La Bella e la Bestia

di Mari24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Beckett era seduta nella sua scrivania e fissava incessantemente la lavagna, che piano piano iniziava a riempirsi di indizi: foto, ora della morte e i primi sospettati.

Per lei era una sorta di rito compilare la lavagna, le dava un ordine mentale.

Pochi comprendevano il suo metodo, ma quei pochi le bastavano, soprattutto perché facevano parte della sua squadra: Esposito, Ryan e Castle.

Quest’ultimo era seduto affianco a lei, studiando anche lui gli ultimi movimenti della vittima.

Passavano ore così, completamente immersi e concentrati sul loro obiettivo. Castle perdeva spesso la cognizione del tempo, proprio come quella sera.

Il suo cellulare squillò e li fece sobbalzare.

Beckett guardò l'orologio, erano ormai le 9 di sera, e Castle prendendo il suo cellulare vide la foto della ragazza con i capelli rossi e gli occhi color ghiaccio sorridergli, e così rispose:

-“Hei, tesoro! Si, sto arrivando. Va bene, ti prendo i pancakes con lo smile! A dopo!”- disse chiudendo la chiamata sorridente.

Beckett lo stava guardando. Aveva sentito la telefonata e non aveva potuto fare a meno di sorridere.

-“E’ bello vederti in versione papà!”-

-“Come hai capito che era Alexis?!”- chiese lo scrittore.

-“Perché hai il sorriso di quando parli con lei, perché ho sentito la sua voce squillante, e diciamocelo, per chi altri prenderesti i pancakes con lo smile?!”- disse prendendolo in  giro.

-“Per te ovviamente mia musa!”- rispose Castle con un sorriso dolce.

Beckett arrossì.

Sapeva cosa provava Castle per lei, gliel’aveva detto un momento prima che lei chiudesse chi occhi dopo essere stata colpita dal proiettile al funerale di Montgomery.

Forse aveva pensato che sarebbe morta e gliel’aveva detto.

Ma lei stava con Josh. Non poteva lasciarlo dopo che lui le aveva salvato la vita.

Beckett sapeva bene che la loro seconda, terza, quarta chance non stava funzionando, lui era sempre via, sempre preso dalle sue missioni umanitarie, e lei era sempre sola.

Le era stato accanto durante tutta la convalescenza, e le aveva salvato la vita operandola, ma lui non era presente.

Non era ancora pronta per lasciarlo. Non era ancora pronta per Castle.

 -“Castle, io…”-

-“Lo so, lo so. Hai Josh che ti porta queste cose…”- rispose Castle con un sorriso triste.

Anche Beckett sorrise tristemente, e riconoscendo negli occhi di Castle quella stessa tristezza che provava anche lei, gli accarezzò la guancia.

Lui le prese la mano e le baciò il palmo. Era così morbida, così setosa, e lei lo lasciò fare, anche se era combattuta dal fatto che non era una buona cosa.

Non sapeva ancora come avessero fatto in quei mesi successivi alla dichiarazione a sopravvivere, ma entrambi avevano notato un cambiamento nel loro rapporto. Era come se fosse cresciuto.

La Beckett di quattro anni fa non gli avrebbe mai fatto una carezza e tanto meno si sarebbe fatta baciare il palmo.

Nel mentre che lei era immersa in questi pensieri, Castle a un certo punto disse:

-“Hey, perché non vieni anche tu?! Alexis ha in programma una serata tra pop-corn, marshmellow, caramelle gommose e ‘La Bella e la Bestia’. Sarà felicissima se ci sarai anche tu!”-

Beckett ci pensò un attimo. Avrebbe voluto andare, ma il suo buon senso glielo impedì:

-“No, Castle. Questa è la vostra serata. Non voglio interferire nei vostri programmi. E poi ho molto da fare qui.”-

-“Andiamo… qui non puoi fare altro per ora. Ryan ed Esposito sono andati via già da un pezzo! Per una sera il crimine può aspettare!”- rispose Castle implorante.

Sperava di poter passare un po’ più di tempo con lei, e nutriva il forte desiderio di stare da solo con la detective soprattutto per affrontare il discorso di averle detto di amarla un attimo prima che lei perdesse i sensi.

Lui sapeva che ricordava, lei gliel'aveva detto, ma aveva capito che Beckett si sentiva in un certo senso legata a Josh, come una sorta di obbligo per averla salvata quel giorno. Entrambi non erano felici ma avevano accettato la situazione.

Non ne avevano più parlato, ma le attenzioni di Castle verso la sua musa erano aumentate, e aveva notato che in fondo a lei non dispiacevano.

-“Grazie Castle, ma è meglio di no. Magari un’altra volta!”- rispose Beckett mettendo fine a quella discussione.

Vedendo però la delusione disegnata sul volto dello scrittore, si affrettò a continuare:

-“Ma la prossima volta ci tengo a vedere ‘La Bella e la Bestia’. Anche se il mio cartone Disney preferito era ‘La Sirenetta’.”- sorrise Beckett.

-“Detective! Tu mi sorprendi ogni giorno di più! Avevi un cartone animato preferito?!”-

-“Oh Castle, ho avuto un’infanzia anche io! Cosa credi che sia nata con la pistola?!”- rispose ironicamente Beckett.

-“Beh, con la pistola no! Ma molte volte ti immagino nella culla con il distintivo in mano!”-

Beckett sorrise e gli tirò un pugno leggero sul braccio.

-“Ora vai. Alexis ti sta aspettando!”-

-“Va bene. Ma se cambi idea la porta di casa mia è sempre aperta per te, a qualsiasi ora! A domani detective!”-

-“Notte, Castle!”-

Quelle due affermazioni erano l’unica cosa non era cambiata nel tempo fra loro.

Erano successe tante cose, e la stessa Beckett dovette ammettere di essere cambiata molto stando al suo fianco.

All’inizio non sopportava la sua presenza lì al distretto, la infastidiva. Ma non aveva potuto fare niente per impedirlo, lui aveva il permesso del sindaco, e il capitano era stato chiaro:

-“Se il sindaco è felice, il commissario è felice. E se il commissario è felice, io lo sono di più!”-

Certo, la Gates non era stata così contenta di accoglierlo al distretto, e ogni giorno non faceva che ricordargli che lui non era un poliziotto, ma piano piano si stava abituando anche lei.

E così Beckett, quattro anni prima, si era ritrovata con un logorroico bambino di 40 anni da accudire e spiegare ogni singolo passo, perché nonostante fosse molto ferrato sugli argomenti di omicidio, aveva comunque insistito nel seguirla nei suoi casi. Ma ormai, per Castle, non era più solo per i libri.

Ora era diverso.

Lei era diversa.

Quando lui era andato via quell’estate, era già cambiato qualcosa, e il vuoto che aveva lasciato al distretto era troppo grande. Ma il vuoto che lei sentiva nel suo cuore era peggiore, perché non riusciva a darsi pace di aver finalmente ammesso a sé stessa i suoi sentimenti, per poi vederli calpestati da una bionda siliconata.

E poi aveva conosciuto Josh, che aveva portato un po’ di benessere nel suo cuore infranto.

Lui la capiva, sapeva che lei rischiava la vita con il suo lavoro, ma anche lui essendo cardiochirurgo era sempre via per le sue missioni umanitarie. All’inizio le piaceva il fatto che lui non fosse così presente, le dava la possibilità di avere una porta sempre aperta per scappare, una via di fuga.

Ma poi questa situazione aveva iniziato a pesarle, soprattutto durante la riapertura del caso di Johanna, si era resa veramente conto che lui era assente in momenti in cui lei aveva avuto più bisogno, ma voltandosi in ogni situazione c’era sempre Castle, pronto a difenderla e a consolarla. Lui era il suo plucky sidekick.

C’era stato un punto in cui Kate aveva preso in seria considerazione la possibilità di lasciarlo, di rompere quella storia che non portava a niente. Ma lui era rimasto per lei, aveva rinunciato alla sua missione ad Haiti per stare con lei.
E inoltre qualche mese dopo era stato proprio lui ad operarla e  salvarla.

Sapeva dei sentimenti che Castle nutriva per lei, ma non era ancora pronta.

L’avrebbe saputo quando sarebbe stato il momento opportuno.

Ma il pensiero di Castle, di ciò che provava per lei, era costante nella sua mente.

Lui era così dolce e premuroso nei suoi confronti. Sapeva che lei stava con Josh e per quanto potesse essere geloso, sapeva che lei aveva fatto la sua scelta.

Certo le sue attenzioni erano aumentate ma l’avrebbe aspettata tutta la vita. Sapeva che lei era quella giusta.

Scossa dai suoi pensieri Beckett si diresse verso la saletta relax, e non poteva fare a meno di pensare che forse sarebbe stata una buona idea accettare l’invito di Castle. In fondo non era un vero e proprio appuntamento, ci sarebbe stata anche Alexis e La Bella e la Bestia.

Già, ripensare a quel cartone, le ricordava la sua infanzia con la madre. Stavano per delle ore davanti alla tv a guardarlo, e la piccola Kate sperava che un giorno avrebbe trovato il suo principe, ma non poteva definire Josh come tale.

Non era il suo principe, non era colui che le faceva battere il cuore e sentire le farfalle nello stomaco.
No, quello che le faceva provare tutte quelle emozioni era un altro uomo.

Beckett era distrutta, la giornata era stata intensa e pesante.
Si sdraiò nel divano pensando sempre al cartone animato e in poco tempo si addormentò.







ANGOLO MIO:
Ciaoooooooo!!! eccomi di nuovo qui a rompere con un'altra storia!!
vi starete chiedendo: e che c'entra la bella e la bestia?!  per questo dovrete aspettare i prossimi capitoli...
che dire?! anche questa ff poverina ha fatto la muffa per un anno sul pc... xD  in effetti.. avete notato le rangnatele lungo la scrittura?! xD 
ecco prima di dimenticarmi.. ho stravolto la 4 stagione di Castle praticamente, ma appunto l'ho iniziata a scrivere ad aprile 2011, quindi Josh c'era ancora, e siccome è utile per i prossimi capitoli ho deciso di lasciarlo... quindi cos'è successo?! Montgomery è morto (RIP) e la Gates l'ha sostituito.. e fin qui nulla è cambiato.
però!!! Kate non ha lasciato Josh! ha sentito Castle che le diceva di amarla, gli ha detto che ricordava (qndi nn ha mentito) ma gli ha detto che non poteva lasciare il dottore.. non dopo che l'aveva salvata... sta benedetta ragazza!! xD ahahahhah
 bo penso che Castle si sia incavolato inizialmente, ma alla fine ha accettato la cosa e spera che Kate capisca ke Josh non fa x lei!! xD 
è complicato ve?! xD purtroppo sto Josh mi serviva e l'alternativa era Demming! xD ahahahahha *colpo basso*...
se poi ritenete ke sia OOC ditemelo e l'aggiungo subito! :) ok dopo questo lungo monologo, lascio la parola a voi... e ovviamente se continuerete a leggere capirete xk la Bella e la Bestia!! xD
uno sbaciottone a tutti! ;>




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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


DIN DON MESSAGGIO PROMOZIONALE!

*aprite il link del tubo prima di iniziare a leggere*  ...ci leggiamo sotto! ;)


[http://www.youtube.com/watch?v=iV1JESENrD0 ]

 

Tutto in torno a lei era scuro. Una strana aurea nera circondava la stanza. Non sapeva dove si trovava, ma sapeva che doveva cercare suo padre. Philippe, il loro fedele cavallo, l’aveva condotta in quel castello.

Tutto era lugubre e le infondeva timore nel proseguire.

Trovò il cappello di suo padre, e molto timidamente si avviò alla ricerca.

Il buio faceva da padrone e non si sentiva nessun rumore.
E poi pensò:

 ‘Perché devo cercare mio padre? Lui è a New Orleans per lavoro!’

Ma la sua voce, come se avesse vita a sé, la guidò:

-“Papà! Papà sei qui?”-

Beckett avvertì un rumore, e vide una luce scomparire dietro una tromba di scale.

-“Aspetta, per favore! Sto cercando mio padre. Io…”- ma si interruppe quando vide che non c’era nessuno.

‘Che strano!’ pensò, era sicura che ci fosse qualcuno.

E poi la voce del padre la avvertì di averlo trovato.

-“Belle! Belle come hai fatto a trovarmi?”-

-“Belle? Papà io sono Kate!”-

-“Non c’è tempo per queste cose. Devi andartene prima che lui si accorga che sei qui!”-

-“Lui? Lui chi? Chi ti ha messo in questo posto?”-

Ma non fece in tempo a rispondere perché un braccio forte e possente la trascinò via da lì, e con voce profonda e colma di rabbia chiese:

-“Chi sei? Che cosa fai nel mio castello?”-

-“Chi c’è? Chi è lei?”-

-“Il padrone del castello!”-

Beckett non riusciva a vederlo, e l’unica torcia accesa era lontana.

-“La prego, liberate mio padre. È molto malato!”- implorò.

-“Non sarebbe mai dovuto venire qui! Rimarrà dove si trova!”-

-“Oh la prego! Ci deve essere un altro modo! Prenda me al suo posto!”-

-“Belle, no!!”-

-“Lei?!”- chiese la bestia. –“Lei... prenderebbe il suo posto?”-

-“Se io rimango, lo lascerà andare?”-

Quella creatura ci pensò un attimo.

-“Si, sarà libero di andare! Ma deve promettere che rimarrà qui per sempre!”-

-“Venga sotto la luce.”- chiese Kate.

Voleva vedere con chi stava parlando, con chi avesse avuto a che fare per i suoi giorni futuri.

Ma quando lo vide, quando la voce profonda e strana che aveva udito poco prima, prese forma sotto il corpo di una bestia, Kate non riuscì a trattenere un grido di orrore.

Si fece forza e sospirò. L’unico suo obiettivo era riuscire a liberare suo padre Jim. Evidentemente il destino aveva scelto per lei un futuro decisamente non roseo, in compagnia di quella orrenda bestia.

-“Ha la mia parola!”- esclamò tra le lacrime.

-“E sia!!!”- tuonò la Bestia.

Fra le grida e le supplica di Jim, la Bestia lo fece ricondurre al villaggio, senza sua figlia.

Ormai era sua prigioniera.

 

Mentre ritornava verso le segrete, Lumière, un buffo candelabro parlante, con un forte accento francese, già presente in quell’ala del castello, provò a far ragionare la Bestia.

-“Ehm.. padrrone…  visto che la ragassa passerà con noi un po’ di taampo, magari è meglio trovarle un’altra sistemasione!”-

L’unica risposta che ottenne il candelabro fu un ringhio incavolato del suo padrone.

-“Rripensandosci forse no!!”- disse Lumière più a sé stesso, non sapendo invece che la Bestia l’aveva ascoltato.

Portando Kate in camera sua vide una lacrima rigarle il volto.

Sapeva che non era felice, ma forse lei era la ragazza che poteva spezzare l’incantesimo.

Dal canto suo Kate si guardava in torno spaesata, con paura.

Il castello era lugubre e buio. Numerose colonne costeggiavano le scale e tra una nicchia e l’altra vi albergavano statue inquietanti di gargoyle.

Incitato da Lumière la Bestia parlò:

-“Io… spero che le piaccia qui! Il castello è casa sua ora e può andare dove vuole. Tranne che nell’ala ovest!”- la ammonì.

-“Cosa c’è nell’ala ovest?”- chieste curiosa.

-“E’ PROIBITA!!”- ringhiò in risposta la Bestia, tanto da farla spaventare.

Continuarono a camminare silenziosi per il castello, senza emettere un suono. La Bestia per paura che lei scappasse, e Kate per la sua paura della Bestia.

Pensava davvero che era una Bestia orrenda: era più alta del normale, zanne lunghe come un drago e due corna come le capre; il tutto veniva ricoperto da un folto manto di pelo.

Ma aveva anche notato il colore degli occhi: blu come il cielo, come il mare.

Facendola entrare nella sua stanza si raccomandò di chiedere ai domestici se avesse avuto bisogno di qualcosa.

-“Lei questa sera cenerà con me!! E non è un invito!!”- ordinò la Bestia, prima di rinchiuderla nella stanza, lasciandola sola a piangere e disperarsi.

 

Kate era lì nella stanza da letto dove avrebbe passato le sue giornate. Era corsa sul letto a piangere disperata. In una sola giornata aveva perso il padre, la libertà e i suoi sogni.

Dopo svariate ore, sentì bussare alla porta, e una buffa e cicciottella teiera entrò tutta sorridente.

-“Io sono Mrs Brick, mia cara, ma se ti fa piacere puoi chiamarmi con il mio nome da umana. Sono tanti anni che nessuno mi chiama più così, ma mi chiamo Martha. Ho pensato che gradissi una tazza di te!”-

-“Ma non è possibile!! Tu…tu sai parlare!!”-

Beckett era scioccatissima. Quella teiera non solo parlava, ma camminava ed era seguita da numerose tazzine.

-“Sto sicuramente sognando…”- disse cercando di convincersi.

-“Non so che sogni tu faccia cara, ma ti assicuro che siamo reali!”-

-“Te l’avevo detto che era molto bella!”- rispose una vocina dal basso. –“Ti chiamerò Belle!”- decise.

-“Mi chiamo Kate!”- rispose sorridendo.

Ora poteva osservare la tazzina, era molto chiara, come se avesse avuto una carnagione molto bianca. Gli occhi erano azzurri, ma di quell’azzurro chiarissimo, quasi di ghiaccio. Infine notò un ciuffettino color carota di lato, come se fossero i suoi capelli.

-“Si, ma siccome sei molto bella, per me sarai Belle!”-

-“E io allora ti chiamerò Alexis, come una mia amica a cui somigli tanto!”-

-“Alexis?! Mi piace!”- sentenziò la tazzina tutta contenta.

-“Su lasciala in pace!”- sentenziò la teiera Martha. –“Oh darling, perché piangi?”-

-“In una giornata ho perso mio padre, la mia libertà e i miei sogni.”-

-“Tutti noi qui pensiamo che tu abbia fatto una cosa molto coraggiosa! Il padrone potrà sembrare scontroso e irascibile, ma in fondo è un bambinone!”-

Beckett cercò di asciugarsi le lacrime e sorrise debolmente anche se continua a pensare a suo padre.

–“Uh! Ma che sto facendo?! C’è una cena da preparare e io sono qui a perdere tempo!”- disse la teiera raccogliendo le numerose tazzine a sé e lasciando Kate da sola.

 

Beckett rifletteva alla luce della candela.

Non ricordava assolutamente come fosse arrivata lì. Ricordava soltanto Philippe che l’aveva portata al castello.

Aveva un gran mal di testa, ma più cercava di ricordare e meno ci riusciva.

Tutto intorno a lei era strano, misterioso, come se ci fosse un grande segreto che aleggiava come uno spettro nel castello, impedendole di ricordare.

Fece mente locale. Ricordava casa sua, suo padre, e Gaston.

Già proprio colui che le aveva chiesto di sposarlo quella stessa mattina.

A lei non interessava proprio, ero solo un egocentrico, maschilista e con un cervello di gallina, che sapeva di essere il bello della città.

Questo lo ricordava. Ma il passaggio successivo le era ignoto.

Sospirò. Aveva voglia di uscire da quella stanza, ma fuori avevano iniziato a scendere i primi fiocchi di neve.

Le mancava suo padre, e non aveva avuto neppure il tempo di dirgli addio visto che sarebbe stata lì al castello per molto tempo.

‘Il castello!’ pensò.

Era un ottimo modo per passare il tempo. Avrebbe potuto visitarlo, in fondo la Bestia le aveva detto che poteva andare dove voleva. Tranne nell’ala ovest.

‘Chissà cosa c’è nell’ala ovest!’ continuò il suo pensiero.

Si asciugò le lacrime con il dorso della mano, e molto silenziosamente uscì dalla sua stanza.

Sentiva delle voci, come dei sussurri.

‘Oltre ai mobili e stoviglie parlanti ci saranno anche i fantasmi qui?’  si chiese Kate.

-“No, no Lumière! Devi controllare la ragazza a vista! Non possiamo permettere che vada nell’ala ovest, o il padrone si arrabbierà molto!”- disse Tockins

-“Abbi fiduscia mon amì! Lei potrebbe essere la ragassa che spesserà l’incantesìmo!!”- esclamò tutto felice il candelabro.

Ma Tockins accortosi della presenza della giovane donna, pestò quello che doveva essere il piede di Lumière ed esclamò:

-“Oh, ma buona sera mia cara! Cosa possiamo fare per te?”- disse affabile.

Kate, facendo finta di non aver sentito dichiarò di avere un po’ di fame ma era incantata da questo castello con la sua storia e le sue origini.

-“Perché non mi accompagna? Sono sicura che lei conosce il castello meglio di chiunque altro!”- chiese Kate molto gentilmente cercando di persuaderlo.

-“Ma certo! Mi segua, mi segua!”- disse lusingato per il complimento.

Tockins spiegava l’origine dell’arte del castello, dagli arazzi, ai dipinti alle numerose statue di marmo.

-“Come può vedere la pseudo facciata è stata tolta per rivelare il precedente stile Roccocò Minimalista. Noti i soffitti dalle volte Neo Classiche, e questo è un altro esempio del periodo Neo Classico- Barocco. Ora guardi con attenzione gli archi rampanti sopra i…”- ma Tokins si bloccò quando vide Kate che si dirigeva verso le scale che conducevano all’ala ovest.

Tokins e Lumière cercarono di distrarla, dicendole che le avrebbero fatto vedere la biblioteca. Accettò, ma solo per levarseli di torno.

Era molto più curiosa di visitare l’ala ovest.

‘Se tutti la tengono nascosta ci sarà un motivo!’ pensò. E inoltre quei due le ricordavano tantissimo Ryan con Esposito, anche se non aveva ben chiaro ancora chi fosse uno e chi l’altro.

Salì rapidamente le scale.

Contrariamente a tutto il resto del castello, nell’ala ovest regnava il caos.

Sedie rotte, tende strappate, sporca e polverosa.

Ma ciò che attirò la sua attenzione fu un dipinto, strappato proprio sul disegno.

Kate cercò si sistemarlo, ma tutto ciò che riuscì ad intravvedere erano gli occhi azzurri come il cielo di un giovane ragazzo.

Una strana luce alle sue spalle la fece voltare. Si avvicinò lentamente ma con curiosità, e vide che su un tavolino vi era una rosa protetta da una campana di vetro.

Istintivamente sollevò la campana di vetro. Voleva sentire i morbidi petali sotto le sue dita.

Ma la Bestia la vide, e con un rapido gesto protesse la rosa, urlando contro Kate di andare via, lanciandole addosso qualsiasi cosa si trovasse sotto tiro.

La povera ragazza scappò via dal castello sentenziando che non sarebbe rimasta un minuto di più.

Correva sotto la bufera di neve insieme a Philippe, quando si accorse che un branco di lupi la stava inseguendo.

Incitò ancora di più il suo fedele cavallo, ma la neve e la tempesta lo rallentavano. Per quanto brava fosse a cavallo, Philippe la disarcionò, rimanendo a sua volta incastrato con le briglie su un ramo.

Kate non l’avrebbe mai abbandonato lì, in balia dei lupi, con morte certa. Afferrò un lungo tronco per difenderlo, cercando di colpire i lupi, ma quando tutto sembrava perduto, tanto che due di essi si avventarono su di lei, la Bestia accorse in suo aiuto.

Fu una lotta furiosa. I lupi lo attaccarono contemporaneamente, mordendolo e afferrandolo lungo la pelliccia e le zampe.

Una battaglia all’ultimo sangue, ma la Bestia fece andare a sbattere due lupi contro un albero e gli altri spaventati dalla sua maestosità scapparono via, guaendo come cagnolini.

Distrutto, esausto e ferito per la lotta la Bestia si accasciò per terra, svenendo.

Per quanto detestasse che avesse rinchiuso suo padre e fatto di lei sua prigioniera, Kate non lasciava mai una persona in pericolo, e in più lui aveva rischiato la sua vita per salvare lei.

Lo issò su Philippe e lo riportò al castello.

 

Una volta arrivati si fece portare dell’acqua calda da Mr. Brick e cercò di medicarlo, ma la Bestia non ne voleva sapere.

-“Stia fermo! Non faccia così!”- disse gentilmente ma in risposta ottenne solo un ruggito.

-“Le ho detto di stare fermo!”- continuò premendo il fazzoletto cercando di disinfettargli la ferita sul braccio.

-“MA FA MALE!!”- urlò.

-“SE STESSE FERMO, LE FAREBBE MENO MALE!!”-

-“Beh se non fosse fuggita, questo non sarebbe successo!”- rispose soddisfatto pensando di averla zittita.

-“Se non mi avesse spaventata io non sarei fuggita!”-

-“Beh…e lei non sarebbe dovuta andare nell’ala ovest!”-

-“Beh allora dovrebbe imparare a controllarsi!”-

La Bestia era senza parole. Era la prima persona dopo anni, no, probabilmente da sempre, che riusciva a zittirlo.

-“Ora stia fermo. Brucerà un po’!”- disse disinfettando la ferita, ottenendo solo un grugnito questa volta.

-“A proposito… Grazie per avermi salvato la vita!”-

La Bestia era sorpresa. Fino a quel momento nessuno lo aveva mai ringraziato per qualcosa.

-“Always!”-

Kate fu colta da un lampo improvviso.

Quella parola, per lei aveva un significato particolare, ma non riusciva a ricordare altro.
Sapeva che quel ricordo, legato a quella specifica parola, era connesso ad un’altra persona ma per il momento decise di lasciare perdere.

Ci avrebbe pensato in seguito.



ANGOLO MIO: saalve!! buon martedì a tutti! xD

allora eccoci al secondo capitolo! ;)

come avrete letto ho cambiato almeno in parte la prima parte (scusate la ripetizione) del cartone disney.. xk?! xk sennò nn la finivo più!! ahahahahah no! xk penso ke in questa ff la parte iniziale non mi servisse a tanto.. mi interessava partire dal momento in qui Belle ritrova il padre al castello. avrete anche visto ke Kate ha la convinzione di essere Kate e non Belle e ke i personaggi le ricordano i suoi amici.. lei non sa cm sia finita lì e non ricorda altro. sa solo che suo padre era prigioniero lì! lo so è complicato ma spesso nei sogni non tutto è chiaro! xD *me la sn cavata cm scusa!? xD *

bon anche nei prox capitoli ci saranno dei link del tubo e vi consiglio di guardare durante la lettura.

ok penso di aver detto tutto. ora lascio parlare voi! xD

al prossimo!

sbaciottii ;>

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


*PICCOLO CONSIGLIO: dove ci sono i link del tubo apriteli e guardate! xD *



Passarono alcuni giorni dopo quella notte in cui fu attaccata dai lupi e la Bestia l’aveva salvata.

Ora aveva conosciuto gran parte degli strani abitanti del castello, e in particolare aveva legato con la scopettina Babette.

Anche lei aveva un che di familiare, le ricordava tanto Lanie. E quando glielo disse, affermò:

-“Lanie?! Che nome buffo!”-

Kate scrollò le spalle. Sarà stato anche un nome buffo ma con quella risposta era certa che le somigliasse davvero.

-“Sai cosa c’è di interessante? Il padrone è più gentile da quando sei qui. Lo stai cambiando!”- disse Babette.

-“Io?! No non credo. Credo che lui fosse sgarbato per la sua attuale condizione, ma che sotto sotto sia timido e piacevole. Non mi ero accorta che era incantevole.”-

Babette la guardò maliziosa e si voltò subito verso Lumière, il suo fidanzato.

Ora che ci faceva caso Lumière era schietto come Esposito, ma anche tutti gli altri abitanti avevano un che di familiare.

Tockins non le ricordava nessuno, ma andava spesso a braccetto con Lumière. Erano molto amici, nonostante tutti i diverbi e i dispetti, e questo le fece ricordare l’amicizia fra Ryan ed Esposito.

Scosse la testa. Quei ricordi non potevano essere veri.

Lei ormai era lì, in quel castello, doveva ambientarsi il più possibile, e dovette ammettere che Babette aveva ragione, la Bestia nei giorni successivi era davvero cambiato, e in più tutti loro cercavano di farla sentire a suo agio il più possibile.

Decise di fare una passeggiata nel grande e vasto giardino.

Le giornate erano sempre molto fredde e nevicava spesso, ma quella era una mattina di sole, così avvolta nel suo pesante mantello e accompagnata da Philippe passeggiava tranquillamente sulla neve, non accorgendosi neppure che la Bestia, Tockins e Lumière la osservavano.

-“Vorrei fare qualcosa per lei…”- disse ad un certo punto la Bestia.

-“Beh ci sono le solite cose, fiori, cioccolatini…promesse che poi non manterrete…”- iniziò ad elencare Tockins.

Lumière gli diede uno scappellotto dietro la nuca ad orologio, intervenendo a sua volta.

-“Ma no, no!! Dev’essere qualcosa di veramonte spesciale…qualcosa che possa ascendere il suo interesse…ecco ho trovato!!”- si illuminò Lumière.

La Bestia ascoltava avido e dopo aver capito l’idea di Lumière, chiamò Kate.

La condusse attraverso un lungo corridoio del castello, arrivando poi di fronte a un’immensa porta.

La Bestia non aveva mai provato prima quelle sensazioni di felicità e contentezza che lo facevano stare bene. Fare qualcosa di speciale per lei lo rendeva migliore.

Quella ragazza testarda, fiera e orgogliosa lo rendeva una persona migliore.

Era contento di poter fare felice Belle, anche se era ancora confuso sul suo nome.

Aveva chiesto a Chicco e la piccola tazzina gli aveva detto che in realtà lei si chiamava Kate, ma che siccome era molto bella lui le aveva dato un altro nome, chiamandola Belle, e in fondo anche Kate aveva iniziato a chiamare la piccola tazzina Alexis.

Scrollò le spalle, e decise di chiamarla comunque con il suo nome.

-“Kate, chiudi gli occhi.”-

Kate corrugò la fronte in segno di incertezza.

-“Coraggio! Fidati!”-

Fiducia. Un flash le apparve sotto i suoi occhi. ‘He’s someone I trust!’

Ricordava quelle parole ma tutto il resto era sfocato, come se non riuscisse a mettere a fuoco l’intera scena. Lo fissò negli occhi e per la prima volta notò che erano azzurri come il mare, profondi come l’oceano.

Si perse in quegli occhi così belli. Sapeva che significavano qualcosa, ma com’era successo qualche istante prima non riusciva a ricordare.

Ormai rinunciava a sforzarsi di ricordare, pensava che prima o poi avrebbe ricordato tutto. Iniziava a stare bene lì al castello, non aveva più quel forte desiderio di andare via, anche se le mancava terribilmente suo padre.

Decise di fidarsi e chiuse gli occhi.

La Bestia, soddisfatto, aprì la grande porta e la condusse all’interno di una stanza buia.

Si diresse subito alla finestra e scostò le tende, dalle quali filtrò subito la luce fortissima del sole.

Kate si accorse del cambiamento e aprì gli occhi.

Lo spettacolo che si ritrovò davanti fu la cosa più bella che avesse mai visto in tutta la sua vita: erano dentro la biblioteca della Bestia.

Era enorme. File di libri ovunque, con tante scale per raggiungere i libri posti in cima agli scaffali, che arrivavano quasi al soffitto.

Libri, libri ovunque girasse il suo sguardo vi erano libri. Da Goethe a Kafka, da Orwell a Woolf. C’erano proprio tutti.

A Kate brillarono gli occhi. Non aveva mai visto tanti libri in vita sua.

-“Le…le piace?”- chiese incerto.

-“E’ meraviglioso!”- esclamò Kate.

-“Allora sono suoi!”- disse felice di regalarle tutti quei libri e di averla resa in qualche modo felice.

-“Oh… grazie! Grazie!!”- disse prendendogli le mani e buttandosi letteralmente fra le sue braccia.

Un altro flash. Si era buttata fra le braccia di un uomo dagli occhi azzurri. Non sapeva bene in quale occasione. Sentiva solo come la sensazione che erano sopravvissuti a ciò che sarebbe stato un disastro nucleare.

Si staccò dalla Bestia e sorrise incerta dirigendosi verso alcuni libri.

Erano stati completamente presi l’uno a rendere felice l’altra che non si erano neppure accorti che Tockins, Babette, Lumiére, Mr Brick e Chicco li stavano osservando.

Erano tutti eccitatissimi perché avevano capito che era lei la ragazza che avrebbe potuto spezzare l’incantesimo.

 

Nei giorni successivi, la Bestia cercò di rendersi il più civile possibile, iniziò ad usare le posate a tavola e si impegnò a non far scappare gli uccellini mentre gli dava da mangiare, tutto sotto l’occhio paziente di Kate.

Durante una passeggiata sotto la neve, mentre la Bestia cercava di dare da mangiare agli uccellini, Kate si ritrovò a pensare:

 

“Qualcosa in lui, si trasformò.

Era sgarbato, un po’ volgare, ora no.

È timido, piacevole, non mi ero accorta che ora è incantevole.”

 

“Lo sguardo suo, su me posò.

Sfiorò la zampa ma paura non provò.

Son certo che, mi sono illuso.

Lei non mi aveva mai guardato con quel viso.”

 

[ http://www.youtube.com/watch?v=0FfOA43MLqs ]

 

 

 

Iniziarono una furiosa battaglia di palle di neve, dove la Bestia puntualmente veniva colpita e non riusciva mai a colpire Kate.

Tra risate e scherzi si rifugiarono all’interno del castello, infreddoliti, si avvicinarono al camino acceso per trovare un po’ di calore.

Kate prese uno dei suoi libri e iniziò a leggere.

Passarono alcune ore ma erano talmente immersi nella lettura che neppure se ne accorsero, fin quando Kate lesse le ultime righe:

-“Mai ci fu storia d’amore più dolorosa, di quella di Giulietta e del suo Romeo.”- disse sospirando.

La Bestia l’ascoltava rapito tanto che le chiese di rileggerla di nuovo.

-“Perché invece non la leggi tu a me?”- chiese sorridente Kate passandogli il libro.

La Bestia prese con fare esitante e dopo essersi sforzato un po’ ammise di non saper leggere.

-“Non hai mai imparato a leggere?”-

-“Ho imparato! È che è passato tanto tempo. Scrivevo anche qualcosa, delle storie di fantasia, ma ormai…”-  disse la Bestia rattristandosi.

Un altro flash per Kate.

Era uno scrittore? Tutto in lui le era così familiare, e anche i flash ormai erano costantemente presenti nelle sue giornate, ma ancora non ricordava granché.

-“Qual era il tuo nome, quando eri un umano?”- chiese curiosa.

-“Richard… ma a me piaceva anche Rick.”- disse guardandola nei suoi occhi verdi.

Una sensazione di benessere e calore le invase il cuore. Possibile che solo il ricordo di quel nome la facesse stare così bene?

Era frustrante non riuscire a ricordare quasi nulla se non qualche flash sporadico, ma quel nome… sentiva che per lei era importante, quasi quanto l’aria.

Abbozzando un timido sorriso si concentrò nuovamente sulla lettura.

-“Va bene… Allora iniziamo da qui.”- disse allungandogli il libro per farlo leggere.

 

Nel mentre tutto intorno a loro era frenetico. I domestici pulivano ogni angolo del castello.

Le scuderie vennero tirate a lucido e perfino a Philippe riservarono una pulizia di prima categoria.

Le scope e le palette pulivano i pavimenti, mentre sedie, appendiabiti e candelabri spolveravano tutto ciò che era possibile.

Le tende rovinate vennero tolte e sostituite con della stoffa nuova e le porte vennero lucidate.

Babette e il suo esercito di scopette si occuparono delle ragnatele, il tutto sotto lo sguardo vigile di Mr Brick, mentre di curare il giardino se ne occupava Tokins.

Tutti erano stati chiamati a raccolta per rendere il castello uno specchio.

Tutti speravano che quella ragazza sarebbe stata colei che avrebbe spezzato l’incantesimo.

 

Parecchie ore più tardi Mr Brick e Babette si occupavano del vestito di Kate, e una volta scelto, il parrucchiere del castello la sistemò a dovere, come se fosse una vera principessa.

Nella sua stanza anche la Bestia cercava di sembrare il più presentabile possibile, o almeno Lumière ci provava.

-“Stasera è la gran sera!!”- esclamò tutto eccitato Lumière.

-“Non sono sicuro di riuscirci!”-

-“Non ha tempo di fare il timido.”- disse guardando la rosa che nel mentre aveva iniziato ad appassire, perdendo i primi petali.

-“Dovrà essere audasce, temerario! Sci sarà la musica, starete a lume di candela… alle candele sci penso io… finché al momanto justo le confesserete il vostro amore!”- continuò sicuro il candelabro.

-“Si!! Io le confes… io le confesserò… no, non posso!!”- disse sconsolato la Bestia.

-“Sci tenete a quella ragassa, non è vero?!”- chiese allarmato Lumière.

-“Più di qualsiasi cosa!”- rispose sicuro questa volta.

-“Oh beh… allora dovete dirglielo!”- continuò il candelabro.

Nel mentre che il suo parrucchiere cercava di sistemare la folta chioma, Tockins annunciò che Kate era pronta.

 

Quando la vide, nel suo vestito d’orato non poté fare a meno di pensare che quella era la ragazza giusta, colei che avrebbe spezzato l’incantesimo, e finalmente aveva imparato ad amare.

Kate era stupenda.

Indossava un lungo vestito color oro, che le avvolgeva il corpo esile.

Il corpetto aderiva perfettamente al suo busto, mentre la gonna era voluminosa e drappeggiata, con un nastro che ornava la parte bassa seguendone il movimento. Le spalline erano morbide e orizzontali sulle spalle. Indossava un paio di guanti dello stesso colore dell'abito, alti fino al gomito.
I capelli erano in parte raccolti in un morbido chignon e in parte scendevano morbidi oltre le spalle.

Alla Bestia mancò il respiro per qualche istante per la bellezza di Kate.

Offrendole il braccio la condusse a cena verso quell’enorme tavola abbondantemente apparecchiata.

Mangiarono tranquillamente e Kate notò come la Bestia era davvero migliorata in quel periodo che lei era lì con lui.

Non era più volgare e scontroso, ora era gentile e premuroso. La vicinanza con Kate l’aveva cresciuto.

La musica iniziò a suonare e Kate entusiasta trascinò la Bestia nella sala da ballo.

Gli prese le mani e poggiò una delle sue grandi zampe sulla sua vita, facendo aderire di più i due corpi.

Iniziarono a ballare sotto le note della canzone di Mr Brick.

 

“E’ una storia sai….

Vera più che mai…

Sono amici e poi….

Uno dice un noi… Tutto cambia già.”

 

[http://www.youtube.com/watch?v=f9m08dA4FHs&feature=related ]

 

Ballarono per un tempo infinito, e Kate ebbe l’ennesimo flash. Sapeva di aver già ballato con qualcuno di speciale nella sua vita. Ricordava anche di aver indossato un vestito rosso, e ora, mentre sollevò il volto, incrociò gli occhi della Bestia, e seppe che quella persona così speciale nella sua vita, aveva gli occhi dello stesso colore.

Si sentiva protetta sia lì con lui, sia con quella persona.

Si accoccolò fra le sue braccia e la Bestia guardò trionfante verso Lumière e Tockins i quali gli fecero segno di vittoria.

Finirono di ballare e la Bestia la condusse nel balcone di fronte.

Entrambi erano imbarazzati, e Kate com’era solita fare quando la coglieva l’imbarazzo, distolse lo sguardo da lui e iniziò a sistemarsi il vestito.

La Bestia raccolse tutto il suo coraggio e si avvicinò a lei, prendendole le mani.

-“Kate, pensi di essere felice, qui con me?”-

-“Si!”- rispose sicura ma un velo di tristezza avvolse il suo viso, abbassando gli occhi.

La Bestia da prima contenta, notò il suo cambiamento.

-“Cosa c’è?”-

-“Se solo potessi rivedere mio padre. Solo per un momento. Mi manca così tanto!”- esclamò tristemente Kate.

La Bestia capì il suo dolore e ebbe un’idea: le avrebbe fatto vedere suo padre tramite lo specchio magico, che gli era stato dato dalla Fata che aveva gettato l’incantesimo, come unica finestra sul mondo esterno.

Kate attraverso lo specchio vide suo padre. Era malato, forse stava morendo e lei non era lì con lui.

La Bestia prese la decisione più difficile di tutta la sua vita: lasciare andare Kate, anche se questo significava sacrificare il suo amore e la possibilità di ritornare un essere umano, dato che la rosa aveva incominciato ad appassire e a perdere i petali.

-“Devi andare da lui. Ti lascio andare. Non sei più mia prigioniera.”-

-“Vuoi dire che sono libera? Oh grazie.”-

Kate fece per restituire lo specchio alla Bestia, ma lui la bloccò:

-“Portalo con te. Così avrai sempre un modo per guardare indietro, e ricordarti di me.”- disse accarezzandole i lunghi capelli castani.

-“Grazie per aver capito che mio padre ha bisogno di me.”- rispose Kate con gratitudine, accarezzandogli una guancia e andando via dal castello insieme al suo fedele Philippe.

Tockins raggiunse la Bestia.

-“L’ho lasciata andare.”- disse sconfortato.

-“Che cosa?! Oh come avete potuto farlo?”-

-“Ho dovuto.”-

-“Si, ma-ma-ma… perché?”-

-“Perché… ne sono innamorato.”- ammise finalmente ad alta voce la Bestia.

 

Kate era andata via dal castello in cerca di suo padre, e lui dopo tutto quel tempo aveva finalmente imparato ad amare.






ANGOLO MIO: Saalvee!!!! Buon inizio settimana a tutti!! :)
eccovi questo 3 capitolo.. ormai tt i personaggi sono stati delineati.. magari vi starete chiedendo xk Lumière è Esposito.. in parte l'ho scelto per l'accento diverso ke ha (Lumière francesissimo, mentre Espo latino! xD ) e poi xk Babette è la fidanzata di Lumière e quindi mi sembrava giusto farla fare a Lanie.. poi in effetti guardando i pg Tockins un'aria a Ryan gliela da, cn il suo essere precisino! xD
ovviamente ho dovuto cambiare il nome alla bestia, che giustamente qui si chiama Richard! xD
la descrizione del vestito di Belle/Kate è di Amy Wendys.. qndi grazie mille e ancora tantissimi Auguri di Buon Compleanno!!! :**

bon nn ho altro da dire! come sempre lascio la parola a voi!
a presto!
sbaciottiiii ;>


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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Kate cavalcava per tutta la foresta in cerca di suo padre.

Philippe ce la metteva tutta, cercando di cavalcare più veloce ma tutti i suoi sforzi sembravano vani. Del suo padrone non vi era traccia.

E poi dopo molte ore di cavalcata e ricerca, Kate lo vide.

Era accasciato sulla neve, svenuto per l’evidente sforzo fisico a cui si era sottoposto pur di riuscire a salvare sua figlia.

Caricatolo su Philippe lo portò a casa.

Dopo avergli prestato amorevoli cure e messo al caldo, il padre di Kate si svegliò.

-“Oh papà quanto mi sei mancato!”- esclamò Kate abbracciandolo.

-“Quella bestia.. come hai fatto a scappare?”-

-“Non sono scappata papà. Lui… mi ha lasciata andare.”-

-“Quella bestia orribile…”- esclamò.

-“Ma ora è cambiato, papà! C’è… qualcosa di diverso in lui.”-

Ma Kate non finì il suo discorso poiché dalla sua borsa uscì come una trottola la piccola tazza Alexis.

-“Ciao!!”- esclamò tutta contenta.

-“Ma guarda… un clandestino!!”- disse Kate contenta che la piccola tazzina fosse lì con lei.

Alexis saltellò tra le mani del padre di Kate ma poi facendosi seria chiese:

-“Beeelle! Perché sei andata via? Non ci vuoi più bene?”- chiese con quella voce da bambino, guardandola con quegli occhioni blu.

Kate non sapeva cosa dire.

-“Oh Alexis… certo che vi voglio bene… è solo che…”- ma fu interrotta una seconda volta in quella serata, questa volta da uno strano bussare alla porta.

Quando l’aprì un losco signore chiedeva dove fosse suo padre poiché essendo pazzo era lì per portarlo via e farlo curare.

Tutti gli abitanti del villaggio erano lì, pronti a testimoniare come suo padre avesse dato di matto alla taverna dicendo che Kate era tenuta prigioniera da una bestia.

Per loro era ‘Quel vecchio matto di Jim’.*

Veniva deriso da tutti e tutti loro erano pronti a puntargli il dito contro, a meno che Gaston non decidesse di parlare in favore.

-“Oh Gaston tu lo sai che mio padre non è pazzo!”-

-“Um… forse io potrei riuscire a chiarire questo piccolo malinteso, se solo…”- disse con voce melliflua.

-“Se solo cosa?”- chiese Kate sapendo già dove Gaston volesse andare a parare.

Perché mentre lo guardava gli veniva in mente il nome Josh?! Non conosceva nessun Josh, e allora perché lo trovava altamente pesante come lui?

Decise che ci avrebbe pensato poi. Ora aveva una questione ben più urgente da risolvere.

-“Se mi sposassi…”- continuò Gaston avvicinandosi al volto della ragazza.

-“Mai!!”- lo respinse Kate.

-“E allora di addio a tuo padre!!”- esclamò cattivo essendo appena stato rifiutato.

Kate corse in casa. Non poteva permettere che suo padre fosse portato via da quegli uomini.

Afferrò lo specchio e lo mostrò a tutti, facendo vedere la Bestia, ma il risultato che creò non fu quello desiderato: Gaston riuscì a convincere tutti che fosse una Bestia cattiva, che durante le notti sarebbe andato a rapire i fanciulli, e che dovevano ucciderlo.

-“NO! Non è cattivo. È buono, e gentile…”- disse Kate guardandone il riflesso sullo specchio.

Gaston le strappò lo specchio di mano e facendola voltare con forza disse:
-“Se non ti conoscessi bene direi che provi qualcosa per quel mostro!”-

-“Lui non è un mostro Gaston! Tu lo sei!!”- esclamò Kate.

Gaston colpito sull’orgoglio e non permettendo a nessuno che lo si offendesse, fece rinchiudere nella cantina sia Kate che suo padre, incitando la folla ad andare ad uccidere la bestia.

 

[http://www.youtube.com/watch?v=tkIN5eHm6Hw ]

 

Intanto la piccola tazzina che aveva assistito a tutto, ben nascosta dietro le scale, cercò una soluzione per liberare la sua Belle e suo padre, quando ad un tratto vide una buffa macchina taglia-legna costruita proprio dal Signor Jim.

La accese e la alimentò e tirando la manovella riuscì ad azionarla, facendola finire contro la porta della cantina liberando Kate.

 

Nel mentre Gaston e tutti gli abitanti del villaggio avevano raggiunto il castello.

Tockins e Lumière avevano cercato di non farli entrare ma alla Bestia ormai non importava più di nulla perché loro avevano lo specchio e pensava che Kate si fosse dimenticata di lui.

Stava soffrendo per amore.

Gaston aveva chiarito che la Bestia sarebbe stata sua, e che tutti gli altri potevano depredare e portare via tutto quello che volevano.

Quando riuscirono ad entrare, il castello sembrava buio e deserto, come se fosse da molto tempo che nessuno dimorava lì e, quando tutti i cittadini furono entrati, Lumière diede il segnare di iniziare la lotta. Avrebbero difeso il castello con le unghie e con i denti.

Le pentole ricadevano sulle teste delle persone, gli appendi abiti facevano a botte contro il macellaio e il panettiere venne inghiottito da un baule.

Un leccapiedi di Gaston se la prese con la povera Babette, ma subito il suo prode eroe Lumière, la salvò dando fuoco al sedere dell’uomo.

Mr Brick fece cadere il te bollente sulle facce di alcuni uomini e tutti i coltelli e gli oggetti di cucina si diedero da fare per mandare via quegli intrusi.

L’armadio cadde di peso sopra il fruttivendolo, schiacciandolo completamente.

Gli abitanti del villaggio vennero pesantemente sconfitti e costretti alla fuga, mentre Gaston avanzava per le segrete del castello, cercando la bestia.

Lo trovò nell’ala ovest e senza perdere tempo lo colpì alla schiena con una freccia.

Gaston rideva, con la sua risata cattiva, malefica, e con un calcio buttò fuori dalla finestra la Bestia facendolo cadere verso uno dei tati tetti del castello.

-“Alzati!”- disse, ma la Bestia non si mosse.

-“Alzati!!”- ripeté, questa volta dandogli un calcio spingendolo verso la fine del tetto.

-“Cosa ti succede Bestia? Sei troppo buono e gentile per batterti?”-

La Bestia non reagì, ma abbassò lo sguardo.
Ormai non gli importava più niente, senza Kate la sua vita non aveva senso.

Gaston afferrò uno spuntone  e si diresse minaccioso verso la bestia, ancora distesa nel tetto con nessuna speranza di potersi rialzare.
Ma una voce femminile urlò nell’aria:

-“NO!!”-

Kate era appena arrivata al castello scortata dal fedele Philippe, proprio quando Gaston lo stava per colpire.

-“No!! Gaston, fermati!!”- urlò.

Ma la Bestia vedendola lì si alzò, come rinvigorito e, afferrando lo spuntone che Gaston aveva in mano per colpirlo, iniziò a lottare contro di lui.

La Bestia era enorme, e subito notò quell’attimo di paura negli occhi di Gaston.

La pioggia cadeva incessante ed entrambi i lottatori erano fradici.

I capelli di Gaston si sciolsero dalla sua coda sempre pettinata e perfetta, incollandosi sul viso, mentre la bestia sentiva i vestiti appiccicati addosso.

Lottarono, spingendosi e cadendo da un tetto all’altro, fin quando la Bestia si nascose fra una fila di gargoyles.

Gaston, sempre con il suo spuntone in mano, mozzò la testa alla prima statua.

-“Vieni fuori e combatti!”- disse guardandosi in torno, ma con il buio e la pioggia non riusciva proprio a distinguere la Bestia fra le varie statue.

-“Sei innamorato di lei, Bestia?”- chiese con disprezzo.

-“Pensavi davvero che avrebbe voluto te, quando poteva avere uno come me??”- chiese ancora deridendo l’aspetto della Bestia in confronto al suo fisico scolpito.

Gaston non aveva ancora compreso che non è il corpo che fa innamorare una donna di un uomo, ma il modo in cui la tratta, e la Bestia l’aveva sempre trattata con amore e rispetto, contrariamente a quel maleducato senza cervello.

La Bestia uscì dal suo nascondiglio, apparendo dietro Gaston, ma quest’ultimo, percependo un movimento dietro di lui, si voltò velocemente cercando di colpire la Bestia con il suo spuntone.

-“E’ finita Bestia! Kate sarà mia!!”-

Ma la Bestia, spinto dalla gelosia e dall’amore che provava per quella ragazza, fu più veloce e più forte di lui, tanto che riuscì a disarmarlo. Lo afferrò per la gola e lo spinse al di fuori del tetto, lasciandolo sospeso nel vuoto.

-“Lasciami andare!! Lasciami andare!! Ti prego, non uccidermi! Farò qualunque cosa! Qualunque!!”- supplicava Gaston avendo paura che la Bestia lo lasciasse precipitare nel vuoto.

La Bestia colto da pietà verso quell’uomo, lo tirò vicino a se:

-“Vattene!!”- disse poggiandolo a terra con poca grazia.

-“Sono qui!”- urlò Kate, affacciandosi al balcone vicino.

La Bestia si voltò verso di lei sorridente, felice che lei fosse ritornata da lui.

-“Kate!”-

Kate allungò la mano verso di lui, per aiutarlo a salire, e quando la raggiunse, le accarezzò il volto.

-“Allora sei tornata.”

-“Sempre.”- disse facendosi cullare da quella carezza, come se quella parola fosse davvero importante per loro.

Numerosi flash si abbatterono nella sua mente: l’ambulanza, il container, nel suo ufficio.

Ormai c’era quasi. Mancava così poco per ricordare.

Ma nessuno dei due si accorse che nel mentre Gaston si era rialzato e pugnalò la Bestia sul fianco.

La Bestia emise un ruggito di dolore, e muovendosi fece perdere l’equilibrio a Gaston, che con un urlo di terrore cadde nel vuoto.

-“Riiiiiick!!”- urlò Kate afferrandolo e tirandolo verso di se al sicuro nel balcone.

Quel nome.

Kate ricordava.

Tutta la sua vita le passò davanti, rivide quando le raccontò di sua madre, quando Rick le disse che profumava di ciliegie, rivide il bacio sotto copertura, rivide il container. E rivide se stessa nell’erba, sanguinante, e lui che le sussurrava il suo amore per lei.

Facendolo stendere per terra, Kate disse tra le lacrime:

-“Mi dispiace… è tutta colpa mia!”-

-“Almeno ti ho potuta vedere un’ultima volta!”- rispose la Bestia prima di perdere definitivamente i sensi.

Kate capì che era morto e fra i singhiozzi riuscì a sussurrare:

-“Ti prego. Ti prego non lasciarmi! Io ti amo!”- disse mentre l’ultimo petalo si staccò dalla rosa.

 

 

Kate si risvegliò nella sala relax.

Gli occhi umidi e delle grosse lacrime solcavano le sue guance.

Aveva sognato tutto in versione ‘La Bella e la Bestia’, con tutti i personaggi che le ricordavano i suoi amici.

Ma colui che aveva perso nel sogno le fece capire che non poteva perderlo nella realtà.

Avevano già rischiato di perdersi, quando il cecchino le aveva sparato, non avrebbe di nuovo sprecato un’altra occasione.

Asciugandosi le lacrime si diresse al loft di Castle.




*durante il cartone gli abitanti del villaggio esclamano: 'Quel vecchio matto di Maurice!'


ANGOLO MIO: ciaooo!!! come state? avete passato una buona Pasqua? :D

eccoci a questo 4 e penultimo capitolo...

bo nn ho tanto da dire in questo.. solo che non ho fatto trasformare Castle in umano! ahahhahaha resterà peloso! xD

bon cn qst mal di testa non mi viene in mente altro qndi lascio dire a voi... vi lascio xò una foto...

cioè... non sono uguali?! xD

aahahahahahha

sbaciottiii

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Beckett uscì di corsa dal distretto.

Doveva assolutamente vederlo.

Sapeva che sarebbe stato a casa sua, aveva la serata con Alexis e le pesava molto interrompere i loro piani, ma aveva un estremo bisogno di parlargli.

Mentre guidava verso il loft piangeva ancora.

Se aveva urlato il suo nome mentre pensava di perderlo, un motivo c’era.

Le lacrime le annebbiavano la vista, e tutto quel sogno l’aveva spaventata a tal punto che ora non aveva solo bisogno di parlargli, ma doveva vederlo vivo.

Doveva sentire il suo corpo sul suo, fuso in un unico abbraccio.

New York è comunemente conosciuta con il termine ‘La Città che non dorme mai’, e Kate pensò che era proprio vero.

Ormai erano le 11 passate, il traffico doveva scemare almeno un po’, ma non per la Grande Mela.

Aveva l’innato desiderio di accendere la sirena per fare prima, ma non poteva.

Così decise di arrendersi al traffico notturno.

Quando arrivò di fronte al suo palazzo, non si preoccupò neppure di parcheggiare decentemente la macchina.

Entrò velocemente e chiamò l’ascensore.

Mentre saliva, sentiva di nuovo le lacrime affacciarsi ai suoi occhi.

Quel sogno l’aveva davvero sconvolta.

Ora aveva capito come si era sentito lui, quando l’aveva vista morire in quell’ambulanza.

Ora sapeva cosa significava vedere qualcuno a cui tieni molto, andare via senza che tu possa fare qualcosa.

Cosa avrebbe fatto se un giorno l’avesse perso?

Lui non sarebbe stato lì ad aspettarla in eterno.
Era vero, voleva risolvere l’omicidio di sua madre, ma voleva anche essere felice per una volta nella vita.

Ed era certa che lui l’avrebbe aiutata in questo.

Il suono dell’ascensore la destò dai suoi pensieri e si diresse verso la porta di Castle.

Respirò a fondo e suonò il campanello.

Attese solo qualche istante, quando un enorme ciotola di pop-corn le aprì la porta.

-“Beckett?!”- chiese Castle confuso di vederla lì.
Era più che sicuro che per quella notte non si sarebbero visti.

-“Ehi...”- rispose debolmente Kate.

Ma solo in quel momento Castle scorse le lacrime e gli occhi rossi di Beckett, segno evidente che aveva già pianto molto. 

-“Ehi... Cosa… cosa è successo?”- chiese dolcemente, prendendola per un braccio e facendola entrare.

Beckett si guardò intorno un po’ spaesata.

Era stata da Castle alcune volte ma in quel momento tutta la certezza, tutta la decisione che aveva fino poco prima, svanirono nel nulla, come se con un soffio di vento fossero state spazzate via.

Sbattendo velocemente le palpebre per scacciare via quelle lacrime che ancora dovevano scendere, disse:

-“Scusa… scusa Castle. Non sarei dovuta venire.”-

Ma prima che potesse raggiungere la porta Castle le prese la mano.

A quel tocco, così caldo e deciso, Kate si voltò e lo guardò.

Era lì. Vivo. Stava bene. Nessuno l’aveva pugnalato.

Senza dire una parola la condusse verso il divano ma non la fece sedere e, una volta poggiata la ciottola con i pop-corn, le prese anche l’altra mano.

Fece intrecciare le loro dita, e con il pollice accarezzava il dorso della mano di Kate, sentendo quando fosse morbida e vellutata la sua pelle.

Ma Kate non riusciva a calmarsi. Continuava a piangere e guardare dappertutto.

Ovunque, tranne gli occhi di Castle che erano ben piantati su di lei.

Vedendo che ancora non si calmava, Castle fece una cosa che, riflettendo col senno di poi, gli sarebbe costata la vita, o una gamba rotta: l’abbracciò.

Avvolse le sue grandi e muscolose braccia intorno al corpo di Kate.

In un primo momento rimase spiazzata da quel gesto.

Si erano abbracciati solo una volta, quando avevano rischiato di saltare in aria con la bomba sporca, una situazione di estremo pericolo.

E ora lui l’aveva abbracciata di nuovo.

Ma dovette ammettere con se stessa che non era affatto turbata, anzi avvolse anche le sue braccia intorno al corpo dell’uomo, per ricambiare quell’abbraccio.

Castle, vedendosi ancora vivo, iniziò ad accarezzare i lunghi capelli della detective, cercando di farla tranquillizzare.

Stretto in quell’abbraccio inspirava il dolce profumo della donna. Non avrebbe mai voluto staccarsi da lei. Voleva questo più di ogni altra cosa al mondo.

Nessuno dei due seppe per quanto tempo stettero lì, in piedi, abbracciati, ma Kate, riuscì a calmarsi, sentendo il calore dell’uomo sul suo corpo.

Era così strano. Con Josh non avvertiva nulla di tutto ciò, mentre con Castle bastava un semplice sguardo per sentirsi amata.

Kate aveva ancora il respiro spezzato dalle lacrime, ma Castle accortosi che la sua musa si stava lentamente calmando, con voce bassa e dolce chiese:

-“Va meglio?”-

Kate si strinse ancora di più nel suo abbraccio, aggrappandosi alla sua maglietta.

Aveva paura a staccarsi da lui. Annuì contro il suo petto, sentendo il suo cuore battere.

Il suo cuore batteva. Kate non faceva altro che ripetersi questo.

Non era stato ferito. Non stava sanguinando.

Staccandosi leggermente lui la fece sedere sul divano, e andò in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.

Porgendole il bicchiere, le chiese cosa fosse successo.

Se Kate stava piangendo di fronte a lui, doveva per forza essere successo qualcosa che veramente l’avesse turbata.

Kate prese un sorso d’acqua ma quando cercò di parlare non ci riuscì.

Voleva davvero ma le parole non le uscivano dalla bocca.

Così Castle provò:

-“E’... è successo qualcosa con Josh? Ti ha fatto del male?”- chiese con una vena di apprensione.

Ma Kate non fece in tempo a rispondere che Castle si alzò di scatto dal divano:

-“Ora lo sistemo io! Lo sapevo che dietro quella maschera da perfetto dottorino c’era qualcosa che non andava!! Tu sei troppo buona per lui, Kate! Lui è come il Dottor Jekyl e Mister Hyde!”- disse arrabbiato dirigendosi verso l’armadio dei cappotti dove teneva anche una mazza da baseball.

Ma Kate scattò veloce e lo afferrò per un braccio.

-“Castle! Non è stato Josh!”- disse a voce alta.

Castle si bloccò e la fissò.

-“Non è stato lui?!”- chiese sorpreso.
Eppure era certo che questa volta la sua teoria fosse  giusta.

-“No. Non ancora per lo meno…”- disse Kate lasciando la frase in sospeso, risiedendosi sul divano.

Castle si sedette al suo fianco, ma questa volta, prima di agire d’impulso, aspettò che la sua musa parlasse.
Ormai aveva fatto la sua bella figura da cretino. Era proprio geloso e l’aveva appena dimostrato.

Ma guardandosi intorno Kate notò che mancava qualcosa.

-“Dov’è Alexis? Non avevate in programma la serata padre/figlia?”-

-“Si, in teoria si. Ma Ashley si è sentito male e Alexis è andata a fargli da infermiera, lasciandomi da solo con i pop-corn e ‘La Bella e la Bestia’!”- rispose lo scrittore.

Kate annuì. Poteva ben capire la paura di Alexis e la premura di sapere che il suo ragazzo stava bene.

Facendo un respiro profondo, Kate iniziò a raccontare il suo sogno.

-“Rick, era tutto così reale. Ho… ho sognato che ero in un castello, e che tutti gli abitanti erano incantati. Non ricordavo come c’ero arrivata, ma alcuni di loro mi ricordavano voi. Tu, Lanie, Esposito, Ryan… persino Martha con Alexis. Eravate tutti lì. Anche mio padre.”- spiegò Kate.

-“Aspetta, un castello? Intendi come questo?”- chiese premendo il tasto play, facendo ripartire il suo dvd.

-“Si. Mi sono addormentata al distretto subito dopo la nostra conversazione e credo che in qualche modo mi abbia influenzata.”- disse abbassando lo sguardo, ma Castle ancora non capiva cosa l’avesse così sconvolta.

-“Fammi capire… quindi tu eri Belle? E io chi ero, Gaston?!”- chiese un po’ confuso.

Kate lo fissò negli occhi.

-“No Rick. Tu eri la Bestia. Josh era Gaston.”- rispose in un sussurro.

-“Oh…”- commentò Rick iniziando a capire.

-“Era… era davvero così reale! Quando Gaston ha pugnalato la Bestia io…io…”- Kate si bloccò, sentendo di nuovo le lacrime pronte a cadere sulle sue guancia.

-“Shh…shh… Kate!”- disse Castle abbracciandola di nuovo.

-“Io sto bene. Non sanguino e non sono ferito. E cosa che personalmente reputo molto importante, non sono peloso come la Bestia!”- disse sperando che di allentare la tensione.

Kate rise, una risata appena accennata, e quando Castle sentì quel suono, si tranquillizzò.

Ma poi rifletté sulle parole di Kate.

-“Che cosa intendevi quando hai detto che non era stato Josh a farti questo? Hai detto ‘non ancora’.”- chiese lo scrittore.

Kate lo fissò negli occhi, quegli splendidi occhi azzurri che le infondevano sempre tranquillità e che le facevano capire quanto lui l’amasse.

-“Gli… gli ho scritto un sms. Prima di venire qui. Gli ho detto che gli devo parlare. E credo che abbia anche capito cosa voglio dirgli.”-

Castle non fiatò e Kate capì che questa volta aveva bisogno di sentirsi dire tutto.

-“Non voglio stare con lui. Rick, in quel sogno… quando la Bestia è stata ferita a morte, io ho urlato il tuo nome, non Josh, capisci?! Io avevo…ho paura di perderti.”- disse Kate sperando di essere chiara nel suo discorso.

–“E credo che sia amore… quando urli nel sonno il nome della persona che hai paura di perdere.”- continuò la bella detective sussurrando, quasi avesse paura che lui la respingesse.

Ma Kate ormai non poteva più nascondersi.

Era andata oltre, aveva finalmente avuto il coraggio di voltare pagina, di fare quel salto che aveva sempre avuto paura di fare.

Accarezzò il viso dell’uomo e poggiò le labbra su quelle dello scrittore, per unirle in un tenero bacio.

Le loro labbra si sfioravano appena ma Castle, che aveva sempre desiderato tutto questo, che la sua detective gli confessasse il suo amore, la attirò a sè, approfondendo il bacio.

Le loro lingue si assaporarono, ed entrambi finalmente si sentirono completi.

Per Kate la relazione con Josh era una storia chiusa e ora poteva vivere finalmente il suo amore con Castle, senza più nessun dubbio, perché la paura di perderlo per sempre era stata più forte e il sogno gliel’aveva dimostrato.

Staccandosi e ancora con il fiato corto, Kate disse:

-“Rick, dimmelo di nuovo.”-

-“Sono meno peloso della Bestia!!”- esclamò soddisfatto e contento di non avere corna e peluria in eccesso, ma gli bastò un’occhiataccia di Kate per fargli capire che aveva proprio sbagliato momento.

Sorridendole dolcemente le prese il viso fra le mani ed esclamò:

-“Ti amo, Kate.”- disse posando nuovamente le sue labbra sulle sue.

Kate sorrise felice e in quel bacio riversò tutto l’amore che provava per lui.

Si accoccolarono nel divano.

Il giorno dopo avrebbe dovuto parlare con Josh.

Non era giusto prenderlo in giro e non sarebbe stato facile, ma in quel momento non aveva voglia di pensarci.

Voleva stare lì con lui, a baciarsi e a sentirsi amata.

Si addormentarono così, guardando ‘La Bella e la Bestia’, proprio come tutto era incominciato, perché infondo ‘every Princess needs her Castle’.



ANGOLO MIO: Saaalve!! :D come state oh popolo di efp?! xD 

bon che dire?! eccovi l'ultimo capitolo di questa follia pura! xD  quando ho pensato a questa storia non erano previsti il capitolo introduttivo e questo finale.. era una shot ma ormai avete capito che tutto ciò che programmo di corto diventa lungo! -.-' bo anche a scuola mi cazziavano xk non sapevo sintetizzare e mi toccava scrivere in minuscolo! xD

anyway mi sento di dovervi spiegare questa frase che dice Kate: "-“Non è stato lui?!”-   -“No. Non ancora per lo meno…”-  "

ok, qui non intendevo che Josh le potesse fare del male a livello fisico.. lo intendevo come magari una sfuriata o una discussione e stop! rileggendo mi sn resa conto che poteva essere frainteso!

ok chiudo qui... ma ci tengo a ringraziare tutti voi che avete letto anche questa mia ff, che l'avete recensita ecc ecc...grazie grazie grazie!

ci rileggiamo?! mah chi lo sa!  xD

volevo andare in pensione ma non ci riesco! xD

sbaciotoooo

Mari24 ;>

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