ne fossi accorta e rischiavano di infettarsi. Tuttavia me la cavai con solo una disinfezione e l'applicazione di un unguento cicatrizzante.

Non rimasi a vedere la sorte del povero Kai; dopo aver ringraziato decisi di uscire con gli altri.

Appena aprii la porta mi accorsi che si era già fatta notte; rimasi incantata a rimirare il cielo che, in assenza dei lampioni, si mostrava in tutta la sua bellezza: stelle e pianeti lontani brillavano sopra le nostre teste, creando scie di luce e costellazioni mai viste.

Improvvisamente sentii due braccia forti stringermi dal dietro.

- E' stupendo, non è vero?-

La voce di Shou era profonda, sembrava provenire da molto lontano.

Quel mondo era semplicemente stupendo nel buio della notte, sembrava tutto così perfetto.

- Già...-

Rimasimo fermi in quella posizione finchè Kai non ci raggiunse, borbottando sommessamente qualche lamentela. Dedicò a me e Shou uno sguardo stupito e confuso, dopodichè mi sorrise malizioso. Gli risposi con una linguaccia.

- Perfetto, ora ci siete tutti!- disse Anna – Che ne direste di andare a dormire?-

Solo in quel momento mi resi conto di essere stremata. Per quel giorno avevamo avuto abbastanza avventure!

- Casa tua?- chiese Elena con uno sbadiglio.

- Esatto! Ho un bel po' di coperte, dovrebbero bastare.-

Detto questo iniziò a dirigersi verso l'abitazione, invitandoci a seguirla.

Shou mi liberò dalla sua presa e ci unimmo alla comitiva.

Dovevamo essere tutti davvero stanchi, perchè per l'intero tragitto nessuno aprì bocca, fatta eccezione per Kai, che ogni tanto mi guardava e rideva, oppure mormorava frasette dolci alla povera Elena; naturlamente quando anche Anna poteva sentirlo. Il villaggio ormai, era deserto e silenzioso, tanto che in lontananza si poteva sentire il suono dell'acqua in movimento di un fiumiciattolo.

Quel giorno, presa dalla fretta e dall'adrenalina per il mio arrivo lì, non avevo fatto troppo caso all'aspetto del villaggio. Seppure appartenente ad un'epoca diversa, doveva essere piuttosto prosperoso, anche se non molto grande. Riconobbi l'insegna di un artigiano spadaio e l'attraente vetrina di un panificio, che mostrava ancora le pietanze esposte durante il giorno.

Ogni luce era però spenta, il paese riposava nell'oscurità.

Arrivati a casa, Anna ci consegnò delle coperte morbidissime e che isolavano benissimo dal freddo, e tutti insieme ci sistemammo per dormire nell'unica stanza della casa, per terra.

Ma eravamo talmente stanchi che non ci passo neppure per l'anticamera del cervello di lamentarci.

Sentii i miei compagni crollare nel sonno uno dopo l'altro, ma io, nonostante fossi stremata, non riuscivo ad addormentarmi. Nonostante il respiro regolare dei miei amici fosse simile a una ninna nanna non bastava a rilassarmi. Per la testa mi ronzavano continuamente le immagini del giorno prima; soprattutto l'episodio che mi era capitato nella grotta insieme a Shou mi tormentava i neuroni già abbastanza stressati. Perchè non eravamo riusciti ad andare fino in fondo nel bacio?

- Hei, ancora sveglia?-

La voce vellutata del ragazzo mi sorprese nel buio.

- Già... E' difficile prendere sonno lontani da casa!- sospirai voltandomi verso di lui. La luce delle stelle penetrava dalle sottili tende della finestra, e potevo scorgere il suo volto oltre le spalle di Elena; almeno lei stava dormendo.

Per un po' ce ne rimanemmo in silenzio, ad ascoltare il rumore dei nostri pensieri.

- Ti manca casa? Cioè, il nostro mondo...- domandò all'improvviso Shou.

- Beh... Devo ammettere di sì. Tutto questo è super figo, però... E' successo tutto così all'improvviso, siamo stati scagliati quaggiù, praticamente. Però...- aggiunsi poi sorridendo. - Se tutto questo non fosse successo, noi due non ci saremmo mai conosciuti!-

Anche Shou sorrise, e allungò una mano per accarezzarmi i capelli.

- Beh, in cambio di questo potrei sopportare la nostra permanenza qui a lungo!-

All'improvviso sentii le tenebre che mi attiravano verso di loro, e iniziai a sprofondare sotto il confortevole mantello del sonno.

- Buonanotte Shou...-

- Sono sicuro che riusciremo a tornare a casa, te lo prometto! Buonanotte Mezzie... Ti voglio bene!-

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Capitolo 12
*** Emerald ***


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XII
EMERALD




 

- Mezzie? Alzati, dormigliona!- fu il grido che mi svegliò la mattina seguente.

Poco dopo la chiacchierata con Shou mi ero risvegliata ed ero rimasta alzata per quasi tutto il resto della notte e, quando finalmente ero riuscita a chiudere gli occhi per una buona oretta, ecco che venivo svegliata brutalmente da qualcuno.

Nel dormiveglia brontolai qualcosa e mi tirai le coperte fin sopra la testa, cercando di tornare a dormire.

- No, le maniere gentili non funzionano a quanto pare...- commentò una voce maschile con tono divertito. - Lasciate fare a me!-

Il mio corpo, ancora avvolto nelle coperte, venne sollevato da terra con una facilità incredibile, stretto da braccia che ora mi stavano portando chissà dove.

Improvvisamente divenni subito lucida e ben sveglia e mi resi conto, terrorizzata, che il mio rapitore poteva essere chiunque e con chissà quali intenzioni. Cominciai a scalciare e a dimenarmi, urlando come una forsennata. Sentii il rumore di una porta che veniva aperta, mentre il mio rapitore cercava di mantenersi in equilibrio contrastando i miei colpi, poi, all'improvviso, il sostegno che mi teneva sollevata dal suolo scomparve e caddi rovinosamente a terra.

- Ma che diavolo...?- esclamai mentre cercavo di districarmi dalle coperte che mi avevano avvolta del tutto; mi sentivo soffocare. Quando me ne fui liberata repirai a pieni polmoni, mentre la luce del sole mi accecò per qualche istante. Riaprii gli occhi lentamente, con cautela, e scoprii di trovarmi fuori dalla casa di Anna, bellamente sdraiata per terra.

- Hey, Mezzie, una ragazzina come te non dovrebbe imprecare!- commentò una voce beffarda.

Alzai gli occhi verso il mio rapitore.

- Kai!- ringhiai minacciosa, pronta per saltargli addosso e picchiarlo. Mi stavo ancora massaggiando il braccio destro che, per miracolo, non si era rotto.

- Dai, non prendertela male! Non ti svegliavi più!- disse come scusa alzando le spalle, ma stava ancora cercando di soffocare le risate.

Visto che mi sentivo clemente decisi di temporeggiare e di spiegargli quanto poco avessi dormito quella notte, ma una voce alle mie spalle non mi diede il tempo di replicare.

- Kai! Cos'hai combinato?!-

Shou, appena sbucato da dietro la casa, iniziò a correre verso di noi.

- Il tuo caro, e fra poco morto, tastierista mi ha presa mentre dormivo, trascinata fuori di casa e buttata a terra!- ringhiai in risposta, cercando di assumere con Shou un'espressione da vittima... o almeno che ci assomigliasse.

Il rosso alzò gli occhi al cielo per poi fulminare l'amico, dopodichè mi diede una mano ad alzarmi.

Qualcuno, dietro a Kai, scoppiò a ridere.

- Tu eri d'accordo con lui, traditrice!- urlai incredula a Elena che, appoggiata a uno stipite della porta, si sbellicava dalle risate.

- Mi dispiace Mezzie...- ridacchiò lei con le lacrime agli occhi.

Mi preparai a lanciarmi contro Kai per vendicarmi, ma una figura tutta nera sbucò dalla casa di Anna, attirata dalla confusione.

- Che cazzo succede qui? Avete ancora tanto da fare chiasso?-

Takeru non sembrava troppo di buon'umore e Kai si zittì sotto il peso di quello sguardo minaccioso.

- Tutto a posto...- mormorai insieme agli altri tre, mentre cercavo di pulirmi un po' i vestiti. Sbattei un po' la gonna nera pieghettata e mi sistemai meglio la maglietta a mezze maniche dello stesso colore, ma senza troppi risultati. Il nero ha il brutto vizio di attirare lo sporco.

- La ragazza ha detto che vuole parlarci, quindi è meglio se muovete il culo ed entrate.- annunciò senza mezzi termini il darkettone, per poi tornare nell'abitazione.

- Sarà meglio seguirlo!- sospirai, ma Kai aveva già iniziato a saltellare in casa, tutto contento.

Io e Shou ci scambiammo un sorriso complice, per poi seguire Kai ed Elena.

 

- Ragazzi, ho preso la decisione definitiva di accompagnarvi a Kilburn!- ci annunciò Anna non appena ci fummo seduti davanti a lei nel salotto. - Anche se, come vi ho già detto, la situazione in città non è delle migliori in questo periodo, proveremo a chiedere un'udienza alla regina affinchè vi conceda di usare il passaggio per tornare nel vostro Mondo.-

L'ultima parte della frase venne soffocata dalle nostre esclamazioni di vittoria.

Anna sospirò. - Come potete immaginare, però, questo viaggio non sarà una passeggiata, e io non basto per difendervi tutti dai possibili attacchi che potremmo subire da parte di demoni o predoni. Quindi ora vi porterò dal mastro spadaio del villaggio, così avrete un'arma a testa che vi insegnerò ad usare come si deve. Finora l'unico che ha provato a impugnare una spada è stato Shou, ma devo ammettere che se l'è cavata piuttosto bene, quindi conto anche su voi altri!-

Alzando i pugni al cielo, lanciammo un urlo di battaglia.

Shou cercò il mio sguardo e mi fece un'occhiolino.

Non so il perchè, ma quando ripensai alla scena della battaglia del giorno prima mi venne da ridere.

 

Riconfortati dalle parole di Anna, cominciammo subito a camminare di buona lena verso la bottega dell'artigiano.

Quasi subito, però, sentii un braccio che mi afferrava e mi portava in disparte in fondo alla fila.

- Che vuoi?- domandai indispettita a Kai, credendo che volesse scusarsi per lo scherzo di poco prima.

- In che rapporti sei con Shou?- mi domandò invece, guardando dritto davanti a sè.

La domanda mi lasciò sorpresa.

- E cosa te ne frega? Dimmi piuttosto di te ed Anna!- esclamai infastidita, pensando che volesse solo prendermi in giro.

- Mi hai frainteso...- sospirò lui. La sua espressione era seria, davvero troppo seria per uno come lui. La più seria che gli avessi visto fare finora. - Forse non sono la persona più adatta per dirtelo, ma... Fai attenzione Mezzie! Davvero, non dovresti andare oltre con lui.-

Scioccata da quelle parole mi fermai per un attimo. Non mi stava prendendo in giro, lo sentivo. Ma allora cosa voleva dire? Cosa aveva Shou di sbagliato?-

- Che cosa...?- feci per chiedergli rimettendomi in marcia, ma Kai mi fermò con un gesto della mano.

- Non sta a me dirtelo, ma a lui.- dichiarò con tono duro, per poi accelerare e piantarmi in asso.

Ma non feci a tempo a riempirmi la testa di dubbi su quello che aveva detto, che Anna si fermò davanti alla piccola bottega che avevo visto quella notte.

Mi avvicinai un po' cercando di leggere l'insegna appesa alla porta, ma subito questa si aprì di scatto, rischiando di travolgere Anna. Dall'uscio apertò uscì un vecchio signore con i capelli radi e una lunga barba candida che gli arrivava all'altezza del petto. Si muoveva con passo lento e claudicante ma sicuro, e teneva lo sguardo fisso su un oggetto che teneva fra le mani.

Mi alzai in punta di piedi per poter vedere meglio da sopra la spalla di Kai.

Tra le mani del vecchio artigiano c'era quello che doveva essere il fodero di una spada davvero importante. Era un fodero troppo stretto per contenere una spada delle dimensioni di quella che avevo visto usare a Shou, ma era lungo e leggermente arcuato, elegante; era ricoperto di velluto rosso e dove terminava, all'inizio dell'impugnatura della spada, c'erano decorazioni in oro in stile gotico.

Continuai a fissarlo, incantata, finchè l'incedere del vecchio si fermò di fronte a Kai.

Sentii un tuffo al cuore quando l'artigiano alzò i suoi saggi occhi azzurro ghiaccio su di me; potevo leggerci stupore, incredulità e... preoccupazione?

- Chi sei, giovane umana?-

“ Ma sta parlando con me?” mi domandai incredula.

- C'è qualche problema vecchio?- domandò Anna fissandomi negli occhi.

Ricambiai il suo sguardo con un'occhiata interrogativa.

- Sono i ragazzi di cui mi hai parlato prima?- ribattè l'uomo, ancora concentrato su di me.

- Certo! Quelli venuti dall'altro Mondo!-

Il fabbro rimase un attimo in silenzio, ma sentivo il suo sguardo indagatore che cercava di trovare qualcosa in me. Troppo nervosa per guardarlo negli occhi, spostavo continuamente lo sguardo dalla spalla di Kai ai miei stivali e ai volti dei miei compagni, che mi fissavano stupiti.

Poi il vecchio artigiano fece un altro passo, Kai si spostò e così me lo ritrovai direttamente di fronte. In silenzio mi porse il fodero della spada. Incantata, non potei fare altro che tendere le mani e afferrarlo. Non appena sfiorai quella superficie vellutata sentii una leggera scossa, come se avessi toccato della corrente elettrica, ma le mie mani strinsero automaticamente il prezioso oggetto con forza.

- Il suo nome è Emerald, ragazza. E' una spada antica e potente, che un tempo apparteneva ad un grande demone. Ma ora ti ha scelta come sua padrona e ti accompagnerà per sempre.-

Il fabbro lanciò uno sguardo grave ad Anna, che annuì preoccupata, ma ero troppo concentrata sulla spada per darci peso.

- Il suo più grande potere è quello di poter controllare l'acqua, specialmente quella marina.-

Il cuore mi batteva a mille mentre rigiravo fra le mani il lundo oggetto, cercando di studiare ogni minimo dettaglio.

- Non è possibile...- sussurrai sempre più stupita.

Vada per il passaggio interdimensionale che mi aveva portata in quel Mondo, vada per i demoni e per quel villaggio uscito da un racconto fantasy, ma questo...

“ Perchè proprio io? Va bene, il mio ascendente astrale è Pesci, ma...!”

La spada sembrava volermi chiamare emettendo piccole pulsazioni, come se contenesse al suo interno un minuscolo cuore. Afferrai con la mano destra l'impugnatura, decisa, e la sfilai dal fodero.

Emerald si svelò in tutta la sua bellezza e compresi il motivo del suo nome.

La sua lama non era in bronzo, come quella che avevo visto impugnare a Shou, nè di qualsiasi altro metallo, ma riluceva in tutta la bellezza dello smeraldo finemente lavorato, mandando bagliori verde cristallino sui miei amici e sulle altre cose che ci stavano attorno. L'elsa, che rimaneva seminascosta nel fodero, era fatta di argento lavorato con rubini rosso scuro incastonati a formare disegni geometrici.

Per qualche istante rimasi senza fiato a osservare quella lama verde con i riflessi azzurrini, simile alle acque dei mari profondi.

- Il legame fra la spada e il suo portatore è un legame molto importante, che si può stabilire solamente nella perfetta armonia fra i due. Nel viaggio che ti aspetta avrai modo di affrontare numerose battaglie e solo così Emerald diventerà veramente una parte di te.-

Annuii in silenzio alla spiegazione del vecchio, ancora senza parole.

- Wow!- Kai fu il primo a spezzare il silenzio che era calato su tutti quanti. - Chissà quanto ci guadagneremmo a venderla nel nostro Mondo, eh?-

La risata generale spezzò definitivamente quel momento di serietà e tutti mi si avvicinarono per poter vedere da vicino e toccare Emerald che, però, difendevo con un po' di gelosia.

Solo il fabbro fece una smorfia stizzita.

- Voi altri potete entrare nella bottega. Vi forgerò delle nuove spade in base alle vostre caratteristiche.-

E, detto questo, entrò nell'abitazione senza aspettare che qualcuno lo seguisse.

Shou si complimentò con me passandomi un braccio attorno alle spalle e arrivando persino a stamparmi un bacio sulla guancia, che mi fece arrossire. Ma non potei felicitarmi troppo a lungo della cosa perchè subito gli occhi marroni-verdi di Kai mi ricordarono tacitamente il suo avvertimento. Tuttavia non mi liberai dalla stretta del ragazzo.

Anna ci richiamò all'ordine.

- Forza andiamo! Il vecchio non ha tutta la giornata per voi!-

Gli altri annuirono e si prepararono a seguirla, eccitati all'idea di poter ricevere una spada anche loro.

- Se non ti fa niente io torno a casa, Anna.- dissi alla ragazza. - Stanotte non ho dormito molto – vero Kai?- e sono un po' stanca. Così magari posso iniziare ad allenarmi con la spada!-

L'amazzone annuì.

- Certo, va bene!-

Salutai i miei amici agitando la mano e gli feci gli auguri, poi feci retro-front e tornai sulla strada che avevamo percorso per arrivare lì.

Ma, immancabilmente, immersa nei miei pensieri su come potessi allenarmi con Emerald, mi persi.

Mi ritrovai in una stretta stradina deserta, su cui non si affacciava alcuna abitazione. Sospirai e continuai a camminare, da qualche parte sarei dovuta sbucare!

Ero ancora sovrappensiero quando andai a schiantarmi contro qualcosa. Anzi, qualcuno.

- Ops, scusa!- esclamai imbarazzata cercando di recuperare l'equilibrio. - Sono così sbadata, mi dispiace!-

L'altro si mise a ridere e allungò un braccio per aiutarmi.

- Ma figurati, tranquilla! Ma guarda un po' chi ho incontrato...-

Alzai il volto verso il mio interlocutore, mentre sentivo il sangue ghiacciarsi nelle mie vene.





 

***************************************************************************

Eccomi tornata, dopo due belle settimane al mare! perdonate il ritardo! xP
Chi avrà incontrato la povera Mezzie? sarà un nuovo amico, o un nuovo nemico? Tutto nella prossima puntata!
Ahaha, grazie mille a tutti quelli che seguono (e sopportano) Underground! 
Aspetto i vostri commenti! Cosa ne pensate della storia? E dei personaggi?
Ogni critica è ben accetta! 
Alla prossima!!
Mezzie

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Capitolo 13
*** Patto ***


- WonderGround -



XIII
PATTO




 

- Tu!-

Feci un balzo indietro e mi liberai con uno strattone dalla sua presa, mentre la mia mano destra corse istintivamente all'impugnatura di Emerald.

- Ahaha, hey, cos'è tutta questa agitazione? Sembra che tu abbia visto chissà chi!- esclamò il kitsune con quella voce vellutata che ben ricordavo e che mi fece accapponare la pelle; una voce che cercava di piegarmi al suo volere...

- Maledetto... Credevo che Shou ti avesse ucciso!- ringhai.

- Pff, come se bastasse una semplice spada costruita da umani per farmi fuori. Non dirmi che ci hai creduto davvero, piccola!-

- Lo speravo ardentemente!- ribattei, ma in verità mi ricordai di aver letto che esistevano pochi modi per eliminare i demoni più potenti.

- Ti è andata male, e ora sono qui. Ma stai tranquilla, non ho intenzione di farti del male... almeno per il momento!- mi assicurò con un occhiolino, ma il suo sorriso beffardo e i suoi occhi color oro sembravano promettere il contrario.

Era maledettamente bello, con quel sorriso da cattivo ragazzo incorniciato dalle ciocche color fuoco. Ma la sua bellezza era troppo simile a quella di una colorata ed elegante pianta carnivora pronta a gettarsi sulla sua preda dopo averla attirata a sè.

Cercai di non lasciarmi abbindolare e strinsi la presa su Emerald. La spada iniziò a pulsare più forte che mai. Voleva forse che mi lanciassi all'attacco? Sfortunatamente non avevo la minima esperienza in fatto di combattimento e probabilmente avrei fatto solo più danni che altro.

Cercai di temporeggiare.

- Come, sei passato da “ti ucciderò lentamente” a “non ti farò del male”?- commentai cercando di mantenere un tono beffardo come il suo. - Scusami ma non mi sembri molto coerente!-

Il kitsune sogghignò. - Ammetto di essere stato un tantino precipitoso la volta scorsa... Tuttavia sarebbe imprudente attaccarti ora, quindi non sei più la mia preda.-

“ Almeno per ora!” completai la sua frase mentalmente, ma notai con soddisfazione che il suo sguardo ora era tutto concentrato su Emerald, e non era più sicuro e arrogante come poco prima.

- Dove hai preso quella spada?- mi domandò con tono improvvisamente autoritario e grave.

Cercai di sfruttare la mia momentanea posizione di vantaggio.

- Emerald mi ha appena scelta come sua padrona. Apparteneva ad un potente demone, che gli ha trasmesso la sua forza. Quindi, non ti conviene attaccarmi!-

Il kitsune strinse con forza i pugni.

- Sei solo una sciocca ragazzina umana, non montarti la testa... Non potrai mai essere come Inari! Ma è davvero tutta qui la storia che ti hanno raccontato?- aggiunse tornando a rivolgermi lo sguardo.

- Cosa intendi dire? Chi è Inari? Conosci il precedente padrone di Emerald?-

Il ragazzo sembrò non aver sentito la mia raffica di domande, ma il suo sguardo vagò oltre la mia testa, verso l'orizzonte.

- Credo che sia giusto che tu conosca la storia di Emerald. Non quello che cercando di farti credere loro.-

I suoi occhi avevano un'espressione strana, tutta la sua ilarità era sparita.

Lo fissai un attimo in silenzio, soppesando la situazione.

- Potresti raccontarmela tu, la sua storia.-

- Per me va bene... A patto che non ci sia il rosso rompiscatole in circolazione!- aggiunse in fretta.

Nonostante gli sforzi per controllarmi mi sfuggì un sorrisetto divertito.

- Benissimo! Ma comunque ora non sono più indifesa come prima, quindi ti consiglio di evitare di fare brutti scherzi.- dissi accarezzando vistosamente il fodero di Emerald.

Il kitsune, improvvisamente, tornò quello di sempre e, ridendo, mi guardò con i suoi splendidi occhi penetranti e subdoli, che sembravano tanto voler dire “ per ora faccio l'amico e poi mi divertirò con te come si deve”.

Ricambiai con un sorriso che sperai sembrasse altrettanto minaccioso.

- Ti chiami Mezzie, non è vero?- mi domandò il demone. - Ho sentito il rosso chiamarti così.-

- Esatto!- annuii. - E voi demoni ce l'avete un nome?-

Il ragazzo rise.

- Certamente! Io sono Aniki!- esclamò, per poi girarmi le spalle e andarsene.

- Aniki... Lo terrò a mente!-

Quando il ragazzo parlò di nuovo era troppo lontano perchè potesse credere di essere sentito, ma il vento soffiava in mio favore.

- Per ora abbiamo un accordo, e intendo rispettarlo... Ma poi vedrai, piccola baka!-

Non sapevo cosa volesse dire “baka”, ma compresi lo stesso il messaggio che celavano le sue parole.

- Hey, Aniki!- urlai in risposta. - Attento alle pallottole benedette!-

Ridacchiai vedendolo sussultare appena.

Mi ero appena ricordata di aver letto qualcosa su come uccidere un demone...

 

- Che cosa? Quell'essere è ancora vivo?-

Mi trovavo a casa di Anna e stavo raccontando a Elena dell'incontro con il kitsune.

L'esclamazione della mia amica era piena di terrore e istintivamente cominciò a guardarsi attorno con aria preoccupata.

- Shh, abbassa la voce!- la rimproverai controllando che fossimo sole nella stanza. - Per ora non rappresenta un pericolo per noi, - stavo cercando di spiegarle. - A quanto pare abbiamo una specie di accordo, e finchè non mi avrà raccontato la storia di Inari non ci farà nulla, l'ha promesso! Poi non so cosa deciderà di fare, ma è meglio stare pronti, Aniki ha una forza davvero spaventosa...-

- Aniki?- ribattè Elena scioccata. - Quel coso ha pure un nome?-

Feci spallucce.

- Penso che sia una cosa abbastanza normale, no? A quanto pare alcuni demoni non sono troppo diversi da noi...-

Sul volto della mia amica apparve una smorfia disgustata.

- Che c'è?-

- Non sono troppo diversi da noi?-

- Beh, volevo dire che...-

- Non solo ci hai trascinati quaggiù, ma ora vorresti diventare anche l'amichetta di quel mostro?-

- Che diavolo stai sparando, Elena?- scattai in piedi, incredula. - Adesso sarebbe colpa mia se siamo qui?-

La ragazza si alzò a sua volta, ma indietreggiò.

- Sì, è colpa tua se ci troviamo qui, su Amaranth, o come cavolo si chiama questo inferno! Colpa tua e delle tue stupide fissazioni sul paranormale, sui demoni e tutto il resto! Ci hai trascinati in una specie di maledizione e ora chissà se riusciremo mai a tornare a casa!-

Rimasi per un attimo a fissare la mia amica, non potendo credere alle parole che mi giungevano alle orecchie.

Stavo per ribattere con cattiveria, quando vidi che aveva le lacrime agli occhi, e, più che rabbia, nello sguardo c'erano paura e sconforto.

Mi sentii cadere le braccia.

Non che mi reputassi davvero la responsabile di tutto quello che stava succedendo, certo, ma non potevo credere che Elena mi stesse tradendo così.

Era davvero lei che mi parlava a quel modo? La mia amica di sempre?

Inoltre potevo sentire quanto fosse disperata, sperduta lontano dalla vita di tutti i giorni, dalle amicizie, dalle nostre famiglie, e sentivo quei sentimenti rispecchiarsi dentro di me.

Mi costrinsi a fare qualche profondo respiro prima di rispondere: non c'era bisogno di peggiorare la situazione.

Inspirai ed espirai con regolarità per una manciata di secondi.

- Se fosse colpa mia, cosa c'entrano Shou, Kai e Takeru? Cosa c'entra Vero, che ha subito questo destino molto prima di noi?- le domandai con calma.

Elena spostò lo sguardo sul pavimento, mentre le sue labbra tremavano. Stava cercando una qualsiasi risposta sensata, me lo sentivo, ma non riusciva a trovarne nessuna.

Sapeva benissimo anche lei che la sua accusa non aveva un minimo di senso, ma non voleva ammetterlo, neppure a sè stessa. Aveva bisogno di incolpare qualcuno, e non potevo biasimarla del tutto.

- Ragazze? Che fate?-

Anna ci raggiunse lanciandoci un'occhiata sospettosa.

- Nulla!- risposi scrollando le spalle e facendo un sorriso finto.

- Forza, dobbiamo prepararci per la partenza! Domattina ci metteremo in marcia!- ci annunciò sorridendo soddisfatta. Quel pomeriggio ci aveva aiutati ad allenarci con la spada e, visto che ce la cavavamo quasi tutti abbastanza bene, aveva deciso di partire il prima possibile.

- Perfetto!- esclamai, questa volta davvero contenta.

Elena continuava a fissare le lastre del pavimento.

Dopo che Anna se ne fu andata per dare la notizia anche ai ragazzi, tornai a rivolgere l'attenzione su di lei.

- Shou non deve saperne nulla, altrimenti il patto con Aniki salta! E con esso la nostra sicurezza...-

Me ne andai senza lasciarle il tempo di rispondere.

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Capitolo 14
*** Testa o cuore? ***


- Buongiorno ragazzi!-

Vero arrivò di corsa agitando una mano, i lunghi capelli scuri legati in una coda battevano ritmicamente sulla schiena. Notai che nella mano sinistra reggeva un lungo arco di legno, mentre a tracolla portava una custodia contenente delle frecce.

- Veruska?-

Anna tolse l'attenzione dal borsone che stava cercando di richiudere a fatica per lanciare un'occhiata interrogativa all'amica.

Ormai avevamo finito di radunare le cose che ci sarebbero potute servire per il viaggio verso Kilburn, e cinque valigie e borse giacevano in giardino, pronte per essere caricate sulle spalle.

La ragazza si concesse qualche istante per riprendere fiato, poi si sistemò con un gesto misurato i ciuffetti che le erano ricaduti sulla fronte a causa della fretta.

- Ragazzi... Vengo con voi! Ho deciso!- ci annunciò senza fiato.

Il volto di Anna si illuminò.

- Ma bene! La principessa quindi si è decisa alla fine! Ti conviene metterti qualcosa di più comodo però... Ancora mezz'ora e poi si parte!- comunicò guardandoci tutti.

Mezz'ora! Solo mezz'ora e poi avremmo abbandonato la protezione del villaggio per addentrarci di nuovo in quel mondo sconosciuto... Ma questa volta sarebbe stato per tornare a casa, esultai piena di speranza.

Riordinare tutti i bagagli mi aveva stancata, così decisi di rientare per qualche minuto nella casa deserta per concedermi un attimo di pace.

Elena mi lanciò uno sguardo pieno di rimorso, ma non mi seguì, nè io le chiesi di farlo. Non mi servivano le sue scuse e non le volevo.

Mi accoccolai in un angolino e iniziai a giocherellare con Emerald, rigirandola in continuazione fra le mani.

“ Qual è il segreto che nascondi, piccola?” pensai, mentre sentivo di nuovo le piccole pulsazioni che ormai stavano diventando familiari. “ E' davvero così tremendo, se gli altri non vogliono svelarmi nulla? Posso davvero fidarmi di Aniki?”

Già, chissà se quel kitsune mi avrebbe raccontato la verità. Più ci pensavo e più ne dubitavo. Ma era l'unica possibilità che avevo, se volevo diventare un tutt'uno con la mia spada e poterla usare al massimo delle mie e delle sue capacità, come aveva detto il vecchio fabbro.

- Hey, che stai combinando?-

La voce improvvisa di Shou interruppe il flusso di pensieri.

- Shou! Ehm, boh, pensavo...- risposi allusiva, con un'alzata di spalle.

“ Lui non deve sapere niente...”

- Preoccupata per il viaggio?- mi domandò con un sorriso, puntando i suoi occhi colore dell'alba nei miei.

Mi concessi qualche secondo per perdermici dentro, prima di riflettere sulla risposta. Era vero quello che mi aveva detto Kai?

- Sì, direi che sono un po' preoccupata...- cercai di attirare la sua attenzione su altro che non fosse i miei pensieri. - Molto preoccupata!- mentii.

- Ti capisco... Chissà cosa potrebbe succederci! Buh!- esclamò alzando le braccia e facendo una smorfia ridicola che doveva essere l'imitazione di un mostro.

Scoppiammo a ridere entrambi, ma nell'eco delle nostre voci potevo sentire una punta di amarezza.

Poi Shou prese il mio viso fra le sue grandi mani calde, e mi guardò dritta negli occhi.

- Prometto che non ti succederà nulla, Mezzie! Ti proteggerò, anche a costo della mia stessa vita!-

Spalancai gli occhi, stupita di fronte a quella dichiarazione.

- Shou, non credo che siano necessari certi giuramenti...- ridacchiai imbarazzata.

- Shh...- fece lui portandosi un dito sulla bocca.

In un secondo le sue labbra furono sulle mie, pronte a ricominciare da dove ci eravamo interroti nella caverna, a causa dell'arrivo di Takeru. Per un attimo indugiò, come a voler assaporare ogni dettaglio di quel momento, poi iniziarono a muoversi dolci e ritmiche.

Il mio cuore prese a tamburellare contro la cassa toracica, impazzito per il contatto fisico e per le sensazioni contrastanti che mi squarciavano

Da una parte c'era il desiderio che provavo per Shou e il sentimento che, a poco a poco, si stava trasformando quasi in amore, quel sentimento che mi faceva sussultare ogni volta che lo vedevo, ogni volta che la sua mano sfiorava la mia.

Dall'altra parte l'avvertimento di Kai mi rimbombava ancora nella testa, minaccioso e invisibile come un fantasma; a questo si sommava il senso di colpa per le bugie che avrei dovuto raccontargli a causa di Aniki.

Che cosa avrei dovuto ascoltare? Il cuore o la ragione?

Esisteva un modo per fare convivere le due cose?

Spensi il bottone dei pensieri e decisi di concentrarmi unicamente su quel momento.

Senza esitazioni e rimpianti iniziai a ricambiare il bacio, prima dolce e leggera come lui, poi, travolta dal desiderio, piena di passione e forza. Baciai Shou come non avevo mai baciato nessun altro in vita mia, arbitrando quel gioco di labbra, mentre al sentimento che provavo si univa un'urgenza dettata dall'istinto di soppravvivenza che si era sviluppato in me dal momento in cui avevo messo piede su Amaranth.

Mi buttai con tutta me stessa in quel bacio, così forte e passionale che alla fine mi ritrovai distesa sopra il suo corpo, quando Shou si staccò, ansimante per riprendere fiato.

Quando mi resi conto della situazione in cui ero finita mi alzai a sedere di scatto e rotolai su un fianco per lasciare libero Shou.

- Wow!- commentò lui, ansimando, girandosi per guardarmi in faccia. Il suo volto, probabilmente come il mio, era leggermente arrossato e negli occhi aveva un'espressione spaesata ma serena.

In risposta, gli feci un sorriso a trentadue denti.

Shou si rialzò, mi accarezzò sulla testa e uscì dalla casa.

- Mamma mia!- esclamai lasciandomi cadere sul pavimento.

E ora?

 

Eccoci pronti per la partenza.

Eravamo al limitare del bosco, appena dopo le ultime case di legno del villaggio e ci guardavamo indietro, come restii ad abbandonare quel covo sicuro e protetto. Ma ormai avevamo preso una decisione, e se volevamo tornare alle nostre case, al nostro mondo, non c'era altra soluzione che rischiare tutto e buttarsi tra le fronde del bosco, verso Kilburn.

Mi voltai e mossi il primo passo nella nebbia.

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Capitolo 15
*** Inizia il viaggio! ***


Inizia il viaggio!



 

Già da parecchi minuti camminavamo sul sentiero in perfetto silenzio, e quella passività stava iniziando ad innervosirmi. Avrei preferito mettermi a chiacchierare con qualcuno per far passare più velocemente il tempo e scaricare la tensione, ma sul volto dei miei compagni era dipinta una serietà che sembrava non voler ammettere distrazioni.

Non avevo più visto Aniki, ma sapevo che lui era lì vicino, nascosto nell'ombra, pronto a sbucare dal nulla per rispettare il nostro accordo. Avrei potuto raggiungerlo, ma la mia piccola deviazione sarebbe sembrata troppo sospetta, e del resto non mi avrebbero lasciata andare a zonzo nel bosco per i fatti miei anche questa volta; Shou, perlomeno, non me lo avrebbe permesso.

- Fra quanto siamo arrivati?- domandai per spezzare il silenzio. La classica domanda snervante che, immancabilmente, facevo ad ogni viaggio.

- Già stanca Mezzie?- mi domandò Kai con un ghigno.

- Non ti conviene esserlo!- sorrise Anna. - Abbiamo da camminare almeno per sette giorni!-

- Sette giorni?! Stai scherzando, spero!- esclamai.

- Beh, dista un bel po' di miglia...-

- Se non te la senti puoi rimanere qui!- mi prese in giro Vero, dandomi una spintarella dal dietro.

Cercai di difendermi spiegandogli che in realtà ero una gran sportiva, ma nessuno ormai mi voleva più credere.

- Come mai voi due portate gli archi, mentre a noi non li avete neppure proposti?- si intromise Takeru, riferendosi ad Anna e a Vero.

- Beh, qualche arciere fa sempre comodo per gli attacchi a distanza!- spiegò la mora. - Ma per voi ci sarebbe voluto troppo tempo per imparare ad usarli come si deve. E' un'arma abbastanza complessa, mentre con la spada avete più probabilità di riuscire a difendervi in combattimento.-

- Pff, con la mia spada vi batto tutti!- esclamò Kai e così ricominciammo a ridere e scherzare, e il tempo passò molto più velocemente di prima.

Elena rimase sulle sue, uno sguardo triste rivolto verso terra, mentre Shou era intento in una discussione animata con Takeru. Chissà cosa si stavano dicendo...

Eravamo partiti poco dopo il mezzogiorno, così la nostra marcia durò fino a dopo il calare del sole. Montammo una sorta di tenda da campeggio davvero spaziosa al confine tra sentiero e bosco, poi Shou, ormai diventato esperto, accese un bel fuocherello e lo circondò con alcune pietre per non disperdere la brace. Io, Kai ed Anna andammo tra gli alberi per cercare alcuni tronchi da usare come panchine, mentre Vero ed Elena preparavano la cena con alcuni panini che ci eravamo portati dietro dal villaggio.

Così, seduti tutti assieme attorno al fuoco, sembravamo un gruppo di BoyScout alle prese con la loro prima esplorazione. Quell'idea mi fece ridere; forse sarebbe stato davvero utile avere un po' di esperienza alle spalle.

Passammo un'altra oretta a parlare, raccontarci barzellette e scherzare.

Poi Kai prese la parola e si alzò in piedi con aria teatrale.

- Sento già la mancanza della nostra musica! Perchè non cantiamo qualcosa in onore di queste belle fanciulle che ci accompagnano?-

Io, Vero, Anna ed Elena scoppiammo a ridere.

Shou raggiunse l'amico e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, dopodichè i due ragazzi iniziarono a intonare la prima strofa di “Lullaby”, la canzone più dolce composta dal loro gruppo.

Nonostante il calore del fuoco, sentii brividi freddi scorrermi lungo le braccia mentre univo la mia voce a quelle note.

Al ritornello Shou venne a prendermi per un braccio e insieme inziammo a danzare attorno al fuoco, e lo stesso fece Kai con Elena, mentre le altre due applaudivano a ritmo. Takeru non prese parte alla gioia comune.

La canzone finì con un caschè e vidi che Elena rischiava di finire per terra a causa del maldestro Kai. Trattenni a stento un sorriso, e rimpiansi di non potermi mettere a ridere con lei normalmente, come avremmo fatto fino a quella mattina.

- Bene, ora direi che andiamo tutti a dormire!- esclamò Anna stiracchiandosi. - Domani mattina ci rimetteremo in cammino all'alba!-

Nonostante avessi voglia di divertirmi ancora, mi avviai verso la tenda senza fare storie.

Anna non era l'animatrice cattiva del Cre, ma semplicemente stava cercando di farci arrivare il prima possibile a Kilburn, ed era meglio collaborare tutti insieme senza tante storie.

Ci infilammo nei sacchi a pelo ricavati dalle coperte cucite insieme, e presto sentii i miei compagni cadere vittime del sonno.

Ma anche quella notte, per me, la stanchezza non arrivava, o almeno non era abbastanza da portarmi nel mondo dei sogni. Ero rimasta completamente vestita e Emerald giaceva accanto a me. Con l'aiuto di Vero, poco prima della partenza, l'avevo assicurata ad un lembo della gonna con alcuni legacci robusti, e non avevo intenzione di separarmene, neppure per dormire. Era una compagna fedele e sempre presente, e ormai stavo imparando ad accettarla come una parte di me.

Per un'oretta mi rigirai più volte cercando la posizione giusta per dormire, poi, per evitare di svegliare gli altri, decisi di uscire a fare un giro; ormai non avevo nulla da perdere.

Mi alzai e passai indifferente davanti agli stivali che giacevano ai piedi del mio sacco a pelo.

Uscii scalza nella notte.






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Eccomi qua! 
Scusatemi se il capitolo non è molto lungo, ma era abbastanza di passaggio, quindi non sono riuscita a inventare più di tanto! xD
Grazie mille a tutti quelli che seguono UnderGround! Mezzie vi vuole bene!
Dal prossimo capitolo questo spazio lo dedico al commento delle recensioni, quindi se avete qualche domanda/curiosità/critica/insulto da farmi scrivete pure!! =)
Al prossimo capitolo! (spero prima di partire per l'inghilterra!)
VictorianPuppet

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Capitolo 16
*** Inari! ***


Inari!



 

La nebbia che ci aveva accompagnati durante il giorno si era diradata e aveva lasciato spazio ad uno spettacolare cielo nero inchiostro puntinato da milioni di stelle, che rilucevano come minuscoli diamanti su una distesa di velluto scuro. Era ancora più sorprendente di quello che avevo visto la notte precedente.

Rimasi una manciata di minuti a rimirare quel prodigio come stregata , mentre la brezza leggera giocava con i miei capelli, scompigliandoli, finchè una voce alle mie spalle, a qualche metro di distanza, non catturò la mia attenzione.

- Non stai dormendo.-

Siccome dietro di me c'era la tenda mi concessi per qualche attimo di sperare che a parlare fosse stato Shou, ma avevo già riconosciuto la voce, e non era la sua.

- Non è una domanda, Aniki.- risposi al kitsune, sempre voltandogli le spalle. Feci un respiro profondo: si incominciava!

- In effetti no. Mi stavi aspettando?-

- Sapevo che saresti arrivato prima o poi; ma non pensavo così presto.-

Pausa.

- Bene... Sbrighiamoci a concludere l'accordo allora. Così poi sarò libero di fare ciò che mi pare!- sogghignò il ragazzo.

“ Ovviamente, bastardo!” ringhiai dentro di me, ripensando al nostro primo incontro e a quanto mi fossi sentita impotente. Ora non era più così almeno; ora avevo Emerald. Ma la chiave per usarla era proprio il demone che mi stava di fronte.

- Perfetto! Non aspettavo altro.- risposi con voce neutra – Ma sarai sincero e mi dirai solo la verità? O ti inventerai qualcosa per farmi dubitare di Anna e degli altri?-

Avvertii un lieve spostamento d'aria e seppi che Aniki si era portato appena dietro di me in una frazione di secondo. Il suono della sua voce, più vicino di quanto mi sarei aspettata, confermò il mio sospetto.

- Questo starà a te stabilirlo... Perchè non ci mettiamo seduti comodi? Non vorrai farmi stare in piedi per tutto il tempo!- disse e, senza aspettare la mia risposta, andò a sedersi sui tronchi che avevamo usato come panchine quella sera.

Con un sospiro lo seguii e mi posizionai di fronte a lui; tra noi due solo il recinto di ciottoli che circondavano il fuoco ormai spento. Presi da terra un bastoncino e iniziai a giocherellare con le poche braci rimaste.

Aniki mi osservò per qualche istante prima di iniziare a parlare.

- Come ti hanno già detto, Emerald, prima di passare nelle tue mani, apparteneva a un potente demone chiamato Inari. Era il demone che controllava le acque, di qualsiasi tipo, ed era questo a renderla così potente, dal momento che l'acqua è uno dei quattro elementi principali. Esistevano quindi quattro demoni del suo genere.-

Volevo incalzarlo dicendogli di tralasciare i dettagli insignificanti perchè ero troppo curiosa di conoscere esclusivamente ciò che riguardava Emerald e Inari, ma poi il mio cervellino mi suggerì saggiamente di lasciarlo parlare.

- Alcuni dicevano che avesse addirittura 5000 anni, altri meno; in realtà nessuno sapeva davvero la suà età, nè tantomeno quali fossero le sue origini. Lei stessa era piuttosto restìa a rivelare qualsiasi dettaglio la riguardasse, per questioni di sicurezza personale immagino. Quello che si sa per certo è che al tempo del suo massimo splendore era il demone più potente che Amaranth avesse mai conosciuto, e infatti fu scelta lei come rappresentante del nostro Mondo per il Concilio dei Cinque.-

- Concilio dei Cinque? E che roba è?-

- Se mi lasci parlare...- sospirò Aniki infastidito dalla mia fretta. - Ogni cento anni circa ognuno dei Mondi esistenti – che sono appunto cinque- elegge un rappresentante che presenzi al Concilio, in cui si discute della gestione dei Confini e della convivenza pacifica tra le dimensioni, anche per quanto riguarda lo scambio di abitanti che a volte avviene. Ci sono Amaranth, la Terra, Ephron e altri due che non ricordo...-

- Aspetta! Hai detto “Terra”? Tu conosci la Terra?- domandai scioccata.

Il kitsune mi guardò perplesso. - Beh, perchè? Ah, è forse il tuo Mondo?-

Mi limitai a tirarmi le ginocchia al petto e rimasi a fissare il terreno in quella posizione raccolta, mentre un brivido mi correva lungo la schiena.

- L'aspetto con cui si mostrava era quello di una ragazzina. Anzi, un po' ti assomigliava! Non tanto alta, minuta, un candore insospettabile... Probabilmente una copertura! Aveva i capelli azzurri e gli occhi blu-grigi come in mare in tempesta. Ma non è questo che ti interessa sapere, dico bene? Uno dei principali punti che ti servono è sicuramente il potere di Inari. Grazie a Emerald, spada forgiata appositamente per lei e che quindi poteva funzionare solo se utilizzata da lei, poteva controllare l'acqua facendola diventare come un essere animato totalmente devoto al suo volere.-

- Beh, dopotutto l'acqua è il mio elemento.- osservai portando una mano su Emerald.

- Eh?- Aniki mi rivolse un'espressione sconcertata che lo fece apparire buffissimo.

- Lo dice il mio oroscopo! Sono Scorpione con ascendente Pesci, due segni d'acqua!-

Il kitsune mi fulminò con la sua peggiore occhiata assassina che mi fece attorcigliare lo stomaco per qualche istante, per poi portarsi una mano sul viso e decidere di far finta di niente.

- Ma aspetta un attimo!- cercai di riparare alla battutaccia che avevo fatto. - Hai detto che solo Inari poteva utilizzare Emerald, dico bene?-

- Sì, ma ora lei non è più qui, quindi la spada ha dovuto trovare un'altra padrona. Non preoccuparti, la sua scelta è stata di sicuro giusta. Ora sei tu che la possiedi, e a te obbedirà.-

Annuii.

- Vai avanti.-

- Che altro vorresti sapere?-

- Non so, parlami un po' di lei... Di Inari!-

- Va bene... Nonostante la sua potenza Inari non era un demone malvagio come si potrebbe pensare, anzi la giustizia era la prima cosa che contava per lei e amministrava equamente le sue conquiste territoriali. Era persino in buoni rapporti con gli umani. L'unica cosa che potresti contestarle era la sua alimentazione, forse. Come ogni demone si nutriva di anime, e ne aveva bisogno in grandi quantità per mantenere il suo potere. Sia quelle di demoni, sia quelle di umani.-

Un nuovo brivido freddo mi corse lungo la schiena. In che razza di posto ero finita?!

- Wow, quindi per vivere doveva ammazzare qualcun altro!- commentai sarcastica, non più sicura del fatto che l'ex padrona di Emerald mi stesse tanto simpatica.

- E chi non ne ha bisogno?- ribattè Aniki. - Tutti quanti lo facciamo!-

- Ma per piacere! Io non...-

- Hai mai mangiato carne di mucca?-

- Ma...-

- E' la stessa cosa!- concluse il demone divertito di fronte al mio sgomento.

“ Da domani dieta vegetariana, eh?” mi proposi.

- E va bene, è una cosa simile... Ma torniamo un attimo al Concilio dei Cinque... Mi staresti dicendo che anche sulla Terra esistono dei demoni?- esclamai scioccata ripensando a quello che mi aveva detto poco prima.

- Più di quanti pensi, ragazza. Pure io ci sono stato una volta!-

- Oh, Dei del cielo...- gemetti con voce strozzata.

Il silenzio scese su di noi, mentre cercavo di immaginarmi il mio pianeta ricoperto di esseri mostruosi come i ragni giganti che avevo incontrato il primo giorno. Soffocai un conato di vomito.

Aniki fece per parlare, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa una figura spuntò dal buio dietro di noi.

- Mezzie?-

Shou! Cosa ci faceva sveglio? Merda!

Balzai in piedi in una frazione di secondo e afferrai il kitsune per un braccio.

- Aniki, scappa!- urlai terrorizzata.





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Eccovi l'ultimo capitolo fino a settembre, come promesso! ^^
Finalmente ho potuto introdurre quella gnocca di Inari, il mio secondo personaggio preferito! ( Chi sarà il primo? Eheheh!)
Buone vacanze a tutti, divertitevi!!
Bye bye
VictorianPuppet

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Capitolo 17
*** Accusati! ***


Accusati!



 

- Aniki, scappa!-

Mentre le gambe iniziavano a bruciarmi per l'adrenalina, vidi gli occhi del ragazzo, solitamente dorati, farsi di un pericoloso rosso scarlatto e ridursi a due fessure minacciose mentre spostava lo sguardo sul nuovo arrivato. Su Shou! No, non poteva toccarlo!

Lanciai al mio amico uno sguardo terrorizzato sperando che capisse che doveva fuggire alla svelta, ma Aniki cambiò improvvisamente idea. Lanciò un mezzo sorriso nella mia direzione e poi scomparve, lasciando dietro di sè solo una colonna di fiamme color rubino.

- Mezzie! Stai bene?- esclamò Shou correndo subito verso di me.

Con il cuore a mille, mi voltai verso di lui e mi lanciai in un abbraccio stritolatore, mentre sentivo il mio corpo farsi leggero leggero per il sollievo.

- C'è mancato poco!- sospirai con un sorriso passandomi una mano nei capelli.

- Quel bastardo! Pensavo di averlo fatto fuori la volta scorsa! Ti ha fatto qualcosa? Giuro che ora andrò a cercarlo e...!-

- Shou...- lo interruppi sentendomi improvvisamente un po' in colpa per il pericolo che aveva corso. - Quel “bastardo” era qui perchè glielo avevo chiesto io. Lui conosce la storia di Emerald e della sua precedente padrona, e siccome aveva promesso di non farmi nulla, abbiamo fatto un accordo! Non devi preoccuparti, davvero!-

Shou cadde in ginocchio, tenendo sempre salda la presa sulle mie braccia.

- E tu ti sei fidata della parola di quel maledetto mostro? Avrebbe potuto farti qualsiasi cosa... Davvero, hai sentito Anna... Te ne rendi conto?- mormorò con voce rotta, lo sguardo fisso a terra.

Sentii un improvviso tuffo al cuore percependo la paura che lo aveva attanagliato nel momento in cui mi aveva vista con Aniki. Shou ci teneva davvero a me, e io lo avevo fatto preoccupare così tanto. Ottimo...

“Brava Mezzie, complimenti!” sospirai fra me e me.

- Sì, avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa, ma non lo ha fatto.- mi difesi. Ok, mi sentivo in colpa, ma non mi ero ancora pentita della mia decisione. - Non sono più una bambina, posso benissimo prevedere le conseguenze delle mie azioni e questa volta ho deciso di correre il rischio. E poi Emerald era con me!-

- Ma non sei una guerriera! Non hai mai affrontato una vera battaglia!-

- Da qualche parte dovrò pure iniziare, no? E comunque non è successo nulla!-

- Mezzie...- mormorò Shou lasciando la presa.

Che razza di ingrata...

Caddi in ginocchio di fronte a lui e, dopo averlo costretto a guardarmi negli occhi, mi lanciai sulle sue labbra, e iniziai a baciarlo quasi con la stessa foga di quella mattina. Shou ricambiò con dolcezza, e sentii la tensione abbandonare i suoi muscoli contratti e il suo corpo rilassarsi fra le mie braccia.

- Perchè non mi racconti tutto?- mi chiese infine, dopo che ci eravamo staccati.

Presi un profondo respiro. - Ho incontrato il kitsune mentre stavo tornando a casa di Anna, dopo aver ricevuto Emerald dal vecchio fabbro. A quanto pare era uscito totalmente illeso dal tuo attacco. All'inizio è volato qualche insulto, ma poi lui mi ha promesso che non mi avrebbe fatto nulla, così abbiamo iniziato a parlare da persone civili; lui ha visto che avevo Emerald fra le mani e mi ha spiegato che conosceva Inari, la sua ex padrona. Quindi ci siamo accordati che lui mi avrebbe raccontato la verità sulla mia spada, visto che qualcuno sembra volere tenermela nascosta, e così stanotte, visto che non riuscivo a dormire, sono uscita e l'ho incontrato. Tutto qui!-

- Quindi quello stronzo ci stava pure seguendo! Ma perchè non hai chiesto la storia di questa Inari ad Anna o a qualcun altro del villaggio? Di sicuro la conoscono quanto quel demone!-

- Sembra che ci sia qualcosa che non vogliono farmi sapere...- ammisi.

Shou annuì in silenzio. Poi si alzò e mi aiutò a fare altrettanto.

- Ok, per questa volta è andato tutto bene e quel kitsune non ti ha fatto nulla. Ma la prossima volta che vi volete incontrare preferirei che ci sia qualcun' altro con te, d'accordo? Ma Mezzie, perchè non ti sei fidata di me e non mi hai detto tutto subito?-

Sgranai gli occhi. Bingo! Domanda trabocchetto: perchè lo avevo fatto?

Che cosa gli avrei risposto ora? La dura verità? Che davvero non mi ero fidata di lui? O dovevo inventare un' abile bugia? Dopotutto ero così brava a farlo!

“ No!” strinsi i pugni. “ Non mentirò a Shou!”

Non volevo e non potevo mentire a quel ragazzo a cui mi sentivo sempre più legata. Non dovevo...

- Avevo paura che non mi avresti permesso di incontrare Aniki, e così non avrei più potuto sapere nulla su Inari.- confessai con un sospiro. - E comunque credo che lui ti odi!-

Shou mi sorrise sincero. Ogni cosa era tornata al suo posto.

- Dai, entriamo! Domani sarà un'altra giornata dura e ci dovremo alzare presto!-

Lo seguii senza esistazione nella tenda, ma prima di entrare lanciai un ultimo sguardo alla notte.

Tuttavia non potei vedere l'ombra silenziosa che vegliava su di noi.

 

La mattina seguente la nostra marcia riprese alle prime luci dell'alba. Avevo ancora la mente confusa dai ricordi dell notte appena passata e dalle poche ore di sonno accumulate in quei giorni, ma per fortuna Shou non accennò più a quello che era successo.

Tuttavia doveva avere accennato qualcosa a Kai perchè il ragazzo venne quasi subito a chiedermi di raccontargli ogni cosa. E a lui si unirono Anna e Vero. Elena, invece, cercava di captare quello che stavo dicendo da una discreta distanza di sicurezza, così come Takeru, che mal nascondeva la sua curiosità.

Dovetti ripetere per quasi quattro volte tutto quello che io e Aniki ci eravamo detti, soprattutto la parte riguardante Inari. Naturalmente, però, tralasciai di dettagliare quello che era successo fra me e Shou.

- Tranquilla, Mezzie!- esclamò Kai pieno di zelo. - Ci penserò io a proteggerti da quel demone cattivo!- e si mise in una posa guerriera che doveva aver visto su qualche cartone animato giapponese.

Scoppiai a ridere.

- Ahaha, di certo così riuscirai a combinare molto, eh?-

Ma i commenti non erano finiti qui.

- Perchè non mi hai detto tutto subito?- mi rimproverò Anna con un'espressione seria. - Avremmo potuto far fuori quel kitsune una volta per tutte, così ci saremmo evitati un sacco di problemi, a te e a noi!-

- Ma così non avrei mai potuto sapere la storia di Inari!- protestai alzando le spalle.

Non riuscivo a capire tutto quell'eccessivo odio nei confronti di Aniki. Ok, anch'io lo detestavo per quello che mi avrebbe fatto al nostro primo incontro se non fosse intervenuto Shou, ma da quella notte era cambiato qualcosa. Lui era stato... leale con me. Non era una cosa da poco. Forse iniziavo davvero a fidarmi di lui. Sì, insomma, in minima parte, ma era già un bel passo avanti.

Ma Anna scosse la testa.

- C'è tanta di quella gente che la conosce! Io la conosco! Ti sarebbe bastato aprire la bocca e chiedermi, no? Sarebbe stato molto più semplice.-

Non volevo dirle che non mi ero fidata di lei. Ci sarebbe rimasta troppo male, ed era già abbastanza gentile ad accompagnarci a Kilburn!

- Non ci avevo pensato, scusami... E poi Aniki mi era sembrato così sincero!-

Anna si fermò di colpo e si voltò verso di me.

- Mezzie, lo so che stai cercando di dargli delle attenuanti. Ma non è altro che uno schifoso demone, subdolo e malvagio, cerca di mettertelo in testa!-

- Ok, stai tranquilla! Per una volta ho voluto provare a fidarmi e mi è andata bene, ma non lo farò più, promesso!- esclamai alzando le mani in segno di resa, anche se dentro di me sapevo che le mie parole non erano assolutamente sincere. - Capitolo chiuso!-

- No che non è chiuso!- il tono duro delle sue parole e una marcata scintilla di rabbia nei suoi occhi mi costrinsero ad ascoltarla ancora. - Non con un demone! Ora che gli hai permesso di tornare ti tormenterà finchè o tu avrai ucciso lui, o lui avrà fatto di te ciò che vuole!-

- Per ora non scelgo nessuna delle due opzioni, grazie!- esclamai spaventata dalla piega che stava prendendo la discussione. I ragazzi, che camminavano dietro di noi, ci lanciarono degli sguardi preoccupati.

- Ma non riesci a capirlo? Con certi esseri non puoi scegliere!-

- Ma perchè odi tanto i demoni, Anna? Perchè credi che siano tutti uguali e spietati?-

Più che Aniki era Inari che mi stava a cuore difendere. La ex padrona di Emerald non poteva essere uno di quei mostri descritti dalla mia compagna.

Anna mi puntò addosso i suoi occhi ambrati, dove la rabbia si mescolava a una profonda tristezza.

- Fu un demone a uccidere i miei genitori e il mio fratellino... Ti va bene ora?-

- Ah!-

La sua confessione mi diede un pugno nello stomaco.

Non mi ero mai chiesta perchè Anna vivesse da sola, ma questo... Improvvisamente riuscii a comprendere il suo punto di vista, e rimpiansi di aver tirato così per le lunghe quella discussione.

- Mi dispiace...- fu tutto quello che riuscii a dirle.

Ma lei non fece caso alle mie parole. - E il demone che sembri tanto idolatrare solo perchè la tua amata spada era sua una volta...-

- Inari non era malvagia!- protestai debolmente.

- Chiedi a quel kitsune di raccontarti bene tutta la storia!-

Anna accelerò il passo e mi piantò da sola.








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Eccomi finalmente ritornata dalle mie interminabili vacanze!!
Sarò stata su Amaranth? Ahahah questo è un segreto! ù.ù
Wow, ho visto che i lettori sono aumentati, grazie mille di cuore a tutti quanti!! Naturalmente aspetto i vostri commenti per migliorare! Ma soprattutto ora mi incuriosiva sapere cosa pensate dei personaggi e quali coppie vorreste che si formassero! Dai datemi un po' di nuove idee!!
A breve il prossimo capitolo!
Bacione
VictorianPuppet

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Capitolo 18
*** Attacco! ***


Attacco!



 

Dovevano essere le cinque o sei del mattino, o comunque l'ora in cui, su Amaranth, la fredda limpidezza stellata della notte lasciava spazio all'ennesima giornata nebbiosa e grigia.

Me ne stavo seduta fuori dalla tenda, lasciando che il gelo mi penetrasse fino alle ossa e mi schiarisse un po' le idee.

Per l'ennesima volta non riuscivo a dormire decentemente: già dal giorno precedente troppi pensieri affollavano la mia povera mente stremata facendo un rumore indicibile, così, al culmine della noia, avevo deciso di mettermi a fare la guardia.

Guardia si fa per dire, visto che la mia concentrazione era da tutt' altra parte e avevo persino lasciato Emerald al sicuro nella tenda, nel mio sacco a pelo.

In realtà pensavo.

Pensavo a tutti quei particolari che nessuno sembrava volermi spiegare durante gli ultimi giorni.

Prima Kai si era preso la libertà di farmi una soffiata sul mio adorato Shou senza nemmeno farmi il piacere di specificare di che cosa si trattasse. Poi Anna aveva fatto un'allusione negativa riguardo ad Inari, che mi aveva riempita di dubbi su Emerald e sul suo passato. Ma neanche lei si era presa la briga di dirmi le cose come stavano. Anzi.

Sentivo che tutto quello che mi mancava non era altro che un tassello per completare il puzzle della storia, il tassello fondamentale. Perchè la parte che mi aveva raccontato Aniki su Inari me l'avrebbe potuta benissimo raccontare anche la mia compagna, lo sapevo benissimo. Ma era la conclusione quella che Anna e il fabbro non mi avrebbero svelato di propria volontà, e che il demone non aveva fatto a tempo a spiegarmi a causa dell'intrusione di Shou. Un maledetto tassello che avrebbe messo ogni cosa al suo posto e che mi avrebbe portata al corrente del terribile segreto di Emerald.

Ma tutto quello che avevo fra le mani non erano altro che mere allusioni! Niente di concreto, nessuna spiegazione!

Avevo due sole persone a cui fare riferimento, a cui avrei potuto chiedere i giusti chiarimenti, ma uno non era reperibile – chissà dove si era cacciato quel maledetto kitsune!- e l'altro... Beh, mi sentivo così felice con Shou, anche se a volte pareva indecifrabile, che non me la sentivo proprio di chiedergli qualcosa che avrebbe potuto rovinare irreparabilmente il nostro rapporto, sopprattutto perchè non sapevo neppure cosa domandargli di preciso!

“ Codarda, cerchi solo scuse!” ringhiai arrabbiata con me stessa.

- Posso?-

Sobbalzai. Mi ero talmente persa nei miei pensieri da staccarmi completamente dal mondo reale e da non accorgermi dell'arrivo di Vero. Si sedette silenziosa accanto a me, sul terreno nudo, e fissò lo sguardo in un punto indefinito nel cielo.

- Lui mi odia, non è vero?-

- Chi ti odia?- le domandai distratta, mentre mi stiracchiavo per cercare di far riprendere la circolazione in tutte le zone del corpo assopite per la posizione tutt'altro che comoda.

- Takeru... Sembra che sopporti a malapena la mia presenza, forse avrebbe preferito che non mi fossi unita a voi. Avresti dovuto vederlo ieri sera! Mentre stavamo mangiando ho fatto per chiedergli se mi passava una cosa, ma lui mi ha rivolto una tale occhiata... Sembrava che volesse incenerirmi con lo sguardo, avresti dovuto vederlo! Ci sono rimasta malissimo...-

- Takeru è un tipo strano!- ammisi, ricordandomi solo allora che c'era anche lui nel gruppo. Non faceva mai nulla per farsi notare, stava zitto e basta. Chissà come facevano a sopportarlo nella band... - Fa sempre lo scontroso con tutti, non credo che dovresti farci troppo caso! Però non credo proprio che ti odi così senza motivo...-

- Sì, lo so, hai ragione. Però...- gemette prima di abbassare lo sguardo a terra.

Forse Vero si sentiva così perchè ultimamente pensavo troppo spesso alla sua casa sulla Terra, o forse...

- Ma lui ti piace?-

La ragazza si voltò a guardarmi strabuzzando gli occhi e poi... scoppiò a ridere. Ma nella sua risata non sentivo la minima traccia di allegria, forse c'era del sarcasmo, ma allegria proprio per niente.

- Perchè dovrebbe piacermi uno che mi odia, Mezzie?-

- Beh, ma tralasciando questo...-

Vero stava per ribattere qualcosa con una smorfia furba dipinta sul volto, ma quelle parole non le uscirono mai dalle labbra.

Ci fu solo un lieve tonfo, poi una ragazza atterrò dal cielo di fronte a noi, con un'agile mossa da ballerina. Sotto il turbine dei capelli mossi castano ramato vidi i suoi occhi verdi e gialli lampeggiare di sfida ed eccitazione.

- Ma guarda guarda.. E' proprio la mia giornata fortunata!-

Mi voltai verso Vero, e ci scambiammo uno sguardo terrorizzato.

Stavamo pensando alla stessa cosa: un'altro demone!

 

Mi alzai di scatto, preparandomi per affrontare la bella ragazza non umana che avevo di fronte. Feci per sfilare la mia spada dal fodero che tenevo sempre legato in vita, ma...

“ Dannazione, Emerald è rimasta nella tenda!”

Il sangue mi si ghiacciò improvvisamente nelle vene, mente la mia mente correva nel tentativo di trovare una soluzione al problema.

Con la coda dell'occhio vidi Vero strisciare furtiva nel nostro rifugio, mentre l'attenzione del demone sembrava tutta concentrata su di me. Stava andando a cercare rinforzi, mitica!

Ora dovevo solo cercare di guadagnare un po' di tempo...

- Chi sei? Che diamine vuoi da noi?-

- Ma come siamo aggressive, ragazzina! Beh, del resto non mi aspettavo nulla di diverso dalla custode di Emerald. Sì, ho capito subito chi sei!- mi rivelò con un sorriso perfido che stonava sui suoi lineamenti delicati.

- Sì, hai ragione! Ma io stavo parlando di te! Tu chi sei? Cosa vuoi da noi?- ribattei, anche se temevo di sapere già la risposta.

- Ma quante domande!- sbuffò lei agitando una mano con fare annoiato. - Ma se ti interessa così tanto, sappi che il mio nome è Katherine e che sono un demone mooolto potente, quindi faresti meglio a non metterti contro di me e ad abbassare un po' la cresta. Cosa voglio? Potresti arrivarci anche tu, è semplice: Emerald! Consegnamela subito e senza storie e, forse, vi risparmierò!-

- Ho indovinato!- sospirai esasperata. - Ma sai cosa ti dico? Che te la puoi proprio scordare, Emerald è mia!- e sottolineai la frase alzando il dito medio davanti alla sua faccia.

Non ho la più pallida idea di quello che sarebbe successo se in quel momento Anna e Vero non fossero saltate fuori dalla tenda armate di archi, pronte ad attaccare Katherine.

Mi buttai all'indietro per lasciar passare la raffica di frecce che seguì la loro comparsa, per poi cercare di entrare a recuperare la mia spada e prepararmi a combattere.

Ma Katherine non era affatto una sprovveduta.

Con agili gesti delle mani e un sorriso beffardo dipinto sulle labbra prese a creare delle piccole sfere luccicanti e mutevoli che esplodevano al contatto con una superficie solida e con quelle mandò al tappeto in pochi istanti Vero e Anna, poi mi raggiunse in un millesimo di secondo con uno spostamento calcolato.

Mi ritrovai faccia a faccia col demone solamente per pochi istanti, perchè subito dalla tenda spuntarono anche i ragazzi, armati di spade, che cominciarono a combattere come veri esperti della guerra. Persino Kai sembrava pericoloso in quel momento! Anche se, prima di lanciarsi su Katherine, lanciò un fischio di ammirazione alla ragazza.

L'obbiettivo principale restavo comunque io.

Mentre cercavo di avvicinarmi all'entrata della tenda il demone mi scagliò addosso una delle sue sfere argentate. Credetti di rischiare un infarto quando vidi Shou che si buttava per farmi scudo col suo corpo, ma per fortuna riuscì a parare il colpo con la sua spada.

- Corri a prendere Emerald e scappa!- mi ordinò.

Non me lo feci ripetere due volte.

Tuttavia ero ancora troppo lontana dalla mia meta quando venni presa in pieno da una nuova esplosione di energia che mi sollevò da terra e mi lanciò a qualche metro di distanza. All'impatto gridai per il dolore, ma cercai di rialzarmi alla svelta, piena di graffi e barcollante, solo per trovarmi di fronte ad una scena orrenda.

Shou, Kai e Takeru giacevano a terra privi di sensi, sconfitti, mentre Katherine, che non si era neppure spettinata i capelli, mi puntava addosso la sua arma letale, con aria vittoriosa.

Mi concessi solo qualche istante per rimirare il corpo immobile di Shou.

“ Non è possibile...”

- Io ti avevo avvertita...- canticchiò perfida il demone, mentre nei suoi occhi brillava una luce di follia.

- Bastarda...- ringhiai sottovoce mentre un dolore sordo mi pervadeva la gola.

Se proprio dovevo morire volevo almeno farlo a testa alta.

Non ripensai alla Terra, a casa mia, ai miei genitori e ai miei amici. Non pensai alla strada che avevo cominciato con Shou. Non pensai a nulla.

C'ervamo solo io, Katherine e la morte.

Vidi la sfera di energia fra le mani della ragazza farsi sempre più grande e brillante, poi, quasi a rallentatore come in un film, la diresse contro di me a grandissima velocità.

Mi sentivo talmente estranea a quello che stava succedendo che non ebbi neppure il tempo di provare paura, ma cercai di prepararmi all'impatto imminente.

Ma l'impatto mortale non mi raggiunse mai.

Prima che potesse succedere qualsiasi cosa, un braccio forte e sicuro mi afferrò in vita e mi trascinò con decisione verso il basso, facendomi atterrare dolcemente sul terreno.

- Stai giù!- ordinò una voce maschile che mi fece battere il cuore, e una mano mi abbassò il capo appena in tempo per evitarmi l'urto con la sfera di Katherine.

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Capitolo 19
*** Pericolo scampato! ***


Pericolo scampato!



 

Quando finalmente mi decisi a riaprire gli occhi – uno per volta, lentamente – scoprii che il mio salvatore non era più dietro di me.

Aniki mi stava facendo da scudo col suo corpo e, alto e minaccioso, fronteggiava Katherine, dal cui volto ogni traccia di ilarità era scomparsa per lasciare spazio alla preoccupazione.

Rimasi per qualche istante a fissare il mio benefattore, sconvolta. Aniki, il kitsune che una volta al nostro primo incontro aveva cercato di uccidermi, mi aveva appena salvata e ora stava cercando di proteggermi.

- Mezzie, corri a prendere Emerald e scappa. O, se preferisci,- aggiunse senza lasciarmi il tempo di protestare – torna qui. Ma voglio che tu abbia la spada, intesi?-

La sua voce era strana. Calma ma controllata, come se stesse cercando di trattenersi.

Non me lo feci comunque ripetere due volte e corsi veloce verso la tenda, per quanto le ferite me lo permettevano.

Prima di entrare, però, riuscii a sentire alcuni frammenti della discussione fra i due demoni. Presa dalla curiosità rallentai un po' il passo per ascoltare meglio.

- Perchè sei qui Katherine? Che cosa vuoi?- stava chiedendo Aniki.

- Ahaha, voglio la stessa cosa che vuoi tu. Anche se per ragioni diverse, forse?- ridacchiò con fare infantile la ragazza, anche se la sua voce rimaneva sempre morbida e seducente.

- Sta' zitta!-

L'urlo minaccioso di Aniki mi fece temere il peggio, così mi decisi ad affrettarmi, ma sulla soglia della tenda quasi mi schiantai con Elena.

Elena! Nella foga del combattimento mi ero quasi scordata di lei.

Prima che potessi dire qualsiasi cosa si portò l'indice alle labbra per farmi intendere di non fare rumore, poi indicò verso terra.

Abbassai lo sguardo e vidi che stava cercando di portare al sicuro l'incosciente Kai.

Subito capii.

Mentre i due demoni si fronteggiavano, lei, silenziosa e quasi invisibile, stava cercando di salvare i nostri amici. Mi sentii una stupida per non aver avuto la stessa idea, e improvvisamente mi venne voglia di abbracciare la mia migliore amica di un tempo, ma l'orgoglio e la situazione pericolosa in cui ci trovavamo mi fecero desistere e mi ricordarono che andavo di fretta.

Le riservai un sorriso raggiante e una pacca sulla spalla, ma poi corsi nella tenda, mi catapultai sul mio sacco a pelo e recuperai vittoriosa Emerald. Mi legai con cura il fodero in vita e, con un profondo respiro, mi avviai verso il mio destino.

Mentre uscivo, però, vidi che Elena stava trascinando nella tenda Shou. Ebbi un doloroso tuffo al cuore e non potei fare a meno di sprecare qualche secondo a osservare il suo viso. Nonostante la sconfitta non sembrava aver riportato ferite gravi; di sicuro era fuori pericolo.

Ricacciai indietro le lacrime con forza e mi diressi decisa verso i due demoni, ancora intenti a fronteggiarsi nella discussione e mi ritrovai a sperare che non finissero per combattere. Sarebbe stato devastante e la priorità di me ed Elena era occuparci dei nostri amici feriti.

Mi portai nella sfera protettiva che Aniki costituiva e mi riparai dietro il suo corpo come una bambina che cerca di nascondersi alla vista di un adulto sgradito. Non mi fidavo ancora di lui, ma in quel momento rappresentava l'unico scoglio a cui aggrapparsi per scampare alla tempesta. Mi garantii comunque uno spiraglio per poter tenere d'occhio Katherine.

- Allora?- chiesi al kitsune con voce sospettosa. Era così vicino che avrei potuto toccarlo anche solo allungando un po' una mano.

- Katherine non sarà un problema. Ha saggiamente capito che se dovesse insistere ancora un po' la sua vita non avrebbe più un briciolo di valore.-

Le parole gelide di Aniki mi fecero rabbrividire tanto erano cariche di minaccia.

Tuttavia non riuscirono a tranquillizzarmi, perchè il sorriso della ragazza demone era ancora perfido e malizioso e lei sembrava più che mai sicura di sè.

- Quindi ora fai i bagagli e levati dai piedi, capito?- ribadì il ragazzo.

Il sorriso di Katherine si allargò ulteriormente e io, involontariamente, stritolai il braccio di Aniki per la paura, mentre con l'altra mano stringevo forte Emerald al petto. Ma lui non sembrò farci caso.

- Ma certo...- rispose con voce languida la ragazza concentrando tutta la sua attenzione sil kitsune. - Ma prima c'è una cosa che vorrei chiederti...-

Il demone non rispose, ma fece gesto di continuare.

- Avrai certamente sentito della fazione che si sta creando a Kilburn... Quella capeggiata da Avalon. Tu cosa pensi di fare? Ti unisci a noi?-

I suoi occhi diventarono due fessure feline.

- Non sono affari che mi riguardano!- sbottò Aniki passandosi una mano fra i capelli.

- Ma sei un demone...-

- Ho questioni più urgenti da sistemare ora. Non mi interessano Avalon e le sue stupide idee. E comunque non dovresti parlarne in presenza della ragazza.-

Il kitsune si girò verso di me e sentii il mio volto sbiancare improvvisamente. Cercai di assumere alla svelta un portamento distaccato e sicuro, ma senza molti risultati.

- Non credo che sarà un problema. Beh, è proprio giunto il momento di andarsene. Alla prossima!-

rise Katherine, e, così come era arrivata, svanì nel nulla.

Rimasi a fissare per qualche istante il punto in cui era scomparsa, non ancora del tutto abituata alle stranezze di Amaranth, finchè non vidi che Aniki faceva per andarsene.

- Hey, aspetta!- lo fermai, ma quando lui si voltò verso di me mi ritrovai senza parole. - E ora?- fu l'unica cosa che riuscii a domandargli.

L'attacco improvviso di Katherine mi aveva scossa e adesso mi sentivo così scoperta e indifesa.

- Ora cosa? Il pericolo è passato no? Dubito che quel demone tornerà a darvi fastidio. Comunque ti consiglio di tenere sempre Emerald a portata di mano.-

- Sì...- annuii vergognandomi della mia sprovvedutezza. - Ma dimmi ancora una cosa. Per quale motivo ti interessa Emerald?- gli domandai guardandolo dritto negli occhi.

- Non mi interessa Emerald.-

Per qualche istante mi lasciai ingannare dalla sincerità che leggevo nei suoi occhi, poi tornai con i piedi per terra.

- Grazie...- mormorai mentre la sua figura scompariva fra le fronde degli alberi.





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Il capitolo è schifosamente corto, lo so, mi dispiace! >.< Però per organizzare bene la storia ho dovuto tagliare un po' gli ultimi!
Dai, in cambio vi prometto che il seguito arriverà presto! =)
Non so se avete notato, il titolo è cambiato leggermente: da "Underground" a "Wonderground". L'ispirazione me l'ha data un lunapark a Londra!
Spero vi piaccia! ^^
Bye bye,
VictorianPuppet
PS: sempre tantissimi grazie a Filakes e Mitzune-Chan! ^^

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Capitolo 20
*** "Combattiamo!" ***


"Combattiamo!"





 

Fortunatamente Shou e gli altri riuscirono a rimettersi quasi completamente piuttosto in fretta, per cui il nostro viaggio non risentì di grandi rallentamenti.

In compenso tutti erano curiosi di sapere l'intero svolgimento dell'attacco di Katherine così, per la seconda volta nel giro di pochi giorni, mi trovai a fare da cantastorie del gruppo, anche se dovetti ammettere che la cosa non mi dispiaceva più di tanto.

Purtroppo però, scoprii che nonostante l'attimo di complicità durante la mattinata, il rapporto fra me ed Elena non era affatto cambiato e che, pur dovendo spesso collaborare per aiutare gli altri, eravamo gelide e diffidenti l'una con l'altra.

Decidemmo di comune accordo che sarebbe stata una buona idea montare dei turni di guardia nelle ore notturne, per poter evitare altri attacchi simili, o perlomeno per essere meglio preparati ad affrontarli.

Fu proprio durante la noiosa guardia della prima notte che mi venne in mente una cosa.

Con il caos provocato dall'attacco di Katherine mi ero completamente scordata di chiedere ad Aniki l'epilogo della storia di Inari. Cavolo! Chissà quando lo avrei rivisto ora...

O forse ero io che dovevo andarlo a cercare?

Quell'idea mi piacque subito, mi faceva sentire più attiva e meno alla mercè degli eventi.

Sì, sarei andata io a cercarlo questa volta! Mi sarebbe bastato andare nel bosco ed ero certa che in un modo o nell'altro ci saremmo incontrati. Lui, poco ma sicuro, ci stava ancora tenendo d'occhio. Ormai iniziavo a conoscere Amaranth abbastanza bene da non temerlo più come al nostro arrivo, e comunque ora ero armata e avevo una minima esperienza di combattimento sul campo. Con Emerald al mio fianco potevo permettermi di sentirmi sicura.

Ma, quando rivelai la mia intenzione ad Anna, la ragazza inarcò le sopracciglia con fare scettico.

- Seria?-

- Perchè no?- provai a convincerla. - Cosa vuoi che mi succeda? Non può essere così rischioso andare nel bosco da soli! Katherine si è levata di mezzo, no?-

- Sì, ma c'è ancora quel kitsune.-

- Aspetta, ho una teoria!- esclamai, sicura che il mio ragionamento non avrebbe fatto una piega. - Aniki vuole Emerald, giusto? Ma, essendo io la padrona della spada, lui non se ne può fare nulla, almeno finchè non trova una soluzione al problema. Quindi io gli servo viva e per questo non mi può fare nulla. Vedrai!-

- Ti ho già detto che preferirei che avessi qualcuno con te... E' comunque una mossa azzardata.-

- Anna ha ragione.- intervenne Shou con fare preoccupato – Non voglio che tu faccia una cosa così rischiosa!-

Scossi la testa.

- Voi di sicuro non siete nella situazione di farmi da scorta. Dai, fidatevi di me!-

Morivo dalla voglia di risolvere il mio puzzle. Anna lo sapeva, e forse anche per questo stava cercando di ostacolarmi?

Comunque alla fine riuscii a convincerli e, dopo un veloce bacio di Shou sulla fronte, uscii dalla tenda, sentendomi libera come l'acqua di un torrente.

Mi addentrai nel bosco spensierata e spavalda come se si trattasse di una gita nel boschetto in cui giocavo da bambina con gli amici quando andavo in montagna.

Le fronde fitte e minacciose non mi intimorivano più e, anzi, i rami più bassi mi servivano per arrampicarmi e scavalcare gli ostacoli che a volte trovavo sul mio cammino.

Dopo una decina di minuti mi ritrovai in una piccola radura erbosa che lasciava scoperto l'azzurro del cielo sopra la mia testa. Addocchiai un masso e decisi che era perfetto come sedia mentre mi riposavo e aspettavo l'arrivo di Aniki. Ero certa che mi avrebbe raggiunta. Sicuramente aveva seguito i miei movimenti e ormai doveva aver capito che ero lì per lui.

Mi accomodai sistemando Emerald in modo che non mi desse fastidio, poi iniziai a giocherellare con l'erba che cresceva sulla roccia.

Fortunatamente le mie previsioni si rivelarono esatte e non dovetti attendere più di tanto.

Non erano passati che un paio di minuti che iniziai a sentire dei rumori sospetti provenire da dietro.

- Buongiorno Aniki!-

Mi rispose una risatina sommessa, vicinissima, che mi fece rabbrividire ancora prima di sentire le parole che la seguirono.

- Mi sa che hai sbagliato!- sibilò una voce perfida.

Più veloce che potei mi lanciai in avanti e con una capriola sull'erba mi riportai in posizione eretta, di fronte al demone ma a distanza di sicurezza. Bene, dopotutto cinque anni di ginnastica ritmica non erano stati del tutto inutili.

- Katherine! Avevi promesso di startene alla larga!- urlai al demone cercando di essere minacciosa. Mi resi presto conto che questa volta non avrei potuto evitare facilmente uno scontro con lei, perciò era meglio mostrare fin da subito che non la temevo affatto.

- E tu credi alla parola di un demone? Povera, piccola ingenua. E' il mio giorno fortunato comunque! Aniki si allontana e all'improvviso compari tu, sola e indifesa, in mezzo al bosco. Dove credevi di andare? Ahaha, questa è l'occasione perfetta per impossessarmi di Emerald e farti fuori una volta per tutte! -

“ Aniki non è qui?” ripetei allarmata dentro di me. “ Le cose si mettono male!”

Senza la difesa del kitsune, che prima avevo dato per scontata, non sapevo quanto sarei potuta resistere. Ma, ok, avevo Emerald ed ero forte! Dovevo crederci!

- La povera piccola ingenua sarai tu, mia cara Katherine!- le risposi per le rime. - Io ed Emerald abbiamo una grande voglia di combattere e vendicare i nostri amici!-

- Ahaha, ma davvero sei in grado di utilizzare quella spada? Oppure ti limiterai ad agitarla come un qualsiasi ferrovecchio?-

Le sue parole mi fecero tornare alla mente quello che Aniki mi aveva spiegato riguardo ai poteri della mia spada. No, non avevo la più pallida idea di come utilizzarli, ma avrei improvvisato qualcosa. Ero certa che Emerald stessa mi avrebbe aiutata.

- Questo lo vedrai tu stessa! Ma ti consiglio di stare sull'attenti!-

Con un unico gesto deciso e calcolato estrassi la spada dal suo fodero vellutato. La lama mandò miriadi di bagliori verdi tutto attorno e la sua luce mi diede più forza. Ancora una volta sentii delle piccole pulsazioni provenire dallo smeraldo, e strinsi l'impugnatura più forte che potei.

- Non aspettavo altro, piccola stupida. Combattiamo!- con un sorriso folle Katherine spiccò un balzo e si lanciò verso di me.

Sentii tutti i miei muscoli tremare per l'adrenalina, mentre le pulsazioni di Emerald aumentavano di frequenza, quasi a diventare un piccolo battito cardiaco.

Ecco, Katherine mi era quasi addosso. Era ora di iniziare la mia prima battaglia.

Fu allora che sentii per la prima volta la sua voce nella mia testa.

“ Combattiamo!”





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Wow gente, siamo già a 20 capitoli!! Che bello essere arrivata fin qui! ^O^
Per festeggiare voglio postarvi due disegni che ho fatto su WonderGround! Il primo è un MezziexShou, mentre il secondo è Aniki! :D Spero che vi piacciano!
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Sono come li avevate immaginati? xD
Al prossimo capitolo!!
VictorianPuppet
PS: Chi avrà parlato a Mezzie? D:

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Capitolo 21
*** Nel vuoto... ***


- WonderGround -



XXI
NEL VUOTO




 

L'oscurità mi avvolge.

Il mondo attorno a me scompare improvvisamente, e mi ritrovo sola a galleggiare in un oceano di inchiostro nero. Non riesco a vedere nulla intorno se non il mio stesso corpo. E' come se qui la gravità non esistesse. Come se fossi nello spazio. Anzi, forse sono proprio nello spazio! Però non ci sono le stelle... E poi riesco a respirare. No, non è decisamente lo spazio.

Ma come ci sono finita qui? Non riesco a ricordare nulla.

Cosa stavo facendo prima di arrivare in questo posto?

Esiste un “prima”? O forse sono qui da sempre?

Cerco di concentrarmi per sentire un qualsiasi suono, un qualsiasi segnale che mi possa dare orientamento, ma attorno a me c'è solo il vuoto.

E' una sensazione orribile, mi sento scoppiare. Non tanto per cause esterne, nonostante stia galleggiando non sto poi così male, ma questa condizione di buio e isolamento estremi mi sta uccidendo.

Proprio quando mi sento al limite della sopportazione appare qualcosa accanto a me. Un corpo... E' un'altra ragazza! Il suo viso e' di fronte al mio e per un breve istante penso scioccamente che mi sto guardando allo specchio. Quei lineamenti sono i miei stessi lineamenti! Stesso naso, stessa forma della bocca, stessi occhi spalancati per lo stupore.

Ma c'è qualcosa di sbagliato...

I suoi occhi sono blu intenso, come il lapislazzuli, e i suoi lunghissimi capelli sono troppo lisci e color azzurro. Strano... Non ho mai visto capelli di questo colore. Un cerchietto nero separa ordinatamente la frangia voluminosa dal resto della chioma.

Vedo che anche lei mi sta studiando.

Poi, come in un lampo, capisco.

Inari!

La ragazza fa un sorriso indecifrabile. Poi scompare.

Rimango sola nel vuoto.

 

Quando Anna, Shou ed Elena raggiunsero la piccola radura in mezzo al bosco, si ritrovarono di fronte a uno spettacolo affascinante e letale al tempo stesso.

Le due ragazze stavano combattendo al centro del prato; la loro lotta era come una danza mortale, i loro movimenti eleganti e sinuosi come quelli di due felini.

Con sollievo notarono che Mezzie stava avendo la meglio su Katherine; Emerald sembrava non essere altro che un prolungamento del suo braccio tanto era maneggiata con sicurezza e precisione. La spada non era una semplice arma da taglio per la ragazza, ma vere e proprie fiamme d'acqua fuoriuscivano dalla sua lama e venivano scagliate precise e spietate contro l'avversaria.

Tuttavia Katherine, seppur sanguinante e stremata, si rialzava da ogni colpo infertole e ripartiva all'attacco con le sue sfere di energia. Ma ormai il suo destino sembrava già segnato.

Mezzie non aveva neppure un graffio, e anzi la sua potenza sembrava aumentare dopo ogni colpo anzichè diminuire, mentre continuava a lanciarsi sul demone con la furia e la grazia di una dea della distruzione.

Ma aveva qualcosa di sbagliato, notò Shou. Qualcosa...

- Perchè gli occhi di Mezzie sono blu?- domandò esterrefatto a nessuno in particolare.

Le due ragazze si destarono dalla muta contemplazione di quella scena e si concentrarono sull'amica.

- E' vero!- sussurrò Elena con un tremito nella voce. - E i suoi capelli non sono più lunghi del solito?-

- Dannazione!- urlò Anna.

Non sarebbero mai dovuti arrivare a quel punto! Tantomeno non così in fretta!

I tre ragazzi rimasero a fissare impotenti la scena che si svolgeva davanti ai loro occhi.

 

- E così chi era che doveva morire, eh?- esclamò trionfante la bionda mentre abbassava un fendente mortale contro l'avversaria. Katherine riuscì a schivarlo all'ultimo secondo, ma la lama di Emerald riuscì lo stesso a tagliarle qualche ciocca dei suoi stupendi capelli ramati, che caddero a terra leggeri. Erano troppo vicine, se non fosse riuscita a guadagnare un po' di distanza sarebbe morta nel giro di pochi istanti. Si era resa conto troppo tardi di non essere all'altezza della sua nemica.

Fece un agile tuffo all'indietro e atterrò sul confine opposto della radura.

- Non capisco!- urlò furibonda.

Tuttavia non le era sfuggito l'arrivo dei tre umani compagni della padrona di Emerald: forse poteva usarli a suo vantaggio!

Fece una minima deviazione improvvisa che però sembrò spiazzare l'avversaria per qualche istante e si lanciò contro i tre ragazzi, sperando che Mezzie si sarebbe affrettata a salvarli e così le avrebbe lasciato qualche secondo di vantaggio per riprendersi e contrattaccare. Ma la ragazza, spietata, non ci pensò su due volte a lanciare un enorme turbine di acqua nella sua direzione con un semplice movimento della spada.

Se i riflessi di Anna e Shou non fossero stati così pronti, i tre ragazzi sarebbero sicuramente morti travolti da quella furia, ma per fortuna riuscirono a mettersi al riparo dietro a una grande roccia un istante prima dell'impatto e a portare Elena con loro.

Anche Katherine rimase spiazzata da quella mossa.

- Mezzie, cosa ti è successo? Non ti riconosco più!- piagnucolò Elena facendosi piccola piccola dietro il loro nascondiglio.

- Quella non è la vostra Mezzie, vi consiglio di stare attenti.-

Aniki era comparso all'improvviso accanto a loro e guardava la scena con un'espressione seria.

- Lo so benissimo, maledetto demone! Lasciaci in pace!- gli urlò contro Anna, tremante di rabbia.

Il kitsune si limitò a incenerirla con lo sguardo, per poi tornare a concentrarsi sullo spettacolo crudele.

Katherine era stesa a terra e di fronte a lei, minacciosa e implacabile, Mezzie sorrideva con l'orgoglio e la soddisfazione della vincitrice.

- Sei morta!- canticchiò allegra in un sussurro.

- No!- urlò Katherine alzandò una mano in segno di difesa, ma era troppo tardi.

Il fendente mortale e spietato di Emerald si abbattè su di lei, finchè del demone non rimase alcuna traccia.

Elena aveva nascosto il viso nella manica di Shou per non dover vedere quella scena e ora, nella raduna, l'unico suono che si poteva udire erano i suoi singhiozzi leggeri.

Poi Mezzie scoppiò a ridere.

Era una risata folle, allegra e malata allo stesso tempo. La ragazza buttò le braccia al cielo e continuò a ridere e a volteggiare su sè stessa, presa da un'irrefrenabile senso di esultanza.

- Sono libera!- urlò al cielo con quanto più fiato che poteva. - Libera! E ho di nuovo un corpo tutto mio!-

- Mezzie!- esclamò Shou e fece per abbandonare il loro nascondiglio e correre dalla ragazza, ma Aniki gli sbarrò il passaggio con un braccio dalla forza d'acciaio.

- Ti ho detto che quella non è Mezzie.- ribadì minaccioso, fissandolo negli occhi.

Il ragazzo gli rispose con lo stesso sguardo carico di rabbia, ma alla fine non si mosse.

Allora Elena fece qualcosa che non si sarebbero mai aspettati.

Superò il masso con un salto e si precipitò correndo verso l'amica, schivando la mano di Anna che cercava di riacciuffarla.

Quando Mezzie la vide arrivare smise di ridere e fissò la sua attenzione su di lei, mentre la sua espressione si faceva concentrata per qualche istante.

- Elena...- sussurrò con un sorriso che doveva sembrare dolce. Aprì le braccia per accogliere la compagna, ma ancora una volta la ragazzina fece una mossa azzardata.

Con tutta la forza che riuscì a metterci sferrò un pugno in faccia alla ragazza che aveva di fronte.

- Ridammi indietro Mezzie!- urlò piena di rabbia e disperazione.

All'inizio la bionda indietreggiò allibita. Ma le ci volle una frazione di secondo per riprendersi e stava per contrattaccare quando Aniki si mise in mezzo alle due ragazze, salvando così la vita di Elena.

- Adesso basta, Inari.- mormorò con calma guardando dritto nei profondi occhi blu e mettendo una mano sulla sua spalla. - Non puoi stare in questo corpo.-

- Ma...- balbettò la ragazza guardandolo esterrefatta.

Non fece a tempo a continuare la frase che il suo corpo iniziò a contorcersi per gli spasmi e lei si mise a urlare più forte che riusciva per cercare di coprire il dolore.

Poi tutto finì all'improvviso e il corpo di Mezzie cadde a terra privo di sensi come una bambola rotta.

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Capitolo 22
*** Risveglio ***


- WonderGround -

 



XXII
RISVEGLIO



Mi sta davvero stancando, tutto questo nero.

Dannazione, pure i miei vestiti sono neri! Giuro che non indosserò mai più questo maledetto colore, anche se nell'abbigliamento è il mio preferito...

Chissà dov'è finita quella ragazza, Inari? Anche lei aveva un vestito nero...

Peccato, ci saremmo potute fare compagnia a vicenda. Mi sto annoiando a morte.

Mi stiracchio un po', cercando di mettermi in una posizione comoda, sdraiata come se fossi su un'amaca. Dopotutto è bella però, l'assenza di gravità.

Quasi non ho ancora finito di formulare il pensiero che una nuova e improvvisa forza mi afferra e mi risucchia con potenza verso il basso. Grido mentre rivivo un dejà vu, e mi sento come se avessi respirato durante la discesa verticale delle montagne russe.

 

Il mondo esplode tutt'intorno a me, pieno di quei colori e di quelle forme che credevo di aver dimenticato. La testa mi gira terribilmente, come quella volta che io ed Elena ci eravamo scolate una intera bottiglia di vodka alla menta alla festa di Capodanno, ed è una sensazione talmente insopportabile che sono costretta a chiudere gli occhi, mentre mi stringo con forza il capo fra le mani. Sono distesa per terra sull'erba umida, e avverto la presenza di persone diverse che parlano a breve distanza, raccolte intorno a me. Ma c'è una voce in particolare che mi chiama con insistenza, tanto che alla fine mi costringo a dargli retta anche solo per non doverla più sentire. Anche se con difficoltà, apro di nuovo gli occhi. Sopra di me c'è un ragazzo con i capelli rossi come un pomodoro e gli occhi verdi impregnati di preoccupazione. Nel vedermi reagire tira un sospiro di sollievo e inizia a farmi delle domande, ma lo ignoro bellamente per poter guardare in giro.

Dietro allo strano tizio ci sono due ragazze che mi sembra di aver già visto da qualche parte, ma anche loro sono trascurabili. Ma quello là in fondo... Hey, quel tipo con i capelli neri e rossi è Jared Leto, il cantante dei 30 Seconds to Mars! No, aspetta, Jared non è orientale... Allora dev'essere il chitarrista dei Vidoll...

Mi perdo in un flusso di pensieri senza senso, finchè il mal di testa aumenta fino a diventare una fitta inspopportabilmente dolorosa e perdo i sensi.

 

Quando mi risvegliai per la seconda volta non ero più nel bosco. La luce della lampada a gas della tenda illuminava flebilmente il rifugio e la penombra accolse il mio risveglio. La testa mi girava ancora, ma questa volta in modo più contenuto. Tuttavia, quando cercai di mettermi a sedere persi l'equilibrio e ricaddi distesa sulle coperte.

- Hey, attenta, non devi sforzarti!- Shou venne subito in mio aiuto e mi diede una mano a mettermi comoda.

- Shou cos'è successo?- domandai afferrandogli la mano che stava passando fra i miei capelli. La mia voce era debole.

- Io... Non so come...-

- Non importa!- lo fermai sentendo la dolorosa esitazione nella sua voce. - Penso che... ricorderò tutto.-

- Vuoi parlarne?-

Feci una smorfia di dissenso, ma poi pensai che confidarmi con lui mi avrebbe aiutata a liberare la mente dal caos che la affollava.

- Ricordo solo che stavo andando nel bosco, per cercare Aniki. A un certo punto mi sono fermata in una radura ad aspettarlo, ma Katherine – te lo ricordi il demone dell'altro giorno?- mi ha attaccata. Poi non so bene cosa è successo, ho sentito una voce nella mia testa e...-

E i miei ricordi si fermavano lì. Poi c'era il buio, fino al risveglio di pochi minuti prima.

- Voglio andare da Aniki!- esclamai debolmente e feci un goffo tentativo di sollevarmi in piedi, ma uno svarione incredibilmente forte mi fece crollare di nuovo a terra.

Shou mi afferrò al volo, evitandomi così un pessimo atterraggio.

- Non ne sei nelle condizioni!- replicò debolmente spingendomi con dolcezza sotto le coperte.

- Appena riuscirò ad alzarmi...-

- Scordatelo!- sentenziò Anna entrando all'improvviso nella tenda. - Abbiamo già perso abbastanza tempo! Prima saremo arrivati a Kilburn e prima vi avrò rispedito tutti a casa, meglio sarà!-

A quelle parole inarcai un sopracciglio guardandola con occhi carichi di sfida, ma anche un po' interrogatori. Che diamine aveva da essere tanto arrabbiata? Aveva a che fare con ciò che era successo nel bosco?

- Anna! Non essere così dura con lei, ti prego. Non si ricorda nulla di ieri!- si intromise Shou per difendermi. - E comunque Mezzie non ha nessuna colpa in tutto questo!

- Lo immaginavo...- sbuffò lei. - Vedi, devi sapere che quando sei andata a cercare il tuo amichetto demone...-

- Sta' zitta! Non voglio saperlo!- la fermai con rabbia.

Ok, sempre di più Anna stava confermando i miei dubbi: nel bosco era successo qualcosa di brutto. Ma siccome molto probabilmente riguardava Emerald, volevo che fosse Aniki a dirmi con chiarezza tutto quello che dovevo sapere. Lui non si sarebbe fatto problemi a spiattellarmi tutto senza troppi giri di parole.

- A proposito... Dov'è Emerald?- domandai tastando le coperte alla disperata ricerca dell'arma. Non trovandola da nessuna parte iniziò a salirmi una sensazione di smarrimento e inquietudine. Oddio, e se l'avevo persa? O, peggio ancora, forse Katherine l'aveva...?

- Mi dispiace, ma è meglio se non la tocchi per un po'...- sospirò Anna, mentre Shou mi rivolgeva uno sguardo addolorato.

- Come??-

- Beh, diciamo che è sotto sequestro!-

- Anna, voglio la mia spada!- ringhiai quasi in preda al panico.

- Non puoi avvicinartici ora!-

- Perchè? Cosa te ne importa di Emerald?-

- Forse non ti interessa sapere cosa è successo ieri quando te ne sei andata a spasso, ma sappi che ne va delle nostre vite, e io sono intenzionata a difenderle!-

Ammutolii di fronte alla durezza di quella dichiarazione.

- Mezzie, mi dispiace!- cercò di scusarsi Anna. - Tutto questo non sarebbe mai dovuto succedere!-

Per un po' lottai fra la tentazione di chiederle di raccontarmi ogni cosa e la voglia di alzarmi e prenderla a pugni finchè non mi avesse ridato la spada, ma alla fine mi sentivo troppo esausta per fare qualsiasi delle due opzioni.

- Quando mi sentirò meglio recupererò Emerald e andrò da Aniki per farmi dire tutto.-

Piena di rabbia e di paura mi voltai e in poco tempo risprofondai nel sonno.

 

Dormii per quella che mi sembrò un'eternità in un piacevole riposo senza sogni, e quando aprii gli occhi la luce proveniente dall'esterno della tenda mi comunicò che doveva essere giorno inoltrato.

Mi guardai attorno per controllare se Shou ed Anna fossero ancora lì, ma vidi solo Vero intenta a mescolare uno strano intruglio in un piccolo contenitore di vetro.

Mi stiracchiai e mi sollevai a sedere, felice del fatto di riuscire a farlo senza sentirmi svenire.

- Mezzie, sei sveglia!- Il volto di Vero si illuminò in un sorriso. - Come ti senti?-

- Mmm, perfettamente in forma!- esclamai, anche se l'angoscia si stava facendo strada nel mio cuore insieme ai ricordi della discussione che avevo avuto con Anna. - Quanto ho dormito?-

- Più o meno tre ore, se conti da quando ti sei risvegliata. Sei rimasta incosciente da ieri a mezzogiorno, quando ti hanno ritrovata i ragazzi, fino alle otto di questa mattina.-

Annuii passandomi nervosamente la mano fra i capelli.

- Beh, almeno ho recuperato un po' di sonno...- Sondai la mia mente alla ricerca di qualche indizio che mi riportasse a quello che era successo prima che i ragazzi mi ritrovassero. Ancora niente. - Bah, ci rinuncio!- esclamai frustrata e mi rimisi sdraiata sotto le coperte.

- Non hai ancora recuperato la memoria?- mi domandò gentilmente Vero. - Sai, i ragazzi mi hanno raccontato tutto.-

Scrollai le spalle. - Chi è stato a trovarmi?-

- Erano Anna, Shou ed Elena. Ma ora non pensarci, bevi questo, ti farà rimettere completamente in sesto!- e detto questò mi allungò un bicchiere fumante pieno di una crema di erbe dal profumo di menta piperita.

- Disturbo?-

Il volto di Elena fece capolino da dietro l'entrata della tenda e aspettò che i suoi occhi si fossero abituati alla scarsa luce prima di entrare del tutto.

Esitai qualche istante per chiedermi in che modo avrei dovuto salutarla, ma lei mi precedette e mi si buttò letteralmente addosso. Non potei fare a meno di ricambiare il suo abbraccio con quanto più calore riuscivo.

- Cavolo Mezzie, che infarto mi hai fatto prendere ieri!- esclamò fra i singhiozzi. - Ho avuto davvero paura per te!-

- Mi sei mancata tantissimo Elena!- le risposi, intuendo dal suo comportamento che il giorno prima doveva essere successo qualcosa che aveva riappacificato il nostro rapporto. Anche se non sapevo cosa, ne ero comunque felice. Finalmente saremmo tornate le amiche di sempre. - Ragazze, sapete per caso dov'è Emerald?-

Elena si staccò da me quel tando che bastava per scambiare con Vero uno sguardo d'intesa.

- Ce l'ha Kai, ma non credo che...-

- Non importa, va bene così!- risposi cercando di alzarmi in piedi. La bevanda di Vero mi aveva dato la forza che mi serviva e riuscii a muovere qualche passo senza problemi. - Mi sono appena ricordata di dover fare una cosa. Ci vediamo, eh?-

E detto questo le lasciai lì da sole a chiedersi che cosa avessi in mente.

Uscii dalla tenda con passo sicuro e feci una rapida ispezione visiva per trovare Kai. La fortuna era dalla mia: il ragazzo era seduto poco distante intento a chiacchierare con Takeru, e di Shou e Anna nemmeno l'ombra. Mi avvicinai ai due ragazzi con disinvoltura e, non appena mi videro, Kai iniziò a farmi le feste, contento che mi fossi ripresa. Quando si alzò in piedi vidi che teneva in mano la mia spada, ma per fortuna non l'aveva allacciata da nessuna parte. Lo distrassi un po' facendolo parlare, per poi dirgli inaspettatamente:

- Tu hai qualcosa che mi appartiene!-

Il ragazzo rimase per un attimo allibito, ma non gli diedi il tempo di reagire. Fulminea, afferrai Emerald in una morsa d'acciaio e corsi via verso il bosco più veloce del vento, così veloce che non mi avrebbero potuta raggiungere. Mi fermai solo quando i polmoni minacciarono di scoppiare, ma guardandomi alle spalle non vidi traccia nè di Kai, nè di Takeru, nè di nessun altro.

Scoppiai a ridere lieta della vittoria e ragionai un attimo sul da farsi.

L'ultima volta che ero andata sola soletta a cercare Aniki nel bosco, a quanto pare, non era finita molto bene. Ora mi trovavo nel letto di un fiume prosciugato, pieno di rocce levigate, e sulla mia sinistra alcuni pini segnavano l'inizio della foresta. Dovevo solo aspettare, Aniki sarebbe arrivato, me lo sentivo. Ma non era la stessa cosa che avevo fatto il giorno prima?

Del resto non avevo altri modi per contattare il kitsune.

- Che ci fai lì impalata, piccola spadaccina? Pensavo che avessi imparato qualcosa dalla lezione di ieri!- ridacchiò una voce beffarda.

- Aniki!- esclamai voltandomi verso il bosco.

Il ragazzo demone era semi sdraiato a un paio di metri di altezza dal suolo sul ramo di uno dei pini che avevo notato prima. Il sollievo nel vederlo fu così forte che quasi mi sentii svenire.

Cercai di raggiungerlo, ma la corsa aveva consumato le poche energie che avevo recuperato con tanta fatica. Le gambe mi tremavano incontrollabilmente, ma del resto non mi aspettavo che il mio interlocutore sarebbe accorso in mio aiuto, così ci impiegai un bel po' per raggiungere barcollante la sua postazione.

Mi arrampicai sull'albero abbastanza agilmente, visto che mi costava meno fatica, raggiunsi il suo ramo e mi buttai fra le sue braccia scossa dai singhiozzi.

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Capitolo 23
*** Il sigillo ***


- WonderGround -



XXIII
IL SIGILLO




 

Per qualche minuto rimasi così, stretta contro il corpo di Aniki, lasciando sfogare tutte le lacrime che si erano accumulate nei miei occhi durante quei giorni confusi e difficili.

Il kitsune rimase zitto e immobile per tutto il tempo. Si limitò a mettermi un braccio intorno alle spalle, mentre io lo stringevo forte, ma mi bastò anche solo quello per sentirmi confortata. Perlomeno non mi aveva sbattuta giù dall'albero come mi sarei aspettata.

- Hai finito?- mi domandò quando finalmente mi decisi a staccarmi da lui asciugando le ultime lacrime con un gesto veloce delle dita.

Annuii.

- Scusami...-

Lui sollevò le spalle.

- Sei venuta per parlare di quello che è successo, non è così?-

- Aniki, raccontami la fine... della storia di Inari.-

Il tassello mancante del suo racconto. Il sospetto che fosse legato agli avvenimenti del giorno prima era troppo forte per essere ignorato. Dovevo sapere cosa era accaduto a Inari per comprendere cosa fosse successo a me.

- Come ti ho detto, Inari diventò presto un demone dal potere straordinario, una cosa mai vista su Amaranth. E purtroppo si sa bene che il potere fa perdere la testa a chi lo possiede, demone o umano che sia. Tanto più una persona è potente, tanto più è a rischio, minacciata da sè stessa. E neppure Inari, che un tempo era sembrata così sveglia e saggia, ne fu immune. Negli ultimi anni della sua vita sembrò impazzire. Uccideva innocenti e distruggeva villaggi e territori solo per il semplice gusto di farlo, recava danni alle altre potenze e allo stesso regno di Amaranth col sorriso dipinto sulle labbra. Una volta arrivò addirittura a minacciare la regina in carica. Si era trasformata nel peggior pericolo che il Mondo potesse immaginare. Amaranth decise che così non si poteva continuare, esisteva un'unica soluzione. Inari era troppo forte per pensare di poterla uccidere senza recare ingenti perdite al già stremato pianeta, così la regina e i suoi consiglieri decisero che la cosa migliore da fare era sigillarla.-

- Che significa “sigillarla”?- lo interruppi.

- La regina è l'unico essere in grado di compiere un sigillo, grazie ai suoi poteri semidivini. Quando qualcuno viene sigillato, il suo corpo e la sua anima vengono rinchiusi in uno spazio interdimensionale in cui non potranno essere raggiunti da nessuno e da cui non potranno mai fuggire.-

Un brivido freddo mi corse lungo la schiena.

- Inari era stata molto amica di Aidan, il demone che controllava il potere del fuoco. Ma lui, sentendosi minacciato di persona, decise di tradirla. La attirò con una scusa, riuscì a ingannarla e senza pensarci due volte la consegnò alla corte. Credo proprio che lei abbia lottato con tutte le sue forze per salvarsi, ma alla fine fu soppraffatta. Per compiere un sigillo, però, serve un oggetto materiale su cui aprire il varco interdimensionale, come se fosse una sorta di reliquiario. Riesci a capire cosa intendo?-

- Sì... Quindi Inari è stata sigillata all'interno di un qualcosa. E questo qualcosa è...-

- Emerald.- completammo insieme.

Spostai esterrefatta lo sguardo sulla mia spada, immaginando il momento in cui la ragazza aveva lottato per la sua vita, ma alla fine era stata condannata, e proprio all'interno dell'arma che amava tanto.

- Non è possibile!- esclamai mentre si faceva strada dentro di me una sensazione di disgusto che mi fece venir voglia di lanciare Emerald via lontano. Non lo feci solamente perchè a cavalcioni sul ramo non ero esattamente nella posizione più comoda per slacciarne il fodero.

- Sì, nella tua spada è stata sigillata Inari.-

- Se l'è meritato!- replicai provando un forte rimorso al ricordo di quando avevo difeso con forza il demone contro Anna. - Ma ora questo vuol dire che...-

- Capisci cosa è successo ieri?-

Ieri, ieri... Ancora niente! No, aspetta...

- Ora ricordo!- esclamai stupita dalla rivelazione che mi balenò dentro improvvisa. - Dopo aver sentito quella voce nella mia testa sono finita in un posto tremendo, era come... galleggiare nell'inchiostro. E a un certo punto ho visto una ragazza, ma dopo avermi sorriso è scomparsa. Però ho subito pensato che quella ragazza doveva essere Inari!-

Alzai lo sguardo su Aniki, ma lui mi stava guardando come se si aspettasse che risolvessi tutto da sola. Provai a non deluderlo.

- Quando mi sono risvegliata ero a terra, e c'erano gli altri intorno. C'eri anche tu! E Katherine era scomparsa...- Era come se per un periodo di tempo me ne fossi andata dal mio corpo. Ero finita da qualche altra parte... In un'altra dimensione! - Guardai terrorizzata il kitsune. - Mi stai dicendo che Inari ha preso il controllo del mio corpo mentre io sono finita all'interno del suo sigillo?-

- Esattamente. Sono contento che ci sei arrivata da sola. Vedi, a quanto pare, grazie al tuo contatto con Emerald Inari è riuscita ad aprirsi un varco nel sigillo e a uscire. Non è abbastanza forte da recuperare tutto il suo corpo, ma può possedere quello della persona più compatibile con lei, ovvero la padrona della spada. Inari può prendere il tuo posto nel tuo stesso corpo!-

- Eh?!-

Questa volta non ci pensai due volte e strattonai il fodero di Emerald finchè i lacci non si strapparono dalla mia gonna, per poi lanciarla con quanta più forza mi permisero le mie scarse forze. Inorridii quando vidi Aniki riafferrarla al volo e riavvicinarmela.

- Tieni via quella cosa, non voglio più saperne!-

- Vedo che non hai ancora capito. Non si tratta di scelta! Dal momento che Emerald ti ha scelta come padrona si è creato un legame fra te e lei, e neppure la distanza può spezzarlo.-

- Scelta, scelta, continuate tutti a dire che non esiste scelta! Ma questa è la mia vita, io voglio scegliere cosa fare! E di sicuro non permetterò che Inari mi usi ancora come ha fatto ieri!-

- Stai tranquilla, per il momento non credo che tu corra un rischio reale. Inari è un demone dopotutto, un corpo umano è troppo fragile per lei, e così quando ieri ha cercato di usarlo le si è rivoltato contro ed è dovuta fuggire per non autodistruggersi. Dovrebbe accumulare una grande quantità di potere per diventare completamente compatibile con un involucro umano, ma tu puoi batterla sul tempo, e diventare più forte di lei!-

- Devo imparare a maneggiare bene Emerald, vero?-

Aniki sfoderò il suo migliore sorriso sghembo.

- Dicono che io sia un ottimo insegnante in queste cose.-

- E io sarò un'allieva anche migliore!- ribattei. - Ma prima spiegami una cosa...- Lo guardai fisso negli occhi con un'espressione seria che non ammetteva repliche. - Perchè lo faresti? Cosa ci guadagni? Cosa vuoi ottenere da tutta questa storia?-

- Hey, hey, vacci piano con le domande, miss investigatrice!- sogghignò il kitsune. - A dire il vero, almeno per il momento, non ho proprio nulla da guadagnarci, questa storia e la tua sorte sono totalmente al di fuori dei miei interessi. Ma sai, credo che a lungo andare potrebbe avere dei risvolti davvero divertenti. Sarà anche meglio di andare a caccia di vittime indifese magari, che altro posso desiderare?-

Gli rivolsi uno sguardo disgustato, ripensando al nostro primo incontro, e mi diedi della stupida per essermi buttata fra le sue braccia senza pensarci due volte. Quel kitsune era davvero un bastardo doppiogiochista!

- Per me va bene. Tu non corri il rischio di annoiarti, e io potrò evitare di diventare la marionetta di Inari. Mi sembra un accordo più che equo!-

- Affare fatto allora?- chiese con voce melliflua mentre mi allungava la mano destra.

La osservai per qualche istante poi, comprendendo che non avevo alternative, la strinsi.

- Vada anche per questo patto! Quando iniziamo gli allenamenti?-

- A giudicare dal tuo stato fisico collasseresti più o meno in cinque minuti. Tanto vale che per ora aspetti di riprenderti del tutto, poi ne riparleremo.-

- Beh, credo che massimo domani mattina Anna deciderà di rimettersi in viaggio, e io non so come contattarti. Non funzionano i cellulari qui, nè?-

- No, fortunatamente quegli aggeggi diabolici non sono ancora arrivati qui. Non preoccuparti di questo, ci penserò io a contattarti.-

- Va bene... Cerca solo di non farti vedere troppo da Shou o da Anna. Inizio ad aver fame, credo proprio che tornerò dagli altri. Ciao ciao!-

Mi lasciai scivolare giù dal ramo e atterrai in piedi sul tappeto di muschio che ricopriva il terreno attorno all'albero. Non mi voltai per salutarlo; mi sentivo ancora troppo imbarazzata per quell'attimo di intimità che mi ero concessa affidandomi a lui in un momento di debolezza. Che sciocca...

Feci un grande sforzo per farmi vedere che camminavo tranquillamente nonostante la stanchezza fisica e che di certo “non sarei collassata più o meno in cinque minuti”.

Quando fui fuori dalla portata della sua vista mi lasciai andare e iniziai a trascinarmi con passo fiacco e lento, cercando di non sprecare energie. Ok, quel giorno avevo davvero esagerato a mettermi a correre come una pazza furiosa appena uscita dalla convalescenza.

A quel punto mi concessi anche di guardarmi alle spalle, e scoprii con stupore che una piccola parte dentro di me sarebbe voluta tornare indietro.

“ E' stato così bello stare fra le sue braccia... Aniki è proprio un figo!” mi disse una vocina nella mia testa.

Feci due passi e tirai un calcio a una pietra prima di capire che c'era qualcosa che non andava. No, quello non era stato un mio pensiero. Non era stata una mia “vocina”.

- Inari?!- esclamai furiosa e spaventata al tempo stesso.

“ Perchè urli tanto? Vuoi farti sentire da tutto il bosco?” sogghignò la ragazza nella mia mente.

- Come diavolo ci riesci? Non dovresti essere in grado di parlarmi!-

“ Uhm, in realtà sì, perchè, sai, sono riuscita a spezzare parte del sigillo!” mi rivelò tutta allegra. “ Ma basta discorsi noiosi... Torniamo indietro da Aniki?”

- Non se ne parla nemmeno!- urlai e affrettai il passo verso l'accampamento.




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Buonasera a tutti!! ^o^
Scusate la mia incostanza nell'aggiornare ultimamente ma tra scuola e tutto il resto sono moooooolto impegnata! D:
Devo ammettere che gli ultimi capitoli sono stati un po' aggrovigliati, ma con questo ho fatto un po' di ordine! Spero di non avervi incasinato le idee!! >.<
Grazie a mille a tutti quelli che ci seguono!! =)
Aspetto i vostri commenti!
VictorianPuppet

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Capitolo 24
*** L'ospite. ***


- WonderGround -



XXIV
L' OSPITE




 

“ E comunque ti consiglio di non parlare a voce alta quando ti rivolgi a me, se non vuoi che i tuoi amici finiscano per prenderti per pazza. Puoi parlarmi benissimo nella tua testa. Ma quanto è stato bello l'abbraccio con Aniki? Oh sì, hai avuto un'ottima idea a buttarti fra le sue braccia, insomma, lui è mooolto meglio di quel tizio rosso rompiscatole! Ma come ti ho già detto Aniki è mio, quindi non pensare di toccarlo di nuovo, almeno non senza il mio permesso!”

“ Ma quanto parli? Non ce la fai a startene un po' zitta, diamine? E comunque Aniki non mi interessa, puoi tenertelo tutto te!”

“ Beh, cerca di capirmi, ragazzina, è da un sacco di tempo che non parlo con nessuno, dovrò pure sfogarmi! Non sei esattamente il massimo della compagnia, ma sempre meglio che niente!” ridacchiò Inari nella mia testa.

- Ma che razza di antipatica sei? Vai a possedere qualcun altro se io non sono di tuo gradimento!- sbottai irritata. Oddio, come sarei soppravvissuta con quella vocina petulante continua?

“ Stai urlando...” canticchiò Inari.

Stavo per scoppiare di nuovo, quando qualcosa mi fermò.

- L'accampamento!- esclamai con un moto di sollievo non appena vidi una nube di fumo grigio che si sollevava leggera da dietro alcuni alberi e il tetto marroncino della nostra tenda. Mi lanciai di corsa in quella direzione, contenta di tornare dai miei soci.

" Ora farestio meglio a startene zitta, graaazie!" esclamai con falsa cortesia a Inari e immaginai di chuiderla a chiave in una stanzetta del mio cervello.

Non udendo risposta sorrisi soddisfatta tra me e me: a quanto pareva potevo controllarla, almeno in parte. Ero ancora padrona del mio corpo!

Trovai i ragazzi seduti attorno al fuoco e intenti ad arrostire e mangiare della carne. Il mio arrivo venne accolto dal silenzio, e solo allora mi resi conto che, forse, se l'erano un po' presa per la mia fuga. Solo Elena mi lanciò un mezzo sorriso e mi invitò a sedermi vicino a lei, mentre gli altri continuavano a ignorarmi bellamente. Shou aveva un'aria triste e non mangiava, limitandosi a fissare il terreno. Uffa, cosa avevo fatto ancora di male?

Mi sedetti a gambe incrociate sulla panca e iniziai a giocherellare nervosamente con i capelli, aspettando che qualcuno dicesse per primo qualcosa, qualsiasi cosa. Ma nessuno parlò.

Dopo cinque minuti mi ero stancata di quella situazione, così decisi di fare un giro nella tenda.

Ma, appena entrata, venni raggiunta da Elena.

- Mezzie, va tutto bene?-

- Sì, alla grande!- esclamai. - A parte che i miei amici mi ignorano spudoratamente, che un demone sta cercando di controllare il mio corpo e che...-

- Aspetta!- mi bloccò lei. - Tu dici che siamo noi a ignorarti. Ma forse non è il contrario?-

- Stai dicendo che è colpa mia?- domandai esterrefatta sollevando un soppracciglio.

- No, stai calma, non sto dando colpe a nessuno, però credo che ultimamente ti stai allontanando troppo da noi. Sembra che non ti fidi più dei tuoi amici. E questo ci fa stare male.-

Sospirai. Forse Elena aveva ragione.

- Dici sul serio?-

- Purtroppo sì... Non appena hai un problema scappi da Aniki, non vuoi ascoltare Anna, non ti confidi con nessuno. Cosa ti sta succedendo, Mezzie?- domandò la mia amica guardandomi con preoccupazione.

- Non lo so, Elena... Ma forse è perchè questa situazione è troppo grande per me, troppo spaventosa, mi sento come se mi stesse inghiottendo. Ho solo bisogno di qualcuno con cui parlarne, ma l'unico di cui riesco a fidarmi, e non so neppure il perchè, è Aniki.- ammisi, e con un gesto nervoso passai la mano sul fodero di Emerald. La spada era ancora al mio fianco, pulsante, viva, minacciosa.

- Vuoi parlarne con me?-

- Va bene!-

Improvvisamente sentivo il bisogno di un passare un momento di confidenze con le amiche, come facevo spesso a casa, sulla Terra. Ma allora i nostri problemi più grandi erano i ragazzi, le amicizie, le rivalità... Che nostalgia... Ora era tutta un'altra cosa.

Ci abbasammo a sedere su una pila di coperte, e svelai a Elena tutto ciò che avevo saputo dal kitsune. Lei mi guardò prima incuriosita, poi terrorizzata e, quando arrivai alla conclusione, al fatto che Inari era dentro Emerald e mi avrebbe potuta controllare di nuovo, lanciò un esclamazione e si portò le mani al viso.

- Pensavo che Anna vi avesse già spiegato tutto.- commentai.

Elena scosse la testa.

- Beh, poco ma sicuro che lei sa le stesse cose che mi ha detto Aniki, ma la ringrazio per la discrezione.- aggiunsi sarcastica.

- Non giudicarla così male, Mezzie, lei sta solo cercando di proteggerci tutti!-

- Lo so, ma... il suo fare da capo mi urta i nervi, soprattutto perchè la questione riguarda me!-

- Ahah, lo so che hai sempre avuto problemi con i superiori, però cerca di capirla.-

- Ci proverò...- sospirai alzando gli occhi al cielo.

Poi Elena si fece seria.

- E ora con Inari... come facciamo?-

Sollevai le spalle.

- Sono nelle mani di Aniki...-

- Ho paura, Mezzie. Quella è pazza, l'ho vista mentre ti controllava, e ho paura che lo faccia di nuovo!-

" Hey, aspetta aspetta!" una vocina scocciata dentro la mia testa mi ricordò che non ero l'unica persona dentro il mio corpo. " Ma senti questa stronzetta! Come osa dire che sono pazza?"

- Eh? Come mai sei tornata?!- esclamai esasperata, scordandomi di parlare solo dentro di me.

- Ma che stai dicendo?- si preoccupò Elena.

- Ah, scusa. E' Inari, mi sta parlando!- le dissi come se fosse la cosa più normale del mondo.

- Come? E' ancora nella tua testa?-

" Sì, sono qui, e ti odio a morte stupida ragazzina. Non me lo dimentico, il pugno, e ti ucciderò per questo!"

Inari sembrava decisamente sul campo di battaglia con Elena; Aniki mi aveva spiegato quello che era successo fra loro due, ma avevo sperato che la mia cara ospite non se la fosse presa più di tanto. E invece sembrava proprio un tipetto vendicativo.

- Ehm, già, e sembra molto offesa per un certo pugno che le hai dato...-

Vidi la mia amica tremare al ricordo di quello che aveva fatto.

- Io... Lei era davvero spaventosa, folle... Avevo così paura per te!-

- Non ti preoccupare, è solo una voce nella mia testa!- cercai di rassicurarla portandomi un indice alla tempia.

" Non sono solo una voce! Ah! Ti farò vedere io chi comanda, umanaaa!" stava sbraitando il demone nella mia testa, ma non ci badai.

- Allora... che ne dici di venire fuori a fare pace con gli altri?- propose Elena cominciando ad alzarsi.

- Potrebbe essere una buona idea...- sospirai, anche se non del tutto convinta. Tuttavia la seguii: purtroppo quello che aveva detto era vero, e mi sembrava giusto fare il primo passo e scusarmi, se volevo recuperare la loro amicizia.

Presi un bel respiro e mi avviai con passo deciso verso il falò.

“ Non sono pazza...” stava dicendo Inari nella mia testa. “ Sono soltanto sola.”

 

- Allora...- esclamai cercando di attirare l'attenzione di tutti. Ero tornata a sedermi nello stesso posto di prima, e, gambe accavallate e braccia conserte, stavo cercando di iniziare il discorso di scuse. Sei paia di occhi si spostarono improvvisamente su di me. Inquietante. - Lo so, ultimamente sono stata una cattiva persona nei vostri confronti, ma...-

Improvvisamente venni travolta da un uragano rosso e da uno biondo, che mi fecero quasi cadere dalla panca.

- Che diavolo state facendo?- protestai mezza soffocata dall'abbraccio di Shou e Kai.

- La prossima volta che cercherai di scappare da noi non potrò più perdonarti!- esclamò il biondo spettinandomi con forza i capelli.

- Grazie ragazzi!- fu tutto quello che riuscii a dire, ricambiando l'abbraccio. Venni sopraffatta da una sensazione di calore e serenità.

Io non ero sola. Con i miei amici di nuovo al mio fianco sentivo di non dover più avere paura di niente.

Guardai Shou negli occhi, e sorrisi come non sorridevo più da tempo.





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Altra che Mezzie, sono io la cattiva persona nei confronti di voi lettori!! >.<
Vi faccio aspettare così tanto per il nuovo capitolo e poi riesco a scrivere solo questa roba! D: Chiedo perdono!!
Sarà il blocco dello scrittore, sarà quel che sarà, ma spero di riuscire a non deludervi la prossima volta! Mi impegnerò al massimo!
Aspetto i vostri commenti! =)
Alla prossima!
Kiss, 
VictorianPuppet

P.S: Io e la collega Filakes abbiamo appena inaugurato una storia a quattro mani! Se vi piacciono il Giappone e l'epoca Vittoriana passate a trovarci!! "God Save the Shogun"

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Capitolo 25
*** Alla Luna Rossa ***


- WonderGround -



XXVI
ALLA "LUNA ROSSA"




 

Alla luce del crepuscolo cominciammo a intravedere i primi tetti delle case che sbucavano da dietro le cime degli alberi, seguiti poi dalle finestre illuminate e dai comignoli. Finalmente un po' di vita dopo tutti quei giorni di isolamento nel bosco!

Io e Kai iniziammo a correre e precedemmo gli altri all'entrata del villaggio; questo era circondato da modeste mura di roccia mal tagliata, ma il portone d'accesso era spalancato. Solo due guardie sonnecchiavano pigramente alle sue estremità, tuttavia, dopo averci guardato con aria contrariata, ci lasciarono passare con un un cenno del capo. Avanzammo ancora di qualche passo, per essere sicuri che non avrebbero cambiato idea, poi ci fermammo ad aspettare gli altri.

Fino a quando la sera non fu scesa del tutto gironzolammo un po' per il villaggio, curiosando fra le vie e le costruzioni e cercando un posto che ci potesse accogliere per quella notte. Purtroppo, tutte le locande erano già piene o costavano troppo per le nostre finanze ridotte, e così ci ritrovammo di fronte all'unico rifugio disponibile: il pub “La Luna Rossa”.

- Sembra un Irish Pub!- commentai guardando l'insegna penzolante di legno verde e la facciata che mi ricordava tanto il locale dove passavo le serate invernali con gli amici nel nostro Mondo.

- Speriamo che abbiamo anche qualche posto letto!- aggiunse Anna facendo spallucce e spinse il portone d'entrata. Subito fummo investiti da una cortina di fumo dall'odore forte e aromatico e dalle risate divertite provenienti da uomini di tutti i tipi che sedevano ai tavoli sorseggiando birra o vino da notevoli caraffe. Un anziano signore seduto in un angolo rivestito in legno stava suonando arie country con una fisarmonica malridotta.

- Wow, che figata!- esclamò Kai preso dall'entusiasmo e subito si fece strada verso il bancone, dove una bella cameriera dalle trecce bionde stava servendo alcuni clienti, prodiga di risatine.

Sollevai gli occhi al cielo e lo seguii sospirando: Kai era un caso perso!

- Hey bellezza, sei impegnata?- domandò quello svitato del mio amico con un sorriso smagliante.

La barista avvampò leggermente, ma si piegò in avanti verso il ragazzo lasciando che il bustino le scoprisse ancora di più il petto. Gli uomini seduti al bancone scoppiarono a ridere sguaiatamente.

- Se posso fare qualcosa...-

- Stiamo cercando un posto per la notte!- mi intromisi con un sorriso innocente stampato sulle labbra. “ Brutta racchia, non ci pensare neppure, Kai è di Elena!” ringhiai intanto dentro di me.

La ragazza spostò lo sguardo su di me, perplessa, poi mi rispose di aspettare un secondo e andò a parlare con un signore di mezza età che sedeva ad una minuscola scrivania scribacchiando qualcosa su foglietti stroppicciati e unti. Si scambiarono alcune frasi e in un attimo tornò da noi.

- Al piano superiore c'è una camerata, se vi accontentate, e ci sono rimasti una decina di posti liberi. Può andare?-

“ Io, Kai, Shou, Elena, Anna, Vero e Takeru. Sette.”

- E' perfetto, grazie mille! Prima però vorremmo mangiare qualcosa.-

- Ma certo. Accomodatevi pure al tavolo vicino all'entrata, vi porto le liste.-

Afferrai Kai per un braccio e lo trascinai verso gli altri; il ragazzo fece un sospiro di delusione, ma alla fine si decise a collaborare. Comunicammo agli altri la buona notizia, e insieme prendemmo posto al tavolo che ci aveva indicato la barista. Io ordinai un panino bresaola e formaggio e un bicchiere di birra grande, imitata da tutti fuorchè da Elena e Vero, che ci disse di essere astemia.

Presto la birra iniziò a fare effetto e l'allegria media del gruppo aumentò a vista d'occhio, tanto che persino il taciturno Takeru divenne più loquace del solito. Solo Inari rimaneva nel suo scontroso silenzio ostinato; la birra non sembrava aver su di lei gli stessi effetti benefici che avvertivo io, ma feci del mio meglio per ignorarla.

A metà della cena mi alzai in piedi sulla sedia, tenedo sollevato il bicchiere.

- Ed ora,- esclamai presa dall'allegria generale – vorrei brindare a... Aniki?!-

Il demone era apparso all'improvviso al mio fianco e per lo stupore quasi mi fece perdere l'equilibrio.

- Che ci fai qui?-

L'intero tavolo era improvvisamente ammutolito e gli occhi di tutti erano puntati sul kitsune che, tuttavia, non ne sembrava minimamente infastidito. Nel resto del locale non era cambiato nulla.

- Pensavo volessi imparare a controllare Emerald, e invece ti trovo qui a festeggiare come se niente fosse.- commentò Aniki con aria di rimprovero.

- Ma non ti sei più fatto vedere, e io non sapevo dove venire a cercarti...- protestai debolmente, anche se in fondo mi sentivo un po' in colpa. In compenso, Inari si era fatta molto più interessata a quello che le succedeva attorno, e la sua attenzione brillava come una lampadina nella mia testa. Scesi dalla sedia un po' barcollante.

- Posso parlarti un attimo?- gli chiesi indicando la porta. Aniki annuì e si incamminò subito, mentre io mi voltai un attimo per dire agli altri che sarei tornata alla svelta, ma mi paralizzai.

Shou, che prima era seduto accanto a me, fissava la schiena del kitsune con un odio profondo che mai avrei pensato di poter vedere nei suoi occhi.

- Shou...- mormorai scioccata.

Lui sembrò uscire da una sorta di trance e spostò lo sguardo su di me, questa volta scocciato. Durò pochi istanti, poi si voltò a parlare con Takeru come se niente fosse. Scambiai uno sguardo di intesa con Elena, ma poi, con un'alzata di spalle, mi affrettai a raggiungere Aniki.

L'aria fredda della sera mi investì di colpo non appena aprii la pesante porta di legno, ma mi aiutò a schiarire le idee vagamente offuscate dalla birra.

Aniki mi voltava le spalle, apparentemente concentrato a scrutare il cielo stellato.

- Abbiamo fatto uno strano sogno questa notte.- cominciai, volendo arrivare presto al dunque per poter tornare nel pub. Forse era solo colpa dell'incubo, ma stare sola con Aniki mi inquietava quella sera.

- “ Abbiamo”?-

Giusto, cavolo! Aniki non sapeva ancora nulla della mia ospite.

- Io ed Inari... E' dentro la mia testa, mi parla...-

“ Se lo dici così passi per malata di mente, genio!” mi schernì il demone dentro di me.

“ Non sono io il problema qui!” replicai.

Aniki, finalmente, si girò a guardarmi, ma il suo volto non aveva l'epressione rassicurante che avevo sperato.

- Siamo già arrivati a questo punto quindi... Sta andando molto peggio di quanto pensavo.-

Se l'intenzione del ragazzo era stata quella di tirarmi su di morale, beh, non c'era riuscito per niente.

- Ma per ora non sembra in grado di controllarmi!- ribattei speranzosa.

“ Ahah, credici! Avrò il tuo corpo!”

- Credo che sia questione di poco tempo ormai... Se vuoi evitare che vada a finire così sarebbe meglio che domani mattina all'alba ti facessi trovare qui fuori.-

- Ci sarò!- promisi più a me stessa che a lui. Il mio cuore aveva accelerato i battiti, ma non era il caso di andare nel panico. Mi avrebbe solo resa più debole.

“ Costringerò il tuo cervello a dormire finchè il sole non sarà già alto.”

“ Questo lo vedremo!”

Mentre combattevo la mia battaglia interiore, vidi il volto di Aniki farsi più rilassato.

- E così siete quasi arrivati a Killburn, eh?-

Ignorai la vocina che mi sussurrava perfide minaccie e mi costrinsi a sorridere.

- Già! Se gli dei lo vogliono fra poco sarà tutto finito!-

- Non sarei così ottimista riguardo al fatto che nel tuo Mondo le cose saranno diverse... Ma entriamo, credo che sia meglio informare i tuoi amichetti riguardo alle condizioni della capitale.- sogghignò con cattiveria il kitsune, per poi precedermi nella “Luna Rossa”.

Lo guardai perplessa, ma poi mi affrettai a seguirlo.

 

Al tavolo i ragazzi avevano ricominciato a chiacchierare, ma l'allegria di prima sembrava essersene andata definitivamente. Tornai a sedermi vicino a Shou ed indicai ad Aniki la sedia vuota rimasta di fronte a me, accanto a Kai. Decisi per loro che sarebbe andata bene come sistemazione. Il demone si sedette con nonchalance e il mio amico lo accolse con un sorriso. Ottimo.

- Fossi in voi non ci andrei a Killburn.- iniziò il kitsune.

Anna si raddrizzò subito sulla sedia, presa da uno scatto di rabbia.

- Non ci importa nulla della tua maledetta opinione!-

- Dovreste ascoltarlo, invece.-

Mi voltai verso la voce che aveva appena parlato alle mie spalle. Era il suonatore di fisarmonica. Non ci avevo più badato da quando ero uscita con Aniki, ma nel frattempo aveva smesso di suonare e si era seduto da solo a un tavolino per pulire il suo strumento. Da così vicino sembrava terribilmente vecchio e le rughe percorrevano il suo volto bruciato dal sole.

- Dico sul serio ragazzi... E' da qualche giorno che continuano a capitare strani incidenti, persino la regina ormai non è più sicura neppure nel suo castello ed è circondata tutto il giorno da una scorta armata fino ai denti. Eppure è così cieca che ancora finge di non rendersi conto di quello che sta succedendo.-

- Di che cosa state parlando?- domandai preoccupata.

- Di Avalon.- rispose per lui Aniki. Tornai a voltarmi verso di lui, ma il suo sguardo era da tutt'altra parte. - E' il primo ministro della regina, un umano, ma fin da quando si è candidato dieci anni fa si è mostrato un perfetto incapace. Ma la nostra regina sembra non curarsene, anzi forse è così stupida da non capirlo proprio.-

A questa insinuazione sentii diversi gemiti di dissenso, e vidi che altre persone si erano avvicinate al nostro tavolo per ascoltare la conversazione. Il demone non vi badò.

- Così quel piccolo schifoso assetato di potere iniziò a lavorare per conto suo... Iniziò, col permesso della sovrana, a creare un corpo speciale dell'esercito formato solamente da demoni, di cui lui era il generale indiscusso. Ma, guarda a caso, è da un paio di anni che accadono piccoli attentati alla regina, all'inizio piccole scaramucce, ora incidenti più seri. Ma non solo a lei, sobborghi della città vanno in fiamme, fabbriche esplodono, alcuni villaggi limitrofi sono stati rasi al suolo.- Aniki si appoggiò al tavolo con un gomito e mi fissò negli occhi. - Avalon sta organizzando un colpo di stato.-

Questa volta tutti sussultarono.

“ Tu ne sapevi qualcosa?” domandai a Inari.

“ No, sono cose troppo recenti.”

Ancora una volta fu il musicista a intervenire.

- E' difficile da accettare... Ma temo proprio che il vostro amico abbia ragione.-

- Non è nostro amico!- esclamò Anna con forza, contrariata.

- Comunque sia, al vostro posto eviterei di avvicinarmi alla città, almeno in questo momento.-

- Ma abbiamo bisogno di andarci se vogliamo avere qualche speranza di tornare a casa.- ribattè Kai.

- Già! Il portale è l'unica soluzione. Dobbiamo almeno tentare!- lo appoggiai.

- Allora vi auguro una buona fortuna, ragazzi.- concluse l'uomo.

Gli altri avventori del locale iniziarono a disperdersi e a tornare ai loro posti, ma le loro voci concitate stavano ancora commentando ciò che avevano appena sentito.

- Sono d'accordo col vecchio.- disse Aniki alzandosi in piedi. - Non mi resta altro da dire.-

In un attimo avevo seguito il suo esempio.

- Aniki, resta ancora un po' qui con noi!- esclamammo all'unisono io ed Inari balzando in piedi.

“ Hey, come osi? Aniki è mio!” ringhiò il demone.

“ Pff, non è te che lui vede.”

Una scossa improvvisa mi attraversò in un istante tutto il corpo.

“ Stupida illusa!”

Il mio braccio destro si sollevò, la mano chiusa a pugno. Ma non ero io che lo stavo muovendo.

- Inari, che diavolo stai combinando?- urlai terrorizzata quando mi resi conto che non riuscivo più a controllare il mio arto.

Il gomito si piegò e fece un goffo tentativo di spedire la mia mano serrata contro il mio viso. Reagii d'istinto e la bloccai con la sinistra, ma la forza esercitata dall'altro braccio era troppo intensa, e presto dovetti cedere.

- Smettila! Così ferisci entrambe!- cercai di far ragionare il demone, ma invano.

Un brivido freddo scese lungo le mie gambe e presto scoprii che avevo perso il controllo pure su quelle. Mi lasciai cadere a terra e in qualche modo, barcollante, riuscii a raggiungere il suolo. Inari non sarebbe riuscita a rialzarsi da sola, almeno per il momento. Potevo avere qualche vantaggio!

Shou cercò di aiutarmi, ma lo allontanai. Dovevo farcela da sola, e poi avevo paura di poterlo ferire.

Il demone si vendicò tirandomi un calcio da una gamba all'altra e la pressione fu tanto forte che urlai per il dolore. Improvvisamente compresi che stavo perdendo terreno, lo sentivo, la sensibilità era sempre più rarefatta in ogni zona del corpo. Approfittando di un momento di distrazione di Inari mi morsi il braccio destro, che rispose con un potente pugno alla mandibola.

Per un attimo ogni cosa attorno a me si accese di puntini luminescenti, poi persi i sensi.

 

Ero ancora nell'oceano di inchiostro nero, ma questa volta c'era Inari in piedi di fronte a me. Sembrava esausta, ma le sue labbra svelavano il sorriso soddisfatto della vittoria.

- Vado a prendere il tuo posto!- canticchiò perfidamente, mentre gocce di sudore percorrevano il suo volto pallido. Il suo corpo cominciò a diventare evanescente.

- Nooo!- urlai con tutto il fiato che avevo in corpo e scattai in avanti per afferrarle un braccio. La mia mano destra corse veloce all'impugnatura di Emerald. La sfoderai.

Per un attimo il bagliore della spada illuminò di verde i nostri volti, poi sentii il mio corpo svanire a poco a poco, e la ragazza di fronte a me scomparve come un sogno.

 

Mi risvegliai che non dovevano essere passati che pochi istanti, perchè Shou e gli altri erano ancora nella stessa posizione in cui li ricordavo. Erano tutti in piedi, pronti a venire in mio aiuto.

Non appena mi vide riaprire gli occhi, Shou si abbassò per aiutarmi.

- Mezzie!-

Sì, ero io, Mezzie. Provai a muovere ogni muscolo del mio corpo, e scoprii con immenso sollievo che ci riuscivo. Avevo vinto.

Mi appoggiai al ragazzo e mi lasciai sollevare come una bambina, stretta fra le sue braccia.

Lacrime calde iniziarono a scorrermi lungo le guance, inzuppando le ciocche scompigliate che mi coprivano il volto. Attraverso i capelli vidi il volto di Aniki; aveva un'espressione indecifrabile, ma lasciava tradire un certo sollievo. Non appena si accorse che lo stavo guardando sorrise.

- A domani.- disse solo, poi se ne andò.




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Yooo gente!! Faccio un piccolo commento ora perchè ieri sera ero stata spodestata da computer da mio padre! >.<
Avevo messo pure il titolo sbagliato! Pardon!! D:
Il capitolo è un po' lunghetto rispetto al solito ma spero vi sia piaciuto! Purtroppo ho dovuto farvi aspettare tanto per colpa della scuola... =/ Ma ora che ci sono le vacanze mi farò perdonare, promesso! :D
Alla prossima, e BUONE VACANZE DI NATALE A TUTTI!! :D E se non ci si sente prima FELICE 2013!!
VictorianPuppet

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Capitolo 26
*** Nocturnal Madness ***


- WonderGround -



XXV
NOCTURNAL MADNESS




 

Anna ci concesse di riposare ancora per quel pomeriggio e per tutta la notte, ma all'alba del nuovo giorno la nostra marcia sarebbe ricominciata, e questa volta a tappe forzate. Ormai mancavano solo tre giorni di cammino per raggiungere la capitale, anche se per colpa di Katherine e di tutto ciò che ne era seguito avevamo perso un sacco di tempo.

Nessuna protesta: eravamo tutti entusiasti di arrivare a Kilburn e di poter finalmente ritornare a casa.

Quella sera ci coricammo tutti presto, decisi a caricarci di energie per il mattino dopo. Io sopprattutto sentivo di averne davvero bisogno.

Non feci a tempo a toccare il cuscino che già ero sprofondata nel sonno.

 

La festa è un'armonia di colori e suoni che danzano frenetici attorno a me. Mi sento inebriata da quest'atmosfera leggiadra e volteggio a ritmo della musica, ridendo come una bambina allegra. Un cavaliere mi porge la mano e danziamo insieme un valzer spedito, incrociandoci con le altre coppie. Guardo le dame attorno a me: sono tutte meravigliose e splendenti come se fossero animate da una luce propria. Acconciature raffinate o casual ma comunque eleganti, collane e bracciali pieni zeppi di preziosi gioielli che proiettano la loro luminescenza tutto attorno, vestiti di mille colori che farebbero impazzire per la meraviglia qualsiasi stilista appassionato del genere.

Ma la più bella, lo so, sono io.

I capelli, lasciati completamente sciolti, cadono leggeri sulla mia schiena e svolazzano ad ogni movimento come se avessero vita propria; annodato attorno al collo ho un semplice nastrino di raso nero con in fondo due rose dello stesso blu dei miei occhi. Anche il vestito, tutto bianco, è piuttosto semplice. Parte con un corsetto morbido stretto sul davanti da un legaccio nero che arriva a qualche centimetro sotto l'ombelico; da lì comincia una gonna: corta e a balze sul davanti, diventa un vero e proprio strascico di tulle a partire dai lati, ed è gonfiata in fondo da un semicerchio di metallo.

Ad un certo punto il mio campo visivo viene attraversato da qualcosa di rosso. Lo riconosco subito.

Abbandono immediatamente il mio cavaliere per correre incontro a Aidan e saltargli al collo, abbracciandolo come se non lo vedessi da secoli. Saranno forse un paio d'ore che ci siamo lasciati, ma ogni volta che sono lontana da lui sembra che il tempo non passi mai.

Lui mi accarezza la testa e mi sorride.

E' così bello... Ha i capelli rossi come un tramonto sul mare, lisci e lunghi fino al mento, tutti scalati, e i suoi occhi bordeaux sono così profondi che a volte ho ancora paura di caderci dentro.

All'improvviso tutto diventa nero, come un'interfereza televisiva e annaspo cercando di capire dove sono finchè non ritornano i colori. Allora cerco il volto di Aidan, ma davanti a me c'è solo una parete di grezza pietra scura. Una mano guantata spunta all'improvviso dal dietro e mi copre gli occhi. Sento delle braccia che mi bloccano, provo ad urlare, ma anche la mia bocca viene tappata.

Ancora l'interferenza, ma questa volta mi trovo in ginocchio in un salone dalle pareti verde malachite; un orologio batte cupo le ore. Ci sono tante persone intorno a me, ma non riesco a capire chi sono, perchè... non hanno il volto! Inorridita, guardo di fronte a me. Una figura è in piedi davanti ad un maestoso trono e tiene sollevata una spada. Emerald? Non faccio a tempo a parlare che mi ritrovo a precipitare in un lago di inchiostro. Per qualche istante perdo i sensi.

Sto correndo per un prato illuminato dalla bianca luce della luna piena, cantando, ma attorno a me c'è un odore acre. Il mio vestito bianco è tutto tinto di rosso. Che cos'è?

“ Che hai fatto, Mezzie?” domando. “ Che hai fatto? Perchè sono sporca di sangue? Perchè, perchè, perchè?”

Le parole sono macabre, ma canticchio come se stessi recitando una filastrocca per bambini.

Mi sento felice. Fra poco rivedrò qualcosa che mi è tanto caro, ma avevo perduto.

“ Fra poco sarò di nuovo sulla Terra, con Shou e tutti gli altri!” confesso alla luna.

Qualcosa brilla non molto distante da dove sono ora. Un piccolo specchio d'acqua riflette con pigrizia la luce della luna, e mi affretto in quella direzione.

Giunta alla riva, sollevo le gonne e le sistemo in modo da non sporcarle, poi mi inginocchio, sempre cantando. Mi sporgo quel poco che basta per vedere il riflesso del mio viso.

“ Perchè hai i capelli azzurri, Mezzie?”

Non riesco a riconoscere la ragazza che mi guarda riflessa. Una lacrima cade sull'acqua e l'immagine cambia, tremulando. Ora è Mezzie, quella giusta, che mi guarda dal laghetto. Dai suoi occhi verdi scendono gocce di sangue che cadono senza però smuovere l'acqua. Mezzie sta cantando. Al''improvviso io mi muovo e lei si muove a sua volta, gettando le braccia avanti. Afferro il suo collo stringendolo forte fra le mie mani pallide, e lei fa lo stesso con me. Nello slancio sono finita in acqua e insieme iniziamo ad affondare, mentre le alghe verdi ci accerchiano e circondano i nostri corpi, trascinandoli sempre più giù.

 

Mi sveglai urlando, sudata e tremante, mentre una sensazione disgustosa alla bocca dello stomaco mi faceva venire da rimettere. Combattei con le coperte che sembravano volermi soffocare come le alghe di poco prima.

- Aiuto!- urlai cercando di repirare a pieni polmoni. Non dovevo morire, non dovevo morire! La mia testa era un caos di pensieri; non solo il mio panico, ma anche quello di Inari stavano rischiando di farmi perdere il controllo.

Qualcuno si avvicinò al mio giaciglio, e subito mi tornarono in mente le persone senza faccia. Scalciai, cercando di mandarla via, chiunque fosse, ma mi rispose solo la voce calma di Vero.

- Va tutto bene Mezzie, era solo un incubo!- stava sussurrando cercando di tenermi ferma.

- Vero!- esclamai. Finalmente riuscii a riprendere la calma, e rimasi seduta, col fiatone, a guardare la ragazza. Non c'era nulla che non andava. Ero nella tenda, la solita tenda, con i ragazzi che, allarmati, stavano vedendo a vedere cosa succedeva, ed erano tutti normali.

- Oddio!- sbottai coprendomi il viso con le mani. Che idiota! Farmi spaventare così per un sogno...

“ Che diamine era quello?”

Inari non si era ancora riuscita a tranquillizzare, e le sue emozioni si mescolavano alle mie lasciandomi un retrogusto di terrore. Provai una maligna soddisfazione nel vedere che lei non aveva ancora ripreso il controllo. Solo per un sogno...

Vero mi aiutò a mettermi in piedi; mi tremavano ancora un po' le gambe, ma nel complesso stavo decisamente meglio.

- Mi dispiace di avervi svegliati...-

- Ormai è mattino, non preoccuparti.- sorrise Anna avvicinandosi. - E' tutto a posto ora?-

Annuii.

- Vieni fuori, ti preparo un infuso rilassante!- propose Vero aprendo l'entrata della tenda.

Recuperai Emerald, e la seguii immediatamente.

 

La marcia riprese comunque, per fortuna. Il mio incubo venne presto dimenticato e nessuno mi chiese nulla, anche se tutti si fecero in quattro per tenermi allegra.

Decisi che mi sarei comunque consultata con Elena, anche se prima volevo fare una chiacchierata con Inari. Dal mio risveglio l'avevo deliberatamente ignorata per evitare di farmi condizionare dai suoi stati d'animo. Ma, quando cercai di entrare in contatto con lei, venni investita da un uragano di pensieri ed emozioni. Rabbia, terrore, odio... e tanta, tanta tristezza. Fu soprattutto questa a stupirmi: da quando avevo fatto la sua conoscenza non immaginavo che il demone fosse in grado di provare qualcosa di simile. Questo suo lato mi fece un po' ricredere nei suoi confronti, e così cercai di non ferirla troppo.

“ Inari?” domandai piano.

Nessuna risposta.

“ Ci sei ancora?”

Sentivo ancora le sue emozioni, sì, ma forse se n'era andata! Sarebbe stato...

“ Perchè quel sogno, Mezzie? Cosa voleva dire?”

Ok, no, era ancora lì.

“ Erano i tuoi, ricordi, non è vero?” le risposi.

“ Già... A parte l'ultimo.”

“ E Aidan, quel ragazzo...” iniziai, ricordando che Aniki aveva fatto quel nome il giorno prima, ma subito venni investita da una scarica di rabbia e disperazione che mi fecero ammutolire.

“ Lui! Quel maledetto! Possa l'inferno portarlo con sè e fargli soffrire mille volte tanto quello che ho sofferto io! Schifoso traditore!”

Gli insulti di Inari continuarono per qualche minuto, e alla fine il demone si chiuse in un silenzio ostinato. Preferii non continuare oltre quel discorso: sarebbe stato già abbastanza doloroso immaginare come si sentiva la ragazza, ma la cosa peggiore era che io provavo esattamente quello che provava anche lei. E poi ero davvero dispiaciuta per quello che le era successo.

Con un sospiro mi avvicinai agli altri.

Non potei fare a meno di soffermarmi a guardare Shou: i suoi capelli avevano lo stesso colore di quelli del ragazzo del sogno. Ma lui non avrebbe mai fatto nulla di simile. Non mi avrebbe mai tradita in modo così vile.

- Mezzie la solitaria si è decisa a tornare da noi, eh?- esclamò Kai buttandomi un braccio attorno alle spalle.

- Certo, sono venuta apposta per te!- risposi ridendo.

Per un po' andammo avanti a prenderci in giro a vicenda, mentre Shou ed Elena appoggiavano una o l'altra fazione a seconda dei momenti.

Poi si aggiunsero anche Anna e Vero, ma alla fine la prima dovette interrompere la nostra allegra discussione.

- Ho una buona notizia da darvi! Entro sera arriveremo ad un villaggio e ci faremo ospitare lì per la notte. Se va tutto bene dormiremo in un vero letto!-

- Yuhuu!-

Buttammo le braccia al cielo e cominciammo a ridere e scherzare, allietati dalla bella notizia. Mi unii ai festeggiamenti con tutta me stessa: l'incubo di quella notte era solo un brutto ricordo.






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Eccomi qui!!
Vi starete chiedendo: "Ma VictorianPuppet è diventata pazza?". Ebbene forse sì, o forse no! xD
Niente paura, questo capitolo mi è stato ispirato dalle mie recenti letture, ossia Amleto e Pandora Hearts che amo alla follia. 
Non preoccupatevi, comunque, WOnderground è sempre lo stesso!
Alla prossima! ^^
VictorianPuppet

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Capitolo 27
*** La regina dell'acqua ***


- WonderGround -



XXVII
LA REGINA DELL'ACQUA




 

Una manciata di minuti dopo, stanchi e preoccupati, ci facemmo accompagnare dalla ragazza, che scoprimmo chiamarsi Angie, nella camerata. Questa si trovava al secondo piano, in cima a due rampe di scalette in legno dalla superficie rovinata per l'uso. Non eravamo soli, ma gli altri ospiti stavano già dormendo o leggendo, quindi non vi prestammo molta attenzione.

Ci fu qualche litigio per prendere posto nei cinque letti a castello che Angie ci indicò, ma alla fine ognuno sembro soddisfatto della propria sistemazione.

Io lanciai il mio zaino in fondo al letto superiore della terza fila e mi arrampicai su per la scaletta a pioli per poi infilarmi, completamente vestita, sotto le calde coperte. Mi stiracchiai e cercai di godermi a fondo la sensazione di avere nuovamente sotto di me un comodo materasso.

Nonostante questo e nonostante le premure dei miei amici, però, quella notte non riuscii a prendere sonno. Ero troppo preoccupata.

Preoccupata che Inari, sfruttando il mio stato di incoscienza, ne approfittasse per prendere di nuovo il controllo sul mio corpo. Preoccupata di non svegliarmi in tempo per l'addestramento con Aniki.

Così, passai la notte a ripensare a tutto ciò che mi era successo da quando ero precipitata su Amaranth, a quanto la mia ordinaria vita da liceale fosse cambiata e, soprattutto, al rapporto fra me e Shou. Nonostante tutto non si poteva dire che stessimo insieme... Insomma, non ne avevamo neppure mai parlato, e non sapevo neppure bene quali fossero i sentimenti del ragazzo. Ma, più di tutto, quello che mi aveva turbata era stato il suo sguardo verso Aniki. Cosa voleva significare? Semplice odio per il fatto che fosse un demone? Gelosia? Improbabile. Ok, la stanchezza mi stava facendo degenerare.

Il resto della nottata passò lento e monotono, intervallato soltanto dai respiri profondi dei ragazzi addormentati e dalla voce di Kai che mormorava qualcosa di incomprensibile nel sonno.

Inari non si fece viva.

Appena la luce dell'alba iniziò a filtrare a piccole lame attraverso le persiane dell'unica finestra della camerata, balzai a sedere di scatto per poi lasciarmi scivolare giù dal letto cercando di non fare rumore. Recuperai gli anfibi che avevo lanciato in un angolo e me li infilai velocemente. Emerald era rimasta al mio fianco per tutta la notte, così dovetti solo controllare che la cinghia fosse ben fissata e fui pronta.

Scesi i cigolanti gradini di legno veloce come un ombra silenziosa e mi ritrovai nella taverna, completamente vuota e buia, a parte una debole luce proveniente da dietro il bancone.

Angie stava asciugando alcuni bicchieri con l'aria assonnata e i capelli arruffati.

- Buongiorno.- mi salutò con un sorriso stanco. - Fai colazione?-

- Magari più tardi.- le risposi senza fermarmi, diretta all'uscita - Se qualcuno mi cerca, sono fuori con Aniki.-

Non attesi la sua risposta e raggiunsi svelta il portone. Era chiuso, ma mi bastò aprire il chiavistello e mi ritrovai fuori, nella fresca aria mattutina del villaggio.

Il sole doveva essere appena spuntato dalla linea dell'orizzonte perchè la notte non se ne era andata ancora del tutto, lasciando al mondo il colore turchese che precede l'alba. In giro non si vedeva anima viva, e temetti che anche Aniki non fosse ancora arrivato. E se mi avesse dato buca?

Cominciai a gironozolare nervosa tutto attorno al pub, cercando in qualsiasi angolo il caratteristico nero del suo kimono, ma di lui neanche l'ombra.

- Ma dove sei?- gemetti impaziente appoggiandomi a una staccionata di legno che determinava il confine tra una stradina adiacente alla “Luna Rossa” e un prato incolto che in pochi metri lasciava spazio al bosco di abeti.

- Cercavi qualcuno?-

La voce improvvisa proveniva da dietro di me. Mi voltai di scatto e finii per andare a sbattere contro un torace atletico ricoperto da un vestito orientale di seta nera.

- Aniki, dannato! Ti diverti a farmi morire di infarto?!- sclerai contro il demone, mentre il mio povero cuore cercava ancora di riprendersi dal colpo.

- E' colpa tua, è così semplice prenderti alla sprovvista. Fossi sola non saresti soppravvissuta più di qualche minuto su Amaranth.- commentò il demone con un sorriso sprezzante.

Mi sentii avvampare, dovendo ammettere che probabilmente aveva ragione.

- Basta con le chiacchierare, iniziamo l'allenamento!- esclamai scansandolo.

- Aspetta un attimo.- mi fermò con voce sospettosa.

In un attimo, Aniki fu davanti a me e con un movimento deciso mi prese il mento fra pollice e indice. Il tempo di sbattere le palpebre e il suo viso fu tanto vicino al mio che avrei potuto analizzare le minime sfumature del colore dorato dei suoi occhi.

“ Oh miei dei, che cosa sta facendo?? Aniki, cosa stai facendo??”

Il mio cuore accelerò i battiti, mentre lo sguardo del ragazzo si faceva sempre più attento e indagatore.

- Ok, verdi.-

Aniki mollò la presa e, girandomi le spalle, si avviò per la stradina.

- Eh?-

- I tuoi occhi. Ieri sera erano diventati blu, ma ora sono tornati verdi.-

- Ah.-

Improvvisamente sentii come se il mio corpo fosse stato gettato giù da un grattacielo e atterrasse con un tonfo sordo.

“ Ma cretina, cosa vai a pensare?! Aniki, poi!” mi rimproverai mentalmente mentre mi avviavo dietro il demone. In risposta, il mio cervello mi mandò indietro l'immagine di Shou che rincorreva Aniki armato di una mazza da baseball.

Il kitsune arrivò fino alla fine della staccionata e deviò nel giardino.

- Vuoi andare nel bosco?- gli domandai mentre correvo per raggiungerlo.

- Vedrai.-

- Come mai hai una spada?-

Aniki si fermò per voltarsi a guardarmi con uno sguardo truce, come se le mie domande lo infastidissero.

- Non è una spada, è una katana. E l'ho presa perchè potrebbe tornarci utile.-

“ Sì, per farmi a fettine...”

Attraversammo il prato a passo spedito e ci inoltrammo nel bosco. In realtà, dopo pochi metri, scoprii che gli alberi si diradavano per lasciare spazio ad un ampio spiazzo, al cui centro c'era un piccolo lago dalla forma allungata. Al centro della distesa d'acqua c'era un piccolo scafo di legno fermo immobile, su cui due pescatori stavano sistemando gli attrezzi e il frutto del lavoro notturno. Il lago mi riportò alla mente l'incubo di due notti prima e non potei fare a meno di rabbrividire. E se fosse stato un sogno premonitore e durante l'allenamento Inari avesse cercato di affogarmi?

- Vieni!- esclamò il kitsune dirigendosi verso lo specchio d'acqua, e così fui costretta ad abbandonare le mie paure.

Camminammo fino alla riva, dove alcune piante acquatiche e steli di canne facevano capolino dal liquido cristallino e dall'aria gelida. Sperai ardentemente che l'allenamento con Aniki non prevedesse anche un tuffo.

- Senti niente?- mi domandò il demone a un certo punto, dopo essersi fermato.

Ascoltai.

- Nulla- sospirai.

Aniki scosse la testa, impaziente.

- Non in quel senso, zucca vuota. “Avverti” qualche sensazione particolare? Soprattutto in Emerald, noti qualcosa di diverso?-

Strinsi i pugni al nomignolo ben meritato, ma non persi tempo a subire sensi di colpa per la gaffe. Anzi, sforzandomi al massimo per concentrarmi sulla domanda di Anki, mi concessi solo qualche istante per un'autoanalisi, poi sfoderai Emerald con un gesto deciso.

- Fin da quando posso ricordare,- cominciai – La vicinanza con il mare o con un lago, come in questo caso, mi da' una sorta di profonda serenità e mi sento incredibilmente a mio agio, come se improvvisamente l'idea della terraferma fosse troppo distante e surreale. Mi sento veramente a “casa”. E in questo momento, lo avverto più che mai.- Alzai la spada davanti a me afferrandola con entrambe le mani, e lasciai che i raggi del sole che stavano appena iniziando a farsi strada attraverso gli alberi all'orizzonte la facessero splendere nelle sue sfumature di smeraldo. - Emerald si sta scaldando, sembra quasi viva, come la prima volta che io ed Inari ci siamo incontrate.-

- Ottimo. Conclusioni?-

- Mi sento...- sospirai per poi guardare il lago di fronte a me – Sì, in questo momento mi sento come la regina dell'acqua!-

 

A una cinquantina di metri da dove ci trovavamo, la riva risaliva fino a formare una piccola scogliera rocciosa a picco sullo specchio d'acqua. Aniki mi condusse fino lì sopra, proprio sul ciglio frastagliato, e l'altezza rafforzò in me la strana sensazione di potere che mi scorreva nelle vene.

- Mostrami qualcosa.-

- Tipo?-

- Prova ad evocare uno tsunami.- mi sfidò il kitsune.

- Evocare uno tsunami?- ribattei perplessa. - Ma, aspetta Aniki, qui dietro c'è il villaggio!-

Il demone mi rispose con un ghigno beffardo. - Se proprio vuoi, allora, terrò sotto controllo la tua forza, in modo che tu non sia troppo distruttiva.-

- Se me lo dici così non ti credo.- protestai. - Giuralo!-

Il sorriso che increspava le labbra del kitsune non cambiò di un millimetro.

- Non preoccuparti.-

Consapevole del fatto che non sarei riuscita a ottenere una risposta migliore, mi voltai per concentrarmi unicamente sul lago, sempre tenendo Emerald stretta fra le mani.

Sentii che le mie braccia iniziavano a formicolare, attraversate da una corrente di forza, e sincronizzai il mio respiro con il suono scrosciante delle onde leggere che si infrangevano sulla parete rocciosa. Emerald pulsava leggermente, desiderosa di mettersi in azione.

Visualizzai nella mia mente l'immagine di un immenso muro d'acqua che si ergeva dal lago e, simultaneamente, portai in alto le braccia nello sforzo di seguire il suo movimento. Il peso della spada mi sbilanciò e, all'improvviso, mi sentii perdere l'equilibrio e caddi a terra seduta ai piedi di Aniki. Sotto di noi, un rumore più forte del solito svelò che un'onda più grande delle altre era andata a schiantarsi contro la scogliera. Alcuni spruzzi di acqua gelida mi raggiunsero addirittura il viso.

- E'... è successo qualcosa?- domandai speranzosa alzando il volto verso il demone.

- Diciamo che lo tsunami lo vedi con il canocchiale, ma non è male per essere la prima volta.-

Annuii. Dopotutto, da Aniki non mi aspettavo complimenti più profondi.

- Ora vedrai!- esclamai rialzandomi, sentendomi carica di nuova forza che mi elettrizzava.

- Hei, voi!-

La voce dei pescatori giunse lontana, ma era chiaro che si stavano riferendo a noi due; nei paraggi non c'era altra anima viva.

- Finitela di giocare, andate a casa!- ci rimproverò quello con gli stivali alti fino alla coscia e un cappello a larghe falde che stava smontando una canna da pesca.

- Ahi-ahi, non ti vogliono lasciar lavorare, mi sa.- commentò sarcastico Aniki.

Ma io ormai ero già in piedi, pericolosamente in equilibrio sul bordo della scogliera. Sentivo un flusso continuo di una sensazione simile all'adrenalina scorrere da Emerald fino a me, creando una sorta di sintonia con l'acqua del lago, come se si trattasse di un essere vivente. Bastava un mio comando, e avrei potuto trasformarla in qualsiasi cosa avrei voluto.

- Pronti per un bello scherzetto, amici?- sussurrai in direzione dei pescatori, gli occhi ridotti a due fessure e l'aria minacciosa.






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Buonasera a tutti, eccomi tornata!! ^o^
Come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto! Ora non pensate che Mezzie sia un'esaltata del cavolo, c'è sotto un perchè. xD
GRAZIE MILLE a chi continua a seguire la storia e alle mie commentatrici di fiducia! ;-)
Aspetto i vostri commenti/suggerimenti/critiche, perciò recensite recensite recensiteeeeeeeeeeeeeeee! <3

VictorianPuppet

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Capitolo 28
*** Vittoria rubata. ***


- WonderGround -



XXVIII
VITTORIA RUBATA




 

Mi sporsi ancora un po' più avanti, puntando saldamente i piedi per non sbilanciarmi, in modo da poter vedere la distesa d'acqua che si agitava e ruggiva sotto di me. A una cinquantina di metri di distanza, i due pescatori erano troppo occupati a tenere la loro imbarcazione dritta e stabile per poter continuare con le loro noiose lamentele.

Sorrisi soddisfatta.

Aniki era ancora dietro di me, ma non fiatava, aspettando una dimostrazione delle mie capacità. Non lo avrei deluso.

Chiusi gli occhi e per qualche istante mi concentrai nel visualizzare l'immagine della testa feroce e maestosa di un drago che rompeva la superficie del lago e si innalzava per tutta la lunghezza del suo collo sinuoso sovrastandoci. Poi tornai a guardare lo specchio d'acqua davanti a me e, con un sussulto di vittoria, mi accorsi che la mia creatura aveva veramente preso forma e dominava tutta la scena dall'alto squadrandoci con occhi rossi come il fuoco. Un vento violento agitava i miei capelli biondi e i miei vestiti, facendomi sentire più forte che mai. Mossi Emerald verso l'alto e mi accorsi che la spada fungeva quasi da joystick e mi permetteva di controllare con facilità i movimenti del mostro. Una scarica di adrenalina attraversò la mia spina dorsale da cima a fondo e un'improvvisa voglia di scatenarmi si impadronì del mio corpo. Un'improvvisa sensazione di consapevolezza si accese dentro di me, e seppi che avevo risvegliato l'attenzione di Inari; il demone era concentato su ogni mio movimento e osservava, guardingo, aspettando la prossima mossa.

Spostai lo sguardo sui due pescatori, che guardavano impietriti la mia creazione e, con un gesto netto e spietato, calai un fendente verso il basso con Emerald.

Il drago lanciò un ruggito terribile e si fiondò verso la barca, andando ad infrangersi completamente sulle mie povere vittime. Per qualche istante il lago fu agitato da mulinelli e correnti d'acqua contrastanti, poi, a poco a poco, le onde si abbassarono fino a scomparire, e la distesa tornò piatta come lo era stata prima del mio arrivo, fatta eccezione per il punto in cui i due uomini, annaspando, cercavano di non affogare e di recuperare la barca che aveva scuffiato, e ora galleggiava inerme con lo scafo all'aria.

A quella vista scoppiai a ridere e mi lasciai cadere sulle ginocchia, stringendomi le braccia al petto. Ridevo, sì, ma il mio corpo era pervaso da brividi spiacevoli procurati dall'eccesso di adrenalina a cui non era abituato. Lasciai che la mia momentanea ilarità si spegnesse per conto suo, poi cercai di rialzarmi, nonostante le gambe mi tremassero tanto da far male. Riuscii a muovere giusto un passo all'indietro, poi le mie ginocchia cedettero ed io finii per aggrapparmi al kimono di Aniki per non crollare a terra. Il kitsune, come al solito, non mi scacciò, ma neppure mi diede una mano.

- Beh, direi che vai alla grande signorina. Ma dimmi, il drago...-

- Aniki, sei un deficiente!- esclamai prima che potesse finire di dirmi il primo complimento che mi avesse mai fatto. - Sarebbero potuti morire.-

Indicai furiosa nella direzione dei due pescatori.

Il demone sollevò le spalle.

- E quindi? Non pensavo te ne importasse. Dopotutto, - mi fermò mentre stavo per ribattere. - La tua clausola riguardava solo il villaggio qui dietro, no?-

La mia bocca produsse un ringhio iroso, ma le labbra del kitsune si dischiusero in un sorriso sghembo al quale non seppi ribattere.

- Non ho parole.-

Mi staccai da lui di scatto e iniziai a scendere la collinetta in direzione del bosco, sforzandomi al massimo di controllare le mie gambe ancora deboli e scosse per evitarmi una pessima figura.

Aniki scoppiò a ridere e mi seguì.

- Ma dove scappi? Non penserai mica che l'allenamento sia già finito, vero?-

- Perchè, cosa hai in mente ora?- sbuffai cercando di mantenere la parte dell'arrabbiata, anche se la curiosità era più forte.

Il kitsune si materializzò davanti a me e con un gesto vistoso accarezzò il fodero della sua spada.

- Pensi che abbia portato Akira solo per fare un giretto?- svelò con un sorriso furbo. - Se in un combattimento sei vicina ad una fonte d'acqua te la potresti cavare, sì, l'hai dimostrato, ma se invece ti ritrovassi in un posto dove non c'è? Pensi di essere già in grado di evocarla?-

- Ah, la tua spada ha pure un nome?- commentai guardando scettica la lunga katana. Sì, voleva farmi a fette.

- Vieni.-

Il demone mi precedette e girò a destra costeggiando il lago fino al limitare del bosco. Lì si inoltrò fra le fitte fronde e scomparì nel verde; esitai un attimo, poi lo seguii, facendomi strada tenendo i gomiti alti per proteggermi il viso dai rami dei pini. Avevo perso di vista Aniki, ma dopo pochi metri gli alberi si diradavano e mi ritrovai in una seconda radura, ma questa volta di dimensioni minori. Mossi qualche passo sull'erba rada e bruciacchiata dal sole, poi mi ritrovai su un sentierino sassoso che tagliava lo spiazzo come una ferita collegando due parti opposte del bosco. La strada doveva portare al villaggio.

Mi liberai i capelli dagli aghi verdi che mi erano rimasti impigliati e raggiunsi il kitsune che si era posizionato sul lato destro della radura con un sorriso compiaciuto.

Ma, appena fui a pochi metri da lui, accadde qualcosa di imprevedibile. Aniki, con un gesto tanto veloce da essere impercettibile, sguainò la katana per poi vibrare un colpo verso il basso. Verso di me.

Involontariamente lanciai un urlo acuto e d'istinto mi gettai a terra, rotolando sulla spalla sinistra e rialzandomi subito con un colpo di reni.

- Ma cosa fai, deficiente?- gli gridai, senza fiato per lo spavento. Avevo il cuore a mille e le gambe mi pizzicavano per la paura e l'adrenalina.

- Niente chiacchiere. Ti assicuro che non avrò pietà in questo combattimento.- dichiarò inflessibile il kitsune e ripartì all'attacco.

Sfoderai Emerald, ma il braccio mi tremava ancora e la mia presa sull'elsa non era molto salda. Tuttavia, riuscii a sollevare la spada sopra la mia testa appena prima che il colpo di Aniki andasse a segno; il contrasto fra le due spade generò una sorta di lampo azzurro che sprigionò un suono metallico acuto e assordante. Il demone indietreggiò per mettersi di nuovo in assetto di guerra. Akira, la sua katana, riluceva potente e spietata nelle sue mani, e la sua lama affilata sembrava bramare il mio sangue, così come il suo padrone. Per un attimo mi rividi sola e indifesa alle cascate, appena arrivata su Amaranth, mentre lo sconosciuto kitsune, con parole carezzevoli e magnetiche, cercava di adescarmi. Il ricordo mi ridiede la forza di combattere.

Tenni lo sguardo fisso sul mio avversario e mi ricomponsi in posizione d'attacco. Questa volta mi sforzai al massimo di mettere insieme un po' di energia e cercai il contatto che sul lago, poco prima, si era creato fra me ed Emerald. Strinsi la spada con entrambe le mani e tesi i muscoli delle gambe, pronta a lanciarmi contro il kitsune.

Ma, all'improvviso, Aniki scomparve. Per lo stupore mi sbilanciai un po' in avanti e persi l'assetto di carica; mi guardai attorno, ma del demone neppure l'ombra.

“ Ma dove diavolo...?”

“ SOPRA DI TE!” urlò una voce nella mia testa.

Alzai lo sguardo appena in tempo per vedere il kitsune che scendeva veloce come il vento verso il suo bersaglio. Ancora una volta la fortuna fu dalla mia parte e riuscii a scansarmi e ricompormi abbastanza in fretta. Il demone atterrò aggraziato come un ballerino e ripartì all'attacco, feroce e implacabile. Ma, questa volta, avevo un aiuto dalla mia parte.

“ Para a destra, sinistra, colpiscilo con la spada un po' inclinata, così, perfetto!”

Inari era una sorta di guida istantanea che mi permetteva di prevedere le mosse di Aniki e di controbattere più alla svelta di quanto avrebbe potuto fare qualsiasi essere umano.

“ Ora cerca di creare uno scudo d'acqua. E' il metodo più efficace!”

“ Ma come?”

Presa dalla frenesia del combattimento quasi faticavo a controllare il mio corpo, che pareva muoversi per conto suo. Ma, questa volta, non perchè Inari lo stava controllando. Combattere mi sembrava terribilmente naturale, come se lo avessi fatto da sempre.

“ Ci penso io.” replicò la ragazza demone.

Annuii.

Per un istante le nostre due menti sembrarono sovrapporsi. Stupita, mi accorsi che potevo sentire ogni minimo pensiero che le balenava nella mente, ma non ebbi il tempo di sondarli tutti. Subito trovai quello che stavo cercando; il mio cervello fece una sorta di copia-incolla con l'informazione di come creare uno scudo d'acqua e mi preparai al controattacco.

Nell'ultimo colpo di spada misi più energia del solito, così Aniki, con un clangore metallico, rimbalzò a qualche metro di distanza. Giusto il vantaggio che mi serviva.

Il demone, come me, aveva il fiatone per lo sforzo, ma nonostante questo sulle sue labbra era dipinto un sorriso feroce ed eccitato per il combattimento.

Mi portai la spada davanti al volto, dritta, e mi concentrai sul momento in cui lui sarebbe ripartito alla carica per essermi di nuovo addosso. Non dovetti aspettare a lungo.

Gli attimi che precedettero l'impatto passarono a rallentatore. Una vibrazione intensa e inusuale percorse Emerald e io, come già avevo fatto sul lago, invocai mentalmente l'acqua. L'esperienza di Inari mi sostenne e così, quando Aniki spiccò un balzo e arrivò a sopraffarmi a un metro di distanza dal mio viso, dipinsi un arco di parabola con la lama di Emerald. Subito si materializzò uno scudo d'acqua dalla forma semicircolare che respinse il kitsune con forza. Aniki, impreparato a quella potente difesa, venne scagliatò dall'altra parte della radura.

Con il cuore martellante per lo sforzo, l'adrenalina e il senso di vittoria, lanciai un grido di trionfo, entusiasta.

Questa volta, non attesi il suo controattacco. Piena di energia, partii alla carica verso il mio avversario, che stava ancora cercando di mettersi in piedi con un'espressione di stupore dipinta sul volto. Gioii non appena mi resi conto che era la prima volta che lo vedevo così; ora non mi avrebbe più considerata solo una “ragazzina ingenua”.

Con la mia potenza e quella di Inari mescolate assieme cominciai a lanciargli addosso fendenti d'acqua gelida, mentre lui, alzatosi appena in tempo, prese a proteggersi con Akira, che tuttavia non poteva tenere testa alla leggendaria Emerald. In quel momento ebbi un dejà-vu, ma non feci a tempo a contestualizzarlo che subito sparì dalla mia mente.

Aniki parve rinunciare all'idea del combattimento a mano armata, e con un gesto preciso rinfoderò Akira.

- E ora come pensi di cavartela?- lo presi in girò lanciandomi su di lui.

Tuttavia, sebbene il mio potere stesse crescendo sempre di più grazie alla collaborazione con Inari, non possedevo ancora una velocità che potesse competere con quella di un demone.

Il ragazzo scomparve, per poi riapparire, fulmineo, alle mie spalle ed afferrarmi in vita. Non feci a tempo ad avvertire la sua presenza che mi ritrovai stesa a terra, in posizione prona, con il corpo del demone che premeva sulla mia schiena.

- Presa.- mi sussurrò all'orecchio, e un fiume freddo di brividi mi corse lungo la colonna vertebrale.

- Così non vale, alzati Aniki!- protestai, rendendomi conto che il demone era completamente sdraiato su di me. Mi sentii avvampare in quel contatto imprevisto tra i nostri corpi. Pure Inari era rimasta pietrificata, senza parole.

Lasciai andare Emerald per cercare di scansare il demone e rialzarmi, ma niente da fare. Tutto quello che riuscii ad ottenere fu di girarmi supina, ma così mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dal volto di Aniki. La seconda volta nella stessa mattinata.

Dio, quanto era bello. I suoi occhi di oro fuso mi fissavano con un'espressione sorniona e compiaciuta, e la sua bocca rivelava un sorriso furbo.

- Ho vinto io.- dichiarò, e in un istante, le sue labbra furono sulle mie.

 

I pochi attimi del bacio mi parvero secoli. Il mio cuore batteva così forte che era impossibile ignorarlo. Il suo profumo, lo notai per la prima volta, sapeva di incenso e di pino e mi inebriava tanto da far parere tutto surreale, mentre le sue labbra esperte assaggiavano appena le mie. La punta della sua lingua le accarezzò facendo piccoli cerchi e sentii il mio corpo accendersi di una sensazione mai sentita. Poi, improvviso come mi era arrivato alle spalle, si staccò e si rialzò, lasciandomi sola con un senso di incompiutezza dolce come il suo profumo.

“ Me... Mezzie... Lui... Aniki... Ci ha baciate!” stava articolando confusamente Inari nella mia testa, ma i miei pochi neuroni, ormai, erano andati in fumo.

Trovai appena la forza per rimettermi in piedi. Avevo i vestiti sporchi e stroppicciati e i capelli arruffati, ma non ci badai neppure. Raccolsi Emerald e raggiunsi barcollante Aniki, che se ne stava immobile sul sentiero che portava al villaggio.

- Per oggi abbiamo finito. Sei andata davvero bene, anche se ho ragione di credere che tu abbia avuto un aiuto.- dichiarò con il suo solito tono serio. Dell'Aniki di poco prima non era rimasto più nulla. - Ora torna al villaggio.-

Senza aggiungere altro, Aniki scomparve. Non una parola su quello che era successo poco prima.

- S...sì.- non mi restò che balbettare confusa, e iniziai a percorrere il sentierino che portava al pub saltellando per la felicità.

 

Solo quando arrivai alla “Luna Rossa”, mi accorsi di avere una fame tremenda. Aprii la porta del pub decisa a sistemare quel buco nello stomaco. Tuttavia, prima che potessi entrare, mi schiantai contro qualcuno.

- Ah, Shou!- esclamai non appena riconobbi il rosso. Poi sentii il mio cuore precipitare fino ai piedi.

Un'ombra scura segnava il suo viso e la sua aria di rimprovero mi fece morire il sorriso sulle labbra. Oddio, il bacio con Aniki! In quel momento non avevo proprio pensato a Shou. Ma lui non poteva sapere...

- Dobbiamo parlare.- dichiarò in tono duro.

- Aspetta,- piagnucolai sebbene mi sentissi in colpa. - Prima fammi prendere qualcosa da mangiare, sto morendo di fame!-

- No, ora.- sentenziò lui irremovibile, e mi precedette alla staccionata che c'era accanto alla costruzione.

Improvvisamente tornata alla realtà rimasi un attimo a fissarlo, poi lo seguii, con in cuore la paura di quello che stava per accadere.








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Sempre in ritardo, ma alla fine arrivo anch'io! xD
Il capitolo è un po' più lungo del solito, ma spero non vi abbia annoiati! Non so come mi è uscita la scena del combattimento, non sono molto abituata a scriverne! xD
Beh, a questo punto direi che non vi resta che dividervi in Team Shou e Team Aniki! Fatemi sapere gli schieramenti! ;D
<3
VictorianPuppet

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Capitolo 29
*** Fulmine ***


- WonderGround -



XXIX
FULMINE




 

- Dove andiamo?- domandai a Shou non appena vidi che si spostava dalla staccionata per muoversi in direzione del villaggio.

- Facciamo un giro per il paese. Camminare mi aiuta a smaltire il nervoso.- replicò lui in tono piatto.

Mi affrettai a seguirlo, anche se il mio cuore aveva accelerato i battiti per la paura e l'ansia di scoprire cosa fosse a renderlo così nervoso. Nella mente continuavano a scorrermi le immagini del bacio con Aniki e, insieme al ricordo della forte emozione provata, il senso di colpa si insinuava infido fra le mie emozioni.

“ Maledetto kitsune.” sbuffai dentro di me.

Visto che Shou non si decideva a parlare, limitandosi a camminare spedito verso nulla in particolare, mi decisi ad affrontarlo per prima; se avessi aspettato ulteriormente l'ansia mi avrebbe uccisa.

- Allora, cosa volevi dirmi?- domandai cercando di mantenere un tono disinvolto, guardando le file di casette e di botteghe che si alternavano ai bordi della strada sterrata.

Shou sospirò e iniziò a parlare.

- E' da un po' che volevo parlartene, ma poi, con una scusa o con un'altra mi convincevo sempre a rinviare la discussione, dicendomi che ero io a vedere le cose in modo distorto. Ma adesso mi sono stancato. Da quando eravamo al villaggio di Anna hai iniziato a frequentare quel demone, Aniki, e la cosa mi ha dato parecchio fastidio. Sai che è un essere subdolo e pericoloso, ti ho già dovuta salvare da lui, ma tu sembri essere cieca e ti ostini a fidarti del suo aiuto, come se fosse l'unico che possa risolvere la questione fra te e Inari. Mezzie, capisco che sia una questione molto delicata, ma hai idea di tutta la gente che potrebbe aiutarti, qui su Amaranth? Anna me ne ha parlato, ci sono la regina, gli stregoni e i sacerdoti al suo servizio, saggi o addirittura demoni affidabili a cui potresti rivolgerti, non è necessario che ti butti fra le braccia di quel pazzo assassino.-

- Non parlare così di Aniki!- lo interruppi, caricandomi improvvisamente di rabbia nel sentire quella definizione. Ma Shou non mi lasciò argomentare.

- Vedi? Sei così cieca che lo difendi! Oppure chissà che cosa ti ha fatto, ti avrà manipolata o fatto il lavaggio del cervello per portarti dalla sua parte.-

- Per favore Shou, smettila! Aniki non ha fatto nulla di tutto questo. Lo so che non è un povero innocente, che avrà ucciso più persone di quante se ne possano incontrare e che lo farà ancora, ma lui mi sta davvero aiutando. Mi ha spiegato come posso evitare che Inari prenda ancora possesso del mio corpo e mi sta allenando perchè non accada più.-

- E tu, da povera ingenua, pensi che lo faccia solo per i tuoi begli occhi?- replicò Shou in tono sprezzante. - Pensi che, finito tutto questo, lui non vorrà nulla in cambio? A sentirti parlare sembri proprio una bambina...-

Cercai di ribattere, ma la mia bocca si aprì a vuoto; Shou aveva ragione: sapevo benissimo che Aniki non mi stava facendo quel piacere gratis e, peggio che peggio, non avevo la minima idea di cosa volesse in cambio. Strinsi i pugni, facendo appello a tutto il mio cervello per trovare anche solo una minima argomentazione da contrapporre alla ferma convinzione del ragazzo; ma, prima che ne trovassi anche solo una, Shou tornò all'attacco.

- E poi, cosa dovrei pensare che fate, da soli, nel bosco, per tutto quel tempo? Mezzie, lo sai benissimo cosa provo per te e tu finora mi hai ricambiato, e non mi sembri affatto la persona che ti usa solo per prenderti in giro. Ma sono più che giustificato a credere che fra voi due ci sia qualcosa di più di una semplice alleanza. O no?-

Anche questa seconda accusa mi lasciò senza parole.

“ Ahi-ahi!” esclamò divertita la voce di Inari dentro la mia testa. Il demone era rimasto in silenzio per tutto il tempo, guardando la scena con un interesse distaccato e divertito, come se stesse semplicemente seguendo la scena di un litigio fra amanti in una fiction di seconda classe.

La provocazione di Shou aveva colto nel segno: a differenza di quanto avevo temuto all'inizio, non poteva sapere di quanto era successo poco prima, e tuttavia non riuscivo a dichiararmi innocente. Però, riflettei infastidita, era anche vero che si era trattato di un episodio a sè: non ero mai andata da Aniki partendo dal presupposto che sarebbe successo qualcosa fra di noi, nè lo avevo sperato, o organizzato.

Nel frattempo eravamo tornati di fronte all'ostello. Shou si fermò, appoggiandosi alla ringhiera.

Sulla porta, notai, si era affacciato Kai e il ragazzo iniziò a guardarci con aria insieme inetrrogativa e preoccupata; lo ignorai, pronta a difendermi con Shou.

- Ti stai sbagliando. Non hai nè diritto nè ragione di credere che io ti tradisca con Aniki; come hai detto, non sono la tipa che prende in giro così le persone. Se davvero ci fosse qualcosa fra noi due, non credi che te lo direi? Ne parleremmo e troveremmo una soluzione. Non hai il diritto di accusarmi di tradimento.- lo affrontai con durezza, incrociando le braccia.

- Allora dammi una garanzia della tua lealtà.- propose Shou con altrettanta fermezza.

- Cioè?- domandai stupita.

- D'ora in poi, non vi dovrete più vedere.-

Se ci fosse stato il temporale, le parole di Shou sarebbero cadute fra di noi come un tuono cupo e spietato, tagliente come una lama e impietoso come un nume, tanto implacabile da fermare per qualche istante il battito del mio cuore.

Incapace di dare una risposta immediata, la mia mente iniziò a correre. Se avessi accettato la sua richiesta, compresi con una stretta al cuore, avrei dovuto rinunciare al demone con cui, nonostante tutto, stavo allacciando un rapporto di fiducia e alleanza che mi rendeva felice; o addirittura qualcosa di più. Ma, se avessi rifiutato categoricamente, avrei perso la fiducia di Shou, che ormai era come un fidanzato per me. Accettare e poi andare da Aniki di nascosto, infine, avrebbe messo la firma alla mia colpevolezza.

Non sapevo cosa rispondere e iniziai a temere che Shou avrebbe attaccato ancora, accusandomi, quando Kai arrivò inaspettatamente a sbloccare la situazione.

Vidi il viso del ragazzo, intento a origliare, contrarsi improvvisamente in una smorfia di rabbia, mentre guardava verso l'amico. Kai abbandonò la sua postazione e si diresse verso di noi a grandi passi.

- Shou, ma sei impazzito? Come puoi dirle una cosa del genere?- esclamò afferrando il compagno per la maglietta, appena sotto il collo. Mi ritrassi sbalordita: non l'avevo mai visto così furioso.

- Non ti intromettere, Kai.- protestò Shou cercando invano di eludere la stretta dell'altro. - Cosa vuoi?-

Il viso del biondo, a quella domanda, si fece ancora più minaccioso.

- Kai.- gemetti. Ma lui mi ignorò.

- Cosa voglio? Mi stai chiedendo cosa voglio? Voglio che la smetti di prendere in giro Mezzie. Finora sono stato zitto perchè non mi sembrava il caso di intromettermi, ma adesso non posso più sopportare i tuoi modi di fare.-

- Stai zitto.- replicò Shou in tono duro, ma inutilmente.

- Le parli di lealtà e di sentimenti nonostante quello che le stai facendo, e ora pretendi persino di limitare la sua libertà e di non lasciarla più uscire con chi vuole giustificandoti con la gelosia? Se solo lei sapesse la verità...-

- Smettila.- ringhiò Shou.

- Perchè dovrei smetterla? Cosa c'è, non vuoi che lei lo venga a sapere?-

- Venire a sapere cosa?- replicai sempre più confusa e preoccupata. Cosa mi stava nascondendo Shou? Nonostante la domanda avevo paura di scoprirlo.

- Ti ho detto di smetterla!- urlò il rosso, e vederlo così furioso mi fece gelare il sangue nelle vene. Afferrò il braccio dell'amico e per un attimo temetti che avrebbero fatto a botte.

- Non vuoi che venga a sapere che, in realtà, mentre qui ti diverti e fai il fidanzatino carino con lei, sulla Terra hai già la ragazza?-

Per la seconda volta in pochi minuti il mio cuore cessò di battere, perdendo qualche colpo.

Shou... aveva già la ragazza?

- Avevo paura che tu non volessi essere qualcosa di più, per me...- iniziò a risuonare la voce del ricordo dentro di me.

Tanti giorni prima, due ragazzi bagnati fradici, soli in una caverna...

I suoi occhi verdi nei miei, le sue labbra così vicine...

Insieme ai ricordi, le sensazioni.

- Buonanotte Shou...-

- Sono sicuro che riusciremo a tornare a casa, te lo prometto! Buonanotte Mezzie... Ti voglio bene.-

Una notte intrisa della speranza di tornare a casa. Due anime unite...

E ancora tutti i momenti che avevamo condiviso, la sua paura e la sua apprensione quando avevo stretto il patto con Aniki, il suo supporto il suo affetto. Il suo, il mio... amore.

O perlomeno, quello che avevo creduto tale.

L'espressione di Kai si fece improvvisamente triste e dispiaciuta nel vedere miei occhi riempirsi di lacrime.

- Scusami Mezzie...- mormorò lasciando andare Shou.

Quest'ultimo era zitto, fermo immobile come paralizzato, incatenato dalla sua stessa colpa.

- Mezzie, io...- cominciò in un vano tentativo di giustificarsi, ma sentire la sua voce così incrinata provocò dentro di me un uragano di rabbia.

- Stai zitto! Non hai il diritto di parlare!- urlai furiosa con tutto il fiato che avevo in corpo.

Shou mi afferrò un braccio, e la sua espressione di disagio e colpevolezza non fece altro che irritarmi ancora di più.

- Lasciami andare!- esclamai e mi ritrassi da lui, come se mi avesse toccato un insetto viscido e schifoso.

Mi voltai e iniziai a correre in direzione del bosco, così veloce che il rumore nel vento nelle mie orecchie attuiva la voce di Shou tanto che non potevo sentirla.

Corsi via, lontana dai ricordi e dal dolore; corsi via, lasciandomi alle spalle ogni cosa.





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Hi guys!
Buondì, eccomi finalmente tornata, nel bel mezzo dell'ennesima giornata di pioggia.
Come al solito, spero che il capitolo vi sia piaciuto!! Aspetto i vostri commenti! ^^
Perdonatemi se non è molto lungo D:
Alla prossima!
VictorianPuppet
PS: Se vi interessa il genere storico, ho appena iniziato un racconto ambientato nell'antica Roma! ;-) 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1695292&i=1

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Capitolo 30
*** Due anime e un corpo ***


- WonderGround -



XXX
DUE ANIME E UN CORPO




 

“ Hei, ragazzina, frena! Dove pensi di andare, così di corsa? Non starai mica pensando di fare qualcosa di stupido, vero?”

Nella voce di Inari non c'era traccia di preoccupazione, ma piuttosto una certa urgenza: il demone sapeva benissimo che la sua sorte dipendeva dalle mie azioni e, impedendomi di fare del male a me stessa, non avrebbe fatto altro che salvarsi la pelle. Ma non avevo la minima intenzione di fermarmi a pensare al suo egoismo.

- E perchè dovrei fare qualcosa di stupido, scusa? Di certo non per un simile ingrato...- ansimai per la corsa, senza curarmi affatto del fatto che stavo parlando ad alta voce.

Solo quando mi sentii al punto di non riuscire più a comandare i miei muscoli, tanto mi facevano male per lo sforzo, rallentai, trascinando i piedi fra l'erba e le foglie secche. Nonostante fossi fuggita verso nessuna direzione in particolare, sapevo benissimo dove, incondizionatamente, mi stava portando il mio corpo: vero il lago nella radura.

“ Certo che non me lo sarei proprio aspettata, da Shou.” commentò Inari con una punta di sarcasmo tanto appuntita da farmi avvertire una fitta al cuore.

- Shou non mi avrebbe mai tradita in modo così vile.- avevo dichiarato con decisione a me stessa, dopo l'incubo in cui Aidan consegnava al giudizio la figura formata da me e Inari insieme. Che illusa... E ora dovevo pure sopportare l'umiliazione di essere schernita dal demone.

“ Che strana coincidenza, eh?” stava cantilenando questa nella mia testa. “ Hanno pure entrambi i capelli rossi!”

- Non credo che dovresti ironizzare sulla cosa, visto che sei stata la prima a subire.- ribattei dura.

Seguì un silenzio rabbioso, spezzato solo dal rumore dei miei anfibi che si trascinavano sul terreno.

“ Stai andando da Aniki?” domandò il demone dopo qualche minuto e nella sua voce, notai con fastidio, c'era più speranza del dovuto.

- No. Non voglio veder nessuno, e tantomeno lui.-

Dopo pochi passi uscii dal boschetto e mi ritrovai nel noto spiazzo, anche se in una zona diversa rispetto a quando ci ero andata con il kistune.

Mi diressi come un automa verso la riva del lago; in quel punto l'erba arrivava fino all'inizio dell'acqua, da cui sorgeva un canneto di steli fitti alti quasi quanto me. Costeggiai il lago per qualche metro, finchè l'erba lasciò spazio a una riva di ciottoli su cui mi lasciai cadere, priva di forze, sporgendomi appena per quardare il mio riflesso. I miei capelli biondi erano spettinati in modo irreparabile e sotto i miei occhi stavano iniziando a formarsi delle occhiaie livide. Mi accorsi solo in quel momento di quanto fossi stanca, per la notte insonne e per tutto quello che era successo quel giorno. E doveva essere appena mezzogiorno, a giudicare dalla luce che riuciva a penetrare dalle nubi grigie.

Mi chinai verso l'acqua per potermi rinfrescare verso il viso, ma all'improvviso sentii una sensazione di panico esplodere nel mio petto.

“ Lo sapevo, tu sei pazza, vuoi affogarci entrambe!”

Sbuffai infastidita; neppure quando ero completamente sola potevo davvero rimanere solo con me stessa.

- Ti ho già detto che non voglio fare nulla di simile.- replicai all'accusa isterica del demone.

“ E secondo te io dovrei fidarmi? Non ti ricordi del sogno? Dannazione, proprio una stupida ragazzina doveva capitarmi!”

- Se non la pianti di urlare nella mia testa mi affogo per davvero, così almeno potrò starmene un po' in pace.-

Inari esitò per qualche istante.

“ Dannazione. Me la pagherai.” brontolò, ma poi si decise a stare in silenzio, seppur sempre ben concentrata su quello che accadeva intorno.

Alzai gli occhi verso il paesaggio, e all'improvviso venni travolta da un senso di vertigine: mi sentii incredibilmente sola e fragile, sperduta su un pianeta ostile che, finora, non aveva fatto altro che portarmi guai. Mi salì un groppo in gola e una pioggia di lacrime iniziò ad affacciarsi insistente ai miei occhi, ma questa volta non le trattenni.

Scoppiai in singhiozzi, confortata dal fatto di essere da sola, e piansi rumorosamente come quando avevo sei anni e, giocando al parco, mi ero rotta un braccio. Il dolore di allora non riuscivo a ricordarlo, ma questo era così vivo e affilato da scavarmi una voragine nel petto, una voragine che mi sembrava di poter colmare solamente sfogando tutte le lacrime che potevo piangere.

Piansi finchè, senza ormai più lacrime ed esausta, il mio corpo si abbandonò all'indietro.

Mi addormentai così, sdraiata sulla spiaggia di sassi, incurante del mondo esterno e di me stessa, desiderosa solo di sprofondare in un abisso nero e senza fine dove, forse, avrei potuto trovare pace.

 

Diversamente dal solito, ci impiegai un bel po' di tempo a svegliarmi del tutto. Il sonno si dissolse pian piano, come un banco di nebbia, e quando finalmente riaprii gli occhi non riuscii a capire dove mi trovavo. Sopra di me vedevo solo il cielo notturno rischiarato timidamente da una pallida luna falciforme e l'unico suono che potevo sentire era quello del vento che frusciava fra i rami degli alberi.

Passai qualche istante a fissare la luna, canticchiando una melodia che dovevo aver sentito in sogno, quando mi accorsi che non ero sola.

Mi alzai a sedere lentamente, a fatica, ostacolata dagli arti intorpiditi per il freddo e per aver dormito a lungo sui sassi, che non erano il massimo della comodità.

Il vento che mi pizzicava le braccia, il senso di intorpidimento, il sonno che ancora mi avvolgeva e la luce della luna creavano dentro di me una sensazione di nuovo e di malinconia, come il ritorno ad un posto amato ma da cui si è rimasti lontani per tanto tempo.

Ogni singola cellula del mio corpo pulsava di vita, riempiendomi di una gioia sconosciuta e insperata.

Mi passai le mani sul viso, godendo la sensazione della pelle liscia e tiepida, con le curve perfette del naso all'insù, degli zigomi e delle sopracciglia. Mi sembrava di essere rinata ma, a differenza della nascita, ero pienamente consapevole della mia esistenza e del mio corpo.

Feci scorrere le dita fra i miei lunghissimi capelli azzurri morbidi come la seta, senza riuscire a nascondere un sorriso nello scoprire che erano ancora folti e vigorosi come un tempo.

A quanto pareva, tanti anni di prigionia non avevano potuto nulla verso il mio aspetto.

Poi, finalmente, mi voltai verso Aniki, seduto su una roccia dietro di me.

- Ciao, Inari.- sorrise il ragazzo, i lineamenti intrisi di quella dolce arroganza che lo rendeva più simile che mai ad un dio e gli occhi illuminati da una luce magnetica a cui nessuno poteva resistere, neppure Mezzie.

Sentivo lo spirito della ragazza dormire tranquillo dentro di me, preso da una pace e una tranquillità che io non avevo mai provato.

Ricambiai il sorriso beffardo del kitsune e mi alzai in piedi, godendo nel sentire i miei muscoli attivarsi e rispondere agli stimoli del cervello come i meccanismi di una macchina perfettamente progettata. Mi stiracchiai, cercando di riattivare la circolazione nei punti del mio corpo rimasti assopiti.

Il vento fresco della notte giocava fra i miei capelli, scompigliandoli e aumentando dentro di me la sensazione di essere viva.

Ero viva, viva come non lo ero più stata da secoli, con un corpo sotto il mio completo controllo e le funzioni vitali rispondevano solamente al mio bisogno.

Era una sensazione pazzesca, come tornare a respirare dopo un'apnea tanto lunga da portare l'anima appena al di là del confine fra vita e morte.

- Che pensi di fare, ora?- mi domandò Aniki mentre iniziavo a camminare lungo la riva del lago, dandogli le spalle. - Tornerai ad essere il potente demone dell'acqua, implacabile e devastatore?-

Mi fermai, sospirando scocciata per quell'intervento. Poteva evitarselo.

- Domanda retorica.- dichiarai in tono piatto.

Il demone sogghignò, e il suo fare sprezzante mi irritò ancora di più; Aniki poteva essere bellissimo, e il suo bacio, quella mattina, non aveva lasciato senza fiato solo Mezzie, ma dovevo ammettere che aveva un carattere davvero fastidioso.

- Giusto, dovevo immaginare che il tuo corpo non fosse ancora del tutto libero dal sigillo. Anche se, questo momento di debolezza dell'umana ti ha permesso di liberarne una parte.- commentò fra sè e sè il demone, come se avessi avuto bisogno di spiegazioni.

- Qual'è il tuo obbiettivo, Aniki?- cambiai improvvisamente argomento, voltandomi verso di lui.

Il demone, preso in contropiede, non riuscì a nascondere un'espressione stupita, che però riuscì in fretta a mutare nel solito sorriso beffardo.

- Questa è una questione di cui ho intenzione di parlare in tre.-

- Quindi dovremo aspettare che Mezzie riprenda i sensi.- sbuffai impaziente.

- Ci sono cose che dovete sapere entrambe e non ho voglia di ripetermi due volte. Ma tu, piuttosto, cosa hai intenzione di fare?-

Sorrisi fra me e me, sapendo già come rispondergli a tono.

- Dovrai attendere fino al risveglio di Mezzie. Non mi piace ripetere le cose.-

Detto questo tornai a sdraiarmi sulla riva e, cullata dal suono del vento e delle onde, attesi che il sonno si impossessasse di me.

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