'Try to find another way to live

di Ari_xx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 'A Day Like The Others' ***
Capitolo 3: *** Like a Night Without the Moon ***
Capitolo 4: *** Goodbye My Love.. ***
Capitolo 5: *** HAPPY Birthday ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


... Quasi quindici anni fa era tutto diverso. Erano felici, erano insieme.
Come dire.. erano una famiglia, una famiglia alquanto felice.
Chi è entrata a rovinar le cose? Eccomi! Sono qui.
Quel 15 maggio di quindici anni fa (quasi sedici) entrai a far parte della “famiglia”.
So che il motivo della separazione dei miei non è stato affatto per colpa mia, non potevo esprimere il mio parere, in ogni caso
però, anche sapendo che la colpa non è mia, faccio di me la causa di tutto ciò. Ho sempre pensato che se non fossi nata i miei
non avrebbero avuto problemi con questo secondo figlio... So che non è così, la mamma, almeno lei, mi vuole davvero bene
ed ogni giorno tutto il possibile per dimostrarmelo.
La mamma è come se facesse la “manager” di Fabio... lo aiuta nella sua carriera da dottore, per questo partono spesso, e
per tempo indefinito, ma fanno sì che io abbia tutto ciò che mi serve.
Insomma... Alla ragazza qui presente non manca nulla; a parte conoscere le sue vere origini.
Dai su... Sono cresciuta in un ambiente molto più che rispettabile, caldo e affettuoso. “Perfetto” direi.
Mi sono fatta una cultura, ho imparato quali sono i valori della società. Ho tante ambizioni e idee.
Io stessa ho paura di parlare di me, di non piacere alla gente, so che dovrei preoccuparmi di ciò che penso io anziché dar
conto a quel che pensano gli altri ma non è nel mio essere. In questo sono molto diversa dalla mia mamma, lei è diretta, deve
fare una cosa e la fa, certo pensa prima alle conseguenze e nel caso non lo facesse alla fine trova sempre una via di uscita ai
suoi problemi. Al contrario io sono timida, incerta ed insicura.
Ma fisicamente credo di assomigliarle abbastanza...
Ho lunghi capelli biondo cenere che partono lisci terminando con boccoli che si appoggiano delicatamente sulla mia schiena,
direi che sono bassina... il mio metro e sessantatre non la dice lunga, al contrario dei miei occhi, sono particolari; sono verdi
con leggere sfumature di marrone all’interno, ed una pupilla nera come il petrolio.
Mi dicono che sono “bella” e non lo nego, sono fortunata ad avere un nasino piccolo ed una bocca carnosa al tal punto di far
invidia... per questo non molte delle mie amicizie, parlando di ragazze, sono vere.
Credo però di voler un bene sconfinato al mio migliore amico, e già.. ho la fortuna di avere una sorta di Taylor Lautner come
migliore amico. Non pensate che sia solo bello, ha anche un cuore d’oro, per me farebbe di tutto e io non lo reputo altro che
il “mio migliore amico” e credo che mai diventerà qualcosa di più.
Siamo sempre insieme, a scuola insieme, in classe insieme, a fare tutto insieme.
Ne sono più che felice, non potrei mai scambiare Zayn per qualcun altro. Lui mi completa, è la parte più significativa di me.
Senza di lui non vivrei, mi sentirei vuota, spenta, lui mi illumina.
E’ il mio sole personale. Non sopporterei l’idea di vivere senza di lui al mio fianco.
Se un giorno dovesse andarsene davvero non saprei come fare.
Purtroppo però so che ben presto accadrà.. Lui ha la fortuna di avere a Londra un’intera famiglia.
Infatti prima o poi lui andrà via e mi lascerà qui da sola nell’oblio più totale.

Spenta, come una notte senza luna.

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Capitolo 2
*** 'A Day Like The Others' ***


‘A Day Like The Others’ ero abituata ormai a ripetere ogni mattina.
Non succedeva mai niente di nuovo, sempre la stessa vita monotona.
Ci si sveglia, ci si lava, si mangia, si studia e.. ? Basta.
La sveglia suona alle sette spaccate dicendo:


So get out, get out, get out of your bed;
and fall into your school instead.
I don’t, don’t know what it is,
but you need to get up.

You have to get up


...La mia sveglia? Già; odiosa. C’è scuola. L’unico motivo per cui lasciavo il mio adorato letto era per vedere il mio “sole personale” ..Quello che quando ti entrava negli occhi alle otto di mattina non ti uccideva, anzi, ti migliorava ogni singolo minuto.
Quella mattina non avevo voglia però di alzarmi, anche se dovevo. Sapevo che sarebbe stato un giorno noioso come gli altri, alla fine la mia coscienza decise che dovevo buttarmi giù dal letto.
Erano le sette e trenta quando mi resi conto che Zayn era ad aspettarmi sotto l’appartamento.
Feci tutto di fretta e furia, mi alzai dal letto, scesi di sotto per una colazione veloce..
Stamattina non avevo tempo per il solito latte, la fetta di pancarré con la marmellata di fragole andava più che bene.
A quel punto, appena finita la colazione fuggì di nuovo sopra, passai di fronte la mamma senza neanche buttarle l’occhio..
“Tesoro ma perché corri così tanto, calmati, stamattina non ti sei fatta degnare di uno sguardo!” mi rimproverò la mamma.
“Scusami mamma! E’ tardi!” e tornai dietro a darle un bacio sulla guancia.
“Non ti preoccupare tesoro. Ah! Ho visto Zayn poco fa qui fuori, credo ti stia aspettando da un po’.” Ribatté lei.
“Si lo so, è per questo che devo sbrigarmi!” le dissi scattando di sopra veloce come un razzo.
“Tesoro aspetta! Allora? Per il tuo sedicesimo compleanno? Niente?”
La mamma non ha fatto altro che ripetere la stessa da un mese a questa parte
“No, mamma. Ho detto di no, e non riuscirai a farmi cambiare idea, e lo sai.” Le dissi facendole l’occhiolino mentre salivo di sopra velocissima.
Sbattei la porta del bagno così forte che cadde il sapone ben piazzato da sopra al lavandino.
Mi lavai i denti più in fretta possibile, corsi in camera e aprii l’armadio lilla accanto al mio letto per decidere i vestiti.
Ne tirai fuori a milioni. Maglietta o camicia? Jeans o pantacollant? Scarpe da ginnastica o stivaletti?
Ecco fatto! Tirai fuori dall’armadio la mia camicetta bianca comprata da poco insieme a quel carinissimo jeans color grigio scuro.
Corsi subito giù ma a metà scala ricordai dei capelli. Aiuto. Erano ancora legati. Corsi di nuovo sopra.
Davanti allo specchio, di fianco al mio letto, li sciolsi, li pettinai con quella vecchia spazzola mezza rotta che ormai aveva un posto fisso sulla mia scrivania.
I miei capelli biondi che oscillavano da un lato all’altro, pettinandoli tornavano lisci sul capo e con i boccoli al termine.
Piacevano tanto a Zayn..
In seguito presi la mia matita nera per gli occhi e ne misi un filo sotto e doppia con la codina al fine.. Come al solito.
Misi il mio zaino in spalla e corsi velocemente di sotto.
“Ciao mamma!” dissi mentre sbattevo la porta.
Eccolo! Vidi Zayn in lontananza che mi venne in contro con un sorriso.
“Finalmente, ero mezz’ora che ti stavo aspettando.” Mi disse sorridendo.
“Lo so, e scusami. Mi sono svegliata tardi nonostante abbia sentito la sveglia suonare, ero stanca.” Risposi io.
“Non ti preoccupare bellissima.. Forza però, l’autobus passerà tra meno di due minuti, sbrighiamoci!” ribatté Zayn.
A quel punto ci catapultammo alla fermata e facemmo giusto in tempo.
Lì nell’autobus notai la faccia strana di Zayn.
“Zayn cosa succede? Devi dirmi qualcosa?” Gli chiesi preoccupata.
“No bellezza, non ti preoccupare; niente.” Mi rispose alzando la testa e guardandomi.
Il sorriso era ritornato sulla sua faccia, anche se solo abbozzato.
Vabeh, a quello ci avrei pensato io, non so come ma gli avrei fatto ritornare il pieno sorriso, in un modo o in un altro.
Arrivammo fuori scuola. Scesi dall’autobus mi voltai verso Zayn e notai che la tristezza era tornata sul suo viso.
Gli chiesi ancora una volta cosa c’era che non andasse, ma non mi rispose.
Ad un certo punto alzò la testa spostando la sua meravigliosa cresta.
Lo guardai e mi resi conto che senza di lui tutta la mia esistenza sarebbe stata buttata al vento.
A quel punto alzò la testa
“Ti prego, vieni con me, oggi non entriamo a scuola.” Mi disse.
“Zayn ma cosa dici?” Risposi.
“Non chiedere spiegazioni ti prego, vieni con me e basta.” Disse prendendomi il braccio e portandomi in direzione della metro.
“Zayn no! Che.. Che vorresti fare scusami?!” chiesi con tono.
“Niente, solo una cosa.. Vorresti rendermi davvero felice?” rispose.
A quella domanda non seppi che rispondere, io lo volevo bene con tutta me stessa e ormai ci conoscevamo da anni e che io ricordi lui ha sempre fatto di tutto per rendermi felice. Ora era il mio turno.
Anche se questa non era una scusa plausibile per marinare la scuola, volevo farlo. Ne sentivo il bisogno.
Allora mi tolsi dalla sua stretta e lo presi io
“Andiamo!” dissi sorridendogli.
E lui ricambiò. Era contento, nei suoi occhi scuri riuscivo a intravedere una lacrima..
Ma per cosa? Non capivo davvero. Ma se davvero lo voleva, oggi l’avrei reso felice.
Mi diresse verso quel boschetto vicino la città, era il posto in cui più amavamo stare insieme.
Parlammo, ridemmo e scherzammo tutto il tempo.
Eravamo solo noi due, in un posto che avrebbe fatto invidia a chiunque, eravamo entrambi senza respiro, l’uno di fronte all’altra. Ad un tratto i nostri sguardi si incrociarono. Senza fiato. Senza parole.
Cercavamo solo di goderci quel momento, quel momento che avrebbe occupato una parte della nostra eternità.
Cosa regnava su di noi lì? Non si capì bene ma una cosa era certa, la libertà si sentiva.
Ecco cos’era: La pace! Lei regnava su di noi! Su decine di alberi, milioni di fiori e centinaia di cespugli rigogliosi.
Fui capace di far dimenticare a Zayn tutte le sue preoccupazioni.
E che giornata ragazzi, ero al settimo cielo, Zayn rendeva tutto migliore..
Oddio ma cosa mi stava succedendo? Per lui non ho mai provato più che una semplice amicizia!
Che le cose stessero cambiando? Non potevo davvero crederci.
Magari le cose già erano così. Era la mia stupida mente che rifiutava di accettare la realtà.
Una realtà alquanto evidente, e a dir poco stupenda.
Ci sedemmo a terra, ridemmo e parlammo.
“Grazie..” mi disse Zayn.
“Di cosa?” gli risposi, non capivo il perché di quella affermazione.
“..Di tutto! Davvero. Sei l’unica persona che mi capisce davvero, sei l’unica persona che sa tutto di me. Non potrei vivere non conoscendoti ma sapendo che ci sei.” Rispose lui.
A quelle parole, mi soffermai, lo guardai, perfetto com’era.. Lo ammirai per qualche secondo, con la luce del sole che gli rigava il volto. Mi avvicinai sempre di più a lui, appoggiai la mia testa sulla sua spalla.
In seguito mi toccò il mento, me lo spinse verso l’alto come se dovessi alzarmi. Lo feci.
Eccoci. L’uno di fronte all’altro.. senza fiato.
Eravamo lì, a goderci quella piccola parte ma perfetta della nostra esistenza.
Mi guardò, mi scrutò con quei suoi profondi occhi marrone scuro.. Mi riprese il mento, lo avvicinò alla sua faccia.
Io non ero consapevole di ciò che sarebbe successo di lì a poco, ero solo persa nei suoi grandi occhi marroni.
Ci avvicinammo ancor di più.. Ci guardammo intensamente.
Eravamo stupendi.
L’unica cosa che ci circondava era la felicità.
Non riuscivamo a parlare, ma a rompere il ghiaccio fu lui, in tutta la sua delicatezza.
“Grazie ancora. Per me sei tutto ciò che un ragazzo possa desiderare,  non ci sono giustificazioni per quello che ho fatto, volevo semplicemente passare del tempo con te, e durante questo tempo mi sono accorto che ti a.. a.. adoro.” Mi disse.
Sorrisi timidamente nascondendo del dispiacere, tanto dispiacere.
“Sei consapevole che un giorno, non molto lontano, potrei andarmene di qui, vero?” Chiese lui.
“Sì, lo so, ma non voglio pensarci. Del resto, beh, Sono io a ringraziare te, so che per me ci sarai sempre, che faresti di tutto.” Risposi.
“Io farei di tutto per te che sei la mia migliore amica. Non potrei vivere in un mondo in cui tu non ci sei.” A quel punto mi scappò una lacrima.
A quella frase mi scappò un pensiero veloce, che lui ricambiasse i sentimenti che provo? Non credo, ha detto “amica”.
Una povera, patetica amica.. Meglio tornare alla realtà.
“Io nemmeno. Un giorno riusciremo a realizzare tutti i nostri sogni, di cui abbiamo tanto parlato, magari insieme.” Disse lui.
“Mi aiuterai.. Insomma.. Saresti disposto ad aiutarmi.. Ad aiutarmi su ciò di cui ti parlai? ..” gli chiesi tremolante.
“Per trovare tuo fratello e tuo padre sarei disposto anche ad andare in capo al mondo.” Mi rispose.
“Grazie ancora, Sei un amico davvero speciale.” Conclusi io alquanto amareggiata.
Un amico, solo un semplice amico.
Quando andrà via tornerà tutto normale, un pezzo del mio cuore apparterrà sempre a lui, ma l’altro.. Andrà perso.
A quel punto si alzò, mi tese la mano, e insieme ci incamminammo verso casa.

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Capitolo 3
*** Like a Night Without the Moon ***


Ecco; partì la sveglia.
Quel giorno decisi che non avrei fatto tardi, o almeno così speravo che fosse.
..Mi svegliai normalmente, come sempre andai giù a fare colazione e per le scale salutai la mamma.
“Ciao tesoro, allora? Dai che al tuo compleanno manca meno di una settimana. Che hai deciso di fare?” mi chiese.
“Mamma, e sono trecentoquarantasettemilaventidue, non lo so. Suppongo che passerò la serata con Zayn, non sarei in grado di festeggiare senza di lui.” Le risposi.
“Lo so cara, ma.. Niente festa? Quest’idea non ti sfiora nemmeno?” mi disse.
“No mamma.” Le dissi con tono compiaciuto.
“Va bene, forza però dai.. Oggi devi andare a scuola.” Mi rispose.
-Oggi?- perché aveva detto “oggi”? Che sapesse del mio “non essere andati a scuola per accontentare Zayn”?
Mi voltai di scatto per salire sopra.
“Pensi che non l’abbia saputo?” Mi disse.
Feci finta di non capire.
“Ho Capito, beh.. Non fa niente, tanto adesso Zayn se ne andrà, meglio che ti godi gli ultimi giorni con lui.” Affermò.
A quella frase mi girai verso di lei, la guardai negli occhi pietrificata.
“C.. C.. Cosa?!”
Balbettavo. Non riuscivo a capire! Fosse stato quello il motivo della sua tristezza?
“Non te lo ha ancora detto?” Chiese la mamma.
“Se.. Se.. Se ne andrà?” dopo detto ciò salì corsi su in camera mia piangendo.
“Scusami tesoro! Mi dispiace. Non avrei dovuto parlartene, avrebbe dovuto dirtelo lui, scusami.” Disse le mamma realmente dispiaciuta.
“Non ti preoccupare, in fondo non è colpa tua!” Urlai dalla mia camera.
Singhiozzavo, balbettavo, ero incredula.
Com’era possibile!? Perché non me ne ha mai parlato!? Insomma.. E’ il mio migliore amico! Come avrebbe potuto non farlo!?
Finii di prepararmi, avevo già perso troppo tempo.
Uscì dalla porta di casa, lui non era lì. Perché? Cosa gli prende, non capisco?
Mi incamminai a scuola normalmente, al freddo, congelando sotto la neve.
All’entrata non c’era. Non era lì. Che fosse partito senza dirmi nulla?
La campanella suonò. Entrai in classe come se nulla fosse.
Mi sedetti sulla sedia, alla prima ora c’era Inglese, la solita interrogata? Io.
Anche se francamente non ne capivo il motivo dato che in Inglese io ero la più brava, insieme a.. a.. Zayn.
“Russo! Alla lavagna!” mi ordinò la professoressa.
Corsi velocemente. Mi chiese un paio di cosette stupide e me ne tornai a sedere.
In quei cinque secondi, mentre tornavo al mio posto, vedevo la sedia accanto alla mia.. Vuota. C’era solo il Nulla. Ma io volevo Zayn.
A metà lezione vidi la porta aprirsi. Alzai leggermente lo sguardo e vidi qualcuno entrare. Eccolo, era lui.
Era preoccupato. Ancora.. Ma almeno adesso ero consapevole del motivo. Gli avrei chiesto spiegazioni una volta finita l’ora.
Driiiiiiiiinnnnnnnn -  ecco la campanella.
Avevo un sguardo pietrificato, tanto che non riuscì a muovermi, e lui (?) non si degnò di spiegarmi.
Ad un tratto decisi di girarmi, e con lacrime agli occhi..
“Potrei avere spiegazioni?” Gli chiesi.
“Riguardo cosa?” Rispose.
“Lo sai perfettamente! Tu mi lascerai!” Dissi io.
A quel punto chinò la testa.
“Come lo hai saputo?” Mi domandò.
“Mia madre..”
“Non è colpa mia!” disse dando un pugno al muro.
“Lo so benissimo, ma vorrei comprendere il perché di questa decisione? Tu non puoi andartene così! Mi lascerai da sola! Isolata, senza poter fare nulla. Non voglio che tu te ne vada!” Mi sfogai.
“Ti ripeto che non è colpa mia!” Disse alzandosi brutalmente dalla sedia e camminando via a passo veloce.
Da lì non si fece più vedere, ed io, aspettai il termine della giornata.
Una volta uscita da scuola mi incamminai solitaria verso casa.
Stavo ripensando a prima, al tono con cui fuoriuscirono le sue parole.
A quel punto mi cadde una lacrima sulla mano, la asciugai, ma sembrava che altra acqua volesse inondarmi.
Quel giorno decisi di non prendere la metro, decisi di farmela a piedi, tutta a piedi, sotto il freddo glaciale.
Chiamai la mamma per dirglielo, inventando una scusa, avevo solo bisogno di tempo per pensare.
Mamma, ho perso la metro, non preoccuparti, sto bene. – Le dissi.
Tesoro, ma come!? Vuoi che ti venga a prendere. Posso fare solo una scappata veloce, poi devo tornare a lavoro. – Mi rispose.
No mamma, non preoccuparti, tanto ci sono quasi, mi sono solo fermata a bere qualcosa, ora arrivo – Dissi.
Va bene cara, chiama se hai bisogno di qualcosa. – Disse premurosa come sempre.
Okay, non preoccuparti. – Risposi.
Dopo ciò, agganciammo.
Ero stanca, mi sedetti su una panchina, non avevo affatto voglia di mangiare o bere niente, avevo il bisogno di stare lì, avevo bisogno di essere inondata di felicità. Cosa che evidentemente non sarebbe successa. Dovevo pensare, perché Zayn era così? Che non mi volesse più bene? Non so.. So solo che senza di lui una intera vita sarebbe stata buttata all’aria.
A un tratto mi sentii una mano che mi toccava la spalla, fu un impulso, mi girai di scatto, lo vidi.
“Scusami per prima.” Mi disse Zayn
..Era teso.
“Non importa.” Mi girai, e mi scappò una lacrima.
“Non piangere.” Ribatté lui.
“Come potrei non farlo. Almeno spiegami!” Risposi piangendo.
“Zio Joji non c’è più. La famiglia ha bisogno di noi.” Disse.
“Allora tornerai?” Alzai la testa, e lo guardai con un po’ di speranza in volto.
“NO. Il fatto di tornare lì per un po’ vale anche come scusa per tornare stabilmente a Londra.” Mi disse.
Ritornai a piangere.
“Perché!? Perché!? Non è una scusa! Io non potrei sopportare il fatto che tu vada via.”
“Non decido io, in famiglia sono l’ultimo a cui danno conto su queste cose, e del resto sai benissimo che prima o poi sarebbe successo.” Dopo ciò mi alzai di fronte a lui.
“Lo sapevo! E con ciò!? Le cose cambiano se tu me lo dici così, da un giorno all’altro senza alcuna reazione.” Gli urlai.
“Scusami.”
“Ed il mio compleanno?”

“Aspetta te lo dico io! Lo passerò da sola. Senza di te.” Continuai.
“Non so davvero cosa dirti..” Mi rispose.
“Io si! Dimmi che resterai! Dimmi che sarai con me, al mio fianco!” Scese un’altra lacrima.
“Non posso promettertelo.”
“E allora tutti i nostri ideali? I sogni, i viaggi, tutte le cose che avevamo progettato! Due amici contro il mondo!?” Qui cominciai a piangere a dirotto.
“Mi dispiace..” E’ tutto ciò che seppe dire.
“Anche a me.” Corsi via piangendo.


#ZAYN
Come ho potuto farlo!? Che idiota. La mia indifferenza le farà capire che non ci tengo molto, e che un giorno passerà.
Ma potrebbe anche peggiorare le cose. Se un giorno la rivedrò, dato che è ostinata e verrà a Londra per cercare suo fratello, magari non vorrà nemmeno guardarmi in faccia. Non potrei sopportarlo.
Come farò a dirle che la amo. Devo correre da lei! –  Pensai.
Eccola, lì, la vidi in lontananza, si avviava verso casa. La fermai prendendole un braccio. Ero intenzionato a confessarle tutto. Ma se lei mi avesse rifiutato? Non importa, almeno avrei dovuto provarci.
“Vicky! Vì! Aspetta.” Le urlai, rincorrendola.
Si girò e mi disse – “Cosa c’è? Adesso sei tu che mi cerchi!? Tu che a quanto pare non te ne importi nulla della ‘tua migliore amica’ ..Pensavo di essere importante per te! Pensavo di valere qualcosa di più! Ma a te non importa, e ne andrai lì dove conosci già tutti e lascerai me qui, nell’oblio più totale, senza nessuno che possa starmi vicino, senza nessuno che possa consolarmi quando ripenserò al giorno in cui te ne sarai andato.”
A quelle parole la guardai negli occhi, quegli occhi verdi, sfumati d’azzurro, con la pupilla nera come il petrolio. Era perfetta in tutta la sua semplicità. Lei, la sua faccia, quel suo piccolo nasino, quei capelli perfetti scombinati dal vento.
Scoppiai a piangere dinanzi a lei.
“Mi dispiace! Scusami! Io non so come dirti che senza di te non potrei vivere, perché sai tutto di me, per te sono come un libro aperto.. Solo per te! Non sarei mai capace di rimpiazzarti perché.. Perché.. Ti a..a..”
Spalancò gli occhi, ma non ce la feci, decisi di non dirglielo.
Adesso sarei andato via, la distanza avrebbe fatto male. Non intendevo farla soffrire.
“..Ti a.. a.. adoro.” Dissi chinando la testa.
I suoi occhi si ritirarono, anche lei abbassò il capo.
Mi salto al collo. Mi abbracciò dolcemente, e lì, piangemmo insieme.


#VICTORIA
Lo abbracciai, non so perché, anzi lo so.. Perché era il mio migliore amico, e sempre lo sarebbe stato.
Per un momento mi illusi che potremmo essere stati di più, ma la lontananza ci avrebbe divisi con il tempo.
Preferisco aver un bel ricordo di lui, come amico e una delusione come fidanzato.
Era troppo importante per me. Anzi, era troppo per me, era più di quanto mi sarei mai aspettata, anche come amico.
Ma intanto lo avevo, e fin quando sarebbe stato “mio” ne dovevo far tesoro.
Ad un tratto, mentre eravamo ancora abbracciati mi disse – “Vì, non ti dimenticherò mai, e tornerò! Tornerò a farti visita, manca un solo anno perché io possa raggiungere la maggior età e portarti con me.”
e io risposi così “Anche io verrò, beh.. A me mancano -quasi- due anni però.. Non importa, anche se in affidamento volerò fino a Londra.. Per vederti.”
E concluse.. “E insieme cercheremo tuo padre e tuo fratello, promesso!”
Ci stringemmo forte, e insieme camminammo vero la via di casa, in attesa del terribile giorno.

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Capitolo 4
*** Goodbye My Love.. ***


Ecco. Eccoci lì. Giunse quel maledettissimo giorno dove Zayn aveva deciso di porre fine alla mia vita.
Eravamo lì, l’uno di fronte all’altro. Eravamo circondati dal verde, immersi nel silenzio più totale.
Ci mancava il respiro.
“Eccoci.” – Disse Zayn mentre chiudeva la cerniera dell’ultima sua valigia.
“Eh già. Eccoci.” – Risposi.
Qualche minuto di silenzio si fece spazio tra noi.
“Mi raccomando eh, non essere troppo triste!” – Disse lui con tono scherzoso.
“Non preoccuparti.. Farò come se non ci fossi mai stato. Non sarà tragico, passerà subito.” – Cosa avevo detto!? Speravo di averlo detto con tono meno serio, invece no! Quale enorme stupidaggine era uscita dalla mia bocca!?..Venni travolta dalle mie stesse parole.
A quella frase abbassò la testa. Vidi scorrere una lacrima sul suo viso..
“NO! Scusami! Non intendevo dire questo! Sai che non sarà mai possibile! Mi dispiace Zaa’ perdonami!” – Dissi mortificata.
Alzò la testa, mi guardò, mi tese la mano e mi strinse al suo petto.
“Non preoccuparti, lo so.” – Rispose abbracciandomi.
Fino a quel momento, quando il pensiero della partenza di Zayn mi sfiorava la mente, provavo solo tristezza, poco di più.. Ma adesso era diverso.
Non avrei mai pensato di morire affogata dalle mie stesse lacrime.
Ci dividemmo.. Pronti a lasciarci andare. Veramente non esattamente “pronti” ..O almeno per me.
Non ero affatto contenta di vederlo andare via. Di vedere il mio “sole personale” spegnersi dinanzi ai miei occhi.
Non volevo, e in tutta convinzione speravo che nemmeno lui volesse lasciarmi andare.
“Non voglio andarmene. Non posso allontanarmi dalla mia migliore amica. L’unica che mi capisce, e che so che sarà sempre la sola che riuscirà a comprendermi” – Mi disse in tono dolce.
Ecco, lo sapevo. Mi voleva bene.
“Nemmeno io. Non sono pronta a lasciarti andare.” – Risposi.
Ci riabbracciammo e lo accompagnai fino all’aeroporto. Arrivati lì ci salutammo per l’ultima volta guardandoci negli occhi, come se nulla fosse arrivato al termine.
“Mi mancherà non poter più guardare quei tuoi bellissimi occhi verdi.. Mi mancherà davvero.” – Disse.
Chinò la testa, ma non fece in tempo ad abbassarla tutta che glie la rialzai..
“Hei, hei, hei.. Su guardami, lo so, è dura.. Ma ce la faremo.. Ci siamo sempre promessi che niente e nessuno sarebbe mai stato capace di dividerci, e ora? Mica questa promessa andrà buttata al vento? Non so te, però io voglio crederci. Voglio credere che ci rincontreremo,  voglio credere sul fatto che insieme andremo alla ricerca della felicità, e voglio credere sul fatto che un giorno tu possa davvero aiutarmi a realizzare il sogno di conoscere le mie origini..” – Risposi.
Mi abbracciò.
“Ci crederò anch’io” – Ribatté.
Quelle furono le ultime parole che ci dicemmo. Ad un tratto ci abbracciamo, ed una volta staccati lo vidi raggiungere la sua famiglia, ancora scossi per la morte dello zio Joji, che riuscì comunque a salutarmi con tanto calore.. Per loro ero come una seconda figlia. Una di famiglia ormai, mi consideravano la sorella che Zayn non ha mai avuto.
La povera Donya se ne andò mentre era ancora nella pancia della mamma.
Del resto, dovevo solo accettare la realtà dei fatti... Nei pochi minuti seguenti avrei dovuto essere consapevole che il mio cuore avrebbe cessato di battere. Ma non fu così. Fu troppo traumatico.
Tutto d’un tratto... Non ritrovarmelo più al mio fianco.
“Ricorda, questo non è un addio. E’ solo un ciao.” – Mi disse Zayn.
A quelle parole rabbrividì. Insomma... Era vero. Mi asciugai in fretta le lacrime, e con la faccia piena di macchie per il pianto, lo abbracciai.
“Sì! E’ vero! Hai ragione... Grazie ancora. Di tutto. Anche solo per il fatto che esisti.” – Risposi.
“Non ringraziarmi. Noi ci completiamo. Siamo una squadra, ricordalo sempre! Noi contro il mondo.” – Ribatté abbozzando una risatina.
Ridemmo insieme. Quello fu un bel modo per finirla.
A quel punto egli si diresse verso il Check In con i suoi. Lo vidi allontanarsi sempre più, quella sua cresta profondamente nera mi sarebbe mancata. Ne fui certa.
Si girò. Ci lanciammo l’ultimo sguardo, e con gli occhi pieni di lacrime ci salutammo da lontano.
Beh, non rimaneva altro che tornare a casa. Presi la metropolitana, e in cinque minuti fui lì.
Ero triste. Davvero triste. Chi avrebbe riempito i miei giorni adesso?
“Vicc! La cena è pronta!” – Mi chiamò la mamma.
Mi alzai dal mio letto e scesi subito giù.
“Scusami mamma, scusa Fabio... Non ho fame. L’unica cosa che voglio fare è andare a dormire.” – Risposi.
“Hei bella, su dai... Mangia. Ti farà bene. Non puoi rimanere a stomaco vuoto. Poi ti verrà fame.” –  Mi disse Fabio.
Era sempre così premuroso, si preoccupava sempre di me. Lo sentivo come un vero padre.
“Papà...” – Chinai la testa di scatto.
Ma come mi uscì dalla bocca quella parola!? Com’era possibile!?
“Vic... Ho sentito bene? Hai chiamato Fabio “papà”?” – Mi chiese la mamma sorridendo.
“No. Non era per lui.” – Cavolo! Basta! Ma che stavo dicendo!? Avrei finito con l’offenderlo.
“Victoria! Ma cosa...!?” – Mi disse la mamma con tono furioso.
“Hei, hei tesoro... Non ti preoccupare. Non importa. Le manca solo il suo papà. Ha ragione, la capisco.” – Disse Fabio rivolgendosi alla mamma.
Lui riusciva a capirmi. Comprendeva le mie scelte. Era l’unico, oltre Zayn che ci riusciva.
Zayn. Già... Zayn.
Corsi incontro a Fabio e l’abbracciai.
“Grazie.” – Gli dissi.
Mi sentivo libera. La mamma era fortunata ad aver trovato un uomo così dopo la rottura con papà. Lui era perfetto.
Fabio mi diede un bacio sulla guancia e disse – “Per cosa?” – Abbozzando un sorrisetto.
“Per tutto. Riesci a capirmi.” – Ricambiai il bacio.
“E’ questo tesoro? Ti manca il tuo papà?” – Mi chiese la mamma con tono dispiaciuto.
Quella bionda aveva compreso finalmente.
“Non è che mi manca proprio, alla fine non l’ho mai conosciuto... Anzi! E’ proprio questo il punto. Vorrei davvero conoscerlo.” – Risposi.
Mi abbracciò.  – “Non preoccuparti. Un giorno accadrà.”
Già... Un giorno.
A quel punto mi sedetti a tavola. Decisi di cenare insieme a loro. Mi fecero dimenticare per un po’ Zayn e papà.
Ridemmo, scherzammo, parlammo apertamente.
Ero fortunata vivere con loro. La mamma era paragonabile allo zucchero. Fabio...
Si... Quell’uomo alto con i pochi capelli brizzolati, era paragonabile... Non trovo le parole per dire quel che intendo.
Era dolce, premuroso, affettuoso. Lo sentivi come se, in qualunque circostanza, lui facesse parte di te.

A quel punto salii di sopra. Accesi un po’ il computer. Decisi di andare su twitter.
Volevo scrivere qualcosa a Zayn prima di andare a dormire.
“Hei tu! Si esatto, tu! Mi manchi da morire :’)” – Era breve, ma non sapevo cosa dirgli. Gli avrei solo voluto augurare il meglio, ma twitter aveva un limite di parole. Quei centoquaranta caratteri non erano niente. Quante cose avrei voluto dirgli, non sapevo nemmeno da dove cominciare.
A quel punto chiusi la casella del messaggio diretto e mi misi sotto le coperte guardando fuori dalla finestra.
Quella notte le stelle erano tante. Mi misi a fissarle immaginando l’impensabile.

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Capitolo 5
*** HAPPY Birthday ***


15 Maggio. Ore 7.15 a.m.
‘’Vic! Auguri tesoro!” – Disse la mamma correndo vicino al mio letto.
Mi diede un bacio sulla guancia e mi abbracciò.
“Grazie mamma! ...Grazie mille.” – Le risposi, tanto per non sembrare indifferente.
“Allora? Niente festa? Dai almeno chiama Zayn, fallo tornare indietro. Festeggiate insieme e poi riparte.” – Ribatté la mamma con tono ironico.
Presi un cuscino e glie lo sbattei in faccia.
Rise.
“Dai tesoro! Riprenditi! Il mondo non è finito! Il tuo amico tornerà. Tra soli due anni tra l’altro potrai andarlo a trovare tu stessa!” – Disse.
“Si... Già... Tra due anni.” – Risposi abbassando la testa, facendo attenzione a non mostrare la mia tristezza.
La mamma mi abbracciò.
“Mamma per favore... E’ tardi. Fammi preparare che devo andare a scuola.” – Ribattei.
“Oggi niente scuola! Decido io per te!” – Disse con tono deciso.
“Mamma, ma cosa... Che stai dicendo?” – Chiesi scrupolosa.
“Oggi è il tuo compleanno! E poi ho un giorno libero... Voglio godermelo con la mia bambina... Che poi più tanto piccola non è...” – Conciò a piangere...
“Mamma! Su dai... Non piangere.” – La guardai negli occhi – “Io sarò sempre la tua bambina.
“Si. Lo so... Ma è che stai crescendo così in fretta... A volte ho paura che tu possa andartene prima di quanto dovrebbe essere.” – Mi disse mentre le asciugavo le lacrime.
“Mamma non accadrà. Ricorda sempre che ti voglio bene, e sei tutto quello che una figlia possa desiderare.” –  Sorrisi dolcemente.
“Beh.. Non pensiamoci adesso. Voglio farti un regalo. Anche uno piccolo! La sorpresa la vedrai poi.” – Ma cosa aveva in testa la mamma!?
“Mamma ma che stai dicendo? Quale sorpresa?” – Le chiesi preoccupata e anche un po’ entusiasta.
“No, nulla. Non importa... Dimmi adesso, cosa ti va? Chiedimi qualunque cosa? ...AHH! Idea! Ti va di andare al centro commerciale? Potrei comprarti dei vestiti!” – Ma si sentiva bene!?
Comunque... A quella richiesta molte cose mi vennero in mente, tra cui una...
“Vorrei vedere una foto di “papà” e di Louis... Per favore.” – Chiesi con tono di tristezza.
“Mi dispiace cara, non ne ho più... Decisi di gettarle via, per non soffrire più.” – Le scese una lacrima pensando ai ricordi.
“Non preoccuparti mamma... Non importa. Scoprirò a mie spese quello che voglio sapere.” – Dissi.
“Ché!?” – Chiese dubbiosa.
“Nulla... Dirigiamoci al centro commerciale!” – Continuai sviando il discorso.
In men che non si dica mi fui pronta. Diretti nei più grandi negozi di vestiti!
Arrivammo. Entrai in un negozio... “H&M”. Intravidi subito una felpa bianca, blu e rossa stile college...
Mi piacque tantissimo. Tanto che mi auto convinsi che era stato più che giusto spendere quei 50 euro.
Ma la mamma mi diede campo libero... Quindi non c’era da preoccuparsi.
Continuai a girare per i negozi... Andai da “Promod”, da “Sisley”, passai per “Pimkie”... E tanti altri. Comprai davvero tanti vestiti.
Ma la mamma, in tutto questo, dov’era finita?
A un tratto me la ritrovai davanti. Aveva in mano una maglietta nera con una mia foto sopra!
“Mamma! Perché l’hai fatta fare?” – Le chiesti ridendo.
“Non so. Mi piaceva. Sono fiera di essere tua mamma...” – Rispose dolcemente.
L’abbracciai e le dissi – “Beh... Io sono fiera di essere tua figlia.”
Continuammo a camminare sotto braccio fin quando non le vidi una busta di Sisley in mano.
“Cos’hai comprato mamma?” – Le domandai.
“Nulla... E’ solo un vestitino, delle calze e degli stivali per te.” – Che dolce! ...Ma perché l’aveva fatto?
“Vediamo...” – Continuai.
Tirai fuori tutto... Le calze erano comunissimi collant neri, dello stesso colore degli stivali... Erano neri e di camoscio. Erano stupendi! Avevano anche un quasi dieci centimetri di tacco doppio. Erano semplice, niente borchie, niente paiette, niente brillantini... Per questo mi piacevano.
Ora toccava al vestito.
Era senza spalline, nero a fiorellini viola, un po’ attillato, mi stringeva addosso.
Era davvero bellissimo.
Abbracciai fortissimo la mamma.
“Grazie mamma. Grazie di tutto.” – Mi scese acqua dagli occhi.
“Di niente tesoro... So che ti costa essere felice in questo periodo... Zayn, Louis, tuo padre... Ma vorrei che tu lo fossi comunque.” – Disse sorridendo, con qualche lacrima agli occhi.
Camminammo abbracciate. Continuammo ad entrare in tutti i negozi, e comprare qualcosa.
Adesso, di vestiti, ne avrò abbastanza per tutta la vita!
Fin quando non tornammo a casa.
Eccomi sulla porta di casa, mi feci dare immediatamente le chiavi dalla mamma, così che una volta entrata avrei potuto chiamare Zayn e chiedergli come sta.
Entrai, accesi la luce, e prima che potessi girare la testa mi ritrovai una sfilza di persone davanti a me che gridavano – “Auguri Viic!’’
Non sapevo cosa dire, non avevo idea di cosa fare.
Mi portai subito una mano alla bocca, scese così una lacrima cristallina da quell’occhietto, tra il color marrone e quello verde, che mi ritrovavo.
“Grazie! Grazie davvero... Non so cosa dire. Grazie mille a tutti!” – Dissi piangendo.
In seguito mi girai immediatamente verso la mamma e le dissi – “Mamma, tu ne sapevi qualcosa?”
“Ovviamente cara, ma devo dire che senza l’aiuto di Alexis non ci sarei mai riuscita.” – Disse facendomi l’occhiolino.
Dopo ciò la mamma mi prese delicatamente per un braccio e mi portò in cucina, credo dovesse parlarmi.
“Tesoro bello, guardala, Alexis è la ragazza che mi ha dato la mano ad organizzare tutto questo, e ti piace vero?” – Mi disse.
“Sì! Certo mamma, è tutto fantastico. Insomma... Guarda lì, si stanno divertendo tutti come matti.” – Risposi.
All’improvviso mi ritrovo Gabri che mi appoggia una mano sulla spalla e mi dice: “Vì, questa festa piace a tutti. E quando dico ‘tutti’ è davvero ‘tutti’!”
“Okay mamma, e lo dice Gabriella... Beh! Bisogna crederle! Ahahah.” – Dopo detto ciò, la mamma rise insieme a me.
“Ahahah. Ma il punto è che... Alexis, ha fatto tutto questo per te, e credo che tu non le abbia mai dato una possibilità. Provaci tesoro. Ti dico solo questo, perché poi sarai tu a decidere, io credo solo che ti farà bene distrarti un po’ da Zayn.” – Disse lei.
“Oh mamma, ma io non voglio distrarmi da lui, questo significherebbe dimenticare il mio migliore amico... E non voglio assolutamente!” – Mentre mi scese una lacrima.
“No cara, no. Non lo dimenticherai, so che non lo farai, so che lui è una parte importante della tua vita. Lo è stato e continuerà ad esserlo.” – Dopo ciò abbracciai la mamma e corsi via per qualche minuto. Dovevo telefonare Zayn.
Ma prima che potessi cacciare il telefono mi ritrovai quindici chiamate perse da lui.
Cavolo! Mi aveva cercata! Penserà che mi sia dimenticata di lui! Impossibile. – Pensai
Così decisi di chiamarlo immediatamente.
‘Tu-tu.’
“Insomma principessa, hai deciso di farti viva eh? Sai quante chiamate mie hai perso...”
Prima che potesse continuare lo interruppi.
“Si lo so, perdonami. Mi dispiace davvero, non so come abbia potuto. So che adesso penserai che di te non mi interessi più nulla, ma credimi... Non è affatto così...” – Dissi tutta frenetica.
“Hei, hei hei... Non preoccuparti, so che non è così. Non scusarti... Piuttosto... Auguri! Mi manchi molto, sai?” – Mi disse, tranquillizzandomi.
“Grazie Zà. Lo so. Lo so perché mi manchi anche tu... E non sai quanto vorrei che fossi qui accanto a me.” – Risposi.
“Ma io ci sono. Sono accanto a te con il mio cuore.”
“Mi manca la tua dolcezza, sai?” – Mi mancava davvero.
“Ci rivedremo presto, ne sono certo.” – Disse.
“Già.. Lo spero tanto.”
A quel punto agganciammo la chiamata e tornai alla festa.
Pensai per qualche minuto a ciò che disse la mamma, eh beh...
Andai verso Alexis (o come a me piaceva chiamarla: Alex), che stava ballando con i nostri amici, e la tirai a me.
“Hei Alex, grazie mille di tutto, questa festa è stupenda, si stanno divertendo tutti...” – I miei ringraziamenti erano sinceri.
“Non preoccuparti Viic, l’ho fatto con molto piacere.” – Mi sorrise dolcemente.
“Grazie mille ancora! Sei stata dolcissima.” – Dissi voltandomi, e andandomene.
“Hei aspetta! Ti andrebbe se domani andassimo insieme al centro commerciale? Così, per passare un po’ di tempo insieme. Per conoscerci ancora un po’ meglio.”
“Mi farebbe davvero molto piacere.” – L’abbracciai e continuammo a goderci la festa.
                     

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