All This Time

di marsmuffin_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Every Rose Has Its Thorn. ***
Capitolo 2: *** Everything changes. ***



Capitolo 1
*** Every Rose Has Its Thorn. ***


Ore 5:30 am.
Maddy svegliati ci sono le prove, Maddy svegliati.
Continuavo a ripetermi questa frase da quando la sveglia era suonata alle 5 di mattina.
Era un inverno freddo e asciutto, a New York.
«Non ho voglia!» urlai di colpo.
«Signorina Madison, le sembra questo il modo di urlare a quest'ora?» la mia tata entrò in camera mia senza preavviso.
«Così sveglierà tutto l'hotel.»
Io dico, una tata. Ho una tata a diciassette anni, quasi diciotto per la precisione.
Ah, ma quando ne avrò diciotto.. ancora un mese. Non vedo l'ora che sia marzo, per potermene sbarazzare, finalmente.
«Io faccio quello che mi pare
«In realtà, in realtà no. Lei è sotto la mia tutela, la signora Dawson mi ha affidato la sua responsabilità, ci tiene che crescate educata.»
«Mi madre se ci tenesse veramente a me, verrebbe di persona ad educarmi.
No invece, invece è a Miami con il suo squallido compagno, uno di quei modelli da crema da barba che non sopporto.
Boh, sarà il decimo fidanzato in un anno e mezzo. Non gli importava niente di papà.»
Avevo le lacrime agli occhi, ma sono una persona forte, non voglio piangere, non voglio sembrare una debole.
«La signora amava molto il signor Dawson. Non parli in questo modo di lei.»
«Si certo, lo amava moltissimo» dissi con sarcasmo.
«Lo amava talmente tanto che quando è morto non si è fatta tanti problemi a scaricare anche me.»
«Signorina Madison, si calmi. Ora, la prego, si sbrighi o faremo tardi alle prove.»
«Va bene.» non avevo più voglia di discutere, tanto sapevo di avere ragione.
Era tutti i giorni la stessa storia, prove, prove e ancora prove fino al momento dell'inizio delle rappresentazioni a teatro.

Ore 6:30 am.
«Scusate il ritardo.» disse la tata con fare di chi non vuole prendersi per niente la colpa la mia tata.
«Abbiamo avuto dei problemi.» mi fulminò con lo sguardo.
«Va bene va bene, ora iniziamo subito con le prove.» disse il direttore.
«Atto primo. Madison, ricorda che te sei la signorina Jenna. Sei una ragazza viziata e presuntuosa. Tutto pronto?»
Non avrei voluto voluto vedere quello che ho visto.
Girandomi verso la mia tata, non so, forse in cerca di un minimo cenno di approvazione, o anche di assenso, non chiedo tanto, mi accorsi della conversazione che stava avendo con il direttore.
«Non le riuscirà difficile questo ruolo..» disse ridacchiano sotto voce al direttore.
«Ha proprio ragione, eheh..» rispose lui, un po' meno discretamente, tanto che quasi mezzo uditorio si giro verso di lui.
Sentendosi particolarmente osservato, torno in se.
«Ehm, bene, iniziamo! Sipario prego.»
Quel grande tappeto rosso che divideva me e il pubblico si alzò.
Naturalmente era solo una prova, il pubblico non c'era realmente, ma c'era nella mia testa.
Per svolgere bene il mio ruolo mi immaginavo sempre davanti al pubblico.
Mi serviva anche per evitare di avere troppa ansia al momento della messa in scena.
«Non voglio un vestito rosso qualunque» iniziai a recitare. «voglio IL vestito rosso che...» panico. Non ricordavo il testo.
«Madison! Dategli un manoscritto per l'amor di Dio. Devi studiare la parte, non stai giocando. Ci sono centinaglia di attrici che vorrebbero avere il tuo posto.»
Feci un respiro profondo, cominciai nuovamente.
«Non voglio un vestito rosso qualcunque. Voglio IL vestito rosso che indossava l'altro ieri Lady Gaga.»
E la prima battuta era andata. Ora dovevo combattere un'altra guerra.

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Capitolo 2
*** Everything changes. ***


Everything changes. chapter 2.


Il tempo passò velocemente.
Il direttore mi intimava di sostituirmi, ma so benissimo che non avrebbe mai osato. 
'Maddy, stai calma.' Ripetevo ogni qual volta quell'inutile persona apriva bocca, perlopiú per criticare.
Non so precisamente cosa mi fosse preso quel giorno, ma niente stava andando per il verso giusto.
Guardai l'orologio che tenevo al polso, e mi accorsi che di li a un minuto sarebbe arrivata la pausa pranzo.
'Finalmente.' Pensai tra me e me, mentre il direttore continuava ad elencarmi tutti gli errori che avevo fatto durante le prove.
Quando fui sicura che avesse terminato il suo discorso, annuii solennemente, e mi diressi verso il mio camerino.
La tata mi stava aspettando davanti la porta.
"Allora? Che ti é preso oggi?"
La guardai, impassibile, cercando di non lasciar trasparire alcuna emozione.
"Perché.. hai sentito anche Ryan..." Disse riferendosi al direttore, come se tutto ció che uscisse dalla sua bocca fosse oro colato.
"Hai fatto abbastanza pena oggi, puoi fare decisamente di meglio."
Continuai ad annuire come avevo fatto poco prima con il direttore, noncurante delle sue pungenti parole. 
La sorpassai ed entrai nel camerino, chiudendo la porta dietro di me.
Mi sedetti davanti allo specchio, iniziando a guardarmi, notai un'umida scia sulla mia guancia, lasciata probabilmente da una lacrima che si era lasciata andare come se fosse stata trattenuta da un'ancora, per poi sfrecciare lungo la guancia e svanire, come rapita in un soffio.
Tentai di sorridere, sollevando prima un angolo della mia bocca e poi un altro, con scarsi risultati.
Andai in bagno e mi sciacquai la faccia, per poi scegliere un vestito color crema dalla cabina armadio che avevo li, abbinandoci dei decoltè del medesimo colore. 
Mi affacciai fuori dalla porta, notando che la tata, fortunatamente, non c'era più.
Poco più in la vidi uno dei tecnici. "Scusa!" Gli dissi, alzando il dito indice per attirare la sua attenzione. "Avrei bisogno di Annette. Puoi chiamarmela?" Annuii rispettosamente, per poi spingere un tasto sulle cuffie che stava indossando, e parlare due secondi dopo. "Paul, chiama la truccatrice Annette. É richiesta nel camerino di Miss Dawson.. Subito". 
Sorrisi, pensando che quel 'subito', detto in modo così amaro, non sarebbe poi stato così necessario. "Grazie." dissi, per poi rientrare in camerino, e sedermi nuovamente davanti allo specchio.
I capelli scuri mettevano in risalto la mia pelle, bianca come il latte, e sembravano quasi immersi in una lotta continua con i miei occhi azzurri, probabilmente l'unica cosa di me che mi piaceva.
Senti bussare due volte alla porta, e quasi sobbalzai dallo stupore, quanto ero immersa nelle mie riflessioni.
Mi sistemai il vestito, nel caso di eventuali pieghe, e mi sistemai i lunghi capelli da un lato.
Aprii la porta e sorrisi alla vista di Annette.
"Ciao, grazie di essere venuta."
Dissi aprendo completamente la porta, lasciandole un notevole spazio per entrare, insieme al suo carrellino nero, pieno di trucchi.
"Grazie a lei per avermi chiamata, Miss."
Scossi la testa con gli occhi chiusi, per poi riaprirli e parlare due secondi dopo.
"Non darmi del lei, non sono così vecchia. Puoi chiamarmi Maddy."
Annette annuii, probabilmente esaminando ciò che avevo appena detto.
"Come desidera, Miss. Anzi, Maddy." Disse sorridendo.
Sprofondai in una leggera risata, che a quanto sembrava dal suo volto, deve avergli fatto piacere. 
Mi misi seduta sulla mia amata sedia, una di quelle da regia che solitamente si trovano nei camerini delle star, davanti allo specchio.
Mi girai appena accennando a un sorriso.
"Annette, fai del tuo meglio per rendermi presentabile." Annuii e iniziò a truccarmi. 
Chiusi gli occhi, cercando di godermi ogni attimo di relax che gradualmente mi stava invadendo l'anima. 
Una buona mezz'ora dopo, a occhio e croce, sentii la sua voce dirmi qualcosa, ma tanto ero assorta, che non riuscii a distinguere i suoi emessi dalle sue parole.
"Hm?" Gli dissi aprendo gli occhi, intimandola implicitamente a ripetere.
"Le stavo dicendo che ho finito, Miss.
Sorrisi, lasciando stare il fatto che mi aveva nuovamente dato del lei e chiamato Miss.
Mi guardai allo specchio.
Oltre ad aver assunto un colore più brillante, ora sulla pelle del mio viso erano comparse delle gote color pesca, che mi davano sicuramente un aria più giovanile ed amichevole. 
I miei occhi erano contornati da un eyeliner argentato che sposava meravigliosamente con il profondo colore delle mie iridi, e i colori chiari e rosei degli ombretti che si facevano largo sulla mia palpebra. 
Le mie labbra erano sicuramente più carnose del solito, effetto probabilmente dovuto alla matita color carne che le contornava, delimitando il rossetto rosso su di esse.
Soddisfatta del suo lavoro, mi rivolse un'occhiata compiaciuta notando il modo in cui mi guardavo allo specchio.
La guardai, facendo largo a un sincero sorriso sul mio volto.
"Grazie Annette. Mi piace molto." Mi sorrise, come se fosse preparata alle mie parole.
"Sono onorata di truccarla, Miss. Quando le servo, sa dove trovarmi. Una chiamata, e sono da lei." Mi sorrise nuovamente, per poi liquidarsi fuori dalla porta, al seguito del suo carrellino. 
Mi scrutai un ultima volta allo specchi, mancava ancora qualcosa. 
Estrassi allora da un cassetto una collana d'oro bianco, con un brillante al suo apice, che indossando, dava tutt'altra luce alla mia immagine. 
Indossai un impermeabile bianco, e presi una borsa color pesca, in cui misi il portafoglio, il cellulare e il cerca-persone.
Mi sistemai nuovamente i capelli da un lato, e uscii dal camerino, chiudendolo a chiave.
Mi incamminai lungo il corridoio che portava al palco e poi alla platea.
Incontrai la tata e il direttore, che stavano parlando. Mi fulminarono con lo sguardo.
"Ora abbiamo i provini per il ruolo di protagonista maschile." Annuii, non capendo dove volesse arrivare.
"Sei pregata di essere puntuale. Alle quattro, fatti viva. Sceglieremo insieme la persona più adatta a questo ruolo."
Ascoltai attentamente le sue parole.
Se pensava di farmi felice, si sbagliava.
Se pensava così di convincermi a non licenziarlo quando avrei ereditato la compagnia teatrale, al compimento dei miei diciotto anni... Beh, si sbagliava anche per quello.
"Okay." Mi limitai a dire, con un espressione fredda in volto.
Continuai a camminare, fino a raggiungere, finalmente, l'uscita.
Inalai un po' di quella aria inquinata di New York come fosse la più pulita.
Alcuni giornalisti mi stavano aspettando fuori dal teatro, insieme a dei fans.
"Miss Dawson, come si sente al pensiero di ereditare quest'impero da suo padre tra pochi mesi?" "Miss Dawson! É vero che è rimasta incinta?" "Che ci può dire del fatto che sia stata vista ben due volte con lo stesso vestito?"
Non proferii parola, e alzando una mano, mi limitai a dirigermi verso i fan per firmare autografi e fare foto con loro. 
Ero pronta a godermi quelle due ore di libertà.
Iniziai a camminare lungo Broadway Street, facendomi spazio tra la folla, senza una meta precisa.
Una disattenzione, una sola.
Uno di quei ragazzo che distribuiscono volantini me ne porse uno, e in un attimo accadde.. Tutto.
Voltai la testa verso il ragazzo, facendo cenno con la mano di non volere niente, e sentì il mio corpo sbattere contro un qualcosa, per poi franare.
Mi ressi per un pelo, ma lasciai che il mio copione cadesse a terra. 
Iniziai a raccogliere i fogli, prima che i passanti ne facessero dei tappetini per pulirsi le scarpe. 
"Oh no..." Esclamai con un filo di voce. 
Mi abbassai per iniziare a raccogliere i fogli del copione, ma portare i tacchi rese tutto più difficile.                                                             
Stavo per raccoglierne uno, quando qualcuno mi precedette.
Realizzai quindi che non mi ero accorta dove ero andata a sbattere, così, alzando il capo, notai un ragazzo che mi stava aiutando a raccogliere i fogli. 
"Sono andata a sbattere contro di te, vero?" Dissi senza scompormi, nascondendo una certa vergogna nel mio tono di voce.
Rise, mostrando un sorriso pressoché perfetto, e annuì.
Non sono abituata a gente gentile con me. "Oh, grazie". dissi abbozzando un sorriso, notando che stava continuando a raccogliere i fogli al posto mio.
"Di niente, capita di distrarsi in mezzo a tutta questa gente."
Si rialzò prima di me, e mi tese una mano per aiutarmi. "Tu sei?"
Tornai nel mondo reale. "Nono grazie faccio da sola. Comunque... Madison Dawson, piacere. Ma puoi chiamarmi Maddy. Te?"
"Quei Dawson? Quelli della Dawson and Family Productions?" disse sbarrando gli occhi, con l'entusiasmo di un bambino di cinque anni.
Lo guardai perplessa. "Si, come mai?"
"Sto andando a fare un provino proprio per quella compagnia teatrale. Mi presento per il ruolo di Micheal." Disse sorridendo. "Anche se si dice che la protagonista sia veramente antipatica. Voci." disse facendo le spallucce.
"Oh. Quindi sei un attore anche te." dissi ignorando il fatto che stava parlando, senza saperlo, proprio di me.
"Si! Te reciti anche, o sei solo la proprietaria di questo impero?" disse enfatizzando alcune parole in modo ironico.
"Già. Sono l'antipatica protagonista dello stesso show per cui stai andando a fare il provino." dissi tutto d'un fiato, cercando di non fargli percepire nessuna emozione.
Ero abituata al gossip, non mi importava del pensiero della gente, ma il fatto che lui non desse per scontato le voci, mi fece piacere.
Fece una pausa piuttosto lunga, momenti in cui l'aria si colmò di imbarazzo.
"Oh. Beh, comunque mi sono scordato di dirti come mi chiamo. Nicholas Jerry Jonas, piacere. Per gli amici, Nick." Mi tese la mano per stringerla.
Gli sorrisi, riflettendo che sembrava simpatico, e che io sarei stata uno dei giudici. "Piacere mio."
"Beh, volevo andare la in anticipo ma.. magari potresti darmi qualche consiglio. Ho il provino alle tre, e sono ancora le una." disse come cercando di imitare la mia freddezza, che poco prima aveva assaporato.
Annuii. "Va bene. Tanto devo andare a pranzo. Ti piace il McDonald?"
Fece una piccola risata, chinando la testa e arricciando il naso con un fare accattivante. "A chi non piace?"
"Okay allora." dissi tagliando corto,  con i miei soliti modi.  "Andiamo."
Dopo una cinquantina di metri, ecco il posto che cercavamo.
"E' pienissimo." dissi preoccupata.
"Ti va una soluzione alternativa?"
"Tipo?"
"Te dimmi solo se ti piace mangiare messicano."
Mi misi a ridere. Decisamente, non mi capitava spesso. "Santi numi, siamo americani! Siamo la patria del cibo messicano!"
Mi sorrise. "Lo prendo per un si allora."
Mi prese la mano, e a passo veloce mi lasciai guidare da un ragazzo che conoscevo appena da cinque minuti.









Spazio autrice.

Saaaalve bella gente! L'anno scorso postai il primo capitolo di questa fanfiction, ma poi tra una cosa e l'altra, mi scordai proprio di avere un accaunt efp.
Poi una mia amica mi ha chiesto di recensire una sua OS su Demi, e mi sono data da fare per rintracciare password e nome utente, e riaccedendo mi sono ricordata di aver iniziato una ff :')
Questo da un paio di settimane. Così, mi sono messa a scrivere un secondo capitolo.
Il problema è che io non ho idea di cosa avessi in mente l'anno scorso.
Motivo per il quale ho riscritto il secondo capitolo circa quattro volte. lol
Alcuni sprofondavano palesemente nel rating rosso, ma questa ff non è a rating rosso, e quindi ho riscritto il capitolo fino ad ottenere un capitolo decente.
Ditemi cosa pensate.. cosa pensate di Nick e Maddy? Sono solo amici?
Se avete critiche le accetto mooolto volentieri, qualcuno mi ha detto in una recensione che il capitolo era troppo corto.. e quindi mi sono impegnata per fare il capitolo di una lunghezza decente.
Spero vi piaccia, anche se questo capitolo lo considero un po'.. 'di passaggio', visto che manca un po' prima di entrare nel vivo di una storia.
Prometto che questa volta aggiorno prima! Ho già in mente qualche cosa per il prossimo capitolo. *risata malvagia*
Okay, fate i bravi, lasciate un commentino dai, una piiiiccolissima recensione, anche se per farmi sapere solo che sarebbe meglio se mi ritirassi dal mondo delle fanfiction :')
Se proprio non ce la fate a scrivere un commento di dieci parole.. alloooora mettete la storia nei preferiti o nelle seguite?
Okay, la smetto di parlare.
Baci, Mars xx

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