Recensioni di mystery_koopa

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Recensione alla storia Adunata all'inferno - 21/10/23, ore 14:57
Capitolo 1: Adunata all'inferno
I
PRIMO POSTO, CON UN TOTALE DI 52,35/53
Adunata all’inferno, di Old Fashioned

Grammatica e Stile: 9,85/10 (media tra 9,7/10 di g. e 10/10 di s.)
La grammatica è quasi perfetta, ci sono solo dei piccoli errori di battitura.
“com’è andata a Latakia?” – “Come” va in maiuscolo, visto che il dialogo precedente all’inciso si conclude con un punto fermo -0,20
“assieme un paio” – “assieme a un paio” -0,10
Non ci sono altri errori. Il punteggio è 9,7/10.
Il modo in cui scrivi mi cattura sempre, c’è poco da fare. Se scritte da te, anche storie di decine di migliaia di parole scorrono velocissime (e mi dispiace ogni volta non poterle accettare nei miei contest per questioni di tempo!). Anche questa volta non ti sei smentito.
Il tuo stile è semplice e lineare, dal punto di vista sintattico, ma ciò non è un limite per l’espressività. Mi hanno colpito in particolare le descrizioni ambientali, riprese in più punti con la stessa struttura ma cambiando alcuni dettagli, sia in base alle mere condizioni climatiche, sia in base agli stati d’animo dei personaggi con l’avanzare dell’operazione. Ti lascio un esempio:
“morbide dune di sabbia color ocra che si perdevano all’orizzonte”
“La sabbia aveva assunto una tonalità bruno-rossiccia calda e vellutata, che virava al viola”
“le dune erano di un argento serico che ricordava il manto di un animale. L’orizzonte si stava tingendo di rosa e arancione”
Veramente stupende.
Il secondo punto di forza della storia sono stati ovviamente i dialoghi, su cui hai basato gran parte della caratterizzazione dei personaggi e che ti hanno davvero aiutato a dare carattere a ciò che poteva essere raccontato a parole, facendo davvero capire il modo in cui essi vivono le diverse situazioni, senza essere filtrati dai commenti “indiretti” dell’autore. Ovviamente, ad averli resi così efficaci è soprattutto il forte realismo, che dà modo ai personaggi di esprimersi senza filtri (se non quelli dati dalla scelta del rating giallo).
Anche il lessico scelto è molto valido, e dà un grande timbro al racconto. Mi sono piaciuti soprattutto i termini gergali delle truppe mercenarie russe, per esempio i diversi nomi usati per indicare i nemici, se stessi, le truppe regolari russe e gli alleati siriani (anche l’uso del corsivo non mi è dispiaciuto). Per quanto riguarda gli armamenti militari, ho apprezzato il lavoro di ricerca, che sicuramente corrisponde a una tua personale passione. Confesso che non sono andato a controllare se ogni termine tecnico (soprattutto per quanto riguarda i nomi e i modelli delle armi) fosse preciso in base al contesto, mi sono fidato, ma non ho alcun dubbio a riguardo. Quando invece i termini erano sempre specifici, ma meno tecnici, le note mi hanno decisamente aiutato.
Che altro dire, tutto perfetto! Peccato solo per gli errori di battitura (comunque ridottissimi) che non ti hanno permesso di raggiungere il punteggio pieno.

Trama e Originalità: 10/10
Anche per quanto riguarda la trama, trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro. La storia è lineare nello svolgimento ma complessa da raccontare, soprattutto a causa delle scene d’azione che rischiano di risultare confusionarie. Sei stato però molto attento con i ritmi (grazie anche a punteggiatura e impaginazione, che non ho avuto modo di citare nel parametro precedente), procedendo con ordine e riuscendo a rendere allo stesso tempo tanto la concitazione dei momenti più critici, quanto la chiarezza del racconto.
La scelta del contesto mi è piaciuta molto: prima di tutto per l’attualità del tema delle compagnie mercenarie, che hai sviscerato mostrando anche i lati umani e individuali al di sotto dell’istituzione.
Questo è andato a influire anche sull’originalità, in quanto solitamente sono altri fronti e altri punti di vista ad essere mostrati. Ne hai saputo sviscerare diversi aspetti, sia interni, sia esterni (come i rapporti con i Federali russi o con le truppe siriane), di collaborazione nel senso di raggiungimento degli stessi obiettivi, ma al tempo stesso di competizione per correre il minor rischio possibile stante la ricompensa economica. Davvero molto interessante. Per di più, l’approfondimento del ruolo russo nella guerra civile siriana e nel conflitto contro l’ISIS è stato fondamentale, anche se spesso poco riconosciuto dall’opinione pubblica occidentale.
Come detto in precedenza, inoltre, le scene di combattimento sono state il vero fiore all’occhiello della storia. In quanto sei riuscito a trasmettere una sensazione di caos pur mantenendo ordine nella scrittura: ne è un grande esempio la descrizione della sabbia che, sollevandosi sul campo di battaglia, lascia emergere solamente la cima delle colonne romane di Palmira, e nasconde i due schieramenti. Anche le emozioni dei protagonisti hanno trovato spazio durante queste sequenze, con le descrizioni della sete provata, delle ferite riportate e dalla preoccupazione per la sorte dei compagni, quasi più che per la propria. Un soldato sa che se pensa individualmente è perduto, soprattutto contro nemici come quelli affrontati qui.
Il finale ha invece dei toni ironici, che ben si sposano con i dialoghi presenti anche in precedenza e con il vissuto dei personaggi, che ovviamente non si rivelano moralmente scossi dalla battagli appena trascorsa (soprattutto perché tutti i componenti del gruppo di protagonisti sono sopravvissuti senza grandi conseguenze). Anche da questo punto di vista è stato tutto ottimo, complimenti davvero.

Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Come già detto nel parametro stilistico, la caratterizzazione dei personaggi si è basata quasi esclusivamente sullo show don’t tell, mostrando i diversi componenti della Wagner tramite gesti e parole, con le descrizioni relative alle loro personalità ridotte all’osso (quasi a compensare la grande attenzione data all’ambiente).
Le interazioni tra i diversi coprotagonisti sono basate per la maggior parte su un grande senso di cameratismo, in alcuni casi di vera e propria fratellanza. Mi è piaciuto come questo elemento non sia stato forzato all’interno della storia per trasmettere un’idea, ma sia stato invece inserito molto naturalmente, mostrandone la pertinenza e l’interdipendenza col contesto mercenario. La storia ha sì un protagonista, ma è al contempo molto plurale, lascia spazio a più soggetti e riesce a così a ricostruire un quadro più completo della compagnia.
Orel è il personaggio meglio caratterizzato, e mi è piaciuto moltissimo. Sei riuscito a mostrare in modo molto eloquente la sua scala di valori, in cui la famiglia è al primo posto: non solo quella che programma di formare con Natasha, ma anche quella acquisita con i suoi compagni d’armi, che non abbandonerebbe mai anche al costo di sacrificare il proprio futuro.
Anche gli altri personaggi hanno lasciato un’impronta netta relativamente a un loro tratto specifico, come da caratteristica del genere d’azione: Sibiriak con la religiosità, Professor con la cultura, Pitbull con lo spirito di gruppo, Nemets in quanto mezzo tedesco e sprezzante del pericolo.
In questo caso non ci sono molti più strati, se non appunto la stima e l’affetto reciproci, ma non credo sia necessario, considerato il genere scelto. Hai saputo approfondire i soliti stilemi, non facendo assolutamente sentire la storia come qualcosa di già letto, e hai dato individualità a ogni personaggio. Non penso si potesse fare di più senza cambiare radicalmente struttura narrativa.

Bonus: 10/10
Genere – Azione: Il genere scelto è sicuramente il principale della tua storia. Le scene di battaglia sono descritte dettagliatamente, con dovizia di particolari. Anche i rapporti privati tra i diversi soldati riflettono gli standard del genere. 2,5/2,5
Emozione – Rabbia: L’emozione è ben approfondita tramite il personaggio di Nemets, che fatica a contenerla ma conosce benissimo la necessità di essere lucido sul campo di battaglia. Inoltre, possiamo ritrovarla anche in Orel, una volta scoperto il piano dei Federali. Ottimo! 2,5/2,5
Oggetto – Missile: I missili che i mercenari hanno sottratto ai Federali hanno deciso l’esito della battaglia, risultando ben importanti ai fini della trama. 2,5/2,5
Luogo – Deserto: Il deserto è senza dubbio un protagonista del racconto. La scelta di Palmira come ambientazione sarebbe bastata già di per sé, ma le descrizioni ambientali, e soprattutto le reazioni dei protagonisti alle avversità (causate anche dalla sabbia e dal caldo) hanno evidenziato il suo ruolo fondamentale. 2,5/2,5

Titolo: 3/3
Il titolo che hai scelto mi è piaciuto molto. Innanzitutto, compare più volte all’interno del racconto, quasi come motto dei componenti della Wagner, e ogni volta con sfumature diverse: all’inizio, l’inferno a cui si fa riferimento è la prospettiva della morte, mentre col procedere della storia passa ad indicare la battaglia stessa, prima di ritornare al significato originale con le note ironiche del finale.
Considerandolo invece individualmente, non sapevo bene cosa aspettarmi prima della lettura, a parte il chiaro riferimento al lessico militare. Ma una volta arrivato alla fine l’ho trovato non solo adatto, ma anche in grado di sottolineare i punti più salienti del racconto. Ottima scelta che merita il punteggio pieno.

Gradimento Personale: 9,5/10
Le storie in cui le interazioni tra i personaggi principali si basano per la maggior parte su rapporti di cameratismo raramente riescono a catturarmi fino in fondo, perché trovo che si assomiglino un po’ l’un l’altro da questo punto di vista. In parte, ho riscontrato questa cosa anche in questa storia. Va però sottolineato che sei stato in grado di andare oltre al topos, dando molta profondità alle caratterizzazioni individuali nonostante lo spazio ridotto. Inoltre, a tuo vantaggio ha giocato sicuramente il realismo, considerando che i rapporti tra i mercenari sono necessariamente di questo tipo, nonché limitate all’ambito militare (non conoscendo nemmeno i nomi reali gli uni degli altri).
Della tua storia ho inoltre amato l’ambientazione tra le rovine di Palmira: penso che la “licenza poetica” che ti sei preso pur di sfruttare quest’ambientazione sia stata decisamente giustificata!
Infine, un altro grande plauso che voglio farti riguarda l’attualità del tema scelto.
Del resto, sai che i tuoi racconti sanno sempre conquistarmi, e che ammiro la tua capacità di creare racconti lineari (nella trama e nello stile) quanto pieni di significati nascosti, che emergono a mano a mano durante la lettura dando la possibilità di riflettere su molteplici temi. Ancora una volta, complimenti!
Recensione alla storia Il cerchio rosso - 11/07/23, ore 23:50
Capitolo 1: Il cerchio rosso
Ciao Star!
Sono felice di trovare una tua nuova oneshot, così sono sicuro di arrivare al termine senza dover ricorrere alla mia scarsissima costanza XD
I tuoi racconti di guerra sono sempre molto forti: crudi ed emotivi al tempo stesso.
Non so se la leggenda del cerchio rosso è farina del tuo sacco o effettivamente una leggenda diffusa nell'esercito americano della seconda guerra mondiale, ma l'ho trovato un bellissimo simbolo della condizione dei soldati. Pare soprannaturale, ma è solo il segnale di quella "regressione" alla vita nella giungla, vista dalla nostra società come caduta nella follia (esattamente come successo agli altri uomini sulla spiaggia descritti a inizio racconto).
Molto bella anche la scena della battaglia! La tua scrittura sa rendere davvero bene le scene d'azione, senza far mai calare la tensione e tenendo il lettore proprio attaccato allo schermo.
Davvero complimenti, ti confermi bravissima e molto appassionata agli argomenti trattati :)
(anche e soprattutto per le descrizioni tecniche dettagliate, ad esempio dei modelli d'aereo, che aggiungono molto realismo quando espresse dai marines che ne ammirano la macabra danza)
A presto!
mys. ^^
Recensione alla storia È in silenzio che ti spezzo - 03/05/19, ore 21:26
Capitolo 1: È in silenzio che ti spezzo
QUARTA CLASSIFICATA, CON UN TOTALE DI 23,5/50
È in silenzio che ti spezzo, di SakuraKurotsuki

Grammatica e Stile: 8/10

“speccarsi sotto le nocche” – “spaccarsi”
“tentava evitare” – “tentava di evitare”
“in pugnale” – “il pugnale”
Ci sono pochissimi errori, di cui solo uno non è di semplice battitura, ma il testo non è così lungo da permettere che essi siano indifferenti; assegno 9,5/10 alla grammatica.

Passando invece allo stile, invece, ci sono molti più problemi, tra l’altro anche connessi ai parametri che seguiranno nella valutazione. Prima di tutto, la maggior parte della oneshot parla di uno scontro tra i due personaggi principali, nel quale tuttavia (quasi sempre) non è chiaro chi dei due stia compiendo l’azione descritta, e ho dovuto rileggere le frasi più e più volte per capirne il soggetto. Nonostante la narrazione fosse esterna e in terza persona, infatti, hai avuto la tendenza a mantenere il soggetto sottinteso, mentre in molti casi un “lui” o un “lei” sarebbero stati provvidenziali per la comprensione. Inoltre ho da segnalarti anche altre espressioni a mio parere non efficaci:
“il sangue colò pesante” – non rende così bene l’idea di un taglio come quello descritto, dove addirittura definisci la pelle a brandelli
“il taser nella tasca interna del suo cappotto” – suo, riferito a chi?
“armeggiare con il suo cappotto” – di nuovo, di chi è il cappotto contenente così tante armi?
“la pistola era a metà strada” – qui c’è un passo poco chiaro: lui ha sparato, colpendo probabilmente il lampadario di cristallo che cadrà poco dopo (?) ma non si è capito perché non abbia sparato direttamente a lei. E, soprattutto, perché poi ha lanciato la pistola.
Dopodiché, anche un pugnale compare come dal nulla, e il finale è di difficile comprensione (ci sono arrivato dopo 7/8 letture al suo significato, ma ne parlo dopo).
Allo stile assegno 6,5/10.
La media risulta quindi di 8/10.

Trama e Originalità + Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 2/10 + 3/10

Ho assegnato un punteggio così basso perché, detto con tutta sincerità, non c’è una trama: la storia è solamente una scena di battaglia senza nessun background, e la richiesta del contest non prevedeva assolutamente questo. Questo discorso è assimilabile a quello che riguarda i personaggi, in un certo senso, perché la storia risulta davvero piena di lacune. Perché i personaggi vogliono uccidersi? Non serviva molto, ma anche solo una paginetta introduttiva avrebbe fatto la differenza. Perché i personaggi si trovano nella stanza? Lauren pensa di aver fatto bene ad incontrare James lì, in modo che nessuno possa sentirli, quindi è stata lei ad avergli dato appuntamento. E allora perché lui è arrivato lì armato come se dovesse affrontare degli agenti segreti, con addirittura delle lame al di sotto della manica? Al massimo avrei potuto comprendere la pistola, o il taser…
Una menzione a parte merita il finale, che sono riuscito a capire solamente dopo molte letture, ma da dove emerge che la “cattiva” della storia è Lauren, in cerca di vendetta per qualcosa successo nel passato. Fermo restando che non ho capito perché sia entrato nella stanza, in quanto essa era insonorizzata e quindi non aveva sentito i rumori, sono riuscito a cogliere la sua identità di padre/mentore/insegnante della protagonista, che per un motivo o per un altro (cosa che sarebbe stata da chiarire in ogni caso, perché così la storia risulta estremamente vuota), ha avuto degli insuccessi nella vita e ne ha imputato a lui la colpa. Forse James voleva ucciderla per proteggere l’uomo? La parola vassoio e la donna che entra in scena successivamente mi hanno portato fuori strada per molto tempo, ma infine sono riuscito a dare alla comparsa l’identità di cameriera/madre, che entra in tempo solo per vedere il suicidio di Lauren dopo il compimento della sua vendetta. Inizialmente pensavo che quella frase fosse riferita a lei, e non ne capivo il significato.
Su James, davvero, non ho nulla da dire, in quanto per poterlo definire in qualche modo bisognerebbe perlomeno sapere di chi si sta parlando… alla fine fugge, m verso dove?
Come vedi ci sono troppi interrogativi e troppe poche risposte, per cui i due punteggi non possono che essere negativi.

Bonus: 4/7
Genere – Noir: 1/2,5
Il genere scelto prevede che sia la natura di antieroe del protagonista a risaltare, grazie anche all’atmosfera. Il fatto che Lauren sia un personaggio negativo, però, traspare soltanto dalle ultime righe, mentre il resto della storia parla essenzialmente d’altro. Sarebbe stato più corretto il genere “azione”, che tra l’altro è la sezione dove hai pubblicato.
Oggetto – Lampadario di cristallo: 2/2
L’oggetto compare nella storia come molti altri, e non ne segna un punto di svolta fondamentale. Tuttavia, la sua presenza è comunque significativa nella storia e non è fine a se stessa, per cui assegno tutto il punteggio.
Luogo – Stanza insonorizzata: 1/2,5
Dici che la “Stanza della Musica” dove si svolge la lotta è insonorizzata, ma non è un aspetto che emerge: perché, nonostante ciò, l’uomo vi entra nel bel mezzo dello scontro?

Titolo: 1,5/3
Il titolo mi è sembrato poco adatto alla storia: il silenzio potrebbe riferirsi alla stanza insonorizzata, ma come già detto questo non è un aspetto che emerge all’interno della storia, mentre il “ti spezzo” è un chiaro riferimento al fatto che i due protagonisti vogliano uccidersi vicendevolmente, anche sul piano psicologico, pare d’intuire. Ma, ancora una volta, perché? L’unico punto a favore è un’allitterazione della lettera S che ha creato un bell’effetto sonoro, richiamando anche l’idea di sangue, in un certo senso.

Gradimento personale: 5/10
Avrai notato che, oggettivamente, la storia ha molte lacune, e pertanto non posso affermare che mi sia piaciuta. Tuttavia non vorrei che questa recensione ti abbattesse, perché non è assolutamente mia intenzione: in particolare ci sono delle basi di partenza che sono abbastanza solide, come la grammatica precisa e lo stile (nel quale devi soltanto eliminare tutti quei soggetti sottintesi!) adatto al contesto, ma si è notato molto il fatto che tu fossi una scrittrice di fanfiction. Nelle originali non basta la scena, ma serve presentare i personaggi, perché il lettore non li conosce già come invece avviene per anime/libri/film…
Spero davvero di non averti offesa nonostante le molte critiche. Per qualsiasi dubbio, chiedi pure, e sarò felice di risponderti!
Recensione alla storia La giungla dentro - 20/04/19, ore 11:19
Capitolo 1: Capitolo 1
SECONDA CLASSIFICATA, CON UN TOTALE DI 48/50 
La giungla dentro, di Old Fashioned 

Grammatica e Stile: 9,5/10 
Capitolo 1: 
“Si fece improvvisamente da una parte” – “si fece improvvisamente da parte” 
“non gli importava gran che di morire” – “granchè” 
Capitolo 2: senza errori. 
Capitolo 3: senza errori. 
Complimenti! La storia è stata veramente curata, ed è un aspetto che mi ha fatto tantissimo piacere trovare, per di più vista la sua lunghezza. 10/10. 

Passando invece allo stile, sai benissimo quanto io adori il modo in cui esprimi le tue parole all’interno di ogni tipo di racconto, dal dramma introspettivo all’azione. In questa storia mi sono piaciuti particolarmente i cambiamenti che la tua prosa ha avuto in base alle diverse situazioni da te descritte: dallo stile ricco di subordinate delle parti più descrittive sei passato fluentemente alle scene di battaglia ricche di coordinate e alle frenetiche scene di descrizione degli incubi del protagonista, in cui lo stato di terrore nel lettore supera quello di suspance che domina l’intero secondo capitolo. 
Dopo la parte iniziale, ricca di tensione per l’attacco che si prospettava imminente ma ancora “lontano” dal punto di vista dei soldati, l’inizio dell’attacco dei Vietcong non è risultato forzato dal punto di vista prettamente letterario, poiché sei riuscito a renderlo sì improvviso, ma non piovuto completamente dal cielo sia per i lettori che per il protagonista stesso. Tuttavia, ho da segnalarti anche delle imprecisioni che non hanno guastato la lettura della storia, ma che avrei preferito rese in un modo di verso. La prima è l’inizio del secondo capitolo, dove ho trovato le frasi troppo corte, come se avessi fretta di mettere un punto dopo pochissime parole in una fase dove il ritmo doveva essere sì lento, ma comunque carico di tensione per la sorte del protagonista: io invece, forse perché la storia era ancora lunga e MacFarland non avrebbe potuto morire così presto, forse proprio per lo stile utilizzato, non ho sentito questo climax che avrebbe dovuto culminare con lo sparo della ragazzina a un corpo vicinissimo a lui. Ho trovato il tutto troppo spezzato, piuttosto che effettivamente “al rallenty” per dirla in modo cinematografico (in effetti, questa storia sembra davvero la trama di un film)! Infine, vorrei segnalarti l’utilizzo di alcune espressioni, ad esempio “più oltre”, che utilizzi in quasi tutte le descrizioni e che non sempre sono necessarie, e anzi stonano abbastanza essendo ripetute così spesso. Molto realistici i dialoghi del primo capitolo, li ho trovati coinvolgenti e ben calibrati sui personaggi. Lessico variegato e perfetto per il contesto. 
In conclusione, lo stile mi è piaciuto e ha valorizzato la maggior parte della storia, ma poteva essere perfezionato. Assegno 9. 
La media risulta quindi di 9,5/10. 

Trama e Originalità: 10/10 
Sebbene siano molte le opere ambientate durante la guerra del Vietnam, tu sei riuscito ad attribuire a questo racconto una parte ugualmente originale. In questo rientra sicuramente l’ampio spazio che hai attribuito alla descrizione e caratterizzazione degli ambienti, la base, i tunnel e la giungla, che hai reso molto importanti senza trascurare nessuno di essi. E anche il finale, con la morte del protagonista, è sicuramente stato quello giusto per questa storia, che l’ha differenziata da tutte le altre (come ho espresso meglio qui sotto). La trama inoltre non presenta nessuna incongruenza, per cui il punteggio pieno è davvero meritatissimo! 

Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 9/10 
Per quanto riguarda questo parametro, c’è essenzialmente una cosa da considerare, e che inizialmente mi ha lasciato piuttosto dubbioso, ovvero che, alla fine, l’unico personaggio con una vera caratterizzazione è il protagonista. In un certo senso, infatti, gli altri personaggi sono raccolti in “gruppi” che condividono le stesse caratteristiche: i compagni della base, i vietcong, i marines del finale. Poi i sono reso conto che questa è stata una tua mossa vincente: non importa infatti chi siano i personaggi secondari, ma come li vede il protagonista, e su questo aspetto hai davvero colto nel segno! L’unica parziale eccezione è il biondino dell’epilogo, di cui conosciamo i pensieri relativi alla morte del protagonista. Passando invece a MacFarland, ammetto che, sebbene nel primo capitolo mi fosse sembrato molto interessante come personaggio, durante il secondo capitolo la sua figura mi è sembrata davvero troppo stereotipata, il tipico soldato che combatte da solo contro tutti e risulta sempre vincente. E invece, ancora una volta sei riuscito a sorprendermi facendolo morire: era da un po’ che pensavo che sarebbe stato l’unico finale corretto, ma non me lo sarei ugualmente aspettato… 
Questa storia mi ha lasciato davvero molti dubbi durante la lettura, ma alla fine sei riuscito a convincermi ugualmente! 

Bonus: 7/7 
Genere – Guerra: 2,5/2,5 
Beh, direi che qui c’è poco da dire. La guerra del Vietnam è uno scenario molto utilizzato, ma sei riuscito a reinterpretarlo a modo tuo senza risultare per nulla impreciso sul piano storico. Complimenti! 
Oggetto – Mappa: 2/2 
Senza dubbio ben utilizzato: la mappa non ha un ruolo centrale per quanto riguarda la trama, ma è ciò che spinge il protagonista a sopravvivere in modo da poterla portare alla base, per cui assegno anche qui tutti e due i punti. 
Luogo – Giungla: 2,5/2,5 
Credo di non esagerare se definisco la giungla come la vera protagonista di questa storia: questo aspetto emerge già dal titolo, e poi dai pensieri del protagonista, ma a cavallo tra il secondo e terzo capitolo hai reso l’atmosfera del luogo veramente vivida e realistica, come a condurre direttamente lì il lettore, tra le fronde che oscurano il Sole e l’umidità… wow. 

Titolo: 3/3 
Bellissimo. Amo molto i racconti in cui i personaggi si fondono con gli elementi che contraddistinguono le loro storie personali, e in questo caso hai davvero colto nel segno. Come ho precedentemente espresso la giungla riesce a essere protagonista, senza togliere spazio ai personaggi umani ma arricchendoli, quasi soffocandoli con le sue infinite spire. Insieme all’introduzione mi ha fatto immediatamente voglia di iniziare la lettura della tua storia: molto coinvolgente, centrato sul pezzo e accattivante. Anche qui mi dispiace che il punteggio massimo sia soltanto 3! 

Gradimento personale: 9,5/10 
Quanto mi mancavano le tue storie! Tra il tempo che a lungo è stato poco (e per la mia condizione personale sotto i piedi che mi ha allontanato mio malgrado dalle letture), non ho potuto più leggere tutte le storie degli autori che seguo, e visto che in questo periodo ti sei anche dedicato tanto al rating rosso mi ero concentrato su altro. Tuttavia, la tua partecipazione a questo contest mi ha fatto davvero piacere, e adesso che sto ritornando in carreggiata aspettami! XD 
Per quanto riguarda questa storia, credo che i miei commenti precedenti sia sulla trama che sulla narrazione parlino davvero da soli! È stato quasi tutto perfetto, ma non di quella perfezione che annoia, ma di quella che coinvolge ancor di più. Peccato solo per le cose che ti ho segnalato sullo stile e sul protagonista, concentrate soprattutto nel secondo capitolo (che riconosco essere stato quello più difficile anche per te, perché contenente davvero tante informazioni e avvenimenti in uno spazio tutto sommato ridotto), perché altrimenti questa storia sarebbe davvero stata una delle mie preferite. In ogni caso, davvero tanti complimenti! 
Recensione alla storia Il manoscritto Trebitsch-Lincoln - 23/11/18, ore 18:21
Capitolo 3: Capitolo 3
Wow!
L'inseguimento è stato veramente come speravo che fosse, piano di colpi di scena ma ugualmente con un senso... prima quello delle pulizie (con un'apparizione un po' effimera, ma peggio per lui), poi il ritorni dei "cosi" e la doppia porta prima del tunnel... ovviamente ero certo che sarebbero sopravvissuti entrambi, e solo loro, anche se per un attimo ho rischiato di rimanere sconcertato quando a Wesbrook è quasi partito il braccio (ma avevano troppe cazzate da dover ancor dire per poter morire).
E infatti, l'esercito non vede l'ora di riprendersi il manoscritto di Trebitsch e non esita a esporsi a nuove radiazioni e belve demoniache. Non so, il finale non mi ha convinto del tutto, ma il resto è stato davvero perfetto (anche se Me con il suo camice bianco da dentista della pubblicità mi è mancato un po'... )
Benissimo, un'altra storia magistrale, una tra le mie preferite tra le tue.
A presto!